BRBRIXIA I X I A SACRA MEMORIE STORICHE DELLA DIOCESI DI

Nuova serie - N. 11-2-2·3-3 .- GennGennaio-Maggioaio-M:lggio 19819811

Comitato di Redazione: LUCIANO ANELLI·ANELLI - OITAVIOOTTAVIO CAVALLERICAV ALLERI .- ANTONIOANTONIO ClSTELLINlCISTELLINI - GIOVANNI CORADAZZI - WCIANALUCIANA DOSIO -. ANTONIO FAPPANI - LUIGI FOSSATIFOSSATI· - ANTONIO AIASEITIMASETTI ZZANNINIANNrNT - GIAN LODOVICO MAS1:ìTlMASETTI ZANNINI - LEONARDO MAZZOLDI .- STEFANO MINELLI - GIOVANNI SCARABELLTSCARABELLI - uUGOca VAGLTAVAGLIA - ORNELLO VVALETIT ALETTI. Segretario di redllziQnredazione:e: SANDRO GUERRINI

Responsaible: ANTONIO FAPPANI

AutorizzazioneAutoriZ2azione del Tribunale di Brescia in daladata 18 gennaio 11966966 •- N. 244 del Registro Giornali e Periodici

SOMMARIO:

pagpagoo EMILIA NICOLI, Un raro esempio di stampa austriaca con l'effige del car­car­ dinal Querini conservato nell'ex monastero francescano di Santa Maria in Gavardo 1 ENRICO MARIA GUZZO, UnaUI/a presenza veronf>severonese a Brescia nell'etànd/'elà di An- gelo Maria Querini:Querini; Antonio Balestra ...... 7 RENATA MASSA,MASSA, L'altareL'altare di Domenico Corbarelli e la decorazione,l!:corllzione dl'lladella cappella dl'ldel SS. Sacramento nella chiesa di S,S. Agata a Brescia 14 LUCIANA DOSIO, LaLl cultura blescianabresciana fra Sei e Settecento.Settecento. Lel.e accademie in collaborazione col clero.clero . 40 UGO VAGLIAVAGLIA,, Il Pio Soccorso della Pertica . .5959

Abbonamento annuale con adesione alla Società L. 10.000 - Sostenitore L. 2020.000.000 c.c.P. N. 17/27.517/2758181 .- Società per la StoriStoriaa della Chiesa di Brescia Via Tosio l/a·l/a - 2.510025100 BRESCIA UN RARO ESEMPESEMPIOIO DI STAMPA AUSTRIACA CON L'EFFIGE DEL CARDINAL QUERINI CONSERVATO NELL'EX MONASTERO FRANCESCANO DI SANTA MARIA IN GAVARDO

I biografi del Querini (1), pur presentandoloprcsentandolo come linouno degli uominiUOmInl più insigni,insignì, più benemeritibenemeriti e più cohicolti del Settecento, sono altrettanto concordi nel ritenerlo non affatto indenne da quella diffusissima malattia del suo secolo che fu la vanità. Infatti, le nnumeroseumerose opere che di luilui ci rrimangonoimangono rivelano,rivelano, al di là degli iinnegabilinnegabili valori letterari,letterari, artistici e storici, un eccessivo e non celato desi.desi­ derio di far parlare di sè: ail conferma di ciò basti considerare il numero sovrab­sovrab­ bondante di tele, sculture e di pezzi numismatici ed incisori ritraenti la figura del Cardinale ed in parte da luilui stesso fatti eseguire.eseguire. Quasi a scopo di divulgazionedivulgazione pubblicitaria il Querini amò anche far porre la propria effige su esemplari a stampa che attualmente si ritrovano un popo'' do­do­ vunque sia nel Bresciano che in alcrialtri paesi italiani ed esteri. Tra le numerose stampe d'epocad'epoca queriniana note agli studiosi della storia e dell'arte bresciana, l'esemplarel'esemplare esistente nellnell'ex'ex convento francescano di Gavardo, che ha per soggetto l'Apoteosi di S. Benedetto, è degno di particolare considera­ zione poichè, allo stato attuale delle ricerche, per quanto mi risulta, è da ritenersi l'unica copia esistente nella nostra provincia. Si tratta di una stampa di dimensioni eccezionali (cm 145x220 circa)circa),, sotto­sotto­ scritta daldal pittore tirolese GiovannGiovannii Carlo de Reslfeld (2) e dall'incisore augustano Leonardo II Heckenauer (3) ed eseguita secondo il Thieme-BeckerThieme-Becker nel 171701 01 (4).(4).

(1) RelativamenteRelativamente alla biografia del Querini basti citare gli studi pubblicati in, Miscellanea Queriniana. A ricordo del 11Il centenario della morlemorte del Cardinale A. M. Querini, BteIBre,L scia, Geroldi, 1961,1961, e:e in, Vescovi e cattedrali, numero speciale di "Brixia Sacra", 8 dice:mbre:dicembre 1974,1974, nei quali sono riportate numerose indicazioni bibliografiche.bibliografiche. aroCfr. anche:anche C. CASTELLI, Il Cardinale Angelo Maria Querino.Querino. La vitavita,, le opere, la corrispondenZA,corrispondenza, in "Brixia Sacra", voI.val. X,X, 1920, pp.pp. 102·118102-118 e val.'101. XI,XI , 1920,1920, pppp.. 119-137.119-B7. (2) Johan Karl von Reselfeld, ppittoreittore nato nel 1658 a Scwarz (Tirolo) e morto il 13-1·B-I- 1735 a Stift Garsten (alta Austria), secondo ciò che è stato tramandato fu discepolo di ICadKarl Loth a Venezia tra il 1680 ee: il 1684. Dal 1717-11-1684-11-1684 fu pittore alla corte:corte di Garsten. In questa stampa è sottoscritto "Joann CarICari de ReselfeldReuIfeld pictorpietor garstensis delineavit". aroCfr. THIEME-BECKER,THI.EME-BECKER, AllgemeinesAligemeines lexikon der bildenden kunstler, Leipzig, 1934, val. XXVIII, pp.pp. 182·183.182-183. (3) Appartenente:Appartenente ad una famiglia di orefici e lavoratori di rame di Augusta pare sia nato tra il 1650-60 e morto a Monaco nel 1704:1704: visitò l'Italia e si stabill popoii ad Augsburg dove fondò, nella sua casa, un'accademia di disegno. Cfr.Gr. THIEME-BECKER, op. cit., val.'101. XVI, pp. 210-2210-212.12. In questa stampa è sottoscritto: «Leonliard Heekel1al1erHeckenaner sculpsitselllpsit Augustae Vindelicorum».Vindelicorum». (4) Op.Op. cit.,dt., voI.val. XVI, p.p. 210210..

1l Il celebre pittore austriaco, che inin questa opera rivela una notevole capacità tecnica e figurativa, ritrasseritrasse l'immagine di S. Benedetto in gloria contornata da diversi ed affollatissimi gruppi di personaggi, soprattutto religiosi, e dalla raffigu­ razionerazione di scene di miracoli e conversioni particolarmente ricche di simboli ed allegorie.allegorie. VaVarierie scscrittrittee latine poste susu librilibri aperti e su cartigli servono ad illustrare scene, ad identificare personaggipersonaggi (5). E' chiaramente visibile nella parte inferiore destra della stampa, una carta geografica del globo terrestre sorretta dalla vene·vene­ rabile "Anna)J Anna Go;stena"Gojstena" (6) sulla quale sono elencati i vari stati europei ed extra­ europei dove a quell'epoca esistevano monasteri benedettini (7)(7).. Alla base, entro tre riquadri, sono raffigurate le vedute paesaggistiche di C,,,ino,Cassino, Rom,Roma ,e Subi"oSubiaco ,e I,le diciture rel"i.orelative indic,noindicano I,le ",tre f"ifasi d,U,della vi"vita di S.S. Benedetto (8).(8) . Una particolarità di questa stampa è che essa venne onglOariamemeongmariamente realiz­ zata predisponendo nella parte inferiore un medaglione sorretto da due puputtitti e lasciato in bianco così da poter essere utilizzato: sovrastampanclo,sovrastampando, per diverse occa­ sioni, dediche o rritratti.itratti. In questo ovale fu inserita l'effige del Querini in acca-occa-

(5) NdlaNella scena a destra in basso sono raffigurati relig;osi e religiose i cui nomi appaiono sui relativi cartigli nel modo seguente:seguente: «1oon«Joan Bapt. Abbas Castro CassinensisCasrinensis miraculismiraC/ilis gloriosus obiit 1679»; «Ludoz;icus«Ludovicus Caraffa, AndriaeAndriae Dux, Abbas Neaz;alitanNeavalitan (us) ob. 1664 mirac.mirac. gloria iIIUSl»;illust»; «Ven Maria Bonhamia Abbat. 5 stigmatibus insignita obiit 1633». Mentre sui cartigli sorretti daidai due angeli (con mitra e pastoralepastorale,, insegne episcopali) posti ai lati, alla base della stessa stampa, risultanorisultano scritti i seguenti motti: «Omnis qui ordine persequet nisi resipiscat, vita abbreviabit, velvei mala morte moriet»; «Omnes qui Ord. S. BenBen.. diligent bonum finem habebunthabebunt». ... (6) Sul relativo cartiglio appare la seguente dicitura: «Ven Anna Go;sunaGojstena 5. Stigmatib(us)Stigmatib( us) insignita obiit 16J3».1633». (7) La scrinascritta risulta cosicosì composta:composta: «Benedicto Monarca - Omnia per untlmunum - Numeri indices Regionum per BenedictinosBent:dictinos cuftarum.cultarum. If n"nO I Italia. Ubi Cassinum prima ordi­ nis sedes, congregatio Casinensis,Casinensis, CoertobiaCoenobia amplissima pluri 1/ ma .2.2.. Germania. Ubi Apostol(Apostof(us)us) primarieprimari(us) us) S. Bonifaci(Bonifaci(us), us), alii per parltspartes pltlrimi,plurimi, Universitas Salisbur 1/ gensis, Congregatio BurBursfeldendis,sfeldendis, ltemItem Monasteria ducalia Fulda,F/llda, Campidona et aliaaUa Splendi 1/ disrimadissima qua plurima .3 Hispania, ubi Mons Ser(.Ser( .. . .) CongregadoCongregatio Valisoletana, Mon(aste)ria plurima 14./4. LusitaniaLusitania.. Ubi Congrega/ioCongregatio Vljsiponensis,Vl;siponensis, Mon(aste)ria plu­ rima .5..5. HtlngariaHungaria .Cui(us) Apostol(us) S. Gerard(us) l/.. Mon(aste)riaMon(aste),ia MMonsons S.S. Marlini, alia plurima .6..6. PoloniPolol/iaa . Cui(us)Cui( tls) ApoApostol(us)stol( us) S. Adalberl(Adalbert(us)us) .7. RussiaRussia. . Ap(Ap(osto)l(us)osto)l( tls) 1/ S. BonifacitlsBonifacius 8. Livonia,Liz;ol/ia, Cui(C/Ii(US) us) Ap(Ap(ouo)l(us)osto)l(us) S. Bernard(Bernard(us) us) Episcup(Episcup(us) us) 9.9. Svecia. ri(Fi(us) us) 11Il . AngliaAI/glia .Cui(us).Cui( us) Ap(Ap(osto)l(us)osto)l( us) SS.. Gregori(us) MM.. et SS.. Augustin(us)Augustin(lIs) 12. Sco­ tia Cui(us) Ap(osto)l(us) S. / Egbert(us)Egbert(w) 13. GaUia.Gallia. UbiVbi Congregatio SS.. Mauri,Mallri, Mon­ (aste)rla(aste)rM celeberrima plurima . 14 . Graecia 1/ . Ubi Ap(osto)l(us) 1/ Urban(us) IV . 15 Insulae Fortunatae UbiVbi Ap(osto)l(us) S. Brandan(us) . 1616 Aegjpt(us) Ap(osto)l(us) S. Bononi(us)BOl/oni(us) 1/ 1717.. AmerAmericaica Ctli(us)Cui(us) Ap(osto)l(us)Ap(osto)l(ur) Don Buelli(us) Abbas MontisMOl/tis Ser­ rati». (8) Le diciture «In CassinoCarsino docuit»docuit»,, «Romae Benedictus didicit», «In SubIaco tacuit» stan­ no a ricordare che SS.. Benedetto nella prima fase della sua vita fufu a Roma dovedove iniziò gli studi, ma in un secondo tempo, essendo stato travolto dalla corruzione della città, ssii rifugiò in una grotta a Subiaco dove fece vita eremitica e fondò ii primi monasteri, da qui, in un terzoterzo momento, si recò a Montecassino dove visse per ilil restoresto della sua vita, scrisse la Regola e divenne ilil maesmaestrotro deidci monaci e dell'Europa.ddl'Europa.

2 ssioneione di una tesitesi di laureaI:mrea discussa sotto suoiSUOI auspici nel 1741 presso l'Univer­l'Univer­ sità ddii Salisburgo.Salisburgo. Così pure, aggiunta al modello originale, appare la fascia ddii ffondoondo ddove,ove, su fogli incoUatincollatii e all'interno di trtree cornici, è riportato il testo della suddetta tesi (9).(9) .

(9) Viene riprodottariprodou~ in questa notI!nota buona parte del testoleslO tratto dalla stessa sstampa.tampa. SouoSotto la veduta di Cassino apparapparee la seguente $(Tina:scritta: «THESES.THESES EX UNIVERSAUNIVERSA PHILOSOPHILOSO­­ PfllAPHIA PERlPATFfICOTHOAflITICAPERIPATETICOTHOMISTICA /I Quas sub ClementissimisCltmtnliSIimis Auspicys /I Eminen­Emintn­ liSIimitissimi Principis Domini DominiDomini /I ANGELI MARIAEMARlAE I/ QUIRlNQUIRINII /I S.R.E.S.R.E. tit . S. Marci PrPresbyteritsbyttri Cardina)is,Cardinalis, Epyscopi PrixitnsuPrixiensis ( .... .) Domini Domini CltmtnlissimiClementissimi I/ NecNtc non ITolius/Totius FlorentissimaeFlortnliSIimat Cong,rtgalionisCongregationis Cass;ntnsisCassinensis ttet pratprimispraeprimis /I Reverendt's­Rtverendis­ simi elet Illustrissimi D.D. Cypriani Benaglia,Benaglio, EiusdEiusdemem F1orFIorentiss:t ntiss: CongrtgatCongregat Praesiden-Praesiden­ listis Gentralis,Generalis, et in /I PatavinaPalavind UniversitateUnivtrsilate S.s.S.S. CallonumCanonum ProfessoProfessorisris Primariii (,(...... ) CaeCaeteraromq(ue)leraromq(ue) Num (68) ReverendissimRe~·trendissim rUInrum el,et, Amplissimorum DD.D..D. /I AbbatumAbbalum (.( ... .. ) I/ IInn Almd,Alma, tiet Archi - EpiscopaliEpi1co[l4li BentdielnaBenedictna UnivtrsilaleUniversitate Salisburgensi, /I Praeside I/ P. Amando Luggauer,Luggautr, Ord: SS: Benedicti,Belltdicli, Monast:Monast; GarslensisGarstensis suptrsuper AuslriatAustriae Professo,Proftsso, AA.AA LL tett philosophiae DoclortDoctore EiusdEiusdemqtmq ue ProfessoreProfessort Ordinario, p.I.p.t. Indyt.Inclyt. Facult.Facult. Philo­Phi/o­ sopbsoph . Decano. /I DefendendasDe/endendas susctpitsuscepit /I PraPraenobtnob . OrnalissOrnatiss aeac DoctissimusDoclissimus CllrolusCarolus lo­10- usephusphus à Guuralh,Guttrath, Provin;Pr(Win; Sillisb.Salisb. AA.LL. tiet PhlicèPblic~ Baccalaureus,Baulllaurtus, /I ac pro suprtmllsuprema e;u­tiu­ .Idemsdtm laurea Candidatus HornHoris ante ( .. .) et pomeridianis I/ MenseMenu Augustus . Anno Virg . partpartoo 174 1».I •. Sotto la veduta di Roma siasta scritto: .Eminenfiuimt«Eminentissime S.R.E.S.R.E. Princeps . /I Domine DoDo­­ minemillt Clementissime (.( .. . ..) ) /I Reverendissime,ReveTendissimt, QCac IfJuSIllustrissimelriuime DD. PraesesPrQeus Generalis ( ...... ) ) CQuriq(ut)Cateriq( ue) loliustotius FloTtntiss.Florentiss. Congrtg,.Congrego Cassinens(is) RevReverendissimi,e,endissimi, / ac Amplissimi DDDD.. AbbQltsAbbates ( .. .) /I Dum hodithodie tOfuStotus penèptnè ttrrarumterrarum o,bisorbis Arma, virumq(ue)virumq(ut) cllnil,canit, nos1I0S quitlisslmoquietissimo Iure ulut C~rnisCernis EmintnlissimeEminentissime PrinPrinceps,ceps, thriumphumIhriumpbum tum 10gattogataeQt /I PlIIladi,Palladi, tum basla/aehastatae BellonaeBeflonae agimus Vicloriam,Victoriam, quae utroqutroq((ue} ue) MQrlMartee in ss(antiss( antissi)mossi)mo Pa/riar­Patriar­ chJcha BtntdicloBenedicto vicitvidi Mundum hoc triumph6 ad tUQStuas sacratasSIICfQ/QS /I AAedesedes subsistimus, eidem id spftndorissplendoris addilu,i,addituri, quidquid noslrisnostris artibus in tdeo dttssedeesse Nobis visum, sustinebis utiq(uutiq(ue)t) pro ludtua omnium, or te pTOCproc /I lamata Otmtnti4,Clementia, pauperem PhilosophumPhilosophum adIId tua spfendidissimasplendidissima Palatia g{oriamgloriam sibi tmeemendicantemndicanttm inttlfigisintelligis quoqua pedpedee nosttrnoster AristogiAristogitonton I/ claudictlclaudicet thriumphum,Ihriumphum, ut vidistividisli inpaesenliinpaesentì embltmQftemblemate tuter Magno BenedicloBenedicto slTuximusstruximus,, alat hunc ddenuot nuO Iristitristi pepto ohveobvelandum,landum, ni tuis /I MagnanimarumMag,nanimarum virtutumvirtulum radiis distrin­ xeris, CorrCorrexerlsextrls imperitas artificis UmbrasUmbras:: lui)tuo igi/urigitur fulgentissimofulgentissim6 iubare, opus, ql/odquod I/ cotpimuscoepimus erilerit per/tctumperfectum Luminare quoddam Ma;usMaius tses in firmamfirmamentoento Benedictino,Btntdictino, etel tlllttale ttte fulurum,futurum, vel in (.( . ....) ) or/u,ortu, quo luetmlucem hanc asptxisliaspexisti non /I uno omintomine probasti: QIat in tuis primoTdijsprimordiis subsisltndumsubst'stendum non tst,est, quoe nil iuvtnlutisiuventutis nisnisii armos rtetnsentrecensent PrixiatPrixiae MansuMansuetioribuselioribus Musis lete tlSSociasliassociasti tQntotanto ipsius I/ Apollinis dis~ndi6dispendio utul ilIQtillae divinissimidivinissimiss luistuis dotibus captQecaptae suo Numini pper;uriaet r;uriQe ttte sibi in &g,emRegem ett t sponsumspansum ra­ puissentpuissenl ni modtslissimamodestissima lug4fuga in spinis /I dialecticisdillltclicis dtlituissosdelituissos sed necnee hic tibi tutatula silius:salus: novo pro in stratagemate inuquenlesinsequentes bonoreshonores lelellislifefellisti sub Cuc:tUoCucullo Bentdictino:Benedictino: scilicet,sciliett, uutl magis tTinitrini luitui g,entilitiigentiliti; liliilili; can /I dorem Nigredine habitushabitus distinquerisdislinqueris /I Dum ipsis KaKalendislendis lanuari;fanuari; ao 1698 perper solennem &figionlsReligionis ingressum FlorenliatFlorentiae ad S.M. Badia dictam in omnem Mundi Pom[l4mPompam,, hic so/umsolum sup /I erbo pede,pede, pulvpulveremeTem excussisliexcussisti MehercleMtherdt /unda/iorifundatiori eIog,ioelogio illud Plinii Iunioris/unioris in suntrll;suntra; in lete transftransferrimuserrimus lutu quoti­ die Mirabilior etUceu enim leclissimlectissimarumarum luarumtuarum virtutumvirlutum cilugoricas,categoricas, etUceu /I recondiliorisreconditioris sapientiatsapientiae studium ConspicimusConspicimus,, Caecutimus ad tQnlitanti luminisIuminis MQ;Ma;estatemts/Qum quaes;sti in Religione modiummodium,, QIat iustissima MetamorphosiMelamorpbosi CCandelabrumandelabmm super quod emiemineres,neres, in­ venisti vix religiosum,eligiosum lirociniumt;rocinium si tamen quod coaretcoarce tuis sinis virlutivirtuti fuit tg,ressusegressus dictitanledictitante obtditntiaobedientia nOlinon sintsine amaTOamaro nuperrime a ttte contempalammcontempatarum MlisarumMusarum risu,isu ad DoctDoct I/ orI/morum PulpitaPulpila evocabaris NNesciebatesciebal sciI trQdatrada tecum MoliminaMoliminll SpirilUSSpiritus S. g,fatiagratia ttet sane thtologicastheologicas pro/profunditatesundi/ates imo, dein sacrosfaCfOS canones mox divinos codictscodices Hebraica,Htb,aica, tetI gratcdgraeca lin /Igua gua ceuceli tuis semptrsemper a latere assisftnlibusassistentibus vernaculis pedissequis tOeo cum appfausuapplausu tSes inttrpretQinterpretatuslus quasi te tripodtripodee DelphiclIDelphica responsa duesdares suspexilsuspexit (. ... .) ) ingenijingtnii Lumen Cosmas III MQgnuMagnu (?) MetnitiaeMtlniliat (l)(?) I/ Dux qui in publicum PiSllflaPisanaet Universi­Universi­ laliltatis Professorem expati;t QIat /rustralisfrustratis vatisvotis pratplacuilpraeplacuit Galliam, GermaniamGermaniam,, Belgium,Belg,ium,

3 Il ritratto del busto del Querini sovrastampato nel medaglione venne inciso su rame ad opera dell'incisore tirolese Martin Schedel (IO)(la) mentre l'autore,'autore del disegno da cui fu tratta l'incisione rimanerimane sconoscisconosciuto.uto. Il Dazzi (11), inin base a raffronti stilistici,stilistici, sostiene che si possa attribuire alal pittore brescianobresciano Pietro ScalviniScalvini (12).

PriuaniamPrittaniam inviureinvisere ulut velvef in iisijs terrisle"is tuatuaee sublimissimaesubJimissimae Doctrinae[)oçtrinae /I modicissime in tuamtllam profundissimamprolundissimam humilitatemhumilitattm pcccabimuspeccabimus sat invidiosainvidiosa aliis poneresponens vestigia aut cer­ te ceu illa AquilaAquila ?randisgrandis medullam cedri e ucelebratissimislehratissimis BibliothecisDibliothecis quaeqllae tllatua diudiII nDCtllqnoctuq (ue)(Ile) /I conclavia sllntsunt hallstohausto oreore aufferresauffe"es silet hic penna tuistllis encomiiencomiiss e/itl­elin­ quis lactafacta etel ad tuos venerandosvmerandos pedes lessllfessa conciditconcidit sapientissima tuatua scriptascripta quae ad quatuordecimqlliltuordecim diJlinctissimlldistinctissima operaopera exrt!l)ere,exrevere, salsat /I docent quoqua lavelove sis satussalus AchillesAcbilles ergo liUeratilitterati orbis cum sis totumto/um orbem litteratumliUeratum pro Homero babhabeses nimirum more, Agricolae que di.àt. plinpli,J.. ;un.jun. difaudatdilaudat ipsllipsa dissimulationediuimulatione lamafama lamamfamam auxis/iauxisti non /I placelplacet ((. .. . .) abblaudiriabbfaudiri coloribuscoloribliS ad SUPREMOS in terristt"is IUDICES appellamusIlppellamus quiqlli in tuis coronandis meritùmeritis laborlaboraruntarunt ItaliamItaliam dum rremeastiemeasti in comitiiscomilii:s Maioribus Patavii ulebratÌlcelebratis tele generalisgeneralis congra /I gationisgalionis HistoriographumHisloriographum meminerismemineris e/eelumelectum luamtuam in hoc mllnt!fmuneree diligentiam antiqua,anliqua, et recentiorareuntiora, quae argumenargumentosalosa apis collegisti,collegisti, monu­ menta laquunllaquunt in duodecim pianepIane tomos distribuendodistribuenda novit /I hanc tuaetuae versatissimaeversalissimae ugacitatissagacitatis operamoptram Clem.elem. XI P.M.P.M. eett SS.. inquisiiinquisit qualificatorqualificatoremem sllCforumq(ue)sacrorumq( ue) rituumfitUllm eett indici consultoremconsul/orem te constitui/constituit necnee non congr. veteruvderu orienlaliumorientalium codicum etcl.eccl. ((...... ) emendation~emendalion~ et corretticorrecti /Ioni ani demo praepositaepraeporilae asussorassessoremem ce/ebe".celeberr. dein Coenobii luitui Abbas denuntiatus ab InInnoc.nat. XIII P.M. archi Episcopus CorcyCorcyrensisrensis 06ad 17231723 creatus es netnec hic quidem gradum posuisti a BenedictoDenedicto XXIII Il I iliiti dein P.M. ad PrixiensemPrixienu m Eccle­ siam trOtransni /I latus Cardinalitia qlloqua omnium tuoluo excePloexcepto votaIJ()ta O)(?) collimabant landemtandem /ulgfulgebasebas Purpura velleyum paterepaUre si inquiramus: undeunde tanta libitibi dignita/umdignitatum culminllculmina respondentemrespondentem habebimushabebimus lib.lib. 2 de cic.dc. omnia inCfeincre /I menta SUIlsua sibi debuildebuit quod olim amplior;ampllori dicltriodicterio ioctitabat;OClilabat boralhorat efocleselocles de te/e ipsa ne quidquidemem recalcitranterecalci/rante invidia alfir­alfir­ mare poteris: HonorH0110r mikimiki vicem scalascala et per singulos gradusgradus admoneor triumpbitriumphi mei elet qui non potuistipotuisli /I admoneadmoneriri thrillmphithriumphi tuilui Ilbiubi emoemortuaerlllae pro avoavorum rum (C ... .) e parieti­ bus thriumphumtbrlumphum tibilibi accfamabanlacclamabant Nobilissimae tuaeIliae stirpisstirpis /I quaeqllae tabarella testeteste in suo dede antq. famfam.. llibro,ibro, ab ipso Romulo sanguinis propagin~pro pagine ddescenditescendit /I geniusgenius is esest,t, cum aquilis ad solemsolem nidificare.nidificare. QUIRlNUSQUIRINUS es eett quid augustusaugus/u$ hhococ verbovcrbo dedit nobilissima stirps tua,tua, ubi patavium comigravitcomigfavil (.C.') . .) AttilaAlli/a ((...... ) ) dedit in ipsis prope venetiarumvenetiarum primordiis tribunosIfibunos I/ suprsupremosemos BelliducesBelliduces Patriarchas inluinter quos Antonium et Paulum numeramus quid dicam in tua antiquissimaantiquissima linea, di stampalias/ampalia dicta senatoriasen%ria ( ...... ) ) pene haereditariahaeredilaria luitfuit vidimus in ea PatremPatrem et Patronum modo ( ...... ) germanos, /I tuos Iratresfratres IoanneIoanne et FratldscuFranciscu ProcuratoriaProcuratoria tOf!.atOf.a insigninsigneses quin et IoannesIoannes qui in spectatissimospecIalissimo ilioilIo Magistra/uMagistratu inter sapisapientesentes conciliicondlij PatresPatres conscrip(tus)conscrip(tus) qui seditsedil ((. .. . .) in patavinapotavina ac(ca)d( e)e)miamill trtriunviriunlJir creat te videslJides ips(ips(us) us) tuos ( ...... ) nepotesnepotes Paulus et /I Hieronimum,Hieronimum, utru ((...... ) ) I/ (seguono 4 righe in caratteri minutissimi con abbrelJiazjoniabbreviazioni per buona par­ tete illeggibili)illegg,ibili.) I/ emanaemanaruntrun/ lolumqutotumquee irrigarunti"igarunt orbes ( ...... ) ) et ubi s/e/esstetes e idola,idola, nunc sacra loquunti oracuoraculala vasvos caelo dedistis sanctos litteratofil/efa/o orbi appollines vasvos (.( .. .. .) ) obrum­ab rum­ po filius DBenedictinusenediClinlls sumsumetet mensmenr (. ... .) ) ter Benedicti (. . .) legiteIegite in emblemateemhlemale /I que litteralilUra tacet ad pugnam nunc accademicam limptimpanaana vocant, si succumbuerim(us) trim(us)erim(us) Vietinae.Vielinae. EminentiaeEminenliae Ur.Ur. ce . totiustolius que flofiorentirenti Congr. Cassinen(sis)>>G.minen(sis) •.. (lO)(lO) L' incisore tirolese Martin SchedelSchede! nacque nel 1677 e morlmori nel 1748, lavorò a VeneziaVene2ia alla scuola di J. WagnerWagner, collaborò col PlazzettaPia:aetta nella «GeruS41emmc«Gerusalemme» .. dcidel '45'4' ed inci­ind· se ollreoltre che a Pragal>r1Iga e Salisburgo, anche a RomaRoma.. Cfr.Cfr. M.M. DAZZI, Sulla rilralt;sticaritrattistica del cardcardinalinal AAngelongelo Maria Querini, in "Miscellanea Queriniana", Brescia Geroldi,Ceraldi, 19611961 p. 22131) e THIEME-BECKER,THIEME-BECKER, op.op. ciL,cit., val.voI. XXIX,XX IX, p. 596'96.. L'incisioneL'incislone in ramerame dcidel busto dddel Querini utilizzata per questa stampa è sottoscritta ..«Ma Ma ScdlSedi SCU".scu». ((11)Il) M. DAZZIDAZZI,, op.op. dt.,cit., p. 214. . (12) Nato nel 1718,17l8, morto nelnel 1772 fu anche l'autorel'autore di altri ritrattiritr911i deldel CardinaleCardmale (cf(cfr.r. M. DAZZI,DAZZI, op.op. cit.).cii .).

4 A mio modestomodesto avviso questo ritrattoritratto è da ritenersiritenersi strettamentestreltamente imparen­imparen­ tatotalO con quello utilizzatoutilizzalO per un'incisioneun'incisione inserita in due opere stampate a Roma Roma negli anni 1745 e 17521752 (13) ed eseguiteesegui te dal pittore PietroPietro Nelli (14).(14)_ Oltre a quello deldel Monastero gavardese,gavardese, l'unico esemplareesemplare con l'effige del QueriniQuerini di ccuiui si ha notizianotizia è quello conservato pressopresso la GalleriaGalleria Querini-StamQuerini-Stam­­ palipalia a di Venezia (15)(15):: ho tuttaviatu ttavia rintracciato una copia della stessa stampa conservata presso l'Abbazia benedettina di SS.. Giustina a PadovaPadova che nel meda­ glione porta sovrastampata una semplice dedica all'Abateall'Abate Anselmo del Monastero benedettino di GarstenGarsten nel territorio austriaco dell'Oberesterreichdell'Obc.resterreich (16). Sulla base del testo di questa scrittascritla ssii può facilmente dedurrededurre che l'esecu­l'esecu­ zionezione deldel disegnodisegno originale di quest'opera fosse statostato commissionato dai Bene­Bene­ dettinidettini o dallo stesso Abate del MonasteroMonastero di GarstenGarsten al pittore J. c. de ReslfeldReslfeld cheche a quell'epoca (a. 1701),1701), comecome per buona parteparte della sua vita, fu operanteoperante in questa località austriaca (17): infattiinfa tti nella riproduzioneriproduzione a stampa del suo didi­­ pinto risultarisulta sottoscritto come "pietor"pie/or garstensis".garstensis". Dalla suddettasuddetta dedica si ap­ prende inoltre che lo stesso AbateAbate Anselmo era ancheanche Preside dell'Universitàdell'Università di Salisburgo; ciò che spiegherebbe come unauna copia dell'esemplarede ll 'esemplare abbia potuto es­ seresere successivamente utilizzatautilizzata per ilil Querini, inin occasione della discussionediscussione di una tesitesi sostenuta pressopresso la stessa Università.Università. Rimane da chiarire il motivo perper cui una copia di questa stampastampa sia giunta nelnel MonasteroMonastero di Gavardo. SiSi può supporre che essa facessefacesse parte di qualchequalche lascito,lascito, come non sisi deve escludereescludere l'ipotesi che fossefosse statasta ta donata ai France­France­ scaniscani dal Cardinale stesso, i cui rapportirapporti con il Convento di S. Maria sono docudocu--

(13) Vedo «Speciem. Sptcitm philosophiaepbilosopbillt moralismormis exprestxprtssumsum in praestantioribuspratstantioribul legibus,ltgibul, ett t virtuti­ busbUI gentilgtnti!iumium GraecorumGratcorum ac Latinorumutinorum a D.D. LudovicoLudollic:o AdruzziAd"IUi...... »,, Roma,Roma, AntonioAmonio de Rubeis,Rubeis, 1745 e .n.«D. FeliciisFeliciis NeriniiNt rinii...... DeDt TempTtmplolo tIet CoenobioComobio SactorumSactorum BonBonifaritifacit etti AlexiiAlexii HistoricaHistorica Monumenta»,Monummtil., Roma 11752752.. (14)(14) NatoNato. a Massa nel 16821682 e mortomono a• Roma nel 1740 cfr.d r. MM.. DAZZI, opop.. cit.,ciL, p.p. 192 e tav.t.v. XI. (15)( U) Cfr.Cfr. M. DAZZI,DAZZI, opop.. cit., p. 214.214. (16) La dedica risulta cosìcosI compostacomposta:: «Reverendissimo.Rtvtrtndissimo etti Amplissimo I Domino Domino I AnselmoAnulmo I Monasteri;Monastt ri; GarstensisCars/tnsis Orda rd.. S. BenedBentd. I/ AbbatiAbbat; SacraeSacrat CaesareaeCatsartat MaiestatisMaieltatis I Cancellario,Cancdlario, I J]udiciorumudiciorum Provil1cialProvincilll . Sup.Sup . August.Augus/. I Assessori,Asussori, I StatusS/a/us PraelatorumPradatorum I Deputato,Dtputato, I Ul1iversitatisUnivtrsiwil Salisburg. I PraesidiPrlluidi . I D.DD.D..... ». Avevo già ultimato lal. composizione di questa nota quandoqua ndo ilil Padre Ludovico MaschiettoMaschictto dell'Abbaziadell'Abbazia benedettina di S. GiustinaG;ustina (che già inin precedenza mi aveva ssegnalatoegnalato l'e­l'e­ sistenzasistema nel suo Monastero di una copiacopia della stampa analoga a quella gavardesegavaroesc:,, ma con dedica allall'Abale'Abate Anselmo), mi comunicò che per una coinCidenzacoincidenza veramenteveramente fortuita un nobile di Cremona avevaneva restituitorestituito alal Convento padovano unun esemplare delladell. gran­ de sstampatampa identicoidentico a quello del Monastero di Gavardo, iinn cucuii cioè appare affigiato ilil busto del Querini. La restituzione è avvenuta dopo 170 anni da quando lalo stampa fufu asportataasportata da quel monasteromonastero da Napoleone allorché, nel 1810,1810, lolo soppresse. ((17) 17) Verso ilil 1687 1687 affrescò la chiesachiesa di Garsten,Garsten, da quanto viene attestato dal THIME-BEC­THIM&BEC KER (op. cit..,, p. 182)182) verversoso ilil 1718 lavolavororò anche nelncl convento di GarstenGarsten dove de'de­ coròcoro lala salasala grande, lala sala da pranzo e l'atriol'atrio:: questo particolareparticolare della vivitata del Rese1-ReseJ.. feldfdd può confermare l'ipotesil'ipotesi dell'dell'attribuzione attribuzione della committenzacommittenza deldel disegnodisegno delladella stam­ pa ai monaci dello stesso convento.

