Comune di (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

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INDICE

Introduzione ...... 3

CAPO I: Contenuti del PUGSS...... 5 Obiettivi...... 6 Suddivisioni in fasi...... 6 Parte I: Conoscenza ...... 7 Parte II: Coordinamento ...... 7 Parte III: Programmazione ...... 7 Parte IV: Sostenibilità...... 8

CAPO II: Modalità attuative e fasi di approfondimento ...... 9 Schede attuative del PUGSS...... 9

CAPO III: Materiale conoscitivo relativo alla Fase I...... 22 Sistema geoterritoriale...... 23 Il sistema urbano...... 23 Il sistema infrastrutturale e della mobilità...... 33 Il sistema vincolistico ...... 41 Studio geologico e idrogeologico a supporto del PGT ...... 42 Beni costitutivi del Paesaggio ...... 52

CAPO IV: Sintesi quantitative delle reti ...... 64 Rete acquedotto ...... 65 Rete fognaria ...... 66 Rete Gas...... 67 Rete Snam...... 68 Rete energia elettrica ...... 69 Rete alta tensione 132 Kv ...... 71 Rete illuminazione...... 72 Rete telefonia & dati ...... 73 Rete teleriscaldamento ...... 74 Sintesi reti sottosuolo...... 75

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Introduzione

La presente relazione illustra gli obiettivi, i contenuti ed i criteri attuativi relativi alla prima fase del Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo. Come previsto dalla L.R.12/05 il PUGSS si configura come uno strumento integrativo del Piano dei Servizi per quanto riguarda le infrastrutturazioni del sottosuolo ed è quindi congruente con le previsioni urbanistiche ed edilizie contenute nel Piano di Governo del Territorio del Comune di Busto Arsizio. Sulla base delle indicazioni dei Criteri Guida per la Redazione del PUGSS che costituiscono l’Allegato I del Regolamento Regionale del 15 Febbraio 2010 N.6 il Piano è articolato nelle seguenti parti: rapporto territoriale, analisi delle criticità e piano degli interventi. Per raggiungere gli obiettivi assegnati e per garantire la funzione di coordinamento tra una molteplicità di soggetti che gestiscono le reti, il PUGSS si configura sia come un database incrementale che assicura a tutti gli operatori una adeguata conoscenza della situazione infrastrutturale del territorio comunale e delle criticità presenti, sia come lo strumento di coordinamento che consente una efficiente programmazione ed assicura risparmi gestionali sia nelle attività di manutenzione programmata che in quelle rivolte alla realizzazione di nuove reti in rapporto alle trasformazioni urbane.

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CAPO I: Contenuti del PUGSS

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Obiettivi

Gli obiettivi assegnati dai Criteri Guida per la Redazione del PUGSS che costituiscono l’Allegato I del Regolamento Regionale del 15 Febbraio 2010 N.6 sono molto ambiziosi perché richiedono di colmare una grave lacuna nelle informazione, comune a tutte le città, relativa all’utilizzo del sottosuolo ed alla dislocazione ed al funzionamento delle reti, ed al contempo di realizzare un efficiente sistema di coordinamento che garantisca una maggiore efficienza nella gestione del servizio ed un contenimento progressivo dei costi derivanti dagli interventi parziali e non programmati. Per raggiungere questi obiettivi il PUGSS si deve quindi necessariamente configurare come un sistema informativo in continuo aggiornamento in grado di produrre informazioni immediatamente disponibili per una pluralità di operatori ed allo stesso tempo un riferimento progettuale di facile consultabilità per l’amministrazione e la progettazione delle reti.

Il PUGSS ha regime si configurerà come un sistema informativo periodicamente aggiornato dai gestori delle reti e come una struttura di coordinamento in cui verranno affrontate e risolte le criticità legate alla gestione ordinaria e verranno messe a punto in maniera coordinata i piani di sviluppo in relazione alle trasformazioni urbane ed all’evoluzione dei servizi prestati. Per arrivare a questo risultato Il PUGSS è stato strutturato in quattro parti che suddividono le attività in relazione ai vari obiettivi ed in tre fasi che rappresentano i livelli progressivi dell’operatività del sistema.

Suddivisioni in fasi

Il PUGSS è stato organizzato in quattro parti che suddividono le attività necessarie a garantire la funzionalità del sistema. La prima parte è relativa alla conoscenza e riguarda le informazioni che devono essere raccolte per permettere al PUGSS di fornire una mappa dettagliata delle informazioni riguardanti l’utilizzo del sottosuolo da parte dei vari soggetti che gestiscono le reti infrastrutturali. La seconda parte riguarda il coordinamento ovvero le attività di coordinamento che l’Ufficio del Sottosuolo deve svolgere per aggiornare le informazioni sulle reti, le criticità che riguardano specifiche aree urbane o tronchi delle infrastrutture, i piani ed i programmi per la riqualificazione o la realizzazione di nuovi tronchi La terza parte è relativa alle attività di programmazione e riguarda tutte le attività di progettazione che vengono messe in campo sia per coordinare gli interventi di manutenzione programmata sia per promuovere e gestire nel tempo i programmi di sviluppo delle reti. La quarte parte riguarda infine le attività legate a garantire una maggiore sostenibilità degli interventi sia dal punto di vista paesistico ed ambientale che sotto l’aspetto economico. Nei paragrafi seguenti sono approfonditi i temi relativi alle singole parti e nel Capo II sono riportate le singole schede relative ad ogni parte ed ad ogni fase. Queste schede rappresentano di fatto la struttura metodologica del PUGSS ed al tempo stesso l’esplicitazione delle modalità di funzionamento del Piano declinato per le tre fasi operative previste:la prima fase che corrisponde al presente documento, la seconda fase in cui dovrà essere completata la raccolta delle informazioni relative alle reti ed al contempo dovranno essere avviate le attività di coordinamento e di programmazione, la terza fase in cui dovrebbero essere completate tutte le operazioni propedeutiche per permettere la completa funzionalità del servizio.

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Parte I: Conoscenza La prima parte riguarda le attività di conoscenza ovvero la raccolta e la messa a sistema delle informazioni relative alle reti attualmente presenti e le informazioni relative al sistema urbano esistente ed ai programmi di trasformazione previsti dall’attuale Piano di Governo del Territorio. Nella prima fase, che corrisponde al presente documento, sono stati messe a sistema le prime informazioni disponibili sulle reti. Si tratta delle informazioni relative ai tracciati di massima ed alla organizzazione generale che meritano ulteriori messe a punto. Le informazioni di tracciato potrebbero inoltre essere integrate con le informazioni relative allo stato di manutenzione dei vari tronchi ed alle informazioni relative alle specifiche criticità nell’erogazione dei servizi in specifiche comparti urbani. Le informazioni disponibili nella prima fase sono comunque sufficienti per iniziare a svolgere una prima azione di coordinamento tra gli enti gestori per coordinare ad esempio gli interventi di manutenzione programmata in forma congiunta. Le informazioni messe a punto nella prima fase sono inoltre sufficienti a gestire un primo sistema informativo rivolto ai tecnici di settore (progettisti e amministratori di condominio) con conseguente miglioramento dell’efficienza generale rispetto agli interventi di manutenzione e di allaccio alle reti stesse. Nella tavola N…. criticità del sistema urbano sono riportate le criticità strutturali della città ovvero le zone urbane dove per vari motivi gli interventi di manutenzione generano problematiche sulla mobilità o sulla sicurezza e che quindi devono essere programmati con attenzione. Le informazioni contenute in questo elaborato possono, nelle fasi successive essere integrate con specifiche note informative periodiche che informano gli enti gestori delle varie problematiche che si determinano e indicano le opportune cautele cui è bene attenersi nel programmare gli interventi.

Parte II: Coordinamento La seconda parte riguarda le attività di coordinamento che l’Ufficio del Sottosuolo deve svolgere per garantire i successivi processi di integrazione nella gestione degli interventi. L’attivtà di coordinamento consiste quindi in un’attività di periodica consultazione degli enti gestori e di acquisizione, elaborazione e restituzione delle informazioni aggiornate sui sistemi delle reti e sui piani e programmi per la loro manutenzione e sviluppo. In questa prima fase le informazioni disponibili consentono di gestire le attività iniziali di coordinamento per: -creare un tavolo periodico di programmazione per l’individuazione delle principali criticità presenti nei sistemi; -individuare i criteri per coordinare gli interventi periodici di manutenzione per contenere al massimo i lavori di scavo e di ripristino; -promuovere incontri per la messa a punto di un primo piano di sviluppo delle reti in relazione ai previsti interventi di trasformazione contenuti nel Piano di Governo del Territorio.

Parte III: Programmazione La terza parte riguarda le attività di programmazione ovvero la condivisione di piani e programmi dei singoli gestori riguardanti sia gli interventi di manutenzione che quelli relativi

7 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo allo sviluppo delle reti in relazione alle trasformazioni edilizie previste dal piano urbanistico comunale. E’ evidente che questa attività rappresenta l’aspetto del PUGSS che consente diretti e consistenti vantaggi sia operativi che economici per tutti i gestori di reti. Si tratta infatti di poter disporre di informazione più attendibili sui piani e programmi in divenire e di intervenire in forma coordinata risparmiando consistenti risorse economiche. Le informazioni disponibili in questa fase sono già sufficienti ad iniziare gli incontri per avviare la fase di informazione rispetto alle previsioni urbanistiche e raccogliere le prime ipotesi dei gestori di rete in merito alle loro previsioni di sviluppo. Poichè la totalità degli interventi di trasformazione previsti nel P.G.T. riguardano aree già parzialmente o totalmente urbanizzate la programmazione sui nuovi interventi porta inevitabilmente alla valutazione sulle necessarie integrazione/riorganizzazione dei tronchi di rete esistente.

Parte IV: Sostenibilità La quarta parte riguarda la sostenibilità degli interventi. Per sostenibilità si intende sia la sostenibilità paesistico ed ambientale che quella economica. Per il primo aspetto emerge quindi la necessità di diminuire progressivamente gli impatti che vengono generati dalle realizzazione degli interventi sia per quanto riguarda le fasi transitorie di cantiere sia per quanto riguarda gli impatti determinati dai manufatti tecnologici necessari al funzionamento delle reti. Per quanto attiene al secondo aspetto, oltre alle già citate economie derivanti dal coordinamento degli interventi sono da segnalare con attenzione alcune politiche previste nel P.G.T. che sono destinate a modificare sensibilmente alcuni aspetti che riguardano i servizi energetici e la gestione delle acque meteoriche. Il P.G.T. prevede infatti la classe energetica A per tutti gli edifici di nuova costruzione e varie forme di incentivi per la riduzione dei consumi energetici, che potrebbero determinare nel medio periodo una riduzione tendenziale dei consumi in rapporto alle trasformazioni previste. Allo stesso modo le disposizioni sul trattamento delle acque meteoriche potrebbero contribuire a ridurre le criticità presenti in alcuni tratti fognari attualmente sottodimensionati. Sul tema sostenibilità nella attuale fase vengono fornite le informazioni riguardanti i principali aspetti ambientali e paesistici che sono il frutto del lavoro analitico svolto in occasione dell’elaborazione del P.G.T. Tali elementi consentono fin d’ora una buona base di partenza per evidenziare in fase progettuale le eventuali problematiche relative a questi aspetti. Nelle fasi successive gli aspetti riguardanti la sostenibilità paesistico ambientale ed economica possono essere approfonditi stabililendo le opportune integrazioni al Regolamento edilizio ed al Piano Energetico per le energie rinnovabili.

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CAPO II: Modalità attuative e fasi di approfondimento testo

Schede attuative del PUGSS testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 1 Conoscenza / FASE 1

obiettivi testo

materiale a disposizione testo

attività da svolgere testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

10 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 2 Coordinamento / FASE 1

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 3 Programmazione / FASE 1

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 4 Sostenibilità / FASE 1

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 1 Conoscenza / FASE 2

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 2 Coordinamento / FASE 2

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 3 Programmazione / FASE 2

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 4 Sostenibilità / FASE 2

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 1 Conoscenza / FASE 3

obiettivi: testo

materiale a disposizione: testo

attività da svolgere: testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 2 Coordinamento / FASE 3

obiettivi testo

materiale a disposizione testo

attività da svolgere testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 3 Programmazione / FASE 3

obiettivi testo

materiale a disposizione testo

attività da svolgere testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

PARTE 4 Sostenibilità / FASE 3

obiettivi testo

materiale a disposizione testo

attività da svolgere testo

Risultati conseguibili al completamento della fase testo

Aggiornamenti da apportare al database del PUGSS testo

Informazioni utilizzabili per le fasi successive testo

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Piano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) del Comune di Busto Arsizio

CAPO III: Materiale conoscitivo relativo alla Fase I

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Sistema geoterritoriale

Il sistema urbano

I tessuti urbani L’analisi condotta ai fini della costruzione del quadro conoscitivo della città esistente è stata completata attraverso una lettura e un’interpretazione della forma, superando la lettura funzionale, legata alla zonizzazione del piano tradizionale. Tale analisi viene restituita attraverso la redazione di un elaborato cartografico che propone una lettura del sistema insediativo attraverso l’individuazione morfo-tipologica e funzionale dei tessuti che lo compongono distinguendo tra quelli appartenenti alla città storica (tessuto storico consolidato, tessuto dei nuclei storici rurali e ville con parco), quelli della città per aggiunta (tessuto aperto ad edifici isolati su lotto a medio-bassa densità fino ad un massimo di 3 piani fuori terra e a medio-alta densità con edifici di almeno 4 piani, tessuto chiuso, tessuto misto, tessuto per attività direzionali e commerciali, tessuto per attività produttive di grandi e medio-piccole dimensioni, tessuto rurale) e infine i tessuti della città per addizione (tessuto ad impianto unitario a medio-alta densità con edifici di almeno 4 piani fuori terra e a medio-bassa densità con edifici fino ad un massimo di 3 piani )..

E’ stata quindi svolta un’attenta analisi finalizzata a cogliere le differenze tra i diversi ambienti insediativi di Busto Arsizio da un lato, e dall’altro evidenziare le note comuni, i caratteri che ripetutamente si possono trovare creando delle regole nei modi insediativi. Per individuare le diverse parti di città sono stati utilizzati più livelli di analisi che si sono nel corso della lettura incrociati e sovrapposti: un approccio di tipo morfologico, un approccio spaziale e percettivo, un’analisi del trattamento dello spazio pubblico.

Lo stato di fatto dell’edificato riporta la destinazione d’uso dei singoli edifici e delle aree pubbliche. Le destinazioni principali sono: residenziale, commerciale, industriale, terziario, agricolo, box e accessori, attrezzature di interesse comune, scuole, attrezzature religiose. Di fronte a questo dato abbastanza scontato occorre dire come le analisi evidenzino anche casi ricorrenti di mix di funzioni, quali per esempio residenza con commercio e attività artigianali, oppure con box al piano terra. Altro elemento interessante da sottolineare sono gli edifici dismessi, prevalentemente capannoni, accessori e strutture una volta artigianali, o comunque destinati allo svolgimento di attività economiche: queste tessere sono inserite nel tessuto insediativo creando incongruenze che costituiscono una potenziale risorsa, ma allo stato attuale una notevole criticità.

Il sistema della residenza e dei servizi è rappresentato da un lato dai luoghi dell’abitare, vale a dire gli edifici, gli spazi scoperti e la viabilità di servizio dei quartieri e, dall’altro, dai luoghi di incontro collettivo, che attraggono flussi di persone, comprendendo con tale termine sia gli edifici, che gli spazi scoperti. Busto Arsizio si caratterizza per la presenza di servizi di buon livello e tra cui un numero siginificativo di servizi che svolgono una funzione di carattere sovracomunale, e che conferisce alla città un buon grado di autonomia anche al livello dei servizi di livello superiore nei settori dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza, della pubblica amministrazione e dei servizi alle imprese.

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L’articolazione proposta nell'analisi per il sistema della residenza e dei servizi si basa su considerazioni di carattere storico-morfologico e sul riconoscimento dell’identità specifica dei luoghi dell’abitare. Sono riconoscibili 6 sistemi principali: • i nuclei storici • i nuclei rurali • la città consolidata • la città di espansione • i luoghi centrali a scala urbana • i luoghi centrali a scala territoriale.

Nuclei storici Il sistema dei nuclei storici comprende il centro storico di Busto Arsizio e delle frazioni di Sacconago e Borsano. Assieme al nucleo antico del capoluogo e delle frazioni, vi sono parti di città più eterogenee e dai limiti vaghi che comunque per la loro intrinseca natura tipologica, per i materiali di cui sono costituite e per la particolare ubicazione, risultano contesti omogenei, dal punto di vista delle problematiche che essi pongono, delle logiche di intervento che essi sottendono.

