Redazione via Spagna 8 - 37123 Verona - € 3,00 Numero 8/9 - Agosto / Settembre 2009

Rivista mensile fondata da Aldo Capitini nel 1964 8-9 09

Gandhi, la novità

Numero40 speciale pagine Direzione, Redazione, Amministrazione Via Spagna, 8 - 37123 Verona (Italy) Tel. (++39) 045 8009803 Fax (++39) 045 8009212 E-mail: [email protected] www.nonviolenti.org

Editore Movimento Nonviolento (Associazione di Promozione Sociale) Rivista mensile del Movimento Nonviolento Codice fiscale 93100500235 di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche Partita Iva 02878130232 della nonviolenza in Italia e nel mondo. Direttore Mao Valpiana Numero 8/9 - Agosto / Settembre 2009 • Sommario Amministrazione Piercarlo Racca 3 2 ottobre Giornata mondiale della nonviolenza. Hanno collaborato Iniziativa comune del Movimento Nonviolento alla redazione di questo numero: Mao Valpiana Elena Buccoliero, Luca Giusti, Pasquale Pugliese, Enrico Pompeo, Paolo Macina, Sergio Albesano, Paolo Predieri, 4 1909-2009: compie cent’anni Hind Maria G. Di Rienzo, Claudia Pallottino, Elisabetta Albesano, il manifesto ideologico del Mahatma Christoph Baker, Mauro Biani (disegni), Rocco Altieri, Rocco Altieri Fulvio Cesare Manara, Elisa Chiodarelli, Itala Ricaldone, Luca Giusti, Nanni Salio, Luisella Battaglia, Lorenzo 9 Attualità e inattualità di Gandhi Buccella, Enrico Peyretti. in politica, religione ed economia Fulvio Cesare Manara Impaginazione e stampa (su carta riciclata) 12 Viaggio in India, sulle orme di Gandhi a cura di Scripta s.c. via Albere 19 - 37138 Verona Elisa Chiodarelli tel. 045 8102065 - fax 045 8102064 18 Gandhi e Baden-Powell, progetti educativi a confronto [email protected] Itala Ricaldone Direttore responsabile 19 Metodi educativi gandhiani Pietro Pinna Esperienze nell’India di oggi Abbonamento annuo B. Ananthavalli € 29,00 da versare sul conto corrente postale 10250363 20 B. P. & due maestri intestato ad Azione Nonviolenta, oppure per bonifico bancario utilizzare il Codice IBAN: IT 34 O 07601 11700 000010250363. Mao Valpiana Nella causale specificare “Abbonamento ad AN”. 21 Un potere del tutto nuovo la forza della persistenza nella verità Iscrizioni al Movimento Nonviolento Per iscriversi o versare contributi al Movimento Luca Giusti Nonviolento utilizzare il conto corrente postale 18745455 intestato a Movimento Nonviolento – oppure per bonifico 23 Gandhi e il Satyāgraha in Sud Africa bancario utilizzare il Codice IBAN: IT 35 U 07601 11700 Rocco Altieri 000018745455. Nella causale specificare “Contributo di adesione al MN” 26 Gandhi, Baden Powell e la maleducazione Nanni Salio ISSN: 1125-7229 28 Il rispetto del mondo vivente nel pensiero di Gandhi Associato all’USPI, Unione Stampa Periodica Italiana Luisella Battaglia Iscrizione Registro Nazionale della Stampa n. 3091 vol. 31 32 Educazione - Mani, cuori e teste nelle scuole gandhiane foglio 721 del 4/4/1991 Registrazione del Tribunale di Verona n. 818 del 7/71988 33 Musica - Cantare il Mahatma con il rock, il folk, l’opera Spedizione in abbonamento postale. Poste Italiane s.p.a. – DL 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, 34 Per esempio - Gli uomini più influenti del mondo ci comma 2, DCB VERONA. Tassa pagata/Taxe perçue. mostrano che cambiare si può Pubblicazione mensile, anno XLVI, agosto/settembre 2009.

35 Economia - La politica creativa Un numero arretrato € 4,00 muove cultura e ristrutturazioni comprese le spese di spedizione.

36 Cinema - Dal Perù con dolore la guerra e i suoi fantasmi Chiuso in tipografia il 31 agosto 2009 37 Libri - Un ponte filosofico tra Oriente ed Occidente Tiratura in 2000 copie. 38 Lettere - Quanto fa paura un premio Nobel per la pace? L’impero cinese se la prende con il Decennio In copertina: Gandhi. 38 Il calice - I borghi medievali Tutte le foto di questo numero sono di Elisa Chiodarelli Editoriale 2 ottobre 2009 Giornata mondiale della nonviolenza. Iniziativa comune del Movimento Nonviolento

rato in Sudafrica perché rifiuta i documenti di Mao Valpiana* di identificazione; poi in Inghilterra dove si scontra con i terroristi indù; è anche l’anno nel quale traduce “Lettera a un indù” di Tol- Venerdì 2 ottobre (anniversario della na- stoj e mantiene il carteggio con lui; è l’anno in scita di Gandhi e giornata mondiale della cui, in India, lancia il boicottaggio delle merci nonviolenza proclamata dall’Assemblea Ge- inglesi. nerale della Nazioni Unite), si svolgerà una iniziativa comune promossa dal Movimento Già molti lettori hanno prenotato copie di Nonviolento. Proponiamo a tutti gli iscritti, questo numero speciale, come strumento uti- ai simpatizzanti, ai singoli amici della non- le da diffondere nelle varie realtà il 2 otto- violenza, ai gruppi e ai centri del Movimen- bre. Chi ancora non l’avesse fatto è invitato to, di organizzare quel giorno nella propria a contattarci per farsi inviare copie promo- città o nel proprio paese, un’iniziativa pub- zionali da diffondere. Chiediamo a tutti gli blica, comunicandola alla stampa locale. In amici uno sforzo straordinario: il 2 ottobre questo modo, ovunque sia possibile, ci sarà può essere utilizzato anche per far conoscere una manifestazione nonviolenta: una pre- la nostra rivista, raccogliere abbonamenti ed senza in piazza, un banchetto, l’esposizione adesioni al Movimento. della nostra bandiera, una conferenza, una fiaccolata, la distribuzione di un volantino... Sollecitiamo, quindi, a prendere contatto, da insomma, un’azione, anche modesta ma visi- subito, con la sede nazionale del Movimento bile, che in quel giorno colleghi idealmen- Nonviolento per comunicare le iniziative che te tutte le realtà degli amici della non- si svolgeranno in ogni località il 2 ottobre. violenza a livello nazionale. È anche Nei giorni precedenti diffonderemo agli possibile, ed è importante farlo, coin- organi di informazione un comunicato volgere le pubbliche amministra- stampa sul 2 ottobre, con l’elenco di zioni (chiedendo, anche tramite tutte le iniziative di cui sare- qualche consigliere comunale, mo a conoscenza. che la Giornata venga celebra- Abbiamo già notizia di even- ta ufficialmente) e soprattutto ti organizzati a Torino (una le scuole (dalle elementari ai mostra per le scuole), Brescia licei) affinchè presidi ed in- (un incontro pubblico), Clu- segnanti sensibili, insieme sone (BG), Verona (un concer- agli studenti, ricordino quel to), Vicenza (inaugurazione di giorno la figura di Gandhi e un busto di Gandhi), Padova, affrontino il tema della non- Mestre, Ferrara, Reggio Emilia, violenza e dell’educazione al- Livorno, Genova, Firenze, Tem- la pace. pio Pausania, Cagliari, ecc.

Questo numero di Azione La riuscita di questo evento, nonviolenta (speciale a 40 molto significativo per la non- pagine) è interamente dedica- violenza e per il Movimento to all’attualità dell’azione e del Nonviolento (è un impegno che * Segretario pensiero gandhiano. Quest’anno ci siamo assunti nel nostro nazionale del ricorre il 140° anniversario della Congresso) dipende esclusiva- Movimento nascita di Gandhi, ed è il centenario mente da quello che ciascuno Nonviolento del 1909 che è un anno fondamentale di noi saprà mettere in campo. nell’esperienza gandhiana: incarce- Ad ognuno di fare qualcosa. 3 1909-2009: compie cent’anni Hind Swaraj il manifesto ideologico del

evangelico per essere compreso dai semplici di Rocco Altieri* e dagli illetterati, ma per provocare scandalo tra i sapienti e gli uomini di scienza4. Yasnaya Polyana, 8 maggio 1910 Con giusta enfasi Mahadevan ne sollecita la lettura all’uomo contemporaneo: “Leg- Caro amico, gi Hind Swaraj se ami la famiglia umana e ho ricevuto la tua lettera e il tuo libro. questa terra che è la nostra casa. Leggilo se Ho letto il libro con grande interesse, poi- desideri fare qualcosa per fermare la follia ché penso che la questione che vi viene af- della specie umana avviata verso la sua auto- frontata, la resistenza passiva, sia della mas- distruzione”5. sima importanza non solo per l’India, ma per Ma, per trarne profitto, il metodo della let- l’intera umanità. [...] tura è essenziale. La forma del dialogo so- Ora non sto molto bene in salute e devo cratico non tragga in inganno. La lettura, astenermi dallo scrivere tutto ciò avrei da di- come per gli scritti di Platone, non può esse- re sul tuo libro e su tutto il tuo lavoro, che re superficiale o banale. Si richiede, infatti, apprezzo moltissimo, ma lo farò al più presto di concentrasi intensamente su ogni parola, appena mi sentirò meglio. su ogni riga, accogliendo nello stesso tem- Il tuo amico e fratello, po l’invito di Gandhi “a leggere Hind Swa- Lev Tolstoj1 raj con i miei occhi”6, immedesimandosi cioè con l’autore. Il libretto fu concepito durante il periodo su- Hind Swaraj, a detta di tutti gli studiosi, è dafricano, quando Gandhi aveva 40 anni, tre il testo fondamentale per conoscere davve- anni dopo la sua prima campagna di disob- ro il pensiero di Gandhi. Si tratta di un li- bedienza civile lanciata l’11 settembre 19067. bro piccolo, ma denso, aspro e chiaro come Ma, al programma, indicato in questo testo, nessun altro nella sua critica radicale alla Gandhi restò fedele per il resto della vita, an- civiltà moderna. Un “manifesto piuttosto in- che nel prosieguo della sua attività politica cendiario per un uomo di pace”, lo apostrofò in India8. Così, infatti, scrisse a Nerhu il 5 ot- il grande psicanalista Erik Erickson2, mentre tobre 1945: “Tutta la mia esperienza ha con- Middleton Murry, scrittore pacifista inglese, fermato la verità di ciò che scrissi nel 1909”9. lo definì: “il più grande libro che sia stato L’occasione della scrittura di Hind Swaraj scritto nei tempi moderni”3. fu il viaggio in Inghilterra, dove si era reca- Il lettore comune, spaventato dai cento vo- to nell’estate del 1909 per perorare la causa lumi della opera omnia del Mahatma, trova degli immigrati indiani in Sud Africa e sen- in questo opuscolo di 30.000 parole, con un impegno di lettura non superiore alle tre ore, 4 In italiano il testo è stato tradotto ed edito dal Mo- un compendio efficace e potente del pensiero vimento Nonviolento nel 1984 con il titolo "Civiltà della nonviolenza. Hind Swaraj ha, infatti, occidentale e rinascita dell'India", ora in via di es- aurimento. Prossimamente in ristampa con Gandhi il dono della semplicità, scritto con intento Edizioni. 5 T. K. Ma h a d e v a n , Dvija. A Prophete unheard, New Delhi, 1977, EWP, pp. 7-8 1 M.K. Ga n d h i , Collected Works (da ora in poi: CW), 6 CW, Vol. 70 , p. 296. Vol. 10 , , , 1969, p. 505. 7 L’11 settembre 1906 si tenne un’assemblea all’Em- 2 E. Er i c k s o n , La verità di Gandhi, p. 177. pire Theatre di Johannesburg che, nel promuovere 3 J. M. Murry, Hind Swaraj, in “Aryan Path”, Vol. IX, una campagna di disobbedienza civile contro le leg- *Direttore September 1938, cit. in R. S. Mi s r a , Rediscovering gi discriminatorie nei confronti degli immigrati in- della rivista Gandhi, Vol. I: Hind Swaraj, New Delhi, Concept diani, segnò la nascita della nonviolenza moderna. , Pisa Publishing Company, 2007, p. 239. John Middleton Cfr. M. K. Ga n d h i , Una guerra senza violenza, Pisa, Murry (1889 –1957), socialista e pacifista cristiano, Centro Gandhi Edizioni, 2009. fu autore di The Necessity of (1937) e The 8 Cfr. M. Ga n d h i , A Message to the Aryan Path (1938), 4 Pledge of Peace (1938); fu anche direttore di Peace in CW, Vol. 67, pp. 169-170. News. 9 CW, Vol. 81, p. 319. Hind Swaraj

sibilizzare sull’argomento l’opinione pub- realmente a condizione che l’Occidente blica britannica. Sbarcato il 10 luglio 1909 butti a mare la civiltà moderna, quasi nel- a Southampton, trovò la nazione in stato di la sua interezza. Essi possono ugualmen- assedio a causa dell’assassinio, avvenuto te incontrarsi, allorché l’Oriente adotti la nove giorni prima, di Sir Cutzon Wyllie, alto civiltà moderna. Ma questo incontro sa- ufficiale dell’Esercito britannico e aiutante rebbe una tregua armata, simile a quella in capo del Segretario di Stato per l’India. che c’è, per esempio, tra Germania e In- Si trattò di un delitto politico, opera di un ghilterra, nazioni che vivono entrambe giovane studente indiano Madanlal Dhingra. in una anticamera della morte pronte a Gandhi biasimò totalmente l’accaduto, sia divorarsi l’una con l’altra. in incontri pubblici, che in diversi colloqui 8. È semplice impudenza per qualsiasi uo- avuti con gli indiani residenti in Inghilter- mo o per qualsiasi organismo di uomini ra, alcuni dei quali erano invece fautori del iniziare o contemplare riforme del mon- terrorismo e della lotta violenta all’impero do intero. Tentare di fare ciò con gli stru- britannico. menti della locomozione altamente velo- Nel clima di quel soggiorno londinese prese- ce e artificiale è tentare l’impossibile. ro, quindi, forma le idee che costituirono il 9. In generale progettare di accrescere i canovaccio di Hind Swaraj. Le troviamo enu- confort materiali non porta in alcun mo- merate in 16 punti nella lettera10 che Gan- do alla crescita morale. dhi il 14 ottobre 1909, cioè un mese prima di 10. La scienza medica è l’essenza concentra- scrivere Hind Swaraj, inviò all’amico Henry ta della magia nera. L’empirismo è infini- Polak, che allora si trovava in India. Vi tro- tamente preferibile a ciò che viene spac- viamo esposti in modo sintetico e puntuale ciato per alta abilità medica. tutti i temi che affollavano la testa di Gandhi 11. Gli ospedali sono strumenti di cui il dia- riguardo alla crisi della civiltà moderna: volo si è servito per i suoi fini, allo scopo di mantenere la presa sul suo regno. Essi 1. Non esiste una barriera invalicabile tra perpetuano il vizio, la miseria, il degrado, Oriente e Occidente. e la vera schiavitù. 2. Non c’è un qualcosa definibile come ci- 12. Ero completamente fuori strada quando viltà occidentale o europea, piuttosto c’è pensavo di avviarmi allo studio della me- una civiltà moderna che è completamente dicina . Sarebbe stato peccaminoso per materialistica. me prendere parte in qualsiasi modo agli 3. I popoli d’Europa, prima di essere tocca- abomini che avvengono negli ospedali. ti dalla civiltà moderna, avevano molto Se non ci fossero ospedali per le malat- in comune con i popoli orientali; a ogni tie veneree, o anche per i tubercolotici, modo, la gente dell’India, e anche oggi gli avremmo meno tubercolosi e minori vizi europei non ancora toccati dalla civiltà sessuali. moderna hanno migliori capacità di me- 13. La salvezza dell’India consiste nel disim- scolarsi con gli indiani, piuttosto che con parare ciò che ha appreso negli ultimi i discendenti di questa civiltà. cinquanta anni. Ferrovie, telegrafi, ospe- 4. Non è il popolo britannico che sta soggio- dali, avvocati, dottori, e cose simili de- gando l’India, ma la civiltà moderna per vono cessare, e le cosiddette classi supe- mezzo delle sue ferrovie, telegrafi, telefo- riori devono imparare a vivere cosciente- ni, e ogni altra invenzione che viene esal- mente, religiosamente e volontariamente tata come conquista del progresso. la semplice vita contadina, riconoscendo 5. Bombay, Calcutta, e altre grandi città so- come essa dia la vera felicità. no autentici bubboni. 14. Gli indiani non dovrebbero indossare abi- 6. Se il governo britannico fosse sostituito ti prodotti con le macchine, sia che siano domani da un governo indiano basato prodotti nelle fabbriche europee, sia che sui metodi moderni, l’India non starebbe escano dagli opifici dell’India. meglio, ad eccezione del fatto di poter te- 15. L’Inghilterra può aiutare l’India a fare nere per sé una parte del danaro che ora ciò, e così si farebbe perdonare per la viene drenato in Inghilterra; insomma sua conquista dell’India. Sembra ci siano gli indiani diventerebbero una seconda o molti oggi in Inghilterra che pensano in quinta edizione di Europa o America. questa stessa maniera. 7. Oriente e Occidente possono incontrarsi 16. C’era autentica sapienza negli antichi saggi che avevano regolato la società, li- mitando le condizioni materiali del po- ››› 5 10 CW, Vol. 9, pp. 478-81. polo: il rude aratro di quasi cinquemila ››› anni fa è ancor oggi l’aratro del conta- la tipografia di Phoenix (Sud Africa). Il 24 dino. In ciò risiede la salvezza. La gente marzo, però, arrivò la comunicazione che il vive a lungo, sotto simili condizioni, in Governo britannico dell’India ne vietava la una pace comparativamente molto più diffusione. grande di quella che l’Europa ha goduto La notizia della censura diede un rinnovato dopo aver intrapreso le attività moderne, impulso al proposito di divulgare la tradu- e io sento che ogni uomo illuminato, cer- zione inglese, approntata dallo stesso Gan- tamente ogni inglese, possa, se lo decide, dhi con una nuova prefazione, e stampata il imparare questa verità e agire in accordo 20 marzo 1910 con il titolo Indian Home Ru- con essa. le. Ricorda A. Parel, curatore della più recente e accurata edizione critica del testo inglese15, Durante il viaggio di ritorno in Sud Africa a che per nessun altro scritto, neppure per la bordo della nave Kildonan Castle, tra il 13 e sua autobiografia tradotta in realtà dal suo il 22 novembre 1909, Gandhi mise per iscrit- segretario, Gandhi volle impegnarsi diretta- to11 le ragioni della sua opposizione alla mente in questo compito, segno evidente del modernità, sviluppando le idee già esposte valore che attribuiva alla diffusione mondia- nella lettera a Polak e dando loro la forma le del suo programma politico. di un dialogo capace di essere intelligibile Tolstoj fu tra le prime personalità mondiale per tutti. cui il 4 aprile 1910 venne spedita la copia in- Murry12 ha paragonato l’esperienza profon- glese, accompagnata da una deferente lettera da di illuminazione che Gandhi sperimentò personale16 in cui si riconosceva gratitudine sulla nave a quella vissuta da Rousseau sul- verso il maestro russo e si chiedeva l’auto- la strada per Vincennes13. E, infatti, il ricordo rizzazione alla pubblicazione in gujarati del- che ci ha trasmesso Gandhi: “ Proprio come la Lettera a un Indù, scritta da Tolstoj, e di uno non riesce a evitare di parlare quando cui Gandhi aveva curato la presentazione e la il cuore è pieno, nello stesso modo io ero in- traduzione durante gli stesi giorni della tra- capace di sottrarmi dallo scrivere il libro, versata in nave in cui scrisse Hind Swaraj. poiché il mio cuore era colmo”14, riecheggia Come Ruskin era stato il principale mento- il tono delle Confessioni, ove si racconta la re della critica di Gandhi alla moderna eco- forza impellente della verità che vuole ma- nomia politica, scritta nel 1908 col titolo di nifestarsi. Sarvodaya17, un anno dopo in Hind Swaraj Hind Swaraj, scritto in gujarati, venne ini- appare prevalente l’influenza del Tolstoj, cri- zialmente pubblicato in due puntate (l’11 e tico della civiltà moderna e teorico della non- il 19 dicembre 1909) sul periodico “Indian resistenza al male. Opinion”. Successivamente, nel gennaio Ardita e suggestiva appare la similitudine 1910, fu stampato anche come opuscolo nel- che ci offre Capitini18, in cui Lenin sta a Marx, come Gandhi sta a Tolstoj. Capitini individua 11 Gandhi fu preda di un raptus creativo di rapida e nel pensiero politico moderno due correnti intensa scrittura, che gli procurò forti crampi alla rivoluzionarie parallele: una che da Lenin ri- mano destra, costringendolo a compilare le ultime sale a Marx e alla sinistra hegeliana, l’altra pagine con la mano sinistra, cioè 40 pagine sulle complessive 275 del manoscritto originario. Cfr. In- che da Gandhi attraverso Mazzini e Tolstoj si troduzione a M. Ga n d h i , (ed. A. J. Parel), Hind Swaraj ricollega alla filosofia morale di Kant. and Other Writings, New Delhi, Cambridge Univer- Il nesso di filiazione spirituale tra Gandhi e sity Press, 1997, p. XIV. Tolstoj è indubbio e più volte riconosciuto 12 J. M. Mu r r y , The challenge of Gandhi, in S. Ra d - dallo stesso Mahatma19. Come ricorda nella h a k r i s h n a n (ed.), Mahatma Gandhi, London, 1949, p. 427. sua autobiografia, Gandhi aveva letto per la 13 Si tratta di quel giorno d’estate dell’anno 1749, in prima volta nel 1894 Il Regno di Dio è dentro cui Rousseau lasciò Parigi per visitare l’amico Di- derot, rinchiuso per un arbitrario ordine d’arresto nella torre di Vincennes. All’ombra di un albero, du- 15 M. Ga n d h i , Hind Swaraj and Other Writings, (ed. A. rante una sosta per la fatica del camminare, come J. Parel), New Delhi, Cambridge University Press, un fiume incandescente di lava eruppe in lui la ri- 1997. L’edizione critica è preziosa, perché mette a bellione repressa contro tutto ciò che il suo tem- confronto il testo in gujarati con la successiva tra- po amava e venerava, contro gli ideali di vita e di duzione inglese. cultura del diciottesimo secolo (cfr. J-J Ro u s s e a u , 16 CW, Vol.10, p. 210. Confessioni, Torino, Einaudi, 1965, pp. 385 segg. ). 17 CW, Vol. 8, pp. 239 e segg., tr. it. in Ro c c o Al t i e r i ( Sull’impeto di quella illuminazione Rousseau scris- a cura di ), La gioia della povertà conviviale, Pisa, se Il Discorso sulle scienze e sulle arti, veemente at- Centro Gandhi, 2004, pp.17-37. tacco alla civiltà occidentale (tr. it. in J-J Ro u s s e a u , 18 a. Ca p i t i n i , Aggiunta religiosa all’opposizione, Fi- Scritti politici, Torino, UTET, 1970, pp. 209-263). renze, Parenti, 1958, p. 231. 6 14 M. Ga n d h i , Talks to ashram women, in CW, vol. 32, p. 19 Cfr. M.K. Ga n d h i , La forza della verità, Torino, Sonda, 489. 199, pp. 117 e segg. Hind Swaraj

