FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E

GIULIANO DE PRATO

Introduzione ropee, illiriche2 e pontiche3) e da Nord/Nord-Est (centroeuropee, Est-europee, asiatiche, ecc.); a Le conoscenze odierne della storia della vege- questi tre gruppi di geoelementi4 si è aggiunto tazione consentono di ricostruire a grandi linee anche l’elemento locale (alpino), sopravissuto al- le vicende dei boschi e della vegetazione della le glaciazioni e successivamente ridistribuito. montagna friulana. Questo processo di forma- Da questa confluenza di molti e diversi geoele- zione ed evoluzione viene spiegato con i movi- menti consegue una importante caratteristica menti migratori delle specie vegetali che, esau- della montagna friulana: l’elevato numero e la rita l’ultima fase glaciale (25-15.000 anni fa), grande eterogeneità di specie vegetali che ne hanno riportato la vegetazione nelle valli alpi- compongono la flora, circa 2000. ne e prealpine. È risaputo che il nostro territorio risulta decisa- La situazione attuale è però anche il risultato mente svantaggiato rispetto al clima, nel con- delle modifiche operate direttamente o indiret- fronto con tutte le altre zone montuose d’Italia. tamente dall’uomo, a partire dall’Età del ferro Il clima della montagna friulana è definito «Me- (circa 900 a.C. - 0), su quella che era l’evoluzio- dioeuropeo con estrema oceanicità»; ossia fred- ne naturale dei boschi. do e piovosissimo. La zona montuosa dell’alto Friuli ha svolto e tut- Ciò è essenzialmente dovuto alla conformazione tora svolge una funzione di passaggio per le mi- altitudinale del territorio: le due barriere, Prealpi grazioni di specie vegetali e attualmente costitui- e Alpi, in mancanza di una adeguata fascia col- sce il limite degli areali per diverse specie 1. linare interposta tra mare e montagna, determi- Queste sono giunte, in epoche antiche, principal- nano una forte piovosità (massima nella fascia mente da tre direzioni: da Sud/Sud-Ovest (me- prealpina), con notevole effetto di abbassamen- diterranee e atlantiche), da Sud-Est (Sud-Est eu- to termico.

GIULIANO DE PRATO 97 Conseguenza negativa è il cosiddetto «abbassa- prodotto periodicamente da frane e alluvioni. mento dei limiti altimetrici della vegetazione», In generale e in termini estremamente sintetici, valutabile in circa 400 m. la storia della formazione dei boschi della mon- Ciò provoca, unitamente alla geografia del ter- tagna friulana potrebbe essere la seguente: ritorio e alla natura prevalentemente calcarea • in era glaciale, le aree coperte dai ghiacciai del terreno 5, le note difficoltà in cui si imbatto- alpini erano circondate da una cinta conti- no da sempre le popolazioni locali: scarsa resa nua di boschi di Pino (Pinus silvestris) e Be- delle colture, pericoli di frane e alluvioni, diffi- tulla (Betula pendula), le piante più adatte coltà di costruire e mantenere comunicazioni al clima rigido di quel periodo; varie. A questo aggiungiamo anche l’elevata si- • al ritirarsi dei ghiacciai, pini e betulle risali- smicità e il servizio è completo! rono tutte le vallate (circa 15.000 anni fa); La conformazione del territorio della montagna • durante una successiva fase di caldo secco, friulana è dunque, paradossalmente, sia il mag- circa 10.000 anni fa, il Faggio, proveniente gior ostacolo alla vita dei suoi abitanti, sia la più dalle Alpi Dinariche dov’era rifugiato nel pe- grande attrattiva per chi viene da fuori a studia- riodo glaciale8, occupò massicciamente le re la natura e a godere del paesaggio. Una ade- nostre valli fino alle alte quote e riuscì a so- guata organizzazione turistica e l’opportuna tute- stituire progressivamente i boschi di pini e la del territorio ancora naturale appaiono, quindi, betulle, dove il suolo lo consentì; sempre più necessarie e urgenti. • l’abbassamento della temperatura e l’aumen- to dell’umidità, del periodo Neolitico9 e fino all’Età del ferro, provocò un ritiro parziale del Le pinete e gli altri boschi in Faggio dalle quote superiori e la conquista di queste da parte degli Abete rosso e Abete Nella montagna friulana le pinete di Pino silve- bianco; stre sono presenti in due varianti: la variante • in epoca successiva, il Pino nero, provenien- submontana (esalpica)6 e quella montana (me- te dai Balcani, accompagnato da molte altre salpica)7. La prima si localizza nelle aree allu- specie illiriche, tra le quali diverse di notevo- vionali di fondovalle (da Cavazzo a ); le valore selvico10 come il Carpino nero, si la seconda forma, a quote maggiori, risulta ar- impiantò su suoli aridi ma con elevata umi- ricchita da molte altre specie arboree (Pino ne- dità (soprattutto pendii sassosi rivolti a Sud, ro, Faggio, Abete rosso, Orniello, Carpino nero, privi di tenuta idrica), cioè dove nessun’altra ecc.) e stabilizza forti pendii e zone rupestri. specie poteva attecchire o vincere la compe- La qualità vincente del Pino silvestre è la mag- tizione, essendo il Pino nero il meno esigen- giore velocità nel colonizzare il materiale inerte te in quanto al terreno;

98 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO giungono e lentamente lo sostituiscono, pri- mo tra tutte il Pino silvestre che dimostra maggiori vigore e ricambio; col procedere del miglioramento del terreno anche il Fag- gio (o il Carpino nero e l’Orniello) può unir- si ai pini e, col tempo, la Pineta (raramente stabile) evolverà in Faggeta (o altro); • Fino ad alcuni secoli fa, i colli e i versanti cal- di della bassa Carnia fornivano abbondante legname di quercia. Su suoli acidi11 la Rove- re (Quercus petraea) e su quelli ricchi di cal- Spiraea decumbens. care12 la Roverella (Quercus pubescens), già presenti da migliaia di anni, erano divenute oggetto di taglio sconsiderato, avente soprat- tutto lo scopo di liberare terreno per coltiva- zioni. La Repubblica Veneta (1400-1600) ne ha impedito l’utilizzo ai locali e, di fatto, si è appropriata per secoli del più pregiato dei le- gnami (assieme a Larice, Faggio, Castagno, ecc.), per le esigenze del proprio arsenale, dei pontili e della costruzione di case. Di que- ste due specie di quercia sono presenti at- tualmente solo soggetti sparsi e pochi limita- ti boschetti. La Roverella è presente in tipici boschi, su pendii aridi soleggiati, in asso- ciazione al Carpino nero, al Pino nero e al Pi- no silvestre, all’Acero campestre e all’Orniello. Spesso questi boschi sono il risultato dell’e- voluzione delle pinete di Pino nero. Centaurium erythraea. • Alle basse quote, l’Abete rosso è di certo sta- to introdotto dall’uomo in tempi recenti; il • il Pino nero ha fatto e continua a fare da suo habitat ideale è nelle valli aride alpine, a pioniere, trasforma il terreno arido in terra quote elevate (1000-1900). La scoperta delle bruna acida; poi specie più esigenti soprag- ottime caratteristiche del suo legno, come

GIULIANO DE PRATO 99 materiale da costruzione, ha portato alla col- tivazione dell’Abete rosso in tutto l’arco alpi- Elenco delle specie di maggior interesse no, fino a livello della pianura. Praticamente che si incontrano lungo i due percorsi l’uomo lo ha aiutato in tutti i modi a vincere la competizione con il Faggio, elemento na- Mediterranea-Atlantica, 4 specie, tra le quali: Li- turale che occupava e occupa una buona lioasfodelo minore (Anthericum ramosum). parte delle zone fresche dei monti. Euro-Mediterranea, 27 specie, tra le quali: Pun- gitopo (Ruscus aculeatus), Lino delle fate (Stipa La flora e la vegetazione delle pendici Sud eriocaulis ssp. austriaca), Arabetta maggiore del Monte Sorantri di Raveo e del Cuel di Novolae (Arabis turrita), Vedovina a foglie sottili (Scabio- sa gramuntia), Tamaro (Tamus communis). Le pendici rivolte a Sud del Monte Sorantri, al- le spalle di Raveo (discesa del 1° percorso de- Illiriche + S-E Europee, 8 specie, tra le quali: Bille- scritto di seguito) e le pendici a meridione del ri a 3 foglie (Cardamine trifolia), Cornetta guaina- Monte Novolae (salita del 2° percorso) sono ta (Coronilla vaginalis), Calcatreppola ametistina prevalentemente boschive, con vegetazione ter- (Eryngium amethystnum), Veronica spigata mofila (amante il caldo). Entrambi queste aree si (Pseudolysimachion spicatum). possono ritenere al confine tra le zone submon- tana e quella montana; sono infatti presenti an- Pontiche, 10 specie, tra le quali: Erba-perla azzur- cora specie mediterranee che, come il Pungi- ra (Buglossoides purpurocaerulea), Cardo serretta topo, hanno qui il limite della loro vegetazione (Cirsium pannonicum), incrocio Cardo zampa in Carnia. In particolare il bosco che copre la fa- d’orso e C. serretta (Cirsium X linkianum), Lino scia entro la quale si sviluppa la stradina bianca montano (Linum tenuifolium). per la salita alla Novolae è caratterizzato dalla presenza di Carpino nero (Ostrya carpinifolia) e Alpine, 1 specie: Campanula spigata (Campanula Roverella (Quercus pubescens) e il corredo flori- spicata). stico comprende molte specie termofile apparte- nenti ai diversi geoelementi. Anche le altre aree interessate dai due percorsi buona parte della montagnola. La lenta pendice sono coperte da boschi, con prevalenza di latifo- a Nord-Ovest del Novolae è invece ricoperta da glie. L’aggiramento a Nord del Novolae attraversa boschi più o meno giovani di diverse essenze, la- alcuni tratti di Faggeta matura; questa copre, ad tifoglie e a tratti Peccete pure. Questa situazione esclusione delle zone sommitale e meridionale, risulta dalla recente rinuncia alla falciagione e al