La città storica è costituita da quelle porzioni di edificato costruite fino agli anni ’50 secondo il modello tradizionale della casa costruita sul margine stradale. Si presenta come una città compatta, con un’alta densità, caratterizzata da edifici a corte di due, tre e quattro piani fuori terra, palazzi storici, corti rurali, condomini pluripiano che si sono sostituiti in alcuni tratti al tessuto storico preesistente, le case unifamiliari rappresentano invece un elemento incongruo. Gli edifici delimitano e definiscono il filo stradale, gli arretramenti costituiscono un’eccezione, non vi è mediazione fra spazio pubblico e spazio privato, gli unici spazi semi pubblici sono le corti interne. Le strade si connotano come strade corridoio, delimitate da cortine edificate omogenee che guidano e limitano la visione dell’osservatore, le uniche finestre sono i portoni entro i quali sono visibili scorci di cortili. Piazze, slarghi, parcheggi e giardini delimitati da cortine edificate, permettono una visione più ampia, ma comunque limitata, riconducibile all’immagine di una “grande” stanza a cielo aperto. I piani terreni sono caratterizzati dalla presenza di negozi e pubblici esercizi lungo le vie principali, di residenza e spazi artigianali lungo le vie secondarie. Le aree verdi sono prevalentemente pubbliche e concentrate, mentre sono limitati gli spazi verdi interstiziali e privati. Lo spazio pubblico è ben definito, le strade sono tutte asfaltate, la presenza di marciapiedi è sostanzialmente omogenea, vi sono tratti di strade e marciapiedi pavimentati, filari di alberi, aiuole e parcheggi regolamentati.

Busto Arsizio, nel suo complesso è dotata di un luogo, Piazza San Giovanni e Piazza Santa Maria, riconosciuto e riconoscibile come centro della città (Figura 1): nelle due piazze confluiscono diversi assi che attraversano anche il centro storico, e cioè via Bramante/via Montebello e via Tosi/via Tettamanti/via Mons. Borroni in direzione nord- sud e corso Europa/via Cavallotti/via Cavour/via Milano e via Matteotti/via Solferino/via Carducci in direzione est-ovest. Per quanto riguarda la delimitazione dell’area storica centrale, è riconoscibile un quadrilatero delimitato a nord da piazza San Michele/via Volta/piazza Colombo/via Zappellini, ad est dal tracciato di viale Duca D’Aosta, a sud da piazza Trento e Trieste/via Mazzini/piazzale De Gasperi e ad ovest da piazzale De Gasperi/piazza Manzoni/piazza San Michele.

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Il centro storico di Sacconago si sviluppa attorno a piazza Noè, luogo baricentrico all’interno del tessuto edilizio della frazione, ed è delimitato a nord da via Gonzaga/via Sirtori/via Bassi, ad est da via S.Luigi/via Leoncavallo, a sud da via Verdi/via Sciesa e ad ovest da via Lamarmora/piazza San Donato/via Settembrini (Figura 2).

Il centro storico di Borsano si sviluppa attorno a piazza Toselli, ed è delimitato a nord da via Lodi, ad est da via D’Acquino, a sud da via Ricordanza/piazza Gallarini e ad ovest da via Magenta/via XXIV Maggio (Figura 3).

Fig. 1 – Individuazione del centro storico di Busto Arsizio

Il tessuto urbano bustocco è anche caratterizzato dalla presenza di un numero consistente di nuclei rurali sparsi, sorti prevalentemente in adiacenza delle direttrici stradali storiche di interesse sovracomunale: o la presenza più significativa di edifici e di nuclei rurali, si registra nella parte ovest del territorio comunale, compresa tra via Amendola e via Sella/viale Repubblica, dove prevale ancora una presenza significativa di aree a destinazione agricola; o nella parte ovest della frazione di Sacconago, nella parte di territorio compresa tra la zona industriale e la linea ferroviaria FNM si colloca un discreto numero di edifici e di nuclei rurali, anche di origine storica; o nella parte di territorio agricolo compreso tra il nucleo di Sacconago e quello di Borsano vi sono diversi edifici e nuclei di carattere rurale; o nella parte sud-est del territorio comunale, nella frazione di Borsano, sono presenti diversi nuclei rurali lungo via Cardinal Ferrari, via Cascina Mazzafame e viale Toscana; o sempre nella frazione di Borsano, ad ovest di via Toscana vi sono alcune presenze di edifici e nuclei rurali.

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Si tratta di nuclei di ridotte dimensioni che presentano edifici a destinazione ed utilizzo diverso, attività agricola, residenza, piccoli edifici artigianali, magazzini e depositi, rustici ed edifici dismessi sono le tipologie più ricorrenti presenti nei nuclei sparsi.

Fig. 2– Individuazione del centro storico di Sacconago

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Fig. 3 – Individuazione del centro storico di Borsano

La città consolidata

La città consolidata è costituita per lo più dal centro di Busto Arsizio e comprende le parti di città totalmente o parzialmente edificate che si sono sviluppate a corona del centro storico del capoluogo e delle frazioni di Sacconago e Borsano. Si tratta di parti di territorio dove i processi di trasformazione urbanistica sono sostanzialmente completati dando forma ad insediamenti strutturati sia di tipo residenziale, che produttivo, ma anche, ed in misura significativa rispetto alla dimensione ed alla presenza, di carattere misto ed integrato. La città consolidata racchiude a corona i preesistenti nuclei storici e si struttura attorno agli assi che da essa di diramano. Coincide per alcuni versi con la città delle espansioni del dopoguerra, ma racchiude al suo interno anche brani di città più antica ed alcuni quartieri di recente costruzione. Presenta caratteristiche morfologiche e tipologiche disomogenee, è costituita da un tessuto misto, dalla giustapposizione di edifici tipo logicamente molto diversi: edifici storici a corte lungo gli assi principali, palazzine e piccoli condomini, edifici industriali e artigianali interstiziali, ma anche di medie dimensioni, non di rado ville unifamiliari o plurifamiliari, case laboratorio o case negozio, grandi condomini ad occupare interi isolati. La zona ovest della città è esempio evidente di questo tessuto urbano che si è sviluppato e consolidato secondo un modello di funzioni miste, dove le attività artigianali e di piccola produzione, convivono con la residenza.

Lungo gli assi storici la strada si presenta ancora come una tipica strada corridoio, anche se le aperture e gli arretramenti sono più frequenti che nella città storica e i piani terra sono meno ricchi di negozi e destinati prevalentemente a residenza, spazi produttivi e artigianali. Nelle vie retrostanti la densità dell’edificato è minore, la giustapposizione di tipologie, gli arretramenti, l’alternarsi di abitazioni, fabbriche, muri e

27 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo recinzioni trasparenti, lo skyline variabile, imprimono una particolare complessità ed articolazione del sistema urbano. Il trattamento degli spazi pubblici risulta più disomogeneo, per alcuni versi più povero e meno definito rispetto al centro storico; alcune strade minori non hanno marciapiedi, gli spazi pubblici sono comunque presenti in misura significativa e questa parte di città è organizzata attorno al reticolo di strade più che ad un sistema di spazi pubblici, mentre il verde pubblico è presente e al contempo aumenta l’importanza e la presenza visiva e qualitativa dello spazio verde privato.

La città di espansione, a contatto con quella consolidata, è caratterizzata da un tessuto edilizio meno denso e più frammentato e comprende ambiti di trasformazione inseriti in contesti territoriali particolari, al margine tra l’edificato e il sistema degli spazi aperti. La città delle espansioni si è sviluppata prevalentemente attraverso due diversi modelli insediativi: la costruzione di edifici pluripiano, arretrati rispetto al filo stradale, con spazi aperti tra un corpo edilizio e l’altro, senza formare una cortina edilizia continua e la costruzione di case unifamiliari organizzate attorno a fitti reticoli di strade ortogonali di distribuzione ai lotti. L’edificazione a medio/alta densità e a bassa densità hanno portato alla saldatura dei nuclei di Busto e di Sacconago ed hanno occupato il territorio in modo indifferenziato ed omogeneo, fino a raggiungere il limite del tessuto edificato che oggi la città di Busto presenta. La fase di maggior sviluppo di questa città è compresa fra gli anni ’70 e gli anni ’90. Occorre evidenziare come nella parte ovest del territorio comunale, esiste una visibile frattura nella continuità del tessuto urbano, costituita da aree libere, in parte di proprietà pubblica e per la maggior parte di proprietà privata, che deriva dalla previsione del tracciato della Tangenziale Ovest, contenuta nel vigente PRG, ma mai realizzata.

E’ possibile, all’interno della città a medio/alta densità, chiamata “città delle palazzine” e della città a bassa densità, chiamata “città delle villette”, distinguere fra due modalità costruttive, due livelli di omogeneità e definizione degli isolati. Il primo di questi due modelli, è caratterizzato principalmente dalla disomogeneità dell’edificazione. E’ composta da edifici plurifamiliari di oltre tre piani fuori terra, edifici anche di grandi dimensioni con giardini e spazi verdi condominiali e da edifici uni e bifamiliari, a uno o due piani, piccole palazzine organizzate su lotti di dimensioni e forma variabili a seconda dei contesti. Le recinzioni, i giardini privati e la ridotta presenza di spazi pubblici, sono gli elementi distintivi di queste parti di città. E’ una città cresciuta lentamente per addizioni minimali, spesso per lotti giustapposti, o per piccoli interventi di lottizzazione, con periodi di completamento relativamente lunghi. Gli arretramenti non sono sempre omogenei, si ritrovano accanto ad edifici costruiti sul filo stradale, ville nascoste da profondi giardini e muri verdi, accanto alla villetta minima anni settanta costruita su un lotto poco più grande della casa, ville bifamiliari su due piani più mansarda costruite invece in periodi più recenti, cui si aggiungono palazzine in linea ed isolate costruite sia nei decenni precedenti, che nel periodo più recente.

La strada trasmette una immagine di maggior apertura rispetto alla città consolidata, gli edifici sono mediamente più bassi, anche se lo skyline rimane irregolare, e arretrati rispetto al filo stradale; un certo effetto cortina è dato però dal verde privato, integrato, in alcuni casi, dalla presenza di alberature stradali. La vista ha maggiori possibilità di spaziare, sono molteplici le vie di fuga dello sguardo, gli scorci verso il territorio agricolo e verso isolati e lotti non ancora edificati. Il trattamento dello spazio pubblico sembra non rispondere ad una logica precisa, non è rintracciabile un criterio gerarchico nel trattamento della sede stradale, i marciapiedi in

28 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo alcuni casi non ci sono e lasciano spazio a fasce incolte fra asfalto e recinzioni, il retro dei lotti sono spesso ancora serviti da strade sterrate.

Il secondo modello, la “città delle palazzine omogenee” e la “città delle villette omogenee”, è formata da complessi edilizi a media/alta densità e bassa densità di recente costruzione che per le loro caratteristiche di omogeneità si distinguono come isole con un loro disegno preciso in un contesto talvolta indefinito o disorganico. Queste parti di città si organizzano in lottizzazioni di media o grande estensione con edifici di tre/quattro e più piani, nel caso di lotti a medio/alta densità, oppure con edifici di uno o due piani, nel caso di lotti a bassa densità, connotati da una forte omogeneità, non solo tipologica, ma spesso anche architettonica. Molti di questi complessi sono infatti l’esito di progettazioni unitarie, sia attraverso lottizzazioni che attraverso piani di zona, ed è quindi riscontrabile un principio organizzatore del progetto. Le altezze degli edifici, gli arretramenti rispetto al filo stradale, la forma e la dimensione dei lotti, il trattamento delle recinzioni e degli spazi pubblici sono i principali elementi di unitarietà. La distribuzione spesso si organizza attorno a strade a fondo cieco trattate come uno spazio semi pubblico all’interno dell’isolato. Le strade ai confini degli isolati sono mediamente ampie e permettono una visione più aperta, incrementata da un maggiore arretramento degli edifici e dallo skyline tendenzialmente regolare. Gli spazi aperti privati sono più rigidamente organizzati, passi carrai, accessi pedonali, volumi di servizio, fanno parte della progettazione unitaria del complesso. Per quanto riguarda il trattamento degli spazi pubblici è chiaramente riconoscibile una gerarchia nel livello di definizione, le vie principali sono dotate di marciapiedi, alberature e talvolta arredo urbano, le vie secondarie sono più indefinite, spesso mancano i marciapiedi, e sono concepite come elementi puramente funzionali di distribuzione e parcheggio.

I luoghi centrali di livello urbano sono quelli legati alle attività quotidiane e di tipo urbano, localizzati all’interno o al margine del tessuto consolidato e nei tre nuclei di cui si compone la città. Si tratta di parti di città caratterizzate dalla presenza di attrezzature, servizi ed attrezzature commerciali, compresi i percorsi principali e gli spazi aperti (piazze e giardini) interni ai nuclei che costituiscono i luoghi privilegiati per le relazioni sociali e di scambio. La città dei servizi è caratterizzata dalla presenza di importanti recinti monofunzionali, presenti sia nelle nuove aree di espansione a bassa densità, che nelle aree più prossime al centro. Tali recinti, spesso estesi a tal punto da coprire interi isolati, costituiscono elementi autonomi dal contesto, attraverso una separazione dallo spazio pubblico della strada netto e presidiato. Lo spazio pubblico stesso è ricavato all’interno del recinto. La piazza, il sagrato della chiesa, il giardino, i percorsi non sono più in senso stretto dei materiali costitutivi dello spazio pubblico; non sono fruibili da parte di tutti i cittadini, ne sono accessibili in tutte le ore del giorno. Alcuni servizi storicamente si organizzano all’interno di un recinto, pensiamo ad esempio ai cimiteri, ma anche ai complessi sportivi. Sono il più delle volte delimitati da recinzioni opache, muri che impediscono la visuale, e formano delle cortine visive all’interno dell’ambiente urbano. Recentemente anche servizi che per propria natura da sempre definiscono e contribuiscono a costruire lo spazio pubblico della città, come le chiese, gli edifici pubblici, le scuole, si strutturano all’interno di ampi recinti. La stessa logica di partizione del suolo che ha connotato le espansioni residenziali del dopoguerra, la suddivisione in lotti e la collocazione al loro interno degli edifici, si ripete quindi anche nelle nuove

29 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo costruzioni di servizi, aumentando il livello di omogeneizzazione morfologica, confermando un modello evolutivo della città per ripetizioni di recinti ed edifici isolati.

Si definiscono, infine, luoghi centrali di livello territoriale gli edifici o insiemi di edifici che offrono servizi e attrezzature di uso pubblico a scala sovralocale e, che di conseguenza, costituiscono importanti luoghi di riferimento nel sistema delle relazioni di livello urbano e, allo stesso tempo, poli attrattori di utenti che provengono dall’esterno e che usufruiscono del sistema urbano bustocco. Sono elementi che per la dimensione e la localizzazione, costituiscono poli attrattori e luoghi di riferimento all’interno del sistema urbano.

Evidenziazione dei bordi urbani

Nell’immagine della città il confine, il margine, evocano la difesa dall’esterno e il centro, il cuore urbano, richiama la sicurezza e il senso di appartenenza. Oggi la perdita del confine, di un suo significato univoco, è connessa con la crescita senza limiti della città, in particolare con la formazione di ampie estensioni di aree urbanizzate a medo/alta densità e a bassa densità con il consolidamento degli insediamenti lungo le direttrici principali o ancora con l’esplosione di forme di conurbazione sul modello patchwork. Questo comporta che i confini urbani non sono più così direttamente riconoscibili: essi divengono invece linee o ambiti di margine, posti tra una successione di ambienti che spesso rendono ardua la stessa distinzione tra diverse comunità locali. Nelle frange urbane l’esito del processo insediativo è stato quello di aver dato vita a nuove forme insediative caratterizzate da fenomeni di conurbazione dilatata e frammentata, ad alto consumo di suolo, in cui spazi aperti a destinazione differente si alternano a spazi edificati composti da residenze, prevalentemente, e anche servizi, impianti produttivi e aree commerciali ed espositive, spazi del tempo libero ed altre attrezzature di interesse collettivo. Ciò ha comportato la perdita di identità dell’ambito di bordo urbano tra spazi aperti e spazi costruiti, che ha perso la sua percezione territoriale assumendo piuttosto una rappresentazione frammentata e molteplice dal punto di vista funzionale.

La città margine è costituita da quel territorio, scarsamente urbanizzato, che si estende dai margini dell’edificato verso le zone agricole. Può essere sommariamente distinto in tre ambiti: il margine urbano, le aree agricole interstiziali e il territorio agricolo vero e proprio. I tratti del margine urbano sono solo in alcuni casi chiari e definiti, più spesso individuare un confine fra “città” e “campagna”, risulta non possibile. Gli elementi che distinguono questo territorio di confine sembrano appartenere solo in parte al mondo agricolo; sono ancora ben visibili le strade vicinali, il sistema di aree boscate, siepi e filari alberati, l’alternarsi delle coltivazioni, ma nuovi elementi si giustappongono e si sovrappongono. Distributori di benzina, magazzini e depositi a cielo aperto, recinzioni provvisorie, orti urbani, tralicci dell’alta tensione, campi incolti, la quinta visiva delle nuove lottizzazioni, trasformano questo territorio in un paesaggio ibrido, in equilibrio precario, talvolta in attesa. Le aree agricole interstiziali sono definite in negativo dall’edificazione che le circonda. Sono spesso adiacenti alle aree di più recente espansione industriale e rappresentano l’ultimo ostacolo alla fusione tra il nuclei di Sacconago e il nucleo di Borsano e con i paesi confinanti. Sono anch’essi ambienti compromessi, sia visivamente che nelle loro potenzialità intrinseche, scomposti e spesso incolti.

30 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Il territorio agricolo vero e proprio presenta ancora, specie negli ambiti tutelati del Parco Alto Milanese, intatti alcuni elementi di pregio ambientale; numerose aree boscate, il sistema delle cascine e una varietà di coltivazioni.

