ASSOCIAZIONE INTERCOMUNALE CONCA TOLMEZZINA Piazza XX Settembre, 1 33028 (UD)

REGIONE AUTONOMA PROVINCIA DI

COMUNE DI

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE ADEGUAMENTO AL P.A.I. ai sensi della Decr. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006

RELAZIONE GEOLOGICO -TECNICA E IDRAULICA

MARZO 2015 Il tecnico: Dott. geol. Danilo Simonetti

dott. geol. Danilo Simonetti Vicolo San Giacomo, 20/a 33026 (UD) Tel: 0433-775655 Cell: 339-5474708 E-mail: [email protected] C.F. SMN DNL 65B11 L195C P.IVA 02079150302

INDICE

1 Premessa 3

2 Metodologia di lavoro e restituzione cartografica 4

3 Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) 5

3.1 Norme di Attuazione 5

3.2 Pericolosità idrauliche, geologiche e valanghive 6

4 Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. 14

5 Conclusioni 15

INTEGRAZIONE 17

Bibliografia 20

Allegati Corografia dalla Carta Tabacco non alla scala Carta geologica non alla scala (Sgobino F.'98) Documentazione fotografica Tavola 1: Vincoli geologici alla scala 1:15.000 Tavola 1a: Vincoli geologici alla scala 1:5.000

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1. PREMESSA

Su incarico conferito dall’Amministrazione comunale di Cavazzo Carnico (Ud), è stato redatto uno studio geologico finalizzato all’adeguamento del Piano Regolatore Generale Comunale vigente agli elaborati del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione (P.A.I.), adottato nel 2004 e quindi aggiornato nella Relazione Generale e nelle Norme di Attuazione (G.U. n.97 del 28.04.2014, approvato con D.P.C.M. del 21.11.2013). Ai sensi del Decreto Legislativo 152/2006, infatti, i Comuni devono necessariamente aggiornare i propri strumenti urbanistici alle pericolosità individuate dal P.A.I. fiume Tagliamento. Nel presente studio geologico pertanto, si è proceduto ad una rilettura critica della relazione geologica redatta in data 25.11.1998 dal dott. Federico Sgobino ai sensi della L.R. 52/1991 per il Piano Regolatore Generale Comunale, verificando la sussistenza delle condizioni di edificabilità individuati allora nella Carta dei vincoli (Tavole 1 e 2) alla luce delle nuove perimetrazioni del P.A.I. Ciò attraverso sopralluoghi in sito per il riconoscimento di eventuali modifiche dello stato di fatto sopravvenute dalla data di adozione dello strumento urbanistico vigente.

In sintesi, si distinguono le: - Aree edificabili, dove le pericolosità di qualsiasi ordine e tipo risultano assenti; - Aree edificabili con prescrizioni, dove le pericolosità esistenti non sono tali da sconsigliarne l’uso a fine edificativi, qualora si adottino le opportune misure di mitigazione dei fenomeni; - Aree non edificabili per la presenza di pericolosità geologiche, idrauliche, o valanghive; - Aree acclivi o geomorfologicamente sensibili, caratterizzanti in genere il territorio montano o extraurbano e da considerarsi inedificabili in senso lato, per il cui eventuale utilizzo edificativo sono necessari ulteriori approfondimenti geologici puntuali.

Le fonti bibliografiche utili all’elaborazione del presente studio geologico sono in definitiva rappresentate dai seguenti documenti:

- Studio geologico–tecnico ai fini del nuovo P.R.G.C. del Comune di Cavazzo Carnico (Sgobino F.’98). Lo studio, ai fini della presente, ha messo in luce le aree edificabili e le aree edificabili con prescrizioni, distinguendole da quelle inedificabili per cause naturali, quali pericolo di caduta massi, pericolo esondativo debole od elevato, riporti, terreni cedevoli per la presenza di torbiere, ecc. - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Tagliamento (Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento. Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2014). Nella cartografia relativa alle pericolosità geologica, idraulica, o valanghiva sono indicate le aree a rischio del territorio comunale distinte per tipologia e grado di pericolosità. - Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) (ISPRA, 2007). In questo caso trattasi di perimetrazioni di zone di attenzione geologica che non coinvolgono ambiti urbanizzati o infrastrutture esistenti (quadro conoscitivo complementare al P.A.I.), cartografate attraverso fotointerpretazione o documentazione storica, dunque non aventi una delimitazione ancora ufficialmente riconosciuta. Sono individuate mediante un simbolo grafico in corrispondenza del punto topograficamente prossimo alla sommità altimetrica (analogo a quello dei dissesti P.A.I.).

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2. METODOLOGIA DI LAVORO E RESTITUZIONE CARTOGRAFICA

Il comune di Cavazzo Carnico, ai sensi della L.R. 52/1991, ha provveduto alla realizzazione di uno studio geologico esteso all’intero territorio comunale di supporto alla pianificazione urbanistica, a firma del dott. Federico Sgobino (1998). Nello studio in oggetto sono presenti elaborati, quali la Carta geologica alla scala 1:10.000, dove sono messi in luce i terreni lapidei e di copertura quaternari affioranti, e la Carta dei vincoli alla stessa scala. In quest’ultimo elaborato sono discriminate le aree edificabili e quelle edificabili “soggette a esondazione debole”, da quelle inedificabili per cause geologiche, geotecniche, idrauliche, morfologiche, o ancora per la presenza di riporti artificiali. Nello studio geologico per la Variante al P.R.G.C. vigente sono già presenti pertanto le aree sottoposte a vincolo idrogeologico che saranno poi riprese negli elaborati del P.A.I. vigente. Quest’ultimo strumento di pianificazione territoriale in effetti recepisce i vincoli adottati nel P.R.G.C. definendone di nuovi, in particolar modo per quanto riguarda la pericolosità geologica ed idraulica dei terreni di fondovalle, mentre nel territorio montano del comune sono state messe in particolare rilievo le aree soggette a pericolosità da valanga. Gli aspetti geologici e strutturali del territorio comunale non sono stati oggetto di rivisitazione critica, pertanto si fa riferimento a quanto già esposto nella relazione geologica per il P.R.G.C vigente. La documentazione tecnica necessaria alla predisposizione del presente lavoro è stata reperita presso l’Ufficio Tecnico della Conca Tolmezzina. In particolare sono stati forniti la relazione geologica suddetta ed i relativi allegati in formato PDF. Le informazioni riguardanti le perimetrazioni del P.A.I. e i dissesti franosi non delimitati I.F.F.I. sono stati richiesti all’Autorità di Bacino che ha provveduto alla loro trasmissione in formato digitale (file.shp). La restituzione cartografica dei nuovi elaborati è avvenuta sia su supporto cartaceo, che digitale (file.pdf, file.dxf, file.shp), al fine di poter effettuare in futuro direttamente in formato informatico gli eventuali aggiornamenti necessari. I file vettoriali su base catastale sono stati georeferenziati secondo il sistema Gauss - Boaga. Gli elaborati cartografici prodotti sono i seguenti:

- Tavola 1: Vincoli geologici alla scala 1:15.000 contenente l’intero perimetro comunale; - Tavola 1a: Vincoli geologici alla scala 1:5.000 contenente i centri abitati di fondovalle.

