Montagne 360. Luglio 2014, € 3,90. Rivista mensile del Club alpino italiano n. 22/2014. Sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano A p La transumanza nei Monti Sibillini Montagne360 La rivista del Club alpino i alpino Club del rivista La a sso d’uomo taliano luglio2014 €3,90 Editoriale orizzonti e orientamenti

La montagna di domani: esperienze e riflessioni dai territori

È scoppiata l’estate, e con il caldo la voglia di rallentare e andare verso le vacanze. Questo di luglio è certamente un numero che ammicca all’estate, ma non rinuncia a proporre qualche riflessione. Riflessioni da portare con sè e magari condividere nelle chiacchiere serali al rifugio. Nell’editoriale del numero aprile di M360 mi sono occupato di Alpes, una proposta di rete tra comuni montani che, indipendentemente dalla coloritura politi- ca, si mettono insieme per centrare alcuni obiettivi che hanno per comune denominatore la tutela e lo sviluppo della montagna. Per continuare sul tema del futuro della montagna in questo numero vi propongo una riflessione e due esperienze che affrontano il tema partendo da altre angolazioni. Come sappiamo è in fase di attuazione il processo di ridisegno dell’architettura del nostro sistema istituzionale. Riflettendo su questo tema Simone Borchi, con la sguardo fisso sul territorio toscano, partendo dalla peculiarità delle attività agricolo-forestali, rileva la necessità di garantire un governo unitario dei territori montani, unitarietà messa in crisi – secondo l’autore – dalla chiusura delle Comunità montane nel 2011. Le nuove Unioni dei Comuni Montani, sono strumenti idonei a questo scopo si chiede Borchi, e cosa po- trebbero fare in Toscana? Lo scoprirete leggendo l’articolo. Come rilanciare il turismo nelle Terre alte puntando sulle caratteristiche peculiari della montagna? Ecco che proprio dai Soci CAI veneti, e in particolare del bellunese, parte lo stimolo ad alcuni Comuni cadorini di fare rete per puntare sul modello turistico che per- metta di “incontrare la montagna nella sua essenza”. E cosi, grazie a un progetto europeo, anche da noi arrivano i primi “villaggi degli alpinisti”, villaggi che in Austria sono presenti da circa 10 anni. Un progetto che non si limita all’oggi ma guarda al futuro, puntando l’at- tenzione non solo sull’accoglienza turistica, ma anche alla dimensione socio-economica, al recupero dei pascoli, alla produzione e vendita dei prodotti locali. Silvia De Fanti ci spiega come si è arrivati e come funziona questo modello che mette insieme un territorio trasformandolo in unico grande rifugio alpino, adattando i ritmi di vita alle esigenze degli alpinisti. Torniamo in Appennino, in provincia di Ascoli Piceno, nel Parco dei Sibillini e seguiamo un’altra esperienza. La Provincia di Ascoli Piceno, anche in questo caso con la collabora- zione della locale sezione del CAI, ha realizzato un trekking a fianco dei pastori. Per noi ha partecipato Lorenzo Arduini. Anche questa iniziativa parte dalla consapevolezza che sostenere l’economia e i mestieri tradizionali della montagna è strategico per il nostro Paese. Una proposta che partendo dalla vocazione turistico/culturale – un trekking che segue la transumanza – ha offerto, attraverso la riscoperta della pastorizia, ai partecipanti la possibilità di comprendere l’importanza delle Terre alte e dei mestieri dell’economia tradizionale della montagna e come questi possano diventare un’opportunità lavorativa per le giovani generazioni. In conclusione la riflessione di Borchi e le esperienze raccontate da De Fanti e Arduini hanno per comune denominatore la volontà di costruire la montagna del domani su tre elementi chiave: l’economia tradizionale su cui è possibile innestare un forte elemento di innovatività e il turismo, entrambi sostenibili come elementi strategici di sviluppo, il ruolo chiave che le istituzioni devono giocare con lungimiranza per lo sviluppo della montagna, e l’impegno costante del Club alpino italiano come principale supporto, e tal- volta motore, per lo sviluppo delle Terre alte. Luca Calzolari, direttore di Montagne360

Luglio 2014 / Montagne360 / 1 + 39 0423 2939 Sommario luglio 2014 Montagne360 aku.it La rivista del Club alpino italiano luglio 2014 € 3,90 Un momento della transumanza nel Parco Ogni giorno le notizie CAI su Nazionale dei Monti Sibillini. www.loscarpone.cai.it 01 Editoriale - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 Sped. abb. del Filiale Club di alpino Milano italiano 22/2014. n.  3,90. Rivista mensile € 3,90. A pAsso d’uomo Foto Lorenzo Ci trovi anche su facebook La transumanza nei Monti Sibillini 05 News 360 Luglio 2014, Montagne 360. Arduini e twitter  08 Montagne dallo spazio Mario Vianelli 10 Cinque vette per l’estate Stefano Ardito 16 Una salita nel silenzio gelido dell’Aletschhorn Davide Forni 22 Quel tetto rosso all’ombra del Catinaccio Michele Matejka 10 26 Una nuova vita per il rifugio Monte Vetica Paolo Boccabella 30 La montagna del destino può aspettare Barbara Goio 34 L’ultima fotografia di Marco Eugenio Pesci 38 Anche in Italia i primi “villaggi degli alpinisti” 34 Silvia De Fanti 42 La fusione (dei Comuni) fa la forza. Anche in montagna Simone Borchi 46 A passo d’uomo tra pecore e pastori Lorenzo Arduini 50 Abisso del Bifurto, nel Sud 50 profondo dell’Italia sotterranea 01. Editorial; 05. News 360; 08. 01. Editorial; 05. 360 News; 01. Editorial; 05. 360 News; 08. AA. VV. Mountains from space; 10. Five 08. Les montagnes vues de Berge vom All aus; 10. Fünf Gipfel summits for the summer; 16. l’espace; 10. Cinq sommets für den Sommer; 16. Aufstieg in 56 La Magnifica Terra Climbing up in the cold silence pour l'été; 16. Monter dans le der eisigen Stille des Aletschhorn; of Aletschorn; 22. That red silence glacial de l'Aletschorn; 22. Jenes rote Dach im Schatten 58 Sui passi dei grandi pioneri roof in the shade of Catinaccio; 22. Le toit rouge à l'ombre du des Catinaccio; 26. Neues Leben 26. A new life for the hostel Catinaccio; 26. Une nouvelle vie für die Berghütte Monte Vetica; Annibale Salsa of Mount Vetica; 30. The pour le refuge du Mont Vetica; 30. Der Berg des Schicksals mountain of destiny can wait; 30. La montagne du destin peut kann warten; 34. Marcos 60 Portfolio 34. Marco's last picture; 38. attendre; 34. La dernière photo letztes Foto; 38. Die ersten Also in , the first climbers's de Marco; 38. En Italie aussi les Bergsteigerdörfer auch in Italien; Ararat. Sul monte dell’Arca villages; 42. Mountain premiers "village des alpinistes"; 42. Zusammenschluss (von municipalities: united we 42. Municipalités de montagne: Gemeinden) macht stark. Auch in Azad Vartanian stand; 46. Walking along l'union fait la force; 46. Au pas den Bergen; 46. Im Schritttempo sheep and shepherds; 50. The entre brebis et bergers; 50. zwischen Schafen und Schäfern; abyss of Bifurto. In the deep Abîme du Bifurto. Dans le Sud 50. Der Abgrund des Bifurto im 68 Lettere South of Italy's undergrounds; profond del'Italie souterraine; tiefen Süden des unterirdischen 56. Extraordinary Earth; 56. La Terre Magnifique; 58. Italiens; 56. Herrliches Land; 70 Cronaca extraeuropea 58. Follow the trails of big Sur les traces des grands 58. Auf den Spuren der großen pioneers; 60. Porfolio. Ararat, pionniers; 60. Portfolio. Ararat. Pioniere; 60. Portfolio: Ararat. 72 Nuove ascensioni on the mountain of the Ark; Sur la montagne de l'Arche; 68. Auf dem Berg der Arche; 68. 68.Letters; 70. International Lettres; 70. News international; Briefe; 70. Außereuropäische 74 Salute in montagna news; 72. New ascents; 74. 72. Nouvelles ascensions; 74. Chronik; 72. Neue Besteigungen; Health in the mountains; 76. Santé en montagne; 76. Livres 74. Gesundheit in den Bergen; 76. 76 Libri di montagna Books about mountains de montagne; Bücher über Berge

Luglio 2014 / Montagne360 / 3 Una salita nel silenzio gelido dell’Aletschhorn, pag. 16 News 360 Croce di vetta Aletschhorn. Foto Davide Forni Trento Film Festival 2014, un’edizione record “Boom” per l'edizione appena conclusa: 14mila spettatori nelle sale cinematografiche, 4800 alle serate-eventi e 25mila a Montagnalibri

di Lorenzo Arduini

«La 62a edizione del Trento Film Festival – Abbiamo avuto proiezioni molto fre- Il convegno “Trad climbing: una nuova etica è andata così bene che diventa una spinta quentate, sale degli eventi piene a tutte le in alpinismo?” per le edizioni del futuro, che affronte- ore, serate alpinistiche sold-out con largo ranno anche filoni nuovi – ad esempio il anticipo, mostre apprezzate e visitate». Mestieri, il progetto del Trento Film Fe- rapporto tra montagna e architettura – ri- La Bisesti ha ricordato come il trend di stival dedicato ai giovani, alle scuole e alle proponendo quanto già fatto quest’anno crescita degli spettatori risulti confermato famiglie che quest’anno ha festeggiato i 10 nell’approfondimento del rapporto tra per le serate alpinistiche, quelle inaugurali anni di vita. I partecipanti sono stati 5500 montagna e musica». e per tutta la programmazione collaterale che, nonostante il meteo non sempre favo- Con queste parole il Presidente del Festi- alle proiezioni. In totale i biglietti stacca- revole, hanno affollato il Giardino dell’Ar- val Roberto De Martin ha commentato ti per le proiezioni cinematografiche al civescovado di Trento, seguendo con inte- l’ultima edizione della kermesse in occa- Multisala Modena e al Vittoria sono stati resse le varie attività di avvicinamento al sione della proclamazione dei vincitori, 14.000 (+27% rispetto al 2013), ai quali mondo della montagna proposte. lo scorso sabato 3 maggio al Castello del vanno aggiunti gli spettatori delle proie- Ricordiamo, come già segnalato nel nu- Buonconsiglio. Il Presidente in particola- zioni al MUSE (300), all’Ecosportello e mero di maggio, i vincitori di quest’anno: re ha ricordato l’incontro tra tutti i gruppi alle due proiezioni di Bolzano. Le serate il regista tedesco Sebastian Mez ha vinto alpinistici delle Dolomiti, le riflessioni sul - evento hanno visto partecipare in tutto la Genziana d’Oro - Gran Premio Città di Trad Climbing e i quattro film proiettati circa 4800 spettatori, di cui 3200 circa Trento con il suo film Metamorphosen, che hanno come protagonisti altrettan- per le serate alpinistiche, da sempre quelle Al film Sati del regista polacco Bartek ti grandi alpinisti (Bonatti, Diemberger, che “tirano” maggiormente. Gli appunta- Swiderski è andata la Genziana d’Oro del Mauri e Mazeaud), tre dei quali Soci menti letterari a Palazzo Calepini, Rocca- Club alpino italiano per il miglior film di onorari del CAI. «Un Festival sempre più bruna e al Salotto letterario, presso il ten- alpinismo, mentre la Genziana d’Oro del- diffuso nella città e alla portata di tutti, done di MontagnaLibri, hanno registrato la Città di Bolzano per il miglior film di che ormai si caratterizza per un pubbli- 4200 presenze. In crescita anche i visita- esplorazione e avventura è stata assegnata co attento, multiforme e trasversale – gli tori a Montagnalibri che hanno superato i al documentario Janapar: love on bike del ha fatto eco la direttrice Luana Bisesti 25.000. D’obbligo sottolineare il Parco dei regista inglese James Newto.

Luglio 2014 / Montagne360 / 5 News 360

Speleologia Osservatorio ambiente a cura di CCTAM In cammino nei Parchi La CCTAM e la spedizione al Monte Ararat di Umberto Martini, Presidente generale del CAI Echi sotterranei Tornando in malga 90 escursioni in diverse regioni a cura di Massimo (Max) Goldoni italiane, organizzate da 67 Sezioni Care Socie, cari Soci CAI in 47 Aree protette, che hanno mi sono accorto che nella Relazione morale 2013, nel pas- coinvolto migliaia di appassionati saggio dedicato alla spedizione al Monte Ararat organizzata delle Terre alte. Sono questi i numeri nell’ambito delle manifestazioni per il 150°, c’è purtroppo della 2ª edizione di “In cammino nei un refuso. Nel citare gli organizzatori è sfuggita la CCTAM. Puglia Underground-Acqua, Parchi”, organizzata da CAI e Feder- Mi scuso con la TAM per questo piccolo disguido e colgo Pietra e Vertigini parchi il 18 maggio scorso. I parte- l’occasione per ribadire il valore dell’esperienza per i giovani cipanti hanno percorso i sentieri del partecipanti della spedizione all’Ararat dell’Alpinismo giova- territorio nazionale per apprezzare nile, la grande capacità di collaborazione tra diversi organi la bellezza e i valori della montagna e tecnici e l’importante apporto della TAM, che ha educato per trascorrere una giornata all’aria i nostri giovani Soci portandoli alle migliori prassi per il aperta nelle Aree protette. Non solo semplice escursionismo rispetto dell’ambiente montano. però: il 18 maggio sono state portate avanti attività utili a tutti come la manutenzione di un sentiero, un intervento di segnaleti- ca o l’inaugurazione di un percorso ripristinato. Una guida per la Salaria in Mountain Bike La speleologia del Sud Che sarebbero le Alpi senza gli alpeggi? realtà interessanti che stanno anche dell’Italia protagonista Non si tratta solo di salvare l’immagine attirando i giovani verso la non facile Uno strumento utile per l’escursionista dell’incontro nazionale da cartolina delle malghe che tutti ab- vita di alta montagna, che stanno per- Ottoni ad alta quota a piedi e in MTB che vuole percorrere i biamo nel cuore, ma un modello quasi mettendo la sopravvivenza di aziende sentieri dell’Appennino Centrale, dove L’evento ha avuto luogo tra Grottaglie millenario di gestione del territorio, un zootecniche e che stanno creando, pur si incontrano , , Marche (TA) e Villa Castelli (BR), dal 30 economia che può ancora dire molto e se su piccola scala, posti di lavoro. e Umbria. Stiamo parlando della guida maggio al 2 giugno, organizzato un mondo di biodiversità. Ma qual è la Una strategia per il futuro? Un intelli- “Salaria quattro regioni senza confini”, dal Gruppo Grotte Grottaglie con reale situazione? L’economia dell’alpeg- gente e sensato investimento che non realizzata da 60 Soci CAI appartenenti alle il supporto della Federazione gio è molto precaria e basata anch’essa travolga le realtà esistenti, ma le valoriz- dieci Sezioni organizzatrici dell’omonimo Speleologica Pugliese e della SSI. Il su contributi pubblici. Però, là dove si è zi, un delicato equilibrio fra tradizione e progetto celebrativo del 150° anniversario Club alpino italiano ha patrocinato avuto il coraggio di investire in struttu- tecnologia e una sempre più accentuata del Sodalizio. l’evento che ha visto la presenza di re e infrastrutture, di favorire il legame tipicizzazione e qualità dei prodotti, con Sono descritti gli itinerari dell’area percorsa dall’antica via con- oltre 500 speleologi. Da segnalare tra produzione diretta e turismo (agri- un adeguato sostegno da un mercato solare romana per un totale di 424 km (475 in MTB). la tavola rotonda su “L’acqua che turismi e mercati contadini) sono nate aperto e solidale. www.sozooalp.it berremo”, manifestazione che nel 2014 è promossa e sostenuta da SSI, Fondi cercasi per il CAI e Federparchi. La “Speleonotte” Web & Blog Torna dal 30 giugno al 5 luglio 2014 nella Valle di Primiero (TN), il Dolomites UNESCO Labfest ha presentato esplorazioni in Italia Primiero Dolomiti Festival Brass, l’unico festival italiano esclusi- e in terre lontane, con precisione e Montagna per tutti vamente dedicato alla musica per ottoni. Ospite d’eccezione del Un Festival per le genti anche ironia. In un convegno dedicato www.clubaquilerampanti.it concerto finale e delle masterclass, Steven Mead & Dolomiti Wind e delle genti delle Dolo- al Sud Sotterraneo, i relatori hanno Orchestra, l’ensemble che riunisce i musicisti di strumenti a fiato miti, che intende essere portato biografie storiche e geografia Un sito «nato quasi delle Dolomiti. E ancora Bim Bum Brass, Banda Rei, Millenium tematico, multidisciplinare, speleologica delle varie regioni del per scherzo» per Drum&Bugle Corps, Funkasin Strett Band, Mascoulisse Quartet, sperimentale e soprattutto Meridione d’Italia. Poi, naturalmente, opera di Emanuele, Lucerne Brass e Davide Ghidoni & Luca Poletti Trio. Il primo luglio coinvolgente. escursioni, visite e festa. Vi è stato Davide e Ruben, la passeggiata musicale verso Sagron Mis, primo portale Dolomiti Stiamo parlando del Dolo- un incidente in grotta, risolto con un rivolto a chi vuole Unesco. www.primierodolomitifestival.it mites UNESCO Labfest, in immediato intervento. Nonostante conoscere la programma dal 5 al 7 settembre 2014 a La Valle (Val Badia), la pioggia, l’incontro è stato un montagna senza manifestazione organizzata per il primo anno da Fondazione evento davvero unico, in un territorio disturbarne la quiete Festival - “Le parole della montagna” Dolomiti UNESCO in collaborazione con l’Ufficio Parchi Natu- straordinario per ambiente e cultura. e la meraviglia. rali della Provincia di Bolzano. Al centro dell’attenzione sarà lo Nei dintorni si ritrovano ambienti Qui possiamo trovare Il 24, 25 e 26 luglio a Smerillo, in provincia di Fermo, si svolge il Fe- sfalcio, ossia la cura dei prati, attività essenziale per l’equili- unici ed eclatanti esempi di storia le relazioni tecniche stival “Le Parole della Montagna”. Tema di quest’anno è “il Silenzio”, brio del territorio dolomitico, che gli organizzatori intendono e arte, quali i frantoi ipogei, i luoghi delle escursioni condizione essenziale per la relazione autentica con sé e con l’altro. raccontare ai giovani parlando anche di economia e letteratura sacri nelle gravine o le botteghe degli appartenenti al Previsti anche eventi collaterali: le domeniche del 20 e 27 luglio, con un occhio di riguardo per i social network. L’idea è nata da ceramiche di Grottaglie. Puglia gruppo, corredate da foto e video, quindi dai ricordi dei protagonisti. L’obiettivo è dare saranno dedicate alle escursioni in montagna, spettacoli e incontri un collettivo di giovani bellunesi chiamato ISOIPSE. Per realiz- Underground sarà ricordato per i «un valido aiuto per ripetere le medesime salite avendo a disposizione informazioni con i protagonisti del Festival. Dall 21 al 23 luglio, inoltre, si svolgerà la zare questa festa la Fondazione ha lanciato una campagna di luoghi, la qualità delle presentazioni e precise ed esaurienti sui percorsi con i relativi tempi di salita e le difficoltà tecniche da manifestazione “Aspettando il Festival”, con esercizi di calata in cor- crowdfunding, chiedendo agli amanti delle Dolomiti di collabo- la calorosa ospitalità. affrontare». Ultima novità: gli schizzi cartografici presenti in alcune relazioni. da doppia e cinema sulla montagna. www.leparoledellamontagna.it rare alla sua realizzazione. www.dolomitesunescolabfest.it

