Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.2 Centro urbano di Attrezzature, spazi e servizi collettivi

SERVIZI GIÀ SERVIZI PREVISTI DAL PRG VIGENTE ESISTENTI ALLA ATTREZZATURA RIFERIMENTI GRAFICI DELLA “MAPPA 1A” DI REDAZIONE DEL REALIZZATI NON REALIZZATI TIPOLOGIA DEL VERDE SEGUITO RIPORTATA PRG VIGENTE (MQ DI SUP. (MQ DI SUP. REALIZZATO (MQ DI SUPERF. FONDIARIA) FONDIAR.) FONDIARIA) Spazi aperti attrezzato V1 Giardino pubblico vicino via dell’AIA 3.561 5.891 attrezzato a verde per il gioco, la V2a Giardino pubblico Via Gino Severini 1.683 Non attrezzato ricreazione, il tempo V2b Giardino pubblico Via Gino Severini 1.515 libero, lo sport, inclusi i (area da ripristinare come verde parchi urbani pubblico) V3 Giardino pubblico Via pian del mandorlo 2.906 attrezzato V4 Giardino pubblico insediamento S. 1.025 attrezzato Gregorio V5a Giardino pubblico di piazza Dante 2.378 attrezzato V5b Giardino pubblico di piazza Dante 538 attrezzato V6 Giardino pubblico vicino Campo Boario 891 V7 Verde pubblico di via Gozzante (sotto 910 2.036 Non attrezzato Cattedrale) V8 Verde pubblico tra Viale Mangiavacchi e 1.624 attrezzato Via delle mura V9 Cortili del complesso San Carlo 1.063 attrezzato Borromeo V10 Campo sportivo (via S. Caterina) 12.952 18.120 attrezzato V11 Parco urbano lato sud mura 253.310 Totale verde pubblico 5.065 23.575 281.763 Istruzione (asili nido, I1 Scuola Media "Ippolito Nievo"; Via della 2.261 attrezzato scuole materne e Madonnina scuole dell'obbligo) I2 Scuola Elementare; Via del Pergolato; 4.313 attrezzato I3 Scuola Materna Comunale; Via della 895 attrezzato Madonnina; Totale servizi per l'Istruzione 7.469 0 0 Attrezzature di S1a Conservatorio S. Carlo Borromeo (spina 2.820 attrezzato interesse comune centrale) (vedi nota 1) (servizi socio-culturali, S1b Conservatorio S. Carlo Borromeo (edifici 1.132 attrezzato sanitari, per la lati nord ed est) (vedi nota 2) sicurezza, ecc.) S2 Centro sociale AUSER 1.621 attrezzato S3 Residenza per anziani autosufficienti 793 S4 Caserma dei carabinieri 910 attrezzato S5 Ex Campo Boario (usi alternati 4.878 4.855 attrezzato parcheggio a pagamento / spazio per fiere e mercati) Totale attrezzature di interesse 910 10.451 5.648 comune Parcheggi pubblici non P1 Via della Madonnina (davanti Despar) - a pagamento, non 6 posti 150 disposti sui lati delle P2 Via della Madonnina (davanti al Valenti) carreggiate e diversi - 7 posti 175 da quelli al diretto P3 Via delle mura (davanti forno "La servizio Spiga") - 10 posti 250 dell'insediamento ex P4 Via degli Archi - 11 posti 275 art. 18 L.765/67 P5 Via Mangiavacchi (sotto le mura) - 24 posti 600 P6 Via il Risorgimento (dietro la posta) - 14 posti 350 P7 Via di Circonvallazione (sotto il Duomo) - 24 posti 600 P8 Largo Roma (riservato residenti CS) - 23 posti 575 P9 Parcheggio centro sportivo 630 P10 San Gregorio sud (in corso di realizzazione) 2.724 P11 Parcheggio SS 146 603 Totale parcheggi pubblici 0 6.329 603 Fonte: elaborazioni proprie e relazione trasportista

Nota (1) Il complesso del conservatorio di S. Carlo Borromeo è destinato ad usi multipli: la spina centrale, ovvero l'edificio che affaccia su entrambi i cortili nord e sud, è occupato interamente da servizi, per una superficie utile lorda di 1410 mq (705 mq per piano). Considerando un indice di edificabilità territoriale medio del CS pari a 1,5 mc/mq, la superficie fondiaria sulla quale esso insisterebbe virtualmente sarebbe di 1410 mq x 3 m di h = 4230 mc/ 1,5 mc per mq = 2820 mq.

Nota (2) I lati nord ed est, invece, hanno una destinazione mista: al piano inferiore locali per superiore servizi pubblici vari, al piano inferiore alloggi ERP. Pertanto, lo schema di calcolo di cui alla nota due è applicato alla sola superficie utile lorda del piano terreno (pari a 566 mq): 566 x 3 m di h = 1698 mc/ 1,5 mc/mq = 1132 mq. Il lato ovest (330 mq per piano) è invece destinato interamente ad ERP, e pertanto non compare nel presente calcolo.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 68 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.3 Centro urbano di Monticchiello Attrezzature, spazi e servizi collettivi

SERVIZI GIÀ SERVIZI PREVISTI DAL PRG ESISTENTI VIGENTE ALLA ATTREZZATURA RIFERIMENTI GRAFICI DELLA “MAPPA 1B” DI SEGUITO REDAZIONE TIPOLOGIA NON DEL VERDE RIPORTATA DEL PRG REALIZZATI REALIZZATI REALIZZATO VIGENTE (MQ DI (MQ DI SUP. (MQ DI SUP. SUPERF. FONDIARIA) FONDIARIA) FONDIARIA) Spazi aperti V-a Giardino pubblico (fuori le mura) 5.366 attrezzato attrezzato a verde per il gioco, la V-b Verde sportivo lungo Strada comunale 8.149 10.499 attrezzato ricreazione, il tempo per Pienza libero, lo sport, inclusi i parchi V-c Verde pubblico su strada comunale per 1.749 urbani Pienza vicino ex casa cantoniera V-d Giardino pubblico (entro le mura - . 3.643 rocca) V-e Parco urbano intorno alle mura e lungo 78.709 viale Cappelli Totale verde pubblico 0 13.515 12.248

Attrezzature di S-a Ambulatorio Viale M. Cappelli 768 attrezzato interesse comune (servizi socio- S-b ex casa-famiglia in corso di 939 da destinare culturali, sanitasri, riacquisizione dalla ASL per e attrezzare per la sicurezza, destinazione servizi sociali (Viale M. ecc.) Cappelli) S-c ex seggio elettoriale da destinato a 596 da destin. e servizi sociali attrezz. S-d ex Granaio ed altri spazi ad uso della 1900 attrezzato Compagnia popolare del teatro povero di Monticchiello (incluso museo del Teatro popolare Toscano) Totale attrezzature di interesse 2.303 1900 0 comune Parcheggi pubblici P-a Parcheggio località S. Rocco (vicino non a pagamento, parco pubblico) 1.393 non disposti sui lati delle carreggiate e P-b Parcheggio lungo via Marino Cappelli 824 diversi da quelli al P-c Parcheggio peep 947 diretto servizio dell'insediamento ex P-d Parcheggio casa cantoniera 393 art. 18 L.765/67 P-e Parcheggio Verde sportivo 1.606 Totale parcheggi pubblici 2.217 2.946

Nota (1) Il complesso dell’ex granaio Angheben è occupato interamente da servizi, per una superficie utile lorda di 950 mq. Considerando un indice di edificabilità territoriale medio del CS pari a 1,5 mc/mq, la superficie fondiaria sulla quale esso insisterebbe virtualmente sarebbe di 950 mq x 3 m di h = 2850 mc/ 1,5 mc per mq = 1900 mq.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 69 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 70 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 71 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.4 Comune di Pienza - Verifica standard urbanistici

VERIFICA RISPETTO VERIFICA LOCALE ALL'INTERO TERRITORIO (SOLO CENTRO URBANO) MQ DI COMUNALI STANDARD SUPERFICIE PREVISTO EX TIPOLOGIE DI SERVIZI EX D.M. 1444/68 FONDIARIA RESIDENTI D.M. 1444 MQ PER RESIDENTI MQ PER (A) NELLE SEZIONI (MQ/ABITANTE) ABITANTE INTERO COMUNE CENSUARIE ABITANTE (A/C) DI PIENZA (B) RELATIVE (C) (A/B) Verde pubblico realizzato nel centro urbano di Pienza 28.640 1.335 21,5 9 Verde pubblico realizzato nel centro urbano di Monticchiello 13.515 213 63,5 9

Totale verde pubblico realizzato 42.155 2.228 18,9 9

Servizi per l'istruzione realizzati nel centro urbano di Pienza 7.469 1.335 5,6

Servizi per l'istruzione realizzati nel centro urbano di Monticchiello 0 213 0,0

Totale Servizi per l'istruzione realizzati 7.469 2.228 3,4 4,5

Servizi socio-culturali realizzati nel centro urbano di Pienza 12.154 1.335 9,1

Servizi socio-culturali realizzati nel centro urbano di Monticchiello 3.253 213 19,7

Totale Servizi di interesse collettivo realizzati 15.407 2.228 6,9 2

Parcheggi pubblici realizzati nel centro urbano di Pienza 6.329 1.335 4,7

Parcheggi pubblici realizzati nel centro urbano di Monticchiello 2.217 213 10,4

Totale Parcheggi pubblici realizzati 8.546 2.228 3,8 2,5

TOTALE SUPERFICI UTILIZZATE PER SERVIZI PUBBLICI 73.577 2.228 33,0 18

Per quanto riguarda i servizi a carattere immateriale sono stati rilevati31, in attività nell’ambito territoriale del Comune di Pienza: – un servizio di assistenza domiciliare svolto a favore di 8 anziani, tramite una Cooperativa di settore. E’ prevista una compartecipazione economica degli utenti in base al reddito ISEE; – un servizio di fornitura di pasti a domicilio. Esso prevede il confezionamento, presso la mensa scolastica, e la consegna a domicilio di un pasto giornaliero. Il numero dei beneficiari varia secondo le necessità (oscillando tra 5 e 6 persone assistite). I pasti non vengono erogati nel periodo estivo e nei giorni di sabato e domenica, per chiusura della mensa scolastica stessa. Anche in questo caso è prevista una compartecipazione economica degli utenti in base al reddito ISEE;

31 Si ringrazia, per la gentile collaborazione, il sig, Fosco Anselmi, dell’Ufficio Agricoltura, istruzione e servizi socio- sanitari del Comune.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 72 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

– un servizio di scuola-bus con destinazione le scuole materna, elementare e media di Pienza (80 studenti trasportati nel 2003); – tra i servizi di trasporto privato, due servizi di autonoleggio/taxi: il primo reperibile telefonicamente; il secondo – denominato “Postalino della Val d' Orcia” – con sede nel centro storico di Pienza (Via dell'angelo 12); – tra i servizi di gestione e manutenzione delle reti tecnologiche: un servizio cui segnalare i guasti relativi ad acquedotto e fognature, ed uno cui segnalare i guasti nella rete di distribuzione dell’elettricità; – un servizio di Soccorso A.C.I (con base a Montepulciano); – un servizio di trasporto collettivo a cadenza settimanale riservato ai clienti pientino dell’ “Ipermercato Etrusco”, posto a Chiusi in prossimità dello svincolo autostradale. Una menzione particolare merita, poi, la strategia messa in atto dei sette comuni del circondario dell’Amiata- Val d’Orcia (i cinque comuni della Val d’Orcia con l’aggiunta di Abbadia S.Salvatore e Piancastagnaio) per l’attivazione di servizi comuni, grazie ad una intensa cooperazione istituzionale. Ricorrendo alla delega di funzioni e di servizi è stato infatti possibile avviare, in particolare, importanti servizi associati, quali: – il Corpo di Polizia Municipale associato, – lo Sportello Unico per le attività produttive, – il Difensore civico, – la gestione del vincolo idrogeologico e del Catasto. Infine, si segnala la necessità di ampliamento del Cimitero di Pienza, ormai in via di esaurimento.

LA QUALITÀ DEI SERVIZI SOCIALI DI BASE La ricerca di un’elevata qualità dello spazio di servizio è divenuto, in questi ultimi anni, uno dei temi centrali della politica urbanistica a valenza sociale, in particolare per la sua importanza in relazione valutazione della qualità della vita dei residenti32. E’infatti ormai generalmente avvertita l’esigenza di verificare, accanto al rispetto delle quantità di spazi per abitante stabiliti dagli standard urbanistici ex D.M. 1444/68, l’adeguatezza qualitativa dell’offerta dei servizi sociali di base, in termini di accessibilità e distribuzione nel contesto insediativo, di qualità architettonica degli spazi costruiti e di qualità ambientale del contesto nel quale si collocano, di attrezzatura e manutenzione, in particolare degli spazi aperti. Sulla base di queste considerazioni è stato messo a punto un “indice della qualità ambientale dello spazio residenziale”, basato sull’analisi dei fattori sopra accennati dai quali si ritiene che la qualità dipenda. Tale indice risulta da un adattamento alla realtà pientina dell’Indice di qualità dei servizi sociali di base messo a punto nello studio “S.i.s.t.e.r.” (Sistemi di Indicatori per la Sostenibilità del Territorio Reggiano), commissionato dal Comune di Reggio Emilia al Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino nell’ambito dell’attività di ricerca dell’Osservatorio Città Sostenibili. L’indice di qualità urbana si applica agli spazi per servizi pubblici esistenti (o quantomeno già stati acquisiti alla proprietà pubblica), ossia non rende conto della carenza di spazi in termini quantitativi (delegata invece alla precedente “verifica degli standard”). Si definisce dunque “indice di qualità dei servizi sociali di base” (QS) la funzione: QS = f (Sb, Sv, Sm, So, Sc) dove: Sb = qualità del verde di vicinato per gioco bimbi Sv = verde e sport di quartiere Sm = qualità degli spazi della scuola materna So = qualità degli spazi della scuola dell’obbligo

32 Il tema della qualità dei servizi è attualmente al centro dell’attenzione della riflessione più generale sul rapporto tra Welfare e standard urbanistici, anche in previsione di una riforma del d.m. 1444/68. Si cita per tutti il volume Città e nuovo Welfare. L’apporto dell’urbanistica nella costruzione di un nuovo stato sociale, curato da F. Karrer e M. Ricci (Roma, Officina edizioni, 2003),che raccoglie parte degli esiti di una ricerca universitaria interateneo condotta con la partecipazione di vari istituti di Pianificazione territoriale e Sociologia italiani.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 73 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Sc = qualità degli spazi delle attrezzature culturali I suddetti indicatori vengono graduati secondo i seguenti criteri di valutazione: Sb Buono: spazi-gioco con buona dotazione di attrezzature, protetti, ben mantenuti e ben distribuiti33 Sufficiente: spazi-gioco di bassa qualità, protezione, manutenzione e/o mal distribuiti34 Insufficiente: spazi-gioco acquisiti ma non attrezzati, di scarsa qualità e mal distribuiti Sv Buono: aree verdi di buona qualità e consistenza in contesti di qualità accettabile Sufficiente: aree verdi di modesta qualità e scarsamente mantenute Insufficiente: aree verdi acquisite ma non ancora fruibili per la collettività Sm Buono: edificio di buona qualità, con buona dotazione di verde e contesto di buona qualità Sufficiente: edificio collocato in contesto soggetto ad inquinamento e/o di scadente qualità Insufficiente: edificio di scadente qualità, privo di spazi verdi o in contesto di scadente qualità So Buono edificio di buona qualità, con buona dotazione di verde e contesto di buona qualità Sufficiente: edificio collocato in contesto soggetto a inquinamento e/o di scadente qualità Insufficiente: edifico di scadente qualità, privo di spazi verdi o in contesto di scadente qualità Sc Buono: attrezzature culturali di buona qualità in contesti accettabili Sufficiente: attrezzature culturali modeste e/o in contesti di scadente qualità Insufficiente: edifico di scadente qualità, privo di spazi verdi o in contesto di scadente qualità Per poter dare un giudizio complessivo almeno per tipologia di servizio, e differenziato per le diverse parti del territorio Pientino (vedi Tab. 4.7), è utile far corrispondere convenzionalmente un punteggio a ciascun giudizio, in modo da poter calcolare il giudizio medio. I punteggi sono stati assegnati secondo lo schema seguente: – Buono 10 punti – Sufficiente 6 punti – Insufficiente 3 punti I quattro possibili punteggi vanno comunque considerati come capisaldi di una scala continua di valori, essendo possibile l’attribuzione di un punteggio derivante da una interpolazione tra due capisaldi contigui (ad esempio, se il giudizio è compreso tra “buono” e “sufficiente” è possibile attribuire il punteggio 0,8 o 0,9, e così via). Le successive tabelle 4.5 e 4.6 riportano, servizio per servizio, un giudizio sulla qualità dei servizi sociali di base, distinti per Pienza e Monticchiello, secondo i criteri appena illustrati. La tabella 4.7 riporta invece un giudizio complessivo per tipologia di servizio, sempre articolato per i due diversi centri urbani.

