piano per la mobilità dolce comprensoriale

Indice della relazione

PREMESSA ESITO DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI PROCEDURE DI APPROVAZIONE OBIETTIVI INQUADRAMENTO PAESISTICO ED URBANISTICO – PIANI DI SETTORE STATO DI FATTO DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE MATERIALI E TECNICHE COSTRUTTIVE COSTO DEL PROGRAMMA E QUADRO ECONOMICO GENERALE elaborati: 1. RELAZIONE TECNICA GENERALE 2. CARTA DI SINTESI DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE PAESISTICA 3. STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI E VARIANTI URBANISTICHE 4. REGIME DEI SUOLI 5. CARTA DI SINTESI DEL SISTEMA INFRASTRUTTURALE ESISTENTE 6. INDIVIDUAZIONE DELLE PRINCIPALI INTERFERENZE E CRITICITA’ 7. PLANIMETRIA GENERALE DI PROGETTO 7/a – 7/b – 7/c – 7/d planimetrie di dettaglio distinte per ambiti territoriali 8. TIPOLOGIA DELLE PISTE CICLABILI 9. SEZIONI TIPO 10. PARTICOLARI COSTRUTTIVI E MATERIALI 11. PLANIMETRIE AREE DI ESPROPRIO – SOGGETTI INTERESSATI 12. COSTI DI MASSIMA DEL PROGRAMMA GENERALE ‐ LOTTI FUNZIONALI (TRATTI PRIMARI) allegati:  Protocollo d’Intesa del 23.09.2011  Delibera di Giunta Provinciale n. 91 del 20 settembre 2012 di approvazione della Fase preliminare del Piano.

1 Relazione Tecnica Generale ‐ Fase del DEFINITIVO piano per la mobilità dolce comprensoriale

PREMESSA La Provincia di Latina in data 23.09.2011 ha siglato un Protocollo d’Intesa con i Comuni di , Sperlonga e , l’Ente Parco Naturale Monti Ausoni e Lago di Fondi e il Consorzio di Bonifica Sud Pontino per l’attuazione di un partecipato e coordinato “Piano per la Mobilità comprensoriale e lo Sviluppo del Territorio Sostenibile” che integra e comprende, a livello di scenario comprensoriale, la rete ciclopedonale già individuata in piani di settore di livello locale. Con Determinazione Dirigenziale 59/2012 è stato affidato allo scrivente l’incarico afferente l’elaborazione del Piano che, secondo quanto fissato dal disciplinare, si articola in due distinte fasi. La prima fase, di indagine, è stata espletata per garantire l’acquisizione di informazioni propedeutiche alla definizione del quadro progettuale definitivo. In particolare si è operato per: . raccogliere ed analizzare l’intera documentazione di progetto; . eseguire le ricognizioni ed ispezioni dirette; . individuare e valutare le interferenze del Piano‐Progetto con infrastrutture, servizi, preesistenze e opere esistenti e pianificate; . individuare e valutare comparativamente le soluzioni fattibili nel rispetto del complesso dei vincoli progettuali; . stimare la consistenza delle rete infrastrutturale esistente; . eseguire una campagna fotografica; . eseguire la stima preventiva dei costi di realizzazione degli interventi proposti. La Fase A, che tiene conto delle suddette indagini e di quanto scaturito dalle consultazioni effettuate con i rappresentanti degli Enti aderenti al Protocollo d’intesa, si è conclusa con l’approvazione (deliberazione dalla Giunta Provinciale n. 91 del 20 settembre 2012) in forma preliminare, degli elaborati costitutivi il Piano. La presente relazione illustra pertanto i contenuti del Progetto di Piano Definitivo, redatto in conformità alle linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili del DM 557 del 30 novembre 1999, pubblicato sulla GU n.225 del 26 settembre 2000.