6 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli Mario di a cura 8 NASA Earth Observatory / Montagne360 co: il Parco Nazionale del Lake District District Lake del Nazionale Parco il co: - turisti flusso impressionante un rano atti- escursionistiche possibilità revoli innume- le e paesaggio del bellezza La gnate dalglacialismoquaternario. se- fortemente rocciose, spesso e scese sco - sono metri) 978 soltanto è inglese, modeste (lo Scafell Pike, la più alta cima o fells da circondati rali natu - d’acqua specchi di ricca è regione District. Come il suo nome suggerisce, la montuose delle isole britanniche, il Lake zia, si trova una terra, non lontano dai confini con la Sco- dell’Inghil- nordoccidentale Nell’angolo L ) che nonostante le altitudi le nonostante che crags) a / k Luglio 2014 e delle più famose regioni D otge (chiamate montagne ist r ict - Inghilterra grande attrazione. una sono oggi ancor piroscafiche reschi pitto- da solcato lago dell’omonimo rive sulle Windermere, raggiunse 1869 nel che ferroviaria linea della costruzione la con ebbe si turistico definitivodecollo Il tempestoso. spesso e impervio mantico, ro- paesaggio dal e Inghilterra in rara degli scrittori, affascinati dalla e poeti dei cerchia nella famoso divenne District il presto ben e secolo, XVIII del metà seconda affermatonella già era d’elite turismo Il meridionale. Scozia della e inglesi città popolose le dal- provenienti parte gran in visitatori, di milioni 14 circa anno ogni accoglie wilderness così ci metri. qui raggiunge un’escursione di oltre die - che marea, dalla scoperte lasciate fango e sabbia di distese le con Morecambe di quote più alte. A sud si apre l’ampia baia alle glaciali circhi nei annidati (tarns) laghetti numerosi anche notano si ma no radialmente dal centro del massiccio, - diparto si che vallate delle parte pando - occu paesaggio il caratterizzano laghi tappeto verde delle coltivazioni. I lunghi dal ricoperte circostanti pianure dalle bruno di tonalità diverse con staccano i primaverili: colori dai disegnato appare District Lake il 7 dsat - Lan satellite dal ripresa Nell’immagine rocciosi si rocciosi crags Cinque vette per l’estate Itinerari sui , nel cuore dell’Appennino Centrale. Lo sguardo arriva fino al mare Adriatico, nelle zone in cui Annibale condusse il suo esercito dopo la vittoria nella battaglia del Trasimeno

di Stefano Ardito

Un’immagine aerea del Lago di Campotosto, sullo sfondo le vette del Gran Sasso La cresta sommitale con entusiasmo per salvarlo. dell’Adriatico. Chi percorre il Tracciolino pensa della Macera della Morte Alla manifestazione del 1988, organizzata da che sia quasi impossibile, che un esercito con ca- Mountain Wilderness e dal CAI, hanno partecipa- valleria e carri (e forse ancora qualche elefante) to migliaia di persone. Agli Jacci di Verre, accanto sia potuto passare di qua. Ma il mito di Anniba- al sentiero che sale al Pizzo di Moscio, il cantiere le resiste. E le leggende, in montagna, aiutano a in abbandono della “Città della Neve” voluta dalla camminare meglio. Provincia di Teramo ricorda quei difficili giorni. L’uomo non ha lasciato sulla Laga solo strade inu- tili e cemento. Il Santuario dell’Icona Passatora, ai piedi del versante laziale del massiccio, conserva magnifici affreschi del Quattrocento e del Cinque- cento, opera di pittori locali. Fortilizi medievali in rovina, da Rocca Roseto a Castel Manfrino e alla Rocca di Monte Calvo, sorvegliano le mulat- tiere che conducono verso i pascoli e boschi della montagna. Qua e là, negli stazzi, resistono i capanni in pietra dei pastori. La strada romana della valle del Vo- mano, a tratti tagliata nella roccia, collegava la cit- tà di Amiternum con l’Adriatico. Un altro sentiero a mezza costa, che sale dalla valle del Tronto ver- so il crinale della Laga, è noto da secoli ai pastori ra i Monti Sibillini e il Gran Sasso si alza- in ambiente solitario. Altri salti, più ripidi, attendo- Escursionisti sulla cresta come il “Tracciolino di Annibale”. no delle montagne di eccezionale fascino. no gli amanti della piolet-traction nell’alta Valle del del Monte Gorzano, La storia ci dice che che il condottiero cartagi- I Monti della Laga, dove si incontrano il Vomano, tra la Laga e il Gran Sasso. sullo sfondo la conca di nese, dopo la vittoria nella battaglia del Trasime- T Amatrice Lazio, le Marche e l’Abruzzo, sono rivestite da ma- In estate, mentre i boschi offrono refrigerio dal cal- no, non attaccò Spoleto e si diresse verso la costa gnifici boschi, includono vette di rispettabile altezza do, le vette della Laga diventano le mete migliori (il Monte Gorzano, 2458 metri, è il “tetto” del mas- per chi cammina. I sentieri che salgono a Cima siccio e del Lazio), e si affacciano sui centri storici di Lepri e al Pizzo di Moscio, al Monte di Mezzo, al Amatrice, Ascoli Piceno e Teramo. Generazioni di Pizzo di Sevo, e naturalmente al Gorzano, alterna- escursionisti, però, hanno considerato queste cime no tratti nel bosco e sui pascoli ad aerei crinali di CINQUE VETTE PER TUTTI conduce al Pizzo di Sevo (2422 m, 1 ora e 15 minuti). Si delle “sorelle minori” del Corno Grande e del Vetto- sfasciumi. Dalle cime lo sguardo spazia sui massicci Itinerari Gli itinerari verso le vette più alte della Laga sono in scende senza via obbligata verso ovest fino al percorso re. E hanno fatto un serio errore. vicini, e le colline del Teramano e dell’Umbria. Nel- condizioni estive da giugno alle prime nevicate di no- di andata e alle Macchie Piane (1 ora e 30 minuti). Oggi, quando si pensa alla Laga, si pensa alle sue le giornate più limpide l’Adriatico sembra a portata vembre, e diventano nettamente più impegnativi d’in- grandi foreste come il Bosco Martese, “a perdita di mano. Il Tirreno, invece, appare solo di rado. La verno. Sono descritti nella guida Sentieri nel Parco Na- Monte Gorzano (2458 m) d’occhio alberi per una superficie di trenta chilome- mancanza di rifugi, e la presenza di pecore, pastori zionale Gran Sasso-Laga di Stefano Ardito (Iter, 2014) Partenza: sella del Sacro Cuore tri quadrati, senza alcun sentiero” secondo l’abate e cani accanto alle poche sorgenti d’alta quota del e nella nuovissima Carta dei Sentieri dei Monti della Dislivello: 1100 metri teramano Giacinto Pannella, che lo attraversò più massiccio, rendono un po’ complicato combinare le Laga (CAI Teramo, 2014). Tempo: 5 ore e 15 minuti volte negli anni tra le due guerre mondiali. Insieme camminate in direzione delle cime per ottenere un Difficoltà: E Cima Lepri (2445 m) e Pizzo di Sevo (2422 m) Segnavia: 337 e 365 ai suoi compagni di gita, Pannella fu costretto a far- trekking di più giorni. Una traversata da nord a sud La guida di Stefano si “strada con la scure e la roncola, tra i tronchi e i della Laga, con partenza da Arquata del Tronto o Oggi i Monti della Laga Ardito al Parco Nazionale Partenza: Macchie Piane L’itinerario più classico verso il Gorzano, “tetto” dei virgulti, tra i rovi, le piante e le erbe arboree”. da Umito e con arrivo a Campotosto e al suo lago, è fanno parte del Parco Gran Sasso-Laga Dislivello: 1100 metri Monti della Laga e del Lazio, percorre la faggeta di Sel- L’altro motivo d’interesse della Laga è l’acqua. Sulle possibile in tre giorni. I posti per piazzare una tenda nazionale che include Tempo a/r: 5 ore va Grande e poi una cresta aerea. Il CAI di Amatrice ha arenarie e sulle marne del massiccio, l’acqua piova- leggera sono molti. anche il vicino Gran Difficoltà: E proposto il recupero come bivacco lo Stazzo di Gorza- na e del disgelo non sparisce come sui calcari del Oggi i Monti della Laga fanno parte del Parco na- Sasso, e ospitano il Segnavia: 325, un tratto non segnato no. Da Amatrice si raggiunge la frazione di Capricchia Sibillini e del Gran Sasso, ma alimenta torrenti e zionale che include anche il vicino Gran Sasso, e cervo, il capriolo e Dal panoramico pianoro delle Macchie Piane inizia- e si sale alla sella (1384 m) che precede il monumento cascate. Tra maggio e giugno, le cascate della Volpa- ospitano il cervo, il capriolo e l’aquila. Il cinghiale, l’aquila. Il cinghiale, no i sentieri per Cima Lepri e per il Pizzo di Sevo, che del Sacro Cuore. A piedi si risale (segnavia 337) il Vallo- ra e delle Prata sul versante marchigiano, delle Bar- reintrodotto a scopi venatori nelle tre regioni vicine, reintrodotto a scopi possono essere raggiunti in una sola escursione. Da ne di Selva Grande. A un bivio (1599 metri, 45 minuti) che su quello laziale, della Cavata e della Morricana si è moltiplicato fino a diventare un problema per venatori nelle tre regioni Sant’Angelo, frazione di Amatrice, si sale per una stra- si sale a destra (segnavia 365) nella faggeta e poi per nel settore abruzzese offrono spettacoli suggestivi. i pochi agricoltori della zona. Il camoscio, reintro- vicine, si è moltiplicato da asfaltata alle Macchie Piane (1606 m). Si continua a prati fino allo Stazzo di Gorzano (1882 m, 1 ora), su un Un’altra bella escursione risale il Fosso delle Cento dotto sui Sibillini e sul Gran Sasso, finora non si è fino a diventare un piedi sui prati, si sale verso il Pizzo di Sevo e si continua panoramico pianoro. Si prosegue con una lunga diago- Cascate, in vista delle vette del Gran Sasso. spinto sulla Laga. problema per i pochi a mezza costa per il Tracciolino di Annibale fino a un nale in vista di Amatrice e del Terminillo, si raggiunge la D’inverno, quando il freddo è sufficiente, nei fossi Qualche decennio fa, invece, i progetti di impianti agricoltori della zona. Il bivio con cartelli e al valico della Forca (2192 m, 1 ora cresta Ovest del Gorzano (2041 m, grande ometto), e della Laga si formano le più belle cascate di ghiaccio di risalita e di strade minacciavano il Monte Cardi- camoscio, reintrodotto e 30 minuti), dove ci si affaccia sul versante teramano. la si risale con percorso a tratti aereo ma sempre facile dell’Appennino centrale. I salti gelati della Trecene, to, tra Campotosto e Amatrice, e gran parte del ver- sui Sibillini e sul Gran Un bel sentiero per gradini e conche erbose conduce e panoramico. Un gradino di sfasciumi porta alla vetta della Corva, della Morricana, della Grande di Gor- sante teramano. Escursionisti e alpinisti, che pure Sasso, finora non si è alla vetta di Cima Lepri (2445 m, 45 minuti). Tornati (2458 m, 1 ora e 30 minuti), ottimo belvedere. La disce- zano e di Ortanza offrono arrampicate impegnative, conoscevano poco il massiccio, si sono mobilitati spinto sulla Laga. alla Forca si affronta la ripida cresta di erba e ghiaie che sa richiede 2 ore.

12 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 13 Pizzo di Moscio (2411 m) Partenza: sella del Lago dell’Orso o Il Ceppo Dislivello: da 600 a 1050 metri Tempo: da 3 ore e 15 minuti a 5 ore e 45 minuti a/r Difficoltà: E Segnavia: 334, un tratto non segnato Il Pizzo di Moscio è la vetta più evidente per chi osser- va la Laga dal versante teramano. La salita alla cima, comoda se si può salire in auto alla sella del Lago dell’Orso, diventa più faticosa se si deve partire a piedi ENGADINA dal Ceppo. Dal piazzale del Ceppo, che si raggiunge da Rocca Santa Maria, Valle Castellana o Acquasanta Ter- me si raggiunge . Si continua in auto per 1 km fino a uno ESTATE slargo (1356 m) dove vengono rilasciati (non di marte- dì e mercoledì) i permessi per le strade forestali della zona. In auto, si segue la ripida strada sterrata che sale Verso quota quattromila alla sella del Lago dell’Orso (1811 m). La salita a piedi per un sentiero segnato richiede 1 ora e 30 minuti. Si continua a piedi (segnavia 334) sul largo e panoramico

crinale della Storna, che sale verso il Pizzo di Moscio. 1 Dalla larga sella erbosa (2150 m, 1 ora e 15 minuti) ai piedi dei ripidi pendii del Pizzo si continua a sinistra su una vecchia mulattiera, poi si sale senza via obbligata si affaccia sulla diga, aggira un crinale e raggiunge 1. Salita a Cima Lepri, in direzione della cima, che si raggiunge (2411 m, 45 un’altra strada sterrata con segnavia (300 e Sentiero sullo sfondo il Pizzo di minuti) dopo aver toccato un grosso masso. Italia). La si segue nella faggeta delle Cannavinelle, si Sevo. superano un tratto ripido e un piccolissimo rifugio e 2. Un ometto sulla Monte di Mezzo si sbuca sulla radura del Coppo (1590 m, 45 minuti). cresta del Monte Partenza: diga sul Rio Fucino Si continua sul sentiero per Alvi, indicato da paletti, Gorzano Dislivello: 850 metri poi si sale a sinistra al punto più alto della radura, si Tempo: 4 ore rientra nel bosco e ci si affaccia (1758 m) sul Monte di Difficoltà: E Mezzo. Salendo a sinistra per un larghissimo crinale Segnavia: 300 e Sentiero Italia, un tratto non segnato erboso che si risale senza via obbligata, con bellissimo Il Monte di Mezzo, la vetta più meridionale della Laga, panorama alle spalle sul Gran Sasso. Per prati si rag- è un belvedere sul Lago di Campotosto e il Gran Sasso. giunge il Peschio Menicone (1955 m, 1 ora), dove ci La diga sul Rio Fucino (1327 m), all’estremità orientale si riaffaccia sul lago. Sulla cresta si sale a Colle del del Lago, si raggiunge da Campotosto o dal Passo del- Vento e alla vetta (2155 m, 45 minuti). Si scende per le Capannelle. A piedi si segue una stradina che sale, la stessa via (1 ora e 30 minuti).

IN EDICOLA 2 IN REGALO 14 / Montagne360 / Luglio 2014 SPECIALE OUTDOOR ESTATE E LA CARTINA INEDITA DI ENGADINA

PAG MONT X RIVISTA CAI LUGLIO FF-05.indd 1 04/06/14 09:18 Cronaca di un’ascensione ai 4195 della seconda vetta Una salita nel silenzio dell’Oberland Bernese, percorrendo il ghiacciaio più esteso delle Alpi, alla base di quella che è considerata la gelido dell’Aletschhorn montagna più fredda dell’intero arco alpino di Davide Forni

