Parrocchia di San Sebastiano in . Inventario dell'archivio storico (1269 - 2008)

a cura di Luciana Eccher Studio associato Virginia

Provincia autonoma di , Soprintendenza per i Beni Culturali, in collaborazione con Archivio Diocesano Tridentino 2016

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio parrocchiale di Tonadico sono stati eseguiti su incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, in base agli accordi previsti dall'Intesa stipulata nel 1993 tra la Provincia e l'Ordinariato diocesano di Trento in tema di archivi degli enti ecclesiastici. La redazione dell'inventario è stata curata da Luciana Eccher socia dello Studio Associato Virginia di Francesco Antoniol - Luciana Eccher - Roberto Marini di Trento.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate seguendo le norme del "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

Norme e convenzioni

Nella redazione dell'inventario si rispettano le norme di trascrizione previste dall'archivistica e dalla diplomatica applicando in generale i seguenti criteri: - nella schedatura delle unità documentarie (registri, buste e fascicoli) si riporta il titolo originale trascritto fra virgolette; - per i registri si dà la precedenza al titolo riportato sul piatto anteriore (in tal caso non se ne segnala la posizione); i titoli sul dorso o sul foglio di guardia vengono trascritti specificandone la posizione ("titolo interno" o "titolo dorso"); nel caso in cui sul piatto anteriore non vi sia alcun titolo, viene indicato quello scritto sul dorso o sul foglio di guardia, se presenti entrambi si dà la precedenza a quello del dorso; - nella trascrizione dei titoli, degli incipit o di citazioni di parti del testo si interviene adattando all'uso moderno i segni di interpunzione e l'uso delle maiuscole, sciogliendo eventuali abbreviazioni senza utilizzare le parentesi, a meno che non vi sia incertezza nello scioglimento; in casi di palese errore, soprattutto per la mancanza di qualche lettera, si interviene segnalando l'aggiunta tra parentesi uncinate; - le parti dei titoli mancanti per cattivo stato del supporto e ricostruibili vengono scritte fra parentesi quadra; per le lacune non colmabili si utilizzano le medesime parentesi con all'interno tre punti, indifferentemente dall'entità della lacuna; - nel caso in cui l'unità fosse priva di titolo ne viene assegnato uno che sia esplicativo e, nel caso di serie, che sia omogeneo con quelli originali; il titolo imposto non viene inserito tra virgolette, così come eventuali aggiunte esplicative ai titoli originali; - per i registri viene indicato il numero di carte, dove con carta si intende il foglio con un recto e un verso; quando nella numerazione si aggiunge "rv" (recto/verso) si intende che le carte sono numerate progressivamente solo sul recto del foglio e il riferimento alla faccia anteriore della carta viene indicato con il numero seguito da "r", il riferimento alla parte posteriore della medesima carta viene indicato con il medesimo numero seguito dalla "v"; quando si parla invece di pagine si intende che le carte sono numerate progressivamente sia sul recto che sul verso; l'indicazione "sd", sinistra/destra, viene invece usata per i registri nei quali, a registro aperto, lo specchio di scrittura è costituito da due facciate contrapposte e la scrittura le occupa entrambe (di solito si tratta di tabelle); in questo caso di solito le due facce contrapposte hanno il medesimo numero; - nel numero delle carte sono comprese solo quelle scritte; quelle bianche vengono indicate in numero preciso solo se si trovano tra una serie di registrazioni e una successiva (in vista di una continuazione della scrittura o per separare registrazioni diverse); le carte bianche alla fine del registro (o di un quaderno) vengono indicate solo con un generico "molte"; numerazioni particolari, mancanti, doppie, discontinue vengono indicate in maniera puntuale; - nella descrizione dei fascicoli viene sempre indicato il numero delle carte e la presenza di materiali diversi quali fotografie, negativi, mezzetinte (ossia prove di stampa), progetti o disegni, eventuali stampe; nei fascicoli le carte bianche non vengono contate. Altre particolarità qui non previste verranno indicate da note specifiche.

ABBREVIAZIONI USATE c., cc. carta, carte ca circa cart. cartone, cartoncino lett. lettera, lettere n., nn. numero, numeri n.n. non numerato/non numerate num. numerato/numerazione p., pp. pagina, pagine 2 rv, r, v recto/verso, recto, verso sd, s, d sinistra/destra, sinistra, destra (numerazione riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte) s.d. senza data seg., segg. seguente, seguenti segn. segnatura tit. titolo tit. int. titolo interno tot. totale/totali

APT = Archivio parrocchiale di Tonadico

ISAD (G) = General international standard archival description ISAAR (CFP) = International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families

Al termine del documento si trovano gli indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. A ciascun lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

3 Sommario

Parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 2008 ...... 6

Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31 ...... 11 Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 - ...... 20 Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 1703 - 2008 ...... 25 Registri dei nati e battezzati, 1883 - 1972 ...... 26 Registri dei matrimoni, 1943 - 1970 ...... 30 Registri dei morti, 1910 - 1989 ...... 33 Registri dei cresimati, 1910 - 1971 ...... 35 Registri anagrafici (Stato delle anime), 1920 - 1920 ...... 37 Registri degli sponsali, 1945 - 1966 ...... 40 Atti matrimoniali, 1943 - 1969 ...... 42 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1898 - 2008 ...... 45 Diari delle messe avventizie, 1880 - 1989 ...... 46 Diari delle messe personali, 1967 - 1974 ...... 49 Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere pie, 1919 - 1969 ...... 51 Registri di cronache e memorie, 1923 - 1928 ...... 53 Protocolli degli esibiti, 1919 - 1921 ...... 54 Carteggio e atti, 1703 - 1990 ...... 56

Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24 ...... 62 Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 1683 - 1991 ...... 68 Registri dei capitali fruttanti, 1833 - 1870 ...... 69 Registri delle entrate e delle uscite, 1932 - 1963 ...... 70 Resoconti, 1856 - 1972 ...... 72 Carteggio e atti, 1683 - 1991 ...... 75

Confraternita del Santissimo Sacramento, Tonadico, [1943 – 1988] ...... 81 Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 1972 - 1988 ...... 85 Registri degli iscritti, 1972 - 1988 ...... 86

Consiglio scolastico locale di Tonadico, Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30 ...... 87 Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1897 - 1922 ...... 93 Verbali delle sedute del Consiglio scolastico locale ...... 94 Protocollo degli esibiti, 1899 - 1909 ...... 95 Carteggio e atti, 1897 - 1922 ...... 96

Pergamene della parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 1639 ...... 97

Indici ...... 108

4 Albero dei soggetti produttori

Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31 Successori: Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 - E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Fiera di , [1206] -

Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 - Predecessori: Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31 Si separa da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, , [1206] - Assorbe : Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 -

Confraternita del Santissimo Sacramento, Tonadico, [1943 – 1988]

Consiglio scolastico locale di Tonadico, Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30 Alla cui gestione concorre : di Tonadico, Tonadico, 1923 gennaio 13 - 1927 ottobre 13 Alla cui gestione concorre : Comune di Tonadico, Tonadico, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

5 superfondo Parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 2008 {1}

Registri 31, quaderni 1, buste 7, fascicoli 30, pergamene 18

Storia archivistica L'archivio parrocchiale di Tonadico era conservato presso la canonica in un armadio di legno. Dalla relazione compilata nel 1945 in occasione della visita pastorale risulta che l'archivio era già conservato in questo luogo e che "l'armadio che serve di archivio è chiuso a chiave" (1). L'archivio non conserva titolari, repertori o anche semplici notizie che permettano di individuare, se non formulando delle ipotesi, quale sia stata la sua struttura originale e soprattutto in quale occasione la struttura originaria sia stata modificata. La sezione dell'archivio che si presentava maggiormente compromessa era quella relativa al carteggio, soprattutto nella sua parte più antica, che era raccolta in 7 pacchi e 3 buste. Nei pacchi era stata raccolta appunto la maggior parte della documentazione più antica, compresa tra la fine del XVII e gli anni Sessanta del XIX secolo; le buste conservavano in prevalenza, a parte qualche fascicolo isolato, documentazione compresa tra la seconda metà dell'Ottocento e la fine del Novecento. Le buste si configuravano quindi come semplici unità di condizionamento, nelle quali i fascicoli non rispettavano né un ordine cronologico né di argomento. Per quanto riguarda i pacchi, due risultavano di contenuto piuttosto omogeneo ed erano costituiti da contratti di prestito e relativi mutui ipotecari stipulati dalla chiesa di San Sebastiano in periodi diversi, il primo dalla fine del Seicento fino circa alla fine del Settecento, il secondo dalla fine del Settecento fino circa alla metà dell'Ottocento; un terzo pacco conteneva sia documentazione del medesimo tenore dei precedenti sia, soprattutto, documenti relativi a legati, lasciti, eredità a favore della chiesa di San Sebastiano, per un periodo compreso tra l'ultimo ventennio del Settecento e la metà dell'Ottocento. Nel quarto pacco erano conservate le rese di conto della chiesa di San Sebastiano con le relative quietanze fino alla metà del XIX secolo. I restanti pacchi erano costituiti da raccolte di documenti accomunati in prevalenza dal periodo di redazione: uno portava il titolo "Vecchie carte", un secondo "Documenti vecchi", l'ultimo comprendeva quella che veniva definita documentazione relativa a "Chiesa e altro". In particolare i documenti dei tre mazzi relativi a lasciti e contratti di prestito presentano nel verso segnature diverse (rimandi a numeri di fascicoli, stringhe alfanumeriche e/o semplici numeri) dalle quali non è stato possibile ricostruire la struttura originale dell'archivio (2). La segnatura che si trova su alcuni dei documenti più antichi (compresi tra la fine del XVII e la fine del XVIII secolo), costituita dalla dicitura "fascicolo" seguita da un numero, caratterizza verosimilmente quei documenti che in origine erano di pertinenza della comunità di Tonadico e che sono poi passati nell'archivio parrocchiale in quanto considerati di interesse ecclesiastico (3). In generale si può ipotizzare che l'intervento di parziale riordino, che ha portato alla divisione della documentazione in mazzi, risalga circa agli anni Ottanta dell'Ottocento; il condizionamento della documentazione in buste, vista anche la

6 tipologia delle scatole usate (in cartone con rinforzi in metallo), dovrebbe risalire invece agli anni Settanta del Novecento.

Il riordino e l'inventariazione dell'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico, con quello delle parrocchie della valle del Cismon, viene a completare il riordino degli archivi parrocchiali della zona di Primiero. L'intervento rientra in quelli previsti dall'Intesa stipulata in data 10 settembre 1993 tra la Provincia autonoma di Trento e l'Ordinariato diocesano in tema di archivi degli enti ecclesiastici, ai sensi dell'art. 27 della legge provinciale n. 11 del 1992 (4). L'Intesa ribadisce il valore storico e culturale degli archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana, regola i rapporti di collaborazione fra le autorità civile ed ecclesiastica per la tutela, la conservazione e la valorizzazione degli archivi e le modalità di applicazione della legislazione provinciale; secondo il capo 3.2 "L'ordinamento e inventariazione degli archivi ecclesiastici sarà effettuato d'intesa fra il Servizio provinciale competente e l'Archivio Diocesano Tridentino in ordine sia alle metodologie sia agli operatori; copia dell'inventario sarà depositata anche in detto archivio". L'indagine conoscitiva attraverso la quale era stato stilato un elenco di consistenza degli archivi parrocchiali presente sul territorio per valutarne lo stato, l'entità e gli interventi necessari risale alla fine degli anni Ottanta del Novecento (1987-1989); a conclusione della ricognizione con provvedimenti successivi la Commissione per i beni culturali tra il 1993 e il 1994 ha dichiarato 422 archivi su 456 di "interesse storico", ai sensi dell'art. 27, comma 1 della già indicata legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11. L'archivio è sottoposto alle direttive approvate dalla Giunta provinciale con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, recante le direttive concernenti i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi, in particolare per la parte che riguarda gli archivi privati. Le leggi e le direttive vengono integrate dalla normativa provinciale dettata dalla legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, "Nuove disposizioni in materia di beni culturali" e dal decreto legge 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (5). Il riordino e l'inventariazione dell'archivio sono state stabilite, ai sensi dell'art. 31 della medesima legge provinciale 1/2003, con determina n. 298 dell'11 settembre 2013, "Ordinamento e inventariazione degli archivi storici delle parrocchie di Imer, , Sagron, , Tonadico, ", adottata dalla Soprintendenza Beni storico artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è e rimane di proprietà dell'ente produttore che ne cura la conservazione.

Contenuto L'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico è costituito dall'insieme dei documenti prodotti e/o acquisiti dall'ente durante lo svolgimento delle sue attività, su un arco cronologico che va circa dalla fine del Seicento fino alla fine del Novecento, nel corso del quale l'ente attraversa diversi cambiamenti dal punto di vista istituzionale e giuridico. Oltre ai fondi archivistici dell'Ufficio parrocchiale, con i registri canonici e la documentazione propria relativa alla organizzazione e gestione della "cura animarum", e al della chiesa di San Sebastiano, poi assorbita dalla parrocchia, si trovano depositati nell'archivio parrocchiale anche il fondo della confraternita del Santissimo Sacramento e quello del Consiglio scolastico locale (6).

7 A questo va aggiunto il fondo antico costituito da 18 pergamene, riguardanti in prevalenza atti della comunità di Tonadico.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico sono stati condotti attenendosi alle direttive dettate dalla circolare n. 39/1966 del Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di Stato e alle "Direttive circa i requisiti locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692. L'introduzione storico istituzionale è stata compilata secondo le norme internazionali e le schede ISAD(G) e ISAAR(CPF), tenendo in considerazioni le norme del "Documento del sottogruppo di lavoro degli archivisti Trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica e l'informatizzazione degli archivi, coordinato dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento" (redatto nell'ottobre 1999 e aggiornato nell'aprile 2000).

Non avendo individuato nell'archivio una struttura coerente, che potesse essere mantenuta o ricostruita, per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio si è proceduto secondo i seguenti criteri: 1) Il materiale è stato preventivamente schedato indicando per ogni pezzo l'intitolazione, la cronologia, il contenuto. 2) Il complesso archivistico è stato quindi organizzato in una struttura multilivello divisa in fondi, serie e unità. All'interno di ciascuna serie le unità sono state ordinate cronologicamente. 3) Ad ogni unità archivistica è stata assegnata una segnatura di tipo alfanumerico, a numerazione aperta, visto che si prevedono futuri incrementi per l'archivio; ogni unità viene contrassegnata: - da una lettera che indica il fondo di appartenenza; - da un numero che corrisponde alla serie; - da un numero che corrisponde all'unità. 4) Il materiale è stato condizionato, esclusi in generale i registri di notevoli dimensioni, in scatole chiuse, sul dorso delle quali viene indicata l'intitolazione della parrocchia, la lettera relativa al fondo, il numero della serie e delle unità contenute; nel caso di unità documentarie il cui condizionamento necessiti l'utilizzo di più scatole, nel verso viene anche indicata il numero progressivo dell'unità di condizionamento (busta1, busta 2 e così via).

Condizioni di accesso In base all'art. 15 dello Statuto dell'Archivio Diocesano di Trento (10 febbraio 1993) "E' compito dell'Incaricato diocesano per gli archivi dipendenti dall'Autorità diocesana autorizzare l'accesso agli archivi ecclesiastici dipendenti dall'Autorità diocesana e la consultazione dei documenti in essi conservati. A lui vanno perciò indirizzate le domande con l'indicazione dei motivi delle richieste e l'elenco dei documenti che si intendono consultare". In base all'art. 4 delle Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana del 10 settembre 1993, "gli studiosi inoltrano motivata richiesta di consultazione al titolare dell'archivio, tramite l'Archivio Diocesano. La consultazione può avvenire anche mediante deposito in detto archivio o secondo altre modalità concordate con lo stesso".

8 I documenti consultabili sono esclusivamente quelli dichiarati di interesse storico. La consultazione dei documenti contenente dati di carattere riservato è regolamentata dal decreto legge 30 giugno 2003, n. 196, "Codice in materia di protezione dei dati personali", i cui principi erano già presenti nella legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" e richiamati l'anno successivo dalla legge 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (7). Ai titolari degli archivi (i parroci) viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale di Trento (8).

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio

9

Norme o convenzioni La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento 2006.

Note (1) Le notizie sulle vicende recenti dell'archivio sono tratte dalla breve relazione stilata nel 2013, quando è stato compiuto dai funzionari della Provincia il sopralluogo ai fini del prelievo dell'archivio da destinare al riordino. Per la conservazione dell'archivio si veda Archivio parrocchiale di Tonadico (d'ora in poi APT), Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Visite pastorali" (A 14.5). (2) Si confronti APT, Chiesa di San Sebastiano Martire in Tonadico, Carteggio e atti, Atti e contratti relativi ai capitali fruttanti della chiesa di San Sebastiano (B 4.1) e nella medesima serie il fascicoli "Lasciti, vendite diverse" (B 4.3). (3) In particolare si vedano alcuni documenti conservati i APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (4) Intesa fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana, 10 settembre 1993 (approvato dalla Giunta provinciale con delibera n. 11704, del 27 agosto 1993); la legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale" (pubblicata in Bollettino ufficiale della Regione Trentino Alto , 25 febbraio 1992, n. 9) viene abrogata dalla legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, "Nuove disposizioni in materia di beni culturali" (pubblicata in Bollettino ufficiale della Regione Trentino Alto Adige, 4 marzo 2003, n. 9). (5) Pubblicata in Gazzetta Ufficiale, 24 febbraio 2004, n. 45, S.O. n. 28. (6) Per un approfondimento sulla documentazione propria e a vario titolo conservata nei fondi degli archivi parrocchiali si veda in generale BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011. (7) Pubblicate rispettivamente in Gazzetta Ufficiale 29 luglio 2003, n. 174, S.O. n. 123; Bollettino ufficiale della Regione Trentino Alto Adige, 4 marzo 2003, n. 9; Gazzetta Ufficiale, 24 febbraio 2004, n. 45, S.O. n. 28. (8) Dalla presentazione dell'Archivio Diocesano di Trento dal sito dell'Arcidiocesi stessa.

