Titolo:

I DEMONI, NELLA TUA VITA, SI POGGIANO SULLE TUE FRAGILITA’, SULLE TUE FRUSTRAZIONI, SULLE TUE OSSESSIONI, E SUI TUOI PENSIERI, PAROLE, AZIONI, E CONTEGGI COMPULSIVI

(Delitti - Un aberrante delitto derivante da particolari meccanismi ossessivi d’anima e mentali: una vita frustrata, un innocente rifiuto… e due scellerati omicidi)

- Federico Scifo - (trattato del giugno 2018)

- anno 2018 - * * *

“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?" E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna” (Matteo 25:31-46).

“Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1° Giovanni 5:19).

“Tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?” (1° Giovanni 5:4,5).

“Aitofel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, sellò il suo asino e partì per andarsene a casa sua, nella sua città. Mise in ordine le cose della sua casa e si impiccò. Così morì e fu sepolto nella tomba di suo padre” (2° Samuele 17:23).

“La gente uscì a vedere l'accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l'uomo, dal quale erano usciti i demòni, che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurirono” (Luca 8:35).

* * *

Questo trattato lo cominciò così.

Con la 2° canzone dell’album “E io ci sto” del cantante crotonese Rino Gaetano, album uscito nel 1980.

[Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti.

A te che sogni una stella ed un veliero che ti portino su isole dal cielo più vero, a te che non sopporti la pazienza o abbandonarti alla più sfrenata continenza.

A te che hai progettato un antifurto sicuro a te che lotti sempre contro il muro e quando la tua mente prende il volo t'accorgi che sei rimasto solo.

A te che ascolti il mio disco forse sorridendo giuro che la stessa rabbia sto vivendo: siamo sulla stessa barca io e te.

Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti

A te che odi i politici imbrillantinati che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a pu****a pur di salvarsi la dignità mondana .

A te che non ami i servi di partito che ti chiedono il voto, un voto pulito partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri .

A te che ascolti il mio disco forse sorridendo Giuro che la stessa rabbia sto vivendo: Siamo sulla stessa barca io e te Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti Ti ti ti ti ti ti ti ti ti]

Link (ascoltabile già direttamente da qui): http://www.youtube.com/watch?v=GF0Jju4E6xk

Oppure lo comincio con una delle più famose canzoni sempre del cantante crotonese Rino Gaetano (non che io lo segua, ma è così) “Mio fratello è figlio unico”: canzone omonima ed appartenente al suo 2° album, pubblicato nel 1976. Il titolo dell'album (lo stesso della canzone) esprime il disagio e la quasi emarginazione di chi negli anni ‘70 si comportava, per così dire, "normalmente". La canzone, per chi non la sapesse, o non la ricordi bene, dice letteralmente così:

[Mio fratello è figlio unico, perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato, e non ha mai pagato per fare l'amore, e non ha mai vinto un premio aziendale.

E non ha mai viaggiato in 2° classe sul rapido Taranto - Ancona.

E non ha mai criticato un film senza prima… prima vederlo.

Mio fratello è figlio unico perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone, perché è convinto che nell'amaro benedettino non sta’ il segreto della felicità, perché è convinto che anche chi non legge Freud può vivere cent'anni, perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati!

Mio fratello è figlio unico, sfruttato, represso, calpestato, odiato… e ti amo Mario.

Mio fratello è figlio unico, deriso, frustrato, picchiato, derubato… e ti amo Mario.

Mio fratello è figlio unico, dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato… e ti amo Mario.

Mio fratello è figlio unico, frustato, frustrato, derubato, sottomesso… e ti amo Mario.

Mio fratello è figlio unico, deriso, declassato, frustrato, dimagrito… e ti amo Mario.

Mio fratello è figlio unico malpagato, derubato, deriso, disgregato... e ti amo Mario…].

Link: http://www.youtube.com/watch?v=ZgaGPuLDBG4

Purtroppo, Satana, o qualche suo infernale subalterno (o vassallo), fece morire Rino Gaetano, in giovane età, con un notturno incidente stradale, dovuto anche, ma non solo, all’eccesso di velocità con cui andava, e soprattutto per esser finito nell’altra corsia della strada travolto da un grosso camion (si pensa però che ancor prima di aver l’incidente, Rino, avesse avuto un infarto in corso che lo avrebbe fatto morire già ancor prima dell’incidente o che gli avrebbe fatto perdere i sensi, ed a causa di ciò, averlo fatto incontrollatamente dirigere nell’altra corsia della strada). In ogni caso, fine della sua vita. Fine del suo successo. E fine anche dei suoi vizi e dei suoi eccessi. Perché, in realtà, le canzoni composte dagli artisti, e come essi vogliono apparire al pubblico, quasi mai rispecchiano la loro propria vera vita. Questo vale anche per i personaggi della letteratura (sì, anche quelli che si studiano a scuola).

Ora, perché dico Satana? Sta’ scritto: “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1° Giov. 5:19/b). Esatto, proprio così. Tutto il mondo, giace, come un morto, sotto il potere di Satana a causa della caduta dell’uomo nel Peccato nell’Eden. A causa di questa disobbedienza dell’uomo, Dio, che non ha debiti con nessuno, agendo in perfetta legalità, “dovette”, consegnare a Satana ciò che, in maniera subdola, si era legalmente conquistato con la cooperazione ed a dispetto dell’uomo. Satana è anche colui che ha fatto causare le malattie nel mondo avendo, già in principio della creazione, fatto subdolamente cadere l’uomo nel Peccato originale: è anche il fautore degli infarti cardiaci. Tra l’altro, qualche scrittore cristiano, ha riportato che Gesù sulla croce infine sia morto proprio a causa di un cedimento cardiaco, o infarto. Grazie Signore Gesù per tutto quello che hai fatto, e che continui a fare per noi peccatori!

Dicevo, Satana, il diavolo, viene definito, nella Parola di Dio, la Sacra Bibbia, anche come dio e principe di questo mondo (vedi Giovanni 12:31, 14:30, 16:11, e 2° Corinzi 4:4). Per cui, ha sotto controllo coloro che, vivendo per i fatti loro, e magari anche non riconoscendo nella propria vita Cristo, che si è sacrificato in croce per redimere tutti noi (e ci ha redenti: ma lo si deve accettare per fede), si permettono di vivere una vita tenendo Dio fuori dalla propria vita. Per la grazia di Dio, e per i suoi misteriosi piani, non tutti coloro che vivono senza Dio, però, muoiono in tal modo. Sì, Satana sarebbe ben felice di farlo e portar così più anime possibili all’Inferno fin da subito, ma deve, nel suo agire verso l’umanità, fare i conti e sottomettersi in tutto e per tutto all’autorità suprema di Dio (ampia dimostrazione di questa sua limitatezza se ne ha riscontro nel biblico libro di Giobbe ma anche in varie altre parti della Bibbia, soprattutto nei quattro Vangeli). Sta scritto tra l’altro nei Salmi: “A Dio appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti” (Salmo 24:1; 1° Corinzi 10:26). Amen.

Specificando questo, la morte di Rino Gaetano rientrò nel caso in cui Dio la permise. Ma invece di focalizzarci su di essa, magari pure rimproverando Dio per gli incidenti in cui le vittime ci “restano”, come si suole dire, o che muoiono poi, pensiamo a quanta gente, pure immeritevole e che non Lo riconosce, Dio fa’ scampare dalla morte e addirittura uscire illesa dagli incidenti stradali e non. Gloria sia al suo Nome.

Ecco qui sotto riportate alcune informazioni prese da ‘Wikipedia’ sugli ultimi giorni della vita di Rino Gaetano:

[La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale. Già l'8 gennaio un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guard rail: il cantante rimase illeso mentre la sua auto venne distrutta. Gaetano aveva deciso poi di acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato. Il 2 giugno, verso le tre del mattino, dopo una serata passata nei locali, stava tornando a casa da solo a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre percorreva via Nomentana, all'altezza dell'incrocio con via Carlo Fea, con la sua vettura invase la corsia opposta. Un camionista che sopraggiungeva nell'altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l'urto con il mezzo pesante era ormai inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti; Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l'impatto del petto sul volante e il cruscotto fu violentissimo. L'autopsia rivelerà - come causa della perdita di controllo dell'auto - un possibile collasso prima dell'impatto, mentre il camionista - Antonio Torres, che presterà i primi soccorsi al cantante - raccontò di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell'impatto.

Quando arrivarono i mezzi di soccorso, Gaetano era già in coma; giunto al Policlinico Umberto I furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura molare destra e una sospetta frattura allo sterno. Il policlinico non aveva però un reparto attrezzato per gli interventi d'urgenza sui craniolesi, così il medico di turno, il dottor Novelli, tentò di contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Vennero contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della ‘Garbatella’, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a trovare un posto disponibile. Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano morirà comunque alle sei del mattino. Vi furono successivamente polemiche per via del mancato ricovero e venne aperta anche un'inchiesta e un'interrogazione parlamentare.

Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi poco dopo. Alle esequie parteciparono parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente venne sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre venne trasferito al cimitero del Verano.

In La ballata di Renzo, canzone scritta da Gaetano dieci anni prima della morte, si narra la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze simili a quelle del cantautore:

«La strada era buia, s'andò al S. Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario, si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero». (da Quando Renzo morì io ero al bar - Rino Gaetano)

Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar. Nella canzone vengono citati tre degli ospedali che rifiutarono Gaetano il 2 giugno 1981 per mancanza di letti: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo].

Queste ultime informazioni riguardanti la morte di Rino con la canzone da lui scritta, aggiungo, non trovano però poi così tante similarità con la reale modalità della sua morte, come anche, in un intervista, la stessa sorella di Rino ha ribadito. La morte di Rino non fu infatti proprio così simile a quanto diceva la sua canzone scritta dieci anni prima ritenuta in tanti, dopo la sua morte, poi come “profetica”.

Dopo questa premessa che, seppur vera, poco c’entra col resto del trattato, e… cambiando pure discorso, parlerò ora brevemente di cosa è il disturbo ossessivo compulsivo il quale, con questo trattato, c’entra un po’ di più. Cos’è esso?

Secondo la scienza medica, il disturbo ossessivo-compulsivo (sigla DOC) è caratterizzato generalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se in alcuni casi possono essere presenti le ossessioni senza le compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona. Il contenuto delle ossessioni può variare da persona a persona, alcuni temi ricorrenti riguardano impulsi aggressivi verso altre persone, il timore di essere contaminati o altri pensieri di natura sessuale o soprannaturale. L’elemento in comune delle ossessioni è che sono impulsi non voluti dalle persone, che producono emozioni di paura, disgusto o senso di colpa.

Questo disagio emotivo può essere tanto intenso che le persone si sentono costrette a mettere in atto una serie di comportamenti (rituali) o di azioni mentali per neutralizzare le ossessioni o eliminarle dalla mente. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (es: lavarsi le mani, ripetere più volte una stessa azione) o azioni mentali (es. contare, ripetere formule superstiziose) che permettono alla persona di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni. Attraverso le compulsioni la persona riesce a ridurre la sgradevole sensazione che qualcosa non va o che potrebbe accadere qualcosa di brutto.

Tuttavia le compulsioni non eliminano le ossessioni, che possono aumentare o ripresentarsi nel tempo. Inoltre le compulsioni possono diventare molto debilitanti, impegnare molto tempo e costituire esse stesse un problema. La persona con disturbo ossessivo-compulsivo può iniziare a evitare tutte le situazioni associabili alle ossessioni e limitare notevolmente la propria vita sociale o lavorativa.

Il sintomo centrale è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, per un tempo significativo della giornata (un’ora o più al giorno) che interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.).

La presenza di ossessioni e compulsioni comporta una marcata sofferenza, compromette il normale funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e non è meglio giustificata da altri disturbi d’ansia o da malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali.

Come aspetto fisiologico indicato dalla scienza medica, in un individuo che soffre di disturbo ossessivo compulsivo, viene rilevato in chi ne soffre che abbia i gangli della base, situati nel cervello, più rigidi rispetto ad un individuo che invece non ne sia affetto. Inoltre si rileva, nella parte cerebrale del nucleo caudato, cioè nella parte del cervello che gestisce abitudini e comportamenti, un attività eccessiva data all’iperattività.

Perché rilevo questo dato prognostico sul disturbo ossessivo-compulsivo in un trattato che scrivo da un punto di vista della fede cristiana? L’uomo è composto sia da carne che di spirito. L’uomo, addirittura, è più un essere spirituale che carnale (nell’eternità, ricordiamo, che l’uomo sarà essere spirituale e non più corpo umano, indipendentemente da dove andrà). Ora, dato che questo trattato affronta il tema da un punto di vista cristiano-spirituale ciò non vuol dire che chi soffra di “ossessioni” non abbia dei problemi anche per quanto riguarda la sfera dell’anima o dello spirito.