La cima dell’Aletschhorn vista dal Mittelaletschbiwak Aletschhorn, uno dei 4000 più selvaggi e più isolati delle Alpi, si trova nella zona L’ chiamata Oberland Bernese, a cavallo tra i cantoni svizzeri del Vallese e di Berna. Questa zona rappresenta una sorta di “regno dei ghiacci”, presentando le più lunghe e vaste colate glaciali del- le Alpi oltre a diverse cime oltre i 4000 metri che attraggono ogni anno centinaia di alpinisti. L’Aletschhorn è la seconda cima della zona per al- tezza e prende il nome dal ghiacciaio di Aletsch alle sue pendici (con 22 km di lunghezza è considerato il ghiacciaio più esteso delle Alpi) e per questo è con- siderato la montagna più fredda delle Alpi. Era dal 2006, anno in cui lo tentai con amici della GEAT (la sottosezione del CAI Torino a cui appartengo) e del CAI di Casale Monferrato giungendo solamen- te al passo dell’Aletschjoch per la troppa neve sul percorso, che meditavo e bramavo di tornare per poter concludere la salita. Sono infatti un grande amante della montagna e in particolar modo delle cime al di sopra dei 4000 metri delle Alpi. Non che agosto nella periferia di Torino, da cui avrà origine Qui sopra: Aletschhorn e Qui sopra: il Grosser del ghiacciaio), una galleria artificiale che attraver- vari saliscendi. Arriviamo dall’altra parte dopo circa siano necessariamente più belle delle altre, ma in la nostra impresa. A Fiesch, ridente paese vallesa- Mittelaletschbiwak Aletschgletscher sa la montagna e che permette di raggiungere di- 3 ore e fatichiamo non poco a trovare l’ingresso giu- me hanno sempre esercitato un fascino particolare. no, prenderemo la funivia che ci porterà al centro rettamente il ghiacciaio dell’Aletsch. Una volta rag- sto per poter scendere nel vallone di Mittelaletsch. Sotto: alba sull’Oberland La salita può dirsi figlia di una decisione abbastan- turistico più in alto, Fiescheralp, località alpina da Bernese giunto il punto migliore dove attaccare il ghiacciaio La congiunzione di quest’ultimo col ghiacciaio di za all’ultimo momento. Con i miei amici Mauro e cui avrà origine il nostro tour de force alpinistico. ci mettiamo i ramponi e ci leghiamo. Aletsch, infatti, è piena di blocchi di ghiaccio vivo Tiziana eravamo già in parola per salire un 4.000 Il tempo non è dei migliori, è nuvoloso, con qualche Iniziamo la traversata dell’immenso ghiacciaio, ricoperti di pietre, oltre a un mare di sfasciumi la- nella settimana di ferragosto e l’Aletschhorn era sprazzo di sole. Tutto quanto però rispetta le previ- largo in questo punto poco più di 2 km, per poter sciati dal ritiro dei ghiacciai. Non il terreno più age- uno dei prescelti, ma dati l’isolamento e la scarsità sioni di Meteosuisse, la stessa che per domani pre- arrivare dall’altro lato e cominciare la risalita del vole, insomma. di informazioni sulla zona volevamo valutare bene vede sole e cielo sereno. In cuor nostro lo speriamo. lungo Vallone di Mittelaletsch in direzione della no- Finalmente vediamo la nostra montagna in tutta il meteo e le condizioni della montagna prima di Partiamo a piedi lungo una comoda strada sterrata stra montagna. La traversata si rivelerà difficile, tra la sua imponenza e, dopo una buona mezz’ora di buttarci nell’impresa. che, con alcuni saliscendi, ci porta all’ingresso del continui cambiamenti di direzione alla ricerca del ricerca del percorso migliore, iniziamo a risalire il Il ritrovo è fissato per le 6 del mattino del 13 famigerato Gletschertube (letteralmente il tunnel percorso migliore, tra crepacci difficili da saltare e lungo vallone del Mittelaletsch. Qui ogni passo che facciamo è un passo che ci allontana dalla civiltà. L’isolamento è totale, non c’è praticamente traccia umana e, tolto in un tratto erboso all’inizio del val- lone, non c’è traccia di sentiero. Ogni tanto guar- diamo indietro per ricordarci da dove siamo venuti e da dove dovremo tornare, ricordandoci che qui nell’Oberland gli spostamenti sono sempre accom- pagnati da chilometri di camminata contro i pochi metri di dislivello guadagnati. Il Ghiacciaio di Mittelaletsch si è ritirato tantissi- anodizzazione mo rispetto ai primi del Novecento e ormai ha la levetta mobile ACL anti-usura, fronte ricoperta di detriti. Riuscire a risalirne la che stabilizza il per situazioni moschettone di grande superficie non è semplice, tra sfasciumi a perdita all’imbracatura scorrimento d’occhio e crepacci nascosti dalle pietre. Dopo ore della corda di sforzi siamo finalmente sotto le placconate sulle quali dovrebbe trovarsi il bivacco dove è nostra in- tenzione trascorrere la notte. Non è però visibile dal basso, pertanto cerchiamo con fatica un passaggio per salire e, dopo alcuni vani tentativi, tramite un ripido canale erboso e roccioso riusciamo a portar- ci in alto. Finalmente vediamo il “nostro” bivacco, ma è ancora lontano. Ormai stanchi e con la luce della sera che invade il selvaggio vallone, continu- arriviamo finalmente all’ultimo ripido pendio Sopra: il panorama dalla iamo a camminare in direzione del bellissimo bi- che precede il colle dell’Aletschjoch, una vera vetta verso sud vacco dalla pianta esagonale, il Mittelaletschbiwak. lama di ghiaccio. Sul colle inizia ad albeggiare. Il A destra: tramonto dal Ci arriveremo dopo un’altra ora, entrandoci dentro tempo di qualche foto e ci incamminiamo lungo Mittelaletschbiwak alle 20.30 ovvero dopo poco più di 9 ore di marcia l’esile e affilata cresta, molto esposta sui due lati, quasi continua! soprattutto sulla parete nord a picco sul ghiaccia- io sottostante. per arrestare Percorriamo il Gletschertube, il una caduta è Qualche passaggio adrenalinico sulle roccette sufficiente tenere tunnel del ghiacciaio, una galleria della cresta e arriviamo sul plateau di ghiaccio che saldamente in mano il lato libero della che attraversa la montagna precede l’anticima. È l’alba ormai e un bellissimo corda sole ci scalda mentre ammiriamo il grandioso guarda gola di frenaggio che Il posto è come me lo ricordavo, assolutamente panorama sui ghiacciai immensi dell’Oberland il video >> permette di arrestare magico e difficilmente eguagliabile sulle Alpi. Bernese. Riprendiamo il cammino in direzione una caduta in caso di errato inserimento Isolamento e solitudine totale sono garantiti, ol- dell’anticima dell’Aletschhorn, raggiunta salendo della corda tre a un gran freddo. Telefono a mia moglie per un ripido pendio di ghiaccio. Manca ancora pa- Finalmente vediamo dire che sto bene e sento il verso di un’aquila che recchio, ma non ci scoraggiamo. Scendiamo alla la nostra montagna in mi sta sorvolando, magia dell’Oberland… Dopo- sella tra le due cime e puntiamo alla cresta finale, tutta la sua imponenza dichè provvediamo subito a “blindare” il bivacco che alternerà tratti di neve a passaggi di I-II gra- e, dopo una buona CLICK UP (veramente bellissimo e ben tenuto) chiudendo do su roccia, sempre molto esposti. mezz’ora di ricerca INTUITIVO, SEMPLICE, SICURO la porta e le finestre con le relative ante per cer- L’arrivo sulla vetta è per tutti una grande emo- del percorso migliore, care di trattenere il più possibile il poco calore zione. Come è ormai consuetudine, accolgo que- iniziamo a risalire il lungo Estremamente pratico: permette di dare che produciamo, infreddoliti come siamo. Ac- sto momento con un urlo liberatorio. Scattiamo vallone del Mittelaletsch. L’autore corda velocemente e senza intoppi. cendiamo le candele per illuminare l’interno e ci una marea di foto al panorama circolare, vera- Qui ogni passo che Estremamente sicuro: anche con la corda prepariamo una cena frugale, ovviamente fredda mente straordinario e giustamente celebrato. facciamo è un passo che Davide Forni scrive di sé :«Da sempre tempo. Andare in montagna rappresen- inserita al contrario, permette di frenare la caduta del primo e calarlo a terra in si- dato che un fornello non ci sarebbe mai stato nei L’Aletschhorn è l’unica cima su cui mi sia capi- ci allontana dalla civiltà. appassionato di alpinismo e di tutto ta quindi una scoperta dell’ambiente curezza. Da utilizzare con corda singola nostri giganteschi zaini. Dopo cena andiamo su- tato di salire che non include alcun segno umano L’isolamento è totale, quanto riguardi la montagna, ha sem- che ci circonda, ma soprattutto di noi Ø 8.9÷10.5 mm. BREVETTATO. bito a dormire vestiti, come se fossimo fuori, con nel panorama. Dalla vetta, infatti, si vedono solo non c’è praticamente pre cercato di immortalare con la mac- stessi. Per ulteriori informazioni: 4 coperte a testa! cime e ghiacciai a perdita d’occhio, le uniche trac- traccia umana e, tolto in china fotografica le sue avventure sulle Dal 2013 decide di far conoscere le www.climbingtechnology.com Le poche ore trascorse nel bivacco passano in ce di verde sono lontane verso il Sempione o le un tratto erboso all’inizio Alpi. Nelle sue lunghe escursioni ricer- proprie avventure immortalate in tanti fretta e la sveglia puntata alle 2.30 arriva presto. Prealpi svizzere. del vallone, non c’è ca sempre il contatto con la natura e anni di vagabondaggio sulle Alpi, pre- Facciamo colazione velocemente e dopo i prepa- Già solo questo rende l’idea della severità e traccia di sentiero. Ogni con l’ambiente austero e selvaggio che valentemente quelle nordoccidentali, rativi di rito usciamo fuori. L’oscurità è totale. dell’isolamento di questa montagna. Ci attende tanto guardiamo indietro le montagne sanno offrire, privilegian- collaborando con l’Agenzia Fotografica Accendiamo le frontali e ci immergiamo sotto ora un lungo e faticoso ritorno, in cui le immagini per ricordarci da dove do un approccio alla vita più semplice e K3 di Alessandro Gogna e fornendo le una stellata fantastica nella gigantesca pietraia della vetta e le sensazioni di bellezza e isolamento siamo venuti e da dove più lento, scandito dai metri di dislivello proprie immagini raccolte in tanti anni che precede il ghiacciaio. Un passo dopo l’altro ci terranno compagnia. dovremo tornare… e dal panorama che varia più che dal di esperienze in montagna». # Galaxy # On-sight 20 / Montagne360 / Luglio 2014 suo rifugio dal tetto rosso. Continua grazie alla sua testa dura ad andare su Quel tetto rosso e giù, portando materiale in spalla (non avendo nemmeno un mulo) e con il legno si costruisce un primo ricovero in quota dove dormire durante i lavori. A 2440 metri di quota la giovane Gui- all’ombra del Catinaccio da si fabbrica con le proprie mani più di 3000 mattoni, e appena dopo tre anni si farà aiutare da un muratore. Il progetto è difficile, molti sono La storia del rifugio Alpe di Tires e del suo costruttore, dubbiosi. Max Aichner, che – mattone dopo mattone – realizzò con le Il lavoro occupa tutte le giornate del giovanotto, ma lui trova anche il tempo di pensare alle donne: proprie mani la struttura ai piedi dei Denti di Terrarossa incontra Laura, di Castelrotto, giovane e bella ra- gazza che un giorno sale sulla cima Catinaccio con di Michele Matejka un amico Venostano e, scendendo, vede un ometto che costruisce qualcosa, da solo: «è matto?», pen- sa. I due, uniti dalla passione per la montagna, nel lla fine dell’Ottocento il Catinaccio è la mecca dell’al- che solo lì c’è lavoro. Lui però non può abbandonare le sue 1962 si sposano e già l’anno successivo inaugurano pinismo, con i rifugi Vajolet, Roda di Vael e altri fa- montagne. Intorno riprende l’attività in quota e, nel 1952, la loro nuova “casetta”: il rifugio Alpe di Tires apre i A mosi in tutta Europa. Arriva però la Seconda guerra Francesco Kofler di Campitello costruisce il Rifugio Passo battenti, con il suo primo tetto rosso. Un’intuizione mondiale a fermare tutto: in Alto Adige non c’è lavoro, soldi Principe. Anche i fratelli Aichner iniziano a sognarne uno di Max, questo tetto, degna dei migliori esperti di ancora meno, e di turisti nemmeno l’ombra. Ai piedi delle loro e inoltre in questo periodo – 1952/53 – Max osserva da marketing odierni. montagne di Re Laurino in val d’Ega (Bolzano), nel piccolo vicino proprio la costruzione del Principe, cosa che lo ispirerà I primi anni non sono facili, il turismo di paese di Tires pare di essere a Eboli, dove finisce tutto – anche ulteriormente. montagna è ancora praticamente inesi- la strada finisce, e sono tutti pastori o boscaioli. Qui vive il gio- L’idea inizialmente è del fratello di Max, Franz, classe ’26. I due stente. A ciò si aggiungono le difficol- vane Max Aichner, classe ’32, sei figli a casa, il padre fa il porta- comprano 200 metri quadrati di terreno al Passo Alpe di Tires, tà pratiche: niente sentieri e tore nei rifugi, mestiere che all'epoca consisteva nell'andare su terreno considerato senza valore. Max sale a piedi da Tires per niente strade, la vita in e giù col mulo carico, dall’alba fino alla sera. Nell’esercito Max la Tschamintal, arriva su con i primi attrezzi e, a mano, comin- rifugio è dura. sarà paracadutista e impara a sciare. Dopo la guerra fa l’esame cia a preparare il terreno per la futura costruzione: il primo da Guida Alpina (importante per pren- colpo di piccone è del 1957. L’anno seguente il gestore del dere un giorno in gestione un rifugio) Molignon, tale Sepp Sepp, Guida Alpina, lascia il rifugio seguendo le orme del nonno Georg e e gli subentra proprio Franz, che da tempo aspetta- dei fratelli Franz e Oswald, ma non va questa occasione. Max – vista la eserciterà mai questo lavoro. scelta del fratello – rimane Con il suo mestiere di tappez- da solo e, da solo, ziere mantenersi è difficile costruirà il e non vuole emigrare in G e r m a n i a come tutti, d a t o Sarà Max ad aprire le prime vie per i turisti e, sia Itinerari per arrivare al Rifugio Alpe di E-mail: [email protected] per lui che per la giovane moglie Laura, una volta Itinerari Tires/Tierseralplhütte Sito internet: www.alpeditires.com in quota non sarà semplice scendere in caso di bi- Gestori: Judith e Stefan Perathoner periodo apertura: inizio Giugno / metà sogno. La strada non c’è ancora e solo nel 1965 Max Telefono.: 0471 72 79 58 Ottobre compra un piccolo 4x4. I militari intanto comple- tano la strada che dall’Alpe di Siusi porta al Rifugio Anello Siusi-Tires Zallinger, che verrà inizialmente usata per raggiun- Punto di partenza e arrivo: Siusi allo Sciliar gere il Tires. Non solo lavoro, ma anche figli: Lau- /Seis am Schlern(1004 m)-Compaccio/ ra mette al mondo la prima figlia nel ’62 e – come Kompatsch (1870 m) succederà anche con la secondogenita – la piccola Punto più alto: Forcella dei Denti di Terra- passa le prime due estati in valle senza vedere prati- rossa (2499 m) camente mai la mamma, che non può lasciare Max Dislivello: 650 m da solo al rifugio. Importante sarà il rifugio Dialer, Tempi di percorrenza: 2 ore e 30 / 3 del T.C.I., grazie al quale anche i nostri giovani ge- Appoggio: rif. Alpe di Tires (2440 m) stori avranno dei veri vicini di casa, sebbene a 400 Difficoltà: Medio + metri (di quota) di distanza. agli inizi c’erano solo Max, Laura, un cuoco e due Nella doppia pagina Cartografia: Tabacco, 05, Val Gardena-Alpe I primi turisti sono semplici e riconoscenti, facili da ragazze ad aiutare, aumentano ora anche le neces- precedente: il rifugio di Siusi Alpe di Tires e Cima di soddisfare. Comprano il latte fresco che un pastore sità. Rimane però sempre difficile trovare giovani Itinerario: partendo da Siusi allo Sciliar (par- Terrarossa (2656 m). di Castelrotto porta al rifugio quando Max riesce ad disposti a passare tutta l’estate lì su a lavorare. Foto Tappeiner/Alpe di cheggio funivia), si sale con la cabinovia fino ordinarlo – non esistono infatti ancora i cellulari e Il 1983 è un anno di grandi novità, tra cui la re- Tires a Compaccio, da dove parte l’escursione vera si sa, i pastori sono sempre in giro. Si cucina con alizzazione della nuova ferrata Laurenzi sul Mo- e propria. Imbocchiamo quindi il sentiero n. Difficoltà: Facile di Tires (2440 m) gli ingredienti facili da conservare: patate, speck lignon, per alpinisti esperti. Dovrà essere difficile Qui sopra: il fondatore 2 in direzione del rifugio/Albergo Panorama, Cartografia: Tabacco, 06, Val di Fassa e Difficoltà: Medio del rifugio Tires, Max e uova, oltre alla pasta. Laura, inoltre, fa le torte. perché sarà dedicata alla moglie Laura, e come fino a che non si incontrano i cartelli per il rif. Dolomiti Fassane Cartografia: Tabacco, 05, Val Gardena- Aichner. Il turismo non decolla ancora e Max decide di dice Max, “per una donna difficile ci vuole una fer- Foto di Helmuth Rier Alpe di Tires/Denti di Terrarossa (ancora n. Itinerario: da Campitello si sale con la funivia Alpe di Siusi dare qualche motivo in più agli escursionisti per rata difficile”. Il benessere in Europa cresce, i turi- 2) che ora seguiamo. Arriviamo sotto il ghia- al Col Rodela (2387 m), da dove si scende Varianti possibili: per Alpinisti, Ferrata dormire al rifugio: nasce l’idea della ferrata. Tra il sti che conoscono la montagna sono ogni anno di Sotto: il tetto rosso del ione che risaliamo per ripidi tornanti fino ad leggermente fino alla Forcella Rodela (2318 “Maximilian” 1967 e il 1969 attrezza la ferrata Maximilian, non più e anche il rifugio Alpe di Tires grazie alle sue rifugio Tires spicca da arrivare alla Forcella dei denti di Terrarossa, m) per il sentiero n. 529. Da qui si imbocca Itinerario: Dal parcheggio di Umes imboc- lontano ai piedi dei Denti troppo difficile, adatta a tutti e con uno stupendo ferrate diventa sempre più famoso: il lavoro final- da dove possiamo ammirare la Marmolada, il il famoso sentiero Friedrich-August (4/557) chiamo il sentiero n.3 che in breve ci porta di Terrarossa. panorama. La concorrenza a qualcuno non piace e mente ingrana. Foto Tappeiner/Alpe di Gruppo del Sella e altre “celebrità” Dolomiti- che porta il nome dell’ultimo Re di Sassonia alla Malga Hofer Alpl (1364 m) – attenzione così il gestore del Bolzano a volte fa “scherzi” con la Arriva alla fine il momento di ritirarsi e di godersi Tires che. Proseguiamo lungo lo stesso sentiero e e che seguiamo per circa 1 ora passando per poco dopo la partenza a non mancare il bi- segnaletica per non far passare i turisti dal Tires. di più il proprio tempo libero, dopo una vita fatta in circa 15 minuti giungiamo al rifugio Alpe di il rifugio Sandro Pertini a arrivando infine al vio (salendo, verso sinistra) per quest’ulti- Arrivano gli anni Settanta e finalmente la situazio- solo di lavoro e sacrifici. Così la gestione del rifugio Tires (2 ore e 30). Per il ritorno imbocchiamo rifugio Sasso Piatto (2300 m). Da qui pren- ma, il cartello è infatti sul lato destro della ne migliora: in Germania l’economia si riprende e passa alla secondogenita Judith, che ormai da più il sentiero n. 3/4, fino al primo bivio dove se- diamo ora il n. 4/594, e attraverso stupendi strada e poco visibile. Quindi proseguia- i turisti scoprono l’Alto-Adige, “invaso” ormai an- di vent’anni conduce l’Alpe di Tires con suo mari- guiamo le indicazioni per il Buco dell’orso (n. prati fioriti giungiamo al Passo Duron (2168 mo sempre per lo stesso sentiero fino al che dagli olandesi. Mancano ancora gli italiani: gli to Stefan. Per non “pestarsi i piedi” i primi gestori 3), dove un tratto di sentiero attrezzato con m). Quindi imbocchiamo un tratto più ripido prossimo bivio dove seguiamo per Malga unici che arrivano sono quelli del Touring. Cam- lasciano tutto lo spazio ai giovani eredi, anche se catena (leggermente esposto) ci permette e poi una faticosa carrozzabile che ci porta Seggiola/Sessel Schwaige (n. 1), fino a bierà nel 1975, con “l’emergenza” delle mucillagini Max in realtà lo trovate sempre lì. Intanto i figli di di scendere fino alla Valle di Ciamin. Percor- fino al rifugio Alpe di Tires di cui già da tem- giungere (2 ore e 30) a questa (1940 m). nell’Adriatico, quando gli Italiani del Nord, anzi- Judith e Stefan sono ventenni, e così la prossima riamo questa per boschi e prati meravigliosi, po vediamo la pala eolica (3 ore e 30). Per Si prosegue per circa due ore sempre per ché andare al mare, vanno in montagna e scopro- generazione è quasi pronta, tutto sempre sotto lo godendoci questa parte di escursione che la discesa ritorniamo per la stessa via fino il n.1 (anche Prügelweg) fino al rifugio Bol- no quanto sia bella. Gli ospiti aumentano e così, se sguardo vigile (e fiero) di Max. è la più selvaggia e meno frequentata, seb- al Passo Duron, da dove però questa volta zano (2450 m), con percorso sempre più bene facile e quasi pianeggiante. In circa prendiamo il sentiero verso Sud/Est n. 532 ripido ma mai difficile. Da qui c’è anche la 3 ore arriviamo ai Bagni di Lavina Bianca/ direzione Val Duron/Campitello. Passando possibilità di salire alla cima del Monte Pez Weisslahnbad, da dove con il bus navetta per Malga Docoldaura percorriamo il verde (2563 m), da dove si domina tutto l’alto- possiamo tornare comodamente al punto di vallone (non dimentichiamo di ammirare “I piano (30 minuti). Dal rif. Bolzano si pren- partenza a Siusi. Escursione lunga, tratto ri- frati”, particolari formazioni rocciose) sem- de poi il sentiero n. 1 e dopo breve si svolta pido verso la Forcella dei Denti di Terrarossa, pre seguendo il segnavia 532 e poi 532/578 verso Sud/Est, per il sentiero n. 4, che ci e in discesa verso il Buco dell’orso. Il resto è fino ad arrivare al rif. Micheluzzi (1860 m), da permette di attraversare un terreno domi- facile. dove si prosegue comodamente per Campi- nato da terriccio di colore rosso acceso. In tello (2 ore e 30). Escursione lunga, tecnica- circa 2 ore di cammino si giunge così al rif. Dalla Val di Fassa mente facile. Alpe di Tires (2440 m). Da questo è possi- Punto di partenza e arrivo: Campitello di bile scendere in circa due ore a Compaccio Fassa (1448 m) Sulla montagna di Bolzano per tornare quindi con l’ovovia+autobus Punto più alto: rif. Alpe di Tires (2440 m) Punto di partenza: Ums/Umes(930 m) fino a Umes, oppure pernottare qui co- Dislivello: 980 m Punto di arrivo: rif. Alpe di Tires (2440 m) modamente per proseguire l’escursione il Tempi di percorrenza: 3 ore e 30/2 ore e 30 Dislivello: 650 m giorno seguente. Escursione molto lunga, Appoggio: rif. Sasso Piatto (2300 m), rif. Tempi di percorrenza: 4 ore e 45 + 2 ore tecnicamente semplice, che permette di Tires (2440 m), rif. Micheluzzi (1860 m) Appoggio: rif. Bolzano (2450 m), rif. Alpe ammirare terreni molto diversi e variegati.

24 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 25 Travolto da una slavina proprio nell’anno del cinquantesimo dalla fondazione, il rifugio – all’interno Una nuova vita per il del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga – sarà ricostruito in settembre. Antonio De Carolis, che rifugio Monte Vetica lo ha costruito e successivamente gestito in tutti questi anni, ci racconta come tutto iniziò, in una zona ricca di Il rifugio e, sullo sfondo, di Paolo Boccabella la vetta del Camicia opportunità per gli amanti del trekking

rano gli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso quando Antonio De Ca- E rolis, all’epoca poco più che ventenne, frequentava, insieme ad un manipolo di amici temerari, l’Altipiano di Campo Imperatore e, nel- lo specifico, la località di Fonte Vetica. All’epoca le strade erano poche e possedere un’autovettu- ra era un lusso, quindi ci si armava di coraggio e buona volontà, si partiva di notte da Bisenti a piedi e – proseguendo per la località di Colleme- sole – si arrivava a Rigopiano (1200 m). A questo punto la salita diventava molto più dura e, dopo essersi lasciati il bosco alle spalle, si giungeva Fonte Torricelle (1780 m) da dove si scorgeva la Sella di Fonte Fredda (1994 m). Manca un ultimo strappo per arrivare al valico, a circa 2000 metri, forse il più duro, ma – una volta arrivati in quota – la vista mozzafiato dell’immenso altipiano ri- pagava di tutte le fatiche. La meta è ormai a vista d’occhio, quindi dopo aver percorso la ripida di- scesa, costeggiando il canalone, si giungeva dopo ore di cammino all’abetaia di Fonte Vetica, che oggi è meta di gite e campeggi.

Il racconto di Antonio «Nel 1962 mi colpì un articolo pubblicato da un quotidiano dove il Comune di Farindola annun- ciava la vendita dell’albergo in località Rigopia- no. Mi precipitai presso il Municipio per parte- cipare alla gara. Dopo circa due mesi tornai in Comune per chiedere delucidazioni riguardanti il bando di vendita, ma trovai una spiacevole sor- presa. L’albergo non si vendeva più perché ero stato l’unico pretendente. Poi però venni a sapere che lo stabile era stato acquistato dal Geometra Del Rosso attraverso una società di amministra- tori del Comune stesso. Da questa esperienza negativa non mi persi d’animo e feci richiesta al Comune di Castel del Monte (AQ) per avere in concessione un terreno in località Fonte Vetica per poter costruire una piccola baita. Nel febbra- io 1964 mi arrivò una raccomandata con la quale il Sindaco di Castel del Monte mi convocava per la firma del contratto e la presentazione di un

26 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 27 NEVAIO GRAVONE gente d’acqua cristallina. A questo punto si consiglia Itinerari Partenza: rifugio Fonte Vetica 1632 m di attrezzare una doppia fino al bacino di raccolta del Arrivo: Nevaio del Gravone 1850-2000 m Gravone. Si risale costeggiando uno scivolo d’acqua Cartografia 1:25000 Dislivello: 850 m proveniente dalla sorgente, per arrivare quindi su un edita dal Club alpino italiano Sezione Difficoltà: alpinistico ampio canale ghiaioso che conduce alla Forchetta di dell’Aquila Tempo di percorrenza: 4 ore Penne (2245 m). Da qui si intravede la Nord del Cami- Si parla tanto di ghiacciai che si sciolgono, ed esiste cia, spettacolare parete rocciosa considerata il Piccolo 1:25000 CARTA IGM sicuramente un problema ambientale a livello plane- Eiger d’Europa. Dalla Forchetta omonima si prosegue FOGLIO 140 CASTELLI tario. È anche vero, però, che il Gran Sasso conserva i per rocce marce e balze erbose fino a guadagnare il filo RIGOPIANO suoi segreti gioielli. Mentre il mondo mediatico si acca- di cresta che racchiude l’anfiteatro della Parete NORD. 1. Vetta del Camicia nisce, a volte anche oltre ogni misura, sul drammatico Da qui fino alla vetta del Tremoggia (2470 m) per faci- verso il mare argomento dello scioglimento dei grandi ghiacciai alpi- li roccette. La discesa si effettua per il sentiero 8B del Adriatico ni, vorrei porre l’attenzione su alcune piccole sentinelle Vallone di Vradda. del clima , senz’altro minori ma comunque significati- ve, che giacciono sobrie e riservate sulle nostre Mon- VETTA DI MONTE CAMICIA tagne al di sopra dell’abitato di Castelli e cioè tra la 2564 m per il sentiero 8A Vallone di Vradda Nord del Monte Prena e Monte Camicia. Si tratta di un Partenza: rifugio Fonte Vetica 1632 m nevaio perenne, considerato il più basso d’Europa, pre- Arrivo: Vetta di Monte Camicia 2564 m cisamente il “nevaio Gravone” che, oramai dal lontano Dislivello: 932 m 1976, viene misurato annualmente. Il Gravone va da Difficoltà: facile quota 1650 a 1850. La vedretta sopravvive sia in virtù Tempo di salita: 2 ore e 30 min della propria esposizione sia per la conformazione del Si parte dal rifugio Fonte Vetica per raggiungere, attra- terreno che lo contiene, costituito dagli stessi depositi verso una carrareccia e dopo circa 150 metri, la fon- morenici, sia – e soprattutto – dal cumulo delle neve tana omonima. Da questo punto inizia il sentiero 8A delle valanghe. La zona di accumulo si estende per cir- che attraversa la monumentale abetaia di Fonte Vetica ca 300 mq, ma risalta per la sua notevole resistenza fino ad arrivare sul lato sinistro orografico nell’ampio alle ingerenze climatiche sfavorevoli estive. Questo Vallone di Vradda. A questo punto il sentiero si inerpica grazie a due fattori fondamentali: al fondo ghiaioso che in maniera decisa fino a raggiungere una selletta dalla progetto della struttura da realizzare. Il progetto permette il rapido assorbimento delle acque piovane quale la vista sulla Pietra della Spia è impressionante, fu approvato dopo soli quindici giorni e nel mese e alla presenza quasi costante di una termica cumu- siamo sulla parte sommitale della NORD del Camicia. di aprile dello stesso anno iniziarono i lavori. Il 13 liforme che proietta ombra per gran parte delle calde Un ultimo sforzo in mezzo ad un sentiero ghiaioso e agosto 1964 fu il nostro primo giorno di attività. giornate estive. Il nevaio perenne del Gravone fu per- friabile conduce in vetta. Purtroppo quell’anno il periodo ferragostano fu corso per la prima volta nel 1957 da S. Baroni e D. Cutilli caratterizzato da violenti temporali e, nonostan- (fino alla Forchetta di Penne), mentre nel 1960 fino alla VETTA DI MONTE CAMICIA te i nostri sforzi, molti clienti furono costretti ad cresta del Tremoggia. Dal rifugio Fonte Vetica si segue 2564 m per il sentiero 8B andare via. Ciononostante, i due mesi successivi il sentiero del CAI 8B fino alla Sella di Fonte Fredda Partenza: rifugio Fonte Vetica 1632 m furono buoni dal punto di vista meteorologico e (1934 m). Si costeggia un’antica traccia pastorale un Arrivo: Vetta di Monte Camicia 2564 m mi permisero di guadagnare abbastanza da poter po’ esposta, fino ad arrivare su una selletta dalla quale Dislivello: 970 m saldare una parte delle spese sostenute per la re- si intravede il bacino ablatore del Nevaio omonimo. Si Difficoltà: facile la prima parte e poi impegnativo alizzazione del manufatto. scende per balze erbose fino a raggiungere una sor- Tempo di salita: 3 ore All’inizio era solo una piccola saletta con cucina, La partenza è sempre da Fonte Vetica da dove si im- poi è stato aggiunto un piccolo bar. Per dormire bocca un sentiero che costeggia l’acquedotto di Castel bisognava trasferirsi al vicino rifugio in pietra del del Monte costruito nel 1908. Superata la piccola co- Corpo Forestale dello Stato, adiacente l’abetaia. struzione per la raccolta delle acque sorgive, si arriva Dopo qualche tempo di attività venne casual- sulla Sella di Fonte Fredda (1994 m). La vista sulle mente a fare colazione il Ministro dell’Agricol- colline Teramane e il mare Adriatico ripaga della prima tura dell’epoca che, colpito dall’ospitalità e dalla salita. A questo punto il sentiero diventa abbastanza bellezza del luogo, si interessò personalmente ripido, fino a raggiungere il Monte Tremoggia dove la per l’asfaltatura della strada e la realizzazione del vista sul Dente del Lupo e l’abitato di Castelli, noto pa- collegamento telefonico. Nel 1968 il Comune di determinata e tenace com’è, è già al lavoro per il Dall’alto: 1964, la ese per le ceramiche, ne fanno un terrazzo fantastico. Castel del Monte mi concesse altri 5350 mq di ripristino della parte rovinata affinchè il 29 giu- costruzione del rifugio; Si continua su cresta e, di tanto in tanto, si costeggia- terreno per l’ampliamento del rifugio dove oggi vi gno 2014 si possano festeggiare i cinquant’anni la slavina caduta sul no “finestre” verso la parete Nord del Camicia: qui il tetto (dicembre 2013) sono 7 camere più una sala ristorante». di attività. Nel settembre 2014 l’avamposto verrà panorama è mozzafiato. In giornate ventose, date le Tra il 30 novembre ed il 4 dicembre 2013 il ri- ricostruito con una struttura interamente in le- forti raffiche di vento che dal mare Adriatico risalgono fugio è stato colpito e danneggiato da una im- gno già approvata dal Comune di Castel del Mon- attraverso la parete, bisogna fare molta attenzione a

ponente slavina staccatasi dal sovrastante Mon- te e dall’Ente Parco Nazionale Gran Sasso-Monti 1 sporgersi. Nell’ultima parte il sentiero si unisce all’8A te Tremoggia. Tuttavia la Famiglia De Carolis, della Laga. e, sempre per ghiaie, raggiunge la vetta.