5 mentati dalle epigrafiepigrafi fattefatte incidereincidere dal Querini,Querini, in ossequioosseqUIo al BaroneBarone Giambat­ tista DaDn Via, su una lapidelapide tombale (18). L'esemplareL'esemplare con l'effigel'effige del Querini, oltreollre che per ilil suo valore artIstIco,artistico, si rivela dunque interessanteinteressan te anche perchèperchè documentadocumenta un particolare momento delladelIa vita e dell'operadell'opera di uno dei personaggi più illustriillustri del '700'700.. Si noti anche che la raffigurazioneraffigurazione del Querini, cioècioè di un benedettino ec­ cellentecellente che aveva dedicato buona parte della sua attività di pastore,pastore, di intel­ lettualelettuale e didi studioso alla conversione degli infedeli, ben si addice a questaquesta stampastampa nellanelln qualequale l'Ordinel'Ordine benedettino viene presentato come difensoredifensore e diffu­ sore deldel Cattolicesimo. NoiNoi cheche nell'attualenell 'attuale contesto culturaleculturale abbiamo maturatomaturato valorivalori divediversirsi da quelliquelli deidei nostri predecessori, pur disprezzandodis prezzando l'enfasil'enfasi ee la adulazione, dobbiamo riconoscerericonoscere che nel caso del Cardinal QueriniQuerini laIn cosicosiddettaddetta "malattia"" malattia" deldel secolo XVIII produsseprodusse effetti positivipositivi soprattutto a vantaggio dei posteri che hanno po­po­ tuto e tuttora possonopossono rifarsirifarsi alle opereopere prodotteprodotte per il CardinaleCardinale ee daldal QueriniQuerini stesso alal fine di attingereattingere informazioni preziose perper gligli studi soprattuttosoprattutto storicistorIcI ed umanistici: la stampa che ha costituitocostituito l'oggettol'oggetto di questo studio rappresenta in tal senso un esempio anche se modesto.modesto. EMILIA NICOLI

(1(18)8) Nipote deldel Cardinale Gianantonio DaDa Via, vennevenne provvisoriamente sepoltosepolto nellanella chiesa~hiesa di questo monastero inin seguito alla mortemorte avvenutaavvenuta ilil 22 novembrenovembre 17041704 mentremen tre SIsi tro­tro­ vava come generale al comando delladella cavalleria imperialeimperiale e delle milizie del PrincipePrincipe Eugenio di SavoiaSavoia combattenti nel territorioterritorio di Gavardo. .. . . SuccessivamenteSuccessivamen te ilil CardinaleCardinale Da Via a quell'epoca NunzioNu nzio ApostohcoApostoliCO a Vlenna,Vlenna, «cele­«u/e­ bratibrali e assoltiassolli i Sacri GiustiGiurti Suffragi>;Sullragi~ fece tratrasla~e sIa re lele spoglie.spoglie .del del nip

6 UNA PRESENZAPRESENZA VERONESE A BRESCIABRESCIA NELL'ETA' DI A.MA.M.. QUERINI:QUERINL ANTONIOANTONIO BALESTRA.

Brescia, città forte di una propria scuolascuola pittorica, epperò sempre prontapronta ad accogliere fattifatti e personaggipersonaggi di altre culture, leilei cosìcosI lombarda, ma anche tantotanto "veneta","veneta", nel Settecento continua ad abbellire lele proprie chiese, ed i propri palazzi, d'opere venute dall'altra sponda del lagolago di Garda, continuando cosìcos1 una politica culturaleculturale grazie alla quale nel Cinquecento, per esempio, aveva vistovisto la comparsa,comparsa, tratca lele proprie mura, di opere di Tiziano, Veronese, Tintoretto. In questo clima, particolare interesse assume la vicinanza - che appare essere non solo geografia - con lala città di , con lala cui cultura risultarisulta indubbia­indubbia­ mente legatalegata da una fittafitta trama di rapporti e legami, ancora tuttitutti da chiarirechiarire (1). Così,Cosl, se nel CinquecentoCinquecento tra Brescia ed il suo territorio lavorano artisti quali Zenone Veronese,Veronese, ilil Torbido,Torbido, PaoloPaolo Caliari e la sua bottega, ilil Farinati,Farinati, seguiti nelnel Seicento dal Creara e dal Barbieri (2), ooncon gli inizi deldel Settecento prende avvio una lunga serie di interventi veronesi, che vede avvicendarsi le figure del Balestra, deldel Brentana, del Cignaroli, deldel Rotari, e questo solo perper farefare i nominomi di maggiormaggior spicco (3). In queste brevi note,note, si vuole fermare l'attenzionel'attenzione appunto su uno, anzi, su quello che a nostra conoscenza risulta essere - cronologicamente - il primo,primo, degli interventiinterventi veronesiveronesi didi rilievorilievo in quel secolo, vale a diredire sulla prima commicommiss­ sione bresciana di una tetelala ad Antonio BalestraBalestrn (1666 - 1740).

((1)1) In effeni,effetti, tolto qualche isolato ,puntospunto critico riferito a singoli arw;u,artIsti, manca una speci·speci­ fica bibliografia intesa a chchiarireiarire i rapportirapporti reali tra questi due ambienti artistici. PPerer una rivendicazione dcidel problema, e una proposta di possibili indicazioni ncilanella cui direzione iniziare unun lavoro, si rinvia comunque a L. ANELLANELLII , La mostramOltrtl del MtlnManierismoù!rùmo Veronese,Veron eJe, inin "Brixia SacSacra",ra", 19751975 n.n. 1-2,1-2, pppp.. 46-5l.46-51. (2) Per non allontanarciallontanarci troppotroppo dal tema assunto, evitiamo qui di specinc3respecificare questi intervinterventi.enti. La cosa si risolverebberisolverebbe in un lungo elenco,elenco, che già di per sè varrebbe un articolo. Sono comunque interventi poco noti alla critica - escluso il caso ovvio di Paolo Veronese - anchanchee se, spesso, ricordatiricordati dalle fonti locali.locali. Per quellquellee veronesi si rinvia almeno a B. DAL POZZO.POZZO. ùLe ViViteu de' Pittori, degli SCtlltoriScultori etI!t ArchiUUiArchitetti VeronVeronesi,esi, Verona 1718, passim, e aIl DD.. ZANNANDREISZANNANDREIS,, ULe ViiViteI! dei Pittori, SCllltoriScultori e Architetti VeronesiVeronesi,, Verona 1891, passim (informatissimo ce molto attattento,en to, per altro, nclnel considellireconsiderare llee opere di artisti ve­ ronesi anche in altre:altre città).città). (J)(3) Anche qqui,ui , per non appesantire l'artil'articolo,colo, che vuovuoii essere semplicementesempli~mente rinriflessioneessione su di un "momento" bresciano dal Balestra,Balestra, si evita di dare lInun elenco dettagliato di ttalillii interventi. Ma per evidenziare l'l'estensioneestensione di qllestoquesto fenomeno, si vuole almeno ricordare altri artisti veronesi operanti nel Settecento a Brescia in lavorilavori ricordati ddalloallo ZANNAN­ DREIS, op. cit., passim, e citacitarere i meno noti F. Boscaratti,&scarani, G. Anselmi, F. Lorcnzi,Lorenzi, F. Maceari,Maccari, T.T. Porla,Porta, M. Marcoln,Marcola, A. Ugolini, senza scordare poi interventi non pittorici come quelli degli sçultoriscultori L. Muttoni e Diomiro e GaGaetanoetano CisnaroCignaroli!i..

7 Nel cosideuocosidetto "Manoscritto di Perugia" (4) esiste uunana letteralettera - autografa ma scritta iinn terza persopersonana - mandata dal Balestra a Lione PPascoli,asco li , mentre questquestii si accinaccingevanogevano a compilare la serie delle sue vitvitee di artisti contemporaneicontemporanei,, rimasta ineditainedita,, ee dove il pittopittore,re, su richiesta dell'erudito perugiperugino,no, rripercorreipercorre la propria vita, e la propria vasvastata produzione, fornendocfornendocii innanzi tutto la datazione delle sue opere (5). In essa lleggiamo:eggiamo: ««Nel Nel 1724 fece una tavola con Cristo Morto e la Madre AddoAddoloratalorata mandata a Brescia ... ». Con ciò abbiamo un'indicazioneun'indicazione precisaprecisa,, del soggsoggettoetto ee della datdata,a, e generica, delldellaa sua destidestinazionenazione (6). BrBrescia,esoia, però, nelle sue cchiese,hiese, conserva due redazioni "balestriane""balestriane" di tatalele soggetto: una a S. AgataAgata,, susull'altarell'altare della CappellCappellaa ddelel SS. Sacramento, locale rifrifattoatto nel primo Settecento, pupurtropportroppo rrimaneggiatoimaneggiato iinn segseguito;uito; l'altra, di dimensioni minori, nella sacrestia di S. Giovanni Evangelista. Entrambe,Entrambe, cocomun­mun­ que, impaginateimpaginate allo stesso modo:modo: pressochèpressochè uguali, vi intercorrono solo leggere varianti. Ecco il primo, ovvio quesito cchehe esse propongono:propongono: a quale delle duduee si riferisserif'!risse il BaleBalestra,stra, nella llettera.ettera. Ma a taletale domadomandanda è facilefacile dare uunana risposta:risposta: il pittorpittoree veronese ha voluto certo ricordarericordare la tela di S. Agata proprio per la sua destinazionedestinazione di prestigio - su di un ricco altare, in uunana cappella cui la trasformazione settecentesca dà grande rilievo ririspettospetto aallalla chiesa e nella quale, per altro, è presente - e in posizioneposizione comcomprimariaprimaria -- u unn altro pittorepittore allora di

(4) ManoscrittoManoscritto 1383, Biblioteca Augusta,Augus ta , Perugia,Perugia, fogli 17a-20b.17a·20b . (S)(5) Lione PascoliPasooli (Perug:a(Perug;a 16741674-Roma·Roma 1774), noto come scrittore d'arte eded eerudito,rudito, è~ autoreaUlore di una serie di ViteVi/~ de'd~' Pittori,Pittori, Scultori edrd ArchitettiArchiteUi Moderni,Modmri, Roma 1730-1736, in due volumi,volumi, la quale però si limita ai pittorip:ttori moderni già morti ai tempi delladella pubblicazione,pubblicu.ione, e nella qqualeuale ilil Balestra figurafigulll solo di sfuggita, inin quanto allievo del MarattaMarana (Vita di C. Maratta,Maratta, pp. 134-148).lJ4-l48). SapSappiamopiamo però,però, e lo attestaat testa proprio il Manoscritto di PPerugia,erugia, che il PascoliPascoli attendeva ad una seconda serie di Vite,Vite, o meglio ad un terzoterzo volume, dedi­ cato questo ai più insigniil1$igni artisti viventi e rimasto appunto inedito (già(gi1 nel 1730 peròpero vi lavorava,laVOlllva, in quanto lolo promettepromene nel primo volume pubblicato). Il ManoscrittoManoserino perugino, riguardorigua rdo al Balestra,Balestra, contiene una prima letteralettera del pittorepinore (fog(foglili 17a17a·lOb)·20b) che giunge fino al 1731,1731 , ed una aggiunta,aggiunta, che perper grafia pare anch'essaanch'essa autografa (fogli(fogli 18al8a e 19a e b),b), che aggiorna lala precedentepreceden te fino al 1739,1739, oltre adad una Vita del BalestraBaleslI1l (fogli 9a-16b)9a-16b) di mano del Pascoli,Pasooli, nellanella qualequale però l'eruditol'erudito perugino utilizzamilizza soltanto il materiae dei fogli 1717a a-20b,-lOb, cioè della prima lettera.lenera. Si veda E. BATTISTI,BATIISTI, Alcune "Vite""Viu" ineditein~diu di L.L Pascoli, in "Commentari", Gennaio­ Marzo 1953,19'3, pp. 30-45,30-4S, e E. BATTISTI,BATIISfI, AntonioAnlOnio Balestra,&leslra, inin "Commentari", Gennaio­ Marzo 1954,19S4, pp.pp. 26-39. PerPer unauna bibliografia aggiornataaggiornatB sulsul materialemateriale balestrianobalestri ano contenuto nelnd Manoscritto didi Perugia,Perugia, si veda comunque G. PAVANELLO, Antonio Balestra&l~stra a Venezia:Vrne:ia: la pala deidr; 55.S5. BiagioBiagio er CataldoCala/do e~ ilil suo interventointrrutnto a Ca' 5allOrgnan,Savorgnan, inin "Arte"Arte Veneta", 1979,1979, p. 144,144, nota 1. Una riproduzione fotograficafotografica dei fogli autografiau tografi del Balestra,Babtra, sisi ha,ha, infine,infine, inin M. POLAZZO, Antonio Balestra PittorePiltor~ Veronese.Veroneu. 1666-1740, VeronaVerona 1978,1978, pp. 19-31.19-3 1. (6)(6) Il Manoscritto di PerugiaPerugia ricorda tratra l'altrol'altro anche l'altral'altra telatda didi destinazione sacra cheche noi conosciamo del Balestra a Brescia,Brescia, ed è~ « ...... una TavolaTavola d'Altare concon lala B.V. e S. FrancescoFrancesco di SalesSales per lili P.P. FilippiniFi lippini di Brescia ...... », lal. telatela cioè di S. Maria delladella Pace, detta del 17361736..

8 grido, G.A. Pellegrini, con due ovali sulle pareti laterali ("Elia confortato dal­ l'Angelo" e "Davide riceve i pani da Achimelech") (7). La tela di S. Giovanni Evangelista, invece, nelle sue misure pipiùù modeste,modeste, subito rivela un'altra nascita, un'altra destinazione. Escludendo qui che possa trattarsi d'un bozzetto preparatorio - ma il pro­pro­ blema aandràndrà ripropripropostoosto più avanti - pare essere llegataegata ad esigenze di pietà privata - e in tal caso giunta nella chiesa grazie a qualche donazione - o forse di arredo - e allora nata proprio per abbellire una sacrestia, o altro locale religioso (8) . Il Balestra dudunque,nque, rricordandoicordando aall Pascoli una sola redazione dell'opera, volle di certo riferirsi alla versioneversione più prestigiosaprestigiosa.. E siccome spesso avviene che il pittore, ricordando un anno della sua carriera, dopo aver citato le opere più prestigioseprestigiose per destinazione e committenza, concluda con « ...... et altri quadri per particolari ...... » o simili, possiamo presumere che la tela di S.S. Giovanni, se sua - e più avanti infatti ne tenteremo una lletturaettura interna in grado di vagliarne l'autografia, o meno, - rimanrimangaga sottintesa in unouno di quei « ...... et altri quadri ...'" » (9).(9) . Non solo, ma si è qquiui propensi a credere che la versione di S. Agata costituisca il prototipo di quella a S. Giovanni. Questa seconda tela infatti, a nostro avviso, appare non essere un modelletto preppreparatorio,aratorio, come già sopra accennavamo, per due motivi: innanzi tutto le dimen­ sioni - rispetto ai cm.cm. 2.50xll.5250x115 di S. Agata, misura ben cm. 160x120, una fatica forse eccessiva per uno studstudioio preparatorio, specie in un pittorepittore di cos1così sicuro e veloce mestieremestiete qqualeuale appare il BalBalestraestra da quanto di lui rimane, o perlomeno è conosciuto (e nnonon è forse un caso che i disegni e gli schizzi a lui certamente riferibili siano pochi,pochi, e che i bozzetti suoi noti siano di misure più modeste); in secondo luogo, il formato - meno sviluppato verticalmente a S . Giovanni, è tale da costringere il suo esecuesecutoretore a spostare ilil gruppo angelico insalatainsolato in alto nella pala di S. Agata, più in basso, vicinissimo alla figura della MaddalenaMaddalena.. Cos1Così il discorso compositivo presente a S. Agata risulta mutatomutatO

(7) La tela didi S. Agata è riricordatacordnta a Brescia a partire da F. MACCARINELLI, Le Glorie di BrerciaBrescia 1747-1751, Brescia 195919.59 (Ed.(Ed. a cutacura di C. BOSELLI),BOSELLl), p. 48, che la descrive in teterminirmini esaltami,esaltanti, mentrementre inve.:einvece presta minore attattenzioneenione ai due dipinti deldel PellegrPellegrini,ini, che comunque ricorda. (8) Dato però che la tela di S. Giovanni non è ricordataricordata dalle guide settecentesche di BresciBresciaa -_ a nostra conoscen7.a,conoscenza, anzi, è citatcitataa solo a partire da P. GUERRGUERRINI,INI, La Basili­ ca di S.S. GiovanniGiovatllli e llee sue opere d'arte, BresciaBrescia 1930, pp.. 22 - parrebbe più agevole pensare ad una sua provenienza da qualche privato, avanti nelnel tempo, p~rper quanto resta pur sempre valida unun'altra'altra ipotipotesi,esi, e cioè una sua ororiginariaiginaria collocazione in altra chiesa o oratoriooratorio,, chiuso al culto in seguito alle soppressioni napoleoniche,napolconiche, ed il suo arrivo perciò a S. Giovanni proprio in seguito a tali vicende. (9) In effetti la criticacritica stessa, purpUf non essendosi ancora interessata in modo particolare a queste due tele, pare privilegiare la redazione di SS.. Agata. Vedere in tal senso il recente elenco di "Opere certe" fatto da F. D'Arcais nel suo Antonio BalestraBaleslra contenuto in:in: AA.VV.,AA.VV., MaestriMaeslri della PilluraPittura Veronese, Verona 1974, pp. 359·366,359-366, nel quale si ricorda solo la tela di S.S. Agata.

9 (e(e taletale considerazione,considerazione, perper nOinOl ImplmportantlsSlma,ortantiSSIma, saràsarà ripresaripresa plUplU avantiavanti proprioproprio inin rapporto adad unauna letturalettura stilisticastilistica delladella tela)tela) mentre aa noinoi nonnon sembrasembra probabile cheche ilil pittore, nel preparare inin abbozzoabbozzo una nuovanuova commissione,commissione, abbiaabbia orchestratoorchestrato lala composizionecomposizione susu unun formato diversodiverso dada quello definitivodefinitivo -- ee di di certocerto ilil Balestra avràavrà avutoavuto finfin dall'inizio precise disposizionidisposizioni perper una pala centinatacentinata ee sviluppatasviluppata verticalmente. Tutto ciò induceinduce dunquedunque aa crederecredere cheche lala telatela di S. GiovanniGiovanni siasia nata qualequale replica o copia, e forse proprio inin virtù della "fortuna""fortuna" della sua precedente, ee dedell pittore che l'ha prodotta (e(e ancheanche questo saràsarà un discorso da rriproporreiproporre inin seguito).seguito). Ma non è tutto.tutto. Abbiamo visto ilil Balestro.Balestra di sicuro riferirsi, nella lettera aall Pascoli, allaalla telatela di S.S. Agata; abbiamoabbiamo ipotizzato la precedenza di questa rispetto a quella di S. Giovanni;Giovanni; vogliamo ora confrontare le due redazioni ee tentarne una lletteraettera interna,interna, anche in rapporto al resto della produzione del Balestra, soprattutto in vista di una definizione critica della versione a S. Giovanni, che a noi appare problematica. ConIrontandoConfrontando le due tele, vediamo la prima, di S. Agata, più grande, di cm. 250x1l5;250x115; la seconda, a S. Giovanni, di cm. 1160x120,60x120, quindi di formato quasi quadrato, rispetto alla prima ben più sviluppata in senso verticale (lO).(10). Questo, a nostro avviso, comporta una diversa concezione spaziale della composizione, anche se essa appare giocata sugli stessi elementi e sembra perciò, a prima vista, così corrispondente nelle due redazioni. Esaminiamo per ora la tela di S.S. Agata (FOTO 1).l). Notiamo subito come essa si configuri per una concezioneooncezione compositivacompositiva giocata su serrati ritmi spaziali, a fortissime diagonali intersecatesi a zig-zag,zig-zag, favoritefavorite dall'essere la telatela di altezza maggiore del doppdoppioio della base: tutto ciò permette al Balestra di costruire la composizione in funzione dell'emergenza della figuraEigura della Addolorata (circa i due terzi dell'altezza) (11) sul corpo senza vita di Cristo e sulle due figure della Maddalena e del S.S. Giovanni le quali, tenute in basso, nettamente si stagliano contro il cielo. Tale articolazione compositiva bene si inserisce nella produzione del Nostro, soprattutto lungo il terzo decennio (e lala tela è, come ssii diceva, del 1724), quandoquando ilil Balestra semplifica le proprie composizioni « ...... secondo schemi abbastanza

(10)(lO) Le misuremisure sono ququelleelle date da A. MORASSI, Catalogo ddelleelle cose d'arte e di antichità d'Italia. Brescia, Roma 1939, pp. 85-868.5-86 ec pp.. 326, cui rimrimandiamoandiamo per una bibliografibibliografiaa completa ddellaella letteraturaletteratura brescianabresdana chechc sisi èè occupata ddelleelle due tele.tele. Vogliamo comunque ricordarericordare che ilil MorassiMorassi sostiene l'autografial'autografia della telatela di S. Giovanni, che dice certa­certa· mente del BalestraBalestra (p.(p. 326), forseforse polemizzando colcol Guerrini, che nel 19361936 avevaavcva presopreso inin considerazione l'ipotesil'ipotesi che lala telatela di S. Giovanni fossefosse unauna copia (P.(P. GUERRINI, LalA chiesa prepositurpreposituraleale di S. Agata VV.M..M. inin Brescia, BresciaBrescia 1936,1936, p. 27).27). (11)(lI) AA taltal proposito rimandiamorimandiamo alal catalogo della Mostra LalA pittura a Verona tratra Sei ee Set­Sel­ tecento,tecento, Verona 19781978,, a cura di L.L. MAGAGNAMAGAGNATTO, ee alal saggio di SS.. MARINELLIMARINELLl iviivi contenutoCOntenuto (Lo(Lo stilestile "eroico" ee l'Arcadia,l'Arcadia, pp.pp. 31-75)31-7.5) dodovvee sisi esaminaesamina ilil tematema marianomatiano e lala sua preminenzap~minenza nelnel panoramapanorama figurativofigurativo veroneseveronese ddelel periodoperiodo aa cavallocavallo dei due secoli,secoli, e dovedove sisi considera, appuntoappunto aa taltal proposito,proposito, lala telatela di SS.. AgataAgata (pp.(pp. 6262·63).-63). lO10 convenzionali, animati tuttavia da una impaginazione per fortifoni scorci diagonali; i timbri cromatici sonosono diventati molto chiari, e contro cielilattiginosicieli lattiginosi si sta­sta· gliano, nettamente ritagliate,ritagliate, lele campiture ddii colore, giocate di preferenza sui toni dell'azzurro e del rosso vivo» (12)(12).. La tela di SS.. Agata si iinseriscenserisce cioè in un particolare momento della produzione del pittore veronese quando egli ricerca una maggiore semplificazione compositiva chiarendo lele strutture e dando alle figure maggiore compostezza, il che sembra contraddire la complessità e vivacità compositiva delle opere immeimme·­ diatamente precedenti e facenti capo ai due quadroni,quadroni, ora a SS.. Giustina di Padova,Padova, del 17117177, con il MartMartirioirio e ilil Ritrovamento dei Santi Cosma e Damiano (13).(13) . Ritornando poi alle parole sopra citate, vedvediamoiamo come esse si attaglino alla tela di S. Agata non solo sotto il profilo compositivo, ma anche sotto quello cromatico; ec in essa i colori "chiari" e delicati, bene accordati, stupenstupen­­ damente concorrono a definire ilil sentimento pacato che emana dalla composizione, mentre il cielo le assicura grande respirorespiro.. Esaminando invece la telatela di S. Giovanni Evangelista (FOTO 2), notiamo innanzituttoinnanzi tutto che ilil formato, ridotto in espansione verticale, fa sis1 che la figura della Vergine, ribassata e perciò più prossima al gruppo costituito da Cristo, Maddalena e Giovanni, perde di risalto, non più protagonista assoluta, cosicos1 decisamente ritagliata sul fondo scuro a sinistra, e incombenteincombente sul resto della composizione come era a S. AgataAgata.. Non solo, ma, come già sopra si notava, il gruppo angelico in alto a destra (un putto in volo ed una testina), ora non più sopra la testa della Madonna, quasi a creare un'ulterioreun'ulteriore diagonale, ma ripresoripreso piùpitl in basso, sempli­ cemente a riempire un cielo che prima valeva, nella sua luminosità,luminosità, da precisa zona cromatica autonoma (e contro cui emergeva, quasi per contrappunto il pathos delle figure di Giovanni e di Maria Maddalena), spezza ilil giuoco delle diagonali, prima cosicosI chiaro e deciso, e lolo moltiplica, mentre ssii compromettono la chiarezza compositiva ed ilil suo respirorespiro e tutto appare ammassarsi. Purtroppo ilil dipinto, leggiibilebile dal punto di vista compositivo, non lo è con sicurezza dal punto di vista cromaticocromatico:: esso infattiinfatti abbisogna almeno di una buona pulizia (già il Morassi lo diceva deperito, con la telatela afflosciata e con screpolature di colore). Perciò qualsiasi osservazione va fattafatta con la massima cautelacautela.. A noi sembra comunque che, pur se fedelissimo cromaticamente alla tela di

(12) F. D'ARCAD'ARCAIS,IS, Antonio Balestra,&Itslra, inin La pitturapinllra a VeronaVeron41rll tra 5tiSei et Settecento,5dUcmlo, opop.. cit., p. 197. (13) A taletn1e: gruppo (1717-1721 circa) appattieneappalliene una telatela particolarmenteparticolarmente: interessanteinte:ressante: ai fini deldc:! nostro discorso,discorso, appunto perchèpc:rc~ raffiguranteraffigurante: lolo stesso soggettosogge:tto di S. Agata - ancheanche: sese: qui Maria di CleofaClc:ofa sostituiscesostituisce: S. Giovanni - ede:d è ilil «Cristo«CriSto Morto e la Madre Ad­ dolorata»dolorata " (Feltre,(Feltre:, proprietà privata), del 1721. In essa infattiinfatti lolo stesso tema,tema, pur co­~ struito analogamente,analogamente:, vieneviene: risolto con minor compostezza formale,formale:, cosi comecome: rivelanorivc:!ano la positura del corpo di Gesù, ilil maggiormagg;or enfatismo nei gesti, l'ingolfarsil'ingolfarsi deidci panni quasi invadenti lo spazio circostante.circoslantc:. Riprodotto inin M. POLAZZO, op. cit., TAVTAV.. 4242..

11 S. Agata, non sia sostenuto dalIadalla stessa maestria esecutiva. Per esempio, il giuoco rnffinatorJ\ffinato del controluce susullaUa Maddalena a S. Agata sembra qui scadere; la pennellata stessa, irrigidendosi talora, pare non essere sempre all'altezza del solito "mestiere" del Balestra, non riuscendo qui a raggiungere i morbidi trapassi tra luce ed ombra propri deldel pittore veronese.veronese. Ribadendo il nostro convincimento, che non si trattitratti cioè di un bozzetto preparatorio, stupisce infine certacerta apparente fretta, certa poca accuratezza specie dei panni in un dipinto di queste dimensioni, da parte di un pittore dalla "maniera" cosìcosl finita, qual è il Balestra. Infine, lo sforzo di far rientrare nella tela, di formato diverso, tutti gli elementi di un altro dipinto (ancora una volta, lolo spostamento forzato del gruppo angelico) pare a noi rivelare, più che altro, la mano - e la mentalità - del copista. L'esistenza ddellaella tela di S. Giovanni, d'altra parte, sembra attestare una fortuna che il soggetto dovette godere ampliamente ai suoi tempi. Ed il nonostrostro fu certo pittore di gran grido: lo dimostra lala quantità di commissioni importanti, sia per le massime città italiane, sia per l'estero (dove rifiutò di trasmigrare, pur se richiestissimo (14)); lo dimostrano pure lele llodiodi incondizionate di tutta la critica contemporanea (15). Ma se è giusta la nostra proposta di vedere nel dipinto di S. Giovanni, più che una redazione autografa, una copia, ecco proporsi il problema della sua origine. Se non è nostra presunzione tentare di risolverlo, vediamo almeno di dare delle indicazioni. La primaprima possibile è in direzione della stessa affoaffollatallata bottega del Balestra. Si può pensare cioè che il pittore veronese, ricevutaricevuta egli stesso la commissione della replica di un soggetto tanto piaciutopiaciuto all'ambiente bresciano, non stimolato però da una destinazione di prestigio eedd oppresso da tanto lavoro,lavoro, abbia preferito lasciare 1'esecuzionel'esecuzione alla bottega (16). Si potrebbe però pensare ad una esecuzione tutta bresciana, magari frutto dell'esigenza di misurarsi con tanto nome, o frutto della commissione di cchi,hi, per ora ignoto, volle, impossibilitato ad avere un autografo del Balestra, almeno pos­ sedere la copia di una sua famosa composizione bresciana. Ecco perciò che

(14) Si veda l'invito del 17081708 Ila DusseldorfDusscldorf da parte dell'Elettoredell'Eleuore Palatino, documentato ,laldal BalestraBalestra stesso nella suaSUII letteralenera al Pascoli. (15) Ricordiamo qui almeno:tlmeno: $.S. MAFFEI, VeronaVrrona illustrata,illustra/a, VeronaVerona 1732,1732, III p. 168; P.P. ORLANDI, L'AbecedarioL'Abrcedario Pittorico, Napoli 17}},1733, p.p. 66;66, G.B. CIGNAROLI, Serie dei PittoriPittOTi Veronesi,V rronesi, nelncl volume secondo della seconda parte deUadella Cronica ddladella Città di VeronaVerona druriuadescritta da PierPier Zagata; ampliata e supplisupplitata da G.G. B. Biancolini,Biallcolini, Verona 1745·1749,174'·1749, p. 221; A.M.A.M. ZANEITI,ZANETTI, DellaDdla Pittura VenezianaVrne:ianil re delle oprreopere pubblichepubblicbe de' VenezianiVenerian; Maestri,Maes/d, Venezia 1771,In l , p. 433;4}}; L. LANZI,LANZ1 , StoriilStoria pittorica deU'lttJIia,dell'Italia, dal Risorgimento delle BelleBel/e ArtArtii fin presso alla fine del XVIII suolo,secolo, Bassano 1808, ora FirenzeFirenze: 1968, p. 174.174. Non dimentithiamodimentichiamo poi le lodi incondizionate nei~i riguardi della tela di S. Agata, e del Balestra in generale, da parte di F. MACCARINELLI, op. citcit.,., pp.. 48. (16) Tra VeneziaVenezia e Verona, il BalestraBilles tra è ststatoato maestro,maestro, più o meno diretto, di artisti quali G.B. Mariotti, A. Venturini, M. Bortoloni, G.G . Nogari, PP.. Longhi,longhi, R. Carriera, C. Salis, FAP.A. Rotari, G.B. Cignaroli.