Bordo e margine sono concetti che rimandano a una molteplicità di situazioni che stanno in adiacenza a qualcosa di fisicamente riconoscibile, che ha un confine, un limite percepibile; bordi e margini sono le aree di prossimità di un centro urbano e quelle disposte lungo le infrastrutture di trasporto; bordi e margini sono molto artefatti dall’antropizzazione e gli elementi di naturalità che delimitano aree e situazioni come la strada che contorna un quartiere, i filari di alberi che circoscrivono un campo coltivato, il sentiero che costeggia un bosco.

Il sistema produttivo

Fanno parte del sistema della produzione i luoghi dedicati alle lavorazioni di tipo produttivo: edifici, spazi accessori coperti e scoperti, viabilità di servizio e parcheggi. La caratterizzazione funzionale del sistema è garantita dalla presenza dell’uso industriale, artigianale o terziario in maniera prevalente, rispetto alle altre funzioni ammesse quali servizi e residenza. Il sistema della produzione di Busto Arsizio, tradizionalmente legato all’industria tessile, negli ultimi decenni ha subito trasformazioni legate al mutamento del settore, alla crescita di altri settori, come il terziario e i servizi, che di fatto hanno mutato i rapporti gerarchici tra i vari settori, anche con riferimento agli investimenti. Portandosi dietro una grande tradizione legata al settore tessile, la realtà bustocca manifesta da sempre una spiccata autonomia sotto il profilo industriale, che le ha consentito da un lato di non fungere esclusivamente da città-dormitorio e dall’altro di limitare l’estensione del territorio con destinazioni d’uso monofunzionale. Infatti, la città consolidata che si sviluppa a ridosso dei centri storici è fortemente connotata da una stretta integrazione funzionale tra residenza e attività artigianali e della produzione, a formare un tessuto urbano plurifunzionale e variegato.

Oggi la struttura produttiva è prevalentemente caratterizzata da piccole e medie imprese, che rapprsentano oltre il 90% delle aziende presenti nel territorio comunale. Dall’analisi dei dati ISTAT e Camera di Commercio, emerge un incremento continuo del numero di unità locali, che sta investendo perlopiù le imprese di piccole dimensioni, caratterizzate da un numero esiguo di addetti (da 1 a 5).

La città che produce a Busto Arsizio si è organizzata secondo due modelli ben precisi: all’interno del tessuto urbano in aree ed edifici di piccole dimensioni, come evidenziato in precedenza, nelle aree più esterne, in agglomerati anche di notevoli dimensioni, tenuto conto della realtà del luogo, prevalentemente localizzati in prossimità di assi infrastrutturali di rilevanza sovra comunale. La localizzazione è naturalmente motivata da logiche di accessibilità, di compatibilità ambientale e di azzonamento. L’ambiente che si produce è quindi il risultato della compresenza di edifici produttivi e commerciali e assi di traffico.

Gli elementi che connotano la città che produce sono essenzialmente la ripetizione di capannoni prefabbricati di medie dimensioni e, in un unico caso, in alcuni complessi isolati di grandi dimensioni, con la presenza di ampi parcheggi, rotonde, svincoli e controviali. La sua percezione è essenzialmente cinetica, la città che produce si vede

31 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo dall’auto, in movimento, dietro recinzioni alte ma trasparenti, si ripetono parallelepipedi grigi; è una città in cui la presenza dell’uomo è poco visibile.

La suddivisione morfologica e funzionale del territorio comunale

Dalla lettura dall’analisi del tessuto urbano esistente, è possibile definire una prima suddivisione per i diversi elementi edificati che compongono la città consolidata1: - città storica 642.757 mq o tessuto storico consolidato 448.270 mq 69,74% o tessuto dei nuclei storici rurali 194.487 mq 30,26% - sistema della residenza 10.173.626 mq o tessuto aperto su lotto, edifici max 3 piani 3.950.389 mq 39,10% o tessuto aperto, edifici con minimo 4 piani 262.727 mq 2,55% o tessuto chiuso 279.130 mq 2,52% o tessuto misto 4.410.152 mq 43,31% o tessuto impianto unitario, edifici max 3 piani 517.899 mq 5,09% o tessuto impianto unitario, edifici con minimo 4 piani 419.266 mq 3,95% o tessuto rurale 261.737 mq 3,48% - sistema delle attività economiche 2.318.507 mq o tessuto per attività direzionali/commerciali 146.265 mq 6,31% o tessuto per attività produttive 1.882.099 mq 81,18% o impianti di distribuzione carburanti 51.914 mq 2,24% o ambiti dismessi e/o sottoutilizzati 135.851 mq 5,86% o terziario ricettivo 102.378 mq 4,42% - sistema dei servizi 2.372.317 mq o servizi urbani 1.274.481 mq 53,72% o servizi tecnologici e cimiteriali 377.365 mq 15,91% o sedimi ed impianti ferroviari 720.471 mq 30,37% - Totale complessivo 15.507.207 mq

1 La rappresentazione grafica è riportata nella Tavola A.6 – Insediamenti e tessuti urbani.

32 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Il sistema infrastrutturale e della mobilità

Gli assi infrastrutturali

Il sistema della mobilità di Busto Arsizio è imperniato su una maglia infrastrutturale piuttosto complessa, derivante dallo sviluppo di fenomeni di mobilità che, a partire dall’Ottocento, si sono sommati allo storico asse viario del Sempione, alla ferrovia e al processo di urbanizzazione che ha investito il territorio comunale, a partire dal secondo dopoguerra. I volumi di traffico attuali e previsti nei prossimi anni in rapporto alla consistenza e alle caratteristiche delle infrastrutture esistenti, confermano che i problemi relativi all’area di Busto Arsizio sono solo parzialmente risolti dall’attuale infrastrutturazione. Sulla base delle principali caratteristiche funzionali degli assi infrastrutturali, sono riconoscibili le seguenti tipologie: • la grande viabilità di attraversamento del territorio comunale; • la rete urbana di collegamento tra i principali nuclei; • il reticolo delle strade di quartiere e dei percorsi ciclopedonali.

Il territorio comunale si trova in una posizione strategica rispetto al sistema urbano del nord-ovest regionale, data la prossimità con le seguenti infrastrutture: • autostrada A8 Milano-; • strada Statale SS336 strada di comunicazione per l’accesso all’Aeroporto di Malpensa. Si tratta di una strada di tipo B, che si stacca dall’autostrada A8, allo svincolo di Busto Arsizio; • aeroporto di Malpensa, posto a pochi chilometri di distanza, in direzione nord- ovest della città; • viabilità a supporto dell’aeroporto di Malpensa, con la Superstrada Boffalora- Malpensa, strada di collegamento alla Strada Regionale n°11, arteria stradale che serve ad aumentare sensibilmente l’accessibilità allo scalo aeroportuale di Malpensa, sia per chi arriva da ovest (Piemonte), sia attraverso l’accesso da sud. La superstrada inizia dall’attuale SS336, all’altezza dello svincolo con la SS527 Bustese a , attraversa gli abitati di Castano, Buscate, Inveruno e Mesero, per attestarsi sulla ex SS11 a Magenta2. • direttrice storica della Strada Statale SS33 del “Sempione” e SS527 “Bustese”.

All’interno di uno scenario infrastrutturale di medio/lungo periodo (Figura 4), occorre evidenziare, di interesse per Busto Arsizio, che è in fase di realizzazione l’Autostrada Pedemontana Lombarda, che si attesterà sulla A8. Si tratta di 1,5 chilometri a nord dell’attuale svincolo della SS336 e il tracciato si svilupperà dalla connessione con l’A8 verso est. Sempre rispetto ad uno scenario infrastrutturale di lungo periodo, verso ovest, il potenziamento infrastrutturale dell’area, già migliorato notevolmente con l’entrata in esercizio della Boffalora-Malpensa, potrà giovarsi della variante alla SS341, che sarà la prosecuzione naturale della Pedemontana verso ovest. Su questo sistema si connette inoltre un’altra arteria fondamentale: la Variante alla SS33 del Sempione, con un tracciato che, di quello esistente, conserva la sola macrodirezionalità, abbandonando invece l’attuale sedime (Figura 32). Ad ovest di Busto Arsizio, la nuova SS33 si sovrappone alla SS527 Bustese fino a viale Amendola,

2 Un peduncolo diretto verso la SS527 aumenta l’appetibilità dell’itinerario per il traffico bustese, estremamente interessante per le relazioni con il Piemonte, attraverso il tracciato della A4 direzione Torino, ma anche come alternativa alla A8 per le relazioni con Milano e la cintura sud-est.

33 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo dove piega verso sud, superando la ferrovia, ed incunenandosi tra Sacconago e la zona industriale, di cui diventa l’accesso veicolare privilegiato.

Fig. 4 – Inquadramento viario di area vasta. Scenario di lungo periodo (fonte: Comune di Busto Arsizio “Piano Urbano del Traffico. Aggiornamento del Piano Generale”, 2008/2009)

La grande viabilità di attraversamento del territorio comunale è imperniata su due strade che fanno parte della rete primaria di interesse provinciale: la ex-strada statale n° 33 del Sempione e la ex-strada statale n° 527 Bustese. Il tracciato della strada storica del Sempione interessa il quadrante nord del territorio comunale, ed attraversa Busto Arsizio seguendo il tracciato di via Sempione, in prosecuzione di Corso Matteotti a , per proseguire verso nord nel territorio di (via Milano). Gli insediamenti, prevalentemente di carattere commerciale, espositivo e terziario, si posizionano senza soluzione di continuità lungo il tracciato della strada, con particolare intensità nel tratto Castellanza/Busto Arsizio. Il tracciato della strada storica Bustese attraversa la parte di territorio a sud della linea ferroviaria FNM, seguendo l’itinerario via Borri-via Nievo-via Alfieri-via Pirandello-via Deledda-via Amendola, per proseguire verso ovest in direzione Lonate Pozzolo (viale Busto Arsizio).

Completano l’ossatura viaria fondamentale alcune strade che fanno parte delle rete provinciale di interesse secondario: • la parte ovest del territorio comunale è attraversata dall’asse di collegamento tra la ex-SS33 del Sempione e la ex-SS527 Bustese, che si sviluppa lungo

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l’itinerario viale Sicilia-via XV Giugno-via Togliatti-viale Trentino-via Cadore-viale Stelvio-corso Italia, con innesto sul tracciato della SS33 in corrispondenza dei Cinque Ponti; • sempre la parte ovest, è attraversata dalla penetrazione nel territorio di Busto Arsizio, della SP13, lungo via e della SP14, lungo via S.Macherio-via Amendola; • la parte sud è attraversata dal tracciato della SP148, che si sviluppa in corrispondenza di via Toscana, ed interessa la parte sud del centro abitato di Borsano; • sempre la parte sud, è interessata dal collegamento tra SP14 dir.1 e SS33 del Sempione, che si sviluppa lungo l’itinerario via Dairago-viale Boccaccio-via Virgilio-viale Cadorna-viale Duca D’Aosta3-viale Diaz (in corrispondenza dei Cinque Ponti). A questo si aggiunge un tratto che collega la SP14 dir.1 con la SS527, lungo il tracciato (viale Boccaccio) viale B. da Busto-via Magenta; • la parte nord è interessata dalla connessione tra SP20 e SS33, che si sviluppa lungo il tracciato di via Cassano per innestarsi anch’essa in corrispondenza del nodo viabilistico dei Cinque Ponti.

Fig. 5 – Interventi di grande viabilità in progetto nel territorio di Busto Arsizio (fonte: Comune di Busto Arsizio “Piano Urbano del Traffico. Aggiornamento del Piano Generale”, 2008/2009)

La città di Busto Arsizio presenta un assetto urbanistico ed un sistema della mobilità che si caratterizzano per non aver assunto, come baricentro del proprio sviluppo,

3 In Viale Duca D’Aosta si innesta via XX Settembre, che costituisce collegamento tra SS33 nel territorio di Castellana e tratto urbano della SP14 Dir.1.

35 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo direttrici di collegamento di primaria importanza, Strada Statale del Sempione in modo particolare, privilegiando il mantenimento di una distanza di sicurezza dalle infrastrutture viarie e garantendo comunque un sistema efficace di collegamenti viabilistici. La rete urbana di interesse locale costituisce maglia infrastrutturale di collegamento tra le diverse parti della città ed è destinata ad accogliere i collegamenti tra il sistema urbano e le localizzazioni esterne.

La classificazione funzionale della rete stradale di Busto Arsizio prevede le seguente categorie: • strada extraurbana primaria • strada extraurbana secondaria • strada urbana interquartiere • strada urbana di quartiere. Nella classificazione sono individuati i livelli superiori, corrispondenti alla rete viaria principale, individuati nella maglia urbana come viabilità interquartiere e viabilità di quartiere. I due livelli disegnano le direttrici radiali e gli archi di collegamento tangenziale, a partire dall’anello esterno funzionale alla distribuzione del traffico commerciale in transito (classificato come viabilità interquartiere), fino all’anello che limita il centro storico (classificato come viabilità di quartiere). Per quanto riguarda la restante maglia stradale, considerata come maglia “locale”, si individuano come strade “locali interzonali”, le strade locali in cui è ammesso il transito degli autobus del servizio pubblico.

I temi principali di interesse per la rete di interesse locale riguardano la razionale organizzazione e distribuzione del traffico rispetto alla grande viabilità mediante una maggior suddivisione e indirizzamento di quello di natura commerciale e di attraversamento rispetto a quello urbano veicolare e la riqualificazione della maglia urbana al fine di costituire un sistema viario coerente con il sistema insediativo, che non alteri la qualità della vita e contribuisca a riqualificare il sistema ambientale, riducendo i fenomeni di degrado causati dall’inquinamento acustico ed atmosferico, specie in corrispondenza delle aree abitate. Il reticolo delle strade di quartiere è definito dalla rete viaria di collegamento tra i diversi quartieri, dalla rete di percorsi all’interno dei centri storici e di accesso agli insediamenti, in particolare quelli residenziali. Occorre evidenziare che, a partire dal 2001, il centro storico è già sottoposto ad una limitazione di transito permanente che riguarda piazza Santa Maria, via Cavour, via dell’Assunta, via Sant’Antonio, via San Giovanni, via Milano, via Tettamanti, via Bonsignori, parzialmente via Don Minzoni e via Cardinal Tosi e, limitatamente alle ore pomeridiane del sabato e a quelle diurne dei giorni festivi, via San Gregorio. Nell’aprile 2005 la limitazione è stata estesa al tratto di via Roma, compreso tra via Cardinal Tosi e via San Gregorio.

Ruolo e funzione della Strada Statale 33 del “Sempione”

Tale valutazione è riferita al processo, più ampio e riconoscibile alla scala territoriale, di riqualificazione previsto per la Strada Statale 33 che attraversa il territorio comunale nel settore nord, definibile come “strada mercato”, ovvero come ambito caratterizzato dalla presenza di funzioni miste, manifatturiere e terziarie, e di attività commerciali a nastro lungo l’asse stesso, direttrice di sviluppo e attrattore lineare di molteplici attività e

36 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo funzioni, ed ancora spazio in cui manufatti e funzioni si organizzano e si rapportano all’asse stradale, grazie a cui acquisiscono visibilità e significato. Essa costituisce di fatto una delle più vaste strade mercato della Regione, un continuum di case, capannoni, piazzali, ipermercati, negozi e strutture commerciali, che ignorano i confini comunali, cancellano la campagna e distruggono le varie forme del paesaggio. Tale area è infatti sempre stata investita da processi di trasformazione (terziarizzazione) striscianti e mai accompagnati o definiti da un governo delle trasformazioni.

Le regole insediative della strada mercato sono poche e chiare: essenzialmente quelle che consentono la disposizione di una sequenza abbastanza continua di oggetti diversi per natura e dimensione, allineati lungo i bordi di un asse viario a carattere territoriale, che per contro deve rappresentare un potente attrattore per attività commerciali. Nel modello di strada mercato la strada passa dalla condizione di infrastruttura alla condizione di struttura, capace di governare, ai suoi lati, una continua alternanza di scale di intervento, quella territoriale dei grandi contenitori commerciali e per il tempo libero, quella locale degli edifici ibridi o residenziali.

La percezione cinematica costituisce il principale modo di lettura dei fronti stradali, dove la costante è un’invariante sequenza di oggetti: strada-insegna-parcheggio-edificio. In questo contesto, i paesaggi che si susseguono sono una lista disordinata e piena: strade di accesso, parcheggi sul fronte strada, parcheggi sul retro, sequenza disordinata di insegne cartelloni, accessi, spazi verdi, spazi degradati, spazi incolti e l’immagine si compone di scritte, luci, materiali, manifesti da guardare o meglio da vedere in movimento e progettati per essere visti con occhi non attenti; un’immagine scandita dal tempo, dalla velocità degli utenti in movimento, un paesaggio su misura per l’automobilista più che per il pedone, che si ritrova con spazi sempre più esigui e ritagliati.

Il trasporto pubblico

Busto Arsizio ha il notevole beneficio di essere servita da due linee ferroviarie, Rete Ferroviaria Italiana e Ferrovie Nord Milano, integrate entrambe nel Servizio Ferroviario Suburbano. Lungo la linea suburbana S5 Varese-Gallarate-Milano Passante-Treviglio, durante la giornata, dalle 5,45 alle 23,45 in direzione Milano e dalle 7,15 alla 1,15 in direzione Varese, transitano ed effettuano servizio nella stazione di Busto Arsizio 37 treni in entrambe le direzioni Milano Passante, con una frequenza giornaliera di un treno ogni 30 minuti. A questo servizio si aggiunge quello del Malpensa Express (Milano Cadorna/Milano Centrale-Malpensa Aeroporto), che effettua servizio nella stazione FNM , con circa 40 corse giornaliere, in entrambe le direzioni, che fermano nella stazione di Busto Arsizio, quello della linea ferroviaria S30 (Bellinzona)-Cadenazzo--Gallarate-Malpensa Aeroporto, che effettua servizio in entrambe le stazioni di Busto Arsizio, con 7 corse giornaliere.

