LL’’AADDDDAA EE LLAA BBRRIIAANNZZAA Il territorio del Lecchese si offre al visitatore vario e ricco di paesaggi differenti, che creano un’impressionante suggestione di colori e atmosfere. La provincia di si estende ad est del Lago di Como abbracciandone le acque; il lago oppone all’imponente cornice delle montagne un dolce spettacolo di splendide ville immerse in parchi secolari. La visita si svolgerà pertanto seguendo vari fili d’attrazione che formano una trama multicolore e preziosa: la natura e la sua valorizzazione, gli insediamenti abitati che punteggiano il paesaggio, gli episodi architettonici con particolare riguardo al periodo romanico. La proposta è quella di itinerari tematici diversi che favoriscono una approfondita conoscenza attraverso un’indagine sto - rico-artistica ma anche naturalistica ed archeologica. Paesaggi è il titolo che abbiamo voluto dare a questa serie coordinata di tre pubblicazioni, proprio per rispecchiare le iden - tità di un territorio composito, che si caratterizza per tre aree differenti: il lago, la montagna e la pianura. Il risultato è un territorio tutto da scoprire, attraverso gli itinerari e le immagini raccolte in questa nuova pubblicazione coordinata che la Provincia di Lecco ha realizzato sviluppando una serie di proposte e percorsi individuati quali vere e proprie eccellenze. Oggi sta diventando una tendenza diffusa, anzi un vero e proprio fenomeno turistico, sicuramente il più nuovo, lo sviluppo dei “piccoli viaggi” alla ricerca di un luogo da esplorare, un borgo da visitare, un monumento da conoscere; viaggi dotati di un fascino e di un gusto irresistibili. Il turista è ormai abituato ai circuiti classici, è incuriosito ed attratto dalle zone più di nic - chia; non si accontenta soltanto di visitare chiese e palazzi ma è alla ricerca di percorsi tematici, di un patrimonio cultura - le di grande richiamo, di un vero viaggio d’arte e di cultura che offra nuove e continue emozioni.

LA VALLE DELL’ LE FILANDE DEI DINTORNI DI LECCO ...... pag. 2 IL PARCO DEL MONTE BARRO ...... pag. 2 DA A ...... pag. 3 LE TORRI E I CASTELLI DELL’ADDA ...... pag. 3 A CONTATTO CON IL FIUME ...... pag. 4 E LE SUE VILLE ...... pag. 4 Leonardo da Vinci: dalla valle dell’Adda alle Grigne ...... pag. 5 IL MONTE DI ED I LAGHETTI PREALPINI LA VALLE DI ...... pag. 6 EDILIZIA NOBILIARE E MONASTICA ...... pag. 6 SUL MONTE DI BRIANZA ...... pag. 7 ARTE E STORIA SUL MONTE DI BRIANZA ...... pag. 7 EDIFICI DELLA SETA E AMBIENTI RUSTICI VERSO ...... pag. 8 IL ...... pag. 8 CARATTERI NATURALI A ...... pag. 9 Il ciclo della seta: architetture, musei e fabbriche ...... pag. 10 L’INDUSTRIOSA VALMADRERA ...... pag. 11 I MONASTERI DI ...... pag. 11 Civate: un pellegrinaggio medievale ...... pag. 12 IL LAGO DI PUSIANO ...... pag. 13 DAL CUORE DELLA BRIANZA AL PARCO DI NEL CUORE DELLA BRIANZA ...... pag. 14 DA MONTICELLO A ...... pag. 14 MONTEVECCHIA E IL PARCO DEL CURONE ...... pag. 15 LE VILLE DEL CASATESE ...... pag. 16 VILLE E CASCINE AL CONFINE MERIDIONALE ...... pag. 17 La tradizione gastronomica ...... pag. 17

Luoghi visitabili ...... pag. 18 Ecomuseo del Distretto dei monti e dei laghi briantei ...... pag. 20 Testi a cura dell’Assessorato al Turismo Provincia di Lecco. Si ringrazia Angelo Borghi per la collaborazione nella stesura dei testi. Si ringraziano gli autori delle fotografie Vittorio Buratti (V.B.), Giulio Fumagalli (G.F.), Fabrizio Mavero (F.M.), Mauro Lanfranchi (M.L.) e Alberto Locatelli (A.L.), la cui gentile concessione ha permesso la realizzazione della presente pubblicazione. Progetto grafico 2007: Cattaneo Paolo Grafiche srl - - Lecco L’ADDA E LA BRIANZA PERCORSI TURISTICI LUNGO IL FIUME ADDA, ATTRAVERSO LA BRIANZA E IL TERRITORIO DEI LAGHI PREALPINI

Veduta della valle dell’Adda con il lago di dal Monte Barro (V.B.) : il Monte di Brianza con il Campanone (G.F.)

1

L’antico cammino, che da Milano conduceva pellegri - artigianato dei metalli, la cui eredità più alta è offer - a z n a

ni, mercanti, artisti ed eserciti verso nord, verso i passi ta dalle armi dei . Ai tempi di Leonardo, vi i r B alpini, se guiva le tipiche strade del ferro e della seta, passava la strada dei mercanti della lana e del ferro, a l

attività che da tempo immemorabile costituivano la che si attestavano poi su e su Lecco. Già così e

a

ricchezza delle popolazioni della Brianza, di Lecco, popolosa di casali e borgate, che nel Seicento sem - d d A

delle sue valli, della sua riviera Iariana. brava una sola metropoli con Milano, la Brianza ebbe ’ l

,

Queste strade attraversavano la Brianza, percorsa dal una fioritura di filande e filatoi determinanti per o c c

fiume Adda, trovavano ristoro e mercato nella popo - l’intera regione: ed oggi è sede di una miriade di indu - e losa conca di Lecco, dove era tipica la produzione del strie e di attività artigianali che continuano la tradi - L filo di ferro, risalivano poi lungo il lago e verso la zione operosa degli abitanti. montagna, zone ricche di cave, giacimenti metalliferi Le qualità dell’ambiente si presentano come un e forni di cottura. Luoghi aspramente contesi per que - mosaico di laghetti prealpini, Oggiono, Annone, ste risorse, ma nel contempo fra i più belli del mondo, Pusiano, accanto ai torrenti Molgora e Curone e alla come scrisse , che vi ambientò le sommità di Montevecchia. pagine più struggenti del suo romanzo. La natura Se oggi sono attivi i parchi regionali del Monte Barro e spettacolare richiamò una schiera di artisti; vi nac - del Curone, in altri tempi la nobiltà e la borghesia mer - quero Marco d’Oggiono, Parini, Appiani, Stoppani; la cantile, i D’Adda, i Melzi, i Borromeo, i Grep pi, elabora - nobiltà e la borghesia mercantile costellarono colli e rono le loro splendide dimore entro parchi e costruzio - paesi di ville e giardini. ni scenografiche dei terreni; allo stesso tempo il fervo - La valle del fiume Adda, che si delinea a meridione re religioso ha diffuso nei secoli una quantità di edico - della città di Lecco, costituiva nei secoli il confine del le e santuari, alcuni ben famosi come la Madonna del Ducato milanese: una barriera fortificata da castelli e Bosco e San Pietro al Monte di Civate. torri, ad , a , a , per la pesca e In una continuità, che sembra non aver pari in la navigazione verso Milano, cui si aggiunsero poi Lombardia, la Brianza è un fiorire di leggende, di poe - filande e centrali idroelettriche di grande rilievo. sie, di racconti e romanzi, da Manzoni a Gadda; l’arte L’Adda lambiva anche il Monte di Brianza che fu un vi ha tutti i suoi episodi, il grande romanico di Civate, tempo il nucleo della denominazione milanese, estesa Oggiono, Garbagnate, Arlate, Barzanò, l’ampia sta - poi man ma no fino a comprendere anche i paesi del gione del barocco che trova in Merate la massima Lam bro e i dintorni di Vimercate e di Mon za. espressione, il segno classico dell’Appiani, del l’Amati, Al centro del territorio si erge il Campa none di del Moraglia. Brianza, torre che, benché rifatta nel 1888 su tracce Se si esce dal traffico della superstrada che attraver - di antiche fortificazioni, è rimasta nella tradizione sa tutta l’area, ogni strada, ogni declivio, ogni casci - popolare a simbolo dell’identità . Questi luo - na racconta e custodisce un affascinante paesaggio ghi alternano boschi, viti, campi ad un complesso interiore. LA VALLE DELL’ADDA

LE FILANDE DEI DINTORNI DI LECCO Una volta costruito il ponte dei Visconti a Lecco, come stabile collegamento con Milano, la valle dell’Adda riprese grande impor tanza come percorso tra Milano ed i passi alpini. Al di là del ponte, Pe scate e la sua vecchia località della Pe scalina appartennero a lungo alla Chiesa di Lec- co, l’oratorio di S. Agata fu co strui to alla fine del Duecento dal cardinale Longhi segretario di Bonifacio VIII; nella villa dei marchesi Longhi si dice sog giornasse il Barbarossa e l’antichità del luogo è segnata da molti ritrova menti di oggetti celtici e romani. Pesca te, collegata da un moderno ponte alla sponda opposta del Garlate: scavi nella Chiesa di S. Stefano (F.M.) Galbiate: frazione Camporeso Bione, deve il suo nome alla pesca, co me anche il rione lecchese di Pescarenico, nuti numerosi oggetti preziosi, reliquia ri per studiare e far conoscere pratiche, sa- che la fronteggia. argentei paleocristiani e una fibu la lon - peri, relazioni sociali e atteggiamenti Lo svi luppo del paese, e di quello pros - gobarda. Il vasto lago di Garlate (kmq mentali degli uomini e delle donne vissu - simo di Garlate, fu legato alla lavora - 6,64) offre alcune spiagge e diverse at - ti nel territorio della Brianza storica. zione della seta; a Garlate si insediaro - trezzature sportive. Per la sua posi zione il Monte Barro fu fre - no a metà Ottocento gli svizzeri Abegg, quentato dalle popolazioni preromane ai quali appartenne il palazzo del degli Orobi e vi sarebbe sorta, secondo Munici pio, oltre che la filanda con IL PARCO 2 alcuni, una città di Barra o Parra, ricorda - filatoio, do ve dal 1953 è installato un DEL MONTE BARRO ta da Plinio il Vecchio. Di certo, sul a z importante Museo: vi sono esposte n versante che guarda ai la ghetti briantei, a Da Garlate, passando davanti alla chie - i r macchine artigianali ed industriali, vi sono resti di abitati e di una comples - B

setta barocca dei SS. Cosma e Damiano,

a strumenti ed attrezzi di lavoro legati l sa linea fortificata di età gota (V e VI un percorso romano conduceva a Gal - e

alle fasi di allevamento del baco da secolo d.C.) con i ruderi di un vasto palaz - a biate, che collega il Monte Barro alle d seta, di filatura e torcitura per la produ -

d zo; gli oggetti rinvenuti nel corso di alcu -

A col line del Monte di Brianza. Il Monte ’ l zione del filo impiegato nella tessitura. ne campagne archeologiche sono visibili

, Barro è un ri lievo che non raggiunge i o Nel la Villa Testori-Gadda vi è il ciclo di

c presso l’Antiquarium. Ciò rende ragione c mille metri ma costituisce un’importante e Pro meteo af frescato dal Cornienti di tante leggende legate ai Longobardi; a L (1856). La chiesa di S. Stefano fu la riserva di venuta parco regionale: testi - questi venne attribuita la fonda zione matrice di tante parrocchie e proprio monia le grandi glaciazioni, mantiene della chiesa di S. Michele, citata nel 1147, recenti scavi nella pavimentazione una flora mediterranea di 900 specie dif - che si presenta con la pittore sca mole in hanno portato alla luce la complessa ferenti ed è costellato di antichi nuclei degrado della ricostruzione dei sec. XVII- stratificazione storica del luogo: a trac - rurali, tra cui notevole è Camporeso. Qui XVIII. Presso la vetta sorgeva una rocca ce di una villa romana si sono sovrap - è stato allestito l’interessante Museo sforzesca, divenuta poi convento - poste quelle di una cappella del V sec. e Etno grafico dell’Alta Brianza, che racco - scano, con accanto S. Maria, di architet - due absidi romaniche con frammenti di glie oggetti, testimonianze orali, imma - tura tardo gotica con numerosi affreschi affreschi duecenteschi; so no stati rin ve - gini e documenti scritti indispensabili di varie epoche.

