Studio in memoria di Pino Librizzi Responsabile scientfco Stefano Bertocci

Coordinatore del progeto Giovanni Minutoli

Coordinatore ricerca storica Fauzia Farnet

Coordinatore analisi per il restauro Silvio Van Riel

Rilievo laser scanner Mario Manganaro Alessio Altadonna

Mostra a cura di Giovanni Minutoli Giacomo Miracola

Rilievo e resttuzione Joni Alizot Stefano Lacala Pier Paolo Lagani

Student Joni Alizot Stefano Lacala Pier Paolo Lagani Elias Terzita Lorenzo Rabizzi Riccardo Sinni Marco Repole Daniele Gaoli Stefano Iozzi Riccardo Meriggioli Giovanni Moraldi

Editng Pier Paolo Lagani

Graphic design project Pier Paolo Lagani LE PIETRE DEL MITO ANALISI DEL COMPLESSO MONUMENTALE DEL PROMONTORIO DI CAPO D’ORLANDO

a cura di

Stefano Bertocci Giovanni Minutoli Giacomo Miracola © Altralinea Edizioni Srl. - Firenze 2013 Via Pierluigi da Palestrina 17/19 rosso 50144 Firenze Tel +39 55 / 333428 [email protected] www.altralineaedizioni.it

Tut i dirit sono riservat: nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodota in alcun modo (compresi fotocopie e microflms) senza il permesso scrito della Casa Editrice

ISBN 978-88-98743-19-3

Finito di stampare nel mese di otobre 2014 Stampa: Global Print - Gorgonzola (Milano) www.globalprint.it INDICE

Prefazione 7 Enzo Sindoni

Premessa 8 Sebastano Triscari

Presentazioni 9 Saverio Mecca Susana Mora Alonso Muñoyerro

Il percorso di conoscenza per la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali 11 Silvio Van Riel

Castelli e sistemi difensivi del bacino del Mediterraneo 15 Stefano Bertocci

Il promontorio di Capo d’Orlando. Note, appunt disegni 21 Mario Manganaro

Rilievo Il castello e il santuario di Maria SS. di Capo d’Orlando: il modello nel rilievo architeto- nico con l’uso del laser scanner per un eventuale recupero 33 Alessio Altadonna

Capo d’Orlando, rilievo e fotomodellazione 43 Pier Paolo Lagani

Analisi Il “promontorio” di Capo d’Orlando: la geologia nei percorsi storici. 49 Gabriella Orifci

Analisi delle evidenze stratgrafche per una storia costrutva del castello di Capo d’Orlando 51 Andrea Arrighet

Forme di degrado delle superfci architetoniche esterne del Santuario 65 Carmen Genovese

Analisi e valutazioni struturali sul complesso Castello-Santuario di Capo d’Orlando 73 Giovanni Minutoli

Restauro Ipotesi di restauro 115 Giovanni Minutoli

Comunicare in digitale 121 Pier Paolo Lagani

La mostra Immagine e rappresentazione del promontorio nella collezione di “vita e paesaggio di Capo d’Orlando “ 131 Giacomo Miracola Castelli e sistemi difensivi del bacino del Mediterraneo

Castelli e sistemi difensivi del bacino del Mediterraneo Stefano Bertocci

In questa pagina Dalla pinacoteca verso il santuario, china su carta

Il gruppo di ricerca del Dipartmento di Architetura1 Per comprendere a pieno il funzionamento dei siste- conduce da anni, nel setore del rilievo e della rap- mi difensivi medievali bisogna conoscere l’architet- presentazione dei manufat architetonici studi sui tura e dell’urbanistca dell’Islam e sopratuto come sistemi difensivi nel bacino del Mediterraneo. Queste questa fu recepita da parte degli occidentali; para- ricerche, volte a sperimentare metodologie di analisi dossalmente alcune situazioni di avvicinamento si e di letura secondo principi non invasivi, si avvale di resero possibili proprio durante i più accesi confron- strument tecnologicamente avanzat, come la foto- t militari: “come avvenne ad esempio nello scorcio grammetria digitale o il laser scanner, che permete dell’XI secolo allorché la ripresa politca nel campo di acquisire un dat metrici tridimensionali con risul- europeo portò ad una serie di successi cristani, sia in tat di alta afdabilità scientfca. Spagna ove Alfonso IV conquistò Toledo nel 1085, sia Lo studio ha lo scopo di evidenziare tpologie archi- in Sicilia, che Ruggiero di Altavilla conquistò ai Fat- tetoniche, element costrutvi e tecnologie edilizie midi nel 1060, sia in Palestna, ove Gofredo di Buglio- che, pur nelle evident diversità degli impiant fortf- ne prese Gerusalemme nel 1099. cat realizzat, risultano il flo condutore delle opere In ciascuna di queste circostanze le operazioni bel- realizzate degli architet, giungendo ad individuare liche furono occasioni, per entrambe le part, di un alcuni dei protocolli usat da quest costrutori che forzoso scambio di esperienze riguardant non solo riuscirono a fondere le acquisizioni dell’architetura la tatca e la tecnica militare, ma anche, grazie alla fortfcata europea con le tpologie architetoniche e fuidità delle frontere e all’occupazione di alcune cit- le tecnologie locali. tà a veci alterne, con rimescolament, restaurazioni,