Dovendo uniformare le simbologie dei vari elaborati esistenti, di concerto con l’Ufficio Tecnico della Conca Tolmezzina è stata concordata una legenda il più possibile semplificata, dove ai tematismi del P.A.I., distinti per natura e grado di pericolosità, sono state aggiunte le voci relative alle aree edificabili, alle aree edificabili con prescrizioni e le aree non edificabili perché ricadenti in aree storicamente “soggette ad esondazione debole” o a terreni di antiche torbiere con caratteristiche tecniche particolarmente scadenti. Il territorio non ricadente all’interno delle aree edificabili sopra indicate è stato indicato come “aree acclivi o geomorfologicamente sensibili” e va ritenuto escluso all’edificazione perché con caratteristiche non sufficientemente note. In tale senso, qualunque intervento edilizio da effettuarsi in queste ultime aree dovrà necessariamente essere corredato da apposita relazione geologica e approvato dagli enti regionali competenti in materia.

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3. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)

3.1 NORME DI ATTUAZIONE Con “pericolo naturale” si intende qualsiasi processo o evento potenziale che possa rappresentare una minaccia per la salute, la sicurezza ed il benessere di una collettività o per l’economia di una qualsiasi popolazione. Secondo il Titolo I - Art. 4: “Classificazione del territorio in classi di pericolosità ed elementi a rischio”, Il Piano, sulla base delle conoscenze acquisite e dei principi generali contenuti nella normativa vigente, classifica i territori in funzione delle diverse condizioni di pericolosità (…):

Pericolosità - P4 (pericolosità molto elevata) - P3 (pericolosità elevata) - P2 (pericolosità media) - P1 (pericolosità moderata)

I pericoli naturali presenti in un determinato territorio sono quindi suddivisi nelle seguenti tre categorie: • Pericolo idraulico • Pericolo geologico • Pericolo valanghivo

Per quanto concerne la pericolosità geologica sono stati cartografati i fenomeni franosi non delimitati del territorio comunale compresi nel Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia): si tratta di perimetrazioni di zone di attenzione geologica che non coinvolgono ambiti urbanizzati o infrastrutture esistenti (quadro conoscitivo complementare al P.A.I.), cartografate attraverso fotointerpretazione o documentazione storica, dunque non aventi una delimitazione ancora ufficialmente riconosciuta. Sono individuate mediante un simbolo grafico in corrispondenza del punto topograficamente prossimo alla sommità altimetrica (analogo a quello dei dissesti P.A.I.).

E’ ribadito nelle disposizioni comuni per le aree a pericolosità geologica, idraulica e valanghiva e per le zone di attenzione (Titolo II, Art. 8), che le Amministrazioni comunali non possono rilasciare concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire, previsti dalle norme vigenti, in contrasto coni il Piano (…). Nelle aree sottoposte a vincolo geologico, idraulico e valanghivo di grado medio (P2), elevato (P3) e molto elevato (P4) è consentita rispettivamente l’esecuzione degli interventi dettati dagli Articoli 9, 10 e 11 delle Norme di attuazione vigenti del Piano, cui si rimanda per i dovuti approfondimenti. Per le sole aree soggette a pericolosità geologica, idraulica, o valanghiva moderata (P1), ai sensi dell’Art. 12 del Piano, è demandata alla pianificazione urbanistica e territoriale la disciplina dell’uso del territorio, delle nuove costruzioni, dei mutamenti di destinazione d’uso, della realizzazione di nuove infrastrutture e degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nel rispetto dei criteri e delle condizioni generali del presente Piano conformandosi allo stesso.

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3.2 PERICOLOSITA’ IDRAULICHE, GEOLOGICHE E VALANGHIVE

Al fine di verificare la compatibilità delle previsioni del Piano con le condizioni geologiche, idrauliche e valanghive del territorio comunale di Cavazzo Carnico si è proceduto dunque alla perimetrazione delle pericolosità naturali insistenti nel territorio, così come definite negli elaborati del PAI del fiume Tagliamento vigenti (revisione 2012), operando quindi una revisione delle aree edificabili precedentemente definite nello studio relativo al P.R.G.C. vigente (Sgobino F.’98). Gli elaborati del PAI relativi al comune di Cavazzo Carnico utilizzati per l’analisi di congruità del P.R.G.C. sono i seguenti:

- Carta della pericolosità geologica, Tavola 1 di 3 - Carta della pericolosità geologica, Tavola 2 di 3 - Carta della pericolosità geologica, Tavola 3 di 3 - Carta della pericolosità idraulica, Tavola 31 - Carta della pericolosità idraulica, Tavola 37

Gli elaborati del P.R.G.C. sottoposta ad un’analisi critica dei dati si riducono essenzialmente ai seguenti due elaborati, in cui sono evidenziate le aree edificabili e le pericolosità insistenti sul territorio comunale: - Carta dei vincoli PRGC, Tavola 1 alla scala 1:10.000 - Carta dei vincoli PRGC, Tavola 2 alla scala 1:10.000

Dallo studio effettuato è emerso che aree indicate in origine come “edificabili con prescrizioni” dell’abitato di Cavazzo Carnico rientrano attualmente negli areali del PAI idraulico con pericolosità variabile da P1, a P2, a P3. Stesso dicasi per la piana di Somplago, dove su parte delle preesistenti aree edificabili ora insiste un grado di pericolosità moderato. Per quanto riguarda la pericolosità geologica le zone adottate dal PAI fiume Tagliamento i loro perimetri non si discostano significativamente da quelli già individuati a livello di PRGC, se non per il grado di pericolosità ora distinto da zona, a zona da P3 a P4. Relativamente alla pericolosità valanghiva, le aree edificabili di fondovalle riconosciute negli elaborati del PRGC vigente non sono minimamente interessate dal fenomeno e quindi nel presente capitolo saranno oggetto di trattazione dettagliata solo per quanto riguarda le aree montane dove sorgono edifici rurali isolati, comprendendo nella trattazione i due siti di importanza storica e turistica del fortino militare di Monte Festa. In assenza di reperiti specifici studi di dettaglio o “Piani di Zone Esposte a Valanghe” (P.Z.E.V.), la pericolosità da valanga nei settori coinvolti è assunta come molto elevata (P4).

• CAVAZZO CARNICO

- Pericolosità idraulica Il centro abitato sorge sulla conoide stabilizzata del torrente Faeit al margine occidentale della piana sovralluvionata del Tagliamento.