di voi, ricavandone una impronta indelebile e A proposito di Hind Swaraj Gandhi ha scrit- facendo la scoperta di un cristianesimo etico to: “Non è un semplice libro politico. Ho usa- e non dogmatico. to il linguaggio della politica, ma in realtà Ora, nella bibliografia consigliata alla fine di ho cercato di offrire una visione del dhar- Hind Swaraj, Gandhi consiglia la lettura di ma. Quale è il vero significato di Hind Swa- ben sei libri di Tolstoj. Ma importante di tut- raj? Va inteso come governo del dharma o ti divenne la recente Lettera a un Indù. Per Ramarajya”24. comprendere l’ispirazione fondamentale di Dharma (dovere) viene tradotto da Gandhi Hind Swaraj è necessario leggerlo contempo- come religione. Il suo approccio religioso raneamente alla Lettera a un Indù, ove Tolstoj alla politica, cambia il paradigma fondante dà una spiegazione chiara e inequivocabile su della politica convenzionale. Viene superato come sia stato possibile che una compagnia il confine tra interno e esterno. commerciale, poche migliaia di uomini, nean- Nella dare la definizione di “vera civiltà” nel che tanto valorosi, abbia potuto asservire un capitolo 13 di Hind Swaraj, Gandhi ci offre popolo di duecento milioni di abitanti: la chiave di comprensione di tutto il saggio. A “Forse non è chiaro fin dalle cifre che non so- questo punto non appare inappropriato, an- no stati gli inglesi ad asservire gli indiani, che se sicuramente singolare per un testo a ma gli indiani ad asservirsi essi stessi agli sfondo politico, il paragone con il proposito inglesi?”20. insito negli esercizi spirituali di San Ignazio “Se gli inglesi hanno asservito gli indù, ciò di Loyola. Il Mahatma, infatti, connette in- è stato possibile unicamente perché gli indù sieme in una dimensione di teologia politica riconoscevano e riconoscono come principio le più elevate aspirazioni spirituali: la co- primo, come fondamento del loro sistema so- noscenza di sé, il dovere (farajj), la moralità ciale appunto la violenza”21. (niti), la padronanza della mente (man) e dei Ben intesa la non-resistenza al male predi- sensi (indriyo). cata da Tolstoj non è una rinuncia all’azione, “Civiltà – ha scritto– è quel modello di con- ma un sottrarsi attivamente e consapevol- dotta che indica all’uomo la strada stretta del mente al male. Ha scritto nella Lettera a un dovere. Adempimento del dovere e osservan- Indù: za della moralità sono termini intercambia- “Basterebbe quindi che egli non prendesse bili. Osservare la moralità significa ottenere più parte ad alcuna violenza , e diventerebbe il dominio della nostra mente e delle nostre impossibile non solo che qualche centinaia passioni. Così facendo, noi conosciamo noi di uomini asserviscano milioni e milioni di stessi. Nella lingua gujarati la parola equi- loro simili, ma persino che milioni di uomini valente di civiltà (sudharo) significa “un cor- ne asserviscano uno solo. Non opponetevi al retto stile di vita”25. male, ma non prendete parte voi stessi al ma- Il termine swaraj ha in gujarati un duplice le, alle violenze dell’amministrazione, dello significato: auto-controllo e auto-governo. Il stato, dei tribunali, all’esazione delle impo- primo, il dominio di sé, è la condizione fon- ste e, soprattutto, dell’esercito, e nessuno al dante del secondo, conseguire la libertà co- mondo vi asservirà mai”22. me auto-realizzazione di sé. Per Gandhi il raggiungimento della piena indipendenza Gli fa eco Gandhi, che così spiega la scelta politica (swadeshi) dal colonialismo inglese della non-collaborazione: non sarebbe stato possibile senza potenzia- “È un errore madornale paragonare gli ingle- re in via prioritaria i due elementi dell’auto- si ai predoni. I predoni vi saccheggiano con controllo e dell’auto-governo. la violenza, gli inglesi lo fanno con l’arte del- Gli argomenti che portano a respingere la la seduzione. C’è così una grande differenza modernità sono di tipo prettamente morale. di metodo. Anche un venditore di liquori mi Le comodità della vita rendono l’uomo fiacco, deruba della mia anima vendendomi liquori. mentre l’autentica civilizzazione è quella che Dovrei suggerire di ucciderlo o piuttosto di conduce l’uomo sul sentiero del dovere. Gan- non cooperare con lui?”23. dhi non voleva contrapporre l’India all’Occi-

20 l. To l s t o j , Lettera a un indù, in Perchè la gente si 24 Ramarajya è l’equivalente evangelico del Regno di droga? e altri saggi su società, politica, religione, Dio. Implica l’assoluto controllo sui sensi e della Milano, Mondadori, 1988, p. 738. mente, come condizione per la liberazione. Cfr. vol. 21 Ibid. 32, p. 489. 22 l. To l s t o j , Lettera a un indù, cit. p. 739. 25 M. K. Gandhi, Hind Swaraj, cit., p.67. Cfr. anche la 23 M. K. Ga n d h i , Lo swaraj democratico, “”, nota 124, ibid. Gandhi, in risposta a una richiesta 14 agosto 1924, in La forza della verità, Torino, Son- specifica, chiarisce ulteriormente il significato gu- ››› 7 da, 1991, p. 298. jarati del termine (CW vol.11, p. 153). Hind Swaraj

››› dente. Riteneva che migliaia di europei con- L’approccio critico di Hind Swaraj oggi non dividevano la critica alla modernità26. India- va inteso come rifiuto del contributo libe- ni e inglesi erano accomunati nella ricerca ratorio che la modernità ha portato nella di una via d’uscita di fronte alla crisi della sfera delle libertà civili, nel riconoscimento modernità. dell’eguaglianza, nella pratica della tolleran- za religiosa. “Piuttosto – scrive Rudolf Here- Così scrisse Gandhi nella prefazione alla tra- dia – lo sforzo di Gandhi può essere inter- duzione inglese di Hind Swaraj: pretato come un tentativo di integrare questi “Il Governo Inglese in India costituisce una elementi positivi con una reinterpretazione lotta tra la Civiltà Moderna, che è il Regno liberante della tradizione, benché alcuni la di Satana, e la Civiltà Antica, che è il Regno vedano come radicale e altri come reaziona- di Dio. L’uno è il Dio della guerra, l’altro è il ria. Con la sua critica dal didentro della tra- Dio dell’amore. I miei compatrioti imputano dizione, Gandhi diventa il grande sintetizza- i mali della civiltà moderna al popolo inglese tore dei contrari, se non delle contraddizioni e, quindi, credono che il popolo inglese sia dentro e attraverso le tradizioni”28. cattivo, e non la civiltà che essi rappresen- Ciò che Gandhi si proponeva nella sua critica tano. I miei compatrioti, quindi, credono che alla modernità era di spezzare il legame tra dovrebbero adottare la civiltà moderna e i “ragione” e “violenza”, esplorando, come ha moderni metodi della violenza per scacciare fatto in Sud Africa, un nuovo territorio che gli inglesi. Hind Swaraj è stata scritta allo consenta di “salvare la prima e tagliare le ba- scopo di mostrare che stanno seguendo una si morali alla seconda”29. politica suicida, e che, se essi riformassero la Spesso in nome del realismo vengono nasco- loro gloriosa civiltà, gli Inglesi o adottereb- sti dietro il paravento della ragione pregiu- bero la seconda, e diventerebbero ‘indianiz- dizi e interessi. La razionalità diventa allora zati’, o troverebbero giunta alla fine la loro razionalizzazione della realtà esistente, cioè occupazione in India”27. legittimazione e giustificazione degli interes- si prevalenti. Di fronte all’ingiustizia la razionalità può non vedere che due alternative: l’acquiescen- 26 Oltre a Tolstoj troviamo citati nella bibliografia fi- za o la guerra. Ma un’impostazione binaria nale: Robert Harborough Shepard (1861-1930), nato della razionalità può portare con sé al suo a Londra e amico di Oscar Wilde, autore di The contrario, a una forma di feticismo della vio- White Slaves of England; Edward Carpenter (1844- 1929), pacifista, influenzato dall’opera di John Ru- lenza profondamente irrazionale. Si pensi, skin, autore di Civilization, Its Cause and Cure; ad esempio, all’irrazionalità eclatante della Thomas F. Taylor, autore di un opuscolo di 63 pagi- deterrenza atomica. Il grande contributo da- ne, The Fallacy of Speed, pubblicato nel 19009 da A. to da Gandhi col metodo satyagraha è stato C. Fifield e di cui Gandhi chiese al nipote Maganlal di tradurre in gujarati per “”; God- quello di sperimentare un nuovo concetto di frey Blount, autore che riprende le tesi di Ruskin e razionalità che consente di riattivare la lotta Tolstoj sul ritorno alla vita rurale nel libro A New nelle dinamiche di trasformazione sociale. Crusade, pubblicato nel 1903 da A. C. Fifield; Henry “Il satyagraha – scrive Parekh – fu, dunque, David Thoreau (1817-1862) naturalista americano amico di Ralph Waldo Emerson e del movimento un’ingegnosa combinazione di ragione, mo- trascendentalista, oppositore alla guerra contro il ralità e politica; esso si appellava alla testa, Messico ( 1846-48), verso cui praticò l’obiezione fi- al cuore e agli interessi dell’avversario”30. scale, andando in carcere, autore di On the Duty of Ha scritto Prabhu, acuto studioso di Gandhi: e di Life without Principle; (1819-1900) critico d’arte inglese, ricordato “Vero swaraj non è l’acquisizione di autorità per la sua critica all’economia moderna sviluppata da parte di pochi, ma l’acquisizione della ca- nei saggi (sintetizzato da Gandhi nel pacità di tutti di resistere all’autorità, quan- saggio ) e A Joy for Ever; Giuseppe Maz- do questa viene abusata”31. zini (1805-1872), teologo politico laico autore dei Doveri dell’uomo; L’apologia di Socrate di Platone; Max Nordeau (1849-1923), ebreo ungherese, autore di Paradoxes of Civilization. Infine Gandhi menzio- na alcune opere che più direttamente coinvolgono 28 r. C. He r e d i a , Interpreting Gandhi’s Hind Swaraj, la realtà dell’India: Dadabhai Naoroji, autore di Po- in “Economic and Political Weekly”, Vol. 34, No. 24, verty and Un-British Rule in India (1901); Romesh June 12-18, 1999, p. 1501. C. Dutt, Economic History of India, pubblicato nel 29 B. Pa r ek h , Gandhi’s Political Philosophy, London, 1902 e nel 1904, l’autore vede nell’industrializzazio- Macmillan, 1989, p. 166. ne dell’India il rimedio alla sua condizione; Henry 30 B. Pa r ek h , Gandhi’s Political Philosophy, London, James Sumner Maine (1822-1888) studioso inglese Macmillan, 1989, p. 156. autore dello studio comparativo Village Communi- 31 r. K. Pr a b h u , Compiler. Democracy: Real and Decep- 8 ties in the East and West. tive, Ahmedabad, Navajivan Publication, 1961, pp. 27 Hind Swaraj, p. 7. 4-5. L'attualità di Gandhi Attualità e inattualità di Gandhi in politica, religione ed economia

ed attenzione da parte del più vasto pubbli- di Fulvio Cesare Manara* co. E ciò vale sicuramente per il nostro pae- se, perché quasi tutte sono scritte in lingue straniere, perlopiù in inglese, e restano lar- a oltre venticinque anni mi dedico, tra l’al- gamente inaccessibili al nostro pubblico più Dtro, ad una opera che Galtung definisce esteso… “un’attività intellettuale piuttosto seconda- Eppure ogni lettura non approfondita (ossia ria”, ossia quella dell’interpretazione e del non analitica, rigorosa, tendente alla comple- commento della vita e degli scritti di Gan- tezza) dell’opera di Gandhi (intesa sia come dhi (g a l t u n g 1987, 26). È vero: commentare e insieme delle sue azioni come dei suoi scritti) interpretare è un’attività intellettualmente è evidentemente insufficiente. È per questa secondaria. Gandhi dovrebbe essere letto di- limitatezza del ricorso alle fonti che accade rettamente. E non solo facendo ricorso alle che si possano incontrare interpretazioni le raccolte dei suoi scritti (di cui alcune, poche più divergenti ed anche contradditorie. L’in- perlopiù, sono veramente eccellenti). Soprat- sufficienza sta nel lettore e nel suo approc- tutto, direi, gettando lo sguardo e la passione cio, non nell’oggetto. dell’intelligenza nella lettura della sua “opera La vastità del contributo gandhiano in opere omnia”, così com’è stata ricostruita pazien- e scritti è evidentemente molto al di là della temente per oltre quarant’anni dopo la sua portata di semplificazioni e categorizzazio- morte. Mi riferisco qui al centinaio di volu- ni. E, invece, sembra che chiunque si senta mi dei Collected Works of Mahatma Gandhi capace di dare valutazioni, di giudicare, di (c w mg ), editi tra la fine degli anni ’50 e la metà esprimere la “sua” idea di Gandhi, e di pie- degli anni ’80 dal Governo indiano. garlo in modo più o meno consapevole nella Evidentemente questo è esattamente il pun- direzione che gli è più congeniale. to in questione, in ogni discorso sull’attua- Questa, ripeto, è esattamente la chiave in cui lità di Gandhi. È chiaro che solo la minima mi sembra che ci dobbiamo interrogare sul- parte degli studi e delle ricerche emerge da la questione della “attualità” di Gandhi. Ogni un’accurata indagine sui CWMG. Il prolifera- discorso sull’attualità di qualcosa o qualcu- re incessante di scritti su Gandhi, piuttosto, no dipende pesantemente dall’approccio dei è in grande misura estraneo a questa cura contemporanei che rivendicano la “presenza” conoscitiva. Si tratta infatti, nella stragrande o “significatività” di qualcosa che è passato maggioranza, di lavori di taglio giornalistico, rispetto al proprio tempo presente. occasionale, spesso celebrativo – non a caso Ogni discorso sulla necessità di “riscoprire” si moltiplicano gli interventi in occasione Gandhi, di rimettersi sulle sue “orme”, sulle di diversi anniversari (come lo scorso anno, sue tracce, dipende da paradigmi centrati per l’anniversario della nascita). Le opere “di sull’oggi e su noi, non su di lui. stampo accademico”, pure in relativa cresci- È a partire dal nostro punto di vista, dalla ta, non godono certo di altrettanta diffusione nostra visione del mondo e della vita, che giudichiamo se Gandhi possa essere signifi-

cativo, tuttora vivo e centrale. Insomma, “mi- s Ritratti dei genitori suriamo” Gandhi a partire dai nostri schemi, di Gandhi dalle nostre esigenze, dalle nostre cornici, bisogni, desideri. Chi, invece, si accosta seriamente allo studio ed all’indagine della sua opera, non tarderà a scoprire la profonda inattualità dell’opera gandhiana. La sua profonda divergenza dai * Università miti e dai modelli culturali dominanti oggi. di Bergamo D’altra parte, è vero che se ci accostiamo a Gandhi, se lo “riscopriamo”, è forse proprio perché abbiamo “preso le distanze” dal no- ››› 9 ››› stro stesso mondo, perché abbiamo assunto detta “lotta al terrorismo” Gandhi ha da in- uno sguardo critico nei confronti del nostro segnarci parecchio (cfr. m a n a r a 2006,133-160). tempo e della nostra realtà attuale. Quanto abbiamo bisogno di imparare a dare Come afferma Girardi, «il giudizio sull’attua- risposte alternative alla provocazione terro- lità di Gandhi non è scontato. Esso dipen- rista, è sotto gli occhi di tutti. Anche se, ap- de largamente dalle scelte fondamentali di punto, ci sentiamo come incapaci di trovare chi lo accosta. Interrogarsi sulla sua figura nuove vie da battere ed esperienze possibili e è anche, per una persona o per un gruppo, fattibili che non siano quelle della violenza e interrogarsi su se stessi, sulla propria iden- della distruttività. tità. L’interesse per lui e per il suo messaggio Ma non ho alcuna pretesa di elencare alcun è fortemente legato alla capacità di mettere indice completo dei temi e problemi su cui in questione la cultura dominante del nostro lo studio di Gandhi potrebbe accompagnarci tempo, e quindi di rimettere in gioco se stes- significativamente. si» (g i r a r d i 1999, 10). Sottolineo solamente che mi pare che siano La capacità di trascendere il proprio tempo almeno due le prospettive nelle quali ci pos- pur essendoci immersi. Di guardare oltre, di siamo mettere quando affrontiamo la que- pensare a possibilità altre nel pensiero, nel- stione dell’attualità di Gandhi e della sua la vita, nell’economia, nella politica e nella opera. spiritualità. Da una parte, potremmo chiederci, come fan- Secondo Girardi, i “terreni” sul quale la criti- no molti, se le credenze e i principi di Gan- ca del presente e Gandhi possono incontrarsi dhi siano ancora rilevanti oggi, prendendo sono due: quello della politica e quello della le misure a partire da noi stessi e dal nostro religione. Nella politica, il messaggio gan- tempo. Discriminando ciò che “è ancora vi- dhiano sembra suggerire una sintesi pos- vo” da “ciò che è morto” dell’opera gandhiana sibile e nuova tra le culture di pace (ossia secondo il nostro punto di vista. Insomma, quelle che intendono trascendere la violen- chiederci cosa resta del suo messaggio e del- za diretta) e le culture di liberazione (ossia la sua vita. quelle che intendono trascendere le violenze D’altra parte, potremmo piuttosto chieder- di tipo strutturale). (g i r a r d i 1999, 11; g a l t u n g ci se, quando e quanto noi siamo all’altezza 1987, 25). dell’esperienza gandhiana, e se abbiamo noi Nella religione, la testimonianza gandhiana stessi compreso il “motore interno” della sua suggerisce la possibilità di riscoprire espe- ricerca. Se abbiamo compreso e condividiamo rienze religiose autentiche in modo libero, il metodo, la via e la forza che lo animarono. oltre le religioni e le credenze, in un dialogo Il cortile del s aperto concreto ed autentico. Gandhi, in ef- fetti, intendeva la religione come espressione con gli alloggi di del perfezionamento spirituale, percorribi- Gandhi a destra le come cammino da chiunque, a partire da qualsiasi credenza. Senza dubbio, potremmo aggiungere che sen- tiamo la “vicinanza” a noi di Gandhi anche quando affrontiamo la questione dell’eco- nomia e dell’economia politica sullo sfondo della crisi attuale. Dipende solo da noi se ri- usciremo o no a leggere questi tempi di crisi nella loro potenzialità “post-transmoderna”, se riusciremo a trascendere i miti economici- stici della crescita economica e del progres- so lineare inarrestabile. Se sapremo liberarci dall’alienazione in cui ci inducono i sogni economicistici centrati sull’individualismo consumistico e sulla distruzione delle risor- se del pianeta. Inoltre, Gandhi può esserci compagno di strada anche quando ci arrabattiamo a com- prendere la natura dell’esperienza intercul- turale, come trascendimento sia dell’identità che della multiculturalità. 10 E, certamente, anche sul piano della cosid- L'attualità di Gandhi

