MARIA GRAZIA sopranoSCHIAVO MAURIZIO pianoforteIACCARINO

DOMENICA 10 GENNAIO 2021 ore 18.00

LIVE IN STREAMING Canale Youtube della Associazione Alessandro Scarlatti Passeggiate amorose NOTE DI SALA Maurizio Iaccarino da Napoli a Parigi tra il XVIII e il XIX secolo

Dalla fine del XVII secolo, Napoli fu il centro per eccellenza di Antonio Sacchini (1730-1786) Guillame Cottrau (1797-1847) diffusione della scuola musicale denominata appunto Scuola Non cerchi innamorarsi Raziella Musicale Napoletana, che continuò la sua tradizione didattica fino agli inizi del ‘900. La crescita e diffusione di tale scuola fu Ferdinando Paër (1771-1839) Teodoro Cottrau (1827-1879) possibile anche grazie ai conservatorî.1 Fondati nella seconda da Douze ariettes La sorrentina metà del XVI secolo, furono inizialmente deputati ad accogliere en differentes langues: orfani poveri o abbandonati non solo di Napoli ma di tutto il Pupille tenere Charles Gounod (1818-1893) Capriccio melancolico Venise regno. L’introduzione della musica quale materia di studio ri- sale alla fine del XVII secolo: grazie a maestri di valore come Francesco Mancini (1672-1737) Reynaldo Hahn (1874-1947) ad esempio Francesco Durante, i giovani poterono contare su Dir ch’io t’ami À Chloris un’istruzione di altissimo livello che permise loro, una volta usci- Si mes vers avaient des ailes ti, di poter lavorare come musicisti. Allievo di Durante fu Anto- Domenico Cimarosa (1749-1801) nio Sacchini (1730-1786) che, formatosi appunto a Napoli, visse Necessaria è lla femmena Giacomo Puccini (1858-1924) a Venezia, Londra e Parigi (dove venne accolto come un pos- E l’uccellino sibile alleato contro l’influenza glückiana). Ci ha lasciato una Anonimo (trascr. De Meglio) Sole e amore La fata dello Scodillo grande quantità di musica tra melodrammi, musica sacra e Stefano Donaudy (1879-1925) strumentale. Venne definito all’epoca come “il più grande me- 2 (1797-1848) da 36 Arie di stile antico: lodista del mondo”. Interessante è il suo manoscritto del 1785 La zingara (da Ispirazioni viennesi) No, non mi guardate denominato Le Cahier de musique de Fanny Bazin, di recente Perché dolce, caro bene… edito da ELPE-Musique che raccoglie 19 melodie dedicate ap- (1792-1868) punto all’undicenne Bazin e che costituisce il “succo” delle lezio- Il rimprovero Mario Pilati (1903-1938) ni che Sacchini, per conto della regina Maria Antonietta, le offri- (da Soirée musicales) Tammurriata (da Echi di Napoli) va. Il volume ha anche il pregio di testimoniare la ricercatezza e l’intensità della vita artistica che la regina Maria Antonietta Vincenzo Bellini (1801-1835) Victor Herbert (1859-1924) 3 L’abbandono Kiss me again (da M.lle Modiste) offriva agli intimi. L’aria che abbiamo scelto per aprire il con- certo, Non cerchi innamorarsi, è una preziosa miniatura col ca- rattere, più che di vera e propria “aria”, di “esercizio”. È contenuta infatti, in A treatise of singing (1799) dell’organista, cantante e compositore inglese Joseph Corfe (1740-1820). Il trattato, oltre che nozioni di teoria musicale e tecnica vocale, comprende una serie di melodie di autori diversi (Jommelli, Sacchini, Anfos- si) volte appunto a migliorare e perfezionare l’emissione voca-

1. Napoli contava inizialmente quattro Conservatori: il conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, l’ultimo a nascere, fu poi soppresso. Gli altri tre (Santa Maria di Loreto, Pietà de’ Turchini, Sant’Onofrio a Capuana) vennero a mano a mano accorpati in un unico istituto dando vita, nel 1808, al Real collegio di musica che aveva sede presso il Convento di San Sebastiano. Nel 1826 poi, avvenne il trasfe- rimento nella sua sede attuale ossia il convento dei Padri Celestini di San Pietro a Majella col nome di Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella. 2. DiChiera, The new grove dictionary of opera p.115 3. Le Cahier de musique de Fanny Bazin, archiviato dal sito internet di El- pe-musique il 29 novembre 2014 nella biblioteca digitale Internet Archive.

