Non giochiamo più al sole, nella piazza, Non giochiamo più La nuova tra barche e reti e gioia pazza. Esuli, nell’ombra stretta di promiscui campi siam cresciuti in fretta. E i nostri giochi giovanili non han più volto. Ottavio Gruber I 

Anno XVI 16 maggio 2016 n. 345 Ricordo di mons. Giuseppe Rocco Quindicinale di informazione e cultura pubblicato con il contributo dello Stato italiano ex lege 296/2006

Monsignor Giuseppe Rocco è scomparso a Trieste il 25 aprile 2014. Nato a Barbana d’ l’8 giugno 1922, mons. Rocco era Cappellano di Sua Santità, Canonico Scolastico della Cattedrale editrice associazione delle comunità istriane di San Giusto, primo parroco della parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù a Trieste. “La - Cod Fiscale 80018190324 nuova Voce Giuliana” desidera ricordare questa fi gura limpida di sacerdote istriano attraverso lo onluS scritto del prof. don Pietro Zovatto e l’intervista, ad opera dello stesso Zovatto, a mons. Roberto Internet: www.associazionedellecomunitaistriane.it Rosa, attuale parroco della chiesa di Santa Teresa, succeduto proprio a don Pino. Ringraziamo E-Mail: [email protected] entrambi per l’attenzione e la disponibilità. il Direttore Direttore Alessandra Norbedo redazione ed amministrazione: he cosa si può ancora dire di riferimento alla costituzione della nuo- 34123 Trieste Via Belpoggio 29/1 - Telefono 040 314741 - Fax 040 314677 mons. Giuseppe Rocco (1922- va Jugoslavia, Repubblica Socialista Quote annuali: per l’interno Euro 25,00; per i Paesi europei Euro 33,00; 2014), sacerdote di origine Confederata, con la costituzione del C per le Americhe (via aerea) Euro 35,00; per l’Australia (via aerea) Euro 45,00 istriana dopo l’uscita dell’insieme 1946. Anche il problema delle rela- conto corrente bancario: degli scritti a cura di Eleonora Laura zioni diplomatiche con la Santa Sede UniCredit Banca - intestato ad Associazione delle Comunità Istriane Dibitonto ancora freschi di stampa? viene toccato, rapporto entrato in crisi Coordinate bancarie internazionali: IT-31-Y-02008-02219-000005416966 Quel libro Mons. Giuseppe Rocco con la rottura e la cacciata del nunzio Codice BIC / SWIFT: UNCRITM10NL (2015) si rivela subito come una testi- in occasione della nomina dell’arcive- conto corrente postale: monianza affettuosa e debito di rico- scovo di Zagabria, Luigi Vittorio Stepi- intestato a “La nuova Voce Giuliana” IT-86-M-07601-02200-000011262342 noscenza - con forti ornamenti di am- nac, a cardinale e il ripristino di quelle Codice BIC / SWIFT: BPPIITRRXXX mirazione - verso chi nella sua mis- relazioni per l’abile tessitura del papa Poste Italiane s.p.a. Spedizione in A.P.-D.D.L.353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB TS sione ha trovato una periferia povera Paolo VI, avvenuta con il Protocollo di in caSo di mancato recapito reStituire all’uFFicio di trieSte c.p.o. e in briciole, nella cappella di Santa Belgrado nel 1966. detentore del conto per la reStituzione al mittente previo pagamento reSi. Teresa del Bambino Gesù nel territo- Il tentato bilancio di una personalità rio della parrocchia di San Vincenzo ecclesiastica, certo non comune, di a Trieste, all’indomani del Secondo questo pastore-intellettuale sembra Confl itto, negli anni Cinquanta. restare a metà del guado nello sfon- L’abilità di mons. Giuseppe Rocco, dare una presenza culturale che la- interviSta a monS. roBerto roSa assegnato a capo di quella comuni- sciasse un segno con l’esperienza di a due anni dalla ScomparSa di monS. rocco tà, è stata quella d’imprimere a quel docente di teologia presso il Semina- (25 aprile 2014) materiale grezzo, un rione tutto som- rio di Trieste, poiché messo fuori gio- mato periferico della città adriatica, il co dalle novità europee dell’aggior- Quando ha conosciuto mons. Rocco? Nell’ottobre del 1970, avevo 14 anni, il mio parroco, don Giorgio Apollonio, carattere della comunità e di forgiarla co originale, prende l’incipit dalla viva namento conciliare del Vaticano II. mi portò a Trieste (da Muggia) con la sua Cinquecento Fiat a vedere, cosi nell’anima. voce degli esuli rintracciati. Una ses- Il suo inserimento maggiore e più ri- mi disse, per l’ultima volta la chiesetta di Santa Teresa in via Manzoni, per- Quelle riconoscenti testimonianze di santina di racconti fatti con la sponta- uscito si colloca nel prendere forma ché era prossima la demolizione per costruire la chiesa attuale. amici recano il profumo della «forma» neità popolare senza orpelli retorici, attorno alla personalità di pastore Entrati nella piccola chiesa vidi don Rocco per la prima volta. I due sacerdoti aristotelico-tomistica, avrebbe detto ma di grande aderenza alle cose. nella diocesi di Trieste, assiduo nella conversavano come due buoni amici. Mai avrei immaginato che 33 anni egli, usando un linguaggio da neo- Nel mio procedere mi avvalgo dei pastorale di tradizione post-tridentina dopo sarei succeduto a don Pino. Quando, ordinato sacerdote, il vescovo tomista. Dottrina di cui era imbevuto vivi testi dei fedeli del monsignore, con quella lucidità realistica della mi assegnò alla parrocchia di Santa Teresa, il mio parroco mi disse che fi no al midollo, distinguendosi nella e anche di sei suoi scritti; ho voluto «presenza e basta» nel ministero avrei avuto in don Rocco un parroco che mi avrebbe voluto bene. confusione di tanti linguaggi contem- individuare il contesto e l’ambiente - direbbe Fulvio Tomizza, suo con- Inizia il mio ministero accanto ad un parroco che da tanti anni era presen- poranei che sembrano aver smarrito ecclesiale della sua formazione pres- terraneo di Materada - quando parla tato come esigente, rigido. Certamente era un parroco cosciente della sua la chiarezza delle idee e dell’eloquio. so il Seminario Teologico Centrale di dei parroci nel romanzo storico La missione e della sua responsabilità nella guida pastorale e nella costruzio- Costituisce questo tema un punto si- Gorizia - dopo quello minore di Ca- miglior vita. Questa presenza appare ne di una comunità cristiana. gnifi cativo in un capitolo di questo mio podistria - in particolare la Pontifi cia la sua carta vincente. Lo prova la gar- Non si poteva immaginare la parrocchia di Santa Teresa senza don Rocco. libro su mons. Giuseppe Rocco. Università di Roma dei Domenicani, bata certifi cazione delle oltre sessan- All’inizio ci fu tra noi una graduale conoscenza che si manifestò poi nel tem- A tale scopo mi sono servito, oltre l’Angelico, con i suoi nomi di valore ta testimonianze del libro sopracitato. po come una autentica fraternità sacerdotale che divenne più vera quando che dei suoi scritti, dei numerosi europeo (e quindi col crisma della Spaccato che sembra rientrare in succedetti a lui nella guida della parrocchia. Egli rimase a Santa Teresa periodici di stampa delle comunità universalità) che hanno inciso pro- una corale risonanza dei fedeli desti- accanto alla sua gente. Tra noi ci fu sempre un rapporto di reciproca stima, istriane in esilio e di molteplici infor- fondamente nel suo processo di for- natari dell’opera di evangelizzazione anche nei momenti in cui ci potevano essere visioni diverse nel cammino mazioni orali vagliate e raccolte tra le mazione sotto il profi lo intellettuale, e da parte di una personalità emergen- della parrocchia. C’è sempre stato un rispetto fraterno e una considerazio- persone che lo hanno conosciuto. E meno sotto quello di pastore. te dal livello dei parroci di ordinaria ne e stima reciproca. I suoi consigli, da me richiesti, erano sempre di grande in più della vicinanza mia personale Per capire a fondo una personalità amministrazione. saggezza pastorale per la conoscenza che in tanti anni aveva acquisito del nella convivenza della comunità della così complessa e riservata - di non Anche se dagli anni Ottanta il proble- rione e della sua gente. Casa del Clero di Trieste. Il tutto ap- facile decifrazione - ho tentato di in- ma delle foibe e il confi ne orientale profondito e vagliato per renderlo in serirla in maniera documentata con d’Italia comincia a trovare interesse Quali sono stai i punti forti della comunità di Santa Teresa? una esegesi da cui emergesse, per fonti uffi ciali diocesane nella sua bre- da parte della storiografi a triestina La parrocchia deve molto a mons. Rocco, non solo per la costruzione della quanto possibile, un senso più che ve esperienza di giovane sacerdote con studiosi come Raoul Pupo, Ro- chiesa e delle opere parrocchiali, ma direi soprattutto per la costruzione di organico, compiuto. in Istria, nella Zona B, allargandola berto Spazzali, Guido Rumici, il tema una comunità cristiana che egli sapeva guidare con animo paterno. La diffi coltà di parlare degli altri, vicini cronologicamente dal 1945 al 1956. della persecuzione del clero affi ora ti- Sempre vicino a condividere le sofferenze e le gioie di tutti per farli sentire di mensa quotidiana senza parlare di In quel particolare scorcio cronologi- midamente solo con la beatifi cazione parte di una chiesa presente a condividere il cammino di tutti. Aperto, senza se stesso, è stata uno degli scogli da co il ministero sacerdotale era sotto- di don Francesco Bonifacio e di don intemperanze, ma con grande senso di misura alle istanze del Concilio Va- superare di non facile passaggio. Per posto a mille limitazioni, oppressioni, Miroslav Bulešić nel primo scorcio ticano II. Aveva una visione della chiesa aperta e accogliente dove si faceva chi procede alla ricerca, proponendo- grossolane contrapposizioni beffarde del nostro secolo. Pur ammettendo sempre egli stesso dispensatore della misericordia nel suo confessionale, la scientifi ca, è un imperativo parlare - per non dire in uno stato di sman- che la storiografi a slovena, e croata frequentato sempre da tante e tante persone. del soggetto-oggetto studiato col de- tellamento della civiltà cristiana ru- in particolare, hanno allestito delle Dopo la rinuncia al ministero di parroco, continuò a servire ed amare la sua bito distacco di contemplazione che raleggiante della penisola istriana schede analitiche (o medaglioni) dei gente, la sua chiesa di Santa Teresa e con lui ho condiviso il cammino della uno storico deve tenere per statuto di - da parte dell’autorità del Regime loro martiri come se prolungassero lo comunità. Quando ho iniziato la ristrutturazione dell’oratorio, della canoni- professione. Amministrativo dell’Armata Socialista stile narrativo-edifi cante di un marti- ca, della chiesa con alcuni rinnovamenti anche nell’ambito liturgico ho visto Da sottolineare anche il libro di Glo- Jugoslava e di una dirigenza in parte rologio delle origini cristiane, si pos- che egli apprezzava il mio lavoro. ria Nemec, di tutt’altra fattura di quello importata. Il quadro che ne esce ap- sono, tuttavia, reperire anche dignito- I pellegrinaggi, le gite parrocchiali lo vedevano sempre partecipe e condi- sopra citato, raccolta di testimonianze pare arduo alla comprensione della se biografi e sul loro notevole calvario