DI MONTEMARANO

INDICE VALUTAZIONE D’INCIDENZA

1. PREMESSA 3

2. QUADRO NORMATIVO 4

3. CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA 4

4. CONTESTO AMBIENTALE 5

4.1 CONTESTO PAESAGGISTICO 5 4.2 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE 6 4.3 CLIMA 7 4.4 USO DEL SUOLO 8

5. CONDIZIONI NATURALISTICHE 9

4.1 FLORA 9 4.2 FAUNA 10

5. SIC E ZPS PRESENTI SUL TERRITORIO COMUNALE 11 1

5.1 ZPS IT8040021: PICENTINI 13 5.2 SIC IT8040012 “MONTE TUORO” 15 5.3 SIC IT8040014 “PIANA DEL DRAGONE” 17

6. CARATTERISTICHE DEL PIANO “TIPOLOGIA AZIONI” 19

6.1 I CARATTERI E LE SCELTE DEL PUC 19

7. DIMENSIONI E AMBITO DI RIFERIMENTO 20

8. ZONIZZAZIONE PUC NELLA AREE PROTETTE 21

8.1 ZPS PICENTINI 21 8.2 SIC MONTE TUORO 26 8.3 SIC PIANA DEL DRAGONE 29

9. COMPLEMETARIETÀ CON ALTRI PIANI 35

9.1 PIANO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI 35 9.2 OBIETTIVI GENERALI E COERENZA CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA 41

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

9.3 COERENZA CON IL PIANO STRALCIO AUTORITÀ DI BACINO 45 9.4 PIANO DEL PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI 47

10. RISORSE NATURALI, PRODUZIONE RIFIUTI, INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI 52

10.1 ZPS PICENTINI – HABITAT 52 10.2 SIC MONTE TUORO – HABITAT 60 10.3 SIC PIANA DEL DRAGONE– HABITAT 64

11. RISCHIO INCIDENTI PER QUANTO RIGUARDA, LE SOSTANZE LE TECNOLOGIE UTILIZZATE 68

12. AREA VASTA DI INFLUENZA DI PIANI-PROGETTI-INTERFERENZE CON IL SISTEMA AMBIENTALE INTEREFERENZE DEL PIANO CON LE COMPONENTI ABIOTICHE, BIOTICHE E ECOLOGICHE 68

12. INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI 69

13. CONCLUSIONI 70

2

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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1. PREMESSA L’oggetto della presente Valutazione di incidenza riguarda il Piano Urbanistico Comunale di Montemarano (AV) redatto ai sensi della L.R.16/2004. Parte del territorio comunale di Montemarano è caratterizzate dalla presenza di elementi di pregio naturalistico, in particolare da Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) pertanto, il Dlgs. 152/2006 e ss.mm.ii. prevede che in questi casi i piani siano corredati anche dalla Valutazione di Incidenza, integrata all’interno della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Le scelte strategiche effettuate nell’ambito del PUC sono conseguentemente state valutate anche in riferimento alla presenza di dette aree SIC e ZPS, aree sulle quali vigono specifiche regole di difesa e salvaguardia. Il PUC è stato oggetto quindi di specifico Studio di Incidenza, nel quale sono state messe in evidenza le possibili interferenze generate dalle azioni pianificatorie e i relativi effetti su habitat e specie d’interesse comunitario che caratterizzano le aree SIC e ZPS presenti sul territorio interessato dal piano. La Valutazione di Incidenza è rivolta alla tutela della biodiversità, degli habitat e delle specie per i quali i siti in questione sono stati individuati, nel caso in cui ci possano essere delle interferenze fra un piano o un progetto e un sito di interesse comunitario (SIC) o una zona di protezione speciale (ZPS) che costituiscono la Rete Natura 2000. La valutazione di incidenza rappresenta quindi un processo di verifica di compatibilità naturalistica al quale vengono sottoposti tutti i piani (urbanistici, territoriali e di settore) e tutti i progetti non indirizzati al mantenimento e alla conservazione del sito. 3 Il soggetto proponente il piano territoriale o l'intervento (nel caso in esame il Comune di Montemarano) presenta uno studio tecnico contenente gli approfondimenti sugli aspetti naturalistici dell’area interessata dal piano o dall’intervento, necessari ad effettuare la successiva appropriata valutazione. La valutazione di incidenza costituisce lo strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio. Va infine sottolineato che la valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che, pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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2. QUADRO NORMATIVO I Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) sono individuati con le caratteristiche fissate dalla Direttiva “Habitat” e dai suoi allegati, mentre la Zone a Protezione Speciale (ZPS) sono espressione della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”. In ambito nazionale, la valutazione d’incidenza viene disciplinata dall’art. 6 del DPR 120/2003 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l’art.5 del DPR 357/1997 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva “Habitat”. In base all’art. 6 del nuovo DPR 120/2003, comma 1, nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. Si tratta di un principio di carattere generale tendente ad evitare che vengano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che, vanno sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. La Regione ha recepito la normativa nazionale in materia di procedimento di valutazione di incidenza nelle aree comprese nella Rete Natura 2000 attraverso il D.P.G.R. 29 gennaio 2010 n. 9: “Regolamento di attuazione della V.I.” e del D.G.R 19 marzo 2010 n. 324: “Linee guida e criteri di indirizzo per l’effettuazione della Valutazione d’Incidenza in Regione Campania”.

3. CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA 4 La relazione di Valutazione di Incidenza contiene gli elementi previsti dall’allegato G del DPR 8 settembre 1997, n. 357 e ss.mm.ii. esplicitate come da regolamento regionale relativo alle “Disposizioni in materia di procedimento di valutazione di incidenza”. In particolare la relazione tratta:

1. Caratteristiche dei piani e progetti Le caratteristiche dei piani e progetti debbono essere descritte con riferimento, in particolare: - alle tipologie delle azioni e/o opere; - alle dimensioni e/o ambito di riferimento; - alla complementarietà con altri piani e/o progetti; - all'uso delle risorse naturali; - alla produzione di rifiuti; - all'inquinamento e disturbi ambientali; - al rischio di incidenti per quanto riguarda, le sostanze e le tecnologie utilizzate.

2. Area vasta di influenza dei piani e progetti - interferenze con il sistema ambientale: Le interferenze di piani e progetti debbono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando: - componenti abiotiche;

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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- componenti biotiche; - connessioni ecologiche. Le interferenze debbono tener conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell'ambiente naturale, con riferimento minimo alla cartografia del progetto CORINE LAND COVER che presenta una copertura del suolo in scala 1:100.000, fermo restando che la scala da adottare dovrà essere connessa con la dimensione del Sito, la tipologia di habitat e la eventuale popolazione da conservare. La Regione Campania - AGC05 Settore 02 Tutela dell’Ambiente, soggetto competente per l’approvazione della VI in Regione Campania, con la circolare esplicativa del 11/10/2011, in merito all'integrazione della valutazione di incidenza nelle VAS di livello comunale alla luce delle disposizioni del Regolamento Regionale n.5/2011 (Prot.n. 765753 del 11/10/2011) ha chiarito la corretta procedura da attivare dai comuni per l’integrazione della VAS con la VI. Il Proponente del Progetto o del Piano che può avere incidenze significative su un sito Natura 2000 è tenuto a presentare alla Regione una relazione di incidenza, finalizzata alla conseguente valutazione. La relazione, redatta da esperti qualificati, come prescritto dall’art. 5, secondo gli indirizzi espressi nell’allegato G del D.P.R. n. 357/1997, è inviata alla Regione Campania - AGC05 Settore 02 Tutela dell’Ambiente per l’approvazione.

4. CONTESTO AMBIENTALE 4.1 Contesto paesaggistico 5 Montemarano è situato nel cuore dell'Irpinia, a ridosso del sub appennino meridionale. Esso si stacca dal monte Toro e protende lo sguardo al fiume Calore. E' un paese immerso nel verde ed il suo territorio, in particolare il suo bosco, ospita delle straordinarie flora e fauna, che danno il senso di quanto il luogo sia incontaminato.

Per quanto riguarda la flora troviamo: come alberi, il faggio, il cerro, il rovere, l'acero, il castagno, il carpino, il pino, l'abete, il cedro, il cipresso; tra gli arbusti e le piante, il biancospino, l'alloro, l'agrifoglio, la felce maschio, l'orchidea, la rosa canina, la fragola, il rovo, l'origano, l'anemone, la primula, la ginestra dei carbonari; tra i prodotti del sottobosco, le fragoline, i funghi porcini, i gallinacci, gli ovuli ed i chiodini. a Anche la fauna è molto varia, infatti troviamo: il tasso, la puzzola, il cinghiale, la lepre, la volpe, il lupo, la vipera, la salamandra, la rana; tra gli uccelli sono presenti: il merlo, il picchio, il tordo, il fagiano, il falco, la gazza.

Il bosco che si estende nella parte sud del centro abitato conserva intatta la sua naturale bellezza: è ricco di percorsi (i tratturi), che si inoltrano nel fitto della vegetazione e si snodano lungo monti e pendii, e nella zona Bosco dei Morroni è dotato di area attrezzata dove è possibile riposarsi e fare dei pic-nic.

Tra le bellezze naturali ed ambientali vi è anche la Sorgente Baiardo, costituita da varie vene idriche sotterranee. Ma nella natura montemaranese un ruolo importantissimo è svolto dalla coltivazione dei vigneti; infatti, il vino di Montemarano è un aglianico che diventa uno dei migliori

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Taurasi d'Irpinia, con denominazione D.O.C.G. e, proprio per questo, il paese viene definito "città del vino" e rientra tra gli itinerari del percorso "la Strada del Vino d'Irpinia". Buona parte del territorio comunale appartiene al massiccio montuoso dei Monti Picentini, di cui il Monte Terminio, con i suoi 1786 m slm, è una delle vette più alte. La morfologia del territorio è caratterizzata dal fenomeno carsico, per cui troviamo un paesaggio dagli improvvisi sbalzi altimetrici, con bellissimi punti panoramici, spesso però difficili da raggiungere a causa della loro stessa natura aspra e accidentata. Questi monti sono ricchi d'acqua che scorre formando piccoli ruscelli che man mano confluiscono in torrenti sempre più grandi. La vegetazione è davvero fitta nei boschi, per lo più di faggi e lecci; la luce spesso filtra con difficoltà tra i folti rami infatti è facile, per chi non è un esperto conoscitore della zona, perdere l'orientamento. Le montagne della zona sono soggette al fenomeno carsico per cui il sottosuolo si presenta ricco di buchi, condotti, caverne, fratture e anche laghi sotterranei. Le montagne della zona, di conformazione calcarea, rappresentano un'enorme serbatoio naturale d'acqua, che è di estrema importanza per il fabbisogno idrico di alcuni milioni di abitanti della Campania e della Puglia. Dal sottosuolo montano, lentamente defluisce verso il punto più basso di uscita originando le importantissime sorgenti di . Anche in superficie l'acqua scorre abbondante, anche se la captazione di numerose sorgenti ad opera dell'Acquedotto Alto Calore e dell'Acquedotto Pugliese, ne hanno diminuito fortemente la quantità. Sui monti si formando piccoli ruscelli che man mano confluiscono in torrenti sempre più grandi. Questi corsi d'acqua in alcuni punti hanno scavato gole profonde dove scorrono silenziosi e lenti, creando un'atmosfera davvero suggestiva, in altri punti scorrono su fondali bassi, ma con forza e vitalità. 6 Molti di questi corsi d'acqua, che nascono dai monti più alti della zona, si raccolgono nel fiume principale, il Calore, che prosegue il suo corso per i territori di Cassano Irpino, Ponteromito, , , e poi per la provincia di Benevento, fino alla confluenza con il Volturno, per un totale di 120,70 Km. La conformazione del territorio fa sì che nella stagione invernale si formino numerosi laghetti temporanei, i più conosciuti sono quelli del pianoro di Verteglia.

4.2 Caratteristiche idrogeologiche Il territorio risulta appartenere alla idrostruttura del Terminio –Tuoro che alimenta la sorgenti di Cassano Irpino e di . Dal punto di vista idrogeologico i terreni che costituiscono il territorio comunale si possono distinguere in: - terreni ad alta permeabilità per fratturazione e carsismo: comprendono le rocce calcaree e subordinatamente dolomitiche della parte montana del territorio; - terreni praticamente impermeabili: costituiti dai terreni prevalentemente argillosi che si trovano nella parte bassa del territorio comunale. - terreni a permeabilità variabile da bassa a media: sono costituiti dai terreni recenti alluvionali che si trovano nella parte pianeggiante e bassa del territorio comunale tra l’abitato di Ponteromito, Casa Arsa e Chianzano. Le aree carbonatiche montane del massiccio Terminio -Tuoro rappresentano un enorme serbatoio idrico naturale, tamponato dai terreni impermeabili nella fascia bordante l’intero massiccio. In esso è insediata una falda idrogeologica drenante verso Casa Arsa e di estrema importanza per il fabbisogno idrico di alcuni milioni di abitanti della Campania e della Puglia. La falda, raffigurabile come un enorme lago sotterraneo che occupa

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO tutti gli spazi presenti nelle rocce calcaree carsiche, è alimentata dalle acque meteoriche (pioggia e neve) le quali facilmente si infiltrano nella roccia intensamente fratturata e carsificata. Lentamente defluisce verso il punto più basso originando le importantissime sorgenti di Casa Arsa. L’ammontare dei quantitativi idrici che sgorgano in quest’area sorgiva è di circa 4 mc /sec. ( 4.000 litri al secondo). Le sorgenti sono captate dall’Acquedotto dell’Alto Calore e dall’Acquedotto Pugliese.

4.3 Clima La Carta UNESCO-FAO (1963) individua nel territorio Irpino tre zone bioclimatiche: 1. Zona a clima sub-mediterraneo: fascia in cui sussistono le condizioni idonee allo sviluppo dei boschi di castagno (ceduo o da frutto) e dei boschi di latifoglie. 2. Zona a clima subaxerico freddo: zona in cui sussistono le condizioni idonee allo sviluppo del faggio. 3. Zona a clima axerico freddo: area in cui sussistono le condizioni idonee allo sviluppo dei pascoli e delle praterie di vetta. Dal punto di vista climatico il comune di Montemarano presenta le caratteristiche tipiche del clima mediterraneo. Le condizioni pluviometriche sono quelle delle zone interne del versante Tirrenico, con abbondanti precipitazioni medie annue che superano i 1200 mm. Le piogge sono distribuite mediamente in 100 giorni, con un minimo in estate, un picco in autunno inverno ed un massimo secondario in primavera.