2 3 le. Da notare in quest’aria, è il sapiente alternarsi di figurazioni marosa e Paisiello. Anche per il Paër (che fu peraltro insegnan- col punto e “lisce”, l’uso delle appoggiature secondo la teoria te di composizione del giovane Franz Liszt) ci fu una parentesi degli affetti4 e della melodia per gradi congiunti, con lo scopo parigina importante: subentrò a Gaspare Spontini nella direzio- evidente di stimolare gli allievi a “creare” l’effetto del legato. ne del Théatre-Italien, avendo poi come successore l’acerrimo Se Sacchini fu allievo di Durante, non gli fu da meno Fran- nemico7 Gioachino Rossini. Presentiamo nel nostro program- cesco Mancini (1672-1737) che fu invece allievo di Francesco ma 2 arie tratte dalle Douze ariettes en differentes Langues Provenzale. A differenza del Sacchini, Mancini visse per tutta la avec Accompagnement de Pianoforte. Il pianoforte, con un sua vita a Napoli, se escludiamo dei viaggi a Roma per la mes- accompagnamento semplice ed un basso in molti punti tipi- sinscena di alcuni suoi lavori. Egli fu direttore del Conservatorio camente “albertino”8 ha il compito di supportare l’espressivi- di Santa Maria di Loreto (il più antico dei quattro conservatori tà del canto naturalmente dipendente dal testo, col sapiente napoletani) contribuendo così alla formazione di una nuova uso degli abbellimenti, delle sincopi e dei salti, secondo la già generazione di compositori i quali portarono successivamen- citata teoria degli affetti. È da segnalare, nell’arietta n.9 Entra te la scuola napoletana in Europa. La sua produzione musica- l’uomo allor che nasce, un uso dell’accompagnamento più le (che comprende una grande quantità di lavori teatrali, oltre “moderno” se non “orchestrale”. L’imitazione della cosiddetta che musica vocale sacra, profana e musica strumentale) fu “quinta dei corni” da parte della mano sinistra del pianoforte su più abbondante nel periodo in cui affiancò come assistente una destra vagamente irrequieta, l’uso di armonie dissonan- Alessandro Scarlatti,5 maestro della Cappella Reale di Napoli. ti in corrispondenza della frase in un mar di tante pene, l’an- La struggente Dir ch’io t’ami è presentata in questo concerto damento “smanioso” delle sestine che precedono l’inizio del in una versione “ottocentesca”. Ferma restando la purezza e canto, le scale cromatiche in corrispondenza degli “affanni” ne la squisitezza della linea del canto, l’elaborazione dell’accom- fanno una deliziosa lezione che anticipa chiaramente tutto ciò pagnamento è frutto del tipico rimaneggiamento dell’800, coi che accadrà coi “successori” della scuola italiana. suoi bassi profondi, gli arpeggi, la ricchezza degli accordi, che Se Mancini fu “autenticamente” napoletano, Sacchini e fondono l’ordine e l’affetto della forma classica, con quella Paër napoletani di adozione, forse il più napoletano di tutti “tempestosa” dello stile romantico.6 (pur essendo nato ad Aversa) è Domenico Cimarosa (1749- Di origini tedesche era invece Ferdinando Paër (1771-1839) 1801), che annoverò peraltro