I LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA IN

1 Comunità della Vallagarina

Per informazioni su luoghi e appuntamenti www.trentinograndeguerra.it www.museodellaguerra.it Per l’ospitalità www.visitrovereto.it

2 Tra le molte ragioni per visitare la Vallagarina, c’è il grande numero di testimonianze della Prima guerra mondiale che si possono vedere sul suo territorio. Spesso si tratta di opere collocate in luoghi facilmente raggiungibili, accessibili alle famiglie, sempre accattivanti per gli appassionati di storia e gli escursionisti. Strade di montagna e sentieri si snodano su percorsi suggestivi che ricalcano l’antica linea del fronte e il Sentiero della Pace. Tra il 1915 e il 1918, con uno sforzo gigantesco, gli eserciti italiano ed austro-ungarico crearono due contrapposti sistemi difensivi fatti di trincee, postazioni di artiglieria, gallerie, ricoveri, teleferiche, acquedotti. La popolazione venne evacuata e al suo posto vissero per tre anni e mezzo decine di migliaia di soldati, molti dei quali caddero in combattimento. ospita alcune delle principali istituzioni italiane dedicate alla memoria della guerra. Ventimila caduti austriaci e italiani riposano nel grande Sacrario di Rovereto. La Campana dei Caduti fa risuonare tutte le sere cento rintocchi, come monito contro la guerra. Il Museo Storico Italiano della Guerra, nelle sale del Castello di Rovereto, documenta la storia di quel conflitto. L’invito della Comunità della Vallagarina è a visitare le tante tracce di quell’evento e a riconoscersi in una storia , nazionale ed europea.

Stefano Bisoffi presidente della Comunità della Vallagarina

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6 VAL DI GRESTA La cerniera austriaca tra Adige e Garda RONZO-CHIENIS

NAGO SP 88

SS 240

LOPPIO MORI

A 22

SP 3

BRENTONICO

5 MONTE BALDO SP 22 Le linee italiane e la guerra dei “futuristi”

SP 90

ALA

SS 12

A 22 AVIO

2

BESENELLO

NOMI CALLIANO

VOLANO VILLALAGARINA

1 ROVERETO, MORI, ALA, AVIO Luoghi della memoria: musei, monumenti, trincee

ROVERETO SERRADA

SP 2

SP 89 SS 12 MATASSONE

2 VALLI DEL LENO Il forte di Pozzacchio, sentieri militari e trincee

VALLARSA POZZACCHIO MONTE PASUBIO 3 Il campo di battaglia SS 46 dei 10.000 morti SERRAVALLE 4 MONTE ZUGNA Il “Trincerone” e Passo Buole

RAOSSI

I molti luoghi di interesse della Grande Guerra in Vallagarina sono stati suddivisi in 6 ambiti. Chi desidera organizzare una visita potrà facilmente dotarsi di una tra le carte disponibili e, seguendo le indicazioni dei percorsi, scegliere tra una breve passeggiata e un’escursione più lunga, nel contesto di una vacanza piacevole e varia.

3 IL E LA VALLAGARINA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

4 Forte Pozzacchio nei mesi dell’occupazione italiana

Fino alla conclusione della Prima guer- Tra l’autunno del 1914 e la primavera ra mondiale il Trentino faceva parte del 1915 l’esercito austro-ungarico raf- dell’Impero d’Austria. A partire dal 1859, forzò le proprie difese costruendo la Ti- con la perdita della Lombardia e del Ve- roler Widerstandlinie (linea di resistenza neto, il governo di Vienna programmò la tirolese), un sistema di trincee e posta- difesa del confine con il Regno d’Italia. zioni militari che si estendeva dal Tonale Nei successivi cinquant’anni il piano di alla Marmolada. fortificazione del Trentino portò alla co- struzione di circa 80 fortezze. In Vallagarina la linea, proveniente dal- In Vallagarina, a inizio ’900, si comin- la zona fortificata di Riva del Garda e ciò a progettare un sistema difensivo malga Zures, si inerpicava lungo le al- basato su cinque grandi fortezze sul ture meridionali della valle di Gresta, monte Pasubio, a Pozzacchio, sui monti discendeva fino all’Adige, passava per Zugna, Vignola e Altissimo di Nago. Allo Rovereto lungo il torrente Leno per poi scoppio della guerra, nel luglio 1914, i portarsi sul monte Finonchio. Da qui, lavori vennero interrotti per consentire proseguendo lungo il crinale, si collega- l’invio di uomini e mezzi sui fronti serbo va alle difese dell’altopiano di Folgaria. e russo. L’unica opera realizzata fu forte Pozzacchio (Valmorbia Werk), che però Nei primi mesi del 1915, quando la pro- rimase incompiuto. spettiva di una guerra con il Regno d’I- talia divenne via via più probabile, molti Nel corso del conflitto più di 55.000 trentini di sentimenti italiani passarono trentini vennero richiamati alle armi e il confine. Nel corso della guerra cir- inviati sul fronte orientale, in Galizia, ca 700 di loro si arruolarono volontari una regione dell’Impero austro-ungari- nell’esercito italiano. co oggi divisa tra Polonia e Ucraina. Lì combatterono contro l’esercito russo; moltissimi vennero fatti prigionieri, più di 11.400 morirono. La guerra non coin- volse però solo la popolazione maschi- le ma tutta la società e il territorio del Trentino.

5 Il campo profughi di Mitterndorf

Profughi trentini a Braunau

Quando nel maggio 1915 l’Italia di- cattive condizioni igieniche provocaro- chiarò guerra all’Austria-Ungheria, il no molte vittime. Trentino si trasformò in un campo di Parte degli abitanti dell’altopiano di battaglia. e della , e la popo- Il primo effetto fu l’evacuazione dei lazione di Chizzola, Serravalle e S. Mar- centri abitati più esposti. Più di 100.000 gherita furono allontanati dall’esercito persone furono trasferite verso le regio- italiano e trasferiti in diverse regioni ni interne dell’Austria e dell’Italia. della penisola. Gli abitanti di Trambileno, Terragnolo Ad Ala e Avio a sud, Villalagarina, Vola- e parte della Vallarsa, di Rovereto, Ise- no, Pomarolo, Nomi e a nord, la ra e della val di Gresta, di Mori, Marco, popolazione dovette convivere per tutti gli furono mandati in Austria, Boemia e anni della guerra con migliaia di soldati. Moravia. Furono costruiti grandi cam- Queste località divennero sede di coman- pi di baracche (Mitterndorf, Braunau, di, ospedali e depositi dei due eserciti, Oberhollabrunn…) chiamati “città di dove i treni scaricavano uomini e materiali legno”, dove la fame, le epidemie e le da indirizzare verso le prime linee.

