INDICE

0. PREMESSA ...... 3 1. ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE ...... 4 1.1) Il territorio - infrastrutture - vincoli - armatura residenziale e produttiva ...... 4 1.2) Il centro urbano - cenni storici ...... 7 1.3) Evoluzione della strumentazione urbanistica ...... 10 1.4) Stato di attuazione della pianificazione generale vigente ...... 18 1.5) Stato di attuazione della pianificazione generale ed esecutiva ...... 21 2. IL BILANCIO URBANISTICO ...... 24 2.1) Analisi relativa agli indici medi nell’ambito urbano...... 25 2.2) Estensione previsioni urbanistiche in essere e calcolo del loro carico urbanistico ...... 27 2.3) Analisi quantitative e grado di attuazione degli standards ...... 46 2.4) Analisi delle attrezzature esistenti e loro classificazione da un punto di vista quantitativo e qualitativo ...... 47 2.5) Cenni sulle attività produttive e la dinamica occupazionale ...... 55 3. IL BILANCIO AMBIENTALE ...... 60 3.1) Finalità ed analisi metodologia del Bilancio ambientale ...... 63 3.2) Il patrimonio ambientale ...... 75 3.3) Dotazione di strade e delle principali reti esistenti ...... 76 3.4) Schede riassuntive Bilancio Ambientale ...... 79 4. IL REGOLAMENTO URBANISTICO ...... 98 4.1) Contenuti della documentazione allegata al R.U...... 98 4.2) Criteri generali di impostazione del RU ...... 101 4.2) Le dinamiche demografiche in relazione ai fabbisogni ...... 105 5. LA PERIMETRAZIONE ...... 108 5.1) La perimetrazione dei regimi urbanistici nel R.U. -Suoli urbanizzati - suoli di recente formazione – aree complesse ...... 108

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5.2) Ambito urbano – Regimi d’uso e di intervento ...... 110 5.3) Suoli riservati all’armatura urbana – Verifiche standards esistenti e di previsione ...... 136 5.4) Ambiti extraurbani - attività produttive ...... 147 5.5) Ambiti urbani zone speciali ...... 151 5.6) Il nuovo regime dei suoli in rapporto agli aspetti geologici ...... 152 5.7) Le discipline urbanistiche previste dal RU ...... 153

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0. PREMESSA Questa breve introduzione , ha la finalità di evidenziare tutte le fasi e le procedure che sono state eseguite per definire il Regolamento Urbanistico della Città di Lavello.

Occorre subito precisare che il quadro di riferimento regionale, è impostato su di una serie di strumenti a varia scala propedeutici alla redazione dei R.U.

Dallo studio approfondito della legislazione e dal confronto continuo e costante con il comune di Lavello è stato definito il presente Regolamento che, in assenza di una Pianificazione di livello superiore, ha richiesto all’Amministrazione cittadina di porsi in funzione propositiva nei confronti degli altri soggetti di pianificazione.

Inoltre venivano analizzate, in forma sintetica, le varie fasi dell’evoluzione urbana e lo stato di attuazione dei diversi piani approvati, inquadrate le varie problematiche presenti sul territorio, individuati possibili percorsi e varie soluzioni.

Le analisi effettuate evidenziavano la difficoltà di poter inquadrare nel RU le proposte risolutive dei problemi emersi, il quanto tale strumento urbanistico aveva ed ha come finalità:

. “sistemare” urbanisticamente la struttura edificata con riferimento alla dotazione di urbanizzazioni primarie e secondarie (calibrate sulla popolazione esistente);

. individuare i suoli su cui è possibile l’edificazione diretta;

. perimetrare le zone su cui intervenire solo con preventivo Piano Attuativo;

. individuare i regimi urbanistici delle zone di vecchia e nuova formazione;

. verificare il grado di attuazione della pianificazione vigente apportando eventuali variazioni.

Fotografia aerea della città di Lavello

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1. ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE

1.1) Il territorio - infrastrutture - vincoli - armatura residenziale e produttiva

L’esame del territorio è partito dall’analisi e ricognizione delle infrastrutture – vincoli – residenze e produttive esistenti.

Questa ricognizione ha permesso di evidenziare il complesso sistema ambientale del territorio lavellese in cui si sono innestate nel tempo stratificazioni antropiche che non hanno comunque stravolto il sistema paesaggistico esistente.

Sistema relazionale

Infrastrutture

Ancora oggi l’arteria più importante di collegamento è rappresentata dalla Statale 93 Appulo - Lucana, su cui è articolata l’intera rete viaria, che è collegata con la superstrada Basentana per Matera, a seguito dell’entrata in funzione a dello stabilimento della FIAT.

La S.S.93 attraversa tutto il comprensorio lavellese in direzione Sud-Ovest, Nord-Est, lungo l’asse di maggiore estensione dell’agro.

Il centro abitato inoltre è collegato all’Autostrada Napoli-Bari dai caselli di Candela e Ovest.

Inoltre il sistema viario è interessato dalla S.S.529, che da raggiunge Cerignola e dalla strada consortile del Basso Melfese, che diramandosi dalla S.S.93 Nord dell’abitato raggiunge lo scalo ferroviario di Rocchetta Sant’Antonio. 4 Su questi assi veicolari più importanti si innesta e converge la viabilità minore esistente, costituita essenzialmente da vie comunali ed interpoderali.

All’interno di questo sistema è stata evidenziata la presenza di una aviosuperficie nella zona di Gaudiano, che riteniamo possa svolgere nel tempo una grande azione di raccordo e di collegamento anche a carattere interregionale.

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Tavola n. 1 - Infrastrutture di comunicazione –aree edificate o pianificate

Vincoli

L’anali del territorio ha indicato e riportato sulla tavola i seguenti vincoli:

- architettonici (masserie - poste)

- archeologici aree (località casa del diavolo)

- ambientale e paesaggistici SIC-ZPS

- idrogeologici

- aree di rispetto

Tavola n. 2 - Vincoli e limitazioni agenti sul territorio

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Residenziale e produttiva in ambito extraurbano

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L’analisi ha imposto di indicare per intero l’antropizzazione del territorio, riportando gli edifici esistenti di varia natura.

Sistema insediativo

Tale individuazione ha imposto la necessità di prendere atto dell’esistente ma anche di cercare di limitare le possibilità edificatorie in ambito agricolo.

Nella tavola sono state riportate:

- zone urbane consolidate;

- unità edilizie superiori a mq 70;

- unità produttive;

- masserie.

Tavola n. 3 - Armatura residenziale e produttiva

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1.2) Il centro urbano - cenni storici

Il territorio lavellese, è stato occupato sin dal periodo Neolitico. Ne è prova un insediamento arcaico, di grande importanza, venuto alla luce tra l’Ofanto ed il Vulture, sulla terrazza collinare su cui insiste la città, risalente a prima dell’età del ferro.

Dell’ epoca romana sono venute alla luce molte “villae” poste nei pressi dell’antica Forentum, così come nelle vicinanze dell’antica Alfellum, come quella con annesso impianto termale in laterizio, che si può osservare, sul poggio della “Casa del Diavolo”, prospiciente al fiume Olivento, oppure un “Edificio Sacro” venuto alla luce a Gravetta. E’ dopo la caduta dell’impero romano di occidente, ed in seguito alla fine della colonia di Venosa, che nasce l’insediamento del Pescarello .Tale borgo integra quello primitivo esistente, posto nella parte più estrema del borgo antico.

Del periodo Longobardo il borgo conserva tracce di fortificazione sulla estremità est, quale frontiera di avvistamento e di guardia contro i greci-bizantini. Grazie a quest’ultimi nel X secolo fu istituita la sede vescovile lavellese, mentre al secolo successivo risale quella della contea normanna di cui ancora oggi l’estramurale segna il percorso della recinzione urbana intorno al Castello.Dell’epoca normanna sono la Cattedrale di San Mauro Martire e della Domus feudale, restaurata nella successiva età sveva, la chiesetta di San Giovanni e dell’Annunziata .Degne di nota sono le chiesa di Santa Maria del Principio, Sant’Anna o dei Padri Cappuccini, Sant’Antonio già Santa Maria di Loreto.Durante gli anni di regno di Federico II fu frequentata spesso dal sovrano, che nella frazione di Gaudiano aveva una grande Masseria .

Ospitò Manfredi nella maestosa Domus imperialis paterna durante il periodo dei dissidi con il Papa per poi essere messa a fuoco su disposizione di Carlo D’Angiò, a causa di una rivolta organizzata per la discesa di Corradino di Svevia in Italia.

Ed è a questo episodio di resistenza eroica da parte dei Ghibellini lavellesi, bruciati vivi nel castello per l’incendio provocato dal giustiziere angioino Ruggero di San Severino, che si è ispirato l’emblema dello stemma comunale, raffigurante una torre ardente.

Sotto gli angioini Lavello fu assegnata a vari feudatari, fu poi un possesso dei Del Tufo, dei 7 Pignatelli, ed infine dei Caracciolo di Torella per tutto il settecento. Centro giacobino fu coinvolto nella congiura del 1794 e partecipò ai moti del 1799 ed a quelli carbonari del 1820-21, in tale periodo cessò come sede vescovile. Subì danni ingenti al patrimonio edilizio durante il terremoto del 14 agosto del 1851, con morti e feriti.

Dopo l’Unità d’Italia il paese, che aveva 5000 abitanti, subì atti di brigantaggio, quindi , con lo smembramento delle secolari terre feudali e la quotizzazione delle vaste difese demaniali, propiziata dai fratelli Nicola e Giorgio Saverio Favatà, inizia l’era moderna dell’economia agricola lavellese con l’eccezionale sviluppo demografico ed urbanistico.

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Fotografia aerea 1940

Fotografia aerea stato attuale

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Fotogrammetria del territorio di Lavello

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1.3) Evoluzione della strumentazione urbanistica

Se fino alla fine del XIX secolo la città di Lavello era definita all’interno della zona antica, nella prima metà del XX inizia lo sviluppo lungo vere direttrici che definiranno il volto dell’attuale città.

Come è stato evidenziato dagli studi sull’evoluzione urbana dell’Arch. Beguinot, la città si spinge ad occupare la piana collegata al nucleo originario attraverso assi delimitati da maglie regolari e definite.

Il Beguinot scrive “questi nuovi quartieri formati in un primo momento da misere case allineate su di una viabilistica regolare che si ripeteva pedissequamente a ridosso del Centro storico senza individuare alcuna gerarchia nei luoghi, non soddisfaceva né i suoi fruitori diretti né tantomeno le più generali esigenze civiche della popolazione che, in questa città , contava di potersi riconoscere. Alla monotonia della tessitura stradale si accompagnava il caos generato dalla completa anarchia edilizia delle costruzioni che si andavano realizzando”.

Questa situazione portò l’Amministrazione comunale a redigere un P.R.G. con il quale tentare di governare il processo di crescita in atto .

Il P.R.G. del 1960, redatto il 1958 dallo stesso Beguinot ed approvato il 1963, costituisce il primo, e per certi versi l’unico e completo, strumento urbanistico generale definito dal Comune di Lavello.

Sul piano edilizio, come lo stesso progettista scrive, il piano prevedeva:

. il restauro urbanistico del nucleo, tendente a migliorare le condizioni igieniche delle antiche fabbriche;

. il consolidamento delle funzioni urbane assolte dal centro urbano;

. l’espansione delle residenze nelle aree poste a Nord di via Roma e di C.so G. Fortunato anche al fine di consentire interventi in centro storico;

. la creazione di un asse viabilistico di shuntaggio a Nord del centro abitato che marginava 10 le zone di nuova espansione edilizia e si innestava sulla viabilità esistente al termine di via Roma, all’estremo opposto dell’abitato sulla SS.93 e su via Verdi;

. il soddisfacimento dei fabbisogni e dei servizi carenti ed il loro parziale trasferimento nei nuovi quartieri.

Per quanto attiene le strutture pubbliche erano previste:

. una scuola elementare con 16 aule, una scuola materna e l’ampliamento dell’asilo esistente in un complesso assistenziale;

. una chiesa;

. un mercatino comunale;

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. numerose aree di verde pubblico.

Per quanto riguarda la struttura economica e produttiva del comune si promuoveva il potenziamento della produzione agricola mediante l’estensione delle zone irrigue e la sistemazione delle aree arginali dell’Ofanto e dell’Olivento al fine di:

. ridurre la produzione cerealicola ed estensiva in favore di culture più remunerative;

. incoraggiare la produzione foraggiera quale essenziale supporto allo sviluppo di una moderna zootecnia;

. incentivare nelle zone più acclivi le culture arboree quali l’olivo e la vite anche per favorire il consolidamento idrogeologico dei versanti;

. promuovere il ripristino del bosco e dei pascoli nelle aree più accidentate;

. organizzare il riordino della rete viaria minore e creare nuovi acquedotti ed elettrodotti a servizio delle aziende agricole;

. attivare un servizio di assistenza tecnica ai contadini;

. sviluppare industrie di piccole e media dimensione operanti prevalentemente nei settori della lavorazione e trasformazione dei prodotti della terra, individuando una zona industriale in prossimità del villaggio Gaudiano;

. potenziare i servizi e la valorizzazione del commercio al minuto ed all’ingrosso.

Nel 1963, in seguito all’approvazione del P.R.G., l’Amministrazione comunale adottava il Piano Particolareggiato che interessava tutte le aree di nuova e recente urbanizzazione, individuate dal nuovo strumento urbanistico.

Con questo piano veniva definito l’assetto planovolumetrico di tutto il centro abitato con esclusione del Centro Storico.

Il Piano definiva: . i profili regolatori relativi alle zone di nuova espansione; 11 . la distribuzione planimetrica delle attrezzature pubbliche da realizzarsi ;

. il tracciato della strada di circonvallazione prevista dallo strumento urbanistico generale;

. il principale nucleo di espansione residenziale, posto a Nord di via Roma, veniva organizzato intorno ad una spina centrale di attrezzature pubbliche in direzione Nord-Sud e si prolungava fino al campo sportivo posto oltre la metà della circonvallazione.

Tale piano venne proporzionato sulla base di una previsione di circa 5000 nuovi vani residenziali da realizzare nelle aree di nuova espansione ed in quelle di completamento, mentre da un punto di vista edilizio fissò per le diverse zone sia gli indici fondiari che variavano da 0.35 mc/mq per le D3 a

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1.80 mc/mq per le D1 e D4, che le altezze che andavano da ml. 8.00 per la zona D2-D3 a ml 14 per la zona D4.

Nel 1964 l’Amministrazione chiedeva al Ministero dei LL.PP. l’autorizzazione a procedere alla elaborazione di una variante al P.R.G. del 1960.

Tale variante era richiesta per consentire:

. l’individuazione, in prossimità dell’abitato, di una nuova zona produttiva;

. la modifica del tracciato della strada di circonvallazione;

. l’incremento delle aree destinate ad attrezzature pubbliche.

Nel 1967, dopo l’adozione della variante del 1964, l’amministrazione comunale si dotò di un Piano per l’Edilizia Economica e Popolare, che fu redatto ed approvato nello stesso anno.

Il piano prevedeva:

. 1200 vani pari al 30% dell’incremento edilizio previsto nella variante per il decennio 66/76;

. il progetto era collocato lungo il ciglio della variante ANAS e si articolava in due comprensori per un totale di mc 130400.

Nel 1974 veniva elaborata una nuova variante al P.R.G., approvata definitivamente con D.P.G.R. n.1295 del 1975.

Tale variante costituisce ancora lo strumento generale di pianificazione urbanistica vigente e comprendeva:

. individuazione di una nuova zona P.E.E.P. per il soddisfacimento dei bisogni abitativi stimati per il decennio 1974/84, individuata nella zona posta a Nord-Ovest del centro abitato, contigua alla zona per le attrezzature di livello superiore, oltre la strada di circonvallazione realizzata in variante all’originario tracciato della S.S.93; . individuazione di alcune aree da assoggettare a P.I.P. (a norma della L.865/71) ubicate in 12 prossimità del centro abitato e lungo la Statale Apulo-Lucana;

. l’individuazione di una zona per l’inserimento di “attrezzature di livello superiore” (istruzione, commercio, sanità e ricettività alberghiera), individuata a Ovest del nucleo urbano ed a ridosso del programmato svincolo di collegamento tra la superstrada Bradanica e la S.S.93;

. l’individuazione di zone per la realizzazioni di impianti industriali, nella zona di Gaudiano per circa 400 ha.

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Tavola n. 4 – Stato di attuazione della pianificazione generale vigente - riporto su fotogrammetrico aggiornato

Tavola n. 6 – Individuazione e livello di realizzazione della pianificazione attuativa vigente

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Tavola Allegato 6C – Piano per gli insediamenti produttivi P.I.P.

Adottato nel 1978 ed approvato nel 1980, il Piano Particolareggiato per gli insediamenti produttivi di tipo artigianale, posto ai limiti della S.S.93, risulta composto da quattro aree per una superficie complessiva di ha 25.67 così distinti:

. mq 87.473 a strutture artigianali;

. mq 94.427 a spazi ed attrezzature pubbliche;

. mq 52.200 a viabilità e parcheggi.

Nel 1978 inoltre, veniva adottato, ed approvato nel 1993 con alcune modifiche, il Piano Particolareggiato di esecuzione per la zona di attrezzature di interesse collettivo che prevedeva:

. una superficie complessiva di ha 52,5 ed un indice fondiario di 3,5 mc/mq; 14 . un’area per attrezzature sanitarie di livello intercomprensoriale per mc 52200;

. un’area per attrezzature scolastiche per mc 70940;

. due aree per attività commerciali e/o produttive ed artigianali per mc 437586;

. due aree per attività amministrative pubbliche e private per mc 77122;

. un’area per attività ricettive per mc 129672;

. aree destinate alla viabilità , parcheggi ed al verde pubblico;

. due lotti in zona di rispetto del metanodotto su cui realizzare edifici isolati per complessivi mc 23760.

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Sempre nel 1978 inoltre, veniva adottato, ed approvato nel 1980, il Piano per l’Edilizia Economica e Popolare che interessava:

. una superficie complessiva di 24 ha posta all’estremo occidentale dell’abitato, ed in gran parte ricadente sulle aree in precedenza destinate dalla prima variante al P.R.G. ad insediamenti produttivi di tipo artigianale.

Allegato 6B – Piano per gli insediamenti produttivi P.A.L.S.

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Nel 1993 veniva adottata, ed approvata nel 1994, una variante al P.R.G. per l’ampliamento della Zona P.E.E.P. che prevedeva:

. un’area di 15 ha, posta a ovest dell’insediamento citato in precedenza e nel frattempo realizzato, con mc 227500 di edilizia residenziale e mc 35.000 di attrezzature pubbliche.

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Allegato 6A – Piano integrato

Nel 1993-94 veniva elaborata, sempre dal Beguinot, una variante generale al P.R.G. vigente, che avrebbe dovuto sistematizzare lo sviluppo avvenuto, variante adottata, ma mai approvata.

Il piano evidenziava lo sforzo di riunire in un quadro d’insieme lo sviluppo urbano realizzato negli ultimi trent’anni e prevedeva:

. per il Centro storico, una nuova circonvallazione e la risoluzione di varie problematiche geologiche;

. ridefinizione delle norme edilizie nelle varie zone B;

. individuazione di alcune zone C, alcune delle quali interne alla città costruita;

. aree di riqualificazione ambientali poste nelle vicinanze delle zone P.E.E.P.; 16 . verifica e reperimento delle aree destinate alle urbanizzazioni primarie e secondarie;

. riduzione dell’area industriale di Gaudiano a circa 100 ha;

. definizione di un parco comprensoriale in zona E.

Alla fine di questa analisi sulle varie pianificazioni che si sono susseguite e sovrapposte negli ultimi 40 anni nella città di Lavello, è opportuno proporre alcune considerazioni.

Sottolineare la grande vivacità che le varie amministrazioni hanno avuto nel definire e realizzare strumenti urbanistici parziali, tarati in rapporto alle esigenze mutevoli del tessuto sociale, economico e produttivo della città.

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Questa vivacità ha condotto ad un ampliamento del tessuto urbano, lasciando però alcune sue parti indefinite.

Oggi è oramai indispensabile pensare più che ad espandere la città, a recuperare e ricucire le varie parti della stessa, cercando di rendere queste parti urbane una “civitas”.

Tale obiettivo può essere perseguito, preservando il patrimonio rurale e storico del territorio lavellese, ridisegnando alcune parti vuote del tessuto urbano, preservando le varie realtà economiche, ed infine ripensando ad uno sviluppo di tipo sostenibile.

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1.4) Stato di attuazione della pianificazione generale vigente

Allo stato attuale il territorio comunale risulta essere ancora, sostanzialmente, regolato dalle previsioni di cui alla variante generale elaborata nel 1973. Le varianti succedutesi nel tempo sono risultate troppo spesso disarticolate, frutto di situazioni contingenti.

Per gran parte le previsioni contenute nel piano si sono attuate sia per quanto concerne la parte residenziale che per quella legata ai servizi, di cui parleremo in seguito.

Veniamo ad esaminare lo stato di attuazione delle previsioni della variante al P.R.G. vigente.

Per i tessuti di antica formazione - Zona A - occorre subito rilevare, che ben poco è stato fatto ed attuato.

Vari piani sono stati elaborati, ma nessuno è stato approvato, ed ancora oggi manca una visione strategica per recuperare e valorizzare il centro storico.

Occorre subito rilevare che il recupero dei centri storici non è operazione semplice e necessita di interventi complessi e di risorse ingenti.

La città di Lavello deve innanzitutto continuare ad avere i propri uffici amministrativi nel cuore del centro storico, mantenere in questa parte della città certe attività e sforzarsi di portarne altre.

Pensare ad un recupero e restauro della parte vecchia operando in diverse direzioni:

. realizzare un “manuale del recupero” che definisca le procedure di analisi; elenchi e cataloghi i vari elementi che compongono gli organismi architettonici, strutturali e di corredo delle facciate; indichi metodologie di intervento; individui gli interventi ammissibili e quelli non ammissibili;

. inserire nel tessuto nuove attività e servizi attivando norme tecniche ed igieniche pensate per riqualificare zone ed edifici anche attraverso incentivi economici e procedure amministrative più snelle; 18 . tentare di attivare “Programmi complessi” (Piani di Recupero Urbano, Contratti di quartiere ed altri) utili a veicolare risorse private, unitamente a quelle pubbliche, per realizzare politiche in favore della casa, i servizi, ed il degrado sociale;

. pensare a corsi di qualificazione professionale nel campo del restauro e della valorizzazione dei beni culturali ed architettonici.

Per le tessuti di recente formazione - Zone B - occorre rilevare che in questi anni sono stati compiuti interventi di sostituzione o di sopraelevazione seguendo le prescrizione relative alle norme sismiche e gli indici del piano vigente. La città, come sottolineato da Beguinot, è stata caratterizzata da una “ordinata crescita urbana correttamente pianificata durante il corso dell’ultimo ventennio, la salvaguardia pressoché integrale delle aree agricole agevolata dall’alto livello di produttività delle

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terre, il graduale adeguamento delle dotazioni di infrastrutture e servizi collettivi all’insorgere di nuove esigenze fanno si che Lavello presenti, dal punto di vista prettamente urbanistico, problemi in buona sostanza marginali. Una viabilità efficiente ed, almeno nell’ambito urbano, in buono stato di manutenzione, una dotazione di attrezzature non ancora ottimale ma certamente soddisfacente se confrontata con altre realtà urbanistiche meridionali; programmi urbanistici avviati in tempi recenti che aprono confortanti prospettive di sviluppo economico;……..sono considerazioni queste, che portano ad esprimere un giudizio di generale stato di buona salute dell’assetto territoriale del comune”.

Tali considerazioni ci trovano concordi, anche se ben altra immagine o sviluppo la città avrebbe avuto, se dotata di una pianificazione approvata di ordine superiore a cui raccordarsi e di cui tenere conto.

Lo stato attuale dei tessuti di recente formazione presenta comunque alcune discontinuità di forte problematicità a cui porre rimedio.

Abbiamo molto dibattuto su queste aree, ritenendo che queste possano rientrare fra le zone B di completamento.

Una di queste aree è quella posta lungo via Roma che, pur fortemente inserita nel quadro urbano oltre che zona fortemente degradata con problematiche igieniche e di immagine urbana, occorre affrontare e definire.

Così come appare importante riqualificare zone degradate come quella di San Rocco, posta all’ingresso della città lungo la S.S.93 o quella destinata ad attività produttive, ma oramai inserita all’interno del tessuto residenziale della zona P.E.E.P..

Nella zona P.E.E.P., individuata a Nord- Ovest, è stata completata la parte residenziale, mentre risultano in fase di completamento alcuni dei servizi previsti.

Per le attività produttive la città di Lavello ha identificato tre zone.

La prima zona, posta a ridosso della S.S.93, a carattere artigianale, è quasi completamente ultimata. 19

Le altre due zone sono ubicate, a prima, ad ovest del centro abitato consolidato, destinata alle attrezzature di interesse superiore, la seconda, a ridosso della frazione di Gaudiano, destinata ad attività industriali ed agroalimentari.

Entrambe risentono di previsioni che si sono rivelate fuori scala rispetto alla realtà economica Lavellese, per cui, allo stato, risultano solo parzialmente edificate.

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Fotogrammetria del 2002

Tavola n. 5 – Stato di attuazione della pianificazione vigente – Riporto del P.R.G su cartografia aggiornata

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1.5) Stato di attuazione della pianificazione generale ed esecutiva

Le previsioni contenute nei vari strumenti di pianificazione, che nel tempo si sono succeduti, sono state solo in parte rispettate ed attuate.

E’ stato ultimato il P.E.E.P. e quasi completato il P.I.P.; gli altri piani risultano da completare in larga parte.

Il P.I. risulta completo per il 49%, il P.A.L.S. risulta realizzato con una percentuale inferiore.

Tabella n. 1 - Schema della strumentazione urbanistica vigente

Stumento Data di Adozione da Approvazione Nota Stato di parte del C.C. Attuazione Urbanistico Elab.

P.R.G. 1958 n.p. D.P.R. 5.10.1960 ------Attuato

Variante P.R.G. ------D.P.R. 4.03.1969 ------Attuato

Variante gen. al 1974 C.C. n.16/74 D.P.G.R. ------P.R.G. n.1295/1975

Variante P.R.G. 1987 C.C n.395/87 D.P.G.R. n.348/88 ------

Variante P.R.G 1987 C.C n.396/87 D.P.G.R. n.391/91 ------Vigente Piano di Zona 167 1967 n.p. D.P.G.R. n.759 ------Attuato del 16.04.1971 P.E.E.P. 167 20.12.73 Del C.C n. 68/78 D.P.G.R. n.437/80 ------completato

P.P.E. Attrez. Sup. 1994 C.C.n.81/94 C.C.n.111/96 ------In fase di realizzazione 21 Pip.-Zone 20.12.73 C.C n.69/78 D.P.G.R. n.341/80 ------quasi ultimato Artigianali

IV Variante P.I.P 1999 C.C. n.06/99 C.C.. n.118/99 ------In fase di attuazione Variante P.R.G. 26.05.93 C.C.n. 74/93 D.P.G.R. n.864/94 In fase di per P.E.E.P/P.I.I. attuazione

P.E.E.P./P.I.I. C.C.n.118/95 Del. C.C.n. 27 del ------In fase di 29.03.1996 attuazione

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Per quanto attiene alla frazione di Gaudiano, il P.R.G. prevedeva la realizzazione di una vasta zona industriale. Lo stato di attuazione delle previsioni contenute nel piano mostra, come è accaduto per il P.A.L.S., che le previsioni non erano collegate alla realtà economica di Lavello. Per cui ben poco è stato realizzato rispetto a quanto previsto. Questo mancato sviluppo è stato oggetto di riflessione nella successiva redazione del R.U.

Tavola n. 22 – Previsioni di P.R.G.

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Tavola n. 23 – Sistema insediativo relazionale – servizi – attrezzature pubbliche - limitazioni

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Provincia di Comune di Lavello

Documento allegato al REGOLAMENTO URBANISTICO

2. IL BILANCIO URBANISTICO

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2.1) Analisi relativa agli indici medi nell’ambito urbano.

La seguente analisi tende a chiarificare i criteri utilizzati nella perimetrazione delle aree urbanizzate e della successiva catalogazione.

Occorre subito precisare che la città di Lavello come più volte detto, oggi è composta da un tessuto abbastanza compatto, stratificato ed ampiamente definito.

Come accade per molti aggregati stratificati, possono essere presenti al proprio interno o ai propri margini aree degradate, da recuperare, ridisegnare e riqualificare. Il problema è di come considerare queste aree.