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ESITO DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI Con nota prot. 30244 del 2 maggio 2012 la Provincia di Latina, al fine di contribuire alla definizione dello scenario progettuale, ha indetto presso la sede del di Fondi una prima riunione operativa con tutti gli Enti firmatari il protocollo d’intesa per il Piano per la Mobilità comprensoriale e lo Sviluppo del Territorio Sostenibile. Alla riunione, tenutasi in data 11.05.2012, erano presenti:  Sindaco del Comune di Fondi;  Assessore alla pianificazione, Assetto del Territorio e Sviluppo Economico del Comune di Sperlonga;  Assessore all’Urbanistica del Comune di Monte San Biagio;  Funzionari del Consorzio di Bonifica Sud Pontino;  Commissario dell’Ente Parco Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi;  Progettista incaricato. In sede di discussione, tenuto conto degli obiettivi fissati nel protocollo d’intesa, è emerso quanto segue:  il Comune di Fondi ha programmato la realizzazione di interventi diffusi per la valorizzazione delle aree lacuali e costiere. Con Determinazione Dirigenziale 29/2011, ha provveduto ad affidare l’elaborazione di un Piano per la mobilità e l’accessibilità a supporto della fruizione turistica;  il Comune di Sperlonga è già dotato di un piano di settore sulla mobilità, approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 642 del 20 settembre 2000, che potrà essere integrato e ricompreso nel più vasto programma di valorizzazione della rete ciclopedonale comprensoriale;  il Consorzio di Bonifica Sud Pontino ha approvato un progetto definitivo di “Sistemazione delle canalizzazioni e delle Aree Artigianali della Piana di Fondi e Monte San Biagio” per il miglioramento della fruibilità e sistemazione del paesaggio rurale. Per dare seguito alle indicazioni operative fissate nel primo incontro istituzionale promosso dall’Ente Capofila, il 16.05.2012 si è tenuta una seconda riunione presso la sede dell’Ufficio Tecnico del Comune di Monte San Biagio. Esaminato lo schema preliminare della rete ciclo‐pedonale già allegato all’istanza di adesione al protocollo d’intesa sono state apportate le seguenti modifiche:  ampliare la rete fino al borgo di Valle Marina;  eliminare un tratto del percorso su via provinciale San Magno;  integrare il tratto di via Montano che raggiunge le Cascate di San Vito;  integrare la rete in località Portella (fino al campo sportivo) inglobando il tratto che giunge alla Torre dell’Epitaffio.

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Nella successiva riunione tecnica del 17.05.2012, tenutasi presso la sede del Consorzio di Bonifica del Sud Pontino, si è convenuto di apportare le seguenti ulteriori modifiche allo schema di assetto iniziale:  eliminare il tratto a sud – ovest del Lago di Fondi per interferenze con il collettore principale;  integrare il tracciato di via Sant’Antonio in località Femmina Morta;  eliminare il tratto su via provinciale Fondi Sperlonga per motivi di sicurezza, utilizzando il percorso alternativo lungo il canale Pedemontano;  eliminare il tratto a nord del Lago San Puoto. In tale riunione sono stati inoltre definiti quali margini (sinistra/destra) di ogni canale è opportuno impegnare per la realizzazione del percorso ciclo‐pedonale.