15 Le pietre del mito

diserzioni e catvità, e della formazione di comuni- durature, furono sempre present”3. Atorno all’anno tà citadine sempre più composite, costrete ad una mille apparvero in quest stessi territori, nel tessuto maggiore conoscenza reciproca, se non altro della indiferenziato delle struture signorili e domestche necessaria coabitazione di component etnico – reli- del villaggio, torri indipendent erete il più delle vol- giose e di isttuzioni organizzatve diverse. Una circo- te su di un rilievo naturale od artfciale, deto ‘mota’ stanza che si verifcò specialmente ai due estremi del disposto al centro di un fossato, in posizione centra- Mediterraneo, interessat l’uno dalla spinta crescente le oppure marginale rispeto alla cinta del villaggio degli esercit cristani verso la riconquista, l’altro dalla o ‘corte bassa’. La torre disposta sulla sommità della ripresa islamica, a cominciare dal periodo ayyubbide, mota, erede delle esperienze delle fortfcazioni dei rispeto al movimento crociato e ai regni latni d’O- piccoli castrum lignei romani, edifcata generalmen- riente”.2 te in legno e proteta da palizzate, aveva impianto Per completare l’indagine svolta ed approfondire le quadrato o retangolare e divenne, con il passare del tematche emerse, nel 2004, è stata condota una tempo, vera e propria dimora signorile. Quest ter- campagna in Alta Normandia, in quella tormentata mini rimangono poi nella toponomastca anche in area di frontera fra Franchi ed Inglesi che, nell’ XI se- Sicilia, Mota Camastra (Me), Mota d’Afermo (Me), colo, fu teatro di accesi scontri registrando un incre- Mota Sant’Anastasia (Ct). mento di castelli e fortezze che fu secondo soltanto Il rudimentale sistema difensivo dei primi castelli e allo sforzo costrutvo dei crociat in oriente. La mot- dei successivi castelli di mota era fondato sul princi- ta del Castello di Gisors ,che fa parte di quelle che pio di accumulazione degli ostacoli, un sistema di “di- furono le prime fortezze europee costruite in pietra fesa passiva” basato sul susseguirsi di corsi d’acqua nel medioevo, è divenuta quindi oggeto di un’accu- e fossat, pali, “fascine”, palizzate ed infne la mota, rata campagna di rilevazione, realizzata anche con l’estremo ridoto di difesa.4 l’impiego di tecnologie innovatve, nell’intento di Per la ripresa e la sistematcità dell’uso della mura- documentare, ancora una volta, quel flo rosso che tura in pietrame e l’invenzione di un coerente siste- congiunge le architeture fortfcate d’oriente e d’oc- ma di edifcazione e fortfcazione delle piazzefort la cidente. Normandia, fra il X ed il XIII secolo svolge un ruolo Alla fne del IX secolo in Europa si costruiscono strut- preminente in Europa per lo sviluppo dell’architetu- ture fortfcate realizzate prevalentemente in terra ra militare. Queste terre, soggete fno dal IX seco- e legname, materiali disponibili in abbondanza che lo alle incursioni degli “Uomini del Nord” o Vikinghi, non necessitavano di mano d’opera specializzata per con il tratato di Saint-Clair-sur- Epte, del 911, venne- la costruzione:“il periodo del primo incastellamento ro defnitvamente poste soto il dominio Normanno cioè all’incirca dagli ultmi decenni del IX secolo a tut- che, con Rollon convertto al catolicesimo, ne fecero to il secolo XI vide prevalere fortfcazioni di terra e uno dei grandi principat del Regno di Francia. di legno, ma non certo in modo esclusivo poiché an- In questo arco temporale di norma sulla sommità che le costruzioni in muratura, più o meno solide e della mota viene realizzato il torrione o donjon, in 16 Castelli e sistemi difensivi del bacino del Mediterraneo