12 l'autore potrà essere ricercato in ambito bresciano, dove, se pur nessunonessuno ebbe forse contatticontalti direttidiretti col pittorepiuore veronese (e le fonti contemporanee non registrano bresciani nella sua pur cosìcosl frequentata bottega), di certocerto ilil Balestra era non solosolo conosciuto,conosciuto, mama ampliamente stimato, se potè interessare,interessare, come moltimolti indiziindizi ci fanno presumere,presumere, unun pittore,pittore, di tantotanto più tartardo,do, quale SantoSamo CattaneoCattaneo (17),(1 7), la cui AnnunciazioneAnnunciazione di Borgosatollo (18) conserva ricordo delle opere veronesiveronesi del BalestraBalestra di taletale soggetto, quali L'Annunciazione sull'altare maggioremaggiore della chiesa di S. Teresa degli Scalzi (1697) e quella a S. Tommaso Cantuariense (1702). Con questo non ssii vuole affatto affermareaffermare la possibilità che il Cattaneo sia stato l'esecutore della tela a S. Giovanni. ProbabProbabilmenteilmente è altro l'ambitol'ambitO in cui si dovranno proseguire le ricerche. A noi interessa solo rilevare, in termini ancora genericigenerici e puramente indicativi,indicativi, la possibilità di una incidenza del pittore verovero­­ nese sull'ambientesull'ambiente bresciano in generale, e su un pittore quale Sante Cattaneo inin particolare.particolare. Ritornando dunque all'Annunciazione di Borgosatollo, L. Anelli (19) accosta!lccostn significativamentesignificativamente al Cattaneo il nome di Pompeo Batoni (20). Con ciò abbiamo l'indicazione verso unun preciso filonefilone di sensibilità artistica inin cui,cui, guarda caso, ii nomi del BatoniBatoni e del Balestra appaiono legati inin una comunanza di idealiideali figurativi. Il BatoniBalani infatti,infatti, pittore neo-classico ante litteram,litteram, condivide, pur con risul­ tatitati diversi,diversi, analoghianaloghi interessi classicisticiclnssicistici col Balestra, che sappiamosappil1mo educato a Roma sul gusto accademico del Maratta (21). E, non -'a casocaso forfo rse, i due due pittoripittori lavorano lavorano accanto nella chiesa bbrescianaresciana didi S. Maria delladella PacePace (il BatoniBaloni con due tele,tele, una del 1738, l'altral'altra del 1744; il Balestra col S.S. FrancescoFrancesco di Sales detto, nel Manoscritto di Perugia, deldel 1736), lasciando cosìcosi deidei dipinti che valsero valsero sicuramente, nella loro politezza, come un certo richiamorichiamo all'all'«ordine~ «ordine» nella BresciaBrescia rococò. ENRICO MARIA GUZZO

((17)17) Nato a Salò nel 1739, muore a Brescia nel 1819. (18) Sull'altareSull'altare maggiore della chiesa dedicata a S.. MariaMaria Annunciata,Annunciat a, è stata pubblicata recente­rcçente• mente da L. ANELLI, Le chiese di Borgosatollo,Borgosa/ollo, BresciaBrescia 1977, pp. 3030-31.·31. (19) Op. cit., p. 30. (20) Si veda anche il catalogo della Mostra La Pittura a Brescia nel SeicentoSeicento e Settecento,Settecento, a Cura di E. CALABI,CALABI , BreBresciascia 1935. La Calabi dedefiniscefinisce il BatoniEatoni esemplareesemplare proprio ai pittori bresciani della generazione successiva (p(p.. 92). (21) Sul "Cla"Q.ssicismossicismo Veronese" in generale si rimanda almeno al giàgiil citato catalogo della MostraMO$If3 veroneseveronese del 1978 passimpassim. Per quanto riguarda la formazioneformazione "classicista" del Balestra,Balestra, egli stesso ricorda, nel Manoscritto perugino, i suoisuoi studislUdi a Roma su Raffaello e Carracci,Carrxci, e poi a ParmaParma. sul CorreggioCorreggio.. Riguardo al suo correggismo ed agliagii influssiinflussi barocceschi è interessanteinteressan te notare come E. CALABr,CALABI, op. cit., p. 18, ritroviritrovi questi elementi, oltre adad influssiinnussi più specificatamente barocchetti, soprattutto dal Pittoni proprio in Sante Cattaneo, «vicino taloratalora al Baroccio, perpe r un un neocorreggismoneooorreggismo derivato, un pò languidouido e teatrale e le tonalità da pastello »11>..

13 L'ALTARE DI DOMENICO CORBARELLlCORBARELLI E LA DECORAZIONE DELLA CAPPELLA DEL S.S. SACRAMENTO NELLA CHIESA DI S.S. AGATA A BRESCIA

La cappella del Santissimo Sacramento si apre nel fiancofianco destro della chiesa di S. Agata,Ag.", in;n ro";'pond,nz.corrispondenza d,ll.della "rond.seconda c.mp"'.campata. HaH. p;.ntapianta rettangolare,,,,,ngo,,,, conron piccola abside di fronte all'ingresso racchiudenteracchiudente l'altare. Essa è interamente rive­rive­ sti[qStit1 da un ricchissimo apparato decorativo, sostanzialmente settecentesco, in cucuii pittura, scultura e architettura concorronoconcorrono alla creazione di uno spazio scenografico e spettacolare,spettacolare. in una sinsintesi te'ii di tutte le espressioni artistiche. L'ingresso allaaUa cap­ pella, concepito come un arco trionfale a tre fornici, è decorato negli intradossiinteadossi degli archi e sulle spalle dei pilastri di delicati stucchi bianchi e oro su fondo rosa e celeste (1). L'altare presenta una complessa struttura archittetonica in cui giocano un ruolo fondamentale sia le statue che la ricchissimaricchissima policromia dei marmi, sapiente­ mente sceltiscehi tra i più venati e variegati: predomina ilil rosso di Francia, accostatoaccostato alal nero di Paragone, al giallo di Verona, al bianco di Carrara e aa brecce verdi,verdi, gialle e violette. Il paliotto,paliano, a finifini intarsiintarsi marmorei su fondo bianco, tipica espressione di quel virtuosismo considerato inin epoca barocca componente tonda­londa­ mentale della realizzazione artistica, è delimitatodelimi tato da due putti alati,alati, simboleggianti la FedeFede e lala Carità, compresi tratra doppie volute ornate da testeteste didi cherubino. Sul gradino, anch'essoanch'esso realizzatorealizzato a commesso è ilil tabernacolo inin marmo bianco di Carrara con specchiature di verde anticoantico e lapislazzuli.lapislazzuli. La ]xJla,p3la, raffiguranteraHigurante il Cristo morto e lala Madonna, nota opera di Antonio Balestra, è compresa in una cornice marmorea decoratadecorua da testeteste di cherubino ed è fiancheggiata da due \DIonne~Ionne corinzie per latolato sulle quali si impostaimposta lala trabeazione,trabeazione, leggermenteleggermente concava per seguire l'andamentol'andamento curvo delladella pareteparete.. La soasa si conclude con un timpanI'timpan .... spezzato concon llee estremità terminantiterminanti a voluta, sormontate da due angeli.angeli. Al centro, racchiuso tratra gli spezzoni del timpanotimpano il Padre Eterno bènedicente,b.::nedicente, con ilil globo neIJanella sinistra,sinistra, sporgente dalle nuvole entro tondotondo dorato concludentesi superior­ mente inin una conchiglia da cuicui pendonopendono festonifestoni dorati. Una cascata di fiorifiori e didi fruttafrutta pende dal cornicione sullesulle cui estremità,estremità, stannostanno due angiolettiangioletti.. Le pareti fiancheggiantifiancheggianti l'altarel'altare presentano, entro nicchie,nicchie, lele due statue della Fede e della

(1)(I) Nell'intradossoNell'intradOS$O dell'arcodell'arco centrale:centrale: ilil Santissimo Sacramento entroentro raggeraraggcra dorata, racchiusoracchiuso inin unauna cornice mistilinea;mistilinea ; StipitiStipili interni:interni: unauna VittoriaVinoria alataalala che appoggia ilil gomitogomilO adad uu •.•. frammentoframmen to didi colonna.. QuestiQuesti motivi figuratifigurati campeggano entroentro unauna decorazionedecorazione adad ara­ara· beschi vegetali, con "nodi d'amore"d'amore" e ramirami d'olivo. NelNel catino absidaleabsidale ornatiornali geometrici.geometrici. 14 CaritàCarità.. I latilati brevi della cappella, nelncl cui zoccolo continuacontinua lala decorazione a spec­ chiature marmomarmore reee del basamento dell'altare, presentano ciascuno al centro un ovato di Antonio PellegriniPellegrini (Davide che ricevericeve ii pani da Abimelec; Elia visitatovisi[ato dall'an­ gelo) tratra due tonditondi del TortelliTortelli (Cristo nell'orto del Getsemani; Cristo davanti a Pilato,Pilato, CristoCristo deposto e Cristo risorto,risorto, totalmentetotalmente ridipinto di recente)recente).. Le pareti sono dipinte a frescofresco a finte specchiature marmoree. La cappella si conclude superiormentesuperiormente con una cupoletta ovale ad occhio di cielo tratra due volte a botte a finti lacunariIacunari monocromi. Relativamente alle vicende storico-artistichestorico-artistiche della cappella le notizie traman­traman­ dateci, dalle guide più antiche ai più recenti contributcontributi,i, sono alquante limitate e caratterizzate da una certa ripetitivitàri petitività.. In sostanza la cappella è ritenuta un'agun'ag­­ giunta settecentesca che sostitulsostituÌ probabilmente, secondo la comunecomune opinione, un semplice altare la cui pala, opera di Gerolamo Rossi,Rossi, era fiancheggiata da due dipinti del MorettoMoretta raffiguranti S. Giovanni Battista e il Profeta Elia. Col Maccarinelli (1747) compcompaionoaiono sulla scena quei nomi che la ccriticaritica successiva continuerà a tramandaretramandare per forza di inerziainer.da fino ad oggoggi:i: AA.. Balestra, autore della pala,pala, A. PellePellegrini,grini, Tortelli, i cui quattro "piccoli ovati"ava ti" saranno spesso dimenticatdimenticati,i, Sante Calegari (identificato ora con il Vecchio ora con il Giovane)Giovane) autore delle statue dell'altare.dell'altare. Verso il 11890890 la cappella veniva "restau­"restau­ rata" ddall'architettoall'architetto Tagliaferri. Alcuni documenti conservati pressopresso l'archivio della chiesa permettonopermetteno di inte­ grare abbondantemabbondantementeente e di puntualizzarepuntualizzare queste notizie. Il primo progetto di erezione di una cappellocappella dedicata al Santissimo Sacra­ mento ririsalesale al 7 febbraio 1598, quando vennero eletti i responsabili ddellaella fabbrica. La cappella doveva già esseesserere eretta se il 2288 ottobre dello stesso anno se ne propose la decorazione pittorica: dei due modellimodelli presentati dai pittori PPietroietro Marone e GGerolamoerolamo Rossi fu scelcoscelto quello di quequest'ultimo.st'ultimo . IInn essa si trovavano, citati fino al Carboni (1760(1760),), i ddueue qlladriquadri del Moretto che il Maccarinelli, descrisse appesi alle colonne di iingressongresso alla cappecappella.na. Mentre per i "massar"massari"i" ee i "sindaci" denadella scuola era ririseservatarvata la sepoltura sotto l'altarel'altare del S.S.mo, gli altri membri della Confraternita venivano sepolti nel sagrato dedellalla chiesa. Nel corso del secolo XVII la cappella ssii abbell1abbellì ddii arredi sacri grazie ai lascitlascitii generosi di privati cittadini e sublsubì quelle modifichemodifiche e trasformazioni rreseese necessarie dalla sua manutenzione; fu dotata didi uunn tappeto, di candelieri d'ard'argento,gento, chiusa da una "ferata" e munimunitata di un canale di gronda per lolo scscaricoarico dell'acqua piovana. Nel 1677 fu comuoementecomunemente avvertita l'esigenza di completarne lo.la decorazione; probabilmente ormoiormai le pitture ddelel Rossi dovevano apparire non solo fuorifuori moda ma alquanto consunte dal tempo: « ...... desiderando llaa facciata di ququestaesta cappella il susuoo finimento di pittura et altri ornamenti iinn accoaccompagnamentompagnamento dedell'altarell'altare ddii questa chiesa, che ssii ritrovano già stabiliti» ...... (si(si decide) «di sstabiliretabilire l'accordo con llii maestri per far tutto que110quello stimaranno conveniente in questo propo~itopropo&ito perpe'r decoro et ornamento didi questa chiesa ...... ».».

151.5 Grazie al lascito testamentariotestamentario del Conte Bartolomeo Martinengo Malpaga alla Scuola, si provvideprovvide a far indorare la papalala dell'altare maggiore ddellaella chiesa. Nel 16168080 si propose il rrifacimentoifacimen to della muraglia sopsoprara ll'altare'altare e nenell'annoll'anno successivo si presentò ilil grave problema dedell consolidamento delle strutture portantiportanti dedellalla chichiesa,esa, colcol tempo indeboliteindebolitesi si in seguito all'aperturaall' apertura della cappella cchehe aveva portato aall'eliminazionell'eliminazione ddii uunn concontrafforte.trafforte. NelNell'ultimol'ultimo ddecennioecennio del secosecololo lele modifichemodifiche e i miglioramenti ebbeebberoro come oggetto soprattsoprattuttoutto l'altare:l'altare: fu proposto iinfattinfatti di "fa"farr aggiustare llaa bredella", di ««far far aggiustar l'altarel'altare prpredettoedetto et far ancoanca lala sagrestia a sera parte con quel miglior decoro fiafili. possibile .. ".». 11Il lO gennaio 1710 è stipulato il contratto per l'erezione dedell'altarell'altare "dlllla"dalla mensamensa in su" con DomenicoDomenico Corbarelli,Corbarelli, escluso per il mommomentoento il "cimiero","cimiero" , cioè la sommità ddellaella soasa. InIn seguito gli "eletti""eletti" ddellaella Scuola decisero di «alzare«alzare la cappella perchè avessavessii miglior proportione didi cchehe aveva» e di conseguenza il CorbarelIiCorbareUi che già aveva finito il lavoro,lavoro, dovette alzare a sua voltavolta l'altarel'altare e rifare il secondo ordine deidei piedestalli.piedestaUi. Il11 7 agosto 1713 fu dato alal Corbarelli l'incaricol'incarico di eseguire il cimiero. Nel frattempo la cappella si arricchiv;!arricchiva degli stucchi di Giovan BattistaBattista Giambonino (1712-1713)(17 12·1 713) ((2)2) ee ddelleelle tele del Tortelli,Tortelli , pagatopagato appuntoappunto il 2828 dicembredicembre 1712 perper «li« li quattro qquadrettiuadretti di pittura così ordinatiordina ti dall'illustrissimo Prevosto Polini ».". Continuando nellanella cronologia della cappella.CAppella . ricordoricordo che nel 1769, in seguito al disastrosodisastroso scoppio della polveriera di Porta S. Nazzaro, la chiesa di S. Aga­Aga. ta subì vari danni alla riparazione dei qualiquali contribuìcontribul anche la Scuola del SSSS.mo.mo Sacramento. NelNel 11772772 lele pessime condizioni del pavimento della cappella, cheche minacciava di crollare,crollare, indussero i fabbrifabbriceri ceri a chiedere la consulenzaconsulenza di un architetto: fu interpellatointerpellato Don Gaspare Turbini.Turbini. E' infineinfine a tuttitutti noto che lala cappellacappella subìsubl un "restauro""restauro" dell'architetto Tagliaferri nel 1890, che restrinse l'altarel'altare e quindi trasportò lele statue delladella Fede e della Carità,Carità, inizialmente integrateintegrate nellane l1a compagine architettonica,architettonica, in nicchie aperteaperte nellenelle pareti laterali.laterali. Il TagliaferriTagliaferri si premuròpremuro inoltreinoltre di farfar ridipingereridipingere lele pareti delimitandole di llesene,esene, e di farfar proseguire a fresco lala decorazione a com­com­ messo del fregiofregio dell'altare lungo tuttetutte lele pareti.pareti. Nel 1931-1932,1931·1932, inin occasione delladella sistemazionesistemazione di Piazza Vittoria,Vittoria, l'esternol'esterno delladella cappella fu inglobato nel porticatoporticato che sisi apreapre lungolungo quelquel1ato lato della piazza.

(2) Giovan (2) Giovan Battista de' Biaggi,Biaggi, detto Giambonino, nacque aIl Gandria,Gandria, sulsul lagolaf.O di Lugano,Lugano, nelncl 1674 e morì 1674 e mori nelncl 1742.1742, A questo artista lala critica(:Titica concorde haha attribuito laI ~ statua di S.$. Benedettol3enedetto nellonello scalonesealone che portaporta all'appartamentoaH'appartamentO dell'abate, nelne! convento di S. FaustinoFaustino (v(v.. ThiemeThieme Becker,Becker, Carboni, Morassi). E' attivoattivo nellaneUa chiesa della Carità nelnel 17321732 dovedove è~ definito "scultore""scultore" e "stucadore""stucaclore" (v. Boselli).Bosdli). Si conosce anche NicolaNicola Giambonino, fratellofrateHo o parenteparente di Giovan Battista, scultore alla Car:tàCaùà nelDel 1745174:; «per«per lili capitelli e cartelonica rtdoni fattifatti nellanclla sudettasudetta fasiata»fasiata. (v.(v. Boselli) e che hoho trovatotrovato attivo anche allaaUa chiesa della PacePace perper cui intagliaintaglia un capitello nel 1720-1721.

16 Dai documenti relativirelativi all'erezione dell'altareddl'altare della cappella emerge lala figura di un artista a cui lala letteraturaletteratura storicastorica artistica localelocale ha dedicato benben pocopoco spnziosp:'!Zio e che solo ora vieneviene delineandosi grazie anche aiai recentirecenti contributi del professorprofessar Camillo BoseHiBoselli (3):(.3) : DomenicoDomenico CorbareHi.Corbarelli. I CorbarelliCorbarelli sono una famigliahmiglia di artisti fiorentinifiorentini di cuicui si conoscono Dome­ nico, ilil padre Francesco, ilil fratellofratello Antonio e ii figlifigli Pietro Paolo e Benedetto. Di essi sono notenOte alcune opere. L'altare maggiore della chiesa di S. Corona a f.If'J prodotto della collaborazionecolIaborazione di Antonio, Domenico e FrancescoFrancesco ed ha le tarsietarsie marmoree firmate e datate ANT. CORBERELLI FLO. F.F. MDCLXX (4). Nel 1678 Antonio e ilil figlio Paolo stipularono a PadovaPadova ilil contratto per l'altarl'altar maggiore della chiesa di S. Domenico a Brescia,Brescia, ora scomparso (5) Nella stessa chiesa Domenico, Antonio e Francesco firmarono e datarono l'altarel'altare della cappella del Rosario oraafa nella Lady Chape!Chapel del London OratoryOratoty di Londra:Lond", D.O.M. / VIRGINI ROSARIE / ARAM POSUIT / CONFRATERNI­CONFRATERNI· TAS // ANNO MDCXCIII (lato(hlo sinistro);sini"w); D.O.M.D.O.M. / FRANFRAN.. US PATER / DOM. US ET ANT. US / EIUS FILII / DE CORBARELLIS / FLORENT / ARCH. (lato destro) (6). Tra il 1685 e il 1687 circa Domenico esegue l'altar maggiore della chiesa della Carità (7). Dal 1690 al 1715 Domenico e Antonio furono impegnati anche nella realiz­ zazione degli altari della chiesa parrocchiale di S. Paolo d'Argon, in provincia di Bergamo (8). Da uunn primo spoglio da me condotto dei documentidocumenti relativi alla fabbrica della chiesa della Pace, conservati presso l'Archivio della stessa, risultano operanti, tra la moltitudine dei marmorini rezzatesi e bresciani impegnati nella colossacolossalele impresa, Antonio e Domenico:Domenico: il primo presta consulenze, intaglia alcuni capitelli e modiglioni per la chiesa e fornisce del verde antico; al secondo i Padri pagano regolarmente l'affitto delle camere dei tagliapietra. Antonio deve essere morto nel

(3) C. BOSELLI, Arte e storia nei/anetla chiesa della CariliJCarità a Brescia, Brescia, 1974, pagopago 9 e nOIe.note. (4) E.E. ARSLAN, Vicenza, le chiese, I; Roma 19501950,, pagopago 58. C. BOSELLI,BOSELLI, op. cii.,cit., pago 9. (5) C. BOSELLI, op.op. CiI.,cit., pago 9, lO e 23 e Commentari dell'Ateneo, 1956,1956, pago 120120,, dove è citalOcitato il eontrattocontratto (6) PerPer l'aharel'altare della Cappella del Rosario: F.F. PAGUA,PAGLIA, Il vardinogiardino ddellaella p/ilI/M:pittura: G.A. AVEROLDO, Le scelte pitture di Brescia additate sI/orestjero,al forestiero, pago 131; P.P . GUERRlNI,GUERRINI, Il VII Centenario di S. DomenicoDomenico in "S. DomenieoDomenico e i domeniClllli"domenicani" a Brescia, 1929, pago 226,226; L. ANELLI, Colloquio rolcol BClf,l1atoreBellalore in ""BrixiaBrixia Sacra", pag.pagg. 14-15, 1978; C. NAPIER,NAPIER, ThThee London Oralory.Oratory. (7)(7) C. BOBOSELLI, SELLI , op. ci!.,cit., pagg. 8-9 e note. (g)(8) Le informazioni relative all'auivid.all'attività dei CoroorclliCorbarelli a S. Paolo d'Argon mi sono state gentilmente fornite dalla studiosa LLuciaucia Drconi,Dreoni, autrice del recenterecenle 1'2&iOs:lggio ""IlIl monastero di S. Paolo d'Argon" in "I monaSTerimonasteri benedettini in Lombardia",Lombardia", Milano, 19801980.. PPerer S. Paolo d'Argon vedi anche: M. SSIGISMONDI:IGISMONDI: S. Paolo d'Argon e iill s~osuo monastero, 1079- 1979, S. Paolo d'Argon, 1979.

1177 173.51735 perchè aa partire dal 1736 i pagamenti dedell verde anticoantico continuano alla vedova Teresa (9).(9) . Gli altari finora riconosciuti ccomeome sicuresicure opere dei Corbarelli si caratterizzano per la decorazione a intarsi marmorei detta "commesso" o "rimesso", in cui erano specializzati i laboratori medicei fiorentinifiorentini per la lavorazione delle pietre dure (l(lO).O). Com'è noto, l'Opificio delle pietre dure di Firenze, iistituitostituito dal GGranducaranduca FeFerdinandordinando II nel 1.580,1580, si specializzò,specializzò, soprattutto sotto Cosimo I, nella tecnica del commesso e diede l'avvio ad una copiosa produzione di "formelle" decorative, da iinserirenserire negli "stipponi" di ebano o nella compagine degli altari, a ornatornatii geo­geo­ metrici e vegetali coconn fiori frutta uccelli e fatfalle,farfalle, paesaggi e rapprappresentazioniresentazioni figurate, espressioni tutte promosse dal gusto manimanierista.erista. Nel corso della seconda metà del XVII secolo si diffuse anche in Italia Settentrionale la moda dei paliotti d'altare imprezimpreziositiiositi da simili ornamentazioni delle quali si impose soprattutto quellquellaa a decorazioni vegetvegetaliali e floreali; essa trovò un teterrenorreno assai fertile di sviluppo nell'ambiente bresciano, iinn particolare rezzatese, dove, per la presenza delle cave di mamarmo,rmo, da tempo ssii erano formate maestmaestranzeranze e generazioni intere di marmorinimarmorini specializzati nella lavorazione di questo materiale. Continuò anche nella prima metà dedell XVXVIIIIII soprattutto quel tipo di decorazione a ornati vegetali e floreali sviluppata a FiFirenzerenze da Govanni Battista FogFogginigini (16.52-172.5)(1652-1725) che fu architetto primario e direttore della Galleria dei Lavori nel 1694-169.5:1694-1695: è infatti tipica dell'ambiente foggineséofogginesco l'abbinamento degli ornati con norifiori (11).(11) . Camillo Boselli attribuisce ai Corbarelli l'introduzionel'introduzione a Brescia delle rap­ presentazioni figurate a commesso, delle quali però purtroppo nella nostra città non è noto alcun esempio "corbarelliano", essendo andato perduto, con lala distru­ zione ddellaella chiesa di S. Domenico nel 1883, l'altarl'altar maggiore, che, come quello di

(9) Archivio della chiesa della Pace, Libro delladdla fabricafab rica della chiesa segnato F IV I148. 48. 17201720 19 settembre: «Spese per la funzionefunzionc dc1!adella prima pietra ... pagata a'a' signorisignori Corba­Corba­ relli la prima pietra». 1721 22 febbraio:fcbbraio: «Condotta di una pietra, serve per alalettaetta del capitello Corbarelli...».Corbarelli ... ». 25 dettodetto:: «Condotta di una pietrapictra da Botticino serve per la seconda aletta del capitel­ lo, Corbarelli».Corharelli». 1l° o marzo:ma~o : saldato Bernardino Casale per il capitello CorbarelliGorbarelli cioè per "pietra e sgros­ sadurasadura" ... 11 maggio: «Rcgalo«Regalo di un capretto al signor AntonioAnton;o GorbarelliCorbarelli per sagomc»sagome» ...... 3 luglio:luglio: «Pagato ilil ClIpiteUocapitello al signorsiltnor Antonio CorbarelliGorhatelli...... ».... 1723-1724: vengono pagati al Corbarelli «due.. due capitelli corinti con alette»alette».. 17241724:: «Regalo«Regalo di un capretto ad Antonio CorbarelliGorbarclli per trattatotrattato di colonnacolonna». ... 1724: visita di AA.. GorbarelliCorbarelli alla «cava«cava delle colonne di Botticino». 1725:1725: gli viene pagato ilil quarquartoto capitello corinzio. 1726:1726: due capitelli «sopra li terzi di colonna e 27 modiglioni intagliati».intagliati ... 1732: cominciano i pagamenti ad Antonio dei pezzi di verde antico che proseguonoproseguono tuttitutti gli anni e continuano a partire dal 1736 alla vedova Teresa. PerPcr quanto riguarda DOi­Dai­ menico, dal 1722 gli viene regolarmenteregola rmente pagato dai padri Filippini alla finefine di ogni an­ no 1'affittol'affitto per lele camere dei tagliapietra.tagliapietra. (lO) A.M.AM. GIUSTI P. MAZZONI A.P.A.P. PAMPALONI,PAMPALONI, Il museomuseo dell'opificio delle pietre dure a Firenze, 1979.1979. (11) A.M. GIUSTI ecc ..... op.op. citcitoo pagpagoo 294294..

18 S. Corona a Vicenza,Vicenza, doveva essere la "summa" dei genergenerii trattati nei laboratori fiorentinifiorentini (12): scene in prospettivaprospettiva con nunumerosimerosi personaggi, paesaggi, vasi di fiori,fiori , tuttotutto un repertoriorepertorio che ij CoCorbarellirbarelli ben conoscevano.conoscevano. DalleDalle commissionicommissioni rricevuteicevute sisi può dedurre che i CorbarelliCorbarelli godettero a Brescia ddii una certacerta considerazione:considerazione: li vediamovediamo infatti ingaggiatiingaggiati in impreimpressee di notevole impegnimpegno ee di una qualità che presso i Bresciani suscitava stupita meraviglia, come testimonia lala lodelode che il Paglia fece all'altare maggiore di S. Domenico (13). Senz'altroSe:nz'altro i Corbarelli possedevano a BresciaBrescia una grossa e ben avviata bottega e dovevano avere alle loro dipendenze abbondante mano d'opera e contare su un'organizzazione del lavorolavoro taletale da permettere loroloro di soddisfaresoddisfare molte commis­ sioni contemporaneamente,contemporaneamente, anchanchee fuori città. Si può supposupporrerre cheche,, specializzati nelnel "commesso" e indubbiamente esperti intagliatori,intagliatori, fornifornisserossero tuttavia, in alcuni casi anche il disegno all'interoall'intero altare valendosivalendosi per la parteparte statuaria di abili scultori (14)(14)..

Passiamo ora aall'esamell 'esame ddeiei documenti relativirelativi all'erezioneall'erezione dell'altaredell'altare nellanella cappella del S.SS.S.mo.mo Sacramento in S. Agata. Il 10lO gennagennaioio 17101710 venne stipulato tratra i responsabili ddellaella Scuola e Domenico Corbarelli il contratto di erezione dell'altare "dalla mensa in su".su" . Tra i varivari disegni che gli "eletti""eletti" avevano fatto farefa re "da pipiùù professori dell'artdell'arte",e", assaiassai scelsero quello presentato dal CorbaCorbarelli.relli. Dalla letturalettura del contratto si apprende che ilil disegno eraera completo ddell'indicazioneell'indicazione dei marmi da usarsi e ddelleelle statue che andava­ no allogate nell'altare, in numero di sette: le Virtù fra le colonne, due angeli sullesulle

((12)12) Secondo infatti il contratto i CorbarclliCorbarelli dovevano eseguire per l'altare:l'allare: «Parapetto.Parapetto inin fondo di paparagoneragone con sua bassa e cimasa di marmo fino di Carara bianco, ben lustrolustro e laurato,laurato, con l'historial'hiSloria in mezo, e due dalle parti ne quaquariceli,ricdi, cioècitX quella di mezome7.o del Salvatore,SalvatOre, che multiplicamu ltiplka ilil panpanee ee pesci, quella ddallaalla banda destra l'l'aparitionaparitionee del BB.. Guala nel moriremori re di S. Domenico, e quella della banda sinistrasinistra l'apl'aparitionearitione del B. Al­ bertoberto con S.S. Agostino e S. Tomaso ... e tutto il restante del parapetto farlo lia rimessi,rimessi, con fiori, frutta et uccelli, conforme il disegno inin picciolo».picciolo". L'altarel'altare maggiore di S. Corona ali VicenzaVi«-nza presenta numerosissime scene figuratefigurale di cuimi tre,Ire, llee più grandi, si distendono elegantemente sulsul paliotto;paliano; mentre le altre si alternano a paesaggini,paesaggini, vasi di fiorifiori e ornaornatiti vegetali e floreali.floreali. Negli altarialtari brescianibresciani lele rappresentazionirappresentazioni figurate a cocommessommesso sono limitate a uno o due per:;onaggipeoonaggi entroemro Clrlecartellalla:: ricordoricordo per esempio l'altar maggioremaggiore in S. Gemente,Clemente, l'altare di S. OrsolaOrsaIa in S. Francesco, quello dedicato alla PassionePassione di Cristo in S.S. Maria dei Miracoli. A parte l'altarl'altar maggiore di S. Domenico non risultarisulta per ora che sia stato ese­ guilOguito a Brescia nessuna compos:zionecompos;zione paesaggistica con prospettive e "scene" affollaaffollate.te. Solo l'altare della Madonna ddellaella Provvidenza in SS.. Lorenzo, giigià però aUaalla metàmeli del XVIIIXV III secolo, presenta sul gradino piccpiccoleole formelle rettangolarirenangolari racchiudenti minuscoli paesaggi,paesnggi, ridottiridoni quindi a un ruolo meramente decorativo e non di "protagonisti" del­ la composizionecomposizione. . (1(13)3) •...«... Mirate la nobilissima fatturafaltura egli è cotesta, che bellezza di marmi rilucentirilucenti che va­va· ghezza di fiori, di fruttifruni di rabeschirabeschi con lala naturalezza di quelli uccellettiucccl.letti che per veri tàtA non paiono marmi, ma cose naturalinaturali viveviV(": e verevere.. Dividono questi treIre compartimencompartimentiti di figure vezzose ...... »,. da Boselli op.op. cito pago 23 notanOia 21. (14(14)) Nell'altar maggioremaggiore di S. Corona llee statue sono ddii Angelo Marinali; inin S. Domenico, nel­nd­ l'altare della cappella del RosarioRosar lo furono commissionate 1\a Orazio Marinali e TomaTomasoso Ruez.Ruez.