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PROCEDURE DI APPROVAZIONE Il Piano per la Mobilità e lo Sviluppo del Turismo Sostenibile potrà essere oggetto, ai sensi dell'art. 34 del D.Lgs. 267/2000, di un Accordo di Programma la cui ratifica nei rispettivi consigli comunali comporterà la conseguente variante agli strumenti urbanistici vigenti. Il comma 1 del suddetto art. 34 statuisce difatti che: “per la definizione e l'attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l'azione integrata e coordinata di comuni, di province e regioni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici, o comunque di due o più tra i soggetti predetti, il presidente della Regione o il presidente della provincia o il sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalente sull'opera o sugli interventi o sui programmi di intervento, promuove la conclusione di un accordo di programma, anche su richiesta di uno o più dei soggetti interessati, per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni altro connesso adempimento”. Per verificare la possibilità di concordare l'accordo di programma, il presidente della Regione o il presidente della provincia o il sindaco convoca una conferenza tra i rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate (comma 3). Si riporta un preliminare elenco dei principali soggetti che, oltre a quelli aderenti al protocollo d’intesa, dovranno partecipare ai lavori della Conferenza dei Servizi per esprimere il proprio parere sulla proposta di Piano in variante agli strumenti urbanistici: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del  Soprintendenza per Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio  Soprintendenza per Beni Archeologici del Lazio Direzione Regionale Territorio e Urbanistica  AREA Urbanistica e Copianificazione Comunale Provv. FR‐LT‐RI‐VT  AREA Legislativa, Giuridico e Conferenze di Servizi Direzione Regionale Ambiente  AREA Difesa del Suolo  AREA Conservazione Natura e Foreste Direzione Regionale Agricoltura  AREA Territorio Rurale ‐ Diritti collettivi e Usi Civici Prima dell’approvazione definitiva si dovrà verificare con la Direzione Regionale competente l’eventuale applicabilità della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.), secondo quanto disposto dal Decreto Legislativo 152/2006. Si rappresenta che il Piano per la mobilità e l’accessibilità a supporto della fruizione turistica, promosso dal Comune di Fondi, è già stato sottoposto a procedura di Verifica di VAS con istanza del 6.06.2012, prot. n. 26911/P.

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OBIETTIVI Le caratteristiche geomorfologiche della piana di Fondi, segnata dalla fitta rete dei tracciati viari e dei canali consortili, suggeriscono modalità alternative di mobilità. Il recupero, il riuso e l’adeguamento funzionale di tali infrastrutture possono garantire la realizzazione di un sistema di rete delle piste ciclabili con soluzioni di connessione con la costa, i laghi e le aree urbane dei tre Comuni. Un modello di sviluppo turistico fondato sulla sostenibilità non può difatti prescindere da una generale riorganizzazione del sistema della mobilità. Con interventi sulle infrastrutture esistenti, che potremmo definire di tipo “leggero”, è possibile connettere le principali emergenze di interesse naturalistico (il sistema delle dune e dei laghi costieri, la aree protette, le sorgenti e le aste fluviali ecc.) e storico culturale (i centri storici, gli edifici di culto, le architettura della bonifica, l’antica via Appia ecc.). Il Piano per la Mobilità comprensoriale e lo Sviluppo del Territorio Sostenibile è quindi volto alla valorizzazione dei percorsi di mobilità non motorizzata, quali strumenti di esplorazione e riscoperta delle risorse del territorio. Favorire un modello di fruizione del territorio sostenibile in termini ecologici, sociali ed economici, rappresenta un ulteriore promozione del territorio nel pieno rispetto dell’ambiente e a totale salvaguardia, valorizzazione e uso razionale delle risorse naturali. Le azioni di recupero e riuso delle rete infrastrutturale esistente tendono al perseguimento dei seguenti obiettivi specifici:  creazione di circuiti alternativi alle mete del turismo di massa, allo scopo di integrare emergenze naturalistiche, archeologiche, architettoniche e paesaggistiche di cui il nostro territorio è straordinariamente ricco;  incentivazione all’utilizzo di mezzi di trasporto ad emissione zero (quali le bici elettriche) con il conseguente decongestionamento del traffico e riduzione della domanda di parcheggi;  capacità di soddisfare le esigenze di un sempre più numeroso gruppo di utenti che praticano il turismo sportivo. La riqualificazione ambientale e il miglioramento costante della capacità di offerta turistica sono peraltro obiettivi prioritari del Piano Turistico Triennale della Regione Lazio (2011‐2013) approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 2 del 17.11.2012, e del programma di Governo della XVI Consiliatura della Provincia di Latina. Le strategie fissate nei documenti d’indirizzo regionali e provinciali, con particolare riferimento all’esigenza di “attrarre flussi di domande con caratteristiche e modelli di consumo coerenti con lo sviluppo sostenibile del territorio” assumono pertanto efficacia e coerenza con le azioni del Piano per la Mobilità comprensoriale.