7

Montella Montella Montella Montella Ist_ Ist_ Montella Millimetri Montella Ist_ Montella Ist_ Millimetri Montella Ist_ Ist_ Umidit‡ Umidit‡ Millimetri di Temperatura Temperatura di pioggia Temperatura Umidit‡ aria aria di pioggia GIORNO aria (MED aria (MED (MED aria (MED) aria (MED (MED pioggia (MED MAX CALC) MIN CALC) MIN ?C (MED) MAX MIN (MED) MAX ?C ?C CALC) % CALC) CALC) mm CALC) mm % % mm

28/12/2015 7,8 17 2,7 64 81 33 0 0 0

29/12/2015 5,1 13,1 0,7 84 100 64 0 0 0

30/12/2015 5,2 9,9 -0,1 91 100 71 0,2 0,2 0

31/12/2015 4,1 7,9 -1,6 76 94 57 0 0 0

01/01/2016 2,7 8 -1 85 97 59 0 0 0

02/01/2016 7,1 12,5 -1,2 92 98 74 6 1,2 0

03/01/2016 10,3 12,6 9 79 96 61 28,8 2,6 0

04/01/2016 11,2 13,9 9 81 95 69 4,2 0,6 0

05/01/2016 11,8 14,4 8,7 90 100 78 4,6 0,6 0

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

06/01/2016 10,2 12,6 6,5 81 95 61 21,2 2,4 0

07/01/2016 8 12,6 2,9 78 100 40 0,4 0,2 0

08/01/2016 13 14,9 9,9 83 100 64 0 0 0

09/01/2016 13,2 14,4 12,4 84 93 74 1,6 0,4 0

10/01/2016 13,7 16,1 12,2 78 95 56 7,4 1,2 0

18/01/2016 -1,4 0,6 -5,2 98 100 88 3,4 0,4 0

19/01/2016 -1,1 3,6 -6,1 95 100 75 4,4 0,4 0

20/01/2016 1,2 10,2 -4,2 86 100 47 2,2 0,2 0

21/01/2016 4,7 9,5 0,3 93 100 79 0,4 0,2 0

22/01/2016 3,1 8,9 -0,9 92 100 66 0,2 0,2 0

23/01/2016 3,1 9,1 -1,5 86 100 54 2,8 0,4 0

24/01/2016 4,2 9,2 1,1 90 100 64 0,2 0,2 0

25/01/2016 5,4 14,2 0,1 69 87 36 0 0 0

26/01/2016 6,7 14,5 1 83 100 54 0 0 0

27/01/2016 7,4 13,4 1,5 92 100 69 0,2 0,2 0

28/01/2016 9,3 14,5 4,3 87 100 66 0 0 0

29/01/2016 8,4 16,1 3,4 87 100 60 0,2 0,2 0

30/01/2016 8,8 14,5 3,5 87 100 62 0,2 0,2 0

31/01/2016 10,6 11,9 9,4 79 87 70 0 0 0 8

4.4 Uso del suolo L’uso del suolo è utile per capire la variazione quantitativa dei vari tipi di aree presenti: agricole, urbane, industriali, naturalistiche, corpi idrici ecc. L’oggetto della misurazione:  Superficie degli agro-sistemi per ambiti territoriali;  Superficie edificata e/o urbanizzata per ambiti territoriali. Il controllo del suo stato ed utilizzo rappresenta nell’ambito della pianificazione territoriale uno degli elementi fondamentali per la valutazione della qualità dell’ambiente nel suo complesso e per le scelte di governo del territorio. Il suolo è una risorsa naturale indispensabile e determinante per lo sviluppo delle attività socio- economiche che influenzano le sue caratteristiche e ne sono a loro volta influenzate sotto molti aspetti. Esso è infatti un sistema multifunzionale, che supporta numerosi processi naturali e consente lo svolgimento delle molteplici attività umane, che, sempre più spesso risultano in competizione tra loro, generando conflitti tra i possibili diversi usi della risorsa. La valutazione del suo stato ed utilizzo rappresenta, di conseguenza, uno degli elementi fondamentali per la valutazione della qualità dell’ambiente nel suo complesso. Nella tabella seguente sono stati riportati i dati relativi all’uso del suolo per il Comune di Montemarano Aree

Indicatore Unità di misura (ha ) (%)

Aree urbanizzate-antropizzate, artificiel surfaces:

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

Aree urbanizzate nel tessuto agricolo 76 2.23%

Centro urbano 49.11 1.44%

Aree estrattive -cave- 2.56 0.08%

Aree stradali asfaltate ed annessi 90 2.64%

Aree ad alt o g rado di naturalità

Boschi 1639.1 48.11%

Incolti 31.23 0.92%

Zone a pascolo 90.8 2.66%

Agroecosistemi

Seminativi in aree non irrigue 436.1 12.80%

Seminativo semplice irriguo 8.64 0.25%

Colture arboree miste 89.6 2.63%

Colture erbacee ed arboree in associazione 3.793 0.11%

Vigneto 718.3 21.08%

Oliveti 83.1 2.44%

Ambienti umidi 9 Zone umide perifluviali 88.9 2.61%

Laghi serbatoi dighe 0.0545 0.01%

Totale 34100

Tabella - Fonte Carta d’Uso del suolo del Comune di Montemarano

5. Condizioni naturalistiche 4.1 Flora I boschi misti, costituiti per la maggior parte latifoglie, offrono spettacolari accostamenti cromatici che vanno dal rosso acceso, al giallo in tutta le sue sfumature e al verde. Il paesaggio vegetale che caratterizza il territorio di Montemarano mostra chiaramente l'influenza che nel corso dei secoli l'uomo ha esercitato sul territorio. Le zone pianeggianti sono oggi infatti occupate da coltivazioni e pascoli, le zone collinari sono rivestite da noccioleti e castagneti, così importanti nell'economia irpina, e le zone montane sono rivestite per la maggior parte da boschi cedui e da fustaie. Tuttavia quest'area presenta una notevole ricchezza floristica e conserva ambienti particolarmente interessanti quali i numerosi valloni che incidono le sue montagne e le vette, dove ancora oggi è possibile incontrare specie vegetali interessanti e, in alcuni casi, anche molto rare nell'Italia meridionale. Tra i 500 ed i 1.000 m di quota si trovano boschi misti, costituiti per la maggior parte latifoglie. Nel periodo autunnale questi boschi offrono spettacolari accostamenti cromatici che vanno dal rosso acceso, al giallo in

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO tutta le sue sfumature e al verde. Tra gli alberi che costituiscono questi boschi possiamo ricordare vari tipi di querce come la roverella, il cerro. Insieme alle querce, all'interno di questi boschi misti si possono trovare i carpini e precisamente il carpino bianco , il carpino orientale ed il carpino nero. Altra specie arborea molto diffusa è l'ontano napoletano. Sui versanti esposti a sud e dovunque si realizzino condizioni più termofile, compaiono alberi come il leccio , quercia sempreverde, piccole e coriacee, l'orniello dalla cui linfa secreta dalle incisioni sul tronco si ricava una sostanza zuccherina chiamata "manna" e numerosi elementi della fascia mediterranea quali la fillirea e il corbezzolo. Lungo i corsi d'acqua si ritrovano, ancora, numerosi salici, pioppi e l'ontano nero. Procedendo verso quote maggiori compaiono altre specie arboree come gli aceri e il faggio. I prodotti del sottobosco comprendono fragoline, numerose specie di funghi commestibili e il tartufo nero. Le specie di fiori presenti sul territorio sono i ranuncoli, le viole, i crochi, le campanule, le genziane, i bucaneve, gli anemoni. Inoltre si possono trovare numerose piante aromatiche, quali il timo e la santoreggia,delle In primavera è così possibile osservare e ricchissime fioriture di primule e che arricchiscono di colori il sottobosco. In condizioni ambientali particolari, compaiono, insieme al faggio, altre specie arboree interessantissime. Nei valloni umidi è possibile incontrare esemplari di abete bianc. Sempre legata a particolari condizioni geomorfologiche e climatiche è, inoltre, la presenza di un acero particolarmente raro e del tasso, chiamato volgarmente albero della morte per la sua elevata tossicità.

4.2 Fauna 10 La presenza di boschi di notevole valore naturalistico, l'abbondanza di acqua e le poche strade di penetrazione favoriscono la presenza di una ricca fauna. I mammiferi Tra i Mammiferi di notevole importanza naturalistica, anche a livello europeo, è la presenza del lupo, presente con una popolazione fluttuante dai 5 ai 15 individui (ci riferiamo a tutto il massiccio dei Picentini). Un altro canide presente in questo ambiente è la volpe che si è ben adattata alla presenza dell'uomo ed anzi ne ha tratto vantaggio. Altri predatori con popolazioni sufficientemente numerose sono i Mustelidi, cioè la faina, la puzzola, la donnola, il tasso e la martora. Felidi sono rappresentati dal raro gatto selvatico, che frequenta in particolare le pareti rocciose esposte a sud. E' ancora presente il cinghiale, anche se la sottospecie originaria in realtà non esiste più. Tra i Lagomorfi è presente la lepre, anche se con le continue immissioni di esemplari appartenenti ad altre sottospecie europee può ritenersi estinta la sottospecie tipica. Nei pascoli e nelle radure sono visibili le colinette di terra prodotte dall'attività della talpa, appartenente all'ordine degli Insettivori; sempre tra gli Insettivori è presente il riccio, anche se è più diffuso a quote inferiori.

Gli uccelli Nei boschi del territorio di Montemarano vive la poiana, il gheppio e il pellegrino, lo sparviero e i rari astore e il biancone e ancora la civetta e il barbagianni;

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

Invece, lungo il fiume Calore, si fermano durante la migrazione alcuni esemplari di airone cenerino e di cicogna bianca, è possibile osservare anche germani reali. Altre specie di uccelli presenti sul territorio sono:il cuculo, il torcicollo, varie specie di picchio, la ballerina gialla o bianca, l'averla, la gazza, la cornacchia, la ghiandaia, lo scricciolo, la passera scopaiola, l'usignolo di fiume, l'occhiocotto, la capinera, il pettirosso, il merlo, il codirosso spazzacamino, il culbianco, la cinciallegra, il fringuello, il verzellino, il verdone, il ciuffolotto.

I rettili e gli anfibi Tra i Rettili, che amano soprattutto le radure rocciose dove possano esporsi ai raggi del sole, passiamo citare la lucertola muraiola, la lucertola, il ramarro, lungo da 30 a 40 cm, inconfondibile per il suo colore, soprattutto il maschio, che nella parte dorsale è sul giallo verde lucente o verde erba e sul ventre è di un bel colare giallo chiaro, nel periodo dell'accoppiamento la gola del maschio diventa azzurra; infine un Anguidae, l'orbettina, lungo da 30 a 50 cm, che predilige l'ombra e le foglie umide, spessa scambiata per un serpente solo perché è privo di arti. Durante il periodo riproduttivo tra gli Anfibi Urodeli è facile trovare vicino ai corsi d'acqua o ai laghetti la salamandra pezzata, la salamandrina dagli occhiali, molto rara, ambedue queste specie preferiscono boschi molto umidi dove vivere e ruscelli con pozze d'acqua limpide dove potersi riprodurre, è possibile osservarle con facilità dopo la pioggia. Nei pozzi in pietra o nei laghetti (ad es. a Verteglia) è possibile osservare il tritone crestato e il tritone italico. Gli Anfibi Anuri, sono rappresentati dalla rana verde, la rana appenninica, la rana agile, osservabile soprattutto 11 nei boschi molta umidi; il rospo comune, che è possibile osservare in notevoli concentrazioni solo durante il periodo riproduttivo a Verteglia e Acqua della Madonna; la raganella, dal potente richiamo, presente un pò ovunque, ma osservabile con facilità sempre nel pianoro di Verteglia; infine l'ululone dal ventre giallo dalla caratteristica colorazione del ventre variabile dal giallo paglia all'arancia, vive sia in acque limpide che stagnanti e spesso bastano piccole pozze per ospitare numerosi esemplari.

5. SIC E ZPS PRESENTI SUL TERRITORIO COMUNALE Nel territorio comunale sono inoltre presenti aree di tutela relative alla normativa di “livello” comunitario quali ZPS e SIC: • Picentini –ZPS IT8040021. • Monte Tuoro - SIC IT8040012 • Piana del Dragone - SIC IT8040014

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

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VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

5.1 ZPS IT8040021: Picentini

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Questa Z.P.S. ha una superficie di 63.727,5 ed interessa i territori di 20 comuni della Provincia di Avellino e 13 di quella della Provincia di Salerno. I Monti Picentini dai quali prende il nome sono un gruppo montuoso dell'Appennino campano localizzati tra le catene dei Monti Lattari, del massiccio del Monte Partenio, l'altopiano Irpino e la valle del fiume Sele. Le cime più elevate sono quelle del monte Cervialto (1.810 m s.l.m.) e del monte Polveracchio (1.790 m s.l.m) nella parte orientale, e del monte Terminio (1.786 m s.l.m.) nella parte occidentale. La perimetrazione della ZPS IT8040021 ”Picentini” sul territorio del Comune di Montemarano comprende al suo interno gran parte di territorio già individuato come aree protette dai seguenti SIC: • Monte Tuoro - SIC IT8040012 • Per una piccolissima parte la Piana del Dragone - SIC IT8040014

Caratteristiche geologiche I Monti Picentini sono costituiti prevalentemente da rocce di natura calcarea e dolomitica fortemente fratturate e tettonizzate, che determinano una morfologia accidentata, caratterizzata dall’alternanza di vette e profonde incisioni in cui scorrono i corsi d’acqua. La natura litologica dei rilievi determina l’insorgere di fenomeni carsici importanti, rappresentati da forme epigee come doline e conche

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO endoreiche (es. Bocca del Dragone di ) ed ipogee come grotte e condotti carsici. L’elevata permeabilità per fratturazione e carsismo dei calcari comportala presenza di una sviluppata circolazione idrica sotterranea, che da luogo a sorgenti imponenti come quelle di Serino, e Cassano Irpino, localizzate prevalentemente alla base dei rilievi montuosi, al contatto tra rocce calcaree e litologie meno permeabili (generalmente argillose). Tale assetto geologico e strutturale della catena comporta una elevata vulnerabilità geomorfologica e soprattutto idrogeologica.

