numero rivista di diritti umani e lotta alla discriminazione

2 6 1 0 2 / 2 1 / M R / C

. n

. t y A Q

a pride: in the name of love m o R

% 0 7

-

svezia: crisi di un modello e l a t s

o (quasi) perfetto p

o t n e m a

n questa è l’italia? o b b a la diversità secondo i media n i

e n o i z i d e

p reportage: li conosci i cinesi? S

-

. A . p . S

e n a i l a t I

e t s o P nAR+vicini +uguali PERIODICO DI INFORMAZIONE Responsabile del progetto FABIO CAPOCCI Se vuoi commentare gli articoli A CURA DELL’UNAR Art director TULLIO CAPOCCI o scaricare i numeri della rivista ANNO 2 - N. 6 Hanno collaborato: Claudio Finelli, Antonello NEAR in pdf vai sul sito: MAGGIO/GIUGNO 2013 Sannino, Vanni Piccolo, Cristiana Russo, Francesco Conti, Angela Patacchiola, www.retenear.it AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI ROMA Chiara Sasso N. 32/2012 DEL 13/02/2012 Se vuoi segnalarci delle iniziative Contributi fotografici: Antonello Tanteri, o farci delle domande scrivi a Circolo di cultura omossessuale Mario Mieli, numero rivista di diritti umani e lotta alla discriminazione [email protected] 6 Concorso Diversità Urbana. pride: in the name of love Photo Amir by: Alternative. svezia: crisi di un modello Direttore responsabile (quasi) perfetto questa è l’italia? la diversità secondo i media PAOLA DI LAZZARO Foto di copertina: 27 giugno 1982. reportage: li conosci i cinesi? Ugo Bonessi. Per gentile concessione del

P

o

s

t e Redazione

I Centro di documentazione “Arcigay” il Cassero.

t

a

l

i

a

n

e

S

.

p

.

A

.

-

S

p

e

d

i MARCO BUEMI, ROBERTA COCCHIONI,

z

i

o

n

e

Realizzazione grafica e stampa:

i

n

a

b

b

o

n

a

m

e

n

t

o CECILIA CRISTAUDO, EDOARDO FONTI,

p L.G. Soc. Coop. - Roma

o

s

t

a

l

e

-

7

0

%

R

o

m

a

Q GIAMPIERO FORCESI, Via delle Zoccolette 25

A

y

t

.

n +vicini +uguali

.

C

/

R

M AR

/

1

2

/

2 0 00186 Roma - 06 68211616 1

2 ANTONIO GIULIANI, VALERIO SERAFINI ne nAR sommario 6 editoriale Marco De Giorgi L’Unar e la Strategia nazonale LGBT 2 strategia nazionale LGBT

primo piano Porpora Marcasciano Il percorso del Pride 4    OMOFOBIA transessuale

   

Paola Di Lazzaro Orgoglio e pregiudizi  pride:      

    

          in the  name of love 19 anni di Pride nei ricordi di Vladimir Luxuria e Vanni Piccolo   7      

Giampiero Forcesi “Il copy right di Arcigay è di Marco”

 Conversazione con Nichi Vendola 12 (g.f.) Un giornalista lucano alla scoperta di don Marco Bisceglia 17

diritti umani Marco Buemi Diversamente Svezia 18 svezia / crisi di un modello (quasi) perfetto

regioni obiettivo Campania / Claudio Finelli e Antonello Sannino convergenza Il no dei ragazzi di Napoli a tutte le discriminazioni 22 Puglia / Giampiero Forcesi Nelle campagne del foggiano si vive ancora da schiavi 24 Calabria / Vanni Piccolo e Cristiana Russo Dai giovani la speranza della rinascita interculturale 25 Sicilia / Angela Patacchiola La Sicilia pronta alla rivoluzione culturale 26

minoranze e Edoardo Fonti Questa è l’Italia? La diversità secondo i media mass media Intervista a Giovanni Anversa 27

reportage Giampiero Forcesi Cinesi in Italia, uno sguardo d’insieme 31 li conosci i cinesi? “La diversità è anche una grande opportunità” Intervista a Marco Wong (g.f.) 35 Valerio Serafini Italiani e cinesi. Gli stereotipi che ci dividono A colloquio con Valentina Pedone 39 Paola Di Lazzaro A Saluzzo la Cina è da medaglia d’oro Intervista a Sandro Damilano 40 Valerio Serafini Cinesi a via Marsala. La fiducia conquistata 42

cultura MUSICA Francesco Conti Amir Issaa. Guai a chiamarlo il rapper delle seconde generazioni 46 CINEMA Chiara Sasso Riaceinfestival. La cultura dell’ospitalità incontra il cinema 48

DIREZIONE GENERALE PER LE POLITICHE ATTIVE E PASSIVE DEL LAVORO editoriale

La presentazione avviene a Palermo nel corso del Pride nazionale

attuale impegno dell’Italia nel contrasto alle discriminazioni L’ basate sull’orientamento ses - suale e sull’identità di genere è rap - presentato dall’adesione al progetto spe - rimentale proposto dal Consiglio d’Eu - ropa per l’attuazione e l’implementa - Marco De Giorgi zione della Raccomandazione del Co - direttore UNAR mitato dei Ministri CM/REC 5 (2010). Tale impegno è stato formalizzato nelle Direttive del ministro del Lavo - ro con delega alle Pari opportunità per L’Unar l’attività amministrativa per gli anni 2012 e 2013, che assegnano proprio al - l’UNAR anche l’attuazione di obietti - e la Strategia vi operativi rilevanti in materia di pre - venzione e contrasto delle discrimi - nazioni basate sull’orientamento ses - suale e sull’identità di genere, e, in par - nazionale ticolare, la definizione di una Strate - gia nazionale in collaborazione con il Consiglio d’Europa. Proprio nel mese LGBT di maggio la Strategia è stata appro - vata e pubblicata on-line sul sito del Dipartimento e sarà presentata uffi - cialmente al Pride di Palermo in pro - Raccomandazione che costituisce il Partendo da un approccio molto prag - gramma dal 14 al 22 Giugno. Si trat - punto di riferimento del lavoro svol - matico, si è deciso di limitare il cam - ta di un importante e significativo pro - to dal Dipartimento per le pari oppor - po di azione alle misure attuabili a le - tunità e dall’UNAR. gislazione vigente, pur nella consa - Un piano di misure concrete Il lavoro che ci si è pevolezza dei problemi relativi al - per prevenire e contrastare proposti di fare, in - l’esistenza di un quadro normativo la discriminazione nel lavoro, sieme a tutti gli sta - molto lacunoso che limita la tutela dei keholder coinvolti in diritti della comunità LGBT. nella scuola, nei media tale ambito, è, dun - In questa prospettiva, si sono indivi - e nella realtà carceraria que, quello di contri - duati, secondo una selezione di prio - buire alla attuazione rità che parte da un’analisi della mag - getto pluriennale che prevede una di un piano di misure che, al di là di giori criticità, quattro ambiti strategi - collaborazione tra le diverse realtà isti - un quadro normativo incompleto, ci di intervento nei settori del lavoro , tuzionali, il terzo settore e le parti so - possa essere di supporto alle politiche della scuola , dei media , della sicurez - ciali per l’implementazione delle poli - nazionali e locali nella materia in que - za e carceri . tiche di prevenzione e contrasto della stione nel rispetto degli obblighi as - Per ciascuno di questi ambiti sono sta - discriminazione nei confronti delle sunti a livello internazionale ed eu - ti definiti, in modo molto semplice e persone LGBT, in linea con la citata ropeo. Una serie di azioni integrate e schematico, gli obiettivi e le misure multidisciplinari in grado di fornire specifiche da mettere in campo per una risposta dinamica e coordinata al promuovere la parità di trattamento e contrasto delle discriminazioni fondate dare un forte impulso a quel proces - sull’orientamento sessuale e sul - so di cambiamento culturale così for - 2 l’identità di genere. temente auspicato. strategia nazionale LGBT

Nonostante la semplicità della strut - tura, la Strategia non omette di con - siderare, sia nei principi che nelle mi - sure attuative, due aspetti di carattere orizzontale, talora collegati, che ri -    guardano il fenomeno delle discri - OMOFOBIA transessuale minazioni multiple e la trasversalità

delle tematiche di genere. La Strate -    

gia infatti comprende e considera la       

specificità della condizione delle le -  TRANSGENDER    

sbiche, verso le quali si verifica ap -          

punto una discriminazione multipla      

operante sia sul fronte dell’orienta -   mento sessuale che su quello del ge - 

nere. In tempi recenti, infatti, la mi -  soginia profondamente radicata nel ETEROSESSISMO   

tessuto culturale del nostro Paese ha   

     

registrato un forte aumento dei fem -     d

minicidi, il consolidamento nella r a

 g

k

   i

cultura di massa di un modello fem - n minile stereotipato ed un confina - g identità di genere     mento del ruolo produttivo femminile alle attività di cura della persona e della famiglia. Così pure altre forme di discriminazio - n e sono ten ute in considerazione nella

Strate gia e riguardano le persone LGBT migranti, quelle diversamente abili, quelle anziane, che vivono in una con - dizione, ancor più grave, di solitudine, marginalità sociale e vulnerabilità. la previsione delle azioni positive da i centri regionali antidiscriminazione, Nella realizzazione del percorso che realizzare. Altresì necessario è stato il i nodi provinciali, le antenne UNAR e porterà all’attuazione della Strategia, confronto con le altre Amministrazioni le altre strutture messe in campo da - la collaborazione tra le istituzioni centrali coinvolte sui temi di intervento gli organismi del decentramento am - centrali e la società civile è di fonda - propriamente sollecitati dalla Racco - ministrativo (circoscrizioni, municipi, mentale importanza ed ha un forte va - mandazione, così come con le Am - etc), con l’obiettivo di intercettare e lore simbolico e culturale di legitti - ministrazioni locali (Regioni, Provin - raggiungere in modo capillare i biso - mazione per soggetti, ancora, troppo ce, Comuni) che attraverso la Rete gni, offrendo ad essi una risposta ade - spesso marginalizzati e stigmatizzati, RE.A.DY. (Rete nazionale delle pub - guata con le competenze di differen - oltre ad avere una validità intrinseca bliche amministrazioni Anti Discri - ti realtà pubbliche o private già esi - perché contribuisce a rendere l’azio - minazioni per orientamento sessuale stenti sul territorio. ne pubblica più rispondente alle prio - ed identità di genere) rafforzano rità ed ai bisogni dei cittadini. l’azione di diffusione ed implementa - In tale ottica è stata preziosa la con - zione delle buone prassi. sultazione delle Associazioni LGBT, tra E’ evidente che per promuovere effi - gli stakeholder privilegiati nell’elabo - cacemente le misure proposte anche a razione della Strategia stessa, sia nel - livello locale risulta utile coinvolgere l’identificazione degli obiettivi che nel - le reti di prossimità quali, ad esempio, 3 primo piano pride: in the name of love

Successe il 28 giugno 1969 Il percorso del Pride Porpora Marcasciano

uccesse la notte del 28 Giugno transessuali e omosessuali prima di 1969 a New York! Successe da - quel 28 Giugno, a New York come a Svanti allo Stonewall! Successe Mosca, Rio, Roma e nella gran par - che l’orgoglio da sempre calpestato te del mondo. La transessualità e quella notte si ribellò! l’omosessualità erano semplicemen - La successione dei fatti che culminò te e categoricamente vietate, perse - con la rivolta di transessuali e omo - guite, oltraggiate o meglio, facendo sessuali contro un sistema violento e repressivo fu strabiliante e sensazio - Fino a quel momento nale, non solo perché era la prima vol - l’esperienza trans ta, ponendo fine così a una negazio - ne storica, ma soprattutto perché e gay non aveva altro apriva di fatto quella strada dei rico - senso che quello noscimenti che oggi tutti noi stiamo che le davano percorrendo. La storia nel suo inces - sante procedere è testimone di fatti che criminologi, psichiatri, solo apparentemente e a uno sguardo e benpensanti… distratto e superficiale, possono sem - brare casuali. La rivolta di Stonewall poteva apparire come un caso impre - vedibile, incredibile, eccezionale, una ribellione come le tante altre che in quel periodo si accendevano nel mon - do, apparentemente senza nessun nesso logico. Poteva apparire, ma non lo era! La storia ci insegna che dove viene negata l’uguaglianza e ven - gono lesi diritti e dignità, lì si sta col - tivando il seme dell’ingiustizia che pri - ma o poi darà i suoi frutti. A distanza di 40 anni non è facile 4 oggi comprendere la condizione di finta che non esistessero, erano ne - gate. Un silenzio pesante, dilaniante che gravava da secoli sulla vita di mi - gliaia di persone che non potevano dire e non potevano dirsi, perché mancavano i termini, le parole per de - finire se stessi, per dirlo agli altri, per costruire e dare forma a una propria esistenza, alla coscienza di sé. Ci riu - scivano a volte, ma solo in ambiti ri - stretti, gli artisti a cui veniva concessa la classica “licenza poetica”. Transessualità e omosessualità erano iscritte entrambe nella lista delle pa - tologie mentali, l’odierno DSM5, quindi considerate a tutti gli effetti vere e proprie “degenerazioni”. L’omo - sessualità ne uscirà solo negli anni novanta, a differenza della transes - sualità che resta ancora oggi in quel - la lista, definita come incongruenza di genere (fino a pochi mesi fa Disturbo Mancavano le parole, quindi i cosid - sifondi newyorkesi, lei e le sue amiche Identità di Genere, il famoso DIG). detti significanti, senza i quali, scon - drag (così le definiva Sylvia) entrano tato dirlo, manca anche il significa - allo Stonewall, uno dei pochissimi lo - to, e senza significato e significanti cali a loro accessibile. Avviene l’en - un’esperienza, se di questo si può par - nesima irruzione della polizia, con le lare, resta senza senso. solite offese, minacce, violenze. Come Diciamo che fino a quel momento al solito, loro sono costrette ad assi - l’esperienza trans e gay non aveva un stere passivamente a tutto questo, senso proprio, se non quello che ad nella speranza che l’incursione finisca essa veniva dato da criminologi, psi - presto e senza strascichi. Ma la storia, chiatri, legislatori e da tutti gli spe - come spesso avviene, è ricca di im - cialisti addetti alla conferma della previsti e quella sera, durante quel - cultura eterosessuale dominante. In l’incursione, le vittime inaspettata - quel frangente venivano costruiti mo - mente smettono di essere tali e reagi - stri e fenomeni, perché la diversità e scono! Una reazione inusuale, era la tutte le diversità sono da sempre in - prima volta! QualcunA (evidenzio la A serite in queste categorie. Quel grup - finale perché è fondamentale) scaglia petto di travestite e transessuali che la una bottiglia verso uno dei più intre - notte del 28 Giugno 1969 diede sfo - pidi e zelanti poliziotti innescando un go alla loro rabbia e disperazione era - parapiglia. Il fuggi fuggi generale no iscritte, loro malgrado, in queste ca - tegorie. Da quanto racconta Sylvia Rivera, una delle protagoniste di quell’evento (fu ospite del MIT nel Giugno 2000 per il World Pride di Roma), come tutte le sere, dopo aver girovagato per i bas - 5 la città a sostenere le irriducibili ri - Roma, c’era una distanza infinita, ma voltose favolose drag. La battaglia non geografica, perché bastava at - dura tutta la notte fino alle luci del - traversare un giardino per essere l’alba, ma la rivolta dura diversi sulla Tuscolana; tra noi e il resto del - giorni. E’ l’insubordinazione, il non la città c’era il vuoto del rifiuto e il voler più vedere calpestata la propria muro possente del pregiudizio-. dignità. Questa la realtà in Italia come nel re - Se tutto questo trovò terreno fertile a sto del mondo, ma non essendoci i New York, non si può dire che nelle mezzi di comunicazione veloci di oggi, altre città del mondo nulla succede - non c’era informazione e consapevo - va, perché la situazione e la condi - lezza, per cui quello che succedeva a zione erano le stesse. Per un fonda - New York restava sconosciuto ai più. mentale esercizio di memoria va ri - Inconsapevolmente, forse, dopo secoli cordato che, nello stesso anno di Sto - ci si stava organizzando, dando for - newall, in Italia la Romina Cecconi ma, parole, contenuti alla propria veniva inviata al confino per oltre due esperienza, era la prima volta! E anni perché, in quanto trans, consi - come per tutte le prime volte inizia derata persona socialmente e moral - una storia, quella che tutte e tutti ab - mente pericolosa. Nello stesso anno biamo cominciato a percorrere da si celebra il famoso processo Brai - quella notte e ancora stiamo percor - sposta l’azione fuori dal locale, dove banti, in cui Aldo fu condannato per rendo, quella del Pride che significa la polizia ammanetta qualcunA delle plagio (non esistendo l’accusa di Orgoglio, lo stesso che avevamo do - presenti, ma anche la reazione omosessualità). Le transessuali romane vuto nascondere per tanto tempo delle amiche è inaspettata e come le milanesi o torinesi vivevano incassando in silenzio ingiurie, offe - inusuale! Senza premedita - ai margini. se, violenze e morte. Per non dimen - zione ma istintivamente le Queste le parole di Roberta, una del - ticare e per dare senso e significato al drag assaltano il mezzo le protagoniste - In genere le porte per percorso che portò al 28 Giugno, ri - delle forze dell’ordine li - noi erano tutte chiuse, la gente ci ve - cordiamo sempre i roghi, i campi di berando le amiche! A deva come degli extraterrestri e, per sterminio, i manicomi dove migliaia quel punto il cerino avere una casa, sono finita insieme e migliaia di nostre sorelle e fratelli acceso dà fuoco alla alle altre nella baraccopoli dell’Ac - sono state/ sterminate/i. paglia, era il cerino quedotto Felice, tra ladri, mignotte ed Per questo esiste oggi il Pride, affin - dell’emarginazione e emarginati di ogni specie, una sorta chè la libertà e il diritto non venga - della rabbia antica di Corte dei Miracoli ai margini del - no messi in discussione da nulla e da sulla paglia della li - la città, dove vigevano regole e leggi nessuno. Perché camminare a testa berazione che da proprie, differenti dalla normalità e alta fa bene alla salute nostra e del - tempo covava e lì, lontane dai più. Tra le baracche e l’intera società. Buon Pride. esattamente in quel luogo e in quel mo - mento, trovò la giusta dimensione. Il Greenwich, da sempre quartiere di boemienne, artisti e disperati, è terreno fertile per la rivolta, fornendo man forte alle esuberanti drag del Lower West Side. Comincia un lancio di sassi, bottiglie e “tacchi a spillo”, la polizia impreparata si ritira all’in - terno del locale e chiama rinforzi, e rinforzi arrivano anche dal resto del - 6 19 anni di Pride Orgoglio nei ricordi di Vladimir Luxuria e pregiudizi e Vanni Piccolo a cura di Paola Di Lazzaro

ulla terrazza dell’Alibi, storico lo - tori formulati da dirigenti politici e re - Vanni Ma partiamo dall’inizio. 1969. cale della scena omosessuale ligiosi nei confronti degli omosessua - Stonewall. S romana, la pioggia ha ceduto il li in quanto alimentano l’odio e la vio - Vladimir Il 28 giugno. passo a uno splendido tramonto. Seduti lenza, anche se ritirati in un secondo Vanni All’1 e 20 di notte iniziò tutto. sul divano, Vladimir Luxuria e Vanni tempo”. Vladimir In un locale. Per me e te che Piccolo intrecciano i loro ricordi di una Vladimir Questo è importantissimo!! abbiamo militato anche nella Roma by vita di battaglie, lotte, e partecipazio - Lo ripeti per cortesia? night una dimostrazione che i locali ne che li ha visti spesso assieme, in pri - Vanni (ride) E’ il 2007. Quell’anno a notturni possono servire, in qualche ma linea, dentro e fuori il movimento. Roma si svolgeva un grande Pride in modo, anche a fare politica. In quel caso Domani è 18 maggio “Giornata mon - risposta al Family Day, in piazza c’era lì fu resistenza. I poliziotti, anche quel - diale contro l’omofobia e la transfobia”, 1 milione di persone. la sera, come prassi , entrano per e la loro chiacchierata inizia da lì. Vladimir Un bellissimo Pride, alla fine terrorizzare le persone, prendere i do - c’erano più persone lì che al Family Day. cumenti, fare di tutto per umiliarti. Ri - Vanni Ieri, rileggendo alcuni stralci del satine, gomitatine. testo preparato dall’Unione Europea quando nel 2007 venne istituita la Dopo Stonewall, Allen “Giornata internazionale contro l’omo - fobia e transfobia”, mi è balzato agli Ginsberg commentò: occhi questo articolo, il numero 10 del “I froci hanno perso testo, che recita: “Il parlamento euro - peo condanna commenti discrimina - quel loro sguardo ferito”. 7 PALERMO PRIDE NAZIONALE 2013 14-23 GIUGNO PRIDE VILLAGE CANTIERI CULTURALI ALLA ZISA

uest’anni il Pride Nazionale ha puntato al Sud, ri - non vuol dire sentirsi supe - “Q sorsa fondamentale di contaminazione e di dialogo” riori a un altro, non è arro - – ha detto Titti De Simone, presidente del comitato orga - ganza, orgoglio è l’essere nizzativo del Palermo Pride Nazionale 2013. E un segnale fieri di quello che si è. importante viene dalle istituzioni: il presidente della Camera, Laura Boldrini, e la ministra delle Pari Opportunità, Josefa Vanni Anche perché, se tu mi Idem, saranno presenti il 14 giugno al convegno di apertura neghi quello che sono, io re - del Pride, “I diritti sono diritti umani”. Al convegno par - cupero la mia fierezza, voglio teciperanno anche il presidente della Regione Sicilia, Rosa - impedirti di negarmi. Uno rio Crocetta, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. degli slogan più presenti nei Tra gli altri momenti importanti del Pride vanno segnalati il convegno del 15 giu - vari pride è, non a caso, “orgoglio or - gno, “Lgbt e discriminazioni nel mondo del lavoro”, con la partecipazione del vi - goglio orgoglio gay, fiero di essere cepresidente nazionale della Confindustria, Ivan lo Bello, e la segretaria nazionale quello che sei”. della Cgil, Vera Lamonica, e, il giorno 21, la conferenza stampa dell’Unar e del - l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) nel corso della quale sarà presentata la strategia nazionale antidiscriminazione dell’Unar e che si concluderà con una tavola rotonda con alcuni parlamentari. Clou del Pride nazionale di Palermo, che è ricco oltre che di dibattiti anche di mostre, di cinema e teatro, di libri e di musica, è la parata del 22 giugno. Madrine della manifestazione sono Maria Grazia Cucinotta, da sempre vicina al movi - mento lgbt, Eva Riccobono, Barbara Tabita, Youma Diakite e Vladimir Luxuria. Il Pride nazionale avrà per la prima volta il patrocinio dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia. L’ambasciatore statunitense sarà presente con un mes - saggio video di saluto e una riflessione sull’affermazione di Hillary Clinton che fa da titolo al convegno di apertura: “Gay rights are human rights”.