100 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO pascolo di molti tratti prativi, oramai quasi L’ultimo valore indica un basso grado di inquina- scomparsi. L’abbandono totale, o l’impiantagio- mento dell’ambiente vegetale. I due elementi, ne arborea di questi, ha prodotto una situazio- europeo e mediterraneo, si bilanciano perfetta- ne boschiva disordinata. mente. L’elemento illirico eguaglia la frazione Alle spalle di Raveo, la stradina a ciottoli che con- montana dell’elemento mediterraneo, e sommati duce alla chiesa della Madonna e procede oltre assieme pareggiano con l’elemento europeo. fino a incontrare la strada asfaltata per Valdie, at- Nel confronto con la flora rilevata nelle altre aree traversa un ambiente inizialmente prativo, ma del Parco Intercomunale delle Colline Carni- con margini alberati; più oltre attraversa tratti di che, situate nella piana del Tagliamento, si ri- faggeta e di pecceta. Nei pressi della chiesa e del scontra una maggiore importanza delle specie convento il bosco è particolarmente ricco di Ca- illiriche e mediterranee a prezzo di minor pre- stagno (Castanea sativa) e di Carpino bianco senza di specie a grande distribuzione. (Carpinus betulus). La parte superiore del Monte Sorantri è ricoperta da una bellissima faggeta, en- tro la quale è inserita una striscia impiantata a La flora della fascia inferiore del M. , Peccio (Abete rosso ovvero Picea excelsa). prossima al Tagliamento, e di alcuni punti Considerando unitariamente le due aree in og- della piana di Enemonzo getto, possiamo esaminare la flora incontrata lungo i due percorsi di seguito descritti. Rite- La fascia inferiore boschiva del versante nord nendo valido il campione delle circa 200 spe- del Monte Verzegnis, adiacente al greto del fiu- cie rilevate, analizzandone la composizione in me Tagliamento, comprende tratti di bosco ri- termini di geoelementi, i conteggi danno i se- entranti nelle diverse tipologie dei boschi «Pi- guenti valori: neta a Pino silvestre». Da Casolari Mingotti, verso Ovest, fino un po’ • 42,7% di specie a grande distribuzione geo- oltre il Clap Forat, dopo un tratto prativo inizia- grafica (elementi oltreuropei e cosmopoliti); le, il sentiero (strada) spesso separa la pineta • 21,2% di specie europee; arricchita verso monte, dal bosco di ripa che è • 21,6% di specie mediterranee, di cui 11,9% in formazione nella conca umida. Pur essendo mediterraneo montano; a fondovalle, il basso ma relativamente lungo • 12% di specie illiriche in senso ampio (Il- colle, che argina il Tagliamento in questo trat- lirica e Pontica); to, impedisce un veloce scarico delle acque • 0,5% di specie alpine (1 specie); che scendono dalla montagna e così determina • 0% di specie endemiche; le condizioni di alta umidità. Segue un bosco a • 2% di specie coltivate o avventizie. Pineta pura (con Ginepro ed Erica) relativa-

GIULIANO DE PRATO 101 Elenco delle specie di maggior interesse Pontiche, 14 specie, tra le quali: Finocchiella maggio- che si incontrano lungo il percorso re (Seseli libanotis), Linaiola bavarese (Thesium bava- rum), Giaggiolo susino (Iris graminea). Mediterraneo-Montano, 43 specie, tra le quali: Gine- stra stellata (Genista radiata), Genziana dei calcari Alpine, 15 specie, tra le quali: Camedrio alpino (Gentiana clusii) e Genziana alata (G. utriculosa), (Dryas octopetala), Arabetta alpina (Arabis alpina), Geranio crestato (Geranium macrorrhyzum), Cinque- Bonarota comune (Paederota bonarota), Sassifraga foglia penzola (Potentilla caulescens), Santoreggia di Burser (Saxifraga burseriana), Aquilegia azzurra montana (Satureja montana ssp. variegata), Sassifra- (Aquilegia einseleana), Clematide alpina (Clematis ga verdazzurra (Saxifraga caesia). alpina), Rodo dendro irsuto (Rhododendron hirsu- tum). Non è stata contata la Linaria alpina, pure rin- Euro-Mediterraneo, 10 specie, tra le quali: Erba ama- venibile nelle ghiaie del Tagliamento lungo tutto il ra dei boschi (Tanacetum corymbosum) e Arrestabue lato Nord. (Ononis spinosa). Endemiche, 4 entità (tre endemismi regionali assolu- Illiriche + S-E Europee, 12 specie, tra le quali: Citiso ti e uno relativo): Euforbia della Carnia (Euphorbia porporino (Chamaecytisus purpureus), Bonarota gial- triflora ssp. kerneri), Spirea cuneata (Spiraea decum- la (Paederota lutea), Cornetta guainata (Coronilla va- bens ssp. tomentosa), Bupleuro della Valcanale (Bu- ginalis), Dentaria digitata (Dentaria pentaphyllos), pleurum canalense), Poligala friulana (Polygala foro- Stregona gialla (Stachys labiosa). julensis) (specie subendemica).

mente giovane, su suolo recentemente coloniz- e fasce erbose in prossimità del Laghetto e del zato; che sfuma, sotto la strada, in una striscia ristorante Privilegio. sempre più stretta. A monte della strada la pi- Considerando unitariamente l’insieme della flora neta è invece quasi sempre con latifoglie, ce- rilevata lungo tutto il percorso, possiamo analiz- spugli, arbusti ed erbe a foglia larga. Oltrepas- zarne la composizione. Lo scopo di questa ana- sata la Seazza, in bella e luminosa Pineta con lisi è relativo al confronto con le altre aree del ampie schiarite, si completa il percorso sulla parco, per le quali l’analisi è stata eseguita con le destra del Tagliamento. stesse modalità. Ognuna delle circa 300 specie Per la piana di Enemonzo si propongono solo determinate è stata classificata secondo il geoele- alcune situazioni di ridotta estensione: pinetina mento di appartenenza; questo indica la distribu-

102 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO zione geografica della specie o la zona di parten- L’ultimo valore, inferiore al 2,5%, indica un bas- za per la sua diffusione. Considerando la lista so grado di inquinamento vegetale (livello «pros- delle 291 specie come campione valido della flo- simo-naturale»). ra dell’area interessata, possiamo considerare le Per l’abbondante presenza di specie Mediterra- percentuali appartenenti ai diversi geoelementi neo-Montano (14,8%), il gruppo Mediterraneo- per analizzare la composizione floristica. Atlantico supera nettamente l’elemento Euro- Risultano i seguenti valori: peo; cioè prevale la componente meridionale rispetto a quella a Nord delle Alpi. • 44,6% di specie a grande distribuzione geo- Il gruppo Illirico è solo 2/3 dell’elemento Me- grafica (elementi oltreuropei e cosmopolita); diterraneo-Montano; si tratta di zona al versan- • 17% di specie europee; te nord di una montagna e perciò le specie Il- • 20,3% di specie mediterranee, di cui 14,8% liriche, più termofile, sono in svantaggio. mediterraneo montano; La particolarità botanica della zona interessata • 9% di specie illiriche in senso ampio (ele- da questo percorso risiede soprattutto nell’ele- mento illirico e pontico); vato numero di specie alpine ed endemiche os- • 5,2% (15 specie!) di specie alpine in senso servabili: 15 specie alpine e 4 specie endemi- ampio (elemento artico-alpino, Est-alpino, che regionali indicano una buona importanza alpino); botanica del percorso; ciò a maggior ragione se • 1,4% (4 specie!) endemiche; si pensa che il tragitto si svolge interamente • 2,4% (7 sp.) avventizie o coltivate. sotto i 400 m di quota.

Note

1 Areale: area di distribuzione geografica di una specie 6 Esalpica: di luogo esterno alla zona alpina. o genere. 7 Mesalpica: tipico delle montagne a quote medie. 2 Illirico: dell’Illiria, regione balcanica comprendente l’ex- 8 Alpi Dinariche: catena montuosa parallela e poco in- Iugoslavia, esclusa la Macedonia. terna alla costa adriatica della Dalmazia, a cavallo del 3 Pontico: del Ponto, regioni prossime al mar Nero. confine attuale tra Croazia e Bosnia. 4 Geoelemento o elemento (abbreviato): insieme delle 9 Neolitico: periodo preistorico, in Italia compreso circa specie botaniche con distribuzione geografica centrata tra il 6000 a.C. e il 3000 a.C. nell’area specificata. 10 Valore selvico: di interesse forestale. 5 Calcarea: di calcare, roccia sedimentaria costituita da 11 Suoli acidi: suoli con caratteristiche di acidità, che han- carbonato di calcio e carbonati doppi di calcio e ma- no reazione acida, che colorano di rosso la cartina tor- gnesio (calcari dolomitici), oppure di calcio e silicio nasole, che danno eccesso di ioni idrogeno. (calcari arenacei). 12 Calcare: vedi nota 5.

GIULIANO DE PRATO 103 PERCORSI CON DESCRIZIONE PUNTUALE DELLA VEGETAZIONE E DELLA FLORA

1° percorso: da Raveo alla chiesa della Madonna e al Monte Sorantri

Dalla piazza principale del paese parte la stradina ‘via del Monte’, che con pendenza discreta, esce tra le ultime case e si inerpica, con poche curve verso i prati e i boschi sovrastanti il paese. La prima parte della salita non presenta grandi interessi naturalistici o ambientali, non attraversando ambienti del tutto naturali. Attualmente questo tratto di strada è quasi interamente in ombra per l’imboschimento naturale o ad opera umana, sui terreni non più coltivati. Salendo, si incontrano numerose ancone votive; consigliamo anche una piccola sosta per riprendere fiato. In molti tratti, i rami degli alberi e dei cespugli, di Orniello (Fraxinus ornus) e di Nocciolo (Corylus avellana) sopra la strada si incontrano, creando un fresca e oscura galleria vegetale. In diversi punti della salita la galleria si interrompe e ai margini incolti della strada compaiono associazioni di rovi e piante comuni; a volte si osservano piccole aree (es: interno di curve, muretti, scarpate…) dove si notano alcune piante interessanti, legate all’ambiente termofilo di questo fianco di monte: Garofano di bosco (Dianthus monspessulanus ssp. monsp.), Ginestrino comune (Lotus corniculatus), Fragola (Fragaria vesca), Elleborina violacea (Epipactis atro- purpurea), Timo goniotrico (Thymus pulegioides), Ononide spinosa (Ononys spinosa), Campanule va- rie (Campanula sp.). Quando si entra nel bosco, la strada si trova come in un canalone scavato nel terreno, con fianchi ripidi che arrivano anche a 10 metri sul lato a monte. Gli alberi sono Abete rosso (Picea excelsa), Orniello e Carpino bianco (Carpinus betulus); il sottobosco è molto ridotto. Dopo una ‘finestra’ di una decina di metri si rientra in una breve galleria vegetale per poi riprendere luce e voltare a de- stra. Ora il bosco sopra la strada diventa il tipico «Ostrieto», con Carpino nero (Ostrya carpinifolia) e Orniello; le piante sono tutte ancora giovani. Dopo una curva verso sinistra, compaiono a bordo strada alte erbe da fiore, legate al bosco termofilo: Lassana o Grespignolo (Lapsana communis), Ga- rofanino di Dodonaeus (Epilobium dodonaei), Citiso scuro o Maggio (Lembotropis nigricans), Spigarola bianca (Melampyrum pratense), Canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), Erba di S. Giovanni (Hypericum sp.), ecc. Brevi muretti a margine mostrano i ciuffi delle due felcette comuni: Asplenio tricomane (Asplenium tri- comanes) e Asplenio ruta muraria (Asplenium ruta-muraria). Il bosco, come spesso lungo il tratto in salita, non è uguale ai due lati della strada.