1919 volute del frontone,frontone, due puttinipunini alle estremità lateralilaterali dcidel cornICIOnecornlClOne e il Padre Eterno al centro. Di esse sarebbe stato in seguito eseguito il disegno paparticolareg­rticolareg­ giato. Esse dovevano essere "di marmo fino didi Carrara" e «fatte « fatte tuttetutte a giusta proportioneproportione dell'operadell'opera et per mano di bono, perito et parfetto maestro» che riconosciamo, dalla firma opposta aall basamento ddellaella "Carità", in Santo Calegari il Vecchio (1662-1717) al quale possiamo attribuireattribuire per l'analogia stilistica, anche le altre statue dell'altare eccetto però le teste di checherubinorubino che circondano la pala probabilmente eseguite dal Corbarelli in quanto partip:lrti secondarie,secondarie, puramente ornamentali. Non si può ququindiindi assoassolutamentelutamente parlare di uno "schem"schemaa callegaresco" dell'altare (Vezzoli) perchè questo scultore forniforn} sosololo le sstatue.tatue. L':lL'assenzassenza del Calegari dai documenti della Scuola può forse spiegarsi colcol fatto che l'impegnol'impegno della costruzcostruzioneione ddell'altareeU'altare era sstatotato assunto ""inin toto"Ialo" dal Corbarelli, che a sua discrezione personalepersonale aveva scelto Santo come collaboratore. IInfattinfatti ne «Manca­ menti che si ritrova nel altare di marmo ecc.» le critiche furono rivolte al Corbarelli, unico responsabile dell'impresa: per esempio chchee «le« le vene del Padre Eterno con ogni altra statua appare troppo nere» o « il mancamento della sstatuatatua

a parte destradestr:l che è troppo notabile non essere corrispondente a quella di sinistra »)lo e che te« si deve riflettere alle statue del simiero come le altre non essere a lustrolustro a speggio come a l'accordato)lo.l'accordato ». Nel contrattocontratto,, llssaiassai minuzioso e dettagliato, si specifica che Domenico CoCorbarellirbarelli doveva per il momento, per mancanza di fondi da parte della $cuoia,Scuola, lalasciaresciare in sospeso il "cimiero" del quale, quando venisse ripresoripreso il progetto,progeno, egli si impegnava a « far duduee modellimodelli...... uno secondo il disegno et l'altro a qualche altra sua bbellaella inventione ». Nei 22 Capitoli del contratto sono indicate tuttetutte lele modalità di esecuzioesecuzionene dell'altare: l'ordine doveva essere quello corinzio e i marmi della migliore qU:lUtàqualità « secondo le mostre ezebite ». Per « allar­ g:lrgar la veduta ddell'altare»ell'altare» CorbarelliCorbareIIi era tenuto a far levarelevare la lesena e ad aggiustare poi la rotturarottura.. Il nuovo gradino doveva essere sufficientementesufficientemente pro­ fondo da poter ospitare comodamente sei candelieri, quattro vasi di fiori, la croce e il "tabernacolino""tabernacolino" « da potervelopoterveJo ponere a piacimento della detta veneranda scoscola,la, o levabile o stabile ». Seguono dettagliate prescrizioni relative ai marmimatmi da usare.usare . Le quattro colonne corinzie dovevano essere di "tutta rottondità",

«

cornicione andava ornato di «due

20 stustallilli per aalzarelzare anche l'altare. Nel 1713 eegligli ebbe l'incarico di esegueseguireire anche il "cimiero" ddelel quaqualele fornìforni unun nunuovoovo ddisegnoisegno che «variava si in fattura come nelli marmimarmi» ~ dal ddisegnoisegno precprecedente.edente. Le variazioni comunque dovevano essere, come si puòpuò constatare, assai poche.poche. Le modifichmodifichee apportate alal progetto inizialeiniziale comportarono una mamaggiorazioneggiorazione dedell prezzo iinizialmentenizialmente pattuito e perper qquestouesto .<;egui~eguì una lunga contcontroversiaroversia tra il "povero arteficartefice"e" tenutotenuto "digiuno" di ciò che di diIittodiritto gli spettavspettavaa e gli astuti e poco onesti fabbriceri.fabbriceri . PoPossiamossiamo dunque aattribuirettribuire a DomenicoDomenico CoCorbarellirbarelli la esecuzione ddell'altareell'altare a partire dadall gradino ma rrestaesta per oorara ininsolutosoluto il problema ddellaella attribuzione e datazidatazioneone dedellalla mmensa.ensa. Nel paliotto sono figurati a commesso su fondo bianco i simboli eucaeucaristici,ristici, uva spighe e papaveri, entro una compcomplessalessa e simmetrica deco­ razione che, papartendortendo da ddueue "cornucopie" si dirama con grazia susullllaa superficie con grosse foglie di acanto da cui fioriscono rose, garofangarofanii tulipani e narcisi trtraa cui sisi accamaccampanopano due uccelliuccelli ddallealle piume variopinte e piccole farfalle. I caratteri sstilisticitilistici dell'opera inducono a datarla tra l'ultimol'ultimo quarto ddelel XVII secolo e ii pri­ mmissimiissimi anni del XVIII. SSii tratta di un lavoro di altissima qualità, cocondottondotto con straordinaria finefinezza,zza, rriccoicco di particparticolariolari minuziosamememinuziosamente descritti con uunn nnotevoleotevole gusto illusionistico che sisi manifesta nella rresaesa delle sfumature, delle luciluci e delldellee ombre e delle ssinuositàinuosità dei nastri,nastri, motivo qquest'ultimouest'ultimo frequentementefrequentememe ricricorrenteorrente ncllenelle ooperepere fiorentine. LL'opera'opera potrebbe eesseressere statstataa eseguita tra il 16751675 e il 1697,1697, nell'arco di ttempoempo cioè in cui la scuola provvide ad una serie di interventi all'aall'altareltare delldellaa cappecappella.lla. Numerosi elementi mi inducono ad azzardare l'ipotesil'ipotesi che anche il paliotto sia opera ddeiei CoCorbarelli:rbarelli: llaa finezza d'esecuzid'esecuzioneone sia dal punto ddii vistavista tecnico che compositivo, il gusgustoto illusionisticoillusionistico che a qquestauesta datdataa lele opeoperere ddeiei marmorinimarmorini rezzatesirezzatesi non rivelano risolvendorisolvendo laIn decorazione iinn effetti di policromia totalmentetotalmente bidimenbidimensionale,sionale, e una certa analanalogiaogia con i paliotti di S.S. PaPaoloolo d'Argon poiché la compocomposizionesizione si articola seguendo lo stesso schema ornamentale, la fogliafoglia d'acanto è ggrassarassa e tridimensionale, le piume degli uccelletti sono sapisapientementeentemente vavariegate.riegate. RENATARENATA MASMASSASA

21 DOCUMENTI

(Rivolgo(Rivolgo un vivissimo ,ingra:cil1mringraziamento~ nlo a monI.mons. EmuloErnesto ZllmbdJi,Zambelli, prevosloprevosto di S. Agala,Agata, puper avermiavermi facilitatofllCj{i/alo lafa consulJ.nioneconsultazione dell'Archivio parrocchialparrocchiale,e, e all'ing. Sandro Guerrini per avermi aiutato nella Irascrizionetrascrizione dei documenti).documenti).

I

7 febbraio 1598 «.Nel« ..Nel qual conscgli;,consegli:) fu d~1dal medesimo massaro esposto che si dovesse elleggeelleggererc: huomeni ch'lvesstttlch'avessero «ficocarico di far fabricare lala cappella et perciò furono elletti a scruttinio et balle do­ mino Filippo Pisani et domino OaudioClaudio Longo che in compagnia di domino Giulio BordonaleBordonalc: massaro havesserohavessero facoltlfacoltà et liben~libertà di sodisfare a quanto sar~sarà necessarione«ssario per detta fabricaf.brita ...... ».

28 ottonreottohre 1598J ~98 ...« .. PoiPoi fu propopropostosto dc:de fsrfar dcpingerc:depingere la cappella della compagnia del Corpus Domini ees­s­ ~ndosendo statti presentati due modelli uno di mano de messermesse! PiPietroetro Marone con oblalioneoblatione in voce rimellendosirimettendosi elet del pretio et del tempo del pagamento alla Compagnia; l'altrol'allro modello di mano de messermc::ssc:r Hieronimo di Rossi con le medesime oblationc:oblatione in scritto, et dette più cose:cose da diversi fratellifratdli in favor dc:Il'unodell'uno et l'altrol'ahro pittore,pittore:, visti et considerati i modelli, fu deciso che:che ambi i detti pittori fossero ballouatiballottati et perciò fatti due bolettinibolc:ttini fu cavato a sorte da un fanciullo qual prima di essi dovesse esseesserr ballOIt.lIO,ballottato, et fu messer HieronimoHieronimo di Rossi che hebbe in favorefavore: tutte le balle affermative, che eranoenno dodesedodc:sc in tutto,lutto, essendosi prima partiti due di sudc:ttisudetti fUlelli;fratelli; poi fu ballotato messer PietroPieuo Marone che:che hebbehc:bbc: balle trei afferma­afferma· tive et novenove negative; onde restò cllcHoelletto etcl approvato il sudettosudctto messermc:sser HiHieronimoeronimo al cacaricorico di dipingere la cappella con le conditioni et obblighi della sua oblatione qual a recorobatione se gli faràfan sotoscrivere di sua manomano». •.

6 febbraio 1612 « ..Nei.Nel qual consigliocons.iglio è Stattostatto ordinatto a tutte voci che si debbano fare lele sepolturesc:polrure: della scuola5ClIoia nel segrato et fargli un portico e deldd tuttotuttO si è datta ampIaampia libertàli1:x:rd. a signori massaro e signori scindeciscindc:ci s1sI deldc:1 modo come della spesa».spesa_.

9 ffebbraioebbraio 1615 « .. JtemJtc:m che:che si debba vendere lele quattro sepolturesepolture: cheche: sono inin chiesa riservandoriservando però quella de meggiorneggio per li massari cheche sono, saranno e sono statistati» ....

15U giugno 1615 «c.Nei ..Nel quaquall consiglio fu presa parte che si facessefacesse una sepolturasepohura per meggiorneggio a l'altarel'altare di detta scola sottoSOtto ilil lampedariolompedario per lili massari et sinsindici dici che sono, sono stati, etet sarano, con balle undici affermative non ostante una negativa».negativa ...

9 aprile 1617 « ....Essendo un fratellofutello (di) detta scuola deciditodecidilO a gloriagloria di Dio, spendere inin far fare un paro di ceroforari di bronzo per detta scuolascuoll inin circaciTC1l di ducati novanta et non essendosi potutipoluti farfar fare nelnd modo eraeu d'intentioned'intcntiooe sua,SUI, ha ordinato al medesimo maestromaeSITO che voglia far farefare un disegnodisegno di una ferataferata avanti all'altare di detta scuola, che se piaceràpiaccr'\ poy allia!li fra­fra· tellitelli di farfar farefare detta ferataferata ancora chi darà per elemosina essi ducati novanta voleva spenspen·­ dere inin detti ceroforari.cerofornri. Il qual disegno è statostato fattofatto ec ritrovatofÌt[QI'lHO ali farefare lala ferataferata come ilil didi·-

22 segno patriapotria montare circacif'Clt ducati duecentocinquantaduettrlloonquama et perciòperciò l'andaràl'andar! parteparte se si devedeve farefare dettadetti ferataferata o° verovero lisentiare esso fratellofratello et cheche: si deve eleggere tretre fratellifratdli oltraaltra ilil maestromacstro cheche habbiahabbia aa carico di farfar farefare essa ferataferala et spenderespendere: ducati 5050 didi quelloquello delladc:l1a scuolastUoia se si sarà bisogno; fufu presapresa lala partepa rte a tuttetutte balle .Adi.Adl et annoan no sudetto.

3) settemhresettemhte 1631 « .Secondo.Sc:eondo:: fufu trattatotrattato cheehe dovesse haver cura di farefare: farefare lala ferataferata all'altare del Corpus Domini e fu ellettoc:lletto signor Pompeo Polino, Tommaso Bono e Giacomo Ferlinga».Ferlinga,..

24 novembre 1636 «...... Nel Nel qual consiglio fufu dal sigsignornor massaro datto conto delle spesespese per esso fattefatte inintornotorno aI essaC$$Il capella et altarealtare: e diIdii bisogno urgentissimo di farfar una canale alli coppi della chiesa!chiesai perper portare via l'acqua che cade sopra lili coppi d'essa capella,capella, spitialmentespitialmc:nte nellineUi tempitempi deliedelk nevi, ilil che inteso, fu stabilitostabilita viva vocevoce: che si dovesse farefare essaessa canalecanale in quel miglior modo pare a esso signor massaro conveniente et cheche lele spese cosìcosl fattefatte come di sopra è da farfar in essa canale siano per conto d'essa scola, dovendosene esso signor massarorruusaro immediatamenteimmediatamente darse­ ne creditocredita per esserne reintegrato.».reintegrato.,..

Ad perpetuampc:rpetuam memoriam AdiAdl 12 agosto 1656 giorno di S.S. ChiaraChiara verginevergine: domino CriCristoforostoforo PodestinoPodestino quondam domino ...... cittadino abitanteabitante: inin BresciaBrc:scia parocchianoparocchirulo di S. Agata donò per amor di Dio et per elemosinac:!emosina alla compagnia del Santissimo SacramentoSacramento di S. Agata di questa città un tapiede bello, buono grande che copre tuttatutta la bredellabrc:della dcll'altaredell' altare et ancaanco brazzabmzza tretrei i incircaincirca di intornointorno al piede de gradini di dettodelto altare, indendendo detto Podestino non siSI imprestiImpresti fori, ma solo per detta chiesa. ConConsegnatosegnato al magnifico signor CamilloCamillo Gavattero massaro di delladetta scola, a glori!gloria di Dio si conservarb.conservarà».

5 gennaio 1665 ....« .. Fu parimenteparimente esposto eessersser necessaria in questa chiesa lala prOVlS1oneprovisione di ununaa pixide per il Santissimo SacramentoSacramento,, non essendoes sendo ququellaella che di presente si ritrova sufficiente per le numerose comcomunioniunioni che si fanno in questa chiesa.et essendo quequestosto obligo spettante a que:­que­ sta compagnia fu datto ordine al signor massaro di provederne di una d'argento conforme il presenteprc:sc:nte bisognobiwgno con participatione però ancoanca del signorsignor presicknte.presidente.

16 gennaio 1664 ....« .. Itemltem che essendo statstatii fatti fabricar li due candelieri d'argentOd'argento in essecutionecssc:cutione del legato de domina Madalena Carera fatto a questa veneranda compagnia quali essendo ririuscitiusciti di pe­pe- 50so ondeoncie sessansessantata otto di più dc:!del legato suddetto fu però a tutte voci datta libertà al sIgnosignorr CavattaroGavattaro massaro di pagar le suddette ondeoncie 60 otto di più dwodetto aargentorgen to con li medesimi dde­e­ nari di questa vvenerandaeneranda schoschola».lu.

22 giugno 167)1673 ««.,Di.. Di più, avendo ququestaesta compagnia alcuni danari avanzati dadallelle proprie rendite et voIen·volen­ do li 50prascrittisoprascritti confratelli.confratelli- disponetedisponere a maggior gloria di Dio et honore di questa veneranda schola, furonorurono proposti diversi partiti per quelli impiimpiegaregare,e, alcuni desiderando invc:stirliinvestirli in capitali, altri intendendo di farfar rinovarrinOVlr llee pitture:pitture attorno alla capella di questa compagnia, alamialcuni bramando ffarar ffabricarabricar tretre: pare:pare di CIIndc:liericandelieri d'argento, altri finalmenfinalmentete volendo che si facessero due paliotti di pretioso bracatobracato peperr questo altaaltare,re, onde posti in balottatione tututtitti li medesimi partiti, restò fmalmentefinalmente con maggiomaggiorr voti ppresaresa ddeliberationeeliberatione di far fabr1carefabricare li can­can­ ddelierielieri d'argento,._d'argento».

23 10lO aprileaprile 1675 ....« .. Fu proposto se detta decimadecima debba detrahersidetrahersi subitosu bito per valersene nelli presenti bi­ sogni della chiesa etel massimema ~~i me per sodisfare lala spesa fattaf~tta nelli candeliericandelieri d'argento».d'argento • .

6 ddicembreicembre 16771677 «...... InoltreInohre desiderand0desiderando lala facciata di · questa capella ilil suo finimento di pittura et altri or­ namentinamenti in accompagnamentoaccom pagnamento dell'altardell'. ltar di questa chiesa cheche si ritrovano già stabiliti è stato a tutte voci datto facoltà et espressa commissionecommissione al reverendo signorsignor Prevosto e signori presi­presi­ dentidenti di stabilirestabilire l'accordol 'a ccor~o con lili maestri per ilil tuttotutto quello stimar:l11os tima r ~no conveniente inin que­ sto proposito per decoro et ornamentoornamento di questa chiesa, dentrodentro peròpero lili confiniconfi ni a quali è tenti­temJl. ta ququestaes ta veneranda scholaochola et a spesespese: della medesima».medesima..

11Il luglio 16801680 «.. .. Fu esposto esser necessario far nettar lele sepolturesepohure di questa venerandaveneranda scholasellola qualiquali si ritrovanoritrovano piene di cadaveri, dovendo perciò riponerriponer li ossi in aJtroaltro logologo decente, fu pro­p~ posto di dar facoltà al signor massaromnsSlIro di far fabricar un logologo aposta, o nel sacratosaerato di qu.estaqll~sta chiesa, overo sopra la piazzolapiazzola delladella medesima ...... qualqual signorsignor massaro habbia facoltàfacoltà di far fabbricare una nova sepoltura inin questaques ta chiesachiesa per beneficiobeneficio de' confratelli di questa mede­mede­ sima scholasehola ...... ».

23 agosto 1681168 1 «...... Fu proposta parte,parte, se le due parti delli scudiscudi cinquantacinquanta pagati per l'illustrissimal'illustrissima si­si­ gnora contessa RizzardaRiuarda consorte del quondam illustrissimoillustrissimo signorsignor conte BartolomeoBartolomeo Martinen­r.,Iartinen­ go Malpaga inin essecutioneessecutione del di lui testamento toccantitoccanti alla schola debbano applicarsiapplicarsi nella spesa che doverà farfar inin farfar indorare lala pala dell'altar magiore et dopo discurse ragioni,ngioni, di­ spensatespensate lele balle, si sono ritrovateritrovlte nelnel bussolo biancobianco balle dodici et una nel rosso;rosso; 51s~ che restaresla sstabilitatabil ila lala susudetta detta aplicatione,aplicatione, contentandosi ilil reverendissimorevcrendissUno signor PrevostoPrcvosto che sii impiegata inin detta opera ancoaneo lala terza parteparle a luilui toccanteloccante etel ciò a mmaggioreaggiore gloria di Dio, senza pregiudicio della seholscholaa per il mantenimento di dettadella pala»pala...

2 maggio 16831683 ....« .. FinalmenteFinalmente fu ancheam:he propostaproposta parteparte se si doveva concorereconcora-e allaal b r refattioneclattione della mura­mura· glia sopra l'altarel'altare della sudettasudelta scholasehola sino alla spesa di scudi vinticinque e rreestòstò presa con balleballe quindeci affermativeaffermative e negative tre»Ire •..

Adi 2 genaro 16841684 «...... Di più fu dal reverendissimoreverendissimo monsignor PrevostoPrevosto manifestatamanifes tala al sudettosu dello SpecialSpccial Conse­Conse- glio3liO lala ruinamina che minaccia lala chiesa per occasione d'haverd'haver con fabricar lala capellacapell a delladella sudettasudella. venerandaveneranda scola levati i fondamenti adad un cocontrafntraforteorte della colonna che peròpero era necessario porvi subitosubito soccorso; qual parte restò presa con balle tredeci affermative et una negativanegativa concon·­ ferendoferendo perciò autoautoritàrità alli eccellentisimoeccellentisimo signor presidente e signori sindicisindici di provederliprovedcrli a senso d'huomod'huomo savio»savio •..

Adi 1l 0O aprileaprile 11686686 «... .. Fu poi di più propostoproposto inin esso Conseglio Generale di far un baldachinobaldachino bianco perper portar viavia ilil SantissimoSantissimo alli infermiinfermi e restòrestò presa parte a pienepiene voci incaricando didi ciò lala banban­­ ca e di piùpiù se si dovesse crescerecrescere iill salariosalario al servidoreservidore per due scudi,scudi, et fu anco qquestaues ta pre­ sa~a a piene voci»voci ....

24 Adi 22 luglio 1690 •..« .. A' quali fu proproposta:>osta I.la partepane voler al:ttnareaccettare il lagato f,uofatto da quondam reverendo si­Sii­ gnor Don Pietro PerunelliPersanelli aUaalla veneranda scola per impiegare lili derorsidecorsi a far l'espositionel'espositione del Santissimo Sacramento nelle quaranta hore del Carnevale, et anche il MiscrereMiserere nella Quadra­ ~simagesima con musica come dadall suo testamento1I~51amcnto rogato dal signor Luca Sirena alli 4 aprile 1690 appareappare» .... Adi 19 agosto 16901690 •...« ... Al medemo suddetto Conseglio fu proposto dadall reverendissimo signor Prevosto far farefare le cose infrascritte necessarie per la scola, in voce restò runetutte balle. Cii~:Ciioè: prima far aggiustare l'arca dove si ripone il Santissimo nel giovedlgiovedì santo. Secondo: far agiustare la bradella acciò uiastia sodsoda •.. Terw:Terzo: fare fare una continenza grande. Quarto: un pluviale leggiere. Quimo:Quinto: provedprovedereere al servidoreservidore d'una cotta per assistereassiuere ne' giorni santi al SepolcroSepolcro». ...

Adi 22 aprile 1694 .....« ... Di più è stata datta facoltàfacoltil! dalli sudetti signori della veneranda scola al signor Barto­ lomeo Giardino di poter riscotereriscotete il credito di L. 642 planettiplanetti d'argento lala qual parte balottatabllottata è ststataata presa a tutti voti favorevoli».favore:voli ... Adi 7 genagenaroro 1696 ....« .. A' quali fu propostopropostO come in essecutioncessecutione dellidciii ordini commessi da Sua SantitàSantitÌl nel modo d'asosciare il Santissimo Viatico da portarsi alli infermi, trattate diverse cose, fufu stabilito prima provedere una cotta al servitore:servitore della scola da mettersi in similis:mili funtioni;fundoni; secondo: che siino provistiprovis li cinque bastoni per far andare ordinate le processioni. TerzoTerw che si comprino torzetorze di cera da lire 2 l'una l'una numero 40 d.da dispensaredispensare: per accompagnare ilil Santissimo. Per ultimo fu determinato

Adi 5 giugno 1697 «...... Et Et iviivi proposto esser necessario far far un tabernacolo di marmo all'altare di questa scola et ritirarritirar etet far agiustar;giustar l'altarel'altare predetto et far ancaanco lala sacrestia a sera parte con quel mi­ glior derorodecoro fia possibile ad honarhonor etCI gloria di Sua Divina Maestà,Maest', senza spesa di questa scola in quanto al tabernacolo mentre che di presente vi si ritrova bona somma di danaro al fine sudettosudeuo depostodeposto da personepenone pie per far far detto tabernacolotabernacolo con speranza che andaranandaran cre­ sendo&endo altreallft" elemosine per comt1ircompir alleali! spese necessarie».necc:ssarie ...

Adi 151., luglioluglio 1713 «...... Et iviivi è stato esposto che havendo ilil signor CorbarelliCorblre:lli terminataterminata l'operal'opera dell'altaredell'altare: salvo$11'10 cheche il cimicimiere, ere, et facendofacendo istanzaistanza. di voler esser saldato per quello di presente se gli aspetta et perché vi era molta discrepanza circa ilil valutar ilil cimiero per debatterlo dal accordato, comecome pure non essendovi denaro bastante inin cassa delladella scola, et sopra$Opra ciò fattifaui più discorsi, va parte se debbasidebba!i ordinare si faccia anco ilil simiere,simicre, et di potersipoteui valerevalere perper dar alal signorsignor Corbare!liCorbard.li quello di presente se gli deve inin contocontO dell'opera,dell'opera, non essendoessendo bastantibastanli l'elemosinel'elemosine pervenute delle planetplanet lirelire mille pervenute nellanelll scola per conto delladella casa venduta alili signor Santo Maca­Maca· rinello.rinello. AA chi piace ponga!X)ngI lalo. ballaballa nel bussolobussolo bianco, etCl chi non nel rosso.fO$$(). Qual parteparte balottatabalonata è~ statalilla presa con voti affirmativiaffinnativi ritrovatiritrovati nelnel bianco numero 13,13. negativanegatiVI una».un....

Adi l°lO settembreICttembre 1714 «« ...... Et iviivi è~ statosiato esposto che ilil signor,igoor CarbarelliCorbarelli hahl bensìbensl apparentemente'PPlrentemente stabilitastabilita l'opera,l'opera, ma havendohavendo ritrovatoritrovato essere questaqUC1ta inin moltemolte parti difettosadifetto" et mancante ed perper lala qualitàqualit' de' marmi comecome ocularmenteocularmente sisi puòpub vedere,vedere, colcol confronto delladella scritturascrittura capitolarecapitolare: seguitaseguita et perper

25 altre cosecose.. Va parteparte di dar libertàlibertà alli signori sindaci et massaro presente et futtutifuuuri di far cono­cono-­ sceres~re e terminare ogni cosa con dettodeno signor CorbarelliCorbareI!i o per via giudiziaria o de' confidenti etel di poter anco amicabilmenteamkabilmente componerecomponete et operare sino alla totaleIOtale consumatione del tutto.IUIIO. Qual parte balottata è statastala pr('saprrsa a tuttiIUlti voti affirmativi».affirmativio·.

Adi 23 giugno 1715 « ...... Et iviivi è stato esposto che per terminarterminar lele contese vertenti col signorsignor Domenico Corba­ relli per ocasione dell'altaredell'alrare di questa scola da lui fatto senza strepito forense è stato stimato oportuno farne compromesso nella forma qui notatanOtata et lettaIella ad intelligenzaintelligenza di tutti,tutti, onde va parte di conferirvi libertà per la stipulat;onestipulat:one di quello da rogarsi da me cancelliere infrascrittoinfrascritto come nodaronooaro alli suddetti signori sindicisiodici et cassiere, oO lala maggior parte di essi, come stasta et giace. Qual partepartc balottata è statSlalaa presa Ila tutti voti affermativi et niunooiuno negativo»!1cgativo»..

Adi 27 febraro 1717 « .....• E' stato esposto per nomme del reverendissimo monsignor Preposito Polini che haven­ do lui fatte molte spese ad ornamento et decoro di questa chiesa di SS.. Agata etel dovendosi far aggiustar l'organo per il bon incaminamentoincaminamenlO di quello, del quale se ne prevale anche questa scola nelle occasioni etel però instavainstava se alla medesima piaceva di contribuire la somma di scudiSl;udi trenta da L. 7 piccolepiccole l'uno et questa sol volta».

Adi 14 sellembresettembre 1726 « .. .Inoltre va parte di non dover impresimprestaretare a chi si siasia le argenterie di questa scola fuori che alal Domo et per qucst!lquesta chiesa di S. Agata, la qual parte balottata è slatastata presa roncon voti affer­ mativi numero 15, negativi numero uno».

Adi lOlO giugno 1730 « ...... Ne! Nel qual conseglio è stato esposto haver il quondam signor Francesco Rossi in suo ultimo lestamentotestamento 4 ollobreottobre 1685 rogato dal signor Giovan Battista ForForestoesto alias nodaro in Brescia, tra le altre cose lasciatolasciato per salute dell'anima sua fossefossc celebralacelebrata una Messa quotiquotidianadiana perpetua Ila questo altare eett come si legge in dellOdetto testamento, hora intendendo il signor Francesco Toros­ seni herede del predellOpredetto quondam signor Rossi transftransfetireerire l'obbligationel'obbligalione di delladetta Messa nella fabbrica del Novo Domo di questa cillà,città, ha desiderato di haver da questa 5<:olascola iiila riununcia della localitàlocalità per delladetta celebratione,.celebratione». (Archivio parrocchiale di S. Agata in Brucia,Brescia, ""LibroLibro primo delle parti della venvenerandaeranda scuola di S. Agata").

IlII Adi 10IO settembre 1769 « ... a' quali convocaticonvocati è StalOstato esposloesposto da esso nobile signor conte presidente (Annibale Ca·Ca­ lini) essere per il fauualefattuale scoppio delldellee polveri che esiste\'nnoesistevano nella pubblicnpubblica torre alla porta S. Nazaro succsuccedutoerluto nelnellala mattina del dIdi 18 agosto ultimo passato aUealle ore 8 stata rovinalarovinata quasi una quarta parte della ciuàcittà in quelle pertinenze e oltre di ciò per la quantità di grosse pietre portate inin aria e cadute e per il vento formatoformatosisi stato danneggiato non poco anche il copertume didi questaquesta chiesa, ee spezzate tuttetutte llee finestre di essa, tellaritellati e ramane,ramatte, disdisgraziagrazia della quale non èè rimasta essente tullatutta la reSlanterestante città anchanchee ne' siti più rremotiemoti da essa torre e però IUUOtutto che la schuolaschuola non abbia altro obligo che quello deldel mantenimento della propria cappella, ciò noo­non­ stante riflettendo anche delledelle circostanze del nobile e revreverendissimoerendissimo signor conte Don Camillo Martinengo moderno nostro pprevosto,revosto, che oltre al grave dannodanno sofferto in chiesa e nnellaella casa preposiluraleprepositurale ha sofferlOsofferto il diroccamentodiroccamento ancheanche deU'interadell'intera casa antica dall'ortaglia del bene­ ficio, cose tutttuttee che devono da luilui essere risarciterisarcite,, sisi manda parte però di prestarle tutto il pos­pos­ sibile sussidio con condizionecondizione peroperò che il presentepresente caso non abbia mai in alcunalcun tempotempo aa formare

26 esempio, colçol sollevarlo inin primopr:mo luogo del riffornimentoriffomimentO dellidciii tellari,telbri, vetri e ramatta della finestra grande esistenteesistente di prospettopl'05pellO alla cupola delladella schuola, facendolafacendola fare a spesa di que­ sta ..... ,". ».

Adi 4 aprileaprile 1772 «.. ...".Si Si espone pure esservi il pavimentopavimento nella cappella delladelll1 scholaschoht umidissimo e inin pericolo da fofondarsindarsi a causa che sotoSOlO al volto che lo sostiene vi si pongono li cadaveri deidci defunti con­ fratelli e che se ciòdò succedesse, oltre che restarebbe sospesa l'officiatural'offidatura della chiesa, cagionecagione­­ rebbe grand fettorefenore e crollo dell'dell'altare altare e peròpero vedendosi necessario ilil repararvi, si pone parte di dar facoltà alli signori di bancab~nCll di chiamarcn:amar un esperimentato architettoarehile!!o al quale farfar ezzam1-ezzam}­ nare l'occorrentel'occorrente e quaquantonto creda necessità di ripararvitipararvi debbano essi signori didi banca far pron­ tamente farefare: quell'opera che venisvenissese credcredutauta doverosa».dovel'OS3 ....

