Preistoria Alpina, 46 II (2012): 67-75 ISSN 0393-015767 © Museo delle Scienze, Trento 2012

XLII Riunione scientifica dell’I.I.P.P. L’arte preistorica in Italia. Trento, Riva del Garda, , 9-13 ottobre 2007

La figura del labirinto in Valcamonica: sintesi e confronti

Silvana Gavaldo

Centro Camuno di Studi Preistorici - Dipartimento Valcamonica e Lombardia, Via Sommavilla 12, 25050 (BS), Italia E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected]

RIASSUNTO - La figura del labirinto in Valcamonica. Confronti iconografici - La comunicazione prende in esame il catalogo completo delle figure di labirinto incise in Valcamonica, alla luce delle recenti nuove scoperte. I 15 labirinti finora noti, che costituiscono l’insieme più numeroso di tale simbolo in un unico sito e che sono associati prevalentemente con figure di armati, ornitomorfi, asce, si datano entro un arco cronologico compreso tra l’antica e la medio-tarda età del Ferro, con il sospetto di un inizio più antico del soggetto (età del Bronzo tarda o finale). La comunicazione prende quindi brevemente in esame i confronti iconografici del labirinto nell’arte rupestre soprattutto europea, quindi considera il simbolo entro i miti classici, le fonti letterarie antiche e i dati antropologici, inserendo i labirinti incisi in Valcamonica nel più ampio quadro del pensiero mitico-simbolico delle origini dell’Europa.

SUMMARY - Labyrinths in Valcamonica Rock Art - The paper analyzes the catalogue of the figures of labyrinths engraved in Valcamo- nica, recently increased with new discoveries. The 15 figures of labyrinths, related mostly with engravings of warriors, bird figures, axes, are dated from Early to Middle and Late Iron Age. Some of the figures could be earlier, dating up to Late and Final Bronze Age. The paper briefly examines the evidences of labyrinths in other rock-art sites, then considers the symbol in myths, classical literature, and anthropo- logical data, connecting the labyrinths engraved in Valcamonica with the wider context of the origin of European society in Early Iron Age.

Parole chiave: Arte postglaciale, Valcamonica, labirinto, età del Ferro, età del Bronzo. Key words: Post-glacial art, Valcamonica, labyrinth, Iron Age, Bronze Age.

1. INTRODUZIONE te (leggende, usanze etc. relative a figure labirintiche). In questo modo emergono ambiti di significato e as- Nel grande patrimonio iconografico delle incisioni sociazioni ricorrenti, utili ad illuminare di maggior signifi- rupestri preistoriche della Valcamonica, particolare rilevanza cato anche il segno inciso in Valcamonica. acquista il simbolo del labirinto. Censite e ed analizzate una prima volta con accurata sistematicità da A. Zanettin (1975), In questa sede non è possibile dar conto della do- le figure di labirinto sono state anche in seguito oggetto di cumentazione completa che si è analizzata e prodotta: pro- tesi di laurea. Se ne rende ora necessaria una ulteriore, più cederemo fornendo una sintesi esemplificativa dei risultati ampia analisi per il susseguirsi delle nuove scoperte negli raggiunti attraverso questo processo metodologico. ultimi anni e per la necessità metodologica di considerare an- che i confronti iconografici con altre aree con arte rupestre. 3. Definizione del labirinto

2. Premessa metodologica Occorre anzitutto chiarire che con il termine labi- rinto definiamo la raffigurazione di un percorso che da un Per procedere all’analisi sistematica della figura del punto d’accesso conduce a un centro attraverso circonvolu- labirinto infatti occorre, anzitutto, aver definito un catalogo zioni (abitualmente 7) con andamento pendolare (ambagi), ragionato del segno, da cui evincere la distribuzione sul ter- rendendo necessarie almeno tre inversioni di percorso. Una ritorio, la relazione con le concentrazioni di arte rupestre, volta raggiunto il centro, per uscire occorre ripercorrere la datazione e le associazioni più frequenti con le altre tipo- all’inverso il cammino fatto (Fig. 1). logie di incisioni. In questa accezione il labirinto si differenzia dalla Occorre quindi procedere alla ricerca dei confronti, an- concezione comune del termine, che indica generalmente zitutto con altre aree con arte rupestre e con reperti materiali un percorso con continue scelte e vicoli ciechi ovvero una che presentino figure di labirinto (confronti iconografici e di situazione intricata, di difficile soluzione, ove è difficile ambito cronologico), poi con l’insieme delle fonti letterarie orientarsi e da cui è difficile uscire, antiche, infine con i dati antropologici riferiti sia all’età antica Tuttavia, alla sua origine la rappresentazione del la- (il mito classico del labirinto cretese) che al folclore più recen- birinto indicava un percorso obbligato, senza intrichi fuor- 68 Gavaldo La figura del labirinto in Valcamonica

