MERCOLEDÌ 29 APRILE 1992 POLITICA INTERNA PAGINA 3 L'UNITÀ A dopo Alle 18,32 il capo dello Stato ha firmatol e dimissioni rilasciando una dura intervista contro lo scudocrociato Cossiga «Quel partito è allo stremo, è pieno di pasticcioni » Una raffica di udienze: «Sembra di assistere al mio funerale» L'ultima picconata contro Forlani Il presidente lascia e tuona: «Ha congiurato contro di me» Sette minuti di onori solenni per un settennato che , e del Se­ ma non ha messo nemmeno te. Ma già lo trat­ Dio. ti proclamiamo...». E l'ha liere di onore e devozione, a finisce. Cossiga se ne va 66 giorni prima, scagliando nato. auto­ un'unghia nella congiura». ta con la sufficienza con cui a recitato, in un crescendo emo­ consolare : il gran maestro: maticamente diventa anche Una volta ancora, Cossiga si suo tempo fu trattata la levata tivo, fino in fondo: «Pietà di noi, «Non si preoccupi...». l'anatema sulla De: «È allo sbando». Accusa Forlani presidente della Repubblica e sentito vittima di una congiu­ di scudi di Giovanni Leone. La Signore, pietà di noi. Tu sei la Ma il momento dell'ammai­ Quirinale: ' Il presidente della Camera, di aver ordito, con la designazione di Scalfaro, una supplente. «Caro, presidente, ra. Non gli importa che anche i differenza è che Leone non nostra speranza, non saremo na bandiera è arrivato. Sono le COnVOCatO Oscar Luigi Scalfaro «congiura» ai suoi danni. DÌ più: gli dà del vile. Addio tra qualche ora mio presiden­ socialisti abbiano votato Scal­ lanciò l'anatema che Cossiga confusi in etemo». . ,• , 19,06, un minuto di ritardo, i MHI'VWIIV t ieri il se- te», lo aveva salutato in matti­ scaglia: «Quel partito è allo na ncevu 0 con rancore, dopo 4 spettacolari giorni di agonia. faro. Anzi, per ha La confusione, adesso, è Corazzieri e reparti di tutte le II rarlamentO gretario generale della pre- nata lo stesso Cossiga. Un'in­ una giustificazione pronta: «È stremo. Non c'è che improwi- grande, enorme. Tranne che ' armi nelle divise storiche ren­ Alle 19,35 il presidente lascia il Quirinale con la sua vestitura? Se è per questo, tale stato Forlani a portare la pro­ sione e pasticci. Che Dio li as­ nel grande spettacolo dell'ad­ dono gli onori solenni. La ban­ •11 *3 man/iin sidenza della Repubblica, * sista...». bandiera listata di blu. E una benedizione... può anche essere interpretato posta di Scalfaro all'assemblea dio. E cominciato ieri mattina diera del presidente, quella li­ Il 13 ITIdyyiU ^^ ^linguer il quale pure il privilegio concesso ad de e ha informato Craxi a cose Dio da che parte sta' Gio­ alle 8, con la deposizione di . stata di blu, già non sventola _^... gli ha consegnato l'atto di J Andreotti di far da testimone fatte, e nemmeno a voce, gli vanni Paolo 11, l'altro giorno, una corona di alloro all'Altare ; più. È riposta in un scrigno, dimissioni ai Francesco d'onore della cerimonia. E un ha mandato un biglietto». L'ira aveva invocato la benedizione della patria, con il presidente ' che un corazziere offre al pre­ Cossiga. Poi, sentito il presidente della Camera, ha con­ gesto, un aggettivo di credito si del presidente si abbatte su del Signore su Cossiga. E, ieri PASQUALE CASCELLA può rintracciare per tanti altri, che bacia la bandiera e s'ingi­ sidente. Suona davvero l'ora • vocato le Camere, in seduta comune, con la partecipa- • Forlani e solo su Forlani. Eppu­ pomeriggio, nella messa di rin­ nocchia davanti al sacrario del dell'addio, alle 19.14. Sette mi- • zione dei delegati regionali, per il 13 maggio alle ore 10 „ •• ROMA. «Onore al presi­ scrupoli. da Bettino Craxi a Ciriaco De re, alle 18,30, l'ha chiamato al graziamento voluta da Cossiga Mita. Tanti, forse troppi. Con Milite ignoto. Poi, una intermi­ nuti per un settennato discusso per