Adi 27 marzomano 1777 «...... Avendo il signor DanielDanicl Berlendis praticate alcune novità di fabrica nella bottega ter­ ranea nella propria casa nella muraglia a monte parte, eraera alias deldci signorsignor Rizzardi, sita inin que­ sta cittàdilli a mezzo dìdI della cappella deldd SantissimoSantiss!mo Sagramento erettaercna nella cchiesahiesa preposituraleprepositurale di S. Agata, ne fu anche dal zelantezellinte confratello della scola stessa, datadatll notizia agli illustrissimiillustrissimi signori presidente e sindici scaduti, da' quali fu sotto li 7 febrarofebraro prossimo passato convocatoconvocalo ilil Consiglio Speziale e inin esso trattatotranato l'affarel'llffare intorno dettedelle praticate novitànovit1 e restò anche con pluralità di voti fissatafissala lala massima dell'dell'elezione elezione di due sogettisogeni conconfratellifratelli individui di esso Consiglio con le faccoltà della parte stessa appareapparentinti con lala condizione però che dovesserodovessero eleg­ gere un avvocato ed un architettoarchitetto onde uniunititi visitar il luogo e consigliareconsigliare: per lala bona dirrezione&rrezione dell'affare e restaronorestarono de!!ieletti li signorisignori BernardinoBemardino Tozio e VicenzoVicenUl RaineriRaineri traIra gl'altri nominatinominali e balotatibalo[a!Ì e da questi furono elettielclli l'eccellentel'ecccllente signor Tomaso TreTl'C!:Clniccani ed ilil signor Don Gasparo Turbini architetto».architetto ... . (Archivio parrocchialepa"occhiale di S. Agata in Brescia,Brescia, «Libro~Libro secondo delledr:lle partiparli della veneranda scuola di S. Agata»)

III Adi lOIO gennaio 11710710 inin Brescia «Avendo.. Avendo la veneranda scola del Santissimo Sacramento inin S. Agata deliberatto di fabrica­fabrica· rere dalla mensa inin sù l'altl'a1[areare di essa venerandavenC'randa scola 1.'[et ridur lala mensa istessaiuessa nel sito più proprio, furono perciò sin sottoSOltO ilil dì 5, settembresellembre 1707 dal Consiglio della stessa radunatoradunato nel luogoluogo solito eletti per far fare la fabbricafabbriCli sudettasudeua lili signosignoriri Geronimo Assi, Giovani Antonio SarottiSaroni etet Alessio d'Antoniy con piena facoltàt.cok~ come dalla parte presa sotto il dìdl sudetto alla quale etc etc[ havendo li detti signori eletti nel decorso di questoqoesto tempotempo fattefaltc lele ezatteeulte et possibili dilligenzedilligenze per haver un bon dissegnodisS<'gno sul sittosillo cheçhe vi si ritrova etet fattine far diversi da piùpiù professori det­del­ l'arte,l'arte, finalmente hanno stimato bene appigliarsi a quello ezzibitoezzlbi[o dal infrascrittoinfrascrillo signor Do­D0- menico Corbarelli,Corbare!!i, che restaresla dal medesimo sottoscritto,solloscriuo, come purplir da signor Assi sudettosudcllo ad oaniogni bon finefine et effettoeffetto.. Hora desiderando lili dettidelli signori eeletti,letti, che fanno inin nome delladella detta veneranda scola dar essecutioneessccu[ione a quanto sono stati incaricati nella parte che da dettodetto conseglio fù presa come sopra et doppo molti discorsi fattifani con ilil signorsignor Domenico CorbarelliCorb3relli che si è ezze:bittoezzebi tto far l'opel'lal'opeN istessaistessa a tutte sue spese et ilil tutto dar posto inin opera à tutto[UIIO suo rischio e danno comecome commodo et incommodoincommodo con far ilil tuttotutto inin bona laudabilelaudabile et perfetta forma secondo ilil detto disegno etat capitoli infrascritti:infrascritti: etct ilà ordine corinto et ciò nelnel tempo d'anni due correnti 1.'[et prossimi futurifuturi da principiarsi ilil giorno d'hoggi; con questoqueslo peròpero che alla fine dell'estate prossima esessoso Domenico Corbarelli habbiahabbia posto qualche parte di tal lavoriero in opera etet coscosIì di man in mano andar proseguendoproseguendo cosìcosi che dentro deldci tempotempo sudetto habbia ilil tutto perfezionato et posto inin opera

27 come sopra, dovendo anco tanto le colonne:colonne come tutti li marmi fare che siano lustri à specchio. I!Il che lele: dette parti ciovè li detti signori eletti qui presenti che fanno in nome di detta veneranda scola, et il detto signor Corbarelli qui pur presente che fa per se etc. et che promette et invio­ !abilmentelabilmente si ohligaobliga di fare et adempire a quanto contiene la presente scrittura, hanno fatto et fanno per il pretio elet stahilittostabilitto mercato di scudi duemilla e due:due cento da lire sette piccoli l'uno con più quella cortasiacorta sia che fatta l'operal'opera commandarà il sisignorgnor Geronimo Assi presidente di detta scola et uno de signori eletti come sopra al che adessoadesso par allhora s'aquieta e promettepromette aquietarsi esso signor Corbarelli ogni et qualunque occasione remossa per patto eetc.tc. Più contenta esso signor Corbarelli che la detta veneranda scola possa aver per la somma di scudi cinquecento, due anni di tempo al pagamento doppo posto da esso signor Corbarelli il tutto in opera, pagando però detta veneranda scola circa la mettà di essi scudi cinquecento dentro d'un annoanno doppo danodatto dal detto signor Corbarelli il tuttorutto in opera come sopra; et il resto dentro del!'annodell'anno suseguente eett taletale aspetto sanza interesse alcuno per patto eetctc . E perché il denaro lliberoibero eh si ritrova presentemente havere la detta venerandaveneranda scola con più le oblattioni fatte dà signori della Parocchia,Parocchia, non arrivano à poter adempire a detta spesa non ostante l'aspetto sudtttosudt.tto per lala somma come sopra, intendono perciò li detti signori eletti che il detto signor Corbarelli sospendi à far ilil cimiero sin à loroloro ordine per la qual causa doverà poi esser debattuta da pretio ssudettoudetto quella somma che dà periti sarà terminattaterminatla havuta in consideratiom:consideratione tultatutta l'operal'opera al pretioprettO suddetto restando però semprsempree obligato il signor Corba­ relli a ogni richiesta di detti signori eletti in quel pretiopretio istesso :-het'he rerestarà starà debattuto far quan­ documque detto cimiero et ponerloponerlo in opera à tutte sue spese a rischio commodo et incommodo et doverà anco preventivamente far due modelli di detto cimiero, uno secondo il dissegno, et l'l'altroaltro à qualche altra sua bella inventione acciò li signori eletti possano appigliarsi ài\. quello che gli fosse di più bon loro guStogusto e genio. Non potendo all'incotro denadetta veneranda scola far fare detto cimiero dà altri che dà detto signor Corbarelli et ciò al detto pretio come SOpf3sopra fermo peròpero sempre l'aspetto suddetto, tantotanto per la parte che hora resta stabilitta et ordinanaordinatta di fare, quanto che resterà da farsi come sopra mà ad rattam non potendo ne meno detto signor Corba­Corba­ relli pretender cosa alcuna per il dissegno suddetto, né per li modelli sopra

28 vivo ddladella mostra e che l'affricano sia anchanchee esso più bello al cui effetto doverldoverà esseesserr di quello di cava di Madarna eett senza che la detta veneranda scola habbia da sentir spesa alcuna,alcuna, ne meno de marengoni ò altri operarii, né in mover e riponer l'all'altartar, né in poner quanto vi vuole in operaopera,, né in Clb:inacalzina qua-:lrelliquadrelli o altro matteriale ò ponti Òò altro, che ocrorresse,occorresse, mimà il tutto sia a spese di detto Corbarelli il che tutto s's'intendaintenda anche per il cimiero quando si faràfad dal detto signor Corbarelli come $Opa.sopra. II - Q)eChe detto signor Corbarelli sia pur tenuto là sue Spc:$espese far levar la lesena per allargar la veduta ddell'ell'aba altarere con far poi aggiuaggiustarstar la rottura in formaforma etc,etc. III - Che detto signor Corbarelli habbia da fare il gradino novo in forma che sii capaccapacee ddii sei ccandeglieriandeglieri con quattoquatro vasi di fiori e che nel mezzo vi resti il sitto dclladella croce come an­ che del TabernaTabernacolinocolino da puotervelopuolervelo ponereponete a piacimento detladella veneranda scola, Òò levabile,levabile, Òò stabile, come alla medemedesimasima paressepaI"e$sc in ognognii tempo,tempo. nnIIII - Il rugorugolonelone o zoa.:olozoccolo sotto là primi piedestalli delle colonne doverà.doverà esso signosignorr Corbarelli farlo di marmo macchiato detto di ca\'ecave ddii VakamoniOl_Valcamonica. V - Tutte lele bazze e cimase de medesmedesimiimi primi piedestalli doveranndoverannoo essere di marmo fino di Carara, con li suoi fusti ne quali tanto nelle loro maestàmaestl come nelli suoi fianchi vi sarannosaranno montatti li suoi specchi di miscio affricano come si vede rappresentatorappresentatO nelne! disegno di bella, bona e perfetta qualità.qualità et come nel primo capitolo li quali sarano attorniatti con il suo cordoncinocordoncino,, Òò guzietta rilevatta e suo lilistelloste:llo di parangone per dar risalto i\à sudetti riporti. E sei faràfad detti cordoncini angolari et nelli angoli li suoi bottonibononi rimessi d'altra macchiamatthia a buon gusto. VI - Secondo rugolone sopra le cornici de medesimjmedesimi piedestalli dimostranodimostratto nelnel disse­disse- gno sar~sarà di PoncevPoncevereere di GGenovaenova della qualità veduta e scielta dalli suddetti deputatti.deputatti. VVIIII - L'ordine de serondisecondi piedpiedestalliestalli dovéciové bazze e cimazze de medesimi doveràdover~ esser di marmo sudetto di Carara con i suoi fusti pure di dellOdetto marmo ne quali vi saranno riportatti li suoi specchiy di sguardo e bianchobiancho di Francia di bella et allegraBllegra qualità et come di sopra nel primo capitolo e confacenti alle collonne d'intorno à quali vi saranno purepure li suosuoii listlistellielli di paragonparagonee con ssuaua guzietla,guzietta, o cordoncino, rilevatta,rilevatla, e tantotantO doverà seguitare nel parapettino che cammina ndnel mezzomc:zw con l'ordinel'ordine di detti piedestalli sopra il quale vi saranno trétn! cherubini aggrappatti che saranno di marmo fino di CararaCa rara qualqualee guscietta o cordroncino do\'uàdoverà esser angolato et in tutto come sopra,sopra. VIII - Le quattro bazze deUedelle collonne con le su~sue controba7.Zt:controbazze devono essere fattefatte di marmar­­ mo fino di Carara e saranno le prime di tutta rottondità e con sua giusta proportione.proportione, Le quattro collonne dimostratte nel dissegno di sguardo e bianchobiancho di Francia di bella, bona, perfetta et allegtaallegra qualità più delladella mostra suddetta,suddetta, come soprasopra devono essere di tultatutta rotton­rotton­ ditlldità e tutte d'un pezzo di brazzabl"llZU quatro e mezzo di misura bresciana, dritte e non rinorte;rittorte; eett non tassellatttassellattee et seconsecondodo l'ordine"ordine dimostrato nel dissegno, ben fussellate e s\'e!te,svelte, e della gros­ seZ2sezzaa e giusta proportione.proportione. XIXI - Li quatro pilastri dietrodietro alle medesime collonne ddoverannooveranno esser di giallo e neronero di Portovenere dimostratti ne!nel didissegnossegno et à suddetti ddeputatieputati ezzebittane la mostra di detto marmo come soprasopra et le sue allette là lati di detti pilastri dimostranedimostratte essere d'affricano questequeste doveranno essere di PonceveraPoncevera di Genova della qualità stessa scielscieltata dlldà signosignoriri deputati e li due guwoniguzzioni fra ddettietti pillastri dove sono dissegnatdissegnatee le due statue, questo san.nnosaranno investiti e riportatti di mischio affTicanoaffricano ddellaella qualitlqualità come sopra, diviso da duduee listeUilistelli di paragone per haverne ben risalto e riquadratiriquadrati con guziettasuzietta rilevatta di marmo fino di Carara corrispondente l'ordine detto da piedestalli per havernhavernee bona consonanza ctet ordine,ordine. XXIIII - Il tellaro ò sia riquadratto ddellaella palla comcomee dissegnatto si vede ququestoesto doverà esser fatto di marmo fino di Carara con il susuoo mezz'oculo o cordoncino rillevatto à tutte due lele parti nel mezzo ddelleelle quali vi sarà rrimessaimessa la ssuaua macchiaItUItthia di broccatbroccatellocllo di Spagna della qualitlqualità e bel­ lezza ezzebitta la medesimi signori deputatideputati,, la qualqualee: sari.sarà ricevuta o divisa da due listlistellielli di pa-

29 ragoneragone e ciò perché essendo lala parte pitIpiù riguariguardevolerdevole dell'opera, così inin qualità di marmi e di lavorolavoro essere deve distinta. XIII - Li quatto capitelli sopra le quattro collonne devono esser di marmo fino di Carara di tuttaIUtta rotonditàrotondirà d'ordine corinto et intagEattiintagHani secondo le regole prescritte a taltal ordineordine;; così parimenteparimentI' lili contro capitelli doveranno esser lavorati,lavorati, con lala sstessatessa ordinattioneordinauione delli quatroquatTO ro­ro­ tondi. XlIII - L'architraveL'architrave e cornice ornamenti che compiscono ilil suddettosuddetto ordine dell'opera come mostra il dissegno con sue spezzature e rissalti orrdinatti àii giusta proportione e secondo l'ordinel'ordine del medesimo dissegdissegnono ee sua pianta saranno di marmo suddetto fino di Carara con suoi membri dispartiti à buon gusto e proportione frà quali vi sarà ilil suo freggio, che sarà di sguardo e biancho di Francia della qualità e bellezzabeI1ezza come sopra corrispondente alle collonnemUonne e sottoSotto la cornice di meno, lala quale doveràdoverà fare il suo risalto,::Salto, come lo dimostra il dissegno; vi saranno due teste di cherubino unite assieme che saranno di marmo fino suddetto di Carara elet che dettadetm cornice eett architrave siano destrebuticiamente,destrehutidamcnte, lili pezzipel'!l'!i ben ordinati e sanza tassellitasselli così che non s'habbiano a vedere conissure solo quelle che si vanno ad unire con li carta!onieartaloni mà che ancor essi siano ben commessi. XV - Li due remenattircmenatti sopra la cornice principianti il secondosecondo ordine devono essere com­ posti comecomél mostra il dissegnodissegno,, et à bon gusgusto,to, li quali saranno di marmo fino di Carara. XVI - Doverà parimenti essere fatto uno zoccolo, ò sia rugolone immediate sopra la cor­ nice dimostratto nel dissegno d'alt=ad'altezza proportionatta allall'opera,'opera, il ququaleale sebene non si vede esprespressoesso totalmente nel dissegno per la prospettiva che toglie la visiva deve peròpero caminare con l'ordine di tutta la cornice s;osin dove termina il vivo della prima col1onnacollonna il quale doverà essere di macchia di nero e giaUogiallo di Porto VenereVenerI' con sua oornidettacornicietta ò sia cordone sopra di marmo di Carara finofino.. XVIIXVII - Li due cartelloni o sian scartoujscartozzi con vezzi che formano l'alzatto di detto secondo ordine doveranno essere di marmo fino di Carara nellaneUa maestà de' quali come dissegnato si vede vi deverà essere il suo riporto di bardiglio didi Genova, ò a1tmaltra macchia come meglio ... il quale vi doveranno esser riportattiriportaui pendenti li suoisuoi fiori o campane11icampanelli pure di mamarmormo fino di Carara.Carara. XVllIXVIII - La maestà o piano di detto ordine dove è dissegnatto il Padre Eterno e lo Spirito Santo questa parte doverà esser fattafalla concava cosicosì portando l'ordine dell'operadell'opera la quale sarà com­ posta con una fadafacia d'intorno di verdone di Genova separatta dà corniciellacornicietta ò cordone di marmo fino di Carara eett il rimanente del vano di sguardo di Francia della qualità come sopra attornianoattorniatto da un listelloliste110 di paragone perché habbi rissalto e bon gustogusto.. XVIIUXVII II - La cornice sopra dcidel medesimomedesimo sarà di marmo fino di Carar-a,Carara, la quale caminerà pure con l'ordine dimostratto e doverà esser di proportione aggiustatta sopra ddellaeUa quale vi doveranno esser li suoi festonifes toni e scartozzi di detto marmo fino intagliatti come mostra il dissegno e secondo parerà aUaalla prudenza e cognittione di detto signor CorharelliCorbarelli di mettemetterere detto orna­orna­ mento: per averne miglior gusto e comparsa, previo però l'aviso et approvatlÌoneapprovattione di detti signorisignori eletti. XX - Il PadrPadree Eterno dimostrallodimostratto doverà esseesserr di marmo fino di CauraCarara e le nuvole ehI'che lolo circondano doveunnodoveranno esser di marmo biggio color d'aria di Valcamonica o vero di bardiglio di Genova chiaro secondo sarà conosciuto megliore con l'esperienza ne ppraticaràraticarà il detto signor CorbCorbarelliare11i et che parerà alli detti signori eletti.eletti. XXI -- Lo Spirito Santo doveràdoverà esseresser didi mamarmormo fino di Carara concon i suoi ragggi di ramramee adorato a fuoco.fuoco. XXII -- Tutte lele statue aall numero didi sette che in dissegnodissegno sisi vedono espresse cioècioè duedue virlùvirtù fràfrà lele co11oone,collonne, una la Fede ee l"altral'altra la Carità, di aht"ZZaaltezza à giusta proportione qual vien asse-rtaasserta dada detto signor CorbareHiCorbarelli esser di brazza tre et oncieoncie una per cadaunacadauna di dette statue compreso ilil suo pcduzzopeduzzo ò zoccolo d'altezza didi oncie una ee mezza;mezza ; due Angioli soprasopra lili remenetti, due puttini soprasopra le due cornicicornici latter-ali,latterali, ed ilil PadrPadree Eterno di sopra detta,detta, tuttetutte doveranno

30 esser di marmo finofino di Carara fattefatte tuttetutte àii giusta proportioneproportione dell'opera et parpar manomano di bono,bono, peritoperito etet perfettoperfetto maestromaestro.. Et per maggiorfIUlggior cautione di detta venerandaveneranda scola, etet perper l'intieral'intiera osservanza et adempimentoadempimento di tuttetutte lele cose nella presente contenuterontenute ilil detto signor DomenicoDomeniro Corbarelli che fafa per sese etc. haha presentattopresentatto e presenta perper suasua segurtàsegurtil secosero principaliterprincipaliter et inin solidum obligattaobligalta ilil signorsignor FranFran·­ cesco Nigra ilil qual qui presentepresente et agenteagente per sese etc. sisi è constituito e volontariamentevolontariamente sisi consti­ronsti· tuiscetuisce segurtàsegurtl principaliter et inin solidum obligandosi con esso signor CorbarelliCorbarclli etet cadauno di loroloro verso detta venerandaveneranda scola perper ilil pontuale adempimento et essecutione di tuttetutte le cose nellanella presente contenutecontenute stipulantistipulanti et accettanti inin nome della medesimamedesima liti detti signori elettidetti della qual peròpero segurtàsegurtl ilil predetto signor CorbarelliCorb:uelli ha promessopromesso et promette di rilevarrilevar et con­con· servar dettodelto signor Giovan FrancescoFranc:esco Nigra,Nigra. et lili suoi beni sotto pena etc. promettendo etc. obligando etcetc.. renunciandorenunciando etc.elc. etet detti detti inin solidumsolidumobligatti obligatti al beneficio delle novenove et vecchvecchieie constitutionicon$titulioni di duduee ec più reirei obligatti alli StaStaluni tutti di Brescia etel ad ogni altra leggelegge ò StaSlatullO tutto che li puotessepuotesse esser favorevole.favorevole. CerciorattiCcrcioratti tuttitutti di questo etc. renonciandorenonciando all'eccectione.all'etteelÌone. lol o Domenico CorbarelliCorbarelli promettoprometto e mi obligo a quanto di sopra etcelc.. lolo Gian FrancescoFrancesco Nigra affermo e promettopromeno quanto di sopra.sopra. GerolamoGerolamo Assi presidentepresidente afermoaferrno quanto di soprasopra.. lo Giovanni Antonio Sarotti afermoaferrno quanto ddii sopra inin nome ddii detta veneranda scolascola. lo Aless;oAlcss:o dedc AntoniyAmoniy afermoderma quanto di sopra in nome di dettadena venerandavencrnnda scola. lo PietroPietro RavelloRavello fui presentepresente perper testimonio. testimonio. lo FrancescoFraocesco Assi fuifui presentepresenle per testimonio.testimonio. lolo Leonardo Assi ho pubblicato il presentepresente d'ordine et consenso ddelleelle parti suddette e fui presentepresente..

AdAdii dellOdetto lol o sottoscritto ricevoricevo inoltreinoltre dal detto signor Leonardo Piazzoni tesorieretesoriere di dettadella vene­vene· randaranda scola altre lire nonanta cinque soldi sedici dicodko picole -• L. 95:9': 1616.. Domenico CorbarelliCorbarelli EtEt per altre somme apparenti dal presente scritto ce fogliofoglio uno tergotergo in due poste statte pagatte al detto signor Corbarelli piccole L. 3136:-.3136:- . EtEl perper li IIUIrmimarmi accettati daldal ddettoetto ssigignornor Corbarelli come là deltOdetto folio uno tergo perper il pretio che sarà terminato dadall signosignorr Girolamo Assi presidente che sono piccolepiccole L 340:-}40:-..

1710:1710: 26 aprile Conti dal signor AlAlessioessio d'Amoned'Antone al ddettoetto signor CorbarelliCorbarclli come da riceputariccputa appresso al medemo signor Alessio piccolpiccolee L. 22752275:18.:18. Adi 15l' maggio Conti ddalal sudetto ala! detto signor CorbaCorbarellirelli come da riceputariccputn appresso aall medemomerlemo signor Alessio piccole L. 820:}.820:3. Adi 30 dicembre Deve dare il sudetto signor Corbarelli come da susuaa riceputa appreappressosso il detto signor Ale~sio piccole L. 1056:4.

1711: 10IO agosto Deve dardaree il sudetto signor Corbarelli contolicontali dal signorsignor Alessio ppiccoleiccole L.L. 474: 1-1-..

171217 12 adladi 13 maggio Deve il sudcltosudetto CorbarclliCorbarelli L. 3'0350 aute dal signor Girolamo AsAssisi per elemosina che fafa alla suddetta veneranda scola come da riceputa cchehe rrestaesta appresso alal signor d'Antoniy dico L. 3'0:-.350:-.

31 Ad}Adì 24 genaro 1714 Contoli dal signor Leonardo Piazzoni L. 1707:1707:6 6..

1714: 20 agosto ContoliContali dal sudetto signor Piazzoni L. 700.

AdIAdì lO decembre ConContolitali dal detto LL.. 2100.

A tergo: ..«Scrittura Scrittura per l'altare deUadella veneranda scola di S. Agata con ilil signor CorbaCorbarelli».reUi». (Archivio parrocchiale di SS.. Agata in BrerciaBrescia Colto XI n.n. 45 ..«Carte Carte relative alla facitura dell'al­ tartaree del SantirsimoSantissimo Sacramento in S. Agata arsuntaassunta da CoCorbarellirbarelli Domenico»).

IV

Seguì$egul sin l'anno 1710 à lO Genaro scrittura di contratto con li signori Girolamo Assi,Assi, Giovanni Antonio SaTottiSarotti ce Alessio di Antoniy, il primo presidente et li due sindici della vve­e­ neranda scola del Santissimo Sacramento d(~dl~t·._Agata. Agata con Domenico Corbarelli per la faccittura dell'altare di marmi di detta veneranda scoTascola ordinato al dissegno et capitoli per il prezzo e stabstabilitoilito mercato di scudiSOldi 2200; con più quella ricognizione che avessiavessi comandato il signor prpresidente,esidente, et uno de signori eletti per patto eetc.tc. Pose mano Corbarelli all'opera e condusse a termine per il tempo accordato la parteparte delli lavori e ne fece la reposizione; etet successivamente prosegulproseguì con il rimanente delli lavori secondo il convenuto senza il cimiero di detto altaraltaree et era già in punto di ponerli in opera quando li sodetti signori dettieletti divisorono di alzar la capella perche avessi miglior proportione di cheche aveva, e ne chichieseroesero parere anco al CorbCorbarelli,aTelli, che glie l'apl'aprovòrovò ma col riflesso che n«essarionecessario era trovar prima rimedio per alzar ancor l'operal'opera di detto altare per ordinaordinariaria con la posspossibilibil pro­ prietà, onde ora fu data da signori elettidetti comesso l'ordinel'ordine al detto Corbarelli, qual applicò e fu stabilito di rifare il secondo ordine dcde piedestalli, piedestalli, che già erano posti in opera, e ne fu datOdato da signori dettieletti l'ordine al CorbareUiCorbarelli di prontamente esseguirlo,esseguirIo, cconon l'obbligol'obhligo a signori eletti di supplir alla spesa etc. e terminatoterminato detto lavoro, nene fece la ripositione, con tutti gl'altri lavori secondo iliill convenuto inin pace e con agradimento.agTlldimento. Restò dunque a farsi il cimiero di detto altare, il quale era pur necessario alzare per cori­cori­ sponder in proportione ma non essendo risolto dà signori eletti ddarnearne l'ordine,l'ordine, come era con­ venuto, che si doveva restar in concerto, non tanto per dòciò riguardava l'acresimento, che per la mutazione, parvparvee à signorisignori eletti d'anuir i Corbarelli con loroloro mandato per parte de gli'illu­gli'illu o strissimi signori Consoli ddee QuanieriQuartieri 7 agosto 1713 perché dovessi detto Corbarelli dar mano all'opera di detto cimiero, al quale, con tutta rassegnatione con prodotta 9 agosto detto fù da Corbarelli risposto che era prontissimo à dar essecutioessecutionene a quanto era tenuto con quellequ ell e espres­ sioni come in essa prodotta. FeceFece dunque Corbarel1iCorbarelli il modello di detto cimiero, e fù presentatopresentato à detti ssignoriignori eletti, che fù approvato,approvato, e si come variava, slsi iinD fattura, come nelli marmi, dal suo obligo, fù stabilito reciprocamreciprocamenteente fra le parti di star à raggione col rimettersi alla cognitione de periti. Terminò Corbarelli l'opera tutta delldell'altare,'altare, come sta e giace, nel mese di lugliolu glio 1714 e fece instanza à signori eletti per che ffosseosse riconosciriconosciuta,uta, e se veramente ordinata secondo il con·con­ vvenuto,enuto, et à norma de' capitoli, come per l'importo delle aggiunte, siSL de secondi piedistalli, come del cimiero et alno,altro, fuori dell'accordatodell' accordato in scrittUscritturaTll e capitoli, e ne fù anco essebitaessebita dal Corbarelli à~ signori eleuieletti la polizza di dette opperationi di più fattefarte risultaterisuhate in lire 1680,1680, e fù 5tabilitostabilito con detto Corbarelli nella cappellacappella di detta venerandaveneranda scola, che fossero eleelettitti periti

32 StaStampampa auslriacaaustriaca con l'effigel'eflige del carcardinaldinll CuerQuerini.ini. GavardoGavardo,, S. Maria degli AngeliAngeli.. BBrescia,rescia, cchiesahiesa didi S.S. AgataAgata,, CristoCristo mortomorto (fot.(fot. RRapuzzi)apuzzi) BBrescia,rescia, chiesachiesa did i S.S . GiovGiovanni,anni, CristoCristo morto (fol(fot.. Rapuzzl)Rapuzzi) Brescia,Brescia, chiesa didi S. Agata, AltareAltare del SS.SS. Sacramento o 'E CII E ~ () co Cf) cri Cf)

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BrescBresciaia,, chiesachiesa di S.S. Agata, La Carità (S.(S. Calegari)Calegarl) uno per parteparte ma perpe r che per parte de signori elettieletti non si veniva alla dehnittivadcfinittiva per taltal ele­ zione, tuttotullo che dal CorbarelliCorbareHi fosse già stato elettodetto per sua parte la persona del signor Bene­ detto Piacetti, e consegnatone lala nota, e per che ilil Corbarelli oltre lala sua prettesaprcttesa per lele ag­ag_ giunte, et opperationi fattefalle fuori del luilui obbligo come sopra, andava crescere del prezzo accoraccor­­ dato circa scudi 300, e che dell'uno, e dell'altradell'altra ne viveva digiuno con gran danno et agitatione se ne viveva, rimarcando massime lala poca premura v'era per parte di dettideui signori eletti di vederne ilil fine.fine. FinalmenteFinalmente CorbarelliCorbardli per star luntano da ogni disordine e di portareporlare appo ognuno e massime da suddetti signori eletti tuttitutti gli atti di rispetto, e di stima, fù necessitato à piegarsi ad aderir alla volontà di detti signori eletti al elezione di due signori arbitri confidenti e furono scielti le persone dei signori Giovan Battista Zola et Andrea Veneziani, ilil primo per lala parte del Corbarelli, il secondo per la veneranda scola, à qualiquali,, inin virtù del compromesso 27 giugno 1715 regatoregato dal signor Pietro Giacomo Serioli, fù conferta autorità di stabilire e termi­ nare ogni cosa e come in esso. Segu1Segui finalmente la terminatione di sodettisodeui signori arbitri nel ssusseguenteusseguente anno 1716 24 marzo,mano, ma avanti di venir all'atto di deliberar cosa alcuna, e per averne ogni essatto conto del ordine dell'opera in corpo, se canfaccente àil. capitoli accordati, come per ogn'altro loroloro giusto riguardo, convennero unanimi di provedersi d'un perito ddell'arte,ell'arte, e professore per far osservare se Corbarelli fatta e condotta avessi ll'opera'opera di detto altare à conformità dell'accordato, come per liquidare gli acresimenti fatti in detta opera, al quaLqual effetto elessero concordi la perper­­ sona del signor Paolo CimbineUi"Cimbinelli" detto Puignago, il quale, come in sua terminaiioneterminatione giurata del 13 Febraio 17161716 dichiara non solo per ciò riguarda all'obbligoa!l'obbligo assontoassento dal Corbarelli esser adempiuto ma ancora per li accresimentiaccresimemi fattifani per la somma di lire 1390. Osservata dal CorbaCorba­­ rdIirelli detta terminatione de signori arbitri, et osservatoosservatO che nel sl:

33 Rimanendo dunque l'affarel'affare inin taltal misura e vivendo ilil Corbarelli digiunodi giuno di tantotanto tempo,tempo, non solo del denarodenaro,, che inin virtù della scrittura d'accordo andava realmenterealmente creditorecredilOre come anco della ricognitione patuita, et acrescimenti,acrescimenti, di scudi 300 incirca,incirca, ss'indusse'indusse ili\ Corbarelli,Corbarelli, cosìcosi con­con· sigliato dal quondam Francesco Grossi, à ricever dal signor Piazzoni il danaro puramentepuramente resiresi·­ duario dell'opera inin somma di L. 1706 soldi 1.515 risultante dal conto fatto dal signor Piazzoni, il qualequale però non si admette del medemo denaro ne feccefcçce Corbarelli sottoSOtto detto conto la rice­rice· putapula inin conto dell'operadell'opera dell'altare,dell'altare, senza altra dichiarazione. E per che nellanella terminationeterminatione me­ demadema de signori arbitri,arbitri, oltre lele cose di sopra espresse,espresse, ciovédové nel primo e secondoscçondo capitolo,capitOlo, fù in terzo luogo obbligato CorbarelliCorbarelli à levare li laterali al gradino fattifani di marmo di Carara, dove s'appongono li candellieri, e continuar ilil medemomooemo gradinogrndino con marmi corelativamente. Perciò Corharel1iCorbarelli à ciò con fondamento rispondere che dal perito non n'è fatto mentionementione alcuna, come lo doveva fare, et espesprimerlorimerlo ma anci chiaramentechiaramente d:lchiara esser stato dal CorbarelliCorhareUi adempitoadempilO inin tutto al suo doveredovere,, solo esprimendo che il Corbarelli ad altro non sia obligatoobligato chchee ad abbonare alla veneranda scola il marmo avuto indietroindietro et estimato etc. AlAI che non disentirà dettodetlo Corba­Corba· relli, quando dalla veneranda scola li sian pagate dette L. 340, oltreoltre L. 400; e come dalla sodetta dichiaraziondichiarazionee ee fede Zola, di che spera esser essaudito,essaudito, comcomee effetto di pura giustizia, poiché se peperr incuria,incuria, ò inavertenza, non deve restarrestar pregiudicato il poveropovero artefice delladella mercede dovu·dovu­ tali.tali. Oltre di che mai potrebbe esser ggiustoiusto il giudizio e tterminationeerminatione de medesimimedesimi arbitri nelnel scçondosecondo capitolo di dardaree al CorharelliCorbarelli ddelleelle L. 1390 stabilitstabilitee dal perito,perilO, come sopra, solo L. 400, senza essere manifestomanifesto,, ò dal perito medesimo o da detti signori arbitri la giustagiusta causa d'und'un dibasso cosicosì fuori, e lontano da ogni convenienza di L. 990 oltroltree la recognitionereoognitione patuita come s'è detto, poiché si tratta di capitale e mercede dovuta al povero artefiartefice;ce; di tanto dunqudunquee spera il CorbarelliCorbarelli esser essaudito dalla retta e cristiana prudenzapmdenza delle signori presidenti e sindici di detta veneranda scola come da chiunque ddelleelle medema saranno considerate le suddettsuddettee giustegiuste e sincere cose rappresentate e che mai saranno per permettere o absentire che le fatiche e sostanze dell'operario cedino à pròpro di cui èè padronepadronc e dispensatore del tutto. (Colloc(/:tio1/(Collocazione~ : come il pruedcnleprecedente).). v

Mancamenti che si ritrova nel altaraltaree di marmo fatto il signor Domenico Corbarel!iCorbarelli alla vvenerandaeneranda scola del Sacramento in SS.. Agata dové:ciové: Li lfestoniestoni del simiero non 50nosono compiti di marmo ma di gesso. uLe vene nel Padre Eterno con ogni altra statua appaapparere tropo nerenere.. Per li capitelli sopra le colone esseresseree solo il prospetto di marmo bianco. Per li simieri delldellee dette colonne essere molto bmtIÌbrutti machiati di nero comcomee anche il friso bianco sopra dettdettee colonncolonne.e. Il mancamento della statua a partpartee ddestraestra che è troppo notabile non eesseressere corrispondentecorrispondente a ququellaella della parte sinistra.sinistra. E' troppo notahilenotabile li marmi posti in opera nelli abasamenti delle colonne dovciovéé li marmi bianchi per essere marmi non maturimaturi per essere di prima cavati.cavata. Deve adempireadempire di pipietraetra lustra dietrodietro al gradino avovee posta lili candelieri.candelieri. Per il mancamento del gradino suddetto per non eesseresse re compito e non esseesserere alto il dovere a l'accordato perché altraoltra ,'abonarl'abonar il marmo postovi di meno deve ...... per ilil difetto a quolloqucllo stavastava dalli molti illustri signori arbitri terminato comcomee per tuttitutti li altri difetti per esesseresere troppo ristretto il sito dove è posto ilil PadrPadree Eterno.Eterno. Si deve riflettere alle statue del simiero come le altre non esseresseree a lustrolustro e speggiospeggio come l'accordato. Il raggio atorno al Spirito Santo devedeve essere adoratoadorato à focofoco in perfetta forma.forma. Deve bonificarebonificare lili marmi del secondo basamento chchee prima avavevaeva fatti e ddii poipoi dada eessosso

3434 receuti indietro per avere tal secondo oordinerdine rinovato, e li tolti indietro non avevano magge onde ...... è diffetto dell'adell'ariaria in quelli rinovatirinovali che sono machiati. Le contra colonne non dimostrano quanquantoto conù:nccontiene il dissegno. (Collocazion~:(Collocazione: com~come il pr~ud~nu).precedente).

