Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino. Inventario dell'archivio storico (1722-1952)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Servizio Beni librari e archivistici 2003

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2003. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2010, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

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Albero delle strutture

Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1722 - 1952 Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino, 1735 - 2002 Registri dei nati e battezzati, 1735 - 1990 Registri dei matrimoni, 1845 - 1973 Registri dei morti, 1737 - 1989 Registri dei cresimati, 1840 - 2002 Stati delle anime, 1801 - 1929 Registri degli sponsali, 1908 - 1939 Atti matrimoniali, 1894 - 1955 Registri delle offerte, 1945 - 1974 Diari personali delle messe, 1874 - 1887 Diari delle messe avventizie, 1925 - 1964 Carteggio e atti, 1735 - 1967 Chiesa di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1722 - 1974 Registri di amministrazione, 1912 - 1974 Resoconti, 1881 - 1953 Carteggio e atti, 1722 - 1949 Beneficio parrocchiale di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1889 - 1962 Carteggio e atti, 1889 - 1962 Eredità Dalmonego di Cinte Tesino, 1843 - 1938 Resoconti, 1913 - 1938 Carteggio e atti, 1843 - 1895 Fondazione Dalmonego di Cinte Tesino, 1890 - 1938 Resoconti, 1914 - 1938 Carteggio e atti, 1890 - 1902 Congregazione del Terz'Ordine di Cinte Tesino, 1920 - 1948 Registri degli iscritti, 1920 - 1948 Confraternita della Dottrina Cristiana di Cinte Tesino, 1751 - 1799 Registri di amministrazione, 1751 - 1800 Congregazione di Carità di Cinte Tesino, 1860 - 1913 Carteggio e atti, 1860 - 1913

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1837 - 1893 maggio 28 Successori: Parrocchia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1893 maggio 29 -

Parrocchia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1893 maggio 29 - Predecessori: Curazia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1837 - 1893 maggio 28 Assorbe : Chiesa di San Lorenzo, Cinte Tesino, sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24 Assorbe : Beneficio parrocchiale di San Lorenzo, Cinte Tesino, [1889] - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Lorenzo, Cinte Tesino, sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24 Assorbe : Eredità Don Antonio Dalmonego, Cinte Tesino, 1893 - 1944 E' assorbito da : Parrocchia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1893 maggio 29 - Concorre alla gestione di : Fondazione Don Antonio Dalmonego, Cinte Tesino, 1890 settembre 1 - 1944

Beneficio parrocchiale di San Lorenzo, Cinte Tesino, [1889] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Lorenzo, Cinte Tesino, 1893 maggio 29 -

Eredità Don Antonio Dalmonego, Cinte Tesino, 1893 - 1944 E' assorbito da : Chiesa di San Lorenzo, Cinte Tesino, sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24

Fondazione Don Antonio Dalmonego, Cinte Tesino, 1890 settembre 1 - 1944 Alla cui gestione concorre : Chiesa di San Lorenzo, Cinte Tesino, sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, Cinte Tesino, 1890 - [1946]

Confraternita della Dottrina Cristiana, Cinte Tesino, sec.XVIII seconda metà - [1829]

Congregazione di Carità di Cinte Tesino, Cinte Tesino, 1811 - 1923 Successori: Congregazione di carità di Cinte Tesino, Cinte Tesino, 1923 - 1928 Ente comunale di assistenza di Cinte Tesino, Cinte Tesino, 1947 gennaio 21-1993 luglio 1 Alla cui gestione concorre : di Cinte Tesino, Cinte Tesino, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

4 superfondo Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1722 - 1952

reg. 28, quad. 2, vol.1, b.4, fasc.23

Storia archivistica L'archivio storico della parrocchia di Cinte Tesino si trovava depositato in una stanzetta al piano terra della canonica. Attualmente trova sede presso la canonica di , residenza del parroco. Durante la prima guerra mondiale gran parte della documentazione più antica andò distrutta, come apprendiamo dalle risposte al questionario per la visita pastorale del 1931, poi ribadite in quelle per la visita del 1946. Probabilmente in quegli anni andarono perduti il protocollo degli esibiti dal 1858, un volume di memorie storiche di Cinte e i resoconti dal 1818, documentazione che era invece presente in archivio nel 1893-94 secondo quanto riportato sugli atti di consegna. Relativamente al carteggio esso si presentava al momento del riordino variamente raccolto in mazzi, cartelline colorate o sciolto, senza traccia alcuna di precedenti ordinamenti. Questa situazione è sicuramente dovuta ad eventi recenti, poichè sia negli atti di consegna che nelle risposte ai questionari il carteggio viene sempre descritto come contenuto in "teche". Infatti sull'atto di consegna del 1893 si legge che tutti i documenti e gli atti d'ufficio erano contenuti in "n° 9 teche"; sull'atto di consegna del 1894 vengono addirittura elencati i contenuti delle 10 teche che si conservavano, assieme ai registri, in un armadio di noce chiuso a chiave. Anche l'atto di consegna del 1912 riporta la presenza di "12 teche". I questionari del 1931 e del 1946 confermano che "gli atti sono ordinati e disposti in teche". Infine l'atto di consegna del 1961, che riporta l'elenco della documentazione conservata nell'archivio, rileva la presenza totale di 14 teche. Era quindi consolidato nel tempo l'uso di conservare gli atti nelle teche, poiché il normale incremento della documentazione portò di conseguenza all'aumento delle teche, continuando quindi con quel sistema. L'indagine conoscitiva sugli archivi parrocchiali del Trentino effettuata nei primi mesi del 1988 non rileva la presenza di teche, né di qualsiasi altra organizzazione della documentazione.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico. Per la precisione il can. 535 del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, nei paragrafi 1-5 regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice di diritto canonico stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo 5 territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un discreto stato di conservazione. La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. La parte più cospicua della documentazione presente nell'archivo parrocchiale della parrocchia di Cinte Tesino è redatta in lingua italiana; sono presenti anche documenti e registrazioni redatti in lingua latina.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Cinte Tesino ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando, dove possibile, le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'archivio storico, poiché non è stato possibile ricostruire una struttura preesistente, su esempio di altri archivi parrocchiali è stata formulata una struttura suddivisa secondo le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano tridentino e con il referente del Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma History- Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia di Trento, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1952 limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1952.

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Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" e all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992, la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato (D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 "Norme relative all'ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato"), modificata e integrata con D.P.R. 30 luglio 1999 n. 281 "Disposizioni in materia di trattamento di dati personali per finalità storiche, statistiche e di ricerca scientifica", sfociato con la pubblicazione del provvedimento del garante per la protezione dei dati personali n. 8/P/2001 del 14 marzo 2001 'Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici'. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BAZZANELLA G., Memorie di Tesino, Trento, 1936 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765

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COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di storia religiosa, Verona, 2005 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) LUTTEROTTI VON A., "Il Trentino", Bolzano, 1997 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

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Ente Curazia di San Lorenzo 1837 - 1893 maggio 28

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino, 01/01/1735 - 31/12/2002