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INQUADRAMENTO URBANISTICO E PAESISTICO – PIANI DI SETTORE Il Piano per la Mobilità comprensoriale assume valore di strumento di programmazione e regolamentazione di una serie di interventi pubblici che mirano ad assicurare una migliore fruizione, anche sotto il profilo turistico, delle risorse diffuse sul territorio. Lo strumento in esame si relaziona alle previsioni dei Piani Regolatori dei singoli Comuni ampliandone i contenuti per garantire l’attuazione degli interventi a sostegno della mobilità. Le componenti paesistiche ed ambientali caratterizzanti il territorio in studio; il livello di pressione antropica che lo investe; le correlazioni con i programmi di riqualificazione del sistema insediativo e produttivo e l’articolato regime vincolistico definiscono il complesso quadro di riferimento. L’area all’interno del quale sono localizzati gli interventi previsti del Piano della Mobilità Comprensoriale è sottoposta a vincolo paesaggistico e pertanto le norme di tutela del PTPR sono lo strumento per la verifica di compatibilità paesistica delle previsioni relative alla localizzazione delle attrezzature per la mobilità. Per offrire una migliore lettura delle componenti ambientali, del regime vincolistico derivante dalle specifiche indicazioni del citato Piano Territoriale Paesistico Regionale (del. G.R. 566‐1025/2007, BURL 14.02.2008), si è ritenuto opportuno inserire nell’elaborato grafico (rif. tavola 2) gli stralci del Piano. Nella suddetta tavola 02 viene inoltre riportato lo stralcio del vigente Piano Territoriale Paesistico, ambito 13/4 “ Ceprano Fondi” approvato con D.G.R. n° 4484 del 30/12/1999, che interessa il territorio dei Comuni di Fondi, Sperlonga e Monte San Biagio. In merito alla fattibilità tecnica degli interventi, e alla loro compatibilità paesaggistica, si rappresenta che la disciplina delle azioni/trasformazioni fissati dal PTPR consente, in tutti i sistemi di paesaggio individuati dal Piano, la realizzazione di piste ciclabili. Nell’elaborato d’inquadramento sono stati riprodotti anche gli stralci del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I. ), le perimetrazioni delle aree protette e l’individuazione dei Siti di importanza Comunitaria. Le previsioni dei vigenti Piani Regolatori sono illustrate nella tavola del mosaico dei PRG desunta dal PTPG. Gli strumenti urbanistici dei tre Comuni, redatti con impostazioni progettuali e tempi totalmente diversi, non concorrono alla definizione di una rete alternativa per la mobilità. Le ipotesi progettuali dei piani di settore promossi dai comuni di Fondi e Sperlonga, che interessano prevalentemente il territorio costiero, possono invece integrarsi al generale schema di assetto delineando connessioni funzionali e priorità d’intervento. Le aree individuate nella planimetria di progetto e interessate dalla rete dei percorsi, sono destinate, in riferimento alle dotazione di standard urbanistici, ad attrezzature d’interesse pubblico. La finalità della variante urbanistica, oltre a quella di rendere conformi gli interventi attuativi alle previsioni di piano, è pertanto quella di garantire l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.

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STATO DI FATTO Il territorio di riferimento si estende in gran parte sulla Piana di Fondi e comprende i Comuni di Fondi, Sperlonga e Monte San Biagio. La via Appia può considerarsi come l’elemento strutturante che unifica l’intera area unitamente alla via Flacca, cui si aggiungono caratteri unificanti diversificati per il sistema costiero (golfi), montano (monti Ausoni e Aurunci) e di pianura (piana bonificata). Il paesaggio di spiaggia e duna del litorale di Fondi presenta diverse parti depresse, dove, del paesaggio paludoso precedente alla bonifica, restano i laghi di Fondi, il lago Lungo, il lago S. Puoto.