VI

AdìAdI 24 marzo 171617 16 «Atteso il compromesso del di 27 giugno 1715 seguito tratfa il molto illustre Giovan Anto­ nio Serotti,Seratti, Andrea Archetti sinsindici,did, e Leonardo PlazzoniPi1l72Oni cassiere della veneranda schola del Santissimo Sacramento di S. Agata di Brescia da una et il sig!lorsignor Domenico Corb.Corbarellirelli dal­ l'altral'altn per llee vicendevoli prettese, quali sono state rimesserlmesse in noinoi sottoscritti, di componecomponer,r, giu·giu­ dicar, terminar amicabihnenteamicabilmente come iinn quello. Veduta perciò lala scrittura del contraltocontratto fatta tratn detti signori con il detto Corbarelli per la faciturabdtun dell'.lt.redell'altare di marmo del SantissimoSantissimo in detta chiesa del dIdì 16 genaro 1710 et bene considerata con tutti li suoi capitoli, anche con il dissegno alla visione del medemomedemo altare construto et inCOntrntoincontrato anche a parteparte per partepatte con il medesimo dissegno, con l'assistl'assistenzaenza di perito et assontassontee le dovute informatiooiinformationi didichiariamo,chiariamo, componiamo et amicabilmemeamicabilmente arbitriamo:arbitriamo: Primo: che detti signori sisinnd; dicid e cassiere eletti sisianoano tenutenu ti a pagarepagare .1al detto ssignorignor Cor­ barelliba relli lala summa acromataaccordata nellanc:lla scrittura 10lO genaro 17101710. SecoSecondo:ndo: che per la fattura(allura marmi, et materiale che avesse posto il Corb.rclliCorbarelli in dellOdetto altare, siano tenuti i ddettietti signori sindici e cassiecassierere pagare al sodeuosodetto lirelire quallroquattro cento picpic­. cole, et ciò per lullOtutto quello potesse prettendereprettendere da deuidetti signosignoriri sindicisindici.. Terzo: che sia tenuto il signor Corb3relliCorbarelli i laterali dcidel gradino fatti di marmo di Carara, dovdovee s's'appogianoappogiano li candellieri, levatlilevarli et continuare li medemi gradini con i marmi che sono in quello, acrompagnandoaccompagnando la fattura con tuttatUlla bellazabellezza,, et arre,arte, et che il detto gradino sia construlloconstrutto in longhezzal o~ tale eheche commodamente possano C1Ipirvicapirvi sei candellicandellierieri .et altro giusto il capitolo VIII della scrittura anonciata 1710,1710, come anche quando i raggi non fossero ado­ rati a forofoco a sue spese, quando li fatti non siano talitali,, che ciò doveridoverà esser giudicato da pel'!itopetito dell'artedell' arte lisentiando anche le parti da qualonque altre prettesepreltese che avessero per causa di dettadella fabrica, e ciò per ogni miglior modo»modo .. Giovan BattistaBallistA Zola arbitroarbitro Andrea VenezianiVeneziani ararbitrobitro

Li Consoli de' Quartieri di Brescia Non curandosi il signosignorr Domenico Corbarelli didi far il cimierecimiere all'altare di marmmarmii giusto il convenuto nella scrittura delldellee parti $OlIoscrillesottoscritte né _...... poco di dar il secondo disegno, per tal effetto a norma del patuito supra tullOtutto che più voltevolte instato dadallll'infrasc'infrascrittiriui signorisignori reggen­ ti eett cosi instando detti signori reggreggententii delladella veneranda scola del SantSantissimoissimo di S.S. Agata di Brescia col presente commecommettonottono al detto CorbaCorbarellirelli in persona averover ecc.ecc. che nel tempo di giorni otto continui voglia et debba haver a detti signori reggitorireggi tori consignato detto secon­ do disegno ad eeffettoffeuo di deliberare et elleggere che ccc.ecc. et che per il tempo opportuno habbia dd'haver'haver fatto detto cimiere giusto l',<

35 Adi 26 Aprile 1710 la veneranda~neranda scola del SS55.. Sacramento di S. Agata deve dare L. 2275:227:5:18, 18, conti al signor Domenico Corbarelli a conto dell'accordo fattofatto per l'altarel'altare della sudetta sco­sc0- lala come da riceputarireputa in filza L. 2275:221.5:18 18 Adi 151.5 Maggio deve daredare L. 820820:3:3 conticonò al sudetto come da riceputa fatta sottoSOlto ala sudeta a contoCOnto come sopra L. 820:3 Adi 30 DecembreDeeembre deve dare L. 1056:410.56:4 portate a credito inin partita del sudettosudctto CorbarelliCorbareIli come da sua riceputa L. 1056:410.56:4 1711 Adi primo Agosto - L. 350: contateconiate al sudetto come da riceputariceputa L. 350:-3.50:- Adi 30 Decembre deve dare L. 474474:11:11 per tantetantc chechc ho portato a credito del sudetto CorbareIliCorbarelli in mio registro maestro per saldo de che mi doveva come da bigliettobiglieno consignato al s. Piazzoni L. 474:11 1712 Adi 13 Maggio conti aall sudetto L. 62:2 come da riceputa L. 62:2

L.L.5038:18 5038:18, Adi 23 Giugno conti a maestro Santo Prandello marengone di muro a conto dell'oppera che deve fare nel altare del Santissimo giusto ilil conconserto serto conti al sudetto:sudetto: pagarpagar quattro cavalli calzina L. 22:- più per some 7 polverina pagata L. 31:1131 :11 più per numero 4 carra quadrelli pagati L. 7676:-:- Adi 2 Luglio conti al sudetto L. 62:- Adi 9 detto conti al sudetto altre LL. . 50:-.50:- Adi 19 detto pagato di suo ordine posto in filza starra numero 18 calzina importa L. 34:10 Adi 23 detto conti al sudetto L. 23:19'23:19 Adi 29 detto conti ali Domenico BBelottielotti per ordine del sudetto PrandPrandelloello per numero 16 carra sabione come da riceputa L. 22:822:8 Adi 30 detto L. 13 pagate al Tonolino fabro per fatture fatte come da notta in 6.lzafilza L. 13:- più pagate a Santo Prandello lia comoconto urut supra L. 100:- Adi 4 Agosto L. 38:13 pagate per ordine del sudetto perper valorevalore di sette ca·ca­ valli calzina L. 3838:13:13 Adi 6 detto L. 1l :10: lO contate al TTonolinoonolino per fatture L. 1:10:10 Adi 11 detto pagato al signor Silvio Zola carra numero 11 quadrelli L. 209:- più per LL. . .50:-50:- haute il sudetto maestro Santo Prandello per conto della "~ve- neranda scoscolala dal signor Pietro Voltolino dico L. 50:- più conti al sudetto Prandello LL.. 67:10 per calzina da lui pagata L.L. 67:10 Adi n13 Agosto conti a lui medesimo dové al detto Prandello L. 164:1164: 1 per saldo di due fatture come da sua riceputa posta SOttOsotto la terminatione di maestro Bernardo Fedrighini et questa per saldo di L. 4.50:-450:- cosIcosì terminate per tultetutte le sue fatture dico L. 164164:1: 1 più pagato L. 12:15 a Domenico Belotto sabionino per ordine del sudetto Pran-Pran- dello come da riceputa et queste per pagamento di carra nove,nove, e mezo sabione dico L. 12:1'12 :15 Adi 27 detto L. 85:- pagate alal signor Pietro Pavolo Bagnatica marengone di legnamelegname per saldo di duedue fatture didi telari comecome da riceputa in filza L.L. 8.5:-85:- Adi 14 Settembre L. 99:- pagate al signor Bergamaschino peperr saldo di sua poliza come dada riceputariceputa inin filza L. 99:-99 :- Adi detto L. 62:-62:- pagate al signor Giovan Battista Mutti per le ramade c0-co- me da poliza ee riceputariceputa in fi1zafilza L. 62:-62:~

seguesegue avanti L. 1224:1

36 Adi 24 Aprile 1710.1710. La contro scrittascritta devedeve haverehavere per contorni ilil signor An­An· gelo Valsechi a conto della sua scosidascosicla L. 270:271270:2i' Adi 26 dettodetto ContorniConiami il signor Giacinto Peroni a contoconiO delladella sua scossida compreso L. 400:- Del signor Alessio D'AntoniyD'Anloniy L. 574:9 Adi detto Contorni dal sigsignornor Alessio Martinoni a contoconio delladella suasua scossida$C05Sida L. 355:16 più dal signor Bernardino Trobiolo a• conto come sopra L.L. 1075:11 Adi 29 detto Scossi dal signorsignor Leonardo Piazzoni a conto delladeUa scossidascossid. del sudettosudetto signor TrobioliT robioli L.L. 174:5174 :5 Adi 15 Maggio ScossiScossi dal signors.ignor Giuseppe AlessioAlessio a contoconio della suasua scossida L. 254:3 Adi 17 LuglioLu glio Scossi$cossi dal sudetto a conto come , sopra L.L. 900:-900;- per utileulile risentitorisenlito sopraSOpl"ll lele sudettsudettee L.L. 900:- L. 3:15 Adi 30 DecembreD«-embre Scosse dal signor Leonardo PiazzoniPiazzoni per lala scossida dell'ec­dell'eco ccllentisslmocellentissimo signorsignor BernardinoBernardino MartinengoMartinengo eetl del illustrissimoillustrissimo signorsignor conte Hora­Hora· tio Calino L. 544:4 1711 Adi 15U Giugno Contorni il signorsignor Alessio Martinoniy L. 350:- eett que­qu e­ ste scosse dal signorr Givan Maria Basso dico L.L. 350:-350:- Adi 30 Decembre ContomiContorni il signorsignor Leonardo Piazzoni per cocontoniO come sopra dico L.L. 474:11474 :11 1712 Adi 13 Maggio Scosse dal signor Giacinto PeroniPtlOni per tante da lui scosse come sopraSOpl"ll LL.. 62:2

L.L. 5038:5038:18,111, Adi 28 LLugliouglio 1712 La sudetta deve havere L. 300:- cheche mette in cassa il signosignorr Alessio D'AnloniyD'Antoniy per compimcompimentoento ddellielli scudi cento essebiti per elemo­elemo­ sina per il meglioramentomeglioramenlo del dicontro altare dico LL.. 300:- più ddeveeve havere L. 686:686:1616 haute per mano del signor Leonardo Piazzoni per valer­ sene da pagare l'l'ocorenteocorente per la lanternalanlerna L.L. 686:16 AAdidi 11II Agosto L.L. 50:- per tanti conti il signsignoror PietroPietro VoltolinoVoltelino a mamaestroeslro Santo PrandeUoPrandello L.L. 50:- Adi 3 SenembreSettembre L. 140:-140:- haulehaute per elemosina del signosignorr Andrea ArAr­· chetti perper la lanterna L. 140:- Adi 5 detto L. 35:- haulehaute per eelemosinalemosina del signor CampCamplanila ni L. 35:- Adi 6 detto L.L. 134:8134: 8 haute per elemosina dell'illustrissimo sigsignornor PrevostoPrevos lo PolPoliniini L. 134:8 più del signor Antonio Poz:z.i.Pozzi LL.. 5:11 Adi 9 detto per elemosinelemosinaa dedell signosignorr ValsecchiVal secchi L. 7:6 Adi 28 detto LL.. 6:- elemosina di Conteza LL.. 6:- più haulhautee dal signor Cerotti peperr elelemosinaemosina del signor Bettabi L.L. 3:13 Adi primo OnobreOttobre elemosina del signor Bernardo TTrobiolirobioli L. 4040:-:- Adi 8 OltobrOttobree L. 1400:- RiceRiceputepule dadall signor Leonardo Piazzoni comcompresopreso nunu­· mero 33 ..._.... " qqualiuali doppie llee a poste L. 35:- a marco che non corrono e cui sa·sa­ rebbe L. 1212:-:- di ddiscapitoiscapito LL.. 141400:-00:- Adi 12 D«-embreDecembre L. 50:- Scosse per elemosielemosinana del signosignorr Pietro VoholinoVoltolino L. '0:-50:-

L.L. 2858:142858:14,, 1713 adi 9 Gennaio L. 700700:-:- haute a mano del signor GiovGiovannianni Oliva per conto di Leonardo Piazzoni come da ririceputaceputa fattoli per valersene comcomee sopra LL.. 700:- Adi 27 ddettoetto scossescosse da sisignorgnor Don Pauolo TurTurelliclli qual dice:dice essere di raggione del sisignorgnor Don Bernardo Facchetti per ddebitoebito TodTodischiniischini per valermene come oopnsopra L. 222:4

}737 Adi 8 Febbraio Scosse dalldallaa signora Cecilia RescauiRescat ti per mano del signor An­ tonio Martinoni L.L. 11:9Il :9

segue avanti L. 3792:7 AdiAdi 28 Settembre 17121712 La ven.da scola deve dardaree come qui adietro L.L.1224:17 1224:17 Adi detto L. 2:2: 1511 contAtecontate al Mutti per aver scurtato le ramaderamade L. 2:162: 16 Più L. 68: contate al signor Giovan Battista Giambonino stucadore a conto di sue oppere L. 6868:-:- Adi 6 Ottobre L.L. 33:-:- comiconti al fabro ComenoCometto per pomella per riffacimento deUidelli telari delle ram adeade L. 3:- Adi 8 detto L.L. 80:- contate al Giambonino come sopra L. 80:-80 :- Adi 17 detto LL.. 2525:: conti al sudettosudetlo L. 252':6:6 Adi 22 detto L.L. 60:-60:- contade al sudetto5udetto L. 6060:-:- più L. 38:5 pagate al signor Felice BonomelliBonomcUi indondoreindoradore perper sasaldoldo di una polizapolila di spese da lui fattefalle perper la scola come da riceputa L. 54:15 Adi 11 detto conti ala! signor BuffoloBuffalo invedriaro per saldo di sue fatture c0-co­ me da ricepuriceputa ta in filza L. 225:-22':­ AAdidi 1919 delladetto Conti al signor Giambonini slUcadorestucadore L. 160:- Adi 2 Decembre L. 16: 1 pagate al piccapredapicrapreda per aver fregato li marmi gior­ nate n. 7 LL.. 16:116:1 Adi 3 delladetto pagato al signsignoror Felice BonomelloBonomeJ1o L.L. 28:28:-- per ordineordine del signor Cerotti $0110sotto il quale vi l:è la riceputa et le medesimemedesime pagatep3gate deldd sudettosudetto al mu­ radore Grumi L. 28:-28:- più pagato al sudellosudetto altreallre L.L. 23:23 : lO10 per poliza di spesespese: fattefaue da luilui e deldd srucadorestucadore L. 2323:: 10 AAdidi 5 Detto pagattopagauo nn.. 60 coppi al marengonemarcngone che sta nel Tresandello del Morro L. 4:- più di L. 60:- contate al signor Giambonino L. 60:60:-- Adi lO10 detto pagato L. 50 al signor GGiuseppeiuseppe Cantoni per saldo di gesso dal medesimo havuto come da sua riceputa L. '0:-50:- piùpiù pagato al signor Giambonino 3 Spagna L. 106:1106:100

L. 25862586:-:- Adi 15 detto L. 4747:-:- pagate al signor Oliva perper una poliza di ferrarezzaferrare:ua havuta come da riceputaricrputa posta in filza $Oprasopra la sudetta polizapoli:c.a didicoco L.L. 47:- Adi 16 detto contato al maestro che ha requatato lili coppi alla sudetta cap-cap­ pella per SlIldosaldo di sue opere LL.. 9:9:10 lO Adi 24 detto conti al.1 Giambonino srucadorestucadore L.L. 71:- Adi dettodella conti al signor ScScarellaArella giovine di bottegabollega del signsignoror LeonardoLeonardo Piaz­ zoni per ordine del medesimo L. 7:6 qualiquali dice da contare al homo che haha menato forafora il cakinazzocalcinazzo della CapellaCapel1a più pagato .al1 marengone Antonio Foresti per saldo di fatturefauure fattebue all'altare come da riceputa in filzalilza L. 1818::- Adi 28 detto pagati al signorsignor Giuseppe Tortelli n. 3 LuiggieLuiggie per li quattro quadretti di pitturapinun cosIcos1 ordinati dall'ill.modalI'ill.mo S.S. PrevostoPrevosto Polini che a L. 35:1035: lO fanno L. 106:10 1713 adi 7 Gennaio L.L. 390:10390:10 contate al signor Felice BonomeIliBonomelli in valuta di 11Il Luiggie come da riceputa $(IsottottO l'antecedente:l'antecedente L.L. 390390:10:10 Adi 1414 deltadetto Contate L. 71:- al Giambonino in Doppie due Spagna lire 353':: 10lO l'una L. 71 :-

segue avanti L. 3306: 1616

38 Adi 18 Febraro 171317l) La dicontrodiconlro deve havereha\'ere per summa qui adietro ascen-osceno dentedente in L. J792:_3792: ...... Adi 16 MarzoMano deve haverehavere per ongari n. lOlO havuti dal sign. Giovanni Oliva per nome deldci sign. PiazzonePia:wlne a lire 20:- l'unol'uno L. 200:- 13 Maggio L. 350:-J50:- apparente da confesso conseconsegnatomignatomi dal sign. Giovan Maria Basso COncon wjcui accusa il sign. Corbarelli dd'haverle'haverle riceute per ilil cOntOconto della scola, come si vede all'incontro L. lSO:-350:-

L. 4347:-4347 :- 171317l) La veneranda scola deve dare come qui adietro L. 3306:16 Adi 3 Febraro contate L. 6060:-:- al signsign.. GGiamboninoiambonino L. 60:- Adi 4 detto conti a due fachini per haver portatoporlato parteparle del legname al sign. Leoni L. 1:101:10 Adi 14 detto L. 10:15lO:U pagate a due maestrimaeStri che hanno desfattodesfano liti ponti e sto­ patopaIO le buche et fattofalto le doute fatture compreso il porto di legnilegni a un fachifachinono L. 10:1510:1S Adi 18 ddettoellO L. 14:-14:- pagate a maestromaestro Antonio ForestiForeni perper fatture fatte come da poliza in filza L. 14:-14:- Adi detto L. 638:4 contatcontatee al Giambonino stucadorestuClldore perpe r saldo delledelle sue OI>op­ pere fatte nella sudettasu detta capellacapelli come da sua riceputa posta in filza de riceveri dico L. 63!!638:4:4 più conti 99:: lO10 a Domenico FachettiFacheui fabro per diverse:diverse fatturelanure fatte come da susuaa poliza e riceputariceputa in filza L. 9:10 17 Marzo per L. 37:37:1 l contate atal signor Felice BonomelliBonomclli per tantetante da lui spese inin servitio dell'altare del SS.mo di S. AgataAgota come si vede da sua polizapoliza et riceputariceputa sotto la medema qual resta posta in filzafi1za dico L. 37:1 Primo Aprile L. 44:-:- contate al sudetto signor Felice perpe r tante da lui spese nel far menar via il materialemateriale che era sosoprapn lala piazzola L. 4:- Adi 13l) Maggio L.L. 350:-3S0:- ContatContatee dal sign. Giovan Maria Bassi aall sign. Do­D0- menico Corbarelli come ddaa suo confesso in filzafi.ha L.L. 350:-3S0:-

L. 4431:1S,4431 :16. L. 4387:12.4387 :12

L. 44:4 Li trestaesta la v.dav.da scola quali li ss.i hheredieredi nene anno fatto un dono alla v.dav.da scola e per ordine del consiglio della v.dav.rla scola si è fatto a riceputariceputa sottoso ttO li 25 DecembreDea:mbre 1714 per sado di detto maneggio la dicontro ddeveeve havere per summasumma qui adietro assendenteassendente L.L. 4342:74342:7 Adi 6 Agosto 171317l} Per tantetante scosse dal signsign.. AlesAlesssioio d'Antoniy, da diversi L. 45:545:S

L. 43874387::1212 RetroR~tro ddella~ lId pagina:pdgì1Ja: Conto deldci spesso e scosso che il;à fattofitto ilil sign. Alessio D'AntoniyD'Antoniy per la11 fabricaflbriQl del altare di marmo e ornamenti delladella capella dell.della vv.d..da scola del Santiss.moSanliss.mo Sacr.loSacr.to inin S. Agata.Agala. (Colfocazio1Je:(Collocazione : come il precedente)precedente)

39 LA CULTURA BRESCIANA FRA SEI E SETTECENTO

Le Accademie in collaborazione col clero

Anche Brescia, come altre città dell'Italia settentrionale e specialmente del Veneto, cercava - tra Sei e Settecento -- un suo equilibrio culturale, che, pur ignorando certi valori tradizionali, accogliesse e sviluppasse nuove idee e raffinas­raffinas­ se ilil gusto della forma come già si era verificato in altre culture europee.europee. Brescia aveva, anche se le apparenze potrebbero far credere il contrario, un terreno fertile su cui lavorare: esistevano, cioè, varie Accademie che, se anche ricadevano, nella loro attività, in errori comuni talvolta dannosi al rinnovamen­rinnovamen­ to culturale, pure lasciavano capire che in quell'età c'era un travaglio faticoso le­ gato a un'evoluzione forse non facilmente concretizzabile, ma che costituiva sen­ z'alcun dubbio elemento positivo per !'jnstaurazionel'instaurazione - dice A. Cistellini - «di un costume più civile e di un sentire più autenticamente cristiano: di un ordine di cose, cioè, che maturerà con lentezzalentezza,, ma sicuramente, in tempi successivi» (1). Non si possono, quindi, ignorare né lele Accademie che gigiàà fiorivano numero­ se per interessi culturali, né tanto meno lo scòpo che molte di esse si prefiggeva­ no: quello didattico e, per alcune, un preciso impegno sociale attraverso la cul­ tura. Già nel primo Seicento Feliciano Betera fondava l'accademia degli Eccitati con evidenti interessi naturalistici e scientifici. Molte adunanze di persone colte si trasformeranno, successivamente, in ac­ac­ cademie di studio e di ricerche letterarie e critiche, preludio dell'attività di alal.­ tri sodalizi che, nel Settecento, daranno vita a un rinnovamento culturale e so­ ciale che porterà Brescia ad una posizione ddii primissimo piano fra le città del­ l'Italia settentrionale. Nel sec. XVII, degne di nota sono lele accademie dei Vertunni, degli Assidui, dei Dubbiosi, degli IngegnosiIngegnosi,, deglidegli Occulti, dei Sollevati, dei Dispersi, dei RapitiRapiti.. Particolare importanza rivestiva l'accademial'accademia degli Erranti e perché fu l'anel­l'anel­ lo di congiunzione fra l'attività culturale degli Atenei del sec. XVII con quelli del XVIII e perché, ben diversamente dalle altre, ebbe vita dal 1619, quando fu fondata da Lattanzio e Silvio Stella, preposti della religione cassinense, coadiucoadiu­­ vati da Ottavio Rossi, fin quasi alla fine del Settecento con una vitalità rara. La sua organizzazione è significativasignificativa:: lo dimostrano lolo stemma, il motto e lo statuto, elementi che evidenziano un programma e un impegnoimpegno precisi.

(1) A. CISTELLINI, Lal.4 vita religiosa bresciana nei secoli XVII e XVIII.

40 Aveva, come simbolo,simbolo, la Luna crescente: ciò rivela che gli accademiciaccadem ici ave­ vano accolto la tradizione pliniana viva nella cultura veneta; Plinio,Plinio, infatti,infatti, ave­ va definito la LunaLuna in tenebrarumtenebrarum remedium a naturanalllra repertumreperlum.. Non è impro­ babile cheche gli Erranti volesserovolessero simboleggiaresimboleggiare la loroloro attivitàat tività nelnel riportareriportare lala lu­lu­ ce nelle tenebretenebre calate sullasulla popolazione brescianabresciana dopodopo tantetante vicende politiche sfortunate.sfortunate. Ma non si può negare che lala suggestione dell'allegorismo medioevalemedioevale richiamarichiama un atteggiamento tipicotipico dello spirito secentesco. L'abateL'abate Garuffi in IIt ta­a­ liaUa accademica (Rimini 1686) crede che ilil mottomotto additasse che siccome questoqueslo pianetapialle/a - chiamato da PlinioPlùtio SydusSydfls terristerris familiarissimum,familiarissimunl, et in tenebrarumtenebrarun' remediumremedium ab natura repertum - si cangia in mille forme e iniII mille parti erranti raggi,raggi, fasi, trovandosi la lunaluna NUNCNVNC IN AQUILONEMAQUILONEM ELTELTA,A, NUNC ININ AU­AV­ STROS DEIECTDEIECTA, sempre nondimeno però AD EASDEM VICES EXIT,EXIT, mo­'110- strandosis/randosi nelle sue incostanze costante e stabile ne'ne' suoiSIloi errori: così ancora gli Accademici,Accademici, benchébenché siano a varie scienze et a molt'molt'artiarti liberali applicati, ora tra i teoremiteoremi di queste, oraora fra le opinioni di quelle speculazionispeculazioni col vario loroloro in­ilz­ gegno Erranti,Erraltli, sempre però sono i medesimi costanti e stabili negli esercizi Ac­Ac­ cademcademici.ici. IlI! motto «Non erraerrat t errando» indica, invece, senz'altro la costanza dell'im­ pegno nonostante l'umana limitatezza. Questi elementi mi sembrano significativisignificativi perper capire come, nel momentomomento inin cui l'accademia degli ErrantiErranti risentiva delle ideeidee deldel Seicento, era però già pron­pron· ta ad accogliere gligli atteggiamenti tipici dell'dell'Arcadia, Arcadia, caratterizzatacara tterizzata da un classi­ cismocismo didascalicodidascalico alimentato dal contattocontatto con i movimentimovi menti di idee e didi gusto del­ lle altre cultureculture europee. L'Accademia,L'Accademia, che aveva avuto la sua prima sede nel monasteromonastero dei SS.5S. Fau­ stino e Giovita, poi nellane lla libreria e nelnel palazzopalazzo del conte Camillo Caprioli, daldal 1634 fu sistematasistemata nel palazzo comunale. Gli Erranti ebbero questa sede grazie allaalla sovrasovranana munificenza che concesse l'aiuto morale e materialemateriale dellodello Stato Veneto. DaiDai capitoli del 1635 (2) risulta che protettrice era S. CaterinaCaterina (cap. II)II) e che era rettaretta da un principeprincipe (il primo fu il conte GirolamoGirolamo Martinengo) con il quale collaboravanocollaboravano tre consiglieri,consiglieri, due contradditori o sindaci e un tesoriere (reggenti); quattro conservatori, tre censori, un segretario,segretario, un esattore, un bi­ dello. Tutti dovevanodovevano avere almeno venticinque anni, non aver più di una caricacarica e non essereessere della stessa casatacasata (cap.(cap. V). Gli accademici dovevanodovevano scegliersi un nomenome accademico (e in questo antici­ pano un'abitudine degli Arcadi) e obbligarsiobbligarsi a «cooperare in qualche essercitio Accademico, e did i servare gli ordiniordini dell'accademia» (cap. IX). Chi non lo aves­aves· se fatto, sarebbesarebbe stato allontanato.allontanato. Norme precise erano date anche perper il prinpri n­­ cipe (cap. X), per i consigliericonsiglieri (cap. XI), per i sindaci (cap. XII),XII). per il tesorietesorie--

(2) Capitoli et ordini per l'Accademial'A cca d~mja de gl'Errantigl'Errami di Brescia,Bresciil, BresciaBrescia 1635.163".

41 re (cap. XIII), per segsegretarioretario e vicesegretario (cap. XXIV),IV), per i conservatori cap. XV), per i censori (cap. XVI), l'esattore (cap. XVII), il ragioniere ((capcap.. XVIII) (3). Si stabilivano, nei capitoli successivi, tutte le norme relativerelative alle vavarierie atti­atti­ vità e al bubuonon funzionamento del sodalizio proprio come farà, qualche decennio più tardi, l'Arcadia. Ma quello che più serve ad intuire l'impostazione diversa di quella accadeaccade­­ mia e la sua evidente funzione sociale è fissato nell'introduzione dei suddettisuddetti ca·ca­ pitoli. Vi si dice: «Essendosi manifestatamentemanUestatamente conosciuto, che l'Accademia de­ gli Erranti, instituita in questa città da alcuni nostri generosi cittadini, non ha mai avuto altro scòpo, che di accrescersi a beneficio universale degli essercitii di virtù e d'honore: piacque perciò al Consiglio generale della nostra Patria illuillu·­ strissima, assentire alla sua supplica, di riceverla in protettione, e didi rinovarla con le leggi,leggi, che fussero parse convenevoli a fine, che meglio possa mantenersi senza disordine, e con maggiorimaggiori progressi, e più fruttuosefruttuose operationi andar corocor­ rispondendo al desiderio pubblico, e al commando del Serenissimo nostro Pren­ cipe, della graziagrazia del quale in riguardo d'essa sua fedelissima città è stata favo­ rita, oltre l'assegnamento didi case, ancoanca della confirmationecon6rmatione della decima sopra le condanne criminali da essere dalla medesima città riscossa,riscossa, e impiegata a solo so­ stentamento, e beneficio dell'dell'Accademia, Accademia, con la sopraintendenza, e direzione de·de­ gl'Illustrissimi,gl'Illustrissimi, e Eccellentissimi Signori Rettori»Rettorilt (4) ciò con decreto del SenatoSenato veneto del 30 marzo 1638 (5). Il riconoscimento dello Stato veneto, la concessione di un sussidio fisso, lala partecipazione delle piùpiù alte personalitàpersonalità e il fatto che furono assunti maestri di matematica, morale,morale, musica, scherma,scherma, ballo, dimostrano quale attività preziosa svolgessesvolgesse l'accademial'accademia soprattutto nei confronti deidci giovanigiovani che erano sottratti al­al· l'oziol'ozio e alle ribalderie grazie all'opera educativa degli accademici. Ciò spiega la lunga vitavita del sodalizio che sopravvisse ad altri sorti quasi un secolo dopo. Non va dimenticato che vi insegnarono un Fortunato Ferrari, l'Astezati e ilil filosofofilosofo ab. Benaglia, poi professoreprofessore di diritto canonico a Padova;PadO\·a; tuttitutti si impe­impe· gnarono al rinnovamentorinnovamento dei costumi e a preparare generazioni moralmentemoralmente piùpiù forti e capaci di dare un contributo diverso alla società umana. Questo è senz'altro il pregiopregio maggiore dell'accademiade ll 'accademia deglidegli ErrantiErranti.. Per quan­quan· to riguardariguarda l'attivitàl'attività letterarialetteraria - se si esclude qualche voce isolataisolata - non sisi può certo diredire che sia lodevolelodevole.. Si avvertono sempre ilil gustogusto imperanteimperante del SecenSecen·· tismo e lele deviazioni assunte daldal nostro Umanesimo. IlIl formalismoformalismo caratterizza le raccolteraccolte poetichepoetiche formate,formate, quasi sempre, da rime occasionali di imitazione pepe­­ trarchistatrarchista che sono, per lolo più, insincere e riflettono principi morali ascoltati, mama

(3)(}) idemidc:m pp. 22 ec: segg.segg. (4)(4) idemidc:m P. l.1. (5)(5) II RescrittiRc:scriui deldd Senato aiai RettoriRc:ttori di BresciaBrc:scia si trovanotrovano nell'archivionell'archivio dei Frati di VeneziaVenezia (Busta AA -- Accademie -- NN.. 452).4'2).

42 non messi in pratica.pratica. I poeti non hanno vivacità e calore, non sanno essere uo­ mlm:mini: ciò, naturalmente, impedisce alla poesia di divenire un mezzo per educaeduca­­ re i giovani attratti più da altre discipline,discipline, come lala matematica, la musica o ilil ballo. Forse l'accademia degli ErrantiErranti scelse di proposito tali discipline per solle­ citare la preparazione morale di tanti figli cadetti che, secondo la legge del mag­ giorascato, non avevanoavevano aperta se non la strada delle armi con le conseguenze immaginabili in quel periodo storico. Significativo è anche il fatto che la filosofia fu insegnata, per esempio, da un Benaglia, esperto di diritto canonico e, come tale,tale, proiettato fra gli interessi, spesso contrastanti, delladella società del XVII secolo.secolo. Ma alaltretre accademie rivelano un rinnovamentorinnovamento della vita culturale bresciana giàgià nel Seicento. Il rinnovamento è legatolegato - e e lo rimarrà anche e più ancora nel Settecento - agli Ordini religiosi, preoccupati di educare ed iistruirestruire i gio­ vani di ogni classe sociale, per creare una vita più tranquilla e più adatta alla convivenza umana. I padri Somaschi, chche,e, secondo mons. Guerrini (6),(6). crearono l'accademia de­de­ gli IndustriosiIndustriosi nel 1643,1643, già dirigevano un orfanatrofio: accanto a quello pose­ ro il collegiocollegio dovdovee sarebberosarebbero stati istruitiistruiti i giovani. Il Rizzini, invece, affermaafferma che il sodalizio ebbe vita ad opera dei Chierici regolari somaschi nel 16371637,, nelnel­­ l'anno in cui essi cominciarono a tenere convittori con licenza del Capitolo gene­gene­ rale dell'Ordine (7). U.U. Vaglia, che ne fece uno studio particolare (8), dà notizie esaurienti per valutare l'importanza dell'accademia che durò fino al Settecento, portando un nnotevoleotevole contributo non solo culturale, ma più ancora sociale. TaleT aIe impegno è evidente nell'insegna degli InduIndustriosi,striosi, unun albero fiorito sul quale volano quat­ tro api a succhiere il nettare, e nel motto Quod meUtls.melius. Come gli Erranti essi ave­ave­ vano un regolamento che, per quanto sconosciuto, ssii presume simile a quello degli altaltriri collegi somaschi. A. Brognoli (9) dice quanta stima riscuoteva il soda­ !iziolizio e soprattutto quale valore avevano insegnanti come il latinista p. Francesco Bargnani, p.p. Giuseppe Bettoni, il giovanegiovane poeta e oratororatoree p. InnocenzaInnocenzo Frugoni, che sollecitavano il gusto ee l'amore alle belle lettere. Accademici e convittori si esibivano periodicamente - e e soprattutto in oc­ casione di cerimonie civili e religiose - in saggi pubblici davanti ad autorità

(6)(6) Una festafesta accademicaaccademica del ScttecelltoSettecento alal Cofle1(ioCollegio somalCOsomasco di S.S. Bartolomeo iIIin Brescia,Brescia, in Rivista delladella Congregazione somasca.somasca, tasc.tasc. XX, a. 1928 - pp. 63·65.63-65. (7)(7) P.P. RIZZRIZZINI,INI, Illustrazione dei civici musei didi Brescia, Brescia 1892 p. 224. (8)(8) UU.. VAGLIA, L'Accademia degli IndustriosiIndustriosi in Brescia, in Brixia Sacra, a. 1969, p. I -- pp. 13-18. (9)(9) A BROGNOLI. Elogi di Bresciani per dottrina eccellentieccellenti del sec.sec. XVIII, Brescia 11785,785, p.275.p. 275.