33 Nel modello valutativo originale gli spazi-gioco di vicinato (Sb) venivano considerati esistenti solo nella misura in cui risultavano contenuti nel raggio di accessibilità di 50 m. In considerazione della ridotta dimensione dei centri oggetto di studio, nonché della forte presenza di tessuti densi di tipo storico, si valuteranno l’esistenza e la distribuzione degli spazi-gioco di vicinato secondo i seguenti criteri: Pienza : Esistenti e ben distribuiti se, almeno al di fuori della cinta muraria, la distribuzione è abbastanza capillare Esistenti e mal distribuiti se con distribuzione non abbastanza capillare al di fuori della cinta muraria Monticchiello : Esistente e ben distribuiti se almeno un tipo di servizio è presente nel centro urbano (entro o fuori le mura) 34 Nel modello valutativo originale gli spazi per verde e sport di quartiere (Sv) e per attrezzature culturali (Sc) venivano considerati esistenti solo nella misura in cui risultavano contenuti nel raggio di accessibilità di 400 m.. In considerazione della ridotta dimensione dei due centri oggetto di studio, nonché della forte presenza di tessuti densi di tipo storico, tale genere di servizi si considera esistenti se comunque presente nel centro urbano (entro o fuori le mura).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 74 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.5 Centro urbano di Pienza - Qualità dei servizi di base – Giudizio per singolo servizio

Legenda PUNTEGGI PER SINGOLO INDICATORE Buono = 10 punti Sb = Sv = Sm = So = Sc = QS = Sufficiente = 6 punti qualità qualità del qualità qualità qualità Indice di Insufficiente = 3 punti del verde verde e della spazi delle qualità dei di vicinato sport di scuola scuola attrezzatur servizi per gioco quartiere materna dell’obblig e culturali sociali di bimbi o base V1 Giardino pubblico vicino via dell’AIA 10 V2a Giardino pubblico Via Gino Severini 4 V3 Giardino pubblico Via pian del 10 mandorlo V4 Giardino pubblico insediamento S. 10 Gregorio V5a Giardino pubblico di piazza Dante 10 V5b Giardino pubblico di piazza Dante 10 V7 Verde pubblico di via Gozzante 4 (sotto Cattedrale) V8 Verde pubblico tra Viale 10 Mangiavacchi e Via delle mura V9 Cortili del complesso San Carlo 10 Borromeo V10 Campo sportivo (via S. Caterina) 10 I1 Scuola Media "Ippolito Nievo"; Via 6 della Madonnina I2 Scuola Elementare; Via del 8 Pergolato; I3 Scuola Materna Comunale; Via della 6 Madonnina; S1 Conservatorio S. Carlo Borromeo 10 S2 Centro sociale AUSER 10 S3 Residenza per anziani autosufficienti - S4 Caserma dei carabinieri - S5 Ex Campo Boario (usi alternati - parcheggio a pagamento / spazio per fiere e mercati) PUNTEGGIO MEDIO PER INDICATORE 8,7 10,0 6,0 7,0 10,0 8,3

Tab. 4.6 Centro urbano di Monticchiello - Qualità dei servizi di base – Giudizio per singolo servizio

Legenda PUNTEGGI PER SINGOLO INDICATORE Buono = 10 punti Sb = Sv = Sm = So = Sc = QS = Sufficiente = 6 punti qualità qualità qualità qualità qualità Indice di Insufficiente = 3 punti del verde del verde della spazi delle qualità dei di e sport di scuola scuola attrezzatur servizi vicinato quartiere materna dell’obblig e culturali sociali di per gioco o base bimbi V-a Giardino pubblico (fuori le mura) 10 V-b Verde sportivo lungo Strada comunale per Pienza 6 S-a Ambulatorio Viale M. Cappelli 10 S-b ex casa-famiglia in corso di riacquisizione dalla ASL per destinazione servizi sociali (Viale M. Cappelli) - S-c ex seggio elettorale da destinato a servizi sociali - S-d ex Granaio ed altri spazi ad uso della Compagnia popolare del teatro povero di Monticchiello (incluso museo del Teatro popolare Toscano) 10 PUNTEGGIO MEDIO PER INDICATORE 10,0 6,0 N.C. N.C. 10,0 8,7

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 75 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.7 Comune di Pienza, Qualità dei servizi di base – Giudizio complessivo per tipologia di servizio

CENTRO URBANO DI PIENZA CENTRO URB. DI MONTICCHIELLO

GIUDIZIO PUNTEGGIO MEDIO GIUDIZIO PUNTEGGIO MEDIO

Sb = Qualità del verde di vicinato Medio-buono 8,7 Buono 10,0 per gioco bimbi Sv = qualità del verde e sport di Buono 10,0 Sufficiente 6,0 quartiere Sm = qualità della scuola Sufficiente 6,0 n.c. n.c. materna So = scuola dell’obbligo Medio-buono 7,0 n.c. n.c. Sc = qualità delle attrezzature Buono 10,0 Buno 10,0 culturali QS = Indice di qualità dei Qualità medio- 8,3 8,7 servizi sociali di base alta

Come si evince dalla tabella 4.7, la qualità complessiva dei sevizi sociali di base è piuttosto alta (8.3 per Pienza e 8,7 per Monticchiello). In particolare, a Pienza risulta massima la qualità del verde sportivo e delle attrezzature culturali, cui sono in effetti dedicati o edifici appositamente progettati (centro sociale Auser) o palazzi storici di grande valore (ex conservatorio San Carlo Borromeo), come attesta la scheda seguente. 4. IL CONSERVATORIO S.CARLO BORROMEO

Le prime notizie storiche riguardanti l'intero complesso risalgono al XIV sec. e sono tratte da un opuscolo stampato a Pienza nel 1924; “(…) esisteva già nel secolo XIV un ospizio della "Fraternita". Ci si facevano le scuole pubbliche, ci si dava alloggio ai pellegrini, ai poveri malati. Il Comune di Corsignano lo soprintendeva e ne amministrava le rendite. La confraternita fu sospesa nel 1574 e, all'inizio del '600, fu venduto il fabbricato al Mario Preziani, che lo ridusse a Monastero con annessa chiesa e nel 1633 fu aperto alle suore della regola agostiniana sotto l'invocazione di S. Carlo Borromeo. Nel 1787 per opera del Granduca Leopoldo I il Monastero fu trasformato in educatorio femminile (…) Il patrimonio fu aumentato e il fabbricato ingrandito. L'istituto fu prima diretto dalle suore, poi dal 1870 da personale amministrativo e direttivo laico. (…) Nel 1904 il Conservatorio fu onorato di un'ambita visita di Sua Maestà Margherita di Savoia, che ebbe parole di encomio per il fiorente istituto. In esso si impartiva l'istruzione elementare e normale; ed è stato sede d'esame con effetti legali fin dal 1904. Oggi, (1924), in seguito alla riforma Gentile, la scuola normale è stata trasformata in Istituto Magistrale; e accanto alle scuole elementari nel più breve tempo possibile sarà istituito un giardino d'infanzia.” La destinazione a Istituto Magistrale durò fino al 1958, anno della chiusura definitiva delle scuole. Successivamente l'istituto fu trasformato in Fondazione, sotto la direzione di un Consiglio nominato dal Provveditorato agli Studi di , con obbligo di cessione di tutti i beni patrimoniali. Il complesso architettonico è stato acquistato e ristrutturato dal Comune di Pienza negli anni '80 e destinato a Biblioteca, Centro Convegni, sede museale e, in parte, ad appartamenti per la popolazione anziana. Attualmente la fondazione collabora con l'Amministrazione Comunale e con le associazioni pientine in ambito culturale; tra gli altri ricordiamo l'intervento atto a realizzare il centro Mario Luzi in cui sono accolti i volumi della biblioteca personale del Maestro. Fonte: www.comunedipienza.it/ Foto/Note_Storiche/note_storiche.html

La scuola materna e alla scuola media affacciano invece su una strada (relativamente) molto trafficata (via della Madonnina), e sono dotate di pochi spazi esterni (con il che si giustifica il giudizio di “qualità sufficiente”). Migliore si presenta la situazione per la scuola elementare, che affaccia su una strada interna da un lato e, dall’altro, sulla bellissima strada pedonale che costeggia le mura e il bordo meridionale di Pienza (punteggio 8). Tuttavia, anche per la scuola elementare gli spazi esterni potrebbero essere molto migliorati, acquisendo finalmente alla scuola il lotto limitrofo ad essa specificamente destinato dal vigente PRG. Quanto al verde di vicinato per il gioco dei bambini, Pienza presenta una dotazione qualitativamente ottima (anche come distribuzione nell’abitato). Il punteggio medio viene però abbassato ad 8,7 per via della presenza di due spazi verdi acquisiti ma non ancora attrezzati, ossia il giardino pubblico di via Severini e parte del verde pubblico di Via Gozzante (sotto la Cattedrale).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 76 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

LE INIZIATIVE IN CORSO NEL CAMPO DEI SERVIZI PUBBLICI Infine ricordiamo, sempre nel campo dei servizi pubblici, i lavori programmati nell’arco dei prossimi cinque anni: – Recupero ad uso funzionale dell’area delle ex fonti pubbliche a Pienza – Recupero e copertura dell’immobile “Le galere” con nuova destinazione a spazio espositivo, auditorium, giardino d’inverno e luogo di animazione per bambini; – Progettazione di un sistema di miglioramento e mantenimento delle strade comunali intese come “arredo extra urbano” del territorio da integrare nel progetto di Parco della Val d’Orcia. – Realizzazione di un parcheggio che renda possibile una nuova gestione dell’accesso e del flusso del traffico automobilistico a Monticchiello. – Pavimentazione dei marciapiedi e nuova illuminazione in Viale Piccolomini. – Sistemazione delle strade di Via Risorgimento e Pian del Mandorlo. – Realizzazione di un’area di parcheggio in Via degli Archi. – Apertura di un bando per la realizzazione di un’area PEEP nel terreno di proprietà del Comune di Pienza nella zona di espansione. – Bagni Pubblici in Via dell'Addobbo (Pienza). Sistemazione e ampliamento dei servizi igienici comunali – Rifacimento di Via dell'Aia (Pienza) – dopo la realizzazione della variante SP146, realizzazione marciapiedi e nuova illuminazione a Via della Madonnina e ristrutturazione Piazza Dante – realizzazione zona attrezzata a parcheggio per autobus con eliminazione attuale zona di sosta di Via Sassetta, che verrà trasformata in parcheggio per automobili – riorganizzazione delle zone residenziali di recente costruzione con sistemazione degli spazi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, marciapiedi) – revisione ZTL e nuovo piano del traffico e sosta – riorganizzazione funzionale largo Roma e viale Mencattelli – miglioramento giardini pubblici – ampliamento PIP – realizzazione di piazzole ecologiche a Spedaletto e Foce adeguatamente inserite in contesti architettonici e paesaggistici – ricostituzione reti fognarie e acquedotto nel centro storico di Pienza in collaborazione con l’ATO n. 6 Ombrone

4.1.4 La distribuzione commerciale

ESERCIZI COMMERCIALI ALIMENTARI ED EXTRA-ALIM. DISTINTI TRA CENTRO E PERIFERIA DI PIENZA L’aumento degli esercizi di vicinato nel Comune di Pienza negli ultimi dieci anni è stato molto rilevante, specialmente se rapportato ad altri comuni con le stesse caratteristiche di superficie, densità e popolazione. A fronte di un calo del numero della popolazione residente del 2%, nel Comune di Pienza si è osservata una crescita totale degli esercizi di vicinato del 59%, comprensibile solo se si fa riferimento al fenomeno turistico.35

35 Effettivamente, le attività turistiche hanno registrato nell’ultimo decennio una forte crescita: le strutture alberghiere ed extralberghiere sono passate dalle 6 del 1992 alle 57 del 2001 (+850%) e le presenze dalle 11mila circa del 1992 alle oltre 58mila del 2001 (+424%). Le tendenze più recenti sono ancora abbastanza vivaci; tra il 2000 ed il 2001 le strutture sono aumentate del 18,7%, gli arrivi del 10,9% e le presenze del 2,7.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 77 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

E’ opportuno tuttavia distinguere la situazione che si è creata nel centro storico di Pienza, inteso come porzione di territorio compresa nelle mura cittadine, e la restante parte del Comune, che per comodità chiameremo periferia36. In particolare, la situazione storica (dal 1992 al 2001) degli esercizi commerciali, alimentari ed extra alimentari, dell’intero Comune di Pienza, distinti nelle due zone di riferimento, centro e periferia, mostra una evidente crescita degli esercizi di vicinato, soprattutto nel territorio che costituisce il centro storico. Nel centro storico di Pienza, infatti, che ha una superficie di appena 5 ettari, gli esercizi commerciali sono cresciuti del 61%, in periferia del 56%. Se andiamo, poi, nel dettaglio, possiamo analizzare l’evoluzione degli esercizi di vicinato, distinti in alimentari ed extralimentari, sia in centro che in periferia: dal 1992 al 1995 il numero di esercizi alimentari del Comune di Pienza, tra centro e periferia, è rimasto pressoché invariato, 34, di cui 17 nel centro e 17 in periferia. Dal 1996 al 2001 il numero di esercizi commerciali alimentari è invece cresciuto esponenzialmente, passando da un totale di 39 nel 1996 a 50 nel 2001. Ciò significa che, nel corso degli ultimi 10 anni il numero di esercizi commerciali alimentari è aumentato del 47%. E’ opportuno evidenziare che mentre in periferia il numero degli esercizi alimentari è aumentato soltanto del 29%, nel centro di ben il 65% creando alcune rilevanti problematiche di cui si tratterà in seguito. Il dato è di grande rilevanza se si considera, inoltre, che la superficie del centro storico è di appena 5 ettari, il che equivale ad una densità media di esercizi commerciali di 58,33 per Kmq. Nel centro storico si è dunque avuto un incremento degli esercizi di vicinato settore alimentare nettamente superiore rispetto a quello che si è verificato in periferia. Pur partendo, nel 1992, da una situazione pressoché paritaria tra le due zone, dopo pochi anni si è giunti ad una differenza di crescita degli alimentari in centro rispetto alla periferia del 36%. Considerato per di più, che la superficie della periferia misura 122,482 Kmq, il dato appare impressionante. Ricordiamo che la densità degli esercizi di vicinato per kmq in centro è di 58,33 e di appena 0,18 in periferia, dove, tra l’altro, vive la maggior parte della popolazione della città. Dal 1992 al 2001 il numero di esercizi extra alimentari è considerevolmente aumentato, ed esattamente del 66%. Anche per quanto riguarda questo settore di esercizi la crescita non è stata omogenea nelle due zone. Mentre, infatti, in periferia si è verificato un aumento del 77%, in centro l’incremento è stato solo del 59% con una differenza di crescita, nelle due zone, del 18%. Considerando che la categoria degli extra alimentari raggruppa esercizi di vendita che commercializzano generi molto diversi tra loro, la crescita, in centro, non è stata così esplosiva come quella degli esercizi alimentari. Nel solo centro storico, infatti, sono presenti 46 esercizi di questa tipologia, che rapportati alla superficie dello stesso danno una densità pari a 96 esercizi per Kmq.. Nel corso Il Rossellino ne troviamo 29 il che equivale a dire che ve è uno ogni 23 m..

ATTIVITÀ COMMERCIALI E ARTIGIANALI DI SERVIZIO DI 1A E 2A NECESSITÀ NEL CS DI PIENZA Per interpretare i fenomeni sopra descritti ai fini di una valutazione della qualità della vita dei residenti in relazione all’offerta commerciale è però indispensabile comprendere quanti degli esercizi commerciali censiti trattino effettivamente generi di prima e seconda necessità.37 Non tragga in inganno, ad esempio, il vertiginoso incremento degli esercizi alimentari nel centro storico di Pienza: dei molti esercizi ricadenti nella categoria commerciale “alimentari”, infatti, solo uno – peraltro piuttosto piccolo - vende effettivamente generi di prima necessità, offrendo tutti gli altri solo una selezione ristrettissima di “prodotti tipici” a volte limitati al solo onnipresente “pecorino di Pienza”. Come accennato nell’introduzione al presente paragrafo 4.1, le cause di tali squilibri sono da ricercarsi nella modifica delle convenienze localizzative (incluso l’aumento dei valori immobiliari) indotte dall’aumento della frequentazione turistica del territorio, con la conseguente espulsione degli esercizi commerciali con margini

36 Il presente testo costituisce un estratto del quadro conoscitivo presentato nel documento di Avvio del procedimento, a sua volta derivato da uno studio commissionato dal Comune di Pienza alla Società “Strategie” s.n.c., con sede a Pianella (SI) funzionale alla redazione “Programma integrato per la rivitalizzazione della rete distributiva” (ex art. 8 Regolamento Regionale n. 8/99 di attuazione della legge regionale 17 maggio 1999, n.28). 37 Si tratta qui di “esercizi di vicinato” come definiti dal Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114 "Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59", ovvero “quelli aventi superficie di vendita non superiore a 150 mq. nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000”.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 78 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia di guadagno ridotti (generalmente vendita di beni e servizi di 1a e 2a necessità) a vantaggio dei negozi di generi voluttuari. Tali fenomeni peculiari si inseriscono poi nel quadro generale di progressivo indebolimento dell’apparato distributivo tradizionale a fronte del proliferare delle strutture di vendita medio-grandi. D’altra parte, la sopravvivenza dell’apparato distributivo tradizionale è ormai da considerarsi uno degli elementi capaci di contrastare i fenomeni già accennati di “musealizzazione” dei centri storici o, in situazioni più marginali, di abbandono degli stessi. Allo scopo di analizzare la situazione del territorio Pientino sotto questo profilo, è stata analizzata la struttura dell’offerta commerciale e di artigianato di servizio nei Centri Storici di Pienza e Monticchiello, di sulla base del rilievo censuario provvisorio ISTAT 2001 delle Unità locali e degli addetti a Imprese private (industria, commercio e “altri servizi”), integrato da opportune verifiche in loco. Le Unità locali presenti sono state innanzitutto suddivise in quattro categorie, a seconda dell’essenzialità della loro presenza, ai fini di garantire un adeguato livello di qualità della vita dei residenti, secondo lo schema di Tab. 4.8. Si noti che ciascun tipo di attività è contrassegnata da un codice alfanumerico nel quale la prima lettera corrisponde a 3 delle 4 diverse categorie ISTAT rilevate nel censimento provvisorio utilizzato: I = attività industriale – artigianale; C = attività commerciale; S = altri servizi. Non sono stati invece considerati le Unità Locali del comparto “Istituzioni”. La seconda cifra consiste di un numero progressivo da 1 a 4, e si riferisce al tipo di frequenza del servizio (1 = giornaliera, 2 = periodica, 3 = saltuaria, 4 = indeterminata).

Tab 4.8. Tipo di imprese (Artigianali, commerciali, di servizio) per categoria di frequenza

ARTIGIANATO DI SERVIZIO ATTIVITÀ COMMERCIALI ALTRI SERVIZI

CATEG. 1: I2P forno (pasticciere, C1A: alimentari – droghiere - S1B: bar ATTIVITÀ E panificio) salumiere- lattaio C1G: rivendite di giornali e riviste SERVIZI A C1M: macellaio, FREQUENZA C1O: ortolano, GIORNALIERA (DI C1T: tabaccherie, 1A NECESSITÀ) CATEG. 2: C2C cartolaio S2B barbiere, parrucchiere, ATTIVITÀ E C2F farmacista estetista SERVIZI A C2I pescivendolo, S2L (lavanderia) FREQUENZA C2FP filiale postale, S2M (Studio Medico) A PERIODICA (DI 2 C2FB filiale bancaria. S2R: ristoranti, tavole calde, C2P profumiere pizzerie NECESSITÀ) C2V vinaio, CATEG. 3: I3Fa falegname, C3A abbigliamento, calzature ATTIVITÀ E I3Fb fabbro C3Fe ferramenta, casalinghi SERVIZI A I3C Calzolaio, lavori in C3L libraio C3O orologiaio FREQUENZA cuoio SALTUARIA O I3S sarto I3IE idraulico-elettricista, STAGIONALE I3V vetraio CATEG. 4: I4E (imprese edili) C4Aa autoaccessori, ecc. S4A : alberghi, motel, pensioni, ATTIVITÀ E I4Ol laboratorio C4Aq (Antiquario) ecc.. SERVIZI A produzione-vendita olio C4Ar (Articoli da regalo, chincaglierie, S4Ai (agenzie immobiliari) FREQUENZA I4St (Studi tecnici e souvenir) S4In (Informatica – consulenza INDETERMINATA industriali) C4At Prodotti alimentari tipici (solo), e software) incluse enoteche S4Fo (fotografia) C4Ce (Vendita Artigianato tipico, S4Ip (internet Point) ceramiche d’arte, ferro battuto, ecc) S4Na (servizio di noleggio auto C4Fp C4Ci ciclista (Fiori e Piante) con conducente) C4Ga (Gallerie d’arte) S4Of (Onoranze e pompe C4GO (orefice, gioielleria) funebri) C4In (Intermediari del Commercio) S4R (restauratore-decoratore) C4PE (profumeria, erboristeria) S4Tu (Ufficio turistico C4Sp (sport) Fonte: elaborazioni proprie sulla base della suddivisione in categorie proposta in A. Mercandino, “Urbanistica tecnica”, Milano, Il Sole 24 Ore edizioni, 2003, p.395. In corsivo le categorie aggiunte dall’autrice.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 79 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

La successiva Tabella 4.9 riporta invece il risultato dell’attribuzione delle Unità locali e degli addetti censiti dall’ISTAT alle quattro categorie di frequenza individuate, conservando la distinzione per tipo di attività. Tale aggregazione di dati censuari è accompagnata da un notazione circa il tipo di utenza principale del tipo di esercizi censiti (residenti, turisti, entrambi), allo scopo appunto di comprendere quanta parte dell’importante crescita degli esercizi nei centri storici precedentemente sottolineata contribuisce effettivamente ad un innalzamento della qualità della vita quotidiana degli abitanti.

