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SOMMARIO

1 QUADRO INTRODUTTIVO ...... 3 1.1 Premessa ...... 3 1.2 Scheda riassuntiva di progetto ...... 4 1.3 Soggetto proponente ...... 4 1.4 Titoli a derivare ad uso irriguo ...... 6 1.4.1 Concessione C/2919 sul torrente Rabbiés ...... 6 1.4.2 Concessione R/0418 sul torrente Rabbiés ...... 6

2 INQUADRAMENTO PROGETTUALE ...... 9 2.1 Premessa ...... 9 2.2 Derivazione ad uso idroelettrico ...... 9 2.3 Dati tecnici dell’impianto ...... 10 2.4 Descrizione delle opere ...... 11 2.4.1 Opera di presa ...... 11 2.4.2 Condotta forzata ...... 12 2.4.3 Edificio centrale ...... 13 2.4.4 Opere elettromeccaniche ...... 13 2.5 Valutazioni economiche ...... 14 2.6 Interferenze con altri progetti ...... 16

3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 17 3.1 Ubicazione ...... 17 3.1.1 Opera di presa ...... 17 3.1.2 Condotta forzata ...... 18 3.1.3 Edificio centrale ...... 18 3.1.4 Punto di scarico ...... 19 3.2 Inquadramento programmatico ...... 19 3.2.1 Piano Urbanistico Provinciale ...... 19 3.2.2 Descrizione delle aree protette: il S.I.C. di “Arnago” ...... 21 3.2.3 Carta di Sintesi Geologica ...... 22 3.2.4 Piano Provinciale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche ...... 23 3.2.5 Piano di Tutela delle Acque ...... 27 3.2.6 Strumenti urbanistici ...... 30 3.3 Coerenza con gli strumenti di programmazione ...... 32

4 INQUADRAMENTO AMBIENTALE ...... 33 4.1 Suolo e sottosuolo ...... 33 4.2 Clima e qualità dell’aria ...... 34 4.3 Traffico ...... 37 4.4 Ambiente idrico ...... 39 4.4.1 Bacino del torrente Rabbiés ...... 39 4.4.2 Quadro delle concessioni idriche ...... 39 4.4.3 Dati di portata ...... 41 4.4.4 Portate progressive e coefficiente di amplificazione ...... 43 4.4.5 Deflusso minimo vitale ...... 45 4.4.6 Portata naturale e portata residua ...... 48 4.5 Flora, fauna e habitat naturali ...... 51 4.6 Rumore e vibrazioni ...... 54 4.7 Campi elettromagnetici ...... 56 4.8 Paesaggio e beni culturali ...... 59 4.9 Sicurezza e salute pubblica ...... 63

5 CONCLUSIONI ...... 65 5.1 Rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ...... 65

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1 QUADRO INTRODUTTIVO

1.1 PREMESSA Il presente lavoro costituisce la Relazione di Verifica per l’attivazione della Procedura di Verifica di assoggettabilità ( Screening ) relativa al progetto di “Sfruttamento delle acque consortili” proposto dal Consorzio di Miglioramento Fondiario di 2° grado denominato “ Consorzio Generale della Bassa Val di Sole ” (di seguito richiamato come “Consorzio Generale”) con sede in Caldes (TN). Oggetto dell’intervento è una nuova derivazione di acqua ad uso idroelettrico dal torrente Rabbiés alla quota in alveo di 906,60 m s.l.m., in località Scolari, per la portata di 170,00 l/s massimi nel periodo 1 aprile – 30 aprile e 390,00 l/s massimi nel periodo 1 maggio – 15 ottobre e 150,00 l/s medi nel periodo 1 aprile – 15 ottobre di ogni anno (corrispondenti a 81,37 l/s medi ragguagliati all’anno), per produrre sul salto nominale di 160,00 m la potenza nominale media ragguagliata all’anno di 127,64 kW . L’istanza di derivazione è stata depositata presso il Servizio Gestione Risorse Idriche ed Energetiche della P.A.T. in data 03 marzo 2015 (pratica C/15350). Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto di produzione idroelettrica, localizzato in prossimità dell’abitato di Magras nel amministrativo di Malè, mediante modesti adeguamenti e integrazioni delle opere idrauliche già esistenti, di proprietà dello stesso Consorzio Generale. In particolare, per la derivazione dell’acqua dal torrente Rabbiés verrà utilizzata l’opera di presa esistente in località Scolari e recentemente adeguata per il rilascio in alveo dei deflussi minimi. Per il trasferimento della portata verrà sfruttata la condotta di adduzione esistente, nel tratto compreso tra l’opera di presa e il rio di Magras. A monte dell’attraversamento del rivo, verrà realizzato uno stacco sulla condotta di adduzione dal quale partirà il nuovo tubo che andrà ad alimentare l’impianto idroelettrico (lunghezza nuovo tratto 196 m). L’edifico centrale sarà ubicato in sponda sinistra del torrente Rabbiés, alla quota di 747 m s.l.m. (piano di calpestio). L’acqua turbinata verrà restituita nel torrente Rabbiés alla quota di 744 m s.l.m. e non sarà più disponibile per l’uso irriguo. La nuova disciplina normativa in materia di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA), entrata in vigore il 12 agosto 2015 a seguito dell’emanazione del Decreto del Presidente della Provincia del 20 luglio 2015, n. 9-23/Leg. “Regolamento di esecuzione della Legge Provinciale 17 settembre 2013, n. 19 (legge provinciale sulla Valutazione dell’Impatto Ambientale 2013)”, ridefinisce gli ambiti di applicazione e le soglie limite per sottoporre un progetto a verifica di assoggettabilità oppure a procedura di valutazione d’impatto ambientale. In particolare, l’art. 3 della L.P. 17 settembre 2013, n. 19 stabilisce che devono essere sottoposti al procedimento di verifica di assoggettabilità i progetti di impianti, opere o interventi elencati nell’allegato IV alla parte II del D.Lgs. n. 152/2006, le cui dimensioni superano le soglie dimensionali indicate. Inoltre, sulla base delle disposizioni del Decreto Ministeriale n. 52 del 30 marzo 2015, tali soglie dimensionali vengono ridotte del 50% se l’intervento risulta localizzato all’interno di aree considerate sensibili in relazione alla capacità di carico dell’ambiente naturale. La tipologia 2.m) del citato allegato IV dispone la sottoposizione a verifica di assoggettabilità per gli impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza nominale di concessione superiore a 100,00 kW. L’intervento in progetto ricade quindi in questo ambito, in quanto detiene una potenza nominale media ragguagliata all’anno di 127,64 kW.

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1.2 SCHEDA RIASSUNTIVA DI PROGETTO

Sfruttamento idroelettrico delle acque consortili PROPONENTE C.M.F. 2° grado “Consorzio Generale della Bassa Val di Sole” TITOLARE DELLA DOMANDA C.M.F. 2° grado “Consorzio Generale della Bassa Val di Sole”

Dati relativi al progetto DEFINIZIONE TECNICA DEL PROGETTO Progetto preliminare DATA PROGETTO Febbraio 2016 TEAM PROGETTAZIONE E STUDIO Ing. Michele Vanzo

Dati territoriali COMUNE Malè e Rabbi AREE PROTETTE INTERESSATE Nessuna

Dati dimensionali TIPOLOGIA PROGETTUALE Punto 2.m) Allegato IV a Parte II del D.Lgs. 152/2006 DESCRIZIONE TIPOLOGIA Impianti per la produzione di energia idroelettrica SOGLIA SCREENING 100,00 kW DIMENSIONE OPERA 127,64 kW

1.3 SOGGETTO PROPONENTE Il soggetto proponente è il Consorzio di Miglioramento Fondiario di 2° grado denominato “Consorzio Generale della Bassa Val di Sole” con sede in Caldes (TN). Tale organismo riunisce al suo interno il C.M.F. di Malè, il C.I.M.F. di , il C.M.F. di Caldes, il C.M.F. di , il C.M.F. di Samoclevo e il C.M.F. di Bozzana e Bordiana. Recentemente, con D.G.P. n. 2024 di data 24 novembre 2014, è stata approvata l’adesione del C.I. di e del C.M.F. di e Presson. In seguito a tale ampliamento, sono di fatto confluiti nel Consorzio Generale tutti i consorzi irrigui e di miglioramento fondiario ubicati nell’area orientale della valle di Sole; si veda a riguardo la successiva Figura 1.

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Figura 1: organismi aderenti al Consorzio Generale della Bassa Val di Sole.

Si tratta di un territorio agricolo a vocazione prevalentemente frutticola, sviluppato nel fondovalle del torrente Noce. La superficie irrigua complessiva ammonta a circa 462 ettari (dato 2015), potenzialmente ampliabile a 470 ettari (si veda la successiva Tabella 1).

Superficie irrigata (dato 2015) Superficie irrigata ampliabile

[ha] [ha] Territorio pre-ampliamento 385,4799 390,00 2014 Territorio annesso con 76,1653 80,00 l’ampliamento 2014

Totale 461,6452 470,00

Tabella 1: superficie irrigata del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole.

Sulla base delle indicazioni del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, la dotazione irrigua media spettante a questo territorio, arrotondata per eccesso tenendo conto delle perdite dei contro- lavaggi dei filtri e dei prelievi ai caricabotte, non deve eccedere i 250 l/s. I criteri di utilizzazione delle acque pubbliche prevedono, infatti, l’adeguamento al parametro unitario di 0,50 l/s·ha (art. 7, comma 1.B delle Norme di attuazione). La dotazione idrica che alimenta gli impianti irrigui di questi territori è attualmente tratta dal torrente Rabbiés, con due distinte opere di presa.

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1.4 TITOLI A DERIVARE AD USO IRRIGUO

1.4.1 Concessione C/2919 sul torrente Rabbiés

Il Consorzio Generale della Bassa Val di Sole è titolare della concessione C/2919 , originariamente rilasciata con D.G.P. n. 2063 di data 24 febbraio 1995 e successivamente modificata e integrata con D.G.P. n. 8481 di data 24 luglio 1998, per derivare dal torrente Rabbiés, alla quota di circa 903,00 m s.l.m., la portata d’acqua di 419,00 l/s medi e di 485,00 l/s massimi ad uso irriguo durante il periodo dal 1° maggio al 15 ottobre di ogni anno, a servizio di una superficie di 539,00 ha, subordinatamente all’osservanza delle norme e condizioni contenute nel disciplinare di concessione n. di racc. 24873 n. di rep. 22174 di data 13 agosto 1998. In particolare, come si legge nel citato disciplinare di concessione, il titolo è ridotto alla portata d’acqua di 314,00 l/s medi e di 390,00 l/s massimi ad uso irriguo durante il periodo dal 1° maggio al 15 ottobre, in seguito alla dotazione sulla maggior parte del catastino irriguo di impianti irrigui del tipo a pioggia lenta e con programmi automatizzati di adacquamento. Recentemente, con determinazione del Dirigente di A.P.R.I.E. n. 125 di data 30 maggio 2014, è stata rilasciata la variante alla concessione per estendere il periodo dal 1° aprile al 15 ottobre di ogni anno e per derivare la portata media e massima di 170,00 l/s durante il mese di aprile a servizio della superficie irrigata di 382,7525 ha (territorio irrigato pre-ampliamento). Per quanto riguarda la quota del punto di presa, il titolo di concessione indica la quota di circa 903,00 m s.l.m. Dal rilievo plani-altimetrico georeferenziato è emerso che la quota della griglia in alveo da cui attinge il Consorzio Generale si trova a 906,60 m s.l.m. Tale valore verrà tenuto a riferimento nel proseguo di questo lavoro.

1.4.2 Concessione R/0418 sul torrente Rabbiés

Il C.M.F. Malè, il C.M.F. Monclassico e Presson, e il C.I.M.F. Croviana sono titolari della concessione ad uso irriguo R/0418 per derivare dal torrente Rabbiés in località Pracorno alla quota di 860 m s.l.m. la portata media e massima di 140,00 l/s sul periodo dal 25 aprile al 25 settembre di ogni anno. Tali organismi hanno recentemente aderito al Consorzio Generale della Bassa Val di Sole (D.G.P. n. 2024 di data 24 novembre 2014). A seguito di tale accorpamento, il Consorzio Generale ha programmato di servire anche questi ultimi Consorzi con la propria condotta principale, e quindi con la derivazione irrigua di cui al titolo C/2919. Di fatto si prospetta per i Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana la possibilità di attingere direttamente dalla condotta della Bassa Val di Sole, andando a creare un allacciamento tra la condotta principale del Consorzio Generale (che scorre più a monte) e la condotta irrigua che attualmente alimenta quei territori. Il nuovo allacciamento è previsto in prossimità dell’abitato di Magras, nel comune amministrativo di Malè. Il nuovo collegamento implica l’abbandono dell’attuale opera di presa dei Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana sita in località Pracorno e, di conseguenza, di tutto il tratto di tubazione che dall’attuale opera di presa si sviluppa fino alla periferia dell’abitato di Magras, dove è previsto il nuovo allacciamento. Si veda a riguardo lo schema di Figura 2.

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Figura 2: schema dell’allacciamento in progetto.

L’opera di presa che attualmente alimenta il sistema irriguo dei Consorzi di Malè, Monclassico- Presson e Croviana si posiziona in sponda destra del torrente Rabbiés all’altezza dell’abitato di Pracorno. La bocca di presa consiste in una griglia a maglie longitudinali posizionata sul fondo dell’alveo in prossimità dell’argine destro; il canale di adduzione è presidiato da una paratoia manuale collocata nello spessore della sponda, come visibile nella fotografia seguente. In seguito all’intervento di collegamento tra le due adduttrici irrigue, tale opera di presa verrà dismessa. I manufatti verranno demoliti e verrà ripristinata la formazione arginale; questi interventi rientrano nel progetto di ampliamento del Consorzio.

Figura 3: opera di presa sul Rabbiés a Pracorno (R/0418).

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Il progetto di collegamento tra le condotte adduttrici presuppone, inoltre, lo spostamento in corrispondenza del nuovo allacciamento della stazione di filtraggio delle acque irrigue, la quale attualmente si trova più a valle in località “Birreria”. Il progetto per l’esecuzione dell’allacciamento e lo spostamento della stazione di filtraggio è stato redatto dallo Studio Tre di a firma dell’ing. Alberto Zambotti e ha già ottenuto le seguenti autorizzazioni: - l’autorizzazione del Servizio Gestione Strade per l’attraversamento con due condotte della S.P. 86 della val di Rabbi (concessione n. 92700 di data 01/09/2015); - l’autorizzazione della Commissione per la Pianificazione territoriale e il Paesaggio della Comunità della Valle di Sole (delibera n. 65/2015 di data 07/04/2015) per la costruzione della stazione di filtraggio sulla p.f. 347/1 in C.C. Magras; - la concessione edilizia in deroga del Comune di Malè n. 19/2015 di data 28/12/2015.

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2 INQUADRAMENTO PROGETTUALE

2.1 PREMESSA L’intervento prevede la realizzazione di una piccola centralina idroelettrica sulle sponde del torrente Rabbiés, a monte dell’abitato di Magras. L’edificio proposto è di tipo seminterrato e presenta un ingombro in pianta di 13,00 m x 6,60 m. L’alimentazione dell’impianto avviene mediante derivazione diretta dalla condotta principale che alimenta il sistema irriguo del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole mediante la posa di una nuova tubazione di collegamento (sviluppo 196 m) tra la condotta irrigua e il gruppo turbina. Lo scarico delle acque turbinate avviene direttamente nel torrente Rabbiés, mediante la realizzazione di un breve canale di scarico. Non sono previsti interventi in alveo presso l’opera di presa in località Scolari sul torrente Rabbiés, dove attualmente avviene la derivazione ad uso irriguo (concessione C/2919).

2.2 DERIVAZIONE AD USO IDROELETTRICO Il prelievo ad uso idroelettrico, oggetto del presente procedimento di verifica di assoggettabilità, è proposto: - sullo stesso periodo di quello irriguo (1° aprile – 15 ottobre di ogni anno); - con gli stessi valori di portata massima (170,00 l/s in aprile, 390,00 l/s per il resto del periodo); - proponendo un rilascio in alveo di 930,00 l/s per la tutela ambientale del corso d’acqua.

Premesso che sulla base del parametro unitario di 0,50 l/s·ha indicato nel P.G.U.A.P., la portata massima destinata all’irrigazione ammonta a 250,00 l/s (arrotondata per eccesso), si precisa che: - la portata media destinata all’uso idroelettrico sul periodo 1° aprile – 15 ottobre è proposta pari a 150,00 l/s, che corrispondono ad una portata media ragguagliata sull’anno di 81,37 l/s; - l’uso idroelettrico dell’acqua derivata è alternativo a quello irriguo e a questo subordinato (vedi Figura 4).

Figura 4: schema di prelievo.

Di fatto, l’uso idroelettrico oggetto della presente verifica non costituisce un nuovo prelievo di risorsa idrica, ma si configura come un utilizzo diverso di acqua già concessa.

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La portata che viene avviata all’impianto idroelettrico non è più disponibile per l’utilizzo irriguo, ma viene restituita al torrente Rabbiés all’altezza dell’abitato di Magras. L’utilizzo irriguo dell’acqua derivata sarà sempre prioritario rispetto a quello idroelettrico. La portata disponibile ad essere turbinata sarà quindi quella derivata al punto di presa, nei limiti di validità della concessione e nel rispetto dei rilasci di tutela e salvaguardia, meno quella destinata all’uso irriguo. Il periodo di estensione della concessione ad uso irriguo, attualmente in titolo al Consorzio Generale, è di 198 giornate. Su questo stesso periodo viene chiesta la concessione dell’acqua ad uso idroelettrico. Sulla base delle specifiche condizioni climatiche del periodo, di queste 198 giornate, alcune saranno di fatto non irrigue (nessun utilizzo a scopo irriguo, in concomitanza di eventi piovosi significativi) e quindi la portata derivata sarà disponibile all’uso idroelettrico nella misura del prelievo massimo. Durante le giornate irrigue (quando sono in funzione gli impianti di aspersione), la portata disponibile all’uso idroelettrico sarà quella che eventualmente supera il fabbisogno delle coltivazioni. Si ipotizza, in prima analisi, quale potrebbe essere il quantitativo d’acqua che potrà essere avviato all’impianto idroelettrico durante la stagione irrigua. Il risultato è esposto nella successiva Tabella 2.

Numero di giorni Portata ad uso idroelettrico Periodo - [l/s]

10 170,0 1° aprile – 30 aprile 20 0 38 390,0 1° maggio – 15 ottobre 130 100,0 Totale / media 198 150,0

Tabella 2: ipotesi di sfruttamento idroelettrico del prelievo.

Si sottolinea che si tratta di un’ipotesi di massima, variabile di anno in anno in funzione del fabbisogno irriguo delle colture, della piovosità stagionale e della disponibilità d’acqua del torrente. Il ragionamento svolto risulta tuttavia utile a sostenere la ragionevolezza della portata media richiesta in concessione (150,00 l/s sul periodo irriguo). In ogni caso, la gestione dell’impianto idroelettrico sarà tale da limitare al valore medio di 150,00 l/s la portata turbinata sul periodo di concessione. Se tale valore venisse raggiunto prima del 15 ottobre, si agirà fermando l’impianto fino alla stagione successiva. La portata media ragguagliata all’anno è così calcolata:

150,00 (l/s) x 198 (giorni) / 365 (giorni) = 81,37 l/s.

2.3 DATI TECNICI DELL’IMPIANTO • Corso d’acqua di derivazione torrente Rabbiés • bacino imbrifero sotteso all’opera di presa 116,3 km² • quota opera di presa in alveo 906,60 m s.l.m. • quota pelo morto superiore 904,46 m s.l.m. • corso d’acqua di restituzione torrente Rabbiés • quota pelo morto inferiore 744,46 m s.l.m. • quota opera di restituzione in alveo 744,00 m s.l.m.

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• salto nominale 160,00 m • portata media sul periodo 150,00 l/s • portata media ragguagliata all’anno 81,37 l/s • portata massima 390,00 l/s • potenza nominale media ragg. annua 127,64 kW • potenza nominale massima 611,76 kW • sviluppo condotta forzata 3.752,00 m • numero turbine 1 • tipologia turbina Pelton ad asse verticale con 5 ugelli.

2.4 DESCRIZIONE DELLE OPERE

2.4.1 Opera di presa

Descrizione dei manufatti L’attuale sistema di captazione, di proprietà del Consorzio Generale, è rappresentato graficamente nella tavola B07 del progetto preliminare; esso si compone dei seguenti elementi funzionali: - la briglia in alveo, munita di canale di captazione ricavato sotto il piano della gàveta e presidiato da una griglia a barre longitudinali; - il canale di convogliamento dell’acqua captata, che collega la briglia agli altri manufatti del sistema derivatorio; il canale di convogliamento è dotato di una finestra di sfioro verso il corso d’acqua per la restituzione delle portate che eccedono i limiti imposti dal titolo di concessione; - lo sghiaiatore, che costituisce l’ultimo tratto del canale di convogliamento. Lo sghiaiatore è finalizzato alla sedimentazione delle frazioni più pesanti del trasporto solido trascinato dalla corrente. La geometria dell’ultimo tratto dello sghiaiatore è tale da imporre al flusso l’attraversamento in verticale verso l’alto di una griglia di intercettazione dei solidi sospesi; - la vasca di calma, munita di uno stramazzo in parete grossa per la verifica della portata derivata; - la vasca di filtraggio e carico, alimentata attraverso canali filtranti che ne costituiscono la copertura; - la testa della tubazione, dotata di valvola di sicurezza a palmola.

Il sistema di derivazione sul torrente Rabbiés non sarà sottoposto ad alcuna modifica.