Storia Il paese di Cinte Tesino si trova sulle pendici orientali del monte Mezza. Nell'agosto del 1876 fu completamente distrutto da un incendio e analoga distruzione subì durante la prima guerra mondiale. La chiesa di Cinte, dedicata a S. Lorenzo martire, è posta all'estremità sud-est del paese, a pochi metri dalla canonica. Essa dipendeva, in qualità di cappellania esposta, dalla pieve di S. Maria Assunta. Su richiesta della Comunità l'espositura di Cinte ottenne nel 1726 la facoltà di erigere il tabernacolo e di conservare il SS. Sacramento, senza comunque venir meno a quella dipendenza e riconoscenza che doveva alla parrocchiale. Nel 1734 il vescovo di Feltre(1), Pietro Maria Trevisan, concede il fonte battesimale alle seguenti condizioni: che il cappellano non possa benedire il fonte; che debba assistere il Sabato Santo alla benedizione a Pieve, da cui prenderà l'acqua e gli olii santi; che resti facoltà dell'arciprete di battezzare a Cinte ed annotare sul relativo registro che si teneva in chiesa. La Comunità era inoltre obbligata alla manutenzione del fonte, a corrispondere al parroco un importo annuo e, secondo una vecchia consuetudine, a pagare il capretto al parroco. Il cappellano di Cinte, con particolare delega del parroco, ottenne nel 1787 la facoltà di celebrare tutte le funzioni come si celebravano nella parrocchiale e di assistere alla celebrazione dei matrimoni. Solo dal 1828 si permise la celebrazione di matrimoni nella chiesa di Cinte, sempre previa delegazione del parroco di Pieve. Innumerevoli furono comunque le controversie insorte per affermare da una parte la propria autonomia e dall'altra per riconfermare antiche consuetudini e diritti parrocchiali(2). Per giungere ad un pacifico componimento tra la popolazione di Cinte e il parroco di Pieve in merito ai vicendevoli diritti e doveri, si pervenne con unanime consenso delle parti alla convenzione dell'11 maggio 1837, approvata in seguito dal Capitanato del circolo e dall'Ordinariato. La convenzione si basava su uno scritto che il cappellano don Pietro Vesco aveva indirizzato all'Ordinariato nel dicembre 1836 rispondendo alla richiesta di spedizione dei capitoli dell'espositura di Cinte. Don Vesco replicava che i capitoli non vennero mai stabiliti e che quelli fino ad allora esistenti erano per lo più incerti o introdotti per consuetudine. Per maggior chiarezza egli li elencò suddividendoli in "capitoli incontrastati" e "capitoli controversi"(3). Al parroco erano riservati il diritto di stola nera, il diritto di pubblicare gli sponsali e di benedire i matrimoni di Cinte e un canone annuo per la reluizione delle primizie(4). Per alcuni anni si assistette anche alla protesta del comune di Cinte che riteneva la propria chiesa 'curazia' e non 'cappellania esposta', come invece la chiamava il parroco. A tale proposito la comunità adduceva come prova alcuni decreti vescovili di Feltre sui quali veniva riportato l'appellativo di curazia. Non risulta dagli atti conservati in archivio alcuna risposta o posizione dell'Ordinariato in merito a tale questione, e nel carteggio i due titoli vengono usati indistintamente senza particolare rilevanza.

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Nel novembre del 1889 la rappresentanza comunale, interpretando il desiderio della popolazione di Cinte tendente ad ottenere l'erezione dell'espositura a parrocchia, incaricò la "Deputazione comunale ad aprire ed esaminare presso le competenti autorità le debite pratiche per tale scopo"(5). Il parroco di Pieve, don Severino Ciola, accolse senza particolari riserve la richiesta di innalzamento, riconoscendo tra l'altro la difficoltà della popolazione di Cinte, che ormai oltrepassava il migliaio, nel raggiungere la chiesa parrocchiale. Il parroco prendeva inoltre atto del fatto che l'espositura di Cinte, con la convenzione del 1837, era stata riconosciuta dall'autorità ecclesiastica e civile, e che al cappellano erano ormai riconosciute tutte le funzioni di un curatore d'anime. Egli acconsentiva perciò volentieri all'erezione di Cinte a parrocchia, purché fossero conservati gli eventuali diritti della chiesa madre verso la figliale e i diritti del parroco di Pieve. Anche da parte dell'autorità civile giunse parere favorevole, fermo restando per il comune di Cinte l'obbligo di corrispondere al proprio sacerdote un contributo annuo di mantenimento. Si pervenne quindi alla redazione dell'atto del 4 ottobre 1892 con il quale il comune di Cinte si impegnava a corrispondere al parroco di Pieve, entro tre mesi dall'erezione, l'importo di 340 fiorini per l'affrancazione dei diritti di stola; a rinunciare ad ogni pretesa verso il fondo di religione relativamente alla congrua del sacerdote; a garantire al parroco di Cinte pro tempore la piena congrua; a cedere in perpetuo al vescovo di Trento pro tempore il diritto di nomina del parroco di Cinte; a contribuire al mantenimento di un cooperatore o sacerdote ausiliario. L'atto fu sottoscritto dal parroco di Pieve, dal curato di Cinte, dai capi-comune e dalle rappresentanze comunali di Pieve e Cinte.

Note (1) Fino al 1786 il Tesino dipendeva dalla giurisdizione del vescovo di Feltre. (2) Si vedano a questo proposito le copie di atti riguardanti l'espositura di Cinte conservate presso l'Archivio parrocchiale di Pieve Tesino: "ufficio parrocchiale di Pieve Tesino", "Carteggio e atti", b. "Castello e Cinte". (3) Ibidem. (4) Questo canone fu affrancato al comune di Cinte nel 1859. (5) Cfr. "Beneficio parrocchiale di Cinte Tesino", "Carteggio e atti", fasc. 1, c. 20.

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Ente Parrocchia di San Lorenzo 1893 maggio 29 -

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino, 01/01/1735 - 31/12/2002

Storia Con decreto 29 maggio 1893 il vescovo di Trento elevò l'espositura di Cinte Tesino alla dignità parrocchiale. La parrocchia di Cinte fa parte del decanato di Strigno. Con D.M. 30/12/1986 pubblicato sulla G.U. 24/01/1987 la parrocchia è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Trib. di Trento, Reg. Pers. Giur. n° 274).

Funzioni, occupazioni e attività Dal punto di vista etimologico il termine "parrocchia" deriva dal greco e serviva ad indicare nel linguaggio classico qualsiasi circoscrizione territoriale. ll sistema di ripartire il territorio diocesano in circoscrizioni territoriali minori si sviluppò nei secoli fino al basso medioevo anche in conseguenza del moltiplicarsi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del sistema parrocchiale si ebbe però con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. Il Concilio prescrisse che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse si assegnasse un parroco proprio e perpetuo, dal quale soltanto si potessero ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). In conseguenza il Concilio ordinò che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e stabilì delle norme per assicurare ai parroci in ogni caso il minimo reddito. Al parroco era richiesto l'impegno della residenza, era raccomandata la conoscenza del popolo attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali, egli inoltre doveva partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento, e successivamente ribaditi nella normativa pontificia, sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917 che nel can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". Dunque l'istituzione parrocchiale risulta costituita, oltre all'elemento territoriale, da altri tre elementi, ossia un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". 11

12 fondo A Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino, 1735 - 2002

regg. 24, bb. 3, fascc. 11

Soggetti produttori Curazia di San Lorenzo, 1837 - 1893 maggio 28 Parrocchia di San Lorenzo , 1893 maggio 29 -

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

13 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1735 - 1990

Contenuto I registri di battesimo insieme ai registri di matrimonio furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri del battesimo vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Si segnala che tutti i registri dei nati, matrimoni e morti che abbracciano l'arco di tempo che va dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923 e appartenenti alle parrocchie della diocesi di Trento, sono stati microfilmati, tra il 1985 e il 1987 a cura della Società Genealogica dell'Utha, dalla Provincia autonoma di Trento. Le 247 bobine risultanti da tale progetto si trovano depositate e sono consultabili, previa richiesta, presso l'Archivio diocesano tridentino. La serie è formata da sei registri dei nati e battezzati dal 1735. Le registrazioni delle nascite negli anni 1604-1735 si trovano nei registri dei nati e battezzati della parrocchia di Pieve Tesino. Le prime registrazioni, redatte in lingua latina, sono redatte in forma di dichiarazione: vengono riportati il nome del battezzato, il nome dei genitori, la data di nascita e di battesimo, il nome del ministro battezzante e il nome dei padrini. Con il 1785 viene adottato il registro a tabella, secondo le disposizioni impartite dalla legge imperiale del 20 febbraio 1784. La tabella riporta mese, giorno e ora della nascita, giorno del battesimo, nome e cognome del battezzato, note circa la religione, il sesso, la condizione legittima o illegittima, i nomi dei genitori, il nome dei padrini e la loro condizione sociale, il nome del ministro battezzante. Con l'introduzione dei registri a tabella, a seguito dell'annessione del Dipartimento del Tirolo meridionale al Regno d'Italia, viene impartito l'obbligo della lingua italiana. Non è raro trovare su alcuni registri, specie su quelli a tabella, annotazioni posteriori, poichè spesso i parroci inserivano in corrispondenza delle varie registrazioni notizie riguardanti, ad esempio, date dei matrimoni o di avvenuti decessi. Poichè i registri di questa serie contengono sia le nascite che i battesimi, gli estremi cronologici si riferiscono alla nascita per quanto riguarda la prima data e al battesimo per l'ultima data.