Il ruolo di collegamento, con mezzo pubblico, con Milano, ed anche con Varese, è quindi completamente demandato al trasporto su ferro. Su Busto si innerva una maglia di collegamenti extraurbani su gomma veso le realtà urbane circostanti e di livello locale. Al 2012 Busto Arsizio è interessato dalle seguenti linee automobilistiche di livello extraurbano, scuolabus e urbano: • servizio extraurbano. Sono cinque le linee che effettuano servizio nel territorio di Busto Arsizio:

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o Linea H601, -Legnano/Busto Arsizio, effettua 46 corse giornaliere verso Busto Arsizio e verso Tradate, con una frequenza di una corsa ogni 15 minuti nell’ora di punta mattutina e 18-20 minuti nell’ora di punta serale. Durante il resto della giornata, orario di morbida, la frequenza è di circa 30 minuti per ciascuna direzione. La linea attraversa la parte nord-est del territorio di Busto Arsizio, ed effettua tre fermate, in corrispondenza della stazione RFI, di via Mameli e dell’Ospedale. o Linea H603, ---Busto Arsizio (Castellanza), che effettua 28 corse in direzione Busto Arsizio (Castellanza) e 24 in direzione Fagnano Olona, con una frequenza di una corsa ogni 15 minuti nell’ora di punta mattutina e una ogni 50 minuti nell’ora di punta serale. Durante il resto della giornata la frequenza è di circa 30/35 minuti per ogni corsa in entrambe le direzioni. La linea attraversa la parte nord del territorio comunale, seguendo un itinerario da est ad ovest, ed effettua sette fermate, di cui tre in corrispondenza di edifici scolastici (IPC Commercio e Turismo di via Torino, ITC Tosi di Cascina de Poveri e Liceo scientifico di via Ferrini), cui si aggiungono l’Ospedale e la stazione RFI. o Linea H609, Gallarate-Busto Arsizio-Castellanza-Legnano, che effettua 42 corse giornaliere in ciascuna direzione, con una frequenza di 18 minuti nell’ora di punta mattutina e serale. La linea attraversa la parte centrale del territorio comunale, seguendo un itinerario da est (via XX Settembre), ad ovest (Cascina de’ Poveri), passando per la stazione FNM, piazza Manzoni e l’Ospedale, ed effettua sette fermate. o Linea Z625, Busto Arsizio-Dairago-Busto Garolfo-Villa Cortese, che effettua 18 corse giornaliere verso Villa Cortese e verso Busto Arsizio, con una frequenza di una corsa ogni 25 minuti nell’ora di punta mattutina e 15-30 minuti nell’ora di punta serale. Durante il resto della giornata la frequenza è di circa 50 minuti per ogni corsa in ciascuna direzione. La linea attraversa il territorio di Busto Arsizio seguendo un itinerario da nord-ovest (Cascina de’ Poveri) a sud-est (via Boccaccio), passando per l’Ospedale, la stazione FS, via Crespi e via Foscolo, ed effettua sette fermate nel territorio comunale. o Linea Z663, Nosate-Turbigo-Castano Primo-Vanzaghello-Magnago-Busto Arsizio-Legnano, che effettua 12 corse giornaliere in direzione Nosate e in direzione Legnano, con una frequenza nell’ora di punta mattutina di una corsa ogni 40 minuti, mentre nell’ora di punta serale la frequenza aumenta ad una corsa ogni 50 minuti. Trattandosi di una corsa prevalentemente a servizio scolastico, le restanti corse si svolgono in orario compreso tra le 12,20 e le 15,30. La linea attraversa il territorio comunale nella parte sud, percorrendo la SP148, ed effettua fermata in corrispondenza della frazione di Borsano (via Toscana). o Linea 760, -Busto Arsizio-Castellanza, con cinque corse in direzione Castellanza e 11 in direzione Cassano Magnago, con un servizio prevalentemente rivolto agli studenti delle scuole superiori. La linea attraversa il territorio di Busto Arsizio da nord (via per Cassano) ad est (via Crespi/piazza Trento e Trieste), ed effettua tre fermate. o Linea 860, Lonate Pozzolo--San Macario-Samarate-Busto Arsizio, effettua 6 corse in direzione Busto Arsizio e 10 in direzione Lonate Pozzolo e si tratta di un servizio prevalentemente rivolto agli studenti (ITC Tosi, Liceo scientifico via Ferrini e ITIS-IPSIA via Azimonti). La linea interessa la parte ovest del territorio comunale e percorre piazza Trento e Trieste, prosegue lungo via Q.Sella, corso Italia (Ospedale), Cascina de’ Poveri, via Azimonti e via Ferrini, ed effettua 6 fermate.

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o Linea 880, Magnago-Borsano-Busto Arsizio, effettua 10 corse giornaliere in entrambe le direzioni, ed anche in questo caso si tratta di un servizio prevalentemente rivolto agli studenti (Liceo scientifico di via Ferrini e ITIS – IPSIA di via Azimonti). La linea attraversa il territorio da sud (SP148 e via Domodossola nella frazione di Borsano), si dirige verso il centro (stazione FNm, stazione RFI e Ospedale), per concludere il percorso nella parte ovest (via Azimonti), ed effettua 10 fermate a Busto Arsizio e 3 nella frazione di Borsano. o Effettua servizio scolastico, la linea Gallarate-Busto Arsizio-Legnano-Lainate (frazione di Barbaiana), lungo l’itinerario Gallarate-Busto Arsizio-Olgiate Olona-Castellanza-Legnano-San Vittore Olona- Parabiago-Nerviano-Pogliano Milanese-Lainate, con 2 corse giornaliere in andata e in ritorno. La linea attraversa il territorio da nord-ovest (Cascina de’ Poveri), si dirige verso il centro (Ospedale, piazza Manzoni e piazza Trento e Trieste, per poi proseguire verso est (via XX Settembre), ed effettua sei fermate nel territorio comunale. o Effettua servizio scolastico, sempre dal lunedì al venerdì, la linea Olgiate Olona-Solbiate Olona-Fagnano Olona-gallarate-Busto Arsizio (ITC “Enrico Tosi”), con una corsa giornaliera in andata e in ritorno. La linea parte ed arriva all’ITC Tosi di Cascina de’ Poveri, senza effettuare altre fermate nel territorio comunale. • servizio di scuolabus. Il servizio è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, limitato agli orari di entrata ed uscita, ed è diffuso in modo capillare all’interno del territorio comunale. Usufruiscono di questo servizio l’Istituto professionale di Stato “Pietro Verri”, l’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Tosi”, il Liceo Scientifico “A.Tosi”e l’Istituto “Olga Fiorini”. • servizio urbano. Sono sei le linee che effettuano servizio nel territorio di Busto Arsizio: o Linea 1A, Sant'Anna - Stazione Fs - Centro - Cimitero, che effettua 27 corse giornaliere, dalle 6.33 alle 19.52, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. o Linea 11R, Cimitero - Centro - Stazione Fs - Sant'Anna, che effettua 28 corse giornaliere, dalle 6.42 alle 19.58, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. o Linea 2, Circolare destra - Borsano, che effettua 29 corse giornaliere, dalle 6.42 alle 20.16, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. o Linea 3, Circolare sinistra - Beata Giuliana, che effettua 29 corse giornaliere, dalle 6.31 alle 20.42, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. o Linea 5A, Sant'Anna - Ospedale - Cimitero - Sacconago - Centro - Stazione FS -Ospedale, che effettua 27 corse giornaliere, dalle 6.32 alle 19.53, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti. o Linea 55R, Ospedale - Stazione FS - Centro - Sacconago - Cimitero - Ospedale, che effettua 26 corse giornaliere, dalle 6.42 alle 20.00, con una frequenza di una corsa ogni 30 minuti

La mobilità ciclopedonale

La rete ciclabile a supporto della mobilità dolce risulta realizzata per tratti non completamente continui e collegati tra di loro: esistenti risultano alcuni tratti nella parte sud-ovest in corrispondenza della zona artigianale-produttiva e dello stadio, nella parte

39 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo sud-est lungo viale Boccaccio-via Gabardi, nella parte nord-ovest lungo via Fagnano Olona-via Piermarini e via Cassano. A questi tratti esistenti, si aggiunge una circolazione promiscua tra biciclette e automobili in corrisopondenza dell’area centrale a traffico controllato (Figura 6). Occorre evidenziare che il quadro delle previsioni in essere, tratti programmati e tratti proposti, prevede la realizzazione di una rete ciclopedonale diffusa sul territorio, in grado di garantire le seguenti connessioni principali: a) collegamento fra centro storico e restante parte del territorio, in modo particolare con i centri storici di Borsano e Sacconago, con i quartieri di Sant’Anna, Beata Giuliana e Madonna Regina; b) collegamento con alcune delle polarità urbane di rilievo e con alcuni dei servizi urbani ed extraurbani maggiormente utilizzati dai cittadini.

La creazione di una rete di mobilità ciclabile primaria consentirà, quindi, di elevare la bicicletta al rango di mezzo di trasporto quotidiano, di pari dignità degli altri modi; l’unico obiettivo a ciò riconducibile, richiamandosi genericamente alla necessità di “passare per le principali funzioni urbane”, appare inadeguato sia per definirne in modo completo tutte le relazioni da servire, sia per farne discendere delle priorità di realizzazione. Gli itinerari ciclopedonali mireranno a garantire la sicurezza di circolazione interquartiere, dai punti di generazione (bacini di residenza) in direzione dei principali poli di attrazione ciclistica sistematica (funzioni pubbliche, in particolare impianti sportivi, scuole, stazioni ferroviarie, aree verdi, mercato, ), integrata con il sistema turistico- ricreativo che si sviluppa verso le aree verdi di interesse sovralocale.

Proprio in relazione a quest’ultimo tema, occorre anche evidenziare, che la lettura della cartografia delle aree agricole, evidenzia la presenza di una fitta rete di strade campestri, in alcuni casi sterrate ed in altri casi risistemate ed attrezzate, che si sviluppano nella parte ovest e sud del territorio comunale e proseguono anche oltre i confini comunali (ad esempio all’interno del parco Alto Milanese) e ben si prestano a realizzare un sistema utile per la ciclabilità per il tempo libero.

40 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Fig. 6 – Schema del sistema della mobilità dolce

Il sistema vincolistico

Assetto geologico, idrogeologico e sismico

Attualmente sono disponibili informazioni relative al quadro conoscitivo e progettuale elaborate dai seguenti studi: - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume Po; - Studio geologico a supporto del Piano di Governo del Territorio, elaborato su incarico dell’Amministrazione Comunale dallo Studio Idrogeotecnico Associato di Milano, in ottemperanza alla vigente normativa urbanistica regionale (art. 57, comma 1, L.R. n° 12/2005), contiene l’indagine relativa alla componente geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale, aggiornata al febbraio 2012.

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Fiume Po

41 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Il territorio di Busto Arsizio, in corrispondenza della porzione settentrionale posta a valle delle vasche di laminazione di Cassano Magnago, è interessato dalla delimitazione delle fasce fluviali definite dal PAI per i Torrenti Rile e Tenore, ed in particolare dal limite di progetto tra la fascia B e la fascia C e dal limite esterno della fascia C (Figura 49). Come si può osservare, il limite di progetto tra la fascia B e la fascia C in Busto Arsizio sottende a due limitate aree situate l’una immediatamente a sud-ovest delle vasche e l’altra a sud-est delle stesse; il limite esterno della fascia C sottende pressoché all’area del Terminal Intermodale Hupac (via Dogana) e ad una limitata porzione ubicata a nord- est di cascina Travedona. Le opere di difesa idraulica indicate dal sopracitato limite di progetto, consistenti in rilevati arginali, e i relativi collaudi sono stati realizzati.

Fig. 7 – Delimitazione delle fasce fluviali PAI nel territorio di Busto Arsizio (fonte: Autorità di Bacino Fiume Po: Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico - PAI)

Studio geologico e idrogeologico a supporto del PGT

42 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Sono indicate le fasce di rispetto soggette alle norme di polizia idraulica, ai sensi del r.D. n° 523/1904 e le fasce di rispetto del Piano di Assetto Idrogeologico (Fasce PAI), che interessano l’estrema parte nord del territorio comunale. A queste si aggiungono i vincoli di salvaguardia relativi alle captazioni ad uso idropotabile, che regolamentano gli interventi possibili all’interno delle fasce di rispetto dei pozzi pubblici di prelievo dell’acqua potabile. All’interno di queste fasce (200 metri di raggio) per i progetti di opere pubbliche, nonché quelli di nuova costruzione, di ricostruzione, di ampliamento e ristrutturazione non possono essere approvati o assentiti, se i relativi progetti non sono corredati da specifica relazione tecnico-scientifica volta a documentare il grado di contaminazione del suolo e a definire le eventuali operazioni di sconfinamento e/o bonifica necessarie per realizzare le condizioni di utilizzabilità del suolo4.

Geomorfologia e geologia di superficie

Il territorio comunale di Busto Arsizio si posiziona nel contesto morfologico dell’Alta Pianura Lombarda caratterizzata da morfologie legate a deposizione fluvioglaciale e fluviale quaternaria. Il territorio pesenta andamento sostanzialmente sub-pianeggiante con quote altimetriche decrescenti verso sud, da 240 a 197 metri s.l.m. Il drenaggio delle acque superficiali non è organizzato in una rete idrografica naturale ben sviluppata (pianura asciutta). L’unico elemento della rete idrografica è rappresentato dal tratto terminale dei torrenti Rile e Tenore posti a nord della superstrada Busto-Malpensa, in cui sono presenti una serie di vasche di accumulo e dispersione delle acque (laminazione delle piene). Nei settori esterni all’abitato, sono presenti aree ad uso agricolo (agricolo periurbano), con prevalenza di colture seminative a mais, ed alcune aree boscate, localizzate in prevalenza nel settore nord-ovest (brughiera di Samarate).

Le caratteristiche litologiche dei depositi sul territorio comunale appartengono ad un’unica unità geologica, le cui caratteristiche sono di seguito descritte: Allogruppo di Besnate – Unità di Busto Arsizio (Pleistocene medio-superiore). L’unità è espressione sedimentaria dell’espansione glaciale più recente (Wurm A.A.) ed è rappresentata da depositi in facies fluviale e fluvioglaciale. I depositi sono costituiti da ghiaie a prevalente supporto di matrice sabbiosa fine, più raramente a supporto di clasti, organizzate più o meno grossolanamente in livelli a diversa granulometria. Sono presenti strutture sedimentarie indicate in ambiente di deposizione fluvioglaciale ad energia medio-alta: stratificazione piano parallela orizzontale o incrociata. I clasti sono poligenici, eterometrici da arrotondati a sub- arrotondati; quando alterati si presentano decarbonatati, se di litologia carbonatica, o parzialmente arenizzati, se di litologia cristallina. In generale presenta un profilo di alterazione moderatamente evoluto (spessore massimo 3,5 metri) e copertura loessica non riconoscibile. Nella parte superiore sono localmente presenti sedimenti fini con rari ciottoli (limi sabbiosi e limi ghiaiosi). In affioramento le superfici arate si presentano ciottolose.

Idrografia e idrogeologia Il territorio di Busto Arsizio è privo di reticolo idrografico naturale.

4 Per una trattazione di dettaglio si rimanda allo “Studio geologico a supporto del Piano di Governo del Territorio”.

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A nord di Busto Arsizio, in territorio di Cassano Magnago, sono presenti i tratti terminali dei torrenti Rile5 e Tenore6. Storicamente i due corsi d’acqua non hanno mai avuto un recapito finale e le acque si disperdevano nei terreni esistenti tra Busto Arsizio e Cassano Magnago. I bacini dei torrenti Rile e Tenore, specie nella parte di pianura, si collocano in corrispondenza di vaste aree urbane; i torrenti, oltre a ricevere gli apporti idrici naturali derivanti dai bacini imbriferi a monte, ricevono, a partire dagli anni ’30, ingenti portate dai bacini artificiali dei centri abitati tramite gli sfioratori di piena disposti sulle reti fognarie comunali di tipo misto. Con la progressiva urbanizzazione del territorio e l’aumento delle quantità di scarichi fognari civili ed industriali immesse negli alvei dei due torrenti, le aree di disperdimento si sono progressivamente impermeabilizzate creando una palude che, in caso di eventi di pioggia intensi, si estendeva fino ad interessare la SS336 della Malpensa ed il quartiere S.Anna di Busto Arsizio. La soluzione ai problemi legati all’allagamento da parte delle acque del Rile e del Tenore è stata ricercata nei bacini di “laminazione, accumulo e disperdimento”. I lavori di costruzione dei bacini di Cassano Magnago sono iniziati nel 1979 su iniziativa del Magistrato del Po. Le continue immissioni di liquami nelle vasche hanno provocato la formazione di uno strato di fango nel letto dei bacini con conseguenze di rallentamento dell’originaria funzione di disperdi mento dei bacini, di pericolo per la falda con l’elevato carico inquinante e di problematiche di svuotamento dei bacini al fiume Olona.