Per fare un esempio riguardo un altro argomento, nella Scrittura, in Genesi al capitolo 9, Dio dice riguardo l’arcobaleno che “pone il suo arco nella nuvola ed esso servirà di segno del patto fra Lui e la terra”, “avverrà che quando Dio avrà raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l’arco sarebbe apparso nelle nuvole”, “l’arco dunque sarebbe stato nelle nuvole e Dio lo avrebbe guardato per ricordarsi del patto perpetuo fra Dio ed ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra”. Ma se vorremmo affrontare la situazione di cosa avviene scientificamente quando si crea un arcobaleno, fenomeno che può replicarsi in diversi parti del pianeta, pure nello stesso momento, e pure doppiamente, la scienza dice che l’arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che si può osservare quando la luce del Sole attraversa le gocce d’acqua rimaste in sospensione nell’aria dopo un temporale, o presso una cascata o una fontana. Inoltre, la formazione dell’arcobaleno è determinata da tre effetti ottici distinti: rifrazione, riflessione e dispersione. I raggi solari infatti, quando entrano in una goccia di pioggia, supposta sferica, vengono rifratti, cioè deviano la loro traiettoria.

Questo per dire che non perché un fenomeno venga spiegato anche in termini scientifici vuol dire conseguenzialmente e necessariamente che non abbia a che fare con delle origini che siano invece di natura spirituale, sia da parte del bene che da parte del male. Nel caso dell’arcobaleno è un patto d’amicizia fra Dio ed ogni essere vivente sulla terra.

Una parentesi: certo, in questo trattato si sta’ parlando di gangli della base paragonati all’arcobaleno. E da un discorso ne passo immediatamente ad un altro. Se questo non lo avevate ancora notato, o lo avreste poi notato proseguendo nella lettura, ve lo dico già ora io. Per cui, e questo lo dico per le menti più ‘brillanti’ o ‘imbrillantinate’, se questo trattato vi sembra strampalato, anche perché (ma non solo) velocemente passa da un discorso ad un altro, bhé, pensate, per qualche minuto, a cosa invece dice il testo delle varie canzoni di e ditemi, esaminando proprio con un comune senso di logica cosa esprimano le frasi che le compongono, se esse abbiano realmente un comune senso logico o seguano solamente la logica (satanica) di chi le scrive o di chi, in realtà, lo ispira; sue canzoni tipo ‘’ (del 1996, nella quale Marilyn Manson inneggia all’‘empio’ che verrà dietro al quale ci sarà Satana stesso in persona, il gran dragone, come biblicamente rivelato nell’Apocalisse di san Giovanni), e poi anche quelle proposte nel suo ultimo album (dell’ottobre 2017) come ‘Kill4me’ e ‘Say10’ (mi propongo in seguito di scrivere un trattato riguardante il testo delle canzoni ed i concerti di Marilyn Manson dato che, entrambi, coinvolgono gran parte della popolazione mondiale); rendetevi conto, a prima vista, almeno apparentemente, di quanto strampalate esse siano e seguano solo una logica personale e di chi (spiriticamente) lo ispira: eppure esse hanno successo ormai da decine di anni, sono molto ascoltate, e lui gira per il mondo facendo concerti, qua e là, per le maggiori città del mondo, quasi ogni sera, e riempiendo ‘pigiatamente’ gli stadi di ogni nazionalità; e gran parte della gente di questo mondo, sotto il potere del maligno, gli va’ appresso pagando pure un costoso personale biglietto (in Italia ha fatto il suo ultimo concerto, almeno per adesso, martedì 19 giugno 2018, recandosi poi, nelle sere successive, anche in Francia ed in Portogallo). Ma ancora: per ascoltare il senso di che?! E qualcuno prova pure a dar un senso logico a tali canzoni. Ma quanta unzione all’incontrario che ha Brian Hugh Warner (ed anche la sua logica secondo valori al rovescio che lui esprime) pur’egli vittima di Satana del quale dice pure di non credere alla sua esistenza.

Voglio qui citare alcuni versi della canzone ‘Say10’* titolo che doveva avere il suo ultimo album il quale venne poi invece intitolato “” (cioè “cielo sotto-sopra”) e pubblicato venerdì 6 ottobre 2017:

[Il diavolo ha un taglio come una fessura nel polpaccio di un vitello. Dollaro con segni di serpenti, sono totalmente dannato senza un Dio, senza paura dell’alluvione né del sangue dell’arrivo della primavera.

Qualcosa sta cambiando la sua muta si lamenta dal calore della luce o del guscio vuoto nel palcoscenico. E i contanti sono i soldi del povero. E i contanti sono i soldi del povero.

Tu dici Dio, io dico Satana… Dì, dì, dì Satana…

Apri la tua bocca, amore, come una chiesa demolita. Le corna della mia capra sono alberi di napalm e una corona di spine difficile da digerire.

Adesso dovresti pregare. Sta al di sopra o al di sotto? Adesso dovresti pregare. Sta al di sopra o al di sotto? Tu dici Dio, io dico Satana… Dì, dì, dì Satana…

Cocaina e Abele, non battezzo le tro*e. Sono una leggenda, non una favola…]

Note traduzione: * Say10 si pronuncia [seIten], suono che somiglia molto a quello di Satan [seItn], ovvero ‘Satana’ in inglese.

Nelle frasi di questa canzone, per esempio, si potrebbe rintracciare un comune senso logico? Da una strofa se ne passa subito a un altra, e si passa pure da un discorso all’altro (e, in questa traduzione di sopra, vi assicuro che nessuna strofa è stata omessa).

Detto ciò, due studenti della ‘Columbine High School’ il 20 aprile 1999, si introdussero nell'edificio armati e aprirono il fuoco su numerosi compagni di scuola e insegnanti. Al termine della sparatoria rimasero uccisi dodici studenti e l’insegnante, mentre ventiquattro furono feriti, compresi tre che erano riusciti a fuggire all'esterno dell'edificio. I due autori della strage si suicidarono sparandosi a loro volta, asserragliati all'interno della biblioteca della scuola (dove venne uccisa la maggior parte delle vittime) dopo che le squadre ‘Swat’ della polizia erano intervenute a circondare la zona. Il fatto accaduto è stato uno dei più sanguinosi episodi di massacro scolastico nella storia degli Stati Uniti. Ora perché riporto questo fatto? Non certo perché voglio dare direttamente la colpa a Brian Hugh Warner; però tale strage venne anche adibita, da numerosi responsabili, al fatto che i due studenti, che fecero tale strage, ascoltavano le canzoni (sataniche) scritte e cantate da Marilyn Manson. Venne anche data la colpa alla sua casa discografica: la più grande casa discografica degli Stati Uniti che smerciasse musica satanica e che promuovesse valori, a dir poco, negativi.

Ricordo anche la storia di una piccola setta satanica composta da tre ragazze minorenni della italiana cittadina di Chiavenna, in provincia di Sondrio, Lombardia. Le tre amiche Ambra Gianasso, Veronica Pietrobelli e Milena De Giambattista, nella notte tra il 6 ed il 7 giugno del 2000, uccisero con delle pietrate al volto e con diciannove coltellate suor Maria Laura Mainetti attirandola, da sola, tramite un tranello. Durante le indagini, essendo risaliti alle ragazze, in un primo momento, esse attribuirono il loro omicidio alla monotonia ed alla noia cittadina di una serata estiva. Ma poi si scoprì che loro stesse avevano fra loro costituito una setta satanica e dalle intercettazioni telefoniche, parlando fra loro, addirittura, raccontavano i loro rapporti sessuali con Lucifero. Avevano progettato e siglato l’omicidio della suora con un patto di sangue in nome di Satana e l’omicidio doveva essere un rito satanico. Sulla scena del crimine gli inquirenti trovarono elementi inquietanti tipo simboli satanici come la stella a cinque punte, croci capovolte e frasi del tipo “Vi ammazziamo” sovrastate da 666. Inoltre, gli inquirenti attribuirono gran parte delle loro confusione mentale, e delle loro confuse idee distaccate dalla realtà, oltre all’alcool ed alla droga, ed ai disturbi di personalità (in realtà, l’attività demoniaca nella loro vita), anche all’ascolto, proprio, delle canzoni di Marilyn Manson.

Il documentario è disponibile a questo link (dal minuto 28:57 del documentario vi è indicato l’ascolto della musica del gruppo omonimo “Marilyn Manson” il quale cantante, proprio Marilyn Manson, era allora sacerdote della chiesa di Satana): http://www.youtube.com/watch?v=D63Gz9g2VaQ

D’altronde Lucifero, prima della sua caduta, era, in Cielo, il direttore dei cori angelici. Non deve quindi sembrare strano che utilizzi proprio la musica per veicolare i suoi messaggi subliminali e psicologici. Anche se il brano biblico si riferisce al re di Tiro, il profeta Ezechiele dice però profeticamente riferendosi a Lucifero: “Eri in Eden, il giardino di Dio; eri coperto di ogni tipo di pietre preziose: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri,zaffiri, carbonchi, smeraldi, oro; tamburi e flauti, erano al tuo servizio, preparati il giorno che fosti creato. Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore. Ti avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio, camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità” (Ezechiele 28:13-15).

Spero che Dio illumini e salvi Brian. Tra l’altro, in tutte le sue scelte fatte è stato appoggiato e sostenuto pure dai suoi genitori. E questo la dice lunga! Quando la famiglia, ed i genitori sono le dirette autorità dei figli, appoggia i figli verso una direzione sbagliata è molto più difficile poi sbloccare e re- indirizzare tali figli verso le cose giuste. E si dice che la madre di Brian sia pure stata una cristiana evangelica (e questa notizia l’ho appresa solo da qualche giorno) che lo iscrisse in una privata scuola cristiana. Ma che tipo di cristiana evangelica lei fosse stata ed in che tipo di scuola ‘cristiana’ i suoi genitori lo avessero iscritto questo è poco noto (adesso, comunque, i suoi genitori sono entrambi deceduti). Da questa stessa scuola infatti ebbe insegnamenti solo riguardo l’anti-Cristo, di cui si parla nella Bibbia in particolare nell’Apocalisse, ed il ritorno del Signore: spaventi che lo scioccarono a vita e che anche capovolsero tutto ciò che di buono poteva pensare del Signore. Ovviamente, da lì, cominciò poi a pensare che il buono, in realtà, fosse il ribelle, cioè satana, il diavolo.

Io, in un arco di tempo di vent’anni, conoscendone la sua biografia, non però tutti i giorni o tutti i mesi, ho pregato per la salvezza di Brian Hugh Warner ed i risultati nel tempo si sono già visti: Marilyn Manson non fa’ più parte della chiesa satanica, nella quale era pure stato nominato reverendo da Anton LaVey in persona, colui che scrisse la bibbia satanica; durante i suoi concerti non offende più la persona di Gesù Cristo (e prima lo faceva con insulti a dir poco ‘volgari’) ed ora anzi canta pure, a suo modo, una canzone a lui dedicata “”, non sgozza più animali (tipo galline) durante i suoi concerti e non strappa più Bibbie. Seppur canti ancora canzoni nelle quali nomini Satana e l’anti-Cristo non dice più, ormai da tempo, di esser colui che porrà fine al cristianesimo (anche se lui, dobbiamo cercar di capire, quando si riferisce al cristianesimo si riferisce solo a quello da lui conosciuto, ossia a quello falso, o anche solamente alterato che gli fu insegnato, anche nella scuola cristiana che dice di aver frequentato, e non si riferisce al vero cristianesimo secondo la rivelazione della Verità della Sacra Scrittura). Qualche risultato, quindi, seppur siamo veramente lontani di parlare della sua salvezza, o anche semplicemente di sua Pietà o apparenza di Pietà (vedi 2° Timoteo 3, si è già visto nel tempo come frutto di preghiere a Dio per lui elevate (certo, non solo da me). E ci sarà stata anche, nella sua persona, come lo si può anche vedere, una parziale liberazione da demoni a differenza di quanto, in passato, la sua persona ne esprimesse le sembianze sataniche anche per tutto l’esagerato trucco usato nelle sue esibizioni. Questo, nonostante nei suoi concerti (nel 2018) vengano ancora usate come scenografia diverse croci capovolte (simboli della copertina del suo album del 2017; il simbolo della croce capovolta è il caposaldo del satanismo) e nonostante il suo corpo abbia incisi da tempo diversi tatuaggi demoniaci, raffiguranti demoni, Satana, ed anche il sigillo di Lucifero, tipici tatuaggi che vengono fatti, in maniera indelebile, dai capi satanisti sui loro adepti quando devono salire al 7° livello. Egli infatti, tra l’altro, era anche stato nominato, anni fa’, come già detto, reverendo della chiesa satanica da Anton LaVey che fu colui che la fondò e colui che scrisse ‘la bibbia satanica’ pubblicata nel ‘69. Io, quel testo, avendone letto già una parte anni fa’, più che ‘bibbia’ lo definirei solo un lungo e particolareggiato trattato di filosofia di come condurre la propria vita secondo la pura natura umana corrotta e malvagia.