104 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Non molto lontani ormai dalla chiesa, il bosco presenta a destra (a monte) grandi Faggi (Fagus sylvatica) e a sinistra (a valle) Carpino nero e Abete rosso. Più avanti si ha bosco di soli grandi fag- gi, con sottobosco quasi nullo; la strada ora è un autentico canyon, le radici dei faggi tengono fer- ma la terra sulle due ripide scarpate. Si giunge così ai piedi della scaletta che conduce al terrazzo dove è la chiesa.

Chiesa della Madonna di Raveo Ai piedi della scaletta si nota la presenza di un ampio corteo di pian- te fiorite (l’elenco si riferisce ai mesi di luglio e agosto): Bibinella o Salvastrella minore (Sanguisorba minor), Cardo zampa d’orso (Cirsium erisithales), Campanula serpeggiante (Campanula rapunculoi- des), Elleborina comune (Epipactis helleborine), Erba medica a fiori gialli (Medicago falcata), Falsa li- querizia (Astragalus glycyphyllos), il non frequente incrocio (Cirsium X linkianum) tra Cardo zampa d’orso e Cardo serretta (C. pannonicum); sdraiate alcune rosette di foglie spinose di Carlina bianca (Carlina acaulis). Sui muretti di cinta del terrazzo le solite due felcette Asplenio, piccole Cinquefoglia (Potentilla reptans) dai fiori gialli, Campanula soldanella (Campanula rotundifolia), Edera (Hedera helix) e poco altro. Nel prato: Prunella comune (Prunella vulgaris), Piantaggine maggiore (Plantago major) e Pian- taggine lanciuola (Plantago lanceolata), Carota selvatica (Daucus carota), trifogli vari (Trifolium sp.), cagli vari (Galium sp.), Tragoselino comune (Pimpinella saxifraga), Salvia dei prati (Salvia pratensis), Strigoli (Silene vulgaris); ai margini del bosco: Canapetta maggiore (Galeopsis speciosa), Lattuga dei boschi (Mycelis muralis), Pratolina (Bellis perennis). Un gruppo di alberelli di Acacia (Robinia pseudoacacia) e di Olmo campestre (Ulmus minor) formano la schiera più avanzata del bosco dietro la chiesa; verso Est alcune giovani piante di Olmo montano (Ulmus glabra) stanno in compagnia di abbondanti cespugli di Corniolo sanguinello (Cornus sanguinea). Riprendendo il cammino, la strada passa per la buia galleria di fronde di alti faggi; il sottobosco è quello tipico della faggeta: Lattuga montana (Prenanthes purpurea), Ciclamino (Cyclamen purpura- scens), Fegatella (Hepatica nobilis); anche Cardo zampa d’orso (Cirsium erisithales), Elleborina comu- ne (Epipactis helleborine), Barba di capra (Aruncus dioicus), cagli vari (Galium sp.). Si continua co- me in un canyon!, con il bosco che muta aspetto in continuazione: in questo tratto sono assieme Abete rosso e Carpino bianco; al suolo si osserva qualche bella rosetta di foglie di Polmonaria mag- giore (Pulmonaria officinalis) (i fiori rosso-azzurri sbocciano prima del finire dell’inverno). Ai margi- ni della strada è spesso presente la grande Felce aquilina (Pteridium aquilinum), ogni tanto anche Erba di S. Giovanni montana (Hypericum montanum). Dove l’ambiente si fa un po’ più luminoso, troviamo anche Meliloto bianco (Melilotus alba) e Canapa acquatica (Eupatorium cannabinum). La stradina si fa più ripida, a monte si vedono solo abeti; nel selciato chiazze di verdi foglioline ap- pressate e i fiori blu della piccola Prunella comune (Prunella vulgaris); a sinistra (a valle) il bosco si fa ripido e irregolare. Un paio di decenni fa la strada franò per le forti piogge. Da allora un sen- tiero porta fino al congiungimento con la strada «nuova» asfaltata. A valle, il terreno franato è co- perto da un fitta coltre di piante e alberelli.

GIULIANO DE PRATO 105 Rosa pendulina. Eryngium amethystinum.

La strada asfaltata per Valdie Il terreno franato è colonizzato da molte piante erbacee e piccoli al- berelli, tra i quali diversi Salici (Salix sp.). Sono abbondanti Canapetta maggiore (Galeopsis specio- sa), Euforbia cipressina (Euphorbia cyperassius), Angelica (Angelica sylvestris), Meliloto bianco (Me- lilotus alba), Assenzio selvatico (Artemisia vulgaris), Equiseto massimo o Coda cavallina (Equisetum telmateja), Carota selvatica (Daucus carota), Salvia vischiosa (Salvia glutinosa), Cardo rosso (Car- duus nutans), ecc. Ai margini della strada asfaltata appena raggiunta, si osservano molte piante a fioritura estiva; soprat- tutto a monte, dove il bosco è molto rado, di vecchi faggi con abbondante luce. Si notano: Erba vi- perina (Echium vulgare), Verbasco (Verbascum sp.), Senecione (Senecio sp.), Barba di becco comune (Tragopogon orientalis), Carlina comune (Carlina vulgaris), Trifogli (Trifolium sp.), Fragola (Fragaria vesca), Dulcamara (Solanum dulcamara), Borracina bianca o Pinocchiella (Sedum album), Origano (Origanum vulgare)… Nel tratto in piano della strada asfaltata, ai margini, si notano: Ginestra spinosa (Genista germani- ca), Cardo rosso (Carduus nutans), Equiseto massimo, Canapa acquatica, Erba di S. Giovanni, Men- ta selvatica (Mentha longifolia), Assenzio selvatico, Caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum), Lina- iola (Thesium sp.), Veronica delle faggete (Veronica urticifolia); sotto i faggi alcuni esemplari di Elleborina rosea (Cephalanthera rubra), in fiore fino a metà luglio. Le ultime erbe, a margine del- la strada ci mostrano: Geranio silvano (Geranium sylvaticum), Erba maga comune (Circaea lutetia- na) e Veronica maggiore (Veronica chamaedrys). Si giunge al tratto più elevato del percorso, qui i vecchi e radi faggi a monte della strada lasciano il posto ad un bellissima abetina, priva assolutamente di sottobosco.

106 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Pista forestale per la sommità del Monte Sorantri Guardando attraverso i fusti degli abeti, si intra- vedono due stavoli, meno di 100 m dentro il bosco, e si individua una stradina che partendo da quella asfaltata, destreggiandosi tra gli abeti, oltrepassa le due costruzioni. Tale stradina, poi sen- tiero, conduce anche alla sommità del Monte Sorantri, dove è recente la scoperta di un antichissi- mo villaggio celtico, abitato, sembra, fino al I secolo dopo Cristo. Riprendendo la discesa, la strada asfaltata curva a sinistra e dopo pochi metri ci porta ad ammira- re, verso Est, l’altopiano di , con ben allineati i paesi di Trava, Avaglio e Lauco, sullo sfondo la grande piramide del Monte Amariana, che chiude la vallata. Guardando a monte, oltre il mace- reto, si vede la parete rocciosa del Monte Sorantri, 100 m circa sopra la testa. La discesa è comoda. Ripide curve portano giù di quota in pochi minuti. Nel primo tratto, con stret- tissimi tornanti, la strada taglia la montagna in ambiente roccioso e non del tutto stabilizzato. Gli al- beri sono di diverse specie: Abete rosso, Carpino nero, Orniello e Castagno. La strada procede per tornanti più lenti e su pendio meno ripido e meglio consolidato, il bosco è ancora misto ma più ma- turo, con: Abete rosso, Larice (Larix decidua), Pino nero (Pinus nigra), Castagno e Tiglio selvatico (Tilia cordata). A bordo strada si scorgono le piante tipiche di terreni rocciosi esposti al sole: Lilioasfodelo minore (An- thericum ramosum), Cornetta dondolina (Coronilla emerus), Ginestrino comune (Lotus corniculatus), Vedovina (Scabiosa sp.), Cèspica annua (Erigerum annuus), Erba di S. Giovanni, Garofanino di Do- donaeus (Epilobium dodonaei), Meliloto bianco (Melilotus alba), Verbasco (Verbascum sp.)… oltre al- le ubiquitarie: Canapa acquatica, Clinopodio (Clinopodium vulgare), Canapette (Galeopsis sp.), Erba roberta (Geranium robertianum), Caglio levigato (Galium laevigatum), ecc.

Stretti canali sassosi (Detriti) In presenza di canali pietrosi instabili a monte della strada, si fanno no- tare gruppi di piante più termofile: Borracina bianca o Pinocchiella (Sedum album), Ruchetta selvati- ca (Dyplotaxis tenuifolia), Elleborina violacea (Epipactis atropurpurea), Strigoli (Silene vulgaris), Canapetta violacea (Galeopsis ladanum), Pittimo (Cuscuta epythymum)… Comunissima la felcetta Asplenio ruta muraria (Asplenium ruta-muraria) ovunque sui massi a bordo strada. Il bordo a valle della strada presenta solo raramente 2-3 metri di prato; allora attirano lo sguardo i colori delle alte Vedovina selvatica (Scabiosa columbaria) e dei rari esemplari di Centauro maggiore (Centaurium erythraea); comune invece, ma difficile da osservare, il Lino purgativo (Linum catharticum), pian- ta bassa dai piccoli fiori chiari. Comunissima l’Erica (Erica herbacea); ovunque Ciclamino (Cycla- men purpurascens) e Spigarola bianca (Melampyrum pratense). Procedendo nella discesa, il bosco, da fitto e misto, diventa puro «Ostrieto» (carpino nero e orniel- lo), con piante ancora tutte giovani. Venti metri prima dell’ultima curva a nord-est, un macereto a monte della strada richiama l’attenzione per la ricca varietà di piante in fiore fino a stagione inol- trata: notevoli i gruppi di Garofano di bosco (Dianthus monspessulanus ssp. monsp.) e alcuni cu- scinetti di Timo goniotrico (Thymus pulegioides), con foglie variamente colorate. Alla curva anche Mazza d’oro comune (Lysimachia vulgaris), Assenzio selvatico, Clinopodio (Clinopodium vulgare),

GIULIANO DE PRATO 107 Erba viperina, e Bardana selvatica (Arctium nemorosum). Dopo questa curva inizia un trattino di stra- da verso ovest, con ridotta pendenza, che porterà all’ultima curva nel bosco. Il bosco è in prevalenza di giovani piante di Carpino nero (Ostrya carpinifolia) a monte della strada; a valle invece si osseva un boschetto di Larice e Abete rosso. Soprattutto il lato a monte risulta inte- ressante, trattasi di una piccola conca con grandi massi colonizzata da vegetazione termofila.