Fig. 1 - Valcamonica, Campanine Fig. 2 - Valcamonica, Verdi roccia n. 1. Fig. 3 - Tintagel, Cornovaglia. Incisione di labirinto di Cimbergo roccia n. 1. Il labirin- Labirinto irregolare a meandri. (Foto Di- datata al XVIII-XV secolo a.C. (Da Kern 1981). to ha una struttura di tipo cretese. partimento Valcamonica e Lombardia del Fig. 3 - Tintagel, Cornwall. Engraved labyrinth from (Foto Dipartimento Valcamonica e CCSP). the XVIII-XV century b. C. (from Kern 1981). Lombardia del CCSP). Fig. 2 - Valcamonica, Verdi, rock n. 1. Ir- Fig. 1 - Valcamonica, Campanine regular labyrinth of the “meander” type. di Cimbergo, rock n.1. The laby- (Photo by Dipartimento Valcamonica e rinth’s structure is the same as the Lombardia del CCSP). Cretan type. (Photo by Diparti- mento Valcamonica e Lombardia del CCSP).

vianti. Un percorso, comunque, disorientante, apparente- Come appunto il Meandro di Frigia serpeggia con chiare mente caotico dove il viandante perde i punti di riferimento correnti e con imprevedibile corso ora ritorna ora proce- e la percezione della distanza dal centro. de: vede le onde che debbono giungere, allorché ripiega venendo incontro a se stesso, e spinge le acque in senso 3. 1. Labirinti e meandri mutevole, ora verso le sorgenti, ora verso l’aperto mare; così Dedalo profonde inganni in percorsi senza numero.” In questo senso il labirinto è stato avvicinato ai me- (Ov., Metam. VIII, vv. 159-167, Bompiani 1988, andri e alle spirali, con cui forse condivide sia l’origine trad. di Enrico Oddone). grafica della rappresentazione che l’andamento per svolte, oltre al motivo dell’andata-ritorno. A livello concettuale il meandro e il labirinto pre- Il labirinto comunque si differenzia graficamente sentano una analogia: il percorso labirintico classico infatti dal meandro che è un disegno a linee - spezzate o sinuose procede con un movimento pendolare assimilabile all’anda- - che comporta un percorso tortuoso, non necessariamente mento dei meandri; ma mentre questi hanno uno sviluppo simmetrico o ritmico anche se spesso la formulazione cerca lineare, il labirinto si avvolge su se stesso e il termine è anche una certa armonia. il centro; inoltre il labirinto e il meandro nelle rappresenta- Le monete di Cnosso a Creta (V-III sec. a.C.) re- zioni antiche sono univiari, cioè non presentano difficoltà cano spesso come emblema e il labirinto e il Minotauro. di scelta durante il cammino: la scelta va effettuata prima Frequentemente al Minotauro si associa anche un simbolo di entrare, a livello interpretativo è la scelta di affrontare la grafico a meandri, a greche o a svastica. Le due formula- prova, di cimentarsi col rischio della sconfitta, dell’insucces- zioni sembrano equivalenti, come se meandro/meandro a so, di una morte senza rinascita. Il meandro non deve essere svastica e labirinto fossero intercambiabili. Nella pittura necessariamente ripercorso all’inverso; percorrere il labirin- vascolare greca il tema del Minotauro è ripreso frequente- to, invece, prevede la necessità di un ritorno. Chi percorre il mente, ma il labirinto è costantemente reso mediante mean- labirinto è in cammino verso un punto “centrale”, profondo, dri, doppie spirali o svastiche. dove avviene la rivoluzione (“re-volvere”, voltarsi indietro), Ovidio, poeta latino di età augustea, dà questa rap- il mutamento di prospettiva, che consente la risalita. presentazione del Labirinto di Cnosso e lo confronta con i La qualità del percorso, il senso di dis-orientamento meandri di un fiume: indotto dai continui cambi di direzione, la necessità di una scelta a priori: questi sono elementi che accomunano labi- “Notissimo per l’abilità nell’arte di costruire, Deda- rinti e meandri. lo si accinge all’opera: sconvolge ogni indizio di orienta- Vedremo che in Valcamonica si trovano forme ibri- mento e trae in inganno gli occhi col rigiro tortuoso di sva- de di labirinti che non presentano la regolarità classica della riati passaggi (ducit in errorem variarum ambage viarum). struttura (Fig. 2). Li abbiamo comunque voluti considerare Preistoria Alpina, 46 II (2012): 67-75 69