A. 1. 1 "Registro dei nati di Cinte dall'anno 1735 fino all'anno del Signore 1793" 1735 dicembre 26 - 1792 novembre 3 14

Alle cc. 266-271: copie delle istruzioni per i cappellani locali, 1787 mar. 16-set. 17; alle cc. 272-273: annotazioni non pertinenti. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 259, cc. sd 260-265, cc. 266-273, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: L. I

A. 1. 2 "Nati 1793 - 1821" (tit. dorso) 1793 gennaio 5 - 1820 dicembre 29 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 95, con tre indici alfabetici a rubrica alla fine n.n.(1) Segnature precedenti: L. II Note (1) Un indice si riferisce al registro precedente.

A. 1. 3 "Registro dei nati di Cinte Tesino dall'anno 1821 a tutto il 1861" 1821 febbraio 10 - 1861 novembre 26 Alla lettera Z dell'indice: "Cattalogo dei figli illegittimi spediti a qualche pio istituto incominciando col 1 luglio 1836", 1836 luglio 13-1858 mar. 1. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 178, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: L. III

A. 1. 4 "Nati dall'anno 1862 al 1900" 1862 gennaio 14 - 1900 dicembre 13 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 199, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: L. IV

A. 1. 5 "Nati dall'anno 1901 al 1928" 1901 febbraio 11 - 1929 gennaio 6 Alle cc. sd 71-78: registrazioni di nati fuori parrocchia durante la prima guerra mondiale, 1915 dic. 25-1919 dic. 6. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 125, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. V

A. 1. 6 "Nati e battezzati dall'anno 1929 all'anno 1989" 1929 gennaio 12 - 1990 gennaio 7 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 118 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. 15

Segnature precedenti: Vol. VI

16 serie A 2 Registri dei matrimoni, 1845 - 1973

Contenuto I registri di matrimonio, insieme a quelli di battesimo, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri del matrimonio infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie è formata da tre registri dei matrimoni celebrati a Cinte dal 1845. Prima di questa data e fino al 1893, anno di erezione di Cinte a parrocchia, i matrimoni venivano registrati sui libri della parrocchia matrice di Pieve Tesino. I registri sono impostati a tabella secondo le disposizioni della legge imperiale del 20 febbraio 1784 e le successive indicazioni ordinate dai §§. 37, 38, 39 della sovrana patente del 21 aprile 1815 sui diritti dei matrimoni; essi riportano la data del matrimonio, i nomi, la religione, l'età, lo stato civile degli sposi, il nome del ministro celebrante, i nomi e le condizioni dei testimoni. Con l'uso dei registri a tabella e dopo l'annessione del Dipartimento del Tirolo meridionale al Regno d'Italia le registrazioni sono effettuate in lingua italiana. In seguito al Concordato del 1929 i matrimoni sono registrati secondo le nuove formule.

A. 2. 1 "Registro dei matrimoni di Cinte Tesino dall'anno 1845 fino al 1908" 1845 luglio 13 - 1908 giugno 25 Italiano 17

Registro, in mezza pelle, cc. sd 101, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: I

A. 2. 2 "Matrimoni Cinte Tesino dal 1908 al 1944" 1908 agosto 11 - 1944 dicembre 9 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 112, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: II

A. 2. 3 "Matrimoni dall'anno 1946 all'anno '73" 1946 gennaio 5 - 1973 ottobre 7 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 130, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. III

18 serie A 3 Registri dei morti, 1737 - 1989

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da cinque registri dei morti di Cinte Tesino e sepolti nel cimitero di S. Lorenzo dall'anno 1737. Le prime registrazioni, redatte in lingua italiana, sono effettuate in forma di dichiarazione: vengono riportati il nome e l'età del defunto, il giorno e l'ora della morte, la data della sepoltura e il nome del ministro assistente. Dal 1784 vengono adottati i registri a tabella, secondo le disposizioni impartite dalla legge imperiale del 20 febbraio 1784; essi riportano la data della morte, il nome e cognome del defunto, la sua religione, il sesso, l'età e la causa della morte. A volte nello spazio riservato al nome del defunto viene riportata anche la data della sepoltura; in questi casi gli estremi cronologici si possono riferire quindi alla morte per quanto riguarda la prima data e alla sepoltura per quanto riguarda l'ultima data dei registri. A volte si possono trovare anche le registrazioni dei morti fuori parrocchia.

A. 3. 1 "Registro dei morti in Cinte Tesino dall'anno 1737 fino 1821" 1737 febbraio 9 - 1820 dicembre 28 Alle pp. 1-1b: elenco dei sacerdoti di Cinte defunti, 1576-1940 apr. 24. Italiano, latino Registro, in mezza pelle, pp. 141, cc. sd 231, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo I

A. 3. 2 "Registro dei morti di Cinte Tesino dall'anno 1821 fino al 1862 esclusive"

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1821 gennaio 12 - 1862 gennaio 2 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 169, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: L. II

A. 3. 3 "Morti anno 1865 - 1900" 1862 gennaio 30 - 1900 dicembre 2 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 186, con indice alfabetico a rubrica al'inizio n.n. Segnature precedenti: Vol. II

A. 3. 4 "Morti dal 1901 al 1945" 1901 gennaio 11 - 1945 dicembre 28 Alle pp. 88-91: morti a causa della prima guerra mondiale, 1914-1919. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 200, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. III

A. 3. 5 "Morti dall'anno 1946 al ***" 1946 gennaio 3 - 1989 settembre 21 Italiano Registro, legatura in mzza tela, pp. 111, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. IV

20 serie A 4 Registri dei cresimati, 1840 - 2002

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal sec. XIX. La serie è formata da un registro delle cresime impartite dai vescovi spesso in occasione delle visite pastorali ed effettuate prima a Pieve Tesino e successivamente a Cinte Tesino.

A. 4. 1 "Dall'anno 1840 - ***. Cresima" 1840 agosto 17 - 2002 aprile 21 Italiano Registro, legatira in mezza pelle, cc. sd 93, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

21 serie A 5 Stati delle anime, sec. XIX - [1929]

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al curatore d'anime di conoscere in modo esatto la composizione del suo "gregge", la situazione anagrafica e quella dell'impartizione dei Sacramenti al fine di facilitare il suo compito pastorale e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi Concilii e Sinodi ordinarono che in ciascun anno durante la Quaresima, o in altra epoca, si rinnovassero questi libri(1). Queste disposizioni tuttavia non furono seguite diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: anteriormente al XIX secolo infatti sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Sono molti i vescovi che negli atti delle visite pastorali richiamavano l'attenzione su questa lacuna, ma fu il vescovo Celestino Endrici che stilò per la sua prima visita pastorale nella diocesi un formulario in cui si richiedevano, per la prima volta in forma esplicita, gli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di Diritto Canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440). La serie è formata da tre registri in cui il parroco raccoglie i dati relativi allo stato della popolazione residente in parrocchia nei secc. XIX-XX.