Deflusso minimo vitale (DMV) e limitazione della portata derivata L’opera di presa è dotata di un sistema di regolazione finalizzato al rilascio del DMV ed alla limitazione della portata derivata a scopo irriguo. Al momento, il rilascio imposto dal disciplinare di concessione è di 711,62 l/s per il solo mese di aprile. La regolazione della portata entrante nel sistema derivatorio è gestita mediante due paratoie piane motorizzate. Una delle due paratoie è installata lungo la parete del canale di convogliamento, in prossimità della finestra di sfioro, e permette le operazioni di pulizia del primo tratto del sistema di captazione e la restituzione al torrente delle portate eccedenti. L’altra è installata nel medesimo canale, ortogonalmente al

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flusso, a valle della paratoia di scarico e della finestra di sfioro. Essa permette la regolazione della portata diretta alle opere situate più a valle. Il grado di apertura delle due paratoie è regolato elettronicamente in funzione delle misure di livello rilevate da due sonde ad ultrasuoni. Le due sonde sono collocate, rispettivamente, sulla gàveta della briglia, a monte della griglia di captazione, e nel primo vano della vasca di sedimentazione e carico, a monte di uno stramazzo di misura in parete grossa. Il segnale inviato dalle due sonde permette il controllo della portata in alveo a monte della captazione e della portata convogliata nel sistema. Intervenendo semplicemente sulla programmazione del sistema di limitazione e controllo, sarà possibile modificare il valore del rilascio in alveo, impostandolo al valore di 930,00 l/s proposto per la tutela del corso d’acqua in seguito all’attivazione del prelievo ad uso idroelettrico.

2.4.2 Condotta forzata

Il trasferimento dell’acqua all’impianto idroelettrico avverrà in parte attraverso la condotta di adduzione irrigua di proprietà del Consorzio Generale (lunghezza tratto 3.556,0 m), in parte mediante un nuovo tubo da posare (lunghezza tratto 196,0 m). Le caratteristiche della condotta forzata sono riassunte nella successiva Tabella 3.

Num. tratto Lunghezza (m) Tubo Stato 1 24,0 Ghisa DN 800 Esistente 2 256,0 Ghisa DN 700 Esistente 3 3.276,0 Ghisa DN 600 Esistente 4 196,0 Acciaio DN 500 Nuovo Totale 3.752,0

Tabella 3: condotta forzata.

Il punto di stacco dalla condotta di adduzione esistente è previsto a monte dell’attraversamento del rio di Magras. Nello stesso punto verrà realizzato anche lo stacco per il collegamento della condotta di adduzione del Consorzio Generale con la condotta irrigua che alimenta i Consorzi di Malè, Croviana e Monclassico-Presson, i quali sono recentemente confluiti nel Consorzio Generale della Bassa Val di Sole. Si veda a riguardo la tavola B04 del progetto preliminare. In questo tratto, la condotta principale della Bassa Val di Sole è costituita da un tubo in ghisa di diametro 600 mm che si sviluppa in sinistra orografica, un centinaio di metri a monte della strada provinciale della val di Rabbi. Il punto di stacco dalla condotta di adduzione avverrà con un unico manufatto idraulico di derivazione, che andrà ad alimentare da un lato la derivazione irrigua per i Consorzi di Malè, Croviana e Monclassico-Presson, e dall’altro la derivazione per l’uso idroelettrico. Per il nuovo tratto di condotta forzata, a partire dal punto di stacco, si è previsto l’uso di un tubo in acciaio di diametro 500 mm. La nuova tubazione coprirà con un tracciato di circa 200 m un dislivello di 43 m, impostandosi su una pendenza media prossima al 21%. Parallelamente ad essa, sarà posata la condotta di collegamento delle adduttrici irrigue, che sarà in polietilene con diametro esterno di 315 mm. Il tracciato in discesa delle due tubazioni si affiancherà inizialmente ad una piccola strada interpoderale con fondo cementato (sv. 58 m), dopodiché continuerà a scendere secondo la linea di massima pendenza attraversando un tratto a prato (sv. 38 m), fino a giungere in prossimità della strada provinciale. L’attraversamento della S.P. 86 della val di Rabbi con le due tubazioni avverrà mediante il passaggio all’interno di un unico tubo camicia di diametro 1,00 m da posare al di sotto della sede stradale

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mediante la tecnica dello spingitubo (sv. 8 m), secondo le indicazioni impartite dal Servizio Gestione Strade della P.A.T. A valle dell’attraversamento, le condotte proseguono deviando verso ovest lungo il tracciato di una pista sterrata di accesso ai fondi (sv. 36 m); da qui in avanti le tubazioni continuano il loro percorso in direzione sud, seguendo la linea di confine tra due fondi agricoli contigui (sv. 60 m), lungo quello che sarà il tracciato della nuova pista di accesso all’edificio centrale.

2.4.3 Edificio centrale

L’edificio centrale è previsto in sponda sinistra del torrente Rabbiés, in corrispondenza della p.f. 471 in C.C. di Magras (Comune di Malè). La quota del piano di calpestio, così come quella del piazzale antistante, è stata individuata a 747,00 m s.l.m. L’edificio, di dimensioni contenute, risulterà in gran parte interrato, ad eccezione del prospetto sud, dove si localizzano i punti di accesso ai locali. L’edificio si compone di un volume ad altezza maggiore adibito a locale turbina e avente dimensioni in pianta di 6,40 x 6,60 m ed altezza utile di 5,10 m. Il piano di appoggio della turbina sarà alla quota di -1,50 m rispetto al piano di ingresso. A questo si affianca un volume più basso, adibito alla parte elettrica e di quadristica, avente dimensioni in pianta di 6,60 x 5,20 m e altezza utile di 2,60 m. Qui trovano spazio il locale quadri, il locale di alloggiamento del trasformatore e la cabina di consegna e misura. La copertura dell’edificio è piana e il tetto è a giardino. Le parti in vista saranno intonacate di colore bianco, mentre i serramenti saranno in alluminio. Si veda a riguardo la tavola B06 del progetto preliminare. Per garantire l’accesso all’edificio centrale, verrà realizzata una pista di servizio che si staccherà dalla stradina di proprietà comunale (individuata dalla p.f. 842/4 in C.C. Magras) a valle della S.P. 86. La stradina avrà larghezza complessiva di 3,00 m e sarà pavimentata in misto stabilizzato, così come il piazzale di manovra antistante l’edificio.

2.4.4 Opere elettromeccaniche

Sono di seguito riportate per sommi capi le caratteristiche costruttive di predimensionamento delle principali componenti dell’impianto elettromeccanico.

Turbina Si prevede l’adozione di una turbina di tipo Pelton ad asse verticale, salto idraulico nominale 160 m, portata massima 390 l/s, n. giri nominali 1.000 rpn, con girante monolitica in acciaio inox ricavata da disco forgiato. Il sistema di distribuzione è costituito da n. 5 iniettori ad azionamento oleodinamico con corpo e spina di tipo Doble in acciaio inox, movimentati da servomotore oleodinamico con trasduttori di posizione. Ogni iniettore è dotato di tegolo deviatore di getto in acciaio inox di grosso spessore, con attuatore oleodinamico a doppio effetto. Il cassone è realizzato in lamiera d’acciaio elettrosaldata, con nervature di rinforzo e flangiature.

Valvola di macchina È prevista l’adozione di una valvola a sfera a passaggio totale DN500, con corpo in ghisa, chiusura a gravità con contrappeso e riarmo mediante attuatore oleodinamico a semplice effetto.

Generatore L’alternatore è di tipo sincrono trifase, tensione 0,4 kV, potenza 600 kW, giri nominali 1.000 rpn, con circuito di raffreddamento ad acqua a circolazione forzata e scambiatori aria - acqua presso la macchina e acqua - acqua nel canale di scarico.

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Trasformatore elevatore Il trasformatore BT - MT è del tipo ad olio a perdite ridotte, potenza nominale 600 kVA, tensione primaria a vuoto 20 kV, tensione secondaria a vuoto 0,4 kV.

Sistema oleodinamico La centralina oleodinamica fornisce l’olio in pressione per la movimentazione delle spine, dei tegoli e della valvola di macchina. Essa è costituita da: cassone in acciaio, n. 2 pompe elettriche, elettrovalvole, filtri, scarico di svuotamento, serbatoio di capacità 50 litri, olio idraulico biodegradabile.

2.5 VALUTAZIONI ECONOMICHE Il computo metrico di massima è stato elaborato su previsioni preliminari. Il preventivo di spesa per la progettazione e la realizzazione della centrale idroelettrica e delle opere accessorie, comprensivo dei lavori da appaltare e delle somme in diretta amministrazione, è stato stimato in 929.000,00 euro al netto dell’IVA (vedasi la successiva Tabella 4). Si osserva fin da subito che l’utilizzo di opere già esistenti per la derivazione ed il trasferimento dell’acqua consentono un notevole contenimento dei costi di realizzazione, determinando una condizione particolarmente vantaggiosa in termini di validità economica dell’iniziativa.

Descrizione Importo A) LAVORI E FORNITURE 1 Opera di presa - 2 Condotta forzata 80.000,00 3 Edificio centrale 160.000,00 4 Apparecchiature elettromeccaniche 500.000,00 A) Totale dei Lavori e delle Forniture 740.000,00

B) SOMME IN DIRETTA AMMINISTRAZIONE 1 Acquisto del terreno 35.000,00 2 Connessione a SET 20.000,00 3 Imprevisti (5% di A) 37.000,00 4 Spese tecniche e relazioni specialistiche (12% di A+B.3) 93.240,00 5 Contributo INARCASSA (4% di B.4) 3.729,60 6 Arrotondamento 30,40 B) Totale delle somme a disposizione 189.000,00

RIASSUNTO GENERALE A) Totale dei Lavori e delle Forniture 740.000,00 B) Totale delle somme a disposizione 189.000,00 929.000,00 Tabella 4: stima dei costi (al netto dell’IVA).

La potenza nominale media prodotta dall’impianto sul periodo di 198 giornate è di 235,29 kW, direttamente proporzionale alla portata media di 150 l/s e al salto nominale di 160 m. L’energia prodotta in un anno dall’impianto, considerando un rendimento complessivo del 78%, ammonta a 872.000 kWh/anno. In riferimento ai valori esposti nella versione ufficiosa di settembre 2015 del Decreto Rinnovabili del Ministero dello Sviluppo Economico, la tariffa incentivata onnicomprensiva spettante all’impianto si può stimare pari a 0,21 €/kWh. La producibilità economica dell’impianto determinata dalla cessione dell’energia

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prodotta alla rete di trasmissione nazionale ammonta quindi a 183.000,00 €/anno. I dati sono esposti nella successiva Tabella 5.

Grandezza U.d.m. Valore Portata media l/s 150,00 Salto nominale m 160,00 Giorni di prelievo d 198,00 Potenza nominale media kW 235,29 Potenza nominale media ragg. annua kW 127,64 Rendimento medio complessivo - 78% Produzione annua kWh 872.000 Tariffa incentivata omnicomprensiva €/kWh 0,21 Producibilità annua € 183.000,00 Tabella 5: produzione dell’impianto idroelettrico.

La centrale produrrà una potenza media ragguagliata annua di 127,64 kW, su cui si dovranno calcolare i canoni di concessione e i vari sovracanoni, per un importo complessivo annuo stimato in circa 7.500,00 €. A questi si aggiungono le spese di manutenzione ordinaria, calcolate stimando un’attività media di 4 ore in settimana per un totale annuo (30 settimane) di 120 ore, e quelle di manutenzione straordinaria; in prima analisi si attribuisce ai costi di manutenzione un importo complessivo annuo di 7.000,00 €. Infine, sono da considerare le spese di gestione, comprensive di costi di amministrazione dell’impianto, la stipula di un’assicurazione di responsabilità civile, gli oneri per le imposte comunali e le spese energetiche, per un totale annuo stimato in circa 8.500,00 €. In conclusione, come si legge nel prospetto di Tabella 6, la gestione dell’impianto richiede una spesa complessiva annua stimata in 23.000,00 €.

Spese generali annue Canoni di concessione 7.500,00 € Spese di manutenzione 7.000,00 € Spese di gestione 8.500,00 € Totale spese annue 23.000,00 € Tabella 6: spese generali annue.

Al fine di valutare la validità economica delle opere, è stata effettuata un’analisi dei costi e dei benefici secondo il metodo della Disponibilità di Capitale Finanziario (DCF). Quali ipotesi iniziali, si è supposta una vita dell’investimento pari a 30 anni e si è assunto un tasso di interesse del 6%. L’investimento complessivo iniziale, valutato in 929.000,00 €, è stato interamente attribuito al primo anno. Si considera che l’energia prodotta venga interamente venduta al prezzo di mercato e che ne derivi un beneficio annuo di 183.000 €, mentre le spese generali annue sono stimate pari a 23.000 €. L’analisi dei costi e dei benefici effettuata secondo il metodo della Disponibilità di Capitale Finanziario (DCF) ha dato i seguenti risultati (vedasi la Tabella 7): - tempo di ritorno dell’investimento: 9 anni; - tasso di rendimento interno: 17%.

Si osserva, infine, che il proponente dell’investimento è un Consorzio di Miglioramento Fondiario di 2° grado. Questo significa che il beneficio economico derivante dall’investimento verrà utilizzato per abbattere le spese in carico all’ente irriguo, con beneficio diretto di tutti i consorziati (riduzione dei ruoli e maggiori disponibilità per nuovi investimenti).

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DISPONIBILITA' FINANZIARIA D.C.F. ANNI INVESTIMENTI SPESE INTROITI Esercizio Per investimento Annuo Progressivo

1 929.000 0 0 -929.000 -929.000 -929.000 2 -23.000 183.000 160000 160.000 150.943 -778.057 3 -23.000 183.000 160000 160.000 142.399 -635.657 4 -23.000 183.000 160000 160.000 134.339 -501.318 5 -23.000 183.000 160000 160.000 126.735 -374.583 6 -23.000 183.000 160000 160.000 119.561 -255.022 7 -23.000 183.000 160000 160.000 112.794 -142.228 8 -23.000 183.000 160000 160.000 106.409 -35.819 9 -23.000 183.000 160000 160.000 100.386 64.567 10 -23.000 183.000 160000 160.000 94.704 159.271 11 -23.000 183.000 160000 160.000 89.343 248.614 12 -23.000 183.000 160000 160.000 84.286 332.900 13 -23.000 183.000 160000 160.000 79.515 412.415 14 -23.000 183.000 160000 160.000 75.014 487.429 15 -23.000 183.000 160000 160.000 70.768 558.197 16 -23.000 183.000 160000 160.000 66.762 624.960 17 -23.000 183.000 160000 160.000 62.983 687.943 18 -23.000 183.000 160000 160.000 59.418 747.362 19 -23.000 183.000 160000 160.000 56.055 803.417 20 -23.000 183.000 160000 160.000 52.882 856.299 21 -23.000 183.000 160000 160.000 49.889 906.187 22 -23.000 183.000 160000 160.000 47.065 953.252 23 -23.000 183.000 160000 160.000 44.401 997.653 24 -23.000 183.000 160000 160.000 41.888 1.039.541 25 -23.000 183.000 160000 160.000 39.517 1.079.057 26 -23.000 183.000 160000 160.000 37.280 1.116.337 27 -23.000 183.000 160000 160.000 35.170 1.151.507 28 -23.000 183.000 160000 160.000 33.179 1.184.685 29 -23.000 183.000 160000 160.000 31.301 1.215.986 30 -23.000 183.000 160000 160.000 29.529 1.245.515 Tabella 7: Disponibilità di capitale finanziario e tempo di ritorno dell’investimento.

2.6 INTERFERENZE CON ALTRI PROGETTI Come già accennato, la nuova condotta forzata sarà da posare affiancata al tubo che andrà a collegare la condotta di adduzione del Consorzio Generale con la condotta irrigua che alimenta i Consorzi di Malè, Croviana e Monclassico-Presson. Tale collegamento, indicato negli elaborati grafici (Tav. B04 del progetto preliminare), non fa parte del presente progetto di derivazione idroelettrica, ma segue un iter autorizzativo a sé stante. Nello specifico, il progetto relativo alla posa della tubazione di collegamento tra le due adduttrici è stato redatto dalla Studio Tre di Cles a firma dell’ing. Alberto Zambotti ed è in fase di autorizzazione (si veda quanto già scritto sull’argomento nel precedente Paragrafo 1.4.2). Non sono ancora noti i tempi con cui sarà possibile realizzare l’intervento di collegamento delle due adduttrici irrigue; in ogni caso, il Consorzio committente auspica alla posa di entrambe le condotte (quella di allacciamento irriguo e quella per l’uso idroelettrico) in un unico intervento. In questo modo si trarrebbe il duplice beneficio di ridurre i costi e contenere gli impatti della cantierizzazione. Per quanto riguarda l’attraversamento della S.P. 86 della val di Rabbi, è già stata autorizzata la posa di ambedue le condotte all’interno di un unico tubo camicia del diametro di 1,00 m posato sotto la strada provinciale con la tecnica dello spingitubo.

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3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

3.1 UBICAZIONE L’opera in progetto è collocata nel settore nord occidentale della provincia di , nel tratto terminale della valle di Rabbi. Un primo inquadramento geografico è visibile in Figura 5, mentre per maggiori dettagli si rimanda alle tavole di corografia generale e inquadramento su ortofoto allegate al presente procedimento di verifica di assoggettabilità (tavole G02 e G03).

Figura 5: inquadramento geografico dell’opera (fonte: ViaMichelin).

3.1.1 Opera di presa

L’opera di presa esistente sul torrente Rabbiés è sita in località Scolari, nel comune amministrativo di Rabbi. Coordinate UTM (WGS84) della griglia in alveo: X = 643.810,5 Y = 5.137.746,4 Z = 906,60 m s.l.m. (quota della griglia in alveo) Elenco delle particelle fondiarie ed edificiali nel C.C. di Rabbi (cod. 300): pp.ff. 5686/1 (torrente Rabbiés), 3703/2, 3762/1 p.ed. 1489 (vasca di filtraggio e carico).

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3.1.2 Condotta forzata

La nuova tubazione di collegamento tra la condotta irrigua principale e l’edifico centrale è prevista a ovest dell’abitato di Magras, nel comune amministrativo di Malè. Le particelle fondiarie in C.C. di Magras (cod. 207) interessate dal tracciato del nuovo tratto di condotta forzata da realizzare sono le seguenti: pp.ff. 505/2, 335, 351/2, 710/3, 482/4, 472/1, 471. Il tracciato di posa della nuova tubazione si sviluppa in buona parte lungo strade agricole secondarie, oppure lungo la linea di confine tra terreni agricoli adiacenti. Non sono mai coinvolte aree boscate, né fasce di rispetto di corsi d’acqua.

3.1.3 Edificio centrale

Il nuovo edificio centrale è previsto in sponda sinistra del torrente Rabbiés, in prossimità dell’abitato di Magras, nel comune amministrativo di Malè. Coordinate UTM (WGS84) dell’edificio centrale: X = 646.695,0 Y = 5.135.874,0 Z = 747,0 m s.l.m. (piano di calpestio) Elenco delle particelle fondiarie nel C.C. di Magras (cod. 207): p.f. 471. L’area di localizzazione dell’edificio centrale si trova a valle della strada provinciale della val di Rabbi, in corrispondenza di una fascia di terreno incolto, compreso tra un terreno agricolo a frutteto e la fascia boscata che segue il corso del torrente Rabbiés. Di seguito si riporta una fotografia aerea della parte ovest dell’abitato di Magras (Figura 6); la freccia rossa indica l’area di localizzazione dell’edificio centrale.

Figura 6: foto area dell’area di intervento (fonte: Provincia Autonoma di Trento – SIATweb).

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3.1.4 Punto di scarico

Lo scarico della portata turbinata avverrà in sponda sinistra del torrente Rabbiés, mediante canale di scarico (località Ruaje di Magras, comune amministrativo di Malè). Coordinate UTM (WGS84) del punto di scarico: X = 646.701,8 Y = 5.135.858,0 Z = 744,0 m s.l.m. Elenco delle particelle fondiarie nel C.C. di Magras (cod. 207): p.f. 471.

3.2 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO

3.2.1 Piano Urbanistico Provinciale

Il nuovo Piano Urbanistico Provinciale (P.U.P.) è stato adottato in via definitiva dalla Giunta provinciale con Delibera n. 1959 di data 07/09/2007 ed è stato approvato con L.P. 27 maggio 2008, n. 5. Al fine di delineare i principali aspetti territoriali e programmatici che interessano l’area di intervento saranno analizzati gli elementi cartografici del P.U.P. di seguito elencati: • Inquadramento strutturale; • Carta delle tutele paesistiche; • Reti ecologiche e ambientali; • Carta delle risorse idriche. Un estratto grafico di ciascuna cartografia menzionata è allegato al presente procedimento di verifica di assoggettabilità.

Inquadramento strutturale La tavola di Inquadramento strutturale rappresenta il quadro conoscitivo delle risorse di maggiore importanza ambientale, territoriale e storico-culturale, ed individua gli elementi strutturali del territorio provinciale rilevanti per assicurare la sostenibilità dello sviluppo ed il valore identitario dei luoghi (invarianti). Un estratto della cartografia di Inquadramento strutturale relativa all’area d’intervento è presente nella tavola G04 allegata alla Procedura di verifica di assoggettabilità, alla quale si rimanda. In riferimento agli elementi di strutturazione fisica del territorio ( quadro primario ), dalla lettura di tale documento si osserva: - il percorso del torrente Rabbiés, che segna la val di Rabbi, fino alla confluenza con il torrente Noce; - i conoidi alluvionali che segnano il tratto terminale dei principali affluenti del Rabbiés; - la presenza diffusa di sorgenti, su ambo i versanti della val di Rabbi; - il sistema di aree agricole di pregio, nei fondovalle del Rabbiés e del Noce; - la diffusa presenza di aree boscate e pascoli nelle zone montuose; - la presenza di un’area ad elevata naturalità nel comune di Malè, nota come S.I.C. di “Arnago”. Nella stessa cartografia, in merito alla stratificazione dei processi d’insediamento ( quadro secondario ) si osservano: - la presenza sul territorio di piccoli insediamenti storici, generalmente abbinati a sistemi di manufatti insediativi; - l’abitato di Malè, il quale riveste il ruolo di centro urbano di livello sovralocale; - il reticolo della viabilità principale di fondovalle.

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Infine, per quanto concerne gli elementi ed i paesaggi rappresentativi ( quadro terziario ) si evidenzia: - la presenza di Beni architettonici e artistici rappresentativi, tra i quali si cita la chiesa di Magras nel comune di Malé (T164); - la fucina ad acqua di località Pondasio nel comune di Malè, inserita nel P.U.P. tra i Beni Ambientali.

