Comune di PONTE NIZZA

PGT - VARIANTE 2018

Rapporto preliminare per la Verifica di assoggettabilità alla VAS

febbraio 2019 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Variante al Piano di Governo del Territorio Rapporto preliminare per la Verifica di esclusione dalla VAS

Il Sindaco Sig. Celestino Pernigotti Il Responsabile Unico del Procedimento Arch. Sara Sparpaglione

Il Progettista Dott. Arch. Luigi Bariani

Consulenze Rapporto preliminare VAS Dott. Arch. Carla Maria Crosina

2 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

INDICE

1. Premessa 4

2. Riferimenti normativi 6

3. Metodologia di lavoro 9

4. Quadro di riferimento programmatico territoriale 11

5. Quadro di riferimento territoriale ambientale 13

6. Descrizione della Variante di PGT 28

7. Coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e mitigazioni 39

8. Sintesi del documento 42

3 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

1. Premessa

Il presente documento ha lo scopo di verificare la necessità di sottoporre o meno a Valutazione ambientale strategica (VAS) la Variante al PGT di Ponte Nizza ai sensi di quanto previsto dall’art. 4 della LR 12/2005 e s.m.i. sul governo del territorio. Nello sviluppo del documento si è fatto riferimento alle indicazioni contenute nella Direttiva Europea 2001/42/CE, nel D.Lgs 152/06 “Norme in materia ambientale” e s.m.i. (Dlgs 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”); nei documenti di linee guida attuativi della Direttiva e nel documento della Regione Lombardia Indirizzi per la valutazione ambientale di piani e programmi, documento attuativo dell’art 4 della LR 12/2005, approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 13 marzo 2007; nei conseguenti indirizzi operativi contenuti nella delibera di Giunta Regionale n.6420 del 27.12.2007, e s.m.i, nella DGR n. 10971 del 30 dicembre 2009; nella DGR n. 761 del 10 novembre 2010; nella Circolare della Direzione Generale Territorio e Urbanistica del 10 dicembre 2010 relativa all’“Applicazione della Valutazione Ambientale di Piani e Programmi VAS nel contesto comunale”; nella Deliberazione della Giunta Regionale 22 dicembre 2011 - n. 2789 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione ambientale (VAS) - Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010); nella LR n. 12 del 4 agosto 2011 Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette; nella LR 4/2012 Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico – edilizia, in particolare la parte II all’art. 13 che integra e modifica l’art. 4 della LR 12/2005 in riferimento alla assoggettabilità alla VAS delle varianti del Piano delle regole e Piano dei servizi; nella DGR 25.07.2012 n. IX/3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di Piano e programmi – VAS Approvazione allegato 1u – Modello metodologico e procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Variante del piano dei servizi e delle regole.

Nell’allegato 1 degli indirizzi operativi della Giunta Regionale (DGR 761/2010), che fornisce indicazioni operative di maggiore dettaglio su verifica di esclusione e VAS dei PGT, viene accertato l’obbligo di sottoporre la Variante del Piano di Governo del Territorio a procedimento di Valutazione ambientale – VAS o a Verifica di assoggettabilità. La Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale si applica alle seguenti fattispecie: a) P/P ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori (punto 4.6 – Indirizzi generali); b) P/P non ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione di progetti .

Per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale e' necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del d.lgs. e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento. Il punto 4.6 della DCR 351/2007 prevede che la Giunta Regionale con apposito provvedimento determini i criteri per valutare l’esistenza del requisito a). Nel periodo di transizione l’Autorità procedente procede, sotto la propria responsabilità e sulla base di propri criteri, all’accertamento.

E così come previsto all’art. 6 del dal D.Lgs. 152/06 e smi: 1. La valutazione ambientale strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale. 2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. 3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria

4 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______qualora l'autorita competente valuti che producano impatti significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12. 3-bis. L'autorita competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull'ambiente.

L’Amministrazione comunale di Ponte Nizza ha valutato di sottoporre la Variante di Piano in questione al procedimento di verifica di esclusione.

Secondo il punto 4.2 dell’allegato 1 della DGR 761 / 2010 la Conferenza di Verifica si esprime sul rapporto preliminare della Variante di Piano contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente, sulla salute e sul patrimonio culturale facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva europea. Ai sensi della DGR n. 3836/2012, secondo lo Schema generale della Verifica di assoggettabilità alla VAS, negli orientamenti iniziali si prevede la verifica con i siti Rete Natura 2000.

Nel comune di Ponte Nizza non sono presenti siti Rete Natura 2000.

Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare previsto dalla legge e contiene gli elementi di base che delineano le caratteristiche del piano, gli effetti e le aree che possono essere interessate. Il 10/03/2017 il Ministero dell’ambiente per parte della Direzione generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni ambientali, ha pubblicato le Linee Guida per la predisposizione della Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale (VAS) , previste dall’art. 22, comma 5, del D. Leg.vo 152/2006. Esse sono finalizzate a fornire indicazioni metodologiche ed operative ai Proponenti per la predisposizione della Sintesi non Tecnica (SNT) e forniscono criteri redazionali omogenei sia in termini di struttura che di contenuti del documento. Il Rapporto Preliminare è strutturato come segue: Il capitolo 1 illustra le finalità e i contenuti del Rapporto , mentre il capitolo 2 contiene i principali riferimenti per la Verifica di VAS, a livello europeo, nazionale e regionale lombardo. Il capitolo 3 spiega le modalità di impostazione del percorso e le coerenze con gli obiettivi di sostenibilità mutuati dalla normativa e dalle politiche regionali, provinciali e nazionali. Il capitolo 4 illustra il quadro di riferimento programmatico territoriale andando ad analizzare più nel dettaglio le previsioni dello strumento generale vigente. Il capitolo 5, affronta l’analisi del contesto ambientale ed urbanistico per il territorio comunale. Il capitolo 6 illustra in dettaglio i contenuti della Variante al PGT vigente eventuali mitigazioni e compensazioni previste dalla Variante. Il capitolo 7 descrive la coerenza con gli obiettivi di sostenibilità, gli impatti principali e significativi. In questo capitolo si definiscono suggerimenti e misure di mitigazione e/o compensazione sia per il progetto che per la fase realizzativa. Nel capitolo 8 si sintetizzano i passaggi significativi del documento.

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2. Riferimenti normativi

Il lavoro segue una metodologia che trova i propri riferimenti normativi nei seguenti documenti: → Direttiva Europea 2001/42/CE, concernente la Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente ; → D.Lgs. 152/2006, Norme in materia ambientale, integrato dal D.lgs 4/2008 e dal D.lgs 128/2010 ; → L.R. 12/2005 e s.m.i., Legge per il governo del territorio ; → D.C.R. VIII/351, 13 marzo 2007, Indirizzi generali per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi (art. 4, comma 1, L.R. 11 marzo 2005, n. 12) ; → D.G.R. VIII/6420, 27 dicembre 2007, Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS. Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’articolo 4 della Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12, "Legge per il governo del territorio" e degli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi" approvati con deliberazione dal consiglio regionale il 13 marzo 2007, atti n. VIII/0351 (Provvedimento n. 1) , e successivi aggiornamenti ed integrazioni di cui alla D.G.R. VIII/10971, 30 dicembre 2009, e D.G.R. IX/761, 10 novembre 2010. → Circolare del 10 dicembre 2010 della Direzione Generale Territorio e Urbanistica “Applicazione della valutazione ambientale di piani e programmi – VAS nel contesto comunale” → L.R. n. 12, del 4 agosto 2011, Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette e modifiche alle leggi regionali 30 novembre 1983, n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonche’ delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e 16 luglio 2007, n. 16 (Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione dei parchi) → Deliberazione della Giunta Regionale 22 dicembre 2011 - n. 278 9, Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione ambientale (VAS) - Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010). → LR 4/2012 Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico - edilizia. In particolare la parte II all’art. 13 che integra e modifica l’art. 4 della LR 12/2005 in riferimento alla assoggettabilità alla VAS delle varianti del Piano delle regole e Piano dei servizi. → DGR n. IX/3836 del 25.07.2012 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di Piano e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) - Approvazione allegato 1u – Modello metodologico e procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Variante del piano dei servizi e delle regole.

La normativa regionale lombarda La VAS sui piani viene introdotta in Lombardia dall’art 4 della LR 12/2005. L’articolo fornisce alcune indicazioni di riferimento, che vengono poi specificate nei criteri attuativi approvati dal Consiglio Regionale il 13 marzo 2007. Il citato art. 4 della LR 12/2005 stabilisce che la VAS, a livello comunale, si applica al Documento di Piano ed alle sue varianti, sviluppandosi nelle fasi preparatorie del piano, ed anteriormente alla sua adozione. Il fine è quello di evidenziare “la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione” ed inoltre di individuare “le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione, anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso”. Primi criteri attuativi relativi alla VAS sono contenuti nel documento Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi , approvato dal Consiglio Regionale in data 13 marzo 2007, che contiene una dettagliata serie di indicazioni, in attuazione di quanto previsto dall’art. 4 della legge regionale sul governo del territorio.

A queste indicazioni, si affiancano le disposizioni applicative della DGR VIII/6420, 27 dicembre 2007, Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS. Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’articolo 4 della Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12, "Legge per il governo del territorio" e degli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi" approvati con deliberazione dal

6 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______consiglio regionale il 13 marzo 2007, atti n. VIII/0351, dove vengono confermate le disposizioni contenute negli indirizzi generali citati e si definiscono procedure, soggetti e contenuti del procedimento di VAS. Tali disposizioni applicative sono state successivamente aggiornate e integrate con D.G.R. VIII/10971, 30 dicembre 2009, e D.G.R. IX/761, 10 novembre 2010. LR 4/2012 Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico – edilizia, in particolare la parte II all’art. 13 che integra e modifica l’art. 4 della LR 12/2005 in riferimento alla assoggettabilità alla VAS delle varianti del Piano delle regole e Piano dei servizi e DGR n. 3836 25.07.2012 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di Piano e programmi – VAS Approvazione allegato 1u – Modello metodologico e procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Variante del piano dei servizi e delle regole. In particolare, l’allegato 1u della DGR n. 3836 del 25.07.2012 relativo alla Variante del piano dei servizi e delle regole, definisce le fasi del procedimento di verifica di assoggettabilità alla VAS, e gli step da percorrersi nell’elaborazione della documentazione necessaria alla valutazione della necessità di sottoporre o meno il piano a VAS. Fasi del procedimento – Verifica assoggettabilità a VAS (DGR n. 3836 del 25.07.2012, allegato 1B, punto 5.1.) La verifica di esclusione è effettuata secondo le indicazioni di cui al punto 5.9 degli Indirizzi generali, come specificati nei punti seguenti e declinati nello schema generale – Verifica di esclusione : 1. avviso di avvio del procedimento; 2. individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; 3. elaborazione del documento di sintesi della proposta di DdP contenente le informazioni e i dati 4. necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente e sulla salute, facendo riferimento ai criteri 5. dell’allegato II della Direttiva; 6. messa a disposizione del documento di sintesi e avvio della verifica; 7. convocazione conferenza di verifica; 8. decisione in merito alla verifica di esclusione dalla VAS; 9. informazione circa la decisione e le conclusioni adottate.

La circolare esplicativa (emanata in data 10 dicembre 2010 ) dalla Direzione Generale Territorio e Urbanistica ribadisce i contenuti delle schede che accompagnano la DGR 761 / 2010 e allo stesso tempo fornisce alcuni chiarimenti sui passaggi procedurali che interessano i comuni con una popolazione residente inferiore a 5.000 abitanti. Si riporta qui di seguito una sintesi di quelle relative all’individuazione dell’autorità procedente e dell’autorità competente per la valutazione ambientale: − L’Autorità procedente e l’Autorità competente per la VAS sono individuate all’interno dell’ente che procede nella formazione del piano in modo che siano ben distinte tra loro. In particolare l’Autorità procedente (vedi punto 3.1 ter Allegati 1a-1b della DGR 761 / 2010) è individuata all’interno dell’ente tra

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coloro che hanno responsabilità nel procedimento di formazione del Piano (in genere il Responsabile Unico del Procedimento), mentre l’Autorità competente per la VAS è individuata all’interno dell’ente nel rispetto dei requisiti e delle modalità previste dal punto 3.2 Allegati 1a-1b della DGR 761 / 2010. − L’Autorità competente viene individuata con attenzione a garantire: a) separazione rispetto all’autorità procedente; b) adeguato grado di autonomia nel rispetto dei principi generali stabiliti dal d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 29, comma 4, legge n. 448/2001; c) competenze in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo sostenibile. − Per i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, qualora non esistano competenze tecniche interne all’ente, è data la facoltà, previa assunzione delle disposizioni regolamentari ed organizzative (comma 23 dell’art. 53 della legge 23/12/2000, n. 388 modificata dal comma 4 dell’art. 29 della legge 28.12.2001, n. 448), di attribuire ai componenti dell'organo esecutivo la responsabilità degli uffici e dei servizi ed il potere di adottare atti anche di natura tecnica gestionale. − In alternativa, per tutti i comuni, è sempre possibile l’individuazione dell’Autorità competente per la VAS anche mediante incarico a contratto per alta specializzazione in ambito di tutela e valorizzazione ambientale ai sensi dell’art.110 del D.Lgs. 267/2000 concernente il ricorso ad incarichi per la copertura dei posti di responsabili dei servizi o degli uffici, di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, mediante contratto a tempo determinato. − Di norma l’Autorità procedente è supportata dall’Ufficio di Piano nel procedimento di redazione del P/P. Analogamente è opportuno che l’Autorità competente per la VAS disponga di un supporto tecnico operativo cui è affidato il compito di coadiuvarla nelle attività tecnico-istruttorie di propria competenza (collaborazione con l’Autorità procedente nell’elaborazione di un P/P sostenibile, elaborazione del provvedimento di verifica o del parere motivato). Tale supporto è di norma incardinato all’interno dell’ente, laddove siano presenti altre competenze in materia di ambiente, di tutela paesistica e di sviluppo sostenibile, anche al fine di assicurare unitarietà nella valutazione. Gli Enti locali che non possono individuare il supporto tecnico operativo all’interno dell’ente, possono individuare forme associate oppure avvalersi, tramite apposita convenzione, del supporto tecnico di altro Ente locale (Provincia, Comunità Montana, Unione di Comuni, Parco).

La LR 12/2011 introduce alcune novità normative in merito alle procedure della Valutazione di incidenza con riferimento all'art. 6 comma 1 lettera "K" che modifica l'art. 25 Bis della Legge Regionale 30 novembre 1983 , N. 86, che recita: − Le province: a) effettuano la valutazione di incidenza di tutti gli atti del piano di governo del territorio e sue varianti, anteriormente all'adozione del piano, verificandola ed eventualmente aggiornandola in sede di parere motivato finale di valutazione ambientale strategica (VAS). In caso di presenza dei siti di cui al comma 3, lettera b), la valutazione ambientale del PGT è estesa al piano delle regole e al piano dei servizi, limitatamente ai profili conseguenti alla valutazione di incidenza "

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3. Metodologia di lavoro

Viene di seguito descritta la metodologia utilizzata per la Verifica di assoggettabilità alla VAS della Variante al PGT del comune di Ponte Nizza , sulla base delle considerazioni fatte precedentemente.

Fasi principali del percorso per la costruzione del Rapporto preliminare − Strutturazione del percorso di Verifica di assoggettabilità a VAS − Quadro conoscitivo e definizione delle potenziali criticità e/o effetti attesi dall’attuazione del piano − Individuazione dei criteri di sostenibilità − Verifica di coerenza − Azione di risposta agli effetti del piano: misure di mitigazione e compensazione

Quadro conoscitivo e definizione delle potenziali criticità e/o effetti attesi dall’attuazione del piano Il primo e necessario passo al fine di poter impostare il percorso di verifica consiste nella costruzione di un quadro conoscitivo di sintesi sulla programmazione territoriale a scala locale e sui temi ambientali, al fine di delineare il quadro ci riferimento programmatorio entro il quale si muove il piano, i punti “deboli”, le criticità, le minacce. Partendo dall’approfondimento delle problematicità e degli effetti attesi, si andrà ad articolare il quadro delle modalità di intervento del piano, ovvero delle azioni da mettere in campo. L’allegato II della Direttiva descrive i Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi del piano: 1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse, - in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati, - la pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, - problemi ambientali pertinenti al piano o al programma, - la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità durata, frequenza e reversibilità, - carattere cumulativo - natura transfrontaliera degli effetti - rischi per la salute umana o per l’ambiente - entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); - valore e vulnerabilità dell’area - effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale

Individuazione dei criteri di sostenibilità Una volta delineati gli elementi che partecipano alla costruzione del piano attuativo, che ne costituiscono il riferimento programmatico, ma anche di risorse (territoriali e/o ambientali), si procede alla verifica di coerenza con i principi di sostenibilità e con gli obiettivi programmatici desunti da piani di livello regionale e provinciale, nonché dai documenti e linee guida di carattere internazionale e nazionale. Per la definizione degli obiettivi o criteri di sostenibilità si dovrà operare una scelta tra quelli disponibili di livello europeo, nazionale, regionale e provinciale in modo da declinare alla scala locale le risultanze di questo confronto. La scelta è stata operata analizzando documenti, linee guida, piani e programmi di livello internazionale, nazionale, regionale e provinciale: • Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta , relativo al periodo compreso tra l’1 gennaio 2001 ed il 31 dicembre 2010, istituito con decisione 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 e adottato con il Doc. 10917/06 il 15-16 giugno 2006 dal Consiglio d’Europa;

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• Aalborg+10 report , approvato in data 11 giugno 2004 dai partecipanti alla quarta conferenza europea delle Città Sostenibili, tenutasi ad Aalborg;

• Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale ed i Programmi dei Fondi Strutturali dell’UE, agosto 1998.