Fig. 4 - Carta di distribuzione dei labirinti in Valcamonica nel contesto dei siti con arte rupestre (Elaborazione Centro Camuno di Studi Preistorici). Fig. 4 - Distribution map of the labyrinth pattern in Valcamonica, within the context of rock-art sites. (By Centro Camuno di Studi Prei- storici).

in questa sede, anche per tener conto dell’esplicita ambi- è ben nota la vicenda del Minotauro, essere mostruo- guità e quasi intercambiabilità che si riscontra in epoca an- so rinchiuso da Minosse di Creta in una costruzione apposi- tica tra il percorso labirintico e quello a meandri. tamente ideata dall’architetto Dedalo a Cnosso: il Labirinto.

Il principe di Atene Teseo giunge a Creta con altri 4. Il mito cretese del labirinto 14 giovani ostaggi ateniesi, vittime sorteggiate per il Mino- tauro, e con l’aiuto di Arianna penetra nel Labirinto, affron- Nella nostra cultura occidentale, il concetto di la- ta il Minotauro, lo uccide e ritorna alla luce; tutti i giovani birinto ha un preciso contesto mitico di riferimento. Inda- quindi riprendono il mare per tornare ad Atene e durante il gare il contesto di un simbolo comporta necessariamente viaggio si fermano a Nasso (dove Teseo abbandona Arian- l’analisi delle strutture del mito, che sovente ne maschera na), poi a Delo (dove ringraziano Apollo per l’aiuto con- e - per così dire - riveste scenograficamente le componenti cesso nell’impresa e Teseo guida una danza che riproduce il significativamente più profonde. tracciato labirintico). All’arrivo la nave è avvistata dall’alto 70 Gavaldo La figura del labirinto in Valcamonica

Fig. 5 - Valcamonica Naquane roccia n. 1. Il “grande labirinto” (Foto E. Fig. 6 - Valcamonica, Verdi roccia n. 1. Particolare del Anati). rilievo del settore A. (Rilievo Dipartimento Valcamoni- Fig. 5 - Valcamonica, Naquane, rock n. 1. The “great labyrinth”(Photo by ca e Lombardia del CCSP). E. Anati). Fig. 6 - Valcamonica, Verdi, rock n. 1A. Detail of the tracing of the engravings. (Tracing by Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP).

Fig. 7 - Valcamonica, Zurla roccia n. 2. Parti- Fig. 8 - Valcamonica, Luine roccia n. 34. Rilievo del labirinto nel suo contesto (Rilievo colare del settore L con i 2 labirinti e una spira- Centro Camuno di Studi Preistorici). le (Foto Dipartimento Valcamonica e Lombar- Fig. 8 - Valcamonica, Luine, rock n. 34. Tracing of the labyrinth in its context (Tracing dia del CCSP). by Centro Camuno di Studi Preistorici). Fig. 7 - Valcamonica, Zurla rock n. 2L. Detail of the engravings of two labyrinths and a spiral (Photo by Dipartimento Valcamonica e Lom- bardia del CCSP). Preistoria Alpina, 46 II (2012): 67-75 71