Tab. 4.9. Centro Storico di Pienza - Imprese private (industria, commercio e “altri servizi”, secondo le categorie ISTAT) per tipo di utenza principale

CENTRO STORICO DI PIENZA N° DI UNITÀ N° DI UTENZA PRINCIPALE LOCALI ADDETTI Imprese private (Industria, Commercio e altri Servizi) residenti turisti entrambi CATEG. 1: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA GIORNALIERA (DI 1A NECESSITÀ) C1A: alimentari – droghiere - salumiere- lattaio 1 1 X C1M: macellaio, 3 5 X C1O: ortolano, 1 3 X Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera rivolti 5 9 principalmente ai residenti I2P forno (pasticciere, panificio) 2 9 X S1B: bar, 2 7 X C1T: tabaccherie, 1 2 X C1G: rivendite di giornali e riviste 1 2 X Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera rivolti a 6 20 entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera 11 29 CATEG. 2: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA PERIODICA (DI 2A NECESSITÀ) C2V vinaio, 0 0 X C2I pescivendolo, 0 0 X C2C cartolaio, 1 4 X C2P profumiere, 0 0 X S2B barbiere, parrucchiere, estetista 5 8 X S2L (lavanderia) 1 1 X Totale Attività e servizi a frequenza periodica rivolti 7 13 principalmente ai residenti C2F farmacista, 1 2 X C2FP filiale postale, 0 0 X C2FB filiale bancaria. 0 0 X S2R: ristoranti, tavole calde, pizzerie, 10 54 X S2M (Studio Medico) 3 3 X Totale Attività e servizi a frequenza periodica rivolti a 14 59 entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza periodica 21 72 CATEG. 3: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA SALTUARIA O STAGIONALE I3Fa falegname, 1 1 X I3S sarto 2 2 X I3Fb fabbro, 0 0 X I3IE idraulico-elettricista, 0 0 X I3V vetraio 0 0 X C3Fe ferramenta, casalinghi 2 3 X C3O orologiaio, 0 0 X

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 80 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Totale Attività e servizi a frequenza saltuaria o 5 6 stagionale rivolti principalmente ai residenti I3C Calzolaio, lavori in cuoio 1 1 X C3A abbigliamento, calzature 5 7 X C3L libraio 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza saltuaria o 6 8 stagionale rivolti a entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata 11 14 CATEG. 4: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA INDETERMINATA I4St (Studi tecnici e industriali) 0 0 X I4E (imprese edili) 7 7 X S4Of (Onoranze e pompe funebri) 1 1 X S4In (Informatica – consulenza e software) 1 2 X S4R (restauratore-decoratore) 1 1 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti 10 11 principalmente ai residenti I4Ol laboratorio produzione-vendita olio 0 0 X C4Aq (Antiquario) 3 5 X C4Ar (Articoli da regalo, chincaglierie, souvenir) 7 9 X C4At Prodotti alimentari tipici (solo), incluse enoteche 11 18 X C4Ce (Vendita Artigianato tipico, ceramiche d’arte, ferro 5 9 X battuto, ecc) C4Ga (Gallerie d’arte) 1 1 X S4A : alberghi, motel, pensioni, ecc.. 6 7 X S4Ai (agenzie immobiliari) 3 3 X S4Tu (Ufficio turistico) 2 2 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti 38 54 principalmente ai turisti C4PE (profumeria, erboristeria) 1 3 X C4GO (orefice, gioielleria) 1 2 X C4Sp (sport) 1 1 X C4Fp (Fiori e Piante) 1 1 X C4Ci ciclista, 0 0 X C4Aa autoaccessori, ecc. 0 0 X C4In (Intermediari del Commercio) 2 2 X S4Fo (fotografia) 1 1 X S4Ip (internet Point) 1 1 X S4Na (servizio di noleggio auto con conducente) 1 2 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti 9 13 a entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata 57 78 Totale Attività e servizi Centro Storico Pienza 100 193 Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

I risultati dell’analisi così condotta sono riassunti in Tabella 4.10 (per quanto riguarda le Unità locali) e in Tabella 4.11 (relativamente agli addetti), e rappresentati rispettivamente con i grafici delle figure da 4.1 a 4.3 e con quelli delle figure da 4.4 a 4.6.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 81 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.10. Centro Storico di Pienza : Unità locali relative a Imprese private (Industria-artigianato, Commercio e altri Servizi) per categoria e utenza privilegiata

UTENZA PRIVILEGIATA: TOTALE

CATEGORIE residenti turisti Entrambi Unità % Unità % Unità % Unità % Categ. 1: attività e servizi a frequenza giornaliera (di 1° necessità) 5 0 6 11 0,11% Categ. 2: attività e servizi a frequenza periodica (di 2a necessità) 7 0 14 21 0,21% Categ. 3: attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 5 0 6 11 0,11% Categ. 4: attività e servizi a frequenza indeterminata 10 38 9 57 0,57% Totale Attività e servizi Centro Storico Pienza 27 0,27% 38 0,38% 35 0,35% 100 100,00% Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

Come si può osservare, nel centro storico di Pienza esiste una notevole sproporzione tra le quattro categorie di esercizi individuate: dei 100 esercizi censiti quelli a frequenza indeterminata sono il 57% del totale (ossia 57), a fronte di soli 11 esercizi di prima necessità. Di questi ultimi, poi, solo 5 sono rivolti specificamente ai residenti (un piccolo alimentari, tre macellerie e un ortolano), mentre i rimanenti 6 sono rivolti ad entrambi residenti e turisti (bar, pasticcerie, rivendite di giornali e tabacchi). La situazione non migliora considerando gli esercizi di seconda necessità (o a frequenza periodica): un terzo degli esercizi (7, di cui 5 parrucchieri!!) sono rivolti principalmente ai residenti, a fronte di due terzi (14 esercizi) rivolti a entrambi turisti e residenti, di cui però 10 sono ristoranti. Anche l’artigianato di servizio rivolto ai residenti , per lo più ricadente nella terza categoria di frequenza (stagionale) si presenta piuttosto ridotto (due sarti e un falegname). Come sopra accennato, la categoria più numerosa di esercizi (57) è la quarta, ed è anche l’unica dove compaiono esercizi rivolti esclusivamente a turisti (38, pari al 38% del totale) come mostra il terzo grafico. Si tratta per la maggior parte di rivendite di generi voluttuari e/o souvenir, nell’ambito dei quali la parte del leone, con 11 esercizi) è appunto giocata dalle rivendite di prodotti alimentari tipici (e solo di quelli), incluse le enoteche. Seguono gli articoli da regalo (7 esercizi) e le attività ricettive (6, tra alberghi e affittacamere). Rivendite di oggetti artigianali tipici, antiquari, uffici turistici, agenzie immobiliari e una galleria d’arte completano il quadro dell’offerta di attività principalmente rivolta ai turisti, mentre a 9 ammontano le attività rivolte a entrambi e residenti. In linea generale, dunque, (vedi primo grafico) solo poco più di un quarto degli esercizi localizzati nel centro storico di Pienza (27%) è rivolto principalmente ai residenti, essendo il 38% rivolto specificamente ai turisti. Osservando la stessa situazione per addetti, anziché per unità locali (grafici 4, 5 e 6) notiamo una aumento consistente della percentuale spettante agli esercizi a frequenza periodica (seconda necessità) rivolta ad entrambi residenti e turisti, dovuta al maggior numero di addetti per esercizio (5,4) rispetto alla media (1,93 addetti per u.l., pari a 193 addetti/100 u.l.), tipica delle attività di ristorazione. Tutte le altre percentuali di distribuzione degli addetti risultano dunque ridimensionate conseguentemente.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 82 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Fig. 4.1 - Centro storico di Pienza: Unità locali di attività e servizi per utenza privilegiata

entrambi residenti e turisti residenti

turisti

Fig. 4.2 - Centro storico di Pienza: Unità locali per categoria di frequenza

Categ.1: frequenza giornaliera (1a Categ. 2 : necessità) frequenza periodica

1 2 3 4

Categ. 3: frequenza Categ. 4: frequenza indeterminata saltuaria o stagionale

Fig. 4.3 - Centro storico di PIENZA: n° di Unità locali per categoria e utenza privilegiata (1= residenti; 2= turisti; 3= entrambi)

40 A tt. e serv. di 4a catego ria

30 A tt. e serv. di 3a catego ria

20 Att. e serv.di 2a categoria

10 Attività e servizi di 1a categoria 0 123

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 83 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Fig. 4.4 - Centro storico di Pienza: Addetti ad attività e servizi per utenza privilegiata

residenti

turisti entrambi residenti e turisti

Fig. 4.5 - Centro storico di Pienza: Addetti ad attività e servizi per categoria di frequenza

Categ.1: frequenza giornaliera (1a necessità) Categ. 4: frequenza indeterminata

1 2 3 4

Categ. 3: frequenza Categ. 2 : frequenza saltuaria o stagionale periodica

Fig. 4.6 - Centro storico di PIENZA: n° di Addetti per categoria e utenza privilegiata (1= residenti; 2= turisti; 3= entrambi)

10 0 Att. e serv. di 4a catego ria Att. e serv. di 3a catego ria 80

60

40 Att. e serv.di 2a categoria

20 Attività e servizi di 1a categoria 0 12 3

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 84 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.11. Centro Storico di Pienza : Addetti relativi a Imprese private (Industria-artigianato, Commercio e altri Servizi) per categoria e utenza privilegiata

UTENZA PRIVILEGIATA: TOTALE

CATEGORIE Residenti turisti entrambi Addetti % Addetti % Addetti % Addetti % Categ. 1: attività e servizi a frequenza giornaliera (di 1a necessità) 9 0 20 29 0,15% Categ. 2: attività e servizi a frequenza a periodica (di 2 necessità) 13 0 59 72 0,37% Categ. 3: attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 6 0 8 14 0,07% Categ. 4: attività e servizi a frequenza indeterminata 11 54 13 78 0,40% Totale Attività e servizi Centro Storico Pienza 39 0,20% 54 0,28% 100 0,52% 193 100,00% Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

ATTIVITÀ COMMERCIALI E ARTIGIANALI DI SERVIZIO DI 1A E 2A NECESSITÀ NEL CENTRO URBANO DI MONTICCHIELLO Il primo dato che spicca, invece, osservando i risultati delle stesse elaborazioni condotte su Monticchiello è l’esiguità del volume generale di attività industriali artigianali e di servizio, indipendentemente dalla loro caratterizzazione. Esse consistono infatti di sole 17 unità locali, in tutto il centro urbano, che occupano un totale di 36 addetti: una dimensione tale da rendere inopportuna la distinzione tra attività site all’interno all’esterno del centro storico. Da notare che, mentre la media di addetti per unità locale (2,29) relativa a Monticchiello non differisce molto dallo stesso dato calcolato per il C.S. di Pienza (1,93 addetti per u.l.). Il rapporto tra unità locali è residenti è molto più alto nel centro storico di Pienza (una u.l. ogni 5 abitanti circa, e un addetto ogni 2,6 abitanti) che nel centro urbano di Monticchiello (una u.l. ogni 12,6 abitanti circa, e un addetto ogni 5,5)38, a causa, come vedremo, dell’assenza in quest’ultimo centro dei fenomeni di specializzazione turistico-commerciale spinta presenti a Pienza. Tra le cause, oltre la mancanza di una “massa critica” di popolazione in grado di attivarli, un certo orientamento consapevole a favorire, semmai, la dimensione turistico-culturale rispetto a quella turistico- commerciale, ormai non più legata solo ad eventi spettacolari episodici (Teatro Povero) ma alla costante attività svolta all’interno del nuovo Museo del Teatro popolare tradizionale toscano (te.po.tra.tos.).

Tab. 4.12 Centro urbano di Monticchiello - Imprese private (industria, commercio e “altri servizi”, secondo le categorie ISTAT) per tipo di utenza principale

CENTRO URBANO DI MONTICCHIELLO N° DI N° DI UTENZA PRINCIPALE Imprese private (Industria, Commercio e altri Servizi) ESERCIZI ADDETTI residenti turisti entrambi CATEG. 1: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA GIORNALIERA (DI 1A NECESSITÀ) C1A: alimentari – droghiere - salumiere- lattaio 1 2 X C1M: macellaio, 1 1 X C1O: ortolano, 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera rivolti 2 3 principalmente ai residenti

38 I dati sulla popolazione residente sono quelli relativi al censimento 2001 (vedi tab. 4.1).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 85 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

I2P forno (pasticciere, panificio) 1 3 X S1B: bar, 1 1 X C1T: tabaccherie, 0 0 X C1G: rivendite di giornali e riviste 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera rivolti a 2 4 entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza giornaliera 4 7 CATEG. 2: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA PERIODICA (DI 2A NECESSITÀ) C2V vinaio, 0 0 X C2I pescivendolo, 0 0 X C2C cartolaio, 0 0 X C2P profumiere, 0 0 X S2B barbiere, parrucchiere, estetista 1 1 X S2L (lavanderia) 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza periodica rivolti 1 1 principalmente ai residenti C2F farmacista, 0 0 X C2FP filiale postale, 1 1 X C2FB filiale bancaria. 0 0 X S2R: ristoranti, tavole calde, pizzerie, 2 6 X S2M (Studio Medico) 1 1 X Totale Attività e servizi a frequenza periodica rivolti a 4 8 entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza periodica 5 9 CATEG. 3: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA SALTUARIA O STAGIONALE I3Fa falegname, 0 0 X I3S sarto 0 0 X I3Fb fabbro, 0 0 X I3IE idraulico-elettricista, 1 3 X I3V vetraio 0 0 X C3Fe ferramenta, casalinghi 0 0 X C3O orologiaio, 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 1 3 rivolti principalmente ai residenti I3C Calzolaio, lavori in cuoio 0 0 X C3A abbigliamento, calzature 2 2 X C3L libraio 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 2 2 rivolti a entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata 3 5

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 86 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

CATEG. 4: ATTIVITÀ E SERVIZI A FREQUENZA INDETERMINATA I4St (Studi tecnici e industriali) 1 1 X I4E (imprese edili) 2 10 X S4Of (Onoranze e pompe funebri) 0 0 X S4In (Informatica – consulenza e software) 0 0 X S4R (restauratore-decoratore) 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti 3 11 principalmente ai residenti C4Aq (Antiquario) 1 1 X C4Ar (Articoli da regalo, chincaglierie, souvenir) 0 0 X C4At Prodotti alimentari tipici (solo), incluse enoteche 0 0 X C4Ce (Vendita Artigianato tipico, ceramiche d’arte, ferro 0 0 X battuto, ecc) C4Ga (Gallerie d’arte) 0 0 X S4A : alberghi, motel, pensioni, ecc.. 0 0 X S4Ai (agenzie immobiliari) 0 0 X S4Tu (Ufficio turistico) 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti 1 1 principalmente ai turisti I4Ol laboratorio produzione-vendita olio 1 3 X C4PE (profumeria, erboristeria) 0 0 X C4GO (orefice, gioielleria) 0 0 X C4Sp (sport) 0 0 X C4Fp (Fiori e Piante) 0 0 X C4Ci ciclista, 0 0 X C4Aa autoaccessori, ecc. 0 0 X C4In (Intermediari del Commercio) 0 0 X S4Fo (fotografia) 0 0 X S4Ip (internet Point) 0 0 X S4Na (servizio di noleggio auto con conducente) 0 0 X Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata rivolti a 1 3 entrambi residenti e turisti Totale Attività e servizi a frequenza indeterminata 5 15 Totale Attività e servizi Centro Urbano Monticchiello 17 36 Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

Per quanto possa essere significativo ragionare su un “parco-unità locali” di soli 17 elementi, si può osservare (tab. 4.12 e 4.13, e figg. 4.7, 4.8 e 4.9) che la distribuzione delle unità locali tra le quattro categorie individuate in base al livello di necessità di frequentazione è piuttosto uniforme. In particolare, la presenza di un alimentari, di un forno, di un macellaio e di un bar garantiscono ai 213 residenti del cento urbano di Monticchiello un livello minimo di esercizi commerciali di prima necessità (frequenza giornaliera), affiancati da una filiale postale, due ristoranti, un parrucchiere e uno studio medico, per quanto riguarda gli esercizi di seconda necessità (frequenza periodica), utilizzabili da entrambi residenti e turisti. Sempre a proposito della distribuzione delle attività presenti in funzione dell’utenza privilegiata vale ribadire l’assenza della specializzazione turistica osservata a Pienza: delle 17 attività, solo una è rivolta principalmente ai turisti (un negozio di antiquariato), mentre le restanti sono equamente suddivise tra attività rivolte principalmente ai residenti ed attività rivolte ad entrambi residenti e turisti. Tra queste ultime, in particolare, quelle a frequenza stagionale o indeterminata sono: due negozi di abbigliamento, una rivendita di olio prodotto localmente, due ristoranti).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 87 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.13 Centro urbano di Monticchiello : Unità locali relative a Imprese private (Industria-artigianato, Commercio e altri Servizi) per categoria e utenza privilegiata

UTENZA PRIVILEGIATA: TOTALE CATEGORIE residenti turisti Entrambi Unità % Unità % Unità % Unità % Categ. 1: attività e servizi a frequenza giornaliera (di 1a necessità) 2 0 2 4 0,24% Categ. 2: attività e servizi a frequenza periodica a (di 2 necessità) 1 0 4 5 0,29% Categ. 3: attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 1 0 2 3 0,18% Categ. 4: attività e servizi a frequenza indeterminata 3 1 1 5 0,29%

Totale Attività e servizi Centro Storico Pienza 7 0,41% 1 0,06% 9 0,53% 17 100,00% Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

Passando ad osservare la stessa situazione dal punto di vista della quantità di addetti (tab. 4.12 e 4.14 e figg. 4.10, 4.11 e 4.12), l’unico dato rilevante, rispetto alla situazione delineata per le unità locali, è l’alta incidenza di addetti assorbiti dalle attività a frequenza indeterminata, dovuta però alla presenza di una situazione di taglia eccezionale: una impresa edile (la “Montedil”) con sede a Monticchiello che occupa un quarto degli addetti censiti (9 su 36).