Un intervista italiana a Marilyn Manson risalente al dicembre 2017 (forse la prima ed unica in Italia, almeno in questo momento) è trovabile a questo link di Mediaset: http://www.mediasetplay.mediaset.it/video/music/a-tu-per-tu-con-marilyn- manson_F308694501001C02

Lo stesso Brian, poi, risalendo alla sua infanzia, in un filmato realizzato per la sua biografia, dice di esser stato coinvolto ingannevolmente, e tramite un ragazzo che lo ‘bullizzava’, in un patto satanico (specificatamente in un patto con un demone Jinn, che vuol dire ‘genio’) e di tale esperienza, avvenuta durante il tempo scolastico quand’era diciassettenne (nell’anno 1986), ne venne oltremodo spaventato e scioccato. In tale patto satanico il demone gli disse pure che lo stava aspettando per tale patto. Questo, nonostante Brian non avesse mai avuto come progetto nelle sue idee, a quel tempo, di far un patto satanico. In una parte del filmato si sente dire che durante quel patto delle ‘porte’ (ovviamente spirituali) furono aperte, e poi chiuse; e che lui, al pronunziare le parole di quel patto, ci era entrato. Infatti, a un certo punto di quel patto, si sente dire: “E’ dentro, è dentro”. Brian, sia spontaneamente che forzatamente, leggendo le parole del patto che l’altro ragazzo gli diceva di pronunziare, fu immediatamente intrappolato. Infatti il Marilyn Manson anche di oggi (2018) è per me ancora solo una vittima intrappolata e tra l’altro presa con l’inganno (anche per i propositi personali di colui che lo ‘bullizzava’ e lo portò in quel casolare; non sappiamo, infatti, se il proposito spiritico dell’altro ragazzo era quello di far almeno un adepto). Che egli sia stato una vittima presa con l’inganno, non so’ perché, l’ho sempre saputo da anni anche prima di veder questa sua parte di biografia (scoperta solo da poco tempo, nel giugno 2018).

Qui, in foto, una evoluzione (od involuzione) in fasi di anni nella vita di Brian: http://www.youtube.com/watch?v=u03DXR_jAW4

Anche Satana, quindi, sceglie ed unge i suoi per i propri malvagi progetti di seduzione e perdizione dell’umanità. Tali notizie su Brian Hugh Warner dovrebbero quindi motivare i cristiani ad elevare a Dio preghiere ferventi per una sua immediata illuminazione e un conseguente sincero e verace ravvedimento a salvezza che potrebbe essere un’utile testimonianza di conversione a Cristo per questo mondo e soprattutto per i suoi numerosissimi fans. Brian (sotto il nome di ‘Marilyn Manson’) è stata, ed è, solo una vittima raggirata dal diavolo del quale egli ancora si usa in questo mondo. Preghiamo quindi per un suo ravvedimento a salvezza (ed anche per un ravvedimento a salvezza dei suoi numerosissimi fans in tutto il mondo, ed anche qui in Italia). D’altronde, Vincent Furnier (ossia ), che fu il fondatore di gran parte di complessi satanici conosciuti in tutto il mondo, e che ebbe anche lui a che fare, nella sua infanzia, nonostante fosse cresciuto in una famiglia cristiana, con uno spirito demoniaco apparsogli, come lui stesso racconta in un intervista, si è, già da tempo, grazie alle ferventi preghiere di suo nonno che era un apostolo della chiesa di Gesù Cristo della quale fece parte anche il padre, e grazie anche all’amore di sua moglie che lo aiutò molto nella sua battaglia contro la dipendenza dall’alcool riportandolo in chiesa ad ascoltare le prediche di un pastore che parlava dell’Inferno e dei rischi di una vita dissoluta, ri- convertito di nuovo al cristianesimo (questo, però, nonostante continui ancora a fare concerti macabri solo per arte, come lui riporta); dice che tutto ciò che è scritto nella Bibbia è Verità Assoluta e che Satana è il suo nemico giurato. Anche con Brian Hugh Warner, ossia Marilyn Manson, sarebbe ciò possibile.

Uno dei link su ‘Youtube’ dove viene riportato parte del filmato sulla biografia realizzata su Marilyn Manson, dove lui racconta del suo patto satanico, è questo (basta semplicemente cliccare sul link per vedere il filmato): http://www.youtube.com/watch?v=1fyaeu_Vydk

(Marilyn Manson, 1995) (Marilyn Manson, 2018) A questo punto, voglio riportare una piccola testimonianza, avvenuta verso la fine dell’anno scorso, che è proprio la prima volta che racconto.

La notte del 1 ottobre 2017 (era domenica) l’avevo trascorsa, non so’ perché, esaminando il testo di alcune canzoni di Manson (forse l’ispirazione mi venne perché di li a qualche settimana sarebbe uscito a Novembre il suo nuovo album e c’era ovunque sulla rete la pubblicità del nuovo CD: non certo perché io sia fan di Marilyn Manson); così mi venne l’idea, come d’altronde facevo dieci anni prima, di ri-esaminare certe sue canzoni. Ne avevo parlato, via chat, del testo di tali canzoni, anni prima, con una ragazza di fede evangelica che vive a Matera. Esaminando, esaminando, erano passate diverse ore finché, quella notte, si fecero le 6 del mattino. Mi ricordai quando, anni addietro, forse nel ’98, avevo pregato, sottovoce, per la salvezza di Marilyn Manson, anche nelle riunioni di preghiera in chiesa, una chiesa tradizionale e conservatrice. Alle 6 del mattino, quindi, decisi che fosse ben giunta l’ora di spegnere il PC e coricarmi. Sentii in me, come se una voce interiore me l’avesse suggerito, che dovevo pregare per Brian Hugh Warner. Ma che bizarra idea! Proprio assurda. Potevo capire di tali pensieri quando ero più ingenuo, da ragazzo più giovane, ma non ancora adesso. Adesso era giunto il tempo di finirla di pregare per gli artisti dello spettacolo che erano da me ben lontani, gli ero sconosciuto, e facevano una vita sicuramente migliore della mia ignorando la mia esistenza della quale nulla ne sapevano. Mi inginocchiai però ai piedi del letto, e dopo qualche resistenza, dovuta al riconoscere l’assurdità della mia preghiera e della mia fantastica immaginazione di pregare per una persona, non solo di fama internazionale, ma sconosciuta a me e viceversa, io a lui, pregai. Pregai per diverso tempo, mezz’ora ed anche più, per Brian Hugh Warner (dovetti cercare su Wikipedia per ricordarmi quale fosse il suo vero nome). Era già giorno… ed alzandomi dalle mie ginocchia chiedendomi cosa potesse fare una così sporadica preghiera, per un uomo legato e sedotto in tal modo, mi coricai e cercai di dormire. Pochi minuti, e mi addormentai. Passò qualche giorno (forse 4), ed una sera, ritrovandomi davanti al PC, appresi cosa fosse accaduto ad un concerto di Marilyn Manson. Mentre egli si esibiva sul palco del Manhattan Center di New York, cantando la canzone ‘Sweet Dream’, quasi alla fine del concerto, aveva disavvedutamente, e pensando non fossero così fragili, cercato di arrampicarsi sull’impalcatura scenografica raffigurante due pistole incrociate. Una parte dell’impalcatura, forse proprio una delle due pistole, mentre lui si arrampicava, o solamente spingeva, gli cadde addosso e si abbatté su di lui intrappolandolo per terra. Gli uomini dello staff, dopo pochi minuti, salirono sul palco per liberarlo. Nel frattempo lui rimaneva bloccato sotto l’impalcatura. Dopo che gli uomini dello staff lo liberarono venne subito portato via in barella, perché incapace di camminare, ed immediatamente ricoverato in ospedale. Quattordici dei seguenti concerti che doveva fare nelle sere successive vennero annullati. Quando nel dicembre dello stesso anno venne in Italia, ospite di ‘Music’, una trasmissione televisiva su ‘Canale 5’, (erano già passati due mesi da quell’incidente e lui ancora portava il gambaletto all’arto come si vide nella trasmissione) lui stesso ammise che poco ci era mancato e quella sera avrebbe perso la vita. L’incidente era avvenuto intorno alla mezzanotte di domenica 1° ottobre 2017: qui in Italia erano proprio le 6 del mattino.

Il diavolo, l’indomani sera, senza che io ancora quindi sapessi di tutto questo, giù nel garage di casa mia, cercò di far perdere a me la vita tra la corrente di una presa scoperta ed una gelida acqua uscente da un tubo di gomma, dovuta allo svuotarsi del ‘bombolone dell’acqua’, la quale mi si riversò addosso allagando del tutto il garage già bagnato da prima. Riconobbi poi che Dio, quella sera, preservò la mia vita da una possibile morte. Quella sera stessa, poco dopo, chiamammo l’idraulico e quando arrivò vide quanto era successo. Anche in sua presenza tentai di perder la vita nuovamente con un simil incidente.

Chiusa parentesi. Ora, se volete, continuate nella stesura di questo trattato.

Specificato questo doppio lato della medaglia (cioè scienza e cause spirituali, non necessariamente in contraddizione fra di loro, ma a vincerla sarebbero comunque sempre le cause spirituali), un delitto per certi versi di “ossessione” cui qui accennerò brevemente riguarda quello dell’omicidio del ventitreenne Luca Varani.

Ne accennerò perché il tipo di “ossessioni” cui qui voglio indicare, esclusivamente da un punto di vista spirituale cristiano, non sono quelle seppur piene d’efferatezza rientranti però in un ‘volere’, per così dire, ‘normale’ o, come in questo caso, di orrida curiosità, o quelle ossessioni, addirittura, dove vi sia pure la complicità di altri, no, non queste le ossessioni cui vuole trattare questo trattato; ma vuol trattare di quelle “ossessioni segrete”, senza senso, e di natura esclusivamente soggettiva che portano, o possono portare, un soggetto, seppur in maniera limitata, ma non per questo meno dolorosa, fuori controllo (come, per esempio, controllare e ri-controllare in maniera smisurata le cose pur sapendo come già siano). Specifico questo sol perché voglio dire non solo ciò di cui questo trattato vuole trattare ma anche quello di quelle “ossessioni” cui non vuole trattare.

Chi è già solamente disturbato dai pensieri ossessivi e compulsivi è aggravato e sormontato da una forte attività satanica che vorrebbe farlo soccombere annegando in sé stesso e nei propri pensieri. Non c’è da stupirsene se anche i cristiani, sotto tale attività satanica, giungano pur’essi a bestemmiare pur non volendolo fare, pur odiando le bestemmie, ed indignandosi verso chi bestemmia. Chi soffre di tale disturbi bisogna che risolva il proprio problema fin dalle radici, ossia fin dalle radici dell’idolatria che ha nel suo cuore. Non ovviamente con i farmaci ma tramite la Persona di Gesù Cristo ed il suo Aiuto.

Partiamo da questo presupposto: la maggior parte dei delitti viene commessa solamente per una o più ossessioni.

Il collezionista di anoressiche Marco Mariolini, per esempio, chissà perché e per dove risalisse la sua particolare ossessione, voleva solo donne eccessivamente magre, meglio dire proprio scheletriche, che nel suo immaginario pesassero intorno ai 19 kilogrammi. Si stimava solo se stava con donne con queste “magre” caratteristiche. Ma le trovava? Era talmente ossessionato da questo che voleva far dimagrire tutte le sue fidanzate come la sua ultima la quale volle assecondare questa sua ossessione arrivando a pesare, come d’accordo, pressappoco intorno ai 30 kg ma che lui, il 14 luglio del 1998, massacrò con ventidue coltellate dopo che lei lo aveva lasciato essendo già scesa 15 kg di peso. Si definiva “anoressofilo”. Si era autodenunciato come un serial killer pubblicando un libro un anno prima dell’omicidio.

Tornando ora all’omicidio di Luca Varani, come emerso dalle ricostruzioni fatte in sede di indagini della procura di Roma, riguardo i due ragazzi omicidi che uccisero Luca Varani, si dice che:

“… I due assassini (Manuel Foffo e Marco Prato, quest’ultimo suicidatosi in carcere nel giugno 2017)" dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti l’evento", la notte del 3 marzo 2016, erano usciti dalla casa di Manuel Foffo e avevano "girato in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita". Tornati a casa, all’alba del 4, avevano chiamato Varani invitandolo a recarsi nell’appartamento” (IL TEMPO, 31 maggio 2018).

“Orrore in un appartamento alla periferia di Roma. Un ragazzo di 23 anni è stato ucciso con numerose coltellate e martellate alla testa da due conoscenti che si sono accaniti su di lui colpendolo anche con un martello. Un delitto apparentemente senza movente che, secondo gli inquirenti, è scaturito durante un festino a base di alcol e cocaina. Due studenti universitari sono stati fermati dai carabinieri con l'accusa di omicidio in concorso. E' accaduto in un'abitazione al decimo piano di un palazzo di via Igino Giordani, nel quartiere Collatino. Il corpo di Luca Varani è stato trovato sabato sera dai carabinieri, molte ore dopo la morte. Era nudo in camera da letto con numerose ferite sul corpo” (da ‘Huffing ton post’, 7/3/2016).