Fig. 9 - Valcamonica, Campanine di Cimbergo roccia n. 5. Partico- Fig. 10 - Valcamonica, “Roccia del labirinto”. Partico- lare del labirinto graffito e semicancellato, in un contesto confuso lare del rilievo (Da Priuli 1993). di incisioni tardo antiche e di età storica (Rilievo Centro Camuno di Fig. 10 - Piancogno, “Labyrinth’s rock”. Detail of the tracing Studi Preistorici). (From Priuli 1993). Fig. 9 - Valcamonica, Campanine di Cimbergo, rock n. 5. Detail of the tracing of the labyrinth. The shape is scratched and partially erased, in a confuse context of signs from late prehistory and his- torical age (Tracing by Centro Camuno di Studi Preistorici). di una torre dal re di Atene Egeo che, per un malinteso, cre- di Minosse che morirà poco dopo. Viene così adombrata de fallita la missione e si uccide gettandosi in mare. Teseo la decadenza dei Minoici, dopo il predominio marittimo assume quindi il potere sull’Attica. che ne caratterizzava la cultura e che, nel mito, è all’ori- gine dell’hybris del re (sacrilega arroganza) che provoca Nella versione del mito che ci è stata tramandata da la collera divina e la nascita del Minotauro. Storicamente, Plutarco (II secolo d.C., Vita di Teseo, XV, XVI, XIX, XXI) il declino minoico è databile al XV secolo a.C. (media Teseo è il protagonista assoluto e si propone come colui che età del Bronzo); la prima idea di Labirinto avrebbe quindi riporta l’ordine e la giustizia, liberando Atene da un iniquo un’origine così antica. tributo. È colui che combatte i mostri, il disordine, il caos, è colui che affronta la prova a nome di tutti e ne esce confer- Dal punto di vista grafico, già nel XIII secolo a.C., mato guerriero, principe, Eroe. al termine della successiva fase micenea, il labirinto è chia- Sicuramente possiamo, almeno per l’età antica, par- ramente formulato sul retro di una tavoletta in argilla pro- lare di un mito iniziatico che conduce i giovani a prende- veniente da Pylos, nel Peloponneso. re parte, come cittadini e guerrieri, alla vita pubblica della Il segno deve quindi avere una gestazione più antica, loro società. E questa sarà la linea di lettura che via via avrà forme dapprima incerte e ibride poi via via perfezionatesi sempre più eco nei secoli… Ma è sempre stato così? nella soluzione perfetta e complessa che oggi riconosciamo La versione del mito è chiaramente una rielabo- come “labirinto”. razione attuata in ambiente ateniese: vi sono elementi La formulazione grafica del labirinto potrebbe essere apparentemente secondari, nella narrazione riportataci, derivata dai cerchi concentrici. Nell’età del Bronzo sono ri- che testimoniano una stratificazione e una rilettura, quasi correnti in tutta Europa i simboli circolari, che presentano a un’appropriazione del mito, tramite l’esaltazione di Te- volte un percorso diretto per raggiungere il centro. In certi casi seo eroe ateniese. Il gesto di Teseo sancisce la sconfitta l’elaborazione grafica del labirinto è già completa (Fig. 3). 72 Gavaldo La figura del labirinto in Valcamonica

Fig. 11 - Valcamonica, Dos del Mirichì. Rilievo del labirinto nel suo contesto associativo (Rilievo Centro Camuno di Studi Preistorici). Fig. 11 - Valcamonica, Dos del Mirichì. Tracing of the labyrinth and the surrounding, related engravings (Tracing by Centro Camuno di Studi Preistorici). Fig. 12 - Valcamonica, Verdi roccia n. 3. Particolare dei settori A e G, con i due labirinti nel loro contesto (Rilievo Dipartimento Valca- monica e Lombardia del CCSP). Fig. 12 - Valcamonica, Verdi, rock n. 3A-G. Details of the two labyrinths in their context (Tracing by Dipartimento Valcamonica e Lom- bardia del CCSP). Fig. 13 - Valcamonica, Campanine di Cimbergo roccia n. 1. Particolare con le figure associate al labirinto (Rilievo Dipartimento Valca- monica e Lombardia del CCSP). Fig. 13 - Valcamonica, Campanine di Cimbergo, rock n. 1. Detail of the engravings associated with the labyrinth (Tracing by Dipartimento Valcamonica e Lombardia del CCSP).

5. Il labirinto in Valcamonica gno, Luine), 13 sul versante sinistro: siti di Campanine di Cimbergo, Naquane (Fig. 5), Coren del Valento, Zurla, Ver- Al momento attuale1 sono state rinvenute in Valca- di2. Di essi, 4 sono labirinti irregolari a meandro (Verdi 1, 2, monica 15 figure di labirinti, così distribuite (Fig. 4): 3 sul versante orografico destro (siti di Dos del Mirichì, Pianco-

2 Due labirinti a Campanine di Cimbergo, tre a Naquane, uno a Coren del Valento, due a Zurla, quattro a Verdi. Il sito di Verdi è a volte 1 Aprile 2008. menzionato anche come I Verdi. Preistoria Alpina, 46 II (2012): 67-75 73

Sussiste l’ipotesi di una fase iniziale del labirinto nella età del Bronzo medio-tarda e finale. Tale arco cronologico corrisponde con altre fonti iconografiche del labirinto (per esempio la ben nota oino- choe di Tragliatella) e con la successiva diffusione dell’idea di labirinto anche nelle fonti letterarie classiche (per un pa- norama esaustivo si veda Cagiano de Azevedo M., 1958).