Garlate: Museo della seta Abegg (F.M.) Galbiate: scavi goti sul Monte Barro (F.M.) Anche all’in terno, le pendici dei colli hanno cascine fortificate, come ad esempio quelle di S. Maria la Vite (in ori - gine “de Vico”), che ha una chiesa privata gotica con impor tanti affreschi. Da questo versante del Monte Regina si può raggiungere Consonno, paese agri - colo trasformato da un eccentrico piano tu ristico, che non ebbe possibilità di de - collare, in un paese fantasma abbando - nato. Se invece si segue il corso del torrente Greghen tino, si passa da Villa con la caratteristica chiesa di S. Carlo, si lam - biscono alture, tra cui Ganza con palaz - zetto e chiesa secenteschi dei Gi lar di, fino a pervenire a Valgre ghen tino. LE TORRI E I CASTELLI DELL’ADDA Olginate: torre di Capiate (V.B.) Imbersago: Santuario della Madonna del Bosco (G.F.) Airuno ebbe il suo castello, appartenuto DA OLGINATE nel 960 ad Alcherio, capo stipite dei Ca - S. Gottardo di Arlate, anch’esso luogo A VALGREGHENTINO pitanei di Vimercate. Sulla rocca fortificato di torri. sforzesca, baluardo contro l’e span sione Spicca sul percorso, elevato su una sca- L’Adda torna a restringersi ad Ol ginate, veneziana, sorse il Santuario della lea con la grande statua di Giovanni là dove, accanto alla diga che regola il Madonna, meta di pelle grinaggi. XXIII del Manfrini (1962), il Santuario La più importante struttura fortificata si deflusso del Lago di Co mo, vi sono resti della Ma donna del Bosco, costruito a trova però a Brivio, sull’Adda poco sot to di un ponte romano del III sec. d.C. partire dal 1641 su disegni di Carlo Beverate, che è considerata patria di Olginate è un paese industriale, il cui Buzzi e più vol te ampliato. 3 Simpliciano, successore di S. Ambrogio. Una deposizione dei Cam pi cremonesi, nucleo, a contatto col lago, ebbe torri a Le possenti torri del castello, dove si tro- z una preziosa raccolta di ex-voto, la grotta n del primo Quattro cento di fronte alle a i varono are romane e resti di una chie - della fonte, la sagra di primavera fanno di r B

opposte rive di Calol ziocorte e costituì

suola medioevale, si specchiano nel fiu - a

questo santuario uno dei luoghi più fre - l l’avvio di una serie di fortificazioni a e

me che un tempo si allargava in un la- quentati della Brianza. Anche Imber sago guardia della linea dell’Adda. a ghetto molto pescoso. d

ha la sua torre quattrocentesca, un d

Al termine del nucleo alcune fortifica- A ’

Notevole l’oratorio di S. Leonardo dal castel lo rimaneggiato e bellissime ville l zioni sono in globate nella settecentesca , doppio porticato di fac ciata, nel cui tra cui notevo li le settecentesche ville o c villa comu nale dei Sir to ri, già palazzo dei c interno si ammira una Ver gine leonarde - Castelbarco-Pindemon te e Pio Falco. e L marchesi d’Adda feudatari della pieve sca. Un sentiero lungo la spon da del Se si scende al lido si può osservare lo dal 1538; più oltre vi è il complesso fiume passa davanti ad un’imponente scorrere dell’Adda fra le rive bosco se e rustico di Ca romano e la torre di Ca - filanda classica, ora restaurata. superarlo su un romantico traghet to, piate, possente opera altomedioevale a Nella casa natale di Cesare Cantù che ripete le forme leonardesche del- difesa del guado dell’Adda: una lapide (1804-1895) è allestito un museo che l’originario. Da qui si sviluppa una ma- romana e l’abside preromanica di S. raccoglie opere e ricordi del l’illustre gnifica passeggiata verso Paderno, per Nazaro indivi duano una eccezionale romanziere e storico lombardo. un sentiero che costeggia la veloce cor - corte che fu del monastero di S. Am - Se guen do la via dell’Adda, domina sul - rente del fiume ed è percorribile anche brogio. l’altura l’abside romanica della chiesa di in bicicletta.

Brivio: il Castello sul fiume Adda al mondo per il trasporto a di stanza del - biblioteca, laboratori ed of ficine, e due l’energia elettrica. Da Paderno si risale a grandi cupole, che conten gono moderni Inferiore e Superiore, do ve nel riflettori e rifrattori, tra i più grandi 1799 gli austrorussi sconfissero le truppe d’Europa. Dalla villa del Mombello, nel napoleoniche in una grande battaglia. Settecento dei conti Orsini, che ha un Oltre alla suggestiva mole del la villa giardino al l’italiana, si può discendere a S. Gnecchi-Ruscone, con parco al l’italiana, Marcel lino e ad Imber sago. Verso sud si si segnala nella parrocchiale del entra invece nel territorio di Merate, an - superiore una grande pala del 1499 di G. tico feudo degli abati di S. Dionigi che vi Antonio Cana vesio di Pinerolo. Dal 2008 ebbero un castello. La dolcezza dei declivi, il Parco Regionale dell’Adda Nord propone la vicinanza alla metropoli, la facilità di a partire dal mese di aprile fino a set - comunica zione furono i fattori che resero Paderno d’Adda: la centrale Bertini dell’Edison (V.B.) tembre un progetto di navigazione flu - la loca lità perfetta per la villeggiatura viale con fini turistico-culturali lungo il della nobiltà milanese con ville ma- A CONTATTO corso del fiume Adda per mezzo di bat - gnifiche: la Baslini del 1775, la Greppi a CON IL FIUME telli ecologici. Questo territorio ormai Carsaniga, la Bel gioioso, nel cui bloc co pianeg giante, ai confini con la provincia centrale si legge la fisionomia attri buitale Il collegamento fra il lago di Como e di Mi lano, è cosparso dalle più varie nel primo Settecento da Giaco mo Mutto - l’area di Milano costituiva un problema architet ture rurali delle ca scine tipiche ni; modificata con caratteri ba rocchi e già con Lo dovico il Moro e trovò della campagna dell’alto milanese. arricchita di balaustre e giar dini, nell’Adda e nel la sua navigabilità una costituisce uno dei massimi esem pi della soluzione che vide per secoli impegnati MERATE villa lombarda che, come altre, ridisegna scienziati e in gegneri, che dovevano ri - il territorio con viali alberati e prospettive, solvere le problematiche legate alle E LE SUE VILLE che si giustappongono ai dossi ed ai limiti, attrezzature fis se della pesca, im portanti Superato Airuno, la statale per Milano in una sorta di razio nalizzazione degli a Lecco, Olginate e Brivio, agli argini dei non scende all’Adda, ma percorre un solco spazi. La villa si trova nel vecchio borgo, molini, alle rapide e ai canali fra gli formato dal torrente Molgora; è questo che conserva la chiesa di S. Ambrogio, isolotti, specie in questa porzio ne del probabilmente il tracciato della via ro - dalla suggestiva faccia ta incompiuta di fiume verso Paderno. Noti sono gli studi mana che risaliva da Sesto e Mon za verso Carlo Buzzi (1648), do ve sono notevoli di Leonardo per il naviglio di Paderno, il ponte di Olginate. Tra l’Ad da e la affreschi di Giovanni Antonio Cucchi (XVIII 4 ripre si più tardi e realizzati nel 1777. Molgora si innalzano brevi altu re e piccole sec), vetrate del Bertini, una marmorea a A Paderno si può raggiungere il margi ne z vallette coperte da boschi e radure, al cui Pietà e l’altare di Leopoldo Pollak (1803). n a dell’alta sponda dell’Adda, dove è co- i cen tro si apre il bacino del laghetto di Sar - Si entra nel pae se attraverso un rettilineo r B

struito il ponte in ferro aperto nel 1889 e tirana, alimentato da fonti sotterranee. che passa davanti al Col legio dei So ma - a l lungo 266 metri; è un’ardita opera di in - schi, dove studiarono i Verri, il Manzoni,

e Poco lontano dalla villa del Suba glio, già a gegneria del Rothlisberger, attuata dal le Prinetti, con parco alla france se, sul colle Gabrio Casati e Qui rino Vi scon ti, e che d d officine di Savigliano ed è percorsa su A di S. Rocco venne fondato nel 1927 termina nella piaz za del Mercato domi - ’ l

, due piani dalla ferrovia -Bergamo l’Osservatorio Astrono mico di Merate, vi - nata dal palazzo settecentesco dei Pri - o c c e dalla statale ad 80 metri sul l’acqua. sitabile, organizzato in diver si edifici per netti, affiancato da una rara torre cilin - e L L’eccezionale paesaggio dell’Adda, con lo sfondo dei monti di Lecco, attrasse Leo - nardo che ne trasse ispirazione per lo sfondo per i suoi disegni e dipinti. Sono però da osservare anche le altre opere che si susseguono lungo il fiume fino a Trezzo (sede del parco regionale del l’Adda Nord) e a Vaprio d’Adda, zona che venne attrezzata nel momento della pri ma industria lizza zione del secolo scorso, come collegamento tra rete ferroviaria e idroviaria: tra l’altro la centrale Bertini dell’Edison del 1898 fu il primo impianto Imbersago: villa Pio Falco Colonna al Mombello (G.F.)