Note (1) BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888, p. 52. (2) SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319.

A. 5. 1 "Anagrafe di Cinte [...]" sec. XIX - sec. XX in. All'inizio: elenco dei curati di Cinte Tesino, 1579-1726, con integrazioni moderne fino al 1769. Alla fine: numero totale delle anime appartenenti al comune di Cinte, 1883 set. 4-1906 set. 30. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 203, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 5. 2 "Anagrafe. 1910" [1910] Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 191, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

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A. 5. 3 "Anagrafe. Anno 1850"(1) [1929](2) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 298, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Vol. II Note (1) Il titolo è stato apposto in epoca recente; non corrispondono né l'anno di compilazione né il numero di volume (II). (2) Desunto da atti visitali e atti di consegna.

23 serie A 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1939

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(1) stabilì che dal giorno di Pasqua 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire questioni che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco dove si stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre matrimonio nè a dare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa. La serie è formata da un registro.

Note (1) Cfr. Foglio diocesano, anno 1908, n. 3.

A. 6. 1 "Registro sponsali dal 18.4.908 al ***" 1908 aprile 18 - 1939 settembre 29 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 132

24 serie A 7 Atti matrimoniali, 1894 - 1955

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Dal 1820 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico. Tale attestazione, introdotta nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciata dal comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera. In seguito alla legge n.847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nella domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali. La serie è formata da tre buste contenenti i fascicoli annuali delle pratiche di matrimonio a partire dal 1894, in seguito all'erezione della parrocchia di Cinte Tesino. In fondo ad ogni singola annata si può trovare documentazione relativa ai matrimoni celebrati fuori parrocchia.

A. 7. 1. b. 1 Atti di matrimonio 1894 - 1918 Busta, cc. 374 n.n.

A. 7. 2. b. 2 "Atti di matrimonio. 1919-1940" 1919 - 1940 Contiene anche gli atti di matrimoni celebrati fuori parrocchia e annotati sul registro. Busta, cc. 324 n.n.

A. 7. 3. b. 3 "Atti di matrimonio. 1941-1949-1955" 1941 - 1955 Busta, cc. 708 n.n.

25 serie A 8 Registri delle offerte, 1945 - 1974

Contenuto La serie è formata da due registri: il primo è costituito dalla cassa delle offerte del pane di S. Antonio, mentre il secondo riporta le offerte raccolte per le giornate missionaria, sacerdotale, pro buona stampa, pro Università cattolica, le tasse per battesimi, ecc.

A. 8. 1 "Pane di S. Antonio" 1945 gennaio 1 - 1974 settembre 15 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 6 n.n.

A. 8. 2 "Oboli e collette spediti in Curia" 1946 maggio 14 - 1974 Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. 10 n.n.

26 serie A 9 Diari personali delle messe, 1874 - 1887

Contenuto L'autorità ecclesiastica ordinò l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote. I primi due dovevano trovarsi in sacrestia, come si può leggere in una comunicazione ai decani del vicario episcopale Bernardino Zambaiti del 14 agosto 1804: "Hac occasionem tibi iterum praecipimus, quae in enciclica 'Quamvis iterato' diei 4 ianuarii 1774 demandata fuerunt, in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber, in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". Tali disposizioni vennero riconfermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero delle messe da celebrarsi, la data della celebrazione, il luogo, la chiesa, l'intenzione; nei diari delle messe legatarie, invece, si segnavano la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione. Il diario personale doveva essere tenuto da ogni sacerdote presso di sè per annotarvi tutte le messe da celebrarsi e celebrate, come ingiungeva anche la legge diocesana del 1825. In seguito altre circolari rinnovarono le disposizioni della legge e in più ordinarono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario l'obbligo dei suoi eredi di far celebrare le messe di cui egli si fosse incaricato e che alla sua morte non fossero state ancora soddisfatte. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede. La serie è formata da un diario delle messe da celebrare e celebrate da don Pietro Antonio Dalmonego.

A. 9. 1 Diario delle messe 1874 gennaio 1 - 1887 [dicembre 31] Diario personale di don Pietro Antonio Dalmonego. Latino Registro, senza coperta, cc. XIV, pp. 166

27 serie A 10 Diari delle messe avventizie, 1925 - 1964

Contenuto Per un'introduzione generale ai diari delle messe si veda "Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino", "Diari personali delle messe". La serie è formata da due registri.

A. 10. 1 Diario delle messe 1925 febbraio16 - 1928 febbraio 12 Latino Quaderno, senza coperta, cc. 18 n.n.

A. 10. 2 "Diarium missarum" 1951 aprile 13 - 1964 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n.

28 serie A 11 Carteggio e atti, 1735 - 1967

Contenuto La serie è formata da undici fascicoli comprendenti tutta quella documentazione prodotta e/o ricevuta dal parroco nell'espletamento della sua attività pastorale. Si troveranno quindi gli atti visitali, carteggio e certificati anagrafici, circolari provenienti da varie autorità sia politiche che religiose, ecc.

A. 11. 1. b. 1 "Autentiche delle reliquie. Consacrazione della chiesa e dell'altar maggiore e consacrazione d'un calice" 1735 - 1931 N. 9 autentiche di reliquie (1735-1931), concessione di privilegio in pergamena(1), patente vescovile relativa alla consacrazione della chiesa di Cinte e dell'altare maggiore (1828), attestazione relativa alla benedizione di un calice e di una patena (1892), concessione della Via Crucis (1903). Contiene inoltre l'atto di donazione fatta da Giuseppe Remondini da Bassano della reliquia di S. Antonio, 1740. Fascicolo, cc. 25 Note (1) Concessione di privilegio 1769 agosto 17, Roma S. Maria Maggiore Clemente XIV: concede per un settennio l'indulgenza plenaria ai confratelli e alle consorelle defunti della confraternita della Dottrina Cristiana per i quali si celebrerà una messa all'altare della stessa confraternita nella chiesa di S. Lorenzo di Cinte nel giorno della commemorazione dei defunti e ogni venerdì. - Omnium saluti Originale, mm 155x420. SI. In fondo annotazione di visto dell'11 settembre 1769. Sul verso note di contenuto e nota archivistica.

A. 11. 2. b. 1 Miscellanea 1762 ; 1860 - 1928 Costituzione di un censo a favore dell'eredità del fu Melchiore Biasion di Cinte, offerte a favore di danneggiati da incendi, costituzione della società "Il Rinnovamento" e dell'"Associazione fra i padri di famiglia", costruzione della sede del Circolo giovanile cattolico, ecc. Fascicolo, cc. 46

A. 11. 3. b. 1 Testamenti di privati 1817 - 1931 Testamenti di privati conservati in parrocchia. Fascicolo, cc. 152

A. 11. 4. b. 1 Obbligazioni e crediti di privati 1834 - 1893 29

Documenti di credito e obbligazioni appartenenti a privati per i quali spesso il curato interveniva in qualità di testimone e redattore dell'atto. Fascicolo, cc. 91

A. 11. 5. b. 1 Pastorali e circolari 1838 - [1924] Pastorali, avvisi e circolari provenienti da autorità ecclesiastiche e civili. Fascicolo, cc. 39

A. 11. 6. b. 1 Nati di Cinte Tesino 1852 Trascrizioni dei nati di Cinte dal 1607 al 1735 riprese dai registri della parrocchia di Pieve(1). Elenco per cognomi ed elenco in ordine cronologico(2). Fascicolo, cc. 40 Note (1) Il curato di Cinte, don Pietro Antonio Dalmonego, li copiò dai registri della parrocchiale nel 1852. (2) Gli elenchi sono mutili.