Al fine di bonificare i bacini e ripristinare la funzionalità del sistema, la Regione Lombardia ha avviato un ampio progetto di bonifica territoriale. Le vasche di invaso e disperdimento sono state collegate al fiume Olona mediante una condotta di scarico: durante gli eventi di piena le acque vengono temporaneamente accumulate nei bacini e vengono successivamente scaricate in Olona, compatibilmente con le condizioni dello stesso, attraverso un sistema di controllo automatico di portata. Il canale scolmatore suddetto attraversa la porzione settentrionale del territorio comunale di Busto Arsizio e si colloca in adiacenza al margine nord della Superstrada per Malpensa7.

Caratterizzazione idrogeologica

Sulla base delle caratteristiche litologiche dedotte dalle stratigrafie di pozzi esistenti, si riconoscono nel sottosuolo varie unità idrogeologiche, distinguibili per la loro omogeneità di costituzione e di continuità orizzontale e verticale. Le unità

5 Il torrente Rile nasce nella parte meridionale del comune di , attraversa in direzione nord-sud l’abitato di e dopo essere passato tra la frazione di Rivate e il villaggio Milanello, entra in comune di Cassano Magnago; in quest’area l’alveo si presenta a cielo aperto per il primo tratto (circa 660 metri) e successivamente intubato in corrispondenza del nucleo urbanizzato (per una lunghezza di circa 1.800 metri). A valle della tombinatura il corso d’acqua sottopassa l’autostrada A8 e termina in vasche di accumulo e disperdimento localizzate nell’estrema porzione meridionale del territorio di Cassano Magnago, in prossimità dei confini comunali con Busto Arsizio verso Sud e Gallarate verso ovest. 6 Il torrente Tenore ha origine nel comune di , attraversa le porzioni orientali dei comuni di Caronno Varesino e Carnago, si addentra nel settore occidentale del comune di Castelseprio e successivamente interessa i territori di in corrispondenza della frazione Peveranza e di Fagnano Olona in corrispondenza del limite comunale di Cassano Magnago. Nel tratto terminale il corso d’acqua si dispone in direzione circa parallela a quella del torrente Rile e recapita nelle vasche di accumulo e disperdimento, dette in precedenza. 7 L’ubicazione è desunta dalle cartografie allegate allo studio “Sistemazione idraulica e ambientale dei territori appartenenti ai bacini idrografici dei Torrenti Arno, Rile e Tenore” a cura dell’Autorità di Bacino del fiume Po.

44 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo idrogeologiche si susseguono, dalla più superficiale alla più profonda, secondo il seguente schema: • 2 – unità dei depositi fluvioglaciali: caratterizzata in prevalenza da depositi ghiaioso-sabbiosi ad elevata trasmittività, con locali intercalazioni conglomeratiche. All’interno di tale unità, sono presenti orizzonti a bassa permeabilità rappresentati da sabbie limose, limi e argille, generalmente caratterizzati da una limitata estensione laterale. L’unità, presente con continuità in tutto il territorio con spessori medi di 90-100 metri nell’area di Busto Arsizio, è sede dell’acquifero superiore di tipo libero o localmente semiconfinato, con soggiacenza media di 30-40 metri, tradizionalmente captato dai pozzi dell’area. L’elevata vulnerabilità intrinseca è testimoniata dalle generali scadenti caratteristiche qualitative delle acque, che presentano elevati valori di nitrati e la diffusa presenza di solventi clorurati. Dall’analisi delle stratigrafie dei pozzi del territorio di Busto Arsizio, si osserva che, nell’ambito di tale unità, i principali orizzonti acquiferi si attestano tra le profondità di 45 e 55 metri da p.c. (porzione superficiale) e tra 70 e 95 metri da p.c. (porzione profonda); • 1 – unità di depositi marini di transizione, costituita da una successione di materiali nel complesso più fini, con predominanza di argille grigie e gialle, talvolta fossilifere e torbose, caratterizzate da una discreta continuità laterale, cui si alternano strati di ghiaie-sabbiose acquifere e arenarie. Il limite superiore dell’unità, tendenzialmente parallelo alla superficie topografica, diviene più superficiale procedendo verso i settori meridionali dell’area. Nei livelli grossolani e permeabili dell’unità, sono presenti falde idriche intermedie e profonde di tipo confinato, generalmente riservate all’utilizzo idropotabile e captate dai pozzi più profondi dell’area. La migliore qualità delle acque è testimoniata dai dati idrochimici relativi ai pozzi profondi dell’area, indice di minor vulnerabilità delle falde profonde agli inquinamenti idroveicolati provenienti dalla superficie.

Caratterizzazione geotecnica

L’elaborazione dei dati a disposizione ha permesso la definizione di 1 unità geologico- tecnica, con caratteristiche litologiche, pedologiche e geotecniche omogenee. Le principali caratteristiche di quest’area sono le seguenti: Bu – Unità di Busto Arsizio: Caratteri morfologici: ambito dell’alta pianura ghiaiosa a morfologia sub-pianeggiante, priva di elementi morfologici di rilievo. Reticolo idrografico assente. Litologia: ghiaie a matrice sabbiosa o sabbioso limosa, sabbie ghiaiose, sabbie e sabbie limose. Profilo di alterazione variabile tra 3 e 3,5 metri. Locale presenza di limi sabbiosi e limi ghiaiosi in superficie. Caratteri pedologici: U.C.: 326 FIR1, 327 FIR1/ROB2. I suoli FIR1 sono molto profondi, con scheletro abbondante, tessitura grossolana, con drenaggio moderatamente rapido e permeabilità moderatamente elevata. I suoli ROB2 sono poco o moderatamente profondi limitati da substrato ghiaioso e da orizzonti con scheletro molto abbondante, a tesitura moderatamente grossolana fino a 75 cm, grossolana al di sotto, drenaggio moderatamente rapido e permeabilità moderatamente elevata. Assetto geologico-tecnico: terreni granulari da sciolti a mediamente addensati fino a 4-6 metri di profondità con discrete caratteristiche geotecniche; aumento del grado di addensamento in profondità con buone caratteristiche geotecniche. Drenaggio: drenaggio delle acque buono, sia in superficie, che in profondità.

Valutazione della fattibilità geologica delle azioni di piano

45 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

La Carta di Fattibilità geologica delle azioni di piano è stata redatta alla scala 1.5.000 e la suddivisione in aree omogenee dal punto di vista della pericolosità/vulnerabilità è stata ricondotta a diverse classi di fattibilità in ordine alle limitazioni e destinazioni d’uso del territorio8. Sul territorio di Busto Arsizio, sono state individuate le seguenti classi di fattibilità9: • Classe di fattibilità geologica 4 – Fattibilità con gravi limitazioni, in cui è stata individuata la sola Classe 4a (Tutela idraulica) – Gravi limitazioni; • Classe di fattibilità geologica 3 – Fattibilità con consistenti limitazioni, suddivisa in Classe 3a (fascia B di progetto – opere idrauliche collaudate) – Consistenti limitazioni, Classe 3b (territori di Fascia C delimitati dal limite di progetto tra la fascia B e C del PAI – opere di difesa idraulica collaudate) – Consistenti limitazioni, Classe 3c (Ambiti di bonifica) – Consistenti limitazioni, Classe 3d (ambiti di modificazione antropica) – Consistenti limitazioni, Classe 3e (Terminal Intermodale Hupac) – Consistenti limitazioni; • Classe di fattibilità geologica 2 – Fattibilità con modeste limitazioni, in cui è stata individuata la Classe 2Bu (Unità Busto Arsizio) – Modeste limitazioni.

Pericolosità sismica locale

L’O.P.C.M. 20 marzo 2003, n° 3274, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, riporta all’interno dell’Allegato I la classificazione sismica dei comuni italiani. Sono state individuate 4 zone sismiche il cui livello di pericolosità decresce progressivamente a partire dalla classe 1. L’intero territorio comunale di Busto Arsizio è classificato in Zona Sismica 4, cioè quella con pericolosità minore. Tale classificazione consente a livello amministrativo di definire gli ambiti di applicazione dei vari livelli di approfondimento (1°, 2° e 3° livello), come indicato al punto 1.4.3. della DGR 28 maggio 2008 n° 8/7374 e secondo le specifiche del relativo allegato 5.

La Regione Lombardia con la pubblicazione del 19 gennaio 2006 della DGR del 22 dicembre 2005 n° 8/1566 ha formalizzato le nuove procedure per la valutazione dello scenario e del rischio sismico. La procedura prevede tre livelli di approfondimento della situazione reale esistente. Alla luce di tali considerazioni, nell’ambito dei diversi livelli di approfondimento previsti dall’Allegato 5 alla citata delibera regionale, lo studio allegato al PGT ha condotto l’analisi del rischio sismico locale adottando la procedura di 1° livello (obbligatoria per i comuni in zona sismica 4) che, a partire dalle informazioni già acquisite nella fase di analisi territoriale di base, consente l’individuazione di ambiti areali caratterizzati da specifici scenari di pericolosità sismica locale in cui gli effetti della sollecitazione sismica di base attesa sono prevedibili con sufficiente approssimazione, la cui quantificazione dovrà essere oggetto di specifici studi di approfondimento. In ogni caso, su tutto il territorio comunale gli edifici il cui uso prevede affollamenti significativi, gli edifici industriali con attività pericolose per l’ambiente, le reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza e le costruzioni con

8 Secondo quanto prescritto dalla DGR 28 maggio n. 8/7374 – Aggiornamenti dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005, n. 12”, approvati con DGR 22 dicembre 2005, n. 8/1566. 9 Per le prescrizioni e le modalità di intervento, si rimanda all’apparato normativo contenuto nello studio geologico, idrogeologico e sismico, allegata al PGT.

46 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo funzioni pubbliche o strategiche importanti e con funzioni sociali essenziali10, dovranno essere progettati adottando i criteri antisismici di cui al DM 14 gennaio 2008 “Nuove norme tecniche per le costruzioni” definendo le azioni sismiche di progetto a mezzo di analisi di approfondimento di 3° livello, indipendentemente dalla presenza o meno di possibili scenari di amplificazione locale.

Individuazione del reticolo idrico minore

Il territorio comunale di Busto Arsizio, come già evidenziato, è privo di corsi d’acqua naturali a cielo aperto. L’unica presenza si riferisce al Canale Scolmatore intubato che collega le vasche di laminazione dei Torrenti Rile e Tenore, ubicate in comune di Cassano Magnago, al fiume Olona. Il canale sopracitato costituisce reticolo idrografico principale essendo un collegamento idraulico tra corsi d’acqua principali (Olona, Rile e Tenore). Tale canale è soggetto al vincolo di polizia idraulica ai sensi del R.D. n° 523/1904, (vincolo di in edificabilità) per una distanza di 10 metri rispetto alla tubazione stessa.

Elementi di criticità di carattere ambientale

Stabilimenti a rischio di incidente rilevante La parte centro-orientale del territorio di Busto Arsizio è interessata dalla presenza di uno stabilimento considerato a rischio di incidente rilevante: si tratta dell’area occupata dalla Colombo Luigi & C., di via Rieti, stabilimento chimico, classificato ai sensi del D.Lgs. n° 334/9911, come stabilimento ex art. 5.312. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n° 238/0513, l’art. 5.3 del D.Lgs. n° 334/99 è stato abrogato, comportando la fuoriuscita dell’azienda dal campo di applicazione della normativa per le aziende a rischio di incidente rilevante. Attualmente sulla base dell’ “Inventario Nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell’art. 15, comma 4 del D.Lgs. 334/99” (aggiornamento ottobre 2010), pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tale azienda non è più presente nell’elenco. L’attività svolta dall’azienda consiste nella lavorazione e produzione di resine fenoliche e nella lavorazione di intonaci e sabbie utilizzate nelle fonderie.

I vincoli locali e sovralocali

L’analisi dei vincoli esistenti sul territorio comunale, riporta tutti i vincoli di livello sovraordinato (nazionale, regionale e provinciale) e locale dei diversi strumenti urbanistici vigenti sul territorio di Busto Arsizio, definisce un quadro vincolistico complesso ed articolato e rappresenta l’insieme delle tutele e delle salvaguardie presenti sul territorio comunale (Tavola XXX). Per semplificarne l’analisi si è scelto di

10 Come previsto dal d.d.u.o. 21 novembre 2003 n° 19904 “Approvazione elenco tipologie degli edifici e opere infrastruttrali e programma temporale delle verifiche di cui all’art. 2, commi 3 e 4 dell’ordinanza p.c.m. n° 3274 del 20 marzo 2003, in attuazione della d.g.r. n° 14964 del 7 novembre 2003”. 11 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. 12 Art. 5: il gestore è tenuto a provvedere all’individuazione dei rischi di incidenti rilevanti, integrando il documento di valutazione dei rischi di cui al D.Lgs. 626/1994, nonché all’adozione di appropriate misure di sicurezza e all’informazione, formazione, addestramento ed equipaggio dei lavoratori. 13 “Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”.

47 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo suddividere in tre categorie i vincoli presenti sul territorio, a seconda dell’ambito che tutela. I vincoli saranno dunque infrastrutturali se riguarderanno le fasce di rispetto della ferrovia, delle principali strade, degli impianti tecnologici e delle linee elettriche, antropici se riguarderanno tutti quegli ambienti modificati dall’uomo che per motivi storici ed artistici (monumenti, cascine, parchi storici) o di salubrità (cimitero) necessitano di particolari misure di tutela ed infine ambientali se riguarderanno il rispetto e la salvaguardia dei caratteri faunistici, paesaggistici ed ambientali del territorio comunale. Accanto a questi si inserisce il sistema dei vincoli geologici, idrogeologici e sismici, così come individuati puntualmente dallo studio allegato al piano.

I vincoli infrastrutturali

La rete delle infrastrutture ferroviarie è suddivisa, secondo l’art. 15 delle norme del vigente PRG in: - ferrovie di interesse nazionale e regionale correnti al piano di campagna o in rilevato; - ferrovie interrate o in trincea; - servizi, scali e raccordi ferroviari. La fascia di rispetto ferroviario si estende, a prescindere da eventuali rappresentazioni sulla tavola di azzonamento, per una profondità di metri 30 a partire dalla rotaia più esterna, secondo le indicazioni dell’art. 17.5 delle NTA del PRG vigente e, in ogni caso, devono anche essere rispettate le norme contenute nel DPR n° 753/80.

Il Piano Urbano del Traffico, classifica le strade in quattro categorie funzionali: - strada extraurbana primaria - strada extraurbana secondaria - strada urbana interquartiere - strada urbana di quartiere. Le fasce di arretramento stradale vengono definite sulla base del PGTU ed in relazione a quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada: sono definite in relazione alle caratteristiche ed alla tipologia della strada, ed in relazione al tracciato della strada rispetto al centro abitato (all’interno o all’esterno del centro abitato). I riferimenti normativi in materia di rispetto stradale sono: - D.Lgs. del 30 aprile 1992, n° 295 (Nuovo Codice della Strada) che classifica le strade in base alle caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali in: A – Autostrade B – Strade Extraurbane principali C – Strade Extraurbane secondarie D – Strade Urbane di scorrimento E – Strade Urbane di quartiere F – Strade Locali L’art. 4 stabiliva inoltre che i Comuni debbano provvedere, con delibera di Giunta Comunale, all’individuazione del perimetro del “Centro Abitato”, che è stato delimitato dall’Amministrazione Comunale, al fine di definire le aree di competenza e di possibile intervento sulla rete stradale. - Decreto del Presidente della Repubblica del 16 dicembre 1992, n° 495, che stabilisce le fasce di rispetto per ogni tipo di strada, differenziandone l’ampiezza a seconda che esse siano localizzate o meno all’interno del perimetro del centro abitato. Le distanze minime in funzione della classificazione delle strade e del perimetro del centro abitato sono le seguenti:

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Fuori dai centri abitati Tipologia di strada Edifici Zone edificabili Recinzioni (metri) (metri) (metri) A - Autostrade 60 30 5 B – Extraurbane principali 40 20 5 C – Extraurbane secondarie 30 10 3 F – locali (escluso vicinali) 20 F - vicinali 10

All’interno dei centri abitati Tipologia di strada Edifici Zone edificabili Recinzioni (metri) (metri) (metri) A – Autostrade 30 3 D – Urbane di scorrimento 20 2 E – Urbane di quartiere (1) 20 Non sono stabilite distanze minime F – Locali (1) 10 Non sono stabilite distanze minime (1) In assenza di strumento urbanistico per le strade di tipo E ed F sono stabilite le sopracitate distanze minime.

Le strade extraurbane principali B sono quelle dotate di due corsie per senso di marcia; la viabilità extraurbana tipo (una sola corsia di marcia) è classificata del tipo C.