Tab. 4.14 Centro urbano di Monticchiello: Addetti relativi a Imprese private (Industria-artigianato, Commercio e altri Servizi) per categoria e utenza privilegiata

UTENZA PRIVILEGIATA: TOTALE CATEGORIE residenti turisti entrambi Addetti % Addetti % Addetti % Addetti % Categ. 1: attività e servizi a frequenza giornaliera (di 1a necessità) 3 0 4 7 0,18% Categ. 2: attività e servizi a frequenza periodica (di 2a necessità) 1 0 8 9 0,23% Categ. 3: attività e servizi a frequenza saltuaria o stagionale 3 0 2 5 0,13% Categ. 4: attività e servizi a frequenza indeterminata 11 4 3 18 0,46% Totale Attività e servizi Centro Storico Pienza 18 0,50% 1 0,03% 17 0,47% 36 100,00% Fonte: Elaborazioni proprie su dati ISTAT provvisori

4.1.5 Le iniziative in corso in campo commerciale Le nuove disposizioni in materia di commercio hanno consentito un intervento innovativo nella gestione di questo settore, nel quadro di uno sviluppo equilibrato tra tutela del territorio e sostegno dell'iniziativa privata. Tra i provvedimenti già approvati ricordiamo i più importanti: 1. la fissazione dei nuovi parametri numerici per il rilascio delle autorizzazioni relative alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, approvata il 22 febbraio 2001con Delibera dell’Amministrazione provinciale di Siena – Commissione istituita ai sensi dell’art. 6 – 3° comma della legge 25.8.1991 n. 287 “Aggiornamento della normativa sull’insediamento dei pubblici esercizi”. Alla delibera ha fatto seguito l’ordinanza comunale n. 6 del 16 marzo 2002, avente per oggetto il rilascio di nuove autorizzazioni; 2. i criteri per le medie strutture di vendita, approvati con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 14 del 28.2.2002;

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 88 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

fig. 4,7 - Centro urbano di M onticchiello: Unità locali di attività e servizi per utenza privilegiata

entrambi residenti e turisti residenti

turisti

fig. 4.8 - Centro urbano di M onticchiello: Unità locali per categoria di frequenza

Categ.1: frequenza giornaliera (1a Categ. 4: frequenza indeterminata necessità)

1 2 3 4

Categ. 2 : Categ. 3: frequenza frequenza saltuaria o stagionale periodica

fig. 4,9 - Centro urbano di M onticchiello: n° di Unità locali per categoria e utenza privilegiata (1= residenti; 2= turisti; 3= entrambi)

9 Att. e serv. di 4a categoria 8 Att. e serv. di 3a categoria 7 6 5 4 Att. e serv.di 2a categoria 3 2 1 Attività e servizi di 1a categoria 0 123

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 89 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

fig. 4,10 - Centro urbano di Monticchiello: Addetti ad attività e servizi per utenza privilegiata entrambi residenti e turisti residenti

turisti

fig. 4,11 - Centro urbano di M onticchiello: Addetti ad attività e servizi per categoria di frequenza

Categ. 4: frequenza Categ.1: frequenza indeterminata giornaliera (1a necessità)

1 2 3 4

Categ. 2 : frequenza Categ. 3: frequenza periodica saltuaria o stagionale

fig. 4,12 - Centro urbano di M onticchiello: n° di Addetti per categoria e utenza privilegiata (1= residenti; 2= turisti; 3= entrambi)

20 Att. e serv. di 4a 15 Att. e serv. di 3a

10 Att. e serv.di 2a 5

Attività e servizi di 1a categoria 0 123

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 90 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

3. il Programma integrato per la rivitalizzazione della rete distributiva (ex art. 8 Regolamento Regionale n. 8/99 di attuazione della legge regionale 17 maggio 1999, n.28 “Norme per la disciplina del commercio in sede fissa” in attuazione del d.lgs 31 marzo 1998, n.114 (cosiddetto “decreto Bersani”), approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 99 del 18.12.2002.

I NUOVI PARAMETRI NUMERICI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI RELATIVE ALLA SOMMINISTRAZIONE AL PUBBLICO DI ALIMENTI E BEVANDE Il primo provvedimento limita a tempo indeterminato, ovvero fino a nuova regolazione della materia, il rilascio di autorizzazioni per pubblici esercizi per la somministrazione di alimentari e bevande distinti secondo la seguente classificazione (operata dall’art. 5 della legge 287/91): A – Esercizi di ristorazione (ristoranti); B – Esercizi di somministrazione di bevande (bar e bar-pasticcerie). Il rilascio di autorizzazione è anche differenziato su base territoriale, ossia distinguendo le seguenti 3 zone: Centro storico di Pienza (zona 1); espansione di Pienza (zona 2); Centro storico di Monticchiello (zona 3). In base a queste categorizzazioni, i parametri per esercizi annuali (aperti tutto l’anno) sono quelli riportati nella seguente tabella 4.15.

Tab. 4.15. Parametri numerici per il rilascio delle autorizzazioni relative alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande

TIPOLOGIA LICENZE ZONE A - ESERCIZI DI RISTORAZIONE B - ESERCIZI DI SOMMIN. BEVANDE esistenti nuovi totali esistenti nuovi totali Centro storico di Pienza (zona 1) 8 1 9 10 1 11 Espansione di Pienza (zona 2) 4 4 8 4 1 5 Centro storico di Monticchiello (zona 3) 4 -1 3 3 1 4 Totali 16 4 20 17 3 20

I CRITERI PER LE MEDIE STRUTTURE DI VENDITA Il secondo provvedimento, inerente i criteri per la localizzazione delle medie strutture di vendita, si avvale dello studio prodotto da un consulente dell’Amministrazione Comunale unitamente al gruppo degli addetti del settore dei comuni del Parco della Val d’Orcia, con l’aggiunta di Pienza e Piancastagnaio. Gli esiti di tale studio hanno consistito nel calcolo – attraverso un “Indice di Equilibrio Commerciale” (IEC) - del limite massimo delle superfici aggiuntive destinabili alle medie strutture di vendita (311 mq) e nell’istituzione, nel centro storico di Pienza – in quanto “area vulnerabile” - del divieto di attivazione di esercizi di prodotti alimentari, siano essi di vicinato o medie strutture di vendita, “tenuto conto dell’offerta di servizio palesemente eccessiva nel settore alimentare, tale da depauperare l’articolazione merceologica del centro storico in danno alla popolazione residente e da rendere reale il rischio di conferire al centro stesso una funzione totalmente ed esclusivamente votata al turismo”.39

IL PROGRAMMA INTEGRATO PER LA RIVITALIZZAZIONE DELLA RETE DISTRIBUTIVA Il Programma integrato, la cui redazione è stata curata anch’essa da consulenti esterni all’A.C.40, si avvale di una serie di studi inerenti, in particolare, i servizi commerciali alimentari ed extralimentari distinti tra centro e periferia di Pienza (parte dei quali sono stati riportati nella prima parte del paragrafo 4.1.4.). Il Programma, invece, si articola intorno a due progetti principali:

39 Si intendono: - per esercizi di vicinato, gli esercizi aventi superficie di vendita non superiore a 150 mq. nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000; - per medie strutture di vendita gli esercizi aventi superficie superiore ai limiti di cui al punto d) e fino a 1.500 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti; - per grandi strutture di vendita gli esercizi aventi superficie superiore ai limiti di cui al punto e); - per centro commerciale, una media o una grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente. 40 Nella fattispecie la Società “Strategie” s.n.c., con sede a Pianella, provincia di Siena.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 91 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

1. la costituzione di un “Centro Commerciale Naturale” (coincidente con l’attuale centro storico di Pienza);

2. la valorizzazione commerciale e turistica di Piazza Galletti e Via Gozzante. Con il primo intervento, l’A.C. intende razionalizzare, incentivare, promuovere e sviluppare il sistema economico costituito dall’insieme delle attività, pubbliche e private, presenti nel centro storico di Pienza. Si tratta di circa ottanta esercizi commerciali, tra botteghe, negozi, pubblici esercizi, attività turistiche, artigianali e di servizio, che, unitamente al valore storico-artistico del contesto, costituirebbe un aggregato dalle enormi potenzialità. La sua costituzione come “Centro commerciale naturale” sarebbe dunque un passo essenziale per “rivitalizzare” il sistema distributivo, ricettivo ed economico, incentivando quelle condizioni che – di norma – spingono i consumatori a servirsi dei Centri commerciali, anziché della distribuzione di dettaglio. Se non nell’economicità dei prodotti, tali condizioni dovrebbero risiedere nella qualità degli stessi e nella disponibilità di un adeguato sistema di parcheggi realizzato unitamente ad una riorganizzazione delle sedi stradali. Peraltro, in tale prospettiva sono già stati recentemente realizzati: – la sistemazione di Viale Piccolomini (il viale che collega la SS 146 e Via delle Fontanelle con Viale Enzo Mangiavacchi, dal quale si accede al CS), consistente essenzialmente nella sistemazione del manto stradale, nella pavimentazione dei parcheggi esistenti e di tutti i marciapiedi, e nella posa in opera di apparecchi illuminanti – un percorso pedonale lungo Viale Risorgimento, con sistemazione dei parcheggi e abbattimento delle barriere architettoniche. Il secondo intervento consiste invece nella sistemazione di Piazza Galletti per renderla idonea ad ospitare un “mercato (mensile) del biologico e dei prodotti alimentari tipici della Val d’Orcia”, perseguendo il duplice scopo di rilanciare i settori del biologico e dell’artigianato e di ampliare l’area frequentata dai flussi turistici coinvolgendo Piazza Galletti (già recentemente oggetto delle sistemazioni previste, quali pavimentazione, rifacimento impianti, ecc.) e la sottostante Via Gozzante (in parte destinata a parcheggio), inserita a sua volta lungo la passeggiata che accompagna tutto il lato sud della città, dalla porta al Ciglio (estremità est), lungo tutte le mura, fino al cimitero, all’estremità ovest del centro urbano, consentendo il godimento costante dei più bei panorami della Val d’Orcia visibili da Pienza (Via del Casello-Via di Santa Caterina). Tra gli altri interventi previsti dal programma ricordiamo: – misure di incentivazione per la realizzazione di un sistema integrato di segnaletica commerciale, secondo gli standard indicati dalla regione Toscana; – l’attivazione dello sportello di animazione e incentivazione commerciale, comprensivo di: sportello di orientamento economico per gli operatori, informazioni per la clientela del Centro Commerciale Naturale, Coordinamento delle iniziative promozionali, gestione delle pagine web del centro, notiziario telematico, supporto all’attività di monitoraggio del programma), elaborazione di un “protocollo dell’accoglienza” e suo monitoraggio. – attivazione di un servizio di spesa a domicilio – attivazione di un programma per la tutela e valorizzazione del centro storico (ex art. 7 del Reg. regionale 4/1999) , in base al quale è stato possibile sancire una moratoria che inibirà fino al 31.12.2004 l'apertura di nuovi esercizi di generi alimentari nel centro storico di Pienza. Si ricorda infine che hanno ufficializzato il proprio assenso al Programma, dichiarando la propria disponibilità ad attivare le possibili forme di collaborazione per l’attuazione ed il monitoraggio degli interventi previsti, i rappresentanti delle seguenti organizzazioni, oltre al Comune di Pienza: la CCIAA Siena, la Confesercenti Siena, la Confesercenti Amiata-Val d’Orcia, la CNA Siena, la Federconsumatori.

4.1.6 Elementi per la redazione di un “piano degli orari” Le ridotte soglie dimensionali delle realtà urbane in esame non consentono di considerare sufficientemente utile la redazione di un Piano degli Orari.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 92 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

4.2 Sistemi infrastrutturali e tecnologici

4.2.1 Approvvigionamento idrico

Descrizione del sistema idrico pientino Il territorio comunale di Pienza è approvvigionato di acqua della migliore qualità dall’acquedotto del Vivo, che trasporta la risorsa offerta dalla sorgente dell’Ermicciolo (ad un ritmo di 125 l/s) situata sulle pendici meridionali del Monte Amiata e che garantisce l’approvvigionamento anche alla città di Siena e a diversi altri Comuni della zona. L’acquedotto ha una lunghezza complessiva di 70 km, e si articola su due rami principali: il sinistro, diretto verso Siena, alimenta sul suo percorso Montalcino e Sociville, Poggio Abbu, Murlo; il destro che serve S.Quirico, Pienza e Trquanda consegna anche 33,4 l/s ad utenze esterne all'ATO n°6. L’acquedotto del Vivo assicura l’approvvigionamento idrico di Pienza già dal 1929. Esso convoglia l’acqua al serbatoio principale di Pienza, ospitato nella torre di Via della Madonnina (attualmente sovrastante il campo di bocce del centro sociale Auser), che fu immediatamente edificata (nel 1931), per sovrastare il livello delle abitazioni. 5. L'ARRIVO DELL'ACQUA CORRENTE

La costruzione dell'acquedotto dal Vivo e l'arrivo dell'acqua corrente, avvenuti alla fine degli anni '30, rappresentarono un evento storico destinato a cambiare le abitudini dell'intera comunità pientina. Fino ad allora le sorgenti naturali concentrate soprattutto nell'area della Pieve, i pozzi e le cisterne realizzate nel centro storico costituivano le uniche possibilità di approvvigionamento idrico per ogni esigenza. Solo alla fine dell'800 si iniziò a parlare di acquedotto pubblico, come soluzione per servire la vasta area del sud della provincia di Siena, che ancora si dissetava nei pozzi. Le notizie ufficiali relative alla costruzione dell'Acquedotto dal Vivo per la Val d'Orcia e la Val di Chiana sono raccolte in un supplemento alla rivista "OPERE PUBBLICHE" pubblicato nel 1931, in occasione della cerimonia inaugurale del 4 ottobre. La realizzazione di circa 143 km. di condotte, 26 depositi, 66 attraversamenti di fiumi e torrenti e decine di altre strutture di servizio, rappresentarono un intervento imponente per quell'epoca e motivo di orgoglio per chi lo rese possibile. Al finanziamento dell'opera parteciparono diversi Ministeri e fu contratto un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti di durata cinquantennale. Fonte: www.comunedipienza.it/ Foto/Note_Storiche/note_storiche.html

La condotta proveniente dal Vivo è attualmente ancora in linea di massima sufficiente a garantire l’approvvigionamento idrico dei centri urbani di Pienza e Monticchiello, fornendo in inverno acqua potabile con una portata di 3,5 litri/secondo in inverno e 4,5 litri/secondo in estate, a fronte di un fabbisogno stimato, nei momenti di picco estivo, di 5 lt/sec.. La condotta, realizzata in acciaio, entra da sud-ovest nel centro urbano lasciandosi il cimitero sulla sinistra, per poi proseguire allineandosi alla SS. 148 per Montepulciano (e dunque anche al tracciato del realizzando by-pass che dovrebbe escludere l’attraversamento del Centro urbano da parte dei flussi di traffico S.Quirico- Montepulciano). Tale condotta principale è realizzata in acciaio, con un diametro di 300 mm. La fascia di rispetto ha una larghezza di tre metri per lato, di cui il primo metro (per lato) è da considerarsi “fascia di rispetto assoluto”. In prossimità del cimitero si distacca dalla condotta principale la diramazione diretta al serbatoio sottostante la summenzionata torre dell’acquedotto realizzata nel 1931, dal quale viene servito il centro urbano di Pienza. Il Centro urbano di Monticchiello viene invece servito da una diramazione recentemente rinnovata (anni 1997-2000), che si stacca dal tratto di condotta principale che corre lungo la SS148, subito prima della ex fornace Crestini. Tale diramazione è realizzata in ghisa sferoidale rivestita di cemento, con un diametro di 80 mm per i primi due terzi del percorso, se si riduce a 60 mm nell’ultimo terzo, che punta direttamente al centro storico. La portata è anch’essa sufficiente all’approvvigionamento idrico di Monticchiello garantendo 1,2 lt/sec. In estate e 0,7 lt/sec in inverno. Dunque, l’approvvigionamento idrico generale dei centri urbani del territorio pientino può – al momento - considerarsi quantitativamente sufficiente, oltre che di buona qualità.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 93 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Quella che invece presenta gravi carenze parrebbe essere la rete di distribuzione interna al Centro urbano di Pienza. L’uso del condizionale è obbligato, perché al momento non sono disponibili né dati esatti, né una mappa delle infrastrutture di distribuzione. Tuttavia, dai colloqui con i responsabili dell’ente gestore (S.p.A “Ente Acquedotto del Fiora”) è emersa una situazione che - nei momenti di picco estivo e primaverile indotti dalla intensa frequentazione turistica – presenta livelli di insufficienza nell’approvvigionamento idrico stimabili intorno all’80%. E’ facile immaginare la gravità delle ripercussioni di questa situazione sulla vita quotidiana dei residenti e sulla qualità della ricettività turistica urbana (alberghi, affittacamere, ristoranti, ecc.), i cui gestori corrono ai ripari generalmente realizzando serbatoi idrici privati individuali. Le cause del problema – sempre stando alle descrizioni ufficiose dei gestori – risiederebbero in due fattori principali: 1) Insufficienza dell’attuale serbatoio di distribuzione, la cui capienza andrebbe quantomeno triplicata, per far fronte alla domanda. 2) Disorganicità nel disegno della rete, sia riguardo il lay-out che il dimensionamento dei diametri della rete di distribuzione. All’origine di tali fattori sarebbe proprio la mancanza di progettazione delle infrastrutture urbanistiche, data dall’assenza di un disegno ordinato e gerarchico dell’intero sistema di distribuzione, e, in particolare delle condotte secondarie e capillari di distribuzione. A parziale giustificazione di tale carenza progettuale può essere addotta un certa naturale lentezza del processo di completamento della città novecentesca, ora consolidata. Il problema dell’allaccio idrico veniva infatti spesso risolto con provvedimenti individuali (spesso autogestiti) ed estemporanei, con sezioni appena sufficienti a servire i nuovi edifici. Va da sé, che il protrarsi di tale consuetudine ha portato ad un non-disegno della rete, che risulta pertanto al momento del tutto irrazionale. Non a caso non esistono mappe aggiornate del sistema di distribuzione, né si è ritenuto opportuno riportare sulla tav delle infrastrutture tecnologiche allegata al presente Q.C. (Tav. U5), gli schemi incompleti tracciati a “memoria” sulla carta da volenterosi gestori da anni alle prese con questo tipo di problemi (anche come utenti). Appare dunque urgente procedere innanzitutto ad una verifica e precisazione delle informazioni ufficiose fornite, trovando il modo di finanziare un apposito studio conoscitivo. Se la situazione si dovesse confermare grave, si renderebbe indispensabile avviare una ri-progettazione circostanziata di tutta la rete di distribuzione locale, a partire dall’ampliamento del serbatoio. Nel frattempo, gli esperti consultati avrebbero suggerito un provvedimento che – una volta verificati nella sua fattibilità e nell’efficacia attendibile – potrebbe tamponare la situazione, nell’attesa della possibilità di razionalizzare l’intera rete. Tale intervento riguarderebbe lo “sdoppiamento” della rete di distribuzione fin dalla sua partenza dal serbatoio, in modo da servire con due reti distinte la Pienza “alta” e la Pienza “bassa”. Ciò eviterebbe, se non altro, le evidenti sperequazioni attualmente vigenti per le quali le abitazioni situate a quota inferiore non subiscono ancora razionamenti idrici mentre quelle a quota superiore sono già da diverse ore prive di acqua.