A. 11. 7. b. 1 Morti di Cinte Tesino 1852 Trascrizioni dei morti di Cinte dal 1636 al 1735 riprese dai registri della parrocchia di Pieve(1). Elenco per cognomi ed elenco in ordine cronologico. Fascicolo, cc. 13 Note (1) Il curato di Cinte, don Pietro Antonio Dalmonego, li copiò dai registri della parrocchiale nel 1852.

A. 11. 8. b. 1 "Atti anagrafici extraparrocchiali" 1895 - 1959, con antecedente del 1709 Notificazioni di nascite (1901-1923, antec. 1709)(1), matrimoni (1895; 1919-1959)(2) e morti (1916-1923; 1943)(3) avvenuti fuori parrocchia. Fascicolo, cc. 130 Note (1) Gli estremi cronologici fanno riferimento alla data di nascita. (2) Gli estremi cronologici fanno riferimento alla data di celebrazione del matrimonio. (3) Gli estremi cronologici fanno riferimento alla data del decesso.

A. 11. 9. b. 1 Carteggio anagrafico 1898 - 1960 (con antecedente del 1800)

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Carteggio relativo a matrimoni non celebrati o celebrati fuori parrocchia, pratiche di abiura di tre cittadine russe, comunicazioni relative a professioni religiose, rettifica di un atto di nascita, ecc. Fascicolo, cc. 58

A. 11. 10. b. 1 "Atti d'ufficio ecclesiastici" 1921 - 1955 Corrispondenza proveniente dalla Curia di Trento relativa alla concessione di solennizzare con particolari funzioni e processioni le festività patronali, facoltà di usare l'incenso nella messa cantata, prospetto relativo alle spese di culto, atti relativi alla vertenza insorta con gli eredi di don Pietro Zorzi, nulla osta della Questura per la tenuta delle processioni, atti relativi alla requisizione delle campane, atto relativo alla consacrazione del comune di Cinte Tesino al Cuore Immacolato di Maria, concessione relativa alla riduzione perpetua di messe legatarie, ecc. Fascicolo, cc. 55

A. 11. 11. b. 1 "Atti delle visite pastorali" 1931 - 1967 Risposte al questionario per la visita pastorale del 1931(1); risposte al questionario per la visita del 1946 e decreto visitale; programma per la visita del 1967. Fascicolo, cc. 43 Note (1) Dalle risposte al questionario si apprende che: "Gli atti visitali della visita pastorale fatta nel 1910 andarono perduti in causa della guerra".

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Ente Chiesa di San Lorenzo sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Lorenzo in Cinte Tesino, 01/01/1722 - 31/12/1974

Storia La chiesa di S. Lorenzo fu edificata nella prima metà del XVI secolo e riedificata verso la fine del 1700 in seguito al crollo del campanile. L'interessante memoria di questo evento è riportata su un registro dei nati e battezzati di Pieve Tesino(2): "Ieri l'altro sive li 10 corente [settembre 1781] in giorno di lunedì in tempo di fiera qui a Pieve alle ore tre circa dopo il mezzogiorno rovinò, precipitò il bel campanille di S. Lorenzo in Cinte fabbricato l'anno 1548, come si vedeva segnato al di sopra delle fenestre superiori. L'altezza di detta torre era di passi venti circa. Altre volte fu rovinato da fulmini indi restaurato anche più volte. Con orrendo fracasso per giusto giudizio di Dio in castigo de nostri peccati cadette con la chiesa insieme, essendo rimasto il solo presbiterio e coro e la capella di S. Antonio. Misericordie Domini quia non sumus consumpti per vero miracolo di Dio non essendo perita alcuna creatura". E' probabilmente la notizia più antica, poiché tutti i documenti relativi alla storia della chiesa di Cinte andarono perduti durante la prima guerra mondiale. La chiesa fu consacrata insieme all'altare maggiore nel 1828 e la patente vescovile è conservata nell'archivio parrocchiale(3). L'11 agosto 1876 la chiesa fu nuovamente distrutta, questa volta da un incendio; essa venne ricostruita in meno di due anni e il 31 marzo 1878 furono benedette anche le cinque nuove campane(4). Dalle risposte al questionario per la visita pastorale del 1946 apprendiamo che fu decorata nel 1902-1903 e poi ritoccata nel 1922. Altri lavori di restauro furono approntati nel 1951. Titolare della chiesa è S. Lorenzo martire che viene festeggiato il 10 agosto; compatroni S. Antonio da Padova (festeggiato il 13 giugno) e S. Lucia (13 dicembre). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di San Lorenzo è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto 32 napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(1). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.

Note (1) Cfr. Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10. (2) Cfr. "Archivio parrocchiale di Pieve Tesino", "Archivio dell'ufficio parrocchiale", "Registri dei nati e battezzati", reg. 6, c. 132. (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Cinte Tesino", "Carteggio e atti", fasc. 1. (4) Copia dell'atto di consacrazione delle campane si trova nell'archivio parrocchiale di Pieve Tesino in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Pieve Tesino", "Carteggio e atti", fasc. 1.

33 fondo B Chiesa di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1722 - 1974

regg. 2, quadd. 2, vol. 1, b. 1, fascc. 4

Soggetti produttori Chiesa di San Lorenzo, sec.XVI prima metà - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

34 serie B 1 Registri di amministrazione, [1912] - 1974

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa è necessario tenere aggiornati dei "libri contabili" per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio. Un particolare tipo di registro atto a questo scopo è l'urbario. In esso si registrano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. L'inventario doveva descrivere con la massima esattezza la complessiva sostanza mobile e immobile della chiesa. Era inoltre richiesta una dettagliata descrizione dei documenti di fondazione e di proprietà degli stabili e di altri diritti della chiesa, con annotazione delle eventuali variazioni della sostanza. Sui registri di cassa infine vengono riportate giornalmente le registrazioni delle entrate e delle uscite. La serie è formata da quattro registri: un urbario dei capitali e due esemplari dell'inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale, della fondazione Dalmonego e dell'eredità Dalmonego e un registro cassa riportante le entrate derivanti dalle elemosine, dagli affitti di capitali, dagli uffici sacri, dalle candele votive, ecc. e le uscite per il quaresimalista, per il sacrestano, per la pulizia della chiesa, per gli olii santi, ecc.

B. 1. 1 "Urbario dei capitali della chiesa di Cinte Tesino e fondazioni annesse" [1912 - 1922 febbraio 23] cc. sd 1-22: urbario dei capitali della chiesa di Cinte Tesino; c. s 55, c. d 57: urbario dei capitali della Fondazione Dalmonego; cc. sd 63-73: urbario dei capitali dell'Eredità Dalmonego. Italiano Registro, cc. sd 73 (molte cc. bianche; mancano alcune cc.)

B. 1. 2 "Inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale di Cinte Tesino, eredità e fondazione Dalmonego, assunto nel I° trimestre 1926" 1926 marzo 15 (con annotazioni posteriori fino al 15 settembre 1974) cc. sd 1-29: inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale; cc. sd 30-35: inventario del patrimonio dell' Eredità Dalmonego; cc. sd 36-38: inventario del patrimonio della Fondazione Dalmonego. Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. sd 40, con indice all'inizio n.n.

B. 1. 3 "Inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale di Cinte Tesino, eredità e fondazione Dalmonego, assunto nel I° trimestre 1926" 1926 marzo 15 (con annotazioni posteriori fino al 15 settembre 1974) 35 cc. sd 1-29: inventario del patrimonio della chiesa parrocchiale; cc. sd 30-35: inventario del patrimonio dell' Eredità Dalmonego; cc. sd 36-38: inventario del patrimonio della Fondazione Dalmonego. Italiano Quaderno, legatura in cartone, cc. sd 40, con indice all'inizio n.n.