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La realizzazione di opere arginali lungo il torrente a partire dallo sbocco nella piana presso il campo sportivo fino a valle del centro abitato ha permesso di annullare quasi completamente la pericolosità idraulica del corso d’acqua che permane con grado elevato (P3) solo lungo una ristretta fascia golenale in sponda sinistra a valle della SR 512 e nell’area sede del campo sportivo con grado di pericolosità moderato (P1). Storicamente (Sgobino F.’98), si registra un fenomeno esondativo del torrente Faeit nell’alluvione del novembre 1966, con allagamento di quasi tutta la superficie del campo di calcio con una lama d’acqua di pochi centimetri ed esaurimento del fenomeno poco a valle del ponte della SR 512. A seguito della realizzazione di una discarica di inerti immediatamente a monte del campo di calcio con sopraelevazione del piano di campagna di circa due metri la pericolosità esondativa del torrente in quest’area è stata sensibilmente ridotta e figura attualmente di grado moderato (P1). Un secondo evento si è verificato in data 12.07.1970 poco a valle del ponte di Piazza dei Caduti con allagamento delle zone poste in destra idrografica. Gli argini artificiali sono qui stati successivamente rinforzati con annullamento del rischio idraulico. Per gli scopi della presente, precauzionalmente sono state comunque definite due fasce di inedificabilità in sponda destra e sinistra del torrente Faeit della larghezza di almeno 10 m a delimitazione delle aree urbane di Cavazzo Carnico. Durante l’alluvione del novembre 1966 un secondo evento esondativo di una parte del centro abitato posto fra via Roma e via Paveit è stato causato dalla tracimazione della roggia che trae origine dalla palude das Fontanas. Ciò a causa dell’entità delle portate di piena e del malfunzionamento di alcune paratoie e dell’intasamento del canale scolmatore. Negli elaborati del PAI del fiume Tagliamento in questo settore del centro abitato è stata mantenuta pertanto una pericolosità idraulica di grado moderato (P1). Lo stesso grado di pericolosità interessa la palude das Fontanas dal piede del terrazzo di Douz alla SR 512 e a sud fino ad una strada di penetrazione agricola esistente a ovest di via Monte Grappa, estendendo di fatto l’areale già segnalato come potenzialmente esondativo negli elaborati del PRGC vigente. Dalla bibliografia, non risulta che il fiume Tagliamento abbia dato luogo a fenomeni esondativi tali da interessare il capoluogo comunale. Attualmente la sponda sinistra del corso d’acqua è protetta da argini artificiali a partire dall’estremità settentrionale della piana di Cavazzo fino al ponte della SS 52 a est di Cavazzo Carnico e gli eventi di piena si sono limitati ad interessare la sola zona boschiva di località Salet. Allo stato attuale, tuttavia, nella piana di Cavazzo Carnico delimitata dall’unghia esterna della conoide del torrente Faeit permane una pericolosità idraulica di grado variabile da moderato (P1) ad elevato (P3). La pericolosità moderata interessa l’esteso settore agricolo posto fra il colle di Curions e la SS 52, fino all’altezza di via San Rocco ed il suo prolungamento verso la strada statale. Fra la SS 52 e l’alveo del Tagliamento e quindi a valle di via S. Rocco in direzione delle località Parz da Riu e Selet sussiste un grado di pericolosità idraulica medio (P2), che sale ad elevato (P3) dalla località Selet verso sud coinvolgendo le aree golenali del Tagliamento e del torrente Faeit a valle del Cuel Montarec.

- Pericolosità geologica Nel centro abitato di Cavazzo Carnico la pericolosità geologica è riconducibile a crolli di blocchi rocciosi che possono interessare il fianco orientale del colle di Curions (codice dissesto: 0300210900, 7

stato: quiescente generico) e soprattutto le pareti subverticali dei terrazzi conglomeratici di Douz e Celli a W del centro abitato (codice dissesto: 0300210800, stato: quiescente generico). In entrambi i casi la pericolosità geologica è segnalata di grado molto elevato (P4) e sia l’areale del colle Curions che del colle di Douz rispecchiano nei loro limiti quanto già indicato negli elaborati allegati al PRGC vigente. La pericolosità geologica che si riscontra lungo il versante orientale del colle Curions deriva da possibili distacchi di elementi lapidei carbonatici dalle scarpate che si elevano di un centinaio di metri sulla piana di fondovalle. Essa interessa una ristretta porzione del centro abitato e dalla bibliografia non risulta avere dato luogo a fenomeni franosi di rilievo neanche in occasione del terremoto del 1976. Poco a sud del cimitero, sono state rilevate tracce di alcuni crolli di massi di modeste dimensioni (diametri massimi di 30 cm) arrestatisi alla base del pendio. I punti di distacco sono stati riconosciuti prossimi all’imbocco di vecchie gallerie scavate per scopi militari, per cui si ritiene che il fenomeno sia da correlare con queste. Il versante meridionale del colle Curions che delimita il centro abitato è coperta da fitta vegetazione e non mostra apparenti segni di instabilità. Presso il cimitero il muro di cinta realizzato in calcestruzzo armato risulta adeguato a garantire le necessarie condizioni di sicurezza nei confronti di eventuali impatti di blocchi in movimento, pertanto nell’area cimiteriale il vincolo per pericolosità geologica risulta ora completamente assente (Sgobino F,’98). L’instabilità geostatica che caratterizza le scarpate dei colli di Douz e Celli è dovuta a crolli di massi conglomeratici che possono arrivare a decine di metri cubi. Ciò a causa della presenza di fratture subverticali continue ed a spaziatura plurimetrica dei depositi alluvionali cementati, che possono dare luogo a frane di notevole entità. Ad essere interessata dal fenomeno è la “strada vicinale della Fornace” che collega Cavazzo Carnico alla località Pescjère, mentre il centro abitato, il campo di calcio e gli edifici rurali esistenti in zona sono completamente esterni alle traiettorie raggiungibili dai massi potenzialmente instabili.

• LOCALITA’ PESCJERE - Pericolosità idraulica Tale località sorge a ovest del capoluogo comunale ed è raggiungibile sia da Cavazzo Carnico, seguendo la strada vicinale della Fornace, sia da Cesclans. La morfologia del sito forma un ampio slargo isolato e sovralluvionato dal torrente Faeit, che qui raccoglie le acque dei rii Boagna e Chianevutta, rispettivamente tributari sinistro e destro del collettore principale. Lateralmente è chiusa dal M. Alz a W e dal colle di Arzina a E. La zona edificabile è posta in sponda sinistra del torrente Faeit, su terreni agricoli che declinano dolcemente in direzione est. I problemi di natura idraulica della zona sono imputabili al rio Boagna che nel tratto di fondovalle attraversa la strada vicinale con un tombotto sottodimensionato e causa quindi di possibili tracimazioni nella piana laterale. La bassissima pendenza dell’alveo in questo tratto e la conseguente facilità con cui può essere intasato dal trasporto solido facilita sicuramente possibili eventi esondativi. Il torrente Faeit, sia nella piena associata all’alluvione del 1966 che durante eventi più recenti, è tracimato in sponda sinistra allo sbocco nella piana arrivando a lambire lo specchio d’acqua per la pesca sportiva di località Pescjère e la stessa strada vicinale.

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In entrambi i casi menzionati il fenomeno esondativo è ripreso nei documenti del PAI fiume Tagliamento e identificato con pericolosità idraulica moderata (P1). Da segnalare sempre in zona gli impluvi esistenti sul fianco orientale del M. Alz utilizzati per lo smaltimento delle acque piovane intercettate da una strada forestale che sale agli stavoli Tualis e quindi a Pusea. La forte acclività del tracciato ha causato la parziale erosione del fondo stradale con trasporto a valle lungo gli impluvi esistenti di materiali a pezzatura grossolana (sabbie e ghiaie). Le portate liquide e solide si scaricano a lato della strada convergendo sia nel rio Boagna, che nella piana di fondovalle posta immediatamente a sud della località Pescjère. Per tale ragione l’area edificabile riportata negli elaborati del PRGC è stata prudenzialmente ristretta a partire dalla stessa strada forestale al canale di scarico dell’allevamento ittico presente a monte dell’attività di ristoro.

- Pericolosità geologica Nella località Pescjere tale fenomeno è assente, riguardando esclusivamente le pareti subverticali dei conglomerati cementati presenti a valle del sito (codice dissesto: 0300210800, stato: attivo/riattivati/sospeso), identificati negli elaborati del PAI del fiume Tagliamento con pericolosità geologica molto elevata (P4).

• CESCLANS - Pericolosità idraulica Sul terrazzo di Cesclans gli elaborati del PAI del fiume Tagliamento non indicano la presenza di pericolosità idrauliche di qualunque grado, tuttavia l’avvallamento agricolo a fondo piatto che dal centro abitato si allunga ad ovest in direzione della località Falnor è stato sede di modesti ma frequenti allagamenti dovuti alla difficoltà di drenaggio delle acque per l’assenza nell’area di un reticolo superficiale drenante ben definito. Per tale ragione l’area è stata qui considerata come non edificabile, riprendendo quanto già indicato nello studio geologico relativo al PRGC vigente (Sgobino F.’98).

- Pericolosità geologica Il centro abitato di Cesclans sorge su un terrazzo conglomeratico cementato caratterizzato da acclività modeste, che divengono molto acclivi lungo i margini settentrionale, sede della strada comunale di accesso alla frazione, orientale e meridionale, dove una serie ininterrotta di pareti subverticali di svariate decine di metri di altezza precipitano in direzione della piana di Somplago e del corso del rio Pusala (codice dissesto: 0300210200A, stato: quiescente generico; codice dissesto: 0300210700 ,stato: quiescente generico). A partire dal ciglio del terrazzo la pericolosità è qui definita come molto elevata (P4), essendo sede in passato di crolli di massi ciclopici che possono arrivare ad alcune decine di metri cubi. Il limite superiore dell’area sottoposta a detto vincolo geologico non interessa la frazione ma è posto al margine settentrionale della pieve di Santo Stefano e dell’annesso cimitero. La strada comunale di accesso alla frazione è stata oggetto anche di recente di interventi di posa di reti paramassi tirantate, tuttavia sussiste tuttora il pericolo di crolli dalla elevata parete subverticale che incombe sul tracciato.

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• MENA – VILLAGGIO PIC - Pericolosità idraulica L’ubicazione del centro abitato di Mena e del Villaggio Pic su una dorsale rocciosa elevata di poche decine di metri sul fondovalle rende nulla la pericolosità idraulica su entrambi i siti. Il colle di Mena è delimitato su due lati da altrettante torbiere che sono state in passato drenate artificialmente. Nonostante la dolce morfologia di questi due siti, tuttavia, la natura dei terreni superficiali dotati di scarsa portanza e sede di possibili cedimenti differenziati di consolidazione ne sconsigliano l’utilizzo a fini edificativi.

- Pericolosità geologica La dorsale rocciosa arrotondata su cui sorgono le due frazioni non denota segni di instabilità nemmeno lungo la pendice più acclive che funge da raccordo con il fondovalle, pertanto i due siti non sono gravati da alcuna penalità di origine geologica. Per quanto riguarda il versante che a est dell’A23 sale in direzione del M. Festa, su cui sorgono tre edifici isolati, in occasione del terremoto del 1976 è stato sede di un crollo di un masso ciclopico che dopo aver sfiorato gli edifici si è arrestato all’altezza della strada comunale che conduce al cimitero (codice dissesto: 0300210600, stato: quiescente generico) . Per mettere in sicurezza l’area a circa 369,4 m s.l.m. è stato quindi realizzato un vallo paramassi di notevoli dimensioni in grado di annullare la pericolosità geologica sul sottostante pendio in parte urbanizzato.

• SOMPLAGO - Pericolosità idraulica La piana di Somplago a valle della SR 512 ed i terreni in sponda destra e sinistra del rio Pusala- Schiasazze negli elaborati del P.A.I. del fiume Tagliamento sono considerati potenzialmente esondabili. Dallo sbocco del corso d’acqua in zona di fondovalle fino a quasi della metà della piana, comprendendo buona parte della zona di edilizia popolare, sussiste pertanto un grado di pericolosità moderato (P1). Lo stesso grado di pericolosità insiste anche sull’area a riporti artificiali esistente in sponda destra a valle della stazione di pompaggio S.I.O.T., mentre le restanti superfici prossime alla foce del rio e quelle di contorno agli stessi riporti antropici sono gravate da pericolosità idraulica P2 (media). Il fenomeno esondativo si è manifestato più volte in passato, soprattutto in sponda sinistra del rio Pusala, in forma di tracimazioni a formare lame d’acqua di qualche decimetro. La causa è da ascrivere alla sezione idraulica del corso d’acqua sottodimensionata per portate di piena con tempo di ritorno di 100 anni, cui si sommano gli apporti liquidi del canale scolmatore del rio Schianaag che assume in carico anche le acque di risorgiva che sgorgano al piede della rupe di Cesclans. Un secondo motivo è da ricercare nell’entità del trasporto solido del rio Pusala che provoca l’intasamento del canale di scarico arginato in zona artificialmente. Stante la sussistenza del problema di natura idraulica, gli edifici di nuova realizzazione devono presentare una sopraelevazione del piano di calpestio di almeno 50 cm e non essere dotati di piani scantinati.