“Luca Varani morto, Manuel Foffo: "Abbiamo siglato un patto per uccidere qualcuno: volevamo vedere l'effetto che fa" - Una spiegazione tanto banale quanto brutale: "Volevamo uccidere qualcuno". Così riporta Manuel Foffo, il trentenne ritenuto responsabile dell'omicidio di Luca Varani. Foffo è stato sentito dal pm che indaga sull'omicidio nel quale sarebbe coinvolto oltre a Foffo anche un suo amico, Marco Prato. "Volevamo vedere l'effetto che fa", ha detto Foffo. "Eravamo usciti in macchina la sera prima sperando di incontrare qualcuno. Poi abbiamo pensato a Luca Varani che il mio amico conosceva". Varani, 23 anni, sarebbe morto quasi per caso, dopo che i due assassini, non avendo trovato altra vittima, avrebbero deciso di 'sfogarsi' su di lui. Foffo e Prato si sarebbero drogati e avrebbero invitato a casa, in un appartamento del Collatino a Roma, la vittima con il pretesto di una festa. Anche Varani si è drogato, e a quel punto i due avrebbero messo in atto il loro piano, uccidendo il giovane a colpi di coltello e martello” (da ‘Huffing ton post’, 7 marzo 2016).

“È la notte tra venerdì 4 e sabato 5 marzo del 2016 quando Luca Varani viene torturato e ucciso con oltre cento tra martellate e coltellate in un appartamento di via Igino Giordani, in zona Collatina, Roma, nel corso di un festino a base di sesso, alcol e droga. L'allarme scatta quando il proprietario di casa, Manuel Foffo, racconta tutto al padre che chiama il 112. Nell'abitazione della Collatina i carabinieri trovano il corpo senza vita del 23enne, intanto viene rintracciato anche Marco Prato, accusato insieme a Manuel Foffo del delitto, che intanto si era rifugiato in un hotel tentando il suicidio” (IL MESSAGGERO, 21 febbraio 2017).

“L’esame clinico non ha dimostrato un "deterioramento o una compromissione delle funzioni cognitive" di Foffo, anche se i periti sottolineano come il giovane abbia dichiarato di aver subito un condizionamento da parte di Prato che lo avrebbe portato a sentirsi "ricattato, vincolato e manipolato" dall’amico pr. Luca Varani morì dopo esser stato colpito un centinaio di volte con martello e coltelli: prima un colpo alla testa, con il quale il giovane dopo esser stato drogato, fu stordito. Poi il massacro: secondo il referto dell’autopsia, gli assassini si accanirono con martellate su testa e bocca. Tentarono di strangolarlo con una corda di nylon e subito dopo, con almeno due coltelli da cucina, gli tagliarono la gola aprendola completamente. Il corpo di Luca presentava almeno trenta ferite, meno profonde, su petto e testa che gli erano state inferte forse solo per vederlo soffrire. La vittima morì dissanguata, e solo allora, dopo quasi due ore di sevizie, gli assassini smisero di infierire sul suo corpo. Secondo la ricostruzione fatta in sede di indagini dalla procura di Roma, i due assassini, "dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti l’evento", la notte del 3 marzo 2016, erano usciti dalla casa di Foffo e avevano "girato in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita". Tornati a casa, all’alba del 4, avevano chiamato Varani invitandolo a recarsi nell’appartamento” (IL TEMPO, 31 maggio 2018).

Come detto, questa, non è stata proprio una vera e propria ossessione del tipo che io voglio qui riportare ma solo voglia (in questo caso-delitto: voglia “curiosa”) di provare un certo tipo di “male”: quello di vedere, come dicono i due omicidi, che effetto fa uccidere qualcuno.

Tratto qui in questo trattato, invece, di quel tipo di ossessioni che rasentano la pazzia o quasi, e che sono ossessioni personali, endogene alla persona stessa e del tutto soggettive. Ciò che però di questo delitto su Luca Varani voglio far risaltare è che, tra i ‘futili motivi’ per cui il ventitreenne Varani fu ucciso, fu perché, durante gli atti sessuali antecedenti con quello che poi sarà la sua uccisione, ebbe “toccato” Manuel Foffo, colui che poi lo uccise, in una zona del corpo nella quale egli aveva anzidetto di non voler esser “toccato”. Fu questo che fece scattare la molla in Manuel Foffo, che insieme a Marco Prato, poi orribilmente lo uccise. Questo, nonostante fosse dai due omicidi, già stato premeditato di uccidere qualcuno, quella notte, “per vedere l’effetto che fa”, o cosa si prova. Quest’informazione dell’aver “toccato” Foffo in una parte del corpo dove egli non voleva è stata riportata dall’interrogatorio in Questura a Marco Prato trasmesso in TV e trovabile anche su ‘Youtube’.

Poi c’è il delitto di Sara Di Pietrantonio uccisa e bruciata dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano, il quale era ossessionato, ed ossessionato senza alcuna prova, dalla paura che, durante il loro fidanzamento, Sara lo tradisse. Essendosi dopo tempo lasciati, e dopo il rifiuto di Sara di tornar per l’ennesima volta con lui, dopo che diverse volte lo avesse perdonato per le sue accuse e ‘compatito’ per il suo strano comportamento, l’ossessione continua di Vincenzo lo portò, la notte del 29 maggio del 2016, ad inseguire la macchina di Sara mentre lei si trovava lungo Via della Magliana a Roma di ritorno a casa, a ucciderla per strangolamento, nonostante lei avesse cercato di scappare, e a bruciare il suo corpo (proprio così, anche bruciarlo: questo fece il ragazzo che diceva di amarla e che diceva che senza di lei non avrebbe potuto vivere). L’ossessione! Sara fu uccisa inutilmente e per futili motivi tutti riconducibili all’ossessione di Vincenzo per lei. Proprio lo stesso Vincenzo, durante il suo primo interrogatorio, definì la sua essere proprio stata un “ossessione”. Il capo della squadra mobile di Roma, Luigi, Silipo, sempre durante il primo interrogatorio di Vincenzo Paduano, durato circa nove ore, ebbe l’impressione di trovarsi davanti, come disse in un intervista rilasciata alla televisione, un uomo veramente malvagio (e che ancora mentisse) e nello stesso tempo “il nulla” (adducibile tale appellativo ai futili motivi per cui uccise la sua ex fidanzata Sara) definendo l’ossessione di Vincenzo come “demoniaca”. Adesso Vincenzo vive i suoi giorni in carcere ed ogni volta che parla di Sara e del suo ignobile ed irreversibile gesto da lui compiuto ne parla con pentimento ed in lacrime. La sua pena, ultimamente, dall’ergastolo è stata ridotta a trent’anni. Il suo pentimento, però, non viene ancora creduto dalla madre di Sara, Tina Raccuia.

(Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano durante il loro fidanzamento)

1° interrogatorio di Vincenzo Paduano (link di sotto): http://www.mediasetplay.mediaset.it/video/ilterzoindizio/il- colpevole_F309031401001C17

Oppure potrei anche parlare dell’omicidio di Isabella Noventa, uccisa nel gennaio 2016, anche a causa dell’ossessione, e del consequenziale odio, della rivale in amore, Manuela Cacco, la quale era innamorata dello stesso uomo, Freddy Sorgato, già prima di lei.

Altro delitto cui vorrei accennare è anche quello del noto e toccante omicidio di Sara Scazzi, la ragazza quindicenne uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana. Il movente di tale curioso delitto non fu soltanto dovuto allo spifferamento di notizie che si ebbe riguardo il rapporto che ebbero una notte Ivano e Sabrina, la cui colpa dello spifferamento venne attribuita (oltre che all’amica di Sabrina, Mariangela) anche a Sara la quale spifferò di tale rapporto al fratello Claudio, e questi poi lo divulgò oltremodo fra i comuni numerosi amici: il movente di quest’omicidio fu, anzitutto, in gran percentuale, la segreta e personale ossessione gelosa di Sabrina nei confronti di Ivano che procurò a Sabrina la rimozione della piccola cugina Sara, divenuta rivale in amore. Poi, che parte del movente sia pure da ricercare al disonore cittadino recato a Sabrina a causa di tale rapporto con Ivano, esso né costituisce similmente un alta percentuale (e da lì, infatti, pure l’intromissione di Cosima, la madre di Sabrina, nell’omicidio). Oltre a tutto ciò, è anche risaputo che Sara, seppure avesse la madre facente parte della religiosa setta ‘Torre di Guardia’, ascoltasse musica satanica. Vuol dire qualcosa quest’ultimo dato riguardo la morte a lei procurata? Riguardo la spiritualità potrebbe anche darsi di sì.

Ma faccio ora alcuni esempi per rendervi l’idea del tipo di ossessione cui verte il trattato. Dico già prima che questi casi di famosi personaggi del passato e gente ordinaria di oggi che vengono riportati sotto sono poco impressionabili, almeno per me, in confronto a quelli di cui ero già venuto a conoscenza qualche anno fa’.

[Serena (nome inventato per tenere l’anonimato) di 30 anni, racconta la sua storia, di come, da ragazza allegra e spigliata, è entrata nel tunnel della depressione con forti manie ossessivo compulsive. “Avevo appena 15 anni quando tutto ebbe inizio” racconta Serena, che preferisce, per motivi di lavoro non dichiarare la sua vera identità “All’inizio era una specie di rito, avevo iniziato a lavarmi le mani più volte al giorno, ripetutamente, inizialmente bastava il normale sapone, poi sono passata alla varecchina, avevo sempre paura che le mani potessero non essere ben pulite.” Convivere con un disturbo ossessivo compulsivo non è facile, anche perché chi ha questa patologia in realtà non vorrebbe veramente fare ciò che fa, ma si sente in trappola, letteralmente obbligato a farlo. “Le mie mani ormai erano completamente spaccate” continua Serena “a causa di quei continui lavaggi, arrivavo a lavarle anche ogni 5 minuti e questa ossessione mi rendeva la vita impossibile. Questo fu solo l’inizio. Dopo qualche anno con questa ossessione, e dopo varie visite da miriadi di psicologi, si è aggiunta un’altra mania, quella di controllare in continuazione se il gas della cucina fosse chiuso. Ora un po’ ci rido a ripensarci ma, ai tempi, passavo dalla cucina al bagno ogni due minuti e quando non c’ero rimanevo a pensare se tutto a casa fosse nel proprio posto”. Serena aveva una vita sociale ridotta a zero, usciva solo per andare a scuola perché le sue manie non gli permettevano di rimanere troppo a lungo lontana da casa. “Verso i 19 anni a queste due ossessioni si aggiunse la terza, una cosa all’apparenza buffa e strana, non volevo che nessuno toccasse i miei slip. Quindi dovevo metterli io in lavatrice, toglierli io (logicamente dopo essermi lavata le mani e aver controllato la cucina), stenderli in ordine cromatico nel filo e, una volta asciutti mettere ogni slip in una bustina differente in modo da non essere per cosi dire “contaminato”. All’inizio il rito finiva cosi, poi però è andato peggiorando, e verso i 21 anni, anche metterli diventò un impresa. Dovevo lavarmi accuratamente le mani, come se non fossero già state lavate abbastanza, e mettere lo slip senza che il piede, lavato anche quello, lo toccasse. Se malauguratamente veniva sfiorato, o io pensavo che la mia manovra non fosse stata abbastanza precisa, mettevo lo slip a lavare e ne prendevo un altro.” Serena racconta che aveva cosi tanti slip da riempire un armadio intero. “Una notte la passai completamente in bianco perché, dopo essermi fatta la doccia, non ero riuscita a fare le mie manovre per mettere lo slip. Dopo aver finito tutti gli slip del cassetto, la mia testa decise che era più saggio non coricarsi e tanto meno dormire se non riuscivo a mettermi una semplice mutandina. A volte tutti questi mille riti mi riempivano l’intera giornata. Gli psicologi non riuscivano a farci nulla, ma nemmeno avevano mai pensato di mandarmi da uno psichiatra; quindi io continuavo la mia vita impossibile fra lavaggi, gas, mutande e mille piccole fisse che ogni giorno si aggiungevano e peggioravano il tutto. Ho passato cosi 10 anni della mia esistenza, 10 anni dove sono stata derisa, urlata, ascoltata, ignorata e dove, a parte me, ho fatto impazzire chi sfortunatamente mi stava intorno in quel momento. Di fatto non ero invalida, ma credetemi, era come se lo fossi. La mia vita si riduceva solo a quello e non potevo pensare assolutamente a nient’altro.” Serena ha provato più volte ad uscire da questo circuito impossibile, fino a quando un giorno, sfinita, decise di raccontare tutto ad uno psichiatra, che decise di darle degli psicofarmaci. “All’inizio non ero d’accordo con le medicine, ma vedevo che stavo lasciando andare la mia vita senza viverla davvero, quindi ho provato a prenderle, tempo un mese e tutto era tornato normale, vivevo una vita come le altre ragazze, senza più lavaggi matti, gas, slip e tutto il resto che mi ossessionava”].

[Altri rituali comuni sono la necessità di controllare ripetutamente le cose, toccarle (soprattutto in una particolare sequenza), o contarle. Alcune ossessioni comuni includono avere pensieri frequenti di violenza e di danneggiamento delle persone care, pensare persistentemente di compiere atti sessuali con persone che non apprezzano, o avere pensieri che sono vietati dal loro credo religioso. Le persone con DOC possono anche essere preoccupate per l’ordine e la simmetria, hanno difficoltà a buttare le cose (finendo così per accumularle), o tendono ad accumulare oggetti non necessari.