Lago di Fondi

Lago Lungo e Lago di San Puoto Nella piana si differenziano due condizioni dimensionali e di vegetazione: la coltivazione estesa su grandi estensioni sul terreno alluvionale, argilloso e sabbioso (paesaggio di bonifica); i boschi di alto fusto dei

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piano per la mobilità dolce comprensoriale sughereti nelle propaggini della piana che si insinuano tra le emergenze dei monti, come la Val Marina (percorso dalla ferrovia) sulla sinistra di Monte S. Biagio, o la valle alla sua destra (paesaggio pedemontano). La costa, in riferimento ai diversi livelli di fruizione turistica e di pressione antropica, può essere distinta in tre sottozone; la prima e’ riconducibile all’ambito servito dal tratto della Flacca, diffusamente urbanizzata, fino al canale Pedemontano; la seconda, che presenta evidenti caratteri di naturalità, si estende dal canale Pedemontano fino al lago Lungo, che segna il confine con il Comune di Sperlonga; la terza interessa il tratto di litorale del Comune di Sperlonga che presenta un ambito, centrale, compreso tra la strada provinciale e Torre Truglia, divenuto parte integrante del tessuto urbano consolidatosi negli anni 60. In tale ambito, il più frequentato dai turisti stanziali ed occasionali, sono presenti il maggior numero di strutture ricettive. Di grande interesse paesaggistico è anche il sistema di canali e corsi d’acqua, la cui gestione è affidata al Consorzio di Bonifica sud Pontino, lungo i quali si snoda parte della rete ciclabile di progetto. Il collegamento al mare dalla parte più interna del comprensorio di riferimento utilizza vecchi tracciati, nati inizialmente per spostamenti locali. Legati ad un utilizzo prettamente agricolo del territorio negli ultimi anni sono stati interessati da interventi di adeguamento e di potenziamento. Durante il periodo estivo, con l’aumento della domanda generata dai flussi turistici, si registrano lunghissime code di auto in corrispondenza dei due principali collegamenti tra la fascia costiera e i centri di Monte San Biagio e Fondi.

L’intero comprensorio, nonostante le favorevole caratteristiche geomorfologiche, è sostanzialmente sprovvisto di piste ciclabili: una rete di piste ciclo‐pedonali è presente nel territorio costiero del Comune di Sperlonga. Recentemente, nel tratto urbano dello stesso Comune è stato realizzato un ulteriore tratto della pista ciclabile, già previsto nel piano approvato con DPGR 642/2000, che interessa la strada provinciale Fondi Sperlonga, via Cristoforo Colombo e via Roma. Le piste ciclabili esistenti nel comprensorio di riferimento non raggiungono i 7 km (di cui il 90 % nel solo comune di Sperlonga).

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Una quota consistente della rete ciclabile può essere tuttavia realizzata utilizzando (e adeguando) i tracciati viari esistenti che, in buona parte, interessano la viabilità di servizio del Consorzio di Bonifica.

Nella tav. 6 del Piano sono analizzate, con appendici fotografiche, le principali problematiche legate al sistema della mobilità e della sicurezza, con l’individuazione delle interferenze e criticità, come di seguito schematizzate:

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 Interferenze  attraversamenti su strade ad alta percorrenza;  intersezioni con corsi d’acqua;  tracciati su strade con elevata pericolosità a causa del differenziale di velocità tra le due componenti di traffico.  Criticità  interruzione del percorso esistente;  sezioni stradali ridotte. Le aree interessate dall’intervento sono in buona parte di proprietà pubblica e/o di uso pubblico. Circa il 36% dei tracciati da utilizzare per la realizzazione delle piste ciclabili (55 km) ricadono in aree consortili (banchine e argini dei canali di bonifica). Un ulteriore quota del 27% circa (41 km) ricade in aree già occupate dalla viabilità.