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- Pericolosità geologica Il centro storico di Somplago sorge su terreni detritico-alluvionali stabili posti al piede del versante occidentale del M. Festa, mentre la piana di fondovalle nella seconda metà del secolo scorso è stata oggetto sia di urbanizzazione civile (zona di edilizia popolare), che industriale (stazione di pompaggio S.I.O.T., centrale idroelettrica Terna). Detti siti sorgono tutti in destra idrografica del rio Pusala – Schiasazze, mentre in sponda sinistra fino alla SR 512 dal piede della rupe di Cesclans alla foce del rio Schiasazze, prevalgono ora terreni di utilizzo agricolo, ora acquitrini che chiudono a nord il Lago di Cavazzo. Le situazioni di rischio geostatico riconosciute dallo studio geologico relativo al P.R.G.C. vigente e quindi dal P.A.I. del fiume Tagliamento riguardano la scarpata conglomeratica sud-orientale della rupe di Cesclans (codice dissesto: 0300210200A, stato: quiescente generico), i versanti del Cuel Band e del Cuel Povoleit (codice dissesto: 0300213400°, stato: Attivo/riattivato/sospeso) e le pendici che cingono a valle gli Stavoli Cuesta a est della frazione (codice dissesto: 0300210500, stato: quiescente generico). La rupe di Cesclans che incombe sulla piana di Somplago presenta nella metà superiore pareti subverticali che nel passato sono state oggetto di crolli di massi di notevoli dimensioni (> 10 mc). Tali blocchi di natura conglomeratica cingono al piede l’estesa scarpata detritica che si sviluppa senza soluzione di continuità dal corso del rio Pusala a sud del terrazzo di Cesclans, alla strada di accesso alla stessa frazione. Storicamente non vi sono notizie dell’accadimento di eventi franosi di crollo lungo dette pendici, nemmeno in occasione del terremoto del 1976. Una serie di studi effettuati sullo spigolo SE del terrazzo di Cesclans ha messo in luce tuttavia l’esistenza di linee di frattura continue ed aperte che isolano blocchi ciclopici potenzialmente instabili. Le conclusioni delle simulazioni di caduta dei blocchi hanno portato al tracciamento di un limite di rispetto che coinvolge la SR 512, i terreni agricoli ed il campo da tennis ubicati in sponda destra del rio Schianaag. In epoca post-terremoto, alla luce dei risultati di una serie di simulazioni di caduta dei massi, si è provveduto alla realizzazione di una barriera paramassi in calcestruzzo armato che delimita la SR 512 al piede della rupe per un lungo tratto prossimo al centro abitato. Le caratteristiche dei materiali ed esecutive della barriera esistente ai sensi del P.A.I. del fiume Tagliamento non permettono tuttavia di annullare completamente la pericolosità geologica molto elevata che grava tuttora sulla rupe di Cesclans, ma di abbassarla a valle dell’opera a grado elevato, P3 (codice dissesto: 0300210200, stato: quiescente generico). Al piede della rupe di Cesclans i manufatti interessati da pericolosità molto elevata si riassumono nella chiesetta di San Candido posta al piede della parete conglomeratica e in un edificio di civile abitazione posto nella piana fra il rio Schiasazze e la scarpata detritica. In zona ad essere gravata da pericolosità geologica molto elevata (P4) è anche la scarpata settentrionale del Cuel Band e del Cuel Povoleit che incombe sugli edifici della centrale idroelettrica posti al piede del pendio. La palazzina uffici ed il magazzino sono sovrastati da una ripida pendice rocciosa che culmina con un tetto sporgente diversi metri. Durante il terremoto nell’area si sono verificati alcuni crolli che non hanno peraltro interessato gli edifici. Successivamente si è proceduto alla posa in opera di alcune barriere

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paramassi di tipo elastico, il cui sviluppo non consente purtroppo di proteggere completamente la sottostante area edificata. Allo stato attuale quindi, le opere di difesa hanno solo consentito l’abbassamento del grado di pericolosità da molto elevato ad elevato (P3) presso gli edifici della centrale più meridionali (codice dissesto: 0300213400B, stato: attivo/riattivato/sospeso).

Ad essere interessata dal fenomeno geostatico (pericolosità molto elevata, P4) è anche la strada comunale per Alesso, a partire dal sito della centrale idroelettrica fino al confine con il comune di (codici dissesto: 0300213400A, stato: attivo/riattivato/sospeso; 030232800A, attivo/riattivato/sospeso).

Un’ultima estesa zona sottoposta a pericolosità geologica P4 del PAI del fiume Tagliamento per possibili crolli di blocchi rocciosi copre le pendici acclivi che dal margine orientale del centro abitato attraversato dalla A 23, si estendono verso SE in sponda sinistra del lago (codice dissesti: 0300210500, 0300210100A, stato: Quiescente generico). Il fenomeno coinvolge anche una stretta fascia nella piana di fondovalle esaurendosi a sud lungo le sponde dello stesso lago.

In questo caso ad essere gravati dal fenomeno sono la SR 512 e la pista ciclabile sottostante, ad eccezione della conoide costruita dai rii Tamer e Chianale al margine meridionale del territorio amministrativo di Cavazzo Carnico. Parte della galleria paramassi costruita lungo la SR 512 ha consentito l’abbassamento della pericolosità geologica da molto elevata (P4) a elevata, P3 (codice dissesto: 0300210100B, stato: quiescente generico).

• ZONE MONTANE: STAVOLI, FORTE DI MONTE FESTA

Nel territorio montano di Cavazzo Carnico, seguendo quanto già riportato nella relazione geologica per il P.R.G.C. vigente, sono state individuate alcune aree edificate a stavoli e fortini della Grande Guerra considerate in completa sicurezza nei confronti di pericolosità naturali di qualunque ordine e grado.

In sintesi, i siti che possono ritenersi edificabili del territorio montano sono i seguenti:

- Stavoli Tualis

Gli stavoli Tualis sorgono su un vasto pianoro a occidente del M. Alz e sono raggiungibili sia da Pusea che dalla località Pescjere tramite una strada forestale di recente costruzione. Il sito è posto in zona di cresta fra i bacini idrografici dei torrente Ambiesta e Faeit, pertanto non è soggetto in alcun modo a fenomeni valanghivi. I terreni affioranti sono dati da coltri moreniche sciolte poco potenti a celare il substrato lapideo carbonatico. Le testate dei modesti impluvi secondari tributari del torrente Faeit non danno luogo in alcun modo a fenomeni esondativi.

- Stavoli Palar

Gli stavoli Palar, di recente ristrutturazione, sorgono a circa 575 m s.l.m. entro l’ampia conca posta alla testata dell’omonimo torrente. Il sito è ubicato su una stretta e lunga dorsale morenica arrotondata (Cuestas Ragoneit) rivolta a sud che pone l’area edificabile al riparo da pericolosità geologiche, quali caduta massi dalle pendici meridionali del M. Bottai, frane superficiali, o profonde, ecc.

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I corsi d’acqua principali che solcano il versante sono caratterizzati da portate di piena liquide e solide ingenti, con possibili eventi di colamento detritico; il dislivello esistente fra gli alvei percorsi da debris flow e la dorsale mette comunque al riparo il sito da detto fenomeno. Le principali incisioni fluviali fungono inoltre da colatoio di valanga, come il rio Lavinon (codice valanga: 4364) che trae origine dal M. Piciat, ma, come detto, la profonda incisione del corso d’acqua entro cui si scaricano le masse nevose instabili rende nullo il pericolo valanghivo all’altezza degli stavoli Palar.

- Stavolo Pleas

L’edificio sorge alla quota di 495 m s.l.m lungo le falde settentrionali del M. Piciat su una ridotta dorsale rocciosa celata da modeste coperture detritico-moreniche. La dorsale è delimitata a ovest dal rio Ortai ed a est dal vallone di Pleas che intercettano le eventuali frane verificabili sulle pendici superiori del M. Piciat. Allo stesso modo, dette incisioni idrauliche fungono da colatoio per le valanghe che si innescano in quota (codice valanga: 935), preservando il sito da detta pericolosità. Le profonde incisioni dei rii che la dorsale sono in grado di contenere infine qualsiasi evento alluvionale.