6 Pasubio. Il Dente Italiano visto dalle prime linee austriache

Nei primi mesi di guerra le truppe ita- alcuni toponimi (“Sentiero dei serbi”) li liane occuparono senza difficoltà Avio ricordano. e Ala, il Baldo, lo Zugna, la Vallarsa e il Pasubio, da dove gli austriaci si era- Nel maggio 1916 l’esercito austro-un- no ritirati, e si spinsero fino alle porte garico lanciò una grande offensiva (nota di Rovereto. Nel dicembre 1915 alcuni come Strafexpedition) e rioccupò quasi reparti raggiunsero la collina di Castel- tutto il Pasubio; sullo Zugna l’avanzata dante e Loppio. venne invece fermata al “Trincerone” e a Entrambi gli eserciti si dedicarono alla passo Buole. Nel corso delle operazioni, costruzione di strade e sentieri, trincee, tre volontari trentini arruolati nell’eser- postazioni per mitragliatrici e artiglie- cito italiano - Damiano Chiesa, Cesare rie, baraccamenti, depositi e teleferiche. Battisti e Fabio Filzi - furono catturati Trovandosi a corto di uomini, gli austria- dagli austriaci. Condotti a , ven- ci mobilitarono molti civili e migliaia di nero processati, condannati a morte e prigionieri russi e serbi; ancora oggi uccisi nel Castello del Buonconsiglio.

7 Trincea italiana sul monte Zugna

Le artiglierie italiane sparavano dal tobre 1918 si combatté un’ininterrotta Baldo e dallo Zugna; quelle austriache guerra di posizione. Nella zona dei Denti rispondevano dallo Stivo e dal Biaena, si ricorse all’uso dei gas e delle mine. dal Pasubio e dal Finonchio. Molti centri Sullo Zugna gli episodi più cruenti si abitati furono distrutti, le campagne e i concentrarono nell’estate 1916 e nel boschi devastati, ma dall’autunno 1916 1918. alla fine della guerra le posizioni dei due Migliaia di soldati morirono per le ferite, eserciti rimasero sostanzialmente im- il freddo e le valanghe. Le elevate perdi- mutate. te imposero la costruzione di numerosi I combattimenti furono violentissimi ospedali militari. A ridosso dei campi di soprattutto sul Pasubio, dove fino all’ot- battaglia sorsero decine di cimiteri.

8 Il paese di Aste nel 1919

A tre anni e mezzo dall’inizio della ed edifici pubblici, chiese e monumenti, guerra proprio in Vallagarina cominciò acquedotti e linee elettriche, ponti e il cammino verso la pace. Il 29 ottobre strade, campagne e boschi, tutto porta- 1918 a Serravalle all’Adige una delega- va i segni della distruzione. zione austro-ungarica chiese la sospen- sione dei combattimenti. La trattativa fu Con la fine della guerra, la scomparsa conclusa a Villa Giusti a Padova e portò dell’Impero austro-ungarico e il Tratta- alla firma dell’armistizio il 3 novembre. to di pace di Versailles, il Trentino entrò Il giorno prima reparti italiani erano già a far parte del Regno d’Italia. Iniziò la entrati a Rovereto. difficile opera di ricostruzione: in mol- ti paesi la popolazione visse per mesi Dal novembre 1918 profughi e soldati in villaggi di baracche; ci vollero anni cominciarono a tornare alle proprie case prima che la vita tornasse alla norma- lasciate all’inizio della guerra. Mori e le lità. La povertà spinse molte persone a località circostanti, i paesi della valle di emigrare; molti tornarono sui campi di Gresta, Rovereto, Lizzana, Marco, Serra- battaglia per “recuperare” materiali che valle, Terragnolo, Trambileno e la Vallar- potevano essere venduti: l’ultima eredi- sa erano in gran parte inabitabili. Case tà della guerra.

9 1 ROVERETO, MORI, ALA, AVIO Dal maggio 1915 la Vallagarina fu attraversata dalle opposte linee. Fu qui che nell’ottobre 1918 gli austriaci chiesero l’armistizio. Dal 1919 la ripresa della vita civile ed economica cancellò gran parte delle tracce della guerra, tuttavia alcuni manufatti sono ancora visibili. Rovereto divenne rapidamente un luogo della memoria meta di numerose visite.

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POMAROLO

ROVERETO ISERA 10 1 RONZO-CHIENIS 9 NORIGLIO 8 3

7 2 VALLARSA 4 SP 88 MORI SS 240 5

SS 12 SP 3

BRENTONICO MATASSONE SERRAVALLE 11 SS 46 SP 89 SP 22 15 CHIZZOLA MONTE ZUGNA 12 PASSO 14 SP 90 MARANI BUOLE OBRA ALA

AVIO A 22 16

10 17 13 BUSONI BORGHETTO 2 3

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A Rovereto si concentrano alcune im- anni Venti vennero raccolte le spoglie portanti istituzioni culturali nate negli di migliaia di soldati morti sul fron- anni Venti. te della Vallagarina. Negli anni Trenta Dal 1921 il Museo Storico Italiano vi venne edificato un grandeSacrario della Guerra 1 è uno dei principali monumentale 3 , che oggi ospita più musei italiani dedicati alla Prima guer- di 12.000 caduti italiani (tra i quali Fa- ra mondiale. Espone oggetti, documenti bio Filzi e Damiano Chiesa) e circa 8.000 e cimeli, promuove mostre e ricerche e caduti austro-ungarici. Ai piedi del Sa- ha una vivace attività in campo educa- crario sono visitabili alcuni tratti di una tivo. Ospitato nel castello di Rovereto, trincea costruita dagli italiani nell’in- espone anche collezioni di armi di età verno 1915. La Strada degli Artiglieri moderna. 4 , segnata dai cippi commemorativi La Campana dei Caduti 2 , ideata da delle Medaglie d’oro al valor militare, don Antonio Rossaro, venne realizzata è stata recentemente interessata da un nel 1924 col bronzo dei cannoni offerti intervento di recupero della Soprinten- dalle nazioni partecipanti al conflitto e denza per i Beni Culturali; la strada con- inaugurata il 4 ottobre 1925. Simbolo duce alla Caverna di Damiano Chiesa internazionale di pace, ogni sera diffon- 5 , dove è custodito un cannone da de cento rintocchi per commemorare i 149 mm. È l’area nella quale, nel maggio caduti di tutte le guerre. 1916, il giovane volontario roveretano Sulla collina di Casteldante fin dagli fu catturato dagli austriaci.