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DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE La mobilità dolce è la più idonea per collegare e rendere accessibile, anche in termini di fruizione turistica, un distretto di pianura con tradizioni agricole, caratterizzato dalla presenza di un ricco patrimonio di risorse artistiche, storiche e paesaggistiche, in un territorio solo in parte compromesso, ma che mostra di reclinare progressivamente verso modelli di sviluppo non sostenibili. L’utilizzo della bicicletta, non esclusivamente con finalità sportive e ludiche, assume una nuova ed importante valenza nel contesto odierno di crescente degrado ambientale. La bicicletta essendo un mezzo di trasporto efficacissimo per i piccoli spostamenti offre una possibilità concreta di ridurre le emissioni di gas dannosi per l’atmosfera procurata dai mezzi veicolari: promuovere la mobilità in bicicletta rappresenta quindi un importante obiettivo sociale. Il Piano pertanto assume valenze culturali, sociali ed economiche non meno importanti di quelle strettamente connesse con lo sviluppo turistico, quali:  la diminuzione dell’uso dell’auto, con una conseguente diminuzione dei costi pubblici e privati;  il miglioramento della qualità dell’aria e della salute dei cittadini;  la riscoperta della vocazione agricola del territorio;  la pratica della mobilità dolce come modello di comportamento virtuoso non solo negli spostamenti di svago, ma anche di studio e di lavoro;  lo sviluppo sostenibile come stile di vita responsabile. Il progetto prevede la realizzazione di un itinerario sicuro e facilmente riconoscibile, attraverso il completamento e la valorizzazione dei percorsi esistenti, riscoprendo, sviluppando e riproponendo anche antichi percorsi in disuso o poco usati dalla mobilità ordinaria. Percorsi che possono trovare un’interessante intermodalità di fruizione grazie alla rete dei tracciati per la manutenzione delle vie d’acqua e dei canali della bonifica. L’intero sistema della mobilità è fondato su alcuni percorsi matrice di interconnessione tra le principali emergenze (costa, laghi e aree parco) e i centri urbani dei tre Comuni. La rete secondaria individua tracciati interni che collegano punti qualità e servizi urbani (le Stazioni ferroviarie, le scuole, ecc.), e aree già strutturate con parcheggi di scambio (in parte già disciplinate nei piani di settore dei Comuni di Sperlonga e Fondi). Nei punti qualità, dislocati in modo strategico sul territorio, si prevede l’attivazione di bike – sharing con noleggio di biciclette condivise, e la realizzazione di piccole attrezzature per la fruizione ricreativa dei luoghi (itinerari trekking, equestri, spazi didattici, bar, ristoro, servizi igienici, spogliatoi ecc.). Si potranno inoltre allestire pontili mobili per l’attracco di eco‐imbarcazioni destinate alle escursioni sul lago di Fondi e sul lago Lungo. Nei punti qualità si prevede inoltre di installare delle tettoie fotovoltaiche con la stazione di ricarico dei mezzi elettrici.

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dettaglio delle tettoie fotovoltaiche con la stazione di ricarico

Per la definizione degli interventi sono state valutate le caratteristiche strutturali dei tracciati in riferimento alle tipologie desunte dal DM Lavori Pubblici 30/11/99 n.557 concernente “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”. Sono state quindi analizzate le principali criticità e le interferenze; gli ingombri della pista; il tipo di pavimentazione; le esigenze di manutenzione; il regime proprietario dei suoli. Per i percorsi extraurbani sono stati scelti, di preferenza, i tracciati lungo i canali del Consorzio di Bonifica sud Pontino. Una limitazione all’utilizzo dei suddetti percorsi è legata alle attività di manutenzione dei corsi d’acqua, con presenza di mezzi meccanici. Le attività manutentive impegnano tuttavia un arco temporale molto ridotto; in tale periodo l’uso promiscuo del percorso sarà pertanto oggetto di specifica regolamentazione. Rispetto al progetto di piano preliminare è stato inserito un nuovo tracciato, a valle di monte Rotondo, e fino al Lago San Puoto, per garantire la continuità del percorso che corre lungo il canale Pedemontano e giunge fino a Sperlonga. In fase di progettazione sono stati inoltre adottati i seguenti criteri generali:  attrattività riferita ai principali poli di interesse;  continuità della rete, evitando interruzioni e garantendo situazioni di omogeneità, lungo tutto il percorso;  riconoscibilità del tracciato, attraverso la segnaletica di indirizzamento;  sicurezza per i ciclisti, garantendo condizioni di comfort ed evitando tracciati pericolosi, tortuosi o interrotti. La maglia viaria si estende per una lunghezza totale di 153,5 Km; il 68% ricade nel territorio del Comune di Fondi, la cui estensione caratterizza l’ambito di riferimento.

