Roberto Veronese

LAGO DI (CERESIO)

Porto Ceresio (Varese)

Caratteristiche

Il lago di Lugano, altrimenti detto Ceresio, è un lago alpino che si estende tra il Canton e le Province di Varese e Como. E’ di origine glaciale essendosi formato al termine dell’ultima glaciazione, circa diecimila anni fa. Ha un’estensione di 48,7 kmq. ed una profondità massima di 288 metri. Il punto più profondo è nella parte superiore, tra il confine italiano e quello svizzero, a pochi chilometri da . I tre immissari principali sono il , il ed il Cuccio. Immissari minori sono i torrenti: Bolletta, Laveggio, Magliasina, e Rezzo. Dal suo ramo occidentale inizia il fiume (emissario) che sfocia nel lago Maggiore ed appartiene, quindi, al bacino idrografico del fiume Ticino. Il lago è molto pescoso. A parte alcune zone protette, come la foce del fiume Cuccio nel comune di , è possibile pescare ovunque e con diversi metodi. Anche per la licenza di pesca esiste un unico regolamento regolato dalla Convenzione italo-svizzera per la pesca. Questo regolamento internazionale sostituisce tutte le norme regionali e provinciali della Lombardia. Le specie protette sono le alborelle ed i gamberi di fiume autoctoni (Austropotamobius pallipes). Purtroppo, l'alborella è quasi estinta, al contrario del lago Maggiore. Ci sono studi in corso tendenti ad un ripopolamento controllato, soprattutto nelle zone di .

Caratteristiche agonistiche

La fisionomia tecnica generale è determinata dalla presenza di cavedani, scardole, gardon ed altro pesce bianco. In mancanza dell’argenteo ciprinide, il garista deve indirizzare la pesca sui gardon che, di fatto, hanno sostituito l’alborella. La distribuzione di questi pesci è generalizzata su tutto il lago. I tratti più pescosi sono quelli in corrispondenza degli abitati ed in quelle zone dove i pescatori locali, con la loro presenza, assicurano una pasturazione continua che trattiene in loco non solo i gardon ma anche molte altre specie di pesci.

Campo di gara

Il lago di Lugano, a , può distribuire il campo di gara in più zone e con una discreta diversità tra loro.

La prima zona è quella sotto la strada che dalla dogana arriva fino all’abitato di Porto Ceresio. E’ abbastanza frequentata dai pescatori per diletto che, con la pasturazione, trattengono diverse specie di pesci. Il fondale degrada lentamente e consente di posare l’esca sul fondo oppure radente ad esso. Il secondo tratto è quello a cavallo del posto di osservazione della Guardia di Finanza, che si raggiunge proseguendo a sinistra di Porto Ceresio. Questa zona di pesca è caratterizzatada un notevole fondale che discende rapidamente. La terza si trova sotto la strada che, della garitta arriva a fino all’incile del Tresa. Come nel primo tratto il fondale degrada lentamente e consente di posare l’esca sul fondo oppure radente ad esso. La strada che costeggia il lago, neanche molto larga, non offre molte piazzole per la sosta delle auto. E’ necessario, quindi, recarsi sollecitamente al posto assegnato appena in possesso del cartellino con il proprio numero e cercare di parcheggiare il più vicino possibile al picchetto. Ogni zona adibita a campo gara può essere diversa, sia come sponda sia come fondale. Tuttavia, se si analizzano i settori, si può affermare che questi sono abbastanza uniformi, sia sulla sponda, sia in acqua.

Tecnica di pesca

Il bacino del Ceresio offre la possibilità di impiegare tutte tecniche di pesca al colpo relative all’acqua ferma. Tutte le canne possono essere impiegate: dalla fissa alla bolognese all’inglese; in molti tratti è possibile pescare anche a roubaisienne. La pesca del gardon viene effettuata con canna fissa; la lenza deve essere discretamente piombata per far scendere rapidamente l’esca. La piombatura può essere concentrata verso il basso in quanto il gardon sembra che non si preoccupi troppo di essa. Esige solo di poter abboccare completamente; la ferrata deve essere effettuata solo dopo l’affondo del galleggiante. E’pur sempre possibile ferrare in anticipo, bisogna attendere che l’esca sia stata ingoiata completamente. Anticipare la ferrata potrebbe significare la perdita della preda. In relazione all’altezza del fondale, la pesca del gardon implica l’impiego di canne fisse che variano dai 4 agli 8-9 metri di lunghezza. Oltre tale misura occorre bisogna affidarsi alla bolognese con l’ausilio del galleggiante scorrevole. In tal caso, le piombature oscillano sui 3-5 grammi di taratura. I piombi sono distribuiti nel basso di lenza, per poco sufficiente a motivare l’abboccata del pesce. La pesca del cavedano viene attuata con canna bolognese per valorizzare l’azione della frizione del mulinello anche in relazione al nylon impiegato, necessariamente sottile. Per la pesca del cavedano sono richieste almeno un paio di bolognesi, di cui una lunga per evitare, il più possibile, l’impiego del galleggiante scorrevole. La possibilità del vento non deve mai essere trascurata, per cui il concorrente deve dotarsi anche di galleggianti sensibili, adatti allo scopo. Per questa ragione è molto importante aver acquisito una certa esperienza di pesca con l’acqua increspata e con un lieve moto ondoso.

Esche & pasture

La larva di mosca carnaria colorata di rosso è l’esca ideale per catturare gardon e scardole. Per il cavedano e la grossa scardola vanno bene i cagnotti al naturale, ma qualche fiocchetto tutto rosso può sempre fare il suo effetto. Vermi sia d’acqua sia di letame risultano indispensabili per la pesca dei grossi gardon nei grandi fondali. Il divieto della pasturazione con larve di mosca carnaria determina col tempo un calo della immediatezza delle abboccate dei cavedani che potranno, d’altro canto, essere tentati con crisalidi del baco da seta e la larva della pupilla (gatos). Per la pastura intesa come sfarinati vanno bene quelle a base di farina di crisalidi, farina di pesce e molto pane grattugiato.

Condotta di gara

Sul bacino del Ceresio non vi sono troppo scelte da fare; si cerca di catturare qualsiasi specie ittica, il più rapidamente possibile. L’unica pesca prevedibile, con una certa continuità e generalità lacustre, è quella del gardon. La sua cattura viene effettuata “a scendere” nel senso che si catturano prima quelli che sostano tra le erbe degli strati superiori dell’acqua; in seguito si alza il galleggiante abbassando la profondità e si allamano quelli posizionati verso il fondo e cosi via. Verso la fine gara si può ricorrere anche al galleggiante scorrevole ed a qualche lancio al largo.