• Deliberazione n. 57 del 2 agosto 2002 del CIPE Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia , promossa a seguito della prima strategia UE in materia di sviluppo sostenibile adottata dal consiglio europeo di Göteborg (2001) e completata dal Consiglio Europeo di Barcellona del 2002.

• Piano Territoriale Regionale, approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 19 gennaio 2010 con deliberazione n. 951. Ultimo aggiornamento del PTR approvato con d.c.r. n. 64 del 10 luglio 2018.

• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale del 07.11.2003. Il 23 aprile 2015 con Deliberazione di Consiglio n. 30 è stata approvata la Variante al PTCP. Si propone di seguito una lista di tematiche e di obiettivi:

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ TEMI SPECIFICI Ridurre i consumi energetici 2. Biodiversità Conservare gli ambienti naturali e tutelare le specie rare e vulnerabili 3. Aria Ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici Ridurre i consumi idrici 4. Acqua Tutelare le risorse e le riserve idriche Tutelare il suolo da processi alteranti e da contaminazioni 5. Suolo Contenere il consumo di suolo 6. Rifiuti Contenere la produzione di rifiuti 7. Clima acustico Ridurre il livello di inquinamento acustico Garantire la distribuzione degli spazi edificati in localizzazioni adeguate 8. Ambiente edificato Salvaguardare il patrimonio storico architettonico 9. Salute umana Tutelare e migliorare la qualità della vita

Verifica di coerenza Una volta individuati gli obiettivi di sostenibilità, l’analisi di coerenza potrà essere esplicitata attraverso l’uso di una matrice che metta in relazione le azioni di Piano, con gli obiettivi di sostenibilità previsti a livello superiore. L’analisi valuterà gli aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e la sua evoluzione probabile in coerenza con la programmazione urbanistica proposta sintetizzata all’interno della “Matrice di Valutazione”. Le informazioni scaturite dallo stato saranno riportate a livello qualitativo tipo:

+ coerente - incoerente / non significativo ? da approfondire

Azioni di risposta Sulla base delle indicazioni sviluppate con l’analisi di coerenza rispetto agli obiettivi di sostenibilità si può procedere ad elaborare le risposte.

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4. Quadro di riferimento programmatico territoriale

Previsioni del PGT vigente Il Piano di Governo del Territorio attualmente in vigore è stato approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 41 del 07/12/2012 e con efficacia a partire dall’avviso di approvazione definitiva sul BURL Serie avvisi e concorsi n. 23 del 05/06/2013.

L’avvio del procedimento della Variante e della relativa Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale è stato deliberato dall’Unione dei .Comuni Terre di Malaspina - Comuni di Ponte Nizza e con Delibera di Giunta n. 27 del 04/07/2018.

Contenuti generali della Variante di PGT

Tav. 1 Stralcio - QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO VIGENTE CON INDIVIDUAZIONE AMBITI OGGETTO DI VARIANTE – 2018

Dalla Relazione illustrativa della Variante 2018 al PGT, si evince che questa è finalizzata ad aggiornare lo strumento urbanistico per adeguarlo ad alcune nuove esigenze emerse dalla sua entrata in vigore, e relazionate in parte ad aspetti pratici di gestione/attuazione del suddetto strumento, ed in parte ai nuovi scenari che si sono venuti a determinare.

11 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Trattasi di variante parziale, che interessa aspetti puntuali del PGT, nei limiti previsti dall’art. 5 della L.R. n. 31 del 28/11/2014 e compatibilmente con le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Le modifiche riguardano principalmente previsioni insediative (DDP – PDR).

In merito all’entrata in vigore della L.R. 31/2014 si ricorda che i Comuni non hanno più la possibilità di approvare varianti ai PGT che prevedano un ulteriore consumo di suolo. Il Piano Territoriale Regionale, i Piani Territoriali delle Province e della Città Metropolitana, i PGT dei Comuni sono tenuti ad adeguarsi entro i termini prefissati dalla Legge e secondo le disposizioni che verranno emanate. Con la legge regionale n. 16 del 26 maggio 2017 sono state introdotte modifiche all'articolo 5 (Norma transitoria) della legge regionale n. 31 del 2014. Fino all'adeguamento citato, comunque, fino alla definizione nel PGT della soglia comunale del consumo di suolo, di cui all'articolo 8, comma 2, lettera b-ter), della l.r. 12/2005, come introdotto dall'articolo 3, comma 1, lettera h) della L.R. n. 31/2014, i comuni possono approvare varianti generali o parziali del documento di piano e piani attuativi in variante al documento di piano, assicurando un bilancio ecologico del suolo non superiore a zero.

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5. Quadro di riferimento territoriale ambientale

5.1 Inquadramento territoriale Il Comune di Ponte Nizza è collocato nella parte sud occidentale della provincia di , e confina con , Cecima, , (AL), , , . Si trova nell’ Oltrepò Pavese, nella vallata del Torrente alla confluenza con il Nizza. È un comune di 787 abitanti ed ha una superficie complessiva di 22,96 kmq.

Per quanto riguarda gli aspetti ambientali riferibili ad un piano in variante al PGT, si andranno di seguito ad analizzare alcuni temi quali: acque, aria, suolo, energia e radiazioni, rifiuti, rumore, paesaggio beni culturali ed ecosistemi naturali.

5.2 Acque superficiali 1 I corsi d'acqua principali Staffora e Nizza hanno un regime idraulico torrentizio con portate molto variabili in funzione del ciclo idrologico. Il torrente Nizza si sviluppa prevalentemente da nord-est a sud-ovest e solo nella parte terminale a ridosso dell'abitato di Ponte Nizza assume la direzione est-ovest fino alla confluenza nel torrente Staffora. L'alveo attivo è costituito da un canale monocursale a sezione trapezia o quasi rettangolare delimitato da argini irregolari con fasce di vegetazione arbustiva/arborea e localmente da manufatti di difesa (gabbioni, muri ecc.). Il corso d'acqua lambisce sia il margine destro che quello sinistro del fondovalle addossandosi in più punti alla S.P.n°7 e agli stessi insediamenti (Risaia, Cà Minchino, capoluogo Ponte Nizza). Nel tratto finale a valle del ponte sulla S.S. n°461 l'alveo è definito su entrambi i lati da un argine artificiale sopraelevato di 2÷3 m circa rispetto al piano campagna adiacente. Il torrente Staffora attraversa il territorio comunale da est verso ovest con un'ampia piana alluvionale recente che si sviluppa soprattutto in destra idrografica. All'altezza del capoluogo i depositi alluvionali recenti si estendono in pratica fino alla ex S.S. n°461. Il reticolo idrografico minore ha un'impostazione prevalentemente strutturale con diversa densità di drenaggio in rapporto alla distribuzione dei litotipi e al loro assetto. Nella placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina le principali incisioni hanno uno sviluppo lineare ed il profilo di fondo raggiunge quasi ovunque l'orizzonte marnoso-sabbioso di base meno permeabile mantenendo una posizione sospesa rispetto alla fascia di versante sottostante. In particolare il reticolo idrografico minore afferente al torrente Nizza è costituito da alcune incisioni importanti per estensione del bacino imbrifero e/o energia di rilievo elevata, rappresentate dai rii Magaglia e Sbressano (in destra idrografica) e dal rio Begna (in sinistra); in particolare il conoide di quest'ultimo corso d'acqua di maggior rilevanza rispetto a quelli presenti ha modificato il tracciato del canale di scorrimento del torrente Nizza nella zona di confluenza rendendolo più irregolare nella sezione e spostandolo verso valle a ridosso della strada comunale per Moglie-Pizzocorno al di fuori dell'originaria fascia di pertinenza idraulica.

Acque sotterranee Il territorio di Ponte Nizza presenta una successione in cui si alternano unità litologiche permeabili e impermeabili, caratteristica questa che favorisce la formazione di falde acquifere; in particolare le facies sabbiose-arenacee e clastiche delle " Arenarie di Ranzano " permeabili per porosità, la " placca arenacea di Pizzocorno " ed il rilievo di M.Vallassa rivestono un'importanza idrogeologica significativa in quanto la struttura, le condizioni di appoggio, la permeabilità per porosità e per fratturazione favoriscono la formazione di corpi idrici sotterranei con potenzialità elevata soprattutto nella “placca arenacea” in relazione allo sviluppo verticale (150-200 m) e areale del complesso medio-superiore più permeabile. Trascurabili sotto l'aspetto idrogeologico sono invece le altre formazioni presenti nel territorio a componente argillosa-marnosa prevalente caratterizzate da una permeabilità molto bassa. Le suddette condizioni sono confermate dalla distribuzione e dall'entità delle sorgenti che alimentano l'acquedotto comunale infatti la maggior parte di esse drena le falde acquifere impostate nella placca arenacea, di minor entità sono le manifestazioni acquifere presenti nella facies sabbiosa-arenacea delle " Arenarie di Ranzano " e nella formazione delle “ Marne di M.Lumello”. L'emergenza delle falde avviene sia da fratture, sia in corrispondenza di barriere impermeabili per contatto tettonico o stratigrafico tra formazioni o facies di formazione a diversa permeabilità, o in alcuni casi per l'interferenza di movimenti franosi. Le sorgenti della placca arenacea presentano una discreta protezione naturale in rapporto alla loro posizione in quota e in aree prevalentemente a bosco, comunque non sottese a zone con insediamenti agricoli ed industriali, che assicura un soddisfacente grado di protezione naturale per gli acquiferi. Gli acquiferi risultano tuttavia vulnerabili per la mancanza di una protezione impermeabile in

1 Fonte: Relazione Illustrativa - COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA del PGT vigente (per acque superficiali e sotterranee)

13 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______superficie e in relazione alle condizioni litologico-strutturali del complesso arenaceo superiore più esposto che favoriscono la diffusione in tempi brevi di eventuali inquinanti (velocità di filtrazione effettiva elevata) e rendono difficile se non impossibile il controllo della circolazione dei medesimi. Nel fondovalle del torrente Nizza e lungo il torrente Staffora all'interno dei depositi alluvionali, è presente una falda acquifera di sub-alveo sostenuta dal substrato marnoso-argilloso con modesta potenzialità idrica in rapporto al ridotto spessore dello strato ghiaioso-ciottoloso permeabile e al regime idraulico dei corsi d'acqua caratterizzato da portate molto variabili ed estremamente ridotte nel periodo estivo. Questo acquifero presenta inoltre una ridotta protezione principalmente in relazione all'alimentazione prevalente dal corso d'acqua, al limitato spessore e alla geometria discontinua della copertura limosa-argillosa, nonché alla presenza di insediamenti, di infrastrutture e di vecchi pozzi in muratura prevalentemente abbandonati e alla soggiacenza ridotta o nulla in funzione dell'andamento delle precipitazioni e della portata del corso d'acqua.

Consumi idrici Il Piano d'Ambito ATO (II revisione in variante 2015) della provincia di Pavia riferisce che per il territorio dell'ATO provinciale l'approvvigionamento idropotabile è garantito prevalentemente dallo sfruttamento delle acque sotterranee mediante 363 pozzi, e che solo nell’area collinare dell’Oltrepo la risorsa sfruttata per scopi idropotabili proviene anche dalla captazione di sorgenti. Attualmente nel territorio dell’ATO non sono sfruttate le risorse superficiali per scopi idropotabili. Gli impianti di potabilizzazione esistenti sono 168 e presentano una potenzialità complessiva di 4720 m3/ora, mentre i sollevamenti sono 199. I serbatoi di accumulo esistenti, di tipo pensile e/o interrato, sono 378 e presentano una capacità totale di 47.018 mc ed una dimensione media di 124 mc. La lunghezza complessiva delle reti adduzione e distribuzione è di 4.043 km, corrispondente ad una lunghezza unitaria ad abitante residente di 7,5 m/ab res. 2: L'approvvigionamento idrico a scopo idropotabile è assicurato da 12 sorgenti con portate dell'ordine di 0.3- 0.5 l/sec e da 4 pozzi perforati nelle alluvioni recenti del torrente Staffora nella zona di San Ponzo che sfruttano la falda acquifera di sub-alveo. (…) Per condurre l’acqua dai punti di prelievo a quelli di consumo esiste una rete abbastanza complessa e frammentata vista anche l’articolata orografia del territorio, che comprende 20 serbatoi di accumulo, tutti di ridotte dimensioni (20÷40 m³), e 7 stazioni di rilancio. 3 Nella seguente tabella 4 è riportato il dettaglio della consistenza delle infrastrutture rilevato per il territorio comunale:

Depuratore Nel territorio dell’ATO della provincia di Pavia la lunghezza delle reti fognarie esistenti è di circa 2.940 km, corrispondente ad una lunghezza unitaria ad abitante residente di 5,7 m/ab res. Nella seguente tabella è riportato il dettaglio della consistenza delle infrastrutture per il servizio di fognatura. 5

2 Fonte: PIANO D’AMBITO – (II^ Revisione in variante). 2015 - Azienda Speciale “Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Pavia per la regolazione e la pianificazione del Servizio Idrico Integrato” - Rev. Novembre 2015 3 Fonte: Relazione Illustrativa - COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA del PGT vigente (per acque superficiali e sotterranee) 4 Fonte: PIANO D’AMBITO – item 5 Fonte: PIANO D’AMBITO – item

14 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Sempre il Piano d'Ambito ATO Pavia informa sullo stato dell'arte dei carichi fognari e sui trattamenti se esistenti o meno. Nel territorio comunale sono censiti 11 impianti di depurazione con potenzialità inferiore a 2000AE. Si presume l’esistenza di fosse imhoff soprattutto per quanto riguarda la depurazione di case sparse. Di seguito tabella con identificati gli impianti esistenti.

A seguire uno stralcio tratto dalla tavola che sintetizza lo stato di fatto delle infrastrutture fognarie e di depurazione. 6

Fonte: Piano d'Ambito III rev in variante Tav. 6 - Stato di fatto Fognatura depurazione Oltrepo

6 Fonte: PIANO D’AMBITO – item

15 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

5.4 Aria Nell'Allegato 1 della DGR n. 2605 del 30/11/2011, ai sensi dell'art. 3 del D.Lgs 13/08/2010 n. 155 revoca della DGR n. 5290/07, il comune di Ponte Nizza viene inquadrato tra le Zone C1 “Zona prealpina e appenninica” come fascia prealpina ed appenninica dell’Oltrepò Pavese, più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell’ozono. Più in generale, le Zone C (a sua volta suddivise in C1 e C2) sono caratterizzate da: - concentrazioni di PM10 in generale più limitate, rilevate dalla Rete Regionale di Qualità dell’Aria e confermate dalle simulazioni modellistiche; - minore densità di emissioni di PM10 primario, NOx, COV antropico e NH3; - importanti emissioni di COV biogeniche; - orografia montana; - situazione meteorologica più favorevole alla dispersione degli inquinanti; - bassa densità abitativa.