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Gli itinerari che compongono la maglia viaria, in conformità all’art. 4 del DM 557/99, sono distinti nelle seguenti tipologie, così come riportati nella Tav. 8 – Tipologie di intervento: a) piste ciclabili in sede propria a doppio senso di marcia, con esclusione del traffico veicolare;

via C. Colombo ‐ Sperlonga b) piste ciclabili su corsia riservata a doppio senso di marcia, ricavata nel marciapiede o su carreggiata. c) Percorsi promiscui veicoli/ciclabili. Tale tipologia è prevista lungo i canali per i quali si prevede l’utilizzo promiscuo di cicloveicoli e mezzi consortili. L’uso dei tracciati sarà pertanto regolamentato con specifiche ordinanze per evitare interferenze durante le operazioni di manutenzione dei canali (sul sito del Consorzio sono peraltro pubblicate periodicamente le date del programma manutentivo, distinto per singolo corso d’acqua); d) Percorsi promiscui ciclabili/pedoni.

Ulteriori tipologie di intervento riguardano la realizzazione di passerelle per l’attraversamento dei corsi d’acqua (in gran parte esistenti e da riqualificare) e l’adeguamento delle intersezioni semaforizzate su strade ad alta percorrenza.

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MATERIALI E TECNICHE COSTRUTTIVE  Caratteristiche tecniche I percorsi ciclabili, come previsto dal Decreto Ministeriale 557/99, hanno una larghezza totale di 2,50 m nel caso in cui le opposte direzioni di marcia siano contigue. Nei tratti di maggior pericolo, dove la pista ciclabile risulta contigua alla carreggiata (tracciati in sede propria), vengono disposti degli elementi di arredo non valicabili per la separazione degli itinerari: dissuasori fissi, aiuole e cordoli in cemento, con dimensionamento minimo di 0,50 m (Rif. Tav 10). I percorsi in sede riservata, non protetti da elementi di separazione, sono separati mediante due strisce continue affiancate, una bianca di 12 cm di larghezza, e una gialla posta sul lato della pista ciclabile di 30 cm distanziate tra loro di 12 cm. All`interno del territorio del Comune di Sperlonga il percorso ciclabile, in alcuni tratti, si fonde con quello pedonale creando dei percorsi promiscui che mantengono una larghezza media di metri 3,00. La velocità di progetto, a cui correlare in particolare le distanze di arresto e quindi le lunghezze libere di visuale, andrà definita in fase esecutiva tronco per tronco tenendo conto che i ciclisti in pianura marciano ad una velocità media di 20‐25 km/h e che in discesa con pendenza del 5% possono raggiungere i 40 km/h. La pendenza longitudinale è in genere quella della strada contigua e, salvo rari casi, non supera il 5%.  La Segnaletica Il tracciato è completo di segnaletica verticale e orizzontale di indicazione del senso di marcia e delle delimitazioni ad uso esclusivo delle biciclette, come previsto dal Codice della Strada. Ad ogni inizio e fine del percorso ciclabile e ad ogni incrocio con altre strade è prevista l’installazione di segnali verticali di identificazione della pista, integrati da linee di demarcazione e da simboli ripetuti sulla pavimentazione. In corrispondenza degli incroci sarà applicato sulla pavimentazione il simbolo di "dare la precedenza" lasciando sempre questa ai veicoli per evitare pericoli nel caso contrario. In corrispondenza di incroci con semaforo sarebbe inoltre opportuno installare specifiche lanterne semaforiche per biciclette (così da evitare confusioni con quelle per i pedoni). La segnaletica, oltre a garantire sicurezza durante il percorso, può diventare un modo per indirizzare il ciclista verso i siti di interesse fornendo indicazioni e rendendo più gradevole e fruibile l’intero percorso. La segnaletica di indirizzamento è destinata a fornire le informazioni necessarie per la corretta e sicura circolazione, nonché per l’individuazione di itinerari, località, servizi.  Le Pavimentazioni In ambito urbano si prevede di utilizzare pavimentazioni bituminose analoghe a quelle delle strade adiacenti con l’aggiunta di additivi colorati per rendere ulteriormente visibile la pista stessa.