28 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 29 La montagna del destino può aspettare Quarantacinque giorni alla base del Nanga Parbat, rinunciando alla fine per il meteo, che non ha concesso le finestre per tentare l’assalto alla vetta. Daniele Nardi racconta il tentativo dello scorso inverno e promette: ci riprovo nel 2015 di Barbara Goio - foto Daniele Nardi

Daniele Nardi in salita a come si fa a camminare, anzi salire, contro il congelamento in uno degli ambienti più tra i crepacci verso il C1, in completa solitudine e con dieci chili estremi della Terra. Eppure, quando ha raggiun- 5100 m, Nanga Parbat M di vestiti e materiale addosso, più uno to questo luogo sperduto nel mondo, ed è uscito zaino di altri 12 - 14 chili, affondare nella neve e re- all’aperto, nel cuore dell’inverno, ha provato una sistere a raffiche che abbassano la temperatura a felicità immensa: «Ero lì, di notte, da solo, davan- meno 50 gradi; e ancora procedere per 1500 metri ti a tutte queste montagne stupende, tutto bianco di dislivello su ghiaccio e roccia, e poi dormire, si fa attorno, e davvero mi sono sentito fortunato fino al per dire, in una tendina monotelo a sei, sette mila midollo». Purtroppo nel corso della sua permanen- metri di altezza, per poi riprendere e andare ancora za non si sono verificate le finestre meteo per poter più su? Su una montagna soprannominata “Killer tentare una salita alla cima. Daniele ha comunque Mountain - La montagna del destino”? verificato sulla sua pelle i rischi e le possibilità di ri- In estrema sintesi questa è l’impresa che Daniele uscita di un’impresa del genere. Nardi ha tentato lo scorso inverno sul Nanga Par- Adesso che sei tornato, e ripensi alla tua avven- bat, e che ha in programma per il 2015. «È durissi- tura, cosa cambieresti? ma, ma si può tentare» dice con un bellissimo sor- «Poco o nulla. La mia idea di salire in stile alpino riso, perché lui, uomo di pianura, ha dalla sua oltre resta immutata, ed è questa, in fondo, la mia vera, a determinazione e un particolare talento naturale, ed unica, sfida. Mentre con la tecnica himalayana un enorme entusiasmo per l’alpinismo. classica, si attrezza il percorso con diversi campi Ci sono volute diverse settimane per riprendersi, base arrivando fino al punto più vicino della vetta, una volta rientrato a Sezze, in provincia di Latina, nel caso dello stile alpino si deve contare solo sul- dove non ha mai rinunciato di vivere nonostante le proprie forze. Si deve partire dal basso e porta- sin da bambino fosse attratto dal ripido e dall’alto. re tutto sulle spalle, senza campi intermedi, senza «Un mese e mezzo sulle pendici di un Ottomila ti sherpa, senza ossigeno, senza corde fisse». asciugano dentro», racconta. E spiega, calmo: «Il Torneresti da solo? «La mia idea di salire freddo atroce, il cibo inadatto, la tensione conti- «La prima volta nel 2013 ero con la collega in stile alpino resta nua, sfibrano il fisico a poco a poco, lo consumano. Elisabeth Revol, un’alpinista straordinaria. L’anno immutata, ed è questa, Ho perso sei chili di massa magra, ma adesso li ho scorso sono andato da solo: ora vorrei organizzare in fondo, la mia vera, e recuperati». una spedizione con altre due persone, caratterizzate unica, sfida. Mentre con Ha ripreso gli allenamenti, molto impegnativi: da perseveranza, resistenza al dolore ed esperienza. la tecnica himalayana arrampicate, corsa, corsa in salita, atletica. Ma il E che soprattutto vogliano salire il Nanga in quelle classica, si attrezza il pensiero è ancora là, tra i seracchi del Nanga, a quel condizione, e non è facile trovarle». percorso con diversi campo base sul versante Diamir a 4400 metri dove Come è nata la tua passione per lo stile alpino? campi base arrivando ha vissuto per 45 lunghissimi e gelidi giorni. Di not- «Ancora nel 2002, ero in una spedizione sul Cho fino al punto più vicino te stava in una tenda, ma perfino per riscaldare l’ac- Oyu, e stavo aspettando gli sherpa. Una notte mi della vetta, nel caso qua per il tè bisognava prima sgelare la bombola di sono alzato e ho iniziato a salire e così sono arrivato dello stile alpino si gas. Poi, di giorno, acclimatamento e salite tutto at- fin quasi sulla cima, prima di rientrare per evitare deve contare solo sulle torno, anche qualche sciata, «ma solo fino ai 5000 un congelamento: ho capito che tutta l’attrezzatura, proprie forze». metri». Una disciplina severa, una lotta perenne invece che aiutarmi, mi ostacolava. Poi, ho iniziato

Luglio 2014 / Montagne360 / 31 a capire la bellezza e l’autenticità di questo com- e il Rupal ha uno sviluppo troppo lungo. Quan- veramente freddo. L’anno scorso ero rimasto due portamento, che è un elemento fondamentale to al discorso dei terroristi, è stato un problema giorni sullo sperone Mummery a meno 45 gradi, dell’etica dell’alpinismo. È stato Mummery, per perché il governo pakistano mi ha costretto ad prima di rinunciare». primo, a scegliere di salire senza mezzi artificiali, accettare delle guardie armate e la vita al campo Lo scorso inverno c’erano altre tre spedizioni né guide, né portatori: a quei tempi era un vero si è complicata abbastanza, comunque alla fine le sul Nanga, di cui una italiana guidata da Simo- rivoluzionario». cose si sono risolte». ne Moro. Che rapporti c’erano tra di voi? Mentre eri al Nanga hai avuto la sensazione Come ti eri organizzato per la salita? «Con i tedeschi che erano sul mio versante non quasi fisica di incontrarlo... «Sono arrivato in quota e lì mi sono acclimatato. ci siamo neanche visti perché sono partiti prima «È stata un’esperienza molto strana: ero lì di not- Poi ho aspettato almeno 4 o 5 giorni di condizio- che io arrivassi. Con i polacchi e Moro, che sa- te, e ho sentito perfettamente il rumore sordo e ni abbastanza stabili: un amico di Roma mi dava livano dal Rupal i rapporti erano ottimi, e ogni soffice dei ramponi che incidono la neve gelata, le previsioni meteo, ma purtroppo per tutta la tanto riuscivamo anche a metterci in contatto e quando si marcia con calma verso la vetta. Mi durata della permanenza il tempo è stato molto scambiarci informazioni, ma anche per loro non sono alzato e nonostante il freddo tremendo sono instabile. L’idea era quella di partire leggero e sa- ci sono state le condizioni adatte». uscito e, davvero, mi è sembrato quasi di vederlo. lire, per poi dormire in quota, fare una seconda Ci sono stati momenti di pericolo? D’altra parte è stato lui il primo al mondo a tenta- giornata e poi arrivare in vetta. Il tutto con un «È una situazione sempre critica, ma in un paio re di salire un Ottomila, ancora nel 1895, quando equipaggiamento ridotto al minimo, corde sottili, di occasioni me la sono vista brutta: ancora un’idea del genere non sfiorava neppure la mente tenda, fornelletto. Un progetto che, data la situa- all’inizio sono caduto in un crepaccio e sono ri- degli alpinisti. E ci è anche riuscito ad andare su: «La storia, adesso è conosciuta: dopo aver con- Sopra: febbraio 2014, zione, aveva delle possibilità di riuscita davvero uscito a fermarmi; e poi a febbraio mentre salivo lo sperone Mummery, proprio sulla parete Dia- quistato la vetta nel 1970 salendo dal versante Daniele Nardi in minime». ho sentito un rumore assordante e si è staccato mir del Nanga, è un luogo incredibile, pazzesco». Rupal, proprio mentre scendeva dal versan- acclimatazione verso E come è andata? una specie di palazzo di ghiaccio, un’enorme se- il Ganalo Peak, Nanga Hai letto la sua autobiografia? te Diamir una valanga ha travolto suo fratello Parbat, inverno 2014 «Il meteo non mi ha dato possibilità: il Nanga racco che è caduto alla mia sinistra». «A dir la verità, la prima volta che ho letto il suo Günther, un evento tragico su cui si è discusso inganna, non è Karakorum o Himalaya, è tut- Tornerai sul Nanga Parbat? libro l’ho fatto in maniera superficiale, poi l’ho a lungo. Solo trent’anni dopo è stato recuperato Sotto: Daniele Nardi to molto particolare, imprevedibile, ed è anche «Certo: è il mio unico pensiero adesso». ripreso in mano mi sono reso conto che era un te- il corpo, nel punto esatto segnato da Reinhold verso punta piccola sto fondamentale per la storia dell’alpinismo. Lui Messner. Poi nel 1978, è riuscito nella prima so- (5900 m) ha perfettamente ragione: a mano a mano che litaria in stile alpino a un Ottomila aprendo una aumentano i materiali e le tecniche per arram- nuova via». Il personaggio picare, così si alza la soglia delle difficoltà. Ci ho Come mai hai deciso di salire dallo stesso pensato: in questo momento la vera sfida è fare campo base dove ad agosto scorso i talibani Un ragazzo di pianura tenzione è rivolta alle sfide in invernale: nel installare la stazione meteorologica più alta un Ottomila in inverno in stile alpino. Ed questo avevano sparato a 11 alpinisti, uccidendoli nel che sfida i ghiacci eterni che mi sta appassionando sempre più». sonno? 2013 Nardi tenta di salire sul Nanga Parbat del mondo, è ambasciatore per i diritti umani Il Nanga è stato importante anche per un «È la via più veloce, e la rapidità è essenziale nel- Daniele è proprio “un ragazzo di pianura che con la collega francese Elisabeth Revol e ci del mondo per conto dell’associazione Youth grande alpinista come Reinhold Messner... lo stile alpino. Il versante Rakhiot è impossibile, sfida i ghiacci eterni”, dal sottotitolo dell’ulti- riprova da solo nel 2014, ma il meteo non dà for Human Rights ed è fondatore dell’asso- mo libro In vetta al mondo scritto con il gior- alcuna possibilità. Ha partecipato al progetto ciazione Mountainfreedom per la divulgazio- nalista Dario Ricci. Nato a Sezze 38 anni fa, in scientifico Share Everest 2011 del CNR per ne dell’etica della montagna. provincia di Latina, ha sempre avuto la pas- sione per la montagna. A 18 anni parte per le Alpi e il giorno successivo scala le Grand Jorasses in solitaria. Da allora non si è più fermato affrontando spedizioni sempre più impegnative: il Gasherbrum II ed il Cho Oyu, per poi arrivare in cima all’Everest nel 2004, al Shisha Pangma nel 2005 e all’Aconcagua nel 2006, con uno stile sempre più pulito e veloce. Da sempre aveva sognato di arrivare in vetta al K2: ce la fa nel 2007, ma purtrop- po il compagno Stefano Zavka scompare nel corso della discesa, un dolore che accompa- gnerà Daniele per sempre. Nel 2008 Nardi completa il concatenamento Nanga Parbat/ Broad Peak e da allora ha un’unica meta: scalare le montagne più alte del mondo in stile alpino. E così procede, aprendo nuove vie sull’Ama Dablam (Nepal) e sul Farol West. Una linea mista sul Bhagirathi III dedicata a Walter Bonatti vale il premio "Paolo Consi- glio" per stile, leggerezza e coraggio. Ora l’at-

32 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 33 movimento che lo contraddistingueva sempre, allora queste persone particolari, più di altre, non tecnicissimo. Ogni tanto si voltava, sorridendo, per questo immeritevoli, hanno dentro uno spiri- L’ultima fotografia di Marco quasi a volermi rendere partecipe della bellezza to attivo che li conduce sempre a mettere tutto di dei gesti. se stessi in ciò che fanno. Era il 1997, Marco aveva 25 anni, ed era già as- Ricordo di Marco Anghileri, l’alpinista lecchese morto sai noto per le sue salite solitarie, invernali, per Ha detto tutto quello che voleva il 16 marzo nel tentativo della prima solitaria invernale le sue scorribande in Grignetta, slegato, su e giù dire con quello che ha fatto nella da molte vie. Quando arrivammo sul prato della sua breve vita sulla via Jori Bardill al Pilone centrale del Frêney sul cima ci trovammo un bel po’ di neve, e la discesa in scarpe ginniche e pantaloni corti sul retro del Di costoro, alcuni diventano artisti, poeti o pit- Monte Bianco Sasso e nel canale di Val Cassina fu particolare, tori, altri navigatori, esploratori, o ispiratori dei di Eugenio Pesci per così dire, una sorta di bagno in piscina, in popoli, altri diventano alpinisti, e quella energia fondo più umido che pericoloso, per nostra for- che hanno dentro la devono per forza naturale tuna. Quando fummo di nuovo alla base, Marco cercare e riesprimere nelle rocce, nella neve, e nel – con gli occhi che gli brillavano come spesso ac- vuoto aereo e per molti inammissibile e inutile cadeva in certi momenti delle scalate o quando che invece, evidentemente, li chiama a gran voce. si entusiasmava – esclamò guardando per aria: Così era Marco Anghileri. E quando si arrampi- “Siamo in un paradiso”. cava con lui, si coglieva facilmente la presenza di Secondo numerose e antiche filosofie l’universo, questa energia, e se ne restava toccati, sia che si la Terra, sono animati da un’energia generale che fosse in una tranquilla falesia, sia che si fosse su spinge gli esseri di ogni tipo a muoversi, vivere, una più impegnativa parete. creare. Questa energia é nell’aria, nei mari, nei Allo stesso modo vi sono persone che riescono temporali, nei venti e nel brillare degli astri. naturalmente a trasformare almeno una parte di Spesso, ma in fondo non così spesso, pervade dal- questa loro propria privata e personale energia in la nascita anche le persone, uomini o donne. E elementi di sensazione e riescono, spesso, a essere

artimmo, le doppie corde in spalla, quan- delle Grigne. Entrambi l’avevamo già percorsa, Qui sopra: Marco do ancora la piccola piazzetta di Rongio, ma l’idea di scalarla nuovamente ci era piaciuta, nell’ultimo autoscatto sopra Mandello del Lario, era avvolta nel come proposito di inizio primavera. durante il bivacco P solitario alla base della suo minimo buio silenzioso. Restammo a lungo Quando aveva solo 25 anni, Chandelle sul Pilone. senza parlare, sul sentiero, risalendo nelle prime Foto Marco Anghileri luci la lunga Val Meria. Marco era già noto per le sue “Al massimo in due ore siamo all’attacco”, aveva salite solitarie A fianco: la parete sotto osservato Marco poco prima di parcheggiare l’au- i piedi con il saccone in sosta nella parte finale Infatti era metà aprile, una giornata splendida, to. Non ero molto allenato, contrariamente a lui, della Chandelle. che era reduce da salite memorabili sulle Alpi, e piena di sole. Finché il mio allenamento me lo Foto Marco Anghileri quella frase mi aveva già messo in leggero affan- permise ci inseguimmo veloci sui tiri, poi gli la- no mentale. sciai volentieri il comando della cordata. Arrivammo in due ore all’attacco di “Dieci pia- Ricordo che lo osservavo, sui tiri superiori, dove ni di morbidezza”, la via in roccia più bella la chiodatura é distante, salire con una fluidità di

34 / Montagne360 / Luglio 2014 luminose nell’agire e nel comunicare. Tante volte, nelle tante giornate passate ad arrampicare insie- me, mi é accaduto di percepire Marco come una persona luminosa, dotata inoltre di una grande capacità di vedere il mondo in positivo, non in maniera sventata o ingenua, ma, al contrario, usando la forza d’animo e il buon senso razionale come mezzo per superare gli eventi negativi, dai più piccoli e insignificanti a quelli più gravi. “Sono nel posto più bello del mondo” ha scritto Marco in uno degli ultimi sms inviati

Non é stato fortunato, Marco, in questo senso, dapprima per la perdita tragica del fratello Gior- gio, arrampicatore fortissimo, poi per una serie di incidenti non legati alla montagna, che gli resero difficile l’attività alpinistica e soprattutto l’arrampicata, ma che lui riuscì a superare com- pletamente con una tenacia proverbiale. Come ricorda un amico di Marco, ci sono mille pensieri e mille parole diverse che ognuno che lo Anche nella sua ultima grandiosa salita tutto Qui sopra: lo spit più ha conosciuto vorrebbe dire, ma in fondo Mar- era stato preparato in modo rigoroso e accurato. alto d’Europa sulle co ha forse detto tutto quello che voleva dire con Benché ne avesse parlato con pochi amici, si era placche del penultimo tiro della Jori-Bardill. quello che ha fatto nella sua breve ma intensa capito da tempo, dall’impegno che metteva nel- Foto Marco Anghileri vita, terminata alle soglie dei quarant’anni. la preparazione fisica, che aveva in progetto una Impressionava il suo livello di allenamento, se salita estrema, forse quella a cui teneva di più e a A fianco: l’ultima così vogliamo chiamarlo, ma era qualcosa di cui pensava da più tempo. fotografia fatta da diverso, quando faceva attività pressoché conti- C’é qualcosa di simbolico e trasfigurante nella Marco fuori dal tettino conclusivo, prima nuativa, riuscendo anche a inserire il suo lavoro sua salita e scomparsa sul Pilone Centrale di Fre- dell’incidente. e tutto il resto, e non di rado sappiamo bene che ney, al Monte Bianco. Foto Marco Anghileri il suo programma non era quotidiano nel senso Per luogo, altitudine, complessità dell’avvicina- comune, ma andava secondo una logica perso- mento, condizioni stagionali del terreno e furia nale, anche metabolica, che prevedeva quasi di degli elementi nessuna salita sulle Alpi può reg- norma, la usuale e rapida salita notturna nella gere il paragone. E sarebbe facile, e forse dovero- neve al Grignone, una bella via di dieci o dodici so, esplicitare i caratteri e le suggestioni psicolo- Non abbiamo più parole tiri sulla Medale, sette o otto divertenti monotiri giche, storiche e appunto simbolico-culturali che Solo conoscendolo di 7a o 7b in qualche falesia sottostante, per con- la morte in questo tipo di impresa assume. Ma io si comprende come di Roberto Mantovani cludere la serata, nel primo buio, con una rapida non lo voglio fare. Marco avesse potuto ascesa e discesa da qualche via ferrata a portata “Sono nel posto più bello del mondo” ha scritto salire Olimpo in prima Non abbiamo più parole. E la colpa solo cercare consolazione nella cura del di chi è scomparso. Di fronte alla sem- di mano. Marco in uno degli ultimi sms inviati dalla base solitaria invernale in non va imputata allo sbigottimento di tempo. Rispetto a qualche decennio fa, plice verità che in montagna si può an- D’altra parte, solo così si comprende come Marco aerea e irreale della Chandelle. Io penso che las- Marmolada, facendo del fronte alla morte in montagna. I moti- persino l’elaborazione del lutto segue or- che morire, la negazione appare puerile, avesse potuto salire Olimpo in prima solitaria in- sù in quei momenti, quasi in cima all’Europa, in 6b+ verglassato con i vi vanno cercati altrove. Al di là di ogni mai altre strade, e se si cerca conforto di assomiglia a uno scongiuro, nasconde vernale in Marmolada, facendo del 6b+ verglas- quella luce, che gli era tanto propria, Marco fosse ramponi ai piedi; o come personale fede religiosa e di ogni ragio- fronte a una tragedia, non lo si trova più un impulso scaramantico. sato con i ramponi ai piedi; o come avesse potuto felice. E credo lo pensino in molti, fra i tanti e che avesse potuto uscire namento escatologico sul destino finale, nella ritualità a cui ci avevano abituato. Ma la verità non si può cancellare. E il uscire dalla solitaria invernale alla Solleder al lo hanno stimato per come era. dalla solitaria invernale il linguaggio del lutto che conosciamo Tutti, chi più chi meno, siamo disarmati dolore non si può reprimere. Va accet- Civetta, alla via dei Bellunesi alle Pale di San Lu- Mancavano pochi metri, forse facili, sull’ultima alla Solleder al Civetta, e che continuiamo a praticare per abi- di fronte alla morte. Che oggi in mon- tato, fino a quando riesce a trasformarsi cano, di come avesse potuto concatenare in gior- lunghezza difficile. C’è un ultima fotografia, dopo alla via dei Bellunesi tudine ormai non è più adeguato. La tagna può capitare esattamente come in un dolce ricordo. Nei confronti della nata, con trasferimenti senza veicoli a motori, la quella quasi mediatica, che ritrae lo spit più alto alle Pale di San Lucano, concezione romantica dei caduti per la capitava un tempo. In barba a tutte le dimensione sociale della morte, oggi Vinatzer in Marmolada, la Solleder in Civetta e lo d’Europa. Cosa sia accaduto non é dato e non di come avesse potuto montagna è una cosa che appartiene al tecniche di assicurazione e autoassicu- tutte le nostre armi di difesa sono ormai Spigolo dell’Agner. Per non parlare della prima sarà dato a sapere. concatenare in giornata, passato, e alla prova dei fatti le forme razione, che possono mitigare il rischio, spuntate. salita solitaria su Rebus in Medale (6c/A3cliff) Così, il suo sogno grandioso si é interrotto, ma con trasferimenti senza tradizionali di cordoglio hanno ormai ma non eliminarlo del tutto. Il vuoto di La rete di relazioni affettive può essere compiuta in poche ore e in gran parte slegato. E l’energia di Marco, la sua luce interiore, il suo en- veicoli a motori, la definitivamente superato i limiti del- una scomparsa, oggi, non lo si colma più un sostegno, ma è solo dentro se stessi tanto altro, ampiamente noto alle cronache e agli tusiasmo non sono svaniti là sulle ultime rocce Vinatzer in Marmolada, le loro possibilità. Così, di fronte a una con formule consolatorie, e forse nem- che si deve e si può trovare un corag- annali. del Freney, ma continuano e continueranno a vi- la Solleder in Civetta e lo catastrofe, l’ambiente alpinistico della meno cercando di riscattare dolore me- gio difficile ma necessario per accettare Ma tutto questo non é l’essenziale. vere nell’animo di chi lo ha conosciuto. Spigolo dell'Agner. contemporaneità si ritrova muto, e può diante qualche impegno nobile a ricordo quanto è accaduto.