videva anche i tanti momenti di svago da stupire i suoi vecchi parrocchiani orali allestite con certosina pazien- sensibilità dei nostri giorni, abituati agiografi co. per l’amicizia che dimostrava verso tutti. za e mirate allo scopo di fare di Gri- dalle libertà democratiche occidenta- Con il presente lavoro, se avrò la E come si staglia la personalità di mons. Rocco? signana, paese ove mons. Rocco fu li, sul fondamento riconosciuto dalla fortuna di pubblicarlo, penso di aver Era un uomo autentico, sincero. Quando sapeva che lo stimavi e gli volevi parroco, un tutto unitario. Quel piccolo costituzione e dalla prassi della con- iniziato a colmare una lacuna storio- bene, si apriva come fratello vero. Posso dire che mi ha voluto bene. I suoi paese istriano, fi ltrato insieme dalla suetudine nell’amministrazione della grafi ca e di aver avviato questo fi lo- numerosi familiare il giorno del funerale mi dissero proprio così: “Nostro zio professionalità della sensibilità stori- giustizia, autonoma dalla res politica. ne, del clero italiano perseguitato in le voleva tanto bene”. ca, diventa Il paese perfetto (1999). Si tenta pure di trovare i nessi giuri- Zona B, con quella metodologia che Un uomo che sembrava duro di carattere, forte nelle decisioni, di grande Ricostruito con la memoria elevata dici con la situazione legislativa del- trova nel documento e nella testimo- cultura, aveva un cuore grande e generoso. alla dignità di scienza vera e propria, e la Jugoslavia in un inquadramento, nianza la sua giustifi cazione. pietro zovatto per di più con un percorso metodologi- nell’insieme degli slavi del sud, con pietro zovatto 2 La nuova 16 maggio 2016

ELEZIONI COMUNALI A TRIESTE Nazario Sauro Il prossimo 5 giugno i cittadini di Trieste sceglieranno con il voto il sindaco del capoluogo. Alcuni figli e nipoti di esuli ricerca di foto e racconti istriani partecipano come candidati a questo agone politico. Proponiamo alcune biografie con linee programmatiche. Sono Romano Sauro, nipote di Nazario Sauro e autore, con mio figlio Francesco, del volume Nazario Sauro. Storia di un marinaio edito da La Musa Talìa di Venezia nel 2013. Nel corso delle mie pre- sentazioni in giro per l’I- talia ho raccolto qualche fotografia e/o racconto/ aneddoto sulla vita di Nazario Sauro che inse- rirò nella nuova edizione del libro che sarà fatta a breve in occasione del centenario della morte dell’Eroe capodistriano. Mi rivolgo, pertanto, ai lettori de ”La nuova Voce Giulia- BRUNO MARINI E MANUELA DECLICH RAFFAELE SINCOVICH na” per chiedere a chi avesse fotografie inedite di Na- Bruno Marini e Manuela Declich sono nati a Trieste rispettivamente nel Nato a Trieste il 19 dicembre 1983, Raffaele Sincovich ha origini istria- zario Sauro o qualche racconto/aneddoto interessante 1960 e nel 1975. ne essendo il papà e i nonni di Momiano. Dopo la laurea in Lettere, sulla sua vita di farmeli pervenire entro il 10 giugno Entrambi figli di esuli istriani: Bruno con il papà di Villanova di Verte- conseguita con la lode all’Università degli Studi di Trieste, si diplo- 2016 all’indirizzo mail [email protected] neglio, scomparso nel 2005, e la mamma di Grisignana, Manuela figlia ma all’Accademia Teatrale della Contrada e svolge per un decennio la Le fotografie e i racconti utilizzati saranno opportuna- di genitori nati ambedue a Visignano d’Istria. professione di attore, prevalentemente teatrale, ma partecipa anche ad mente citati nella nuova edizione del libro che uscirà Sono entrambi conosciuti a Trieste e nel mondo della diaspora: da anni alcuni film e fiction. Si dedica anche alla regia teatrale e alla scrittura; ai primi di agosto 2016. infatti sono eletti rispettivamente in Regione e in Consiglio Comunale è stato premiato infatti in diversi concorsi di poesia e drammaturgia, Verrà riportato nome e cognome della fonte, salvo de- di Trieste dove hanno sempre cercato di operare tenendo presenti, oltre pubblica il libro da lui scritto, intitolato “Grampa l’atimo, ovvero carpe siderio contrario. ai tradizionali problemi politico-amministrativi, le istanze degli esuli diem” traduzione in dialetto triestino dei classici della letteratura greca Chi vorrà potrà anche contattarmi al cell. 333.8979035. istriani fiumani e dalmati. e latina. Ringrazio fin d’ora per la vostra collaborazione e invio è abbastanza noto come Bruno Marini in Regione sia stato e continua Nel 2011 Sincovich entra nella Lista Dipiazza e viene eletto Consi- un marinaro “Buon vento!” ad essere un punto di riferimento autorevole e concreto per le Associa- gliere della Settima Circoscrizione civica del Comune di Trieste (che ammiraglio romano Sauro zione degli esuli anche al fine di garantire alle stesse i mezzi finanziari comprende i rioni di Chiarbola, Borgo San Sergio, Servola, Valmaura). per poter proseguire la fondamentale attività di tramandare alle nuove In Consiglio presenta numerose mozioni e proposte per migliorare la generazioni la storia, i valori, le tradizioni delle genti istriane. situazione della pulizia della città, a favore delle aree verdi, per la tutela Il libro Nazario Sauro. Storia di un marinaio è stato Oltre a questi temi, Marini e Declich condividono completamente e delle famiglie e degli anziani. Sua l’idea di intitolare il giardino di via presentato con vivo successo nell’aprile 2015 nella senza riserve la posizione dell’Associazione delle Comunità Istriane Benussi alla scrittrice Marisa Madieri per il suo impegno civico come sede dell’Unione degli Istriani in via Silvio Pellico a favorevole alla liquidazione dell’equo e definitivo indennizzo dei beni volontaria del Centro Aiuto alla Vita e per aver raccontato, attraverso la Trieste. abbandonati, affermando che tutte le Associazioni degli esuli debbano sua opera, l’esodo istriano. Durante l’incontro, organizzato dalla Fameia Capodi- convergere su questa posizione senza divisioni assurde e ormai superate Da qualche tempo inoltre collabora con il padre nell’attività di tassista striana e dal Centro Culturale “”, il dalla storia. e si interessa delle problematiche del settore. critico prof. Enzo Santese ha illustrato il ricco volume Marini e Declich sono convinti che le elezioni comunali del prossimo è Consigliere del Comitato di Momiano, Comunità aderente all’Asso- 5 giugno siano di fondamentale importanza per Trieste e per tutti i cit- ciazione delle Comunità Istriane di Trieste. dell’ammiraglio Romano Sauro. La signora Rosetta tadini, desiderosi di un ulteriore sviluppo e del rilancio del capoluogo. Raffaele Sincovich si candida al Consiglio Comunale di Trieste per la Ponis Ramani, sorella del compianto capodistriano Bruno Marini e Manuela Declich - approfittando del fatto che la legge Lista Dipiazza con la convinzione di poter dare molto alla sua città, Ranieri Ponis, ha donato all’ammiraglio un bastone consente di esprimere due preferenze se indirizzate ad un uomo e ad specialmente nel settore della cultura e soprattutto nella sua connes- da passeggio appartenuto a Nazario Sauro, reperto una donna - si candidano assieme nella lista di Forza Italia a sostegno sione con il turismo. Trieste per la sua storia e la sua posizione geo- storico conservato in passato dall’avv. Oliviero Ponis del candidato sindaco Roberto Dipiazza. grafica deve sfruttare al massimo le attrattive turistiche puntando sulla e rimasto per anni alla famiglia Ponis. propria specificità culturale locale: una ricetta per sollevare l’economia dell’intera città, tornando ad essere una città pulita e con minore inqui- namento, con servizi pubblici potenziati e migliorati, con aree verdi per bambini ed anziani, con associazioni sportive e culturali valorizzate. Sincovich, sottolineando il suo impegno per gli esuli istriani e le loro famiglie, essendo egli stesso figlio e nipote di esuli, ritiene che sia im- portante mantenere viva nel ricordo la storia e la cultura locale. Le as- sociazioni culturali che tutelano questa storia hanno il grande compito di non far dimenticare l’esodo istriano e soprattutto la cultura istriana: è giusto parlarne nelle scuole, presso le istituzioni e durante gli eventi culturali. Il teatro, la musica, la letteratura devono impegnarsi a traman- dare la cultura istriana ricordando l’esodo. Come consigliere comunale Raffaele Sincovich si impegna a promuovere iniziative che si pongono queste finalità. L’obiettivo è di operare in tal senso, nella massima tutela di questo patrimonio: gli eventi delle genti istriane sono stati troppo spesso trascurati se non addirittura colpevolmente negati. Trieste, Unione degli Istriani, aprile 2015 è importantissimo inoltre per il candidato sostenere le istanze che le as- Il presidente della Fameia Capodistriana avv. Piero Sardos sociazioni istriane portano presso le Istituzioni nazionali (vedi l’annosa Albertini, a sinistra, la signora Rosetta Ponis Ramani e l’am- CATERINA CONTI questione dei beni abbandonati) con la convinzione che l’amministra- miraglio Romano Sauro, autore del libro, mentre riceve il bastone da passeggio appartenuto a Nazario Sauro Caterina Conti, 29 anni, nata a Trieste ma di cuore istriano è figlia di zione comunale debba fornire un adeguato sostegno in tal senso. (foto di Paolo Coretti) Chiara Vigini, nipote di nonna Maria Zacchigna di Umago e di nonno Arturo Vigini di Collalto-Berda (Momiano); anche il nonno paterno, Giovanni, era istriano, di Vetta di Pinguente e la bisnonna di Vertene- MARTEDÌ 31 MAGGIO 2016 glio. Insomma, una istriana doc! La nave scuola “Amerigo Vespucci” è giunta a Trieste Laureata e dottorata in Italianistica presso l’Università degli Studi di ALLE ORE 17.00 dal 12 al 16 maggio per festeggiare assieme alla cit- Trieste con una tesi sui programmi culturali di autori triestini e istriani- tadinanza il suo 85° compleanno. fiumani-dalmati trasmessi sulle onde di Radio Trieste dal 1954 al 1976. nella Sede Durante la permanenza nel capoluogo, sabato 14 Giornalista pubblicista, collabora da anni con “La nuova Voce Giulia- dell’aSSociazione delle comunità iStriane maggio, nel pomeriggio, il libro Nazario Sauro. Storia na” e con alcuni blog di letteratura e società. in via Belpoggio 29/1 a trieSte di un marinaio è stato presentato a bordo della nave. Caterina Conti si candida con il Partito Democratico a sostegno del Alla presenza degli autori ammiraglio Romano Sauro candidato sindaco Roberto Cosolini perché è spinta soprattutto dal for- AVRÀ LUOGO L’INCONTRO e il figlio Francesco Sauro, hanno brillantemente di- te desiderio di rappresentare e mettersi a servizio della città nella quale FRA I CANDIDATI SINDACO saminato il volume Marco Sciarretta dell’Ufficio Sto- è nata e cresciuta e nella quale ha studiato e ora lavora. Intende pertanto rico della Marina Militare e il giornalista Francesco compiere azioni concrete per i cittadini, rendere Trieste sempre più a Cardella. misura di bambino e di anziano e dare una mano a chi è restato indietro. ROBERTO COSOLINI E Cosa può fare Conti per il mondo degli esuli? Sente fortemente le sue radici istriane e desidera impegnarsi per le Co- ROBERTO DIPIAZZA munità, che sono anche la sua famiglia. Vuole porre attenzione per proseguire la trasformazione dell’I.R.C.I. in un vero e proprio centro di cultura, di studio e di incontro. Il Museo della Civiltà istriana-fiumana-dalmata deve essere un fiore all’occhiello per Trieste! La candidata si impegnerà perché vengano intitolate nuove vie e piazze ai conterranei che hanno reso immortali queste terre (Paolo Budinich, Diego De Castro, Ottavio Missoni, Anita Pittoni, Guido Miglia, Nello Pacchietto, Giuseppina Martinuzzi...) e perché il patrimonio immenso di questi e tanti altri grandi sia reso accessibile alla città intera. Infine, Caterina Conti desidera che le Istituzioni cittadine aprano un dialogo sincero ed equilibrato con e Croazia riguardo al rico- noscimento della storia istriana per poter sanare le ferite ancora aperte La magnifica nave scuola “Amerigo Vespucci” e guardare insieme all’Europa di nuovo unita. 16 maggio 2016 La nuova 3