Caratteristiche habitat L’elevata estensione del territorio coperto dalla zona di protezione speciale dei Monti Picentini e la variabilità di condizioni morfologiche e climatiche favoriscono la presenza di differenti habitat, Gli habitat presenti in esso sono riassumibili secondo le seguenti proporzioni: - praterie aride, steppe (20%) - boschi di latifoglie decidue (20%) - boschi misti (20%) - corpi d’acqua interni (10%) - aree non forestali coltivate con piante legnose (includono frutteti, vigneti, boschetti…) (10%) - brughiere, macchie e garighe, frigane (10%) - rocce interne, detriti, sabbie, nevi e ghiacciai permanenti (5%) 14 - altri terreni (5%) Per le sue peculiarità orografiche e idrogeologiche, l’area ZPS dei Monti Picentini rappresenta un serbatoio di biodiversità di primaria importanza nella definizione della connettività ecologica dell’intero meridione italiano. Le varietà di ambienti ed ecotipi presenti offrono riparo e siti di riproduzione ad un elevatissimo numero di specie animali, stanziali e transienti. I Monti Picentini accolgono una fitta vegetazione, legata alla presenza di una coltre piroclastica che ha ricoperto l cime montuose e colmato le depressioni. L’importanza floristica è dovuta soprattutto alla presenza di popolamenti vegetali tra i più rappresentativi dell'Appennino campano, come ad esempio le praterie xerofile con specie endemiche. Vi sono inoltre foreste di caducifoglie e stazioni spontanee di Pinus nigra. Importantissimi l'avifauna (l’aquila reale, l’astore e il falco pellegrino), i mammiferi, soprattutto per la presenza di Canis lupus (specie prioritaria in via di estinzione in Italia), gli anfibi ed i rettili (il biacco, il cervone, l’aspide).

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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5.2 SIC IT8040012 “Monte Tuoro”

Il sito si estende su una superficie di oltre 2.000 ettari con una variazione altitudinale che va dai 800 15 m. ai m. 1.432, vetta del Monte Tuoro. La regione biogeografica di appartenenza è la regione Mediterranea ed interessa i comuni di Chiusano San Domenico, Montemarano, , , , .

Massiccio calcareo con diffusi fenomeni di carsismo, a tratti coperto da materiale vulcanico. Interessante l'avifauna nidificante con la presenza dell'Averla Piccola e del Calandro.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Il S.I.C. ha una superficie di 2.188,05 ha ed i tipi di habitat presenti in esso sono riassumibili secondo le seguenti proporzioni: - boschi di latifoglie decidue (30%) - praterie aride, steppe (30%) - boschi misti (25%) - altri terreni arabili (10%) - rocce interne, detriti, sabbie, nevi e ghiacciai permanenti (5%)

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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5.3 SIC IT8040014 “Piana del Dragone”

Il sito ha una variazione altitudinale che va dai 667 metri ai 680 metri s.l.m.. La regione biogeografica di appartenenza è la regione Mediterranea ed interessa i comuni di Montemarano, Castelvetere sul Calore, Volturara Irpina. 17 L'area naturalistica rientra nel Parco Regionale dei Monti Picentini. Si tratta di un'ampia depressione glaciale della catena dei Monti Picentini, caratterizzata da estesi fenomeni carsici e da ampi torbiere che ospitano una ricca fauna di anfibi e rettili tra cui l'ululone dal ventre giallo, il cervone ed il tritone crestato italiano.

Interessante l'avifauna nidificante con la presenza dell'Averla Piccola. Tra i mammiferi si segnala il Ferro di Cavallo Minore, Maggiore ed Euriale, il vespertilio minore, il Miniottero di Schreiber ed il

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Vespertilio Maggiore. Nel comune di Volturara Irpina si consiglia la visita Museo Etnografico, che conserva un notevole patrimonio culturale della civiltà contadina, testimonianza delle antiche tradizioni rurali del popolo della piana del Dragone. Il S.I.C. ha una superficie di 685,9 ha ed i tipi di habitat presenti in esso sono riassumibili secondo le seguenti proporzioni: - praterie aride, steppe (80%) - altri terreni arabili (20%)

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6. CARATTERISTICHE DEL PIANO “TIPOLOGIA AZIONI”

6.1 I CARATTERI E LE SCELTE DEL PUC Il Piano Urbanistico Comunale di Montella ha assunto un carattere processuale ed ha adottato un approccio di carattere strategico orientato a verificare nel tempo il raggiungimento dei propri obiettivi. Così, la definizione degli obiettivi e delle scelte di Piano è stata impostata seguendo uno schema obiettivi-traguardi-indicatori capace di supportare l’approccio strategico-processuale adottato. Questo schema fa riferimento a degli obiettivi che sono stati in buona parte individuati dall’Amministrazione comunale di Montemarano prima della redazione del PUC. Per ciascun obiettivo adottato dal PUC sono state individuate le strategie atte a conseguirlo, le quali vengono attuate attraverso azioni ciascuna delle quali rappresenta uno o più interventi - di carattere puntuale, lineare e areale - tra loro omogenei. Le relazioni esistenti tra gli obiettivi, le strategie e le azioni di piano servono anche a identificare i potenziali impatti diretti e indiretti dovuti alle scelte del PUC

1.1.1 Individuazione e sistemazione sentieri su tutto il territorio Comunale 1.1.2 Valorizzazione ambiti semiurbanizzato a prevalenza ricettiva 1.1.3 Valorizzazione e conservazione ambito Ricettivo consolidato 2.1.1 Riqualificazione ambiti urbani consolidati 2.1.2 Riqualificazione ambiti extraurbani consolidati 3.1.1 Prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico 3.1.2 Rispetto corpi idrici (sorgenti) 3.1.3 Premialità per l’imprenditoria innovativa ed eco-sostenibile 4.1.1 Tutela archeologica 4.1.2 Acquisizione e riqualificazione vuoti urbani 4.1.3 Piani di recupero 4.1.4 Promozione ed incentivi attività commerciali 5.1.1 Interventi diffusi sulla viabilità comunale 19 5.1.2 Nuova classificazione funzionale delle strade comunali 5.1.3 Nuova bretella in variante a nord del centro urbano 5.1.4 Localizzazione parcheggi intermodali a servizio della bretella 6.1.1 Individuazione di parcheggi a servizio dell’intero territorio comunale 7.1.1 AT R Ambito di trasformazione Residenziale 7.1.2 AT CP Ambito di trasformazione commerciale produttivo 7.1.3 AT Ts Ambito di trasformazione turistico sportivo 7.1.4 AT Ce Ambito di trasformazione commerciale espositivo 7.1.5 AT Ri Ambito di trasformazione ricettivo

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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7. DIMENSIONI E AMBITO DI RIFERIMENTO Nella tabella seguente viene indicato se le azioni principali di piano ricadono o meno nelle zone ZPS e SIC presenti sul territorio comunale.

SIC ZPS SIC AZIONI PUC PIANA DEL PICENTINO MONTE TUORO DRAGONE 1.1.1 Individuazione e sistemazione sentieri SI NO NO su tutto il territorio Comunale 1.1.2 Valorizzazione ambiti semiurbanizzato NO NO NO a prevalenza ricettiva 1.1.3 Valorizzazione e conservazione SI NO NO ambito Ricettivo consolidato 2.1.1 Riqualificazione ambiti urbani NO NO NO consolidati 2.1.2 Riqualificazione ambiti extraurbani NO NO NO consolidati 3.1.1 Prevenzione del rischio sismico ed NO NO NO idrogeologico NO NO NO 3.1.2 Rispetto corpi idrici (sorgenti) 3.1.3 Premialità per l’imprenditoria NO NO NO innovativa ed eco-sostenibile 4.1.1 Tutela archeologica NO NO NO

4.1.2 Acquisizione e riqualificazione vuoti NO NO NO urbani NO NO NO 4.1.3 Piani di recupero 4.1.4 Promozione ed incentivi attività NO NO NO commerciali 5.1.1 Interventi diffusi sulla viabilità NO NO NO comunale 5.1.2 Nuova classificazione funzionale delle NO NO NO 20 strade comunali 5.1.3 Nuova bretella in variante a nord del NO NO NO centro urbano 5.1.4 Localizzazione parcheggi intermodali NO NO NO a servizio della bretella 6.1.1 Individuazione di parcheggi a servizio NO NO NO dell’intero territorio comunale 7.1.1 AT R Ambito di trasformazione NO NO NO Residenziale 7.1.2 AT CP Ambito di trasformazione NO NO NO commerciale produttivo

7.1.3 AT Ts Ambito di trasformazione NO NO NO turistico sportivo 7.1.4 AT Ce Ambito di trasformazione NO NO NO commerciale espositivo 7.1.5 AT Ri Ambito di trasformazione NO NO NO ricettivo

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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8. ZONIZZAZIONE PUC NELLA AREE PROTETTE 8.1 ZPS Picentini

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VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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All’interno della ZPS la zonizzazione del PUC individua le seguenti zone e azioni: AZIONI PUC NTA Valorizzazione e conservazione ambito Ricettivo consolidato Art. 7 Zona E1 - Area Agricola ordinaria Art. 14 Zona E3 - Agricola di pregio Art. 16 Zona E4 - Area Agricola a tutela boschiva Art. 17 Individuazione e sistemazione sentieri su tutto il territorio Comunale Art. 32

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VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Estratto Norme tecniche di attuazione

Art. 7 Zona D1 - Ambito Ricettivo consolidato Tale Zona comprende aree facenti parte del territorio poco urbanizzato caratterizzato dalla presenza di attività turistico-ricettive consolidate. Sul patrimonio edilizio esistente sono consentiti tutti gli interventi, compresa la demolizione con ricostruzione a parità di superficie e volumetria utile lorda. Si consente l’adeguamento tecnologico degli impianti esistenti, ovvero alla sostituzione dello stesso con altro mediante l’intervento di manutenzione straordinaria e/o ristrutturazione edilizia senza incremento volumetrico. Si consente l’incremento di superficie e volume utilizzando la superficie fondiaria libera con esclusione delle aree di pertinenza e dei lotti che hanno concorso alla formazione dei volumi secondo gli indici di fabbricabilità fissati dagli strumenti urbanistici vigenti all’atto del rilascio della licenza edilizia e/o della concessione a edificare. Si consente solo la destinazione d’uso originaria: turistico-ricettiva.

Art. 14 Zona E1 - Area Agricola ordinaria - La Zona E1 è destinata prevalentemente all'esercizio diretto delle attività agricole e agli edifici ed attrezzature per attività con esse compatibili o localizzabili esclusivamente in campo aperto. L'abilitazione ad edificare per le residenze può essere esercitato esclusivamente da imprenditori agricoli professionali come definiti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'art. 1, comma 2, lettere d), f), g), l), e), della legge 7 marzo 2003, n. 38”) e nel rispetto del 23 principio del previo riuso dei manufatti esistenti. In ogni caso l'utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive è limitata agli interventi realizzati dagli imprenditori agricoli a titolo principale, nonché dai soggetti beneficiari/destinatari delle misure del PSR 2014-2020 e dei Programmi Operativi Regionali FESR - FSE 2014-2020. Per le necessità abitative dell'imprenditore agricolo a titolo principale é consentito l'accorpamento di lotti di terreni non contigui a condizione che sull'area asservita venga trascritto, presso la competente Conservatoria Immobiliare, vincolo di inedificabilità a favore del Comune da riportare successivamente su apposita mappa catastale depositata presso l'Ufficio Tecnico Comunale. In ogni caso l'asservimento non potrà consentirsi per volumi superiori a 500 mc. Per le aziende che insistono su terreni di Comuni limitrofi è ammesso l'accorpamento dei volumi nell'area di un solo Comune. Tutte le aree la cui cubatura è stata utilizzata a fini edificatori restano vincolate alla inedificabilità e sono evidenziate su mappe catastali tenute in pubblica visione. L'edilizia rurale connessa con l'attività agrituristica e relative attrezzature, di cui alla L.R. n° 15 del 06/11/2008 e relativo Regolamento di attuazione, e con le attività ricettive, di cui alla L.R. n° 17 del 29/11/2001 limitatamente alle case rurali (“Country House"), è consentita e segue la disciplina e le finalità contenute nelle medesime normative regionali. Sono consentite, nel rispetto delle norme regionali vigenti, attrezzature necessarie alle attività agricole di cui officine elettromeccaniche per la manutenzione delle macchine, a servizio esclusivo dell’Azienda Agricola. È sempre consentito il mutamento di destinazione d'uso previo rilascio di Permesso di Costruire ai sensi dell'art.2, comma 8, della L.R. n.19/2001, con l'esclusione di destinazioni non compatibili con il contesto rurale, nel rispetto degli indici e parametri previsti dal presente articolo.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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È inoltre consentita la realizzazione della viabilità interpoderale, secondo progetti redatti nelle scale adeguate e che rappresentino esattamente e compiutamente la morfologia del suolo, con sezione, comprensiva di cunette, non superiore a ml 4 e con piazzole di interscambio a distanza adeguata in rapporto al traffico della zona. Per lo smaltimento dei reflui derivanti dalla conduzione dei fondi e dagli scarichi civili vale quanto prescritto dalle norme vigenti, con particolare riferimento al D.Lgs. 03.04.2006, n.152, e s.m.i.. Per le aree soggette a vincolo archeologico si rinvia alle disposizioni di cui al precedente punto 1.2.5. L’unità aziendale minima non può, in ogni caso, essere fissata al di sotto di 10 mila metri quadri salvo che, in presenza di produzioni agricole ad alto rendimento, quale coltura prevalente nell’ambito dell’azienda, da dichiarare nel piano aziendale, non si dimostri una diversa dimensione che non potrà comunque mai essere inferiore ai 5000 mq. In mancanza dell’individuazione dell’unità aziendale minima in sede di pianificazione comunale, il lotto minimo è fissato in 30 mila metri quadri.

Art. 16 Zona E3 - Agricola di pregio - Tale zona è assimilata alla disciplina della Zona E1 - Agricola ordinaria, salvo quanto di seguito disciplinato. Le aree agricole di pregio sono caratterizzate, di norma, dalla presenza di produzioni tipiche nonché da un particolare rilievo paesaggistico, la cui tutela territoriale assume un ruolo strategico sia sotto il profilo economico-produttivo che paesaggistico-ambientale, tenuto conto della normativa comunitaria relativa alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari. L’unità aziendale minima non può, in ogni caso, essere fissata al di sotto di 10 mila metri quadri salvo che, in presenza di produzioni agricole ad alto rendimento, quale coltura prevalente nell’ambito dell’azienda, da dichiarare nel piano aziendale, non si dimostri una diversa dimensione che non potrà comunque mai essere inferiore ai 5000 mq. In mancanza dell’individuazione dell’unità aziendale minima in sede di pianificazione comunale, il lotto minimo è fissato in 30 mila metri quadri. 24

Art. 17 Zona E4 - Area Agricola a tutela boschiva - La Zona E4 comprende le aree agricole e boscate che, pur conservando la loro funzione produttiva e di mantenimento del verde boschivo, svolgono una funzione di salvaguardia del sistema idrogeologico, di protezione dell'equilibrio ecologico, di tutela dell'ambiente naturale e del paesaggio agrario e di protezione del centro abitato. Tale zona è destinata alle attività agricole e agroforestali tradizionali ed, in generale, alle attività di cui al PSR 2014-2020, purché senza incremento dei pesi volumetrici esistenti. Sono comunque consentite sistemazioni esterne che non implichino l'edificazione di nuovi volumi e non comportino un aggravio significativo dei pesi urbanistici. Sono altresì consentiti gli interventi atti a migliorare la tutela della pubblica incolumità e a mitigare il rischio derivante dalle condizioni idrogeomorfologiche del territorio. Per gli edifici esistenti sono ammessi gli interventi edilizi di cui alle lettere a) b) c) d) dell'art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i., a parità di volume preesistente e nel rispetto delle disposizioni di cui alla pianificazione dell'Autorità di Bacino competente. La trasformazione o il mutamento di destinazione dei boschi e dei terreni sottoposti a vincolo idrogeologico sono subordinati alla preventiva autorizzazione, ai sensi degli artt. 22 e 23 della L.R. n.13 del 28.02.87 e dell'art.24 della L.R. n. 11 del 07.05.96. Per tutti i movimenti di terra che saranno effettuati nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico, deve essere richiesta l'autorizzazione di cui alla L.R. n. 11/96 artt. 23 e 24.