10 Ente Cappellania di San Sebastiano {2}

[1660] - 1943 gennaio 31

Luoghi Tonadico

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 01/01/1703 - 31/12/2008

Storia Tonadico è un comune del Trentino orientale, situato sull'altopiano di Primiero. Il comune comprende le frazioni di Tonadico e di San Martino di Castrozza e confina con il territorio dei comuni di Fiera di Primiero, Transacqua, , , , , nonché con i comuni veneti dell'Agordino. La regola di Tonadico è antica e la sua importanza si accrebbe a partire dalla seconda metà del XIII secolo, probabilmente anche grazie alla contiguità con Castel Pietra, centro politico della Valle ed espressione del potere signorile. In questo periodo la regola di Tonadico, così come le altre comunità del Primiero, cerca di definire un proprio spazio e di raggiungere una propria autonomia amministrativa; nel XV secolo Tonadico diventa sede del tribunale, togliendo a Pieve di Primiero un'antica prerogativa che era attestata anche negli statuti del 1367 (1). Dal punto di vista ecclesiastico i fedeli di Tonadico, così come quelli di tutte le realtà religiose del bacino del Cismon, erano sottoposti alla cura dell'arciprete di Primiero, al quale era d'obbligo che facessero riferimento sia per ricevere i sacramenti che per l'assistenza spirituale. A Tonadico è attestata la presenza di un'antica cappella dedicata ai santi Vittore e Corona, la cui fondazione risalirebbe, sulla base della datazione del ciclo di affreschi più antico, al X secolo, mentre la chiesa, che molti secoli dopo sarebbe divenuta parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, risalirebbe all'inizio del XVI secolo (2). A Tonadico, già a partire dagli anni Sessanta del Seicento, doveva esser presente un cappellano, che garantiva alcune delle celebrazioni. Nel 1703 don Lorenzo Pastorini da Cividale, in parte donava e in parte vendeva alla regola di Tonadico una casa con un orto, chiedendo in cambio che venissero celebrate per la sua anima, dopo la sua morte, due messe all'anno da parte del beneficiato "pro tempore" della chiesa di San Sebastiano; nell'atto stilato in questa occasione alla presenza dei marzoli della regola di Tonadico, nella parte introduttiva si specifica che il Pastorini aveva servito la regola per 43 anni, recitando la messa nella chiesa di San Sebastiano. Il cappellano dichiarava che la casa e l'orto erano di sua proprietà e che le aveva costruite a proprie spese, quindi per il denaro da lui impiegato le vendeva al comune, ma una parte la donava invece alla regola per appianare qualsiasi debito nel quale potesse essere incorso in conseguenza di "quell'ellemosina e stipendio scosso senz'addempimento tottale delle sue obbligazioni". Il cappellano quindi già dalla fine del XVII secolo aveva residenza stabile a Tonadico e riceveva uno stipendio dalla regola in cambio del servizio religioso (3). Nel 1745 la comunità dei fedeli di Tonadico rivolgeva una supplica al vescovo di Feltre chiedendo di poter costruire, completamente a spese della comunità, un tabernacolo sull'altare maggiore della cappella di San Sebastiano per tenervi l'eucaristia; questo non implicava che la chiesa acquisisse il diritto di comunicare i suoi fedeli nelle messe ordinarie o straordinarie, ma rispondeva alle necessità di comunicare i malati o i morenti, che spesso non potevano avere il conforto 11 dei sacramenti, poiché la parrocchiale di Fiera era troppo lontana ed era irraggiungibile nelle stagioni in cui il torrente Cismon era in piena. Il vescovo di Feltre, Pietro Maria Trevisan Suarez (1724-1747), acconsentendo alla supplica della comunità, concedeva l'autorizzazione a conservare l'eucaristia sopra l'altare maggiore "in decenti pixide argentea, quae sit munda et suo opercolo bene clausa, albo velo coperta et quantum res fert, ornatum", ma tutto nel rispetto dei diritti parrocchiali e senza pregiudizio dei medesimi. Per "risarcire" la parrocchiale di Fiera, da parte dei fedeli di Tonadico si sarebbero inoltre dovute versare, "una tantum", due libbre di cera alla chiesa di Santa Maria Assunta (4). Secondo quanto riportato dal Casetti l'erezione a cappellania sarebbe avvenuta ufficialmente nel 1750, ma non se ne trovano in archivio tracce né dirette né indirette (5). Pur compiendo piccoli passi verso una propria autonomia, la cappellania di Tonadico manteneva, così come in generale tutte le cappellanie e le curazie della zona del Primiero, uno stretto legame con la chiesa matrice di Fiera e, tra gli obblighi che aveva nei confronti della pieve, vi era quello di partecipare alle diverse processioni solenni che si tenevano nella chiesa di Santa Maria Assunta. In merito a quest'onere, nel 1756 sarebbe sorta una diatriba tra le chiese di Tonadico e Siror, perché i massari di entrambe rivendicavano, l'uno nei confronti dell'altro, il diritto di precedenza nel portare il cero nelle processioni del Corpus Domini che si tenevano a Fiera; la sentenza del vicario vescovile di Feltre accordava a questa data la precedenza al massaro di Tonadico (6). Indipendentemente dallo stato giuridico della cura d'anime, in questo periodo e nei successivi la denominazione dei responsabili in cura d'anime a Tonadico è piuttosto varia, si parla di cappellano, in documenti più tardi si parlerà di vicario espositurale, ma già verso la metà del Settecento il sacerdote in cura d'anime viene definito genericamente curato, inteso in senso lato come responsabile della cura delle anime. Il cappellano risiedeva stabilmente a Tonadico ed era mantenuto dalla comunità; dalla documentazione superstite si deduce che la comunità aveva diritto di libera scelta, o meglio godeva dello "ius presentandi", del proprio curatore, così come avveniva per le diverse curazie e cappellanie della valle del Primiero. La regola stipulava con i cappellani che venivano chiamati ad occuparsi della "cura animarum" delle convenzioni per determinare obblighi e diritti reciproci. Il primo contratto di questo tenore del quale si ha notizia a Tonadico (ma sicuramente se ne devono presumere altri precedentemente stilati e non conservati) risale all'8 aprile 1764; il comune stipulava allora con don Bartolomeo Pastorini, in cambio del suo servizio religioso, un accordo di pagamento rateale, costituto da una rata in denaro e due in "robba". L'anno successivo i rappresentanti della regola modificavano le modalità di pagamento del curato e stabilivano che questo avvenisse in una sola rata, in tanto sorgo per corrispondere al salario pattuito, che doveva essere raccolto nella settimana prima di Natale dal curato stesso a proprie spese; il sindaco sarebbe dovuto intervenire solo se vi fossero stati dei fedeli inadempienti, ma il sacerdote avrebbe comunque dovuto accettare anche eventuali pagamenti in segale. Quanto agli impegni assunti dal curato nei confronti della comunità in questo documento si accenna solo al fatto che il curato in cambio avrebbe dovuto attendere a tutti gli obblighi stabiliti nel contratto precedentemente stilato, ma non si fa alcuna menzione a quali e quanti fossero precisamente (7). Nel 1777 lo stesso don Bartolomeo Pastorini chiedeva al comune di avere un aumento della congrua che gli spettava; otteneva quanto richiesto, in cambio tuttavia si impegnava a celebrare ogni martedì una messa presso l'altare di Sant'Antonio (8). Nell'ordine di vedersi riconosciuta una propria antica tradizione religiosa e di allinearsi alle diverse realtà religiose del territorio che ottenevano in quel periodo dall'autorità ecclesiastica diverse autorizzazioni, nel 1790 il medesimo cappellano Bartolomeo Pastorini, ancora in cura d'anime a Tonadico, si rivolgeva all'Ordinariato vescovile di Trento, al quale a partire dal 1785 il Primiero era stato sottoposto (9), per ottenere, così come era stato concesso alle comunità di Canale e Mezzano, l'autorizzazione a praticare le processioni "antiche"; si trattava della processione del mese di maggio

12 dalla parrocchiale di Fiera alla chiesa filiale dei Santi Vittore e Corona nella domenica più prossima alla loro festa e della processione del mese di giugno dalla parrocchiale di Fiera alla chiesa di San Sebastiano nella festa più vicina al giorno dedicato al santo. La comunità di Tonadico chiedeva inoltre che si potesse reintrodurre l'indulgenza plenaria che anticamente veniva concessa nella festa di San Sebastiano, ma chiedeva anche che questa potesse essere lucrata nella domenica più prossima alla festa del santo, cosicché il popolo non avesse a perdere giorni di lavoro (10). Per un secolo circa non si individuano in archivio notizie di particolare rilevanza per la vita e la gestione della cappellania di Tonadico. La cappellania, a differenza di quello che era avvenuto in tempi diversi per Sagron, Mezzano, Imer, non venne elevata ufficialmente a curazia, tuttavia negli anni Sessanta dell'Ottocento ottenne dall'Ordinariato di Trento diverse concessioni, che di fatto rappresentarono grandi risultati in termini di autonomia religiosa. Il 30 settembre 1863 il vescovo di Trento Benedetto Riccabona rispondeva alle suppliche della comunità dei fedeli di Tonadico approvando il capitolato stipulato nel mese di luglio tra il decano della chiesa di Santa Maria Assunta di Fiera e il comune di Tonadico, nel quale la filiale di San Sebastiano otteneva diverse autorizzazioni, che avrebbero portato ad una maggior comodità dei fedeli nelle pratiche religiose, ma anche ad una maggior autonomia della cappellania, che ormai contava più di mille persone, nei confronti della chiesa matrice (11). La cappellania otteneva la possibilità di distribuire la comunione pasquale, eccettuata la prima comunione dei bambini e quella del Giovedì santo, a patto che avesse ricevuto dalla canonica parrocchiale i "viglietti" pasquali (ossia le certificazioni che ci si era comunicati, come d'obbligo, nel giorno di Pasqua); il cappellano esposto di Tonadico otteneva, per le domeniche e le feste di precetto, il permesso di tenere la dottrina e di cantare il Vespro, purché l'orario non si sovrapponesse a quello delle funzioni serali della chiesa parrocchiale di Fiera, cosicché i fedeli non fossero impediti a partecipare anche a quelle. Il cappellano poteva inoltre cantare le messe di privata devozione che gli fossero state richieste dagli abitanti, ma la celebrazione delle messe mortuarie e delle Gregoriane veniva ancora riservata al parroco di Fiera. Oltre a questo il curato otteneva i diritti di stola bianca per la sepoltura dei bambini, ma i genitori dovevano tuttavia consegnare alla parrocchiale i "viglietti" di morte per ottenere dalla medesima l'autorizzazione per il cappellano a procedere alla sepoltura; il curato otteneva infine il diritto di amministrare il battesimo, a patto che si rispettassero alcune norme che negli anni precedenti erano state promulgate dal vescovo (12). Secondo tali norme il comune avrebbe dovuto dotare la chiesa di un battistero decente e di tutto ciò che serviva per somministrare il battesimo secondo le regole ecclesiastiche; gli oli santi e l'acqua del fonte battesimale avrebbero dovuto essere ritirati il Sabato santo nella parrocchiale di Fiera, dove venivano benedetti. Per la registrazione dei battesimi sarebbe stata cura del cappellano farsi consegnare dalla parrocchiale i fogli appositi, che avrebbe dovuto riconsegnare compilati a fine anno. Ogni tre mesi il curato avrebbe inoltre dovuto presentare al parroco di Fiera la lista dei nati e battezzati, i cui nominativi sarebbero stati riportati nel registro conservato nella parrocchiale. Il diritto di rilasciare certificati di nascita e altra documentazione simile rimaneva una prerogativa della parrocchiale e il curato non poteva avere né in uso né in custodia il timbro ufficiale. I privilegi e i diritti persi dalla parrocchiale di Primiero a causa di queste concessioni, venivano risarciti dal comune con la cifra annuale di 10 fiorini da pagare nel mese di luglio; il comune avrebbe inoltre fatto in modo che il curato contribuisse ai pagamenti degli incerti che il parroco di Fiera aveva perso con la rinuncia ad alcune sue funzioni. L'autorizzazione ai funerali dei bambini e dei battesimi sarebbe entrata in vigore il 1 gennaio 1864, mentre tutte le altre concessioni avrebbero avuto validità a partire dal giorno in cui il capitolato fosse stato approvato dall'Ordinariato vescovile. Nuovi accordi sarebbero quindi seguiti, in particolare negli anni Ottanta dell'Ottocento; nel 1881 il vicario espositurale aveva presentato al decano di Fiera richiesta di ottenere il timbro, ma questo era stato negato (13).

13 Nel 1882 il decano Bertamini aveva chiesto che nel capitolato a lui presentato venisse espressamente specificato che il curato doveva rispettare i diritti parrocchiali e inviare al parroco i certificati dei bambini defunti ogni trimestre, spedire inoltre alla parrocchia il quartale dei nati e non apportare modifiche o innovazioni alle celebrazioni tradizionali previste per la cappella senza il permesso del decano di Primiero. Tra le postille il decano richiedeva che fosse inserito tra i suoi diritti quello di ottenere da Tonadico il pagamento del pranzo nella festa di San Sebastiano e Sant'Anna, unica richiesta rigettata dal comune (14). Nel verso di un documento stilato il 5 maggio del medesimo anno è riportata la minuta di una nuova richiesta alla parrocchiale, nella quale si chiedeva per il curato licenza di timbro e firma per i certificati di povertà e buona morale, che era stata da sempre prerogativa del parroco di Fiera. Le motivazioni addotte erano la maggior conoscenza da parte del curato dei fedeli che richiedevano queste certificazioni, la maggior sollecitudine nel disbrigo delle pratiche e un minor impegno da parte della canonica parrocchiale; la documentazione non conserva tuttavia la risposta del parroco di Fiera. Nel complesso alla fine dell'Ottocento la cappellania di Tonadico aveva ottenuto una buona autonomia dalla parrocchiale di Fiera, pur con i diversi obblighi ai quali era sottoposta. A partire da questo periodo il cappellano viene sempre più spesso definito curato, ma non vi sono tracce che la cappellania abbia ottenuto il titolo ufficiale di curazia, anche se a partire soprattutto dall'inizio del Novecento è questa la definizione unica che si trova nella documentazione. Nemmeno la bibliografia accenna ad un elevazione di Tonadico a curazia, ma la dice cappella fino alla sua elevazione a parrocchia (15). Nel 1911, insieme alla curazia di Siror, Tonadico otteneva il diritto di recitare le ore di adorazione del Santissimo il lunedì, il martedì e il mercoledì della Settimana santa, ma tale adorazione non poteva godere delle indulgenze legate alla pratica delle Quaranta ore che si lucravano invece in parrocchia; rimaneva inoltre l'obbligo di partecipare anche alle ore di adorazione organizzate dalla parrocchia, secondo gli orari decisi per le differenti categorie di fedeli (16).

ELENCO DEI CAPPELLANI, CURATI E VICARI ESPOSITURALI O CURAZIALI

1640-1703 don Lorenzo Pastorini da Cividale (UD), cappellano 1764-1796 don Bartolomeo Pastorini da Macerata, cappellano 1796-1824 don Ignazio Tomaselli da Strigno, cappellano 1824-1860 don Pietro Fuganti da Taio, cappellano (dal 1855, assistito da don Pietro Osti e successivamente da don Michele Corradini) 1854-1855 don Pietro Osti da , cappellano (assistente di don Pietro Fuganti) 1855-1860 don Michele Corradini da Rallo, cappellano (assistente di don Pietro Fuganti) 1861-1863 don Giorgio Stocchetti da Vigo Meano (TN), vicario espositurale 1863-1881 don Antonio Salvadori da Bollone (BS), vicario espositurale 1881-1919 don Domenico Morandini da Predazzo, curato 1919-1923 don Enrico Motter da Tenna, curato 1923-1940 don Guido Polo da Ziano, curato 1940-1943 padre Angelo Molinari OFM, vicario curaziale

Funzioni, occupazioni e attività

14 Il termine "cappella" è legato alla reliquia della "cappa", ossia del mantello, che sarebbe appartenuto a San Martino di Tours; la stanza del palazzo dei re Merovingi, dove era custodita la reliquia nel corso del VII secolo cominciò ad essere definita "cappella", da qui il termine passò a indicare i vari luoghi destinati al culto all'interno dei palazzi reali e quindi, per estensione, il termine venne a indicare anche altri edifici di culto, in particolare di fondazione privata o famigliare. Con il consolidamento e la diffusione del sistema pievano, che si basava sulla suddivisione del territorio diocesano in circoscrizioni minori, al centro delle quali si trovava una chiesa di diritto vescovile, che esercitava la "cura animarum" su un popolo di fedeli, entro i confini di un territorio in cui il pievano amministrava i sacramenti (battesimi, matrimoni, obiti) e riceveva i pagamenti delle decime, si vennero in parallelo precisando anche tutte quelle istituzioni e fondazioni minori che iniziarono a metterne in discussione il primato. Le cappelle, all'inizio di questo processo, erano in prevalenza edifici di fondazione privata; decentrate rispetto alla chiesa matrice, vennero ad assumere un ruolo importante nella liturgia e nella "cura animarum" in situazioni nelle quali era particolarmente disagevole per i fedeli spostarsi verso la chiesa battesimale per ricevere i sacramenti. Le cappelle, pur mantenendo in un primo momento un rapporto di dipendenza formale con la chiesa battesimale, ottennero varie concessioni (diritto di sepoltura, di celebrazione dei battesimi, di confessione) fino ad essere dotate di un proprio curatore d'anime e raggiungere così l'autonomia nell'amministrazione dei sacramenti. Parallelamente si veniva precisando il significato del termine cappellano: da custode delle reliquie possedute dai re Merovingi, ad addetto al servizio nelle cappelle di palazzo, fino a custode dei luoghi dove in generale erano conservate delle reliquie, con la diffusione delle cappelle venne ad indicare un religioso autorizzato dal pievano della chiesa matrice a risiedere stabilmente e ad officiare nelle cappelle diffuse sul territorio, che per questo motivo venivano definite "espositure" o "cappellanie esposte". Inizialmente i cappellani venivano scelti dal pievano, ma nel corso dell'evoluzione e dell'acquisizione di maggiori diritti da parte delle cappelle, non mancarono i casi in cui i cappellani venivano scelti dalla comunità dei fedeli la quale, nella maggior parte dei casi, si assumeva anche le spese per il loro mantenimento (17).

Contesto generale La valle del Primiero si trova nella parte nord orientale del Trentino, solcata da nord a sud dal Torrente Cismon, confina verso est con la provincia di Belluno, a nord con la val di Fiemme raggiungibile attraverso il passo Rolle, a est con l'Agordino attraverso il passo Cereda, a ovest con il Tesino, attraverso il passo Brocon, mentre a sud l'accesso alla valle è garantito dalla gola dello Schener; il Primiero è quindi una zona di particolare interesse dal punto di vista geografico, poiché è un corridoio che permette il contatto tra il Tirolo a nord e il Veneto verso sud. Inizialmente fu solo via di passaggio per raggiungere la Valsugana, battuta soprattutto quando venne collegata dai romani alla via Claudia Augusta attraverso la via Paolina. Dendrofori, boscaioli, cavatori di torba crearono tuttavia solo piccoli nuclei di insediamenti per lo più stagionali, mentre veri e propri stanziamenti si sarebbero avuti nel V secolo quando diversi gruppi provenienti dalle zone limitrofe si rifugiarono nella valle del Cismon per fuggire alle devastazioni dei popoli "barbari" che provenivano dalle Alpi (18). Nel 570 Alboino, re dei Longobardi, accorpava la valle del Primiero a Feltre dando inizio ad una dipendenza politica che sarebbe continuata anche sotto la dominazione del successivo Impero romano-germanico. Le vicende che investirono il territorio di Feltre, della Valsugana, del Primiero fin verso l'anno Mille furono quelle che coinvolsero in generale le terre dell'Italia nord orientale. La comunità di Primiero pur dipendendo dal vescovo di Feltre, riuscì tuttavia a mantenere una sua autonomia amministrativa. Verso l'anno Mille la comunità era divisa in quattro regole dette "columelli"; si trattava di

15 organizzazioni rurali, identificabili con un insediamento che faceva capo ad un "marzollo" (così chiamato perché eletto il 1 marzo) che era il rappresentante della comunità deputato al governo. Le quattro regole nelle quali era diviso il territorio erano Imer unito a , Mezzano, Tonadico e Transacqua, che comprendeva anche Siror e Ormanico (19). A partire dal X secolo il vescovo di Feltre divenne feudatario dell'Impero, beneficiato dall'imperatore Ottone I con il titolo comitale e diversi privilegi, ma il territorio di Feltre venne consegnato in maniera ufficiale e definitiva ai vescovi di Feltre nel 1027, nel medesimo anno in cui l'imperatore Corrado II il Salico (1024-1029) concedeva il comitato di Trento al vescovo Udalrico II (1022-1055). Il comitato di Trento veniva quindi a comprendere tutto il territorio attualmente entro i confini provinciali e diocesani, con l'aggiunta del territorio che oggi appartiene alla provincia di Bolzano, fino a Merano (esclusa) nella valle dell'Adige e a Chiusa (esclusa) nella valle dell'Isarco, ma la Valsugana e il Primiero, rimasero, dal punto di vista religioso, legati alla diocesi di Feltre (20). Il nome ufficiale di Primiero si troverà nei documenti imperiali soltanto a partire dal XII secolo nella forma "Primeya" (in un documento del 1140 e in uno del 1179) e "Primerium" (in un documento del 1184) (21). Nel corso del XIV secolo le vicende che investirono il Principato vescovile di Trento e che videro antagonisti i rappresentanti delle grandi casate europee, che miravano ad ottenere i territori dei conti del Tirolo e ad assumerne i titoli, ebbero ripercussioni anche sui territori dipendenti dal vescovado di Feltre (22). Nel 1337, appena eletto, il vescovo di Feltre, Gorcia de Lusa (1337-1349), mantenendo per sé solo la podestaria di Primiero, governata prevalentemente tramite il suo vicario, consegnò la capitaneria di Primiero a Carlo di Lussemburgo e al fratello Giovanni, cosicché il Primiero divenne una giurisdizione feudale di dipendenza immediata dall'Impero (23). Gli eventi successivi videro il passaggio del Primiero nell'orbita delle diverse fazioni politiche coinvolte nelle guerre per la conquista del nord-est della penisola e dei valichi annessi, finché nel 1373 il Primiero passò nelle mani di Alberto III e Leopoldo, duchi d'Austria, che nel 1401 investivano del feudo e della signoria giurisdizionale di Primiero il conte Giorgio Welsperg, presidente della camera aulica di Innsbruck. I Welsperg, consapevoli della ricchezza dei boschi e del sottosuolo di Primiero (ricco di argento, piombo, rame e cinabro), versavano in cambio all'Austria una ragguardevole somma di denaro (24). Lo sfruttamento del legname e delle materie prime si tradussero in vantaggiosi commerci, soprattutto in occasione delle fiere. La più antica era quella di San Michele, che durava tre giorni e si teneva sulla piazza dell'antico mercato; gli arciduchi d'Austria concessero inoltre la possibilità di tenere annualmente verso la fine del mese di marzo 5 giorni di fiera, proprio in quell'insediamento che, verso la metà del XV secolo, avrebbe assunto il nome di "villa mercati Primeii" e successivamente di Fiera (25). Il Primiero rimase quindi stabilmente nell'orbita della casa d'Austria fino alla prima guerra mondiale, per circa quattro secoli sotto la giurisdizione Welsperg, mentre dal punto di vista religioso rimase legato alla diocesi di Feltre fino alla fine del Settecento, condividendo le vicende politiche, belliche, sociali della casa d'Austria e del nord Italia. La politica di modernizzazione e razionalizzazione del governo dell'Impero inaugurata da Maria Teresa d'Austria, volta all'accentramento del potere a scapito delle molteplici situazioni storico-politiche che caratterizzavano i territori e le comunità di montagna, e gli interventi successivi di Giuseppe II, modificarono i confini delle giurisdizioni di Trento e di Feltre (26). La situazione di Primiero era infatti inaccettabile per la casa d'Austria poiché vi era un territorio soggetto all'Impero che, dal punto di vista ecclesiastico, dipendeva dal vescovo di uno stato estero. Nel 1785, dopo qualche anno di trattative, la Congregazione Concistoriale emanava il 23 agosto il decreto di incorporazione al vescovado trentino dei paesi del Primiero e di Canal San Bovo. Il decreto veniva convalidato il 12

16 marzo 1786 dal governo austriaco che vi apponeva il "placet"; il vescovo di Feltre veniva risarcito della perdita delle terre, degli emolumenti e dei diritti feudali che aveva in Valsugana e Primiero con una somma in denaro. Da questa data quindi il Primiero entrò a far parte della diocesi trentina e ne condivise la sorte; dal punto di vista amministrativo il Primiero venne aggregato al Circolo dei confini d'Italia costituito nel 1785 con sede a (27).