Di seguito uno stralcio dei dati provinciali e di dettaglio comunali dell’Inventario Emissioni in Atmosfera INEMAR 7:

Fonte INEMAR Dati Provinciali

Fonte INEMAR - Dati Comune di Ponte Nizza

Le emissioni sono misurate in tonnellate (t) ad esclusione di CO2 e CO2 eq. misurate in kt. Per la Provincia di Pavia i macrosettori che contribuiscono maggiormente all’emissione di inquinanti sono l'agricoltura per CH4 , Precursori dell'ozono , Combustibili organici volatili e NH3 , il trasporto su strada per precursori dell’ozono e NOx , la combustione non industriale per emissione di CO , CO2 e CH4. Il comune di Ponte Nizza contribuisce alle maggiori emissioni per i macrosettori: combustione non industriale, trasporto su strada, agricoltura. Il macrosettore combustione non industriale contribuisce in larga

7 Fonte : INEMAR - ARPA Lombardia (2018), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in Regione Lombardia nell'anno 2014 - dati finali. ARPA Lombardia Settore Monitoraggi Ambientali.

16 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______parte alle emissioni di CO , CO2 , PM2.5 , PTS (particolato polveri sospese), PM10 e SO2 , agricoltura troviamo le maggiori emissioni di CH4 e NH3, e trasporto su strada CO2 , Precursori dell’ozono e NOx

5.5 Suolo e sottosuolo 8 Caratteristiche geomorfologiche Il territorio comunale di Ponte Nizza dal punto di vista geomorfologico-idrografico può essere schematicamente differenziato in due ampie zone una posta in destra e l’altra in sinistra del torrente Staffora. La prima, e la più estesa, è quella in destra, rappresentata dalla bassa valle del torrente Nizza caratterizzata da rilievi isolati e da dorsali più resistenti fra cui si evidenziano il M. Calcinera (692 m s.l.m.), il M. Gazzolo (590 m s.l.m.) e la placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina che interessa la quasi totalità delle cime più elevate del versante sinistro con culminazioni fra le quote 650 e 760 m s.l.m. La seconda zona geomorfologica-idrografica, cioè quella in sinistra, è meno estesa della prima e si sviluppa principalmente nel bacino idrografico del torrente Semola con il rilievo principale del M. Vallassa (731 m s.l.m.) posto al margine sud-ovest del territorio comunale. In entrambi i settori sopra citati gli aspetti morfologici sono dovuti principalmente all'azione dei vari agenti e processi geomorfici su un rilievo geologicamente giovane e non eccessivamente elevato come quello appenninico. In sostanza le forme dominanti sono legate a processi morfoselettivi e morfotettonici (eterogeneità litologica, erosione differenziale e complessità strutturale, ecc.). Le forme del modellamento recente ed attuale sono ascrivibili soprattutto all'azione dilavante ed erosiva delle acque ed ai processi gravitativi di versante, che evidenziano il degrado e l’instabilità delle fasce modellate nei litotipi argilloso-marnosi. Il condizionamento litologico della morfologia è ben evidente nella zona altimetricamente più elevata della valle del torrente Nizza, dove la rottura di pendenza, in corrispondenza degli abitati di Pizzocorno, Moglie e Carmelo, coincide con il limite tra la litofacies arenacea più resistente (“ Arenarie di M.Vallassa ”) e le sottostanti litofacies marnose e marnose-arenacee più erodibili (“ Marne di Antognola ”, “ Arenarie di Ranzano ”). Nelle zone di affioramento delle formazioni marnoso-argillose, sono inoltre presenti le forme di erosione tipiche dei terreni con componente argillosa prevalente cioè i calanchi, forme erosionali in continua evoluzione caratterizzati da creste acute separate da gole profonde, incise lateralmente da canali estremamente ramificati a formare bacini imbriferi molto ravvicinati. Tali forme di degrado dei versanti, si osservano in particolare nelle “ Arenarie di Ranzano ” e nelle “Marne di Antognola ”, in particolar modo nel versante destro del torrente Nizza, favorite dall'esposizione a sud dei versanti e dalla piovosità. L'elemento morfostrutturale più significativo è costituito dalla " sinclinale di Pizzocorno " nella parte altimetricamente più elevata del versante sinistro del torrente Nizza; questa sinclinale, sostanzialmente simmetrica e con piano assiale disposto in senso circa est-ovest è modellata nelle " Arenarie di M.Vallassa " in discordanza sulle “Marne di Antognola ” ed il suo assetto attuale è dovuto alle fasi deformative tortoniane e successive. Per quanto riguarda il bacino del torrente Semola esso ha origini sulle pendici settentrionali del rilevo arenaceo del Monte (quota 660 m s.l.m.) con un reticolo idrografico a chiara impostazione strutturale che nella parte inferiore incide le formazioni marnose-argillose più erodibili dando luogo a fenomeni calanchivi accentuati. Sismicità La pericolosità sismica locale è stata valutata sulla base della metodologia indicata nell’allegato 5 della DGR/8/7374/2008. Tale metodologia prevede tre livelli di approfondimento in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica locale PSL. Considerando che il comune di Ponte Nizza ricade in zona sismica 3 in fase di pianificazione urbanistica è obbligatorio eseguire un’analisi di 1° livello su tutto il territorio comunale e di 2° livello negli scenari PSL Z3 e Z4 interferenti con l’urbanizzato e l’urbanizzabile ad esclusione delle aree inedificabili (Classe di fattibilità geologica IV). L’analisi di primo livello consiste in un approccio di tipo qualitativo, costituisce lo studio propedeutico ai successivi livelli di approfondimento ed è finalizzato alla definizione della pericolosità sismica locale PSL utilizzando la Tab.1 “ Scenari di pericolosità sismica locale” dell’All.5. In tal senso sul territorio comunale sono stati individuati i seguenti sette scenari di pericolosità sismica locale PSL (cfr . Tav. DP.G.04 e DP.G.05 dello Studio geologico). Z1a zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Z1b zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Z1c zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z3a zona di ciglio H > 10 m Z3b zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo appuntita o arrotondata Z4a zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali granulari e/o coesivi Z4d zona di versante con presenza di depositi di origine eluvio-colluviale.

8 Fonte: Relazione Illustrativa - COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA PGT vigente

17 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Negli scenari PSL Z3 e Z4 interferenti con i principali centri abitati è stata effettuata una verifica di 2° livello utilizzando la procedura descritta al paragrafo 2.2 dell’Allegato 5 alla DGR/8/7374/2008. Tale procedura in relazione alle caratteristiche litologiche, morfologiche, geotecniche e sismiche permette una valutazione semiquantitativa degli effetti di amplificazione sismica attesi attraverso la definizione del fattore di amplificazione Fa , valutando il grado di protezione raggiunto dalla normativa vigente nel tenere in considerazione gli effetti sismici. Gli effetti di amplificazione sismica locale Fa sono stati definiti negli scenari PSL Z3b (Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo) suscettibili di amplificazione topografica e litologica, Z4a (Zone di fondovalle con presenza di depositi alluvionali granulari e/o coesivi) e Z4d (zona di versante con presenza di depositi di origine eluvio-colluviale) suscettibili di amplificazioni litologiche. La valutazione dell’amplificazione topografica relativa allo scenario Z3b è stata eseguita per gli abitati di Villetta, Casa Bosco e Panzini impostati sulla placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina, cioè sulla formazione geologica delle “ Arenarie di Monte Vallassa ”. Per tutte e tre le zone esaminate il fattore di amplificazione calcolato Fa 0.1-0.5 è inferiore al coefficiente di amplificazione topografica ST e quindi la normativa è da considerarsi sufficiente a tenere in considerazione anche i possibili effetti di amplificazione morfologica del sito. La valutazione del fattore di amplificazione dovuto agli effetti litologici è stata eseguita per gli abitati ricadenti negli scenari Z4a, e Z4d ricostruendo quello che potrebbe essere il più probabile andamento della velocità delle onde di taglio VS con la profondità e confrontandolo con quello riportato nelle schede litologiche fornite dalla Regione Lombardia. I principali abitati ricadenti negli scenari Z4a e Z4d sono Ponte Nizza, Molino del Conte, Cà Minchino, Molino della Possessione, Risaia, San Ponzo Semola (Z4a); Vignola, Pizzocorno, Moglie, Carmelo, Lumello, Prendomino, Trebbiano superiore, Lago, Croce (Z4d) Per gli abitati Capoluogo, Molino del Conte, Cà Minchino, Molino della Possessione, Risaia, San Ponzo Semola, Vignola, Pizzocorno, Moglie, Carmelo, Lumello, Prendomino, Trebbiano Superiore, Lago e Croce in fase progettuale non sarà necessario eseguire l’approfondimento del 3° livello ma solo una verifica del superamento del valore soglia Fa riapplicando il metodo del 2° livello utilizzando un modello litologico/geofisico del sottosuolo di maggior dettaglio. Classi di fattibilità : In relazione al rischio geomorfologico/idraulico/idrogeologico il territorio comunale risulta abbastanza penalizzato e di conseguenza non è stata utilizzata la classe di fattibilità I “ Fattibilità senza particolari limitazioni ” e la classe II “ Fattibilità con modeste limitazioni ” è stata limitata solo a poche aree. Per l’azzonamento geologico della quasi totalità del territorio comunale sono state quindi utilizzate solo le classi di fattibilità geologica III “ Fattibilità con consistenti limitazione ” e IV “F attibilità con gravi limitazioni” . La classe IV rappresenta le condizioni di rischio più elevato mentre la classe III esprime situazioni di rischio controllabile con prescrizioni ed adeguati criteri tecnico-costruttivi. Per le classi III e IV sono state individuate le seguenti sottoclassi: SOTTOCLASSE IIIA aree non urbanizzate talora boscate con pericolosità geomorfologica, idrogeologica e idraulica e/o adiacenti a zone con condizioni geostatiche locali o generali precarie e aree urbanizzate dove l’edificazione dei lotti interclusi richiede una dettagliata valutazione delle condizioni geostatiche circostanti e delle caratteristiche geotecniche/idrogeologiche dei terreni di fondazione SOTTOCLASSE IIIB aree boscate sottoposte a vincolo paesaggistico [art. 142, comma 1, lettera g) del D.lgs. 22 gennaio 2004, n°42] e aree non boscate intercluse sottoposte o non a vincolo idrogeologico [R.D. 30 dicembre 1923 n°3267]. SOTTOCLASSE IIIC fascia di rispetto, di conservazione e di tutela idraulica-idrogeologica-ambientale della piana alluvionale del torrente Staffora esterna all’area a rischio idraulico Eb. SOTTOCLASSE III D Zona 2 area a Rischio Idrogeologico Molto Elevato 079-LO-PV Vignola non inclusa nella sottoclasse IVB dove sono esclusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.50 comma 3 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVA aree individuate come frane attive Fa dove sono esclusivamente consentiti gli interventi indicati al comma 2 dell’Art.9 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVB aree individuate come frane quiescenti Fq dove si dovranno applicare norme più restrittive di quelle dell’Art.9 comma 3 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVC Zona 1 area a Rischio Idrogeologico Molto Elevato 079-LO-PV Vignola dove sono esclusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.50 comma 1 e 2 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVD aree non incluse nella perimetrazione PAI (cioè non identificate come Fa, Fq, Ee, Eb) in alcuni casi anche boscate, caratterizzate da una elevata pericolosità a causa delle particolari condizioni geomorfologiche, geostatiche, idrogeologiche e idrauliche dell’area stessa e della zona circostante SOTTOCLASSE IVE aree coinvolgibili da esondazioni e fenomeni di dissesto idraulico di carattere torrentizio con pericolosità molto elevata Ee dove sono elusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.9 comma 5 delle N.d.A. del PAI

18 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

SOTTOCLASSE IVF area coinvolgibile da esondazioni e fenomeni di dissesto idraulico di carattere torrentizio con pericolosità elevata Eb con norma più restrittiva di quella dell’Art.9 comma 6 delle N.d.A. del PAI. SOTTOCLASSE IVG fascia di rispetto idraulico di ampiezza 10 m dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico principale RIP ai sensi dall’art. 96 comma f) del Regio Decreto n°523 del 1904 “ Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie” SOTTOCLASSE IVH fascia di rispetto idraulico di ampiezza 10 m dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico minore RIM di competenza comunale SOTTOCLASSE IVI fascia di rispetto idraulico di ampiezza 6 m dei corsi d’acqua secondari non appartenenti al reticolo idrografico minore RIM.

5.6 Energia e radiazioni 9 Per l’analisi dei dati relativi ai consumi ed alle emissioni, si è fatto riferimento al Sistema Informativo Regionale ENergia Ambiente (SiReNa) nel 2014 che fornisce dati sino al 2010. Dal portale Sirena20, evoluzione di SiReNa, si sono etsratti i dati provinciali del 2012. L’unità di misura è il TEP (Tonnellata equivalente di petrolio che indica l'energia che si libera dalla combustione di una tonnellata di petrolio).

Domanda di energia Secondo le tabelle al 2012 la domanda complessiva di energia in provincia di Pavia, ammonta a circa 2,25 milioni di tep. Di seguito grafici esplicativi dai quali si evince che i vettori maggiormente utilizzati siano ancora i carburanti fossili, uso rimasto pressoché invariato nelle percentuali anche nell'arco temporale 2005/2012. Provincia di Pavia 2012

Consumi per vettore anno 2012 Trend consumi per vettore anni 2005/2012

A livello comunale la domanda di energia si attesta su 2,51 TEP/ab .

Comune di Ponte Nizza 2010

Consumi comunali per vettore 2010 - Fonte SIRENA Consumi comunali per settore 2010 - Fonte SIRENA

9 Fonte: http://www.energialombardia.eu/sirena20 per dati Provincia Pavia; SiReNa 2014 per dati comunali

19 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Il principale settore legato al consumo di energia risulta essere quello residenziale, ed i vettori maggiormente utilizzati risultano essere il gas naturale, le biomasse ed il gasolio, a seguire Gpl e energia elettrica . Quanto analizzato relativamente ai consumi energetici, trova riscontro anche nell’analisi dei grafici relativi alle emissioni. Il principale settore legato alle emissioni di CO2 risulta essere quello residenziale , ed il vettore energetico maggiormente utilizzato risultano essere il gasolio, energia elettrica e gas naturale . A seguire alcune tabelle sulle emissioni a livello locale.

Comune di Ponte Nizza 2010

Emissioni a livello comunale per vettore 2010 Emissioni a livello comunale per settore 2010

In relazione alle attività previste dal D.Lgs. 28/2011 di monitoraggio delle fonti di energia rinnovabile il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha messo a disposizione un Atlante degli Impianti Fotovoltaici denominato ATLASOLE, per visionare dove sono posizionati gli impianti italiani che hanno fatto richiesta di incentivo mediante il Conto Energia e le loro caratteristiche. Attraverso ATLASOLE è possibile consultare mappe e database selezionando gli impianti per aree geografiche e caratteristiche dimensionali degli impianti. Attraverso questo strumento abbiamo potuto verificare numero e dimensioni degli impianti presenti a livello provinciale e comunale. Nella provincia di Pavia sono presenti 3.866 impianti per una potenza complessiva impegnata pari a 165.703 kW. Nel comune di Ponte Nizza sono presenti n. 12 impianti foto voltaici per una potenza impegnata pari a 167 kW. Si riportano di seguito mappe esplicative e tabella di dettaglio degli impianti installati nel territorio di Ponte Nizza. 10

Provincia Pavia – ATLASOLE Numero e potenza Impianti Fotovoltaici -2019

10 Fonte: http://atlasole.gse.it/atlasole/

20 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Ponte Nizza – Numero e potenza Impianti Fotovoltaici - 2019

PONTE NIZZA DATA POTENZA ID DECRETO NUMERO ESERCIZIO INVENTIVATA FV N. 01 20/10/2010 11,04 Secondo conto energia FV N. 02 31/12/2010 19,74 Secondo conto energia FV N. 03 21/02/2012 5,04 Quarto conto energia FV N. 04 18/06/2012 3,45 Quarto conto energia FV N. 05 22/06/2012 76,93 Quarto conto energia FV N. 06 27/06/2012 3 Quarto conto energia FV N. 07 27/06/2012 4,23 Quarto conto energia FV N. 08 20/09/2012 5,04 Quinto conto energia FV N. 09 21/12/2012 2,94 Quinto conto energia FV N. 10 14/03/2013 6 Quinto conto energia FV N. 11 11/04/2013 17,64 Quinto conto energia FV N. 12 28/06/2013 12 Quinto conto energia

Radiazioni 11 Dal Catasto radio impianti (archivio Arpa), si sono tratte informazioni relative alla presenza sul territorio di impianti radiobase e antenne. Nel comune sono collocati n. 6 impianti di televisivi e n. 2 impianti di radiofonia, di seguito si riporta tabella di dettaglio impianti e mappa con localizzazione.