Nel nostro caso le abbiamo ritenute di tipo B, da completare in rapporto all’intero tessuto circostante.

Per verificare tale possibilità abbiamo analizzato i seguenti parametri:

. Abitanti (dati comunali fine 2009): 13860

Dei due dati abbiamo considerato quello indicante una popolazione inferiore.

. Stanze utili esistenti al 2009 : 22422

Sulla base di 100 mc/stanza il solo patrimonio edilizio residenziale esistente ammonta a circa mc 2.242.200

. Verde e servizi esistenti: mq (119.613+87622) = mq 207235

. Area compresa nel perimetro di “zona edificata” = mq 1318670 (A)

. Area compresa nel perimetro di “zona edificata” depurata della zona artigianale = mq 1117397 (B)

. Area compresa nel perimetro di “zona edificata” depurata delle zone di verde e servizi esistenti = mq 910162 (C) 25 Indici di fabbricabilità territoriale esistente:

A 2.242.200 : 1.318.670 = 1,70 mc/mq.

B 2.242.200 : 1.117.397 = 2.00 mc/mq.

C 2.242.200 : 910.162 = 2,46 mc/mq.

Le condizioni poste dall’art.2 del D.M. 1444/68, dicono che vanno considerate “zone omogenee” le parti del territorio edificate “in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al

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12,5% (1/8 ) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,05 mc/mq”.

Noi riteniamo che nel caso di piccoli centri come Lavello, nei quali esistono aggregati urbani stratificati e compatti, non è possibile isolare i tessuti e dividerli per parti.

Occorre invece considerare, allo stato, l’intero territorio effettivamente costruito ed urbanizzato e rispetto a questo verificare i parametri.

Essendo chiaramente rispettato il coefficiente di copertura fondiario, ben superiore ad 1/8 nella zona considerata, e risultando – per ogni possibile interpretazione – l’indice territoriale superiore a 1,5, si deduce che qualsiasi territorio interno al perimetro urbano appartiene di diritto alla Zona Omogenea B.

Quindi anche le zone soggette a comparto obbligatorio o aree problema vanno considerate appartenenti a tale zona omogenea e come tali normate.

Tutti i dati riportati in precedenza sono stati definiti attraverso analisi riportate nei capitoli successivi.

26

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2.2) Estensione previsioni urbanistiche in essere e calcolo del loro carico urbanistico

Anche se la legge 23 non obbliga specificamente, ed in forma chiara, alla verifica dei dimensionamenti delle capacità insediative in quanto, probabilmente, la ritiene superflua, trattandosi della disciplina dell’edificato, la complessità della realtà urbanistica del Comune di Lavello, e la conseguente particolare impostazione del RU, ne impongono una verifica di massima rispetto alle previsioni dalla popolazione residente e dello stock edilizio disponibile.

Perché venga compresa la metodologia usata per individuare le scelte strategiche operate è bene, in premessa, chiarire alcuni dei criteri seguiti.

Il metodo seguito è stato quello di far interagire tutti i dati disponibili, come quelli ISTAT del 1991, i parziali del 2001, alcuni forniti dal Comune di Lavello relativi al 2009, altri provinciali, confrontandoli per ottenere un quadro di riferimento il più possibile aderente alla realtà.

In merito al dimensionamento del Piano si precisa che lo sviluppo edilizio ed urbanistico non segue unicamente lo sviluppo demografico, ma è funzione anche di altri fattori, non secondari, quali il miglioramento delle condizioni di vita, lo sviluppo economico, le necessità abitative diverse per strati della popolazione, la presenza di fenomeni di immigrazione difficilmente quantizzabili, la compatibilità rispetto alle risorse ambientali disponibili.

Definire, quindi, i fabbisogni abitativi è estremamente più complesso di quanto possa apparire ed appare riduttivo condurre la questione al mero rapporto vani/abitanti.

Per cui la nostra ricerca ha tenuto conto degli incrementi demografici utilizzando un’analisi di tipo lineare intersecata e verificata alla luce di proiezioni reali e di fattori specifici. Esaminando alcuni macro-dati riferiti alla regione , appare chiaro che, i dati parziali a nostra disposizione, sono caratterizzati da una bassa crescita demografica, non solo per la Città di Lavello, ma anche per la provincia, e la Regione ( ISTAT – Basilicata - dati al 31.12.03).

Tali valori, se più bassi rispetto a quelli nazionali, assecondano un trend uniforme nell’ultimo decennio, che in alcune regioni dell’Italia però comincia ad invertirsi. Per cui operare proiezioni 27 demografiche, avendo come riferimento gli ultimi dieci anni, può essere fortemente riduttivo e per molti versi dannoso.

Occorre inoltre considerare alcuni fenomeni che, anche se parziali, rappresentano fattori da inserire all’interno delle dinamiche demografiche, come ad esempio quelli legati alla immigrazione che, nell’anno 2003, ha iscritto negli uffici anagrafici della Basilicata ben 2315 persone provenienti dall’estero.

Il forte aumento delle iscrizioni dall’estero, raddoppiate rispetto al 2002, è da collegarsi agli effetti della Sanatoria dovuta alle Leggi 189 e 222 del 2002, precisando che anche una parte degli effetti di detta sanatoria saranno registrati nel corso del 2004.

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Altro fattore da esaminare riguarda la distribuzione della popolazione che mostra come, in comuni con popolazione compresa fra 15001 e 20000 abitanti, nel 2003, vi è stata una crescita complessiva del 1,2 %, mentre in quelli con popolazione fra 10001 e 15000, è stata dello 0,3%, mentre, al contrario, vi è stato un saldo negativo nei comuni fra 0 e 10000 abitanti.

Da questi dati appare evidente una sempre maggiore concentrazione della popolazione in poche “grandi “Città. Oggi dei 597.000 abitanti della Regione Basilicata ben 264.543 risiedono in 12 comuni con popolazione compresa tra 10001 e oltre 20000 abitanti. Così, in complesso, nei comuni con oltre 10000 abitanti (che rappresentano il 9.2% dei comuni della regione) si concentra il 44% della popolazione regionale.

Tale dato non può essere trascurato per valutare correttamente la proiezione della dinamica demografica.

Questa breve analisi è parsa a noi necessaria per meglio comprendere le scelte compiute all’interno del piano.

Il presente R.U. ha voluto evidenziare una situazione urbana caratterizzata dall’assenza di uno strumento urbanistico generale di recente formazione e da una normativa ben definita, tarata sulle dinamiche sociali ed economiche.

Siamo, come detto in precedenza, in presenza di uno strumento definito negli anni sessanta e successivamente modificato attraverso una serie di varianti, che di fatto, con la presenza di tutta una serie di piani particolareggiati, ha mutato il volto e la struttura residenziale ed abitativa della città di Lavello.

L’esistenza di una forte volontà politica riconferma le scelte strategiche operate con il Piano Beguinot, di cui, sia chiaro, abbiamo condiviso ed apprezzato le scelte strategiche di fondo.

Scelte che abbiamo dovuto, per la natura stessa del R.U., limitare all’esistente, ma ponendo una serie di paletti nella direzione di una riqualificazione delle zone urbanizzate sia dei pieni che dei vuoti, modificando i parametri urbanistici e quelli delle altezze massime consentite.

Abbiamo, anche, praticato il diritto-dovere, in quanto progettisti del R.U., di tentare di risolvere 28 alcune annose problematiche legate ad aree urbane fortemente degradate, ma in grado di completare e riqualificare parti strategiche nel tessuto urbano.

Infine si sottolinea che, nel nostro caso, il R.U., oltre a verificare lo stato di attuazione del P.R.G. vigente, ha tentato di riverificarne la capacità attuative, insieme alle previsioni di sviluppo /qualificazione urbanistica perseguite dalla comunità lavellese.

La nostra valutazione è partita dall’osservazione che i tessuti di antica formazione - zone A - sono totalmente edificate e gli interventi ammessi sono solo di restauro e riqualificazione, utili a migliorare lo standard abitativo esistente.

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Abbiamo poi valutato i tessuti di recente formazione - Zone B - che comprendono l’intero edificato esistente. In queste aree sono comprese alcune zone che, per la loro posizione e conformazione, possono essere assimilate ad aree di antica formazione in quanto fittamente edificate e connotate da una stratificazione storica non trascurabile, oltre alla presenza di numerosi edifici di pregio storico - architettonico. La complessità di tutti questi tessuti che formano il “corpus urbano” ha imposto uno studio specifico e di dettaglio elaborato dall’Ufficio di Piano che è parte integrante di questo R.U.. Queste zone, a nostro giudizio, hanno una residua capacità insediativa in cui sono possibili interventi di demolizione e ricostruzione, sopraelevazioni, ristrutturazioni, opere utili a migliorare lo standard abitativo esistente. Queste zone, che rappresentano gran parte del tessuto edificato di Lavello, segnano ampiamente due concezioni di sviluppo urbano:

. quella a sviluppo compatto;

. quella a sviluppo articolato.

Torniamo a sottolineare che le zone A e B avranno, in realtà, anche loro, una residuale capacità insediativa per interventi di demolizione e ricostruzione, di sopraelevazione, in aree interstiziali, ma che si ritiene di poter convenzionalmente stabilire che tutta la residua capacità edificatoria non andrà a soddisfare il fabbisogno quantificato, ma andrà a migliorare la qualità delle residenze e dei vani esistenti. Questo significa che gli interventi di riuso e recupero, contribuiranno prevalentemente a mantenere, entro limiti accettabili, il fenomeno dell’abbandono.

All’interno del tessuto edificato esistono poi delle aree, da noi definite “aree problema” per la presenza di elementi di degrado ambientale, paesaggistico ed igienico - sanitario. Le zone in oggetto sono, allo stato, in completo abbandono e non utilizzate .

Infine, tra i tessuti di recente formazione vi sono quelli in fase di realizzazione rivenienti da piani particolareggiati approvati.

Di queste, la zona P.E.E.P. è completa e, dal Piano Integrato in fase di realizzazione avanzata, di cui abbiamo parlato in precedenza, è posta ai limiti del P.E.E.P.. 29 Tabella n. 2 – Piano integrato previsioni e dati riferiti alla sua attuazione ZONA SUPERFICIE INDICE VOLUMETRIA VOLUMETRIA ATTUAZIONE SOGGETTA A TERRITORIALE TERRITORIALE PREVISTA REALIZZATA P.I. mq. mc/mq. mc mc % Programma 149.901 1,75 227.007 90.490 integrato residenziale + residenziale + comm. comm. 35.000 solo 14.000 solo commerciale commerciale TOTALE 262.007 104.490 39.88%

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Per quanto attiene alle previsioni quantitative /qualitative degli standards e di quelli inerenti ai fabbisogni abitativi, di seguito sono riportate tabelle e verifiche relative a fattori demografici, economici e sociali.

Innanzitutto un aspetto rilevante di approccio al dimensionamento del R.U., ci sembra quello di definire il cosiddetto “vano convenzionale” da porre a base dei conteggi.

Com’è noto, nella prassi di una certa pianificazione urbanistica, passare dal totale dei metri cubi edificabili per la residenza in un area di piano, al relativo numero di vani teorici, è un’operazione molto semplice consistente nel dividere per 100 il dato dei metri cubi totali. Ciò rinviene da quanto previsto dal D.M. 1444 del 02/04/68, all’art.3 - comma 3, dove si legge: "...Si assume che, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare, corrispondano mediamente 25 mq di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq (pari a circa 20 mc vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali, ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc...)”.

Si noti che la prescrizione è preceduta dalla dizione "...salvo diversa dimostrazione...”; proprio questa ci è sembrata necessaria nel caso in esame perchè le nostre indagini hanno evidenziato che, nell’area urbanizzata di Lavello sono in atto processi, anche a causa delle migliori condizioni economiche e dell’evoluzione sociale e culturale, che richiedono risposte sia nella direzione di una ridefinizione delle superfici lorda abitabile per abitante, che una maggiore presenza, in connessione con le cubature strettamente residenziali, di volumi destinati a servizi “di prima necessità”.

Soltanto nei volumi edilizi recenti - peraltro molto alti e densi di abitazioni - si rileva la presenza di superfici lorde abitabili più consone rispetto al piano terra di spazi destinati al terziario commerciale.

Innanzitutto occorre riflettere su alcuni dati emersi dall'andamento della popolazione, partendo da due dati; l’uno ufficiale dell’ISTAT riferito alla popolazione del 2001 e l'altro esistente presso gli uffici demografici del comune alla metà del 2002.

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Tabella n. 3 – Popolazione residente censita al 2001 (popolazione legale) e al 1991, differenza densità abitativa per comune

Comuni Popolazione residente Variazione di popolazione tra il 1991 e 2001

Censita al 21 10.2001 Censita al 1991 Valori assoluti Percentuale

Lavello 13247 13215 32 0,2%

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Il primo riporta una popolazione pari a 13247, con un incremento rispetto al 1991 di appena 32 unità, mentre il secondo, a pochi mesi di distanza, definisce i residenti in 13625, con uno scarto relativo di 378 abitanti.

Questi due valori possono definire scenari diversi dello sviluppo demografico della città di Lavello negli ultimi 10 anni. Mentre il primo dato fotografa una situazione a sviluppo negativo, o vicino allo 0, il secondo mostra un saldo positivo della popolazione di alcuni punti percentuali sopra lo 0.

Il secondo dato appare in linea con quello riportato nella seguente tabella che fotografa l’incremento regionale per comuni compresi tra 10001 e 15000 abitanti che, su base annua, registra un aumento dello 0,3% della popolazione, ben superiore a quello riportato nei dati ISTAT del 2001.

Tabella n. 4 – Numero di comuni e popolazione residente per classe di ampiezza demografica al 31.12.03, variazioni rispetto al 31.12.2002

Comuni Popolazione Variazione sul residente 2002

Classi di ampiezza Comuni Popolazione Variazione sul demografica residente 2002

V.a % V.a % V.a %

Fino a 1.000 23 17,6 17748 3,0 -79 -0,4

Da 1.001 a 3.000 52 39,7 95422 16,0 -588 -0,6

Da 3.001 a 5.000 22 16,8 83792 14,0 -306 -0,4

Da 5.001 a 10.000 22 16,8 135495 22,7 -182 -0,1

Da 10.001 a 15.000 7 5,3 87010 14,6 236 0,3 31 Da 15.001 a 20.000 3 2,3 49970 8,4 587 1,2

Oltre 20.000 2 1,5 127563 21,4 511 0,4

Totale 131 100 597000 100 179 0,0

Nel sottolineare tale diversità, occorre comunque rilevare che la città, nel suo complesso, è cresciuta sia economicamente che urbanisticamente. Infatti sono stati costruiti oltre 4000 vani e gli alloggi abitati sono passate dal 1991 al 2001 da 4236 a 5445 (dato ISTAT) .

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Tabella n. 5 – Abitazioni occupate da residenti , altre abitazioni, abitazioni in totale , altri tipi di alloggio occupati da residenti, per comune. Censimento 2001

Comuni Abitazioni Altre abitazioni Totale Altri tipi di all. occupate da occupati da residenti residenti

Lavello 4455 990 54445 ------

Il dato impone una seria riflessione sulle dinamiche economiche legate alla modificazione del territorio ed ai fabbisogni dei residenti.

La necessità di nuove case denota non solo la voglia di una maggiore o diversa superficie abitativa, ma sottolinea la necessità di un miglioramento di alcuni aspetti igienico - sanitari e residenziali. Inoltre, il cambiamento della composizione dei nuclei familiari è evidenziato dallo spostamento di parte della popolazione da una zone all’altra della città.

Questi bisogni sono difficilmente inquadrabili e comprensibili se si esamina la sola dinamica demografica.

Comunque al 2001, dai dati ISTAT, come si evince dalla seguente tabella, i componenti medi i nuclei familiari sono leggermente superiori ai dati medi provinciali pari a 2,78.

Tabella n. 6 – Famiglie per numero, componenti, numero medio dei componenti permanenti delle convivenze per comune. Censimento 2001- FAMIGLIE

Comuni Numero Numero medio di Componenti Componenti componenti per famiglia permanenti delle 32 convivenze

Lavello 4530 13050 2,88 17

Infine un dato importante, in prospettiva, riguarda la percentuale della popolazione residente con meno di 5 anni, che è pari al 5,74 %, in confronto al dato provinciale medio notevolmente più basso pari al 4,56%.

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Da questi dati, alcuni dei quali già esaminati e confrontati in precedenza, abbiamo valutato l’ipotesi di verificare due scenari possibili in rapporto alle ipotesi dell’evoluzione demografica ed urbana prevista sino al 2020.

Partiamo, innanzitutto, dal verificare che, già oggi, si è in presenza di 2,03 stanze/ab sul totale delle stanze (22857 censimento 1991 + 4100 vani dal 1991 al 2001= stanze 26957) e su una popolazione al 2001 di 13247 abitanti (primo scenario) e 13625 (secondo scenario). Tale parametro fa incrementare quello dei 25 mq/ab a 50,75 mq/stanze, riferito al primo scenario, cioè quello più sfavorevole.Ci è sembrato, dunque, necessario, introdurre un correttivo alla situazione registrata, promuovendo un’edificazione più articolata fra destinazioni residenziali e destinazioni terziaria di prima necessità, anche attraverso l’introduzione di nuovi riferimenti tipologici.Abbiamo pensato, allora, che, invece di definire la dotazione teorica media per abitante di 100 mc, fosse opportuno prescegliere una quota pari a 150 mc, con un incremento medio teorico sia della quota destinata alle funzioni residenziali, che della quota parte destinata alle funzioni non residenziali.

Come di seguito riportata:

a) la superficie lorda abitabile: tenuto canto dell’assimilazione dei nuovi vani alla stanza ISTAT, può essere considerata pari a mq 44 /ab di cui mq 39 per destinazioni specificamente residenziali e mq 5 per destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con la residenza, quali negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali e simili;

b) volume lordo abitabile: mc 150/ab, di cui mc 125 per destinazioni residenziali e mc 25 per destinazioni non specificamente residenziali.

Questa variazione, sia nei parametri residenziali che in quelli non residenziali, parte dalla verifica della dinamica socio-economica

Questo corrisponde, peraltro, al modello edilizio che ci appare auspicabile, cioè quello di fabbricati molto “più densi al piede”, più idonei rispetto all’articolazione ed alla complessità urbana. In concreto, ottenuti i metri cubi edificabili in una data zona, abbiamo diviso per 150 mc al fine di 33 ottenere le stanze realizzabili.

Abbiamo, poi, nei calcoli tenuto conto dell’obiettivo di portare l’indice di affollamento a 0,55 ab/vano (primo scenario) o 0,59 (secondo scenario), entrambi reali rispetto alle possibili dinamiche demografiche previste e relazionate ai fabbisogni residenziali.

E' necessario, innanzitutto, partire dalla situazione esistente, nel nostro caso, la gran parte dei dati attendibili debbono essere riferiti al censimento del 1991, in quanto quelli del 2001, non sono ancora disponibili per intero.I dati che riguardano gli anni successivi al 1991, ci sono stati forniti, dagli uffici del Comune di Lavello.

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Bisogna esaminare la quantità e la qualità del patrimonio edilizio esistente, distinguendolo fra quello utilizzato e quello non utilizzato in rapporto ai servizi esistenti, alla proprietà, alla data di costruzione .

Tabella n. 7 - Comune di Lavello - Abitazioni e stanze occupate e non occupate ai censimenti Anno alloggi occupati alloggi non occupati totale Abitazioni stanze Abitazioni stanze abit stanze v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. v.a.

1951 3.274 97.5 5.633 98.0 84 2.5 115 2.0 3.358 5.748 1961 3.398 88.5 6.962 88.3 442 11.5 926 11.7 3.840 7.888 1971 3.134 90.1 8.266 90.9 344 9.9 829 9.1 3.478 9.095 1981 3.804 80.4 12.342 82.8 925 19.6 2.558 17.2 4.729 14.900 1991 4.263 75.5 16.167 82.9 1.380 24.5 3.345 17.1 5.643 19.512 Variazioni percentuali 1951.1961 3.8 23.6 426.2 705.2 14.4 37.2 10.5 - 9.4 15.3 1961.1971 7.8 18.7 -22.2 208.6 36.0 63.8 1971.1981 21.4 49.3 168.9 30.8 19.3 31.0 12.1 1981.1991 31.0 49.2

Variazioni valore assoluto 1951.1961 124 1.329 358 811 482 2.140 1961.1971 264 1.304 -98 -97 -362 1.207 1971.1981 670 4.076 581 1.729 1.251 5.805 1981.1991 459 3825 455 787 914 4612 Dimensione media abitazioni 1951 1.72 1.37 1.71 1961 2.05 2.10 2.05 1971 2.64 2.41 2.62 34 1981 3.24 2.77 3.15 1991 3.79 2.42 3.46 Tabella n.8 - Comune di Lavello- Abitazioni e stanze non occupate per motivo al 1991 Motivo Abitazioni Stanze n. % n. % Vacanza 213 15.43 502 15.01 Lavoro 49 3.55 108 3.23 Altro 376 27.25 958 28.64 Non utilizzate 742 53.77 1777 53.12 Totale 1380 100.00 3345 100.00

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Tabella n. 9 - Comune di Lavello - Abitazioni e stanze non occupate per servizio installato al 1991 Servizi Alloggi con servizio installat Alloggi senza servizio n. % N %

Acqua 468 33.91 59 4.28 W.C. 542 39.28 10 0.72 Bagno 160 11.59 374 27.10 Riscaldamento 151 10.94 390 28.26 Acqua calda 316 22.90 325 23.55

Tabella n. 10 - Comune di Lavello - Abitazioni occupate per epoca di costruzione Epoca di costruzione Abitazioni Stanze n. % n. %

Anteriore al 1919 715 16.77 1850 11.44 1920-1945 579 1 3.58 1499 9.27 1946-1960 740 17.36 2177 13.47 1961-1971 738 17.31 2745 16.98 1972-1975 479 11.24 1877 11.61 1976-1980 531 12.46 2110 13.05 dopo il 1980 481 11.28 7254 44.87 Totale 4.263 100.00 16.167 100.00 Fonte aggiornamento dati Istat – censimento 1981 35

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Tabella n. 11 - Comune di Lavello - Abitazioni occupate per titolo di godimento ai censimenti 1961 1971 1981 1991

v.a % v.a % v.a % v.a % Proprietà Abitazioni 1915 56.4 1968 62.8 2501 65.7 3147 73.8 Stanze tot.. 4378 62.9 5532 66.9 8434 68.3 12382 76.6 Occupanti 7971 58.2 7368 62.7 8271 63.6 9701 79.6 Affitto Abitazioni 1304 38.4 1052 33.6 1096 28.8 759 17.8 Stanze tot.. 2207 31.7 2437 29.5 3242 26.3 2571 15.9 5108 Occupanti 37.3 3943 33.6 3992 30.7 1429 11.7 Altro titolo Abitazioni 179 5.3 114 3.6 207 5.4 357 8.4 Stanze tot.. 377 5.4 297 3.6 666 5.4 1204 7.5 Occupanti 623 4.5 438 3.7 734 5.6 1059 8.7 Totale Abitazioni 3396 100.0 3134 100.0 3804 100.0 4263 100.0 Stanze tot.. 6962 100.0 8266 100.0 12342 100.0 16157 100.0 Occupanti 13702 100.0 11745 100.0 12997 100.0 12189 100.0

Tabella n. 12 - Comune di Lavello - Indice di affollamento delle abitazioni per titolo di godimento

In proprietà 1.82 1.33 0.98 0.78 In fitto 2.31 1.62 1.23 0.56 36 Altro titolo 1.65 1.47 1.10 0.88 TOTALE 1.97 1.42 1.05 0.75

Gli interventi consentiti dal R.U. comporteranno la realizzazione di una nuova volumetria pari a circa 275.120, oltre al completamento della zona del P.I., per cui la popolazione complessiva da insediare sarà pari a 2596 abitanti (1781 +815), considerando mc150 per abitante.

Come sarà dimostrato in seguito, la popolazione, che può essere servita dagli standards attuali, è quasi quella oggi esistente nella città di Lavello, pertanto, le previsioni contenute

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nel presente R.U. possono essere ampiamente soddisfatte dalla dotazione degli standards presenti e di quelli previsti .

Per quanto attiene alla coerenza con gli effettivi fabbisogni di edilizia residenziale, la volumetria prevista, coincidente con un incremento teorico della popolazione di poco inferiore a 14700 unità, può ritenersi coerente rispetto ad un trend che mostra già oggi un’evoluzione dell’indice di affollamento da 0,82 al 1991, allo 0,61 del 2006 o 0,55 del 2020.

Infatti si avrebbe, con una proiezione della popolazione al 2020, una tendenza a raggiungere l’obiettivo di indice di affollamento di 0,55 ab/stanza

Relativamente a questo ultimo punto, è bene precisare che, ipotizzando che la realizzazione degli interventi previsti nel R.U., possa avvenire nei prossimi undici anni, si può verificare che, sulla base del conteggio dei vani utili (vedi elaborazioni di seguito) al 2006, e del relativo indice di affollamento pari a 0,61, è presumibile che, nell’arco dello spazio di unidici anni (2009-2020), la popolazione possa incrementare, avvicinandosi al rapporto ab/stanza convenzionali previsti.

Con riferimento ai dati statistici, riportati anche nella relazione del citato P.R.G.di Beguinot (adottato e non approvato) si può rilevare che: i vani utili al 1993 (pari a 18151 vedi tabella 47 piano Beguinot), a cui vanno sommati quelli costruiti o autorizzati dal 1994-2002 (pari a 4100), sono pari a:

18151 (vani utili al 1993)

* 4100 (vani realizzati dal 1994 al 2002 - fonte comune di Lavello)

______

22251 (vani totali al 2002)

Alla cifra così ottenuta si detraggono le abitazioni o inidonee o non computabili : 37 . vani case coloniche realizzate tra il 1993-2002 (seconde case) = *480;

. vani esistenti nel centro storico da adibire ad attività differenti da quella residenziale, dato di previsione pari al 15% dei vani esistenti (vedi tab. 44 piano Beguinot) 2829 x 0.10= 424;

. vani esistenti nel centro storico ulteriormente non recuperabili in percentuale ulteriore, pari al 10% dei vani esistenti (vedi tab.44 piano Beguinot) 2829 x 0.10= 424;

. vani case coloniche fatiscenti, ulteriore stima 10% (piano Beguinot) 1069 x 0.10 = 107.

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RELAZIONE TECNICA

Tabella n. 13 - Comune di Lavello - Determinazione del patrimonio abitativo utilizzabile nel comune al 2002

Vani utili residenziali censiti al 1991 +19512

Vani residenziali rurali fatiscenti al 1993 - 1069

Vani relativi a case per vacanze al 1993 - 502

Vani utilizzati per lavoro al 1993 - 108

Vani da demolire nel rione Casale al 1993 - 120

Vani concessi tra il 1991 ed il 1993 + 1058

Vani non recuperabili nel centro storico al 1993 - 620

Vani concessi tra il 1994 ed il 2002 +4100

Vani concessi a case per vacanze dal 1994 al 2002 - 480

Vani non recuperabili nel centro storico al 2002 - 424

Vani esistenti nel centro storico da adibire ad attività non residenziale al 2002 - 424

Vani residenziali rurali fatiscenti al 2002 - 107

TOTALE 20816

*Dati forniti dal Comune di Lavello

L'insieme di questi dati, detratto dal totale dei vani esistenti al 2002, definisce il totale dei vani “idonei e disponibili”.

Si ha: 22251- (480 + 282+424+424+ 107) = 20816 vani utili al 2002

Al 2002, i vani non utilizzati erano 1717, pari a al 6% rispetto alla totalità dei vani esistenti

A questi dati vanno aggiunti :

Vani realizzati dal 2002 al 2009 – vani 1821 - (volume realizzato pari a mc182111,46 - dati 38 comunali - vani realizzati dal 2006 al 2009 pari a n.1006, dati comunali)

Per cui si ha (22251+1821) = 24072 vani esistenti al 2009

Se al 2002 i vani inutilizzati erano pari al 6%, è plausibile considerare al 2009 una percentuale leggermente superiore intorno al 7%.

Per cui si ha ( 24072-1685) = 22387 vani utili esistenti al 2009

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RELAZIONE TECNICA

Tabella n.14 - Distribuzione delle famiglie per classe di ampiezza delle abitazioni al 1971

N..stanze Abitazioni Stanze Famiglie Compon. Ab./vano

v.a. %

1 577 18.41 577 580 1469 2.55

2 1157 36.92 2314 1166 4191 1.81

3 699 22.30 2097 703 2830 1.35

4 418 13.34 1672 422 1913 1.14

5 182 5.81 910 187 859 0.94

6 e più 101 3.22 696 105 487 0.70

TOTALE 3134 100.00 8266 3163 11749 1.42

Tabella n. 15 - Comune di Lavello - Abitazioni, stanze, famiglie e componenti.