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Sopra al paese di Savignano (Pomaro- cupazionale e la Valorizzazione Ambien- lo), la Compagnia Schützen Destra Ades tale hanno riportato alla luce il campo in collaborazione con i Vigili del fuoco trincerato austro-ungarico dell’Asmara volontari e l’associazione cacciatori ha 7 . Proseguendo verso Isera, vicino alla ripristinato le postazioni di artiglieria frazione di Cornalè 8 , è ben conserva- contraerea in località Dos dei Canoni o ta una trincea che si affaccia sul fiume Dos Colonna 6 . Adige. Della linea austriaca che dal Biaena Ad Isera si può visitare l’originale Museo scendeva verso l’Adige per poi risalire sul della cartolina 9 di Carmelo Nuvoli; Finonchio rimangono alcune interessan- all’interno della ricca collezione sono ti testimonianze. Nei pressi dell’abitato conservate numerose cartoline illustrate di Ravazzone (Mori), i lavori di recupero della Prima guerra mondiale. curati dalla Schützenkompanie “Destra Sul versante orientale della Vallagarina, Ades” e del Servizio per il Sostegno Oc- dall’abitato di Noriglio si può facilmente

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raggiungere il monte Ghello 10 , pro- Da Ala, dove si concentravano i coman- montorio roccioso posto a ridosso della di italiani, un sistema di strade porta- città di Rovereto, dove sono ancora visi- va alle postazioni di artiglieria in quo- bili postazioni di artiglieria e trincee in ta, come le cannoniere dei Busoni 13 roccia scavate dagli austriaci. alla Sega sull’altopiano dei Lessini. Una A sud di Rovereto, tra Serravalle ed Avio strada militare porta a passo Buole 14 , rimangono numerose tracce della pre- dove il 29 e il 30 maggio 1916 reparti delle senza dell’esercito italiano che per tre brigate Taro e Sicilia fermarono l’offensiva anni e mezzo occupò quel settore. austriaca. Lungo la strada statale 12 nei Testimonianze della linea italiana che pressi di Serravalle 15 , un cippo indica scendeva dal monte Baldo e proseguiva il luogo dove il 29 ottobre 1918 rappre- verso lo Zugna rimangono in località la sentanti austriaci proposero agli italiani la Villetta 11 , vicino a Chizzola. Nei pressi sospensione dei combattimenti. Condotti a di Marani 12 una lunga trincea coperta villa Pellegrini Malfatti ad Avio 16 e a villa attraversa i vigneti e raggiunge la mon- Guerrieri Gonzaga a Borghetto 17 , furo- tagna; un intervento di ripristino ha reso no trasferiti a villa Giusti a Padova, dove visitabili i due siti. il 3 novembre venne firmato l’armistizio.

13 2 VALLI DEL LENO Tra il 1915 e il 1918 i comuni trentini del Pasubio - Vallarsa, Terragnolo e Trambileno - vennero distrutti e la popolazione evacuata. Al rientro di profughi e soldati, il lavoro di ricostruzione si affiancò al recupero dei metalli di guerra sui campi di battaglia. Oggi, seguendo l’antica rete di sentieri e di strade militari, si incontrano numerosi resti di fortificazioni e trincee.

FORRA 20 ROVERETO DEL LUPO

TERRAGNOLO

SP 2

18 TRAMBILENO GEROLI SS 12 GIAZZERA ALBAREDO

SP 89

FOPPIANO 22 POZZACCHIO RIFUGIO PASSO DELLA 19 LANCIA BORCOLA MATASSONE 23 21 MONTE MONTE TESTO BUSO VALMORBIA MONTE ROITE CORNO BATTISTI DENTE AUSTRIACO SS 46

MONTE DENTE ZUGNA ITALIANO RIFUGIO PAPA RAOSSI PASSO 14 VALLARSA BUOLE RIVA PARROCCHIA OBRA PIANO PASSO PIAN DELLE FUGAZZE

14 18

20

Nella primavera del 1915 gli austriaci Le valli del Leno sono punto di acces- abbandonarono le valli del Leno atte- so al massiccio del Pasubio e al monte standosi nei pressi di Rovereto e lungo il Zugna. La valle di Terragnolo fu so- monte Finonchio. La popolazione di Ter- prattutto un retrovia logistico degli ragnolo, Trambileno e di parte della Val- austriaci: qui sorsero depositi, barac- larsa venne evacuata. Nella loro avan- camenti, comandi; da qui partivano zata gli italiani occuparono la Vallarsa, strade e teleferiche per il Pasubio. Il il Pasubio e lo Zugna. Nel maggio 1916, lavoro della locale amministrazione l’offensiva austro-ungarica li respinse comunale, dell’ANA e del Servizio per il fin quasi sulle posizioni di partenza; i Sostegno Occupazionale e la Valorizza- paesi della Vallarsa ancora abitati ven- zione Ambientale ha portato al recupe- nero evacuati e la popolazione trasferi- ro del cimitero austro-ungarico dei Ge- ta in Italia. Il territorio si coprì di nuovi roli 18 , uno dei molti presenti in valle apprestamenti militari, iniziò una lunga e tra i più grandi della Vallagarina. Nei guerra di posizione che si protrasse fino pressi di passo della Borcola 19 sono al termine del conflitto. Nel dopoguerra visibili i ruderi di un comando austro- la ricostruzione fu faticosa e parte della ungarico. Sono stati completati i lavori popolazione dovette emigrare. di pulizia della trincea che porta a forte Oggi, in un ritrovato equilibrio, una vi- Dosso delle Somme con la caratteristica vace attività associativa ha favorito il “Forra del lupo” 20 e delle trincee della recupero di molti siti storici. Val delle Calchere.

