ORDINE MEDICI CHIRURGHI Medica E ODONTOIATRI Inserto Redazionale del Notiziario Brescia Medica n° 360 DELLA PROVINCIA Maggio-Giugno-Luglio 2012 DI BRESCIA Poste italiane S.P.A spedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 195 I.R.

Il medico e l’altro: storie bresciane di cooperazione internazionale e di migranti

Primo Piano Testimonianze Novità Così lontani… Esperienze professionali Spazio giovani medici così vicini e umane edica rescia M Brescia Medica n° 360 ORDINE B Inserto Redazionale del NotiziarioMaggio-Giugno-Luglio 2012 MEDICI CHIRURGHI di Brescia E ODONTOIATRI Poste italiane S.P.A spedizioneAutorizzazione in abbonamento del postaleTribunale 70% di -Brescia Filiale n. 195 I.R. DELLA PROVINCIA DI BRESCIA | IN QUESTO NUMERO |

EDITORIALE Il medico e l’altro: storie bresciane di cooperazione internazionale e di migranti L’altro, il diverso 3 Novità Testimonianze Spazio giovani medici Primo Piano Esperienze professionali Così lontani… e umane Un saluto dal Presidente così vicini Ottavio Di Stefano 3 IMMIGRATI E SANITÀ BRESCIANA PRIMO PIANO Le famiglie dei migranti e il volto Così lontani…così vicini 4 dei servizi socio-sanitari 45

L’assistenza sanitaria PROGETTI al migrante irregolare 49 Il Progetto Esther in Burkina Faso 11

Ospedale Pediatrico a Bor 20 PAGINA DELL’ODONTOIATRA

TESTIMONIANZE Relazione di Luigi Veronesi 53

Diario da Kabul 24 SPAZIO Un medico in guerra 31 GIOVANI MEDICI

Bambini soldato 33 Giovani medici: tra teoria e pratica 56

Chirurgia a tutto campo 35 Essere medici 58

Ospedale di Kalongo, Uganda 37 PILLOLE DI STORIA Associazione Amici per l’Africa 40 L’assistenza ai profughi dopo Una settimana di volontariato la seconda guerra mondiale 59 a Sakatia, Madagascar 42

“Niente è più come prima. RICORDI L’Africa mi ha ricaricato” 43 Dott. Giacomo Corvini 65

Dott. Dario Monzeglio 66

Dott. Gianguido Battioni 67

Dott. Giuseppe Gatti 67

Direzione-Redazione-Amministrazione: Via Lamarmora, 167, Brescia, Tel. 030 2429537, Fax 030 2429530, e-mail: [email protected], www.ordinemedici.brescia.it Direttore Responsabile: Dott. Gianpaolo Balestrieri, Comitato di Redazione: Dott. Angelo Bianchetti, Dott. Luciano Corda, Dott.ssa Silvia Martinazzi, Dott. Piergiorgio Muffolini, Dott. Raffaele Spiazzi, Dott. Roberto Stellini, Dott. Erminio Tabaglio. Consiglio dell’Ordine 2012-2014: Presidente: Dott. Ottavio Di Stefano, Vice Presidente: Dott.ssa Luisa Antonini, Segretario: Dott. Bruno Platto, Tesoriere: Dott.ssa Graziella Iacono, Consiglieri: Dott. Gianpaolo Balestrieri; Dott. Germano Bettoncelli; Dott. Angelo Bianchetti; Dott. Marco Brianza; Dott. Ovidio Brignoli; Prof. Francesco Castelli; Dott.ssa Adriana Loglio; Dott. Diego Misoni; Prof. Francesco Puccio; Dott. Cesare Spedini; Dott. Roberto Stellini; Dott. Aldo Francesconi (Odontoiatra); Dott. Luigi Veronesi (Odontoiatra), Collegio Revisore dei conti: Presidente: Dott. Raffaello Mancini, Componenti: Dott.ssa Costanza Gregorini; Dott.ssa Analia Perini; Dott.ssa Edda Simoncini (Supplente), Commissione Albo Odontoiatri: Presidente: Dott. Luigi Veronesi, Segretario: Dott. Pierantonio Bortolami, Compo- nenti: Dott. Claudio Dato; Dott. Aldo Francesconi; Dott.ssa Paola Sottini, UFFICIO DI PRESIDENZA: Dott. Ottavio Di Stefano; Dott.ssa Luisa Antonini; Dott. Bruno Platto; Dott.ssa Graziella Iacono; Dott. Gianpaolo Balestrieri (Direttore Responsabile BresciaMedica); Dott. Roberto Stellini (Coordinatore Commissione interazione professionale). Stampa: Com&Print srl - Brescia Progetto editoriale: a cura di Luca Vitale e Associati

2 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | EDITORIALE |

Il Direttore Gianpaolo Balestrieri Il Presidente Ottavio Di Stefano

Dopo la “Medicina ai tempi della crisi” vi pro- poniamo un altro tema non usuale “Il medico e L’altro, l’altro: storie bresciane di cooperazione interna- zionale e di migranti”. Sono molti i medici bresciani che, lontani dai clamori dei media, da anni si dedicano alla pra- il diverso tica della medicina in quello che una volta chia- mavamo il Terzo Mondo. Vorremmo presentarvi questa realtà coniugandola con la realtà dei migranti. Questa è una componente del tutto si- Può apparire una scelta poco comprensibile, lon- gnificativa della società italiana ed in particolare tana dall’attualità, dedicare questo numero del della nostra città e provincia. giornale al confronto con l’altro da noi, dalle espe- Insomma la medicina deve confrontarsi sempre rienze di cooperazione internazionale ai migranti di di più con l’altro a volte ritenuto, del tutto im- casa nostra. Incalzano urgenze diverse. propriamente, diverso. Tuttavia proprio in un momento di crisi può essere Vorremmo però non dare una lettura sentimen- preziosa la ricerca delle motivazioni più alte della tale dei due aspetti. Vi proponiamo infatti dati nostra professione. di epidemiologia accanto a racconti di esperien- Il prendersi cura dell’altro con “compassione” ca- za professionale ed umana. pacità di “partecipare all’altrui sofferenza”, come ci Il miglioramento dei livelli di salute nel Terzo ricorda Giorgio Cosmacini storico della medicina Mondo e l’integrazione determinano crescita nel suo ultimo testo. Compassione fondamento economica. Può stupire ma è così. (Bradford dell’etica, non solo dell’etica medica secondo la Kelly V. et al. New Engl J Med 2010; 363: 1199- psicoanalista Melanie Klein. 1211.) Le testimonianze ospitate sono numerose, varie Un caro saluto per tipologia e scenari. Testimonianze che naturalmente, data la ricchezza se, si ponga come ponte, come pratica che tende a della tradizione bresciana in questo campo, non superare le contrapposizioni e gli scontri in nome possono dar conto se non parzialmente (e ce ne di un valore umanistico più alto. scusiamo) di una realtà molto articolata. L’altro, il diverso è anche e sempre più tra noi. Ne Un elemento comune si rintraccia, tuttavia. sorgono problemi che tutti viviamo nella quotidia- Alla radice di tutte le esperienze vi sono le ragio- nità. La risposta che la sanità bresciana ha dato al ni della medicina, ragioni indipendenti, spesso in problema degli immigrati, sia a livello istituzionale contrasto con quelle dell’economia, della politica, sia nel comportamento degli operatori, mi pare co- della guerra. munque complessivamente adeguata. Ragioni che fanno sì che la medicina, con il suo in- Ci auguriamo che, anche nella crisi attuale, conti- tervenire in aiuto delle persone, indipendentemente nui ad esserlo, nella fedeltà ai principi fondanti la da diversità etniche, culturali, ideologiche, religio- professione medica.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 3 | PRIMO PIANO | Così | La curiosità dei nostri piccoli vicini di casa in Burkina Faso lontani… così vicini di Francesco Castelli Professore Ordinario di Malattie Infettive e Direttore della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali e 2° U.O. di Malattie Infettive, Uni- versità di Brescia e Spedali Civili di Brescia. Past-President, Medicus Mundi Italia

La cooperazione sanitaria interna- di patologie che si potevano riscontrare in questi zionale, nella moderna accezione Paesi (Patrick Manson, 1898) portava come titolo del termine, ha storia relativamente “Manuale delle malattie dei climi caldi”. Era dun- Ieri recente e nasce dalla constatazione que un concetto di medicina geografica, riservato dell’insufficienza dei sistemi sani- a proteggere gli espatriati e coloro i quali erano a tari dei Paesi ex-coloniali, soprattutto africani, che questi funzionali. Solo dopo la Seconda Guerra hanno in larga misura ottenuto l’indipendenza nel Mondiale, con la Dichiarazione Universale dei corso degli anni’60. In numerosi Paesi, preceden- Diritti dell’Uomo (Parigi, 1948), viene affermato temente, l’assistenza sanitaria era infatti sostanzial- il principio inalienabile del diritto alla salute che mente gestita dagli espatriati europei ed era indiriz- troverà successiva e definitiva consacrazione nella zata a soddisfare le esigenze degli stessi (funzionari, Dichiarazione di Alma Ata nel 1978 e nella filosofia militari, insegnanti, commercianti, etc.) oltre che delle Cure Primarie (Primary Health Care), quale di quella parte della popolazione locale che aveva strategia per rispondere ai bisogni sanitari essenziali rapporti di servizio con la potenza occupante. Al delle popolazioni con tecniche scientificamente resto della popolazione, più spesso confinata nelle appropriate, ma nel rispetto dei vincoli economici aree rurali dei Paesi, rimaneva l’accesso, nella mi- di sostenibilità. gliore delle ipotesi, alla sola medicina tradizionale o ai dispensari medici delle missioni delle varie confessioni, tra le quali la religione cattolica era Cooperazione e solidarietà certamente ben rappresentata soprattutto nelle ex- colonie portoghesi, spagnole, francesi, belghe e Erano intanto nate spontaneamente, espressione italiane. della società civile, numerose associazioni di medi- Si parlava infatti allora di “medicina tropicale” o di ci volontari che, spinti dal sentimento di solidarietà “medicina coloniale”. Il primo testo di riferimento insito nella professione medica e mossi dalle prime

4 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PRIMO PIANO | immagini di sofferenza che venivano portate nelle “Medicina tropicale” nostre case sugli schermi televisivi in bianco e nero, avevano deciso di mettersi al servizio delle popola- Nel frattempo, con il progressivo sviluppo econo- zioni povere. mico del mondo occidentale, il concetto di “me- Al momento della Dichiarazione di Alma Ata, cui dicina tropicale” si è progressivamente evoluto a partecipò anche una delegazione di Medicus Mun- includere tutte le patologie, in larga misura ma non di Internazionale, anche io avevo già intrapreso il esclusivamente infettive, connesse ad un contesto mio personale percorso professionale ed umano di insufficiente sviluppo economico e sociale. iniziato nel 1975 nella missione comboniana di Vi- In altre parole, le malattie della povertà. che, in Ecuador, alla ricerca del modo in cui poter Che possono essere riscontrate con maggior preva- soddisfare il mio giovanile desiderio di solidarietà. lenza nei paesi tropicali, ma che sempre più spesso In ambito sia religioso sia laico si assiste dunque a si presentano anche nelle strade italiane. un fermento di cooperazione e solidarietà. E di Brescia. Nascono in Italia le prime Organizzazioni Non Si parla dunque oggi con maggior appropriatezza Governative (ONG) a impronta sanitaria. di Salute Globale, a significare la necessità di indi- Per quanto riguarda Brescia, viene fondato nel viduare e assistere le nuove fragilità sociali che si 1968 il nucleo di Medicus Mundi Italia, branca ita- verificano anche vicino a noi e che spesso assumo- liana di Medicus Mundi Internazionale, a sostegno no le sembianze di un anziano solo e malato o di delle attività dell’Ospedale di Kiremba in Burundi, un migrante irregolare o ancora di chi è preda delle sin da allora sostenuto dalla Diocesi di Brescia. nuove schiavitù del mercato del sesso.

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Cooperazione bresciana un progetto educativo promosso dalla Fondazione Tovini. Brescia può a buon diritto rivendicare un ruolo di Dopo oltre un decennio, le attività di cooperazio- primogenitura nella storia della cooperazione in- ne internazionale in Italia trovano una sistematiz- ternazionale in Italia, sia laica sia religiosa. Capita zazione legislativa nella legge n. 38 del 9 febbraio spesso a chi ha a lungo viaggiato in Paesi poveri 1979, che ancor oggi costituisce il quadro di riferi- sentir risuonare frasi in dialetto bresciano. Ed al- mento normativo. lora ci si accorge con gioia che quella suora, quel Tale legge, considerando l’attività di cooperazione missionario, quel volontario viene da casa tua. internazionale uno strumento essenziale di politica Forse non è un caso che anche Daniele Comboni, estera, affidava il ruolo di regia di tale attività alla seppure cresciuto in Verona, è nato sulla sponda costituenda Direzione Generale Cooperazione allo bresciana del Garda. Ma anche in ambito laico il Sviluppo (DGCS). La normativa più recente, pur contributo di Brescia alla cooperazione Internazio- mantenendo al Ministero degli Affari Esteri ed al ne- nale è stato ed è di assoluto rilievo. onato Ministero per la Cooperazione Internazionale Fu infatti l’Onorevole bresciano Mario Pedini a e per la Integrazione la responsabilità della coope- presentare nel 1964 la prima proposta di legge fi- razione internazionale, ha introdotto la possibilità nalizzata a regolamentare la partenza di volontari per gli Enti locali (Regioni, Provincie e Comuni) di italiani nel mondo nell’ambito di attività di coope- finanziare progetti di intervento nei Paesi in via di razione in sostituzione degli obblighi militari. La sviluppo. In tale contesto è da riconoscere lo sfor- legge, dopo un lungo iter parlamentare, fu approva- zo sistematico compiuto da tempo dal Comune di ta l’8 novembre del 1966 (legge 1033) e può essere Brescia negli interventi di cooperazione, con l’es- considerata la base di partenza di tutta la legislazio- senziale aiuto tecnico della Consulta per la Coope- ne successiva in materia. I primi volontari bresciani razione e la Pace, la Solidarietà Internazionale e i partirono nel 1968 per Mogadiscio, nell’ambito di Diritti Umani del Comune di Brescia.

| i Paesi poveri hanno spesso una società giovane, con elevati tassi di mortalità infantile e tanto analfabetismo, vera piaga sociale

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Negli ultimi anni, la riflessio- assistenzialismo sanitario, pur nobilissimo nel suo ne su quale debba essere oggi intento umanitario durante il quale il personale la strada migliore da percorre- medico e infermieristico occidentale tentava di Oggi re da parte della cooperazione porre rimedio a una carenza di personale e strutture sanitaria internazionale è stata locali. ricca e articolata, a testimonianza della passione e Oggi gli interventi di cooperazione sanitaria inter- del fermento che hanno fornito linfa vitale a questa nazionale possono essere grossolanamente distinti attività. in interventi di sviluppo e interventi di emergenza, Certamente appare trascorso il periodo del puro tra di loro complementari e non contrapposti.

Interventi di sviluppo Interventi di emergenza

Gli interventi di sviluppo si pongono come obiettivo Gli interventi di emergenza, complementari e non un accompagnamento di lungo periodo delle po- sostitutivi dei precedenti, rispondono alle esigenze polazioni locali per promuovere, nel rispetto della delle calamità naturali (terremoti, epidemie, tsu- dignità degli individui, lo sviluppo globale delle nami, etc.) o belliche e richiedono una imponente professionalità e delle infrastrutture nell’ottica di capacità logistica e tecnica, più spesso appannag- favorirne la futura autonomia. gio di grandi organizzazioni non governative (in Evidentemente, le attività di formazione assumono Italia particolarmente attivi in questo settore Medici in tali progetti una rilevanza affatto particolare e la senza Frontiere ed Emergency) o della Croce Rossa fidelizzazione delle due comunità rispettivamente Internazionale. Sempre più spesso, tuttavia, tali promotrice e beneficiaria dell’intervento. Tali pro- interventi di emergenza, si protraggono nel lungo getti sono spesso integrati coinvolgendo il settore periodo necessario alle attività di ricostruzione o sanitario a fianco del settore educativo, agrario, consolidamento e contribuiscono così anche agli professionale, etc. aspetti di sviluppo più sopra richiamati.

Carenza di personale Elemento essenziale in ambito sanitario è la ca- considerato una vera e propria piaga anche dalla

renza di personale locale, soprattutto nelle aree OMS. Nel corso della Assemblea Mondiale della rurali dei Paesi poveri. Se il numero minimo di Sanità del 2010 l’OMS ha approvato il Codice personale sanitario (medici, infermieri, ostetriche, di condotta per il reclutamento internazionale di etc.) ritenuto indispensabile dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è di 23 per una po- personale sanitario, che la stessa Federazione Na- polazione di 10.000 persone, si segnalano ancora zionale degli Ordini dei Medici Chirurgi e Odon- Paesi dove questo valore è di 2-3/10.000 persone toiatri (FNOMCEO) ha attivamente fatto suo assi- (Castelli et al., 2010)! curando il suo sostegno ufficiale al Manifesto per Il fenomeno della fuga del personale sanitario dai Paesi poveri verso Paesi che possano offrire il rafforzamento del personale sanitario di recente una migliore prospettiva sociale ed economica è promosso da AMREF Onlus.

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Cooperazione Internazionale bresciana

Oggi Brescia è una realtà con una rilevante attività in tema di cooperazione internazionale, con ben 5 organizzazioni non governative (ONG) ufficialmente riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri oltre a numerosissime associazioni di volontariato ed altrettanto numerosi medici ed operatori sanitari bre- sciani che operano anche in ONG con sede in altre Provincia. Le ONG bresciane operano nel settore educativo (Fondazione Tovini), nel settore agricolo integrato (Servizio Volontario Internazionale – SVI), nel settore artigianale (Servizio Collaborazione Assistenza Internazionale Piamartino – SCAIP), nella cooperazione tecnica (Fondazione SIPEC) e, per quanto più direttamente riguarda la nostra professione, nella cooperazione sanitaria internazionale (Medicus Mundi Italia).

Università Ospedali

La Facoltà medica dell’Università di Brescia Gli Spedali Civili di Brescia hanno collabora- offre ben 4 livelli di formazione post-laurea to con Medicus Mundi Italia in Burkina Faso per il medico che desidera un approfondi- fino a quando la situazione economica lo ha mento in tema di cooperazione sanitaria consentito. internazionale: La Fondazione Poliambulanza è ancora attiva a fianco dell’Ospedale di Kiremba, che di re- • Corso di Perfezionamento in Medicina cente è stato teatro di tragiche vicende. Tropicale e Salute Internazionale, ricono- Così come attivi sono progetti in Africa Oc- sciuto in ambito europeo quale Modulo cidentale condotti dal personale sanitario Base del Master in Salute Internazionale della Casa di Cura San Camillo e certamente TropEdEurop; molte altre ancora che solo motivi di spazio e forse di mia stessa inconsapevolezza mi im- • Master in Medicina Tropicale e Salute Glo- pediscono di menzionare come pure sarebbe bale, con sede amministrativa alternativa- doveroso. mente presso le Università di Brescia e di Per quanto riguarda più specificamente Me- Firenze; dicus Mundi Italia, essa conduce oggi, in collaborazione con numerose altre realtà del • Scuola di Specializzazione in Medicina nostro territorio, interventi sanitari in Africa Tropicale (attualmente aggregata alla Uni- (Burkina Faso, Sud Sudan, Etiopia, Mozam- versità di Milano); bico), in America Latina (Ecuador, Brasile, Bolivia) e in prospettiva futura in Asia (India) • Dottorato di Ricerca in Metodologie e lavorando con i colleghi locali per il rag- Tecniche appropriate nella Cooperazione giungimento degli obiettivi di sviluppo del Internazionale allo Sviluppo, organizzato Millennio ed in particolare nei progetti di pre- congiuntamente dalle Facoltà di Medicina venzione della mortalità materno-infantile e e di Ingegneria. di lotta all’AIDS, alla tubercolosi, alla malaria e ad altre malattie endemiche. L’Università di Brescia promuove anche pe- riodi di permanenza su progetti sanitari in Pa- esi poveri nell’ambito del percorso formativo di alcune Scuole di Specializzazione.

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Le criticità Le barriere medico/paziente Brescia città solidale, dunque. Certamente Brescia è Lo sforzo comunicativo tra medico e paziente è luogo dove la solidarietà è di casa e dove la dimen- rilevante, dovendo superare numerose barriere: sione dell’aiuto ha radici profonde. Ma questo non deve far dimenticare che anche a Brescia, terra sto- ricamente sede di produzione di armi che nel pas- • pre-linguistica: difficoltà ad esprimere i propri sato hanno anche giocato un ruolo in scenari bellici vissuti interiori spesso inconsapevoli e quindi di terre lontane e martoriate pur oggetto della stessa non verbalizzabili; solidarietà bresciana, esistono criticità sociali pro- fonde che in qualche modo contrastano almeno apparentemente con questo paradigma. • linguistica: difficoltà legate alla mancata co- Brescia è infatti anche terra dove quasi il 15% della noscenza della lingua; popolazione residente è di origine straniera. A tale fenomeno conseguono tensioni sociali soprattutto • meta-linguistica: difficoltà di comunicazione, in momenti, quali quelli attuali, nei quali gli aspetti di crisi economica rendono più difficili gli aspetti anche in presenza di conoscenza della lin- dell’accoglienza disinteressata delle persone fragili gua, connessa a simbolizzazioni o concezio- ed in difficoltà. ni di salute e malattia che non sono condivi- Forse perché ciò ci interroga più profondamente e se dai due dialoganti; più da vicino, toccando le nostre convinzioni e abi- tudini quotidiane. Costringendoci a uno sforzo di cambiamento e di adattamento tra le mura dome- • culturale: incomprensioni causate da conven- stiche e nelle strade di una terra che consideriamo zioni sociali (apprese dall’individuo nell’am- nostra. biente culturale attraverso un processo in parte inconsapevole) non condivise; La condivisione del proprio ci disturba. Il paziente straniero, portatore di modelli di vita e di salute così lontani dai nostri, ci richiede uno sforzo tal- • meta-culturale: difficoltà legate a differenze volta insuperabile che rischia di divenire fastidio e ideologiche, filosofiche e religiose. respingimento del diverso.

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Risulta talora più facile indirizzare i nostri sforzi di numerosi Paesi poveri. di solidarietà lontano, verso qualcuno che non ri- E allora anche il mondo accademico deve fare la schia di turbare la nostra quotidianità. sua parte. La responsabilità di chi è chiamato anche ad un ruolo di insegnamento e formazione delle La povertà e l’emarginazione adesso più di un future generazioni di medici è grande. Oltre all’in- tempo bussano alle nostre porte ed anche il medico dispensabile insegnamento tecnico-scientifico, base deve sapere trovare le risorse per offrire il suo aiuto. della moderna medicina basata sull’evidenza deve, La professione medica è solidale per sua stessa a mio modo di pensare, trovare spazio anche la natura, finalizzata al sollievo delle sofferenze. Nel sensibilizzazione degli studenti alle problematiche quotidiano esercizio della professione medica, an- umane e sociali, a quei determinanti sociali della che in Italia, l’insegnamento di Ippocrate “di cu- salute che l’Organizzazione Mondiale della Salute rare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, oggi considera elementi essenziale per il controllo prescindendo da etnia, religione, nazionalità, con- delle malattie e che sono alla base della dichiara- dizione sociale e ideologia politica e promuovendo zione di Rio de Janeiro del 2011. l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario” dovrebbe guidare l’operato di chi E allora anche l’Ordine dei Medici e degli Odonto- l’ha scelta come ragione di vita e sottende implici- iatri deve fare la sua parte ed io sono davvero lieto tamente il rispetto della persona umana sofferente che l’Ordine di Brescia abbia voluto dedicare que- Questo è un impegno che prescinde in realtà dal sto numero di Brescia Medica alle problematiche luogo in cui si esercita la professione, ma che della cooperazione sanitaria “internazionale”. certamente trova massima espressione quando si Per confermare la nostra attenzione ai più poveri, innesta in un tessuto sociale di povertà estrema, di sofferenti e bisognosi. Siano essi lontani. Siano essi analfabetismo e di debolezza sociale quale quello vicini.

Riferimenti bibliografici essenziali

• Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Parigi, 10 dicembre 1948 http://www.interlex.it/testi/dichuniv.htm

• Dichiarazione di Alma Ata sul Diritto alla Salute, Alma Ata, 1978. http://www.aifo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/528

• Legge 9 febbraio 1979, n. 38 - Cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo, pubblicata sul- la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 44 del 14 febbraio 1979. http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1979-02-09;38@originale

• Codice di condotta per il reclutamento internazionale di personale sanitario, OMS, 2010. http://www.who.int/hrh/migration/en/index.html

• Medicus Mundia Italia. 40 anni di impegno nella Cooperazione Sanitaria internazionale, 2010. http://www.medicusmundi.it/it/comunicazione/libreria/237-40-anni-di-medicus-mundi-italia.html

• Castelli F., Rodari P., De Nardi S. Salute e Risorse Umane. Atti del 7° Convegno Internazionale Valo- rizzazione delle risorse locali nei progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Brescia, 17 dicembre 2010.