GITA DI ISOLA D’ISTRIA UNA TARGA PER EMILIO FELLUGA PER IL PATRONO SAN MAURO Allo sport che salverà il mondo in un tempo e in un luogo imprecisati. Queste toccanti e veritiere parole sono incise, ad imperitu- ra memoria, sulla targa commemorativa dedicata all’isola- no Emilio Felluga, storico Presidente del CONI regionale, scomparso il 4 marzo 2015 all’età di settantotto anni. La targa, posta all’esterno della sede dell’Associazio- ne Sportiva Dilettantistica di Ginnastica “Artistica ’81”, complesso polisportivo situato in via Vespucci 2/1 a Trie- ste, è stata scoperta venerdì 26 febbraio scorso - giorno della nascita di Emilio Felluga - alla presenza di numerose autorità cittadine, fra le quali il sindaco Roberto Cosolini, amici ed estimatori dell’indimenticato Emilio, alla cui mo- glie, signora Maria Pia, è stato donato un omaggio floreale da parte di una atleta del circolo. La Comunità di Isola d’Istria in esilio ogni anno, Trieste, 26 febbraio 2016 Nella stessa sentita cerimonia è stata anche titolata la La signora Maria Pia Felluga e il sindaco Roberto Cosolini si accingo- la prima domenica di ottobre per la ricorrenza palestra del piano terra al giovane ginnasta Ezio Tandoi, no a scoprire la targa dedicata al compianto Emilio Felluga all’esterno del patrono di Isola San Mauro, organizzava una vittima di un incidente stradale alla verde età di ventot- dell’A. S. D. “Artistica ’81” gita, successivamente sospesa. to anni, la cui memoria è resa viva dai genitori Roberto La gita viene nuovamente riproposta da “Isola e Lilia sempre in prima fila sul fronte della Federazione Nostra” in collaborazione con l’Associazione del- Ginnastica regionale. le Comunità Istriane di Trieste Il complesso di San Giacomo è una sorta di “laboratorio” sportivo, presieduto da Fulvio Bronzi; ha al suo attivo DOMENICA 2 OTTOBRE 2016 quattordici anni di militanza nella serie A1 di Ginnastica, circa 450 iscritti, molti titoli in bacheca. Ritrovo in piazza Oberdan, partenza in pullman Ora la campionessa italiana Tea Ugrin è pronta a partire verso Grado. per le prossime Olimpiadi di Rio. Santa Messa in mattinata e trasferimento in pul- lman a Tricesimo (UD) al ristorante “Belvedere”, dove si terrà il pranzo con musica e ballo. Gli orari esatti saranno definiti in seguito e ver- ranno pubblicati nei prossimi numeri dei periodici “Isola Nostra” e “La nuova Voce Giuliana”. Tutti gli isolani, amici e simpatizzanti sono invi- tati a partecipare alla gita previa telefonata per Trieste, 26 febbraio 2016 informazioni nella sede dell’Associazione del- Il labaro della Comunità di Isola d’Istria in esilio con Fabio Vascot- to, presidente della Società Nautica Canottieri “Pullino” di Muggia, e le Comunità Istriane in via Belpoggio 29/1, tel. quattro allievi (fotografie di Vito Rusalem) 040.314741 (sig. Paolo), o al sig. Loredano De- grassi al numero 380.7070846. In passato la gita di Via Manzioli… ieri… oggi San Mauro attirava un Un giorno son tornà in via Manzioli, numeroso gruppo di a riveder la vecia mia contrada: isolani tanto da orga- un nido per noi duti la xe stada, nizzare quattro e an- un nido abandonà coi primi svoli. che cinque pullman. L’isolano Emilio Felluga In ‘sta via stava tanta gente, Ora abbiamo l’opportu- i ciciola, i talpa e i fugioni, nità di ritrovarci nuova- Il signor Romano Silva, lettore de “La nuova Voce Giulia- i ruspi, i nadàl e i passoni, mente come una volta, na” e sincero estimatore di Emilio Felluga, ci ha inviato per dir soltanto quei che me vien in mente. uniti dallo stesso amo- questo scritto che volentieri pubblichiamo. In ‘sta contrada iera casa mia, re verso Isola d’Istria. Vi sarei oltremodo grato se vorrete concedermi nel nostro la casa dei gendarmi i la ciamava, Speriamo di ripetere il quindicinale un piccolo spazio per ricordare una persona quando qua l’Austria comandava, successo di tale inizia- Via Manzioli a Isola d’Istria che il 4 marzo dello scorso anno è venuta a mancare: de- e mai nessun pensava de ‘ndar via. tiva e di continuare, in sidero infatti ricordare una figura d’uomo che ha lasciato Tacada a questa casa iera ‘na gran corte, avvenire, questo sentito incontro. de Madalena alora i la ciamava, dietro a sé un ricordo indimenticabile. Loredano Degrassi dove la mularia per ore se zogava, Emilio Felluga sognava il Tour de France ma non aveva la tirando balonade sule porte. bicicletta, così scriveva nel suo libro, ma senza bicicletta Se ‘sta corte gavessi la parola, è riuscito a raggiungere prestigiosi traguardi nel mondo chissà per quanto adesso la parlassi, dello sport cittadino e regionale. In questo nostro territorio ma ormai - pensavo - chi ora la ‘scoltassi, sensibile alle competizioni campanilistiche, lui, istriano se anche ela xe restada sola. DICHIARAZIONE d’origine e triestino d’adozione, ha saputo farsi benvole- Ciapà alora de ‘sto sentimento, DEI REDDITI re da tutti proprio nella veste di Presidente regionale del col cuor e cola mente ‘ndà son indrio: CONI ed unanime è stato il dolore che ha accompagnato me go cussì rivisto ancora fio, Destinazione del cinque per mille la sua scomparsa. co no’ gavevo in cuor ‘sto tormento. a sostegno del volontariato, Fiero delle sue origini e del suo vissuto, non mancava mai Dala finestra che dà sula contrada, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, - quando le circostanze lo permettevano - di ricordare e far go visto la me mama a far dispeti delle associazioni di promozione sociale, conoscere il duro dramma dell’esodo unitamente alla no- a un ciapo de putele e de muleti delle associazioni e fondazioni. stalgia per la sua Isola. è stato l’anima dell’Associazione intenti a zogar là soto in strada. Si informano i lettori de “La nuova Voce Giuliana” Gò visto me papà come in un lampo, “Isola Nostra”, promotore di molteplici iniziative e sempre che, con la scheda per la scelta della destinazione intento a lavorar zò in cantina, pronto all’impegno personale; la vita non gli è stata faci- del 5 per mille dell’IRPEF (modello CUD) o con la le, ma anche nella più terribile disgrazia che lo ha privato a preparar la roba de matina scheda allegata al Modello 730 o all’Unico, si può far dell’amato figlio ha saputo reagire supportato dall’affetto prima de ‘ndar a sfachinar nel campo. attribuire l’importo alla nostra Associazione scrivendo della moglie e della figlia. Così unita, la famiglia ha retto Ma questo iera duto fantasia, nell’apposito spazio (Sostegno del volontariato…) al tremendo impatto impostole dalla sorte. la realtà purtropo xe diversa: la propria firma ed indicando il codice fiscale Per chi avuto la fortuna di averlo come amico, Emilio è co’ noi la sorte xe sta aversa, dell’Associazione. stato un amico vero: pronto a dare, ad ascoltare e consi- e contro volontà semo ‘ndai via. E mentre ‘sti pensieri i me vigniva soli, A tal fine indichiamoil codice fiscale dell’Associazione gliare. I prestigiosi incarichi che era riuscito a raggiungere delle Comunità Istriane, riportato anche nella testata, non avevano mai modificato il suo essere.è stato un uomo sortiva dala corte un picio biondo, con ansia lo fissavo fino in fondo… che è buono, corretto, disponibile e la sua mancanza ha lasciato ma ahimè, no’ iera un fiol de via Manzioli. un vuoto difficilmente superabile. 800 18 19 03 24 Ciao Emilio, guardaci dall’alto. Emilio Felluga Romano Silva 4 La nuova 16 maggio 2016

Servizio e foto di Il grande Acquedotto Istriano Franco Biloslavo Ricordata in una conferenza a Capodistria la figura dell’ing. Giuseppe Muzi, realizzatore dell’opera

Martedì 8 dicembre 2015 si è svolta a Capodistria - nel Ospite in sala e protagonista di un emozionante interven- bel Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della Comunità degli to la dottoressa Maria Flaminia Bottai, nipote dell’ing. Italiani “”- una conferenza nella ricor- Giuseppe Muzi realizzatore dell’imponete opera idrauli- renza dell’80° anniversario dell’inaugurazione dell’Ac- ca che negli anni ’30 portò l’acqua - questo bene indi- quedotto del Risano. spensabile - in molti centri abitati istriani. L’interessante incontro è stato organizzato dalla locale La dottoressa Bottai ha tracciato con molto sentimento la Comunità degli Italiani di Capodistria in collaborazione figura del nonno e il suo rapporto affettuoso, quasi pater- con la Società umanistica Histria, con il sostegno del Co- no dell’ingegnere verso la sua “creatura”. mune di Capodistria ed il Ministero di Cultura sloveno. Numerosi i relatori che hanno sviluppato i loro interventi Alla conclusione dei lavori ho avvicinato la dottoressa sui diversi aspetti collegati all’argomento: Dean Krmac Bottai per conoscere meglio alcuni aspetti della vita del (Ricercatore della Società umanistica Histria, curatore del nonno Giuseppe, uomo di grandi capacità organizzative volume “Alle fonti dell’Acquedotto istriano”), Danijela che seppe ben dosare unendole assieme alle sue doti di Doblanovic (Storico, docente all’Università “Juraj Dobri- profonda sensibilità, caratteristiche umane bene eviden- la” di Pola, autore del riordino dell’archivio dell’Acque- ziate dall’intervento della nipote, messo a disposizione dotto Istriano), Mirjana Kontestabile Rovis (Storico, ar- dalla stessa e pubblicato qui di seguito. L’Acquedotto del Risano, immagine tratta dal logo della conferenza chivista presso l’Archivio regionale di Capodistria, auto- Tra gli interventi dei relatori segnalo ancora quello del’ar- re del riordino dell’archivio dell’Acquedotto del Risano), chitetto Valentina Treves, coautrice di un voluminoso li- Valentina Treves (Architetto, PhD presso il Politecnico bro dedicato alla vita dell’ing. Muzi dal titolo “Giuseppe di Torino, coautore del volume “Giuseppe Muzi 1881- Muzi 1881-1957” (Tipograph, 2007), nel quale in buona 1957”), Sara Milenkovski (ingegnere, responsabile per parte viene trattato l’argomento relativo alla costruzione la salubrità dell’acqua presso l’Acquedotto del Risano). dell’Acquedotto Istriano.