Anche le persone sane hanno anche rituali, come ad esempio il controllare se la stufa è spenta più volte prima di uscire di casa. La differenza è che le persone con DOC effettuano i loro rituali, anche se il farlo interferisce con la vita quotidiana e nonostante trovino la ripetizione angosciosa. Sebbene la maggior parte degli adulti con DOC riconoscono che quello che stanno facendo è privo di senso, alcuni adulti e la maggior parte dei bambini non riescono a rendersi conto che il loro comportamento è fuori dal comune.

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che innescano ansia e “obbligano” la persona ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali].

[E’ un fatto poco noto che il leader riformista protestante Martin Lutero soffrisse di ossessioni e schemi ripetitivi di pensiero che hanno portato molti commentatori moderni a credere che fosse affetto da OCD. Lutero descriveva sentimenti di “lussuria carnale, ira, odio, invidia contro ogni fratello” che lo vessavano in continuazione e non lo lasciavano nonostante egli cercasse intensamente di eliminarli dalla sua mente. Inoltre sperimentava periodicamente pensieri blasfemi che lo lasciavano confuso e turbato. Uno dei classici sintomi del disturbo ossessivo compulsivo è proprio sperimentare immagini mentali incontrollabili che si impongono alla mente del soggetto contrariamente ai suoi desideri].

[Nikola Tesla è conosciuto come uno dei più grandi inventori del 20° secolo. Le fondamenta della moderna ingegneria elettrica, i raggi X, il radar e la radio sono tutte invenzioni frutto del suo notevole cervello. Tesla aveva una mente ossessiva. Da un lato, ciò contribuì alla sua infallibile memoria, aumentando di molto la sua capacità di concentrarsi sui suoi esperimenti; dall’altro, fece sì che Tesla soffrisse di sintomi cronici di disturbo ossessivo compulsivo. (…) Tesla era ossessionato dal numero 3, e prima di entrare in un edificio sentiva spesso il bisogno di camminare attorno al blocco per tre volte. Sconcertava i suoi ospiti stimando la massa di ogni pezzo di carne prima di portarlo alla bocca e contando i movimenti della sua mandibola mentre stava mangiando. Inoltre, usava sempre 18 tovaglioli e non mangiava mai da solo in compagnia di una donna. (…). I tratti OCD di Tesla, insieme alla sua tendenza ad isolarsi e ad altre stranezze, potrebbero essere collegati al sua celibato per tutta la vita, che lui sostenne lo aiutò molto a concentrarsi sui suoi esperimenti].

[Questo caso è stato registrato dal neurologo e medico militare William Hammond e viene ricordato come uno dei primi resoconti dettagliati di lavaggio compulsivo della storia. La paziente in questione era una ragazza di 18 anni ossessionata dall’idea di poter essere “contaminata” dal contatto con qualcosa o qualcuno attorno a lei. L’ossessione della paziente era talmente forte da impedirle di entrare in contatto con qualsiasi superficie senza doversi poi lavare le mani. Secondo quanto riportato dalla madre, sarebbe arrivata anche a 200 lavaggi al giorno (e stiamo parlando del 19° secolo, un periodo storico in cui culturalmente non si era esigenti come oggi circa la pulizia) (…) Se interrogata circa la sua sintomatologia, la paziente era in grado di riconoscere che le sue compulsioni non avevano senso, ma non poteva smettere di attuarle. Questa esperienza è frequente nei soggetti con OCD].

[Il caso della trentaquattrenne Mad’lle F è stato registrato dallo psichiatra francese Esquirol e, oltre ad essere bizzarro, è noto per essere il primo caso di disturbo ossessivo compulsivo descritto da un’autorità medica. All’età di 18 anni, lasciando casa di sua zia, Mad’lle F venne presa per la prima volta dall’idea ossessiva di potersi impossessare accidentalmente di qualcosa che apparteneva a un suo parente nascondendolo nel grembiule che indossava abitualmente. All’inizio, cercò di controllare questa idea intrusiva non indossando volontariamente il grembiule quando andava in visita alla zia; tuttavia, ben presto, accanto a questo sintomo Mad’lle sviluppò una serie complessa di ulteriori rituali. Al risveglio, la ragazza doveva strofinare i piedi per dieci minuti al fine di assicurarsi che nulla si fosse insinuato tra le sue dita o sotto le sue unghie. Inoltre, doveva scuotere ripetutamente le pantofole in modo da verificare che non ci si fosse infilato nulla di valore, e poi passarle alla sua cameriera in modo che lei stessa potesse controllare e darle conferma. Successivamente, sviluppò la compulsione di passare numerose volte il pettine tra i capelli per assicurarsi che nulla ci fosse rimasto intrappolato. (…) Lo stesso controllo doveva essere fatto anche su tutti i capi di abbigliamento. Come molti malati di OCD, Mad’lle F era molto consapevole del fatto che i suoi rituali fossero ridicoli, ma non era in grado di smettere di attuare i suoi controlli compulsivi. Non c’è da meravigliarsi, dunque, che Esquirol abbia descritto l’OCD come una sorta di “follia parziale”].

[Johanna H era una paziente seguita presso l’Università di Budapest che soffriva di gravi sintomi di disturbo ossessivo compulsivo. Dopo essere stata sposata per un anno, divenne ossessionata dall’idea che avrebbe potuto avere una relazione con qualcuno che aveva appena incontrato o visto. Nonostante fosse felicemente sposata e non avesse intenzione di tradire il marito, questa ossessione era così forte che se qualcuno le avesse detto che aveva fatto sesso con un uomo lei gli avrebbe creduto. Johanna creò per se stessa una cintura di castità della quale solo il marito aveva la chiave, in modo da non poter essere indotta in tentazione. Il suo psichiatra, il dottor Julius Donath, tentò di curare la sua condizione con l’ipnosi, ma Johanna H interruppe il trattamento dopo solo quattro sedute].

[“Non potevo fare niente senza rituali. Hanno invaso ogni aspetto della mia vita. Il contare mi ha veramente bloccato. Mi lavo i capelli tre volte anziché una volta sola, perché tre è un numero che porta fortuna. Mi ci vuole molto tempo per leggere perché devo contare le righe di un paragrafo. Quando imposto la mia sveglia di notte, devo impostarla su un numero che non sia ‘cattivo’” (Caterina - 19 anni)].

[“Vestirsi di mattina è sempre stato duro, perché avevo una routine, e se non seguivo la routine, sarei diventata ansiosa e avrei cominciato a vestirmi da capo. Avevo sempre paura che se non avessi fatto qualcosa, i miei genitori sarebbero morti a breve. Mi piacerebbe non avere questi pensieri terribili di poter danneggiare i miei genitori. Sono completamente irrazionali, ma i pensieri m’innescano più ansia e comportamenti più insensati. A causa del tempo che ho trascorso con i rituali, non sono riuscita a fare un sacco di cose che erano importanti per me” (Valentina - 22 anni)].

Qui riporterò, invece, due testimonianze le cui ossessioni provengono esplicitamente direttamente da demoni.

[Posseduto da Moloch. L’idolo Moloch era una divinità cananea proveniente dalle coste dell’Africa settentrionale, il cui culto immondo viene spesso citato nella Bibbia. Non ero tuttavia al corrente di possessioni da parte di questo demone (Moloch viene riconosciuto nella demonologia cristiana ed esoterica) sino al giorno in cui la moglie d’un ex occultista musulmano si rivolse a me, visibilmente impaurita: ho visto lui parlare con voce diversa, essere preso da ossessioni, dirmi di chiamarsi Moloch e che quando c’era lui mio marito non esisteva più… che era molto più forte di Dio. Interessante notare la – falsa – affermazione d’essere “più forte di Dio“, frase ripetuta con alta frequenza dai demoni nelle possessioni. Il marito della signora in questione, prima del matrimonio, era dedito alle arti occulte assieme al padre di lei, medium, spiritista e cartomante. Da quando avevano entrambi abbandonato tali pratiche erano iniziate le vessazioni demoniache: la signora mi parlava di frequenti strattonamenti e “colpi” da parte di forze a lei invisibili, spesso con particolare violenza. Questi disturbi sfociarono successivamente nella possessione del compagno. Avendo pochissimi dati di ricerca a disposizione, in principio pensai si trattasse d’un caso di vendetta da parte d’alcuni maghi, ormai ex colleghi del marito e del padre. Questo pensiero si rafforzò nel momento in cui venni a sapere che delle ciocche di capelli della donna erano in possesso di “persone poco raccomandabili“, di fatto spianando la strada all’ipotesi del rituale Voodoo. La nostra relazione tuttavia s’interruppe bruscamente quando le chiesi: “ha mai pensato di recarsi presso l’esorcista più vicino?”. Mi spiegò di provenire da una famiglia di Testimoni di Geova, motivo per il quale non credeva si sarebbe mai potuta rivolgere a uomini di Chiesa. Ad oggi non conosco gli sviluppi della vicenda, ma con probabilità possiamo credere che sia andata peggiorando con lo scorrere del tempo].

[Ossessionata da Asmodeo. Valeria è una ragazza adolescente che vive una vita in apparenza tranquilla: frequenta il liceo locale, ha un fidanzato e molti amici, anche all’estero. Malgrado ciò, nel profondo di questa apparentemente tranquilla esistenza si nasconde un abisso la cui origine risale a quando la ragazza aveva 4 anni: delle voci iniziano a presentarsi nella sua mente, con una frequenza che variava dai 3 mesi alle poche settimane, presentandole pensieri alquanto perversi e cattivi – per la loro natura estremamente perversa non ne citerò alcuno, ma ritengo impossibile che tali pensieri possano sorgere spontaneamente nella psiche d’una bambina. Negli anni le “voci” sono divenute sempre più pressanti e ripetitive. Il demone Asmodeo secondo il Dictionnaire Infernal. Una di queste, la più autoritaria, ben presto le si presentò con il nome di Asmodeo, ripetendole che “farebbe meglio a morire, tutti sarebbero felici senza di lei”. Assieme al fenomeno appena descritto Valeria inizia ad avere strane e sfuggevoli visioni negli specchi di casa. La sua giovane età in un primo momento non la rende pienamente cosciente della grave situazione, e la ragazza di propria iniziativa comincia a dialogare con queste voci, non ottenendo altri risultati se non uno “shhh” o un “tanto sei mia“. Non riuscendo a venire a capo del dilemma, il fidanzato tenta d’aiutarla. Poco tempo prima che la coppia in questione si rivolgesse al sottoscritto, egli aveva tramite tavola ouija domandato agli “spiriti” quale fosse la soluzione al problema di Valeria. Riporto la sua testimonianza: durante il rituale ouija ho sentito che sudavo molto e tremavo, e una forza maggiore sul dito indice della mano sinistra, che a seduta interrotta faceva male… il demone che diceva di chiamarsi Zayd, non voleva saperne di andarsene. Poi però si è deciso, inoltre il cursore si è spostato talmente veloce da oltrepassare il limite della tavola e cadere giù e interrompere la comunicazione (…) Poi son iniziate le ossessioni… e a quel punto la cosa è diventata pesante, iniziai anche io a sentire voci nella mia testa. In sostanza invece di guarire la ferita se ne è aperta un’altra. Successivamente il ragazzo in questione mi specificherà che il demone Zayd (nome d’origine araba, sconosciuto alla demonologia) gli rivelò molti segreti riguardo la famiglia di Valeria, segreti addirittura ignoti alla stessa ragazza ma, dopo attenta verifica, rivelatisi veri. Questo spirito si dichiarò inoltre molto vicino a Lucifero e confermò il fatto che Asmodeo voleva a tutti i costi prendersi Valeria. Durante il periodo passato con loro ho avuto modo d’approfondire il contenuto d’alcune frasi suggerite dalle “voci” e, tralasciando la parte depravata, vorrei brevemente analizzarle in quanto fondamentali per la comprensione della vicenda nel suo complesso. Valeria ci teneva molto a sottolinearmi come Asmodeo fosse solito ripeterle:Una rosa senza petali si ritrova solo le spine, chi troverebbe meravigliose delle spine? Ad un primo approccio potrebbe sembrare priva di senso. E, in effetti, così lo fu anche per il sottoscritto sino al momento in cui capii che si riferiva alla perdita della verginità della ragazza: voleva, molto subdolamente, spingerla all’odio contro se stessa, alla convinzione che la sua bellezza fosse perduta per sempre. Naturalmente a queste s’aggiungevano altre più esplicite della serie “Dio ti ha abbandonato”. Un aspetto che mi colpì per la sua assoluta fedeltà alla tradizione biblica (leggere il libro di Tobia) fu l’intenso attacco portato avanti dallo stesso Asmodeo nei confronti della relazione con il suo fidanzato:non vedi vuole solo appagare se stesso, ti tratta come se tu fossi una prostituta, non ti merita!Ho leggermente modificato la frase sostituendo i termini più sgradevoli. Il demone agiva fondamentalmente su due fronti: quello psicologico e quello relazionale, tentando la povera ragazza verso l’autodistruzione (primo caso) e verso il rancore (secondo). Da notare lo stile comunicativo demoniaco che può variare dal subdolo, dal sottile, al diretto, all’esplicito. Non ebbi un sussulto di stupore quando entrambi mi dichiararono d’esser stati appassionati d’esoterismo, fenomeni paranormali e spiritismo. Rimanendo scottati da quel fuoco di cui tanto erano rimasti affascinati in precedenza, avevano ben realizzato la gravità delle proprie azioni. Tuttavia v’era un elemento del quale non riuscivo a trovarne la spiegazione: se le “voci” avevano fatto la loro comparsa all’età di 4 anni, ovvero prima che Valeria s’interessasse delle arti occulte, chi le aveva “inviate“? Si poteva rintracciare un maleficio fatto in origine? La ragazza non seppe aiutarmi in merito, ma era abbastanza sicura che nessuno, sia in famiglia che tra i conoscenti, fosse dedito a pratiche o rituali d’origine magica. Non potendo concretamente investigare su qualcosa d’ormai perso nel tempo, assecondai la concezione biblica secondo la quale, in determinate situazioni, i demoni si palesano “scegliendo” delle persone senza che vi sia un’origine di natura umana, esattamente come nel caso di Sara (Tobia III, 7-8)].