Le associazioni più ricorrenti per le figure di labirin- to in Valcamonica sono con incisioni di figure armate (Dos del Mirichì, Fig. 11; Luine; Campanine 1; Naquane 1 e 2, anche in duello; Verdi 3, Fig. 12); ornitomorfi (Campanine 1, Fig. 13; Naquane 1 e 2; Coren del Valento; Verdi 1 e 4); asce (Campanine 1, Verdi 1, Fig. 14).

6. Confronti

I confronti con l’arte rupestre ci segnalano labirin- ti incisi nelle isole britanniche (Fig. 15, anche nella for- mulazione dei cerchi concentrici), in Galizia (Fig. 16), nel Caucaso. Nei continenti extraeuropei è segno diffuso dall’America settentrionale (cultura degli indiani Hopi) all’India, dov’è usato come segno apotropaico sulle soglie ed è citato anche nel Mahabharata, poema epico indiano (fine I millennio a.C., Drona Parva, 33), associato ad eroi guerrieri e a schieramenti di combattimento. Sulla già citata oinochoe di Tragliatella nel labirinto è iscritto il termine truia e il segno è associato con guer- rieri, cavalieri e altre figure. Tali associazioni ci riportano alla cerimonia detta Troiae lusus nel mondo latino, descrit- ta da Virgilio in Eneide V, 591-633 in relazione all’usanza funebre di origine troiana di una specie di danza armata a cavallo che riprodurrebbe le circonvoluzioni del labirinto Fig. 14 - Valcamonica, Verdi roccia n. 1. Dettaglio di alcune figure cretese; tale usanza sarebbe rimasta in uso per le cerimo- associate al labirinto (Foto Dipartimento Valcamonica e Lombar- nie funebri di personaggi di rilievo fino almeno all’età dei dia del CCSP). Fig. 14 - Valcamonica, Verdi, rock n. 1. Some of the engravings Severi. associated with the labyrinth (Photo by Dipartimento Valcamoni- Il tema della danza è ricorrentemente associato al ca e Lombardia del CCSP). labirinto anche nelle fonti letterarie classiche, sia in Omero (Il XVIII, 590 e segg.: Dedalo costruì a Cnosso un luo- go per le danze per Arianna) sia ricordando l’istituzione a Delo da parte dello stesso eroe Teseo di una cerimonia dan- Fig. 6; Naquane 2 e 3); 4 incisioni rappresentano il percorso zata di ringraziamento (Plutarco, Th. XXI, 1-2). Seguendo interno (Dos del Mirichì, Coren del Valento, Verdi 3 e 4, l’usanza della danza intrecciata su percorso labirintico l’an- Zurla 1 e 2, Fig. 7); 4 segnano la struttura esterna (Campa- tropologia ci conduce fino alle soglie dell’età moderna, con nine 1 e 2 , Piancogno, Luine, Fig. 8); 2 figure sono incise a le Troiaburg baltiche e britanniche. graffio (“filiformi”: Campanine 2, Piancogno, Figg. 9 e 10). Mantenendo anche l’idea di labirinto come percorso L’analisi distributiva evidenzia una presenza più im- complesso, gli antichi ricordavano l’esistenza di labirinti mi- portante sui siti del versante sinistro, con le particolarità rabili, ma sembra che intendessero delle architetture eccelse, dei 4 labirinti-meandri nelle zone contigue di Naquane e costruite con tecnica consumata e degne di ammirazione3. Verdi. Tuttavia, anche se il censimento delle incisioni ru- pestri della Valcamonica non è ancora completo, i dati di- sponibili segnalano una maggiore ricchezza di istoriazioni sul versante sinistro rispetto al destro e le figure di labirinti 3 Il labirinto più antico sarebbe stato in Egitto: il tempio sono presenti in quasi tutti i siti più significativi. Possiamo funerario di Amenemhet III (inizi del II millennio a.C.), annoverato tra le quindi parlare di un segno diffuso, non circoscritto, anche meraviglie del mondo. è chiamato “Labirinto”, ma è descritto come un notando le ricorrenze più evidenti. complicato palazzo da Erodoto di Alicarnasso (V secolo a.C, Storie, II, 148), che lo identifica come il modello di quello cretese. La datazione dei vari labirinti, attuata attraverso A Samo (Egeo) e a Didima (Asia Minore) si trovavano due templi defi- niti “Labirinto”. Anche qui, il motivo comune è la complessità strutturale sovrapposizioni con figure databili o, con più incertezza, dell’edificio. attraverso le associazioni con figure databili, oscilla in un Nell’isola di Creta si è persa già dall’antichità la localizzazione del labirinto, arco tra l’antica età del Ferro e l’età del Ferro medio-tarda. anche se gli autori concordavano sulla sua esistenza in un remoto passato. 74 Gavaldo La figura del labirinto in Valcamonica