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio parrocchiale di Tonadico Bibliografia ANDREATTA G. - VIOLA M. - NOVY R. - GHETTA F. - LANDO M. (a cura di), Un segno d'Europa. Il simbolo del Trentino, Trento 1989 Storia del Trentino. Volume IV: l'età moderna, a cura di M. BELLABARBA e G. OLMI, Bologna, 2002 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di storia religiosa, Verona, 2005 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 CURZEL E., L'organizzazione ecclesiastica della Valsugana nel Medioevo, IN: ID., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Verona 2005, pp. 89-125 CURZEL E. (a cura di), Pievi e parrocchie del Trentino, P.A.T., IPRASE del Trentino, SPART, Trento 2005 DI SIMONE M.R., Diritto e riforme nel Settecento Trentino, IN: Storia del Trentino, volume IV, L'età moderna, a cura di M. BELLABARBA, G. OLMI, Bologna, 2002 FARINA, M., Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa dal 1650 al 1803, IN: Storia del Trentino. Volume IV. L'età Moderna, Bologna 2000, pp. 505-551 GHETTA F., Di Principi vescovi: da Trento nell'Europa, IN: G. ANDREATTA, M. VIOLA, R. NOVY, F. GHETTA, M. LANDO (a cura di), Un segno d'Europa. Il simbolo del Trentino, Trento 1989, pp. 85-101 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 MONTEBELLO G.A., Notizie storiche topografiche e religiose della Valsugana e del Primiero, (TN), 1973 NICOLAO F., Imèr: storia, arte e vita. Imèr, 1978 PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994² ZIEGER A., Primiero e la sua storia, Trento, 1975

Note (1) Si consideri l'atto su pergamena del 20 ottobre 1269, conservato nell'archivio parrocchiale di Tonadico, nel quale vengono fissati i confini e le pertinenze tra le regole di Transacqua e di Tonadico (pubblicato in PISTOIA U., La valle di Primiero nel Medioevo. Gli statuti del 1376 e altri documenti inediti (Deputazione di Storia patria per le Venezie), Venezia 1992, pp. 170-178, n. 7, 8; trascrizione del medesimo in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1); si veda inoltre PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 45, per la rubrica XIIII degli Statuti di Primiero, p. 117.

17 (2) Cenni storico-artistici sulla cappella dei Santi Vittore e Corona e in generale sulle chiese e cappelle del decanato di Primiero si trovano nelle schede pubblicate sul sito del decanato di Primiero all'indirizzo www.decanatodiprimiero.it, consultato in data 14 ottobre 2014. (3) Il documento è datato 10 marzo 1703; si veda il fascicolo relativo ai rapporti tra il curato esposto e la comunità in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (4) Il documento è del 6 giugno 1745 e vi è allegata la supplica della comunità, nei documenti relativi alla concessione di diritti al curato in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (5) CASETTI A., Guida storico archivistica del Trentino, Trento 1964, pp. 802-803. (6) Il documento è datato 15 giugno 1756, nei documenti relativi alla concessione di diritti in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (7) Il documento è datato 26 dicembre 1765, nel medesimo si fa menzione del contratto stipulato l'8 aprile 1764, che viene appunto modificato; si veda il fascicolo relativo ai rapporti tra il curato esposto e la comunità in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (8) Documento del 6 marzo 1777, conservato nell'unità segnalata nella nota precedente. (9) Nel 1785 per decisione della Congregazione concistoriale il Primiero e Canal San Bovo venivano incorporate alla diocesi trentina. Questa decisione seguiva le richieste di Giuseppe II, che non poteva accettare che un territorio politicamente legato all'Austria dipendesse spiritualmente da uno stato estero. Il decreto venne convalidato il 12 marzo 1786 dall'autorità civile e la diocesi di Feltre si vide menomata della maggior parte della sua giurisdizione, riducendosi ad un territorio che andava poco aldilà della zona di Feltre e di Belluno. Si rimanda, per ulteriori indicazioni e per la bibliografia, al paragrafo relativo al contesto storico generale. (10) Documento con rescritto del 1 luglio 1790, nei documenti relativi alla concessione di diritti in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (11) Documento del 30 settembre 1863, conservato in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc." (A 15.3). (12) Le norme erano state promulgate con le circolari vescovili 3 marzo 1857, n. 552 e 25 ottobre 1862, n. 3462. (13) Il documento relativo alla vicenda è incompleto, in quanto si tratta della lettera accompagnatoria di un capitolato al quale si fa menzione, ma che non è allegato; si veda il documento del 19 maggio 1881 tra quelli relativi ai rapporti tra il curato esposto e la comunità in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (14) Documento del 15 aprile 1882, conservato nella medesima unità citata alla nota precedente; la richiesta fatta dal comune al decano, scritta nel verso del documento con data 5 maggio 1882, è probabilmente la minuta dell'originale spedito, viste anche le continue cancellazioni e correzioni. (15) CASETTI A., Guida storico archivistica, pp. 802-803. (16) Documento del 30 marzo 1911 in APT, Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc." (A 15.3). Le Quaranta ore erano organizzate in modo che ognuna fosse animata da una determinata categoria dei fedeli: donne, uomini, ragazzi, scolari, cantori, membri delle confraternite e di varie associazioni. (17) CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (Istituto di Scienze Religiose in Trento. Series maior V), Bologna 1999, pp. 73-78; ID., Pievi e parrocchie del Trentino, P.A.T., IPRASE del Trentino, SPART, Trento 2005.

18 (18) In generale sulla valle del Primiero: MONTEBELLO G.A., Notizie storiche topografiche e religiose della Valsugana e di Primiero, Rovereto 1973; ZIEGER A. Primiero e la sua storia, Trento 1975; PISTOIA U., La valle di Primiero. (19) MONTEBELLO G.A., Notizie storiche, pp. 431; PISTOIA U., La valle del Primiero, pp. 44-45. (20) KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone. Diritti derivanti al clero diocesano dalla sua soppressione, Trento 1964, pp. 3-7; NICOLAO F., Imèr: storia, arte e vita. Imèr 1978, pp. 9-14. (21) ZIEGER A., Primiero e la sua storia, p. 17. (22) La bibliografia in questo senso è piuttosto vasta si confrontino KÖGL J., La sovranità, p. 78, GHETTA F., Di Principi vescovi: da Trento nell'Europa, in Un segno d'Europa. Il simbolo del Trentino, a cura di ANDREATTA G., VIOLA M., NOVY R., GHETTA F., LANDO M., Trento 1989, pp. 85-101, in particolare pp. 86-87; NOVY R., Di imperatori, di re, di vescovi: da Praga per l'Europa, in Un segno d'Europa, pp. 41-60, in part. pp. 43-44. (23) MONTEBELLO G.A., Notizie storiche, p. 56. (24) In particolare ZIEGER A., Primiero e la sua storia, p. 42. (25) PISTOIA U., La valle del Primiero, p. 86. (26) Uno sguardo generale sulla situazione del Trentino in DI SIMONE M.R., Diritto e riforme nel Settecento Trentino e FARINA M., Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa dal 1650 al 1803, entrambi in Storia del Trentino. Volume IV. L'età Moderna, a cura di BELLABARBA M. e OLMI G., Bologna 2000, pp. 209-229, 505-551, in part. pp. 209-212 e pp. 536-548. (27) CURZEL E., L'organizzazione ecclesiastica della Valsugana nel Medioevo, in ID., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, pp. 89-125, in part. p. 96.

19 Ente Parrocchia di San Sebastiano {3}

1943 febbraio 1 -

Luoghi Tonadico

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 01/01/1703 - 31/12/2008

Storia Non vi sono documenti che comprovino l'elevazione di quella che era stata cappellania di Tonadico a curazia, prima che venisse eretta in parrocchia. Ancora alla fine dell'Ottocento il suo rettore veniva definito vicario espositurale; in documenti successivi, in particolare a partire dall'inizio del Novecento, si parla semplicemente di curato e di curazia, probabilmente più per analogia con le altre circoscrizioni religiose del territorio della pieve di Primiero, che non per un'effettiva modifica istituzionale, dal momento che i diritti di cui la cura godeva non erano mutati. L'erezione a parrocchia avvenne in un periodo tardo rispetto alla maggior parte delle curazie del Primiero, all'inizio negli anni Quaranta del Novecento, forse anche a causa dei problemi economici ai quali si dovette far fronte prima di poterla ottenere. I primi accordi per l'erezione a parrocchia di Tonadico vennero stipulati nel periodo in cui la seconda guerra mondiale era all'apice. Nella prima metà del 1942 la comunità dei fedeli presentava supplica al vescovo di Trento Carlo de Ferrari (1941-1962) per ottenere l'elevazione; il 16 giugno i capifamiglia di Tonadico deliberavano la rinuncia allo "ius presentandi" che avevano vantato fino a quel momento per il curato rimettendolo nelle mani del vescovo, in tal modo si creava il presupposto necessario per trasformare la curazia in parrocchia di libera collazione vescovile (1). All'inizio di gennaio del 1943 il curato scriveva al vescovo pregandolo di accelerare le pratiche, poiché la popolazione di Tonadico era impaziente di ottenere la separazione da Fiera, anche perché vi era stato un notevole sforzo economico da parte della comunità per raccogliere il denaro necessario per fondare la parrocchia. L'erezione a parrocchia era infatti subordinata ad un'assicurazione per l'importo di 6000 lire, da versare per l'integrazione del capitale "pro costituenda parrocchia", e al possesso di altre 2000 lire per la rescissione degli obblighi che legavano la curazia alla parrocchia di Santa Maria Assunta di Primiero, ossia per l'affrancamento dei diritti di stola (2). Il vescovo elevava la curazia di Tonadico a parrocchia con decreto del 19 gennaio 1943, n. 74, che sarebbe entrato in vigore il 1 febbraio successivo. Nel decreto di erezione venivano indicati anche le rendite e le garanzie sulle quali avrebbe potuto contare la parrocchia di nuova costituzione (3). Il 9 aprile 1943 don Pietro Doff Sotta veniva immesso nel regolare beneficio con il titolo di parroco. Non tutte le chiese filiali dipendenti dalla parrocchiale di Santa Maria Assunta di Fiera fino a questo momento avevano ottenuto il titolo parrocchiale, San Martino sarebbe stato eretto a parrocchia solo nel 1956, tuttavia già nei primi anni Quaranta del Novecento era sorto un problema legato ai confini parrocchiali e curaziali e agli ambiti di competenza delle diverse cure d'anima.

20 Con decreto del 23 marzo 1944, n. 698 l'Ordinariato, volendo porre fine alla questione, scriveva ai parroci interessati e comunicava che per le parrocchie di Transacqua, Mezzano, Siror e Tonadico, i confini venivano fissati nella strada passo Cereda-San Martino, dal ponte a nord del palazzo scolastico di Primiero fino al rio Lazer (4). La situazione veniva ulteriormente modificata il 18 aprile, almeno da quanto si evince dalla lettera che il 20 aprile la comunità inviava al vescovo, in cui dichiarava di non accettare che tutta la parte nuova di Tonadico venisse aggregata a Fiera (5). La situazione non avrebbe trovato una soluzione immediata e si sarebbe trascinata nei mesi successivi, con rimostranze di don Doff Sotta, che accusava l'Ordinariato di non aver rispettato gli accordi che erano stati presi verbalmente. Il 30 giugno 1944 il vescovo approvava i nuovi confini che, da quanto si evince dalla lettera medesima, erano stati concordati tra il parroco di Fiera e il parroco di Tonadico e che erano costituiti dal torrente Canali, dalla via Principe Umberto, dalla strada nazionale o statale, dalla via Passerella al parco fino al torrente Cismon (6). La questione era ancora aperta nel 1952 e veniva risolta solo nel 1969; con lettera del 29 gennaio la curia arcivescovile comunicava al parroco di Tonadico, che accettava, i confini della parte che sarebbe stata aggregata alla parrocchia di Siror ossia "la zona compresa fra il Cismon, a ovest (dalla confluenza del rio Lazer) e la linea, a sud, che ricollega il Cismon con il confine comunale, passando a nord del maso Gubert (Belder), attraversando la SS n. 50 del Grappa e del Rolle, passando a sud dell'albergo Rosetta" (7).

L'evoluzione della parrocchia dal punto di vista giuridico avrebbe seguito, a partire dagli anni Ottanta del Novecento, l'iter comune a tutte le parrocchie del Trentino. Con il Concordato del 18 febbraio 1984, "Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana che apporta modificazioni al Concordato lateranense", il riconoscimento della personalità giuridica degli enti ecclesiastici da parte dello Stato veniva ratificata nell'art. 7, comma 2. L'Accordo sarebbe entrato in vigore con lo scambio degli strumenti di ratifica (Concordato, art. 13) in forza della legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede" (8). All'Accordo si aggiungeva il "Protocollo" del 15 novembre 1984, con il quale venivano approvate le norme per la disciplina di tutta la materia degli enti e beni ecclesiastici, compreso il regime fiscale e quello degli impegni finanziari dello Stato, elaborate dalla Commissione paritetica italo-vaticana, appositamente istituita al momento della firma dell'Accordo. Tali norme vennero poi tradotte nella legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi", con il relativo decreto di attuazione del Presidente della Repubblica del 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" (9). Con decreto ministeriale 21 marzo 1986 e soprattutto dall'entrata in vigore del decreto ministeriale 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento" (10), il 24 gennaio 1987 la Parrocchia di San Sebastiano di Tonadico divenne ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, venne iscritta al Registro delle Persone Giuridiche del Tribunale di Trento (ora Commissariato del Governo per la Provincia di Trento) e, a decorrere dal medesimo 24 gennaio 1987, l'ente Chiesa di San Sebastiano di Tonadico veniva soppresso e tutti i suoi beni (con tutte le relative

21 pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) venivano assegnati all'ente Parrocchia di San Sebastiano con sede a Tonadico.

ELENCO DEI PARROCI

1943-1971 don Pietro Doff Sotta da Imer 1972-1989 don Erminio Vanzetta da Ziano 1990-2007 don Giovanni Merlin da Campodoro (PD) 2007-2014 don Duccio Zeni, parroco di Transacqua, Fiera di Primiero, Sagron, Tonadico, Transacqua e di Siror

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia", di origine greca con significato specifico di "vicinato", allude anche ad un "abitare provvisoriamente" ed indica quindi il fine del cristiano, che vive in un luogo, ma che ha lo spirito teso verso un'altra meta. L'attuale organizzazione del territorio diocesano sulla base delle parrocchie trova fondamento nella prima suddivisione del territorio soggetto alla sede vescovile iniziata nel corso del Medioevo e definita, dal punto di vista normativo, nel Concilio di Trento. La prima organizzazione del sistema pievano, che avrebbe avuto diffusione anche nell'Italia settentrionale, si basava sulla suddivisione del territorio diocesano in circoscrizioni minori, al centro delle quali si trovava una chiesa di diritto vescovile, che esercitava la "cura animarum" su un popolo di fedeli, entro i confini di un territorio in cui il pievano amministrava i sacramenti (battesimi, matrimoni, obiti) e riceveva i pagamenti delle decime. Il concetto di pieve riuniva quindi i tre concetti di "realtà vivente" (un popolo), "realtà di pietra" (una chiesa), "realtà circoscrizionale" (un territorio) e venne definendo maggiormente la sua fisionomia proprio nel momento in cui la diffusione delle cappelle esposte ne metteva in discussione il primato (11). L'evoluzione di queste realtà avrebbe portato progressivamente verso il sistema parrocchiale, indicato dal Concilio di Trento come necessario per una corretta gestione della "cura animarum", in particolare per la celebrazione dei sacramenti. I padri conciliari riconoscevano così ufficialmente le unità parrocchiali presenti e ne raccomandavano la creazione laddove queste non esistevano, di modo che ogni fedele fosse inserito in un contesto territoriale ben determinato affidato alla cura di un parroco, che aveva l'obbligo di residenza e il diritto e il dovere di amministrare i sacramenti (12). La parrocchia si configurava quindi come una ripartizione del territorio della diocesi, con una chiesa propria di libera collazione vescovile, affidata ad un parroco che si occupava della cura delle anime. Questa in sostanza fu anche la definizione alla quale si arrivò nel Codice di diritto canonico del 1917 (can. 216); nella nuova edizione del Codice del 1983 la fisionomia della parrocchia non cambia, ma ad essa, se eretta legittimamente, viene riconosciuta la personalità giuridica per il diritto stesso (can. 515, art. 3). Nel Concordato del 1984 il riconoscimento della personalità giuridica degli enti ecclesiastici da parte dello Stato veniva ratificata nell'art. 7, comma 2 ("Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede", 18 febbraio 1984) e nelle leggi successive di esecuzione (13).

Fonti normative Concordato 18 febbraio 1984, "Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana che apporta modificazioni

22 al Concordato lateranense" 15 novembre 1984, "Protocollo di approvazione delle norme per la disciplina della materia di cui all'art. 7 n. 6 dell'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato Lateranense" Legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede" Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento" Decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio parrocchiale di Tonadico Bibliografia CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di storia religiosa, Verona, 2005 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999

Note (1) Lettera del 16 giugno 1942, vistata dal decano di Primiero il 21 dicembre 1942 in APT, Ufficio parrocchiale di san Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti di curia costituzione di parrocchia etc." (A 15.3). (2) Lettera del 4 gennaio 1943 conservata nel fascicolo citato nella nota precedente; si vedano inoltre nel medesimo fascicolo i resoconti delle somme raccolte tra la popolazione per le "Offerte pro costituenda parrocchia". (3) L'atto di erezione è conservata tra le carte relative all'erezione a parrocchia nel fascicolo citato alla nota (1). (4) Per le notizie citate in seguito si vedano i documenti inerenti il problema dei confini parrocchiali nel fascicolo citato alla nota (1). (5) Lettera del 20 aprile 1944, si tratta in realtà di una minuta priva del mittente. (6) Lettere del 24 e 29 giugno 1944. (7) Lettera del 29 gennaio 1969. (8) Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 10 aprile 1985, n. 85, S.O. (9) Rispettivamente L. 222/1985 in Gazzetta Ufficiale, 3 giugno 1985, n. 129, S.O. e D.P.R. 33/1987 in Gazzetta Ufficiale, 19 febbraio 1987, n. 14.

23 (10) D.M. 30 dicembre 1986 in Gazzetta Ufficiale, 24 gennaio 1987, n. 19. (11) Sulle trasformazioni delle pievi in particolare per la Valsugana CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni (Biblioteca dei Quaderni di Storia Religiosa, 4), Verona 2005, pp. 89-125, in part. p. 91; in generale ID., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (Istituto di Scienze Religiose in Trento. Series maior V), Bologna 1999. (12) Dalla Sessione XXIV, cap. XIII, "Anche in quelle città e luoghi, dove le chiese parrocchiali non hanno confini ben definiti, e i loro rettori non hanno un popolo da reggere, ma amministrano solo indistintamente i sacramenti a chi li chiede, il santo sinodo comanda ai vescovi che, per potere ottenere con una maggiore certezza la salute delle anime loro affidate, diviso il popolo in parrocchie vere e proprie, assegnino a ciascuna un proprio parroco permanente, che possa conoscerle, e da cui soltanto ricevano lecitamente i sacramenti, o provvedano in altro modo migliore, secondo le esigenze del luogo. E cerchino di fare al più presto la stessa cosa nelle altre città e luoghi dove non vi sono affatto chiese parrocchiali. Ciò, non ostante qualsiasi privilegio e consuetudine, anche immemorabili". (13) Legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede", in Gazzetta Ufficiale, 10 aprile 1985, n. 85, S.O.

24 fondo A Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 1703 - 2008 {4}

Registri 24, quaderni 1, buste 5, fascicoli 11

Soggetti produttori Parrocchia di San Sebastiano, 1943 febbraio 1 - Cappellania di San Sebastiano, [1660] - 1943 gennaio 31

Contenuto Il fondo conserva la documentazione che veniva prodotta e conservata in generale dall'Ufficio parrocchiale, costituita da registri anagrafici e atti relativi, registri delle messe, dei legati e carteggio diverso inerente la "cura animarum".

Lingua Italiano; latino; tedesco

Incrementi previsti La parrocchia di San Sebastiano di Tonadico è un ente ancora attivo, quindi si prevede un incremento della documentazione.

Esistenza e localizzazione delle copie I registri anagrafici (nascite, matrimoni e morti) compilati dalle parrocchie trentine dal Concilio di Trento fino al 1923, anno in cui l'anagrafe passa ad essere una competenza dei comuni, sono stati tutti microfilmati e una copia è consultabile presso l'Archivio Diocesano di Trento.

25 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1883 - 1972 {5}

Registri 3

Contenuto Nella XXIV sessione del Concilio di Trento, tenutasi l'11 novembre 1563, quando i lavori erano quasi arrivati a conclusione, si affrontò la regolamentazione del sacramento del matrimonio; nella rubrica "De reformatione circa matrimoni", tra le altre disposizioni, si obbligavano i parroci a tenere e compilare un registro dei matrimoni e un registro dei battesimi. Il registro dei battesimi era estremamente importante, non solo perché il battesimo era il sacramento che permetteva al nuovo nato di salvarsi dalla dannazione ed entrare nella comunità cristiana, ma anche perché nel battesimo si instaurava con padrini e madrine un rapporto di cognazione spirituale, un legame più forte e maggiormente vincolante di quello di sangue; era quindi necessario conoscere e ricordare i vincoli di parentela spirituale, perché rendevano impossibile un'unione matrimoniale (1). Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614 veniva ribadita la necessità di tenere il registro dei battesimi e quello dei matrimoni. A conclusione del lungo capitolo sul significato e il valore del battesimo e sulle indicazioni da seguire nei casi di dubbia interpretazione, il "Rituale" concludeva "antequam infans ex ecclesia asportetur, aut susceptores discedant, eorum nomina, et alia de administratio baptismo ad praescriptam formam in baptismali libro, parochus accurate describat". Il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (2). Studi recenti hanno messo in luce come già prima del Concilio i vescovi di Trento avessero in diverse occasioni raccomandato la compilazione dei registri battesimali, per questo negli archivi delle parrocchie trentine si trovano registri già dall'inizio del XVI secolo (3). Se si escludono le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non apportarono variazioni significative alla gestione dei registri compilati a cura dei sacerdoti, si deve arrivare fino al 1781 per trovare, per i territori soggetti all'Impero, una importante innovazione che modifica il ruolo stesso dei curatori d'anime. Con circolare imperale del 1 maggio 1781 i registri parrocchiali (non solo quindi quelli dei battesimi, ma anche quelli di matrimoni e morti) vennero investiti di valore pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Il governo bavarese tolse ai parroci il ruolo di ufficiali civili e con disposizione del 24 settembre 1808 la gestione dell'anagrafe venne trasferita ai consigli comunali (4). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri anagrafici (5). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel periodo in cui ne erano stati esentati (6). Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare registri anagrafici prestampati, che facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati raccolti.

