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I giornalisti Massimo Fini e Giancarlo Padovan indagano sui cambiamenti sociali attraverso l’universo del pallone Da che «di football non capiva praticamente nulla» alla grande rivoluzione attuata da Arrigo Sacchi Il fastidio contro Berlusconi, le ipocrisie delle parole e delle cerimonie fino ad un passione sportiva felice e sfrenata

IL LIBRO dra. CALCIOPOLI l primo campo con Ma nemmeno Padovan, che le porte in legno L’ossessione del calcio pure percorre di più i sentieri l’ho visto solo a do- della tecnica e del regolamen- dici anni nel gran- to, le manda a dire. Ad esem- de cortile dei Sale- pio ricordando gli anni in cui, «Isiani di via Coper- da direttore di Tuttosport, ai nico, a Milano, dove giocava tempi di Calciopoli, difendeva anche Berlusconi, che era un la Juventus e Michele Serra sul interno e di anni ne aveva di- Una storia reazionaria suo giornale «innescò con me ciannove. Era il classico “Vene- una polemica da tifoso e non zia”: alto come un soldo di ca- da giornalista. Nella querelle, cio, pretendeva di fare il cen- non richiesto, si inserì Gigi Ga- travanti e non passava mai la ranzini, il quale disse che la palla. Anche in formato ridot- contrapposizone fra me e Ser- to e per il momento inoffensi- ra era come se si fosse accosta- vo era già tutto il Berlusconi to Mino Reitano a Placido Do- che avremmo conosciuto in se- mingo. Ma Garanzini aveva il guito»: Massimo Fini (giornali- dente avvelenato da vent’anni sta e scrittore) lo racconta in quando, per sostituire Silvio “Storia reazionaria del calcio” Garioni al “Corriere” fui scelto (Marsilio, 263 pagine, 17 euro), io e non lui». E ce n’è anche per scritto a quattro mani con il mitico Candido Cannavò, sto- Giancarlo Padovan, giornali- rico direttore della Gazzetta: sta sportivo ma anche scritto- «il cui potere veniva dissimula- re, docente all’Università Cat- to da un’apparente bonomia, tolica del Sacro Cuore a Mila- ma che non era per niente buo- no». Secondo Padovan era Can- no e perfino allenatore con il Un viaggio tra le patentino Uefa B, con postfa- navò a sponsorizzare Garanzi- contraddizioni ni – con il quale giocava rego- zione di Antonio Padellaro. dei un mondo Compagni di viaggio e com- larmente a tennis - contro di fatto di luoghi lui, considerato “minus quam plici, Massimo e Giancarlo, an- comuni, che se non sempre allineati, merdam” dai veterani e dai anzi. Ad esempio quando si pregiudizi, frasi presunti ottimati del giornali- parla di allenatori. Per Fini fatte e ovvietà per smo italiano, spalancando co- contano meno di quanto loro un sentimento sì ai lettori qualche stanza di stessi credano. Di Helenio Her- che non ha limiti quelle redazioni che “alzano rera, ad esempio, dice: «Di cal- barricate” contro i colleghi e cio non capiva praticamente del mestiere di giornalista: “Quello del critico calcistico è nulla, soprattutto a partita in un impegno acrobatico, per- corso». Ne salva pochi (fra que- ché il calcio non regala certez- sti Allegri: «Usa la testa, sa ze”. adattare gli schemi ai giocato- ri e non viceversa»), il suo ido- DIVISI DAL VAR lo è e detesta Interessanti e coinvolgenti quelli che amano il bel gioco: deviazioni, quelle di Padovan, «Il bel gioco non a nulla a che da una strada maestra che è fare col calcio». quella del racconto del calcio e DOPPIA VISIONE dei suoi uomini dal punto di vi- DUE SIMBOLI sta della tecnica, della cono- Padovan ammirava il “ma- telecronista di Sky Sport, con scenza, dei regolamenti, delle go” (e anche, va detto, la sua le sue urla, né le donne, “che Cristiano Ronaldo novità, dell’evoluzione. bella moglie, donna Flora «e i negli stadi non dovrebbero ossannato per le sue A lui, ad esempio, il Var pia- suoi seni generosi e intatti an- neppure entrare” e alle quali prestazioni che spesso ce, lo approva (“Vuol dire ama- che a sessantatré anni») e so- in casa è vietato avvicinarsi al- hanno dettato il destino re la giustizia e la verità non es- prattutto Arrigo Sacchi “per- la stanza dove si guarda la par- delle squadre in cui ha sere calvinisti”), con qualche chè ha rivoluzionato il calcio” tita: “Anche perchè oltre a non militato. Un fenomeno distinguo, certo (“Snatura la e Mourinho (“Nessuno come capire nulla portano anche sfi- planetario. Sotto partita, ma è il male minore”). lui sa infondere motivazioni ga”. l’allenatore Josè Fini invece lo trova idiota, so- assolute ai suoi giocatori”). In- Fini detesta la banalità, l’ipo- Mourinho, controverso prattutto in Italia, dove “abbia- vece Fini ha nostalgia del “vec- crisia: le curve una volta non protagonista della mo i migliori arbitri”. Perché il chio, caro all’italia- esistevano, le hanno inventate panchina Var distrugge “il ritmo e la poe- na”. lorsignori e allora non si capi- sia del calcio”. Fini, che detesta luoghi co- sce perché, se si costringono scesa la nebbia, in un luogo do- Ma nelle righe di Padovan muni, pregiudizi, frasi fatte, dietro le porte tutti i ragazzotti ve la nebbia la vedono se va be- c’è anche la passione giovanile ovvietà e il politicamente cor- che prima si diluivano anche ne una volta ogni dieci anni, a per il Carmenta, la squadra del retto, spiazza i benpensanti da in altre parti dello stadio, poi ci venti minuti dalla fine della suo paesino, Carmignano del anti in tutto, persino anti italia- si scandalizza se questi ad ogni partita di ritorno con la Stella Brenta, e quella per il Laneros- no: «Non ho mai tifato per l’Ita- buona o cattiva occasione fan- Rossa con i rossoneri ad un si Vicenza, che ha amato per lia anzi, ho sempre tifato con- no casino. Eppure ammette di passo dalla clamorosa elimina- amore del padre e dello zio tro, soprattutto quando gioca essere vittima, come e peggio zione, non ci sarebbe mai stato (“Più che alla gioia della parti- con le piccole. Il mio trionfo fu di chiunque altro, di folli riti e il grande Milan di Berlusconi e ta volevo partecipare alla loro la sconfitta con la Corea del assurde scaramanzie e di una anche il destino dell’uomo di sofferenza, in quei lunghi po- Nord (1 a 0) nel Campionato passione per il Toro e il calcio Arcore e la stessa storia d’Ita- meriggi che altro non erano del Mondo del 1966». talmente forte da essere alla fi- lia avrebbero avuto un corso che un percorso nel mistero E qui non risparmia nessu- ne delusa in maniera così co- diverso». La passione sfrenata doloroso del calcio”) e che ha no: né il “fastidioso” Caressa, cente da indurlo a decretare, per la grande Olanda di Cruijff smesso di amare quando il pa- unilateralmente, il divorzio da che non ha mai vinto nulla, an- pà se n’è andato. STORIA entrambi: «E forse questo li- che perché perseguitata dalla Insomma, leggetelo questo REAZIONARIA bro mi è servito anche per ela- sfortuna quando avrebbe potu- libro, curioso, appassionante, DEL CALCIO borare questo amarissimo lut- to farlo - secondo Fini è “la pro- divertente, pieno di cose, divi- to». va che Dio non esiste (e del re- sivo, come è sempre stato il di Fini sto, Baudelaire scrisse: “L’uni- calcio. E, da perfetti tifosi, vi e Padovan IL MILANISTA ca scusante di Dio è di non esi- schiererete per l’uno o per l’al- Marsilio Il fastidio verso Berlusconi stere”) -, ma è rimasta comun- tro. E vi riconoscerete perfetta- 17 euro affiora a più riprese: «Se in que nella storia a conferma mente in entrambi. quel maledetto giorno di no- che non è sempre il palmares a Claudio De Min

vembre a Belgrado non fosse fare la grandezza di una squa- © RIPRODUZIONE RISERVATA