Tabella di dettaglio impianti presenti a Ponte Nizza

11 Fonte: CASTEL - http://castel.arpalombardia.it/castel

21 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Catasto radio Impianti CASTEL - Comune di Ponte Nizza

5.7 Rifiuti 12 Il quantitativo totale di rifiuti urbani prodotti nel 2016 in Provincia di Pavia è stato pari a 278.434 tonnellate, per un corrispettivo di produzione procapite kg/ab*anno pari 508,8 . La raccolta differenziata mostra un trend positivo poichè è aumentata al 44,5% contro il 38% del 2014. Produzione rifiuti urbani Provincia di Pavia - 201 6 Raccolta differenziata Provincia di Pavia - 201 6

Il comune di Ponte Nizza nel 2016 ha una produzione annuale pro capite di rifiuti urbani pari a 584,5 kg/ab*anno che rispetto al 2015 (570,6 ) è aumentata dello 2,4 % La percentuale di raccolta differenziata rispetto al 2015 è aumentata del 2,6% rispetto al 2015 .

12 Fonte: Arpa - Dati rifiuti urbani 2016 - http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/rifiuti/grul/estrifiuti2016.asp

22 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

23 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

5.8 Rumore 13 Il comune è dotato di Piano di zonizzazione acustica che classifica il territorio come segue: - Classe I. All'interno del territorio del Comune sono state collocate in Classe l le aree cimiteriali delle frazioni di Pizzocorno, Prendomino e San Ponzo. Sono inoltre collocate in classe I le aree di pregio storico relative all’Abbazia di Sant’Alberto ed il centro di recupero per ragazzi autistici sito in loc. C.na Rossago. - Classe II . All'interno del nucleo di Ponte Nizza sono state inserite in classe II le aree relative alla Scuola elementare/media, la RSA Villa delle Rose, tutti i nuclei storici individuati dal PRG vigente, in particolare le frazioni di Bosco e Panzini in prossimità dell’Abbazia di Sant’Alberto. - Classe III. I centri abitati delle frazioni principali al di fuori dei centri storici, come le zone agricole/boschive esterne alle aree urbane - Classe IV. Sono state collocate in Classe IV alcune delle aree artigianali situate in vicinanza del nucleo abitato di Ponte Nizza, le aree relative al campo sportivo, le fasce di territorio a ridosso della ex-SS n. 461 e della SP n. 7. - Classe V. All'interno del territorio del Comune di Ponte Nizza non sono state individuate aree prevalentemente industriali. - Classe VI. All'interno del territorio del Comune di Ponte Nizza non sono state individuate aree esclusivamente industriali.

Piano di Zonizzazione Acustica Comune di Ponte Nizza

5.9 Paesaggio beni culturali ed ecosistemi naturali Il comune di Ponte Nizza è stato costituito nel 1928 (21 giugno) unendo i comuni di Pizzocorno, Trebbiano Nizza, San Ponzo Semola e Cecima, che nel 1956 riottenne l'autonomia. Pizzocorno (CC G723) apparteneva alle terre del marchesato dei Malaspina, e fu castello principale di uno dei tre rami in cui si divise la linea della famiglia detta dello Spino Fiorito, che era signora della valle Stàffora; tale ramo, detto anche di Olivola da un castello in Lunigiana. I Malaspina nel 1158, avevano ceduto la signoria su Pizzocorno agli abati di Sant'Alberto di Butrio. Dopo l'estinzione dei Malaspina di Olivola e Pizzocorno non fu possibile agli abati mantenere la signoria, di cui i duchi di Milano disposero come di un qualunque feudo camerale: in effetti Pizzocorno non fu, come tutte le terre circostanti, una giurisdizione separata dotata di ampia autonomia, ma il più meridionale dei normali comuni dell'Oltrepò. Dopo varie brevi infeudazioni fu riacquistato dai Malaspina del ramo di Godiasco, che lo tennero sino all'abolizione del

13 Fonte: Piano di Zonizzazione Acustica del Territorio – 2009

24 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______feudalesimo nel 1797. Trebbiano (CC L350) appartenne al marchesato dei Malaspina fin dalla sua costituzione (diploma imperiale del 1164), e nelle suddivisioni ereditarie rimase ai Malaspina della linea di Oramala e Godiasco. Per motivi non chiari risulta che almeno nel XVII secolo non apparteneva alla giurisdizione di Godiasco, ma costituiva una piccola giurisdizione a sé stante. Si chiamava allora Valle Trebbiana, poi Trebbiano e dal 1863 Trebbiano Nizza. San Ponzo (CC I127) fu donato dai re Ugo e Lotario al vescovo di Pavia nel 943, insieme alla vicina Cecima; e di Cecima condivise poi sempre le sorti. Fu sede di un'importante pieve della diocesi di Tortona, da cui dipendevano molti paesi vicini. Con Cecima nel 1164 passò sotto il dominio pavese, costituendo una sorta di exclave in mezzo alle terre dei Malaspina, da cui si mantenne sempre indipendente, rimanendo sotto la signoria del vescovo di Pavia, da cui fu nel XVI secolo subinfeudato agli Sforza di Santa Fiora, feudatari di Varzi. Nell'ambito del Principato di Pavia, costituiva con Cecima una giurisdizione separata. Nel 1863 prese il nome di San Ponzo Semola. Nella parte dell'ex comune di San Ponzo situata alla destra dello Staffora si è sviluppato l'attuale capoluogo comunale, Ponte Nizza. Da Ponte Nizza transitava la via del sale lombarda, percorsa da colonne di muli che percorrendo il fondo valle raggiungevano Genova attraverso il passo del Giovà e il monte Antola. 14 RER 15 Il territorio incluso in questa unità cartografica racchiude una elevata varietà rilevante di aspetti ambientali, naturalistici e paesaggistici e si presta ad esemplificare i valori e le problematiche delle aree collinari. La varietà di forme del suolo, tipi di vegetazione e specie animali del territorio ne fanno uno degli hot-spot di biodiversità della Lombardia. Dal punto di vista naturalistico le aree a prevalente destinazione agricola di questo territorio presentano delle condizioni eccellenti grazie al persistere di un mosaico molto articolato e diversificato di seminativi e prati intersecati da siepi e filari, di boschi e di aree aperte e arbustive non più coltivate, nel quale si rinvengono elementi floristici e faunistici di tipo mediterraneo. Alcune specie raggiungono qui il limite settentrionale del loro areale distributivo. La componente boschiva si presenta con formazioni anche estese, come nel caso dei boschi della placca di Pizzocorno. Sono rilevanti anche gli ambienti rupestri, scarsi solitamente in questa fascia estrema dell’Appennino, che oltre a costituire delle emergenze paesaggistiche di rilievo, offrono condizioni idonee alla nidificazione di specie di uccelli di interesse conservazionistico. Mediamente ben conservato è anche l’alveo del Torrente Staffora, che offre una golena solo parzialmente modificata, e un corso d’acqua nel quale persistono delle ittiocenosi di rilevante interesse conservazionistico per la presenza di popolazioni cospicue e poco alterate di specie endemiche altrove in forte regressione. Per questi motivi l’area è stata inclusa pressoché interamente nell’Area prioritaria per la biodiversità.

14 Fonte: http://www.comune.pontenizza.pv.it/m-vivere/m-informazioni-utili/storia 15 Fonte: Regione Lombardia – Rete Ecologica Regionale

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Rete Ecologica Regionale, 2009 – Settore 58 Bassa Valle Staffora

ELEMENTI DI TUTELA PLIS: Parco di , Parco del Castello di Verde Altro: ARE -Area di Rilevante interesse Erpetologico “Monte Calcinera” ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA Elementi primari Corridoi primari: Torrente Staffora Elementi di primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità (vedi D.G.R. 30 dicembre 2009 – n. 8/10962): 35 Oltrepo pavese collinare e montano Elementi di secondo livello Aree importanti per la biodiversità esterne alle Aree prioritarie (vedi Bogliani et al., 2007. Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda. FLA e Regione Lombardia; Bogliani et al., 2009. Aree prioritarie per la biodiversità nelle Alpi e Prealpi lombarde. FLA e Regione Lombardia): Altri elementi di secondo livello: mosaico agricolo a Ovest di Salice Terme 1) Elementi primari: 35 Oltrepò pavese collinare e montano : il mantenimento della destinazione agricola del territorio e la conservazione delle formazioni naturaliformi sarebbero misure sufficienti a garantire la permanenza di valori naturalistici rilevanti. Va vista con sfavore la tendenza a mettere in atto misure di conversione degli spazi aperti in aree boschive, attuata attraverso rimboschimenti che portano alla perdita di habitat importanti per specie caratteristiche. La canalizzazione dei corsi d’acqua, laddove non necessaria per motivi di sicurezza, dev’essere sconsigliata. Il greto del Torrente Staffora dovrebbe essere mantenuto il più possibili in condizioni naturali, localizzando eventuali interventi di protezione delle sponde laddove si renda necessario per esigenze di sicurezza. 2) Elementi di secondo livello

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Conservazione della continuità territoriale; mantenimento del reticolo di siepi e filari, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR. 3) Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica Superfici urbanizzate : favorire interventi di deframmentazione; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari : prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione in particolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente. CRITICITA’ Vedi D.d.g. 7 maggio 2007 – n. 4517 “Criteri ed indirizzi tecnico progettuali per il miglioramento del rapporto fra infrastrutture stradali ed ambiente naturale” per indicazioni generali sulle infrastrutture lineari. a) Infrastrutture lineari b) Urbanizzato Un inizio di sprowl si è sviluppato nella parte più bassa della Valle Staffora, fra gli abitati di Salice Terme e Rivanazzano. c) Cave, discariche e altre aree degradate

RETE NATURA 2000 Nel territorio di Ponte Nizza non sono presenti elementi di rete Natura 2000.

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6. Descrizione della Variante di PGT

Premessa 16 ELENCO ELABORATI - Elaborato 1 Disciplina urbanistica intero territorio comunale vigente con individuazione degli ambiti oggetto di variante - scala 1:2.000 - Elaborato 2 Relazione illustrativa

DOCUMENTO DI PIANO - Determinazioni di piano: - 1.25 Carta delle previsioni di piano 1:10.000 - 1.26 Azioni strategiche di piano: verifica di compatibilità con i vincoli e le classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica – scala 1:10.000

PIANO DEI SERVIZI - 2.3 Il sistema dei servizi proposti dal PGT: inquadramento territoriale - scala 1:10.000 - 2.4a Il sistema dei servizi proposti dal PGT: Capoluogo – C.na Rossago - scala 1:2.000 - 2.4b Il sistema dei servizi proposti dal PGT: Guardamonte - Moglie - Prendomino - Casa Bosco – Panzini – Sant’Alberto di Butrio - San Ponzo Semola – Pizzocorno – scala 1:2.000

PIANO DELLE REGOLE - 3.2a Quadro di riferimento normativo: Ambiti extraurbani - Parte Nord – scala 1:5.000 - 3.2b Quadro di riferimento normativo: Ambiti extraurbani - Parte Sud – scala 1:5.000 - 3.3a Quadro di riferimento normativo: Capoluogo e frazioni - Ponte Nizza, Molino del Conte, C.na Due Camini, Mutti, Vignola, C. Luserin, San Ponzo – scala 1:2.000 - 3.3c Quadro di riferimento normativo: Frazioni – Sant’Alberto di Butrio, C. Panzini, C. Nobile, Bosco, Pizzocorno, Villetta – scala 1:2.000 - 3.3d Quadro di riferimento normativo: Frazioni – C. Minchino, C. Baldini, Moglie – scala 1:2.000 - 3.4 Quadro di riferimento normativo: Nuclei di antica formazione – scala 1:1.000

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE E SCHEDE NORMATIVE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

ALLEGATI - Rapporto preliminare per la Verifica di assoggettabilità alla VAS - Asseverazione compatibilità geologica

CONTENUTI PUNTUALI DELLA VARIANTE Si riporta di seguito sunto della Relazione Illustrativa a corredo della Variante di Piano: (...) La presente variante è finalizzata ad aggiornare lo strumento urbanistico per adeguarlo ad alcune nuove esigenze emerse dalla sua entrata in vigore, e relazionate in parte ad aspetti pratici di gestione/attuazione del suddetto strumento, ed in parte ai nuovi scenari che si sono venuti a determinare. Trattasi di variante parziale, che interessa aspetti puntuali del PGT, nei limiti previsti dall’art. 5 della L.R. n. 31 del 28/11/2014 e compatibilmente con le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Le modifiche riguardano principalmente previsioni insediative (DDP – PDR), come meglio specificato ai punti successivi della presente relazione . VARIANTI AL DOCUMENTO DI PIANO La variante al documento di piano consiste nella eliminazione di due ambiti di trasformazione su specifica richiesta delle proprietà, per effetto dei mutati scenari socioeconomici riscontrabili non solo a livello locale. Tale variante determina una limitazione delle previsioni insediative e del consumo di suolo previste dal PGT, con un decremento complessivo pari a circa 25.000 mq della superficie edificabile che viene ricondotta all’uso agricolo. VARIANTE N. 1 Riguarda l’eliminazione dell’ambito di trasformazione residenziale ATR4 ubicato nel capoluogo in fregio alla S.P. 461. L’eliminazione è motivata dalle mutate esigenze delle proprietà che, vista la particolare situazione in cui versa il mercato dell’edilizia, ritengono troppo onerosa l’attuazione dell’ambito, e ne chiedono la soppressione e riconversione all’uso agricolo. Data la prossimità con il tessuto consolidato, e in considerazione della localizzazione interclusa dell’area tra l’edificato e le previsioni insediative residenziali dell’ATR3 e ATR5 si ritiene compatibile la destinazione “Aree

16 Fonte: Piano di Governo del Territorio Variante 2018 – Relazione illustrativa

28 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______agricole di salvaguardia dell'abitato”, con il mantenimento della previsione di viabilità in quanto risulta funzionale al sistema infrastrutturale previsto a servizio del nuovo comparto insediativo. Nel complesso la variazione comporta una riduzione della potenzialità edificatoria di 6.937 mc pari a 46 abitanti equivalenti rispetto alle previsioni vigenti.

VARIANTE N. 2 Riguarda l’eliminazione dell’ambito di trasformazione residenziale ATR7 ubicato in loc. Molino del Conte in fregio alla S.P. 461. L’eliminazione è motivata dalle mutate esigenze delle proprietà che, vista la particolare situazione in cui versa il mercato dell’edilizia, ritengono troppo onerosa l’attuazione dell’intero ambito, e ne chiedono la possibilità di un utilizzo parziale per 3000 mq con soppressione e riconversione all’uso agricolo della restante parte. Data la prossimità con il tessuto consolidato, si ritiene compatibile la soppressione dell’ambito con il solo mantenimento di un lotto di 3000 mq ad intervento edilizio diretto residenziale a bassa densità edilizia TR3b in aderenza all’edificato esistente e la riconduzione della restante superficie alla destinazione “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di costituire un “filtro” tra le aree edificate ed il territorio agricolo. Si mantiene la viabilità prevista per garantire il collegamento viabilistico tra la S.P. 461 e la strada per Vignola. Nel complesso la variazione comporta una riduzione della potenzialità edificatoria di 6.500 mc pari a 43 abitanti equivalenti rispetto alle previsioni vigenti.

VARIANTI AL PIANO DELLE REGOLE E AL PIANO DEI SERVIZI Le varianti al PDR, di carattere puntuale e ridotta consistenza, sono volte ad assecondare alcune esigenze specifiche evidenziate da parte della collettività locale e si riassumono nei seguenti casi: − riconduzione di aree edificabili a zone agricole; − individuazione di aree edificabili prevalentemente residenziali;

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− soppressione di aree per servizi non attuate − recepimento della modifica della fascia di rispetto cimiteriale. VARIANTE N. 1 Riguarda aree libere da edificazione localizzate all’interno del tessuto consolidato del capoluogo con destinazione Prevalentemente Residenziale a media e bassa densità edilizia. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Considerata la posizione dell’area interclusa nel tessuto consolidato con previsioni insediative, si ritiene opportuna la destinazione a Verde privato al fine di tutelare i possibili sviluppi limitrofi dell’abitato da eventuali attività agricole. Si coglie l’occasione per adeguare le previsioni insediative lungo il fosso limitrofo includendo la relativa area di pertinenza in zona a Verde Privato. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria residenziale pari a 1.901 mc corrispondenti a 13 abitanti equivalenti e produttiva pari a 159 mq di slp.

VARIANTE N. 2 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata ai margini del tessuto consolidato del capoluogo in via Roma a destinazione Prevalentemente Residenziale a media densità edilizia TR2a. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Data la prossimità con il tessuto consolidato, si ritiene opportuna la destinazione a Verde privato al fine di tutelare possibili sviluppi futuri dell’abitato e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 2.340 mc corrispondenti a 16 abitanti equivalenti.