26 I parroci mantennero quindi il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il 1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile (7).

La serie è costituita da tre registri il primo dei quali inizia nel 1883; Tonadico aveva ottenuto dalla parrocchiale il diritto di celebrare i battesimi nel 1863, inizialmente tuttavia riceveva i fascicoli per la registrazione dei battesimi dalla parrocchiale stessa e li restituiva ogni anno, affinché i dati fossero trascritti nel registro dei battesimi conservato a Fiera. A partire dal 1883 intercorsero nuovi accordi tra il decano e il cappellano di Fiera e quindi è da questo momento che nella cappellania si comincia la compilazione di registri propri.

Criteri di ordinamento e inventariazione Per gli estremi cronologici dei registri dei nati e battezzati quale data iniziale viene indicata quella del giorno della nascita, quale data finale si indica quella del battesimo, anche se nella maggior parte dei casi il battesimo veniva impartito il medesimo giorno della nascita.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica (1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617

Fonti normative Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale" Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile"

Note (1) "Parochus antequam ad baptismum conferendum accedat diligenter ab iis ad quos spectabit sciscitetur quem vel quos elegerint ut baptizatum de sacro fonte suscipiant et eum vel eos tantum ad illum suscipiendum admittat et in libro eorum nomina describat doceat que eos quam cognationem contraxerint ne ignorantia ulla excusari valeant" (Sessione XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. II; l'obbligo di tenere il registro dei matrimoni è al cap. I). (2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 11-19, con i modelli per la registrazione alle pp. 378-384. Venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.

27 (3) Si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, in particolare per i registri battesimali pp. 48-55; SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 277-319, in part. p. 282. (4) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976. (5) "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti", in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406; GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile, in La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, a cura di G. COPPOLA - C. GRANDI, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282. (6) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a continuare a svolgere i loro compiti e ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali Trentini, pp. 53-54. (7) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello Stato civile".

A 1.1 {6} "[Registro] dei nati e battezzati. I 1883-1910" 1883 gennaio 6 - 1910 ottobre 2 Altre denominazioni: I volume: nati 1883-1910 (tit. dorso) Il registro è parzialmente aggiornato con le date di matrimonio e di morte fino al 15 novembre 2010. Contiene due certificati di nascita e battesimo all'estero del 1898 e del 1906 (incollati alle pagine). Italiano, tedesco Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 98 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 24 n.n.

A 1.2 {7} "Registro nati e battezzati della curazia di Tonadico. II dal novembre 1910-1941" 1910 novembre 1 - 1941 giugno 4 (1) Altre denominazioni: II volume: nati 1910-1941 (tit. dorso) Sul foglio di guardia è incollato un foglio con note sul numero degli abitanti di Tonadico, su quelli presenti in paese e quelli assenti (s.n.). Il registro è stato aggiornato parzialmente con le date di matrimonio e di morte fino al 19 febbraio 2013. Contiene atti di nascita e battesimo del 1914, 1938, 1939, 1940 di bambini nati fuori parrocchia e all'estero. Italiano, francese Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 99 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 23 n.n. Note (1) Cronologicamente questa è l'ultima data registrata, ma all'ultima registrazione, corrispondente al num. 6, segue un num. 6 bis, con data 15 giugno 1940.

A 1.3 {8} "Nati e battezzati dall'anno 1941 all'anno 1972. Tonadico. Volume III" 1941 giugno 12 - 1972 novembre 26 Altre denominazioni: "III volume: nati 1941-1972"

28 Il registro viene aggiornato saltuariamente con le date dei sacramenti impartiti successivamente (in particolare cresima e matrimonio) e della morte fino al 9 dicembre 2010. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 98 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 30 n.n.

29 serie A 2 Registri dei matrimoni, 1943 - 1970 {9}

Registri 1

Contenuto Nella XXIV sessione del Concilio di Trento, tenutasi l'11 novembre 1563, quando i lavori erano quasi arrivati a conclusione, si affrontò la regolamentazione del sacramento del matrimonio. Nella rubrica "De reformatione circa matrimoni" si impose ai parroci la necessità di tenere (oltre ad un registro dei battesimi) un registro dei matrimoni, nel quale registrare diligentemente i nomi dei coniugi e dei testimoni e il giorno e il luogo in cui si celebra il matrimonio (1). Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614 veniva ribadita la necessità di tenere il registro dei matrimoni e quello dei battesimi. A conclusione della trattazione relativa al sacramento del matrimonio il "Rituale" concludeva "peractis omnibus, parochus manu sua describat in libro matrimonium nomina coniugum et testium, locum et diem celebratii Matrimonii, atque alia iuxta formulam præscriptam; idque licet alius Sacerdos vel a se vel ab ordinario delegatus matrimonium celebraverit". Il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (2). Se si escludono le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non apportarono variazioni significative alla gestione dei registri parrocchiali, si deve arrivare fino al 1781 per trovare, per i territori soggetti all'Impero, una importante innovazione, che modifica il ruolo stesso dei curatori d'anime. Con circolare imperale del 1 maggio 1781 i registri parrocchiali (non solo quelli dei matrimoni, ma anche quelli di battesimi e morti) vennero investiti di valore pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Il governo bavarese tolse ai parroci il ruolo di ufficiali civili e con disposizione del 24 settembre 1808 la gestione dell'anagrafe venne trasferita ai consigli comunali (3). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri anagrafici (4). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel periodo in cui ne erano stati esentati (5). Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare i registri prestampati che facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati inseriti. I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il 1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile (6). Durante la dominazione austriaca il matrimonio religioso aveva anche validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per contrarre matrimonio (7). Con il passaggio del Trentino al Regno d'Italia al matrimonio religioso non venne più riconosciuto valore civile e quindi, perché l'unione fosse valida civilmente e ecclesiasticamente, si doveva fare una doppia celebrazione. Con l'art. 34 del "Trattato fra la Santa Sede e l'Italia", sottoscritto l'11 febbraio 1929, al matrimonio religioso veniva riconosciuto a tutti gli effetti anche valore civile, poiché "Lo Stato italiano, volendo ridonare all'istituto del matrimonio, 30 che è base della famiglia, dignità conforme alle tradizioni cattoliche del suo popolo, riconosce al sacramento del matrimonio, disciplinato dal diritto canonico, gli effetti civili" (8). Con la successiva legge 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929 fra la Santa Sede e l'Italia", nella parte relativa al matrimonio, venivano pubblicate le norme per la validità del matrimonio religioso ai fini civili (9). Il parroco era quindi chiamato a raccogliere la documentazione necessaria per l'istruzione della pratica matrimoniale e a verificarne la validità. A matrimonio celebrato era compito del parroco informare gli sposi sugli obblighi civili derivanti dal matrimonio religioso, compilare il registro parrocchiale e inviare all'Ufficio di stato civile del comune la copia dell'atto di matrimonio. L'Ufficio avrebbe quindi comunicato al parroco l'avvenuta registrazione e il numero relativo, che egli avrebbe annotato nel registro parrocchiale.

La serie è costituita da un unico registro, Tonadico ottenne infatti il diritto a celebrare matrimoni a partire dal momento in cui venne elevato a parrocchia.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica (1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989 Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617

Fonti normative Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale" Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "ntorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Patti Lateranensi (Trattato, Convenzione finanziaria, Concordato) stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e l'Italia Legge 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929 fra la Santa Sede e l'Italia, nella parte relativa al matrimonio"

Note (1) "Habeat parochus librum in quo coniugum et testium nomina diem que et locum contracti matrimonii describat quem diligenter apud se custodiat" (Sessione XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. I, l'obbligo di introdurre i registri di battesimo è al par. II). (2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237, con i modelli per la registrazione alle pp. 378-384; venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614. (3) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976.

31 (4) "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti", in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406; GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282. (5) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a continuare a svolgere i loro compiti e continuare ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 53-54. (6) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello Stato civile". (7) Codice civile austriaco, par. 80. (8) Pubblicato negli "Acta Apostolicae Sedis", n. 6, 7 giugno 1929; l'art. 34 indicava inoltre che "Le pubblicazioni del matrimonio ... saranno effettuate, oltre che nella chiesa parrocchiale, anche nella casa comunale. Subito dopo la celebrazione il parroco spiegherà ai coniugi gli effetti civili del matrimonio, dando lettura degli articoli del Codice civile riguardanti i diritti ed i doveri dei coniugi e redigerà l'atto di matrimonio, dei quale entro cinque giorni trasmetterà copia integrale al comune, affinché venga trascritto nei registri dello stato civile". (9) Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 8 giugno 1929, n. 33.

A 2.1 {10} "Matrimoni anni 1943-1970 Tonadico" 1943 febbraio 25 - 1970 maggio 30 Altre denominazioni: "I volume matrimoni 1943-1970" (tit. dorso) Registro; carta, legatura in tela, pp. 184 num. (1), con indice a rubrica alla fine di cc. 20 n.n. Note (1) Viene registrato un atto matrimoniale su ogni singola pagina, quindi il numero di pagina corrisponde al numero di atto.

32 serie A 3 Registri dei morti, 1910 - 1989 {11}

Registri 1

Contenuto Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614, i libri dei morti erano annoverati tra i registri che il parroco doveva compilare insieme a quelli dei battesimi, dei matrimoni, delle cresime e dello stato delle anime; il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (1). I registri dei morti seguirono in generale la stessa sorte dei registri dei battezzati e dei matrimoni per cui, escludendo le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non apportarono variazioni significative alla gestione dei libri compilati a cura dei parroci, si deve arrivare fino al 1781 per trovare, nei territori soggetti all'Impero, una importante innovazione che modifica il profilo degli stessi curatori d'anime. Con circolare imperale del 1 maggio 1781 i registri parrocchiali (non solo quelli dei morti, ma anche quelli di battesimi e matrimoni) vennero investiti di valore pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Il governo bavarese tolse ai parroci il compito di ufficiali civili e la gestione dell'anagrafe, con disposizione del 24 settembre 1808 venne trasferita ai consigli comunali (2). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri anagrafici (3). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel periodo in cui ne erano stati esentati (4). Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare i registri prestampati che facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati raccolti. I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il 1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le disposizioni relative allo stato civile (5).

La serie è costituita da un unico registro con le registrazioni dei decessi a partire dal 1943, nel quale è stato rilegato un fascicolo con le registrazioni a partire dal 1910.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica (1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989 Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617 33 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Fonti normative Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale" Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile"

Note (1) "Formulae scribendis in libris habendis apud parochos ut infra notatur: liber defunctorum habeatur etiam in omnibus ecclesiis, in quibus defunctibus sepeliuntur", in "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617", pp. 378- 384. Il "Rituale" venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614. (2) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976. (3) Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti, in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406; GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282. (4) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a continuare a svolgere i loro compiti e continuare ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 53-54. (5) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello Stato civile".

A 3.1 {12} "I volume morti 1943-1989" (tit. dorso) 1910 marzo 1 - 1989 dicembre 30 Nel registro è rilegato un fascicolo con le registrazioni dei morti dal 1 marzo 1910 al 15 gennaio 1943 scritto tutto dalla stessa mano con indice proprio compilato da mano diversa. Le registrazioni proprie del registro iniziano il 12 febbraio 1943 e si concludono il 30 dicembre 1989. Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. num. 1-179, pp. 180-183 num. non compilate, con indice a rubrica alla fine di cc. 11 n.n.; per il fascicolo rilegato pp. num 1-65, indice alfabetico a rubrica alla fine di cc. 8 n.n.

34 serie A 4 Registri dei cresimati, 1910 - 1971 {13}

Registri 1

Contenuto La compilazione dei registri dei cresimati veniva raccomandata nel "Rituale Romanum" di Paolo V pubblicato nel 1614. I registri in questione erano annoverati tra quelli che il parroco aveva l'obbligo di compilare, insieme a quelli dei battesimi, dei matrimoni, dei morti e dello stato delle anime; il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (1). Le costituzioni promulgate in seguito da Ludovico Madruzzo (cap. 11, "De sacramento confirmationis") e dai vescovi delle diocesi limitrofe alla diocesi di Trento (Padova, Feltre, Bressanone) raccomandavano di tenere nota dei fedeli che avevano ricevuto il sacramento della confermazione (2). I registri dei cresimati non avevano valore ufficiale sul piano civile, come era invece per i registri dei nati, dei matrimoni e dei morti, ma servivano per tenere memoria dei rapporti di cognazione spirituale che si creavano tra cresimati e padrini (o madrine); il legame spirituale che si instaurava era più forte e maggiormente vincolante di quello di sangue, era quindi necessario conoscere e ricordare i vincoli di parentela spirituale, perché rendevano impossibile un'unione matrimoniale (3). I registri dei cresimati rimasero quindi fuori dalle regolamentazioni dettate dall'autorità civile e la loro compilazione era spesso più libera e si limitava a lunghe liste di nominativi con l'aggiunta di pochi altri dati.

La serie è costituita da un unico registro nel quale sono annotati i cresimati della cappellania e poi parrocchia di Tonadico in ordine alfabetico, numerati progressivamente partendo da 1 per ogni anno nel quale viene somministrato il sacramento, sebbene poi vi siano alcune variazioni a questa pratica dovute ad aggiunte successive. Gli intervalli di tempo che intercorrono tra le diverse somministrazioni del sacramento della cresima variano da più di dieci anni per il primo periodo, con più di 240 cresimati in una sola celebrazione e con età da due a oltre venti anni, fino a intervalli di un solo anno con un numero di cresimati variabile da 30 a 70 circa. I nominativi di coloro che vengono cresimati in occasioni diverse, soprattutto fuori parrocchia, vengono aggiunti alla fine delle registrazioni dei vari anni, non rispettando nella maggior parte dei casi né l'ordine alfabetico né cronologico.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011 Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617

Note (1) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237, i modelli per la registrazione alle pp. 378-384); il "Rituale" venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.

35 (2) "Constitutiones illustrissimi et reverendissimi domini domini Ludovici Sanctae Romanae Ecclesiae tituli Sancti Laurentii in Lucina, presbyteri cardinalis Madrutii, episcopi Tridenti, & c. in dioecesana synodo promulgatae anno 1593", Tridenti apud Ioannem Baptistam Gelminum, 1594. (3) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV- XX), Trento 2011, pp. 53-54.

A 4.1 {14} "Registro dei cresimati. Curazia di Tonadico" 1910 giugno 14 - 1971 maggio 20 Alla c. 16s tra il num. 168 e 169 (anno 1922) viene aggiunto un nominativo con data della cresima 1923; alla c. 26s a seguire il num. 39, ultimo cresimato per il 1936, vengono aggiunti diversi nominativi di cresimati negli anni 1932, 1933, 1938, 1941, 1942. Registro; carta, legatura in tela, cc. 49 num. sd, indice alfabetico a rubrica alla fine di cc. 20 n.n. non compilato

36 serie A 5 Registri anagrafici (Stato delle anime), post 1920 {15}

Registri 2

Contenuto I registri anagrafici, compilati a cura del sacerdote in cura d'anime, sono gli eredi di quelli che erano nati come registri dello "status animarum", introdotti principalmente quale strumento per controllare che i fedeli, seguendo le norme ecclesiastiche, si accostassero all'eucaristia almeno il giorno di Pasqua, così come era stato stabilito dal IV Concilio Lateranense nel 1215 (can. 21) e poi più volte ribadito a livello sinodale e conciliare (1). Nel "Rituale Romanum" del 1614 si richiamava l'obbligo della comunione pasquale e, rifacendosi alle prescrizioni del Laterano, si ordinava "ut hoc salutare concilii decretum inviolabiliter servetur, descripta parochus habeat nomina suorum parochianorum et qui dicto tempore [cioè il giorno di Pasqua] non communicaverint", il "Rituale" prevedeva poi in maniera specifica che i registri dello "status animarum", dei battesimi, dei matrimoni e dei defunti fossero posseduti da tutti i sacerdoti con cura d'anime, indicando, anche per questa tipologia di registrazioni, le formule precise per una corretta compilazione (2). Dall'inizio del XIX sec. i registri dello "status animarum", pur mantenendo in molti casi la medesima denominazione, persero la funzione di controllo dei fedeli presenti all'eucaristia pasquale e divennero strumenti con i quali i sacerdoti tenevano nota della condizione generale della vita religiosa della parrocchia o comunque della cura d'anime a loro affidata. I registri venivano quindi a rappresentare per un verso uno spaccato della vita religiosa còlto in un preciso momento, ma per un altro seguivano l'evoluzione dello stato dei fedeli, dal momento che i dati venivano continuamente aggiornati con nuove notizie. Il passaggio di forma e di finalità coincise in molti casi anche con un cambiamento della denominazione, così da registri dello "status animarum" passarono ad essere indicati semplicemente come registri anagrafici (3).

La serie dei registri anagrafici di Tonadico è costituita da due registri, uno a colonne prestampate, un secondo compilato solo parzialmente. Nel primo registro viene annotata la composizione dei nuclei famigliari della parrocchia di Tonadico con nome e cognome del padre e della madre e a seguire il nome dei figli; per tutti viene indicata la data di nascita, ma solo per una minima parte viene segnalata la morte o con una semplice croce a margine o con l'indicazione dell'anno. L'ordine di registrazione non è né alfabetico, né cronologico: nella prima colonna viene riportato un numero da 3 a 158; alcune lacune nella numerazione e la ripetizione di alcuni numeri farebbero supporre che si tratti del numero di casa. Quanto alla datazione, il registro è privo di indicazioni precise in merito alla compilazione, ma risulta compilato tutto da una stessa mano, fino all'ultima data registrata che risale al 1920 (corrisponde ad una data di morte); il più tardo degli aggiornamenti successivi viene compilato da mano diversa nel 1930 (corrisponde ad una data di nascita).

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda ALBERIGO G., DOSSETTI G.L., JOANNOU P.P., LEONARDI C., PRODI P. (a cura di), Conciliorum Oecomenicorum decreta, Bologna 1991 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli 37 XV-XX), Trento 2011 ECCHER L., Le costituzioni sinodali di Niccolò da Brno (1344), IN: "Studi Trentini di Scienze Storiche", sez. I, 85 (2006), n. 2, pp. 129-163; n. 3, pp. 287-316 Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617

Note (1) ALBERIGO G. – DOSSETTI G.L. – JOANNOU P.P. – LEONARDI C. – PRODI P. (a cura di), "Conciliorum Oecomenicorum decreta", Bologna 1991, pp. 244-245. A seguito delle prescrizioni del lateranense l'obbligo della comunione pasquale veniva promulgato nelle costituzioni sinodali di Niccolò da Brno nel 1344; la costituzione 26 richiamava gli arcipresbiteri, i pievani e i vicari a predicare ai propri fedeli la necessità di comunicarsi almeno nel giorno di Pasqua poiché a coloro che non lo avessero fatto e fossero morti entro l'anno sarebbe stata negata la sepoltura cristiana, a meno che non potessero provare di essere stati esonerati dalla comunione da un sacerdote. La costituzione imponeva anche, a tutti quelli che avevano l'età della ragione ("annos discretionis"), di partecipare alle messe domenicali e festive nella propria parrocchia (ECCHER L., Le costituzioni sinodali di Niccolò da Brno (1344), "Studi Trentini di Scienze Storiche", sez. I, 85 (2006), n. 2, pp. 129-163; n. 3, pp. 287-316, in part. p. 304). Anche il Concilio di Trento aveva ribadito la necessità dell'Eucaristia pasquale nella sessione XIII, "Decretum de SS. Eucharistia". (2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", pp. 67-68, i modelli per la registrazione alle pp. 378-384; venne promulgato il 17 giugno 1614 con la costituzione "Apostolicae sedis". Il sacerdote avrebbe non solo dovuto richiamare i fedeli che non avessero partecipato all'eucaristia pasquale, ma anche denunciarli, se avessero continuato a rifiutare di accostarsi alla comunione. (3) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV- XX), Trento 2011, pp. 59-62.

A 5.1 {16} "Anagrafe Tonadico" post 1920 (con aggiornamenti fino al 1930) Alle cc. 26-27 è trascritto il testo di un'omelia sulla figura di san Pietro; alla c. 31 è trascritto il testo "La fame bolscevica", ossia l'appello del papa per aiutare la popolazione della Russia che sta attraversando un periodo di carestia e non ha più di che sopravvivere (s.d. ma probabilmente riferito alla carestia 1921-1923). Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 34 n.n., di cui cc. 22-25, 28-30, 32-34 n.n. bianche

A 5.2 {17} Registro anagrafico post 1930 - [1935] Si tratta di un registro compilato in ordine alfabetico, solo per una parte della lettera B i nomi registrati sono i medesimi del precedente (1). Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 2 n.n., seguono molte cc. bianche Note (1) Vi era forse la volontà di razionalizzare il precedente registro organizzando i nomi in ordine alfabetico.

38 serie A 6 Registri degli sponsali, 1945 - 1966 {18}

Registri 1

Contenuto Nella sessione XXIV del Concilio di Trento "De reformatione circa matrimonii", venivano poste delle clausole alla validità del matrimonio e si deliberava che "Laddove si contragga matrimonio senza la presenza del proprio parroco, o di un prete delegato dal proprio parroco o dal vescovo, e senza la presenza di due o tre testimoni, il sacro sinodo lo ritiene nullo"; si trattava di una norma finalizzata a limitare la pratica dei matrimoni stipulati in segreto (1). Successivamente il "Rituale Romanum" pubblicato nel 1614 si occupò di normativa matrimoniale, dettando a sua volta regole per impedire che l'unione avvenisse in modo clandestino e segreto. In primo luogo veniva richiamato l'obbligo delle pubblicazioni nella chiesa degli sposi, se entrambi appartenevano alla medesima parrocchia, in caso contrario, le pubblicazioni avrebbero dovuto essere fatte anche nella parrocchia da cui provenivano i nubendi. Ai parroci veniva inoltre raccomandato di non unire in matrimonio persone che non conoscevano, come pellegrini e viandanti che non avevano stabile dimora; allo stesso tempo si proibiva agli sposi di rivolgersi a parroci che non fossero quelli della loro parrocchia (2). Il 10 agosto 1907 papa Pio X pubblicava il decreto "Ne temere", che sarebbe entrato in vigore dal 19 aprile 1908 (giorno di Pasqua) e che, rifacendosi alla normativa dettata dal Concilio di Trento nella XXIV sessione, rinnovava il valore degli obblighi dettati dai padri conciliari, ribadendo o approfondendo norme già esistenti e dettandone di nuove. Il I capitolo della "Ne temere" introduceva espressamente l'obbligo per gli sposi di scambiarsi una promessa matrimoniale che, per essere valida, doveva essere firmata da entrambi alla presenza del parroco e di almeno due testimoni (3).