43 e cittadini che potevano rendersi,rendersi, cosi,cos1, conto della preparazione culturale, moramora­­ lele e militare deidei giovani. La rappresentazione dell'Olimpiadell'Olimpill' di VoItaireVoltai re nella salasala del CollegCollegioio ad opera di dame e cavaliericavalieri è la testimonianzatestimonianza che, ancora nel 17701770 (data(data ddelloello spettacolo),spettacolo), l'accademial'accademia era fiorente;fiorente; saggi pubblicipubblici di notevolenotevole im­ portanzaportanza erano stati tenuti nel 1650,1650, 1744,1744 , 1745, 1745, 1749, 1750 e 1761. DuranDuran­­ te quellequelle riunioniriunioni si recitavano sonettisonetti e componimenti vari in italiano,italiano, in latihui·­ no e in grecogreco e si eseguiivanovano eseesercizircizi cavallereschicavallereschi.. L'accademia,L'accademia, dei cui componenticomponenti U. Vaglia ci ha dato ii nomnomii accademici e notizie delle varievarie attività, fu abolitaabolita dal GovernoGoverno provvisorioprovvisorio del Sovrano Po­Po­ popololo BresciaBrescianono nel 1797, ma nnonon si può dimenticare il valido impegnoimpegno sociale di docenti e discenti «molti dei quali ebbero a distinguersi nell'altanell'alta società per cultura ed opere filantropfilantropichiche,e, per opereopere rivolte al miglioramento dell'economia,dell'economia, allaalla riformariforma delle scuole, all'esercizio dei viaggi allo scopo di conoscere altre genti, altrial tri costumi, senza peraltro deflettere dalledalle ttradizioniradizioni avite,avite, esaltate nel nome di quanti si erano sacrificati per la gloriagloria didi Brescia,Brescia, didi quanti sapevano coltivcoltivn.a­ re con lolo studiostudio lele lettere,lettere, indispensabili all'educazioneall'educazione morale e deldci buonbuon gu­ sto. Né tralasciaronotralasciarono allora i SomaschSomaschii lolo studio delladella geografia, condividendo forseforse col cosmografocosmografo V. CoronelliCoronelli gli sforzisforzi per risollevarerisollevare la scuola cartograficacartografica veneziana»veneziana. (lO).(10) . ImportanzaImportanza non minore, soprattutto per lala concezione del valorevalore sociale deldel­­ la cultura, rivela l'accademial'accademia dei Filesotici creata con caratteri scientifici sull'esem­ pio dell'accademiadell'accademia romana dei Lincei.Lincei. Essa pubblicavapubblicava ogni mesemese le opere degli accademiciaccademici ed esponeva, (elemento veramente positivo) lala bibliografia ragionataragionata didi tutte le nuove pubblicazionipubblicazioni iitatalianeliane e straniere. Ne fu promotore,promotore, nelnel 1686,1686, il dòtto gesuita Terzi - LanaLana.. La capacità e lo zelo deglidegli accademici ci è documentata dalla stampa, nel primo anno di vita, degli Acta NovaeNovll'e AcademiaeAcaJemiae PhilexoticorumPbilexoticorum naturaeI1ll'turae et artis, 16861686.. Celsissimo Princi­Princi· pi Iohannil obll'nn; FranciscoFrancisco GonzagaeGonzll'gll'e Duci SabionetaeSlbiol1etle dicatadica/a ab HermeteHermete F.co Lana,una, PatritioPatri/io Brixiano,Brixill'no, Academico Il'a secretis,secrelis, Auctore,Auc/ore, Brixiae 1687, {lfiUdtlfluJ Jo/0.. Mariam RicciardumRicciardum.. 11Il Maylender (11) riferisce che in quest'opera «si esibiscono perper regolaregola di numero o classi lele relazionirelazioni accademiche spettantispettanti per lo più a materie fisiche, mediche,mediche, anatomiche, matematiche,matematiche, astronomiche e simiglianti; di poi si accresceaccresce ilil ragguaglioragguaglio de' libri tra ii quali occupano distinto locoIoco ii pnmlprLnll tomitomi delladella grandegrande opera deldel LLana,ana, lala qualequale doveva essere pubblicata in dodicidodici volumi sotto il titolo MagisteriumMagis/ erium NaturaeNa/urll'e et ArtisArtù.. Purtroppo la morte di Francesco Lana segnò lala fine ddii un sodalizio proiettato verso una forma di cultura più moderna e di maggiore utilità sociale. Non dissidissi., mile, perper gli scòpi che si prefiggeva, era quella deidei Formati, di cui ilil Maylender

(lO) U. Vaglia, op. citciI.o p. 1818.. (11)(I l ) N. Maylender,Mayknder, StoriaSloria delle AccademieAcrademie d'Italia, 1930 voI. II, pp.. 4416.16.

44 fa solo cenno (12) senza indicarneindicarne la data. U. Vaglia, iinn un suosuo studio particola­ re (13) si dice convinto che lele sue origini si leghinoleghino al ritorno dei Gesuiti inin Brescia nel 1657; essa ottenne, poi, nel 1764,1764, o poco prima, la conferma deldel Doge. Dice purepure che tale associazione durò fino6no alla soppressione dell'Ordinedell'Ordine dei Gesuiti nel 1773. A nonoii interessa notarenotare che essa, pur essendo legatalegata a un tipo particolare di ideologiaideologia culturale, seppe però mantenere contatticontani con le altre accademieaccademie,, con le quali potè competere cordialmente (ad esempio, con quella degli Industriosi)Industriosi).. Anch'essa aveva un'insegna,un'insegna, una conchiglia galleggiantegalleggiante sulsul mare,mare, aperta a ricevere gocce d'acqua; ilil motto era Hinc nitor etel pretiumpretium.. Presieduta da un PrinPrin­­ cipe, si articolava inin tre Accademicati, di Lettere, SpeculativaSpa::ulntiva e Armi, retti da un assessore e con uunn segretariosegretario.. Nel collegio di S. Antonio Viennese, sortoSOrtO ad opeoperara dei Gesuiti, dove aveave­­ va sede l'accademia, si riunivano non soltanto nnobili,obili, ma anche coloro che, sotto la guida dei maestrimaes tri più eccelsi nelle varie discipline e non solo bresciani, potepote­­ vano divenire colti.c6hi. Ciò rivela già un metodometodo nuovo di studiostudio che permetteva ai volonterosi di conseguire, dopo ilil corso di studi e una serie di prove nellenelle va­ rie discipline, ilil titolo accademico. Scòpo del sodalizio era, infatti, «di stimolarestimolare ii ggiovaniiovani convconvittoriittori alla competizione nello studstudioio ee negli esercizi cavallereschi preparandoli alla vita attiva»attivo» (14)(14).. Non bisogna dimenticare,dimentic:lre, tra lele testimonianzetestimonianze di quell'accademia, lele CoroCoro­­ ne poetiche, forseforse in seguito risibili,risibili, ma espressione di attività che, pur nei li­ mitati valori di certe composizcomposizioni,ioni, rivelari vela come lele persone coltec6lt~ di quegliquegli anni tendesserotendessero ad allearsi nella cultura per dare un assetto:lsseuo più sicuro alla tormentatormenta­­ ta vita cittadina, troppotroppo provata ancoraancor:! da pepericoliricoli di ogni generegenere.. SoprattuttoSOpr:lttutto dimostrano l'impegno degli accademici di servirsiservirsi della culturacultUr:l per creare un coco­­ stume che favorissefavorisse la convivenza pacificapacifica.. Non si può, a questo punto, non soffermarsi a considerareconsider:lre come la cultura bresciana nel XVII secolosecolo fosse legata intimamente allall'ambiente'ambiente religioso. Si po­ trebbetrebbe credere a un tentativo egemonico teso a sfruttare la situazione popolitico­litico­ sociale alquanto caoticacaotica.. Ma uno studio profondo della vita religiosareligiosa di quegli anni dimostra come Discipline, Compagnie, Confraternite,Confraternite, aiutateaiutale sempre da buobuo­­ ni VescoviVescovi e, talvolta, anche dalle autorità laiclaichehe,, ricoprirono, nella storia della pietà cristcristiana,iana, unun ruoloruolo importantissimo, anzi furono i centri propulsori di essaessa.. L'autoritàL'autorità religiosa - dice bene A. Fappani - (15) non fu «organizzazione.:organizzazione bubu·­ rocratica, e perciò mortificante, ma unaun:l unione, un conglobamento - se cosìcos1 si

(12) idem, voI. III, pp.. 454.5.. (13) UU.. VAGLIA,VAG LIA . L'AccademiaL'Accademil/ dei FormatiForti/ali Ila BresciaBrfScia nelnel secsec.. XVIII,XVIII. inin J3rixiaBrixill sacra,s ~ era, aa.. 1968,1968, p. I,I , pppp.. 31·35.31-3.5. (14) idem,idem, p. 34. (15)(U) A. FAPPANI, Compagnie, Discipline,Discipline. Confraternite,Confraurnite, iinn BrixiaBrixi. Sacra, aa.. 1966,1966, p. 111.1. 45 può dire - di spiriti che, dandosi una Regola, si sforzavano di manifestare, nel miglior modo possibile e in vicendevole esempio, la loro devozione e di poten­ ziare il loro sforzo nelle opere ddii culto e di beneficenza». Esse rivelano, se ben si considera la loro attivattività,ità, un aspetto significativo dell'impegno sociale nella vita religiosa.religiosa. SiaSia il Seicento sia il Settecento dovrebbero essere maggiormente studiati sotto questa luce, che mostra un aspetto nuovo anche nella storia della nostra attività culturale e politica di quel tempo. In effetti, se ben si considera già la vita nel Seicento, si può dire che BreBre­­ scia, grazie ai suoi Vescovi e agli Ordini religiosi che seppero opportunamente abbinare lloo zelzeloo cristiano alla cultura,cultura, chiuse pospositivamenteitivamente il bilancio deldel XVII secolo, soprattutto - dice A. Cistellini - (16) «dal punto di vista religiosoreligioso­­ morale, malgrado le innegabinnegabiliili e immancabili note oscure, e con motivimotivi di ragioragio­­ nevonevolele ottimismo».ottimismo». Giova, infatti,infatti, ricordare che soprattutto il vescovo Bartolomeo Gradenigo (1682-1698) preparòpreparò un rinnovamento che diede i suoi frutti migliori nel SetSet.­ tecento. Restaurò, ininfatti,fatti, llaa disciplina ecclesiastica cercando di applicare «con estremo rigore le varie costituzioni dei suoi predecessori», favorìfavorl ll'opera'opera dei «re·«re­ ligiosi più zelanti» e incrementò sia gli studi sacri sia quelli uu'manistici.·manistici. Il SeminSeminario,ario, che era già stato particolarmente a cuore ai Vescovi precedenti, ebbe pubblicazioni e codici numerosissimi. SiSi stava, dunque, avviando il movi­ mento culturale che avrebbe costituito la prerogativa del secolo successivo. A.A. Cistellini afferma che «a questo insigne prelato sembra perciò doversi attribuire il merito di chiudere definitivamente in Brescia il periodo di decadenza del co­ stume religioso nel mondo ecclesiastico, e di di concorrere, sagace e ardito pionie­ re, alla sana evoluzevoluzioneione di una società civilmente cristiana» (17). La vita religiosa ben regolata portava al vecchio prestigio l'autoritàl'autorità eccle­eccle­ siastica e questo proprio nel momento in cui anche molti laici, insigni per virvirtùtù e sapere, si impegnavano per risanare, attraverso la cultura, la società ddelel tempotempo.. L'attività del Gradenigo fu di esempio aall suo successore, il vescovo Gio­ vanni Badoaro (1706-(1706-1714)1714) che accostò alla formazione culturale del clero alal­­ tre azioni benefiche quali, ad esempio, l'insegnamento del catechismo ai fanciul­ llii e l'aiuto ai poveri; e questo in tempi che preludevano a vasti movmovimentiimenti di pensiero e a profondi rivolgimenti socialisociali.. Nonostante molte opposizioniopposizioni il vescovo Badoaro iniziò autorevolmente la sua opera pastorale che, continuata e perfezionata dal Barbarigo e dal Querini, preparerà un clero bresciano che vedrà la sua opera riflessa nel rinvigorimento morale, non solo degli ecclesiastici, ma anche dei laici.laici. Giustamente iill secolo XVIII sarà definito il «secolo d'oro» del clero brescbresciano,iano, del quale si sa che molmol--

(16) A. CISTELLINCISTELLINI,I, op. ci!.cito p.p. 173. {l7l(17) idem, p. 172.

46 to operò nel campo culturaleculturale creando, fra l'altro,l'altro, alcune accademie frafra le più note del mondo culturale italiano.italiano. La prima venne realizzata dal successore di G. Badoaro,Badoaro, il vescovo Gian­ francescofrancesco BarbarigoBarbariga (1714·1723),(1714-1723), che si adoperò in ogognini modo per l'educazionel'educazione del popolo e dei giovani in particolare. A questo proposito, avendo intuito che soltanto un clero effettivamente preparatopreparato avrebbe risolto un problema che veve­­ deva lui pastoralmente impegnato verso tutti i cittadini, curò la ~ostruzione=ostruzione della villa di S. Eustacchio per gli esercizi spispiritualirituali ddelel clero. In quelquel luogo avrà sede, successivamente, l'accademial'accademia EcclesiasticaEcclesiastica o Collegio vesvescovile covile voluto dal presupresu­­ le per risvegliarerisvegliare il fervore degli studistudi sacri, ma anche per indirizzareindhizzare gi eccle­ siastici a stustudidi scienscientificitifici e letterari.letterari. In effetti il Collegio vescovileves covile nulla ebbe da invidiare alle più celebrcelebrateate istituzioniistituzioni culturali cittadine. Per avere un'idea dell'organizzazione efficiente di quell'accadquell'accademia,emia, basta ri­ cordare che il BarbarigoBarbariga chiamò ad insegnareinsegnare la lingua greca il celebre abate bibi­­ zantino Panagiota,Panagiota, chiese ed ottenne la collaborazione di canonici illustri come Paolo Gagliardi (1675-1752(1675-1752),), accademico delladella Crusca, «l'uomo più dòtto che Brescia abbia avuto nelle ecclesiastiche e agiologiagiologicheche antichità»antichità. (18), gli abati Filippo GarbelliGarbeUi e Rosini ed altri illustriillusrri studiosi del tempotempo.. Qualcuno potrebbe pensare che «l'intraprendente«l'intraprendente pastore» volessevolesse competere con i Gesuiti i quali dopo il loro ritorno a Brescia, avevano realizzato nel colle­ gio di S. Antonio Viennese (dove poi sorgerà l'accademial'accademia dei Formati) un'isti­ tuzione culturale per i nobili e insegnavanoinsegnavano anche nel Collegio delle Grazie, in concorrenza con i Somaschi i quali tenevanotenevano il collegiocoUegio di S. Bartolomeo. Ma lala situazione deldci 17211721,, quando la peste portò luttolutto e miseria, rivelò la sensibilità e l'intelligentel'intelligente collaborazoonecollaborazoone del BarbarigoBarbariga con ij Gesuiti che egli chiamò a pre­pte­ dicare nelle missioni che tenne in quei mesi,mesi, cocosìs1 che essi allargarono la loroloro inin·­ fluenza anche nel popolo, sostituendosi, in questo senso, ai Francescani e aagligli altri Ordini mendicanti. A. CistelliniCiste1lini (19) definisce la pietà e lala devozione del BarbarigoBarbariga «una nota gentile sullo sfondo ancora torbido di non infrequentiinfrequenti disordini sanguinosi, dudu­­ rante gli anni delle prime guerre di successionesuccessione e fra proproclomi domi inquietantiinquietanti di nuo­ vi sovvertimenti dottrinali e disciplinari».disciplinari •. Penso che la figura del Barbarigo si riveli in tutta lala sua cristiana attivitàattività sociale proprioproprio nella costante preoccupazione di consolidare la dirittura morale dei cittadini attraverso i sacerdoti che, soli,soli , potevanopotevano - nella loro attività - muta­ re certi modi di vita davvero preoccupanti. Non a caso o per dardar lustrolustro al suo nome ilil Vescovo creò l'Accademia EcclesiasEcclesiastica.tica. Ben sapeva che solosolo una buo­ na preparazione culturale avrebbe, primaptima di tutto, sensibilizzatosensibilizzato ilii clero al suo

(18) idem, p. 182.182. (19(19)) idem,idem, p. 183.18}.

47 dovere e, in secondo luogo, avrebbe facilitatofacilitato l'isl'istruzionetruzione de!ledelle anime affidate ai sacerdoti e, quindi, avrebbe notevolmente aiutato la demolizione di pregiudizi, violenze, classismo e malcostume ancora vivi nel Settecento. L'accademia Ecclesiastica nulla aveva da invidiare a quelle laichelaiche (anzi, ve·ve­ dremo come poi ci sarà un connubio con quella Arcadica). Dalle notizieno tizie lasciate da G.B.G.B. Chiaramonti (20) si sa che leggi precise governgovernavanoavano il sodalizio. Gli accademici dovevano riunirsi tre volte al mese; nella prima si doveva recitare un sesermone,rmone, al fine di promuovere llaa ppredicazione;redicazione; iinsiemensieme si doveva proporre un dubbio teologicoteologico-mo-morale,rale, perché fosse rrisoltoisolto da tre accademici estratti a sortesorte.. Nelle altre due adunanze si doveva leggereleggere un discorso sopra llaa storia ecclesia­ stica, ossia un compendioso racconto degli Annali di Cesare Baronio. Dopo il 1716 si recitavano, invece, dissertazioni critiche sopra i punti oscuri e difficili di tale storia. ProtettoreProtettore dell'accademia era S. BarnabaBarnaba.. Si ricordaticorda particolarmeparticolarmentente la solenne tornata del 1715: ne lascia ampia do­ cucumentazionementazione P. GagGagliardiliardi (2(21)1) il quale, scrivendo al Silio,Sii io, (lett. XIV del 20-6- 1715) dice: «Qui (Brescia) si è fatta nel giorno di S. BaBarnabarnaba una magnifica e nobile accademia nella chiesa di S. Pietro in Oliveto per ordinèordine MonsigMonsig.. Vesco­Vesco· vo da una scelta adunanza di ecclesiastici da esso instituita sotto il nome di colle­colle­ gio Episcopale. Il soggetto che si trattò fu questo: L'antichitàL'antichità e la purità della lede cattolica in Brescia.Brescia. Le composizioni furono molte, fra le quali l'Orazione occupò il luogo più ragguardevole,ragguardevole, e la parte maggiore, e fu in lode di S. Bar­ naba primo fondatore di questa Chiesa. TTaliali sono llee cure ddii AmintaAminta primo Pa­ store di ArcadArcadia,ia, il quale coll'opera ben corrisponde al grido del suo gran nome, che tanto già risonava inin queste selveselve.. Quanto a Mosso Pastor subalterno altro non vivi dirò se non che omnia lert aelas.aetas. Le precisazioni del GagliardiGagliardi ricordano che il Barbariga,Barbarigo, nelnel 1717,17 17, aveva collaborato alla fondazione della colonia cenomane di BBresciarescia.. Un'altra lettera dello stesso carteggio ((22)22) annuncia, iinvece,nvece, la solenne tortor­­ nata inin cui si trattò dell'argomento La città di Brescia insigne per religione e dignità ecclesiasticheecclesiastiche.. DiDicece iill mittente: «Domenica«Domenica prossima avremo uun'Accade­n'Accade­ mia letteraria da questo CollegCollegioio EpiscopaleEpiscopale di BBrescia,rescia, in cui ssii celebrerà lala no­ stra cicittàttà insigne per RReligioneeligione e Dignità Ecclesiastiche. L'argomento è ottimo, e porge motivo a curiose ricerche spettanti alla storia tanto antica, quanto rere­­ cente della nostra Patria, il che non può esser disgiunto ddaa un dildilettoetto ben ggrande.rande. Qui abbiamo Cardinali, abbiamo Vescovi famosi, abbiamo Fondatori, e Ristora­Ristora­ tori de' Monasterj, e cent'altre cose, che porgerannoporgeranno delicato e gustoso pascolo ad una dòtta e lodevolelodevole curiosità».curiosità».

(20(20)) idem, pp. 4949·53.-53. (21) G.B. CHIARAMONCHIARAMONTI,TI, Lettere del canonico P.P. GagliGagliardiardi accademico del/adella CTllrca,Crusca, Bre­ scia 1763, pp. 40-41.40-41. (22) idem, lettera XX del 1818"(,,,1717,-6-1717, p. 5252..

48 Il cardinale Barbariga aveva resoreso splendido ilil palazzo episcopale di S. Eu­ stacchio proprio perché ospitasse degnamentedegnamente non solo ilil clero,clero, ma anche i lai­lai­ ci. Ne dà notizia ancora il Gagliardi (23).(2.3). «Giunse qua lo stimatissimo foglio di V.S. Il1.ma (Silio) nel tempo, ch'io con altri Signori Canonici miei compagni mi era ritirato a fare gli esercizi spiritualispirituali nel Palazzo VesVescovile covile di S. Eustacchio, poco fuori questa città, ampliato a tal unefine con splendidezza, e fornito da questo emerito Monsig. BarbarigoBarbariga Vescovo, che con fervorefe rvore ed attenzione promuove l'in­ camminamento di questa sant'opera. Di già vi concorre buona parte della nobiltà bresciana, e successivamente gli uni dopo gli altri vi si riducono, e sperasi di vedere anche qui introdotta questa sontuosissimasontuosissima pratica nello stesso modo che fiorisce costì in Milano ed in altri luoghiluoghi tanto dentro quanto fuori d'Italia». Da queste parole si deduce come il BarbarigaBarbarigo avvertisse l'esigenza di un'e­ voluzione culturale, che spiega l'istituzione,l'istituzione, proprio ad opera del suddetto VeVe­­ scovo, di una coloniacolonia dell'Arcadia a Brescia. Documenta quest'altra attività del BarbarigoBarbariga ancora il Gagliardi (24) che didi­­ ce al Silio: «Ho indirizzato a Venezia al Sig. Canonico Fontanini due libretti stamstam­­ pati da una Ragunanza tenuta qui in Brescia dalla Colonia Arcadica, in questa città recentementerecentemente eretta. V. S. Il1.maIII .ma li riceveràriceverà dallo stesso, e ne terrà uno per sé, 'altro'altro lo consegnerà al Sig. Nicolò Madrisio a nome di questo vice custode di Arcadia, il Signor Dottore Vincenzo Margherita. Non mi estendo a darle raggua­ glio dell'argomento, e delle poesie, perché dal primo raccoglieràraccogHerà abbastanza di quanto frutto sia la cultura della pietàpietà,, e dello spirito, con cui questo degnissi­ mo prelato va migliorandomigHorando la nostra Città; dalle seconde vedrà quanto vantag­ gio altresÌaltresÌ da luluii si promuovano gli studj e l'opere l'opere dell'ingegno». Nella leletterattera del 24·524-5 dello stesso anno (25) esprime il suo giudizio sui componimenti arcadi af.af­ fermando:fermando : «Godo pertantopertanto che da lei (Silio), e dal dòtto Signor Madrisio sia sta­ ta gradita la Raccolta dei Componimenti Arcadi, ttrara quali in veroH~ro ve ne sono parecchj di un fino gusto ... ». Il Barbarigo inserlinserÌ nel Collegio Episcopale l'accademia Ecclesiastica nenell 1715 e, successivamente, (nel1716(nel 1716 secondo il Maylender (26), nel 1717 secondo il Ci­ stellini (27) fuse quella con l'accademia di Arcadia o Cenomane, come fu chia­chia­ mata la colonia di BresciaBrescia.. Purtroppo sia l'una sia l'altra languirono quando il Barbariga,Barbarigo, nel 1723, fu chiamato al Vescovato di Padova. Va, però, messo in evidenza che esse non vissero inutilmente.inutilmente. Il Gagliardi giudicava, infattiinfatti,, benedetto il ggranran Prelato (Bar­ bariga) che coll'avercoll'aver introdottointrodotto nel Ritiro di S. Eustacchio esercizi di somma pie-

(23)(23) idem lettera CXIX a G.A. Sassi dcidel 6-3·1718,6-3-1718, p. 265. (24)(24) idemidem lettera XXVII del 26-3-1726-3-1719,19, pp. 64-65.64-65. (25)(25) idem, pp.. 66. (26)(26) M. Maylender, op. cit., voI. I,I, p. 533.533. (27)(27) A. Cistellini, opop.. cit.cito p. 181.181.

49 tà, e Religione, ha voluto ancoanca che gl'ingegni brescianibresciani sempre spiritosi si poli­ scano con la coltura delle Belle Lettere»Lettere. (28). E invero Brescia che, all'arrivoaU'arrivo del Barbarigo,Barbariga, era ancora dominata dalla sfi­ ducia e dal terrore causati dalle violenze subìtesublte durantedut!lntc la guerra di successione spagnola,spagnola, Brescia,Brescia, notoriamente attiva nell'neU'agricoltura agricoltura e nell'nell'artigianato, artigianato, sembra­sembra­ va morta ad ogni forma di attività, sembrava accettare passivamente anche il do­ lore. Il BarbarigoBarbariga sanò la situazione:situazione: le visite pastorali sorreggevano gli animianimi dei più miseri, lele accademie, da luilui fondate,fondate, operavano «in emulazione cordialecordiale e vantaggiosa per la partecipazionepartecipazione dei giovani e deidei nobili alla vita culturaleculturale del­ la città»città. (29). In Brescia esistevano, inin quegli anni, l'Accademial'Accademia degli Erranti (di cui si è già parlato) e due collegi, uno dei Gesuiti chiamatochiamato di SS.. Antonio Viennese, l'al­ trotro dei Somaschi detto di S. Bartolomeo: presso questiquesti nacquero, rispettivamen­rispettivamen­ te,te, l'accademial'accademia deidci formatiFormati e quellaquella degli Industriosi.Industriosi. In esse ininsegnarono,segnarono, pro­ prioprio nel momentomomento in cui si avviava lala riforma culturale, uominiuomini famosifamosi come Car­ loIo InnocenzoInnocenzo Frugoni, professore di retorica e uno dei migliorimigliori Arcadi, che, con ilil primo, sollecitò nei giovani il buon gusto e l'amorel'amore per le lettere. Ci fu chi,chi, in un'adunanza dell'Accademia Mazzuchelliana nata verso la me­ tà del secolo, rimproverò che «a~a guideguide così luminoseluminose nella carriera delle umane letterelettere nonnon fufu così felice [ ... ] sorte nel corso delledelle fisiche, e nat1Jralinaturali cose, e nel­ la filosofia ridottaridotta a un vano, rancidorancido e non intenso dettato, cui altro bene non apparteneva fuorché il solo profittoprofitto di farsi aborrire fra schiamazzischiamazzi e inutili sot­ tigliezze»tigliezze» (0).(30). E' ovvio cheche si trattatratta di indirizzi culturali diversi che nulla tol­ gono all'operaaU'opera deldel BarbarigoBarbariga di cui Lodovico Calini ricorda cosìcosi l'attività: «Tor­ pebant (abit(abi t verbo invidia) Ecclesiasticorum ingenia,ingenin, tamquam in agro, nonnon di­ cam,cam, indomito, sed parum subacto. StatimScatim ipseipsc admovit benefica5benefica,; manus, Colle­ gio ininstituto,stituto, cui maxime propositum essetesse t sacrae, quae ad mores spectat, doctri­ nae quaestiones agitandas in medium afferre; necnon Ecclesiasticam Historiam itaha evolvere,evolvere, ut siqui nudus vindicevindice dignus incidisset, admontae, quod eius fieri posset, eruditae disceptationisdisceptationis acie rescinderetur. Quoties enim elucubrantissimas dissertationes excipimus, quas in aula suarumsuarum aedium maxima, habendas curacura­­ vit, testistestis ipse, et arbiter? Sed enimerum praecipua eius cura fuit, ut moresMores aexqUlSltlSSlmaeaexqUlsIUsSlmae culturae ad sjnceram pietatem informarentur; cui serioserio promovendae nec operae,operac, necncc impensae pepercit.pcpercit. Suburbanum est Episcopale (nemo non novit), cui aa Sancto Eustachio nomen inditum;indltum; non ignignobobilisilis rebaxando animo, curiscu ris urbanis defesso, secessus.

(28) G.B. Chiaramonti,ChiarlltnOllti, op. cit., appendice voI.vol. I, letteralettera III deldd 13-4-1719,n-4-1719, pp.. 282. (29) U. VAGLIA, ùLe AccademieAccddemie fondate in BresciaB,esdd dalddl VescovoVescovo Barbarigo&,ba,igo nel sec.su. XVIII, Brescia, 1968, pp.. 782.782. (30)(JO) idem,idem, p. 7.

50 Hoc a presule nostro meliorem in usum conversum, itaita nobilitari coeptum est, ut ad illudi1Iud elegantissimis carminibus celebrandum non nostrates duntaxat, sed peregrinas quoque musas illexerit»i1Iexerit» (31). Il 31 agosto 17161716 egli fondava, così, la colonia cenomane dell'Arcadia,dell'Arcadia, riu­ nendo, nelnel giardinogiardino del suo palazzo, letterati religiosireligiosi e laicilaici che, secondo l'abi­ tudine dell'Arcadia, presero quasi tutti nomi di pastori. Il programmaprogramma dell'accademia mi sembra già evidenteevidente in un discorso di Pier Antonio Fenaroli, affiliatoaffiliato da tempo alla sede di Roma. Egli, che aveva assunto il nome didi Delminto Lepreatico, dichiaravadichiamva:: «Noi«Noi,, abbenché lungo tempo vivutivivuti in ozio, infelice, ardua e difficidiflicill cosa paresseparesse lo poter si leggeri conseguire quella pulitezza e leggiadria di parlare, che nelle prose e nellenelle rime degli ArcadiArcadi cotando risplende, pure ci confortammoconfortammo col por mente ai principi di tutte l'umane cose,cose, che da picciolo stato colla faticafatica e l'industria appoco alla debita perfezion ci concon­­ ducono; il che c'indusse a sperare che la nostra nascente Colonia debba anch'ella un giorno fuor del suo nido, ove era sconosciuta si giace, levarsi a maggior volo dietro i chiarichiari esempi dell'altre sÌs1 rinomate, che il buon gusto della volgar poe­ sia quasi affatto spento nell'Italia ravvivarono» (32). Gli Arcadi bresciani esercitarono sulla letteratura del Settecento locale uunn influsso notevole, soprattutto nel gusto, e poterono vantare successi pari a quel­ li delle altre Colonie che, spesso, annoverarono fra i propri membri cittadini bresciani.bresciani. Lo stemma - uunono stuolo di cignicigni su una collina e di sopsoprara il motto «Et re­ spondere paparati»rati» rivela gli intenti del Barbarigo (Aristalgo Meleteo) che, con lala nuova accademia, aveva voluto offoffrirerire un ulteriore mezzo per promuovere il mi­ glioramento della culturacultura.. Nell'accNell'accademiaademia arcade si ritrovarono letteletteratirati non solo nobili: anzi, i più appappartenevanoartenevano al gruppo dei professionisti che, in quell'occa­ sione, ebbero modo ddii far notare le loro capacità e suggerire, spesso, la via mi­mi­ gliore per realizzare quanto il sodalizio si era proposto. L'accademia ebbe anche la possibilipossibilitàtà di proppropagareagare l'ottima forma dello scscrivererivere iinn prosapro~a e in poesia grazie anche ai nnumerosiumerosi uomini c6lticolti chiamati a Brescia dal Porporato. Furono adottate le leggileggi dell'Arcadia romana. Tre deputati furono eletti per giudicare i componimenti di chi voleva entrare nell'accademia; con la loro ap­ provazioprovazionene gglili autori potevano, nella stampa, seservirsrvirsii ddeell nome pastorale e del·del­ l'insegna ddellaella ColoniaColonia.. Una documentazione della vita accademica è nella raccolta intitolata «Ragu­«Ragu­ nanza accademica tenuta sulla fondazione degli esercJzieserC1Zl spirituali novellamente introdotti ddaa Monsignor Illustrissimo Vescovo di Brescia nel suo subursuburbanobano Pa-Pa-

(31)(1) idem, pp.pp. 8-9.8-9. ((32)32) idem,idem, p.p. 9.