Carta delle tutele paesistiche Nella cartografia del nuovo P.U.P. relativa alle Tutele Paesistiche sono individuate le “Aree di tutela ambientale”, definite sulla base dell’art. 11 delle Norme di attuazione come “ i territori, naturali o trasformati dall’opera dell’uomo, caratterizzati da singolarità geologica, flori-faunistica, ecologica, morfologica, paesaggistica, di coltura agraria ovvero da forme di antropizzazione di particolare pregio per il loro significato storico, formale e culturale o per loro valori di civiltà ”. Come è possibile apprendere dalla lettura dell’Allegato G05, al quale si rimanda, ricade all’interno di questa definizione l’intero territorio, ad esclusione dei principali centri abitati; questo significa che la quasi totalità degli interventi in programma rientra in aree di tutela ambientale e pertanto verrà richiesto il parere della Commissione per la Pianificazione territoriale e il Paesaggio di competenza . Tra gli elementi naturali, sulla stessa cartografia allegata (tavola G05) si riconosce il tracciato del torrente Rabbiés, fino alla confluenza nel Noce. Risalendo i ripidi versanti si individuano le Aree a quota superiore ai 1.600 m s.l.m. Non sono presenti aree a parco; anche il vicino Parco Nazionale dello Stelvio resta escluso dalle opere descritte. Tra gli elementi di origine antropica, spicca la presenza degli insediamenti storici distribuiti lungo l’asta del Noce e, in misura minore, lungo i pendii della valle di Rabbi. A livello di “Beni ambientali”, ovvero i manufatti ed i siti di particolare pregio paesaggistico e ambientale (art. 12, Allegato B – Norme di attuazione) individuati ai sensi della L.P. 05/09/1991, n. 22, si segnala la fucina ad acqua di località Pondasio nel comune di Malè (Bene ambientale n. 008, Allegato D – Elenchi di invarianti). Il manufatto, noto come fucina Marinelli, è uno dei pochi esempi di fucina idraulica ancora funzionante rimasti intatti nell’arco alpino; della sua presenza si hanno notizie scritte a partire dal 1880, ma la sua costruzione risale ad almeno due secoli addietro. La fucina, che viene alimentata con l’acqua del torrente Rabbiés, costituisce un esempio importante e significativo di edificio storico di tipo produttivo; al suo interno si possono osservare utensili quali incudini, maglio, doppia forgia e mola, mentre all’esterno sono presenti le strutture per la captazione dell’acqua dal torrente Rabbiés. Per quanto concerne i “Beni culturali”, ovvero i manufatti ed i siti di rilevanza culturale (art. 13 delle Norme di attuazione), si segnala la fitta presenza di Beni artistici e storici (vincolati ai sensi del D.Lgs. 22/01/2004, n. 42) concentrati soprattutto nei centri storici dei nuclei abitati. Tra questi si citano il Mulino Ruatti all’imbocco della val di Rabbi e la chiesa di Magras.

Reti ecologiche e ambientali Le Reti ecologiche e ambientali rappresentano le interconnessioni di spazi e di elementi naturali, necessarie per assicurare la funzionalità e la conservazione degli ecosistemi naturali. Nella cartografia del nuovo P.U.P. relativa alle Reti ecologiche e ambientali (vedasi la tavola G06) spicca ancora una volta il tracciato segnato dall’alveo del torrente Rabbiés. Sempre in ambito di elementi idrografici, la stessa cartografia individua le sorgenti selezionate, ovvero “ meritevoli di tutela al fine di garantire l’integrità delle acque destinabili al consumo umano ” (art. 21 delle Norme di attuazione). A tal riguardo si segnala la fitta presenza in val di Rabbi di sorgenti captate.

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Tra le Aree ad elevata integrità (art. 28 delle Norme di attuazione) si rileva in val di Rabbi la presenza diffusa sia di pascoli che di rocce e rupi boscate, con particolare concentrazione sul versante in sinistra orografica. Per quanto riguarda le Aree ad elevata naturalità, si osserva a monte degli abitati di Magras e Arnago la presenza di un Sito di Importanza Comunitaria appartenente alla Rete europea “Natura 2000”. Si tratta del S.I.C. di “Arnago”, il cui interesse è dovuto alla presenza di pascoli di tipo steppico su un costone termicamente favorito. Tale Sito non risulta direttamente coinvolto dalle opere; tuttavia data la relativa vicinanza alle opere in progetto se ne propone un approfondimento al successivo Paragrafo 3.2.2.

Carta delle risorse idriche La Carta delle risorse idriche è stata redatta in applicazione dell’art. 21 delle Norme di attuazione del nuovo P.U.P., in relazione alla tutela delle risorse idriche destinate al consumo umano. Tale cartografia individua le sorgenti, i pozzi e le acque superficiali utilizzate per gli acquedotti pubblici e per l’imbottigliamento (acque minerali), definendone le rispettive aree di tutela e le disposizioni normative. Con Delibera della Giunta Provinciale n. 2779 di data 14/12/2012 ne è stato approvato il primo aggiornamento, mentre con D.G.P. n. 1470 di data 31/08/2015 è stato approvato il secondo aggiornamento. La cartografia di piano relativa alle Risorse idriche redatta a cura del Servizio Geologico della P.A.T. (vedasi la tavola G07) evidenzia la numerosa presenza sulla destra orografica della val di Rabbi di sorgenti captate ad uso potabile e tutelate ai sensi dell’art. 21 delle Norme di attuazione del nuovo P.U.P. In ogni caso, si può osservare che le opere in progetto restano completamente esterne alle zone di rispetto e protezione idrogeologica individuate dalla Carta.

3.2.2 Descrizione delle aree protette: il S.I.C. di “Arnago”

Il Sito di Importanza Comunitaria di “ Arnago ”, codice IT3120112, appartiene alla Rete Natura 2000 ed è individuato ai sensi della Direttiva europea 92/43/CEE “Habitat”. Il Sito si estende su una superficie di 157 ettari nel comune di Malè. Esso comprende una porzione del versante orografico di sinistra della val di Sole, sopra il paese di Arnago, esposto prevalentemente a sud ovest. Nella successiva Figura 7 è riportata la corografia del sito. Si osserva che le opere in progetto (nuovo tratto di condotta forzata ed edificio centrale) si mantengono all’esterno dell’area protetta. Il Sito presenta un substrato di natura silicea. La vegetazione è rappresentata da praterie aride ad impronta steppica, progressivamente invase da cespugli di nocciolo, crespino ed altre specie arbustive. La matrice del paesaggio è costituita da boschi di larice, quasi ovunque in dinamica più o meno avanzata verso formazioni di latifoglie mesofile e mesoigrofile. Sui suoli profondi, sotto al larice, si osserva un’abbondante rinnovazione di frassino e tiglio, con nuclei ormai affermati; più in basso si registra la presenza del castagno, ma solo con individui sparsi in altre formazioni. Le zone di pendice bassa e ripida-rocciosa sono occupate da formazioni a rovere, roverella, carpino nero e orniello, in parte sostituite da pinete di pino nero e inframmezzate ad affioramenti rocciosi con crassulacee e praticelli aridi steppici. Le zone di alta pendice sono occupate da pecceta (sempre con molto larice, ma ormai per ampie superfici in via di sostituzione) in parte pascolata per la presenza di una malga (malga di Arnago) con pochi pascoli ancora aperti (semiabbandonati). In fascia di media quota (1.300 m circa) i lariceti secondari sono inframmezzati da numerose piccole aree prative relativamente magre. L’interesse del sito è dato dal complesso di vegetazione ad impronta steppica (con formazioni erbacee ed arboree) su un costone termicamente favorito e dall’affermazione su grandi superfici di formazioni di latifoglie mesofile e mesoigrofile di notevole fertilità. Da notare anche la presenza di individui arborei notevoli per statura (larice), diametro (querce) o portamento, e le piccole zone prative di “mezzo monte” a conduzione estensiva.

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Figura 7: Corografia del S.I.C. “Arnago”. Con il colore blu è individuata l’area di intervento.

La tipologia dell’intervento previsto e la distanza che si mantiene tra le opere da realizzare ed il perimetro sud del sito escludono qualsiasi possibilità di alterazione dell’area protetta.

3.2.3 Carta di Sintesi Geologica

La Carta di Sintesi Geologica contiene le informazioni riguardanti il sistema geologico, idrologico, valanghivo e sismico, e ne disciplina le tre maggiori categorie di penalità. Dal novembre 2014 è in vigore l’8° aggiornamento. Dalla lettura della Carta di Sintesi Geologica relativa all’area di intervento, un cui estratto è riportato alla tavola G08, si osserva l’individuazione di fasce ad elevata pericolosità geologica ed idrogeologica in corrispondenza del corso del torrente Rabbiés e dei suoi principali affluenti, mentre il resto del territorio si caratterizza prevalentemente come aree a penalità gravi o medie. Nella parte terminale della val di Rabbi, salta all’occhio la presenza di due vaste aree ad elevata pericolosità geologica e idrogeologica (colore fucsia), affiancate ad aree critiche recuperabili (colore rosa). Le opere in progetto (condotta forzata ed edificio centrale) si collocano proprio all’interno di questo contesto e ricadono interamente nella definizione di aree critiche recuperabili (colore rosa). La pericolosità valanghiva è invece poco presente nel medio e basso tratto della val di Rabbi. Per quanto riguarda, infine, il controllo sismico, tutto il territorio interessato dalle opere è da considerarsi a sismicità trascurabile (zona sismica 4). Come disciplinato dalle Norme di attuazione della Carta di Sintesi Geologica, l'edificazione e la trasformazione urbanistica ed edilizia all’interno di aree definite come “critiche recuperabili” non sono

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consentite prima della completa realizzazione delle opere volte all’eliminazione del pericolo, oppure nel caso che specifici studi ed indagini geologiche attestino che il pericolo non sussiste. Alla luce di queste osservazioni e al fine di verificare la fattibilità degli interventi in programma, è stata redatta una specifica Relazione Geologica a firma della dott.sa geol. Mara Magnoni, alla quale si rimanda. Richiamando alcuni punti della Relazione Geologica si evidenzia che il piede del versante oggetto di studio è potenzialmente interessato da fenomeni di crollo e di rotolamento di massi rocciosi; alcuni massi erratici di volumi notevoli sono presenti nei prati limitrofi, a testimonianza dell’effettivo pericolo dell’area. Il fenomeno interessa principalmente il tracciato di posa della condotta forzata. L’edifico centrale non risulta, invece, potenzialmente soggetto a fenomeni di crollo dal versante sinistro, mentre potrebbe essere coinvolto da crolli dal versante destro, anche se eventuali rotolamenti sarebbero arrestati dalla sponda sinistra del Rabbiés prima di raggiungere l’edificio. Al fine di limitare i danni in caso di evento calamitoso, può risultare opportuno incrementare la profondità di posa della condotta o eseguire interventi di rinforzo intorno al tubo, in particolare nel tratto a monte della strada provinciale. L’area di intervento è inoltre soggetta a fenomeni di divagazione torrentizia, imputabili alla possibile esondazione del rio di Magras. Si osserva tuttavia che in tempi recenti sono stati realizzati degli interventi sull’alveo che dovrebbero evitare fenomeni di esondazione e di accumulo nelle aree interessate dalle opere. Inoltre, il tracciato della condotta forzata non è direttamente interessato da questo potenziale fenomeno, mentre l’edificio centrale è posto nella porzione più distale del conoide dove le energie del materiale trasportato sarebbero ridotte con accumulo del materiale fine. La Relazione Geologica segnala, infine, il pericolo idrologico dato dalla vicinanza della nuova centrale alla sponda sinistra del torrente Rabbiés; si tratta tuttavia di un rischio minimo in quanto l’edificio sarà localizzato in sponda interna dell’ansa fluviale e circa 5 metri al di sopra dell’alveo fluviale. In conclusione, dalla lettura della Relazione Geologica si evince che le opere in programma risultano realizzabili, pur ponendo particolare attenzione ai potenziali fenomeni di crollo, rotolamento e rimbalzo di massi staccati dalle pareti rocciose sovrastanti.

3.2.4 Piano Provinciale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche

Il Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (P.G.U.A.P.), reso esecutivo con Decreto del Presidente della Repubblica in data 15 febbraio 2006 su proposta del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, è in vigore dall’8 giugno 2006. Esso rappresenta lo strumento di governo delle risorse idriche che la Provincia ha adottato d’intesa con lo Stato sulla base del progetto elaborato da un Comitato paritetico composto da rappresentanti di entrambi gli Enti. Questo strumento di pianificazione territoriale programma l’utilizzazione delle acque per i diversi usi e contiene le linee fondamentali per una sistematica regolazione dei corsi d’acqua, con particolare riguardo alle esigenze di difesa del suolo. Gli argomenti del P.G.U.A.P. analizzati all’interno del presente procedimento di verifica di assoggettabilità riguardano i seguenti campi: • criteri di utilizzazione delle acque pubbliche; • deflusso minimo vitale; • pericolosità e rischio idrogeologici; • ambiti fluviali.

Criteri di utilizzazione delle acque pubbliche In merito all’utilizzazione delle acque pubbliche, le Norme di attuazione – Testo integrato 2015 (Capo III, art. 7, punto 1, comma F) riportano le indicazioni per il rilascio di nuove derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico. In particolare, il testo normativo specifica che esse possono essere assentite, ove la Giunta

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provinciale non ritenga sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, fatte salve le disposizioni della normativa ambientale e nel rispetto dei seguenti criteri: i. la potenza nominale media dell’impianto deve risultare inferiore a 3000 kW; ii. la derivazione deve assicurare un rilascio superiore al deflusso minimo vitale; ciascuna opera di captazione deve inoltre sottendere un bacino idrografico di estensione pari ad almeno dieci chilometri quadrati (…); iii. il funzionamento dell’impianto deve essere a portata fluente e non regolato da serbatoi, se non quelli a modulazione giornaliera; esso non deve inoltre comportare diversioni d’acqua tra sottobacini di primo livello; iv. non devono essere interessate da prelievi le aste dei fiumi Sarca, Chiese, Avisio, Travignolo, Vanoi, Cismon, e Fersina, salvo che per la realizzazione di impianti ad alto rendimento energetico e ad alta compatibilità ambientale; v. le opere non devono ricadere, se non in maniera del tutto marginale, all’interno di aree naturali protette, né devono condizionarne l’assetto idraulico e idrogeologico.

Fatta salva l’applicazione della normativa vigente in materia di valutazione d’impatto ambientale sono ammessi nuovi impianti di produzione di energia idroelettrica realizzati mediante modesti adeguamenti e/o integrazioni di opere idrauliche e di derivazione esistenti, purché: a) sia assicurato il minimo deflusso vitale, ove previsto; b) non comportino variazioni delle concessioni esistenti per quanto riguarda il periodo di derivazione e le portate derivate.

In riferimento a quanto sopra, si evidenzia che il progetto proposto aderisce pienamente a queste linee di indirizzo, infatti: • rispetta tutti i cinque criteri richiesti per il rilascio di nuove concessioni: i. la potenza nominale media dell’impianto ragguagliata all’anno è di 127,64 kW; ii. il bacino idrografico sotteso all’opera di presa è di 116,3 km 2 ed il rilascio proposto (930 l/s) è superiore al DMV (si veda il paragrafo successivo); iii. il funzionamento dell’impianto proposto è ad acqua fluente e non avvengono diversioni d’acqua tra differenti sottobacini; iv. non sono coinvolti i corsi d’acqua citati dalle Norme di attuazione; v. le opere non ricadono all’interno di aree naturali protette. • la derivazione rientra inoltre nella categoria dei modesti adeguamenti; benché la domanda si configuri come un nuovo prelievo in quanto comporta un cambio nell’utilizzo dell’acqua (da irriguo ad idroelettrico), di fatto rispetto al titolo già in essere (C/2919) la derivazione idroelettrica non comporta un incremento del periodo, del tratto sotteso, né dei valori di portata media e massima già in concessione.

Deflusso minimo vitale Il concetto fondamentale definito dal P.G.U.A.P. è quello di deflusso minimo vitale; in particolare, l’art. 11 delle Norme di attuazione specifica che “al fine di assicurare il minimo deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi, nonché allo scopo di garantire gli equilibri degli ecosistemi interessati e di assicurare il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici ai sensi delle norme statali e provinciali vigenti, le derivazioni di acque da corpi idrici superficiali sono soggette al rilascio del deflusso minimo vitale ”. Lo stesso P.G.U.A.P., nella Parte III (Utilizzazione delle acque pubbliche), fornisce le modalità di applicazione e calcolo del deflusso minimo vitale e lo esprime in termini di apporto unitario, ovvero di contributo di portata per unità di superficie del bacino imbrifero afferente alla sezione idraulica interessata. In

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questo modo, il valore effettivo del rilascio, in corrispondenza dell’opera di presa in questione, si ottiene semplicemente moltiplicando il valore unitario stagionale espresso in l/(s·km 2) per la superficie complessiva del bacino afferente. Come visibile nella specifica cartografia del P.G.U.A.P., di cui un estratto è riportato nella successiva Figura 8, il torrente Rabbiés a partire dalla località Fonti di Rabbi (quota 1.255 m s.l.m.) si caratterizza con un regime idrologico di tipo nivale-pluviale in cui il valore unitario del DMV, stimato in virtù dei parametri caratterizzanti, è modulato nel seguente modo: • da dicembre a marzo (magra invernale): 4,0 l/(s·km 2) • da aprile a luglio (morbida estiva): 5,6 l/(s·km 2) • da agosto a settembre (magra estiva): 4,8 l/(s·km2) • da ottobre a novembre (morbida autunnale): 5,6 l/(s·km 2).

Diversa è la situazione per il bacino del torrente Rabbiés, ovvero per i suoi affluenti, dove è in vigore un DMV unitario più elevato, modulato tra 4,5 e 6,3 l/(s·km 2).

RABBIÉS

MALE’

Figura 8: estratto della carta provinciale del DMV specifico e rispettiva legenda [valori espressi in l/(s·km 2)] (fonte: P.G.U.A.P. – Tavola III.6.3).

La portata da garantire presso il punto di presa per la tutela ambientale del corso d’acqua si ottiene moltiplicando il DMV specifico per l’estensione del bacino imbrifero sotteso all’opera di presa stessa. Il bacino imbrifero del torrente Rabbiés chiuso all’opera di presa Consorzio Generale della Bassa Val di Sole è di 116,3 km 2. Ne risulta, come si può leggere nella successiva Tabella 8, che il DMV da P.G.U.A.P. varia durante l’anno tra un minimo invernale di 465 l/s ed un massimo di 651 l/s.

DMV specifico DMV Periodo 2 [l/(s ·km )] [l/s]

1 dicembre - 31 marzo 4,0 465,2 1 aprile - 31 luglio 5,6 651,3 1 agosto - 30 settembre 4,8 558,2 1 ottobre - 30 novembre 5,6 651,3

Tabella 8: DMV all’opera di presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole.

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Ai fini della tutela ambientale del corso d’acqua in seguito all’attivazione del prelievo ad uso idroelettrico, si propone un rilascio di 930 l/s (pari a 2 volte il DMV invernale) per tutto il periodo di estensione della concessione (1 aprile – 15 ottobre). Si veda a riguardo il successivo Paragrafo 4.4.5.

Pericolosità e rischio idrogeologici Al fine della determinazione delle classi di rischio idrogeologico, è stata redatta una Carta della pericolosità idrogeologica che, in maniera del tutto analoga alla Carta di Sintesi Geologica, individua per ogni ambito territoriale un grado di pericolosità, variabile da basso ad elevato; essa è costituita da tre strati informativi distinti, riferiti rispettivamente alla pericolosità di esondazione, geologica e valanghiva. Dall’analisi della Carta della pericolosità idrogeologica per la zona ambito di studio (vedasi la tavola G09 allegata alla Procedura di verifica ambientale), si osserva che l’intero corso del torrente Rabbiés riporta un’elevata pericolosità geologica, mentre non si individuano aree di potenziale esondazione. Seguendo da monte verso valle il tracciato della condotta di adduzione esistente, si osserva l’intersezione della stessa con alcuni canaloni ad elevata pericolosità valanghiva confluenti verso il fondovalle del Rabbiés, talvolta coincidenti con il tracciato degli affluenti laterali; restano invece escluse da possibili eventi valanghivi le zone di localizzazione dell’opera di derivazione esistente e dell’edificio centrale in progetto. In analogia alla Carta di Sintesi Geologica, nella parte terminale della val di Rabbi, in prossimità all’abitato di Magras, si concentrano due vaste aree a pericolosità geologica elevata, affiancate ad aree a pericolosità geologica moderata. In questo contesto si localizzano gli interventi in programma (condotta forzata ed edificio centrale), per le quali la Carta della pericolosità idrogeologica indica, nello specifico, una moderata pericolosità geologica. Il pericolo geologico nell’area di intervento è legato all’eventualità di crolli di volumi rocciosi dalle pareti sovrastanti, mentre quello idrologico è dovuto alla presenza del rio di Magras, che in epoca passata ha deposto il conoide alluvionale, e alla vicinanza del torrente Rabbiés. Per un maggiore approfondimento dell’argomento, si rimanda alla Relazione Geologica redatta dalla dott.sa geol. Mara Magnoni, della quale si è già detto al precedente Paragrafo 3.2.3. La mappatura del rischio idrogeologico deriva dalla sovrapposizione della carta del pericolo idrogeologico con quella del valore di uso del suolo, ed è strettamente legata ai beni presenti sul territorio. La Carta del Rischio idrogeologico individua, quindi, quattro classi di gravosità crescente di rischio, da R1 a R4, in funzione del livello di pericolosità dell’evento, della possibilità di perdita di vite umane e del valore dei beni presenti. L’analisi della Carta del Rischio idrogeologico per la zona ambito di studio (vedasi la tavola G10) mette in evidenza che le opere in progetto ricadono interamente in aree classificate a rischio idrogeologico moderato (R1) e in misura minore, in aree con rischio idrogeologico medio (R2). Le Norme di attuazione del P.G.U.A.P., all’art. 18, specificano che nelle “Aree a rischio medio e moderato (R2 e R1)” la definizione degli interventi ammissibili è demandata ai piani regolatori generali dei comuni.

Ambiti fluviali Gli ambiti fluviali rappresentano delle aree di pertinenza lungo i principali corsi d’acqua provinciali, all’interno delle quali il P.G.U.A.P. individua criteri di tutela o di ripristino; da un punto di vista funzionale, essi si distinguono in: • ambiti fluviali idraulici; • ambiti fluviali ecologici; • ambiti fluviali paesaggistici.

Per quanto riguarda il torrente Rabbiés sono stati individuati solamente gli ambiti fluviali paesaggistici . Tali ambiti delimitano quella parte del territorio che può essere definita come paesaggio

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fluviale, con particolare riguardo ai caratteri di continuità, naturalità e fruibilità. I criteri di tutela e valorizzazione di tali ambiti sono demandati al Piano Urbanistico Provinciale, il quale stabilisce i termini e le modalità di recepimento degli ambiti nei Piani Regolatori Generali dei comuni. Lungo il corso d’acqua oggetto di studio sono individuate ampie fasce per cui è riconosciuto l’ambito fluviale paesaggistico, all’interno delle quali ricadono sia l’opera di presa esistente, sia le nuove opere in programma (si veda a riguardo la successiva Figura 9 estratta dal P.G.U.A.P.). In particolare, l’area di imposta dell’edificio centrale ricade interamente in ambito fluviale di interesse paesaggistico. In questo caso, trattandosi di un edificio quasi completamente interrato, la compatibilità dell’intervento con la funzione paesaggistica riservata alle fasce riparie sarà garantita da un’attenta attività di ripristino dei luoghi a lavori ultimati.

Figura 9: ambiti fluviali paesaggistici lungo il torrente Rabbiés (fonte P.G.U.A.P.); le frecce indicano rispettivamente la posizione dell’opera di presa e dell’edificio centrale.

3.2.5 Piano di Tutela delle Acque

Il nuovo Piano di tutela delle acque (P.T.A.) è stato approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 233 di data 16 febbraio 2015 ed è in vigore dal 26 marzo 2015. In accordo con la Direttiva comunitaria 2000/60/CE, denominata “Direttiva Quadro in materia di Acque”, già recepita a livello nazionale con l’emanazione del D.Lgs. n. 152/2006 “Norme in materia ambientale”, il nuovo P.T.A. ha delineato lo stato di qualità dei corpi idrici provinciali (fluviali, lacustri e sotterranei) e ne ha analizzato la pressione antropica insistente, al fine di valutare il rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti a livello europeo. Una delle principali novità del nuovo P.T.A. rispetto alla versione precedente è l’estensione della tutela delle acque a tutti i corsi d’acqua del reticolo idrografico aventi bacino imbrifero maggiore di 10 km2. Gli obiettivi di qualità definiti dalla Direttiva comunitaria 2000/60/CE e recepiti dal P.T.A. sono i seguenti: • sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici superficiali e sotterranei l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono” per i corpi idrici naturali ovvero al potenziale “buono” per corpi idrici artificiali e fortemente modificati; • sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”;

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• siano mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a specifica destinazione gli obiettivi di qualità indicati per specifica destinazione, salvi i termini di adempimento previsti dalla normativa previgente.

Attraverso le Norme di attuazione (Allegato L), il nuovo P.T.A. definisce quindi le misure necessarie per migliorare le criticità esistenti e per mantenere lo stato di qualità buono o elevato dove già presente, anche a fronte del rilascio di nuove concessioni per la derivazione dell’acqua. Nello specifico, l’art. 2 delle Norme di attuazione stabilisce che “sui corpi idrici superficiali in stato di qualità inferiore a buono (…) non sono ammesse nuove derivazioni o varianti significative rispetto alle derivazioni in essere (…)”. L’art. 3 delle stesse Norme determina invece che “sui corpi idrici superficiali in stato di qualità elevato (…) sono ammesse nuove derivazioni o varianti significative rispetto alle derivazioni in essere (…) a condizione che si dimostri il mantenimento dello stato qualitativo elevato e che sia presentato un piano di monitoraggio che ne confermi la permanenza per tutta la durata della concessione”. L’art. 9, infine, definisce la disciplina specifica per il rilascio del deflusso minimo vitale in accordo alle disposizioni del P.G.U.A.P. In particolare, il comma 3 ribadisce l’obbligo per le nuove derivazioni al rilascio del DMV nel rispetto dei valori indicati dalla cartografia georeferenziata di cui al Capitolo III.6.3 del P.G.U.A.P., della quale un estratto è riportato nella precedente Figura 8 di pag. 25.

Il nuovo P.T.A. riporta quindi i risultati analitici del monitoraggio dei corpi idrici superficiali e la rispettiva classificazione dello stato chimico ed ecologico. Ai fini delle specifiche valutazioni, il P.T.A. distingue il corso principale del torrente Rabbiés in tre tratti (si veda la successiva Figura 10): - un tratto di monte, compreso tra il passo di Saent (dove il torrente trae origine) e l’immissione del torrente Ragaiolo (cod. A354 000000 010tn); - un tratto centrale, compreso tra l’immissione del torrente Ragaiolo e quella del rio Lago Corvo (cod. A354 000000 020tn); - un tratto di valle, compreso tra l’immissione del rio Lago Corvo e l’intersezione con il torrente Noce (cod. A354 000000 030tn); su questo tratto insiste la domanda di concessione oggetto del presente procedimento di verifica di assoggettabilità.

Sono inoltre oggetto di valutazione da parte del P.T.A. i seguenti affluenti del torrente Rabbiés: - il rio di val Meleda (cod. A354 010200 010tn); - il torrente Ragaiolo (cod. A354 010300 010tn).

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T. Rabbiés

T.Noce

Figura 10: estratto della Tavola 1.3 del P.T.A. – Corpi idrici superficiali del bacino del Noce.

Dalla lettura del P.T.A., ed in particolare consultando la Tavola 2.1, di cui un estratto è riportato qui di seguito, emerge che il tratto centrale ed il tratto di valle del torrente Rabbiés presentano stato ecologico buono. Il tratto di monte è classificato con stato ecologico elevato; esso però non è stato oggetto di monitoraggio e la sua classificazione deriva da un’estensione dei risultati.

Figura 11: estratto della Tavola 2.1 del P.T.A. – Corpi idrici superficiali buoni ed elevati.

Entrando nel dettaglio della Tab. 40a del Capitolo 3 dell’Allegato D al P.T.A. (Classificazione preliminare dei corpi idrici superficiali), si osserva quanto segue: - il tratto di valle del torrente Rabbiés risulta effettivamente in stato ecologico preliminare buono; - il tratto centrale, invece, in base al monitoraggio sarebbe classificato in stato ecologico elevato, ma è declassato a buono sulla base dei parametri idromorfologici (applicazione dell’IQM); - entrambi questi tratti presentano stato chimico buono.

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Ritornando agli articoli 2 e 3 delle Norme di attuazione, relativi al rilascio di nuove concessioni per la derivazione dell’acqua, essi non si applicano al caso specifico oggetto di studio, in quanto il tratto di valle del torrente Rabbiés non rientra in nessuna delle categorie citate (rispettivamente: inferiore a buono ed elevato).

3.2.6 Strumenti urbanistici

Si illustra di seguito la classificazione del territorio secondo gli strumenti di programmazione esistenti in riferimento alle strutture puntuali che compongono l’opera in progetto. L’edificio di centrale, previsto in prossimità dell’abitato di Magras, ricade nel territorio amministrativo del comune di Malè. Dal punto di vista urbanistico, l’area di inserimento è definita dal Piano Regolatore Generale del Comune di Malè (stesura Settembre 2004, modificato Febbraio 2008) come “Aree agricole di interesse primario” (si veda la successiva Figura 12). Riportando quanto contenuto all’art. 26 delle Norme di attuazione (aggiornamento settembre 2015), “ nelle aree agricole di interesse primario possono realizzarsi solo attività di produzione agricola e zootecnica con i relativi impianti e strutture, ivi compresa l’attività agrituristica, con l’esclusione di quelle tipicamente sviluppate alla scala della produzione industriale ”. Ai fini dell’ottenimento della concessione a edificare sarà pertanto necessaria una variante puntuale al Piano Regolatore.

Figura 12: estratto del P.R.G. del Comune di Malè; in blu è indicata la localizzazione dell’edificio centrale.

In ambito di Sistema Ambientale, lo stesso P.R.G. del comune di Malè classifica la zona di intervento (nuovo tratto di condotta forzata ed edificio centrale) come “Aree a controllo geologico, idrogeologico e valanghivo”, recependo di fatto i contenuti della Carta di Sintesi Geologica (si veda la successiva Figura 13). Per la disciplina degli interventi all’interno delle aree di controllo geologico, il P.R.G. rimanda ai contenuti delle Norme di attuazione del Piano Urbanistico Provinciale.

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Figura 13: estratto del P.R.G.- Sistema Ambientale del Comune di Malè; in blu la localizzazione degli interventi.

La stessa cartografia inserisce inoltre il corso del torrente Rabbiés e dei suoi affluenti, tra i quali il rio di Magras, come “Aree di protezione naturalistica”. Come si legge nell’art. 13 delle Norme di attuazione “ la protezione punta strategicamente alla salvaguardia della risorsa da consumi eccessivi e disordinati, da trasformazioni snaturanti e da inquinamenti di qualsiasi natura, ma punta anche alla sua valorizzazione attiva attraverso interventi migliorativi e di rinaturalizzazione ”. Entrando nello specifico, l’art. 14 delle Norme di attuazione specifica quanto segue: (1) A protezione delle acque pubbliche così come individuate in cartografia è definita una fascia di rispetto su entrambi i lati di 10 m dal limite del suddetto demanio, indipendentemente dalle sue risultanze catastali o tavolari. (3) Una minore dimensione della fascia di rispetto può essere stabilita in considerazione di particolari esigenze urbanistiche o idrogeologiche, con apposita deroga concessa dalle autorità provinciali competenti in materia. (4) In generale nelle fasce di rispetto fluviale sono vietate: - nuove costruzioni che non siano connesse ad interventi di difesa del suolo, messa in sicurezza e rinaturalizzazione, infrastrutturazione pubblica; - escavazioni sopra e sotto il livello dell’acqua e alterazioni del sistema idraulico locale con canali, interramenti o deviazioni; - modificazioni artificiali degli elementi fisici e dell’assetto degli habitat faunistici e vegetazionali naturali; - immissioni, in qualsiasi modo, di elementi inquinanti di qualunque natura. (5) Previa autorizzazione delle competenti autorità e nei limiti imposti dalle leggi vigenti sono ammessi interventi di ristrutturazione e di ampliamento minimo funzionale degli edifici esistenti. (6) Gli interventi ammessi nell’area tutelata devono comunque rispettare la specificità morfologica e vegetazionale del sito, limitando le volumetrie e l’impatto visivo delle opere.

L’intervento in programma prevede la realizzazione dell’edificio centrale in prossimità della sponda sinistra del torrente Rabbiés. L’imposta dell’edificio risulta esterna ad una fascia di 10 m individuata a partire dall’alveo del torrente (si veda la Tavola B05 del progetto preliminare). In ogni caso, vista la vicinanza al corso d’acqua, è fondamentale la cura delle finiture architettoniche delle opere e l’attenzione al ripristino

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vegetazionale dei luoghi al termine della cantierizzazione. Un lembo del piazzale di manovra antistante l’edificio ed il tratto conclusivo canale di scarico invadono, invece, la fascia di rispetto predetta. Si tratta, tuttavia, di interventi minori, compatibili con la funzionalità idraulica del corso d’acqua. Anche in questo caso la compatibilità degli interventi sarà demandata allo scrupoloso ripristino dei caratteri vegetazionali della fascia perifluviale.

3.3 COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE In conclusione, si osserva che l’intervento proposto non è in contrasto con le principali disposizioni del P.U.P. Le opere in programma, infatti, non generano interferenze di alcun genere nei confronti dei “Beni ambientali” e dei “Beni culturali” individuati dallo strumento urbanistico, così come si esclude qualsiasi possibilità di alterazione nei confronti delle aree protette (Parchi e S.I.C.). Allo stesso modo, non si prefigurano interferenze con le sorgenti potabili di maggior interesse. In ogni caso, ai fini della realizzazione delle opere sarà richiesto il parere della Commissione per la Pianificazione territoriale e il Paesaggio di competenza, in quanto le opere ricadono in “Aree di tutela ambientale”. La derivazione idroelettrica oggetto di analisi è coerente con le indicazioni degli strumenti programmatici che tutelano e disciplinano l’utilizzo delle acque pubbliche, quali sono il P.G.U.A.P. e il più recente P.T.A. In particolare, si osserva che lo stato ecologico del torrente Rabbiés sotteso alla derivazione è buono, e quindi compatibile con il rilascio di nuovi titoli derivatori; inoltre, la nuova concessione ricercata rispetta tutte le linee di indirizzo previste dal P.G.U.A.P. in materia di utilizzo delle acqua pubbliche, oltre a configurarsi come un modesto adeguamento di una concessione esistente. Secondo i contenuti della Carta di Sintesi Geologica le opere ricadono in area a controllo idrogeologico. L’analisi dei pericoli di carattere geologico, sviluppata accuratamente nella Relazione Geologica della dott.sa geol. Mara Magnoni, porta alla conclusione che gli interventi potranno essere realizzati, anche se non si esclude l’interferenza con fenomeni di crollo, rotolamento e rimbalzo di massi staccati dalle pareti rocciose sovrastanti. Il pericolo idrologico è invece considerato minimo, in riferimento sia al rio di Magras che al torrente Rabbiés. L’intervento in programma, infine, non è previsto dal P.R.G. del Comune di Malè e pertanto, ai fini dell’ottenimento della concessione a edificare, se ne richiede la variante puntuale. Esso tuttavia non è in contrasto con i contenuti del sistema ambientale dello stesso P.R.G.

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4 INQUADRAMENTO AMBIENTALE

4.1 SUOLO E SOTTOSUOLO L’indagine geologica e geomorfologica dell’area di intervento è contenuta nella Relazione Geologica a firma della dott.sa geol. Mara Magnoni allegata al progetto preliminare e alla quale si rimanda. Riprendendo alcuni punti della Relazione Geologica, si evidenzia che l’area di intervento occupa il fondovalle e il pendio boscato e terrazzato al piede del versante meridionale della cima Lac, in sinistra orografica del torrente Rabbiés. In particolare, l’area insiste in destra orografica del rio di Magras, affluente sinistro del Rabbiés e occupa il piede del pendio rivestito da depositi di versante, colluviali ed alluvionali e il fondovalle sub-pianeggiante colmato da depositi alluvionali del torrente Rabbiés stesso. Le rocce che costituiscono l’ossatura del versante, affioranti a monte del sito di progetto, sono di origine metamorfica e fanno parte dell’unità strutturale dell’Austroalpino Superiore e dell’unità d’Ultimo, caratterizzate da una netta prevalenza di rocce scistoso-cristalline e da un assetto strutturale complesso. Le unità stratigrafiche individuate in sito sono le seguenti: 1) depositi di conoide del rio di Magras: sono depositi alluvionali costituiti da ghiaie e ciottoli da sub spigolosi a sub arrotondati di natura prevalentemente paragneissica con trovanti di dimensioni anche metrica e matrice fine sabbiosa variabilmente limosa; 2) depositi di versante: sono depositi grossolani con prevalenza di ghiaie da medie a grossolane con ciottoli spigolosi in matrice sabbiosa di colore marrone dovuta prevalentemente all’alterazione dei paragneiss; localmente si presentano anche grossi blocchi di volume da qualche decimetro cubo al metro cubo; 3) depositi alluvionali: sono costituiti da sabbie limose con ghiaie in ciottoli arrotondati di natura poligenica; rivestono il fondovalle, si presentano terrazzati e sono stati deposti dal torrente Rabbiés in epoche postaglaciali; 4) depositi fluvioglaciali: sono depositi ghiaiosi, sabbiosi variabilmente limosi che costituiscono il conoide di Malè deposto dal torrente Rabbiés allo sbocco nella val di Sole; 5) depositi glaciali: sono depositi ghiaiosi, sabbiosi in abbondante matrice limosa e localmente si presentano sabbie limose o limi sabbiosi; rivestono i pendii a quote superiori agli 800 m s.l.m.

Come si legge nella stessa Relazione Geologica, l’assetto idrogeologico generale è caratterizzato da un acquifero entro le rocce cristalline (molto fratturate) che caratterizzano il versante roccioso a monte dell’area di progetto, afferente al livello di base del torrente Rabbiés. Locali venute d’acqua possono manifestarsi in corrispondenza di livelli impermeabili, quali i depositi glaciali o alluvionali prevalentemente limosi, che possono ostacolare la circolazione idrica verso valle facendo emergere le acque di scorrimento sotterraneo. Analizzando il progetto preliminare delle opere, si osserva che per la formazione dell’edificio centrale sarà necessario sbancare il terreno fino alla quota di fondo scavo di 744,50 m s.l.m.; limitatamente al tracciato del canale di scarico, il fondo scavo sarà di 1,0 m più fondo e raggiungerà quota 743,50 m s.l.m. In quest’area, la quota di scorrimento del torrente Rabbiés in condizioni normali è di 742,00 m s.l.m., quindi ben più bassa rispetto a quella di fondo scavo. Ciò dovrebbe far escludere l’eventualità di intercettare la falda durante le operazioni di sbancamento. In ogni caso questa evenienza va verificata con maggior dettaglio in fase di redazione del progetto definitivo delle opere.

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‹ Gestione delle terre e rocce da scavo Una prima stima porta a valutare una produzione di terre e rocce da scavo dell’ordine dei 400 m3. Di questi, la maggior parte (almeno 250 m3) verrà riutilizzata nell’ambito del cantiere per la formazione dei rinterri e dei rilevati; si ricorda, infatti, che l’edificio centrale verrà parzialmente interrato al fine di nasconderlo alla vista. La parte di terre e rocce da scavo in esubero (stimata in prima battuta nell’ordine di 150 m3) verrà gestita come sottoprodotto al di fuori del regime dei rifiuti. La gestione delle terre e rocce da scavo al di fuori del regime dei rifiuti è disciplinata dagli artt. 184-bis “Sottoprodotto ” e 186 “ Terre e rocce da scavo ” di cui al D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, così come modificato dal D.Lgs. 205/2010, in deroga alle disposizioni del D.M. 161/2012 per i progetti non sottoposti a VIA o a AIA. Condizioni essenziali per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti sono: • la certezza dell’integrale utilizzo; • l’assenza di trattamenti preventivi per ottenere il sottoprodotto; • la garanzia di un elevato livello di tutela ambientale; • la certezza di non ricadere all’interno di siti contaminati o sottoposti ad interventi di bonifica.

Per quanto riguarda il caso specifico, si prevede di poter riutilizzare il materiale in esubero fuori dall’area di produzione per la formazione di riempimenti o rimodellazioni; questo impiego potrà avvenire senza che siano richiesti trattamenti preventivi sul materiale prodotto dalle operazioni di scavo; inoltre, essendo i volumi in gioco piuttosto contenuti, non si vede difficoltà ad individuare, al momento opportuno, un sito di destinazione. In termini di tutela ambientale, si evidenzia che l’area di intervento non appartiene all’anagrafe dei siti da bonificare dell’A.P.P.A., mediante la quale si individuano sul territorio provinciale i siti inquinati e i siti bonificati. Inoltre, nell’area di intervento non sussistono condizioni di potenziale inquinamento: - non sono presenti serbatoi o cisterne interrate con idrocarburi o altre sostanze inquinanti; - l’area non rientra nel perimetro delle attività industriali; - non sono presenti impianti con trattamento di sostanze pericolose; - l’area non è coinvolta nell’esercizio di smaltimento o recupero di rifiuti; - l’area non si colloca all’interno di una fascia di 50 m dal bordo dell’Autostrada del Brennero o di strade statali ad elevato carico di traffico (S.S. 12, S.S. 47, S.S. 240, S.S. 45 bis).

In ogni caso, a conferma della compatibilità ambientale del materiale scavato con l’utilizzo previsto, si prevede l’esecuzione di indagini analitiche su un campione composito di materiale prelevato nell’area di intervento (verifica del rispetto dei limiti di cui alla Tabella 1 colonna A del D.Lgs. 03/04/2006 n. 152 All. 5 Titolo V della parte quarta).

4.2 CLIMA E QUALITÀ DELL’ARIA Il clima che caratterizza la valle di Rabbi è di tipo continentale alpino, con inverni freddi e asciutti ed estati mediamente fresche e piovose. L’andamento stagionale delle piogge ha minimo evidente in inverno, caratteristica climatica propria dell’area alpina, mentre in estate non si registra una netta riduzione delle piogge né un massimo evidente, segno di un regime pluviometrico di transizione tra quello continentale (massima piovosità in estate e minima in inverno) e quello pre-alpino (massimi di pioggia in primavera ed autunno, minimi in inverno ed estate). La distribuzione spaziale delle precipitazioni annue sul territorio della Provincia di Trento, determinata con una tecnica di interpolazione, registra nella zona della val di Rabbi una precipitazione media annua intorno ai 900 mm, generalmente decrescente con l’aumentare della quota; la distribuzione delle

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precipitazioni minime e massime fornisce invece valori rispettivamente di 450 e 1450 mm annui (fonte: P.G.U.A.P., Parte I “Quadro conoscitivo di base”, Capitolo 4 “Idrologia”). La stazione meteoclimatica di riferimento per la val di Rabbi è la stazione pluviometrica di Piazzola di Rabbi (Somrabbi dal 1991), posta a quota 1.310 m s.l.m., appartenente alla rete di agrometeorologia della Fondazione E. Mach (ex IASMA); il periodo di copertura della serie storica delle precipitazioni totali mensili è compreso tra il 1957 e il 2015. La successiva Figura 14 espone graficamente la serie storica della precipitazione totale annua.

Precipitazione totale (mm) 1400

1200

1000

800

600

400

200

0

1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1994 1997 2000 2003 2006 2009 2012 2015 Figura 14: precipitazione totale annua alla stazione pluviometrica di Piazzola di Rabbi (Somrabbi dal 1991), quota 1.310 m s.l.m. (fonte: Fondazione E. Mach).

I valori di precipitazione totale mensile sono stati mediati sull’intero periodo di riferimento, dando luogo ai valori medi esposti nella successiva Tabella 9. Si evince che la precipitazione annua mediata sul periodo di osservazione è pari a 887,2 mm. Gli stessi valori di portata mensile media sono riportati graficamente nella successiva Figura 15, dando conferma di quanto espresso prima a riguardo dell’andamento stagionale.

Pioggia media Mese Piazzola di Rabbi (mm) Gennaio 44,1 Febbraio 41,8 Marzo 54,2 Aprile 85,2 Maggio 96,8 Giugno 84,0 Luglio 80,8 Agosto 79,8 Settembre 72,7 Ottobre 101,1 Novembre 92,1 Dicembre 54,6 TOTALE 887,2 Tabella 9: pioggia mensile media alla stazione pluviometrica di Piazzola di Rabbi (fonte: Fond. E. Mach).

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Precipitazione media mensile (mm) 120

100

80

60

40

20

0 Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112

Figura 15: pioggia mensile media alla stazione pluviometrica di Piazzola di Rabbi (fonte: Fond. E. Mach).

Non sono reperibili in letteratura dati di monitoraggio della qualità dell’aria per la zona della val di Rabbi; nonostante questo, si può sicuramente affermare che essa sia assolutamente di ottimo livello. Infatti, i caratteri della situazione economica ed infrastrutturale locale, tra i quali spiccano l’assenza di importanti vie di attraversamento, la mancanza di attività produttive di particolare rilievo e lo sviluppo limitato dell’attività agricola, fanno escludere, nel modo più completo, l’emissione in atmosfera di quantitativi anche solo poco più che trascurabili di contaminanti. La messa in funzione delle opere in programma non comporterà alcun impatto negativo sulla qualità dell’aria; l’impianto idroelettrico è infatti privo di qualsiasi forma di emissione di particolato o contaminanti in atmosfera. Allo stesso modo, le opere in programma non saranno tali da influenzare, anche localmente, il microclima della zona, in quanto l’impianto è ad acqua fluente e non sono previsti bacini di regolazione. Impatti negativi sulla qualità dell’aria sono attesi unicamente per la fase di realizzazione delle opere, quando in seguito al movimento e all’esercizio dei mezzi di cantiere nelle zone di intervento si verranno a generare due tipi di emissioni in atmosfera: - produzione e sollevamento di polveri nelle operazioni di scavo e movimentazione terra; - emissione di gas di scarico da parte dei mezzi di cantiere.

Per quanto riguarda il sollevamento di polveri legato alle operazioni di scavo e movimento terra, si sottolinea che tale fenomeno si rende particolarmente intenso solo in condizioni di siccità, quando la terra movimentata è secca e quindi più incline alla formazioni di polveri. Si osserva tuttavia che la vicinanza del torrente Rabbiés e la naturale presenza d’acqua nel terreno contribuiranno, in linea generale, a mantenere umida la terra scavata, limitando naturalmente la produzione di polvere; se così non fosse, sarà necessario procedere alla bagnatura periodica del materiale proveniente dagli scavi. Un’altra fonte di sollevamento polveri è data dal passaggio degli automezzi lungo la pista di cantiere; anche in questo caso sarà opportuno verificare nei periodi di maggior siccità se sussista l’esigenza di procedere alla bagnatura della pista, per abbattere il carico di polveri alzate dalle ruote dei mezzi oppure dal vento. In riferimento all’emissione di inquinanti da parte dei mezzi a motore, quali ossidi di azoto, monossido di carbonio, piombo, idrocarburi incombusti, biossido di carbonio e aldeidi, le mitigazioni degli impatti si limitano all’impiego di veicoli di concezione moderna a basso tasso emissivo. L’area di cantiere in cui si registrerà la maggiore emissione di polveri ed inquinanti a danno della qualità dell’aria sarà quella di inserimento dell’edificio centrale, nella quale si prevedono tempi maggiori di

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permanenza. Si osserva tuttavia che gli impatti, destinati ad annullarsi in conclusione dei lavori, non coinvolgeranno i nuclei residenziali, a causa della loro lontananza. Inoltre, viste la tipologia degli interventi da eseguire e le caratteristiche morfologiche dei luoghi, si esclude che le concentrazioni di inquinanti che verranno raggiunte possano superare, anche solo occasionalmente, i valori limite di normativa. Altrove i lavori si limitano alla posa della condotta forzata; si tratta in questo caso di un intervento di limitata entità e di rapido svolgimento. Date tali premesse si ritiene corretto osservare che gli impatti determinati dell’emissione di inquinanti in atmosfera saranno di minimo peso e saranno ulteriormente ridotti grazie all’applicazione delle misure operative sopra individuate. A scala più vasta, si deve tener conto dell’impatto generato dall’emissione in atmosfera di polvere ed inquinanti lungo le viabilità locali come conseguenza dell’incremento di mezzi pesanti in transito per la fornitura di materiali all’area di cantiere e per l’allontanamento del materiale di risulta dagli scavi. A questo proposito, le forme di mitigazione degli impatti si riassumono in: - utilizzo di automezzi a basso tasso emissivo di inquinanti; - ottimizzazione dei trasporti al fine di contenere quanto più possibile il numero di mezzi in transito (ad es. viaggio a pieno carico); - lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dal cantiere prima del loro inserimento nella viabilità ordinaria per evitare la diffusione di polveri; - eventuale bagnatura o copertura con teloni dei carichi di terra per abbattere la diffusione di polveri. L’infrastruttura viaria principalmente coinvolta sarà la S.P. 86 della val di Rabbi. In ogni caso, viste le dimensioni contenute delle opere in programma, si esclude in maniera assoluta la possibilità di registrare lungo tale strada provinciale significativi aumenti di traffico, tali da incrementare in misura percettibile le concentrazioni di inquinanti in atmosfera. Il rispetto delle mitigazioni proposte sarà, inoltre, di ulteriore aiuto per il contenimento degli impatti.

4.3 TRAFFICO Il fondovalle della val di Rabbi è percorso dalla strada provinciale n. 86, che risale la vallata a partire dall’abitato di Magras per arrivare fino alle frazioni di Bagni di Rabbi e Somrabbi (si veda la cartografia di Figura 16). Da qui in avanti la vallata è percorsa solo da piccole strade comunali, che lasciano presto il posto a piste forestali e sentieri di montagna. L’arteria stradale, benché interessata da modesti volumi di traffico, detiene particolare importanza, in quanto costituisce l’unica via di accesso alle varie località della val di Rabbi, le quali oltre a dare residenza a circa 1.400 abitanti, assumono una spiccata valenza turistica soprattutto durante la stagione estiva.

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Figura 16: viabilità principale della val di Rabbi (fonte: ViaMichelin).

La messa in esercizio dell’impianto idroelettrico non genera nessun incremento di traffico, in quanto non comporta nessuna movimentazione di merci o persone; il traffico indotto dalle normali attività di manutenzione delle opere si può considerare del tutto ininfluente. La fase di cantiere comporta invece una certa movimentazione di mezzi pesanti per la fornitura dei materiali e delle apparecchiature; i mezzi percorreranno la viabilità nazionale (S.S. 42) fino all’altezza di Malé-Terzolas; da qui in avanti percorreranno per un breve tratto la S.P. 201 della val di Sole e quindi risaliranno la val di Rabbi lungo la S.P. 86, fino a raggiungere l’area di intervento. Il percorso lungo le strade provinciali è molto breve, inferiore ai 2 km. I lavori in programma sono di piccola entità, così brevemente riassunti: - posa di 200 m di condotta in acciaio del diametro 500 mm; - scavi e movimentazione terra nell’ambito del cantiere dell’edificio centrale; - edificazione dell’edificio centrale e del canale di scarico in cemento armato (circa 220 mc); - fornitura delle apparecchiature elettromeccaniche (turbina, generatore, quadri e trasformatore). La movimentazione di automezzi per la fornitura del cantiere non supererà le 50 unità. Si prevede di allontanare una quota parte delle terre e rocce da scavo, stimata in prima battuta in 150 m3; ipotizzando l’impiego di camion con capacità di carico pari a 13 m3, si devono mettere in conto 12 viaggi per l’allontanamento del materiale. La principale interferenza del cantiere con la viabilità locale è legata all’attraversamento della S.P. 86 con il tubo della condotta forzata. Questo però avverrà mediante la posa sotto alla sede stradale di un tubo camicia, messo in opera con la tecnica dello spingitubo, quindi senza creare nessun ostacolo alla viabilità. Inoltre, all’interno dello stesso tubo camicia, verrà alloggiata anche la condotta prevista nell’ambito degli interventi di ampliamento del Consorzio, seguita all’accorpamento all’interno dello stesso ente dei Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana.

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4.4 AMBIENTE IDRICO Il sistema idrografico in cui si inserisce l’intervento è quello del basso corso del torrente Rabbiés. L’acqua rappresenta la principale risorsa richiesta all’ambiente naturale per l’attivazione dell’impianto idroelettrico. Nei paragrafi a seguire è approfondita l’analisi idrologica del torrente Rabbiés e verificata la disponibilità d’acqua per la nuova derivazione ricercata. Il bacino idrografico del corso d’acqua, con indicazione del reticolo e delle principali derivazioni attive, è riportato graficamente nella tavola B01 del progetto preliminare.

4.4.1 Bacino del torrente Rabbiés

Il bacino del torrente Rabbiés si colloca nel nord occidentale e coincide grossomodo con il territorio della val di Rabbi. Il torrente Rabbiés, tributario del Noce, nasce in corrispondenza del passo di Saent, a quota 2.966 m s.l.m., e si immette nel torrente Noce all’altezza di Terzolas, dopo un percorso di circa 22,7 km. Il bacino imbrifero copre una superficie di 142,23 km 2 (fonte: Sistema Informativo Ambientale Territoriale della P.A.T.), sviluppandosi dalla confluenza con il torrente Noce, a quota 669,2 m s.l.m., fino alla sommità della cima Sternai, a quota 3.392,5 m s.l.m. In considerazione del substrato roccioso e della quota, il bacino si presenta prevalentemente impermeabile (95%) e con modeste superfici glaciali, ormai in via di estinzione. Tali caratteristiche si riflettono in maniera evidente nel rapporto precipitazioni/deflussi (coefficiente di deflusso) mediato sull’anno, calcolato pari a 1,10 negli “Annali idrologici 1988” (fonte: P.A.T. – Ufficio idrografico). Procedendo da monte verso valle, i principali affluenti del torrente Rabbiés in sponda destra sono: il rio val Meleda, il torrente Ragaiolo, il rio di Valorz, che conclude il suo corso all’altezza dell’abitato di San Bernardo, ed il rio Salecci; ancora da monte a valle, i principali affluenti in sinistra sono: il rio Lago Corvo, il rio di val Nigolaia, il rio val Predazzi ed il rio di Magras. Il regime idrologico del bacino del torrente è di tipo glaciale nella parte superiore, fino alla confluenza del rio Ragaiolo, mentre è di tipo nivale-pluviale nella parte sottostante. L’alimentazione idrica del corso d’acqua è data dallo scioglimento di ghiacciai e nevai. L’andamento stagionale delle portate è caratterizzato dalla presenza di una estesa magra invernale, seguita da un’unica morbida dalla primavera all’autunno.

4.4.2 Quadro delle concessioni idriche

Lungo l’asta del torrente Rabbiés sono attivi numerosi punti di prelievo, la maggior parte dei quali riguardano l’uso idroelettrico e l’uso irriguo, e in misura minore l’uso forza motrice. In particolare, per quanto riguarda lo sfruttamento idroelettrico del corso d’acqua, si evidenzia la recente messa in funzione di due impianti in cascata, i quali vanno a sottendere il tratto d’asta compreso tra l’abitato di San Bernardo e la loc. Birreria in prossimità di Magras. Gli impianti, a partecipazione comunale, sono denominati rispettivamente Rabbiés Energia 1 (impianto di monte) e Rabbiés Energia 2 (impianto di valle). La portata massima in concessione è di 2.500,00 l/s. A questi impianti ne seguiranno a breve altri due, sempre con collegamento in cascata ai precedenti, di proprietà del Comune di Malè, per i quali è già stata rilasciata la concessione all’uso dell’acqua (determinazione del Dirigente di A.P.R.I.E. n. 161 di data 25 giugno 2014). Gli impianti sono denominati rispettivamente Rabbiés 3 (portata massima 2.500,00 l/s) e Rabbiés 4 (portata massima 2.200,00 l/s). Si riporta di seguito (Tabella 10) un elenco delle concessioni a derivare che interessano l’asta del torrente Rabbiés a valle di San Bernardo.

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Quota Q Q Titolare Pratica Uso Periodo max med [m s.l.m.] [l/s] [l/s]

Rabbiés Energia 1 C/3568 1.074 idroelettrico 1 maggio ÷ 14 febbr. 2.500,0 1.311,6

C.A.M.F. Cles C/1761 1.033 irriguo 1 aprile ÷ 31 ottobre 100,0 100,0

Rabbiés Energia 2 C/3610 940 idroelettrico 1 maggio ÷ 15 genn. 2.500,0 1.291,2

C.I. Pracorno R/3965 930÷850 irriguo 15 aprile ÷ 15 sett. 17,0 17,0

C.M.F. Bassa Val di 1 aprile ÷ 30 aprile 170,0 170,0 C/2919 906 irriguo Sole 1 maggio ÷ 15 ottobre 390,0 314,0 C.M.F. Malè, C.M.F. Monclassico e Presson, R/0418 860 irriguo 25 aprile ÷ 25 sett. 140,0 140,0 C.I.M.F. Croviana forza P.A.T. – Molino Ruatti R/3273 800 gennaio ÷ dicembre 80,0 80,0 motrice Comune di Malè – C/2202 780 idroelettrico maggio ÷ dicembre 2.500,0 1.261,0 Impianto Rabbiés 3 forza Fucina Marinelli R/0107-1 720 gennaio ÷ dicembre 504 504 motrice forza Fucina Marinelli R/0107-2 720 gennaio ÷ dicembre 126 126 motrice Comune di Malè – C/2202 702 idroelettrico maggio ÷ dicembre 2.200,0 1.160,0 Impianto Rabbiés 4 Zappini Fedele C/3196 691 irriguo 1 aprile ÷ 30 ottobre 1,9 1,9

Tabella 10: titoli di concessione attivi sul torrente Rabbiés.

In merito ai titoli ad uso irriguo, si precisa quanto segue: • Titolo R/3965 del C.I. di Pracorno. Il Consorzio Irriguo di Pracorno risulta titolare del diritto a derivare dal torrente Rabbiés, tramite 9 opere di presa, e dal rio Salecci, tramite 8 opere di presa, la portata complessiva di 50,00 l/s medi e massimi ad uso irriguo durante il periodo dal 15 aprile al 15 settembre di ogni anno a servizio della superficie irrigua di circa 33,00 ha, dei quali 11,5373 ha siti lungo le sponde del torrente Rabbiés, irrigati con 17,00 l/s ed i rimanenti 21,4627 ha, siti lungo le rive del rio Salecci irrigati con 33,00 l/s; la portata massima derivabile dal torrente Rabbiés mediante turnazione sulle 9 opere di presa è pari a 17,00 l/s. I punti di presa sul torrente Rabbiés sono dislocati lungo il corso d’acqua tra la quota 930 m s.l.m. (quindi a monte della derivazione del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole) e la quota 850 m s.l.m. (a valle dell’immissione del rio Salecci).

• Titolo R/0418 del C.M.F. Malè, C.M.F. Monclassico e Presson, C.I.M.F. Croviana. Come noto, i Consorzi titolari della concessione R/0418 hanno recentemente aderito al Consorzio Generale della Bassa Val di Sole ed è loro intenzione avvalersi per l’irrigazione del solo titolo C/2919 concesso all’organismo di 2° grado e di rinunciare, successivamente alla modifica delle opere idrauliche di adduzione, alla concessione di cui al titolo R/0418.

Nella successiva Figura 17 è riportato uno schema planimetrico del sistema di derivazione idrica attivo sul torrente Rabbiés, nel tratto compreso tra l’abitato di San Bernardo e la confluenza con il torrente Noce, con particolare riguardo ai tratti sottesi a derivazione idroelettrica.

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Figura 17: sistema di derivazione idrica sul torrente Rabbiés.

4.4.3 Dati di portata

L’analisi idrologica si basa sui dati di portata del torrente Rabbiés rilevati alla stazione idrometrica di San Bernardo di Rabbi (quota 1.095 m s.l.m.; bacino di dominio 102,2 km 2), registrati con cadenza giornaliera dal 1967 al 1988 e pubblicati negli Annali idrologici dell’allora Ufficio Idrografico Provinciale. La stazione idrometrica di riferimento si colloca in corrispondenza di un ponte appena a valle dell’immissione del rio Valorz, nonché circa 300 m a monte rispetto all’opera di presa della centrale idroelettrica Rabbiés Energia 1. I valori di portata media giornaliera sono stati forniti su supporto magnetico dall’Ufficio Dighe della Provincia Autonoma di Trento. I dati sono stati mediati al fine di estrapolare le portate medie mensili, di seguito riportate nella Tabella 11 e rappresentate in Figura 18.

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Mese 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 gennaio - 828 1.509 482 1.288 828 881 1.041 873 790 1.466 1.111 febbraio - 728 1.121 331 1.364 894 754 855 743 865 904 1.111 marzo - 737 1.152 495 1.403 1.182 633 1.012 626 876 1.368 1.104 aprile 2.712 1.291 2.003 786 2.988 1.804 640 1.951 822 1.058 3.218 1.305 maggio 4.309 2.626 6.352 280 7.086 3.102 3.360 4.379 5.690 4.559 11.031 4.861 giugno 5.616 5.409 7.422 286 7.360 8.824 4.687 7.259 7.880 5.759 14.273 10.026 luglio 5.731 4.534 6.149 3.858 7.402 9.249 4.777 5.609 9.371 5.220 11.496 9.810 agosto 4.395 3.832 2.941 3.371 3.621 4.934 2.912 3.164 5.970 3.457 6.907 6.291 settembre 4.296 3.621 2.715 2.852 1.956 2.534 3.294 2.638 5.865 6.392 4.890 2.868 ottobre 3.108 2.548 2.037 1.665 1.319 1.724 3.413 1.348 2.821 8.536 3.365 2.290 novembre 1.979 2.531 3.268 1.450 1.224 1.291 1.641 1.071 1.580 4.963 2.271 1.653 dicembre 902 1.897 986 1.275 1.094 974 1.226 1.070 824 2.377 1.448 1.065

Mese 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 →→→ Media gennaio 923 2.073 1.138 1.729 1.247 851 1.373 850 753 1.088 1.101 febbraio 812 1.314 951 1.277 1.019 873 1.276 680 733 994 933 marzo 886 1.269 1.077 1.145 874 845 1.172 750 758 868 963 aprile 1.201 1.157 2.736 1.683 1.958 1.400 2.088 1.920 1.660 2.197 1.754 maggio 7.198 2.670 4.391 3.716 9.024 3.805 6.335 10.843 4.091 5.295 5.227 giugno 11.721 8.394 7.962 6.043 11.710 10.293 9.325 11.991 7.804 6.245 8.013 luglio 6.872 8.598 6.645 4.398 9.635 7.394 7.632 7.794 8.376 5.549 7.109 agosto 4.750 6.175 4.149 4.621 4.480 3.764 4.266 4.485 4.380 3.240 4.368 settembre 3.748 2.617 3.733 4.296 3.672 3.409 2.213 2.858 3.947 2.192 3.482 ottobre 4.408 3.001 3.754 3.500 1.830 3.290 1.426 1.652 4.865 4.176 3.003 novembre 2.576 2.172 2.933 2.494 1.189 2.085 1.135 1.195 1.840 1.744 2.013 dicembre 1.999 1.587 2.188 1.518 1.036 1.664 1.005 925 1.138 780 1.317 Tabella 11: portata media mensile (l/s) del torrente Rabbiés a San Bernardo di Rabbi.

La fase di morbida del torrente si registra nel periodo compreso tra la metà di aprile ed il mese di ottobre, con punte massime nel mese di giugno, durante il quale si registrano valori anche maggiori ai 10 m3/s. Raramente si osservano picchi di portata in ottobre, mentre nella fase di magra invernale, che copre i mesi da dicembre a marzo, la portata naturale si assesta intorno a valori di 1.000 l/s.

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Portata naturale Rabbiés a San Bernardo 9.000

8.000

7.000

6.000

5.000

4.000 Portata (l/s) 3.000

2.000

1.000

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112 Mese

Figura 18: portata naturale per il bacino del torrente Rabbiés chiuso a San Bernardo (bacino sotteso 102,2 km 2) mediata sul periodo 1967-1988.

4.4.4 Portate progressive e coefficiente di amplificazione

Nella relazione inizialmente allegata all’istanza di derivazione depositata presso il Servizio Gestione Risorse Idriche ed Energetiche della P.A.T. in data 03 marzo 2015 (allegato A01 “Relazione tecnico- illustrativa”) si era per semplicità assunto che la portata naturale in alveo, così come rilevata alla stazione di misura di San Bernardo, si mantenesse costante lungo l’asta del torrente. Questo voleva dire non tener conto dell’apporto dovuto all’immissione degli affluenti laterali e del contributo del ruscellamento superficiale sulle aree scolanti. Così facendo ci si era, quindi, posti in una condizione più sfavorevole rispetto alla situazione reale, in quanto si andava a sottostimare nelle sezioni più a valle la portata naturale fluente in alveo. In questa fase dell’indagine (procedimento di verifica di assoggettabilità) si ritiene doveroso approfondire ulteriormente lo studio idrologico del torrente Rabbiés e tener conto del fattore di amplificazione della portata naturale fluente in alveo in funzione del progressivo allontanamento verso valle dalla stazione di misura. A questo scopo, si prende a riferimento lo studio idrologico condotto sul medesimo bacino idrografico del torrente Rabbiés contenuto nel “Documento di valutazione della sostenibilità ambientale” redatto dall’A.P.P.A. – Unità Organizzativa per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (UO VIA) nel 2007 in risposta alle prime domande a derivare acqua dal Rabbiés per uso idroelettrico. Tale documento contiene, tra le varie cose, alcuni diagrammi delle portate medie espresse in funzione della distanza chilometrica progressiva misurata lungo l’asta principale del torrente, denominati “profili longitudinali delle portate”. L’analisi idrologica svolta dall’UO VIA si è basata sui dati di portata del torrente Rabbiés rilevati alla stazione idrometrica di San Bernardo di Rabbi, registrati con cadenza giornaliera per 18 anni e pubblicati negli Annali idrologici 1975÷1992. L’anno idrologico tipo, derivante dall’insieme dei dati di portata medi giornalieri, è stato convenzionalmente suddiviso in due periodi, definiti rispettivamente di “magra” (mesi da dicembre a marzo) e di “morbida” (mesi da aprile a novembre).

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La stima è stata quindi estesa ed interpolata a tutta l’asta del corso d’acqua, mediante l’applicazione di un coefficiente di amplificazione proporzionale alle superfici dei bacini sottesi. Così facendo, sono stati individuati, per determinati punti caratteristici del torrente, i valori di portata teorica fluente, ovvero la stima della portata che fluirebbe nel corso d’acqua se non fosse attivo alcun prelievo. Il risultato è stato esposto graficamente mediante profili longitudinali delle portate fluenti ed è stato verificato mediante una campagna di rilevazione delle portate fluenti in cinque punti significativi del torrente. A titolo di esempio, si riporta di seguito il profilo longitudinale della portata progressiva media nel periodo di morbida estratto dal documento pubblicato dall’UO VIA (si veda la successiva Figura 19). Il grafico presenta in ascissa lo sviluppo longitudinale del corso d’acqua, mediante progressive chilometriche, e in ordinata la portata fluente teorica (linea verde), espressa in l/s; oltre alla portata teorica, il grafico illustra il profilo della portata effettiva (linea blu), il deflusso minino vitale (DMV, linea rossa) ed il suo valore doppio (200% DMV, linea magenta).

Figura 19: profilo longitudinale delle portate nel periodo di morbida (aprile – novembre). Fonte: UO VIA, “Documento di valutazione della sostenibilità ambientale”, 2007.

Nello stesso documento pubblicato dall’UO VIA sono riportati i profili longitudinali della portata media relativa ai mesi di aprile, ottobre e novembre, e per il periodo di magra (dicembre – marzo). Tali profili longitudinali delle portate consentono, a ritroso, di individuare per ogni sezione lungo l’asta torrentizia misurata a partire dalla sorgente del corso d’acqua il coefficiente di amplificazione delle portate naturali attese, rispetto ai valori misurati alla sezione di riferimento posta più a monte (stazione di misura di San Bernardo). Ai fini del presente procedimento di verifica, si è ritenuto utile individuare lungo l’asta del torrente Rabbiés alcune sezioni notevoli, poste in corrispondenza dei principali punti di prelievo irriguo e idroelettrico; a queste si aggiunge la sezione relativa alla stazione idrometrica di San Bernardo di Rabbi, rispetto alla quale sono state precedentemente valutate le portate naturali.

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Nella successiva Tabella 12 sono riportate le informazioni significative alla caratterizzazione delle sezioni considerate; il coefficiente di amplificazione delle portate (ultima colonna di Tabella 12) è riferito alla stazione idrometrica di San Bernardo ed è valutato in proporzione della superficie del bacino sotteso; lo stesso coefficiente di amplificazione è confermato dalla lettura delle portate progressive per il periodo di morbida pubblicato dall’UO VIA (grafico di Figura 19).

Dist. da Quota Bacino Portata di Coeff. Denominazione sorgente sezione sotteso morbida amplificazione [km] [m s.l.m.] [km²] [l/s] [-] 1 - Stazione idrometrica 13,9 1.095 102,2 4350 1,000 2 - Rabbiés Energia 1 14,2 1.074 103,8 4450 1,016 3 - Irriguo C.A.M.F. Cles 15,0 1.031 112,8 4800 1,104 4 - Irriguo C.I. Pracorno 16,7 930 116,0 4940 1,135 5 - Irriguo Bassa Val di Sole 17,3 902 116,3 4950 1,140 6 - P.A.T. – Molino Ruatti 19,5 800 138,0 5850 1,350 7 - Rabbiés Energia 4 21,9 702 141,7 6020 1,380

Tabella 12: Caratterizzazione delle sezioni notevoli.

Gli stessi coefficienti di amplificazione di Tabella 12 verranno utilizzati nel proseguo di questo lavoro per l’estensione a specifiche sezioni dell’asta fluviale delle portate medie riferite alla stazione di misura di San Bernardo.

4.4.5 Deflusso minimo vitale

Come già rilevato, la definizione dei valori del deflusso minimo vitale da garantire in alveo per la salvaguardia ambientale del corso d’acqua si basa sull’applicazione dei parametri stabiliti dal P.G.U.A.P. Nella tabella seguente si riportano i valori del DMV mensile specifico, espresso in l/(s ·km 2), fissati nel P.G.U.A.P. per l’asta del fluviale del Rabbiés.

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 4,0 4,0 4,0 5,6 5,6 5,6 5,6 4,8 4,8 5,6 5,6 4,0

Tabella 13: DMV specifici da P.G.U.A.P. (l/(s·km 2)) per l’asta del torrente Rabbiés.

Il bacino imbrifero del torrente Rabbiés chiuso all’opera di presa del Consorzio Generale assomma a 116,3 km 2. Il dato è ricavato dalla perimetrazione del bacino imbrifero su Carta Tecnica Provinciale (vedasi la tavola B01 del progetto preliminare) ed è confermato dalla documentazione acquisita presso il Servizio Bacini montani – Uff. Pianificazione, supporto tecnico e demanio idrico, nell’ambito dell’indagine delle portate afferenti. Il DMV risulta pertanto così modulato:

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DMV specifico DMV Periodo 2 [l/(s ·km )] [l/s] Dicembre – marzo 4,0 465,2 Aprile – luglio 5,6 651,3 Agosto - settembre 4,8 558,2 Ottobre - novembre 5,6 651,3

Tabella 14: DMV da P.G.U.A.P. all’opera di presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole.

L’esigenza di raggiungere o mantenere determinati obiettivi di qualità dei corpi idrici può comportare l’applicazione di valori maggiori. Nel caso specifico, le concessioni idroelettriche rilasciate in questi ultimi anni sul torrente Rabbiés sono soggette a valori di rilascio più elevati di quelli ottenuti in ragione dei parametri del P.G.U.A.P. In particolare, a conclusione dell’iter istruttorio e in seguito alle varianti “ in minus ” sul periodo di derivazione approvate in data 06/11/2014, risultano definiti i seguenti valori del DMV: Impianto Rabbiés Energia 1: - 830 l/s dal 1° dicembre al 14 febbraio (pari a 2 volte il DMV invernale); - 1.162 l/s dal 1° maggio al 30 novembre (pari a 2 volte il DMV di morbida); - tutta la portata fluente dal 15 febbraio al 30 aprile. Impianto Rabbiés Energia 2: - 909 l/s dal 1° dicembre al 15 gennaio e dal 1° maggio al 30 novembre; - tutta la portata fluente in dal 16 gennaio al 30 aprile. L’istruttoria condotta dallo stesso Servizio di Valutazione ambientale ha stabilito per gli impianti in programma sul tratto inferiore il seguente DMV: Impianti 3 e 4 del Comune di Malè: - 1.134 l/s dal 1° maggio a 31 dicembre (pari a 2 volte il DMV invernale) con un’unica sezione di controllo ubicata in loc. Pondasio; - tutta la portata fluente dal 1° gennaio al 30 aprile.

→ Alla luce di queste considerazioni, e in analogia alle concessioni ad uso idroelettrico già concesse sull’asta del Rabbiés, si propone per la derivazione idroelettrica del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole un rilascio pari a 930 l/s sul periodo dal 1° aprile al 15 ottobre. Questo valore corrisponde a 2 volte il DMV invernale (2x465 l/s).

La successiva Tabella 15 mette a confronto i valori del DMV calcolato sulla base dei parametri del P.G.U.A.P. con quelli del rilascio proposto ai fini di una maggior tutela ambientale del corso d’acqua.

Rapporto DMV specifico DMV Rilascio Periodo 2 Rilascio/DMV [l/(s ·km )] [l/s] [l/s] [l/s] 1 aprile - 30 luglio 5,6 651,3 930,0 1,43 1 agosto - 30 settembre 4,8 558,2 930,0 1,67 1 ottobre - 15 ottobre 5,6 651,3 930,0 1,43

Tabella 15: rilascio in alveo per l’uso idroelettrico e confronto con il DMV da P.G.U.A.P.

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‹ DMV per solo uso irriguo È necessario fare un’ulteriore precisazione in merito all’argomento DMV. L’opera di presa con cui verrà derivata la portata da inviare alla turbina è la stessa con cui ora viene derivata l’acqua per irrigare, e la concessione ad uso irriguo in titolo al Consorzio ricade, per il momento, tra le concessioni esistenti che a partire dal 31 dicembre 2016 dovranno rilasciare il DMV. Fa eccezione il mese di aprile, la cui estensione del periodo ha già imposto l’obbligo al rilascio del DMV, fissando per quel mese un rilascio di 711,62 l/s. Ai sensi della recente D.G.P. n. 2378 di data 18/12/2015, ed in particolare facendo riferimento ai contenuti dell’Allegato A, il DMV per le concessioni esistenti è calcolato in ragione di un parametro minimo pari a 2 l/(s·km 2). Per la derivazione del Consorzio, il cui bacino sotteso ammonta a 116,3 km 2, questo si traduce in un DMV di 232,6 l/s, con validità dal 1° maggio al 15 ottobre. Per il mese di aprile resta invece in vigore il rilascio di 711,62 l/s, come già riportato nel disciplinare di concessione e richiamato nella determinazione del Dirigente di A.P.R.I.E. n. 125 di data 30 maggio 2014. L’uso misto irriguo e idroelettrico della portata derivata all’opera di presa in loc. Scolari, come prospettato dal progetto in analisi, prevede che il rilascio da garantire in alveo sia quello di 930 l/s per l’intera estensione del periodo, come proposto al fine di una maggior tutela ambientale del corso d’acqua. Nella successiva Tabella 16 sono riassunti i dati fino ad ora elencati.

Rilascio in vigore per Rilascio per il solo uso Rilascio proposto per il solo uso irriguo (fino irriguo (dal 31/12/2016) l’uso misto irriguo e Periodo al 31/12/2016) da normativa idroelettrico [l/s] [l/s] [l/s] 1 aprile - 30 aprile 711,62 711,62 930,00 1 maggio - 30 luglio - 232,6 930,00 1 agosto - 30 settembre - 232,6 930,00 1 ottobre - 15 ottobre - 232,6 930,00

Tabella 16: rilascio in alveo in funzione dell’uso.

Il fabbisogno irriguo per il Consorzio Generale, a seguito anche dell’ampliamento con adesione dei territori di Malè, Monclassico-Presson e Croviana, ammonta a 250 l/s (portata necessaria per irrigare un territorio di 470 ha, tenendo conto anche delle perdite dei contro-lavaggi dei filtri e dei prelievi ai caricabotte). Volendo garantire in alveo un rilascio di 930 l/s, vuol dire che per poter derivare tutta l’acqua necessaria per l’irrigazione è indispensabile che in alveo fluiscano almeno 1.180 l/s (250 l/s + 930 l/s).

Facendo un’analisi di quello che succede durante la stagione irrigua lungo l’asta del torrente Rabbiés a monte del punto di presa della Bassa Val di Sole, emerge quanto segue: • la portata naturale fluente in alveo alla sezione di misura di San Bernardo per i mesi da aprile a ottobre è solitamente sempre superiore ai 1.000 l/s; • all’altezza di San Bernardo viene derivata la portata per l’uso idroelettrico avviata in cascata agli impianti Rabbiés Energia 1 e Rabbiés Energia 2; il prelievo avviene nella misura massima di 2.500 l/s e comunque con un rilascio di 1.162 l/s (nel mese di aprile non viene derivato nulla); • poco più a valle il Consorzio Acquario di Cles deriva 100 l/s ad uso irriguo; • qualche chilometro più valle si trovano i primi punti di derivazione del Consorzio Irriguo di Pracorno, per i quali è ammesso un prelievo massimo di 17 l/s .

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Alla luce di queste semplici considerazioni, si può concludere che nel periodo irriguo la portata in arrivo all’opera di presa della Bassa Val di Sole non dovrebbe mai essere inferiore a 1.045 l/s, come deriva dal calcolo:

1.162 l/s – 100 l/s – 17 l/s = 1.045 l/s

Anzi, è più che lecito attendersi valori di portata fluente maggiori, in virtù degli apporti laterali. Solo in casi di magra eccezionale del torrente, ovvero nel caso in cui alla sezione di presa delle centrali idroelettriche la portata sia inferiore ai 1.162 l/s e quindi non sia possibile per quegli impianti derivare nulla, si potranno avere deflussi anche inferiori ai 1.000 l/s.

In conclusione quello che si osserva per la derivazione della Bassa Val di Sole è questo:

• è normale attendersi che la portata in arrivo all’opera di presa superi i 1.180 l/s, e quindi sia possibile soddisfare in pieno i fabbisogni irrigui (derivare 250 l/s) e al contempo garantire il rilascio di 930 l/s legato all’uso idroelettrico;

• potrebbero tuttavia verificarsi periodi di magra del torrente, durante i quali sia difficile sopperire ai fabbisogni irrigui qualora fossero da rilasciare i 930 l/s; in quei periodi, in cui l’uso dell’acqua sarà esclusivamente irriguo (spegnimento della turbina) si deve poter scendere a valori di rilascio minori di 930 l/s, pur restando nei rispetto del DMV minimo richiesto da normativa, al fine di poter garantire il soddisfacimento dei fabbisogni irrigui.

→ Quindi, si chiede di poter rilasciare nel torrente una portata più bassa dei 930 l/s proposti per l’uso misto irriguo e idroelettrico, nei momenti in cui la portata in alveo fluente all’opera di presa scenda per lunghi periodi al di sotto dei 1.180 l/s, alle seguenti condizioni:

- il rilascio sarà pur sempre maggiore o uguale al DMV previsto da normativa per l’uso irriguo;

- la turbina sarà mantenuta spenta (uso solo irriguo della portata derivata);

- lo spegnimento della turbina sarà documentato dai dati di produzione e di misura della portata turbinata, i quali dovranno essere entrambi a zero.

4.4.6 Portata naturale e portata residua

La derivazione ad uso idroelettrico ricercata sulle acque consortili del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole non costituisce un nuovo prelievo dal torrente Rabbiés, ma solo un utilizzo diverso di acqua già concessa, per cui non va a ledere i diritti delle utenze esistenti a valle. Si osserva, inoltre, che l’attivazione del prelievo idroelettrico avverrà in contemporanea alla dismissione del punto di presa dei Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana con rinuncia al prelievo della portata di 140 l/s durante il periodo irriguo. Considerato che la portata media chiesta per l’uso idroelettrico è di 150 l/s, è facile vedere come le due azioni si compensino tra loro. Per quanto riguarda i rilasci, ai fini del mantenimento degli obiettivi di qualità del corpo idrico, si è proposto di rilasciare 930 l/s per tutto il periodo in cui è attivo il prelievo. Al fine di verificare la disponibilità d’acqua per il prelievo all’opera di presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole, si espongono nella successiva Tabella 17, mese per mese, i valori di portata residua in alveo successivamente all’applicazione dei prelievi attivi ad uso irriguo ed idroelettrico lungo l’asta del torrente Rabbiés da San Bernardo alla loc. Scolari.

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La portata in alveo è indicata per 5 sezioni di riferimento: 1 - all’altezza di San Bernardo di Rabbi (dati della stazione idrometrica dell’Uff. Idrografico della P.A.T. di cui alla precedente Tabella 11); 2 - a valle della presa della centrale Rabbiés Energia 1 (si applica il prelievo massimo di 2.500,0 l/s di cui alla pratica C/3568); 3 - a valle della presa del C.A.M.F. Cles (si applica il prelievo di 100,0 l/s di cui alla C/1761); 4 - a valle dei primi punti di presa del C.I. Pracorno (si applica il prelievo di 17,0 l/s di cui alla R/3965) 5 - a monte e a valle dalla presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole (si applica il prelievo ad uso misto irriguo e idroelettrico nella misura massima di cui al titolo C/2919).

Si precisa che nel calcolo, al passare da una sezione all’altra, la portata naturale in alveo è stata maggiorata in funzione dei coefficienti di amplificazione (di cui alla precedente Tabella 12) per tener conto degli apporti laterali. Alla portata naturale è stato quindi sottratto il prelievo esercitato ad ogni singola sezione, arrivando a stimare così la portata residua.

Q residua (l/s) Periodo / Sezione 1 - Stazione 2 - Rabbiés 3 - C.A.M.F. 4 - C.I. 5 - Bassa 5 - Bassa idrometrica Energia 1 Cles Pracorno Val di Sole Val di Sole - a monte - - a valle - aprile 1-14 1.754 1.781 1.836 1.891 1.900 1.730 aprile 15-30 1.754 1.781 1.836 1.874 1.883 1.713

maggio 5.227 2.809 3.169 3.316 3.342 2.952

giugno 8.013 5.638 6.244 6.478 6.518 6.128

luglio 7.109 4.720 5.246 5.452 5.487 5.097

agosto 4.368 1.936 2.221 2.341 2.363 1.973

settembre 1-14 3.482 1.162 1.369 1.461 1.478 1.088 settembre 15-30 3.482 1.162 1.369 1.478 1.495 1.105 ottobre 1-15 3.003 1.162 1.326 1.420 1.435 1.045 Tabella 17: portata media mensile in alveo nel torrente Rabbiés, per le 5 sezioni di riferimento.

Si osserva che il C.I. Pracorno può derivare dal Rabbiés massimi 17,0 l/s mediante turnazione sulle 9 opere di presa; ulteriori 33,0 l/s vengono derivati dal rio Salecci. I punti di presa sul torrente Rabbiés sono dislocati lungo il corso il corso d’acqua tra la quota 930 m s.l.m. (quindi a monte della derivazione del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole) e la quota 850 m s.l.m. (a valle dell’immissione del rio Salecci). In questa simulazione si ipotizza che venga derivata la portata concessa attraverso i punti di presa posti più a monte rispetto alla traversa della Bassa Val di Sole.

In conclusione si osserva che la portata disponibile al prelievo all’opera di presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole, al netto del rilascio previsto, è sempre eccedente il valore massimo del titolo di concessione. La verifica è esposta nella successiva Tabella 18.

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5 - Bassa Val di Sole Periodo / Sezione Q (l/s) a Rilascio Q (l/s) Q (l/s) residua monte del proposto disponibile al a valle del prelievo (l/s) prelievo prelievo aprile 1-14 1.900 930 970 > 170 1.730 aprile 15-30 1.883 930 953 > 170 1.713

maggio 3.342 930 2.412 >> 390 2.952

giugno 6.518 930 5.588 >> 390 6.128

luglio 5.487 930 4.557 >> 390 5.097

agosto 2.363 930 1.433 > 390 1.973

settembre 1-14 1.478 930 557 > 390 1.088 settembre 15-30 1.495 930 565 > 390 1.105 ottobre 1-15 1.435 930 505 > 390 1.045 Tabella 18: portata media mensile in corrispondenza dell’opera di presa del Consorzio Generale della Bassa Val di Sole.

I valori esposti in queste tabelle, relativi alle portate residue in alveo, sono stati calcolati come differenza tra la portata teorica (naturale) e i prelievi attivi (come da titoli di concessione). Nelle tabelle successive sono esposti rispettivamente: • i valori di portata naturale, calcolata a partire dalla portata media mensile osservata alla stazione idrometrica di San Bernardo e incrementata in funzione del coefficiente di amplificazione (Tabella 19); • il valore del prelievo applicato a ciascuna sezione; si osserva che per la derivazione ad uso idroelettrico delle centrali Rabbiés Energia 1 e 2, il prelievo è stato in alcuni casi ridotto in funzione della disponibilità in alveo, al fine del rispetto del DMV (Tabella 20).

La combinazione dei valori di seguito indicati (portata naturale – portata derivata) ha originato i risultati di cui alla precedente Tabella 17.

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Q naturale in alveo (l/s) Periodo / Sezione 1 - Stazione 2 - Rabbiés 3 - C.A.M.F. 4 - C.I. 5 - Bassa idrometrica Energia 1 Cles Pracorno Val di Sole aprile 1-14 1.754 1.781 1.936 1.991 2.000 aprile 15-30 1.754 1.781 1.936 1.991 2.000

maggio 5.227 5.309 5.769 5.933 5.959

giugno 8.013 8.138 8.844 9.095 9.135

luglio 7.109 7.220 7.846 8.069 8.104

agosto 4.368 4.436 4.821 4.958 4.980

settembre 1-14 3.482 3.537 3.843 3.952 3.969 settembre 15-30 3.482 3.537 3.843 3.952 3.969 ottobre 1-15 3.003 3.050 3.314 3.408 3.423 Tabella 19: portata media mensile teorica (senza le derivazioni), per le 5 sezioni di riferimento.

Q derivata (l/s) Periodo / Sezione 1 - Stazione 2 - Rabbiés 3 - C.A.M.F. 4 - C.I. 5 - Bassa idrometrica Energia 1 Cles Pracorno Val di Sole aprile 1-14 - 0 100 0 170 aprile 15-30 - 0 100 17 170

maggio - 2.500 100 17 390

giugno - 2.500 100 17 390

luglio - 2.500 100 17 390

agosto - 2.500 100 17 390

settembre 1-14 - 2.375 100 17 390 settembre 15-30 - 2.375 100 0 390 ottobre 1-15 - 1.888 100 0 390 Tabella 20: prelievi applicati alle stazioni di riferimento.

4.5 FLORA, FAUNA E HABITAT NATURALI

‹ Ecosistemi terrestri Il progetto dal punto di vista dell’impatto su habitat silvo-pastorali e specie animali e vegetali risulta assolutamente poco problematico, grazie alla scelta di un tracciato che garantisce un’interferenza minima con questi ecosistemi, andando ad occupare quasi esclusivamente aree già antropizzate. Come si può osservare negli elaborati di progetto, il nuovo tratto di condotta forzata da posare ha uno sviluppo decisamente contenuto (200 m); la tubazione sarà posata, dove possibile, lungo piste interpoderali esistenti, garantendo una pressoché totale conservazione degli habitat prativi attraversati. Dove questo non è possibile, il tracciato correrà attraverso prati pingui o al margini di frutteti, senza interessare mai in maniera negativa e determinante habitat o specie animali e vegetali di particolare pregio. In nessun caso sono attraversati habitat forestali.

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Il contesto ambientale dell’area di intervento è caratterizzato dalla presenza di prati lavorati a sfalcio o coltivati a frutteto, più o meno pingui a seconda dei casi. Si tratta in generale di formazioni prative fortemente condizionate dalla presenza dell’uomo, sicuramente non di pregio e sensibili. In alcuni casi ai margini di queste formazioni, spesso con funzione di confine, si trovano siepi campestri di nocciolo, pioppo ed altri arbusti che rivestono un’importante funzione a favore della fauna frugivora e granivora (uccelli e piccoli roditori) che qui trova nutrimento e riparo. Di maggiore interesse naturalistico e paesaggistico risultano le formazioni riparie igrofile, presenti lungo l’alveo del torrente Rabbiés, le quali saranno in parte disturbate dalla realizzazione dell’edificio centrale e del relativo canale di scarico. Al termine dei lavori, nelle aree interessate dal cantiere sarà ricostituito lo strato di terreno vegetale e favorito il rapido inerbimento mediante semina di apposito miscuglio che rispecchi le essenze locali; nell’ambito del torrente, sarà inoltre previsto un intervento di piantumazione delle sponde con la messa a dimora di specie igrofile. Sarà compito della Direzione Lavori ordinare alla ditta prescelta sia la specifica composizione del miscuglio da utilizzare per il rinverdimento, sia il tipo di piante da utilizzare per il ripristino della fascia riparia, secondo le indicazioni di un esperto forestale. Dal punto di vista faunistico, l’ambiente tipicamente alpino nel quale si opera è caratterizzato principalmente dalla presenza di fauna stanziale legata al territorio montano. Tra le specie più rappresentative si citano, tra i mammiferi, la lepre, il capriolo e il cervo, oltre a numerose varietà di uccelli e rettili. Gli impatti a danno della fauna avicola e terrestre saranno a carattere temporaneo, estesi alla durata della fase di cantiere, e saranno completamente rimossi alla fine dei lavori con il ripristino delle condizioni vegetative. Nell’area dell’edificio centrale gli impatti saranno generalmente maggiori, a causa della permanenza prolungata delle attività lavorative. Lungo il tracciato della condotta, gli impatti generati a danno della fauna terrestre ed avicola in conseguenza alle attività di scavo e alla presenza dei mezzi di cantiere saranno minimi, grazie alla rapidità con cui si prevede avanzeranno le operazioni di posa della tubazione e ripristino.

‹ Ecosistemi acquatici: fauna ittica del torrente Rabbiés Gli interventi in progetto coinvolgono, per vari aspetti, il corso del torrente Rabbiés. Da un punto di vista della fauna ittica, questo torrente è genericamente attribuibile alla regione dei salmonidi, costituendo per l’intero suo corso una tipica acqua corrente alpina a vocazione salmonica. La caratterizzazione della popolazione ittica si basa sui risultati del campionamento svolto per l’aggiornamento della Carta ittica del Trentino e riportato nel “Documento di valutazione della sostenibilità ambientale” redatto dall’A.P.P.A. – Unità Organizzativa per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (UO VIA) nel 2007 in risposta alle prime domande a derivare acqua dal Rabbiés ad uso idroelettrico. Il popolamento ittico reale risulta composto per una buona fetta da Trota marmorata (15%) e dai suoi ibridi (57%), mentre il resto è di Trota fario (28%). Non si rilevano invece quelle specie indicatrici di buona qualità delle acque, quali il Barbo canino e lo Scazzone, che secondo le indicazioni di zona ittica teorica contenute nella Carta ittica si sarebbero dovute trovare nel tratto inferiore del torrente Rabbiés. Questa assenza è probabilmente dovuta all’inquinamento organico del corso d’acqua di origine sia zootecnica che civile (il campionamento è antecedente al collettamento delle fognature nere). Le opere in programma interessano solo marginalmente l’alveo del torrente Rabbiés e si limitano alla formazione della testata del manufatto di restituzione delle acque turbinate; non sono invece previsti interventi in alveo presso l’opera di presa, né attraversamenti in subalveo del corso d’acqua. Nell’ambito del programma di ampliamento del Consorzio Generale (progetto di collegamento dell’adduttrice irrigua della Bassa Val di Sole con quella di Malè, Monclassico-Presson e Croviana) è in

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previsione la demolizione dell’opera di presa sul torrente Rabbiés all’altezza di Pracorno, di cui al titolo R/0418. Si tratta di un manufatto di modeste dimensioni, posto in sponda destra del torrente; la sua demolizione non rientra tuttavia nel campo di applicazione della presente procedura di verifica di assoggettabilità, in quanto ricade all’interno di un altro intervento progettuale. Non si escludono brevi fenomeni di intorbidamento delle acque presso il sito di realizzazione della centrale idroelettrica, concentrati nei momenti transitori di messa in atto dei sistemi di parziale deviazione del flusso idrico e di ripristino finale della portata nel corso d’alveo; si dovrà infatti provvisoriamente deviare la portata verso la sponda destra del corso d’acqua, per poter lavorare in prossimità della sponda sinistra dell’alveo. Gli impatti a danno della fauna ittica del torrente Rabbiés saranno comunque minimi e di carattere temporaneo. In ogni caso, al fine di rendere minino il danno nei confronti della popolazione ittica, con particolare riguardo alle dinamiche del ciclo riproduttivo, si eviterà di operare nel contesto dell’alveo nel periodo invernale e di inizio primavera (nei mesi da novembre a marzo ), coincidente con le fasi di riproduzione delle trote e di sviluppo degli embrioni. In aggiunta, l’organizzazione del cantiere dovrà essere tale da permettere il completamento dei lavori in prossimità dell’alveo nel più breve tempo possibile. Altro aspetto potenzialmente negativo legato alla fase di realizzazione degli interventi è rappresentato dal rischio di sversamento in alveo di sostanze inquinanti, quali cemento o oli combustibili. Al fine di tutelare la popolazione degli ambienti acquatici durante la fase di cantiere verranno fatti adottare opportuni accorgimenti che rendano minimo il rischio di contaminazione delle acque, quali: - durante le fasi di getto del calcestruzzo per la formazione del canale di scarico, la portata fluente dovrà essere opportunamente deviata dalla zona di lavoro, affinché il cemento non entri in contatto con l’acqua del torrente; - ogni vasca, cisterna o deposito di sostanze potenzialmente inquinanti dovrà essere impermeabilizzato e dotato di sistema stagno di accumulo di sversamenti accidentali; - il lavaggio dei mezzi d’opera dovrà avvenire in aree lontane dai corsi d’acqua; - le maestranze e gli operai dovranno avere a disposizione in cantiere sevizi igienici a norma.

Per quanto attiene agli effetti negativi nei confronti della popolazione ittica conseguenti alla riduzione di portata in alveo dovuta alla nuova derivazione idroelettrica proposta, si osserva quanto segue: - il prelievo non interessa la fase di magra invernale del torrente, più delicata per la fauna ittica; il periodo dell’uso idroelettrico coincide infatti con quello dell’uso irriguo (1 aprile – 15 ottobre); - non si tratta di fatto di un nuovo prelievo di risorsa dal corso d’acqua, ma di un uso diverso di acqua già concessa; come noto, rispetto al titolo già concesso, l’uso idroelettrico non comporta incremento dei valori medi e massimi del prelievo; - la domanda per l’uso idroelettrico avviene in concomitanza ad una serie di azioni volte alla riduzione dei prelievi ad uso irriguo sul torrente Rabbiés, quali la conversione degli impianti di irrigazione al sistema a goccia; in particolare, la messa in opera dell’impianto idroelettrico avverrà contemporaneamente all’intervento di connessione con la condotta irrigua che alimenta i Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana e quindi con la dismissione dell’opera di presa a cui ora attingono quei territori, con un beneficio per il torrente di 140 l/s (concessione R/0418); - in ogni caso, il prelievo avverrà garantendo nel torrente Rabbiés opportune portate residue in alveo, pari a 2 volte il DMV invernale.

Alla luce di queste osservazioni, si può concludere che la sottrazione d’acqua dovuta alla messa in funzione del nuovo impianto idroelettrico non sarà tale da interferire significativamente sulla popolazione ittica; sia perché il prelievo non interesserà il periodo invernale in cui si svolgono le dinamiche del ciclo riproduttivo, sia perché anche nel resto dell’anno non si genera nel corso d’acqua un peggioramento rispetto

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alla situazione pregressa, oltre al fatto che il prelievo sarà tale da garantire elevate portate residue in alveo e rispettare la variabilità stagionale (morbida estiva). Si osserva, infine, che il progetto non prevede la realizzazione di opere trasversali nell’alveo del torrente che possano generare un’interruzione della continuità fluviale. Per quanto riguarda l’opera di presa già esistente, si osserva che essa è di moderna concezione ed è tale da rispettare la continuità idraulica del corpo idrico. La briglia in alveo è infatti sagomata “a scivolo”; essa inoltre è dotata di una canaletta ribassata nel corpo della briglia, conformata in modo da favorire la risalita dei pesci e in cui è sempre presente un passaggio d’acqua.

4.6 RUMORE E VIBRAZIONI Il tipo di impianto in progetto non dà origine a vibrazioni significative, e pertanto tale argomento non verrà approfondito nell’ambito della presente procedura di verifica di assoggettabilità. La caratterizzazione del clima acustico che si verrà a generare in seguito alla messa in funzione dell’impianto di produzione idroelettrica e la stima dei potenziali impatti è trattata all’interno del documento di Valutazione dell’Impatto Acustico a firma del per. ind. Luca Tomelin, al quale si rimanda. Di seguito ne vengono brevemente ripresi i contenuti. Quando si parla di rumore, è necessario distinguere tra il concetto di “emissione”, ovvero il rumore prodotto da una singola sorgente sonora, e quello di “immissione”, ovvero il rumore che si percepisce in prossimità dei ricettori per effetto di più sorgenti sonore presenti nell’ambiente esterno. Per la corretta valutazione del livello di “immissione” è necessario conoscere il clima acustico generato da tutte le altre sorgenti già presenti in zona, che in questo caso è stato solo ipotizzato. I limiti massimi di immissione e di emissione, in funzione delle classi di destinazione d’uso del territorio, sono fissati dal D.P.C.M. 14 novembre 1997; nel prospetto riportato qui di seguito (Tabella 21) se ne riassumono i contenuti.

Limiti massimi di immissione Limiti massimi di emissione Diurno Notturno Diurno Notturno Classi di destinazione d’uso del (6.00-22.00) (22.00-6.00) (6.00-22.00) (22.00-6.00) territorio I aree particolarmente protette 50 40 45 35 II aree prevalentemente residenziali 55 45 50 40 III aree di tipo misto 60 50 55 45 IV aree di intensa attività umana 65 55 60 50 V aree prevalentemente industriali 70 60 65 55 VI aree esclusivamente industriali 70 70 65 65

Tabella 21: limiti massimi di immissione e di emissione (D.P.C.M. 14/11/1997).

La zonizzazione acustica del Comune di Malè classifica l’area di intervento come “Aree particolarmente protette” (Classe I – colore bianco), quindi con valori limite assoluti di immissione di 50 dB(A) nel periodo di riferimento diurno e di 40 dB(A) in quello notturno; le più vicine abitazioni ad uso residenziale della frazione di Magras ricadono invece in “Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale” (Classe II – colore giallo), quindi con valori limite di 5 dB(A) più elevati. Si veda al riguardo la successiva Figura 20.

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Figura 20: estratto della zonizzazione acustica del Comune di Malè; in verde l’area di intervento.

I ricettori acustici potenzialmente più esposti alla rumorosità prodotta dalla centrale idroelettrica sono due, entrambi ubicati a monte della strada provinciale:

- R1: si tratta di una stalla con fienile; dista 130 m dalla centralina e ricade in Classe I;

- R2: si tratta di una abitazione; dista 150 m dalla centralina e ricade in Classe II.

Nella Valutazione viene preso in considerazione solo il ricettore R 2 in quanto edificio residenziale; il

ricettore R 1, invece, essendo di fatto sede di un’attività lavorativa, è esso stesso fonte di disturbo sonoro.

Gli impatti di natura acustica che si generano nell’area di intervento si possono distinguere tra impatti temporanei, generati in fase di esecuzione dei lavori, ed impatti permanenti, ovvero prodotti in fase di esercizio delle opere.

‹ Impatti acustici permanenti (fase di esercizio) In fase di esercizio della centrale idroelettrica, la principale sorgente sonora sarà rappresentata dalla rumorosità proveniente dal locale turbina e dal locale trasformatore per effetto del funzionamento del gruppo turbina-generatore. Le altre apparecchiature non costituiscono sorgenti sonore significative. Quale prima mitigazione degli impatti acustici, sarà fondamentale in fase di progettazione esecutiva dell’impianto idroelettrico scegliere un gruppo turbina-generatore con sistema di raffreddamento ad acqua, in quanto questo sistema permette di evitare le aperture di ventilazione verso l’esterno nel locale di alloggiamento della turbina. Unitamente a questo, si può prevedere di trattare il locale turbina con materiale fonoassorbente, al fine di ridurre la rumorosità all’interno del vano. Entrambe queste ipotesi sono state assunte come valide nello sviluppo della Valutazione acustica. Il rumore complessivo all’interno del locale turbina, dato dalla combinazione delle potenze sonore della girante e dell’alternatore, è stimato pari a 108 dB(A) sulla base di dati di letteratura e dati reperiti in internet. In funzione delle caratteristiche dell’edificio centrale e nelle ipotesi viste sopra, la rumorosità all’esterno del locale turbina sarà di 81 dB(A), mentre quella proveniente dal locale trasformatore sarà di 42 dB(A). L’edificio centrale sarà parzialmente interrato e quindi l’emissione di rumore verso l’esterno si verificherà principalmente dal prospetto sud, attraverso le pareti e le aperture di accesso alla struttura. Il livello di potenza sonora totale si ottiene quindi applicando la seguente formula:

 81 42   10 + 10  = Lw (totale) = 10 log 10 10 10  81 dB(A).  

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Si ipotizza quindi che tale pressione sonora, qui valutata in prossimità della facciata sud dell’edificio centrale, si propaghi in campo libero fino a raggiungere i ricettori sonori. Come si legge nella Valutazione acustica, il livello di pressione sonora percepito al ricettore abitativo, distante 150 m dalla centralina, risulterà pari a 29,5 dB(A) e quindi del tutto trascurabile. Si specifica, inoltre, che i ricettori si trovano a lato opposto rispetto alla facciata di accesso alla centrale e ad un’altitudine maggiore. Questa situazione determinerà un ulteriore abbattimento del suono per effetto del terreno.

‹ Impatti acustici temporanei (fase di cantiere) Durante la fase di realizzazione delle opere, l’impatto acustico prodotto nell’area di intervento sarà dato dalla permanenza di macchinari che eseguono specifiche lavorazioni, a cui è solitamente associata un’elevata emissione sonora. Si deve comunque tener conto che gli impatti acustici associati alla fase di cantiere rappresentano un disturbo solo temporaneo, destinato a concludersi con la fine dei lavori; essi inoltre riguardano unicamente il periodo di riferimento diurno (6.00-22.00), in quanto le lavorazioni sono eseguite esclusivamente di giorno. Come si legge nella Valutazione acustica, si stima che la compresenza di più macchinari in cantiere dia origine ad una potenza sonora complessiva di 100,5 dB(A). Per effetto della propagazione in campo libero, il livello di pressione percepito al ricettore abitativo (distanza 150 m) risulterà pari a 49,0 dB(A).

La Valutazione conclude osservando che per il ricettore R 2, inserito in Classe acustica II, saranno rispettati i limiti acustici di emissione e di immissione; anche il valore differenziale di immissione diurno non sarà superato.

‹ Conclusioni Si conclude quindi affermando che la messa in esercizio dell’impianto idroelettrico sarà tale da non arrecare alcun impatto acustico significativo presso gli edifici abitativi più vicini alla centrale. La Valutazione acustica evidenzia inoltre che la tipologia edilizia adottata per il fabbricato centrale, gli accorgimenti costruttivi previsti e la posizione dello stesso, permettono di rispettare i valori assoluti di emissione e differenziali di immissione presso i ricettori. Si prevede, infine, l’esecuzione di un monitoraggio acustico in fase di esercizio dell’impianto. Qualora si riscontrasse che le valutazioni qui sviluppate non fossero verificate, sarà necessario incrementare il potere fonoisolante del locale turbina mediante l’impiego di appositi pannelli fonoassorbenti.

4.7 CAMPI ELETTROMAGNETICI L’assetto normativo in materia di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici è governato dalla Legge 22 febbraio 2001, n. 36 denominata appunto “Legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. I limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità sono contenuti nei D.P.C.M. di data 8 luglio 2003, distinguendo tra: - gli elettrodotti (frequenza di rete 50 Hz); - gli impianti di telecomunicazione (frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz).

Per la definizione delle fasce di rispetto delle linee elettriche, il testo di riferimento è il D.M. 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti”. Le opere in progetto non prevedono interventi connessi al potenziamento di impianti di telecomunicazione (campo di frequenza tra 100 kHz e 300 GHz), mentre sono previsti interventi di collegamento alla rete di distribuzione elettrica (campo di frequenza 50 Hz).

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Per quanto riguarda la situazione attuale in tema campi elettromagnetici connessi alla presenza di linee elettriche di trasmissione, si prende a riferimento la successiva Figura 21 e si osserva che: - la val di Rabbi non è attraversata da linee elettriche aeree ad alta tensione (123 – 220 kV) a frequenza di rete 50 Hz, mentre due elettrodotti di questo tipo percorrono la bassa val di Sole interessando il territorio amministrativo di Malè; - nel fondovalle della val di Rabbi sono presenti due elettrodotti di media tensione (20 kV), di cui uno interrato sotto la sede stradale, ed uno che corre aereo sul versante di sinistra orografica; entrambe queste linee sono attraversate dal tracciato di posa della nuova condotta forzata.

Figura 21: linee elettriche di alta e media tensione.

Esiste uno studio condotto dall’A.P.P.A. e dall’Istituto Trentino di Cultura (ITC-irst) in materia di “Impatto ambientale da campi elettrici e magnetici a frequenza di rete”, con il quale vengono esposti i risultati del monitoraggio puntuale dei valori di intensità di campo elettrico e induzione magnetica generati dalle linee elettriche ad alta tensione, in ambienti residenziali della provincia di Trento. Lo studio tuttavia non comprende punti di monitoraggio prossimi all’area di intervento; tanto è vero, come già evidenziato, che la val di Rabbi non è attraversata da linee ad alta tensione. Si riportano i risultati delle misure del campo elettrico e del campo magnetico raccolte in val di Sole (Tabella 22); tali valori, monitorati rispettivamente a Carciato () e a , si possono considerare rappresentativi anche della zona di Malè. Si osserva che i valori di induzione magnetica rilevati durante i monitoraggi eseguiti in val di Sole sono tutti ben al di sotto dell’obiettivo di qualità (3 µT) indicato dal D.P.C.M. 8 luglio 2003, mentre i valori di campo elettrico sono inferiori al limite di esposizione (5 kV/m) indicato dallo stesso D.P.C.M. 8 luglio 2003.

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Carciato di Dimaro Vermiglio Data del monitoraggio 25-26/08/1998 19-20/08/1998 Induzione magnetica Valore massimo 0,8 µT 0,7 µT Valore minimo 0,2 µT 0,2 µT Valore Medio 0,4 µT 0,2 µT Campo elettrico Valore 940 V/m 1610 V/m

Tabella 22: risultati dei monitoraggi (fonte: A.P.P.A. e ITC-irst).

Per quanto concerne la distribuzione dell’energia elettrica, l’impianto in progetto prevede: - la messa in funzione all’interno della centralina di una turbina ad acqua con alternatore di tipo sincrono trifase, tensione 0,4 kV e potenza 600 kW; - l’installazione presso l’edificio centrale di un trasformatore elevatore da bassa a media tensione, avente potenza nominale di 600 kVA; - la posa di un cavidotto interrato di media tensione del tipo a cavo cordato ad elica per l’allacciamento dell’impianto idroelettrico alle linee di distribuzione esistenti.

La messa in funzione dell’impianto idroelettrico in progetto induce la formazione di nuovi campi elettromagnetici, rispettivamente nell’intorno dell’alternatore e del trasformatore e lungo l’allacciamento elettrico di media tensione. Si osserva, in primis, che tali nuovi campi indotti non coinvolgono luoghi tutelati ai sensi dell’art. 4, comma 1 lettera h) della Legge n. 36/2001, quali aree di gioco per l’infanzia, ambienti abitativi, ambienti scolastici, strutture sanitarie e altri ambienti adibiti alla permanenza di persone per tempi superiori alle quattro ore. Per la determinazione delle fasce di rispetto, ovvero di quelle fasce in cui valore di induzione magnetica può essere maggiore o uguale all’obiettivo di qualità di 3 µT indicato dal D.P.C.M. 8 luglio 2003, si fa riferimento alle Linee guida pubblicate da Enel Distribuzione S.p.A. per l’applicazione del D.M. 29 maggio 2008 relativamente al calcolo della distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine elettriche. In particolare, attingendo a tale documento, si evince che:

- la linea di media tensione realizzata con cavo cordato ad elica genera un campo magnetico di minima intensità, tanto da rendere superfluo il calcolo della fascia di rispetto; in particolare, nel caso di linea interrata, come quella prevista dal presente progetto, si esclude che la fascia di rispetto possa emergere rispetto alla profondità di posa; si prenda ad esempio il caso riportato nella successiva figura estratta delle Linee guida di Enel.

Figura 22: estratto della fig.1 delle Linee guida di Enel.

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- la cabina di trasformazione (locale trafo della centralina) in cui verrà installato il trasformatore potenza nominale 600 kVA determina una fascia di rispetto prossima a 2,00 m; per il calcolo si fa riferimento agli esempi riportati nelle Linee guida di Enel per le cabine secondarie.

Figura 23: estratto dell’Allegato B alle Linee guida di Enel.

4.8 PAESAGGIO E BENI CULTURALI L’impianto idroelettrico oggetto del presente procedimento di verifica di assoggettabilità sottende l’ultimo tratto del torrente Rabbiés, a partire dalla località Scolari dove si posiziona l’opera di derivazione dell’acqua, fino ad arrivare in prossimità dell’abitato di Magras, dove trovano posto l’edificio centrale e gli organi di restituzione dell’acqua turbinata. Il contesto in cui si collocano le opere è quindi quello del tratto terminale della val di Rabbi, grossomodo compreso tra il conoide formato dal rio Salecci e l’apertura verso la bassa val di Sole. La tavola G03 allegata a questo lavoro di Screening offre un inquadramento su fotografia aerea dell’area.

‹ La val di Rabbi La val di Rabbi è una tipica vallata alpina e rappresenta uno degli ambienti più caratteristici del Trentino, sia per il paesaggio naturale che la contraddistingue, sia per l’intervento antropico profondamente unitario. Solcata al centro dal corso del torrente Rabbiés, ha un’evidente conformazione a “V”, con ripidi fianchi boscosi e rocciosi. Il paesaggio è dominato dai verdi versanti, fitti di boschi di conifere e inframmezzati dalle praterie, incorniciati dalle cime innevate del gruppo dell’Ortles-Cevedale, mentre sul fondovalle dominano le praterie, spesso interessate da conoidi alluvionali e canaloni di valanga. La ricchezza d’acqua connota questo territorio alpino, punteggiato da laghi d’alta quota e segnato ai fianchi dal passaggio di ripidi torrenti, spesso accompagnati da importanti cascate nella roccia. In un ambiente di straordinaria suggestione, si inseriscono le varie frazioni, sparse sui due versanti della valle, delle quali le più importanti sono Pracorno, San Bernardo e Piazzola. Il paesaggio rurale è caratterizzato dai tipici masi, preziosi esempi di spontanea architettura contadina, che si estendono dalla valle fino al limitare del bosco, e dalle baite destinate ad abitazione, frutto della ristrutturazione di questi antichi casolari di cui è stata rispettata la tipologia originaria. Queste strutture sono costituite dalla parte più alta in legno, adibita a fienile, e dallo zoccolo in pietra che ospita la stalla, dove molti contadini del luogo custodiscono tutt’ora i propri bovini nella maggior parte dei mesi dell’anno.

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Figura 24: la val di Rabbi in loc. Scolari, con l’opera di presa sul torrente Rabbiés (foto di sinistra), e appena a monte dell’abitato di Magras (foto di destra).

L’economia della valle si basa sull’allevamento, la lavorazione del legname ed il turismo naturalistico e termale. I punti di forza della valenza turistica di questo territorio sono rappresentati dall’ampia offerta escursionistica delle sue montagne, dalla natura integra e autentica dei luoghi, ben protetta e valorizzata dalla presenza del Parco Nazionale dello Stelvio, dal centro termale alle Fonti di Rabbi, famoso per le proprietà curative della sua acqua ferruginosa, nonché dalla conservazione delle tradizioni, dall’attaccamento al territorio e da un forte senso d’identità della gente del posto. Lo stretto fondovalle, già segnato dal corso del torrente Rabbiés, è percorso dalla strada provinciale n. 86, unica via di comunicazione a servizio dell’intera vallata.

‹ L’area di intervento L’area di intervento in cui si inseriscono le nuove opere da realizzare, quali l’ultimo tronco di condotta forzata e l’edificio centrale, si colloca al termine della val di Rabbi, in prossimità dell’abitato di Magras. Mentre la condotta forzata discende rapida il versante di sinistra orografica, attraversando la strada provinciale, l’edificio che alloggerà l’impianto idroelettrico si adagia in un pianoro di fianco al torrente. Il contesto è quello agricolo, marginale al centro abitato, contraddistinto dalla presenza di alcune stalle di bovini, dove gli ultimi impianti di coltivazione della mela si insinuano tra i prati a sfalcio. La zona rappresenta, infatti, un’area di transizione tra l’ambito agricolo della bassa val di Sole, dove la mitezza del clima ha favorito lo sviluppo della coltivazione della mela, con ottimi risultati a livello di qualità del prodotto, ed il contesto prettamente zootecnico della val di Rabbi. Superati in quota gli appezzamenti coltivati, il versante di sinistra orografica, ben esposto e soleggiato, lascia il posto ad un apprezzabile bosco di latifoglie mesofile cresciuto su di un substrato di praterie aride, il cui indubbio valore ha meritato il riconoscimento di Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C. di “Arnago”). In destra idrografica, invece, appena superato il corso del torrente Rabbiés, domina un fitto bosco di conifere. Il tracciato individuato per la posa della nuova condotta forzata si snoda sul versante sinistro della valle, inizialmente lungo una piccola strada interpoderale con fondo cementato, per poi proseguire, oltrepassata la strada provinciale, seguendo un’altra pista sterrata di accesso ai fondi. Successivamente il percorso della condotta continua lungo la linea di confine tra due fondi agricoli, lungo quella che sarà la nuova pista di accesso all’edificio centrale.

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Figura 25: area di localizzazione degli interventi (condotta forzata ed edificio centrale).

Il manufatto che alloggerà l’impianto idroelettrico si posiziona a ridosso della fascia alberata che segue il corso del torrente Rabbiés, in un piccolo lembo di terreno incolto a valle di un frutteto.

‹ Impatto delle opere e mitigazioni La realizzazione delle opere non determina alcun tipo di influenza a danno di beni culturali, architettonici o storici presenti nel contesto della val di Rabbi e della bassa val di Sole, né a danno di elementi caratteristici dell’identità territoriale, come già era emerso dall’analisi dettagliata delle cartografie del Piano Urbanistico Provinciale. Allo stesso modo, la localizzazione degli interventi programmati è tale da non destare alcuna forma di disturbo né alle aree turistiche e ricettive, né alla aree prettamente residenziali. Inoltre, la realizzazione delle opere non coinvolge aree boscate né siti di particolare valenza ambientale; l’intervento resta esterno al perimetro del S.I.C. di “Arnago” e completamente ininfluente nei confronti della sua conservazione. Per quanto riguarda, nello specifico, la posa della condotta forzata, essa non determina nessun impatto a livello di percezione visiva, se non per la breve fase della cantierizzazione. Alla fine dei lavori non sarà visibile alcun segno di alterazione del territorio, anche grazie alla scelta di un tracciato che predilige l’uso di piste interpoderali esistenti. Infine, un’attenta programmazione delle azioni di ripristino dei suoli coinvolti dal cantiere, quale la sistemazione dei piani e la repentina semina delle aree verdi con un miscuglio di semenze che rispecchi le specie autoctone, contribuiranno al buon esito dell’intervento. La collocazione dell’edificio centrale ricade in una zona di poco pregio, indicata come “Agricola di interesse primario” dal P.R.G. del Comune di Malè, ma in realtà assolutamente inadatta ad essere coltivata, data l’eccessiva vicinanza alle acque del Rabbiés. Conferma di questo si ha dal fatto che allo stato attuale questa porzione dell’appezzamento agricolo è lasciata incolta. Il manufatto previsto per l’alloggiamento della componente elettromeccanica presenta dimensioni decisamente contenute, sia come pianta (13,00 x 6,60 m), sia come altezza fuori terra (h max 4,60 m). Il prospetto nord dell’edifico risulterà completamente interrato, come pure la copertura dello stesso (tetto piano a giardino). I prospetti est e ovest saranno entrambi parzialmente interrati, mentre aperta alla vista sarà solo la facciata sud del manufatto, dove si localizzano i punti di accesso ai locali. Le pareti esterne della centralina saranno intonacate di colore bianco, mentre i serramenti saranno in alluminio. Il canale di restituzione dell’acqua turbinata sarà completamente interrato, ad eccezione del punto di sbocco. L’edificio centrale sarà praticamente nascosto alla vista per chi guarda da monte verso valle, mentre risulterà chiaramente percepibile solo posizionandosi in prossimità del corso d’acqua. La sua presenza non sarà percepita dalle abitazioni presenti in zona, mentre percorrendo la strada provinciale in direzione di Malè sarà possibile, per un breve intervallo, la vista di una piccola porzione del manufatto (prospetto ovest).

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Leggermente più evidente risulterà la pista di accesso a servizio dell’impianto idroelettrico; si tratta comunque di una stradina di modeste dimensioni con pavimentazione in misto stabilizzato, perfettamente inserita nel contesto agricolo dei luoghi.

Figura 26: sistemazioni esterne nell’ambito dell’edificio centrale.

Il disturbo visivo maggiore si verificherà durante la fase di realizzazione delle opere, in conseguenza alle operazioni di scavo e movimento terra, nonché per la presenza del cantiere edile. La distanza dell’area di intervento dai principali ricettori visivi e le dimensioni contenute dei manufatti da realizzare contribuiranno certamente a limitare la misura dell’impatto. Inoltre, l’impegno a contenere al minimo l’occupazione delle aree non strettamente necessarie al cantiere e a completare le lavorazioni in tempi brevi, saranno di ulteriore mitigazione al disturbo arrecato. A conclusione dei lavori, di fondamentale importanza sarà il ripristino ordinato di tutte le superfici manomesse ed il recupero della componente erbacea mediante l’uso di sementi selezionate. Per ultimo si ricorda che, come evidenziato dall’analisi dei contenuti del P.G.U.A.P., l’area di imposta dell’edificio centrale costituisce un ambito fluviale di interesse paesaggistico. L’obiettivo che si pone lo strumento regolatore tramite questa indicazione è quello di salvaguardare il paesaggio fluviale, con particolare riguardo al suo carattere di continuità, naturalità e fruibilità. Senza dubbio, la fase di realizzazione dell’impianto idroelettrico si pone momentaneamente in contrasto con le finalità di tutela del paesaggio fluviale, in particolare per quanto riguarda la messa in opera del canale di scarico delle acque turbinate. Al fine di limitare l’impatto, sarà necessario eseguire i lavori in modo accurato, procedendo con la dovuta cautela e limitando, per quanto possibile, le attività di scavo in prossimità del corso d’acqua; una volta eseguite le opere, si dovrà procedere rapidamente alla chiusura delle sezioni di scavo. A lavori terminati, sarà infine necessario procedere al perfetto ripristino della sponda precedentemente manomessa ed al rapido ed accurato recupero della fascia riparia, mediante la piantumazione di arbusti igrofili.

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4.9 SICUREZZA E SALUTE PUBBLICA Si espone di seguito una breve analisi delle opere in progetto in termini di potenziali effetti sulla sicurezza e sulla salute pubblica, soffermandosi su quella che sarà la fase di esercizio delle opere; per quanto concerne invece la fase temporanea di realizzazione delle opere (fase di cantiere), si osserva che una corretta gestione del cantiere ai sensi del D.Lgs. 81/2008 sarà già di per sé sufficiente ad annullare gli elementi di rischio a livello di sicurezza e salute umana.

‹ Sicurezza in fase di esercizio La fase di esercizio della centrale idroelettrica non presenta aspetti di criticità legati alla sicurezza, sia nei confronti del personale addetto alle operazioni di manutenzione e gestione, sia nel confronto di terzi. Per quanto riguarda il sistema di derivazione già esistente sul torrente Rabbiés si evidenziano i seguenti aspetti: - il canale di captazione ricavato sotto il piano della briglia è presidiato da una griglia a barre longitudinali; - i punti di manovra e gestione delle apparecchiature idrauliche presenti presso il torrente sono protetti da andatoie e parapetti metallici; - il canale di convogliamento dell’acqua captata è interamente coperto; - l’intero perimetro delle vasche di sghiaiatura, sedimentazione e filtraggio è recintato con rete in maglia d’acciaio di altezza adeguata; l’accesso è consentito solo a personale autorizzato attraverso una porta tenuta chiusa a lucchetto; - tutti i punti di passaggio all’interno delle vasche per eseguire le operazioni di pulizia e controllo sono muniti di fermapiede e parapetti metallici. In riferimento all’edificio centrale in progetto si osserva quanto segue: - la posizione scelta per l’edificio centrale fa escludere la possibilità di coinvolgimento in fenomeni di esondazione in caso di eventi di piena del torrente Rabbiés; si osserva, infatti, che l’area di imposta del nuovo fabbricato si trova ben 5 metri più in alto rispetto all’alveo del

corso d’acqua, mentre già con tiranti di 3 metri si ha il passaggio della piena centenaria (Q100 136 m3/s, fonte: Bacini Montani); - l’edificio centrale si pone, inoltre, nella parte più distale del conoide alluvionale del rio di Magras, dove le energie del materiale trasportato sarebbero ridotte con accumulo del materiale fine; - il canale di restituzione dell’acqua turbinata sarà coperto ed interrato fino al suo sbocco a metà sponda del torrente, dove una griglia in barre d’acciaio ne impedirà l’ingresso; - l’accesso ai locali dell’edificio centrale sarà consentito solo al personale autorizzato; tutte le porte saranno munite di serratura e mantenute chiuse; - per evitare la caduta accidentale dal piano di copertura dell’edificio, sarà posizionata lungo il suo perimetro una recinzione metallica.

‹ Salute pubblica La messa in esercizio dell’impianto idroelettrico non comporta rischi per la salute umana. Si osserva infatti quanto segue: - l’acqua che aziona l’impianto idroelettrico è derivata dal torrente Rabbiés e può presentare i problemi di contaminazione comuni alle acque superficiali (presenza virus e batteri connessi alla concimazioni dei campi o allo scarico di reti fognarie); in ogni caso, la gestione dell’impianto non prevede alcun contatto diretto con l’acqua stessa;

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- la gestione dell’impianto non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche; solo all’interno del trasformatore di potenza possono essere contenute, oltre all’olio minerale, altre sostanze nocive; si tratta però di un sistema chiuso ed isolato; in caso di rottura accidentale dell’apparecchio, l’olio e le altre sostanze in esso contenute saranno raccolte all’interno di una vaschetta e opportunamente smaltite; - la messa in funzione dell’impianto non darà origine a vibrazioni significative che possano coinvolgere le zone residenziali; - l’emissione sonora dovuta all’azionamento del gruppo turbina-generatore sarà tale da non arrecare alcun impatto acustico significativo nei confronti degli edifici abitativi più vicini alla centrale; - i campi elettromagnetici indotti dalla cabina di trasformazione e dal nuovo allacciamento elettrico sono minimi e non coinvolgono luoghi tutelati.

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5 CONCLUSIONI

5.1 RISPETTO DEI CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Si fornisce di seguito un’analisi del progetto alla luce dei criteri di sostenibilità elencati nel “Documento di valutazione della sostenibilità ambientale” redatto dall’A.P.P.A. – Unità Organizzativa per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (UO VIA) nel 2007 in risposta alle prime domande a derivare acqua dal Rabbiés per uso idroelettrico.

ATM-01 L’intervento punta alla massimizzazione della produzione idroelettrica, pur rimanendo nei limiti della concessione d’acqua ad uso irriguo già in titolo al Consorzio. SUO-01 Il progetto prevede interventi minimi di scavo in alveo e lungo le sponde. L’impianto idroelettrico utilizza infatti la stessa opera di presa già esistente in loc. Scolari, senza necessità di doverla modificare, e non sono previsti attraversamenti del corso d’acqua. Solo per la formazione del canale di scarico verrà interessato un breve tratto di sponda del torrente Rabbiés. SUO-02 Il trasferimento dell’acqua all’impianto idroelettrico avverrà in massima parte attraverso la condotta di adduzione irrigua esistente (oltre 3.500 m), e solo per un breve tratto con un nuovo tubo da posare (200 m), il cui tracciato si sviluppa prevalentemente lungo strade agricole. La condotta forzata si mantiene esterna alla fascia di rispetto idraulico del torrente Rabbiés e si esclude che possa essere interessata da eventuali fenomeni di esondazione del rio di Magras. IDR-01 La nuova derivazione ad uso idroelettrico non costituisce un nuovo prelievo dal Rabbiés, ma solo un utilizzo diverso di acqua già concessa, per cui non va a ledere i diritti delle utenze esistenti a valle. Inoltre il prelievo avverrà rilasciando una portata di rispetto superiore al DMV. IDR-02 L’edificio centrale è esterno ad una fascia di 10 m individuata a partire dalla linea di scorrimento del Rabbiés; solo il piazzale antistante rientra parzialmente in questa fascia. Il rischio idraulico è minimo in quanto l’edificio si pone in sponda interna dell’ansa fluviale e circa 5 metri al di sopra dell’alveo fluviale. Il canale di scarico è ben inclinato rispetto all’andamento del torrente. Nei confronti del rio di Magras, l’edificio centrale si pone nella porzione più distale del conoide alluvionale, dove le energie del materiale trasportato risultano ridotte. VEG-01 La realizzazione delle opere ha un impatto minimo nei confronti della fauna terrestre, sia per la dimensione contenuta delle opere da realizzare, sia per l’alto livello di antropizzazione dei siti coinvolti. Non si ritiene pertanto necessario intervenire sulla programmazione delle attività di cantiere ai fini di tutelare le fasi riproduttive della fauna terrestre. VEG-02 L’area di intervento si pone in un contesto agricolo caratterizzata dalla presenza di formazioni prative fortemente condizionate dalla presenza dell’uomo; in ogni caso il progetto prevede il ripristino ordinato di tutte le superfici manomesse ed il recupero della componente erbacea mediante l’uso di sementi selezionate che rispecchino le specie autoctone. FAU-01 L’organizzazione delle attività lavorative previste dal progetto presume di non operare nel contesto dell’alveo nei mesi da novembre a marzo; i lavori di scavo in prossimità dell’alveo per la formazione del canale di scarico saranno preceduti da un intervento di deviazione della portata verso la sponda opposta.

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FAU-02 Gli interventi in progetto non influiscono in alcun modo con la continuità del flusso idrico in alveo; anche l’opera di presa esistente rispecchia già tali requisiti. FAU-03 Successivamente alla formazione del canale di restituzione della portata turbinata, il progetto prevede il perfetto ripristino della sponda manomessa ed il rapido ed accurato recupero della fascia riparia, mediante la piantumazione di arbusti igrofili. L’opera di presa esistente in loc. Scolari non è tale da richiedere un suo rifacimento ai fini della riqualificazione morfologica dell’alveo. FAU-04 Il prelievo ad uso idroelettrico non interessa il periodo invernale, in quanto mantiene lo stesso intervallo di derivazione già previsto per l’uso irriguo. Per il mese di aprile è chiesta una portata massima di soli 170 l/s, quindi di molto inferiore a quella domandata sul resto del periodo (390 l/s) e comunque subordinata all’uso irriguo. FAU-05 Il progetto non prevede interventi volti al restauro delle popolazioni indigene di trota marmorata, in quanto questo aspetto non rientra nella competenza del Consorzio proponente. ECO-01 Ai fini del mantenimento della qualità delle acque, si osserva che: - la nuova derivazione ad uso idroelettrico non rappresenta un nuovo prelievo d’acqua dal Rabbiés, ma solo un utilizzo differente di acque già concesse; - contemporaneamente alla messa in funzione dell’impianto idroelettrico avverrà la dismissione della derivazione di 140 l/s che attualmente serve i Consorzi di Malè, Monclassico-Presson e Croviana; - il prelievo ad uso idroelettrico non avviene durante la fase di magra del torrente (mesi da dicembre a marzo). ECO-02 Il recupero della fascia riparia è previsto dal progetto limitatamente all’area di intervento, nei pressi dell’edificio centrale. Altrove non sono previsti interventi volti alla riqualificazione ambientale ed ecologica del corso d’acqua. ECO-03 L’impianto in progetto non si presta al funzionamento in cascata con altri impianti presenti lungo il corso del Rabbiés. La sua messa in funzione, tuttavia, non sarà tale da generare evidenti fenomeni di hydropeaking , sia per i valori modesti della portata turbinata rispetto alle portate che permangono in alveo, soprattutto nel periodo di morbida, sia per la non regolarità del suo funzionamento, subordinato ad altri fattori (disponibilità d’acqua e utilizzo irriguo). Il progetto, inoltre, non prevede interventi in alveo, ad eccezione del canale di scarico della portata turbinata. AGR-01 Il tracciato della condotta forzata, seppur molto breve, si sviluppa prevalentemente lungo strade interpoderali esistenti. Inoltre, il tubo di alimentazione dell’impianto idroelettrico verrà posato contemporaneamente con il tubo ad uso irriguo previsto per collegare la condotta principale del Consorzio della Bassa Val di Sole ai territori di Malè, Monclassico-Presson e Croviana. AGR-02 Il progetto non prevede alcuna proposta di intervento ai fini del trattamento dei reflui civili e zootecnici, in quanto questo aspetto non rientra nella competenza del Consorzio proponente. SAL-01 Il tracciato della condotta da posare non interessa aree di rispetto o protezione di opere di captazione ad uso potabile. RUM-01 L’impianto idroelettrico genererà, in prossimità dei ricettori, livelli di pressione sonora molto modesti. Qualora fosse ritenuto necessario, si potrà incrementare il potere fonoisolante dell’edificio mediante l’impiego di appositi pannelli fonoassorbenti. RUM-02 È prevista l’esecuzione di un monitoraggio acustico in fase di esercizio dell’impianto.

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RAD-01 L’allacciamento elettrico in media tensione tra l’edificio centrale e la rete esistente sarà interrato. RAD-02 L’edificio centrale sarà parzialmente interrato. PAE-01 Non sono previste opere di regimazione idraulica, ad eccezione del solo canale di restituzione delle acque turbinate. PAE-02 La portata di rispetto è proposta pari a 930 l/s, corrispondente a 2 volte il DMV da P.G.U.A.P. per il periodo invernale. PAE-03 La fascia arbustiva igrofila lungo le sponde del Rabbiés verrà ripristinata limitatamente all’area di intervento, in sponda sinistra del torrente. Altrove non sarà possibile intervenire con azioni analoghe, in quanto questo tipo di opere non sono di competenza del Consorzio proponente. PAE-04 L’edificio centrale presenta dimensioni molto contenute e sarà parzialmente interrato. L’unica parte interamente visibile sarà la facciata sud del manufatto, dove si localizzano le porte di accesso ai locali; le pareti saranno intonacate di colore bianco, mentre i serramenti saranno in alluminio.

Fondo, 15 febbraio 2016.

Redatto da:

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