• Rio Political Declaration on Social Determinants of Health, Rio de Janeiro, 2011. http://www.who.int/sdhconference/declaration/en/

10 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI |

| Nella stagione delle pioggie nel Sahel, l’acqua si raccoglie in preziose conche, che assicurano il raccolto. Nel corso del 2011, una importante siccità ha caratterizzato questa Il Progetto area geografica ESTHER in Burkina Faso di Richard Fabian Schumacher (Dirigente Medico di I° livello, UO di Oncoematologia Pediatrica, Presidio Ospedaliero Ospedale dei Bambini, A.O. Spedali Civili di Brescia) e di Francesco Castelli (Professore Ordinario di Malattie Infettive e Direttore della Clinica di Malattie Infettive e Tropicali e 2° U.O. di Malattie Infettive, Università di Brescia e Spedali Civili di Brescia, Consigliere, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Provincia di Brescia, Responsabile Scientifico, Progetto ESTHER-Brescia)

Tanti non ne Nell’ambito della European ES- tique en Réseau) è supportato THER Alliance, che attraverso dai Ministeri della Salute di Au- conoscono nemmeno un network di ospedali del Sud stria, Belgio, Francia, Germania, l’esistenza: e del Nord del mondo cerca di Grecia, Lussemburgo, Norvegia, il Burkina Faso migliorare tutti gli aspetti della Portogallo, Spagna e natural- lotta contro HIV/AIDS, i Dipar- mente Italia che ne ha affidato il è uno Stato timenti di Pediatria e di Malat- coordinamento tecnico all’Istitu- dell’Africa Occidentale tie Infettive degli Spedali Civili to Superiore di Sanità. dal nome affascinante: di Brescia collaborano sin dal 2003 con le strutture sanitarie Questa collaborazione è ulte- “patria degli della Vice-Provincia Camilliana riormente rafforzata istituzio- uomini integri”, a Ouagadougou (Burkina Faso), nalmente dal gemellaggio tra dirette dal medico camilliano l’Università di Ouagadougou, uno dei paesi Padre Salvatore Pignatelli, pedia- capitale del Burkina Faso e quel- più poveri al mondo, tra e per molti anni unica figura la di Brescia. una terra avara, medica delle strutture stesse. La complicata logistica del pro- getto invece è affidata alla ONG ma con una grande Il progetto ESTHER (Ensemble Medicus Mundi Italia, fortemen- ricchezza umana. pour une Solidarité Thérapeu- te radicata in terra bresciana.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 11 | PROGETTI | ll progetto pediatrico

La parte pediatrica del partena- riato è affidata al Dipartimento di Pediatria degli Spedali Civili con la Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Brescia (Direttore: Prof. A. Plebani) che ha raccolto l’invito del Prof. Castelli, Direttore della Scuola di Medici- na Tropicale e allora Presidente di Medicus Mundi Italia, a colla- borare nel programma di preven- zione della trasmissione verticale dell’infezione HIV presso i Padri | aiDS e malnutrizione mietono ancora troppe vittime, adulti e bambini, Camilliani e nella cura dei piccoli nei Paesi poveri dell’Africa sub-Sahariana che purtroppo risultavano infetti. Spesso i bambini HIV-infetti sono orfani o le famiglie si sgretolano Ma se è difficile in un Paese di fronte alla diagnosi di un’infe- così povero garantire agli adulti malati zione HIV, accompagnata - come delle cure dignitose, garantirle ai piccoli in Europa - da uno stigma sociale fortissimo. è un’impresa disperata. Abbiamo allora cominciato la nostra attività in un piccolo ambulatorio ricavato a fianco a quello delle ostetriche con un’in- fermiera presa a prestito da un altro servizio.

Ci siamo ben presto resi conto che non era possibile occuparsi solo di HIV senza curare anche la malaria e la malnutrizione, due tra i killer maggiori presente nel paese.

12 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI |

Così, grazie anche all’aiuto La progressiva disponibilità di Come precaria solu- del CIAI (Centro Italiano Aiuto farmaci antiretrovirali in prepa- all’Infanzia), è stato ristrutturato razioni pediatriche insieme a zione “refrigerante”, un vecchio edificio (Nouvelle una diagnosi molecolare e non le famiglie utilizzano Pédiatrie) all’interno della cinta più sierologica dell’infezione, ci grandi vasi di terracot- ospedaliera del Centro Medico ha permesso di poter aumentare San Camillo (CMSC) di Ouaga- l’efficacia e la precocità del no- ta riempiti di acqua, dougou, dove era possibile rico- stro intervento terapeutico, seb- all’interno dei quali la verare i bambini che ne avessero bene con molte difficoltà. bisogno con anche maggior di- Infatti, molti sciroppi sono for- temperatura non supe- sponibilità di spazio per seguire niti sotto forma di polvere che ra solitamente i 25°C. ambulatorialmente il crescente richiedono la sospensione in numero di bambini nati da ma- acqua pulita (non semplice da A complicare la situazione, mol- dre HIV infetta. trovare!) e la conservazione a te persone abitano nelle cam- Nello spirito di una formazione temperatura inferiore a pagne e non hanno mezzi di di personale locale che un gior- 25°C (per alcuni addirittura in- trasporto per giungere con rego- no potesse portare avanti la feriore a 12°C), condizione im- larità ai controlli. Per poter ga- pediatria senza apporto esterno possibile in un Paese dove la rantire un trasporto adeguato dei fu assunto personale infermie- temperatura ambientale può rag- preziosi farmaci, abbiamo fornito ristico ed ausiliario dedicato ed giungere i 50°. ad ogni famiglia una borsa ter- una dottoressa locale. mica con un panetto di ghiaccio

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 13 | PROGETTI | fornito fresco ad ogni visita, che permette di portare gli scirop- pi salvavita a casa senza esporli per ore alle temperature inferna- li nelle quali spesso si svolge il viaggio – a volte di una giornata – negli autobus locali. Purtrop- po non è stato possibile contare sulla presenza stabile della dotto- ressa inizialmente assunta e degli altri che si sono succeduti nel tempo, cosi che ad oggi abbiamo formato 5 medici locali nella ge- stione del bambino HIV-infetto, ma il loro turnover frequente non ci permette per ora di passare il progetto completamente in mani burkinabé.

Con terapia

antiretrovirale oltre | La mortalità infantile è ancora elevata nei Paesi del Sahel, l’80% dei bambini con particolare riferimento al Burkina Faso dove malaria, tubercolosi e meningite si aggiungono alle classiche malattie pediatriche sopravvive!

| L’attesa di fronte ad un Centro per la riabilitazione nutrizionale. Molti bambini sono alimentati con il sondino

14 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI |

I numeri aumentano e aumenta somministrare, non teme nean- coinvolti anche i Colleghi neo- anche la sopravvivenza dei bam- che il caldo. Il numero dei bam- natologi, che in 5 anni sono riu- bini HIV-positivi: mentre senza bini seguiti aumenta ancora e sciti ad abbattere la mortalità nel terapia oltre il 30% dei bambini l’ambulatorio diventa di nuovo reparto dei prematuri del 50%, infetti dalla madre non raggiun- troppo piccolo. Inoltre sentiamo nonché - per ora in missione ge il 1° anno e l’80% non arri- la necessità di ricoverare bambi- esplorativa - i chirurghi pediatri. va a compiere i 5 anni di vita, ni con patologie che richiedono Sicuramente l’Africa ha bisogno con la terapia antiretrovirale ol- isolamento, come il tifo, morbillo di scuole e di pozzi e noi pos- tre l’80% dei bambini sopravvi- e non ultimo, la tubercolosi. siamo soltanto dare un po’ più ve! Finalmente arrivano anche Attualmente la Pediatria del di salute ad alcuni bambini, ma in Burkina le fixed dose combi- CMSC segue i bambini affetti da certamente sono loro il futuro. nations pediatriche, che tramite HIV sia dal punto di vista ambu- compresse dispersibili permet- latoriale (oltre 200 pazienti) sia Curare i bambini è tono una gestione più semplice: per quanto riguarda i ricoveri e infatti, al posto di tre sciroppi di- la terapia antiretrovirale. Inoltre il nostro talento da far versi da assumere ciascuno con svolge l’ambulatorio generale di fruttare, e magari tra il suo dosaggio individuale due tutti i bambini nati al centro (ca. volte al giorno, adesso è possibi- 5000/anno) con particolare atten- i nostri piccoli pazienti le somministrare delle semplici zione ai bambini che fanno parte oggi ci sono quei compresse contenenti tutti e tre i del programma della prevenzio- leader, che potranno principi attivi! ne della trasmissione verticale E questa formulazione, più leg- dell’HIV. domani cambiare gera, più piccola e più facile da In ambito pediatrico sono stati il mondo in meglio!

Il progetto adulti

Sin dall’inizio del progetto nel 2003, l’equipe costituita dai Me- dici Specializzandi delle Scuole di Specializzazione in Medici- na Tropicale e Malattie Infettive dell’Università di Brescia hanno preso in carico la gestione cli- nica dei pazienti adulti con pa- tologie AIDS-correlate ricoverati presso il Centro camilliano Nôtre Dame de Fatima – CANDAF in collaborazione con il persona- le infermieristico della struttura camilliana, che ha consentito il ricovero dei pazienti fino al feb- braio 2008. Nonostante le limitazioni delle possibilità diagnostiche disponi- bili presso il Centro (che impon-

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 15 | PROGETTI | gono di riferire altrove gli esami microbiologici e radiologici), la sufficiente disponibilità di presi- di antibiotici e antiretrovirali ha consentito - non senza problemi - la gestione di oltre 1.600 rico- veri in pazienti AIDS. Questo sino a quando il CAN- DAF è rimasto operativo, sebbe- ne in oltre 500 casi (29.9%) il ricovero sia esitato in decesso per le condizioni avanzate nelle quali i pazienti pervenivano al Centro. L’assistenza ambulatoriale ai pa- zienti HIV sieropositivi si è svolta | L’equipe infermieristica locale con il supporto tecnico bresciano sia presso il Centre de Recherche Bio-moleculaire Pietro Arrigo- Grazie alla sempre maggiore di- to di questo programma vengono ni (CERBA) che presso il Centre sponibilità della triplice terapia garantiti ulteriori servizi sociali Médical Saint Camille (CMSC) in gravidanza, la trasmissione si quali un supporto alimentare ed di Ouagadougou ed è prosegui- è significativamente ridotta pas- economico per le famiglie indi- ta sino alla primavera del 2012, sando da 35-40% iniziale agli genti (incluso il sostegno all’istru- quando il progetto di assistenza attuali tassi inferiori al 2%, so- zione per i bambini HIV positivi adulti è stato affidato alla gestio- stanzialmente in linea con gli o figli di genitori HIV positivi ed ne dei medici locali. standard occidentali. Inoltre, nel i corsi di alfabetizzazione per i Il monitoraggio clinico e labora- momento in cui veniva identi- pazienti), il counselling sessuale toristico (conta linfocitaria CD4+ ficata una gestante HIV infetta, e la pianificazione familiare. Il ad intervalli semestrali) ha con- veniva contattato il partner e gli supporto psico-sociale si effettua sentito di includere i Pazienti nei eventuali altri figli per consentire principalmente tramite l’associa- protocolli di terapia antiretrovira- la fruizione della terapia agli al- zione “Aide moi à être mère”, le in accordo con i criteri stabiliti tri membri del nucleo familiare costituita nel 2005 dalle pazienti dalla Organizzazione Mondiale eventualmente infetti. Nell’ambi- arruolate in PTME. della Sanità (OMS) e di segui- re in costante monitoraggio oltre 1.200 pazienti in terapia anti- retrovirale sia nella capitale sia nell’Ospedale rurale di Distretto di Nanoro, a circa 80 chilometri da Ouagadougou. Oltre alla terapia dei pazienti HIV infetti in regime ambulatoriale, un’attenzione particolare è stata rivolta alle strategie di prevenzione della trasmissione verticale dell’infezione da HIV Prevention de la Transmission Mère-Enfant – PTME).

16 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI |

Le difficoltà Le difficoltà incontrate nello La formazione dei finanziatori, sia Ministeriali svolgimento del progetto sono del personale (Ministero Affari Esteri) sia della numerosissime e non esclusi- sanitario locale Cooperazione decentrata (Re- vamente legate alla ricerca di gione, Provincia, Comune), sia risorse materiali, pur assoluta- In un’ottica di cooperazione cittadini ed Enti privati. Purtrop- mente necessarie, per garantir- allo sviluppo, la formazione po, tuttavia, le attuali ristrettez- ne il funzionamento. del personale locale è obiettivo ze economiche generali hanno prioritario al fine di affidare la costretto l’Azienda Ospedaliera cura della popolazione ai me- Spedali Civili di Brescia, che La terapia dici locali. Il rilevante turn over, aveva supportato l’iniziativa antiretrovirale la difficoltà di assicurare salari sin dal 2003 con l’invio di dignitosi e la specifica patologia medici strutturati in missioni di I farmaci per la cura dell’in- curata, anche in Burkina Faso supervisione del lavoro degli fezione da HIV/AIDS sono oggetto di discriminazione, ha specializzandi, ad interrompere efficaci soli se assunti con reso difficile questo compito. nel 2011 il proprio prezioso quotidiana regolarità. Ciò è Tuttavia, tra un anno un nuovo contributo al progetto. evidentemente difficile in una Medico camilliano burkinabé popolazione di malati in larga specializzatosi in Pediatria a Stigma sociale misura analfabeti e comunque Brescia raggiungerà il suo Paese dell’infezione da HIV quasi sempre privi di orologi o e potrà essere segno vivente calendari. della forte sinergia di collabo- Occuparsi di infezione da HIV Per risolvere questo problema razione stabilitasi tra la nostra in Burkina Faso, con un’atten- ci siamo avvalsi di semplici città e la “terra degli uomini zione particolare alla coppia pittogrammi che ricordino integri”. Un medico locale già madre-figlio non è stato sem- visivamente come e quando il lavora con profitto nella cura plice anche per il forte stigma farmaco va assunto. Anche gli dei malati adulti. tuttora connesso all’infezione esami di laboratorio, persino ed al limitato ruolo sociale del i più semplici, sono un lusso li- Il sostegno genere femminile nella società mitato dalla rarità dei laborato- economico nel burkinabé. La libertà della don- ri e dall’insostenibilità dei costi ungo periodo na di sottoporsi al test è limitata – da qui la scelta di offrire nei ed il ruolo preponderante del limiti del possibile, le nostre La realizzazione di un program- partner maschile nelle decisioni cure gratuitamente alla popo- ma quale quello descritto è che riguardano la salute della lazione, mediante campagne onerosa e richiede un costante donna e dei figli è stato sovente di autofinanziamento sostenute supporto anche economico. ostacolo ad una più efficace da Medica Mundi Italia quali Il segreto del successo del azione preventiva e curativa, il calendario dei “Pediatri in programma stesso risiede nella anche se bisogna sottolineare Africa” che nel 2012 ha rag- molteplicità degli attori che che progressivamente è cresciu- giunto la sua ottava edizione sono intervenuti (Medicus Mun- ta nella popolazione la fiducia o la campagna di “Adozione di, Spedali Civili, Università) nell’équipe medica, ciò che ha Terapeutica” realizzata in fornendo ognuno un contributo consentito una sempre mag- collaborazione con gli Spedali specifico in risorse umane e giore opera anche preventiva Civili di Brescia. materiali e nella molteplicità all’interno delle coppie.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 17 | PROGETTI | Il ruolo dei giovani medici di Brescia

La partecipazione attiva dei gio- vani medici specializzandi sia in Pediatria che Malattie Infet- tive ed in Medicina Tropicale si è rivelata una delle componenti essenziali per il successo del pro- gramma. Sin dal primo giorno, infatti, gli specializzandi, con la supervi- sione dei colleghi strutturati più anziani, hanno portato avanti in prima persona il progetto ope- | L’assistenza ai piccoli pazienti nel Centro Medico San Camillo rando da veri protagonisti che si di Ouagadougou sono dovuti confrontare con gli innumerevoli problemi sanitari scientifiche, che socio-culturali ti presidi diagnostici sofisticati e logistici di questa realtà e af- nonché antropologiche del Paese ed il faticoso approccio olistico frontarli con le poche risorse di- ospitante. e non specialistico al posto del sponibili in termini di possibilità blocco di richiesta consulenza. diagnostica terapeutica. Questi giovani Ma per fortuna, grazie ad Internet Si realizza così un vantaggio ed alla disponibilità dei colleghi bidirezionale che consente da medici portano con sé a casa, possono comunque con- un lato un arricchimento profes- una grande voglia di tare su un supporto a distanza. sionale ed umano inestimabile Fondamentale è la loro sicurezza e dall’altro una preziosa ope- fare, un entusiasmo per non soltanto in termini di salu- ra medica a favore degli ultimi aiutare il prossimo te “fisica” (vaccinazioni e profi- lassi varie sono indispensabili) nell’ambito di una staffetta in cui - anche se sta lontano - ogni anello diventa essenziale ed ma anche in termini di sicurezza irrinunciabile. La loro rotazione e le loro competenze “ambientale”. È infatti importante garantisce una continua presen- mediche maturate conoscere i rischi che l’habitat za di specializzandi esperti, che dopo una formazione pre-par- in Italia. La partecipazione tenza, continuano la formazione attiva dei giovani intensiva durante un periodo più Ma soprattutto imparano in que- medici si è rivelata o meno lungo di sovrapposizio- sto modo che cosa vuol dire es- ne in loco e infine, dopo la loro sere medico (e non solo “fare il una delle componenti esperienza di per sé formativa, medico”), capiscono così quel essenziali per il diventano a loro volta formatori che hanno studiato, riscoprono il dei colleghi prossimi alla par- ragionamento clinico semeiologi- successo tenza sia su tematiche tecnico- co in sostituzione degli inesisten- del programma

18 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI | naturale - flora e fauna - può ri- Dall’inizio della nostra collabo- delle Malattie Infettive e della servare, le norme comportamen- razione ad oggi, hanno operato Medicina Tropicale. tali, il traffico stradale e il contat- in Burkina Faso oltre 50 medi- Tutto questo ha fatto della col- to con le autorità. ci specializzandi della Pediatria, laborazione tra queste Scuole di Specializzazione ed i Camillia- Affrontata così questa esperienza ni in Burkina Faso una realtà di ha dimostrato di essere anche un’opportunità eccellenza ed ambita anche in ambito nazionale. imparagonabile di imparare la gestione Da una recente indagine svolta dei molteplici problemi tipici del bambino e tra gli specializzandi che sono stati in Burkina, emerge che tut- dell’adulto extracomunitario, popolazione ti affermano di essere soddisfat- in crescita a Brescia e non ancora integrato ti dell’esperienza vissuta, la cui abbastanza nei normali programmi delle varie valutazione, espressa da loro su una scala da 1 a 10, era in media Scuole di Specializzazione. 9,26 (range da 8 a 11).

della Sanità che ha richiesto la collaborazione dei nostri pedia- Formazione e ricerca tri nella redazione di linee-guida e ha indotto l’Istituto Superiore di Sanità a rinnovare la fiducia Infine il progetto ha certamente gorosa e scientifica che possano al progetto per quasi 10 anni. avuto anche una valenza for- aiutare ad identificare soluzioni Inoltre, nel corso del suo svolgi- mativa e scientifica di rilievo, in e orientare politiche sanitarie. mento, presso il progetto hanno linea con le nostre convinzioni Oltre ai numerosi articoli scien- elaborato il proprio progetto di profonde che il problema delle tifici, l’efficacia del lavoro svol- tesi ben 29 tesisti di 3 diverse diseguaglianze in salute debba- to ha attirato anche l’attenzione Università italiane (oltre a Bre- no essere oggetto di ricerca ri- dell’Organizzazione Mondiale scia, anche Firenze e Bologna), dell’Università di Ouagadou- Sono attualmente in corso ricerche gou e dell’Università di Tolosa in tema di infezione da HIV, malaria, tubercolosi in Francia, 11 specializzandi, 2 dottorandi e anche 1 tesi di ed in tema di nuove formulazioni Master presso l’Università di Ba- pediatriche anti retrovirali. silea.

Considerazioni conclusive Progetto Esther

Il progetto ESTHER ha rappresentato un’esperienza collaborativa eccezionale ed in qualche misura unica nel panorama nazionale, proprio in virtù delle sue caratteristiche di multidisciplinarietà e di pluralità di attori coinvolti. Ha consentito di raggiungere risultati in qualche misura insperati in termini assistenziali, di ricerca, di formazione professionale ed umana. La sinergia virtuosa del mondo assistenziale pubblico (Spedali Civili di Brescia), accademico (Università di Brescia), del volontariato (Medicus Mundi Italia), oltre che l’entusiasmo dei molti giovani medici coinvolti e la appassionata collaborazione dei nostri partners ed amici del Burkina Faso hanno scritto una bella pagina di solidarietà. È nostra speranza che presto si possa superare le difficoltà attuali e lavorare ancora insieme ed a favore dei pazienti più poveri e bisognosi, in Burkina Faso o altrove.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 19 | PROGETTI | Ospedale Pediatrico a Bor Un sogno per la Guinea Bissau di Giovanni Morandi Direttore del Dipartimento Chirurgico Fondazione Poliambulanza

La missione ma del controllo della malaria e dell’AIDS, malattia quest’ultima che colpisce il 20% circa della popo- Il progetto nasce da un’iniziativa di un missionario lazione, soprattutto giovani; alta è l’incidenza nei italiano del PIME (Pontificio Istituto Missioni Este- nuovi nati da madri sieropositive. Saltuariamente si re), in sintonia con il programma della Diocesi di presentano ancora oggi casi di tubercolosi e lebbra. Bissau per la nascita sul territorio di una struttura La malaria, o paludismo, resta comunque la malat- pediatrica e chirurgica, ad integrazione delle realtà tia più diffusa nel Paese, soprattutto nella stagione sanitarie già esistenti, che costituiscono l’ossatura delle piogge. sanitaria del paese. La rete sanitaria è fatiscente e mancano strutture, La Guinea Bissau, o Guinea portoghese, è un pic- risorse umane ed economiche e la volontà da parte colo stato dell’Africa nord-occidentale, ex colonia del governo di investire nel settore. A fronte della portoghese divenuta indipendente nel 1974; ge- drammatica situazione pubblica, la Diocesi con i ograficamente si pone tra l’equatore ed il tropico suoi missionari ha sopperito in modo straordinaria- del cancro; confina a nord-ovest con il Senegal, a mente eroico ed efficace alla grave inadempienza sud-est con la Guinea Conakry (ex colonia france- dello Stato, mettendo in campo volontariato e pro- se) e ad ovest è bagnata dall’oceano Atlantico. Il fessionalità. territorio ha un’estensione di poco superiore a quel- la della Lombardia, circa 36.120 Km quadrati ed è suddiviso in nove regioni. La popolazione è stimata L’Ospedale pediatrico di Bor all’incirca sui 3 milioni di abitanti, di cui almeno la metà non censiti ed è suddivisa in 20 tribù. La Ca- L’ospedale sorge nella zona sud-ovest della capita- pitale è Bissau con circa 400.000 abitanti. le, zona ad elevata densità di popolazione e priva La situazione igienico-sanitaria in Guinea Bissau è di altre realtà sanitarie, sul terreno della diocesi cronicamente critica e periodicamente scoppiano ed è parte del progetto sociale voluto dal Vescovo in città epidemie di colera e tifo. Forte è il proble- locale e che comprende scuole, laboratori, campi

20 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PROGETTI |

sportivi, centri di accoglienza, etc. L’edificio è stato casuale, frutto della richiesta di un nostro collega costruito circa 15 anni fa e consta di una struttura guineano, Augusto Barbosa, chirurgo dell’equipe centrale con due padiglioni su due piani; a pochi del Dottor Morandi che opera in Poliambulanza metri dalla struttura centrale è stato successivamen- a Brescia. Il Dottor Barbosa con entusiasmo ci ha te costruito ed inaugurato il 1 giugno 2010, grazie fatto partecipi delle sofferenze, soprattutto sanita- ai finanziamenti bresciani, il blocco operatorio, edi- rie del suo Paese di origine e ci ha coinvolto con ficio su un piano unico che, oltre alla sala operato- racconti e richieste e da subito il Dott. Morandi ed ria con relativi locali adibiti, ospita la radiologia. io abbiamo capito l’importanza del progetto e così Nel cortile antistante al futuro pronto soccorso è con entusiasmo siamo partiti per Bissau, carichi di stata edificata una struttura in muratura che servirà incognite e speranze. Nel diario di quei giorni ho da sala di attesa ed in prossimità è stata realizzata appuntato: l’ala comprendente la farmacia, il laboratorio con relativo punto prelievi, i magazzini, gli studi medi- «Il viaggio è faticoso ed affascinante ed accende i ci, la lavanderia, la cucina ed il refettorio. Sul retro nostri cuori; è una terra meravigliosa, affascinan- c’è la casa per ospiti a disposizione per il soggiorno te e verde, con tanti occhi che implorano e tanti dei volontari. bambini ovunque. Non c’è fame o sete, c’è però ovunque miseria , assenza di progetti, in poche parole non c’è un passato e nemmeno un futuro, Ma facciamo un passo indie- ci sono tanti piccoli attimi che trascorrono lenti e Fine tro, alla fine del 2006, il no- subito si dimenticano». stro coinvolgimento è stato Appena rientrati in Italia coinvolgiamo da subito i del 2006 come quasi sempre succede nostri famigliari, l’Ospedale, associazioni vicine,

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 21 | PROGETTI | club, amici, insomma tutti quelli che possono darci Il 27 gennaio 2011 è sta- una mano. 27 gennaio to finalmente firmato il Si decide di presentare un ambizioso progetto: Protocollo di Coopera- la realizzazione di un nuovo blocco operatorio a 2011 zione tra il Ministero del- completamento della Clinica Bor. E’ evidente però la Sanità e le due Diocesi che l’impresa è ardua, quasi impossibile e che per di Bissau e Bafatá. Questo avvenimento rappresenta affrontarla occorrerà necessariamente una profusio- un’importante passo dal punto di vista del ricono- ne di energie e denaro che si otterrà solo grazie alla scimento politico dello Stato della Guinea Bissau sinergia tra persone e associazioni particolarmente al nostro Ospedale, insieme ad altre nuove strutture sensibili. sanitarie delle due Diocesi. Siamo convinti che In un anno si crea una rete tra l’Italia e l’Africa sot- grazie all’entusiasmo contagioso di tutti i sostenitori to l’ala entusiasta del vescovo di Bissau Dom Cam- del progetto, il blocco operatorio continuerà la sua nate e dei tanti amici bresciani che si sono uniti opera, in questo spicchio d’Africa così bisognoso. ora in un gruppo di coordinamento costituito da Sono già in atto numerosi programmi di formazio- 4 onlus: Brescia PCO, Rho ProgettoAnna, Vigevano ne sia in Europa che in Africa. Sicuramente questo Prabis e Milano PIME, fiancheggiate da ospedali, progetto così unico ed importante deve essere un università, club, associazioni, tra le quali si distin- imprescindibile punto di partenza per una collabo- guono prima il Rotary club Vittoria alata di Brescia razione socio-sanitaria che negli anni a venire deve ed in seguito la PCO, ovvero la onlus Charitatis diventare sempre più fitta ed operativa, tra l’Italia e opera di Poliambulanza. l’Africa.