Distribuzione delle famiglie per classe di ampiezza delle abitazioni al 1981

N..stanze Abitazioni Stanze Famiglie Compon. Ab./vano

v.a. %

1 329 8.65 329 330 638 1.94

2 1026 26.97 2052 1036 2812 1.37

3 863 22.69 2589 877 3125 1.21

4 888 23.34 3552 912 3548 1.00

5 487 12.80 2435 499 2021 0.83

6 e più 211 5.55 1385 222 853 0.62

39

TOTALE 3804 100.00 12342 3876 12997 1.05

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RELAZIONE TECNICA

Tabella n. 16 - Comune di Lavello - Abitazioni, stanze, famiglie e componenti.

Distribuzione delle famiglie per classe di ampiezza delle abitazioni al 1991

N..stanze Abitazioni Stanze Famiglie Compon. Ab./vano

v.a. %

1 168 3.94 168 168 336 2.00

2 659 15.46 1318 659 1601 1.21

3 1035 24.28 3105 1035 2894 0.93

4 1199 28.13 4796 1199 4036 0.84

5 867 20.34 4335 868 3092 0.71

6 e più 335 7.86 2445 335 1230 0.50

TOTALE 4263 100.00 16167 4264 13189 0.82

L’indice di affollamento, al 1991, è pari a 0.82 abitanti per vano :

Popolazione al 2002 pari a 13247

Vani utili al 2002 pari a 20816

(13247: 20816 ) = 0.636 Indice di affollamento al 2002

Popolazione al 2009 pari a 13860

Vani utili al 2009 pari a 22422

(13860: 22387 ) = 0.62 Indice di affollamento al 2009 40

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RELAZIONE TECNICA

Tabella n. 17 - Comune di Lavello - Riepilogo degli stati definitivi di sezione

1981 1991

Unità censuaria Popolazione Fam. Stanze . Unità censuaria Popolazione Resid. Occup. Non oc residente

1 173 539 421 112 1 391 2 182 543 657 85 2 437 3 206 593 458 14 3 299 4 245 737 661 86 4 611 5 193 551 595 84 5 457 6 216 638 581 78 6 522 7 210 737 624 65 7 667 8 186 571 593 72 8 544 9 213 670 652 67 9 517 10 239 802 728 115 10 694 11 215 690 612 92 11 1069 12 214 766 683 76 12 790 13 207 1012 854 41 13 820 14 245 782 916 105 14 865 15 200 743 781 56 15 800 16 226 757 941 123 16 450 17 207 735 658 60 17 1121 18 226 812 813 64 18 597 19 16 64 46 357 19 438 20 763 21 276 20 90 344 310 747 22 97 Totale 3.909 13.086 12.584 2.499 253 13.225

41

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RELAZIONE TECNICA

Individuazione delle unità censuarie al 1991

Individuazione delle unità minime di rilevamento al 1991

42

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Tabella n. 18 - Stima della distribuzione del patrimonio edilizio residenziale al censimento 1991*

occupate zioni

Località censuarie Unità Abita non occupate Abitazioni di Abitaz. utilizz. Tasso occupate Stanze occupate non Stanze All.occup. Dim. occup. All.non Dim. di stanze utiliz. Tasso censite stanze Totale occupanti Famiglie redsidenti Abitanti affoll. di Indice Unità di rilevamento di Unità

1 Pescarello -Tornicello-Casale 1-2-3- 394 250 0,61 1300 585 3,30 2,34 0,69 1885 399 1127 0,87

2 Calvario S. Antonio 4p-5p-6p 297 45 0,87 944 100 3,18 2,22 0,90 1044 298 774 0,82

3 Don Cioccio 4p-5p-6p 154 3 0,98 493 9 3,20 3,00 0,98 502 154 454 0,92

4 Cantone - Don Cioccio 17p-18p 34 0 1,00 124 0 3,65 0,00 1,00 124 34 96 0,77

Giard..- Caruso- S.Antonio 5 6p-7-8-9p 572 159 0,78 1874 469 3,28 2,95 0,80 2343 571 1890 1,01

6 San Rocco 10p-11p-12p 51 3 0,94 212 9 4,16 3,00 0,96 221 51 146 0,69

7 S.Anna-Bacino 10p-11p-12p 748 85 0,90 2479 246 3,31 2,89 0,91 2725 758 2407 0,97

8 Concezione 13 209 6 0,97 859 23 4,11 3,83 0,97 882 209 820 0,95

9 Concezione 14 294 39 0,88 1117 113 3,80 2,90 0,91 1230 294 865 0,77

10 Cantone-Lucciola 16-17-18p 648 135 0,83 2613 359 4,03 2,66 O,88 2972 650 2065 0,79

11 Madonnina 15 251 5 0,98 980 14 3,90 2,80 0,99 994 255 800 0,82

12 P.E.E.P. 19-20 494 69 0,88 2623 248 5,31 3,59 0,91 2871 474 1398 0,53 43

13 Vill.Gaudiano 21 32 23 0,58 131 84 4,09 3,65 0,61 215 32 97 0,74

14 Case sparse 22 85 558 0,13 418 1086 4,92 1,95 0,28 1504 85 276 0,66

tot 4263 1380 0,76 16167 3345 3,79 2,42 0,83 19512 4264 13215

* con i dati del censimento del 1991 non è stata rilevata la consistenza edilizia per sezione; per sopperire a tale carenza abbiamo utilizzato dati del 1981, integrati con le concessioni edilizie rilasciate nell’ultimo decennio.

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Passando ad esaminare i dati relativi alle previsioni demografiche e allo spostamento della popolazione, partiamo dal rilevare che la popolazione, al 1991, era pari a 13215 abitanti e, al 2009, è pari 13860. La variazione tra il 1991 ed il 2009 è pari a 635 unità, con una variazione media annua pari a 35,27 ab/anno. Tale variazione è superiore a quella del decennio precedente 1981- 1991, ma tiene conto di un andamento demografico caratterizzato da un periodo di stasi tra gli anni 1991 al 2001 ed un periodo di incremento demografico che interessa gli anni 2002-2009.

Anno abitanti Variazione rispetto anno prec 1991 13215 2001 13225 2002 13247 2003 ---- 2004 ------2005 ----- 2006 13672 2007 13793 2008 13862 2009 13860

44

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Scheda 1

La scheda urbanistica riassuntiva evidenzia lo stato di attuazione delle previsioni urbanistiche del P.R.G. ed evidenzia:

- la notevole residua capacità edificatoria della zona B ex C su cui il R.U. dovrà intervenire;

- la realizzazione completa delle zone D1 e D4 e di alcune zone D2 con indice alto mentre, quella riferita alla zona Madonnina, non ha avuto esecuzione per l’esiguità dell’ift; 45 - la realizzazione pressoché totale della zona 167;

- la realizzazione parziale dell’ampliamento P.E.E.P.;

- la realizzazione totale della zona artigianale P.I.P. posta sulla ex statale 93 e della non esecuzione di quella inserita nel tessuto residenziale di espansione zona F1;

- la scarsa realizzazione sia della zona P.A.L.S. che di quella industriale di Gaudiano, perche le aree individuate erano sovradimensionate rispetto alle reali esigenze produttive della città di Lavello.

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2.3) Analisi quantitative e grado di attuazione degli standards .

Chiariti questi aspetti, è possibile passare a illustrare, nel dettaglio, la procedura seguita per il dimensionamento degli standards nel R.U..

Si ricorda che il D.M. 1444/68 sugli "standard" di quartiere stabilisce che, ad ogni abitante, corrispondano una quantità minima di aree per servizi pubblici pari a 18 mq così suddivisi:

- 4,5 mq/ab per istruzione;

- 2 mq/ab per attrezzature di interesse collettivo;

- 2,5 mq/ab per parcheggi;

- 9 mq/ab per verde pubblico attrezzato.

A queste aree vanno ad aggiungersi gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse superiore (zone F) così suddivisi:

- 1,5 mq/ab per attrezzature per l’istruzione superiore (esclusa l’università).

La verifica delle attrezzature pubbliche, esistenti nella città di Lavello, è stata elaborata partendo dall’esame dei servizi esistenti, verificandone la loro fruibilità, il loro dimensionamento e la loro posizione. Sono stati verificati gli eventuali deficit dimensionali ed, infine, nel R.U. sono state reperite nuove aree per soddisfare i fabbisogni necessari in rapporto alla popolazione residente e prevista. Le aree previste nel vigente P.R.G. sono state in gran parte realizzate e rese fruibili.

Dalla verifica effettuata è emerso che la quantità complessiva di aree ed edifici destinati a standards oggi esistenti, è di poco inferiore ai minimi di legge previsto dal citato D.M., e che le stesse sono quasi uniformemente distribuite su tutto il territorio urbano. 46

Nei conteggi non sono stati riportati alcuni servizi esistenti nella frazione di Gaudiano, perché sono, di fatto, inifluenti e servono solo la popolazione residente nella frazione che, allo stato, è inferiore a 100 unità (vedi tabelle riportate di seguito).

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2.4) Analisi delle attrezzature esistenti e loro classificazione da un punto di vista quantitativo e qualitativo

Le tabelle di seguito riportate, evidenziano le superfici esistenti, i deficit rispetto alle diverse categorie di standards esistenti e di quelli previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione, rivenienti dal P.R.G..

La seguente tabella riporta numerati gli standards esistenti relativi al D.M.1444/68. L’analisi da noi compiuta ha interessato, però, anche quelli inseriti nel P.I.P., o relativi alle scuole superiori (n. 56- 5), che, però, non sono stati riportati in elenco (n. 47- 58), perché non interni alle destinazioni previste nel citato D.M..

Tabella 19 - Standards esistenti D.M. 1444/68 n.Area Aree per standards Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp esistenti al 2009 del D.M.n.1444/68 in rapporto alle quantitàpreviste ab.13860x18=mq.249480 nel D.M. 1 parco urbano 9940,00 2 area mercatale 15895,76 3 parcheggi 2721,00 4 polivalente 10742,00 6 Poliambulatorio 5870,23 7 parcheggio 424,00 8 parcheggio 362,00 9 parcheggio 752,00 10 parcheggio 433,00 11 parcheggio 226,00 12 parcheggio 761,00 13 parcheggio 526,00 14 parcheggio 309,00 47 15 parcheggio 702,00 16 verde pubblico 6754,00 17 verde pubblico 3802,75 18 verde pubblico attrezzato impianti sportivi 35896,07 19 scuola media falcone 3712,00 19bis scuola materna elementare Madonnina 4371,00 20 verde pubblico 3712,00 21 verde pubblico 3215,00 22 parcheggio 354,00 23 scuola materna sant'anna 4315,00

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24 chiesa del sacro cuore 3310,00 25 verde pubblico 109,00 26 chiesa del sacro cuore campo sportivo 4080,00 27 carabinieri 428,26 28 biblioteca, vigili urbani, lavello gas 373,28 29 villa comunale 18304,60 30 scuola materna farina 5411,00 31 attrezzature delle attività religiose 3495,00 32 parcheggio 1569,00 33 mercato- poste 2926,00 34 parcheggio 678,00 35 parcheggio 400,00 36 asilo nido 1865,00 37 parcheggio 2544,00 38 parcheggio 1865,00 39 parcheggio 729,00 40 parcheggio 138,00 41 parcheggio 523,00 42 parcheggio 433,00 43 parcheggio 112,00 45 parcheggio 175,00 46 scuola materna via arno 3126,53 50 verde pubblico 2560,00 51 campo di calcio 4370,00 52 chiesa di sant'anna 3649,39 53 verde pubblico 2403,00 54 parcheggio 621,00 55 scuola elementare sant'anna 4196,83 48 57 Campetto di calcio 6060,46 59 ex mattatorio 3829,77 60 chiesa di san Giovanni 65,35 61 -chiesa dell'Annunziata 113,04 62 Palazzo comunale + cattedrale di San Mauro 5366,00 63 parcheggio 132,00 64 parcheggio 294,00 65 parcheggio 142,00 66 chiesa del Carmine 299,25 67 area a verde pubblico 803,53

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69 chiesa del calvario 1369,00 70 parcheggio 252,00 71 parcheggio 130,00 72 Campetto di calcio 1164,00 73 parcheggio 250,00 74 convento zoccolanti e chiesa Sant'Antonio 2017,16 75 scuola media, elementare e materna 5091,09 76 parcheggio 168,00 77 associazioni 1175,39 78 verde pubblico 590,27 79 parcheggio 102,00 80 parcheggio 8226,00 SUP. TOTALE standards ESISTENTI 223831,01 249480,00 -25648,99

16,14 mq./ab

Tavola n. 8 – Sistema insediativi aree urbane servizi a standards.

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Tavola n. 9 – Sistema insediativi aree urbane servizi a standards.

Tabella n.13 - Standards esistenti D.M. 1444/68 - Attrezzature di interesse collettivo n.Area Aree per attrezzature di Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp in interesse collettivo del D.M.n.1444/68 rapporto alle esistenti al 2009 quantità previste ab.13860x2=mq.27720 nel D.M. 2 Area mercatale 15895,76 4 polivalente 10742,00 6 Poliambulatorio 5870,23 24 chiesa del sacro cuore 3310,00 27 carabinieri 428,26 28 biblioteca, vigili urbani, lavello gas 373,28 31 attrezzature delle attività religiose 3495,00 33 mercato- poste 2926,00 52 chiesa di sant'anna 3649,39 50 59 Ex mattatoio 3829,77 60 chiesa di san Giovanni 65,35 61 -chiesa dell'Annunziata 113,04 62 Palazzo comunale + cattedrale di San Mauro 5366,00 66 chiesa del Carmine 299,25 69 chiesa del calvario 1369,00 74 convento zoccolanti e chiesa Sant'Antonio 2017,16 77 associazioni 1175,39 SUP. TOTALE standards ESISTENTI 60807,88 27720,00 +33087,88

4,38 mq/ab

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Tabella n.14 - Standards esistenti D.M. 1444/68 - Istruzione. n.Area Aree per l’istruzione Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp esistenti al 2009 del D.M. n.1444/68 in rapporto alle quantitàpreviste ab.13860x4,50=mq.62370 nel D.M. 19 scuola media falcone 3712,00 19bis scuola materna elementare Madonnina 4371,00 23 scuola materna sant'anna 4315,00 30 scuola materna farina 5411,00 36 asilo nido 1865,00 46 scuola materna via arno 3126,53 55 scuola elementare sant'anna 4196,83 75 scuola media, elementare e materna 5091,09 SUP. TOTALE ESISTENTI 32088,45 62370 -30281,55

2,31 mq./ab

Tabella n. 15 - Standards esistenti D.M. 1444/68 - verde pubblico ed attrezzato. n.Area Aree per verde pubblico Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp in ed attrezzature sportive del D.M.n.1444/68 rapporto alle esistenti al 2009 quantitàpreviste ab.13860x9=mq.124740 nel D.M. 1 parco urbano 9940,00 16 verde pubblico 6754,00 17 verde pubblico 3802,75 18 verde pubblico attrezzato impianti sportivi 35896,07 20 verde pubblico 3712,00 21 verde pubblico 3215,00 25 verde pubblico 109,00 26 chiesa del sacro cuore 51 campo sportivo 4080,00 29 villa comunale 18304,60 50 verde pubblico 2560,00 51 campo di calcio 4370,00 53 verde pubblico 2403,00 57 Campetto di calcio 6060,46 67 area a verde pubblico 803,53 72 Campetto di calcio 1164,00 78 verde pubblico 590,27 SUP. TOTALE standards ESISTENTI 103881,68 124740,00 -20858,32

7,49 mq./ab

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Tabella n. 16 - Standards esistenti D.M. 1444/68 - Parcheggi. n.Area Aree per parcheggi Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp in pubblici esistenti al 2009 del D.M.n.1444/68 rapporto alle quantitàpreviste ab.13860x2,5=mq.124740 nel D.M. 3 parcheggi 2721,00 7 parcheggio 424,00 8 parcheggio 362,00 9 parcheggio 752,00 10 parcheggio 433,00 11 parcheggio 226,00 12 parcheggio 761,00 13 parcheggio 526,00 14 parcheggio 309,00 15 parcheggio 702,00 22 parcheggio 354,00 32 parcheggio 1569,00 34 parcheggio 678,00 35 parcheggio 400,00 37 parcheggio 2544,00 38 parcheggio 1865,00 39 parcheggio 729,00 40 parcheggio 138,00 41 parcheggio 523,00 42 parcheggio 433,00 43 parcheggio 112,00 45 parcheggio 175,00 54 parcheggio 621,00 63 parcheggio 132,00 52 64 parcheggio 294,00 65 parcheggio 142,00 70 parcheggio 252,00 71 parcheggio 130,00 73 parcheggio 250,00 76 parcheggio 168,00 79 parcheggio 102,00 80 parcheggio 8226,00 SUP. TOTALE standards ESISTENTI 27053,00 34650,00 -7597

1,95 mq./ab

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ATTREZZATURE PUBBLICHE ESISTENTI

(Vedi Tav. n. 8-9-10 scala 1/2000)

Zone F - Scuola superiore - Standard =1.5 mq/a

n. Scuola (superiore) mq

56 Ist. Tecnico agrario statale 8433

5 Liceo ginnasio + Ist. tecn. Commerciale 16072

------

SOMMA 24505

Standard. (attrezzature istruzione superiore) 1,5 mq./ab

Pop. servita in base standard 16336

Tabella n. 17 - Rilevamento delle Attrezzature esistenti

(Vedi Tavola n. 8-9 scala1/4000)

ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO - esistenti ma non rientranti nel computo

B) tecnologiche e varie

Tipo di attrezzatura ubicazione Superficie note

mq.

Centrale SIP Via Verdi 300

Imp. Sollevamento EAAP Strada di Bonifica 1700 Olivento

Impianti fognari EAAP Strada di Bonifica 400 Olivento 53 Serbatoio EAAP Via Roma 247

Serbatoio EAAP Via San Francesco 1650

Centrale Gas Via Aldo Moro 1550

Centrale ENEL Salita S. Anna 1250

Centrale ENEL Via S. Anna 400

Teminal-Bus SS.93 3527

Autoparco comunale Via di Bonifica Olivento 5789

TOTALE 16813

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L’analisi complessiva ha mostrato uno stato buono dei servizi esistenti, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Allo stato, non risulta soddisfatto il fabbisogno pregresso, ma le previsioni, contenute nei piani attuativi in fase di realizzazione, consentiranno il soddisfacimento di tale fabbisogno. È comunque utile sottolineare alcuni aspetti che emergono con grande evidenza: - la disparità quantitativa fra i diversi servizi in rapporto ai parametri singoli definiti dal D.M. 1444 - la non utilizzazione di alcuni dei servizi esistenti; - la non totale proprietà delle aree destinate e da destinare a standards. Per quanto attiene al primo aspetto, è facile notare, dalle tabelle riportate in precedenza, che per le attrezzature di interesse collettivo esistono quantità maggiori rispetto ai minimi di legge, mentre per gli altri, come verde e parcheggi, esistono deficit minimi che assumono una certa rilevanza per le scuole. Tali disparità sono motivate dall’evoluzione economica e sociale. Le attrezzature di interesse collettivo, per la grande quantità di funzioni previste all’interno (chiese, biblioteche, attività commerciali, uffici pubblici, etc.), molto spesso, sforano il minino previsto, che è di mq 2 per abitante. Così come lo standards di legge, riferito all’istruzione, non trova completo soddisfacimento in rapporto ai dati metrici computati che riguardano l’area su cui insiste il servizio e non le superfici di piano delle scuole. Tale disparità di valutazione rende, molto spesso, privo di significato il dato metrico, se non intervengono nella valutazione altri fattori, come ad esempio la presenza di doppio turno nelle diverse classi o la reale utilizzazione degli edifici stessi. Nel comune di Lavello non esistono doppi turni e l’utilizzazione degli edifici scolastici è ottimale. Per cui il deficit di superficie non è condizione necessaria e sufficiente per connotare un deficit di funzione. Un aspetto importante da sottolineare, invece, è quello legato alla presenza di attrezzature di servizio alle scuole, ad esempio le palestre. Altro aspetto da sottolineare è la non utilizzazione di alcuni servizi, come ad esempio l’Ex Macello Comunale. Questo servizio, allo stato, è in precario stato di conservazione e privo di utilizzazione. 54 Dall’esame effettuato è emerso che alcune aree, pur destinate a servizi, nel corso del tempo, non sono state utilizzate e non espropriate. Quindi, esiste la necessità, per un verso di valutare la reale necessità di tali aree, e per l'altro di attivare, eventualmente, forme perequative, in accordo con i proprietari, tali da evitare costi per l’amministrazione comunale. Crediamo sia giunto il momento di pensare a forme innovative a costo “0” utili, per un verso, a riconoscere i diritti pregressi ai privati e, per l’altro, ad ottenere aree nella piena disponibilità comunale.

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2.5) Cenni sulle attività produttive e la dinamica occupazionale

Come si evince dai dati della tabella di seguito riportata, sino al 1981, l’agricoltura rivestiva un ruolo predominante all’interno dell’economia lavellese, con una percentuale complessiva di pari al 46,3%, mentre nell’industria, la percentuale era pari al 20,8% e nei sevizi al 32,9%.

Tabella n. 18 - Variazione degli occupati in rapporto ai diversi rami di attività

1961 1961 1971 1971 1981 1981 1991 1991

Settore attivi % attivi % attivi % attivi %

Agric. e pesca 3.374 26,4 2.054 51,8 2.099 46,3 1237 27,2

Estraz. 7 0,2 Mater.(solo’91) 515 9,5 472 11,9 370 8,2 807 17,8 Indus.Estr.e m 738 13,6 452 11,4 549 12,1 727 16,0 Costruzioni 20 0,4 36 0,9 26 0,6 23 0,5 Energia,acqua

Industria (tot.) 1.273 23,5 960 24,2 945 20,8 1.564 34,4

Commercio 255 4,7 371 9,4 596 13,1 552 12,2

Alberg.e ristor. 103 2,3

Trasporti com. 127 2,4 85 2,1 99 2,2 106 2,3 44 Credito eass. 12 0,2 11 0,3 196 2,1 1,0 146 Altri servizi 189 3,5 222 5,6 190 4,2 3,2 364 Pubblica amm. 182 3,4 264 6,7 509 11,2 8,0 95 Istruzione 2,1 117 Sanità 2,6 55 3 Servizi sociali 0,1 1 Servizi domes.

Org.Extraterrit. 0,0

Servizi(totale) 765 14,1 953 24,0 1.490 32,9 1.760 38,7

Popolaz. Attiva 5.412 100,0 3.967 100,0 4.534 100, 4.541 100,0

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Nel 1991, già si verificavano sostanziali cambiamenti con una diminuzione degli occupati nell’agricoltura che divenivano il 27,2%, mente aumentavano gli occupati sia nell’industria con il 34,4% che nei servizi con il 38,7%.

E comunque, verificando i dati con i comuni viciniori, Lavello è certamente quello in cui, ancora al 1991, persiste una spiccata vocazione agricola e, di converso, quello nel quale il settore terziario risulta ancora lontano dall'aver assunto quel peso che la dimensione demografica gli consentirebbe.

Analizzando la tabella successiva, si rileva che il calo degli attivi residenti nel comune si sia configurato come un dato strutturale dell’economia dal 1961 al 1971, mentre la ripresa registrata nel decennio 1971-’81 sia sinonimo di una prospettiva di più stabile sviluppo, confermata dalla stazionarietà del dato al 1991 a fronte di un modesto incremento demografico globale.

Tabella n. 19 - Struttura occupazionale della popolazione.

1961 1961 1971 1971 1981 1981 1991 199 1 Settore v.a. v.a. v.a. % v.a. % % % Occupati 5.409 98,5 3.967 93,5 3.624 69,0 3.653 68,5 Disoccupati 910 17,3 890 16,7 In cerca di I occup. 81 1,5 277 6,5 719 13,7 778 14,6 Totale attivi 5.490 39,9 4.244 35,9 5.253 44,4 5.321 40,3 Casalinghe 2.362 46,1 1.820 41,0 1.764 35,3 Studenti 1.484 29,0 832 18,7 1.126 22,6 Pensionati 1.080 21,1 1.661 37,4 2.101 42,1 Altro 1.99 3,9 125 2,8 Popol. non attiva 5.125 47,5 4.438 51,1 4.445 45,8 4.991 37,8 Totale popolazione in età professionale

78,0 56 10.615 77,2 8.682 73,4 9.628 73,6 10.312 Popolazioni in età scolare 3.130 22,8 3.148 26,6 3.389 25,9 2.903 22,0 Totale popolazione 13.745 100,0 11.830 100,0 13.087 100,0 13.215 100, 0

Inoltre comincia a presentarsi in forma sensibile l’incremento dei giovani in cerca di prima occupazione che, al 1991, ammontano al 7,5% della popolazione residente in età lavorativa e al 14,6% della popolazione attiva.

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Cominciano ad evidenziarsi quei fenomeni, esplosi nell’ultimo decennio, caratterizzati dallo spostamento della popolazione dal settore primario verso i servizi, con la presenza di forza occupazione di medio - alto profilo culturale .

L’abbandono del settore primario è avvenuto nonostante Lavello sia dotato di un centro rurale, quale il villaggio Gaudiano, creato proprio per offrire strutture e servizi a supporto dello sviluppo agricolo, che, ancora oggi, a oltre quarant’anni dalla sua creazione, stenta a trovare precisi indirizzi di sviluppo che non si limitano a quelli relativi alla ordinaria amministrazione delle infrastrutture realizzate con la riforma agraria.

Nell’ultimo censimento del 2001, oltre a continuare il fenomeno della perdita di unità nel settore primario che, a livello provinciale, arriva ad un –26,2%, nell’ambito del settore legato all’industria, al commercio ed ai servizi, si registra una variazione fra questi comparti e quelli a carattere istituzionale.

Tabella n. 20 - Percentuali addetti nei vari settori produttivi.

UNITA’ LOCALI

Comuni Industria Commercio Altri servizi Delle istituzioni totale

n. Add. n. Add. n. Add. n. Add. n.

Lavello 8,2 18,7 35,3 20,8 52,9 37,7 3,7 22,8 100

E’ interessante esaminare anche alcuni dati a livello provinciale, desunti dai “principali risultati dell’ottavo censimento dell’industria e dei servizi - Basilicata - giugno 2004”, che indicano dinamiche in atto quali :

. la consistente crescita dell’occupazione nella provincia rispetto al 1991 è pari al 8,7%;

. la presenza occupazionale nei settori dell’industria e dei servizi ammonta 57 complessivamente al 79,3%;

. aumento del peso del numero degli occupati nei servizi (40%) rispetto all’industria (39%) ed al commercio (18,3%);

. aumento considerevole dell’occupazione femminile passata dal 28,5% al 33,18%, soprattutto nei servizi;

. aumento, negli ultimi anni, di lavori atipici (2,6%), soprattutto nei servizi e nella pubblica amministrazione;

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. crescita del numero di imprese di capitali, soprattutto s.r.l., di società di persone e cooperative.

Da questa breve analisi risulta evidente che la realtà economica è in evoluzione, che parte della popolazione attiva passa da un settore produttivo ad un altro, che si è lontani da una realtà legata all’agricoltura, mentre si è in presenza di una società che vive all’interno di fenomeni più complessi. Complessità che ci deve far riflettere sulle vecchie concezioni legate all’evoluzione dei bisogni.

Occorre non ingessare questi meccanismi in analisi precostituite con parametri definiti e omnicomprensivi. Bisogna, tuttavia, pensare che la nostra realtà economica e sociale deve avere ampie possibilità di manovra, perché i cambiamenti nelle dinamiche sociali sono improvvisi e molto rapidi.

La stessa logica deve essere seguita nella programmazione urbana, che non deve essere legata a proiezioni molto lontane, ma deve pensare a periodi di tempo molto contenuti. In questa ottica, fissate alcune coordinate generali, i meccanismi sociali ed economici debbono esplicarsi con ampi margini di correzione.

Queste valutazioni partono anche dalla considerazione che, essendo l’urbanistica legata ai processi decisionali della politica e della burocrazia, questi ultimi sono molto distanti dall’offrire, alle componenti sociali ed economiche, risposte in tempi ordinari.

Questo R.U. si è posto anche queste problematiche operando scelte non troppo restrittive o astratte, ma, al contrario, ricercando meccanismi più flessibili e realistici.

Tabella n. 21 - Numero addetti nei vari settori produttivi.