Ringrazio tutti per aver potuto par- dell’Acquedotto Istriano, mio non- L’acqua pulita aveva debellato ma- tecipare all’anniversario di inau- no aveva la cattedra di Costruzioni lattie, era stata funzionale all’agri- gurazione di questa parte dell’Ac- Idrauliche all’Università di Pisa ed coltura prima e all’industria poi, quedotto Istriano. Mio nonno, ing. aveva al suo attivo già molti acque- creando e accrescendo il benessere Giuseppe Muzi, lasciò il suo incarico dotti realizzati. Accettare l’incari- della popolazione in generale, e poco tempo prima del totale comple- co significava dover rinunciare per quindi gettando le basi per ulteriori tamento di tutto l’Acquedotto, essen- sempre al suo lavoro all’Università crescite in tutti i campi. Mi auguro zialmente per questioni di salute, e di Pisa e dedicarsi totalmente all’Ac- che le popolazioni istriane di oggi, non poté mai lasciare un vero mes- quedotto Istriano, ed eventualmente che si confrontano con questa realtà saggio personale a coloro che avreb- ad alcune zone limitrofe. così diversa da quella di tre o quat- bero beneficiato del lavoro suo e dei Non sto qui ad elencarvi le caratte- tro generazioni fa, possano ogni tan- suoi collaboratori. ristiche. Era evidente che si trattava to volgere il pensiero a tutti coloro Vorrei oggi cercare in qualche modo di un lavoro potenzialmente mera- che hanno così intensamente lottato di interpretarlo io. viglioso, in una terra splendida, ma perché questo potesse un giorno av- Prima di farlo desidero brevissima- pur sempre un lavoro completamen- verarsi. mente inquadrare la sua figura e i te senza certezze sia da un punto di Quando mio nonno portò a compi- suoi valori. vista tecnico-realizzativo, sia eco- mento l’Acquedotto di Todi, uno dei L’ing. Giuseppe Muzi realizzatore dell’Acquedotto Istriano in una immagine tratta Mio nonno Giuseppe Muzi e mia nomico. L’esito era sconosciuto, e suoi primi lavori, disse (e potrete ve- dalla copertina del libro “Giuseppe Muzi 1881-1957” nonna Flaminia Felici Muzi, che sicuramente sarebbe stato un lavoro dere alcune importanti analogie): per sempre hanno condiviso affet- difficilissimo e pieno di incognite di “La fatica è stata lunga e aspra. Ma ti e ideali, avevano entrambi avuto tutti i tipi. ormai il desiderio secolare è com- dei grandi lutti in famiglia. Il nonno Credo che in questa sede sia giusto piuto. A parte tante questioni di ca- aveva perso il fratello venticinquen- ricordare e ringraziare sua moglie, rattere tecnico, di cui non è il caso di ne, dottore agronomo, in seguito a Flaminia Felici, mia nonna, perché parlare qui, permettete che io riven- un combattimento nella Prima Guer- lo supportò in questa difficilissima dichi a mio merito una cosa sola: la ra Mondiale. Mia nonna aveva per- decisione e ne accettò pienamente le continuità dell’esecuzione, tutto ciò so sua madre ventiseienne, pianista incognite. Il nonno (come del resto attraverso le incertezze grandi dei diplomata (cosa allora rarissima anche i suoi collaboratori) si dedicò tempi, i cambiamenti di persone e di per una donna) per una tubercolosi in maniera totale a questo progetto, idee, le difficoltà finanziarie grandis- fulminante. La madre lasciava due fi- che amò profondamente. I risultati sime. Senza questa continuità oggi glie, rispettivamente di tre anni e un sono sotto gli occhi di tutti. non saremmo qui riuniti. anno, e un marito di ventinove anni. Dovette ritirarsi a poco tempo dalla Ora permettete che io rivolga, insie- Forse da questi dolori derivava il conclusione per problemi di salute, me con voi, un pensiero riconoscente grandissimo amore per la vita di lasciando la direzione al suo amico ai miei collaboratori, prima di tutti entrambi i miei nonni. Parlo non e collega di una vita l’ing. Sante Se- l’ing. Sante Serafini. Con loro, man- tanto della loro vita, ma della vita rafini. Mi racconta mia madre che tenendo l’indispensabile disciplina, degli esseri umani, e non solo della quando, durante la guerra, arrivava- siamo stati per qualche anno come vita biologica, ma della vita intesa no notizie di bombe o distruzioni di una famiglia sola. Abbiamo avuto in come espressione e realizzazione alcune parti dell’Acquedotto Istria- comune la casa, la mensa, le fatiche, delle proprie capacità e potenzialità no, il nonno si ritirava in solitudine e i riposi. Ora questa famiglia è pros- per se stessi e per gli altri. Il nonno piangeva lacrime amare. sima a sciogliersi. Sento che qualche Capodistria, 8 dicembre 2015 in particolare aveva un’intelligenza L’impegno verso la vita, come cosa si strappa dentro di me. Intervento della dottoressa Maria Flaminia Bottai vivissima ed estremamente eclettica. espresso prima, continuò in mio non- Tutti, ve lo assicuro, abbiamo dato a Era cosciente di questa sua dote, ma no anche negli anni successivi alla quest’opera in pieno le nostre ener- la considerava qualcosa che gli era guerra, seppure in tutt’altro tipo di gie. L’abbiamo amata e l’amiamo stata data con un preciso mandato attività (presidente dell’Opera del quasi come una nostra creatura. etico: metterla a disposizione degli Duomo a Orvieto). Perciò, con commozione profonda, altri per creare qualità di vita mi- Il nonno si ammalò di tumore al co- io l’affido oggi alle cure di tutti voi. gliori per tutti. E si è sempre attenuto lon, purtroppo diagnosticato toppo Non dimenticate questa nostra crea- a questo principio. tardi, e anche da ammalato, senza al- tura, per quanto il destino la renda Probabilmente il suo abbandonare cuna speranza, continuò a occupar- quasi invisibile agli occhi. Ricordate l’ingegneria industriale per dedicar- si di vita. Mia madre ricorda come che sono 30 km attraverso monta- si totalmente all’ingegneria idrauli- ormai agli ultimi giorni lui la chia- gne e terreni difficili. è un organi- ca aveva origine proprio in questo masse in ospedale per parlare della smo complesso e delicato, non può suo bisogno di aiutare concretamen- vita futura, professionale e umana, e non deve essere abbandonato, ha te e sistematicamente il migliora- dei suoi nipoti (cioè i miei fratelli ed bisogno di sorveglianza e di cure. Lo mento delle qualità di vita delle po- io). Come ammalato, anche se in una ricordino gli amministratori, ma so- polazioni, sia a livello igienico che condizione così grave, non ha mai prattutto questa idea deve penetrare economico, e poi culturale. avuto una sola lamentela. nella coscienza dei cittadini tutti. Rita Levi Montalcini nel suo libro A poche ore dalla sua morte il me- è stata una gara per fare più bella la “Abbi il coraggio di conoscere” dico dell’ospedale gli chiese: “Inge- vostra pur bella città. Il popolo tutto parla dell’acqua come dello “oro gnere, come sta?”. ha sentito che una vita nuova si inizia. blu”, additando nella sistemazione E lui rispose con un filo di voce “… Quando certe cose sono sentite da idrica dei territori la primissima e io bene, grazie, e lei?”. tutto un popolo, il successo è sicuro. più importante fonte di benessere dei Spero di esser riuscita a trasmette- Io ho questa fede, amici, nell’avveni- popoli. Questo era anche il pensiero re il grande messaggio di vita che re di Todi, e poiché amo questa vostra Capodistria, 8 dicembre 2015 di mio nonno. era alla base anche e soprattutto città questa fede è certezza”. La dottoressa Maria Flaminia Bottai, nipote dell’ing. Giuseppe Muzi, con l’autore Quando fu chiamato alla direzione dell’Acquedotto Istriano. Maria Flaminia Bottai dell’articolo Franco Biloslavo, segretario della Comunità di Piemonte d’Istria in esilio 16 maggio 2016 La nuova 5

“Così l’Acquedotto Istriano, affermazione veramente storica della nuova Italia nell’Istria redenta, sarà in tutto opera assolutamente completa e “Cessate di uccidere i morti”… romana, e degna del tempo di Mussolini”. Salvatore Quasimodo La costruzione dell’Acquedotto Istriano - nato inizialmente come acque- dotto a carattere esclusivamente rurale, divenuto poi un’opera destinata Era il 21 maggio 1945, quando si a soddisfare i bisogni dell’intero territorio - fu una delle maggiori opere compì una strage al largo di Pro- realizzate dal Fascismo negli anni Trenta ed ebbe notevole rilevanza tra montore. gli interventi infrastrutturali dell’Italia. Non userò che in parte parole mie, La penisola istriana nel Ventennio fu tutelata e seguita con attenzione da ma il breve cenno con cui alcuni au- Roma che voleva risolvere uno dei problemi di fondo dello sviluppo agri- tori ricordano il crimine. colo dell’Istria e eliminare le pessime condizioni igienico-sanitarie della popolazione. Scrive Padre Flaminio Rocchi: “La La soluzione dell’approvvigionamento idrico del territorio istriano fu af- nave cisterna “Lina Campanella” sal- fi data nel 1928, in base alla legge sulla bonifi ca integrale, al Consorzio ta su una mina magnetica all’imboc- per la trasformazione fondiaria dell’Istria, con sede a Capodistria. catura del Canale dell’Arsa. Aveva a I primi studi per la soluzione del problema del rifornimento idrico dell’I- bordo 350 prigionieri civili, prelevati stria risalivano alla fi ne del XIX secolo, quando, su iniziativa della Dieta dal carcere di Pola e destinati a Buc- provinciale di Parenzo, furono avviate delle parziali ricerche. I risultati cari. Un centinaio perdono la vita. degli studi realizzati dagli ingegneri Uberst (1899) e Schwarz (1904) non Gli altri vengono deportati”. La targa sulla casa Braut a Torre ebbero seguito, così anche il progetto dell’ing. Schiavoni, causa lo scop- Più precisa la nota di Gaetano La pio della Prima Guerra Mondiale, e nemmeno lo studio dell’ing. Possa. Perna: “… Per uno di questi viaggi con un altro prigioniero. Vengo lega- avere le mani legate, mi slega, mi fa Seguirono studi e ricerche approfondite da parte di una commissione gli slavi si servirono della cisterna ta ad un uomo anziano che non co- levare le scarpe e mi grida: “Piccola composta da geologi ed igienisti, quali i professori Casagrandi, Dal Piaz “Lina Campanella” da essi catturata. e Veronese, che nel 1927 formularono un’altra proposta di soluzione del nosco. “Brutto segno, ci fanno fare buttati in acqua”. Mi accingo a farlo problema. Proprio il prof. Veronese fu incaricato di preparare un proget- Nel porto di Fasana vennero imbar- la ne di Sauro” mi sussurra all’orec- quando la nave si piega di lato, vedo to di massima per l’approvvigionamento idrico della regione, progetto che cate sulla nave alcune centinaia di chio. Dopo poco la lunga la si met- l’elica che gira ancora, ho paura, cor- l’anno seguente fu presentato con alcune aggiunte e modifi cazioni. In base prigionieri civili prelevati dal carcere te in cammino scortata da decine di ro dalla parte opposta, (…) mi getto al progetto esecutivo, nel 1930 il Consorzio ottenne la concessione di un di Pola, tutti con i polsi strettamente partigiani armati. in mare e, nuotando a larghe brac- primo lotto di lavori, che iniziarono il 28 ottobre nella conca di Pinguente. legati con il solito lo di ferro. Uscita Camminiamo nella notte buia e ciate, mi allontano in gran fretta per Già nel corso del 1931, quando gli effetti della crisi mondiale si ripercos- al largo e doppiato il Capo Promon- dopo circa un’ora arriviamo in riva al paura di essere risucchiata dal vorti- sero anche in Italia, si ebbe un tore, la nave stava dirigendo verso mare e veniamo caricati sul dragami- ce. Qualcuno dei prigionieri riesce a ridimensionamento del progetto Fiume quando, alle ore 10.30 del ne “Mont Blanc”. (…) lanciare l’S.O.S. e la sirena geme. d’origine. 