VARIANTE N. 3 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata a San Ponzo e prospicente la strada di accesso all’abitato a destinazione Prevalentemente Residenziale a bassa densità edilizia TR3b. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Coerentemente con il contesto di riferimento, si ritiene opportuna la destinazione ad “Aree di

30 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare possibili sviluppi futuri dell’abitato e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 594 mc corrispondenti a 4 abitanti equivalenti.

VARIANTE N. 4 La variante riguarda un’area agricola localizzata a Moglie su cui insiste un fabbricato rustico per il quale la proprietà chiede la possibilità di un recupero ai fini abitativi. Considerata la posizione dell’area ai margini del tessuto edificato della frazione di Moglie si ritiene compatibile la trasformazione della destinazione dell’area per un’estensione pari a 1.115 mq, in Ambito prevalentemente residenziale a bassa densità - TR3b con una possibilità edificatoria pari a 1.115 mc corrispondente a 7 abitanti teorici.

VARIANTE N. 5 La variante riguarda un’area agricola localizzata a San Ponzo su cui insiste un fabbricato rustico per il quale la proprietà chiede la possibilità di un recupero ai fini abitativi. Considerato il contesto edificato in cui risulta incluso il lotto, si ritiene compatibile la trasformazione della destinazione dell’area per un’estensione pari a 590 mq, in Ambito prevalentemente residenziale a bassa densità - TR3b con una possibilità edificatoria pari a 590 mc corrispondente a 4 abitanti teorici.

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VARIANTE N. 6 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata nel nucleo antico di Molino del Conte prospicente la s.p. 430. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e ne chiede la riconduzione all’uso agricolo. L’area non risulta pertinenziale all’insediamento antico pertanto si ritiene compatibile la riperimetrazione del nucleo di antica formazione escludendo l’area in oggetto che allo stato attuale risulta incolta e la sua riconduzione all’uso agricolo. L’area con un’estensione pari a mq 1.840 viene pertanto ricondotta alla destinazione “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare l’edificato esistente e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo.

VARIANTE N. 7 La variante fa riferimento all’istanza delle proprietà volta al cambio di destinazione di aree edificabili all’uso agricolo, localizzate in località Molino del Conte, prospicenti la sp 461, in quanto non interessate ad un possibile sviluppo edilizio. Le aree con un’estensione complessiva di 2.343 mq con destinazione residenziale a media e bassa densità edilizia vengono ricondotte ad “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare l’edificato esistente e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 3.151 mc corrispondenti a 21 abitanti equivalenti.

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VARIANTE N. 8 La variante riguarda la trasformazione di un’area pubblica localizzata all’interno del tessuto urbano consolidato dell’abitato di San Ponzo e inclusa marginalmente all’interno del perimetro del nucleo di antica formazione. L’area con un’estensione pari a 286 mq è attualmente inserita nel Piano dei Servizi con specifica destinazione M1 – Parcheggi a raso nella tavola 2.4b del PDS vigente, e ad oggi non risulta ancora attuata. Per le mutate esigenze dell’amministrazione che ne ha programmato l’alienazione, viene eliminata la previsione del PDS attualmente in essere e in considerazione dei possibili sviluppi limitrofi dell’abitato e dell’esigua dimensione dell’area viene attribuita la destinazione a verde privato, demandando la disciplina al Piano delle Regole. La variante non comporta un incremento di potenzialità edificatoria.

VARIANTE N. 9 La variante riguarda il recepimento delle indicazioni della Variante al Piano Cimiteriale Comunale approvata con D.C.C: n. 36 del 19 dicembre 2018. Per il cimitero del capoluogo è previsto un ampliamento sul lato sud-est del recinto esistente a completamento del campo più recente. L’ampliamento dell’area cimiteriale comporta un adeguamento della fascia di rispetto cimiteriale vigente.

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COMPARAZIONE DELLE VARIANTI CON IL PGT VIGENTE Le tabelle seguenti illustrano puntualmente la quantificazione della capacità edificatoria relativa alle varianti previste e il calcolo degli abitanti teorici equivalenti. Variante al Documento di Piano

Varianti al Piano delle Regole – Piano dei Servizi

VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO COMPLESSIVO DEL PGT A seguito delle varianti illustrate ai punti precedenti, il dimensionamento complessivo del PGT vigente pari a 1.713 abitanti teorici subisce un decremento di 131 abitanti dovuto principalmente dalla soppressione di due ambiti di trasformazione residenziali di competenza del Documento di Piano e in minor misura dalle dinamiche interne al tessuto consolidato di competenza del Piano delle Regole.

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La nuova capacità insediativa di DdP risulta pari a 1.582 abitanti.

Per quanto concerne gli insediamenti a destinazione non residenziale, la situazione del DdP aggiornata alla presente variante risulta immutata.

VARIANTE AL PIANO DEI SERVIZI E VERIFICA DELLA DOTAZIONE COMPLESSIVA DEL PDS La presente variante nonostante preveda la soppressione di una area destinata a servizi non ancora attuata, e la riduzione delle cessioni previste per aree a servizi nell’ambito della pianificazione attuativa a seguito dell’eliminazione di alcuni ambiti di trasformazione del DDP, comporta un aumento della dotazione pro-capite passando da 79,26mq a 84,39mq dovuta alla riduzione della utenza teorica stimata di piano. Di seguito si illustrano le variazioni quantitative della dotazione di aree a servizi derivanti dalle modifiche apportate al Piano delle Regole.

Complessivamente la dotazione prevista dal Piano dei Servizi di aree e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale aggiornata alla presente variante è riportate di seguito:

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COMPATIBILITA' DI PIANO

COMPATIBILITÀ DELLE VARIANTI CON LO STUDIO GEOLOGICO Tutte le varianti sono state verificate con lo studio geologico redatto in allegato al PGT Vigente. Considerando che gli ambiti oggetto di variante riguardano per lo più la riconduzione ad uso agricolo di aree edificabili, e che i diversi ambiti risultano inclusi in classe 3A e 3B di fattibilità geologica, non si rilevano particolari elementi di incompatibilità .

COMPATIBILITÀ DELLE VARIANTI CON LE PRESCRIZIONI DI LIVELLO SOVRAORDINATO Ai fini della verifica di compatibilità della variante in oggetto, si è preso in esame il quadro programmatico e normativo di riferimento delineato in fase di redazione del vigente PGT aggiornato con quanto illustrato al paragrafo 2 della presente relazione. Nello specifico i contenuti della presente variante sono stati verificati con i seguenti tematismi: - Previsioni di livello sovraordinato – pianificazione regionale: PTR – PTPR, - Previsioni di livello sovraordinato – pianificazione provinciale: PTCP, - Vincoli paesaggistici – D.Lgs 42/2004, che forniscono una visione complessiva degli aspetti strutturali e delle strategie di pianificazione in atto, oltre al quadro di insieme dei vincoli presenti sul territorio. Non sono emersi particolari elementi di incompatibilità. In merito al confronto tra gli obiettivi della variante al PGT e gli obiettivi del PTR, in considerazione del fatto che la presente variante, come illustrato ai precedenti paragrafi, interessa aspetti puntuali del PGT, senza mutarne gli obiettivi, rispettandone le linee strategiche e non incidendo in maniera significativa sull’assetto territoriale originariamente previsto, si può affermare che gli obiettivi previsti nella variante sono nel complesso coerenti con gli obiettivi del PTR.

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COMPATIBILITÀ CON LA NORMATIVA VIGENTE La variante in oggetto viene elaborata ai sensi della normativa vigente, con particolare riferimento alla Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio), e precisamente all’articolo 13, comma 13 che stabilisce le procedure previste per le varianti agli atti costituenti il PGT. In attuazione dell’Art. 4 della LR 12/2005, il percorso di variante al PGT vigente dovrà essere accompagnato da un processo valutativo (Valutazione Ambientale Strategica) circa la sostenibilità ambientale degli ambiti del PGT oggetto di variante, coerentemente con gli indirizzi generali di cui alla DGR n. 8/1563/2005. In particolare si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS in quanto sussistono i seguenti requisiti: le varianti a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori. I contenuti della presente variante sono conformi all’art.5 c.4 della LR 31/2014 che disciplina le varianti urbanistiche nel periodo transitorio, cioè fino all’adeguamento dei PGT alla LR 31/2014 a seguito dell’integrazione del PTR e dell’adeguamento dei PTCP alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo: ……i comuni possono approvare varianti generali o parziali del documento di piano e piani attuativi in variante al documento di piano, assicurando un bilancio ecologico del suolo non superiore a zero, computato ai sensi dell’articolo 2, comma 1, e riferito alle previsioni del PGT vigente alla data di entrata in vigore della presente legge. La relazione del documento di piano, di cui all’articolo 8, comma 2, lettera b-ter), della l.r. 12/2005, come introdotto dall’articolo 3, comma 1, lettera h), della presente legge, illustra le soluzioni prospettate, nonché la loro idoneità a conseguire la massima compatibilità tra i processi di urbanizzazione in atto e l’esigenza di ridurre il consumo di suolo e salvaguardare lo sviluppo delle attività agricole, anche attraverso puntuali comparazioni circa la qualità ambientale, paesaggistica e agricola dei suoli interessati. I comuni possono approvare, altresì, le varianti finalizzate all’attuazione degli accordi di programma a valenza regionale, all’ampliamento di attività economiche già esistenti nonché le varianti di cui all’articolo 97 della l.r. 12/2005... L’art.2 c.1 lett d) della LR 31/2014 definisce il bilancio ecologico del suolo come: la differenza tra la superficie agricola che viene trasformata per la prima volta dagli strumenti di governo del territorio e la superficie urbanizzata e urbanizzabile che viene contestualmente ridestinata nel medesimo strumento urbanistico a superficie agricola. Se il bilancio ecologico del suolo è pari a zero, il consumo di suolo è pari a zero Come illustrato nella tabella successiva nella presente variante di PGT prevede un consumo di suolo pari a zero.

Variante al PGT Si riporta di seguito stralci Tavola 1 Individuazione ambiti oggetto di variante:

37 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Tav. 1 Stralcio - QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO VIGENTE CON INDIVIDUAZIONE AMBITI OGGETTO DI VARIANTE – 2018

38 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

7. Coerenza con gli obiettivi di sostenibilità impatti potenziali e mitigazioni

Alla luce di quanto detto precedentemente, in questo capitolo si vanno a descrivere le coerenze della variante con il PGT. Anche se questa è una variante formulata quasi esclusivamente sulla riduzione del carico urbanistico, all'interno della matrice di valutazione sono state considerate comunque quelle varianti che generano impatti e/o pressioni sull'ambiente o che comportano incremento di potenzialità edificatoria e che sono state identificate nelle Varianti n. 4 e 5 PDR/PDS. Si ricorda che il nuovo dimensionamento di Piano comporta un decremento di capacità insediativa pari a 131 abitanti. Attraverso la matrice seguente si dà una valutazione qualitativa individuando le coerenze e i punti di maggiore criticità. La valutazione viene sviluppata sia per il progetto che per la fase di cantierizzazione. Nelle situazioni di potenziale incoerenza o comunque dubbie, si procede nella tabella che segue la matrice a svolgere approfondimenti sulle problematiche e a fornire eventuali considerazioni e suggerimenti per misure di mitigazione che potrebbero essere adottate.

Criteri di sostenibilità

ai fini fini ai tutela tutela

e non ttive ettive e costruitoe

ato con atola servizio. assetti urbaniassetti

olo. di situazioni sociale,

del consumo di

Varianti Contenimento produzione diContenimento produzione e rifiuti recupero anche Miglioramento dell’accessibilità strutture delle di Valorizzazione delle risorse storicheValorizzazioneculturali. risorse edelle Contenimento pressione e dellaantropica Miglioramento spazi verdedel aperti,rapporto tra Creazionesistema undi infrastrutturale ben integr Tuteladell’acqua, qualità della del dell’aria, su Tutelasicurezza salute della epubbliche Potenziamentoedelle diversificazione filiere produ Ottimizzazionecontenimento e dei risorsconsumi di Strutturazione unaecologicadisovracomunale rete a Miglioramento condizionidelle equilibrio di degli energetici 3 12 11 1 rinnovabili 2 4 della biodiversità 5 6 suolo. 7 9 negli ambiti urbanizzati 10 realtà sovralocale,locale e livello a ambientale, economico. e compatibilitàdelladegli del suolo, recupero usi degrado contenimento pressioni delle sul territorio 8 PDR - Variante n. 4 ? / / / / ? / + / / / ? PDR – Variante n. 5 ? / / / / ? / + / / / /

LEGENDA

Coerenza piena: + Potenziale incoerenza: - Confronto non significativo: / Coerenza da verificare: ?

Misure mitigative degli impatti Alla luce dell'analisi operata nel quadro di riferimento ambientale, e del decremento di capacità insediativa generatosi dalle previsioni della Variante, si danno di seguito alcuni suggerimenti generali volti più a stimolare un approccio sostenibile nell'uso delle risorse, quando non anche a correggere o in alternativa ad integrare alcune mancanze strutturali nei servizi (una su tutte il sistema depurativo).

39 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

Suggerimenti generali 1. Promuovere l’adozione di misure di risparmio idrico (aeratori rompigetto, riduttori di flusso, impianti di recupero dell’acqua meteorica, etc.) per gli interventi che necessitano del rilascio della concessione edilizia o di denuncia di inizio attività per le nuove edificazioni così come per le ristrutturazioni. 2. Nella realizzazione delle previsioni di piano e dei completamenti residenziali le reti fognarie e gli impianti di trattamento dovranno essere verificate rispetto al Risorse nuovo carico insediativo introdotto. idriche 3. Aree idrogeologicamente sensibili: occorre un’attenta valutazione preventiva delle opere nel sottosuolo. Particolare attenzione andrà dedicata alla realizzazione dei pali per le fondazioni profonde, per evitare di mettere in contatto e contaminare i differenti strati della falda. 4. Compatibilmente con l’assetto urbanistico e territoriale per i progetti di nuova edificazione e per i progetti di recupero degli edifici esistenti prevedere reti duali e contatori per ogni singola nuova unità abitativa. 1. Occorre limitare al massimo l’impermeabilizzazione del suolo, lasciando ampi spazi drenanti e utilizzando dove possibile pavimentazioni permeabili (autobloccanti forati, prato armato, tetti verdi ecc.). L’impermeabilizzazione accompagnata da raccolta e trattamento di acque deve essere prevista in caso di possibilità di sversamenti di sostanze inquinanti e in presenza di aree pavimentate di parcheggio o di manovra. 2. La realizzazione degli ambiti di trasformazione in classe di fattibilità geologica 3 e Suolo e 4, dovrà essere subordinata alle indicazioni dello studio geologico allegato al Piano, sottosuolo e comprendere supplementi di indagine per acquisire una maggiore conoscenza geologico-tecnica dell’area, nonché studi tematici specifici idrogeologici, idraulici ed ambientali così come descritto all’interno delle Norme tecniche dello studio geologico. 3. Per le aree idrogeologicamente sensibili occorre un’attenta valutazione preventiva delle opere nel sottosuolo. Particolare attenzione andrà dedicata alla realizzazione dei pali per le fondazioni profonde, ad evitare di mettere in contatto e contaminare i differenti strati della falda. 1.Tenere conto che la previsione di nuovi edifici comporta un conseguente aumento Rifiuti di rifiuti, che deve essere considerato preventivamente al fine dell'aumento della raccolta differenziata ancora bassa.. 1. Promuovere l’adozione di misure di risparmio energetico (tecniche di edilizia passiva, installazione di impianti solari, termico e fotovoltaico, e/o di pompe di calore, ecc.) per gli interventi che necessitano del rilascio di concessione edilizia o Energia di denuncia di inizio attività per le nuove edificazioni così come per le ristrutturazioni. Integrare il regolamento edilizio comunale con indicazioni sul riscaldamento domestico e sull'efficienza energetica degli edifici. 1. Predisporre un regolamento per la qualità paesaggistica ed architettonica degli interventi. Il regolamento definisce materiali, tipologie, colori, forme, elementi Paesaggio architettonici, modalità di rapporto con il contesto e con il sistema del verde, e individua le specie caratteristiche dei luoghi da privilegiare negli spazi a verde pubblico e privato. 1. Nelle sistemazioni a verde favorire la continuità ecologica ed in presenza di infrastrutture viarie prevedere fasce di mitigazione ed opere di attraversamento adeguati anche per la fauna. 2. Favorire in generale la realizzazione di nuove unità ecosistemiche e di interventi Rete di deframmentazione ecologica che incrementino la connettività. ecologica 3. In tutti i casi, la progettazione del verde deve fare riferimento alle indicazioni contenute nell’allegato alla DGR 8/8515 del 26/11/2008 “ Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali ”, ed alla DGR 6/48740 del 29/02/2000 “Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica” Altri generali 1. Adozione di misure comportamentali volte al contenimento dei consumi di risorsa Interventi idrica potabile. Cantierizzaz 2. Si suggeriscono prescrizioni comportamentali onde evitare i rumori nelle ore ione serali o notturne, e volte a contenere i tempi di costruzione e quindi la durata del disturbo collegato alla cantierizzazione.