B. 1. 4 "Cassa" 1945 gennaio 1 - 1974 settembre 15 Registro delle entrate (elemosine, affitti di capitali, uffici sacri, candele votive, ecc.) e delle uscite (quaresimalista, sacrestano, pulizia chiesa, olii santi, ecc.). Italiano Registro, legatura in tela, pp. 92

36 serie B 2 Resoconti, 1881 - 1953

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare che cominciava il 1. novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose. La serie è formata da una busta.

B. 2. 1. b. 1 Resoconti della chiesa di S. Lorenzo 1881 ; 1913 - 1953 Nn. 1-14 Il resoconto pluriennale 1939-1944 contiene anche i conti relativi all'Eredità Dalmonego. Busta, cc. 131 n.n.

37 serie B 3 Carteggio e atti, 1722 - 1949

Contenuto La serie è formata da un volume e da 4 fascicoli. Il volume è costituito da 21 atti notarili legati insieme in ordine cronologico e da quattro atti sciolti. Ogni quadernetto è numerato e riporta, segnato all'esterno, l'oggetto dell'atto, per esempio: "N. 5. 1731. Legato di Antonio fu Domenico Biasion per messe n. 4 di cui una in canto con esequie e Pater et Ave il 10 luglio. Capitale lire 200". Alla consegna del capitale era presente, con il consenso del curato, il massaro della chiesa di S. Lorenzo con l'assistenza dei rappresentanti della comunità della villa di Cinte (massaro, sindaco, regolano e giurato). Anche gli atti raccolti nel primo fascicolo sono organizzati secondo una originaria numerazione, purtroppo non completa. Pur mancando un elenco esplicativo, è stato possibile, seguendo quanto si legge sul verso degli atti, ricondurre la documentazione a quell'originaria organizzazione. Gli atti si presentano perciò raccolti secondo lettera alfabetica (relativamente all'oggetto) e successivamente secondo una numerazione (più o meno rapportabile ad una sequenza cronologica degli atti). L'ordinamento finale risulta il seguente: LETT. A (legati pubblici), nn.7-9, 11-13, 15- 19; mancano LETT. B e LETT. C; LETT. D (legati privati), nn. 1-2; LETT. E (legato Gaspare Biasion), nn. 1-3; LETT. F (leg. Melchiore Biasion), nn. 1-2; manca LETT. G; LETT. H (leg. Domenico Casata Rialto), nn. 1-2; LETT. I (leg. Maria ved. Dom. Casata), nn. 1, 3-4; LETT. L (leg. Domenica Ceccato Vara), nn. 1-8; LETT. M (leg. Leonardo Ceccato notaio), nn. 1-2; LETT. N (leg. Francesco Urbano Ceccato), n. 1; LETT. O (leg. Bartolomeo Pace Cren), nn. 1- 2; LETT. P (leg. don G. Battista Pace), nn. 1-4; LETT. Q (atti relativi alla riduzione delle messe legatarie); LETT. R (leg. don Giovanni Casata), nn. 1-2; LETT. S (leg. don Francesco Genetti); manca LETT. T; LETT. U (leg. don Antonio Dalmonego), nn. 1-3; LETT. V (leg. Maria Casata Bello), nn. 1-4; LETT. Z (leg. don Anselmo Gaspare Biasioni), nn. 3-4. In fondo al fascicolo documentazione relativa al legato don G. Battista Busana, senza indicazioni.

B. 3. 1. b. 1 "Consegna dei legati fatta alla venerabile chiesa di S. Lorenzo di Cinte Tesino come dentro" 1722 aprile 20 - 1791 febbraio 27 N. 25 atti notarili relativi all'assegnazione di legati. Italiano, latino Volume, legatura in cartoncino rustico, cc. 99 n.n.

B. 3. 2. b. 1 Legati perpetui della chiesa curaziale di Cinte 1759 (copia) - 1894 Atti relativi alla fondazione di legati perpetui presso la chiesa di S. Lorenzo, prospetti dei legati e carteggio relativo alla riduzione degli oneri missari. Fascicolo, cc. 165

B. 3. 3. b. 2 Atti amministrativi

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1841 - 1949 Atti relativi al patrimonio della chiesa e alla sua gestione: documenti di credito, obbligazioni, mutui ipotecari, fassione degli immobili della chiesa per la commisurazione dell'equivalente d'imposta relativa al 1891, quietanze relative a crediti incassati dagli amministratori nel 1892, prospetto delle entrate e delle uscite (1893 ott.-1894 apr.), quietanze (1902-1912), elenchi delle obbligazioni di Stato che andarono distrutte durante la I guerra mondiale, repertorio degli atti soggetti a tassa di registro, ecc. Fascicolo, cc. 108

B. 3. 4. b. 2 Legati missari 1846 - 1915 (con antecedente del 1642, copia) Copie di testamenti e atti relativi alla fondazione di legati missari presso la chiesa di S. Lorenzo. Fascicolo, cc. 70

B. 3. 5. b. 2 Documenti di credito ipotecario 1912 Insinuazioni per i crediti ipotecari della chiesa parrocchiale. Fascicolo, cc. 28

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Ente Beneficio parrocchiale di San Lorenzo [1889] - [1962]

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Altre forme del nome Beneficio parrocchiale di Cinte Tesino

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di San Lorenzo in Cinte Tesino, 01/01/1889 - 31/12/1962

Storia Il beneficio parrocchiale di Cinte Tesino era costituito dal solo usufrutto della canonica, del piccolo orto annesso e del suolo su cui sorgeva la sede delle associazioni cattoliche. In virtù del decreto di erezione della parrocchia (29 maggio 1893) il Comune era tenuto a pagare al parroco l'intera congrua. In quell'occasione inoltre la comunità cedeva in perpetuo al vescovo di Trento pro tempore il diritto di nomina del parroco di Cinte. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio di San Lorenzo ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento 40 del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

41 fondo C Beneficio parrocchiale di San Lorenzo in Cinte Tesino, 1889 - 1962

fascc. 3

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di San Lorenzo, [1889] - [1962]

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

42 serie C 1 Carteggio e atti, 1889 - 1962

Contenuto La serie è formata da tre fascicoli e comprende la documentazione relativa all'amministrazione del beneficio parrocchiale.

C. 1. 1. b. 1 "Cinte Tesino. Parochia" 1889 - 1962 Carteggio e atti relativi all'erezione della curazia di Cinte a parrocchia con decreto di erezione (1889-1893); atti relativi alla congrua del parroco e all'obbligo del Comune al contributo (1934-1940); carteggio relativo alla congrua corrisposta dal governo dopo il riconoscimento civile della parrocchia (1962). Fascicolo, cc. 86

C. 1. 2. b. 1 "Atti di consegna" 1893 - 1962 Consegna al neo parroco don Pietro Antonio Dalmonego (1893), consegna a don Remigio Luchi (1894) e riconsegna (1901), riconsegna di don Antonio Gabrielli (1907), consegna a don Pietro Zorzi (1912) e riconsegna (1940), consegna a don Costantino Carli (1954) e riconsegna (1961), nomina di don Vincenzo Osti (1962). Fascicolo, cc. 89

C. 1. 3. b. 1 Atti amministrativi 1912 - 1940 Atti relativi al diritto di usufrutto su due particelle di proprietà della chiesa e una di proprietà del Comune (1912), richiesta di un assegno di carovita rivolta da don Zorzi alla rappresentanza comunale (1921), stato patrimoniale del beneficio alla fine del 1932, concessione degli emolumenti di congrua al vicario parrocchiale (1940). Fascicolo, cc. 12

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Ente Eredità Don Antonio Dalmonego 1893 - 1944

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Altre forme del nome Eredità Dalmonego

Altre date 1890 settembre 5 (Data del testamento di don Dalmonego)

Archivi prodotti Fondo Eredità Dalmonego di Cinte Tesino, 01/01/1843 - 31/12/1938