La serie è costituita da un unico registro nel quale vengono trascritte le promesse di matrimonio, che iniziano con due anni di ritardo rispetto al registro degli atti matrimoniali. Su ogni pagina, costituita da tabella prestampata, viene registrata un'unica promessa e quindi la numerazione delle pagine corrisponde alla numerazione delle promesse. Le promesse matrimoniali registrate non riportano la data del giorno in cui sono state fatte, ma solo la data delle tre pubblicazioni fatte in chiesa; quale data di inizio e fine del registro si assumono quindi le data della prima e dell'ultima pubblicazione.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617

Note (1) Concilio di Trento, Sessione XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. I. (2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237; venne promulgato il 17 giugno 1614 con la costituzione "Apostolicae sedis". (3) Pubblicata in "Foglio diocesano", a. 1908, n. 3. La promessa non era vincolante, poiché se uno dei due futuri sposi fosse venuto meno alla promessa fatta, il matrimonio non avrebbe comunque potuto essere celebrato; questa norma si 39 accordava con quanto era previsto dal Codice civile austriaco che non considerava la promessa vincolante nel momento in cui uno degli sposi non l'avesse rispettata.

A 6.1 {19} Registro degli sponsali ante 1945 dicembre 16 - ante 1966 aprile 17 Registro; carta, legatura in tela, pp. 136 num. (manca il num. 134), cc. 4 n.n. non compilate

40 serie A 7 Atti matrimoniali, 1943 - 1969 {20}

Buste 4

Contenuto Con la circolare imperale del 1 maggio 1781 il curatore d'anime venne investito dell'autorità di funzionario pubblico, incaricato di istruire la pratica matrimoniale, raccogliere la documentazione necessaria, richiedere e rilasciare certificati ad altre parrocchie, occuparsi delle pubblicazioni; in sostanza il parroco garantiva la correttezza delle operazioni burocratiche perché il matrimonio avesse valore, sia dal punto di vista religioso che da quello civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Il curatore d'anime raccoglieva quindi la documentazione necessaria in fascicoli nominativi, nei quali venivano conservati gli esiti degli esami di religione, i consensi paterni (necessari per i minorenni), gli attestati di avvenute pubblicazioni, le attestazioni di regolarità nei confronti dei sacramenti ricevuti dagli sposi (battesimo, cresima), eventuali dispense vescovili. Per il territorio tirolese dal 1820 vennero resi obbligatori anche i certificati politici, che venivano rilasciati dal comune e che attestavano la capacità economica del futuro marito di mantenere una famiglia; senza questa attestazione il matrimonio non poteva essere celebrato (1). La maggior parte di questa documentazione era costituita da carte sciolte e solo per alcune tipologie di dati si faceva invece ricorso alle registrazioni in quaderno o registri appositi (per esempio per i consensi paterni). I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni avvenuto il 1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, vennero estese alle nuove province annesse le disposizioni governative relative allo stato civile (2). Gli accordi tra la Santa Sede e lo Stato italiano stipulati tramite il Concordato del 1929, restituirono al matrimonio religioso il valore civile e con l'art. 34 veniva stabilito che, a matrimonio celebrato, il sacerdote doveva stilare l'atto di matrimonio, trasmetterne copia integrale al comune entro 5 giorni, affinché venisse trascritto nei registri di stato civile (3). L'ufficiale di stato civile inviava quindi a sua volta al parroco l'attestazione di avvenuta registrazione, con il numero assegnato nel registro comunale, che il parroco indicava nel registro parrocchiale dei matrimoni. Dopo il 1929 la comunicazione al sacerdote dell'avvenuta registrazione ai fini civili è in generale l'ultimo documento che viene inserito nel fascicolo matrimoniale. La documentazione conservata nei fascicoli matrimoniali è piuttosto omogenea dal punto di vista del contenuto, anche se vi sono pratiche matrimoniali che conservano solo poche carte, mentre altre sono piuttosto voluminose. Questa disparità va attribuita non tanto ad una raccolta di documenti più o meno accurata, quanto piuttosto a qualche spostamento di carte o a perdite accidentali, dal momento che è stato recentemente studiato come i sacerdoti venissero istruiti sulla corretta procedura da seguire per l'iter burocratico, attraverso norme inviate tramite lettere circolari, diffusione di moduli prestampati e manuali pratici, che uniformavano le attività dei sacerdoti stessi contribuendo a costituire raccolte documentarie omogenee nelle diverse parrocchie (4).

41 La serie è costituita da 4 buste.

Criteri di ordinamento e inventariazione I singoli atti matrimoniali sono raccolti in fascicoli nominativi, in teche riportanti sul primo foglio tabelle prestampate compilate con i dati degli sposi e la data del matrimonio. Gli atti erano raccolti in 4 mazzi, legati con lo spago contenenti un numero variabile di fascicoli; le date estreme degli atti di un plico erano segnate su un biglietto fissato allo spago. I plichi così costituiti sono stati descritti a livello di busta; gli atti sono stati numerati secondo la numerazione che presentano nel registro dei matrimoni (il numero è indicato a matita nell'angolo in basso a destra).

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Fonti normative Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile" Patti Lateranensi (Trattato, Convenzione finanziaria, Concordato) stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e l'Italia

Note (1) Decreto della Cancelleria aulica, 12 maggio 1820. (2) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello Stato civile". (3) "Trattato fra la Santa Sede e l'Italia sottoscritto l'11 febbraio 1929", pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, n. 6, 7 giugno 1929; L. 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929 fra la Santa Sede e l'Italia, nella parte relativa al matrimonio". (4) BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 153-300; BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 57-58.

A 7.1 {21} "Tonadico: atti matrimoniali 1943-1949" 1943 - 1949 (con documento del 1927) Negli atti di matrimonio del 1944 si trova la documentazione (parziale) relativa ad un matrimonio non registrato in quanto celebrato fuori parrocchia. Italiano, latino, tedesco, francese Busta; carta, cc. 442

A 7.2 {22} Atti matrimoniali 1950-1956 1949 - 1956 42 Negli atti di matrimonio del 1952 e del 1955 si trova la documentazione relativa a due matrimoni non registrati in quanto celebrati fuori parrocchia. Italiano, portoghese, latino, inglese, francese Busta; carta, cc. 457

A 7.3 {23} Atti matrimoniali 1957-1964 1957 - 1963 Negli atti di matrimonio del 1957 si trova la documentazione relativa a tre matrimoni non registrati in quanto celebrati fuori parrocchia. Italiano, latino, francese, spagnolo Busta; carta, cc. 424

A 7.4 {24} Atti matrimoniali 1965-1969 1964 - 1969 Negli atti di matrimonio del 1965 e del 1969 si trova la documentazione relativa a due matrimoni non registrati in quanto celebrati fuori parrocchia. Italiano, latino, croato Busta; carta, cc. 415

43 serie A 8 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1898 - 2008 {25}

Fascicoli 1

Contenuto La serie è costituita da una busta nella quale è raccolta la documentazione relativa a nascite, matrimoni e morti avvenute fuori dalla cura d'anime di Tonadico. La documentazione comprende comunicazioni ai sacerdoti di nascite, matrimoni e morti, richieste di certificati di battesimo e di matrimoni, estratti dei registri dell'anagrafe, comunicazioni e certificati di morte provenienti da curazie e parrocchie e da diverse autorità civili sia del territorio del Regno, sia da stati esteri.

A 8.1 {26} Atti di anagrafe 1898 - 2008 Notifiche di battesimi impartiti fuori parrocchia, all'estero o in "periculo mortis" presso gli ospedali, attestati rilasciati per il conseguimento della cresima, notifiche di matrimoni celebrati fuori parrocchia o all'estero, permessi di seppellimento rilasciati dall'Ufficio di stato civile alla parrocchia con il nulla osta per la celebrazione delle esequie; nel fascicolo sono inoltre contenute le richieste pervenute dall'estero di ricerche genealogiche da parte di emigrati. Italiano, portoghese, latino, tedesco, francese, spagnolo Fascicolo; carta, cc. 165

44 serie A 9 Diari delle messe avventizie, 1880 - 1989 {27}

Registri 11

Contenuto Secondo quanto indicato nella circolare vescovile del 4 gennaio 1777, i diari delle messe erano gli strumenti con i quali i parroci avrebbero dovuto controllare che i sacerdoti operanti in parrocchia celebrassero nel numero e nei tempi corretti le messe, ordinarie o legatarie, che avevano in carico. La circolare prevedeva infatti che fosse tenuto un libro "in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii et capellaniae quam legatarias perpetuas ac insuper alium separatum librum in quo notentur missae adventitiae signatae in utroque libro cuiuscumque celebrationis die" e specificava inoltre, che tale libro avrebbe dovuto essere consegnato periodicamente al proprio parroco, al quale spettava verificare la corretta esecuzione degli oneri missari (1). La compilazione dei diari delle messe aveva trovato ampia regolamentazione nel corso del XVII e XVIII secolo; nel 1697 con la costituzione apostolica "Nuper" ("De celebratione missarum") Innocenzo XII (1691-1700) rese obbligatoria la registrazione dei legati e delle messe in base alla loro tipologia, confermando decreti precedenti già emanati dalla Congregazione del Concilio. In ogni sacrestia di chiesa con cura d'anime dovevano quindi esserci una tabella con gli obblighi delle messe e, soprattutto, due registri uno per l'annotazione delle messe avventizie, o celebrate "pro populo", e un secondo per l'annotazione delle messe legatarie e beneficiarie. L'ufficiante doveva tenere inoltre un proprio diario personale, nel quale registrava giornalmente le messe a suo carico. In generale nei diari venivano annotate le messe celebrate, numerate progressivamente, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del celebrante. Nella diocesi di Trento l'uso dei registri delle messe comincia a diffondersi all'inizio del XIX secolo, probabilmente a seguito del decreto vescovile di Saverio Luschin del 1 marzo 1825, che ordinava ad ogni sacerdote in cura d'anime di tenere i registri delle messe e di consegnarli periodicamente al proprio parroco di riferimento; quest'ultimo aveva il compito di controllare la correttezza delle celebrazioni effettuate dai curatori d'anime che a lui facevano capo (2).

La serie è costituita da 11 registri; il più antico copre il periodo dal 1880 al 1885, i successivi iniziano da un periodo molto più tardo e coprono senza interruzioni l'arco cronologico dal 1929 al 1989.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note (1) La circolare in ADTn, "Bolle, editti, circolari", Bolle editti papali e circolari vescovili dal 1796 al 1816, tomo III, doc. 70, 4 gennaio 1777. (2) Si veda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 382-386, ma soprattutto BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, p. 63. 45 A 9.1 {28} "Diarium missarum celebratarum ab anno 1880 usque ad ..." 1880 gennaio 1 - post 1885 settembre 23 (1) Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n. Note (1) Le ultime 4 carte del registro sono state tagliate e ne rimane una striscia (circa 5 cm) sulla quale è possibile leggere il giorno del mese e in alcuni casi anche la lettera iniziale del mese (almeno per quanto riguarda il recto della carta), ma non l'anno e l'intenzione della celebrazione. La data dell'unità qui indicata è quella dell'ultimo giorno leggibile sul recto dell'ultima carta.

A 9.2 {29} Diario delle messe celebrate 1929 gennaio 1 - 1943 aprile 10 Registro; carta, cc. 48 n.n., molte cc. bianche n.n.

A 9.3 {30} "Diarium missarum" 1943 aprile 11 - 1951 marzo 17 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Tonadico ab anno 1943 ad 17/3/51" (tit. int.) Registro; carta, cc. 80 n.n.

A 9.4 {31} "Diarium missarum" 1951 aprile 18 - 1956 aprile 19 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Sancti Sebastiani martiris - Tonadico. Ab anno 1951, 18 aprile, ad annum 1956, 31 maggio. Parochus don Doffsotta Pietro" (tit. int.) Registro; carta, cc. 78 n.n.

A 9.5 {32} "Chiesa parrocchiale di San Sebastiano martire. Tonadico, diocesi Tridentina" 1956 giugno 20 - 1961 novembre 1 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio parrocchia San Sebastiano martire. Tonadico (Tn). A die 20 iunii 1956 ad 1 novembre 1961" (tit. int.) Registro; carta, cc. 74 n.n.

A 9.6 {33} "Diarium missarum" 1961 novembre 1 - 1966 settembre 14 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio Tonadico, diocesi Tridentina a die 1 novembre 1961 ad 14/9/1966" (tit. int.) Registro; carta, cc. 75 n.n.

46 A 9.7 {34} "Diarium missarum" 1966 settembre 15 - 1971 aprile 30 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio San Sebastiano martire in Tonadico. A die 15 settembre 1966 ad 30.4.71" (tit. int.) Registro; carta, cc. 76 n.n.

A 9.8 {35} "Diarium missarum" 1971 aprile 30 - 1977 febbraio 19 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio San Sebastiano martire in Tonadico. A die 30/4/1971 ad ... " (tit. int.) Registro; carta, cc. 80 n.n.

A 9.9 {36} "Messe celebrate" 1977 marzo 20 - 1979 dicembre 31 Altre denominazioni: "Chiesa San Sebastiano martire in Tonadico, diocesi di Trento. Messe celebrate" (tit. int.) Registro; carta, cc. 35, cc. 4 bianche

A 9.10 {37} "Diarium missarum" 1980 gennaio 1 - 1984 luglio 21 Registro; carta, cc. 72 n.n.

A 9.11 {38} "Messe celebrate" 1984 giugno 20 - 1989 dicembre 31 Registro; carta, cc. 101 n.n.

47 serie A 10 Diari delle messe personali, 1967 - 1974 {39}

Registri 1

Contenuto Secondo quanto indicato nella circolare vescovile del 4 gennaio 1777, i diari delle messe erano gli strumenti con i quali i parroci avrebbero dovuto controllare che i sacerdoti operanti in parrocchia celebrassero nel numero e nei tempi corretti le messe, ordinarie o legatarie, che avevano in carico. La circolare prevedeva infatti che fosse tenuto un libro "in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii et capellaniae quam legatarias perpetuas ac insuper alium separatum librum in quo notentur missae adventitiae signatae in utroque libro cuiuscumque celebrationis die" e specificava inoltre, che tale libro avrebbe dovuto essere consegnato periodicamente al proprio parroco, al quale spettava verificare la corretta esecuzione degli oneri missari (1). La compilazione dei diari delle messe aveva trovato ampia regolamentazione nel corso del XVII e XVIII secolo; nel 1697 con la costituzione apostolica "Nuper" ("De celebratione missarum") Innocenzo XII (1691-1700) rese obbligatoria la registrazione dei legati e delle messe in base alla loro tipologia, confermando decreti precedenti già emanati dalla Congregazione del Concilio. In ogni sacrestia di chiesa con cura d'anime dovevano quindi esserci una tabella con gli obblighi delle messe e, soprattutto, due registri uno per l'annotazione delle messe avventizie, o celebrate "pro populo", e un secondo per l'annotazione delle messe legatarie e beneficiarie. L'ufficiante doveva tenere inoltre un proprio diario personale, nel quale registrava giornalmente le messe a suo carico. In generale nei diari venivano annotate le messe celebrate, numerate progressivamente, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del celebrante. Nella diocesi di Trento l'uso dei registri delle messe comincia a diffondersi all'inizio del XIX secolo, probabilmente a seguito del decreto vescovile di Saverio Luschin del 1 marzo 1825, che ordinava ad ogni sacerdote in cura d'anime di tenere i registri delle messe e di consegnarli periodicamente al proprio parroco di riferimento; quest'ultimo aveva il compito di controllare la correttezza delle celebrazioni effettuate dai curatori d'anime che a lui facevano capo (2).

La serie è costituita da un unico registro appartenuto a don Erminio Vanzetta.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note (1) La circolare in ADTn, "Bolle, editti, circolari", Bolle editti papali e circolari vescovili dal 1796 al 1816, tomo III, doc. 70, 4 gennaio 1777. (2) BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 382-386; BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, p. 63.

48 A 10.1 {40} "Diarium missarum" 1967 agosto 23 - 1974 gennaio 5 Altre denominazioni: "Diarium missarum presbyteri don Erminio Vanzetta. I Missae celebrandae. II Missae celebratae" (tit. int.) A seguire il titolo interno vi è la seguente scritta a stampa "Prospectus missarum, quibus satisfacere teneor; unde nisi in meo diario notatae fuerint tamquam a me celebratae, nec ab aliis sacerdotibus, me committente, celebratas fuisse attestatione fide digna constiterit, haeredes mei ad supplendum tenebuntur". Il registro risulta così suddiviso: - cc. 1-41: "Missae celebrandae" (1967-1973); - cc. 42-78: "Missae celebratae" (1968-1974). Registro; carta, cc. 78 n.n., seguono molte cc. bianche n.n.

49 serie A 11 Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere pie, 1919 - 1969 {41}

Registri 2

Contenuto La serie è costituita da due registri in forma di libro giornale nei quali vengono tenuti i conti delle entrate e delle uscite di diverse realtà dipendenti, o comunque legate per la loro gestione, al curatore d'anime della comunità dei fedeli di San Sebastiano. Il primo registro compilato per un arco cronologico limitato (1919-1922) è piuttosto disordinato con voci di entrata e spesa generiche, quasi del tutto prive di data. Il secondo registro è compilato per un arco cronologico molto più ampio (1945-1969) e annota in maniera precisa le diverse voci di entrata e uscita con le rispettive date.

A 11.1 {42} "Cassa: 1. Cassa Madonna della Luce; 21. Cassa Sant'Antonio; 57. Cassa Sante Anime" (1) 1919 settembre 17 - 1923 luglio 1 Altre denominazioni: "Libro cassa. 1. Madonna della Luce, 1; 2) Sant'Antonio, p. 21; 3) Anime, p. 57" (tit. int.) Il registro risulta così suddiviso: - pp. 1-4: entrate e uscite della "Cassa Madonna della luce" (1919-1923) (2); - pp. 21-27: entrate e uscite del "Pane di Sant'Antonio" (1919-1922) (3); - pp. 57-76: vi erano le registrazioni della cassa delle "Sante Anime", ma le pagine sono state strappate (4). Registro; carta, cc. 35 num. in maniera diversa, cc. 15 n.n. bianche; mancano le pp. 57-76 (strappate) Note (1) Vi era una terza voce "71. Cassa Artigianelli", che però è stata depennata. (2) Si tratta delle offerte raccolte presso un capitello in onore della Madonna posto in località Boaletti, eretto nel 1902 per volontà e a spese di Pietro Trotter, che in quel periodo era impegnato nella costruzione della prima centrale idroelettrica di Primiero. Realizzato in tufo e posto sulla sommità di un masso erratico, il capitello ospita la statua della Madonna del Rosario, battezzata con il nome di Madonna della Luce; altre statue quali quella della pastorella di Caravaggio ed una piccola statua del Sacro Cuore sono state probabilmente aggiunte in un secondo tempo da qualche fedele. (3) L’Opera del pane dei poveri, è un organizzazione legata alla Basilica Pontificia di Sant'Antonio, nata ufficialmente nel 1897 con un ruolo assistenziale e caritativo. (4) La Cassa delle Sante anime era una raccolta di denaro che veniva fatta in chiesa, con gli incassi venivano recitate messe a suffragio delle anime purganti.

A 11.2 {43} "Registro cassa: Sante Anime - Confraternita Santissimo - Sant'Antonio" 1945 maggio 23 - 1969 aprile 15 Il registro risulta così suddiviso: - cc. 1-17: "Registro Sante Anime - Tonadico" (1945-1969); - cc. 21-27: "Registro confraternita Santissino Sacramento" (1945-1969); 50 - cc. 39-57: "Registro Pane di Sant'Antonio" (1945-1969). Registro; carta, cc. 43 n.n., cc. 14 bianche n.n.

51 serie A 12 Registri di cronache e memorie, 1923 - 1928 {44}

Quaderni 1

Contenuto Alla documentazione che i curatori d'anime compilavano e conservavano per esigenze di tipo contabile, per ordine delle autorità superiori o per ottemperare agli obblighi derivanti dalla loro funzione in qualità di pubblici ufficiali, veniva affiancata molto spesso documentazione diversa, compilata dai medesimi sacerdoti e conservata per interesse personale, di cronaca o come completamento della documentazione ufficiale. Molto spesso i parroci compilavano cronache della chiesa e della parrocchia, ricavate da documenti presenti nell'archivio che essi stessi gestivano (1).

La serie delle cronache è costituita da un solo volumetto scritto da don Guido Polo, a partire dal momento in cui prese possesso della cura d'anime di Tonadico, fino alla fine degli anni Venti del Novecento; una prima parte è dedicata alla presa di possesso della cura da parte del medesimo don Polo, quindi viene data notizia in particolare dei lavori di restauro della chiesa eseguiti tra il 1927 e il 1928.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note (1) Un recente studio sugli archivi dei parroci e sulla omogeneità dei contenuti di questi documenti non obbligatori in BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 73-74.