P.S.: “Il libro di Tobia è un libro deuterocanonico non ispirato ed al di fuori del canone dei 66 libri ispirati. Fu aggiunto in uno dei concili dopo che il canone biblico era già stato chiuso. Questo è un trattato basato sulla sola fede cristiana della Sacra Bibbia, la Parola di Dio, composta in 66 libri (39 libri nell’Antico Testamento e 27 libri nel Nuovo Testamento)”.

Un altro caso di ossessione, in particolare di una donna ossessionata dai suoi capelli, lo si può vedere nel link qui di sotto, esattamente dal min. 2:07, durante un intervista a don Cesare Truchi. http://www.youtube.com/watch?v=K6C4o6JFoR8

A questo argomento sulle ossessioni è anche utile seguire due filmati realizzati dal dott. Randazzo (don Pietro, esperto esorcista) riguardanti tratti di demonologia clinica di cui qui inserisco due possibili link (basta cliccarci su per aprirsi): http://www.youtube.com/watch?v=uzJvT10tBbA (DEMONOLOGIA, BASTA UN PENSIERO E IL DEMONE PASSA, ATTACCHI DEMONICI SOTTILI, POSSESSIONE) http://www.youtube.com/watch?v=9hCy4LrJCFc (ATTACCO DEMONICO SOTTILE, STRATEGIE DEMONICHE DISTRUTTIVE INDIRETTE, DIAVOLO, GUERRA SPIRITUALE)

Le “ossessioni”, è utile che io qui aggiunga, sono in specifico i cosiddetti pensieri “ossessivi” soprattutto quelli seguiti da “compulsione”, quelli cioè dove i demoni si poggiano per far “ansimare”, solo di desiderio, e quindi anche di sofferenza, la tua vita. Questo provoca un noioso e doloroso ansimante stato d’animo nel profondo dell’anima, una specie di tristezza: questo almeno finché uno non se ne faccia una ‘ragionevole’ ragione e desista da ciò che, ostinatamente e stupidamente, vuol fare o ‘avere’. Tali pensieri sono, (e questo particolare è importante), molto spesso, per non dire quasi sempre, la reazione mentale, o “animale”, cioè della tua anima, alle tue idolatrie nascoste, irradiate proprio nel profondo della tua personale anima. Sono la tua personale reazione alle tue idolatrie più nascoste. Quelle più interiori. Quelle che, magari, non sai nemmeno di avere. Quelle che, sulle prime, non ammetteresti mai di avere. Quelle che mai fin da subito riconosceresti come tali. Per non dire, che tali pensieri ossessivi, sono la reazione dell’orgoglio e della tua superbia, la superbia della vita, sempre alle tue personali idolatrie, che assumono in te sfaccettature quasi mai riconoscibili per tutto il resto degli abitanti del mondo e sono tue strettamente personali. Solo Dio, per la sua onniscienza, può vederle in te chiaramente e sa’ riconoscerle. In fondo tali ossessioni desiderose non sono altro che la concupiscenza della carne e la superbia della vita. Idolatria! Superbia della vita e concupiscenza.

Ma la Parola di Dio, stabilmente, dice:

“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2° Pietro 1:3,4).

“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1° Giovanni 2:15-17).

Ma poi, al contrario, ed in maniera del tutto opposta, ci sono quei pensieri ossessivi, soprattutto quelli seguiti da compulsioni, che sono l’esatto contrario delle tue idolatrie nascoste. Sono, invece, i tuoi peggiori incubi, sui quali, in questo caso, invece, i demoni si poggiano, non per farti avidamente desiderare come nell’esempio precedente ma per tormentarti con le contraddizioni. Ti vengono, in questo caso, pensieri di cose che mai faresti e che mai vorresti nemmeno pensare, pensieri che non vorresti ti passassero nemmeno per il “cervelletto”. Questi pensieri ti vengono soprattutto, ma non solo tengo a precisare, in particolari momenti e riguardano, e qui parlo in modo generale, per di più, ma non solo, la sfera sessuale nelle sue multiformi attività. Soprattutto in particolari momenti, mentre fai certe cose, tu hai paura di quei pensieri contraddittori che ti “sorgono”, che ti si affacciano alle porte della mente senza che li vorresti minimamente immaginare. Hai paura, già solamente con i tuoi pensieri, di far del male ai tuoi cari, di far del male, per esempio, anche con il solo pensiero, soprattutto ai tuoi genitori, e cerchi sempre di contraddire quei pensieri contraddittori che sorgono cercando di pensare invece la cosa giusta e corretta, e non quella sbagliata del pensiero che “sorge”, in quel momento. Ti chiedi da dove possano mai provenire quei contraddittori pensieri. Metti in atto questo meccanismo, come per dire di “aggiustamento” (ma, in realtà, i pensieri non sono aggiustabili, semmai da un pensiero se ne passa ad un altro), di ripetere il pensiero giusto perché vorresti che i tuoi pensieri fossero solo quelli che vuoi realmente immaginare e cerchi così, compulsivamente, con ripetizioni dell’originale pensiero corretto e giusto di aggiustare quello insorto contraddittoriamente a te, ed in te, e che è “sbagliato”, per non dire schifoso riguardo soprattutto i tuoi cari, ma non solo. Invochi Gesù che ti scacci quei pensieri, proprio in quel momento. Essi vanno momentaneamente via per poi misteriosamente ritornare. Arriverà mai quando sarai completamente libero da quei pensieri? E ti rendi conto, almeno sul momento, che non puoi sempre resistere a mettere in atto riti, ripetizioni compulsive e il contare; e così tiri avanti, calpestando tali contraddizioni, sapendo che Dio ti conosce e che non ti incolperebbe di queste tue contraddizioni che insorgono in te senza che tu lo voglia. “L’onniscienza di Dio è la soluzione alla tua pazzia” (mi chiedo in questo momento a chi potrebbe servire questo mio trattato soprattutto per la trattazione di argomenti così “particolari”; forse servirà solamente a qualche tipo veramente unico e particolare che attraversa solo e solamente delle strane prove in vita sua). Questi due esempi sono per far distinguere le due categorie (o due catalogazioni) di pensieri ossessivi (seguiti possibilmente pure da compulsioni): pensieri ossessivi che possono riguardare l’ansimare (a causa delle cose desiderate con sofferenza, che pure magari si vorrebbero ripetere) o che possono riguardare il dolore delle contraddizioni.

Versetti chiave della Parola di Dio (in particolare quelli chiave sulla soluzione alla pazzia):

Gesù disse: “Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male” (Luca 10:19).

Il re Davide disse: “(SIGNORE) Tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno” (Salmo 139:2/b-4).

Ora, questa parte, comunque, poco c’entra col resto del trattato ma è stata scritta per introdurre che, secondo la fede cristiana, i demoni si poggiano sulle frustrazioni interiori, sui pensieri fissi, sulle ossessioni, e su ogni tipo di fragilità umana, soprattutto psichica, non sottoposta a Cristo. Gli indemoniati, infatti, vengono pure spesso definiti ‘ossessi’. E, più avanti, accenneremo alle ‘ossessioni’ nell’esaminare un caso. Per conoscenza, in passato ho scritto un racconto, che ipotizza verosimilmente un caso ossessivo-compulsivo, che si intitola: “La mente di Wachinksapa - Giochi mentali” (anno 2005).

Non entreremo qui nemmeno in merito all’intero episodio biblico di 2° Samuele 16-17 riguardante il re Davide ed i suoi due consiglieri Aitofel e Cusai; ma la domanda che ci si pone leggendo tutta quella storia (di cui un solo versetto viene riportato come oggetto all’inizio di questo trattato) è: perché Aitofel, prima di porre fine alla sua vita, ebbe il pallino di mettere prima in ordine le cose della sua casa? Ammesso che per cose della sua casa si intendesse i vari oggetti della sua casa e non sistemare i vari documenti nella loro legalità. Un osservatore più attento nel leggere tale storia si potrebbe anche poi chiedere: perché, sellando il suo asino e partendo, Aitofel se ne dovette andare a casa sua per impiccarsi (ammesso che la sua casa si trovasse in altro luogo lontano da dove si trovava)? Poi, senza forzare il testo biblico facendogli dire ciò che non vuole dire, si potrebbe anche ipotizzare: forse che Aitofel si sarebbe sentito nell’impiccarsi a casa sua, nella sua città d’appartenenza, e non nella casa del luogo o della città dove si trovava in quel momento, in un ambiente più familiare prima di morire? Sono domande, le cui risposte, la Parola di Dio non ci riporta. Ma sappiamo, in ogni caso, dal Nuovo Testamento, come soluzione ai nostri problemi, che Gesù sanò la mente dell’indemoniato di Gerasa, e che ancora oggi continua a guarire sia dalle malattie fisiche che mentali, e libera dal potere del maligno. Amen!

Le tragedie che avvengono in questo mondo sono davvero innumerevoli: oltre ai criminosi singoli delitti, potremmo anche pensare alle guerre in Nigeria, o alla fame in Biafra, o, peggio, per quanto possa riguardare un individuo, alle decapitazioni che avvengono in Somalia ed alle crocifissioni (decapitazioni incluse) che avvengono in Siria per coloro che si schierano, per esempio, ma non solo, contro la religione ufficiale del luogo, che è l’Islam.

Da quel che dice la Bibbia, la Parola del Signore, anche nei Vangeli, sappiamo già che, in un prossimo futuro, le cose del mondo andranno vertiginosamente ancora a peggiorare a causa di certi eventi e per di più, poi, sotto i giudizi dell’Altissimo che verranno sulle nazioni, come descritto soprattutto nel libro della Rivelazione, ossia l’Apocalisse.

Nel marasma odierno delle tragedie umane, però, e negli innumerevoli delitti nel mondo, ci focalizzeremo, qui, su un singolo delitto avvenuto in Italia: raccapricciante per quanto riguarda, non tanto l’omicidio in sé, per quanto grave possa essere anche un solo omicidio dato che si pone fine alla vita di una persona (ed un detto del Corano dice: “Chi uccide un uomo uccide il mondo intero /o l’umanità intera/” viceversa anche per chi lo salva), ma raccapricciante per quanto riguarda la causa, o le concause, le coincidenze e le porte dell’anima aperte, che lo fecero ideare e progettare nella mente di chi poi lo pose in essere nella sua materiale realizzazione.

Lasciatemi, qui, solo dire che chi non è in Cristo, e da Lui liberato, si trova sotto il potere del maligno insieme a “tutto il mondo” (vedi 1° Giov. 5:19). Ma esser sotto il “potere del maligno” non si manifesta solo con l’avere delle ossessioni o compulsioni, e nemmeno frustrazioni. Quelli sono casi limite, anche se moderatamente diffusi. Dico grazie a Dio, per il moderatamente diffusi. Solo una piccola percentuale della popolazione italiana soffre di queste cose, grazie a Dio. Però tu, senza aver ricevuto Cristo nella tua vita e senza aver fatto di Lui il tuo unico Signore e Salvatore, puoi esser ugualmente sotto il potere del maligno pur essendo felice, divertendoti ed avendo una vita spensierata. Ma ridendo ridendo… senza Cristo, finirai all’Inferno, pur divertendoti in questa vita secondo i tuoi piaceri o secondo quello che Satana ti "permette" di realizzare, essendo lui il dio di questo mondo. Oh sì, questo è proprio quello che il maligno ansima e progetta subdolamente contro di te. Il Nemico non lavora solo opprimendo, ma anche “carezzandoti” nella tua bella e divertente vita senza Cristo. Altre persone, invece, le colpisce molto duramente, facendo presto finire il loro divertimento ed anche i loro futuri progetti: così come avvenne al ragazzo ed alla ragazza di cui parlerò successivamente.

Fatalità, ho cominciato a scrivere proprio questo ‘trattato’, o semplicemente ‘scritto’, (chiamatelo come vi pare dato che non ho un nome per come identificarlo) alle ore 6 del mattino di domenica 17 giugno 2018, cioè esattamente un anno dopo questo omicidio, che per le sue cause folli, infantili, ossessive ed anche nel grottesco, è semplicemente aberrante per non dire proprio scellerato.