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21 21

Nel comune di Trambileno il sito di liano lo occupò nel giugno 1915, ma nel maggior interesse è il forte di Pozzac- maggio del 1916 il forte fu ripreso dagli chio 21 (Valmorbia Werk). Ultima delle austro-ungarici. Gli italiani tentarono fortezze austro-ungariche realizzate in dopo poche settimane di riconquistarlo, Trentino, interamente scavata in roccia ma vennero respinti. Pagine intense sul e predisposta a controllo della parte alta forte sono state scritte da Michele Ri- della Vallarsa, non fu mai completata gillo e Carlo Pastorino, mentre Eugenio a causa dello scoppio della guerra. Era Montale, soldato nella Grande Guerra, l’opera più moderna della fortificazione ha evocato la sua permanenza a Valmor- trentina. Al suo interno vennero realiz- bia in una poesia della raccolta “Ossi di zate postazioni per mitragliatrici, arti- Seppia”. L’Amministrazione comunale glieria e riflettori, predisposti magazzini e la Soprintendenza ai Beni architetto- per viveri e munizioni, officine, locali per nici, assieme all’associazione “Il Forte”, l’impianto elettrogeno, una centrale te- l’hanno acquisito e restaurato. Il forte è lefonica, dormitori per soldati e ufficia- accessibile a piedi sia dal paese di Poz- li. Un pozzo centrale dava accesso alla zacchio che da quello di Valmorbia lungo sommità dove erano previste le cupole le due strade militari. Per info e orari di girevoli per le artiglierie. L’esercito ita- apertura: www.fortepozzacchio.it

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22 23

In Vallarsa l’associazione “Pasubio100an- cito austro-ungarico nell’autunno 1914; ni” con la collaborazione dell’ANA e della prevedeva due sistemi di trincee in calce- SAT ha portato alla riapertura di numerosi struzzo, un osservatorio e una stazione per siti storici e sentieri che dal fondoval- segnali ottici con il forte Pozzacchio, po- le risalgono le pendici dello Zugna e del sto sull’altro versante della Vallarsa. Dopo Pasubio. Sono stati realizzati i percorsi il maggio 1915 fu occupato dagli italiani che da Foppiano portano alla trincea che vi realizzarono altre trincee. Nel mag- dell’Edelweiss 22 , da Obra al monte di gio 1916 l’esercito austro-ungarico con- Mezzo e alle trincee Rio Rumini, da Pia- quistò l’area, ma il 28 giugno gli italiani no a Parrocchia. A supporto della visita ai la rioccuparono e la tennero fino alla fine luoghi è disponibile un’applicazione per del conflitto. La sua posizione consente smartphone e tablet scaricabile dal sito un’ampia vista sulla Vallarsa, il Pasubio, lo dell’associazione (www.pasubio100anni.it) Zugna e le Piccole Dolomiti. È in program- o da un PlayStore. Il campo trincerato di ma la realizzazione di uno spazio didattico Matassone 23 venne realizzato dall’eser- all’interno di una caverna.

17 3 MONTE PASUBIO Fu uno dei campi di battaglia più importanti del fronte italo-austriaco. Qui si combatté la più lunga guerra di mine di tutto il fronte europeo. Al termine del conflitto fu dichiarato “zona sacra” e divenne meta di pellegrinaggi, visite ed escursioni. Ancora oggi è costellato di gallerie, camminamenti e trincee.

SP 2

TRAMBILENO

GIAZZERA ALBAREDO

FOPPIANO

SP 89 POZZACCHIO RIFUGIO LANCIA

MATASSONE MONTE MONTE VALLARSA VALMORBIA 25 TESTO 26 BUSO 24 MONTE ROITE CORNO BATTISTI DENTE 27 AUSTRIACO SS 46 MONTE DENTE 28 ZUGNA ITALIANO 29 RIFUGIO PAPA RAOSSI 30 STRADA DELLE PASSO RIVA PARROCCHIA 52 GALLERIE BUOLE OBRA PIANO

PASSO PIAN DELLE FUGAZZE 18 31 Sul Pasubio vissero per più di tre anni e sentieri militari sono oggi via di ac- circa 100.000 soldati italiani ed austro- cesso per gli escursionisti che possono ungarici. Più di diecimila morirono in accedere al Pasubio da diversi versanti: combattimento, per malattia, travolti da da Trambileno e dal Pian del Cheser- valanghe. Nel corso della guerra i sol- le, dalla valle di Terragnolo, dal passo RIFUGIO PAPA dati dei due eserciti tracciarono strade della Borcola e dalla Vallarsa. Dal Pian e mulattiere, costruirono teleferiche, delle Fugazze sale la Strada degli Eroi; acquedotti, villaggi di baracche e nu- da Bocchetta Campiglia la strada degli merose gallerie. Grazie all’intervento Scarubbi e la spettacolare Strada delle delle Province di Trento e di Vicenza e al 52 gallerie. Punti di appoggio per l’e- lavoro di tanti volontari, molte di que- scursionista sono i rifugi Lancia e Papa e ste opere sono state restaurate e sono alcune malghe (malga Valli, malga Zoc- tornate visitabili. Quelle stesse strade chi, malga Borcola e malga Bisorte).