L’opera di Mohandas Karamchand Gandhi to di presenza e di coesistenza, e che richiede Ri f e r i m e n t i resta ancora da scoprire e da indagare, in per essere compiuto tutti interi noi stessi, b i b l i o g r a f i c i larga misura. l’azione e l’esserci. b r o w n 1995: La sua persona, i suoi scritti, la sua storia Solo il nostro operare inedito potrà esprime- Judith Brown, sono ancora quasi inconcepibili. Ancora dob- re la creativa attualità di Gandhi oggi. Gandhi. Prigio- biamo confrontarci con un’esperienza umana La nonviolenza è per noi una sfida ed una esi- niero della spe- che ci intimidisce e ci provoca. Indubbiamen- genza? Può essere per noi più che un metodo ranza, Bologna, te la sua austerità e la sua eccentricità sono o una strategia di azione sociale e politica? Il Mulino ancora inquietanti. Egli resta ancora uno dei Può essere anche una filosofia di vita, un mo- c o r t r i g h t 2006: personaggi meno compresi del secolo scor- do radicalmente altro di essere ed agire? Può David Cortright, so. Non siamo di fronte ad una “attualità” essere, oltre che opzione pragmatica, anche Gandhi and scontata. Per quanto, forse, la figura di Gan- scelta filosofica, nella ricerca della Verità e Beyond. Nonvio- dhi soffra pesantemente di una venerazione nel dar senso alla nostra vita? Può essere, lence for an Age estrinseca e d’immagine, che ne fa un monu- oltre che una visione del mondo, anche una of Terrorism, mento e non si lascia minimamente inquieta- questione di spiritualità? (cfr. c o r t r i g h t , 1-2) Boulder-London, re e coinvolgere da alcun interrogativo serio. Paradigm Pub. C’è da augurarsi che lo slancio ad accostarsi Gandhi è stato definito da una studiosa come c w mg : The Col- a Gandhi porti molti ad una ricerca profon- un uomo che fu “prigioniero della speranza” lected Works da e rigorosa, sia sul piano della conoscenza (b r o w n 1995). È una definizione che – pensata of Mahatma (che non può che essere amorosa, altrimenti forse per sottolineare un giudizio critico su Gandhi, New le asperità gandhiane ci respingerebbero) sia di lui ed esprimere una connotazione negati- Delhi, The Publi- cations Division sul piano dell’esperienza (perché se non sa- va – appare in realtà come affatto positiva e - Ministry of remo in grado di novità e di trasformazione, condivisibile. Gandhi non si è lasciato certo Information and di farci carico del cambiamento che interpel- intrappolare da un ingenuo ottimismo (forma Broadcasting la noi e il nostro tempo, certo non saremo ve- alienata di fede), ed evidentemente non era - Government ramente “sulle sue orme”). preda del pessimismo (forma alienata di di- of India, 1958- Siamo noi che, se vogliamo, potremo diveni- sperazione). Essere “prigionieri della speran- 1984 re contemporanei di Gandhi, sul piano non za”, pensandoci bene, è positivo. Perlomeno g a l t u n g 1987: cronologico, evidentemente, ma su quello del se vale una certa definizione della speranza Johan Galtung, kairós, ossia del tempo o del momento op- stessa, secondo la quale “sperare” è operare Gandhi oggi, portuno, del “tempo nel mezzo” che abitiamo decisioni militanti, ed agire sapendo che non Torino, Edizioni insieme, noi e Gandhi – quel tempo indeter- si sono tentati tutti i possibili se non si tenta, Gruppo Abele minato e non misurabile in cui si dà un’even- se non si pratica anche l’impossibile. Il pro- g i r a r d i 1999: blema è se ciò che si crede sia evidente in ciò Giulio Girardi, che si sa fare ed agire. Riscoprire Gan- L’essere umano, sempre più, ci si rivela co- dhi. La violenza me l’orizzonte dell’impossibile, più che del è l’ultima paro- semplicemente possibile. Se un uomo come la della storia?, Roma, Anterem Gandhi ha calcato le strade di questa terra, e se molti con lui hanno nella storia più o m a n a r a 2006: meno silenziosamente intrapreso il cammino Fulvio C. Ma- nara, Una forza verso la nonviolenza, ciò significa che essa è che dà vita. già l’impossibile tra noi, e che l’orizzonte del Ricominciare possibile include anche questa possibilità. con Gandhi in Potremo “fargli compagnia”, accogliendolo un’età di terro- come uno dei nostri compagni di viaggio, qui rismi, Milano, ed ora, nel nostro tempo? Unicopli Quel che è certo è che egli è davvero testimo- ne di questa speranza, di questa “scommes- sa” sull’impossibile, che sa diventare – qui ed ora, e non in un futuro indefinitamente proiettato – economia, politica, tessitura di relazioni interpersonali sempre nuove, fatica della condivisione in comunità, azione poli- tica, resistenza e lotta: opera concreta, nel piccolo, ma aperta fino agli estremi confini della terra, in una dimensione cosmica. È ve- ramente una “forza che dà vita”. 11 Viaggio in India, sulle orme di Gandhi

di riso illuminati da improvvisi sprazzi di di Elisa Chiodarelli* cielo sereno- sono abbaglianti. In il verde è costituito da campi di frumento, riso, orzo, canna da zucchero, co- l Gujarat, stato nord occidentale dell’Unio- tone. Anche per questo sono venuta qui: per Ine indiana, è un paese di pellegrinaggi. Si vedere il cotone, seguire le tracce della vita contano almeno quattro importanti mete di Gandhi e unirmi ai pellegrini che cammi- di pellegrinaggio, di cui due tra i più inte- nano instancabili per queste strade. ressanti luoghi di culto jain di questa parte Prima tappa sulle tracce del Mahatma, la sua dell’India. casa di , una città del Gujarat centrale. I pellegrini sono ovunque: a piedi, da soli o Si chiama Kaba Gandhi no delo ed è nasco- in gruppo, in famiglie numerose con bambini sta in un vicolo del centro storico. La zona anche molto piccoli, oppure coppie di anziani del Bazar -come in tutte le città indiane- co- -marito e moglie- che percorrono lunghe di- stituisce il nucleo dell’abitato. Ogni strada stanze sotto un sole cocente o la pesantezza appartiene ad una sottocasta di artigiani o grigia delle nuvole di pioggia monsonica. commercianti, per cui capita, voltando l’an- Camminano ai bordi delle strade, camminano golo, di immergersi in un turbine morbido sui sentieri di campagna, camminano in mez- di stoffe arcobaleno che svolazzano appese zo al traffico cittadino che li avvolge di polve- all’esterno dei negozi di abbigliamento, o di re e rumore, insieme ad auto sgangherate, ca- piombare in una specie di lunga officina a mion, carretti trainati da cammelli, rickshaw cielo aperto –asfalto grigio, lamiere, macchie impertinenti che procedono a zig zag, auto- di nerofumo e polvere di ferro- nella zona dei bus carichi di gente, capre, biciclette, trattori, meccanici. Il quartiere dei vasai (nel nostro auto lussuose e lucidissime, mucche. Occidente un mestiere ormai perduto) si sve- Nei luoghi importanti ci si arriva a piedi. la come un succedersi di forme di argilla che Magari anche scalzi, come i monaci jain, che si asciugano al sole, sui marciapiedi e in ogni abbandonata ogni manifestazione esteriore centimetro di spazio piano disponibile. Op- dell’ego, nudi quindi, completamente iner- pure la zona degli orafi (uno dei mestieri jain mi di fronte al mondo, salgono lentamente per eccellenza) è un scintillio di vetrine illu- e faticosamente su per le pendici delle colli- minate e farcite di tutto quello che una gio- ne sacre: tremilacinquecento scalini, come a vane sposa indiana può sognare per la sua Shatrunjaya o diecimila, come a Girnar. dote matrimoniale. Siamo tutti sullo stesso cammino, sono gior- In una di queste strette strade si trova la casa ni di pioggia monsonica che scende in grosse che ospitò la famiglia Gandhi, quando il Ma- gocce tiepide, a volte letteralmente a fiumi, e hatma aveva sei anni. Ora è diventata un mu- ha già inondato parte della campagna a sud di seo e il custode mi accoglie nel cortile bianco Ahmedabad, città principale di questo stato. e austero invitandomi ad entrare e offrendo- Sulle pareti delle case si forma una pellicola mi una tazza di chai bollente e dolcissimo. di muschio verde e nei giardini le foglie degli La casa è costituita da un’infilata di stanze alberi di mango sono carnose e lucide. La gen- che si affacciano sul cortile centrale e accol- te che deve attraversare la strada si toglie le gono oggi una serie di fotografie in bianco ciabatte e si arrotola i pantaloni o il bordo del e nero appese alle pareti, quadri e cimeli di sari, le mucche cercano riparo sotto i carretti famiglia. Il custode mi accompagna in ogni o nei portoni per ruminare meglio il poco cibo stanza (preoccupandosi di accendere e spe- commestibile che hanno trovato. I viaggiatori gnere al mio passaggio luci e ventilatori, e il- *Laureata in come me provano a difendersi sotto imperme- lustrando ogni cosa in gujarati) con un sen- Lingue Orientali, studiosa di abili e ombrelli, ma l’acqua si insinua ovun- so visibile di orgoglio per quel suo ruolo di Sanscrito, Ferrara que, inzuppa le scarpe e i vestiti e rende le traghettatore in un mondo ormai lontano, di pagine del mio taccuino molli e spugnose. cui rimangono poche cose materiali, ma così Eppure l’India durante il monsone ha un fa- importanti per l’intera nazione. Gli si legge 12 scino speciale, e i suoi ‘verdi’ –come i campi nello sguardo e nel contegno una specie di Viaggio in India

fierezza di poter rappresentare, nell’India spazio aperto e concepito come una sorta di contemporanea, una sorta di discendente dei ‘città ideale’. servitori della famiglia Gandhi, che ha con- Il Sabarmati Ashram si trova all’estremi- servato il privilegio di tenere in vita quei luo- tà nord di Ahmedabad e per arrivarci basta ghi domestici carichi di significati e ricordi. prendere uno dei centinaia di rickshaw gialli Fuori il Bazar non deve essere molto diverso e neri che attraversano incessantemente la da come era un secolo fa: in fin dei conti Raj- città e farsi portare attraverso Ashram Road, kot è una cittadina relativamente piccola, ma arteria principale della parte più moderna di l’India con le sue megalopoli e il suo progres- questo centro che accoglie circa 5 milioni di so incalzante è alle porte. abitanti. Ad una estremità della veranda coperta che Ahmedabad è divisa in due dal fiume Sabar- ospitava la famiglia Gandhi nei pomeriggi mati che la attraversa da nord a sud; sulla fatti di quotidiane incombenze domestiche, sponda orientale si trova la città vecchia un visite e riunioni di famiglia è appeso un ri- tempo cinta da mura, con le moschee, la zona tratto della madre di Mohania –come veniva del Bazar e il suo intrico di strade affollate di chiamato da bambino-, Putli Bhai, in sari di gente e mezzi di trasporto; sulla sponda occi- color avorio e rosario tra le mani. Si sa dentale si estende la parte più moderna, che che questa signora che mi guarda seria cu- comprende la zona universitaria, dei grandi riosare nelle stanze di casa sua era molto de- magazzini, dei quartieri residenziali. Tanti vota, e in particolare -pur essendo hindu- era ponti attraversano la Sabarmati: Subas Brid- seguita da un padre spirituale di fede jain. ge, Gandhi Bridge, Nehru Bridge, Ellis Brid- Questo non sorprende in India: la mentalità ge, Sardar Bridge, Dr. Ambedkar Bridge… e e la cultura di questo popolo è spesso impo- dopo un po’ ci si abitua ad attraversare la stata su strutture di pensiero e prassi rigide città pensando al ponte più comodo e scor- ma dal funzionamento elastico. revole da affrontare. Il fiume è ampio e lento Mi aggiro ancora un po’ nelle stanze silenzio- e sulle rive si vedono le baracche dei più po- se di questa casa dipinta completamente di veri che vivono e lavorano a stretto contatto bianco calce per respirare l’atmosfera e pro- con il suo corso: sono lavandai o tintori, che vare ad immaginare come doveva essere ai usano la sua acqua per lavare e sciacquare tempi in cui la famiglia ci viveva. Nella parte metri e metri di tessuto, steso ad asciugare più interna della casa -una specie di lungo sull’erba delle rive come una enorme coperta corridoio riservato alla famiglia- sono esposti patchwork. dipinti che mostrano i protagonisti della lot- Ahmedabad è davvero una grande e antica ta per l’indipendenza indiana appesi assieme città, fondata nel 1400 da Ahmed Shah e dive- a quadri che spiegano, con linguaggio un po’ nuta una metropoli nel secolo scorso, grazie naif, i principi ispiratori del pensiero Gan- al boom economico delle innumerevoli fab- dhiano. Il custode mi spiega che qui ci vengo- briche tessili. no molte classi di ragazzi in visita scolastica, Dopo un primo impatto piuttosto duro con il e anche molte famiglie in gita turistica. Per suo smog e il traffico impossibile della città loro dunque è stato preparato questo am- vecchia, imparo a volerle bene, a riconoscere biente in cui si celebra a tinte vivaci la storia le strade e i negozi, la intricata lavorazione del secolo scorso. Una delle stanze all’estre- dei marmi di una moschea che vedo passando mità della casa conserva ancora pochi oggetti in rickshaw, le luci della sterminata stazione appartenuti ai genitori di Gandhi: un libro di ferroviaria cittadina, i mercati di verdure e preghiere dalla copertina decorata, un arazzo frutta vicino ad una delle (ultime) antiche ricamato, un piccolo altare per le preghiere porte d’entrata alla cittadella con i suo archi quotidiane in legno scolpito inserito nella pa- in stile Moghul. rete, qualche vaso per le offerte. Ma adesso sto andando a visitare l’ashram Forse sono un po’ delusa dalle poche cose dove Gandhi visse alcuni anni con la sua fa- rimaste, ma d’altra parte la forza di questo miglia e i suoi amici e sostenitori, in una zo- posto consiste nel silenzio e nel senso di rac- na tranquilla, vicino al fiume. coglimento che ispira, nell’idea di trovarsi Pare che per sostenere la realizzazione del­ nel punto di partenza della lunga strada che l’ashram, inaugurato nel 1917 e frequentato Gandhi percorse in tanti anni di vita e di im- da Gandhi fino al 1930, arrivassero contribu- pegno per l’India. ti anche da una delle più potenti famiglie di A qualche centinaio di kilometri da qua visi- industriali tessili jain della città, i Sarabhai. to il Sabarmati Ashram di Ahmedabad, dove, Il legame tra Gandhi e questa famiglia poten- dall’intimità di una casa di famiglia integra- tissima doveva essere davvero grande, dato 13 ta nel vecchio Bazar di città, si passa ad uno che nonostante il Mahatma si fosse impe- ››› ››› gnato a difendere i diritti degli operai tessili impressionante di documenti su e di Gandhi) impiegati nelle fabbriche locali, il rispetto e si trovano le abitazioni del Mahatma e di Ka- la stima per questo grande uomo non venne- sturba, sua moglie, e di alcuni dei seguaci e ro mai meno. Una delle figlie di Amblal Sa- sostenitori. L’atmosfera è tranquilla e silen- rabhai, Presidente in quegli anni dell’Asso- ziosa e gli ambienti sono spogli e semplicis- ciazione dei Proprietari delle industrie tessili simi. In una stanza della casa del Mahatma è di Ahmedabad, divenne una sostenitrice e at- conservato il filatoio manuale (charkha) che tivista della lotta nonviolenta di Gandhi. Già gli serviva per filare -almeno un’ora al gior- a dieci anni Mridula Sarabhai era impegnata no- e che oggi viene riprodotto e utilizzato nella Vanar Sena, ‘l’esercito delle scimmie’, per filare manualmente il famoso cotone del un gruppo di bambini che si incaricavano di Gujarat, una delle colture più diffuse nelle trasmettere messaggi per conto dei satyagra- campagne circostanti. hi e di portare generi di sostentamento. Proprio il giorno in cui visito l’ashram, una Mi aggiro con emozione nell’ampio corti- testata locale, l’Ahmedabad Mirror, pubblica le ombroso dell’ashram, pensando a quanti un articolo sulla ripresa della produzione di personaggi importanti siano passati di qua, cotone khadi presso l’ashram “(…)the idea quanta speranza e quanta fede, condivisa da is not to let the younger generation forget grandi leader e persone comuni che vivevano our legacy” (l’idea è di non permettere che le sotto questi alberi. La comunità, ancora og- nuove generazioni perdano il nostra eredità). gi abitata da alcune famiglie, consiste in un Evidentemente anche qui si sente l’esigenza appezzamento di terreno che si affaccia sul di un recupero del significato di certe attivi- fiume e che ospita, sparse per la proprietà, tà manuali che rimandano al valore profondo alcune piccole abitazioni oggi aperte ai visi- che aveva suggerito Gandhi. tatori o adibite a museo e biblioteca. Ad ogni buon conto, proprio di fianco al Sa- Una buona parte di questi fabbricati è alle- barmati Ashram oggi prospera una ‘fabbrica’ stita a museo e contiene un gran numero di di filatoi manuali, che, mi spiega il respon- immagini in bianco e nero e pannelli esplica- sabile alle vendite, vengono spediti in tutto tivi della vita e della filosofia gandhiana. il mondo. Io sono felice di acquistarne uno Mi sembra di non sapere da che parte comin- che mi servirà per i miei laboratori rivolti ai ciare: ho studiato negli anni dell’università e bambini e ragazzi in cui parlo di Gandhi e anche dopo tutte le cose che adesso mi trovo della lotta per l’indipendenza indiana. di fronte, sotto forma di parole stampate ap- Ma un altro tassello di tutta questa storia -mi pese alle pareti, di immagini o di oggetti ap- sembra di intuire- passa proprio per la gran- partenuti al Mahatma (gli occhiali, i sandali, de abilità e meravigliosa attitudine di questa in un angolo di una bacheca, e il suo basto- gente alla produzione di manufatti tessili da ne). È come un’epifania e mi commuovo, ver- un lato e di opere architettoniche che sem- gognandomi un po’, per il fatto di trovarmi in brano arazzi ricamati al cesello, dall’altro. fin dei conti solo in un museo, ma in un posto Il ‘filo conduttore’ è l’estrema perizia e la cu- così carico di significati importanti, perlome- ra che la comunità jain ha saputo mettere in no per me. tutto ciò che ha prodotto, e di cui il Gujarat Attorno ai fabbricati adibiti ad esposizione va giustamente fiero. e biblioteca (l’archivio conserva un numero Dicevamo che anche la madre di Gandhi ave-

s va come padre spirituale un monaco jain, e In cammino su per d’altra parte, lo stato del Gujarat è tra i terri- i 4000 gradini che tori dove questa comunità risulta più nume- portano alla vetta rosa (a oggi i jainisti in India rappresentano della collina sacra di appena lo 0,4% della popolazione). Shatrunjaya La religione jain nasce in India nel VI seco- lo a.C., più o meno contemporaneamente al Buddhismo, e come quest’ultimo si pone in contrapposizione con il Brahmanesimo e alcuni dei suoi valori portanti. Questa reli- gione che non ammette l’esistenza di un Dio -personale o impersonale- ma propone un approccio diverso, in cui sono i formulatori della dottrina, i 24 Tirthankara (lett. ‘Facitori del Guado’) ad essere assunti come guide o 14 traghettatori delle anime dei fedeli al di là dello scorrere della vita, propone alcuni va- Viaggio in India