Lui: un uomo apparentemente normale, cinquantenne. Veneziano doc. Una prestigiosa laurea in lingue straniere, nel ’96, al Ca’ Foscari di Venezia. Vive a Mestre ed ha una vita sociale molto vivace. Svolge alcuni lavori anche all’estero, negli Stati Uniti e in Cina. E’ un insegnante. Tornato in Italia lavora presso una società di Treviso insegnando inglese, dove è stimato dai proprietari e da tutti gli studenti. Nulla da lamentare. Il professore d’inglese, ogni giovedì, incontra i suoi alunni in un locale, dove, tra un aperitivo ed una patatina, si comunica tra loro esclusivamente in inglese. Nel 2014, in suo corso d’inglese, il prof. Stefano Perale, conoscerà quella che è una sua alunna, Anastasia Shakurova. Anastasia è una bellissima ragazza russa di trent’anni laureatasi nel 2013 a Mosca in scienze dell’economia e della gestione aziendale. Vent’anni di differenza che non si fanno sentire in una frequentazione che diventerà presto quotidiana come riveleranno sul telefonino di lui le conversazioni chat ‘what’s up’. Il prof Stefano Perale scrive ad Anastasia Shakurova quasi ogni giorno, si dichiara suo amico… ma ha chiaramente un debole per lei.

Nell’ottobre 2016 qualcosa però accade nell’equilibrio precario di questa coppia di ‘amici’. Anastasia rientra da un viaggio. Stefano, il professore, si precipita a prenderla in aeroporto ma ci trova un altro uomo con cui lei se ne va’. Lui sente di averla persa, cade in depressione, pensa addirittura di morire d’infarto per il dolore e la delusione. Tenta di contattarla ma Anastasia si fa’ sentire solo tre giorni dopo dicendosi dispiaciuta per l’imprevisto. E sarà poi nel gennaio dell’anno successivo che i due ricominceranno a scriversi.

In quei mesi la donna ha conosciuto un altro uomo, Biagio Buonomo Junior, un trentenne ingegnere napoletano col quale si trasferisce nel milanese. Una storia seria… tanto che l’ingegnere cerca di imparare il russo per parlare con la futura suocera. Anastasia ama Biagio e vuole che frequenti la sua famiglia. Il suo amore per Biagio, Anastasia, lo comunica sinceramente al professore Stefano, suo amico, che sembra prenderla bene. Il professore, nonostante tutto, si offre di darle lezioni d’inglese su Skipe; e lei accetta. I messaggi di Stefano, sia scritti che vocali, mantengono un tono ‘scherzoso’, d’altronde come anche quelli di Anastasia, anche se qualcuno di essi rivela però quanto il pensiero di lei non lo abbandoni. Stralcio di un messaggio, dopo che il professore seppe che Anastasia avesse un uomo a suo fianco, dice letteralmente così:

“In merito al prossimo week-end penso che non sia giusto che io e te ci vediamo e che tu lo debba trascorrere con il tuo ragazzo. Se tu sei felice e se per te è una relazione bella e importante, allora voglio che tu sappia che questo mi fa’ sentire bene e mi fa’ stare felice per te. C’è stato un tempo in cui io ti ho amato di un amore profondo e sincero anche se non ricambiato, quel sentimento così bello e così vero che ho provato per te rimane il momento più intenso ed importante della mia vita. Questo te lo dico con il mio cuore, il cuore dell’uomo onesto e sincero che tu hai conosciuto. So’ di averti dato tanto, di averti regalato attenzione ed affetto…”.

Stefano lo chiama ‘amore’ ma si tratta però di una vera ossessione.

Il pensiero di Anastasia non lo abbandona. La donna, ignara, decide di presentargli il nuovo compagno dal quale aspetta già un bambino. Il 27 maggio del 2017 i tre si incontrano per la prima volta. E ventuno giorni più tardi, ossia sabato 17 giugno, Stefano inviterà Anastasia e Biagio a cena, nella sua casa in via Abruzzo a Chirignago, che è una località del comune di Venezia. Ecco alcuni stralci di conversazioni su what’s up prima di quella cena che si doveva realizzare in casa del professore:

“Portiamo vino rosso o bianco?”

“Forse rosso, ok” - “Vi aspetto per le 20:30, ok?”

“Ok, ci vediamo alle 20:30” - “Stefano facciamo 20-30 minuti di ritardo, dopo ti spieghiamo”

“Va bene, tanto io sono qui a casa. E’ tutto pronto”

“Stiamo arrivando”

“E’ tutto pronto” scrive il professore. E’ apparecchiata già la tavola. E’ pronta la cena. E’ pronto il cloroformio. E’ pronta la trappola che lui ha preparato per Anastasia, la donna che diceva di amare, ed anche per Biagio Junior, il suo ragazzo. Alle 21:30, in ritardo di un ora, Anastasia e Biagio arrivano a casa del professore. Stefano li fa’ immediatamente sedere a tavola ed offre un cocktail di benvenuto. Un ‘Mimosa’, prosecco allungato con acqua e sciroppo d’amarena a cui però il professore ha aggiunto un fatale ingrediente: la polvere di 15 compresse appositamente sbriciolate di Stilnox, un potente sonnifero.

Ma per quale ragione il professore vuol far perdere i sensi ai suoi invitati? Qual è l’obiettivo evidentemente premeditato che vuole raggiungere? Qui, un estratto della procura che riporta le esatte parole del professore:

“Dopo circa quindici minuti, quindi verso le ore 22:00, la coppia ha cominciato a dare segnali di sedazione ed io ho rivissuto tutto il mio dolore, che la ragazza mi ha fatto provare”.

“Ho rivissuto tutto il mio dolore che la ragazza mi ha fatto provare”. E’ stata Anastasia, ignara di tutto (‘ma anche no’), che secondo il professore, gli ha fatto provare il dolore.

Sono alcune parole, quelle scritte sopra, che Stefano ha rivolte all’operatore del 113 chiamato da lui stesso durante quella stessa notte per costituirsi. Una rivelazione agghiacciante che rivela come quell’innocua cena fosse in realtà una trappola pianificata nel tempo per sbarazzarsi di Anastasia dopo aver finalmente sfogato su di lei le sue ossessioni sessuali frustrate filmandole pure con una telecamera. Appena passate le 22:00, infatti, quando Anastasia e Biagio mostrano gli effetti del sedativo, Stefano li separa. Mette Biagio sul divano del soggiorno-cucina e porta Anastasia in camera sua adagiandola supina sul letto. Una stanza che era già stata preparata ad accogliere la ragazza, come ha dimostrato la telecamera posizionata proprio accanto al letto, e che riporterà le reali immagini filmate proprio quella sera. In quella camera sono già pronti anche i flaconi di cloroformio ed etere, gli stracci ed i guanti neri da giardinaggio che servono al professore per portare al termine il suo aberrante piano.

Sempre dalla Procura viene riportato:

“Mi mettevo i guanti, imbevevo gli stracci con le due sostanze e mi portavo in cucina, aggredendo prima Biagio… non voleva morire ed opponeva forte resistenza”.

A quel punto, dato che non voleva morire, per finire la sua vittima, Stefano prende un grosso tubo di ferro dentro lo stipetto di un disimpegno, lo avvolge con del nastro isolante e colpisce Biagio alla testa per parecchi minuti finché l’uomo collassa a terra agonizzante. Poi, il professore raggiunge Anastasia, ormai addormentata, in camera da letto.

“A lei ho posizionato solamente lo straccio sul viso ed è bastato poco per non farla più respirare”.

Ma è arrivato a questo punto del racconto che il professore tace omettendo il movente del delitto. Perché è in quella stanza che porta a termine le sue perversioni; e le registra con una telecamera e poi anche col suo ‘smartphone’.

Sono immagini di una violenza inaudita. Anastasia viene ripetutamente violentata quando è morta ma anche mentre era ancora agonizzante con uno straccio in bocca, tipo come una povera bambola di carne. Sono scene agghiaccianti di estrema violenza sul corpo di Anastasia e parole audio offensive, qui non ripetibili, nei suoi confronti. Stefano sfoga sulla donna, incinta da poche settimane, anni di rabbia e desiderio. Profana il suo corpo in ogni modo possibile, anche con sputi ed insulti.

A questo punto, voglio qui riportare un passo della Bibbia prelevato dal profeta Habacuc che, nonostante sia stato scritto migliaia di anni fa’, sembra calzare a pennello con questo odierno delitto. D’altronde la Parola di Dio è Vivente ed è sempre attuale:

“Guai a colui che dà da bere al prossimo, a te che gli versi il veleno fino a ubriacarlo, per guardarlo nella sua nudità! Tu sarai saziato d'infamia anziché di gloria; bevi anche tu ed esibisci la tua nudità! La coppa della destra del SIGNORE si riverserà su di te, e l'infamia coprirà la tua gloria!” (Habacuc 2:15,16).

Questo passo biblico è proprio quello che il professor Stefano Perale fece quella sera.

Tornando al fatto, il nuovo compagno di Anastasia, Biagio, viene invece finito con un ulteriore dose di cloroformio. Si legge dalla Procura:

“Mentre facevo questo gli dicevo che mi dispiaceva e sapevo che lui non c’entrava nulla in tutto questo”.

Il professore quindi esce di casa e carica nell’auto di Biagio gli strumenti utilizzati per uccidere, assieme anche alla borsa di Anastasia. E’ sua intenzione sbarazzarsi dei corpi ma dopo aver trascorso dieci metri trascinando il cadavere di Biagio fuori dal portone rinuncia alla parte finale del suo progetto… e da’ infine l’allarme auto-costituendosi. “Mi rendevo conto che non potevo farcela” (nel senso di trascinare i corpi e pulire poi il pavimento del palazzo e l’ascensore dal sangue che continuamente cadeva dai sacchetti, come viene riportato nell’intero verbale dal racconto di Stefano Perale).

Essendosi auto-costituito, Stefano, ovviamente, non ce la fa’ a depistare le indagini, e finisce in cella. Il professore cinquantenne viene recluso e le accuse nei suoi confronti sono pesantissime: duplice omicidio premeditato, con procurato aborto (dato che Anastasia era incinta) e altre ipotesi in ballo: vilipendio di cadavere o violenza sessuale, atti filmati e trovati nello smartphone.

Viene riportato:

“Quando Stefano Perale si è reso conto che dei corpi di Anastasia Shakurova e di Biagio Buonomo non avrebbe mai potuto sbarazzarsi, allora ha telefonato al 113. E quando all'insegnante di inglese i carabinieri di Mestre hanno messo le manette, nella sua lucida follia ha spiegato perché avesse preso di mira anche il fidanzato di quella che era diventata ormai la sua "ossessione". Una tragica casualità, tanto che mentre lo prendeva a sprangate sul volto - dopo averlo stordito con una dose di sonniferi da cavallo - gli diceva: "Mi dispiace per te, è stato un caso. Tu non avresti dovuto essere qui". Le sprangate, appunto, perché il ragazzo di Anastasia aveva in qualche modo reagito e "non voleva morire".

Un racconto inquietante e tragico al tempo stesso, con Anastasia uccisa per soffocamento, con un cuscino al cloroformio premuto così tanta violenza da averle lasciato in volto un ematoma. Dopo essere stato portato in questura, verso le 6.30 di domenica, il cinquantenne professore avrebbe spiegato che negli ultimi tempi viveva in uno stato di profonda prostrazione. Non dormiva la notte, alle prese anche con una tachicardia persistente. Non è chiaro se per questo assumesse qualche farmaco. Quello che apparse assodato è che non si sarebbe trattato di un delitto d'impeto: con Anastasia Shakurova c'erano buoni rapporti, anche se non è chiaro se effettivamente avessero avuto una relazione o se, al contrario, si sia trattato di una infatuazione unilaterale da parte sua. L'autopsia avrebbe confermato che la giovane donna è stata soffocata dall'omicida con una violenta pressione protratta sul naso e sulla bocca e che era incinta”.

Il lunedì mattina del 26 giugno 2017 viene svolta una cerimonia privata a Venezia per l'ultimo saluto ad Anastasia. “I familiari della trentenne sono arrivati in mattinata con un volo diretto da Mosca a Venezia. Erano presenti una quindicina di persone in tutto, che hanno pregato per lei ascoltando le parole dell'arciprete Alexey Yastrebov, alla guida della parrocchia ortodossa di San Zan Degolà a Venezia. La funzione si è tenuta al cimitero di Mestre. Presenti la madre, il padre e le sorelle della ragazza, nonché il marito Davide, con il quale si era separata consensualmente da qualche tempo e con il quale erano in atto le pratiche per il divorzio. È stato proprio l'ex ad essersi messo in contatto con i familiari all'estero, per organizzare una cerimonia in ricordo della donna. "I familiari sono distrutti e ovviamente tristi - ha spiegato l'arciprete - questo è un mondo impazzito". A truccarla per l'ultima volta è stata la mamma per sua stessa volontà. Giunta dalla Siberia con gli altri familiari ha parlato con i carabinieri raccontando ciò che sapeva della figlia, compreso che in progetto c'era anche il matrimonio con Biagio, quello stesso Biagio ‘ucciso per caso’”.

Come le stesse indagini dicono, Stefano sarebbe stato spinto al delitto dalla sua ossessione sessuale e dalla sete di rivalsa nei confronti della bella Anastasia che non poteva possedere.