eleggere il presidente della Repubblica. Scalfaro ha '• dente Francesco Cossiga». È il momento. Il capo dello telefono. Il segretario de era at­ nella cappella Paolina del Qui­ nabile catena di udienze, a co­ e controverso. Arrivano anche Questo e rimasto al grande Stato ha un attimo di esitazio­ una clamorosa eccezione: Ar­ torniato dai giornalisti: «Pron­ rinale, l'officiante, l'ordinario quindi invitato i presidenti dei Consigli regionali ad avvia­ naldo Forlani. . minciare dalle i alte • autorità le lacrime, mentre la banda in­ re le procedure per la designazione dei loro delegati. estematore, un titolo mutilato. ne dinanzi alla scrivania. L'a­ to... Ah, potente presidente, militare mons. Giovanni Marra, ' dello Stato, come se Cossiga ' tona, a sorpresa, l'inno sardo Avrebbe potuto essere presi­ veva vista, poco pnma nel suo come stai?». Sono fatti cosi, i a quella benedizione ha quasi Una circolare Il Consiglio dei ministri sa­ Solo un singhiozzo tradisce de, con tessera o meno. Si sa­ avesse bisogno di non distrarsi [ del regno sabaudo. Se ne va, rà convocato in via straor­ dente della Repubblica ancora studio privato, dallo schermo l'emozione di Cossiga che si ri­ dato il significato di una rican­ un attimo per non cadere nel ' Cossiga, in Irlanda. Tornerà, * di Andreotti per 66 giorni. Ha smesso di es­ acceso sulla diretta tv. Chiede: lutano con il pugnale dietro le didatura. Nell'omelia-mctafora dinaria solo per adempi­ serlo ieri alle 18,32. quando , tira net suo studio alla vetrata, spalle. E il colpo che Cossiga rimpianto. Lo dice a un certo •' assicura, solo quando sarà sta­ sulle funzioni menti costituzionali o per «C'è pure l'audio?». No. non ci dove lo attende il suo camerie­ ha ricordato Gesù che «si rivol­ punto: «Sembra di assistere al , to eletto il suo successore. Ma nella suggestiva sala degli sono microfoni. E, del resto, re per il cambio d'abito. Via infligge (o ricambia), 0 viru­ geva ai farisei chiamandoli del governo \ impegni • intemazionali e arazzi di Lilla ha firmato per lento. Accusa Forlani di viltà. "ipocriti, sepolcri imbiancati, mio funerale Ma quando è ', con il grande estematore la comunitari, o. ancora, per piccole o grandi esternazioni l'abito blu. Toma la grisaglia Per la seconda volta. Già: «La all'Ordine di Malta, è lui, cava- sorpresa è sempre in agguato. due volte le proprie dimissioni, sono superflui. Parla da solo chiara. Dentro cui si agita uno razza di vipere"» e che «non di­ _ _^mm^^m^mm «tutti quei casi in cui sussi­ sotto gli occhi imperscrutabili l'atto delle dimissioni. Sono le spirito battagliero. Adesso può prima - afferma - fu quando sdegnava di usare la maniera stano la necessità e Tur- • di . È 11 come scrissi la lettera per dimettermi forte» come «quando ha scac­ genza». È quanto afferma la circolare inviata da Andreotti ' due lettere, le ultime piccona­ parlare in libertà, Cossiga. 0 dal partito». Rivela che fu per­ testimone d'eccezione, il pre­ te. Gliele consegna una alla meglio: si è già sfogato, in un ciato i mercanti dal tempio». a tutti i ministri e sottosegretari di Stato, per ribadire i limi­ sidente del Consiglio. Quello chè Forlani, il suo amico Forla­ Poi... «Venne il tradimento, la che Cossiga sta compiendo e volta, e una dopo l'altra le rac­ momento di abbandono, al te­ ni, era andato a chiedergli di ti delle funzioni del governo durante la crisi, in osservan­ coglie con gesti quasi sacrali, il lefono con Lino Jannuzzi, ma ingiusta condanna, la passio­ za all'articolo 77 della Costituzione. Saranno inoltre con­ l'unico atto che non ha biso­ ha chiesto l'emargo. Ora che il lasciare il Quirinale: «Questo ne, la via della croce, la croci­ gno della controfirma che segretario generale del Quin- passi, aveva avuto il