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La traversata del Pasubio dal rifugio Il monte Testo 25 cadde in mano italia- Lancia al rifugio Papa ci porta sulle pri- na nel 1915, ma fu riconquistato dagli me linee austro-ungariche e italiane, austro-ungarici durante l’offensiva del disseminate di gallerie, ricoveri e posta- 1916. Recenti lavori di recupero della zioni. SAT di Rovereto e del Gruppo Grotte “E. Il Corno di Vallarsa, ora Corno Battisti Roner” permettono di percorrere il com- 24 , fu una delle cime più contese. Gli plesso di gallerie, trincee, posti di osser- italiani lo conquistarono nel 1915, lo vazione per le artiglierie, predisposti a persero nella primavera del 1916 e lo controllo della Vallarsa, dello Zugna e ripresero nell’estate 1918 con un’azione del Pasubio. spettacolare. Il suo nome ricorda l’irre- Ai piedi del monte Buso 26 , i volonta- dentista Cesare Battisti, che con Fabio ri della SAT di Rovereto hanno recen- Filzi vi fu catturato nel luglio 1916. Al temente riaperto una lunga galleria suo interno si snodano gallerie e cuni- scavata dagli austriaci per garantire il coli, resi visitabili dal lavoro del Gruppo movimento delle truppe verso le prime Grotte “E. Roner”. Sono previsti nuovi linee. Durante i lavori, sul soffitto roc- interventi di ripristino promossi dall’as- cioso è stata notata la presenza di alcu- sociazione “Pasubio100anni”. ne impronte fossili di dinosauro.

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La parte sommitale del Roite costitui- Cima Palon, Cogolo Alto, Selletta Co- va la retrovia della linea austriaca ed è mando 28 , il camminamento “Ghersi”, interamente segnata da camminamenti. la mulattiera e la galleria “Zamboni”, la La punta più avanzata della linea corre- strada degli Eroi, i resti di una baracca va sul promontorio roccioso del Dente del “Milanin”, il cimitero della Briga- Austriaco 27 dove, nell’autunno 1916, ta Liguria e l’“Arco Romano” 29 . Uno si consumarono gli scontri più sangui- degli accessi più spettacolari al Pasubio nosi. Di fronte, separato da una selletta, è la Strada delle 52 gallerie 30 che si erge il Dente Italiano, bersaglio della da Bocchetta Campiglia sale al rifugio guerra di mine condotta tra il 1917 e il Papa. Realizzata dall’esercito italiano 1918. Alle spalle del Dente Italiano, da tra febbraio e novembre 1917, con i suoi Cima Palon scendono lunghi cammina- 6 chilometri (di cui quasi la metà in gal- menti e resti di trincee all’epoca percor- leria) garantiva i rifornimenti ai reparti si dai reparti italiani che andavano in combattenti. prima linea. Recenti interventi di recu- Nel Sacrario del Pian delle Fugazze 31 , pero hanno riguardato la trincea som- inaugurato nel 1926, sono raccolti i re- mitale del Dente Austriaco e la galleria sti di più di 5.000 soldati italiani. Nei “Ellison”, i manufatti del Dente Italiano, pressi sorge il Museo della I Armata.

21 4 MONTE ZUGNA Nella storia della Grande Guerra lo Zugna è importante per la resistenza che gli italiani opposero all’offensiva austriaca del maggio 1916. La montagna è interessante anche sotto altri aspetti. Sulle sue pendici si trova una vasta area con orme di dinosauri. Nei pressi del rifugio Monte Zugna è attivo l’Osservatorio astronomico della Fondazione Museo Civico di Rovereto.

ROVERETO

SP 2

TRAMBILENO

GIAZZERA ALBAREDO

SP 89 SS 12

FOPPIANO POZZACCHIO TRINCERONE 34 MATASSONE FORAORA 33 VALLARSA VALMORBIA

MONTE 35 CORNO BATTISTI SERRAVALLE 32

36 SS 46

MONTE 37 ZUGNA

RAOSSI

22 RIVA PASSO 38 BUOLE OBRA Agli inizi del ’900 gli austriaci proget- italiana a passo Buole e al “Trincerone”, tarono un forte sulla cima dello Zugna: lo sbarramento realizzato nel punto più costruirono la strada di accesso, le stretto del crinale. Da quel momento, caserme e un impluvio per la raccolta fino alla fine del conflitto, i due eser- dell’acqua piovana. Quando si profilò citi si logorarono in una lunga guerra l’ingresso in guerra dell’Italia, le linee di posizione. Ne sono testimonianza i vennero arretrate fino a Rovereto. Così, cimiteri e le numerose linee di trincee. nel maggio-giugno 1915, lo Zugna fu La strada che da Albaredo sale alla occupato dall’esercito italiano che vi cima dello Zugna attraversa l’orga- costruì proprie trincee, strade, barac- nizzazione militare austriaca e quella che, teleferiche e acquedotti. Nella italiana, particolarità – unica su tut- primavera 1916 gli austro-ungarici to l’arco del fronte – valorizzata con lanciarono un’offensiva in direzione un progetto di recupero promosso dal del Veneto e tentarono di impadronirsi Comune di Rovereto in collaborazione della Vallarsa. Gli italiani li fermarono con Museo della Guerra e Fondazione proprio sullo Zugna che ne costituisce Museo Civico. Il progetto ha riportato uno dei versanti: nonostante ripetuti e alla luce i resti di molti manufatti mili- sanguinosi assalti, gli austro-ungarici tari: postazioni d’artiglieria, acquedot- non riuscirono a superare la resistenza ti, trincee, gallerie e cimiteri militari.

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Il percorso, lungo circa 11 km, è cor- della Guerra, Vigilanza Boschiva Alta redato da una segnaletica dettagliata: Vallagarina, il Servizio Foreste e il Ser- inizia a q. 900, poco sotto Malga Tof, e vizio Attività Sociali del Comune di si snoda dalle retrovie alla prima linea Rovereto. Lungo il Sentiero si trova il austro-ungarica, alla terra di nessuno, cimitero militare italiano del Reden- alle linee ed alle retrovie italiane fino tore 32 (già di S. Costanzo) ripulito alla cima. Sviluppato lungo la strada, dall’Associazione Memores. Tornati si intreccia con il Sentiero della Pace, sulla strada, all’inizio del percorso del del quale i camminamenti militari (re- “Trincerone”, una mulattiera porta alla cuperati, assieme agli interventi sul Foraora 33 teatro, nel maggio 1918, Sentiero della Pace, dal Servizio per il di un duro scontro. I manufatti militari Sostegno Occupazione e la Valorizza- dell’area del “Trincerone” italiano e zione Ambientale) costituiscono il per- della prima linea austriaca del “Kopf- corso di rientro dal Rifugio alla curva stellung” 34 , situati lungo il percorso, delle “Tre Aquile”. sono stati ripuliti grazie ad un inter- Poco sopra Malga Tof, su un tornan- vento promosso dalla “Fondazione te, inizia il “Sentiero delle trincee”, Parco Botanico Cengio Alto” con il Co- recuperato dalla Circoscrizione di mune di Rovereto, Museo della Guerra Marco con la consulenza del Museo e Fondazione Museo Civico (progetto