Il deficit idrico previsto al 2018 dal Il Piano d’ATO n. 6 Il territorio comunale di Pienza ricade nell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) n. 6 “Ombrone” della Regione Toscana, che raccoglie poco più di 350.000 abitanti residenti, pari a circa il 13 % della Regione. Il territorio dell’ATO interessa prevalentemente il bacino del fiume Ombrone, ha una estensione complessiva di 7.144 km2 e comprende 24 comuni della provincia di Grosseto e 27 della provincia di Siena, tra cui Pienza. Nel 1998 l’Autorità d’Ambito ha redatto il Piano d’Ambito per suddetto ATO, previa ricognizione dello stato esistente degli impianti e dei servizi, al fine di definire una proposta tecnica per la futura gestione del Servizio Idrico Integrato, fondata sulla “utilizzazione razionale ed ecosostenibile delle risorse idriche per il consumo umano”, secondo i principi ed i criteri stabiliti dalla legge 5 gennaio 1994, n.36. Il disegno riformatore della Legge 36/94 è teso a “modernizzare la gestione dei sevizi idrici, senza ledere, ma anzi valorizzando il ruolo dell’autorità pubblica nella sua funzione di regolatrice della gestione a tutela del consumatore e di fondamentali interessi pubblici di natura sanitaria ed ambientale”.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 94 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

L'orizzonte temporale di riferimento, per la stima del fabbisogno potenziale e per le altre analisi connesse allo studio, è stato fissato in 20 anni, mentre il periodo di gestione del servizio previsto dalla convenzione- tipo è stabilito in 25 anni. Il criterio adottato per la definizione dell'assetto ottimale delle infrastrutture è quello di raggiungere una crescita qualitativa del servizio con la massima economicità ed efficienza. I principali problemi di approvvigionamento idrico nell’ATO n. 6 sono connessi alla distribuzione temporale della risorsa idrica e la disponibilità spaziale di risorsa di buona qualità. Il primo problema concerne precisamente lo sfasamento temporale (durante l’anno) tra la curva dell’offerta e quella dei consumi, in conseguenza delle concentrazioni estive degli afflussi turistici, proprio quando le portate di molte sorgenti e pozzi risentono di magre stagionali. Si verifica dunque un surplus di disponibilità idrica nel periodo invernale a fronte di una carenza in quello estivo. Di qui la necessità di avere possibilità di sfruttare risorse di emergenza nella stagione estiva od almeno di avere degli accumuli che permettano di rispondere alle richieste nei periodi di picco. Il secondo aspetto problematico dipende dal fatto che l’acqua qualitativamente migliore risulta concentrata in territori a bassa densità di abitanti. Andrebbero dunque realizzate importanti condotte che permettano il trasferimento di ingenti quantità idriche verso le località che ne risultano sprovviste del tutto o servite da acqua di cattiva qualità. Tuttavia, alcuni studi precedenti al Piano hanno evidenziato che dal punto di vista della qualità e disponibilità idrica l’ATO 6 nel suo complesso non dovrebbe accusare alcun problema di qui a venti anni. Sicuramente si renderà opportuno abbandonare alcuni pozzi esistenti, che è noto stiano producendo degrado alle falde sotterranee. Tuttavia sono state già scoperte interessanti risorse alternative (ad esempio le acque della sorgente Nova, di ottima qualità e con portate dell’ordine di oltre 100 l/sec.). All’interno di tale quadro rassicurante, però, il Piano d’Ambito prevede per il comune di Pienza un deficit idrico futuro di una certa consistenza, che al 2018 raggiungerebbe circa il 50% delle risorse attualmente erogate. Diciamo però subito che nello studio tale deficit si considera facilmente assorbibile da un maggior prelievo dalla attuale fonte di approvvigionamento (acquedotto del Vivo). Nel Piano d’ambito il territorio dell’ATO è stato suddiviso in 5 aree di studio/intervento. Pienza ricade nell’area n.3 “Amiata”, comprendente i Comuni di: Montalcino, Castel Del Piano, Arcidosso, Cinigiano, Castiglione D’Orcia, San Quirico D’Orcia, Pienza, Trequanda, Seggiano, San Giovanni D’Asso. Per valutare la eventuale carenza di risorse negli anni di gestione del servizio idrico è stato eseguito un bilancio idrico dell’area in esame individuando i deficit a livello comunale, dando risalto alla evoluzione della domanda e dell’offerta della risorsa idropotabile. Il bilancio idrico è lo strumento che consente di descrivere sinteticamente i flussi di un sistema idrico e segnalare le zone interessate da eventuali carenze od esuberi della risorsa. La metodologia di calcolo è stata impostata per confrontare le disponibilità idriche attuali con il fabbisogno previsto all’orizzonte temporale più lontano, cioè al 20° anno di gestione del servizio. In tal modo è stato possibile verificare il grado di soddisfacimento (in termini di portata, qualità e localizzazione) della domanda futura.

Tab. 4.16. ATO n.6 - OMBRONE - Popolazione residente e stima dei fabbisogni futuri per agglomerato urbano (Area 3 – Comune di Pienza)

STIMA FABBISOGNO (ABITANTI EQUIVALENTI) DATE CLASSE RESIDENTI ADEGUAMENTO FABBISO DI LOCALITÀ ISTAT RESIDENTI ATT. RETI FOGNARIE FLUTTUANT GNO AGGLOME 1996 AL 2018 PROD SECONDO I (AE) TOTALE RATO (AE) (AE) (AE) D.LGS 152/99

MONTICCHIELLO 220 217 47 68 333 C -

PIENZA(*) 1.363 1.345 294 422 2.062 B2 31/12/2005 Totale comune PIENZA 2.330 2.300 503 722 3.525 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Per ognuna delle 5 "aree territorialmente omogenee" la domanda idropotabile al 2018 è stata calcolata come somma dei volumi da fornire all’utenza (includendo i turisti). A tali volumi sono stati aggiunti i volumi non

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 95 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia erogabili per perdite in rete e quelli richiesti dagli usi pubblici. La tabella seguente mostra il calcolo in termini di abitanti equivalenti sul quale è stata basata la stima del fabbisogno idrico al 2018. Il valore ottenuto è stato quindi confrontato con la risorsa attualmente disponibile. La differenza tra le due grandezze rappresenta il deficit idrico. In una prima fase l’analisi è stata sviluppata mantenendo il criterio di accorpamento dei comuni nelle cinque aree di studio (aree territorialmente omogenee). Nelle tabelle 4.17 e 4.18 sono stati riportati, relativamente all’intera Area n.3, i volumi attualmente addotti, i fabbisogni previsti al 20° anno di gestione ed il deficit derivante dal loro confronto espresso in termini di volume annuo e di portata che è necessario captare per il soddisfacimento della domanda futura. La tabella 4.17 riporta il bilancio idrico elaborato su base annua, mentre nella tabella 4.18 il bilancio è relativo alla stagione estiva, che costituisce il periodo in cui la domanda idropotabile assume i valori massimi.

Tab. 4.17. Bilancio idrico al 2018 su base annuale (area n. 3)

VOLUME FABBISOGNO AL 20° DEFICIT RISPETTO DEFICIT AREA COMUNE ADDOTTO ANNO DI GESTIONE AL 20° ANNO DI ANNUALI MC/ANNO MC/ANNO GESTIONE MC/ANNO L/SEC 3 Montalcino 504.576 687.773 -183.197 -5,81 3 Castel Del Piano 567.648 561.754 3 Arcidosso 417.620 544.704 -127.084 -4,03 3 Cinigiano 212.795 371.007 -158.212 -5,02 3 Castiglione D'Orcia 197.683 343.585 -145.902 -4,63 3 San Quirico d'Orcia 189.216 319.896 -130.680 -4,14 3 Pienza 129.298 296.013 -166.715 -5,29 3 Trequanda 81.994 182.411 -100.418 -3,18 3 Seggiano 315.360 140.058 3 San Giovanni d'Asso 94.608 120.486 -25.878 -0,82 Totale Area 3 2.710.798 3.567.687 -1.038.086 -32,92 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Tab. 4.18. Bilancio idrico al 2018 su base estiva (Area 3)

ABBISOGNO AL EFICIT RISPETTO DEFICIT V ADDOTTO F 20° D AREA COMUNE ANNO DI GESTIONE AL 20° ANNO DI ESTIVI MC/BIM. MC/BIM. GESTIONE MC/BIM. L/SEC 3 Montalcino 84.096 135.734 -51.638 -9,96 3 Castel Del Piano 94.608 121.483 -26.875 -5,18 3 Arcidosso 70.250 119.757 -49.507 -9,55 3 Cinigiano 37.508 74.934 -37.426 -7,22 3 Castiglione D'Orcia 32.947 71.863 -38.916 -7,51 3 San Quirico d'Orcia 44.600 66.213 -21.613 -4,17 3 Pienza 33.000 60.652 -27.652 -5,33 3 Trequanda 21.000 37.572 -16.572 -3,20 3 Seggiano 52.560 32.883 3 San Giovanni d'Asso 15.768 24.460 -8.692 -1,68 Totale Area 3 486.337 745.550 -278.890 -53,80 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Dall’esame dei bilanci idrici si evince che per il comune di Pienza i volumi attuali non sono sufficienti a soddisfare i fabbisogni totali sia annui che estivi calcolati al 2018. In particolare, la domanda per il 20° anno è di 296.013 mc/anno, di cui 60.652 mc/bim. nel periodo estivo. Il deficit relativo al bilancio annuo è di 166.715 mc/anno (corrispondenti ad una portata di 5 l/sec), quello relativo al periodo estivo è di 27.652 mc/bim (corrispondenti ad una portata di circa 5,3 l/s). In una seconda fase i risultati ottenuti sono stati rielaborati per esprimere i deficit in forma percentuale con lo scopo di individuare le aree più critiche. E’ stata infatti abbandonata la classificazione dei comuni in "aree

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 96 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia territorialmente omogenee". Gli stessi sono stati invece disposti in ordine di deficit percentuale decrescente e classificati in fasce di criticità secondo quanto indicato nel prospetto che segue: – fascia a deficit nullo – 0,1%

4.2.2 Depurazione reflui

Descrizione del sistema di smaltimento reflui pientino Il sistema fognario esistente nel comune di Pienza è di tipo sia misto sia separato, ed è lungo 8,224 km. Attualmente all’interno del comune sono presenti quattro diverse reti fognarie (con diametri medi di 300 mm e materiale prevalente fibrocemento), di cui tre a servizio del Capoluogo: – "fognatura Pienza centro storico", allacciata ad un impianto di depurazione parziale con vasche di decantazione (1.200 ab.eq., risalente al 1983); l’impianto smaltisce le sole acque nere, immettendole nell’Orcia. – "fognatura Pienza nuova", allacciata ad un impianto di depurazione terminale a fanghi attivi e digestione anaerobica (500 ab.eq., realizzato nel 1982); l’impianto smaltisce le sole acque nere, immettendole nel corso d’acqua Rigo. – "fognatura Pienza area P.I.P.", a servizio di un’area artigianale prossima al capoluogo mediante l’uso di una fossa di tipo Imhoff (70 ab.eq., del 1989); l’impianto smaltisce le sole acque nere, immettendole nel corso d’acqua Tuoma. La "fognatura Monticchiello" è a servizio dell’omonima frazione mediante un impianto di depurazione terminale a fanghi attivi e digestione anaerobica (400 ab.eq., del 1983), a cui pervengono i reflui sia per caduta che in pressione. L’impianto smaltisce acque miste, immettendole nel Fosso Cupo. Esiste anche un impianto di sollevamento a servizio della prima fognatura, con potenza installata di 3 kW. La potenzialità di smaltimento complessiva degli impianti di depurazione è dunque di 2100 ab.eq.. La situazione delle reti capillari di allontanamento dei reflui presenterebbe alcune carenze di carattere strutturale, anche se meno marcate rispetto alla situazione della rete di distribuzione idrica. Come nel caso dei quest’ultima, l’uso del condizionale è obbligato, perché al momento non è disponibile una mappa delle infrastrutture di adduzione dei reflui ai depuratori. Dai colloqui con i responsabili dell’ente gestore (S.p.A “Ente Acquedotto del Fiora”) è emersa tuttavia una situazione che - nei momenti di picco estivo e primaverile indotti dalla intensa frequentazione turistica – presenterebbe livelli di insufficienza stimabili intorno all’60%, relativamente al centro urbano di Pienza. La rete richiederebbe già oggi interventi di adeguamento nel disegno e nella portata delle diverse sezioni, nonché di potenziamento della capacità di smaltimento del depuratore. Va considerato, poi, che in seguito alla eventuale realizzazione delle previsioni del Piano d’ATO n.6 per l’approvvigionamento idrico, potrebbero aumentare anche in modo consistente le quantità di reflui da smaltire, in conseguenza proprio dell’aumento di disponibilità idriche da reimmettere nella rete di depurazione, che passerebbero da gli attuali 129.298 a 296.013 mc/anno, con un incremento del 56% (vedi stime al 2018 nel precedente paragrafo).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 97 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Anche in questo caso sono necessari approfondimenti conoscitivi, in modo da individuare con precisione le specifiche tecniche e dimensionali cui adeguare un eventuale riorganizzazione della rete di allontanamento reflui.

Gli interventi programmati dal Piano d’ATO n.6 per soddisfare la “domanda depurativa” prevista al 2018 e relativi criteri di intervento Criteri generali Nel corso della redazione del Piano d’Ambito n.6, ai fini di definire gli interventi sovracomunali nel settore delle fognature e degli impianti di depurazione, sono stati seguiti i seguenti criteri principali di intervento: – eliminazione degli scarichi liberi, e cioè realizzazione dei collettori e degli impianti necessari a servire aree oggi prive di sistema di depurazione; – riduzione del numero degli impianti, accentrando il servizio di depurazione nel minor numero di centri possibile, compatibilmente con la possibilità di realizzare collettori di trasferimento di ragionevole lunghezza e tecnicamente fattibili anche in funzione della orografia e della natura dei luoghi; – utilizzazione degli impianti in buono stato di efficienza e/o di recente realizzazione, per valorizzare il patrimonio esistente; – adeguamento delle caratteristiche tecnologiche e di processo degli impianti alle esigenze funzionali attuali ed agli orientamenti della normativa italiana e comunitaria (CEE 271/91) in materia di qualità delle acque di scarico. I diversi tipi di interventi previsti, spesso combinati fra loro possono essere riassunti come segue: – manutenzione straordinaria degli impianti esistenti e loro ottimizzazione mediante economie di scala (eliminando quelli troppo piccoli o inefficienti); – potenziamento della capacità depurativa dell’impianto, in termini di abitanti (equivalenti) serviti; – integrazione della fasi di processo degli impianti, principalmente con l’inserimento di cicli terziari per l’abbattimento di azoto e fosforo, ove richiesto dalla normativa; – trasformazione degli impianti di depurazione da dismettere in stazioni di sollevamento. Copertura del fabbisogno depurativo A fronte del gravoso problema costituito dalla forte dispersione sul territorio dei vari insediamenti, il criterio principale adottato nella identificazione degli interventi è stato quello di assicurare che il numero di abitanti serviti dal sistema di depurazione raggiungesse almeno il 70% del totale degli abitanti equivalenti del Comune servito. Più precisamente, per ogni comune si è sommato : – il numero di abitanti residenti totale (relativo al 2018) – il numero totale di fluttuanti (tra turisti e residenti in seconde case) – il numero di abitanti equivalenti relativo alle attività produttive (ab.eq.). Il risultato ottenuto, che possiamo definire "domanda depurativa", è stato disaggregato sul territorio proporzionalmente alle dimensioni dei vari centri abitati. I valori derivati (espressi in abitanti equivalenti) sono stati confrontati con quelli relativi alle capacità totali dei corrispondenti impianti di depurazione (l’"offerta depurativa"), anch’esse espresse in abitanti equivalenti (ab.eq.id.). Nel calcolare gli abitanti equivalenti relativi alle attività produttive, sono stati utilizzati i coefficienti di conversione (ab.eq./addetti unità locali) riportati nella Tab. 4.19. Il numero degli addetti alle unità locali dei vari comuni sono stati desunti dalle fonti ISTAT Poiché è ragionevole supporre che una parte di aziende produttive, soprattutto quelle più grandi, sia già dotata di impianto di depurazione autonomo, si è stimato che solo una parte degli scarichi produttivi debba gravare sul sistema pubblico di depurazione. Il criterio adottato consiste nell’attribuire una percentuale variabile del totale abitanti equivalenti di un singolo settore produttivo allo smaltimento pubblico a seconda della natura della produzione, distinguendo fra attività prevalentemente artigianali (di piccole dimensioni) e attività industriali (di media e grandi dimensioni) (vedi Tab. 4.19).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 98 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.19. Coefficienti di conversione e aliquota dei reflui industriali conferita alla fognatura pubblica per i vari settori economici

ALIQUOTA DEI REFLUI COEFFICIENTI DI INDUSTRIALI N. RAMI DI ATTIVITÀ ECONOMICA CONVERSIONE CONFERITA ALLA FOGNATURA PUBBLICA ab. eq. / % addetto u. l. 1 Agricoltura, caccia, foreste e pesca 0 0 2 Energia, gas e acqua 0 10 3 Industrie estrattive e chimiche 40 0 4 Industrie per la lavorazione dei metalli 8 50 5 Industrie alimentari, tessili, abbigliamento e del legno 20 30 6 Costruzioni 2 50 7 Commercio e pubblici esercizi 0 50 8 Trasporti e comunicazioni 0 50 9 Credito, assicurazione e noleggio 0 100 10 P.A., servizi pubblici e privati 0 100 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Le percentuali tengono conto che le attività, per loro natura, possono essere solo in parte inserite nel contesto urbano o prossimo alle aree urbane, con recapito nella fognatura pubblica. Pertanto lo 0% corrisponde ad un insediamento completamente esterno all’abitato; il 100% corrisponde ad una attività tutta interna all’abitato e collegato alla fognatura. I risultati di tali procedimento di stima del fabbisogno depurativo al 2018, per il Comune di Pienza, sono riportati nella tab. 4.20.

Tab.4.20. Domanda depurativa del comune di Pienza al 2018 (ab. eq.)