- Stavolo Cjalcina

La località, raggiungibile dal terrazzo di Falnor attraverso una strada forestale che conduce agli stavoli Grialez, è posta a circa 556 m s.l.m. su una ridotta forma morfologica terrazzata interrotta ad est dall’incisione del rio Chianevutta. Attualmente si rinvengono i ruderi di un modesto edificio rurale posto al margine settentrionale del pianoro un tempo utilizzato a pascoli. Questo è delimitato a monte da una falda detritica data da massi carbonatici, le cui traiettorie si incanalano entro un compluvio visibile a ovest del pianoro. Le zone di arresto dei blocchi instabili non raggiungono in alcun modo il terrazzo morfologico su cui sorgono i ruderi del vecchio edificio. La conformazione a dorsale preserva inoltre il sito da eventuali eventi esondativi, o valanghivi.

- Stavoli Grialez

Gli stavoli Grialez sorgono rispettivamente a 680 m e 725 m s.l.m. sulle falde settentrionali del M. Sompalis al margine orientale della catena del Faeit. Trattasi di due edifici rurali ora in rovina, ma raggiunti da una strada forestale di recente realizzazione che sale dal terrazzo di Cesclans. L’edificio posto alla quota minore e ridotto a rudere (v. foto allegate), sorge sulla traiettoria di discesa di possibili distacchi di blocchi rocciosi dalle pareti del Sompalis e quindi il sito non è stato considerato edificabile (foto n. 2 e 3 allegate). Nella legenda degli elaborati il fenomeno franoso è stato indicato con la dicitura frana stavoli Grialez - “Zona di attenzione” (Art. 5 N.T.A. P.A.I. fiume Tagliamento) ed è stato evidenziato con campitura di colore rosso, potendo preliminarmente assumere per esso una classe di pericolosità P4 (molto elevata), ai sensi del par. 2.2.2. della Relazione Generale del P.A.I. fiume Tagliamento. La frana, seguendo la procedura di cui all’art. 6, comma 1, lettera C (Aggiornamenti del Piano) delle N.T.A fiume Tagliamento, si caratterizzerebbe infatti come frana di crollo con una classe di velocità estremamente elevata, diametro dei blocchi > 50 cm e stato di attività quiescente.

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Per quanto riguarda invece l’edificio superiore la pericolosità geologica è annullata dalla presenza poco a monte di una dorsale e di una forma terrazzata che arresta, o devia gli eventuali crolli dalle pendici superiori. L’area non è interessata da pericolosità valanghiva, mentre l’assenza di corsi d’acqua degni di nota pone il sito al sicuro da possibili eventi esondativi.

- Forte militare del Monte Festa

La sella posta fra il M. Festa e il M. San Simeone (984 m s.l.m.) presenta un’estesa superficie morenica piatta, al cui margine sorgono edifici in muratura attualmente in rovina. La cima che sorge poco a NW a 1065m s.l.m. è invece sede di un fortino militare della Grande Guerra. Entrambi i luoghi si raggiungono seguendo una pista militare per buona parte sterrata ed in condizioni di parziale degrado che trae origine dalla strada del S. Simeone. In entrambi i casi non vi sono situazioni evidenti di pericolo geologico mancando a monte pendici instabili, o degradate. Si registra solo un dissesto franoso al margine orientale della cima di quota 1065 ed indicato nel Catasto delle Frane (I.F.F.I.) con n. 0302094400. Esso non coinvolge direttamente le fortificazioni militari, essendo il ciglio superiore della frana posto ad almeno una decina di metri a valle delle fondazioni delle murature di cinta. Entrambi i siti, ubicati in posizione cacuminale sono esenti da pericolosità idrauliche e valanghive. Di quest’ultimo fenomeno si segnala la valanga identificata con codice PAI 4372 che si origina al piede del fortino di quota 1065 sul suo versante sud-occidentale. In questo caso ad essere interessato dal fenomeno è solo la strada militare di accesso al sito.

4 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL P.R.G.C

Le Norme tecniche di attuazione del P.R.G.C. vigente, aggiornato alla variante n. 29, regolamentano le aree ritenute edificabili qui definibili genericamente “con prescrizioni”, in quanto nella relazione geologica allegata al P.R.G.C. (Sgobino, 25.11.1998) risultano “soggette ad esondazione debole”. Nel comune di Cavazzo Carnico tali aree si riducono in definitiva ad una zona del capoluogo comunale racchiusa fra le vie Roma, Paveit, Monte Grappa e la SR 512, ovvero su parte della piana di Somplago. Con l’entrata in vigore del P.A.I. del fiume Tagliamento queste due aree sono assimilate alle restanti zone del territorio comunale sottoposte a pericolosità idraulica P1 e su tutte valgono pertanto le medesime disposizioni contenute nelle Norme tecniche di attuazione del P.R.G.C (v. Art. 12 P.A.I. fiume Tagliamento, cui ad esse si rimanda). Le prescrizioni ivi contenute per le aree soggette a “esondazione debole”, ora assimilate ed integrate alle aree sottoposte a pericolosità idraulica moderata (P1) del P.A.I. impongono che il piano di calpestio dei fabbricati deve essere sopraelevato di almeno 50 cm dal piano campagna; per gli edifici esistenti è possibile derogare da tali prescrizioni adottando le opportune precauzioni per gli impianti. Non sono ammessi locali cantinati e seminterrati.

Facendo riferimento alla Carta di Zonizzazione del Progetto di Piano (Tavola 1.bis alla scala 1:2000) tale prescrizione vale in particolare per le seguenti zone:

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- Zona Bc: Zone abitative esistenti e di consolidamento e completamento (Art. 9) - Zona Be: Zone abitative esistenti estensiva (Art. 9) - Zona D2: Zone produttive di interesse comunale (Art. 11) - Zona E9: Zone agricole e forestali rurali (Art. 12) - Zona E10: Zone agricole e forestali per attività turistiche (turismo sportivo, agriturismo, ecc.) (Art. 12) - Zona Pa: Altre zone per attrezzature (Art. 15)

Ulteriori prescrizioni sono definite all’Art. 18, dove, oltre alle aree a vincolo geologico non edificabili perché soggette a caduta massi, ad esondazione e slavine, ecc. e compendiate nella Carta dei vincoli (Tav. 1 e Tav. 2 del P.R.G.C.), vengono definite in particolare delle fasce di rispetto nei confronti dei siti cimiteriali ( 100 m), dei depuratori (100 m), dei corsi d’acqua (10 m) a partire dal ciglio a campagna della scarpata (acque non arginate), ovvero a partire dall’unghia a campagna dell’argine (acque arginate). In prossimità dei corsi d’acqua, per evitare ostacoli al naturale deflusso idrico in occasione di straripamenti, è vietato modificare la morfologia del terreno e realizzare strutture murarie di recinzione che si elevino al di sopra di 20 cm dal piano campagna. Per le sorgenti di acqua potabile captate, la fascia circostante per una profondità pari a 10 m rappresenta una “zona di tutela assoluta”, adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e infrastrutture di servizio. Il territorio circostante la zona di tutela assoluta, di profondità pari a 200 m, rappresenta la “zona di rispetto” entro la quale si applicano le limitazioni stabilite dalle disposizioni di legge in materia. Nel medesimo articolo delle Norme tecniche di attuazione si regolamentano infine le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, archeologico, stradale, di siti e manufatti di interesse storico, artistico, ambientale e delle infrastrutture energetiche e di comunicazione, regolamentate ciascuna dalle disposizioni di legge in materia.