Storia Don Pietro Antonio Dalmonego, curato e primo parroco di Cinte Tesino, il 5 settembre 1890 fece testamento in cui dispose le modalità di divisione della sostanza che sarebbe rimasta dopo la sua morte. Egli lasciò, tra l'altro, 200 fiorini al Ginnasio vescovile di Trento; lasciò 10 fiorini all'anno in tanto granoturco, per dieci anni, alle dieci famiglie più povere di Cinte; lasciò alla canonica di Cinte tutti i suoi libri, l'armadio che serviva da archivio e tutti i suoi mobili. Lo stesso Dalmonego costituì erede universale di tutto il resto della sua eredità la chiesa di S. Lorenzo di Cinte Tesino, con l'obbligo di pagare gli eventuali debiti rimasti e di impiegare la metà dell'interesse annuo di tale eredtià nella celebrazione di tante messe a suffragio del testatore. Don Dalmonego morì il 13 ottobre 1893. L'amministrazione dei beni dell'eredità era a se stante e ogni anno il parroco era tenuto alla presentazione dei resoconti alla curia di Trento. Nel 1944 l'eredità Dalmonego venne fusa con l'amministrazione della chiesa parrocchiale.

44 fondo D Eredità Dalmonego di Cinte Tesino, 1843 - 1938

2 fascc.

Soggetti produttori Eredità Don Antonio Dalmonego, 1893 - 1944

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

Altra documentazione relativa all'amministrazione dell'eredità si trova in: "Chiesa di S. Lorenzo in Cinte Tesino", "Registri di amministrazione", reg. 1, cc. sd 63-73: urbario dei capitali dell'Eredità Dalmonego, [1912-1922 feb. 23]; ibidem, reg. 2, cc. sd 30-35: inventario del patrimonio dell'Eredità Dalmonego, 1926 mar. 15; ibidem, reg. 3, cc. sd 30- 35: inventario del patrimonio dell'Eredità Dalmonego, 1926 mar. 15.

45 serie D 1 Resoconti, 1913 - 1938

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Chiesa di S. Lorenzo in Cinte Tesino", "Resoconti". La serie è formata da un fascicolo. I resoconti dell'Eredità relativi agli anni 1939-44 sono contenuti sul rispettivo resoconto pluriennale della chiesa (cfr. "Chiesa di S. Lorenzo in Cinte Tesino", "Resoconti", b. 1).

D. 1. 1. b. 1 Resoconti 1913 - 1938 Nn. 1-8 Fascicolo, cc. 78 n.n.

46 serie D 2 Carteggio e atti, 1843 - 1895

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

D. 2. 1. b. 1 Carteggio e atti 1843 - 1895 Documentazione relativa alla facoltà lasciata da Antonio Dalmonego e dalla sua seconda moglie Maria Buffa Miola (1843-1853), pagamento degli interessi dovuti a don Pietro Antonio dalla Delegazione Brentale di Tezze (1864-1865), interessi dovuti da Fortunato fu Tomaso Bellin di Selva di con documentazione relativa ad una casa in Selva (1873-1880), quietanze per il pagamento di steore (1882-1885), obbligazioni dei fratelli Teresa e Antonio Casotto di Castelnuovo, eredità di Caterina Sabedot (1893), estinzione del credito dovuto da Remigio Trenti come cessionario di Vigilio Duro (1892-1894), copia del testamento di don Dalmonego, elenco dei crediti ipotecari lasciati dal curato, prospetto delle famiglie più povere di Cinte aventi diritto a percepire il granoturco secondo le disposizioni testamentarie di don Dalmonego, ecc. Fascicolo, cc. 140

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Ente Fondazione Don Antonio Dalmonego 1890 settembre 1 - 1944

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Fondo Fondazione Dalmonego di Cinte Tesino, 01/01/1890 - 31/12/1938

Storia Il 1 settembre 1890 don Pietro Antonio Dalmonego consegnò alla chiesa dei capitali per 12000 fiorini, con i relativi documenti. Dopo la morte di don Dalmonego la chiesa, con i relativi interessi, era obbligata a tenere gli esercizi spirituali ogni cinque anni, a organizzare la Dottrina cristiana per i ragazzi e le ragazze, a distribuire libri di devozione; la chiesa era tenuta inoltre a pagare ogni anno 100 fiorini ad un giovane studente di Cinte aspirante allo stato sacerdotale fino alla fine dei suoi studi teologici e 100 fiorini ad una giovane povera di Cinte che avrebbe preso marito. Nel 1894 venne approvato dall'Ordinariato un abbozzo di documento di fondazione, ma tra le carte dell'archivio non si è trovato l'atto conclusivo. La sostanza di questa amministrazione era gestita separatamente dal patrimonio della chiesa; ogni anno il parroco era tenuto alla presentazione dei resoconti alla curia di Trento e alla compilazione di un regolare inventario. Nel 1944 l'esiguo patrimonio della fondazione Dalmonego fu consegnato alla Curia di Trento.

48 fondo E Fondazione Dalmonego di Cinte Tesino, 1890 - 1938

fascc. 2

Soggetti produttori Fondazione Don Antonio Dalmonego, 1890 settembre 1 - 1944

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

Altre informazioni relative all'amministrazione della fondazione si trovano in: "Chiesa di S. Lorenzo in Cinte Tesino", "Registri di amministrazione", reg. 1, c. s 55 e c. d 57: urbario dei capitali della Fondazione Dalmonego, [1912-1922 feb. 23]; ibidem, reg. 2, cc. sd 36-38: inventario del patrimonio della Fondazione Dalmonego, 1926 mar. 15; ibidem, reg. 3, cc. sd 36-38: inventario del patrimonio della Fondazione Dalmonego, 1926 mar. 15.

49 serie E 1 Resoconti, 1914 - 1938

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Chiesa di S. Lorenzo in Cinte Tesino", "Resoconti". La serie è formata da un fascicolo.

E. 1. 1. b. 1 Resoconti 1914 - 1938 Nn. 1-7 Fascicolo, cc. 66 n.n.

50 serie E 2 Carteggio e atti, 1890 - 1902

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

E. 2. 1. b. 1 Carteggio e atti 1890 - 1902 Cessione di don Pietro Antonio Dalmonego alla chiesa di Cinte, documentazione relativa all'abbozzo del documento di fondazione, assicurazione del capitale del legato pro nubende e dello stipendio per studenti, gestione delle Ss. Missioni, chiarimenti in merito alla distribuzione dello stipendio e della dote. Fascicolo, cc. 33

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Ente Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco 1890 - [1946]

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Altre Forme autorizzate del nome Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi

Archivi prodotti Fondo Congregazione del Terz'Ordine di Cinte Tesino, 01/01/1920 - 31/12/1948

Storia La congregazione del Terz'Ordine di S. Francesco d'Assisi fu eretta in Cinte nel 1890. Dalle risposte al questionario per la visita pastorale del 1946 si apprende che le rendite della congregazione venivano regolarmente amministrate.