Art. 32 - Sentieri da valorizzare a fini turistici e sportivi - I sentieri, appositamente censiti e rappresentati nelle tavole P1A, P1B, P1C e P1.1 di Zonizzazione urbanistica del PUC sono assoggettati a valorizzazione a fini turistici e sportivi (trekking, mountain bike, ecc.), mediante la relativa sistemazione e manutenzione periodica, per consentirne la percorribilità, senza alcuna modifica delle caratteristiche originarie.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Il PUC, compatibilmente con le risorse disponibili da parte dell’Amministrazione comunale e con l’eventuale concorso di privati, concorre alle strategie del PTCP per il turismo compiendo il riconoscimento e la salvaguardia dei tratturi della transumanza nel territorio, prevedendo interventi di recupero degli stessi ed opere connesse e compatibili. Il PUC prevede cinque linee d’azione: la visibilità e l’evidenziazione dei tratturi (segnaletica, cartellonistica, restauro dei tracciati), la fruibilità turistica (aree attrezzate di sosta, punti di ristoro, ricettività, attrezzature per il turismo equestre ed escursionistico), il recupero e la valorizzazione dell’edilizia e dell’architettura tratturale, i centri d’informazione, la definizione degli itinerari e la promozione turistica.

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8.2 SIC Monte Tuoro

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All’interno della SIC la zonizzazione del PUC individua le seguenti zone e azioni: AZIONI PUC NTA Zona E1 - Area Agricola ordinaria Art. 14

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VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Estratto Norme tecniche di attuazione

Art. 14 Zona E1 - Area Agricola ordinaria - La Zona E1 è destinata prevalentemente all'esercizio diretto delle attività agricole e agli edifici ed attrezzature per attività con esse compatibili o localizzabili esclusivamente in campo aperto. L'abilitazione ad edificare per le residenze può essere esercitato esclusivamente da imprenditori agricoli professionali come definiti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'art. 1, comma 2, lettere d), f), g), l), e), della legge 7 marzo 2003, n. 38”) e nel rispetto del principio del previo riuso dei manufatti esistenti. In ogni caso l'utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive è limitata agli interventi realizzati dagli imprenditori agricoli a titolo principale, nonché dai soggetti beneficiari/destinatari delle misure del PSR 2014-2020 e dei Programmi Operativi Regionali FESR - FSE 2014-2020. Per le necessità abitative dell'imprenditore agricolo a titolo principale é consentito l'accorpamento di lotti di terreni non contigui a condizione che sull'area asservita venga trascritto, presso la competente Conservatoria Immobiliare, vincolo di inedificabilità a favore del Comune da riportare successivamente su apposita mappa catastale depositata presso l'Ufficio Tecnico Comunale. In ogni caso l'asservimento non potrà consentirsi per volumi superiori a 500 mc. Per le aziende che insistono su terreni di Comuni limitrofi è ammesso l'accorpamento dei volumi nell'area di un solo Comune. Tutte le aree la cui cubatura è stata utilizzata a fini edificatori restano vincolate alla inedificabilità e sono evidenziate su mappe catastali tenute in pubblica visione. L'edilizia rurale connessa con l'attività agrituristica e relative attrezzature, di cui alla L.R. n° 15 del 06/11/2008 e relativo Regolamento di attuazione, e con le attività ricettive, di cui alla L.R. n° 17 del 28 29/11/2001 limitatamente alle case rurali (“Country House"), è consentita e segue la disciplina e le finalità contenute nelle medesime normative regionali. Sono consentite, nel rispetto delle norme regionali vigenti, attrezzature necessarie alle attività agricole di cui officine elettromeccaniche per la manutenzione delle macchine, a servizio esclusivo dell’Azienda Agricola. È sempre consentito il mutamento di destinazione d'uso previo rilascio di Permesso di Costruire ai sensi dell'art.2, comma 8, della L.R. n.19/2001, con l'esclusione di destinazioni non compatibili con il contesto rurale, nel rispetto degli indici e parametri previsti dal presente articolo. È inoltre consentita la realizzazione della viabilità interpoderale, secondo progetti redatti nelle scale adeguate e che rappresentino esattamente e compiutamente la morfologia del suolo, con sezione, comprensiva di cunette, non superiore a ml 4 e con piazzole di interscambio a distanza adeguata in rapporto al traffico della zona. Per lo smaltimento dei reflui derivanti dalla conduzione dei fondi e dagli scarichi civili vale quanto prescritto dalle norme vigenti, con particolare riferimento al D.Lgs. 03.04.2006, n.152, e s.m.i.. Per le aree soggette a vincolo archeologico si rinvia alle disposizioni di cui al precedente punto 1.2.5. L’unità aziendale minima non può, in ogni caso, essere fissata al di sotto di 10 mila metri quadri salvo che, in presenza di produzioni agricole ad alto rendimento, quale coltura prevalente nell’ambito dell’azienda, da dichiarare nel piano aziendale, non si dimostri una diversa dimensione che non potrà comunque mai essere inferiore ai 5000 mq. In mancanza dell’individuazione dell’unità aziendale minima in sede di pianificazione comunale, il lotto minimo è fissato in 30 mila metri quadri.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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8.3 SIC Piana del Dragone

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All’interno della SIC la zonizzazione del PUC individua le seguenti zone e azioni: AZIONI PUC NTA Zona E1 - Area Agricola ordinaria Art. 14

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Estratto Norme tecniche di attuazione

Art. 14 Zona E1 - Area Agricola ordinaria - La Zona E1 è destinata prevalentemente all'esercizio diretto delle attività agricole e agli edifici ed attrezzature per attività con esse compatibili o localizzabili esclusivamente in campo aperto. L'abilitazione ad edificare per le residenze può essere esercitato esclusivamente da imprenditori agricoli professionali come definiti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'art. 1, comma 2, lettere d), f), g), l), e), della legge 7 marzo 2003, n. 38”) e nel rispetto del principio del previo riuso dei manufatti esistenti. In ogni caso l'utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive è limitata agli interventi realizzati dagli imprenditori agricoli a titolo principale, nonché dai soggetti beneficiari/destinatari delle misure del PSR 2014-2020 e dei Programmi Operativi Regionali FESR - FSE 2014-2020. Per le necessità abitative dell'imprenditore agricolo a titolo principale é consentito l'accorpamento di lotti di terreni non contigui a condizione che sull'area asservita venga trascritto, presso la competente Conservatoria Immobiliare, vincolo di inedificabilità a favore del Comune da riportare successivamente su apposita mappa catastale depositata presso l'Ufficio Tecnico Comunale. In ogni caso l'asservimento non potrà consentirsi per volumi superiori a 500 mc. Per le aziende che insistono su terreni di Comuni limitrofi è ammesso l'accorpamento dei volumi nell'area di un solo Comune. Tutte le aree la cui cubatura è stata utilizzata a fini edificatori restano vincolate alla inedificabilità e sono evidenziate su mappe catastali tenute in pubblica visione. L'edilizia rurale connessa con l'attività agrituristica e relative attrezzature, di cui alla L.R. n° 15 del 06/11/2008 e relativo Regolamento di attuazione, e con le attività ricettive, di cui alla L.R. n° 17 del 31 29/11/2001 limitatamente alle case rurali (“Country House"), è consentita e segue la disciplina e le finalità contenute nelle medesime normative regionali. Sono consentite, nel rispetto delle norme regionali vigenti, attrezzature necessarie alle attività agricole di cui officine elettromeccaniche per la manutenzione delle macchine, a servizio esclusivo dell’Azienda Agricola. È sempre consentito il mutamento di destinazione d'uso previo rilascio di Permesso di Costruire ai sensi dell'art.2, comma 8, della L.R. n.19/2001, con l'esclusione di destinazioni non compatibili con il contesto rurale, nel rispetto degli indici e parametri previsti dal presente articolo. È inoltre consentita la realizzazione della viabilità interpoderale, secondo progetti redatti nelle scale adeguate e che rappresentino esattamente e compiutamente la morfologia del suolo, con sezione, comprensiva di cunette, non superiore a ml 4 e con piazzole di interscambio a distanza adeguata in rapporto al traffico della zona. Per lo smaltimento dei reflui derivanti dalla conduzione dei fondi e dagli scarichi civili vale quanto prescritto dalle norme vigenti, con particolare riferimento al D.Lgs. 03.04.2006, n.152, e s.m.i.. Per le aree soggette a vincolo archeologico si rinvia alle disposizioni di cui al precedente punto 1.2.5. L’unità aziendale minima non può, in ogni caso, essere fissata al di sotto di 10 mila metri quadri salvo che, in presenza di produzioni agricole ad alto rendimento, quale coltura prevalente nell’ambito dell’azienda, da dichiarare nel piano aziendale, non si dimostri una diversa dimensione che non potrà comunque mai essere inferiore ai 5000 mq. In mancanza dell’individuazione dell’unità aziendale minima in sede di pianificazione comunale, il lotto minimo è fissato in 30 mila metri quadri.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

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Estratto “Atti di programmazione (API) – Norme Tecniche di Attuazione del Piano Operativo”

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COMUNE DI MONTEMARANO

9. COMPLEMETARIETÀ CON ALTRI PIANI 9.1 Piano Territoriale della Provincia di Avellino

Il PTCP della Provincia di Avellino è adottato con delibera n. 184 del 27.12.2012, in coerenza con gli Indirizzi di cui alla delibera Gp n. 196 del 21.10.2010 e con il Documento preliminare di piano territoriale di coordinamento provinciale adottato con deliberazione di Gp di Avellino n.65 del 15.5.2012. Con riferimento alle Direttive e indicazioni programmatiche per l’unità di paesaggio e, le Raccomandazioni programmatiche per UdP 22.3 - Colline dell’Ofanto sono le seguenti. La considerazione dell’unità di paesaggio nella programmazione territoriale è legata in parte alla previsione di misure di sviluppo rurale volte a favorire e incentivare la manutenzione del paesaggio e degli ecosistemi agricoli attraverso la diffusione e gestione di ambienti seminaturali (siepi, filari, ecc.). Un ruolo di maggior rilievo può essere attribuito a questa unità di paesaggio nel quadro delle politiche di promozione della rete ecologica provinciale e regionale e delle misure per favorire la gestione delle aree Natura2000. Una specifica linea di programmazione, da estendere ad analoghe situazioni di intersezione tra rete ecologica e insediamenti produttivi presenti in Irpinia, deve riguardare la qualificazione ecologica, paesaggistica e ambientale delle aree produttive. Prospettiva programmatica di 35 rilevante interesse è, oltre all’istituzione di un Parco Fluviale dell’Ofanto, soprattutto la definizione di un distretto turistico integrato Altro elemento di interesse per le strategie di programmazione è la presenza della ferrovia Avellino Rocchetta S. Antonio, la cui conversione a greenway, appare funzionale a una valorizzazione turistica ed escursionistica dell’area, con importanti possibilità di coinvolgimento diretto nella gestione di aziende agricole e turistiche locali. Con riferimento alle Direttive e indicazioni programmatiche per l’unità di paesaggio e, le Raccomandazioni programmatiche per(UdP) denominate: Monti Picentini (UdP 3.1); Colline della bassa Irpinia (UdP 24.2); Colline dell’Ofanto (UdP 22.3).. L’unità di paesaggio può svolgere un ruolo di rilievo in un progetto di valorizzazione turistica di un’area più vasta, che coinvolge le unità di paesaggio circostanti. Gli obiettivi strategici del PUC, strutturali e articolati nel lungo periodo, dovranno quindi essere coerenti con l’identità che la città e i cittadini si danno rispetto alle potenzialità dei luoghi e alla loro vocazione di sviluppo. Il PUC è lo strumento urbanistico generale del Comune per mezzo del quale si individuano "gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio comunale e gli indirizzi di attuazione degli stessi". Il PUC "disciplina la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell'intero territorio comunale”. La redazione del PUC impone un'attenta e preliminare

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO ricognizione delle problematiche della città rispetto alle quali si costruiscono una serie di obiettivi perseguibili attraverso degli indirizzi progettuali ben precisi quali l'efficienza e la funzionalità urbana, l'equità, la tutela delle risorse ambientali e culturali e, non da ultimo, la qualità della forma urbana. Al criterio dell'equità è collegato il problema degli standard ed al reperimento di aree per colmare l'eventuale deficit rispetto alla normativa; intento dell'Amministrazione comunale è non solo di garantire i livelli minimi degli standard urbanistici previsti dal Di 1444/68, ma anche di portarli a livelli più elevati, per tutte le parti componenti il territorio comunale ed in maniera omogenea e diffusa. In particolare, le azioni specifiche collegate a questo criterio sono la realizzazione di nuove aree di pubblico interesse, per attrezzature e servizi, nuove aree verdi, per lo sport e il tempo libero e nuovi parcheggi. Si prevede, inoltre, il potenziamento dell'edilizia scolastica. Infine, al tema della tutela delle risorse ambientali e culturali sono collegati gli obiettivi specifici della riqualificazione ambientale, storico-architettonica e della valorizzazione dei siti archeologici. Sul PdP vi è stata la partecipazione dei cittadini e delle associazioni per la definizione degli obiettivi e degli indirizzi strategici del PUC, nonché per costruire un quadro conoscitivo condiviso del territorio, è prevista esplicitamente dalla deliberazione della Giunta Regionale della Campania. La partecipazione non è, tuttavia, solo un obbligo, ma una scelta precisa per valorizzare il pluralismo e perciò a fondare le deliberazioni sul dibattito, sulla comunicazione e 36 sulla condivisione delle scelte. L'istituzione di procedure partecipative ha, per così dire, il merito di far entrare nello strumentario ufficiale per la gestione della cosa pubblica, tematiche e soggetti che sono esposti alla visibilità e dunque al controllo pubblico; inoltre fa diventare riconoscibile il peso che potrebbero avere gli interessi pubblici e non, nella definizione e nell'implementazione delle politiche pubbliche e delle scelte su problemi e su beni comuni. È per questo motivo, acquista concretezza il principio della partecipazione della società civile e, più in generale, l'obiettivo di democratizzazione dell'amministrazione. La LR 16/2004 in tale contesto partecipativo rende obbligatoria la preventiva audizione delle associazioni, culturali, ambientali, degli operatori economici, ecc. Tale adempimento, anche se non inteso solo quale obbligo formale, è stato assolto con la convocazione di diverse riunioni le quali hanno consentito di raccogliere indirizzi e proposte al fine della definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche della pianificazione locale, che tuttavia qui si ribadisce non sono state vincolanti.

Il piano è il processo e destinato a restituire, da un lato, un quadro conoscitivo condiviso che descriva in modo esaustivo le componenti strutturali del territorio da pianificare e, dall'altro, un complesso di obiettivi strategici, anch'essi condivisi, sui quali basare l'individuazione delle scelte di pianificazione.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Alla condivisione dei predetti elementi si perviene mediante gli strumenti di consultazione e partecipazione previsti dalla L.R. n.16/2004 e dal Regolamento n.5/2011. È altresì da ricordare che la fase consultiva/partecipativa procede su due binari paralleli, ovvero la definizione dei contenuti urbanistici che comporranno il PUC e la valutazione dei conseguenti aspetti ambientali strategici oggetto della VAS e della VI del piano. Nell'ambito di tale processo, i temi urbanistico-ambientali e le possibili soluzioni progettuali sono oggetto di confronto in primo luogo con la pianificazione sovraordinata (PTR, PTCP, pianificazione di bacino, ecc.), onde valutare la coerenza tra le strategie delineate nei diversi livelli di pianificazione. A tale proposito il Regolamento di Attuazione della L.R. n.16/2004 pone un particolare accento (cfr. art.9, co.5) sul rapporto tra piano strutturale del PUC e piano strutturale del PTCP, ossia tra le disposizioni strutturali dei due livelli di pianificazione (provinciale e comunale), laddove il piano strutturale del PUC va a “precisare” e definire a scala comunale gli elementi strutturali del PTCP, TAV. P0.1A e TAV P0.1B, che si intendono a loro volta già coerenti con le corrispondenti strategie del PTR. Considerati il patrimonio naturalistico-ambientale, nonché culturale, tenuto conto delle potenzialità del territorio, il nuovo strumento urbanistico mirerà ad una gestione integrata che sappia adeguatamente coniugare tutela e valorizzazione del territorio con le esigenze delle popolazioni locali, affinché il patrimonio naturalistico-ambientale non sia semplicemente un 37 vincolo ma, assieme al patrimonio storico-culturale, diventi una risorsa per la comunità locale.

L’elaborazione del Piano Urbanistico del Comune è finalizzata al coordinamento delle scelte territoriali di area vasta, con particolare riferimento allo sviluppo delle infrastrutture della mobilità, agli insediamenti produttivi e commerciali, e alle altre scelte territoriali “comprensoriali”, dovrà essere strutturato in modo tale da conseguire il raggiungimento delle finalità di seguito individuate, che si ritiene possano costituire il quadro degli obiettivi programmatici dall’azione amministrativa tesa alla formazione del nuovo strumento urbanistico generale: 1. conservazione e valorizzazione dell’edificato storico e delle relazioni urbane consolidate all’interno dei Centri Storici; 2. tutela delle risorse naturalistico-ambientali e storico-archeologiche presenti sui territori; 3. riordino del territorio rurale e del “campo aperto”, coniugando tutela e valorizzazione del paesaggio con le esigenze e le aspirazioni socio-economiche della popolazione locale, in coerenza con gli indirizzi strategici indicati dal Piano Territoriale Regionale approvato con L.R. 13.10.2008, n. 13, nonché del PTCP adottato. 4. individuazione di opportune modalità di trasformazione del territorio in parte o del tutto già urbanizzato e delle eventuali aree di nuova trasformazione in relazione alle necessità

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO emergenti dalle analisi preliminari e delle potenzialità di sviluppo socio-economico locale prevedibili. Nel perseguimento dei predetti obiettivi si dovrà tener conto degli indirizzi e delle previsioni della pianificazione sovraordinata, ivi comprese le disposizioni in materia di rischio idrogeologico e di tutela ambientale e paesistica.

Il Piano, pertanto, mira alla tutela e alla valorizzazione del centro storico e del patrimonio “storico culturale” e della preziosa testimonianza delle generazioni che ci hanno preceduto, importante riferimento per le generazioni attuali e future. La tutela e la valorizzazione del centro storico in continuità con gli interventi di valorizzazione della viabilità e dei luoghi di aggregazione all’interno del tessuto urbano, pertanto, mirerà al recupero della materia storica originale per una migliore qualità urbana e una migliore qualità della vita dei cittadini e dei turisti nonché alla creazione di un percorso tra le emergenze storico-culturali e architettoniche. A tale scopo saranno attuati interventi volti alla creazione di standard ed attrezzature al servizio dei cittadini. Parimenti tra gli obiettivi di sviluppo dell’intero territorio vi sarà un riequilibrio delle zone di produzione con l’individuazione di aree di sviluppo per l’artigianato, il terziario ed il commercio nonché di riqualificazione delle attività potenzialmente inquinanti. 38 Accanto alla tutela del patrimonio storico-culturale, tra gli obiettivi di Piano vi è la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico - ambientale e paesaggistico. In tal senso, il nuovo strumento urbanistico definirà un’opportuna disciplina di tutela e valorizzazione per le aree di rilevanza naturalistico - ambientale, nonché specifiche norme d’uso e di trasformazione per quella parte del territorio maggiormente trasformata. Tali norme, in generale, mireranno a tutelare e salvaguardare il patrimonio naturalistico - ambientale fermo restando la necessita di dare una risposta concreta alle esigenze economiche della comunità locale. Si provvederà anche a preservare l’integrità delle aree produttive agricole con una adeguata disciplina che ne consideri anche la multifunzionalità, la riqualificazione e il riuso delle strutture esistenti. Infatti, la diffusione di un turismo naturalistico - ambientale legato alla riscoperta del territorio ed in particolare, della sua identità (il sistema fiume, le aree boscate) e delle sue tradizioni, costituisce una grande occasione di sviluppo per le comunità locali. Il turismo naturalistico – ambientale (piste ciclopedonali), nonché enogastronomico (legato alle produzioni di qualità) se non adeguatamente disciplinati, potrebbero avere sull’ambiente impatti tutt’altro che trascurabili, in contrasto con gli obiettivi di tutela che questa Amministrazione intende perseguire.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

La programmazione degli interventi potrà avvenire anche mediante la definizione di programmi intercomunali e di project financing. Nell’ottica di uno sviluppo economico sostenibile, alimentato tanto dal turismo quanto dall’influenza del Sistema “Città dei Picentini”, risulterà di notevole importanza, il restyling delle strade, che consentirà, al di la degli evidenti miglioramenti estetici, di riordino, di integrazione funzionale del tessuto urbano ed extraurbano, garantirà la sicurezza degli utenti della strada. Inoltre, di là dalle strategie e degli indirizzi di pianificazione, per la buona riuscita dello strumento urbanistico, sarà di fondamentale importanza la definizione di regole certe per l’attuazione del Piano. Non bisogna poi trascurare la disparità di trattamento tra i proprietari di aree a cui il PDF assegna una previsione edificatoria e quelli le cui aree sono gravate da vincoli preordinati all’esproprio, che vede il valore delle aree destinate ad edificazione privata adeguarsi al valore di mercato, e il valore, invece, delle aree destinate ad attuazione pubblica scendere di circa la metà, in evidente contrasto con i principi di sostenibilità che i piani urbanistici di nuova generazione dovrebbero perseguire. In tal senso, si intende invocare l’istituto della perequazione urbanistica e degli ambiti di trasformazione urbana, quale strumento finalizzato al superamento della diversità di condizione giuridico-economica che si determina tra le proprietà immobiliari per effetto della pianificazione urbanistica, promuovendo forme di equa distribuzione dei benefici e di oneri 39 derivanti dagli interventi di trasformazione degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio comunale. La recente crisi economico finanziaria ha prodotto consistenti fenomeni di declino territoriale in molti contesti nazionali ed in particolare nelle aree del Sud Italia. Va tuttavia osservato che i periodi di crisi consentono di tornare ad etiche di essenzialità e sostenibilità nello sviluppo, in generale non considerati nelle fasi di floridità economica. Da quanto detto, si desume come lo strumento di governo del territorio di Montemarano può porsi come elemento di inversione delle tradizionali economie territoriali fondate su fattori produttivi e di espansione della superficie edificata oramai totalmente deprivati di ogni potenzialità di sviluppo. Gli elementi critici caratterizzanti il territorio comunale sono riconducibili alla diffusa presenza di vincoli idrogeologici dovuti alla specifica conformazione del suolo caratterizzata da elevata acclività, ad un’accessibilità e mobilità critica, ad un eccessiva dispersione insediativa a bassissima densità territoriale, ad un parziale depauperamento funzionale e residenziale, alla senilizzazione della popolazione, ad una diffusa presenza di componenti di rischio territoriale ed urbano e ad una base economica locale non in grado di produrre livelli di reddito in grado di “trattenere” nel comune le giovani imprenditorialità ed innestare un opportuno sviluppo locale.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Per le criticità elencate, lo strumento per il governo delle trasformazioni territoriali dovrà essere orientato a innescare processi in grado di aprire nuove prospettive per Montemarano trasformando i vincoli e le tutele in opportunità per la valorizzazione del territorio. È su tali considerazioni che va costruita la prospettiva territoriale del comune sinteticamente definibile con il termine di: “vision”. La vision del piano può sinteticamente esprimersi in tre obiettivi caratterizzati dalla comune lettera iniziale, S: Sviluppo, Sostenibilità, Sicurezza. Montemarano, attraverso lo strumento di governo del territorio, può scegliere di caratterizzarsi come luogo elettivo per lo sviluppo di una serie di attività orientate al recupero dell’equilibrio fra uomo e ambiente naturale. La S dello sviluppo intende caratterizzarsi attraverso azioni mirate alla catalizzazione di economie non impattanti ed orientate allo sviluppo di attività di fruizione e valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche ed ambientali. Si intende inoltre attivare processi di sviluppo interno attraverso la rivitalizzazione e rifunzionalizzazione di contesti edificati (centro antico), favorendo l’ubicazione di funzioni commerciali di promozione dei prodotti locali e artigianali specifiche e connesse con i principali trainanti economici del territorio (filiera enologica). Ulteriori allocazioni produttive a basso impatto potranno essere localizzate in specifici ambiti idonei ad accoglierle. La S della sostenibilità è sostanzialmente identificabile nelle azioni di allocazione di funzioni da una parte orientate ad elevare i livelli di vivibilità e creare ambiti funzionali ispirati allo 40 sviluppo sostenibile e, dall’altra, a favorire una fruizione esterna del territorio basata sulle componenti paesaggistiche e naturalistiche opportunamente inserite in processi di promozione. Anche le nuove trasformazioni territoriali dovranno essere ispirate al principio di sostenibilità e porsi l’obiettivo di rappresentare best-practice per altri comuni. La S della sicurezza intende identificare tutte le azioni di tutela degli ambiti naturali, di mitigazione del rischio naturale ed antropico e di messa in sicurezza delle funzioni collettive attualmente presenti all’interno del territorio comunale. Specifica attenzione verrà posta all’attuazione di interventi volti ad abbattere la vulnerabilità funzionale e fisica anche attraverso opere di mitigazione degli effetti degli eventi climatici intensi e concentrati che sempre di più caratterizzeranno il futuro. La S della sicurezza si sfiocca in una serie di azioni riconducibili a: - Tutela dei territori antropizzati soggetti a rischio sismico per i quali definire opportune politiche per la mitigazione del danno eventuale; - Messa in sicurezza degli edifici pubblici con riferimento prioritario agli edifici scolastici anche attraverso il supporto di fondi europei, nazionali e regionali; - Destinazione d’uso dei territori esposti a rischio idrogeologico con funzioni soft non-stanziali; Le azioni da intraprendere dovranno mirare al raggiungimento di obiettivi sintetizzabili nei 10 punti seguenti:

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

▪ Valorizzazione delle peculiarità ambientali; ▪ Riuso dello spazio; ▪ Tutela delle specificità naturali; ▪ Supporto alle attività territoriali attraverso l’impiego delle NTIT; ▪ Sviluppo di attività connesse all’eccellenze eno-gastronomiche; ▪ Incremento dell’accessibilità e della mobilità sostenibile; ▪ Recupero della tradizione artigianale associata alle produzioni tipiche; ▪ Supporto alle attività “ein plain air” e sportive; ▪ Diffusione delle “culture locali”; ▪ Supporto ad attività di qualificazione del territorio agricolo e di micro- agricoltura. L’individuazione di una serie di sistemi di risorse favorirà la messa a punto delle strategie e politiche da implementare attraverso lo strumento di governo del territorio. È possibile individuare i seguenti sistemi:  Sistemi di risorse naturalistiche e paesaggistiche;  Sistemi di risorse produttive (da supportare);  Sistemi di risorse culturali/rurali e delle tradizioni;  Sistemi di risorse produttive innovative. Tali sistemi definiscono alla macroscala due “segni” distintivi del territorio: il segno della terra 41 ed il segno dell’acqua, in una visione in cui il centro urbano può assumere la funzione di cerniera tra questi due. Il PUC è coerente con con le strategie a scala sovracomunale contenute nel PTCP

9.2 Obiettivi generali e coerenza con la pianificazione sovraordinata Coerenza con il piano territoriale regionale (PTR) Il Piano territoriale regionale (PTR) della Campania è stato approvato con legge regionale 13 del 13.10.2008, ai sensi dell’art.13 della legge regionale 16/2004, pubblicata sul Burc numero 48 bis del 1.12.2008. Il PTR, nel rispetto degli obiettivi generali di promozione dello sviluppo sostenibile e di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio ed in coordinamento con gli indirizzi di salvaguardia già definiti dalle amministrazioni statali competenti e con le direttive contenute nei piani di settore previsti dalla normativa statale vigente, individua: a) gli obiettivi di assetto e le linee principali di organizzazione del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione; b) i sistemi infrastrutturali e le attrezzature di rilevanza sovraregionale e regionale, nonché gli impianti e gli interventi pubblici dichiarati di rilevanza regionale;

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO c) gli indirizzi e i criteri per la elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e per la cooperazione istituzionale. Il PTR della Campania è uno strumento di pianificazione territoriale che si propone come un piano di inquadramento, di indirizzo e di promozione di azioni integrate in grado di delineare le strategie principali dello sviluppo della Regione Campania. La proposta di PTR, al fine di ridurre le condizioni d’incertezza, in termini di conoscenza e interpretazione del territorio per le azioni dei diversi operatori istituzionali e non, è articolato in 5 quadri territoriali di riferimento (Qtr). I cinque Quadri territoriali di riferimento sono i seguenti: 1. Il Quadro delle reti: la rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e logistica) e la rete del rischio ambientale che attraversano il territorio regionale; 2. Il Quadro degli ambienti insediativi, individuati in numero di nove in rapporto alle caratteristiche morfologico-ambientali e alla trama insediativa; 3. Il Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo (Sts), individuati in numero di 45, con una definizione che sottolinea la componente di sviluppo strategico; 4. Il Quadro dei campi territoriali complessi (Ctc), dove si ritiene la Regione debba promuovere un’azione prioritaria d’interventi particolarmente integrati; 5. Il Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale tra i comuni minori e delle raccomandazioni per lo svolgimento di buone pratiche. 42 Tale parte del PTR risponde a quanto indicato al punto 3, lettera a), dell’art.13 della Legge Regionale 16/2004 Norme sul governo del territorio, dove si afferma che il PTR deve definire “il quadro generale di riferimento territoriale per la tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio, […] e connesse con la rete ecologica regionale, fornendo criteri e indirizzi anche di tutela paesaggistico-ambientale per la pianificazione provinciale”. Il PTR individua i seguenti ambienti insediativi: 1) la piana campana, dal Massico al Nolano e al Vesuvio; 2) la penisola sorrentino-amalfitana (con l’isola di Capri); 3) l’agro sarnese-nocerino; 4) l’area salernitana e la piana del Sele; 5) l’area del Cilento e del Vallo di Diano; 6) l’Irpinia; 7) il Sannio; 8) la media valle del Volturno con il Matese; 9) la valle del Liri-Garigliano. Il piano individua i Sts adottando una definizione che sottolinea la componente di sviluppo strategico:

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO ciascuno di questi Sts si colloca all’interno di una matrice di indirizzi strategici. Rispetto all’ambito insediativo avellinese, l’obiettivo generale del PTR è volto alla creazione di un sistema di sviluppo locale nelle sue diverse accezioni, puntando fortemente all’integrazione tra le aree, cercando di coniugare, attraverso un’attenta azione di salvaguardia e difesa del suolo, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dell’area con un processo di integrazione socioeconomica. Il primo Qtr è relativo alle reti e, in particolare, alla rete ecologica. Montemarano appare attraversato da nord-ovest a sud dalla rete ecologica regionale e ricade ai margini degli ambiente insediativi19 dell’Irpinia e del Sannio. Il terzo Qtr si basa sull’identificazione dei sistemi territoriali di sviluppo (Sts). L’individuazione da parte del PTR dei Sts, nel terzo Qtr, ha valore di orientamento per la formulazione di strategie sulla base delle quali costruire i processi di co- pianificazione auspicati dalla Lr n.16/2004. Sebbene la definizione degli effetti che le conseguenti politiche di sviluppo avranno sulla pianificazione urbanistica di area vasta e sui piani urbanistici comunali sia anche in questo caso compito delle Province, in sede di redazione del PUC è comunque possibile operare un primo coordinamento con i riferimenti individuati dal PTR. Il PTR individua 45 Sts, di cui 7 in Provincia di Avellino. Tale individuazione è stata effettuata seguendo la “geografia dei processi di autoriconoscimento delle identità locali e di 43 autorganizzazione nello sviluppo”, cioè le perimetrazioni dei distretti industriali, dei parchi naturali, delle comunità montane. In tale Qtr, si osserva che Montemarano ricade nel Sts a dominante naturalistica A12 – Terminio cervialto che comprende i comuni di: , , Caposele, Cassano Irpino, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Chiusano San Domenico, , , , , Montella, Montemarano, , Paternopoli, , Salza Irpina, San Mango sul Calore, Sant’Angelo all’Esca, , , , , , Volturara Irpina. Sts A12 - Terminio cervialto Accessibilità Si estende nella provincia di Avellino dai comuni di Mirabella Eclano, Venticano, Pietradefusi, e Torre le Nocelle a nord, sino ai comuni di Caposele, Calabritto e Senerchia a sud. Il territorio è attraversato SS 7 Appia più a sud è attraversato trasversalmente dalla SS 400 di Castelvetere che mette in comunicazione, dal confine ovest verso quello est, i comuni di , Montella, Castelfranci e Nusco. L’autostrada A16 Napoli-Avellino-Canosa lambisce il confine nord del sistema territoriale e nel comune di Venticano è ubicato lo svincolo tra il raccordo autostradale Benevento–A16 e l’autostrada A16. La linea ferroviaria a servizio del territorio è la Avellino-Rocchetta-S. Antonio-

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Lacedonia con le stazioni di Salza Irpina, (esterna al territorio), , Taurasi, Lungosano, Partenopoli, Castelvetere, Castelfranci, Montemarano, Cassano Irpino, Montella, Bagnoli Irpino e Nusco. L’aeroporto più prossimo, è quello di Pontecagnano raggiungibile via autostrada percorrendo prima l’A16, poi il raccordo Avellino-Salerno e poi l’A3, fino allo svincolo di Battipaglia. Programmazione Per il sistema stradale i principali invarianti progettuali sono:

• Potenziamento della SS. 164;

• Potenziamento della SS. 400 (vecchia Ofantina); • Potenziamento della SS. 574. • “Eventuali ipotesi di nuovi tracciati e/o di potenziamento di quelli esistenti saranno oggetto di approfondimento e discussione in sede di Conferenze tecniche di Copianificazione di cui all’art.30 delle NTA all’interno dei Sistemi di Città di interesse innanzi richiamati (Picentini, Valle del Calore, Colline del Taurasi, Ufita.)”.

Per il sistema ferroviario non sono previsti interventi. Le strategie specifiche individuate dal PTR per detto Sts ed aventi un alto grado di priorità 44 riguardano la difesa della biodiversità, la valorizzazione e lo sviluppo dei territori marginali, il controllo del rischio sismico e lo sviluppo e il sostegno alle attività industriali e artigianali, nonché alle attività produttive agricole mediante una opportuna diversificazione territoriale, in questo caso coordinandosi con la politica strutturale per il settore agricolo elaborata dall’Unione europea ed orientata tra l’altro alla diversificazione dello sviluppo nelle aree rurali (agriturismo, turismo rurale, villaggi rurali, enogastronomia, forestazione, artigianato locale, ecc.). Dal momento che la responsabilità della definizione degli assetti per gli ambienti insediativi è affidata alla pianificazione provinciale, il PTR riserva a sé soltanto il compito di proporre visioni di guida per il futuro, ma anche di individuare quei temi che pongono questioni di coordinamento interprovinciale da affrontare e risolvere secondo procedure di copianificazione sostanziale. In particolare, il tema del rischio collegato alla stabilità dei versanti e alle caratteristiche tettoniche ed idrogeologiche dei terreni è stato implicitamente risolto da un lato coordinando il PUC con la specifica pianificazione delle Autorità di Bacino competenti per territorio (AdB dei Fiumi Liri- Garigliano e Volturno e AdB della Puglia), dall’altro mediante lo studio geologico tecnico ex Lr n. 9/1983 e s.m.i., integrando le disposizioni e le limitazioni dei rispettivi strumenti sia nel disegno della zonizzazione funzionale, sia nelle Norme di attuazione del PUC.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

9.3 Coerenza con il Piano Stralcio Autorità di Bacino Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico Liri-Garigliano e Volturno è stato elaborato in ottemperanza agli strumenti legislativi vigenti, scaturisce da molteplicità di azioni e di studi specifici che si sono succeduti negli anni e che sono stati, di volta in volta, approvati dal Comitato Tecnico e dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino. Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico Liri-Garigliano e Volturno prevede per il rischio frana una carta degli scenari di rischio idrogeologico, la quale individua varie categorie. Per ognuna delle categorie definite, le Norme Tecniche di Attuazione, prevedono Divieti e Prescrizioni; le aree più sensibili e per le quali esistono i divieti maggiori sono le aree R4, A4, R3, A3, Rpa, Apa. Il comune di Montemarano, rappresentato nella figure di seguito riportata è caratterizzato dalle seguenti aree:

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Figura: PSAI - Rischio frane

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

- Aree a rischio idrogeologico molto elevato – R4 nella quale per il livello di rischio presente, sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio-economiche.

- Aree a rischio medio – R2 nella quali per il livello di rischio presente sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche.

- Aree di moderata attenzione - A1, che non sono urbanizzate e che ricadono all’interno di una frana a massima intensità attesa bassa.

- Aree di media attenzione - A2, che non sono urbanizzate e che ricadono all’interno di una frana quiescente a massima intensità attesa media.

- Aree di medio-alta attenzione - A3, aree non urbanizzate che ricadano in una frana attiva a massima intensità attesa media o di una grana quiescente della medesima intensità in un’area classificata ad alto grado si sismicità.

- Area di alta attenzione - A4, area non urbanizzata, potenzialmente interessata da fenomeni di innesco, transito ed invasione di frana a massima intensità attesa alta. 46

- Aree di attenzione potenzialmente alta - APa, non urbanizzate e nelle quali il livello di attenzione, potenzialmente alto, può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggior dettaglio.

- Aree a rischio potenzialmente alto – Rpa, nelle quali il livello di rischio, potenzialmente alto, può essere definito solo in seguito di indagini e studi di maggior dettaglio.

- Aree di possibile ampliamento dei fenomeni franosi cartografati all’interno, ovvero di fenomeni di primo distacco per le quali si rimanda al D.M. LL.PP. 11/03/88 – C1.

- Aree di versante nelle quali non è stato riconosciuto un livello di rischio o di attenzione significativo ( applicazione D.M. LL.PP. 11/03/88) - C2

Stralcio - Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI) Carta della Franosità Dalla Carta della franosità redatta dall’Autorità di Bacino per il Piano Stralcio dell’Assetto Idrogeologico (PSAI) emerge che il territorio di Montemarano, in generale, è interessato da una moltitudine di zone a Rischio e di Attenzione, e si può notare che le aree rosse a rischio elevato R4 interessano anche il centro abitato.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Area a rischio elevato – R4 L’ area R4 è la zona nella quale per il livello di rischio presente, sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio- economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale. Le zone interessate dal rischio frane sono localizzazte in gran parte nella zona boschiva e nella contrada Chianzano.

Carta della Stabilità È una carta che “deriva” dai dati, dalle conoscenze e dall’analisi di tutte le condizioni presenti sul territorio (Geologiche, litologiche, strutturali, morfologiche, idrogeologiche, geotecniche, sismiche e di rischio idrogeologico).

9.4 Piano del Parco Regionale dei Monti Picentini La perimetrazione del Parco è stata approvata con DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA - n. 378, del 11 giugno 2003 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania - n. speciale del 27 maggio 2004 L’area del Parco Regionale dei “MONTI PICENTINI”, è suddivisa, ai sensi della L.R. n. 33 del 1° settembre 1993, nelle seguenti zone: • zona “A” – Area di riserva integrale; 47 • zona “B” – Area di riserva generale orientata e di protezione; • zona “C” – Area di riqualificazione dei centri abitati, di protezione e sviluppo economico e sociale. Ciascuna zona viene sottoposta ad un particolare regime di tutela in relazione ai valori naturalistici, ecologici, geomorfologici ed ambientali delle rispettive aree, nonché in rapporto agli usi delle popolazioni locali ed alla situazione della proprietà ed alle forme di tutela già esistenti.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

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Parco Regionale dei monti Picentini

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

NORME DEL PIANO 3.1.0 - Zona “A” – Area di tutela integrale – non presente sul territorio Montemaranese L’ambiente naturale è tutelato nella sua integrità ecologica ed ambientale con la stretta osservanza dei vincoli già previsti dalle leggi vigenti. Nella zona “A” vigono le seguenti norme oltre quelle generali di salvaguardia di cui al punto 2). È vietata: • la pesca negli specchi e nei corsi d’acqua; • la raccolta delle singolarità geologiche, paleontologiche, o mineralogiche e dei reperti archeologici, ad eccezione di quanto eseguito per fini di ricerca e di studio, previa autorizzazione dell’Ente Parco. In tale area sono consentite e vengono favorite, le utilizzazioni e le attività produttive di tipo agro-silvo-pastorale, secondo gli usi tradizionali. È vietata l’alterazione dell’andamento naturale del terreno e delle sistemazioni idrauliche agrarie esistenti. È consentito l’uso agricolo del suolo, se già praticato, con le seguenti prescrizioni: • è vietato l’impianto di nuove serre di qualsiasi tipo e dimensione; • è vietata l’introduzione di coltivazioni esotiche ed estranee alle tradizioni agrarie locali; • è vietata la sostituzione di colture arboree con colture erbacee. 49 È consentito il taglio dei boschi se contemplato in Piani di assestamento vigenti. In caso di assenza di Piano di assestamento o di Piano scaduto, è consentito esclusivamente il taglio dei boschi cedui con l’obbligo, per l’Ente competente al rilascio dell’autorizzazione, di prescrivere il rilascio di un numero di matricine doppio di quello normalmente rilasciato prima dell’inclusione del territorio in area Parco. 3.2.0 - Zona “B” – Area di riserva generale orientata e di protezione. Nella zona “B” vigono le seguenti norme oltre quelle generali di salvaguardia di cui al punto 2): 3.2.1 Attività sportive. E’ vietato lo svolgimento di attività sportive con veicoli a motore di qualsiasi genere; 3.2.2 Protezione della fauna. In tale area è vietata: • l’introduzione di nuove specie animali e vegetali estranee all’ambiente naturale, fatti salvi gli interventi connessi alla normale conduzione delle attività agro-zootecniche e silvopastorali; • la pesca negli specchi e nei corsi d’acqua, fatta salva quella con singola canna nel rispetto delle specie e dei tempi stabiliti dai calendari annuali. 3.2.3 Protezione della flora ed attività agronomiche e silvo-pastorali. Sono ammesse e regolamentate, secondo gli usi tradizionali, le attività agro-silvopastorali, artigianali, turistiche e ricreative finalizzate ad un corretto utilizzo del Parco.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Sono consentiti gli interventi previsti nei piani di assetto forestale, diretti alla conservazione, alla tutela ed al ripristino della flora e della fauna. Sono consentite le attività agricole con impianti arboree e frutticoli esistenti nelle zone vincolate, consentendone l’ampliamento compatibilmente con la tutela del paesaggio. In tale area sono consentite e vengono favorite: • rimboschimenti con essenze autoctone, arboricoltura da legno, operazioni di fronda e di potatura necessarie per le attività agricole; • opere antincendio, ivi incluse le piste tagliafuoco, lavori di difesa forestale e di regimazione e sistemazione di corsi d’acqua; sistemazione delle pendici, di conservazione del suolo con sistemi naturali; • trasformazione di cedui castanili in castagneto da frutto e l’impianto ex novo di castagneti da frutto compatibilmente con la tutela del paesaggio. Fermo restando le prescrizioni di cui alle norme generali nella zona è consentito il taglio colturale e produttivo. 3.2.4 Circolazione. E’ consentita la circolazione, fuori dei percorsi stradali, dei veicoli a motore per i mezzi necessari allo scavo, al restauro ed alla sistemazione delle strutture archeologiche e per i mezzi necessari alle normali attività di sorveglianza e soccorso. 3.2.5 Infrastrutture impiantistiche. E’ consentita la posa di cavi e tubazioni interrati per reti di distribuzione dei servizi di pubblico interesse, ivi comprese le opere igienico sanitarie che 50 non comportino danni per le alberature di alto fusto né la modifica permanente della morfologia del suolo; cabine di trasformazione elettrica; tutti gli interventi che comunque non interessano l’aspetto esterno dell’edificio; piccoli serbatoi per uso idropotabile; adeguamento di impianti tecnici alle norme di sicurezza; opere per l’eliminazione delle barriere architettoniche; 3.2.6 Uso del suolo. Sono consentiti: • interventi volti alla conservazione ed alla ricostituzione del verde nonché delle zone boscate secondo l’applicazione di principi fitosociologici; • interventi di prevenzione dagli incendi; • interventi di risanamento e restauro ambientale per l’eliminazione di strutture e di infrastrutture in contrasto con l’ambiente, di cartelloni pubblicitari e di altri detrattori ambientali; • interventi di sistemazione ed adeguamento della viabilità pedonale e carrabile; • realizzazione di piste ciclabili utilizzando percorsi esistenti. 3.2.7 Tutela del patrimonio edilizio e disciplina edilizia. E’ consentito l’adeguamento igienico funzionale delle case rurali esistenti fino al raggiungimento degli indici fondiari stabiliti al punto 1.8 del Titolo II (Direttive e parametri di pianificazione) dell’allegato alla L.R. 14/82 e precisamente: • aree boschive, pascolive ed incolte: 0,003 mc/mq; • aree seminative ed a frutteto: 0,03 mc/mq;