lori fondamentali come quello della non vio- s Alcuni pellegrini si lenza (). fanno trasportare su Sulle basi di questo, vi è da parte di tutti i fe- un Dholi, portantina deli jain, laici e monaci, un estremo rispetto in legno per ogni forma vivente. Da qui per esempio, il vegetarianesimo quasi assoluto dello stato del Gujarat (praticamente impossibile trova- re, se non nelle grandi città, ristoranti non vegetariani), e sempre sul piano materiale, uno sviluppo di tutte le attività tipiche della comunità jain. Proprio per via del suo credo nonviolento infatti questo gruppo ha ristret- to drasticamente fin dalle origini le attività cui ci si poteva dedicare. Smettendo di esse- re contadini per via del pericolo di offendere L’atmosfera che si respira è quella di condivi- le creature viventi nella terra, i jain comin- sione di una fatica -la salita- e una fede -nella ciarono a dedicarsi al commercio, e la loro religione jain, nella bellezza di ciò che ci cir- notevole capacità ed efficienza li portarono conda, nella meraviglia che si incontra ovun- a guadagnarsi una salda posizione nella so- que-. Lungo la scalinata si incrociano molte cietà hindu. persone, intere famiglie o gruppi di pellegrini I jain (che oggi detengono per esempio il mo- che si riposano di tanto in tanto in piccoli pa- nopolio nel commercio di diamanti e gioiel- diglioni ombrosi a riprendere fiato. li) hanno una reputazione di affidabilità ed Il paesaggio attorno spazia fino alla costa, un’etica del lavoro e dell’impegno sociale che non lontana, del golfo di Cambay. li hanno portati a dedicarsi alle opere di soc- Ma è la sommità della collina a lasciarmi corso o di carità: un altro dei valori di questa profondamente meravigliata. Si tratta di un religione è infatti aparigraha o non-posses- insieme di più di 800 templi jain, circondati so, ciò implica che il guadagno di una attività da 11 cinte murarie che li racchiudono e li economica debba essere restituito alla comu- collegano tra loro. Costruiti in marmo candi- nità, proprio in virtù del non-attaccameno al do, appaiono come un miraggio prodigioso di denaro e all’esercizio del distacco dalle cose maestria architettonica. materiali. Furono edificati nel IX –X secolo, poi distrutti Viaggiando per lo stato del Gujarat capita dai mussulmani e ricostruiti con devozione di imbattersi in istituti o scuole fondate da da architetti e scultori jain dal XV sec. in poi. qualche ricca famiglia jain e spesso i tem- Sono templi relativamente piccoli, se presi pli moderni di marmo bianco di Carrara che singolarmente, e costruiti secondo le regole svettano sulla sommità delle colline a nord architettoniche degli antichi trattati che co- del Gujarat sono commissionati da questa dificano l’edificazione dei luoghi di culto. comunità. Il nucleo si sviluppa da un punto, che rappre- Anche in passato il jainismo ha dimostrato senta l’increato, il non manifesto, e dal punto una grande attenzione per l’architettura e il cerchio, e da qui al quadrato, simbolo degli l’arte sacra: una delle mete che mi sono pro- elementi spazio-tempo nella loro forma fis- posta di affrontare è il pellegrinaggio alla sata, perfezionata. collina sacra di Shatrunjaya, nel sud est del- Scendo dalla collina ubriaca di bellezza e ri- lo stato. fletto sul senso di meraviglia che lascia que- Si tratta di una salita di circa tre ore, che i sta visita. Domani non ricorderò i particolari, pellegrini affrontano il mattino presto, per così tanti e così magnifici, ma ciò che rimane, evitare il caldo delle ore centrali della gior- il rasa, o succo, gusto, esperienza estetica che nata. 3500 scalini che qualcuno sceglie di fa- conserverò dopo aver gustato questo luogo re seduto su un dholi, una portantina sorret- sarà il Meraviglioso che gli stessi architetti ta da due o quattro persone: si tratta di pel- e scultori avevano in mente di trasmettere al legrini anziani o di turisti indiani facoltosi pellegrino. che preferiscono servirsi di questa comodità. Chissà se Gandhi abbia visitato Shatrunjaya Lascio presso l’ufficio alla base della colli- -mi chiedo mentre cammino assieme agli al- na i miei dati e gli eventuali oggetti di pelle tri pellegrini-, ma certo non mi sorprende il o cuoio che noi viaggiatori spesso portiamo senso di familiarità con la fatica e il valore –cinture, per esempio-, proibiti nella zona del camminare insieme il cui obiettivo è il sacra dei santuari, per il materiale ricavato cambiamento spirituale profondo in ciascu- ››› 15 dal sacrificio di animali, e inizio l’ascesa. no di noi. IL SISTEMA DELLE CASTE IN INDIA no dei più complessi ed interessanti ar- che vivono nel subcontinente) che garantisce Ugomenti di approfondimento relativi alla l’espletamento di tutte quelle attività alta- cultura indiana -‘argomento’ caro a Gandhi e mente impure che costerebbero alle altre ca- attualissimo anche ai giorni nostri- è quello ste una polluzione rituale pesante e i brahma- relativo alla struttura del sistema sociale in- ni, vi sono tutte le migliaia di jati intermedie. diano, da centinaia di anni ordinato in caste. A garantire il livello di purezza all’interno È molto facile per noi occidentali, cresciuti della singola jati vi sono le regole che riguar- con forti valori di riferimento come ugua- dano il matrimonio e il cibo. glianza e libertà (individuale) giudicare per- Ogni jati è endogamica, cioè ammette solo lomeno con sospetto questo fenomeno sfug- matrimoni all’interno della propria sottoca- gente. sta: specialmente per i matrimoni primari (la Il termine casta per noi già implica un giu- prima volta che ci si sposa) è importante sce- dizio, dato che è di origini portoghese e deri- gliere il compagno nell’ambito della propria va dal latino castus, puro, non mescolato. In jati (il matrimonio così definito è anuloma, sanscrito però il termine utilizzato è varna, ‘seguendo il pelo’, cioè ‘per il verso giusto’), che significa ‘colore’, e jati, ‘nascita’, a indi- mentre in caso di matrimoni secondari, si po- care le specifiche sottocaste. trà avere un’unione pratiloma (‘contropelo’), Secondo la teoria più accreditata, il termine scegliendo un compagno appartenente ad una varna (colore) farebbe riferimento alla diffe- jati diversa (più frequentemente gli uomini renza tra le genti che anticamente facevano scelgono una donna di una jati inferiore). parte delle quattro principali caste indiane: Più la jati è gerarchicamente pura, più le rego- dato che le prime tre erano formate da po- le che stabiliscono i tipi di cibo che si possono polazioni di origine arya e quindi di carna- consumare sono rigide. Si stima che in India gione più chiara mentre la quarta, la casta circa il 40% della popolazione sia vegetariana, dei shudra era costituita dalla popolazione nell’ambito della quale le jati più conserva- autoctona e soggiogata più scura, si utilizzò trici non consumano carne, uova, pesce, ma quel vocabolo a sottolineare le diverse origini anche tra i vegetali si preferiscono quelli che etniche. non crescono nella terra (causa di impurità). Secondo la tradizione religiosa, queste quat- Agli occhi occidentali tutto ciò appare come tro caste si originarono da un sacrificio, nar- minimo incomprensibile, dato che tra l’al- rato nell’inno 90 del X libro del Rgveda in tro, questo sistema apparentemente rigido cui un Gigante Primordiale (Purusha) viene costringe le caste più basse ad una vita di smembrato e dalla cui bocca prende vita la povertà ed umiliazione. I cosiddetti harijan casta brahmanica, depositaria della cono- (come Gandhi aveva ribattezzato i fuoricasta) scenza religiosa, dalle sue braccia la casta lottano da tempo per ottenere miglioramen- guerriera degli kshatriya, investiti poi del ti lavorativi e di partecipazione alla vita so- potere politico e di difesa dei regni, dalle sue ciale e politica anche grazie al sistema delle cosce i vaishya che garantivano la produzio- Quote Riservate applicato a partire dall’indi- ne ed il commercio ed infine dai piedi la casta pendenza. shudra, che doveva servire le altre tre. Da questa prima visione originaria, proba- bilmente modellata sul principio della sud- divisione funzionale dei membri di una co- Suggerimenti bibliografici: munità che ne garantiva il sostentamento e Homo hierarchicus. Il sistema delle caste e le lo sviluppo, si passò in breve ad una struttu- sue implicazioni, di Louis Dumont, Adelphi ra molto più articolata in sottocaste o jati. Il modello indù: le strutture della societa in- Una jati è la segmentazione minima, spesso diana di ieri e di oggi, di Guy Deleury, San- in relazione ad un territorio specifico, della toni società, legata ad una specializzazione lavo- Caste in India. Its nature, functions and ori- rativa. gins, di J.K. Mutton Oxford, 1963 Tra gli appartenenti alla porzione di popo- The Laws of Manu, in The Sacred Books of the lazione considerata ‘fuoricasta’ (detta anche East, di G. Buhler, ed. Motilal Banarasidass (il panchama, ovvero ‘la quinta -casta-, oggi cir- Codice di Manu è la fonte per eccellenza delle ca il 20% del miliardo 148 milioni di persone 16 regole di ortoprassi hindu) Viaggio in India

LINGUA E CULTURA SANSCRITA spesso necessario, quando si affronta- di riferimento principale alla formulazione Èno temi legati alla cultura e alla filoso- delle regole del sanscrito classico, con i suoi fia indiana, utilizzare termini in sanscrito quasi 4000 sutra (aforismi). a indicare un determinato concetto, che di- Da sempre il sanscrito viene utilizzato nella versamente non potremmo tradurre in modo compilazione delle opere filosofiche e reli- soddisfacente nella nostra lingua. Quando giose, ma anche per trattati su i più svariati parliamo della visione filosofica di Gandhi, argomenti, collezioni di storie in prosa, mi- per esempio, usiamo molto spesso la parola ti, poemi epici (come il Ramayana e il Ma- ahimsa, che è stata tradotta con il termine habharata), composizioni poetiche, opere ‘non violenza’ a indicare un atteggiamento teatrali. interiore volto alla non offesa, o se si preferi- Il sanscrito è una lingua analitica di origine sce, all’estremo rispetto del valore della vita indoeuropea, che utilizza l’alfabeto devana- di ogni essere vivente. Per Gandhi questo at- gari ([scrittura della] città celeste) formato teggiamento era connesso con il concetto di da 49 segni e da un certo numero di legature Verità, per la quale ognuno di noi è chiama- di gruppi consonantici. Si scrive da sinistra to ad assumersi con amore la responsabilità a destra. delle azioni che compie a cominciare dall’in- La struttura grammaticale prevede la pre- tenzione che le sottende. senza di tre generi nel nome: maschile, fem- Incontriamo sovente, nella formulazione dei minile e neutro e tre numeri: singolare, duale concetti da parte delle varie scuole di pensie- e plurale. ro indiane – inclusa quella gandhiana –, ter- I sostantivi e gli aggettivi si declinano, come mini che presentano una a privativa che pre- per le lingue classiche, in casi, che per il san- cede il sostantivo: ahimsa, aparigraha (non scrito sono 8. Vi sono 10 classi verbali (indivi- possesso) asteya (non appropriazione), sono duabili dalla radice verbale) coniugate secon- solo alcuni esempi di un atteggiamento filo- do 4 tempi (presente, perfetto, aoristo e futu- sofico che mira a negare un concetto prima ro) più una serie di sistemi del participio. ancora di affermarlo. Oppure, l’affermazione Ogni verbo ha una voce grammaticale di sen- positiva di un pensiero si realizza nell’asten- so attivo, medio e passivo. sione da un vizio, un male, un legame. Una caratteristica del sanscrito è l’uso dei Questo atteggiamento è tipico della forma composti, per cui ci troviamo spesso in pre- mentis indiana, dove le manifestazioni mon- senza di lunghe parole che sono il risultato dane vengono sentite come fuorvianti, illuso- dell’aggregazione di sostantivi e aggettivi a rie, ingannevoli; di conseguenza il primo do- creare significati particolari o evocativi. vere del saggio è ritrarsi dal samsara in un Altro elemento che vale la pena di sottoline- luogo più vero, di realizzazione del sé. are sono le regole dell’accentazione delle pa- Questo per esempio è il fine dello Yoga, che role, che sono spesso sdrucciole, ovvero han- in occidente viene praticato diffusamente co- no l’accento sulla terzultima sillaba, quindi me esercizio fisico, il cui substrato filosofico si dirà Sabàrmati, Tirthànkara, Mahabhàra- è tutto un riconoscere l’Inganno e un ritrarsi ta, ecc. per gradi successivi verso la parte immuta- bile dell’uomo, realizzando l’unione con l’In- finitamente Grande. Il sanscrito è una lingua perfetta a questo Bibliografia essenziale: scopo, dato che è predisposta a sostenere il Grammatica sanscrita elementare- Traduzione italiana pensiero e a veicolarlo, fornendo uno stru- dell’opera originale A Sanskrit Grammar for Students mento dal funzionamento raffinatamente di A. A. Macdonell a cura di G. Bechis – Patron, 1968 strutturato. Corso di sanscrito - Carlo Della Casa con una introdu- La stessa parola samskrta significa ‘fatto- zione di Alessandro Passi – Unicopli, 2000 con’, ovvero ‘confezionato’, dato che la gram- Grammatica sanscrita - Saverio Sani- con compara- matica venne formulata in epoca molto antica zione indoeuropea-, Giardini, 1991 (tarda epoca vedica) e fissata dai grammatici Dizionario sanscrito - sanscrito–italiano, italiano– una volta per tutte. L’opera Ashtadhyayi (gli sanscrito - Tiziana Pontillo, Ed. Vallardi, 2005 otto capitoli) del grammatico Panini, che ri- Sanskrit-English Dictionary, Sir Monier Williams, sale al IV sec. a.C. viene considerata il punto Southern Publications, Madras 17 Gandhi e Baden-Powell, progetti educativi a confronto Gandhi è il padre della nonviolenza. Baden-Powell è il padre dello scoutismo. A Genova, il 23 maggio, un importante Convegno ha messo a confronto le due figure e le loro idee di educazione.

Tuttavia, alla disciplina della vita militare di Itala Ricaldone* Baden-Powell si ispirò, quando si rese conto della necessità di offrire alla gioventù un per- corso educativo che ne favorisse la maturità l Convegno è stato un’occasione di condivi- civile. La struttura del movimento scout, con Isione tra organizzazioni che hanno proget- la divisa, la disciplina, ecc, deriva appunto ti educativi in gran parte condivisi, ma che dalla struttura “militare”, di cui il fondato- in genere non si trovano a lavorare insieme: re sottolineava alcuni valori: il coraggio, lo ASSEFA-GENOVA, Centro Studi e Documen- spirito di sacrificio, l’impegno. Tuttavia Ba- tazione scout “Mario Mazza”, Laborpace-Ca- den-Powell mirava a “costruire il carattere” ritas Genova , nonché CNGEI, AGESCI, Mo- dei giovani, e nel 1908 propose ai ragazzi uno vimento Nonviolento, Centro Studi “Sereno scoutismo da “uomini di frontiera” (esplora- Regis”, Asal ONG, Centro Studi Montessori e tori, missionari..), una vita da “uomo dei bo- CELIVO. schi, di quanti vivono all’aperto, sfruttando Il Convegno è stato ispirato dal fatto che Gan- doti di carattere e un buon bagaglio di tec- dhi e Baden- Powell hanno vissuto in Suda- niche”. frica nello stesso periodo, hanno entrambi Nello stesso anno Gandhi era pervenuto partecipato in maniera diversa alla guerra all’idea di una lotta di emancipazione dal- anglo-boera (1899-1902): una guerra spietata la legislazione discriminatoria, lotta basata in cui Baden Powell aveva compiti di coman- sulla forza della verità (Satyagraha), pre- do militare, mentre Gandhi aveva collaborato ceduta da tempo da una capillare forma di nell’Indian ambulance corp (organizzazione aggregazione-educazione tra gli indiani, che sanitaria). Non risulta che si siano conosciu- erano immigrati “a contratto” e vivevano nei ti, ma entrambi hanno vissuto una personale villaggi del Sudafrica. L’idea della necessità vicenda di “conversione”, di presa di distanza della educazione della gioventù, a comincia- dalla filosofia dell’Impero britannico. Il Ma- re dalla più tenera età, si fece strada poco hatma prese coscienza della oppressione con per volta e fu inquadrata in un più generale cui il democratico governo, che già applicava impegno per l’educazione e l’autoeducazione regole di apartheid, tendeva a rendere sempre rivolto a tutti. Anch’egli nella preparazione di più difficile la vita degli immigrati indiani alla lotta nonviolenta sottolinea in massimo per cui Gandhi si schierò a fianco di questi, grado la necessità del coraggio, della capaci- rinunciando via via sempre di più ai propri tà a fare sacrificio di sé per il bene comune, privilegi e comodi, fino a vestire come un pa- dell’amore per la natura e in più del lavoro rìa e fino a subire colpi e prigionia. Baden- per il pane, del rispetto per l’avversario, mai Powell fece a sua volta un cammino, prenden- da considerare nemico, e la necessità della *ASSEFA do posizioni di contrasto nei confronti della costante ricerca della verità. (Association for strategia militare, tanto da essere, ad un certo L’educazione insomma deve evitare di esse- Sarva Seva Farms momento, praticamente esautorato. E più tar- re la creazione di “pezzi di ricambio per far - Associazione delle fattorie al di pervenne a dichiarare che la I guerra mon- funzionare la civiltà esistente, direttamen- servizio di tutti), diale “è stata un disonore per tutte le nazioni te o indirettamente”, impegnandosi a trarre Genova che vi hanno partecipato…ci siamo abbassati dal bambino e poi dal giovane gli elementi agli istinti primitivi..abbiamo prostituito i migliori della sua propria personalità, dando 18 nostri talenti scientifici alla scoperta di più un’educazione alla democrazia partecipativa efficaci metodi di massacro..”. e sviluppando i talenti di ciascuno. dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell Metodi educativi gandhiani Esperienze nell'India di oggi

individuo che fosse indipendente, portatore di B. Ananthavalli* di una nuova visione del mondo. L’educa- zione ufficiale vuole invece creare pezzi di ricambio per far funzionare, direttamente o andhi univa in sé una visione olistica e una indirettamente, la civiltà esistente. Oggi il Gfilosofia che si traducevano nella pratica. mondo è retto da un gruppo di interessi ac- I tre punti fondamentali della civiltà alterna- quisiti e l’educazione è uno strumento nelle tiva immaginata dal Mahatma Gandhi sono: mani di questo gruppo. 1. Sarvodaya – Benessere per tutti a tutti i livelli / sviluppo olistico e risveglio per L’esperimento delle Scuole al Servizio di Tutti tutti a tutti i livelli; (ASSEFA) è notevole: è il tentativo di raggiun- 2. Antyodaya – Benessere degli ultimi a tut- gere quanto non è stato fatto finora. Si ba- ti i livelli – questo punto è di primaria im- sano sull’educazione ai valori, alla pace, alla portanza; nonviolenza, ai mestieri, con un approccio 3. Ahimsa – nonviolenza olistica che include: alla comunità ed al sociale. All’inizio queste (1) non uccidere e non ferire; (2) l’Amore, scuole seguivano un metodo ed un program- cioè gentilezza, aiuto, perdono, condivi- ma unici, in seguito si è passati ai programmi sione, riconciliazione, unità tra gli uomini ufficiali su richiesta degli abitanti dei villag- nella diversità; (3) azioni nonviolente, cioè gi, che volevano essere in linea con essa. Le stile di vita nonviolento, assistenza ai Scuole al Servizio di Tutti hanno però mante- poveri e lavoro ai disoccupati, soluzione nuto le peculiarità della visione gandhiana. pacifica dei conflitti, azione diretta non- Questa esperienza è stata utile all’ONU per violenta (satyagraha), politica, economia, il Decennio per una Cultura di Pace e Non- società, cultura, scienza, tecnologia non- violenza, oltre che rappresentare un lavoro violente, politica di difesa e di comunica- pionieristico. zione nonviolenti, approccio nonviolento C’è però la necessità di andare oltre. In de- alla repressione dei crimini, religione e finitiva gli studenti delle Scuole al Servizio spiritualità nonviolente, ecc.; (4) valori ed di Tutti si fondono con gli altri alla fine del etica nonviolenti, cioè mezzi e fini, Sarvo- percorso scolastico. daya e Antyodaya, diritti umani e respon- Dobbiamo sfidare l’educazione ufficiale, le sabilità, etica globale, Brahmacharya (au- sue istituzioni ed i curriculum, puntando ad to-controllo e purificazione), Aparigraha una sperimentazione alternativa. Dobbiamo (non-possesso e amministrazione), gestio- creare una cellula di utopisti, attivisti, inse- ne, ecc.; (5) Verità, cioè sincerità, conoscen- gnanti ed istruttori, ricercatori e capi a tutti za olistica, consapevolezza e saggezza, ve- i livelli. I terroristi riescono a produrre uomi- rità assoluta e verità relativa, pluralismo, ni-bomba. I programmi di pace e nonviolen- superare errori e falsità, decostruzione e za non raggiungono ancora i loro obiettivi. descolarizzazione, giustizia, ecc.. Quando i signori della guerra crearono l’ONU alla fine della II Guerra Mondiale, le perso- Gandhi era anche un pragmatico: cercò di ne impegnate nella pace e nella nonviolenza fare tutto il possibile, partendo dal suo mi- rimasero alquanto inattive. Il vero progetto crocosmo, che poi divenne un macrocosmo. educativo di Gandhi su larga scala deve an- Iniziò pensando a sé ed alla sua famiglia, poi cora iniziare. I piccoli esperimenti senza un alla discriminata comunità indiana del Sud successivo sviluppo su larga scala sono de- Africa, inclusi i lavoratori a contratto. Poi stinati a non durare a lungo. *Direttrice Piccole riforme rappresentano solo attività "Betsy Institute of allargò la sua azione ai contadini poveri di and Champaran, ai lavoratori di Ahmedabad,… e di facciata senza conseguenze significative. Women Studies", poi all’India intera ed al mondo. Abbiamo bisogno di importanti esperimenti India Nei suoi micro esperimenti educativi Gandhi innovativi su piccola e larga scala per imma- ginare, creare, sostenere ed arricchire una incluse il lavoro per il pane, l’educazione ai 19 valori e l’alfabetizzazione. Immaginava un nuova civiltà. B.P. & Bapu due maestri