UNITA’ LOCALI

Comuni Industria Commercio Altri servizi Delle istituzioni totale

58

n. Add. n. Add. n. Add. n. Add. n.

Lavello 65 468 280 522 420 946 29 571 794

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Provincia di Potenza Comune di Lavello Documento allegato al REGOLAMENTO URBANISTICO

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3. IL BILANCIO AMBIENTALE

Il Comune di Lavello e la Provincia di Potenza hanno stipulato un protocollo d’intesa per l’assistenza tecnico-metodologica alla redazione del Bilancio Ambientale Comunale, previsto dall’art.15 della LUR 23/99 specificato dall’art.12 del Regolamento di Attuazione della stessa.

La relazione è suddivisa entrando nel merito della metodologia ancora sperimentale, utilizzata nella redazione del bilancio ambientale, in ossequio ai contenuti della L.U.R..

Successivamente, nella parte finale, si tenta di definire, in maniera possibilmente chiara, una sorta di glossario delle definizioni correntemente usate, desunte da documenti ufficiali dell’Unione Europea, dalla delibera CIPE sullo sviluppo sostenibile nazionale dell’agosto 2002 e da vari testi specializzati.

Politiche di sviluppo sostenibile territoriali Analisi Bilancio Ambientale Ambientale Comunale (ex.LR 23/99)

RSA Metodologico Descrittivo Analisi Strategia valutativa di sviluppo Piani sostenibile Urbanistici e A.21 VAS del PSP

60

La questione legata al tema dello "sviluppo sostenibile” deve essere posta al centro delle scelte strategiche che dovranno essere compiute nei prossimi anni.

Chiaramente, l'ambito di applicazione completa delle specifiche questioni ambientali dovrebbe essere quello relativo agli studi preparatori del Piano Strutturale.

Noi, comunque, abbiamo voluto inserire la problematica ambientale nella redazione del R.U., non limitandola alla sola valutazione qualitativa delle trasformazioni indotte sull’ambiente dai processi di

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urbanizzazione, ma anche tentare un primo e sintetico approccio comprensibile fra le strategie d’intervento e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Tale sostenibilità deve essere verificata da indicatori capaci di evidenziare la congruità degli interventi previsti perchè:

. rappresentativi;

. validi da un punto di vista scientifico;

. semplici e di agevole interpretazione;

. capaci di indicare la tendenza nel tempo;

. capaci di fornire un’indicazione precoce sulle tendenze irreversibili;

. sensibili ai cambiamenti, che avvengono nell’ambiente o nell’economia, che devono contribuire ad indicare;

. basati su dati adeguatamente documentati e di qualità certa;

. aggiornabili periodicamente.

Sull’ambiente si scaricano fattori di pressione che occorre controllare e verificare. Questi sono generati sia dalle varie attività economiche presenti sul territorio, quali ad esempio:

. agricoltura,

. industria,

. trasporti,

. etc, che dall’azione dei fenomeni legati allo sviluppo urbano quali:

. rifiuti,

. degrado del suolo, 61 . acque,

. sostanze chimiche e gassose,

. paesaggio e patrimonio culturale.

Queste attività ed azioni possono e debbono essere controllate secondo direttrici di sviluppo compatibili rispetto alle risorse disponibili, che di fatto sono esauribili.

Per cui, per ogni fattore di pressione o azione, occorrerà predisporre dei criteri e porsi degli obiettivi di sostenibilità.

Occorrerà, per i vari settori, ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche o utilizzare al minimo risorse rinnovabili nei limiti di capacità di rigenerazione o far uso e gestione corretta delle

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sostanze e dei rifiuti pericolosi o ancora migliorare e conservare i paesaggi, la fauna e la flora esistenti.

Tali obiettivi dovranno essere raggiunti attraverso varie azioni basate, per quanto possibile, su criteri di sostenibilità ambientale.

Di seguito si riporta lo schema di indagine scientifica e metodologica a supporto della redazione del Bilancio Ambientale, elaborato attraverso l’individuazione di un percorso che comprende:

. finalità;

. metodologia;

. indicatori e indici;

. schema di valutazione;

. analisi complessiva.

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3.1) Finalità ed analisi metodologia del Bilancio ambientale

Il Bilancio Ambientale vuole essere un rapporto conclusivo e sintetico sullo stato dell’ambiente, che utilizza riferimenti bibliografici come la Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Regione Basilicata del 1999 e la Valutazione ex ante, a corredo del POR Basilicata, stilata dall’Autorità Ambientale Regionale e la prima bozza del Bilancio Ambientale Provinciale.

Il modello di riferimento, sia della Relazione sullo stato dell’ambiente sia del Bilancio Ambientale, è quello OCSE denominato di “Pressioni- Stato-Risposte (PSR)”.

Esso ha una struttura fondata sul concetto di causalità: “le attività umane esercitano pressioni sull’ambiente modificando la quantità e la qualità delle risorse naturali (stato). La società risponde a questi cambiamenti per mezzo delle politiche ambientali, economiche e settoriali (risposte). Le politiche, poi, producono effetti sulle pressioni in quanto regolamentano le attività antropiche. In senso più ampio, tali momenti sono parte di un circolo virtuoso di politica ambientale che comprende la percezione dei problemi, la formulazione di provvedimenti politici, il monitoraggio dell’ambiente e la valutazione dell’efficacia dei provvedimenti adottati.” (da “Annuario dei dati ambientali 2002” APAT)

La descrizione dell’ambiente è basata, quindi, su una serie d’indicatori distinti in tre categorie:

. Indicatori di pressione, ovvero parametri i cui valore danno la misura del livello d’interferenza che le attività antropiche, direttamente o indirettamente, producono sull’ambiente;

. Indicatori di stato, ovvero parametri che permettono di valutare i livelli di qualità delle matrici ambientali;

. Indicatori di risposta, ovvero elementi che consentono di apprezzare alcuni degli strumenti a disposizione per contrastare i fenomeni di degrado e di compromissione ambientale. 63

Metodologia

Il Bilancio Ambientale è strutturato secondo uno schema valutativo che analizza i principali aspetti ambientali nei vari settori ambientali.

Gli aspetti ambientali selezionati sono stati scelti secondo criteri che insistevano sulle seguenti caratteristiche:

. incidenza sulla qualità ecologica e territoriale;

. disponibilità dei dati;

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. omogeneità e riproducibilità delle condizioni ambientali sull’intero territorio;

. capacità relazionale del prodotto informativo (indicatori) con le finalità del PSP.

Sono stati individuati i tematismi principali:

. SUOLO

. ATMOSFERA

. ACQUA

. RIFIUTI

. ENERGIA

. AGENTI FISICI

. PATRIMONIO URBANISTICO-ARCHITETTONICO

All’interno di ogni tematismo, sono stati scelti uno o più indicatori che meglio rappresentano la complessità delle condizioni ambientali.

La loro descrizione seguirà nel paragrafo successivo (Indicatori e Indici).

Raccolti i dati, si è proceduto ad indicizzarli e renderli sostanzialmente compatibili, per dare una valutazione quali-quantitativa omogenea.

Tale schema di valutazione permette di elaborare, per i singoli aspetti, un’incidenza e una classificazione e di valutare la significatività di ciascuno.

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Indicatori ed Indici

La definizione di indicatore secondo l’OCSE è la seguente:

“è un parametro o un valore derivato da parametri, che indica/fornisce informazioni su/descrive lo stato di un fenomeno/ambito/area con un significato che va oltre ciò, che è direttamente associato al valore del parametro”. L’OCSE definisce, inoltre, l’indice “come un insieme di parametri o indicatori aggregati o pesati e il parametro come una proprietà che è misurata od osservata”.

Sempre la stessa organizzazione internazionale individua tre requisiti per stabilire un valore di attendibilità:

. consistenza analitica,

. rilevanza,

. misurabilità.

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Alla luce della descrizione sopra esposta, è stato considerato il seguente set di indicatori suddivisi secondo dei tematismi ambientali:

Tematismo Nr Indicatori Indici Ambientale .

SUOLO S1 Rischio Idrogeologico . RC/SU; SF/SC* S2 Siti Contaminati S3 Incendi Boschivi . Num.Incendi/Sup.Boscata; Sup.Percorsa/Sup.Comunale; S4 Contaminazione diffusa . Agricoltura Intensiva/SAU; . Densità Carico Organico Zootecnico S5 Rischio sismico . Indice del rischio sismico

ATMOSFERA AT1 Emissioni Inquinanti . Emissioni di CO2 eq. Pro capite

ACQUA A1 Qualità delle acque superficiali . IBE; . LIM; SECA A2 Consumi idrici . mc annui pro capite

RIFIUTI R1 Produzione RSU . Kg giornalieri pro capite RSU R2 Raccolta Differenziata . RD/RSU

AGENTI FISICI AF1 Inquinamento . Ripetitori in un raggio di 500 mt. Elettromagnetico Da obiettivi sensibili; . Attività di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico (monitoraggio ARPAB); . Piani di delocalizzazione di ripetitori dal centro abitato; BIODIVERSITA’ B1 Aree protette . Sup. aree protette . Sup. boscata/Sup. comunale . Sup. boscata necessaria a pareggiare l’emissione di CO2 eq. ENERGIA E1 Consumo energetico . tep/ab. E2 Consumo elettrico . Totali (kwh/ab.); . Domestici (kwh/ab.)

PATRIMONIO PA1 Censimento Siti . Palazzi/Residenze;Musei; ARCHITETTONICO . Castelli e fortificazioni; 66 Masserie; . Chiese e Conventi

Quindi ci sono otto tematismi ambientali e si dispone di 14 indicatori espressi da 20 indici.

Nel tema ambientale SUOLO, gli aspetti ambientali selezionati sono:

. gli aspetti di rischio naturale (rischio idrogeologico), opportunamente aggregati in un indice di rischio, rapporto fra le superficie di frane di tipo R3 e R4 e la superficie urbanizzata. Le frane di tipo R3 e R4 rappresentano un rischio alto ed è legato agli insediamenti antropici. Questo indice esprime un valore funzionale alla pianificazione

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urbanistica in quanto forte vincolo alla gestione del territorio (vedi piano di protezione civile allegato)..

Accanto a questo indice, ve ne è un altro che esprime il grado di dissesto idrogeologico generale, SF/SC, dove il primo termine rappresenta la superficie franosa e, il secondo, la superficie comunale (si terrà conto di questo indice solo nella redazione del PSC).

. gli aspetti di degrado chimico-biologico puntuale (siti sontaminati).

Queto dato ha un valore di riferimento non quantificabile con un indice, ma assume una specifica importanza informativa in un dato territorio.

Per le finalità pianificatorie possono indicare criticità legate ad attività antropiche (vedi le estrazioni petrolifere) e, dunque, rappresentare un importante elemento di supporto alle decisioni in relazione allo stato ecologico locale:

. gli aspetti di perdita di biodiversità e inaridimento (incendi boschivi) attraverso gli indici di superficie percorsa dal fuoco/superficie comunale e incendi su kmq (vedi piano di protezione civile allegato).;

. gli aspetti della pressione antropica sui suoli (contaminazione diffusa), intesa attraverso i suoi indici: Agricoltura Intensiva/SAU, che rappresenta il grado di sfruttamento intensivo delle superfici dedicate all’agricoltura;

. gli aspetti attinenti il rischio sismico, che, secondo l’ Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20.03.2003, e successive Dip. della Protezione Civile, classificano i comuni secondo un indice di rischio (vedi piano di protezione civile allegato).

Nel nostro bilancio ambientale alcuni fattori di pressione, quali gli incendi boschivi o le contaminazioni diffuse, non sono state prese in esame per gli obiettivi a cui il R.U. deve tendere.

Nel tema ambientale ATMOSFERA, gli aspetti ambientali selezionati sono:

. le emissioni inquinanti, espresse attraverso la produzione di CO2 equivalente per 67 abitante.

Questo indicatore descrive il contributo di produzione di rifiuti e consumi energetici alle emissioni di questo gas serra.

Il suo monitoraggio e la capacità di ridurre le emissioni, attraverso politiche dirette alle driving forces (industria, trasporti), rientrano nella programmazione internazionale (protocollo di Kyoto) e, dunque, hanno anche nell’ ambito locale una significatività integrata.

Nel tema ambientale ACQUA, gli aspetti ambientali selezionati sono:

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. gli aspetti della qualità fisica e biologica delle acque superficiali (qualità delle acque superficiali) attraverso gli indici IBE, LIM, SECA.

Questi indici di qualità ecologica delle acque sono, però, legate a poche stazioni di rilevamento lungo i corsi d’ acqua e non possono esprimere, in maniera sufficiente, la reale dimensione della qualità idrica.

. gli aspetti del prelievo idrico (Consumi Idrici) misurando i mc annui pro capite e indicando le pressione del consumo.

Nel tema ambientale RIFIUTI, gli aspetti ambientali selezionati sono:

. la produzione di rifiuti, che indica (kg giornalieri pro capite) l’impatto del consumo e della produzione sia in termini economici (costi di trattamento), che ecologici (emissioni, volumi, consumo di materiale). Ecco il senso delle politiche di gestione dei rifiuti che prevedono la minimizzazione produttiva e le pratiche di riuso.

. La raccolta differenziata, cioè l’attitudine in termine percentuale di separare i rifiuti riciclabili al resto dei RSU (RD/RSU).

È un indicatore fondamentale nelle politiche integrate di gestione dei rifiuti.

Anch’esso ha un valore economico ed ecologico, poiché rappresenta un valore aggiunto (sottrazione di costi di trattamento e ricavi da nuovi materiali) ed evita i danni ambientali da trattamento, nonché incide positivamente sui bilanci energetici e di materiale.

Nel tema ambientale AGENTI FISICI, gli aspetti ambientali selezionati sono:

. gli aspetti legati all’inquinamento elettromagnetico, attraverso gli indici del Ripetitori su un raggio di 500 mt da obiettivi sensibili. Viene fornito al comune il quadro delle coordinate geografiche dei ripetitori autorizzati. In questo modo, si esamina il posizionamento dei ripetitori, riuscendo ad identificare aree con notevole densità e quindi 68 riferibile alle politiche di pianificazione urbanistica e di pressione sul territorio.

Nel tema ambientale ENERGIA, gli aspetti ambientali selezionati sono:

. i consumi energetici (tep/abitante), che descrivono in maniera nitida i consumi della società (civili, industriali, agricoli, mobilità), tali da comparare i dati e valutare l’ impatto ambientali di questi consumi;

. i consumi elettrici (totali e domestici espressi in Kwh pro capite), anch’ essi descrivono le tendenze circa il consumo di risorse e dunque l’impatto ambientale in termini di emissioni.

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Nel tema ambientale PATRIMONIO ARCHITETTONICO invece vengono censiti i siti di importanza architettonica per legarli alla pianificazione urbanistica.

Analisi Complessiva

Lo schema di valutazione adottato risponde alla richiesta di far emergere le criticità ambientali di un territorio in maniera omogenea.

Per ogni tematismo, dunque, vi sono delle sezioni con diversi indicatori, come descritto nel precedente paragrafo.

Ogni indice assume un valore che rientra in quattro possibili categorie di classificazione. Così avremo, nel dettaglio, che per ogni indice sono stati individuati dei range equivalenti alle quattro categorie possibili.

Descrizione:

Il Protocollo di Kyoto rappresenta un documento legalmente vincolante che impegna i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra per il 2008-2012 di un valore pari a circa il 5,2% rispetto al 1990. Dal momento che l’anidride carbonica ha un alto tempo di permanenza in atmosfera, 50-200 anni, e si riduce soltanto per assorbimento da parte della vegetazione, è chiaro che l’obiettivo di progressivo riequilibrio si realizza soltanto attraverso la convenuta riduzione delle emissioni.

Scendendo dal globale al particolare, è, quindi, importante eseguire un accurato bilancio della CO2 anche per programmare una tendenziale equità delle azioni di riequilibrio, che non saranno affatto indolori.

Effettuare un bilancio della CO2 consiste nel quantificare le emissioni antropogeniche di anidride carbonica e degli altri gas climalteranti, valutate rispetto alla capacità dell'ambiente di assorbirle.

Per fare questo è necessario monitorare e schematizzare le "sorgenti" di emissioni di CO2 (dirette 69 ed indirette) e degli altri gas climalteranti e i "serbatoi", cioè le strutture in grado di assorbire e immagazzinare l'anidride carbonica. L'analisi viene effettuata su dati raccolti nel corso di un anno, per evitare che variazioni climatiche e stagionali possano alterare l'esattezza dei risultati.

Il gas serra più importante è chiaramente la CO2, le cui emissioni sono principalmente collegate allo sfruttamento di fonti fossili utilizzate per far fronte alla domanda energetica. Il settore energetico viene suddiviso in emissioni dirette, date dalla combustione di metano, olii combustibili, GPL, benzine e gasolio, e emissioni indirette date dal consumo di elettricità.

Il consumo locale di elettricità viene tramutato in tonnellate di CO2 grazie ad opportuni fattori di conversione, che tengono conto delle modalità di produzione della corrente elettrica. Metano, olii

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combustibili, GPL, benzine e gasolio vengono, inoltre, utilizzati direttamente nei settori civile, industriale e agricolo. Queste emissioni di CO2 si calcolano in base allo specifico processo di combustione di ogni singolo elemento. Per valutare il loro specifico contributo al bilancio finale è necessario, una volta riscontratane la presenza nel territorio in analisi, quantificarne il rilascio e, quindi, convertirlo in CO2 equivalenti. Questa operazione è necessaria per poter confrontare tra loro tutti i dati ricavati. Successivamente si calcola la capacità del territorio di assorbire CO2. Le aree verdi, ed in particolare le aree boschive, grazie alla fotosintesi clorofilliana, sono in grado di fissare l'anidride carbonica atmosferica producendo biomassa. Verificando la distribuzione di tali aree, il tipo di vegetazione e il suo stadio di sviluppo, si riesce a quantificare l'ammontare di carbonio assimilato e, quindi, sottratto all'atmosfera. La differenza tra il totale della CO2 (e CO2 equivalente) emessa dalle sorgenti e quella assorbita dai serbatoi, fornisce il bilancio globale dei flussi di CO2 nel sistema sotto studio. Da tutto quanto detto sopra, emerge evidente l'importanza del bilancio della CO2 per comprensori territoriali quali comuni, province e regioni, ma anche per i vari operatori economici che producono emissioni di gas serra.

Già diverse province italiane e estere hanno utilizzato il bilancio della CO2 come strumento per quantificare gli impegni che spettano loro per rientrare nei limiti dettati dal Protocollo di Kyoto, anticipando i provvedimenti che verranno imposti su scala nazionale.

Il bilancio della CO2, se associato a studi con altri indicatori, fornisce poi informazioni supplementari per una analisi completa della sostenibilità ambientale di un territorio.

A tal proposito si citano i valori di assorbimento della CO2 da parte delle foreste per unità di superficie, secondo greencrossitalia e APAT:

- per greencrossitalia il valore è di 0,915 t/ha;

- per APAT il valore è di 0,052 t/h; quindi si può stabilire un range compreso fra i due valori.

Definizione:

Una definizione coerente ed appropriata di sostenibilità ambientale dovrebbe partire dalla 70 considerazione dei servizi offerti dalla natura e confrontare i tassi con cui tali servizi sono richiesti dall’uomo. Si potrà, quindi, definire ambientalmente sostenibile quella azione che comporta un utilizzo, diretto e o indiretto, dei servizi naturali, con un tasso inferiore o uguale a quello proprio di erogazione da parte della natura.

La L.U.R. di Basilicata all’art.1 commi 1 e 2 recita:

“La pianificazione territoriale ed urbanistica (PT ed U), quale parte organica e sostanziale della programmazione regionale, persegue, attraverso le modalità, le procedure e le strutture operative definite nella presente legge ed in riferimento a principi di trasparenza, partecipazione alle scelte ed

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equità nella redistribuzione dei vantaggi, obiettivi di sviluppo sostenibile nel governo unitario del territorio regionale”.

“Sono caratteri della P.T. ed U.: … la tutela e la valorizzazione delle risorse e dei beni territoriali per garantirne la fruizione alle presenti e future generazioni;”

In queste poche righe sono accennati concetti fondamentali, quali lo sviluppo sostenibile e la pianificazione territoriale ed urbanistica, cui occorre dedicare un minimo di spazio per una corretta documentazione.

La Pianificazione e lo Sviluppo Territoriale possono contribuire in modo decisivo al conseguimento dei principali obiettivi politici, che sono i seguenti:

1. un sistema di città più equilibrato e policentrico e una nuova relazione urbano- rurale;

2. parità d’accesso alle infrastrutture e alle conoscenze;

3. gestione prudente e sviluppo del patrimonio naturale e culturale.

La pianificazione territoriale deve essere considerata come un approccio integrato e, nel senso più ampio, deve essere sostenuta come quadro di riferimento per il coordinamento dello sviluppo economico e sociale della Comunità.

La pianificazione territoriale può essere impiegata ai fini di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile. A tal fine è necessario analizzare i fattori elencati qui di seguito:

- i limiti imposti dalle caratteristiche fisiche e ambientali dell’area in questione. Ad esempio, la presenza in una data area di problemi relativi alla qualità dell’aria nei centri urbani o di ecosistemi sensibili fanno sconsigliare la costruzione di nuovi impianti industriali in quell’area;

- il potenziale di miglioramento della qualità ambientale, ai fini di rendere più attraenti le aree urbane dal punto di vista economico;

- gestione corretta del traffico, trattamento dei rifiuti e gestione della qualità dell’aria; 71 - le questioni e le problematiche ambientali che debbono essere affrontate. Ad esempio, la crescita urbana incontrollata, il degrado del territorio e l’esaurimento delle risorse idriche sotterranee sono altrettanti fattori che richiedono l’attenzione dei responsabili della pianificazione territoriale.

La pianificazione territoriale non deve essere intesa come fine a se stessa. Non si tratta di una politica ma di uno strumento che può contribuire ad integrare politiche settoriali, eterogenee e, spesso, in concorrenza. Per un approccio più producente allo sviluppo spaziale è necessario influire a priori sulle politiche settoriali (trasporti, energia, agricoltura, ecc.) contribuendo a garantire che il loro impatto territoriale (economico, sociale e ambientale) sia di tipo positivo.

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Il processo approvativo, quali la pubblicazione, le osservazioni, le controdeduzioni, l’approvazione, non hanno prodotto uno scambio costruttivo d’informazioni tra la pubblica amministrazione e la società civile.

Il processo informativo, perché il sistema di analisi utilizzate non sono in grado di elaborare informazioni ambientali, sociali, economiche, ecc. necessarie ad interagire tra i diversi sistemi e ad evidenziarne le relazioni.

In definitiva, il vecchio piano regolatore è divenuto inadeguato ed obsoleto perché ha posto rigidi vincoli temporali e spaziali e non è stato facilmente modificabile nel tempo.

Le dirette conseguenze di un uso del territorio, governato da queste regole dello sviluppo quantitativo, sono sotto gli occhi di tutti: il degrado ambientale ed urbano, lo spreco delle risorse, gli squilibri territoriali.

Una disciplina urbanistica che voglia farsi carico di un nuovo modo di interpretare la realtà, dovrà approdare verso metodologie e strumenti innovativi.

Nel nostro caso abbiamo esaminato con i dati disponibili ed attraverso tabelle, alcuni fattori di rischio ambientale presenti nella città di Lavello indicando anche possibili soluzioni.

Fattori geomorfologici

Innanzitutto, da un punto di vista ambientale, abbiamo esaminato e studiato un aspetto importante legato al territorio costruito della città e relativo al rapporto esistente fra costruito ed aspetti geomorfologici.

Tale studio ha consentito di verificare le varie problematiche ed i fattori di rischio esistenti.

Su tali criticità i geologi incaricati hanno indicato le aree a rischio e, su quelle edificabili, le metodologie di analisi e di intervento .

Per alcuni nuovi interventi previsti sono state proposte metodiche di salvaguardia della funzionalità idrogeologica delle aree e interventi edilizi di scarso impatto. 72

Il Paesaggio e le visuali prospettiche

Da un punto di vista paesaggistico, occorrerà attraverso politiche adeguate salvaguardare i versanti che circondano la parte storica perché espressione dello stretto legame tra sviluppo antropico e natura del territorio.

Riqualificare aree interne e di margine degradate o inutilizzate a fini agricoli, con problematiche di carattere igienico-sanitario e di decoro, attraverso proposte di recupero edilizio a forte connotazione architettonica e di immagine urbana.

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Diminuire l’antropizzazione e l’urbanizzazione selvaggia del territorio rurale, pur rispondendo a bisogni effettivi di parte della popolazione esistente.

Viabilità, traffico e qualità dell’aria

Pensare a politiche di razionalizzazione dei flussi di traffico esistenti, alleggerire la mobilità veicolare dalle zona più densamente abitate, recuperare aree destinate al solo percorso pedonale.

Tentare possibili spostamenti della popolazione residente da aree con forte concentrazione ad altre con minore densità.

Agevolare ed incentivare il trasporto pubblico.

Realizzare barriere di verde lungo le vie di grande scorrimento e ad alta densità di traffico, al fine di ridurre l’inquinamento acustico e assorbire sostanze chimiche nocive.

Rifiuti

Organizzare la raccolta dei rifiuti in modo da consentire la progressiva separazione dei principali flussi produttivi (rifiuti domestici, mercatali, attività di servizio, attività commerciali, attività produttive, attività agricole).

Migliorare e potenziare la raccolta differenziata.

Minimizzare lo smaltimento in discarica.

Acqua

Occorrerà realizzare programmi di adeguamento del sistema idrico-fognante e depurativo ai criteri ed alle direttive 91/271 e al nuovo decreto sulle acque.

Evitare, a causa di tratti inefficienti, sperperi delle risorse idriche o perdita di liquami ed acque luride 73 nel terreno.

Pensare per le nuove aree di completamento a sistemi di recupero delle acque meteoriche da destinare alla pulizia delle strade o alla manutenzione del verde.

Per le aree di nuovo impianto del sistema insediativi, si provvederà, prima dell’adozione dello strumento urbanistico, ai sensi della L.36 del 5.01.1994, a sentire il gestore sulle conseguenze derivanti dall’espletamento del servizio idrico integrato ed i relativi investimenti e costi di esercizio.

Energia

Migliorare e ridurre il consumo energetico attraverso la piena efficienza degli impianti esistenti.

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Incentivare l’uso di sistemi di produzione di energie alternative (fotovoltaico).

Eliminare eventuale presenza di tralicci o altri sistemi di propagazione di onde elettromagnetiche di forte intensità.

Attività edilizia

Proporre sistemi e tipologie costruttive composte da materiali ecologici e realizzate con tecniche bioclimatiche.

Incentivare il recupero del patrimonio edilizio e culturale esistente .

Consolidare, estendere e qualificare i caratteri del patrimonio storico ed architettonico.

Quelle enunciate sono state alcune delle “direttici sostenibili” seguite nella redazione del R.U..

Di seguito sono riportate delle tabelle riassuntive del Bilancio Ambientale ed altre indicative delle principali condizioni esistenti, con dati che riguardano Lavello, ed in altri casi con dati provinciali e regionali .

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3.2) Il patrimonio ambientale

In vari punti di questa relazione, abbiamo fatto riferimento al problema dell’ambiente e del paesaggio, parlandone come di una risorsa da valorizzare.

Questo territorio, matrice di vita e di ricchezza, è contraddittoriamente usato: da un lato è amorevolmente curato dai lavoratori della campagna, come fonte di reddito, è attentamente analizzato dagli studiosi, è attraversato da operosi flussi di traffico; dall’altro è usato, a volte, per attività incongrue o di forte impatto ambientale, come se le sue risorse e la sua capacità di assorbire i guasti fossero illimitati.

Bisogna, invece, convincersi che il territorio non è una risorsa illimitata e che bisogna risparmiarlo e tutelarlo (ad esempio le localizzazioni industriali abusive, l’edificazione sui costoni).

Il panorama è desolante; pur tuttavia, la bellezza di innumerevoli scorci, la straordinaria stratificazione di segni dell’antichissima antropizzazione, la simbolicità di svariati paesaggi, confermano che il patrimonio ambientale è talmente “forte” e ricco da poter, con ragione, pensare che un’accorta politica di tutela - repressione - valorizzazione sortirà certamente effetti positivi.

Il primo e fondamentale problema è quello di favorire in ogni modo, anche nel R.U., un momento di rilancio ed incentivo degli aspetti ambientali e paesaggistici; è necessario tutelare, quindi, l’ambiente ed il paesaggio perimetrando ,nel tempo, molteplici zone di tutela e di valorizzazione.