La fascia di rispetto delle linee elettriche è regolamentata dal DPCM 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”. Tale decreto fissa l’obiettivo di qualità (art. 4) e definisce i parametri per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti (art. 6). In data 20 dicembre 2011, la Società terna ha fornito i dati relativi alle distanze di prima approssimazione (Dpa) dagli elettrodotti ad alta tensione che interessano il territorio di Busto Arsizio, calcolate con riferimento alla metodologia approvata con Decreto del Mistero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 29 maggio 2008 e relativi allegati. Il territorio di Busto Arsizio risulta attraversato dal tracciato di 6 elettroditti, tutti da 132 kV, che interessa una parte minima del territorio nord, la parte est in direzione nord-sud, interessando le aree comprese all’interno del PLIS Alto Milanese e la parte sud-est di Borsano, attraversa le aree agricole della parte sud del territorio comunale e, in direzione nord-sud, attraversa le aree agricole della zona ovest. La cartografia di piano riportail tracciato degli elettrodotti che attraversano il territorio comunale e le distanze di prima approssimazione dafli stessi, come fornite dall’Ente Gestore (Terna S.p.A.). La cartografia di piano riporta anche il tracciato del metanodotto che attraversa il territorio comunale.

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L’elaborazione del PGUSS, contestuale al PGT, consentirà di definire il quadro complessivo delle reti tecnologiche e di pubblica utilittà che interesano il territorio comunale.

I vincoli antropici

Il patrimonio nazionale di “beni culturali” è riconosciuto e tutelato dal D.Lgs. n° 42 del 22/01/2004 Codice per i Beni Culturali e del Paesaggio, come modificato ed integrato dal D.Lgs. n° 156 del 24/03/2006. Sono soggetti a tutela tutti i beni culturali di proprietà dello Stato, delle Regioni, degli Enti pubblici territoriali, di ogni altro Ente ed Istituto pubblico e delle Persone giuridiche private senza fini di lucro, sino a quando l’interesse non sia stato verificato dagli organi del Ministero. Per i beni di interesse architettonico, storico, artistico, archeologico o etno-antropologico tale verifica viene effettuata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. La verifica può essere effettuata su iniziativa degli organi competenti del Ministero o su richiesta del Soggetto interessato, secondo le modalità concordate con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici; l’eventuale esito positivo viene formalizzato con l’emanazione di un Decreto del Direttore Regionale, debitamente notificato e trascritto alla C.RR.II14.

A partire dall’elenco degli immobili vincolati fornito dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, seguendo le disposizioni del D.Lgs. n° 42/2004, sono stati individuati in maniera puntuale, su tutto il territorio comunale, i seguenti beni di interesse artistico e storico (cfr. Tavola A.7): - il Palazzo Marliani Cicogna, edificio di epoca settecentesca - la Chiesa di Santa Maria in Piazza - la Basilica di S.Giovanni - la Chiesa di S.Anna (tempio civico) - la Casa Ceccuzzi, edificio di epoca barocca - il campanile e la Chiesa di San Michele (secolo XI) - l’ex-casa Bossi, edificio neoclassico - la Chiesa e il campanile medievale di Sacconago. - la cascina dei Poveri e la chiesa annessa - il Villino Colombo, in via Q.Sella - le ex-carceri in via Monsignor P.Borroni-angolo via A.Zappellini15.

A questi beni vincolati si aggiungono circa 186 beni di interesse storico-archiettonico e ambientale, compresi alcuni nuclei di interesse rurale, che sono localizzati in diverse parti del territorio comunale, con una particolare concentrazione nei quartieri di S.Giovanni e S.Michele16, tutelati e salvaguardati dalle norme di piano.

14 Sono altresì soggetti a tutela i beni di proprietà di persone fisiche o giuridiche private per i quali è stato notificato l’interesse ai sensi della Legge n°364 del 20/06/1909 o della Legge n° 778 dell’11/06/1992 (“Tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”), ovvero è stato emanato il vincolo ai sensi della Legge n° 1409 del 30/09/1963 (relativa ai beni archivistici; la si indica per completezza), del D.Lgs. n° 490 del 29/10/1999 (“Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”) e infine del D.Lgs. n° 42 del 22/01/2004. La dichiarazione d’interesse sottopone il bene cui fa riferimento alle norme di tutela previste dal D.Lgs. n° 42 del 22/01/2004, impone norme di salvaguardia e valorizzazione, consente la corresponsione di benefici economici e fiscali, prevede l’erogazione di sanzioni amministrative e penali ai trasgressori. 15 Per ciascuno di questi edifici è stata redatta una scheda di approfondimento che affronta aspetti di carattere storico-architettonico ed edilizio, allegata al quadro conoscitivo del Piano delle Regole. 16 Per ciascuno di questo edifici è stata redatta una scheda di approfondimento che affronta aspetti di carattere storico-archiettonico ed edilizio, allegata al quadro conoscitivo del Piano delle Regole.

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All’interno dei vincoli antropici, è indicata l’area che ospita il termovalorizzatore.

Infine, sono indicate le fasce di rispetto cimiteriale, che impediscono la costruzione di qualsiasi edificio nei pressi del camposanto, tranne che le attrezzature precarie inerenti la funzione cimiteriale e di culto. I riferimenti normativi sono costituiti dal vincolo ex art. 338 del Regio Decreto n° 1265/1934, che dispone le ampiezze minime delle fasce di rispetto cimiteriale dalla recente Legge Regionale n° 22/2003 e dal successivo Regolamento Regionale del 9 novembre 2004. La procedura è comunale, attraverso il piano cimiteriale, e la modifica delle fasce di rispetto, avviene attraverso la modifica del piano stesso, approvato dal Consiglio Comunale, sentito ASL e ARPA.

I vincoli ambientali e paesaggistici

I vincoli paesaggistici allo stato della legislazione nazionale sono disciplinati dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n° 42, Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici17, modificato con D.Lgs. 24 marzo 2006, n° 157. Tale Codice ha seguito nel tempo l’emanazione del D.Lgs. n° 490/1999, meramente compilativo delle disposizioni contenute nella Legge n° 1497/1939, nel D.M. 21/09/1984 (decreto “Galasso”) e nella Legge n° 431/1985 (Legge “Galasso”), norme sostanzialmente differenti nei presupposti18. Il Codice dei Beni Culturali e del paesaggio ha inteso comprendere l’intero patrimonio paesaggistico nazionale derivante dalle precedenti normative in allora vigenti e ancora di attualità nelle specifiche di ciascuna. Le disposizioni del Codice che regolamentano i vincoli paesaggistici sono l’art. 136 e l’art. 142. L’art. 16 individua gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico da assoggettare a vincolo paesaggistico con apposito provvedimento amministrativo (lett. a) e b) “cose immobili”, “ville e giardini”, “parchi”, ecc., cosiddette “bellezze individue”, nonché lett. c) e d) “complessi di cose immobili”, “bellezze panoramiche”, ecc., cosiddette “bellezze d’insieme”). L’art. 142 individua le aree tutelate per legge ed aventi interesse paesaggistico di per sé, quali “territori costieri” marini e lacustri, “fiumi e corsi d’acqua”, “parchi e riserve naturali”, “territori coperti da boschi”, ecc.

La carta dei vincoli individua, ai sensi dell’art. 34 della L.R. n° 86/1983, il perimetro del Parco dell’Alto Milanese, cui si aggiungono alcuni riferimenti relativi a previsioni di livello sovracomunale, quali elementi della rete ecologica regionale, che interessano solo marginalmente il territorio di Busto Arsizio. Sulla base dei contenuti del Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Varese sono stati individua alcuni boschi di pianura e diverse fasce boscate presenti sul territorio comunale.

17 All’art. 2, innovando rispetto alle precedenti normative, ha ricompresso il paesaggio nel “Patrimonio culturale” nazionale. 18 La Legge n° 1497/1939 si riferiva a situazioni paesaggistiche di eccellenza, peculiari nel territorio interessato per panoramicità, visuali particolari, belvedere, assetto vegetazionale, assetto costiero. Tali particolarità paesaggistiche per loro natura non costituivano una percentuale prevalente sul territorio, le situazioni da tutelare erano soltanto quelle individuate dai provvedimenti impositivi del vincolo paesaggistico. A ciò sono seguiti provvedimenti statali che hanno incrementato in misura significativa la percentuale di territorio soggetta a tutela: il DM 21/09/1984 e la Legge n° 431/1985.

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Beni costitutivi del Paesaggio

I valori del paesaggio, dell’ambiente e del sistema agricolo

Busto Arsizio è inserito all’interno di un sistema territoriale che presenta diversi valori, fondamentalmente attestati su aspetti naturalistici e su qualche testimonianza storica diffusa. L’elemento naturalistico principale è costituito dalle aree del Parco del Ticino, dai suoi boschi, e dalle aree prospicienti i canali che partono dal Ticino. Se si eccettuano alcune testimonianze di tipo rurale sparse nelle campagne o i manufatti idraulici legati all’agricoltura più tradizionale, i centri storici restano i contesti prevalenti all’interno dei quali sono conservati elementi architettonici e storici, a prescindere dal livello di vincolo che su di essi grava, con l’eccezione delle aree percorse dai navigli, dove sono presenti i segni della relazione storica con la città di Milano, visibili attraverso i navigli stessi e le ville nobiliari disposte lungo il tragitto. Un segno di particolare importanza è costituito dai percorsi e sentieri che consentono una fruizione diffusa e in qualche caso appartengono alla rete ampia dei collegamenti. E’ un territorio che ha però anche diversi problemi, legati ai fenomeni insediativi e ad un urbanizzato frequentemente di scarsa qualità, con perdita dei valori originari, che malamente e insufficientemente sono stati sostituiti dai segni della contemporaneità. Questa diffusa mancanza di identità e la banalizzazione del paesaggio ha contribuito a creare ambiti che somigliano a territori di “frontiera”, spaesati dal punto di vista della riconoscibilità, della distinzione tra territorio urbano e campagna, e persino nell’autenticità e diversificazione degli elementi naturali.

L’attività agricola è d’altro canto spesso residuale; il territorio agricolo risulta a basso valore produttivo, e quindi particolarmente debole di fronte alle spinte provenienti dai processi insediativi, e nello stesso tempo banalizzato e semplificato, dal punto di vista della varietà colturale, della funzione in ambito rurale e della qualità ambientale. L’agricoltura diventa significativa solo nella parte milanese, a sud del Canale Villoresi, che segna la linea di demarcazione tra pianura asciutta e pianura irrigua. L’intero contesto agricolo è prevalentemente pianeggiante, con sporadica presenza arborea, che consiste in aree boscate di limitata estensione e formazioni lineari, frammentate e isolate, dominate nettamente dalla robinia. Se pur depauperati, questi contesti agricoli di frangia e piccole aree boscate rivestono un ruolo molto importante per l’opportunità di riqualificazione territoriale, ambientale e paesistica che essi offrono, e per consentire il collegamento tra le aree boscate più ampie, da accompagnare al recupero della qualità dei boschi e quindi al miglioramento della biodiversità.

Il Piano Paesistico Regionale include quest’area negli ambiti di degrado “aree e ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione, pratiche e usi urbani”19 e, in particolare, nelle categorie delle frange destrutturate caratterizzate da disordine fisico e impoverimento delle forme di identità paesistica, richiedendo negli indirizzi interventi di ricomposizione in ambito urbano e negli spazi aperti. Si tratta comunque di un paesaggio tutt’altro che uniforme e privo di interesse: più mosso e boscato verso nord, pianeggiante e con situazioni di maggiore sofferenza verso il centro-sud, con centri urbani di dimensioni medie disposti lungo la conurbazione del Sempione, irriguo e caratterizzato dall’elemento acqua all’estremo Sud, in provincia

19 Parte IV all’interno di Indirizzi d Tutela PTR-PPR.

52 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo di Milano. Su tutto resta comunque forte il segno del corso del Ticino, che sul lembo ovest di questo territorio costituisce il potenziale di riqualificazione ambientale, senza con ciò esaurire le esigenze di valorizzazione del paesaggio che, insieme ai valori esistenti, giustificano la localizzazione di servizi funzionali al turismo.

Quanto affermato in precedenza trova conferma nell’analisi dei valori naturalistico- ambientali dell’area, che vede nella Valle del Ticino un contesto di elevato ed indiscutibile pregio, nonché l’elemento di maggior rilievo per la biodiversità nell’intera area Malpensa-Quadrante Ovest20. L’area è posta sotto la tutela del Parco Regionale della Valle del Ticino e, sul versante occidentale, del Parco Naturale della Valle del Ticino piemontese. Ulteriori aree protette che interessano l’area Malpensa-Quadrante Ovest sono costituite dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile, situato a cavallo tra le Province di Varese e di Como, e dal Parco Agricolo Sud Milano, oltre che da numerosi Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, tra cui il Parco Alto Milanese. Nell’area sono inoltre presenti alcuni corridoi della rete ecologica regionale (Valle del Ticino, Olona, Canale Villoresi), oltre che numerosi siti appartenenti a Rete Natura 2000, dislocati in gran parte lungo l’asse “Lago Maggiore - fiume Ticino”, con formazioni boschive, ambienti di brughiera e aree umide di rilievo (anche sul versante piemontese). E’ rilevato un discreto grado di biodiversità anche in aree limitrofe a Malpensa, con presenza di specie rare (in particolare ittiche e ornitiche), dato questo che conferma la rilevanza naturalistica delle aree incluse nel Parco del Ticino (area UNESCO Man and Biosphere).

L’area presenta tuttavia contesti ad elevato grado di antropizzazione, in particolare nei Comuni posti lungo l’asse del Sempione e dell’autostrada A8 che collega Milano a Varese. L’alta urbanizzazione e infrastrutturazione determinano anche numerose criticità soprattutto sul fronte della frammentazione degli spazi aperti, con conseguente compromissione della rete ecologica. Sono infatti presenti aree con problemi di mantenimento della continuità ecologica, che interessano – fra gli altri – i comuni di Cassano Magnago, Gallarate, Busto Arsizio, Ferno, Lonate Pozzolo, , Besnate, , , . Anche l’esercizio delle attività aeroportuali determina impatti significativi sulle aree naturali e sulla biodiversità, in particolare in relazione all’introduzione di specie esotiche, che causa l’alterazione degli ecosistemi e l’estinzione delle specie autoctone maggiormente vulnerabili, all’interferenza delle rotte aeree con i flussi migratori dell’avifauna, al disturbo dovuto all’illuminazione dell’infrastruttura aeroportuale.

Sia la qualità dell’aria che il clima acustico risentono delle emissioni dovute al traffico stradale ed al traffico aereo, che costituiscono le due sorgenti emissive principali dell’intera area. L’impatto acustico ferroviario è infatti inferiore e scarsamente significativo in rapporto all’apporto dovuto alle rimanenti infrastrutture. Dal punto di vista della qualità dell’aria, sono gli agglomerati urbani ad alta densità abitativa dell’area Malpensa-Quadrante Ovest attraversati dalle infrastrutture viabilistiche di collegamento tra l’aeroporto e Milano (A8 e asse del Sempione) a presentare la situazione più critica. In tali agglomerati la principale fonte di emissioni in atmosfera, ed in particolare di PM10, ma anche di NOX e CO, è il traffico stradale. Riguardo al clima acustico, l’apporto emissivo del traffico delle infrastrutture viabilistiche è di tipo continuativo, con oscillazioni che variano nel corso della giornata. L’area di

20 La Valle, una delle principali aree fluviali protette in Italia e in Europa, costituisce infatti un corridoio biologico primario, di collegamento tra le Alpi e gli Appennini, fonte di propagazione di vita animale e vegetale e idoneo al passaggio delle rotte migratorie.

53 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo maggiore criticità è localizzata in corrispondenza dell’aeroporto, dove insistono diverse arterie di traffico provenienti dall’area milanese, ma anche dall’ambito di urbanizzazione diffusa che include, oltre a Milano, l’intero pedemonte lombardo. Infine, il sistema delle acque rappresenta nell’area un elemento importante, per la connotazione dei luoghi, per le opportunità che offre e per le attenzioni che richiede. All’interno di un parco fluviale, qual è la Valle del Ticino, è d’altra parte inevitabile considerare questo aspetto come elemento di notevole interesse ambientale e paesistico; è però da guardare con attenzione anche la diramazione dei canali (Naviglio, Canale Villoresi e Canale industriale) che dal Ticino attraversano il territorio arrivando fino a Milano, come nel caso del Naviglio, o fino all’Adda, come per il Villoresi.

Fig. 8– Estratto della Carta del Sistema Ambientale a scala territoriale – Sistema dei paesaggi

Le acque del Ticino sono di buona qualità, come anche quelle del Villoresi, a differenza di quanto si registra per l’Olona, di livello scadente, e per alcuni corsi d’acqua minori, tra cui in particolare il torrente Arno, che presenta qualità pessima. Si segnala infine la non completa risoluzione del problema dello spaiamento dei torrenti Arno-Rile- Tenore in ragione di malfunzionamenti delle vasche di laminazione.

Il paesaggio agrario e l’uso del suolo a Busto Arsizio

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Il territorio di Busto Arsizio appartiene a una zona di passaggio tra l'alta pianura asciutta e quella irrigua, ricca di acque sorgive (fontanili) dovute all'affioramento della falda sotterranea. Sotto il profilo geologico si tratta di un suolo alluvionale recente, costituito da un leggero strato superficiale terroso argilloso al di sotto del quale si trova un profondo strato ghiaioso (l0-17 metri), seguito da uno strato profondo tra i 48 e i 55 metri di ghiaia frammista o sabbie silicee e argillose, che precede un ulteriore strato in cui si trovano grandi quantità di argilla mista a ghiaia e sabbia. La grande permeabilità del terreno favorisce un rapido deflusso delle acque piovane, che riemergono solo più a sud, nella zona dei fontanili e dell'alta pianura irrigua. Nonostante una discreta abbondanza di piogge (che mediamente superano i 1.000 mm. l'anno) il terreno soffre quindi di scarsità di acqua, anche per l'assenza di fonti perenni: la falda acquifera è infatti profonda centinaia di metri e le caratteristiche del corso del vicino fiume Olona non hanno consentito l'utilizzo delle acque, peraltro non abbondanti, per l'irrigazione. Inoltre lo strato colturale è molto sottile, oltre che spiccatamente acido. Non si sono mai verificate quindi le condizioni favorevoli allo sviluppo di uno economia a base esclusivamente agricola e, prima dello sviluppo delle attività industriali, la scarsa resa dei suoli rendeva possibile la sopravvivenza solo grazie ad un enorme dispendio di energie lavorative21.