Vanni Si era accumulata stanno lì con le orecchie abbassate Vladimir Quest’uomo si è sgolato!!! una rabbia e una frustra - pronti a subire un’altra vessazione. E Vanni Per avere il nostro momento zione incredibile e ho let - poi con un tacco scaraventato in aria dell’orgoglio in Italia bisogna arrivare to da qualche parte che cambia tutto. al 1994. Lo organizzammo io e te in - era come se qualcuno te - Vanni Ho la stessa immagine di Sto - sieme. Io all’epoca ero Consigliere del nesse il dito premuto su newall. Sylvia Rivera che lancia una sindaco Rutelli per i diritti omoses - un grilletto pronto a spa - scarpa rossa con il tacco a spillo con - suali e tu, Vladimir, direttore artisti - rare, la situazione era ve - tro i poliziotti. Nel mio immaginario co di Mucca Assassina. Prima del ’94 ramente molto pesante. Ci questa resta il simbolo della rivolta. ci sono state delle celebrazioni, nel fu una ribellione totale, durò Vladimir Era anche un giorno parti - ’79 ricordo un incontro della Dele - qualche giorno, cominciò ve - colare, si stavano celebrando i funera - gazione del F.U.O.R.I con il sindaco nerdì notte, e per tre giorni li di Judy Garland, un’icona per il mon - Diego Novelli di Torino, poi nel andò avanti con 1000 persone a do omosessuale, e quella sera era un 1981, nei giorni della storica presa fronteggiare la polizia e cantando, momento di raccoglimento, e l’ennesi - del Cassero, al “Circolo 28 giugno” di le drag intonavano: “we are the sto - ma irruzione della polizia venne vissuta Bologna ci fu un corteo di due/tre - newall girls”. come un qualcosa di dissacrante e ir - mila persone. Nell’83, quando era ap - Vladimir Se tu ci pensi, l’ironia del - rispettoso. Tant’è che poi “Over the pena nato il circolo Mario Mieli, ci la sorte e dei nomi. Nessuno ci pensava Raimbow”, che cantava Judy Garland furono le giornate dell’orgoglio gay quando il locale venne chiamato Sto - nel mago di Oz, divenne una delle can - a Roma e per la prima volta vedem - newall, cioè muro di pietra, che da quel zoni simbolo del movimento. mo a Via Nazionale, Via del Corso muro si sarebbe creata una breccia da e Largo Argentina tre striscioni con cui sarebbe partito tutto. Orgoglio non vuol dire su scritto “giornate dell’orgoglio Vanni Allen Ginsberg, poeta omoses - omosessuale”. Omosessuale : una pa - suale americano, sintetizzò quella ri - sentirsi superiori a un rola non più clandestina ma libera nel volta dicendo: “I froci hanno perso altro, non è arroganza, cielo, per me fu un’emozione incre - quel loro sguardo ferito”. dibile; Piazza Farnese fu un tripudio. Vladimir Come i cani bastonati che orgoglio è l’essere fieri Per arrivare al corteo vero e proprio di quello che si è. bisogna aspettare il ’94, mi ricordo che sarei stato felice se avessi visto in piazza 2000 persone. Invece quan - Vanni Pride significa orgoglio. Ra - te ce ne erano? gioniamo sul sentimento di orgoglio. Vladimir 20.000. Noi temevamo mol - Vladimir Questa parola orgoglio è sta - to il flop, ma chi non risica non rosi - 8 ta a volte un po’ fraintesa, orgoglio ca, mi ricordo l’immagine del lungo - pride: in the name of love

tevere con questo serpentone di gen - Vladimir Oggi sembra te: lì ho capito che non eravamo soli, normale, ma all’epoca le persone iniziavano a credere in quel - pensare di poter vedere lo in cui noi avevamo sempre credu - delle persone che arri - to facendolo ogni giorno, nella nostra vassero a sfilare facendo vita, nei locali, nelle associazioni. vedere la loro faccia era Vanni E tu come eri vestita? quasi impensabile. Tro - Vladimir Avevo un vestito che mi ave - vare qualcuno disposto ad va fatto Antonio Marcasciano, fratel - andare in televisione a lo di Porpora Marcasciano, una spe - raccontare la propria sto - cie di costume con al posto del reggi - ria era difficilissimo, oggi seno due scolapiatti. si fa a gara. Man mano si Vanni Potete immaginare che faccia ho sono cominciate ad uni - fatto io, che non mi potevo permette - re tante associazioni, poi re altrettanta disinvoltura essendo in arrivò la musica, ma so - veste istituzionale. La chiusura ci fu in pratutto la presenza dei una Piazza Farnese piena di gente, an - nostri amici eterosessua - che se tanta ne mancava, l’Aids ave - li. Quello fu un altro pas - va seminato tanto dolore e quel gior - saggio epocale. Un po’ no il ricordo non poteva non andare come la battaglia degli agli amici che non c’erano più. afroamericani in Ameri - Vladimir Mi ricordo Simone Barto - ca che cominciò a diven - lini ovvero il “Signor Callas” che ini - tare forte quando anche i ziò a intonare un valzer e tutte le cop - bianchi hanno comincia - pie, uomo con uomo, donna con don - to a partecipare. Anche na, donna con uomo che si abbrac - noi ad un certo punto ab - ciano e iniziano a ballare. Mi sento biamo iniziato a vedere la fortunata ad aver vissuto questo mo - presenza massiccia dei mento di nascita del pride. nostri amici, dei nostri pa - Vanni Basta emozionarsi ( commosso ). renti, dei nostri colleghi di Vladimir Anche perchè il mio rimmel lavoro, degli studenti. non è waterproof ( ride ). Vanni Questa parteci - pazione degli eteroses - Oggi sembra normale, suali esplose nel World Pride del 2000, determi - ma all’epoca pensare nata dal contrasto che di poter vedere delle ebbe il Pride vissuto come una provocazione persone che arrivassero alla celebrazione del a sfilare facendo vedere Giubileo. Da Giovanni Paolo II a Ruini, a tutta la loro faccia era quasi la politica dei benpen - impensabile. santi. Non dimenticherò mai il Presidente del Consiglio Amato a cui fu Vanni Ti faccio una domanda: nei pri - chiesto di vietare la ma - mi Pride, a Roma nel 94, a Bologna nel nifestazione che rispose: 95 e a Napoli nel 96, una cosa man - “Purtroppo c’è la costi - cava che adesso è imprescindibile… tuzione”. Quel purtroppo Vladimir Mancavano i carri e la mu - fu terribile, fu una pu - sica, certo. Del resto i primi Pride era - gnalata. E poi Rutelli no fatti senza soldi ma noi aveva - (gli voglio tanto bene e mo piedi pronti a marciare e una for - lo saluto), ma, dopo aver te motivazione interna per cui non ci dato il patrocinio di tre - interessava non avere palchi e mega - cento milioni, lo ritirò. foni, avevamo le nostre voci, i nostri Vladimir D’altro canto quella di - slogan. chiarazione degli uffici ecclesiasti - Vanni E sopratutto le nostre facce. ci fu per noi l’ufficio stampa più pre - 9 primo piano

zioso, perchè da quel momento tut - Con il patrocinio del Comune di Roma Vanni Che significato ha il Pride per ti cominciarono ad appoggiarci. E del Sindaco Alemanno. chi partecipa la prima volta? così quello divenne il Pride di 1 mi - Vladimir Si sono finalmente accorti Vladimir Tante volte mi è capitato di lione di persone, dell’intervento di anche in Italia che il Pride non è una essere abbracciata da persone che ti di - don Vitaliano Della Sala, del con - carnevalata ma, come nel resto del cono “ce l’ho fatta”, con un senso di certo dei Village People, Grace Jo - mondo, uno degli eventi culturali del - liberazione da questo fardello di sen - nes, Geri Haliwell, Marc Almond. l’anno. si di colpa, dalla sensazione di aver Purtroppo fu l’occasione persa per Vanni Il Pride della splendida appa - commesso un crimine per il semplice aprire anche un dialogo con la re - rizione sul palco di Lady Gaga. fatto di essere quello che si è. ligione. Vladimir Sono sincera, noi ogni vol - Vanni Tanti ragazzi che rischiano, anzi Vanni Pride vuol dire anche sud, nel ta dobbiamo cercare il testimonial, il quasi sperano, di essere ripresi dalla te - 2003 a con uno sforzo organiz - personaggio famoso, l’artista che deve levisione per poterlo così far sapere ai zativo e una partecipazione eccezionale. cantare. Lady Gaga però è stata oltre. genitori. Togliersi il peso insopporta - Vladimir Lì per me da pugliese fu Ha fatto un discorso sui diritti mera - bile della clandestinità. un’esperienza incredibile e anche viglioso, un discorso politico, di una Vladimir Poi certo il Pride è un mo - inattesa. Non fu un Pride diviso tra persona che conosce i fatti, e, anche ar - mento di gioia anche se ancora qual - noi che sfilavamo e una città che tisticamente, aver scelto di fare un con - cuno lo vuol scambiare per una car - guardava. Ci fu un momento, mi ri - certo intimo, voce e pianoforte, è nevalata. cordo, in cui le signore facevano ru - stato emozionate, un momento che mi Vanni Io credo che ognuno al Pride vo - more con le pentole e ci lanciavano ricorderò sempre. glia portare la sua festa interiore: ve - i petali di rose dai balconi. Mi senti - stendosi da uomo, da donna, da pira - vo la regina dell’orecchietta! ta, nudo, in giacca e cravatta, io pen - Vanni Una cosa che mi piace dire sem - Il Pride è un grande so che il Pride sia un grande momen - pre è che ci sono 100 mila difficoltà alla momento di to di affermazione, di lotta, di riven - vigilia di ogni Pride, discussioni interne, dicazione ma anche di liberazione per - lotte, dispute, ma poi il pomeriggio di affermazione, di lotta, sonale. quel sabato succede il miracolo: è una di rivendicazione ma Vladimir Devo registrare però che ne - cosa straordinaria, l’apoteosi. gli ultimi anni la rappresentazione del Vladimir Sembra che non ci debba es - anche di liberazione Pride come un evento provocatorio sta sere mai nessuno ma poi come al suo - personale. venendo un po’ meno. Forse anche per no del pifferaio magico, quando par - un senso di opportunità, consapevoli tono i carri, le persone escono fuori. Oggi siamo pronti dell’arretratezza del nostro paese su Vanni Arriviamo al 2011, . a dire «Vogliamo Tutto». certi temi. Oggi alle sfilate ci sono i nonni, i genito - ri gli zii, poi ci sono tutti i bam - bini delle fami - glie arcobaleno. Saremo noi il fa - mily day. Vanni Lo slogan oggi è “Vogliamo tutto.” Non un tutto e subito preteso con ar - roganza. L’Italia è pronta, io non mi voglio accon - tentare. E non si vogliono accon - tentare le nuove generazioni che si innamorano e hanno un pro - getto di futuro. Il Pride non è solo una festa, è so - pratutto un mo - mento molto importante che riguarda Buone notizie dalla Conferenza la vita di tutti noi, e non soltanto di chi partecipa ma anche di chi lo vede dal Europea contro l’omofobia di fuori. l 16 Maggio si è tenuta all’Aja in Olanda la Conferenza europea per la Gior - Vladimir Abbiamo il sostegno della Inata internazionale contro l’omofobia (International Day Against Homofo - popolazione, la gente è molto più bia – IDAHO) che si celebra ogni anno il 17 maggio. Vi hanno partecipato le avanti della classe politica che do - delegazioni di molti Stati, le principali istituzioni europee e internazionali e le vrebbe sostenerci. Organizzazioni non Governative. A rappresentare l’Italia Josefa Idem, Mini - Vanni Quest’anno il Pride è a Pa - stra per le Pari Opportunità, lo Sport e le Politiche Giovanili, che è interve - lermo e sarà il Pride più meridiona - nuta alla Conferenza. Nella stessa occasione i ministri dei governi partecipanti hanno firmato una dichiarazione congiunta chiedendo alla Commissione eu - le della storia. In un sud spesso bi - ropea l’adozione di un quadro organico di iniziative comunitarie sulle que - strattato dalle cronache, che arran - stione dei diritti delle persone lgbt. Fra gli altri, l’Austria, il Belgio la Danimarca, ca anche per colpa della crisi. E io la Francia, la Spagna, la Svezia, la Finlandia, la Croazia e l’Olanda ed ovviamente penso che sia oltremodo simbolico l’Italia. L’obiettivo è quello di garantire l’effettività dell’uguaglianza e della pa - essere a Palermo a dimostrare che la rità di trattamento, integrando e supportando le politiche nazionali e favo - crisi economica non debba farci rendo lo scambio di best practices. trascurare la crisi dei diritti. E tu ci L’Italia, dal canto suo, partecipando al progetto proposto dal Consiglio d’Europa per l’attuazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri del 2010 sarai Vladimir? sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento Vladimir Io ci sarò: orgogliosa di es - sessuale o sull’identità di genere, è riuscita a concretizzare il proprio impegno sere favolosa, trans e meridionale. approvando definitivamente la “Strategia nazionale lgbt” che rappresenta un Vanni Io ci sarò: orgoglioso di es - buono strumento per l’affermazione dei diritti delle persone lgbt. sere favoloso, poco trans e molto “Dall’Europa” dichiara la Ministra Idem “ancora una volta la spinta e lo sti - frocio. molo per avviare il necessario cambiamento culturale del nostro Paese”. primo piano «Il copy right di Arcigay è di Marco»

a cura di Giampiero Forcesi

ine maggio 2013. Sede della Re - liani. L’Arci manda Marco Bisceglia a gione Puglia di Via Barberini a Palermo. Lui, che già quando era par - F Roma. Nichi Vendola ha un’ora roco a Lavello, in Lucania, aveva ap - di tempo, poi deve andare a discutere poggiato le prime iniziative dei radicali del caso Ilva con il presidente del Con - sul divorzio, sull’aborto, contro la ses - siglio, Letta. Con me c’è Vanni Picco - suofobia e per il riconoscimento dei di - lo. Siamo venuti a trovarlo per parla - ritti degli omosessuali. Lui che, dopo la re di Marco Bisceglia, straordinaria fi - sospensione a divinis, ha rivelato pub - gura di prete lucano, anima della con - blicamente la sua omosessualità. testazione all’interno della chiesa, poi Dico a Vendola che ora sta per uscire un sospeso a divinis e divenuto sostenitore libro che racconta la vita di Marco. Ni - dei diritti degli omosessuali, infine chi deve saperne qualcosa perché tem - tornato negli ultimi anni al sacerdozio po fa gli è stato chiesto un colloquio in una parrocchia della periferia ro - proprio dall’autore del libro. Il sottoti - mana. Siamo alla vigilia del Gay Pri - tolo di quel volume biografico evoca “le de nazionale che si terrà a Palermo, e tre vite di don Marco Bisceglia”. Marco è considerato una figura stori - ca degli omosessuali italiani. Un pre - Tre vite, Nichi? cursore. Un pioniere. Che proprio a Pa - Vendola: “La prima vita di don Mar - lermo, nel 1980, contribuì a far nascere co è quella che si può raccontare come il primo Collettivo Omosessuale del - la chiesa che si fa compagna del - l’Arci, da cui poi nacque l’Arcigay. l’umanità. E’ quella di una esperien - za di cattolicesimo conciliare, con la Dunque, è vero? Marco Bisceglia è parrocchia di Lavello che diventa Don Marco Bisceglia, stato il fondatore dell’Arcigay? uno dei punti di riferimento delle lot - “un santo e un folletto”. Vendola: “Era l’epoca in cui si molti - te bracciantili, e lui è molto amato. E’ Conversazione plicavano i settori dell’Arci. Nacque la chiesa dei poveri, la chiesa della giu - con Nichi Vendola l’Arciragazzi. C’era l’Arcigola… In for - stizia. Quella è la prima fase. ma del tutto naive , Marco fece nascere Poi c’è don Marco che va per il mon - anche l’Arcigay. Lui, una volta espul - do, esce fuori dalla Chiesa. Esce sia me - so dalla chiesa, aveva avuto un aiuto taforicamente e poi di fatto con la so - dall’Arci nel trovare una forma di so - spensione a divinis di Paolo VI, quan - pravvivenza. Era stato assunto. Del re - do lui prende posizione sul referendum sto, aveva una certa notorietà: era sta - per il divorzio. È un viaggio nella po - Nella foto di pagina 13 Marco Bisceglia, to candidato con i Radicali per il Par - litica, ma è anche un viaggio alla sco - non più prete, in un incontro della nascente Arci-gay (12 giugno 1981). lamento. Sì, bisogna riconoscerlo, il perta del mondo, ed è un viaggio alla A pagina 15, sulla destra Franco copy right di Arcigay è di Marco”. scoperta di se stesso, della sua strada… Lo Vecchio, militante del “Fuori!” La questione resta, però, controversa. “Non ho mai conosciuto un essere di Palermo dal 1976 e poi fra Vanni Piccolo e Nichi Vendola cerca - umano che fosse così vicino alla no - gli animatori dell’Arci-gay di Palermo. no nella memoria di ricomporre i fat - zione di bambino. Aveva una fan - ti di quegli anni, le origini dell’Arcigay, ciullezza disarmante… Ciò che lo ren - le polemiche tra il FUORI, i radicali e deva, a volte, sospettoso e ombroso l’area dei partiti di sinistra di cui l’Ar - era la paura della manipolazione del - ci era espressione. Siamo alla fine de - l’innocenza. Anche sulla scena pub - gli anni Settanta, all’inizio degli Ottanta. blica. Lui pensava per esempio che la C’è stato l’assassinio di due giovani battaglia per i diritti omosessuali do - omosessuali a Giarre. Ci sono state le vesse avere sempre un retrogusto di 12 reazioni di gruppi di omosessuali sici - anarchia. Dovesse essere sempre una contestazione di qualunque stereoti - aveva portato il suo eremo nella vita Marco Bisceglia. po di normalità. Si batteva perché so - quotidiana; poi aveva abbandonato Profilo biografico prattutto la sinistra si lasciasse attra - l’eremo per attraversare la città; e in - versare da queste domande, da queste fine ha lasciato la città, ha lasciato la Nasce a Lavello (Potenza) il 5 lu - contraddizioni, ma temeva molto un mondanità del mondo, e ha cercato glio 1925 . Negli anni 1944-45 cono - uso strumentale, anche da parte del - solo l’eremo come punto di ritrova - sce Guido Miglioli, sindacalista cattoli - la sinistra, di queste questioni... Da mento di se stesso”. co e politico della sinistra cristiana, ar - questo punto di vista ci furono delle restato dai fascisti e confinato a Lavel - sere in cui litigammo molto…” Nichi Vendola, nato nel 1958, iscrit - lo. Negli anni ’50 studia filosofia in Spa - gna, nell’ambito del cammino di for - to alla Fgci a quindici anni, padre co - mazione al sacerdozio. E’ attratto dal - Voi avete abitato insieme per un cer - munista e sindaco della sua città, Ter - la esperienza dei preti operai francesi, to periodo… lizzi, è cresciuto con un’educazione sostenuta dal card. Suhard ma presto av - “Io ho abitato per alcuni mesi a Mon - cattolica, ed è un credente. In un’in - versata dal Vaticano. te Porzio Catone a casa sua, perché a tervista comparsa su Repubblica nel E’ ordinato sacerdote nel 1963, nella dio - 1997 diceva di sé: “Come credente, cesi di Melfi-Rapolla-Venosa. E’ l’anno devo dire che la mia interiorità non è della morte di Papa Giovanni XXIII, il stata mai tormentata, non è mai en - papa che aveva parlato per primo di una trata in conflitto per le posizioni che chiesa povera e dei poveri. E’ l’anno in cui il Concilio Vaticano II entra nel vivo i vertici della Chiesa hanno espresso del suo profondo ripensamento del ruo - sulla omosessualità. E’ come se non ci lo della Chiesa, chiamata a far proprie fosse mai stato un riverbero sulla mia le ansie e le sofferenze della gente. vita privata: io non ho mai sofferto di sensi di colpa per le posizioni retrive Fin dall’inizio della sua azione delle gerarchie ecclesiali”. pastorale prende posizione a favore Certo, nella sua vita di parroco, im - dei braccianti della sua terra, denun - pegnato nella liberazione dall’ingiu - ciando le ingiustizie a cui erano sotto - posti. E’ critico verso le istituzioni anche stizia e dai tabù, Marco Bisceglia, la ecclesiastiche e cerca di suscitare nella sua omosessualità ha dovuto invece popolazione cristiana di Lavello – come combatterla, reprimerla. Ma poi, dopo stava avvenendo nella comunità del - la sospensione a divinis e dopo un l’Isolotto a Firenze – il desiderio di riap - tempo di deserto, don Marco ha libe - propriarsi del suo essere popolo di Dio. rato quella parte di sé. L’ha vissuta in Fa assumere alla sua comunità parroc - pieno. Ma la sua religiosità non è ve - chiale le sembianze di una vera comu - nuta meno… nità cristiana di base, in cui ognuno ha quel tempo – era il 1984 - facevo il Racconta Nichi: “Lui aveva una reli - voce e partecipa alle scelte che riguar - dano la comunità. In breve tempo, a par - servizio civile presso l’Arci e lavora - giosità travolgente. E ce l’aveva persi - tire dal 1970, la comunità del Sacro Cuo - vo sostanzialmente con lui. Prendevo no negli anni in cui aveva tentazioni re di Lavello, insieme con quella del Car - centomila lire al mese e provvedere al all’anticlericalismo, che toccavano tal - mine di Conversano, diviene punto di ri - vitto e all’alloggio era complicato…. Il volta persino la blasfemia, quando ferimento in Puglia e in tutto il Mezzo - mio pranzo, in quel periodo, era solo per esempio, ad un certo punto del suo giorno di una chiesa schierata con i più un panino all’olio. Don Marco, allora, vitalistico coming out, don Marco ri - poveri e con tutti coloro che sono col - mi faceva dormire nella sua casetta. legge la sua storia di prete, dalla vo - piti da forme di esclusione. Lui aveva molto calore umano… ma la cazione all’altare, come una lunga su - Don Marco partecipa, fin dal 1972, a ini - casa era freddissima. Non c’era ri - blimazione della propria omosessuali - ziative del Partito Radicale a favore del divorzio e per il no al referendum abro - scaldamento. Non potrò mai dimenti - tà. Su questo abbiamo avuto degli scon - gativo, a favore di una legge che consenta care il freddo che ho avuto in quella tri durissimi; abbiamo fatto l’alba liti - l’aborto, per un nuovo diritto di fami - casa… Il dramma era farsi la doccia in gando. Perché l’ansia di sentirsi in pace glia, per l’abrogazione del Concordato, quel bagnetto con la finestra rotta. per le scelte che faceva diventava per il riconoscimento dei diritti delle “La terza fase è quella in cui Marco quasi una denigrazione di un passato persone omosessuali, etc. Partecipa prende per mano se stesso e compie il che invece era stato meraviglioso. anche, nel 1973, al movimento dei Cri - viaggio della vecchiaia e della malat - “Per me, che sono un ragazzo del Sud, stiani per il socialismo. tia. Lo compie vivendolo soprattutto Marco Bisceglia era una persona im - È anche molto attivo nel denunciare l’emigrazione a cui è costretta la gente come ricerca. Me lo immagino come portante. Io allora, negli anni ’70, non del Meridione. un vecchio nel momento più solenne lo conoscevo di persona. Ma ricordo della sua libertà. Si è ritirato dal che facevo il viaggio da a Bari, Il vescovo, mons. Giuseppe Vai - mondo, come la scelta del monaco che avevo 17-18 anni, per andare a cer - ro, tenta il dialogo con don Mar - va nell’eremo. Davvero lui ha scelto care le riviste del dissenso cattolico… co, ma le posizioni sono troppo lontane. l’eremo. Prima, quando era parroco, Andavo a cercare le cose che scrive - In una lettera del maggio 1974 scrive al Una riunione del “Fuori!” a Palermo nel 1976. suo vescovo: “Sia chiaro per tutti, cle - ricali e laici: la lotta che noi cristiani cri - tici combattiamo non mira, come a vol - te ci si accusa, a demolire la Chiesa, ma anzi a sgombrarla d tutti i vecchi ruderi del feudalesimo, del borbonismo e del fascismo, perché sia quale Cristo l’ha vo - luta: uno spazio di libertà e di comu - nione aperto a tutti”.