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3.3) Dotazione di strade e delle principali reti esistenti

Viabilità

Ancora oggi, l’arteria più importante di collegamento è rappresentata dalla Statale 93 Appulo - Lucana, su cui è articolata l’intera rete viaria e collegata con la superstrada Basentana per Matera, a seguito dell’entrata in funzione a Melfi dello stabilimento della FIAT. La SS.93 attraversa tutto il comprensorio lavellese in direzione Sud-Ovest, Nord-Est, lungo l’asse di maggiore estensione dell’agro.Il centro abitato inoltre è collegato all’Autostrada Napoli-Bari dai caselli di Candela e Cerignola Ovest.

Inoltre, il sistema viario è interessato dalla S.S. 529, che, da Venosa, raggiunge Cerignola e dalla strada consortile del Basso Melfese, che, diramandosi dalla S.S.93 Nord dell’abitato, raggiunge lo scalo ferroviario di Rocchetta Sant’Antonio. Su questi assi veicolari più importanti si innesta e converge la viabilità minore esistente, costituita essenzialmente da vie comunali ed interpoderali.

La rete viaria urbana è interessata da flussi di traffico interno che confluiscono in Piazza Matteotti, tradizionale luogo di incontro della popolazione . Assi strutturanti la morfologia urbana e principali canali di traffico sono: via Roma, Corso Giustino Fortunato e via Verdi, strade su cui sono posizionate le principali attività commerciali.

Al centro storico si accede da Piazza Matteotti lungo Corso Vittorio Emanuele e Corso Generale Finiguerra, fino al largo Cavour, ove ha sede il Municipio e la Chiesa Madre.

Lo scarso utilizzo veicolare della strada che cinge il centro storico e l’accesso ad imbuto da Piazza Matteotti, rappresentano uno dei nodi viari più importanti da sciogliere, per operare un reale decollo del centro storico.

Tavola n. 7. Perimetrazione ambito urbano ed extraurbano suoli destinati all’armatura urbana- Viabilità esistente .

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Tavola n. 11 Perimetrazione ambito urbano ed extraurbano suoli destinati all’armatura urbana- Viabilità esistente e standards.

La rete idrica ed il sistema fognario

La rete idrica urbana, estesa a tutto l’abitato, è alimentata dall’acquedotto pugliese, ora acquedotto lucano, la cui canalizzazione principale attraversa il territorio comunale da Sud a Nord, a circa un chilometro dal centro.

Dopo il terremoto del 1980, tale canalizzazione è stata integrata da un by-pass, che corre parallelo alla precedente condotta. La rete di distribuzione cittadina, risalente, nel suo primo impianto, al 1927-1928, si avvale di un impianto di sollevamento a pompaggio (ubicato tra l’acquedotto e il centro) che, per mezzo di una condotta secondaria, rifornisce due serbatoi, ubicati in via G.Broglio ed al termine di via Roma, rispettivamente a servizio del centro storico e dei quartieri di più recente formazione. L’erogazione idrica soddisfa, generalmente, le necessità dell’utenza, sebbene si devono sottolineare carenze dell’impianto in alcune parti del centro storico. 77

Il sistema fognario esistente serve adeguatamente lo smaltimento delle sole acque nere, che vengono convogliate verso la contrada Speranza, in cui è in funzione il depuratore.

Le acque meteoriche, invece, confluiscono, in gran parte, nelle incisioni naturali che si diramano dal centro verso i torrenti adiacenti.

La rete esistente corre, parzialmente, solo lungo le strade principali, (via Roma, via Verdi, corso G. Fortunato, via Lombardia e nelle aree circostanti via Matteotti) e lungo il margine Nord-Occidentale

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dell’abitato (via de Luca, via dei Cappuccini, via Fiorenzuola); interamente servite sono anche le aree P.E.E.P. del Piano Integrato e della zona P.I.P..

La rete acque bianche interna al centro abitato, scarica, tramite fossi colatori, verso il fosso della Fontana a nord, del Crapellotto a Est. Il centro storico è completamente sfornito di rete di scarico delle acque bianche, ciò determina, o ha determinato, infiltrazioni che possono influire, alla lunga, negativamente sulla stabilità dei versanti del promontorio su cui sorge.

Tavola n. 12. Servizi a rete: rete idrica fogna bianca e fogna nera.

La pubblica illuminazione

Le reti della pubblica illuminazione e di distribuzione del GAS Metano (con cabina di decompressione in prossimità dell’area P.E.E.P.) servono in maniera adeguata l’intero abitato. 78

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3.4) Schede riassuntive Bilancio Ambientale

Comune:______LAVELLO

Popolazione residente: ______13.860(dati comunali al 2009)

Superficie comunale: ______132,91 Kmq (Istat 2000)

SCHEDA A – Bilancio Ambientale

Bilancio Ambientale – Indicatori di stato dati relativi al centro urbano

(i dati successivi fanno riferimento alla Tav 4 – relative al centro urbano)

BILANCIO AMBIENTALE IN AMBITO URBANO

(INDICATORI DI STATO)

Aree di conflitt. Verde di S.Totali Suoli non Area di dism. Corridoi eco. cortina Verde Urbano (Valore/Rischio (filari permeabili o degrado Ambientali alberati) Fruibile e previsto e/o Degrado)

S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq ZONA res. A-B 110.515 104.388 21.069 811 8.249 Zona res -ex C 377.766 377.766 1.224 32.020 Zona res -D1 29150 20.000 9.480 9.421 Zona res.D2 e D4 47.155 27.000 20.150 Zona 167 221.151 665.360 3.000 6174 Zona 167 709.977 665.360 23.272 4.069 119.613 8.249 Zona Ampliamento P.E.E.P.- (Piano Integrato) 147.153 120.000 4.000 9.940 Zona Piano per attrezzature di livello superiore 684.222 600.000 3.000 120.613 ZONA Artigianale- P.I.P. 190.958 17.851 79 ZONA Artigianale 30.138 28.000 15.000 ZONA Soggetta a piano particolareggiato 46.409 20.000 26.150

(*) I l verde urbano è aggiuntivo alle superfici B,C e D. Ne va tenuto conto per il computo dei Suoli Urbanizzati.

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(1)- Filari alberi in prossimità del cimitero.

SCHEDA B – Bilancio Ambientale

Bilancio Ambientale – Indicatori di stato dati relativi località Gaudiano

(i dati successivi fanno riferimento alla Tav. 4 – relative al centro urbano)

BILANCIO AMBIENTALE IN AMBITO URBANO (INDICATORI DI STATO) Località GAUDIANO Aree di conflitt. S.Totali Suoli non Area di dismissio. Corridoi ecolog. Verde di cortina Verde Urbano (Valore/Rischio permeabili o degrado Ambientali (filari alberati) Fruibile e/o Degrado) ZONA S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq S=mq ZONA res - 66.384 37.678 312 Zona uso produttivo 430.043 184.667 2.747

80

(*) I l verde urbano è aggiuntivo alle superfici B,C e D. Ne va tenuto conto per il computo dei Suoli Urbanizzati.

(**) I suoli non urbanizzati sono dati dalla superficie complessiva (ricavata dai dati ISTAT) detratta dai suoli urbanizzati . Somma delle superfici totali della tabella soprastante, considerando anche le aree di verde urbano).

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Condizioni/Componente Ambientale: SUOLO Scheda: Su1 Tema: Rischio Idrogeologico Aree PG3 (mq) AP (mq) R4 (mq) Aree PG3 (mq) Centro abitato 60811 Centro abitato 24.446 23.135 Zona Ofanto 10.912.076 Curva Madonnina 2.819 88.330 Tratto S.S SS93 vicino Gaudiano 10.433 Corac Gaudiano 64.566 5.621 Villaggio Gaudiano 94.368 1.088 Srada S.S.93 10.433 43.944 121.151 23.341 11.130 4.892 94.029 6.027 10.900 6.683 3.954

Totale PG3 444,234 Totale AP 10.983.320 Totale R4 196.642

Fonte dei dati :“Quadro conoscitivo Documento preliminare PSP”. Provincia di Potenza - anno 2003

Aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato

1 RC/SU 2 dato dato da SF/SC dato dato da (range 81 esistente confermare (range provinciale) esistente confermare provinciale)

> 15 172.186 SI > 0,0800 454.678 SI 4 - 15 0,0141 – 0,0800 1 - 4 0,0031 – 0,0140 0 - 1 0 – 0,0030

1 RC/SU = (aree R3 + R4 del PAI) / Superficie urbanizzata

2 SF/SC = superficie franosa totale/superficie comunale

Superficie urbanizzata = 138,00 Ha

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I seguenti valori si riferiscono all’intero territorio comunale.

Totale aree a rischio (R4): 196.462 mq, senza il centro abitato 24.446 mq.

L’indicatore fornisce indicazioni in merito alla distribuzione delle aree a rischio individuate dai Piani Straordinari, diretti a rimuoverne le situazioni a rischio idrogeologico più alto. I Piani Straordinari, infatti, approvati dall’Autorità di Bacino competente, prevedono per le aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato (aree R3 e R4) l’adozione di specifiche misure di salvaguardia.

Gli indici considerati sono:

Indice RC/SU

Superficie complessiva classificata a rischio R3 e R4, dal Piano Straordinario PAI (Piano Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Interregionale dell’Ofanto, sulla superficie urbanizzata. Un indice ritenuto particolarmente significativo in termini di individuazione di eventuali interventi pianificatori prioritari, laddove l’impatto è particolarmente significativo.

Indice SF/SC

SF/SC è la superficie franosa totale in rapporto a quella comunale. Un indice che individua le aree idrogeologicamente sensibili e ne permette una valutazione in termini pianificatori.

Obiettivi fissati dalla normativa: D.L. 189/98 articolo 1 comma 1 e 1bis, comma 2.

Periodicità di aggiornamento: annuale

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Condizioni/Componente Ambientale: SUOLO

Scheda: Su5

Tema: rischio sismico

(Microzonazione)

LIVELLI DI SISMICITA’

L''ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003 suddivide il territorio nazionale in quattro zone sismiche, a ognuna delle quali corrisponde un valore di accelerazione orizzontale (ag/g) di ancoraggio dello spettro di risposta elastico.

Il comune di Lavello ricade nella zona sismica 2 (ex 2° categoria del D.M. 16.01.1996), a cui corrisponde un picco orizzontale, con probabilità di superamento del 10% in 50 anni, maggiore di 0.15g, che si traduce in un’accelerazione orizzontale d’ancoraggio dello spettro di risposta elastico pari a 0,25 ag/g.

Livello di sismicità Categoria di suolo (Ha)

A (S=1) Zona 1 : 0,35 < agS < 0,4725 B, C, E (S=1,25)

D (S=1,35)

A (S=1) Zona 2 : 0,25 < agS < 0,3375 X B, C, E (S=1,25)

D (S=1,35)

A (S=1) Zona 3 : 0,15 < agS < 0,2025 B, C, E (S=1,25)

D (S=1,35) 83

A (S=1) Zona 4 : 0,05 < agS < 0,06 B, C, E (S=1,25)

D (S=1,35)

Livello di sismicità “agS”: caratterizzato attraverso il valore dell’ accelerazione orizzontale massima di riferimento ag moltiplicato per un fattore S variabile tra 1 e 1,35.

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Zona Valore di ag

1 0,35 g

2 0,25 g

3 0,15 g

4 0,05 g

Per ogni categoria di suolo di fondazione, l’ordinanza indica un fattore S, variabile tra 1 e 1,35, moltiplicatore dell’accelerazione ag relativa alla zona indagata.

Per le diverse categorie di terreno di sedime, pertanto, il livello di sismicità di una specifica area viene caratterizzato attraverso il valore della accelerazione massima “agS” e vengono definiti anche i periodi TB, TC, TD che individuano la forma spettrale dello spettro di risposta elastico della componente orizzontale

Categoria suolo S TB TC TD

A 1,0 0,15 0,40 2,0

B, C, E 1,25 0,15 0,50 2,0

D 1,35 0,20 0,80 2,0 e della componente verticale dell’azione sismica

Categoria suolo S TB TC TD

A, B, C, D, E 1,0 0,05 0,15 1,0

In definitiva, in un determinato sito il moto sismico è definito da uno spettro di risposta elastico, la cui espressione dipende, tramite opportuni coefficienti numerici, dalle caratteristiche del terreno (fattore S e periodi TB, TC, TD), dal periodo di vibrazione proprio della struttura (To), dall’accelerazione al suolo ag e dal fattore η che tiene conto dello smorzamento viscoso della struttura. 84

Per quanto non riportato si rimanda agli elaborati ed alla relazione geologica allegate al R.U..

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Condizioni/Componente Ambientale: RIFIUTI

Tema: rifiuti urbani

Scheda: RIF1

Fonte dei dati: Piano Provinciale di Gestione e Organizzazione dei Rifiuti, 2002.

Dichiarazioni MUD (legge 70/94) Modello RT.

Anno di riferimento: 2002.

Produzione e smaltimento

Quantità di rifiuti urbani misti Produzione Quantità di rifiuti smaltiti in avviati allo smaltimento e/o Kg annui/ab inceneritore (ton)

recupero energetico (ton/anno)

mare

range range provinciale esistente dato dato confermare da range provinciale esistente dato dato confer da range provinciale esistente dato dato confermare da

> 375 > 3000 4.356 si

250 – 375 363,46 si 1301 - 3000

125 – 250 651 - 1300

0 – 125 0 – 650

Produzione totale dei rifiuti pro capite (Kg annui/abitante): indicatore fondamentale per 85 monitorare e verificare il tema ambientale rifiuti. Lo scopo è verificare l’efficacia delle politiche ambientali, messe in atto per la prevenzione della generazione dei rifiuti. Il valore di questo indicatore è stato, anche, utilizzato come dato-obiettivo nel V Programma di Azione Ambientale (V EAP, conclusosi nel dicembre 2000), che ha fissato il traguardo a 300 Kg/pro capite per anno. I riferimenti normativi sono: Direttiva del Consiglio 91/156/CEE; D.Lgs. 22/97; L 340/93; L. 549/95; DM 29.5.91; L.441/87; Decisione del Consiglio 94/741/CE; DPCM 31.3.1999.

Periodicità di aggiornamento: annuale.

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Quantità di rifiuti avviati allo smaltimento in discarica (ton/anno): l’indicatore verifica i progressi nell’avvicinamento all’obiettivo di riduzione dell’utilizzo della discarica, come metodo di smaltimento dei rifiuti, così come previsto dal D.Lgs. 22/97, e dal VI Programma europeo di Azione Ambientale che riafferma il principio del ricorso allo smaltimento in discarica come scelta finale. L’indicatore fornisce un’indicazione sull’efficacia delle politiche di gestione dei rifiuti. I riferimenti normativi sono: D.Lgs. 22/97; DIR 31/99/CE; D.Lgs.n.36 del 13.01.2003 (attuazione della direttiva 31/99/CE – discariche rifiuti).

Periodicità di aggiornamento: annuale

Quantità di rifiuti smaltiti in inceneritore (ton/anno): quest’indicatore di pressione, e anche di risposta, misura le quantità di rifiuti urbani e speciali inceneriti negli impianti di termovalorizzazione autorizzati, verificando le tipologie di smaltimento dei rifiuti. La normativa non fissa gli obiettivi precisi, ma “la valorizzazione del rifiuto come risorsa rinnovabile in campo energetico”, ed è prevista da: DIR 2000/76/CE; D.Lgs.22/97; DM 5/2/98; L.549/95; DM 29/5/91; DIR.91/156/CEE.

Periodicità di aggiornamento: annuale

APAT, Annuario dei dati ambientali, Edizione 2002.

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Scheda: RIF2

Fonte dei dati: Piano Provinciale di Gestione e Organizzazione dei Rifiuti, 2002.

Dichiarazioni MUD (legge 70/94) Modello RT.

Anno di riferimento : 2002.

Quantità di rifiuti urbani Raccolta raccolti in modo differenziato dato dato da differenziata % dato dato da (ton/anno) esistente confermare esistente confermare (range provinciale) (range provinciale)

> 0 – 3

3 – 8

392,98 8 – 15 8,24 si

> 15

Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato (ton/anno; %): l’indicatore misura la quantità di rifiuti urbani raccolta, in modo differenziato, nell’anno di riferimento e verifica il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta differenziata di rifiuti. In particolare l’attenzione viene focalizzata sui tre tipi di raccolta (carta, vetro e plastica) più diffusi sul territorio nazionale.

Obiettivi fissati dalla normativa: il D.Lgs. 22/97 art.24, comma 1 fissa i seguenti obiettivi: “in ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:

- 15% entro due anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto;

- 25% entro quattro anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto; 87

- 35% a partire dal sesto anno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto”1.

1 APAT, Annuariio deii datii ambiientallii, Ediizione 2002.

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Condizioni/Componente Ambientale: AMBIENTE URBANO

Scheda: AU

Tema: radiazioni non ionizzanti (Inquinamento Elettromagnetico)

Fonte dei dati : Regione Basilicata, Ufficio Compatibilità Ambientale.

da

Ripetitore/ab Ripetitore/ab (range provinciale) Ripetitore/Km q (range provinciale) Ripetitore/SU (kmq) dato esistente dato dato confermare da esistente dato dato confermare range provinciale esistente dato dato confermare da > 0,00625 > 0,128

0,00347 – 0,067 -

0,00625 0,128

0,00139 – 0,026 - 0,030 si

0,00347 0,067

0 – 0,00139 0,00030 0 - 0,026

Numero impianti/abitanti - Numero impianti/Kmq - Numero impianti/Superficie urbanizzata: Gli indicatori che esprimono la densità per radio-telecomunicazione e potenza complessiva, in rapporto alla superficie territoriale, quantificano le fonti di pressione principali sul territorio per i campi a radiofrequenza.

Gli indicatori riportano il numero complessivo degli impianti radiotelevisivi (RTV) e degli impianti radio base della telefonia mobile (SRB), normalizzato agli abitanti, alla superficie totale ed alla superficie urbanizzata.

Gli ultimi dati aggiornati al 2002 sono stati forniti dall’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione e riguardano le emittenti radio - TV e telefoniche per ubicazione, quota e coordinate geografiche. 88 Obiettivi fissati dalla normativa: il riferimento è la Legge Quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici n. 36/2001.

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Periiodiiciità dii aggiiornamento: annualle

GESTORE COMUNE UBICAZIONE Dato esistente Dato da confermare

LONG LAT QUOTA LONG LAT QUOTA

OMNITEL LAVELLO LOC.VASINELLA 567569,075 4543772,959 325 si si si

BLU LAVELLO LOC.VASINELLA 567569,075 4543772,959 327 si si si

WIND LAVELLO S.C.VASINELLA 567731,942 4543836,141 327,4 si si si

TIM LAVELLO VIA VERDI 566465,603 4544256,316 310 si si si

Condizioni/Componente Ambientale: ATMOSFERA

Tema: emissioni in atmosfera

Scheda: AT1

Fonte dei dati : “Energia e Sviluppo Sostenibile” Rapporto 2003 sui consumi, impatti ambientali, politiche energetiche locali”. Quaderni di documentazione della Provincia di Potenza. Ufficio Pianificazione Territoriale e Politiche Energetiche.

Emissioni di CO2 equivalente

CO2eq Kg annui/ab dato dato da confermare (range provinciale) esistente

> 8001

3501 – 8000

2501 - 3500 2.597,84 si 89

0 - 2500

Anidride carbonica equivalente (CO2eq) espresso in Kg/annui in rapporto agli abitanti ed in tonnellate per settore economico: l’indicatore rappresenta una stima delle emissioni degli inquinanti ad effetto serra, calcolato moltiplicando le emissioni di ogni gas (dal Protocollo di Kyoto CO2, CH4, N2O, HFC, PFC e SF6) per il Global Warming Potential (GWP), potenziale di riscaldamento globale di ogni specie, in rapporto al potenziale dell’anidride carbonica, per verificare l’andamento delle emissioni e il raggiungimento dell’obiettivo individuato dal Protocollo di Kyoto.

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Obiettivi fissati dalla normativa: Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con L.65 del 15.01.1994; Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con L.120 del 01.06.2002.

Periodicità di aggiornamento: annuale

Scheda: AT2

Emissioni di CO2 equivalente per settore economico (ton)

Anno di riferimento 2001 dato esistente dato da confermare

Agricoltura (ton) 1.555,369 si

Industria (ton) 563,506 si

Civile (ton) 10.399,067 si

Trasporti (ton) 21.428,060 si

TOTALE (ton) 33.946,004 si

Descrizione:

Condizioni/Componente Ambientale: AMBIENTE ANTROPICO.

Scheda: AA1.

Tema: energia e gas.

Pubblica illuminazione

Le reti della pubblica illuminazione e di distribuzione del GAS Metano servono l’intero abitato.

Il consumo complessivo è annuale.

Fonte dei dati: “Energia e Sviluppo Sostenibile” Rapporto 2003 sui consumi, impatti ambientali, 90 politiche energetiche locali”. Quaderni di documentazione della Provincia di Potenza. Ufficio Pianificazione Territoriale e Politiche Energetiche.

Consumi elettrici Consumi elettrici domestici (totali dato dato da dato dato da esistente confermare Kwh/ab esistente confermare Kwh/ab range provinciale) (range provinciale)

> 9000 > 750

6001 – 9000 501 – 750 668,47 si

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3001 – 6000 251 – 500

0 – 3000 1.793,24 1.793,24 0 - 250

Dati relativi al consumo complessivo annuale di Gas Matano

Consumi del Gas Consumi dl Gasi domestici (totali dato dato da dato dato da esistente confermare Kwh/ab esistente confermare Kwh/ab range provinciale) (range provinciale)

> 9000 > 750

6001 – 9000 501 – 750

3001 – 6000 251 – 500

0 – 3000 376,67 376,67 0 - 250 242 si

Consumi elettrici totali (Kwh/ab) - Consumi elettrici domestici (Kwh/ab): indicatori di pressione che forniscono informazioni sui fabbisogni di energia elettrica dell’intera economia e per settore.

I consumi energetici, influenzati da diversi fattori quali clima, orografia del territorio, qualità della vita, livello di produttività, sono stati analizzati:

- per livello territoriale;

- per vettore energetico (energia elettrica, metano, gasolio, benzina, GPL, legna, olio combustibile);

- per settore economico (agricoltura, industria, civile, trasporti);

- per anno (1997, 1998, 1999, 2000, 2001). 91 Le classi di ampiezza demografica adottate sono:

- comuni con < 2000 abitanti;

- comuni con 2000 – 10.000 abitanti;

- comuni con 10.000 – 50.000 abitanti;

- città di Potenza (> 50.000 abitanti).

Il set di indicatori pro-capite è stato pensato per quantificare le differenze, nei consumi e nelle prestazioni energetiche, tra le diverse realtà presenti nel territorio provinciale. Sono presi a riferimento i consumi elettrici totali pro-capite e i consumi elettrici domestici pro-capite riferiti all’anno 2001.

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Periodicità di aggiornamento: annuale

Tavola n. 13 - Perimetrazione ambito urbano suoli destinati all’armatura urbana - Rete Gas, Illuminazione, Telecom.

Condizioni/Componente Ambientale: IDROSFERA.

Scheda: ID1.

Tema: schemi idrici e fognari.

Fonte dei dati: A.A.T.O. Basilicata. Anno di riferimento: 1999.

Programma Interreg IIIb-Medocc, Progetto Sedemed, 2003

Flussi idrici in reti di distribuzione

Portata media derivata Volumi erogati Lunghezza rete di 3 distribuzione (Km) (l/sec) (m x anno) 92 dato dato da dato da dato da dato esistente dato esistente esistente confermare confermare confermare

200 si 1.200.000 si 8,523 si

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Flussi idrici in reti di distribuzione

n° sorgenti a gestione n° pozzi a gestione n° sorgenti impianti di comunale e gestite da comunale e gestite da (Progetto Sedemed) sollevamento

terzi terzi

dato dato dato dato

ato da da ato

dato da da dato da dato da dato d

esistente esistente esistente esistente

confermare confermare confermare confermare

14 si ------2 si

Prelievo di acqua per uso potabile (metri cubi, l/sec, m3 x anno): indicatore di pressione che misura l’impatto quantitativo derivante dalla captazione di acque superficiali e sotterranee per uso potabile.

Obiettivi fissati dalla normativa: Dir. 80/778 CEE recepita dal DPR 24 maggio 1988 n. 286 e dalla DIR. 98/83/CE del 3 novembre 1998, che adegua la direttiva 80/778, recepita dal D.Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31. Tali norme sono tese all’obiettivo di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendo la loro salubrità e pulizia.

Il D.Lgs. 152/99 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole) definisce gli obiettivi di qualità per le acque a specifica destinazione. Le acque per uso potabile devono rispettare i valori guida (G) per almeno il 90% dei campioni analizzati e i valori imperativi (I) per almeno il 95% dei campioni analizzati per tutti i parametri definiti in tabella A/1 dell’allegato 2 del D.Lgs 152/99.

Periodicità di aggiornamento: annuale

Inquinamento delle risorse idriche: sistema rete fognaria. 93

L’indicatore prende in considerazione “i depuratori - conformità del sistema di fognatura delle acque reflue urbane (popolazione servita, lunghezza rete fognaria, n. depuratori)”, poiché l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/99, e sue successive modifiche e integrazioni, impone l’adeguamento tecnologico dei sistemi di fognatura e di depurazione delle acque reflue urbane, al più tardi, entro il 31 dicembre 2005.

Le informazioni acquisite riguardano sia gli agglomerati, sia i sistemi di fognatura e depurazione a loro servizio. Per i primi è considerato il carico nominale, inteso come carico organico biodegradabile, complessivamente generato ed espresso in abitanti equivalenti. Per i sistemi di fognature si tiene conto del grado di copertura della rete; per gli impianti di depurazione, si

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dovranno considerare, tra l’altro, i dati riguardanti la capacità di progetto, quella effettiva attuale, la tipologia di trattamento, i valori dei parametri di emissione, il corpo idrico recettore dello scarico.

Obiettivi fissati dalla normativa: art. 3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE, recepita in Italia dal D. Lgs. 152/99, successivamente integrato e modificato dal D. Lgs. 258/00.

Rete fognaria

Popolazione servita Lunghezza rete fognaria (Km) N. depuratori

dato dato da dato da dato da dato esistente dato esistente esistente confermare confermare confermare

13 si 34,045 si 1 si

E’ ritenuto : conforme: l’agglomerato provvisto di rete fognante e con grado di copertura uguale o superiore al 90%; conforme: alla data ultima del 31.12.2005, l’agglomerato per il quale sono stati programmati interventi di adeguamento realizzabili nei prossimi tre anni; parzialmente conforme: l’agglomerato provvisto di rete fognaria, ma con grado di copertura inferiore al 90%; conforme con riserva: l’agglomerato provvisto di rete fognaria, ma con grado di copertura non definito; non conforme: l’agglomerato sprovvisto di rete fognaria; dato non disponibile: in assenza di informazioni sulla rete.

Periodicità di aggiornamento: annuale APA

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ESEMPIO: LIVELLI DI RILEVANZA DEI FATTORI DI IMPATTO

INDICATORE

ESCRIZIONE

UNTEGGIO

P D Emissioni di inquinanti in atmosfera Concentrazioni con superamenti occasionali dei valori indicati dal DPR 203/88

Qualità delle acque superficiali Stato ambientale sufficiente (allegato 1 D. lgs. n. 152/99)

Qualità delle acque sotterranee Stato ambientale sufficiente (allegato 1 D. lgs. n. 152/99)

Qualità delle acque marine costiere Stato ambientale mediocre (allegato 1 D. lgs. n. 152/99) (solo )

Inquinamento risorse idriche Conformità sistema fognario ( D. lgs. n. 152/99 e s.mod. D. lgs.258/00) (R) un centro urbano è conforme con riserva quando è servito da rete fognaria con copertura indefinita; Conformità sistema depurazione ( D. lgs. n. 152/99 e s.mod. D. lgs. 258/00) (R) un centro urbano è conforme con riserva quando è servito da depuratore con valori non definiti Consumi di risorse idriche Consumi idrici uso civile ( DPCM 4/3/1996, in allegato 3 8.2.1 Usi domestici) (R) valori sup. al valore minimo da assicurare alle utenze domestiche , con aumenti compresi tra il 5% e il 10% Inquinamento acustico Frequenti superamenti dei limiti previsti dalla zonizzazione acustica, comunque inferiori al 10% Produzione di RSU Produzione pro capite giornaliera compresa tra 1 e 1,4 kg 1< Kg/ab*g < = 1,4 Raccolta differenziata Produzione rifiuti differenziati rispetto a produzione totale compresa tra il 5% e 15%. 95 8% < = R < 15% Suolo: rischio idrogeologico Classe di rischio R2

Aree di versante: presenza di frane attive ma non in prossimità di centri PAI (Piano stralcio abitati, insediamenti produttivi, vie di per la Difesa dal comunicazione, corsi d’acqua. Rischio Idrogeologico) Fasce fluviali: fasce di territorio con Norme di moderata frequenza di inondazione di Attuazione pericolosità idraulica elevata per piene con tempi di ritorno fino a 200

anni.