5 CONCLUSIONI Il presente studio geologico si è reso necessario per l’adeguamento del P.R.G.C. di Cavazzo Carnico al Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione, pubblicato sulla G.U. n. 97 del 28.04.2014, approvato con D.P.C.M. 21.11.2013. Lo strumento di pianificazione territoriale vigente del comune di Cavazzo Carnico comprende la relazione geologica per il P.R.G.C. redatta da parte del dott. geol. Sgobino F. in data 25.11.1998 secondo quanto richiesto dalla L.R. 52/91. Tale studio aveva individuato le aree edificabili, le aree edificabili con prescrizioni legate ad esondazione debole e le aree inedificabili per esondazione notevole, per la presenza di terreni cedevoli (riporti artificiali, torbiere), o ancora per pericolo di caduta massi o slavine, o condizioni morfologiche sfavorevoli. Le aree individuate erano state quindi rappresentate nella Carta dei vincoli (Tav. 1 e Tav. 2). Si è pertanto proceduto ad una rilettura critica degli elaborati della relazione geologica esistente adeguandoli alle nuove pericolosità geologiche, idrauliche e valanghive del PAI.

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Il risultato scaturito ha portato a una parziale riperimetrazione delle aree edificabili di fondovalle confermando sostanzialmente i perimetri di inedificabilità geologica, mentre per quanto riguarda la pericolosità idraulica vaste superfici di Cavazzo Carnico e Somplago, prima edificabili o edificabili con prescrizioni, sono state ora comprese nelle aree soggette a pericolosità PAI P1, P2 e P3.

Precauzionalmente, una riduzione significativa all’edificabilità rispetto ai documenti esistenti è stata adottata in località Pescjère, per la presenza di acque incanalate e impluvi potenzialmente in grado di causare locali fenomeni esondativi. Per le sole frazioni di Cesclans, di Mena e del Villaggio Pic non sono state effettuate modifiche sostanziali alle aree edificabili preesistenti. Stesso dicasi per gli edifici e gli stavoli sparsi della zona montana, di cui si conferma l’edificabilità. La pericolosità valanghiva del PAI vigente, completamente assente nelle zone urbane di fondovalle, non determina situazioni di rischio nemmeno nelle aree montane già riconosciute come edificabili all’atto della stesura della relazione per il P.R.G.C. a firma del dott. geol. Sgobino F. (1988). Gli elaborati sono stati riportati sia in formato cartaceo, che digitale (file.pdf, file.dwg, file.shp), al fine di poter effettuare direttamente in formato informatico i futuri aggiornamenti eventuali necessari. I file vettoriali sono stati georeferenziati secondo il sistema Gauss - Boaga.

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INTEGRAZIONE

In riferimento alla nota del 11/0272015 della Direzione Centrale Ambiente ed Energia allegata (Prot.N.0003629/P) si provvede all’integrazione:

La frana in oggetto è stata inserita negli elaborati aggiornati.

L’incongruenza rilevata è stata corretta nella relazione aggiornata.

È stata aggiunta negli elaborati cartografici e indicata con la dicitura: frana stavoli Grialez - “Zona di attenzione” (Art. 5 N.T.A. P.A.I. fiume Tagliamento).

L’incongruenza rilevata è stata corretta negli elaborati grafici aggiornati.

Al paragrafo 2.4 della Relazione Generale (D.Lgs. 152/2006, Allegato alla delibera n. 3 del Comitato Istituzionale del 9 novembre 2012) del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione sono elencate alla tabella 2.9 le “zone di attenzione” del territorio friulano relative alla pericolosità idraulica. Per il territorio comunale di Cavazzo Carnico sono indicate come zone di attenzione i bacini dei seguenti corsi d’acqua:

CORSO D’ACQUA COMUNE/I PRINCIPALE/I T. Faeit Cavazzo Carnico Roggia di Cavazzo Cavazzo Carnico Rio Chianale Cavazzo Carnico T. Ambiesta Cavazzo Carnico e Bordano

Tabella 2.9 (estratto): Possibili situazioni di criticità idraulica nel bacino del fiume Tagliamento in territorio friulano.

Di seguito si procede ad integrare le conoscenze sui sopracitati corsi d’acqua con informazioni relative alle criticità idrauliche omesse in sede di stesura della relazione geologica.

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- Torrente Faeit Il T. Faeit è un corso d’acqua che sviluppa il proprio bacino idrografico sul versante settentrionale del Monte Faeit traendo origine dal Colle dai Larici e si immette quindi nel Fiume Tagliamento dopo aver attraversato in zona di fondovalle il centro abitato di Cavazzo Carnico. Le portate di massima piena del corso d’acqua sono stimate (Stefanini S.’82) in 148,2 m3/s ed il suo trasporto solido, in virtù della limitata pendenza media (6%) è limitato a materiali ghiaiosi e sabbiosi con piccoli ciottoli. Nel tratto inferiore è regimato da tre traverse in buono stato di conservazione ubicate rispettivamente a 315 m s.l.m. in loc. Niduarc, a 296,5 m s.l.m. alcune centinaia di metri a valle della località Pescjere ed a 278 m s.l.m. immediatamente a valle del ponte di via IV Novembre nei pressi di Piazza dei Caduti. Presso il centro abitato di Cavazzo Carnico il corso d’acqua è munito con opere spondali in scogliere di grossi massi a partire dal campo sportivo fino al ponte di via IV Novembre, mentre più a valle gli argini sono realizzati in muratura, sia in sponda destra che sinistra. Nel tratto afferente il centro abitato fino alla località Pescjere a seguito dell’adozione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Tagliamento le aree soggette a criticità idraulica presenti lungo il corso del T. Faeit sono state identificate e perimetrate con i rispettivi gradi di pericolosità. Per quanto riguarda il tratto montano il corso d’acqua esso scorre profondamente incanalato entro versanti rocciosi acclivi e localmente instabili dove non sono presenti aree urbanizzate, o costruzioni permanenti. In questo ambito, ai sensi del P.A.I. del fiume Tagliamento, il corso del torrente ricade in “Area fluviale”, ma anche le sponde ed i rilievi rocciosi circostanti devono considerarsi inedificabili, pertanto negli elaborati prodotti sono state inserite all’interno delle “aree acclivi o geomorfologicamente sensibili”. Il tratto finale del T. Faeit scorre in zona golenale del Fiume Tagliamento dove sussiste un grado di pericolosità idraulico elevato (P3) ad esclusione di un tratto in sponda destra a valle del Borgo Poscolle rientrante fra le “Aree acclivi o geomorfologicamente sensibili”, dove qualsiasi intervento edificativo deve essere sottoposto a indagine geologica puntuale che ne verifichi la fattibilità alla luce delle condizioni geologiche, geomorfologiche, geotecniche ed idrauliche del sito.