Conca con massi tra due tornanti della strada Molte le piante termofile che occupano questo ristret- to habitat, tra quelle osservabili sui margini erbosi della strada, si propongono: Camedrio montano (Teucrium montanum), Camedrio comune (Teucrium chamaedrys) e, sotto l’unico abete al margi- ne a valle, un piccolo cuscinetto della splendida Cornetta guainata (Coronilla vaginalis)… oltre alle solite specie già incontrate lungo la discesa, anche: Citiso scuro o Maggio (Lembotropis nigricans), El- leborina comune (Epipactis helleborine), Barba di becco comune o Baciapreti (Tragopogon orientale), Ciclamino (Cyclamen purpurascens), Ginestra spinosa (Genista germanica), Garofanino di Dodonaeus (Epilobium dodonaei), Vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria), Spigarola bianca (Melampyrum pratense), Erba roberta (Geranium robertianum), Aglio delle streghe (Allium carinatum)… Alla curva successiva un bel gruppo di Garofanino massimo o Erba di S. Antonio (Epilobium an- gustifolium) e una fitta popolazione di Equiseto massimo o Coda cavallina (Equisetum telmateia); avvicinandosi ai primi abeti all’esterno della curva si notano le piante ormai seccate della Neozzia o Nido d’uccello (Neotthia nidus-avis), orchidea parassita (fiorisce in maggio-giugno) comunissima nei boschi di abeti o misti poco luminosi. La strada procede ora con ridotta pendenza verso est, attraversa diverse situazioni boschive, natura- li o impianti, e tratti non boschivi invasi da piante pioniere. Il corredo floristico lungo questo tratto di percorso comprende poche novità rispetto quanto già incontrato. Prestando molta attenzione si possono notare, a monte, Elleborina di palude (Epipactis palustris), e subito dopo, alte Radicchielle (Crepis sp.). Si attraversa un boschetto di larici e castagni e poi un breve tratto non curato invaso da acacie. A bordo strada e per alcuni metri a monte sono sempre presenti piante fiorite. In questo ultimo trat- to boschivo si fanno notare: Verga d’oro comune (Solidago virgaurea), Centocchio acquatico (Myosoton aquaticum), Cariofillata comune (Geum urbanum)… Il bosco finisce con una fitta abe- tina impiantata, priva di sottobosco, seguita da un tratto invaso, sempre dal lato a monte, da una fitta popolazione di Canapetta maggiore (Galeopsis speciosa). Individuabili facilmente anche Cardo rosso (Carduus nutans), Silene bianca (Silene alba), Imbutini (Campanula trachelium), Girasole del Canada o Topinambur (Helianthus tuberosus), Stregona dei boschi o Matricale (Stachys sylvatica) e la grande Felce aquilina (Pteridium aquilinum). Usciti infine allo scoperto, si può apprezzare il prato curato sopra e sotto la strada. L’abitato di Raveo non si nasconde più, ormai il percorso volge al termine. La strada attraversa quasi in piano la zona prativa, e, raggiunta un curva all’estremo est, punta in discesa verso le prime case del pae- se. Nei prati coltivati si elevano alberi di Melo domestico (Malus communis = Pyrus malus) e Pero

108 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO comune (Pyrus communis). In primavera questi prati incantano per la ricchezza di fiori dalle infi- nite forme e colori; spiccano le cime fiorite dell’Orchidea increspata (Orchis tridentata) e la gialla Primavera odorosa (Primula veris). In piena estate, dal margine della strada discretamente popolato, ci attirano i colori di: Clinopodio, Prunella comune, Timo goniotrico, Agrimonia comune (Agrimonia eupatoria), piccole Cinquefoglia (Potentilla sp.) e le infiorescenze blu di Veronica spigata (Pseudolisymachion spicatum), di Cam- panula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia) e di Campanula Soldanella (C. rotundifolia). Ormai in paese, la strada passa davanti a un bar ristorante e, in circa un centinaio di metri, condu- ce al punto di partenza.

2° percorso: Raveo (Anello della Novolae) partenza dal bivio con la strada per Colza

Al bivio, si prende la strada provinciale per Colza, si supera il pon- te e trenta metri oltre si imbocca la strada ghiaiosa sulla sinistra, che scende in zona boschiva a pochi metri dal torrente Chiarsò di Raveo. Per giungere all’attacco del Monte Novolae, in prossimità di Esemon di Sopra, al ponte sul torrente Chiarsò, si segue questa stradina bianca per circa due chilometri. L’ambiente attraversato ri- sulterà solo all’apparenza uniforme; infatti, presenta contenuti flo- ristici molto variabili. Seppure la strada segua costantemente il pie- de della collina sul margine destro e si mantenga quasi sempre a contatto o molto prossima all’argine del torrente, per l’effetto di presenza di torrentelli, si sono for- mate delle piccole aree ricche di molte piante interessanti; anche la composizione del bosco, mol- to variabile, influenza il contenuto floristico. La strada procede in piano o in leggera discesa per tutto il tratto, con un ridotto numero di curve. Il bosco sulla destra varia in continuazione: abetina pura di Abete rosso (Picea excelsa), abetina mista a Frassino (Fraxinus excelsior); più avanti bosco a latifoglie con Tiglio selvatico (Tilia cordata), Ontano bianco (Alnus incana) e salici (Salix sp.). Queste in sintesi estrema le principali composizio- ni del bosco alla base del fianco della collina. Alla sinistra, lungo la fascia tra strada e argine del Chiarsò, si incontrano solo due tratti boschivi. Un bel bosco di Abete rosso nella prima parte e, ver- so la fine, uno stretto boschetto di Pino nero (Pinus nigra) e Orniello (Fraxinus ornus), separato dal- la strada dalla pista erbosa del metanodotto. Volendo indicare la più interessante situazione floristi- ca, lungo questo tratto di avvicinamento al Monte Novolae, si proporre l’ultima parte. Gli ultimi 50 m prima della svolta a destra finale sono frequentemente invasi dall’acqua proveniente da un rivo interno al bosco. Tale flusso si verifica solo a seguito di intense piogge. Dopo questa curva la stra- da entra nella campagna coltivata di Esemon di Sopra.

GIULIANO DE PRATO 109 Gli ultimi 50 metri prima della curva finale La zona boschiva sulla destra della strada, da cui tra- bocca quest’acqua, costituisce un habitat ideale per alcune specie a fioritura primaverile, tra le qua- li: Aglio orsino (Allium ursinum), Dentaria digitata (Dentaria pentaphyllos) e Billeri a tre foglie (Cardamine trifolia). Al margine destro della strada si nota anche un piccolo filare di piante di Lampone (Rubus idaeus) e Menta d’acqua (Mentha aquatica). Dove l’acqua attraversa la pista del metanodotto, che qui è a contatto con la strada (gli ultimi 15 m circa prima della curva verso destra), si osserva una fitta popolazione di alte erbe. Tra queste, atti- ra l’attenzione lo Stoppione (Cirsium arvense); ma la più interessante è certamente il Garofanino d’acqua (Epilobium hirsutum): con la sua statura emerge dal mucchio e si fa notare per i numero- si fiori di colore rosso carico, distribuiti su tutta la porzione ramosa superiore. Quasi alla curva, al margine destro, spiccano alcuni grandi esemplari di Salcerella (Lythrum salicaria), dalle dense spi- ghe di piccoli fiori di colore lillacino. Alla curva anche la Balsamina gialla o Non-mi-toccare (Im- patiens noli-tangere). Dopo la curva, la strada si congiunge con una pista che, attraverso la campagna coltivata, punta di- ritta verso Esemon di Sopra. La via più breve per raggiungere il ponte, al di là del quale inizia la salita alla Novolae, è quella di seguire un sentierino che, da pochi metri oltre il punto d’incontro delle strade, attraversa in linea retta il prato puntando verso un traliccio (in direzione del ponte) e poi continua fino ai primi gran- di tigli. Qui si deve salire sul basso muro d’argine (largo un metro) che conduce al ponte.

Salita alla Novolae dal ponte sul T. Chiarsò (N-O di Esemon di Sopra) L’inizio della salita alla No- volae è pochi metri dopo il ponte (410 msm) sul torrente Chiarsò di Raveo. Una strada bianca (per solo uso forestale) parte in direzione Nord-Est. Con pendenza leggera e costante, pochi tornanti e un paio di lunghe attraversate in diagonale, porterà in quota (510 msm), alla fresca conca tra il Cuel di Novolae e il colle a Est. Questo primo tratto del percorso è completamente esposto a Sud. La strada è, per buona parte della salita, tenuta in discreta ombra dagli alberi presenti a margine. Molto interessante, per la ricca presenza floristica, è il piccolo triangolo di prato delimitato in basso dalla strada provinciale e dalla stradina bianca e che sale fino sotto le rocce nude e strapiombanti.