40 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

3. Per la tutela del suolo e della falda adottare tutti gli accorgimenti volti ad evitare nella fase di costruzione sversamenti nei corsi d’acqua superficiali e nella falda. 4. Gli inerti prodotti con la demolizione devono essere smaltiti conformemente alle disposizioni delle normative vigenti e dei regolamenti urbani locali.

41 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

8. Sintesi del documento

Il presente documento ha lo scopo di verificare la necessità di sottoporre o meno a Valutazione ambientale strategica (VAS) la Variante al PGT di Ponte Nizza ai sensi di quanto previsto dall’art. 4 della LR 12/2005 e s.m.i. sul governo del territorio. Nello sviluppo del documento si è fatto riferimento alle indicazioni contenute nella Direttiva Europea 2001/42/CE, nel D.Lgs 152/06 “Norme in materia ambientale” e s.m.i. (Dlgs 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”); nei documenti di linee guida attuativi della Direttiva e nel documento della Regione Lombardia Indirizzi per la valutazione ambientale di piani e programmi, documento attuativo dell’art 4 della LR 12/2005, approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 13 marzo 2007; nei conseguenti indirizzi operativi contenuti nella delibera di Giunta Regionale n.6420 del 27.12.2007, e s.m.i, nella DGR n. 10971 del 30 dicembre 2009; nella DGR n. 761 del 10 novembre 2010; nella Circolare della Direzione Generale Territorio e Urbanistica del 10 dicembre 2010 relativa all’“Applicazione della Valutazione Ambientale di Piani e Programmi VAS nel contesto comunale”; nella Deliberazione della Giunta Regionale 22 dicembre 2011 - n. 2789 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione ambientale (VAS) - Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010); nella LR n. 12 del 4 agosto 2011 Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette; nella LR 4/2012 Norme per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e altre disposizioni in materia urbanistico – edilizia, in particolare la parte II all’art. 13 che integra e modifica l’art. 4 della LR 12/2005 in riferimento alla assoggettabilità alla VAS delle varianti del Piano delle regole e Piano dei servizi; nella DGR 25.07.2012 n. IX/3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di Piano e programmi – VAS Approvazione allegato 1u – Modello metodologico e procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) – Variante del piano dei servizi e delle regole. Ai sensi della DGR n. 3836/2012, secondo lo Schema generale della Verifica di assoggettabilità alla VAS, negli orientamenti iniziali si prevede la verifica con i siti Rete Natura 2000.

Nel comune di Ponte Nizza non sono presenti siti Rete Natura 2000.

Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare previsto dalla legge e contiene gli elementi di base che delineano le caratteristiche del piano, gli effetti e le aree che possono essere interessate. Fasi del procedimento – Verifica assoggettabilità a VAS (DGR n. 3836 del 25.07.2012, allegato 1B, punto 5.1.) La verifica di esclusione è effettuata secondo le indicazioni di cui al punto 5.9 degli Indirizzi generali, come specificati nei punti seguenti e declinati nello schema generale – Verifica di esclusione : 10. avviso di avvio del procedimento; 11. individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; 12. elaborazione del documento di sintesi della proposta di DdP contenente le informazioni e i dati 13. necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente e sulla salute, facendo riferimento ai criteri 14. dell’allegato II della Direttiva; 15. messa a disposizione del documento di sintesi e avvio della verifica; 16. convocazione conferenza di verifica; 17. decisione in merito alla verifica di esclusione dalla VAS; 18. informazione circa la decisione e le conclusioni adottate.

Il percorso di verifica di assoggettabilità a VAS della Variante 2018 PGT del comune di Ponte Nizza ha come finalità la costruzione di un quadro conoscitivo che permetta la definizione dei potenziali effetti significativi del piano sull’ambiente.

Fasi principali del percorso per la costruzione del Rapporto preliminare − Strutturazione del percorso di Verifica di assoggettabilità a VAS − Quadro conoscitivo e definizione delle potenziali criticità e/o effetti attesi dall’attuazione del piano − Individuazione dei criteri di sostenibilità − Verifica di coerenza − Azione di risposta agli effetti del piano: misure di mitigazione e compensazione

A seguito dell’illustrazione dei principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e regionale, il quadro conoscitivo, parte dall’inquadramento territoriale e programmatorio a scala locale, definendo obiettivi

42 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______ed azioni dell’amministrazione, e passa per l’analisi del contesto ambientale, condotta per fattori ambientali e tematiche. L’analisi ha lo scopo di mettere in luce la coerenza con gli obiettivi e le principali criticità ambientali. Dall’inquadramento territoriale e programmatorio, emerge che: Il Piano di Governo del Territorio attualmente in vigore è stato approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 41 del 07/12/2012 e con efficacia a partire dall’avviso di approvazione definitiva sul BURL Serie avvisi e concorsi n. 23 del 05/06/2013.

L’avvio del procedimento della Variante e della relativa Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale è stato deliberato dall’Unione dei .Comuni Terre di Malaspina - Comuni di Ponte Nizza e Cecima con Delibera di Giunta n. 27 del 04/07/2018.

Dall’analisi del contesto ambientale, riferita al territorio comunale, emergono che: Acque superficiali: I corsi d'acqua principali Staffora e Nizza hanno un regime idraulico torrentizio con portate molto variabili in funzione del ciclo idrologico. Il torrente Nizza si sviluppa prevalentemente da nord- est a sud-ovest e solo nella parte terminale a ridosso dell'abitato di Ponte Nizza assume la direzione est- ovest fino alla confluenza nel torrente Staffora. L'alveo attivo è costituito da un canale monocursale a sezione trapezia o quasi rettangolare delimitato da argini irregolari con fasce di vegetazione arbustiva/arborea e localmente da manufatti di difesa (gabbioni, muri ecc.). Il corso d'acqua lambisce sia il margine destro che quello sinistro del fondovalle addossandosi in più punti alla S.P.n°7 e agli stessi insediamenti (Risaia, Cà Minchino, capoluogo Ponte Nizza). Nel tratto finale a valle del ponte sulla S.S. n°461 l'alveo è definito su entrambi i lati da un argine artificiale sopraelevato di 2÷3 m circa rispetto al piano campagna adiacente. Il torrente Staffora attraversa il territorio comunale da est verso ovest con un'ampia piana alluvionale recente che si sviluppa soprattutto in destra idrografica. All'altezza del capoluogo i depositi alluvionali recenti si estendono in pratica fino alla ex S.S. n°461. Il reticolo idrografico minore ha un'impostazione prevalentemente strutturale con diversa densità di drenaggio in rapporto alla distribuzione dei litotipi e al loro assetto. Nella placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina le principali incisioni hanno uno sviluppo lineare ed il profilo di fondo raggiunge quasi ovunque l'orizzonte marnoso-sabbioso di base meno permeabile mantenendo una posizione sospesa rispetto alla fascia di versante sottostante. In particolare il reticolo idrografico minore afferente al torrente Nizza è costituito da alcune incisioni importanti per estensione del bacino imbrifero e/o energia di rilievo elevata, rappresentate dai rii Magaglia e Sbressano (in destra idrografica) e dal rio Begna (in sinistra); in particolare il conoide di quest'ultimo corso d'acqua di maggior rilevanza rispetto a quelli presenti ha modificato il tracciato del canale di scorrimento del torrente Nizza nella zona di confluenza rendendolo più irregolare nella sezione e spostandolo verso valle a ridosso della strada comunale per Moglie-Pizzocorno al di fuori dell'originaria fascia di pertinenza idraulica.

Acque sotterranee: Il territorio di Ponte Nizza presenta una successione in cui si alternano unità litologiche permeabili e impermeabili, caratteristica questa che favorisce la formazione di falde acquifere; in particolare le facies sabbiose-arenacee e clastiche delle " Arenarie di Ranzano " permeabili per porosità, la " placca arenacea di Pizzocorno " ed il rilievo di M.Vallassa rivestono un'importanza idrogeologica significativa in quanto la struttura, le condizioni di appoggio, la permeabilità per porosità e per fratturazione favoriscono la formazione di corpi idrici sotterranei con potenzialità elevata soprattutto nella “placca arenacea” in relazione allo sviluppo verticale (150-200 m) e areale del complesso medio-superiore più permeabile. Trascurabili sotto l'aspetto idrogeologico sono invece le altre formazioni presenti nel territorio a componente argillosa-marnosa prevalente caratterizzate da una permeabilità molto bassa. Le suddette condizioni sono confermate dalla distribuzione e dall'entità delle sorgenti che alimentano l'acquedotto comunale infatti la maggior parte di esse drena le falde acquifere impostate nella placca arenacea, di minor entità sono le manifestazioni acquifere presenti nella facies sabbiosa-arenacea delle " Arenarie di Ranzano " e nella formazione delle “ Marne di M.Lumello”. L'emergenza delle falde avviene sia da fratture, sia in corrispondenza di barriere impermeabili per contatto tettonico o stratigrafico tra formazioni o facies di formazione a diversa permeabilità, o in alcuni casi per l'interferenza di movimenti franosi. Le sorgenti della placca arenacea presentano una discreta protezione naturale in rapporto alla loro posizione in quota e in aree prevalentemente a bosco, comunque non sottese a zone con insediamenti agricoli ed industriali, che assicura un soddisfacente grado di protezione naturale per gli acquiferi. Gli acquiferi risultano tuttavia vulnerabili per la mancanza di una protezione impermeabile in superficie e in relazione alle condizioni litologico-strutturali del complesso arenaceo superiore più esposto

43 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______che favoriscono la diffusione in tempi brevi di eventuali inquinanti (velocità di filtrazione effettiva elevata) e rendono difficile se non impossibile il controllo della circolazione dei medesimi. Nel fondovalle del torrente Nizza e lungo il torrente Staffora all'interno dei depositi alluvionali, è presente una falda acquifera di sub-alveo sostenuta dal substrato marnoso-argilloso con modesta potenzialità idrica in rapporto al ridotto spessore dello strato ghiaioso-ciottoloso permeabile e al regime idraulico dei corsi d'acqua caratterizzato da portate molto variabili ed estremamente ridotte nel periodo estivo. Questo acquifero presenta inoltre una ridotta protezione principalmente in relazione all'alimentazione prevalente dal corso d'acqua, al limitato spessore e alla geometria discontinua della copertura limosa-argillosa, nonché alla presenza di insediamenti, di infrastrutture e di vecchi pozzi in muratura prevalentemente abbandonati e alla soggiacenza ridotta o nulla in funzione dell'andamento delle precipitazioni e della portata del corso d'acqua. Consumi idrici: Il Piano d'Ambito ATO (II revisione in variante 2015) della provincia di Pavia riferisce che per il territorio dell'ATO provinciale l'approvvigionamento idropotabile è garantito prevalentemente dallo sfruttamento delle acque sotterranee mediante 363 pozzi, e che solo nell’area collinare dell’Oltrepo la risorsa sfruttata per scopi idropotabili proviene anche dalla captazione di sorgenti. Attualmente nel territorio dell’ATO non sono sfruttate le risorse superficiali per scopi idropotabili. Gli impianti di potabilizzazione esistenti sono 168 e presentano una potenzialità complessiva di 4720 m3/ora, mentre i sollevamenti sono 199. I serbatoi di accumulo esistenti, di tipo pensile e/o interrato, sono 378 e presentano una capacità totale di 47.018 mc ed una dimensione media di 124 mc. La lunghezza complessiva delle reti adduzione e distribuzione è di 4.043 km, corrispondente ad una lunghezza unitaria ad abitante residente di 7,5 m/ab res. L'approvvigionamento idrico a scopo idropotabile è assicurato da 12 sorgenti con portate dell'ordine di 0.3- 0.5 l/sec e da 4 pozzi perforati nelle alluvioni recenti del torrente Staffora nella zona di San Ponzo che sfruttano la falda acquifera di sub-alveo. (…) Per condurre l’acqua dai punti di prelievo a quelli di consumo esiste una rete abbastanza complessa e frammentata vista anche l’articolata orografia del territorio, che comprende 20 serbatoi di accumulo, tutti di ridotte dimensioni (20÷40 m³), e 7 stazioni di rilancio. Depuratore: Nel territorio dell’ATO della provincia di Pavia la lunghezza delle reti fognarie esistenti è di circa 2.940 km, corrispondente ad una lunghezza unitaria ad abitante residente di 5,7 m/ab res. Nella seguente tabella è riportato il dettaglio della consistenza delle infrastrutture per il servizio di fognatura.

Sempre il Piano d'Ambito ATO Pavia informa sullo stato dell'arte dei carichi fognari e sui trattamenti se esistenti o meno. Nel territorio comunale sono censiti 10 impianti di depurazione con potenzialità inferiore a 2000AE. Si presume l’esistenza di fosse imhoff soprattutto per quanto riguarda la depurazione di case sparse. Di seguito tabella con identificati gli impianti esistenti.

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Aria - Ponte Nizza viene inquadrato tra le Zone C1 “Zona prealpina e appenninica” come fascia prealpina ed appenninica dell’Oltrepò Pavese, più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell’ozono. Più in generale, le Zone C (a sua volta suddivise in C1 e C2) sono caratterizzate da: - concentrazioni di PM10 in generale più limitate, rilevate dalla Rete Regionale di Qualità dell’Aria e confermate dalle simulazioni modellistiche; - minore densità di emissioni di PM10 primario, NOx, COV antropico e NH3; - importanti emissioni di COV biogeniche; - orografia montana; - situazione meteorologica più favorevole alla dispersione degli inquinanti; - bassa densità abitativa. Il comune di Ponte Nizza contribuisce alle maggiori emissioni per i macrosettori: combustione non industriale, trasporto su strada, agricoltura. Il macrosettore combustione non industriale contribuisce in larga parte alle emissioni di CO , CO2 , PM2.5 , PTS (particolato polveri sospese), PM10 e SO2 , agricoltura troviamo le maggiori emissioni di CH4 e NH3, e trasporto su strada CO2 , Precursori dell’ozono e NOx.