Popolazione residente 2.300 Popolazione fluttuante 500 DOMANDA DEPURATIVA DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE DISAGGREGATA PER SETTORI ECONOMICI. Settore 4: Industrie per la lavorazione dei metalli 36 Settore 6: Industrie alimentari, tessili, abbigliamento e del legno 612 Settore 7: Costruzioni 74 Totale scarichi delle attività produttive a carico della fognatura pubblica 722 720 TOTALE GENERALE 3520 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Tipologie di trattamento Tra le tecnologie e le apparecchiature adottabili la scelta si è orientata su quelle che meglio possono rispondere ai requisiti di affidabilità, flessibilità impiantistica, semplicità di gestione/conduzione e contenimento dei consumi energetici. Il criterio guida che si è seguito per la definizione delle tipologie di trattamento è stato quello della suddivisione dei centri abitati in fasce dimensionali: – Per tutti gli insediamenti con popolazione equivalente compresa tra 20 e 2000 a.e., che non sono soggetti obbligatoriamente a trattamento secondario, si è ritenuto opportuno il ricorso a tecnologie di depurazione naturale quali la fitodepurazione. – Per tutti gli insediamenti con popolazione equivalente compresa tra 2000 e 25000 a.e., si è ricorso a impianti misti che integrano sistemi a fanghi attivi con sistemi di depurazione naturale a valle del trattamento, con funzione di affinamento.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 99 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

– Per tutti gli insediamenti con popolazione equivalente superiore ai 25000 a.e. si è ricorso ai sistemi a fanghi attivi seguiti da impianti terziari, sia per la rimozione dei nutrienti che per la riduzione della carica batterica. Tra i trattamenti di tipo più spinto del secondario, la rimozione dell’azoto e/o del fosforo, salvo casi particolari, sono stati previsti nelle aree sensibili41 e, comunque, per tutti gli impianti con potenzialità superiore a 10000 ab.eq. Per tutti gli insediamenti con popolazione equivalente fluttuante superiore al 30% della popolazione residente e laddove le caratteristiche territoriali e climatiche lo consentano si è ricorso a tecnologie di fitodepurazione. Per gli insediamenti di dimensioni maggiori si sono adottati sistemi misti in cui gli impianti a fanghi attivi sono integrati dalla fitodepurazione. Gli insediamenti con popolazione equivalente inferiore a 20 a.e., che non sono soggetti a trattamento secondario, non sono stati presi in considerazione dal Piano. Per essi si ritiene auspicabile il ricorso a tecnologie quali l’irrigazione, la subirrigazione, l’infiltrazione, la percolazione. Conclusioni Le scelte operate dal Piano sono dunque dipese da considerazioni svolte caso per caso sulla base delle informazioni disponibili e della analisi della situazione di fatto, tenendo conto del rapporto costi-benefici fra le diverse opzioni, come la utilizzazione degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi impianti, la costruzione di collettori di collegamento, etc. Alla luce delle considerazioni sopra sviluppate, si riporta nella Tab. 4.21 una sintesi dei criteri di intervento relativa alle "aree non sensibili".

Tab. 4.21. Criteri di intervento per le "aree non sensibili"

TIPO DI DA 2000 A 10000 DA 10.000 A OLTRE 25.000 AB. CONDIZIONI FINO A 2000 AB. EQ. INTERVENTO AB. EQ. 25.000 EQ. condizioni Fitodepurazione Fanghi Attivi + orograficamente Fitodepurazione favorevoli Fanghi Attivi + Fanghi Attivi + Impianti nuovi condizioni Terziario Terziario orograficamente Fanghi Attivi Fanghi attivi non favorevoli

fino al 50% della Fitodepurazione Fanghi Attivi Ampliamento di capacità attuale di finissaggio Seconda linea a Seconda linea a impianti dal 50% al 100% Fanghi Attivi + Fanghi Attivi + esistenti Seconda linea a Fanghi Attivi + Terziario Terziario della capacità Fanghi Attivi Fitodepurazione attuale

Se sono passati Se sono passati Se sono passati Se sono passati Se sono passati Manutenzione più di 5 anni dalla più di 5 anni dalla più di 5 anni dalla più di 5 anni più di 5 anni straordinaria di realizzazione o realizzazione o realizzazione o dalla dalla impianti dall’ultima dall’ultima dall’ultima realizzazione o realizzazione o esistenti ristrutturazione ristrutturazione ristrutturazione dall’ultima dall’ultima ristrutturazione ristrutturazione Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Collettori I collettori identificati sono quelli necessari al collegamento delle zone urbanizzate agli impianti di depurazione. Il dimensionamento delle opere di fognatura è stato eseguito ipotizzando:

41 La Direttiva CEE 271/91 fissa i criteri per l’individuazione delle aree sensibili e meno sensibili. Vengono considerate "aree sensibili": - laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque litoranee già eutrofizate o di prossima eutrofizzazione. - acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile - altre aree che necessitano di trattamenti complementari. Vengono considerate "aree meno sensibili" quelle in cui lo scarico di acque reflue "non abbia conseguenze negative sull’ambiente". Per quanto attiene le "aree sensibili" la Direttiva prevede che gli scarichi provenienti da agglomerati estesi debbono essere sottoposti ad interventi di eliminazione del fosforo e/o dell’azoto.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 100 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

– Una portata da smaltire pari a quella massima dell’ area servita, assumendo un coefficiente di punta variabile da 1.3 ( 30000-50000 abitanti) a 3 (0-500 abitanti). – Un grado di riempimento massimo dei collettori del 70%, con pendenza motrice di 1 m/km, con approssimazione al diametro commerciale superiore. Impianti di sollevamento Gli impianti di sollevamento sono stati espressi in termini di potenza installata. Tale grandezza è stata definita a partire dalle portate che arrivano alla vasca di accumulo del relativo impianto ed utilizzando un parametro di conversione. In particolare sono stati introdotti i seguenti valori: – 0,5 kW/(l/s) per portate inferiori a 25 l/s – 0,35 kW/(l/s) per portate comprese tra 25 e 50 l/s – 0,25 kW/(l/s) per portate superiori a 50 l/s Il criterio che sta alla base di queste assegnazioni mira a tradurre la portata di arrivo all’impianto in portata di pompaggio. E’ evidente che in caso di portate piccole ci saranno periodi di accumulo più lunghi e le portate pompate saranno 4 o 5 volte maggiori di quelle che arrivano. Viceversa i collettori più grandi convoglieranno portate più prossime a quelle pompate. Il numero di impianti relativo ad ogni tratta è stato definito ipotizzando una pendenza media del collettore di 1m/Km ed una profondità massima raggiungibile di 3 m. Gli interventi programmati Coerentemente con i criteri di intervento sopra esposti, il Piano d’Ambito Territoriale Ottimale n.6 prevede nel comune di Pienza i seguenti interventi: a) dismissione dei vecchi impianti e realizzazione di un nuovo impianto centralizzato di 2100 ab.eq. a servizio di tutto il capoluogo. Gli scarichi delle tre fognature verranno convogliate all’impianto mediante un collettore di raccordo lungo circa 5 km; b) manutenzione dell’impianto di Monticchiello di 400 ab.eq.; Nelle tabelle 4.22 e 4.23 sono sintetizzati gli interventi che si intendono realizzare, anche al fine di adeguare le reti fognarie piantine ai parametri qualitativi previsti dal D.Lgs 152/99 (legge Ronchi), con scadenza 31-12- 2005.42

Tab. 4.22. Tipi di interventi nel settore depurativo per il comune di Pienza

CLASSIFICAZIONE TIPO DI PERCENTUALE DEI TIPO DI IMPIANTO INTERVENTO CEE 271/91 DIMENSIONALE (AB. INTERVENTO FLUTTUANTI PREVISTO EQ.)

A Impianto nuovo <30% Area non 2000-10000 Fanghi Attivi + sensibile Fitodepurazione

Impianto Area non B esistente da <30% sensibile <2.000 Fanghi Attivi mantenere Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

E’ bene ricordare che il Piano d’Ambito ha prodotto queste previsioni in una fase di programmazione generale degli interventi, e pertanto ha optato per l’adozione di parametri progettuali ed economici cautelativi, che tenessero conto anche di oneri annessi alle opere previste (espropri, spese tecniche, etc.) non direttamente esplicitabili nei costi unitari adottati, che sono di tipo parametrico. Oltre a ciò, in talune circostanze si è preferito un approccio tecnico di tipo conservativo, per tener conto dell’attuale livello di approssimazione sui dati di base.

42 La normativa, riguardo agli scarichi in acque superficiali, limita il trattamento primario agli agglomerati con meno 2000 ab. eq. recapitanti in acque dolci e in acque di transizione (entro il 31/12/2005), mentre impone il trattamento secondario (fanghi attivi + eventuale fitodepurazone) per gli agglomerati con n° ab.eq. compreso tra 2.000 e 10.000 recapitanti in acque dolci e di transizione (entro il 31/12/2005).

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 101 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Tab. 4.23 – Costi degli interventi sui depuratori del comune di Pienza

CODICE INTERVENTO A B denominazione impianto Capoluogo monticchiello tipologia di intervento nuovo impianto manutenzione potenzialita’ utile attuale ab. equiv. 0 400 potenzialita’ finale ab. equiv. 2100 400 classe dimensionale dell’intervento ab. equiv. da 2000 a 10000 a.e. da 0 a 2000 a.e. tipologia dell’impianto fanghi attivi + fanghi attivi fitodepurazione anno di costruzione o ristrutturazione 1983 incremento di potenzialita’ richiesto ab. equiv. 2100 0 fitodepurazione costo dell’ intervento di fitodepurazione lire 472.563.000 - fanghi attivi costo della sezione a fanghi attivi lire 1.682.100.000 - trattamento terziario costo impianto terziario - - interventi di manutenzione straordinaria No si costo della manutenzione lire - 57.900.000 COSTO TOTALE INTERVENTI lire 2.154.663.000 57.900.000 COSTO TOTALE PER COMUNE lire 2.212.563.000 Fonte : Piano d’Ambito n. 6, www.ato6acqua.toscana.it/p_amb/indice.htm

Ad esempio, nel settore della fitodepurazione, il valore assunto di 4 m2 per abitante equivalente rappresenta probabilmente il limite superiore delle esigenze prevedibili ed è quindi possibile, anzi probabile, che considerazioni di dettaglio svolte sulle singole realtà locali, portino ad economie realizzative rispetto alle previsioni di Piano. Un altro esempio è costituito dai costi unitari definiti per gli interventi di manutenzione e ampliamento degli impianti esistenti. In effetti tali costi tengono conto anche di eventuali adeguamenti delle caratteristiche tecnologiche degli impianti stessi secondo gli orientamenti della direttiva CEE 271/91. Una precisa quantificazione dei costi reali sarà possibile solo andando a studiare le singole situazioni ed esaminando le effettive possibilità di esecuzione degli interventi a partire da dati più dettagliati e più aderenti alle realtà territoriali.

4.2.3 Smaltimento rifiuti Nell’organizzazione delle attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il territorio comunale di Pienza ricade all’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) n. 8, coincidente esattamente con l’intera a Provincia di Siena. Il servizio è gestito dalla “Siena Ambiente” S.p.A, la cui compagine sociale è formata al 74% dalla Provincia di Siena e per il 26% dal "Consorzio Toscano Costruzioni". In particolare, Siena Ambiente si occupa: – della gestione delle discariche di Sinalunga, Abbadia San Salvatore (destinate a rimanere) e di quelle di Castelnuovo Berardenga, Monteroni d'Arbia, Monticiano, e Chianciano Terme (in via di dismissione e ripristino ambientale), nonché del forno di incenerimento e dell'impianto di compostaggio; – della raccolta dei rifiuti urbani in 22 Comuni per circa 100.000 abitanti e della raccolta differenziata di carta, vetro, pile, medicinali, cimiteriali, ospedalieri in Comuni della provincia di Siena, Arezzo, Grosseto. L’Amministrazione provinciale ha approvato, con D.C.P. n.20 del 1.3.99, il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati (approvato e recepito a sua volta dalla Regione Toscana con deliberazione della Giunta n.537 del 10.5.99). Il Piano prevedeva la graduale eliminazione di sei discariche esistenti (tra le quali quella in Località “Bonello” ricadente nel territorio comunale di Pienza, effettivamente esaurita, ricoperta, ma in attesa di ripristino ambientale definitivo) e la riarticolazione dell’intero sistema di smaltimento provinciale in 4 nuclei principali:

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 102 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

– termoutilizzatore di Foci (Poggibonsi) il cui completamento è realisticamente ipotizzabile per la metà dell’anno 2006, con annesso impianto di compostaggio – impianto di selezione e compostaggio “Pian delle Cortine” di Asciano. – discarica e impianto di compostaggio di Sinalunga – discarica di Abbadia S. Salvatore L’impianto di Asciano è particolarmente strategico ai fini dell’attuazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti previsto dal Piano. Puntando sulle migliori tecnologie disponibili, l’impianto – inaugurato nel 2002 - consente infatti: la produzione di compost di qualità dai residui organici raccolti in maniera differenziata per l’impiego in agricoltura; la pulizia e valorizzazione delle altre materie provenienti da raccolta differenziata per un loro migliore riciclo; la selezione dei rifiuti indifferenziati ad elevato potere calorifico da inviare al termoutilizzatore di Poggibonsi per la produzione di energia (l’alluminio e ferro selezionato andranno ad incremento della raccolta differenziata). Dopo tale processo saranno destinati alla discarica (il piano provinciale a regime prevede quelle di Abbadia San Salvatore e Sinalunga) i soli scarti di lavorazione dei rifiuti. In generale, l’attuazione del Piano sta procedendo con un certo ritmo, anche se è stato necessario posticipare al 30 giugno 2006 il periodo “transitorio” che precede l’entrata a regime del sistema. Quanto alle previsioni di stima, va rilevato che l’andamento della raccolta differenziata era, al 2003, peggiore del previsto (con un recupero del 30% a livello di ATO), così come il livello generale della produzione di RSU sul territorio provinciale, che a fronte di una riduzione prevista nel periodo 1997- 2003 del 5%, è in realtà aumentato del 6,8% dal 1996 al 2002.

4.2.4 Approvvigionamento energetico

Enel La rete elettrica del Comune di Pienza è gestita dalla ENEL S.p.A. – Esercizio di Firenze, che ha gentilmente fornito, ai fini della redazione del presente Quadro Conoscitivo, la documentazione cartografica in scala 1:25.000 (aggiornata all’ottobre 2004) relativa alla rete a media tensione e ai relativi impianti, riportata nella Tav. U5 – Vincoli urbanistico-ambientali e Reti infrastrutturali – allegata. Nella legenda si distinguono i cavi interrati da quelli aerei, oltre che cabine di sezionamento, posti e cabine di trasformazione. Nel complesso il territorio appare ben innervato dalla rete, ma è stata segnalata, da parte dell’Amministrazione Comunale, una situazione di saturazione della rete infrastrutturale a servizio del centro urbano di Pienza, che già stenta a sostenere le utenze attualmente allacciate. In particolare, le cabine a servizio del centro storico sono al momento appena sufficienti. A Monticchiello, invece, è stata già programmata la realizzazione di una nuova cabina a servizio della lottizzazione residenziale prevista nell’area di espansione urbana.

Gas La rete di adduzione del gas metano nel territorio pientino è gestita dalla SNAM S.p.A. che ha anch’essa gentilmente fornito la documentazione cartografica (anche su supporto informatico), riportata nella Tav. U5 – Vincoli urbanistico-ambientali e Reti infrastrutturali - allegata al presente Quadro Conoscitivo. La rete di distribuzione del gas relativa al centro urbano di Pienza è invece di competenza della Gestioni Valdichiana S.p.A.. La documentazione cartografica da questa fornita (in scala 1:2.000) è stata riportata, in scala 1:6.000, in un apposito riquadro della tav.U5. La legenda consente di distinguere i tronchi a bassa e a media pressione (anche di progetto) e gli allacciamenti degli edifici. La situazione della distribuzione del gas si troverebbe, specie nel centro storico, in una situazione di saturazione analoga a quella della rete elettrica, con serie difficoltà di ad assecondare nuove richieste di allaccio. Ogni nuova edificazione di una certa consistenza nel centro urbano di Pienza richiederà infatti una estensione della rete stessa. Monticchiello non è attualmente allacciato al metanodotto SNAM. La fornitura di gas dipende da un deposito GPL situato oltre il cimitero, la cui concessione di realizzazione e gestione è stata affidata alla Soc. “Ulivi Gas”.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 103 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

4.2.5 Telecomunicazioni

Telefonia fissa La rete di telefonia fissa del Comune di Pienza è gestita dalla TELECOM ITALIA S.p.A. – Esercizio di Firenze, che ha gentilmente fornito la documentazione cartografica relativa (su supporto informatico) riportata nella Tav. U5 – Vincoli urbanistico-ambientali e Reti infrastrutturali - allegata al presente Quadro Conoscitivo. Nella carta è possibile distinguere i cavi interrati da quelli aere. Nel complesso il territorio appare ben innervato dalla rete, ma è stata segnalata, da parte dell’Amministrazione Comunale, una situazione di saturazione della rete infrastrutturale a servizio del centro urbano di Pienza, che già stenta a sostenere le utenze attualmente allacciate (è ormai esaurita anche la possibilità di ottenere utenze “duplex”).