Triangolo di prato che sale fin sotto le rocce In questo lembo prativo, in estate, spiccano diverse piante di Verbasco di Chaix (Verbascum chaixii) dalle molte spighe ricche di fiori gialli. Salendo fi- no al piede della roccia si scoprono esemplari di Garofano selvatico (Dianthus sylvestris), in com- pagnia di qualche ciuffo di Lino delle fate (Stipa pennata ssp austriaca). Altra presenza estiva è il Lino montano (Linum tenuifolium), tipico di prati aridi in ambienti termofili, con petali quasi sbian- cati, frequente in Carnia anche a bassa quota. In primavera il piccolo prato asciutto è una festa di colori per la nutrita schiera di orchidee; abbon- dano infatti l’Orchide militare (Orchis militaris) e l’Orchide variegata (Orchis tridentata), fanno compagnia molte Platantera comune (Platanthera bifolia). Simpatica anche la presenza di Vedovel-

110 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Lembotropis nigricans. Physoplexis comosa. Orchis militaris.

le dei prati (Globularia punctata), dai capolini globosi di un lucente colore azzurro. Nel letto del tor- rente Chiarsò, pochi metri a valle del ponte, è facile incontrare le piccole e gracili piantine della Linaria alpina (Linaria alpina), dai fiorellini blu-arancio. È pianta di ghiaioni e macereti alpini di alta quota, ma in Carnia si rinviene anche in tutti i greti dei torrenti nei fondovalle. All’inizio della stradina attira l’attenzione il giallo Trifoglino campestre (Trifolium campestre). Le rocce quasi verticali a monte sono popolate da cespugli e da molte piantine anche fiorite, tra le quali la Cornetta dondolina (Coronilla emerus). Entrambi i margini della strada sono ricchissimi di erbe in fiore e abbondano anche i Rovi (Rubus sp.). Si riconoscono facilmente l’Origano (Origanum vulgare) e la spinosa Carlina comune (Carlina vulgaris); altra presenza costante a margine (su scar- pate o muretti) è la Vite nera o Tamaro (Tamus communis), specie rampicante dalle belle foglie lu- centi, che attira l’attenzione soprattutto quando le numerose bacche diventano rosse. Sulle rocce è facile notare la presenza di esemplari di Semprevivo maggiore (Sempervivum tecto- rum) e a bordo strada le piante grasse della Borracina massima (Sedum maximum), con dense ci- me fiorite verdastre. La strada entra nel bosco, a tratti alterni si cammina come in una galleria di fronde o allo scoper- to. Gli alberi che compongono il bosco naturale (il terreno è un macereto grossolano tenuto fermo

GIULIANO DE PRATO 111 dalle radici degli alberi) sono giovani piante di Carpino bianco (Carpinus betulus), Carpino nero (Ostrya carpinifolia), Acero campestre (Acer campestre) e Orniello (Fraxinus ornus). Sotto gli al- beri, ovunque tra le pietre, sarà costante la presenza del Ciclamino (Cyclamen purpurascens). A bordo strada e sulla scarpata a monte, spesso sono in mostra i gialli fiori dell’Asteroide salicina (Buphthalmum salicifolium), con fiori simili alla margherita comune ma numerosi e gialli, che ri- sulta essere una delle specie più presenti e costanti lungo il percorso. In primavera questo tratto è uno spettacolo di viole e primule ed è anche ingentilito dalla colorita presenza dell’Erba-perla az- zurra (Buglossoides purpurocaerulea). Tra gli alberelli, discreta anche la presenza del Corniolo san- guinello (Cornus sanguinea) e del Corniolo maschio (Cornus mas), ai quali si aggiungono qualche Olmo campestre (Ulmus minor), Nocciolo (Corylus avellana) e Ligustro (Ligustrum vulgare). In breve si giunge al primo tornantino a Est. Nel prato, ormai soffocato dal bosco, molti alberi di Melo comune (Pyrus malus = Malus communis). Tra gli alberi compaiono anche giovani piante di Roverella (Quercus pubescens), che saranno discretamente presenti lungo tutto il tratto in salita, e di Tiglio selvatico (Tilia cordata). Dopo il prato, una curva rimette la strada in direzione Est, segue un tratto quasi rettilineo. Sono sempre in vista i ciclamini e il Tamaro (Tamus communis). Non è invece osservabile dalla strada una popolazione di Pungitopo (Ruscus aculeatus), che resta nascosta dai bassi cespugli. Mentre il bosco è composto sempre dalle stesse essenze legnose, a margine strada si osservano alcune nuo- ve evidenze: l’Aglio delle streghe (Allium carinatum), il Camedrio comune (Teucrium chamaedrys) e il Vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria). Appena si presenta una finestra luminosa, si può finalmente gettare lo sguardo verso la vallata e le montagne intorno. Il margine a valle della strada si arricchisce di Ginestra spinosa (Genista germa- nica), Meliloto bianco (Melilotus alba) e numerosi Succiamele (Orobanche sp.) rinsecchiti, piantine dal fusto eretto non ramoso, prive di clorofilla e perciò parassite di altre piante. Si giunge così al tornante all’estrema destra del percorso. È un buon punto d’osservazione e da qui inizia la traversata, verso Ovest prima e Nord-Ovest dopo, che porterà nella rilassante conca boschiva.

Curva panoramica a Est e attraversata con rocce a monte La curva e tutto il tratto successivo, con rocce a monte, sono ricchi di interessanti piante. In primavera si incontrano Arabetta irsuta (Arabis hir- suta), Arabetta maggiore (Arabis turrita), Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis) e Erba storna carni- cina (Aethionema saxatile), tutte rappresentanti della famiglia delle Crucifere (piante con fiori a quat- tro petali con quattro stami, calice a quattro sepali e frutto a siliqua più o meno allungata). Sempre in primavera, subito dopo la curva, un folto gruppo di Iva ginevrina (Ajuga genevensis), piantina eretta con folta spiga di fiori blu tra le verdi foglioline, crea un tappeto colorato di qualche metro quadra- to. Pendenti dalle rocce, si mostrano diverse grandi piante di Lattuga rupestre (Lactuca perennis). Nei mesi estivi si mette in mostra qua e là il giallo Eliantemo comune (Helianthemum ovatum), mentre dalle rocce pendono i rametti della odorosa Santoreggia montana (Satureja montana ssp. variegata), che nella cucina tradizionale di qualche paese della Carnia sostituisce l’Osmarino.

112 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Dopo il tornante, la strada procede ben in luce, prima in leggera pendenza, poi praticamente in piano. Per buona parte del tratto, piccole pareti rocciose si elevano dal margine stradale e contribuiscono a creare un habitat ideale per diverse piantine amanti del caldo, ben riparate dal vento. Dopo aver incontrato qualche esemplare di Campanula spigata (Campanula spicata) radicato nella roc- cia, si può notare, a terra sotto la parete, un folto gruppo di Geranio sanguigno (Geranium sangui- neum) e ovunque il Lilioasfodelo minore (Anthericum ramosum). Prima di una leggera curva, in un lembo di prato che scende tra le rocce e poi anche a margine strada sotto le rocce successive, si fanno ammirare gruppi di splendidi esemplari della spinosa Calcatreppola ametistina (Eryngium amethystinum), dalla magnifica colorazione violetta. Qui, nel margine erboso verso valle, largo cir- ca tre metri, non sarà difficile scorgere un gruppetto delle esili ma slanciate piantine di Veronica spigata (Pseudolysimachion spicatum = P. barellieri ssp. nitens), con la sottile ma densa spiga di piccoli fiori blu. La strada procede quasi in piano, alti alberi la tengono in ombra per un tratto, poi di nuovo in pie- na luce. Finisce la parete rocciosa a monte e si entra decisamente nel bosco. Incontriamo i soliti al- beri, Carpino nero e Orniello, siepi di Nocciolo, cui si aggiunge sempre più numeroso il Faggio (Fa- gus sativa). Nel sottobosco, oltre al solito Ciclamino e alla comune Spigarola bianca (Melampyrum pratense), si nota il verde ed esile tappeto della Moehringia muschiosa (Moehringia muscosa). Dopo un tratto di bosco di piante mature di Faggio, con qualche Carpino bianco e più rari Tassi (Taxus baccata), si raggiunge la fresca conca attrezzata con panche e tavolo. Il bordo della strada è ingentili- to da Erba roberta (Geranium robertianum) e dagli azzurri Imbutini (Campanula trachelium), nel sot- tobosco attira sempre l’attenzione il magnifico e profumato Ciclamino.

Conca attrezzata con panchine e tavolo Nella conca, tutto attorno al posto attrezzato per la sosta, il bosco è giovane con piante di Faggio, Carpino bianco, Abete rosso. Il sottobosco rivela una ricchissima quantità di piante, poche però sono in fiore, essendo in maggio- ranza a fioritura primaverile: Pervinca (Vinca minor), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officina- lis), Billeri comuni (Cardamine impatiens), Baccaro comune (Asarum europaeum), Mercorella ba- starda (Mercurialis perennis), Croco bianco (Crocus albiflorus), Primula comune (Primula vulgaris), Fegatella (Hepatica nobilis), Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus), Erba fragolina (Sanicula euro- paea), Uva di volpe o Erba crociola (Paris quadrifolia), Dentaria minore (Dentaria bulbifera), Latte di gallina giallastro (Ornithogalum pyrenaicum), Lucertolina fetente (Aposeris foetida), Giglio marta- gone (Lilium martagon), Dentaria digitata (Dentaria pentaphyllos) e Dentaria a nove foglie (Den- taria enneaphyllos). Una ventina di metri dopo il posto attrezzato si incontra una biforcazione della pista: la strada prin- cipale svolta a sinistra, acquista pendenza e punta in alto dove raggiunge una galleria della prima guerra mondiale; l’altra procede diritta e termina nella conca. Alla biforcazione scopriamo un lembo erboso bene in luce. In questo triangolo di prato sono poche le fioriture estive, tra queste: Aglio delle streghe (Allium carinatum), Erba pecorina (Potentilla reptans), Er-

GIULIANO DE PRATO 113 ba di S. Giovanni comune (Hypericum perforatum) e Campanula soldanella (Campanula rotundifolia); numerosi invece i resti di piante già sfiorite di: Aquilegia scura (Aquilegia atrata), Primula comune (Pri- mula vulgaris), Fiordaliso (Centaurea sp.), Ambretta (Knautia sp.) e diverse orchidee: Orchide macchia- ta (Dactylorhiza fuchsii), Platantera comune (Platanthera bifolia) e Elleborina comune (Epipactis helle- borine). Un po’ oltre la seconda biforcazione, una pozza d’acqua dà vita a un piccolo giardinetto fiorito: Mazza d’oro comune (Lysimachia vulgaris), Lattuga dei boschi (Mycelis muralis), Canapa acquatica (Eu- patorium cannabinum), Salvia vischiosa (Salvia glutinosa), Centocchio dei boschi (Stellaria nemorum), Poligoni (Poligonum sp.), Lattuga montana (Prenanthes purpurea), Cicerchia dei prati o Erba galletta (Lathyrus pratensis), Giunchi (Juncus sp.) e il vistoso Senecione silvano (Senecio nemorensis). Sfiorite in- vece le primaverili: Erba fragolina (Sanicula europaea), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis), Anemone trifogliata (Anemone trifolia), Billeri a tre foglie (Cardamine trifolia) ed altre Crucifere. Si riprende il cammino per il sentiero che, circa 20 m dopo il triangolo erboso, prende a salire sul- la sinistra. A motivo del recente disboscamento tutto il tratto più a nord del fianco sinistro della conca è ben in luce. Si sale per il sentiero che subito si infossa come in un ripido canale. Può es- sere preferibile salire fuori sentiero, alla destra, restando paralleli al canale, così si passa accanto a diversi gruppi di piantine fiorite, tra le quali: Erba lucciola bianca (Luzula luzuloides), Erba luccio- la maggiore (Luzula nivea) e Erba di S. Giovanni montana (Hypericum montanum). Si entra di nuovo sotto radi alberi, a sinistra (Sud), un canale è invaso da pietrame, come anche il ripido fian- co boschivo di fronte a Sud. Giunti in cima alla salitina si attraversa un tratto in piano: qui parte del bosco di faggio è stato ta- gliato da poco, restano alcune rade piante di Betulla (Betula pendula), Ciliegio (Prunus avium) e Abete rosso. Superato il tratto piano e luminoso, il sentiero si immette nella nuova strada bianca che conduce a Raveo. La camminata continua necessariamente per la strada. Purtroppo in questa situazione il contatto con la natura viene quasi interrotto per la quasi totale mancanza di margini erbosi e la notevole distanza degli alberi del bosco; passerà più di qualche anno prima che le scar- pate riprendano i colori delle erbe indigene. La strada piega verso l’interno di una ampia e buia conca boschiva. Si è raggiunta la conca tra Cuel di Novolae e Cuel Taront. I grandi faggi con le enormi fronde bloccano tutta la luce, impedendo ad altre piante di sopravvivere; al suolo troviamo solo alcune felci, Ciclamino, Acetosella dei bo- schi (Oxalis acetosella) e poco altro. Fino a una ventina d’anni fa, la parte centrale della conca era un bel prato, pascolato e anche falciato, ora è un boschetto di Carpino bianco (Carpinus betulus), con alcune eleganti Betulle (Betula pendula) e una fila di vecchi cespugli di Nocciolo (Corylus avel- lana). Prima della costruzione di questa strada, il sentiero attraversava varie situazioni in cui si osservava- no piccole ma interessanti comunità vegetali. Le specie più interessanti che si incontravano: Genziana asclepiade (Gentiana asclepiadea) dai grandi fiori blu che fioriscono nella tarda estate, Orchidea mac- chiata (Dactylorhiza fuchsii) e Giglio martagone (Lilium martagon) prima di giungere nella conca. Tra