A 12.1 {45} "Cronaca curazia di Tonadico" 1923 ottobre 20 - 1929 gennaio 11 (1) Cronaca della curazia Tonadico a partire dal 20 ottobre 1923, data dell'arrivo di don Guido Polo, fino all'inizio del 1929 (ma don Guido Polo rimarrà a Tonadico fino al 1940); la cronaca ripercorre in particolare l'attenzione di don Polo alla "cura animarum" e l'impegno nel restauro e la decorazione della chiesa di San Sebastiano. Quaderno; carta, cc. 5 n.n., molte cc. bianche n.n. Note (1) Quale ultima data degli appunti del curato sulla storia di Tonadico si assume quella di un trafiletto pubblicato dal settimanale "Vita Trentina" e incollato nel volume, nel quale la popolazione ringrazia il parroco don Polo per la su attività e soprattutto per aver progettato il restauro della chiesa di Tonadico.

52 serie A 13 Protocolli degli esibiti, 1919 - 1921 {46}

Registri 1

Contenuto L'utilizzo del protocollo per la gestione della corrispondenza è una pratica che si afferma nelle parrocchie trentine nel corso del XIX secolo, anche a seguito delle disposizioni governative del 1816, che raccomandavano ai curatori d'anime l'adozione di appositi registri di protocollo. Le disposizioni dell'Ordinariato vescovile in materia furono invece più tarde e la tenuta di un protocollo venne imposta solo con disposizione del 9 marzo 1887 (1). Vi erano comunque sacerdoti che avevano adottato i registri di protocollo in anticipo sulle disposizioni vescovili o che addirittura li avevano adottati in anticipo sulle disposizioni civili. La tipologia delle registrazioni era gestita in maniera disomogenea dai curatori d'anime, poiché in alcuni casi veniva registrata la corrispondenza in entrata e in uscita, in altri il solo flusso in entrata. Per la maggior parte delle parrocchie (o altre fondazioni) si individua tuttavia una certa costanza nella compilazione dei registri nel momento in cui se ne iniziava l'uso. I dati segnalati nei registri (sia per la corrispondenza in entrata che per quella in uscita) erano di solito gli stretti necessari per individuare un documento: data, mittente o destinatario, oggetto. In alcuni casi si aggiungeva un numero d'ordine, ma questo aveva un valore relativo poiché, molto spesso, il numero d'ordine non veniva riportato sul documento corrispondente. La registrazione della corrispondenza aveva finalità di attestare quanta e quale corrispondenza si era succeduta in entrata e in uscita, più che quello di introdurre un sistema di archiviazione razionale basata sulla classificazione in base ad un titolario. Un recente studio sui vari archivi parrocchiali trentini ha individuato la tendenza a raccogliere la documentazione per sedimentazione, secondo un criterio puramente cronologico; tuttavia si sono anche individuate realtà parrocchiali o curaziali in cui si tenevano registri specifici destinati all'annotazione di corrispondenza appartenente ad un'unica tipologia (2).

La serie è costituita da un unico registro compilato per un arco cronologico molto breve (1919-1921). Il registro è organizzato in tabelle su pagine contrapposte e riporta il protocollo degli esibiti, ossia della posta in entrata, nella pagina sinistra, il protocollo di evasione, quindi le risposte inviate, sulla pagina destra; la numerazione degli atti prevede un unico numero di protocollo per entrate ed uscite, che riparte da 1 ogni anno. Non vi sono classificazioni né messa in evidenza del legame archivistico tra i documenti registrati.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note

53 (1) Decreto 19 dicembre 1816, in Raccolta delle leggi provinciali 19 dicembre 1816; BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, p. 120. (2) Le notizie riportate in questa introduzione sono in prevalenza basate su BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 72-73.

A 13.1 {47} "Protocollo esibiti-evasione" 1919 agosto 5 - 1921 giugno 1 Altre denominazioni: "Chiesa Tonadico" (tit. int.) (1) Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 8 n.n., seguono molte cc. bianche Note (1) Il registro presenta internamente l'intestazione a stampa "Famiglia cooperativa. Protocollo degli esibiti - Protocollo di evasione", la scritta "Chiesa Tonadico" è invece tracciata a mano.

54 serie A 14 Carteggio e atti, 1703 - 1990 {48}

Buste 1, fascicoli 10

Contenuto La serie è costituita dal carteggio (lettere, missive e responsive) e dagli atti (documenti, atti accompagnatori) inerenti gli affari, la cui trattazione si protrae di solito per più anni, di pertinenza dell'Ufficio parrocchiale di Tonadico, vi rientra quindi in particolare tutta la documentazione che riguarda la "cura animarum", i compiti dei sacerdoti, gli oneri missari, la predicazione, la gestione di associazioni laiche e religiose facenti capo al curatore d'anime, le elemosine, i rapporti con l'Ordinariato vescovile e con le diverse autorità civili.

Criteri di ordinamento e inventariazione I documenti più antichi presentano nel verso diverse segnature che testimoniano una precedente e diversa collocazione delle carte nell'archivio e un frequente spostamento delle stesse; non rimane tuttavia alcun inventario, titolario o strumento simile che permetta di individuare il percorso seguito dai vari documenti nel corso della loro esistenza. Le segnature più interessanti sono quelle assegnate ai documenti del Settecento, ossia un numero di fascicolo e un numero progressivo; la maggior parte delle carte facevano parte di un "fascicolo X", segnatura spesso cassata e sostituita da un "fascicolo V", in qualche documento viene aggiunta anche la dicitura "ecclesia". Si trattava forse di carte conservate nell'archivio della comunità, ma di pertinenza della cura d'anime, poi spostate nell'archivio della cappellania, ma su questo si possono fare solo ipotesi. Considerata l'impossibilità a ricollocare le carte secondo un ordine "originale", si procede a isolare alcuni nuclei di documentazione, che già erano stati accorpati in fascicoli perché inerenti ad un medesimo argomento, estrapolando le carte a questi non pertinenti e ricostituendo nuclei di documentazione omogenea.

A 14.1 {49} "Atti vecchi": atti per la regolamentazione della cura d'anime e della comunità di Tonadico 1703 - 1882 (con documenti in copia del 1269, 1559, 1650) Documenti diversi riguardanti prevalentemente la cura d'anime, la gestione della chiesa e i rapporti del curato con la comunità di Tonadico; vi sono conservati tuttavia anche alcuni documenti di pertinenza della comunità di Tonadico. - "Copia tradotta della sentenza overo arbitrio seguito fra le onorande regole di Tonadico e Tresacqua l'anno 1269 come siegue": trascrizione della pergamena (conservata in questo medesimo archivio parrocchiale) con la sentenza pronunciata il 20 ottobre 1269 in merito ai confini tra le comunità di Transacqua e Tonadico. - "Mandato generale sopra l'ordinamento delle silve in Primiero et Thesino": norme promulgate da Ferdinando I d'Austria per la gestione dei boschi del Primiero e del Tesino (copia 10 luglio 1559, Innsbruck) (1); scritti diversi sulla protezione dei boschi di Primiero, in particolare sullo sfruttamento del legname (copia 16 maggio 1650). - Autorizzazioni e concessioni di diritti alla cura di Tonadico da parte dell'Ordinariato vescovile: permesso di conservare l'eucaristia nella cappella di San Sebastiano (6 giugno 1745); questioni sulle precedenze dei portatori dei ceri di Siror e Tonadico nella processione del Corpus Domini che si tiene a Primiero (15 giugno 1756); richiesta di poter compiere le processioni devozionali antiche (1 luglio 1790). 55 - Accordi e contratti inerenti oneri e diritti stabiliti tra i curati esposti e la comunità di Tonadico: lascito di don Lorenzo Pastorini (1703); variazione delle modalità di pagamento di don Bartolomeo Pastorini (26 novembre 1765), accordi successivi con lo stesso Pastorini per la celebrazione di una messa settimanale sull'altare di Sant'Antonio (6 marzo 1777); accordi con il curato Tomaselli per stabilire l'importo da corrispondere dopo due anni di servizio (dicembre 1798); capitolato per la regolamentazione dei rapporti tra il curato di Tonadico e il comune con restituzione del medesimo capitolato da parte del decano al comune per errori di compilazione (19 maggio 1881); richieste da parte del decano di Primiero al capo comune di Tonadico con approvazione del capitolato per il curato esposto di Tonadico e con ulteriori aggiunte in merito ai doveri del medesimo verso la parrocchia matrice (15 aprile 1882) e successiva discussione in merito alla negazione di alcune richieste (5 maggio 1882). - Norme diverse fissate dal potere civile: nuove taglie per l'uccisione di animali nocivi, orsi e lupi (da Giuseppe conte di Welsperg, 22 ottobre 1725); obbligo di chiudere a chiave le porte dei campanili e delle chiese per evitare furti e vandalismi (da Marquardo conte di Welsperg, 14 luglio 1772); circolare a stampa sulle modalità da seguire in caso di curatori d'anime che non siano più in grado di adempiere il loro servizio, in parte o in toto (dal Governatorato di Innsbruck, 29 marzo 1792). - Lasciti "pro anima" con fondazioni di legati missari (1834-1866); donazione della reliquia della "Santa Croce" alla chiesa di Tonadico da parte dell'ex curato don Angelo Grandi, con richiesta di preghiere e messe in suffragio per la sua anima (1933). Contiene anche la convenzione tra il conte patrono Enrico de Welsperg e il comune inerente gli obblighi del conte di concorrere alle spese straordinarie di manutenzione e riparazione della chiesa parrocchiale di Primiero (1875). Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 106 Note (1) Nell'ottica di custodire i boschi e le selve in pericolo di fronte alle attività di taglio, incendio, pascolo, caccia vengono nominati dei "maestri" ossia dei custodi che dovranno controllare che il regolamento emanato venga rispettato. Per darne massima diffusione si ordina che gli statuti vengano letti nelle singole comunità, da qui la loro presenza nell'archivio della parrocchia.

A 14.2 {50} "Verbali di ingresso - Riconsegna" 1827 - 1990 Nomine dei curati e dei parroci della chiesa di San Sebastiano in Tonadico e documenti allegati, in particolare contiene: - "Inventario di tutti i mobili delle chiese di San Sebastiano e dei Santi Vittore e Corona formato l'anno 1827"; "Inventario del patrimonio della chiesa di Tonadico" (1895); elenco dei mobili presenti nella canonica di Tonadico di proprietà del comune e goduti dal curato, stilato per gli anni 1863, 1929-1932; "Inventario dei principali oggetti sacri esistenti nella chiesa parrocchiale"; "Nella chiesetta di San Vittore" (1969); "Elenco degli oggetti di chiesa rinvenuti nei ripostigli della chiesa ed in canonica, sottratti all'abbandono e al deperimento ..." (1972). - Circolare del capo comune di Tonadico per organizzare l'accoglienza del curato don Domenico Morandini entrante il 20 gennaio 1882; consegna del patrimonio della chiesa e della canonica al nuovo curato don Morandini da parte del decano di Primiero Luigi Bertamini (25 gennaio 1882). - Documento di nomina di un vicario temporaneo dipendente dalla Santa Sede e con giurisdizione canonica sulle parrocchie e chiese del territorio occupato dall'esercito italiano; nomine di nuovi curati e parroci e relativi verbali di riconsegna per gli anni 1919 (pensionamento di don Domenico Morandini, nomina di don Enrico Motter), 1940 (trasferimento di don Guido Polo, nomina di don Pietro Doff Sotta), 1943 erezione della curazia in parrocchia e nuova nomina di don Polo da curato a parroco, 1972 (rinuncia di don Pietro Doff Sotta, nomina di don Erminio Vanzetta), 1990 (trasferimento di don Erminio Vanzetta, nomina di don Giovanni Merlin). - "Cessione di proprietà della casa canonica": a seguito del riconoscimento civile della parrocchia il comune di Tonadico cede in proprietà alla chiesa il secondo piano, soffitta e cantine della p.ed. 141, della quale il parroco fino ad allora aveva avuto il solo diritto di usufrutto. Contiene anche la documentazione relativa alla consacrazione sacerdotale di Francesco Bernardin (1975) e all'ordinazione presbiteriale di Maurizio Lucian (1984).

56 Fascicolo; carta, cc. 97

A 14.3 {51} "Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc." 1863 - 1971 Erezione a parrocchia della curazia di Tonadico, autorizzazioni a celebrazioni straordinarie da parte della curia arcivescovile, norme e richieste, in particolare: - "Offerte pro costituenda parrocchia": offerte della popolazione di Tonadico per raccogliere i fondi necessari per affrancare gli oneri verso la chiesa matrice (1942). - Carteggio con la curia arcivescovile per l'erezione della curazia a parrocchia: rinuncia dei capifamiglia di Tonadico alla presentazione del sacerdote (1942); versamenti delle somme necessarie per l'affrancamento dalla matrice e dei diritti di stola (1943); decreto (in doppia copia) del vescovo Carlo de Ferrari che concede alla curazia di Tonadico la dignità di parrocchia (19 gennaio 1943); richiesta da parte della curia arcivescovile al comune di Tonadico di iniziare l'iter di riconoscimento civile della parrocchia (1952-1953). - Carteggio con la curia per la definizione dei confini della parrocchia di Tonadico e in generale delle parrocchie del Primiero (1944- 1969). - Concessioni diverse per la curazia e poi parrocchia di Tonadico da parte dell'Ordinariato vescovile: diritti, impegni e obblighi del cappellano esposto dettati dal vescovo di Trento Benedetto Riccabona (1863); concessioni successive di esporre il Santissimo per alcuni giorni stabiliti della settimana santa (1911), di erigere in chiesa una Via Crucis (1928), di lucrare l'indulgenza della Porziuncola (1961). - Estratto della legge di pubblica sicurezza 19 giugno 1931 e norme successive della prefettura di Trento (1940) in merito alle celebrazioni religiose al di fuori della chiesa, in particolar modo delle processioni; censimento delle campane in tempo di guerra (1941); richiesta dell'Ordinariato vescovile di una relazione sulle opere di interesse pastorale promosse dalla chiesa nel periodo bellico (1955); circolare della Sacra Congregazione del Concilio per il censimento del patrimonio agrario degli enti beneficiari ed ecclesiastici (1963); norme per le elezioni del consiglio pastorale diocesano (1971). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 82

A 14.4 {52} "Messe legatarie e decreti di riduzione" 1864 - 1983 Richieste da parte dei cappellani e poi dei parroci di Tonadico di ridurre il numero delle messe legatarie perché troppo gravose, in particolare: - Convenzioni con il comune di Tonadico in merito a diritti e doveri di cura d'anime, tra i quali gli obblighi di celebrare le messe legatarie, comprese quelle pagate dal comune (1864, 1882). - Richiesta di ridurre le messe legatarie a carico della chiesa di Tonadico e problemi inerenti i pagamenti delle messe legatarie da parte del comune (1928-1930); autorizzazione dell'Ordinariato vescovile a ridurre le messe legatarie per il triennio 1932-1934; ricorso alla Sacra Congregazione del Concilio di Roma per le messe legatarie non celebrate e per la loro riduzione, con relative proroghe (1934-1954); riduzione, concessa dall'Ordinariato su delega della Sacra Congregazione del Concilio, delle messe legatarie ad una sola messa annuale (1954). - Messe legatarie a carico del comune il cui pagamento rientra nei conti della congrua secondo il prospetto del 1881; erezione a parrocchia della curazia e liberazione del comune dagli obblighi di congrua, con conseguente necessaria riduzione delle messe legatarie, non più pagate al parroco (1954-1955); affrancamento dal pagamento degli oneri missari concesso dalla curia arcivescovile al comune di Tonadico dietro versamento alla medesima di una somma di denaro (1958).

57 - Affrancamento dall'onere missario del beneficio fondato da don Domenico Fontana nel 1683; affrancamento dell'onere missario legato al campo a "Falzen" (1958). - Copia del legato di Pierina Boni: lascito a vantaggio delle chiesa di Tonadico e di Transacqua. Fascicolo; carta, cc. 52

A 14.5 {53} "Visite pastorali" 1910 - post 1979 (con documento del 1881) Documentazione inerente le visite pastorali per la curazia e poi parrocchia di Tonadico con documentazione lacunosa e non omogenea per ogni singola visita, in particolare: - Visita pastorale del vescovo Giovanni Giacomo della Bona e relative prescrizioni (1881). - Visita pastorale del vescovo Celestino Endrici del 14 giugno 1910: segnalazioni di irregolarità in merito all'esposizioni delle immagini sacre, alla pulizia delle vesti, alla tenuta dei registri per la gestione economica e amministrativa della curazia, alla celebrazione delle messe legatarie e alla mancanza di atti di fondazione delle stesse (1911). - Visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari 1945: questionario compilato per la visita pastorale, "Direttorio-cerimoniale per la santa visita pastorale nella arcidiocesi di Trento" (a stampa, 1943), comunicazione vescovile con indicazioni delle modifiche da apportare nella gestione della parrocchia di Tonadico a seguito delle mancanze individuate nel corso della visita pastorale con prescrizioni sugli altari e sulla biancheria degli stessi, sulle autentiche di reliquie, sulla catechesi e sull'obbligo di tenere il registro degli oboli (20 settembre 1945); contiene anche un questionario compilato in occasione della visita canonica eseguita dal decano di Primiero don Camillo Orsi (1943). - Visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari 20 ottobre 1954: questionario compilato dal parroco per la visita pastorale con le notizie riguardanti l'ufficio e la chiesa di Tonadico (14 settembre 1954), note sulla visita compilate dal vescovo con alcune indicazioni per correggere alcune mancanze riscontrate in particolare sulle tariffe funerarie e sulle messe legatarie (20 ottobre 1954). - Attestazione delle visite pastorali compiute dal vescovo Alessandro Maria Gottardi (1966, 1979), copia per l'archivio parrocchiale. Fascicolo; carta, cc. 69

A 14.6 {54} Associazioni dipendenti dal curato di Tonadico 1914 - 1934 Il fascicolo contiene documentazione inerente due associazioni che dipendono dal parroco di Tonadico: - Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco: erezione della Congregazione del Terz'Ordine per la curazia di Tonadico sotto la direzione del parroco (25 marzo 1914). - "Statuto del coro curaziale di Tonadico approvato dai soci infrascritti addì 15 gennaio 1934, compilato dal reverendo curato don Guido Polo" (1). Fascicolo; carta, cc. 6 Note (1) "Il coro curaziale viene fondato alle dipendenze dirette del curatore d'anime (art. I) e il curatore d'anime ne sarà sempre il presidente di diritto (art. VI); spetta al presidente accettare, su proposta della direzione, i nuovi membri aspiranti cantori ed espellere quelli che non si rendono degni del ruolo (art. IV), in considerazione che non basta avere attitudine al canto per aspirare a diventare membri del coro, ma si deve avere anche una condotta irreprensibile (art. III). Il coro avrà un Consiglio direttivo costituito appunto dal presidente, dal capocoro, dal direttore e dal cassiere, eletti dai soci secondo quanto dettato nello statuto. Il capocoro ha l'onere del controllo dei membri e della disciplina, firma le quietanze di pagamento e convoca il Consiglio di direzione; al direttore spetta la parte propriamente canora, dirige le prove, sceglie i canti, decide i solisti. Il cassiere deve riscuotere le somme dovute al coro dal comune, dalla chiesa e quelle che spettano per la partecipazione a matrimoni, obiti e celebrazioni ordinarie e straordinarie (art. VI)".

58 A 14.7 {55} Carteggio con le autorità civili, la curia arcivescovile ed enti diversi 1927 - 1970 Carteggio con il comune di Tonadico e con la curia arcivescovile per il disbrigo di affari diversi (contributi, vendite, espropri, pagamenti); nota sul restauro della chiesa campestre di San Giacomo (1962); carteggio con l'Azienda elettrica municipalizzata in merito all'erezione di un capitello presso la centrale elettrica di Castel Pietra (1961); richieste di elemosine e aiuti finanziari da parte di enti religiosi e di privati alla curazia e poi parrocchia (1920-1962); documenti inerenti il "Premio della bontà - Clauser" (1971) (1). Fascicolo; carta, cc. 64 Note (1) Il premio della bontà Fiorenzo e Sofia Clauser venne istituito nel 1968 con lascito testamentario di Fiorenzo Clauser medico, studioso e pubblico amministratore, e prevedeva l'assegnazione di una somma di denaro alla persona (uomo, donna o ragazzo), nata in Trentino, che avesse dato prova di silenziosa e operante bontà cristiana.

A 14.8 {56} "Scuole: pratiche chiuse" 1944 - 1948 Richieste da parte dei capifamiglia di Tonadico, Siror, Transacqua di riaprire le scuole elementari frazionali che nel 1927 erano state accorpate in un unico polo a Fiera: carteggio tra il parroco, la curia arcivescovile, il Provveditore agli studi di Trento, la Prefettura, la consulta frazionale (1944-1949); convocazione dei capifamiglia di Tonadico per votare a favore o contro il decentramento (1945); primi contatti tra il comune e la chiesa di Tonadico per una permuta di locali che verrà ad interessare una parte degli spazi utilizzati dall'asilo (1946-1948). Fascicolo; carta, cc. 39

A 14.9 {57} "Fondo parrocchiale, resoconti, congrua etc." 1953 - 1965 Entrate per il parroco e capitali impegnati: - Liquidazione degli assegni di congrua con supplementi, arretrati e spese di culto (1953-1957). - Rendimento dei titoli di stato allegati al resoconto e sottoposti all'approvazione della curia arcivescovile (1953-1965). Fascicolo; carta, cc. 21

A 14.10 {58} "Scuola materna di Tonadico" 1953 - 1986 Contiene: - Conti e preventivi per i lavori di imbiancatura, verniciatura, stuccatura eseguiti nel nuovo asilo di Tonadico tra il 1953 e il 1954, con presentazione dei conti nel 1958; contiene le piante dei tre piani dell'edificio e le modifiche da apportare. - "Progetto per la recinzione dell'asilo e sistemazione piazzali": sistemazione del terreno confinante con l'edificio dell'asilo acquistato per fornire un piazzale alla struttura, con richiesta di contributi alla Regione autonoma Trentino-Alto Adige per i diversi lotti di lavori (1958-1963). - Resoconto patrimoniale ed economico presentato per l'asilo o scuola materna parrocchiale per gli anni 1958 e 1963. - Presentazione della scuola di formazione per i membri degli enti gestori delle scuole equiparate dell'infanzia proposta dalla "Federazione provinciale scuole materne" (1986).