Funzioni, occupazioni e attività La data esatta di origine della congregazione non è conosciuta: gli studiosi la pongono dal 1215 al 1221 data, questa, della prima Regola di "poenitentes de Assisio". Come istituzione organizzata, avente il nome di "Terz'Ordine" risale al 18 agosto 1289 (Bolla "Supra montem" di papa Nicolò IV). "L'Ordine francescano secolare (Terz'Ordine) si configura come unione di tutte le fraternità sparse nel mondo e aperte a ogni ceto di persone cattoliche, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione nella carità nel proprio stato secolare, con la professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco d'Assisi, attraverso l'osservanza della Regola autenticata dalla Chiesa" (dalla Regola, capo I, n.2). Il Terz'Ordine secolare seguì la Regola di Nicolò IV, con alcuni commenti o ritocchi di vari papi, fino a Leone XIII il quale vide nell'associazione un mezzo efficace per la rinascita cristiana e per questo, fra i molti documenti in merito, emanò la bolla "Misericors Dei Filius" (30 maggio 1883) con cui aggiornava l'antica Regola. La Santa Sede può concedere il privilegio di aggregazione al Terz'Ordine, concesso il privilegio i superiori (generale dei Francescani, i provinciali, i superiori locali) possono erigere la congregazione in una chiesa o oratorio pubblico o in qualche altare con il consenso del vescovo, la presenza di almeno tre professi, il decreto scritto e il registro. Per l'ammissione si esigono: la fede cattolica, almeno 14 anni d'età, l'assenza di voti pubblici. I Terziari godono dei privilegi concessi al relativo Terz'Ordine che in genere comprendono indulgenze, assoluzioni e benedizioni papali, privilegi per la messa e il divino ufficio, diritto di intervento alle funzioni sacre con la precedenza sulle confraternite e pie unioni, diritto di avere e amministrare beni, di eleggere ufficiali interni, di tenere adunanze e di darsi statuti. Il Terz'Odine dipende dal vescovo per l'erezione dei sodalizi, per la nomina o revoca del direttore o cappellano, per il controllo annuale dell'amministrazione e la raccolta delle elemosine e per la visita canonica. Dipende invece dall'Ordine per la facoltà di erezione, per la proposta o nomina del direttore e concessione delle facoltà e per la visita e la vita disciplinare interna del sodalizio (presiede adunanze, ascrizione, dimissione ecc.). Infine il direttore ha i doveri e

52 i diritti necessari all'ufficio (ammissione, conferenze, assoluzioni ecc.); non ha il diritto di nominare gli ufficiali, di riservarsi l'amministrazione dei beni, di esigere i versamenti(1). Nel Trentino il Terz'Ordine sorse ufficialmente (terziari ne esistevano ab immemorabili) a il 26 dicembre 1870 nel convento di S. Caterina(2).

Note (1) Cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. XI, sub voce "Terz'Ordine". (2) Cfr. A. COSTA, La chiesa di Dio che vive in Trento, 1986, p. 753.

53 fondo F Congregazione del Terz'Ordine di Cinte Tesino, 1920 - 1948

reg. 1

Soggetti produttori Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco, 1890 - [1946]

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

54 serie F 1 Registri degli iscritti, 1920 - 1948

Contenuto La serie è formata da un registro.

F. 1. 1 "Registro della congregazione del Terz'ordine di Cinte Tesino rinnovato ai 19 settembre 1920" 1920 settembre 19 - 1948 giugno 20 In fondo al registro 3 cc. sciolte relative a: facoltà di erezione della congregazione del ministro provinciale dei Cappuccini di Trento, 1890 mar. 24; elenco di terziari, prima metà sec. XX. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 10 n.n.

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Ente Confraternita della Dottrina Cristiana sec.XVIII seconda metà - [1829]

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita della Dottrina Cristiana di Cinte Tesino, 01/01/1751 - 31/12/1799

Storia La confraternita della Dottrina Cristiana fu eretta in Cinte nel XVIII secolo. Un atto relativo alla concessione d'indulgenza per i confratelli della Dottrina ottenuta il 17 agosto 1769 si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Cinte Tesino", "Carteggio e atti", fasc.1

56 fondo G Confraternita della Dottrina Cristiana di Cinte Tesino, 1751 - 1799

reg. 1

Soggetti produttori Confraternita della Dottrina Cristiana, sec.XVIII seconda metà - [1829]

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

57 serie G 1 Registri di amministrazione, sec. XVIII seconda metà

Contenuto La serie è formata da un registro.

G. 1. 1 "Urbario della venerabile confraternita e scuola della Dottrina cristiana erretta nella venerabile chiesa di S. Lorenzo di Cinte" (tit. int.) sec. XVIII seconda metà (con annotazioni post. fino al 18 febbraio 1829) c. 1v: nota degli obblighi del massaro della confraternita, seconda metà sec. XVIII; cc. 2-8: urbario della confraternita della Dottrina cristiana, seconda metà sec. XVIII, con annotaz. post. fino al 18 feb. 1829; cc. 19-41: rese di conto dei massari della confraternita per gli anni 1755-1783, 1763 ago. 21-1784 ago. 19; cc. 43v-50: copie di disposizioni testamentarie e altri atti, seconda metà sec. XVIII; c. 200 (dopo l'indice): "Nota degli affitti che riscuote la scuola della Dottrina cristiana ...", seconda metà sec. XVIII; c. 203r: copia di atti della confraternita, seconda metà sec. XVIII. Alle pp. 1-148, cc. 149-174: alberi genealogici, sec. XIX. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con appigli, cc. 50, pp. 148, cc. 149-203 (bianche le cc. 9-18, 42, 175-196, 201-202), con indice alfabetico degli alberi genealogici alle cc. 197-199

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Ente Congregazione di Carità di Cinte Tesino 1811 - 1923

Luoghi Cinte Tesino (Tn)

Archivi prodotti Fondo Congregazione di Carità di Cinte Tesino, 01/01/1860 - 31/12/1913 Fondo Congregazione di carità poi Ente comunale di assistenza di Cinte Tesino, 01/01/1882 - 31/12/1967

Storia La Congregazione di carità era un'istituzione pubblica di beneficenza istituita in Trentino in base al decreto vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, che all'art. 2 stabiliva: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza (...) avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Essa ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico-psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii. L'art.10 del suddetto decreto vicereale ordinava che ogni Congregazione dovesse essere divisa in tre sezioni denominate "degli ospedali", "degli ospizi" e "delle limosine" - ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il decreto vicereale stabiliva che essa fosse composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o dal sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal Prefetto, nei capoluoghi dei distretti dal Viceprefetto e in tutti gli altri comuni dal podestà o dal sindaco; in tutti i comuni inoltre erano ugualmente membri di diritto il podestà o il sindaco, oppure un parroco del luogo. Le Congregazioni dipendevano dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava tramite il consigliere di stato (artt. 1, 5, 6 del decreto vicereale) e intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità fu l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814 (artt. 118-125), che confermò le Congregazioni di carità nei luoghi dove esistevano e dispose la loro istituzione nei comuni che avessero dei propri istituti di beneficenza con una rendita lorda di almeno 500 fiorini. Durante la seconda dominazione austriaca le Congregazioni di carità continuarono la loro attività gestite da un apposito comitato. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano sostanzialmente che la rappresentanza della Congregazione fosse composta da un preside (o presidente) che doveva essere possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere. Anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore 59 d'anime e il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (I.R. Pretura o I.R. Giudizio distrettuale). I rappresentanti della Congregazione si dovevano occupare della conservazione del patrimonio e decidere in merito all'elargizione dei sussidi; le deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi a loro dovuti e le somme mano a mano versate. Egli doveva inoltre, sulla base dei mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione. A partire dalla metà del secolo XIX i rapporti con i comuni si intensificarono: alcune leggi stabilirono infatti che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale. Le Congregazioni di carità vennero soppresse con legge 3 giugno 1937 n. 847 e sostituite con tutte le loro attribuzioni dagli Enti comunali di assistenza (E.C.A.).

60 fondo H Congregazione di Carità di Cinte Tesino, 1860 - 1913

fasc. 1

Soggetti produttori Congregazione di Carità di Cinte Tesino, 1811 - 1923

Contenuto Per un'introduzione generale all'archivio si veda " Parrocchia di San Lorenzo in Cinte Tesino".

61 serie H 1 Carteggio e atti, 1860 - 1913

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

H. 1. 1. b. 1 Atti amministrativi 1860 - 1913 Atti relativi al patrimonio della congregazione e alla sua gestione. Fascicolo, cc. 69

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