114 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Chamaecytissus purpureus. Geranium sanguineum.

la conca e il prato con stavoli, a monte del sentiero, si incontravano: Lino malvino (Linum viscosum), Campanula soldanella (Campanula rotundifolia), Giglio di S. Giovanni (Lilium bulbiferum), la splen- dida Cornetta guainata (Coronilla vaginalis), Lilioasfodelo minore (Anthericum ramosum), Lino mon- tano (Linum tenuifolium), Timo goniotrico (Thymus pulegioides), Caglio zolfino (Galium verum), Ca- medrio montano (Teucrium montanum), Camedrio comune (Teucrium chamaedrys), Enula scabra (Inula hirta), la parassita Pittimo (Cuscuta epythymum), Erba maga comune (Circaea lutetiana) ed al- tro ancora. La strada procede quasi in piano; a monte bosco pulito di Faggio (Fagus sativa) e a valle bosco giova- ne di Carpino nero (Ostrya carpinifolia); al suolo poche erbe: alcune felci, tra le quali Polipodio comu- ne (Polypodium vulgare), Spigarola bianca (Melampyrum pratense) e poco altro. Si continua in lenta discesa. A monte spunta un bel triangolo di prato, un muretto a secco si eleva dal margine per sostenere il terreno.

Prato con due stavoli Il prato viene ancora falciato; vi sono alcuni vecchi alberi da frutto: Pero (Pyrus communis), Ciliegio (Prunus avium), Susino (Prunus domestica) e due stavoli; tutto appa- re ben curato. A fine luglio, con l’erba falciata da poco, si possono osservare diverse piante fiorite; merita citarne alcune finora mai segnalate. Dietro il primo stavolo si può vedere un gruppo di Celidonia (Chelidonium majus); nell’erba tra i due stavoli, fino a inizio estate, si fanno notare piante di Aquilegia scura (Aquilegia atrata). Tajola comune (Tofieldia calyculata) e Brugo (Calluna vulgaris) sono abbon- danti nella parte alta del prato e molti gruppetti di Parnassia (Parnassia palustris) popolano la parte cen-

GIULIANO DE PRATO 115 trale del prato. All’angolo in basso, appena sopra la strada, incontriamo numerosi esemplari fioriti di Vedovina a foglie sottili (Scabiosa gramuntia). Ripresa la strada, sul margine a monte scorre un rivolo d’acqua, ciò favorisce la presenza di diverse erbe, alcune già incontrate più una novità interessante: al- cuni cespi di Carice giallo (Carex flava). Continuando, il precedente bosco a valle, di Carpino bianco (Carpinus betulus) e Betulla (Betula pendula), lascia il posto a una abetina. Più oltre ancora, il bosco diventa misto, compaiono anche Ontano bianco (Alnus incana), Frassino (Fraxinus excelsior) e Castagno (Castanea sativa). Superato il tratto con bosco giovane e misto, caratterizzato da una elevata umidità (anche flusso d’ac- qua vicino alla strada), si continua per bosco di faggi, con rari abeti e frassini, a terra le tipiche pianti- ne che compongono il sottobosco della faggeta: Ciclamino (Cyclamen purpurascens), Fegatella (He- patica nobilis), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis), Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus), Lucertolina fetente (Aposeris foetida), Acetosella dei boschi (Oxalis acetosella), ecc. Finisce il bosco a Faggio (Fagus sativa), sostituito da bosco misto a prevalenza di giovani piante di Carpino nero (Ostrya carpinifolia). La strada procede accompagnata da sempre più frequenti cespugli di Corniolo sanguinello (Cornus san- guinea) e Nocciolo (Corylus avellana), anche la presenza delle alte erbe si fa costante: Salvia vischiosa (Salvia glutinosa), Canapa acquatica (Eupatorium cannabinum), Vincetossico (Vincetoxicum hirundi- naria), felci. A destra della strada un piccolo lembo prativo, a frutteto (alberi di Susino), è ormai catturato dal bosco e invaso da rovi e alte erbe e arbusti. Segue un tratto con alla destra una giovane pecceta e a monte (oltre una siepe) un grande prato, in parte a frutteto con piante di Melo (Pyrus malus). Poco oltre, un tratto di prato a valle consente una visione della Val Degano fino a . La parte finale della discesa attraversa varie situazioni boschive; caratteristica è l’evoluzione in atto del bo- sco, che sta inglobando velocemente i numerosi prati che venivano falciati o pascolati fino a pochi anni fa e ora sono abbandonati. Il corteggio floristico di questo ultimo tratto fornisce un misto tra piante di prato, piante antropi- che, cioè di luoghi frequentati dall’uomo, e piante boschive. Tra le specie prative si segnala: Garo- fano montano (Dianthus barbatus), Aquilegia scura (Aquilegia atrata) e Salvia comune (Salvia pra- tensis). Per gli altri tipi di piante non risultano novità interessanti. Si giunge alla fine della discesa e si esce dal bosco. Le case di Raveo sono a circa 150 m; a una ventina di metri c’è una stazione del metanodotto e nel prato più a nord un alto serbatoio d’acqua. Nei pochi metri che separano la strada dalla recinzione della stazione del metanodotto si può os- servare un’abbondante popolazione di Cinquefoglia norvegese (Potentilla norvegica), specie pre- sente ma rara e soprattutto incostante nella zona alpina delle regioni Nord-orientali. Per tornare al punto di partenza dell’anello si prende il sentiero indicato, per i prati raggiunge la strada asfaltata (strada provinciale di Raveo) in corrispondenza del cimitero, la distanza da percorrere è sui 300 metri; altri 150 metri scarsi verso Sud (per la strada asfaltata) e si arriva ai posti macchina nei pressi del- l’incrocio di partenza.

116 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Enemonzo: da Quiniis al Clap Forat, alla Seazza, ritorno nella Piana (Privilegio) di Enemonzo

La descrizione del percorso inizia dai Casolari Min- gotti. Questa località è situata sul margine sud del gre- to del Tagliamento, si può raggiungere con la stradina che dai prati di Esemon di Sotto punta al Tagliamento e poi l’attraversa (il fiume dev’essere in secca!). In al- ternativa si può puntare subito alla località Clap Forat con la stradina che parte dalla piazza di Quiniis e sempre in linea retta taglia il greto e, entrata nel bo- sco, raggiunge il grande spiazzo ghiaioso del Clap Forat.

Da casolari Mingotti al Clap Forat, per il bosco interno Prendendo la strada che va verso l’interno, si può raggiungere la zona del Clap Forat in pochi minuti. Questa stradina, che inizialmente gira attorno al prato recintato, procede quindi in piano lungo la valletta compresa tra il basso colle (chia- mato Clap Forat) che argina il Tagliamento (con il suo fianco roccioso a nord), e le boschive e len- te pendici del monte Verzegnis. Il bosco che si attraversa, dopo il tratto prativo iniziale, è sassoso ma umido, per l’afflusso di acqua dai ruscelli che scendono dalla montagna e che non trovano ca- nali di scarico. La siepe alberata di Carpino bianco (Carpinus betulus) separa la strada dal prato. Dopo 100 m si curva verso ovest. Molti i cespugli a margine. Nei successivi tratti erbosi, intervallati da stri- sce alberate, si osservano: Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), Fiordaliso vedovino (Centaurea scabiosa) e Fiordaliso nerastro (Cent. Nigrescens), Pigamo colombino, Cresta di gallo (Rhinanthus sp), Margherita comune, Fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi), Strigoli o Bubbolini (Silene vulgaris), Mil- lefoglio montano (Achillea millefolium), ecc. Nell’ultimo tratto di prato, con solite erbe e fiori, anche: Coda cavallina (Equisetum telmateja), Maz- za d’oro comune (Lysimachia vulgaris), Cardo zampa d’orso; in primavera: Botton d’oro (Trollius europaeus) e Consolida femmina (Symphytum tuberosum). Si entra nel bosco, a margine diverse piante da fiore, qui anche Giglio di San Giovanni, Valeriana comune o Erba gatta (Valeriana officinalis). Diversi cespugli o alberelli: Prugnolo selvatico (Pru- nus spinosa), bassi salici, Ligustro comune (Ligustrum vulgare), Sanguinello (Cornus sanguinea). Sulla sinistra abbonda il Mughetto. Questo tratto di bosco è una pineta in via di trasformazione in bosco di ripa; ciò risulta dalla gran- de quantità di cespugli e dalla presenza, sulla destra, di gruppi di alti alberi di Pioppo nero, Salice bianco e Frassino maggiore. Molto presenti a margine: Ortica gialla (Lamiastrum flavidum), Ve- ronica delle faggete (Veronica urticifolia) e Lattuga dei boschi (Mycelis muralis). Abbondanti i ce- spugli anche all’interno del bosco, oltre al Nocciolo, anche Lantana, Crespino, Biancospino e Gi- nepro. Tra gli alberi anche qualche Faggio.