Paderno d’Adda: il ponte di ferro sul fiume Adda (G.F.) Merate: Villa Belgioioso (G.F.) Merate: Palazzo Prinetti con la torre (G.F.) Merate: convento di Sabbioncello (G.F.) drica. Qui si trovava il castello di Me rate, par co confinante col Subaglio. Sto ri- palazzi dei Cravenna e dei Corio, già ri cordato insieme a quello di Sab bioncello camente interessante è la costru zio ne del feudatari del paese. Risa len do verso nel 1044. 1900 sede della Società di Mu tuo Soc - Lecco, si intravede la chiesa di S. Maria Con lo sviluppo industriale del tardo Ot- corso fra operai e contadini del la Brianza, del convento di Sab bioncello, in superba tocento, Merate continuò ad essere il fondata nel 1866 e dove fu aperta una posizione; l’edificio cinquecentesco a centro residenziale di importanti fami - scuola di ferri battuti e di fale gna meria. capanna è una gal leria di cinquanta glie; così notiamo l’impianto neoclassi co Merate è prossima al dosso di Monte rob - immagini sacre al la Ma donna, eseguite della villa Dal Verme e della villa Cor- bio, ai cui piedi si raccoglie l’abitato di per voto, cui si accompagna lo splendo - naggia-Medici di Vedù; del Nove cen to il , patria degli Airoldi, di cui resta re degli affreschi dei Chiesotto (1590), villino Dupuy e il Biffo, dal rigo glioso la settecente sca casa, insieme con altri del Fiam men ghino (1593), del Codega.

LEONARDO DA VINCI: DALLA VALLE DELL’ADDA ALLE GRIGNE Leonardo ben conosceva le qualità della natura del territo - rio lecchese, dai picchi montuosi e dai numerosi specchi di 5 a

acque, ora calme ed ora agitate. La poten zialità ideale di z n a i

questi aspetti contrad ditori spiega il suo interesse ad inda - r B

gare la conformazione delle montagne prealpine della a l

Valsassina: “ecci gran ruine e cadute d’acqua... la Trosa, fiu - e

a

me che cade da un sasso altissimo, e ca dendo entra sotto d d A ’

terra” (Codi ce Atlan tico, foglio 214). l

,

Se si analizzano i codici di Windsor, si rintracciano disegni di o c c

creste nevose che appartengono al paesaggio lecchese: il e massiccio centrale delle Grigne, visto dai Monti di Brianza L da lui percorsi op pure dall’altopiano di Limonta; il profilo Imbersago: il traghetto di Leonardo (G.F.) frastagliato del Due Mani e del Resego ne ritratti dal lago di Oggiono e da Garlate; e la tempesta in una valle fra i mon ti, che tra una moltitudine di nuvole basse radunate fra il Moregallo e il S. Martino, scuote di venti la conca di Lecco, se condo l’interpretazione del Castelfranco. Altre montagne colpiscono Leonardo, con “li sassi (che) ten - gono naturalmente di colore declinante in azzurro e l’aria che s’in terpone li fa ancora più azuri e massi me nell’ombre loro”; questo sembra l’e mergere dei rilievi lariani dalle neb - bie della primavera lombarda. Sono le stesse rocce che compaiono tan te volte sullo sfondo dei suoi dipinti, la Gioconda, la Madonna e S. Anna, la Vergine delle rocce. Paderno d’Adda: la chiusa (G.F.) Leonardo fu più volte in queste zone tra il 1483 e il 1498, vide la Brianza, si recò a Bellagio, passò ad osservare il feno - un traghetto simile a quello di Imbersago. SuII’Adda meno del Fiumelatte, per la via di Lecco andò in Leonardo tornò ancora tra i 1506 e il 1513, non solo per a vedere miniere ed of ficine del ferro e del rame, la Grigna l’ospitalità dell’amico Francesco Melzi di Vaprio ma per stu - “pelata” ed al tre “cose fantastiche”, tra le quali forse la diare la navigabilità del fiume e il collegamento di Lecco con cavità della Ghiacciaia di Moncòdeno. Della Milano. Nascono i disegni del Codice Atlantico, dove (“Valle di Trozzo”) ammirò le foreste di abeti e larici, che l’inesauribile ingegnere segue le conche delle Tre Corna per venivano portati a Milano in gran quan tità per le necessità superare le rapide di Pader no d’Adda, realizzate poi solo nel del duca. Nel 1498 Leonardo era infatti divenuto ingegner 1777 e traccia il segno di un ardito canale tra il lago di Lecco camerale e perciò dovette compiere controlli alle vie e il fiume Lambro. Per i suoi studi militari disegna una d’acqua; ne derivano forse vari schizzi dell’Adda di Paderno fortez za derivata forse dalla rocca di Baiedo in Val sassina, e una difficile immagine dell’album di Windsor che mostra considerata esempio di invincibilità. IL MONTE DI BRIANZA ED I LAGHETTI PREALPINI

LA VALLE DI ROVAGN ATE La cosiddetta valle di Rovagnate costi - tuisce l’elemento di raccordo fra il baci - no dell’Adda e la Brianza centrale, che si collega al corso del fiume Lambro e risa - le ai laghetti dell’antico Eupili. Que sta zona fu per se coli strada di passaggio ed ogni dosso è caratterizzato da torri, ca - sali fortificati e abitati dalla connotazio - ne strategica. Le molte leggende riferite alla regina lon gobarda Teodelinda trova - no riscontri nella toponomastica barba - rica (Olgiate, Sala), ma anche nei reperti, a partire dal la chiesetta di S. Pietro di Beolco di Olgiate, nella cui abside roma - nica del XII secolo sono frammenti di la - pide tombale (VIII sec). Molte fortificazioni, benchè trasforma - te, risalgono al medioevo. A Ve sco gna e a Torre presso , a Porchera, a Ca- sternago e Crescenza ga, alla Torre sopra Tremonte, ad Hoè superiore, dove la chie sa di S. Veronica ha un raro af fresco S. Maria Hoè: la chiesa parrocchiale (V.B.) Perego: la torre (F.M.) trecentesco della Santa: muraglie e torri rimandano a potenti famiglie feu dali, ai 6 di S. Maria Hoè ed a ville ristrutturate più nel 1456, che colpisce nella im ponente Calchi, ai Magni, ai Capitani di Hoè. Si volte nel corso dei secoli: la Giulietta, la facciata incompiuta della chie sa, che ha a z segnala la torre di Perego, paese me - n Sommi Pice nardi, il Buttero di Olgiate tele del Procaccini, affreschi del Fiam- a i r dioevale su un colle, patria di Leo ne,

B Molgo ra, arricchite da giardi ni; al But - men ghino e altri del settecenti sta Ferra-

a arcivescovo di Milano (1241-1257), che l

tero visse Emilio Gola (1851-1923), rio, e nella vasta piazza, dove si tiene un e

combatté per i nobili e contrastò i movi - a nell’ambito del veduti smo lombardo, i cui antico mercato e la fiera di S. Matteo. d menti ereticali. d temi il viag giatore può ancora rintracciare A Perego, la rinascimentale cor te a por - A ’ l

, tra le vallette di Mon ticello e di Mon - tici della canonica fu chiostro dei Fate - o c c donico, dove riaffiora il mondo agreste be nefratelli; mentre sul dosso di Ber - e L EDILIZIA NOBILIARE della vecchia Brianza. naga è stato ripristinato nel 1966 il E MONASTICA Antichi monasteri hanno lasciato tracce monastero fondato da Fede rico Bor - Altri periodi hanno dato origine a palazzi in tutto il territorio. Qui emerge quello di romeo nel 1628 per le benedet tine che secenteschi, come l’Odescal chi-Se menza S. Maria Hoè, costruito dai Servi di Maria già vi dimoravano dal 1157.

Perego: il secentesco monastero sul colle della Bernaga Galbiate: il nucleo di Figina, con la chiesa del monastero cluniacense (F.M.) SUL MONTE DI BRIANZA Risalendo le colline sopra la valle di Rovagna te, che raggiungono gli 877 metri del Monte Crocione, ci si addentra nel Monte di Brian za, disseminato di casali e paesi di rara bellezza. Sopra Villa Verga no, colpisce il nucleo rurale di Figina, che conserva tracce di uno dei primi prio rati cluniacensi, S. Nicola, fondato nel 1107 con un lascito che rammenta per la prima volta il nome della Brianza. Questo appellativo, che in seguito si estese per tutta la regione, appartiene propriamente a queste colline e rivele - rebbe appunto la sua origine celtica, come fosse la “montagna” per eccellen - za. La costa che guarda verso il torrente Bevera e i laghetti è un susseguirsi di ar- ti colati paesaggi, da cui emergono vec - chi abitati appartenenti ai comuni di Castel lo e di Colle Brianza. La regina Teodolinda avrebbe fondato anche la torre che sovrasta lo stupendo colle fra Cologna e Pie castello, Colle Brianza: il Campanone (A.L.) : torre di Cogoredo (F.M.) denominato del Campa none di Brianza; l’alta torre è rifaci mento del 1888 di come a Ravellino; chie sette romaniche, e bellissimo con il suo antico centro, do - un se centesco cam panile della chiesa a Cavonio sopra Dol zago, insieme a ve una casaforte con medaglioni quat- 7 a di S. Vit tore, che for se, per la sua posi - campanili roma nici, a Nava e a Dol za go trocenteschi doveva esser la residenza z n a i zione a 625 metri e per la visibilità superiore, adat tati poi a due maestose dei Missaglia, famosi arma ioli degli Sfor - r B

su largo territorio, poté servire da chiese, del 1752 e del Seicento; e anco - za e poi potenti banchieri milanesi. a l

controllo e se gnale durante le numero - ra torri, a Bestetto, a Dolzago, a Cogo- Pre cede la località la grande villa Am - e

a se calate di eserciti stranieri nei secoli redo, a Peslago con qualche de cora- man, cui mise mano, secondo la tradizio - d d A ’

XVII-XVIII. zione. ne, il Piermarini; oltre la villa Mon te- l

,

Tra edi fici residenziali ed industriali, cuccoli, si trova a monte quel la dei Pini, o c c

come la Bonomelli di Dolzago, spiccano fre quentata da Sten dhal, ora trasforma - e ARTE E STORIA L ville di ogni epoca: a Caraverio di Ca- ta in Casa di Riposo. SUL MONTE DI BRIANZA stello fu spesso il poeta Vincenzo Monti, A lato di un cimitero pensile, con un os- Per chi ama seguire i paralleli sentieri ospite nella villa Aureggi; a Dolzago si sario del 1735, tipico del barocco brian - dell’arte e della storia si propongono qui ammi ra il palazzo Caldera ra, a Cogoredo zolo, è la poderosa costruzione del XV inte ressanti itinerari. la villa neoclassica Nava-Brusadelli. secolo di S. Giacomo, antica parroc chiale, Vi sono sarcofagi trasformati in fonti, Si risale per questa via ad , appartato ricca di tanti affreschi (sec. XIV-XVI).