mandato fissione... Ma Cristo è risorto». E gelate tutte le nomine, salvo quelle «strettamente neces­ «Giulio VII» tante volte ha mi­ naie, Sergio Berlinguer. Che passo senza ritomo è stato dalla Direzione del partito. Ma sarie perché vincolate nei tempi da leggi, regolamenti o ' ora, mentre Cossiga saluta con compiuto, dà al Sabato l'«ok, si Cossiga? «La rincontreremo derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili». nacciato di non concedere al stampi» all'ultima requisitoria chiese a Craxi di accompa­ presto lungo il cammino della capo dello Stato. L'ha messa un «arrivederci» i giornalisti e si gnarlo, di venire qui con lui...». nostra Italia che ha bisogno di Ogni iniziativa -chiarisce ancora la circolare - dovrà es­ commuove all'applauso dei contro il suo partito d'origine: sere comunque sottoposta all'assenso dello stesso presi­ prima, la sua sigla, sull'ultimo «La De è allo sbando». Ce l'ha uomini come lei... Per questo a ' messaggio al Parlamento, bre­ suoi collaboratori, va a adem­ Chissà se mai. Cossiga or­ lei ci uniamo nel recitare il Te dente del Consiglio. , - ... - piere alle ultime formalità di sempre con l'elezione dì Scal­ ve e formale come può esserlo faro, anche se assolve il suo mai senatore a vita, tornerà tra Deum». L'ha avviato, Cossiga, un testo di congedo di Cossiga, consegnare i fogli protocollari nemico: «Ha detto cose atroci. i banchi della De. Nicola Man­ il Te Deum: «Noi ti lodiamo, Valerio Zanone: «Se l'elezione del presiden­ questa volta senza soverchi ai presidente della Camera, cino glielo chiede formalmen­ te della Repubblica verrà «Dopo Cossiga regolata dai rapporti di for- •• vorrei Bobbio . za tra i partiti, allora i nomi ' sono quelli che scrivono.' I personaggi; i colori e le atmosfere del Quirinale nel giorno delle dimissioni capo dello Stato» tutti i giornali. Se invece si ^m^^^^^mmmm^— adotta un criterio diverso, - ' quello di cercare in Parla- ' mento un referente elevato di civiltà democratica, la mia ' Lacrime e una Mont Blanc per la firma simpatia va a Norberto Bobbio». È quanto afferma il libe­ rale Valerio Zanone, il quale sostiene di ritenere impro- ' babile la rielezione di Francesco Cossiga al Quimale. -. <. ; •"• ,. , IMI n "i ip ••"-•«•! , '.- addio sulle note dell'inno nazionale sardo Agnelli Pds al governo7 «Tutto è possibile - risponde Gian­ perplesso ni Agnelli - ma parlatane I personaggi, i colori, le atmosfere del Quirinale nel colto un uomo in lacrime e ha ni e le battaglie di questi due casa al Quirinale sulla meta se­ sul Pds oggi sarebbe come fare giorno delle fatidiche dimissioni. L'attesa dei colla­ portato fuori dal palcoscenico anni. E per il vortice che scan­ greta, poi semisegreta, infine previsioni e non £ il mio '. istituzionale il più bizzaro e il disce il passaggio finale: in tre notoria del riposo di Cossiga. E al governo mestiere fare previsioni». • boratori di Cossiga, stretti tra le cadenze impresse fi­ rievoca le fasi più calde delle più coerente, il più accattivan­ ore e mezzo il capo dello Stato ^mmmmm—^m^—mmmm^^— Inoltre, per il presidente no all'ultimo dal cerimoniale e la sensazione di una te e il più urticante, il più testar­ riceve e saluta diciassette auto­ esternazioni, come l'estate al della Fiat, «in momenti in : stagione umana e politicet che si conclude. Sfilano do e il più indifeso capo dello rità, grandi, medie, piccole. . Pian del Cansiglio, chiaman- . cui c'è bisogno di molto rigore, è certamente difficile per , gli ospiti ammessi all'atto della firma nella sala degli Stato. Tra la curiosità scettica Ora, mentre le troupe delle te­ dole «campagne». Cortesia e ' il Pds imporre una politica di disciplina e di rigore pressa- -, arazzi di Lilla. Solennità, fanfare, emozione per il dei