L’accesso alle reti telematiche a banda larga Nei territori a bassa densità di popolazione, uno dei principali temi con i quali le pubbliche amministrazioni sono obbligate a confrontarsi è quello di assicurare una dotazione di servizi e attrezzature adeguata, senza compromettere definitivamente il sempre più precario equilibrio dei loro bilanci economici. Per affrontare questo genere di problematiche, una delle strategie ormai più accreditate consiste nell’estensione del bacino di utenza dei servizi all’ambito intercomunale, mettendo metaforicamente “in rete” le strutture esistenti e quelle previste. Tale è la filosofia che informa, ad esempio, l’attività della Comunità Montana Amiata-Val d’Orcia, così come la stesura dei piani di gestione dell’ANPIL e del nuovo sito patrimonio dell’umanità UNESCO, entrambi coincidenti con il territorio dei cinque comuni della Val d’Orcia. Naturalmente, questa strategia risulta decisamente favorita dalla scelta di dare una consistenza fisica alla metafora della “messa in rete”, procedendo alla realizzazione di infrastrutture tecnologiche per la comunicazione telematica, in particolare per la comunicazione a banda larga. Così riformulata, tale strategia si è trovata peraltro a convergere spontaneamente nell’ultimo decennio, sulle problematiche legate al tema dei “diritti digitali di cittadinanza” (digital divide), comprendenti, tra l’altro, il diritto all’accesso e il diritto alla formazione. A tali linee politiche si ispira, ad esempio, la legge Regione Toscana n.1/2004, “Promozione dell'amministrazione elettronica e della società dell'informazione e della conoscenza nei sistema regionale. Disciplina della Rete telematica regionale toscana”, tra le cui finalità (art. 1) è esplicitata l’intenzione di “promuovere lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza in ambito regionale a fini di progresso sociale e miglioramento della qualità della vita, favorendo la realizzazione personale e professionale nonché forme di cittadinanza attiva”. Nel perseguimento di tale finalità la Regione e gli altri “soggetti della rete”43 operano conformandosi a una serie di principi e criteri guida, tra i quali vale sottolineare: – l’incentivazione, qualificazione e coordinamento dei servizi di rete per uno sviluppo socio-economico equilibrato del territorio regionale, anche attraverso la costituzione di punti di accesso assistito44; – l’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione con modalità adeguate a stimolare lo sviluppo economico del territorio in termini di competenza, di qualificazione delle opportunità professionali, di innovazione e di avanzamento della conoscenza; – la valorizzazione del complesso delle conoscenze e dei risultati scientifici, al fine di promuovere il trasferimento culturale e tecnologico e l'innovazione sociale e produttiva. Al di là di tali disposizioni generali, l’oggetto specifico della LR 1/2004 è la disciplina della Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT), intesa quale forma stabile di coordinamento del sistema regionale delle autonomie locali e di cooperazione del sistema stesso con altri soggetti, pubblici e privati. Per la sua implementazione la Regione adotta, nell'ambito delle politiche definite dal programma regionale di sviluppo,

43 Enti e agenzie regionali, enti e aziende sanitarie pubbliche, comuni singoli o associati, province, comunità montane, ecc.. Fanno altresì parte della rete, mediante le convenzioni di cui all'art. 10, le università e gli istituti ed enti di ricerca, le amministrazioni periferiche dello Stato, i soggetti del servizio socio-sanitario regionale, le aziende di servizi pubblici locali, le camere di commercio e le altre autonomie funzionali, nonché le categorie economiche, le libere professioni e le altre associazioni. 44 Si tratta di postazioni per l'accesso in via telematica a servizi pubblici, da utilizzare con l'assistenza di personale addetto

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 104 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia il “Programma regionale per la promozione e lo sviluppo dell'amministrazione elettronica e della società dell'informazione e della conoscenza nel sistema regionale”, nonché Piani di attività annuale della rete, cui competono, tra l’altro, la definizione delle attività di gestione e sviluppo della rete con riguardo alle infrastrutture, ai servizi e ai contenuti, il recepimento e il raccordo delle linee programmatiche dalle quali discendono vari provvedimenti e finanziamenti In territori a bassa densità come quello pientino, il problema principale non consiste tanto nella stesura di dorsali in fibra ottica, quanto nell’infrastrutturazione capillare, ovvero nel rendere conveniente la copertura del cosiddetto “ultimo miglio”, scegliendo la tecnologia wireless più appropriata45. Nella zona di Pienza esiste già un Progetto di rete di telecomunicazioni – con una dorsale di circa 700 chilometri di fibra ottica – il cui completamento è previsto entro il 2007. Il progetto dovrebbe comprendere anche la messa in opera della rete di distribuzione e degli allacciamenti, utilizzando le più recenti ed innovative tecnologie. La sua realizzazione, che richiederà un investimento di circa 85 milioni di euro, è affidata al Consorzio “Terrecablate”, costituito dagli Enti Locali nell’aprile 2002, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e sostenere lo sviluppo socio-economico in Provincia di Siena. Le quote di partecipazione al Consorzio spettano: per il 20% alla Provincia di Siena, per un altro 20% al Comune di Siena, per il restante 60% agli altri 35 Comuni della Provincia (quote delle quali a Pienza, in particolare, spetta circa l’1,16%).46 Il Consorzio Terrecablate è stato creato, in particolare, ai fini del perseguimento dei seguenti scopi: 1. realizzare una rete in fibre ottiche sull'intero territorio provinciale raggiungendo anche le località più lontane e garantendo la massima innovazione tecnologica. 2. diventare il principale fornitore di connettività a larga banda nella Provincia di Siena. 3. affermarsi come operatore di prossimità in grado di soddisfare appieno le esigenze dei cittadini. 4. espandersi anche fuori dal territorio della Provincia, per rafforzare la propria posizione come operatore di telecomunicazioni a banda larga. In particolare, i vantaggi che terrecablate metterà a disposizione delle famiglie della provincia di Siena spaziano dalla possibilità di navigare in modo semplice ed economico, e di e scaricare dati da Internet alla tv via cavo fino alla videocomunicazione. Il cablaggio porterà una notevole innovazione anche nei contatti tra le aziende. Sarà infatti possibile stabilire collegamenti per trasferimento dati ad alta velocità a prezzi che ne permettano un uso continuo con ottimizzazione del rapporto costi-benefici (servizi a larga banda per centralini ed apparecchi di qualsiasi tipo, collegamento dati con banda dedicata per le esigenze di alta velocità, collegamenti internet “always on” su piattaforme di qualità, collegamenti dati, su piattaforma Giga Bit Ethernet (GBE) con protocollo IP. Infine la cablatura del territorio senese faciliterà una comunicazione rapida e costante tra istituzioni amministrative, sanitarie, culturali e sociali. Come sopra accennato, tali scopi vengono perseguiti attraverso la realizzazione graduale di un Progetto di rete di telecomunicazioni – con una dorsale di circa 700 chilometri di fibra ottica – utilizzando le più recenti ed innovative tecnologie. Il completamento dell’intera infrastruttura, compresi la rete di distribuzione e gli allacciamenti, è previsto entro il 2007, e richiederà un investimento di circa 85 milioni di euro. Con la disponibilità della rete a larga banda, la Pubblica Amministrazione, le Imprese ed i Cittadini potranno usufruire dei seguenti servizi con contenuto tecnologico innovativo: • accesso a larga banda. Per la Pubblica Amministrazione e le Imprese sono previsti accessi in fibra ottica tramite i quali vengono offerti servizi di connettività ad elevata velocità utilizzando diversi tipi di interfaccia: 10/100 Mb/s (Megabit al secondo) e 1 Gb/s (Gigabit al secondo) per i dati, Internet e video e 2 Mb/s (Megabit al secondo) per i servizi di telefonia. Tutti i servizi offerti sono integrati in un unico collegamento a larga banda. Per i clienti residenziali è prevista la realizzazione di una piattaforma per la convergenza dei segnali di telecomunicazione e televisivi. Tale piattaforma è costruita in fibra ottica fino all’edificio (tecnologia FTTB - Fiber To The Building) e, utilizzando l’impianto televisivo esistente, permette di collegare le abitazioni

45 Vedi, a tale proposito: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), “Vademecum sulle nuove tecnologie a banda larga nelle aree periferiche”, Quaderno n° 4, maggio 2005. 46 Le informazioni riportate in questo paragrafo derivano in buona parte dal sito www.terrecablate.it.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 105 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

alla rete. I clienti residenziali potranno accedere ai servizi integrati tramite un apparato di connessione (Set Top Box) costruito su specifiche tecniche di Terrecablate con caratteristiche di personal computer con funzioni specializzate. • servizi a banda larga. Per la Pubblica Amministrazione, collegamenti dati che rendono più efficienti le comunicazioni tra le diverse sedi. I siti Internet degli enti pubblici collegati alla rete di terrecablate renderanno disponibili ai cittadini le informazioni in modo agile e sicuro, utilizzando i vantaggi dell’alta disponibilità di banda. Per le Imprese, collegamenti dati ad alta velocità con ottimizzazione del rapporto costi-benefici che consentono d’interconnettere le reti LAN (Local Area Network) e/o i server delle varie sedi di una stessa azienda; Internet ad alta velocità e con banda garantita, affinché le aziende possano navigare con facilità, senza problemi di congestione. Per le famiglie, - un insieme di servizi volti a permettere la fruizione di elevate prestazioni tecnologiche: Internet ad alta velocità + telefonia su IP + TV via cavo con più di quaranta canali televisivi in chiaro. La rete di terrecablate è tecnologicamente concepita per veicolare servizi innovativi come la videocomunicazione, il video on demand, la telemedicina, la teledidattica, la pay-tv, i canali civici ovvero i servizi informatici e telematici prodotti dalle aziende specializzate nel settore • servizi di telefonia I servizi di telefonia sono rivolti alla Pubblica Amministrazione, alle Imprese ed ai Cittadini, secondo due diverse modalità: Accesso Diretto, per i Clienti collegati fisicamente alla rete di terrecablate; Carrier Pre Selection, per tutti gli altri Clienti. Per quanto riguarda direttamente il territorio di Pienza, la programmazione dell’attuazione del progetto prevede, entro il 2006, il completamento della progettazione della rete in fibra ottica (FTTB- Fiber to the building) per la clientela residenziale

4.2.6 Il progetto per il rifacimento dei sottoservizi nel centro storico di Pienza Nel maggio 2004 la Soc. Acquedotto del Fiora (S.p.A), dando seguito ad un Accordo di Programma appositamente stipulato con il Comune di Pienza, ha presentato un progetto per il rifacimento dei sottoservizi dell’intero centro storico di Pienza, in particolare: acquedotto, fognatura bianca e nera, cavidotto elettricità, cavidotto fibra ottica e cavidotto telefono (dunque con la sola esclusione della rete di distribuzione del gas). Il progetto si limita ad indicare schematicamente il tracciato del cavedio approfondendo alla scala 1:100 le sezioni-tipo, soprattutto in funzione del tipo di pavimentazione soprastante. Pe portare a compimento il progetto è necessario procedere alla progettazione integrata dell sei reti previste, “avendo cura di provvedere ad un loro ottimale posizionamento nel sottosuolo del centro abitato, in modo di facilitare le operazioni di messa in opera, allaccio e successiva manutenzione. La realizzazione del progetto dovrebbe, in particolare, consentire un aumento dell’efficienza distributiva (ad esempio, grazie all’adeguamento delle sezioni dei diametri ai deflussi idrici previsti nelle diverse sezioni delle reti idrica e fognaria), e una riduzione dei costi di gestione (ad esempio grazie alla riduzione delle perdite idriche grazie all’impiego di nuovi materiali per le condutture).

4.3 Fenomeni di congestione o di degrado funzionale

4.3.1 Censimento dei contenitori dismessi Tale operazione è tata svolta con l’ausilio di schede appositamente predisposte, tali da contenere tutti i dati richiesti. Sono stati individuati solo due contenitori degni di nota: – le strutture dell’ex Fornace Crestini, alla periferia nord di Pienza – parte della Fattoria Angheben, nel Centro storico di Monticchiello Le schede relative sono riportate qui di seguito.

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 106 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

SCHEDA CD1: EX FORNACI CRESTINI (PIENZA) A. Localizzazione e consistenza della proprietà: La proprietà consiste di un’area industriale di 44.900 mq occupata da una fornace dismessa (con superficie coperta pari a circa un quarto dell’area di sedime) situata sul lato destro della SS n. 146 per Chianciano (indicata con la lettera “B” nella Tav. 4 allegata alla presente relazione). Il resto dell’area presenta evidenti tracce dell’attività di estrazione dell’argilla necessaria a produrre i laterizi. Il proprietario è una società privata (Bottega verde s.r.l.) con sede a Palazzo Massaini. B. Descrizione e breve storia: La fornace Crestini & C., è stata fondata nel 1937 da Angelo Crestini, che aveva gestito fino ad allora la fornace ubicata nel terreno antistante il podere la Croce, per conto della proprietà Piccolomini. Il Crestini stesso costruì la fabbrica tutt’ora visibile. All'avvio dell'attività vi trovavano occupazione 35 persone, mentre la produzione ammontava a circa 1000 47 quintali di laterizio al giorno. Negli anni ‘50 la fornace fu ampliata e venne inserito un forno a tunnel (in luogo del precedente “forno Hoffmann”) molto innovativo per l’epoca. Il miglioramento tecnologico consentì di portare il personale a 50 unità e la quantità di materiale prodotto giornalmente a 1800 quintali, facendo della fornace Crestini una delle più all'avanguardia d'Italia. Inoltre, la buona qualità dell'argilla presente nella zona contribuiva a rendere il laterizio finito un prodotto di buona qualità. Ad ovest della fornace, dove veniva estratta l'argilla per la produzione del laterizio, era situato il podere “il fornacino”. Il podere sorgeva su di una collina di argilla alta 30 metri, e doveva il nome probabilmente da una fornace a buca che si trovava nei suoi paraggi. I Crestini acquistarono il podere e la relativa terra e durante la guerra, e costruirono dall'altra parte della statale un podere nuovo (tutt’ora esistente) per la famiglia che vi abitava. La fornace è rimasta di proprietà della famiglia Crestini fino al 1979; la nuova gestione (fam. Giambra) ha proseguito l'attività ancora per pochi anni. Successivamente la fornace è stata acquistata dalla Bottega verde s.r.l.. C. Caratteristiche funzionali, valore storico architettonico e stato di conservazione : Al momento gli edifici che compongono il complesso, oltre a non presentare valori storico-architettonici degni di conservazione, sono tutti in stato di totale abbandono e degrado, non conservando dunque più alcuna delle funzionalità originarie. Anche gli esterni, utilizzati in passato come zona di cava, non hanno mai subito alcun intervento di ripristino ambientale, e versano in stato di abbandono, aggravando l’impressione di desolazione del luogo, peraltro ben visibile da buona parte degli affacci settentrionali degli edifici di Pienza. D. Attuale destinazione di PRG e suscettibilità di riuso: Ancora all’epoca della redazione del PRG (1989) l’area era considerata zona di completamento relativa a “Insediamenti recenti con prevalente uso produttivo secondario” (zona D1), con indice di copertura pari al 50% della superficie fondiaria. Quanto alle suscettibilità di riuso, esistono problematiche legate, oltre al già accennato pessimo stato delle strutture e al loro scarso valore architettonico, agli ingenti costi di bonifica dell’area, degli edifici e delle attrezzature industriali, essendo stati utilizzati, in passato, diversi materiali i considerati ora “rifiuti pericolosi” (amianto, olio pesante, ecc.). Il solo costo della bonifica dell’amianto contenuto nei 120 carrelli per la cottura dei laterizi cottura pare sia stato stimato intorno a 750.000 Euro (1,5 Miliardi di vecchie lire). Attualmente la fornace è iscritta all’Anagrafe Provinciale dei siti da sottoporre a bonifica (ex art.17 d.m. 471/99). Nella scheda relativa alla ex Fornace Crestini, datata settembre 2003,48 risultano peraltro già in corso lavori di bonifica.

SCHEDE CD2: FATTORIA ANGHEBEN (MONTICCHIELLO) A. Localizzazione e consistenza della proprietà: Si tratta di una villa di circa 2000 mq di superficie utile lorda situata nel cuore del centro storico di Monticchiello. Più precisamente, la proprietà consiste di un edificio a “L” che racchiude un cortile interno. Il lato lungo della L è accatastato in cat. A2 (residenziale,) il resto è iscritto al catasto rurale dai primi del 900. La sola “oliviera” (locale che ospitava il frantoio) ha una superficie di circa 1000 mq.. Il proprietario è un privato (famiglia Gavelli-Angheben). B. Descrizione e breve storia: Proprietà della famiglia Borghese, fu acquistata nell’800 dalla famiglia Angheben49, che tutt’ora lo possiede.

47 Le informazioni sono state desunte da fonti varie, tra le quali siti internet (www.comunedipienza.it/ Foto/ Note_Storiche/ note_storiche.html) e alcuni colloqui con testimoni privilegiati. 48 Codice provincia siena: “SI033”. http://www.ambiente.provincia.siena.it/uploaded/documenti/sitidabonificare1.pdf 49 NOTE STORICHE: “Il valore e la tenacia della popolazione di Monticchiello torna a farsi particolarmente vivo nella primavera del 1944. Il 6 Aprile il Dott. Chiurco, Prefetto di Siena durante la Repubblica fascista, sollecitato da una

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 107 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

C. Caratteristiche funzionali, valore storico architettonico e stato di conservazione : La casa presenta buone caratteristiche funzionali, essendo al momento abitata, nonché un notevole valore storico- architettonico (l’epoca di costruzione risale alla fine del ‘700/ primi dell’’800). Lo stato di conservazione generale è abbastanza buono, anche se necessitano lavori di manutenzione. D. Attuale destinazione di PRG e suscettibilità di riuso: Dato il valore economico dell’immobile, le potenzialità di riuso sono ovviamente ottime, anche conservando la stessa destinazione residenziale. Attualmente l’edificio ricade in zona “A1” di PRG “centro storico con prevalente uso residenziale”, mentre il cortile interno è destinato a “verde privato vincolato”. Per le zone A1 le NTA del PRG vigente dettano le seguenti disposizioni: 6. Art. 25 NTA - (ZONA -A1- CENTRI STORICI E NUCLEI MONUMENTALI)

NORMATIVA EDILIZIA: Gli interventi sugli edifici compresi in queste zone sono regolati dalle norme ex L.R. 59/80, approvate in forma di variante al P.R.G., le quali, per quanto compatibili, costituiscono parte integrante delle presenti norme. In tali zone inoltre: -- non e' consentita la costruzione di terrazze o balconi in aggetto, ne'alcun tipo di nuova costruzione; -- non e' consentito occupare con costruzioni anche provvisorie o precarie giardini, orti, cortili o spazi liberi in genere, e dovranno rimanere inalterate (anche rispetto al tipo dei materiali usati per pavimentazioni, recinzioni ecc.) le aree inedificate interposte fra gli edifici o comunque poste a loro servizio; -- è fatto obbligo di conservare tutti gli elementi funzionali e decorativi esistenti nelle strade o percorsi pubblici o privati esistenti, anche rispetto al tipo dei materiali usati; -- è fatto obbligo di conservare le alberature di alto fusto e gli elementi vegetali caratteristici o decorativi esistenti e, se necessario, di sostituirli con nuove alberature della stessa specie. Tutte le opere di trasformazione edilizia, oltre a quelle sopra descritte, dovranno ottenere preventivamente la dovuta autorizzazione comunale; ogni richiesta di autorizzazione dovrà inoltre essere corredata anche da una esauriente documentazione grafica e fotografica dello stato di fatto. Per gli edifici e le aree sottoposti a vincolo di cui al D.Lgs 490/99 valgono le disposizioni delle stesse leggi, oltre a quelle qui contenute.

DESTINAZIONE : Queste zone sono destinate prevalentemente alla residenza, alle attività terziarie e ai relativi servizi, oltre a piccole attività artigiane che siano compatibili con le caratteristiche di zona e che cioè non creino rumori o esalazioni moleste e non determinino concentrazioni di traffico motorizzato. Sono escluse comunque le seguenti destinazioni: Depositi e magazzini di merci all'ingrosso; Rimesse per automezzi di portata > 1000 kg.; Stazioni di servizio per carburanti. Ogni intervento che comporti trasformazione edilizia o della destinazione d'uso di un numero consistente di unità immobiliari o comunque di interi isolati, potrà essere realizzato solo mediante un preventivo piano particolareggiato o di recupero.

4.3.2 Attività artigianali collocate in maniera impropria nei tessuti residenziali Non risultano attività artigianali collocate in maniera impropria nei tessuti residenziali.