Suolo e sottosuolo Il territorio comunale di Ponte Nizza dal punto di vista geomorfologico-idrografico può essere schematicamente differenziato in due ampie zone una posta in destra e l’altra in sinistra del torrente Staffora. La prima, e la più estesa, è quella in destra, rappresentata dalla bassa valle del torrente Nizza caratterizzata da rilievi isolati e da dorsali più resistenti fra cui si evidenziano il M. Calcinera (692 m s.l.m.), il M. Gazzolo (590 m s.l.m.) e la placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina che interessa la quasi totalità delle cime più elevate del versante sinistro con culminazioni fra le quote 650 e 760 m s.l.m. La seconda zona geomorfologica-idrografica, cioè quella in sinistra, è meno estesa della prima e si sviluppa principalmente nel bacino idrografico del torrente Semola con il rilievo principale del M. Vallassa (731 m s.l.m.) posto al margine sud-ovest del territorio comunale. In entrambi i settori sopra citati gli aspetti morfologici sono dovuti principalmente all'azione dei vari agenti e processi geomorfici su un rilievo geologicamente giovane e non eccessivamente elevato come quello appenninico. In sostanza le forme dominanti sono legate a processi morfoselettivi e morfotettonici (eterogeneità litologica, erosione differenziale e complessità strutturale, ecc.). Le forme del modellamento recente ed attuale sono ascrivibili soprattutto all'azione dilavante ed erosiva delle acque ed ai processi gravitativi di versante, che evidenziano il degrado e l’instabilità delle fasce modellate nei litotipi argilloso-marnosi. Il condizionamento litologico della morfologia è ben evidente nella zona altimetricamente più elevata della valle del torrente Nizza, dove la rottura di pendenza, in corrispondenza degli abitati di Pizzocorno, Moglie e Carmelo, coincide con il limite tra la litofacies arenacea più resistente (“ Arenarie di M.Vallassa ”) e le sottostanti litofacies marnose e marnose-arenacee più erodibili (“ Marne di Antognola ”, “ Arenarie di Ranzano ”). Nelle zone di affioramento delle formazioni marnoso-argillose, sono inoltre presenti le forme di erosione tipiche dei terreni con componente argillosa prevalente cioè i calanchi, forme erosionali in continua evoluzione caratterizzati da creste acute separate da gole profonde, incise lateralmente da canali estremamente ramificati a formare bacini imbriferi molto ravvicinati. Tali forme di degrado dei versanti, si osservano in particolare nelle “ Arenarie di Ranzano ” e nelle “Marne di Antognola ”, in particolar modo nel versante destro del torrente Nizza, favorite dall'esposizione a sud dei versanti e dalla piovosità. L'elemento morfostrutturale più significativo è costituito dalla " sinclinale di Pizzocorno " nella parte altimetricamente più elevata del versante sinistro del torrente Nizza; questa sinclinale, sostanzialmente simmetrica e con piano assiale disposto in senso circa est-ovest è modellata nelle " Arenarie di M.Vallassa " in discordanza sulle “Marne di Antognola ” ed il suo assetto attuale è dovuto alle fasi deformative tortoniane e successive. Per quanto riguarda il bacino del torrente Semola esso ha origini sulle pendici settentrionali del rilevo arenaceo

45 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______del Monte (quota 660 m s.l.m.) con un reticolo idrografico a chiara impostazione strutturale che nella parte inferiore incide le formazioni marnose-argillose più erodibili dando luogo a fenomeni calanchivi accentuati. Sismicità : La pericolosità sismica locale è stata valutata sulla base della metodologia indicata nell’allegato 5 della DGR/8/7374/2008. Tale metodologia prevede tre livelli di approfondimento in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica locale PSL. Considerando che il comune di Ponte Nizza ricade in zona sismica 3 in fase di pianificazione urbanistica è obbligatorio eseguire un’analisi di 1° livello su tutto il territorio comunale e di 2° livello negli scenari PSL Z3 e Z4 interferenti con l’urbanizzato e l’urbanizzabile ad esclusione delle aree inedificabili (Classe di fattibilità geologica IV). L’analisi di primo livello consiste in un approccio di tipo qualitativo, costituisce lo studio propedeutico ai successivi livelli di approfondimento ed è finalizzato alla definizione della pericolosità sismica locale PSL utilizzando la Tab.1 “Scenari di pericolosità sismica locale” dell’All.5. In tal senso sul territorio comunale sono stati individuati i seguenti sette scenari di pericolosità sismica locale PSL (cfr . Tav. DP.G.04 e DP.G.05 dello Studio geologico). Z1a zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Z1b zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Z1c zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z3a zona di ciglio H > 10 m Z3b zona di cresta rocciosa e/o cucuzzolo appuntita o arrotondata Z4a zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali granulari e/o coesivi Z4d zona di versante con presenza di depositi di origine eluvio-colluviale. Negli scenari PSL Z3 e Z4 interferenti con i principali centri abitati è stata effettuata una verifica di 2° livello utilizzando la procedura descritta al paragrafo 2.2 dell’Allegato 5 alla DGR/8/7374/2008. Tale procedura in relazione alle caratteristiche litologiche, morfologiche, geotecniche e sismiche permette una valutazione semiquantitativa degli effetti di amplificazione sismica attesi attraverso la definizione del fattore di amplificazione Fa , valutando il grado di protezione raggiunto dalla normativa vigente nel tenere in considerazione gli effetti sismici. Gli effetti di amplificazione sismica locale Fa sono stati definiti negli scenari PSL Z3b (Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo) suscettibili di amplificazione topografica e litologica, Z4a (Zone di fondovalle con presenza di depositi alluvionali granulari e/o coesivi) e Z4d (zona di versante con presenza di depositi di origine eluvio-colluviale) suscettibili di amplificazioni litologiche. La valutazione dell’amplificazione topografica relativa allo scenario Z3b è stata eseguita per gli abitati di Villetta, Casa Bosco e Panzini impostati sulla placca arenacea Pizzocorno-Pietragavina, cioè sulla formazione geologica delle “ Arenarie di Monte Vallassa ”. Per tutte e tre le zone esaminate il fattore di amplificazione calcolato Fa 0.1-0.5 è inferiore al coefficiente di amplificazione topografica ST e quindi la normativa è da considerarsi sufficiente a tenere in considerazione anche i possibili effetti di amplificazione morfologica del sito. La valutazione del fattore di amplificazione dovuto agli effetti litologici è stata eseguita per gli abitati ricadenti negli scenari Z4a, e Z4d ricostruendo quello che potrebbe essere il più probabile andamento della velocità delle onde di taglio VS con la profondità e confrontandolo con quello riportato nelle schede litologiche fornite dalla Regione Lombardia. I principali abitati ricadenti negli scenari Z4a e Z4d sono Ponte Nizza, Molino del Conte, Cà Minchino, Molino della Possessione, Risaia, San Ponzo Semola (Z4a); Vignola, Pizzocorno, Moglie, Carmelo, Lumello, Prendomino, Trebbiano superiore, Lago, Croce (Z4d) Per gli abitati Capoluogo, Molino del Conte, Cà Minchino, Molino della Possessione, Risaia, San Ponzo Semola, Vignola, Pizzocorno, Moglie, Carmelo, Lumello, Prendomino, Trebbiano Superiore, Lago e Croce in fase progettuale non sarà necessario eseguire l’approfondimento del 3° livello ma solo una verifica del superamento del valore soglia Fa riapplicando il metodo del 2° livello utilizzando un modello litologico/geofisico del sottosuolo di maggior dettaglio. Classi di fattibilità : In relazione al rischio geomorfologico/idraulico/idrogeologico il territorio comunale risulta abbastanza penalizzato e di conseguenza non è stata utilizzata la classe di fattibilità I “ Fattibilità senza particolari limitazioni ” e la classe II “ Fattibilità con modeste limitazioni ” è stata limitata solo a poche aree. Per l’azzonamento geologico della quasi totalità del territorio comunale sono state quindi utilizzate solo le classi di fattibilità geologica III “ Fattibilità con consistenti limitazione ” e IV “F attibilità con gravi limitazioni” . La classe IV rappresenta le condizioni di rischio più elevato mentre la classe III esprime situazioni di rischio controllabile con prescrizioni ed adeguati criteri tecnico-costruttivi. Per le classi III e IV sono state individuate le seguenti sottoclassi: SOTTOCLASSE IIIA aree non urbanizzate talora boscate con pericolosità geomorfologica, idrogeologica e idraulica e/o adiacenti a zone con condizioni geostatiche locali o generali precarie e aree urbanizzate dove l’edificazione dei lotti interclusi richiede una dettagliata valutazione delle condizioni geostatiche circostanti e delle caratteristiche geotecniche/idrogeologiche dei terreni di fondazione

46 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______

SOTTOCLASSE IIIB aree boscate sottoposte a vincolo paesaggistico [art. 142, comma 1, lettera g) del D.lgs. 22 gennaio 2004, n°42] e aree non boscate intercluse sottoposte o non a vincolo idrogeologico [R.D. 30 dicembre 1923 n°3267]. SOTTOCLASSE IIIC fascia di rispetto, di conservazione e di tutela idraulica-idrogeologica-ambientale della piana alluvionale del torrente Staffora esterna all’area a rischio idraulico Eb. SOTTOCLASSE III D Zona 2 area a Rischio Idrogeologico Molto Elevato 079-LO-PV Vignola non inclusa nella sottoclasse IVB dove sono esclusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.50 comma 3 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVA aree individuate come frane attive Fa dove sono esclusivamente consentiti gli interventi indicati al comma 2 dell’Art.9 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVB aree individuate come frane quiescenti Fq dove si dovranno applicare norme più restrittive di quelle dell’Art.9 comma 3 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVC Zona 1 area a Rischio Idrogeologico Molto Elevato 079-LO-PV Vignola dove sono esclusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.50 comma 1 e 2 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVD aree non incluse nella perimetrazione PAI (cioè non identificate come Fa, Fq, Ee, Eb) in alcuni casi anche boscate, caratterizzate da una elevata pericolosità a causa delle particolari condizioni geomorfologiche, geostatiche, idrogeologiche e idrauliche dell’area stessa e della zona circostante SOTTOCLASSE IVE aree coinvolgibili da esondazioni e fenomeni di dissesto idraulico di carattere torrentizio con pericolosità molto elevata Ee dove sono elusivamente consentiti gli interventi previsti dall’Art.9 comma 5 delle N.d.A. del PAI SOTTOCLASSE IVF area coinvolgibile da esondazioni e fenomeni di dissesto idraulico di carattere torrentizio con pericolosità elevata Eb con norma più restrittiva di quella dell’Art.9 comma 6 delle N.d.A. del PAI. SOTTOCLASSE IVG fascia di rispetto idraulico di ampiezza 10 m dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico principale RIP ai sensi dall’art. 96 comma f) del Regio Decreto n°523 del 1904 “ Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie” SOTTOCLASSE IVH fascia di rispetto idraulico di ampiezza 10 m dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico minore RIM di competenza comunale SOTTOCLASSE IVI fascia di rispetto idraulico di ampiezza 6 m dei corsi d’acqua secondari non appartenenti al reticolo idrografico minore RIM.

Energia e Radiazioni : a livello locale il principale settore legato al consumo di energia risulta essere quello residenziale, ed i vettori maggiormente utilizzati risultano essere il gas naturale, le biomasse ed il gasolio, a seguire Gpl e energia elettrica . Mentre il principale settore legato alle emissioni di CO2 risulta essere quello residenziale , ed il vettore energetico maggiormente utilizzato risultano essere il gasolio, energia elettrica e gas naturale. Nel comune di Ponte Nizza sono presenti n. 12 impianti foto voltaici per una potenza impegnata pari a 167 kW. Dal Catasto radio impianti (archivio Arpa), si sono tratte informazioni relative alla presenza sul territorio di impianti radiobase e antenne. Nel comune sono collocati n. 6 impianti di televisivi e n. 2 impianti di radiofonia.

Rifiuti: Il comune di Ponte Nizza nel 2016 ha una produzione annuale pro capite di rifiuti urbani pari a 584,5 kg/ab*anno che rispetto al 2015 ( 570,6 ) è aumentata dello 2,4 % La percentuale di raccolta differenziata rispetto al 2015 è aumentata del 2,6% rispetto al 2015.

RER : Il territorio incluso in questa unità cartografica racchiude una elevata varietà rilevante di aspetti ambientali, naturalistici e paesaggistici e si presta ad esemplificare i valori e le problematiche delle aree collinari. La varietà di forme del suolo, tipi di vegetazione e specie animali del territorio ne fanno uno degli hot-spot di biodiversità della Lombardia. Dal punto di vista naturalistico le aree a prevalente destinazione agricola di questo territorio presentano delle condizioni eccellenti grazie al persistere di un mosaico molto articolato e diversificato di seminativi e prati intersecati da siepi e filari, di boschi e di aree aperte e arbustive non più coltivate, nel quale si rinvengono elementi floristici e faunistici di tipo mediterraneo. Alcune specie raggiungono qui il limite settentrionale del loro areale distributivo. La componente boschiva si presenta con formazioni anche estese, come nel caso dei boschi della placca di Pizzocorno. Sono rilevanti anche gli ambienti rupestri, scarsi solitamente in questa fascia estrema dell’Appennino, che oltre a costituire delle emergenze paesaggistiche di rilievo, offrono condizioni idonee alla nidificazione di specie di uccelli di interesse conservazionistico. Mediamente ben conservato è anche l’alveo del Torrente Staffora, che offre una golena solo parzialmente modificata, e un corso d’acqua nel quale persistono delle ittiocenosi di rilevante interesse conservazionistico per la presenza di popolazioni cospicue e poco alterate di specie endemiche altrove in forte regressione.

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Per questi motivi l’area è stata inclusa pressoché interamente nell’Area prioritaria per la biodiversità. Elementi primari: 35 Oltrepò pavese collinare e montano : il mantenimento della destinazione agricola del territorio e la conservazione delle formazioni naturaliformi sarebbero misure sufficienti a garantire la permanenza di valori naturalistici rilevanti. Va vista con sfavore la tendenza a mettere in atto misure di conversione degli spazi aperti in aree boschive, attuata attraverso rimboschimenti che portano alla perdita di habitat importanti per specie caratteristiche. La canalizzazione dei corsi d’acqua, laddove non necessaria per motivi di sicurezza, dev’essere sconsigliata. Il greto del Torrente Staffora dovrebbe essere mantenuto il più possibili in condizioni naturali, localizzando eventuali interventi di protezione delle sponde laddove si renda necessario per esigenze di sicurezza. Elementi di secondo livello: Conservazione della continuità territoriale; mantenimento del reticolo di siepi e filari, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR. Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica: Superfici urbanizzate : favorire interventi di deframmentazione; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari : prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione in particolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente

RETE NATURA 2000: Nel territorio di Ponte Nizza non sono presenti elementi di rete Natura 2000.

Contenuti della Variante2018 : La presente variante è finalizzata ad aggiornare lo strumento urbanistico per adeguarlo ad alcune nuove esigenze emerse dalla sua entrata in vigore, e relazionate in parte ad aspetti pratici di gestione/attuazione del suddetto strumento, ed in parte ai nuovi scenari che si sono venuti a determinare. Trattasi di variante parziale, che interessa aspetti puntuali del PGT, nei limiti previsti dall’art. 5 della L.R. n. 31 del 28/11/2014 e compatibilmente con le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Le modifiche riguardano principalmente previsioni insediative (DDP – PDR), come meglio specificato ai punti successivi della presente relazione ..

VARIANTI AL DOCUMENTO DI PIANO La variante al documento di piano consiste nella eliminazione di due ambiti di trasformazione su specifica richiesta delle proprietà, per effetto dei mutati scenari socioeconomici riscontrabili non solo a livello locale. Tale variante determina una limitazione delle previsioni insediative e del consumo di suolo previste dal PGT, con un decremento complessivo pari a circa 25.000 mq della superficie edificabile che viene ricondotta all’uso agricolo. VARIANTE N. 1 Riguarda l’eliminazione dell’ambito di trasformazione residenziale ATR4 ubicato nel capoluogo in fregio alla S.P. 461. L’eliminazione è motivata dalle mutate esigenze delle proprietà che, vista la particolare situazione in cui versa il mercato dell’edilizia, ritengono troppo onerosa l’attuazione dell’ambito, e ne chiedono la soppressione e riconversione all’uso agricolo. Data la prossimità con il tessuto consolidato, e in considerazione della localizzazione interclusa dell’area tra l’edificato e le previsioni insediative residenziali dell’ATR3 e ATR5 si ritiene compatibile la destinazione “Aree agricole di salvaguardia dell'abitato”, con il mantenimento della previsione di viabilità in quanto risulta funzionale al sistema infrastrutturale previsto a servizio del nuovo comparto insediativo. Nel complesso la variazione comporta una riduzione della potenzialità edificatoria di 6.937 mc pari a 46 abitanti equivalenti rispetto alle previsioni vigenti.

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VARIANTE N. 2 Riguarda l’eliminazione dell’ambito di trasformazione residenziale ATR7 ubicato in loc. Molino del Conte in fregio alla S.P. 461. L’eliminazione è motivata dalle mutate esigenze delle proprietà che, vista la particolare situazione in cui versa il mercato dell’edilizia, ritengono troppo onerosa l’attuazione dell’intero ambito, e ne chiedono la possibilità di un utilizzo parziale per 3000 mq con soppressione e riconversione all’uso agricolo della restante parte. Data la prossimità con il tessuto consolidato, si ritiene compatibile la soppressione dell’ambito con il solo mantenimento di un lotto di 3000 mq ad intervento edilizio diretto residenziale a bassa densità edilizia TR3b in aderenza all’edificato esistente e la riconduzione della restante superficie alla destinazione “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di costituire un “filtro” tra le aree edificate ed il territorio agricolo. Si mantiene la viabilità prevista per garantire il collegamento viabilistico tra la S.P. 461 e la strada per Vignola. Nel complesso la variazione comporta una riduzione della potenzialità edificatoria di 6.500 mc pari a 43 abitanti equivalenti rispetto alle previsioni vigenti.

VARIANTI AL PIANO DELLE REGOLE E AL PIANO DEI SERVIZI Le varianti al PDR, di carattere puntuale e ridotta consistenza, sono volte ad assecondare alcune esigenze specifiche evidenziate da parte della collettività locale e si riassumono nei seguenti casi: − riconduzione di aree edificabili a zone agricole; − individuazione di aree edificabili prevalentemente residenziali; − soppressione di aree per servizi non attuate − recepimento della modifica della fascia di rispetto cimiteriale.