Fig. 15 - St. John Lee (Scozia). Motivi a cerchi concentrici data- Fig. 16 - Galizia (Spagna). Motivi labirintici datati al III millennio bili al III millennio a.C. (Da Beckensall 1992). a.C. circa (Foto U. Sansoni). Fig. 15 - St. John Lee (Scotland). Patterns of concentric circles Fig. 16 - Galicia (Spain). Labyrinth patterns from appr. the III dating to the III millennium b. C. (From Beckensall 1992). millennium b. C. (Photo by U. Sansoni).

L’identificazione del Labirinto con palazzi famosi o stocrazia guerriera, con i suoi riti di conferma e iniziazione. intere città sarà tipica della Romanità, e passerà attraverso Il simbolo del labirinto, nella sua interpretazione più sem- il Medioevo cristiano, caricandosi di significati mistici e plice, indica appunto il percorso di maturazione dell’eroe collegandosi con l’idea di pellegrinaggio, fino a banalizzar- guerriero, che, una volta superata la prova, può assumere a si nel folklore. pieno titolo il proprio ruolo sociale.

7. Conclusioni Bibliografia

L’analisi di un simbolo articolato come il labirinto Anati E., 1960 - La grande roche de Naquane. Archives de l’Institut ci porta a spaziare attraverso il pensiero mitico e simboli- de Paléontologie Humaine, vol. 31, Paris (Masson), 189 pp. co delle origini dell’Europa. La Valcamonica si inserisce Anati E., 1982 - I Camuni alle radici della civiltà europea. Milano in questo orizzonte con la notevole presenza di segni la- (Jaca Book), 387 pp. birintici incisi (è il sito preistorico con il maggior numero Beckensall S., 1992 - Prehistoric rock motifs of Northumberland. di tali evidenze), nel momento in cui l’idea di labirinto si Beanley to the Tyne, vol. 2., edito dall’autore, 76 pp., ill. diffondeva, apparentemente connessi con la nascente ari- Cittadini Gualeni T., s.d. - La riserva naturale delle incisioni ru- pestri di Ceto, Cimbergo e . Consorzio Incisioni Ceto Cimbergo Paspardo, 95 pp. Cagiano de Azevedo M., 1958 - Saggio sul labirinto, Pubblica- In età ellenistica si stabilì l’equivalenza labirinto=grotta, cavità ipogea, zioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, n.s., vol. rendendo esplicito il valore della discesa ad infera che il labirinto possiede LXVII, Milano, Vita e pensiero, pp. 96, tavv. sul piano simbolico. Gavaldo B. & Gavaldo S., 2008 - Il viaggio nel labirinto. Catalo- A Epidauro (Grecia) si trova tutt’ora un piccolo labirinto nelle fondazioni go della mostra tenutasi a Boario Terme (BS) dal 15 Dicem- del tempio di Asclepio (circa 360-320 a.C.). bre 2004 al 15 Gennaio 2005 (in stampa). A Chiusi (Italia) veniva descritta da Plinio il Vecchio (Nat. Hist. XXXVI, Gavaldo S., 1997 - Le incisioni di Campanine di Cimbergo: sin- 91) come “Labirinto italico” la costruzione funeraria del re etrusco Por- Aggiornamenti senna, lucumone di Chiusi nel VI secolo a.C. tesi preliminare delle ricerche. In: AA.VV., sull’archeologia camuna a 15 anni dall’uscita de “I Camu- Preistoria Alpina, 46 II (2012): 67-75 75

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