59 - Contiene anche una lettera della curia arcivescovile di Trento con la quale l'Ordinario diocesano erige a oratorio semipubblico il locale adibito ad uso cappella del nuovo asilo di Tonadico e permette la conservazione del Santissimo fintanto che l'asilo sarà gestito dalle suore (1955). Busta; carta, cc. 103, progetti 3

A 14.11 {59} "Famiglie di Tonadico" (1) 1970 - 1972 Contiene: - Atto costitutivo dell'associazione "Famiglie di Tonadico" redatto dal notaio Pedrotti (11 marzo 1972) per iniziativa di alcuni genitori di Tonadico. - Documentazione precedente la fondazione dell'associazione "Famiglie di Tonadico" riguardante l'acquisto da parte della parrocchia di Tonadico di un proiettore e il noleggio di film per ragazzi; materiale pubblicitario e liste di titoli dei film disponibili. Fascicolo; carta, cc. 41 Note (1) L'associazione "Famiglie di Tonadico" era un'associazione a carattere culturale ricreativo per la gioventù di Tonadico; venne fondata con atto notarile l'11 marzo 1972 da un gruppo di abitanti di Tonadico e dal parroco don Pietro Doff Sotta. Nel medesimo atto notarile viene indicata anche la durata dell'associazione che si sarebbe sciolta il 31 dicembre 2000, salvo la volontà da parte dell'assemblea di prorogarne la durata.

60 Ente Chiesa di San Sebastiano {60}

1505 - 1987 gennaio 24

Luoghi Tonadico

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 01/01/1683 - 31/12/1991

Storia La regola di Tonadico è antica, già nel XIII secolo era una comunità organizzata, con una propria fisionomia che, come le altre comunità confinanti, cercava di definire e far valere i suoi diritti sul territorio; la sua importanza si accrebbe a partire dalla seconda metà del XIII secolo, probabilmente anche grazie alla contiguità con Castel Pietra, centro politico della valle ed espressione del potere signorile (1); nel XV secolo Tonadico divenne sede del tribunale, togliendo a Pieve di Primiero un'antica prerogativa, attestata anche negli statuti del 1367 (2). Poche sono invece le testimonianze (dirette e indirette) relative alla vita religiosa della comunità di Tonadico per il medesimo periodo; nel fondo delle pergamene conservato nell'archivio parrocchiale si trovano infatti in prevalenza atti relativi agli affari della comunità dal punto di vista civile. Il documento più antico presente nell'archivio parrocchiale relativo alla gestione della "cura animarum" permette di individuare a Tonadico la presenza stabile di un cappellano a partire circa dagli anni Sessanta del Seicento; tale documento tuttavia, a parte confermare che a Tonadico in quel periodo esisteva già una chiesa dedicata a San Sebastiano, non fornisce ulteriori notizie storiche in merito alla sua fondazione (3). Il culto più antico documentato per Tonadico è in realtà quello per i santi Vittore e Corona, ai quali è dedicata la chiesa cimiteriale; anche la data di fondazione di questa prima chiesa è incerta; una testimonianza antica della sua esistenza può essere rintracciata negli statuti di Primiero del 1367, nell'introduzione dei quali il nome di Vittore viene invocato con quello di Marco, Andrea, Giorgio e Bartolomeo, che erano i santi protettori delle cappelle filiali dipendenti da Fiera; a questa data quindi si conferma che la chiesa di riferimento di Tonadico era ancora l'antica chiesa cimiteriale (4). Sulla facciata di questa chiesa ci sono ancora le tracce di un grande dipinto dedicato a San Cristoforo, protettore dei viandanti; l'interno è poi completamente affrescato, con sovrapposizione di dipinti murali l'uno all'altro nel corso dei secoli. Tra questi si trova un antico affresco raffigurante il Giudizio universale, sovrastato da uno raffigurante il Battesimo di Gesù, entrambi databili tra il X e il XI sec.; questa testimonianza collocherebbe la fondazione della chiesa in un periodo precedente alla realizzazione degli affreschi (5). I motivi per cui questa chiesa venne abbandonata non sono noti, tuttavia si può ipotizzare la necessità sentita dai fedeli di aver una chiesa più vicina all'abitato di Tonadico. La chiesa dei Santi Vittore e Corona, rimasta comunque nel tempo oggetto di culto e devozione, sarebbe stata quindi sostituita per le necessità della "cura animarum" da un nuovo edificio costruito al centro del paese; il nuovo edificio di culto veniva dedicato a san Sebastiano, taumaturgo e protettore contro la peste, festeggiato il 20 gennaio. La chiesa di San Sebastiano è a navata unica, con due cappelle laterali con altari in legno in stile barocco, muniti di pala, quello di sinistra dedicato a sant'Anna, compatrona della chiesa, quello di destra ai santi Gottardo e Leonardo; 61 l'altare maggiore è dedicato a san Sebastiano e dietro a questo esiste ancora l'antico altare parietale di San Sebastiano con la pala del santo. Notizie in merito alla chiesa sono rintracciabili nella relazione presentata al decano in occasione della visita canonica del 1943 e nella relazione presentata nella successiva visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari (1941-1962), stilata nel 1945. Le notizie sono scarne, nella medesima relazione si specifica che "nell'archivio non si trova nulla"; la chiesa sarebbe stata edificata nel 1505 e quindi riedificata nel 1604. Un nuovo ampliamento venne eseguito tra il 1804 e il 1806; un ulteriore restauro sarebbe stato fatto nel 1842. La chiesa tuttavia venne consacrata solo il 13 agosto 1864 (6). Si presume che il trasferimento del culto dalla chiesa cimiteriale a quella di San Sebastiano sia avvenuto proprio all'inizio del XVI secolo, non appena i lavori di costruzione della nuova chiesa vennero conclusi. La documentazione che testimonianza interventi e lavori all'edificio si trova a partire dal 1784, anno di redazione di un documento nel quale si definiscono gli oneri economici, divisi tra la comunità di Tonadico e il cappellano "pro tempore" don Bortolo Pastorini a nome della chiesa, in merito all'acquisto della nuova campana (7). Secondo la relazione presentata in occasione della vista pastorale del 1945 la chiesa aveva già due precedenti campane una del 1540, una seconda del 1648 (8). Meglio documentati sono invece i lavori eseguiti per ingrandire la chiesa tra il 1804 e 1805; è del 20 luglio 1804 l'editto dell'Ufficio vicariale di Primiero con il quale si indice pubblica asta per l'assegnazione dei lavori da eseguirsi da parte di un muratore e di un falegname. Al primo viene richiesto di allargare la chiesa e di costruire i nuovi muri perimetrali, aprendovi una "porta maestra". Le opere di falegnameria prevedono, oltre al tetto, la costruzione di un baldacchino sopra l'altare maggiore, dell'orchestra e del pulpito. In merito a questi interventi si specifica che i materiali saranno a spese della comunità (9). Notizie successive relative a lavori eseguiti nella chiesa di San Sebastiano sono conservate per gli anni Venti del Novecento, trascritte in una breve cronaca della curazia di Tonadico compilata probabilmente dal don Guido Polo, che assunse la cura di Tonadico nel 1923; tra il 1928 e il 1929 la chiesa venne decorata a cura dei pittori Francesco Giustiniani e Giuseppe Parisi e vennero sostituite le vecchie vetrate laterali con due nuove raffiguranti l'una i santi Vittore e Corona, la seconda il sacro Cuor di Gesù e santa Margherita Alacoque (10).

Molteplici sono i legati pii, i lasciti, le donazioni fatte alla chiesa, testimonianze in merito si trovano soprattutto a partire dalla metà del XVIII secolo, quando la cappellania ormai aveva un suo cappellano stabile; lasciti, legati, atti, contratti e documenti comprovanti beni, proprietà e diritti sono stati conservati in archivio e sono individuabili in maniera costante dal Settecento fino al Novecento. Questi beni costituivano la massa per il mantenimento della chiesa; tra XIX e XX secolo la chiesa venne ad incrementare il proprio patrimonio non solo grazie a lasciti ereditari e donazioni, ma anche per merito di una oculata gestione dei beni e di una politica di cessioni, permute e compravendite attraverso le quali venivano ceduti i terreni di minor resa e interesse e acquistati altri più redditizi (11).

Da cappellania, la chiesa di San Sebastiano venne eretta in parrocchia con decreto vescovile 19 gennaio 1943, n. 74, che sarebbe entrato in vigore il 1 febbraio successivo (12). Come per tutte le chiese della diocesi di Trento, la situazione giuridica della parrocchiale di Tonadico venne modificata a partire dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, a seguito della L. 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" e del relativo decreto di attuazione D.P.R. 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio

62 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" (13). Con il D.M. 21 marzo 1986 e soprattutto con il D.M. 30 dicembre 1986, entrato in vigore il 24 gennaio 1987, la Parrocchia di San Sebastiano di Tonadico diveniva ente ecclesiastico civilmente riconosciuto e, dalla medesima data, l'ente Chiesa di San Sebastiano in Tonadico veniva soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) assegnati all'ente Parrocchia di San Sebastiano con sede a Tonadico (14).

Funzioni, occupazioni e attività Dal punto di vista economico le chiese avevano necessità di fondi propri per far fronte e alle spese di culto e a quelle di mantenimento dell'edificio. Le chiese possedevano di regola un proprio patrimonio che era costituito da immobili, fabbricati, capitali, che per la maggior parte provenivano da lasciti, eredità e legati pii e che fornivano una rendita che costituiva l'entrata attiva della chiesa medesima; facevano inoltre parte del patrimonio delle chiese anche quei beni che costituivano un capitale fisso quali arredi, vasi sacri, paramenti, oggetti destinati al culto, quadri, statue e simili. I beni della chiesa venivano affidati al curato o al parroco, che ne diveniva legittimo amministratore nel momento in cui prendeva possesso della cura d'anime; l'amministrazione prettamente economica spettava tuttavia a quelli che venivano chiamati "sindaci", "massari" o "fabbricieri". Dal punto di vista normativo le prime regole generali inerenti l'amministrazione dei patrimoni delle chiese vennero fissate dal vescovo Bernardo Clesio nel sinodo del 1537, quindi riprese e rielaborate dal vescovo Ludovico Madruzzo nel 1593. Le disposizioni madruzziane in particolare prevedevano che a detenere il controllo delle chiese fossero i sacerdoti beneficiati (cap. XLVI), ma che l'effettiva gestione dei beni dell'ente venisse delegata a due amministratori laici, che assunsero appunto il nome di "sindaci", "massari"o "fabbricieri". Nei periodi precedenti erano esistite figure laiche responsabili dell'amministrazione delle chiese, ma con le disposizioni madruzziane questi collaboratori assunsero un ruolo istituzionale ben preciso: dovevano giurare fedeltà al curato o al parroco, in quanto rettore della chiesa, e richiedere il suo consenso per ogni iniziativa che non rientrasse nell'amministrazione ordinaria, a fine mandato erano poi obbligati a rendere conto del loro operato al medesimo rettore (cap. L) (15). I massari erano responsabili della conservazione e salvaguardia del patrimonio della chiesa e della riscossione dei crediti che la chiesa vantava a titoli diversi, per questo era sotto la loro cura compilare e aggiornare urbari, libri giornale, registri di riscossione, inventari dei paramenti e dei vasi sacri, registri dei capitali fruttanti: in generale quindi tenere tutti quegli strumenti necessari per la gestione della massa dei beni ecclesiastici. A conclusione dell'anno, fosse esso computato in termini di anno militare, che iniziava il 1 novembre e si concludeva il 31 ottobre, o in anno solare (dal 1 gennaio al 31 dicembre), dovevano presentare al rettore della chiesa la resa dei conti completa di quietanze e ricevute e una relazione sull'operato dell'anno, basandosi sugli strumenti di amministrazione a loro disposizione. Il conto così compilato veniva presentato al rettore e al capo comune; la presentazione prevedeva, nel corso dell'Ottocento, la stesura di un atto alla presenza dei fabbricieri, del rettore e del sindaco (16). Le autorità civili intervennero in momenti e con modalità diverse nel controllo dell'amministrazione dei beni della chiesa soprattutto nel corso dell'Ottocento; il decreto napoleonico del 26 maggio 1807 riconosceva l'istituzione della fabbriceria e stabiliva che i fabbricieri dovevano essere nominati tramite decreto ministeriale o prefettizio, nel numero di tre per ogni chiesa e che sarebbero rimasti in carica 5 anni. Con la legge imperiale n. 50 del 7 maggio 1874 il diritto di nomina dei fabbricieri veniva riconosciuto al decano, che aveva tuttavia l'obbligo di sceglierli tra diversi candidati proposti dalla comunità. Le fabbricerie si configuravano quindi

63 come organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica con il compito di amministrare il patrimonio e i beni della chiesa; non potevano tuttavia in alcuna maniera intervenire nelle questioni legate al culto. In diocesi di Trento la disciplina per l'amministrazione dei beni della chiesa e la definizione della figura dei fabbricieri sarebbe stata elaborata nel corso dell'Ottocento, fino all'istituzione, nel 1865 presso l'Ordinariato, dell'Ufficio amministrativo diocesano, preposto al controllo economico delle chiese. Secondo le nuove norme spettava principalmente al curato l'amministrazione e direzione dei beni della chiesa, ma il curato sceglieva, di solito nel numero di due, i fabbricieri, che sarebbero stati in carica due anni e che non solo si configuravano come collaboratori nell'amministrazione della chiesa, ma anche e soprattutto come rappresentanti di quella comunità di fedeli che alla chiesa faceva capo. Il nuovo Codice di diritto canonico del 1917 conferiva alla chiesa personalità giuridica e le riconosceva il diritto di acquistare, possedere e amministrare beni temporali per il conseguimento dei propri fini, in maniera libera e indipendente da ogni potere civile (can. 1495). Il medesimo Codice riconosceva la figura dei fabbricieri e stabiliva che l'amministratore ecclesiastico e i chierici o laici che venivano cooptati per la gestione dei beni di una chiesa costituissero il Consiglio della fabbriceria, della quale presidente era di diritto il medesimo amministratore. Secondo il Codice i fabbricieri mantenevano il loro ruolo di curatori dei beni della chiesa, ma oltre a rimanere estranei alla gestione degli affari di culto, venivano esentati anche da una serie di oneri e incombenze relative alla gestione delle elemosine, dell'ordine della chiesa e del cimitero, dalla preparazione degli altari e dell'Eucaristia, dalla gestione dei banchi e dei posti in chiesa, dalla gestione di vasi e suppellettili sacre, dalla disposizione e dalla custodia dei libri parrocchiali e dell'archivio (cann. 1183, 1184). Laddove mancava la fabbriceria amministratore unico dei beni della chiesa era il parroco o il rettore della chiesa stessa, in questo caso sottoposto al controllo dell'Ordinariato. Nel corso del Novecento, a partire dal Concordato del 1929, e poi con il successivo regio decreto del 26 settembre 1935, la funzione della fabbriceria venne notevolmente ridimensionata.

Fonti normative 15 novembre 1984, "Protocollo di approvazione delle norme per la disciplina della materia di cui all'art. 7 n. 6 dell'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato Lateranense" Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento" Decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio

64 Archivio parrocchiale di Tonadico Bibliografia BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011 Codex iuris canonici, Roma 1918 PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994²

Note (1) Si veda l'atto stilato su pergamena del 20 ottobre 1269, conservato nell'archivio parrocchiale di Tonadico, nel quale vengono fissati i confini e le pertinenze tra le regole di Transacqua e di Tonadico (pubblicato in PISTOIA U., La valle di Primiero nel Medioevo. Gli statuti del 1376 e altri documenti inediti (Deputazione di Storia patria per le Venezie), Venezia 1992, pp. 170-178, n. 7, 8; trascrizione del medesimo documento in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1). (2) PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 45, per la rubrica XIIII degli Statuti di Primiero, p. 117. (3) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 14.1), si rimanda tuttavia per ulteriori notizie alla scheda soggetto compilata per la cappellania di San Sebastiano. (4) Per l'introduzione agli Statuti del 1367 si veda PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 101. L'archivio parrocchiale di Tonadico conserva solo due documenti piuttosto recenti relativi alla chiesa cimiteriale, nella fattispecie due inventari dei beni mobili datati 1827 e 1969 in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Verbali di ingresso-Riconsegna" (A 15.2). (5) Cenni storico-artistici sulla cappella dei Santi Vittore e Corona e in generale sulle chiese e cappelle del decanato di Primiero si trovano nelle schede pubblicate sul sito del decanato di Primiero all'indirizzo www.decanatodiprimiero.it, consultato in data 14 ottobre 2014. (6) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Viste pastorali" (A 14.5). (7) APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione, manutenzione e acquisti (B 4.2). (8) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Viste pastorali" (A 14.5). (9) In APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione, manutenzione e acquisti (B 4.2); per questi lavori si conservano anche i contratti successivamente stipulati, i conti relativi alla fornitura dei materiale e soprattutto progetti, prospetti e disegni del baldacchino e delle varie opere da eseguire. (10) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Registri di cronache e memorie, "Cronaca curazia di Tonadico" (A 12.1). (11) Per i documenti più antichi si veda in particolare in APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, Atti e contratti relativi ai capitali fruttanti della chiesa di San Sebastiano (B 4.1) e "Lasciti, vendite diverse" (B 4.3); per i documenti più recenti, nella medesima serie si vedano i singoli fascicoli relativi ai contratti. (12) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione parrocchia" (A 14.3). (13) Pubblicate rispettivamente in Gazzetta Ufficiale, 3 giugno 1985, n. 129, S.O. e in Gazzetta Ufficiale, 19 febbraio 1987, n. 14.

65 (14) D.M. 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento", in Gazzetta Ufficiale, 24 gennaio 1987. (15) "Constitutiones illustrissimi et reverendissimi domini domini Ludovici Sanctae Romanae Ecclesiae tituli Sancti Laurentii in Lucina, presbyteri cardinalis Madrutii, episcopi Tridenti, &c. in dioecesana synodo promulgatae anno 1593", Tridenti apud Ioannem Baptistam Gelminum, 1594. (16) La scheda in questa sua prima parte viene compilata sulla base di BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 123-135.

66 fondo B Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 1683 - 1991 {61}

Registri 4, buste 2, fascicoli 17

Soggetti produttori Chiesa di San Sebastiano, 1505 - 1987 gennaio 24

67 serie B 1 Registri dei capitali fruttanti, 1833 - 1870 {62}

Registri 1

Contenuto Tra le entrate delle chiese si trovano in generale i proventi derivanti dagli interessi su capitali impegnati, chiamati "capitali fruttanti", che la chiesa vantava nei confronti di istituti di credito, ma più spesso nei confronti di privati; a questi ultimi la chiesa prestava somme di denaro, dietro garanzia di ipoteche su terreni e stabili, in cambio di un interesse annuo. Le somme che la chiesa poteva impegnare derivavano in generale da lasciti, eredità e legati. Per la gestione di queste rendite venivano compilati dei registri, nei quali molto spesso venivano anche registrate le entrate degli affitti sui terreni dati in locazione. Per quanto riguarda i capitali impegnati, nei registri si riportano il nome del debitore, la somma totale alla quale ammonta il debito, gli estremi del contratto di prestito (data e posizione nei Libri di archiviazione), l'interesse annuo dovuto e i pagamenti effettuati; si segnalano inoltre eventuali date di affrancazione del debito, vendite del debito stesso e passaggi del medesimo ad eredi.

La serie è costituita da un unico registro compilato e utilizzato tra gli anni Trenta e gli anni Settanta dell'Ottocento.

B 1.1 {63} "Registro de' capitali attivi della venerabile chiesa di San Sebastiano di Tonadico" 1833 - post 1870 dicembre 8 Altre denominazioni: "Urbario di tutti li capitali attivi di ragione della venerabile chiesa di Santo Sebastiano erretta in Tonadico, formato l'anno 1833 ... " (tit. int.) Il documento di prestito più antico stipulato ha la data del 1664; il registro è aggiornato con riferimento a nuovi atti redatti dopo la prima compilazione del 1833 e la data più recente è quella di un documento stipulato l'8 dicembre 1870. Nel volume è conservati il relativo indice dal titolo "Repertorio all'urbario della venerabile chiesa di San Sebastiano di Tonadico". Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 63 num.

68 serie B 2 Registri delle entrate e delle uscite, 1932 - 1963 {64}

Registri 3

Contenuto La serie è costituita da tre registri nei quali vengono annotate le entrate e le uscite ordinarie della chiesa di San Sebastiano di Tonadico. Il primo registro, compilato per gli anni dal 1932 al 1940 viene definito di "prima nota", ossia un registro elementare che non richiede nessuna forma obbligatoria, dove vengono riportate in ordine di data i movimenti finanziari e le operazioni che preparano, completano ed analizzano le scritture complesse (quali per esempio i resoconti). Il registro è strutturato secondo una tabella che occupa due pagine contrapposte, vi è un divisione in colonne nelle quali viene annotata la data, la causale del movimento, il totale generale di tutte le operazioni compiute divise in entrate e uscite e, a seguire, delle colonne riservate alle entrate e alle uscite delle varie associazioni legate alla chiesa e all'ufficio parrocchiale: "Cantori", "Chiesa", "Sant'Antonio", "San Vigilio e missioni", "Diverse", "Confraternita" e "Sante Anime". Il secondo registro, compilato per gli anni 1940-1945, è strutturato in maniera del tutto simile; come nel precedente le registrazioni sono fatte su due pagine contrapposte con una colonna per la data e la specifica della spesa ("titolo") e quindi le entrate e le uscite divise in "Chiesa", "Sante Anime", "Confraternita", "Missioni", "San Vigilio", "Sant'Antonio". Questi due registri vengono quindi ad unificare l'amministrazione economica della chiesa di San Sebastiano con la gestione economica di quelle associazioni e opere pie che traggono il loro principale sostentamento dalle opere di carità e dalle offerte che vengono raccolte tra i fedeli. Il registro cassa successivo, compilato a partire dal 1945, viene invece riservato alle sole entrate e spese per la chiesa di San Sebastiano, tra le entrate figurano prevalentemente le elemosine, le offerte dei fedeli raccolte nelle celebrazioni ordinarie e straordinarie, i proventi derivanti dalla questua e dall'eventuale vendita dei prodotti raccolti; le uscite sono prevalentemente per gli acquisti di candele, vino, assicurazioni, pagamenti al sacrestano, riconoscimenti per il coro e i chierichetti, pagamenti ai frati cappuccini per i diversi servizi di confessione, celebrazione e prediche straordinarie. A partire da questa data la gestione delle entrate delle varie opere pie legate alla parrocchia viene affidata a registri specifici (1).