logista di qualche decennio più tardi: "Leggi di Mao Valpiana* la Bibbia, nella quale scoprirai la Rivelazione Divina (...) e poi leggi un altro libro meravi- glioso: quello della Natura creata da Dio (...), o conservo ancora. È il primo opuscolo “da quindi rifletti al modo con cui puoi meglio Lgrandi” che ho letto. Poche figure e tante servire Dio". Concetto poi ripreso nella Legge parole. Raccontava la storia di Baden-Powell. scout: “Lo Scout vede nella natura l'opera di Ero andato in parrocchia per iscrivermi ai Dio, ama le piante e gli animali”. lupetti (mi piaceva molto la divisa, e sopra- Quando dalla fanciullezza passai all'adole- tutto quel cappellino verde). Avevo 8 anni e scenza, piano piano la figura di BP si sbia- stavo per entrare nell'ASCI. Alle spalle avevo dì... arrivò anche per me il vento del '68 (con già una carriera niente male da chierichetto una paio d'anni di ritardo, per la verità, ed (portavo la navicella con l'incenso per il tu- era già il '70), Così l'opuscolo di BP lasciò il ribolo), ma mi attiravano di più i giochi del posto sul comodino ad un altro piccolo li- sabato pomeriggio ambientati nella giungla: bro, edizioni Locusta (quelle con le pagine l'arte della "ricognizione". Baden Powell, raf- da tagliare e rifilare), che si chiamava sem- figurato in quell'opuscoletto con un grande plicemente “Pensieri”. L'autore era Gandhi. cappello da esploratore, era particolarmente L'indice di quel libro riportava parole chiave abile. Organizzò fra i suoi uomini un grup- per me già molto familiari, che mi parlava- po di "scout", insegnando loro a seguire le no la stessa lingua scout: Religione, Verità, tracce, a osservare e a interpretare gli indi- Amore, Povertà, Sacrificio, Coraggio. zi lasciati sul terreno, a vedere senza essere I pensieri di Gandhi mi affascinarono imme- visti, ad affrontare la vita nelle foreste. La diatamente, e un paio d'anni dopo lessi d'un mia fantasia si era particolarmente accesa fiato la sua autobiografia... anche lì si parlava leggendo nell'opuscoletto la storia di quella di Sudafrica (ora finalmente sapevo dov'era) volta che durante la guerra in sud Africa fra e di Boeri (ah, rieccoli, sono Coloni!). E anche l'Inghilterra e i Boeri (e chissà chi erano i bo- Gandhi aveva un diminutivo che te lo rende eri? e dov'era il Sudafrica?), Baden Powell si familiare: Bapu (in italiano suonerebbe come trovò assediato dai nemici. Usando una serie “papi” se la parola oggi non fosse assoluta- di astuzie e di trucchi ingegnosi egli riuscì a mente imbarazzante...). tenere testa agli avversari per sette mesi, fino Tutti i valori, le promesse, le leggi impara- all'arrivo dei rinforzi. te dai lupetti riemergevano sotto una nuova Così Baden-Powell, BP come lo chiamavamo luce, più completa, più adulta, più convin- nel branco, divenne anche per me una figura cente. Ma ogni volta che cercavo di compren- familiare; era il nostro fondatore e dovevamo dere Gandhi, di interiorizzare una sua idea, conoscerlo bene: la sua allegria, la sua bontà un suo esempio, mi ritrovavo inevitabilmente d'animo, la sua capacità di mettere chiunque a riattingere al grande patrimonio scout. An- a suo agio. BP aveva una profonda religiosità che quelle strane frasi in latino ...estote pa- e un sentito amore per la natura perchè in rati ...per aspera ad astra... (sempre pronti... essa trovava l'opera di Dio. attraverso le difficoltà alle stelle) ora acqui- Iniziai a ricopiare le frasi di BP su un qua- stavano pieno significato. dernetto: Gandhi mi parlava di autocontrollo e di di- "Dio ci ha messo in questo mondo meravi- sponibilità al sacrificio, e a me tornava alla glioso per essere felici" mente la promessa da lupetto imparata a me- "Il vero modo di essere felici consiste nel dare moria: la felicità agli altri". *Direttore di Azione "Cercate di lasciare questo mondo un po' Prometto, nonviolenta migliore di come l'avete trovato". con l'aiuto e l'esempio di Gesù, di fare del mio meglio nel migliorare me stesso, Una di queste, che rilessi decine di volte, fu nell'aiutare gli altri, 20 forse la causa del mio impegno politico eco- nell'osservare la legge del Branco. dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell

Gandhi mi spiegava che Dio è Verità e che la violenza organizzata era per me naturale. Or- Verità è Dio, e a me veniva in mente mai mi era chiaro: pensiero e azione devono Il Lupetto pensa prima agli altri; progredire di pari passo (mai uno senza l’al- Il Lupetto dice sempre la verità; tra, diceva Capitini: il pensiero senza azione è astratto; l’azione senza pensiero è cieca). Quando ho scoperto il Satyagraha (la forza Ero pronto per muovermi in autonomia: il della verità), e la disciplina che Gandhi chie- primo gruppo, la nostra sede, il giornalino, le deva ai seguaci del suo movimento, è stato riunioni teoriche, le azioni in città.... Fu così inevitabile recitare mentalmente la legge che le letture di Gandhi mi aiutarono ad ap- scout: profondire il pensiero, e l’esperienza di Baden Lo Scout è leale Powell mi aiutò ad affinare l’azione. Ecco, la Lo Scout è cortese e cavalleresco simbiosi fra BP e Bapu era realizzata. Lo Scout è puro di pensieri, di parole, di azioni Sono passati trent’anni e ancora nei momenti di crisi, di disillusione, di sfiducia, per ricari- La sintesi completa fra BP e Bapu è arrivata carmi torno sempre alle fonti giovanili, a quei per me con il Movimento Nonviolento. due maestri-eroi così diversi e così uguali. Cresciuto alla scuola di Pietro Pinna e del- L’unica sintesi che ancora non sono riuscito le prime marce antimilitariste (come si fa e a fare, lo confesso, è quella simbolica: tra il come si distribuisce un volantino, come ci si giglio (che sulle antiche bussole simboleggia- rapporta con le forze dell’ordine, come dialo- va il Nord) e il fucile spezzato (la forza delle gare con l’opinione pubblica, come si porta due mani che rifiutano la violenza). a compimento un’azione nonviolenta, e come Ma c’è un tempo per tutto, ci dicono i profe- ci si adatta a dormire in una palestra) mi resi ti. Forse quando riusciremo a spezzare tutti i conto che la continuità fra scoutismo e non- fucili, si trasformeranno davvero in gigli... Un potere del tutto nuovo: la forza della persistenza nella verità

in profondità si riusciva a integrare azione di Luca Giusti* e interiorità, tanta più forza trasformativa si generava; un potere del tutto nuovo; quella forza della persistenza nella verità che nel l metodo satyagraha con differente intensi- gennaio 1908 provò a sintetizzare nel neolo- Ità e nei più vari contesti per dimensioni e gismo satyagraha. Il frutto della costruzione durezza più che l’enunciazione di una teoria, di quell’autonomia interiore cui, nel gennaio vuol essere il racconto delle costanti e del- 1909, dedicò il libro Hind Swaraj. le varianti senza le quali quel metodo non si darebbe perché inefficace. È possibile che qualcosa di quella straordi- naria forza possa aver agito tra questi due Voglio proporre alcune di quelle parole chia- personaggi che proprio in quegli anni venne- ve che mi paiono attinenti al convegno. ro a contatto in Sudafrica, anche se su fron- ti opposti. E la conquista dell’indipendenza Pensiero-azione come reintegrazione tra pensiero e azione è Un secolo fa Gandhi non aveva certo inventa- punto fondamentale dell’educazione scout. to la nonviolenza come scelta interiore (che egli stesso definiva antica come le colline, Educazione riconducibile a molti fondatori di religioni); Rivestì un ruolo essenziale in molte campa- né le molte possibili tecniche e strategie di gne di successo. Il satyagraha in Sudafrica, *Movimento azione (usando le quali già in molti erano ri- fu preceduto da una preparazione di più di Nonviolento, usciti a incidere sulle loro piccole o grandi dieci anni: l’Associazione indiana del Natal Genova storie); piuttosto aveva scoperto giorno per per l’educazione girò capillarmente i villag- giorno nella concreta prassi degli otto anni gi in un lavoro di formazione della popola- del satyagraha sudafricano che quanto più zione; come Gandhi ci racconta nel bel libro ››› 21 “Satyagraha in Sudafrica”: “Furono compiuti proporzione, va offerto un passo “ultra” ma passi per salvare la comunità dall’abitudine proporzionato, in cui si possa “osare”; prova- dell’esagerazione. Vennero sempre fatti dei re quello che ci sembra sproporzionato, riac- tentativi di portare all’attenzione dei suoi quisendo la fiducia che così non è; che anche membri i loro stessi difetti. Qualunque for- se andrà male potremo sempre recuperare. La za ci fosse negli argomenti degli europei, fu frontiera intesa come frequentazione del con- debitamente riconosciuta. Ogni occasione, fine, so-stare nel conflitto, so spingermi sem- quando fu possibile cooperare con gli eu- pre un po’ ultra a quel che posso dire di saper ropei in termini di uguaglianza e che non controllare. Formare in chi impara la capacità contrastassero con l’amor proprio, fu debi- di fare passi da soli: questa è l’educazione. tamente riconosciuta”. Programma costruttivo Empowerment Secondo lo schema Torta a tre strati con Alla lettera significa rafforzamento, crescita glassa di Hazel Henderson1 sotto la sottile graduale della capacità della gente di agire glassatura del cosiddetto “mercato”, ci sono anche dove regnano paura, passività o solo almeno tre strati, molto più grandi di tran- individualismo. Con questo non si intende sazioni di tipo informale: dalle relazioni che che il rafforzamento sia una precondizione possiamo avere in famiglia o tra amici, fino per poter agire, ma piuttosto che saper sce- all’economia pubblica, passando per il no- gliere obiettivi limitati e proporzionati alle profit. Il potere monetario, dall’alto del suo proprie forze è l’occasione per tornare a con- sottile strato, riesce a controllare il mondo fidare nelle proprie capacità di autodetermi- ma non è in grado di farlo girare davvero narsi, per riavvicinare le persone alla possi- se non ha il sostegno dei tre strati di torta bilità di azione, di storia, di storie. sotto; e questi possono fermarlo se ritirano E non è forse un caso se ottant’anni dopo, loro il consenso. E quando la glassa si rive- sempre in Sudafrica, il Civic movement ri- la come inconsistente, una crisi economica o sollevò il tessuto sociale da una serie di mo- una guerra chiedono a tutti lacrime e sangue vimenti repressi, rafforzando una rete socia- semplicemente per rilasciare gattopardesca- le a partire da circoscritti problemi locali. In mente una nuova versione del vecchio ordine. Polonia il KOR (Comitato difesa dei lavora- È in questo senso che Gandhi descriveva la tori) ritesse relazioni offrendo un concreto storiografia tradizionale come “l’elenco delle sostegno a famiglie di operai perseguitati. interruzioni dell’azione della storia”. Negli USA la preparazione passò per veri e Gandhi diceva che l’India gli Inglesi non se propri corsi di formazione in cui il reverendo l’erano presi ma gliela avevano consegna- Lawson insegnò metodo nonviolento e lo fece ta gli Indiani. E per questo, mentre portava sperimentare con simulazioni. avanti la campagna per l’indipendenza, filava con l’arcolaio il tessuto del khadi che non vo- Progressione leva comprare dalle industrie automatizzate Una volta partite le prime azioni, la possibi- del Regno Unito. In una prospettiva di ma- lità di allungare il tempo in cui la dinami- nualità che Baden-Powell –e ancor più Maria ca si sviluppa va a vantaggio dei più e dei Montessori- seppero sviluppare. più deboli, mentre quella di accorciarlo dei Gli ormai cinquantennali campi di lavoro del più forti. Molti oppressi comprendono che il MIR-Movimento Nonviolento, i campeggi nel- mito dell’eroe duro e puro o la va o la spac- la natura degli scout, come le aule laboratorio ca non gli appartiene; che a “spaccarsi” sarà delle scuole montessoriane sono immersioni più probabilmente chi ha meno mezzi e me- nei due strati sotto la glassa. E qui la metafo- no spietatezza. Procedere con gradualità ed rica “giungla” e la sua “legge, rinomata come evitare di provocare la controparte può tra spietata, va rivalutata come generosa di figu- l’altro consentire di spostare dalla propria re materne, e maestra per eccellenza”. Sap- parte qualche controparte predisposta come piano spaventarci perché non le dominiamo, Baden Powell, che evidentemente poteva tro- ma anche accompagnarci perché il loro tempo varsi anche in un potente esercito coloniale e il loro spazio sono quelli della crescita, della come quello britannico. creazione, della progressione graduale e con In questo senso molti sono i tratti in comu- regole semplici, costanti, cicliche. ne tra le pedagogie pensate per far maturare i bambini e le strategie pensate per liberare chi è oppresso. Anzitutto saper dare obiettivi proporzionati alle possibilità. Come ai bam- bini che devono imparare a camminare e più in generale a tutti noi che fatichiamo a far 22 1 Cfr Nanni Salio “Economia nonviolenta” nella colla- passi in questo mondo globalizzato e fuori na “Quaderni di Azione nonviolenta” dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell Gandhi e il satya¯graha in Sud Africa

Gandhi nel suo libro sul satya¯graha in Suda- di Rocco Altieri* frica spiega in che cosa sia consistita l’opera di quei volontari disarmati: soccorrere i feri- ti delle parti in conflitto, ma anche prevenire ASSEFA di Genova ha dato prova di gran- le uccisioni, interporsi in qualche modo tra L’ de intuito nell’abbinare in questo conve- i contendenti2. Ricorda in particolare il caso gno le figure di due educatori come Gandhi e di Parbhusing3, un semplice facchino india- Baden-Powell, che hanno convissuto in Sud no arruolato nel corpo delle ambulanze, che Africa nella fase cruciale della seconda guer- su una collina posta nei pressi della città ra anglo-boera (1899-1900) e hanno conce- di Ladysmith, assediata dall’esercito boero, pito in quegli anni, pur operando in campi svolge utilmente la funzione di avvistamento diversi, le prime straordinarie intuizioni ri- dell’artiglieria boera che pone sotto assedio guardo al compito urgente di un’educazione la città. Quando vede partire i colpi, suona la alla pace per le nuove generazioni. campana, permettendo a tutti i civili di met- Nel libro Una guerra senza violenza1, che tersi al riparo nel tempo necessario di uno traduce in italiano per la prima volta lo o due minuti. L’azione di vedetta del misero scritto Satya¯graha in Sud Africa, Gandhi vi lavoratore a contratto riesce così a salvare le racconta estesamente la sua esperienza su- vite di molti civili, realizzando con succes- dafricana. so una efficace difesa civile. Parbhusing per Il giovane Gandhi, dopo aver completato a questo suo eroico servizio ottiene il pubbli- Londra gli studi di diritto, ritornato in patria co encomio del comandante inglese di quella riceve come suo primo incarico professiona- città, che, sebbene non sia citato per nome le la cura degli interessi di un commerciante nel libro di Gandhi, va identificato indubbia- indiano in una vicenda giudiziaria in Suda- mente in Baden-Powell. frica. Quindi, Gandhi si reca in Sudafrica nel Ufficiale molto atipico Baden-Powell scopre 1893 per motivi prettamente professionali, e valorizza le grandi capacità che possono con l’intenzione di restarvi il solo tempo ne- essere messe in gioco dalla popolazione civi- cessario ad adempire il suo compito. Quan- le, anche di quella parte, come gli immigrati do, appena arrivato in Sud Africa, viene sca- indiani a contratto, che di solito viene consi- raventato di forza giù dal treno, perché non derata inadatta all’organizzazione e alla lot- può viaggiare in prima classe, l’episodio gli ta. Per la sopravvivenza comune, sottoposto svela la brutale violenza dell’apartheid. Da all’assedio di forze preponderanti, si distin- quel momento Gandhi sceglie di diventare gue per questa sua disponibilità a coinvol- il difensore degli ultimi e inizia quel per- gere nell’opera di difesa tutta la popolazione corso che lo porta a concepire la lotta del civile, organizzando ed educando tutta la po- satya¯graha, che lo impegnerà in Sud Africa polazione, senza differenze. Diventa famoso per circa venti anni. non per battaglie vinte, ma per le sue capaci- Nel 1899, quando scoppia la guerra anglo- tà di osservazione, di addestramento, di so- boera, Gandhi organizza un “corpo” di am- pravvivenza, impegnato in un’opera di difesa bulanze, attivando una collaborazione con e non di attacco. In questa opera grande me- l’esercito inglese. È molto probabile che in rito hanno la sua creatività, le sue invenzioni questa impresa Gandhi sia venuto in con- e i suoi trucchi posti in essere in vario modo tatto anche con Baden-Powell, allora coman- dante della guarnigione britannica nella cit- tà di Ladysmith, località posta al centro del 2 M. K. Ga n d h i , Satya¯graha in Sud Africa, cit. , pp. 67- conflitto. 76. È anche vero che successivamente, con l’appros- *Gandhi Edizioni, simarsi della II Guerra Mondiale, Gandhi affermi Pisa che a causa delle armi di distruzione di massa non si può partecipare alla guerra moderna neanche 1 M. K. Ga n d h i , Satya¯graha in Sud Africa, (2° edizio- come barellieri. ››› 23 ne), Pisa, Centro Gandhi Edizioni, 2009. 3 M. K. Ga n d h i , Satya¯graha in Sud Africa, cit., p. 76 ››› per sviare gli assedianti. Grande è la sua ca- all’autodisciplina, il rifiuto delle comodità, la pacità di utilizzare al meglio tutte le risorse disponibilità al sacrificio della propria vita, disponibili, soprattutto quella dei ragazzi, senza però sottostare alla volontà di potenza che diventano eroi straordinari, una volta degli Stati che provocano uccisioni e stragi che vengono responsabilizzati a compiti di infinite. interesse collettivo. Così scrive Baden-Powell In realtà, similmente che in guerra, la cam- in “Scautismo per ragazzi”: “Divenni un vero pagna gandhiana del satya¯graha ha bisogno scout nelle campagne del Sud Africa”4. di combattenti addestrati, dotati di grande Quindi, si è già detto, è stato proprio il Sud spirito di dedizione alla comunità, capaci di Africa a cavallo del 1900, la regione del Tran- sacrificio, resistenza, organizzazione e disci- svaal, la culla, l’incubatrice di questi due plina7. grandi educatori: Gandhi e Baden-Powell. Gandhi in Sudafrica dà vita a un vero e pro- Nello stesso periodo in Sud Africa Gandhi prio esercito nonviolento, trasformando i mi- intuisce che è possibile contrastare le situa- serabili immigrati indiani, contadini e mina- zioni di ingiustizia con un metodo che non tori ridotti in una condizione di semi-schia- faccia più ricorso alla violenza, ma alla non- vitù, senza escludere le donne e i ragazzi, in collaborazione e alla disobbedienza delle valorosi “soldati”, in autentici saty¯agrahi che leggi ingiuste. L’11 settembre 1906 presso non hanno paura di finire in prigione, ai lavo- l’Empire Theatre di Johannesburg Gandhi ri forzati o di morire per la dignità e il riscat- lancia la prima campagna di disobbedienza to della comunità. al Black Act, un provvedimento discrimina- Gandhi col suo movimento ha sviluppato nei torio che tra l’altro impone ai non-bianchi un fatti ciò che James ha proposto nei suoi stu- documento di identificazione con l’impronta di precorritori della psicologia sociale. In un digitale. suo scritto del 19028, James, pur riconoscen- Quel giorno dell’11 settembre 1906 viene do nella guerra “una scuola di vita corag- lanciata una campagna pubblica di disob- giosa e di eroismo”9, pone al mondo sociale bedienza civile. Inizia, così, una lotta che si il compito di scoprire un “qualcosa di eroico conclude con successo solo nel 1913, col ri- che possa parlare agli uomini in modo altret- tiro del Black Act e la definitiva partenza di tanto universale quanto quello in cui parla la Gandhi per l’India. guerra”10 e prefigura nella scelta della povertà Si è già parlato, all’inizio, di confluenza di in- volontaria e nella pratica della nonviolenza tenti sul piano pedagogico tra Gandhi e Ba- «la trasformazione del coraggio militare»11, den-Powell. Le idee nascono da un ambiente, un modo nuovo di vivere “la «vita valorosa», da una situazione e da una compresenza di senza il bisogno di schiacciare i popoli più apporti diversi. Ebbene, all’inizio del secolo deboli”12. In uno scritto successivo13 del 1910 XIX, proprio mentre si avverte la minaccia James indica nella relazione con la natura il incombente e distruttiva della violenza, al- campo principale per la formazione formati- cuni profeti dello spirito si attivano, di fron- va dei giovani, alternativa all’istruzione mi- te alla minaccia del male che si allarga, per litare, secondo una prospettiva che sarà poi cercare un’alternativa. quella del movimento scout. L’idea del movimento saty¯agraha di Gandhi e quella parallela del movimento scout di Ba- La nonviolenza non va assolutamente confu- den-Powel riprendono e sviluppano concre- sa con la passività e la viltà di fronte all’in- tamente il progetto avanzato tra il 1902 e il giustizia. La nonviolenza, in realtà, alimen- 1910 da William James5 e Jane Addams6 per ta una sua aggressività, molto, molto attiva, attivare un “equivalente morale della guer- che viene esercitata come forza di pressione ra”, un’impresa di educazione alla pace che morale, in un modo estremamente creativo e faccia rivivere in modo costruttivo quei valo- imprevedibile. ri che sono alla base dell’educazione milita- re, cioè l’educazione al coraggio, al sacrificio, 7 Tutti elementi che si ritrovano pienamente anche nell’esperienza scout. 4 Cit. in M. Ma r i n e l l i , Sudafrica 1899 - Gandhi e 8 w. Ja me s , Le varie forme dell’esperienza religiosa, Baden-Powell, in http://www.peacelink.it/edi­to­ria­ (ed. orig. 1902), Brescia, Morcelliana, 1998, pp. 285- le/a/20395.html 326. 5 William James (1842-1910) filosofo pragmatista 9 w. Ja me s , op. cit., p. 317. precursore della psicologia sociale. 10 Ibid. 6 Jane Addams (1860-1935), tolstojana, sociologa e 11 Ibid. pacifista statunitense, fondatrice del Women’s In- 12 Ibid. 24 ternational League for Peace and Freedom, premio 13 w. Ja me s , “The Moral Equivalent of War”, in Memo- Nobel per la pace nel 1931. ries and Studies, New York, Longmans, 1911. dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell

vendicano pari diritti di cittadinanza e che, s Ai piedi della collina quindi, non si vogliono sottrarre al dovere del Shatrunjaya, meta di servizio. Inoltre, bisogna dirlo, quella prova pellegrinaggio per i diviene anche l’addestramento alla lotta, la devoti di fede Jain formazione del carattere dei combattenti in- diani, successivamente mobilitati nella gran- de impresa della disobbedienza civile, che si spinge fino alla vittoriosa marcia finale verso il Transvaal del 1913. Nella costituzione del corpo sanitario india- no durante la guerra anglo-boera possiamo cogliere in nuce quel programma di fonda- zione di un esercito della pace (lo shanti se- na), con corpi civili di interposizione nonvio- lenta, che ritornerà come tema centrale della visione gandhiana di alternative funzionali agli eserciti e alla guerra nei conflitti inter- nazionali16. Se l’ammiraglio inglese Stephen King-Hall17 ha osservato che le armi nucleari hanno tolto ai militari la possibilità di pensare la guerra, Nel tenere sempre alta l’iniziativa morale, in quanto tali armi hanno messo fuori gioco incalzando continuamente l’avversario, la ogni ipotesi difensiva, si può affermare che nonviolenza non mira all’umiliazione o alla il satya¯graha riabiliti l’idea del “combatti- distruzione dell’avversario, ma vuole sempli- mento”. cemente trasformarne il paradigma etico del In questa prospettiva, il satyagraha consen- “nemico”, costruendo con lui nuove modalità te di riprendere e sviluppare quell’idea di di dialogo e di comprensione reciproca. Per “guerra totale”, intesa come mobilitazione questo scopo, sceglie di concentrare la forza sociale di massa mirante a coinvolgere nella in un punto decisivo: il bersaglio è il cuore lotta tutta la società, che è stata fondamen- dell’avversario. Non la sofferenza procurata, tale nella difesa della rivoluzione francese ma l’auto-sofferenza diviene generatrice di organizzata da Lazare Carnot18. potere, creatrice di nuova energia umana e Gandhi alla vigilia del suo “digiuno fino alla sociale che rigenera la moralità, la percezione morte” del dicembre 1932 ha scritto: etica e psicologica del conflitto. L’auto-soffe- “Le persone che si propongono di operare renza diventa lo strumento della conversione cambiamenti radicali nella condizione uma- per costruire canali reciproci di empatia. na e sociale non possono fare a meno di su- Walter Lippmann14, richiamandosi al saggio scitare un sommovimento nella società. Non di James, scrive che non è sufficiente pro- è possibile ottenere nulla senza scuotere la porre un “equivalente morale” delle virtù mi- società. Ci sono solo due metodi per fare ciò, litari, ma è necessario attivare “meccanismi uno violento e l’altro nonviolento. La pres- politici” alternativi alla guerra nella gestio- sione violenta agisce sugli esseri fisici e de- ne dei conflitti, realizzando a questo scopo grada sia chi la usa, sia la vittima, mentre una istituzione permanente di corpi civili di la pressione nonviolenta esercitata attraver- pace. so l’auto-sofferenza, come il digiuno, agisce L’arruolamento nel corpo delle ambulan- in un modo completamente differente. Non ze, promosso da Gandhi durante la guerra tocca i corpi fisici, ma fortifica la condizione anglo-boera, è stato interpretato da alcuni15 morale di coloro verso cui è diretta”19. come un’adesione e un sostegno alla guerra.

In realtà l’attivazione del corpo di ambulan- 16 Cfr. T. Webe r , Gandhi’s Peace Army. The Shanti ze o il soccorso medico durante la rivolta Sena and Unarmed Peacekeeping, Syracuse, New degli zulù, vanno intesi come un esercizio di York, Syracuse University Press, 1996. 17 s. Ki n g -Ha l l , Defense in the Nuclear Age, London, coraggio degli indiani del Sudafrica, che ri- Gollancz, p.110. 18 Lazare Carnot, (1753-1823) è stato matematico, po- litico e generale della rivoluzione francese. Cfr. L. 14 w. Li p p m a n n , The Political Equivalent of War, in the Ca r n o t , Révolution et mathematiques, Paris, L’Her- “Atlantic Monthley”, August, 1928, p. 181. ne, 1984. 15 Cfr. A. Pa r e l , Gandhi, War, and Peace, in “Gandhi 19 M. K. Ga n d h i , Statement on Fast to Anti-Untoucha- Marg”, vol. XXVI, n.1, New Delhi, Gandhi Peace bility Committee, 4 dicembre 1932, ora in CWMG, ››› 25 Foundation, 2004, p. 12. vol. LII, p.114. Gandhi, Baden-Powell e la maleducazione

dovar in un film omonimo, quello della mala di Nanni Salio* educacion, la mal-educazione. La maleducazione è proprio quella che vedia- mo sistematicamente in atto. Dobbiamo chie- a ricordato il quadro storico di riferi- derci con franchezza e onestà: perché non in- Vmento che si situa tra la fine dell’’800 e la vestiamo sulla pace, mentre invece i nostri metà del ‘900: questo è il periodo che riguar- governanti hanno deciso l’acquisto di 130 ae- da tanto la vita di Gandhi quanto quella di rei F35 per la “modesta” somma di 113 miliar- Baden-Powell. Esattamente un secolo fa, nel di di euro? Come mai, nonostante tutto que- 1909, Gandhi scrisse un libriccino, un vero e sta grande ricchezza di conoscenze sul piano proprio libello contro la civiltà occidentale: educativo, sul piano morale, che dovrebbe “Hind Swaraj”. Swaraj significa autogoverno costituire il nostro patrimonio comune, non e in questo caso autogoverno dell’India, ma ne traiamo le debite e giuste conseguenze? per estensione, autogoverno di noi stessi. È Dobbiamo concludere che siamo proprio in un libriccino da leggere e meditare con atten- presenza di uno scontro, uno scontro tra mo- zione. Lo si potrebbe interpretare facendo ri- delli educativi e quindi di civiltà. ferimento a una espressione resa famosa da Da un lato l’educazione al conformismo, l’as- Samuel P. Huntington nel suo libro “Lo scon- suefazione all’obbedienza, alla passività, che tro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale” viene favorita dalla cattiva maestra, la TV, co- (Garzanti, Milano 2000). me ebbe a definirla Karl Popper, ma non solo. Anche Gandhi parla di uno scontro tra la E constatiamo amaramente come questi mo- civiltà occidentale e quella indiana, ma in delli si traducano, nelle situazioni concrete, termini molto diversi da quelli di Hunting- in comportamenti violenti. Per esempio, nel ton. Per Gandhi l’autentica civiltà è quella caso della questione dei migranti. Fino a non che propone uno stile di vita e un insieme molti anni fa, i migranti eravamo noi. Eppure di valori che si richiamano integralmente ed oggi assistiamo attoniti a una maleducazio- esplicitamente al dharma, al tao, della non- ne che viene proposta dall’alto con l’ausilio violenza. Analizzata sotto questo profilo, la di un sistema mediatico succube e condi- civiltà occidentale appare decisamente im- scendente, da un sistema politico che utiliz- morale. Ancora oggi assistiamo allo scontro za il “governo della paura”, il “governo della tra due modelli di civiltà, che si ispirano a propaganda”, il “governo della menzogna”. Su differenti concezioni educative. Da un lato, questi tre elementi si basano, da sempre, i il modello educativo gandhiano della non- processi di dominio e di violenza. violenza, dall’altro il modello predominante Che cosa bisognerebbe fare? Che cosa do- attualmente nelle nostre società occidentali, vremmo essere capaci di fare? Imparare la che possiamo definire, prendendo in prestito trasformazione nonviolenta dei conflitti (Si un termine usato dal regista spagnolo Almo- veda il manuale di Johan Galtung, La tra-

s sformazione dei conflitti con mezzi pacifici, Pannello con frase Centro Studi Sereno Regis, Torino 2006). Ma di Gandhi esposto per educare alla trasformazione nonviolenta all'esterno del suo dei conflitti, occorre contemporaneamente alloggio nell'Ashram educare alla disobbedienza civile, ricordan- Sabarmati do e facendo proprio l’insegnamento sempre attuale di don Lorenzo Milani: “l’obbedienza non è più una virtù”. *Presidente Chi si assumerà il compito di educare alla del “Centro Studi Sereno Regis” disobbedienza civile nei nostri paesi della di Torino maleducazione, del menefreghismo e della disobbedienza incivile? In realtà, tutti quanti noi, adulti compresi, 26 dobbiamo diventare partecipi di un processo dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell

continuo di educazione. Limitandoci a citare popolazioni ricche di quaranta volte: è sotto solo uno dei soggetti rispetto ai quali occor- gli occhi di tutti la devastazione che questo rerebbe svolgere un’azione educativa collet- “esercito di locuste” sta provocando nel mon- tiva continuativa, chiediamoci chi educa gli do intero. economisti alla sostenibilità, all’equità, a un Per affrontare tali problemi, senza perdere la ordine di priorità che parta dai più bisogno- speranza, dovremo ispirarci a quelle molte- si, anziché dai più ricchi? E chi educa gli ope- plici pratiche che hanno arricchito la “scatola ratori dei media, in particolare della TV per degli attrezzi” di cui possono disporre gli edu- rimuovere lo scandalo sistematico della ma- catori: da Baden-Powell e Gandhi alla Montes- leducazione televisiva fatta di violenza gra- sori, dall’educazione popolare di Paulo Freire tuita e di divertimentificio che contribuisce al teatro dell’oppresso di Augusto Boal, dalla largamente a creare le condizioni di depres- scuola di Barbiana alle lungimiranti critiche sione psichica ed esistenziale che caratteriz- di Ivan Illich, e a tante altre ancora. Abbiamo zano così diffusamente le nostre società? I a disposizione una straordinaria gamma di processi educativi non possono fermarsi al- esperienze e di strumenti. Occorre unire tut- la soglia della scuola, come se usciti da essa te queste nostre potenzialità e collaborare in fossimo educati per sempre. Gandhi ci mette modo fattivo perché non abbiamo ampi mar- di fronte a una dura critica del nostro model- gini d’azione: “il tempo stringe”. lo di civiltà. La rete di associazioni, gruppi di base, orga- In positivo, voglio ricordare due importanti nizzazioni non profit, movimenti è vastissi- appuntamenti che possono permetterci di ma (Come sostiene Paul Hawken in un libro proseguire questo nostro impegno educativo. di grande importanza e interesse: Moltitudi- Il primo è programmato per il prossimo an- ne inarrestabile. Come è nato il più grande no, grazie alla collaborazione con Laborpace movimento al mondo e perché nessuno se ne e la Caritas genovese: sarà il convegno con- è accorto, Edizioni Ambiente, Milano 2009) e clusivo del “Decennio della educazione alla sta disseminando pratiche educative alter- nonviolenza” promosso dalle Nazioni Unite, native che affrontano tutti i temi globali a una iniziativa che purtroppo non è stata ac- partire da ciò che Gandhi rispose a un gior- colta con sufficiente attenzione. nalista quando gli fu chiesto di mandare un Il secondo appuntamento è il 2 ottobre pros- messaggio all’Occidente: “la mia vita è il mio simo: la giornata internazionale della non- messaggio”. violenza, anch’essa promossa dalle Nazioni Come la violenza, anche la nonviolenza può Unite, scelta per ricordare l’anniversario del- essere contagiosa, purché la si viva con co- la nascita di Gandhi e diffondere il messag- erenza, consapevoli che spetta a ciascuno di gio della nonviolenza. È una occasione che ci noi compiere il primo passo. “Sii il cambia- permette di rivolgerci al mondo della scuola, mento che vuoi vedere nel mondo”, ci ricorda per incontrare direttamente studenti e in- Gandhi, che ci ha lasciato in eredità un “tali- segnanti e proporre loro percorsi formativi smano” che costituisce, da solo, uno dei più strutturati, con modalità comunicative attive straordinari strumenti educativi: e coinvolgenti. Il messaggio che Gandhi lanciò un seco- lo fa non potrebbe essere più attuale. Sia- mo in presenza di una molteplicità di crisi Ti darò un talismano. (economico-finanziaria; ecologico-climatica; Ogni volta che sei nel dubbio esistenziale-relazionale) di cui stentiamo a o quando il tuo “io” ti sovrasta, renderci conto. In breve, è la non sostenibi- fa questa prova: lità di questo modello di vita e di economia richiama il viso dell’uomo più povero e più debole fondato, come direbbe ancora una volta Gan- che puoi aver visto dhi, “sull’avidità e l’invidia”. e domandati se il passo che hai in mente di fare Nel 1928, egli pronunciò queste profetiche sarà di qualche utilità per lui. parole: “L’imperialismo economico di una so- Ne otterrà qualcosa? la minuscola isola-regno (l’Inghilterra) oggi Gli restituirà il controllo tiene in catene il mondo. Se un’intera nazione sulla sua vita e sul suo destino? con trecento milioni di abitanti ambisse a un In altre parole, simile sfruttamento, il mondo sarebbe divo- condurrà all’autogoverno rato come dalla piaga delle cavallette” milioni di persone Da allora, l’impero inglese è stato sostitui- affamate nel corpo e nello spirito? Allora vedrai i tuoi dubbi to da quello USA, gli indiani sono cresciuti 27 di quattro volte e i consumi pro-capite delle e il tuo “io” dissolversi Il rispetto del mondo vivente nel pensiero di Gandhi

violenza del debole è temporaneo e provvi- di Luisella Battaglia* sorio. Non è un rifiuto assoluto, come quello che Gandhi suggerisce. Il terzo caso è ancora peggiore. La NV del codardo nasce dalla pau- o penso che Gandhi sia oggi importantis- ra, per cui il codardo nasconde la sua paura Isimo per diversi motivi. Insegno filosofia dietro il paravento della NV. Gandhi arriva a morale e da tanti anni mi occupo di Gandhi, dire che preferisce il violento al codardo. e più lo frequento e più apprezzo la straor- Ho voluto ricordare questo perché oggi, dinaria novità del suo pensiero. Intanto c’è quando parliamo di NV non parliamo di NV in lui un legame tra etica e politica. Noi non del forte, parliamo di NV del debole o addi- ci siamo molto abituati. Veniamo da una tra- rittura del codardo, ma soprattutto pensia- dizione che vede una divisione tra etica e mo ad una forma di NV come ad una forma politica: è la tradizione di Machiavelli, è la di resistenza passiva che, certo è quella che tradizione di Max Weber. Stiamo parlando di Gandhi aveva ereditato da Thoreau, celeber- personaggi di tutto rispetto. Però certamen- rimo autore di “La disobbedienza civile” che te Gandhi ci presenta un’altra visione dei invita i cittadini, quando lo stato non è ac- rapporti tra etica e politica. Etica e politi- cettabile, a dire “no” e a resistere alle leggi in ca non sono campi separati, non dobbiamo cui non ci riconosciamo. Ma per Gandhi non separare l’economia dalla politica, ma etica è sufficiente la resistenza passiva, la disob- e politica devono essere nutrite dalla stes- bedienza, per cui è importante attivare una sa fonte. Quindi se io mi voglio comportare serie di strategie che vanno sotto il nome di eticamente non devo rinunciare a quelle che Saty¯agraha. Ma le strategie di Saty¯agraha sono le regole fondamentali che governano sono lungi dall’essere note nel nostro pae- la mia azione sul piano individuale. E non se, mentre sarebbero veramente una stra- dobbiamo riferirci a quello che ci hanno in- ordinaria opportunità di lotta politica. La segnato e cioè che etica e politica si rifanno lotta per la verità imporrebbe a ciascuno di a regole diverse e che la politica è il campo noi il rispetto massimo per la verità. Quel- dell’inganno e della forza. Per Gandhi la vera lo che diceva Machiavelli, cioè l’uso dell’in- forza è la forza interiore. Per noi è difficile da ganno e della forza è il contrario di quello capire. Ma la NV come ce la spiega Gandhi, che Gandhi propone. Ciascuno di noi, nella da noi è stata completamente fraintesa. Se si sua lotta politica, deve praticare la verità. chiede a qualcuno che cosa ritiene sia la NV ci si sentirà rispondere che è un sistema di resistenza passiva. Invece Gandhi distingue accuratamente tra NV del forte, NV del debo- le e NV del codardo. La vera NV per Gandhi è la NV del forte. Il forte è quello che coscien- temente, deliberatamente, ha in sé una tale profonda convinzione, una tale forza interio- re che non ha bisogno di indossare le armi perché è sufficiente per lui essere guerriero della verità. Si può e si deve combattere per la verità senza indossare le armi. Mentre il *Presidente nonviolento debole è colui che, provvisoria- dell'Istituto mente, per una valutazione di natura prag- Italiano di matica, ritiene di non essere abbastanza for- Bioetica, Università di te per potere efficacemente lottare per il suo Genova punto di vista. Allora sceglie la NV per una mossa tattica, riservandosi ovviamente, una 28 volta acquisita la forza, di poter combattere e diventare violento. Quindi il rifiuto della dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell

E praticare la verità con il suo avversario, oggi, ci aiuterebbe a cambiare completamen- nel senso che deve dire con chiarezza quali te la nostra vita politica oltre che cambiare sono i suoi obiettivi, e a questi si deve atte- interiormente noi stessi. Se non si rispetta nere, senza, una volta conquistato un certo l’altro come persona si induce nell’altro la vantaggio, rivendicare altro, per mantenere violenza. Invece occorre dare all’altro fidu- la verità e la fiducia anche – e direi soprat- cia, rispetto, riconoscimento. tutto – con il suo antagonista. E deve anche Questa filosofia ci porta, come conseguenza rivelare le sue intenzioni, dire all’avversario: all’amore. Mi rincresce adoperare il termine io farò questo. Tu sappilo. Sembra assurdo! NV, perché come diceva Capitini – il Gandhi Perché io devo rivelare al mio avversario le italiano – NV è piuttosto amore, amore in mie intenzioni?. C’è una profonda sapienza senso paolino, e come si ricava dal Discorso psicologica da parte di Gandhi, cioè la con- delle Beatitudini, che, come è noto, è il discor- sapevolezza che la violenza nasce dalla pau- so più paradossale, quello che rovescia tutte ra. Se io ho paura di te, ti combatto. Ma se io le categorie tradizionali: gli ultimi saranno i mi presento a te con la mia verità, dicendoti primi, Beati i mansueti, perché erediteranno ciò che ho in mente, quali sono i miei pro- la terra”. Insomma tutto ciò che siamo por- getti, io faccio una cosa di una importanza tati a considerare ultimo viene rivalutato, estrema: io ti riconosco come persona. Tu ripensato.. . Gandhi spiega che “amore” è un sei un avversario, certo. Tu non la pensi co- termine troppo sentimentale che potrebbe me me. Non è problema delle idee che io non sviare la nostra scelta che è una scelta rigo- condivido, ma io apprezzo te come persona. rosamente proprio di ragione. E di giustizia. Appositamente nel titolo che ho suggerito ho L’amore voluto parlare di rispetto e non di amore, ri- Noi spesso non facciamo questa distinzio- tenendo che sarebbe un termine appropriato ne, che sarebbe importantissima per la no- in Gandhi: rispetto per l’intero mondo vi- stra vita politica oggi: la distinzione tra il vente. Perché noi possiamo anche non ama- rispetto che dobbiamo alla persona e la lotta re, ma certamente dobbiamo rispettare tutti contro le idee. Gandhi invita a combattere le gli esseri viventi. Ed è quello che Gandhi ci idee, ma quanto alla persona, la demonizza- invita a fare. La dimensione dei sentimenti e zione della persona, il presentarla in modo quella della ragione non sarebbero opposte. totalmente negativo, questo non corrisponde In realtà Gandhi ci ricorda che sono forte- all’insegnamento gandhiano. Non per un’ac- mente collegate. Ma mi sono chiesta: se non quiescenza, una forma di buonismo. Ma pro- vogliamo adoperare il termine amore, quale prio per il fondamentale rispetto della per- termine possiamo adoperare, quale termine sona umana. Rispetto l’avversario in quanto potrebbe funzionare per chiarire a noi in- animato da valori che io non condivido, ma tanto il senso attivo, propositivo, della NV che io ritengo che lui, onestamente, sincera- gandhiana, e questa dimensione che dovreb- mente, sia impegnato a perseguire. Ritengo be farci aprire all’intero mondo vivente? Ho che questo insegnamento sarebbe utilissimo pensato al termine “cura” (care), termine che ancora una volta, ci ricorda che è legato al

mondo delle donne. Mi prendo cura vuol dire s In Gujarat il che io sento forte la responsabilità dell’av- cammello viene venire, del benessere, della salute, del bene allevato e utilizzato di un altro. Sono preoccupato, mi faccio ca- per il trasporto, il rico delle sue sofferenze. traino e il lavoro nelle fattorie Il femminile Gandhi dà molto peso alla componente fem- minile per una ragione molto semplice. Per- ché se si deve intendere la NV come amore, come cura di tutti i viventi, le donne hanno un’attitudine già predisposta; e, non a caso, vorrei anche aggiungere, le componenti fem- minili nel movimento gandhiano sono forti. Nei confronti delle donne Gandhi è molto au- tocritico, in particolare per quanto riguarda il suo rapporto con la moglie. Ma dobbiamo pensare che Gandhi si sposò giovanissimo. È 29 nota la pratica dei matrimoni tra bambini. E ››› ››› ricorda con molto dolore e anche con molta della realtà. Ha ereditato una tradizione di sincerità con se stesso, che era stato mol- armonia con la natura, ma la visione di Gan- to duro, violento, ossessivo con la moglie, dhi è tipicamente una visione teocentrica. proprio perché era impetuoso e passionale: Questa vede in Dio il Signore in senso ampio tutto questo è segno di una coscienza molto che governa tutto. E allora è veramente arduo lucida, che non vuole presentare se stesso ritenere che il Padre debba distinguere così come un santino, ma si assume tutte le sue duramente tra la creatura eccellente che spa- responsabilità. Anche, per ricordarne una, il droneggia e le altre che non contano niente, vegetarianesimo è stato da lui riconquista- che sono a nostra disposizione, di cui pos- to. Era vegetariano per tradizione, ma vi fu siamo servirci e che possiamo opprimere. La un momento di innamoramento di Gandhi cosa non tiene e non tiene proprio dal punto per l’Inghilterra – documentato anche dal- di vista logico e possiamo notare che anche le fotografie che lo presentano vestito qua- nella teologia cattolica si sta facendo avanti si come un gentiluomo della city - quando una eco-teologia, cioè di una teologia aper- Gandhi stava studiando giurisprudenza a ta sia al mondo della natura che al mondo Londra. Vi fu un momento che descrive nel animale. Ma non perché è eterodossa questa suo diario, in cui pensò che la superiorità teologia; ma perché questa teologia, in mo- degli inglesi fosse legata all’alimentazio- do conseguente, rilegge il noto versetto della ne carnea, e allora gli venne proprio l’idea Genesi in cui Dio dice che affida il dominio di alimentarsi di carne. Così racconta nel sul creato all’uomo. Come intendiamo questo suo diario di un esperimento, il tentativo di dominio? L’abbiamo inteso come un dispoti- cibarsi di una capra che attuò con un suo smo, laddove questo dominio è inteso come amico. La cosa gli procurò degli effetti deva- una signoria che invita l’uomo alla respon- stanti, l’idea di questa capra che nella notte sabilità. L’uomo è amato da Dio, Dio in lui si si agitava nel suo subconscio, non lo lasciò riconosce, ma allora questo non è soltanto tranquillo. Ma non fu questa la ragione de- un onore, ma anche un onere. L’uomo ha da cisiva. L’elemento decisivo fu l’incontro a accettare l’onere di essere stato da Dio de- Londra con amici filo-indiani, tra i quali era stinato ad una funzione ministeriale. Allora Erick Salt, vegetariano, difensore dei diritti anche all’interno di una cultura religiosa è degli animali. Questi incontra Gandhi e lo ri- sempre più difficile mantenere una posizio- converte al vegetarianesimo. Il vegetariane- ne antropocentrica. Dio nella sua bontà crea simo che Gandhi aveva considerato un peso, l’uomo, insieme agli animali, e gli conferisce diventa per lui qualcosa di molto prezioso, uno statuto etico, si consegna alla sua re- che fa parte del suo itinerario spirituale. Il sponsabilità. riconoscimento della fraternità con tutti gli esseri viventi. Quindi, quella che prima per Il vegetarianesimo lui era una eredità che gli aveva trasmesso Gandhi vede negli animali delle creature, ve- la madre, diventa, attraverso la mediazione de la fraternità che li unisce all’uomo. Il che di questa cultura inglese filo-indiana uno non è completamente nuovo, perché ci sono dei pilastri del suo pensiero: il vegetariane- stati pensatori che hanno sostenuto questa simo etico. idea, minoritaria. Ma certamente Gandhi è uno di quelli che ci consegna questa conce- Gli animali zione. Che ritiene che ci sia una continuità, Gandhi non aveva una distinzione netta tra che non ci sia un salto ontologico, che noi e umano e non umano. Certo sapeva che c’era- gli animali apparteniamo alla stessa grande no differenze significative, ma dal punto di famiglia. E su questo c’è convergenza col cri- vista normativo, riteneva che ogni creatura, stianesimo nell’ottica di cui abbiamo parlato essendo una creatura di Dio, merita da noi ri- prima. Da qui la impossibilità di cibarsi di spetto. È una visione teocentrica. Gandhi cer- animali, sarebbe un cannibalismo, mange- tamente è uno dei pochi avversari della visio- remmo un fratello. Perciò Gandhi si astiene ne antropocentrica, perché quella visione ha rigorosamente a questo principio, anche se potentemente condizionato la nostra idea di ci parla del suo cedimento che ci fa capire civiltà, la nostra idea di natura e di rappor- come il vegetarianesimo sia stato riconqui- to con gli animali. Perciò combatte la visione stato da Gandhi su base rigorosamente ra- antropocentrica, perché questa, dicendo che zionale. Questo ci ricorda anche Capitini, che noi siamo gli esseri perfetti, che incarnano è stato il primo, in Italia, a parlare dei diritti la razionalità, la luce, viene a dire che invece degli animali, e a diffondere il vegetarianesi- 30 gli animali rappresentano il buio,…. Gandhi mo etico. Tra l’altro, Capitini è stato uno dei non condivide in alcun modo questa visione pochissimi che ha rifiutato di giurare fedeltà dal Convegno su Gandhi e Baden-Powell al regime fascista e quindi è stato immedia- Il vivente tamente allontanato dal suo insegnamento. Allora, tutto si tiene. Salt è anche il primo as- Egli, diventato veramente gandhiano, diven- sertore dei diritti degli animali. Ricordo que- tò anche vegetariano. Questo ci dice il sen- sto perché molto spesso noi pensiamo che tra so profondo della scelta, che non è soltanto i diritti dell’uomo e i diritti degli animali ci una scelta dietetica. Ci sono almeno tre punti sia una cesura, che non ci sia consequenziali- fondamentali: il primo è quello etico di cui tà. Invece, autori come Gandhi e autori come abbiamo già detto, considerando che l’ani- Salt, vedono una assoluta consequenzialità, male è, come me, soggetto alla sofferenza. una concatenazione importante come inclu- Io non posso far soffrire un essere capace di sione nella cittadinanza di una serie di sog- soffrire. Potremmo dire darwinianamente, getti che ne erano stati esclusi. Le donne so- che non c’è soluzione di continuità tra l’ani- no state escluse per secoli dalla cittadinanza. male e l’uomo. Ci sono legami profondi che Allora, è importante e significativo che tutti devono portarci a riconoscere, senza averne coloro che si sono occupati dei diritti degli paura, la nostra parentela: anche io sono un animali (lo posso garantire, avendo studiato animale. Un animale sociale, un animale. La per anni questi problemi) hanno difeso con- mia appartenenza a questa famiglia è asso- temporaneamente, contestualmente, i diritti lutamente provata. di tutte le minoranze oppresse. A cominciare E poi l’elemento, potremmo dire, della repub- dai bambini e per finire alle donne. Lo ricor- blica del futuro. Cioè la visione di una socie- do perché il pensiero di Gandhi, il rispetto tà in cui la violenza sia abolita. Una visione per tutti i viventi, in questo modo assume utopica certamente, ma Gandhi pensava an- una importanza e un rilievo ancora più forte, che in termini politici ad una progressiva ri- perché ci fa capire che spesso noi conside- duzione di tutta la violenza. La violenza è di- riamo l’umanesimo – antropocentrico – come ventata una cosa talmente ovvia e banale che qualche cosa che l’umanesimo non è. L’uma- noi neanche la percepiamo. Ma se ci si pensa nesimo non è necessariamente antropocen- bene la violenza porta una massa enorme di trico, così come ci insegna la cultura rina- sofferenze, di stragi che quotidianamente scimentale. Credere in una rivalutazione di consumiamo ai danni degli animali. Nella quella che è una tradizione umanistica si può visione gandhiana, tutto questo è in qualche e si deve, ma occorre alzare il nostro sguardo modo retaggio del passato, di un’epoca sto- a tutti gli esseri viventi. Ed è proprio questa rica, di una barbarie. Di qui allora il richia- la lezione gandhiana. Direi anzi che noi con- mo ad Salt, l’amico filo-indiano che Gandhi quistiamo la nostra umanità nella misura in conosce a Londra, è estremamente pertinen- cui il nostro sguardo va oltre le mura della te, e questi, con Thoreau, è anche il fonda- città dell’uomo. Non stiamo lavorando con- tore della società umanitaria, cioè di quella tro l’uomo difendendo gli animali: un’etica società che, in epoca vittoriana, difende per che si occupa soltanto dell’uomo è monca. prima i diritti delle minoranze oppresse, a cominciare dai diritti dei bambini, ai diritti delle donne, ai diritti degli schiavi.

s Padiglione d'entrata (Mandapa) nel Tempio del Sole a Modhera, nel Gujarat settentrionale (sec. XI)

31 Edu c a

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e Mani, cuori e teste nelle scuole gandhiane

A cura di Pasquale Pugliese

Gandhi aveva vissuto – soffrendo per la difficoltà di sità di apprendimento, mentre gli altri vengono seguiti pensare in inglese anche la matematica – l’educazione da un loro compagno più capace e che è “ministro” delle scuole del periodo coloniale britannico con un dell’educazione. senso di inferiorità rispetto alla cultura del mondo oc- Questo ci porta a parlare della formazione demo- cidentale. Nel suo periodo londinese avrebbe voluto cratica che si basa sulla “Balar Sabha” l’assemblea dei esser un perfetto gentleman fino a che incominciò a bambini: dalla più tenera età, essi imparano a dialogare, capire il valore della propria tradizione. Successivamen- a cercare il bene comune, ad assumere decisioni per te, l’impatto con le discriminazioni razziali in Sudafrica, consenso, cioè non a maggioranza e minoranza. Quin- lo condussero a rendersi conto che l’educazione, così di a saper anche rinunciare a qualcosa nell’interesse come era impostata dalla potenza dominante, era fun- comune. Poiché l’assemblea non è un gioco, i bambini zionale alla perpetuazione del potere e non alla cresci- eleggono dei loro “ministri” che hanno il compito di ta umana, all’autonomia e allo sviluppo delle capacità curare un settore della vita scolastica e che rispon- del bambino o del ragazzo. L’istruzione offriva solo la dono del loro operato alla Balar Sabha: c’è il ministro possibilità di essere una clonazione dell’insegnante, uno dell’educazione; il ministro del cibo; il ministro della di- strumento della “morente civiltà occidentale”. sciplina; il ministro delle feste; il ministro dell’agricoltura Durante tutta la sua vita, aiutato anche da Vinoba, che si occupa di curare con i compagni gli alberi o i suo discepolo-maestro, il Mahatma elabora quindi un piccoli orti che sempre sono coltivati presso le scuole, programma educativo che prevede: l’uso della madre ecc. Il ministro più importante, è il ministro della salute, lingua come veicolo principale dell’educazione, l’ad- il kutty doctor, piccolo dottore, che ha il compito di cu- destramento ad un lavoro manuale. Il lavoro manuale rare l’igiene dei compagni e dell’ambiente, di controlla- – essenziale per divenire un uomo completo - può re e registrare la loro crescita e il peso, di verificare che essere anche importante veicolo di insegnamento, ove non abbiano malattie contagiose, come ad esempio la si colleghino ad esso osservazioni opportune sulla ge- lebbra, la scabbia, la pediculosi... Il kutty doctor viene ografia economica, la matematica, l’attenzione al con- ovviamente istruito da un medico ed impara, oltre a testo.. Per Gandhi occorre sostituire le tre R dell’inse- quanto già detto, ad effettuare anche piccoli interventi gnamento inglese (leggere, scrivere e far di conto) con di pronto soccorso. Per quel che non sa, si collega con tre H (mano, cuore e testa). L’educazione dev’essere l’operatore sanitario del villaggio e questi col medico. olistica, cioè tesa allo sviluppo equilibrato di tutte le Così si imposta la base del sistema sanitario ASSEFA, capacità del bambino, finalizzata a fare del ragazzo un che è basato soprattutto sulla prevenzione. cittadino capace di dare il suo personale apporto alla Parte importante dell’educazione è l’insegnamento società. specifico della nonviolenza, intesa in senso ampio, a Le scuole che sono state realizzate dalla ONG ASSE- partire dalla vita concreta del bambino. Alcuni testi FA (Association Sarva Seva Farms) in India, tengono redatti a questo fine, e tradotti in inglese, sono stati conto di questa prospettiva. Ed aggiungono anche for- utilizzati da scuole italiane, ad es. a Reggio Calabria con me di insegnamento derivanti dalla Montessori. Si ini- un insegnamento interdisciplinare (inglese, geografia, zia infatti nelle scuole materne o nella prima standard educazione civica, ecc) con buona soddisfazione di in- con il disegno. A poco a poco, prendendo confidenza segnanti, ragazzi e famiglie. con la propria capacità manuale, dal disegno si passa Bisogna ricordare infine che Gandhi, e quindi ASSEFA, all’alfabeto, anche qui partendo dalla lettera più sem- non limitano la proposta educativa alle scuole, ma tutti plice e, poco per volta, aggiungendo gli elementi che sono sollecitati a formare comunità autonome, demo- formano le altre lettere. Si capisce già da questo che cratiche: anche la Gram-sabha (assemblea del villaggio) la maestra non offre un insegnamento frontale, ma è è una palestra di educazione alla democrazia, dove si amorevolmente vicina a ciascuno. Le canzoncine didat- decide per consenso, senza maggioranze o minoranze, tiche, le danze tradizionali e quelle spontanee, il gioco, e si impara a perseguire il bene comune. rendono gioioso l’apprendimento. Inoltre l’insegnante può radunare gruppi di ragazzi omogenei per neces- Itala Ricaldone

32 educazionea Mu s i c Cantare il Mahatma a con il rock, il folk, l'opera

A cura di Paolo Predieri

“Gandhi svegliati piccolo uomo e svegliatevi dal sonno Bob Dylan per esempio nel cd “Knocked out loa- una, due, tre, quattro centinaia di migliaia di milioni di ded” del 1990 inserisce la canzone “They killed him”, persone…” Sono parole di Patti Smith, che aggiun- ripresa poi anche da Kris Kristofferson, che parla ge “ viva la rivoluzione la filatura e la ruota e una man- appunto di Gandhi e M.L.King. Poi non dimentichiamo ciata di sale”. La canzone “Gandhi” contenuta nel cd Gilberto Gil, musicista brasiliano, già Ministro della “Trampin” del 2004 in realtà non è un caso isolato. Cultura nel primo mandato di Lula, che ha nel proprio Basta avviare una piccola ricerca e, come per incanto, repertorio “Filhos de Gandhi”, canzone che ha chiuso possiamo trovare un centinaio di brani, fra canzoni e il quarto Forum Sociale Mondiale del 2004 a Mum- pezzi strumentali dedicati a Gandhi in diverse lingue e bai: Gil immagina di chiamare a raccolta esponenti di da diversi Paesi. Chi l’avrebbe mai detto? Molti nomi antiche religioni per andare a vedere la terra che si sono poco conosciuti, ma non mancano quelli illustri. colora come un grande carnevale, grazie alla prolifera- zione dei ”figli di Gandhi”. Ravi Shankar propone un intero cd significativa- mente intitolato ”Homa- ge to Mahatma Gandhi”. Dell’opera “Satyagraha” di Philip Glass abbiamo già parlato (ottobre 2004) e di come l’autore abbia definito Gandhi il politico più importante della storia dell’umanità. E scopriamo anche che esiste la band di rock progressivo, “Truth on earth”, formata da tre ragazze statunitensi che dichiarano esplicitamente di ispirarsi a Gandhi e assi- curano che il 70% degli in- cassi provenienti dalla loro attività musicale va in pro- getti ecopacifisti. In Italia? Chiedo aiuto, come in altri casi, ai lettori: non ho tro- vato altro se non Jovanot- ti che in “Penso positivo” (1994) mette Gandhi fra Malcom X e San Patrigna- no e Luca Barbarossa che in “Non tutti gli uomini”, probabilmente pensando proprio al nostro ma sen- za nominarlo, descrive uno che “…appoggiato a un ba- stone parlava di pace”. musica 33 Per e s

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o Gli uomini più influenti del mondo ci mostrano che cambiare si può

A cura di Maria G. Di Rienzo

"Perché abbiamo allestito questa mostra? Perché un biologica, ma è anche qualcosa che si crea, come ogni cambiamento di paradigma è ciò che ci serve per altra comunità umana." sconfiggere la violenza. Abbiamo bisogno di dare ai ra- gazzi una vera possibilità di crescere avendo accanto La mostra, che si chiama proprio "Gli uomini più in- modelli positivi, che mostrino appunto connotazioni fluenti del mondo", ha fatto il suo debutto a Rio de migliori della "mascolinità". E abbiamo bisogno di mag- Janeiro (Brasile) dal 29 marzo al 3 aprile 2009 ed è gior equità di genere nel mondo, se vogliamo sviluppo distribuita da Hope Exhibits www.HopeExhibits.org sostenibile e lotta alla povertà: non c'è modo di se- a cui è possibile richiederla. Le immagini sono tutte parare l'equità di genere da queste istanze. Noi sap- davvero splendide, e sono accompagnate dalle parole piamo da un pezzo che l'equità di genere è benefica degli uomini che hanno accettato di farsi fotografare, per il mondo intero: per gli uomini, per le donne, per dal padre afgano seduto assieme alle due figliolette le bambine e i bambini." Così gli organizzatori dell'ong intente a studiare ("Assicurarmi che le mie figlie rag- internazionale "Men engage" ("Coinvolgere gli uomini") giungano i più alti gradi dell'istruzione è il mio modo hanno fatto da "ombrello" per più di 400 altri grup- di offrire loro la miglior vita possibile") all'insegnante pi, compresi l'Organizzazione mondiale per la sanità, sudanese che si prende cura dei bambini rifugiati nel- Commissioni delle Nazioni Unite e Save the Children, lo Yemen ("I bimbi hanno bisogno di modelli, non di hanno ingaggiato venti fotografi e fotografe, ed hanno critiche. La scuola è un posto dove possono imparare viaggiato in venti paesi: Afghanistan, Bosnia-Erzegovina, l'uguaglianza dei diritti e quindi ad assumere ruoli ed Brasile, Cambogia, Cina - Hong Kong, El Salvador, Etio- attitudini positive.") pia, India, Kenya, Lituania, Moldovia, Nicaragua, Pakistan, Perù, Russia, Spagna, Somalia, Sudafrica, Sudan, Svezia, La mia citazione preferita è quella di un padre vietna- USA, Vietnam e Yemen. Hanno trovato quelli che chia- mita molto contento di avere la sua bimba in braccio mano "uomini influenti" ovunque. (cosa assolutamente non scontata, visto che si tratta di una femmina e che tradizionalmente le femmine sono "Non è bello sapere di uomini che hanno lasciato gang viste come un "peso" per i nuclei familiari): "Le disegua- criminali per salvare gioventù a rischio, di padri le cui glianze di genere scompariranno nello stesso minuto famiglie sono state decimate dall'Aids che allevano in cui i padri, i mariti, i fratelli ed i figli rifiuteranno di amorevolmente figlie e figli e bambini non loro, garan- accettare che le loro madri, mogli, sorelle e figlie siano tendo a tutti e tutte la possibilità di istruirsi, di nonni trattate peggio, o vivano esistenze in cui non hanno che si oppongono alle mutilazioni genitali per le loro diritti od opportunità, a causa del loro sesso. Il cambia- nipotine? Certo, non sono la maggioranza degli uomini, mento avverrà prima se si capisce che l'eguaglianza di ma sono gli uomini che ci piace conoscere, raccontare genere non è una minaccia per nessuno, che nulla an- e promuovere. Celebriamo tutto quel che c'è di buo- drà "perduto", ma che finalmente vinceremo tutti, tutti no là fuori e che raramente viene visto, di modo che i bimbi, tutte le donne, tutti gli uomini. La mia visione questi modelli positivi possano ispirare altre persone. del mondo è quella in cui l'attuale violenza di genere, Il cambiamento di paradigma per cui lavoriamo ha bi- la discriminazione, vengono rimpiazzate dalla coopera- sogno di questi uomini "influenti": invece di mettere zione, dall'eguaglianza, e dall'impegno a costruire una cerotti sui sintomi della violenza, essi ne rimuovono le società veramente pacifica." radici con diverse attitudini e nuova consapevolezza. Un gesto gentile, il prestare attenzione, l'aiutare a ri- solvere i conflitti in modo nonviolento, possono fare enormi differenze nelle vite dei bambini: un insegnante, un allenatore, un vicino di casa, anche se non sono parenti possono diventare modelli di vita. La famiglia è