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Santa Barbara. Lungo la strada fore- stale (che corrisponde al Sentiero del- la Pace) si arriva al cimitero di San Giorgio 35 , dove sono state radunate lapidi un tempo presenti nei numerosi cimiteri di guerra della zona. Nei pressi del rifugio Monte Zugna, è situato il “Sass dei usei” 36 – roccione attra- versato da gallerie che conducono a feritoie per mitragliatrici. La mulat- tiera verso la cima conduce al “Parco della Pace” 37 dove si notano manu- fatti austro-ungarici (un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana, ruderi di caserme), ma anche tracce della presenza italiana: trincee, ricoveri in roccia, postazioni di artiglieria e il ci- mitero militare “Coni Zugna”. Dal “Par- 37 co della Pace” una mulattiera conduce alla cima (dove rimangono postazioni d’artiglieria, un osservatorio e altri vincitore del premio di architettura manufatti), mentre seguendo il “Sen- “Costruire il Trentino 2009-2012”) che tiero della Pace” si raggiunge passo ha reso visibile le prime linee e la loro Buole 38 , dove gli italiani nel maggio impressionante prossimità. Il “Trince- 1916 fermarono l’offensiva austro- rone” italiano, pressoché cancellato ungarica. A Passo Buole una cappella dai bombardamenti, è stato in parte e alcuni cimiteri ricordano i caduti. reintegrato per renderne riconoscibile Importante è la presenza di manufat- l’originaria funzione. Alcuni cimiteri ti legati al rifornimento dello Zugna militari, grazie ad interventi di ripri- nonché la strutturazione a caposaldo stino, sono stati recuperati dall’oblio. delle cime. Passo Buole è raggiungibile Oltrepassato il “Trincerone”, è possibi- anche con un ripido sentiero da Riva di le visitare i resti del cimitero di San Vallarsa o con una comoda strada da Matteo e il sedime del cimitero di Marani di Ala.

25 5 MONTE BALDO A cavallo tra il Garda e la valle dell’Adige, il monte Baldo è uno straordinario balcone sul lago e la Pianura Padana. Controllato per tutta la guerra dall’esercito italiano, il territorio venne modificato per rispondere alle esigenze dei militari. Da poco trasformato in Parco Naturale Locale per la sua ricchissima flora, conserva numerosi manufatti della Grande Guerra.

MALGA 44 45 ZURES SP 88 DOSS S. ANDREA ALTO SS 240 MORI LOPPIO

DOSS CASINA DOSS MORZENTI MONTE DOSS REMIT 43

42 VARAGNA SP 3 TALPINA DOS DEL GAL

BRENTONICO CHIZZOLA MONTE 39 ALTISSIMO SP 22

BOCCA DEL CREER

SAN VALENTINO POLSA

MONTE SP 90 40 VIGNOLA CORNO 41 DELLA PAURA

ALA

SS 12 SABBIONARA A 22

26 AVIO 39

Sul Vignola e sull’Altissimo l’esercito le Vignola, Postemone, San Valentino, austro-ungarico aveva progettato di re- Corna Piana e Altissimo e vi collocò alizzare due forti della cintura fortificata numerose artiglierie. Nel 1916 la popo- della Vallagarina che dal Baldo sarebbe lazione di Brentonico venne evacuata dovuta arrivare al Pasubio. I lavori inizia- sotto la minaccia dei bombardamenti rono nella primavera 1914, ma vennero austriaci. sospesi dopo pochi mesi, per la necessità Celebre da secoli per la ricchezza e la di inviare uomini sui fronti serbo e russo. particolarità della flora, dal 2013 il ALA La linea difensiva austro-ungarica venne monte Baldo è Parco Naturale Locale. spostata verso nord, in val di Gresta. Allo La varietà di habitat, piante e animali scoppio della guerra l’esercito italiano concorrono a renderlo un’area di straor- poté occupare rapidamente la dorsa- dinario interesse.

27 39 39

40 41

Sulla cima del monte Altissimo di Nago orientale, oppure da Nago percorrendo il 39 , rimangono numerosi manufatti mi- versante settentrionale della montagna. litari italiani: trincee, strade, basamenti Sul Vignola 40 le tracce della presen- di baracche, postazioni d’artiglieria. za italiana si intrecciano con le opere All’inizio della guerra, per breve tempo realizzate in precedenza dall’esercito vi operò il Battaglione Volontari Ciclisti asburgico: testimonianze della prima e Automobilisti, in cui erano inquadrati sono le gallerie e le postazioni di arti- alcuni tra i più noti artisti futuristi: Ma- glieria antiaerea sulla cima; l’impluvio rinetti, Boccioni, Sironi, Russolo, Bucci. per la raccolta dell’acqua piovana e le Negli ultimi mesi del conflitto vi com- caserme (oggi ridotte a rudere) sono in- batterono anche reparti di volontari ce- vece opera dagli austro-ungarici. chi e slovacchi, che a Doss Alto si distin- Percorrendo il Sentiero della Pace in sero a fianco degli italiani battendosi direzione San Valentino, si giunge al per l’indipendenza della propria nazione. Corno della Paura 41 . La strada si sno- Nei pressi della cima, da dove si gode da a strapiombo sulla valle dell’Adige e una spettacolare vista sul lago di Garda, attraversa due suggestive gallerie, sca- sorge il rifugio Damiano Chiesa, rag- vate dai soldati italiani. Nei pressi, sono giungibile dal rifugio Graziani lungo la visibili i plinti della teleferica che saliva strada militare italiana, da San Giaco- dal fondovalle, ruderi di baraccamenti e mo per un sentiero che risale il crinale postazioni di artiglieria antiaerea.

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43 44

Sul dosso di Talpina 42 , ai piedi del Bal- Castione, fa parte del circuito ed è stato do, gli austriaci avevano realizzato alla reso visitabile grazie al lavoro di volontari vigilia della guerra un presidio trincera- del gruppo ANA e SAT di Brentonico, con to rivolto verso sud. Abbandonato dagli la collaborazione di professori e alunni austriaci nel 1915, fu occupato dagli ita- dell’Istituto Fontana di Rovereto e con liani. A lungo dimenticato, il complesso interventi di messa in sicurezza a cura difensivo è stato recentemente riportato del Servizio per il Sostegno Occupazio- alla luce ed è raggiungibile da Tierno nale e la Valorizzazione Ambientale. Vi si (Mori) percorrendo una mulattiera che trovano postazioni di artiglieria, osserva- attraversa il bosco o seguendo una stra- tori, trincee e ricoveri prospicienti la valle da che esce dal paese. Si è fatta carico di Loppio e le contrapposte pendici del dei lavori l’associazione “Un Territorio Nagià. Dal Giovo, seguendo le propaggini Due Fronti” (www.unterritorioduefronti. del Baldo, l’anello prosegue in direzione com), nata per coordinare le attività di delle postazioni del Doss Morzenti, Doss associazioni e gruppi di volontari volte a Alto di Nago 44 , malga Zures, Doss conservare ciò che rimane dei manufatti Casina recuperate dagli Alpini di Nago della Grande Guerra nel territorio di Mori, insieme alla SAT di Riva del Garda, Co- Nago-Torbole, Brentonico e Ronzo-Chie- mitato Carnevale, Agesci Riva del Garda nis. Il progetto collega i luoghi storici dei 1, Gruppo Culturale Nago-Torbole e Bici- due versanti del fronte con un anello di nago. Sull’isola di Sant’Andrea 45 nel strade militari, trincee e sentieri lungo 36 lago di Loppio, oltre al sito archeologico km, recentemente riconosciuto come di- curato dalla Fondazione Museo Civico di ramazione del Sentiero della Pace. Mon- Rovereto, rimangono resti di appresta- te Giovo 43 , nei pressi dell’abitato di menti militari italiani.

29 6 VAL DI GRESTA Negli anni della Grande Guerra, la Val di Gresta rappresentò per gli austriaci l’equivalente del monte Baldo per gli italiani: l’area dove distribuire, dal basso fino alle quote più elevate, le artiglierie. Anche da qui, nel maggio 1915, la popolazione venne evacuata. Oggi, grazie all’opera di volontari si possono visitare numerosi manufatti della fortificazione campale austriaca.

MONTE 52 STIVO ARCO

PASSO BORDALA

MONTE VELO S. ANTONIO

PASSO 51 S. BARBARA BUSA DEI MONTE CAPITANI BRUGNOLO 56 49 53 MONTE 54 CREINO 55 RONZO- 50 MONTE BIAENA MONTE PREDA BUSA CHIENIS PERLONE 47 PANNONE

NAGO

MANZANO MONTE VALLE S. FELICE 48 FAÈ NOMESINO 45 SP 88 MONTE 46 NAGIA GROM S. ANDREA MALGA ZURES DOSS ALTO SS 240 MORI LOPPIO

MONTE GIOVO 30 SP 3 46

La Val di Gresta è formata da tre gradoni La Val di Gresta rimase in mano austria- separati da ripide balze che il lavoro di ca fino alla conclusione del conflitto. generazioni ha ricoperto di muri a secco Alla fine della guerra i bombardamenti e di terrazzamenti coltivati ad ortaggi. italiani e l’occupazione austriaca ave- Nel 1914, prevedendo di dover ab- vano distrutto ogni cosa: i boschi ab- MONTE bandonare il monte Baldo in caso di battuti, i campi inselvatichiti, i pascoli FAÈ guerra con l’Italia, gli austriaci prepa- resi inutilizzabili dai residuati bellici, le rarono una linea di difesa sui versanti strade rese impraticabili. Qui come al- meridionali della valle, predisponendo trove la popolazione si rimise all’opera, trincee, fuciliere e postazioni di arti- recuperando le campagne, ricostruendo glieria. Nel lavoro di costruzione fu- i paesi, ripulendo il terreno dai proiet- rono impiegati centinaia di soldati e tili. Poi sui ruderi delle opere difensive civili militarizzati e di prigionieri serbi. scese l’oblio, fino a quando, nello scorso Dal fondovalle al monte Stivo venne- decennio, alcune associazioni oggi co- ro tracciati strade e sentieri che col- ordinate da “Un territorio due fronti”, legavano la Vallagarina alla valle del ripristinarono numerosi siti e tratti di Sarca. trincea.

31 46 46

48

Il monte Nagià Grom 46 , nei pressi guerra durante il recupero di materiali dell’abitato di Manzano, è stato ogget- bellici. to di lunghi lavori di recupero e pulizia Il sito è facilmente accessibile da Man- da parte della Sezione ANA di Mori. I zano o da Valle San Felice; da Mori Vec- manufatti riportati alla luce mostrano chio un panoramico ma più impegnativo la complessità dell’insediamento. Una sentiero attrezzato porta fin sulla som- lunga trincea corre circolarmente lungo mità del Nagià; al suo recente recupero tutto il rilievo. Protetti dal fuoco delle hanno collaborato gli Alpini e la SAT di artiglierie nemiche sorgevano ampie Mori, la locale sezione Masci, gli “Amici cucine, una cisterna per la raccolta di Manzano” e “Noi Oratorio”. dell’acqua, depositi scavati in roccia, i A Pannone 47 erano dislocate batterie basamenti in cemento armato dei gene- di artiglieria, di cui si riconoscono le po- ratori di energia elettrica che alimenta- stazioni grazie all’intervento dell’asso- vano i proiettori, gli impianti telefonici ciazione “CRS Pannone e Varano”. e i martelli a percussione per lo scavo Il monte Faè 48 era a sua volta un ca- delle gallerie. posaldo e un nodo di collegamento tra I soldati alloggiavano in baracche o in il monte Biaena e la Vallagarina. La po- ricoveri scavati nella roccia; lungo il sizione era difesa da sistemi di trincee, percorso si incontrano piazzole, po- in gran parte in roccia, di cui rimangono stazioni e osservatori d’artiglieria. Il importanti esempi recuperati dal lavo- terreno è ancora segnato dai crateri ro dell’associazione “Castel Frassem”. prodotti dai bombardamenti italiani a Lungo il percorso si notano i resti delle cui l’area fu sottoposta. Alcuni piccoli postazioni di artiglieria in caverna per monumenti ricordano i soldati qui ca- cannoni ed obici che battevano il fon- duti, ma anche i civili morti nel dopo- dovalle, lo Zugna e il monte Altissimo.

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53 54

Sul monte Biaena restano numerose A quote più basse, attraversando cam- tracce della presenza dei soldati austro- pi coltivati ad ortaggi, si raggiunge la ungarici. Sulle sue pendici, in località sommità del Creino 53 dove era stato Poia 49 posta sopra l’abitato di Ronzo predisposto un osservatorio d’artiglieria Chienis, si inerpica nel bosco una lunga ancora oggi visitabile. Da lì lo sguardo trincea, recentemente ripulita dalla SAT spazia liberamente dal monte Pasubio, Val di Gresta e dall’Associazione Caccia- allo Zugna, al gruppo del Carega, ai Les- tori di Ronzo. Nei pressi della capanna sini, al monte Baldo, al lago di Garda, Monte Biaena 50 rimane un grande in- alla Rocchetta, al Cadria, all’Adamello, vaso per la raccolta dell’acqua piovana; alla Presanella, al gruppo del Brenta. sulle balze rocciose che precipitano verso Il percorso si snoda dentro una lunga la Vallagarina si scorgono le feritoie di tre trincea lungo la quale rimangono visi- gallerie; sulla cima corrono trinceramenti bili postazioni di artiglieria in caverna, muniti di ricoveri blindati che durante la recentemente ripristinata dalla SAT Val guerra erano collegati a baracche costru- di Gresta e dal Servizio Conservazione ite sul rovescio. della Natura. Nei pressi del passo Santa Barbara 51 , Dal Creino, le linee austriache scende- dove durante la guerra sorgeva un vil- vano verso Nago e il lago di Garda. La laggio militare, rimane una cappelletta Schützenkompanie Arco e l’associazione dalla curiosa forma di una gigantesca Castagneto di Nago, il Servizio Conser- granata, costruita dagli austro-ungarici vazione della Natura e la Soprintenden- nel dicembre 1915. za per i Beni Culturali hanno ripulito e Salendo sul monte Stivo 52 si trovano reso visitabili i manufatti militari au- postazioni di artiglieria che si spingono stro-ungarici di Preda Busa 54 , Perlone fino verso i 2.000 metri. 55 e Busa dei Capitani 56 .

33 ROVERETO E VALLAGARINA

IL TRENTINO SOSTE GOLOSE CHE NON TI ASPETTI Ristoranti e bar in pieno centro stori- co, osterie tipiche all’ombra di castelli La Vallagarina è la porta del Trentino, il medievali, masi di campagna con vista benvenuto per chi arriva da Sud e l’arri- sulla Vallagarina. Scegli il tuo locale vederci per gli amici del Nord. preferito, assapora i piatti tipici e gusta Vicina a Trento e al Lago di Garda, Rove- gli ottimi vini e spumanti che il nostro reto vi stupirà con musei internazionali territorio offre. e un centro storico dove i tratti medie- www.visitrovereto.it/gusta/ristoranti/ vali e settecenteschi si mescolano alle atmosfere veneziane e alle memorie della Prima Guerra Mondiale. VALLAGARINA Tutt’intorno, la Vallagarina è una valle IN CINQUE SENSI da esplorare senza fretta, pedalando Esplora il territorio con tutti i sensi e fai lungo la ciclabile Adige con soste in visita ai produttori locali per individuare cantine e castelli medievali immersi nei il più ghiotto souvenir del tuo viaggio a vigneti del fondovalle, o nei graziosi Rovereto. Avrai l’imbarazzo della scelta borghi di origine antica. tra vino, grappa, formaggio e salumi di Il Parco Naturale Locale del Monte Bal- malga, verdure biologiche, miele, zaffe- do, noto ai botanici di tutta Europa, è rano, tartufo, erbe officinali. meta di spettacolari escursioni e pas- www.visitrovereto.it/gusta/prodotti-tipici/ seggiate nella natura, accanto alla Val di Gresta, valle degli ortaggi biologici e alle Valli del Leno, montagne di storia. DOVE DORMIRE Verifica online la disponibilità di oltre 100 tra hotel, B&B, agritur, ostelli, re- sidence, appartamenti e affittacamere a Rovereto e in Vallagarina. Ti baste- ranno pochi click per prenotare in com- pleta autonomia la sistemazione che fa per te! www.visitrovereto.it/prenota/dove-dormire/ AUDIOGUIDE GRATUITE Scopri gli itinerari a tappe in città e le audioguide dedicate ai luoghi della Grande Guerra in Vallagarina. Installa l’applicazione gratuita izi.TRAVEL sul tuo cellulare e cerca i contenuti che più ti interessano!

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35 Testi Museo Storico Italiano della Guerra

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Fotografie Paolo Aldi - Fondazione Opera Campana dei Caduti Alessandro Andreolli Lucio Angheben - Associazione Pasubio100anni APT Rovereto e Vallagarina - Archivio foto trekking, foto di Massimiliano Vassura Archivio Comune Trambileno, foto di Carlo Baroni Giuliana Baldessari Nicola Campostrini Laura Casarotto Romer Comune di Terragnolo Tommaso Dossi Luca Fornasa Gruppo Grotte “E. Roner” Marco Ischia Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Paolo Mondini Museo delle Scienze, Trento Museo Storico Italiano della Guerra Anna Pisetti Giacomo Potrich SAT Rovereto Francesco Silli Soprintendenza Beni Culturali, foto Studio Rensi Arianna Tamburini Antonio Zandonati Alessandra Zanoni

Comunità della Vallagarina Via Tommaseo 5, Rovereto 36www.comunitadellavallagarina.tn.it 37 Comunità della Vallagarina

per informazioni

38www.trentinograndeguerra.it www.museodellaguerra.it www.visitrovereto.it