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Oggi l’organizzazione dei progetti Nota Oggi sanitaria Bissau è realtà: quattro ospedali (Padova, Brescia, Valen- È proprio di questi giorni la richiesta di un pro- cia, Porto) concorrono con due missioni l’anno, getto “energetico” che garantisca la copertura curando la formazione in loco, l’attività chirurgi- totale dei fabbisogni energetici dell’ospedale. ca e la gestione dell’ospedale. Ad oggi purtroppo la copertura della corrente Si eseguono circa 300-350 interventi l’anno, tra pubblica è intermittente e soprattutto serale o bambini e adulti, più di 2500 visite e 100 radio- notturna, mentre il 90% del fabbisogno elettri- grafie al mese, mentre i casi più delicati vengo- no trasferiti in Europa; sono stati completati e/o co è garantito dai generatori alimentati a gaso- realizzati i nuovi ambulatori, i locali prelievi, la lio con consumi enormi. Il nostro intento, sti- farmacia, il laboratorio analisi, gli studi medici e molato anche dalle sollecitazioni e dai possibili sono stati completati i lavori di bonifica e ristruttu- contributi internazionali, sarebbe quello di va- razione. lutare la possibilità di sostituire i generatori con Sono in fase di completamento dei lavori i progetti il fotovoltaico o similari. Abbiamo ovviamente di ristrutturazione del secondo piano dell’Ospeda- bisogno di tecnici di professionalità specifica le che sarà dotato dei servizi e degli allestimenti che valutino la fattibilità del progetto a Bissau. che mancano.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 23 | TESTIMONIANZE | Diario da Kabul

di Katuscia Vettoretto

19 aprile 2012 Come tutte le mattine an- oggi il più importante centro di Chirurgia di che oggi attraverso la stra- Guerra del Paese, ha accolto più di 102 mila da che divide la casa dall’Ospedale di Emergency persone, e ha formato e continua a formare qui a Kabul e oltrepasso il cancello bianco, insie- personale sanitario nazionale. me a Luca, Tyana, Vesna, Maria, Alberto, Aridia- Anche oggi per prima cosa vado a vedere come so- no, Emanuele, Giacomo e Germana, il personale no andate queste ultime ore a M. Akbar, Eid Mo- internazionale che ho trovato qui al mio arrivo hammed, Gul Mohammed, Rahingull e Zaher, i e che da un mese e mezzo mi accompagna in pazienti della Rianimazione. Tutto bene questa questa missione. Come tutte le mattine guardo il notte. Eid Mohammed e Mohammed, due feriti cartello che è bene in vista vicino al cancello: NO da proiettile arrivati il 16 Aprile, all’addome Eid WEAPONS (oltre quel cancello non possono entrare e all’addome e al torace Mohammed, si stanno armi, di nessun tipo). Emergency ha aperto que- riprendendo bene. Trovo Rahingull, 18 anni, con sto Centro Chirurgico per vittime di guerra a Ka- lesioni multiple da scheggia all’addome, al tora- bul nel 2001. Un ex asilo bombardato, nel centro ce, agli arti inferiori, al collo e cerebrali (ha perso della città, è diventato il nucleo dell’Ospedale, che un occhio e una scheggia è penetrata nell’encefalo offre assistenza chirurgica gratuita e di alta quali- procurandogli un ematoma intraparenchimale), tà a tutte le vittime di questa guerra. Nell’agosto sveglio e neurologicamente migliorato rispetto del 2003 è stato aperto un Reparto di Rianima- alla sera precedente. Questa mattina risponde zione e Terapia intensiva dotato di 6 posti letto e prontamente alle domande, è orientato, e si la- nell’agosto del 2005 è stato installato un apparec- menta persino della medicazione al collo. Sorrido chio per Tomografie Computerizzate, il solo dispo- fra me e me. E mentre gli infermieri della notte nibile gratuitamente in tutto l’Afghanistan. Que- stanno dando le consegne al turno del mattino, sto ospedale è anche il centro di riferimento per mi fermo al letto di M. Akbar. E’ in Rianimazione i pazienti visitati presso i Centri Sanitari e i Posti dal primo di Aprile per ferite multiple da fucile a di Primo Soccorso di Emergency di Azra, Ghazni, pallettoni al torace e all’addome, e ormai salu- Chark-Logar, Maydan Shahr, Mirbachakot, Said tarlo al mattino è diventato un appuntamento Khil, Sayad, le cliniche di Emergency all’interno fisso. Ieri sera è finalmente riuscito a mangiare del degli orfanotrofi maschile e femminile, il riforma- pane, lo desiderava da tanto tempo, e oggi lo ve- torio Juvenile Rehabilitation Center di Kabul e le do finalmente sorridere. Poi mi spiega con l’aiuto principali prigioni della città. Questo ospedale, di Shakiba, un’infermiera, che oggi, il giorno di

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rapia, allora le spunta un altro splendido sorriso. Mentre mi avvio di nuovo verso l’ICU trovo Has- sib e Fazel seduti a parlare su una panchina in giardino. Fa ancora freddo qui a Kabul, ma i pochi giorni di sole e di temperatura mite so- no riusciti a colorare di primavera il giardino dell’ospedale. Ed è una gioia ogni volta vedere i pazienti che camminano insieme e che parlano seduti sotto gli alberi fioriti, nel prato e sulle panchine. Mi piace sapere che uomini, donne e bambini che sono ricoverati trovano tra queste mura non solo le cure necessarie per la salute fisica ma anche l’opportunità di conoscersi, di parlarsi e di stringere dei legami. Vedere Hassib, un ragazzo di 16 anni, giorno dopo giorno ritornare alla vita visita dei parenti, non vede l’ora di vedere qualche è una soddisfazione immensa. Hassib è arrivato famigliare. Zaher, dal letto di fronte si mette una in shock emorragico per una ferita da proiettile mano sul petto, Salam Aleikum. Ieri ho saputo all’addome che ha lacerato la vena cava, la vena che ha otto bambini che lo aspettano a casa, e iliaca di sinistra e l’intestino tenue in più punti. che “proprio deve farcela a tornare, perché la sua Ha superato il primo intervento di Damage Con- famiglia come fa senza di lui?”. trol Surgery e anche i due successivi. Ora è quasi pronto per la dimissione. Mentre ripenso ai giorni La giornata inizia poi con la presentazione di che ha passato in Rianimazione, in Pronto Soccor- tutti i pazienti ammessi in ospedale durante le ultime 24 ore e con il giro quotidiano in tutti i reparti.

Nel reparto delle donne e dei bambini rivedo Basira. Ha 10 anni, è sempre sorridente, fin dal primo giorno quando si è svegliata in Riani- mazione, e con un atteggiamento da bambina grande e matura. Era vicina a casa con la sorella più grande di 13 anni quando l’esplosione di una mina ha fatto cadere dei massi proprio su di lei. La sorella sta bene, ma lei è stata meno fortunata. E’ stata in sala operatoria per una laparotomia (aveva una perforazione duodenale, una lesione epatica e una contusione renale), ha una frattura ulnare e del metacarpo di destra e un’amputazio- ne traumatica delle dita del piede. Eppure sorride e dice che deve andare perché vuole tornare a scuo- la, è la più brava della classe e non può perdere tanti giorni di lezione. E quando Alberto e Heda- yat, i due chirurghi, decidono che può finalmente essere dimessa e tornare per i controlli e la fisiote- | Basira

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 25 | TESTIMONIANZE |

New York Times Magazine La dottoressa Vettoretto presta servizio nel reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Manerbio, diretto dal dottor Ben- venuto Antonini. Da tre mesi lavora nell’ospedale di Emergency a Kabul. Il New York Times magazine ha recentemente dedicato un re- portage che illustra l’esperienza quotidiana di questo ospedale e degli altri presidi dell’organizzazione italiana di cooperazione in Afghanistan. so arrivano Saifullah, Emamjan e Khiyal. Vengo- entrato nella regione sottomentoniera a sinistra no dal distretto di Ghorband, nella provincia di ed è uscito nella regione posteriore destra del collo. Parwan, dopo 11 ore di viaggio. Tutti e tre hanno Non riusciamo a valutarlo neurologicamente, le ferite multiple da scheggia. Non riesco nemmeno condizioni generali non sono tali da poterlo fare, a immaginare come abbiano passato queste ore anche se il sospetto di una lesione midollare è il mentre, attraverso il distretto di Charikar, arriva- primo pensiero di tutti quanti. Insieme al persona- vano finalmente a Kabul. Stavano andando ad le del Pronto Soccorso, a Tyana, a Shukoor, il chi- aprire l’irrigazione dei loro campi quando si sono rurgo nazionale e a Niaz, l’anestesista nazionale, trovati coinvolti in un combattimento. Un razzo è prepariamo il paziente per la sala operatoria, già atterrato proprio su di loro. Saifullah, 18 anni, ha allertata e pronta a riceverlo. Ognuno sa benissi- ferite all’addome, alla schiena, al torace, al brac- mo cosa e come farlo, nelle situazioni di emergen- cio di sinistra. Di quel momento ricorda solo che è za tutto il personale ha un suo ruolo ben preciso, e stato sbalzato ad alcuni metri di distanza. La sala dopo pochi minuti Ziawudin è già sul lettino della operatoria interrompe gli interventi in elezione per sala operatoria, e inizia l’intervento. L’esplorazione queste emergenze. Saifullah è il primo a entrare del collo mostra una lesione esofagea e della carti- in sala, seguito da Emamjan, un omone di 50 lagine tiroidea, e una frattura del processo trasver- anni con la barba bianca, e da Khiyal, 35 anni, so di C5. La frattura è confermata dalla TAC posto- con una frattura esposta e pluriframmentaria peratoria, non ci sono evidenti lesioni midollari, del gomito di destra, e molteplici ferite dei tessuti valuteremo al risveglio del paziente. Gli infermieri molli alla gamba e al braccio di destra. Mi sem- in Rianimazione sono già pronti, Ziawudin questa bra di vederli lì tutti insieme mentre un razzo in- notte viene da noi. telligentemente sconvolge la loro vita quotidiana. Per stasera non posso fare niente altro. Indosso la Emamjan e Khijal possono andare in reparto do- mia sciarpa e mi avvio verso casa. po l’intervento, Safiullah rimane in Rianimazione. E’ tardi, la giornata è stata lunga per tutti, ma Nel pomeriggio è già sveglio, non riesce a smettere la mia “famiglia”qui a Kabul mi aspetta co- di piangere e appena chiude gli occhi si lamenta, munque intorno al tavolo della sala da pranzo, rivive ogni volta la stessa scena. e mi accoglie con un piatto caldo e un sorriso. Trascorre rapidamente anche questa giornata, al- Anche in questa missione sono stata molto tre persone vengono ricoverate nel pomeriggio e in fortunata. Lo staff internazionale è a dir poco ospedale si lavora ininterrottamente. eccezionale. Si vive insieme giorno dopo giorno Dopo il giro serale mi preparo ad andare a casa. in ospedale e a casa (non ci si può muovere per Ma mi ferma la chiamata “Emergenza in Pronto motivi di sicurezza), si condividono lavoro, preoc- Soccorso”. Ziawudin ha 35 anni e gli hanno spa- cupazioni, gioie, paure, pensieri. E con loro tutto rato al viso da distanza ravvicinata. Il proiettile è diventa più facile.

26 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze |

Oggi giornata di pioggia. e un debridement di tutte le altre lesioni. Mahajer 26 aprile 2012 Mentre a casa sorseggio è stato intubato e sedato per 48 ore. Ora è sveglio il primo caffè della gior- da un paio di giorni, ha una emiplegia sinistra, nata, penso che finalmente oggi Mahajer potrà ma spero riesca con un’adeguata fisioterapia a essere trasferito dall’ICU in reparto, magari nel recuperare. Mi saluta porgendomi la mano destra letto accanto a Samim. Mahajer e Samim sono e me la stritola quasi tutte le volte. Quel suo visino due cugini di 10 anni arrivati qualche giorno fa sempre imbronciato ieri si è aperto in un sorriso da Salang. Stavano giocando insieme ad altri tre quando ha visto arrivare gli zii. Samim è già in amici, che non ce l’hanno fatta a raggiungere un reparto da un paio di giorni, sta andando bene, ospedale, sono deceduti sul posto. Entrambi han- ma richiederà altri interventi di chirurgia plastica no ferite multiple da scheggia per lo scoppio di e ortopedica ad entrambi gli arti inferiori, e la sua una mina. Mahajer ha un ematoma cerebrale in- degenza sarà sicuramente più lunga e complicata. traparenchimale e ha perso l’occhio di sinistra. Ha Ora però in reparto con altri bambini ha un viso altre lesioni alle gambe e alle braccia, ma fortuna- più sereno, tranne che quando al giro del mattino tamente superficiali. Lo vedo ancora al suo arrivo vede avvicinarsi tutte quelle persone in insieme … in Pronto Soccorso, agitatissimo e con le lacrime allora trattiene le lacrime a forza. agli occhi. Le schegge non hanno risparmiato In ospedale la giornata inizia con l’arrivo di tre nemmeno Samim, causandogli ferite penetranti donne da Wardak, a circa trenta minuti da Ka- agli arti inferiori, all’addome, al viso e al torace. bul. Un razzo è entrato nella loro casa. Khawro, 50 Entrambi sono andati in sala operatoria. Maha- anni, Sabrina, 16 e sua sorella Asiya, 18 sono ar- jer per la pulizia chirurgica (debridement) delle rivate con ferite da schegge. I genitori di Sabrina e ferite e per l’enucleazione del bulbo oculare di sini- Asiya non ce l’hanno fatta. A Khawro hanno inse- stra. Samim ha fatto una laparotomia (aveva per- rito i drenaggi toracici per un emo-pneumotorace forazioni multiple dell’intestino tenue, una lesione a destra, e ha schegge superficiali nella regione pe- della vena iliaca e dell’arteria femorale di destra), rineale. Sabrina ha ferite al torace e ad entrambi gli arti inferiori, e una scheggia penetrante all’ad- dome. Asiya ha lesioni dei tessuti molli al piede sinistro, alla gamba, al viso, alla parete addomi- nale, e ha fatto un estensivo debridement di tutte

| Mahajer | Samim

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 27 | TESTIMONIANZE | le lesioni. Anche questa volta provo a immaginare cosa stessero facendo quando la guerra è entrata prepotentemente nella loro casa. Khawro stava cucinando, Sabrina stava preparando il tè mentre parlava con Asiya, che sorrideva tra sé e sé delle chiacchiere della sorella... “..Qui non si sente/ Altro che il caldo buono/ Sto con le quattro/ Capriole di fumo/ Del focolare” scrive Giuseppe Ungaretti. Ma qui in Afghanistan nemmeno le mura di casa rie- scono a proteggerti e a farti sentire al sicuro. L’attività della sala prosegue, urgenze e interventi in elezione. Molti sono interventi ortopedici. I pro- | Mina iettili e lo scoppio di ordigni di vario tipo procura- no fratture molto invalidanti. Molti sono anche la Sterilizzazione,la Terapia Intensiva, un reparto gli interventi di chirurgia plastica, come gli innesti di Terapia Subintensiva, 3 reparti di degenza ma- cutanei, necessari per le profonde ed estese ferite. schile, 1 di degenza femminile e pediatrica, la In ogni ospedale di Emergency qui in Afghani- Fisioterapia, la Farmacia, l’Amministrazione e vari stan ci sono degli infermieri Tecnici di Anestesia. E locali di servizio. Da quest’anno inoltre quattro insieme si lavora in sala operatoria e nell’attività giovani medici iniziano proprio in questo ospeda- quotidiana in Pronto Soccorso e nei reparti. Tra le il loro percorso di specializzazione in Chirurgia loro qui a Kabul c’è anche Shakiba, già infermie- Traumatologica, la prima in Afghanistan, sotto la ra della Rianimazione, che sta frequentando la supervisione dei tre chirurghi nazionali e del perso- scuola di Anestesia, e che spesso si ferma in sala nale internazionale. per la sua formazione dopo il suo turno di lavoro. Mentre sto uscendo dalla sala operatoria (ormai Le mancano pochi giorni prima dell’esame finale, gli interventi sono finiti, e per ora tutto è tranquil- ma sono certa che ce la farà benissimo. Non rima- lo) davanti al Pronto Soccorso rivedo Mina. E’ stata ne molto tempo per delle vere e proprie lezioni, e dimessa una decina di giorni prima, è solo torna- ogni intervento e ogni momento libero diventano ta con il padre per un controllo. Mina è arrivata il pretesto per approfondire qualche argomento all’ospedale il 17 Marzo. Stava giocando nel prato con lei e con tutti loro. Oggi ci sono nella lista vicino a casa sua quando è scoppiata una mina. operatoria un Chiodo Intramidollare Femorale e Ricordo di aver pensato che il suo nome, Mina, un Fissatore Esterno. Ne approfitto per parlare dei sembrava uno scherzo del destino … poi ho saputo problemi legati al posizionamento del paziente e che qui il significato è molto bello, simile ad Amo- delle trasfusioni di sangue. E’ una soddisfazione re. E’ proprio adatto a lei. E ricordo i genitori, che vederli sempre così interessati e partecipi. Lavorare sono entrati in Rianimazione a vederla dopo l’in- insieme a loro è uno dei motivi che mi ha spinto tervento in sala, il papà preoccupatissimo, magro a ritornare di nuovo qui in Afghanistan. Negli e allampanato, la madre giovanissima, pallida e ospedali di Emergency lavora, oltre al team dello con gli occhi tristi. E lei stesa lì sul letto, una bim- staff internazionale, tutto personale locale. Qui ba di 20 kg fasciata da capo a piedi. e con le la- a Kabul ci sono 130 tra chirurghi, infermieri e crime agli occhi. Mina è tornata in Rianimazione personale sanitario, e altrettante persone addette una seconda volta per complicazioni polmonari. all’amministrazione e ai servizi. L’ospedale conta E finalmente a zonzo per i viali dell’ospedale gli 95 posti letto, il Pronto Soccorso, un Ambulatorio, ultimi giorni prima della dimissione. Ora sta be- un Laboratorio e una Banca del Sangue, la Radio- nissimo e finalmente la vedo raggiante. Anche per logia (Sala Radiologica e TAC), 2 Sale Operatorie, questo vale la pena di essere qui.

28 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze |

Quais è un bambino di anni. E’ arrivato da noi dopo alcune ore per una 3 maggio 2012 12 anni che è in ospeda- lesione da arma da taglio all’addome, in shock le da molti giorni per un emorragico. Al primo intervento di Damage Con- empiema polmonare. Viene da un orfanatrofio trol Surgery ne è seguito un secondo a distanza di Kabul, dove Emergency fornisce assistenza me- di 48 ore. Oggi, il giorno dopo, è sveglio, stabi- dica con una sua Clinica interna. Ormai è stato le, ha già iniziato la fisioterapia respiratoria e adottato da tutti, e in particolare dagli infer- motoria. È pronto per essere trasferito in reparto. mieri del reparto dove è ricoverato, e da Vesna, Al letto 2 c’è Ziawudin, tetraplegico per una pal- infermiera del personale internazionale che ne lottola. Da ieri ha cominciato a respirare senza è responsabile. I parenti durante i giorni di visita l’aiuto del ventilatore e inizia ad alimentarsi per portano sempre qualche cosa ai pazienti, e Vesna os. È completamente sveglio e cosciente della sua non ha mai fatto mancare niente a Quais, che situazione, eppure tutte le mattine, Ciuturasti? non ha parenti e visite, per non farlo sentire di- Come stai? Gli chiedo, Cubasti. Bene. Mi risponde verso dagli altri. Il suo contenitore sul comodino è muovendo le labbra. Ha una forza d’animo am- sempre pieno di biscotti, succhi e matite colorate. mirevole. Nel letto al suo fianco trovo Haroon già All’inizio Quais non sorrideva mai, ora i suoi sor- seduto su una sedia con la bottiglia della fisiote- risi illuminano il reparto e i viali dell’ospedale. rapia respiratoria in mano, anche lui con ferite Questa mattina molla un sorriso persino durante da arma da fuoco all’addome e al torace, e an- il giro di visita del mattino. La sua degenza sarà che lui pronto per essere trasferito in reparto. E al ancora lunga, anche se per ora sta molto meglio. letto 6 da ieri c’è Eman Jan, 15 anni. Ieri mattina Nel letto accanto c’è Sultan Aziz, 23 anni. E’ arri- ci sono stati una serie di attentati ed esplosioni vato tre giorni fa. Una singola scheggia è entrata a Kabul. Eman Jan stava andando a scuola alle nel canale midollare, a livello di T1. Sultan è pa- 6.30 e si è trovato proprio nel luogo di una esplo- raplegico. sione. E’ arrivato alle Mentre stiamo passan- 12.45 in shock emorragi- do al reparto successi- co. Ha una ferita profon- vo chiamano in Pronto da con emorragia ester- Soccorso. Najibullah è na alla coscia di destra un insegnante di 39 an- e varie lesioni da schegge ni, una granata è stata dei tessuti molli. E’ sta- gettata nella sua classe to subito portato in sala mentre faceva lezione. operatoria per il graft ve- Viene portato subito in noso dell’arteria femora- sala operatoria per una le di destra ,la legatura laparotomia (ha perfo- della vena femorale, e il razioni multiple all’in- debridement delle mul- testino tenue) e per il tiple lesioni alle gambe, debridement di tutte le al collo, al torace, alla altre ferite. Spero possa schiena. Sembra molto e voglia presto tornare a più giovane della sua insegnare. età. Dopo essere stata in sa- Oggi di turno in riani- la con Najibullah va- mazione c’è Zabiullah. do in Rianimazione. Al E’ uno dei migliori in- letto 1 c’è Mushtaq, 39 fermieri che abbia mai | Quais e Vesna

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 29 | TESTIMONIANZE | conosciuto, favoloso con i pazienti, oltre che una persona veramente straordinaria. Lavora nell’ospedale di Emergency da parecchi anni. Una sera del mese scorso stavamo par- lando dopo il giro serale, gli avevo chiesto come stavano la moglie e la sua famiglia. Erano tra- scorsi un paio di giorni dal 15 Aprile, quando a Kabul ci sono state parecchie ore di combatti- menti, anche nelle strade vicine all’ospedale di Emergency. Quella notte Zabiullah era di turno in rianimazione. Un frammento di razzo RPG aveva sfondato la finestra di casa sua. La moglie era riuscita a proteggere con il suo corpo i bam- bini dalle schegge del vetro, e fortunatamente | Iamillah era rimasta illesa. Ho immaginato la preoccu- pazione e la pena di Zabiullah, in ospedale, sen- ra di Vesna a Kabul, domani finisce la sua mis- za poter tornare a casa fino al mattino, le strade sione, e vorremmo almeno cenare tutti insieme. erano bloccate ed era impossibile muoversi con Ma proprio mentre ci stiamo mettendo a tavola quello che stava succedendo. “Mia moglie e i chiamano dal Pronto Soccorso per due bambini. bambini stanno bene, grazie” ...e poi ha iniziato Jamillah ha 10 anni, un proiettile è entrato dal- a raccontare.. la parte posteriore del collo a destra ed è uscito Per una bomba sganciata da un aereo dentro nella parte anteriore del collo a sinistra. E’ para- casa sua, quando era giovane ha perso due so- plegico. Aridiano, il tecnico radiologo, alla TAC relle e un fratello (“all in one time”), i genitori vede una frattura della lamina posteriore di C6 sono stati feriti e lui, unico illeso, ha portato e di C7 e una frattura del corpo di C7 e di T1, con tutti in ospedale e ha messo suo fratello e le il canale midollare attraversato dal proiettile. sue sorelle in una bara, ha usato proprio que- “... l’immagine di un proiettile in corsa: è la me- ste parole, “my younger sisters and brother tafora esatta del destino. Il proiettile corre e non in a grave all together”. “At that time it was sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, different, there was the war”. E mi sono sentita ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto una stupida perchè per me la guerra è questa, se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a ora. E poi ancora mentre andava a scuola è sta- scheggiare un muro qualunque…”. Mi vengono to ferito da una scheggia di un’esplosione alla in mente queste parole di Baricco mentre penso testa ed è stato per sei mesi in ospedale. Io sono a Jamillah. Si è trovato in mezzo a due fronti di rimasta basita, non sapevo realmente cosa dire, un combattimento con il padre, che ha perso la non riesco nemmeno ad immaginare cosa si pro- vita. E in ospedale ora sono in tre. Jamillah, Sul- va. “Preferirei morire io piuttosto che sapere che è tan Aziz e Ziawudin. Non posso fare a meno di successo qualcosa a mio fratello”. Alle mie parole pensarci. Destino?! Insieme a Jamillah è arrivato Zabiullah ha annuito e ha detto “So do I”. da Gardiz dopo 6 ore anche Hekmat, 14 anni, Ancora una volta non riesco a pensare a nien- con lesioni multiple per lo scoppio di una mina te, se non a quanto sono stata e sono fortuna- al viso, ad entrambi gli occhi, all’addome, al ta. E non riesco proprio a trovare un senso a torace, agli arti inferiori, con frattura esposta di questa guerra, che prosegue da anni e lascia ulna e radio. Hekmat e Jamillah entrano in sa- solo vuoti e mancanze. la operatoria. Stanotte si ritroveranno in reparto Alle sei riusciamo a tornare a casa. È l’ultima se- uno di fianco all’altro.