36 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 37 partner condividono: l’assenza di opere impattanti, in accordo con i partners austriaci, requisiti mo- una natura incontaminata, la presenza attiva delle dellati sulle caratteristiche del territorio e che ogni sezioni CAI, la volontà di promuovere un approccio struttura dovrà rispettare per essere certificata consapevole e attento verso l’ambiente. La necessi- Bergsteigerdoerfer. tà di bloccare lo sfruttamento incontrastato della Una forte collaborazione e uno scambio continuo montagna, reinventandola attraverso chi la visita. di esperienze, affinché le Alpi e la montagna diven- I primi a intuire la forte vocazione di villaggi dei gano un luogo di apertura, un’unica grande valle. tre Comuni del Bellunese sono stati i soci CAI, tra “Vivi un villaggio dell’alpinismo”, non è solo un questi la coordinatrice del Progetto, Cristina Gavaz, invito rivolto a chi vuole conoscere le Dolomiti in che ha messo a disposizione la sua preparazione in una veste nuova, ma anche un piano di incontri e progetti transfrontalieri e l’amore per la sua terra seminari previsti dal Progetto Interreg, rivolti ai d’origine. “Definire il progetto italiano dei Bergstei- soci CAI di tutt’Italia e ai soci austriaci dell’OEAV. gerdoerfer” ha illustrato Gavaz, “ha richiesto anni Una prova a livello organizzativo e di accoglienza, di studi, di ricerche e di confronti con personalità di ma soprattutto un sistema per diffondere tramite spicco nel mondo del turismo alpinistico, condotta gli ospiti, investiti del ruolo di moltiplicatori, lo spi- lavorando con la sezione CAI Val di Zoldo. In con- rito Bergsteigerdoerfer. I villaggi sono nati clusione, ci siamo convinti che c’erano tutte le pre- dall’idea che il CAI possa messe da parte degli operatori locali per gettarne I villaggi degli alpinisti avere una funzione le prime basi. Il CAI Veneto e le Amministrazioni rappresentano un modo di vivere nel turismo alpino. l’hanno poi accolto e promosso, dando il via alla sua la montagna, di ridurla all’essenza di Silvia De Fanti Uno stimolo nato attuazione”. Condotto con l’Oesterreichischer Al- dall’insoddisfazione e il penverein (sezioni Austria e Sillian), CAI Veneto e Durante un soggiorno di circa tre giorni, sono state dispiacere di vedere che sezione Val di Zoldo, il progetto non punta soltanto proposte attività outdoor in linea con la stagione in le Alpi erano diventate a investire in una nuova chiave di lettura del territo- corso, come escursioni, sci alpinismo e ciaspolate, terreno di battaglia rio, valorizzandone le potenzialità già riscontrabili ma anche buona cucina e uscite culturali su storia per lo sviluppo dello in un patrimonio come quello delle Dolomiti, ma e tradizioni locali. Ridurre le distanze tra i diversi sci su pista. Si è voluto anche nello sviluppo di una vera e propria rete di popoli della montagna, seguendo i principi della quindi individuare luoghi villaggi che abbracci l’intero sistema delle Alpi. Si Convenzione delle Alpi. È proprio questa la fun- autentici, attraenti per andrebbe in questo modo a creare una forte siner- zione cardine del progetto: “Gli ospiti dei villaggi”, gli escursionisti, luoghi gia tra i diversi club alpini, così da poter garantire ha spiegato Roland Kals, cofondatore dei villaggi dove la risalita viene all’utenza la possibilità di vivere la montagna nel- degli alpinisti e – nell’ambito del progetto – coor- fatta a piedi e senza la sua totalità, anche grazie a una serie di servizi dinatore dei partners austriaci, in occasione del impianti, e dove in cima esclusivi forniti dalle strutture ricettive, adattati alle secondo seminario in Italia “dovrebbero pensare Anche in Italia i primi si possa respirare libertà. abitudini degli alpinisti. Possibilità di fare colazio- che gli abitanti hanno l’alpinismo nel sangue. Do- Visitare il territorio ne alle cinque del mattino per partire presto verso vrebbe formarsi e perdurare una collaborazione senza consumarlo, la vetta, flessibilità negli orari e piatto unico per la molto stretta tra Club alpini, Amministrazioni e, “villaggi degli alpinisti” creando il minor impatto ristorazione, competenza mantenuta in costante appunto, gli abitanti. Inoltre, uno degli obbiettivi è possibile in linea con la aggiornamento grazie a dei corsi di formazione da anche quello di creare una rete di Villaggi sempre Convenzione delle Alpi, è parte degli operatori turistici: sono alcuni dei “cri- più ampia: oltre al Bellunese, anche in Baviera si Un intero territorio si trasforma in una sorta di grande questo il fine principale. teri obiettivo” per l’ospitalità stabiliti nel Progetto sta destando questo interesse. Un ideale che vuole rifugio alpino, adattando economia, orari e lavoro per essere complementare al turismo di massa, ha ag- giunto Kals: “I villaggi sono nati dall’idea che il CAI venire incontro alle esigenze degli alpinisti. possa avere una funzione nel turismo alpino. Uno stimolo nato dall’insoddisfazione e il dispiacere di Nel pieno rispetto della montagna vedere che le Alpi erano diventate terreno di bat- taglia per lo sviluppo dello sci su pista. Si è voluto di Silvia De Fanti - foto Roberto De Rocco quindi individuare luoghi autentici, attraenti per gli escursionisti, luoghi dove la risalita viene fatta a n luogo dell’anima, dove incontrare la montagna. Una realtà presente in Austria da circa In questa pagina: Val piedi e senza impianti, e dove in cima si possa respi- montagna nella sua essenza. Cosa si 10 anni, ma che dal 2013, con il Progetto transfron- di Zoldo, alla base del rare libertà. Visitare il territorio senza consumarlo, intende per “villaggio degli alpinisti”? taliero Interreg IV Italia-Austria “Villaggi degli Sasso di Bosconero, creando il minor impatto possibile in linea con la U settembre 2013 L’unione di tante persone, chi abita le valli e chi alpinisti senza frontiere” (Bergsteigerdoerfer), ha Convenzione delle Alpi, è questo il fine principale”. le visita, pronte a intessere col territorio un lega- iniziato a concretizzarsi anche in Italia. I pionieri A fronte: Val di Zoldo. Preservando quest’ottica, una delegazione del CAI me profondo, facendo della montagna uno stile di di questo progetto, sono i Comuni di Forno di Zol- Il borgo di Colcervèr, composta da 30 persone ha preso parte dal 3 al 6 vita. Proprio come in alta quota: uno degli obbiet- do, Cibiana di Cadore e Zoppé di Cadore, nel cuo- febbraio 2014 aprile 2014 a un seminario proposto dai Villaggio tivi è proporre la stessa qualità e competenza che re delle Dolomiti Unesco in Provincia di Belluno. di Kartitsch e Obertilliach. può offrire un rifugio, anche nei piccoli paesi di L’idea nasce dalle affinità territoriali che i Comuni Tra le impressioni, quella di una compenetrazione

38 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 39 valida e operativa tra le parti in gioco: “Mi ha col- emergere le specificità legate all’ecoturismo si ren- Foto di gruppo sulla pito la facilità con la quale l’amministrazione pub- derebbe possibile la riattivazione del settore prima- cima del Goldenzipp blica si confronta e collabora con il Club alpino rio e di conseguenza, dei prodotti agricoli della filie- 2313 a nord di Obertilliach (Austria) riconoscendo in questo il miglior vettore turistico ra locale”. Una reazione a catena che consentirebbe per i loro paesi” ha affermato Roberto De Rocco quindi un riavvicinarsi alla terra: “Per esempio, (CAI sezione Zoldo), uno dei principali curatori del attraverso il recupero dei pascoli (da ripristinare progetto, presente al seminario, “parlando poi con per l’allevamento) si potrebbe riattivare la filiera del operatori locali, mi è stato riferito che le strutture legno”. E via dicendo, una serie di interventi che si ricettive partecipanti all’iniziativa dei Bergsteiger- prenderebbero cura del territorio preservandone le doerfer, per come si sono organizzate e strutturate qualità. Possibilità di fare al loro interno, sono probabilmente quelle più vita- L’intervento più importante rimarrà comunque colazione alle cinque li, aperte all’innovazione ed a mercati di eccellenza”. mantenere continuità anche una volta concluso il del mattino per In fase di definizione, un sito web sui villaggi, pun- progetto a marzo 2015: “Fondamentale” ha di- partire presto verso la to di incontro tra l’alpinismo lento, vissuto sulla chiarato De Rocco, “sarebbe una diffusione più vetta, flessibilità negli pelle, e la modernità, con il valore aggiunto della generale di una cultura dell’accoglienza, e riap- orari e piatto unico condivisione e della diffusione virale del progetto: propriarsi di un orgoglio personale legato a que- per la ristorazione, “l’alpinista escursionista deve saper frequentare sta terra. Abbiamo un bacino fortemente interes- competenza la montagna, affrontarla in sicurezza responsabil- sato da aree protette, esempi virtuosi di parchi mantenuta in costante mente sempre”, ha puntualizzato Bruno Zannan- nazionali (es. Malga Pramper nel Parco Nazio- aggiornamento grazie a tonio, referente del CAI Veneto nel progetto, “i nale delle Dolomiti Bellunesi), il riconoscimento dei corsi di formazione Villaggi appoggiano l’alpinismo nel senso tradi- Unesco. Queste aree devono divenire un esempio da parte degli operatori zionale nel termine, ossia l’andar per sentieri, ma affinché torni la consapevolezza della loro uni- turistici. Sono alcuni nello stesso momento si relazionano al nostro tem- cità. Il progetto è anche sociale perché viene dal dei “criteri obiettivo” po, anche con l’aiuto di tecnologie e mezzi nuovi di territorio e non è non semplicemente un’occasio- per l'ospitalità stabiliti comunicazione”. ne per accrescere il turismo. In Austria, grazie a nel Progetto in accordo Un Progetto volto a stimolare e incentivare l’eco- una buona gestione dei contribuiti e al sostegno con i partner austriaci, turismo: davvero soltanto questo? “I villaggi degli degli Enti, la vendita dei prodotti locali, la filiera requisiti modellati alpinisti rappresentano un modo di vivere la mon- del legno e il turismo promosso dal Club alpino, sulle caratteristiche tagna, di ridurla all’essenza”, ha spiegato De Rocco, sono tre settori che procedono in sinergia. Que- del territorio e “uno spirito che vuole intensificare il rapporto che sto genere di turismo potrebbe completare anche che ogni struttura c’è tra il pubblico della montagna e il Club alpino, nel nostro caso il sostentamento economico cor- dovrà rispettare per veicolato da un turismo di nicchia a sostegno di relato agli altri settori, permettendo lo sviluppo essere certificata realtà periferiche fuori dai grandi circuiti. Facendo dei servizi”. Bergsteigerdoerfer.

40 / Montagne360 / Luglio 2014 La fusione (dei Comuni) fa la forza. Anche in montagna

Cancellate le Comunità Montane, si fa spazio la proposta della fusione dei piccoli comuni montani. Obiettivo: sinergia e programmazione unica, per dare al territorio montano una possibilità di sviluppo

di Simone Borchi

Il presidio del territorio a parola “escursione” viene dal latino, si- eremi. La manutenzione dei percorsi era garan- nelle Terre alte è gnifica “correre fuori” ed è entrata nella tita dal loro uso e gli eventuali lavori rientravano fondamentale per lingua italiana con l’attuale significato fra quelli consuetudinari agricolo-forestali. Que- contrastare gli effetti L della crisi (nella foto solo nel 1825, in pieno Romanticismo, quando il sta situazione è arrivata fino agli anni Trenta- abitazioni in Valsesia. correre fuori non era soltanto l’uscire dalla città Cinquanta del Novecento, per poi mutare con Foto concorso verso boschi e montagne, ma anche la metafora l’industrializzazione, l’emigrazione dalle cam- fotografico CAI) filosofica e letteraria dell’uscire dalla vita di tutti i pagne, l’abbandono di molti campi e pascoli e di giorni, dell’essere altro, dell’andare fuori di sé per gran parte del reticolo viario minore. Ma ancora conoscersi meglio: l’escursionismo nasce come oggi il collegamento fra escursionismo e attività bisogno dell’anima prima ancora che del corpo. agricolo-forestali è evidente, sia per il riuso dei Esemplari in tal senso quel personaggio anticon- percorsi, sia per l’intreccio fra questo tipo di tu- Senza agricoltori e formista che fu Henry David Thoreau e la sua rismo e un mondo rurale e montano che accoglie forestali verrebbe conferenza “Camminare” del 1851 al Concord Ly- il visitatore regalando altre cadenze temporali e meno il presidio che, ceum (New England); dopo aver dichiarato che una mediazione fra uomo e natura. soprattutto nelle aree “non riesco a rimanere nella mia stanza neppure montane, permette di un giorno senza ricoprirmi di ruggine”, afferma Nell’Appennino Centrale gli itinerari mantenere residenza che “mi allarmo quando, addentratomi per un sono costruiti sulle carrarecce diffusa, un buon miglio in un bosco, mi accorgo di camminare tracciate da contadini e boscaioli assetto idrogeologico, con il corpo senza essere presente con lo spirito” un livello minimo di e “vorremmo avanzare lungo quella strada... che Andando oltre l’escursionismo, in Italia, quando servizi commerciali sia il simbolo perfetto del cammino che amiamo parliamo di sviluppo turistico diamo per sottin- e alla persona. intraprendere nel mondo interiore e ideale”. tesa l’esistenza di un substrato culturale, monu- Questa residenza è La fondazione del Club alpino italiano corrispon- mentale, ambientale o paesaggistico su cui fon- indispensabile per de a un’epoca in cui la fase letteraria dell’escur- dare aspettative e investimenti. I nostri territori fornire alle strutture sionismo è stata assimilata, razionalizzata, resa agricolo-forestali sono spesso considerati come turistiche conoscenze, pragmatica dall’organizzazione di percorsi che uno spazio statico da cui vengono estrapolate le lavoratori stagionali, propongono un modo di muoversi vicino alla na- sole caratteristiche di interesse per un medio- prodotti tipici, servizi, ma tura e alle persone. turista potenziale: la balneazione, le escursioni, soprattutto un territorio Soprattutto nell’Appennino centrale, dove la i vini, le nicchie agro-alimentari. In realtà tutto il già organizzato, dove mezzadria aveva diffuso l’appoderamento fino a sistema rurale e montano, con le antropizzazioni il progetto di sviluppo quote di 8-900 metri, gli itinerari sono costruiti che lo caratterizzano e rendono originale e attra- turistico può inserire sulle ennesime vie pedonali e carrarecce tracciate ente, è l’apparenza di attività produttive comples- un valore aggiunto: in da contadini e boscaioli. Il nesso funzionale, oltre se in continua interazione con l’ambiente. Chi tal senso l’agriturismo che culturale, fra escursionismo e attività agrico- decide lo sviluppo turistico dev’essere consape- rappresenta una sintesi lo-forestali è evidente e i nuovi itinerari uniscono vole che i progetti non possono essere calati sulla ideale dell’interazione punti sulla carta selezionandoli nel tessuto di ca- fotografia di un territorio, ma hanno bisogno di fra questi due mondi sali, vigne, oliveti, pascoli, meriggi, stalle, fonti, una forte relazione con i suoi gestori: senza agri- economici. boschi, carbonaie, ma anche tabernacoli, ospizi, coltori e forestali verrebbe meno il presidio che,

Luglio 2014 / Montagne360 / 43 soprattutto nelle aree montane, permette di man- (AR). La PLV annua del legno grezzo a ciglio- In questa pagina: agricolo-forestali, sia nella loro accezione privata continua conflittualità fra i ruoli di sindaco e as- tenere residenza diffusa, un buon assetto idroge- strada rotabile è di oltre 5,3 milioni di euro e ga- panorama di Chitignano, sia pensando a un grande progetto di ordinaria sessore dell’Unione. ologico, un livello minimo di servizi commerciali rantisce 180 posti di lavoro con zero investimen- Casentino, Arezzo. e costante manutenzione che persegua l’obiettivo Foto LigaDue (Wikimedia Il Comune unico potrebbe e alla persona. Questa residenza è indispensabile ti pubblici, facendo affidamento solo su attività Commons) di associare la prevenzione dei dissesti al conso- per fornire alle strutture turistiche conoscenze, d’impresa e mercato. Considerato anche il tra- lidamento della presenza sul territorio dei lavo- essere la base per ricostruire la lavoratori stagionali, prodotti tipici, servizi, ma sporto del legno fino al primo utilizzatore la PLV A fronte: panorama ratori agricolo-forestali e delle relative abilità e solidarietà fra paesi, frazioni, genti soprattutto un territorio già organizzato, dove il supera i 10 milioni di euro e garantisce 230 posti di Castel Focognano, specializzazioni. Per concretizzare questa idea progetto di sviluppo turistico può inserire un va- di lavoro, cui si aggiungono quelli delle ulteriori Casentino, Arezzo. è indispensabile ripristinare il governo unitario La soluzione ottimale è scritta nel testo unico del Foto LigaDue (Wikimedia lore aggiunto: in tal senso l’agriturismo rappre- lavorazioni della filiera. La potenzialità di prelie- Commons) della montagna che, con i loro limiti, le Comu- 2000 sugli enti locali, trasformare le Comunità senta una sintesi ideale dell’interazione fra questi vo sostenibile di legno è oltre il doppio di quella nità Montane avevano assicurato per quasi qua- in Comune unico di montagna tramite fusione due mondi economici. Particolare importanza realizzata e gli occupati potrebbero arrivare, con rant’anni, privilegiando l’attenzione al settore di tutti i Comuni: l’economia non verrebbe tan- assume la conservazione degli insediamenti in minimi investimenti, fino a 500, superando il 2% agricolo-forestale grazie alle deleghe attuate dal- to dall’accorpamento di consigli e giunte, quanto quota, contrastando il fenomeno tuttora in atto della popolazione attiva. Le attività agricole e in la Regione fin dal 1976. dal plusvalore di una programmazione e gestio- della migrazione verso i fondovalle, più dotati di particolare quelle di utilizzazione forestale pos- La soppressione a fine 2011 delle Comunità, ne proiettata su una vasta area omogenea e in- strutture e servizi; la presenza di allevatori e fo- sono dare, con poca spesa e in tempi rapidi, un unioni di Comuni obbligatorie, ha in apparenza tegrata, tesa a valorizzare sinergie professionali, restali consente non solo di mantenere abitati i contributo alla crescita dell’occupazione, anche assecondato il bisogno di semplificazione, men- caratteri produttivi e culture ed emergenze locali. piccoli nuclei, ma anche la permanenza di servizi tramite riqualificazione di lavoratori disoccupa- tre in realtà ha sostituito un ente ormai assestato Un modello istituzionale oggi più che mai attua- di base, costituendo un presidio che può dilatare ti. Il numero dei nuovi posti può sembrare poco Il testo è tratto dalla con un nuovo ente, l’Unione di Comuni Montani, le, da estendere al resto della regione e del Paese la capacità di accoglienza utilizzando le strutture rilevante, ma in un’area montana, dove spesso la Conferenza tenuta per non ben definito, a carattere volontario, privo di per sostituire in modo efficace le Province con esistenti. deindustrializzazione è più accelerata, anche po- conto della Sezione qualsiasi esperienza, attento soprattutto a logiche un coordinamento di pochi grandi Comuni. Una che decine di nuovi occupati possono costituire CAI di Arezzo il 16 campanilistiche, poco interessato alle deleghe re- proposta per niente isolata, se nell’Ottobre 2013 novembre 2013 presso I progetti turistici hanno bisogno una risposta importante, la salvezza di qualche gionali agricolo-forestali. La Comunità era infatti l’Istituto regionale per la programmazione eco- il centro Arezzo Fiere e di una forte relazione con chi vive borgo alto-montano, il mantenimento di picco- Congressi in occasione un ente autonomo, pur essendo espressione dei nomica in Toscana ha ipotizzato l’accorpamento e lavora sul territorio le attività commerciali e di altri servizi essenziali di AGRIeTOUR consigli comunali, e si confrontava con la Con- dei 287 Comuni toscani in soli 34. anche per il turismo. salone nazionale ferenza dei sindaci, operando poi in piena auto- Il Comune unico potrebbe essere la base per ri- Un dato interessante è il valore occupazionale Per quanto riguarda in particolare la montagna dell’agriturismo nomia. Anche il nuovo ente è autonomo, ma la costruire, oltre all’unità, anche quella solidarietà e dell’agricoltura delle attività forestali, approfondito da chi scrive toscana, è necessario far proprio un concet- giunta è composta dai sindaci che, in tale sede, fra paesi, frazioni, genti che ha sempre contrad- multifunzionale. L’autore con uno studio sui 13 Comuni che costituivano, to di governo che ponga al centro dell’interes- è dottore forestale e amministrano sia la struttura dell’Unione sia le distinto la montagna italiana e che ne rimane an- fino al 2011, la Comunità Montana del Casentino se il mantenimento e lo sviluppo delle attività dirigente pubblico funzioni comunali associate, producendo una cora oggi il valore preminente.