21 maggio 1945, in prossimità del Fuori dal porto di Pola, ci trasfe- Mi aggrappo ad un bidone che gal- Nel 1932, la direzione del com- Canale dell’Arsa, urtò su una mina riscono sulla nave cisterna “Lina leggia perché sono s nita e cerco di prensorio consorziale fu affi data ed a ondò in brevissimo tempo. Nel Campanella” attraverso un’asse che raggiungere la riva. (…) all’ing. Giuseppe Muzi, incarico tragico naufragio pochissimi furono Passo sopra una grossa mina che dan- che rivestì dopo un’intensa e oscilla paurosamente. Legati come i prigionieri che si salvarono”. za sotto di me con le sue sporgenze. brillante attività di studi, proget- siamo, veniamo “stivati” nelle varie ti ed esecuzioni di lavori, non- Altri particolari vengono aggiunti da parti della nave. (…) Molti nostri compagni cercano di ché di attività accademica. Luigi Papo: “…l’imbarco sul draga- È il 21 maggio 1945. Comincia a far aggrapparsi alle scialuppe delle guar- Sotto la direzione del professor mine “Mont Blanc” ed il successivo giorno e solo allora mi rendo conto die ma sono colpiti sulla testa, sulle De Marchi del Politecnico di trasbordo sulla piccola nave cisterna che la nave è piena. Io sono la più mani e spinti con il mitra nell’acqua Milano e con la collaborazio- “Lina Campanella” è pieno: uomi- giovane e tutti mi guardano con aria che li inghiotte. ne degli ingegneri Contessini, ni, donne, civili e militari, giovani e di commiserazione. Il vecchietto che Alcuni pescherecci hanno sentito il Serafi ni, Depangher-Manzini, vecchi, soldati italiani e tedeschi. A mi è vicino, con una scusa di dover segnale di soccorso, arrivano sul po- l’ing. Muzi procedette alla re- distanza di tanti anni si ha la certez- andare ai servizi, si fa slegare da me. sto del naufragio e raccolgono i po- visione dei piani preparati ed za che tutto sia stato accuratamente (…) chi superstiti. (…) all’esecuzione, nel corso degli programmato: una vecchia carretta Un u ciale, prigioniero come noi, Veniamo radunati sulla spiaggia ed anni, dei vari tronchi dell’Ac- che poteva tranquillamente scompa- che conosce i codici di navigazio- aspettiamo l’arrivo delle guardie che quedotto Istriano. rire. Le mine magnetiche non erano erano in salvo sul dragamine”. (…) La soluzione defi nitivamen- ne, che sa che il Quarnero è pieno ancora state rastrellate”. Il calvario di Mafalda Codan non era te adottata prevedeva il rifor- di mine, che intuisce cosa succederà, Pinguente, Acquedotto Istriano nito poiché fu portata da Pola a Pisi- nimento idrico della penisola Si è cercato più volte di fare l’ama- protesta e dice: “È proibito traspor- Cippo inaugurato il 28 ottobre 1930 no, dove trovò il giovane fratello che, istriana con varie reti alimentate (cartolina d’epoca: “Auspice S.E. Benito ro conto dei morti ed ascoltando i tare prigionieri legati in acque mina- da distinte sorgenti. L’Acque- Mussolini Capo del Governo nel primo superstiti si è giunti a quanti carlo te”. Un colpo di mitra sulla testa lo insieme ad altri, fu prelevato ed avvia- dotto completo pertanto veniva giorno dell’anno IX E. F. hanno inizio i intorno alle 160 vittime. Per quanto fa tacere. (…) to con un camion verso una foiba. a rappresentare un piano regola- lavori del grande Acquedotto Istriano) possa sembrare strano, dato che Pola Il “Mont Blanc” naviga sempre da- Coloro che lo uccisero, al ritorno a tore di acquedotti razionalmente adeguati alle diverse esigenze e caratte- rimane sotto l’amministrazione alle- vanti a noi e ci indica la rotta da Pisino, ne raccontarono, sghignaz- ristiche della zona da approvvigionare. In questo modo, tre furono le reti ata sino al 15 settembre 1947, ben seguire. Passato Capo Promontore, zando, l’atroce ne. di distribuzione progettate: la rete del Quieto, che doveva servire i comuni poche notizie furono raccolte al ri- in alto mare le due navi si fermano, Mafalda fu poi internata in Slovenia, di Montona, Visinada, Visignano, Parenzo e Pisino; la rete del Risano, che guardo e, come si vedrà alla ne, dei la “Lina Campanella” raggiunge il dove scontò quattro anni di lavori avrebbe rifornito i comuni di Villa Decani, Capodistria, Isola, Pirano; la deportati a Pola si conoscono quasi dragamine sul quale si trasferisce il forzati. rete dell’Arsa, che avrebbe servito i comuni di Albona, Arsa e Fianona. sempre soltanto nome e cognome. Per tutto questo è doveroso ricor- è da rilevare che l’alimentazione del capoluogo dell’Istria, Pola, non ven- maggior numero delle guardie arma- La testimonianza più particolareg- dare, con commozione, tutti coloro ne presa in considerazione in un primo tempo, in quanto, data la caratte- te che ci scortano, mentre quelle che giata è quella di Mafalda Codan che rimangono sulla nostra nave si siste- che in quella triste e disumana tra- ristica di acquedotto rurale dell’Acquedotto Istriano, non poteva essere gedia scontarono la loro italianità in ammesso, in base alle leggi vigenti che avevano consentito il fi nanzia- si salvò miracolosamente. mano nelle scialuppe. fondo al mare; e far proprio il verso mento dell’opera, che questa provvedesse al rifornimento di tale centro Mi limito a riassumerla, copiando Ora ci è chiaro il loro piano crimi- di Salvatore Quasimodo: “Cessate di urbano; inoltre, Pola era stata esclusa dal comprensorio consorziale. Già una parte essenziale del suo raccon- nale. Ci fanno nire sulle mine e la uccidere i morti”… nel 1934 il Consorzio aveva cominciato, tramite il suo direttore, a studiare to. Devo, però, prima premettere che nave salterà in aria: delitto di massa Dimenticarli è come ucciderli un’al- il problema dell’alimentazione idrica di Pola, ma solo nel 1938 venne nel settembre-ottobre del 1943 suo perfetto! (…) Il “Mont Blanc” si fer- tra volta. inquadrato nel piano organico dell’Acquedotto Istriano. padre, lo zio Michele, Bruno, lo zio ma mentre la “Lina Campanella” ri- Giuliana Zelco Dal 1933 il costo dell’opera era sostenuto per il 92% dallo stato e per Giorgio e Beniamino, fratelli della prende la navigazione. Fissiamo con l’8% dalla provincia e dagli enti locali, mentre in precedenza lo stato l’a- mamma, e Antonio suo cognato fu- gli occhi sbarrati il mare ed aspettia- veva fi nanziato per il 95%. Nel 1935 furono completati due dei tre sistemi rono imprigionati a Torre nella casa mo l’impatto e… la nostra ne. BIBLIOGRAFIA: previsti nella costruzione dell’Acquedotto, quello del Quieto e quello del della famiglia Braut, dove la giovane (…) Ore 10 e 30 la nave, com’era Mafalda Codan, I sopravvissuti, Bruno Fa- Risano, che coprivano il fabbisogno d’acqua di un terzo della popolazione con il fratello allora quindicenne si chin Editore, Trieste delle campagne. previsto, cozza con la prua contro recava a portare i viveri. una mina e salta in aria. Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350mila Nel 1937 venne inaugurato il tronco Albona-Arsia, ma l’inizio della Secon- Dopo il trasporto a Parenzo, parti- Giuliani Fiumani e Dalmati, Edizioni (…) Le guardie si mettono in salvo Difesa Adriatica da Guerra Mondiale impedì il completamento del progetto complessivo. rono per Pisino, dove agiva sempre calando le scialuppe in mare e cerca- Luigi Papo da Montona Veramente eclatanti le cifre per l’epoca: tre opere di presa, complessiva- un Francesco Braut, e in ne infoiba- , L’Istria tradita, mente per 350 litri al secondo; due impianti di fi ltrazione di capacità com- no di impedirci di saltare in acqua. Edizioni Settimo Sigillo, volume II ti. Mafalda e la madre si trasferirono plessiva di 320 litri al secondo; due impianti di sterilizzazione all’ozono Io mi trovo a poppa, il vecchietto che Gaetano La Perna, Pola Istria Fiume di capacità complessiva di 320 litri al secondo; una centrale di solleva- a Trieste per prudenza e il fratello si mi è accanto e che ha sempre nto di 1943-1945, Editore Mursia mento dell’acqua a 359 metri s.m. completa negli edifi ci e con macchinari arruolò nel reggimento Istria. Nel primo maggio 1945 i titini la proporzionati ai consumi aumentabili secondo gli sviluppi della rete; tre Nota particolare: chilometri di ponti-canale e gallerie; 165 km di condotte, 17 serbatoi per prelevarono e la portarono nelle car- 18mila mc; nove fontane; 120 fontanelle, abbeveratoi e lavatoi. Opere per ceri istriane dove fu processata, dopo A Torre, in Istria, sulla facciata della casa Braut si trova la seguente targa: un costo complessivo di 80 milioni di lire, con 1.240mila giornate operaie aver subito sevizie. In ne fu imbar- IN QUESTA CASA IL 25-11-1890 È NATO BRAUT FRANCESCO-MONTI. impiegate dalle industrie fornitrici di materiali sia della Venezia Giulia cata sulla “Lina Campanella”. PARTIGIANO-GARIBALDINO. INTENDENTE che di altre regioni italiane. Così scrisse: “Seguiamo la guardia e CAPO DEL IX CORPO DELL’EPLJ NEL FRIULI. L’Acquedotto Istriano serviva centotrentamila persone con dotazione di ci troviamo nel cortile del carcere già LOTTANDO PER LA LIBERTÀ. 80 litri a persona. pieno di altri prigionieri. (…) Col È CADUTO NELLA SLAVIA VENETA L’8-11-1945. Un capolavoro d’ingegneria! lo di ferro ci legano le mani dietro Fu dunque di rilievo il ruolo di Francesco Braut in quei terribili giorni. la schiena e quindi braccio a braccio 6 La nuova 16 maggio 2016 i patroni delle nostre comunità

SAN GIORGIO CULTO E LEGGENDE di don Vincenzo Mercante

Il professor don Vincenzo Mercante, del quale abbiamo presentato in sede, mercoledì 11 maggio alle ore 18.00, il libro vescovo di Capodistria, riformatore e apostata, è un attento studioso di storia delle religioni e dei Santi. Poiché il giorno 23 aprile è dedicato a San Giorgio e alcune Comunità aderenti alla nostra Associazione hanno tale Santo quale loro Patrono - Tribano, Pinguente-Rozzo-Sovignacco - abbiamo proposto in tre capitoli l’interessante scritto di don Mercante, volto a ricostruire attraverso i secoli la grande fama di tale martire. Questo è l’ultimo capitolo.