51 lagio di S. EusEustachiotachio e consecrata a SS.S..S. l!I.mam .ma e RevRev.ma.ma Da gli ArArcadicadi della C0-Co­ lonia Cenomana» stampata da RRizzardiizzardi a Brescia nel 171718.18. IInauguratore,nauguratore, essendo custode generale, fu lo stesso G.M. CrescCrescimbeniimbeni (Al.(Al­ fesibeofesibeo Cario); custode dell'accademia bresciana fu l'ab. V. Marcherita (Elnoro Epionio) che fu anche uno dei tre deputati cconon l'ab.l'ab.!' I. Frugoni (Carnante(Comante EginEgine­e· tico) e l'ab. F. Rotigni (Eromaco Iperaio).Iperaio). Sul frontespiziofrontespizio sta impressa la generageneralele Impresa dell'Arcadia di Roma: la letteralettera dedicatoriadedicatoria è data «dalle Cenomane Campagne questo didì 14 novembre 1718»1718» iinn nome ddegliegli «Arcad«Arcadii della Colonia cenomana». Apre la lettera un elogio significativo per l'opera del BarbarigoBarbarigo .il«il grangran Pre­ lato della fondazione della Colonia». Vi si dice: «Eccovi il primo saggio delle PPaa·­ storali Muse, che voi sin dalle famose Campagne Latine traestetraeste ad illustrareiUustrare il mutumutulolo errore delle Cenomane selve. Vennero elleno invitate dalla magnificenza dedell'animoll'animo vostro,vost ro, che le più malagevoli imprese eroicamente abbracciando, fa da peperr tutto rifiorire non meno gli esercizj della CCristianaristiana pietà, che gli studstudii del­ le sciescienze»nze» (33). Il Vescovo, non solo aveva fondato la Colonia, ma presenziava sempre le adunanze accademiche, sollecitando gglili Arcadi aa proseguire con sempre rinnovato zelo la loro carriera. Nella pubblicazionepubblicazione succitata si leggleggee più avanti, una definizione chiarifica­· trice dell'attdell'attivitàività del Barbarigo là dove è detto che «le gentili Muse prima favel­favel. llaronoarono ddelel Maggior loro Pastore, e sopramodo gioiscono dd'aver'aver quivi coi primi accenti salutato il loro gran Mecenate, anzi ll'incomparabile'incomparabile PrPromotoreomotore di luJttuttee l'art;l'arti più belle» (34). Purtroppo - e e ciò dimostra, se ancora ce n'èn'è bisogno, l'opera lodevole del Barbarigo nella cultura bresciana del Settecento - quando ilil Presule fu chia­ mato a reggere il vescovato ddii Padova, sia lala colonia Arcade sia l'accademial'accademia Eccle­ sisiasticaastica llanguirono,angu irono, perché prive ddii unun appoggio e di un'influenza rare. Ricordando il Vescovo iiil Frugoni scriveva:

«<~DarDar vita e splendore A' studi più degni lloo vidvidii un Pastore, Che ll'alme'alme e gl'igl'ingegningegni DDii BreBrennonno abbelll».abbellì».

11Il ChiaChiaramontiramonti commenta la fine delldellee due accademie affermando che essa ddimostravaimostrava come «gli studi e le Società letterarie vogliono essere promossepromosse,, fa­fa­ vorite e sostenute dai Grandi, se pur hanno a risplendere» ((35).5).

(33) M. MaplendcMaplender,r, opop.. dtci t.., , voI. I, p. 535535.. (34) G..B.B. CHIARAMONTICHIARAMONTI,, DissDissertazioniertazioni istorichristoriche $ullrsulle Accademie bresciane, BresciaBrcsçia 1763, pp.55.55.. (35) G.B.G.B. CriarPrnonti,Criaramonti, LettereLenere del aln.can. P. GagliardiGagliardi,, letteralenera XXVIII del 26-2-1733, voI. II, p.p. 83.83 .

52 Effettivamente a nullanulla valse che nell'accademia Arcadica ccii fossero studiosi cocomeme l'ab.l'ab. L FFrugonirugoni o un Gagliardi che, per lele sue doti di letterato,letterato, fu accolto come socio dell'accademia di Urbino, come risulta da una lettera sua aall Murato­ riri (36). «L'onore pregiatissimo, che la S.V. Ill'maIlI'ma si è compiaciuta di proccurar­proccurar­ mi ((sic)sic) nel farmifa rmi spontaneamentespontaneamente ascrivereascri vere alla celebre Accademia di Urbino» (forse degli AssorditiAssorditi che, nel 1725, accoglieva i più rinomatirinomati letteratiletlerati d'Italia) «che ora vassi rinnovellando ...... lt.». In una letteralettera a FFrancescorancesco Lorenzini, custode generalegenerale dell' Arcadia dopodopo il Crescimbcni,Crescimbeni, scriveva: ««IlIl valore di V.S. I1l.maIll.ma,, che già mi efRera noto per fama, e le singolari produzioni del suo nobile ingegno, delle quali non che da altri, daldal nostro degnissimodegnissimo Padre Maestro RueleRuele aveva io ricevuta particolare, e distinta notizia,notizia, mi avevano fatto concepire didi Lei una sommsommaa sstima,tima, quale ben si concon­­ vieneviene al Suo merito,merito, ed a quel posto, che come Custode GeneraGeneralele d'Arcadia ssìi degnamente Ella sostiene nella Repubblica LettLetterariaeraria.. Ora perchéperché mi trovotrOVO soso­­ praffapraffattotto dalla sua singolaresingolare bontà e gentilezza, avendomi Ella senz'alcsenz'alcunun merito mio voluto ascrivereascrivere aa codesta nobilissima e famosissimafam osissima Ragunanza degli Arcadi,Arcadi, come dal medesimo Padre Ruele ho inteso,inteso, che ddebboebbo altro io dire, se non che in lei va del paripari unita colcol sapere,sapere, e colla dottrina,dottrina, la gentilezza !\1tresì,ale resi, e la cor­ tesia? EccomiEccomi pertantopertanto prima ancora ch'io abbia avuto l'onore di darmela a c0-co­ noscerenoscere in qualche maniera, obbligato già dalle sue riveritissime grgrazieazie con un favorefavore cotanto segnalato, qqualual è quello di scorgermi annoveratoannoverato fra tanti rari, e sublimisublimi ingegni,ingegni, onore dico, a cui per me io non avreiavrei aspiaspiratorato mai in conto al­ cuno, s'ella per un generoso istinto dell'animo suo non me ne avesse voluto far ddegno.egno. Si compiacciacompiaccia V.S. Ill.maIll.ma aduadunquenque di riceverericevere in attestato dde'e' miei ddoveri...overi... i! qui accluso componimento come pegno ddeboleebole si,sì, ma sicurosicu ro dellade lla mia riveren­riveren­ za» (37). QQuestauesta letteralettera del Gagliardi, membro,membro, con ili! Mazzuchelli, dell'accademia ddellaella Crusca (38), dà la certcv.acertezza del progressoprogresso dellade lla cultura brescianabresciano. e dei legami profondiprofondi e cordiali tratIa i dòttidòtti brescianibresciani e gli Arcadi di Roma, nonché la stima per lala Repubblica letterarialetteraria che ili! MuratoriMuratori tanto desideravadesideravo. si realizzasse. Le menti eccelse di tanti studiosi,studiosi, l'entusiasmo evidente nei loro carteggicarteggi,, l'abilitàl'abilità visibilevisibile nelle loro composizioni non riuscirono a manteneremantenere lolo spenspendoredore cuculturalelturale delle due accadeaccademie.mie. Forse, se aall BarbarigoBarbariga fosse successo subito il Que­ rini,rini, ciò non sasarebberebbe accadutoaccaduto.. Ma la porpora vescovvescovileile toccò, per poco più di tretre anni,anni, aa Fortunato Morosini (1723-1727)(1723·1727) che, aa detta del CistelliniCistellini (39), ave­ave­ va lala scienza del Vescovo, ma nonnon ne aveva néné la volontà né lalo. santità».santità».

(l7)(37) idem, lettera LXXIILXX.1I dedell 12-121737,12·121737, voI. 11II,, p. 217. (l8)(38) idem,idem, letteralettera LXXXVIIILXXXVIII deldc:l 1051742 al Mazzuchelli,Mazzuchclli, voI. IIII.. (l9)(39) A. CISTELLINI,CISTELLINI, op. cito p. 184184..

53 FortunatamemeFortunatamente la breve parentesi e l'arrivo di un Presule,Fresule, degno successore del Barbariga,Barbarigo, permisero in Brescia il rifiorire della cultura.cultura. Infatti sembrò di essere rritornatiitornati allo splendore del primoprimo Settecento» perché in lui «l'impegno cul­ turale di severi studi, insieme con la sincera e sempre più zelante attivitàa(tività pastorale» costituirono «elementi importanti,importanti, da valutarsi nel clima della società settecen­settecen­ tesca, notoriamente frivola e mondana, e devono essere tenuti presenti per un più completo giudizio di un secolo che fa da spartiacguespartiacque nella storia della civil­ tà» (40)(40).. Proprio l'arrivo del Querini ridiede vigore alla cultura e avviò il periodo che sarà chiamato «l'età

(40) idem, p. 1191.9l. (41) Fu nominato Cardinale con il Lambertini, il futuro Benedetto XIV, nel 1727. (42(42)) A. CISTELLINCISTELLINI,I , op.op. eitcit.o p.p. 118686.. (43) Lettera del Mazzuchelli al Muratori del 20-4-20-4-17481748 (Orig. in Biblioteca Queriniana di Brescia).Brescia) .

54 bilità che gli ordini religiosi ebbero, in quegli annianni e nei successivi,successivi, di aprire ricche biblioteche con annesse scuole superiori di teologiateologia.. AA.. CistelliniCistellini ricorda particolarmente i Benedettini a S. Eufemia e a S. Faustino; i Teatini a S. Gae­Gae­ tanotano;; i Conventuali a S. Francesco; gli Osservanti a S. Giuseppe; agli Agostinia­ ni a S. Barnaba; i Riformati a S. Cristo; i Gesuiti alleaUe Grazie e a SS.. Antonio; ij Domenicani a S. Domenico; i Carmelitani al Carmine; i canonici regolari a SS.. Giovanni; soprattutto i Filippini alla Pace, che, per la munificenza del pp.. Crotta, avevano la biblioteca più celebre e più ricca. EsEsistevanoistevano allora sei cattedre di teologia nei monasteri di S. Domenico, SS.. BarnabaBarnaba,, S. Francesco, della Pace,Pace, S.S. Giuseppe, del CarmineCarmine.. Non può meravigliare tanto fervore di iniziativeiniziative culturaliculturali se si pensa che il Querini «erudito e insaziabile bibliofilo» arricchivaarriochiva continuamente la biblioteca, da luilui fondata,fonda ta, di codici, di incunaboli, e ddii intere raccolte (44).(44) . Ma la sua considerevole opera letteraria ed erudita non avrebbe avuto un felice successo se non fosse ststataata strettamente collegata e subordinata alla ppienaiena realizzazione di un disegno pastorale ben visibile nella costruzione, non solo del duomo, inaugurato nel 1738, ma di benben ottanta chiese, prima fra tutte quella della Pace e addirittura quella di S.S. Edvige a Berlino. Né va dimenticato che, estremamente liberale, si preoccupò anche dei poveri, completando lala sua opera di rinnovamento civile con llaa fondazione delladella congrega apostolica. L'attività culturale del Porporato non gli negò preoccupazionipreocrupazioni e dispiaceridispiaceri nati proprio dall'ambiente c6hocolto di quel tempo: oltre l'attribuzione dei benefici ai molti sacerdoti e monasteri (cosa non facile essendo tali benefici legati a pro­ prietà terriel'e)terriere) fu accusato ancheanche di filogiansenismo; ma tale accusaaccma ha ben poco fondamento, perché il fervore degli studi del Querini, sollecitando il clero ad occuparsi di attività culturali, spronava indindubbiamenteubbiamente aUaalla conoscenza delle nuo­ ve idee che circolavano in Europa; inevitabili erano, quindi,quindi, i vantaggi enormi, ma anche influssi poco felicifelici.. Si disse che il Cardinale non tollerava i Gesuiti, ma basterebbe a smentire questa affeaffermazionermazione il fatto che egli diede parere favo­ revole per lala beatificazione di Bellarmino. E' vero che anche in Brescia ii Gesuiti avevano persone c6he,colte, iintelligenti,ntelligenti, attive, moralmente forti tanto da essere mae­ stre di vita per il clero sempre più nnumerosoumeroso in città, ma la llorooro popolarpopolaritàità e la loro forza non impedìimpedl al Querini di servirseneservirscne come predicatori nelle missioni del 17431743.. A smentire ulteriormente l'accusa può servire ricordare lala presa ddii po­p0- sizionesizione del VescovoVescovo contro i Cardinali ostili ai Gesuiti. Da quanto riferito si può ben dire che la perfezione raggiunta nella cultura e nel costume al tempo del Querini non potevano non dare conseguenze notevoli e riflessi continui nelle età successive. Ma, forse, il Cardinale non avrebbe ottenutoolt'enuto risultatirisultati cosìcosi brillanti, se non

(44) U. BARONCELLI, Gli incunaboli della biblioteca Queriniana di Brescia, Brescia 19701970.. 55 avesse avuto accanto altre personepersone laiche e religiosereligiose che,che, con lele loroloro opere,opere, con­con­ tribuironotribuirono a crearecreare quel periodo fecondo dellade lla culturacultura brescianabresciana. Ne ricorderòricorderò alcunialcuni fra ij più famosi: l'ab.l'ab. AA.. Sambuca, ilil braccio destro del Querini,Querini, di cuicui fu segretariosegretario per ventotto anni per passare, poi, al servizioservizio del vescovo Molino; fu uno storicostorico che lasciò memorie sulsul Cardinale;Ca rdinale; l'ab.l'ab. C. DoneDane­­ da bibliotecario, dal 1754,1754, dellade lla biblioteca Queriniana; il cardcard.. L. Calini; l'ab.l'ab. P.AP.A.. Parzani,Parzani, il dòtto ed erudito discepolo deldel Panagiota; il Somasco p.. F. F. Bar­Bar· gnani, di fine e profondaprofonda cultura; p. L.RL.R.. Rampinelli,Rampinell i, monacomonaco Olivetano daldal 1722, illustreillustre matematico,matematico, docente famosissimofamosissimo e, ail Bologna,Bologna, maestro didi Gaetano Agne­ si; p. SS.. MaccarinellMaccarinelli,i, appartenente all'ambienteall'ambiente delde! MazzuchelliMazzuchelli e nominato Com­ missariomissario generale del S. UffizioUffìzlo da Clemente XIII; il sac. L. Emili,Emili, teologoteologo e forbito oratore, accademicoaccademico del Collegio Ecclesiastico;Ecclesiastico; p. C. Duranti,Dumnti, professoreprofessore di filosofia nel Seminario; il sacsac.. A. Gelfi, che curò l'edizionel'edizione del V volume delledeUe letterelettere del PalePole preparate daldal Querini; il benedettino G.AG.A.. Astezati, insigne archi­archi· vista, paleografo, matematico, che lasciò opere preziose sugli archivi di SS.. Fau­Fau· stino,stino, S. Eufemia, S. Giulia; p. Fortunato Ferrari,Ferrari, insigneinsigne e genialegeniale scienziato, lele cui dottrine sollevarono aspre dispute, fu ritenuto «il«il primo squillosquillo delle contro­ versie giansenistichegiansenistiche in Brescia»Bresciu (45). Va fattofatto notare che molti degli ecclesiastici c6lti,cOlti, sia del ternpotempo deldel Barba­Barba· rigarigo sia di quello del Querini,Querini, provenivano da tuttetutte lele classi sociali, cosìcos1 come avvenivaavveniva nelle accademie Ecclesiastica ed Arcade, perché uno solo eraera il princi­princi­ pio ispiratore:ispiratore: ravvivare l'interessel'interesse culturaleculturale per un miglioramentomiglioramento delladella societàsocietà non solo religiosa, ma ancheanche laicalaica.. SoprattuttoSoprattutto il Querini volle che lala cultura fossefosse <

(45)(4') G.M.GM. MAZZUCHELLI,MAZZUGlELLI, Gli scrittorimiliari d'Italia,d'Italia, II,II, pp.. IV,IV, Brescia 1763,1763, pp.. 2050.2O!iO. (46) A. CISTELLINI,CISTELLINI, opop.. cito pp.. 191.

56 la cultura storica e la retorica nelle quali - come dice Ugo Vaglia - (47) «la città trovò argomenti di studio conformi al gusto nuovo della formaforma e della pa­pa· rola, espressione di una città rivolta, nello sforzo ideale e morale, verso indiciindici non ancora individuatiindividuati di quellaqueJJa poeticapoetica europea che troverà ilil suo validovaUdo assertore nel cardinale A.M. Querini». Questi non lasciava occasione di frequentare persone colte che potessero, nel colloquio, dare un contributo al suo desiderio di scuotere ilil torpore letterario e il mal gusto di certi letteraletteratiti bresciani. Significativa è, dunque, la partecipazio­parte<:ipazio­ ne del Cardinale alle adunanze che avvenivano, tretre volte al mese, nel salotto del Mazzuchelli. Esse non erano regolate da costituzione alcuna, ma riuscivanoriuscivano miglio­ ri e più soddisfacenti di quelle delle accademie, perché i soci trattavano inin pro­ fondità ogni materia scientifica o storica o letteraria. Anzi bisogna ricordare qui che essa, pur non essendo annoverata fra le accademie, accolse molti soci di quel­ le, perché, in essa, trovavano un terreno più fertile per approfondireapprol~ ondire la loro preparazione culturculturale.ale. NonNon credo sia opportuno esaminare in questa sede la produzione poetica: sarebbe troppo lungo e non agevolerebbe il discodiscorsorso fatto fin qui. Rimando a studi più specifici miei (48) e di U. Vaglia (49). Invece,Invece, per documentare ulteriormente la frequenza di letterati di ogni cece·­ to sociale aall'accademiall'accademia dell'Arcadia,dell' Arcadia, riporto ququii sotto, cognomi, nomi e pseudo­ nimi degli Arcadi come sono indicati da mons. P.P . Guerrini (50). AristaIgoAristalgo Meleteo Vescovo Francesco Barbarigo AlmedonteAlme don te P:mellcnioP:l11ellenio ab. FiFilippolippo Garbelli Areteno Epidotico = dottodott. AmomoAntonio Piccoli, arciprete di Trenzano Berindo....Berindo ... . _ dotto Nicola Rescatti, proposto di Milzano BoBolarco....larco ... . = ab. Bartolomeo Ferrari, prof.proE. di teologia Comante Eginetico IInnocenzonnocenzo Frugoni, prof. ddii retorica DDelmintoelminto Lepreatico = avvavv.. Francesco Antonio Gambara Eromaco IIpereiopereio abab.. Francesco Rotigni, prof. di retorica Ependo Ceriteio = Avv. Nicola Bertoni Elnoro Epionio ab. Vincenzo Margherita, prof. di legge e vicecusto·vicecusto­ de di Arcadia I tieleoticleo Mirtonio = ab. FFrancescorancesco Zuanino, prof. di retoricaretorica MegaeleMegacle Febeio Francesco Torriceni Nigeno SauSauridioridio = co: Gioseffo Antonio Castiglioni,Castigliani, canonico di S. Stefano e vicecustode della sua Colonia

(47)(47) U. VAGLIA, Le Accademie fondatefondate daldal Barbarlgo,Barbarigo, Brescia 1968, p. 16. (48)(48) L. DOSIO,OOS10, Le eglogheeglogbe brescianebresciane del SettecentoSettecento,, in C.A.B.C.A .B. 1970. (49)(49) U. VAGLIA, Un satollosalotto brescianobresciano Irafra SettecentoSettecento ee Ottocento, in Studi inin onore di A. Chiari.Chia.rÌ, Brescia 1973.1973 . (50)(50) P. GUERRINI,GUERRIN1, L'accademia Cenomane, in BtixiaBrixia SacraSacra,, a. 1917.

57 OristcnoOristeno ...... p. Andrea Barbieri PeridePericle AffeioAffdo = ab. dottodotto Pietro Guelfi Retalgo Coziate = p. Pier Antonio TonTonellieIli Rotalmo .... pp.. Pietro PPaoloaolo ddellaella Valle Sostrato EgiziacoEgiziaco = Giovanni Fainelli, dottore in filosofia ce medicina TTemiro emiro Anteatico -_ Cristoforo Gallo, ggiudiceiudice dell'almo Collegio di Bre·Bre­ scia Tersalgo .... = avv.avv. Andrea Tombini Vidalgo Pitinseo _ ab.ab. marchese Gioseffo PozzobonelliPozzobonelli di Milano Vesolno AcreoAereo = co: Gioseffo ImbonatiImbonati deli'Arcadiadell'Arcadia di Milano Virbio TittiTittioneooneo _ ab. Galeazzo Foresti Uralio ...... = dou.dotto Fortunato ZuccZucchini,hini, segretario ddellaella accade·­ mia ddegliegli Erranti A questi si aggiunsero poi: Britide lceoIceo _ Pietro Campana Cleobo IpipirIpipirgiriogirio = dr.dr. Gerolamo di Rovero Ge!ascoGelasco Cinorzio Bartolomeo Groppi PritaltePritalte MiftionioMirtionio = Jacopo Capitanio, nobilenobile bresciano Trinanzo Ci5seateCisseate _ p. Giacomo Maria Ricci Tegindo Palemonio = Lodovico Calini Paolo Gagliardi Il Barbarigo, A. Piccoli, fra Emilio degli Emigli (cav.(cav. di Malta),Malta), AA.. Fenaroli, A.A. Garbelli erano stati iscritti nell'accademia Arcade romanaromana e furonofurono i principa.principa­ li promotori della Colonia Cenomane. Tre eelegantileganti distici latini del latinista p. Francesco BarBargnanignani si trovanoUovano su un'epigrafe del palazzo che ospitava le accademie e che fu distrutto vandalica­ mente. Le paroleparole,, almalmeno,eno, rimangono a ricordare un momento veramente lode­ vole della cultura bresciana, ma soprsoprattuttoattutto chi si era adoperatadoperatoo perché essa po­p0- tesse vivincerencere le tenebretenebre dell'ignoranza e della superficialità. Eccoli:

Brixia marmoreimannorei surgentia culmine templi Dum stupet et sacris laudibuslaudibus apta videt.videro Urbanasque simul miratur Praesuli aedes Fronte nova et cultu splendidiore frui,fmi, Par eratera t ut veteri posito squalore niteret DeliriumDelitium dominis villa futuris suis. (continua)(continua) LUCIANA D0810OOS10

58 IL PIO SOCCORSO DELLA PERTICA

Un documento di particolare interesse per la vita religiosa delle Pertiche,Pertiche, e della loro economia, è il testamento di Don Francesco Bacchi, curato di Forno d'Ono, redatto dal notaio G. Antonio Cargnoni di Levrange il 9 novembre 16141614.. Con questo atto Don Bacchi fondò il Ricorso dei Poveri di Cristo della Perti­Perti­ ca di Valle Sabbia, istituendo universal erede di tutti i suoi beni presenti e futfuturi.uri. La famiglia Bacchi era fra le più antiche famiglie di Forno. 10Lo storico Marsi-Marsi­ 1iolio Piccinelli di Anfo, vissuto nel sec. XVI, cosl1acosì la ricorda: « In questo tempo (1338 circa) Arigolino de BaceiBacci uomo ricchissimo di denaro emigrò da Marmentino con il suo figlio Tomasino, e sen venne in compagnia del nostro Bertolino Alberghini ad abitare al ffornoorno suddetto. Qui il BaceiBacci fabricar fece un casamento comodo per sé, e comprò da Bortolino ancora parte del forno stesso e fecero tra lor compagnia di negozio tale che ben che in allora il ferro si vendesse solo soldi 45 al pezo ne de·de­ ducevano utili sovragrandi ».». Nel 1434 certo Tomasino Bacchi dotò la chiesetta di Forno di entrate per il mantenimento perpetuo di un sacerdote con la facoltà di poter scegliere il suces­suces­ sore fra i sacerdotisacerdoti più anziani del proprio casato, salvo parere del Vescovo. Vescovo. Nota per pubbliche benemerenze e per censo, llaa famiglia Bacchi fu accolta a godere della cittadinanza della città di Brescia, un privilegio particolareparticolale pure goduto dalla fa­fa· miglia Alberghini. Don Francesco Bacchi, dopo llaa morte dell'affezionato nipote G. Francesco FlocchFlocchini,ini, che aveva eletto suo erede, pregato Dio di avere tanta luce da poter ordinare di nuovo e disporre d'ogni facoltà, elesse, a custodia di quanto ordinato nel testamento, i Quindicinari, e cioè dieci Massari delle Scuole della Madonna della Pertica, e cinque Elemosinari. Massari furono: M. Pecino Andreolo a Presegno, M. Gio Donato Bortolotto a Ono, M. Giacomo Cargnoni a Levrange, M. Gio Antonio Alberghino a Forno, M. Gio Antonio Tabarino a AvenoneAvenone,, M. Gio Maria Gabrieli a Prato, M. Gio PiePie­­ tro RoffiniRaffini a Livemmo, M. Bartolomeo Baldino a Udine (= Odeno), M. Domenico Quistino e M. AntonioAntonio Vivenzi a Navono, Noffo e Lavino. Elemosinari furono: Domenico FFlocchini,locchini, M. Ludovico Ligetto, M. Bene­Bene­ detto Burlino, M. Gio Battista Zanini, e M. Gio Francesco Pecini; e sucessivamen·sucessivamen­ te i loro sucessori, che di tempo in tempo vennero eletti. I Massari dovevano essere i MassaMassariri delle Scuole della Madonna, eletelettiti di tempotempo inin tempo dalle Scuole stesse. Dovevano congregarsi due volte all'anno,

59 lala vigilia di Natale e ilil Sabato Santo, e quando v'era necessità. Dovevano essere uomini schietti, di mente pia, e zelante, e non volere frafra loro persona sagace, cavillosa, o maliziosa, per evitare discordiediscordie.. NelleNelle riunioni doveva prevalere la mag­ gioranza, con prudenza in modo che le delibere potessero essere approvate con devozione, carità, gentilezza, e soprattutto che nel riscuotere o condurre biade o altro fossero fatte poche spesespese.. Nel caso di liti, o contrasti, o scrupoli di sorta fo~sero sorti fra i Custodi, spettava la decisione alle scuole delladella Madonna, perchè il Ricorso non avesse a partire. Gli Elemosinieri e Distributori erano eletti ogni due mesi per ognuno con l'incombenza di sovvenire i poveri, e finiti i loro mesi erano obbligati a consegnare ai successorisuccessori ii due libri (l'uno per il denaro scosso, l'altrol'altro per lele elemosine)elemosine).. CosìCosl la vigilia di NataleNatale e il Sabato Santo,Santo, i Quindicinari ssenzaenza essere ricer­ cati e per solo zelo e carità erano tenuti a fare avereavere alle Scuole delle diecidieci terre della Prtica mezza soma di frumento con uno scudo di lire quattro da farefate pane ai poveri e illuminare i divini uffici di dette solennità. 10Lo stesso soccorso doveva inoltre essere mandato alla viglia delle feste solenni di ciascuna terra, cioè:cioè: a Presegno la viglia di SS.. Lorenzo,Lorenzo, a Ono la viglia di SS. Zeno, a Levrange la vigilia di S. MartinoMartino,, al FornoFotno la viglia dell'Annunciazio­dell'Annunciazio­ ne della Madonna, a Avevone la vigilia di S. Bartolomeo; a Prato la viglia di S. Antonio, a Livemmo la viglia di S. Marco, a Odeno la viglia di S. Apollonia,Apollonio, a Na­ vono, Noffo con Lavino la viglia di S. Michele, risparmiando sempre almeno sui trasporti per conservare più denari ai poveri e agli infermi. Ogni utile che avanzasse dopo quelle spesespese,, doveva servire pienamente agli ammalati poveri e agli infermi « massimo tutta volta, che o per bisogno di pane, o denari, o panno, e simili, si ricorreranno, e si faranno raccomandare alli Elemo­ sinieri, massimo di cose necessarie per gli infermi, come sussidio del medico, e medicinali sia zelantissimamente provvisto a quanto per lala copia de detti utili, e necessità de poveri si potrà fare per la gloria dell'Eterno Dio », tenendo sempre occupati i capitali ut in Bulla Pontificia. Nel fare le elemosine dovevano essere generosi dando cose utili e giovevoli:giovevoli : buoni denari, buon pane, buon panno, buone scarpe, al fine di evitare discordie e mormorazioni. Istituendo il Ricorso, o Pio soccorso della Pertica, Don Bacchi oltre il modo e l'ordine suggerito per la buona amministrazione, volle anche dargli il nome: Mo­ dici RecurstlSRecursus pt1uperumpauperum Christ;Christi Pertict1ePerticae Vt1llisVallis Sabiae pium principiamoprincipium. E vi aggiunse altre volontà: morendo nel TorresinaTorresino volle che ilil suosuo corpo fosse sepolto nel cimiterocimitero in una cassacassa,, sotto i piedi del Crocifisso, con la faccia volta all'occidente; che la mattina fosse fatto l'obito, e nei due giorni sCse,!,uenti,oluenti, il settimo ee il trentesimotrentesimo l'ufficio e messe senza canto e devotamente con i suoi serioli, e elemosineelemosine dentro, e accesiaccesi senza quelle candelette in cima che non stanno benbene;e; che lala mattina dell'obito fosserofossero fatte le distribuzioni di pane, formento e denari nella chiesachiesa o nel cimitero. Inoltre:Inoltre: che sisi vendano inin ogni modo gli strumenti musicali,

60 ij libri e quanto esistesse nel TorresinoTorresina didi sua proprietà, e ilil denaro sisi adoperiadoperi per ilil Soccorso.. Qualora ii librilibri non si vendessero, restino custoditi in modomodo che non sianosiano alienatialienati e non si consumino per mali tempi.tempi. AderendoAderendo al desideriodesiderio dei consoli del comune di FornoForno d'Ono,d'Ono, G. Battista AlberghinoAlberghino ee GG.. Francesco Zanini, a luilui mandatimandati dagli uomini deldel comune, disposedispose cheche lala sede del Pio soccorso restasserestasse nelnel Torresino, presso lala CChiesa,hiesa, oggi via Roma 1,1, oveave il rettorerettore Don Alessandro GhidinelliGhidinelli fece scolpirescolpire sull'architravesull'architrave della portaporta d'ingresso,d'ingresso, a perpetua memoria "heredes"heredl's coscripsit pauperespal/peres municipy"mllnicipy" (= elesse suoislloi eredieredi i poveri del Municipio)Municipio).. Il patrimoniopatrimonio ammontavaammontava ail lire piccole 36658,36658, che producevano l'annuol'annuo censo di lirelire 1753,8. Nel TorresinoTorresina fu steso il testamentotestamento alla presenzapresenza dei testimoni M. Battista Repellino didi Livemmo, M. Leandro Burlino, M. Nicolino Floch:no di Avenone, M. G.G. Antonio Zambello da Levrange, MM.. Marc'Antonio NicoNicolino,lino, M. ChristoferoChristofero PirloPirlo da HHono,ono, MM.. Christofero OporinoCipotino da Prato,Prato, e M . Gottardo RizzardiRizzardi dal FFornoorno di HonoHono. Nel concludere, non va ddimenticatoimenticato che ilil testatore consiconsigliavagliava i Quindicinari ad adopeadoperarsrarsii ognuno per llaa propria parte coconn ogni zelo Ila fareb re quanto a loroloro spetta­ va, e nel congregarsi dovevano levare lele menti a DioDio perchè li aiutasse nel pro­ gresso del RicorsoRicorso con la preghiera del Gloria Patri, ecc.ecc. Il testamentotestamento venne ddatoato ancora allealle stampe il primoprimo Marzo 1714,1714, un secolosecolo dopo, estratto de verbo ad verbum dadall notaio PPaoloaolo Andreoli q. DD.. Angelo di Gussago.Gussago. Cosi ogni aannonno inin ciascuna delle nove ParrocchieParrocchie della Pertica furono celebrate dal Parroco tre Messe a pro ddell'animaell'anima del TTestatore,estatore, dei suoi genitori e deldel nipote secondo la intenzione espressa nel testamento medesmedesimo.imo. Tali MMesseesse doveva­doveva­ no constarconstaree dal Diario di SagriSagristia,stia, la primaprima la vigiliavigilia di NataNatale,le, la seconda il Sa­ bato ddii RResurrezione,esurrezione, llaa terza la vigilia dedell TitolarTitolaree ddellaella Parrocchia.Parrocchia. Ciascuna Fabbriceria era ttenutaenuta alla retribuzione di lirliree una e centesimi cir.quantacinquanta peperr ognuognunana delle tretre MMesse,esse, annuaannualmentelmente.. UGO VAGLIA

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