PROGETTO BUSSOLA PER GHEMME
Scenari e strategie per la prosperità sostenibile del Comune di Ghemme (Colline Novaresi, Piemonte)
Autori:
Dipak R. Pant Ph.D.
Professore (docente titolare) di Sistemi Economici Comparati e di Antropologia Applicata (Strategie per l'Economia Sostenibile) Coordinatore dell'Unità di Studi Interdisciplinari Facoltà di Economia Università Carlo Cattaneo
Marco Brusati
Collaboratore delle cattedre di Sistemi Economici Comparati e di Antropologia Applicata (Strategie per l'Economia Sostenibile) Ricercatore presso l'Unità di Studi Interdisciplinari Facoltà di Economia Università Carlo Cattaneo
Collaboratori:
Anna Arnaboldi, Università dell'Insubria, Como Davide Cerutti, Unità di Studi Interdisciplinari Pierdavide Montonati, Unità di Studi Interdisciplinari Walter Osti, Unità di Studi Interdisciplinari Luca Rebola, Unità di Studi Interdisciplinari
Relazione finale - Progetto Bussola - Ghemme Dipak R. Pant Ph.D. Mark Brusati
SCENARI E STRATEGIE PER LA PROSPERITÀ SOSTENIBILE DEL COMUNE DI GHEMME (COLLINE NOVARESI, PIEMONTE)
Ringraziamenti
Perché il Progetto Bussola
Obiettivi
Metodo e percorso
Uno sguardo ai pensieri ed alle pratiche in tema di gestione sostenibile degli insediamenti urbani ed extra-urbani
Habitat di Ghemme: la cornice paesaggistica ed ambientale
I paesaggi ghemmesi Cenni di storia naturale Microclima Le risorse ambientali L’uso del territorio e l’organizzazione dello spazio I cambiamenti paesaggistici ed ambientali nelle zone limitrofe Interrogativi sulla qualità dell’ambiente e sulla qualità della vita
Comunità di Ghemme: popolazione, cultura ed identità
Struttura demografica Cenni di storia politica e sociale Lingua e dialetto Tradizioni locali Aspetti generali della cultura oggi Mutamenti nella cultura e nell’identità nel circondario di Ghemme Interrogativi sull’identità e sulla sua continuità
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Business a Ghemme: economia ed affari
Struttura economica Cenni di storia economica I settori di punta Altri settori L’andamento economico dei comuni limitrofi Ghemme nel contesto economico provinciale, regionale, nazionale e globale Interrogativi sulla solidità dell’economia ghemmese
Tendenze di superficie (previsioni quantitative)
Tendenze di fondo (proiezioni qualitative)
Sintesi dell’analisi e valutazione complessiva: quattro scenari per Ghemme
Passi concreti ed attuabili verso lo scenario di riferimento: le strategie per una prosperità sostenibile
Primi due passi passi: mobilità multiforme e ri-vitalizzazione culturale Altri due passi: marca-luogo (place brand) e Fondazione Comunità di Ghemme
Riferimenti
Post Scriptum
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Ringraziamenti
La realizzazione del Progetto Bussola (Scenari e strategie per la prosperità sostenibile del Comune di Ghemme) è stata possibile grazie al supporto morale, tecnico ed intellettuale dell’Amministrazione del Comune di Ghemme e il sostegno dell’Università Carlo Cattaneo.
In particolare alcune persone ed enti ci hanno aiutato nella realizzazione del nostro lavoro: il Sindaco di Ghemme Ing. Alfredo Corazza, Sig. Carlo Olivero, Sig. Sergio Monferrini, la pro-Loco, le associazioni culturali e civiche ghemmesi, la parrocchia di Ghemme, la comunità imprenditoriale (in modo particolare Ponti, Francoli, Rovellotti, Cantina Cantalupo), gli uffici comunali da cui abbiamo tratto le informazioni necessarie all’analisi delle realtà Ghemmesi, la Camera di Commercio di Novara, i negozianti ed i commessi di Ghemme.
Vorremmo ringraziare i nostri consiglieri scientifici, tecnici ed amici (Ing. Dionisio Vianello, Prof. Giorgio Franceschetti, Ing. Fausto Lanfranco, Prof. Gianluigi Bravo, Ing. Elena Franzosi, Dr.ssa Anna Arnaboldi ed altri) che ci hanno aiutato nella stesura finale dello scritto, fornendoci idee e consigli per migliorare il nostro lavoro.
Ringraziamo già da ora, per la cortese attenzione, chiunque si appresti a leggere questa relazione. Buona lettura, buone riflessioni, buon lavoro.
Dipak R. Pant Ph.D. Mark Brusati
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Perché il “Progetto Bussola”
Il Progetto Bussola è un esercizio per la produzione di uno strumento cognitivo. Lo strumento dovrebbe facilitare tre distinte (ma logicamente consecutive) funzioni: • la comprensione empirica della vulnerabilità locale • la visualizzazione (scenarizzazione) dei nuovi orizzonti di affari, infrastrutture e cultura per un ben-essere sostanziale (wellness) collettivo in loco • l’individuazione di un percorso localmente praticabile per avvicinare quegli orizzonti.