un primo momento questo ha solo valore difensivo da Guglielmo di Tiro relatva alla fondazione del ca- ma con il passare del tempo si trasforma strutura stello di Ibelin, posto tra Ramla ed Ascalon, da par- abitatva. te di Re Amaury nel 1144: “Dapprima poggiarono Gli insediament crociat in Terrasanta, pur essendo le fondamenta e quindi costruirono quatro torri. Le stat fondat in periodi diversi dell’occupazione da pietre furono reperite in quanttà piochè già in prce- parte degli occidentali, in base ad esigenze ed a stra- denza c’erano state delle fortezze in quei luoghi, e poi tegie dipendent dalle varie fasi del raforzamento del si dice che ‘un castello distruto è un castello semi-ri- dominio in oriente, costtuivano un coerente sistema costruito”. di difesa di quella streta fascia di territorio compresa Mentre, ad una prima analisi, gli impiant delle for- fra il mare Mediterraneo ed il deserto arabico. Le for- tfcazioni crociate in genere non si prestano a con- tezze a sud del Mar Morto e del Wadi Araba, protese front diret fra loro di tpo formale o dimensionale, verso lo Higiaz ed il cammino verso l’Egito e La Mec- essendo stat realizzat quasi tut in pochissimo tem- ca, testmoniano infat la volontà espansionistca po mediante formidabili adatament alle caraterist- dei principi della Transgiordania che consolidarono che geografche e morfologiche delle aree prescelte, l’antco limes arabicus romano - bizantno per ote- in moltssimi casi riutlizzando struture preesistent nere frontere sufcientemente sicure per prevenire di origine romana e bizantna, o foritfcazioni mu- il pericolo di concentrazioni nemiche ai confni con sulmane, partcolare rilievo assumono per lo studio il deserto e mantenere divisi territorialmente i due dell’architetura del periodo confront fra i singoli ele- principali centri del potere musulmano, l’emirato di ment che costtuiscono gli impiant, fabbricat o por- Damasco a nord est ed il califato d’Egito a sud-o- zioni di essi, e l’analisi ed i confront fra le tecniche vest. costrutve e le soluzioni tecnologiche adotate nella La realizzazione di quest complessi fortfcat, che di- realizzazione dei singoli insediament fortfcat. fendevano la frontera sud-orientale del Regno latno L’occupazione della Sicilia da parte dei Normanni6 ha di Gerusalemme, venne completata con un grande cominciato a ed è stato concepito fn dall’i- sforzo costrutvo nel giro di pochissimi anni, regi- nizio come a riconquistare e liberare il funzionamen- strando un maggiore impegno principalmente fra il to dalla dominazione musulmana. Di conseguenza, 1115 ed il 1116. I punt fort di tuto il sistema furono nel 1069 i Normanni sono onorat con il privilegio di in un primo tempo i castelli dell’area dell’antca Pe- essere considerato vassalli per la Santa Sede e gua- tra, Wu’Ajra (Li Vaux Moise), Al Habis, Sela e Shobak dagnato il riconoscimento dei loro dirit feudali nel (Montreal) a circa 20 chilometri dalla antca cità, ol- Sud Italia. Le Donjon di Paternò e di Adrano insieme tre Ajala (Aquaba) e Ile de Graie (Gerizet ci Faroun) al Torrione di Mota S. Anastasia, costruito intorno sul Mar Rosso.5 1072 da conte normanno Ruggero d’Altavilla, con lo Scarse risultano le notzie sulle tecniche costrutve scopo di un eccesso di cavalcare la rivolta musulma- ed i modelli degli insediament crociat in Terrasanta, na a Catania e difondendo il loro controllo su tuta emblematca tutavia risulta la descrizione lasciataci la Valle del Simeto, ha dimostrato un elemento im- 17 Le pietre del mito