Media

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INDICATORE

ESCRIZIONE

UNTEGGIO

P D Suolo: rischio sismico Zone sismiche (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20.03.2003)

livello di sismicità “agS” : caratterizzato attraverso il valore dell’ accelerazione orizzontale massima di riferimento ag moltiplicato per un fattore S variabile tra 1 e 1,35. Zona 2 : 0,25 < agS < 0,3375 Uso del suolo: contaminazione da fonti Contaminazione derivante da pratiche agricole: valori diffuse con un aumento nel tempo (periodo d riferimento non inferiore a 3 anni) compreso tra il 5% e il 10%

Superficie Agricola Utilizzata/Superficie Totale Territoriale (SAU/ST) To = dati ISTAT 2000

Aree usate per l’agricoltura intensiva: valori in aumento nel tempo (periodi di riferimento almeno 3 anni) compresi tra il 5% e il 10%

Uso del suolo : Estrazione minerali (cave) Valori con un aumento nel tempo (periodo d riferimento non inferiore a 3 anni) compreso tra il 5% e il 10% To = giugno 2002 Uso del suolo : Urbanizzazione e Valori con un aumento nel tempo (periodo d riferimento non infrastrutture inferiore a 3 anni) compreso tra il 5% e il 10% Emissioni di inquinanti in atmosfera Concentrazioni con superamenti occasionali dei valori indicati dal DPR 203/88

Qualità delle acque superficiali Stato ambientale sufficiente (allegato 1 D. lgs. n. 152/99)

ESEMPIO: LIVELLI

INDICATORE

96

ESCRIZIONE

UNTE

P D Aree di tutela (PSP, Parchi e riserve, Piani Presenti Paesistici, SIC, ZPS, Oasi..) Aree boscate Aree agricole di pregio

3 Usi civici Altimetria Zone e Aree archeologiche

Vincolo idrogeologico Territorio vincolato < 50% estensione

considerata

Vincolo paesaggistico Media

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INDICATORE

ESCRIZIONE

UNTE

P D Recettori sensibili: Distanza radiale dei centri abitati dalla fonte di impatto compresa tra 500 e 200 m corsi d’acqua e laghi;

zone di rispetto delle acque destinate al consumo umano; Distanza radiale di ospedali o scuole da fonti di impatto compresa tra 500 e 200 m aree a vulnerabilità idrogeologica;

acquiferi di interesse regionale; Distanza radiale di zone tutelate (beni ambientali bellezze naturali, singolarità geologiche, ville, e architettonici e culturali) da fonte di impatto parchi, giardini. compresa tra 500 e 200 m

Distanza radiale di zone tutelate (beni ambientali e architettonici e culturali) da fonte di impatto inferiore a 200 m

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4. IL REGOLAMENTO URBANISTICO

4.1) Contenuti della documentazione allegata al R.U.

Tavole grafiche Tav. 1: Sistema Relazionale - Infrastrutture di comunicazione - Aree edificate o pianificate (Piani vigenti) Scala 1/20.000 Tav. 2: Vincoli e limitazioni agenti sul territorio - Scala 1/20.000 Tav. 3: Sistema Insediativi- Armatura residenziale e produttiva del territorio – Scala 1/20.000 Tav. 3bis: Sistema Insediativo- Ricognizione attività produttive con diversa destinazione in ambito agricolo - Scala 1/20.000 Tav. 4: Aggiornamento cartografico -Stato di attuazione della pianificazione generale vigente: - Scala 1/4.000 Tav. 5: Stato di attuazione della pianificazione generale vigente - Riporto del Prg su cartografia aggiornata - Scala 1/4.000 Tav. 6: Stato di attuazione della pianificazione attuativa vigente Scala 1/4.000 Allegato 6A- Stato di attuazione della pianificazione attuativa vigente- Piano integrato scala 1:1000 Allegato 6B- Stato di attuazione della pianificazione attuativa vigente- P.A.L.S. integrato scala 1:2000 Allegato 6C- Stato di attuazione della pianificazione attuativa vigente- Piano Insediamento Produttivi scala 1:2000 Tav. 7: Sistema insediativo: Area urbana - Sistema relazionale (Viabilità carrabile). - Scala 1/4.000 Tav. 8: Sistema insediativo: Area urbana - Servizi, Verde pubblico, Attrezzature di pubblico interesse (esistenti). Scala 1/4000 Tav. 9: Sistema insediativo: Area urbana - Servizi, Verde pubblico, Attrezzature 98 di pubblico interesse esistenti e previsti nei piani attuativi. Scala 1/4000 Tav. 10: Sistema insediativo: Area urbana - Servizi, Verde pubblico, Attrezzature di pubblico interesse esistenti e previsti nei Piani attuativi. Scala 1/2000 Tav. 11: Sistema insediativo: Area urbana - Suoli riservati alla armatura urbana (SRAU). Scala 1/4000 Tav. 12: Servizi a rete: Rete idrica, Fogna bianca, Fogna nera. Scala 1/2000 Tav. 13: Servizi a rete: Rete gas, Rete elettrica, Rete telefonica. Scala 1/2000 Tav. 14: Sistema insediativo: Area urbana - Perimetro suoli urbanizzati (SU), Suoli non urbanizzati (SNU), suoli riservati alla armatura urbana (SRAU). Scala 1/4000

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Tav. 15: Sistema insediativo: Area urbana - Suoli urbanizzati per periodo di formazione e struttura morfologica, Scala 1/4000 Tav. 16: Regolamento urbanistico- Territorio : Regimi di intervento ,Scala 1/20000 Tav. 17: Regolamento urbanistico- Regimi di intervento ,Scala 1/4000 Tav. 17a: Regolamento urbanistico- Regimi di intervento ,Scala 1/4000 Tav. 17b: Regolamento urbanistico- Regimi d’uso ,Scala 1/4000 Tav. 18: Regolamento urbanistico- Viabilità prevista ,Scala 1/4000 Tav. 19: Regolamento urbanistico- Regimi di intervento su carta Geologica Scala 1/4000 Tav. 19a: Regolamento urbanistico- Regimi di intervento su carta Geologica Scala 1/2000 Tav. 20: Regolamento urbanistico- Ambito urbano urbana -Regimi di intervento,Scala1/2000 Tav. 21: Regolamento urbanistico- Area urbana –Perimetri aree complesse e PALS ,Scala1/4000 Allegato 21A- Scheda urbanistica zona Madonnina scala 1:1000 Allegato 21B- Scheda urbanistica zona Ex P.I.P. scala 1:1000 Allegato 21C- Scheda urbanistica zona San Rocco scala 1:1000 Allegato 21D- Scheda urbanistica zona P.A.L.S. scala 1:2000 Allegato 21D.C- Scheda urbanistica zona P.A.L.S. con sovrapposizione al catastale scala 1:2000 Tav. 22: Frazione di Gaudiano: Prg vigente e suo stato di attuazione. Scala 1/5000 Tav. 23: Frazione di Gaudiano: Sistema insediativo, relazionale, servizi, verde e attrezzature pubbliche- Limitazioni e vincoli - Scala 1/5000 Tav. 24: Frazione di Gaudiano: Sistema insediativo - Area urbana perimetrazione regimi di intervento - Scala 1/5000 Tav. 25: Frazione di Gaudiano:- perimetrazione- Regimi di intervento - Scala 1/2000 99 Tav. 26: Frazione di Gaudiano:- Sistema insediativo –Aree urbanizzate riportate su carta geologica- Scala1/5000

Elab. A: RELAZIONE TECNICA

Elab. B: REGOLAMENTO (NTA) con Allegato 1- Comparto perequativo

Elab. C: DICHIARAZIONE (v. punto 9 Protocollo)

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Studio geologico

Gli elaborati che compongono lo studio geologico, a corredo del R.U. sono:

RELAZIONE GEOLOGICA;

ALLEGATO 1 – Stratigrafie sondaggi meccanici a carotaggio continuo;

ALLEGATO 2 – Prove penetrometriche dinamiche continue DPM 30;

ALLEGATO 3 – Verifiche di stabilità dei versanti;

ALLEGATO 4 – Indagine sismica.

Tav. GEO – 01 Carta dell’ubicazione delle indagini geognostiche - centro urbano

Tav. GEO – 02 Carta geolitologica – centro urbano

Tav. GEO – 03 Carta morfologica e di stabilità dei versanti – centro urbano

Tav. GEO – 04 Sezioni geologiche – centro urbano

Tav. GEO – 05 Carta di microzonizzazione sismica – centro urbano

Tav. GEO – 06 Carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica – centro urbano

Tav. GEO – 07 Carta dell’ubicazione delle indagini geognostiche – frazione di Gaudiano

Tav. GEO – 08 Carta geolitologica geomorfologica e di stabilità dei versanti – frazione di Gaudiano

Tav. GEO – 09 Sezioni geologiche – frazione di Gaudiano

Tav. GEO – 10 Carta di microzonizzazione – frazione di Gaudiano

Tav. GEO – 11 Carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica – frazione di Gaudiano 100

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4.2) Criteri generali di impostazione del RU

All’interno di questo quadro di riferimento urbanistico, va ad inserirsi il R.U. del Comune di Lavello che, nella sua formazione ed articolazione normativa e di regolamentazione delle trasformazioni, dovrà tener conto di quanto già approvato e vigente.

In tal senso il R.U. di Lavello, oltre ad applicare pedissequamente i contenuti dell’art.16 della L.r. n. 23/99, ha previsto, anche con riferimento alla circolare esplicativa, emanata dalla Regione Basilicata, in materia di uso del territorio, la possibilità di trasformazione oltre che le zone B, anche quelle zone disciplinate da precedenti piani attuativi (P.P., P.I.P., P.E.E.P., ecc.), nonché alcune “aree problema” costituite essenzialmente da:

. una zona di completamento (la Madonnina), in cui, però, l’edificazione e la rete viaria non risultano ben definite;

. una zona tipizzata dal P.R.G. come P.I.P., ma localizzata all’interno delle zone residenziali;

. una nuova zona posta all’ingresso della città parallelamente alla S.S.93 (San Rocco).

In questo capitolo vengono descritte, necessariamente in modo sintetico, le scelte del R.U.. Non si tratta d’una descrizione onnicomprensiva, perché si è evitato, per brevità, di ripetere argomentazioni già presenti nei capitoli successivi ai quali, dunque, si rimanda per avere il quadro completo delle problematiche.

La successione degli argomenti non è gerarchica; tutti i punti riguardano problemi significativi e questo, forse, dà ragione della complessità del lavoro svolto.

E’ importante sottolineare che, all’interno della L.U.R. 23/99, il R.U. è uno strumento urbanistico che deve guardare, prevalentemente, all’esistente, cioè alla città costruita in un dato momento. Pensare al tessuto urbano esistente, rilevandone le problematiche e definendo le possibili soluzioni. Il ruolo di pianificazione complessiva di tutto il territorio è demandato al Piano Strutturale che inserendosi, e raccordandosi, con le scelte operate dai piani di ordine superiore, quelli 101 provinciali e regionali, deve definire tutte le dinamiche di un determinato territorio.

Nel caso specifico di Lavello, ci siamo trovati con uno strumento urbanistico obsoleto, ed oramai sorpassato, anche a seguito di una serie di varianti, e di piani approvati, che di fatto hanno trasformato il volto complessivo della città.

La scelta operata è stata quella, pur nei limiti imposti dal R.U., di individuare delle direttrici strategiche, rapportate sia alla situazione urbanistica che a quella sociale ed economica. Il piano, pur guardando in prevalenza all’edificato, tende ad affrontare questioni legate oltre che all’immagine urbana complessiva anche ai rapporti con il territorio verde e con la dinamica economica.

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Tale scelta, secondo noi obbligata, è imposta nella logica della L.U.R, proprio in assenza di strumentazioni urbanistiche di ordine superiore.

In questo caso, i comuni si fanno carico di essere parte propositiva nei confronti della provincia e della regione, portando problematiche del loro territorio e definendone anche le opportune soluzioni.

Un punto particolarmente qualificante del R.U. è quello legato all’atteggiamento nei confronti del patrimonio edilizio e territoriale esistente. Atteggiamento teso a completare, da una parte, alcune aree interne a forte complessità e poste in punti strategici della città e, dall’altra, a cominciare ad affrontare le questioni legate al recupero del patrimonio edilizio esistente.

L’esistente è caratterizzato da un tessuto edilizio quasi completamente definito, con parti di recente edificazione, non certo caratterizzata da una qualità architettonica elevata.

In linea di principio abbiamo ritenuto utile favorire ed incentivare il restauro, il recupero, la riqualificazione ed il riuso di tale patrimonio, chiarendo, però, che si tratta di creare una cultura diffusa ed una prassi amministrativa caratterizzata in tal senso.

Abbiamo escluso, dunque, di inserire nel R.U., estese e diffuse aree di vincolo assoluto, mentre abbiamo trovato molto più efficace procedere nel modo seguente:

. evitare il consumo del territorio ;

. ridurre l’area per le attrezzature superiori in fase di realizzazione, parametrandola ai reali bisogni della città;

. indicare, perimetrandoli, i settori urbani definiti in riferimento ai tessuti di antica formazione - A - e di recente formazione - B -, da sottoporre ad una normativa molto rispettosa ed a volte di dettaglio, cercando di definire le problematiche delle singole sottozone. Per la zona B2 è stato realizzato un piano di dettaglio, elaborato dall’Ufficio di Piano da approvare contestualmente al R.U., ai sensi dell’Art. 17 comma 5 della L.U.R. 23/99;

. proporre politiche di incentivo (mutui agevolati, esenzioni fiscali e tariffarie), per 102 consentire un recupero, non solo in senso residenziale ma anche economico del tessuto antico;

. indicare, per le zone complesse a cui si faceva riferimento, e cioè la zona Madonnina, la zona San Rocco ed infine quella ex P.I.P., vicina alla zona P.E.E.P., non solo le norme tecniche di attuazione e di esecuzione, ma attraverso schede di progetto, indicare il possibile disegno e le prescrizioni di attuazione, cercando, da una parte, una continuità urbanistica e, dall’altra, di offrire una forma “riconoscibile” a queste aree degradate. Queste zone soggette a comparto

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obbligatorio dovranno prevedere progetti di sviluppo e riqualificazione delle aree di alto valore qualitativo ed architettonico;

. verificare la quantità delle aree destinate a standard in rapporto non solo alle esigenze della popolazione ma in funzione di una loro reale fruizione;

. ricercare l’acquisizione di aree pubbliche attraverso forme perequative;

. realizzare un piano attento agli aspetti finanziari e di gestione del territorio.

Tavola n. 14 - Sistema insediativo - perimetrazione dell’ambito urbano di Lavello - SU+SNU+ SRAU.

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Tavola n. 15: Sistema insediativo – suoli urbanizzati per periodo di formazione e struttura morfologica.

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4.2) Le dinamiche demografiche in relazione ai fabbisogni

Avendo esaminato uno scenario che va dal 1991 al 2009, con un andamento altalenante, sia dello sviluppo demografico che di quello edilizio, abbiamo pensato, innanzitutto, che fosse realistico prevedere un aumento della popolazione media per i prossimi undici anni pari a 35 abitanti per ogni anno. Tale dato è fortemente riduttivo rispetto agli incrementi che la città di Lavello ha avuto negli ultimi anni, ma è aumentato rispetto all’andamento demografico vicino allo 0 degli anni 1991-2001. Nel dato degli ultimi anni, crediamo sia presente, non solo, un incremento della popolazione autoctona, ma anche l’inserimento, nel tessuto sociale ed economico, di una parte di quell’emigrazione che oggi, anche a seguito delle nuove leggi, dobrebbe uscire dalla clandestinità.

(13860 + (35x11)) = 14245.

14245 + 570 (popolazione derivante dai flussi migratori 4%) = 14815.

La quantità di popolazione immigrata viene considerata al 4% in quanto riteniamo che il dato riferito alla popolazione attuale risenta, come detto in precedenza, di una quota parte gia emersa.

Per cui la popolazione complessiva stimata al 2020 è pari a 14815.

L’evoluzione economica e sociale e la dinamica urbanistica, fanno prevedere, quale possibile parametro al 2020, il rapporto abitante/vano pari a 0,55.

Chiaramente il rapporto abitante/vano passa da 0,61 a 0,55, in quanto è neceaario garantire un minimo di dinamica economica ed edilizia, comunque minore, in termini assoluti, rispetto a quella sviluppata nel decennio precedente.

Tale riduzione è, inoltre, motivata dai fattori espressi in precedenza che bisogna considerare, quali:

. riduzione dei nuclei familiari;

. miglioramento degli aspetti igienico - sanitari ed abitativi;

. previsione di residenze occupate da una sola persona; 105 . necessità di prevedere, nel tempo, consistenti aumenti delle superfici destinate a servizi per la residenza;

. constatazione, ad oggi, di una consistente domanda di alloggi di tipo residenziale e con varia tipologia. per cui i vani occorrenti al 2020 dovranno essere:

14815 : 0.55 = 26936 (vani utili totali necessari al 2020), per cui i vani occorrenti saranno:

26936- 22422= 4514 (vani utili necessari al 2020).

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Per pervenire ad un corretto proporzionamento del piano, questo valore deve essere ancora incrementato dell’aliquota dei vani a disposizione del mercato immobiliare la cui consistenza, confermando il dato del Beguinot, riportato a pag.166 della sua Relazione, può essere stimato tra il 7 e l’8,0% del totale dei vani disponibili; pertanto, al valore sopra calcolato vanno aggiunti:

4514 x 0.075 = 338 (vani aggiunti a disposizione del mercato).

Per cui il fabbisogno di nuova edilizia residenziale, alla scadenza del 2020, alla base della previsione, risulta determinato:

4514 + 338 = 4852 (nuovi vani residenziali da realizzare al 2020),

4852 x 0.55= 2668 (totale abitanti ipotetici da insediare al 2020 ).

La previsione del rapporto vano/abitante è realistica ed è confermata dall’esame del Piano Integrato che prevedeva:

Zone R.U. Ubicazione Superf. mq. ift Cubatura C/ab Vani realizzati e

da realizzare Zona B5 P.I. - Zona P.E.E.P. (Perc. ancora da In attuaz.% 149901 1.75 Mc 227007 100 2270 realiz.) prevista

Zona B5 P.I. - Zona P.E.E.P. (Perc. realizzata al In attuaz. ---- 1.75 Mc 90490 100 905 2009 0.399%) % realizzata

Dai dati forniti dal comune si verifica che i mc 90490 realizzati sono corrispondenti a 222 alloggi su di una previsione totale pari a 551 alloggi e 905 vani realizzati. I residenti indicati nel Piano Integrato, a luglio 2009, sono pari a 509 con la presenza di 157 nuclei familiari.

Se si divide il numero dei residenti per il numero dei vani realizzati abbiamo:

509 : 905 = 0.56 (rapporto ab/vano) 106

Questo dato è quello oggi esistente nel Piano Integrato, che rende abbastanza realistiche le previsioni del R.U..

Questo R.U. cerca di interpretare e prevedere gli scenari futuri, tentando di raggiungere alcuni obiettivi utili per migliorare la qualità abitativa, per una maggiore presenza e fruizione dei servizi, per preservare il territorio agricolo, per ricercare possibilità di recupero di parte del patrimonio edilizio e culturale esistente, in un quadro di compatibilità ambientale.

Alcuni di questi obiettivi possono essere raggiunti:

. portando “l’indice di affollamento” ab./vano a 0.55;

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. tentando un recupero del centro storico e delle aree di margine, attraverso politiche di incentivi sia alle residenze, che mediante la creazione di attività economiche compatibili;

. completando con un adeguato sviluppo urbanistico le aree urbanizzate di margine.

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5. LA PERIMETRAZIONE

5.1) La perimetrazione dei regimi urbanistici nel R.U. -Suoli urbanizzati - suoli di recente formazione – aree complesse

La perimetazione dei regimi urbanistici, previsti all’interno del R.U., riguarda i suoli urbanizzati, non urbanizzati, l’armatura urbana, gli ambiti extraurbani produttivi.

La perimetrazione è stata definita perseguendo i seguenti indirizzi:

- evitare il consumo di territorio;

- includere aree prevalentemente tipizzate nel vecchio piano;

- limitare la perimetrazione alle aree urbanizzate;

- verificare e rivedere alcuni dei piani esecutivi, in corso di realizzazione;

- verificare attentamente i tessuti in rapporto allo studio geologico a corredo del R.U..

Occorre subito premettere che il perseguimento di tali obiettivi non è stata operazione semplice, ma è stato reso possibile a seguito di una verifica puntuale dei tessuti, degli standards, dei fabbisogni sia residenziali che economici e produttivi.

Per quanto attiene al sistema insediativo, nell’ambito urbano, abbiamo definito specifiche relative ai suoli urbanizzati di antica formazione, di recente formazione e quelli interni alle aree complesse individuate, per cui i suoli individuati sono tutti considerati urbanizzati .

Per quanto attiene agli ambiti extraurbani a carattere produttivo, la perimetrazione ha definito i regimi delle varie attività esistenti, riprendendo, in quelle in fase di realizzazione, le normative definite dai piani attuativi, agganciandole a nuove, elaborate a seguito delle modifiche apportate. 108 Tali regimi riguardano sia la città di Lavello che il borgo Gaudiano.

Lo sforzo compiuto nella individuazione dei regimi di intervento e dei parametri urbanistici è stato quello di estrapolare norme ed indicazioni che, per un verso, tendessero a rispettare lo sviluppo ed il tessuto esistente e, per l’altro, esemplificassero procedure e metodologie di intervento semplici ed immediate.

Occorre rilevare che la città di Lavello, sviluppata negli anni e nei secoli scorsi in una determinata maniera, è, oggi, connotata da una forma planoaltimetrica precisa e definita.

I regimi previsti tendono a completare l’immagine urbana dando nuovo significato ad alcune aree complesse fortemente integrate nel tessuto esistente, conservando e preservando i tessuti di antica

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formazione. Il tentativo è stato quello di ricucire i vari tessuti all’interno di un quadro di riferimento , preciso e deciso a rispettare l’esistente.

Per il comune di Lavello tra i regimi d'intervento generale si sono presi in considerazione i seguenti: il regime di conservazione il regime di trasformazione All'interno del regime di conservazione si sono inclusi tutti quegli interventi tesi alla conservazione complessiva del tessuto comprendenti sia le manutenzioni che le ristrutturazioni sia i completamenti di lotti liberi All'interno del regime di trasformazione si sono inclusi tutti quegli interventi tesi alla modifica complessiva del tessuto comprendenti anche le aree da assoggettare a piani attuativi e le aree con piani attuativi in fase di completamento. Tavola n. 17 - Perimetrazione dei regimi urbanistici e P.A.L.S.

Tavola n. 20 - Perimetrazione dei regimi urbanistici.

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5.2) Ambito urbano – Regimi d’uso e di intervento

Tessuti di antica formazione - ZONA A - Centro storico. Il centro storico include quella parte della città antica, stratificatasi in 1700 anni di storia.

Infatti, intorno ad un primo nucleo, del II-III secolo dopo Cristo, sorto nella zona del Pescariello, si è poi sviluppato un nucleo compatto che, dal tardo medioevo fino agli inizi del XX secolo, ha gradualmente racchiuso l’area nell’attuale centro storico. Noi abbiano suddiviso il centro storico in tre sottozone denominandole A1-A2-A3.

La zona A1, delimitata dalle seguenti vie o piazze (l’elenco riportato delle vie e delle piazze, quale perimetrazione delle varie zone, è del tutto indicativo, a causa di eventuali modifiche nella toponomastica, per cui occorre far sempre riferimento alla tavola della zonizzazione del R.U.): via Cancello di Tuori, via Estramurale Pescariello, Via dell’Orso, Porta Grande, C.so Vittorio Emanuele, Piazza Madonna delle Grazie, via Pallavicini, discesa Calvario, comprende il nucleo medioevale e l’espansone realizzata, prevalentemente, fino alla fine del 1600.

La zona A2, delimitata dalle seguenti vie o piazze: limiti zona A1, del Calvario, via delle Poste, via Giovenale, via Giordano Bruno, via Carlo Pisacane, via Raffaello Sanzio, via della Libertà, limiti zona A3, include l’espansione fino agli inizi del XX secolo.

Per quanto attiene la zona A3, delimitata dai limiti delle zone A1 e A2, vico Aspromonte e via Regina Margherita, abbiamo voluto indicare e perimetrare la zona del Casale, non per particolari motivi di ordine storico o architettonico, ma perché questa parte è interessata da fenomeni di forte instabilità dei versanti ed ha problemi di carattere geologico.

La disciplina normativa è differenziata tra il centro antico propriamente detto (A1) e la restante porzione (A2), mentre, relativamente al nucleo del centro storico, a sud – est dello stesso, (Casale) – A3 -, in quanto insistente su suoli interessati da un evidente movimento franoso, ogni intervento è subordinato alla redazione di un preventivo P.P. che, sulla base di specifica relazione geologica e geotecnica, verifichi le effettive possibilità di intervento che dovranno prendere, preliminarmente, in considerazione anche le due possibilità estreme dell’evacuazione ovvero del consolidamento. Il 110 centro storico di Lavello vive le stesse problematiche di molti nuclei antichi minori:

. spopolamento da parte delle popolazioni residenti;

. assenza di manutenzione ordinaria in molti edifici;

. assenza di punti di aggregazione sociale;

. difficoltà nella circolazione veicolare;

. assenza di politiche atte ad incentivare il reale recupero di questa parte della città.

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In attesa che l’amministrazione comunale si doti di possibili strumenti di studio e di recupero della zona storica, ci pare opportuno sottolineare alcune questioni metodologiche da porre alla base di possibili piani di intervento.

Un problema, che vogliamo sottolineare, è quello legato all’immagine complessiva che occorre conservare e salvaguardare. Chiaramente questo problema non può, e non deve, essere disgiunto da quello del recupero e del restauro più strettamente architettonico, ma deve servire per comprendere che il mantenimento dei caratteri esistenti richiede un approccio più ampio e più complesso.

Operare per salvaguardare i valori storici e culturali del centro storico, significa anche porsi il problema del “suo decoro e della sua immagine complessiva”.

Per intervenire bisognerà produrre “archetipi metaprogettuali”, per illustrare le soluzioni di corredo urbano che, nella loro consistenza materica, nelle loro caratteristiche geometriche, nella loro particolarità delle tecniche realizzative e nei loro reciproci rapporti, concorrono in modo determinante a definire, o al contrario a svilire, il carattere e la morfologia generale di un ambito urbano ormai storicizzato.

Nel particolare, sarà utile realizzare abachi che dovranno individuare gli elementi ed oggetti di arredo urbano, in considerazione degli elementi esistenti e dei loro rapporti reciproci, sia sul piano orizzontale, sia sui piani verticale.

Nel particolare, le categorie che dovranno essere prese in considerazione sono :

. OGGETTI DI CORREDO o fioriere, o paracarri e transenne. . PUBBLICITÀ’ o affissioni murali, o indicazioni di pubblicità su pali, o insegne sulle facciate, 111 o pubblicità su pali, o tende parasole. . SEGNALETICA STRADALE o indicazioni stradali, o segnali stradali. . OGGETTI TECNOLOGICI o cabine telefoniche, o cassette postali, o cestini gettacarta, o mobiletti gas luce acqua telefono,

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o containers rifiuti domestici, o containers rifiuti speciali (vetro). . OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO o dehors. . ILLUMINAZIONE PUBBLICA E PRIVATA o diffusori sospesi, o diffusori a braccio, o diffusori ad applique, o lampioni. . IL VERDE o gli alberi.

Dalla catalogazione di questi elementi deve emergere, inequivocabilmente, come l’immagine complessiva della città sia data dalla sapiente relazione degli spazi aperti, delimitati dai piani orizzontali e dai piani verticali, comprensiva di tutti gli elementi tecnologici e di arredo.

Una visione restrittiva può paragonare questi spazi a quelli di una qualsiasi stanza di abitazione, anch’essa perimetrata da piani orizzontali e da piani verticali; stanza che è possibile caratterizzare, o al contrario svilire, con l’inserimento di un arredo più o meno appropriato, ma comunque effimero.

Di fatto, il cosiddetto arredo urbano trascende questo semplicistico concetto legato alla provvisorietà, essendo parte integrante, e quindi stabile, dell’urbanistica e dell’architettura che lo definiscono; e, come tale, non suscettibile di interventi spesso casuali e, il più delle volte, legati ad una visione settaria, che quasi mai tiene conto del messaggio cromatico e figurativo dell’ambiente.