Il territorio non urbanizzato è ancora in minima parte presente, soprattutto a sud-ovest, dove esiste ancora una presenza di terreni coltivati (Figura 9). Ma l'attività agricola a Busto Arsizio risulta ormai essere un capitolo economico di scarsa importanza. Infatti, i dati relativi alla evoluzione della superficie agraria utilizzata (SAU) evidenziano un calo proporzionalmente più contenuto, sia nelle dimensioni della superficie abbandonata, sia rispetto alla dinamica registrata nello stesso periodo nell'intera provincia di Varese.

21 Neppure il clima è particolarmente favorevole all'agricoltura, in quanto a inverni generalmente rigidi, con frequenti gelate, e a primavere non di rado fredde, seguono estati calde e con scarsità di piogge che rendono il terreno particolarmente arido. In particolare si è verificato un peggioramento del clima a seguito del progressivo disboscamento avvenuto dal Cinquecento al Settecento che ha trasformato il territorio (in precedenza caratterizzato dalla presenza di boschi d'alto fusto interrotti da macchie di radure incolte) in una brughiera arida, caldissima e afosa in estate, con la conseguente sparizione di alcuni coltivi (ad esempio la vite, che circondava il borgo e che scomparve definitivamente verso la metà dell'Ottocento per la diffusione della filossera).

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Fig. 9– Uso del suolo del territorio di Busto Arsizio al 2000 (fonte: G.F.Ferrario, “Cascine di Busto Arsizio – Storia e architettura”, Busto Arsizio, 2007)

L’ambiente e il paesaggio

Busto Arsizio vede il territorio agricolo, appartenere all’ambito dell’alta pianura asciutta asciutta, dove le superfici sono pianeggianti e ben drenate e il tessuto agrario è ancora generalmente ben conservato e poco frammentato, con la prevalenza di colture maidicole. Dalla lettura del territorio agricolo è riconoscibile la presenza di tre grandi ambiti agricoli (Figura 9): • il primo interessa la parte sud-est del territorio comunale, ed è delimitato dal nucleo edificato di Borsano, a nord e ad est, dall’area industriale ad ovest, ed è caratterizzato da aree agricole di dimensioni importanti, prevalentemente coltivate a seminativo semplice, con la presenza di alcune aree coltivate a prato, a prato permanente e pascoli, cui si aggiungono piccoli appezzamenti di orti familiari in ambito urbano, mentre si registra una presenza significativa di elementi vegetazionali principali (formazioni di robinieto misto, robinieto puro e ciliegio tardivo) e secondari (vegetazione arbustiva e dei cespuglieti) che connotano il paesaggio; • il secondo interessa l’intera parte ovest del territorio, ed è delimitato ad est dal tessuto edificato consolidato di Sacconago e di Busto Arsizio, ed è

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prevalentemente costituito da aree agricole coltivate a seminativo semplice, con diverse aree incolte, oppure coltivate a prato e pascoli. Vi è comunque una importante presenza arborea, ma meno ricca e variegata, rispetto alla parte sud- est, con la prevalenza di robinieti misti, sipei e filari lungo gli elementi che costituiscono l’orditura del sistema agrario (strade, bordi e limiti degli appezzamenti); • infine, il terzo ambito è riconoscibile nella parte nord-est del territorio comunale, caratterizzato da aree agricole coltivate a seminativo semplice ed arborato, ma anche prati permanenti, prati e pascoli, oltre ad alcune aree utilizzate come orti familiari. Sono presenti diverse aree verdi non coltivate. Vi è una presenza non particolarmente importante di patromino arboreo, costituito da robinieto puro, robinieto misto e una formazione di querco carpineto d’alta pianura.

Il territorio comunale è anche dotato di un’importante presenza di aree verdi e boscate costituite dai parchi e dai giardini pubblici, che si caratterizzano come elemento qualitativo all’interno del paesaggio urbano, dal sistema di viali e strade alberate che caratterizzano in modo significativo alcun parti del territorio urbano, nella parte sud l’asse via Bienate-via Liguria-via Toscana, nella parte est l’asse via Boccaccio-piazza Tripoli-via Virgilio-viale Cadorna-viale Duca D’Aosta-viale Diaz, filari si riscontrano anche lungo la linea ferroviaria RFI, viale Olona e via XX Settembre, nella parte centrale si notano con evidenza l’asse via Nievo-piazza Tripoli-via Alfieri-via Pirandello- via Deledda, l’asse di via Magenta, cui si aggiungono via Marco Polo e via Amendola, infine nella parte nord-ovest si evidenzia una importante prensenza di filari arborei lungo viale Stelvio, viale Repubblica e nelle vie circostanti. L’intero ambito agricolo, o comunque il sistema delle aree non edificate, presenti anche all’interno del tessuto edificato, con le sue pecualirità paesaggistiche ed ambientali, dunque risulta rilevante e di importanza strategica, ed è fondamentale orientarsi verso la tutela e la valorizzazione di questa parte del territorio.

Le connotazioni agricole e del verde ambientale sono quindi elemento del paesaggio bustocco e dovranno essere oggetto di adeguate programmazioni più coerenti con l’attuale fisionomia del contesto ambientale. In una logica di connettività ecologica estesa a tutto il territorio, permangono quindi potenziali possibilità di connessione tra porzioni di suolo inedificate, esterne alle aree urbanizzate, che vengono pertanto individuate per mettere in continuità significativa ambiti e parti della città, diversi per caratteri naturali e condizioni ecologiche.

I vincoli e le valenze storico-ambientali

Il sistema ambientale di Busto Arsizio è rappresentato tanto dalle aree ad elevato valore ambientale e paesaggistico caratterizzate da particolari pregi o criticità, quanto dalle aree agricole e dal paesaggio agrario. Il PGT riconosce, rispetto a questo sistema, le funzionalità in termini ambientali-paesaggistici, ne accerta i collegamenti con la città costruita, le aree periferiche e le emergenze ambientali, rappresentando specifici scenari e paesaggi all’interno del territorio comunale.

Il sistema ambientale di Busto Arsizio, che rappresenta l’elemento fondante dello schema strutturale del territorio, è articolato principalmente in quattro grandi sistemi: • i parchi urbani e il parco di interesse sovracomunale dell’Alto Milanese;

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• gli ambiti agricoli e il paesaggio degli spazi aperti; • i centri storici; • gli ambiti ed elementi, singoli e aggreati, di interesse storico, paesistico ed ambientale. Il sistema dei parchi costituisce il perno attorno al quale ruota l’intero sistema ambientale: l’identificazione di aree di forte valore ambientale acquisisce in questo contesto una valenza particolare, considerando il grado di frammentazione del territorio e la conseguente necessità di mantenere un rapporto equilibrato tra le aree urbanizzate e il sistema degli spazi aperti. Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio sono gli ambiti agricoli, i residui boschivi e il sistema di siepi e filari presenti ai bordi delle strade di campagna; tali elementi areali e lineari costituiscono l’architettura del paesaggio degli spazi aperti.

L’ambito agricolo o rurale del territorio si colloca prevalentemente nella zona ovest, sud e nord del territorio e tra i nuclei di Sacconago e Borsano, in corrispondenza del Parco dell’Alto Milanese, del parco Busto 2000. Si tratta di ambiti a forte connotazione agricola, caratterizzati dalla presenza di elementi di architettura del paesaggio, importanti filari, siepi e zone boscate e da un sistema di percorsi ciclopedonali utilizzabili per la fruizione paesaggistico-ambientale.

Il territorio di Busto Arsizio è caratterizzato anche da un sistema di elementi ed ambiti di interesse storico-architetonico e paesistico (Figura 10), che presentano importanti elementi con caratteristiche antropiche e culturali e di valenza paesistica. Si fa riferimento, in particolare, ai centri storci ed ai nuclei di interesse rurale, ai percorsi di valore storico-paesaggistico e agli elementi puntuali di valore storico-architettonico (ville e palazzi storici, edifici di archeologia industriale, edifici religiosi, edifici e beni di interesse storico-architettonico, ..) e di valenza ambientale e paesaggistica (siepi e filari, aree boscate, orditura agraria geometrica, ). Tale patrimonio storico, testimoniale, architettonico e paesistico rappresenta l’identità della comunità locale, da tutelare e valorizzare.

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Fig. 10 – Elementi di interesse storico-architettonico e paesaggistico

Unità di paesaggio, naturale e antropico

Nell’ambito della redazione del nuovo PGT è stato predisposto uno studio paesistico esteso all’intero territorio comunale, con riferimento alle componenti delle unità paesistiche, nonché agli elementi di criticità, ed agli indirizzi di tutela. In particolare sono state evidenziate le seguenti componenti del paesaggio: • componente naturale (analisi del sistema fisico - geologico, geomorfologico, idrogeologico, idrografico; analisi del sistema naturale – caratteristiche naturali, uso del suolo e struttura ecologica del territorio comunale); • componente antropico-culturale (analisi del sistema antropico-paesaggistico, analisi delle caratteristiche indotte dall’azione umana con particolare riferimento alla struttura urbanistico-infrastrutturale ed alla presenza di elementi di pregio/edifici vincolati, aree archeologiche, paesaggi antropici, analisi vincolistica); • componente percettiva (visuale, estetica), che ha messo in evidenza le grandi linee del paesaggio percepibile non rispetto a punti di vista specifici, ma riguardo all’insieme complessivo degli aspetti morfologici presenti, espressione diretta delle caratteristiche fisiografiche di base. L’analisi del territorio è stata approntata mediante indagini sul posto e osservazioni dirette alla definizione degli aspetti paesaggistici, delle caratteristiche naturalistiche e delle particolarità strutturali ed infrastrutturali dell’area, evidenziando le situazioni di vuoto urbano, in forma di punti critici e di situazioni di potenziale rischio di compromissione urbanistica.

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Aree libere ed aree edificate Una prima attività di caratterizzazione del territorio, è stata indirizzata, attraverso una lettura dinamica dell’evoluzione del sistema urbano, ad evidenziare: - le aree urbanizzate, intese come parti di territorio comprese all’interno del perimetro delle aree attualmente edificate, comprese le aree libere, i nuclei sparsi, le attrezzature tecnologiche e le aree di cava; - le infrastrutture viabilistiche e ferroviarie esistenti; - le aree libere da edificazione e prevalentemente utilizzate per l’attività agricola. Rispetto al totale della superficie territoriale comunale, pari a 30,27 kmq, circa il 38% è costituiti da aree agricole e boscate, mentre la restante parte dall’urbanizzato e dalle infrastrutture di trasporto. Ben 1,25 kmq sono aree comprese all’interno del perimetro del Parco Alto Milanese.

Uso del suolo L’analisi è stata estesa a tutto il territorio comunale; sono state effettuate osservazioni dirette alla definizione degli aspetti paesaggistici, delle caratteristiche naturalistiche e delle particolarità strutturali e infrastrutturali dell’area, evidenziando gli eventuali punti critici e le situazioni di potenziale rischio in riferimento alle previsioni di sviluppo urbanistico. Sulla base delle indagini condotte e dei riferimenti conoscitivi derivanti da studi, piani ed indagini, è stato possibile determinare l’uso del suolo e definire il corretto inquadramento vegetazionale dell’area. Nell’elaborato relativo all’uso del suolo, è stato rappresentato il sistema agricolo e boschivo, precedentemente descritto, oltre al sistema insediativo evidenziando in modo particolare gli edifici vincolati e quelli di interesse storico ed architettonico, oltre ai nuclei sparsi. Sono anche rappresentati gli ambiti a destinazione industriale e l’edificato di recente realizzazione o quello previsto dal PRG vigente. L’elaborato evidenzia infine gli elementi lineari (filari, siepi, reticolo idrografico principale e secondario, viali alberati del centro edificato) che caratterizzano il suolo.

Componente antropico-culturale e naturale L’insieme dei segni naturali e antropici che denotano, caratterizzano ed evidenziano la struttura del paesaggio, ha fornito quegli elementi di forte connotazione (infrastrutturale, insediativa, culturale, storico, architettonica, di assetto, ) che costituiscono il “reticolo di equipaggiamento” del paesaggio storicizzato, matrice fondante per le scelte future che condizioneranno lo scenario territoriale comunale dei prossimi anni. Partendo dalla ricognizione cartografica e da sopralluoghi sul posto per verificare l’attuale consistenza delle valenze paesistiche ambientali, è stato prodotto un elaborato grafico di riferimento che rappresenta una serie di elementi di carattere storico- monumentale, di pregio e naturale, ancora presenti sul territorio. L’insieme dei segni ha definito una chiave di lettura delle peculiarità territoriali, di tipo antropico-culturale e naturale. In particolare ha riguardato il tessuto dei centri e nuclei storici centrali all’agglomerato urbano e periferici o isolati, gli immobili di valore storico artistico distinti per principali tipologie d’uso e la rete della viabilità di interesse storico ancora leggibile ed in uso. La presenza della città storica, ne qualifica ed arricchisce in modo speciale la fisionomia. Numerosi sono i nuclei, più o meno conservati, nella maggior parte dei casi costituiti da aggregati elementari di dimore rurali a contatto con gli spazi del lavoro. Si registra anche la presenza di palazzi, ville e dimore signorili e di case di diversa età, qualità e funzione, da quelle prevalentemente legate alla ruralità.

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La rete stradale storica costituisce la struttura relazionale dei beni storico-culturali, intesi non solo come elementi episodici lineari, puntuali o areali, ma come sistema di permanenze insediative strettamente interrelate. I tracciati storici della rete stradale ancora riconoscibili, la cui esistenza è documentata dalla cartografia storica consultata22, sono distinti in base all’importanza, alla modalità di utilizzo ed al traffico connesso. A questa rete stradale si aggiungono le linee ferroviarie di impianto storico. La struttura del paesaggio si completa con gli ambiti che storicamente hanno denotato la presenza dell’uomo sul governo del territorio, nella fattispecie i parchi e giardini storici, cui si aggiungono segni naturali che denotano la struttura del territorio articolando le diverse morfologie e gli aspetti percettivi e peculiari del paesaggio, meritevoli di specifiche attenzioni nell’ambito dei processi di trasformazione del territorio.

La sensibilità paesistica dei luoghi

La valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi è stata effettuata in base alle caratteristiche del sito, ed ai rapporti che esso intrattiene con il contesto: un forte indicatore di sensibilità paesistica è indubbiamente il grado di trasformazione recente o, inversamente, di relativa integrità del paesaggio, sia rispetto ad un’ipotetica condizione naturale, sia rispetto alle forme storiche di elaborazione antropica. Oltre a questo modo di valutazione, sono state considerate le condizioni di visibilità più o meno ampia, o meglio di co-visibilità, tra il luogo considerato e l’intorno. Infine è stato considerato il ruolo che la società attribuisce ad un luogo, in relazione ai valori simbolici che ad esso associa. Quindi il giudizio complessivo circa la sensibilità del paesaggio ha tenuto conto di tre differenti modi di valutazione articolati in chiavi di lettura a due livelli (sovralocale e locale): • morfologico-strutturale • vedutistico • simbolico.

Il modo di valutazione morfologico-strutturale considera le relazioni di un luogo con elementi significativi di un sistema che caratterizza un contesto più ampio di quello di rapporto immediato, riguarda infatti la partecipazione di un luogo a sistemi paesistici di interesse geomorfologico, naturalistico, storico-insediativo e di testimonianze della cultura formale e materiale. A Busto Arsizio è possibile distinguere due macro-sistemi, uno relativo agli ambiti antropici e uno agli ambiti naturali.

Il primo comprende l’unità di paesaggio dei territori antropici, distinta al suo interno in quattro differenti declinazioni, caratterizzando il territorio costruito secondo epoca di edificazione, caratteristiche insediative e di uso: la città storica, la città dello sviluppo industriale dalla metà dell’Ottocento, fino all’inizio del Novecento, la città contemporanea a prevalente destinazione residenziale, la città contemporanea delle attività economiche e di territori di frangia. Il secondo gruppo comprende due differenti unità di paesaggio dei territori agricoli- extraurbani identificate in base ai caratteri naturali, paesaggistici, morfologici e vincolistici in esse presenti: le aree legate all’attività agricola e le aree comprese all’interno del Parco Alto Milanese, le aree boscate.