Colle Brianza: il nucleo di Campsirago (F.M.) Ello: Villa Amman (F.M.) EDIFICI DELLA SETA E AMBIENTI RUSTICI VERSO GALBIATE Da Ello verso Galbiate si sviluppa un percorso alla scoperta di vecchie strut - ture industriali. Prima di Ello si può ammirare il complesso del filatoio dello Zero, con eccezionale torcitoio, di ga e condotte d’acque, in collegamento con altri opifici, di cui il principale è quello della Torre in Ello. Questi impian ti, rior - ganizzati nella seconda metà del- l’Ottocento, appartenevano ai De Vec chi, che avevano anche la bella filanda di Vergano; ad Ello la famiglia Dell’O ro Galbiate: Cascina Costa, che accolse il Manzoni (G.F.) mostra ancora in funzione i vecchi mac - chinari. già esistevano nel Seicento ricordiamo la IL LAGO A Villa Vergano, si può salire alla frazio - neoclassica filanda Ronchetti, in parte DI ANNONE ne superiore; nel centro sono strutture ancor usata come torcitura. Siamo nel centro storico, dove una torre viscontea Il territorio comunale di Galbiate tocca il rustiche e medie vali, come la “casa lago di Annone con la frazione di Sa la di fa da sfondo alla corte dell’Abate. Nel romana”; se si scende a Imberido e si va probabile origine longobarda, che ha due verso Galbia te, si osservano al Molinatto quar tiere di Castello vi sono ville ben di - chiesette a portico antistante, tipologia e alla Cà Ratti strutture di mulini, segnate, la Bertarelli e la , la molto diffusa nel Settecento in Brianza: segherie e fila toi. Si entra poi nella sella chie suola di S. Eusebio, il parco del vasto tra queste emer ge S. Lorenzo presso di Galbiate, sparsa di singolari episodi pa lazzo neoclassico che fu dello storico Oggiono del 1749, decorata da affreschi. ru rali, la coloratissima frazione Rossa, barone Pietro Custodi. Il palazzo sette- Si arriva ad Oggiono toccando la frazio - Baravico con la sua torre, la Gagliarda centesco dei Monticelli si erge quasi di ne di Bagnolo, direttamente sul lago, 8 con affreschi del Cinquecento, Cascina fronte alla parrocchiale, la quale è pre- dove so no vecchie filande e una darsena a z a logge; a Oggiono di rilievo la chiesa di n Frattini con resti di marmi romani, ceduta da portico settecentesco; la va sta a i S. Eufemia, che ha un altare neoclassico r Cascina Costa dove Alessandro Manzoni navata è ricca di opere d’arte, tele del B del Bovara e di Pompeo Marchesi (1789- a l Cerano e di Daniele Crespi, una Deposi -

fu mandato a balia; sulla costiera verso e 1858), uno Sposalizio affrescato da

a Garlate, Mozzana è dominata dal zione di fra’ Gerolamo Codega, una S. d Andrea Appiani nel 1790, una Ascen- d settecen tesco palazzo Galli poi Resinelli. Ca terina del Vignati (XVII sec), due tavo - A

’ sione sulla volta, un affresco e un l

, Galbiate si affaccia da una sella sul le cinquecentesche dei SS. Rocco e o prezioso polittico dell’As sunta in dieci c c bacino del lago di Garlate e quello dei Sebastiano. Alcuni affreschi votivi del e scomparti dipinti da Mar co d’Oggiono (c. L laghetti briantei, riparata a nord dal Quattro cento si ricollegano a quelli che 1480-1525) discepolo di Leonardo. Della Monte Barro. Degli edifici da seta che coprono l’adiacente Chiesa Vecchia. struttura romanica si mantengono il

Ello: torcitoio (F.M.) Annone Brianza: la chiesa di S. Giorgio Oggiono: il Polittico di Marco d’Oggiono Oggiono: il Battistero (V.B.) fusto del campanile e l’eccezionale superstrada Mila no-Lecco, Costa Ma - rintracciabili in pittoreschi agglomerati Battistero ottagonale con abside del sna ga si espande in molte fra zioni, a Scarenna e al Molinetto. secolo XI, succeduto a un edi ficio intervallate da importanti com plessi in - La valle separa il Monte Barro e i colli di paleocristiano, dove si vede la va sca ad dustriali, quali le Officine di Co sta del Brianza dal gruppo dei Corni di Canzo, immersione oltre che affreschi vo tivi del 1916, specializzate nel materia le che si sviluppa fino a vette superiori ai primo Cinquecento. Prose guendo si ferroviario. Pode rose torri in pietra, al - 1200 metri, il Rai, i Corni di Canzo, il Bi - giunge all’altura della vecchia parroc - cune anche di lontanissima ascendenza, rone, il Moregallo, dove affiorano bellis - chiale di S. Giorgio di disseminano i vi cini Tregolo, Brenno, sime dolomie. Fra il Cornizzolo e il Rai ci dal campanile romanico e presbite rio af - Cen te mero, men tre la prepositurale, am - si addentra nella selvaggia Val del l’Oro, frescato nei modi del Maestro del la Pala percorrendo un orrido più volte celebra - pliata dal Moraglia nel 1832, ha una 9 sforzesca di Brera; proviene da qui una As sunta del Nu volone (1672) e una ta - to nell’Otto cen to; risalendo la Val Moli - a grandiosa ancona, scolpita e dipinta con nata sopra Valmadrera, si raggiungono z vola di Bartolomeo Vivarini (1481). n a i scene della Passione, del principio del il Sasso Malscarpa e il Pra santo (m r B

Cinque cento. All’inizio dell’abitato, poco 1244), riserve naturali della Re gione. Ul - a l

teriori monumenti naturali sono costi- e lontano dal lago, la Madonna del Rosa - CARATTERI NATURALI a rio, a tre navate ioniche, è una delle più tuiti dai molti massi erratici, portati dai d A VALMADRERA d A

ghiacciai quaternari sulle morene delle ’ ampie chiese della diocesi di Mila no, l

, opera del Bovara (1839-1852); fra molte L’emissario del lago di Oggiono, il Rio pendici: tra essi si segnalano il Sass Nè - o c c ville, notevole è la barocca Annoni Torto, percorre la breve Valmadrera per gher e il Sasso di Pregùda (“pietra e Bondioli. gettarsi nel lago di Lecco alla baia di Pa- acuta”) sul Moregal lo, cui l’abate Stop - L Il lago di Annone, detto anche di Og - rè. Sul suo corso sorsero molti molini, pani dedicò studi e un poemetto. giono, è il più grande dei laghetti brian - tei (kmq 5,70), profondo circa 11 me tri; è diviso in due porzioni dalla penisola di Isella: qui lo stretto era forse superato da una strada sopra un “pons longus” di grandi pietre. Nei dintorni, specialmente fra Oggiono, Annone e Bosisio, vi sono prati da cui si estraeva molta torba, sco - prendo reliquie di abitati palafitticoli della civiltà di Polada (XVI-XIV sec. a.C). I resti del castello di S. Silvestro si ac - costano ai boschi di : qui la fontana avanti il pae se è formata da una vasca romana mentre la chiesa di S. Be nedetto, restaurata, ha forme quat - trocen tesche. Anche il colle di aveva un castello, ove è ora la chiesa di S. Giorgio con un pa noramico sagrato e campanile classico di Ambrogio Nava (1846); nel vicino Garbagnate Mona- ste ro la chiesa romanica di S. Nazaro (XII sec.) che ha sculture e sce ne votive, sorge su un edificio barbarico, che ha dato reliquiari, coltelli e fibule ora con - servati al Museo di Lecco. Al di là della Garbagnate (F.M.) Masso erratico di Preguda (M.L.) IL CICLO DELLA SETA: ARCHITETTURE, MUSEI E FABBRICHE te cento con fornello a legna, a quelle con pedali, con tavella e riscaldamento a va pore, fino a quelle del primo Novecento. La seta grezza veniva provata nella bon tà e resistenza, poi si passavano le matasse all’incannatoio per distribuire il filo a schiena di mulo su rocchetti e infine, se necessario, alle binatoie, dove si accoppiavano due o più capi per le trame i crespi o gli or ganzini: le macchine per questi lavori proven - gono dai Dell’Oro di Ello e sono poste al piano superiore. Il torcitoio è qui rappresentato da un pianteIlo di due piani, a struttura poligonale e castello interno ruotante con fusi disposti in cir colo per circa duemila giri al minuto: è un pezzo suggestivo del primo Otto cento proveniente dal fila - toio del Ponte di Garlate. Al piano superiore si vedono invece torcitoi o piantelli (erano dei Fasoli di Mandello e dei Bosisio di Merate) meno ingombranti e con movimento di un asse ver ticale di ferro quadro che fa girare i fusi per attrito attraverso cinghie; con Valmadrera: l’opificio Gavazzi que sta macchina della seconda metà del l’Ottocento i giri Per secoli nel Lecchese si è prodotta la seta, prima in modi erano fino a diecimila al minuto. strettamente casalin ghi, poi con i particolari “mulini a tor- Vi sono poi una cassaforte del 1821, l’ufficio degli Abegg del cere”, presenti nel Seicento in varie lo calità, come a principio del secolo, accessori della ditta Bettini di Lecco, Galbiate nel 1652. Alla metà del Settecento i torcitoi si dif- rocchetteria, banchetto per bilanciatura, documenti sulla fondono enormemente in tutti i paesi collinari, sfruttando filanda, che aveva centoquattro bacinelle e 180 lavoratori ogni piccolo corso d’acqua con complesse canalizzazioni, in per la massima parte donne. relazione con la trasformazione del paesaggio agricolo, Un museo diversamente “attivo” è in al lestimento ad dove le colture ven gono razionalizzate e per buona parte , nel fila toio Monti costruito intorno al 10 centrate sul gelso per la foglia dei bachi da seta. 1867 trasformando precedenti strutture produtti ve: era a

z Alla fine di quel secolo già si formava una vera struttura di azionato da due ruote idrauliche attraverso una roggia deri - n a i fabbrica, formata da filanda e filatoio: un esempio è ancora vata in secoli lontani dal torrente Zerbo ad opera della r B visibile a Parè di Valmadrera nell’impre sa dei Bovara, che potente abbazia di S. Pietro; a lato si erge una filanda clas - a l

e raccoglieva oltre cin quecento lavoranti. sicheggiante.

a

d Sempre a Valma dre ra lo sviluppo architettonico di una ma - Il cuore è un piantello in tondo per la torsione del filo di seta, d A

’ nifattura borghese tra le maggiori d’Ita lia, si trova nella in parte risalente al primo Ottocento e recuperato dal l