30 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | UN MEDICO IN GUERRA

di Marco Garatti Chirurgia Generale Fondazione Poliambulanza

È strano sentirsi Il primo impatto l’ho avuto appe- Messo il drenaggio ed evacuato inadeguati dopo aver fatto na arrivato, ancora stanco delle un paio di litri di sangue, il pa- 26 ore di viaggio che allora ci vo- ziente è stato subito meglio; lo un bel po’ di chirurgia levano per raggiungere l’ospedale abbiamo dimesso un paio di gior- in giro per il mondo in di Emergency a Battambang, nel- ni dopo (la capacità di resistere centri non male (Houston, la parte nord est della Cambogia. e recuperare in questi pazienti Mount Sinai New York). Un uomo giovane con un trauma ha del miracoloso) e da allora è toracico, curato inizialmente in diventato il rifornitore ufficiale di una delle innumerevoli “cliniche ananas che coltiva nel suo campo Eppure questo è il sentimen- private” che come imparerò più per il nostro ospedale. to che mi ha assalito, preso alla tardi sono una costante di tutti i Tutto quindi era andato per il me- sprovvista la prima volta che in- paesi dove la sanità fa più schifo. glio, per lo meno per quanto mi coscientemente mi sono azzar- Aveva un emotorace, lo si vedeva riguardava, tranne forse il fatto dato ad affrontare la medicina o e lo si sentiva anche senza biso- che ovviamente ad un certo pun- meglio la chirurgia in un paese gno di fargli una lastra ed aveva to avevo pensato di fargli una che definiamo in via di sviluppo. bisogno di un drenaggio toraci- toracotomia vista l’entità della co. Era da un giorno “ricoverato” perdita (e quando l’ho detto ho Era la Cambogia, nella clinica privata e gli avevano fatto la figura del fesso), mi disse- anno 1999. fatto di tutto tranne quello che ro che lo avrei tenuto ricoverato serviva: antibiotici, trasfusioni, di più (e chi gli curava il cam- La curiosità di vedere quanto va- ferro in vena, plasma, expander, po?). levo io e quanto valeva la struttu- ma non un semplice tubo. ra che mi ospitava mi ha spinto Quando l’ho dimesso a fare questo balzo di qualche L’hanno trasferito l’ho pregato di non fare migliaia di chilometri, che niente sul retro di un pickup, sono, a confronto della distanza sforzi eccessivi per un tra la nostra medicina e la medi- come una bestia, mesetto (ricordo ancora cina che si pratica là. più morto che vivo. le sghignazzate).

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 31 | TESTIMONIANZE |

Un po’ meno bene è andata qual- Alla Cambogia sono molto più efficaci nell’ammaz- che giorno dopo. Come mio se- seguite poi altre zare e l’ultima fase della guer- nior surgeon avevo un chirurgo ra, quella che ormai va avanti da iracheno, Affan, che tra guerra e innumerevoli missioni, qualche anno, che ha ripreso i mine ne aveva viste di tutti i co- con un impegno che è caratteri della guerra civile, fatta lori. Dopo una settimana dal mio diventato sempre più di bombardamenti indiscriminati arrivo aveva colto l’occasione e rilevante all’interno e di attentati suicidi che mietono si era recato in visita ad uno dei sempre più vittime civili che con nostri posti di pronto soccorso della mia professione. questo conflitto non hanno niente distante un giorno di macchina. a che fare. Il perché me lo sono chiesto mol- Due ore dopo la sua partenza è Mi è toccato amputare bambini, te volte e la risposta che mi sono arrivata in ospedale la mia prima aprire e riaprire pazienti che non dato era perché sapevo che ce vittima da mina antiuomo (leg- andavano bene, affrontare mass n’era bisogno. ge di Murphy, of course). Lesioni casualties con più di cento pa- traumatiche ne avevo viste, così zienti alla volta. Non l’ho mai fat- mai. Per di più il paziente rifiutava In Eritrea ed Afghanistan, to da solo: con me tante altre per- di essere amputato e al mio arrivo sempre con Emergency sone, italiani e non, tanti afghani in pronto soccorso lo staff medico ho conosciuto da vicino che nel momento del bisogno si trovavano uniti per un obiettivo. locale stava usando uno specchio la guerra, quella attiva per fargli vedere quanto devastato Di tutti questi anni rimane l’or- fosse il suo piede. quotidiana, incessante. rore per la guerra, rimane l’ami- cizia forte con i colleghi, soprat- Ho fatto così la mia E qui se il senso tutto afghani, che con me hanno condiviso le lunghe ore di lavoro, prima amputazione di inadeguatezza si la faccia di alcuni pazienti che da mina, sfruttando andava un po’ attenuando ce l’hanno fatta a dispetto di tut- tutto quello che prima di con l’esperienza, to e di tutti e la faccia di alcuni partire mi ero studiato e era il sentimento che invece purtroppo non ci so- no più. sudando come di sgomento che prendeva un forsennato, il sopravvento. Rimane l’orgoglio non per il clima, Sgomento di fronte alla barbarie, di aver cercato sempre ma perché avevo paura alla sofferenza ed al contempo di fare tutto il possibile di sbagliare. dignità di chi veniva ferito, al do- anche in situazioni lore di pazienti e di parenti. In di estremo disagio Alla fine l’intervento si era rive- Afghanistan le guerre le ho viste lato “quasi ok” (come mi dis- tutte. Dalla guerra civile tra ta- e di aver esercitato se il mio collega) e ai controlli lebani ed alleanza del nord fat- la medicina per quello successivi, 5 giorni dopo in sala ta con armi, residuo di conflit- che è, un tentativo onesto operatoria (procedura standard) ti precedenti (ignorata dai più e fatto da un uomo su un Affan non aveva dovuto mettere non per questo meno letale); la a posto troppo di quello che ave- guerra con l’occidente, fatta con uomo per alleviargli vo fatto. armi molto tecnologiche e quindi le sofferenze della vita.

32 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | BAMBINI SOLDATO di Antonella Bertolotti Medico Psichiatria Intermed ONLUS Cooperazione sanitaria internazionale www. intermed-onlus.it

Se chiedessimo lungs we touch the diaphragm”. un libro di anatomia. Uno vero, a Joshua che fucile Mi resi conto che aveva visto ciò mi disse. che descriveva, non l’aveva sem- Parlammo ancora, dei suoi fratelli usava quando militava plicemente letto. che non lo aspettavano più. nel LRA Gli chiesi se volesse disegnare sul muro con i gessetti colorati (lord resistance army), Parlammo di una zia resteremmo sorpresi. quello che mi aveva appena de- scritto. Il muro era color ocra e che lui aveva ucciso fungeva da lavagna. Non aveva- con il suo fucile, Un mitra di marca italiana era mo banchi e i ragazzi erano se- il suo compagno di viaggio. Jo- duti sull’erba, verdissima perchè sotto effetto della shua, 15 anni, è un ex bambino ora, in Uganda, è la stagione droga che il suo soldato, ora nel centro di recu- delle piogge. Fece un disegno comandante pero gestito dalle Canossiane. agghiacciante: nessuna interez- gli dava ogni sera Pochi giorni fa mi trovavo a far za, nessun margine di lobi pol- lezione di anatomia in un liceo monari. “per avere di Entebbe, in Uganda. più coraggio”, Mi avevano chiesto di parlare dell’apparato respiratorio e ho Disegnò quel che quando era nel nord chiesto a Joshua di spiegare con aveva visto e toccato dell’Uganda, dove Kony, parole sue cosa aveva compreso del suo compagno capo dell’LRA, della mia mini lezione. di guerra ferito, l’aveva reclutato. Mentre lo ascoltavo mi stupivo della precisione con cui descri- disegnò veva la gabbia toracica. Ricor- un’esplosione. Capita, do che, quando mi disse che i polmoni, inferiormente, sono a in Congo contatto con il diaframma, non Non so se disegnare abbia avuto e in Uganda, utilizzò il termine “contact”, ma su Joshua un effetto catartico. usò il termine “touch”. Sta di fatto che, il giorno dopo, di fare Disse letteralmente: “Below the mi chiese di potere studiare su la psichiatra.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 33 | TESTIMONIANZE |

Capita di lavorare con i bambini soldato.

Magari mentre stai facendo un lavoro completamente diver- so. Come alcune settimane fa, in Congo, presso l’ospedale di Alti dove Intermed onlus, l’or- ganizzazione di cooperazione internazionale per cui opero, sta realizzando un laboratorio di analisi, formando personale locale. Con il tecnico Osvaldo Martelli siamo più volte andati in questa zona, ad est del Con- go, dove vi sono miniere e ric- chezze per cui, da 12 anni, è in corso una guerra civile. Osvaldo Oggi ho deciso che non Il nostro ospedale è lì, circondato è, oltre che un tecnico eccezio- andrò all’ospedale in jeep: da flamboyer rosso carminio. nale, anche un amico carissimo, Arrivo col camice che ha un bel pronto a supportarmi (ed anche una suora mi ha prestato colore rosso polvere e la suora, a sopportarmi). Stavolta a lui è una bici e, il mattino appena mi vede, mi manda a affidata la formazione di due tec- presto, è bellissimo cambiarlo immediatamente...la nici di laboratorio locali a cui arrivare in cima alla mia caposala, in Congo, è uguale Intermed ha finanziato due an- a quella che ho in Italia... ni di studi preparatori a Bunia, collina da cui si domina Le voglio molto bene, la conosco una città non lontana da Arù. l’altopiano. da dieci anni, ci diciamo tutto. Comincio a visitare due bambini che vengono da un villaggio vi- cino: sono venuti a piedi, accom- pagnati dalla madre che aspetta il terzo figlio. Le chiedo il mese di gestazione. Mi sorride. il giorno dopo arriva con in braccio il terzo figlio. Sempre sorridente. Riescono a sorprendermi cer- te persone temerarie, per la loro concretezza. Questa donna ha perso il marito sei mesi prima. Era un soldato dell’esercito rego- lare, di guardia a una delle tante miniere di coltan che sono privi- legio e condanna di questo splen- dido paese che è il Congo. La mamma è in ambulatorio per- chè i due bimbi più grandi hanno la malaria. Distribuisco loro i far- maci dopo avere letto la “goccia

34 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | spessa”. Potrei congedarli, ma la assemblarlo è così gono profitto da queste miniere. deformazione professionale della insanguinato... Questa paziente è qui, ora, me psichiatra e, forse, ancor più la lo sta dicendo. Le chiedo cosa curiosità, mi inducono a farle al- le serve, mi dice che vorrebbe Discorsi paradossali che vorreb- tre domande. Lei ha voglia di rac- costruirsi una casa vicino all’o- bero essere supportati da spiega- contare. Io di ascoltare. Continua, spedale, così, quando i bambini zioni plausibili. dunque, spiegandomi che il mari- si ammalano, possono essere cu- to è stato colpito dai proiettili dei rati. Chiedo al consiglio di am- ribelli che volevano impossessarsi L’occidente è all’inizio ministrazione dell’ospedale se si della miniera. Per gestirla e ven- di una crisi da cui possa fare una piccola casa ap- dere il coltan alle multinazionali l’Africa potrebbe salvarci pena fuori dal compound. occidentali che non chiedono al- con le sue mille risorse. Tre giorni dopo due muratori tro che di comprare. Di comprare Ma a noi resta il dovere vanno e vengono con carriole e questo “oro”, questo coltan che si cemento. Due settimane dopo la usa nell’assemblaggio dei telefoni morale di lottare perchè casetta è pronta. cellulari. queste risorse siano amministrate Davanti alla finestra Penso a quanto sia correttamente. c’è un albero grottesco preoccuparci di di frangipane rosa. guardare la marca Questo è un mondo capovolto Riesco a sentirne dove chi ha già vuole di più e chi di un telefonino, quando non ha, dà ancora di più. il profumo anche il coltan che serve per Pochi sono i congolesi che trag- dal mio ambulatorio. Chirurgia a tutto campo di Gualtiero Danieli chirurgo in Burkina Faso

Sono passati otto anni da quando durante un viaggio in un piccolo Stato dell’Africa, il Burkina Faso, fui sconvolto dalle condizioni di estrema povertà in cui viveva la popolazione: fame, carestie, epidemie, analfabetizzazione ovunque. Mi venne spontaneo domandarmi: perché ancora oggi tanta miseria? E trovai subito tanti colpevoli e tante spiegazioni: gli aiuti che non giungono a destinazione, le risorse mal distribuite, i governi che non fanno nulla. Poi pensai: ma io cosa faccio? Questo pensiero si fece sentire sempre di più. Rientrai in Italia, ma un chiodo fisso mi perseguitava: mettere a disposizione il mio bisturi dove c’era più bisogno. | gualtiero Danieli

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 35 | TESTIMONIANZE |

Con i miei racconti riuscii la, un’emicolectomia destra per un’invaginazione a sensibilizzare un buon numero ileo-cecale, ma dopo 40 giorni, quando sembrava ormai guarita, una complicazione ci costringeva ad di medici e infermieri, ora sono più di un disperato re-intervento. Ricordo ancora la nostra cinquanta, che utilizzano le loro ferie preoccupazione nel dare alla mamma la notizia per mettersi a disposizione. della gravità della situazione, ma sarà proprio lei ad infonderci coraggio, ci dirà nel suo idioma: grazie Mi raggiungono in Burkina Faso per fermarsi 15- per quello che fate, affidiamoci alla volontà di Dio. 20 giorni, io ci resto per 6-8 mesi l’anno. Si lavora tutto il giorno in due Ospedali pubblici, Koupèla e Appena deceduta, la mamma è venuta Tenkodogo, in stretta collaborazione con il perso- per dirmi “barka“ (grazie) per l’amore nale medico del luogo. La nostra finalità è infatti di prepararli a gestire il loro Ospedale in maniera che lei ha saputo dare alla mia bambina. autonoma. Le patologie più frequenti interessano l’ortopedia-traumatologia, con esiti di fratture non Che grande lezione di vita da una donna analfabe- trattate, malformazioni ossee ed osteomieliti. All’o- ta, che vive in una capanna in mezzo alla savana! stetrico-ginecologo è richiesto un grande impegno Ancora oggi è la prima che viene a darci il benve- per i numerosi casi di fistole urogenitali, esiti di nuto ogni volta che arriviamo a Koupèla. Una rifles- parti difficili a causa della pratica ancora diffusa sione s’impone: dobbiamo certamente perseguire il dell’infibulazione. Ma non manca il lavoro al chi- miglior risultato possibile con i nostri interventi,ma rurgo plastico, al chirurgo generale e all’urologo, non dimentichiamo di fare tutto con amore. spesso impegnati in interventi resi difficili dallo stadio avanzato dalla malattia e dalla mancanza di Come ci ha insegnato quella mamma, supporti tecnologici. l’amore sconfigge anche la morte. Quanti ricordi! Che esperienza Da novembre 2011 all’aprile 2012 per un medico lavorare in Africa! abbiamo eseguito 103 interventi chirurgici di varie specialità Quanti interventi che cambiano la vita di chi senza con risultati analoghi il nostro aiuto non avrebbe mai potuto essere cura- to. Bambini con gravi handicap motori che possono allo standard europeo, nonostante correre dopo una delicata chirurgia ortopedica o le notevoli difficoltà logistiche. plastica, una donna emarginata per la perdita di urina da una fistola che può ritornare nella sua Abbiamo inoltre allestito un servizio di ecografia e capanna e così via… ed allora ti prende il ”mal gestito un ambulatorio per le consultazioni, sempre d’Africa“. Non sei stregato dai suoi spazi immensi in collaborazione con un medico Burkinabe: sono né dai suoi tramonti né dalle notti stellate che pur state eseguite 343 ecografie e 495 consultazioni. sono di una bellezza mozzafiato; il mal d’Africa è È stato un lavoro intenso, duro soprattutto per le la sua gente, quel popolo dignitoso che ha bisogno condizioni ambientali e le notevoli difficoltà logisti- di tutto ma non ti chiede mai niente. che (la struttura dell’Ospedale è fatiscente) ma che Sogno del nostro gruppo è migliorare la struttura esperienza, che arricchimento interiore! dell’Ospedale di Koupèla e fornirlo di servizi idonei a garantire un’assistenza dignitosa alla sua popola- Emozioni difficili da descrivere, zione. forse un racconto riesce meglio • Stiamo costruendo un reparto di degenza (28 posti letto),per poter accettare i numerosi malati a coinvolgere chi non ha ancora che chiedono il nostro aiuto. vissuto un’esperienza in Africa. • Stiamo raccogliendo i fondi per costruire la sa- la di radiologia (la radiologia più vicina è a 50 Marie-Lydie ha nove anni, pesa 11 kg. perché da km.) sei mesi fa fatica a mangiare e non dorme a causa • Siamo alla ricerca di attrezzature dismesse per di forti dolori addominali. Decidemmo di operar- allestire un servizio di oculistica e odontoiatria.

36 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | OSPEDALE DI KALONGO, UGANDA di Myriam Brunelli Medico Laboratorista ed Ematologa Già dirigente di Laboratorio dell’Ospedale Bambini Co-fondatrice ONG Medicus Mundi

Nel 1953, quando ero assistente volontaria nel Don Donini, medico e sacerdote, che veniva in laboratorio di analisi nella vecchia sede dell’O- reparto per rinfrescare le sue nozioni di medicina spedale Civile di Brescia, il prof. Balestrieri, (di cui prima di partire per una missione in Uganda. conservo sempre un devoto e grato ricordo) che da poco era nel nuovo (attuale) Ospedale come Fu don Donini che mi propose Primario del terzo reparto d medicina, chiese al di recarmi in Uganda, all’ospedale mio Primario, il Prof Pancotto, di staccarmi alla 3° medicina, dove desiderava avviare un piccolo labo- di Kalongo, dove si intendeva ratorio di reparto. incrementare l’attività di laboratorio. Fu l’inizio, per me, degli anni più belli passati in Ospedale, perché vedevo attuarsi quello per cui L’ospedale, fondato nel 1956, mi ero avviata alla specialità di oncologia, e poi di Laboratorio e di ematologia: affiancare l’attività di era diretto dal dott. Giuseppe Ambrosoli, laboratorio all’ammalato, sapere per chi e per quale medico e Missionario Comboniano. motivo svolgevo le mie indagini. Fu anche l’inizio di quanto, prima, non avrei mai L’ospedale era, per le capacità di Padre Ambrosoli, immaginato: trasmettere ad altri le mie conoscenze noto e apprezzato in tutta l’Uganda. Il Padre era pe- e le mie capacità. rò il solo medico in un ospedale di un centinaio di Iniziai infatti in quel piccolo laboratorio a insegnare letti e centinaia di pazienti ambulatoriali. ad un medico (il dott. Luigi Bordoni) e ad una suora Attendeva quindi con gioia l’aiuto di Don Donini, (Suor Teresa) ad eseguire gli esami essenziali, di cui che però era preoccupato per il laboratorio. poteva essere utile avere il risultato con particolare urgenza. Accettai con entusiasmo l’invito. Era un ambiente Dopo anni da quella mia prima esperienza, ebbi del tutto nuovo per me, ma mi trovai subito a mio modo di preparare operatori in laboratori di vari pic- agio, anche perché ricevetti, dai Padri alle Suore e coli ospedali o dispensari, specialmente in Africa. al personale dell’ospedale, un’accoglienza ed una Erano anni in cui, finito il mio impegno in 3° me- collaborazione cosi calorose, che mi misi subito dicina, mi era possibile e molto gradito potervi a lavorare come fosse sempre stata la mia sede e, ritornare e vedere qualche ammalato pur avendo quasi, la mia casa. l’impegno fisso in laboratorio. Mio primo allievo fu un giovane che aveva frequen- E proprio in 3° medicina ebbi modo di conoscere tato solo la scuola elementare. Allora a Kalongo

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 37 | TESTIMONIANZE | c’era solo la scuola primaria: c’era però una scuola per infermiere da poco avviata da Padre Ambrosoli. Inoltre un Fratello Comboniano addestrava ragazzi in lavori artigianali (muratori, falegnami, meccanici) per le necessità della Missione.

E a Kalongo ritrovai la Medicina che avevo desiderato: aiutavo in ambulatorio, vedevo alcuni malati ricoverati e insegnavo ad eseguire le indagini di laboratorio essenziali. Era una gioia per me e per i miei allievi vedere ogni giorno qualche progresso.

Il più anziano, nel corso degli anni, era diventato uno...specialista in parassitologia. Era orgoglioso di mostrarmi che individuava parassiti col microscopio a piccolissimo ingrandimento: io non li avrei visti!

In cambio di quel poco che ho potuto dare ho ricevuto moltissimo.

In particolare l’esempio di tutti, da padre Ambrosoli e Don Donini, alle suore (una fu mia allieva prima e valido aiuto anni dopo), ai Padri: spirito di sacrifi- | Padre Giuseppe Ambrosoli con i pazienti cio, di adattamento, disponibilità a tutte le ore del Per circa un mese sono stata il solo medico pri- giorno e della notte, collaborazione reciproca, pa- ma dell’arrivo di Padre Egidio Tocalli, pure medi- zienza (dote indispensabile!). co Comboniano, destinato ad assumere l’oneroso E il tutto spesso in situazioni critiche per la Missio- compito di sostituire Padre Ambrosoli. ne e per la gente. Basti pensare alla tensione causa- Mi tranquillizzava la presenza dei Padri Combonia- ta da guerriglia, lotte tribali, carestia, epidemie. ni che già erano tornati. Il Superiore, vedendomi A Kalongo mi recai molte volte. Ricordo in partico- preoccupata perché mi rendevo conto di non essere lare quando tornai per la riapertura dell’ospedale. in grado di affrontare le più varie situazione mi dis- Era stato chiuso per circa due anni. se subito: “se hai problemi per qualche ammalato, Nell’1987, infatti, fu evacuato per la guerra. non preoccuparti: lo porto io a Lira” (dove pure c’è Una lunga carovana di malati, suore, missionari, una missione Comboniana con ospedale). personale dell’ospedale e gente del paese seguita In quattro mesi vidi l’ospedale rinascere, la gente da una colonna militare dovette abbandonare il veniva contenta di ritrovare un medico. Il mio mag- frutto di tanto lavoro e il luogo dove tanta gente gior lavoro in quel periodo fu di preparare la sala aveva avuto aiuto e conforto. In quell’occasione operatoria in efficienza per quando sarebbe arrivato perse la vita Padre Ambrosoli, che, già sofferente, il medico-chirurgo. aveva voluto accompagnare tutti in un luogo sicuro E fui strabiliata costatando quanto le suore erano e portò le allieve infermiere nella missione di Angal riuscite a fare prima del forzato precipitoso esodo. dove avrebbero potuto continuare la loro prepara- In particolare trovai nascosti, avvolti in carta da zione. giornale, molti ferri chirurgici. Con i miei giovani collaboratori (di anni prima) riuscimmo a lavare e Tornai a Kalongo nel novembre a sterilizzare tutto quello che poteva essere utile dell’1989 in occasione della riapertura per i primi interventi urgenti ed anche a preparare dell’ospedale. flaconi di soluzione fisiologica e glucosata (fortuna-

38 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | tamente era rimasto quanto poteva servire per l’al- nostra ONG Medicus Mundi. lestimento di fleboclisi e anche dei più elementari e Ultimo nel tempo, ma non ultimo nel ricordo il Sud utili reagenti per il laboratorio). Sudan, dove un Padre con cui ero stata in Uganda Fu difficile ma utilissima anche la cernita dei me- (Padre Mattia Bizzarro) mi aveva chiesto di recarmi dicinali rimasti nel magazzino: ne recuperammo per poter diagnosticare la tubercolosi che affliggeva molti non ancora scaduti. la zona e dove non c’era modo di fare un’esatta Nel primo mese, quando ero sola, ho avuto la diagnosi. In una capanna abbiamo allestito un pic- fortuna di non avere avuto casi gravi; appena arri- colo laboratorio per la ricerca del bacillo di Koch, vato padre Egidio venne in ospedale una donna a unico mezzo in quella sede, per poter fare la dia- cui una pallottola aveva trapassato la mandibola e gnosi. Miei allievi erano quattro giovani di 20-25 asportato parte della lingua. anni, di cui il più istruito era riuscito a frequentare In quel caso ho fatto l’anestesia dietro....dettatura le tre prime classi della scuola primaria: prima in del Padre che stava operando. Dopo una decina di Etiopia, poi in Uganda e finalmente in Sud Sudan giorni l’ammalata girava sorridente per l’ospedale, man mano fuggiva dalle zone di guerra. I missionari anche se con un sorriso non esteticamente perfetto. erano potuti tornare in Sud Sudan, se pur con molti A coronamento di mesi di lavoro veramente pesan- rischi, da appena tre anni. te ma entusiasmante sono arrivate le Suore Com- boniane con le ragazze della scuola per infermiere Anche qui è stata per quei giovani e ostetriche. Padre Ambrosoli aveva sacrificato gli una grande gioia acquisire nuove ultimi giorni della sua vita, accompagnandole in una missione dove hanno potuto proseguire i loro capacità con le quali poter essere studi e tornare a Kalongo in grado di continuare a utili alla propria gente e, per me, far vivere l’Ospedale. nel vedersi prospettare la possibilità Arrivarono, Suore e ragazze, su due camion, che di curare molti ammalati. alla missione di Patongo, da cui erano passate pri- ma di arrivare a Kalongo, la gente aveva ornato di Questo avveniva 14-15 anni fa. boughenville. Le precedeva un gruppo di ragazze Ora, fortunatamente, all’interno di alcune unità sa- ballando, mentre sugli alberi lungo la strada grap- nitarie c’è il centro per la tubercolosi. Qui vengono poli di ragazzini ne annunciavano l’arrivo battendo indirizzati i casi di tubercolosi individuati nei vari le mani e cantando. dispensari. Sono tornata spesso in Uganda e in altri zone in cui L’UNDP (organismo dell’ONU) si fa carico della potevo essere utile. Ricordo in particolare i campi diagnosi e della terapia in base allo standard inter- profughi in Rwanda, dove mi sono recata con la nazionale. | Padre Egigio Tocalli | TESTIMONIANZE |

Da circa dieci anni dedico parte del mio tempo ASSOCIAZIONE libero e le mie vacanze per seguire alcuni progetti AMICI sanitari in Africa, soprattutto in Kenya. Da sempre desideroso di fare queste esperienze sono PER L’AFRICA entrato a far parte di un’associazione di volontariato (di cui attualmente sono di Giancarlo Nervi presidente), che si chiama APA MMG Concesio Presidente APA onlus www.amiciperafrica.it onlus (Amici per l’Africa).

L’A.P.A. Onlus nato alla ricerca scientifica non a sproposito, anche se parlare di ricerca in un’associazione di volontari che L’associazione nasce nel 1990 da un gruppo di amici opera in un paese del terzo mondo con scopi umanitari medici che, con l’appoggio dei padri missionari della potrebbe sembrare fuori luogo. In realtà, e faccio un Consolata di Torino, iniziano a frequentare assiduamen- esempio, attualmente è attivo uno studio in collabo- te e ad operare nei dispensari del Kenya. Nel volgere di razione con l’Università di Odontoiatria di Ravenna breve tempo il piccolo gruppo si struttura in associazio- avente come oggetto la “Fluorosi dentale nelle popo- ne di volontariato e quindi in ONLUS, coinvolgendo lazioni del Kenya”. Un’associazione, quindi, che opera non solo medici-odontoiatri, infermieri, assistenti alla sul territorio e che al tempo stesso raccoglie dati, infor- poltrona, ma anche odontotecnici. La vocazione prima- mazioni, bisogni per formulare nel futuro programmi di ria dell’associazione, inizialmente, è stata quella di for- intervento utili ad affrontare le problematica dell’assi- nire prestazioni odontoiatriche alle popolazioni disagia- stenza odontoiatrica e medica, con la strutturazione di te a titolo completamente gratuito. Da qualche tempo ambulatori odontoiatrici inseriti nei dispensari esistenti, si è però ampliato l’intervento, comprendendo anche in collaborazione con istituti religiosi missionari. Tali ambiti propri della medicina generale e dell’infettivo- ambulatori sono attualmente direttamente gestiti dall’ logia, con particolare attenzione ai problemi emergenti associazione, ma il programma futuro è quello di ce- individuati essenzialmente in ipertensione arteriosa, derli ad una gestione esclusivamente locale, non appe- diabete mellito, parassitologia intestinale e malaria. na avranno raggiunto lo standard dell’autosufficienza. Non meno importante, negli ultimi anni, è stata anche L’APA Onlus continuerà ad offrire, nei tempi e modi l’attività dell’associazione a livello educativo, con cam- fattibili, il proprio appoggio e, in caso di difficoltà o di pagne di prevenzione per la malaria infantile e per la fallimento gestionale, riprenderà la direzione degli am- diffusione di corrette norme igieniche, in particolare per bulatori. Inoltre, per due anni e/o per il periodo neces- quanto riguarda l’apparato odontostomatologico, che si sario al raggiungimento dell’autogestione, l’associazio- sono tenute presso le scuole di primo e secondo grado, ne si assume l’onere degli stipendi dei professionisti del i dispensari e le missioni. L’Associazione APA Onlus ha loco, individuati e scelti dalla controparte missionaria. I struttura “democratica” (le cariche sono elettive) e non volontari, compreso il consiglio direttivo, si autofinan- ha scopo di lucro. Essa persegue esclusivamente finalità ziano provvedendo al pagamento del proprio viaggio di solidarietà sociale, nel campo dell’assistenza sanita- e adoperandosi nella ricerca di fondi da destinare ai ria e sociale, della ricerca scientifica, della formazione progetti menzionati ed all’acquisto di attrezzature spe- degli operatori, della tutela dei diritti civili e del miglio- cifiche. Tengo a precisare che le attrezzature vengono ramento della qualità di vita a favore delle popolazioni acquistate in loco, in modo da coinvolgere direttamente dell’Africa, per garantire loro il diritto inalienabile ad i Dental Officer (coloro che hanno conseguito questo usufruire di cure odontoiatriche e mediche. Ho accen- titolo di studio) e contribuire all’economia Kenyota.

40 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze |

La mia esperienza in cure di carie, cure canalari e mantenere attivo l’ambulatorio protesi rimovibili. tutto l’anno. Ho lavorato molto con questi Durante la stessa missione, oltre Accanto allo studio odontoiatri- meravigliosi volontari colleghi, agli interventi odontoiatrici, mi co abbiamo creato un ambula- assistenti, infermiere, odontotec- sono occupato di visite mediche torio medico, con un laborato- nici e molto abbiamo creato in riguardanti alcuni casi di iper- rio di analisi in grado di fornire, quel paese noto ai più per le sue tensione severa, diabete scom- in tempi molto brevi, i risultati famose località turistiche. pensato, medicazione e suture dei principali esami riguardanti Ma al di fuori di questi centri la di ferite. malaria, ameba, parassiti intesti- povertà e la sofferenza costitui- nali, diabete, infezioni veneree. scono ancora la realtà quotidia- Ho visto ancora tanta Prossimamente, credo, saremo na. dignitosa sofferenza in grado di aprire anche il repar- e sguardi lucidi di to di maternità, grazie all’aiuto Quando dico che la di amici, colleghi e di qualche gratitudine quando, maggior parte sponsor (i soldi sono sempre ne- al termine di un del nostro lavoro cessari, anche in queste attività intervento, di volontariato, per fare del bene riguarda il dolore non c’è più ad altri meno fortunati di noi). l’odontoiatria, vedo e la vita, seppur misera, sempre visi stupiti, Durante questi anni di pare riprendere vigore. quasi increduli. attività in Africa Embul-bul, Kahawa west, Saga- ho avuto modo Forse perché noi occidentali sia- na, Giakaibeji, Chaharia, Isiolo, mo abituati a ben altri standard di mettere a frutto Wamba sono i centri in cui ab- di vita: ma il dolore è dolore biamo operato in collaborazione tutte le mie conoscenze ovunque e quando non hai la con altre associazioni, integran- mediche e odontoiatri- possibilità di curarti allora, per do risorse economiche e umane, che, convinto, almeno disperazione, ricorri a tutti gli senza dimenticare l’indispensa- espedienti possibili. inizialmente, di essere io bile appoggio logistico dei Padri e Sorelle missionarie. a donare agli altri. Ho visto gente disperata Ovunque e con tutti le esperien- togliersi il dente ze sono state e lo sono tuttora, Ma alla fine di ogni missione mi sentivo sempre più umanamen- con un machete, meravigliose. Lo scorso anno ho dato il via te ricco ed ho capito che nulla tagliandosi quasi fino al progetto Giakaibeji: in col- può essere più gratificante del all’orecchio, oppure laborazione con le Suore Cap- donare, anche solo un poco di applicare al dente malato puccine stiamo riorganizzando attenzione, a chi, dimenticato l’acido della batteria, un piccolo ospedale, appunto a dal mondo, non ha nemmeno la forza di chiedere. con il risultato di perdere Giakaibeji, villaggio sperso nella foresta ai piedi del monte Kenya, altri 4/5 denti a circa 2700 metri di altezza, La mia presunzione di e ustionarsi. lontano più di cento chilometri “medico bianco” di strade disagevoli dal più vi- In una delle molteplici missioni cino ospedale, nella cittadina di onnisciente è miseramen- della durata di quaranta giorni Nyeri. te crollata davanti alla abbiamo effettuato 440 interven- A Giakaibeji ha già preso vita dignitosa e muta ti odontoiatrici, di cui più di 350 uno studio odontoiatrico ben at- sofferenza di queste hanno riguardato avulsioni den- trezzato. tali (a volte molto complicate!), Un Dental Officer locale, sti- popolazioni: io non ho mentre i restanti sono consistiti pendiato dall’APA, provvede a dato, ho ricevuto.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 41 | TESTIMONIANZE | Una Settimana Di Volontariato A Sakatia, Madagascar

di Aldo Francesconi Odontoiatra, componente della commissione Albo Odontoiatri e consigliere dell’Ordine

Nella settimana dal 26/03/12 al 03/04/12 sono di questi villaggi, tutti uguali, sorge l’ambulatorio stato su un’isoletta del Madagascar, al centro di un dove ho operato e che viene mantenuto costante- piccolo arcipelago dove esiste una struttura sanita- mente in funzione da un infermiere del luogo che ria di nome CHANGE, allestita da una delle tante praticamente esaudisce tutte le richieste sanitarie organizzazioni sanitarie, composta da volontari. della popolazione: dal piccolo trauma, alla vacci- L’impatto con l’Africa è stato il solito “pugno nello nazione, al parto. stomaco”. Anche se lì la natura mostra i suoi aspet- Poiché circa due anni fa è stato attrezzato dalla ti più belli e prepotenti (vegetazione e mare sicura- ONLUS sopracitata anche un ambulatorio odon- mente indimenticabili) le condizioni di vita della toiatrico, qualche collega a turno decide di andare popolazione sono proprio come ci si immagina: ad esercitare la professione in condizioni diame- capanne fatiscenti, promiscuità con animali, nien- tralmente opposte alla realtà in cui opera normal- te elettricità, livello di igiene inesistente. In uno mente.

Io ho lavorato per cinque giorni e l’afflusso della popolazione, che era stata precedentemente avvisata, è stato costante. Le prestazioni richieste si limitano ad una odontoiatria di base (molte estrazioni, qualche otturazione, qualche devitalizzazione) ma ho avuto comunque l’impressione che la gente gradisca molto affidarsi a qualcuno che si prenda cura di loro poiché in un ambiente dove praticamente la sanità non esiste l’unico atteggiamento di fronte alla malattia è la rassegnazione. Discorso diverso per i bambini che sono accorsi numerosi, attratti dalla curiosità e dagli spazzolini e dentifrici che regalavo. Soprattutto con loro ho cercato di stabilire un rapporto che andasse al di là della mia prestazione tecnica e ho cercato di coinvolgerli anche nel mantenimento dell’igiene orale. Alla fine della settimana ho riflettuto sul nome dell’associazione di volontari che mi ha permesso questa esperienza: CHANGE. Certo, c’è proprio tanto da cambiare, tanto da chiedersi se valga la pena di fare tutto questo per dare un aiuto che a prima vista appare quasi insignificante o comunque inadeguato a modificare una realtà tanto difficile.

Ma se mi chiedeste di ripetere l’esperienza direi sicuramente di sì e consiglio a tutti i colleghi di fare altrettanto: poi quando tornate ne parliamo.

42 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | TESTImonianze | “Niente è più come prima. L’Africa mi ha ricaricato” di Gemma Cattaneo Specializzanda in Pediatria

Nel 2007, subito dopo l’inizio del che vivano 22,9 milioni di perso- dove le risorse per la sopravvi- mio primo anno di specializza- ne affette da HIV (che corrisponde venza sono spesso sotto la soglia zione in Pediatria, decisi di par- al 68% degli affetti al mondo), di di povertà assoluta, dove il tasso tecipare al progetto di presa in cui ben 1,8 milioni hanno un’età di alfabetizzazione è basso, dove carico dei bambini sieropositivi in inferiore ai 15 anni. In un Paese l’accesso alle strutture sanitarie è Burkina Faso. Tale progetto è atti- vo sin dal 2004 presso l’Ospedale S. Camille di Oagadougou ed è gestito dai Padri Camilliani con il sostegno dalla Clinica Pediatri- ca degli Spedali Civili di Brescia. L’idea di partire per l’Africa, in realtà, era già nella mia mente dai tempi dell’Università, ma ritenevo che la preparazione pratica come medico e non solo nozionistica fosse essenziale prima di compie- re un tale passo. Il mio turno giunse nel 2010.

ll Burkina Faso ll Burkina Faso è uno dei cinque paesi più poveri della Terra; il suo nome è spesso associato alla siccità del Sahel, alle carestie, ai bambini che muoiono di fame. In questo paese il numero di figli per ogni donna è in media 6.7, la mortalità materna è di 930 ogni 100.000 parti, la mortalità infanti- le è di 86 su 1000, il tasso di alfabetizzazione è del 19% e l’aspettativa media di vita è al di sotto dei 50 anni. Fa parte dell’Africa Sub-sahariana, regione in cui l’UNAIDS stima

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 43 | TESTIMONIANZE | spesso ostacolato da fattori di na- mio viaggio spalancava gli occhi della perdita di un figlio. tura culturale, l’infezione da HIV e chiedeva dove fosse! Non appe- Le madri del Burkina hanno la ca- trova terreno fertile per la sua dif- na scesi dall’aereo sentii un caldo pacità di ringraziarti infinitamente fusione. In Burkina su una popo- soffocante…Proprio come teme- e con il cuore sia quando hai suc- lazione di poco più di 14 milioni vo! Dopo aver recuperato i baga- cesso sia quando il tuo aiuto non di abitanti si calcola che quasi gli con difficoltà, uscii in strada è stato sufficiente. In quest’ultimo 500.000 siano sieropositivi. e ai miei occhi si aprì un altro caso, sono queste donne fortissi- Quasi il 3% delle gestanti sono mondo! Tante persone vestite di me a sostenerti facendoti capire HIV positive; ogni anno nascono tutti colori che attendevano i viag- che c’è bravura anche nell’accet- tra i 5.000 ed i 9.000 bambini giatori arrivati in aereo, ambulanti tare la sconfitta e che loro non infetti da HIV e circa 18.000 neo- dall’atteggiamento bizzarro che ti giudicheranno mai per il tuo nati sono a rischio di trasmissione volevano vendermi qualunque fallimento ma solo per il tuo im- dell’HIV. Eppure i bambini co- cosa: una vera e propria nuvola di pegno. Quando vogliamo aiutare stituiscono una grande speranza, polvere tra terra rossa, sacchetti di gli altri è sempre difficile capire il nel mondo ma in particolare in plastica neri e gas di scarico dei perché lo facciamo; se ci ponessi- Africa. centomila motorini! Però da subi- mo questa domanda quale sareb- Si può e si deve interrompere to fui molto contenta di mescolar- be la risposta? E’ proprio sicuro questo circolo vizioso. mi alla gente. Il vero spettacolo, lo facciamo per vero altruismo? La terapia antiretrovirale alle don- quello che toglie il fiato, arrivò il Non credibile! Probabilmente lo ne in gravidanza ed ai neonati giorno dopo quando giunsi per la facciamo per metterci alla prova, subito dopo il parto può ridurre prima volta al Saint Camille. oppure semplicemente per spirito drasticamente la trasmissione del Lo spettacolo erano i bambini di avventura! virus da madre a bambino. Nei che corsero ad accogliermi all’in- In ogni caso andare in Africa fa paesi a risorse limitate, oltre alla gresso dell’Ospedale. bene a noi sia professionalmen- disponibilità dei farmaci, è neces- Loro non mi conoscevano anco- te come medici sia e soprattutto sario garantire l’accesso a regi- ra, ma io ero una “bianca” e per spiritualmente come persone. Io mi di terapia efficaci ed al tempo questo motivo da subito al centro credo che, seppur in maniera mi- stesso il più possibile semplificati della loro attenzione. I bambini nore, la nostra presenza faccia be- per poter ottenere una buona ade- in Burkina sono curiosi riguardo ne anche a loro; ai nostri colleghi, renza alla terapia; ma la cura non al fatto che noi abbiamo la pelle per lo scambio di conoscenze re- si può limitare alla terapia anti- bianca, amano starci intorno, sal- ciproco, e ai nostri piccoli pazien- retrovirale: comprende anche un tellare e cercare di toccarci quasi ti e alle loro mamme per il bene- supporto nutrizionale, la profilassi fosse una conquista. Alla bellezza ficio in salute e per i momenti di farmacologia e vaccinale e soprat- dei bambini si contrappose subito gioco e gentilezza condivisi. tutto un sostegno psicologico e anche l’angoscia per la povertà e In Burkina si nota subito la gioia umano alle famiglie. per la sofferenza visibili ad ogni di vivere, le persone manifesta- angolo. no felicità nonostante la difficoltà L’arrivo della vita quotidiana. Come spesso succede con le Il contatto con il dolore Il perenne sorriso della gente mi esperienze belle della vita, all’i- Mi ritrovai a gestire piccoli pa- ha disorientata quasi più della nizio da parte mia ci fu paura. zienti che giungevano a me in povertà che ho visto. Nei me- Emozioni pre-partenza: terrore, condizioni cliniche disperate; le si trascorsi laggiù tanti sorrisi mi angoscia, ansia ed immensa ecci- madri li conducevano in ospedale hanno trafitto e mi hanno scom- tazione. in extremis ed apparentemente bussolato l’esistenza. Sono tornata Stavo per cominciare un’ “avven- sembravano distaccate nei loro con una gran voglia di stringere tura” africana, in uno dei paesi confronti. la mano a tutti, con il desiderio più poveri e più... sconosciuti del Con il tempo imparai a com- di abbandonare l’individualismo mondo: il Burkina Faso. prendere che in Africa le donne estremo che caratterizza noi “oc- La quasi totalità delle persone soffrono in silenzio, perché per cidentali”, con l’esigenza di in- (amici e familiari ad eccezione di cultura non si può esternare il contrare ancora visi sorridenti e mia madre) con cui avevo parlato dolore di fronte agli altri, nem- disponibili. Niente è più come nei mesi che hanno preceduto il meno il dolore più grande: quello prima. L’Africa mi ha ricaricato.

44 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | IMMIGRATI e sanitÀ bresciana |

Le famiglie dei migranti e il volto dei servizi socio-sanitari di Fausta Podavitte Direttore Dipartimento ASSI – ASL di Brescia

Il tema dell’immigrazione a Brescia è attuale e rile- Il Consultorio Familiare vante. La nostra città infatti è il terzo polo nazionale per numero assoluto di immigrati (al 30.06.2011 il Il primo fenomeno eclatante determinato dall’im- 13,7% su una popolazione di 1.598.818). Se negli migrazione è stato l’aumento del numero di nascite anni passati la loro presenza ha riguardato priorita- e di bambini stranieri frequentanti la scuola di va- riamente il mondo del lavoro e i servizi sanitari di rio ordine e grado. Il Consultorio Familiare è stato emergenza e di base, la progressiva ricongiunzione pertanto il primo Servizio della rete socio-sanitaria familiare ha modificato il sistema sociale oltre che a risentire profondamente della presenza di donne numero e tipologia di servizi di cui essi fruiscono. straniere, che lo hanno individuato quale luogo

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 45 | IMMIGRATI e sanitÀ bresciana | privilegiato in cui chiedere assistenza durante la Le donne straniere gravidanza ed a sostegno della maternità e della genitorialità. Proprio nei Consultori si sono speri- Le donne straniere richiedono prevalentemente pre- mentati i mediatori linguistici e culturali per meglio stazioni nell’area del percorso nascita, dalla gravi- comprendere nuove concezioni della crescita dei danza al puerperio, accompagnate dal marito o dal figli, visioni della salute e della malattia e diverse partner, per il particolare rapporto con l’altro sesso, modalità di cura. con l’esigenza di presenza di personale femminile (ginecologhe) e di mediatori donne della medesima Tab. 1 - Utenza straniera nei Consultori etnia. La familiarizzazione con il servizio, avvenuta Familiari anni 2005 - 2010 da parte delle donne straniere, e la maggior fiducia nelle risposte hanno reso possibile l’avvio anche Utenza complessiva di cui % di interventi di prevenzione, quali gli screening. In Anno (italiani,stranieri utenti utenza questa “espansione” delle attività rientra anche il e non rilevati) stranieri straniera supporto nella gestione dei conflitti di valore fra la famiglia immigrata e la società di accoglienza. 2005 47.728 6.338 13,3% 2006 49.747 7.210 14,5% 2007 50.078 8.415 16,8% 2008 48.741 9.719 19,9% 2009 45.270 9.914 21,9% 2010 44.414 10.327 23,3%

Uno studio longitudinale dell’ASL di Brescia sull’an- damento dell’utenza straniera nei Consultori Fa- miliari dal 2005 al 2010 evidenzia un incremento significativo, da 6.338 persone nel 2005 a 10.327 nel 2.010, di cui 9.759 donne.

La tabella 1 mostra la distribuzione per anno in rapporto all’utenza totale, evidenziando un incre- mento costante, passando dal 13,3% del 2005 al 23,3% del 2010. Interessante è anche il dato relativo ai principali pa- esi di provenienza, come da tabella 2.

Tab. 2 - Anno 2005 -2010

Paesi Est Altri paesi Centro Nord- Asia Totale Anno Africa Europa europei Sud-America America Oceania stranieri

2005 1.884 637 445 39 2.062 1.271 6.338 2006 2.106 719 601 27 2.332 1.425 7.210 2007 2.556 729 606 36 2.694 1.794 8.415 2008 3.006 753 629 79 3.251 2.001 9.719 2009 2.714 1.048 636 44 3.301 2.171 9.914 2010 3.161 402 584 17 3.615 2.548 10.327

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I minori casi un affido eterofamiliare e nel 16% la comunità alloggio. Si evidenzia comunque un incremento La gestione di utenza straniera è divenuta in un anche nel numero di provvedimenti penali, segnale secondo momento di grande significato anche sempre di pesante disagio sociale quando riguarda- nell’ambito della tutela minorile. Il numero elevato no la popolazione minorenne, in quanto autori di di casistica straniera in carico al settore è segnale reato (tabella 4 - dati rilevati dal 2006). di disagio sociale e familiare determinato da vari fattori, fra cui le difficoltà di inserimento in una so- Tab. 4 - Provvedimenti T.O e T.M cietà con regole chiare di tutela dei soggetti minori, per i minori stranieri considerati invece “proprietà privata della famiglia” nella cultura di altri popoli. N. minori di cui N. Lo studio longitudinale effettuato dall’ASL di Bre- Anni non provvedimenti minori scia dal 2003 al 2010 evidenzia che il costante in- accompagnati Civili Penali cremento della casistica totale in carico al Servizio Tutela Minori vede un corrispettivo aumento anche 2006 506 18 578 21 della casistica di minori stranieri: da 1.739 casi, di 2007 566 29 535 26 cui 321 stranieri nel 2003, a 3.245 casi, di cui 801 stranieri, nel 2010. 2008 672 42 633 30 La tabella 3 evidenzia l’evoluzione in otto anni di 2009 702 32 651 34 attività, con percentuale in crescita dell’utenza stra- 2010 801 29 713 44 niera dal 18,46% al 24,68%.

Tab. 3 - Evoluzione dell’utenza straniera La disabilità Tutela Minori Una terza area in cui oggi si evidenzia una signi- Utenti ficativa presenza di stranieri riguarda la disabilità, Anni Utenti totali stranieri % totali fenomeno emergente in età evolutiva e registrato di recente attraverso le certificazioni di Handicap 2003 1.739 321 18,46% per l’inserimento scolastico, a cura dei Collegi di Accertamento dell’handicap, in capo alle ASL. La 2004 1.531 355 23,19% presenza elevata si ipotizza sia dovuta a mancanza 2005 2.106 428 20,32% di iniziative preventive prenatali, matrimoni fra 2006 2.320 506 21,81% consanguinei, oltre che alla tendenza a portare in Italia minori bisognosi di cure e assistenza, ciò an- 2007 2.506 566 22,59% che per le Malattie rare. 2008 2.805 672 23,96% Nel 2010 a fronte di 682 certificazioni di Handi- cap, ben n. 247 hanno riguardato minori stranieri, 2009 2.975 702 23,60% di cui 138 nati in Italia e 109 nati all’estero. 2010 3.245 801 24,68% Nel 2011 si evidenzia un incremento, con 731 certificazioni, di cui 301 relative a minori stranieri. Anche nella popolazione straniera come in quella Il raffronto fra i due anni mostra, a fronte di una italiana, i minori con provvedimento dell’autorità riduzione dei minori italiani, un aumento significa- giudiziaria sono in prevalenza maschi (nel 2010 tivo del numero di minori stranieri. Di questi ultimi, n. 440 maschi a fronte di 361 femmine), mentre i quelli nati in Italia presentano una crescita del 15% provvedimenti preponderanti sono quelli civili, ri- e del 28% quelli nati all’estero (tab. 5) feriti alla capacità di tutela genitoriale nei confronti L’incremento di minori stranieri portatori di di- dei minori. Fra le situazioni di pregiudizio in cui sabilità ha evidenziato l’opportunità di realizzare si trovano i minori si citano grave trascuratezza, iniziative formative rivolte agli operatori, appro- maltrattamento fisico o psicologico, violenza assi- fondendo in particolare l’incidenza della cultura stita. Per il 30% dei minori sono stati effettuati in- sulla percezione genitoriale della presenza di diffi- terventi sostitutivi del nucleo familiare: nel 14% dei coltà di apprendimento nei figli e l’inadeguatezza

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 47 | IMMIGRATI e sanitÀ bresciana | sia linguistica che culturale dei test attitudinali per utenti stranieri che nel 2010 hanno avuto accesso sondare i limiti intellettivi e le difficoltà di appren- ad alcune tipologie di servizi/prestazioni per non dimento nel minore. Si pone pertanto la necessità autosufficienti, di cui 137 in cure domiciliari. di revisione degli strumenti in uso, per adeguarli al Se essi rappresentano l’1,03% degli assistiti in cure contesto culturale delle persone sottoposte a valuta- domiciliari, la percentuale aumenta notevolmente zione con fini diagnostici. nella fascia 0-4 anni (il 34,29% del totale dei mi- nori di 0-4 anni in carico). Ad ulteriore conferma Tab. 5 - Confronto tra certificazioni della prevalenza di casistica di minori, l’ADP (ac- 2010 e 2011 cessi domiciliari del MMG) riguarda, nel 40% dei casi, situazioni di minori della fascia 0-4 anni. Si Straniero Straniero registrano alcune presenze nell’ambito della non Anno Italiano Straniero nato in nato all’e- Totale autosufficienza che, seppur di minime dimensioni, Italia stero sono di alto impatto assistenziale: tre persone in SV (stato vegetativo) a seguito di incidenti sul lavoro, di 2010 435 247 138 109 682 cui una con contributo al caregiver per la gestione 2011 430 301 175 126 731 a domicilio (su 15 pazienti italiani) e due inserite in RSA -Residenza sanitaria assistita - (su 17 pazienti Anche nell’ambito delle Malattie rare il numero di italiani). stranieri esenti per patologia è di tutto rispetto: dei Un ultimo dato che pone alcune riflessioni rispetto 4.935 assistiti affetti da Malattie rare presi in carico al futuro riguarda la presenza di 6 persone straniere nell’ASL di Brescia, 325 casi, pari al 6,6%, sono di in lista di attesa per l’ingresso in RSA. nazionalità straniera. La maggior parte proviene dall’Africa, n. 170 Appare evidente che il fenomeno dell’immigra- (3,4%), seguono 71 (1,4%) dai Paesi UE, i 67 asiati- zione ha avuto un forte impatto anche sui Servizi ci (1,4%), gli 11 Sud Americani (0,2%) ed i 5 Nord socio-sanitari, sia ampliando l’utenza in modo Americani (0,08%). L’età media degli stranieri esen- considerevole, sia richiedendo uno stile specifico ti per Malattie rare è 23,1 anni, significativamente di approccio da parte degli operatori. più bassa rispetto a quella degli italiani (41,4 anni). A loro volta i Servizi divengono un potente stru- mento di facilitazione per un’integrazione effettiva, Gli anziani stimolo per gli stranieri verso una crescita culturale e verso il raggiungimento di una consapevolezza L’ultima area, sia in termini cronologici sia nume- non solo dei propri diritti, ma anche dei bisogni per rici, ad essere coinvolta dal fenomeno dell’immi- i quali è possibile avere risposte. grazione è quella relativa agli anziani – malati non Per il prossimo futuro ci si deve attendere un au- autosufficienti, poiché ricongiunzione più difficile mento della presenza di stranieri anche in settori, da effettuare, visto che l’immigrazione ha riguar- ad es. della non autosufficienza, oggi ancora poco dato prevalentemente persone giovani, adulte e in fruiti. Certamente gli operatori del mondo socio- buona salute. sanitario devono essere formati per un approccio Sono stati 317 (0,91% sul totale assistiti italiani) gli adeguato ad una società in grande trasformazione.

48 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | IMMIGRATI e sanitÀ bresciana | L’assistenza sanitaria al migrante irregolare L’esperienza bresciana di Issa El-Hamad Servizio Medicina del Disagio ASL di Brescia Dipartimento Infettivi Università degli Studi di Brescia

flussi migratori rappre- è rappresentata da migranti in di primo rilascio o di rinnovo del sentano un fenomeno condizioni di irregolarità oppure permesso di soggiorno (condizio- I planetario che sotto in fase di regolarizzazione della ne necessaria per avere la tessera diverse spinte sta caratterizzando propria posizione giuridica. sanitaria), si comprende come la nostra epoca. Non esiste attual- È noto che movimenti migratori un’ampia proporzione (stimabile mente un paese al mondo che producono continuamente grandi intorno al 40%) del totale degli non sia coinvolto da movimenti modificazioni che si riflettono immigrati attualmente presenti migratori, che l’attuale contesto anche sul piano della salute. I in Italia non goda di fatto di una socio-economico e demografico Sistemi Sanitari dei Paesi di ap- regolare e continuativa iscrizione mondiale alimenta continuamen- prodo dei migranti hanno dovuto al SSN e di un normale accesso te. affrontare la sfida dell’assisten- ai percorsi di prevenzione e cura Secondo i dati ufficiali gli stra- za sanitaria alla popolazione nel nostro paese. Tale anoma- nieri attualmente soggiornanti migrante e del potenziale trasfe- lia ha determinato uno stato di in Italia sono circa 5 milioni; ai rimento internazionale dei rischi “clandestinità sanitaria”, che oltre quali deve essere aggiunta una sanitari. ad essere una chiara lesione del quota, variabile da 500.000 a Sebbene in Italia l’assistenza sa- diritto alla salute dell’individuo, 700.000 unità a seconda delle nitaria agli immigrati sia regolari secondo i principi costituzionali diverse stime, di migranti non che irregolari sia ben definita e la normativa vigente in materia, in regola con le norme relati- dal punto di vista legislativo, può rappresentare un potenziale ve all’ingresso e al rilascio del continua a persistere nel nostro rischio dal punto di vista di Sanità permesso di soggiorno. Comples- paese una situazione di limitato pubblica. sivamente gli immigrati presenti a e/o inappropriato accesso alle Negli ultimi trent’anni, l’assi- qualsiasi titolo in Italia rappresen- strutture sanitarie. Infatti, oltre stenza sanitaria agli immigrati tano circa l’8% della popolazione ad una realtà di bassa iscrizione irregolari è stata fornita preva- totale, con costante tendenza al Sistema Sanitario Nazionale lentemente dalle strutture del vo- all’aumento nel prossimo futuro. (SSN) da parte degli immigrati lontariato sociale e solo in pochi La Provincia di Brescia è consi- regolari, si assiste continuamente casi è stata la struttura pubblica derata una delle aree a più alta ad una parziale e, in alcuni casi, ad assumersi in toto il compito pressione migratoria a livello discrezionale applicazione della di garantire il diritto alla salute nazionale. Si calcola, infatti, che normativa per quanto concerne degli immigrati non altrimenti oltre 160.000 immigrati siano gli immigrati irregolari. Se a que- assistiti, secondo quanto stabili- presenti sul territorio provinciale, sto si aggiungono le difficoltà per to dalla normativa attualmente di cui una parte non trascurabile l’espletamento delle pratiche vigente in materia.

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L’Ambulatorio Migranti, attivo sul territorio bre-

sciano dal 1990, nasce come “Ambulatorio per la

prevenzione e cura dei soggetti extracomunitari”

per poi diventare “Centro di Salute Internaziona-

le” (CSI) nel 2003 ed infine l’attuale Ambulatorio

Migranti inserito nella U.O. Medicina Transcultu-

rale e Malattie a Trasmissione Sessuale, nell’ambi-

to del Servizio di Medicina del Disagio dell’ASL

di Brescia.

L’orario di apertura al pubblico è nel pomerig-

l’ASL di Brescia ha da oltre gio dalle 13.30 alle 16.00 dal lunedì al venerdì; Dato 22 anni istituito una strut- il contesto tura ambulatoriale specifica l’accesso è diretto, libero, senza prenotazione rivolta agli immigrati irrego- e le prestazioni sanitarie di primo livello sono lari con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e della collettività. gratuite.

Le principali attività dell’ambulatorio migranti sono: • l’accoglienza e l’orientamento al corretto uso delle strutture socio-sanitarie; • l’informazione sulla normativa in tema di assistenza sanitaria al migrante e l’educazione sanitaria; • l’assistenza sanitaria di base con visita medica e eventuali prescrizioni diagnostico-terapeutiche, prelievi ematici di routine, medicazioni e vaccinazione antinfluenzale; • l’implementazione di una rete territoriale con altri soggetti od organizzazioni che si occupano delle problematiche socio-sanitarie connesse al fenomeno migratorio; • l’azione di filtro per evitare l’accesso inappropriato alle strutture sanitarie di secondo livello; • la formazione e l’aggiornamento degli operatori sanitari in tema di Medicina delle Migrazioni; • la sorveglianza e il controllo delle patologie potenzialmente diffusibili attraverso lo screening mirato sulle infezioni potenzialmente trasmissibili quali tubercolosi, infezioni sessualmente trasmesse, HIV ed epatiti virali; • la creazione di una banca dati informatizzata di tipo demografico-epidemiologico mediante uno specifico programma informatizzato “CSI medical record”, che contiene una dettagliata scheda nosologica ambulatoriale. La scheda è costituita da una prima sezione per la raccolta dei dati gene- rali (età; sesso; paese di provenienza; posizione giuridica; situazione lavorativa familiare e abitativa; stato civile; epoca migratoria e domicilio) ed una seconda sezione nella quale vengono inserite le informazioni sanitarie e viene effettuata periodicamente la codifica delle diagnosi secondo la In- ternational Classification of Diseases 1997 – 9° revision (ICD-9-CM). L’insieme delle informazioni raccolte (Figura1) consentono alla struttura di assumere la funzione di un osservatorio epidemiologi- co sul fenomeno migratorio e di effettuare analisi periodiche di natura demografica e sanitaria sulla popolazione migrante irregolare presente nella nostra area.

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pato, mentre il 28% dei soggetti ha un’occupazione Uno sguardo fissa e l’11% un’occupazione precaria. Circa il 52% dei soggetti non è coniugato ed il 41% è coniugato. da vicino La maggior parte dei pazienti (66%) è domiciliato nella Città di Brescia, mentre il 30% dei soggetti proviene da altri luoghi della Provincia di Brescia e solo nel 2% dei casi gli immigrati sono domiciliati Alcuni dati fuori Provincia (Tabella 1). Dal punto vista clinico, le forme patologiche maggiormente presenti sono state Le principali caratteristiche della popolazione mi- i “sintomi e segni mal definiti” (15%), dato proba- grante osservata sono l’estrema diversificazione et- bilmente riconducibile all’eziologia aspecifica delle nica, l’età media giovane, pari a 31,5 anni e la patologie in esame e alla natura ambulatoriale delle prevalenza del sesso maschile. Il continente di pro- procedure diagnostico-cliniche (che non consentono venienza maggiormente rappresentato è stato l’Africa di stabilire una precisa eziologia in una buona per- (47,2%), seguito da Europa (29,1%), Asia (20,0%) e centuale di casi). Di seguito troviamo le patologie a Centro-sud America (3,7%); in particolare, i primi 10 carico dell’apparato digerente (10,2%), del sistema paesi di provenienza sono stati, nell’ordine: Senegal osteo-muscolare (10,1%), dell’apparato respiratorio (14%), Pakistan (9%), Marocco (8,2%), Moldavia (10,1%), le malattie infettive e parassitarie (9,2%), i (8%), Ucraina (7%), Nigeria (7%), Egitto (6%), Cina traumatismi e gli avvelenamenti (8,2%) e le affezioni (5%), Albania (4%), Romania (4%) e Ghana (4%). del sistema genito-urinario (8,1%) (Tabella 2). Poco più della metà dei pazienti è di fede cristiana Meno rappresentati sono stati i disturbi della sfera psi- (55%), mentre il 37% è di religione islamica, il 3,7% chica (1,6%) e poco presenti sono risultate le patolo- di religioni orientali, mentre il 4% non appartiene a gie tumorali (1%) e le affezioni di natura metabolica nessun credo religioso. Per quanto riguarda l’attività e degenerativa (1,6%), in rapporto verosimilmente lavorativa, il 55% dei pazienti risulta essere disoccu- alla giovane età della maggioranza dei pazienti.

Tabella 1 - Le principali caratteristche degli utenti dell’Ambulatorio migranti dal 1990 al 2011 Caratteristiche Numero (%) socio-demografiche Numero pazienti 33.500 Numero visite 111.200 Età (in anni) Media 31,5 - Mediana 29,3 - Range 0,1 – 95,4 Sesso Maschi 20.669 (61,7%) - Femmine 12.831 (38,3%) Continente Africa 16.614 (47,2%) – Europa 9.661 (29,1%) - Asia 6.700 (20%) di provenienza America Latina 1239 (3,7%) - Oceania + Nord America 6 (0%) Senegal 4.690 (14%) - Pakistan 3.015 (9%) - Marocco 2.747 (8,2%) - Moldavia 2.680 (8%) Paese di origine Ucraina 2.345 (7%) - Nigeria 2.345 (7%) - Egitto 2.010 (6%) - Cina 1.675 (5%) (primi 10 Paesi) Albania 1.335 (4%) Romania 1.321 (4%) Ghana 1.317 (4%) Cristiana 18.425 (55%) - Islamica 12.395 (37%) Religione Religioni orientali 1.239 (3,7%) - Nessuna 1.340 (4%) - Altro 109 (0,3%) Disoccupato 18.425 (55%) - Occupazione fissa 9.380 (28%) Occupazione Occupazione precaria 3.685 (11%) - Altro 2.010 (6%) Celibe/nubile 17.420 (52%) - Coniugato/a 13.735 (41%) Stato civile Divorziato/separato 1.005 (3%) - Vedovo/a 670 (2%) - Non noto 652 (2%) Città di Brescia 22.170 (66,2%) - Provincia di Brescia 10.184 (30,4%) Domicilio Fuori Brescia e Provincia 675 (2,1%) - Non noto 435 (1,3%) Disoccupato 18.425 (55%) - Occupazione fissa 9.380 (28%) Occupazione Occupazione precaria 3.685 (11%) - Altro 2.010 (6%) Disoccupato 18.425 (55%) - Occupazione fissa 9.380 (28%) Occupazione Occupazione precaria 3.685 (11%) - Altro 2.010 (6%)

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Tabella 2 - Classificazione delle malattie International Classification of Diseases - 9° revision Clinical Modification-1997 (ICD-9-CM) (1990-2011) – Tot. pazienti: 33.500 Maschi % Femmine % Totale % Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti 5.738 15,5 3.854 14,0 9.592 15,0 Mal. dell’app. digerente 4.102 11,1 2.470 9,0 6.572 10,2 Mal. del sistema osteo-muscolare e del tess. 4.273 11,5 2.232 8,2 6.505 10,1 connettivo Mal. dell’app. respiratorio 4.675 12,6 1.800 6,6 6.475 10,1 Mal. Infettive e parassitarie 4.307 11,6 1.636 6,0 5.943 9,2 Traumatismi e avvelenamenti 4.177 11,3 1.095 4,0 5.272 8,2 Mal. del sistema genito-urinario 1.251 3,4 3.975 14,5 5.226 8,1 Classificazione supplementare 1.226 3,3 3.335 12,2 4.561 7,1 Mal. della cute e del tess. sottocutaneo 2.772 7,5 1.159 4,2 3.931 6,1 Mal del Sistema Nervoso e degli organi di senso 2.020 5,5 1.342 4,9 3.362 5,2 Mal. del sistema circolatorio 1.021 2,8 910 3,3 1.931 3,0 Complicanze di gravidanza, parto e puerperio 0 0 1.428 5,2 1.428 2,3 Mal. Endocrine, nutrizionali, metaboliche 423 1,1 630 2,3 1.053 1,6 e immunitarie Disturbi psichici 499 1,3 516 1,9 1.015 1,6 Mal. del sangue e degli organi ematopoietici 251 0,7 481 1,8 732 1,1 Tumori 176 0,5 460 1,7 636 1,0 Malformazioni congenite 118 0,3 61 0,2 179 0,3 Morbosità perinatali 3 0,0 2 0,0 5 0,0 Totale 37.032 100,0 27.386 100,0 64.418 100,0

Conclusioni nifestarsi così che gli paese ospite, legata concrete nel settore immigrati, dopo un essenzialmente alle della prevenzione e Sulla base della “intervallo di benes- condizioni di disagio dell’assistenza sanita- nostra esperienza sere” relativamente climatico, abitativo, ria, che non possono lungo, diventano un lavorativo e psicolo- possiamo concludere essere lasciate esclu- gruppo di popolazio- gico che gli immigrati che nonostante la sivamente all’iniziati- ne più vulnerabile dal possono vivere nel maggior parte degli va di organizzazioni punto di vista sanita- nostro paese. Tuttavia, immigrati siano per- non governative o rio per il concentrarsi il riscontro di alcune sone sostanzialmente strutture di volonta- di numerosi fattori di patologie infettive di riato, ma dovrebbero in buona salute all’ar- rischio per la salute. rilievo come in parti- rivo, in ragione di una I dati disponibili met- colare la tubercolosi, essere decisamente naturale selezione tono in evidenza un la malaria e le infe- assunte dalla struttura al momento della profilo sanitario del zioni sessualmente pubblica e coordinate partenza, l’assistenza migrante in cui la pa- trasmesse sottolinea da osservatori epide- sanitaria è un bisogno tologia più frequente la necessità di attuare miologici regionali e che non tarda a ma- è quella acquisita nel misure nazionali.

52 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PAGINA DELL’ODONTOIATRIA | Relazione di Luigi Veronesi Presidente Commissione Albo Odontoiatri Assemblea Annuale dell’Ordine domenica 22 aprile 2012

Buongiorno, buona domenica a tutti i presenti. Senatori pazienti verso una categoria che occupa i primi posti al della professione, giovani laureati, autorità, forze dell’or- mondo per qualità, la demonizzazione culturale quali dine, rappresentanti dei media ed, al solito, ultimi, ma evasori fiscali, l’impietosa valutazione di aver prodotto non ultimi, rappresentanti del sindacato di categoria ricchezze sulle disgrazie di salute altrui e non ultima ANDI Brescia. Grazie per la presenza, per il sostegno, essere esecutori di prestazioni inutili quando non dan- per le critiche, positive, ma ancor più quando negative nose: titolo comparso sul giornale Repubblica del 6 se fatte con cognizione di causa e volontà migliorative. gennaio. Questo il quadro ad oggi di una specialità e L’inusuale postazione assunta, a latere della cattedra, è dei suoi specialisti. il retaggio di un’educazione che vuole deferente chi rin- Lecito domandarsi dove fossero gli attenti osservatori grazia per l’onore ricevuto. di Stato e dei media quando dal dopo guerra ad oggi Essere riconfermati per la terza volta, privilegio mai la patologia cariosa, prodromo di tutte o quasi le pato- concesso nell’Albo odontoiatri, fa del sottoscritto una logie orali veniva praticamente distrutta. Quale il ruolo figura che, forse immeritatamente, entra nelle pagine riconosciuto all’odontoiatria che privatamente, con le di questa realtà nata nel 1985 ed ancora in cammino proprie risorse finanziava la ricerca per distruggere il nella sua diaspora senza definita meta. L’essere in piedi, suo naturale alleato economico: la carie. Come giudi- inoltre, sarà utile per chi vi parla, perché sopraffatto care il risultato della prevenzione se paragonato ai ri- dall’euforia potrebbe non sentire il peso della prolissità, sultati ottenuti nelle altre specialità mediche? Abbiamo saranno le gambe a segnalare il momento di accelerare. avuto il coraggio di uscire dall’ambito dentale ed oltre Permettetemi, senza retorica, di dedicare un breve pen- a dedicarci alla cosmesi, come accusatoci, abbiamo siero al mio mentore, il maestro che ha saputo smussare investito risorse nella prevenzione degli stili di vita e del in me la giovanile tracotanza trasformandola, mi augu- carcinoma orale. Tutto questo non solo per mancanza ro, in una ragionevole ed equilibrata capacità di spinta d’altro, per inventare un lavoro che non esiste o che sta in avanti, il dott. Raffaello Mancini, caposcuola della scomparendo, ma per seguire i naturali bisogni che si longevità ordinistica bresciana. modificano con il cambiare delle realtà economiche. Il giusto e sentito abbraccio, al nuovo Presidente, Otta- In un paese a rischio di epidemie o di guerre la ricerca vio Di Stefano, la miglior scelta che si potesse operare, della prevenzione delle carie o dell’estetica dentale ha al quale rinnovo la mia personale stima e quella della il sapore dell’offerta di brioche al popolo che non ha CAO, un saluto a tutto il gruppo dei Consiglieri, vecchi pane, ma il benessere porta, fortunatamente, a potersi e nuovi ed a quest’ultimi un benvenuto pubblico e l’au- preoccupare di cose più lievi ed è per questo che ab- spicio di continuare in quel solco di parallela conver- biamo sofisticato la nostra offerta professionale. genza che ha segnato il cammino degli ultimi sei anni Oggi tutto questo cambia, ma il sistema non segue tali nella congiunta gestione ordinistica. modifiche. Le frontiere europee sono aperte ed a fronte Tutti per uno, uno per tutti. In occasione dell’Assem- di 700 nuovi laureati italiani l’anno, ci troviamo 1500 blea annuale viene data al Presidente la facoltà di iscritti agli Ordini professionali, la mancata programma- aprire le porte dell’attività svolta nell’anno precedente e zione dei numeri europei e la concomitante libera cir- quanto ci si prefissa di fare in quello in corso. Quest’an- colazione dei professionisti, provocano la schiacciante no ho ritenuto opportuno sottolineare e contestualiz- pletora, insostenibile per la categoria. L’aumento del zare la posizione della nostra professione in ambito numero degli iscritti alla facoltà di odontoiatria italiane, economico, politico e gestionale. 1200 odontoiatri, un rapporto di 1 dentista ogni 800 abitanti, più del doppio “1200 odontoiatri, stabilito dall’OMS in anni non di crisi economica mondiale, la totale assenza di contributi un rapporto di 1 dentista ogni 800 statali alle cure odontoiatriche, le elevate aspettative dei abitanti”

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 53 | PAGINA DELL’ODONTOIATRIA | a mio avviso, collide con le esigenze professionali e se der, che le prestazioni mediche abbiano dei connotati pur consapevoli delle difficoltà economiche patite dalle minimi; la preoccupazione oggi è se, con emolumenti nostre valide università, dall’osservatorio Ordinistico di siffatta portata, venga sostenuto un ambiente psicolo- non possono arrivare segni di continuità con tale scelta. gico, motivazionale ed economico sufficiente a garanti- Mentre combattiamo per frenare almeno le false lau- re prestazioni serene, dignitose ed efficaci. ree passate con il teatrino dei riconoscimenti dei paesi Liberalizzare è rimuovere gli ostacoli che frenano l’e- sovrani, vedi quelle attraverso la Romania, l’Università conomia, che la fanno stagnare, che la vessano con italiana stipula una joint venture con Tirana e fonda, in sanzioni figlie di regole non chiare o lasciate all’inter- Albania, un Ateneo riconosciuto dal nostro paese. pretazione dei vari funzionari locali e non la rimozione La Spagna sforna, attraverso le facoltà private, un nu- tout court di regole, che quando chiare ed uguali per mero di odontoiatri italiani sovrapponibile a quello tutti sono espressione di democrazia, buon senso e annualmente prodotto nel nostro paese e per fortuna misura civica. Per tanto liberalizzazioni, sì, ma a patto il Ministero, ancora in lotta legale, boccia l’Università che tutelino le piccole e medie realtà di categoria e Ferdinando Pessoa che cerca di stabilire una succursale non favoriscano la grande distribuzione. Società fra in Italia. Studenti tutti, evidentemente, molto preparati a professionisti: ho sentito molti commenti negativi ed il giudicare dagli esiti degli esami di stato, che da sempre, più sostenuto è sulla presenza di soci di capitale. alla faccia della lobby e delle seguenti richieste di libe- Ma cosa cambia rispetto ad oggi con società di ser- ralizzazione, bocciano circa lo 0,8 per mille dei candi- vizio? Il medico può essere totalmente estraneo alla dati. Numero chiuso? Per fortuna! conduzione di tali realtà, ben venga a mio personale Nel decreto “liberalizzazioni” si fa riferimento alla parere la centralizzazione dell’odontoiatra che vede necessità di istituire nuove aperture per rilanciare l’e- così l’opportunità di scegliere il partner, sia esso di conomia. Lungi dal voler fare considerazioni su altre capitali o collega a sua volta, sfruttando, finalmente, i categorie professionali, credo, comunque che la nostra, benefit fiscali riconosciuti alle società, rimanendo nel odontoiatrica, ma medica in generale poco abbia a che proprio settore specialistico. Leggo in questo passaggio vedere con forme di freno o limitazione all’accesso normativo un’opportunità da valutare con attenzione, professionale e differenti devono essere le impostazioni ma principalmente da normare con attenzione. Se la da adottare a seconda della professione presa in esame. trovata è di costituire società che facciano perno sul Regole uguali per tutti perdono di vista le profonde solo capitale, come stava accadendo sino ad oggi, ap- distanze che la realtà propone. Il numero chiuso a me- poggiate da un governo connivente con Confindustria, dicina, scelta universitaria, forse non condivisa con le dando di fatto spazio alla sola imprenditoria, mai! Ma parti tecniche si è rivelata, poi, un fallimento organiz- se il socio di capitali potrà essere di sola minoranza, zativo con la rincorsa oggi alle dovute variazioni e neri così come stabilito nel Decreto legge da poco ratificato presagi di mancanza di medici, sia quali operatori sani- dalle Camere, allora porte aperte. tari che contribuenti salva ENPAM. L’odontoiatria inve- Agganciandomi al validissimo sondaggio della “medici- ce vara un corso di laurea più lungo di un anno, stagna na al tempo della crisi” proposto dal nostro Ordine, se per un altro anno, in veste di studenti, i futuri profes- l’85% dei medici di famiglia ritiene che sia necessaria sionisti della disoccupazione o, al meglio della sotto una profonda modifica nell’organizzazione della pro- occupazione ed in entrambi i casi non si produce alcun pria attività a maggior ragione questa necessità si fa an- effetto realmente utile a ricaduta sulle due professioni. cor più cogente per noi odontoiatri. L’unica possibilità L’avvento di società di capitali nella realtà odontoia- di salvezza per il futuro della nostra professione, sarà trica, talune poco trasparenti, per ammissione dell’A- la riconversione in società, fondendo le realtà organiz- genzia delle Entrate, il libero mercato privo di minimi zative in studi a più professionisti. Verrà sicuramente professionali, l’accettata assenza di contratti di lavoro, penalizzata la capillarizzazione sul territorio, ma ci per- unitamente alla scarsa incisività dei sindacati di cate- metterà di sopravvivere. goria ha portato il contributo salariale medio al di sotto, Parola d’ordine per il futuro è unità. Unità di intenti, spesso molto al di sotto, dei 20 euro lordi l’ora. unità di vedute e fondamentalmente unità d’iniziativa. L’Ordine pur non avendo fra le sue mansioni precipue La troppa individualità è stata la vera causa di perdita l’attività di tutela degli interessi di categoria, ha l’obbli- di terreno ed opportunità di crescita. Il coltivare il pro- go, da Giano bifronte, di garantire, in veste di stakehol- prio orticello ci ha lasciati deboli ed incapaci di resiste- re al vero attacco alla professione, voluto e pensato non A fronte di 700 nuovi laureati solo nei confronti di noi dentisti, ma nei confronti delle professioni tutte, che finalmente stanno iniziando, mol- italiani l’anno, ci troviamo 1500 to tardivamente, a fondere le proprie iniziative. Il Pro- iscritti agli Ordini professionali fessional Day del 1 marzo ne è stato il primo esempio.

54 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PAGINA DELL’ODONTOIATRIA |

Occorre comprendere che la libera professione è la Ben vengano le ultime sentenze della Suprema Corte spina dorsale di questo paese, è costituita da milioni di di Cassazione, la 10868, la 174117 e la 3717 tutte di persone, intelligenti, pensanti e contribuenti di tutto ri- marzo che, se pur contestando alcuni strascichi della spetto, vista la terza posizione che occupano per gettito 175/95 e la seguente abrogazione per le società di ca- fiscale. Un urlo unico e non tanti piccoli echi. Sindaca- pitali, ribadiscono il ruolo centrale degli Ordini profes- ti, società scientifiche, Ordini professionali, Università sionali in capo al Codice Deontologico e la sua lecita convergano il proprio know-how dirigendo gli iscritti applicabilità in materia disciplinare. alla consapevolezza dei diritti, ma anche della forza Come rappresentante di una categoria fondamental- che disponiamo, a tutt’oggi mai usata, per rilanciare mente libero professionale accolgo positivamente, an- l’autonomia etica e legale della libera professione. L’at- che se in parziale contrasto con il Consiglio dell’Ordi- tacco ad una lobby, così come inopportunamente è sta- ne, (qualche volta accade) la decisione della Regione ta definita la libera professione, spesso, attenti bene, è Lombardia, in merito alla visibilità dei costi all’atto il segno del favoreggiamento di un’altra. L’eliminazione della dimissione del paziente ospedalizzato. Questo delle tariffe di riferimento è l’espressione della volontà non certo per mortificare lo stesso e/o far sentire in di svuotamento dall’interno della funzione degli Ordini modo negativo l’impegno economico per la sua salute, professionali. Come possiamo valutare la congruità ma piuttosto per rendere edotto il cittadino su quali delle parcelle se non abbiamo termini di riferimento? siano realmente i costi gestionali della salute e poter Come il tribunale potrà compensare nelle spese proces- rapportare, con cognizione di causa, le tariffe alla libera suali agli avvocati? professione, valutando nella giusta prospettiva la fortu- La stessa, tanta sbandierata Europa, sostiene con la sen- na di vivere in un paese che si faccia carico della salute tenza della sua Corte di Giustizia (n.94 del 5/12/2006): pubblica. tariffe che non garantiscono la sicurezza e tutela della Ultimo e non ultimo, in una possibile estensione di salute dei pazienti devono esser denunciate all’autorità tale iniziativa alle altre regioni, domandarsi il perché in garante sulla concorrenza. Quindi si parla ancora di Lombardia una prestazione analoga a quella erogata tariffe! La liberalizzazione senza vincoli sulla pubbli- altrove venga a costare molto meno e con risultati cità non può essere sostenuta nel mondo della sanità al molto migliori. pari di quello del commercio. I rischi di indurre inutili Siamo in tempo di bufera, economica e professionale e bisogni, così come false aspettative devono essere mo- con il vento che sferza, due sono le possibili soluzioni dulati e frenati da un governo che, seriamente, intenda a nostra scelta: nascondersi dietro l’angolo in attesa proteggere i cittadini e non solo quelli più deboli o che smetta, o sfruttarlo per far girare le pale dei mulini disperati. e produrre energie, ergo, lavoro. In conclusione, para- Auspico una revisione sulle proprie esternazioni, da frasando le parole di Darwin, che in modo profondo ed parte del Garante sulla concorrenza, dott. Pitruzzella, intelligente sintetizzano quanto, forse prolissamente, ho favorevole a pubblicità libere anche se ingannevoli, tentato di dire: perché poi frenate dal mercato. Troppo rischioso per i “Non è la più forte delle specie che sopravvive e nem- cittadini, troppo lento il processo di freno in un paese meno la più intelligente, ma quella più reattiva ai cam- dove la giustizia si misura in quantità di processi che biamenti”. vanno in prescrizione. Viva l’Italia ed i suoi professionisti. La CAO informa Ai sensi della legge n. 214 (Decreto Monti) del 22/11/2011 articolo 33 già previsto con il DPR n. 138 del 13/8/2011, convertito in legge n. 248 del 14/9/2011, entro la data del 13 di agosto del 2012 gli Ordini dei medici chirurghi e quelli degli Ordini non sanitari, dovranno stabilire le sanzioni per coloro che non avranno soddisfatto gli obblighi in tema di formazione, con i crediti ECM stabiliti. Si ricorda che da sempre l’Ordine di Brescia e la CAO in testa, hanno raccomandato agli iscritti di non consi- derare sterili minacce quelle che volevano obbligatorio l’aggiornamento professionale, essere il primo Ordi- ne in Italia a divenire Provider nazionale è l’espressione, tangibile, di quanto sopra detto. Raccomandiamo, quindi, di organizzarsi attraverso le possibili proposte presenti sul tavolo: e-learning, con- gressi, corsi e riviste con test di apprendimento inclusi, perché ancora ampiamente in tempo. La normativa ECM prevede un numero di crediti pari a 150 in tre anni con 50 crediti l’anno, variabili da un massimo di 75 ed un minimo di 25, recuperabili dall’anno prima o da quello seguente.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 55 | Spazio giovani medici |

Da questo numero inauguriamo una rubrica periodica dedicata ai giovani medici. Vorremmo che diventasse luogo aperto di confronto e di proposta. Un invito dunque a partecipare con tante voci. Noi fin d’ora garantiamo, non solo considerazione ed ascolto, ma anche impegno realizzativo. Il Presidente Ottavio Di Stefano Giovani medici: tra teoria e pratica di Silvia Martinazzi specializzanda in Pediatria

La condizione che teoricamente dovrebbe es- tutela del giovane medico, an- dello specializzando sere – e fortunatamente spesso cora inesperto e insicuro, ma è – una preziosa opportunità for- soprattutto quella del paziente, L’obiettivo di questa breve rifles- mativa per un giovane medico. che il diritto di avere un’assi- sione è delineare la figura dello L’occasione di iniziare, dopo an- stenza migliore possibile. specializzando ed il suo ruolo ni di studio, a lavorare in modo all’interno della complessa strut- “protetto”, accumulando/matu- tura ospedaliera, senza cedere rando un’esperienza che solo sul Difficoltà alla tentazione di argomentare campo si può guadagnare. L’oc- sulle tante, legittime, rivendi- casione di impegnarsi in prima E proprio qui sta il punto critico cazioni legate alle criticità che persona a visitare, studiare i casi della figura dello specializzando, pongono in aperta contraddizio- clinici, prendere decisioni, cor- che si trova ad operare tra due ne la sua posizione contrattuale reggere i propri errori, per dare posizioni estreme: da un lato, con la pratica quotidiana. sostanza e valore al futuro titolo data la scarsità di personale spe- Riflettendo, si tratta di una con- di “specialista”. Il tutto, come cializzato in molti reparti esso dizione che noi giovani medici dicevo, in forma “protetta”, cioè deve sostituire lo strutturato gra- condividiamo con altri giovani con la supervisione e la guida di vandosi di eccessive responsabi- laureati che, freschi di studi te- un medico strutturato a cui com- lità e sottraendo tempo alla parte orici, devono misurarsi con un pete il compito non semplice di più propriamente formativa (le- mondo del lavoro che richiede promuovere la crescita professio- zioni, seminari, studio..); dall’al- esperienza e autonomia. nale del giovane seguendolo con tro lato, soprattutto in alcune Ma, al di là di tutto questo, può discrezione in modo da favorirne scuole, è caricato di mansioni essere interessante soffermarsi la progressiva autonomia e in- poco pertinenti e inutili per la sul significato di questo lungo tervenendo in caso di dubbi o sua crescita professionale men- percorso che abbiamo intrapre- difficoltà. tre è poco coinvolto nell’attività so, ovvero la specializzazione, Solo così può essere garantita la operativa del suo reparto.

56 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | Spazio giovani medici |

L’acquisizione di progressiva di luppa in loro quell’autonomia librio tra le due figure contrappo- sicurezza, competenza, autono- che noi riusciamo a conseguire ste che devono “convivere” nel mia è dunque il problema fonda- molto più tardi. ruolo dello specializzando: quel- mentale. Il fascino del sistema “nordico” la dello studente (lezioni, corsi di Un problema che non è contin- non deve però creare illusioni; aggiornamento, convegni, espe- gente, perché si pone già – sot- c’è anche chi, come me, crede rienze all’estero) e quella del la- to aspetti diversi – lungo tutto il ancora che i primi anni, con- voratore, che, pur ricevendo un curriculum studiorum, e non so- centrati sullo studio, siano fon- compenso “dignitoso”, si sente lo nella facoltà di medicina. Gli damentali per costruire a poco poco riconosciuto, poco autono- esempi sarebbero infiniti. a poco quel bagaglio culturale mo, spesso sfruttato. A partire dal tirocinio, sposta- che consentirà un approccio più E questo equilibrio si può rag- to di anno in anno sempre più sicuro e competente alla clinica. giungere, a mio parere, senza avanti; qualche anno fa il volen- Ne trovo conferma nella testi- troppe frustrazioni, se non si per- teroso studente del terzo anno si monianza di colleghi che hanno de mai di vista l’obiettivo fonda- vedeva finalmente “gratificato” scelto di specializzarsi in Ger- mentale di questo percorso, che da ben due settimane di tiroci- mania – dove l’ammissione al- è quello di cogliere e sfruttare al nio nei reparti; oggi attende un le scuole si esaurisce in un col- meglio l’opportunità di diventare ulteriore anno, prima di indossa- loquio e in un breve periodi di medici specialisti capaci e com- re camice e fonendoscopio (in- prova – e dove i giovani laureati petenti. dossare, non sempre usare!) che italiani sono accolti a braccia magari ha ricevuto in dono al aperte proprio per la loro solida primo esame. Per non parlare preparazione di base. L’acquisizione della priorità riconosciuta alle nozioni rispetto alla pratica: al- di progressiva cuni esami cardine sono affidati Tra studente e lavoratore sicurezza, a “test a crocette” – pratica del competenza, tutto discutibile importata dagli Come sbrogliare, in definitiva, States – e perfino l’esame di stato l’intricata matassa del diffuso autonomia, abilitante alla professione, anzi- scontento nei confronti di un è dunque ché svolgersi in corsia, si riduce ruolo che non sempre risponde ancora una volta ad una serie di alle aspettative? il problema quiz a risposta multipla. Forse dovremmo cercare un equi- fondamentale

All’estero

Esiste un modo per far compe- netrare teoria e pratica lungo tutto il percorso formativo? Se volgiamo lo sguardo oltral- pe scopriamo, in Europa, real- tà diverse e probabilmente più gratificanti per un giovane. In In- ghilterra, ad esempio, complice un sistema scolastico più snello, accade che gli studenti di medi- cina, appena ventenni, possano frequentare ogni giorno i reparti ed appropriarsi progressivamen- te di un’esperienza clinica che, oltre a renderli più consapevoli del loro futuro professionale, svi-

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 57 | Spazio giovani medici | Essere Medici Discorso di Clara Pintossi Assemblea Annuale dell’Ordine domenica 22 aprile 2012

Mi è stato chiesto di parlare oggi davanti a voi, nel gior- quella bella, pulita e vera dei libri di testo e delle linee no del nostro giuramento ed il contenuto del mio discor- guida; a volte devi sporcarti le mani, uscire dal protocol- so doveva essere più o meno questo: cosa mi aspetto lo e seguire un’altra via. Nella tua squadra ci sono anche dalla mia professione, cosa vorrei dalla medicina, qual i maestri, quelli a cui devi “il rispetto e la riconoscenza è il significato dell’essere medico. Un giorno ho scritto che loro sono dovuti”, tanto per citare Ippocrate. Il ma- queste poche righe, infatti parlerò per cinque minuti e estro è chiunque abbia voglia e sappia accoglierti nella lo faccio con tutta l’emozione e l’imbarazzo che potete sua conoscenza, chi ti dona il suo sapere e la sua espe- immaginare, per dire solo tre cose a cui tengo particolar- rienza e in cambio forse non vuole niente, ma avrà te, la mente. tua mente giovane e il tuo entusiasmo. La prima cosa è il rispetto per la vita. L’ultimo pensiero che vorrei condividere con voi oggi Sto parlando della vita di cui noi ci occupiamo, la vita è il rispetto per la nostra professione. Fare il medico è della persona che si presenta a noi. Nel corso dei nostri un lavoro di responsabilità. Una responsabilità civile? studi, tanti hanno tentato di parlarci del corretto rapporto Contrattuale o extracontrattuale? Penale? Amministrativa? medico-paziente, l’ascolto, la compliance, l’alleanza Roba che non si è capita mai, nemmeno dopo l’esame terapeutica. Non voglio parlare di carità, amore, pietà, di economia sanitaria, perché in fondo, spero che quella forse non so neanche cosa sono, quello che vorrei è il non sia roba per me, che adesso ho solo voglia di met- rispetto tra due uomini: io, il medico, (e mi fa ancora un termi in gioco e di mettere in pratica uno dei consigli certo effetto dirlo) e tu, il paziente, che in questo rappor- più belli che mi sono sentita dire, da chi ti parla da me- to diventiamo un noi. Tu sei chi soffre e io sono chi dico, ma potrebbe essere tuo padre: “state sereni”, mi può mitigare la tua sofferenza. Tu mi affidi il tuo dolore, ripeteva quel medico. io cerco di restituire un sollievo. Il tuo dolore non resta Parlava a noi ancora tirocinanti, con il camicino bello solo a me, non è solo tuo, questo dolore diventerà anche bianco e stirato, ma ce lo diceva come se fossimo già conoscenza per il futuro e per altri pazienti. E’ qui che grandi, come se potessimo già capire il segreto. io ti rispetto. Tutto questo vorrei impararlo grazie alla Fare il medico è un mestiere duro, non esistono notti, competenza, data dallo studio e dal continuo aggiorna- giorni o feste comandate, e questo l’abbiamo capito. Ma mento, dovere e necessità per noi, che facciano di me in fondo a noi piace. un professionista, ma non può bastare, vorrei imparare il Scegliamo medicina perché vogliamo salvare vite uma- rispetto grazie all’umiltà e all’onestà, che facciano di me ne? Scegliamo medicina perché vogliamo fare del bene? un medico. Sì, certo, ma anche per l’euforia, per l’emozione, per La seconda cosa a cui tengo è il rispetto per i colleghi. l’impegno che ci richiede, per il sacrificio e per la sod- Per fare bene questo lavoro, non puoi essere solo, devi disfazione. pensare alla tua squadra. Siamo medici sulla base del Essere medici è la nostra vita e “professionale” lo scrivo nostro bagaglio tecnico e culturale, che deve essere ar- tra parentesi nella bozza di questo discorso. Scegliamo ricchito dall’esperienza quotidiana e dalla relazione con di essere medici perché è il lavoro più bello del mondo. i colleghi: alcuni sono i compagni e gli amici di sempre, Forse è un concetto banale, l’ha detto anche mio cugino alcuni, compagni lo diventeranno, perché saranno quelli di dieci anni, lui sogna di fare il calciatore, ma fa lo stes- con cui ricorderai gli errori e dimenticherai i successi, sa- so. Mi auguro di pensarla sempre così. Oggi giuriamo, ranno quelli che avrai di fianco perché a volte la malattia ma l’abbiamo fatto tante volte, certo non solennemente, fa quello che le pare. Alcuni colleghi saranno i professio- l’abbiamo fatto quando ci siamo iscritti alla facoltà, nel nisti, i più grandi, i più esperti, a cui chiederai aiuto, che silenzio dei nostri appunti, nella fatica dei nostri tiroci- ti aiuteranno a cambiare marcia e a stratificare il rischio, ni, nei piccoli successi di ogni esame superato, quando perché una cosa che ho capito è che la medicina non entriamo in reparto tutti i giorni e fuori c’è il sole. Per funziona solo per flow-chart, non è solo “definizione, questo la nostra non può essere solo una professione, ma epidemiologia, eziologia, diagnosi e terapia”, non è solo qualsiasi cosa sia io voglio giurare così tutti i giorni.

58 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | PILLOLE DI STORIA | L’assistenza ai profughi dopo la seconda guerra mondiale Ospedale Civile di Brescia di Chiara Benedetti Responsabile Biblioteca Medica Spedali Civili

La seconda guerra mondiale fe- ce sì che un altissimo numero di persone dovette lasciare il pro- prio paese: le vittime dei regimi nazi-fascisti, le persone di origine ebraica, gli stranieri o gli apolidi e tutti coloro che erano perseguitati prima dello scoppio della guerra | arrivo dei profughi, con i loro pochi averi, presso l’ingresso principale per motivi di religione, razza, na- zionalità o opinione politica. alla Conferenza di Londra per La missione italiana dell’UNRRA a • b sostenere la candidatura dell’Ita- aveva il compito di fornire vitto, lia agli aiuti dell’UNRRA (United indumenti, assistenza medico- Nel febbraio 1945 Nations Relief and Rehabilitation sanitaria e alloggio ai profughi, di Agency). Quest’ultima era un’or- rispettarne le tradizioni culturali, L’onorevole Lodovico Montini, ganizzazione delle Nazioni Uni- religiose e anche alimentari, di fratello maggiore del futuro Papa te che aveva i compiti di inviare organizzare corsi professionali Paolo VI, nel febbraio del 1945, aiuti economici e materiali alle (sarto, fabbro, elettricista, mecca- su indicazione del ministro degli nazioni coinvolte nel conflitto nico) e di istituire centri di ricrea- esteri Alcide De Gasperi, ven- mondiale per favorirne la rico- zione come biblioteche e cinema ne inviato dal governo italiano struzione e rimpatriare i profughi. ambulanti.

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 59 | PILLOLE DI STORIA |

Il 30 giugno 1974 Dal 1 luglio 1947 Il 14 novembre 1950 al 14 novembre 1950 dopo l’annuncio del segretario di il governo italiano e l’IRO firma- Stato George Marshall dell’avvio aveva registrato in Italia circa rono un accordo supplementa- del programma di aiuti per le na- 90.000 profughi e aveva predi- re, che stabiliva il proseguimento zioni dell’Europa Occidentale (il sposto l’emigrazione di 65.000 delle operazioni di assistenza ai piano Marshall), l’UNRRA cessò persone, dirette principalmente profughi dell’IRO oltre il termi- di operare e le sue funzioni di in Australia, Canada, Stati Uniti, ne previsto inizialmente del 31 assistenza ai profughi (le “displa- Nuova Zelanda e America Latina. marzo 1951 e trasferiva i compiti ced-persons”) vennero trasferite La missione IRO in Italia era con- svolti dal Comitato misto all’Am- all’IRO (International Refugees siderata dalle autorità americane ministrazione per le attività assi- Organization) un’agenzia specia- un modello, essendo la prima a stenziali italiane ed internaziona- lizzata non permanente delle Na- funzionare in un Paese ex-nemi- li (AAI), che avrebbe iniziato a zioni Unite. co tornato sovrano e, per questa operare a partire dal 23 novem- L’IRO si occupò innanzi tutto ragione, il nuovo capo dell’orga- bre 1951. della protezione politica e giu- nizzazione, l’Ammiraglio Mentz, Lodovico Montini fu promotore ridica e poi dell’identificazione, intendeva «ricorrere sempre più e per trentadue anni Presidente della registrazione, dell’assisten- a personale italiano anche per dell’AAI. L’AAI diveniva l’unico za anche sanitaria, del rimpatrio, mansioni direttive e valorizzare organismo cui veniva affidato il del trasporto, del reinsediamen- il Comitato misto facendone un ruolo di assistere i profughi sul to dai paesi di prima accoglien- parlamento al di sopra del capo territorio italiano e la distribuzio- za verso paesi terzi e quindi del della missione che è da conside- ne degli aiuti internazionali desti- reinserimento dei profughi. rarsi potere esecutivo». nati all’assistenza (alloggio, viveri ed assistenza sanitaria).

1.600.000 rifugiati europei vennero accolti nei campi, I compiti dell’Ente venne favorito il rimpatrio di 73.000 erano di tre tipi: e il reinserimento di oltre un milione di persone. assistenza nei campi, assistenza fuori dai campi ed emigrazione.

Nel primo caso l’AAI si impegnò a gestire quattro campi ex-IRO situati nel Meridione: a Carinaro, Capua, Mercatello e San Antonio Pontecagnano, nei quali erano sistemati circa 3.370 profughi di diverse nazionalità, tra i quali 1.018 jugoslavi e 1.323 veneto- giuliani. Per i casi difficili da ospedaliz- zare (circa 650) l’AAI stipulò ac- cordi con l’Ospedale Civile di Brescia, l’Ospedale di Teramo e l’Associazione Missionarie della Pace, che garantivano l’assisten- za ai profughi bisognosi di cure mediche particolari, dietro versa- mento di 850 dollari pro capite a | i profughi vengono accolti nella “Galleria dei quadri”. copertura delle spese mediche.

60 MAGGIO-GIUGNO-lLUGLIO 2012 | PILLOLE DI STORIA |

| L’arrivo del treno con i profughi alla stazione ferroviaria di Brescia

I profughi stranieri a Brescia nuovo edificio. La convenzione contemplava l’anticipazione del Il 24 agosto 1951 corrispettivo per l’ospedalizzazione mediante un capitale pro capite (dollari 850) a fondo perduto, l’Ospedale Civile di Brescia decise di sottoscrive- che l’IRO avrebbe versato all’Ospedale (per i casi re un accordo con l’IRO per l’ospedalizzazione di tubercolosi attiva il contributo poteva essere temporanea di un certo numero di malati profughi aumentato fino a 1000 dollari) e tale versamento stranieri (denominati “casi difficili ospedalizzati”) sarebbe stato integrato da una diaria di 350 lire, che non potevano essere risistemati all’estero per corrisposta dal Governo Italiano, per giornata di ragioni di salute. presenza. La proposta presentava grande interesse per gli Spe- L’Ospedale fece i calcoli e si rese conto che dali, oltre che per l’aspetto assistenziale ed umani- tario, per la possibilità che essa offriva di finanziare “per quanto riguardava la durata delle le opere di ultimazione dell’Ospedale nuovo: infatti ospedalizzazioni, aspetto essenziale della convenien- l’Ospedale si era appena trasferito dal centro della za dell’accordo, la somma anticipata di $ 850, pari città a Mompiano. al cambio di 650= a L. 552.500) e il contributo di L.350 per giornata di presenza, consentiva di fron- L’inaugurazione era avvenuta teggiare, con le rette di spedalità attuali, una degen- za media di giornate 667, largamente il 10 dicembre 1950 e i primi malati superiore alla degenza media individuale calcolata, erano stati ricoverati il 5 marzo 1951. in via di riferimento, con criteri prudenziali, per i ricoverati del Sanatorio C. Golgi, gestito La carenza di capitali, però, aveva ritardato l’ese- dall’Amministrazione, degenza che risultava cuzione e l’ultimazione dei Padiglioni B e C del di giornate 562”.

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L’AAI, a titolo di concorso, di incoraggiamento e di L’Ospedale riuscì in pochissimo tempo stimolo alla sollecita esecuzione delle opere, versò a “mettere in piedi” il reparto profughi all’Ospedale un contributo straordinario di 175 mi- lioni di lire destinato al completamento del reparto stranieri ospedalizzati, diretto dall’illustre per accogliere i circa 200 profughi. Gli Spedali Civili medico bresciano Federico Balestrieri. si assumevano l’obbligo di corrispondere il completo mantenimento e assistenza, compresa quella medi- Balestrieri, durante la guerra, era stato prigioniero ca, ai malati tubercolotici fino alla loro guarigione e per oltre 5 anni. Questa sua esperienza personale fino a che essi fossero in vita. Inoltre l’Ospedale si lo rese molto capace di organizzare il reparto e impegnava ad accettare i profughi in questione senza di prestare le cure, perché – secondo le sue paro- discriminazione di razza, religione o nazionalità. le – esse “valgono a trarre a riva qualcuno fra tanti naufraghi affidatimi”. Il suo Assistente medico era a • b Antenore Dusi. Il 7 settembre 1951 a • b a Roma l’IRO ufficializzò l’accordo con l’Ammini- Il 15 novembre 1951 strazione dell’Ospedale che assicurava che i posti letto sarebbero stati disponibili entro il 31 ottobre. alle 12.15 arrivò alla stazione di Brescia un treno Considerati i tempi brevissimi l’Amministrazione speciale proveniente da Milano: su tre vetture vi deliberò senza indugio l’esecuzione delle opere erano 59 profughi di nazionalità varia che erano murarie per l’apprestamento e l’arredamento dei partiti dal campo di Bagnoli (Napoli). locali necessari dell’apposito reparto in uno dei pa- Oltre all’assistenza sanitaria l’Ospedale assegnava diglioni non finiti del nuovo ospedale. una somma mensile di denaro ad ogni profugo per L’incarico del progetto venne affidato all’Ing. far fronte alle piccole necessità personali. Angelo Bordoni. La spesa complessiva era di Venivano concessi permessi di qualche giorno per L.104.443.000: per le opere di ultimazione del fab- poter andare a trovare i parenti. In occasione delle bricato (72.000.000), per l’arredamento e il mobilio festività natalizie l’Ospedale distribuiva generi di (9.400.000), per il corredo di biancheria, di mate- conforto a queste sventurate persone, malate, lon- rasseria e di piatti (21.543.000) e per un apparec- tane dalla Patria e dagli affetti. Il vestiario (paltò, ve- chio radioscopico (1.500.000). stiti, camicie, maglioni, biancheria intima e scarpe)

| i profughi malati vengono fatti scendere dal treno

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erano fornite dall’AAI. All’interno del reparto ven- di gente esiliata dalla terra natia” nero allestiti tre laboratori per rieducare al lavoro (Dal Giornale di Brescia, 5 aprile 1953). gli ammalati: uno di pelletteria, uno di radiotecnica “Non è assolutamente possibile mantenere ed uno di manufatti femminili. Diversi profughi era- la disciplina in un reparto ospedaliero per malati no insofferenti alla disciplina e alle regole ospeda- ormai guariti e che non hanno bisogno di cure liere, creando scompiglio nelle corsie. ed è inumano obbligarli a vivere in reclusione a • b quando sono ormai guariti” (Da una lettera del 7 luglio 1953 del direttore del Consorzio Provinciale Il 4 aprile 1953 Antitubercolare di Brescia). vigilia di Pasqua, verso le ore 21 un profugo croato Quando un malato guariva, come da certificazione Sime Pavelic uccise con un colpo di trincetto, per del primario e da accertamento del Consorzio Pro- rancori politici, il compaesano Dosen. vinciale Antitubercolare di Brescia, l’Ospedale atte- stava la sopravvenuta guarigione clinica e univa a “Un’altra Pasqua di sangue pesa sul destino tali documenti la richiesta di dimissione del profugo

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 63 | PILLOLE DI STORIA | che doveva dichiarare dove egli si sarebbe trasferi- anni; del trentanovenne commesso jugoslavo Nikola to. Inoltre l’Ospedale si impegnava, in caso del ri- Pijevac e della guardia di finanza jugoslava Andrea presentarsi della malattia, a ricoverare nuovamente Dyordyevic di 42 anni. L’Ospedale preparò le prati- i profughi dimessi.I documenti venivano spediti a che dei profughi ricostruendo il curriculum, il loro Roma all’AAI. Servizio Profughi Stranieri-Casi Diffici- stato di famiglia, la documentazione medica e decise li IRO che doveva autorizzare la dimissione. di erogare, a fondo perduto, 300 dollari a ciascuno. I profughi così potevano trasferirsi in altre città o nei campi AAI allestiti in Meridione. Le loro spese a • b di trasporto erano a carico dell’Ospedale. Il 19 novembre 1955 a • b Ma l’AAI il 19 novembre 1955 “rende noto che la Nel 1955 Commissione Norvegese ha considerato i casi pre- sentati come “non integrabili” nella vita nazionale quando alcuni profughi in dimissione pronti a la- norvegese e, pertanto, non li ha accettati”. Il Repar- sciare Brescia o l’Italia chiesero, per far fronte ai to Profughi “Casi Difficili I.R.O” degli Spedali Civili primi bisogni una volta fuori, sussidi straordinari di Brescia fu giudicato dai Dirigenti dell’IRO e dai l’Ospedale assegnò, secondo i casi, tra le 8.000 e Rappresentanti delle Organizzazioni nazionali ed le 10.000 lire ciascuno. Alcuni profughi chiedeva- internazionali che si occuparono degli interessi e no di poter avere il letto con materasso e lenzuola; dell’assistenza dei profughi, in occasione delle nu- o la macchina da scrivere “Imperial” che “servirà merose visite ed ispezioni che vennero eseguite, a scrivere lettere commerciali in tedesco alle ditte, dovendo lavorare in qualche modo per guadagnare “veramente ottimo, sotto ogni aspetto. la vita”. O “la piccola radio che con molti sacrifici Offrì ai malati un ambiente moderno, molto sono riuscito a mettere in funzione”. decoroso, luminoso e confortevole, che soddisfece alle esigenze particolari dei profughi”. Con il tempo, il numero dei profughi “La sistemazione, il trattamento, le cure e diminuì: nel 1953 erano 38. l’alimentazione dei ricoverati rispondono in modo eccellente ai migliori requisiti desiderabili”. Alcuni erano stati trasferiti in strutture sanitarie in Brescia e provincia: oltre al Sanatorio Golgi (di- Riferimenti bibliografici: venuto poi noto con il nome di S. Antonino), alla clinica “Villa Bianca” o a Leno. Le rette di degenza Fonti a stampa Benedetti C. “I nostri grandi medici. Il calendario 2002 de- erano sempre a carico dell’Ospedale. gli Spedali Civili. Federico Balestrieri”. Civile 2002;58:19-21 a • b Ciampiani A (a cura di). L’Amministrazione per gli Aiuti Internazionali. La ricostruzione dell’Italia tra dinamiche inter- Al 24 ottobre 1955 nazionali e attività assistenziali. Milano, Franco Angeli, 2002 Giornale di Brescia, 16 novembre 1951 erano 10 i profughi presenti e ricoverati: quattro al Giornale di Brescia, 5 aprile 1953 reparto IRO; quattro al Sanatorio e due in reparti Fonti archivistiche dell’Ospedale (dermatologia e terza medicina). Gli Sezione Separata d’Archivio degli Spedali Civili di Brescia ultimi cinque ricoverati cronici vennero trasferiti al Fonti elettroniche Sanatorio Golgi. UN High Commissioner for Refugees. Report of the Uni- ted Nations High Commissioner for Refugees, 1 January a • b 1954, A/2394. Nell’ottobre 1955 Fonti fotografiche Fototeca storica degli Spedali Civili di Brescia quattro profughi decisero di sistemarsi in Norvegia: Desidero ringraziare il Dottor Antonio De Gennaro re- sponsabile dell’Emeroteca Queriniana e la Dr.ssa Maura si trattava del sarto Laszlo Juhasz ungherese di 28 Cassamali responsabile della Biblioteca Scientifica del anni; del polacco Blazej Straszak meccanico di 55 “Centro San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli” di Brescia.

64 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | RICORDI | Dott. Giacomo Corvini Vittima (dimenticata?) della strage di Piazza Loggia di Mario Zorzi

All’epoca del tragico evento ero in Moretto. Come altri giovani colle- servizio presso l’Ospedale Civile ghi all’epoca operanti nelle corsie nella qualità di primario dell’istitu- ospedaliere, Corvini è stato per noi to di Anatomia patologica ed ebbi neolaureati un significativo punto l’incarico dall’autorità giudiziaria di riferimento per l’acutezza dell’in- di eseguire riscontri necroscopici gegno e la particolare sensibilità ed su alcune delle vittime della strage. adesione alle nuove frontiere della Appresi dalla stampa che fra i feriti medicina. più gravi vi era anche il dr. Corvini Conseguì con ottima votazione ben noto professionista, allievo e aiuto quattro diplomi di specializzazione: del primario Gaetano Ferroni. Non chirurgia generale, ostetricia e gine- ebbi modo di seguire l’iter anamne- cologia, ortopedia e traumatologia stico e clinico del Collega che nel e idrologia. frattempo si era trasferito nel me- Animato da spirito di avventura, si ridione a svolgere la sua attività di trasferì nel meridione (Ischia e Lac- medico. La morte è avvenuta dopo co Ameno) ove con alcuni colleghi circa due anni all’Ospedale FateBe- avviò attività di assistenza e cura neFratelli di Brescia per emorragia acuta e massiva in un piccolo Ospedale privato e diresse per un gastro-duodenale, la cui origine dagli accertamenti periodo uno stabilimento termale a Casamicciola all’epoca eseguiti venne ritenuta non collegabile (Ischia). Nello stesso periodo si dedicò anche come con il grave evento traumatico subito nel maggio medico di bordo su prestigiose navi da crociera. del 1974. Per tale motivo il collega Corvini non è Negli anni ’70 è rientrato a Brescia, dove ha conti- mai figurato negli elenchi delle vittime della strage. nuato la libera professione anche presso la Casa di Le due lettere al direttore pubblicate nel Giornale Cura Poliambulanza fino all’epoca della strage di di Brescia del 14/03/’12 (a firma del giornalista Ser- Piazza Loggia, che diede inizio a lungo “calvario” gio Castelletti), del 17/03/’12 (siglata dalla figlia del ospedaliero protrattosi per circa due anni fino alla dr. Corvini Elisabetta) e l’articolo del Corriere della morte (3 novembre 1976). Sera del 7/04/’12 a firma del giornalista Costanzo Il Collegio medico (Prof. Mario Peretti, Prof. Franco Gatta ripropongono il medesimo quesito: vi è sta- Bonetti, Prof. Leonardo Lojacono, Dott. Giuseppe ta una nona vittima della strage? Gli accertamenti Crasso-Caprioli) nominato dalla Direzione Sanitaria medico-legali eseguiti postmortem sono stati suffi- degli Spedali Civili per una valutazione medico-le- cientemente accurati ed esaustivi? Ma a prescindere gale sui feriti della strage, in data 17 febbraio 1975 dagli aspetti medico-legali (che non mi competono) ho steso una relazione medico-legale, che com- nella mia veste di “decano” dei medici ospedalieri prende l’elenco di 40 persone disposte in ordine viventi mi preme segnalare ai colleghi giovani e di gravità, delle lesioni riportate e dei postumi in- non più giovani un breve curriculum vitae del dr. validanti permanenti. L’elenco inizia con i seguenti Corvini che può essere così sintetizzato: primi tre nominativi: Giacomo Corvini, (danno Nato a Soncino in una delle famiglie storiche e 35%) – Vassallo Fioravante (danno 35%) - Elisabetta più note della cittadina cremonese, dopo la lau- Corvini (danno 30-35%). A seguito di una somma- rea in medicina e chirurgia intraprese la carriera ria indagine necroscopica probabilmente disposta ospedaliera e fu allievo e aiuto del primario chi- dall’Autorità giudiziaria, i cui risultati sono stati rurgo Gaetano Ferroni nel vecchio ospedale di Via confermati dal Consiglio di Stato nell’Adunanza

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 65 | RICORDI | della Sezione I del 2/07/1997 (come si evince dalla Ho ritenuto doveroso fare memoria ai medici bre- lettera della Presidenza della Repubblica in data sciani, anche se la presenza di Corvini in quella fa- 27/06/1998), venne escluso qualsiasi rapporto di tale mattina era fortuita e non programmata; il che causalità e massiccia emorragia gastro-duodenale non sminuisce ne annulla le tristi conseguenze che su probabile base ulcerosa. ha dovuto subire. Non risulta che la parte ricorrente sia stata rappre- Preso atto della lodevole iniziativa programmata sentata durante le indagini medico-legali. Mi rendo dalla Casa della Memoria e dalla Giunta del Comu- conto che può sembrare un inutile esercizio di me- ne di Brescia per realizzare un percorso lapideo da moria storica cercare di ricostruire dopo tanti anni Piazza Loggia al Castello in memoria delle vittime l’eventuale rapporto di causalità fra la morte del della strage (vedi Giornale di Brescia del 20 aprile Corvini e l’evento criminoso, del quale tra l’altro 2012 (pag. 14) ), mi permetto di suggerire al consi- dopo ripetute inchieste e prolungati processi non è glio dell’Ordine dei Medici di adottare una formella dato ancora annoverare mandanti ed esecutori. intestata a “Giacomo Corvini medico”. Dott. Dario Monzeglio di Claudio Ascolti

Nei giorni di San Valentino, quando il mondo crede va da lui, diversa da caso a caso. Mai rapporti me- di celebrare l’amore, si spezzava l’immenso rappor- dico-paziente standardizzati, secondo linee guida to di Dario e di Betty, uniti nella vita e nel ballo, di impersonali, ma autentica Medicina della Persona. cui furono ammirati Campioni Italiani, che hanno Mai farmaci e farmaci, ma farmaci e parole, mai vissuto costruendo rapporti di autentica solidarietà, giudizi, ma accoglienza. amati da tutti per l’esempio di schietta amicizia. Non routine di visite su visite,ma invenzione di E nei giorni dei Santi Faustino e Giovita, la Città nuovi motivi e di nuove perdeva un esempio di Brescianità laboriosa, co- vie di sopravvivenza, fino al sollievo o alla libera- stante, sempre presente al bisogno, senza clamore. zione. Dario Monzeglio fu Psichiatra di grande formazione Questo ho sentito dai suoi Pazienti e qui ne rendo culturale e di profonda sensibilità. testimonianza, così come del vuoto lasciato dentro Per lunghi ed intensi anni (1985-2001) ricoprì l’in- di loro dalla sua morte. In lui avevano trovato il carico di Responsabile dell’Unità Operativa Ospe- Medico capace di portare fuori dalla confusione, di daliera e Territoriale di una zona vasta come la giustificare le cadute,di lenire l’ansia e la paura di Bassa Bresciana, assumendo funzioni di Primario non farcela. O il fratello che ti spiegava di non ave- e lasciando dietro di sé organizzazione del lavoro re paura degli “scherzi della mente” e che li avresti ancor oggi valida, considerazione degli Ammini- vinti. O il padre che ti guidava quando perdevi stratori, intensa riconoscenza dei Pazienti e dei loro l’orientamento e riusciva a farti rinascere dentro il familiari. concetto di autodeterminazione e di dignità. Proseguì poi con dedizione l’attività libero profes- Quale Medico migliore di questo? sionale e fu molto apprezzato Direttore dell’Istituto E, da medico, vorrei sottolineare come con i Col- Cremonesini di Pontevico per nove anni. leghi non fu mai supponente o professorale, come Diceva: “I Pazienti: coloro che patiscono”. Il suo fu invece capace di impostare sul serio paritetica- rapporto con loro fu quanto mai improntato alla mente il percorso di cura del Paziente, così che tu declinazione quotidiana della “pietas”, della soffe- potessi sentirti non “ a latere”, ma coinvolto nella renza psichica, riuscendo a renderla almeno accet- cura, nella crescita professionale ed anche nella tabile e gestibile, se non comprensibile. sensibilità personale. La sua grandezza fu di essere capace di trovare una Quale Collega migliore di questo? parola intimamente toccante per ognuno che anda- Difficile colmare un vuoto simile, ma sono certo

66 MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2012 | RICORDI | che il ricordo del privilegio di averlo avuto per ami- E bello intensamente fu il gesto del figlio Michele, co ci guiderà con i suoi significati. terzo anno di Medicina, di ritirare di persona la me- La Moglie e i figli, Enrico, Marco, Michele, cui va daglia dei 40 anni di Laurea di suo Padre. il nostro ammirato affetto, hanno disposto l’estrema generosità della donazione dei suoi organi. Dario Monzeglio non è morto.

Dott. Gianguido Battioni di Piergiorgio Muffolini

Si è spento nei giorni scorsi il dott. Gianguido Bat- stesso. Già trent’anni or sono insegnava a tutti come tioni, uomo di medicina e di profonda fede, a causa la medicina basata sui bisogni si stesse trasformando di una malattia che ha segnato profondamente nei in quella attuale basata sui desideri, meditando sui suoi ultimi giorni l’uomo e la sua famiglia. Nasce pro e i contro di tale trasformazione. Alla base della nel 1929 a Milano e si specializza in cardiologia nel sua apertura e capacità diagnostica c’era una prepa- 1958 a Torino. razione tecnica di eccellenza che portava lui e la sua E’ stato primario del reparto di Medicina dell’Ospe- equipe ad ottenere risultati e successi significativi. dale di Iseo per 25 anni. Il dott. Battioni, il dott. Bicci Il suo metodo clinico prefigurava la modernità. Il e la dott.ssa Badinelli, hanno organizzato e reso effi- dott. Gianpaolo Balestrieri (attuale primario del re- ciente questo nosocomio. Promosse un’ unità coro- parto di Medicina dell’Ospedale di Manerbio) fre- narica che già negli anni Settanta permetteva cure di quentò come studente il reparto del dott. Battioni e avanguardia alla popolazione residente nell’area del riferisce che il metodo che apprese lo verificò anni Sebino – Franciacorta. dopo nei reparti di eccellenza delle cliniche univer- “Maestro di vita e di medicina”: così lo ricorda il sitarie. dott. Claudio Cuccia, attuale primario di Cardiologia Terminata l’esperienza presso l’Ospedale di Iseo alla Fondazione Poliambulanza, e così lo ricordiamo si dedica con passione all’assistenza dei disabili al tutti. Centro Tonini-Boninsegna di Brescia, di cui è stato La sua vita professionale si caratterizza per la con- direttore sanitario e poi presidente. tinua e profonda attenzione al rapporto medico Il calibro dell’uomo, del medico, dello scienziato ci – paziente, all’alleanza terapeutica con lo stesso. inducono a constatare come la comunità medica ab- Affermava infatti che si doveva prestare attenzione bia un debito di riconoscenza nei confronti del dott. alla malattia e non al sintomo, al malato nella sua Battioni, che potrà onorare dando valore e spazio a interezza, al vissuto, alle esigenze, alla storia dello quanto lui ha costruito e prefigurato.

Dott. Giuseppe Gatti di Francesco Gatti

L’8 aprile 2012 u.s. è mancato il dottor Giuseppe affezionato al ruolo del medico e fedele al giura- Gatti. E’ stato a lungo medico condotto. Ed ha cura- mento prestato. to le persone ancor più che le malattie. Lo ricordiamo preparato, curioso ed appassionato; Ci mancherà.

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