22 IGM – Carta d’Italia, scala 1:25.000: prima levata 1888-90.

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Il criterio vedutistico considera l’ampiezza, la qualità e la particolarità di una veduta, viene applicato dove si stabilisce tra osservatore e territorio un significativa fruizione visiva per ampiezza (panoramicità), per qualità del quadro paesistico percepito e per particolarità delle relazioni visive tra due o più luoghi. In particolare, non conta solo quanto si vede, ma cosa si vede e da dove: ed è proprio in relazione a ciò che si può verificare il rischio potenziale di alterazione delle relazioni percettive per occlusione, interrompendo relazioni visive o impedendo la percezione di parti significative di una veduta, o per intrusione, includendo in un quadro visivo elementi estranei che ne abbassano la qualità paesistica. Le chiavi di lettura valutano la percepibilità dei luoghi, in funzione della loro esposizione, quota o contiguità o meno con percorsi panoramici di spiccato valore, intensa fruizione o elevata notorietà. Infine, il modo di valutazione simbolico considera il valore simbolico che l’ambito riveste per le comunità locali e sovralocali, in quanto teatro di avvenimenti storici, o in quanto oggetto di celebrazioni o di culto popolare, o semplicemente in quanto rilevante nella definizione e nella consapevolezza dell’identità locale.

La classificazione che esprime i diversi livelli di sensibilità paesistica, desunti dalle considerazioni sopra espresse, è stata abbinata ad una scala di sensibilità, articolata nelle seguenti classi: • sensibilità paesistica molto bassa • sensibilità paesistica bassa • sensibilità paesistica media • sensibilità paesistica alta • sensibilità paesistica molto alta.

Il territorio di Busto Arsizio vede la presenza di elementi ambientali che caratterizzano il paesaggio naturale, ed hanno influenzato lo sviluppo antropico che si è andato delineando nel corso del tempo. Infatti proprio nella classe di sensibilità paesaggistica “Molto Elevata” si ritrovano tutte quelle aree che ricadono all’interno del Parco Alto Milanese ed anche le aree boscate, in quanto delineano un disegno fortemente naturale che si innesta all’interno del sistema agricolo, oltre a ritagliarsi zone, sia da un punto di vista naturale, che percettivo, di elevata sensibilità paesaggistica.

Nella classe di sensibilità paesaggistica “Elevata”, sono stati inseriti sia elementi naturali che antropici di valore storico, sociale e percettivo rilevanti, come tutte le aree agricole presenti all’interno del territorio comunale, caratterizzandosi comunque come elementi del paesaggio, riflettendo la naturale vocazione agricola della Pianura Padana. In questa classe di sensibilità sono state inserite anche le zone urbane riconosciute come centri storici, sia per il loro valore architettonico che di memoria storica della popolazione residente. A questo proposito si ricorda come i centri storici di Busto Arsizio, Sacconago e Borsano sono ricchi sia di edifici, che di giardini che connotano fortemente il territorio comunale.

Il tessuto urbano consolidato, composto da residenza, commercio, attività artigianali e di servizio, è inserito nella classe di sensibilità paesaggistica “Media”, mentre le aree industriali collocate nella parte ovest e nord del territorio comunale, sono state inserite nella classe inferiore, cioè sensibilità paesaggistica “Bassa”. Le infrastrutture stradali e ferroviarie di interesse sovracomunale, i terminal intermodali Hupac e di Sacconago, unitamente all’inceneritore, cioè gli elementi di maggior impatto presenti sul territorio comunale, sono inseriti nella classe di sensibilità paesaggistica “Molto Bassa”.

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Per comprendere correttamente il carattere paesaggistico del comune di Busto Arsizio, il Grafico 01 consente un confronto percentuale del peso delle diverse classi di sensibilità, rispetto alla superficie territoriale comunale.

Graf. 01 – Suddivisione percentuale delle diverse classi di sensibilità paesistica rispetto alla superficie comunale

Dai dati del grafico sopra riportato si evince come il 42,0% del territorio comunale è classificato all’interno delle classi ad elevata e molto elevata sensibilità: circa 11,6 milioni di metri quadrati sono considerati aree di qualità ambientale, naturale e paesaggistica. Il tessuto edificato che costituisce la città consolidata rappresenta circa il 50% del totale comunale, a conferma di una buona qualità complessiva che determina anche un’ottima qualità della vita per i residenti. E’ ridotta a poco meno dell’8,0% la parte di territorio che risulta avere condizioni e caratteristiche di compromissione e di criticità, con una sensibilità paesistica bassa e molto bassa.

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CAPO IV: Sintesi quantitative delle reti

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Rete acquedotto Ente gestore: Agesp S.p.A.

La rete acquedotto si sviluppa capillarmente nel sottosuolo urbanizzato del Comune e ha una lunghezza complessiva pari a circa 361,56Km. Nel sottosuolo comunale sono inoltre presenti 43,79 km di tubazioni dismesse in fibrocemento. Le tubazioni sono principalmente realizzate in acciaio (80 %) seguite da ghisa e fibrocemento. L'attuazione degli ambiti di trasformazione 1 e 3 dovrà essere subordinato ad un potenziamento delle rete e la sostituzione di parte delle tubature, ipotizzato per metri lineari 600, esistenti, al fine rendere sostenibile i nuovi carichi indotti.

Nel comune di busto Arsizio sono inoltre censiti 23 pozzi idrici di cui • 20 pozzi per acqua potabile • 3 pozzi ad uso industriale

03 TUBAZIONE 04 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN ACQUEDOTTO IN GHISA; 20,71 Km; 6% POLIETILENE; 0,25 02 TUBAZIONE Km; 0% ACQUEDOTTO IN FIBROCEMENTO; 15,18 Km; 4%

01 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN ACCIAIO; 325,43 Km; 90%

Grafico 1- rete acquedotto: materiale delle condutture

Rete acquedotto 01 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN ACCIAIO 325,43 Km 02 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN FIBROCEMENTO 15,18 Km 03 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN GHISA 20,71 Km 04 TUBAZIONE ACQUEDOTTO IN POLIETILENE 0,25 Km TOTALE ACQUEDOTTO 361,56 Km

05 TUBAZIONE ACQUEDOTTO DISMESSA (fibrocemento) 43,79 Km

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Rete fognaria Ente gestore: Agesp S.p.A.

La rete fognaria comunale si sviluppa per complessivi 1997 Km. Il sistema fognario è composto dalla rete principale (Canali) che si sviluppa per circa 26 km e raccoglie le acque reflue (bianche nere miste) del centro urbano e le convoglia a sud del territorio comunale. Ai canali principali di raccolta affluiscono i canali di raccolta minori delle acque nere (75,66 km) miste (47 km) e gran parte della rete acque bianche (75,66 Km). Si ricorda che tutti i nuovi interventi dovranno garantire la separazione delle acque bianche e nere. Dai dati ricevuti risulta che sul territorio comunale sono presenti circa 7800 pozzetti fognarie (pozzetti e caditoie).

Rete fognaria 01 CANALI FOGNARI PRINCIPALI (ACQUE MISTE) 25,96 Km 02 RETE FOGNARIA ACQUE MISTE 47,83 Km 03 RETE FOGNARIA ACQUE NERE 75,66 Km 04 RETE FOGNARIA ACQUE BIANCHE 47,48 Km TOTALE RETE FOGNARIA 196,93 Km

01 CANALI FOGNARI PRINCIPALI (ACQUE MISTE); 25,96 Km; 13% 04 RETE FOGNARIA ACQUE BIANCHE; 47,48 Km; 24%

02 RETE FOGNARIA ACQUE MISTE; 47,83 Km; 24%

03 RETE FOGNARIA ACQUE NERE; 75,66 Km; 39%

Grafico 2: tipologia della rete fognaria Rete fognaria principale (canali)

66 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Rete Gas Ente gestore: Agesp S.p.A. La rete Gas Metano si estende per complessivi 353 Km. La rete a bassa pressione si sviluppa capillarmente su tutto il territorio urbanizzato e ha una lunghezza complessiva paria circa 282 km.

Rete media pressione Rete 5 bar La rete Gas a media pressione si sviluppa per 58 Km ed è ramificata su tutto l’intero territorio comunale. La rete Gas a alta pressione (5 bar) è presente solo nel quadrante sud ovest del territorio comunale e serve: la zona industriale la cabina di via g. Pepe attraversando via Amendola e via Marco Polo La cabina di via Magenta attraversando la zona agricola parallelamente a via c. Pomazio

Rete Gas metano gas media pressione 58,51 Km gas 5 bar 13,06 Km gas bassa pressione 281,99 Km TOTALE RETE GAS METANO 353,57 Km Rete Gas metano media pressione; 58,51 Km; 17%

Rete Gas metano 5 bar; 13,06 Km; 4%

Rete Gas metano bassa pressione; 281,99 Km; 79% Grafico 3: tipologia della rete gas città

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Rete Snam

Ente gestore: Snam rete Gas La rete Snam è ramificata su tutto il territorio comunale e ha una lunghezza complessiva pari a circa 37 Km. Complessivamente sul territorio comunale di Busto Arsizio le condutture esistenti adibite al trasporto Gas si sviluppano per complessivi 390 Km.

Snam Rete Gas Rete Gas metano (gas città) gas media pressione 58,51 Km gas 5 bar 13,06 Km gas bassa pressione 281,99 Km TOTALE RETE GAS METANO (gas città) 353,57 Km

SNAM rete gas 37,10 Km TOTALE GENERALE 390,67 Km

SNAM rete gas; 37,10 Km; 9%

RETE GAS METANO (gas città); 353,57 Km; 91% Grafico 4: sviluppo totale rete gas città e metanodotto

68 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Rete energia elettrica

Ente gestore: Enel S.p.A.

La rete elettrica è ramificata su tutto il territorio comunale e ha una estensione complessiva pari a circa 840 Km di cui 493 Km pari al 58,73% sono rappresentati da linee a bassa tensione e 182 Km pari al 21,65% sono rappresentate da linee a media tensione. Il restante 19,62% è costituito prevalentemente dalle linee di connessione alle utenze private rappresentate quindi da linee a bassa tensione Le linee interrate si sviluppano per complessivi 462 Km mentre le linee aree sono circa 214 Km.

01 LINEA INTERRATA MEDIA TENSIONE 177,68 Km 02 LINEA INTERRATA BASSA TENSIONE 283,55 Km 03 LINEA INTERRATA DISMESSA (media tensione) 1,01 Km TOTALE LINEE INTERRATE 462,24 Km

04 LINEA AEREA MEDIA TENSIONE 4,20 Km 05 LINEA AEREA BASSA TENSIONE 209,79 Km TOTALE LINEE AEREE 214,00 Km

06 LINEE DI CONNESSIONE CIVICO-NODO 161,60 Km 07 ALTRE LINEE ENEL 2,13 Km TOTALE ALTRO 163,73 Km

TOTALE RETE ENEL 839,97 Km

ELETTRODOTTO TERNA 18,92 Km TOTALE GENERALE RETI ELETTRICHE 858,89 Km

03 LINEA INTERRATA DISMESSA (media tensione); 1,01 Km; 0%

04 LINEA AEREA MEDIA TENSIONE; 4,20 Km; 2%

01 LINEA INTERRATA MEDIA TENSIONE; 177,68 Km; 38%

02 LINEA INTERRATA BASSA TENSIONE; 283,55 Km; 62%

05 LINEA AEREA BASSA Grafico 5: tipologia rete interrata TENSIONE; 209,79 Km; 98% Grafico 6: tipologia rete aerea

69 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

07 ALTRE LINEE ENEL; 2,13 Km; 0%

06 LINEE DI CONNESSIONE CIVICO- 01 LINEA INTERRATA MEDIA NODO; 161,60 Km; 19% TENSIONE; 177,68 Km; 21%

05 LINEA AEREA BASSA TENSIONE; 209,79 Km; 25%

02 LINEA INTERRATA BASSA TENSIONE; 283,55 Km; 34% 04 LINEA AEREA MEDIA TENSIONE; 4,20 Km; 1%

03 LINEA INTERRATA DISMESSA (media tensione); 1,01 Km; 0%

Grafico 7: rete ENEL riassuntivo

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Rete alta tensione 132 Kv

Ente gestore: Enel S.p.A. / Terna S.p.A Il territorio comunale di Busto Arsizio è attraversato da circa 19 Km di linee aeree ad alta tensione 132 Kv gestita da Enel (~15,3Km) e da Terna (~3,7 Km).

Rete alta tensione 132 Kv

Tabella riassuntiva linee elettriche presenti nel territorio comunale di Busto Arsizio 01 LINEA INTERRATA MEDIA TENSIONE 177,68 Km 02 LINEA INTERRATA BASSA TENSIONE 283,55 Km 03 LINEA INTERRATA DISMESSA (media tensione) 1,01 Km TOTALE LINEE ENEL INTERRATE 462,24 Km

04 LINEA AEREA MEDIA TENSIONE 4,20 Km 05 LINEA AEREA BASSA TENSIONE 209,79 Km TOTALE LINEE ENEL AEREE 214,00 Km

06 LINEE DI CONNESSIONE CIVICO-NODO 161,60 Km 07 ALTRE LINEE ENEL 2,13 Km TOTALE ALTRO 163,73 Km

TOTALE RETE ENEL 839,97 Km

ELETTRODOTTO 132 Kv ENEL 15,21 Km ELETTRODOTTO 132 Kv TERNA 3,71 Km TOTALE ELETTRODOTTI 132 Kv 18,92 Km

TOTALE GENERALE RETI ELETTRICHE 858,89 Km

71 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Rete illuminazione

Ente gestore: Enel Sole S.p.A.

La rete di illuminazione pubblica è composta da 7553 punti luce e 471 quadri e permette l’illuminazione di circa 230 Km di strade pari a circa i 2/3 dell’intera viabilità comunale (urbana ex extraurbana).

135,34 Km; 37%

232,44 Km; 63%

TOTALE STRADE ILLUMINATE TOTALE STRADE NON ILLUMINATE

Grafico 8: Illuminazione pubblica strade illuminate e non illuminate

Punti luce illuminazione pubblica

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Rete telefonia & dati

Ente gestore: Telecom, Fastweb, Metroweb, Wind

La rete telefonia/dati ad oggi censita ammonta a 17,30 Km . Va segnalato che alla data di redazione della presente relazione non risultano ancora pervenuti i dati relativi alla rete Telecom, che di fatto è il primo gestore per quanto riguarda il numero di sottoservizi gestiti. Si stima che nel comune di Busto Arsizio siano presenti almeno circa 350 Km di tubazioni/cunicoli gestiti da Telecom

RETE TELEFONIA E DATI 23 lunghezza 01 RETE COMUNALE 1,28 Km 02 RETE FASTWEB 0,46 Km 03 RETE METROWEB 6,83 Km 04 RETE WIND 5,95 Km 05 TUBAZIONE VUOTA 2,79 Km TOTALE RETI TELEFONIA E DATI * 17,30 Km

01 RETE COMUNALE; 1,28 Km; 7% 05 TUBAZIONE VUOTA; 2,79 Km; 16% 02 RETE FASTWEB; 0,46 Km; 3%

03 RETE METROWEB; 6,83 Km; 40% 04 RETE WIND; 5,95 Km; 34%

Grafico 9: Reti telefonai e dati suddivise per gestore

23 Nella presente tabella non sono comprese le reti Telecom in quanto non pervenute 73 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Rete teleriscaldamento

Ente gestore: Agesp S.p.A.

Il comune di busto Arsizio in collaborazione con Agesp sta realizzando una rete centralizzata di teleriscaldamento. Ad oggi la rete di teleriscaldamento si sviluppa nel centro cittadino interessando circa 8,7 Km di strade. Gli ulteriori potenziamenti della rete sono subordinati alla localizzazione e realizzazione di una nuova centrale di teleriscaldamento. Le dorsali principali del sistema di teleriscaldamento sono individuabili sotto le seguenti vie: • via Crespi, via Ferrari, via Fratelli d’Italia • via Mazzini, • via della Concordia, • via Guerrazzi, via Ariosto • via Enaudi, via Appiani, Corso Europa, Piazza Manzoni • via f.lli Cairoli, via Monti, via Pepe, via Venegoni,

Diametro tubazione rete teleriscaldamento lunghezza dn 40 0,76 Km dn 50 1,54 Km dn 65 1,14 Km dn 80 0,91 Km dn 100 3,33 Km dn 125 1,21 Km dn 150 0,80 Km dn 200 2,40 Km dn 250 2,29 Km dn 300 1,71 Km dn 400 1,45 Km TOTALE LUNGHEZZA RETE TELERISCALDAMENTO24 17,52 Km

Rete Teleriscaldamento

24 Le lunghezza riportate comprendono entrambe le tubazioni di mandata e ritorno 74 Comune di busto Arsizio (VA) Piano di Gestione dei Servizi del Sottosuolo

Sintesi reti sottosuolo

Da una prima stima risulta che nel sottosuolo di Busto Arsizio sono presenti reti con uno sviluppo complessivo pari a circa 1800 Km così suddivisi: FOGNATURA 196,93 Km ACQUEDOTTO 361,56 Km GAS METANO (gas città) 353,57 Km METANODOTTO SNAM RETE GAS 37,10 Km ENEL LINEE INTERRATE 462,24 Km TELERISCALDAMENTO 17,52 Km TELEFONIA E DATI 25 367,30 Km Lunghezza totale reti presenti nel sottosuolo 1796,22 Km

TELEFONIA E DATI

TELERISCALDAMENTO

ENEL LINEE INTERRATE

METANODOTTO SNAM RETE GAS

GAS METANO (gas città)

ACQUEDOTTO

FOGNATURA

0,00 Km 50,00 Km 100,00 Km 150,00 Km 200,00 Km 250,00 Km 300,00 Km 350,00 Km 400,00 Km 450,00 Km 500,00 Km Grafico 10 - riassuntivo reti sottosuolo

25 Dato stimato in quanto non pervenuti i dati relativi alle rete Telecom 75