,

o parte centrale dell’opi ficio Gavazzi. museo svizzero di Winterthur: si eleva su quattro piani, con c c

e Il palazzo dei marchesi Orrigoni venne trasformato secondo un diametro di cin que metri e munito di 432 fusi. Il restau - L le esigenze mercan tili; dal 1816 l’architetto Bovara introdu - ro si estende ad ogni particolare, al fondaco della seta, ai ce al piano terreno magazzini e stanze per la seta e al piantelli in quadro del 1840-1850 e alle tante macchine secondo piano altri loca li di servizio. Nel parco veniva poi accessorie, raccolte da vari paesi del lago di Como e della co struita parallelamente al palazzo una fi landa neoclassica Brianza. a due piani, lumino sa per ventidue finestroni per lato, e con Nella filanda il Comune ha creato un Museo iniziando il oltre centocinquanta bacinelle. restauro delle vetuste macchine, tra cui il grande torcitoio Il tema è ripreso dallo stesso architetto nella fi landa circolare rimesso in funzione. Bovara-Rèina, sul lago al margine del nucleo di ; al piano terre no pilastri e volte coprivano una darsena interna, mentre al piano di la vorazione un razionale gioco di forme geometriche dava posto a ruote idrauliche, servizi e alle bacinelle col locate entro tre ampie navate a colonne e volta a botte. L’edificio, poi sopralzato e ora restaura to come residenza e centro civico, po co mantiene della monumentale faccia ta, dove quattro semicolonne toscane reggevano un timpano. Dall’architettura al museo è il passaggio che connota la filanda Bruni poi Gnecchi e quindi Abegg, dove nel 1950 eb - be inizio il museo della Seta di Garlate, che raccoglie cin - quecento macchine ed attrezzi. Si possono osservare le macchine che individuano l’intero ciclo attuato nel Lecchese e nella Brianza. Lo sviluppo dei bachi e i tipi di bozzoli sono illustrati in pannelli e ricostru - zioni, accompagnati da strumenti come la stufa per la mo - ritura; le varie bacinelle dimostrano i cambiamenti nella filatura, passando da quelle in muratura della fine del Set- Garlate: Museo Abegg - interno (F.M.) L’INDUSTRIOSA 1874). La retrostante filanda, ra zionale VALMADRERA struttura classica del Bovara (1820), face va parte di un modernissimo siste - Il centro storico di Valmadrera è ma produttivo articolato nel paese, fon - dominato dalla mo le della parrocchiale di dato da una delle più prestigiose azien - S. Antonio, gran diosa costruzione de lombarde dell’Ottocento. neoclassica di Giusep pe Bovara (1812- Il Rio Torto scende verso la baia di Pa rè, 1823) con a lato l’antico campanile del dove è la chiesa eretta da Bruno Bian chi 1583 e quello che raggiunge i 90 m. co - nel 1971 e un altro grande comples so struito nel 1926 dal Barboglio. All’in - serico ora residenza, con palazzo e chie - terno una Assunta del Bertini (1885) e setta del 1756, appartenuto ai Bo vara. una Croce fissione di Mosè Bianchi Divide Parè da Malgrate la Rocca, disse - (1879), una tavola assegnata al Lomazzo minata di ville, dove sorgeva forse un (1538-1600), intagli e sculture, tra cui S. castello e dove nel 1733 Carlo Emanuele Antonio (1833) di Benedetto Caccia tori, di Savoia pensava di erigere una sua villa. che eseguì anche il Redentore sul tem - Sul fianco, tra i casali di S. Dionigi, un pietto della grande ara circolare eret ta oratorio con belle prospet tive nel 1820 da Bovara con angeli di Pompeo settecentesche e deliziose Madon ne Marchesi; la tazza, sorretta da colonne di affrescate nel Cinquecento. Amena 14 m., ha l’affresco dell’A po calisse di meta di passeggiate è l’alpe di S. Tom aso Valmadrera: S. Tomaso (M.L.) Luigi Sabatelli (1836-1839). con l’antichissima chiesa rimaneg giata e piedi percorrendo una mulattiera. In S. Vicino alla chiesa è il complesso sette - con il piccolo museo dedicato alla vita Pietro, che ha due absidi contrap poste e centesco dei Fatebenefratelli, ora centro contadina che illustra i lavori agricoli e culturale. gli attrezzi usati nelle varie stagioni del - un atrio con scalinata, si ammira un ciclo Tra le altre chiese, degno di nota è il S. l’anno attraverso utensili e macchine, di affreschi della seconda metà del XI Rocco in frazione Caserta, ricostruito nel alcune in uso nell’Ot tocento. sec. legato ai temi dell’Apocalis se, un im- 1641, con affreschi data ti 1568 e il portante ciborio con rappre sen ta zioni in soprastante santuario della Madonna di I MONASTERI rilievo nei timpani e una cripta d ipinta e S. Martino, cui si accede at traverso una DI CIVATE decorata di altri pre zio si stucchi (Croce- salita affiancata da una Via Crucis set - fis sione, Dormi zione di Maria). Da qui 11

tecentesca e coronata da un piaz zale e Lo sviluppo del borgo di Civate fu deter - provengono le chiavi di S. Pietro custodite a z n

da scale del 1729. minato dall’abbazia benedettina, che si a

in parrocchia in un reliquiario gotico. Il i r

Questa antica parrocchiale, notevol - richiama a leggende di Adelchi e Desi- B complesso di S. Pietro appartiene al- a l mente modificata nel 1943, ha derio ed è attestata dal 845. La potente

l’Istituto Beato Angelico di Milano ed è e

interessanti affreschi voti vi del XV-XVI abbazia ebbe più chiese, S. Nazaro presso a

visibile ri volgendosi al parroco in pae se. d sec. (S. Giorgio, Annunciazione), due il Rio Torto, in veste settecente sca ma con d A ’

L’elemento naturale contribuisce ad ac- l

cappelle del primo Cin quecento, con pareti e cripta romaniche, S. Vito ora par - , crescere il fascino di edifici fonda men tali o c

Madonna e Santi, Crocefissioni e sto rie rocchiale, ricostruita da Bernardo Qua - c per l’arte romanica europea; tutto il con - e di S. Mar tino, dipinti attribuiti al rantino nel 1714, S. Calocero, con L Malacrida e a G. Andrea De Magistris. l’annesso mo nastero portica to, oggi sede torno è infatti ricco di case rustiche, prati Oltre qualche importante palazzo, della Casa del Cieco: nel la basilica, cripta a terrazze, vallette solitarie, iti nerari emer ge il complesso della villa Gavaz zi, romanica e un ampio ciclo di affreschi escursionisitici attrezzati; verso l’Alpe Li - già Orrigoni, ristrutturata a partire dal (Storie di Mosè, dei Giudici e dei Re) del nate si può entrare anche in una delle 1816 dal Bovara, che vi inserì la rotonda secolo XI, recupe rati per lo più nel 1983, molte grotte della zona, il Bu co della di S. Gaetano (1834) con opere di Giu - infine il complesso della basi lica di S. Sabbia, dove furono trovate te stimo- seppe Sabatelli e del Cacciatori; il giar - Pietro e dell’oratorio di S. Be nedetto, a m nianze preistoriche e incisioni pa rietali dino è disegno del Balzaretti (1801- 662, cui si giunge in poco più di un’ora a ancora non interpretate.

Valmadrera: S. Martino (F.M.) Civate: le basiliche romaniche di S. Pietro e S. Benedetto (V.B.) CIVATE: UN PELLEGRINAGGIO MEDIEVALE e le chiavi a S. Pietro; nella chiesa erano conservate le cate - ne e le chiavi di S. Pietro (ora in S. Calocero, che ha pure capselle di mar mo e argento dei secoli VI - VII), tipiche reli - quie dei pellegrinaggi. In S. Pietro, l’abside orientale, prece - duta da un portico semicircolare, è divisa in tre sezio ni da colonne a stucco che reggono un grande arco trionfale. La prospettiva è la Gerusalemme Celeste che campeggia sul la volta a crociera, affiancata dai Quat tro fiumi del Paradiso e dagli Angeli con le trombe dell’Apocalisse, il cui avveni - mento principale è rappresentato tra fa sce di stucco sulla pa rete dell’arco trionfale con Michele che trafigge il drago davanti al Cristo. È una scena di impronta bizantineggian - te, che acquista maestosità e significato nei cori dei Santi e degli Angeli delle absidiole. La navata aveva forse scene del Nuovo Testamento, come indica un frammento interpreta - bile nella chiamata di Pietro e Andrea. La funzione salvifica della Chiesa veni va sottolineata dal ciborio collocato ad S. Pietro al Monte: la sconfitta del drago dell’Apocalisse occidente. Le immagini a stucco sulle quattro fac ce illustra - no la morte, la resurrezione, e il ritorno glorioso di Cristo, L’origine del complesso monastico di Civate viene riportato oltre che la tradizione della legge, che rinnova il concet to da antiche cronache al 706 e già nell’845 vi si rilevavano 35 del fondamento dell’autorità della Chiesa; l’affresco della preti e monaci guidati dai francesi Leudegario ed lldemaro, cupoletta ripro pone la Nuova Gerusalemme con la schiera chiamati dall’arci vescovo di Milano per la riforma benedet - degli eletti disposti a raggera in torno alla figura del - tina e passati poi a S. Salvatore e S. Giulia di Brescia. l’Agnello. Fu allora forse portato da Albenga a Civate il corpo di S. La trama simbolica e la complessa pia nificazione delle Calocero martire, co struendosi una chiesa che nel 1018 ap - decorazioni hanno fat to pensare a interventi di maestranze pare il centro del complesso civatese, formato da sei basili - monastiche e alla presenza di teologi, forse in connessione 12 che. Civate ebbe grande parte nella riforma della Chiesa con i fatti degli ul timi decenni dell’undicesimo secolo. Viene a

z promossa da Urbano II do po il movimento lombardo dei spesso attribuito allo stesso perio do sia l’oratorio a pianta n a

i Patarini; vi giunse in penitenza l’arcivescovo simoniaco centrale di S. Benedetto (che conserva un altare dipin to del r B

Anselmo III e volle esservi sepolto nel 1097 Arnolfo III. I XII secolo) sia l’atrio precedente l’abside orientale di S. a l

e grandi pos sessi feudali furono riconfermati nel 1162 da Pietro oltre che la costruzione di un nuovo presbiterio verso

a

d Federico Barbarossa e l’influen za di Civate raggiunse i occidente. Rimangono però inso luti molti problemi d A

’ monasteri cluniacensi di Pontida, Fontanella e Figina. Il strutturali e cronolo gici. l