Capitolo 3 ne miracolosa del figlio paralitico, commovente. LA PASSIO DI SAN GIORGIO cieco, sordo e muto di una vedova, Venne incatenata a una costa roccio- Regna incertezza sul luogo della de- spinge l’imperatore a richiamare sa per espiare le colpe della madre capitazione di San Giorgio. Giorgio sfidandolo a dimostrare che invidiosa e destinata ad essere divo- Per molti venne decapitato nel 303 il suo Dio è più potente di Apollo. rata da un mostro marino. Secondo d.C. probabilmente sotto Daciano, La statua di Apollo si trasforma in la leggenda questo evento si veri- imperatore dei persiani, mentre per un demonio dall’aspetto ripugnante ficò sulle coste del Mediterraneo, altri durante la persecuzione di Dio- e confessa di essere il seduttore di a Joppa (Giaffa), la moderna Tel cleziano, poi il silenzio avvolgerà le tutti i pagani e subito viene precipi- Aviv. Mentre Andromeda se ne sta- vicende del martire fino al 530 d.C. tato dal Santo nell’abisso inferna- va incatenata alla rupe battuta dalle quando il diacono Teodosio Perin- le assieme a tutti gli altri idoli del onde, pallida di terrore e in lacrime geneta non parlerà della sua tomba tempio. Dopo tale prodigio viene per la fine imminente, l’eroe Perseo, a Lydda, oggi Lod. Erano i tempi immerso nella pece bollente, ma un fresco dell’impresa della decapita- del grande imperatore Giustiniano angelo spegne il fuoco e allora l’im- zione di Medusa la Gorgone, capitò (527-565 d.C.) e l’agiografia stava peratrice Alessandra si converte al da quelle parti. Il suo cuore fu rapito portando alla ribalta figure signifi- cristianesimo, ma viene condannata alla vista di quella fragile bellezza cative del passato. a morte mentre la rugiada - scenden- in preda all’angoscia. In un primo Per la vita di San Giorgio oggi è do visibilmente dal cielo sotto for- momento scambiò Andromeda per possibile accedere a ben 28 redazio- ma di nube - la battezza. una statua di marmo. Ma il vento ni diverse tutte anonime che si ri- Sfidato dal giovane imperatore De- che le scompigliava i capelli e le cio, Giorgio risuscita una moltitu- Pisanello, Affresco di Sant’Anastasia (1433-1438), Verona, chiesa di Sant’Anasta- calde lacrime che le scorrevano sul- fanno però ad un nucleo rimasto so- sia (particolare con San Giorgio e la principessa) stanzialmente immutato, che venne dine di persone dalle loro tombe e le guance gli rivelarono la sua natu- ampliandosi con l’andar dei secoli. una confessa di aver posto tutta la ra umana. Perseo le chiese come si La biografia inizia celebrando la no- fiducia in Apollo e per questo è sta- chiamasse e perché era incatenata lì. biltà di nascita, la carica di tribuno ta condannata a continui tormenti Andromeda, completamente diversa sotto Diocleziano, il quale emette un in un antro avvolto dall’oscurità e dalla sua vanitosa madre, in un pri- editto che impone a tutti di abiurare adesso vuole il battesimo per non mo momento, per timidezza, nean- dal cristianesimo pena la condanna ritornare in mezzo alle sofferenze. che gli rispose; anche se l’attendeva a morte. Ma il tribuno si professa Giorgio si raccoglie e dapprima co- una morte orribile fra le fauci bavo- cristiano, distribuisce i suoi averi ai manda alle sedie di produrre frutti se del mostro, avrebbe preferito, per poveri, non cede di fronte agli insul- maturi e poi fa sgorgare dalla terra modestia, nascondere il viso tra le ti e alle minacce, allora viene colpi- una fontana di acqua fresca e, ri- mani se non le avesse avute incate- to dalla punta di una lancia, legato chiamate in vita 3535 persone morte nate a quella roccia. alla ruota della tortura, scaraventato prive del battesimo, amministrato il Perseo continuò a interrogarla. Alla in un pozzo profondo di calce viva, sacramento, le vede volare al cielo. fine, per timore che il suo silenzio costretto ad indossare calzari con Di fronte a tale prodigio Decio si potesse essere interpretato come rode di rabbia e con gesti imperiosi Pisanello, Affresco di Sant’Anastasia (1433-1438), Verona, chiesa di Sant’Anasta- ammissione di colpevolezza, gli chiodi di ferro, battuto con fruste di sia (particolare del drago) nerbi di bue. ordina la decapitazione del tribuno, raccontò la sua storia, che interrup- proprio mentre dal cielo si fa sentire pe improvvisamente, lanciando un Si fa poi avanti il consigliere impe- un santo ebbe a moltiplicarsi in tutto segno tangibile dell’esistenza e del una voce angelica che canta: “Vieni, urlo di terrore alla vista del mostro riale Magenzio (Massenzio o Mas- culto del martire. benedetto guerriero, a te sono aperte o in parte per soddisfare le richie- che, avanzando fra le onde, muove- simiano) e gli chiede di dare una In quanto simbolo vincente del le porte del cielo”. Ma subito dopo ste di cappelle nobiliari, conventi e va verso di lei. Perseo si lanciò con- prova convincente dell’esistenza di male, Giorgio riprende figure eroi- da un cielo rovente proviene un santuari”. tro il mostro, lo uccise con la sua Gesù Cristo, e Giorgio risuscita un Furono ben 30 i corpi attribuiti a che dell’antichità classica come Er- morto, il quale subito afferma di es- fuoco che fa incenerire i sacerdoti spada, liberò l’estasiata Andromeda pagani distruggendo il loro tempio San Giorgio (A. Graf, Miti, leggen- cole e Perseo. fra gli applausi degli astanti e la fece sere vissuto da pagano e condannato de e superstizioni del Medioevo, Nel lago di Lerna viveva un gros- perciò al fuoco dell’inferno. Quin- e travolgendo lo stesso governatore, sua sposa. reo di aver fatto decapitare il pro- Milano 2002, p. 315). so drago con nove teste di cui una Come si nota, già esistevano raccon- di richiama in vita anche un bue e Una è conservata nella cappella immortale: soffiando miasmi pesti- il suo padrone Glicerio per ricono- feta, titolo datogli dall’agiografia ti mitologici di eroi vincitori di mo- islamica. reale di Barcellona; a Valencia un lenziali e divorando uomini e greggi stri nemici del genere umano. Ma il scenza si converte e si fa battezzare. reliquiario contiene un osso della rendeva inabitabile la zona. Ercole Segue l’abbattimento degli idoli e Pasicrate, il fedelissimo servitore di Santo che debella il male richiama Giorgio, redige la cronaca della pas- mano destra; il braccio sinistro nel l’affrontò impugnando la spada. Ma la figura del Figlio di Dio che redi- la moltiplicazione delle torture fino XV secolo è segnalato a Venezia nel con grande stupore vide che a ogni alla decapitazione con relativa mor- sio e la sottoscrive con giuramento me l’umanità dal sommo male. mentre tutto il popolo in lacrime fa monastero intitolato al megalomar- testa tagliata ne ricrescevano im- Per questo Giorgio fu eletto protet- te e risurrezione. La conversione tire, nel quale sono custodite pure la mediatamente due. Allora ricorse al del pagano Magenzio e la guarigio- professione della vera fede. Le tor- tore di città e nazioni e la venerazio- ture sembrano essere durate sette testa e una mano del Santo. fuoco: con tronchi infuocati bruciò ne popolare gli dedicò innumerevo- anni, notando che il 7 dice lunghez- Gli scrittori copti sostengono che i tutte le teste del drago. Ne rimaneva li chiese e monasteri, la sua figura za non calcolabile, per cui alcuni resti del suo corpo vennero trasfe- una, quella immortale: la tagliò net- venne riprodotta dai pittori in mi- testi affermano che Giorgio fu risu- riti in Egitto e posti nella chiesa a ta con un colpo di spada e la seppellì gliaia di esemplari. scitato sette volte. lui dedicata nella città vecchia de Il sotto un macigno. Venezia ebbe un rapporto del tutto Quale finalità si propone una narra- Cairo. La più impegnativa fatica per Erco- particolare con il Santo. zione farcita di elementi romanzati e A Nicosia è conservato il ferro della le consistette nell’entrare nel Regno I santi militari Teodoro e Giorgio fu- del tutto metastorici? lancia con la quale aveva ucciso il dei Morti per catturare Cerbero, un rono i primi protettori di Venezia: ne Si evince subito la funzione antipa- drago. A Betlemme si veneravano mostro metà cane e metà drago, con rendono testimonianza la colonna di gana del racconto, ma anche l’uso la catena taumaturgica alla quale fu tre teste. Arrivato nel mondo sot- San Teodoro in piazzetta San Marco del meraviglioso per attirare l’atten- legato e pure la roccia con sopra im- terraneo, l’eroe si fece ricevere da rivolta verso l’isola di San Giorgio. zione della gente e rendere popolare presse le impronte del cavallo. Ades, il dio degli inferi, il quale gli La popolarità accrebbe fortemente il culto del Santo, presentato come A Lydda, sulla pietra sulla quale diede il permesso di portare con sé con la diffusione della leggenda del difensore affascinante della fede, venne decapitato, venivano posti Cerbero purché riuscisse a domarlo pescatore risalente agli inizi del XIV avallato da prodigiosi miracoli. i malati di mente e di nervi e poi i senza armi. Ercole incatenò il mo- secolo, dove si narra che tre giovani Aperta è la discussione sulle reli- bambini epilettici. stro e lo portò a Tirinto, dopo di che (Marco, Giorgio e Nicolò) avessero quie di cui varie nazioni vantano il A Roma nella chiesa del Velabro lo ricondusse di nuovo nell’inferno. dissolto all’imboccatura del porto di possesso. venne traslato il cranio del Santo ad La lunga storia di Ercole finisce Lido il maremoto dei maligni che Verona, chiesa di Sant’Anastasia, rico- Nel Medioevo la venerazione delle opera di papa Zaccaria. nell’Olimpo, dove egli visse con gli volevano distruggere la città. struzione dell’Affresco di Sant’Anasta- reliquie aveva assunto un’importan- Al di là della loro autenticità, que- immortali. Paris Bordon, Palma il Vecchio, sia (1433-1438) del Pisanello za incredibile al punto che “più di ste presenti reliquie testimoniano il La storia di Andromeda è molto più Carpaccio, Mantegna, Cosmè Tura 16 maggio 2016 La nuova 7