44 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 45 A passo d’uomo tra pecore e pastori La redazione di Montagne360 al seguito della transumanza nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un’esperienza che riappacifica con i tempi della natura e offre spunti per il rilancio dell’economia delle Terre alte di Lorenzo Arduini a riscoperta in chiave moderna dei me- Polverina, località nel comune di Pescocostanzo. stieri tradizionali delle montagne, intesi Nel frattempo ha iniziato a piovere forte e, duran- L come alternativa lavorativa per i giovani te il pranzo, scambio due parole con Valeria, suo che subiscono le conseguenze della crisi, per valo- marito e i bambini. I due genitori non fanno lavori rizzare e promuovere i territori montani e per com- tipicamente montani, ma hanno una grande pas- battere lo spopolamento delle Terre alte. Non solo sione per le Terre alte e portano i figli a camminare sulle Alpi, ma anche sull’Appennino. quasi ogni fine settimana. Francesco e Samuele, gli È questa la conclusione a cui sono arrivato dopo unici due bambini del gruppo, sono stati bravissi- aver partecipato ai primi maggio a un trekking mi, hanno camminato nel pantano in salita per cir- un po’... particolare, organizzato dalla Provincia ca tre ore. I loro scarponcini da trekking sono due di Ascoli Piceno nell’area marchigiana del Parco blocchi di fango, ma hanno ancora energie, ridono, Nazionale dei Monti Sibillini al seguito della tran- scherzano, si fanno fare il solletico. Il mio consiglio sumanza. Stiamo parlando della tradizionale mi- per tutta la famiglia è naturalmente quello di iscri- grazione delle greggi dai pascoli di pianura a quelli versi al CAI. situati a quote più elevate per il periodo estivo, per- Il pomeriggio, per noi giornalisti, prevede una serie correndo le vie naturali dei tratturi. Quella a cui ho di conferenze a tema nella chiesetta vicino al pasco- partecipato ha coinvolto qualche centinaio di peco- lo e la proiezione del documentario A passo d’uo- re, oltre a decine di bovini, cavalli e cavalieri. «Queste tradizioni andrebbero riscoperte e, dopo In questa pagina e quello della pastorizia che si aggiungono al legame mo tra i pastori prodotto dall’Associazione Marsia Gli organizzatori intendono promuovere turistica- anni di declino, complice la crisi, qualcosa sta len- in quella a fianco, del prodotto con uno specifico territorio: «Oggi a 360°. Viene sottolineato che tradizioni come la mente il proprio territorio riscoprendo gli antichi tamente cambiando. Ci sono giovani, magari nati alcuni momenti un ritorno alla pastorizia sarebbe comodo e van- transumanza potebbero rilanciare in questi terri- della transumanza usi e consuetudini delle genti che lo abitano: la in città, che studiano scienze agrarie e agro pasto- da Arena, frazione taggioso, anche perché le distanze sono diminuite. tori anche il turismo, in una forma dolce e pulita, transumanza è uno di questi. rali, sia alle scuole superiori che all’università. Poi di Roccafluvione Un tempo dalle Marche si portavano le pecore fin attenta agli usi e abitudini locali, che non “consu- Il giorno della partenza è stato fissato sabato 3 ristrutturano le case in montagna dei nonni per ri- (AP) e Polverina, sul Tavoliere in Puglia, cosa che oggi non sarebbe mi” le montagne. Ed è proprio quello che ha fatto maggio di buon mattino in località Arena, frazione prendere la loro attività, mettendoci innovazione e località nel comune di più necessaria visto il grande numero di terreni ab- la Provincia di Ascoli Piceno, che ha scelto la tran- del Comune di Roccafluvione (AP) e, nonostante idee nuove. Certamente ci vuole passione: in lavori Pescocostanzo (AP) bandonati che potrebbero essere adibiti a pascolo. sumanza per dare inizio al Festival dell’Appennino: le previsioni meteo sfavorevoli, vede radunarsi un come questo non esistono fine settimana e festività, Poi naturalmente la pastorizia si deve evolvere per si tratta di una serie di appuntamenti, iniziati lo buon numero di persone al seguito di pecore, cani e che sono usanze dell’uomo, ma si vive solo al ritmo stare al passo con i tempi: per esempio ci sono pa- scorso maggio e in programma fino a questo mese pastori. Ancora non piove, ma le precipitazioni dei della natura». stori che hanno creato aziende di formaggi, hanno di luglio che uniscono l’escursionismo alla cultura giorni precedenti hanno reso il tratturo un panta- A chi nel gruppo è nato, cresciuto e sempre vissuto trasformato quest’attività in una fonte di reddito, locale, agli spettacoli, ai concerti, all’enogastro- no, tanto che inizio l’escursione scivolando rovino- in città vengono spiegati i motivi che spingono i pa- mentre prima aveva solamente un ruolo di sussi- nomia e all’accoglienza, con il coinvolgimento samente nel fango, ma fortunatamente salvando la stori a spostare stagionalmente le greggi. D’estate stenza o quasi». e la collaborazione della Sezione CAI di Ascoli macchina fotografica che porto al collo. Un bastone si va in quota, dove l’erba è più buona e, di conse- Dopo questa piacevole conversazione e tre ore Piceno. gentilmente prestatomi da una gentile signora, Va- guenza, sono migliori il latte e le carni delle pecore. di cammino al seguito delle pecore, arriviamo a www.festivaldellappennino.it leria, giunta dalla vicina provincia di Teramo con il «Il recupero di questi lavori può essere un modo marito Daniele e i suoi due bambini – Francesco e per rilanciare i territori montani e combattere la Samuele – (otto e sei anni), risolve il problema per crisi. Attività come quelle pastorali, infatti, hanno il prosieguo del cammino. un grande legame con il territorio e non possono Camminando lungo tratturi immersi in un contesto essere delocalizzate facilmente». montano senza dubbio emozionante, dove alberi e Una mia curiosità viene soddisfatta da Angelo e piante crescono rigogliosi e i segni della presenza riguarda le differenze tra la transumanza odierna umana sono molto rari (abbiamo percorso anche e quella di una volta: «Un tempo i tratturi erano un tratto dell’antica Via Salaria Gallica), inizio una molto più grandi, erano larghi anche 100 metri, lunga chiacchierata con Angelo, ingegnere nato in poi esisteva un forte legame sociale tra la gente: una famiglia di agricoltori e pastori, tra gli organiz- ad esempio quando si portavano le pecore in quota zatori della transumanza di oggi. c’erano sempre due o tre famiglie che rifocillavano «Stare con le pecore significa sacrificio, ma quasi i pastori durante il tragitto e loro, in cambio, rega- mai fatica. Solamente certe attività non ordinarie lavano il formaggio al ritorno. Il lavoro del pastore sono stancanti, come quando le devi caricare sui era diviso per mansioni e c’erano dei livelli, per così camion. Ma stare con loro al pascolo non è faticoso, dire, di carriera. Della pecora si usava tutto: pren- devi solo controllarle con il bastone», mi dice. «Un diamo ad esempio la lana, che veniva usata anche tempo, per i pastori stare in montagna con le peco- per l’abbigliamento dei pastori. Lana, ricotta, for- re era quasi un divertimento: quando gli animali maggio erano prodotti che si vendevano più facil- riposavano si beveva un bicchiere di vino o si gioca- mente qualche decennio fa, dato che c’era meno va a carte, si stava sereni, senza stress». concorrenza, mentre negli ultimi tempi hanno sof- Gli chiedo come sia la situazione oggi, con la stra- ferto un declino». grande maggioranza dei giovani che non desi- Nonostante questo, Angelo sottolinea un altro derano più lavori come questo per il loro futuro: vantaggio legato agli investimenti in settori come

48 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 49 Abisso del Bifurto, nel Sud profondo dell’Italia sotterranea A cura di Massimo (Max) Goldoni Testi di Gianluca Selleri e Antonio Alba (G.S. Ndronico di Lecce), Vincenzo Martimucci (C.A.R.S. di Altamura www.fspuglia.it) Abisso del Bifurto si apre nel territorio Nel box, in questa L’attrezzatura speleosub questa volta è completa Selleri, Angelo Carbone e Vincenzo Martimucci di Cerchiara di Calabria, nel Parco Na- pagina: Antonio Alba è già distribuita in 5 sacchi; si fanno le squadre mi accompagneranno lungo i tortuosi 150 metri zionale del Pollino. Vicino, nelle pareti nella pozza d’acqua e alle 10 comincia la discesa nell’abisso, fino al di meandro che ci separano dal sifone traspor- L’ prima del sifone che della Gola del Caldanello, si può accedere alla pri- sta per esplorare. Foto sifone. tando bombole, pinne e altro materiale. ma via ferrata del Meridione, detta “Ferrata della Vincenzo Martimucci Alle 17 tutto il materiale è ai piedi della successio- Ci siamo! Dopo circa 2 ore sono sul bordo dell’ul- Gravina” o “Ferrata del Caldanello”, meta usuale ne di pozzi che si sviluppa per poco meno di 700 timo specchio d’acqua con le bombole sistemate di alpinisti e appassionati. Vicino al paese si trova metri di dislivello e qui c’è di nuovo Antonio Alba sui fianchi, le luci accese sul casco e il reel (avvol- la Grotta delle Ninfe, un’antica fonte di acqua sul- che comincia la vestizione con muta stagna e tuta gitore della sagola guida) in mano. furea che genera fanghi terapeutici ed è diventata speleo. Come emerge anche dalla narrazione di Sono pronto. Ho dato come “runtime” 30 minuti, una piscina termale. Di considerevole interesse Alba, il superamento del sifone di fondo all’Abis- scarico la muta stagna e mi immergo. La direzio- per gli speleologi è anche la Grotta Serra del Gufo so del Bifurto apre nuove, interessanti prospetti- ne ormai la conosco e so anche che non devo per- (da qui il nome del locale Gruppo Speleologico). Il ve di ricerca, in una grotta troppo presto relegata dere molto tempo. Appena mi inginocchio e met- Bifurto è l’abisso più profondo esplorato nell’Italia al ruolo di “palestra” sotterranea. to la testa sott’acqua, ecco che l’erogatore emette Meridionale. La prima esplorazione avvenne più aria non richiesta… di 50 anni fa. Gli speleologi erano piemontesi, ve- Cronaca dell’immersione Sistemato l’erogatore, vedo che l’acqua sta inco- nivano dal Nord. Non a caso, perché l’esplorazione Sono passati 15 giorni dal primo tentativo. Siamo minciando a sporcarsi, ma la visibilità è ancora richiedeva persone preparate ad affrontare grandi ritornati a Cerchiara di Calabria e oggi è il giorno buona. Guadagno allora il lato sinistro della con- profondità e lunghe permanenze in grotta. Ser- della verità. dotta, ma la bassa profondità d’ingresso mi crea vivano quindi speleologi abituati alla speleologia Alle 17 siamo alla base della successione di pozzi. qualche problema di assetto e i piedi non riesco- “alpina”. Un’altra cavità nel comune di Cerchiara Il sifone è 150 metri più in là. Comincio la vesti- no a fare presa da nessuna parte. Ma sono dentro si chiama Balze di Cristo o Voragine San Marco. zione con muta stagna e tuta speleo, l’assemblag- e con i gomiti mi faccio strada sul fondo ghiaioso. I primi esploratori erano veneziani. Nonostante gio delle bombole con gli erogatori e il montaggio Di fronte a me si vede la fine della condotta: un una ricca tradizione di ricerche scientifiche sotter- delle torce sul casco da immersione. Gianluca paio di metri più avanti si apre quello che, dopo ranee, la “speleologia verticale” è stata per molti anni appannaggio dell’Italia Centro-settentrio- nale. Nuove tecniche, nuove generazioni e scambi di esperienze hanno, nel tempo, ampliato a tutto il Paese l’abitudine a esplorare grotte profonde e complesse. L’esplorazione di cui andiamo a rac- Approfondimento contare ha una particolarità; è stata voluta e or- ganizzata da un’intera Federazione Speleologica, L’Abisso del Bifurto Nei decenni successivi furono scoperti Le attività condotte durante l’estate del quella pugliese. Non è mancato un fraterno rap- ed esplorati il Ramo degli Anconitani che 2012 hanno permesso di individuare inte- porto con i gruppi della Calabria e con l’Ammini- L’abisso del Bifurto si apre lungo il versante parte dalla base del primo pozzo e ritorna ressanti diramazioni tuttora in esplorazione strazione locale. È comunque notevole che molte da 12 diversi gruppi, si alternano in grotta e rie- In apertura, nella doppia orientale del Monte Sellaro, in Comune di sul ramo principale a -223 ed il sistema di in corrispondenza del secondo pozzo e oltre realtà speleologiche si siano unite per andare oltre scono a verificare quasi tutti i punti interrogativi pagina precedente: Cerchiara di Calabria (Cs), in un territorio ambienti fossili che si trova sulla testa del il vecchio sifone terminale, di esplorare al- il fondo allagato e sommerso del Bifurto. Dopo la riportati sul rilievo del 2005, a completare diver- il secondo pozzo caratterizzato dalla presenza di numerose cosiddetto “Trivio”. Negli anni Settanta del cune diramazioni lungo il P88 tra 350 e 450 fotografato dalla base. interessanti cavità come la Grotta delle Nin- secolo scorso è anche documentato un ten- metri di profondità e di forzare la strettoia spedizione del 2012 si sono susseguite altre esplo- se risalite in artificiale cominciate nel 2010, a in- Questa immagine ha razioni, si sta lavorando al rilievo tridimensionale dividuare diverse diramazioni tuttora in esplora- consentito di individuare fe, una cospicua risorgenza di acque sulfu- tativo di superamento del sifone terminale alla base dello stesso P88 che dà accesso al e sono rientrate nel gioco esplorativo cavità qua- zione, a forzare la strettoia che per decenni aveva e successivamente ree attrezzata come complesso termale sin ad opera di speleologi inglesi. ramo attivo, ancora in esplorazione. li le Balze di Cristo. Si tratta di una cavità molto fermato le esplorazioni sul ramo attivo alla base raggiungere una dal periodo romano, la Voragine delle Balze particolare, soprattutto per la chimica dell’acqua e del P88 a -450 m, ad effettuare un nuovo rilievo diramazione. Foto di Cristo, con una temperatura interna in Vincenzo Martimucci la temperatura interna, alta e soggetta a rilevanti integrale della diramazione principale della grot- corrispondenza del fondo (spesso superio- variazioni. ta, ma soprattutto a forzare il sifone che per 51 Sopra: Gole del re ai 30°) e la Grotta di Serra del Gufo, la più anni ha rappresentato il fondo dell’abisso. Raganello, Parco del lunga della Calabria, con splendidi ambienti Un decisivo campo esplorativo Il superamento del sifone si è concretizzato nella Pollino. Foto Michele concrezionati. Tra tutte queste, la grotta più Il nuovo rilievo dell’Abisso del Bifurto, assem- notte tra l’1 ed il 2 settembre 2012 e ha avuto un Bernocco nota è senza dubbio il Bifurto o Fossa del blato da Antonio La Rocca del Gruppo Speleo- fondamentale preludio l’11 e 12 di agosto quando Lupo (numero di catasto Cb 79). logico Sparviere di Alessandria del Carretto (Cs), Antonio Alba ed Enzo Massaro della Commis- L’Abisso si apre a 941 metri di quota sul fon- contiene numerosi punti interrogativi distribuiti sione Speleosub della Federazione Speleologica do di un’ampia depressione dove si raccol- lungo tutto lo sviluppo dell’abisso. Proprio queste Pugliese, supportati da altri 3 speleologi, indivi- gono le acque di pioggia e di neve di un am- diverse, potenziali, possibilità esplorative attrag- duano una potenziale prosecuzione subacquea. pio bacino idrografico. Attualmente, misura gono fin dal 2010 l’interesse di un nutrito rag- Gli speleosub non riescono più a ritornare in Ca- 683 metri di dislivello (674 m + 7 m post gruppamento di speleologi calabresi, pugliesi, si- labria prima della conclusione del campo speleo sifone) per una estensione spaziale di poco ciliani e lucani che si concretizza nell’estate 2012 e l’esplorazione vera e propria viene rimandata inferiore a 2 chilometri. con l’organizzazione di un campo speleo. al primo fine settimana di settembre. L’appunta- La prima esplorazione fu condotta nel Dal 6 al 16 agosto e nel fine settimana del 1 e 2 mento è per tutti al piazzale che sovrasta l’ingres- 1962 dal Gruppo Speleologico Piemontese settembre del 2012, ben 71 speleologi provenienti so dell’abisso, il pomeriggio di venerdì 31 agosto. CAI UGET che raggiunse il sifone al fondo.

52 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 53 l’immersione di agosto, ho immaginato essere un mi riporta al livello del sifone allagato. Alla base Il meandro con pozzo. c’è acqua che scorre. Faccio ancora 10 metri e, tra vaschette che collega Esco dalla strettoia, fisso la sagola sul bordo della le concrezioni, compare un buco nel pavimento: il primo pozzo con il secondo. Foto Vincenzo condotta e mi accorgo che questa si affaccia in una un altro pozzetto di 2 metri che affronto arram- Martimucci stanza di forma rettangolare. Sulla mia destra si picando in discesa. Pochi metri ancora di stretto- intravede una seconda condotta molto più agevole ia ed ecco che si apre una sala e subito dopo una di quella appena percorsa, ma decido di ispezio- galleria. narla successivamente. Mi accorgo che il rumore di cascata è dovuto a un Mi inoltro per un paio di metri, il casco urta sem- cospicuo afflusso d’acqua che proviene da un ramo pre sulla volta della cavità. Non riesco mettere laterale. Decido di percorrere la galleria che si pre- Il Bifurto è l’abisso più fuori la maschera per vedere, ma la videocamera senta di grandi dimensioni e, per di più, inclinata profondo esplorato registra immagini di qualche centimetro d’aria e e con evidenti segni di scorrimento. nell’Italia Meridionale. forse anche di qualche fessura più importante (ma La galleria si innesta in una seconda sala. Vado a La prima esplorazione questo lo saprò solo dopo). vedere e spero che la videocamera registri tutto. avvenne più di 50 anni Faccio un giro sul perimetro alto della stanza e Anche la sala ha il pavimento inclinato e inciso fa, nel 1962, da parte del non trovo nulla. A quel punto, inseguito sempre per lo scorrere dell’acqua che, purtroppo, dopo un Gruppo Speleologico dalla nuvola di sospensione che annulla la visibi- breve percorso si infila in un basso laminatoio che Piemontese CAI UGET lità, decido di non perdere altro tempo e di imbu- segna la fine della mia esplorazione. che raggiunse il sifone carmi nel condotto che avevo intravisto prima. Mi accorgo che è trascorso molto tempo e mi ren- al fondo. Nei decenni Ha un diametro di circa 1 metro e mezzo. Lo per- do conto che non posso perderne altro. Indosso successivi furono corro sagolando per 35 metri fino a un netto gradi- nuovamente l’attrezzatura e recupero il reel. Mi scoperti ed esplorati il no che segna l’inizio di un ambiente aereo a forma immergo, la visibilità è al massimo di 1 metro. Ramo degli Anconitani di meandro. Non ci posso credere: la grotta con- Passano pochi minuti e raggiungo la deviazione a che parte dalla base del tinua ancora e si sente un forte rumore di acque sinistra che mi porterà alla condotta finale in salita primo pozzo e ritorna sul che scorre. e in strettoia: qualche sgomitata e via, sono fuori, ramo principale a -223 In piedi con l’acqua alle ginocchia, fisso il reel e mi dove mi accoglie un fragoroso applauso liberatorio ed il sistema di ambienti spoglio dell’attrezzatura. Entro nel meandro largo dei compagni al di qua del sifone che poi ho saputo fossili che si trova sulla circa 1 metro che si perde verso l’alto in fessura, essere rimasti in attesa silenziosa e nervosa per 40 testa del cosiddetto lo percorro per pochi metri e trovo un saltino che lunghi minuti. “Trivio”.

54 / Montagne360 / Luglio 2014 La Magnifica Terra A fine luglio in Alta Valtellina la quarta edizione del Festival della Cultura di montagna. In programma proiezioni di film, incontri con personaggi del mondo dell’alpinismo e convegni. A Manolo il premio per la carriera

al 23 al 26 luglio l’Alta Valtelli- avvenimenti, prevede la proiezione di film futuro?, evento a cura del CAI Centrale na ospita la quarta edizione del (da non perdere W come Walter, di Paola che intende fare il punto sulla grande D Festival della Cultura di Mon- Nessi e Rossana Podestà); numerose area protetta dopo lo smembramento tagna “La Magnifica Terra”, ormai un presentazioni di libri; mostre di pittura della storica struttura. Al dibattito must della montagna lombarda, oltre che e scultura; incontri con personaggi prendono parte il Presidente generale una manifestazione di respiro nazionale. di spicco (Franco Perlotto, Franco Umberto Martini, il Presidente del Promosso dall’associazione culturale “La Michieli, Kurt Diemberger, Sergio Parco Ferruccio Tomasi, l’antropologo Magnifica Terra”, e patrocinato dai Co- Martini, il climber portoghese Leopold e past-president del CAI Annibale Salsa muni di Bormio, Valdisotto, Valdidentro, Faría, Maurizio Zanolla “Manolo”, Mick e gli amministratori locali. Al termine, Livigno e Valfurva, con l’organizzazione Conefrey); la possibilità da scoprire, con proiezione del documentario Senza tecnica di Alpinia e con numerosi e au- il glaciologo Claudio Smiraglia e con la confini, omaggio al Parco, di Giovanni torevoli partner, l’evento è incentrato speleologa Paola Tognini, i segreti della Peretti. sulla montagna da leggere, da scrivere, superficie del ghiacciaio dei Forni, la più Nel corso della manifestazione, vengo- da fotografare, da ascoltare, ma anche da ampia colata glaciale alpina di tipo valivo no conferite le “pigne d’argento” della godere lungo i sentieri e a contatto con e del suo misterioso interno. E inoltre va Magnifica Terra. I premi di quest’anno la cultura locale. La kermesse, oltre che ricordata la possibilità, da parte degli sono destinati a: Ediciclo, miglior edito- sulla volontà di far conoscere le potenzia- ospiti, di dialogare con scrittori, studiosi re di montagna del 2014; al giornalista lità dell’area alpina in cui si tiene, s’inne- e amministratori locali. A condurre gli Mick Conefrey, della BBC, per il miglior sta sulla convinzione che investire nella incontri, oltre al direttore del Festival, libro di montagna dell’anno; a Maurizio cultura della montagna può migliorare Filippo Zolezzi, ci saranno Mirella Zanolla “Manolo” per la carriera alpini- la qualità della vita dei valligiani e creare Tenderini, Mario Corradini e Roberto stica. Sergio Martini, secondo italiano le premesse perché le nuove generazioni Mantovani. Sabato 26 luglio, alla Sala dopo Messner ad aver salito tutti i 14 ot- possano continuare a vivere e operare Terme di Bormio, ore 15.30, è inoltre tomila, viene invece insignito del Premio nelle alte valli alpine. prevista un’importante tavola rotonda di solidarietà alpina “La Pica de Crap”. Il programma di quest’anno, zeppo di dal titolo Il Parco dello Stelvio, quale Per ulteriori informazioni:

56 / Montagne360 / Luglio 2014 Presanella, Brenta» sarà il paesino di Carisolo serata del 23 agosto la storia dell’alpinismo inglese (TN), ai piedi del massiccio della Presanella e luogo sulle Alpi. di passaggio delle pionieristiche spedizioni alpini- Sui passi dei grandi stiche. Il territorio interessato si trova nel punto di In occasione degli anniversari contatto fra le montagne granitiche e quelle calca- delle ascensioni, le Guide alpine reo-dolomitiche. Si tratta di due mondi lontani e effettueranno salite rievocative vicini al tempo stesso, la cui esplorazione richiede pionieri approcci e tecniche profondamente diversi, propri Significativo momento espositivo saranno le due di un alpinismo “occidentalista” le une (Adamello- mostre, «Centocinquanta. 1864-2014: la nascita Presanella) e “orientalista” le altre (Dolomiti di dell’alpinismo in Trentino» dal 19 al 30 luglio, «Do- Per celebrare il 150° di tre importanti ascensioni, Brenta). Ma anche due forme distinte di paesaggio lomiti. Arte nella Natura» dal 3 al 18 agosto, a cura l’alta Val Rendena ospita una rassegna con molti alpino che pongono a confronto, in una distanza di rispettivamente della Società degli Alpinisti Triden- pochi chilometri, gli ambienti naturali austeri della tini (SAT) e della Fondazione Dolomiti-Unesco. Le appuntamenti sul territori: mostre, reading, escursioni Val di Genova e della Val Nambrone con le morfolo- mostre saranno lo spunto da cui partire per gli ap- gie aperte delle crode dei “Monti Pallidi”. profondimenti e le conferenze sul tema: 24 luglio e tematiche e ascensioni con Guide Alpine La rassegna si snoda in numerosi appuntamenti sul 20 agosto «Seguendo i passi dei pionieri: la geolo- di Annibale Salsa territorio, con escursioni tematiche in Val di Geno- gia del Parco» a cura del Parco Naturale Adamello- va a cura del Parco Naturale Adamello-Brenta, con Brenta; 8 agosto «Quanto è piccolo il mondo vedu- percorsi che ci riportano ai tragitti degli alpinisti a to di quassù!» gli scrittori e le Alpi dall’Ottocento estate 2014 vedrà protagonisti alcuni alla Cima Presanella, il 16 all’Adamello. Queste sali- Il rifugio Brentei. Alle cura delle Guide alpine di Pinzolo e Madonna di a oggi, relatore Enrico Grandesso; 18 agosto «Ada- territori dell’alta Val Rendena, a cavallo te si situano nel contesto della grande esplorazione spalle Bocca di Brenta Campiglio. Nelle date conosciute delle prime ascen- mello. Il tempo dei pionieri» serata sulla montagna L’ dei Gruppi cristallini dell’Adamello-Pre- inglese delle Alpi che, nella seconda metà dell’Otto- sioni le Guide alpine effettueranno salite rievocative con Danilo Povinelli. sanella e dell’area dolomitica del Brenta. L’occasio- cento, segnava la nascita dell’Alpine Club di Londra destinate a un pubblico esperto. Il 24 agosto 2014 Non mancheranno gli appuntamenti rievocativi in ne è fornita dalla ricorrenza del 150° anniversario (1857), primo in ordine di tempo fra i Club alpini sarà protagonista dell’ascensione alla Presanella il forma spettacolare: 26 luglio, spettacolo teatrale di tre importanti prime ascensioni alpinistiche: il europei. Centro della rassegna «Sui passi dei gran- noto alpinista inglese Mick Fowler, già Presidente «La corda dei pionieri»; 6 agosto, intervista impos- 22 Luglio 1864 alla Bocca di Brenta, il 27 agosto di pionieri a 150 anni dalla conquista: Adamello, dell’Alpine Club di Londra, che presenterà nella sibile con D.W. Freshfield condotta da Franco De Battaglia. Occasioni musicali: 21 luglio, Suoni delle Dolomiti; 23 luglio, serata di musiche popolari ottocentesche con il Gruppo “Abies alba”; 24 agosto, coro Presa- nella al rifugio Segantini. Due le presentazioni di libri sull’argomento: 19 lu- glio, «Ad est del Romanticismo. 1786- 1901: alpi- nisti vittoriani sulle Dolomiti» alla presenza degli autori Fabrizio Torchio e Riccardo Decarli; 18 ago- sto, «Adamello. Il tempo dei pionieri» con l’autore Danilo Povinelli. Per concludere, la settimana dimostrativa dell’arte vetraria di soffiatura alla fornace in compagnia del maestro muranese Silvano Signoretto, come rivisi- tazione dell’ottocentesca attività vetraria a Carisolo, che traeva fondamento proprio dai filoni quarziferi della valle. A proposito delle peculiarità geologiche, vale la pena segnalare come la presenza di vene quarzife- re in entrambi i versanti della Val Rendena abbia avviato una fiorente attività vetraria che contrad- distinse l’economia ottocentesca nel territorio de- nominato «Giudicarie». Carisolo, in particolare, fu sede di una fabbrica di cristalli attiva per tutto il secolo XIX°. Quando Freshfield, Ball, Payer pas- savano per Carisolo nell’anno 1864, la svettante ciminiera della vetreria fumava ancora nello svol- gimento della sua peculiare attività. Un’attività che coinvolgeva maestranze provenienti dalla lon- tana Boemia, allora provincia dello stesso Impero austroungarico.