, paese, forse sorto a motivo del mona stero e fortificato, fu al o c

c centro delle lot te fra popolari e nobili milanesi, fu rifu gio e L nel 1254 dell’arcivescovo Leone da Perego e quindi più volte assalito dal le diverse fazioni in guerra. Con la na scita degli Ordini Mendicanti, il mona stero diminuì d’importanza e divenne Commenda di illustri cardinali, quali Ascanio Sforza, Agostino Trivulzio e Ni colò Sfondrati poi papa Gregorio XIV che vi chiamò gli Olivetani, rimasti fi no alla soppressione del 1803. Nel monastero di S. Calocero si trova ora la Casa del Cieco, che ha provveduto ad un parziale restauro della basilica a tre navate, munita di una vasta cripta dell’XI sec. Di recente è stato restituito un ciclo af frescato dello stesso periodo, pur muti lato dalla costruzione di volte secente - sche, di modo che parte delle scene è visibile soltanto nel sottotetto. Il ciclo, in due registri sovrapposti, comprende le dieci piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, la caduta di Gerico, storie di Giosuè, Gedeone e Sansone, oltre a epi - sodi relativi al periodo dei Re. Gli ec cezionali dipinti posso - no rappresentare, nei loro temi insoliti, la storia della co - struzione del popolo ebraico. Non mancano naturalmente i simboli della liturgia quaresimale, in preparazione al giorno della resurrezione, come il Passaggio del Mar Rosso e del Giordano. Ma questi temi dovevano essere ripresi nel con - temporaneo ciclo della basilica di S. Pietro, collocata ad un’ora di cam mino sulla costa del monte Pedale a 609 metri d’altezza. Dal la scalinata si raggiunge l’ingresso sopra il quale Cristo consegna il Rotolo della Nuova Legge a S. Paolo S. Pietro al Monte: la crocifissione del ciborio IL LAGO DI PUSIANO A Molteno passano le linee ferroviarie che servono i paesi della Brian za setten - trionale e centrale, cioè quella che da Lecco attraversa Valmadrera, tocca Oggiono e, dopo Molteno, prose gue per , Cassago, Besana e raggiunge e la linea da Lecco a Merone, Cantù e Como. Attraverso Maggiolino, con la sua torre, , patria del grande scrittore Carlo Emilio Gadda, Casletto, ricco di ville e paese nativo dei genitori di Pio XI, si perviene alla attrez zata spiaggia del lago di Pusiano, che ha per emissario il fiume Lambro. Il lago è considerato un resto dell’Eupili dei roma ni, misura 5,25 Pusiano: veduta del paese affacciato sull’omonimo lago kmq ed è profondo 24 metri; le sue rive videro molte stazioni palafitticole della Originario di qui fu pure il pittore Andrea Morte di S. Giu seppe del Seicento e una civiltà di Polada e spe cialmente all’lsoli - Appiani (1754-1817), che vi ebbe una Annun ciazione di Ip polito Naselli (1583). no dei Cipressi, presso la riva villa con l’oratorio di S. Gaetano del Nella via che conduce al collinare settentrionale: fu dei marchesi Mo lo che Moraglia (1836). Vari palazzi santuario della Ma donna della Neve, si l’abbellirono verso il 1770 con dei ci - abbelliscono que sto pittoresco centro, il trova la casa in cui soggiornò Giovanni pressi che ancora si ammirano. Municipio secen tesco, l’Ospe dale voluto Se gantini (1858-1899), che ri trasse A Garbagnate Rota c’è la secentesca dai Mira, Appia ni e Ferrerò, mentre a spes so l’incantevole bacino del la go. par rocchiale e la basilica di S. Ambrogio, Garbagnate Rota spicca la villa Melzi Fuori dell’abitato si trova l’oratorio ba - restaurata, dei secoli XIV-XV con qual - d’Eni. Sul colle di Bosisio domi na la rocco di S. Francesco e poco oltre un che affresco. deve il nome moderna parrocchiale di S. Anna grande palazzo, che fu casa dei marche- all’abate poeta Giuseppe Parini (1729- disegnata dal Mezza notte (1939-1954), si Carpani (logge rinascimentali e sof fitti 1799), la cui casa natale è stata trasfor - con alto campanile visibile da ogni parte dipinti), ingrandito alla metà del XVII 13 a mata in un piccolo spazio museale. Qui del lago: notevole un dipinto della Vergi - secolo. Seguendo la strada di Lecco, alle z n a i

è possibile percorrere un itinerario “Pari - ne attribuito a Gau denzio Ferrari. falde del monte Cornizzolo (m. 1241), sul r B niano” che si propone di far conoscere e Sulla riva nord, Pusiano (già in provincia colle di S. Fermo siede Cesana, con la a l

valorizzare il paese attraverso alcuni di Como) è attraversato dalla statale vecchia chiesa che fu sede nel Cinque- e

a

monumenti che rappresentano tappe Como-Lecco; la par rocchia le della Nati- cento di uno dei primi seminari. d d A

fondamentali per la vita del letterato: vi tà di Maria ha un campani le del 1702 e Più oltre è , con un avello roma no ’ l dalla chiesa ove fu battezzato, fino alla nell’interno un pulpito se centesco in come fonte e affreschi (XVI sec.) nel la , o c casa natale del poeta, dove si vede la stucco e notevoli stendardi ricamati del parrocchiale moderna consacrata nel c e cattedra che utilizzò durante gli anni di Settecento; inoltre uno Spo salizio di S. 1943, durante il primo bombardamen to L insegnamento a Brera. Caterina, della fine del Cinquecento, la su Milano.

Veduta dei laghi briantei dall’alto del Monte Barro (V.B.) DAL CUORE DELLA BRIANZA AL PARCO DI MONTEVECCHIA

NEL CUORE DELLA BRIANZA Raggiungiamo ora la porzione centrale della Brianza, sul versante del fiume Lambro. Sul territorio si in crociano la statale Briantea (Bergamo-Como) e la superstrada per Lecco. Be vera appartiene in parte a ; ac canto alla chiesa si trova un avello scavato in un grande granito. Spicca nelle vici nanze il complesso rustico della resi denza Perego-Degli Occhi, una delle unità ambientali che si os servano lungo la strada per Barzago, insieme alle vil le Redaelli e Melzi già dei conti Brebbia. Poco lontano da Bulcia ghetto, vi è un Bulciaghetto: la chiesa di S. Stefano (V.B.) Barzanò: la chiesa canonicale di S. Salvatore (V.B.) altro avello, nei cui pressi vennero in luce tombe dell’età imperiale; vicino sul colle con le viuzze dell’antica DA MONTICELLO sorge una cappelletta cui si appendeva - urbanistica. Altret tante memorie cir - A SIRTORI no ex voto di persone graziate condano , già dominata dall’acqua del l’avello ritenuta miracolo - da un palazzo-castello dei Visconti di Proseguendo troviamo Monticello, do - sa; vi venne costruito a inizio Mo drone, il cui mausoleo in forme neo - ve si trovano belle dimore, tra le quali Novecento un santuario della Madonna gotiche svetta a Tremoncino, al colmo la Bocconi, oggi Ca sa di riposo dei Pen- del Carmine. A Bul ciaghetto, la chieset - di un lungo viale di cipressi. sionati, e la villa Nava dalla gran de fac - 14 ta di S. Stefano appare come una Fra la più varia edilizia, spicca la villa ciata con ordine gigante di lesene, una

a costruzione carolingia fasciata da arca - sette centesca dei Roma gnoli, adattata magnifica sala ellit tica, tut te opere di z

n ture cieche (VIII-IX sec). A Bulciago si ad isti tuto educativo. Ormai universal - a

i Luigi Canonica databili circa al 1820; la r

B segnalano l’oratorio dei SS. Co sma e mente Cassago viene considerato il

splendida serra è ora bi blioteca co- a l Damiano del 1625 e la villa Ta verna, ora “Cassiciacum” romano, do ve sorgeva la

e munale.

a Riccardi, settecentesca come la villa villa di Verecundus che ospitò S.

d Neoclassica anche la villa Grep pi, sede

d Cambiaghi. Re Beren gario nel 920 do- Agostino nel 386-387 prima del suo A

’ scolastica, ricca di affreschi. l

, nava Bulciago alla canonica di Monza battesimo (Con fessioni, V, III); vari

o Il territorio propone un’area verde inte - c insieme con la prossima corte di Cre- reperti di quella anti chità sono stati si- c

e ressante La Valletta, un’area preva- L mella, dove sorse un monastero bene - stemati in un piacevole Antiquarium a dettino di S. Pietro soppresso nel 1786; cura dell’Associazione in titolata al lentemente agricola, che si si estende la sua chiesa del tardo XVI secolo, santo. a quota 300 metri e propone inalte- affiancata da un campanile romanico, Altre dolci ondulazioni si susseguono, rati gli aspetti tipici dell’alta pianura fu in corporata nel la villa Sessa e ora con aperti paesaggi sulla valle del lombarda inserendosi nel contesto riacquisita, in sieme col rinascimentale Lam bro, come a , il cui nucleo delle colline moreniche dell’alta Brian - chiostro a colonne binate; gli altri corpi prin cipale, Tabiago, è dominato da un za. della vil la, ora Del Bono, insieme col colle di m 327 che spazia sull’opposto Un percorso ciclo-pedonale di circa 16 vasto parco all’inglese, si compenetrano Inverigo e dove sorge una torre. Km permette di apprezzare le interes -

Sirtori: il castello di Crippa (G.F.) : Villa Nava Rusconi (F.M.) tradizio nale impianto agricolo sottoli - neato dai boschi di robinia. Risalendo da Carnate o , troviamo le archi tetture spontanee di Tre - cate, Maressolo, Ossola; a Maresso, un Crocefisso del sec. XV nella parrocchiale. Missagliola conserva la chiesa gotica della Misericordia, fondata circa il 1489: da qui provengono affreschi con servati nel Municipio di Missaglia e cioè fram - menti attribuiti al clima del Foppa e del Morazzone e la Carità, parte della Gloria che copre la volta della chiesa, opera preziosa di Pietro Maggi (1726). La sce - nografica piazza di Missaglia si corona allo sfondo con la chiesa di S. Vittore, dal campanile di fi ne Cinquecento e dalla veste neoclassi ca, opera di Giaco- mo Mo raglia (1844-1846): fra le opere d’arte, una pala del Montalto. Montevecchia: veduta dei declivi tipici del Parco del Curone (G.F.) Rimane in paese il palazzo dei feudatari conti Sormani, con le “prigioni” e santi caratteristiche naturali e paesag - MONTEVECCHIA l’annessa S. Maria in Villa, rifatta nel Set - gistiche, fino a Barzanò e Cassago. E IL PARCO DEL CURONE tecento, ma ben più antica, come attesta A Barzanò, la villa Della Porta ha un tor- l’abside romanica. Il corso del torrente rione angolare, avanzo di un castello; S. Le peculiarità naturalistiche ed am bien - Molgo rella inizia so pra i cascinali di Santa Vito ha parti romaniche nella facciata; in tali della Brianza, tradizionalmente cara Croce, in cui è inserito l’oratorio roma - posizione elevata, S. Sal vatore appar - ai viaggiatori inglesi e te de schi e alla nico, ma ampliato nel 1835: nella piccola tie ne ai secoli XI-XII: al l’interno cripta e vecchia nobiltà metropolitana, vengono abside romanica una rara iconografia di fonte batte simale, im portante decora- riassunte dai terri tori di Missaglia e S. Ele na datata 1474; nel recinto del 15 zione romani ca e vari affreschi dei secoli Montevecchia. sacra to fu trovata una colonna con iscri - a z

Qui è sorto appunto un parco regionale, n zione in caratteri etruschi. I versanti del a

XIV-XV. i r

che interessa dieci comuni e copre circa bacino del Curone sono più fitti di fore - B Fuori paese è la tomba di Luciano a l

1600 ettari di bellissimi terreni, che sta, dove appaiono anche rilevanti aree di

Manara, caduto alla difesa di Roma nel e

svettano nei poggi di Travec chia e di pino silvestre presso Ospedaletto e in - a