In altre parole, il Progetto Bussola crede di poter servire la collettività con l’ottimizzazione del processo decisionale delle amministrazioni e delle comunità imprenditoriali locali.
Negli ultimi anni, il modello urbo-industriale, anche senza la crescita demografica urbana e nonostante il fenomeno della contrazione del tessuto industriale (presente attualmente in Italia settentrionale) sembra, comunque, pervadere i territori extra- urbani ed unificare le piccole e medie comunità in uno stesso magmatico (dis)ordine urbanistico (l’urbanizzazione diffusa). I mass-media, vettori principali dell’omologazione consumistica globale, ed il pendolarismo (per motivi di lavoro, formazione e ricreazione) tendono, progressivamente, a svuotare il contenuto civico- culturale delle piccole-medie comunità, indebolendo il presidio del territorio e la base del capitale umano e sociale delle aree peri-urbane. Il pendolarismo e la perdita delle specificità spingono l’economia locale verso ambiti che sono fuori dalla portata del controllo strategico locale, rendendola sempre più vulnerabile a congiunture e speculazioni originarie di altre realtà.
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Dagli anni cinquanta in poi si è assistito ad una crescita di settori economici diversi dall'agricoltura ed artigianato, quindi ad un massiccio spostamento di persone e risorse verso i grandi poli industriali nelle città e nelle periferie. Dagli anni ottanta in poi, invece, si è assistito ad una crescita di settori ancora più diversi da quelli industriali/manifatturieri (con l’avanzamento del terziario/servizi) e ad un inesorabile spostamento di risorse migliori (soprattutto quelle umane) verso i poli urbani.
Nella prima ondata di industrializzazione si è verificata una forte urbanizzazione della popolazione, con cambio di residenze dalle aree extra-urbane verso le aree urbane. Nella seconda ondata (quella della terziarizzazione dell’economia) si è invece visto un numero crescente di utilizzatori dei poli urbani (city-users), che quasi ogni giorno viaggiano tra le città medie/grandi e le aree peri-urbane ed extra-urbane. Con la prima ondata di industrializzazione le città si ingrandirono sottraendo le risorse rurali. Con l’ultima invece la campagna si è urbanizzata attraendo le dislocazioni frammentarie di impianti produttivi, operatori economici, residenti e mode culturali. E’ avvenuta un’urbanizzazione diffusa che ha cambiato il carattere della campagna.
L’effetto cumulativo di queste due ondate di urbo-centralizzazione, prima con l’espansione del settore industriale/manifatturiero poi con quello del terziario avanzato, ha reso molte piccole comunità economicamente deboli e culturalmente spente. Nonostante tutto, molte di queste comunità dispongono ancora di una cornice paesaggistico-ambientale di un certo valore e di alcune specificità economiche tuttora rilevanti (e molto promettenti per il futuro) dal punto di vista del mercato, particolarmente nel settore agro-alimentare, nell’artigianato artistico, nella salute e nel tempo libero. Sono “luoghi-sistema” (place-systems) che risponderebbero alle nuove e sempre crescenti domande dei consumatori-cittadini italiani ed europei, sempre più longevi e quindi desiderosi di ben-essere sostanziale (wellness): servizi,
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tranquillità, salubrità, sicurezza, qualità ed autenticità; e non solo di ben-avere funzionale (richness): casa, auto, vestiario, elettrodomestici, oggetti di vario genere, denaro...
Tuttora i piccoli luoghi-sistema, come il Comune di Ghemme, svolgono importanti funzioni: • il presidio/cura degli spazi vitali, con benefici anche per chi vive lontano; la fornitura di materie (generi alimentari, alloggi, materie prime, manufatti …), servizi e risorse (soprattutto umane)
• la ricreazione extra-urbana (per gli urbani che devono fuggire dai loro ambienti poco salubri) con cospicui benefici per l'industria del week-end, del tempo libero
• il mantenimento della cultura locale, la testimonianza di una civiltà rurale che costituisce un substratum della grande civiltà europea continentale (Continental Heartland Culture)…
Uno sforzo per promuovere l’economia e l’identità di Ghemme ed altri simili piccoli luoghi-sistema, rafforzando il loro assetto paesaggistico-ambientale e migliorando la loro piattaforma di buoni (e sani) affari, è rappresentato dal Progetto Bussola. Il progetto serve ad analizzare la situazione, a mappare le vulnerabilità di un luogo- sistema ed a capire le tendenze, per poi poter delineare le immagini del futuro (possibili, plausibili, auspicabili, evitabili…); in altre parole, a costruire una serie di scenari prospettici.
Gli scenari prospettici non coincidono con le previsioni lineari (forecast) comunemente usate dagli economisti convenzionali, ma sono piuttosto una narrazione sistematica di presagi (foresight)1, simile a quella usata, a volte, dai
1 Il cosiddetto metodo di pianificazione attraverso gli scenari (Scenario Planning Method, Strategic Foresight Exercise) è stato reso famoso dai lavori di Pierre Wack, responsabile della pianificazione presso la Royal Dutch/Shell negli anni ’70. Anche dopo aver terminato l’esperienza con la Royal Dutch/Shell continuò a sviluppare e diffondere il metodo degli scenari negli USA attraverso seminari e scritti che comparirono nei bollettini di Stanford e Harvard.