Nell’aprile 1975, di ritorno dalla ter - za assemblea nazionale delle comunità di base, viene preso di mira da due gior - nalisti di una settimanale di destra, “Il Borghese”, che si fingono omosessuali cattolici e si recano da lui, conoscendone il pensiero, per chiedere di essere uni - ti in una sorta di “matrimonio di co - vano don Giovanni Franzoni, la co - Federazione giovanile comunista, nel - scienza”. Registrano il lungo dialogo avu - munità dell’Isolotto a Firenze. E anche l’occasione di uno straordinario in - to con il sacerdote, che di fatto dà una questo incredibile prete dei braccian - tervento di Enrico Berlinguer sulla fu - benedizione alla loro unione, e lo pub - ti, che stava a Lavello e che aveva una turologia. Fu il primo incontro tra di blicano sul giornale: “Le prime nozze fra fama straordinaria. Era l’esperienza noi. Ci presentarono, e io mi emozio - omosessuali in Italia. Confetti verdi delle comunità di base, dei cristiani per nai molto perché lui aveva guadagnato con la benedizione”. E’ la goccia che fa il socialismo… Tutte queste cose furo - traboccare il vaso. no un accompagnamento importante della mia formazione politica e anche Settembre 1975. “Con decreto ve - scovile che entrerà in vigore domani 30 della mia formazione sentimentale. settembre, la Parrocchia del Sacro “E quindi questa idea liquidatoria, que - Cuore in Lavello è dichiarata vacante, sto mettere fuori corso la propria sto - perchè il parroco Marco Bisceglia vie - ria precedente era, secondo me, una ne esonerato dal suo ufficio. Il decreto qualche forma di soggezione a un cer - è il risultato di sofferto procedimento to contesto culturale che talvolta era amministrativo a cui il Vescovo si è sen - effimero, era superficiale… tito costretto da una attività rivoluzio - “Ma lui era un uomo che aveva con gli naria che ha come primo obiettivo la lot - ta interna contro la chiesa cattolica, con - esseri umani una capacità di empatia, di tro la sua dottrina, considerata una ideo - accordo, di profondità straordinaria. logia alienante e contro le sue struttu - Era disarmante. Era difficile dissentire da re dichiarate oppressive”: così si legge lui, perché era disarmante. Hai presen - nel decreto del vescovo Giuseppe Vai - te un confronto ruvido che puoi avere ro che allontana don Marco Bisceglia dal - con un bambino di tre anni che viene ac - una grande notorietà sulla scena pub - la sua comunità. cusato ingiustamente di qualcosa? Ecco, blica, anche negli anni successivi alla Seguono alcuni anni di silenzio. Bisceglia lì hai la fotografia di don Marco. Non sospensione a divinis. Gli anni della racconterà più tardi che egli si era sco - consentiva che venissero percepite sma - stagione dei diritti civili, dei diritti di perto omosessuale ma fino all’allonta - namento dalla chiesa si era mantenuto gliature nella sua anima Aveva vera - libertà. Era molto importante, per una casto, secondo i voti presi, pur vivendo mente questo tratto infantile, ma bello. parte del mondo cattolico, reagire in una profonda incertezza e in una sof - Non necessariamente ingenuo, ma af - alle crociate integraliste su temi come ferta repressione. In quegli anni rivele - famato di innocenza. La fame di inno - il divorzio, l’aborto, il diritto di fami - rà pubblicamente la sua omosessualità cenza incredibilmente aumentò, dilatò glia, e partecipare a una stagione di a Rimini in una riunione di cattolici del quando lui scelse la strada dell’omoses - cultura laica che avrebbe fatto bene dissenso. sualità, la strada della militanza”. alla società, allo Stato e anche alla Chiesa. Credo che la chiesa perda il suo Per sopravvivere, Marco Bisce - glia cerca un lavoro presso le sue La prima conoscenza diretta tra Ni - carisma quando è impregnata di cle - amicizie radicali (nel 1979 viene candi - chi Vendola e Marco Bisceglia era av - ricalismo… dato alle elezioni politiche con il Parti- venuta qualche anno prima della ve - “Ecco, io sono sempre soverchiato da to Radicale, senza essere eletto), fino a nuta a Roma di Nichi. Ed era stata emozioni forti quando si tratta di che viene assunto dall’Arci, dove opera un’emozione forte. Nichi era giova - Marco Bisceglia, perché con lui ho vis - nella commissione diritti civili. Nel - ne e aveva dovuto affrontare l’im - suto una delle stagioni più felici del - l’estate del 1980 gli viene affidato il com - patto della sua omosessualità con la la mia vita. E’ stato l’anno in cui sono pito di dare vita a una componente ra - società chiusa del Sud. venuto a vivere a Roma! Ancora non dicale in senso all’Arci. Nel novembre av - molto tempo prima io avevo dovuto li - viene l’uccisione di due giovani omo - sessuali a Giarre, vicino a Catania. Finora “Io l’avevo conosciuto nel 1980 a Mi - berarmi, dopo i diciotto anni, dalla sen - lano, al congresso nazionale della sazione di essere l’unico al mondo toc - il movimento gay italiano ha quasi solo il “Fuori!” come realtà organizzata. Ora, cato da quello strano turbamento e che stratore della parola di Dio, prenderla Bisceglia è inviato a Palermo per discu - quella fosse una malattia… Erano nel nome degli uomini, delle donne che tere con i dirigenti siciliani dell’Arci del - la possibilità di prendere un’iniziativa sul epoche in cui ci si riconosceva, e si sono braccati dal senso di colpa, dal - tema dell’omosessualità. Nel dicembre aveva una specie di rete clandestina, la vergogna, dal pregiudizio… ! Lui lo del 1980 nasce il “Collettivo omosessuale quasi, di amicizie… Io avevo fatto ami - ha fatto. E lo stile con cui lo ha fatto dell’Arci”. Furono coinvolti anche espo - cizia, ma solo amicizia, con un ragazzo è molto importante. E’ stato il primo nenti del Fuori! Nel maggio 1981 si co - gay che era nel paese accanto, e poi un adulto che usava parole – quando par - stituisce l’Associazione Arci-gay, e nel altro in un altro paese accanto… Ave - lava di sé o degli altri, o quando par - mese di giugno del 1982 si organizzò la vo, come loro, il bisogno proprio spa - lava del tema in generale – che non mi prima Festa dell’orgoglio omosessuale a smodico di sentire il racconto delle vite comunicavano una sensazione di spor - Palermo. degli altri che assomigliavano alla vita cizia; non mi veniva mai di collegare Nel 1982 Bisceglia si impegnò mia, di trovare qualcuno come me che quel che diceva, le sue parole, a qual - poi a far nascere, dalle varie esperien - mi desse coraggio e a cui io potessi cosa che avesse a che fare con una pu - ze che andavano sorgendo in varie par - dare coraggio… trefazione morale, con un clima not - ti d’Italia, l’Arcigay nazionale, che nacque “Oggi, quando vedo le cose che sono turno da lampioni e cespugli. Don Mar - in effetti nel 1985. In quel periodo ebbe andate avanti, almeno dal punto di vi - co Bisceglia mi ha aiutato a liberarmi come più vicino collaboratore Nichi Ven - sta della società, delle persone gay, dall’idea – di Oscar Wilde - che ogni dola, iscritto alla Fgci, che fece un anno vedo un mondo che per me allora era uomo uccide ciò che ama, dall’omo - di servizio civile presso l’Arci, a Roma. inconcepibile… Oggi al mio paese io sessualità come destino di disperazio - Nel decennio successivo Marco Bisce - glia continua a lavorare per l’Arci, ma è vivo con il mio compagno nel cuore ne, come somma di due monologhi, piuttosto defilato. Non ama molto le lo - del centro storico, davanti al merca - come impossibilità del dialogo, o – lo giche organizzative e partitiche. to dell’ortofrutta, nella parte più po - dico con affetto perché ho molto ama - polare del paese, e sono contento di to Dario Bellezza – dall’idea dello Nel 1996 si ammala di Aids e la - farlo; qualcuno potrà anche fare qual - spargimento del seme come lutto, per - scia l’Arci , come pure tutto l’ambiente che pettegolezzo, qualche commento ché il seme nell’omosessualità non fe - del movimento omosessuale. Si riavvi - salace, ma si fanno commenti salaci conda la vita… No! Con don Marco si cina alla Chiesa cattolica. Entra in con - sulle persone per tante ragioni…. Io ora era allegri! tatto con i religiosi della Congregazio - ne di Gesù sacerdote, i cosiddetti padri vivo là e la gente mi riconosce, rico - venturini (dal nome del loro fondatore), nosce il mio compagno. Vanni Piccolo racconta com’era Mar - i quali si occupano soprattutto di so - “E’ una cosa che ci siamo guadagnati co nei campi gay, la sua vita sfrena - stenere i sacerdoti che vivono una anche perché ci sono stati quelli come ta ma vissuta con gioia, semplicità, qualche difficoltà. Viene accettato come Marco Bisceglia, che hanno avuto il fe - con grande capacità di comunica - vicario coadiutore nella parrocchia di gato di prendere la parola. Pensa che zione. “Rotolava nella vita, ma con San Cleto, nella periferia romana, dove vuol dire, per uno che era ammini - gioia”… esercita il suo sacerdozio soprattutto nel Vendola: “Io me lo ricordo sulla spiag - confessionale. Scrive un sacerdote, don gia, come una divinità classica, perché Vincent: “Sono vissuto con don Marco Bisceglia a Roma, parrocchia di San Cle - aveva qualcosa di arcaico nella sua fe - to, nella sua ultima fase di vita ed è sta - licità. Viveva la festa come comunio - to mio padre spirituale. In lui stava un ne. Riusciva a tenere in equilibrio fi - fuoco interiore che comunicava ai pe - sicità e spiritualità. Quando per la pri - nitenti in confessione, ai giovani, alla gen - ma volta ho letto in qualche libro, for - te semplice. Era umile. Soprattutto gli se di David Maria Turoldo, l’espressione piaceva andare a visitare le suore di ma - di Dio ‘che danza la vita’, ho pensato dre Teresa che avevano una casa per le a don Marco, perché io me lo vedo donne ammalate di Aids. Celebrava la sempre come una figura danzante, messa, predicava, visitava ciascuna di loro, e faceva i funerali. Questi anni furono come un derviscio lucano che attorno una preghiera ininterrotta e una vita di a sé creava mulinelli di grande allegria, prete eccezionale”. di grande festosità. Era una dilatazio - ne un po’ surrealista della prima fase Muore il 22 luglio 2001 e viene se - della sua vita… Celebrava il vino, ce - polto nella cappella dei sacerdoti del ci - lebrava il cibo, gustava le persone, gu - mitero di Lavello, suo paese natale. Tre stava la vita. Si cibava della vita”. giorni dopo morirà anche il suo antico vescovo, mons. Giuseppe Vairo, da tem - po ricoverato in una casa di riposo per Chiedo a Nichi che cosa avesse con - anziani, nella quale viveva molto pove - servato nella seconda vita, don Mar - ramente. co, della prima… Vendola: “Aveva conservato il senti - (Giampiero Forcesi) mento della sfida al potere. Era natu - primo piano Giuseppe Di Salvo in una riunione del “Fuori!” a Palermo nel 1980.

raliter dotato di una passione critica nei viaggio lungo, dal confronti del potere. In questo senso era Flaminio all’Anagni - pasoliniano. Il potere per lui era lo na, poi lì dovevamo scandalo. Era lo scandalo del potere che aspettare l’autobus per metteva in croce i poveri cristi. Era lo il paese -, eravamo scandalo del potere che crea il filo spi - stanchissimi; ci siamo nato intorno alle persone. Erano lo fatti un piatto di spa - scandalo del potere i rapporti sociali ghetti, abbiamo be - feudali nella Lucania del dopoguerra. vuto un bicchiere di Anche la sua esperienza pubblica e po - vino, poi ne abbiamo litica ha avuto questa cifra. Se devo dir - bevuto un altro. Lui ti che cosa lega le tre vite di don Mar - era un po’ brillo. A un certo punto ab - rali estivi. Arrivavano all’improvviso, co è la critica del potere. Alla fine an - biamo cominciato a discutere anima - ed erano fortissimi. Ma poi, appena che la scelta dell’esilio nell’eremo è una tamente di politica. Lui ha comincia - passato il temporale, tornava il sole del forma di autospossessamento: non to a dirmi che lui lo sapeva che io ero suo sorriso… Lui non era capace di esercito più neanche il potere della pa - venuto all’Arci soltanto per control - conservare rancore, e ti impediva di rola…, mi tuffo in una dimensione in larlo, che ero una specie di commis - nutrirlo nei suoi confronti. cui sono totalmente privo di potere, ma sario del popolo, e che era stato il par - “Sì, è vero, quando fu ormai maturo totalmente concentrato in Dio”. tito comunista a mandarmi lì a con - il tempo di tirare la rete, di dare una trollare… Ora io ero un ragazzo di 25 struttura organizzata e stabile all’Ar - Si dice che Bisceglia abbia sì contri - anni. Era la prima volta che vivevo a cigay, ricordo che Marco era sempre buito molto a mettere in piedi l’Ar - Roma. Avevo avuto qualche problema insofferente, inquieto. Era come se lo cigay, ma poi fosse inadatto alla vita serio con il partito… L’idea che io po - spirito rifiutasse la forma; l’organiz - zazione in sé era percepita come una dimensione del potere, quasi una negazione del suo animo libero. Perché Marco era uno strano incro - cio tra un santo e un folletto. Perché era un po’ anche divinità pagana…

Vendola accenna al fatto che poi, quando lui ha iniziato la carriera po - litica (nell’esecutivo nazionale della Fgci nel 1985, candidato del Pci alle poli - tiche nel 1987, poi dal 1992 parla - mentare alla Camera) si sono persi di vista, e che a lui è dispiaciuto moltis - simo non rivederlo. Ma dice: “proba - bilmente avremmo intrecciato una co - municazione formale, quanto di più estraneo alla sua umanità…”. Vendola racconta ancora un ultimo episodio: “Quattro o cinque anni fa ho accetta - to di fare un comizio a Lavello. Per la prima metà ho parlato di politica. Poi ho parlato di Marco. La gente, era tan - di quella organizzazione, inadatto a tessi essere lì a controllare, io che ave - tissima, ascoltava in silenzio. Mi sono dirigerla, insofferente di certe rigidità vo chiesto di fare il servizio civile – pri - reso conto che erano felici, fieri, che della politica.. mo nel mio paese a farlo -, io mandato una persona che spesso stava in tv, una “Ti racconto un aneddoto. Una sera che dal Pci… era una cosa inverosimile. Ma persona importante secondo gli ste - siamo tornati a Monte Porzio - era un lui vedeva che il capo dell’Arci, a quel reotipi comuni, venisse a dire ‘che gran - tempo era Rino Serri, era anche un im - de uomo ha avuto la vostra comuni - portante esponente del Pci, e vedeva tà!’. E poi, parlando con loro, ho visto che nell’Arci, tutti i settori importan - che ognuno aveva un aneddoto, ognu - ti, come la Legambiente, l’Arci Caccia, no aveva una storia da raccontarti di avevano come responsabili dei diri - don Marco. È viva questa sua imma - genti del Pci… gine a Lavello. La raccontano ai nipo - 16 “Le sue sfuriate erano come i tempo - ti… È una cosa molto forte”. pride: in the name of love

Un giornalista lucano È in stampa una biografia alla scoperta del “don Mazzi del Sud” di don Marco Bisceglia

occo Pezzano è un giornalista di don Bisceglia, Anita, la quale lo rin - quarantenne di Potenza. Ha grazia per il modo non offensivo con cui Rscritto un libro su don Marco ha parlato del fratello. Allora il giorna - Bisceglia, Troppo amore ti ucciderà. Le lista decide di fare un passo oltre e di scri - tre vite di don Marco Bisceglia : questo vere una biografia di quel prete, che era il titolo del volume (320 pagine, 16 poi stato sospeso a divinis e aveva de - euro), edito da Edigrafema, un editore dicato tanti anni della sua vita all’Arci - di Matera. gay, confessando la sua omosessualità. Incontro l’autore quando il libro è an - Raccoglie tutta la documentazione pos - cora in corso di stampa. Pezzano si è sibile, ascolta numerose testimonianze, imbattuto nella figura di Marco Bisce - tra cui quella di Nichi Vendola, che ave - glia per caso, qualche anno fa. Stava va lavorato con lui nei primi anni ’80 a sfogliando le pagine de La Stampa, Roma, presso l’Arci, e scrive il suo rac - quando gli è caduto l’occhio su un ser - conto biografico. Gli chiedo che cosa lo vizio sul riconoscimento delle coppie ha colpito di più della personalità di Mar - omosessuali. C’era un colonnino dedi - co Bisceglia. “La coerenza”, mi rispon - le”. Parla di un uomo rimasto solo, con cato a don Marco Bisceglia: si diceva de. La coerenza, pur se la sua vita ha pochi amici. di lui che era stato il primo sacerdote avuto al suo interno tre fasi molto diverse Eppure, mi dice, oggi a Lavello la gen - nella storia della Chiesa che avesse spo - una dall’altra. Le “tre vite” del sottoti - te lo ricorda con affetto. E anche mol - sato due omosessuali. Pezzano si è in - tolo del libro: prima il protagonismo nel - ti preti ne parlano bene. Solo qualcu - curiosito e ha voluto approfondire la la chiesa di base e nella contestazione ec - no lo critica per un eccesso di prota - cosa, tanto più che quel sacerdote era clesiale; poi la militanza romana nel - gonismo. lucano come lui. l’Arcigay; infine il ritorno alla chiesa, in Lui non lo dice, ma ho saputo che an - La storia del prete che aveva sposato i un ruolo defilato, in una piccola par - che la gente della parrocchia romana di due omosessuali era, evidentemente, rocchia dei padri venturini. “Dei tanti sa - San Cleto ha un bellissimo ricordo di lui. una favola buffa. Era stato l’inganno di cerdoti che volevano cambiare la chie - Un uomo buono. “Un santo” giunge a due giornalisti di una nota rivista di sa dall’interno, lui è stato il più coeren - dirmi qualcuno dei parrocchiani. estrema destra, “Il Borghese”, che ave - te, quello che ha pagato di persona, fino Mi è venuta voglia di leggere il suo li - vano finto d’essere una coppia di omo - in fondo, e restando uomo di fede”. bro. Di capire meglio come ha inter - sessuali cattolici ed erano andati da don Nell’Arcigay, racconta Pezzano, Marco pretato la figura di questo prete così par - Marco Bisceglia, allora parroco della Bisceglia non ha soltanto lavorato a fa - ticolare, che era stato per dieci anni un chiesa del Sacro Cuore di Lavello, per vore delle persone omosessuali, ma ha profeta di giustizia e di liberazione in chiedere di poter essere uniti in matri - saputo costruire un soggetto politico mezzo al suo popolo, per altri quindi - monio. I due giornalisti avevano regi - nuovo, a livello nazionale. Un’impre - ci o venti un testimone di persona del strato il loro dialogo con il sacerdote, sa straordinaria in quell’epoca – siamo diritto alla vita e al rispetto degli omo - nel corso del quale don Marco aveva in proprio all’inizio degli anni ’80 -, che sessuali, e infine, negli ultimi anni, un sostanza dato la benedizione alla loro fra l’altro ebbe il merito di rompere anziano confessore, un prete mite, ca - unione. Poi avevano pubblicato la cro - l’ostilità dei partiti di sinistra verso la pace di ascoltare e di portare sollievo naca dettagliata dell’incontro, con il ti - questione omosessuale. al cuore affaticato dei cristiani della par - tolo “Le prime nozze omosessuali in Ita - Pezzano, però, non vuole rivelare i rocchia di San Cleto alla periferia di lia”. Nell’articolo don Bisceglia era contenuti del suo libro. Accenna, ad Roma. chiamato “il don Mazzi del Sud”, in ri - esempio, al progressivo silenzio di Mar - (g.f.) ferimento ad un’altra figura molto co - co Bisceglia, negli anni dal 1985 al 1995, nosciuta nell’ambito del dissenso cat - ma non ne rivela i motivi. Parla di un tolico, il parroco della Comunità del - “decennio di limbo”. Parla poi del suo ri - l’Isolotto a Firenze. torno a Lavello, non più prete e per di Rocco Pezzano ricostruisce quella vi - più omosessuale dichiarato, “cosa che che cenda. Ne esce un articolo su un quoti - nella mia terra in quegli anni – mi dice diano lucano che viene letto dalla sorella Pezzano – è come essere un intoccabi - 17 diritti umani

Diversamente

testo e fotografie di Marco Buemi Svezia

al sogno di un paese consi - immigrati, che vedono sfuggire ogni coalizione di centro-destra denominata derato da sempre come il giorno di più la possibilità di una vera Alleanza per la Svezia e guidata da D paese della giustizia sociale, integrazione sociale. Fredrik Reinfeldt, leader del Partito mo - della tolleranza e della politica del - Dopo decenni di modello svedese e di derato unito. Alla fine del quadrien - l’accoglienza, ci si è risvegliati all’alba generose prestazioni sociali, dal 1990 nio, i risultati conseguiti hanno dato del settimo giorno consecutivo di la Svezia ha ridotto il ruolo dello sta - ragione alla coalizione, con una di - scontri. I fatti accaduti di recente a to, creando un rapido aumento delle soccupazione in diminuzione, un bi - Stoccolma ed estesi anche in altre cit - disuguaglianze. Infatti, con il calo del - lancio in equilibrio e un Prodotto in - tadine svedesi ci riportano alla men - la produzione e dell’occupazione du - terno lordo al +7,3 per cento, addirit - te l’esplosione sociale che nel 2005 rante i primi Anni ‘90 e la riduzione tura oltre le previsioni. Così Reinfeldt, sconvolse, per molti giorni, le ban - della domanda interna, l’intera eco - diversamente dallo schieramento av - lieue parigine e le periferie di altre nomia entra in una spirale di crisi di versario, ha potuto affrontare le ele - grandi centri francesi. La causa sca - lungo periodo. Il sistema di welfare, zioni politiche del 2010 da una posi - tenante della rivolta è stata l’uccisione a causa dell’insufficiente crescita del - zione di forza, vincendole e riconfer - di un anziano migrante di 69 anni, le risorse determinata dalla crisi eco - mandosi premier. Reinfeldt è diventato con problemi psichici, abbattuto a nomica, per come era strutturato, così il primo conservatore svedese a colpi di pistola dalla polizia svedese. non riesce più a dare adeguate rispo - vincere due elezioni di seguito – 2006 Ma dietro questo motivo si nascon - ste alle aspettative di benessere e di e 2010 – e sempre con la stessa coa - de una rabbia interiore causata dal - sicurezza sociale a cui erano abitua - lizione, Alleanza per la Svezia. la ghettizzazione e dalla mancanza di ti i cittadini. Nella tornata elettorale del settembre lavoro delle giovani generazioni di Tutti questi fattori di crisi hanno 2010, dalle urne è emerso un elemen - avuto come effetto il diffondersi nel to di novità rappresentato dal Partito tempo di un forte malcontento fra i cit - dei democratici svedesi, formazione tadini, sfociato – nelle elezioni poli - nazionalista e xenofoba fondata nel tiche del 2006 – in un voto di prote - 1988 e guidata dal 31enne Jimmie sta che ha portato alla sconfitta del Åkesson, che con il 5,7 per cento dei Sap, il Partito Socialdemocratico Sve - voti ha ottenuto 20 dei 349 seggi par - 18 dese, e alla vittoria inaspettata della lamentari. Quello di Åkesson e soci è svezia / crisi di un modello (quasi) perfetto

stato un vero e proprio boom : dopo aver navigato ben al di sotto del pun - to percentuale per tutti gli Anni ‘90, i Democratici svedesi sono passati dal 2,9 per cento delle elezioni del 2006 al 5,7 per cento del settembre 2010, su - perando così per la prima volta la so - glia di sbarramento del 4 per cento. La ragione di questo improvviso balzo in avanti è da ricercare nel fatto che – mentre i principali partiti erano im - pegnati a discutere su strategie eco - nomiche, politica sindacale e nuovi as - setti industriali – i Democratici di Sve - zia hanno portato l’attenzione degli elettori sui crescenti conflitti sociali delle periferie, determinati in buona parte dalla notevole presenza di cit - tadini di origini straniere (18% circa della popolazione), hanno agitato lo spauracchio dell’islamizzazione del Paese e puntato il dito sui costi esor - bitanti della politica di integrazione, cavalcando così l’onda di un mal - contento che già investiva il “paradi - so sociale svedese”, modello d’eccel - lenza di welfare diventato il mito di parte della sinistra europea negli Anni ‘70 e ‘80.

Il fenomeno della segregazione

Dagli anni ’70 e ’80 in poi, aumentò massicciamente il movimento migra - torio verso la Svezia di rifugiati po - litici e richiedenti asilo da tutti quei Paesi che, vivendo dittature politiche o guerre, si trovavano in una condi - zione di migrazione forzata. In que - sta situazione emerse un nuovo indi - rizzo politico che prevedeva da parte dello Stato un atteggiamento tolle - rante, ma passivo, verso i diritti dei gruppi etnici nel conservare la loro cultura: gli immigrati, diversamente da dirritetpi ourmtaagne i

l’attuazione di strumenti di economia che si rivolgono a tutta la popolazio - ne. Se ad esempio il tasso di disoccu - pazione tra i cittadini immigrati è mol - to alto, le politiche del mercato del la - voro dovrebbero cambiare per tenere conto delle nuove condizioni econo - miche del paese. Non si dovrebbero, quindi, creare programmi speciali del mercato del lavoro per persone di ori - gine straniera. In questo modo si evi - terebbero le segregazioni originate dalla creazione di due distinti gruppi, gli svedesi e gli immigrati.

L’incrinatura di un mito

L’immagine della Svezia di oggi non è più univoca ma presenta diverse sfac - cettature. Negli anni passati quando si parlava di Svezia, si parlava di un mito, e si riteneva che tranquillità e stabili - tà prevalessero in modo incontrastato. Poi avvenne l’uccisione nel pieno cen - tro di Stoccolma di Olof Palme e il mito della Svezia “paese felice” subì una pro - fonda incrinatura. L’immagine della Svezia subì anni dopo un’altra incri -

quanto si verificava fino agli inizi de - provenivano dai Balcani. Sempre in gli anni ’70, non dovevano essere trat - questi anni divenne oggetto di acce - tati come minoranze etniche. so dibattito il fallimento delle politi - Negli anni ’90 ci fu un dibattito mol - che di immigrazione, o se si vuole la to acceso sui media e nella politica sul - non completa integrazione degli im - l’alta percentuale di disoccupazione tra migrati nella società svedese. Una le persone di origine straniera, dovu - parte della responsabilità di tale fal - ta alla bassa congiuntura economica limento venne attribuita a quei poli - che colpì, in misura maggiore, gli im - tici che peggiorarono la già difficile si - migrati che rappresentavano la cate - tuazione degli immigrati attraverso goria più svantaggiata e sull’aumen - l’identificazione dell’immigrato come to esponenziale durante tutto l’arco de - “gruppo”, favorendo, così, il fenome - gli anni ’90 dei rifugiati politici che no della segregazione. Il dibattito sull’immigrazione, oggi, è molto cambiato rispetto agli anni passati. Si ritiene che la politica d’in - tegrazione non dovrebbe più essere fatta di provvedimenti riguardanti solo gli immigrati, ma dovrebbe esse - 20 re fatta attraverso la progettazione e svezia / crisi di un modello (quasi) perfetto

ficile far accettare agli autoctoni l’idea La globalizzazione e le migrazioni per che le persone dopo un po’ smettono di motivi politici o di lavoro, hanno essere immigrati per diventare cittadi - cambiato completamente la Svezia ni svedesi, che sono nel paese per ri - che non sembra più il paese che era manerci e che quelli che da molti ven - 50 anni fa. Anche il concetto di “sve - gono ancora chiamati stranieri in realtà desità” è cambiato, e non tutti san - sono in Svezia da generazioni, sono nati no che uno dei nomi più comuni a e cresciuti lì e non hanno mai visto al - Malmö, tra i bambini appena nati, è tro paese che non sia la Svezia. Mohammed e che i negozi di pizza,

natura a seguito dell’uccisione a col - tellate in un grande magazzino di Stoccolma, mentre era senza scorta, del ministro degli esteri Anna Lindh. Ma ancora oggi persiste lo stereotipo che si è creato dopo la seconda guerra mon - diale di un Paese tollerante e dove il concetto di uguaglianza è una realtà concreta. Purtroppo, però, anche in Sve - zia, come nel resto dell’Europa, è dif -

sushi, hamburger, sono i più fre - quentati dagli svedesi stessi. La so - cietà svedese è cambiata e non è dif - ficile prevedere che diventerà sempre più multiculturale, con i più diversi stili di vita portati dalle più diverse comunità straniere. regioni obiettivo convergenza

Iniziativa del Comune e dell’Arcigay Il no dei ragazzi di Napoli a tutte le discriminazioni

di Claudio Finelli e Antonello Sannino

e chiudi al razzismo, ti si apre un mondo. Scrit - ci osserva da lontano. Quella di taglia più pic - Sta arancio su fondo verde. Speranza. Sotto il cola è per Alessandro, il mio compagno, che in logo dell’UNAR, il globo stilizzato. Stamattina lo un paese civile sarebbe mio marito. Loro lo san - vedo ovunque: centinaia di studenti di vari licei no. Non faccio in tempo a dire grazie che Anto - campani indossano orgogliosi la t-shirt che han - nio incalza: credo che debba sbrigarsi, altrimen - no appena ricevuto dai volontari dell’Arcigay. Ci ti si fa veramente tardi. attendono, così, in una calda mattina di prima - In effetti la sala, adiacente alla torre settentrionale vera - è il 22 marzo - sparsi sulla rampa che con - che guarda verso il molo Beverello, brulica di pre - duce alla sala dei Baroni del Maschio Angioino senze ed il colpo d’occhio è davvero suggestivo. e così dicono il loro “no” alle discriminazioni. Si tratta della sala principale del castello e qui, nel Mi avvicino alla scalinata, stretto e scomodo nel - 1330, Giotto portò a termine un ciclo di affreschi la giacca di velluto magenta acquistata a Londra che purtroppo è oggi interamente perduto. (scomodo ma non triste, almeno), e mi dico che Raggiungo i palchi lignei e mi incontro con i vari anch’io vorrei avere quella maglietta. Il verde e ospiti dell’happening “I HAVE A DREAM” orga - l’arancio sono i miei colori, il piccolo loft in cui nizzato da Arcigay Napoli con il Comune di Na - vivo ai Quartieri Spagnoli ha le pareti laccate pro - poli, supportato dal Centro Sinapsi dell’Università prio di verde e di arancio. Mentre mi perdo in que - Federico II e dall’UNAR. L’immagine della lo - ste divagazioni, Antonio, che mi ha visto arriva - candina realizzata da Luciano Correale per l’oc - re, si stacca dal gruppo dei suoi compagni di li - casione è poetica e trasmette fiducia. Stabilisco la ceo e viene a passo svelto verso di me. Finalmente durata e mi informo sui contenuti degli interventi. – mi fa – pensavamo si fosse dimenticato del no - Ci sono tutti, gli artisti Peppe Barra e Cristina Do - stro appuntamento. Sorride furbetto per ironiz - nadio, la scrittrice Antonella Cilento, il Sindaco zare sul mio “classico” ritardo e mi consegna la di Napoli con il suo Assessore alle Pari Opportu - maglietta che lui e i suoi amici hanno preso an - nità, il Questore di Napoli e la rappresentante del - che per me. Prof – dichiara in maniera complice l’UNAR, ed ancora i ragazzi della Bandita Sban - - per lei ne abbiamo prese due. Ammicca contento data e i giovani lavoratori stranieri della Coope - e fa un segno d’intesa al gruppo di adolescenti che rativa Sociale Dedalus.

22 Mi coordino velocemente con Gianmarco, sinto - nizzo il mio tablet sulla scaletta, provo i micro - foni, mi lascio attraversare dall’adrenalina e dall’emozione e do inizio alla kermesse. Il tempo scorre con incredibile rapidità, vivace - mente scandito da performances, letture e discorsi dei relatori. Davanti a noi un pubblico di giova - ni coinvolti, attenti e, soprattutto, felici. Felici di partecipare ad una manifestazione di libertà. Fe - lici di ribadire con la propria gioia di vivere, con la propria euforia e con la propria democratica di - sinvoltura relazionale, un netto no alle discrimi - nazioni, a tutte le discriminazioni, perché tutte fi - glie dell’ignoranza e tutte madri della violenza. A proposito di modalità attraverso cui neutraliz - zare qualsiasi tipo di discriminazione, un segna - le importante si leva proprio da Napoli e dal Co - dichiarazione, sono tutti d’accordo. E mentre rin - mitato Arcigay Antinoo. grazio con piglio istituzionale ospiti e pubblico, Infatti, nel capoluogo campano è nata la prima mi riprometto di segnare l’appuntamento calci - squadra di calcio a cinque composta interamen - stico di domenica sulla mia moleskine e, intan - te da atleti gay e “visibili”. Si tratta dei Pochos, to, trattengo un moto d’orgoglio e di soddisfazione. nome scelto per evocare il grande Lavezzi, cam - Ora voglio solo infilarmi al più presto la t-shirt pione che attualmente gioca nel PSG e che la stam - verde/arancio e correre a baciare Alessandro: un pa francese ha indicato come icona sexy della co - mondo migliore – amore - non è poi così im - munità gay nel mondo dello sport. Da qualche possibile. mese, dopo una memorabile presentazione av - … Ed arriva domenica, tutti sul campo di calcio, venuta al Penguin Cafè di Santa Lucia, i Pochos, per una grande festa di colori e allegria, quella del guidati dal capitano Giorgio, fieri della loro ma - quadrangolare di calcio a 5 “soccer light”. Stadio glia celeste con lo sgargiante “Vesuvio rainbow”, “Arturo Collana” di Napoli, luogo simbolo per la incontrano e sfidano frequentemente altre com - Città, luogo dal quale partì la reazione dei napo - pagini di calcio a cinque. letani all’occupazione nazifascista e che sfociò nel - Siamo quasi al termine di questa bellissima le gloriose Quattro Giornate di Napoli. Luogo, quin - mattinata e mentre continuo ad alternarmi al mi - di, simbolo di resistenza alla violenza, ai regimi, crofono con i vari ospiti, considero con gioia che alle discriminazioni. questa iniziativa, nata per stimolare negli studenti L’atmosfera è di gioia, quella di una grande gior - una riflessione sulle tematiche del razzismo e del - nata di sport, e di voglia di stare insieme, tutti in - le varie forme di esclusione, connesse, oltre che sieme per lanciare, attraverso lo sport, il calcio, alla razza e all’etnia, anche all’età, alla disabili - un messaggio chiaro ed inequivocabile di contrasto tà, al credo religioso, all’identità di genere e al - ad ogni forma di discriminazione. l’orientamento sessuale, si sta rivelando più tra - Dopo i saluti dell’Assessore allo Sport del Comu - scinante del previsto e, non a caso, mentre vol - ne di Napoli, si inizia a giocare, e si fa sul serio, nes - giamo al termine, i ragazzi ballano e cantano, suno in campo ha voglia di perdere, le partite sono come in una grande festa, sulle note dell’orche - intense tra gli studenti del Palizzi, i Pochos, l’Afro stra “Bandita Sbandata”, orchestra formata in gran Napoli United della Gesco e i giornalisti capitana - parte da ragazzi con disabilità, che, grazie alla mu - ti dal’ex portiere del Calcio Napoli Gennaro Iezzo. sica, provano ad abbattere il muro della sofferenza Dopo diversi incontri ecco finalmente la finalissi - e della solitudine a cui non devono e non vogliono ma tra i Pochos e i ragazzi dell’Afro Napoli, par - rassegnarsi. tita bellissima, avvincente e combattuta, decisa solo Infine, un silenzio inatteso, quasi irreale, cala quan - all’ultimo minuto. Finisce 3 reti a 2 per i ragazzi do inizia a parlare un ragazzo di origine africa - africani che si aggiudicano il primo torneo di cal - na e tutti ne seguono con attenzione le parole. cio a 5 contro tutte le discriminazioni. E’ un giovanissimo studente della Dedalus, la coo - Il referente dell’UNAR, consegna alle 4 squadre perativa sociale che si occupa di seguire ragazzi un attestato di merito per l’alto senso civile con extracomunitari. Lui, extracomunitario in Italia per cui hanno testimoniato, con la propria adesione, ragioni di studio, ha le idee chiare: i veri colori il perentorio rifiuto ad ogni esclusione sociale. non sono il bianco e il nero, ma quelli che assu - Una grande giornata di sport e di solidarietà e tut - miamo noi quando cambiamo stato d’animo. Con - ti sono pronti a scommettere che è stata la pri - siderando lo scroscio d’applausi che segue la sua ma di una lunga serie. 23 regioni obiettivor ceogniovneir goebniezta tivo convergenza SICILIA

Una Regione attiva per l’integrazione degli immigrati Ma nei campi del foggiano si vive ancora da schiavi di Giampiero Forcesi

ella provincia di vi - si della città di Foggia, promos - Nvono circa 11.200 cittadini so dall’associazione di volonta - stranieri, più i molti irregolari. Nel riato “Fratelli della Stazione”. “Primo rapporto su agromafie e “Qui tutto è lasciato al privato caporalato”, curato dall’Osser - sociale. L’amministrazione co - vatorio Placido Rizzotto della munale fa poco o niente”, mi Cgil, la provincia di Foggia è con - dice. “Per fortuna la Regione ha siderata uno degli epicentri del ri - fatto molto. Ora ci sono due al - schio di sfruttamento. Ci sono la - berghi diffusi, uno in città e uno voratori di tanti paesi: Albania, a Borgo Tre Santi, vicino a Ce - Romania, Bulgaria, Nigeria, Gha - rignola. Vi potrebbero allog - na, Burkina Faso, Sudan, Ma - giare solo gli stranieri che han - rocco, Tunisia. In particolare, in no il permesso di soggiorno, ma inverno, quando a lavorare nei credo che gli operatori qualche campi restano soltanto i cittadini dell’Est, il volta chiudano un occhio”. Nell’albergo di Foggia Rapporto segna il foggiano con due stelle, che vo - ci sono 35 posti, a Cerignola i posti sono un cen - gliono dire condizioni di vita davvero indecenti. tinaio. Si pagano cinque euro per dormire e tre per Nell’estate del 2011 un forte sciopero dei lavora - mangiare. Ma ci sono cucine comuni e ci si può tori stranieri, a Nardò, in provincia di Lecce, ha cucinare da soli. C’è un internet point e lavatrici smosso le acque. E in agosto, grazie alla legge per fare il bucato. E c’è il pulmino che porta sui 138/2011, le pene sono state inasprite: oggi si ri - luoghi di lavoro gratuitamente, evitando così agli schiano fino ad otto anni di reclusione e multe di immigrati di farsi togliere i soldi dai caporali. 2mila euro per ogni lavoratore sfruttato. D’estate, poi, la Regione manda una cisterna d’ac - La Regione Puglia ha avviato una legislazione mol - qua e dei bagni chimici nelle campagne del fog - to attenta alle condizioni degli immigrati. Sulla giano, in particolare al “ghetto di Rignano” dove base di una importante legge regionale del 2009 s’affollano centinaia di immigrati per la raccolta (“Norme per l’accoglienza, la convivenza civile e del pomodoro, in condizioni di vita molto dure. l’integrazione degli immigrati in Puglia”), ha no - Foggia ormai è una città multietnica, ma l’am - minato, lo scorso mese di marzo, la Consulta per ministrazione comunale se ne disinteressa. Un l’integrazione degli immigrati. A maggio, ha ap - anno fa addirittura ha tolto le panchine sul via - provato il Piano Triennale dell’Immigrazione le della Stazione per evitare che gli immigrati vi 2013/2015, che prevede numerosi strumenti di ac - si sedessero. Poi la gente si è ribellata, e le pan - coglienza e integrazione, e anche azioni di coo - chine sono state rimesse. Eppure nel programma perazione con i paesi di provenienza degli im - del sindaco c’era l’elezione del consigliere aggiunto migrati. Ha anche attivato, da un paio di anni, una eletto dalle comunità straniere. Invece nulla. Per nuova normativa per rispondere al problema del - fortuna che gli stranieri di Foggia ora hanno elet - l’alloggio dei migranti, i cosiddetti “alberghi dif - to i loro rappresentanti, quattro, nella Consulta re - fusi”, cioè delle strutture ricettive a basso prez - gionale per l’integrazione. Sono mediatori cultu - zo, situate nei centri storici e nei borghi rurali, com - rali, impegnati nel Centro interculturale Baobab, poste da uno stabile principale per i servizi comuni che è molto attivo a Foggia. E’ finanziato anche e da unità abitative dislocate anche in edifici di - questo dalla Regione e gestito dalla cooperativa versi vicini tra loro. Arcobaleno. Il Comune dovrebbe cofinanziare, ma A Foggia, la situazione è migliorata rispetto a quat - non lo fa. “Anzi – racconta Moccia – i vigili ur - tro o cinque anni fa, ma resta difficile. Ne parlo bani sono molto fiscali con gli esercizi commer - con Emiliano Moccia, che dirige ”FogliodiVia”, un ciali gestiti dagli stranieri. Ogni giorno li ferma - giornale di strada, l’unico della Capitanata, un men - no, controllano. Invece i banchi de gli italiani li 24 sile dalla parte dei poveri, dei senzatetto, degli esclu - lasciano stare. Mai un controllo”. Iniziative contro il razzismo a Cassano allo Ionio, Crotone, Siderno e Rosarno Dai giovani la speranza della rinascita interculturale

di Vanni Piccolo e Cristiana Russo

ell’ambito delle iniziative promosse dal - sta” al Riace Film Festival sulle migrazioni. Toc - Nl’UNAR per la IX Settimana di Azione con - cante è stata l’interpretazione della cantastorie tro il razzismo, nella Regione Calabria è stata calabrese Francesca Prestia, che a Siderno ha particolarmente significativa la Sezione “QUE - cantato l’amore e il dolore delle donne del Sud STA E’ L’ITALIA”, mirata all’incontro con il mon - al momento della partenza del marito verso ter - do della Scuola. re lontane, lontane assai… Si sono svolti ben quattro eventi, che hanno toc - Sono questi i racconti della quotidiana attivi - cato zone significative per presenza di inse - tà delle associazioni con le quali l’UNAR è in rete diamenti di cittadini stranieri, impegnate negli e che hanno immediatamente compreso l’im - sbarchi e teatro di buone prassi per l’inclusio - portanza della proposta e del loro ruolo nella ne sociale. Gli studenti e i cittadini di Cassano preparazione di un’iniziativa di diffusione del - allo Ionio, Crotone, Siderno e Rosarno, si sono la cultura antirazzista. E, senza risparmio, si sono confrontati sui temi dell’immigrazione e del raz - prodigate a tutti i livelli. zismo. Più di 1500 studenti e insegnanti han - I docenti ed i dirigenti delle scuole calabresi han - no discusso di accoglienza, di solidarietà, di di - no permesso una significativa partecipazione de - ritti e di dignità delle persone. gli studenti e delle studentesse che si sono resi Giovani menti attente al racconto, al confron - protagonisti, mostrando la naturalità con la qua - to, alle emozioni, hanno mescolato le proprie le affrontano il tema dell’incontro in una scuo - esperienze di vita, ritrovando in queste testi - la multiculturale. monianze, il proprio progetto di futuro, e comuni La disponibilità e la partecipazione dei rappresen - sentimenti dell’oggi. tanti istituzionali hanno rappresentato un segno concreto di quella integrazione tra pubblico e pri - vato che è indispensabile per la costruzione di una rete di supporto al cambiamento culturale. I Sindaci di Riace e Caulonia, presenti al - l’incontro di Siderno, organizzato dal Prof. Tommaso Mittiga, hanno esposto le buone pratiche di politiche inclusive messe in atto nei rispettivi territori. Il Sindaco di Rosarno ha spiegato agli studenti delle scuole della sua città la complessità e le difficoltà, ma an - che le speranze, nell’amministrare un terri - torio fortemente coinvolto nei processi im - migratori. Presenti anche testimonial come Dario Bruno - ri, Bruno Palermo, Mimmo Gangemi, Gianni Car - teri, Mario Strati, e le orchestre nate all’inter - no delle scuole, come la “Medmea” dell’I.C. “Sco - pelliti Green” di Rosarno, quella dell’I.C. “Pe - È espressione di questa comunanza la ragazza dullà” di Siderno e dell’IPSIA di Locri, e il grup - indiana che ha partecipato all’incontro di Si - po musicale “Nun te reggae Sound” di Cassa - derno, vestendo un antico costume calabrese. A no allo Ionio. Un pieno esaltante di partecipa - Cassano all’Ionio ci si è sentiti partecipi della te - zione, che ha visto anche l’impegno di Fimmi - stimonianza emozionante e divertente di Ales - na TV, che ha trovato un momento di sintesi sandro Gordano, rifugiato politico e attore del nel “salotto” della giornalista Raffaella Rinal - cortometraggio “Uno specchio d’umano tran - dis su tutte le iniziative della settimana in Ca - sito”, vincitore del premio “Gianluca Congiu - labria e sulle attività dell’Unar. 25 regioni obiettivo convergenza

Presentato un disegno di legge contro le discriminazioni sessuali e a tutela delle unioni civili La Sicilia pronta alla rivoluzione culturale

di Angela Patacchiola

i chiama ddl “Norma contro le discrimina - uguali davanti alla legge’. Io credo che molto deb - Szioni determinate dall’orientamento sessuale ba ancora essere fatto in questo senso e questo ddl o dall’identità di genere. Istituzione del registro è solo l’inizio”. anagrafico per le unioni civili”. Un nome lun - ghissimo per un disegno di legge regionale che Cosa cambierà effettivamente dopo l’appro - in Sicilia si aspettava da tempo e che renderebbe vazione per le persone GLBT in Sicilia? questa regione all’avanguardia nella tutela dei “Molte cose. Il ddl sarà una sorta di legge-qua - diritti delle persone LGBT. dro dalla quale poi deriveranno altre norme che Ispirato alla Legge Regionale della Liguria in ma - entreranno più nel dettaglio delle singole di - teria di contrasto alle discriminazioni per orien - scriminazioni e delle singole esigenze. In linea di tamento sessuale e identità di genere, questo ddl massima il provvedimento mira a rimuovere ogni nasce dall’iniziativa di un gruppo di consiglie - tipo di discriminazione determinata dall’orien - ri regionali e dal contributo dei rappresentan - tamento sessuale e dell’identità di genere. Ad ti delle organizzazioni di settore, dietro l’impulso esempio equiparando le coppie eterosessuali e del Protocollo di intesa con l’Unar firmato dal - quelle omosessuali nel campo dei diritti in am - la Regione Sicilia nel 2010. bito sanitario per permettere il libero accesso in Abbiamo provato a capire con l’aiuto di Daniela ospedale e nelle strutture sanitarie ai compagni Tomasini, presidente dell’Arcigay Palermo, cosa dei degenti ed il giusto trattamento delle perso - potrebbe cambiare in Sicilia grazie a questa leg - ne transessuali. In questo campo, ad esempio, esi - ge regionale e a che punto è giunto l’iter per la stono situazioni discriminatorie per le persone che sua approvazione. non hanno completato il loro cambiamento di ses - so e vengono discriminate a causa dell’impossi - Il ddl è stato presentato a febbraio 2013, oggi bilità di modificare il nome sulla cartella clini - in che situazione ci troviamo? ca o sui documenti. Senza un’apposita legge non “Il ddl ha ricevuto l’approvazione di due delle tre è possibile fare interventi che mirino a contra - Commissioni alle quali è stato sottoposto, tra cui stare fenomeni discriminatori di questo tipo. la Bilancio, ed ora è al vaglio della 1° Commissione Affari Istituzionali. Una volta che questa avrà dato Di cos’altro si occupa questo ddl? il via libera, il testo, così com’è, passerà all’esame “Si occupa di eliminare le discriminazioni in cam - dell’Aula e si attenderà la sua approvazione defi - po lavorativo ed istituzionale, equiparando le cop - nitiva. Tutto procede con lentezza è vero, ma non pie di fatto alle coppie sposate e garantendo pa - si tratta solo dell’approvazione di questa legge. E’ rità di trattamento nell’accesso ai servizi pubblici il Parlamento siciliano che lavora con lentezza”. e al welfare, attraverso il potenziamento delle competenze della pubblica amministrazione. Un ritardo burocratico al quale si aggiunge quello culturale? Cosa risponde a chi si stupisce del fatto che un “Esatto. Io trovo assurdo che solo poche Regioni ddl antidiscriminazioni sessuali sia presenta - italiane abbiano una legge che tuteli determina - to proprio qui in una regione ritenuta chiusa te categorie vittime di discriminazioni per orien - e conservatrice? tamento sessuale e identità di genere. Si tratta di “Io credo che la Sicilia con i suoi 5 milioni di abi - un ritardo che va assolutamente colmato anche a tanti sia una Regione molto complessa dove c’è tut - livello nazionale. Noi in Sicilia ci stiamo provan - to e il contrario di tutto. La presenza gay è molto do e se sarà approvata questa legge potremmo dire forte e non è un caso se il prossimo sarà di aver compiuto il primo passo di un’importan - ospitato proprio a Palermo. Penso sia arrivato il mo - te rivoluzione culturale. I nostri padri costituenti mento di una rivoluzione culturale, siamo stati an - 26 hanno scelto queste parole: ‘tutti gli uomini sono che troppo tempo fermi, in Sicilia e in tutt’Italia”. minoranze e mass media

Intervista a Giovanni Anversa, autore e conduttore di “Paesereale” Questa è l’Italia? La diversità secondo i media

iovanni Anversa, dopo aver delle persone che quei problemi li vi - collaborato con la redazione vono in prima persona. GRAI come autore e condutto - Quando ho creato questo titolo, due anni re di programmi radiofonici, lavora a fa, sentivo il bisogno, vedendo la tv, di Milano dove esordisce come inviato di far risuonare un po’ di più negli studi te - alcune trasmissioni mattutine di Raiu - levisivi la voce delle persone. E quindi le no. Trasferitosi a Roma, inizia a con - storie, le esperienze positive e negative. durre su Il coraggio di vivere . Ini - Riportare il paese in primo piano con le zia così ad occuparsi di “TV sociale” sia modalità comuni, come le telefonate e le «Anche se si è una come autore che come conduttore di mail, insomma le parole dei diretti pro - minoranza, anche programmi, come Ho bisogno di te , Sot - tagonisti, e per una volta fargli prende - se si rappresentano to la tenda , La cronaca in diretta e Di - re la scena, senza la mediazione della po - versi, tutti su Rai 2. Nel 1995 la Presi - litica, portandoli in primo piano, e non degli interessi parziali denza del Consiglio lo premia per il pro - tenendoli sullo sfondo come una specie e si lavora sul tema gramma Ho bisogno di te con il rico - di coro greco arrabbiato, davanti ad una identitario, bisogna noscimento nazionale della solidarie - fabbrica o in una piazza. In un talk dove tà; nel giugno 1996 la stessa trasmis - gli interpreti centrali sono sempre e sol - però pensare a una sione riceve il Premio E.I.P. - Ilaria Alpi tanto i rappresentanti della politica, lo più ampia battaglia per l’etica nell’informazione per invia - scarto tra quello che tu vivi come citta - culturale e farne ti speciali. Dal 1998 è prima autore e dino e quello che loro rappresentano è poi conduttore di Racconti di vita, che sempre maggiore. Ecco, sentire vociare un fatto di civiltà nel 2000 viene insignita del Premio Fla - un piazza è facile, ma guardare in fac - per l’intero Paese». iano come miglior programma. cia queste persone dignitosissime è Nell’estate 2011 tutte le mattine su un’altra cosa. La realtà è questa qui, non Rai3 conduce la trasmissione Comin - quella là. Quella là è la rappresentazio - ciamo bene, con Arianna Ciampoli, e dal ne mediatica di un corto circuito politi - novembre 2011 conduce su Rai 3 il pro - co che stiamo vivendo e dal quale non gramma Paesereale in onda ogni saba - si comprende come uscire. to mattina alle 9.10. Lo incontriamo per cercare di capire in - Una sorta di palcoscenico, di buco, che sieme a lui come le persone che vivo - cerca di stare sul reale... no situazioni di discriminazione, di Questi buchi ho sempre cercato di te - emarginazione, sono rappresentate sui media, in particolare nella televisione.

Paesereale sembra muoversi su un dop - pio binario, ovvero trattare i temi so - ciali da prospettive alte, ma nello stes - so tempo raccontare le storie comuni 27 minoranze e mass media

nerli aperti perché credo nel valore del - quelle robe lì, ma mi sembrano sempre di che è un turco; il vicepremier tede - la televisione pubblica nella forma - solo aspetti morbosi. sco è figlio di nordvietnamiti che si sta - zione dell’opinione pubblica e nel Proprio durante il convegno “Media e bilirono lì. È ovvio poi che lì certe te - promuovere coesione sociale. Bisogna transessualismo” durante il Festival del matiche hanno un tipo di sostegno po - capire, però, che tipo di televisione Cinema Transessuale di Bologna cer - litico molto diverso. Il coming out non pubblica vuoi essere. Bisogna co - cavi di sottolineare l’importanza del - è solo un processo individualistico, struire un modello diverso, e portar - la capacità delle cosiddette minoran - ma deve essere una cosa che coinvol - lo avanti avendo una visione d’insie - ze sociali di saper costruire un im - ga soggetti politici, culturali, affinché escano fuori e facciano sentire che quei temi non sono cose per tre o quattro di - sperati o di qualche associazione be - nemerita, ma sono temi che costruiscono una visione più civile del paese. Per que - sto un festival come quello di Bologna è una cosa importantissima, più se ne fanno di queste cose, che danno il sen - so di una reale ricchezza culturale, e me - glio è: è un modo per cui l’opinione pub - blica può pensare che il mondo tran - sessuale non produce solo pajette e pri - de , ma anche cinema, arte, letteratura. Paradossalmente farei molti più festival di quel tipo piuttosto che i pride . È un discorso che potrebbe riguardare anche l’UNAR, che potrebbe essere non solo una sorta di marchio di qua - lità, ma potrebbe lavorare per creare un me. Ma trovo che in questo momen - maginario che sappia comunicare a legame tra una visione istituzionale e to ci sia una grande incertezza nel co - tutti. Ce ne vuoi parlare ancora? l’iniziativa culturale di un’associazione struire una qualsiasi prospettiva; non Sì, in quel contesto manifestavo la mia affinché questa esca un po’ dall’ombra. ce l’ha un governo, figuriamoci una te - paura per l’avvitarsi solo sulle proprie levisione! questioni, non riuscendo a proiettarsi «Facciamo fatica Per esempio sul tema del transessuali - in una visione più generale, che pos - a dialogare con la smo in questi anni ho tentato: docu - sa riguardare la crescita civile dell’in - gente di altre culture mentari, puntate, sono almeno venti tero paese. Anche se si è una mino - anni che cerco di intervenire attraver - ranza, anche se si rappresentano degli perché non abbiamo so il racconto personale, così per esem - interessi parziali e si lavora sul tema più un’identità» pio si è conosciuta Vladimir Luxuria e identitario, bisogna però pensare ad tanti altri esponenti del movimento. È una più ampia battaglia culturale per Che poi farebbe gioco anche a noi del - per questo che oggi una piccola parte far sì che la possibilità di vivere nella l’UNAR… dell’opinione pubblica pensa che esse - pienezza dei diritti, dell’agibilità poli - Sì, siete una strana cosa, voi, di cui ogni re transessuali non è sinonimo di pro - tica, della rappresentanza, diventi un tanto si sente parlare. Anche voi avete stituzione, ma che si può essere un’im - fatto di civiltà per l’intero paese, come un problema di visibilità. Il tema del raz - piegata, un’infermiera, una commessa. nella stragrande maggioranza delle de - zismo si affronta solo in alcune occa - Certo, se poi si invitano nei rotocalchi mocrazie occidentali, affinché poi su sioni, per lo sport, o per fatti di crona - popolari Vladimir o il divo della serie tv questo si possa costruire una proposta ca estemporanei, e allora improvvisa - che è diventato donna, come ha fatto la politica, nel senso della polis, non nel mente scopriamo che c’è questo UNAR. D’Urso, per far uscire fuori le cose pic - senso della partitocrazia. Come per In fondo dovreste essere una sorta di cin - canti, se ce l’hai o non ce l’hai, se ti sei esempio in Inghilterra, dove c’è un os - ghia di trasmissione tra l’Europa, le mi - operata o meno, con chi fai l’amore etc servatorio che verifica che la comuni - gliori prassi europee, e l’Italia: il traino etc… Non so, forse servono anche cazione sul tema del transessualismo dell’adeguamento all’Europa, che deve sia coerente e corretta. essere non solo economico e finanzia - Nella televisione pubblica italiana non rio, ma anche nella parità dei diritti del - abbiamo nemmeno l’addetto all’inte - le persone. In questo senso il vostro pro - grazione. Dobbiamo recuperare molto tagonismo darebbe forza ai singoli sog - rispetto a questi paesi, anche nel setto - getti. Resta comunque il fatto che loro re della rappresentanza politica. In devono fare, autonomamente, un pez - 28 Germania abbiamo il segretario dei Ver - zo di strada in più, senza nulla togliere intervista a giovanni anversa

alla meravigliosa e straordinaria fatica vani che frequentano le stesse scuole. Con l’ufficio, facendo per esempio de - che già quotidianamente mettono in atto Il problema quindi siamo noi, il nostro gli incontri nelle scuole, ci siamo resi e a cui va sicuramente dato merito. senso di appartenenza, la nostra paura conto di quanto in quei contesti l’in - di scoprirci. È una piccola sorta di raz - tegrazione appare naturale, già rea - Avverti una distanza tra l’Italia mul - zismo (riusciamo ad esserlo ancora lizzata. tietnica e la sua rappresentazione con le persone meridionali!), soprattutto Sì, è come se esistessero due realtà pa - massmediatica? quando ci sono forze politiche che su rallele, una è quella prevalente nel - Penso che al paese stia mancando la questo costruiscono consenso. Pur es - l’immaginario, è quella della minaccia, narrazione dei nuovi cittadini. Conti - sendo travolti dagli eventi non siamo in e poi c’è la realtà di tutti i giorni, di nuiamo ad avere, dei migranti, una vi - grado di gestire questo processo. Segnali scuole piene di stranieri, che altrimen - sione sostanzialmente negativa. E quin - come la ministra Kyenge che diventa ti dovrebbero chiudere, di lavoratori di continuiamo a percepire l’altro, lo uno dei volti del governo rischiano di stranieri che ci pagheranno le pensio - straniero, specie in un momento di cri - restare fatti simbolici: sono bastate ni, di seconde generazioni perfettamente si economica, come una minaccia, un due sue affermazioni e subito si è sca - italiane che non vedono riconosciuti i competitore al quale si imputa la per - tenata la reazione più volgare. loro diritti. Sono due Italie e diciamo dita del lavoro o delle case nelle gra - che la televisione, la comunicazione duatorie per l’assegnazione degli alloggi Ma dal punto di vista mass mediati - in generale, è spostata più su quel - popolari. co non si riesce a fare un passo oltre la dell’immaginario che su quel - Quando poi li incontriamo faccia a fac - l’esotismo di Miss Italia? la reale. cia, quando abitano nel nostro palaz - La tv è il prodotto di mutamenti che na - Il problema è che noi non ab - zo, nel nostro condominio, o magari si scono socialmente, sarebbe invece im - biamo più un’identità. Gli al - innamorano dei nostri figli a scuola, al - portante che la società facesse il suo la - tri ce l’hanno ancora, perché, lora improvvisamente scopriamo che voro e inevitabilmente la televisione ne per esempio, sono di reli - sono delle persone, che svolgono dei terrebbe conto. La tv può essere più o gione musulmana e ci cre - mestieri, ci accorgiamo che esistono, gli meno illuminata a secondo di chi la fa, dono, sono comunque an - ma se fuori si co - corati a qualcosa. Noi sia - struisse una solida mo completamente disan - cultura dei diritti, corati, quale sarebbe la no - poi tutto questo si stra cultura? Quella del te - riverserebbe auto - lefonino, del centro com - maticamente nella merciale? Siamo noi che ab - televisione. biamo perso di vista chi sia - La società civile è mo, e andando incontro agli arretrata anche su altri, essendo poveri di identi - questo piano, tà, rischiamo di aver paura del - avrebbe bisogno di la loro, che invece è molto più ra - mettere a sistema dicata. Cerchiamo di capire qual è la tutto ciò che di buo - nostra identità di italiani di oggi, e poi diamo un’anima, e questo causa delle no nasce per esempio nei territori, dove andiamo a confrontarci con loro, cer - grosse incoerenze. Li tolleriamo finché ci sono migliaia di comuni, anche go - cando punti in comune, dialogo, con - lavorano, finché sono in disparte, in fab - vernati dalla Lega, che sul tema del - vergenze, senza per questo aver pau - brica, ma se li vediamo nelle piazze or - l’integrazione fanno delle ottime cose. ra del conflitto. È un processo culturale mai deserte dei nostri paesi (perché noi Bisognerebbe far in modo che questa che andrebbe aiutato con delle forme ormai andiamo nei centri commercia - cultura dei territori diventasse nazionale, di mediazione, ma noi o siamo total - li), allora scatta immediatamente la pa - ma la crisi ha spiazzato via questa roba mente spostati sull’esaltazione del va - ranoia dell’occupazione del territorio. qui: hai mai più sentito parlare di stra - lore degli stranieri o su posizioni degne Solo ora incomincia a passare l’idea che nieri al lavoro? Siamo capaci di capire degli ultraconservatori leghisti. Sa - chi è venuto nel nostro paese possa di - chi sta pagando di più questa crisi? I la - rebbe il caso di costruire un’identità che ventare parlamentare, professore uni - voratori stranieri che fine hanno fatto? ci comprenda tutti per il fatto di esse - versitario, medico, poliziotto, carabiniere, Se c’è da licenziare qualcuno da chi si re tutti cittadini di questo Paese. Ma, ri - giornalista. comincia? Sono convinto che questa cri - peto, dobbiamo prima capire chi siamo Dobbiamo quindi costruire un’Italia si abbia tirato un colpo di spugna su tut - multietnica, che lo è già di fatto, ma non to. Nel lavoro è stata cancellata l’indi - nella sostanza, e non solo per lo ius soli vidualità degli stranieri ed è difficile che o il diritto di voto, ma semplicemente nel dibattito mediatico oppure tra le fa - nelle relazioni: è difficile che si co - mose piazze vocianti tu possa vederli struiscano, per esempio, dei rapporti parlare, eppure le fabbriche del nord ne amicali, a meno che non si tratti di gio - sono piene, così come i campi del sud. 29 minoranze e mass media

noi: non so che idea hanno gli italia - ni di loro stessi.

Che ne pensi dell’uso del politically cor- rect nella comunicazione italiana? Il problema del politicamente corretto in questo paese è che il suo uso è ridi - colo, perché non è un paese che ha la cultura del politically correct , qui c’è solo forma, e poiché si è totalmente incapaci di gestire la forma, ci si incarta. Ho la fortuna di occuparmi di temi sociali da tanto tempo e con la disabilità per esem - pio, ne ho sentite di tutte i colori: bi - sogna dire le cose come stanno, forse sbaglierò, ma io non dirò mai diversa - mente abile , perché trovo che sia una sciocchezza: non è meglio mettere per - sona davanti ad un aspetto della pro - pria esistenza che ti identifica? Perso - na con disabilità . Sei innanzitutto una persona. Se ti vedo tetraplegico non mi può venire in mente di dire che sei di - versamente abile . Certo avrai un’intel - ligenza straordinaria ma sei una persona con disabilità. Questo vale anche per il transessualismo, per gli stranieri, per le persone LGBT. Ci incartiamo adesso anche sull’LGBT, per - ché la gente spesso non sa che cosa si - gnifica. Il movimento fa bene ad usare le proprie categorie, però deve pensare che le persone comuni potrebbero non tene - re lo stesso passo. È una questione di cultura, necessaria a capire che forse è meglio non inchiodare le persone ad un marchio, come quello cominciato a circolare per il mondo e zione secondo le loro logiche, facen - di “clandestino” per esempio. al conseguente spostamento di perso - do succedere cose importanti da que - ne, ci accorgiamo che quei confini sto punto di vista. Purtroppo però la Se le migrazioni sono un processo inar - sono molto relativi. Se il mercato spo - gente non ha memoria, non studia la restabile perché opporsi? sta interessi economici e crea sacche storia, e pensa solo a difendersi, a di - C’è di fondo una paura ancestrale del - di ricchezza da una parte e di pover - fendere quel poco di ricchezza che cre - l’altro, come dicevamo prima, per tà dall’altra, i processi migratori legati de di avere, e questa crisi lo sta rive - tanti motivi: perché viola il nostro sen - al bisogno diventano inevitabili. Ten - lando in maniera lampante. Cosa di - so di possesso, di proprietà, di nazio - tiamo di opporci ad una cosa che noi fendiamo? Con 50.000 giovani che ne. Siamo figli di un’Europa che si è abbiamo creato per colpa del colo - sono costretti ad andare via per tro - dilaniata in conflitti mondiali con mi - nialismo. Abbiamo devastato paesi, vare un futuro in Germania, in Ame - lioni di morti proprio per difendere in territori e nazioni, abbiamo costruito rica o in Australia? Cosa dobbiamo qualche maniera i propri confini, e regimi coloniali per costruire le nostre dire a questi ragazzi che hanno due adesso improvvisamente, grazie al ricchezze, e adesso cosa possiamo lauree e un master che vanno a vive - commercio delle merci che hanno in - pretendere? Si dovrebbero valutare del - re in altri paesi perché qui non c’è pro - le politiche di redistribuzione anche a spettiva? Sicuramente non sono nel - livello globale, la cooperazione do - le condizioni delle persone che arri - vrebbe servire a questo. Fino ad ora vano con i barconi, però anche loro anche quella è stata costruita secon - vanno in cerca di qualcos’altro. Il pro - do una sola prospettiva. Ora, per for - blema è sempre quello, come ci con - tuna, certi paesi sono molto più duri cepiamo come paese, qual è il senso 30 e cominciano a costruire la coopera - della ricchezza di questo paese. reportage li conosci i cinesi?

Cinesi in Italia uno sguardo d’insieme a cura di Giampiero Forcesi

Le prime migrazioni il processo di globalizzazione, che l’im - toriale (di piccole dimensioni, e a ca - cinesi in Italia migrazione cinese in Italia (come al - rattere familiare). trove) iniziò ad affermarsi. Dai primi La seconda provincia coinvolta dal - I primi cinesi arrivarono in Italia anni 2000 sono anche state molto sem - l’immigrazione in Italia è quella del Fu - dopo la prima guerra mondiale, gra - plificate le procedure per chi vuole jian, a sud dello Zhejiang, di fronte al - zie anche ai buoni rapporti tra l’Italia espatriare dalla Cina. l’isola di Taiwan. Solo una piccola mi - fascista e la Cina nazionalista. Per lo noranza proviene dal nord della Cina, più si trattò di cinesi che affluirono in Da quale Cina dove negli anni scorsi sono state Italia da altri paesi europei: erano par - chiuse molte fabbriche e miniere. te delle decine di migliaia di operai re - vengono gli immigrati clutati come forza lavoro da Francia Le caratteristiche e Inghilterra durante la prima guerra La grande maggioranza degli immi - mondiale, e che non erano poi volu - grati cinesi presenti in Italia viene dal - del successo migratorio ti ritornare in Cina. la provincia dello Zhejiang. Si tratta In Italia approdarono dapprima a Mi - di una delle 23 provincie cinesi, gran - Innanzitutto, va messo in conto lo spi - lano. Inizialmente lavorarono come de un terzo dell’Italia e con oltre 50 rito imprenditoriale e le spiccate doti venditori ambulanti, soprattutto di cra - milioni di abitanti, posta a sud di commerciali dei cinesi. Poi, una gran - vatte di seta e borsellini; poi alcuni di Shangai. E’ da questa provincia che de laboriosità e orari di lavoro spes - loro vennero assunti dai laboratori tes - erano in gran parte originari gli ope - so massacranti. sili e di pellame italiani, impararono rai cinesi rimasti in Europa dopo la pri - E, ancora, un’organizzazione del lavo - il mestiere e si misero in proprio. ma guerra mondiale. ro di tipo familiare, con un ruolo mol - I rapporti tra Cina e Italia cambiarono Lo Zhejiang è una provincia che ha to valorizzato delle donne e con l’im - prima della seconda guerra mondiale, conosciuto un forte sviluppo econo - piego anche dei figli: un’organizzazione quando l’Italia si schierò con i giap - mico negli ultimi anni, seguendo il che è molto adatta per gestire ristoranti ponesi, nemici della Cina: molti cine - modello di sviluppo capitalista, e e piccoli commerci, e che, nei settori si vennero colpiti dalle leggi razziali del nel 1979 è stata coinvolta nelle po - produttivi, consente ovviamente costi fascismo e in parte furono deportati. litiche governative di apertura al di manodopera molto bassi e la vendita Il primo ristorante cinese a Roma, commercio internazionale. La zona di di prodotti a prezzi competitivi. Un’or - “Shangai”, fu aperto nel 1949. A Mi - maggiore emigrazione dello Zheijang ganizzazione che crea un ambiente pro - lano, “La Pagoda”, nel 1962. è la regione rurale del Wenzhou e in tetto, anche linguisticamente. Fino agli anni ’80 si ebbero solo spo - particolare l’entroterra montuoso del - radici fenomeni migratori: l’Italia la città di Wenzhou, che è oggi una aveva rapporti molto scarsi con la Cina metropoli con palazzi in vetro e ce - uscita dalla rivoluzione comunista mento. La popolazione di questa del 1947. parte della Cina è nota per la sua par - E’ negli anni ’80, con il rinnovamen - ticolare intraprendenza e la sua pre - to interno della politica cinese e con disposizione all’iniziativa imprendi - 31 reportage

Ma va considerata anche la concezione e il 4 nelle Isole. Le regioni con la di “famiglia allargata”, per cui chi de - presenza maggiore sono la Lombar - cide di partire sa di poter contare al suo dia (il 22 per cento di tutti i migranti arrivo in Italia su parenti, amici, co - cinesi), la Toscana (il 15,3), il Vene - noscenti, che tutti provengono dallo to (14,6) e l’Emilia Romagna (l’11,4). stesso suo villaggio e hanno già del - La Toscana, che ha l’8 per cento di le attività in Italia. Il nuovo arrivato stranieri, ha quasi il 16 per cento di ci - è protetto, assistito e inserito subito in nesi. E Prato è il terzo comune italia - una prima collocazione di lavoro. no con la maggior presenza di cinesi Ed è questa stessa forte solidarietà che (circa 12.000 regolari, ma ne sono sti - consente agli immigrati cinesi di ra - mati circa il doppio). Il primo comu - cimolare i capitali necessari per met - ne è Milano (19.000), il secondo è tersi in proprio: aiutare qualcuno vuol Roma (poco più di 12.000). Firenze è dire poter poi essere a propria volta al quinto posto (dopo Torino, quarto aiutati. Naturalmente questo sistema comune per numero di cinesi), e Cam - di rapporti comporta anche obblighi pi Bisenzio è al sesto. familiari e sociali molto gravosi: è an - A Prato un nuovo nato su tre è di fa - che per ripagare i prestiti avuti (an - miglia cinese. che per il viaggio di partenza: per ve - Da qualche tempo c’è una forte pre - nire in Italia dall’entroterra di Wen senza cinese a San Giuseppe Vesuviano Zhou si calcola che servano circa 20 e in tutta l’area vesuviana (quasi mila euro) che i cinesi lavorano a rit - 1.600 piccoli imprenditori cinesi). mi così massacranti e fanno una vita molto spartana. Non uomini soli, Inoltre, i migranti cinesi promuovono una varietà di servizi a beneficio del - ma famiglie. la propria comunità (drogherie, call cen - Un inserimento ter, servizi di traduzione e consulenza, videoteche, agenzie di viaggio etc.). stabile, ma a tempo E infine, come dice un proverbio, “i ci - nesi sono come l’acqua, si adattano al Più della metà dei migranti cinesi è co - recipiente che li contiene”. niugato. Le donne sono il 47 per cen - to. Nascono molti bambini, ma molti Sono in tutta Italia, sono anche i bambini che al secondo anno di vita vengono inviati in Cina cupati sono la quinta, perché la loro ma iniziando da Milano dai parenti, per poter lavorare con è un’immigrazione di tipo familiare e e dalla Toscana maggiore libertà. E però, dopo i 10 sono superati dagli ucraini, che emi - anni di età, si rileva un ritorno dei grano soprattutto come singoli (le don - Proprio perché sono come l’acqua e si bambini, che presto vengono coinvolti ne che fanno le badanti): 155.000 sono adattano al recipiente che li contiene, nel lavoro dei genitori. Molti lavora - i cinesi occupati, 164.000 gli ucraini. i cinesi hanno potuto radicarsi prati - no ma vanno anche a scuola. Pochis - camente in ogni zona d’Italia. simi gli anziani ultrasessantenni. Il Diventare imprenditori: La prima zona di radicamento è sta - progetto migratorio prevede, dunque, ta la Lombardia, con epicentro a Mi - un inserimento stabile, ma prevede an - l’obiettivo di tutti lano. Da lì, poi, si sono recati nel Ve - che il rimpatrio verso i 50 anni, e an - neto, in Emilia Romagna e in Tosca - che prima in caso di malattia, perché, In ogni famiglia cinese c’è almeno un na. Poi a Roma e anche al Sud. come dice un detto cinese, “non è bene imprenditore: non imprese individua - Oggi in Italia (dati Istat del 2012) vi che le foglie cadano lontano dalle ra - li o partite iva, ma imprese vere. Per sono circa 277.000 cinesi (il 5% dici del proprio albero”. numero di imprenditori i cinesi sono dell’intera popolazione immigrata): il Ed è una migrazione molto mobile, nel la terza nazionalità (e forse già la se - 59 per cento dei migranti cinesi è nel senso che è attenta a cogliere i muta - conda): al 2011 gli imprenditori cine - Nord, il 27 nel Centro, il 10 nel Sud menti del mercato del lavoro e delle si regolarmente registrati erano 36.483 opportunità offerte dall’economia. (il 14,6 per cento degli stranieri), su - I cinesi sono la quarta nazionalità stra - perati solo dai marocchini (41.223, pari niera presente in Italia, con 277.000 re - al 16,5 per cento) e di poco dai romeni sidenti (prima ci sono i romeni, (37.750, pari al 15,1 per cento). 970.000, i marocchini, 506.000, e gli A Milano un cinese su otto è impren - 32 albanesi, 491.000). Per numero di oc - ditore. Tra gli italiani solo uno su 27. li conosci i cinesi?

di prodotti tessili e di abbigliamento); i centri per l’impiego, in cerca di lavo - cinesi hanno così potuto acquistare la - ro. A Milano la Caritas dice di aver per - boratori e attrezzature a basso prezzo. sino cominciato a vedere decine di ci - La tendenza generale, da qualche nesi tra i senzatetto. tempo, è, però, di abbandonare il set - tore manifatturiero (dove si lavora in C’è anche la criminalità, condizioni quasi schiavistiche) e di pas - sare al commercio e ai servizi: aprire ma attenzione un negozio, un bar. Molti sono i pic - ai pregiudizi coli bar o negozietti alimentari cedu - ti dagli italiani, che smettono l’attivi - tà perché ci si guadagna ormai trop - Non c’è solo solidarietà parentale e ami - po poco, e che vengono rilevati dai ci - cale tra i cinesi. C’è anche sfruttamento. nesi, che ci mettono a lavorare tutta la Negli affitti, spesso gestiti da piccoli pa - famiglia, tengono aperto sempre e ci droncini piuttosto esosi. Nel settore ma - guadagnano a sufficienza, lavorando nifatturiero, dove ci sono capannoni in ambiente più umano. con decine di lavoratori salariati con turni massacranti (imposti) e con for - La crisi economica te presenza di lavoro nero e salari bas - sissimi (e quando ci si infortuna si è e l’impatto buttati fuori senza tante storie). E c’è sugli immigrati cinesi evasione fiscale, ovviamente. E c’è an - che criminalità organizzata, di origine La crisi colpisce tutti, italiani e stra - tanto italiana quanto cinese, che è at - nieri. E, sebbene i dati Istat del mar - tirata là dove il sistema di lavoro ille - zo 2013 dicano che, mentre dall’ini - gale è più consistente. zio della crisi (2009) gli occupati ita - Però, qualcosa si sta facendo anche in liani sono diminuiti di oltre un milione questo campo. A Prato la Confedera - di unità, i lavoratori stranieri sono in - zione nazionale dell’artigianato è riu - vece aumentati di 480.000 unità, è scita a far iscrivere 80 artigiani cine - però vero che anche tra gli stranieri si all’associazione e ha nominato i disoccupati sono in aumento e che Wang Liping vicepresidente. E, quan - la crisi sta spingendo molti stranieri to agli irregolari che lavorano in a lasciare l’Italia. nero, si è avuta all’inizio del 2013 la A Prato un’impresa su quattro è cinese. All’inizio dell’anno il quotidiano prima denuncia da parte di un opera - Nel settore manifatturiero, le imprese britannico Financial Times ha lan - io cinese che era stato particolarmen - cinesi sono il 45 per cento. ciato un’inchiesta sui cinesi che stan - te maltrattato. Quell’operaio, grazie al - Un paio d’anni fa Marco Wong, cinese no lasciando Roma. Il reportage è sta - l’articolo 18 della legge sull’immigra - nato in Italia da una famiglia di cinesi to ripreso dal Corriere della Sera. zione, dopo la denuncia ha potuto ot - immigrati alla fine degli anni ’50, in Sembra che siano ben 3.000 i cinesi tenere un permesso di soggiorno tem - un’intervista a un settimanale, disse: “Gli residenti a Roma che hanno fatto le poraneo (come accade per le prostitu - italiani fanno la lista delle nozze per ar - valige per tornare in patria (del resto te tolte dal racket). E una seconda de - redare casa. I cinesi vivono in apparta - la Cina è in pieno sviluppo) o per rag - nuncia è arrivata poco dopo. menti con le lampadine attaccate a un giungere il Canada o l’America lati - filo e usano i soldi ricevuti in dono per na. Si calcola che all’Esquilino, la chi - Le strade aprire un negozio”. Un negozio, un ri - natown romana, abbia chiuso il 10 storante, o una qualsiasi altra attività per cento degli esercizi commercia - dell’integrazione commerciale. L’obiettivo è guadagnare li, soprattutto quelli dell’abbiglia - almeno più di un normale salario, al - mento e dei casalinghi. C’è anche chi Integrazione significa due cose: per i trimenti – pensano – a che serve? non lascia definitivamente: chiude le cinesi aprirsi maggiormente alla società Le imprese cinesi sorgono per lo più serrande, ma solo temporaneamente, di accoglienza senza rinunciare alla dove il mercato italiano lascia spazi vuo - considerando che, in questo mo - propria cultura, per gli italiani impa - ti. A Prato, ad esempio, quando sono ar - mento, un negozio chiuso costa rivati i cinesi c’era una forte crisi della meno di uno aperto; torna in Cina, produzione tessile e della pelletteria (pro - ma è pronto a fare di nuovo rotta a vocata dall’ingresso della Cina nell’or - Roma quando la crisi sarà passata. ganizzazione mondiale del commercio, A Prato, per la prima volta, i cinesi che ha aperto le porte all’importazione hanno cominciato a presentarsi ai 33 rare a conoscere meglio i cinesi an - Per favorire l’integrazione la cosa tire dalla scuola, sviluppano l’in - dando oltre i pregiudizi. Le prime ge - fondamentale – dicono gli esperti e i tegrazione per sé e per le loro fa - nerazioni di immigrati cinesi hanno rappresentanti dei cinesi stessi – è of - miglie. trovato molta difficoltà sia per le frire corsi di lingua italiana, con ora - Sono stati 34.000 gli alunni cinesi se - barriere linguistiche e culturali sia, ri molto flessibili e percorsi didattici duti sui banchi di scuola nell’anno spesso, per le condizioni di segrega - mirati. Ma poi servono luoghi di in - scolastico 2011/2012 (le presenze zione lavorativa in cui si è vissuto. contro e di scambio culturale, luoghi maggiori a Prato, Firenze, Rovigo). Quanto agli italiani e all’opinione da gestire insieme per favorire la co - “Scambiando si impara” è lo slogan pubblica, si è coltivato un clima di dif - municazione e la conoscenza reci - delle scuole toscane che fanno pe - fidenza, quando non di insofferenza. proca. E serve favorire la valorizza - riodicamente, da dieci anni, visite e Una recente ricerca fatta a Torino mo - zione degli immigrati cinesi in tutte le scambi, di studenti, presidi, profes - stra come i cinesi di Torino si senta - strutture di partecipazione della società sori, con lo Zhejiang, la regione del - no molto più vicini alla Cina che al - civile, nelle associazioni dei datori di la Cina da cui viene la gran parte dei l’Italia; leggono prevalentemente gior - lavoro, in quelle sindacali, e nelle isti - cinesi in Italia. Uno dei protagoni - nali cinesi e guardano televisione ci - tuzioni. sti di questa relazione diplomatico- nese. Del resto gli atteggiamenti nei didattica è un insegnante di italia - confronti del lavoro, del commercio, L’integrazione a scuola no e storia dell’Istituto professiona - dell’economia sono molto diversi tra le di Prato, una scuola con molti al - cinesi e italiani, e anche questo gio - A scuola, naturalmente, l’integra - lievi cinesi. che ha imparato la lin - ca a sfavore dell’integrazione, anche zione è di casa. I bambini che gua cinese da autodidatta e che ha proprio sul piano lavorativo. hanno vissuto in Cina la loro in - molti amici cinesi (in fondo è anche fanzia incontrano certamente una lui un immigrato in Toscana, i ge - notevole difficoltà sul piano della nitori sono di Avellino...). “La nostra lingua rispetto ai bambini cinesi di prospettiva – dice - è quella di dare seconda generazione, nati in Italia, e ricevere… Per imparare a conoscersi ma gli uni e gli altri si inseriscono, ci vogliono sofferenze e scontri, ma generalmente, in modo positivo la scuola nel suo piccolo è un luo - 34 nella scuola, e, soprattutto, a par - go privilegiato”. li conosci i cinesi? «La diversità è anche una grande opportunità»

sponente di rilievo della se - l’asse Italia-Cina. Anche se la crisi del - conda generazione dell’emi - l’economia italiana sta mordendo in E grazione cinese in Italia, Mar - profondità. Ma bisogna superare an - co Wong, nato a Bologna e vissuto tra cora molti pregiudizi, e avere una co - Firenze e Milano, ha risposto di buon noscenza meno distorta del mondo ci - grado alle nostre domande pur se, nese e della sua cultura. Intervista quando lo abbiamo contattato, era in a Marco Wong, partenza per la Cina. E’ davvero un Di quale regione della Cina è origi - un cinese uomo-ponte tra i due Paesi. Un uomo naria la sua famiglia? E che cosa che ama l’Italia e che ama la Cina. Ha spinse i suoi nonni ad emigrare in nato a Bologna, la cittadinanza italiana, ma non quel - Italia negli anni Cinquanta? fondatore di Associna la cinese perché la Cina non consen - La mia famiglia è originaria di Qin - te le doppie cittadinanze. gtian, una cittadina nella provincia del Prima di fargli questa intervista ab - Zhejiang. I miei nonni materni emi - biamo dato uno sguardo al suo sito e grarono in Europa principalmente a quello dell’associazione che ha fon - per ricercare migliori condizioni di vita dato alcuni anni fa, Associna. Ci è per sé e per la propria famiglia. sembrato una persona che ha avuto successo, ma che è rimasto con i pie - Ho letto nel suo sito che in casa i suoi di per terra. Dalle sue risposte, misu - genitori parlavano solo italiano e lei, rate, talvolta forse diplomatiche, emer - quando ad un certo punto sentì il de - ge una grande potenzialità di colla - siderio di parlare la lingua cinese, ha borazioni, di sviluppo, di lavoro sul - dovuto studiarla ed era già uno studente di liceo. Perché questa scel - ta dei suoi genitori? I miei genitori furono consigliati in tal senso dalle educatrici dell’asilo che ri - tenevano che imparare due lingue po - tesse essere una difficoltà e un osta - colo alla nostra integrazione. Bisogna tenere conto anche del periodo stori - co, gli anni ‘60, e della scarsa esistenza di situazioni come la nostra.

Lei è nato in Italia, a Bologna. Ma quando è che ha potuto avere la cit - tadinanza italiana? E’ stato difficile ottenerla? Ho ottenuto la cittadinanza italiana dopo la maggior età. È stato difficile conoscere i dettagli sulla legge della cittadinanza. Gli immigrati di nasci - ta italiana erano pochi e la mia si - 35 Chi è Marco Wong tuazione era poco conosciuta. È sta - mi ha portato molto naturalmente a to davvero pesante dover aspettare così proseguire l’attività familiare dando - a lungo. Quando mi toccò per la pri - gli una nuova identità. arco Wong nasce a Bologna nel ma volta di dover richiedere il per - M1963. Sul finire degli anni cin - messo di soggiorno fu per me una Nel 2005 è sorta Associna, un’asso - quanta i nonni materni erano emi - esperienza umiliante; durante la in - ciazione di italo-cinesi di seconda ge - grati in Europa e avevano aperto a Bologna un laboratorio di pellette - terminabile coda in questura passai il nerazione. Come è nata questa idea, ria. Poi anche i suoi genitori deci - tempo a riflettere sulla assurdità di do - quale era l’obiettivo? E che bilancio dono di raggiungere i nonni in Ita - ver avere un permesso per soggiornare ne può fare a distanza di sette-otto lia, ed aprono un’analoga attività ar - nel paese in cui ero nato. anni? tigianale a Firenze. Associna è nata come luogo di in - I nonni hanno mantenuto costan - Sempre sul suo sito ho letto che, una contro per dei ragazzi per poter stare temente un legame con il paese volta raggiunta la laurea nel settore insieme e scambiare le comuni espe - d'origine, Qingtian, una cittadina delle telecomunicazioni al Politecni - rienze di vita e condividere le sensa - nella provincia dello Zhejiang, im - co di Milano e iniziato a lavorare, ha zioni che derivano dalla identità dua - pegnandosi, grazie alla propria atti - sentito il desiderio di utilizzare la sua le, quella italiana e quella cinese. Pian vità imprenditoriale, in attività be - professionalità per contribuire allo svi - piano ha cominciato ad allargare lo nefiche, ad esempio promuovendo luppo di una regione della Cina, la scopo iniziale e, dal momento che gli borse di studio nelle scuole del luo - Manciuria. E ho letto che anche i suoi “associni” non avevano le difficoltà go natio. nonni, in precedenza, dopo l’emigra - linguistiche che avevano invece i A Firenze Marco Wong non parla ci - zione, si erano dati da fare per aiu - membri delle associazioni dei cinesi di nese in casa. Lo apprenderà più tar - di, studiandolo per suo conto e per - tare negli studi i giovani del loro pae - prima generazione, ha finito per essere fezionandolo all'Istituto di Lingue di se di origine. Da cosa nasce questa vo - un buon interlocutore per istituzioni, Pechino. lontà? E’ una cosa bella, ma credo rara, media o semplici persone interessate Si iscrive alla facoltà di Ingegneria che chi emigra cerchi poi di impe - a sapere qualcosa di più dei cinesi in Elettronica a Firenze. Poi la famiglia gnarsi a favore della propria terra di Italia o della Cina. Il bilancio è posi - si trasferisce a Milano e lui continua provenienza, e non solo del suo cir - tivo sotto tanti punti di vista, sia come gli studi al Politecnico di Milano, spe - cuito parentale…. rilevanza nei media e nella parteci - cializzandosi in Telecomunicazioni. L’aspirazione a fare qualcosa di utile nel pazione alla vita istituzionale sia per Durante gli studi lavora nei labora - paese di origine non credo che sia così il raggiungimento dello scopo origi - tori di ricerca e sviluppo di Italtel. rara. Nel mio caso faceva parte di una nale, perché Associna ha permesso a Presa la laurea, inizia a lavorare alla ricerca identitaria, il sogno di bambi - tanti giovani delle seconde generazioni Pirelli, come system engineer. Più tar - no che è rimasto vivo nel corso dei de - cinesi di conoscersi e sviluppare del - di è inviato in Cina come product cenni. Per i miei nonni è sempre stato le amicizie o addirittura degli amori manager presso l'ufficio di rappre - l’attaccamento alle proprie radici, al che hanno creato delle famiglie. Di si - sentanza a Pechino. Passa successi - proprio paese d’origine con cui aveva - curo questi sentimenti e queste rela - vamente in TIM e diventa direttore generale e consigliere d'ammini - no sempre mantenuto un legame for - zioni sono tra i migliori risultati di As - strazione di una joint venture di TIM tissimo nel corso della loro lunga vita. socina. con China Unicom, il secondo ope - ratore cinese, realizzando il servizio Lei ha lavorato per più di vent’anni Tra le tante cose che lei ha fatto c’è di telefonia cellulare nella Manciuria, nel settore delle telecomunicazioni, anche un romanzo, Nettare rosso. Ho regione nel nord-est della Cina. sia in Italia che in Cina e anche in al - letto che è il primo romanzo scritto Dopo l'esperienza cinese, partecipa tri paesi; poi, recentemente, ha ini - in italiano da un cinese di seconda alla fondazione di TIM in Perù nella ziato un’attività imprenditoriale nel generazione. Dove ha tratto l’ispira - veste di direttore acquisti e come settore degli alimentari etnici. Come zione? E come è arrivato fino alla socio di minoranza, e poi partecipa è arrivato a questa scelta pubblicazione? alla nascita di Huawei Technologies E’ stata una coincidenza di vari fattori. Mi è sempre piaciuto scrivere e ave - Italia, uno dei maggiori costruttori Intanto una certa spinta psicologica. vo, prima del romanzo, scritto degli ar - di apparecchiature di telecomuni - Ho lavorato nel settore delle teleco - ticoli o racconti. Una amica mi ave - cazioni mondiali, divenendone vice- municazioni nel periodo del boom, va proposto di scrivere un racconto per presidente. Dal 2005 è presidente onorario di quando era una industria in forte cre - una raccolta, poi espanso in un ro - Associna - associazione seconde ge - scita; ultimamente era quindi molto manzo vero e proprio. Dopo aver co - nerazioni cinesi. meno interessante. La fine del mio ul - nosciuto l’editor de “La Compagnia Dal 2010 dirige il mensile bilingue"It's timo rapporto di lavoro dipendente è delle Lettere”, la mia casa editrice, ho China", e dagli inizi del 2011 ha ini - coinciso con alcuni problemi di salu - condiviso il loro progetto editoriale e ziato un’attività imprenditoriale nel te di mio padre, che seguiva una azien - da qui la pubblicazione. L’ispirazione settore degli alimentari etnici. da di famiglia che si occupava di im - era venuta da una constatazione che E' sposato con Yimin Zhang con port di alimentari dalla Cina, e questo avevo fatto a proposito degli iscritti al due figli. li conosci i cinesi? sito di Associna. Tanti erano i giova - te le difficoltà dell’editoria in questi tem - la Cina inoltre ha cambiato anche l’at - ni ragazzi italiani che si iscrivevano pi di crisi, il bilancio è positivo in ter - titudine dei cinesi in Italia, perché ora per conoscere delle ragazze cinesi. Ri - mini di apprezzamento e di visibilità. vedono la prospettiva del rientro in cercavano un ideale di donna piutto - Il fatto di essere bilingue aiuta a rom - Cina come una possibilità concreta. sto stereotipata, la bambolina orien - pere la barriera della lingua cercando tale docile, che però è inesistente quindi di svolgere il ruolo di ponte tra Che cosa è che rende più difficile l’in - nella realtà. Da qui l’idea di scrivere le due culture. tegrazione degli immigrati cinesi in qualcosa che ribaltasse tale stereotipo. Italia? Sono i nostri pregiudizi nei loro confronti? E’ la difficoltà della In Nettare rosso la protagonista è una lingua? E’ la forte diversità delle ri - ragazza cinese che viene descritta spettive culture? come “dolce e remissiva”. Queste ca - Ci sono diversi fattori. La lingua sicu - ratteristiche sono molto presenti ramente è l’ostacolo più rilevante, nell’immaginario degli italiani quan - così come la diversità culturale, però do pensano alle giovani cinesi. Ma è esistono anche delle barriere psicolo - solo un nostro “mito” o c’è qualco - giche non indifferenti. Molti cinesi han - sa di un po’ vero? no un progetto migratorio original - Direi che è un mito che può essere giu - mente di breve termine che li condu - stificato dai modi, che possono esse - ce a vedersi come precari, anche se poi re più gentili e meno aggressivi rispetto alla fine risiedono qui per decenni. Inol - a quelli che si incontrano normal - tre, un altro grande ostacolo è la cit - mente, ma che nascondono spesso una tadinanza. Quella italiana è molto grande forza e determinazione. difficile da ottenere e i cinesi sono co - munque poco interessati a richiederla Quella delle ragazze dolci e remissi - perché la Cina non permette la doppia ve non è l’unica immagine stereoti - Dal suo punto di osservazione come cittadinanza. Questo incrementa quel pata che l’italiano medio ha dei cinesi. le sembra che sia cambiata l’emi - senso di provvisorietà perenne. Quali altri stereotipi lei ha riscontra - grazione cinese in Italia nel corso de - to nell’immaginario degli italiani? gli anni? Da alcuni testi nel suo sito ho visto Ce ne sono tanti, dall’essere chiusi al E’ cambiata soprattutto perché è mol - che lei parla spesso del concetto di loro interno alla laboriosità. Alcuni to cambiata la Cina. I decenni di gran - “opportunità”. Lei dice che l’inte - sono stereotipi positivi, che però co - de crescita economica hanno fatto sì grazione nasce dalle opportunità munque distorcono un corretto ap - che i tradizionali luoghi di origine del - dall’esistenza di comuni interessi. Mi proccio verso i cinesi. Inoltre gli ste - la diaspora cinese siano diventati nel spieghi questo concetto, mi faccia reotipi si modificano con il tempo, an - frattempo città affluenti e quindi via via qualche esempio. che perché la Cina stessa sta cam - l’origine dell’emigrazione si è sposta - Spesso si ha paura della diversità sen - biando e quindi cambiano i cinesi stes - ta in altre zone. I primi e principali flus - za rendersi conto che da queste nascono si. Rispetto alla quasi totale ignoran - si migratori dalla Cina provengono in - molte opportunità. Come persone che za di qualche tempo fa, adesso c’è una fatti dalla provincia del Zhejiang che, vivono tra due paesi, noi si ha la gran - conoscenza maggiore; ma anche una dopo le riforme economiche e di aper - de opportunità di poter sfruttare la ric - conoscenza un po’ distorta: si pensi ad tura verso l’esterno iniziate da Deng chezza della cultura di origine che si ag - alcune leggende metropolitane, tipo Xiaoping, è diventata una delle aree di giunge a quella nuova del paese in cui quella secondo cui i cinesi “non muo - maggior sviluppo del paese, anche si è emigrati. Se però ci si lascia, inve - iono mai”, oppure quella secondo la grazie alle rimesse dei migranti che per ce, sopraffare dalla paura delle diver - quale nei ristoranti viene servita car - primi hanno investito in tali zone. sità allora il proprio potenziale non ver - ne di cane o di gatto, e così via. Adesso la migrazione dalle città di que - rà mai realizzato. sta provincia si è fermata nei grandi Per esempio, io ho avuto delle op - Tre anni fa ha dato vita al mensile numeri mentre prosegue quella dalle portunità professionali dovute proprio bilingue “It’s China”. Qual è stato aree rurali, oppure dal Nord-Est del - alla mia diversità, così come, sempre l’obiettivo di questa iniziativa? E la Cina. I migranti cinesi che proven - per la mia diversità, ho sofferto di di - come è andata fin qui? gono da queste nuove zone sono scriminazioni. Sin da bambino ho “It’s China” nasce da un mensile, sem - però in condizioni di svantaggio in pre bilingue, già esistente e distribui - quanto non possono godere della rete to a Prato. Il progetto “It’s China” ha vo - di relazioni che hanno caratterizzato luto allargare il bacino di utenza e di le migrazioni precedenti, costituite da diffusione. Al momento attuale viene ricongiungimenti o da persone che fa - distribuito in alcune città italiane con cevano affidamento alla rete di ami - alcune migliaia di copie. Pur con tut - ci e parenti. La crescita economica del - 37 storatori cinesi, oppure tutte le politiche puntate solo sul controllo e sulla re - pressione e molto poco, invece, sull’ar - monizzazione, l’integrazione e l’apertura. Sono queste ultime le politiche che aiu - tano lo sviluppo della città, non solo dal punto di vista sociale ma anche da quel - lo economico.

Che cosa è più criticabile, agli occhi de - gli immigrati cinesi, nel modo di vita degli italiani? E che cosa, invece, i ci - nesi apprezzano di più negli italiani, e ne sono magari un po’ invidiosi? Forse la cosa più criticabile è anche quella più invidiata e cioè uno stile di vita meno improntato sul lavoro duro e forsennato e più rilassato.

Da cinque anni l’Italia vive una acu - ta crisi economica e sociale. Quanto ne hanno risentito i cinesi che vivono e lavorano qui? E come hanno reagito? I cinesi ne hanno risentito, anche se con modalità e tempistiche diverse. Molti ci - nesi lavorano sull’importazione di pro - dotti di fascia bassa e economica che hanno resistito meglio di altri, però il prolungarsi della crisi ha fatto sì che avuto il sogno di andare in Cina per nesi di Prato. E’ davvero una convi - molti abbiano abbandonato le proprie realizzare infrastrutture e portare venza molto difficile? Sono stati attività in Italia per tornarsene in Cina tecnologie e, perseguendo questo so - fatti errori, da una parte o dall’altra? o siano emigrati in altri paesi con mi - gno, ho potuto realizzare una carriera E come si deve affrontare la sfida del - gliori prospettive economiche. professionale che mi sarebbe stata la convivenza e dell’integrazione in molto difficile in Italia. Nel corso del - una realtà come Prato? In ultimo, lei è un animatore delle se - le mie prime esperienze di lavoro mi Ci sono sicuramente dei problemi che conde generazioni cinesi in Italia. Che ero reso conto che i dirigenti della hanno creato quel circolo vizioso che futuro vede per loro, e per la gene - azienda per cui lavoravo facevano ha portato alla situazione attuale, razione successiva? parte delle famiglie bene di Milano e aggravata dalla crisi economica che al - Il futuro è nelle loro mani e in quelle del frequentavano circoli da cui io, figlio cuni erroneamente (o forse strumen - paese che li ospita, che è anche il loro di emigranti, ero escluso. La mia aspi - talmente) pensano sia causata dai ci - paese. In tanti provano una grande at - razione è quindi coincisa con l’uni - nesi. Penso che sia il momento di an - trazione per la Cina come il paese di ori - ca reale possibilità di ascesa sociale dare oltre e evitare il dibattito su “col - gine e in cui scoprire una parte impor - che avevo: le mie competenze lin - pe” e “errori” che certo dobbiamo ana - tante della loro identità. Diversi vanno guistiche e transculturali, unite alle lizzare per evitarli nuovamente, ma lo in Cina per fare delle esperienze pro - mie esperienze di lavoro, hanno reso sforzo deve essere sul cercare di ri - fessionali, mettendo a frutto le esperienze la mia professionalità particolar - partire su basi nuove e corrette. Si deve e l’educazione italiana; e diventano mente appetibile. cercare di accettare che la città è di tut - talvolta degli ambasciatori dell’Italia, an - ti e tutti insieme devono contribuire a che se spesso a loro viene negata la cit - Vorrei sentire un suo giudizio sul rap - migliorarla. tadinanza italiana. Alcuni, forse, assor - porto tra i pratesi “autoctoni” e i ci - Le politiche ultimamente perseguite biranno invece il pessimismo che si re - nella città troppo spesso hanno creato spira in Italia e saranno quindi ancor di divisioni all’interno del tessuto cittadi - più stimolati a cercare delle opportuni - no, il “noi” contro “loro”, quando invece tà altrove. Altri, però, potranno vivere lo sforzo andrebbe rivolto alla creazio - l’esperienza di aiutare l’espansione di ne di una unica comunità. Un esempio aziende cinesi che si vogliono interna - sono stati gli orari di chiusura dei ri - zionalizzare anche in Italia. 38 storanti, creati ad hoc per sfavorire i ri - (g.f.) li conosci i cinesi?

Italiani e Cinesi. Gli stereotipi che ci dividono di Valerio Serafini

ncontro Valentina Pedone, sinolo - za, impressiona i cinesi per la loro vo - ga e autrice di diverse pubblica - lontà di aiutare senza secondi fini, sen - I zioni sui rapporti tra cultura cine - za tornaconto. se e italiana. Le chiedo cosa pensi dei reciproci stereotipi. Cosa si dovrebbe fare in più per ga - rantire il superamento degli stereotipi? Secondo lei quali sono ad oggi le for - Credo ci siano responsabilità da en - me di stereotipo che persistono nei trambe le parti. Gli italiani dovrebbe - confronti della comunità Cinese? ro essere meno pigri e non acconten - La menzogna principale, da cui poi tarsi passivamente del nemico di tur - provengono le altre, è a mio avviso no che viene proposto dai media e da che cinesi e italiani siano due grup - chi usa il razzismo per la propria agen - pi culturalmente incommensurabili, da politica. Ci dovremmo tutti rende - tra cui non ci sono territori comuni. re conto che siamo arrabbiati e stan - Secondo questa visione i cinesi ver - chi, cercare di capirne il motivo, non rebbero in Italia con la ferma volon - sfogarci sugli attori più deboli. Chi ope - tà di non fare parte della società ita - ra nel sociale, nei media, nella politi - liana, ma piuttosto sfruttandola a pro - ca e nella cultura ha ovviamente la re - prio vantaggio, lasciandola impove - sponsabilità di contribuire alla co - rita. In realtà è una visione che sot - Quali sono secondo lei gli stereotipi struzione di un’immagine pubblica non tende a molti pregiudizi contro i mi - che i Cinesi, invece, hanno nei con - stereotipata della presenza cinese. granti in genere. Lo stereotipo fun - fronti degli Italiani? I cinesi, le prime generazioni, do - ziona eliminando le differenze al - Prima di lasciare la Cina i migranti cre - vrebbero fare uno sforzo in più per dire l’interno di un gruppo e aumentando dono che l’Italia sia un paese molto ric - la loro, per conoscere meglio questi ste - quelle tra gruppi (noi-loro). Anche per co, in cui ci si può arricchire facilmen - reotipi (molti neanche ne sono a co - i cinesi funziona così. Ci sono alcu - te, in cui la gente è molto amichevole e noscenza) e partecipare attivamente al calorosa. Ciò che trova - loro superamento. Fortunatamente A colloquio con Valentina Pedone, no è ben diverso. Negli ora questo compito viene spesso as - ultimi anni, grazie an - solto dalle seconde generazioni. docente in lingua e letteratura che ad un contatto più cinese all’Università di Firenze continuativo tra chi par - Uno sguardo al presente: qual’è la sua te e chi rimane, grazie a visione del futuro tra Italia e Cina? ni cinesi che evadono il fisco, ma la skype e strumenti analoghi, sempre più Insegnando cinese all’Università vedo assoluta grande maggioranza non lo cinesi conoscono la situazione reale dei con i miei occhi quanti giovani italiani fa, esattamente come per gli italiani. migranti in Italia e le partenze stanno di - si spostano in Cina ogni anno e quan - Ci sono poi anche tante storie del tut - minuendo. Gli italiani appaiono poco ri - ti, pur rimanendo in Italia, lavorano oggi to inventate, come il riciclaggio dei spettosi delle leggi, privi di senso civi - con ditte e istituzioni cinesi. Secondo me documenti alla morte di un migran - co, razzisti, poveri, i maschi troppo mam - il futuro tra Italia e Cina è di stretta col - te cinese, il fantasma delle triadi, gli moni, le città sporche. Non si tratta di ste - laborazione e cooperazione, e probabil - animali strani nel cibo servito al ri - reotipi in realtà, ma del duro giudizio di mente gli scambi non saranno solo in storante cinese, il ricorso sistematico chi in Italia ci vive ed ha dovuto cam - ambito economico e commerciale, ma allo sfruttamento minorile, il ricorso biare la visione positiva stereotipata che anche culturale. all’utilizzo di schiavi nelle imprese aveva del Bel Paese e dei suoi abitanti. manifatturiere. Ormai i cinesi vivono Dell’Italia comunque vengono anche ap - in Italia da un secolo e fanno parte in - prezzate alcune cose, la scuola, il siste - tegrante della realtà italiana, sareb - ma sanitario, il sistema di welfare e, in - be ora che si iniziasse a parlare del - fine, l’umanità degli italiani, che, una vol - l’apporto da loro dato alla crescita del ta superato l’ostacolo di un razzismo re - paese piuttosto. cente, amplificato da rabbia e ignoran - 39 reportage A Saluzzo la Cina è da medaglia d’oro

di Paola Di Lazzaro

ince la Cina, vince il Ed i risultati hanno fatto presto ad ar - made in ”. Così tito - rivare, 4 medaglie olimpiche a Londra . “V lavano i quotidiani ita - Le attese erano alte e l’obiettivo era liani il 5 agosto 2012 all’indomani del - centrare le medaglie. Poi, certo, cen - l’oro nella 20 chilometri di marcia per trarne quatto al primo colpo era qua - Chen Ding, e del bronzo per Wang si inimmaginabile. Zhen. La festa per le prime medaglie nella storia della marcia maschile ci - Anche per questo appena ha visto i nese alle Olimpiadi portava la firma di suoi atleti tagliare il traguardo non Sandro Damilano. è riuscito a trattenere le lacrime. Ho pianto perchè mi tradisce ogni vol - Intervista Dal 2011, infatti, il tecnico più me - ta la passione, ma se non ci fosse la a Sandro Damilano, dagliato dell’atletica azzurra è passa - passione avrei smesso di allenare già to alla Cina o forse, sarebbe il caso di da tempo. il professore dire, che la Cina è passata al guru di della marcia Scarnafigi. Perché lui, il professore Normalmente noi ci immaginiamo i della marcia, per diventare allenato - cinesi come un popolo attento, di - re della nazionale cinese ha imposto sciplinato, meticoloso. Li riconosce i una condizione imprescindibile: che suoi ragazzi in questa descrizione? fosse la montagna ad andare da Hanno una grande forza di volontà e Maometto; e così il meglio della la fatica non li spaventa. Hanno una marcia cinese ha preso casa nella grossa predisposizione al sacrificio e Scuola del Cammino di Saluzzo, la dove li metti stanno. A volte è più fa - stessa da cui sono passati il fratello ticoso spingerli a distrarsi un po’ che Maurizio, Elisabetta Perrone e Alex allenarli. Ci provo a dirgli di lasciar Schwazer, per citarne alcuni. perdere ogni tanto il lavoro, a uscire, magari frequentando la comunità ci - Mi tolga una curiosità. Ma come ha nese. E invece niente, sempre lì, seri, fatto a convincerli a rinunciare ad obbedienti, come fossi il loro padre. avere gli atleti in patria. Allora non Sinceramente mi pare un po’ esagerato. è vero quello che si dice che “i cine - si vogliono avere tutto sotto con - Ma se lei non li ha voluti far nean - trollo”? che stare nel villaggio olimpico a Guardi, non è stato facile. Il corteg - Londra! giamento è durato più di un anno. La (Ride ). Quella è un’altra cosa. Le pres - contrattazione è stata esclusiva - sioni erano tantissime. E poi nella mia mente sul numero delle volte che io esperienza l’unica volta che non l’ho dovevo andare in Cina. E alla fine ci fatto non ho vinto medaglie. siamo accordati per tre volte l’anno. Per il resto carta bianca su tutto. La marcia è uno sport anche molto Sono macchinosi, ma con loro di - tecnico. L’abnegazione può sopperi - scutere serve, e vado orgoglioso di re alla tecnica? averli portati in Italia perché si è Io ho dato un indirizzo tecnico preci - sempre detto che se ne stanno na - so e soprattutto ho programmato al - scosti e io invece li ho portati al lenamenti e gare. Certo dal punto di chiaro di luna dimostrando che for - vista morfologico non è che sono por - 40 se non è così. tatissimi in questa specialità, però è pur vero che sono talmente tanti che alla fine il campione salta fuori. In Italia ero abituato a scegliere tra una ven - tina di specialisti a dir tanto, in Cina dopo aver indicato al presidente del - la federazione un normotipo di mar - ciatore da cercare mi sono trovato con un bacino di 150 atleti tra cui scegliere.

Nel suo gruppo assieme alla nazio - nale cinese si allenano anche due “suoi” ragazzi italiani, si dice che sia anche nato un amore all’interno del multietnico “Damilano Team”. Tra Giorgio Rubino e Hong Lui. Sì ma adesso è finita. Fino all’argento della Lui la storia era anche rimasta semi - clandestina. C’erano troppe pressioni. Poi problemi con lingua. E poi l’amo - re finisce, a questa età...

E lei con il cinese come se la cava? Per carità. Certo qualche parola tecnica l’ho imparata. Ma c’è un mio assistente che ci aiuta a comunicare in inglese. La lingua resta la difficoltà maggiore. Nel quotidiano ci intendiamo. Ma il rale. Fermi al semaforo dietro di noi gido sulla dieta, quest’anno la sera gli grande problema è la gestione della c’erano 3 mila biciclette. Oggi ci sono ho concesso il ristorante cinese. gara: lì se non ti capisci immediata - tre mila macchine. Si costruisce ad una mente poi devi aspettare un giro. velocità impressionante, l’economia E lei mangia cinese con loro? Credo che due medaglie le abbiamo gira. Mi ricorda come era da noi ne - Per carità, io sono piemontese. Abito perse per la lingua. gli anni 60, quando le città cambia - a 220 metri dal centro sportivo, la sera vano sotto gli occhi. me ne torno a casa. A Saluzzo la gente come ha accolto questi ragazzi? E dal punto di vista sportivo, a par - C’è qualcosa che non si aspettava, che Benissimo, ormai qui li conoscono tut - te la competizione, in Cina la gente l’ha stupita, di questa esperienza? ti. Si salutano. Quando hanno vinto le fa sport? Tutto. È stato tutto meglio di quanto medaglie sono anche suonate le cam - Io ne ho visti molto pochi, e sono più credessi. A cominciare dai risultati che pane. Oltretutto in questa zona del cu - i vecchi che i giovani. Nei parchi tro - non pensavo fossero immediatamen - neese, tra Barge e Bagnolo, il 10% del - vi gli anziani che fanno yoga o arti te così. Ma soprattutto non mi aspet - la popolazione è di cinesi che lavora - marziali. I giovani che fanno sport lo tavo di entrare nel cuore di questi ra - no nelle cave di marmo. E’ molto più fanno per farsi il fisico. Le palestre gazzi, mi colpisce sempre tantissimo complicato per me quando vado in sono piene di malati di pettorali. l’attenzione che hanno nei miei con - Cina le tre volte l’anno che andiamo fronti, volermi portare sempre la bor - ad allenarci li. Ad inizio di maggio era - Ma i campioni dello sport sono fa - sa quando siamo in giro. Per loro sono vamo a Shenyang per i giochi nazio - mosi in Cina? diventato come un padre e io con loro nali cinesi, mi sentivo l’unico straniero Famosi? Sono conosciutissimi. Stan - mi trovo bene. Sarà che nella mia vita in una città di 11 milioni di abitanti. no ovunque. Sono delle rock star. È a ho avuto la fortuna di girare tanto - Pedalando un giorno sul lungo mare livello internazionale che non sono an - ho fatto il conto l’altro giorno: ho mi è capitato di incontrare uno svedese cora entrati nell’immaginario collet - viaggiato in 70 nazioni -, ma io con ci siamo fermati a salutarci, come due tivo. Ma è un problema culturale. No - loro non sento nessuna differenza. dispersi nel deserto. stro, però.

Damilano lei che idea si è fatta del - E’ diversa la dieta di uno sportivo ci - la Cina? nese? E’ un paese che sta cambiando tan - E’ molto diversa. Io sono molto fortu - tissimo. Mi ricordo nel ‘95 la prima nato che a loro piaccia la cucina italiana. volta che andai nel loro centro fede - L’anno delle olimpiadi sono stato più ri - 41 reportage li conosci i cinesi?

Cinesi a via Marsala. La fiducia conquistata

di Valerio Serafini ggi per me è un giorno mol - difficoltà maggiori che, innanzitut - to particolare. La redazione to, avete incontrato nel trasferirvi in O della rivista “Near” mi ha Italia? Sentiamo prima la prof. Xie mandato ad intervistare i responsabi - Ying. li del gruppo Cina del poliambulato - L’ostacolo maggiore è la lingua. Sì, ci Un poliambulatorio rio di via Marsala, struttura a me par - sono corsi di italiano per cinesi – ce ne per gli immigrati ticolarmente cara perché ho svolto qui sono anche di organizzati dal gover - per 6 anni il lavoro di volontario per no italiano, e di questo lo ringrazio -, a Roma. Quando la comunità cinese. La comunità cinese ma in genere gli orari dei corsi non curare è accogliere è oggetto come tutte le comunità di sono compatibili con gli orari di lavoro immigrati nel nostro paese di nume - dei cinesi che li vorrebbero frequentare; rosi stereotipi: non muoiono mai, e poi, spesso, dopo qualche tempo, co - sono chiusi, stanno solo tra di loro, etc. minciano a non funzionare più bene Ma è davvero così? Cosa si fa e cosa perché si registrano assenze da parte è stato fatto in questi anni per queste degli insegnanti, e così non si riesce a persone? Provo a farvi conoscere le completare un ciclo di insegnamento. opinioni di tre figure principali del po - Preferirei che il governo affidasse a me liambulatorio, Salvatore Geraci, Bian - due insegnanti e così io potrei orga - ca Maisano, Alessandro Listuzzi, e a nizzare le cose in modo che possano farvi ascoltare le testimonianze di due andare bene. pazienti cinesi. Siamo in via Marsala, nel poliambula - Vorremmo sapere qualcosa di più sul - torio dove gli ultimi diventano i primi. la sua attività di insegnante… I cor - si di lingua cinese che organizza sono Vorrei cominciare proprio dalle si - autogestiti dalla comunità cinese o è gnore qui presenti: raccontateci la vo - il governo italiano ad organizzarli? 42 stra storia… Quante e quali sono le Si tratta di corsi autogestiti. Li fac - li conosci i cinesi? ciamo o di sabato per cinque ore op - che molto difficili, fa grandi sacrifici to la figlia ha chiesto al padre che cosa pure 3 volte alla settimana per due ore. e, appena ha raggiunto un guadagno ne pensava, e il padre ha risposto che Per l’85% sono bambini cinesi che par - che ritiene soddisfacente, ritorna in era un bel giovane, alto, e gli aveva lano soltanto un cinese dialettale; i ge - Cina. Noi del nord ammiriamo vera - fatto una buona impressione. Allora la nitori li mandano a scuola di cinese mente il loro spirito di sopportazione. ragazza gli ha chiesto: dunque, va bene perché hanno paura che perdano le se diventa il mio ragazzo? Il padre le proprie radici culturali. Poi ci sono un Vorrei il suo punto di vista sul no - ha risposto risoluto: no, non va bene, 15% di ragazzi italiani che vogliono stro paese. Dove e come si può mi - perché è italiano e gli Italiani non sono imparare il cinese . Le famiglie pove - gliorare? intraprendenti. re frequentano gratuitamente; a chi Questa domanda è molto complessa e può pagare la retta chiediamo di co - sono in imbarazzo a parlare… Parla - Lei pensa che la crisi economica si sia prire le spese di affitto ed i salari per re male dell’Italia mi imbarazza mol - sentita anche tra i cinesi? Recente - gli insegnanti. to… Provo a fare qualche esempio. A mente si è saputo di cinesi senza - Shanghai per costruire un piano di un tetto… Pensa che a Roma si sia ar - Volevo indagare altri aspetti dell’in - grattacielo ci mettiamo una settima - rivati a forme di povertà parti - tegrazione… A parte la lingua, ha tro - na. Si lavora a ciclo continuo, 24 ore colari? vato altre difficoltà? su 24. Qui in Italia per fare un piano L’impatto della crisi è stato for - Dal mio punto di vista non ho trova - ci vuole un anno. Molti cinesi ap - te. Prendiamo ad esempio due to altre difficoltà. prezzano l’estetica italiana nell’arre - settori nei quali la comunità in - damento degli interni; ma quando noi veste in Italia: le esportazioni Spesso leggiamo sui giornali italiani chiamiamo una ditta italiana per ri - del vino rosso italiano e le che i Cinesi tendono a voler rimane - strutturare un appartamento ci ac - esportazioni di apparecchia - re attaccati alla propria comunità corgiamo che, sì, sono molto bravi, ma ture elettromedicali. Ebbene, piuttosto che integrarsi. Vorremmo la lavorano troppo poco… sono calate del 20%. È così sua opinione in proposito. che molti cinesi sono rientra - La questione esiste e va analizzata su Tra gli adolescenti della seconda ti nel loro paese. E molti altri più aspetti. Il primo è il problema cul - generazione ce ne sono alcuni che in - sono tuttora in bilico, incerti se turale. La mancata conoscenza della staurano legami affettivi con ragaz - restare o rientrare; osservano lingua è un ostacolo: consideriamo che zi italiani? l’evoluzione della crisi. l’80% dei cinesi che arrivano in Italia Uno su mille. Conosco una studentessa E’ presente al nostro incontro provengono dai villaggi e molti di loro che aveva cominciato a frequentare un anche una giovane madre con una sono contadini che non avevano mai ragazzo italiano e un giorno lo ha por - bimba di pochi mesi, la sig.ra Wu visto un aereo o un treno… Poi c’è an - tato a casa per farlo conoscere al pa - Yang Mei. che una certa diffidenza, che nasce dal dre. Quando il ragazzo se ne è anda - Le chiediamo come è stato il suo ar - fatto che quando cominciano a inse - rirsi e a lavorare, si sentono subito mol - to controllati rispetto al fatto di esse - re in regola, di pagare le tasse. Si sen - tono sotto pressione. E’ vero che c’è chi tra noi evade e non paga le tasse, ma anche gli esercizi commerciali che pagano le tasse regolarmente vengo - no bersagliati dal fisco italiano. E al - lora i cinesi dicono: noi vi paghiamo le tasse e voi non ci accettate; allora, se è così, noi ci chiudiamo e conti - nuiamo a vivere per conto nostro.