portante il sofstcato sistema di atacco e allo stesso periodo, e costrutve. I campi di applicazione delle tempo difesa del territorio, una pratca da indagini architetoniche, struturali, tpologiche, ge- parte Normanni nei loro territori conquistat. ometriche e formali, tpiche degli studi architetoni- All’interno di queste struture militari, la presenza di ci, hanno oramai da tempo trovato fertli e profcue un ambiente religioso, che potrebbe essere una chie- applicazioni integrandosi con le metodologie di in- sa o cappella, ha un partcolare signifcato politco-re- dagine stratgrafca ed i metodi di ricerca correlat, ligioso ed ha assunto un ruolo di primaria importanza sviluppat nel campo dell’archeologia; quest specifci nella scena insediamento cristano, in primo luogo ambit di ricerca hanno comportato, in genere, una nel Sud Italia e poi con le crociate in Medio Oriente7; maggiore atenzione alle tracce della cosiddeta cul- dalla poca documentazione storica rintracciata non tura materiale, giungendo ad applicazioni delle stes- sembra presente all’interno del castello di Capo d’Or- se metodologie allo studio delle struture in elevato lando di un edifcio religioso anche se tradizional- e quindi, non soltanto ai repert allo stato di rudere, mente si parla di una piccola cappella antecedente all’architetura storica in generale. al santuario del 1598. Le chiese sono generalmente Le nuove tecnologie informatche, in partcolare nel- situat, ai margini della fortfcazione, in una parete le specifche applicazioni delle basi di dat referenzia- d’angolo che fa parte del cortne murarie difensive. te (sistemi GIS o SIT), hanno trovato utli applicazioni La piccola abside, anche situato nello spessore della in vari campi delle indagini architetoniche ed arche- parete, è semicircolare di forma e di solito ha una fe- ologiche, contribuendo, in primo luogo, alla gestone ritoia al centro e piccole nicchie laterali. delle problematche poste della vasta documentazio- E’ probabile la torre (oggi ridota in stato di rudere) ne di scavo e di rilievo che ogni campagna produce. posta nella parte più alta del promontorio sia sta- Uno dei principali obietvi del gruppo di ricerca ta realizzata in periodo Federiciano, come dimostra- dell’Università di Firenze è in generale quello di co- to dal rivestmento a pillole bicrome, ma è plausi- struire basi di dat, facilmente consultabili ed aggior- bile che il primo castello sia stato fondato in epoca nabili, che ofrano la possibilità di consultazione e di Normanna, probabilemnte su un antco avamposto gestone, anche on line. Elemento fortemente carat- greco o romano, il toponimo Capo di Orlando ci ri- terizzante è infat la sperimentazione delle possibili- porta alla cultura francofona portata in questa parte tà oferte della georeferenziazione dei dat tpografci della Sicilia da Adelasia del Vasto8 moglie di Ruggero relatvi ai vari sogget di studio che possano preve- I e madre di Ruggero II che per “latnizzare” questa dere la resttuzione di carte tematche utli ai casi di zona dell’isola, ancora di rito Bizzantno, fa arrivare studio. dal nord Italia e dal sud della Francia una numerosa La banca dat dovrebbe costtuire infne la necessaria popolazione che porta con se non solo le tradizioni base informatva per la gestone di un’area archeolo- linguistche (esistono paesi dove è ancora parlato un gica, sopratuto in funzione della programmazione antco dialeto di matrice gallica) ma anche culturali, degli intervent di indagine, di studio, di scavo e delle la Chanson de Roland9 che si difonde proprio in quel necessarie operazioni di manutenzione ordinaria e 18 Castelli e sistemi difensivi del bacino del Mediterraneo

straordinaria; la documentazione in genere, soprat- 2 P. CUNEO, Storia dell’urbanistca. Il mondo islamico, Bari, tuto se realizzata nell’otca di un costante aggior- 1986, p.37. 3 A. A. SETTIA, Dongione e Mota nei castelli dei secoli XII – XIII, namento e monitoraggio dei dat relatvi al sito o al in Archeologia Medievale, XXVII, 2000, pp. 299 – 302. monumento, costtuisce infat la base fondatva per 4 Cfr. A. REGO, M. RENAUD, L. STEFANON, Brève Histoire des un programma di “atenzione” costante fnalizzato Chateaux Forts en France, éditon Fragile, 1995, Francia ; P. DU- alla correta conservazione del monumento stesso RAND, Pett glossaire du chateau du Moyen Age, éditons con- fuences, Toulose, 2001. stesso. 5 Bertocci S., Il Rilievo e la Documentazione dei Castelli Crociat di Wu’ayra, Habis e Shawbak in Transgiordania in Bertocci S., NOTE Bini M. 2009, Castelli Medievali una Petra e Nel Vicino Oriente 1 La missione italiana a Petra è direta da Guido Vannini; M. tra rilievo e archeologia, pp.43-61. Bini coordina la parte delle analisi architetoniche del progeto 6 Agnello G. 1961 L’architetura civile e religiosa in Sicilia Petra medievale. Archeologia degli insediament di epoca cro- nell’età sveva, Roma. ciato – ayyubide in Transgiordania cui partecipano i seguent 7 Andaloro M. Federico e la Sicilia Dalla terra alla corona. Art isttut di ricerca: Università degli studi di Firenze (Dipartmento fguratve e art suntuarie, Volume 2, Ediprint, 1995. di Progetazione dell’Architetura, Dipartmento di Studi Storici 8 Adelasia visse l’ultma parte della sua vita chiusa in un mona- e Geografci, Dipartmento di Urbanistca), Centro CNR di Con- stero a Pat. Dove viene sepolta alla sua morte. servazione Opere d’Arte di Firenze, Deparment of Antquites of 9 I nomi Capo d’Orlando, , Novara diSicilia rimandano Jordan, Petra Regional Council, Università degli Studi di Udine sempre a quel mondo francese che del costruire castelli ne fece (Dipertmento di Storia e Tutela dei Beni Culturali), Università un’arte. degli Studi di Urbino (Isttuto di Mineralogie e Petrografa) Uni- versità degli Studi di Venezia (Dpartmento di Scienze della Terra)

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