tra i suoi maestri lo stesso Sac- che, giunto in Italia nella città di Parma, fu allievo di Gaspare chini. Cresciuto nell’ambiente del melodramma italiano di Ghiretti (a sua volta allievo del Conservatorio della Pietà de’ Paisiello e Piccinni, non poté non partorire capolavori che Turchini di Napoli) e di Gian Francesco Fortunati (perfezionato- sarebbero entrati a far parte dell’Olimpo dell’opera buffa na- si con Giovanni Battista Martini). Le sue numerose opere liriche poletana, dove l’elemento comico si fondeva sapientemente (più di 50 titoli) furono composte nel tipico stile italiano di Ci- con quello patetico/affettuoso. L’aria Necessaria è lla fem- mena (come nella tipica tradizione teatrale del ‘700, dove i 4. La teoria degli affetti è una teoria estetica relativa al rapporto tra musica e sentimenti. Ebbe pieno sviluppo in epoca barocca, quando furono codificate personaggi borghesi si esprimevano in italiano e i popolani, in modo preciso le corrispondenze tra affetti e figure musicali sia in campo spesso presi dalla commedia dell’arte, in dialetto) è custodi- strumentale che vocale. In seguito (seconda metà del XVIII secolo), la teoria degli affetti mirò a esprimere non tanto le singole emozioni quanto il carattere ta nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di complessivo di un personaggio. (cfr. Enciclopedia Treccani) Napoli ed offre un esempio “cameristico” dello stile composi- 5. Alessandro Scarlatti (1660-1725) è considerato il vero padre della scuola tivo di Cimarosa, nel quale la parola non è serva della musi- Musicale Napoletana del ‘700. La traccia che lasciò nel melodramma, nella cantata da camera ma anche nella musica sacra, fu talmente profonda da ca, ma padrona (per dirla con Pergolesi e Paisiello). fare in modo che molti giovani compositori europei scegliessero Napoli come centro per la loro formazione. Il linguaggio musicale da lui utilizzato, nobile ed 7. Cfr Enciclopedia della Musica Garzanti, Garzanti Editore s.p.a., 1996 elegante, riuscì a contrastare gli stereotipi teatrali e vocali dominanti nel teatro 8. Il basso albertino è una forma di accompagnamento basato sull’esecuzio- dell’epoca (cfr. la satira di Benedetto Marcello Teatro alla moda, del 1720). ne arpeggiata e uniforme da un punto di vista ritmico delle note che formano 6. Nell’800, con la “riscoperta dei classici”, molti compositori rielaborarono mu- l’accordo. Prende il nome dal suo “inventore” ossia Domenico Alberti (nato a sica “antica” secondo le regole ottocentesche. Una delle operazioni di maggior Venezia tra il 1710 e il 1717 e morto a Roma intorno al 1740). Ancor prima di Napo- successo fu compiuta da Alessandro Parisotti (1853-1913) che raccolse in tre li, Venezia fu una fucina di talenti sia per la musica operistica che per quella volumi (tuttora fondamentali nella didattica del canto dei Conservatori italia- strumentale. Essa non fu a caso tappa obbligata di molti compositori, come ni), armonizzandole e rielaborandole, arie del ‘700 italiano. avvenne ad esempio per Sacchini.