GIULIANO DE PRATO 117 Prossimi al traliccio della linea elettrica, troviamo anche Barba di capra (Aruncus dioicus), Erba di San Giovanni comune (Hypericum perforatum) e Mazza d’oro comune. Una stretta stradina sale sul colle alla destra, conduce a una amena conca prativa; in primavera si osservano alcuni esemplari di Orchide sambucina (Dactylorhiza sambucina). Poco oltre, alla sinistra della strada, sotto alcuni alti abeti, si scopre una casetta di legno in piccolo prato curato. In estate si osservano poche pian- te fiorite. In primavera invece: Primavera odorosa (Primula veris) e Primula comune (Primula acaulis), Epatica o Fegatella (Hepatica nobilis), Anemone trifogliata, viole, Aquilegia scura, Ranuncolo comune (Ranunculus acris), Giglietto di maggio (Maianthemum bifolium), ecc. Alla destra della stra- da, sotto cespugli di Nocciolo, abbondano Pervinca (Vinca minor), Acetosella dei boschi (Oxalis ace- tosella), Erba crociola o uva di volpe (Paris quadrifolia) e Ortica morta maggiore (Lamium orvala).

Casetta di legno Appena oltre la casetta, si nota sulla sinistra, all’interno del bosco, una ristretta zona luminosa e sassosa a pochi metri dalla strada; è questo un angolo particolarmente ricco di flora prima- verile. A metà giugno richiamano l’attenzione solo Veronica delle faggete e Barba di capra. In prima- vera (fine aprile-maggio), abbondano Dentaria a nove foglie (Dentaria enneaphyllos), Dentaria digi- tata (Dentaria pentaphyllos), Arabetta alpina (Arabis alpina), Erba crociola, Lunaria comune (Lunaria rediviva), assieme a Mughetto, Consolida femmina, Anemone trifogliata, ecc. Entrando tra gli albe- ri e risalendo verso monte la traccia sassosa per una decina di metri, si incontrano anche: Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris), Valeriana montana, Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis), Pigamo co- lombino, Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis), Geranio crestato (Geranium macrorrhizum), Erba ci- micina o Erba Roberta (Geranium robertianum), ecc. Riprendendo la strada, e proseguendo per circa 100 m, si esce dal bosco; il margine cespuglioso non presenta novità, sulla destra si fa notare un gruppo di Giglio dorato (Hemerocallis lilio-aspho- delus). Si è così giunti allo spiazzo del Clap Forat.

Da casolari Mingotti al Clap Forat, lungo il greto del Tagliamento Viene proposto questo tratto di percorso lungo l’argine roccioso del fiume per la presenza sulle basse rocce di molte piante interes- santi. Il periodo migliore va dai primi di maggio alla seconda metà di giugno. In maggio fioriscono Bonarota gialla (Paederota lutea), Erba-unta bianca (Pinguicula alpina), Bellidiastro (Aster bellidia- strum); seguono Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis), Rosa alpina (Rosa pendulina), Clematide alpina (Clematis alpina), Bonarota comune (Paederota bonarota); più tardi ancora Spirea cuneata (Spiraea decumbens), Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa) e Sassifraga verdazzurra (Saxifraga caesia); per ultima fiorisce Cinquefoglia penzola (Potentilla caulescens). Dal casolare, pochi metri di strada a destra portano sul greto del fiume Tagliamento. Rimanendo vi- cini al margine boschivo, si avanza verso N-O. Il tratto proposto presenta un argine naturale, fatto di rocce più o meno elevate, oppure scarpate più o meno ripide, solo l’inizio e la fine sono trattini in piano. Nei primi 100 m una striscia alberata di pioppi, salici, e ontani separano dal prato interno. Seguono circa 400 m di argine roccioso, lungo il quale si presentano varie situazioni: rocce basse

118 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Lilium bulbiferum. Campanula trachelium.

2-3 m, canali di frana, rocce irregolari con ampie fessure, rocce alte e regolari a strapiombo, ecc. La linea dell’argine procede per tratti rettilinei intervallati da rientranze. Finito l’argine roccioso, a contatto col greto si ha un bosco, da scosceso sempre più in piano. Sono cir- ca 100 m di margine boschivo, con pini, Ginepro, rovi, Crespino, salici, ontani, e quindi si giunge al- l’imbocco della strada che, giungendo da Quiniis, porta al Clap Forat. Alla entrata della strada per Clap Forat è nutrita la schiera di piante in fiore: Orchide militare (Orchis militaris), Poligala friulana, Bozzolina (Polygala vulgaris), Aquilegia scura, Coclearia delle rupi, Timo goniotrico (Thymus pulegioides), Valeriana montana, Verònica delle faggete, Linaiola rostrata (Thesium rostratum), Euforbia della Carnia, Biscutella (Biscutella laevigata); a fine giugno si osser- va anche una bella popolazione di Elleborina di palude (Epipactis palustris), numerosi Citiso scu- ro (Lembotropis nigricans), alcune Campanula serpeggiante (Campanula rapunculoides) e Ginestra

GIULIANO DE PRATO 119 spinosa. La strada per il Clap Forat, attraverso circa 80 m di bosco di ripa, conduce nell’ampio piaz- zale. Dalla base della montagna, scende un percorso ghiaioso che scarica molta acqua durante le piogge e trascina in basso grandi volumi di materiale. A sinistra il Clap Forat. Sulla parete verticale che entra sotto la volta, richiamano l’attenzione mol- te Cinquefoglia penzola e alcuni esemplari di Raponzolo chiomoso.

Clap Forat Sollevando lo sguardo verso il Monte Verzegnis, si coglie la struttura a contrafforti che la caratterizza. Ripidi canaloni terrosi scendono dalle alte quote e si restringono in basso, dove l’ac- qua ha scavato in profondità e spinto verso il Tagliamento torrenti di ghiaia. Alla destra del gran- de ghiaione che dal Clap Forat va verso monte, una strada permette di avvicinarsi facilmente alla montagna; attraversa una giovane pineta con molti esemplari di Genziana dei calcari (Gentiana clu- sii), Citiso porporino (Chamacitysus purpureus) (anche la forma bianca), Poligala falso-bosso (Po- lygala chamaebuxus), Poligala friulana (Polygala forojulensis), Occhi di S. Lucia (Biscutella laevi- gata) e Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis). Dallo spiazzo ghiaioso del Clap Forat, 20 m a ovest, si prende il sentiero segnato, alla sinistra del traliccio. La prima parte di bosco da attraversare è una pineta con discreta presenza di latifoglie, con alte erbe, rovi e cespugli ai margini del sentiero (poi diventa stradina). La seconda parte sarà pura pineta, di pini relativamente giovani, con Ginepro, Erica ed erbe. Alla sinistra del sentiero un primo trattino di bosco è di abeti piantati. Sotto il traliccio alcuni Veratro nero (Veratrum nigrum), poi, a margine dello stretto sentiero, qualche Arabetta, Elleborina comu- ne (Epipactis helleborine), Aquilegia scura, Epimedio, Pigamo colombino (Thalictrum aquilegiifo- lium), Linaiola bavarese, Baccaro (Asarum europaeum), Spigarola bianca (Melampyrum pratense), Clematide eretta, Barba di capra, Cardo zampa d’orso (Cirsium erisithales), Umbrellifere varie, Mu- ghetto. Il sentiero procede con alcune curve; a margine anche Fiordaliso vedovino (Centaurea scabiosa), Bugula (Ajuga reptans). Tra le erbe invadenti, si scorgono alcune piante di Gentiana asclepiade. Anche piccoli salici e Alno nero (Frangula alnus), infittiscono la barriera sui due lati del sentiero. Dove mancano le grandi erbe, è possibile osservare viole, Sigillo di Salomone (Polygonatum sp.), Ca- rice argentina (Carex alba), Poligala falso-bosso (Polygala chamaebuxus), Aquilegia scura, Lucer- tolina fetente (Aposeris foetida), ecc. Dalla destra giunge un sentierino, la barriera di cespugli si fa meno continua, e il margine più pu- lito; si notano: Ginestra spinosa (Genista germanica), Fior di stecco con le bacche rosse, piante pri- maverili (Platantera comune, di Neozzia, Ofride insettifera (Ophrys insectifera), Citiso porporino) e altre tardive: Elleborina comune, Asteroide salicina (Buphthalmum salicifolium), Elleborina viola- cea e Caglio zolfino (Galium verum). Il sentiero torna sotto la linea elettrica e si fa più luminoso. Si incontra Elleborina di palude (Epipactis palustris). Poi alte siepi stringono di nuovo il passaggio. Si giunge al secondo traliccio e la luminosità migliora. Il bosco, alla destra, è giovane pineta con poco sottobosco, profonda poche decine di metri; alla sinistra, anche pineta, ma con sottobosco

120 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO più ricco. Altro trattino con sentiero chiuso da cespugli, si nota qualche cespo di Felce maschio. Una curva a destra porta il sentiero in pineta più pulita; si scorgono piante da fiore fino a qualche metro dal sentiero, anche Fiordaliso vedovino e Lilioasfodelo minore (Anthericum ramosum). Si arriva alla strada forestale che proviene da (curva e prosegue verso la montagna); diven- tano sempre più frequenti Ginestra spinosa e Poligala friulana (Polygala forojulensis). Continuando per la strada, piana, regolare e luminosa, la situazione diventa più rilassante e con maggiore facili- tà di osservare i fiori. Segue ancora un trattino di strada con barriera di cespugli, anche di San- guinella. La pineta qui contiene qualche latifoglia; si notano anche diversi Pioppo tremulo (Populus tremula) già ben sviluppati.

Pinetina pura prima della Seazza Finalmente, almeno a destra della strada, abbiamo pineta pura, solo con molte basse piante di ginepro. Subito sulla destra un lembo prativo; in primavera (apr.-mag.) popolato di Genziana dei calcari (Gen- tiana clusii), Poligala friulana, Euforbia della Carnia, Poligala falso-bosso, Orchide militare (Orchis mi- litaris) e un gran numero di altre specie; in giugno sono presenti: Caglio zolfino, Fiordaliso vedovi- no, Gipsopila strisciante (Gypsophyla repens), Manina rosea (Gymnadenia conopsea) e Lilioasfodelo minore. Una decina di metri più oltre, ancora sulla destra, altro angolo di prato, con alcune novità: Bupleuro della Valcanale (Bupleurum canalense) e Enula scabra (Inula hirta); in primavera, come nel prato precedente e in più Ofride insettifera e Genziana alata (Gentiana utriculosa). Pochi metri avanti, alla sinistra della strada, uno slargo ghiaioso, ben fornito in primavera; in giugno, alcune Elleborina violacea e Elleborina comune. Ai margini della strada, da qui in poi, sarà costante la presenza di: Camedrio alpino (Dryas octope- tala), Euforbia della Carnia, Garofanini di Dodonaeus (Epilobium dodonaei), Citiso porporino, Fiordaliso vedovino e Fiordaliso stoppione (Centaurea jacea), assieme anche piccole Radicchiella (Crepis sp.). La striscia di pineta a valle della strada si va sempre più restringendo. Si osservano, sotto i pini tra i ginepri, diverse Elleborine; in maggio sono in fiore molte Platantera comune e Ofride insettifera; per pochi giorni fioriscono anche alcune Genziana alata. Sul margine prativo, in primavera, assie- me a quelle prima ricordate, abbondano la piccola Linaiola rostrata (Thesium rostratum), Ginestra spinosa, Gipsopila strisciante, Sferracavallo (Hippocrepys comosa), Poligala friulana, Radicchiella di Froelich (Crepis froelichiana ssp dinarica) e Romice scudato (Rumex scutatus). Ormai svanita la fascia di pineta a valle; sotto la strada compare la ghiaia del torrente Seazza che qui incontra il Tagliamento. La strada curva a sinistra e sulla scarpatina di 3 m a monte fanno bella mostra cespuglietti di Citiso scu- ro (Lembotropis nigricans) assieme a Romice scudato (Rumex scutatus) e Ginestra spinosa (in giugno è alla seconda fioritura); in primavera anche Uva orsina (Arctstaphylos uva-ursi), Vedovelle celesti (Globularia cordifolia), Citiso porporino e Euforbia della Carnia.