In verità, in questi ultimi anni, l’arredo urbano sta attraversando una profonda crisi di identità, sia come denominazione, sia come concetto, sia come oggetti materiali che lo caratterizzano.

Infatti, la denominazione di arredo urbano è divenuta, progressivamente, onnicomprensiva di ciò che appartiene ad uno spazio aperto, capace, però, di definirlo e caratterizzarlo sia dal punto di vista estetico, sia funzionale. Quindi, con arredo urbano s’intende sia il colore delle facciate, con 112 tutti gli elementi tecnologici e di corredo che concorrono a definirle, come i cavi elettrici e telefonici, le tubazioni del gas e dell’acqua, le tende parasole, le insegne luminose e non, le targhe di arti e mestieri e il colore della pavimentazione con le chiusure degli impianti tecnologici, sia gli elementi che, impropriamente, si definiscono di arredo, come: pensiline, lampioni, orologi, cestini porta-rifiuti, containers porta-rifiuti (cassonetti), cabine telefoniche, buche delle lettere, fioriere, panchine, ecc.

Se analizziamo, però, più profondamente l’aspetto esterno di tutti i centri storici troviamo, e quindi dobbiamo, necessariamente, inserirli nel contesto dell’arredo urbano, altri elementi che concorrono a definire, o a svilire, il paesaggio degli spazi aperti quali: segnaletica stradale, spazi della pubblicità, monumenti celebrativi, quadri devozionali e capitelli ed anche il cosiddetto verde di città,

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sia che esso si esplichi nei giardini, sia nei viali alberati, nonché lo spazio di sosta delle automobili e degli stessi percorsi carreggiabili e non.

Da quanto sopra esposto è facile dedurre come tutti questi oggetti, costituiti dai materiali più variegati, abbiano, oggigiorno, concluso il loro processo di vanificazione tra il linguaggio degli oggetti, che più propriamente chiamiamo corredo, e quello architettonico, o meglio urbanistico, della tradizione storica, laddove non vi è più continuità formale, materiale ed estetica.

Se, infatti, nei primi anni del secolo XX, gli oggetti d’arredo, o corredo, assimilavano le proprie caratteristiche al costruito, oggi, l’ambiente storico è saturo di sopraffazioni, in un eccesso di segnali materici e visivi, capaci di creare null’altro che uno stato confusionale e di precarietà degli elementi stessi caratterizzanti la Scena Urbana, nonché i luoghi del vivere quotidiano.

Nell’attuale arredo urbano gli abitanti non ritrovano, infatti, il proprio “humus” culturale e, tantomeno, s’identificano nelle scelte progettuali: spesso, invece, percepiscono sensazioni di fastidio visivo, di disturbo di un’estetica che si allontana sempre più dal semplice “buon gusto” e da un’idea generale di decoro urbano.

Tutto ciò porta consequenzialmente ad affermare, anche nel caso di Lavello, che, per arginare il peggioramento dell’immagine complessiva dei vari centri storici, è opportuno formulare manuali del recupero e piani guida, come quello del colore, del decoro delle facciate, della pavimentazione e degli oggetti di corredo che non possono, però, essere considerati singolarmente, ma devono essere redatti in stretta connessione fra loro e, soprattutto, con gli strumenti classici della gestione del territorio, come i R.U. ed i Regolamenti Edilizi.

Nel particolare, un piano del cosiddetto arredo urbano, insieme ad altri, può impostare nuovi approcci metodologici per gli interventi che incidono sul volto della città, e, quindi, necessariamente settorializzarsi nel momento della stesura, per meglio comprendere alcuni aspetti significativi.

Inoltre, poiché si considera superata la redazione dei piani vincolanti, con la pretesa di normare tutto a priori, si può considerare l’arredo urbano nella sua interezza ed estensione, e non come una serie di interventi autonomi a sé stanti. 113 In questa relazione si vuole, perciò, porre delle domande alle quali occorrerà rispondere con la maggiore adeguatezza possibile nel momento della redazione dei piani sino alla progettazione e dell’autorizzazione dell’intervento, pena la disgregazione degli spazi e la falsificazione della loro portata storica, estetica e, quindi, funzionale.

In altre parole, si vuole sottolineare, preliminarmente, l’importanza della conoscenza globale dei problemi urbani ed ambientali d’arredo e, quindi, indurre a scelte di fondo entro le quali collocare, in tempi successivi, anche con l’ausilio di più progettisti, le realizzazioni particolari e contingenti, coinvolgendo le associazioni delle categorie che fruiscono della Scena Urbana, nella piena consapevolezza che l’arredo urbano richiede una forma di sollecitudine, che è congiuntamente politica ed estetico-tecnologica. Tutto ciò nella convinzione che qualsiasi intervento, su uno spazio

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già conformato, provoca, certamente, indicazioni contrastanti con lo spazio stesso e che, pertanto, la metodologia da impiegarsi nelle problematiche dell’arredo urbano debba confluire nel collaudato filone delle considerazioni teorico-operative proprie della conservazione dei Beni Culturali, in quanto anche un complesso o un oggetto definito pochi decenni fa, già reca in sé condizionamenti di stratificazione d’immagine.

Tessuti di antica formazione Zone A1-A2-A3.

Immagine del centro storico

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Tessuto di margine al momento non utilizzabili - ZONA B0 - : confina prevalentemente con la zona omogenea B1 ed è posta sui bordi. Tali aree, come quelle del borgo residenziale di Gaudiano, sono interessate da un insieme di costruzioni insistenti su zone prossime ad aree critiche . Queste non sono utilizzabili allo stato attuale. Considerata la condizione statica precaria, e richiamando quanto contenuto nella relazione geologica allegata a questo piano, si prescrive la redazione di accurati studi geologici basati su specifiche indagini geognostiche estese ad un ambito geologico e morfologico significativo e particolarmente attento al recupero statico della zona. Nelle more dell’approvazione di questo studio potranno essere consentiti interventi di manutenzione ordinaria e restauro limitatamente al solo consolidamento ed adeguamento strutturale alla normativa antisismica, senza alcun aumento di superfici o di volume.

Inoltre per il borgo Gaudiano sono da rispettare le norme previste nel P.A.I..

Modi di attuazione: D.I.A..

Gli interventi da autorizzare devono essere conformi alla vigente normativa tecnica per l’edilizia antisismica.

Tessuto di margine al momento non utilizzabili - Zona B0

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Tavola n. 25 - Gaudiano - Sistema insediativo- Regimi di intervento - Zona B0

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Tavola n. 26 - Gaudiano - Sistema insediativo - Regimi di intervento – Aree urbanizzate riportate su carta geologica - Zona B0

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Tessuti di recente formazione – Tessuti di margine ZONA B1 - : sono, così, definite alcune piccole aree prospicienti via Bari delimitate, nel versante inferiore, dal limite delle aree stabili. Queste aree sono state edificate in maniera discontinua e senza alcuna unità formale. Gli edifici presenti non hanno alcun valore architettonico. Il tentativo è quello di consentire piccoli interventi che possano rappresentare e segnare uno dei limiti possibili della città, con grande rispetto degli aspetti paesaggistici e geomorfologici.

Tessuto di recente formazione - Zona B1-

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Tessuto di recente formazione formate su maglie ortogonali - ZONA B2 - : costituisce il naturale prolungamento dell’espansione a maglie rettangolari tipica dell’ampliamenmto della città. La zona è racchiusa tra le vie C.so Giustino Fortunato, via G. Bachele, largo Fiera, via Maria Santissima del Principio, via Angelo Fiorenzuola, via Antonio Toscanini, via Angelo Fiorenzuola, zona A2, via della Libertà, bordo urbano, via della Resistenza, zona B1, via Guido Miglioli, via Roma, via Mauro Miscioscia, via Pescara, via Lombardia, via Roma, via Federico di Svevia, via Verdi, via Fratelli Cervi, via Arno, via Monticchio, via Cardinale Luca, via A. Pellegrino, via Manzoni, via Rocco Scotellari. Questa zona risulta quasi completamente edificata, la viabilità è scandita da maglie ortogonali che delimitano lotti regolari, posti perpendicolarmente a via Roma ed a C.so Giustino Fortunato. Questa parte della città è molto compatta e, lungo via Roma, è caratterizzata da edifici che hanno altezza massima di ml 17.50. Tale zona, per la sua ampiezza, comprende, quasi per intero, la parte urbana sviluppatasi dalla prima metà del XX secolo sino ai nostri giorni; essa è stata studiata in dettaglio prevedendo varie possibilità edificatorie e tenendo conto di alcune specificità legate agli aspetti geomorfologici ed al completamento dell’immagine urbanistica. Sui tessuti della zona B2, è stato redatto un piano di dettaglio, approntato dall’Ufficio di Piano, che sarà approvato contestualmente al R.U., ai sensi dell’art.17 comma 5 della L.U.R. n. 23/99.

Il piano di dettaglio, elaborato dall’Ufficio di Piano, è stato redatto "a seguito di un analisi ricognitiva e descrittiva che ha portato a considerare quartiere per quartiere lo stato di fatto, attraverso il rilievo fotografico e l'individuazione planimetrica delle strutture fatiscenti presenti costituite, per lo più, da piani terra o da piani terra con sottotetto. E’ stata impostata una schedatura che ha previsto la suddivisione del tessuto in sub-zone che interessano aggregati urbani circoscritti da sedi viarie, omogenei per conformazione morfologica e tipologica, coincidenti con i rioni:

 Sub-zona 1: Rione Madonnina;  Sub-zona 2: Rione Cantone-Lucciola;  Sub-zona 3: Rione Concezione;  Sub-zona 4: Rione Sant'Antonio-Don Cioccio;  Sub-zona 5: Rione Serbatoio-Bacino;  Sub-zona 6: Rione Sant'Anna-Calvario; 119  Sub-zona 7: Rione Caruso.

Inoltre si è operata una suddivisione in sub-zone coincidenti con i rioni o quartieri per meglio essere identificati anche da parte dei principali fruitori del piano, i cittadini. Successivamente per ogni sub-zona si è proceduto ad identificare l'isolato costituito da un insieme di abitazioni adiacenti, per lo più unifamiliari, contornate da strade ed in ultimo la suddivisione in unità di intervento, ovvero lotti o singoli edifici, ritagliate secondo lo stato dei fabbricati esistenti”. (Ufficio di Piano).

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Tessuti di recente formazioni B2

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Tessuti di recente formazione - ZONE B3 - : queste aree non sono state oggetto di piani attuativi definiti ed organici. Alcune sono aree interstiziali, discontinue e realizzate con schemi edilizi che potrebbero essere modificati nel tempo, attraverso l’inserimento di tipologie e piani più consoni alla struttura urbana delle zone limitrofe. Altre sono quelle poste parallelamente alla S.S.93, che hanno costituito oggetto, in passato, di Piani Attuativi (ad esempio P.E.E.P.).

La edificazione di queste aree ha rappresentato per Lavello un momento di rottura formale rispetto allo sviluppo urbanistico dei decenni precedenti.

Con questi progetti si rompe lo sviluppo a maglia ortogonale della città e si introducono forme ed organizzazioni dello spazio urbano più articolate, ma prive di organicità formale.

Queste aree, allo stato, pur se dotate di verde e standards, non rappresentano parti urbane definite, né riescono a proporre un’immagine alternativa rispetto alla città consolidata.

Manca una logica nel disegno, tutto è frazionato ed ogni area appare autonoma e priva di rapporti con il resto della città.

Tessuti di recente formazioni B3

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Tessuti recenti in corso di completamento - Zona B4 (Piano integrato) - : comprendono le aree rientranti e definite dal P.I., poste al limite della vecchia zona P.E.E.P., e delimitate dalle vie Berlinguer, Einaudi, degli Oleandri, dei Platani, dei Tigli, strada di bonifica Oliveto.

Il piano in fase di realizzazione ha subito, negli ultimi due anni, una fase di notevole accelerazione nel rilascio delle concessioni. Allo stato, sono in fase di avanzata realizzazione le strutture abitative (circa il 39%), mentre, solo alcune delle aree destinate a standards sono state realizzate.

Il piano prevede la realizzazione di tipologie edilizie unifamiliari tenendo conto delle seguenti percentuali:

- alloggi unifamiliari ……………….40%-30%,

- alloggi plurifamiliari …………… 60%-70%.

Tessuti di recente formazione zona B4

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Aree di riqualificazione e di ristrutturazione edilizia - ZONE B5 e B5A - : queste aree, poste su via Giustino Fortunato, sono composte, da un lato, da alcuni fabbricati destinati ad uso diverso da quello residenziale e, dall’altro lato, dall’ex macello comunale, ora inutilizzato. Mentre su via Giovanni Robbe e via Balda esiste un’area, ai limiti della zona B2, chiaramente di completamento che chiude l’immagine urbana. Su queste aree è stata prevista la possibilità residenziale con un indice iff massimo di mc /mq pari a 5. La residua capacità insediativa prevista, per interventi di demolizione e ricostruzione, di sopraelevazione, in tali aree interstiziali, si ritiene non andrà a soddisfare il fabbisogno quantificato, ma andrà a migliorare la qualità delle residenze e dei vani in parte già esistenti.

Tessuti di recente formazione zona B5-B5A

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Comparto perequativo - Zona B6 - :

Tale zona si individua nel lotto posto su via Lombardia su cui, a seguito di scheda urbanistica redatta dall’ufficio di piano, è stato definito un comparto perequativo. Su tale lotto sono stati inseriti i volumi oggetto del comparto .

Tessuti di recente formazione – comparto perequativo B6

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Aree complesse - Zona B7 :

Sono così definite le zone che individuano, ai sensi del della L.U.R. art.16 secondo comma lettera d, “le aree che, in rapporto alla loro particolare complessità e rilevanza, necessitano di Piani ….”. Queste tre aree individuate nel R.U., come Madonnina, ex P.I.P. e San Rocco, necessitano, per la particolare posizione, di una progettazione più complessa e di dettaglio.

Le aree sono state normate e definite attraverso schede urbanistiche di indirizzo.

Riteniamo che, per queste aree, occorre porsi il problema della “qualità” urbanistica.

Abbiamo inserito “un premio di cubatura" per la zona della Madonnina, per consentire di completare una parte della città con proposte e metodologia di alta qualità architettonica.

Si potrà consentire il completamento della zona, anche in assenza di previsioni complete di aree destinate a standards.

Tale scelta è stata resa possibile, sia per la presenza nelle vicinanze di una serie di servizi (verde, scuole, attrezzature di interesse collettivo), i quali soddisfano ampiamente i fabbisogni pregressi, che per il prolungamento dello schema viario esistente, idoneo ad offrire ampia disponibilità di parcheggi lungo le corsie .

Scaricare sulla viabilità secondaria il traffico ed i parcheggi, unitamente al completamento del quartiere Madonnina, potrà consentire di operare la pedonalizzazione di gran parte di via Roma.

Ci preme sottolineare che il problema legato alla qualità non può che passare attraverso quel processo di reinvenzione e stimolo, il solo che consenta la salvaguardia della creatività progettuale all’interno delle operazioni di riqualificazione e recupero dei vuoti urbani.

Al suo interno, alcune parole chiave ne permettono la declinazione: la rappresentazione sociale , l’accessibilità, la ri-significazione degli ambiti urbani.

Si tratta, forse, del vero nodo della questione, il solo che possa restituire alla città di Lavello, forte della sua storia e del suo sviluppo, ma un po’ ripiegata su se stessa nel presente e poco fiduciosa nel suo futuro, quell’entusiasmo propositivo che ha sempre costituito parte integrante della sua 125 vicenda.

In seguito a questo approccio metodologico, il R.U. ha previsto, per le singole zone normative, disegni diversi.

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Individuazione delle aree complesse B7

La Zona Complessa Madonnina è delimitata tra le vie Roma, via Guido Miglioli, via Finiguerra, via Firenze, via Potenza e parte di via Bari; posta al margine occidentale di via Roma, in prossimità della confluenza con la S.S.93, ed adiacente alla zona B2, è oggi uno dei limiti della città costruita. Allo stato, è una zona coperta da un solo fabbricato di dimensioni ragguardevoli, qualche piccola baracca, terreni in abbandono, delimitata prevalentemente da un’edilizia di recente edificazione e con un distributore di carburanti lungo via Roma.

Il disegno previsto nella scheda, è quello di un “piano viario” relazionato a quello esistente nelle 126 adiacenze; al suo interno sono posizionati i lotti definiti da strade, segnando il naturale completamento di questa parte della città. Il piano, come detto in precedenza, ha operato una scelta ben precisa riguardo alle aree da destinare ad attrezzature pubbliche.

E’ nostro auspicio che la parte terminale del nuovo quartiere possa avere una definizione architettonica di alto profilo, segnando, di fatto, il termine della città costruita e l’inizio della campagna.

Le altezze e le volumetrie previste sono state pensate per continuare un tessuto urbano denso e compatto, tipico non solo della città di Lavello ma delle città mediterranee.

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La superficie destinata a standards è stata prevista in 9 mq./ab, a causa dell’impossibilità a reperirne i 18, come è previsto dall’art. 2 del D.M. 1444/68. La maggior superficie è stata concenmtrata in un'ampia area destinata a verde pubblico . Tale area è stata studuata non per rispettare i fabbisogni pregressi di standards non necessari , ma per segnare un momento di rottura spaziale.

Per quanto non definito si rimanda alla tavola n. 21

Zona Complessa Madoninna - Tabella riassuntiva dei volumi degli indici e delle superfici .

Zone Ubicazione Superf. Ift. Sup. Cubatura C/a Strum Abitanti b . R.U. mq. Standard da 100 di att insed.

127 Zona Zona 24868 3.0 6970 Mc 74507 100 Piano 745 Complessa Madonnina part. 9,35mq/ab Ift2,99mc/mq

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Allegato n. 21A - Zona complessa Madonnina

La Zona Complessa ex P.I.P. (adiacente al P.E.E.P.) è delimitata tra la via G. Salvemini, via Berlinguer, via Saragat, strada di Bonifica Oliveto.

Tale zona, oramai parte del tessuto residenziale edificato, è, di fatto, urbanizzata, per cui riteniamo che possa rappresentare il naturale completamento della nuova espansione urbana, iniziata alla fine degli anni sessanta.

Questa zona, allo stato, è caratterizzata dalla presenza di alcuni edifici in parte abbandonati ed in parte fatiscenti e da aree abbandonate, utilizzate, spesso, come discariche a cielo aperto, con tutti 128 i problemi che ne conseguono.

La scheda elaborata prevede una zona destinata alle residenze, posta al centro, e, sui due lati estremi, entrambi prospicienti aree a verde, due zone destinate a standard.

Come è possibile notare dalle tavole di zonizzazione, la parte ove saranno poste le residenze e la relativa maglia viaria, completano la parte edificata, così come le aree a verde completano, e si integrano, con quelle esistenti.

La scheda elaborata ha indicato la posizione degli edifici destinati a residenze, gli spazi destinati a standards e quelli destinati alla viabilità.

La superficie destinata a standards è pari a 20,50mq./ab insediato ed è stata destinata parte a

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verde, parte a scuole e parte a servizi per le scuole di cui la città è carente. Come è possibile notare la scelta della destinazione degli standards tiene conto delle necessità effettive esistenti, anche in rapporto alle valutazioni di carattere ambientale esposte nei capitoli precedenti.

Allegato 21B - I lotti si trovano all’interno del Territorio Urbano Consolidato (TUC) il quale, come da interpretazione urbanistica, comprende sia i tessuti insediativi che le parti singolari, le preesistenze assimilate e le aree urbane scoperte.

In urbanistica si intende, generalmente, per perequazione quel principio la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività.

Secondo il principio della perequazione urbanistica, i diritti edificatori che spettano ai proprietari dei terreni, destinati ad usi urbani, non dipendono dagli usi specifici che il piano regolatore assegna a questi ultimi, ma solo dalle condizioni in cui si trovano al momento della formazione del piano.

Tutti i suoli, chiamati a usi urbani, possiedono, nel modello perequativo, una propria edificabilità realmente spendibile. Quando si dovesse, necessariamente, ricorrere all’esproprio di aree libere, comprese nel perimetro urbano, andrà riconosciuto al proprietario un indennizzo corrispondente al diritto perduto e, cioè, agli indici convenzionali.

Zona Complessa ex P.I.P. - Tabella riassuntiva dei volumi degli indici e delle superfici.

Zone R.U. Ubicazio Superf. Ift Sup. Cubatura C/ab Strum. Abitanti ne mq. da Standards 100 di att. insed. 129

Zona Zona 34131 2,25 mq.15636 mc.76102 100 Piano 761 Complessa Ex P.I.P 20,5 mq. /ab Ift2,22mc/mq Part.

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Allegato n. 21B - Zona complessa Ex P.I.P.

130 B6/2

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La zona complessa San Rocco è delimitata tra la via G. Fortunato, via R. Scotellaro e S.S.93. Questa zona, allo stato, è caratterizzata dalla presenza di alcuni edifici, in parte abbandonati ed in parte fatiscenti, e da aree abbandonate, utilizzate spesso come discariche a cielo aperto, con tutti i problemi che ne conseguono.

Il progetto prevede un’ampia area destinata a verde pubblico, posta parallelamente alla S.S.93 che termina includendo un’area posta alla confluenza tra la S.S.93 e via Giustino Fortunato, recupera la masseria San Rocco, anche attraverso un’area di rispetto, ed individua le aree destinate ad edilizia residenziale. Altre aree pubbliche destinate a parcheggi sono collocate in posizione strategica rispetto al disegno dell’area.

La scheda elaborata ha indicato la posizione degli edifici destinati a residenze, gli spazi destinati a standards e quelli destinati alla viabilità.

La superficie generale del comparto è di mq 22899, esclusa un’area di tipo A2 di mq 1571 che comprende, come detto in precedenza, un edificio considerato di interesse storico- ambientale e per il quale si ammettono solo operazioni di restauro. Ai fini del calcolo delle volumetrie edificabili questo edificio non viene computato e non viene computata la relativa area A2. Pertanto, ai fini del calcolo delle volumetrie realizzabili nel comparto obbligatorio “San Rocco”, si considera la superficie di mq 22899; questa viene a sua volta divisa in due sub comparti.

La superficie destinata a standards è pari a 18,01 mq/ab insediato, con una superficie complessiva pari a mq 6918 destinata a verde e parcheggi posta, prevalentemente, lungo la ex S.S.93 e nella zona di ingresso in prossimità dell’incrocio.

Come è possibile notare la scelta della destinazione degli standards tiene conto delle necessità effettive esistenti, anche in rapporto alle valutazioni di carattere ambientale esposte nei capitoli precedenti.

Le ampie zone di verde sono motivate sia dalla necessità di filtrare acusticamente i rumori rivenienti dal traffico extraurbano, che di mantenere la visuale prospettica attuale del centro storico. La conservazione dell'edifico nasce dal tentativo di mantenere e rispettare, all’interno del nuovo 131 progetto, alcune preesistenze, recuperandone i valori intrinseci.

I volumi saranno individuati nella zona indicata, secondo quanto riportato nella scheda urbanistica allegata al piano, così come quelle relative alle aree destinate a standards.

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Zona Complessa San Rocco - Tabella riassuntiva dei volumi degli indici e delle superfici .

Zone Ubicazio Superf. Ift Sup. Cubatura C/ab Strum. Abita ne mq. nti da R.U. Standards 150 di att. insed.

Zona Zona 22899 1.75 mq.6918 mc. 38484 100 Piano 384 Complessa San 18 mq./ab ift.1,68 Part. Rocco mc/mq

.

Allegato n. 21 C - Zona Complessa San Rocco

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B6/3

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Tabella n. 21 – Determinazione degli abitanti insediabili nelle zone interessate da completamento ed espansione residenziale

Zone R.U. Ubicazione Superf ift Cubatura C/v Vani da . mq. 100 realizzare Zona ex C ------Cubatura max real. 1530 (vecchio P.R.G.) ------mc 153004,80 100 Dati rivenienti dal

Piano di dettaglio Zona Madonnina Zona 24868 3.0 Mc 74507 (volume 100 745 Madonnina schede)

Zona ex PIP Zona ex P.I.P. 34131 2,25 mc 76102 (volume 100 761 schede)

Zona San Rocco Zona San 22899 1,70 mc 38484 (volume 100 384 Rocco schede)

Zona B5 - P.I. P.I.- Zona 149901 1,75 mc.227007- 100 1365 P.E.E.P. (Perc 90490=136517 In attuaz.% ancora da prevista per il realiz. 0.51%) completamento

Totale vani da realizzare al 2020 n. 4785 < 4852

Tale dato mostra la piena compatibilità delle previsioni del R.U., precisando che tali previsioni sono tutte interne a processi economici, sociali e storici di difficile valutazione e prevedibilità. Riteniamo comunque che le analisi compiute e l’equilibrio delle scelte operate, soprattutto nella direzione di non consumare nuovo territorio, ma anzi di razionalizzare e compatibilizzare le previsioni in essere, possano consentire alla città di Lavello, ed al suo 133 territorio, uno sviluppo in linea con la sua struttura ambientale sociale ed economica.

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Tabella n. 22 - Comune di Lavello - Stima della distribuzione della popolazione residente al 2020

Ambito territoriale Unità di Residenti note

rilevamento previsti

Centro storico 1-2 1400 Con una riduzione rispetto al censimento del 2001

Centro abit .consolid. 3-5-7-9-10 7117 Con una riduzione (circa il 7% rispetto ai 7681 del censimento del 1991

Concezione 8-11 1500 Con riduzione rispetto ai 1620 del censimento del 1991

Madonnina ( zona B6/1) 4 629 Dato di previsione del R.U. compreso 96 abitanti censiti nel 1991

Area P.E.E.P. ed adiacenze 12 2400 Con riduzione rispetto ai 2689 del censimento del 1991

Zona B5 (Piano Integrato) 1516 Con riduzione rispetto ai 1516 ipotizzati dal piano

Gaudiano 13 100 Con aumento rispetto ai 97 del censimento del 1991

Case sparse 153 Con riduzione rispetto ai 276 del censimento del 1991

TOTALE 14815

Le previsioni riportate, che riguardano un lasso di tempo di otto anni effettivi, possono tranquillamente essere spostate in avanti e non solo di due anni.

Tale variazione è realistica se si tiene conto delle reali procedure amministrative per la concreta attuazione di quanto previsto in quanto le previsioni sono prevalentemente basate sull’attuazione di 134 piani esecutivi o piani di lottizzazioni di cui, uno, in fase di avanzata realizzazione, mentre, gli altri, son lontani da essere progettati ed attuati. Per cui, le previsioni fornite, per essere attuate completamente, avranno bisogno di un periodo di tempo anche più lungo.

Crediamo, inoltre, che tali proiezioni, collegate ai tempi ed alle variazioni economiche in atto, necessitano di un ripensamento da parte degli operatori del settore edile e dell’amministrazione comunale sulle modalità, procedure e strategie di intervento sul territorio.

Questo R.U. ha cercato di interpretare e prevedere gli scenari futuri tentando di raggiungere alcuni obiettivi utili per migliorare la qualità abitativa, per una maggiore presenza e fruizione dei servizi, per preservare il territorio agricolo, per ricercare possibilità di recupero di parte del patrimonio edilizio e culturale esistente, in un quadro di compatibilità ambientale.

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Le previsioni urbanistiche elaborate sono state definite considerando:

. un’attività edilizia in linea da un punto di vista quantitativo rispetto ai due decenni precedenti;

. un’ attività prevalentemente concentrata sul tessuto urbano esistente;

. che la saturazione delle zone B, consentirà un completamento del disegno urbano esistente.