4 5 La gloriosa tradizione didattica della scuola napoletana in- Guglielmo Tell, aveva consegnato il romanticismo ai posteri. A fluenzò senza dubbio i compositori italiani dell’800: se il Sacchini Parigi, dove si era ritirato per curare un esaurimento nervoso, venne definito alla sua epoca “il più grande melodista”, non gli scrisse una grande quantità di musica tra cui, appunto, le So- fu da meno Vincenzo Bellini (1801-1835), che passò alla storia irée, ossia 12 canzoni per voce e pianoforte di cui 8 su testi di soprattutto per l’invenzione melodica struggente e passionale. Pietro Metastasio10 e 4 di Carlo Pepoli (tra cui la celeberrima ta- Anch’egli indirizzato a Napoli (fu allievo di G. Furno, G. Tritto e N. rantella La danza), il nobile che ne frequentò la casa parigina. Il Zingarelli) fu autore, per sua scelta e non perché la sua bre- rimprovero è su testo di Pietro Metastasio: caratteristica di que- ve vita non glielo abbia permesso, di pochi lavori teatrali che sto brano è quella di usare un testo per certi versi drammatico fondono la lezione “classica” dello Zingarelli con una visione ro- ossia Mi lagnerò tacendo/della mia sorte amara/Ma ch’io non mantica basata sul contrasto delle passioni e sugli accenti di t’ami o cara/Non lo sperar da me su una musica tutt’altro che espressione, secondo proprio quanto il compositore scriveva drammatica: la tonalità maggiore e l’andamento della melo- nel 1828. La romanza da camera L’abbandono, scritta tra il 1833 dia ci suggeriscono un falso lagnarsi o meglio un lagnarsi “qua- e 1834, è un esempio squisito del gusto belliniano: la voce del si ironico”. È curioso che Rossini iniziò a “lagnarsi” nel suo periodo soprano (registro prediletto dal Bellini) con la leggerezza del so- parigino: musicherà quasi fino all’ossessione il testo del Me- litario zeffiretto evocato all’inizio, si dipana agilmente in un “Al- tastasio, naturalmente ogni volta con modalità differenti, ora legro agitato” accorato e dolente, assecondato da un accom- con uno spumeggiante Bolero, ora con uno straziante ricordo pagnamento lineare ritmicamente, spesso acefalo alla mano dell’ultima pagina del Fac ut portem dello Stabat mater. destra, al fine di “confermare” o meglio “sostenere” l’affanno Se Rossini omaggia Napoli con La danza, il francese Guil- della voce nella ricerca del bene perduto. Con Gaetano Doni- laume Cottrau (1797-1847) giunto a Napoli al seguito di Murat, zetti (1797-1848) e Gioachino Rossini (1792-1868) si completa la compose e raccolse canzoni napoletane che fece pubblicare triade di compositori ottocenteschi che trovarono in Napoli una per la casa editrice Girard della quale fu direttore. Non gli fu da base operativa fondamentale. Nel 1822 Donizetti scrisse un’ope- meno il figlioTeodoro (1827-1879)11 che succedette al padre nel- ra semiseria per il Teatro Nuovo di Napoli, La zingara,9 evidente- la direzione della casa editrice e che con la sua celebre Santa mente molto vicina al teatro rossiniano. Sono del 1842, invece, Lucia diede inizio a un nuovo stile della canzone napoletana. le Ispirazioni viennesi, una raccolta di 5 arie e due duettini: in Il programma del nostro concerto prevede di Cottrau-padre una di queste, La zingara, la narratrice-protagonista ci porta nel Raziella, nella struggente tonalità di si bemolle minore, dove mondo magico e “libero” nel quale è cresciuta e vive. Con un protagonista è la melodia fortemente connessa al testo, nel incipit stentoreo (la reiterazione di un mi naturale affidato solo quale un giovane racconta le sue disillusioni amorose per la alla voce, senza accompagnamento) ci parla della sua nasci- fanciulla, appunto, di nome Graziella. La sorrentina di Teodoro ta: con ritmo di danza, controtempi, acciaccature, acrobazie Cottrau è invece una barcarola con allegri ricordi donizettiani vocali, ne conosciamo la vita tra predizioni felici e meno felici, e di melodie dell’opera buffa, su un basso ritmicamente can- viaggi da un villaggio all’altro, vita a contatto con la natura. Ma tilenante (come spesso accade nel melodramma ottocente- anche per la zingara arriva l’amore: un giovane che un giorno sco): anche in questo caso il tema (in verità assai frequente) è le fece leggere la propria mano e per il quale ella subito provò l’amore non corrisposto. E di sofferenza d’amore si parla anche tenerezza. In questo frammento il tempo diventa più lento, l’ac- ne La fata dello Scodillo, di autore anonimo ma di raffinatez- compagnamento arpeggiato e dunque più melodioso, il canto za belliniana per la delicatezza della linea melodica arricchita più legato e malinconico. Ma dopo questo breve episodio il ri- da accenti patetici. È la storia forse un po’ “censurata”, come torno alla vocalizzazione, ora gioiosa, ora vagamente languida, ci fa capire, come dirà Georges Bizet nella sua Carmen qualche 10. Pietro Metastasio (1698-1782) fu il più grande poeta italiano dell’età del me- lodramma: i suoi libretti vennero musicati dalla maggior parte dei compositori anno dopo, che la zingara libera è nata e libera morrà. dell’epoca e insieme ad Apostolo Zeno fu artefice della riforma del melodram- Composte tra il 1830 e il 1835 e pubblicate nel 1835 sono in- ma, rendendolo sostanzialmente più sobrio. Anche per Metastasio ci fu una tappa napoletana: fu proprio qui che poté venire a contatto con musicisti del vece le rossiniane Soirée musicales. Oramai il pesarese, col suo calibro di Scarlatti, Vinci, Porpora (del quale fu allievo), Sarro. 9. Quest’opera non presenta recitativi cantati tra un numero e l’altro, ma parlati. 11. Teodoro Cottrau fu anche amico di Donizetti, Pacini e di F. e L. Ricci: ne pub- Prevede personaggi buffi e seri e l’uso sia dell’italiano che del dialetto napoletano. blicò varie composizioni, favorendone anche la diffusione all’estero.