- Roggia di Cavazzo Carnico La Roggia di Cavazzo trae origine dalla Palude das Fontanas a occidente di Cavazzo Carnico ed attraversa il centro abitato in direzione ESE per immettersi quindi nel T. Faeit in località Parz da Riu. In relazione è stata riportata l’area potenzialmente esondabile localizzata in sponda destra a valle della S.R. 512 fra via Roma e via Paveit, come definita negli elaborati del P.A.I. con pericolosità idraulica moderata (P1). Il tratto di roggia a valle di detta area è stato canalizzato lungo tutto l’attraversamento del centro abitato, con interventi anche recenti, con argini in muratura e fondo in pietrame cementato fino al margine orientale del paese, dove prosegue entro sponde in terra naturale. In questo settore la roggia non pone problemi di carattere idraulico.

- Rio Chianale (Cjanale) Questo corso d’acqua rientra nel territorio amministrativo del comune di Cavazzo Carnico solo nel tratto finale dove sviluppa una conoide alluvionale fra la S.S. 512 del Lago di Cavazzo e lo stesso bacino lacustre. La conoide, se si esclude una stretta fascia ampia circa 25 m parallela alla strada statale, ai sensi del P.A.I. del Fiume Tagliamento è soggetta a pericolosità idraulica media (P2), mentre a monte di detta viabilità il breve tratto di sponda e di versante prossimo al corso d’acqua ricadente nel comune di Cavazzo Carnico ricadono nelle “Aree acclivi o geomorfologicamente sensibili”. In questo ultimo ambito l’alveo del Rio Cjanale a monte e a ridosso della strada statale, attraversata tramite un tombotto, si presenta sufficientemente inciso consentendo il regolare deflusso delle portate di massima piena. La zona non è comunque interessata da insediamenti antropici stabili.

- Torrente Ambiesta Il Torrente Ambiesta scorre al confine nord-occidentale del comune di Cavazzo Carnico attraversandone il territorio amministrativo solo nel suo tratto finale di fondovalle, dove si immette nel Fiume Tagliamento a SE della località Case Avons. 18

Nel tratto montano, dove funge da confine fra i comuni di Verzegnis a Cavazzo Carnico l’alveo è fortemente inciso entro elevati bastioni conglomeratici terrazzati cinti da ripide pareti con alla base coltri detritiche di massi ciclopici pressoché continue. In questo tratto l’alveo è indicato come “Area fluviale” ai sensi del P.A.I. Le sponde ed i fianchi vallivi alquanto accidentati non sono sede di insediamenti antropici stabili e rientrano nelle “Aree acclivi o geomorfologicamente sensibili”. Allo sbocco in zona di fondovalle le aree golenali in destra e sinistra idrografica sono soggette a pericolosità idraulica elevata (P3), anche in relazione al fatto che il T. Ambiesta funge da scarico al bacino idroelettrico del Lago di Verzegnis, il cui sbarramento artificiale sorge lungo il proprio corso, ma nel territorio amministrativo del comune di Verzegnis. Se le portate di massima piena del corso d’acqua immissario sono infatti dell’ordine dei 74 m3/s, la portata scaricabile dalla diga è di 240 m3/s (Stefanini S.’82) e quindi notevolmente superiore a quella definibile come “naturale”. In tali condizioni “estreme”, il tratto finale del corso d’acqua non sarebbe assolutamente in grado di permettere il deflusso delle correnti di piena entro l’alveo naturale, pertanto, ad esclusione dei rilevati stradali della nuova pista ciclabile costruita sul sedime della vecchia strada statale e della nuova S.S. 512 del Lago di Cavazzo, che risultano più elevati di 5 – 6 m sui terreni circostanti, l’intera piana attraversata dal torrente è soggetta a pericolosità idraulica elevata. Il territorio non è in ogni caso interessato da insediamenti antropici stabili.

Facendo riferimento agli elaborati del P.A.I. fiume Tagliamento relativi al comune di Cavazzo Carnico si rileva che l’elemento a rischio al quale è associata una classe di rischio diversa dalla pericolosità è il seguente:

- Strada comunale di Cesclans (foto n. 1 allegata) Il tracciato è interno alla frana P.A.I. 0300210700 cui è associata una pericolosità geologica molto elevata (P4). Le pareti conglomeratiche cementate che incombono su un tratto del tracciato che attraversa la scarpata al margine settentrionale del terrazzo omonimo sono state oggetto in epoca recente di interventi di messa in sicurezza tramite la posa in opera di reti paramassi rese solidali alla parete tramite funi metalliche e chiodature. Grazie a detti lavori il grado di pericolosità cui è soggetta la rete viaria è stato abbassato a grado elevato (P3).

Gli elaborati sono stati aggiornati inserendo gli elementi a rischio del comune di Cavazzo Carnico, distinti secondo le varie classi di rischio cui sono sottoposti, siano esse uguali, o diverse dal grado di pericolosità geologica proprio di ciascuna area.

Paluzza, Marzo 2015 dott. geol. Danilo Simonetti

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

- Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta – Bacchiglione, 2102: Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione: Norme di attuazione, D.Lgs. 152/2006, Allegato alla delibera n. 3 del Comitato Istituzionale del 9 novembre 2012.

- Comune di Cavazzo Carnico, 1998: Piano Regolatore Generale Comunale aggiornato fino alla Variante n°29: Norme Tecniche di Attuazione.

- ISPRA, 2007: “Progetto IFFI, Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia”;

- Servizio geologico, Direzione centrale ambiente ed energia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2015: “Catasto frane I.F.F.I. del comune di Cavazzo Carnico”;

- Sgobino F. 1998: “Studio geologico – tecnico ai fini del nuovo P.R.G.C.”.

- Sgobino F. 1999: “Relazione geomorfologica integrativa ai fini del nuovo P.R.G.C.”.

- Stefanini S. 1982: “Le sistemazioni idraulico – forestali nella (bacino montano del Fiume Tagliamento)”, Regione Aut. F.V.G. – Comunità Montana della Carnia.

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

Foto n. 1: Strada comunale di Cesclans. Reti in aderenza con funi tirantate lungo le pareti (viabilità soggetta a classe di rischio elevato (P3) entro area in frana con classe di pericolosità molto elevata (P4).

Foto n. 2: Stavoli Grialez (ruderi) Vista da monte

Foto n. 3: Stavoli Grialez Vista da est. Massi da frane di crollo a tergo del rudere.