Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo. Inventario dell'archivio storico (1640, copia - 1952)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i Beni librari e archivistici 2005

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2005. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n.n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

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Albero delle strutture

Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1640 - 1998 Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1680 - 1998 Registri dei nati e battezzati, 1685 - 1955 Registri dei matrimoni, 1681 - 1968 Registri dei morti, 1680 - 1998 Registri degli esposti, 1832 - 1883 Registri degli ammessi alla Prima Comunione, 1914 - 1957 Registri dei cresimati, 1859 - 1979 Stati delle anime, 1842 - 1914 Registri dei consensi paterni, 1818 - 1901 Registri degli sponsali, 1913 - 1935 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1899 - 1959 Atti matrimoniali, 1823 - 1952 Registri degli avvisi, 1919 - 1954 Diari delle messe avventizie, 1913 - 1957 Diari personali delle messe, 1920 - 1930 Registri delle elemosine, 1915 - 1967 Registri dei legati, 1763 - 1935 Registri di amministrazione degli enti ecclesiastici, 1773 - 1951 Registri di cassa generale, 1931 - 1935 Registri di associazioni e opere pie, 1898 - 1954 Protocolli degli esibiti, 1871 - 1958 Carteggio e atti, 1683 - 1958 Chiesa di Sant' Osvaldo in Bedollo, 1640 - 1959 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1760 - 1870 Urbari, 1769 - 1769 Verbali delle riunioni di fabbriceria, 1919 - 1919 Registri delle offerte, 1947 - 1958 Registri di cassa, 1913 - 1959 Resoconti, 1834 - 1952 Carteggio e atti, 1640 - 1957 Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1712 - 1959 Partitari, 1884 - 1884 Carteggio e atti, 1712 - 1959 Primissaria di Bedollo, 1728 - 1935 Registri di amministrazione, 1760 - 1793 Carteggio e atti, 1728 - 1935

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Legato Ticò di Bedollo, 1727 - 1911 Registri di amministrazione, 1727 - 1846 Carteggio e atti, 1732 - 1911 Confraternita del Santissimo Sacramento in Bedollo, 1745 - 1966 Registri degli iscritti, 1789 - 1966 Registri delle rese di conto, 1746 - 1951 Registri dei verbali delle riunioni, 1921 - 1955 Carteggio e atti, 1745 - 1937 Confraternita del Santissimo Rosario in Bedollo, 1706 - 1950 Registri degli iscritti, 1895 - 1950 Carteggio e atti, 1706 - 1902

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1680 novembre 29 - 1919 maggio 14 Successori: Parrocchia di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1919 maggio 15 -

Parrocchia di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1919 maggio 15 - Predecessori: Curazia di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1680 novembre 29 - 1919 maggio 14 Assorbe : Chiesa di Sant'Osvaldo, Bedollo, sec.XIII - 1987 gennaio 24

Pia unione delle figlie di Maria, Bedollo, 1932 giugno 10 - [1943]

Chiesa di Sant'Osvaldo, Bedollo, sec.XIII - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1919 maggio 15 - E' matrice di : Chiesa della Madonna del Buon Consiglio, Brusago (Bedollo), 1766 - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo, Bedollo, 1680 novembre 29 - 1987 gennaio 24

Primissaria di Bedollo, Bedollo, 1720 agosto 18 - [1935]

Legato Ticò di Bedollo, 1727 agosto 27 - [1911]

Confraternita del Santissimo Sacramento, Bedollo, 1745 giugno 1 - [1966]

Confraternita del Santissimo Rosario, Bedollo, 1706 luglio 26 - [1950]

5 superfondo Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1640 - 1998

regg. 66, quadd. 6, fascc. 42, bb. 7

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. L'archivio storico della parrocchia di Bedollo si trova conservato nella neo restaurata canonica. Al momento del riordino la documentazione era depositata in una stanza della canonica di Brusago, in attesa della conclusione dei lavori a Bedollo. Il documento più antico conservato in archivio è la copia di un atto del 1640 relativo alla costituzione di un censo a favore della chiesa di Sant' Osvaldo, qui rappresentata dal sindaco Tommaso fu Giovanni Maria Stelzer. La tenuta delle matricole ha inizio con le registrazioni dei morti, la prima delle quali data 9 dicembre 1680, pochi giorni dopo l'erezione della cura d'anime; seguono le registrazioni dei matrimoni dal 10 settembre 1681; le registrazioni di nati e battezzati partono dal 27 aprile 1685 (1). In archivio sono inoltre presenti alcuni "instrumenta" di privati a partire dal 1683, qui depositati a garanzia della custodia. Nel corso degli anni l'archivio non ha subito particolari danni e non presenta lacune rilevanti.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 22 giugno 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

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Il carteggio, non particolarmente consistente, è comunque ricco di documenti di particolare valore storico, si pensi per esempio all'atto relativo alla concessione del fonte battesimale (1685), agli atti di erezione delle confraternite del Santissimo Rosario (1706) e del Santissimo Sacramento (1745), alla concessione di privilegio all'altare maggiore (1790) e al decreto di erezione della parrocchia (1919), solo per citarne alcuni. In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un discreto stato di conservazione.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Bedollo ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma "Sesamo". Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1952, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 22 giugno 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1952.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso

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In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista La scheda è stata compilata utilizzando le seguenti fonti archivistiche: Archivio "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo" Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)

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Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. l'introduzione alla "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

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Ente Curazia di Sant'Osvaldo 1680 novembre 29 - 1919 maggio 14

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 01/01/1680 - 31/12/1998

Storia Il paese di Bedollo sorge in straordinaria posizione panoramica nella valle di Piné. Il suo nome deriva da 'betulla', pianta che predomina nella vegetazione della zona. Il paese è in realtà formato da gruppi di masi sparsi, segno dell'antico insediamento di genti tedesche che tra Bedollo e Brusago avevano eretto intorno al XIII secolo ben 74 masi (1). Al tempo già esisteva a Bedollo una cappella che rientrava nella giurisdizione della pieve di Piné (2), possesso terriero dei canonici della Cattedrale di Trento Nella chiesa pievana di San Mauro si celebravano i battesimi, i matrimoni e i funerali di tutti i paesi della pieve, ma a poco a poco le popolazioni costituirono a proprie spese la dotazione sufficiente a mantenere un curato per i loro bisogni spirituali. Le cappelle ottennero in questo modo le attribuzioni a curazie o cappellanie, rimanendo però sempre legate e subordinate alla chiesa madre. Così avvenne anche per Bedollo (3) e con documento datato 29 novembre 1680 il Capitolo della Cattedrale di Trento vi eresse una cappellania curata, attribuendo al suo curato il diritto degli obiti, sia di stola bianca che di stola nera (4), ogni diritto riguardo ai matrimoni e tutti gli emolumenti, rendite annue e prestazioni che erano soliti avere i cappellani curati (5); le funzioni che spettavano al sacerdote erano: la celebrazione della messa nei giorni festivi, la sepoltura dei morti, l'assistenza ai matrimoni e le relative pubblicazioni, il rilascio di certificazioni, la predicazione e la dottrina cristiana, le processioni e tutte le funzioni consuete che ogni curatore d'anime era solito tenere. La tenuta delle matricole ha inizio con la registrazione relativa alla morte, avvenuta il 9 dicembre 1680, di Antonio figlio di Matteo Dallapiccola di dieci anni, sepolto nel cimitero di Sant' Osvaldo dal curato Francesco Villotto (6). Bedollo possedeva quindi un proprio cimitero, presumibilmente vicino alla chiesa, nel quale seppellire i propri morti; ciò costituiva per Bedollo un privilegio. Le registrazioni dei matrimoni, pubblicati e benedetti senza bisogno di delegazione del parroco, iniziano dal 10 settembre 1681, con la benedizione dell'unione di Michele di Giuseppe Casagranda con Anna di Giovanni Casagranda, entrambi da Bedollo. Il fonte battesimale fu concesso solo cinque anni dopo l'erezione della cura d'anime, l'8 maggio 1685 (7), ma la prima registrazione che troviamo sul registro dei nati della curazia porta la data del 27 aprile 1685. Probabilmente il curato aveva ufficiosamente già ottenuto la facoltà di battezzare, facoltà sancita ufficialmente qualche giorno dopo col decreto vescovile. Con questa concessione venne meno l'unico vincolo che teneva legata, "quoad iurisdictionem", la cura di Bedollo alla parrocchiale. Secondo l'atto del 1685 fu comunque conservato verso la matrice il dovuto onore, mantenendo l'obbligo per il cappellano di "levar ogni anno a' suoi debiti tempi li sacri oglii dal molto reverendo signor paroco di Piné et allo stesso tempo al medesimo signor vice pievano dare, pagare et sborsare troni cinque all'anno, li quali troni cinque doveranno esser pagati la metà dal detto signor cappellano curato et l'altra metà dalli homini et vicini delli detti luoghi di Bedol e Regnana, volendo e dichiarando espressamente che tutte le ragioni della parrocchiale di Piné come matrice restare debbono intate et illese e nel suo anticho vigor" (8). Con questo Bedollo era comunque 10 riconosciuta stazione di cura d'anime indipendente. Verso la metà del secolo XIX si aprì una vertenza con il parroco di Piné relativa al diritto di stola che metteva in discussione quanto sancito dal Capitolo nell'atto di erezione della cura d'anime. Ciò diede l'avvio ad una serie di "elucubrazioni" da parte del curato don Giovanni Battista Weber atte a dimostrare l'appartenenza di tale diritto alla curazia di Bedollo e di conseguenza la sua indipendenza dalla parrocchiale(9). La questione dell'indipendenza della cura si ripresentò in un'altra occasione: l'intervento di Bedollo alla processione della parrocchia nella festa del Corpus Domini. Nel 1896 l'Ordinariato respinse la richiesta di Bedollo di tenere nel proprio paese la processione, rispondendo che "l'indipendenza non vuol dire che non si abbiano a riconoscere verso la parocchia certe usanze già da tempo incorse"(10). Fu questo un nuovo pretesto per l'ennesima discussione sui diritti e doveri di Bedollo: nel 1908, dopo un altalenare di decisioni e dichiarazioni, fu definitivamente riconosciuta l'indipendenza della curazia di Bedollo (11). Pochi anni dopo, con decreto 15 maggio 1919 n. 2211, la curazia di S. Osvaldo in Bedollo fu elevata in parrocchia (12). Nella cura d'anime di Bedollo rientravano anche: - la Chiesa della Madonna delle Grazie in Regnana, elevata a parrocchia il 5 aprile 1942. - la Chiesa del Buon Consiglio in Brusago, eretta con il patronato della famiglia Toniolli da Brusago, che nel 1948 rinunciò al diritto di patronato sul beneficio curato; dal primo gennaio 1969 è parrocchia (13). Curati di Bedollo 1680-1691 Francesco Vilotto da 1691-1729 Giovanni Pietro Ticò 1730-1748 Melchiore Zatello 1748-1758 Giacomo Antonio Casagranda(e) 1758-1763 Giacomo Vilotti 1763-1767 Bartolomeo Toniolli 1767-1770 Pietro Antonio Bampi 1771-1789 Lazaro Pecci 1789-1795 Cristoforo Ioriatti 1795-1819 Domenico Bragantini 1819-1823 Simone Zeni 1823-1824 Giuseppe Gozzaldi 1824-1840 Gaspare Pompermaier 1841-1848 Giovanni Battista Weber 1849-1853 Giovanni Paisoli 1853-1866 Giovanni Casagrande 1866-1870 Tommaso Scarpa 1871-1875 Ignazio Cesconi 1876-1883 Francesco Piva 1885-1894 Nicolò Chelodi 1895-1906 Leonardo Moggioli 1906-1912 Egidio Galvan 1912-1918 Francesco Vergot 1919 gennaio-maggio Cirillo Bertoldi

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Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1680 - 1998 Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali" Altre fonti: "Bedollo dalle antiche 'regole' della montagna alla moderna cooperazione", stampato in occasione dell'inaugurazione della filiale di Bedollo della Cassa Rurale Pinetana, 25 settembre 1983 "Testimonianze di vita nel di Bedollo", a cura del volontariato del comune di Bedollo, Gardolo (Tn), 1992 Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 ANDERLE J., Maternità illegittima ed esposizione infantile nel Trentino dell'800: il Triplice Istituto delle Laste, IN: Studi trentini di scienze storiche, anno LX, n. 1, Trento, 1981 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975 KOINE' SOCIETA' COOPERATIVA (a cura di), "Parrocchia della Madonna del Buonconsiglio in Brusago- Valcava. Inventario dell'archivio storico (1782, copia - 1952)" KOINE' SOCIETA' COOPERATIVA (a cura di), "Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga di Pinè. Inventario dell'archivio storico (1356-1950) e degli archivi aggregati (1616-1950)" KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 MARTINELLI GASPERI A., Santa Maria Assunta,L'antica pieve di Baselga di Piné, Baselga di Piné 1999 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Cfr. A. Gorfer, "Alta Valsugana", pp. 200-204, estratto da "Le valli del Trentino. Trentino orientale", Calliano, 1977

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(2) In questo periodo la pieve si identificava non con la chiesa di Baselga, ma con quella della frazione di San Mauro, posta geograficamente in posizione più strategica. Verso la fine del XV secolo la sede fu trasferita in Baselga di Piné. Cfr. "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Baselga di Piné", a cura della Coop. Koinè, PAT, 2001, notizie storiche relative alla parrocchia. (3) Cfr. l'introduzione storica al "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo". (4) Si chiamano diritti di stola quegli importi che secondo una particolare prescrizione si devono corrispondere per domandate prescrizioni eccclesistiche, in riconoscenza della giurisdizione del curatore d'anime o del parroco. Per stola nera e stola bianca si intendevano i diritti che dovevano essere corrisposti per i funerali di persone adulte (stola nera) e di bambini (stola bianca). (5) Bedollo era considerata curazia di primo ordine, dipendente dalla matrice "quoad honorem" e non "quoad iurisdictionem". Il suo curato, malgrado l'appellativo di cappellano, non era paragonabile ad un semplice cooperatore sussidiario di un parroco, ma a pieno diritto era deputato a reggere una chiesa curata. Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, pp. 419-454: "Memorie ... raccolte alla rinfusa da G. Weber curato ...". (6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri dei morti", reg. 1. (7) L'atto relativo alla concessione del Fonte battesimale si trova in "Ufficio parrocchiale di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 2. (8) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 2. (9) Ibidem, "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, pp. 419-454. (10) Ibidem, "Carteggio e atti", f. 18 "Questione dell'indipendenza della curazia ...". (11) Con decreto 16 agosto 1908 n. 37921 l'I. R. Luogotenenza per il Titolo e Vorarlberg riaffermava la decisione del 25 novembre 1907 n. 29754 che stabiliva l'ndipendenza della cura d'anime di Bedollo. Cfr. "Ufficio parrocchiale di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 2. (12) Ibidem. (13) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Brusago", a cura della Coop. Koinè, PAT, luglio 2005. Cfr. inoltre "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 8, "Cose di Brusago".

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Ente Parrocchia di Sant'Osvaldo 1919 maggio 15 -

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 01/01/1680 - 31/12/1998

Storia Con decreto 15 maggio 1919 n. 2211, la curazia di Sant' Osvaldo in Bedollo fu elevata in parrocchia (1). Il 22 giugno 1919 don Cirillo Bertoldi da Susà prese possesso della parrocchia come primo parroco di Bedollo (2). Con D.M. del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, la parrocchia è stata dichiarata persona giuridica (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 197). Parroci di Bedollo 1919-1922 Cirillo Bertoldi 1022-1935 Silvio Petri 1935-1939 Francesco Zorzi 1939-1947 Domenico Fedel 1947-1959 Luigi Tessadri

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum

14 cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" (3).

Contesto generale La parrocchia di Bedollo è compresa nel decanato di Piné.

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali" Altre fonti: "Bedollo dalle antiche 'regole' della montagna alla moderna cooperazione", stampato in occasione dell'inaugurazione della filiale di Bedollo della Cassa Rurale Pinetana, 25 settembre 1983 "Testimonianze di vita nel Comune di Bedollo", a cura del volontariato del comune di Bedollo, Gardolo (Tn), 1992 Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 ANDERLE J., Maternità illegittima ed esposizione infantile nel Trentino dell'800: il Triplice Istituto delle Laste, IN: Studi trentini di scienze storiche, anno LX, n. 1, Trento, 1981 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975 KOINE' SOCIETA' COOPERATIVA (a cura di), "Parrocchia della Madonna del Buonconsiglio in Brusago- Valcava. Inventario dell'archivio storico (1782, copia - 1952)" KOINE' SOCIETA' COOPERATIVA (a cura di), "Parrocchia di Santa Maria Assunta in Baselga di Pinè. Inventario dell'archivio storico (1356-1950) e degli archivi aggregati (1616-1950)" KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964

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LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 MARTINELLI GASPERI A., Santa Maria Assunta,L'antica pieve di Baselga di Piné, Baselga di Piné 1999 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Ibidem. (2) Ibidem, "Diari delle messe avventizie", reg. 1: tra le registrazioni del giugno 1919 si trova l'annotazione relativa all'erezione. Memorie relative all'innalzamento della curazia in parrocchia redatte da don Cirillo Bertoldi, si trovano in "Chiesa di Sant' Osvaldo in Bedollo", "Registri delle rese di conto dei massari", reg. 1, pp. 1-61. (3) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

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Ente Pia unione delle figlie di Maria 1932 giugno 10 - [1943]

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 01/01/1680 - 31/12/1998

Unità prodotte Superfondo Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo, fondo Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, serie Carteggio e atti, unità Pia Unione delle Figlie di Maria, 01/01/1930 - 31/12/1932

Storia La pia unione fu istituita in Bedollo il 29 maggio 1930, eretta canonicamente nella chiesa di Sant' Osvaldo il 10 giugno 1932 ed aggregata alla matrice di Roma il primo agosto 1932.

Funzioni, occupazioni e attività Lo scopo generale di questo sodalizio era di "glorificare e compiacere al Cuore adorabile di Gesù onorando e imitando Maria Vergine Immacolata per meritare così in vita che in morte la speciale protezione di questa dolcissima nostra Madre".

17 fondo A Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1680 - 1998

regg. 56, quadd. 6, fascc. 28, bb. 5

Soggetti produttori Curazia di Sant'Osvaldo, 1680 novembre 29 - 1919 maggio 14 Parrocchia di Sant'Osvaldo, 1919 maggio 15 - Pia unione delle figlie di Maria, 1932 giugno 10 - [1943]

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

18 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1685 -1955

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da sette registri relativi alle nascite e battesimi avvenuti nella parrocchia di Bedollo. Fino al 1924 sono presenti sui registri anche i nati e battezzati di Brusago(1). I primi due registri, più antichi, sono redatti in lingua latina e in forma discorsiva, con registrazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. Gli altri registri, strutturati a tabella prestampata secondo le disposizioni governative, riportano le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Alcuni regg. riportano inoltre il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda KOINE' SOCIETA' COOPERATIVA (a cura di), "Parrocchia della Madonna del Buonconsiglio in Brusago- Valcava. Inventario dell'archivio storico (1782, copia - 1952)"

Note (1) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Brusago", a cura della Coop. Koinè, P.A.T., 2005.

A. 1. 1 "Primus liber continens baptizatos ab erectione fontis baptismalis facta sub me p. Francisco Vilotto segunzanense curato anno Domini 1685 in ecclesia Sancti Osvaldi curae Bedulii plebis Pineti" (tit. int.) 1685 aprile 27 - 1758 dicembre 13 19

Latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 140

A. 1. 2 "Liber secundus baptizatorum curae Beduli Pinetti [...]"(1) (tit. int.) 1758 dicembre 25 - 1816 dicembre 20 Alle pp. 419-454: "Memorie. Vicissitudini della curazia di Bedollo ed altre cose degne di rimarco raccolte alla rinfusa da G. Weber curato nell'anno 1845", memorie relative ai principali avvenimenti della curazia, in particolare alla questione sorta con il parroco di Piné per il diritto di stola negli obiti. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., pp. 454 Note (1) La carta di guardia sulla quale si trova la titolazione è stata incollata al piatto e poi parzialmente strappata.

A. 1. 3 "Nati nella curazia di Bedollo dall'anno 1817 al 1838 libro III" 1817 febbraio 1 - 1838 dicembre 22 Alle cc. sd 113-115: registrazioni di nati presso l'Istituto delle partorienti alle Laste in Trento e affidati a famiglie di Bedollo e Brusago "per esser allevati", 1832 apr. 29-1834 set. 7 (1). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 115 Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri degli esposti", reg. 1 dove sono riportate queste registrazioni. Gli estremi cronologici sono relativi alle date di consegna dei bambini alle famiglie "custodi".

A. 1. 4 "N. IV Libro. Registro dei nati di Bedol dell'anno MDCCCXXXIX" 1839 gennaio 16 - 1865 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 174

A. 1. 5 "Nati e battezzati nella curazia di Bedollo 1866-1893" 1866 gennaio 5 - 1893 dicembre 30 Sulla c. di guardia: annotazione relativa alla "iscrizione sulla campana detta la Maura". Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 148

A. 1. 6 "Registro VI dei nati e battezzati nella curazia di Bedollo ab a[nno] 1894 ad a[nnum] 1909" 1894 gennaio 1 - 1910 febbraio 13 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 97

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A. 1. 7 "Registro VII dei nati e battezzati nella curazia di Bedollo ab a[nno] 1910 ad a[nnum] 1955" 1910 gennaio 14 - 1955 dicembre 8 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc sd 201

21 serie 2 Registri dei matrimoni, 1681 - 1968

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie è formata da sei registri. Il primo registro, più antico, è redatto in forma discorsiva, con indicazione della data del matrimonio, dei nomi degli sposi, del ministro celebrante e dei testimoni. Gli altri registri, strutturati a tabella prestampata, riportano secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, l'indicazione delle avvenute pubblicazioni, la segnalazione di eventuali dispense, i nomi del ministro celebrante e dei testimoni, e la condizione sociale di questi ultimi. Sull'ultimo registro i matrimoni sono registrati secondo la formulazione entrata in vigore con le nuove norme concordatarie.

A. 2. 1 "Liber coniunctos matrimonio continens ex cura Beduli sub anno 1681 inceptus - 1817" (tit. int.) 1681 settembre 10 - 1817 giugno 3 Latino Registro, legatura in cartone rustico, pp. 217 22

Segnature precedenti: vol. I

A. 2. 2 "Bedol. Registro de matrimoni 1817-1839" 1817 gennaio 7(1) - 1840 marzo 2 Italiano Registro, legatura in cartone, con indice alfabetico all'inizio n.n., cc. sd 35 Note (1) Le prime registrazioni sono riprese dal precedente registro.

A. 2. 3 "Libro III dei registri matrimoniali della curazia di Bedollo dall'anno 1840 al 1876" 1840 aprile 29 - 1876 aprile 29 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 143

A. 2. 4 "Matrimoni. Libro IV dal 1876 al 1927" 1876 aprile 29 - 1927 settembre 10 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 175

A. 2. 5 "Tomo V. Matrimoni Bedollo 1928-1946" 1928 febbraio 11 - 1946 giugno 22 Alle cc. sd 58-59: "Matrimoni celebrati fuori parrocchia", 1947 ott. 28-1953 apr. 9. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 59

A. 2. 6 "Tomo VI. Matrimoni in Bedollo dal 1946 al 1969 exclusive" 1946 ottobre 19 - 1968 dicembre 26 Italiano Registro, legatura in tela, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 118

23 serie 3 Registri dei morti, 1680 - 1998

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da sei registri relativi a morti avvenute nella parrocchia di Bedollo. Fino al 1924 sono registrati anche i morti di Brusago. I primi due registri, più antichi, sono redatti in forma discorsiva con annotazione della data di morte, le generalità del defunto, il nome del ministro che celebrò le esequie e l'indicazione del luogo di sepoltura ("in cemiterio S. Osvaldi"). Dal 1817 le registrazioni vengono effettuate su tabella prestampata secondo le disposizioni governative e comprendono, oltre alle generalità del defunto, la causa di morte e dal 1922 anche la sottoscrizione del medico che attesta il decesso.

A. 3. 1 "Liber mortuorum 1681" 1680 dicembre 9 - 1789 gennaio 15(1) Latino Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 132 Segnature precedenti: I Note (1) L'ultima registrazione è relativa alla morte di don Lazzaro Pecci, curato a Bedollo dal 1771.

A. 3. 2 "Liber mortuorum 1789" 1789 gennaio 15(1) - 1817 maggio 20 Latino

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Registro, legatura in pergamena, cc. 74 Segnature precedenti: II Note (1) La prima registrazione, relativa alla morte di don Lazzaro Pecci, è ripresa dal registro precedente.

A. 3. 3 "Morti nella curazia di Bedollo dall'anno 1817-1842" 1817 gennaio 1(1) - 1842 dicembre 24 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 40 Segnature precedenti: libro III Note (1) Le registrazioni dal primo gennaio al 20 maggio 1817 sono riprese dal registro precedente.

A. 3. 4 "Registro dei morti 1843-1894" 1843 gennaio 17 - 1893 dicembre 27 A p. 117: memoria relativa all'annegamento avvenuto il 6 maggio 1858 nel fiume Danubio di sette paesani emigrati per lavoro, con elenco e annotazioni relative alle vittime; a p. 124a: memoria relativa alla benedizione del nuovo cimitero e della cappella annessa, 1859 set. 11. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., pp. 379 Segnature precedenti: IV

A. 3. 5 "Libro V. Registro dei morti nella curazia di Bedollo dall'anno 1894-1938" 1894 gennaio 8 - 1938 dicembre 24 Alle pp. 175-176: "Morti nella immane guerra europea", registrazioni di caduti(1), 1915 mar. 10-set. 12. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 373 Note (1) I nomi dei caduti sono messi in evidenza con inchiostro rosso, usato allo stesso scopo anche nell'indice alfabetico.

A. 3. 6 "Morti VI. Parrocchia di Bedollo 1939-1998" 1939 gennaio 19 - 1998 dicembre 18 Italiano Registro, legatura in tela, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 193

25 serie 4 Registri degli esposti, 1832 - 1883

Contenuto Con lettera datata 1819 giugno 25 la Cancelleria di Vienna comunicò al Capitanato circolare di Trento la volontà sovrana di erigere in Trento, "a carico dell'erario", un ospedale per gli esposti. L'istituto, inaugurato ufficialmente il primo gennaio 1833, fu sistemato nell'ex convento dei Carmelitani Scalzi alla Laste, espropriato durante la dominazione francese: fu chiamato "Istituto delle partorienti e degli esposti in Trento". Esso si prefiggeva come scopo principale l'assistenza alle ragazze-madri, agli illegittimi e agli orfani. Col primo novembre 1870 l'istituto venne trasferito definitivamente a Innsbruck(1). Agli esposti accettati nell'istituto veniva assegnato un numero ed eventualmente un nome e a chi aveva consegnato il bambino, si rilasciava una cedola che dava il diritto in seguito ad averne notizie. Per gli esposti ritovati sulla strada o sulla porta dell'ex convento, venivano conservati tutti i segni di riconoscimento al fine di favorirne l'individuazione. Il bambino veniva trattenuto nell'istituto fino a quando non si trovava chi fosse disposto ad assumensi l'incarico di crescerlo. I cosiddetti "custodi" percepivano un compenso per cui la maggioranza degli esposti, divenuti fonte di reddito, veniva allevata dai più poveri; in Trentino, nelle vallate più depresse come la valle di Piné e di Cembra, l'attività di custodi era divenuta una professione e le famiglie più miserabili prendevano a custodia anche tre o quattro esposti(2) con le conseguenze che è facile immaginare riguardo il loro trattamento. Nelle sue visite bimestrali l'ispettore degli esposti denunciava però le carenze più vistose cercando di evitare, per quanto possibile, la "riconsegna" dell'esposto all'istituto. Per la compilazione dei rapporti l'ispettore si avvaleva dei curatori d'anime locali e dei giudici distrettuali che dovevano compilare particolari relazioni da far pervenire alla Direzione dell'istituto. All'età di dieci anni, per decreto aulico, cessava la cura e la tutela dell'esposto da parte dell'istituto per passare alla madre o al comune dove essa aveva il suo domicilio; nei casi di madre ignota l'onere del mantenimento spettava al comune in cui l'esposto risultava al tempo del raggiungimento dell'"età normale". Per questo motivo i Comuni erano molto restrittivi nelle modalità di accoglienza degli esposti, tanto da diffidare i propri curatori d'anime "a non rilasciare ... a chichesia attestati di levare esposti se prima non hannno il permesso in scritto del comune e della frazione"(3): si preferiva naturalmente accogliere esposti di madre conosciuta. La serie è formata da due registri sui quali il curato di Bedollo annotava le "consegne" degli esposti. In essi sono indicati le generalità del bambino, il suo numero di contrassegno, le generalità dei custodi, il luogo della dimora, il giorno della consegna ai custodi o dell'accettazione nell'istituto, l'età dell'esposto al tempo della consegna e infine osservazioni relative alla restituzione, all'eventuale riconoscimento, al trasferimento di custodi o alla morte dell'esposto. Sulla c. di guardia del secondo registro si legge: "Il seguente catalogo degli esposti importati nella curazia avanti l'anno 1866 fu formato in base ai singoli contratti coi custodi di mano in mano che furon presentati in canonica pei certificati di vita. Non si può dunque garantire che detto catalogo contenga tutti gli esposti, poiché non esisteva un regolare registro. Cominciando poi coll'anno 1866 il registro vien formato in base alle lettere d'avviso dell'I. R. Istituto alle Laste per ogni singolo esposto di volta in volta che entra nella curazia e da detto anno in poi il n. corrente segnato di fronte a ciascuna partita si riferisce all'egual numero con cui è segnata la rispettiva lettera d'avviso". Elenchi di esposti consegnati tra il 1833 e il 1842 a famiglie di Bedollo, Regnana e delle località di Stramaiol e Martinelli si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Bedollo", "Stati delle anime", reg. 1.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda 26

ANDERLE J., Maternità illegittima ed esposizione infantile nel Trentino dell'800: il Triplice Istituto delle Laste, IN: Studi trentini di scienze storiche, anno LX, n. 1, Trento, 1981

Note (1) Per approfondimenti su questa istituzione si rinvia alla pubblicazione di Jolanda Anderle citata in biliografia, fasc. II, pp. 129-193. (2) Ibidem, p. 180. (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 9.

A. 4. 1 "Registro dei figli esposti spettanti all'Istituto delle [Laste]"(1) 1832 aprile 29(2) - 1859 novembre 18 (con annotazioni fino al 1872 gennaio 29) Registro relativo alla consegna di esposti a famiglie "custodi" della curazia di Bedollo per essere allevati(3). Alle cc. 33v-34r: "Registro dei morti dei figli esposti dell'Istituto delle Laste", 1833 novembre 8-1838 aprile 2; alle cc. 48-51: formulari, prospetti, fac-simili relativi al trattamento degli esposti, alle domande per l'affidamento, a certificazioni, ecc., 1841-1869. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 51 (bianche le cc. 31-32, 35-47) Note (1) Il titolo si legge capovolgendo il registro. (2) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri dei nati e battezzati", reg. 3, da cui sono riprese le prime registrazioni. (3) Una nota sul registro informa che "Nel 1841 gli esposti collocati nella curazia erano n.ro 145".

A. 4. 2 "Libro II degli esposti del pio Istituto alle Laste appo Trento importati nella curazia di Bedollo" (tit. int.) 1856 luglio 16 - 1883 agosto 19 (con annotazioni fino al 1888) Registro relativo alla consegna di esposti a famiglie "custodi" della curazia di Bedollo per essere allevati. Alla c. sd 51: annotazioni di nascite e battesimi di esposti, 1900 feb. 2-1911 feb. 23; capovolgendo il registro: memoria relativa al ricevimento da parte del curato delle tasse di iscrizione dei confratelli del SS. Rosario, s.d. Italiano Registro, legatura in cartone, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 51

27 serie 5 Registri degli ammessi alla Prima Comunione, 1914 - 1957

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 5. 1 "Ammessi alla S. Comunione Bedollo ab anno 1914-***"(1) 1914 marzo 27 - 1957 marzo 19 Registro di ammessi alla Prima Comunione. Seguono: annotazioni di iscritti ad opere pie e di abbonati a riviste, 1928-1936. Italiano Registro, legatura in mezza tela, con indice delle parti a p. 199, pp. 199 (bianche molte pp.) Note (1) Sotto il titolo, incollato, segue l'elenco: "Opera di San Vigilio. Propagazione della Fede. Consiglio Parochiale. Commissione Missionaria. Buona Stampa".

28 serie 6 Registri dei cresimati, 1859 - 1979

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX. La serie è formata da un registro.

A. 6. 1 "Cresimati parrocchia di Bedollo" 1859 giugno 13 - 1979 aprile 1 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 73 n.n.

29 serie 7 Stati delle anime, 1842 - 1914

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440). La serie è formata da quattro registri.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277 - 319

A. 7. 1 "Anagrafi 1842" 1842 - 1843 (con integrazioni fino al 1912) - pp. 1-119: "Popolazione della curazia di Bedollo descritta nell'autunno del 1842", anagrafe delle famiglie di Bedollo, 1842 (con integrazioni fino al 1856); - p. 120: "Esposti in Bedollo, Stramaiol e Martinelli", elenco, cassato, di esposti affidati tra il 1833 e 1842 a famiglie di Bedollo e frazioni; - pp. 1-32: "Regnana", anagrafe delle famiglie di Regnana, 1842 (con integrazioni fino al 1848); - p. 33: "Esposti in Regnana", elenco, cassato, di esposti affidati tra il 1834 e il 1842 a famiglie di Regnana; - pp. 1-57: "Brusago. Popolazione descritta nel gennaio dell'anno 1843", anagrafe delle famiglie di Brusago, 1843 (con integrazioni fino al 1912). Alle cc. 1-19: registro degli interessi sui capitali spettanti alla chiesa di Bedollo, seconda metà sec. XVIII. Italiano Registro, legatura in cartone rustico, cc. 19, pp. 120, 33, 57

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A. 7. 2 "Stato delle anime della curazia di Bedollo compilato l'anno 1873"(1) [1873] (con integrazioni fino al 1929) Anagrafe delle famiglie di Bedollo(2). Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 124 n.n. Note (1) "Compilato" è stato cassato e sostituito da "copiato". La grafia è di mano posteriore. (2) Tutte le registrazioni sono cassate.

A. 7. 3 "Anagrafe 1914" 1914 (con integrazioni fino al 1982) Anagrafe delle famiglie residenti in Bedollo, nelle frazioni e nei masi. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 400 (bianche molte pp.)

A. 7. 4 "Anagrafe Regnana-Brusago. 1914" [1914] (con integrazioni fino al 1948) Anagrafe delle famiglie di Regnana e Brusago. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica allla fine n.n., pp. 118-573 (bianche molte pp.)

31 serie 8 Registri dei consensi paterni, 1818 - 1901

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono riportate le verbalizzazioni redatte davanti al parroco e a due testimoni dei consensi paterni al matrimonio dei figli ancora minorenni, che non avevano cioé ancora compiuto il 24° anno d'età(1).

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 168-169.

A. 8. 1 "Protocollo del consenso matrimoniale de rispettivi genitori dei minorenni. Bedol, comune di Piné, distretto di li 21 giugno 1818" (tit. int.) 1818 giugno 21 - 1901 febbraio 9 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n.

32 serie 9 Registri degli sponsali, 1913 - 1935

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa. La serie è formata da un registro.

A. 9. 1 "I. Atti di sponsali per Bedollo" 1913 ottobre 25 - 1935 giugno 16 Italiano Registro, legatura in tela, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. 60 n.n.

33 serie 10 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1899 - 1959

Contenuto La serie è composta da tre registri e un quaderno sui quali sono annotate, in modo da poter essere successivamente comunicate ai fedeli, le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi". Sui primi due registri sono annotati anche gli avvisi che il parroco leggeva ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni.

A. 10. 1 Pubblicazioni matrimoniali e avvisi 1899 dicembre 31 - 1906 settembre 2 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 58 n.n.

A. 10. 2 "Pubblicazioni matrimoniali nella chiesa di Bedollo dall'anno 1907-***" 1906 dicembre 30 - 1920 novembre 1 Capovolgendo il registro: - registro degli avvisi, 1913 ott. 26-1918 dic. 29. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 100 n.n.

A. 10. 3 "Pubblicazioni matrimoniali nella parrocchia di Bedollo dal 1920 al ***" 1920 novembre 7 - 1935 giugno 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 25 n.n.

A. 10. 4 "Pubblicazioni matrimoniali Bedollo" (tit. int.) 1935 novembre 24 - 1959 dicembre 27 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 43 n.n.

34 serie 11 Atti matrimoniali, 1823 - 1952

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera(1). Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali. La serie è formata da cinque buste.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.

A. 11. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1823 - 1876 Busta, cc. 449 n.n.

A. 11. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1878 - 1902 Mancano gli atti relativi agli anni 1877, 1879-1884. Busta, cc. 605 n.n.

A. 11. 3. b. 3 Atti matrimoniali 1903 - 1919 Busta, cc. 675 n.n.

A. 11. 4. b. 4

35

Atti matrimoniali 1920 - 1936 Busta, cc. 756 n.n.

A. 11. 5. b. 5 Atti matrimoniali 1937 - 1952 Busta, cc. 905 n.n.

36 serie 12 Registri degli avvisi, 1919 - 1954

Contenuto La serie è formata da quattro registri e tre quaderni sui quali sono annotati gli avvisi che il parroco leggeva ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni. Avvisi sacri pubblicati in chiesa dal 1899 dic. 31 al 1918 dicembre 29 si trovano in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Bedollo", "Registri delle pubblicazioni matrimoniali", regg. 1-2.

A. 12. 1 Avvisi 1919 gennaio 5 - 1923 novembre 9 Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 96 n.n.

A. 12. 2 Avvisi 1923 novembre 16 - 1929 luglio 21 Italiano Quaderno, legatura in cartoncino, cc. 60 n.n.

A. 12. 3 Avvisi 1929 luglio 28 - 1933 ottobre 29 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 50 n.n.

A. 12. 4 "Avvisi per le S. Funzioni. Bedollo 29 settembre 1935" (tit. int.) 1935 settembre 29 - 1939 maggio 18 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 70 n.n.

A. 12. 5 Avvisi 1939 ottobre 22 - 1945 aprile 1 Italiano Quaderno, legatura in carta, pp. 87

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A. 12. 6 Avvisi 1945 aprile 1 - 1949 luglio 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n.

A. 12. 7 "Registro pubblicazioni in chiesa Bedollo dal 1/8 1949 al 30.6.54" 1949 agosto 7 - 1954 giugno 27 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 99 n.n.

38 serie 13 Diari delle messe avventizie, 1913 - 1957

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione (1). I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere costuditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrarte, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante. La serie è formata da tre registri.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 13. 1 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Betullarum a die 19 mensis octobris anni 1913" (tit. int.) 1913 ottobre 19 - 1930 maggio 7 Tra le registrazioni del maggio 1919 annotazione relativa all'erezione della parrocchia. Latino Registro, legatura in tela, cc. 120 n.n.

A. 13. 2 "Diarium missarum" 1930 maggio 8 - 1948 maggio 31 Sulla c. di guardia: annotazione relativa ad una nascita e battesimo, 1933; all'inizio: memoria relativa alle consacrazioni della chiesa di Bedollo e del suo altare maggiore, s.d. Latino Registro, legatura in tela, cc. 98 n.n.

A. 13. 3 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Bedollo ab 1 giugno 1948" (tit. int.) 1948 giugno 1 - 1957 dicembre 12 Latino Registro, legatura in tela, cc. 80 n.n.

39 serie 14 Diari personali delle messe, 1920 - 1930

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1). Il diario personale doveva essere costudito da ogni sacerdote il quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825 dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Cost. dioc. del 1 maggio 1825). In seguito altre circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede. La serie è formata da un registro appartenuto a don Silvio Petri che fu parroco di Bedollo dal 1922 al 1935.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 14. 1 "Diarium missarum di don Silvio Petri. Brusago Bedollo 1920 - 31. XII. 1930" 1920 maggio 28 - 1930 dicembre 30 Latino Registro, legatura in tela, cc. 91 n.n.

40 serie 15 Registri delle elemosine, 1915 - 1967

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono annotate le elemosine raccolte in favore dei poveri e per la celebrazione di messe.

A. 15. 1 "Registro elemosina pro Animabus" 1915 gennaio 9 - 1967 marzo 15 (con annotazione del 1971 giugno 15) Elemosine raccolte per la celebrazione delle messe per le SS. Anime. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 50 n.n.

A. 15. 2 "Pane di St. Antonio. Bedollo" 1916 gennaio 17 - 1967 marzo 24 (con annotazione del 1971 giugno 15) Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 41 n.n.

41 serie 16 Registri dei legati, 1763 - [1935]

Contenuto La serie è formata da due registri. Il primo fu più volte ripreso e riorganizzato nella descrizione dei legati, mentre il secondo è stato compilato dal parroco don Silvio Petri (1922-1935).

A. 16. 1 "Liber legatorum curatiae Bedulii inceptus a Bartholomeo Toniolli curato anno Domini 1763" (tit. int.) 1763 - 1855 (con annotazione del 1950 ottobre 13) Registro dei legati pii, perpetui e temporanei della curazia di Bedollo, con annotazione della soddisfazione, copie di testamenti, prospetti. Alla fine: "Nascente Congregazione di Carità", notizie relative all'amministrazione di un capitale che spetterà alla nascente congregazione di carità del comune di Piné, [1846 feb. 7]-1849 feb. 13. Italiano Registro, legatura in mezza pelle con appigli, cc. 90 n.n.

A. 16. 2 "Registro di evidenza delle messe legatarie di Bedollo" [1922 - 1935] Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 50

42 serie 17 Registri di amministrazione degli enti ecclesiastici, 1773 - 1951

Contenuto La serie è formata da cinque registri sui quali si trovano registrazioni di carattere amministrativo relative agli enti ecclesiastici della parrocchia di Bedollo: chiesa di Bedollo, fondo curaziale(1), primissaria, confraternita del Santissimo Sacramento, legato Ticò, legato Eccher-Gaggia, fondazione per i trovatelli, fondazione Casagrande, chiesa di Brusago, ecc. Di alcune amministrazioni si rendono di seguito brevi notizie, mentre per le altre si rimanda ai rispettivi fondi. - Legato Eccher-Gaggia (2): con testamento del 30 novembre 1859 Domenico Eccher detto Gaggia da Bedollo dispose che dopo la sua morte e quella della moglie la metà delle sue sostanze venisse impiegata in una carità di sale "a tutta la villa di Bedol coi masi" ed in opere a favore dei poveri. L'altra metà veniva impiegata nella celebrazione di messe. Dal 1893 il legato venne chiamato Eccher-Petia (o Pitia) poiché ad esso fu unito anche il patrimonio del legato Petia istituito anch'esso a favore dei poveri di Bedollo. - Fondazione Trovatelli (3): nell'anno 1867 moriva a Trento don Felice Dall'Armi, professore di religione e cancelliere vescovile. I fratelli Andrea e Pietro interpretandone i desideri legarono a beneficio dell'educazione dei trovatelli esistenti nella curazia di Bedollo un capitale di 1000 fiorini. Il documento di fondazione data 20 febbraio 1868. -Stipendio Casagrande (4): don Giovanni Battista Casagrande da Bedollo, cappellano esposto in Gresta di Segonzano, con testamento 1849 mag. 5 fondava uno stipendio di 600 fiorini a beneficio dei figli dei suoi fratelli "che avessero a clericare" ed in mancanza di essi per un povero giovane della villa di Bedollo.

Note (1) Si tratta del beneficio parrocchiale. (2) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 15. (3) Ibidem, f. 16. (4) Ibidem, f. 11.

A. 17. 1 "Libro della chiesa di Brisac 1798"(1) 1773 settembre 12 - 1906 maggio 14 Prima parte del registro: "Libro della chiesa di Brisac 1798": - memoria relativa ad una controversia per un fondo assegnato alla chiesa di Brusago 1794 nov. 12; - registro dei capitali della chiesa di Brusago, 1773 set. 12-1831 nov. 24; - "Registro de conti della venerabile chiesa di Brusago", rese di conto dei sindaci, 1797 lug. 2-1834. Seconda parte del registro: "Legati pii": - "Legato Gaggia", amministrazione del patrimonio del legato con copia del testamento del fondatore Domenico Eccher detto Gaggia, 1860 gen. 23-1905 dic. 22(2); - "Pia fondazione pei trovatelli", amministrazione del patrimonio della fondazione, 1868 mar. 13-1906; - "Fondazione G. B. Casagrande 'Laita'", nota della consegna dei capitali spettanti alla fondazione, [1901]; - "Legato Ticò", amministrazione del legato, 1874-1906 mag. 14. Capovolgendo il registro: 43

- "Urbario dei capitali del beneficio Toniolli in Brusago compilato da me Paisoli Giovanni curato"(3), s.d. Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza pelle con appigli, cc. 79 n.n. Note (1) La titolazione si riferisce alla parte più antica del registro relativa alla amministrazione del patrimonio della chiesa di Brusago. Il titolo apposto sul dorso si riferisce alla seconda parte del registro relativa ai legati di Bedollo. (2) Dal 1893 il legato viene appellato "Legato Eccher-Pitia" poiché al patrimonio del primo legato fu unito anche quello del legato Pitia istituito anch'esso a favore dei poveri di Bedollo. (3) Curato a Bedollo dal 1849 al 1853. (4) La parte relativa al registro dei capitali della chiesa di Brusago.

A. 17. 2 Registro dei capitali seconda metà secolo XIX Partitario dei capitali spettanti alla chiesa di Bedollo, al Fondo curaziale, alla Primissaria, alla confraternita del SS. Sacramento, al legato Eccher, al legato Ticò. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 47 n.n.

A. 17. 3 "Chiesa Bedollo. Urbario di 16 amministrazioni. 1913-1931" [1913] - 1931 settembre 16 (con annotazioni del 1937 maggio 24 e 1946 gennaio 14) Urbario dei capitali delle amministrazioni affidate al parroco di Bedollo. Italiano Registro, legatura in tela, con indice delle amministrazioni alla c. sd 1, cc. sd 98 (bianche molte cc. sd)

A. 17. 4 "Amministrazione 1. Legato Ticò 2. Legato Eccher-Petia-Battisti(1) 3. Fondazione stipendio Casagranda 4. Legato trovatelli" 1914 - 1951 luglio 11 - pp. 1-16: legato Ticò, 1914-1951 lug. 11; - pp. 21-26: legato Eccher-Petia, 1925 dic. 31-1946 gen. 14; - pp. 29-36: stipendio Casagranda, 1925-1931 set. 16; - pp. 41-42: legato trovatelli, 1925-1931 set. 14. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 42 (bianche molte pp.) Note (1) Il legato Battisti non è registrato.

A. 17. 5 "Amministrazione della cappella-cimitero Bedollo"(1) 1915 agosto 15 - 1931 settembre 16 Registrazioni di cassa (1915 ago 15-1919 apr. 14) e degli interessi sui capitali (1925 dic. 31-1931 set. 16).

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All'inizio, incollato: documento relativo alle "Disposizioni di Giuseppe Casagranda-Beppone- da Bedollo riflettente la cappella del cimitero"(2), 1915 ago. 15. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 5 Note (1) Nel cimitero di Bedollo sorge la cosiddetta Cappella del Beppone, costruita per zelo di Giuseppe Casagranda detto Beppone; essa reca la data del 1892, ma è probabile sia la data riferita alla sua inaugurazione. La costruzione della cappella fu possibile grazie al continuo pellegrinare, elemosinando, del povero Beppone che, attraverso le valli trentine, andava raccogliendo la somma necessaria per la fabbrica. (2) Annotazione particolare relativa alla morte del benefattore, avvenuta il 21 agosto 1915, si trova in "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri dei morti", reg. 5.

45 serie 18 Registri di cassa generale, 1931 - 1935

Contenuto La serie è formata da un quaderno in uso al parroco che riporta l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo.

A. 18. 1 "Stato di cassa di 10 amministrazioni" 1931 settembre 5 - 1935 marzo 27 (con integrazioni del 1937 luglio 1 e 1939) Italiano Quaderno, legatura in carta, con indice delle amministrazioni alla fine n.n., pp. 73 (bianche alcune pp.)

46 serie 19 Registri di associazioni e opere pie, 1898 - 1954

Contenuto La serie è formata da due registri e un quaderno relativi a congregazioni e associazioni attive in Bedollo.

A. 19. 1 "Congregazione del Santissimo Cuor di Gesù in Bedollo. Elenco delle famiglie di Bedollo in cui fu fatta l'Intronizzazione del Santissimo Cuor di Gesù" 1898 dicembre 12 - 1948 febbraio 9 - Elenco di iscritti, 1898 dic. 12-1948 feb. 9: registro a rubrica (1) - "Famiglie di Bedollo in cui fu fatta l'Intronizzazione (2) del Santissimo Cuor di Gesù", 1918 giu. 29-1919 apr. 24. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 70 n.n. Note (1) La parte relativa agli iscritti. (2) Investitura.

A. 19. 2 "Segretariato del Popolo(1). Bedollo. Protocollo degli esibiti dal 19.11.47 al ***" 1947 novembre 22 - 1953 dicembre 7 Italiano Quaderno, legatura in mezza tela, cc. 16 n.n. Note (1) I Segretariati del Popolo, dislocati sul territorio regionale, avevano come compito quello di fornire informazioni, consulenza, indicazioni ai lavoratori bisognosi di assistenza; raccoglievano le pratiche e le trasmettevano al Patronato ACLI di Trento. Le pratiche riguardavano infortuni, pensioni, sussidi, assicurazioni sociali, avviamento al lavoro, rilascio di documenti, pratiche per l'emigrazione, ecc.

A. 19. 3 "Libro verbali associazione Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Bedollo"(1) 1949 gennaio 2 - 1954 marzo 7 Verbali delle riunioni dell'associazione. All'inizio: "Riassunti adunanze 1947-48". Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 92 n.n. Note (1) Il registro è scritto e decorato con particolare cura. Ogni verbale ha una cornice floreale diversa e alla fine di ogni anno il parroco annotava una nota di lode alle giovani che lo avevano redatto.

47 serie 20 Protocolli degli esibiti, 1871 - 1958

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica (Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887)(1). La serie è formata da cinque registri. Il protocollo degli esibiti per gli anni 1844-1849 si trova in "Chiesa di S. Osvaldo in Bedollo", "Urbari", reg. 1.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121.

A. 20. 1 Protocollo degli esibiti(1) 1871 gennaio 3 - 1875 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 24 n.n. Note (1) Le registrazioni sono state effettuate sulle carte bianche di un vecchio registro titolato originariamente "Urbario de' capitali appartenenti alla chiesa di Bedol. 1843" le cui carte scritte sono state tagliate.

A. 20. 2 "Protocollo dal 1876 al 1903" 1876 gennaio 1 - 1902 dicembre 30 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 146 n.n.

A. 20. 3 "Proto[collo] dal 1903-1914" 1903 gennaio 1 - 1914 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n.

A. 20. 4

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"Protocollo esibiti della curazia di Bedollo 1915-1920" 1915 gennaio 2 - 1920 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 51 n.n.

A. 20. 5 "Esibiti e evasi 1921-***" 1921 gennaio 16 - 1958 agosto 23 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 60 n.n. Segnature precedenti: volume V

49 serie 21 Carteggio e atti, 1683 - 1958

Contenuto La serie è formata da 28 fascicoli contenenti la documentazione prodotta o ricevuta dal parroco di Bedollo relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale (carteggio e atti anagrafici, circolari ecclesiastiche, corrispondenza) e ogni altro tipo di documentazione trattenuta dal parroco in quanto rappresentante dell'ente (facoltà, concessioni e privilegi) e affidatario delle amministrazioni parrocchiali (legati, opere pie, associazioni parrocchiali, missioni) o persona di fiducia per gli atti dei privati (disposizioni testamentarie e atti).

A. 21. 1. b. 1 Atti di privati 1683 - 1923 Atti relativi ad affari e disposizioni testamentarie di privati. Fascicolo, cc. 64

A. 21. 2. b. 1 "Sacro Fonte. Consacrazione chiesa. Facoltà spirituali ..." 1685 - 1957 Concessione del Fonte battesimale (1685), concessioni e decreti di erezione della Via Crucis (1740, 1879), concessione di privilegio all'altare maggiore (1790), concessioni di indulgenze (1795(1), 1925-1957), consacrazione della chiesa di S. Osvaldo (1833) e dell'altare maggiore (1833, 1954), richieste di facoltà di benedire statue, campane, indumenti e arredi sacri (1891-1928), facoltà spirituali per i direttori di sante missioni (1895, 1954), facoltà di conferire a domicilio la S. Comunione agli infermi (1956), permesso di anticipare la veglia pasquale (1957). Fascicolo, cc. 49 Note (1) Documento pergamenaceo.

A. 21. 3. b. 1 Miscellanea 1704 - [1954] Atti relativi ad una vendita (1704), ad una permuta (1786) e ad un affitto di capitale (1793) a favore della vicinia di Bedollo; richiesta di risarcimento per danni subiti da un privato durante la guerra napoleonica (1818), richiesta dei rappresentanti della villa di Bedollo per la divisione dei beni comunali tra le singole frazioni (1854), determinazione della quota per il suono della campana voluto da privati nei funerali (1882, 1896), facoltà concessa alla frazione di Bedollo di prendere acqua alla fontana senza alcun aggravio (1913), offerte di emigrati pro asilo infantile di Bedollo (1931), carteggio e stampati di associazioni cattoliche, appunti, ecc. Fascicolo, cc. 87

A. 21. 4. b. 1 "Patenti reliquie" 1721 - 1910

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N. 7 autentiche di reliquie. Fascicolo, cc. 12

A. 21. 5. b. 1 "Documenti delle messe legatarie di Bedollo" 1748 - 1952 Testamenti e atti di fondazione di legati missari (1748-1928); prospetti delle messe legatarie ([1863]-1947); sanatorie, affrancazioni, riduzioni di messe, comunicazioni, ecc. (1867-1952). Fascicolo, cc. 211

A. 21. 6. b. 1 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe 1795 - 1943 Comunicazioni anagrafiche, richieste di certificazioni, attestati di avvenute pubblicazioni, estratto parziale dal registro dei nati e battezzati di Bedollo del 1894, atti relativi a cause di legittimazione, certificati di ispezione cadaverica, comunicazioni dell'ufficio di stato civile del comune di Bedollo relative alle trascrizioni degli atti di matrimonio, certificati, ecc. Fascicolo, cc. 112

A. 21. 7. b. 2 Circolari ecclesiastiche 1825 - 1921 Circolari provenienti prevalentemente dall'Ordinariato di Trento. Fascicolo, cc. 383

A. 21. 8. b. 2 "Cose di Brusago" 1826 - 1956 Carteggio e atti relativi alla concorrenza di Brusago alla congrua del curato di Bedollo (1826-1841), atto relativo al collaudo dei nuovi locali scolastici di Brusago (1847), richiamo del capo comune di Piné in merito all'adempimento dell'obbligo assunto dalla frazione di Brusago di prestare al proprio beneficiato la legna da ardere (1852), rese di conto della chiesa di Brusago (1855, 1858, 1859), nomina del nuovo sindaco della chiesa di Brusago (1864), contratto con il sacrestano (1886), atto di consegna del patrimonio spettante alla chiesa di Brusago al neo beneficiato don Luigi Morichetti (1894), facoltà concessa al parroco di Bedollo di benedire il nuovo cimitero di Brusago (1931), atti relativi al definitivo riconoscimento della dipendenza di Brusago da Bedollo in seguito allo smembramento di quest'ultima dalla matrice e sua erezione in parrocchia (1948-1950), rinuncia da parte della famiglia Toniolli al diritto di patronato sulla chiesa di Brusago in favore dell'Ordinariato di Trento (1950), decreto vescovile relativo alla aggregazione della curazia di Brusago alla parrocchia di Bedollo (1951), nomina di don Osvaldo Dariz a cooperatore parrocchiale (1952), decreto della Curia di Trento relativo al diritto di patronato sulla curazia di Brusago (1956). Fascicolo, cc. 71

A. 21. 9. b. 3 "Esposti" 1834 - 1919 Carteggio e atti provenienti prevalentemente dall'amministrazione del Triplice Istituto delle Laste(1) e dal Capitanato distrettuale di Civezzano e minute del curato di Bedollo relativi a: richieste di trasmissione di prospetti trimestrali inerenti il trattamento e la cura 51 degli esposti, modalità per assumere la custodia, domande di affidamento, contratti con i custodi, "atti di consegna" di esposti e diffide per la riconsegna, segnalazioni del curato o della rappresentanza comunale di Bedollo relative al cattivo stato di mantenimento di alcuni esposti con richieste di revoca della custodia, certificazioni di idoneità per i custodi, attestati di povertà per l'assistenza gratuita alle madri (1834-1919); notificazioni relative ad esposti collocati a Brusago (1849-1852); "note" inviate al curato di Bedollo dall'istituto delle Laste(2) relative al collocamento di esposti presso custodi di Bedollo al fine di annotarne la presenza tra la popolazione e di sorvegliarne la cura (1853-1878); attestazioni di nascita e di battesimo di illegittimi rilasciate dalla cura d'anime dell'Istituto provinciale delle partorienti di Innsbruck (1884-1891) e da altri uffici parrocchiali (1897-1910). Fascicolo, cc. 590 Note (1) In origine l'istituzione aveva un triplice scopo: brefotrofio, casa di maternità per madri nubili e scuola per levatrici. L'istituto venne eretto in Trento, in località alle Laste, per volontà sovrana e a totale carico dell'erario. L'inizio della sua attività si ebbe dal primo gennaio 1833 e continuò fino al gennaio 1871, quando l'istituto venne trasferito completamente e definitivamente ad Innsbruck. Per approfondimenti su questa istituzione si rinvia alla pubblicazione di Jolanda Anderle, "Maternità illegittima ed esposizione infantile nel Trentino dell'800: il triplice istituto delle Laste", in "Studi trentini di scienze storiche" a. LX, 1981, fasc. II. Cfr. anche "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri degli esposti". (2) Dal 1871 le "note" provengono dall'istituto di Innsbruck.

A. 21. 10. b. 3 "Benedizione di croci, cimiteri, cappelle e capitelli (disegni, preventivi e costruzioni degli stessi)" 1847 - 1929 Carteggio e atti relativi all'erezione di una cappella in località alle Laite(1), alla sua benedizione e alla facoltà di celebrarvi la s. messa (1847-1887); carteggio e atti relativi alla benedizione del nuovo cimitero e della cappella annessa(2) e facoltà di celebrarvi la s. messa (1859-1873); decreto di erezione della Via Crucis nella cappella del cimitero, sua benedizione e concessione di indulgenze (1874); carteggio e atti relativi al monumento sepolcrale eretto da Martino Casagrande (1881-1890); benedizione di una croce nel cimitero (1890); quietanze relative ad un cancello di ferro per il cimitero (1906); decreto di erezione della Via Crucis nella cappella in località Pec(3) (1929). Fascicolo, cc. 27 Note (1) La cappella, dedicata alla B. V. M. dei Sette Dolori, fu eretta a spese di Francesco fu Pietro Casagranda su un fondo di sua proprietà in località detta alle Laite nelle pertinenze di Bedollo. La fabbrica fu terminata nel 1871. La cappella venne distrutta da una frana provocata dall'alluvione del 1882 e riedificata nel 1884 dai figli del fondatore, Nicolò e G. Battista. (2) Memoria della benedizione si trova in "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri dei morti", reg. 4, p. 124a. (3) Cappella votiva dedicata alla B. V. M. del Rosario. La sua costruzione sembra risalire agli anni 1927-1928.

A. 21. 11. b. 3 "Fondazione stipendio Casagranda" 1849 (copia) - 1927 (con antecedente del 1848) Copia del testamento di don Giovanni Battista Casagranda(1) e carteggio e atti relativi all'amministrazione dello stipendio. Fascicolo, cc. 42 Note (1) Originario di Bedollo, fu cappellano esposto in Gresta di Segonzano.

A. 21. 12. b. 4 Nozioni per lo svincolamento della gleba(1)

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1851 - 1852 Nozioni della Commissione distrettuale per lo svincolamento della gleba in Civezzano. Fascicolo, cc. 368 n.n. Note (1) I tributari effettuavano il pagamento di un capitale al fine di liberarsi da prestazioni di tipo feudale.

A. 21. 13. b. 5 "Certificati di nascite, di matrimonio, di morte avvenuti fuori di parrocchia" 1854 - 1947 (1) Notifiche relative a nascite, matrimoni e morti avvenuti fuori parrocchia. Fascicolo, cc. 313 Note (1) Gli estremi cronologici si riferiscono alle date dei documenti. L'ultimo estremo è riferito ad un certificato di nascita avvenuta nel 1945.

A. 21. 14. b. 5 Corrispondenza dell'ufficio parrocchiale 1854 - 1950 Comunicazioni provenienti da uffici politici e civili, circolari, avvisi, disposizioni (1854-1941); carteggio con la Curia di Trento relativo alla definizione della dipendenza delle frazioni Martinelli e Steneghi (1947-1950). Fascicolo, cc. 31

A. 21. 15. b. 5 "Legato Eccher-Gaggia" 1859 (copia) - 1912 (con antecedenti dal 1836) Copia del testamento di Domenico Eccher detto Gaggia e carteggio e atti relativi all'amministrazione del legato. Fascicolo, cc. 29

A. 21. 16. b. 5 "Legato trovatelli" 1868 (copia) - 1922 Copia dell'atto di fondazione e carteggio e atti relativi all'amministrazione del legato. Fascicolo, cc. 8

A. 21. 17. b. 5 Atti protocollati (1) 1878 - 1879 Atti protocollati del 1878 (nn. 1-161, con lacune) e del 1879 (nn. 2-131, con lacune). Fascicolo, cc. 117 n.n. Note (1) Gli atti, raccolti in due mazzi annuali, si trovavano insieme agli atti matrimoniali.

A. 21. 18. b. 6

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"Questione dell'indipendenza della curazia di Bedollo dalla parocchia vecchia di Baselga Piné. 1905-1909. Decreto vescovile d'erezione a parocchia della curazia di Bedollo 19/5 1919" 1895 - 1919 Disposizione dell'Ordinariato di intervenire alla processione del Corpus Domini a Baselga di Piné (1895-97), richiesta da parte dell'Ordinariato del documento attestante l'indipendenza della curazia (1901), decreto capitanale che attesta l'indipendenza della cura d'anime (1907), ricorso dell'I. R. Procura di Finanza di Innsbruck contro il decreto e pronuncia di dipendenza di Bedollo dalla parrocchia di Baselga (1908), minuta del ricorso di Bedollo e riaffermazione da parte del Ministero per il Culto della sua indipendenza (1908), esonero di Bedollo dalla concorrenza alle spese per la fabbrica della nuova chiesa di Baselga di Piné (1913), decreto di erezione della curazia di Bedollo a parrocchia (1919). Fascicolo, cc. 25

A. 21. 19. b. 6 Confraternita del Sacro Cuore di Gesù 1898 Richiesta di erezione, statuti, decreto di erezione. Fascicolo, cc. 7

A. 21. 20. b. 6 "Visita pastorale" 1910 - 1927 Visita pastorale del 1910 (modalità della visita, itinerario, decreto visitale), visita decanale del 1926 (rimarchi) e visita pastorale del 1927 (programma visitale, questionario). Fascicolo, cc. 21

A. 21. 21. b. 6 Congregazione del Terz'Ordine 1913 Licenza per l'erezione e decreto di erezione canonica. Fascicolo, cc. 2

A. 21. 22. b. 6 "Fondo missioni" 1914 - 1918 Partecipazioni provenienti dal Giudizio distrettuale di Cembra e dall'Ordinariato relative alle disposizioni testamentarie di don Antonio Toniolli(1) per un fondo destinato alle missioni (1914); minuta del curato di Bedollo relativa alla partecipazione delle disposizioni testamentarie di Matteo Eugeni da Bedollo(2) in favore del fondo per le missioni (1918). Fascicolo, cc. 5 Note (1) Cappellano esposto di Piazzo di Segonzano. (2) Morì prigioniero in Russia nel 1917.

A. 21. 23. b. 6 "Protocollo, statuto e elenco dell'Associazione dei padri di famiglia della parrocchia di Bedollo"

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1919 Verbale della riunione (1919 ott. 19) con elenco dei capifamiglia. Allegato, a stampa, statuto dell'associazione. Fascicolo, cc. 4

A. 21. 24. b. 6 Coro parrocchiale 1920 - 1948 Statuti del coro parrocchiale di Bedollo. Contiene lo statuto del coro parrocchiale di Pergine del 1906. Fascicolo, cc. 10

A. 21. 25. b. 6 "Manomorta" (1) 1925 - 1940 Carteggio e atti relativi alla presentazione della denuncia delle rendite dei corpi morali e di manomorta spettanti agli enti parrocchiali di Bedollo. Fascicolo, cc. 66 Note (1) Alla tassa di manomorta erano soggetti, tra gli altri, le fabbricerie, le altre amministrazioni delle chiese, i benefici ecclesiastici, le cappellanie laicali, le case religiose, le confraternite, ecc., i cui beni risultavano immobilizzati per uno scopo duraturo che superava gli ordinari limiti dell'esistenza delle persone fisiche. Erano perciò soggette alla tassa le rendite reali o presunte di tutti i beni mobili e immobili.

A. 21. 26. b. 6 Pia Unione delle Figlie di Maria 1930 - 1932 (con seguiti fino al 1943) Elenco di iscritte, decreto di erezione canonica, copia dell'autorizzazione ad aggregarsi alla congregazione di Roma, decreto di aggregazione alla matrice romana con sommario delle indulgenze e dei privilegi concessi. Fascicolo, cc. 9

A. 21. 27. b. 6 Processioni 1940 - 1958 Dichiarazioni per processioni ecclesiastiche rese all'autorità di pubblica sicurezza. Fascicolo, cc. 21

A. 21. 28. b. 6 Associazione nazionale famiglie dei caduti in guerra 1944 Schede dei caduti durante la prima guerra mondiale e delle famiglie associate e iscritte nella sezione di Bedollo. Fascicolo, cc. 52

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Ente Chiesa di Sant'Osvaldo sec.XIII - 1987 gennaio 24

Luoghi Bedollo (Tn)

Altre forme del nome Chiesa curaziale di Sant'Osvaldo

Archivi prodotti Fondo Chiesa di Sant' Osvaldo in Bedollo, 01/01/1640 - 31/12/1959

Storia La chiesa di Sant' Osvaldo sorge isolata su di un ripiano sorretto da muraglioni di pietra, in posizione dominante sull'alta valle di Piné. L'attuale edificio risale al XVIII secolo, ma notizie di una primitiva cappella nella villa di Bedollo si hanno già dal XIII secolo. In quel tempo era molto diffuso tra le genti di origine germanica il culto di Sant' Osvaldo, re sassone che subì il martirio nell'anno 642. Probabilmente coloni provenienti dal Tirolo e immigrati nella zona introdussero la devozione per questo santo. La titolazione unica si stabilizza però solo nel XVII secolo, mentre prima troviamo come cotitolari della chiesa anche i Santissimi Giacomo e Filippo (1). Nella prima metà del XVI secolo seguì probabilmente una ristrutturazione o un ampliamento della chiesa, che venne consacrata il 17 agosto 1546 da Olao Magno, arcivescovo di Uppsala. Negli atti relativi alla visita del 1580 i visitatori riportarono che, recatisi in Bedollo, "visitarunt ecclesiam Sanctorum Jacobi et Usbaldi"(2). In quell'occasione essi riferirono inoltre che nella chiesa vi era un altare consacrato e sufficientemente dotato, che gli arredi e paramenti sacri risultavano in ordine, ma che la sacrestia era molto umida; visionarono anche il cimitero che fu trovato "satis mundo et clauso". Chiamati i sindaci della chiesa per esporre sull'amministrazione, i visitatori conclusero che "ecclesiam esse pauperam et non habere aliquid in bonis, nisi aelemosinas". L'unione di dedicazioni non compare nella visita del 1673 dove la chiesa viene appellata semplicemente "ecclesia Sancti Usbaldi Bedulli"(3). La chiesa aveva un "unico altare consecrato, ac cemiterio pariter consecrato et ornato" e il campanile con tre campane. Nei decreti visitali si suggerisce però di rifare il pavimento della chiesa, di fortificare le serrature e di compiere alcune pulizie ai muri. La chiesa di Sant' Osvaldo fu riedificata nel 1711 e ancora rimaneggiata durante tutto l'arco del secolo, fino ad assumere l'attuale fisionomia baroccheggiante delineata dall'architetto trentino Claudio Carneri (4). Nella relazione inviata in preparazione della visita del 1769 il curato precisava che "ecclesia nondum est consecrata sed solum benedicta a quondam reverendo Melchiore Zatelli ... tria habet altaria, praesumuntur consacrata ... tres pulsant campanae ... et an sint consecratae non adest documentum" (5). La solenne consacrazione della chiesa con il suo altare maggiore, rinnovato da maestranze di Civezzano, avvenne il 15 settembre 1833 per mano del vescovo Francesco Saverio Luschin (6). Nel 1873 fu affidata al maestro Filippo Tornaghi la costruzione dell'organo, pregevole opera portata a termine l'anno successivo (7). Tra il 1925-1926 il pittore Agostino Aldi curò la decorazione della chiesa (8). Il santo patrono si festeggia il 5 agosto. 56

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di Sant'Osvaldo in Bedollo è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(9). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", 1685 -1955;

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Archivio "Chiesa di S. Osvaldo in Bedollo", 1640 - 1959 Archivio Diocesano Tridentino

Note (1) Dagli atti della visita compiuta nel 1537 nella pieve di Piné si legge che nella villa di Bedollo vi era una cappella dedicata ai Ss. Apostoli Filippo e Giacomo. Cfr. "Archivio Diocesano Tridentino", "Atti visitali" 1 (1537), c. 121. (2) Ibidem, "Atti visitali" 2 (1580), cc. 197-198. (3) Ibidem, "Atti visitali" 17 (1673), c. 46. Alla c. 65v, relativamente alla stessa visita, si menziona "capella in villa Bedulli Sancti Ubaldi". (4) Il curato G. B. Weber elencò così i vari interventi e lavori effettuati in quel periodo: "Nel 1753, 1754, 1755, 1756 venne dilatata la chiesa ed ampliato il cimitero. Maestro fu Claudio Carneri. Nel 1761 eretto il pulpito, fatto il pavimento della sagristia. Nel 1762 fatto il pavimento della chiesa e al presbiterio. Nel 1768 venne allestito un apparato nuovo con piviale. Nel 1772 si incominciò la fabbrica del campanile e finita nel 1775. Maestro Claudio Carneri. Nel 1774 eseguita la palla dell'altar maggiore. Nel 1779 fatti i banchi della chiesa. Nel 1785 eseguiti i quadri laterali. Nel 1790 eretta la balaustrata". Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Bedollo", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, pp. 419-420. Si vedano inoltre le voci in uscita "o sia lo speso" riportate nelle rese di conto dei sindaci della chiesa relative a quegli anni in "Archivio della chiesa di S. Osvaldo in Bedollo", "Registri delle rese di conto dei sindaci", reg. 1. (5) Cfr. "Archivio Diocesano Tridentino", "Atti visitali" 78 (1769), c. 255. (6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 2. (7) Cfr. "Chiesa di Sant' Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 3. (8) Ibidem, f. 6. (9) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

58 fondo B Chiesa di Sant' Osvaldo in Bedollo, 1640 (copia) - 1959

regg. 5, fascc. 6, bb. 2

Soggetti produttori Chiesa di Sant'Osvaldo, sec.XIII - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

59 serie 1 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1760 - 1870

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale i sindaci della chiesa di Bedollo, eletti dalla comunità, annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali. Il saldo dell'amministrazione veniva reso alla presenza del sindaco e di altri rappresentanti della comunità "congregati" a questo fine e sottoscritto dal curato. Dal 1834 le rese di conto, che venivano presentate all'autorità politica per la dovuta evasione, si trovano anche in "Chiesa di S. Osvaldo in Bedollo", "Resoconti", b. 1.

B. 1. 1 "Libro maestro dell'entrata ed uscita della venerabile chiesa di S. Osvaldo di Bedol principiando l'anno 1760 li 20 agosto" (tit. int.) 1760 [agosto 20] - 1870 Alle pp. 1-61: "Erezione della parrocchia", memorie relative all'innalzamento della curazia di Bedollo in parrocchia redatte da don Cirillo Bertoldi da Susà, primo parroco dal 1919 al 1922, e cronaca, s. d. Italiano Registro, legatura in pelle, pp. 281, 61

60 serie 2 Urbari, [1769]

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. La serie è formata da un registro. Registrazioni collocabili nella seconda metà del sec. XVIII relative agli interessi sui capitali spettanti alla chiesa di Bedollo si trovano in "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Stati delle anime", reg, 1, cc. 1-19.

B. 2. 1 "Urbario poi protocollo curaziale" [1769] (con integrazioni fino al 1827 maggio 2) Cc. 1-35: "Urbario della chiesa curata di Sant' Osvaldo di Bedol o sia libro in cui sono notati quelli che a questa pagano qualche annuale interesse colla nomina de' scritti o sia stromenti ne' quali rogiti seguirono formato da me Pierantonio Bampi di Civezzano curato l'anno 1769 sotto il sindicato di Giovanni dalla Piccola detto Krio", [1769], con integraz. fino 1827 mag. 2. Alle cc. 1-13: Protocollo degli esibiti e delle spedizioni risguardante cose d'uffizio. Anno 1844", 1844 gen. 14-1849 gen. 8; alle cc. 14-21: annotazioni non pertinenti, 1911. Italiano Registro, legatura in cartone, con indice alfabetico relativo all'urbario alla fine n.n., cc. 35, 21

61 serie 3 Verbali delle riunioni di fabbriceria, 1919

Contenuto La serie è formata da un registro contenente il verbale di un'unica riunione tenutasi il 19 ottobre 1919.

B. 3. 1 "Protocollo delle sessioni fabbriceria di Bedollo" 1919 ottobre 19 Verbale della riunione tenuta il 19 ottobre 1919 con delibere relative a: atto di consegna al nuovo parroco don Cirillo Bertoldi, assicurazione contro gli incendi del fabbricato e dei mobili della chiesa, installazione della luce elettrica in chiesa, restauri al tetto e alle finestre della chiesa. Italiano Registro, legatura in mezza tela, c. 1

62 serie 4 Registri delle offerte, 1947 - 1958

Contenuto La serie è formata da un registro.

B. 4. 1 "Registro opere parrocchiali Bedollo" 1947 ottobre 5 - 1958 dicembre 31 Registro delle offerte destinate a spese per la chiesa: portalampade, candele, manutenzioni varie, arredi, vesti per i chierichetti, ecc. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 7 n.n.

63 serie 5 Registri di cassa, 1913 - 1959

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

B. 5. 1 "Libro cassa entrata-uscita chiesa di Bedollo" 1913 agosto 1 - 1959 ottobre 28 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 59 n.n.

64 serie 6 Resoconti, 1834 - 1952

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose. La serie è formata da due buste. I resoconti dal 1834 al 1870 si trovano anche in "Chiesa di S. Osvaldo in Bedollo", "Registri delle rese di conto dei massari", reg.1.

B. 6. 1. b. 1 Resoconti 1834 - 1915 Nn. 1-66 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Mancano i resoconti per gli anni 1837-39, 1847, 1857-58. Per gli anni 1834-35, 1845-46, 1848-56, 1859 e 1865 sono presenti solo lettere di evasione o quietanze. Busta, cc. 603 n.n.

B. 6. 2. b. 2 Resoconti

65

1916 - 1952 Nn. 67-93 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Busta, cc. 1079 n.n.

66 serie 7 Carteggio e atti, 1640 (copia) - 1957

Contenuto La serie è formata da sei fascicoli che raccolgono documentazione di carattere amministrativo relativa al patrimonio, alla gestione e alla manutenzione della chiesa di Bedollo. Si troveranno quindi atti relativi alla gestione del patrimonio della chiesa costituito da beni mobili, fabbricati, fondi, capitali e altri introiti; pratiche concernenti lavori di costruzione, manutenzione e restauro eseguiti sull'edificio, acquisti di arredi, carteggio relativo alle campane, ecc; documentazione relativa alla gestione del personale, come per esempio il sacrestano e i cantori, ecc.

B. 7. 1. b. 1 Atti amministrativi 1640 (copia) - 1957 N. 13 'instrumenta' relativi a compravendite, costituzioni di censo, affitti, dazioni in pagamento a favore della chiesa di S. Osvaldo (1640 copia-1756); atto relativo alla controversia per i servizi del campanaro (1683); atto relativo all'alienazione di fondi comunali per l'acquisto dell'orologio del campanile (1723); solleciti per la presentazione dei resoconti annuali, ammonimenti riguardo la cattiva gestione degli amministratori, nomina di un nuovo sindaco della chiesa, carteggio e atti relativi all'amministrazione (1835-1946); cedole per i prestiti di guerra (1917-22); polizze di assicurazione della chiesa (1929-57). Fascicolo, cc. 174

B. 7. 2. b. 2 Inventari 1864 - 1929 Inventari del patrimonio della chiesa di Bedollo per gli anni 1864, 1894, 1904, 1929. Fascicolo, cc. 54

B. 7. 3. b. 2 "Organo" 1873 - 1937 Progetto di Antonio Morandini da per la costruzione di una cantoria nella chiesa di Sant' Osvaldo, protesta delle frazioni di Regnana e Brusago per impedire la costruzione dell'organo(1), comunicazione del capovilla di Bedollo all'Ordinariato relativa all'intenzione di costruire l'organo, osservazioni dell'Ordinariato (1873); stanziamento di capitale per costituire un fondo per l'organista (1879); preventivo per la pulitura generale dell'organo presentato dal "fabbricatore d'organi" Filippo Tornaghi (1887); affidamento dei lavori di pulitura al maestro Leonardo Zotti di Lusiana (VI) e quietanza (1888); capitoli per l'organista (1889); carteggio e atti relativi ai lavori di restauro dell'organo eseguiti dalla ditta Mascioni di Cuvio (VA) (1936-37); n. 3 tavole fotografiche. Contiene, a stampa: R. Fauri, Un'opera dimenticata di Filippo Tornaghi "fabbricatore d'organi", Bedollo, 1975 (2). Fascicolo, cc. 34 Note (1) La protesta era nata dal timore di dover concorrere alle spese per la costruzione. (2) La pubblicazione avvenne in occasione del restauro compiuto nel 1975.

67

B. 7. 4. b. 2 Campane 1902 - 1943 Quietanza della Fonderia Chiappani di Trento per la campanella del cimitero (1902), atti relativi alla requisizione delle campane (1916-17), resa di conto del fondo campane di Regnana (1918), benestare del Commissariato per le riparazioni dei danni di guerra per il ripristino delle campane della chiesa parrocchiale e della chiesa di Regnana e nota di affidamento della rifusione alla Fonderia Luigi Cavadini di Verona (1927), corrispondenza con la fonderia (1928-29), fatture relative alle spese di collocamento delle campane, relazione tecnica in merito all'esecuzione del collocamento e al collaudo, comunicazione di rimborso spese da parte del Ministero dei lavori pubblici (1930), atti relativi alla seconda requisizione di guerra (1943). Fascicolo, cc. 64

B. 7. 5. b. 2 Sacrestano 1921 - 1957 Contratti per il sacrestano di Bedollo (1921-57) e facoltà di toccare i vasi sacri (1948, 1957). Fascicolo, cc. 23

B. 7. 6. b. 2 Decorazione chiesa 1925 - 1926 Corrispondenza con il pittore Agostino Aldi, preventivo di spesa, elenchi di offerenti, n. 4 riproduzioni fotografiche dei bozzetti per la decorazione, quietanze. Fascicolo, cc. 22

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Ente Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo 1680 novembre 29 - 1987 gennaio 24

Luoghi Bedollo

Altre forme del nome Beneficio curaziale di Bedollo

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 01/01/1712 - 31/12/1959

Storia L'erezione della cura d'anime di Bedollo era stata subordinata all'impegno della comunità di procurare un adeguato sostentamento per il proprio curato. Il Capitolo di Trento, al fine di sgravare la vicinia di Bedollo e Regnana (1), concesse con atto del 22 giugno 1680 rogato dal notaio Giovanni Gottardo Aquila, il diritto di decimare "tra li limiti e distretto di Bedol d'ogni sorte di grano colla semplice annua prestatione di stari ottanta di segalla acioché col sopra più puotesse con evidente soglievo della communità mantenere detto reverendo signor curato"(2). Il 29 novembre di quell'anno venne rogato dal cancelliere capitolare l'atto di erezione della curazia nel quale furono stabiliti capitoli, condizioni e obblighi sia del curato, rispetto al suo incarico personale nell'amministrare la cura, che della comunità riguardo il salario e le prestazioni annue dovute al sacerdote. La comunità doveva inoltre provvedere per un degno alloggio, ma nel 1712, "essendo ridotta la casa di habitatione del nostro reverendo signor curatto d'anime in stato cattivo et obbligatti dall'illustrissimo reverendissimo Capitolo a ristorarla per nostra dovuta obligatione"(3), essa dovette alienare alcuni fondi comunali per affrontare la ristrutturazione della canonica. La costruzione di nuovi masi con la conseguente crescita della popolazione e l'aumento di devozioni e funzioni ecclesiastiche, ridussero ancor più la già misera provvista del curato, costretto a recarsi di casa in casa "al tempo delle cerche per fare di farsi dare da tutti qualche cosa di grano, butirro, formagio, capussi e rappe conforme la possibilità di cadauno"(4). Vi erano poi altri inconvenienti per i quali il curato non riusciva a percepire quanto gli era dovuto dalla comunità, obbligata a provvedere il vino per le messe, a farsi pagare la primizia, a riscuotere i compensi dovuti per la fatica di recarsi nei masi dispersi per 'beccare' i cadaveri(5) e accompagnarli alla sepoltura. Si rese perciò necessario l'intervento del cancelliere capitolare, che munito della necessaria autorità, si recò nell'agosto del 1722 a Bedollo "per procurare con tutte le maniere e forme qualche argine a predetti inconvenienti". I rappresentanti della comunità, congregati in piena Regola, decisero di aumentare il salario del curato e "di dare annualmente e consignare in effetto nel giorno del salario, cioè al Santo Michele ossia ottava in perpetuo in vece della solita primitia e di altro grano e pretensioni sudette, cadauno di famiglia o sii per fuocho una quarta di segalla bella, secca, netta e crivellata da consignarsi qui nella canonica ... oltre quel tanto che è stato decretato, convenuto et accordato di salario nella motivata erezzione di cura"(6). Intanto la comunità vedeva rinnovata ad ogni scadenza (prima ventennale poi decennale) la convenzione relativa al diritto di decimare(7), mentre di tempo in tempo si rivedevano e aggiornavano le contribuzioni delle famiglie. Nel contratto stipulato nel giugno 1824 tra i rappresentanti delle ville di Bedollo, Brusago e Regnana e il nuovo curato don Gaspare Pompermaier, si trova indicato 69 anche l'obbligo per la comunità di provvedere per un cooperatore e la promessa di procurare al curato legna sufficiente da ardere. L'orto canonicale spettava per due terzi al curato, il rimanente al cooperatore qualora condividesse l'abitazione del curato. Le frazioni di Brusago e Regnana sollevarono delle questioni per quanto riguardava la partecipazione al mantenimento del curato di Bedollo(8), questioni che portarono alla rideterminazione delle loro quote di concorrenza fissate nella convenzione del 1855(9). Nell'atto del 1866, relativo agli accordi tra i capovilla e il nuovo curato don Tommaso Scarpa, vengono chiaramente esposti emolumenti e oneri; le entrate per il curato erano costituite dalle quote provenienti dalle frazioni, dal fondo di religione, dagli incerti di stola, dalle elemosine e da altri uffici connessi alla sua funzione; gli oneri erano costituiti dalla celebrazione delle messe pro populo nelle domeniche, dalle spese per i 'viglietti' pasquali, per il vino e le ostie per due sacerdoti, per i pranzi ai cantori, al sacrestano, al capovilla, ai sindaci della chiesa e al parroco in occasione della sagra, dall'elemosina da distribuire al sacrestano nella festività di Ognissanti. Il curato godeva a titolo gratuito dell'uso dell'orto e della canonica, le cui spese di manutenzione straordinaria erano a carico della vicinia. Le contribuzioni delle frazioni furono sempre motivo di discussioni, causate per lo più dalla grande povertà di quelle famiglie, tanto che nel 1884 il governo si assunse l'onere del contributo annuale della frazione di Brusago. Nei primi anni del Novecento il comune di Bedollo ricorse più volte contro le decisioni politiche superiori che volevano a suo carico l'intera congrua per il curato non ritenendo indipendente la curazia. Nel 1908 il Ministero per il Culto riconobbe lo stato di cura d'anime indipendente di Bedollo ponendo fine ad ogni discussione in merito(10). Al curato di Bedollo spettava quindi il diritto alla congrua da parte del governo. Nell'agosto 1947 il nuovo parroco don Luigi Tessadri prenderà in consegna il beneficio la cui consistenza patrimoniale era costituita da diritti su beni immobili per usufrutto (casa canonica con orto, di proprietà del comune) e da beni mobili (depositi su libretti bancari e mobili). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento

70 del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", 1680 - 1998; Archivio "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", 1712 - 1959

Note (1) Solo nel Settecento i masi di Brusago si costituirono lentamente in paese. (2) Così si legge sull'atto del 1722 relativo all'aumento del salario per il curato: cfr. "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1. (3) Ibidem. (4) Cfr. nota 1. (5) I corpi venivano pizzicati al fine di accertare il decesso. (6) Cfr. nota 1. (7) Cfr. "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1: sono presenti le rinnovazioni del 1743, 1763, 1807, 1816. (8) Per la questione relativa alla concorrenza di Brusago si confronti il f. "Cose di Brusago" in "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 8. (9) Cfr. "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1. (10) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Carteggio e atti", f. 18.

71 fondo C Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo, 1712 - 1959

reg. 1, fascc. 4

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo, 1680 novembre 29 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

72 serie 1 Partitari, [1884]

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore. La serie è formata da un registro.

C. 1. 1 "Inventario fondo curaziale Bedollo e primissariale. 1884" [1884] (con integrazioni fino al 1899 gennaio 26) Partitario dei capitali spettanti al beneficio parrocchiale e alla Primissaria di Bedollo. Incollati al registro: prospetti dei debitori. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 53 n.n.

73 serie 2 Carteggio e atti, 1712 - 1959

Contenuto La serie è formata da quattro fascicoli.

C. 2. 1. b. 1 "Curato di Bedollo. Salario, concorrenza di Brusago e Regnana allo stesso. Convenzione colla villa Bedollo" 1712 - 1921 Alienazione di fondi comunali per la ristrutturazione della canonica (1712), accordo tra la comunità di Bedollo e il curato per un aumento di stipendio (1722), N. 4 atti relativi al rinnovo del diritto di decimare concesso agli abitanti della villa di Bedollo per il mantenimento del curato (1743-1816), atto con il quale i rappresentanti della vicinia di Bedollo, Regnana e Brusago stabiliscono le contribuzioni di ogni famiglia per il salario del curato (1823), convenzione con don Gaspare Pompermaier (1824), determinazione dei diritti di stola in caso di obiti ai confini della curazia (1846), convenzione con i rappresentanti delle ville di Bedollo, Brusago e Regnana per la concorrenza al mantenimento del curato (1855), partecipazione di Regnana alle spese per la fabbrica della canonica (1863), accordi tra i capovilla e don Tommaso Scarpa (1866), vertenze con i censiti di Regnana (1874), comunicazione relativa all'assunzione da parte del Fondo di religione dell'onere di completamento di congrua gravante su Brusago (1884), contratti del curato don Leonardo Moggioli con i rappresentanti comunali (1895, 1905), atti relativi alla richiesta del comune di Bedollo per ottenere l'assunzione del contributo di congrua per il curato a carico del Fondo di religione (1906-07), delibera dei capifamiglia di Bedollo relativa ad un aumento di salario per il parroco (1921), ecc. Contiene: copia di un atto del 1710 (1) relativo ai diritti di stola. Fascicolo, cc. 113 Note (1) L'atto viene ritenuto falso, come si trova annotato su questa copia.

C. 2. 2. b. 1 "Beneficio parrocchiale ex curaziale" 1866 - 1953 Copia dell'atto relativo agli accordi tra i capovilla e il nuovo curato in merito a emolumenti e oneri (1866), prospetto delle famiglie di Bedollo debitrici verso il fondo curaziale (1869), minuta relativa alla comunicazione della vacanza della curazia (1876), carteggio e atti relativi alla determinazione della congrua per il mantenimento del cooperatore (1887-96), contratti di mutuo e insinuazioni ipotecarie per capitali spettanti al fondo curaziale (1889-1922), atti relativi alla fassioni di congrua (1924-53), stato patrimoniale ed economico del beneficio parrocchiale di Bedollo al 1929. Fascicolo, cc. 116

C. 2. 3. b. 1 "Famosa consegna chiesa e legati Bedollo nel 1906 fatta da don L. Moggiolli" 1899 - [1922] Atti relativi ai lavori eseguiti per la chiesa di Bedollo durante la reggenza di don Leonardo Moggioli(1): acquisto di un nuovo concerto di campane, costruzione di un nuovo castelletto nel campanile, acquisto di arredi e restauri vari; resa di conto del curato per lavori ed acquisti eseguiti dal 1895 al 1905; atti relativi alla consegna di don Moggioli e alla determinazione di crediti e debiti a lui spettanti.

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Fascicolo, cc. 156 Note (1) Don Leonardo Moggioli resse la curazia di Bedollo dal 1895 al 1906. I lavori furono eseguiti con la parziale partecipazione alle spese da parte della popolazione e del comune. Le offerte non furono sufficienti ed il curato, per coprire i costi, stipulò un mutuo e utilizzò capitali derivanti da alcuni legati, oltre ad una sua privata partecipazione. Al termine del suo mandato i conteggi non erano ancora del tutto determinati e insorse una vertenza tra la comunità e l'ex curato relativa alla sistemazione dei diversi debiti e crediti.

C. 2. 4. b. 1 Atti di consegna dei beni degli enti ecclesiastici della parrocchia di Bedollo 1935 - 1959 Riconsegna di don Silvio Petri (1935), riconsegna di don Francesco Zorzi (1939), consegna e riconsegna di don Domenico Fedel (1939, 1947), consegna e riconsegna di don Luigi Tessadri (1947, 1959). Fascicolo, cc. 74

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Ente Primissaria di Bedollo 1720 agosto 18 - [1935]

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Primissaria di Bedollo, 01/01/1728 - 31/12/1935

Storia ll 18 agosto 1720 la comunità di Bedollo, con licenza del Capitolo di Trento e con atto assunto dal cancelliere capitolare don Leonardo Novelli, eresse, "per bene di quelle anime", una primissaria perpetua (1). Si trattava di un beneficio semplice perpetuo di una messa prima da celebrarsi in tutte le feste di precetto e devozionali per un totale di 90 messe l'anno. Al primissario beneficiato veniva corrisposta l'elemosina di 3 troni e 9 carantani a celebrazione. L'allora curato, don Giovanni Pietro Ticò, contribuì personalmente con un capitale di 750 ragnesi con l'obbligo per il beneficiato di celebrare 50 messe annue (2); alcuni abitanti di Bedollo si obbligarono per altri 750 ragnesi in modo da coprire la spesa per le rimanenti 40 messe. I curaziani si erano assunti inoltre l'impegno di riscuotere a turno gli interessi e di consegnarli al primissario allo scadere della festa di Ognissanti. Alla comunità di Bedollo spettava l'elezione del primissario, che veniva scelto fra una rosa di concorrenti e dopo il benestare del parroco di Piné. La comunità aveva la facoltà di rimuovere, per giusti motivi, il proprio primissario che aveva l'onere di celebrare, secondo l'intenzione dei rispettivi offerenti, la prima messa, di spiegare la dottrina cristiana, di assistere il curato al bisogno e di udire le confessioni poiché munitò di tale facoltà. La dotazione del primissario incrementò con la donazione di 10 staia l'anno di segale offerta dal conte Alberti d'Enno. Verso la fine del secolo XVIII la presenza del primissario era sempre più richiesta per l'assistenza nella cura d'anime, per cui i curaziani risolsero di corrispondergli 2 troni l'anno per famiglia più l'abitazione e la legna. Il primissario, di contro, doveva tenere la scuola per almeno quattro mesi l'anno ricevendo un trono per ogni fanciullo in grado di leggere e un trono e mezzo per quelli in grado di scrivere. Dal 1799 la dotazione del beneficio andò ad aumentare grazie alla destinazione dei beni spettanti alla confraternita del Santissimo Rosario che esisteva nella chiesa di Bedollo. I capitali della confraternita andarono infatti a far parte, per superiori decisioni, della dotazione necessaria al mantenimento del primissario in epoca anteriore la soppressione delle confraternite, ma anche in seguito tale destinazione di beni non mutò. Il primissario conduceva quindi vita ed economia separata da quella del curato, ma con il passare del tempo egli, divenuto cooperatore, passò a convivere col curato in canonica. Il suo mantenimento gravava comunque sempre sulla comunità; l'onorario per questo secondo sacerdote era formato dagli interessi dei capitali fondati, dalle partecipazioni della vicinia per fuoco e testatico, e dalla concorrenza del fondo scolastico del comune di Piné (3). Il curato, che si era obbligato a dare l'abitazione al sacerdote, otteneva in cambio tutti gli emolumenti spettanti al primissario e si assumeva l'onere della celebrazione delle messe annesse al beneficio. Col tempo però aumentarono le spese di amministrazione mentre le rendite del capitale destinato alla primissaria diminuirono. L'Ordinariato, rispondendo alle preghiere rivolte anche dal curato, intervenne con una netta riduzione degli oneri missari. 76

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Primissaria di Bedollo", 1728 - 1935 Archivio "Legato Ticò di Bedollo", 1727 - 1911

Note (1) Cfr. "Primissaria di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1, c. 30. (2) Cfr. la copia del testamento in: "Legato Ticò di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1, cc. 81 e segg. (3) Cfr. "Primissaria di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1, cc. 82-85.

77 fondo D Primissaria di Bedollo, 1728 - 1935

reg. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Primissaria di Bedollo, 1720 agosto 18 - [1935]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

78 serie 1 Registri di amministrazione, 1760 - 1793

Contenuto La serie è formata da un registro. Il partitario dei capitali spettanti alla primissaria di Bedollo formato nell'anno 1884 si trova in "Beneficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Partitari", reg, 1.

D. 1. 1 "Registro della Premissaria principiato l'anno 1760" 1760 novembre 22 - 1793 dicembre 2 (con integrazioni fino al 1827 luglio 9) - pp. 1-13: registrazioni relative al pagamento da parte dei rappresentanti della villa di Bedollo dello stipendio al primissario con attestazioni di quest'ultimo relative alla celebrazione delle messe beneficiali, 1760 nov. 22-1793 dic. 2; - pp. 1-41: "Nota di quelli li quali pagano annuali interessi a questa Premessaria di Bedol", [1760], con integrazioni fino al 1827 lug. 9. Italiano Registro, senza coperta, pp. 13, 41

79 serie 2 Carteggio e atti, 1728 - 1935

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

D. 2. 1. b. 1 "Atti riflettenti la Primissaria di Bedollo" 1728 - 1935 N. 14 'instrumenta' relativi a costituzioni di censo, affitti, compravendite, assicurazione di capitali, ecc. (1728-1800), impegno della vicinia per il mantenimento del primissario (1823), copia del decreto con il quale i capitali della confraternita del Rosario vengono destinati a dotare la primissaria di Bedollo (1831), copie di convenzioni con il primissario (1834-41), prospetti dei capitali appartenenti al beneficio (1834-44), fassione della primissaria (1841), elenco dei capitali fondati per il salario e mantenimento del primissario (1846), atti relativi alla riduzione degli oneri missari (1869-1905), carteggio e atti relativi all'amministrazione del beneficio, ecc. Fascicolo, cc. 161

80

Ente Legato Ticò di Bedollo 1727 agosto 27 - [1911]

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Legato Ticò di Bedollo, 01/01/1727 - 31/12/1911

Storia Don Giovanni Pietro Ticò, cappellano curato di Bedollo dal settembre 1691 all'ottobre 1729, con suo testamento del 27 agosto 1727 (1) e successivo codicillo del 19 maggio 1729, istituì una dote per nubende fondandola sui redditi derivanti da un capitale di 1800 ragnesi. Secondo le disposizioni del fondatore detti interessi dovevano essere impiegati "ogni anno in perpetuo in maritare una cittella dovendo sempre essere anteposte le parenti di detto signor reverendo testatore" e non presentandosi alcuna giovane della parentela "ad una giovine esistente qui sotto la cura di Bedol e Regnana che sarà in statto di maritarsi". Don Ticò nominò il curato pro tempore di Bedollo amministratore della fondazione con l'esclusivo compito di conferire la dote. Il 27 novembre 1843 venne steso il documento di fondazione con la specifica di tutti i capitali spettanti all'istituzione.

Funzioni, occupazioni e attività Per legato pio si intende ogni forma di lascito avente di mira uno scopo pio di religione o di beneficenza, ivi compreso il semplice onere imposto dal testatore all'erede o al legatario allo stesso fine. In senso strettissimo si intende il solo legato a scopo di religione, gravato cioé da un onere il cui contenuto è un atto di culto (determinate preghiere, novene, rosari, celebrazione di messe, funzioni sacre, feste religiose, ecc.). A seconda dei diversi mezzi di cui si può avvalere il disponente nel perseguimento di uno scopo pio, possono essere considerati, giuridicamente, tre aspetti del legato preso nel senso più ampio del termine: 1) come semplice onere: non si dà cioé differenziazione specifica dei beni in ordine allo scopo pio. L'onere risulta meramente accessorio all'istituzione di erede o al legato; 2) come vero legato: il disponente segrega dalla massa del suo patrimonio un complesso di beni singolarmente individuati e li destina allo scopo pio da lui voluto, incaricando un soggetto dell'esecuzione della sua volontà; 3) come fondazione autonoma: invece di incaricare altri di provvedere all'adempimento della pia volontà, il testatore può destinare un patrimonio autonomo per la fondazione di una nuova persona giuridica che avrà come fine istituzionale l'adempimento dello scopo pio(2). Il legato pio può essere tanto perpetuo quanto temporaneo, a seconda che l'esecuzione dell'onere si esaurisca in una o più prestazioni numericamente definite oppure impegni a prestazioni periodiche in indefinito o almeno per lungo tempo.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Legato Ticò di Bedollo", 1727 - 1911

81

Note (1) Revocandone uno precedente di data 24 agosto 1724. (2) Appartengono a questa categoria il beneficio ecclesiastico, il beneficio semplice e la cappellania ecclesiastica.

82 fondo E Legato Ticò di Bedollo, 1727 (copia) - 1911

reg. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Legato Ticò di Bedollo, 1727 agosto 27 - [1911]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

83 serie 1 Registri di amministrazione, 1727 (copia) - 1846

Contenuto La serie è formata da un registro. Registrazioni relative all'amministrazione del legato nel periodo 1874-1906 maggio 14 si trovano in "Ufficio parrocchiale di Sant'Osvaldo in Bedollo", "Registri di amministrazione degli enti ecclesiastici", reg. 1.

E. 1. 1 "L. Ticò" (tit. dorso) 1727 agosto 27 (copia) - 1846 febbraio 1 (con annotazione del 1951 luglio 1) - pp. I-III: copia parziale del testamento di don Giovanni Pietro Ticò (1727 ago. 27) e della successiva modifica (1729 mag. 19), con attestazioni di autenticità (1763 mag. 4, 1764) e promemoria relativi alla consegna del documento originale (1841 dic. 2, 1843 dic. 12); - pp. 1-19: registro delle riscossioni degli interessi sui capitali, 1765-1816; - pp. 21-22: "Elenco dei capitali appartenenti alla pia fondazione Tichò", 1843 giu. 19; - cc. 1-14: "Urbario dei capitali appartenenti alla pia fondazione Tichò di questa curazia", [1843]; - cc. 1-17: registro delle distribuzioni, 1761-1846 feb. 1 (con annotaz. del 1951 lug. 1). Alla fine: "Decreti ed amminicoli riguardo al legato Tichò che potranno servir di norma all'esecutore testamentario", copie di decreti, 1834 lug. 28-1841 ott. 8. Italiano Registro, legatura in pelle, cc. 46 n.n. (num. orig. varia)

84 serie 2 Carteggio e atti, 1732 - 1911

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

E. 2. 1. b. 1 "Documenti 1. Legato Tichò" 1732 - 1911 Copia del testamento di don Giovanni Pietro Ticò (1727, in all.), atti relativi a pagamenti e costituzioni di censo a favore del legato (1732-1827), documento di fondazione (1843), carteggio e atti relativi all'amministrazione del legato (1844- 1911). Contiene: N. 8 'instrumenta' (costituzioni di censo e livelli) relativi al patrimonio personale del fondatore, 1706-1725. Fascicolo, cc. 121

85

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1745 giugno 1 - [1966]

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Bedollo, 01/01/1745 - 31/12/1966

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento fu eretta nella chiesa curaziale di Bedollo con decreto vescovile del primo giugno 1745 (1). Aggregata all'Arciconfraternita di Roma, essa godeva di tutti i privilegi concessi dal Pontefice a questa congregazione, che come scopo si proponeva di promuovere la fede, l'amore e l'adorazione verso il Santissimo Sacramento. Secondo i capitoli approvati in occasione della sua erezione, vi potevano far parte persone di entrambi i sessi "purché di buona voce e fama e di costumi degni d'un buon cattolico". Il curato di Bedollo pro tempore veniva riconosciuto come primario direttore della confraternita, che eleggeva per il suo governo "un ministro con due assistenti, due direttori delle processioni ... e degli scossori". Le quote di iscrizione variavano a seconda dell'età dell'iscritto, che era comunque tenuto all'ulteriore pagamento di tre carantani l'anno che venivano impiegati per le ordinarie necessità della confraternita. All'atto dell'iscrizione era richiesto di procurare, a proprie spese, per gli uomini "la veste rossa con capuccio e corda di simil colore per cingolo" e per le donne il "fazzuolo detto da braccio da impontarsi sul capo", indumenti che dovevano essere indossati in occasione di processioni, di funerali, di adunanze o festività particolari. La principale e più solenne processione col SS. Sacramento si teneva il giorno del Corpus Domini, ma data la partecipazione di Bedollo alla processione della parrocchiale, la festività venne rinviata nella curazia alla domenica successiva. In questo tempo si eleggevano anche il nuovo ministro e i due assistenti che, prestato giuramento davanti al curato, eleggevano a loro volta i due direttori delle processioni e gli scossori. I capitoli del 1745 prevedevano inoltre il compito per i confratelli di provvedere del necessario l'altare maggiore nell'occasione dell'esposizione e per le processioni. Nel 1854 i confratelli espressero la volontà di impiegare parte delle loro collette per provvedere di arredi sacri la chiesa di Bedollo e l'Ordinariato, riconoscendo lo stato di bisogno in cui si trovava la chiesa, approvò la proposta determinando l'impiego della terza parte delle collette per l'acquisto di arredi e dei restanti due terzi per la celebrazione di messe per i confratelli. La durata dell'impegno fu stabilita, come da richiesta, di sei anni, ma nel 1861 l'Ordinariato prorogò il rescritto per altri tre anni. Nel 1923 vennero rinnovati i capitoli della confraternita che riprendevano in linea generale quelli del Settecento. Direttore della confraternita era sempre riconosciuto il parroco di Bedollo, a capo di un consiglio formato inoltre da un priore, un assistente che fungeva da cassiere e da quattro consiglieri. Tutti venivano nominati dall'adunanza generale dei confratelli e confermati dal parroco. Il consiglio così nominato sceglieva poi i riscossori delle tasse annuali, due consiglieri supplenti, due direttori delle processioni, e i vari portatori (per baldacchino, stendardo, gonfalone, lampade, torce). Le cariche avevano durata triennale con possibilità di riconferma. Il direttore aveva il compito di sovrintendere all'amministrazione della confraternita, di rappresentarla di fronte a terzi, di custodirne i registri e presiedere le adunanze. L'ufficio del priore era quello di assistere il direttore, 86 riferire sull'andamento della confraternita, custodire i libretti bancari e sorvegliare la cassa. L'assistente, che fungeva da cassiere, oltre ad aiutare il priore nelle sue mansioni, raccoglieva le tasse dai riscossori ed esponeva l'annua resa di conto. I riscossori delle varie frazioni raccoglievano le tasse di iscrizione da ogni famiglia segnando sul loro registro i pagamenti. I capitoli della confraternita contemplavano inoltre il versamento di una quota annua a titolo di indennizzo alla chiesa e al sacrestano e all'organista per le loro prestazioni, restando comunque sempre impegnata nel disporre parte degli avanzi di cassa per l'acquisto di arredi sacri.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Confraternita del Santissimo Sacramento di Bedollo", 1745 - 1966

Note (1) Cfr. copia dell'atto di erezione della confraternita in "Confraternita del Santissimo Sacramento di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1.

87 fondo F Confraternita del Santissimo Sacramento in Bedollo, 1745 (copia) - 1966

regg. 5, fasc. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1745 giugno 1 - [1966]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

88 serie 1 Registri degli iscritti, 1789 - 1966

Contenuto La confraternita accoglieva persone di entrambi i sessi purché avessero ricevuto la prima Comunione e fossero "di costumi degni d'un buon cattolico". Chi voleva iscriversi, ottenuto il consenso del curato, primo direttore della confraternita, doveva pagare nelle mani del cassiere la prescritta tassa conforme la sua età. I capitoli del 1745 prevedevano l'esborso di 18 carantani per i più giovani fino a 5 troni per gli iscritti dai 30 ai 40 anni d'età. Superata questa soglia la quota veniva determinata ad arbitrio dei confratelli. Nei capitoli del 1923 le quote d'iscrizione rientravano tra un minimo di 0,50 lire ed un massimo di 30 lire. Le tasse venivano riscosse annualmente e il loro mancato pagamento poteva essere motivo di esclusione dalla confraternita. La serie è formata da due registri.

F. 1. 1 "Nuovo registro de' confratelli del Santissimo Sacramento erretta il primo giugno 1745 in questa chiesa curata di Bedol. Formato da me p. Cristoforo Ioriatti curato sotto li 2 gen[nar]o 1789" (tit. int.) (1) 1789 gennaio 2 - 1805 maggio 6 - pp. 1-73, 85-154: elenchi di iscritti suddivisi per località, 1789 gen. 2-1805 mag. 6; - pp. 159-166: "Nomi e cognomi de confratelli e consorelle defonti incominciando li 2 gen[nar]o 1789", 1789 gen. 15-1796 mag. 5. Alle pp. 76-79: annotazioni non pertinenti al contenuto del registro, 1911; alle pp. 168-180: "Nota della legna condotta alla canonica anno 1848", annotazioni relative alla consegna di legna alla canonica da parte delle famiglie dei diversi "quartieri"(2), 1848. Italiano Registro, legatura in cartoncino rustico, con indice delle parti relative agli iscritti all'interno del piatto anteriore, pp. 180 (bianche molte pp.) Note (1) Sulla coperta la titolazione "Libro della legna" si riferisce all'ultima parte del registro le cui carte bianche sono state utilizzate nel 1848 per annotare la legna portata in canonica. (2) Si tratta delle località Svaldi, Pez, Stelzer, Moert, Gherlet, Pinteri, Stramaiol, Martinelli, Regnana e masi di Bedollo.

F. 1. 2 "Confraternita Santissimo Sacramento di Bedollo 1893" 1842 - 1966 (con annotazioni fino al 1971 ottobre 4) Confratelli di Bedollo, Regnana, Brusago e Piazze. All'inizio: annotazioni relative a messe legatarie della confraternita, 1893 gen. 20; 1894 dic. 16. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 260 n.n.

89 serie 2 Registri delle rese di conto, 1746 - 1951

Contenuto Per la tenuta dei conti la confraternita eleggeva un cassiere il quale prestava giuramento davanti al curato. Egli doveva tenere su un apposito registro l'esatto conto dell'amministrazione della confraternita e in occasione dell'annua adunanza generale ordinaria doveva esporre la resa di conto della sua amministrazione, che doveva essere approvata dal direttore e dal priore della confraternita mediante l'apposizione delle loro firme. La serie è formata da due registri.

F. 2. 1 "Compagnia del Santissimo Sacramento 1746" 1746 maggio 14 - 1847 giugno 30 Italiano Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 68 n.n.

F. 2. 2 "Compagnia Santissimo di Bedollo, Brusago, Regnana, Piazze 1884" 1854 gennaio 15 - 1951 gennaio 7 Capovolgendo il registro: annotazioni relative ad entrate, 1858-1864. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 100 n.n.

90 serie 3 Registri dei verbali delle riunioni, 1921 - 1955

Contenuto I capitoli del 1923 prevedevano riunioni generali della confraternita in sessioni ordinarie ogni anno il giorno di Santo Stefano. In queste riunioni, oltre all'esposizione dell'annua resa di conto, venivano distribuiti i vari uffici di direzione, si determinavano funzioni e processioni, si votavano eventuali spese, si esaminava l'andamento della confraternita e si promuovevano occasioni per aumentarne la devozione. L'adunanza generale poteva essere convocata anche in sessione straordinaria qualora il direttore o almeno quattro membri del consiglio ne facessero richiesta. La serie è formata da un registro.

F. 3. 1 "Libro dei protocolli della Confraternita del Santissimo della parrocchia di Bedollo e Regnana" (tit. int.) 1921 marzo 13 - 1955 maggio 15 Quattro verbali con delibere relative a: elezione di cariche sociali (1921 mar. 13), approvazione dello statuto (1923 mag. 21), questioni amministrative (1926 dic. 26) ed elezione di cariche sociali (1955 mag. 15). Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 7

91 serie 4 Carteggio e atti, 1745 (copia) - 1937

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

F. 4. 1. b. 1 Carteggio e atti 1745 (copia); 1828 - 1937 Copia dell'atto di erezione della confraternita con i relativi capitoli (1745 giu. 1), privilegio concesso all'altare della confraternita (1769) (1), elenco dei capitali appartenenti alla confraternita (1828), capitoli (1842, 1851), notifiche relative a legati in favore della compagnia, ricevute di offerte, obbligazioni, elenco dei capitali (1911), capitoli (1923), verbale della riunione dei confratelli di Regnana (1934), minute, ecc. Contiene: "Capitoli della confraternita del Santissimo Sacramento di ", sec. XIX in. Fascicolo, cc. 45 Note (1) Atto pergamenaceo. La pergamena è accompagnata da una lettera, firmata dott. Osvaldo Barone Negri di S. Pietro, inviata al parroco di Bedollo nel gennaio 1951 con la quale si dichiara la donazione dell'atto alla chiesa di Bedollo.

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Ente Confraternita del Santissimo Rosario 1706 luglio 26 - [1950]

Luoghi Bedollo (Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Rosario in Bedollo, 01/01/1706 - 31/12/1950

Storia Con documento datato 26 luglio 1706 (1) venne eretta nella chiesa di Bedollo la confraternita del Santissimo Rosario. La presenza della confraternita fu promossa dall'allora curato don Giovanni Pietro Ticò, che ne fu il primo rettore. Ad aiutare il curato vennero eletti quindici "ministri"(2) e tra loro venne nominato il "primo ministro" ossia "priore" della confraternita. Un sindaco o cassiere si occupava dell'amministrazione e ogni anno era tenuto a rendere davanti al rettore conto esatto e fedele della sua amministrazione. Queste cariche avevano durata annuale e la loro elezione spettava all'assemblea generale. I confratelli avevano l'onere di provvedere l'altare della Madonna del Rosario del necessario per le processioni e le funzioni. Le quote di ingresso variavano relativamente all'età dell'iscritto mentre le tasse erano fissate in due rate da pagare la prima a Natale e la seconda a Pasqua; il loro mancato pagamento era motivo di radiazione dalla confraternita. Il ricavato delle rate veniva impiegato nella celebrazione di messe per i confratelli defunti. Per le spese ordinarie della confraternita occorreva il consenso unanime del rettore, del priore e del sindaco mentre per spese straordinarie o di particolare entità si riuniva, sotto la presidenza del curato-rettore, la congregazione di tutti e quindici i ministri e del sindaco per deliberare sulla questione. Nella prima domenica di ottobre, festa del Santo Rosario, si teneva la processione a cui intervenivano tutti i confratelli e consorelle, mentre ogni prima domenica del mese si cantava la messa all'altare del Rosario cui seguiva una processione intorno alla chiesa e la recita serale di parte del Rosario. La confraternita continuò la sua attività anche dopo la soppressione delle confraternite, ma scomparve nel 1831 poiché il fervore dei fedeli si era esaurito. Nel 1845 si pensò di far rivivere e rinnovare la compagnia: vennero stesi gli statuti che fondamentalmente riprendevano quelli del 1706. Nel 1894 si diede l'avvio alla pratica per la nuova erezione che avvenne formalmente il 10 novembre 1895. L'iscrizione nella neo eretta confraternita era gratuita.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. 93

Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Confraternita del Santissimo Rosario di Bedollo", 1706 - 1950

Note (1) Cfr. "Confraternita del Santissimo Rosario di Bedollo", "Carteggio e atti", f. 1. (2) Erano chiamati anche "ufficiali" e il loro numero simboleggiava i 15 Misteri del Rosario.

94 fondo G Confraternita del Santissimo Rosario in Bedollo, 1706 - 1950

reg. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, 1706 luglio 26 - [1950]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parrocchia di Sant'Osvaldo in Bedollo".

95 serie 1 Registri degli iscritti, 1895 - 1950

Contenuto La serie è formata da un registro. Una memoria relativa al ricevimento da parte del curato delle tasse di iscrizione dei confratelli della pia unione risalente presumibilmente alla seconda metà del sec. XIX si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Bedollo", "Registri degli esposti", reg. 2.

G. 1. 1 "Registro della confraternita del Santissimo Rosario. 3 novembre 1895"(1) 1895 novembre 10(2) - 1950 ottobre 1 Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza pelle, cc. 22 n.n. Note (1) Sopra il titolo: "Rinnovata iscrizione ottobre 1946". (2) Data della formale erezione della confraternita.

96 serie 2 Carteggio e atti, 1706 -1902

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

G. 2. 1. b. 1 Carteggio e atti 1706 - 1902 Atto di erezione e capitoli della confraternita (1706), n. 4 'instrumenta' relativi a costituzioni di censo a favore della confraternita (1719-1768), rinnovo dei capitoli (1845), carteggio e atti relativi alla nuova erezione (1894-95), lista di iscritti (1902). Fascicolo, cc. 45

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