6 7 di frequente avveniva per i testi troppo “espliciti”, di una bel- l’impressionismo (grazie alla visualizzazione di ciò che si suo- lissima donna che accoglie in una grotticella tanti giovani ai na/canta) e il tardo-romanticismo (secondo alcuni, un nuovo quali predice il futuro: il suo fascino è sconvolgente a tal pun- romanticismo).13 Quelle che proponiamo nel programma di to che tutti se ne innamorano ma a differenza degli altri, è il stasera sono molto diverse per struttura e significato ma non narratore a soffrire più di tutti per il peso di questo amore che certo per intensità. À Chloris (del 1913, dalla seconda raccolta non si concretizzerà mai. Queste splendide canzoni si trovano di Mélodies, scritte tra il 1896 e il 1921), è su poesia di Théophile nella raccolta Echi di Napoli, curata dal pianista e compositore de Viau (1590-1626): delle dieci stanze di cui il componimento Vincenzo De Meglio (1825-1883) che ne tradusse anche il testo è strutturato, ne viene usata da Hahn solo una. Questo testo in italiano. In questa raccolta, La sorrentina è denominata La sembra rimarcare la ricerca della bellezza dell’arte tipica del vera sorrentina e figura di autore anonimo. Nella raccolta Eco parnassianesimo di cui fu grande esponente Théophile Gau- del Vesuvio, divisa in fascicoli ognuno intestato a una località tier, poeta molto amato da Hahn. Pochi bassi, morbidi, profon- napoletana e contenente brani di autori diversi, la canzone, in di, rotondi, volti a porre in risalto la purezza e la “verità” della italiano, è attribuita a Teodoro Cottrau, in tonalità di si bemolle melodia. Tali bassi richiamano il basso ostinato di una ciac- maggiore (rispetto al do maggiore della raccolta di De Meglio) cona che, col suo essere raddoppiato all’ottava, dà al brano e, naturalmente, con un arrangiamento diverso. un deciso rigore ritmico, mentre la melodia affidata al piano- È inevitabile, pensando a Venezia e Napoli come centri ne- forte è delicatamente ornata “alla maniera di Lully” di cui Hahn vralgici per lo sviluppo della musica operistica e strumentale era grande ammiratore. Riguardo la parte affidata alla voce, nel resto dell’Italia e in Europa, che danze quali la Tarantella, o Hahn utilizza frasi spezzate, quasi a lasciar intendere l’emozio- il tema della gita in gondola (rigorosamente a tempo di bar- ne e la mancanza di respiro di chi parla della propria amata. carola), venissero apprezzati da autori sia italiani che stranie- Su un basso così rigoroso accompagnato dalla bella melodia ri. La mélodie française, nata da una costola della romanza del pianoforte, l’effetto che si crea è senza dubbio suggestivo settecentesca (e che attinge non solo alla tradizione italiana e realistico poiché dà l’idea della cadenza del parlato e dun- ma anche a quella tedesca di Schubert), può essere consi- que anche dell’emozione che prova colui che dedica il suo derata, soprattutto per l’importanza dei testi poetici musicati, amore a Clori. L’intero brano è pieno di elementi belcantistici un genere letterario prima ancora che musicale. L’interprete (suspiratio,14 crescendo e diminuendo, effetti di sincope), del non deve essere solo cantante ma prima ancora narratore. quale Hahn era peraltro profondo estimatore.15 Diverso è il di- L’accompagnatore, non solo un pianista ma un’orchestra in scorso della mélodie probabilmente più famosa di Hahn, os- miniatura.12 Anche Charles Gounod (1818-1893) nelle 6 Mélod- sia Si mes vers avaient des ailes (composta nel 1888 su poesia ies rende omaggio alla città lagunare con la strofica Venise di Victor Hugo da un Reynaldo Hahn appena adolescente). La (1849), dove su un accompagnamento “oscillante”, quasi a leggiadria dei versi che potrebbero avere ali come lo spirito o descriverci il movimento perpetuo ma tranquillo dell’acqua, come l’amore o come gli uccelli, viene evocata dal pianoforte si scioglie un canto dai toni scuri, così come scura è la de- e dai suoi arpeggi carezzevoli. In questa melodia, dunque, il scrizione di una città silenziosa e deserta durante la notte. Gli pianoforte “descrive” mentre la voce “racconta”. unici sprazzi di luce provengono dai raggi lunari che illumina- no i volti di coloro che aspettano di incontrare un amante. Li 13. Secondo il musicista Virgil Thomson (1896-1989) <> - Virgil collier jeté/Sur la beauté! Anche Reynaldo Hahn (1875-1947), Thomson, Possibilities, 1:1. Citato in Kathleen Hoover – John Cage, Virgil Thomp- assiduo frequentatore dell’ambiente letterario di Mallarmé e son: His life and musica, Thomas Yoseloff, New York 1959, p. 250. Proust, ci ha lasciato un gran numero di delicate liriche (pe- 14. La suspiratio è una tra le più antiche figure retorico-musicali, con la quale si può esprimere il desiderio, il pianto ecc. Non corrisponde necessariamente raltro compose 6 Chansons en dialecte vénitien) sospese tra a un segno di pausa. 12. Cfr Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française – Risor- 15. Cfr Maurizio Iaccarino – Reynaldo Hahn e il canto dell’anima – Franco Di se digitali sulla musica romantica francese Mauro Editore