Note tristi Ricordiamoli La signora Fiorenza Valenta co- Il 23 maggio saranno dieci anni munica addolorata la scomparsa che ci ha lasciato dell’amato papà seguiti da squadre di orefici e minia- ROBERTO TENCI tori tramandarono le gesta del Santo, APPENDICE MARIO VALENTA nato in Albona mentre anche sui palazzi non è raro IL CULTO il 10 maggio 1921 il caso di osservare i bassorilievi con DI SAN GIORGIO l’uccisione del mostro. IN ISTRIA La Confraternita dei greci ortodossi La fonte per la conoscenza veneziani contribuì moltissimo alla del culto del Santo in Istria diffusione del culto dell’intrepido ca- valiere in lotta contro il maligno non è certamente il bel saggio solo al Nord ma pure in Calabria. Istria. Duecento campani- Allora Giorgio venne onorato dalla li storici di Daniela Milotti Sicilia al Nord Europa, in Etiopia Bertoni, Bruno Fachin Edi- ed in Russia (emblematiche sono tore, Trieste 1997. le icone della scuola di Novgorod), Si inizia con Bersezio, vil- fu scelto come protettore di Geno- laggio a 153 metri s.l.m. la avvenuta a Trieste mercoledì 4 va, dell’Inghilterra, del Portogallo, cui chiesa addossata alle maggio dopo breve malattia. Albona me genuit. Mi sento albonese; mi sento della Catalogna e di tante altre città, mura tradisce le finalità di Nato a Castagna d’Istria nel 1935, come Roma, Barcellona, Costanti- istriano. Ne sono fiero. un complesso di difesa. Mario ha raggiunto la sua adorata nopoli, nella Svizzera e in Germania A Bogliuno la parrocchiale moglie Ida, anche lei nata a Ca- Ricordiamo il nostro caro papà su e Francia. ad una sola navata sui tre “La nuova Voce Giuliana”, a lui Le prime testimonianze figurative stagna. altari lignei conserva mol- Mario Valenta era il rinomato tanto cara, con queste parole trat- lo mostrano in piedi con la spada, te dal diario della sua vita e siamo la corazza e lo stendardo crociato, te statue fra cui San Gior- proprietario del buffet “da Mario” lieti di onorare le nostre belle e mentre in battaglia e contro i mostri gio che uccide il drago e la a Trieste, del quale è stato titolare sane radici. è sempre a cavallo. Madonna con il Bambino e dal 1978 al 2000. Con la sua cuci- Paolo, Francesca e Andrea Tenci Nel XIII secolo la sua statua è già Sant’Antonio. A Fianona si na tradizionale ha deliziato gene- con le loro famiglie. presente nel portale sud del transet- può ammirare nel borgo an- razioni di triestini, senza dimen- to della Cattedrale di Friburgo. Nel tico la chiesa di San Giorgio ticare però i piatti tipici dell’arte XV secolo si interessano del Santo e quella della Beata Vergine. culinaria istriana, attraverso i • Donatello con la statua a Firenze e Laurana presenta la chiesa quali le specialità istriane incon- il Mantegna con il dipinto alle Gal- di San Giorgio con affreschi travano, appunto, quelle triestine. lerie dell’Accademia di Venezia. Se di pittori locali. Paugna- La statua di San Giorgio nella chiesa Il 4 maggio 2016 ricorreva il Altichiero affresca la cappella di dedicata al Patrono di Pinguente Sempre orgoglioso delle sue ori- ventisettesimo anniversario della no presenta finestre e vetri gini, aveva scelto la capra come San Giorgio nella chiesa del Santo a colorati della facciata sud, scomparsa di Padova, Vittor Carpaccio lavora alla insegna del suo buffet, rimanendo mentre sul maestoso cam- Scuola degli Schiavoni a Venezia. legato alla sua terra e agli amici LIVIO TRAVAN Pisanello si impegna nell’affresco panile è affisso un rilievo istriani che ha continuato ad in- con l’episodio dell’incontro tra il in calcare rappresentante contrare fino a poche settimane Santo e la principessa prima della San Giorgio che abbatte il prima della scomparsa. battaglia contro il drago sulle pareti drago. della chiesa di Sant’Anastasia a Ve- A Pisinvecchio l’edificio si L’Associazione delle Comunità rona, mentre Paolo Uccello ne ritrae presenta ad una sola navata Istriane e la Redazione de “La il combattimento ora alla National più volte restaurata. A Por- nuova Voce Giuliana” parteci- Gallery di Londra. tole la chiesa venne costru- pano sentitamente al dolore del- Spesso il Santo compare poi in sacre ita da un maestro della Car- la famiglia per la scomparsa del conversazioni, fra cui quella dipinta niola nel 1526, sostenuta caro signor Mario. da Paolo Veronese per la chiesa di da costoloni gotici che rac- Si ringrazia con affetto la figlia San Giorgio Maggiore a Venezia, chiudono cinque altari con Fiorenza per le belle parole ri- deceduto a Lodi, New Jersey oggi al Louvre. Ai nostri giorni Va- pitture e sculture di santi. volte al nostro quindicinale che (USA), lontana dalla sua amata silij Kandinskij riprende più volte il Da notare la chiesa cimite- Visignano d’Istria. soggetto. veniva letto e ancora è letto in riale di San Giorgio vicino casa Valenta con piacere e affetto Lo ricorda a parenti ed amici la Protettore di armieri, arcieri, cava- Pinguente, chiesa di San Giorgio con moglie Ida Clemen Travan. lieri, fu persino protettore dei con- a Piemonte ad aula unica l’altare e la statua del Santo Patrono poiché “rappresenta per la fami- tadini grazie ad un gioco di parole con tre absidi. A Rosariol, glia un modo per rimanere legati Livio ti porterò per sempre nel sulla forma greca del suo nome. An- intorno alla pittoresca chie- agli amici istriani e alle comuni mio cuore con immutato amore. che i malati di lebbra, di peste, delle sa di San Giorgio, rimangono ancora i resti delle mura del tabor origini”. Salutiamo con affetto la signora malattie della pelle o veneree invo- costruito al tempo delle invasioni turche. Tutti gli altari sono Grazie di cuore per il sostegno e Ida, oggi novantatreenne, che cavano la sua intercessione. lignei e policromi. l’attenzione. ama il nostro Tricolore assieme In fondo poco importa dove il Santo Rovigno intorno al 950 d.C. si impegna in un maestoso edificio Alessandra Norbedo sia nato e abbia sofferto il martirio, dedicato ai Santi Giorgio ed Eufemia per accogliervi il sarco- alla Bandiera Americana, simbo- non importa se il dragone ucciso sia fago con la preziosa reliquia della Santa. Sull’altare maggiore lo del paese che ha accolto lei e il marito Livio offrendo così una un animale reale o un frutto della troneggiano tre statue: San Giorgio, San Rocco e San Marco. nuova vita lontano dall’amata fantasia di uomini guerrieri, ciò che A Sovignacco la chiesa di San Giorgio, ad una sola navata con conviene sottolineare è la comple- Istria. due altari, presenta una pala con San Pietro e San Giorgio e una ta fiducia e devozione di pellegrini Attraverso il nostro quindicinale statua della Madonna con Bambino. A Stridone la chiesa del e crociati in colui che era in grado questa attenta lettrice si sente un Santo romanica a due navate ha l’altar maggior in marmo con la di compiere prodigi nei momenti po’ più vicino a casa, e noi con difficili personali, nella lotta contro pala del titolare Giorgio. lei uniamo idealmente due conti- il male e nelle imprese per la difesa Tribano venera San Giorgio con un edificio a navata unica e nenti accomunati dagli stessi alti dei valori cristiani. l’altar maggiore in marmo. Il signor Mario nel suo buffet sentimenti di Patria. Colui che compare a Gerusalemme Sul colle che domina Pirano il maestoso edificio, più volte ripa- durante la Prima Crociata in veste rato, venne consacrato solennemente nel 1344 per commemora- bianca e spada sfavillante non lot- re la visione di San Giorgio che, secondo la tradizione, sarebbe ta contro un simbolico dragone ma avvenuta l’anno precedente. Tra i dipinti va ricordato Il miraco- Elargizioni contro gli avversari della Croce per lo di San Giorgio con la veduta di Pirano realizzato nel 1706 da ripiantare il vessillo di Cristo nei Angelo de Coster. Sopra le entrate laterali due gruppi scultorei: Nell’ultima quindicina ci sono pervenute le seguenti elargizioni: luoghi da lui percorsi. San Nicola in trono e il famosissimo San Giorgio che annienta Così nelle terre iberiche a ridosso il drago. Ida Clemen Travan con profondo amore per il marito Livio Travan dei Pireni, da cui partì la reconqui- dollari USA 200,00 a favore de “La nuova Voce Giuliana”; sta, due sono gli eroi che il popolo Anche nel vicino Friuli numerose sono le chiese dedicate al considerò matamoros, Santiago di Santo. Durante alcuni scavi venne rinvenuta una pietra sopra la quale venivano posti i bambini morti senza il battesimo e, men- Annamaria Bologna Fabbri per ricordare il carissimo amico fraterno Compostela e Giorgio il cappadoce, Glicerio Bologna euro 50,00 a favore de “La nuova Voce Giuliana”; invocati per ridonare i valori cristia- tre un parente li scuoteva più volte, veniva loro amministrato il ni ad una gente segnata dal Vangelo sacramento quasi avessero ripreso vita, a somiglianza di quanto Daniela Carboni in ricordo della mamma Elvira Drioli euro 50,00 a fin dal V secolo. avveniva in Oriente. favore de “La nuova Voce Giuliana”. Vincenzo Mercante (fine) Si ringraziano sentitamente i generosi oblatori. 