“Da quando aveva 22 anni, Stefano Perale, aveva cominciato ad intraprendere delle relazioni sentimentali con varie donne che però erano state storie andate male e dalle quali aveva subito tanti rifiuti. Con una ragazza cinese, da lui battezzata ‘Luigina’, con la quale era stato quasi un anno, era anche andato da un medico che gli prescrisse ‘una sorta di Viagra’ per risolvere un problema di natura sessuale che lo affliggeva. Di questo suo problema ne era ossessionato. La perizia della Procura scriverà che Stefano Perale ha un organizzazione nevrotica della personalità: aveva da anni un doppio registro personale, ‘perfettamente integrato’ aggiungerà poi uno psichiatra criminale: un Perale pubblico, cioè del professore che vuole affermarsi sul lavoro, che vuole essere una persona di successo; ed un Perale privato che invece colleziona un rifiuto dietro l’altro, che sente il peso del fallimento della sua vita sessuale perché soffre fin da giovane da questo disturbo della sfera sessuale: l’impotenza. Un disturbo che gli provoca delusione e frustrazione. Perale coltivava da anni fantasie sessuali a sfondo sadico, a causa della sua incapacità di soddisfare una donna. Incapacità che però nella sua fantasia poteva immaginariamente colmare col dominare una donna in retroscena assolutamente sadici. La telecamera, in tutto questo contesto, è un dato molto importante, aggiunge uno psichiatra criminale, non solo perché il Perale aveva lucidità, e si riprometteva di uccidere in quel modo, ma anche perché il suo obiettivo era poter rivivere, poi, quei momenti di totale controllo, di totale soddisfazione una volta registrato l’evento. La prova che fosse lucido è che il professor Perale, almeno finora, non si è mai pentito e non ha mai chiesto scusa per ciò che ha fatto; ‘nessun segno di pentimento’, come riporta l’avvocato della famiglia di Anastasia”.

La perizia della Procura definì il professore sì un soggetto nevrotico ma non affetto da disturbo mentale ai fini del delitto. Venerdì 18 maggio, undici mesi dopo quella sera di morte e violenza, il professore, all’apparenza goffo ed appesantito, è entrato per la prima volta nell’aula in cui si celebrava il processo contro di lui. Gli avvocati tutt’ora sostengono che egli era capace d’intendere e volere quando ha commesso il delitto.

(il prof. Stefano Perale) (Anastasia Shakurova) (il fidanzato, Biagio Buonomo)

Ora… perché ho riportato questi diversi delitti di cronaca nera ed anche altri riferimenti tutti entrambi sottesi dall’ossessione? In quest’ultimo delitto, per esempio, abbiamo da una parte il professore e dall’altra parte due soggetti (anzi tre, dato che Anastasia era incinta) che sono ignari di star facendo del male.

Per cui, la domanda cui ruota tutto il trattato è:

“Se una persona, nel vivere la sua normale vita, non sa’ di star facendo del male ad un altra persona può essere ritenuta colpevole?”

E dall’altro canto:

Se una persona sta subendo del male da parte di un altra persona sol perché lei sta’ vivendo (senza volerle e senza farle male) la sua normale vita, in realtà, il male che tale persona sta’ ricevendo da chi lo sta ricevendo? Dall’altra persona che vivendo la sua normale vita, ammesso, non sa’ nemmeno di farle del male o dalla sua frustrazione personale?

Voglio specificare: altra cosa sarebbe però se la persona che potrebbe far del bene e non lo fa’ si comporterebbe così senza alcun buon valido motivo e con intenzioni derivanti dall’indifferenza, o peggio, malevole. Infatti Gesù manderà nel fuoco eterno, definendoli maledetti, tutti coloro che in vita, non hanno aiutato i loro vicini bisognosi e gli sono stati indifferenti (come riportato all’inizio in Matteo 25). Un episodio simile è riportato nella storia del ricco e di Lazzaro, il povero mendicante malato che stava alla sua porta, dove viene per un attimo alzato il velo sulla sorte di ambedue i personaggi dopo la loro vita terrena (vedi Luca 16:19-31). Il ricco, in fondo, non faceva nulla di male anche se non aiutava il povero Lazzaro. D’altronde, perché avrebbe dovuto condividere le sue cose con un'altra persona a lui estranea? Le ricchezze erano sue e ne poteva fare quello che voleva. E d’altronde, se il povero Lazzaro era povero e non aveva nulla nella vita, ma di chi era la colpa? Mica era del ricco. Se Lazzaro era stato sfortunato gli altri mica erano per forza in obbligo di aiutarlo. Solo perché stava alla porta del ricco, questi, doveva esser per forza obbligato ad aiutarlo? E se qualcuno sceglie di amare una persona a discapito di un altra bisognosa che magari ama quell’altra più di quanto l’ami la persona dall’altra scelta, commette per questo peccato e sbaglia nei confronti dell’altra persona rifiutata? Quindi, che colpa aveva Anastasia, seppur abbia trascorso del tempo col professore essendole amica, se scelse poi di stare con Biagio Junior e di volersi sposare con lui? Che colpa ebbe ammesso che fosse ignara di tutto il male che gli stava facendo? Non fece nulla di male, concretamente, nei confronti del professore. Ognuno è libero di fare quello che vuole e di scegliere chi vuole, no? E poi quello era il suo professore, no? Magari cercava solo di accattivarselo per ottenere sicuramente l’attestato d’inglese che lui le doveva rilasciare essendo lui il suo professore, no? Certo il ragionamento fila: però, qualcosa, in tutto questo, non va’. Non va’ nemmeno quando uno sceglie di togliersi la propria vita. Non va’ nemmeno quando, per esempio, dopo anni di fidanzamento un partner decide di troncare di punto in bianco con l’altro la storia dopo che magari ha ricevuto anche tanto affetto dall’altro. Ma pensa a come può rimanerci l’altro partner? O dice solo: “Ma fattene una ragione!”. Come se tutto fosse così facile!

Come si potrebbe dare, quindi, una onesta risposta a queste due domande riportate sopra in neretto?

Nessuno, d’altronde, è colpevole: né la persona che vive la sua normale vita e né chi sta’ subendo del male da chi vive la sua normale vita (anche se in questo caso Anastasia aveva passato del tempo col professore: lei per sola amicizia mentre il professore, già danneggiato di suo, innamorandosi di lei; ma Anastasia che colpa aveva a non averlo amato in tutto questo tempo ed aver scelto alla fine un altro? D’altronde era già pure separata con un matrimonio finito alle spalle…). Potrebbe poi una persona esser colpevole per ritrovarsi ad avere in sé delle frustrazioni e star soffrendo psicologicamente a causa di esse (come in questo caso in cui il professore risultò un soggetto nevrotico affetto da frustrazione sessuale a causa della sua disfunzione erettile, ossia l’impotenza)? E’ difficile rispondere a queste domande così insinuose. Qualsiasi risposta logica si potrebbe dare ci si ritroverebbe ad avere altrettante domande logiche da porre ulteriormente. Ed il discorso non finirebbe mai. Allora, a sormontare l’interminabile onesto discorso che si potrebbe fare sarebbe una superiore domanda che trascende dal naturale.

E la domanda sarebbe questa:

“Può essere possibile che tutte le risorse che servono a questa terra, esseri umani compresi, non si trovino tutte qui?”

Se la risposta fosse no, ossia che tutte le risorse di cui noi abbiamo bisogno sono tutte qui sulla terra, le conseguenti risposte già le abbiamo: delitti su delitti in tutto il mondo per risolvere le nostre crepe, oppure, bene che vada per gli altri e per noi, seppellire il tutto andando avanti senza uccidere né vendicarsi con nessuno e sempre sopportando i dolori della vita, sia essi umani che dell’anima.

Se la risposta invece è sì, ossia che le tutte le risorse di cui noi abbiamo bisogno NON sono, e NON si trovano, tutte qui sulla terra e dalla terra, bisognerebbe vedere dove trovarle. Mi sa’ che apparteniamo a leggi più grandi di quelle naturali. Ed a questo punto bisognerebbe considerare un fatto avvenuto all’incirca 2000 anni fa’ riportato anche nel Vangelo di Matteo nei capitoli 27:35 fino a 28:20.

“Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestiti, tirando a sorte; e, postisi a sedere, gli facevano la guardia. Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei. Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra. E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"». E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.

Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere. Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito”.

(Osservate cosa avviene da questo momento in poi):

“Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio».

C'erano là molte donne che guardavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo; tra di loro erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l'apertura del sepolcro, se ne andò. Maria Maddalena e l'altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro.

L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: "Dopo tre giorni, risusciterò". Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: "È risuscitato dai morti"; così l'ultimo inganno sarebbe peggiore del primo». Pilato disse loro: «Avete delle guardie. Andate, assicurate la sorveglianza come credete». Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto».

E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunciarlo ai suoi discepoli. Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».

Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute. Ed essi, radunatisi con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo". E se mai questo viene alle orecchie del governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione». Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d'oggi.

Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente»”.

Gesù, quindi, risuscito il terzo giorno. Tu puoi anche non credere alla Parola di Dio; o dire che essa è stata manipolata o cambiata (ciò non è vero, Dio ha vegliato su essa, ed i manoscritti trovati sono quelli scritti direttamente dai discepoli o trascritti fedelmente). Ma questo è ciò che successe: Gesù risuscitò dalla morte. Pensi che i discepoli si sarebbero col tempo giocati la vita per mantenere una bugia se sarebbero stati coscienti che ciò non fosse stato vero? Si fecero anche uccidere per sorreggere tale Verità. E non solo essi ma anche tanti altri martiri. Se Gesù risuscitò vuol dire che Dio esiste. E se Dio esiste è vero ciò che è scritto di Lui, ossia che “In Gesù abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Colossesi 2:9), ossia Gesù Cristo è Dio, Una delle Tre Persone della Trinità che abitò in un corpo umano (nonostante la parola “Trinità” non venga adoperata nella Bibbia se ne deduce che Dio è un Unico Dio composto da Tre Persone (Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo). “Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta ma mi hai preparato un corpo»” (Ebrei 10:5).

Se ciò è vero è vero anche ciò che Gesù disse. E Gesù disse tante cose simili a questa:

“In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo»” (Matteo 11:25-27).

Ed ancora (e qui sta’ una delle più importanti risorse soprannaturali):

“«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero»” (Matteo 11:28-30).

Se il professor Stefano Perale avesse saputo questa Verità, e l’avesse in fede fatta propria, l’avrebbe sperimentata e non avrebbe ucciso una sua alunna, la quale vivendo la sua normale vita, causava a lui del male, e tanta frustrazione, e vuoto; come d’altronde anche tutte le sue precedenti donne che gli fecero collezionare una immane quantità di rifiuti, ferendolo interiormente ancora più di quanto già lo fosse di suo a causa della sua infermità riguardante la sfera sessuale e quindi i suoi rapporti sentimentali ed ‘amorosi’ con le donne.

Vuoi dire che la Soluzione alle risorse mancanti è Gesù? Sì, esatto. Sto dicendo proprio questo. Ma devi afferrarlo. Farlo tuo. Non solo credere ciò mentalmente. Od addirittura come ultima spiaggia. Gesù è reale. Dio è reale. Vai a Lui con una forte fede, una fede audace. Le risorse non sempre le trovi sulla terra. Lo potremmo dire anche per altre cose come la mancanza di amici, una grave malattia, la perdita degli affetti dei propri cari.

“Fissando lo sguardo su Gesù colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2).

“Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20).

Gesù salva, libera e guarisce. Inoltre Egli è il vero Amico. Un giorno Egli tornerà a prendere i suoi.

“In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

“Scacciato che fu il demonio, il muto parlò. E la folla si meravigliava dicendo: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele” (Matteo 9:33).

“La folla dunque, che era con Gesù quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, ne rendeva testimonianza” (Giovanni 12:17).

“Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni. E, per la fede nel suo nome, il suo nome ha fortificato quest'uomo che vedete e conoscete; ed è la fede, che si ha per mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi tutti” (Atti 3:14-16).

“Vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com'egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (Atti 10:38).

Gesù ritornerà una seconda volta per prendere i suoi:

“Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” (Atti 1:11).

“Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI” (Apocalisse 19:11-16).

Il mondo, tiene in considerazione Gesù?

“Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1° Giovanni 5:19).

Se il mondo tenesse in considerazione Gesù Cristo il mondo non andrebbe come sta’ andando. E Gesù ci avvertì anche che le cose sarebbero peggiorate negli ultimi giorni. Perché? Perché gli uomini sarebbero diventati egoisti. Perché? Prima non lo erano? Sì, ma negli ultimi tempi l’egoismo aumenterà, l’iniquità si moltiplicherà e l’amore dei più si raffredderà più freddo ancora di quanto già lo era prima (confr. 2° Timoteo cap. 3 e Matteo cap. 24).

Apparteniamo a leggi più grandi di quelle naturali.

Un famoso scrittore del passato, C. S. Lewis, che da ateo divenne cristiano, disse: “Avevo aspirazioni per cose non naturali: allora capii che non ero fatto per questo mondo”.

Gesù Cristo è la Risposta. Gesù Cristo è la Soluzione. Pensaci prima di frustrarti ancora… o commettere qualche delitto!

In conclusione, due passi biblici:

“Gesù Cristo è il Signore di tutti” (Atti 10:36).

“Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare. «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata” (Isaia 55:6-11).