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

• aree ad uso produttivo per l’esclusiva attività zootecnica: 0,05 mc/mq; • aree seminative irrigue con colture pregiate ed orti a produzione ciclica intensiva: 0,05 mc/mq. Le attrezzature e le pertinenze possono essere incrementate entro il limite del 20% dei volumi esistenti a ciò destinati. In tale area sono consentite e vengono favorite, secondo gli usi tradizionali, le utilizzazioni e le attività produttive di tipo agro-silvo-pastorale, ivi compresa la realizzazione di piccole strutture strettamente connesse alle attività agricole ed alla commercializzazione di prodotti tipici locali. Le strutture da realizzare non possono superare le dimensioni di mt. 5x6 per essiccatoi e mt. 4x4 per altri usi e non possono essere contigue; comunque in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. Sono inoltre consentite, tramite il recupero del patrimonio edilizio esistente, nuove attività artigianali, nonché agrituristiche ricettive, purché compatibili con l’equilibrio ambientale e con la capacità di carico dei sistemi ogni caso occorre preventiva autorizzazione della Giunta Regionale che deve pronunciarsi entro 90 giorni dalla data di ricezione della richiesta di autorizzazione. In tali aree sono consentite e vengono favorite e sviluppate le attività agrituristiche e artigianali, purché compatibili con l’equilibrio ambientale e con la capacità di carico dei sistemi naturali, tramite il recupero del patrimonio edilizio esistente mediante opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia da effettuarsi secondo le prescrizioni generali. 51 È ammesso l’ampliamento della volumetria esistente entro il massimo del 10% per l’adeguamento igienico, con esclusione degli immobili di valore storico-artistico ed ambientale- paesistico. È consentita la recinzione della proprietà private salvaguardando il passaggio della fauna minore; è consentita la continuazione di esercizio dei campeggi organizzati già esistenti nelle aree destinate a tale scopo ed appositamente attrezzate. 3.3.0 - Zona “C” – Area di riqualificazione dei centri abitati di promozione e sviluppo economico e sociale. L’area comprende gli insediamenti antichi, isolati e/o accentrati, di interesse storico ed ambientale integrati o non con gli insediamenti di recente realizzazione. Nella zona “C” vigono le seguenti norme oltre quelle generali di salvaguardia di cui al punto 2) e quelle di cui ai punti <<3.2.1>>, <<3.2.2>>,<<3.2.3>>, <<3.2.4>> e <<3.2.5>> della zona “B”.

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

10. RISORSE NATURALI, PRODUZIONE RIFIUTI, INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI 10.1 ZPS PICENTINI – HABITAT

52

Figura 4.37 ZPS “Picentini” IT8040021

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA COMUNE DI MONTEMARANO

Altezza Codice sito Regione Area Latitudine Longitudine Altezza minima massima bio-geografica [ha] [m.s.l.m.m] [m.s.l.m.m]

IT8040021 Mediterranea 63761 40 46 53 E 14 58 46 200 1808

Zona di Appartenenza competenza all’Ambito Coincidenza o Territoriale Comuni attraversati intersecazione Area Ottimale Area con altre aree protette esterna compresa ai Parchi in area Parco

Acerno (SA) Bagnoli PR Picentini comprende quasi totalmente SIC- Irpino (AV) Calabritto PR Picentini IT8040010, SIC-IT8040011, SIC- (AV) Calvanico (SA) X PR Picentini IT8040012, SIC-IT8040014, SIC- Campagna (SA) PR Picentini IT8040009, SIC-IT8050027, SIC- Caposele (AV) X X PR Picentini IT8050052 Castelvetere sul Calore (AV) PR Picentini Castiglione dei Genovesi (SA) PR Picentini Chiusano San Domenico (AV) PR Picentini Eboli (SA) PR Picentini Fisciano (SA) PR Picentini Giffoni Sei Casali (SA) X X PR Picentini Giffoni Valle Piana (SA) PR Picentini (AV) PR Picentini Montecorvino Rovella (SA) X X PR Picentini Montella (AV) Montemarano PR Picentini Parziale (40%) (AV) Montoro Inferiore (AV) PR Picentini 53 Montoro Superiore (AV) PR Picentini Nusco (AV) PR Picentini Olevano sul Tusciano (SA) PR Picentini Oliveto Citra (SA) PR Picentini Salza Irpina (AV) X PR Picentini San Cipriano Picentino (SA) PR Picentini San Mango Piemonte (SA) San PR Picentini Mango sul Calore (AV) Santa PR Picentini Lucia di Serino (AV) Santo PR Picentini Stefano del Sole (AV) PR Picentini Senerchia (AV) PR Picentini Serino (AV) PR Picentini (AV) PR Picentini Sorbo Serpico (AV) PR Picentini PR Picentini PR Picentini

Caratteristiche generali Descrizione Popolamenti vegetali tra i più rappresentativi dell'Appennino campano, praterie xerofile Qualità ed importanza con specie endemiche. Foreste di caducifoglie. Stazioni spontanee di Pinus nigra. Importantissimi l'avifauna, i mammiferi (presenza di Canis lupus), gli anfibi ed i rettili

Rischi dovuti principalmente all'intenso allevamento di bestiame, sviluppo rete stradale, Vulnerabilità pressione antropica per turismo

Massiccio appenninico di natura calcarea e dolomitica, con presenza di fiumi incassati Altre caratteristiche del sito in valloni profondamente incisi. Fenomeni di carsismo

COMUNE DI MONTEMARANO

Tipi di habitat presenti Superficie coperta Aree non forestali coltivate con piante legnose (inclusi frutteti, oliveti,vigneti, pascoli 10 % arborati) Prati magri, steppe 20% Corpi d’acqua interni (acque stagnanti e correnti) 10% Brughiera, macchia, macchia mediterranea e gariga, phygrana 10% Boschi di latifoglie decidue 20% Boschi misti 20% Altri habitat (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 5% Habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi e ghiacci perenni 5% Copertura totale habitat 100%

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE)

Superfici Superficie Grado di Valutazione Codice Tipo Rappresentatività e relativa conservazione globale coperta 9210 * Faggeti degli 10% Appennini con B B B A Taxus e Ilex 6210 Formazioni erbose 20% secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco- Brometalia) (* A C B B notevole fioritura di orchidee)

5330 Arbusteti termo- 10 % 54 mediterranei e pre- B C B B desertici 92A0 Foreste a galleria 2% di Salix alba e B C B C Populus alba

9220* Faggeti degli 1% Appennini con Abies alba e faggeti con B C B A Abies nebrodensis

7220* Sorgenti 1% petrificanti con formazione di A C A A travertino (Cratoneurion)

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE)

6220* Percorsi 10 % substeppici di graminacee e B C B A piante annue dei Thero-Brachy- podietea

6430 Bordure planiziali, 1 % montane e alpine di megaforbie B C B C idrofile

9260 Boschi di 10% Castanea sativa B C B B

COMUNE DI MONTEMARANO

9340 Foreste di 5 % Quercus ilex e B C B B Quercus rotundifolia 8210 Pareti rocciose 5 % calcaree con A C A A vegetazione casmofitica 6510 Praterie magre 5% da fieno a bassa altitudine (Alopecurus D pratensis, Sanguisorba officinalis)

3260 Fiumi delle 1 % pianure e montani con vegetazione del A C A B Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion

3130 Acque stagnanti, 1 % da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei D Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto- Nanojuncetea

8310 Grotte non 1 % ancora sfruttate a A C A A livello turistico *Habitat prioritari 55

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) Conservazion Codice Specie Popolazione Isolamento Valutazione globale e A080 Circaetus C B C B gallicus

Circus A081 C C C C aeruginosus

Circus A084 C B C pygargus

A082 Circus cyaneus D

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE)

A077 Neophron D percnopterus

A338 Lanius collurio C B C

A246 Lullula arborea C B C

Anthus A255 C B C campestris

A073 Milvus migrans C B C B

A074 Milvus milvus C B C B

Falco A103 C B C B peregrinus

Dryocopus A236 C B C B martius

COMUNE DI MONTEMARANO

A346 Pyrrhocorax C B C B pyrrhocorax

A321 Ficedula C B C B albicollis

A072 Pernis apivorus C B C B

Dendrocopos A238 C B C B medius

Caprimulgus A224 C B C B europaeus

Falco A101 C B C B biarmicus

Aquila A091 C B C B chrysaetos

A283 Turdus merula C B C B

A210 Streptopelia C B C B turtur

Turdus A285 C B C B philomelos

Turdus A287 C B C B viscivorus

Columba A208 C B C B palumbus

Alauda A247 C B C B arvensis

A286 Turdus iliacus C B C B Coturnix 56 A113 C B C B coturnix

Scolopax A155 C B C B rusticola

A284 Turdus pilaris C B C B

A253 Delichon urbica C B C B

A086 Accipiter nisus C B C B

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE)

A087 Buteo buteo C B C B

A096 Falco tinnunculus C B C B

A212 Cuculus canorus C B C B

A226 Apus apus C B C B

A366 Carduelis cannabina C B C B

A318 Regulus ignicapillus C B C B

A232 Upupa epops C B C B

A251 Hirundo rustica C B C B

A359 Fringilla coelebs C B C B

A260 Motacilla flava C B C B

A262 Motacilla alba C B C B

A269 Erithacus rubecula C B C B

COMUNE DI MONTEMARANO

A271 Luscinia C B C B megarhynchos

A273 Phoenicurus ochruros C B C B

A274 Phoenicurus C B C B phoenicurus

A276 Saxicola torquata C B C B

A277 Oenanthe oenanthe C B C B

A314 Phylloscopus sibilatrix C B C B

A315 Phylloscopus collybita C B C B

A337 Oriolus oriolus C B C B

A351 Sturnus vulgaris C B C B

A359 Fringilla coelebs C B C B

A125 Fulica atra C B C B

A319 Muscicapa striata C B C B

A289 Cisticola juncidis C B C B

A311 Sylvia atricapilla C B C B

A364 Carduelis carduelis C B C B

A278 Oenanthe hispanica C B C B

A305 Sylvia melanocephala C B C B

A356 Passer montanus C B C B

A281 Monticola solitarius C B C B

A265 Troglodytes C B C B 57 troglodytes

A267 Prunella collaris C B C B

A383 Miliaria calandra C B C B

A233 Jynx torquilla C B C B

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE)

A363 Carduelis chloris C B C B

A361 Serinus serinus C B C B

A377 Emberiza cirlus C B C B

Mammiferi (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

Rhinolophus 1303 C A C A hipposideros Rhinolophus 1304 ferrumequinum C A C A 1305 Rhinolophus euryale C A C A

1307 Myotis blythii C A C A

1310 Miniopterus C A C A schreibersii

1324 Myotis myotis C A C A

COMUNE DI MONTEMARANO

1352 Canis lupus C B B B

1355 Lutra lutra C A C A

Anfibi e rettili (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1193 Bombina variegata C A C A

Salamandrina 1175 C A C A terdigitata Elaphe V 1279 C B C B quatuorlineata

1167 Triturus carnifex C B A C

Pesci (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1108 Salmo macrostigma D

1096 Lampetra planeri C B C B

1136 Rutilus rubilio C B C B

1137 Barbus plebejus C B C B

D 58 1120 Alburnus albidus

Invertebrati (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1062 Melanargia arge C B C B

1087 Rosalia alpina C A B A

1092 Austropotamobius pallipes C B A B

Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Specie Popolazione Triturus italicus Presenza

Hyla italica Rara Anfibi Rana italica Presenza Rana dalmantina Presenza Salamandra salamandra gigliolii Presenza Anguis fragilis Rara

Chalcides chalcides Rara

Coluber viridiflavus Presenza

COMUNE DI MONTEMARANO

Coronella austriaca Rara

Rettili Lacerta bilineata Rara Natrix tesselata Presenza

Podarcis muralis Presenza

Podarcis sicula Presenza

Elaphe longissima Rara

Mammiferi Felis silvestris Comune Aquilegia champagnati R ara

Armeria macropoda Rara

Rhinanthus wettsteinii Presenza

Asperula calabra Comune Festuca calabrica Rara Pesci Santolina neapolitana Presenza

Trifolium brutium Presenza

Verbascum rotundifolium Presenza

Galium palaeoitalicum Comune

Globularia neapolitana Comune

Oxytropis caputoi Presenza

59

COMUNE DI MONTEMARANO

10.2 SIC MONTE TUORO – HABITAT

60

Figura 4.23 SIC “Monte Tuoro” IT8040012 (www.minambiente.it)

COMUNE DI MONTEMARANO

Altezza Regione bio- Area Altezza minima Codice sito Latitudine Longitudine massima geografica [ha] [m.s.l.m.m] [m.s.l.m.m]

IT8040012 Mediterranea 2188 40 55 18 E 14 56 32 800 1432

Zona di competenza Appartenenza Coincidenza o all’Ambito Comuni attraversati intersecazione con altre Territoriale Area aree protette Ottimale Area esterna ai compresa in Parchi area Parco