8 9 I compositori italiani a cavallo dell’800 e del ‘900, immisero zioni infatti, dai respiri agli accenti, sono scritte esplicitamente nelle romanze “da salotto” gli accenti melodrammatici che (a differenza di quanto avveniva fino alla prima metà dell’800, erano propri dell’opera lirica. Anche Giacomo Puccini (1858- dove molte indicazioni erano implicite nella prassi esecuti- 1924), universalmente conosciuto per la sua produzione ope- va) e dunque a disposizione degli interpreti per una maggior ristica, si dedicò alla composizione di piccole e raggianti perle chiarezza esecutiva. Donaudy, dunque, accorpa la tradizione da camera. Nella ninna-nanna E l’uccellino (1899), con lontane settecentesca di una linea melodica assolutamente inerente reminiscenze de La Rondine (opera, come La Bohème, di am- al testo e ai suoi affetti, e la necessità, tutta novecentesca, di bientazione parigina…), la semplice melodia affidata al canto particolarizzare lo spartito con ogni genere di indicazione (ben- è accompagnata dai tocchi leggiadri del pianoforte che imi- ché già l’ultimo Verdi ci abbia abituati a questo tipo di lettura, ta deliziosamente il cinguettio dell’uccellino che “canta sulla dove nulla è lasciato al caso). Se la “riscoperta” dei classici in fronda”.16 Sole e amore (1888), pubblicata sul supplemento del una chiave più elaborata e moderna fu appannaggio di molti periodico artistico-musicale Paganini, è un “germe” (termine compositori a cavallo tra ‘800 e ‘900, con Mario Pilati (1903-1938) usato da Puccini stesso nella dedica sull’autografo donato a napoletano di origine e formazione, e i suoi Echi di Napoli (1933, Francesco Paolo Tosti) del celebre quartetto del terzo atto de poi trascritti per orchestra nel 1935) assistiamo a una delle più La Bohème. In questa gemma preziosa si trovano elementi genuine ricreazioni del mondo musicale e sentimentale popo- caratteristici tipici della scrittura pucciniana, quali ad esem- laresco.20 Basati su poesie popolari, si tratta di 8 brani (dei quali pio controtempi, accelerazioni melodiche dovuti a quartine o proponiamo Tammurriata) che secondo il Gavazzeni non si di- terzine che suggeriscono l’effetto “rubato”.17 menticano per il loro senso realistico, per la scrittura che marca La tradizione melodica italiana e della gloriosa scuola na- lo stile e gli dà determinatezza e valore d’arte.21 poletana fu recepita ed elaborata anche da Stefano Donaudy Tra XIX e XX secolo, la fortuna dell’opera lirica, della di lei (1879-1925), ricordato soprattutto per le sue Arie di stile antico, figlia operetta (parigina, viennese, inglese) e della melodia nelle quali la nostalgia del classico si fonde con la ricchezza ar- “all’italiana” non si limitò a fermarsi in Europa: volò oltreoceano monica e la fantasia di un compositore di fine secolo che però per mettere radici negli Stati Uniti, a Broadway, facendo na- dalla romanza fin de siècle, accusata di essere spesso troppo scere la commedia musicale americana (musical comedy), convenzionale nella sua struttura, si distaccò completamente.18 di carattere brillante (senza escludere però alle volte motivi No, non mi guardate e la villanella Perché dolce, caro bene sono anche tragici), con brani musicali di varia derivazione ispirati leggermente diverse per forma (la prima con un tema, uno svi- all’opera lirica, al jazz, alla musica leggera. È per questo mo- luppo e la ripresa del tema, l’altra strofica), la prima in modo tivo che abbiamo deciso di inserire in programma un brano maggiore malinconicamente ironica, la seconda in modo mi- all’apparenza avulso da tutto il resto: Kiss me again, tratto da nore teneramente patetica.19 Notevole è in entrambe la dovizia M.lle Modiste di Victor Herbert (1858-1924, praticamente as- di particolari dei quali è corredata la partitura. Tutte le indica- solutamente coevo del “nostro” Puccini!) che è considerato uno dei massimi esponenti della musical comedy, è un brano 16. Il linguaggio musicale ha radici più antiche di quello umano. Tali radici sono nel quale l’idea melodica è probabilmente superiore a quella senza dubbio comuni in tutte le forme di vita superiore. Tantissimi compositori hanno “attinto” alla bellezza del mondo animale per le loro creazioni, infatti la armonica. Ma l’orchestrazione e la passionalità del testo ne letteratura musicale è piena di brani nei quali la voce umana imita il canto fanno un piccolo capolavoro. Ascoltando i languidi versi Safe degli uccelli (ad esempio, Le rossignol et la rose di Camille Saint-Saëns o Le rossignol di Alabiev, tra i più famosi), ma anche di veri e propri cicli strumentali in your arms/far from alarms/Daylight shall come but in vain/ e/o vocali dedicati agli animali. Tenderly pressed close to my breast/Kiss me, kiss me again ci 17. Michael Kaye, The Unknown Puccini, Oxford University Press, New York, 1987 sentiamo forse tutti un po’ più al sicuro, “protetti” e speranzosi 18. Fonte: Enciclopedia Treccani. che gli abbracci e i baci che ci mancano da così tanto tempo 19. La villanella di Donaudy, di argomento profano, è molto più vicina alla villa- possano ritornare presto a colmare le nostre vite. nella napoletana (nata nel XVI secolo e che porterà poi alla nascita della can- zonetta e del madrigale: proprio del madrigale, “accusato” talvolta di ecces- sivo manierismo, la villanella era spesso una parodia) che a quella francese. Quest’ultima nasceva come ballata in imitazione di canti contadini tramandati 20. Roberto Zanetti, La musica italiana del Novecento, Bramante editore, 1985, per via orale (squisito esempio è la Villanelle della belga Eva Dell’Acqua, una VOL: II, pp. 952-954. tipica Chanson rurale). 21. G. Gavazzeni, Mario Pilati, in Musica d’oggi, n. 1, 1939, pagg. 10-13