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È difatti previsto l’uso di resine acriliche a protezione e colorazione dell’asfalto: il trattamento colorato permette una rapida individuazione del percorso ciclabile e migliora le prestazioni tecniche aumentando il livello di sicurezza dei percorsi.

Pacchetto per tracciati con finitura in asfalto resinato

Per i tracciati di nuova realizzazione (tipologia in sede propria), in gran parte in aree extraurbane, è prevista una pavimentazione naturale in terra stabilizzata tipo Glorit che esteriormente assume l’aspetto della terra battuta, ma che presenta ottime caratteristiche di stabilità interna, portanza e resistenza agli agenti atmosferici. Tale finitura rappresenta un buon equilibrio tra l’esigenza di mitigare gli impatti sul paesaggio agrario, che caratterizza l’ambito di riferimento, e di contenere i costi di manutenzione e costruzione.

Pacchetto per tracciati con finitura in terra stabilizzata Una soluzione alternativa è rappresentata dal trattamento in bianco mediante strato di bitume e successiva posa di ghiaietto, anche colorato, oppure pavimentazioni cementizie con trattamenti superficiali di irruvidimento. Lo strato sottostante la finitura superficiale potrà essere costituito da uno stabilizzato di cava (circa 5 cm) e da una fondazione (circa 10 cm) con materiale proveniente dagli eventuali scavi. Su tutti i tracciati saranno garantite condizioni di agevole transito ai ciclisti evitando l’uso di griglie per la raccolta di acque meteoriche con elementi tali da rendere difficoltoso il transito delle biciclette. In condizioni climatiche avverse sarà utile segnalare il pericolo lungo i canali attraverso dispositivi di allerta quali, ad esempio, aste idrometriche colorate di rosso nella parte superiore.

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COSTO DEL PROGRAMMA E QUADRO ECONOMICO Per la valutazione dei costi è stata effettuata una stima parametrica utilizzando i valori riportati nel prezziario regionale e assumendo le unità di misura riferite alle sezioni tipo di progetto (rif. tav. 8 e 9). Per ogni sezione tipo, come illustrate nelle schede di sintesi allegate all’elaborato n. 12, viene quindi determinato un costo a mq che, esteso all’intera rete, concorre alla definizione del costo complessivo del programma. Nel quadro economico riepilogativo, oltre al costo presunto delle opere, vengono riportate le somme per gli espropri; le interferenze; gli oneri per la sicurezza; le spese tecniche e generali; le imposte dovute per legge. Il piano, come già segnalato nel progetto preliminare, potrà essere attuato per fasi e stralci funzionali, in relazione alle risorse finanziarie di volta in volta disponibili. A tal fine nell’elaborato n. 12 è stata allegata una planimetria di sintesi che individua i tre percorsi strutturali della rete, tali da garantire i principali collegamenti tra i centri urbani e la costa: tracciato 1: Fondi – Sperlonga (fino all’innesto con la pista ciclopedonale esistente in località Salette); tracciato 2: Fondi – località S. Anastasia; tracciato 3: Monte San Biagio – canale Marangio diramazione Fondi Monte San Biagio – canale Marangio diramazione Sperlonga Per ogni tracciato primario è stato redatto un quadro economico riepilogativo.

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