GIULIANO DE PRATO 121 Alla sinistra si nota una sorta di anfiteatro, con collinetta centrale; Margherita comune (Leucanthemum vulgare), Ambretta, Ruchetta selvatica (Diplotaxis tenuifolia), Fiordalisi, Ginestrino comune (Lotus cor- niculatus), Garofanini di Dodonaeus (Epilobium dodonaei). In primavera: Sferracavallo (Hippocrepis comosa), Euforbia cipressina, Biscutella, Linaiola rostrata (Thesium rostratum) e il giallo Citiso stri- sciante (Cytisus pseudoprocumbens). L’attraversamento del torrente Seazza, circa 150 m, avviene in direzione della tabella in vista, appe- na a destra del piede del colle su cui è adagiato Preone. Numerose le piantine fiorite che accolgono il visitatore sull’altra sponda: Citiso scuro (o Maggio), Meliloto bianco (Melilotus alba), Céspica annua (Erigeron annuus), Tasso-barbasso (Verbascum tap- sus) e Erba di San Giovanni; anche Ranuncolo comune (o Pié di gallina), Campanula serpeggiante (Campanula rapunculoides), Eliantemo comune (Helianthemum ovatum), Carlina bianca e Carlina comune.

Prato tra stradine dopo la Seazza Seguendo la strada, questa si biforca presto: quella a sinistra resta prossima al colle per portare a Preone; l’altra attraversa la pineta per uscire sul Tagliamento, verso Enemonzo. Prendendo a destra, dopo 20 m, a 3-5 m a destra della strada (fine giugno) numerosi esemplari di Elleborina rosea (Cephalanthera rubra) e alcuni di Gladiolo reticolato (Gladiolus palu- stris). Sotto i pini, o nel prato, sono certamente in fiore alcune delle seguenti piante: Campanula ag- glomerata (Campanula glomerata), Aglio delle streghe (Allium carinatum), Falsa lupinella (Astra- galus onobrychis), Spigarola bianca, Imbutini (Campanula trachelium), Millefoglio montano (Achillea millefolium), Asteroide salicina, Caglio zolfino, Erba medica falcata (Medicago falcata), Reseda co- mune, Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora), Vedovelle celesti e Vedovelle dei prati, Linaiola rostrata, Campanula dei ghiaioni (Campanula cocleariifolia), Manina rosea, Lilioasfodelo minore; in primavera: Sferracavallo, Euforbia della Carnia, Ginestrino comune, Timo, Poligala friulana, Citi- so strisciante, Poligala bozzolina (Polygala vulgaris), Occhi di S. Lucia (Biscutella laevigata), Ranun- colo comune, Eliantemo comune, Euforbia cipressina, ecc. Sotto i pini, al centro del prato arido interno alle due strade, si notano: Trifoglio bianco (Trifolium repens), Radicchiella di Froelich (Crepis froelichiana ssp dinarica), Camedrio montano (Teucrium montanum), e un bel gruppetto di Elleborina comune. Dal prato nella pineta, continuando per la strada a destra, in circa 300 m, si raggiunge la confluen- za con la strada che scende da Preone. Lungo i margini della strada, o pochi metri sotto i pini, si incontrano: alla destra, un gruppetto di Elleborina di palude e molti grandi cuscini di Falsa lupinel- la. Dopo un lenta curva verso destra, 3 m a sinistra della strada, tra ginepri, è osservabile una pic- cola popolazione di Aquilegia azzurra (Aquilegia einseleana). Dall’incrocio con l’altra strada, risa- lendo verso Preone per 20-30 m, si possono osservare (fine giugno-primi luglio) alcuni esemplari di Elleborina di Muller (Epipactis muelleri) e di Arrestabue o Ononide spinosa (Ononis spinosa). Procedendo verso nord, bastano 100 m per sbucare sul greto del Tagliamento. Il greto è normal- mente attraversabile, escluse forse una o due settimane dopo intense pioggie.

122 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO Crepis froelichiana. Tamus communis. Cirsium vulgare.

Tagliamento Attraversato il greto del Tagliamento, si prende la strada asfaltata che conduce a Enemonzo; si passa prima a fianco del campo sportivo e poi vicino alla base del colle di S. Rocco. Continuando, dopo una curva, si è nel rettifilo che porta al paese. Poche decine di metri e, sulla destra in corrispondenza di alcuni grandi faggi, parte la stradina che, attraverso la bellissima cam- pagna di Enemonzo, porta a Quiniis. La vasta area della piana è totalmente coltivata, solo una striscia di bosco la separa dal greto del fiume. Numerosi sono i campi di granturco che dimostrano l’importanza in zona dell’allevamento di mucche da latte. Enemonzo è la sede del più importante caseificio della Carnia. Caratteristica naturalistica della piana di Enemonzo è anche la segnalata presenza di interessante avifauna di passo: Cicogna, Airone ce- nerino, Tarabusino, Biancone, Poiana calzata e Re di Quaglie. Per la stradina asfaltata, si giunge rapidi ad un incrocio; ancora 100 m per la strada che va a destra e si raggiunge l’area attrezzata del Laghetto e del Campo di Volo. Dal punto di vista floristico, l’area attorno al laghetto e tutti gli spazi adiacenti accessibili sono ric- chi di piante da fiore. Si tratta di una flora composita, comprendente specie amanti l’acqua, specie di pineta asciutta, specie comuni di prato subalpino e diverse altre, legate alla presenza dell’uomo.

GIULIANO DE PRATO 123 Località Privilegio: laghetto, ristorante e campi di volo Allo scarico dell’acqua del laghetto, troviamo una piccola popolazione di Cannuccia di palude (Phragmites australis), Coda cavallina (Equisetum tel- mateja), Giglio di San Giuseppe (Hemerocallis fulva), Erba sega comune (Lycopus europaeus) e men- ta (Mentha sp.). Dal primo ponticello in poi, lungo il canale, sono in evidenza: Ranuncolo d’acqua (Ra- nunculus sp.), Crescione (Veronica anagallis-aquatica) e Dulcamara (Solanum dulcamara). Ad est del canale, sotto i primi alberi, abbondano in primavera: Anemone gialla (Anemone ranuncu- loides), Anemone trifogliata (Anemone trifolia), Epatica (Hepatica nobilis), Zafferano maggiore (Crocus napolitanus), Celidonia (Chelidonium majus), Listera maggiore (Listera ovata), Ortica morta mag- giore (Lamium orvala), Baccaro (Asarum europaeum), ecc. A ovest del laghetto, in primavera, nell’erba, vicino ai cipressi, attraggono i colori di Ranuncolo fava- gello (Ranunculus ficaria), Ortica morta purpurea (Lamium purpureum), Viola di Rivinus (Viola rivi- niana), Verònica querciòla (Veronica persica), Geranio minore (Geranium pusillum), Ellera (Glecho- ma hederacea), ecc. Nella porzione di pineta a est della stradina che conduce al grande prato, il suolo non è regolare; abbondano cespugli e rovi e d’estate è alto il rischio di incontrare vipere! Nell’angolo della pineta a contatto con il grande prato (Campo di Volo), in prossimità di un cumulo di ghiaia, attraggono l’at- tenzione alcuni cuscini della Falsa lupinella (Astragalus onobrychis) e si trovano certamente fiorite anche alcune delle seguenti orchidee: Platantera comune (Platanthera bifolia), Orchide macchiata (Dactylorhiza fuchsii), Orchide militare (Orchis militaris), Manina rosea (Gymnadenia conopsea), Elleborina violacea (Epipactis atropurpurea); anche Rosa selvatica (Rosa canina), Cardo dentellato (Carduus defloratus), Angelica (Angelica sylvestris), Enagra comune (Oenothera biennis), Erba vipe- rina (Echium vulgare), Caglio zolfino (Galium verum), Fiodaliso vedovino (Centaurea scabiosa) e Fiordaliso stoppione (Centaurea jacea). Davanti e sopra il cumulo di ghiaia si scoprono: Linaiola comune (Chaenorhinum minus), Balsami- na minore (Impatiens parviflora), Geranio colombino (Geranium columbinum), Villucchione (Ca- lystegia sepium), Senape selvatica (Sinapis arvensis), Acetosella minore (Oxalis fontana), Fiordaliso dei pascoli (Centaurea maculosa), Borracina acre (Sedum acre), ecc. Tra il campo di volo e la stradina che corre parallela, c’è una striscia di prato povero e calpestato, sono presenti numerosi cespi di Cinquefoglia di Norvegia (Potentilla norvegica); anche Lepidio del- la Virginia (Lepidium virginicum) e Camomilla falsa (Matricaria discoidea). All’estremo ovest, a ca- vallo della recinzione, troviamo una folta popolazione di Trifoglio ibrido (Trifolium hybridum). Dal lato nord del laghetto, si può proseguire per la strada bianca che parte in direzione sud-est. Passa tra pini, poi tra due filari di acacie e abbondanti cespugli. In primavera, spiccano Celidonia (Chelidonium majus) e Pulmonaria (Pulmonaria officinalis). Dopo 300 m, si esce allo scoperto; la stradina incrocia quella proveniente dalla piazza di Quiniis, diretta al Clap Forat. Proseguendo dritti, di nuovo tra filari alberati, si raggiungono i prati di Esemon di Sotto. Prendendo a sinistra (Nord) si rientra a Quiniis.

124 FLORA E VEGETAZIONE NEI COMUNI DI ENEMONZO E RAVEO