Chiusano San Domenico (AV) x x PR Picentini coincide quasi totalmente Montemarano (AV) x x PR Picentini con ZPS-IT8040021 Castelvetere sul Calore (AV) PR Picentini // Totale Parolise (AV) x PR Picentini // Salza Irpina (SA) // San Mango sul Calore (AV) // //

Caratteristiche generali Descrizione Interessante avifauna nidificante (Lanius collurio, Anthus campestris) ed Qualità ed importanza erpetofauna 61 Rischi potenziali dovuti ad un eccessivo sfruttamento del territorio per Vulnerabilità l'allevamento e l'agricoltura. Aumento della rete stradale a scopi turistici Altre caratteristiche del Massicio calcareo appenninico, a tratti coperto da materiale vulcanico, con estesi sito fenomeni carsici e glaciali

Tipi di habitat presenti Superficie coperta

Prati magri, steppe 30% Altri seminativi 10% Boschi misti 25% Boschi di latifoglie decidue 30% Habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiose, nevi e ghiacci perenni 5% Copertura totale habitat 100%

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Superficie Superficie Grado di Valutazione Codice Tipo Rappresentatività coperta relativa conservazione globale Percorsi substeppici di 6220* graminacee e 10% C C B B piante annue dei Thero- Brachypodietea

Foreste di 9260 20% B C B B Castanea sativa

COMUNE DI MONTEMARANO

Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da 6210 cespugli su 20% C C B B substrato calcareo (Festuco- Brometalia)

(*stupenda fioritura di orchidee) Pareti rocciose 8210 calcaree con 5% B C B B vegetazione casmofitica Faggeti degli 9210* Appennini con 10% B B C C Taxus e Ilex *Habitat prioritari

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

A073 Milvus migrans C C C B

A155 Scolopax rusticola C B C B

A246 Lullula arborea C B C B

A255 Anthus campestris C B C B A338 Lanius collurio C B C B 62 A283 Turdus merula C B C B

A285 Turdus philomelos C B C B

A113 Coturnix coturnix C B C B

Mammiferi (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Valutazione Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento globale 1303 Rhinolophus hipposideros C A C A Rhinolophus 1304 C A C A ferrumequinum 1305 Rhinolophus euryale C A C A

1324 Myotis myotis C A C A

1352 Canis lupus C B B B

1307 Myotis blythii C A C A

1310 Miniopterus schreibersii C A C A

Anfibi e rettili (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1193 Bombina variegata C A C A

1167 Triturus carnifex C B C B

1279 Elaphe quatuorlineata C B C B

COMUNE DI MONTEMARANO

Invertebrati (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1062 Melanargia arge C A C A

Altre specie importanti di flora e fauna

Gruppo Specie Popolazione

Triturus italicus Comune

Hyla italica Rara

Anfibi Rana dalmantina Rara

Rana italica Rara

Salamandra salamandra gigliolii Rara

Coluber viridiflavus Comune

Anguis fragilis Rara

Elaphe longissima Rara

Rettili Lacerta bilineata Comune

Podarcis sicula Comune

Podarcis muralis Rara

Chalcides chalcides Rara

Coronella austriaca Rara 63 Mammiferi Felis silvestris Molto rara

Invertebrati Lucanus tetraodon Presenza

COMUNE DI MONTEMARANO

10.3 SIC PIANA DEL DRAGONE– HABITAT

64

Figura 4.25 SIC “Piana del Dragone” IT8040014 (www.minamabiente.it)

COMUNE DI MONTEMARANO

Altezza Regione bio- Area Altezza minima Codice sito Latitudine Longitudine massima geografica [ha] [m.s.l.m.m] [m.s.l.m.m]

IT8040014 Mediterranea 686 40 53 25 E 14 56 45 667 680

Zona di competenza Appartenenza all’Ambito Coincidenza o intersecazione

Territoriale Comuni attraversati con altre aree protette Ottimale Area Area esterna compresa in ai Parchi area Parco

Montemarano (AV) x PR Picentini coincide quasi totalmente con Totale Castelvetere sul Calore x PR Picentini ZPS-IT8040021 (AV) x PR Picentini // Volturara Irpina (AV) //

Caratteristiche generali Descrizione Ampi torbiere che ospitano una ricca fauna di anfibi. Interessante avifauna Qualità ed importanza nidificante (Lanius collurio) Rischi derivanti da un eccessivo sfruttamento del territorio per allevamento ed Vulnerabilità agricoltura. Aumento della rete stradale. Eccesso di drenaggio

Altre caratteristiche del Ampia depressione glaciale dei Monti Picentini, interessata da estesi fenomeni carsici. sito Abbondanti precipitazioni nel corso dell'anno che generano zone umide

Tipi di habitat presenti Superficie coperta

Prati magri, steppe 80% 65 Altri seminativi 20% Copertura totale habitat 100%

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Superficie Superficie Grado di Valutazione Codice Tipo Rappresentatività coperta relativa conservazione globale Praterie magre da fieno a bassa altitudine 6510 (Alopecurus 20% D pratensis, Sanguisorba officinalis)

Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con 3130 vegetazione dei 2% D Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto- Nanojuncetea

Bordure planiziali, montane e alpine 6430 di megaforbie 1% D igrofile

COMUNE DI MONTEMARANO

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Fiumi delle pianure e montani con 3260 vegetazione del 1% D Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion

Foreste a 92A0 galleria di Salix 1% D alba e Populus alba *Habitat prioritari

Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

A125 Fulica atra C B C B

A261 Motacilla cinerea C B C B

A262 Motacilla alba C B C B

A361 Serinus serinus C B C B

A363 Carduelis chloris C B C B

A364 Carduelis carduelis C B C B

A338 Lanius collurio C B C B

A247 Alauda arvensis C B B B A113 Coturnix coturnix C B C B 66 A283 Turdus merula C B C B

A285 Turdus philomelos C B C B

A155 Scolopax rusticola C C C B

A232 Upupa epops C B C B

A251 Hirundo rustica C B C B

A253 Delichon urbica C B C B

A351 Sturnus vulgaris C B C B

Mammiferi (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE) Valutazione Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento globale 1303 Rhinolophus hipposideros C A C A Rhinolophus 1304 C A C A ferrumequinum 1305 Rhinolophus euryale C A C A

1324 Myotis myotis C A C A

1307 Myotis blythii C A C A

1310 Miniopterus schreibersii C A C A

Anfibi e rettili (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

COMUNE DI MONTEMARANO

1193 Bombina variegata C A C A

1167 Triturus carnifex C B C B

1279 Elaphe quatuorlineata C B C B

Invertebrati (elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE)

Codice Specie Popolazione Conservazione Isolamento Valutazione globale

1062 Melanargia arge C B C B

Altre specie importanti di flora e fauna

Gruppo Specie Popolazione

Triturus italicus Rara

Anfibi Hyla italica Rara

Rana dalmatina Rara

Coluber viridiflavus Comune

Anguis fragilis Rara

Elaphe longissima Rara Rettili Lacerta bilineata Comune

Podarcis sicula Comune

Podarcis muralis Rara

Chalcides chalcides Rara

Invertebrati Lucanus tetraodon Presenza 67

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11. RISCHIO INCIDENTI PER QUANTO RIGUARDA, LE SOSTANZE LE TECNOLOGIE UTILIZZATE Non esisteranno possibili rischi legato ad incidenti, non essendo previste alcune attività che potrebbero indurli.

12. AREA VASTA DI INFLUENZA DI PIANI-PROGETTI- INTERFERENZE CON IL SISTEMA AMBIENTALE INTEREFERENZE DEL PIANO CON LE COMPONENTI ABIOTICHE, BIOTICHE E ECOLOGICHE Il PUC risulta imperniato sulla tutela degli aspetti ambientali in ottemperanza ai vincoli legislativi esistenti ed in aderenza ai criteri di sviluppo sostenibile. In particolare verranno analizzate le possibili tipologie di effetti che possono interessare i siti in argomento. Nel territorio comunale, come già detto in precedenza, insistono 3 siti appartenenti alla rete Natura 2000. Per la stima degli effetti delle azioni di piano, si precisa, come già emerso nei paragrafi precedenti che solo due azioni di piano ricadono nella ZPS di Monti Picentini e trattasi di azioni con un limitatissimo impatto sul paesaggio trattandosi del recupero e valorizzazione di una sentieristica già 68 esistente e la valorizzazione e conservazione ambito Ricettivo consolidato ed anche in questo caso trattasi di una struttura già esistente per la quale si prevedono solo interventi di miglioramento ed adeguamento La valutazioni che seguono si riferiscono alle azioni di piano ad essi associate.

COMPONENTI BIOTICHE AZIONI PUC ACQUA ARIA SUOLO RUMORE RIFIUTI gli interventi non è Non si prevede possibili non quantificabile incremento di il consumo risulterà saranno previste 1.1.1 Individuazione lo stato dell’aria alcun consumo inesistente, in nei periodo di e sistemazione risulterà identico a incremento d’acqua né di quanto trattasi di cova e di rotta sentieri su tutto il quello attuale dell’attuale aumento salvaguardia della fase territorio Comunale produzione di degli scarichi migratoria delle rifiuti specie presenti gli interventi il consumo manutentivi non è Non si prevede risulterà non saranno quantificabile incremento di 1.1.3 Valorizzazione lo stato dell’aria inesistente, in previste alcun e conservazione consumo risulterà identico a quanto trattasi di nei periodo di incremento ambito Ricettivo d’acqua quello attuale valorizzazione e cova e di rotta dell’attuale consolidato né di aumento conservazione della fase produzione di degli scarichi dell’esistente migratoria delle rifiuti specie presenti

VI – VALUTAZIONE D’INCIDENZA

COMUNE DI MONTEMARANO

AZIONI PUC COMPONENTI BIOTICHE I sentieri, appositamente censiti e rappresentati nelle tavole della zonizzazione del PUC sono assoggettati a valorizzazione a fini turistici e sportivi (trekking, mountain bike, ecc.), mediante la relativa sistemazione e manutenzione periodica, per consentirne la percorribilità, senza alcuna modifica delle 1.1.1 Individuazione e sistemazione caratteristiche sentieri su tutto il Originarie. Gli stessi, inoltre, sono comunque già stati regolamentati dalle norme del Parco dei Monti territorio Comunale Picentini e dalle norme del Piano Territoriale Paesistico le cui norme sono recepite dal PUC. Si ritiene che tale azione non generi nuovi impatti negativi significativi con gli habitat esistenti, ma al più tenterebbe a migliorare le condizioni di conservazione del territorio su cui insistono. Per tale azione il PUC prevede la riqualificazione di una struttura esistente. 1.1.3 Valorizzazione Di fatto quindi si agisce sul costruito non creando nuove strutture, quindi l’impatto negativo sulle e conservazione ambito Ricettivo componenti biotiche ed ecologiche potrebbe interessare al più il disturbo ecologico alle connessioni consolidato dovuto alla realizzazione di nuove sistemazioni esterne, oltre ad un’alterazione temporanea degli habitat in fase di cantiere .

12. INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI Le mitigazioni consistono in tecniche o processi naturali che tendono ad eliminare gli impatti, in modo che lo stato originario possa essere ripristinato. Da quanto riportato nei precedenti paragrafi dall’esame dei possibili impatti o minacce gravanti sullo stato di conservazione dei siti, dall’analisi degli obiettivi strategici del PUC, ne consegue la possibile messa in atto di una serie di azioni od interventi particolari volti a mitigare o minimizzare specifici fattori di disturbo o di minaccia che possono verificarsi durante la fase attuativa del P.U.C; pertanto 69 tali interventi di mitigazione interesseranno i seguenti aspetti: Suolo Dal punto di vista idraulico, dovranno essere minimizzate le superfici impermeabilizzate, prevedendo l’impiego di pavimentazioni permeabili o semipermeabili, con particolare riferimento alle aree di parcheggio. Mantenere un’alta percentuale di suolo permeabile per il deflusso delle acque meteoriche, così come per evitare il più possibile l’effetto isola di calore. Regolamentazione del pascolo e controllo sui prodotti chimici utilizzati per la fertilizzazione dei campi Acqua Dovranno essere rispettate le prescrizioni del D.Lgs. n.152/2006 e s.m.i. per le zone di rispetto dei pozzi idropotabili. Aria, l’eventuale contaminazione chimica dell'atmosfera, dovuta ai gas di scarico dei mezzi d'opera per il trasporto di materiali e per i movimenti di terreno necessari alla costruzione dell’opera, e le emissioni di polvere, dovute alle operazioni di scavo saranno mitigate sia dall’uso di macchine ed attrezzature in efficiente stato di manutenzione che dalla razionale esecuzione delle opere previste con minimizzazione degli eventuali impatti e del dispendio di risorse. Tutti gli eventuali impatti di questo tipo, sono da considerare transitori e quindi compatibili;

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Rumore, inquinamento: mitigati dalla specifica disciplina prevista dal PUC, e dalle normative preesistenti; eventuali effetti sono transitori e di entità tale da non procurare alterazioni od effetti permanenti sulla fauna del sito; Flora, fauna, rete ecologica: l’attuazione del piano verrà effettuata senza provocare alterazioni alle componenti biotopiche e biocenotiche dell’ecosistema del sito, quindi senza produrre distruzione fisica degli habitat, ne tantomeno favorire l’introduzione di specie alloctone con ripercussioni sulla speciografia tipica; in definitiva l’attuazione del PUC avverrà nel pieno rispetto delle norme di tutela vigenti. • Le eventuali nuove piantumazioni dovranno essere caratterizzate dall’utilizzo di specie autoctone, coerenti con la fauna fitoclimatica in questione. • Restauri e ricostruzioni dovranno salvaguardare le nicchie riproduttive. • Recinzioni, in ferro o legno di dimensione e disegno tale da non impedire il passaggio e la libera circolazione delle specie prima definite. • Qualsiasi lavoro a farsi dovrà essere realizzato in periodi non corrispondenti a quelli di riproduzione e di nidificazione della fauna.

13. CONCLUSIONI Da un’attenta analisi delle previsioni contenute nel PUC, attraverso tutti gli elaborati che lo 70 compongono e che costituiscono parte integrante e sostanziale dello stesso, si può affermare che il proposto Piano non presenta effetti negativi sulla conservazione della biodiversità, ed eventuali impatti e/o minacce avversi, che si verrebbero a determinare sia in fase di cantiere che di esercizio, saranno minimizzati dagli interventi di mitigazione previsti; infatti l’attuazione del PUC non comporterà la distruzione di habitat, né l’introduzione di specie alloctone, né l’alterazione di elementi biotopici, tutti fattori questi che comportano la perdita di biodiversità. L’osservanza delle suddette misure si reputa sufficiente a migliorare o a rimuovere le incidenze negative evidenziate in sede di analisi. Di conseguenza si deduce che la pianificazione prevista nella proposta di PUC, oggettivamente, non produrrà effetti negativi significativi su ZPR e SIC presenti nell' ambito territoriale di Montemarano.