Un’ultima cosa: quale pensa sia il progetto migratorio dei cinesi che ar - rivano in Italia? E’ pensato per il lun - go periodo? E’ solo la piccola minoranza (l’un per cento) che proviene dal nord della Cina che si orienta a rimanere più a lungo, diciamo fino a circa i 50 anni di età. Chi viene dalle province del Sud, cioè la grande maggioranza, è gente che ha una forte capacità di soppor - tazione, lavora molto in condizioni an - reportage

ché non riuscivo a capire nulla e nes - la struttura, di fare una breve storia suno mi aiutava. E rivolgersi ai miei del poliambulatorio e dell’attività con connazionali cinesi, per farsi accom - i cinesi. pagnare, non è facile: non hanno tem - Nel 2001, vedendo i dati del Poliam - po, lavorano sempre! bulatorio, ci siamo resi conto che c’era - no pochissimi utenti cinesi. Molti Col tempo ha stabilito rapporti con meno di quelli che avrebbero dovuto qualcuno tra gli italiani? essere, considerando il numero delle A parte la Caritas no. Da due anni mi loro presenze nella città. Ci siamo chie - sono sposata, e mio marito mi ha rag - sti il perché. E così è nato il “proget - giunto in Italia. Mio marito lavora do - to Cina”. Abbiamo, cioè, organizzato dici ore al giorno. Ma lavora con al - una serie di incontri con i nostri tri cinesi. Io ho lavorato in un picco - utenti cinesi e con altri per cercare di lo istituto di bellezza, fatto da cinesi, capire quali fossero i motivi di quel ma ora ho una bimba di cinque mesi basso accesso ai nostri servizi, che pure e non lavoro. Ma comunque è molto sono molto “aperti”. E’ venuto fuori raro che dei cinesi lavorino in ditte di che, al di là del problema della lingua, italiani. Non ne conosco nessuno. loro provavano una sorta di paura nei nostri confronti, una forte diffidenza. La comunità cinese come si auto or - Abbiamo capito che forse c’era qual - ganizza? Offre servizi? Ci sono del - cosa nel nostro comportamento che ri - le associazioni culturali e per il tem - sultava ancora un po’ burocratico. Al - po libero? lora abbiamo provato ad avere un at - Per noi i servizi essenziali sono gli stu - teggiamento più attivo, più acco - di legali e i commercialisti. Questi ci gliente, nei loro confronti. Abbiamo sono. Seguono tutte le pratiche per ge - cercato di organizzare un ambiente più stire un’attività commerciale, per le as - favorevole all’incontro, eliminando sunzioni al lavoro e anche per quan - ad esempio, nei casi di primo acces - to riguarda trovare un affitto. Ci sono so, la richiesta di procurarsi la Carta però anche delle associazioni che Caritas, che deve essere richiesta in svolgono attività culturali. un’altra sede. Abbiamo puntato mol - to sull’accoglienza. Come state affrontando questo pe - Poi abbiamo anche avuto la fortuna riodo di crisi, lei e suo marito? dell’inserimento nella nostra equipe di Viviamo in due famiglie in un picco - Alessandro, una persona adulta, mol - lo appartamento di proprietà di un ci - to capace, che conosceva bene la lin - nese. Paghiamo 500 euro al mese per gua cinese e aveva vissuto in Cina, una la nostra stanza. Ma abbiamo dovuto persona appassionata della cultura ci - pagare qualcosa anche per l’interme - nese. Le cose, con la sua presenza, sono rivo a Roma, il suo inserimento. diario. I padroni cinesi qui sono peg - cambiate molto rapidamente. Ales - Sono venuta in Italia nel 2001. Da sola. gio che in Cina. Mio marito, che è lau - sandro ha proprio aperto una breccia. Ho avuto molta difficoltà con la lin - reato, lavora in un piccolo supermer - Si sono anche attivati alcuni volontari gua. Ed è stato molto difficile anche cato cinese; lavora tantissimo e gua - cinesi. Il risultato è che in pochi anni trovare lavoro. Qui non avevo paren - dagna 900 euro al mese. Ma non ce la ti, solo qualche conoscente. Non è sta - facciamo, e così lui si deve far man - to facile neppure accedere ai servizi. dare qualcosa dai suoi parenti in Invece mi sono trovata bene con la Ca - Cina. E c’è anche il rischio che possa ritas, qui al Poliambulatorio. Nelle al - perdere questo lavoro. Così stiamo tre strutture sanitarie, come al Poli - pensando di mandare nostra figlia So - clinico Gemelli, ho avuto difficoltà per - fia in Cina dai nonni, se vogliamo ti - rare avanti. Almeno fino a quando le cose qui non si sono stabilizzate.

Salutiamo e ringraziamo le signore. Vorrei chiedere ora a Salvatore Ge - 44 raci e Bianca Maisano, i dirigenti del - i cinesi sono diventati il secondo volte poi succede qualche curioso reati, laureandi e specializzati post lau - gruppo nazionale di utenti del nostro caso al contrario: ricordo di un ragazzo rea (tra i quali c’eri anche tu!), che con Poliambulatorio. che non è riuscito a far rimpatriare un pazienza hanno raccolto questi termini suo amico non avendo la cifra neces - sulla base delle descrizioni dei vari E ora su cosa state lavorando? Ave - saria… e così lo hanno dovuto seppel - sintomi da parte dei pazienti. Oggi riu - te un nuovo obiettivo riguardo alla lire qui. Noi abbiamo condotto un no - sciamo a coprire i termini necessari per comunità cinese? stro studio e abbiamo verificato che un primo intervento in tutte le spe - Il nostro obiettivo ora è di cercare di non c’è nessun dato statistico che sug - cializzazioni. Ciò non toglie che il la - fare in modo che anche le strutture sa - gerisca, a parità di età e condizione fi - voro possa essere ampliato inserendo nitarie pubbliche della città si muovano sica, che la mortalità accertata dei ci - i termini che sono necessari, ad esem - con il nostro stesso spirito, attivando nesi sia diversa da chiunque altro. pio, per una dieta o per la prepara - mediatori culturali che non si limitino Sull’efficienza va detto che, quando io zione di una colonscopia o per le ta - a fare gli interpreti ma siano capaci pri - mi sono recato in Cina per la prima belle vaccinali per i pediatri. Non è ma di tutto di creare un ambiente e un volta, negli anni ’70, mi è capitato più detto che debba farlo io… ( ride ), ma clima accogliente. Del resto, in nume - volte di vedere che, nelle pubbliche magari i nuovi studenti potranno rose parti d’Italia, soprattutto al nord, amministrazioni, dove la pausa pran - ampliarlo e trovare nuove modalità di ad esempio a Reggio Emilia, ci sono zo era da mezzogiorno all’una, alle consultazione. esempi di un forte inserimento dei ci - 11.30 già non trovavi più nessuno… nesi nei servizi sanitari, e anche con co - Successivamente l’efficienza nel set - In conclusione , dopo le testimo - sti sostenuti per lo Stato. Per quello che tore pubblico è forse un po’ aumentata. nianze qui sintetizzate e anche in base riguarda il nostro poliambulatorio, Ma di poco. Le cose cambiano radi - alle esperienze professionali matura - abbiamo stabilito un accordo con calmente, invece, se parliamo degli te, mi sento di poter affermare che, l’Università La Sapienza per offrire la operai che vengono dalle zone del - laddove si strutturano degli interventi possibilità di tirocinio agli studenti del - l’entroterra della Cina dove ricevono continui nel tempo, è possibile supe - le discipline orientali. Con la loro salari più bassi e sono disposti a tur - rare le fragilità e le difficoltà che ri - presenza possiamo rafforzare i contatti ni di lavoro massacranti, lavorando scontrano determinati gruppi di per - con la comunità cinese e raggiungere anche a cottimo, ben sapendo che, se sone. Non è da sottovalutare, inoltre, livelli maggiori di integrazione in tut - non riescono a finire il lavoro o se non la possibilità offerta dalle seconde e te le questioni che hanno in qualche accettano le condizioni imposte, ci terze generazioni di ragazzi cinesi che modo a che vedere con la salute. sono almeno altre dieci persone, per con un programma specifico potreb - ognuno di loro, pronte a sostituirli. La bero integrarsi definitivamente e far Sono molti gli stereotipi con cui in stessa cosa avviene per certe fabbri - superare alle generazioni più anzia - genere si guarda alla comunità cinese. che in cui lavorano anche i bambini ne il problema della lingua. Insomma Su questo vorrei interpellare Ales - che, per racimolare qualche soldo da con la giusta volontà e gli investi - sandro Listuzzi, che lavora da qua - mandare a casa, lavorano in condizioni menti opportuni è possibile che la si 40 anni con la Cina. disumane. buona pratica sperimentata dalla Ca - Qual è la tua opinione? Come mai ritas possa essere replicata in altre re - questi stereotipi – ad esempio l’ipe - Tu hai lavorato ad un meraviglioso altà romane e si arrivi così a tenere, refficienza dei cinesi, o l’idea che fac - glossario di 7500 voci riguardanti “le in ogni struttura sanitaria, la porta ciano sparire i morti - sono così duri parole della salute”, utilissimo per sempre aperta. a cadere? migliorare la comprensione tra i Sui cinesi che non muoiono mai ci pazienti cinesi e gli operatori del Po - sono alcuni aspetti da considerare. Il liambulatorio, e più in generale gli primo è che, come dice il saggio, le fo - operatori sanitari. Come è nato que - glie cadono dove sono le radici, cioè sto libro? E prevedi di sviluppare que - le persone di una certa età che perce - sta iniziativa? piscono che il loro male non è curabile Il libro è frutto di una collaborazio - tendono a voler tornare in Cina. Alle ne di tutti i volontari, studenti, lau - 45 cultura › musica

Amir Issaa Guai a chiamarlo il rapper delle seconde generazioni

Francesco Conti o scorso 25 maggio ha aperto ad spero che ci saranno occasioni di la - LArezzo “La Casa delle Culture”, una vorare insieme anche nel futuro. struttura dedicata all’incontro e alla Nel mio percorso ho scritto canzoni che contaminazione, un nodo di una rete parlano di integrazione, che parlano di enti e associazioni che ope - delle problematiche legate alla citta - rano nel territorio sui temi del - dinanza dei ragazzi di seconda gene - l’integrazione e delle pari op - razione, ma la mia speranza è che un portunità. giorno non si debba più stare qui a Ad inaugurare la struttura, oltre al - parlare di razzismo, poiché vorrà dire l’assessore Stefania Magi, al Sin - che la battaglia sarà vinta. daco di Arezzo Giuseppe Fanfani, alla presenza dell’Unar e alle Ti chiamano “il meticcio”, ragazzo cre - varie istituzioni locali, c’era - sciuto e definito giornalista di strada . no anche, come testimonial Cosa pensi della città di Arezzo, di Arez - dell’evento, il chitarrista zo Factory e della Casa delle Culture? dei Negrita, Cesare Mac Veramente il mio incontro con la cit - Petricich, e il rapper ro - tà di Arezzo è stato casuale, sono ve - Amir, rapper e produttore mano Amir, che aveva nuto a fare un concerto ad Arezzo Fac - discografico già conosciuto la città di tory, ma come tanti altri concerti che italiano. Arezzo per una collabo - faccio in giro per l’Italia; non mi aspet - Figlio di un razione con Arezzo Fac - tavo di ritrovarmi mesi dopo ad esse - immigrato egiziano e di tory, il Centro Giovani ed re qui e ad essere parte di un percor - una donna Adolescenti del Comune, so per l’integrazione. italiana. Nato dove aveva sviluppato, Il mio concerto in città è stato molto e cresciuto a Roma nel insieme a molti ragazzi partecipato. “Gea Testi” e la “Coope - quartiere di seconde generazioni, rativa Al Plurale”, organizzatori del - di Torpignattara, un laboratorio di musi - l’evento, si sono presi a cuore le te - si avvicina alla cultura hip hop ca. Ne abbiamo appro - matiche che tratto nelle mie canzoni, nei primi fittato per fare quattro e mi hanno proposto di fare un labo - anni Novanta. chiacchiere con lui. ratorio. Il rap fa da colonna Conoscevano un po’ la mia storia. Ne - sonora nel suo percorso di crescita Amir, hai già collaborato con gli anni ho fatto dei laboratori nel car - artistica, e proprio l’Unar? Cosa ne pensi? cere minorile e in alcuni spazi di Roma grazie a questa Considero l’Unar una realtà mol - dove ci sono ragazzi con problemi, ma - musica, trova un mezzo per raccontare to importante. gari segnalati dagli assistenti sociali, op - al mondo le sue Credo ci sia bisogno di combat - pure che hanno delle problematiche a esperienze. tere e di lavorare tutti insieme per casa, figli di ex tossicodipendenti, figli Premio miglior artista rivelazione sconfiggere le discriminazioni, di detenuti. E nel momento in cui mi è 2005. Premio iniziando dagli spazi dove si tro - stata proposta l’idea di realizzare un la - miglior album hip vano i giovani, nelle scuole, ne - boratorio ad Arezzo sono stato ben lie - hop indipendente 2009. Nel 2011 gli stadi di calcio, e da lì partire per to di dare la mia disponibilità. canta la canzone sviluppare le tematiche del razzi - Arezzo è una città che mi ha accolto “Scialla!” per smo. Sono i ragazzi i primi a do - a braccia aperte, e l’idea di un labo - l’omonimo film. ver essere sensibilizzati. ratorio, visto come inizio di un per - Nel 2012 ha fondato la sua L’Unar in questo sta facendo un ot - corso, mi attirava molto. I ragazzi han - etichetta discografica timo lavoro, sono contento di no partecipato assiduamente al corso indipendente, la aver avuto la possibilità di e si è instaurato anche un bel rappor - “Red Carpet Music”. collaborarci in passato, e to umano con gli organizzatori. Mi Photo by Alternative sento di dire che quando vengo qui ad Arezzo, sono un po’ come a casa. Il laboratorio aveva come principale te - matica quella di scrivere musica e at - traverso i testi e le melodie tirare fuo - ri quello che si aveva dentro. La mu - sica diventa un mezzo per sfogare an - che la propria rabbia, invece di farlo magari andandosene in giro a picchiare qualcuno o commettere qualche ca - volata. In questo modo i ragazzi han - no un mezzo potentissimo che gli ser - ve per esprimersi.

Da parte dei giovani sono usciti più sentimenti di rabbia o di amore? Sicuramente amore. Una cosa che mi ha toccato molto è stato sentire i ra - gazzi figli di genitori stranieri espri - sicuramente è un paese con una me - giustizie. Questa è una cosa che mi ha mere nei testi delle canzoni il lega - moria molto breve. segnato durante la vita. Mi ha sempre me forte con la terra di origine dei dato fastidio essere testimone diretto loro genitori, il loro essere fieri di In un altro paese, penso alla Francia o indiretto di episodi di razzismo. Se appartenervi. In prevalenza si trat - o l’Inghilterra, per non parlare degli sono sull’autobus e succede qualcosa, tava di ragazzi albanesi (comunità Stati Uniti, saresti Amir il Rapper. In ad esempio una persona viene discri - molto presente ad Arezzo); questo Italia, per il tuo cognome, sei in au - minata per il colore della pelle, sarò amore per la loro terra andava ad af - tomatico il rapper delle seconde ge - sempre il primo ad intervenire ed a fiancare la loro voglia di integrarsi nerazioni. Quanto ti pesa questo prendere le sue difese, non chiuderò ed essere riconosciuti come cittadi - aspetto? mai gli occhi davanti ad una situazione ni italiani. Da una parte pesa molto e più volte ho dove si presentano episodi di discri - rischiato di essere etichettato. E’ fa - minazione razziale. “S.o.s bilancio negativo se me chia - stidioso ma il tutto vine compensato mano straniero nel posto dove vivo”. dal fatto di essere consapevoli di es - Progetti per il futuro? Quando è che ti sei sentito stranie - sere dei pionieri. I prossimi rapper con Non essere più in prima linea sola - ro in Italia? genitori stranieri che usciranno in mente come “artista” ma passare nel Sinceramente mi sono sentito “stra - Italia nei prossimi anni dovranno si - dietro le quinte e occuparmi di tema - niero” solo ed esclusivamente nei curamente ringraziarmi per il lavoro tiche sempre legate all’integrazione e momenti in cui mi ferma la polizia per che sto facendo. al riconoscimento dei diritti, ma uti - strada e mi chiedono se ho il permes - lizzando altri mezzi. Mi sento co - so di soggiorno, o quando vado in ae - Ti fa mai paura il fatto di essere trop - munque a modo mio un attivista e, reoporto dove stranamente i miei po diretto nelle tue canzoni e di es - perchè no?, un giorno potrei impe - amici italiani passano sempre e io ven - sere un po’ scomodo? gnarmi anche in politica. go trattenuto per controlli approfon - E’ quello che voglio. A volte per far - diti. Mai avuto problemi ad integrar - si sentire c’è bisogno di dire qualco - Ci lasci una rima alla fine di questa mi, a scuola o con i miei amici. Lo ho sa di forte, di diretto, qualcosa di sco - intervista? detto più volte: fino a che non si ac - modo. Sono una persona diplomatica Al volo in freestyle. Combatti i pre - cetterà che Amir Issaa e Mario Rossi e so utilizzare la mia diplomazia in giudizi, sostieni l’Unar, Il razzismo è sono la stessa identica cosa, si avran - molte situazioni, ma quando mi met - una gabbia che ti chiude dentro quat - no sempre dei problemi. Bisogna cam - to a scrivere canzoni cerco di esprimere tro mura. biare la percezione di come è fatto un le tematiche che tratto nel modo più italiano. diretto e più chiaro possibile, altrimenti non avrei fatto il rapper. L’Italia secondo te è un paese razzista ? Non penso che l’Italia sia razzista ma Hai paura di te stesso? sicuramente è impaurita dal cambia - A volte sì, ho paura della mia rabbia mento e dall’evoluzione della storia, e quando mi trovo davanti a delle in - 47 cultura › cinema

Calabria / Riaceinfestival La cultura dell’ospitalità incontra il cinema

Chiara Sasso* ta più bambini im - migrati che riacesi. l Riaceinfestival, la rassegna estiva Riace aderisce ai Idi cinema indipendente che da quat - progetti di acco - tro anni si tiene a Riace, in provincia glienza nel 2001, di Reggo Calabria, merita di essere rac - quando ancora si contato non come un semplice festi - chiamava Piano val, ma come lo specchio di una Ca - Nazionale Asilo, e labria inedita che sfugge alle cronache presto la politica del giornalistiche. sindaco Domenico Questo “Festival delle migrazioni e del - Lucano riesce a le culture locali”, come si autodefini - contaminare altri sce, racchiude infatti il senso di una co - comuni limitrofi munità che ha deciso di prendere in come Caulonia, Sti - mano le sorti del proprio territorio e gnano, Camini. Tut - fare dell’accoglienza e dell’inclusione to avviene in un dei migranti una leva di sviluppo e di contesto molto difficile, quello della Lo - gio, “Il Volo”, ispirandosi alle espe - crescita sociale ed economica. cride, territorio conosciuto per la pre - rienze di accoglienza dei piccoli co - “Non abbiamo fatto niente di specia - senza della cosche ‘ndranghetiste in gra - muni della Locride. Da allora Riace de - le”, ripete Domenico Lucano, sindaco do di infiltrarsi ovunque ci siano gran - cide di fare un passo in più e adotta - di Riace, promotore del Festival e ani - di opere, dal nord Italia all’estero: il co - re l’arte cinematografica quale lin - ma di Città Futura, l’associazione de - siddetto “movimento terra”, come do - guaggio universale per promuovere la dicata non a caso a don Giuseppe Pu - cumentano le numerose inchieste giu - conoscenza e lo scambio interculturale, glisi (prete ucciso dalla mafia), dalla diziarie. la cultura dell’accoglienza e dell’anti - quale è partito, nel 1999, il progetto di Riace rappresenta una svolta: tutto ciò discriminazione razziale. riqualificazione del borgo e di acco - che in altri luoghi viene visto come un Da tutto questo nasce il Riaceinfestival, glienza per gli immigrati, due anni “problema” (la presenza degli immigrati), un concorso cinematografico per auto - dopo lo sbarco dei kurdi a Badolato il nel paese dei bronzi si trasforma in op - ri indipendenti, che ha visto nelle pas - 26 dicembre 1997. portunità. La stessa economia del pic - sate edizioni la partecipazione di arti - Riace è un piccolo comune, famoso per colo centro riparte con un impulso nuo - sti importanti, come Emanuele Criale - i Bronzi, con soli 1.800 abitanti, de - vo: negli ultimi anni vengono fondate se, ma che è anche un’occasione per ani - stinato come molti comuni calabresi cinque associazioni, una cinquantina di mare la città con dibattiti, conferenze e allo spopolamento se non avesse im - riacesi lavorano insieme ai nuovi resi - spettacoli sul tema dell’inclusione sociale provvisamente invertito la rotta proprio denti. Nel paese vengono aperte alcu - degli stranieri, dello sviluppo e dell’in - grazie ai progetti di accoglienza degli ne botteghe artigianali, del legno, del ve - terculturalità. Il Festival è promosso dal immigrati. Tramite le politiche di ac - tro, della ceramica e della tessitura, nel - Comune di Riace in collaborazione con coglienza ed inclusione destinate ai mi - le quali riacesi ed immigrati lavorano la Rete dei Comuni Solidali (Recosol) e granti, viene combattuta la decrescita fianco a fianco per mantenere la tradi - l’Asgi (Associazione studi giuridici sul - demografica e vengono salvati molti zione dei manufatti locali. l’immigrazione). La quarta edizione, servizi, compresa la scuola, che ospi - Ed ecco che arriviamo al cinema, che si svolge quest’anno dal 26 al 30 l’arte che più di ogni altra cerca di cat - giugno, inaugura una nuova sezione di turare la realtà in movimento e va a concorso dedicata al tema dell’am - caccia di storie vive ed esemplari, come biente e dello sviluppo sostenibile. quella del rapporto tra la città di Ria - Sarà forse “niente di speciale”, ma è si - ce ed il fenomeno dell’immigrazione. curamente un volto della Calabria da È infatti il 2009 quando il regista Wim raccontare. Wenders decide di concentrare proprio 48 a Riace le riprese di un cortometrag - *Gruppo di coordinamento Recosol