58 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 59 Portfolio Ararat sul monte dell’arca

di Azad Vartanian

Il 24 Aprile del 2015 si commemorerà il centenario del genocidio degli armeni. Un popolo che ha come simbolo nella sua diaspora mondiale una montagna: l’Ararat. Sulle sue pendici e ghiacciai, ho dedicato alla ricerca 25 anni della mia vita. I segni della presenza armena sono ovunque, anche alle alte quote. Vari pastori curdi sono di origini arme- ne e per me, avere un gregge di pecore con loro a oltre 3500 metri mi fa crede- re di rivedere i fasti pastorali dell’epoca armena sul monte. Dalla capitale Yerevan il monte si vede bene, ma chi vi abita poco sa di ciò che lassù è celato del loro passato. Queste foto sono una testimonianza di questi luoghi e della loro memoria recuperata nei miei 25 anni di ricerca.

www.noahsark.it

bibliografia • A.Vartanian, Armenia misteriosa, Nuovi Sentieri • A.Vartanian, Il soave suono del duduk, Nuovi Sentieri • R.Soramaè, Ararat ,la montagna miste- riosa, documentario in 5 lingue, edizio- ni RS • Paolo Cossi, Ararat, la montagna del mistero, fumetto, Hazard • A.Vartanian, I fiori santi dell’Ararat, Nuovi Sentieri”

Una veduta del Monte Ararat, simbolo del popolo Armeno dal monastero di Khor Virap

60 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 61 La vetta dell’Ararat all’alba Vista dal Kop al canyon nord

Canyon Nord zona Arca Bambini curdi ad Ardzap

62 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 63 L’Ararat visto da Dogu Antica costruzione armena a Dogubayazit

Accampamento di curdi a 3200 metri Rovine di un’abside a Gregord

64 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 65 A fronte: croci cristiane armene a Eli 2200 metri sull’Ararat

Korv Virap

Un gregge a Dogubayazit

Luglio 2014 / Montagne360 / 67 Lettere Gli animali ringraziano per la concessione di questa pagina. la concessione per Gli animali ringraziano

Per una volta niente lettere: vi raccontiamo una telefonata ricevuta in redazione errata corrige

Lunedì 14 aprile 204, il telefono della redazione di «Montagne360» suona con il solito trillo. Nell’articolo Alpi Apuane, Acque di marmo, pubblicato «Montagne360 buongiorno – pronto, pronto chi parla». nel numero di maggio di Dall’altra parte del telefono una voce pacata e cordiale saluta con un «Buongiorno, mi chiamo Luigi «Montagne360», la frase Panizza e volevo segnalare che a pagina 56 e 57 di Montagne360, nel numero di aprile, avete pub- corretta in chiusura è: blicato una foto in cui ho riconosciuto i miei genitori e mia sorella. Guardi signora, la foto in bianco e “Per approfondimenti nero, quella a doppia pagina, quella donna seduta sul carro trainato dai buoi e seduta sul fieno è la mia rimandiamo agli Atti del povera mamma. Quello in piedi, in basso con il forcone in mano, è il mio papà. A sinistra, la ragazza Convegno «Le risorse con il fazzoletto in testa è mia sorella, che all’epoca aveva 15 anni. Purtroppo adesso è morta, lei era idriche sotterranee delle Alpi del ’41. Non ero a conoscenza di questa foto, in quel periodo (siamo negli anni Cinquanta), erano in Apuane: conoscenze attuali pochi a potersi permettere una macchina fotografica o farsi fare delle foto. I miei genitori lavoravano e prospettive di utilizzo» i campi, era un lavoro duro e faticoso. Quello laggiù, sulla sinistra, dove spunta il campanile, è il paese tenuto dalla Federazione di Vermiglio e i miei genitori stavano lavorando i campi nella Val di Sole. La foto mi è stata segnalata Speleologica Toscana (FST) da alcuni amici e sono andato subito a comprare la rivista: che emozione ho avuto nel riconoscere le a Forno (Massa) il 22 giugno facce dei miei cari e i luoghi della mia infanzia, mi sono emozionato proprio tanto». 2002 e al n. 42 (2011) di Talp, S A queste parole sono stata anch’io presa dalla commozione e con voce incerta sono riuscita a spiega- rivista della FST”. ONLU re al signor Panizza che l’autore della foto è Aldo Lunelli, deceduto nel 1978, e che le didascalie sono Nell’articolo “Le criticità delle state fatte insieme al figlio di Aldo, Luciano, e al curatore della mostra Alessandro de Bertolini. acque apuane”, inoltre, per SCEGLI UN’ESTATE MIGLIORE PER IL TUO AMICO A QUATTROZAMPE. Ci siamo lasciati al telefono con grande affetto e con la promessa di risentirci. Il signor Panizza ha “Federazione Speleologica Quest’estate pianifica le tue vacanze in compagnia di Fido e Micio nelle tante ritrovato la sua famiglia e noi abbiamo aggiunto un tassello a quel mondo di paesaggi agrari e rurali Italiana” si deve intendere strutture pet-friendly in tutta Italia. Scopri hotel, case vacanze, campeggi, spiagge e ristoranti che li accettano scaricando, gratuitamente, la app VacanzeBestiali, che oggi è stato modificato dalla tecnologia e che in gran parte non esiste più. “Società Speleologica disponibile sugli store Apple e Android o tramite il QR code apposito. Troverai Carla Falato Italiana”. anche tanti consigli di viaggio. Informati su enpa.it e vacanzebestiali.org. Perché l’abbandono non è un’alternativa. 68 / Montagne360 / Luglio 2014 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica • 13 febbrAIO. 8:30 Aguja Val Biois, alle Cerro Piergiorgio 2719 m A3+. «Sfortunatamente dopo aver salito i [email protected] 11:30 colle alla base del Pilastro Goretta Il Cerro Piergiorgio presenta una cresta 900 metri di via e aver raggiunto il punto per affrontare Fitz Roy. Salita via “Casarot- sommitale di torrioni rocciosi molto tecnici, più elevato della parete, il giorno della vetta to” in 3 tiri con variante “Kearney-Knight”. con una differenza di quota gli uni dagli altri di un vento feroce ci ha impedito di arrivare in Cima del pilastro e attacco headwall finale poche decine di metri. La prima ascensione cima: 100 metri di facile scalata su misto», alle 19:45. Le pessime condizioni del ter- al Piergiorgio è degli argentini Jorge e Pedro racconta Mike Turner. La linea ha seguito reno nella parte superiore della headwall, Skvarca lungo lo stretto e ripido canale dapprima la via precedentemente aperta da rallentano la progressione con vetta del obliquo nella parete SE (600 m TD+) il 17 Turner nel 2006 con Stuart McAleese, per Fitz Roy alle 2:30 di notte. gennaio 1963, dopo due giorni di salita. Il 23 poi continuare fino in cima alla parete SE. gennaio scorso Rolando Garibotti e Colin • 14 febbrAIO. qualche ora di bivacco sot- Hayley hanno ripetuto la via della prima Per le relazioni e la personale collaborazione to cima Fitz Roy. Discesa lungo “Franco- salita e, arrivati nel punto più alto dichiarato ringraziamo: Matteo Della Bordella, Ufficio Argentina”. La Silla raggiunta alle 12:45. dai primi salitori, hanno continuato per le Stampa Ragni di Lecco, Simon Gietl, Mike Superate le varie cime di Aguja Kakito, rag- difficili creste sommitali toccando il punto “Twid” Turner.

giunta la base della via “Potter-Davis” sulla più alto della montagna dopo 12 ore dalla Foto piccola: da sinistra Luca Schiera, Aguja Poincenot alle 18.00. Cima alle 21:15. partenza e compiendo così la prima salita Matteo Della Bordella, Silvan Schupbach in alla cima. L’imponente e liscia Nord, è tra le vetta al Fitz Roy. Foto M. Della Bordella • 15 febbrAIO. doppia lungo “Judgment più belle pareti patagoniche, e sono poche le Foto grande: il tracciato della linea Day” per portarsi al Col SUSAT alle 11:30. linee complete tracciate su di essa. La prima La cordata Simon Gietl- percorsa da M. Della Bordella, L. Schiera, S. Attacco della via “Piola-Anker” sulla Aguja aperta qui è “Green Peace” (Renzo Vettori, Gerry Fiegl in azione su Schupbach al Fitz Roy. Foto M. Della Bordella Supercanaleta. Rafael Juárez a mezzogiorno, realizzata in Mario Manica – 1985). Un bell’obiettivo Foto S. Gietl 2 lunghezze. Cima alle 14:15. Alle 16:30 tra- potrebbe essere la traversata completa versata la cresta alla Aguja Saint-Exúpery di tutte le cime e anticime del Piergiorgio. con cima alle 18:20, salita in 2 tiri. Con la Manca all’appello la prima invernale. PATAGONIA scarponi; solo scarpette, magnesite e l’idea sferico e condizioni di terreno che non corda ridotta ora a 38 metri, e innumere- ARGENTINA di scalare in libera e veloci. Saliamo i primi hanno dato tregua, con neve, vento e gelo. voli doppie lungo la “Austriaca”, i due rag- CILE Concatenamento Aguja de la Silla 2938 m 350 metri di “Chiaro di luna” (M.Giordani, Vetta alle 15:30 dello stesso giorno. giungono Col de los Austríacos. Campo di Paine Torre Sud 2500 m e Fitz Roy 3405 m - Aguja Saint-Exúpery R.Manfrini, S.Valentini, 1987 – ndr) in circa notte alla base dell’ultima salita: la cresta La cima non è stata raggiunta, ma i britannici 2558 m 3 ore poi, dove la linea piega a sinistra, Traversata del Fitz Roy nord dell’Aguja de l’S. Mike ’Twid’ Turner, Jerry Gore, Calum I Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e Luca proseguiamo dritti per terreno vergine. La L’hanno definita la “madre di tutte le tra- Muskett, e il cameraman francese Raphael Schiera, con lo svizzero Silvan Schupbach, parete è lavorata a lame, e in 5 tiri siamo alla versate” e non c’è termine migliore. Gli • 16 febbrAIO. salita della sezione finale, Jochaud, hanno salito l’inviolata parete hanno messo nello zaino il concatenamento base del tratto finale più ripido. Silvan sale americani Tommy Caldwell e Alex Honnold in 1 solo tiro fino alla cima, raggiunta alle SE della Torre Sud del Paine realizzando Aguja de la Silla e Fitz Roy, più una variante da primo il tiro più difficile, che valutiamo (specialisti di concatenamenti in velocità e 8:50. Discesa a est fino al ghiacciaio, rag- ’Wall of Paine’, 18 lunghezze di difficoltà nuova alla Aguja Saint-Exúpery. Partiti il 13 7a: una fessura di dita che poi si perde in difficoltà a Yosemite), tra il 12 e il 16 febbraio giunto dopo le 10:00. sempre sostenuta con diverse sezioni di febbraio, dal campo Niponino e passando un diedro e offre una scalata decisamente scorsi, hanno realizzato la splendida diffici- per l’Hombre Sentado, i tre sono in cima “granitica” di incastri e opposizioni. Da qui, le prima completa traversata del Fitz Roy. E all’Aguja de la Silla per lo spigolo est altri 150 metri più facili e siamo in vetta sono stati semplicemente incredibili. Aguja a mezzogiorno del giorno successivo. alla Saint-Exúpery, dopo circa 9 ore totali Guillaumet, Aguja Mermoz, Cerro Fitz Roy, «Da qui siamo ridiscesi alla base del Fitz di scalata». Salita in libera a vista, senza Aguja Poincenot, Aguja Rafael Juárez, Aguja Roy e l’indomani abbiamo salito la via lasciare nulla in parete. Saint-Exúpery e Aguja de l’S: sette vette, ol- Californiana, con comodo e panoramico tre 5 chilometri di linea di creste, 4000 metri bivacco proprio cento metri sotto la cima», Fitz Roy 3405 m verticali con difficoltà fino a 7a C1 65˚, rea- racconta Matteo Della Bordella. «Il quarto Sempre a metà febbraio, Davide Spini, lizzati per la maggior parte in conserva e ri- giorno abbiamo toccato la vetta del Fitz Mirko Masè e Bruno Mottini sono saliti in ducendo intere sezioni di 20 tiri a 3 lunghez- di prima mattina. Abbiamo unito insieme vetta al Fitz Roy con veloce ripetizione della ze al colpo. Condizioni di terreno pessime, pezzi di vie esistenti con alcune varianti, per via Californiana, discesa notturna dalla via fessure intasate da neve e ghiaccio, creste in un totale di 1800 metri fino al 6a+ C1 M5, Franco-argentina. condizioni analoghe. Pilastro Goretta e nord che abbiamo chiamato “Californiana Sit della Poincenoit scalati con le scarpette, tut- Start”». La settimana successiva, la cordata • 21 ore e 30 minuti è il tempo impiegato to il resto affrontato con scarpe da trekking. riparte per ripetere e ripulire dal materiale la da Simon Gietl e Gerry Fiegl per salire in Via dei Ragni sulla Est del Fitz Roy. «Ma saliti vetta al Fitz Roy lungo la “Supercanaleta”. • 12 febbrAIO. 9:45 “Brenner-Moschioni” i primi 450 metri in giornata rinunceremo Scalati Aguja Guillamet 2570 m e Cerro in 2 tiri con vetta dell’Aguja Guillaumet alle non trovando un posto da bivacco». Standhardt 2730 m agli inizi di gennaio, 12:15. Poi, lungo cresta sud fino ad Aguja Un’ultima finestra di bello consentirà loro di i due alpinisti hanno attaccato la prima Mermoz, con cima alle 17:00 lungo via “Ar- salire l’Aguja Saint-Exúpery, per realizzare sezione di Supercanaleta il 22 gennaio di gentina”. 4 ore dopo, bivacco sulla cresta “Can accompany only”: 750 m, 7a max. notte, per giungere alla parte più tecnica verso Aguja Val Biois. «Partiamo leggeri, senza jumar, sacconi e alle 4.00 di mattina, in un tempo atmo-

70 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 71 Nuove Ascensioni a cura di Carlo Caccia Chimera verticale: l’ultimo Argento vivo: misto new age problema della Punta Civetta sulle rocce dei pionieri

Colonne d’Ercole: capolavoro di stile sulla Punta Tissi La muraglia settentrionale della Civetta in inverno, tutta con piccozze e ramponi: un’idea, una visione di Marco Anghileri per i giovani talenti La Punta Tissi, nel regno della grande Hainz. Baù, Beber e Tondini hanno rac- Reàn. Finora nessuno ha osato ascende- dell’alpinismo. Quattro mesi dopo, incredibile ma vero, il sogno diventa Civetta, una volta non c’era: si chiama- colto la sfida e come per magia, un appi- re quei fianchi: nessun più ampio respiro realtà e Marco si esalta: «Ci pensavo poche settimane fa e ora quasi non va, con poco fascino, Quota IGM 2992. glio dopo l’altro senza mai perdere il filo, ha calmato su quella vetta (la Punta Tissi, ci credo!». L’impresa non è sua ma lui è ugualmente felice: Argento vivo, Ma nel 1963, sei anni dopo l’impresa di hanno tracciato una via alpinisticamente ndr) l’ansare affannoso di una battaglia tracciata il 13 e 14 maggio 2013 da Stefano Angelini, Alessandro Beber e Walter Philipp e Dieter Flamm che la eccezionale per logica, difficoltà, bellezza strenuamente sostenuta». Ma oggi, per Fabrizio Dellai sulla parete nord della Piccola Civetta (3207 m), ancora in raggiunsero per il “loro” diedro, qualcuno dell’arrampicata e stile d’apertura. Colon- fortuna con meno retorica, non è più così. condizioni invernali nonostante la primavera inoltrata, porta una ventata disse basta: quella cima meritava un altro ne d’Ercole, che dopo un tratto in comune di novità sulle rocce che tra il 1895 e il 1911 videro in azione i pionieri nome e quello di Attilio Tissi, scelto anche con la Via del pilastro prosegue diretta- Punta Tissi (2992 m, Civetta), pilastro in cerca di una soluzione al problema del versante settentrionale della per il rifugio ai suoi piedi, mise tutti d’ac- mente tra questa e Kein Rest e quindi tra nordovest, via “Colonne d’Ercole” (1200 montagna. Ma questa è un’altra storia, indagata prima da Domenico Ru- cordo. Il fuoriclasse agordino era un can- Kein Rest e la Philipp-Flamm, è una sin- m, IX, VIII+ obbl.) - Prima ascensione: datis (Rivelazioni dolomitiche, 1927) e poi da Giovanni Angelini (Civetta didato inattaccabile: un vero Ercole delle tesi esemplare di antico e moderno, una Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nico- per le vie del passato, 1977). Qui dobbiamo invece dire di Argento vivo, pareti che a detta di Domenico Rudatis “rivelazione dolomitica” forse vagamente la Tondini in più riprese (7 giornate con 2 che si sviluppa per 1350 metri lungo un fantastico sistema di goulottes «pareva un discendente della valida raz- intuita dal visionario Rudatis che nel 1927 bivacchi in parete, senza corde fisse) tra il con difficoltà di WI6+, M8, A2 e V+. La primissima parte dell’itinerario za dei Cro Magnon che erano nelle Alpi scrisse della «mole enorme del torrione i 2009 e il 2012 - Prima libera: gli stessi, ricalca la Via degli inglesi del 1895 e poi la Stewart del 1907 (ovviamente trentamila anni fa». Così il nome dell’ul- cui fianchi ertissimi incombono sul Col 7-8 settembre 2012 irriconoscibili vista la presenza di neve e ghiaccio). Segue quindi il lun- tima via tracciata sul pilastro nordovest ghissimo tratto autonomo, costantemente a destra della Haupt-Lömpel della Punta Tissi è anche un involontario del 1910 che viene forse raggiunta nelle immediate vicinanze della cima. I omaggio a quel fenomeno nato nel 1900, primi salitori avevano con sé una serie di Camalot dallo 0.3 al 4, una serie velocissimo sulla Solleder-Lettenbauer Nel suo magnifico crescendo da sinistra a destra, dalla di nut, 21 chiodi misti (di cui 3 lasciati sulla via e 11 lungo la discesa per il della “parete delle pareti” nel 1930 e ca- Torre di Coldai alla vetta principale, la parete nordovest versante opposto fino al Van delle Sasse) e 4 corpi morti (2 lasciati lungo duto nel 1959 sulla Torre Lavaredo. La della Civetta è un susseguirsi di cime tra cui la Punta la discesa). Il tutto per un’avventura totale vissuta di slancio, attaccando nuova via si chiama Colonne d’Ercole e Civetta (2920 m) occupa un posto speciale. Perché quella con decisione e con la consapevolezza che sarebbe finita soltanto in porta le firme di Alessandro Baù, Ales- netta cuspide, vinta e battezzata da Hugo Hamberger cima, in uno stile corsaro che per salite del genere, all’insegna del cogli sandro Beber e Nicola Tondini che l’han- e Willy Merkl nel 1925, è il vertice di un potente pilastro l’attimo, è l’unico possibile. no aperta tra il 2009 e il 2012 e liberata definito da due sistemi di fessure saliti da Alvise Andrich il 7 e 8 settembre 2012. I dati essenziali ed Ernani Faè nel 1934 (a sinistra) e da Armando Aste Piccola Civetta (3207 m, – 1200 metri di sviluppo, difficoltà mas- e Fausto Susatti nel 1954 (a destra). La soluzione del Civetta), parete nord, via sime di IX grado (VIII+ obbligatorio), 65 problema più arduo, la canna d’organo centrale, è invece “Argento vivo” (1350 m, chiodi intermedi più quelli di sosta e nes- storia recente. Autori della scalata i giovani Alessandro WI6+, M8, A2 e V+) - Pri- suno spit – non lasciano dubbi sul carat- Baù, Alessandro Beber, Daniele Geremia e Luca ma ascensione: Stefano tere della linea, che è stata aperta usando Matteraglia, già protagonisti sulla “parete delle pareti” Angelini, Alessandro i cliff soltanto per chiodare, senza passag- con diverse importanti prime ripetizioni. Così, dopo aver Beber e Fabrizio Dellai, gi in artificiale e resting tra una protezio- rivissuto i sogni degli altri, i nostri eroi hanno realizzato il 13 e 14 maggio 2013 ne e l’altra. Per una ripetizione occorrono loro, avviando l’opera il 15 agosto 2007 e completandola tricam, microfriend e una doppia serie il 21 settembre 2008. La prima salita in libera è arrivata di Camalot dallo 0.4 al 4. Il gran pilastro nel 2009 grazie ad Alessandro Baù in cordata con della Punta Tissi fu salito per la prima Michele Chinello e Matteo Baù. Ripetuta anche da Jakob volta nel 1965 da Ignazio Piussi, Rober- Schweighofer e Florian Wurm nel 2011, Chimera verticale to Sorgato e Pierre Mazeaud, autori della si sviluppa per 600 metri oltre lo zoccolo, presenta Le foto col tracciato Via del miracolo che ne supera il settore difficoltà di IX (VIII obbligatorio) ed è attrezzata con 25 di Colonne d’Ercole e Chimera verticale sono sinistro evitando la cuspide sommitale. chiodi intermedi e 31 di sosta (nessuno spit). Per una di Alessandro Baù, La Via del pilastro, più a destra, fu risolta ripetizione occorrono una serie di Camalot dallo 0.3 al 4 quella col tracciato nel 1976 da Sergio Martini, Paolo Leoni (doppie le misure 0.5, 0.75 e 1), microfriend, nut e qualche di Argento vivo è di e Marcello Tranquillini mentre Kein Rest chiodo. Alessandro Beber von Sehnsucht, nei pressi dello spigolo destro della struttura, è arrivata nel 1991 Punta Civetta (2920 m, Civetta), pilastro nordovest, via grazie a Christoph Hainz e Valentin Par- “Chimera verticale” (600 m, IX, VIII obbl.) - Prima ascen- Le relazioni di “Colonne d’Ercole” e “Argento vivo” sono reperibili nel sito deller. E infine ecco W Mexico Cabrones, sione: Alessandro Baù, Alessandro Beber, Daniele Geremia www.planetmountain.com. La relazione di “Chimera verticale” è stata firmata nel 2001 da Venturino De Bona in e Luca Matteraglia in più riprese (8 giornate con 3 bivacchi pubblicata da Ivo Rabanser nel recente volume “Civetta” della collana solitaria. Tutto fatto? Nossignori: restava in parete, senza corde fisse) tra il 2007 e il 2008 - Prima “Guida dei monti d’Italia” del Cai-Tci. Per ulteriori informazioni, i recapiti da esplorare il cuore dell’obelisco, quella libera: Alessandro Baù con Michele Chinello e Matteo Baù, di Alessandro Baù e Alessandro Beber sono [email protected] distesa di placche evitate da Martini e da 12 e 16 agosto 2009 e [email protected]