4.3.3 Eventuali criticità connesse con attività in essere o programmate L’unica attività in essere che produca fenomeni di congestione di una certa rilevanza consiste nei flussi turistici che gravitano sul centro storico di Pienza nei giorni di punta. Tali fenomeni si manifestano prevalentemente nelle difficoltà di scorrimento del traffico veicolare lungo le strade di accesso da Montepulciano e da S. Quirico d’Orcia, nella carenza di parcheggi (con conseguenti fenomeni di sosta esterna alle aree deputate), nonché di sovraffollamento di persone nel centro storico.

informazione giunta in Prefettura, decide di inviare a Monticchiello tutti gli uomini di cui disponeva (circa 450) per affrontare il piccolo ma forte gruppo di Partigiani accampati nei dintorni del paese. Dopo un lungo combattimento il reparto fascista fu costretto ad una precipitosa ritirata. Il mattino seguente, all'alba, un reparto tedesco giunse a Monticchiello con il preciso ordine di rastrellare la zona e fucilare gli abitanti. I soldati penetrarono nelle abitazioni prelevando la gente, che venne poi schierata davanti al muro fuori dalla porta del paese. La strage fu evitata grazie all'intervento della signora tedesca Irma Angheben, moglie di un proprietario terriero di Monticchiello, aiutata dal Parroco Don Marino Torriti. A ricordare l'evento il monumento realizzato da Emo Formichi.” http://www.teatropovero.it/monticchiello/storiam/storiam.html

Quadro conoscitivo del Piano Strutturale di Pienza 108 Volume I – Studi di urbanistica e archeologia

Il problema è da tempo al centro delle preoccupazioni dell’Amministrazione comunale, che ha proceduto già con iniziative parziali, nell’attesa di mettere a punto e ingegnerizzare finanziariamente una soluzione organica e di ampio respiro che contemplasse ad un tempo: – la realizzazione del bypass del centro storico per i flussi di traffico diretti da Pienza a S. Quirico e a Chianciano (variante SS.146), – le sistemazioni delle sezioni stradali urbane previste dal programma di rivitalizzazione del centro storico (v. 4.1.5), – la localizzazione più congrua per una quota consistente di parcheggi a pagamento per pullman e auto dei visitatori in grado di risolvere il problema della sosta e della circolazione nei giorni in cui tradizionalmente le presenze turistiche fanno registrare dei picchi Data l’importanza di questo tema, relativamente alla realtà pientina, esso costituirà presumibilmente l’oggetto di uno dei programmi integrati previsti in attuazione del disegno del Piano Strutturale. Ulteriori approfondimenti tecnico-conoscitivi sono invece contenuti nella relazione dell’esperto trasportista, cui si rimanda. Le attività programmate non destano invece particolare preoccupazioni, essendo tutte volte, già in partenza, a risolvere carenze registrate precedentemente.

4.3.4 Compatibilità delle attività estrattive con la tutela delle risorse essenziali del territorio Risulta definitivamente approvata la 4° variante al PRG del comune di Pienza (di cui alla delibera CC n.22 del 05.03.1999 e relativi allegati), avente per oggetto il recepimento delle prescrizioni del P.R.A.E. (Piano Regionale delle Attività Estrattive).50 Essa riguarda sei aree di cava, così individuate nella cartografia allegata al PRAE medesimo: Fosso Rigo – CEA.1 – 921.B.0 Pian Porcino – CEA.1 – 921.C.0 La Fornace – CEA.3 – 921.F.4 Salvadominici – CN.1 – 921.D.4 Sant’Anna in Camprena – CEA.1 – 921.A.4 Il Cantiere (Vivaio forestale) – CEA.1 – 921.G La sigla CEA riguarda cave esistenti ampliate, mentre la sigla CN riguarda cave nuove. In realtà si tratta di cave esistenti (Fosso Rigo, La Fornace), di cave esistenti dismesse (Sant’Anna in Camprena, Il Cantiere), e di due cave nuove (Salvadominici, Pian Porcino). Da un esame del territorio è risultato che le cave dismesse sono pressoché ripristinate naturalmente, pertanto risulta opportuno consentirne il solo recupero ambientale e non anche la coltivazione. Pertanto, la variante al PRG si compone di una “variante di adeguamento” di tipologia A), relativa alle cave di Fosso Rigo, La Fornace, Salvadominici, Pian Porcino, e di una “variante per il recupero ambientale e funzionale” di tipologia D) relativa alla cave dismesse (Il Cantiere, Sant’Anna in Camprena, Fosso Rigo (parte)). La Tav. U5 del Quadro Conoscitivo (Studi di urbanistica – “Vincoli urbanistico-ambientali e reti tecnologiche”, scala 1: 10.000) riporta i perimetri dei siti estrattivi previsti dal PRAE, secondo la distinzione in Cave Esistenti Ampliabili (CEA) e Cave Nuove (CN). In ottemperanza alle previsioni di legge, la 4a variante di PRG di recepimento del PRAE introduce una ulteriore articolazione di questi (in tavole in scala 1: 5000) distinguendo le seguenti quattro zone: 1. area escavabile prevista dal PRAE 2. area escavabile in ampliamento (entro un limite del 10% dell’area prevista dal PRAE) 3. area da sottoporre a recupero ambientale 4. area non escavabile all’interno del PRAE

50 Tale genere di varianti al PRG era specificamente contemplato dall’art. 40, comma 2, lettera f) della L.R. n.5/95 “Varianti di cui alla L.R. n. 36/1980 in applicazione del PRAE”.

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Nell’ambito della variante al PRG, il prospetto di seguito riportato rende conto, sito per sito, delle articolazioni dei perimetri PRAE in funzione delle tre restanti zone sopra elencate.

CLASSIFICAZIONE PRAE SOTTO ARTICOLAZIONE INTRODOTTA DALLA VARIANTE AL PRG DI SITO ESTRATTIVO RIPORTATA IN TAV U5 RECEPIMENTO DEL PRAE (TAV 9) A CEA – Non figura nella tav. U5 in Il cantiere (vivaio quanto considerata dal PRG Tutta “area da sottoporre a recupero ambientale” forestale) cava dismessa L’area è articolata in due zone (“area escavabile prevista dal B PRAE” e “area da sottoporre a recupero ambientale”. CEA - Corrisponde con aggiunta Fosso rigo Quest’ultima è stata poi ampliata, lungo il fiume, ben oltre il perimetro proposto dalla provincia. CEA – (figura come tale benché C considerata “nuova cava” nella Articolato in due zone di superficie circa equivalente (“area Pian porcino relazione di accompagnamento escavabile prevista dal PRAE” e “area non escavabile”) al piano) L’area è articolata in tre zone (“area escavabile prevista dal D CEA PRAE”, “area non escavabile”, “area da sottoporre a recupero La Fornace ambientale”) Articolato in due zone (“area escavabile prevista dal PRAE” e E CN “area non escavabile”). Stabilite inoltre 4 condizioni da Salvadominici rispettare per l’escavabilità F CEA – Non figura nella tav. U5 in Sant’Anna in quanto considerata dal PRG Tutta “area da sottoporre a recupero ambientale” Camprena cava dismessa

Ai fini della valutazione delle attività estrattive previste nel territorio di Pienza sotto il profilo della compatibilità con la tutela delle risorse essenziali del territorio, possono dunque essere fatte le seguenti considerazioni. Innanzitutto, come si può notare dal prospetto precedente, il Comune ha scelto di rinunciare sistematicamente alle possibilità di ampliamento delle cave esistenti nei limiti ad esso consentiti (10%). Due di esse figurano ormai esclusivamente come “aree da sottoporre a recupero ambientale” (Il Cantiere e Sant’Anna), mentre ampie parti delle rimanenti CEA figurano nella stessa zona, talvolta anche oltre il perimetro PRAE (Fosso Rigo). Vale richiamare, a tale proposto, l’enunciazione delle “scelte progettuali” della variante, così come riportate nelle delibere di adozione della stessa: - perimetrare l’area all’interno di quella individuata dal PRAE; - includere l’area scavata e non risistemata di Fosso Rigo; - escludere le aree escavate e naturalmente ripristinate (Il Cantiere e Sant’Anna in Camprena); - limitare il materiale scavato al soddisfacimento delle necessità di un bacino di utenza individuabile in un intorno di 50 km dal sito di cava; - individuare criteri di coltivazione e ripristino che minimizzino l’impatto ambientale. In secondo luogo, sviluppando l’ultima delle scelte progettuali sopra riportate, vengono introdotti dalla variante Norme Tecniche di Attuazione specifiche (art. 33 bis) inerenti: la durata dell’autorizzazione e i volumi annui di materiale estraibile, gli adempimenti che regolano lo svolgimento dell’attività estrattiva, l’ammontare delle fideiussioni finalizzate alla risitemazione, messa in sicurezza e reinserimento ambientale dell’area, i contenuti del progetto di coltivazione e ripristino, le modalità stesse di coltivazione e ripristino, il destino dei manufatti di servizio realizzati, le modalità di controllo dell’attività estrattiva, destinazioni finali delle aree. In merito a quest’ultimo punto, in particolare, è previsto che al termine dello sfruttamento tutte le aree siano restituite alla loro funzione agricola. Pertanto la destinazione urbanistica finale delle aree è quella di zona omogenea agricola E.3 per il Cantiere e zona agricola E.1 per tutte le altre. Infine, vale richiamare le modalità di “attuazione dei principi generali” di cui al punto 3. della relazione generale alla variante di PRG, di cui al box successivo. 7. Modalità di “attuazione dei principi generali” (dalla Relazione generale alla variante di PRG)

A. Le risorse naturali del territorio interessato dalla variante al PRG, come definite dalla L.R. 16.1.95, n. 5, sono costituite dall’aria, dall’acqua, dal suolo e dagli ecosistemi della fauna e della flora. L’aria. Le tecniche di coltivazione dovranno prevedere l’irrorazione del terreno, specie nei periodi siccitosi, in modo da evitare l’immissione di polveri nell‘atmosfera. L’acqua. L’acqua di superficie è correlata al materiale escavabile soltanto nelle cave di Fosso Rigo e Pian Porcino, dove è interconnesso con i regimi idraulici del fiume Orcia. Pertanto, al fine di evitare una

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alterazione del sistema idrogeologico, si prevede che rimanga in posto uno strato di materiale drenante, di almeno 1 m di spessore. Il suolo. Il piano di coltivazione dovrà prevedere lo scoticamento del terreno vegetale e del terreno di ricoprimento, il loro accumulo su piazzali distinti, l’utilizzazione del primo per il modellamento dell’area e lo spandimento del seconde sull’area rimodellata. Con ciò si otterrà la restituzione del suolo alla sua primitiva funzione agricola. Gli ecosistemi. Al fine di non alterare gli ecosistemi della fauna e della flora sono state escluse dalla coltivazione tutte le aree coperte da vegetazione boschiva. B. Tra le risorse essenziali del territorio in esame la più rilevante è il paesaggio. La sua tutela avviene mediante la previsione di un modellamento che ne lasci invariati i profili e modifichi unicamente la quota di imposta degli stessi, escludendo la formazione di gradoni, e restituendolo infine alla funzione agricola. C. La valutazione dell’impatto ambientale attiene al progetto di coltivazione. In questa sede è però utile rimarcare che le cave La Fornace e Fosso Rigo sono state parzialmente rimaneggiate in precedenza, e che pertanto la coltivazione ed il conseguente ripristino non potrà che agevolarne il reinserimento ambientale. Le aree di Il Cantiere e Sant’Anna in Camprena, anche se già coltivate, risultano ripristinate naturalmente, nel senso che il ricoprimento vegetazione le ha rese omogene alle aree limitrofe, pertanto non sono state incluse tra le aree escavabili.

Per altri aspetti di carattere più tecnico inerenti le attività estrattive si rimanda alla relazione degli esperti geologi (volume VI del QC).

4.4 Individuazione tipologica e dei caratteri storico – morfologici

4.4.1 Sistema insediativo e fattori storico-geografici La localizzazione e le forme peculiari di ciascuna città dipendono in primo luogo dai caratteri del territorio, dai percorsi geograficamente privilegiati che lo attraversano o dalla presenza di luoghi topograficamente e/o strategicamente cospicui, o comunque favorevoli all’insediamento urbano. Si tratta di un intreccio di processi spontanei e di intenzioni progettuali, il cui estremo, dal lato “intenzionale”, è la città di fondazione. Sotto il profilo geografico (v. Mappa n.2 qui di seguito), il territorio Pientino si trova per la quasi totalità – come quelli di Radicofani, Montalcino, Castiglione e S. Quirico – compreso nella Val d’Orcia: una valle di forma compatta, racchiusa tra i crinali che la separano dalla Val di Chiana a ovest (la cosiddetta “dorsale sommersa”), dalla Val di Paglia, a sud (lungo la direttrice Monte Cetona-Monte Amiata), dalla dorsale medio- toscana, (culminante in basso con i rilievi di Montalcino) ad ovest e a nord dai discontinui rilievi collinari sui quali si attestano S.Quirico, Pienza, Monticchiello. Al centro scorre il fiume Orcia, che raccoglie il consistente contributo del Formone già nel suo alto corso (nella zona delle “crete”), per insinuarsi poi nella stretta valle che separa i rilievi di S. Quirico e Montalcino a nord e Castiglione d’Orcia a sud, prima di confluire nel fiume Ombrone, che fa da limite occidentale al comune di Montalcino e con esso allo stesso comprensorio dei cinque comuni della Val d’Orcia stessa. Per lungo tempo paludosa e insicura, questa zona è stata attraversata utilizzando i percorsi di crinale stessi; in particolare i crinali della dorsale sommersa e la direttrice Monte Cetona – Monte Amiata-cono vulcanico del lago di Bolsena, parte del più esteso percorso di crinale “Etrusco”, che si staccava dall’Appennino tosco- emiliano per raggiungere Roma. In epoca medioevale i flussi diretti a Roma dall’Italia nord-ocidentale e dalla Francia utilizzavano piuttosto la Via Francigena: una strada battuta probabilmente nel tracciato di una via militare romana. Essa, nella sua variante principale, attraversava il fiume Ombrone nei pressi di Buonconvento, saliva a , superava i fiumi Asso (tributario dell’Orcia) e Tuoma (a sua volta tributario dell’Asso) nonché le colline che ne spartiscono i bacini, scendeva poi nella valle dell’Orcia e, tenendosi sulla riva sinistra, ne risaliva quasi tutto il corso in direzione di Radicofani. Superato Radicofani, ridiscendeva nella valle del Paglia, puntando in direzione di Viterbo e infine di Roma. La nascita del borgo di Corsignano (destinato poi a divenire Pienza) risale appunto al medioevo (VIII secolo). Esso aveva le caratteristiche dei nuclei fortificati della valle, disposto su un rilievo allungato in direzione est- ovest, particolarmente scosceso sul versante sud. Conseguentemente, il tessuto insediativo si articolava secondo un disegno urbano a impianto regolare nel quale assumeva peso prevalente l’asse viario longitudinale (ora Corso Rossellino) che collegava le due principali porte (Porta al Ciglio a est e Porta al Prato ad ovest). Lungo tale asse si attestavano palazzi e palazzotti di una certa importanza, oltre a edifici religiosi notevoli, dei quali rimane ancora oggi la chiesa di S. Francesco. Doveva poi esistere, nei pressi dell’attuale palazzo pretorio, la piazza del mercato (probabilmente l’attuale piazza di Spagna).

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L’unico altro centro del territorio Pientino assimilabile a un centro urbano, sebbene di ridottissime dimensioni, è Monticchiello. Le prime testimonianze sicure dell’esistenza di questo borgo risalgono al 775 d.C., ma alcuni studiosi fanno risalire l’insediamento all’epoca romana. Monticchiello, ancor più di Pienza, ha occupato una posizione strategica per il controllo della Val d’Orcia, essendo posto sulle pendici di una sorta di avamposto collinare a ridosso della dorsale sommersa che separa la Val di Chiana dalla Val d’Orcia, e dunque in posizione privilegiata per il controllo dei flussi intervallivi. Sin dall’Alto medioevo, infatti, la zona di Chiusi è stata zona di frontiera: tra il papato e l’Impero prima, e tra lo stesso lo Stato pontificio e i possedimenti della toscana meridionale che Siena, Firenze e Orvieto perennemente si contendevano. Monticchiello fu ininterrottamente fedele alleato della prima, dal XIII secolo fino al 1559, anno della sua resa definitiva alle truppe di Cosimo de’ Medici. Ormai privo della sua funzione di castello di frontiera, Monticchiello decade rapidamente, fino all’abbandono. L’aspetto attuale della città, così diverso dalle serene forme rinascimentali di Pienza, e tutt’ora caratterizzato fisicamente dal suo ruolo di castello medioevale, risale infatti già alla metà del 1200, quando la Repubblica senese lo fece fortificare – insieme al vicino - considerandolo un cassero51 sotto la sua diretta amministrazione, almeno sotto il profilo del presidio militare. In cambio, Monticchiello, così come tutti i castelli posti sotto la protezione di Siena, si impegnavano a fornire, all’occorrenza, un congruo numero di soldati. La zona del cassero, in particolare, occupa la sommità della collina, sviluppandosi il resto del borgo murato nel quadrante sud-ovest di un rilievo collinare particolarmente regolare, (con curve di livello quasi concentriche e a distanza costante), posizione che garantisce, tra l’altro, l’intervisibilità con Pienza. Coerentemente, le poche espansioni della città si sono collocate lungo la strada - praticamente coincidente con la bisettrice del quadrante sud-ovest – che intercetta i flussi da tutti i principali centri siti intorno a Monticchiello (Pienza, Chianciano, Montepulciano) (v. Mappa 7).

4.4.2 Dinamica del sistema insediativo e individuazione dei sistemi edilizi e urbanistici più significativi sul piano tipo-morfologico Una volta interpretati i grandi fatti territoriali, la morfologia del territorio, e il rapporto tra sistema ambientale e insediamenti, si può operare un salto di scala, entrando nel dominio dell’analisi morfo-tipologica degli insediamenti. A tale scopo l’analisi va approfondita in una prospettiva storica, cogliendo il senso della lunga evoluzione che ha prodotto il dato organizzativo attuale e della portata delle diverse scelte strutturali e formali riguardanti ciascuno dei due centri urbani di Pienza e Monticchiello, anche se, dati i limiti del presente lavoro, non si potranno fornire che alcuni cenni in materia.

PIENZA In quanto fortemente determinata da fattori di tipo geomorfologico, la giacitura e l’orientamento della principale griglia ordinatrice della realtà urbana pientina sono relativamente indipendenti dalla peculiarità delle vicende cui sarebbe stato destinato il borgo medioevale di Corsignano per il fatto di aver dato i natali al pontefice umanista e letterato Pio II. Al contrario, la qualità urbanistico-architettonica del centro storico ne dipende direttamente. Com’è noto, infatti, nel 1459 Pio II mise a punto un programma di trasformazione completa del borgo natìo allo scopo di conferire ad esso un adeguato prestigio, facendone quasi una “città di fondazione ex post”. Il progetto papale consisteva, oltre che nell’edificazione della cattedrale con la piazza e il palazzo di famiglia (Palazzo Piccolomini), in un disegno di progressiva riqualificazione degli edifici esistenti, mediante la loro ristrutturazione il loro adeguamento ai modelli del Quattrocento fiorentino. Sotto il profilo dell’impianto urbano, nel centro abitato fu valorizzato anche una sorta di “asse minore”, perpendicolare a quello longitudinale, che univa la porta settentrionale della città, che si apriva nelle mura (presenti sicuramente fino al 1600) in corrispondenza della attuale via Marconi, alla porta meridionale (Porta al Santo), che tutt’ora consente l’accesso diretto alla salita che conduce alla Piazza Pio II, antistante la Cattedrale (vedi mappe 3 e 4).

51 Per “cassero” – vocabolo derivato dall’arabo qasr o dal latino castrum – si intende sia una cinta di mura intorno a una fortezza che un torre quadrangolare con base a scarpa, ultimo rifugio in caso di assedio di un castello o di una fortificazione (Pevsner, et. Al. Dizionario di Architettura, Einaudi, Torino, 1981).

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