10 11 GLI INTERPRETI

Maria Grazia Schiavo Maurizio Iaccarino Le interpretazioni di Maria Grazia Schiavo la affermano come uno dei Si è brillantemente diplomato presso il Conservatorio Carlo Gesual- più interessanti soprani della sua generazione nel repertorio baroc- do Da Venosa di Potenza sotto la guida di Massimiliano Albanese. Ha co, tradizionale e nel Bel Canto: Violetta ne La Traviata diretta da Nello studiato Composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella, Santi; il ruolo titolo in Lucia di Lammermoor diretta da Roberto Abba- dove ha anche iniziato ad approfondire lo studio del repertorio operi- do, Adina in Elisir d’amore diretta da Bruno Campanella, Pamina ne Die stico e vocale con Alfonso Amato e prestato la propria collaborazione Zauberflöte, diretta da Michele Mariotti, Donna Anna nel Don Giovanni nella classe di Musica da Camera di Antonio Florio. Contemporanea- diretta da Christofer Hogwood, La Contessa di Folleville nel Viaggio a mente si è dedicato allo studio del canto, e cominciato lo studio del Reims, Konstanze nel Die Entführung aus dem Serail, Gilda nel Rigoletto clavicembalo con Enrico Baiano, e successivamente perfezionato diretta da Stefano Ranzani. al Conservatorio San Pietro a Majella la propria formazione musicale, Partecipa al concerto inaugurale diretto da per la ri- conseguendo, col massimo dei voti e lode, il diploma accademico di apertura, dopo il restauro, del Teatro di San Carlo a Napoli cantando secondo livello in accompagnamento al pianoforte con Antonio Ma- il “Veni Creator Spiritus” di Jommelli; va in tournée col Demofoonte di ione. Jommelli diretto da Riccardo Muti, regia Cesare Lievi, ruolo di Dircea a È stato premiato in numerosi concorsi dedicati alla musica da Salisburgo (Festival di Pentecoste), Parigi e Ravenna. camera e nel 2010 al Concorso Internazionale per cantanti e piani- Ottime le recensioni, tra cui quella del prestigioso Financial Times: sti collaboratori Rolando Nicolosi di Roma, risultando peraltro tra i più “luminous, heartfelt singing of Maria Grazia Schiavo as Dircea stood giovani vincitori. Vanta prestigiose collaborazioni con il Teatro San out”. Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Verdi di Salerno, del qua- Scelta dal maestro Riccardo Muti per il Festival di Pentecoste 2010 le è maestro di sala dal 2013, Ravello Festival, Festival de Royaumont, di Salisburgo canta nel ruolo di Amital ne La , oratorio Cappella della Pietà de’ Turchini, Musikaakademie Siegerland Süd- giovanile di Wolfgang Amadeus Mozart. westfalen. È stato maestro accompagnatore in concorsi nazionali e La popolare trasmissione radiofonica La Barcaccia le ha dedicato internazionali per cantanti e strumentisti. Attualmente è collaborato- un’intera puntata in occasione del suo debutto – con ottimo riscontro re al pianoforte nonché spartitista presso il Conservatorio San Pietro di critica – all’Opera di Roma nel ruolo protagonista di Konstanze de Il a Majella di Napoli e il Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno. È ratto dal serraglio, che mancava dal teatro romano da 38 anni. pianista accompagnatore del Coro Polifonico di Napoli “Joseph Gri- Partecipa alla Los Angeles Opera ad un gala in onore di Placido Do- ma” diretto da Luigi Grima, che ha debuttato con grande successo il mingo. Ha cantato nello Stabat Mater di Rossini nella Città del Vaticano 28 giugno 2018 presso il Museo Archeologico di Napoli. Ha pubblicato di fronte al Presidente della Repubblica Napolitano ed a Papa Bene- per la Franco di Mauro Editore alcuni saggi nonché una serie di rifles- detto XVI. sioni sull’accompagnamento pianistico intitolati “Diario di bordo di un Approda al Teatro alla Scala nel Tamerlano di Händel interpretando pianista accompagnatore”. il ruolo di Asteria al fianco di Placido Domingo, spettacolo con la dire- zione di Diego Fasolis e la regia di David Livermore che vince il Premio Abbiati. Ha cantato al Teatro del Maggio Fiorentino nella Missa in Tempore Belli sotto la direzione di Zubin Metha. Gli impegni recenti e futuri includono La Traviata all’Opéra di Roma, il Don Giovanni all’Opéra Royale de Liège, Les Contes d’Hoffmann al Te- atro di San Carlo, Die Entführung aus dem Serail al Grand Théâtre de Genève, Rigoletto al Palau des Arts di Valencia sotto la direzione di Ro- berto Abbado.