1849. d Lissolo (m 555), considerati “il tetto torno a Bagaggera. d A

Salendo alla villa di Poggioverde, si ’ l

della Brianza”. Fitte bosca glie di Il costone fra le due valli si dirige su ,

aprono panorami sulla zona dei laghetti o c

castagni, querce e betulle si sten dono Montevecchia, attraverso piccoli abitati, c briantei e si può passa re a Vi ganò; nella e zona delle Molere restano vecchie cave sopra Sirtori, allineandosi lungo una Cappona, S. Bernardo, Ghisalba, con la L di pietra insieme a quelle di Sirtori panoramica strada sterrata che se gue la spontanea mescolanza di abitazioni ru- importante cantiere della lavorazione spina del rilievo fino a Monte vecchia, fra stiche e signorili; ampi panorami, casci- che, specie ad opera dei Piro vano, ha i due valloni del Curone ad est e di Santa ne attive per formaggi freschi e salumi. dato alla Brianza molte sculture del Croce ad ovest. Da questo lato la costa Alcune trattorie e aziende agrituristiche Settecento. digrada rapidamente verso il verdeg - servono i tradizionali salumi e i formag - giante territorio di Missaglia, dove le Se si prosegue la dorsale verso nord si gi “robiolini”, nonché i locali vinelli molte piccole aziende tessili e meccani - bianchi e rossi. La stagione autunnale giunge a Sirtori, con l’oratorio di Cere- che e alcuni vivai non intaccano il della vendemia è ideale per godere delle gallo del 1626; a breve distanza, per una valletta solitaria, si arriva al poggio terrazzato su cui sorge Crip pa: è un raro paese fortezza, un solo vastissimo edificio del XV secolo, con torrioni angolari e il prolungamento del la villa Fossati con oratorio barocco; vi furono originari i Crippa, che diedero un arci - vescovo a Milano (1409-1414). Da Sirtori si scende a Bevera e al san - tuario detto della Madonna d’Imbeve- ra, dal no me antichissimo del torrente che vi scorre. Costruito nel 1610 per l’apparizione del - la Madonna a una vergine, ha bellis sima facciata rococò e, per la sua cen tralità nella Brianza, è luogo di una festa popo - lare nel mese di settembre. Bevera: santuario della Madonna d’Imbevera (G.F.) Montevecchia: il santuario della B.V. del Carmelo Monticello Brianza: Villa Greppi (V.B.)

bellezze del territorio e sollecitare la si trova la villa Mapelli Mozzi Sulla strada per Casate vecchio, dove si pro pria curiosità gastronomica e per con notevole parco secola re e pochi resti trova la casa che fu di Giuseppe Sirtori percorrere i numerosi sentieri a piedi o rintracciabili del monastero di Poenzano (1813-1874), capo di Stato Maggiore di in mountain bike per godere dello già presente nel 1192; di gran rilievo la Garibaldi, tro viamo la chiesa di S. splendido panorama multicolore. Il san - villa Greppi, già dei marchesi Casati, che Mar gherita, con cascinali che furono un 16 tuario della Decollazione del Batti sta ha la ricostruirono con in gresso dorico e la con vento; la chiesa, ripristinata nel a

z impronta ba rocca e contiene affreschi di chieset ta dei SS. Carlo e Francesco, del 1462, ha un ciclo di affreschi (Gloria n a i G.B. Gariboldi (1778) e una Decol lazione 1828, con sculture di G. Antonio Labus e celeste, Evangelisti, Adamo ed Eva, I r B di Bernardino Campi (1554); l’accesso una Madonna del Diotti (1779-1846). Mesi) di grande rilievo ed avvici nati a a l

e avviene attraverso una scalinata di 174 Circondano il paese altre ville, la Vismara Leonardo da Besozzo e Cristoforo Mo-

a

d gradini, intersecata da un sentiero che eclettica, soggiorno gradito a Umber to I, retti. d A

’ circonda il colmo del colle alberato e che disegnata da Tagliaferri e Maioni (1885); Tra gli edifici religiosi emerge anche la l

,

o porta secentesche edicole della Via la Facchi-Tealdi, sistemata in for me neo - parrocchiale di S. Giorgio disegnata da c c

e Crucis. La collina scende con magnifici classiche da Pietro Ponti e con curiosi Carlo Amati (1808-1815) e con pronao L dossi terrazzati fino a Passone e Cella e affreschi; l’ospedale di Monteregio e villa costruito nel 1822: si tratta di un edifi - all’al veo della Mol gorella; la viticoltura è Stucchi; ma il paese è dominato dal ca - cio neoclassico dei più pregevoli, arric - an cora in primo piano e conta vini bian - stello dei Casati, poi Lurani Cernuschi, chito da cappelle del Moraglia, da un chi e rosati, già famosi alla metà del esistente dal 1456 e riformato in vari organo dei Serassi, da pitture di Giu - Seicen to. momenti, specie in età barocca. In vici - seppe La velli e da più recenti affreschi nanza è S. Giustina, del XV secolo, con del Morgari, da tele, fra cui un Battista LE VILLE campanile a cuspide e affreschi dell’ini - attribuito alla scuola del leonardesco DEL CASATESE zio del Cinquecento. Solari (1460-1522). Il vasto ambito di Casatenovo siede su un articolato altopiano, un tempo ricco di boschi e di prati da pascolo e coltiva - zioni. Fra l’industrializzazione recente le aree agricole mostrano notevoli complessi rurali, la Levata, la Verdura, la Porinetti, la Rogolea, insediamenti che per lo più dichiarano l’antichità, con notevoli cor - redi tombali celtici, padani e romani, in buona parte conservati al Museo di Lecco. A Rimoldo è il complesso del palazzo dei Pallavicini del primo Settecento, con la chiesetta secentesca di S. Carlo; Campo - fiorenzo colpisce con la grande razionale cascina che fu dei conti Melleri rico - struita intorno al 1830. Poco lontano da Casatenovo: Villa Lurani (G.F.) VILLE E CASCINE AL CONFINE MERIDIONALE Nella bassa valle del torrente Molgora, le dolci ondulazioni della Brianza lasciano spazio a fabbri che che sorgono lungo la direttrice stra dale tra Milano e Lecco. Siamo ai confini meridionali della Pro- vincia e, su un colle terrazzato a vigne - ti sorge Lomagna, nucleo compatto ai cui margini si trova la chiesa dei SS. Pietro e Pao lo, ricostruita nell’età dei Borromei, cui fa da contrappunto la villa dei marchesi Busca, dalla facciata classica. Il quadro delle ville, che qui si completa con la romantica villa Floriani, viene ri - preso nel vicino , immerso nel verde di parchi neoclassici, De Capita ni e Galimberti, soprattutto di quello all’inglese della villa Arese Lucini. La struttura appartiene al Richini, alla metà del Seicento il salone e la cappella dalle pareti interamente affrescate da Castenovo: chiesa di S. Giorgio (F.M.) : interno di villa Arese Lucini (G.F.) Cri stoforo Storer (1650 circa), gli scaloni, i por tali, la biblioteca ed il teatrino sono scoperta di tradizionali o im ponenti scenografico giardino, che fron teggia le del Settecento, la facciata neoclassica di cascine fino alle altre ville di Cernusco, rovine del castello di S. Dio nigi, del sec. Marco Casati (1841-1847). Qui si va alla tra le quali la Lurani-Cernu schi, dallo XI, con loggia rinas ci mentale. 17 a z n a i r B LA TRADIZIONE GASTRONOMICA a l

e

Il territorio brianzolo con la sua vocazione agricola, “obbli - a d

gata” in passato dalla vicinanza della grande città, esalta d A ’ l

una tipologia di cucina essenzialmente povera. La risorsa , o c

agricola più compatibile con questa geografia e con queste c e

funzioni è stata quella dei cereali secondari (prima segale, L miglio e orzo, poi il granoturco) mentre la superficie boschiva ha da sempre favorito l’attività della caccia (vola - tili, selvaggina) e di raccolta (castagne, noci, lumache e gamberi di fiume). Per sfruttare al meglio gli ingredienti a disposizione si crea - vano miscele di cereali per ottenere pani, miscele di ortag - gi e legumi per zuppe spesso nobilitate da una pestata di lardo, miscele di carni e frattaglie per confezionare salsic - ce. Nella zona Brianzola prevalgono robuste specialità co - me la “verzata” ( “cazzoeula” , “casoela” ecc), la busecca o foiolo, i cotecotti con fagioli e naturalmente tutti i prodot - ti della salumeria nostrana come le filzette ed i cacciatori - ni. E poi la polenta, il coniglio alla brianzola, cucinato con intingoli speciali di vecchissima tradizione. Non esiste infi - ne una tradizione particolare per quanto riguarda i dolci, l’origine povera della maggior parte dei piatti mal si accor - da con l’esistenza di una tradizione pasticcera. Per quanto concerne la produzione enologica, la Brianza lecchese fino all’Ottocento è stata ricca di vigneti. La pro - duzione tuttavia era destinata all’autoconsumo o al picco - lo commercio locale. Il vino più pregiato era quello della collina di Monte- vecchia, che sta conoscendo, su impulso dell’ente Parco e di un’intensa attività agrituristica, una discreta ripresa quan - titativa e qualitativa. Coltivazione della vite sulle colline di Montevecchia LUOGHI VISITABILI

6 8 9

11 12 13

18 BOSISIO PARINI CIVATE GALBIATE a

z ᕡ - Museo della casa natale ᕦ - Chiesa di San Pietro al Monte µ - Parco Naturale Regionale n a i di Giuseppe Parini e Oratorio di San Benedetto

r del Monte Barro B Vicolo Casa Parini Per informazioni: Via Bertarelli, 11 c/o Villa Bertarelli a l Per informazioni: Parrocchia

e Tel. 0341 542266 – Fax 0341 240216

a Comune di Bosisio Tel. 031 3580511 Tel. 0341 550711 www.parcobarro.it d

d www.comune.bosisioparini.lc.it Per visite guidate:

A [email protected] ’ l

Ass. Amici di San Pietro , BRIVIO o

c Tel. 346 3066590 ¸ c ᕢ - Museo della casa natale - Centro Flora Autoctona e www.amicidisanpietro.it L di Cesare Cantù Via Bertarelli, 11 c/o Villa Bertarelli Via Cesare Cantù [email protected] Tel. 0341 242828 – Fax 0341 240216 Per informazioni: ᕧ - Museo Virtuale del Romanico www.parcobarro.it Centro Studi Cesare Cantù c/o Casa del Cieco [email protected] Tel. 348 4417128 Via Nazario Sauro, 5 Comune di Brivio - Tel. 039 5320114 ¹ - Parco archeologico Per informazioni: e Antiquarium del Monte Barro www.cesarecantu.it Novantiqua Multimedia [email protected] Località Eremo Tel. 0341 493392 - 333 3001638 Tel. 0341 240215 Fax 0341 251228 CALCO www.parcobarro.it www.comune.civate.lc.it/museo ᕣ - Museo Liturgico [email protected] Via Chiesa, 2 [email protected] Per informazioni: Ƹ - Museo Etnografico dell’Alta Brianza Chiesa Prepositurale di San Vigilio FIUME ADDA Località Camporeso Tel. 039 508472 ᕨ - Parco Adda Nord Per informazioni 0341 240193 CASATENOVO c/o Villa Gina - via Padre Calvi, 3 http://meab.parcobarro.it ᕤ - Parco di Villa Facchi Concenesa di Trezzo sull’Adda (MI) [email protected] Via Castelbarco, 7 Per informazioni: ƹ - Osservatorio Ornitologico Per informazioni: Tel. 02 9091229 Località Costa Perla Fax 02 9090096 Biblioteca - Tel. 039 9202959 Per informazioni 0341 542598 www.parcoaddanord.it www.comune.casatenovo.lc.it www.parcobarro.it CASSAGO BRIANZA ᕩ - Ecomuseo Adda di Leonardo [email protected] ᕥ - Raccolta dell’Associazione Parco Adda Nord storico-culturale S. Agostino Villa Gina - via Padre Calvi, 3 GARLATE Piazza Don Giovanni Motta, 2 Concenesa di Trezzo sull’Adda (MI) Per informazioni: Per informazioni: ƺ - Museo Civico della Seta Abegg Tel. e Fax 039 9217646 Tel. 02 9091229 Via Statale, 490 Tel. 039 955104 - 039 958105 Fax 02 9090096 Per informazioni: www.cassiciaco.it www.addadileonardo.it Tel. e Fax 0341 650488 [email protected] [email protected] [email protected] 15 16 19

20 23 27

MERATE ƿ - Museo Parco di Montevecchia 19

e Valle del Curone a ƻ - Osservatorio Astronomico ©25 - Villa Sommi Picenardi z n

Loc. Butto, 1 a Per informazioni: i Via E. Bianchi, 46 r

Per informazioni: B

Tel. 039 508333 – 335 8377451

Per informazioni: a

Consorzio di Gestione l www.villasommipicenardi.it Tel. 039 999111 e Parco Regionale di Montevecchia a

Fax 039 9991160 e Valle del Curone d OSNAGO d A www.merate.mi.astro.it Tel. 039 9930384 – Fax 039 9930619 ’ l

www.parcocurone.it ©26 - Museo del Presepe - , o c

Ƽ Santuario Beata Vergine di Loreto c - Museo Civico di Storia Naturale ©21 - Centro Parco Cascina Ca’ Soldato e Piazza Santuario, 7 L “M. Ambrosioni” e Centro Visite Cascina Butto Per informazioni 039 587217 Via Collegio “A. Manzoni”, 45 Parco di Montevecchia e Valle Per informazioni: del Curone VALMADRERA Museo Per informazioni: ©27 - Museo della vita contadina Tel. 039 5971100 Consorzio di Gestione Parco Regionale di Montevecchia di S. Tomaso Biblioteca Per informazioni: Tel. 039 5971001 e Valle del Curone Tel. 039 9930384 – Fax 039 9930619 Comunità Montana del Lario Orientale www.parcocurone.it Tel. 0341 240724 MISSAGLIA www.santomaso.it ©22 - Convento di Sabbioncello www.cmlarioorientale.it ƽ - Monastero Santa Maria Via Sant’Antonio da Padova Per prenotazioni: della Misericordia Per informazioni: Tel. 0341 581814 Per informazioni: Tel. 039 9902765 Associazione Amici del Monastero Tel. 339 8383722 MONTICELLO BRIANZA www.monasterodellamisericordia.it ©23 - Parco di Villa Greppi Comune di Missaglia Via Monte Grappa, 21 Tel. 039 9241232 Per informazioni: 039 9241900 Tel. 039 9207160 MONTEVECCHIA OGGIONO ƾ - Museo del Vino ©24 - Battistero di San Giovanni e della Civiltà Contadina in Brianza Per informazioni: Associazione Archeologica Oggiono Parco di Montevecchia [email protected] Località Cascina Casarigo Per informazioni: Tel. e fax 039 9930065 Comune di Oggiono Tel. 0341 266411 www.agriturismovalcurone.it Biblioteca Civica Tel. 0341 576671 [email protected] Parrocchia Tel. 0341 576145 ECOMUSEO DEL DISTRETTO DEI MONTI E DEI LAGHI BRIANTEI

Il progetto “Ecomuseo dei monti e dei laghi briantei” tende alla sopra l’abitato di Civate, in una scogliera dal nome che evoca valorizzazione delle bellezze ambientali, paesistiche, naturali e funzioni ed epoche ben più prossime a noi, il “Dosso della Guar - delle sacralizzazioni storicoartistiche legate all’operosità degli dia”, si apre la Grotta della Sabbia che conserva i segni di po - abitanti ma anche dei beni, il cui “valore universale” è riferibile polazioni dell’età del rame, una sorta di “monte sacro” dunque, alle particolari caratteristiche che li connotano come paesaggi sacro per la pastorizia che si è continuato a praticare sino a po - culturali, inconfondibili ed irrepetibili, racchiusi fra le Prealpi, chi decenni fa e che ha lasciato tracce ancora fresche nelle ca - le colline del “Monte di Brianza”, i massicci montani dei Corni selle in pietra, ripari a falsa volta, come trulli senza punta, un se - di Canzo, del Cornizzolo, del Moregallo e i laghetti prealpini gno di riconoscimento della presenza di pastori. Sacro per altri morenici a sud della linea pe demontana. versi, molti millenni dopo, grazie al Compendio Bene dettino di La formula ecomuseale mette a confronto le diverse realtà nel San Pietro al Monte, incastonato fra i dirupi della valle dell’Oro, proprio ambito contestuale e fornisce, nel contempo, un qua - sotto le falesie del Monte Rai (il cui nome evoca forse il Re, quel dro d’insieme del patrimonio materiale dei luoghi considerati, Re Desiderio che ha legato nella leggenda il nome al santuario), contribuendo in tal modo a delineare una sorta di sistema cul - gemello dello xenodochio che sorge nel sottostante borgo di Ci - turale integrato delle tappe più importanti ed emblematiche del vate. San Pietro al Monte con il vicino oratorio di San Benedetto cammino dell’uomo nell’ambito del proprio territorio di appar - costituisce uno dei maggiori esempi di quella rinascita archi - tenenza e di vita. tettonica, avvenuta dopo il Mille. Le due splendide costruzioni Suggerisce, inoltre, coerenti e logiche modalità di avvicina - sul monte Cornizzolo rappresentano, in realtà, quanto resta di mento alla civiltà del territorio prendendo in considerazione la un più ampio complesso monastico benedettino, comprendente possibilità di gestire un tale patrimonio di memorie, luoghi e anche un insediamento al piano, documentato a partire dalla cose attraverso una linea museale continua, diffusa. metà del IX secolo. Il Monte Barro, Parco Regio nale ricono - È una terra ricca di memorie, percorsi, vedute pittoresche ma an - sciuto, ha la peculiarità di offrire su tutti i versanti vedute pa - che di antichi mestieri, distesa attorno al Lario, ai laghi minori noramiche d’eccezionale suggestione che consentono di co - di Pusiano e Annone, lungo i solchi vallivi del Cor nizzolo e del gliere le caratteristiche morfologiche del territorio circostante: Monte di Brianza, sui solchi collinari e montuosi a nord della le colline moreniche della Brianza, i laghetti briantei, il Lario, il grande via di comunicazione con Venezia (Via Postumia e strade fiume Adda, i gruppi mon tuosi e gli agglomerati urbani. minori). È delimitata perimetralmente dalla catena dei monti del Attrazione particolare di que sta zona sono i numerosi massi er - Cornizzolo, dei Corni di Canzo, del Mo regallo, del Barro, dai la - ratici, come di grande interesse naturalistico è indubbiamente ghi di Annone, di Pusiano, del Segrino, dalla dorsale del San Ge - la grande varietà di flora insubrica e fauna. Sul Monte Barro sor - 20 nesio. geva una delle più grandi fortezze tardo antiche conosciute,

a Le aree poste alle pendici del Monte Cornizzolo e del Monte

z erette come ultimo baluardo contro le invasioni dei Goti e dei n

a Barro costituiscono i rilievi del fondale pedemontano a setten -

i loro alleati, poi occupata dagli stessi Goti e, per certi indizi, quasi r

B trione dell’ambito collinare lombardo: un vero e proprio gradino

certamente visitata dal re Teodorico in persona. Ai piedi di que - a l naturale che introduce nell’ambiente prealpino, una sorta di sti monti si estende un’area collinare che, se da un lato ha e grande bastionata che è visibile, in buone condizioni di tempo, a avuto una notevole importanza nello sviluppo industriale di d d da tutta la pianura di cui forma la naturale “cornice”. Il pae - questo e dello scorso secolo, dall’altro conserva pregevoli testi - A ’ l saggio è altresì caratterizzato dalla presenza di invasi lacustri

, monianze artistiche del passato (dal Campanone di Brianza al o rimasti chiusi tra sbarramenti morenici, con presenza di forme c Battistero di Oggiono, dalle ville e dimore patrizie dell’ottocento c

e di naturalità e di notevole interesse geologico (laghi di Annone L ai luoghi pariniani di Bosisio ed agli stessi opifici, ora dismessi, Brianza e Pusiano). La zona del Cornizzolo è particolarmente che erano utilizzati per la lavorazione della seta e del ferro). A ricca di fossili. Studi rigorosi, compiuti dall’Università di Pavia, questi luoghi si sono ispirati numerosi letterati ed artisti: il già hanno messo in luce che 180 milioni di anni fa, nel cosiddetto ricordato Parini, Stoppani, Appiani, Gadda, Manzoni, Foscolo, periodo Domeriano, l’area era una zona costiera di mare poco Nievo, Segantini, Marco d’Oggiono. profonda e calda. Numerosi sono anche i sentieri che si snodano in un ambiente tipicamente prealpino; percorrendoli si pos - Per informazioni: sono ammirare paesaggi suggestivi, come alcune “gole”, che te - Provincia di Lecco - Segreteria Settore Cultura stimoniano la presenza e l’azione levigante dell’acqua nel corso Tel. 0341 295469 dei secoli, o le grotte ricche di incisioni parietali, dove per mil - www.provincia.lecco.it lenni trovarono rifugio uomini e animali. Ai piedi del Cornizzolo, [email protected]

Una suggestiva veduta sui laghi briantei L’ADDA E LA BRIANZA

LE VALLI E LA MONTAGNA

21

LECCO E IL LAGO F034ax 1910 103 T03e4l. 1996255 238Bar1z6i o PiGaazrziab a1l2di, B Uff www.turis mo.pro vincia.lecco.it [email protected] F034ax 1295730 T03e4l. 2192597-52 720 1 2L3e9c0c0o NaVziSaaar uiro 6o, Lec Uff www.provincia.lecco.it [email protected] F034ax 1295501 T03e4l. 129552955-0 916 2L3e9c0c0o MCa.tstoe o3tti, As ar s ic ic es c zio o i i s o o or I I nfor nfor Tatou r mazi mazi is S e mo on on Tiu Tiu risti risti por t che che

Revisione 01 (03/2009): Grafiche Cola srl - Lecco