72 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 73 Salute in montagna a cura di Luigi Festi

Perché una nuova rubrica sulla medicina e emergenza Che male, il mal di montagna in montagna

Inizia con questo numero la pub- blicazione di una serie di articoli dedicati alla medicina e all’emer- genza in montagna, con l’obiet- tivo di ampliare le basi culturali e scientifiche di tutti i soci del nostro sodalizio, uscendo dal ristretto am- bito scientifico e medico. Lo scopo è quello di migliorare la conoscen- za delle maggiori patologie legate alla nostra frequentazione della montagna, favorendo quindi la prevenzione e la sicurezza. Autori degli articoli, che verranno pub- blicati con cadenza mensile, sono i maggiori esperti al mondo nel campo della medicina di montagna e dell’emergenza, che tenteranno, anche grazie alla nostra traduzio- * LEGENDA ne, di rendere accessibili a tutti Qui sopra: argomenti fino ad ora rimasti ri- oltre i 5000 • Ipossiemia: carenza di ossigeno nel metri il mal di gorosamente in ambito scientifico sangue, causata dalla carenza di montagna può medico e per pochi addetti, ma che L’impatto dell’alta quota, caratterizzata da Cerebrale d’Alta Quota (HACE) caratteriz- interessare ossigeno nell’aria respirata credo debbano essere patrimo- progressiva carenza di ossigeno nell’aria, zato da atassia* e progressiva perdita della dal 50 all’85% • Atassia: incoordinazione nei nio di tutti, anche per evitare la condiziona la salute e la performance fisica coscienza, seguiti da coma e morte. Una ce- degli individui. movimenti volontari eseguiti dal superficialità e le inesattezze che individuale. falea che non risponde ai comuni analgesici Valery Babanov paziente in questa foto scaturiscono dalla consultazione Il Male Acuto di Montagna è la prima e più – e la comparsa di vomito indicano la possi- • Anamnesi: storia clinica del è a 7250 metri caotica e incontrollata del web. frequente conseguenza dell’ipossiemia* in bile insorgenza di HACE. sullo Jannu. paziente Gli articoli pubblicati sulla rivista, quota. Si manifesta soprattutto con cefalea, Non esistono al momento test validati per Foto S. Kofanov. • Acetazolamide: farmaco della di necessità sintetici, troveranno associata ad anoressia, nausea, vertigini, identificare la possibilità di sviluppare AMS. categoria degli antiipertensivi, riscontro sul sito online del «Lo malessere e disturbi del sonno. Insorge da Importante perciò, il dato anamnestico*: se è A fronte e in agisce con meccanismi complessi questa pagina: Scarpone» dove sarà pubblicato 4 a 12 ore dopo l’ascesa a quote superiori a comparso AMS in precedenti salite alla stes- migliorando le capacità ventilatorie intervento per l’originale, accompagnato dalle 2000-2500 metri e si aggrava con l’aumen- sa quota o a quote inferiori e con lo stesso un caso di mal del paziente e di conseguenza il referenze bibliografiche necessarie tare dell’altezza. Colpisce con sintomi lievi acclimatamento, è probabile che il problema di montagna trasporto di ossigeno nel sangue per approfondire l’argomento trat- circa il 10-25% delle persone non acclima- si ripresenti. Ci sono ovviamente differenze tato. Sarà possibile anche confron- tate oltre i 2500 metri di altezza. A quote sostanziali da individuo a individuo ma una tarsi con noi della Commissione superiori, intorno ai 4500-5000 metri, può corretta progressione, rende l’ascesa più fa- Il trattamento dell’AMS prevede, se sono pre- Medica per critiche, suggerimenti interessare dal 50 all’85% degli individui non cile, veloce e sicura. La modalità e la velocità senti sintomi lievi o moderati, un giorno di ripo- La malattia ed ulteriori informazioni. acclimatati e può essere fisicamente invali- di salita in alta quota sono influenzate poi so in altitudine e farmaci sintomatici, in parti- Pensiamo in questo modo di poter dante. dalla comparsa dei sintomi di AMS; in questo colare analgesici per la cefalea ed antiemetici Il Male Acuto di Montagna (AMS) è una patologia che accompagna chi sale in svolgere quell’opera di divulgazio- I fattori di rischio maggiori sono: la salita ve- caso bisogna fermarsi e iniziare trattamento per il controllo del vomito; l’acetazolamide nei alta quota e vi sale troppo velocemente, ed è causata dalle carenza di ossige- ne e condivisione che sempre deve loce (più di 625 metri/giorno sopra i 2000 farmacologico. casi più gravi. Se persistono i sintomi, è asso- no nell’aria. Anche la suscettibilità individuale, intesa come predisposizione caratterizzare il nostro sodalizio, metri) e l’assenza di acclimatamento (meno In molti casi è difficile mantenere una giusta lutamente indicato, se possibile, scendere di allo sviluppo di AMS, gioca un ruolo importante. condizione indispensabile per una di 5 giorni trascorsi sopra i 3000 nei 2 mesi progressione di salita per necessità legate almeno 500-1000 metri, in particolare nel so- Fondamentale è la prevenzione, che si realizza mantenendo un’adeguata ve- corretta, consapevole, rispettosa, precedenti). all’attività lavorativa o professionale (lavo- spetto di HACE, che rende necessaria terapia locità di ascesa e rispettando un corretto acclimatamento. La terapia si basa frequentazione dell’ambiente Lo sforzo fisico, anche nei soggetti allenati, ratori in cantieri in alta quota, equipaggi di cortisonica, somministrazione di ossigeno e su farmaci come l’acetazolamide*, efficace sia nella prevenzione che nella alpino. aggrava la sintomatologia. elicotteri ect); si rende necessaria la preven- presenza del medico. terapia, associata ad analgesici e riposo. In caso di peggioramento della sin- Usualmente i sintomi si risolvono in 1-2 gior- zione farmacologica, efficace nel 50% dei Peter Bärtsch tomatologia, c’è il rischio di sviluppare Edema Cerebrale d’Alta Quota (HACE), Dott. Luigi Festi, Presidente OTCO ni, con riposo e appropriata terapia, ma tal- casi, che si basa sull’assunzione di acetazo- professore emerito Università di Heidelber patologia potenzialmente letale. Medico del Club alpino italiano volta peggiorano, evolvendo verso l’Edema lamide. Maggiori approfondimenti su Lo scarpone online

74 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 75 Libri di montagna a cura di Linda Cottino • Marco Kulot, Angela Bertogna • Federica Corrado, Giuseppe il collezionista Riccardo Bee Dematteis, Alberto Di Gioia (a a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Un alpinismo titanico cura di) Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat A misura di bambino Edizioni Versante Sud, 237 pp., Nuovi montanari 19 € Franco Angeli, 217 pp., 33,00 € Lo spunto per una Finalmente le prime guide rivolte ai più giovani raccolta non deve ne- cessariamente arrivare dall’alto antiquariato «L’idea è nata molto semplicemente… da una madre» spiega Laura Conforti, curatrice librario, né occorre par- di questo libro molto speciale, che non è un azzardo definire rivoluzionario. È infatti la tire dai quasi introvabili prima volta nella storia dell’editoria di montagna italiana che una guida escursionisti- classici ottocenteschi ca si rivolge direttamente a un pubblico di lettori giovanissimi (la fascia di età va dagli del Monte Bianco o 8 ai 13 anni), proponendo a loro uso e consumo una raccolta sistematica di itinerari, delle Dolomiti per con schede e approfondimenti stuzzicanti e tutti gli strumenti utili a vivere la monta- essere un collezionista. gna da protagonisti. Di Riccardo Bee, precipitato dalla L’articolo 44 della nostra Costi- Si potrebbe definire quasi modernariato uno Chi è avvezzo a frequentare le Alpi anche dai versanti nord, pensiamo per esempio parete nord est dell’Agnèr il 31 tuzione, secondo cui «la legge scaffale delle “prime edizioni” che raccontano alla Francia, sa quanto sia vasta l’offerta di libri per l’infanzia a tematica montana: si dicembre 1982 dopo un decen- dispone provvedimenti a favore l’epopea himalayana, dall’Annapurna francese trova di tutto su animali, piante, percorsi di gioco, facili scalate e randonnées… Non nio di scalate “estreme”, non si delle zone montane», è stato il del 1950 allo Shisha Pangma cinese del 1964. altrettanto si può dire per noi a sud dell’arco alpino, nel cui deserto editoriale fanno ec- sapeva quasi nulla. Neppure la motore dal secondo dopoguerra Quattordici volumi, a prima vista, apparen- cezione rari titoli, volumi perlopiù illustrati di grande formato, perlopiù sugli animali storia dell’alpinismo di Gian Piero della legislazione e delle politi- temente reperibili senza problemi e con un e perlopiù di scarsissimo appeal per i ragazzi. Motti lo cita, benché le sue vie, in che per la montagna. Politiche esborso limitato, fra mercatini, eBay e qualche Il grande lavoro che ha consentito di porre le basi su cui è stato costruito questo libro, cordata (in particolare con Franco perlopiù assistenziali che solo acquisto oculato nelle librerie specializzate. decretandone l’immediato successo, è stato svolto dai gruppi dell’alpinismo giovanile Miotto) o in solitaria e in inverno, negli ultimi anni stanno virando Apparentemente, perché intanto già è difficile della sezione cuneese del CAI, che dal 2009 coinvolge nei propri corsi di avvicinamen- segnino imponenti pareti come la verso il riconoscimento delle identificare quali sono stati i libri ufficiali delle to alla montagna invernale ed estiva ragazzi dagli 8 ai 16 anni, insegnando loro a usare sud ovest e la nord ovest del Burèl straordinarie potenzialità dei ter- spedizioni (e comunque sono sempre più rari Laura Conforti (a cura di) le differenti attrezzature e gli strumenti per l’orientamento, a conoscere il terreno con nel gruppo della Schiara o la sud ritori montani e di una sua nuova, da trovare completi e con la sovracoperta in Le valli cuneesi a piccoli la sua flora e la sua fauna, a capire com’è organizzato il soccorso alpino e in generale ad ovest del Pelmo, e poi ancora tra per quanto ancora embrionale, buono stato). Facili “Annapurna premier 8000” passi acquisire la sicurezza necessaria per apprezzare e potersi muovere nella natura delle le altre la Torre Lagunaz e lo Spiz centralità. Come tutto ciò stia ac- di Herzog (Arthaud, Grenoble 1951), “The Più Eventi Edizioni, 251 pp., alte quote. «La montagna ha una dimensione etica e morale importante nella cresci- di Lagunaz nelle Pale di San Luca- cadendo, quali siano i nuovi mon- Ascent of Everest” di Hunt (Hodder & Stou- 19,50 € ta dei ragazzi, ma è necessario dare loro delle motivazioni per metterli in cammino» no e, infine, la nord est dell’Agnèr tanari e che cosa significhi abitare ghton, London 1953) o “La conquista del K2, precisa Laura Conforti. Così il libro rispecchia i gusti e le scelte dei più giovani, e tutti che gli fu fatale. Ora, per la mano le Alpi nel XXI secolo lo illustra un seconda cima del mondo” di Desio (Garzanti, gli itinerari sono stati testati in prima persona dai bambini e dai ragazzi che hanno della guida alpina Marco Kulot e pool di studiosi del Politecnico di Milano 1954). Ma già “Nanga Parbat 1953” partecipato ai gruppi dell’alpinismo giovanile. di Angela Bertogna, pagina dopo Torino e dell’Associazione Disli- di Herrligkoffer (Lehmann, München 1954) In 256 pagine, allegre e piacevoli da sfogliare, vengono dunque proposti, dalla Valle Po pagina prende forma la storia di velli in questo volume edito nella è stato preceduto da un album fotografico alle Langhe, 20 itinerari di varia difficoltà e 10 gite di due giorni con pernottamento una vita, e ci sembra di vederlo collana Terre Alte di Franco Angeli. pubblicato da Maudrich, Wien 1953 (quale in rifugio, oltre a 15 facili ascensioni escursionistiche. Il tutto completato da schede di muovere questo giovane uomo, Attraverso un lavoro di raccolta dev’essere considerato il primo?); al Gasher- approfondimento tematico, tanti disegni e spazi per gli appunti; a fine volume tutte le prorompente nelle sfide, spiccio di dati e loro sistematizzazione, brum salito nel 1956 non è stata dedicata informazioni pratiche relative ai rifugi delle valli cuneesi. E oggi esiste anche un friz- nei modi ma gentile. Completano che spazia dall’alta Val Tanaro alcuna relazione, solo qualche pagina nelle me- zante video, realizzato da Sandro Gastinelli e Marzia Pellegrino, presentato al (rinato) il volume le testimonianze del alla Carnia, passando per le valli morie di Fritz Moravec “Weiße Berge-schwarze festival della montagna che si è svolto a Cuneo dal 29 maggio al 2 giugno scorso. fratello e degli amici. cuneesi e l’Ossola, per la Val Chia- Menschen: vom Himalaja zu den Riesenkra- L’appoggio istituzionale all’impresa è venuto dalla Provincia di Cuneo, che ha acqui- tern Afrikas” (Bundesverlag, Wien 1958); nulla stato copie da distribuire a tutte le sezioni del Cai che organizzano gruppi di alpini- è stato scritto sull’ascensione all’Hidden Peak smo giovanile. L’ambizione dell’editore è quella di costruire una vera e propria collana del 1958. Ricercatissimi e con prezzi alle stelle che dal nord ovest si spinga a coprire tutto l’arco alpino. i testi che raccontano la salita nipponica al Ed è curioso che un’altra pubblicazione attenta alle esigenze dei più piccoli sia dedicata Manaslu del 1956, “The Ascent of Manaslu” anch’essa ai territori delle Alpi del mare. In questo caso il libro non è costruito in modo di Aritsune Maki (Manichi-Newspaper, Tokyo specifico sulle esigenze dei ragazzi, ma è comunque rivolto a grandi e piccini ed è fir- 1956), solo in giapponese, e quella cinese allo mato da due autori che si definiscono «specializzati in itinerari-famiglia». Shisha Pangma, “A Photographic Record of Si tratta di un’aggiornatissima guida (febbraio 2014) dedicata al trekking del lupo; un the Mount Shisha Pangma Scientific Expedi- percorso ad anello che attraversa zone selvagge di grande bellezza sulle orme del “gran- tion” (Science Press, Peking 1966). Poi ci sono de predatore” nei due parchi contigui delle Alpi Marittime e del francese Mercantour. le edizioni scolastiche e per ragazzi, spesso Cui si aggiunge l’attrattiva della visita ai centri faunistici Uomini e lupi di Entracque e uscite in contemporanea, gli album fotografici, Annalisa Porporato, Franco Alpha Loup di Le Boréon, in entrambi i quali è possibile avvistare esemplari di lupo. i libri “pirata” che anticipano quelli ufficiali, Voglino Dieci giorni di cammino, con lunghi tratti sulle caratteristiche strade di caccia reali le relazioni dei tentativi precedenti l’arrivo in Il Trekking del Lupo per fatte costruire da Vittorio Emanuele II, in un suggestivo paesaggio di laghi, foreste vetta. Il nostro scaffale è già diventato una grandi e piccini e cascate, dove è esperienza quotidiana incontrare branchi di camosci e stambecchi, stanza. Il mese prossimo vedremo che cosa è Terre di Mezzo, 91 pp., 13,50 € marmotte, il gipeto e l’aquila reale. successo con il K2, sessant’anni fa.

76 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 77 Libri di montagna News dalle aziende Montagne360 a cura di Susanna Gazzola (GNP) La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari venna, la Val di Cembra e il • I. Kurschner, D. Haas Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta Titoli in libreria Caporedattore: Stefano Aurighi Bellunese, si compone un GTA. Attraverso il * Nuovi TERRA ED Redazione: Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli, quadro dei territori alpini, Piemonte fino al In collaborazione con la Libreria la Montagna, Torino, Matilde Delfina Pescali I primi binocoli da escursionismo in qualità ZEISS demografico ed economi- Mediterraneo www.librerialamontagna.it Segreteria di redazione: Carla Falato co-sociale, da cui si evince il Rother, 254 pp., 18,90 € Tel. 051/8490100 - [email protected] I nuovi binocoli Terra ED hanno uno standard Hanno collaborato a questo numero: Linda profondo mutamento che li Cottino, Massimo Goldoni, Roberto Mantovani, qualitativo ZEISS per precisione, affidabilità sta attraversando; complice Narrativa Mario Vianelli, Carlo Caccia e robustezza, ma sono offerti a un prezzo la sfavorevole congiuntura • Ivo Ferrari (a cura di), Alpinismo d’inverno Grafica e impaginazione: Francesca Massai decisamente interessante. Ultra compatti Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna economica di questo inizio Storie all’ombra di grandi pareti. Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 (8x42 e 10x42), ideali per lo zaino, hanno millennio, insieme con una Alpine Studio, 243 pp., 19,00 € CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, un peso di soli 695 g. Montano lenti Schott sempre più diffusa atten- Monte dei Cappuccini. ED di qualità ottica superiore su conchiglie Sede Legale: Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano zione alla qualità della vita • Luca Frisoni, L’equilibrio del gigante Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 2057231 oculari girevoli a due posizioni che consen- e alle cosiddette ‘buone Quasi 900 km in 65 tappe Quando la montagna è emozione. Romanzo. (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - www.CAI.it tono un’osservazione perfetta, con o senza pratiche’. I microcosmi alpi- attraverso il “selvaggio west” Editrice il punto, 219 pp., 8,00 € Telegr. centralCAI Milano c/c post. 15200207 occhiali. 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Soci giovani: € 5; abb. nei territori dell’abbandono, sco Rother, la cui traduzione CAI Sez. di Cedegolo, 403 pp., 25,00 € sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. non Soci: dello spaesamento, per italiana testimonia dell’inte- € 24,00 + 2,10 (spedizione postale); supplemento immettervi saperi, progetti, resse per una zona insospet- • Mirella Tenderini, Tutti gli uomini del K2 spese per recapito all’estero: UE € 28,46 / Resto d’Europa e Mediterraneo € 23,52 / Resto del * Preistorik la moda racconta visioni di un futuro possi- tabilmente libera da impianti La storia dell’Ottomila più difficile della Terra. mondo € 29,28. Fascicoli sciolti, comprese spese bile, partendo dal margine sciistici, strade trafficate e Corbaccio, 196 pp., 19,90 € postali: Soci € 2,00, non Soci € 3,90. Per fascicoli Il fungo porcino, la montagna, la trota fario: montagna. Dalla voglia di comunicare emo- che si fa centro». lusso d’alta quota. La guida, arretrati dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico valori provinciali eppure tanto radicati nelle zioni legate al territorio ha origine la linea di San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, tascabile e plastificata, ha • Jiro Taniguchi, Baku Yumemakura, La Vetta Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - Tel. esperienze locali di ogni frequentatore della abbigliamento di forte connotazione camu- • Armando Aste un esauriente corredo di degli Dei volume 4 e Fax 0542 679083. Segnalazioni di mancato na, dettata dalle origini dell’azien- ricevimento: indirizzate alla propria Sezione o alla Commiato cartine con profili altimetrici L’ascensione dell’Everest in solitaria e senza da che riconducono a questa Sede Centrale (tel. 02 2057231). Indirizzare tutta Nuovi Sentieri, 95 pp., 20 € e dati gps. ossigeno a fumetti. la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino splendida vallata bresciana. Tutti Rizzoli-Lizard, 317 pp., 18,00 € Italiano Ufficio Redazione - via E. 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Tiratura: 196.620 copie che vedrà ancora una volta i suoi concorrenti sfidarsi lungo il Numero chiuso in redazione il 12.06.2014 sulla lingua” sulle annose collezione di ascensioni e ne Touring Editore, 174 pp., 19,50 € sentiero Ferro di Cavallo sui Monti Sarentini dal 4 al 6 luglio 2014, vicende del K2 e del Cerro affida racconto e relazioni ai e infine la Red Bull K3, la prima competizione di “triplo chilometro Torre. Il tutto condito con protagonisti, perlopiù i primi • Stefano Ardito, I Sentieri della Grande Guerra verticale” fissata per il 2 agosto a Susa (Torino), dove DYNAFIT alcune perle di saggezza salitori con cui egli stesso ha Guida e taccuino per il viaggio. sarà sponsor tecnico dell’intera manifestazione. Per maggiori non di rado spiazzanti. ripetuto le vie. Touring Editore, 192 pp., 14,90 € informazioni: www.dynafit.it

78 / Montagne360 / Luglio 2014 Luglio 2014 / Montagne360 / 79 Sul prossimo numero in edicola dal 27 luglio

Zaino in spalla, è tempo di trekking. Nel numero di luglio le proposte sono tantissime, dalla Val Grosina alla Valsesia e ai sentieri nel Parco delle Dolomiti Friulane, passando per itinerari particolari come “Il sentiero dei tubi” nel promontorio di Portofino o i 240 chilometri (di cui circa 170 a piedi) della linea Gustav, la linea difensiva che attraversava tutto l’Appennino centrale nel corso della Seconda guerra mondiale. Spazio naturalmente anche alle grandi classiche: questa volta è il turno dell’Alta Via n. 6 delle Do- lomiti, nota anche come “Alta Via dei Silenzi” (il che indica chiaramente quale sia il tratto distintivo di questo percorso di straordinaria bellezza), dalle sorgenti del Piave a Vittorio Veneto. La rivista si occuperà del sessantesimo anniversario della conquista del K2, regalando infine agli appas- sionati di Mountain Bike la recensione di una serie di percorsi sull’Appennino.

Nella foto: la forcella del Cason, tra la Val di Giaf e la Val Monfalcon di Forni, lungo l’Alta Via n. 6

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