12 13 con il sostegno di IL PROGETTO IL COMITATO

Il Comitato AMUR nasce in maggio 2020 dalla volontà di riunire alcune tra le più importanti istituzioni d’Italia della musica da camera in un unico organismo, con lo scopo di promuovere attività e obiettivi comuni. Preceduto dall’esperienza quin- quennale di Associazioni Musicali in Rete (da qui “AMUR”), il Comitato si è formato proponendosi come forza propulsiva e propositiva, per una risposta concreta e Na- zionale alla vita culturale, puntando anche alla partecipazione a reti internazionali. Il valore del fare sistema, che da sempre accomuna le istituzioni coinvolte, si tra- muta in impegno comune: le Istituzioni della musica classica, consce della respon- sabilità morale e dell’eredità culturale da tramandare alle nuove generazioni, in- tendono stimolare ulteriori adesioni e altrettante unioni virtuose in Italia e all’estero, e al tempo stesso rilanciare l’attività concertistica di musica classica nel Paese. Gli enti concertistici storici, da Trieste a Napoli, si riuniscono con l’obiettivo di valo- Il progetto Silenzio in sala a tempo di Musica nasce dal dialogo tra il rizzare tutta la programmazione concertistica dei membri del Comitato Amur e Comitato Amur e il fotografo Daniele Ratti e coinvolge le realtà che promuovere progetti comuni come la circuitazione di giovani professionisti e l’or- fanno capo al Comitato e che si identificano nelle più importanti isti- ganizzazione di tournée per artisti italiani e internazionali, convegni, viaggi culturali, manifestazioni che arricchiscano la vita culturale del Paese. Il Comitato rivolge al tuzioni operanti nella musica classica. giovane pubblico un’attenzione particolare impegnandosi a programmare prove aperte e progetti speciali rivolti alle scuole. Musica e fotografia si incontrano con l’obiettivo di supportare i mu- sicisti nell’attuale contesto di incertezza e ricreare una stagione 20/21 a porte chiuse ma raccontata attraverso immagini e suoni. fanno parte del comitato amur: campania: Associazione Alessandro Scarlatti emilia romagna: Associazione Ferrara Musica, Fondazione Musica Insieme di Bolo- 13 concerti, 13 teatri, 13 scatti sono i protagonisti di Silenzio in Sala a gna e Società dei Concerti di Parma Tempo di Musica e diventano il contenuto di azioni mirate di comu- friuli-venezia giulia: Società dei Concerti di Trieste nicazione e promozione a supporto degli artisti e del mondo della lombardia: Società del Quartetto di Milano e Fondazione La Società dei Concerti di cultura. Milano marche: Marche Concerti sicilia: Associazione Musicale Etnea e Associazione Siciliana Amici della Musica toscana: Associazione Musicale Lucchese “Come si fa a fotografare la musica? umbria: Fondazione Perugia Musica Classica Onlus Immaginate un teatro fermo, immobile; immaginate il veneto: Amici della Musica di Padova e Società del Quartetto di Vicenza centro della scena, una luce sola che illumina il musicista ed il suo strumento; immaginate che inizi a suonare per L’importanza di creare una collaborazione stabile e unica tra enti di tale espe- un tempo determinato. rienza e rappresentatività del territorio si accompagna alla volontà di estendere Ora davanti a lui rivolto verso la platea c’è una macchina la partecipazione ad altre istituzioni musicali con caratteristiche analoghe e che fotografica ed un fotografo, fermi immobili che per tutto il condividano le finalità del Comitato Amur, diffuse su tutto il territorio nazionale. tempo della performance; a camera fissa viene scattata Per consentire la maggior visibilità a livello anche internazionale delle attività del Comitato e dei suoi membri, il Comitato Amur ha realizzato un portale web che una sola fotografia. armonizzi le programmazioni artistiche delle singole istituzioni. Il risultato: un teatro immobile da una parte ed una figura in movimento dall’altra. In questo momento immobile la musica vive.”

Daniele Ratti

16 17 PROSSIMI CONCERTI

Sabato 16 gennaio 2021 ore 18.00

ILYA GRINGOLTS violino PETER LAUL pianoforte Ludwig van Beethoven – Integrale delle Sonate per violino e pianoforte – secondo concerto

Sonata in mi bemolle maggiore op. 12 n. 3; Sonata in la maggiore op. 30 n. 1; Sonata in fa maggiore op. 24 La primavera

Guida all’ascolto di Stefano Valanzuolo www.ilteatroinrete.it

Sabato 23 gennaio 2021 ore 18.00

ILYA GRINGOLTS violino PETER LAUL pianoforte Ludwig van Beethoven – Integrale delle Sonate per violino e pianoforte – terzo concerto

Sonata in la maggiore op. 12 n. 2; Sonata in do minore op. 30 n. 2; Sonata in sol maggiore op. 96

Guida all’ascolto di Stefano Valanzuolo www.ilteatroinrete.it

19 www.associazionescarlatti.it Piazza dei Martiri 58, Napoli − tel. +39 081 406011

La Associazione Scarlatti fa parte del Comitato AMUR

Evento realizzato con Questa iniziativa il contributo della è contro il “sistema” Regione Campania della camorra L.R. 6/2007