8 La nuova 16 maggio 2016 UNO SCRITTO DI MARCO TESSAROLO ARSIA UN’OPERA D’ARTE FAMEIA CAPODISTRIANA D’EDILIZIA MODERNA GLI ESULI CAPODISTRIANI IN ODIUM FIDEI RICORDANO UNITI SAN NAZARIO La “Fameia Capodistriana”, associazione aderente all’Unione degli Istriani, invita tutti i propri soci e sim- patizzanti a partecipare DOMENICA 19 GIUGNO 2016 alle cerimonie in memoria di San Nazario, Patrono di Capodistria. Quest’anno la “Fameia” parteciperà ufficialmente a quelle fatte a Borgo San Nazario (Prosecco) con la solenne processione con il busto del Santo che avrà inizio alle ore 17. Farà poi seguito, alle ore 18, la Santa Messa nella chiesa intitolata al Patrono con la partecipazione del Arsia, chiesa e statua del Minatore Vescovo di Trieste Mons. Giampaolo Crepaldi. Dopo il rito religioso avrà luogo la distribuzione dei tra- Il 28 febbraio d’ogni anno si ricorda la tragedia dello dizionali fiori di lavanda ed un incontro conviviale. scoppio avvenuto nel 1940 all’interno della miniera del- Per facilitare la partecipazione dei capodistriani, la la cittadina istriana di Arsia, nella quale perirono 185 “Fameia” mette a disposizione un pullman con parten- minatori. za alle ore 16 da piazza Oberdan a Trieste e rientro Si tratta della tragedia più drammatica nelle minie- alle ore 20.30. Il trasporto è gratuito ed è aperto, nel Beato don Francesco Bonifacio re italiane. La deflagrazione fu causata da una fuga limite della capienza dei posti, a tutti gli interessati. di gas. Il pozzo carbonifero era considerato un vanto è necessaria la prenotazione telefonando alla Segre- dell’ingegneria nazionale e, pertanto, quanto accaduto Riprendiamo, con questo numero de “La nuova Voce Giuliana”, teria dell’Unione degli Istriani (040.636098). il commento alle poesie del dottor Giorgio Tessarolo facenti par- venne messo a tacere. te della collana “La mia gente, la nostra storia” con la quale egli In seguito, all’epoca dell’amministrazione jugoslava, il ha ottenuto la menzione d’onore nell’edizione 2014 del Premio Comune di Arsia venne conglobato a quello più esteso di Albona, per riottenere la sua dignità col nuovo stato Tanzella. croato quale comune indipendente, che volle far emer- Questa volta ci occuperemo della composizione poetica intitola- gere il triste evento. ta “In odium fidei”. Le cronache riferiscono che circa un’ottantina di anni è, questa, la locuzione latina con la quale la Chiesa innalza agli fa un abile imprenditore torinese, Guido Segre, assie- onori dell’altare un religioso che sia stato ucciso per avere difeso me all’architetto triestino Gustavo Pulitzer Finali (ti- la fede cattolica giungendo sino al martirio: come molti lettori tolare dell’avviato studio Stuard) edificarono la zona, avranno già immaginato il protagonista della poesia è il servo che doveva fungere da spazio urbano per gli addetti ai di Dio Beato Francesco Bonifacio, barbaramente assassinato da lavori nell’attigua miniera chiamata confidenzialmente “guardie del popolo” titine nelle campagne di Grisignana l’11 Carlotta. Cosicché, nel novembre 1937, la cittadella settembre del 1946 mentre rientrava alla canonica di Villa Gar- venne inaugurata e resa abitabile alle maestranze. dossi dove esercitava il ministero sacerdotale. In quel periodo, gli assommavano a 4.000 uni- tà (oggi risultano solo 3.100, 2% dei quali italiani) che Il busto di San Nazario L’autore affianca al ricordo di don Francesco quello, molto meno (riproduce quello originale che si trova nel duomo di Capodistria) noto agli istriani esuli, di don Miro Bulesic, sacerdote origina- potevano fruire di luoghi di pubblico servizio civili e re- rio di Sanvincenti, di etnia croata, il quale venne orrendamente ligiosi. sgozzato da attivisti comunisti il 24 agosto del 1947 a Lanischie Il cuore di Arsia era ed è la piazza, alla quale lo studio triestino di architettura Stuard volle dedicare una par- mentre coadiuvava mons. Ukmar, delegato di etnia slovena del MOVIMENTO NAZIONALE ticolare cura edilizia. Fra le prime costruzioni a venire Vescovo della Diocesi di Trieste e Capodistria mons. Santin, edificate furono il municipio, la scuola, l’ospedale, fino ISTRIA FIUME DALMAZIA all’amministrazione del Sacramento della Cresima ad alcuni ad un cinema. ASSOCIAZIONE CULTURALE fanciulli del posto. Non poteva mancare la chiesa che si ergeva su un ter- Il poeta immagina che ci sia stato un disegno superiore, divino, rapieno. Il luogo sacro venne dedicato a Santa Barbara, APPELLO PER DONAZIONE LIBRI ad accomunare questi due giovani sacerdoti nel martirio eviden- patrona dei minatori. Curiosamente, gli arconi del corpo A tutte le Associazioni degli esuli istriani, fiumani e ziando altresì come uno di essi sia stato di etnia italiana e l’altro principale della chiesa assomigliano a dei carrelli rove- dalmati, a tutti i Comuni in esilio, di Pola, di Fiume e croata, quasi a significare che entrambe le etnie istriane, come sciati, mezzi impiegati per il trasporto dei materiali fuori di Zara, a tutti gli esuli, figli e discendenti, a tutti co- fossero due facce della stessa medaglia, erano state accomunate dalla cavità. L’edificio è stato realizzato senza economia loro che hanno scritto libri sulla storia e sulla cultura alcuna con uso di materiali di pregio. Anche all’esterno giuliano-dalmata e sul drammatico esodo dei 350.000 nell’offerta a Dio del martirio di questi due preti innocenti. italiani dalle perdute terre. I due sacerdoti sono stati accomunati pure negli onori dell’altare. non si è lesinato. Esso è arricchito da una imponente Con grande soddisfazione, comunichiamo che ci è sta- Don Francesco Bonifacio è stato proclamato Beato a Trieste, nel statua di Santa Barbara realizzata dall’artista Ugo Carà. to concesso un locale quale Sede di rappresentanza corso di una funzione tenutasi in Cattedrale e presieduta dall’Ar- Imponente il meccanismo che aziona tutt’ora l’orologio del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia nella civescovo mons. Eugenio Ravignani (come tutti ben sanno ori- campanario, realizzato dalla nota ditta friulana Solaris. prestigiosa e storica Sede della Casa Militare Umberto I di Turate (CO) che accoglierà anche una biblioteca ginario di Pola), il 4 agosto del 2008. L’edifico sacro fu consacrato dall’allora vescovo di Fiume Antonio Santin il 24 ottobre 1937. dedicata alla memoria della nostra compianta Presi- Don Miro Bulesic è stato proclamato Beato nel corso di una ce- dente professoressa Maria Renata Sequenzia, scom- Tornando a questi giorni, martedì 24 maggio 2016 rimonia religiosa tenutasi all’Arena di Pola il 28 settembre 2013. parsa nel 2015. alle ore 18, nella Sala degli incontri dell’hotel “Vis A Marco Tessarolo Rivolgiamo a tutti un caloroso e patriottico appello a Vis/Duchi D’ Aosta”, in piazza dello Squero vecchio donare libri, nuovi o usati, inviandoli, cortesemente, di- 1 (vicino piazza Unità) a Trieste, per il ciclo di eventi rettamente a: Movimento N.I.F.D. presso Casa Militare organizzato da “Adriatico, una storia scritta sull’acqua Umberto I - via A. Volta n° 27 - 22078 Turate (CO). IN ODIUM FIDEI - Natura, cultura, economia e paesaggio del mare”, si L’inaugurazione della Sede e della biblioteca è prevista di Giorgio Tessarolo svolgerà un incontro con Tullio Vorano, Francesco Kre- per sabato 11 giugno 2016 in occasione dei festeggia- menti per i 117 anni di fondazione della Casa Militare. cic e Livio Dorigo per la presentazione del volume Ar- Oltre alle già esistenti numerose e prestigiose sedi di C’è senz’altro un disegno divino sia, un’opera d’arte d’edilizia moderna del ricercatore altre associazione di esuli giuliano-dalmati, con validis- che accomuna le due situazioni: Rinaldo Racovaz. sime e fornitissime biblioteche collocate in tutta Italia, fu per questo che lungo il cammino Il saggio è stato realizzato grazie all’interessamento riteniamo che anche la biblioteca di Turate possa es- da Peroi a Villa Gardossi del Consiglio della Minoranza Italiana della Città di Al- sere un ulteriore piccolo centro di divulgazione della nostra storia e della nostra cultura. don Francesco incontrò il suo destino bona e della Comunità degli Italiani “Giuseppe Marti- nuzzi” sempre di Albona. Il pregevole volume è stato Nella speranza di ricevere numerosi libri, vi ringrazia- sotto forma di sputi e percosse. mo anticipatamente per la collaborazione e per la sen- realizzato in un numero limitato di copie (solo 400), Parimenti lassù, in Cicceria, sibilità. arricchito di una notevole fonte iconografica. il Segretario generale romano cramer a don Miro l’anno seguente Scrive l’autore a conclusione del suo imponente lavoro la sua vita strapparono via di ricerca: «Sono convinto che le testimonianze delle I donatori di libri, riviste varie e periodici residenti a Mi- pur essendo egli un uomo innocente. attività produttive, cariche di storia, assumono una di- lano e provincia possono contattare direttamente il Se- gretario Generale sig. Romano Cramer allo 333.74314 Così ambo le etnie istriane, mensione culturale che vale la pena di conservare e facce entrambe di una medaglia, promuovere... Non penso che questa mia aspirazione movimento nazionale iStria Fiume dalmazia hanno offerto a Dio l’olocausto sia un’utopia... ma sono fortemente convinto che essa aSSociazione culturale sia un buon obiettivo da raggiungere; perché Arsia è di due nobili vite umane Segreteria nazionale via g. Fiamma n. 19 - 20129 milano stata, e lo è ancora, una vera e propria opera d’arte». telefax 02.70121650 trucidate dalla marmaglia. gianni pistrini e-mail: [email protected]

Comitato di redazione: Alessandra Norbedo, direttore responsabile - Manuele Braico - Emiliano Sapori La nuova Voce Giuliana Quindicinale associato all’USPI - Unione Stampa Periodica Italiana • Reg. n. 1008 dd. 14/01/2000 del Tribunale di Trieste Stampa: Mosetti Tecniche Grafiche - Via Caboto 19/5 - 34147 Trieste - Tel. 040 824960 - Fax 040 280416 - E-mail: [email protected]