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VARIANTE N. 1 Riguarda aree libere da edificazione localizzate all’interno del tessuto consolidato del capoluogo con destinazione Prevalentemente Residenziale a media e bassa densità edilizia. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Considerata la posizione dell’area interclusa nel tessuto consolidato con previsioni insediative, si ritiene opportuna la destinazione a Verde privato al fine di tutelare i possibili sviluppi limitrofi dell’abitato da eventuali attività agricole. Si coglie l’occasione per adeguare le previsioni insediative lungo il fosso limitrofo includendo la relativa area di pertinenza in zona a Verde Privato. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria residenziale pari a 1.901 mc corrispondenti a 13 abitanti equivalenti e produttiva pari a 159 mq di slp.

VARIANTE N. 2 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata ai margini del tessuto consolidato del capoluogo in via Roma a destinazione Prevalentemente Residenziale a media densità edilizia TR2a. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Data la prossimità con il tessuto consolidato, si ritiene opportuna la destinazione a Verde privato al fine di tutelare possibili sviluppi futuri dell’abitato e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 2.340 mc corrispondenti a 16 abitanti equivalenti.

VARIANTE N. 3 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata a San Ponzo e prospicente la strada di accesso all’abitato a destinazione Prevalentemente Residenziale a bassa densità edilizia TR3b. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e pertanto ne chiede la riconversione all’uso agricolo. Coerentemente con il contesto di riferimento, si ritiene opportuna la destinazione ad “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare possibili sviluppi futuri dell’abitato e costituire un “filtro” tra la zona

50 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 594 mc corrispondenti a 4 abitanti equivalenti.

VARIANTE N. 4 La variante riguarda un’area agricola localizzata a Moglie su cui insiste un fabbricato rustico per il quale la proprietà chiede la possibilità di un recupero ai fini abitativi. Considerata la posizione dell’area ai margini del tessuto edificato della frazione di Moglie si ritiene compatibile la trasformazione della destinazione dell’area per un’estensione pari a 1.115 mq, in Ambito prevalentemente residenziale a bassa densità - TR3b con una possibilità edificatoria pari a 1.115 mc corrispondente a 7 abitanti teorici.

VARIANTE N. 5 La variante riguarda un’area agricola localizzata a San Ponzo su cui insiste un fabbricato rustico per il quale la proprietà chiede la possibilità di un recupero ai fini abitativi. Considerato il contesto edificato in cui risulta incluso il lotto, si ritiene compatibile la trasformazione della destinazione dell’area per un’estensione pari a 590 mq, in Ambito prevalentemente residenziale a bassa densità - TR3b con una possibilità edificatoria pari a 590 mc corrispondente a 4 abitanti teorici.

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VARIANTE N. 6 Riguarda un’area libera da edificazione localizzata nel nucleo antico di Molino del Conte prospicente la s.p. 430. La proprietà non è interessata ad un suo utilizzo ai fini edificatori e ne chiede la riconduzione all’uso agricolo. L’area non risulta pertinenziale all’insediamento antico pertanto si ritiene compatibile la riperimetrazione del nucleo di antica formazione escludendo l’area in oggetto che allo stato attuale risulta incolta e la sua riconduzione all’uso agricolo. L’area con un’estensione pari a mq 1.840 viene pertanto ricondotta alla destinazione “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare l’edificato esistente e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo.

VARIANTE N. 7 La variante fa riferimento all’istanza delle proprietà volta al cambio di destinazione di aree edificabili all’uso agricolo, localizzate in località Molino del Conte, prospicenti la sp 461, in quanto non interessate ad un possibile sviluppo edilizio. Le aree con un’estensione complessiva di 2.343 mq con destinazione residenziale a media e bassa densità edilizia vengono ricondotte ad “Aree di salvaguardia dell'abitato” al fine di tutelare l’edificato esistente e costituire un “filtro” tra la zona urbanizzata ed il territorio agricolo. La variazione comporta un decremento della capacità edificatoria pari a 3.151 mc corrispondenti a 21 abitanti equivalenti.

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VARIANTE N. 8 La variante riguarda la trasformazione di un’area pubblica localizzata all’interno del tessuto urbano consolidato dell’abitato di San Ponzo e inclusa marginalmente all’interno del perimetro del nucleo di antica formazione. L’area con un’estensione pari a 286 mq è attualmente inserita nel Piano dei Servizi con specifica destinazione M1 – Parcheggi a raso nella tavola 2.4b del PDS vigente, e ad oggi non risulta ancora attuata. Per le mutate esigenze dell’amministrazione che ne ha programmato l’alienazione, viene eliminata la previsione del PDS attualmente in essere e in considerazione dei possibili sviluppi limitrofi dell’abitato e dell’esigua dimensione dell’area viene attribuita la destinazione a verde privato, demandando la disciplina al Piano delle Regole. La variante non comporta un incremento di potenzialità edificatoria.

VARIANTE N. 9 La variante riguarda il recepimento delle indicazioni della Variante al Piano Cimiteriale Comunale approvata con D.C.C: n. 36 del 19 dicembre 2018. Per il cimitero del capoluogo è previsto un ampliamento sul lato sud-est del recinto esistente a completamento del campo più recente. L’ampliamento dell’area cimiteriale comporta un adeguamento della fascia di rispetto cimiteriale vigente.

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VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO COMPLESSIVO DEL PGT A seguito delle varianti illustrate ai punti precedenti, il dimensionamento complessivo del PGT vigente pari a 1.713 abitanti teorici subisce un decremento di 131 abitanti dovuto principalmente dalla soppressione di due ambiti di trasformazione residenziali di competenza del Documento di Piano e in minor misura dalle dinamiche interne al tessuto consolidato di competenza del Piano delle Regole. La nuova capacità insediativa di DdP risulta pari a 1.582 abitanti.

Per quanto concerne gli insediamenti a destinazione non residenziale, la situazione del DdP aggiornata alla presente variante risulta immutata.

VARIANTE AL PIANO DEI SERVIZI E VERIFICA DELLA DOTAZIONE COMPLESSIVA DEL PDS La presente variante nonostante preveda la soppressione di una area destinata a servizi non ancora attuata, e la riduzione delle cessioni previste per aree a servizi nell’ambito della pianificazione attuativa a seguito dell’eliminazione di alcuni ambiti di trasformazione del DDP, comporta un aumento della dotazione pro-capite passando da 79,26mq a 84,39mq dovuta alla riduzione della utenza teorica stimata di piano. Di seguito si illustrano le variazioni quantitative della dotazione di aree a servizi derivanti dalle modifiche apportate al Piano delle Regole.

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Complessivamente la dotazione prevista dal Piano dei Servizi di aree e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale aggiornata alla presente variante è riportate di seguito:

COMPATIBILITA' DI PIANO COMPATIBILITÀ DELLE VARIANTI CON LO STUDIO GEOLOGICO Tutte le varianti sono state verificate con lo studio geologico redatto in allegato al PGT Vigente. Considerando che gli ambiti oggetto di variante riguardano per lo più la riconduzione ad uso agricolo di aree edificabili, e che i diversi ambiti risultano inclusi in classe 3A e 3B di fattibilità geologica, non si rilevano particolari elementi di incompatibilità .

COMPATIBILITÀ DELLE VARIANTI CON LE PRESCRIZIONI DI LIVELLO SOVRAORDINATO Ai fini della verifica di compatibilità della variante in oggetto, si è preso in esame il quadro programmatico e normativo di riferimento delineato in fase di redazione del vigente PGT aggiornato con quanto illustrato al paragrafo 2 della presente relazione. Nello specifico i contenuti della presente variante sono stati verificati con i seguenti tematismi: - Previsioni di livello sovraordinato – pianificazione regionale: PTR – PTPR, - Previsioni di livello sovraordinato – pianificazione provinciale: PTCP, - Vincoli paesaggistici – D.Lgs 42/2004, che forniscono una visione complessiva degli aspetti strutturali e delle strategie di pianificazione in atto, oltre al quadro di insieme dei vincoli presenti sul territorio. Non sono emersi particolari elementi di incompatibilità. In merito al confronto tra gli obiettivi della variante al PGT e gli obiettivi del PTR, in considerazione del fatto che la presente variante, come illustrato ai precedenti paragrafi, interessa aspetti puntuali del PGT, senza mutarne gli obiettivi, rispettandone le linee strategiche e non incidendo in maniera significativa sull’assetto territoriale originariamente previsto, si può affermare che gli obiettivi previsti nella variante sono nel complesso coerenti con gli obiettivi del PTR.

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COMPATIBILITÀ CON LA NORMATIVA VIGENTE La variante in oggetto viene elaborata ai sensi della normativa vigente, con particolare riferimento alla Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio), e precisamente all’articolo 13, comma 13 che stabilisce le procedure previste per le varianti agli atti costituenti il PGT. In attuazione dell’Art. 4 della LR 12/2005, il percorso di variante al PGT vigente dovrà essere accompagnato da un processo valutativo (Valutazione Ambientale Strategica) circa la sostenibilità ambientale degli ambiti del PGT oggetto di variante, coerentemente con gli indirizzi generali di cui alla DGR n. 8/1563/2005. In particolare si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS in quanto sussistono i seguenti requisiti: le varianti a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori. I contenuti della presente variante sono conformi all’art.5 c.4 della LR 31/2014 che disciplina le varianti urbanistiche nel periodo transitorio, cioè fino all’adeguamento dei PGT alla LR 31/2014 a seguito dell’integrazione del PTR e dell’adeguamento dei PTCP alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo: ……i comuni possono approvare varianti generali o parziali del documento di piano e piani attuativi in variante al documento di piano, assicurando un bilancio ecologico del suolo non superiore a zero, computato ai sensi dell’articolo 2, comma 1, e riferito alle previsioni del PGT vigente alla data di entrata in vigore della presente legge. La relazione del documento di piano, di cui all’articolo 8, comma 2, lettera b-ter), della l.r. 12/2005, come introdotto dall’articolo 3, comma 1, lettera h), della presente legge, illustra le soluzioni prospettate, nonché la loro idoneità a conseguire la massima compatibilità tra i processi di urbanizzazione in atto e l’esigenza di ridurre il consumo di suolo e salvaguardare lo sviluppo delle attività agricole, anche attraverso puntuali comparazioni circa la qualità ambientale, paesaggistica e agricola dei suoli interessati. I comuni possono approvare, altresì, le varianti finalizzate all’attuazione degli accordi di programma a valenza regionale, all’ampliamento di attività economiche già esistenti nonché le varianti di cui all’articolo 97 della l.r. 12/2005... L’art.2 c.1 lett d) della LR 31/2014 definisce il bilancio ecologico del suolo come:

56 Rapporto preliminare - Verifica di assoggettabilità alla VAS Variante 2018 - PGT di Ponte Nizza (PV) ______la differenza tra la superficie agricola che viene trasformata per la prima volta dagli strumenti di governo del territorio e la superficie urbanizzata e urbanizzabile che viene contestualmente ridestinata nel medesimo strumento urbanistico a superficie agricola. Se il bilancio ecologico del suolo è pari a zero, il consumo di suolo è pari a zero Come illustrato nella tabella successiva nella presente variante di PGT prevede un consumo di suolo pari a zero.

Coerenza con gli obiettivi di sostenibilità impatti potenziali e mitigazioni Anche se questa è una variante formulata quasi esclusivamente sulla riduzione del carico urbanistico, all'interno della matrice di valutazione sono state considerate comunque quelle varianti che generano impatti e/o pressioni sull'ambiente o che comportano incremento di potenzialità edificatoria e che sono state identificate nelle Varianti n. 4 e 5 PDR/PDS. Si ricorda che il nuovo dimensionamento di Piano comporta un decremento di capacità insediativa pari a 131 abitanti.

Misure mitigative degli impatti Alla luce dell'analisi operata nel quadro di riferimento ambientale, e del decremento di capacità insediativa generatosi dalle previsioni della Variante, si danno di seguito alcuni suggerimenti generali volti più a stimolare un approccio sostenibile nell'uso delle risorse, quando non anche a correggere o in alternativa ad integrare alcune mancanze strutturali nei servizi (una su tutte il sistema depurativo).

Suggerimenti generali 1. Promuovere l’adozione di misure di risparmio idrico (aeratori rompigetto, riduttori di flusso, impianti di recupero dell’acqua meteorica, etc.) per gli interventi che necessitano del rilascio della concessione edilizia o di denuncia di inizio attività per le nuove edificazioni così come per le ristrutturazioni. 2. Nella realizzazione delle previsioni di piano e dei completamenti residenziali le reti fognarie e gli impianti di trattamento dovranno essere verificate rispetto al Risorse nuovo carico insediativo introdotto. idriche 3. Aree idrogeologicamente sensibili: occorre un’attenta valutazione preventiva delle opere nel sottosuolo. Particolare attenzione andrà dedicata alla realizzazione dei pali per le fondazioni profonde, per evitare di mettere in contatto e contaminare i differenti strati della falda. 4. Compatibilmente con l’assetto urbanistico e territoriale per i progetti di nuova edificazione e per i progetti di recupero degli edifici esistenti prevedere reti duali e contatori per ogni singola nuova unità abitativa. 1. Occorre limitare al massimo l’impermeabilizzazione del suolo, lasciando ampi Suolo e spazi drenanti e utilizzando dove possibile pavimentazioni permeabili (autobloccanti sottosuolo forati, prato armato, tetti verdi ecc.). L’impermeabilizzazione accompagnata da raccolta e trattamento di acque deve essere prevista in caso di possibilità di

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sversamenti di sostanze inquinanti e in presenza di aree pavimentate di parcheggio o di manovra. 2. La realizzazione degli ambiti di trasformazione in classe di fattibilità geologica 3 e 4, dovrà essere subordinata alle indicazioni dello studio geologico allegato al Piano, e comprendere supplementi di indagine per acquisire una maggiore conoscenza geologico-tecnica dell’area, nonché studi tematici specifici idrogeologici, idraulici ed ambientali così come descritto all’interno delle Norme tecniche dello studio geologico. 3. Per le aree idrogeologicamente sensibili occorre un’attenta valutazione preventiva delle opere nel sottosuolo. Particolare attenzione andrà dedicata alla realizzazione dei pali per le fondazioni profonde, ad evitare di mettere in contatto e contaminare i differenti strati della falda. 1.Tenere conto che la previsione di nuovi edifici comporta un conseguente aumento Rifiuti di rifiuti, che deve essere considerato preventivamente al fine dell'aumento della raccolta differenziata ancora bassa.. 1. Promuovere l’adozione di misure di risparmio energetico (tecniche di edilizia passiva, installazione di impianti solari, termico e fotovoltaico, e/o di pompe di calore, ecc.) per gli interventi che necessitano del rilascio di concessione edilizia o Energia di denuncia di inizio attività per le nuove edificazioni così come per le ristrutturazioni. Integrare il regolamento edilizio comunale con indicazioni sul riscaldamento domestico e sull'efficienza energetica degli edifici. 1. Predisporre un regolamento per la qualità paesaggistica ed architettonica degli interventi. Il regolamento definisce materiali, tipologie, colori, forme, elementi Paesaggio architettonici, modalità di rapporto con il contesto e con il sistema del verde, e individua le specie caratteristiche dei luoghi da privilegiare negli spazi a verde pubblico e privato. 1. Nelle sistemazioni a verde favorire la continuità ecologica ed in presenza di infrastrutture viarie prevedere fasce di mitigazione ed opere di attraversamento adeguati anche per la fauna. 2. Favorire in generale la realizzazione di nuove unità ecosistemiche e di interventi Rete di deframmentazione ecologica che incrementino la connettività. ecologica 3. In tutti i casi, la progettazione del verde deve fare riferimento alle indicazioni contenute nell’allegato alla DGR 8/8515 del 26/11/2008 “ Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali ”, ed alla DGR 6/48740 del 29/02/2000 “Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica” Altri generali 1. Adozione di misure comportamentali volte al contenimento dei consumi di risorsa idrica potabile. 2. Si suggeriscono prescrizioni comportamentali onde evitare i rumori nelle ore Interventi serali o notturne, e volte a contenere i tempi di costruzione e quindi la durata del Cantierizzaz disturbo collegato alla cantierizzazione. ione 3. Per la tutela del suolo e della falda adottare tutti gli accorgimenti volti ad evitare nella fase di costruzione sversamenti nei corsi d’acqua superficiali e nella falda. 4. Gli inerti prodotti con la demolizione devono essere smaltiti conformemente alle disposizioni delle normative vigenti e dei regolamenti urbani locali.

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