cronisti e la commozione levisioni friggono per l'attesa, garbate ironie. Avranno lo to com'è a sinistra da Rifondazione». Sul presidente della V dei suoi stretti collaboratori, sono loro, i diplomatici, i buro­ stesso animo i due segugi ra­ Repubblica, Agnelli sostiene di essere sicuro che «come f passo d'addio della presidenza più contestata. • ammaina la bandiera II Picco­ crati, i militari che hanno se­ diotelevisivi ammiratori del è successo al Senato e alla Camera per i presidenti, la y natore che ha scardinato il si­ guito passo passo la scia vorti­ presidente che hanno tentato invano la sorte delti competi­ Francesca Cossiga mentre firma il decreto delle sue dimissioni somma delle due Camere sceglierà l'uomo migliore». Co­ stema costituzionale. cosa di Cossiga, a dominare il munque - continua - «non sta a me scegliere. Poi, quan­ «Tenga, questi sono i docu­ zione elettorale? MARCO SAPPINO palco illuminato dagli antichi do i giornalisti, a margine del convegno «L'auto e l'am­ menti che deve prendere il candelabri di cristallo. Alle diciotto e ventitré si ca­ biente del 2000» gli chiedono quale governo auspichi, ri- " presidente del Consiglio An­ pisce che l'ora decisiva è venu­ •*•• ROMA. «E cosi se ne sono nel biennio d'assalto del presi­ Spunta il direttore del gabi­ t la ordini secchi via radio, incu­ balaustra in legno con la mac­ sponde: «Non auspico alcun governo, lo aspetto. Però ci [• dente, e li distribuisce con un dreotti». Sergio Berlinguer, il netto Salvatore" Sechi. «Dun­ ta. Dall'anticamera dello stu­ rante delle piccole emozioni china fotografico a tracolla. andati sette anni della nostra governatore del Quirinale nel­ dio alla Vetrata, sortisce un co­ vuole un governo torte e capace di fare una politica di ri- ; vita. Ora ci accorgiamo come sorriso ammiccante, appena que, siamo all'epilogo», escla­ della sala, il professionista del­ Serafico, un po' da lontano, ' gore». ,.• , , •• ., . . , ,v. -;,., .„'.--»„*; . ' sono volati via. A ritmo serrato. appena nervoso: «Ecco, pren­ l'era Cossiga, consegna alle li- ma. E alcronistadcH'C/m'tóche dazzo di abiti gessati e neri, la sicurezza e del cerimoniale. sbircia il pubblico Francesco • dete, qui c'è tutto per seguire il date mani del consigliere Ses­ uniformi, vesti talari. Sono gli Il Quirinale saluta il suo sco­ Anzi, bruciante»: il lamento sa un plico dall'aspetto impor­ ha sfacchinato viaggio dopo eletti, i favoriti, gli amici, i po­ D'Onofrio. • il sottosegretario ', Si apre «Il partito transanazionale: ; rassegnato del medico perso­ passo d'addio. O l'amvcder- viaggio, esternazione su ester­ modo inquilino. Nel cortile ta­ de, un anello del «partito del quali iniziative, quale orca- ci...». • ' ... tante. Forse racchiude il regalo tenti e i gregari dei potenti, am­ gliato dal sole, hanno atteso a , iovedì prossimo nale di Cossiga è quasi una a scoppio ritardato, l'ennesi­ nazione, appresso al suo prin­ messi alla visione diretta della presidente». Rimbecca le do­ nizzazione». Questo il filo ( confessione con se stesso, nel­ Eccitazione e mestizia. Co­ cipale, rivolge «i complimenti • lungo i reparti in uniforme sto- - mande maliziose: «Non so do­ mo messaggio al Parlamento Grande Firma. Passano tratte- ' rica di granatieri, lanceri di S congresso conduttore che unificherà '• l'abbandono dei ricordi, mor­ me per ogni uscita di scena, i reso noto quando già è in volo per Occhetto, segretano di un ' nendo il respiro e lasciano un ve andrà a riposarsiCossiga . E le tre commissioni («Euro- ' morata sotto l'elmo di un co­ sapori si mescolano e si con­ partito che ha ribaditofin o alla Montebello, bersaglieri e fi­ non lo voglio sapere, giuro». -,, radicale verso l'amatissima Irlanda, che profumo di poteri, sacri e pro­ nanzieri, i plotoni della Marina pa, federalismo e lingua fe- razziere più immobile d'una fondono nel tepore primaveri­ il presidente dimissionario la­ fine il suo dissenso ma s'è fani. Francesco Cossiga com- . Ma tutti gli attori, quassù, ^_ ^__^_ derale», «Droga, antiproibi- '• statua e tra il Iruscio di una to­ le dì una serata al Quirinale. comportato in modo molto e dell'Aeronautica, la banda svolgono una parte. La com­ mmm Un tratto di stilografica Mont scia cadere sui suoi passi. pie il fatidico gesto con alla de­ dell'Esercito. Il cavallo del co­ zionismo e aids», «Abolì- • naca - cardinalizia sgusciata ' Mancano ormai pochi minuti corretto». stra Giulio Andreotti e alla sini­ media finisce. Finisce con la zione della pena di morte nel mondo entri il 2000») del ; dalla porta vicina. Dieci metri •' Blanc pone il sigillo all'ultimo razziere che ha la sciabola mano che Cossiga s'appoggia atto, lo stendardo può calare alla scena madre, di una so­ Sembra perfino allegro il stra Nino Cristofori. Gli altri sguainata recalcitra, rompe il trentaseiesimo congresso radicale che si apriri a Roma |; in là, il funzionario dell'ufficio brietà pressocchè perfetta, del­ prefetto Enzo Mosino. Si stac­ fanno ala e lanciano un batti­ sul cuore quando sfila davanti giovedì prossimo e che proporrà di istituire una «Amnesty '• davvero dal pennone del Toni­ passo, scavalca e riscavalca la alle due bandiere di guerra. • stampa stremato dai miliardi no, i plotoni d'onore adesso la rappresentazione. Nella sala ca il distintivo che gli hanno mani liberatorio. Da fuori rim-. guida rossa. Fa un po' le bizze. International» dei diritti civili di tutti i cittadini. Al congres- di parole profuse dal Grande ,. rompono le righe, soltanto un del Bronzino, l'aria sarebbe un appena regalato durante la vi­ balzano le note della marcia Elmi tirati a lucido e piume Con l'inno nazionale sardo: so, introdotto dalle relazioni di Pannella, Stanzani, Boni- '• Estematore, sbobinate con applauso riecheggia dall'obe­ po' elettrica se non (osse tenu­ sita al Sovrano militare ordine solenne dei corazzieri, rintoc­ scosse dal vento. L'atmosfera «Conservet deu su re, salvet su > no e Vigevano, parteciparenno circa trecento iscritti non - somma diligenza per la gioia lisco dei Dioscun oltre il gran­ ta sotto controllo dalle occhia­ di Malta e si riappunta sulla cano le campane dell'edificio vuole esser solenne, ma è so­ regnu sardu e gloria a s'istcn- • italiani: un numero ridotto, per via delle difficoltà econo- r dei cronisti e per gli esami del­ de portone. Nei giardini e sotto te fredde degli stallieri, dei giacca l'emblema di grande uf­ che fu per tre secoli dimora. prattutto pacata, quasi serena, dardu...». Con la commozione ' miche in cui versa il partito radicale. • >• •• »--•• - • • la storia, finalmente cstrae in­ le volte del Colle, per qualche commessi, degli inservienU di ficiale al merito della Repub­ esitiva del Papa-Re e per set-. dopo tante bufere istituzionali. del protagonista quando un gi­ nocui e innocenti comunicati ' attimo, si fa un silenzio privo di palazzo. Gli uomini della squa­ blica. Il consigliere per gli affari tant'anni residenza dei Savoia, Dagli uffici escono le impiega­ gante, con mosse imbarazza­ protocollari da una borsa nera tensione. Un'Alfa Romeo 164, dra presidenziale devono ave­ interni si diverte a giocare a «Tenetevi pronti per la prossi­ te in tailleur multicolori, qual­ te, gli porge in dono il suo sten­ GREGORIO PANE che ne ha viste di tutti i colori, targata Roma 4A2262, ha ac­ re il fiato grosso. Per le emozio­ moscacieca con i giornalisti di ma operazione. Cambio»: sibi- che soldatino s'affaccia alla ' dardo presidenziale. , , .-.'

ma, mentre si accomiatava da le condizioni che Moro gli im­ Tre uscite diverse dal Palazzo. Pertini anticipò per insediare subito Cossiga Saragat e Moro dopo un collo­ poneva. Segni sapeva, si disse quio. Una visita dei suoi medi­ allora. Segni chiese a De Lo­ ci, un incontro con il segretario renzo di preparare il piano, si è generale del Quirinale, il pre- . detto in questi ultimi anni. Co- . (etto Strano e l'atto formale fu munque, resta quest'ombra sul Una paralisi fermò Antonio Segni redatto e poi consegnato al ; presidente sassarese. :?,••., „-^ presidente del Consiglio Aldo • Come traslocare cinquecen- * Moro, al presidente della Ca­ " to pipe e qualche regalo perso- - mera Bucciarelli Ducei, al pre­ naie tra piazza del Quirinale e Leone lasciò inseguito dai sospetti sidente supplente Merzagora - piazza di Fontana di Trevi? Fa­ subentrato a Segni ad agosto - cile, ovviamente. Pochi metri t verno del compromesso stori­ e al presidente anziano dei se­ separavano l'ufficio dall'abita- -' Sotto una pioggia torrenziale «fuggi» dal Quirinale bro "Giovanni Leone, la carrie­ ancora di poter contrastare le natori Zclioli Lanzini. Segni Giovanni Leone, costretto alle dimissioni per i so­ ra di un presidente", l'ex avvo­ accuse della stampa rispon­ co. Il presidente avrebbe potu­ non ricevettenessun o quel pò-. zione del presidente più ama­ spetti sullo scandalo Lockheed. Antonio Segni, ma­ cato cassazionista usci pulito dendo con un'intervista rila­ to infischiarsenc, ma decise re­ meriggio, per non subire altri • to dagli italiani. Sandro Pertini, lato, firmò le lettere di commiato dopo un consulto dalla vicenda giudiziaria, ma sciata all'Ansa e non pubblica­ sponsabilmente che,venendo traumi. Era circondato solo dai un modo nuovo di fare il presi­ in quel caldo giugno del 78 la ta (se non tempo dopo). Ma meno il rapporto di fiducia con suoi collaboratori e dalla fami­ dente della repubblica, chie­ con i medici. Sandro Pertini lasciò nove giorni prima situazione era diversa. Ad in­ «alle 9,15 di quel 15 giugno te­ i partiti - anche il Fri era favo­ glia (la moglie Laura, i figli Ce­ dendo di svuotare gli arsenali e ; per consentire al suo successore, Francesco Cossi­ dagare sui suoi affari aveva ini­ lefonò al Quirinale Bufalini: revole alle dimissioni -, era il lestino, Giuseppe, Mariotto), riempire i granai, rivolgendosi ziato T'Espresso» nell'autunno chiedeva un incontro per an­ caso di farsi da pane. Era mol­ alla gente semplice e accusan- ' ga, di entrare al più presto nelle sue funzioni. Tre : che nei mesi della malattia • precedente Aveva poi prose­ nunciarci che il Pei si accinge­ to emozionato, in quelle ore gli aveva quasi fatto da cordone do i politici corrotti. Pertini la­ presidenti della Repubblica, tre dimissioni, tre stili. guito la Cedema, mentre il cli­ va a chiedere le dimissioni - fu vicina la famiglia che non sanitario intomo all'infermo. - sciò il suo incarico nove giorni ' ma intorno a Leone diventava racconta il professor Nino Va­ influenzò però la sua decisio­ Giovanni Leone Antonio Segni ' Quando lo colpi l'ictus, ad prima della scadenza del man­ sempre più irrespirabile. Erano lentino, consigliere personale ne. Avrebbe voluto andarsene ' agosto, Segni era appena usci- • dato, per consentire al nuovo ' • ROSANNA LAMPUGNANI lontani i giorni in cui il «Tem­ dell'ex presidente -, lo e il con­ in circostanze diverse: già a to da una difficile trattativa per presidente Francesco Cossiga • po» poteva scrivere di lui in un sigliere Bezzi ci consultammo marzo per evitare il semestre la formazione del secondo go­ di entrare «al più presto nella •i ROMA. Pioveva a dirotto vanni Leone, settimo presiden­ titolo: «loquace ma non retore, su quell'avvenimento imprevi­ bianco. Ma il rapimento di Mo­ le sue decisioni, salutò solo i la deposizione di Romolo Au- verno di centro sinistra, una pienezza dei suoi poteri». A quella sera del 15 giugno 78. te della Repubblica, in realtà fu è intervenuto più volte sui sto. Ci rendemmo conto che ro glielo impedì. Il suo addio fu collaboratori più stretti. Attese gustolo. Una fine ingloriosa. - formula che il presidente, ami­ dargli il saluto a nome del go- ' Con la moglie Vittoria si infilò ' quasi una fuga. Costretto a ras­ maggiori ' problemi italiani, non c'erano margini per tratta­ amaro. Alle 15 incontrò An­ il telegiornale delle 20 che «La mia decisione è dettata co stretto del generale dei ca- ' verno al Quirinale si recò sol­ in fretta nell'auto presidenzia­ segnare le dimissioni, per il so­ non rinunciando alle sue pre­ re. Cosi informammo Leone dreotti e Zaccagnini. poi si riti­ mandò il suo messaggio e poi dal senso del dovere verso lo rabinicri De Lorenzo, non tanto Oscar Mamml, ministro le, per l'ultima volta e abban­ spetto di essere coinvolto, lui rogative, ma senza interferire che prese contatti con Zacca- rò per scrivere da itolo il mes­ alle 20,30 usci dal Quirinale, Stato, verso la patria tanto amava. In questi anni con la vi­ per i rapporti con il Parlamen- • donò il Quirinale, diretto alle personalmente e la sua fami­ nelle responsabilità degli altri gnini, segretario della De e con saggio che avrebbe registrato senza essere salutato da nes- • amata». Cosi scriveva nel suo cenda Gladio è riemersa la sua to. Quando Pertini usci dal Rughe, la villa sulla Cassia do­ glia, in alcuni scandali, a parti­ poteri. Una popolantà da con­ Andreotti, presidente del Con­ per la Tv. Al prirro tentativo • suno». Qui finisce il racconto di messaggio di addio, nella fred­ responsabilità nella vicenda Quirinale, alle 17,4 5 del 29 giù- ' ve lo aspettavano i figli Mauro, re dalla vicenda Lockheed, per siderare in crescendo, frutto di siglio. La De si riunì e decise di falli per la commozione. Poi ci Valentino. Le cronache ci ri­ da domenica del 6 dicembre del piano Solo, pronto a scat­ gno 85, c'era tanta gente a sa­ "u' principino", dal brillante ' finire alla villa sulla Cassia, doti profondamente umane». chiedere al presidente di la­ riuscì. "Avete avuto per presi- ' cordano che tre giorni dopo , 64, Antonio Segni, Presidente tare nel caso in cui il governo si lutarlo e a battergli le mani. E avvenire (ora è vice presidente aveva dovuto lasciare la carica Parole scntte nel 1973, quando sciare la sua carica per sbloc­ dente un uomo onesto", dirà nella sua villa trascorse un . per due anni e mezzo, presi­ fosse spostato troppo a sini­ tanta gente ad accoglierlo a dell'Efim), Paolo e Giancarlo, i sei mesi prima della scadenza la tempesta non era ancora al­ care la situazione politica mol­ agli italiani. Preparò tutte le tranquillo weekend con la mo- , dente ossessionalo di «salvare stra. Un «avvertimento» a Nen- Fontana di Trevi. Dirà del suo "monelli" come vennero defi­ naturale. Dopo molti anni, a fi­ l'orizzonte. La situazione per to tesa. Leone di fatto pagava a sue cose, comunicò ai presi­ glie, giocando a briscola. Nello la patria» e costretto alle dimis­ ni, che in quelle settimane trat­ settenato il segretario genera- • niti ironicamente da Camilla ' ne processo intentato contro la Leone precipitò all'improvvi­ causa di una grossa montatura denti del Senato, Fcinfani, della , Avello aveva scritto di lui qual­ sioni dall'ictus cerebrale che lo tava con Moro, spinse l'allora le, : «È stata ' Cedema. Quell'addio di Gio­ Cedema che aveva scritto il li­ so. In quel 15 giugno pensava giornalistica un prezzo al go­ Camera, Ingrao, ad Andreotti che mese prima: la sua sembra aveva colpito quattro mesi pri- leader socialista ad accettare un'avventura indimenticabile».