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5.3) Suoli riservati all’armatura urbana – Verifiche standards esistenti e di previsione

Tabella n. 23 - Standards esistenti e previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente

Indicazione Standards esistenti e Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realiz. rivenienti dal ab.13860x18=mq.249480 nel D.M. P.R.G. vigente

standards esistenti 221412,01 A apliamento area mercatale 3008,00 A’ apliamento area mercatale 2494,00 B area destinata a scuola dell'obbligo 9800,00 C parcheggio 693,00 D centro commerciale 3279,00 E verde pubblico 5957,00 F scuola dell'obbligo 6250,00 G attrezzature di interesse collettivo 2703,00 H Attrezzature di interesse collettivo 1708,00 I att. Int. Collettivo 1464,00 L parcheggio 701,00 M parcheggio 774,00 N parcheggio 3450,00 O attrezzature sportive 6101,00 P verde pubblico 1517,00 Q parcheggio 442,00 R att.int. Pubblico 2036,00 S parcheggio 418,00 136 T parcheggio 1760,00 U parcheggio 632,00 V centro commerciale 4869,00 Z parcheggio 1917,00 W area destinata a scuola dell'abbligo 4155,00 J area destinata a scuola dell'obbligo 7300,00 Y Centro Commerciale 3385,00 TOT. STANDARDS 249480 + 48745.01 esistenti e programm. 298225,01

21,51 mq./ab

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Tavola n.10 - Sistema insediativo standards esistenti e previsti nei piani attuativi

Tabella n.24 - Standards esistenti e previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G.Vigente- ISTRUZIONE B6/3 Indicazione Standards esistenti Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area e previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione ab.13860x4,5=mq.62370 nel D.M. rivenienti dal P.R.G. vigente- ISTRUZIONE

standards esistenti 31548,45 B area destinata a scuola dell'obbligo 9800,00 F scuola dell'obbligo 6250,00 137 W area destinata a scuola dell'abbligo 4155,00 J area destinata a scuola dell'obbligo 7300,00 SUP. TOTALE 62370 - 2776,55 STANDARDS al 2020 59593,45

4,29 mq./ab

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Tabella n. 25 - Standards esistenti e previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente - PARCHEGGI Indicazione Standards esistenti e Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp in Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 rapporto alle esecutivi in fase di quantitàpreviste realizzazione ab.13860x2,5=mq.34650 nel D.M. rivenienti dal P.R.G. vigente-PARCHEGGI

standards esistenti 27053,00 C parcheggio 693,00 L parcheggio 701,00 M parcheggio 774,00 N parcheggio 3450,00 Q parcheggio 442,00 S parcheggio 418,00 T parcheggio 1760,00 U parcheggio 632,00 Z parcheggio 1917,00 SUP. TOTALE 34650 + 3190 STANDARDS esistenti e programmati 37840,00

2,73 mq./ab

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Tabella n. 26 - Standards esistenti e previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente - ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO Indicazione Standards esistenti e Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione ab.13860x3=mq.27720 nel D.M. rivenienti dal P.R.G. vigente ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO

standards esistenti 60807,88 A apliamento area mercatale 3008,00 A’ apliamento area mercatale 2494,00 D centro commerciale 3279,00 G attrezzature di interesse collettivo 2703,00 H Att. int. collettivo 1708,00 I att. Int. Collettivo 1464,00 R att.int. Pubblico 2036,00 V centro commerciale 4869,00 Y Centro commerciale 3385,00 SUP. TOTALE 27720 + 58033,88 STANDARDS esistenti e programmati 85753,88

6,18 mq./ab

Tabella n .27- Standards esistenti e previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G.VigenteVERDE PUBBLICO E SPORTIVO Indicazio Standards esistenti Superficie Superficie minima ai Superfici comp. ne Area e previsti nei piani mq. sensi del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità ab.13860x9=mq.124740 realizzazione previste nel rivenienti dal D.M. P.R.G. vigente 139 VERDE PUBBLICO ED ATTR. SPORTIVE

standards esistenti 103881,68 E verde pubblico 5957,00 O attrezzature sportive 6101,00 P verde pubblico 1517,00 SUP. TOTALE 124740 - 7283,32 STANDARDS esistenti e programmati 117456,68

8,47 mq./ab

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Tabella n. 28 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U. Indicazion Standards esistenti , Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. e Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantitàpreviste realizzazione e di ab.14815x18=mq.266670 nel D.M. previsione del R.U. standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 298225,01 Madonnina area destinata a verde pubblico 4715,00 Madonnina area destinata a parcheggi pubblici 2555,00 Ex P.I.P. area destinata ad attrezzature per l’istruzione 13042,00 Ex P.I.P. area destinata a verde pubblico 2594,00 San Rocco area destinata a verde pubblico 6242,00 San Rocco area destinata a parcheggi pubblici 676,00 Area prospicient e la ex ss.93- riveniente area destinata ad dal P.R.G. attrezzature di interesse collettivo 5832,00 Area prospicient e la ex ss.93- riveniente dal P.R.G. area destinata a verde pubblico 10864,00 Area prospicient e lo stadio - riveniente dal P.R.G. area destinata a verde pubblico 15883,00 SUP. TOTALE 266670 93958,01 STANDARDS al 2020 360628,01 140 24,34 mq./ab

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Tabella n. 29 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U. (compreso l’area destinata a comparto perequativo) - ISTRUZIONE. Indicazione Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x4,5=mq.66667,5 nel D.M. previsione del R.U.- ISTRUZIONE standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 59593,45 Ex P.I.P. area destinata ad attrezzature per l’istruzione 13042,00 SUP. TOTALE 66667,50 5967,95 STANDARDS al 2020 72635,45

4,90 mq./ab

Come è possibile notare lo standards previsto per l’istruzione è superiore ai minimi di legge, per cui l’area prevista nel vigente P.R.G., prospiciente via Lombardia, non di proprietà comunale può essere inserita in un comparto perequativo individuato all’interno del R.U.

Tabella n. 30 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U. (senza l’area destinata a comparto perequativo) - ISTRUZIONE. Indicazione Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x4,5=mq.66667,5 nel D.M. previsione del R.U.- ISTRUZIONE AL NETTO DELL’AREA OGGETTO DI COMPARTO PREREQUATIVO standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di 141 realizzazione 72635,45 Via AREA OGGETT ODI Lombardia COMPARTO PEREQUATIVO 2600,00 SUP. TOTALE 66667,50 3367,95 STANDARDS al 2020 70035,45

4,72 mq./ab

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Tabella n. 31 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U. - PARCHEGGI. Indicazione Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x2,5=mq.37037,5 nel D.M. previsione del R.U.- PARCHEGGI standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 37840,00 Madonnina area destinata a parcheggi pubblici 2555,00 San Rocco area destinata a parcheggi pubblici 676,00 SUP. TOTALE 37037,5 +4033,50 STANDARDS al 2020 41071,00

2,78 mq./ab

Tabella n. 32 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U. - VERDE PUBBLICO E SPORTIVO. Indicazion Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. e Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x9=mq.133335,00 nel D.M. previsione del R.U.- VERDE ED ATTREZZATURE SPORTIVE standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 117456,68 Madonnina area destinata a verde pubblico 4715,00 Ex P.I.P. area destinata a verde pubblico 2594,00 San Rocco area destinata a verde pubblico 6242,00 Area prospicient e la ex 142 ss.93- riveniente dal P.R.G. area destinata a verde pubblico 10864,00 Area prospicient e lo stadio - riveniente dal P.R.G. area destinata a verde pubblico 15883,00 SUP. TOTALE 133335 ,00 24211,00 STANDARDS al 2020 157546,68

10,63 mq./ab

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Tabella n. 33 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U.(compreso l’area dell’ex macello) - ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO. Indicazion Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. e Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x2=mq.29630 nel D.M. previsione del R.U.- ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 85753,88 Area prospicient e la ex ss.93- riveniente area destinata ad dal P.R.G. attrezzature di interesse collettivo 5832,00 SUP. TOTALE 2963 0 61955,88 STANDARDS al 2020 91585,88

6,18 mq./ab

Per quanto attiene alle attrezzature di interesse collettivo, il dato finale è notevolmente superiore a quello indicato nella D.M. 1444, per cui è possibile pensare a riconvertire aree o edifici di proprietà comunale destinati a standards, ma non utilizzati, come ad esempio l’ex macello o l’area su via Lombardia destinata a comparto perequativo o l’edificio che ospita la polizia Municipale. Tali aree, in eccesso e non utilizzate, possono essere messe sul mercato o essere oggetto di programmi di riqualificazione con destinazioni residenziali. Oramai la scarsità delle risorse di trasferimento da parte dello stato impone alle pubbliche amministrazioni la necessità di ottenere risorse dal mercato, anche dismettendo parte del patrimonio comunale, purchè inutilizzato e di oneroso recupero. Oppure ricercare forme perequative finalizzate ad evitare contenziosi con privati per il mancato esproprio di aree destinate a standards. Nel caso di Lavello le ipotesi perseguite sono state, per un 143 verso, di immettere sul mercato l’area dell’ex macello, offrendo la possibilità di destinare i nuovi edifici ad uso residenziale e, dall’altro, ottenere attraverso forme perequative aree da inserire nella propria disponibilità già destinate a standards.

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Tabella n. 34 - Standards esistenti, previsti nei piani attuativi in fase di realizzazione rivenienti dal P.R.G. vigente e quelli indicati nel R.U.(escluso l’area dell’ex macello e polizia municipale) - ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO. Indicazione Standards esistenti, Superficie mq. Superficie minima ai sensi Superfici comp. Area previsti nei piani del D.M.n.1444/68 in rapporto alle esecutivi in fase di quantità previste realizzazione e di ab.14815x2=mq.29630 nel D.M. previsione del R.U.- ATTREZZATURE DI INTERESSE COLLETTIVO standards esistenti e di previsione nei piani attuativi in fase di realizzazione 91585,88 Area ex macello area destinata ad n.59 attrezzature di interesse collettivo 3829,00 Area biblioteca, polizia municipale area destinata ad n.28 attrezzature di interesse collettivo 373,28 SUP. TOTALE 29630 + 57753,60 STANDARDS al 2020 87383,60

5,89 mq./ab

Per cui gli standards previsti nel R.U. sono quelli riportati nella seguente tabella:

Tabella n. 35 - Quadro riassuntivo degli standards nel R.U.

Tipo di Standards esistenti, Superficie in rapporto Superficie minima Superfici comp. standards previsti nei piani al D.M.n.1444/68 ai sensi del in rapporto alle esecutivi in fase di D.M.n.1444/68 quantità realizzazione e di previste nel previsione del R.U.- ab.14815x18=mq.2 D.M. 66670,00 Istruzione 4,90 66667,50 4.50 72635,45 144 Verde 10,63 133335,00 9.00 pubblico e dattrezzato 157546,68 Parcheggi 2,78 37037,50 2.50 41071,00 Attrezzatur 6,18 2.00 e di interesse 29630,00 collettivo 91585,88 Standards 24.49 18,00 previsti al 2020 266670,00 362839,01

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Come è possibile verificare, lo sforzo compiuto è stato quello di rispettate i minimi di legge per i singoli componenti degli standards.

Sono state recuperate superfici per l’istruzione e per il verde, inserendo ne R.U. aree gia tipizzate nel P.R.G..

Le aree recuperate a verde sono due aree esterne all’ambito urbano, di fatto però importanti per rispettare i parametri di legge.

Scheda n. 2

BILANCIO URBANISTICO

SCHEDA 2

ATTUATI IN RAPP

ART. 3 D.M. 1444/68 PREVISTI PREVISTI ATTUATI ABITANTI ATTUALI

S=mq mq/AB S=mq mq/AB 13860

ISTRUZIONE Asili Nido-Scuole Materne

Scuole dell'obbligo 72635,45 4,90 32088,45 2,31 ATTREZZATURE di INTERESSE COMUNE Religiose - Culturali - Sociali - Assistenziali 91585,88 6,18 60807,88 4,38 Sanitarie - Amministrative - Pubblici servizi SPAZI PUBBLICI ATTREZZATI Parco - Gioco - Sport 157546,68 10,63 103881,68 7,49 PARCHEGGI 41071,00 2,78 27053 1,95

TOTALE 360628,01 24.34 221412,01 15,97

Viabilità prevista nel R.U. 145 Il R.U. ha previsto un miglioramento della viabilità esistente, sia per quanto attiene l’ex statale 93, realizzando delle rotonde ed uno spartitraffico, utile a migliorare la sicurezze per quel tratto che, anche se urbano, ha funzioni di collegamento extraurbano. Inoltre la riqualificazione di alcune aree complesse ha imposto lo studio e l’inserimento di una maglia viaria opportunamente raccordata a quella esistente.

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Tavola n.18 - R.U. - Viabilità prevista.

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5.4) Ambiti extraurbani - attività produttive

Uso produttivo - zona agricola

Grande importanza è stato riservato all’ambito extraurbano, con particolare attenzione all’uso agricolo del territorio. Per le attività agricole è stata definita una normativa rispettosa delle funzioni agricole previste, pur consentendo alle aziende esistenti, ed a quelle che nasceranno, possibilità di insediamento. Nel rispetto delle esigenze dei processi produttivi agricoli, nonché delle attività e delle funzioni integrative compatibili, in questo quadro si sono privilegiate la manutenzione, la conservazione, la riqualificazione ed il potenziamento dell'attuale assetto fondiario. I programmi di miglioramento agricolo ed ambientale, i progetti di sistemazione ambientale, i piani di sviluppo e ristrutturazione agricola dovranno porre attenzione agli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio agrario. Al contrario il R.U. ha cercato di porre un freno all’antropizzazione del territorio attraverso norme precise e rigorose, specificando le attività possibili in ambito agricolo e quelle non autorizzabili. Inoltre Il R.U. ha predisposto una normativa speciale per quelle attività esistenti, legittime ma in contrasto con le destinazioni e le attività possibili in ambito agricolo.

Tavola n. 16 - R.U. - Territorio regimi di intervento

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Uso produttivo - Il P.I.P.

Il Piano per gli insediamenti produttivi approvato con D.P.G.R n. 341 del 25.02.1980, è quasi del tutto completato, rimangono da assegnare solo alcuni piccoli lotti marginali. Occorre a questo punto completare per intero le urbanizzazioni previste nel piano approvato.

Particolare cura dovrà essere prestata sia nel completamento delle urbanizzazioni previste in progetto, che lungo la fascia di rispetto lungo la statale 93.

Tale fascia, data la vicinanza con il centro abitato, dovrà essere opportunamente marginata da fitti filtri verdi con piantumazioni ad alto fusto di tipo autoctono.

Pertanto il piano per gli insediamenti produttivi dovrà, prevalentemente, preoccuparsi di disciplinare in modo adeguato le immissioni dei traffici interni sulle strade pubbliche (prevedendo la realizzazione di piazzali e strade di servizio) e di individuare le aree più idonee per la realizzazione di impianti tecnologici ed attrezzature pubbliche. Il R.U. ha previsto la risistemazione della ex S.S.93, inserendo delle rotatorie ed uno spartitraffico idoneo a migliorare la viabilità ed a garantire maggiore sicurezza.

Uso produttivo - Il P.A.L.S.

Gli insediamenti produttivi per le attrezzature a livello superiore, includevano aree destinate all’insediamento di attività pubbliche e private di tipo commerciale, ricettivo, sanitario, amministrativo e scolastico, in cui vige il piano particolareggiato per le attrezzature a livello superiore, approvato con deliberazione del C.C. n.111 del 1996. Il R.U. ha ridimensionato le previsioni contenute nel piano approvato, constatando che il piano aveva previsioni che non si sono attuate. Il piano approvato, ed in fase di attuazione, comprendeva una superficie complessiva pari a circa 69 ettari e prevedeva una zonizzazione di difficile realizzazione, oneri notevoli per la realizzazione delle urbanizzazioni. Il R.U ha ridimensionato il piano portandolo ad una superficie complessiva di oltre 42 ettari, ha riposizionato gli standards, in percentuale di oltre il 10%, come previsto dalla legge, privilegiando la superficie destinata a parcheggi pubblici; ha integrato la 148 viabilità, utilizzando ed ampliando quella esistente, ha consentito una maggiore flessibilità dei lotti in rapporto alle funzioni previste.

Per quanto attiene agli aspetti geologici, tutte le aree produttive sono strade verificate ed, allo stato, non esistono problematiche specifiche che impediscano la realizzazione dei piani particolareggiati.

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Allegato 21D - Zona P.A.L.S. - Attività produttive.

Uso produttivo - Insediamenti produttivi industriali ed artigianali Gaudiano.

Per quanto attiene la frazione di Gaudiano, polo di sviluppo agricolo ed industriale della città, il criterio adottato è stato quello di perimetrare gli edifici e la aree edificate, tenendo conto dell’esistente includendo aree poste in prossimità alla viabilità, e prossime a quelle già urbanizzate .

Rispetto alle previsioni contenute nel piano vigente, l’area ha subito necessariamente delle riduzioni. Queste tendono a salvaguardare i vari insediamenti realizzati, anche se in maniera disaggregata.

Occorre precisare che si è tenuto in debito conto la presenza dell’aviosuperficie esistente che riteniamo possa avere una prospettiva di sviluppo. 149 L’esistenza degli stabilimenti FIAT a poca distanza, può fungere da volano per un incremento di movimenti di velivoli leggeri con passeggeri e commerciali, in una zona interna con collegamenti ancora difficili.

Per quanto attiene agli aspetti geologici, tutte le aree produttive sono state verificate ed, allo stato, non esistono problematiche specifiche che impediscano la realizzazione dei piani particolareggiati, eccetto per le aree indicate nella relazione geologia e nelle tavole 10-10bis, e per le quali occorrerà eseguire le verifiche e le modalità prescritte nel P.A.I..

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Tavola n. 24 – Gaudiano – Sistema insediativi - Zona produttiva e Area urbana Perimetrazione – regimi di intervento

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5.5) Ambiti urbani zone speciali

Le Zone speciali comprendono:

. La zona a verde di rispetto cimiteriale comprende il territorio nel raggio di rispetto cimiteriale ed è inedificabile. L’unica attività consentita è la coltivazione dei fondi; è vietata l’edificazione di nuove costruzioni, anche se di carattere provvisorio.

. Le aree a verde di rispetto e di arredo, per la particolare natura geomorfologia o per la vicinanza a strade, impongono ambiti di protezione attraverso interventi di restauro e di bonifica ambientale; sono esclusi interventi di nuove costruzioni, mentre, per quelle eventualmente esistenti, sono previsti interventi di adeguamento igienico - sanitario e di adeguamento sismico.

. Le aree di interesse pubblico ai sensi dell’art.2 e 6 del D.L. 490/99, per le quali valgono le norme relative alla vigente legislazione statale e regionale in materia.

. L’area per la rottamazione e raccolta materiali ferrosi è posta in prossimità del raccordo con la Bradanica ed è destinata alla raccolta di materiali di veicoli a motore e di materiali ferrosi in genere, tale attività dovrà rispettare quanto previsto dalla L.R. 22/86 e del Decreto Legislativo n.22/97 (decreto Ronchi) in materia di salute ed ambiente. In tale area sarà possibile installare strutture indispensabile all’attività prevista.

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5.6) Il nuovo regime dei suoli in rapporto agli aspetti geologici

Lo studio geologico , condotto dai geologi Dr. Geol. Gaetano VITALE, Dr. Geol. Leonardo DI SUMMO è parte integrante del R.U., ed è stato eseguito secondo i criteri e le direttive previste dalla L.R. 23/99 ed ha interessato l’intero territorio oggetto del Regolamento Urbanistico del comune di Lavello.

Le aree perimetrate dallo zoning sono state verificate sovrapponendole alla tavola della carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologia del centro urbano.

Da questa sovrapposizione è emerse la necessità di operare verifiche puntuali per i diversi tessuti che compongono le diverse parti urbane.

E’ emersa la necessità di individuare, perimetrare e definire, all’interno delle diverse zone omogenee, micro-zone in cui operare indagini particolari e puntuali a causa di specificità geologiche e geomorfologiche.

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5.7) Le discipline urbanistiche previste dal RU

Il regime urbanistico dei suoli urbanizzati (SU) varia in relazione al livello di urbanizzazione e all’edificazione esistenti. In particolare, per le zone intensamente edificate, quelle assimilabili alle zone omogenee A e B del D.M. n.1444 del 2.4.68, si intende prevedere diverse modalità di intervento in relazione alla:

- presenza di vincoli o situazioni specifiche,

- saturazione della maglia urbanistica,

- presenza di Piani attuativi approvati.

Infatti la normativa urbanistica da introdurre nella documentazione del R.U., pur non potendo prescindere dalla nuova normativa urbanistica regionale, non può non tener conto di quanto la PA nel tempo ha pianificato per l’uso del proprio territorio né dei vincoli ufficialmente imposti ovvero esistenti di fatto.

Nel caso dei SU del comune di Lavello, così come individuati nella cartografia allegata, si sono perimetrate le zone edificate in diverse sottozone:

Tessuti di Antica formazione - Zone A - Centro antico

Una porzione del centro antico, affacciatesi sul versante della collina su cui si erge, interessato da movimenti franosi;

Tessuti di recente formazione - Zone B - individuate come di “completamento”, a seguito di valutazioni di ordine storico, morfologico, tipologico ed economico.

Le zone che hanno costituito oggetto di pianificazione attuativa (P.P., P.I.P., P.E.E.P., P.I.). In questo caso, ovviamente, solo le aree urbanizzate sono rientrate all’interno del perimetro dei SU. Relativamente ai “completamenti” delle zone P.E.E.P., P.I.P. e P.I., e per quanto riguarda le strutture superiori (Patecor) rivisto e modificato, si ritiene che gli stessi potranno avvenire nel rispetto delle normative allegate ai rispettivi Piani Attuativi e con alcune integrazioni.

La suddivisione essenziale per i diversi regimi normativi consiste nella possibilità o meno di poter intervenire in maniera diretta, con il rilascio di P.d.C. . E’ evidente che tale possibilità deve essere concessa solo in quei casi in cui la maglia urbanistica e viaria siano ben definite, in modo da non alterare un assetto urbanistico già preordinato. 153

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Per quanto attiene alla possibilità dell’intervento diretto, si ritiene che la stessa possa applicarsi sia alla zona del centro antico, limitatamente agli interventi ammessi (manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo), sia alle ex zone C, delimitate, come nella cartografia allegata, facente parte del Piano di Dettaglio redatto dall’Ufficio di Piano .

Per le zone Complesse, marginali rispetto a quella precedente, l’intervento diretto potrà essere consentito solo dopo un piano attuativo che individui le aree effettivamente edificabili e quelle destinate a servizi.

Naturalmente qualunque norma dovrà prevedere la tutela degli edifici con valenza storico- ambientale e dei beni culturali in generale.

Per la zona del centro storico, che risulta interessata da un movimento franoso, ogni eventuale intervento dovrà essere preceduto da un piano urbanistico che venga redatto sulla base di un’attenta relazione idrogeologica e geotecnica che verifichi preventivamente la stabilità del suolo.

L’insieme delle considerazioni fin qui fatte rimanda continuamente ad un apparato normativo e regolamentare che, per il R.U., è indispensabile complemento alle tavole grafiche ed alla relazione generale.

Si tratta, ovviamente, delle Norme Tecniche di Attuazione .

Le N.T.A., o, se si vuole, le Norme Tecniche di Esecuzione (N.T.E.) sono strettamente correlate al progetto di R.U. e, dunque, risentono fortemente delle specifiche scelte dello stesso.

S’intende con ciò dire che, pur ispirandosi ad una scansione logica ed ad un apparato abbastanza standardizzato, le N.T.A del R.U.. del comune di Lavello contengono prescrizioni e procedure non ritrovabili in altri casi e motivate dalla specifica caratterizzazione del tema.

E’ necessario, comunque, sottolineare che l’intera parte normativa e regolamentare è, per sua natura, fortemente riferita alle leggi nazionali e regionali vigenti, e risente delle incertezze che caratterizzano l’attuale fase.

Il panorama normativo è in forte evoluzione e, in taluni casi, potremmo dire involuzione (vedi le ricorrenti vicende dei “condoni” per l’abusivismo) e questo ha creato e crea non poche difficoltà a chi opera nel settore della pianificazione e progettazione.

Nel caso di Lavello, poi, uno degli l’obiettivi primari è - come detto - quello del recupero, del riuso, del completamento e dell’ottimale utilizzo dell’edilizia esistente, obiettivo che si pone in linea con più moderne e razionali scelte urbanistiche e che è possibile perseguire anche utilizzando i nuovi strumenti normativi dei Programmi Integrati di Intervento (P.I.I.) e dei Programmi di Recupero Urbano (P.R.U.), e anche attraverso distretti perequativi utili a coniugare gli interessi pubblici con quelli privati. 154

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L’obiettivo in questione si coniuga, d’altro canto, con quello più generale di miglioramento della qualità della vita attraverso il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture. A tale fine è auspicabile, da parte dell’amministrazione, l’utilizzo di recenti istituti legislativi che consentono e stimolano forme di partecipazione pubblico/privato.

Si pensi alle previsioni contenute nell’art. 12 della legge 23.12.1992, n. 498 e nell’art.4 della legge 29.3.1995, n. 95, che riguardano non solo l’esercizio dei servizi pubblici, ma anche la realizzazione delle opere ed infrastrutture necessarie, mediante la costituzione di apposite Società per Azioni a capitale misto, con partecipazione, anche non maggioritaria, dell’Ente pubblico (e ciò a modifica delle precendenti previsioni contenute nella legge n.142/90).

Problema sicuramente più grave, e di più immediata ripercussione nella redazione delle N.T.A. del R.U., è quello collegato all’incertezza che i medesimi decreti-legge prima richiamati hanno determinato, in ordine alla procedura di rilascio della concessione edilizia e del Permesso di Costruire, nonché delle stesse ipotesi in cui questa è necessaria o viene sostituita da autorizzazione, ovvero da semplice comunicazione di denuncia di inizio dei lavori o Comunicazione di Inizio Lavori.

Sulla base di un tale panorama normativo, risulta quindi alquanto difficoltoso dettare disposizioni attuative e regolamentari che possano essere ancora attuali, una volta terminato l’iter approvativo del R.U..

Per altro verso. una qualche certezza è individuabile in alcuni strumenti normativi che sembrerebbero ormai definitivamente acquisiti dal legislatore, anche se ancora non sempre pienamente recepiti dall’amministrazione.

Si fa riferimento agli strumenti di partecipazione previsti dalla riforma delle autonomie locali, a quelli di trasparenza ed accesso della legge 7 agosto 1990, n. 241 e, più in generale, dell’esigenza manifestata, anche in sede comunitaria, di “procedimentalizzare” il più possibile le attività della pubblica amministrazione, onde definirne con la maggior precisione possibile gli ambiti e limitare la discrezionalità ad aspetti meramente tecnici, evitando in tal modo forme di abuso e di clientelismo.

E’ inevitabile, infine, rilevare che molte delle esigenze individuate nella presente relazione, pur essendo connesse alla predisposizione del R.U., possono trovare, nello stesso, solo spunti propositivi e origine normativa, ma non anche una disciplina esaustiva e dettagliata.

La disciplina di attuazione del R.U., pertanto, in taluni casi potrà solo essere punto di inizio e di stimolo dell’ulteriore attività amministrativa, senza però poterla compiutamente delimitare e determinarne i provvedimenti finali.

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Si intende fare richiamo alla notevole attività non direttamente “urbanistica”, e successiva alla approvazione del R.U., che si renderà necessaria per tradurre in effettive realizzazioni tutte quelle scelte programmatiche che non possono trovare già nel R.U. risposte concrete ed immediate.

Così può dirsi, ad esempio, delle menzionate verifiche di tipo geologico preordinate all’esecuzione di interventi edilizi.

Come pure si fa riferimento agli sforzi che l’amministrazione comunale (d’intesa con quella regionale) dovrà compiere, successivamente alla adozione del Regolamento, per attuare gli interventi di recupero, dei quali il R.U. stesso può solo essere una base, delimitando le aree interessate e dettando prescrizioni di massima sulle modalità tecniche di attuazione.

Ed ancora, sempre con riferimento alla necessità di tutelare e valorizzare il patrimonio edilizio esistente, le N.T.A. prevedono la concessione da parte dell’amministrazione comunale di incentivi ed agevolazioni a fronte della esecuzione, da parte di privati, degli interventi di recupero e risanamento, ma non disciplinando compiutamente gli stessi. Si pensi alla possibilità di concedere alleggerimenti sui tributi locali, quali la tassa smaltimento R.S.U., che richiede, comunque, l’adozione di specifici e successivi provvedimenti amministrativi.

Anche i privati sono interessati e devono essere coinvolti dalla trasformazione del territorio e dalle attività ad esso connesse, non solo in veste di soggetti passivi e semplici destinatari di attività amministrativa, ma in veste di attori, con propria capacità propositiva ed attuativa. Ciò soprattutto, come ricordato in precedenza, in materia di servizi pubblici locali, dei quali il R.U., ovviamente, può occuparsi solo a livello di previsioni, di dislocazioni e di dimensionamento di standards, ma non anche nella loro pratica ed effettiva realizzazione.

N.B.- le immagini inserite nella Relazione , estrapolate dalle tavole del R.U., sono indicative e non esaustive.

Progettisti Incaricati

Dott. Arch. Giuseppe Matarrese (capogruppo)

Prof. Ing. Pasquale dal Sasso

Prof. Arch. Carlo Ferrari

Dott. Arch. Michele Sgobba

Collaborazione Arch. Mario Ferrari

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Lavello, Maggio 2012 156