34 per esempio Econ o

m i La politica creativa muove a cultura e ristrutturazioni

A cura di Paolo Macina

“Creatività al potere”, “Siamo realisti, vogliamo l’impos- da Luca Carboni e Anna Falchi. Ospitato gratuitamen- sibile”, “Zingariamo la città”, “Vi seppelliremo di risate”. te all’hotel Kempinsky di Mazara del Vallo, visto che Sono solo alcuni degli slogan che negli anni ’70 la si- l´antico palazzo del Comune, quello da cui si affacciò nistra indicava come nuova via per gestire la polis, in Garibaldi, è ancora fuori uso per una ristrutturazio- contrapposizione al vecchio modo di fare politica dei ne ultraventennale, Sgarbi ha scelto come teatro delle notabili DC. sue avventure un palazzetto nobiliare, palazzo Scurto, Pur con uno stile tutto suo (e non potrebbe essere che gli è stato gentilmente concesso dai proprietari. E altrimenti), un noto personaggio da un anno ha posto dalla sua stanza al primo piano, con il balcone di Ga- in atto un modo decisamente nuovo di fare politica, in ribaldi di fronte (nel palazzo dei Marchesi Torralta), ha un paesino piccolo ma famoso dell’entroterra siciliano: cominciato a partorire progetti, mostre, notti bianche, Vittorio Sgarbi, maudit della politica per il quale si po- adesioni a campagne (come quella in favore della Bir- trebbero versare i classici fiumi di inchiostro, è stato mania), presidi Slowfood con l’aiuto dell’amico Carlin eletto un anno fa, il 30 giugno 2008, sindaco di Salemi Petrini e cittadinanze onorarie come quella concessa a (TP), un centro di 11 mila anime nel cuore della valle Tina Martinez Montinaro, vedova di Antonio Montina- del Belice. ro ucciso nella strage di Capaci. Il tutto condito da una Non ci interessa qui valutare l’operato politico dell’uo- massiccia campagna mediatica facilitata dalla presenza mo (siamo pur sempre una rubrica di economia), quan- sua e dei suoi assessori. to analizzare il lungo elenco di idee messe in campo per Ovviamente per la richiesta del potenziamento del rivitalizzare e gestire un paese famoso soprattutto per locale ospedale, l’inguaribile polemista ha fatto fronte aver dato i natali agli esattori della mafia Nino ed Ignazio comune nientemeno che con Médecins Sans Fron- Salvo, nonostante sia una città fondata dagli arabi nel 9° tières ed un centro per la pratica dell’inseminazione secolo ed il suo nome derivi dall’arabo salaam (pace). artificiale. Toscani nel castello svevo in punta alla città Iniziamo con la curiosa squadra di assessori, con stram- ha impiantato dei laboratori per giovani. «Ho messo palata qualifica e tutti a titolo gratuito (sindaco com- un´inserzione, se ne sono presentati 600 in soli 3 gior- preso), ai quali si è affidato per attrarre l’attenzione ni. E questi ragazzi non hanno solo entusiasmo. Hanno sul paese: Oliviero Toscani all’Ambiente, Diritti Umani il potere di produrre idee e di realizzarle». Sgarbi si è e Creatività; l’architetto Peter Glidewell a Cultura e già trovato una testa di maiale davanti a casa, come Agricoltura; il principe di Raffadali Bernardo Tortorici atto intimidatorio, dopo aver denunciato in procura Montaperto, presidente dell’associazione Dimore Sto- la speculazione edilizia nata in seguito al terremoto e riche, al Centro Storico, Urbanistica e Patrimonio; e poi quella più recente, che ha portato in carcere un im- l’astronauta Davide Paolini assessore al Gusto e Disgu- prenditore locale, per l’impianto di pale eoliche nel sto, lo chef Fulvio Pietrangelini assessore alle Mani in territorio. Scelte che gli hanno alienato la simpatia del Pasta, lo psichiatra Paolo Crepet assessore ai Sogni e ras politico locale ed un tempo suo sostenitore, Pino Graziano Cecchini (il futurista della Fontana di Trevi in Giammarinaro, esponente UDC con qualche proble- rosso) assessore al Nulla, nonché un apprezzato Philip- ma giudiziario alle spalle. pe Daverio alla biblioteca, che con i suoi 99.100 volumi Il tentativo di replicare l’esperimento, candidando il è la terza della Sicilia. mese scorso Oliviero Toscani a sindaco di Monreale, È nota la sua prima campagna mediatica, dal titolo non è riuscito, così pure la sua candidatura alle Euro- Progetto Case a 1 euro, volta ad affidare le 3.700 case pee, ed il mese scorso il critico d’arte non ha esitato di proprietà del comune, ed inagibili dai tempi del ad azzerare la giunta che non aveva prolungato di un terremoto del 1968, a chi si impegna a ristrutturar- mese l’esposizione di una mostra su Caravaggio da lui le secondo precisi criteri architettonici ed ambientali: fortemente voluta. Ma il progetto Sgarbilandia prose- Massimo Moratti è stato il primo ad assicurarsi una gue, e forse tutto quell’attivismo potrebbe essere pre- palazzina di tre piani assieme a sua moglie Milly, seguito so come fonte di ispirazione in altre realtà. economia 35 C in

e m a Dal Perù con dolore la guerra e i suoi fantasmi

A cura di Enrico Pompeo

In fondo, è come per l’abc del cinema. Qualcosa che sta proprio recente passato di torture e dolore. E che alla radice di ogni inquadratura. Per vedere devi tagli- quella profonda ferita non si possa cicatrizzare nem- are fuori qualcosa, scegliere un rettangolo di mondo. meno nel corso di una singola esistenza lo testimonia L’esterno, la periferia, l’omesso: quelle storie che solit- proprio la figlia Fausta, lì china a raccogliere con le amente rimangono ai confini. A spingerle, la consape- orecchie l’ultimo canto, anche lei preda di una ‘malat- volezza che la forza di un racconto può corroborarsi tia psicosomatica’ che si tramanda di generazione ancor di più se riesce, raccontando, a tenere in bocca in generazione, quasi venisse trasmessa attraverso il un proprio morso etico-politico capace di portare latte doloroso della sua genitrice. Una sorta di nu- alla luce quelle “pagine strappate” fatte di soprusi, in- trimento psicologico che fa da allattamento alle figlie giustizie e violenze che stanno ai margini irritati del delle madri che sono state schiacciate nell’animo e mondo, senza possibilità di uscire sul grande rimbalzo nel corpo da queste forme di oltraggio. Ed è pro- dei mass-media. Come nel caso del film che all’ultimo prio sulla scia di questo lascito desolante che prende festival di Berlino, dribblando il blasone di tanti grandi l’avvio una pellicola capace di mantenersi scabra al- autori del cinema mondiale, è riuscito a saltare in meno quanto la ripida polvere del villaggio andino. groppa all’Orso d’oro, assicurandosi il premio più Qualcosa che sembra mantenersi sul filo d’equilibrio importante. Che tradotto negli effetti più sostanziali di un documentario antropologico, curvato qua e là vuol dire visibilità, unico viatico perché la vicenda di dai tornanti della finzione, indispensabili per com- un dramma senza-passaporti incontri una reale dif- pattare il sentiero visivo dell’intreccio. Poi, certo, la fusione, passandolo attraverso il corpo violato di una guerra finisce, la modernità lentamente si affaccia, ma donna. Già, perché “Il canto della Paloma” (o gli strascichi “ereditari” di quel ventennio rimangono se vogliamo il titolo in lingua originale “La teta asus- lì, in una serie di frange psicologiche che coltivano la tada”), uscito nelle nostre sale lo scorso 8 maggio, propria patologia attraverso la superstizione per cui non è soltanto il primo film peruviano mai passato l’angoscia passa di madre in figlia sempre attraverso in concorso nella storia di uno dei festival più impor- quel latte del dolore. E qui la condizione di Fausta si tanti del mondo come la Berlinale, ma è anche una fa paradigma simbolico di un intero popolo che deve delle prime pellicole che ha trovato la forza d’urto cercare di riprendere respiro dopo la lunga apnea. E di raccontare gli sconvolgenti effetti psicosomatici di allora che altro resta? Resta un mondo spaccato dai una guerra alle nostre latitudini poco conosciuta, se cancelli che separano, con un arredo visivo che fa da non addirittura ignorata. Quella che ha squassato le continuo contrappunto ai timori della protagonista bordature di quel paese sudamericano sull’arco di un tanto da farla camminare sempre defilata in strada, intero ventennio. Dal 1980 al 2000, quando tutto si a ridosso dei muri, spaventata dall’eventualità di ogni lacerò profondamente per lo scontro tra lo stato pe- minimo contatto con un uomo. Là dove il margine è ruviano e i gruppi armati di Sendero Luminoso e del il chiaro marchio della persistenza fisica e mentale di Movimiento Revolucionario Túpac Amaru. Con tutti una pena che solo un canto improvvisato può tentare gli effetti collaterali del caso, a partire dallo scorraz- di attenuare. zare di pattuglie terroristiche della morte che hanno seminato uccisioni, stupri e terrore, innescando una Lorenzo Buccella vera e propria pulizia etnica nei confronti delle mino- ranze quechua. E il film firmato dalla giovane regista donna di Lima (ma di origini italiane) Claudia Llosa si aggancia ai postumi della guerra per trainarci subito lì, da una dolente prospettiva femminile, fin dalla scena d’attacco: l’inquadratura si stringe sul volto di una vecchia andina, scavato e rugoso più d’una cortec- cia d’albero, che attraverso il suo flebile canto inven- tato lì al momento in lingua quechua, proprio adesso che si trova sdraiata sul letto di morte, ritorna sul 36 cinema Lib r Un ponte filosofico i tra Oriente ed Occidente

A cura di Sergio Albesano

A. DRAGO P. TRIANNI, La filosofia di , digiuno per ottenere che il Concilio si pronunciasse Jaca Book, Milano 2008, pagg. 303, € 18,00. per il disarmo e la pace (come fecero pure, indipen- dentemente, i coniugi Jean e Hildegard Goss). Raccogliere gli atti di un convegno, si sa, è cosa laborio- Lanza del Vasto accolse, nell’incontro con l’India, l’in- sa quasi quanto organizzarlo. È tuttavia assai utile poter flusso della filosofia indiana (il viaggio in India fu anche disporre, per la continuazione degli studi, dei contributi tipico dell’ambiente della teologia afroamericana, in elaborati nei convegni più importanti, dopo la loro pre- cui maturò Martin Luther King) e quindi distinse tra la sentazione. È questo il caso, grazie ad Antonino Drago metafisica ontologica dell’occidente e la henologia (o e Paolo Trianni, del convegno su “La filosofia di Lanza metafisica dell’uno) della filosofia indiana, scegliendo del Vasto. Un ponte tra occidente ed oriente”, svoltosi questa seconda. Riconobbe un precursore in Cusano, nell’università di Pisa nel gennaio 2007. che fu, anche lui, ispirato da un viaggio in oriente nel Il libro è il primo studio collettivo (ad opera di venti tendere a definire la «unitrinità». Così Lanza del Vasto studiosi) sulla singolare filosofia di Giuseppe Lanza del gettò un ponte tra occidente e oriente (come già a Vasto (1901-1981), più conosciuto come artista e so- suo modo Gandhi stesso) e pose una delle basi del prattutto come maestro e diffusore della nonviolenza dialogo tra le religioni. Anche la sua antropologia è gandhiana. Di madre fiamminga, visse e operò molto trinitaria, essendo lo spirito umano composto di in- tempo in Francia. Viaggiò, anche a piedi, dappertutto. telligenza, sensibilità e volontà. La sua metafisica della Lanza del Vasto (foto) si laureò a Pisa, con Carlini, nel relazione si presta bene a pensare filosoficamente la 1928, negli stessi anni in cui vi era Capitini, ma non ri- nonviolenza come dialettica delle relazioni e filosofia sulta che i due si siano incontrati, mentre invece Lanza della conciliazione. Ma, insieme al pensare e scrivere, incontrò più tardi, nel 1956, Danilo Dolci. Il suo linguag- Lanza del Vasto mirava a praticare ciò che capiva: si gio e pensiero filosofico, espresso nella tesi di laurea vantava di essere l’unico filosofo occidentale che vi- (che rielaborò poi fino alla pubblicazione, nel 1971, col veva in una comunità progettata da lui stesso come titolo La trinité spirituelle), ben diverso da quello preva- esperienza filosofica piena. lente nella filosofia occidentale, è di tipo poetico, non Il convegno, naturalmente, si è interrogato anche sui legato a riferimenti accademici. Egli pensava un sistema problemi irrisolti e i limiti di questo pensiero, ma lo di relazioni trinitarie sia nella realtà divina sia nella real- ha riconosciuto come uno dei passi originali verso il tà umana. La sua formula caratteristica è «In principio ritorno della filosofia occidentale ad essere davvero è il rapporto», che ce lo rivela in sintonia col filone «amore della saggezza». della filosofia dell’alterità (Buber, Levinas, Ricoeur, ecc.). La relazione, e non la sostanza, è tutto il conoscibile. Enrico Peyretti Rifiutò la dialettica hegeliana della sintesi attraverso la negazione, per adottare dal «divino Cusano» la dialet- tica della conciliazione, mossa non dalla ragione, ma dalla relazione. Il suo programma era formulare una «filosofia della conciliazione», che è un fondamento filosofico della nonviolenza intesa come metodo di soluzione dei conflitti mediante il superamento delle opposizioni. Fra il 1937 e il ‘38 visse tre mesi con Gandhi, che lo chiamava Shantidas (servitore di pace) e lo invitò a sperimentare il satyagraha in Europa. Convinto che Gandhi potesse fare riscoprire ai cristiani la nonvio- lenza evangelica, fondò nel 1944 la comunità dell’arca, di cui fu letteralmente il patriarca, una specie di ordine interrereligioso laico per attuare con i compagni i suoi principi di vita. Con la moglie Chanterelle compì un Libri 37 Le tt e r Quanto fa paura un premio Nobel per la pace? e L’impero cinese se la prende con il Decennio...

scrivere a [email protected]

Questa è una storia che ci riguarda da vicino in quanto del 2009 la domanda di associazione all’ECOSOC è i movimenti della nonviolenza organizzata italiana (MIR stata definitivamente respinta su proposta del delegato e Movimento Nonviolento) fanno parte del Comitato cinese appoggiato da quello pakistano. italiano Decennio per l’educazione alla nonviolenza ed alla Con quale motivazione? Il delegato cinese non poteva pace per i bambini del mondo. A sua volta il Comitato ita- dire che la sola presenze nel Comitato di patrocinio di liano Decennio è membro fondatore del Coordinamen- un Premio Nobel per la pace gli dava fastidio. Allora ha to Internazionale Decennio che ha sede a Parigi. Il Comi- detto che nei documenti del Coordinamento Interna- tato italiano Decennio è presente anche nel Consiglio di zionale Decennio non si usava la dizione ufficiale adotta- Amministrazione del Coordinamento Internazionale. ta dall’ONU per quanto riguarda Hong Kong. Il Coordinamento Internazionale si è dotato di un Co- Il fatto interessante è che a quel che ricordo nei do- mitato di patrocinio che ha le funzioni di dare visibilità cumenti del Coordinamento Internazionale Hong Kong internazionale all’azione del Coordinamento Interna- non è mai citata! zionale. In questo Comitato di Patrocinio sono presenti Il governo cinese in questa piccola operazione ha avuto varie personalità significative per la cultura della nonvio- al suo fianco quello del Pakistan al quale ha fornito la lenza come ad esempio ben 4 premi Nobel per la Pace: tecnologia per la bomba atomica. Vorremmo ricordare Adolfo Perez Esquivel, Mairead Maguire, Desmond Tutu, altre recenti imprese cinesi (senza dimenticare l’occu- il Dalai Lama. pazione ormai cinquantennale del Tibet): appoggia il Il Comitato di Patrocinio però non entra nel merito governo della Birmania che tiene in segregazione Aung delle decisioni e dell’azione del Coordinamento Inter- San Su Kyi (altro Premio Nobel per la Pace); sostiene il nazionale Decennio in quanto ha solo funzioni –come governo sudanese nell’occupazione delle terre ricche di abbiamo detto – di visibilità all’esterno. giacimenti del Darfur e nella conseguente cacciata delle Come Organizzazione Non-Governativa (ONG) il Co- popolazioni residenti; ha fornito armi e sostegno politico ordinamento Internazionale aveva fatto domanda di ot- al governo dello Sri Lanka nella recente operazione di tenere lo status consultivo presso l’ECOSOC, cioè pre- massacro dei Tamil. so il Consiglio Economico e Sociale dell’Organizzazione Ma quanta paura fa ad una potenza che si avvia ad essere delle Nazioni Unite. il competitore globale degli Stati Uniti un premio Nobel Ebbene fin dal primo momento il rappresentante della dentro un piccolo organismo come il Coordinamento Cina dentro l’ECOSOC ha sollevato questioni sul Co- internazionale Decennio? Quanto fa paura la nonviolen- mitato di Patrocinio perché tra i suoi membri c’è il Dalai za a chi opprime popoli e conculca i diritti umani? Lama. Dopo vari rinvii di anno in anno finalmente nel giugno Sergio Bergami - Padova lettere

di Christoph Baker

I borghi medievali

Le grandi arterie della capitale sono intasate. Sempre. Non si fa più caso all’inquinamento, acustico prima che atmosferico, che ha invaso i centri urbani moderni. Il tutto accompa- gnato da uno stress che porta all’esasperazione e alla violenza verbale, se non addirittura fisica. Le vinerie sono sparite dai marciapiedi, ci sono sindaci che tolgono le panchine pubbliche, le vetrine sparano saldi e aggressive luci artificiali. È tutto un frastuono, è tutto volgare commercio. Allora scappo dalla metropoli e mi rifugio in un paesello sperduto. Dove i vicoli salgono e scendono fra muri spessi e portoni di legno massiccio. Con i gradini che impediscono di fatto il passaggio dell’automobile. Dove all’ora della siesta, tutto tace e se si muove un’om- bra, è un gatto che attraversa pigramente la strada per cercare un posto più fresco all’ombra. Dove la sera, la gente esce di casa con le sedie e sta ore per strada a raccontare le storie di sempre. Di un tempo pacifico, lento, calmo. Il calice Come ora, lassù, nei borghi medievali. 38 , Barone Barone nonviolenta, Giuseppe €10,00 rivoluzione una Dolci, Danilo La forza dellanonviolenza, GiuseppeBarone, €12,00 Libri diesuDaniloDolci Claude-Henri Fougère- Anne Vinoba oilnuovo pellegrinaggio, €9,30 Vasto, Rocquet, €16,00 del Lanza Pellegrinaggio allesorgenti, €10,35 L’arca Antonino aveva unavignapervela, di €14,45 cura a del Vasto,Drago ePaolo Trianni, €18,00 di Lanza filosofia La Scritti diesuG.LanzaDelVasto Sulla follia, scrittisullacrisidelmondomoderno, €9,00 La vera vita, €10,00 La leggedellaviolenzaeladell’amore, €6,00 Il regno diDioèinvoi, €11,00 Perché vivo, €12,80 Tolstoj, ilprofeta, acuradegli Amici di Tolstoj, €13,45 Libri diesuLev Tolstoj Lettera dalcarcere diBirmingham, €3,00 Il sognodellanonviolenza, €6,00 La forza diamare, €10,00 Il sognoelastoria, acuradiPaolo Naso, €15,00 Libri diesuMartinLutherKing Una forza chedàvita, ManaraFulvioCesare, €18,00 Mohandas K. 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