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pianificatori strategici di grandi aziende multinazionali (Royal Dutch/Shell, Motorola, Sony, NatWest, Electrolux…) e di alcune organizzazioni politiche (e.g. Commissione Europea, US Department of State…) o militari (e.g. US Navy, NATO…). Molti pianificatori strategici sembrano essere convinti che le previsioni lineari basate sui numeri (number-led straight-line forecasting) hanno dei limiti, per quanto riguarda la visuale di medio-lungo termine, poiché non tengono conto delle incertezze né dei cambiamenti rapidi discontinui (Schwarz, 1991).
Previsioni lineari unilaterali, basate sui numeri, servono solo se corrispondono alla realtà dei fatti (e spesso non corrispondono). Invece la scenarizzazione serve non ad indovinare un futuro piuttosto che un altro, ma a delineare molte immagini alternative del futuro (gli scenari, appunto) e, quindi, a facilitare la capacità visuale di medio- lungo termine (strategic vision) e a rendere più creativo il processo decisionale (Pant, 1998, 2000). Una volta delineate le varie alternative possibili (scenari) si tratta di orientare la comunità ed il mercato verso lo scenario più desiderabile, detto ‘scenario di riferimento’. Questo (scenario di riferimento), per quanto sia una “costruzione ideale” (comunque sempre basato sulle ricerche empiriche di fatti e fenomeni), sicuramente fornisce una chiara e coerente direzionalità e stimoli (inputs) per una pianificazione strategica. Gli scenari costituiscono una bussola per navigare in mezzo a mille incertezze senza restare troppo “imbrigliati” nei numeri.
In altre parole, la scenarizzazione serve a cogliere i segni del tempo e a scegliere di procedere verso il tipo di futuro che sarebbe ottimale e plausibile nel contempo.
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Obiettivi
Il Progetto Bussola per Ghemme si propone di essere uno strumento per conoscere, analizzare, progettare e gestire gli assetti locali (comunità-territorio-economia) del Comune di Ghemme in un’ottica di prosperità (affari, occupazione, reddito) e sostenibilità (qualità dell’ambiente e della vita, conservazione e valorizzazione del capitale umano ed ambientale).
Gli obiettivi del Progetto Bussola Ghemme sono tre:
1. Analisi e valutazione: indagare, approfondire il passato recente ed il presente degli attuali assetti locali (comunità-territorio-economia), fornire una valutazione complessiva e qualitativa dei punti di forza e debolezza, delle minacce e delle opportunità, che interessano il tessuto civico, la cornice ambientale e la struttura economica del Comune di Ghemme
2. Scenarizzazione: munire l’Amministrazione Comunale di differenti prospettive future (scenarizzazione), create sulla base dei risultati dell’analisi degli assetti locali: disegnare probabili panorami in cui il Comune di Ghemme potrebbe essere inserito
3. Formulazione strategica: fornire all’amministrazione comunale le indicazioni ed i suggerimenti necessari per una pianificazione territoriale e per una programmazione socio-economica utili a raggiungere una prosperità sostenibile.
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Metodo e percorso
Il Progetto Bussola è stato eseguito unendo i metodi e gli strumenti di discipline economiche, tecniche, sociali ed ambientali per poter cogliere i fenomeni (e loro intrecci) insiti nelle tre dimensioni che formano un’unica realtà che è il “luogo- sistema” (place-system):
1. Habitat: gli ecosistemi, i paesaggi naturali, i paesaggi culturalmente modellati (urbanistica, architettura, stili...), le infrastrutture, il profilo dell’orizzonte (skyline), la luce, gli odori, i rumori...: la cornice ambientale-paesaggistica totale.
2. Business: le risorse, i sistemi produttivi e distributivi, gli affari, il capitale umano, le potenzialità…: la struttura produttiva e le dinamiche economiche.
3. Ethos: la popolazione, gli usi ed i costumi, le manifestazioni festive e sceniche, le particolarità locali, la vita civica ed associativa…: l’assetto identitario.
I fenomeni di queste tre dimensioni non sono trattabili con gli strumenti di un’unica (medesima) disciplina scientifica. Perciò è stato utilizzato un sistema di lavoro in gruppo, avvalendosi di competenze di alcune differenti discipline: economia politica ed aziendale, ecologia umana, storia, etnologia ed ingegneria civile ed ambientale.
E’ stato seguito un percorso che progressivamente passa dall’osservazione passiva sul campo (field survey), più neutrale possibile, alle inchieste mirate su temi ed interpretazioni, fino alla formulazione di strategie per il futuro più coinvolta possibile.
11 Relazione finale - Progetto Bussola - Ghemme Dipak R. Pant Ph.D. Mark Brusati
E’ stato seguito l’iter empirico-analitico-prospettico, come nelle ricerche antropologiche. Le tappe di questo percorso sono le seguenti: