Comune di Massa Marittima Provincia di

PIANO OPERATIVO COMUNALE LRT. 65/2014

RELAZIONE DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO PER IL PIANO OPERATIVO COMUNALE AI SENSI DELL’ART. 17 e 31 DELLA LRT. N. 65/14 E DELL’ART. 21 DELLA DISCIPLINA DEL PIT/PPR.

Il Sindaco: Gruppo di lavoro: Marcello Giuntini Arch. Assuntina Messina Responsabile Ufficio Urbanistica

La Giunta Comunale: Arch. Alessandra Contino Ufficio Urbanistica Maurizio Giovannetti Tiziana Goffo Marco Paperini Arch. Stefano Giommoni Luana Tommi Pianificatore Territoriale Roberto Picchianti

Dott.ssa Roberta Ravenni Garante dell’informazione e della partecipazione: Dott. Marco Sabatini

Maggio 2019

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Sommario 1. Il quadro normativo di riferimento...... 4 1.1. La L.R. n. 65/2014, la L.R. n. 10/2010, i regolamenti e i programmi regionali...... 4 Le novità introdotte dalla L.R. n. 65/2014...... 4 La Valutazione ambientale strategica e la L.R. n. 10/2010...... 6 Altri regolamenti e programmi sovraordinati...... 7 1.2. L’iter di formazione del Piano Operativo...... 9 2. Il quadro della pianificazione territoriale sovra comunale...... 11 2.1. Il PIT con valenza di piano paesaggistico regionale...... 11 I Vincoli paesaggistici ...... 15 2.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto...... 17 3. Il quadro della pianificazione territoriale sovra comunale...... 19 3.1. Il Piano Strutturale vigente...... 19 3.2. Il Piano Strutturale Intercomunale in corso di formazione...... 21 3.3. Il Regolamento Urbanistico vigente...... 31 4. Lo stato di attuazione del primo Regolamento Urbanistico...... 36 4.1. Il monitoraggio dell’attività edilizia...... 36 4.2 Il monitoraggio delle previsioni del Regolamento Urbanistico Comunale...... 37 5. Il perimetro del territorio urbanizzato...... 38 5.1 Prime valutazioni del perimetro del territorio urbanizzato desunto dal procedimento di formazione del Piano Strutturale Intercomunale...... 38 6. Gli obiettivi per la formazione del Piano Operativo ...... 41 6.1. Le fasi di redazione del Piano Operativo...... 41 6.2. Le principali politiche comunali e gli obiettivi...... 43 La città di Massa Marittima...... 46 e le aree produttive...... 48 Il ruolo dei centri collinari...... 49 Il territorio rurale...... 51 7. Gli enti e gli organi pubblici competenti ...... 52 7.1 Enti a cui richiedere il contributo tecnico, (art. 17 c.3 lett. c) ...... 52 7.2 Enti a cui pareri, nullaosta o assensi, (art. 17 c.3 lett. d) ...... 52 8. Il processo partecipativo alle scelte...... 54 7.1 Il garante dell’informazione e della partecipazione...... 54 7.2 Il programma delle attività di partecipazione...... 54

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1. Il quadro normativo di riferimento.

1.1. La L.R. n. 65/2014, la L.R. n. 10/2010, i regolamenti e i programmi regionali.

Le novità introdotte dalla L.R. n. 65/2014.

Dalla avvenuta approvazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico del Comune di Massa Marittima lo scenario normativo di riferimento è profondamente mutato.

La Regione Toscana con la L.R. n. 65/2014 ha riordinato e aggiornato il proprio impalcato normativo e disciplinare sul governo del territorio. La nuova legge rappresenta il riferimento essenziale per tutti i processi della pianificazione urbanistica generale ed attuativa. Il dibattito che ha preceduto la sua approvazione è stato ricco ed articolato, talvolta non privo di polemiche, ed ha riguardato non solo gli aspetti tecnici e procedurali ma anche i contenuti, gli scenari ed il rapporto tra gli enti nei processi di formazione degli strumenti urbanistici.

La L.R. n. 65/2014 ha trovato il suo fondamento nella rinnovata sensibilità del mondo culturale ed accademico verso la tutela dell’identità territoriale, del paesaggio e dei valori ambientali che contraddistinguono da sempre l’immagine della Toscana nel mondo. Non è questa la sede idonea per approfondire gli aspetti concettuali e culturali che hanno portato all’approvazione della nuova legge, è però chiaro che essa ha l’ambizione di fornire una risposta al fenomeno dell’espansione, non sempre organica e razionale, dei sistemi insediativi e della dilatazione dei contesti di urbanizzazione diffusa dei quali nemmeno una Regione storicamente attenta e all’avanguardia sui temi del governo del territorio era rimasta indenne.

I Comuni sono chiamati ad aggiornare i propri strumenti urbanistici alle disposizioni della L.R. n. 65/2014, in particolare per ciò che riguarda le strategie di trasformazione dei tessuti insediativi. Difatti la legge introduce il principio del contrasto al consumo di suolo dettando condizioni alle quali le politiche comunali si devono obbligatoriamente uniformare. In particolare viene prescritto, all’articolo 4, che le trasformazioni che comportano impegno di suolo non edificato a fini insediativi o infrastrutturali sono, di regola, ammesse all’interno del perimetro del territorio urbanizzato.

Dall’insieme dell’articolato normativo ne deriva l’organizzazione della regola che guiderà anche il processo di formazione del primo Piano Operativo del Comune di Massa Marittima:

 Le previsioni di trasformazione relative a nuove capacità insediative di tipo residenziale potranno avvenire esclusivamente all’interno del territorio urbanizzato così come definito secondo i criteri dell’articolo 4 della legge;  Le previsioni di trasformazione relative a nuove capacità insediative per destinazioni produttive, commerciali o turistiche che comportano nuovi impegni di suolo non edificato al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato sono subordinate al parere favorevole della conferenza di copianificazione.

L’articolo 25 introduce con la conferenza di copianificazione un organismo a cui è demandata la valutazione sulle trasformazioni del territorio rurale considerate, a ragione, le più critiche riguardo gli obiettivi di conservazione della qualità del patrimonio e dell’identità territoriale

4 della Toscana.

La conferenza di copianificazione è convocata dalla Regione Toscana, su richiesta dell’amministrazione che intende proporre le previsioni, con il compito di :

 Verificare la conformità delle previsioni al PIT;  Verificare che non sussistono alternative sostenibili di riorganizzazione e riutilizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti;  Valutare le relazioni e gli effetti territoriali sovracomunali delle previsioni proposte;  Individuare gli eventuali interventi compensativi sul territorio.

Solo in caso di pronunciamento positivo della conferenza il Comune potrà procedere alla formazione dello strumento contenente le previsioni di occupazione di suolo non urbanizzato.

Il territorio urbanizzato diviene, quindi, l’elemento territoriale di riferimento per l’organizzazione delle previsioni comunali di trasformazione. L’articolo 4 della L.R. n. 65/2014 lo definisce come costituito da:

 I centri storici;  Le aree edificate con continuità dei lotti a destinazione residenziale, produttiva, commerciale, turistico ricettiva e di servizio;  Le attrezzature e i servizi di carattere collettivo, i parchi urbani, gli impianti tecnologici;  I lotti e gli spazi inedificati interclusi dotati di urbanizzazione primaria.

L’individuazione del territorio urbanizzato negli strumenti urbanistici comunali dovrà tenere conto delle strategie di riqualificazione e rigenerazione urbana, ivi inclusi gli obiettivi del soddisfacimento di edilizia residenziale pubblica, soprattutto, laddove essa contribuisca a qualificare il disegno dei margini urbani. Per ciò che riguarda, nello specifico, la metodologia per la lettura e la definizione del perimetro del territorio urbanizzato nei sistemi insediativi del Comune di Masa Marittima si rinvia al capitolo 5 del presente documento.

L’altro elemento procedurale introdotto dalla L.R. n. 65/2014 che caratterizzerà il percorso di formazione del Piano Operativo del Comune di Massa Marittima è quello relativo alla conformazione degli strumenti ai contenuti del PIT con valenza di piano paesaggistico. L’approvazione del nuovo Piano Operativo sarà soggetta alla conferenza paesaggistica prevista dall’articolo 31 della legge regionale sul governo del territorio. Ai sensi dell’articolo 22 della disciplina del PIT/PPR, preventivamente alla approvazione definitiva degli strumenti urbanistici, alla Regione è demandato il compito di convocare la conferenza paesaggistica a cui partecipano, oltre alla Regione stessa, anche gli organi ministeriali competenti. Alla conferenza è invitato a partecipare il Comune per rappresentare le scelte effettuate per la conformazione alla componente paesaggistica del PIT.

La valutazione della conformazione è effettuata da:

 Dagli organi ministeriali competenti e dalla Regione in forma congiunta per le parti che riguardano i beni paesaggistici sottoposti alle disposizioni del D. Lgs. n. 42/2004, “Codice del paesaggio”;

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 Dalla Regione per le parti diverse da quelle sottoposte al “Codice del paesaggio”.

Solo con l’avvenuto esito positivo della conferenza paesaggistica, la definitiva approvazione dell’atto urbanistico da parte del Comune comporterà gli effetti amministrativi e procedurali previsti dal PIT/PPR e dal “Codice del paesaggio” per gli interventi di trasformazione ammessi dalla disciplina urbanistica sui beni paesaggistici.

Il Comune di Massa Marittima alla data di approvazione della L.R. n. 65/2014 aveva sia il Piano Strutturale che il Regolamento Urbanistico approvati. Per effetto dell’articolo 55, commi 5 e 6 della L.R. n. 1/2005, vigente al momento dell’approvazione del Regolamento Urbanistico, le previsioni di quest’ultimo risultavano già scadute alla data di approvazione della nuova legge regionale sul governo del territorio. L’avvenuto avvio del procedimento per la formazione del Piano Strutturale Intercomunale, al quale oltre al Comune di Massa Marittima hanno aderito anche i Comuni di e Monterotondo Marittimo, ha fatto si che non divenissero operanti le salvaguardie di cui all’articolo 228 della disciplina transitoria di cui al Titolo IX, Capo 1, della legge regionale.

La Valutazione ambientale strategica e la L.R. n. 10/2010.

Il Piano Strutturale del Comune di Massa Marittima è stato approvato nel 2004 ed il Regolamento Urbanistico nel 2007. Nessuno dei due atti è stato perciò sottoposto alla procedura di Valutazione ambientale strategica (VAS) nelle forme e con le procedure introdotte dalla L.R. n. 10/2010. La legge in questione costituisce la normativa organica regionale per la materia e da attuazione alle disposizioni nazionali, in particolare a quelle contenute nel D. Lgs. n. 152/2006.

L’avvio del procedimento del Piano Operativo sarà accompagnato anche dal contestuale avvio del processo di VAS secondo l’iter previsto dalle disposizioni regionali. Le questioni di merito sulle valutazioni ambientali degli strumenti urbanistici saranno trattate nel Documento preliminare redatto ai sensi dell’articolo 23 della L.R. n. 10/2010. In questa parte saranno esposti solo i principali contenuti delle norme regionali in materia di VAS entrate in vigore successivamente alla approvazione del PS e del RU vigenti del Comune di Massa Marittima.

La legge regionale, per l’efficacia dei processi di VAS, introduce il criterio dell’integrazione sistematica tra la valutazione ambientale e le fasi di formazione degli atti di natura urbanistica. Le valutazioni degli effetti ambientali divengono elemento essenziale per la determinazione delle scelte e non solo strumento di verifica per giudicarne gli effetti sulle risorse.

La L.R. n. 10/2010 individua, poi, in modo più preciso ed anche con alcune differenziazioni rispetto al D. Lgs. n. 152/2006, le diverse funzioni affidate all’autorità procedente rispetto al proponente dell’atto allo scopo di garantire la massima trasparenza al principio che richiede la separazione tra i due soggetti nei processi di VAS.

 Autorità competente, articolo 12 L.R. n. 10/2010. a) Assicura il dialogo con il proponente e collabora e collabora alla formazione del

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piano e alla valutazione dello stesso; b) Emette il provvedimento di verifica di assoggettabilità della proposta di piano alla VAS nei casi previsti dall’articolo 3, comma 3 della legge regionale; c) Collabora con il proponente al fine di definire le forme ed i soggetti della consultazione pubblica, nonché l’impostazione ed i contenuti del rapporto ambientale e le modalità di monitoraggio; d) Esprime il parere motivato sulla proposta di piano e sul rapporto ambientale nonché sull’adeguatezza del piano di monitoraggio.

 Soggetto proponente, articolo 15 L.R. n. 10/2010. a) Predispone, per la formazione del piano, gli atti propedeutici all’avvio del procedimento di cui alla L.R. n. 65/2014 avviando contestualmente gli adempimenti relativi alla VAS; b) Predispone il documento preliminare nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità di cui all’articolo 22 della legge regionale e lo trasmette all’autorità competente; c) Predispone il documento preliminare di cui all’articolo 23 della legge regionale; d) Collabora con l’autorità competente per definire le forme e i soggetti competenti in materia ambientale da consultare; e) Redige il rapporto ambientale e lo mette a disposizione dell’autorità competente, dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico ai fini della consultazione.

 Autorità procedente, articolo 16 della L.R. n. 10/2010. a) Provvede, ove necessario, su proposta del proponente alla revisione del piano tenendo conto del parere motivato espresso dall’autorità competente, informandone il proponente e la stessa autorità competente; b) Redige la dichiarazione di sintesi, su proposta del soggetto proponente; c) Provvede all’approvazione del piano.

La L.R. n. 10/2010 è stata recentemente oggetto di una revisione organica mediante l’approvazione della L.R. n. 17/2016. Le modifiche e le integrazione costituiscono la semplice manutenzione dell’impianto normativo senza apportarne modifiche concettuali e procedurali.

Altri regolamenti e programmi sovraordinati.

I regolamenti ed i programmi sovraordinati che dovranno recepiti dal Piano del Comune di Massa Marittima risultano essere i seguenti:

 Piano regionale delle attività estrattive approvato con Deliberazione C.R. n. 27 del 27/02/2007;  Piano provinciale delle attività estrattive, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili approvato con Deliberazione C.P. n. 49 del 27/10/2009;  Piano regionale agricolo forestale approvato con Deliberazione C.R. n. 3 del 24/01/2012;

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 Piano regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità approvato con Deliberazione C.R. n. 18 del 12/02/2014;  Piano regionale di gestione e bonifica dei siti inquinati, approvato con Deliberazione n. 94 del 18/09/2014;  Piano ambientale ed energetico regionale approvato con Deliberazione del C.R. n. 10 del 11/02/2015;  Piano di gestione del rischio alluvioni approvato con Deliberazione C.I. n. 235 del 03/03/2016.

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1.2. L’iter di formazione del Piano Operativo.

L’iter di formazione del Piano Operativo è dettato dagli articoli 17, 18 e 19 della L.R. n. 65/2014. Il procedimento è costituito dai seguenti adempimenti tecnico-amministrativi.

Atto di avvio del procedimento urbanistico ai sensi dell’articolo 17 della L.R. n. 65/2014, di formazione del Piano Operativo. L’atto contiene anche:

 L’avvio dell’attività di conformazione al PIT/PPR ai sensi degli articoli 20 e 21 della Disciplina del piano.  L’avvio del procedimento ai fini VAS contenente il documento preliminare di cui all’articolo 23 della L.R. n. 10/2010.

Trasmissione del documento di avvio del procedimento e del documento preliminare di VAS agli enti competenti, ai soggetti interessati ed ai soggetti competenti in materia ambientale per l’acquisizione degli eventuali contributi.

Svolgimento della conferenza di copianificazione ai sensi dell’articolo 25 della L.R. n. 65/2014 per i casi previsti da tale articolo riguardanti le proposte di previsioni urbanistiche con occupazione di territorio al di fuori del territorio urbanizzato.

Svolgimento del percorso partecipativo e della consultazione con la cittadinanza.

Atto di adozione del Piano Operativo contenete anche:

 L’adozione del rapporto ambientale di VAS e del documento di sintesi non tecnica ai sensi dell’articolo 24 della L.R. n. 10/2010.

Pubblicazione e deposito degli atti adottati con contestuale trasmissione agli enti coinvolti nel procedimento, ai soggetti interessati ed ai soggetti competenti in materia ambientale con il recepimento delle osservazioni.

Proposta di controdeduzione e di determinazione e di sulle osservazioni pervenute.

Svolgimento della conferenza paesaggistica ai sensi dell’articolo 31 della L.R. n. 65/2014 per le verifiche sulla conformazione degli atti adottati e della proposta di controdeduzione sulle osservazioni pervenute al PIT/PPR.

Atto di definitiva approvazione del Piano Operativo con l’aggiornamento dei contenuti dello stesso a:

 Contributi sul rapporto ambientale di VAS dei soggetti competenti in materia ambientale;  Controdeduzioni e determinazioni sulle osservazioni pervenute;  Esito della conferenza paesaggistica.

Il Comune di Massa Marittima ha in corso di formazione, congiuntamente ai Comuni di Montieri e Monterotondo Marittimo, il Piano Strutturale Intercomunale. Ne consegue che

9 l’adozione del Piano Operativo dovrà avvenire ad avvenuta adozione di tale strumento.

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2. Il quadro della pianificazione territoriale sovra comunale.

2.1. Il PIT con valenza di piano paesaggistico regionale.

In ottemperanza al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che prescrive la redazione del piano paesaggistico, la Regione Toscana ha scelto di redigere lo strumento come integrazione al piano di indirizzo territoriale (PIT).

Il Piano Paesaggistico riconosce gli aspetti, i caratteri peculiari e le caratteristiche paesaggistiche del territorio regionale e ne delimita i relativi ambiti. Gli ambiti individuati sono in totale 20. Il territorio del Comune di Massa Marittima è stato inserito dal Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana 1 nell’ambito di paesaggio n. 16 – Colline Metallifere e Elba.

L’ambito di paesaggio è così descritto:

L’ambito può essere definito come un arcipelago di isole e penisole che si stagliano fra i mari interni, le valli bonificate e il mare aperto, trovando nell’isola d’Elba una misura nella chiusura visiva. La parte continentale è strutturata attorno allo specchio di mare che abbraccia il Golfo di Follonica, chiuso alle estremità da promontori rocciosi. Da Campiglia Marittima, a Montioni, a Massa Marittima, a Scarlino, il tratto identitario maggiormente caratterizzante richiama la relazione morfologica, percettiva e, storicamente, funzionale, tra nuclei storici e intorni coltivati a oliveti tradizionali o associati ai seminativi. Nella parte interna la dorsale di Montieri domina una copertura forestale estesa e compatta, interrotta da aree a prato pascolo a campi chiusi e, più raramente, da isole coltivate a oliveto o a oliveto e seminativo, in parte in abbandono e soggette a rapidi processi di ricolonizzazione arbustiva ed arborea. Prospicienti il mare, il Monte Massoncello e il Monte Alma si staccano dalla linea di costa interna e avanzano nelle basse e umide pianure interne ad anticipare le isole marine. Il sistema insediativo, storicamente strutturato lungo le penetranti vallive, tende a una crescente polarizzazione lungo la costa e le pendici collinari. Costa, per lo più sabbiosa, caratterizzata da complessi dunali, da importanti pinete costiere e punteggiata dal sistema delle torri di avvistamento. L’ambito risulta caratterizzato dalla presenza di importanti testimonianze minerarie, che vanno dal periodo etrusco (Elba, Rocca San Silvestro, lago dell’Accesa, ecc.) a quello contemporaneo (, Gavorrano, Monte Bamboli, ecc.) cui si associano le caratteristiche “biancane” a completare l’insieme delle strutture complesse di particolare pregio. Sul margine settentrionale il centro di Monterotondo Marittimo apre ai paesaggi della geotermia. Di elevata importanza naturalistica e paesaggistica il vasto e consolidato sistema di aree umide (Padule di Orti Bottagone, Padule di Scarlino), gli estesi sistemi dunali (Baratti, Sterpaia, Tomboli di Follonica) e rocciosi (Promontorio di Piombino, ecc.). Entro la parte insulare dell’Elba persistono ristrette aree di permanenza del paesaggio agrario tradizionale, gli impianti insediativi storici dei porti, città costiere e fortezze (Portoferraio, Porto Azzurro), il sistema minore delle torri di avvistamento, i borghi collinari. (Capoliveri, Marciana, Rio nell’Elba, Campo nell’Elba).

1 Deliberazione del Consiglio Regionale 27 marzo 2015, n.37 “Atto di integrazione del piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico” con la quale è stato approvato il Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (in seguito indicato come PIT-PPR), Approvazione ai sensi dell’art. 19 della legge regionale 10 novembre 2014, n. 65 (Norme per il governo del territorio)

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Lo stesso ambito individua le politiche generali e specifiche per la pianificazione e progettazione all’interno dell’area che dovranno essere necessariamente perseguite al fine di determinare lo sviluppo territoriale e non alterare il contesto paesaggistico di Massa Marittima.

AMBITO DI PAESAGGIO 16 – COLLINE METALLIFERE E ELBA indirizzi per le politiche Nelle aree riferibili ai sistemi della Collina e del Margine (vedi la cartografia dei sistemi morfogenetici) 1. garantire nelle aree di Collina su depositi neogenici e quaternari azioni volte a ridurre il rischio di erosione del suolo e di deflusso verso il sistema idrogeologico, anche al fine di ridurre il rischio idraulico dei bacini; 2. indirizzare i processi di urbanizzazione nelle superfici di ricarica degli acquiferi, rappresentate dalle formazioni calcaree, dalle aree di margine e dalle aree collinari ad alta permeabilità, verso il contenimento dei fenomeni di ulteriore impermeabilizzazione e consumo di suolo e orientare le nuove localizzazioni verso aree meno permeabili; 3. salvaguardare la morfologia dei versanti, in particolare quelli interessati da estese piantagioni arboree, anche favorendo l’adozione di metodi colturali e sistemi d’impianto atti a contenere l’erosione del suolo; 4. per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria sono da privilegiare:  soluzioni che garantiscano la funzionalità del sistema di regimazione idraulico-agraria e di contenimento dei versanti, con sistemazioni coerenti con il contesto paesaggistico;  soluzioni che prevedano adeguate dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati) in grado di migliorarne i livelli di permeabilità ecologica. 5. promuovere nelle aree di Margine azioni volte a ridurre il rischio di apporto di inquinanti alle falde acquifere; 6. favorire il miglioramento della compatibilità ambientale delle attività estrattive e geotermiche, in particolare nei bacini estrattivi del Monte Calvi e della zona di Roccastrada e la tutela degli importanti paesaggi minerari (Elba orientale, Gavorrano, San Silvestro, Baratti); 7. promuovere azioni e misure volte a contrastare i fenomeni di spopolamento delle aree più interne e la contrazione delle economie a esse connesse (con particolare riferimento alle aree agro-silvo-pastorali delle Colline metallifere e dell’isola d’Elba), anche sviluppando sinergie tra il sistema insediativo costiero, quello dell’isola d’Elba e quello dell’entroterra; 8. contrastare, anche attraverso adeguati sostegni, i processi di abbandono degli ambienti rurali a prevalenza di prati-pascolo e boschi e i conseguenti fenomeni di ricolonizzazione arbustiva e arborea dei coltivi; 9. promuovere interventi che prevedano adeguate dotazioni ecologiche (siepi, filari alberati) in grado di migliorare i livelli di permeabilità ecologica degli ambienti agricoli e che migliorino la qualità ecosistemica complessiva dei boschi anche attuano una gestione forestale sostenibile; 10. favorire il recupero e la valorizzazione del ruolo connettivo dei fiumi Cornia, Pecora e Bruna come corridoi ecologici multifunzionali; promuovere la salvaguardia e la valorizzazione dei tracciati di valore storico e/o paesaggistico che collegano la costa con l’entroterra (la viabilità e le ferrovie dismesse utilizzate per il trasporto dei minerali), anche promuovendo modalità di spostamento multimodali integrate e sostenibili; 11. tutelare e valorizzare le emergenze architettoniche e culturali costituite dai borghi storici collinari affacciati sulle piane alluvionali, dai complessi religiosi, dai Castelli (Castello della Magona e il Castello della ), dal patrimonio archeologico e archeominerario connesso alle attività storiche dell’entroterra, anche nell’ottica della loro messa in rete con le risorse paesaggistiche costiere; 12. tutelare l’integrità morfologica dei borghi e dei centri collinari in posizione dominante sui contrafforti e sui balconi naturali del massiccio delle colline metallifere e le loro relazioni con il paesaggio agrario circostante caratterizzato da oliveti tradizionali o seminativi (Campiglia, Suvereto, Sassetta; Gavorrano, Scarlino, Massa Marittima, Gerfalco, , , Tatti, , , Roccastrada, ); 13. nei rilievi collinari di Campiglia Marittima, Montioni, Massa Marittima, Scarlino, Roccastrada e Tatti, caratterizzati dall’alternanza di oliveti d’impronta tradizionale e associazioni con i seminativi e talvolta con i vigneti, promuovere azioni di tutela e manutenzione delle colture, con particolare riferimento a quelle terrazzate, anche al fine di garantire la loro qualità paesistica e la funzionalità ecologica e il loro ruolo di presidio idrogeologico; 14. favorire la permanenza dei contesti agricoli a prevalenza di oliveti che circondano i centri storici collocati in

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posizione dominante, legati ai nuclei stessi nell’immagine paesistica consolidata; 15. prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali;

Pianure, fondovalle (vedi la cartografia e l'abaco dei sistemi morfogenetici) e Arcipelago toscano

16. coordinare a livello di bacino la manutenzione dei sistemi di bonifica, evitando nella progettazione degli insediamenti di sovraccaricare i sistemi idraulici con ulteriori deflussi superficiali, vulnerabili all'inquinamento; 17. perseguire azioni volte a garantire la stabilità e qualità dei corpi idrici sotterranei, limitando i prelievi agricoli mediante l’incentivazione di sistemi irrigui a basso impatto e la riduzione del rischio di apporto di inquinanti alle falde acquifere; 18. [...] 23. al fine di riequilibrare il sistema insediativo ed infrastrutturale polarizzato sulla costa e rivitalizzare i centri più interni, promuovere una destagionalizzazione e differenziazione dell’offerta e della ricettività turistica, integrando il turismo balneare con gli altri segmenti -storico-culturale, naturalistico, rurale, museale - e con i circuiti locali delle produzioni agricole e artigianali di qualità, recuperando e valorizzando il patrimonio abitativo dell’entroterra; 24. garantire nelle pianure costiere che i nuovi interventi infrastrutturali non accentuino l’effetto barriera causato dal corridoio infrastrutturale (Aurelia Vecchia - SGC Aurelia - ferrovia), dal punto di vista percettivo ed ecologico. 25. contenere nelle pianure alluvionali i processi di urbanizzazione in modo da evitare fenomeni di diffusione insediativa in territorio rurale e la saldatura dei principali assi stradali, salvaguardando i varchi inedificati (con particolare riferimento all’asse Venturina-Piombino e Follonica- ); 26. [...] 29. favorire, nelle aree di pianura, il mantenimento o la ricostituzione della rete di infrastrutturazione ecologica e paesaggistica, sia per i tessuti a maglia semplificata, sia per quelli della bonifica storica; 30. [...] 32. migliorare la qualità ecosistemica complessiva degli habitat forestali, con l’attuazione della gestione forestale sostenibile; promuovere l’eradicazione totale di cinghiale e muflone dall’isola d’Elba, il controllo di specie vegetali aliene ampiamente diffuse e invasive all’isola d’Elba, la tutela dei boschi costieri soggetti a elevata frammentazione (in particolare boschi planiziali e aree interessate da “direttrici di connettività da riqualificare o ricostituire”), la tutela degli habitat forestali di interesse comunitario e dei nodi primari e secondari della rete ecologica e la conservazione attiva dei castagneti da frutto; 33. prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali.

Obiettivi di qualità e direttive Obiettivo 1 Salvaguardare i caratteri idro-geo-morfologici, ecosistemi, storici e identitari delle aree costiere e delle pianure alluvionali retrostanti, rappresentate dai vasti complessi agricoli della Val di Cornia, della Valle del Pecora e di parte della pianura della Bruna, nonché valorizzare le relazioni funzionali e percettive tra il litorale e l’entroterra Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: 1.1 - [...] 1.2 - contenere l’impermeabilizzazione del suolo e preservare le aree di ricarica degli acquiferi (individuate nella carta di “Sintesi dei valori idrogeo-morfologici”); 1.3 - [...] 1.4 - migliorare l’integrazione paesaggistica dei grandi insediamenti produttivi e logistici, favorire il recupero degli impianti e delle aree dismesse o la rinaturalizzazione dei paesaggi costieri degradati [...] 1.5 - [...]

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1.6 - assicurare che eventuali nuove espansioni e nuovi carichi insediativi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori ed altezze, e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva; 1.7 - nel territorio rurale caratterizzato dalla presenza dei paesaggi storici della bonifica (piana tra San Vincenzo, Piombino e Follonica) mantenere in efficienza il sistema di regimazione e scolo delle acque, attraverso la conservazione dei manufatti idraulico-agrari esistenti o la realizzazione di nuove sistemazioni di pari efficienza coerenti con il contesto, favorendo il mantenimento di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio Orientamenti:  preservare la struttura della maglia agraria storica;  mantenere la leggibilità del sistema insediativo di valore storico;  evitare processi di marginalizzazione e di frammentazione dei sistemi agro-ambientali. 1.8 - […]

Obiettivo 2 Salvaguardare la struttura del paesaggio agro-forestale delle aree alto collinari, montane e insulari, dai fenomeni di abbandono degli ambienti agro-pastorali e dall’alterazione dei valori paesaggistici connessi alle attività estrattive Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: 2.1 - valorizzare le attività agropastorali al fine di contrastare la perdita dei valori naturalistici e paesaggistici degli habitat pascolivi e delle le aree agricole terrazzate soggetti a rapidi processi di ricolonizzazione arbustiva e arborea particolarmente significativi nella zona montana di Prata-Montieri, nell’area basso montana di Roccatederighi, Sassofortino (caratterizzate da tessuti a campi chiusi), Monterotondo M.mo, Montioni, Monti d’Alma e nell’Arcipelago Toscano, nelle aree agricole di Pianosa e sui crinali interni dei rilievi elbani (Cima del Monte, Monte Capannello); 2.2 - nella progettazione di infrastrutture e altri manufatti permanenti di servizio alla produzione anche agricola perseguire la migliore integrazione paesaggistica, valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici ed evitando soluzioni progettuali che interferiscano visivamente con gli elementi del sistema insediativo storico; 2.3 - promuovere la riqualificazione dei numerosi siti estrattivi abbandonati e il recupero delle discariche minerarie che costituiscono suggestive forme che caratterizzano il paesaggio collinare (ad es. le peculiari forme di erosione denominate “Le Roste”, impostate sul materiale di risulta della miniera di Campiano e ubicate lungo il F. Merse nel territorio di Montieri), attraverso progetti integrati di valenza paesaggistica e culturale;

Obiettivo 3 Tutelare l’importante patrimonio archeologico e archeominerario di epoca etrusca e romana e valorizzare le emergenze architettoniche e culturali del significativo patrimonio storico-insediativo Direttive correlate Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a: 3.1 - tutelare l’integrità estetico-percettiva, storico-culturale e la valenza identitaria delle importanti emergenze d’interesse archeologico, quali l’antica città costiera di Populonia, le testimonianze paletnologiche, archeologiche e paleontologiche dell’isola di Pianosa, la villa delle Grotte di prima età imperiale a Portoferraio, e valorizzare il vasto patrimonio archeo-minerario attraverso progetti integrati di promozione culturale e turistica; 3.2 - salvaguardare e valorizzare le emergenze visuali e storico-culturali rappresentate dai castelli (Castello della Magona e il Castello della Marsiliana), fortezze, borghi e centri collinari che si stagliano in posizione dominante sui contrafforti e sui balconi naturali del massiccio delle colline metallifere, nonchè le relazioni tra il sistema insediativo e il paesaggio agrario circostante caratterizzato da oliveti tradizionali o seminativi (Campiglia, Suvereto, Sassetta, Gavorrano, Scarlino, Massa Marittima, Gerfalco, Giuncarico, Montemassi, Tatti, Roccatederighi, Sassofortino, Roccastrada, Sticciano).

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Obiettivo 4 […]

Salvaguardare la struttura del paesaggio agro-forestale delle aree alto collinari e montane

I Vincoli paesaggistici

Ai sensi del Codice, il PIT/PPR contiene la codificazione, disciplina e cartografazione dei beni paesaggistici vincolati ai sensi di specifici decreti (art.136 Codice BCP) o di legge (art.142 Codice BCP)2. Il territorio del comune di Massa Marittima è interessato da:

 Immobili ed aree di notevole interesse pubblico3;

2 Cfr. Elaborato 7B del Piano di Indirizzo Territoriale - Ricognizione, delimitazione e rappresentazione delle aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del Codice.

3 Ai sensi del D.M. 24/11/1999 G.U. 59 del 2000 – codice identificativo ministeriale: 95014. Tipologia art. 136 D.Lgs. 42/04 – lettere c) e d) Con la seguente motivazione (stralcio): “[...]presenza di un tessuto urbano medioevale complesso e ben conservato, che contiene notevoli emergenze architettoniche di grande interesse sotto il profilo morfologico e tipologico, infatti il centro storico è stato anche proposto all’UNESCO per l’inserimento negli elenchi del patrimonio mondiale da tutelare.”

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 Aree tutelate per legge - Lett. m) - Le zone di interesse archeologico - Beni archeologici tutelati ai sensi della parte II del D.Lgs. 42/2004 con valenza paesaggistica ricadenti nelle zone tutelate di cui all'art. 11.3 lett. a) e b)4;  Aree tutelate per legge - Lett. m) - Le zone di interesse archeologico5;  Aree tutelate per legge - Lett. h) - Le zone gravate da usi civici6;  Aree tutelate per legge - Lett. g) - I territori coperti da foreste e da boschi7;  Aree tutelate per legge - Lett. f) - Parchi provinciali8;  Aree tutelate per legge - Lett. f) - Riserve statali9;  Aree tutelate per legge - Lettera b) - I territori contermini ai laghi10;  Aree tutelate per legge - Lettera c) - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua11

4 Identificato con le aree: 1) Poggio Castiglione – codice identificativo: 90530150378 2) Scavi archeologici di Macchia di monte – codice identificativo: 90530150249 5 Identificato con le aree: 1) Poggio Castiglione – codice identificativo: GR26 - “Zona comprendente l'insediamento etrusco di Poggio Castiglione”; 2) Lago dell’Accesa – codice identificativo: GR11 - “Zona comprendente l'abitato etrusco del Lago dell'Accesa costituito da diversi quartieri ciascuno con le sue necropoli”; 3) Poggio al Montone – Pianizzoli – Poggio Castello di Perolla – codice identificativo: GR08 - “Zona comprendente un'area carsica ove si aprono numerose grotte frequentate nel Paleolitico e utilizzate in età protostorica a scopo funerario, oltre a resti di escavazioni minerarie di età protostorica”. 6 Identificati con le aree: 1) Usi civici di Massa Marittima – gestione: Amministrazione Comunale. 2) Usi civici di Tatti - gestione: ASBUC di Tatti (terreni anche nel Comune di Gavorrano) 7 Aree individuate ai sensi dell’aggiornamento effettuati con D.C.R. n. 93/2018

8 Parco Interprovinciale di Montioni – codice identificativo: EUAP1010

9 Parco della Marsiliana – codice identificativo: EUAP0129

10 Laghi o specchi d’acqua in località:

1) Podere Dario - loc. Marsiliana 2) Podere Poggio alle scope, Fattoria Villa Valmora 3) Lago dell’Accesa 4) Fattoria del Fontino 5) Podere Campo al brutto 11 Cfr. Allegato E e L del Piano di Indirizzo Territoriale

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2.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto.

Nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto12, il Comune di Massa Marittima è inserito nelle seguenti Unità Morfologiche Territoriali (U.M.T.):

U.M.T. R1.2 “Poggi di Montieri” Morfologia montuosa ed alto collinare con rilievi strutturali a diversa composizione litologica comprendente le Cornate, il Poggio Ritrogoli, il Poggio di Montieri, i Poggi di Prata ed il sistema collinare degradante verso la valle del Fiume Cornia. Marginale presenza nella zona sud-occidentale di colline sabbiose e ciottolose. Aree planiziali legate ai depositi alluvionali del Cornia, fenomeni di semplice incisione fluviale del Milia, Pavone, Cecina e Merse.

U.M.T. R1.3 “Poggi di ” Area comprendente i Poggi di Prata, la Cima del Campino, Poggio Valle Buia, Poggio Montecchio, Poggio Pispini ed il sistema collinare delimitato dai Torrenti Farma, Farmulla e Carsia. Morfologia montuosa ed alto-collinare con rilievi strutturali a diversa composizione litologica. Depressione di origine carsica nel Pian di Gabellino.

U.M.T. R1.4 “Poggi di Tatti” Area comprendente il sistema collinare delimitato dai Torrenti Farma, Follonica e Carsia. Morfologia alto-collinare con rilievi strutturali a diversa composizione litologica.

U.M.T. R2 “Montioni” Sistema collinare delimitato, a nord-ovest, dai confini provinciali, ad est, dal Fiume Pecora e, a sud, dal litorale di Follonica. Morfologia composta prevalentemente da rilievi strutturali a diversa composizione litologica sui poggi e da conglomerati poligenici e sabbie nel pedecolle. Aree planiziali di deposito alluvionale lungo il fiume Pecora.

U.M.T. R3.1 “Agro di Massa Marittima” Territorio prevalentemente collinare compreso tra il corso dei torrenti Milia, Ritorto, Carsia, Borgonano e del Fiume Pecora con rilievi strutturali a diversa composizione litologica. Estesa presenza, nella zona sudoccidentale, di colline sabbiose e ciottolose interrotte da affioramenti di ripiani travertinosi. Nel sistema dei rilievi riscontrabili depressioni di origine carsica come il Piano di e l’area del Lago dell’Accesa. Piani alluvionali nel tratto medio-alto del Pecora e ad ovest del centro abitato di Massa Marittima.

U.M.T. Pi1 Piana di Scarlino Pianura costiera caratterizzata da sedimenti di transizione tra l’ambiente marino e l’ambiente continentale costiero, che vanno ad arricchire la matrice predominante composta da materiale di deposito alluvionale del Fiume Pecora.

U.M.T. Pi2 Valle del Bruna

12 Approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.20 del 11.06.2010

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Area planiziale di deposito alluvionale, distribuita in modo non regolare lungo il tratto medio- alto del sistema idrografico composto dal Fiume Bruna e dai Torrenti Zanca, Carsia e Confienti.

Il Piano Territoriale di Coordinamento individua per l’area di Massa Marittima anche quattro ambiti che presentano Emergenze morfo-ambientali denominati Ambiti a Ridotto Potenziale Antropico (A.R.P.A.).

A.R.P.A. V5 Collina di A.R.P.A. IG6 Poggi della Marsiliana A.R.P.A. IG11 Poggio Castiglione e Lago dell’Accesa A.R.P.A. G3 Monte S. Croce

A tali emergenze il PTC attribuisce un valore di risorsa strategica da tutelare in via prioritaria e per le quali è attribuito uno specifico regime normativo, a cui si affiancano in certi casi particolari modalità di gestione.

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3. Il quadro della pianificazione territoriale sovra comunale.

3.1. Il Piano Strutturale vigente.

Il piano strutturale vigente13 presenta i seguenti obiettivi da perseguire per il Comune di Massa Marittima14:

“− assicurare la tutela e la riqualificazione del territorio comunale attraverso una serie d’azioni che salvaguardino e potenzino, per un verso, il consistente patrimonio d’aree verdi, forestali ed agricole, sia pubbliche sia private esistente e dall’altro consentano l’imprescindibile e progressivo recupero ambientale delle zone soggette un tempo all’estrazione mineraria. [...]

− assicurare la tutela e la riqualificazione dei cosiddetti centri minori, Niccoleta, Prata, Tatti e Valpiana, garantendo in generale un adeguato programma d’interventi che miri a valorizzare gli insediamenti storici, le loro qualità urbane, il loro ruolo rispetto al territorio. In termini specifici il recupero di un ruolo guida per lo sviluppo delle aree marginali del territorio nel caso di Prata e Tatti e una funzione di caposaldo per lo sviluppo della piana verso Follonica, nel caso di Valpiana; − creare le premesse per uno sviluppo economico e sociale basato su nuove variabili: un turismo e forme di residenza temporanea legati alle risorse ambientali ed al patrimonio; [...]

− riqualificare l’insieme del tessuto urbano e abitativo del Capoluogo attraverso la riorganizzazione delle zone di recente insediamento, in particolare dell’area della Camilletta, tenendo conto anche degli effetti derivanti dalla realizzazione della galleria. Puntare alla salvaguardia del centro storico, non solo nei suoi aspetti architettonici ed urbanistici, ma anche d’insediamento, prevedendo nell’arricchimento delle funzioni di Città Nuova un punto qualificante per una strategia di recupero delle aree a maggior rischio di degrado, che riesca ad estendere l’immagine di una città altrimenti troppo legata alla centralità della piazza;

− attrezzare il Capoluogo a svolgere una funzione di polo di riferimento per il territorio della Valle del Pecora e delle Colline Metallifere. […]”

Il piano strutturale auspica inoltre che “Massa Marittima può candidarsi ad attrarre nuove attività e a svolgere funzioni che non potrebbero comunque aver sede nei centri dinamici, privi di qualità e di forte identità, presenti nella pianura. Attività formative, culturali, di ricerca d’alto livello, anche internazionale; funzioni produttive in settori avanzati, ecc., che sono indispensabili allo sviluppo del prossimo futuro e che mancano totalmente lungo la fascia tirrenica.” riscontrando però che “il territorio risulta troppo spesso penalizzato dall’assoluta inadeguatezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, soprattutto verso Siena e il centro della Toscana, ma anche verso il Capoluogo provinciale e gli altri centri vicini della costa che sono in stretta relazione.”.

“[…] Questi obiettivi, pur essendo di respiro strategico molto ampio, possono essere raggiunti attraverso azioni di dimensioni più o meno contenute, graduali nel tempo, relative ai diversi settori. Il Piano Strutturale dovrà fornire la trama di riferimento entro cui le varie

13 Piano Strutturale Comunale approvato con Delibera di Consiglio Comunale n°21 del 31/03/2004 ai sensi e per gli effetti dell’Art.36, Comma 10, della L.R. n°5/1995, e pubblicato sul BURT n°18 del 05/05/2004.

14 Cfr. TAV_R01_RELA_PS – Parte II – Obiettivi e indirizzi prestazionali generali

19 specificazioni operative trovano precisa collocazione e dovrà esplicitare in modo chiaro come si raccordano, con quanto previsto dagli strumenti sovraordinati, i piani di settore e i diversi piani particolareggiati. Tutto questo avverrà nelle forme e nei modi che meglio assicurano la trasparenza dei diversi processi decisionali e l’effettiva partecipazione della cittadinanza al governo del territorio.”.

Sinteticamente si riportano alcuni problemi di natura sociale, economica e territoriale che il Piano Strutturale vigente individua:

 crisi demografica e spopolamento di alcune frazioni,  necessità di insediamento d’attività produttive, soprattutto nei settori tecnologicamente più avanzati,  necessità di tutela del patrimonio forestale ed agricolo, compresa la valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio sparso,  soluzione di situazioni di inquinamento e degrado ambientale derivanti, in particolar modo dalle attività estrattive nei borghi minerari di e Fenice Capanne,  riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento dei servizi,  necessità di aree per l’edilizia di qualità,  riorganizzazione della viabilità della città.

Particolare attenzione è stata posta sui problemi legati alla residenza, sia per i nuclei giovani (mono-componente o con pochi componenti), sia per gli anziani (residenze speciali), ai quali si collegano le attività di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, in particolar modo quello del centro storico e di aree di espansione.

“[..]La capacità di mantenere, prima ancora che di attrarre, popolazione giovane è comunque collegata alla possibilità di uno sviluppo occupazionale. Il Piano deve quindi facilitare le condizioni perché ciò avvenga. E questa è la seconda risposta che ci si attende. La tutela e la qualificazione del centro storico in termini fisico-funzionali, ma anche delle frazioni e dell'ambiente possono, indirettamente, contribuire alla formazione di nuovi posti di lavoro ed alla specializzazione di quelli esistenti (in particolare di quelli del settore edile e del restauro).[..]”.

Oltre quelle legate al turismo e allo sviluppo di centri per la formazione di livello superiore in settori innovativi che hanno le potenzialità di generare occupazione diretta e indotta. Può acquistare un peso sempre più significativo la riqualificazione della produzione agricola, soprattutto nel campo vinicolo, oleario e caseario.

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3.2. Il Piano Strutturale Intercomunale in corso di formazione.

Risulta in fase di formazione il nuovo piano strutturale intercomunale per i comuni di Massa Marittima, Monterotondo Marittimo e Montieri a cura dell’Unione dei Comuni montana “Colline Metallifere” ai sensi dell’art. 23 della L.R. Toscana n. 65/2014 con incarico interno affidato all’Ing. Antonio Guerrini15.

Dalla relazione di Avvio del Procedimento16 si possono estrapolare i seguenti obiettivi generali, ovvero a valenza “intercomunale”, e quelli di carattere “comunale”.

Gli obiettivi intercomunali sono i seguenti:

Il Piano Strutturale intercomunale delle “Colline Metallifere”:

1) prevede di attuare unicamente interventi che abbiano come prerogativa la tutela dell’ambiente ed il mantenimento delle risorse territoriali; 2) intende sviluppare il territorio rurale nel rispetto della morfologia dei luoghi e del loro valore paesaggistico, promuovendo il suo utilizzo nel rispetto delle normative regionali e provinciali; 3) ritiene l’energia geotermica una fonte rinnovabile da sviluppare in tutte le sue applicazioni, nel rispetto del contesto ambientale e paesaggistico di riferimento; 4) considera le aree boscate una risorsa del territorio da valorizzare mediante strumenti pianificatori di dettaglio e da tutelare da un loro sfruttamento che non tenga conto della rinnovabilità della risorsa e dell’impatto paesaggistico; 5) promuove interventi di miglioramento e adeguamento della rete viaria locale al fine di favorire l’accessibilità ai territori collinari ed alto-collinari delle Colline Metallifere, anche al fine di privilegiare il trasporto pubblico e contenere l’impiego delle automobili; 6) incentiva la presenza di attività produttive nel territorio mediante specifiche azioni di rigenerazione urbana, da prevedersi nei singoli Piani Operativi comunali, che ne consentano l’insediamento; 7) prevede, al fine di limitare il consumo di suolo, che siano attuati in via prioritaria interventi urbanistico-edilizi di riqualificazione dei tessuti esistenti, di riuso delle aree dismesse e di miglioramento paesaggistico dei margini urbani; 8) riconosce ai centri storici una fondamentale valenza per la caratterizzazione degli insediamenti urbani, prevedendo forme di tutela che ne mantengano inalterati i caratteri tipologici ed ornamentali; 9) individua, per la localizzazione di nuove attività produttive nel territorio delle Colline Metallifere, ad eccezione delle aree già previste dalle singole pianificazioni comunali ed al fine di razionalizzare il consumo di suolo, il P.I.P. in loc. Magrone come unica area in cui poter effettuare interventi di nuova edificazione.

Gli obiettivi a carattere comunale, con indicati gli obiettivi specifici del Piano Operativo, sono i seguenti:

15 Deliberazione della Giunta Esecutiva dell’Unione dei Comuni Montana “Colline Metallifere” n.40 del 04.04.2018.

16 Deliberazione della Giunta Esecutiva dell’Unione dei Comuni Montana “Colline Metallifere” n.65 del 16.07.2018 - “Piano Strutturale Intercomunale: Avvio del Procedimento”

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– Obiettivi specifici per il Comune di Massa Marittima:

1) Incentivare il riuso delle abitazioni del centro storico di Massa Marittima e delle frazioni, anche con previsioni di “albergo diffuso”; il Piano Operativo potrà individuare le unità immobiliari maggiormente adatte ad un loro riutilizzo e prevedere per essi una gradualità di interventi edilizi ammissibili; 2) Prevedere interventi di riqualificazione urbana nelle zone adiacenti al centro storico di Massa Marittima e delle frazioni; il Piano Operativo dovrà individuare i comparti per i quali prevedere, a seconda dei casi, la riorganizzazione del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione di aree degradate, la riorganizzazione funzionale delle aree dismesse, il recupero o la riqualificazione degli edifici di grandi dimensioni o complessi edilizi dismessi, o infine la riqualificazione delle connessioni con il contesto urbano; 3) Prevedere per l’area “ex-Molendi” un intervento specifico di riqualificazione di tale area che tenga conto della tutela del contesto storico-architettonico in cui essa è localizzata; il Piano Operativo dovrà individuare una specifica sottozona di intervento in cui specificare, nel rispetto del vincolo paesaggistico presente nell’area, la sua destinazione urbanistica e gli interventi in essa ammissibili; 4) Individuare, nella zona tra il Carcere e la zona PEEP, un intervento di ricucitura del tessuto urbano tra tali zone edificate in cui effettuare interventi di trasformazione. Il Piano Operativo dovrà individuare una specifica sottozona che preveda, oltre ad una zona a verde pubblico, la possibilità di interventi di nuova edificazione con funzione residenziale, commerciale e direzionale.

Il piano strutturale intercomunale ha avuto il compito di individuare e stabilire il territorio urbanizzato così come definito dall’art. 3 del D.P.G.R. n. 32/R/2017. Lo stesso Piano strutturale intercomunale individua per il territorio massetano i seguenti morfotipi di tessuto urbano e rurale:

Tessuti urbani - T.R.3 - Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali - T.R.7 - Tessuto sfrangiato di margine - T.R.8 - Tessuto lineare - T.P.S.1 - Tessuto a proliferazione produttiva lineare - T.R.6 - Tessuto a tipologie miste

Tessuti rurali - T.A.12 - Morfotipo DELL’OLIVICOLTURA - T.A.16 - Morfotipo DEL SEMINATIVO E OLIVETO PREVALENTI DI COLLINA - T.A.17 - Morfotipo Complesso DEL SEMINATIVO, OLIVETO E VIGNETO DI PIANURA E DELLE PRIME PENDICI COLLINARI - T.A.9 - Morfotipo DEI CAMPI CHIUSI A SEMINATIVO E A PRATO DI COLLINA E DI MONTAGNA

I morfotipi, così come descritti nel Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana17, sono individuabili nei seguenti contesti e sono riferibili ai seguenti obiettivi.

17 Par. 1.3 dell’Abaco della III invariante strutturale del PIT-PPR - D.G.R.n.682/2017, l’”Abaco dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee”

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Morfotipo Ubicazione Obiettivi

T.R.3 - Tessuto ad isolati aperti e Massa - Definire un disegno urbano compiuto, blocchi prevalentemente residenziali Marittima cercando di conferire al tessuto una nuova (area urbana) identità e centralità urbana dal punto di vista morfologico, funzionale e sociale - Rileggere e riprogettare allineamenti, Niccioleta tracciati, relazioni con la strada e la rete degli spazi aperti - Dotare i tessuti insediativi di servizi adeguati e attrezzature specialistiche, realizzando anche nuove centralità e aree attrezzate ad elevata specializzazione, accessibili dalla città e dallo spazio periurbano - Recuperare la qualità dello spazio pubblico e dalle aree aperte degradate e/o dismesse, prevedendo anche interventi di demolizione e di densificazione edilizia, elevandone la qualità anche con progetti di efficienza e produzione energetica - Ricostruire le relazioni con la città e con lo spazio aperto periurbano (agricolo o naturale) - Dotare lo spazio periferico di servizi rari e attrezzature specialistiche e dotazioni alla scala di quartiere T.R.7 - Tessuto sfrangiato di margine Zona di - Attivare progetti di paesaggio con interventi connessione sul margine urbano, sugli spazi pubblici, sulle Massa relazioni con la città da un lato ed il territorio Marittima - aperto dall’altro, finalizzando gli interventi alla Ghirlanda trasformazione di un tessuto amorfo di case in un quartiere a bassa densità in stretta relazione con il territorio aperto adiacente Prata - Bloccare i processi di dispersione insediativa - Riprogettare il “bordo costruito” con azioni di

qualificazione paesaggistica e insediativa,

anche tramite l’istituzione di una “cintura Tatti verde” periurbana che qualifichi in senso multifunzionale (orti, frutteti, giardini, percorsi fruitivi, parchi agricoli) il passaggio dalla città alla campagna; - Migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, completando e rendendo continue alcune maglie frammentate per dare unitarietà all’edificato; - Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico, creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica e ambientale con gli spazi verdi della “cintura” e dell’aperta campagna e con la città compatta; - Riprogettare e valorizzare le aree intercluse o libere come spazi pubblici integrati, flessibili e multiuso, destinandoli ad attività

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agricolo/ricreative, orti urbani, parchi, giardini, ecc. connettendoli con percorsi di mobilità dolce alla “cintura verde” periurbana; - Dotare lo spazio periferico di servizi alla scala di quartiere. T.R.8 - Tessuto lineare Ghirlanda - Riqualificare le relazioni funzionali, visive e paesaggistiche tra città e campagna, prevedendo, anche per le edificazioni stradali esistenti, il mantenimento o l’apertura di varchi sul territorio aperto e ricostruendo una polarizzazione lineare policentrica - Identificare progetti di trasformazione a sostegno del sistema urbano policentrico, con interventi di addensamento dei nodi urbani con spazi pubblici, servizi e spazi intermodali e apertura di varchi di discontinuità nel tessuto lineare lungo strada utili a favorire la continuità paesaggistica ed ambientale - Contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di edificazione lungo gli assi stradali e sui retri dell’edificato esistente - Riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica per frenare i processi di dispersione insediativa, anche tramite l’istituzione di una “cintura verde” periurbana che renda permeabile il passaggio dalla città alla campagna; - Migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato; - Progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi dell’aperta campagna e con la città compatta; - Dotare lo spazio periferico di servizi e dotazioni alla scala di quartiere. T.P.S.1 - Tessuto a proliferazione Valpiana - Riqualificare le strade-mercato e gli produttiva lineare (area insediamenti produttivi lineari ricostruendo le artigianale) relazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche tra il tessuto produttivo e il territorio aperto e tra il tessuto produttivo e la città - Impedire nelle previsioni urbanistiche ulteriori processi di edificazione lungo le strade e i fiumi - Progettare il margine con il territorio aperto prevedendo interventi di qualificazione paesistica - Riutilizzare i capannoni dismessi per la riqualificazione urbanistica, ambientale e architettonica

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- Provvedere alla messa in sicurezza della viabilità - Attrezzare ecologicamente le aree produttivocommerciali- direzionali (APEA) - Trasformare le aree produttive in occasioni per sperimentare strategie di ecosostenibilità e produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico, minieolico, biomasse, minidraulico, rifiuti di lavorazioni, ecc.) T.R.6 - Tessuto a tipologie Valpiana - Attivare progetti di rigenerazione urbana, miste (centro privilegiando interventi unitari complessi, urbano) capaci di incidere sulla forma urbana, indirizzandoli alla sostenibilità architettonica, sociale, energetica e ambientale, e connotandoli dal punto di vista dell’architettura e del disegno urbanistico complessivo. - Incentivare la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità, privilegiando interventi unitari complessi - Prevedere interventi di dismissione e sostituzione di edifici produttivi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali - Attivare occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo - Eliminare i fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico - Ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo dello spazio pubblico e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità - Riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate) - Favorire la depermeabilazzazione della superficie asfaltata - Verificare ed attuare strategie di densificazione dei tessuti, prevedendo nel contempo interventi di ristrutturazione e demolizione degli edifici esistenti - Attuare strategie di rilocalizzazione della attività produttive incompatibili in aree dedicate alla produzione (APEA) T.A.12 - Morfotipo Massa Due le principali indicazioni per i paesaggi DELL’OLIVICOLTURA Marittima dell’olivicoltura: (in parte) 1) Preservare la leggibilità della relazione morfologica, dimensionale, percettiva e - quando possibile - funzionale tra insediamento storico e tessuto dei coltivi mediante: - la tutela dell’integrità morfologica dei nuclei storici evitando espansioni che ne alterino la

25 struttura d’impianto; - la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa nel paesaggio agrario che compromettano la leggibilità della struttura insediativa d’impronta mezzadrile tipica della gran parte dei contesti caratterizzati dalla diffusione di questo morfotipo; - la conservazione di oliveti o di altre colture d’impronta tradizionale poste a contorno degli insediamenti storici in modo da definire almeno una corona o una fascia di transizione rispetto ad altre colture o alla copertura boschiva. 2) Preservare, ove possibile, i caratteri di complessità e articolazione tipici della maglia agraria dell’olivicoltura d’impronta tradizionale, favorendo lo sviluppo e il mantenimento di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio, attraverso le seguenti azioni: - nelle nuove riorganizzazioni del tessuto dei coltivi, la conservazione, quando possibile, degli elementi dell’infrastruttura rurale storica (con particolare riferimento alle sistemazioni idraulico-agrarie e alla viabilità poderale e interpoderale) o la realizzazione di nuovi percorsi o manufatti che preservino la continuità e l’integrità della rete; - favorire la permanenza, ove possibile, di oliveti e di altre colture d’impronta tradizionale che caratterizzano in senso storico-identitario il mosaico agrario, che svolgono importanti funzioni di presidio idrogeologico e che costituiscono nodi della rete degli agroecosistemi; - il mantenimento della funzionalità e dell’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e della stabilità dei versanti, da conseguire sia mediante la conservazione e manutenzione delle opere esistenti, sia mediante la realizzazione di nuovi manufatti di pari efficienza, coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali, finiture impiegate; - il contenimento dell’espansione del bosco sui coltivi scarsamente manutenuti o in stato di abbandono; - la conservazione di siepi, filari, lingue e macchie di vegetazione non colturale che corredano i confini dei campi e compongono la rete di infrastrutturazione morfologica ed ecologica del paesaggio agrario. Nei casi in cui interventi di riorganizzazione fondiaria e agricola abbiano impoverito tale rete, introdurre nuovi elementi vegetazionali nei punti della maglia agraria che ne risultano

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maggiormente sprovvisti; - la manutenzione della viabilità secondaria poderale e interpoderale e della sua vegetazione di corredo per finalità sia di tipo funzionale che paesaggistico. T.A.16 - Morfotipo DEL Massa Due le principali indicazioni per questo SEMINATIVO E OLIVETO Marittima morfotipo: PREVALENTI DI COLLINA (in parte) 1) Preservare la leggibilità della relazione morfologica, dimensionale, percettiva e - quando possibile- funzionale tra insediamento Tatti storico e tessuto dei coltivi mediante: • la tutela dell’integrità morfologica dei nuclei storici evitando espansioni che ne alterino la struttura d’impianto; • la limitazione e il contrasto di fenomeni di dispersione insediativa nel paesaggio agrario che compromettano la leggibilità della struttura insediativa storica (spesso d’impronta mezzadrile tipica della gran parte dei contesti dove è presente il morfotipo); • la conservazione, ove possibile, degli oliveti alternati ai seminativi in una maglia fitta o medio-fitta, posti a contorno degli insediamenti storici, in modo da definire almeno una corona o una fascia di transizione rispetto ad altre colture o alla copertura boschiva. 2) preservare, ove possibile, i caratteri di complessità e articolazione tipici della maglia agraria d’impronta tradizionale, favorendo un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio, attraverso le seguenti azioni: - nelle nuove riorganizzazioni del tessuto dei coltivi, il mantenimento di una trama colturale media, la conservazione degli elementi dell’infrastruttura rurale storica (con particolare riferimento alle sistemazioni idraulico-agrarie e alla viabilità poderale e interpoderale) o la realizzazione di nuovi percorsi o manufatti che preservino la continuità e l’integrità della rete; - la permanenza della diversificazione colturale data dall’alternanza tra oliveti e seminativi; - il mantenimento della funzionalità e dell’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e della stabilità dei versanti, da conseguire sia mediante la conservazione e manutenzione delle opere esistenti, sia mediante la realizzazione di nuovi manufatti di pari efficienza, coerenti con il contesto paesaggistico quanto a dimensioni, materiali, finiture impiegate; - una corretta attuazione della gestione forestale sostenibile che tuteli le porzioni di territorio strutturalmente coperte dal bosco per

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fattori di acclività, esposizione, composizione dei suoli (boschi di valore patrimoniale), e contenendo l’espansione della boscaglia sui terreni scarsamente manutenuti; - la conservazione di siepi, filari, lingue e macchie di vegetazione non colturale che corredano i confini dei campi e compongono la rete di infrastrutturazione morfologica ed ecologica del paesaggio agrario. Nei casi in cui interventi di riorganizzazione fondiaria e agricola abbiano impoverito tale rete, introdurre nuovi elementi vegetazionali nei punti della maglia agraria che ne risultano maggiormente sprovvisti; - la manutenzione della viabilità secondaria poderale e interpoderale e della sua vegetazione di corredo per finalità sia di tipo funzionale che paesaggistico. T.A.17 - Complesso DEL Massa Principale indicazione per questo morfotipo è SEMINATIVO, OLIVETO E Marittima il mantenimento o la creazione di una maglia VIGNETO DI PIANURA E DELLE (in parte) agraria di dimensione media, idonea alle PRIME PENDICI COLLINARI esigenze della meccanizzazione, adeguatamente strutturata dal punto di vista Ghirlanda morfologico e percettivo e ben equipaggiata sul piano dell’infrastrutturazione ecologica, fermo restando il mantenimento e lo sviluppo Valpiana di un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio. Indicazioni specifiche attraverso le quali tale Niccioleta obiettivo può essere conseguito sono: - nelle nuove riorganizzazioni della maglia agraria, promuovere una progettazione degli appezzamenti che dovranno inserirsi nel paesaggio agrario secondo criteri di coerenza morfologica con i suoi caratteri strutturanti (quanto a forma, dimensioni e orientamento) e perseguendo obiettivi di equilibrio idrogeologico; - promuovere, ove possibile, il mantenimento della diversificazione colturale data dalla compresenza di oliveti, vigneti e colture erbacee; - favorire la conservazione del corredo vegetale che costituisce infrastrutturazione ecologica e paesaggistica della maglia agraria e la sua ricostituzione nelle parti che mostrano cesure più evidenti attraverso l’introduzione di siepi, filari, alberature; - ricostituire fasce o aree di rinaturalizzazione lungo i corsi d’acqua (per es.: vegetazione riparia) con la finalità di sottolineare alcuni elementi strutturanti il paesaggio sul piano morfologico e percettivo e di aumentare il grado di connettività ecologica; - per i vigneti di nuova realizzazione o

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reimpianti, interrompere la continuità della pendenza nelle sistemazioni a rittochino tramite l’introduzione di scarpate, muri a secco o altre sistemazioni di versante, valutando ove possibile l’orientamento dei filari secondo giaciture che assecondano le curve di livello o minimizzano la pendenza. Un ulteriore obiettivo per questo morfotipo riguarda il sistema insediativo e può essere articolato nei seguenti obiettivi specifici: - preservare il sistema insediativo e l’infrastruttura rurale storica in termini di integrità e continuità con particolare riguardo alla rete della viabilità poderale e interpoderale; - nei contesti a più forte pressione antropica, limitare e contrastare i fenomeni di dispersione insediativa, saldatura lineare dei centri abitati ed erosione del territorio rurale; - nella progettazione di cantine e altre infrastrutture e manufatti di servizio alla produzione agricola, perseguire la migliore integrazione paesaggistica valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici ed evitando soluzioni progettuali che interferiscano visivamente con gli elementi del sistema insediativo storico, anche ricorrendo, ove possibile, all’impiego di edilizia eco- compatibile. T.A.9 - Morfotipo DEI CAMPI Prata Principale indicazione è conciliare la CHIUSI A SEMINATIVO E A conservazione della complessità e articolazione PRATO DI COLLINA E DI della maglia agraria a campi chiusi e dell’alto MONTAGNA livello di infrastrutturazione ecologica a essa collegato, con un’agricoltura innovativa che coniughi vitalità economica con ambiente e paesaggio. In particolare, di fondamentale importanza è tutelare la continuità della rete di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica formata da siepi, filari arborei e arbustivi, macchie e lingue di bosco. Tale obiettivo può essere conseguito mediante: - il mantenimento delle siepi e degli altri elementi vegetazionali di corredo della maglia e la loro ricostituzione nei punti che ne sono maggiormente sprovvisti; - una corretta attuazione della gestione forestale sostenibile che tuteli le formazioni che si inframmettono in forma di macchie o isole tra seminativi e pascoli e contenga i fenomeni di rinaturalizzazione non controllati, derivanti da scarsa manutenzione dei terreni o da abbandono colturale; - la limitazione, nei contesti più marginali, di

29 fenomeni di abbandono colturale e il recupero dell’uso agricolo e pascolivo dei terreni privilegiando gli usi del suolo tradizionali per questi contesti (seminativi e pratipascolo). Ulteriori obiettivi per il morfotipo sono: - la conservazione della tipica alternanza tra apertura e chiusura percettiva che caratterizza questo paesaggio; - la tutela dei sistemi insediativi storici, in questi contesti tipicamente caratterizzati da basse densità, morfologie compatte e isolate.

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3.3. Il Regolamento Urbanistico vigente.

Il Regolamento Urbanistico 18 , in conformità con le norme e gli obiettivi del Piano Strutturale, norma le aree edificate esistenti e le attività di trasformazione del territorio comunale.

18 Regolamento urbanistico comunale approvato con Delibera di Consiglio Comunale n°48 del 30/07/2007, ai sensi e per gli effetti dell’Art.17 della L.R. n°1/2005, e successive modificazioni ed integrazioni e pubblicato sul BURT n°39 del 26/09/2007. (L’Atto di Governo (R.U.) è stato oggetto di varianti che non hanno modificato i limiti quantitativi massimi definiti con il P.S.. Le varianti approvate sono relative a modifiche ed aggiustamenti di previsioni di zona, ed a modifiche del quadro normativo conseguenti anche a correzioni ed adeguamenti per rispondenza alla normativa regionale e nazionale. Di seguito sono elencate le varianti definite ed approvate:

- delib. C.C. n.35 del 30.06.2008 Variante al R.U. Comunale approvato con deli. C.C. n.48/2007 – UTOE di Valpiana – Individuazione nuova area F1 e modifiche alla normativa. - delib. C.C. n.46 del 09.09.2008 Variante al R.U. Comunale approvato con deli. C.C. n.48/2007 – Modifiche alle N.T.A. del R.U.. - delib. C.C. n.2 del 10.02.2009 Variante al R.U. Comunale approvato con delib. C.C. n.48/2007 – UTOE di Valpiana – Individuazione nuova area F1 per realizzazione Acquario Didattico Scientifico. - delib. C.C. n.27 del 17.04.2009 Variante al R.U. Comunale – modifiche alla normativa e ridefinizione area cooperativa Agricola Terre dell’Etruria. - delib. C.C. n.28 del 17.04.2009 Variante al R.U. Comunale – variante alla norme del P. di R. dell’area Ex Agraria (P.A.05 MG2) a Massa M.ma e approvazione del P. di R.. - delib. C.C. n.31 del 17.04.2009 Variante alle NTA del R.U. Comunale approvato con delib. C.C. n.48/2007. - delib. C.C. n.26 del 27.05.2011 Variante al R.U. per localizzazione di attività estrattiva in loc. Cicalino. - delib. C.C. n.87 del 30.11.2011 Variante al R.U. Comunale vigente per modificare il numero massimo degli alloggi previsti sui lotti individuati nell’UTOE MG2 lotti 3 e 4 via della Repubblica – Massa M.ma Z.T.O. B sottozona B3. - delib. C.C. n.37 del 28.06.2012 Variante parziale alle NTA ed alle tavole 09 e 15 del R.U. Comunale approvato con delib. C.C. n.48 del 30.07.2007. - delib. C.C. n. 7 del 09.03.2016 - Variante parziale alle N.T.A. ed alle TAVV.15-16 del R.U. approvato con delib. C.C. n.48 del 30.07.2007 - delib. C.C. n. 107 del 20.11.2017 - Variante Parziale alle N.T.A. del Regolamento Urbanistico approvato con Delibera di Consiglio Comunale n° 48 del 3.07.2007 e di adeguamento al DPGR n° 64/r del 11.11.2013 “Regolamento regionale di unificazione dei parametri urbanistici e delle definizioni tecniche ai sensi dell’art. 21 della disciplina del PIT/PPR e ai sensi dell’art. 17 e 31 della L.R.T. n. 65/14. - delib. C.C. n. 111 del 23.11.2017 - Variante urbanistica al P.S. e al R.U. da attuarsi con progetto unitario convenzionato - Complesso Poderale Il Tesoro, loc. Valpiana.

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Il territorio comunale è stato suddiviso in ambiti territoriali e sottozone ai quali corrispondono le zone omogenee del D.M. 1444/68. In ogni ambito e sottozona sono state individuate norme generali di intervento, destinazioni d’uso ammesse e interventi diretti ammessi.

Per tutti gli ambiti sono stati previsti interventi di nuova costruzione, individuandone gli indici specifici, ad esclusione della zona A.

Il Regolamento Urbanistico prevedeva la propria attuazione mediante piani attuativi. In totale i piani attuati da redigersi sono quelli di seguito elencati:

 U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area Porta Salnitro  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area e struttura ex Castello di Monteregio  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area e struttura Fabbrica Pipe  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area e struttura Albergo Il Girifalco  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Ex Agraria  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Rifugio Sant’Anna  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Ex Tiro a segno  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area e struttura Albergo Il Duca del Mare  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Podere Rigalloro  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area per la realizzazione di canile d’interesse comunale  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Ex Stazione Ferrovia Massa M.ma- Follonica  U.T.O.E. di Massa Marittima e Ghirlanda - Area complesso edilizio Ex Mulino Badii  U.T.O.E. di Valpiana - Area di nuova edificazione a nord dell’abitato  U.T.O.E. di Valpiana - Area di nuova edificazione a sud dell’abitato  Sottosistema Insediativo di Niccioleta – Area ortiva posta a sud - sud ovest del sottosistema insediativo

Il dimensionamento complessivo del Regolamento Urbanistico vigente è riportato nelle seguenti tabelle.

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4. Lo stato di attuazione del primo Regolamento Urbanistico.

4.1. Il monitoraggio dell’attività edilizia.

Dall’analisi dei titoli abilitati presentati in Comune, nel periodo di attuazione del Regolamento Edilizio, è stato possibile appurare come l’attività edilizia si sia concentrata maggiormente nelle aree urbane e nelle azioni di riqualificazione, recupero e manutenzione del patrimonio edilizio esistente. Questo è dovuto, principalmente, agli incentivi sia economici che procedimentali che si sono succeduti negli ultimi anni nel tentativo di ridare vigore al comparto economico dell’edilizia.

I titoli edilizi rilasciati dai competenti uffici comunali negli ultimi cinque anni presentano la seguente classificazione:

Tipologia Anno Anno Anno Anno Anno titolo 2014 2015 2016 2017 2018 Permesso a costruire 65 68 67 82 88 SCIA 171 126 121 74 55 CILA 362 291 298 204 227 Totale 598 485 486 360 370

I Programmi Aziendali Pluriennali di Miglioramento Agricolo Ambientale che costiuiscono lo strumento che la legislazione regionale impone per gli interventi di trasformazione degli assetti produttivi ed immobiliari delle aziende agricole hanno presentato, nel medesimo arco temporale, il seguente andamento:

 Anno 2014: n. 6;  Anno 2015: n. 6;  Anno 2016, n. 5;  Anno 2017, n. 7;  Anno 2018, n. 2.

Per completezza di informazione si elencano anche i titoli autorizzativi al vincolo idrogeologico:

 Anno 2014: n. 36;  Anno 2015: n. 41;  Anno 2016, n. 41;  Anno 2017, n. 44;  Anno 2018, n. 34.

Nel Comune di Massa Marittima sono presenti ambiti soggetti al vincolo paesaggistico di cui al D. Lgs. N. 42/2004 “Codice dei beni culturali e paesaggistici”. Gli interventi edilizi ricadenti in tali ambiti sono soggetti all’ottenimento di una specifica autorizzazione di tipo paesaggistico.

Per una valutazione, seppure sommaria, dell’incidenza dei dispositivi di tutela sull’insieme dell’attività edilizia si riporta, anche per le autorizzazioni paesaggistiche, l’andamento nel corso del quinquennio in esame:

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 Anno 2014: n. 40;  Anno 2015: n. 36;  Anno 2016, n. 66;  Anno 2017, n. 28;  Anno 2018, n. 36.

Dai dati si constata che l’incidenza degli interventi edilizi aventi valenza paesaggistica sulla complessità dei titoli rilasciati, nel corso dei cinque anni, oscilla dal 6% al 10%.

4.2 Il monitoraggio delle previsioni del Regolamento Urbanistico Comunale.

Il Regolamento Urbanistico vigente risulta in gran parte non attuato nelle sue previsioni. In particolar modo, le previsione di trasformazione attraverso piani attuativi sono stati perlopiù disattesi anche nella sola redazione di convenzione.

Solamente 3 previsioni di trasformazioni, prima del decadimento delle schede normative per effetto delle disposizioni regionali, risultano convenzionate. Di queste nessuna ha visto l’avvio dei lavori di realizzazione.

Le motivazioni che hanno comportato la mancata attuazione delle previsioni sono, probabilmente, da ricercarsi dalla crisi economica che ha investito il nostro paese e che ha scoraggiato gli investitori immobiliari.

Per la capacità insediativa complessiva del Regolamento Urbanistico vigente si veda le tabelle riportate al paragrafo 3.3 del presente documento. L’Amministrazione Comunale di Massa Marittima ha condotto uno specifico e completo monitoraggio sullo stato di attuazione delle previsioni del RU medesimo. Ad esso si rinvia per le specifiche verifiche su ogni ambito di trasformazione.

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5. Il perimetro del territorio urbanizzato.

5.1 Prime valutazioni del perimetro del territorio urbanizzato desunto dal procedimento di formazione del Piano Strutturale Intercomunale.

Il perimetro del territorio urbanizzato costituisce uno degli elementi statutari del Piano Strutturale. Con l’avvio del procedimento del Piano Strutturale Intercomunale dei Comuni di Massa Marittima, Montieri e Monterotondo Marittimo è stato provveduto alla individuazione del perimetro del territorio urbanizzato secondo i criteri definiti dall’articolo 4 della L.R. n. 65/2014.

Contestualmente alla redazione del presente documento si è provveduto ad una prima verifica per ciò che attiene la parte interessante il territorio del Comune di Massa Marittima. Le tavole grafiche 2.1, 2.2 e 2.3 allegate al documento di avvio del procedimento del PS Intercomunale trattano, rispettivamente, il perimetro del territorio urbanizzato di Massa Marittima, di Valpiana e delle sue aree produttive e di Niccioleta, Prata e Tatti. Il perimetro del territorio urbanizzato risulta composto, secondo le regole interpretative contenute nella L.R. n. 65/2014 dai tessuti edilizi consolidati (art. 4 comma 3) e dagli ambiti interessati dalle strategie comunali di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Le prima valutazioni emerse, che saranno poi approfondite nel corso dell’attività di redazione del Piano Operativo, sono di seguito sintetizzate.

Massa Marittima.

Il perimetro del territorio urbanizzato, includendo il complesso edilizio dell’Hotel Girifalco e della ex fabbrica delle pipe, si sviluppa lungo il tracciato della S.P. di Massa Marittima e ricomprende anche l’abitato di Ghirlanda in una unica entità territoriale.

Il tracciato della richiamata S.P. di Massa Marittima presenta scorci panoramici verso la collina boscata di Monte Arsenti e verso il fondovalle coltivato di grande valenza paesaggistica. Nella declinazione del perimetro del territorio urbanizzato ad una scala più minuta come quella del Piano Operativo dovrà essere valutata con grande attenzione la tutela degli spazi liberi e delle interruzione dell’edificato al fine di preservare i binocoli visivi consolidati.

Nel tessuto urbanizzato del centro abitato di Massa Marittima è individuata un solo ambito soggetto alle strategie di rigenerazione e riqualificazione urbana. E’ posto nella zona della Camilletta ed è costituta da una porzione di suoli interposti tra il complesso carcerario e dei tessuti di formazione recente destinati ad interventi di edilizia economica e popolare.

Valpiana.

Il territorio urbanizzato di Valpiana è stato identificato in tre ambiti che si sviluppano lungo il tracciato della S.R. Sarzanese Valdera: l’abitato consolidato, l’area artigianale a nord e quella a sud prevista nella zona del Magrone.

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L’area del Magrone è stata oggetto di un piano attuativo di iniziativa pubblica che ha previsto un nuovo insediamento industriale organizzato intorno alla piattaforma ecologica di raccolta dei rifiuti urbani differenziati. Ad oggi sull’area non risultano avviati gli espropri ne, tantomeno, iniziate le opere. Durante i lavori di redazione del Piano Operativo verrà valutata la possibilità di stralciare la previsione e, conseguentemente, escludere dal perimetro del territorio urbanizzato il previsto insediamento artigianale.

Nel perimetro del territorio urbanizzato dell’abitato di Valpiana, viceversa, non risulta ricompresa un’area posta all’estremità nord per la quale il vigente Regolamento Urbanistico prevedeva un ambito di trasformazione insediativa. Sull’area risulta approvato un piano attuativo di iniziativa privata la cui convenzione è stata regolarmente sottoscritta. Per tale motivo l’area deve essere ricompresa nel perimetro del territorio urbanizzato.

Per il sistema insediativo di Valpiana il perimetro del territorio urbanizzato, proposto con l’avvio del procedimento di formazione del Piano Strutturale Intercomunale, non prevede ambiti soggetti a strategie di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Niccioleta.

Il territorio urbanizzato proposto per l’abitato minerario di Niccioleta ricomprende il tessuto edilizio di formazione novecentesca ed un’area circostante occupata da un insediamento minuto e diffuso di orti e di piccoli manufatti ad essi connessi. Su tale area il regolamento Urbanistico vigente aveva proposto un’azione di riqualificazione da attuarsi mediante un piano attuativo di iniziativa pubblica. Tale previsione è rimasta inattuata.

Dalle prime valutazione l’area presenta una particolare vocazione alla funzione di raccordo tra l’abitato e le strutture del compendio minerario ricomprese nel parco tecnologico archeominerario delle Colline Metallifere. Poiché la strategia di valorizzazione da perseguire è essenzialmente di tipo ambientale e funzionale viene proposta la sua esclusione dal perimetro del territorio urbanizzato.

Prata .

Il perimetro del territorio urbanizzato proposto con l’avvio del procedimento di formazione del PS Intercomunale ricomprende il centro antico e le propaggini sviluppatesi nel novecento a nord e a sud dello stesso. Non sono individuati ambiti soggetti a rigenerazione urbana e sulla sua conformazione, al momento, non viene avanzata alcuna valutazione.

Tatti.

Il perimetro del territorio urbanizzato proposto ricomprende il centro antico, si sviluppa lungo il tracciato della Strada Provinciale di accesso al paese e va a includere il tessuto di formazione novecentesca costituito da alcuni edifici di edilizia economica e popolare.

Similarmente a quanto già detto per Massa Marittima, anche per Tatti, il tracciato della richiamata strada provinciale presenta, nei due lati, scorci panoramici verso i versanti collinari

39 di un certo rilievo paesaggistico. Nella declinazione del perimetro del territorio urbanizzato ad una scala più minuta come quella del Piano Operativo dovrà essere valutata con grande attenzione la tutela degli spazi liberi e delle interruzione dell’edificato al fine di preservare i binocoli visivi consolidati.

Nel tessuto urbanizzato di Tatti sono previsti due ambiti soggetti alle strategie di riqualificazione e di rigenerazione urbana. Sono posti ai margini nord del centro abitato, in aree prive di alcun interesse paesaggistico.

A seguito delle valutazioni sin qui descritte verrà avviato un confronto con il gruppo di lavoro del Piano Strutturale Intercomunale finalizzato ad aggiornare il perimetro del territorio urbanizzato attraverso una specifica integrazione del relativo documento di avvio del procedimento.

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6. Gli obiettivi per la formazione del Piano Operativo

6.1. Le fasi di redazione del Piano Operativo.

Il processo di elaborazione del Piano presuppone:

 Un’attenta analisi dello stato di attuazione delle previsioni del Regolamento Urbanistico, ai fini di procedere alla conferma, modifica o eliminazione delle previsioni non ancora realizzate o per le quali non sia stato manifestato interesse da parte dei soggetti aventi titolo;  La valutazione della potenzialità contenuta nel redigendo Piano Strutturale Intercomunale ai fini della formulazione delle nuove previsioni;  La considerazione delle disposizioni normative e regolamentari intervenute in materia di pianificazione territoriale e urbanistica ai fini del relativo recepimento, con particolare riferimento alla L.R. n. 65/2014 e al Piano Paesaggistico Regionale;  La considerazione delle modifiche intervenute nell’ambito degli strumenti urbanistici sovraordinati;  L’analisi delle dinamiche socio – economiche che hanno di recente interessato il territorio comunale.  La valutazione delle criticità e delle opportunità emerse in fase di attuazione delle vigenti previsioni;

Sotto il profilo tecnico la formazione del Piano Operativo prenderà necessariamente le mosse dalla revisione generale e puntuale dei contenuti del vigente Regolamento Urbanistico ai fini del recepimento delle innovazioni introdotte dalla L.R. n. 65/2014 e dalle correlate norme regolamentari, nonché dell’adeguamento della normativa tecnica dello strumento operativo alle più recenti modifiche introdotte dal legislatore statale in materia edilizia e urbanistica.

Per la formazione del primo Piano Operativo vale il principio che esso rappresenta una fase evolutiva delle politiche di governo del territorio comunale concepite nel primo stadio del riordino degli strumenti urbanistici. La scelta della formazione contestuale del Piano Strutturale Intercomunale e del primo Piano Operativo permetterà di valutare le scelte urbanistiche puntuali già durante le fasi di aggiornamento delle strategie di governo del territorio secondo gli indirizzi e le priorità fornite dall’Amministrazione Comunale.

Le fasi di formazione del PO sono così riassumibili:

 Avvio del procedimento – Trasmissione atti ai soggetti ambientali competenti ed agli enti coinvolti nel procedimento. (fase contestuale a quella di formazione della variante generale al Piano Strutturale).

 Prima fase del percorso partecipativo – Aggiornamento del quadro conoscitivo – Valutazioni di coerenza alla L.R. n. 65/2014 degli ambiti di trasformazione non attuati.

 Definizione del perimetro del territorio urbanizzato (valutazione e recepimento del perimetro del territorio urbanizzato proposto con l’avvio del procedimento del Piano Strutturale Intercomunale).

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 Aggiornamento delle previsioni per il patrimonio edilizio esistente – Richiesta e svolgimento della conferenza di copianificazione articolo 25 della L.R. n. 65/2014;

 Seconda fase del percorso partecipativo.

 Definizione delle previsioni di trasformazione – Allestimento del Piano Operativo.

 Adozione Piano Operativo (fase contestuale a quella di adozione del redigendo Piano Strutturale Intercomunale).

 Pubblicazione e deposito – Trasmissione atti ai soggetti ambientali competenti ed agli enti coinvolti nel procedimento.

 Esame delle osservazioni – Proposta delle controdeduzione ed eventuale aggiornamento dei contenuti del Piano Operativo.

 Conferenza paesaggistica.

 Recepimento esito della conferenza paesaggistica – Allestimento definitivo del Piano Operativo.

 Approvazione (fase contestuale a quella di approvazione del redigendo Piano Strutturale Intercomunale).

 Pubblicazione sul BURT ed efficacia del Piano Operativo.

Il procedimento si articolerà secondo la programmazione di massima che prevede le seguenti attività più specificatamente tecniche:

 L’adeguamento della disciplina dei suoli alla nuova perimetrazione del territorio urbanizzato ex art. 4 della L.R. 65/2014 definita contestualmente alla formazione del PS Intercomunale, ivi comprese le vecchie e nuove previsioni di valenza quinquennale costituenti la “disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio” di cui all’art. 95 comma 1 lett. b) della L.R. n. 65/2014;  La revisione delle previsioni e della normativa tecnica riferita al territorio rurale, alla luce della disciplina di cui al Titolo IV Capo III della L.R. 65/2014 e del relativo regolamento di attuazione (D.P.G.R. 63/R/2016);  Il recepimento di altre discipline regionali già promulgate o in fase di avanzata elaborazione (Regolamento di attuazione delle disposizioni dell’art. 62 e del Titolo V della L.R. 65/2014, adeguamento del Regolamento di cui al D.P.G.R. n. 64/R/2013 sui parametri urbanistici unificati all’Intesa Governo/Regioni/EE.LL. sottoscritta in data 20.10.2016, per le parti direttamente incidenti sulla pianificazione operativa;  L’adeguamento della normativa tecnica dello strumento operativo alle più recenti modifiche introdotte dal legislatore statale in materia edilizia e urbanistica;  Il recepimento delle disposizioni di carattere operativo sopravvenute, o in fase di aggiornamento, in materia di sicurezza idraulica, geologica e sismica, ed in particolare di quelle contenute:

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a) nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale (P.G.R.A.), approvato dal Comitato Istituzionale Integrato dell’Autorità di Bacino con Deliberazione n. 235 del 3.03.2016; b) nell’annunciato aggiornamento, con modifiche e integrazioni, della L.R. n. 21/2012 “Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d'acqua”; c) nella versione aggiornata, di prossima promulgazione, del D.P.G.R. n. 53/R/2011 “norme regolamentari di attuazione della legge regionale in materia di indagini geologiche”.

Fermo restando quanto detto al paragrafo 6.3 circa la metodologia di conformazione al PIT/PPR del Piano Strutturale Intercomunale, con la formazione del primo Piano Operativo, le attività sono così riassumibili:

 La declinazione in regole operative delle direttive già elaborate nel PSI in conformità alla disciplina generale del PIT/PPR;  La declinazione in regole di valenza operative delle direttive contenute nella scheda di ambito paesaggistico n. 16 Colline Metallifere ed Isola d’Elba del PIT/PPR, limitatamente a quelle recepite dal Piano Strutturale Intercomunale in quanto riferibili al territorio comunale di Massa Marittima;  La declinazione in regole operative delle direttive contenute nella Sezione 4 delle due schede relative agli immobili ed aree di notevole interesse pubblico presenti sul territorio comunale;  La declinazione in regole operative delle direttive riferite alle aree paesaggisticamente tutelate ex lege ricadenti nel territorio comunale (zone di interesse archeologico; aree boscate; fasce circostanti ai fiumi torrenti, corsi d’acqua e laghi; usi civici);  La eventuale declinazione in regole operative per le aree individuate come “gravemente compromesse e degradate” ex art. 143 del D. Lgs. n. 42/2004;  La correzione di eventuali previgenti previsioni o disposizioni contenute nella disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti del Regolamento Urbanistico previgente che risultino incoerenti o si pongano in contrasto con le previsioni e prescrizioni del PIT/PPR;  La verifica della conformità o dell’assenza di contrasto con il PIT/PPR di tutte le nuove previsioni di valenza quinquennale costituenti la disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, ivi incluse quelle confermate dal Regolamento Urbanistico previgente.

6.2. Le principali politiche comunali e gli obiettivi.

Il Piano Operativo definisce il quadro dimensionale e qualitativo delle trasformazioni e utilizzazioni ammesse in ogni porzione del territorio comunale e disciplina le trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio nonché i conseguenti vincoli preordinati all’esproprio.

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Rispetto alle condizioni di stato e alle tendenze, alla evoluzione disciplinare che l’urbanistica ha avuto in questi anni in Toscana, si possono indicare alcuni punti fermi di carattere generale per orientare la formazione del nuovo strumento urbanistico:

 Il nuovo welfare urbano;  Il ruolo dell’housing sociale nei progetti di riqualificazione urbana e nei processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico  La chiusura in chiave ecologica dei cicli di uso e riproduzione delle risorse;  La pariteticità degli obiettivi di sviluppo socioeconomico, di uso razionale del suolo e di soddisfacimento dei bisogni abitativi;  L’inclusione delle pratiche partecipative nella formazione delle scelte relative agli assetti del territorio e agli usi degli immobili;  L’utilizzo della fiscalità per l’effettività delle politiche territoriali; i princìpi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, consensualità, partecipazione, proporzionalità, concorrenza, leale collaborazione tra pubbliche amministrazioni e tra queste ultime e i privati;  L’indifferenza delle posizioni proprietarie; il ricorso alla semplificazione e alla perequazione; a definizione dei diritti edificatori mai estranei o esterni al piano.

Gli obiettivi principali della nuova pianificazione operativa sarà la definizione di previsioni che siano attuabili in breve tempo, così da non produrre previsioni inattuate al termine del periodo di validità del piano. Infatti risulta preferibile per una pianificazione di tipo operativo prevedere un numero minore di interventi piuttosto che risultare in gran parte inattuato.

Altra caratteristica delle previsioni dovrà essere quella di interessare maggiormente le aree intercluse, la rigenerazione e la ricostruzione dell’esistente piuttosto che l’espansione progressiva con conseguente consumo di suolo. La nuova edificazione andrà quindi concentrata con interventi puntuali di rigenerazione urbana. In particolar modo, dovranno essere risolte le problematiche di parti di città che hanno oramai perso le funzioni originarie e che attualmente risultano in stato di abbandono o disuso. Tali aree risultano essere, fra le altre, quelle legate ai contesti del “ex Rifugio S.Anna”, il Castello di Monteregio e l’ex “Area Molendi”. Obiettivo principale sarà l’integrazione e lo sviluppo dei servizi nei centri minori e nelle frazioni. In particolar modo, il piano operativo dovrà favorire, per la frazione di Valpiana, uno sviluppo che ne qualifichi la struttura di agglomerato urbano che attualmente non emerge. Lo sviluppo dei servizi potrebbe essere già individuato tramite la realizzazione nei prossimi anni della scuola primaria della frazione, per la quale nel 2020 potrebbero giungere i finanziamenti.

I centri storici in generale dovranno prevedere una riorganizzazione della propria fruibilità, legata anche a nuove tecnologie e sistemi integrativi di sviluppo sostenibile e gestione dei servizi. In primo luogo, soprattutto per il centro storico di Massa Marittima, dovrà essere rivisto il sistema degli accessi veicolari e dei parcheggi, sviluppando un sistema integrato di incentivazione della mobilità dolce e pubblica. Elemento di valore e principale arteria viaria del comune rimane la strada regionale n. 439, ovvero quella che collega l’area costiera di Follonica con l’entroterra delle colline metallifere passando per il capoluogo Massa Marittima. Questa arteria dovrà essere valorizzata e adeguata soprattutto nella tematica della sicurezza della percorrenza,anche in relazione agli attraversamenti dei centri abitati.

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Particolare attenzione andrà quindi posta nella definizione delle norme relative al patrimonio edilizio esistente, senza che vi sia un effetto “ingessante” delle attività edilizia o di eccessiva imposizione normativa.

Tematica particolare sarà l’attualizzazione delle funzioni per le aree produttive, attuali o in dismissione, in relazione soprattutto alle nuove tecnologie per la produzione dei beni. La meccanizzazione e l’informatizzazione dei processi produttivi consente la contrazione degli spazi adibiti alla realizzazione dei prodotti fisici, con contemporanea necessità di creare reti fisiche ed informatiche fra imprese e concentrare le imprese di “filiera”. Obiettivo del piano operativo sarà lo sviluppo di queste possibilità, anche attraverso il frazionamento delle attuali strutture produttive e l’insediamento di nuove tipologie di attività industriali.

L’Amministrazione Comunale ha, poi, formulato i seguenti obiettivi più specifici per la definizione dei contenuti del Piano Operativo e di seguito suddivisi tra quelli riferiti ai sistemi insediativi e al territorio rurale.

Le politiche locali per i sistemi insediativi:

 Il ruolo della città di Massa Marittima, polo attrattore del territorio. Promuovere forme di mobilità leggera e di relazioni funzionali in grado di incentivare la saldatura tra la parte alta e la parte bassa della città. Avviare politiche sulla casa in grado di attrarre residenza stabile dai comuni limitrofi ed in particolare dalla costa, attraverso previsione tese a incentivare la realizzazione di interventi di edilizia convenzionata, a definire il completamento degli interventi di trasformazione ai margini dell’abitato e la riqualificazione insediativa degli ambiti di impianto recente.

 Valpiana e le aree produttive.. Promuovere un “asse del lavoro” costituito dalle zone produttive di Valpiana che, per la loro collocazione in rapporto alle infrastrutture di comunicazione, si ponga come polo di congiunzione con l’ambito produttivo di Follonica e della piana di Scarlino in grado di attrarre investimenti legati al sistema della grande distribuzione, delle strat-up e dei servizi.

 Il ruolo dei centri collinari. Incentivare azioni tese a richiamare una domanda di qualità insediativa che pare essere in costante crescita. Qualificare il ruolo dei centri antichi quali elementi di una “filiera culturale” in sinergia con il Parco archeo-minerario e per la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici del territorio in grado di offrire manifestazioni ed appuntamenti di richiamo ricolti verso i flussi turistici costieri.

Le politiche locali per il territorio rurale:

 I poli del turismo rurale. Valutare lo “stato di salute” del villaggio turistico di Pian dei Mucini ed incentivare azioni tese al suo rilancio. Definire le regole per la individuazione di strutture alberghiere di campagna in grado di incrementare, qualificare e valorizzare il sistema dell’accoglienza della domanda del turismo lento ed ambientalmente sostenibile.

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 Le eccellenze produttive e la filiera agroalimentare. Incentivare azioni tese la realizzazione di nuove strutture legate alle produzioni agricole di qualità. Avviare politiche tese al consolidamento di un sistema fondato sulla produzione, sulla lavorazione e sulla commercializzazione dei prodotti del territorio.

 Le risorse naturali. Valutare l’impiego delle acque provenienti dalle miniere dismesse con la possibilità del loro riuso per l’agricoltura. Promuovere la tutela attiva del patrimonio ambientale e paesaggistico quale supporto e sostegno agli operatori del settore vitivinicolo e oleario.

Per una definizione più puntuale degli obiettivi del Piano Operativo, alle strategie comunali sovraenunciate sono state definite azioni dal valore più prettamente urbanistico che serviranno, nel processo di redazione dello strumento, quali elementi di verifica sulla disciplina del piano medesimo. Sono state definite per gli elementi territoriali prima richiamati. Esse sono state allestite attraverso gli incontri effettuati con la Giunta Comunale, preparatori dell’avvio del procedimento urbanistico.

La città di Massa Marittima.

1- Migliorare l’accessibilità e la socialità urbana: a) Viabilità e mobilità nel centro urbano.  Cura dell’accesso e della fruibilità del centro urbano attraverso l’ottimizzazione della viabilità e la valorizzazione dei parcheggi.  Programmare forme di collegamento e mobilità leggera in grado di connettere la parte più bassa della città con il centro antico e disincentivare l’arrivo delle auto sin ai margini delle mura della città.  Consentire l’accesso al centro antico a disabili e anziani, attraverso interventi strutturali di eliminazione delle barriere architettoniche, dove possibile ed economicamente sostenibile. b) Sicurezza del centro urbano.  Investire sulla sicurezza sostenendo l’azione di controllo del territorio anche attraverso il corpo della polizia municipale.  Valorizzare gli elementi di arredo urbano capaci di contrastare episodi di degrado sociale.  Riqualificazione degli spazi pubblici e degli arredi anche nella parte della città di formazione recente. c) Agevolazione delle occasioni di incontro sociale.  Creare nuovi spazi di aggregazione o riqualificare quelli esistenti, con particolare attenzione alla domanda di socialità della popolazione più giovane e quella più anziana. d) Incentivare gli investimenti privati verso l’associazionismo.  Favorire un maggiore coinvolgimento e il coordinamento tra le associazioni.

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 Dove possibile affidare servizi (la gestione di spazi pubblici, delle attività per il tempo libero, degli spazi verdi….) alle associazioni locali.

2- Aumentare l’attrattività della città: a) Incrementare e qualificare le attrezzature pubbliche, di interesse comunale e sovracomunale e dei servizi alla persona.  Mantenimento dei servizi minimi pubblici (sanitari, scuole etc.) e di pubblica utilità (banche, poste, etc).  Riorganizzazione dei servizi sanitari (dove si renda necessaria per motivi di ordine economico) creando benefici e non disagi per le comunità locali, attraverso: l’accorpamento dei servizi, creando centri polifunzionali efficienti, facilmente raggiungibili dai vari centri garantendo comunque la presenza dei servizi essenziali, attraverso la creazione, il mantenimento, la riqualificazione delle strutture necessarie (ambulatori di primo soccorso, guardia medica, ambulatori infermieristici, ecc.). b) Qualificazione dei servizi minimi pubblici e di pubblica utilità.  Salvaguardare e qualificare la presenza dei servizi di pubblica utilità, come poste, sportello bancario, negozi, impianti sportivi, ecc..  Investire su servizi atti a semplificare l’iniziativa economica, sociale, culturale del privato, per facilitare l’emersione di nuove iniziative che impreziosirebbero il Comune.

3- Rafforzamento dell’identità della città nell’economia turistica: a) Puntare a forme di turismo sostenibile.  Incentivare attività turistiche tipiche sul territorio quali l’albergo diffuso e ogni forma di offerta turistica sostenibile.  Favorire la fruibilità e l’accesso alle risorse attraverso servizi di informazione, ad esempio mediante centri di accoglienza e informazione turistica, adeguata segnaletica, punti di informazione automatizzati.

4- Rivitalizzare la città storica attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente: a) Miglioramento della qualità urbana e dello spazio pubblico.  Allestire un sistema di regole tese ad incentivare il riuso edilizio che possa coniugare la salvaguardia del tessuto storico e contrastare l’abbandono della residenza stabile dalla città murata.  Conservazione e ripristino del valore estetico del centro antico attraverso la riqualificazione e la valorizzazione dei grandi contenitori di proprietà pubblica oggi inutilizzati.  Recupero funzionale e paesaggistico dell’area delle ex officine Molendi con la eliminazione del degrado attuale e la valorizzazione della funzione di terrazza panoramica e degli scorci visivi ed estetico percettivi con la cattedrale di San Cerbone e con il territorio di fondovalle.

5- Ridefinire i connotati della città novecentesca e di impianto recente: a) Miglioramento della qualità urbana e dello spazio pubblico.  Incentivare interventi di completamento edilizio volto alla qualità insediativa e tipologica e ad attrarre nuovi residenza stabile.  Promuovere interventi di social housing in grado di offrire risposta alla crescente domanda di residenza per utenti deboli e categorie sociali particolari.

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 Promuovere il recupero insediativo e funzionale delle aree del complesso dell’Ostello Sant’Anna con l’insediamento di funzioni ed attività di carattere commerciale e di servizi.  Mantenere la separatezza funzionale e percettivo-estetica tra il territorio urbano e quello rurale.

Valpiana e le aree produttive.

1- Migliorare l’accessibilità e la socialità urbana: a) Viabilità nel centro urbano.  Cura dell’accesso e della fruibilità del centro urbano attraverso l’ottimizzazione della viabilità e la valorizzazione dei parcheggi.  Creare ambiti pedonali nel centro urbano mediante la individuazione di una viabilità alternativa a quella di attraversamento dell’abitato. b) Sicurezza del centro urbano.  Investire sulla sicurezza sostenendo l’azione di controllo del territorio anche attraverso il corpo della polizia municipale.  Valorizzare gli elementi di arredo urbano capaci di contrastare episodi di degrado sociale.  Riqualificazione degli spazi pubblici e degli arredi anche nella parte della città di formazione recente. c) Agevolazione delle occasioni di incontro sociale.  Creare nuovi spazi di aggregazione o riqualificare quelli esistenti, con particolare attenzione alla domanda di socialità della popolazione più giovane e quella più anziana. d) Incentivare gli investimenti privati verso l’associazionismo.  Favorire un maggiore coinvolgimento e il coordinamento tra le associazioni.  Dove possibile affidare servizi (la gestione di spazi pubblici, delle attività per il tempo libero, degli spazi verdi….) alle associazioni locali.

2- Aumentare l’attrattività del centro abitato di Valpiana.  Mantenimento dei servizi minimi pubblici e di pubblica utilità.  Salvaguardare la presenza dei servizi di pubblica utilità, come poste, sportello bancario, negozi, impianti sportivi, ecc..  Investire su servizi atti a semplificare l’iniziativa economica, sociale, culturale del privato, per facilitare l’emersione di nuove iniziative che impreziosirebbero il Comune.  Gli spazi verdi disposti lungo le arterie di comunicazione dovranno essere rese funzionali alla attenuazione dell’eventuale inquinamento acustico e dell’aria generato dalla circolazione veicolare nonché al raccordo tra superfici urbanizzate e contesto agricolo circostante.  Investire su servizi atti a semplificare l’iniziativa economica, sociale, culturale del privato, per facilitare l’emersione di nuove iniziative in grado di vitalizzare l’economia locale.  Densificare il tessuto urbano consolidato.

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3- Consolidare e potenziare la vocazione delle aree del lavoro ad ospitare attività produttive e/o commerciali: a) Sviluppare il ruolo sovra-comunale dell’area produttiva Valpiana.  Promuovere l’adeguamento dell’area artigianale al fine di incentivare investimenti qualificanti ed innovativi.  Consolidare e accrescere relazioni con i comuni limitrofi. b) Migliorare l’attrattività dell’aree produttive e/o artigianali.  Prevedere e incentivare l’allestimento di strutture pubbliche e private necessarie all’insediamento di filiere legate alla lavorazione dei prodotti locali, alla catena del freddo e del sottovuoto.  Investire sul ruolo delle attività locali nella identificazione di un “marchio Maremma”.  Promuovere la qualità architettonica degli edifici industriali.

4- Promuovere lo sviluppo sostenibile: a) Risparmio energetico.  Favorire la riduzione dei consumi in particolare negli insediamenti artigianali e produttivi.

5- Promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente nel centro abitato di Valpiana: a) Miglioramento della qualità dello spazio pubblico  Conservazione e ripristino del valore estetico del centro abitato attraverso la riqualificazione degli edifici pubblici e privati.

6- Ridefinire i margini urbani per attenuare e/o superare le attuali frangiature: a) Miglioramento della qualità dello spazio pubblico.  Mantenere la separatezza funzionale e percettivo-estetica tra il territorio urbano e quello rurale.

7- Valorizzare le specificità delle aree agricole periurbane delle frazioni: a) Agricoltura.  Valorizzazione della produzione locale non solo per quanto riguarda la produzione di prodotti tipici ad alto valore aggiunto da promuovere sul mercato, ma anche qualità e stagionalità (attraverso azioni di sistema), per la promozione di una cultura del cibo nelle scuole e asili.  Rafforzare la filiera corta.

Il ruolo dei centri collinari.

1- Migliorare l’accessibilità e la socialità urbana: a) Viabilità e mobilità nel centro urbano.  Cura dell’accesso e della fruibilità dei centri urbani attraverso l’ottimizzazione della viabilità e la valorizzazione dei parcheggi.

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 Consentire l’accesso ai centro antichi a disabili e anziani, attraverso interventi strutturali di eliminazione delle barriere architettoniche, dove possibile ed economicamente sostenibile. b) Sicurezza del centro urbani.  Investire sulla sicurezza sostenendo l’azione di controllo del territorio anche attraverso il corpo della polizia municipale.  Valorizzare gli elementi di arredo urbano capaci di contrastare episodi di degrado sociale. c) Agevolazione delle occasioni di incontro sociale.  Creare nuovi spazi di aggregazione o riqualificare quelli esistenti, con particolare attenzione alla domanda di socialità della popolazione più giovane e quella più anziana.  Valorizzazione delle strutture scolastiche e degli impianti sportivi ancora presenti nei centri collinari: d) Incentivare gli investimenti privati verso l’associazionismo.  Favorire un maggiore coinvolgimento e il coordinamento tra le associazioni.  Dove possibile affidare servizi (la gestione di spazi pubblici, delle attività per il tempo libero, degli spazi verdi….) alle associazioni locali.

2- Aumentare l’attrattività dei centri collinari: a) Incrementare e qualificare le attrezzature pubbliche, di interesse comunale e sovracomunale e dei servizi alla persona.  Mantenimento dei servizi minimi pubblici (sanitari, scuole etc.) e di pubblica utilità (banche, poste, etc). b) Qualificazione dei servizi minimi pubblici e di pubblica utilità.  Salvaguardare e qualificare la presenza dei servizi di pubblica utilità, come poste, sportello bancario, negozi, impianti sportivi, ecc..  Investire su servizi atti a semplificare l’iniziativa economica, sociale, culturale del privato, per facilitare l’emersione di nuove iniziative che impreziosirebbero il Comune.

3- Rafforzamento dell’identità dei centri collinari nell’economia turistica: a) Puntare a forme di turismo sostenibile.  Incentivare attività turistiche tipiche sul territorio quali l’albergo diffuso e ogni forma di offerta turistica sostenibile.  Favorire la fruibilità e l’accesso alle risorse attraverso servizi di informazione, ad esempio mediante centri di accoglienza e informazione turistica, adeguata segnaletica, punti di informazione automatizzati.

4- Rivitalizzare i centri collinari attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente: a) Miglioramento della qualità urbana e dello spazio pubblico.  Allestire un sistema di regole tese ad incentivare il riuso edilizio che possa coniugare la salvaguardia del tessuto storico e contrastare l’abbandono della residenza stabile dai centri collinari.  Conservazione e ripristino del valore estetico dei centri abitati attraverso la riqualificazione degli edifici pubblici e privati.

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5- Ridefinire i margini urbani per attenuare e/o superare le attuali frangiature: a) Miglioramento della qualità urbana dello spazio pubblico.  Mantenere la separatezza funzionale e percettivo-estetica tra il territorio urbano e quello rurale.

Il territorio rurale.

1- Funzione produttiva dell’agricoltura: a) Asse prioritario di sviluppo.  Valorizzazione della produzione locale non solo per la produzione di prodotti tipici ad alto valore aggiunto da promuovere sul mercato, ma anche per la qualità e la stagionalità in modo da rafforzare la filiera corta a favore dei piccoli produttori locali;  Conservazione attiva del territorio agricolo e del suo tessuto organizzativo, nonché delle attività agricolo-artigianali di filiera.  Mantenere l’identità rurale dei luoghi quale fattore di attrazione di investimenti esterni.  Incentivare la qualità territoriale delle attività vitivinicole insediate negli anni scorsi.

2- Ruolo delle attività complementari all’agricoltura: a) Turismo leggero.  Valorizzazione delle risorse locali quali agricoltura, risorse naturali bosco paesaggio rurale, patrimonio storico culturale borghi antichi e storia mineraria.  Incentivare forme di turismo identitario e legato al territorio privilegiando il riuso del patrimonio edilizio.  Incrementare le forme del turismo tematizzato (enogastronomico, delle grandi cantine di vinificazione, sportivo, faunistico venatorio).  Valorizzare l’area del Lago dell’Accesa per consentire la sua fruizione a un turismo lento e rispettoso delle risorse delle aree di grande pregio naturale attraverso l’allestimento di strutture e di servizi realizzate con tecniche e tipologie integrate al contesto dei luoghi.

3- Garantire l’uso funzionalmente e culturalmente corretto del patrimonio edilizio esistente in area agricola. a) Riuso funzionale.  Garantire il recupero del patrimonio edilizio esistente ed il riuso funzionale legato alle attività agricole o a quelle ad essa connesse.  Tutelare il sistema insediativo degli edifici rurali di impianto storico.

Gli obiettivi sopra enunciati, fatti salvi eventuali diversi e ulteriori orientamenti che potranno scaturire dal percorso partecipativo, o dalla attività tecnica successiva e più approfondita, costituiscono il principale riferimento progettuale per la formazione del Piano Operativo e per lo svolgimento delle valutazioni strategiche ed ambientali.

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7. Gli enti e gli organi pubblici competenti

7.1 Enti a cui richiedere il contributo tecnico, (art. 17 c.3 lett. c)

Si individuano i seguenti enti pubblici ai quali richiedere un contributo tecnico, finalizzato al miglioramento della qualità tecnica dell’atto di governo del territorio stabilendo un termine di 60 gg per l’invio del contributo:

 Regione Toscana  Settore pianificazione del territorio e Settore del Paesaggio  Ufficio Tecnico del genio civile  Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana  Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo  Soprintendenza archeologica della Toscana  Provincia di Grosseto  Dipartimento ARPAT della provincia di Grosseto  Azienda USL Toscana sud-Est  Autorità Idrica Toscana  Autorità di Bacino Fiume Ombrone  ATO gestione Rifiuti  Unione di Comuni Montana Colline metallifere  Suap  Ufficio Tecnico – Lavori pubblici e Ambiente del Comune di Massa Marittima  Regione Toscana - Settore pianificazione del territorio e Settore del Paesaggio  Provincia di Grosseto  Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana  Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo  Soprintendenza archeologica della Toscana  Comune di Monterotondo Marittimo  Comune di Montieri  Comune di Scarlino  Comune di Gavorrano  Comune di Roccastrada  Comune di Follonica  Comune di Suvereto.

7.2 Enti a cui pareri, nullaosta o assensi, (art. 17 c.3 lett. d)

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Si individuano i seguenti enti pubblici competenti alla emanazione di pareri, nulla osta o assensi comunque denominati necessari ai fini dell’approvazione della variante, stabilendo un termine di 60 gg. per l’invio del parere, nulla-osta o assenso comunque denominato:

 Regione Toscana:  Settore pianificazione del territorio e Settore del Paesaggio  Ufficio Tecnico del genio civile  Provincia di Grosseto  Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana  Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo  Soprintendenza archeologica della Toscana  Autorità di Bacino Fiume Ombrone

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8. Il processo partecipativo alle scelte.

7.1 Il garante dell’informazione e della partecipazione.

La legge Regionale per il Governo del Territorio n.65/2014 (artt. 37 e 38) prevede l’istituzione e la nomina di un Garante dell’informazione e della Partecipazione.

Le funzioni proprie del Garante sono quelle normate all’art. 38 ed in particolar modo:

“ […] il garante dell’informazione e della partecipazione assume ogni necessaria iniziativa, nelle diverse fasi procedurali di formazione degli atti di governo del territorio, per l’attuazione del programma di cui all’articolo 17, comma 3, lettera e), e per assicurare l’informazione e la partecipazione dei cittadini e di tutti i soggetti interessati. […]

Il Garante rimane in carica per tutto il processo di formazione del piano operativo promuovendo le iniziative volte alla partecipazione e all’informazione della cittadinanza anche attraverso la redazioni di un rapporto sulle attività svolte.

Il Garante incaricato per il Piano Operativo del Comune di Massa Marittima è il dott. Marco Sabatini19.

7.2 Il programma delle attività di partecipazione.

Il Piano Operativo prevede la calendarizzazione di alcuni incontri frontali volti alla partecipazione ed informazione della popolazione. Gran parte della partecipazione sarà svolta attraverso l’ausilio di strumenti informatici che possano facilmente essere usati dalla cittadinanza, anche senza l’ausilio di tecnici, e che possano essere facilmente controllabili dall’amministrazione pubblica, il tutto per garantire un buon livello di trasparenza e tracciabilità della decisione.

Il sito internet20 è stato sviluppato in ambiente Qgis e fornito di una doppia interfaccia grafica, una accessibile all’esterno ed una solamente dall’Ufficio Urbanistica. Gli utenti esterni possono introdurre, tramite l’inserimento delle coordinate catastali, le istanze che intendono porre all’attenzione dell’Amministrazione. Le istanze sono catalogabili attraverso 7 diverse tipologie:

 abitare;  lavorare;  strade;

19 Determina Det. n° 25 del 29/11/2018 di conferimento incarico in qualità di Garante dell’informazione e della partecipazione - [email protected]

20 Cfr. Mappa dei contributi - www.comune.massamarittima.gr.it/nuovo-piano-operativo-comunale/

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 sport-divertimento;  verde;  cultura;  altro.

L’ultimo campo denominato “in moderazione” indica lo stato di “lavorazione” della istanza; infatti, ogni istanza ha la necessità di essere visionata dall’Ufficio Urbanistica prima di essere visibile all’intera comunità di utenti. Questo risulta essere un’attività necessaria al fine di evitare qualsiasi tipo di vandalismo informatico.

Ogni utente può quindi introdurre in un campo editabile l’istanza specifica. l’istanza rimarrà sospesa (in moderazione) fin quando l’ufficio, previo controllo, darà il proprio assenso alla pubblicazione. L’Ufficio provvederà, tramite la relativa interfaccia, ad effettuare le operazioni di vidimazione e pubblicazione. Da quel momento l’istanza sarà visibile a tutti gli utenti. La piattaforma informatica è dotata di cartografia catastale, ortofoto aerea, cartografia CTR 10.000 e 2.000.

Il funzionamento della piattaforma informatica è stato presentato durante il primo incontro pubblico.

Infatti, in data 19/02/2019 si è svolto il primo incontro nella sala “Portale degli Etruschi” nel quale è stato presentato il nuovo iter di formazione del nuovo strumento urbanistico e alcune linee guida oltre alla piattaforma informatica per l’inserimento dei contributi della popolazione. Le istanze della popolazione potranno essere inviate anche in formato cartaceo o tramite mail/PEC all’indirizzo ufficiale dell’Amministrazione 21. Già alla data dell’incontro pubblico, il portale presentava al suo interno contributi derivanti da un’intensa attività partecipativa preliminare.

Si segnala fra le iniziative già intraprese:

 un primo ciclo di partecipazione con l’invio di contributi per la Variante al Regolamento Urbanistico del 2014;  un secondo ciclo che ha visto l’amministrazione richiedere, nell’ottobre 2018, la conferma del contributo presentato ai soggetti intervenuti a suo tempo.

L’ufficio ha già provveduto all’inserimento di questi contributi nel portale web. L’adozione della piattaforma informatica garantirà la trasparenza e tracciabilità del processo decisionale, con la possibilità di visionare dei contributi pervenuti da parte della popolazione.

A seguito dell’avvio del procedimento sarà svolta una adeguata campagna informativa attraverso:

21 Puoi inviare i tuoi contributi anche tramite: email: [email protected] , pec: [email protected] , forma cartacea: Comune di Massa Marittima, Piazza Garibaldi, 10-12 – 58024 Massa Marittima (GR).

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 pubblicazione di avvisi del Garante della Partecipazione sul sito istituzionale dell’Ente;  informazione giornalistica;  affissioni pubbliche.

A queste attività seguirà un percorso partecipativo che si svilupperà a partire da maggio 2019 (*) e che prevederà incontri, anche nelle frazioni, volti al dialogo con la popolazione e al recepimento delle istanze della cittadinanza. I forum di partecipazione potranno avere come oggetto anche specifiche tematiche, anche in relazione ad un’analisi delle istanze presentate.

I forum previsti avranno come oggetto:

 il centro urbano di Massa Marittima  le frazioni  il territorio rurale  le attività socio-economiche

Gli incontri prevederanno la partecipazione di:

 Ordini Professionali e tecnici operanti nel territorio;  Rappresentanti dei Comuni limitrofi;  Associazioni Locali;  Categorie di rappresentanza  Categorie economiche  Sindacati  Privati cittadini  Specifiche categorie in relazione a temi discussi

(*) Le date e le sedi di svolgimento delle iniziative sono in corso di definizione. Potranno inoltre verificarsi diversa articolazione degli eventi o slittamenti.

Interfaccia grafico della “Mappa dei contributi”

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