Note (1) Si veda in Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Mezzano, Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere pie, "Registro cassa: Sante Anime - Confraternita Santissimo - Sant'Antonio" (A 11.2) che inizia le registrazioni a partire dal 1945.

B 2.1 {65} "Prima nota dell'amministrazione dell'ufficio curaziale Tonadico" 1932 gennaio 2 - 1940 agosto 9 69 Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 60 num. sd, seguono molte cc. bianche

B 2.2 {66} "Tonadico. Registro cassa - Chiesa. Dal 1/10/1940 al 21/5/45" 1940 ottobre 1 - 1945 maggio 21 Registro; carta, cc. 30 n.n.

B 2.3 {67} "Cassa chiesa 23/5/1945 - 1963" 1945 maggio 23 - 1963 dicembre 31 (con documenti fino al 1971) Altre denominazioni: "Registro cassa. Chiesa" (tit. est. ed int.) Nel registro sono annotate le entrate derivanti dalle candele votive (1965-1972) e gli importi delle elemosine per lo stesso periodo; vi sono inoltre registrate le entrate e le uscite della cassa del coro parrocchiale per gli anni 1963, 1964, 1970, 1971. Registro; carta, cc. 50 n.n.

70 serie B 3 Resoconti, 1856 - 1972 {68}

Buste 1

Contenuto Dal punto di vista economico l'amministrazione della chiesa (parrocchiale o curaziale che fosse) veniva affidata alla fabbriceria, i cui membri, all'interno delle diverse realtà parrocchiali trentine, venivano chiamati anche massari o sindaci. Dal punto di vista normativo le prime regole generali inerenti l'amministrazione delle chiese vennero emanate da Bernardo Clesio nel sinodo del 1537, quindi riprese e rielaborate successivamente da Ludovico Madruzzo nel 1593. Per un lungo periodo queste furono le uniche norme a disposizione dei fabbricieri per l'amministrazione del patrimonio ecclesiastico. Le disposizioni madruzziane prevedevano che il controllo delle chiese spettasse ai sacerdoti beneficiati (cap. XLVI), ma che l'effettiva gestione dei beni dell'ente venisse delegata a due amministratori laici, che giurassero fedeltà al parroco e che non prendessero alcuna iniziativa senza il consenso dello stesso. Gli amministratori a fine mandato erano chiamati a rendere conto del loro operato agli stessi rettori ecclesiastici (cap. L). Tra i vari oneri degli amministratori economici vi era la salvaguardia del patrimonio della chiesa e la riscossione puntuale e corretta dei crediti vantati dalla stessa. La resa di conto, obbligatoria secondo le costituzioni madruzziane, veniva compilata basandosi sugli strumenti di gestione economica a disposizione degli amministratori, dai libri giornale ai registri di riscossione; i dati venivano trascritti in uno specifico registro, nel quale si indicavano in ordine cronologico le voci in entrata e uscita, con totali e saldi. I dati così raccolti venivano consegnati al rettore parrocchiale o curaziale per il controllo; una volta approvato il resoconto, la prassi prevedeva che si stilasse, a conclusione delle registrazioni annuali, una dichiarazione di avvenuta presentazione dei conti, che veniva firmata dal parroco, dai massari o amministratori e da altri testimoni presenti in sede di controllo (1). Nuove regole per l'amministrazione economica dei beni appartenenti agli istituti religiosi vennero dettate dal Ministero per il culto del Regno d'Italia con il decreto governativo del 3 agosto 1803. Il bilancio degli istituti di religione e di beneficenza pubblica doveva essere stilato ogni anno e presentato alla municipalità entro tre mesi dalla conclusione dell'anno. Variazioni ulteriori vennero introdotte con le norme dettate dalla circolare del 13 ottobre 1821. Nei territori soggetti al governo del Tirolo e Vorarlberg, la resa dei conti era affidata ai sindaci della chiesa, che venivano nominati dal capo- comune e confermati dal rettore dell'istituto religioso e dal giudice distrettuale. Da questo periodo l'anno di rendicontazione non corrispondeva più all'anno solare, ma all'anno militare, con inizio il 1 novembre e fine il 31 ottobre. Il sindaco stilava il rendiconto ed entro sei settimane dalla chiusura dell'anno lo presentava al rettore dell'ente (nel caso della chiesa era il curatore d'anime), al giudice e ad una rappresentanza comunale; si stilava quindi un atto ufficiale che testimoniava l'avvenuta rendicontazione e l'approvazione (o il rigetto) del rendiconto del sindaco. Il conto veniva conservato presso la chiesa, mentre un estratto veniva inviato all'Ordinariato vescovile, che manteneva in questo modo il controllo sulle chiese e i rispettivi patrimoni.

71 I nuovi accordi tra il Governo austriaco e l'Ordinariato vescovile nel 1855 spostarono l'onere del controllo dagli organi di governo locale alle autorità ecclesiastiche (art. 30). Nel 1865 venne istituito, presso l'Ordinariato, l'Ufficio amministrativo diocesano, preposto al controllo economico delle chiese. Nel 1866 l'autorità civile regolamentava la materia con una nuova legge (2); secondo la nuova normativa il resoconto dell'amministrazione economica veniva inviato all'Ordinariato che, approvatolo, ne inviava una copia al sacerdote responsabile e una all'autorità politica provinciale. A partire dal 1929 la redazione del rendiconto venne regolamentata dalla normativa promulgata dalla Sacra Congregazione del Concilio, stilata a norma del canone 1525, par. 1, che prevedeva che i beneficiati, i rettori e amministratori di chiese, santuari, confraternite e altri enti ecclesiastici o di culto, entro il mese di marzo di ogni anno, presentassero alla curia diocesana, in doppio esemplare, il resoconto della loro amministrazione, compreso l'adempimento dei legati di culto, per la necessaria revisione e approvazione (3).

La serie è costituita da un'unica busta nella quale sono conservati i i resoconti presentati per la chiesa di San Sebastiano dalla metà dell'Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, con allegati i documenti di approvazione e liquidazione dei conti, le quietanze e le pezze d'appoggio.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note (1) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV- XX), Trento 2011, pp. 123-135. (2) Con l'emanazione delle "Norme d'amministrazione ecclesiastica", in Bollettino delle Leggi dell'Impero, 25 gennaio 1866. (3) "Litterae circulares S. Congregationis Concilii, d.d. 20 iunii 1929"; il canone fa riferimento al Corpus iuris canonici nell'edizione del 1917.

B 3.1 {69} Resoconti economici della chiesa di San Sebastiano in Tonadico 1856 - 1972 Per gli anni 1856, 1862 sono conservati i soli resoconti. Mancano i resoconti per gli anni 1857-1861, 1863, 1865, 1873; per l'anno 1869 è conservata un'unica carta con l'approvazione del conto e due quietanze. Per gli anni 1864-1865, 1867-1868, 1874 non è conservato il rendiconto ma le sole quietanze; per gli anni 1866, 1870-1872, 1877-1878 sono conservati i rendiconti con le rispettive quietanze. Sono inoltre conservate due quietanze singole per gli anni 1834 e 1845. Mancano i resoconti per gli anni 1879 e 1880. Per gli anni dal 1881 al 1949/1950 e dal 1958/1959 al 1971 sono conservati solo i prospetti dei resoconti, mancano le relative quietanze; le sole quietanze sono conservate per gli anni dal 1951/1952 al 1956/1957. Manca la documentazione per gli anni 1883, 1891/1892. Il resoconto per gli anni 1968/1970 contiene un foglio aggiunto con il resoconto di un lascito per la chiesa di Tonadico: "Eredità Boni Pierina. + 4.9.1963. Riassunto entrate-uscite dell'eredità Boni fino al 1971 poi passerà tutto nel resoconto chiesa parrocchiale di Tonadico".

72 La liquidazione del conto per gli anni 1871 e 1872 è conservata nella documentazione dell'anno 1872; la liquidazione del conto per gli anni 1877 e 1878 è conservata nella documentazione dell'anno 1878. Contiene anche la "Relazione patrimoniale" dei beni appartenenti alla chiesa di Tonadico, compresi gli enti dipendenti ("Casa ACLI", asilo) e lasciti testamentari (1972). Busta; carta, cc. 936

73 serie B 4 Carteggio e atti, 1683 - 1991 {70}

Buste 1, fascicoli 17

Contenuto La serie è costituita dal carteggio (lettere, missive e responsive) e dagli atti (documenti, atti accompagnatori) inerenti gli affari, la cui trattazione si protrae di solito per più anni, di pertinenza della chiesa di San Sebastiano di Tonadico, vi rientra quindi in particolare tutta la documentazione che riguarda la gestione amministrativa ed economica (locazione di fondi e capitali, acquisti di beni, lasciti, proprietà), la gestione dal punto di vista del culto (sacrestani, coro, organisti) e la gestione e manutenzione dell'edificio (restauri, migliorie, lavori).

Criteri di ordinamento e inventariazione I documenti più antichi, presentano nel verso diverse segnature che testimoniano una precedente e diversa collocazione delle carte nell'archivio e un frequente spostamento delle stesse; non rimane tuttavia alcun inventario, titolario o strumento simile che permetta di individuare il percorso seguito dai vari documenti nel corso della loro esistenza. Le segnature più interessanti sono quelle assegnate ai documenti del Settecento, ossia un numero di fascicolo e un numero progressivo; la maggior parte delle carte faceva parte di un "fascicolo X", segnatura spesso cassata e sostituita da un "fascicolo V", che si può ipotizzare provenisse dall'archivio della comunità e fosse stata spostato nell'archivio della cappellania. Considerata l'impossibilità di ricostruire il carteggio secondo un ordine precedente, si sono costituiti alcuni nuclei di documentazione inerenti ad un medesimo argomento, in alcuni casi sulla scorta di nuclei di documentazione omogenea già presenti in archivio.

B 4.1 {71} Atti e contratti relativi ai capitali fruttanti della chiesa di San Sebastiano 1683 - 1899 (con documento del 1908) Altre denominazioni: "Vecchie carte (chiesa ecc.)"; "Documenti vecchi chiesa e altri" Contiene: - Prospetti dei capitali fruttanti con annotazioni dei debitori, degli estremi dei documenti comprovanti il debito, dell'ammontare dei capitali e degli interessi, compilati nel 1823 e nel 1857, con aggiunte successive e documenti di corredo. - Atti e contratti inerenti l'investimento di capitali tramite prestito ad interesse per i secoli XVII-XIX: i contratti sono stipulati tra la chiesa di Tonadico, rappresentata dal curato e dal capo-comune, e i fedeli dipendenti dalla medesima chiesa; i contratti fino alla fine del XVIII secolo sono redatti dai cancellieri di Primiero Giorgio Francesco Armando Piazza di Francesco (1721-1779), Celso Trotter (1737-1786), Domenico Antonio Gilli da (1754-1802), Giacomo di Nicolò Nami da Primiero (1661-1689), Baldassare Moarstetter da Primiero (1716-1772), Francesco Antonio Scopoli di Giovanni Francesco (1729-1766). - Ricevute di avvenuta registrazione degli atti nei Libri di archiviazione del Distretto di Primiero e allegati diversi (1836-1887). Italiano, tedesco Busta; carta, cc. 232

74 B 4.2 {72} Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione, manutenzione e acquisti 1784 - ante 1854 Contiene: - Contratto per l'acquisto delle campane (1784). - Lavori di manutenzione della chiesa di San Sebastiano eseguiti tra il 1804 e il 1805: editto dell'Ufficio vicariale di Primiero per l'assegnazione dei lavori di muratore e falegname, spese per i lavori di muratura, accordi con il falegname per i lavori al tetto e alle porte, progetti per i lavori relativi al tabernacolo, baldacchino, pulpito, orchestra e note dei materiali necessari per i lavori di copertura del tetto (1804-1805). - Progetto per la lampada del Santissimo (post 1824-ante 1854). Fascicolo; carta, cc. 16, progetti e disegni 5

B 4.3 {73} "Lasciti, vendite diverse" 1788 - 1973 Terreni pervenuti alla chiesa di Tonadico a seguito di lasciti testamentari o acquisti spesso con successive vendite dei medesimi: - Lascito Gadenz: lascito alla chiesa di San Sebastiano di un immobile in località "Vignalongo" (p.ed. 105) e di un terreno in località "Seghe" (p.f. 154/1), con relative perizie di stima (1948); atti notarili e documenti comprovanti il diritto acquisito sui beni dalla testatrice (1902-1914); plico di atti notarili e documenti, originali e in copia, comprovanti il passaggio ereditario dei beni Gadenz dal 1788, con documenti di corredo, pagamenti delle imposte, conti e quietanze notarili, note e appunti (1788-1973). - Lascito Turra: lascito testamentario alla chiesa di San Sebastiano di una casa in Tonadico e successiva vendita della stessa (1886- 1924). - Lascito Zagonel: lascito alla chiesa di Tonadico di una somma di denaro e di un arativo in località "Driocase" (p.f. 33) e successiva vendita del terreno (acquirente Zeni) (1949). - Lascito Feldkircher: lascito di terreni in località "Driocase" (p.f. 19/4) e "Portela" (p.f. 44), perizie di stima, pubblicazione del testamento, autorizzazione ministeriale rilasciata al parroco di Tonadico don Pietro Doff Sotta ad accettare l'eredità (1947-1948); autorizzazione alla vendita dei medesimi terreni rilasciata dalla curia arcivescovile alla chiesa di San Sebastiano (acquirenti Turra e Zagonel, 1949-1951). - Compravendita Simion: acquisto di don Pietro Doff Sotta per la chiesa di San Sebastiano di un terreno appartenente ai fratelli Simion in località "Chiusura" (pp.ff. 83/1, 83/2); richiesta di acquistare parte dei terreni da privati e risposta negativa della curia arcivescovile (1949-1962); contiene anche un documento di compravendita del fu Giovanni Simion, padre dei fratelli Simion (1889). - Vendita in località "Tegnaghi" della p.f. 736: stima del valore del fondo, vendita all'asta e intavolazione del diritto di possesso (1960-1962). Fascicolo; carta, cc. 239, mappe 1

B 4.4 {74} Contratti: sacrestani, fabbricieri e organisti 1798 - 1980 Contiene: - Organista della chiesa di San Sebastiano di Tonadico: problemi di competenze tra due organisti (1798); lista delle feste solenni nelle quali è richiesta la presenza dell'organista e pagamento previsto (1856). - Obblighi e diritti del sacrestano della chiesa espositurale di San Sebastiano di Tonadico: capitolati, entrate derivanti dal diritto della questua, aumento di salario, documenti per l'assunzione di un nuovo sacrestano (1880-1955), documenti inerenti le posizioni assicurative dei sacrestani (1960-1980). - Nomina del fabbriciere (1882). 75 Fascicolo; carta, cc. 62

B 4.5 {75} "Cimitero" 1933 - 1947 Documenti inerenti la gestione del cimitero di Tonadico: - "Disciplinare di servizio per i custodi dei cimiteri del comune di Primiero": oneri dei custodi dei cimiteri valevole per tutte le chiese del decanato (1933). - Manutenzione ordinaria e lavori straordinari al cimitero; assegnazione degli oneri di manutenzione, controllo, pulizia del cimitero di Tonadico ad un custode (1933-1947). Fascicolo; carta, cc. 15, progetti 3

B 4.6 {76} "P.e. 175-177 e pp.ff. 126/1, 126/2, 127: eredità Turra-Bernardin" 1937 - 1964 Lascito ereditario del conte Turra alla moglie Maria Bernardin (1937) e successivo lascito delle proprietà ereditate alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico: - Donazione delle pp.ff. 126/1, 126/2, 127 e della p.ed. 175-177 alla chiesa di San Sebastiano (1959) e successiva vendita all'asta della casa p.ed. 175-177 (1958-1960). - "Chiesa: alienazione pp.ff. 126/1, 126/2, 127": vendita dei fondi al comune di Tonadico e successivo esproprio degli stessi dalla Provincia di Trento per la costruzione della circonvallazione di Tonadico, con documenti per l'autorizzazione alla vendita, atti e contratti (1960-1964). Fascicolo; carta, cc. 39

B 4.7 {77} Donazione del fondo a Fiorosna 1938 - 1939 Donazione alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico da parte di don Guido Polo, curatore d'anime nella medesima parrocchia, del fondo arativo a "Fiorosna" (p.ed. 247, p.f. 1099, 1845, 1100, 1101/3, 1102/3, 1102/4, 1099/7): atti notarili di donazione e accettazione, stime di valore, richiesta e concessione dell'autorizzazione ad accettare i beni da parte della parrocchia. Fascicolo; carta, cc. 34

B 4.8 {78} "Chiesa parrocchiale. Dichiarazioni imposte" 1951 - 1987 Dichiarazione dei redditi della chiesa di Tonadico ai fini del pagamento delle imposte, con allegate ricevute di pagamento: - Dichiarazione annuale dei redditi delle persone fisiche riferita agli anni 1950-1951, 1967-1971; per gli anni 1970-1971 sono state presentate anche le denunce relative alla scuola materna di Tonadico. - Mod. 760: dichiarazione delle società ed enti soggetti all'imposta sul reddito delle persone giuridiche per gli anni 1976-1986, con allegate diverse fatture e quietanze di pagamento. Fascicolo; carta, cc. 191

B 4.9 {79} "Casa ACLI: documenti compravendita e rescritti"

76 1951 - 1990 Documenti relativi all'immobile (ex casa Egger) pervenuto in proprietà alle parrocchie di Primiero, Siror, Tonadico, Transacqua a seguito di compravendita (1): - Carteggio con enti diversi per la ristrutturazione e la gestione di "casa ACLI": contributi della Regione Trentino-Alto Adige, permessi comunali, con assicurazioni sull'immobile e quietanze di pagamento (1952-1960); contiene anche contratto di compromesso e compravendita di stabili limitrofi a "casa ACLI" di proprietà della Pia Società di San Paolo in Roma (1951). - Preventivi, computo metrico, relazioni di stima dell'immobile, richieste di contributi alla Regione Regione Trentino-Alto Adige, permessi comunali, pagamento delle imposte (1954-1955). - Intavolazione del diritto di proprietà, accordi per l'utilizzo ed eventuali affitti (1955); lavori fatti eseguire dai parroci in qualità di proprietari e dagli affittuari (1968-1971). - "Casa ACLI: lavori impresa Cemin anno 1957/58. Costo": preventivi, ordini, anticipi, fatture, ricevute e prospetto della liquidazione finale (1957-1960). - Contratti di affitto a società ed enti diversi (1959-1969). - Resoconti e ricevute della gestione dell'immobile e degli affitti ricavati (1969-1990, manca la documentazione per l'anno 1979); contiene inoltre il resoconto patrimoniale ed economico della "casa ACLI" per l'anno 1958 e per gli anni 1961-1963; contiene anche il bilancio presentato dal comitato di zona Cismon-Vanoi-Mis per il patronato ACLI (1981). Fascicolo; carta, cc. 267, progetti 4, fotografie 3 Note (1) Il nome di "casa ACLI" deriva dall'uso di indicare l'edificio con il nome di uno degli enti affittuari; mancando i resoconti e la documentazione contabile per gli anni dal 1978 al 1980 si sa per certo che il patronato ACLI non aveva ancora fissato qui la sede nel 1977, ma che nel 1982 risulta pagare l'affitto all'"Amministrazione casa ACLI" insieme ad altre società.

B 4.10 {80} "Polizze scadute" 1954 - 1979 Polizze assicurative (incendi, fulmini) stipulate dal parroco quale rappresentante della chiesa di San Sebastiano in Tonadico per l'edificio della chiesa, l'asilo, la canonica, "casa ACLI". Fascicolo; carta, cc. 35

B 4.11 {81} "Vendita porzione di casa defunta della Piazza. Vendita due particelle fondiarie ai Falzeni n. 877/1, 877/3. Vendita casa di Bonat Margherita" 1954 - 1981 Lasciti di immobili alla chiesa di San Sebastiano e successive vendite degli stessi: - Lascito dalla Piazza alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento del 1968 (pp.edd. 169, 170, 172/2, p.f. 91); documenti comprovanti il diritto acquisito per successione ereditaria sui beni lasciati alla chiesa dalla defunta dalla Piazza (1954); affidamento dell'incarico di esecutore testamentario a don Erminio Vanzetta (1973); vendita all'asta dei beni dalla Piazza con autorizzazione della curia arcivescovile (1974). - Vendita delle pp.ff. 877/1, 877/3 ai "Falzeni" di proprietà della chiesa di San Sebastiano in Tonadico acquisite nel 1971 a seguito di permuta con il comune di Tonadico con le pp.ff. 862, 863/1 acquisite con lascito Gadenz (1972-1985). - Lascito Bonat di immobili a favore della chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento olografo (1976); autorizzazione ad accettare il lascito da parte della curia arcivescovile e del Commissariato del Governo (1980); estratti tavolari, fogli di possesso fondiario, intavolazione del diritto di proprietà a nome della chiesa di Tonadico; vendita da parte della chiesa dell'immobile a Zagonel (1981). Fascicolo; carta, cc. 99 77 B 4.12 {82} "Atti chiesa. Acquisto: a) pp.ff. 823/1, 823/2, 823/3, 824, 825/3. b) 822, 828, 827/2, 830/2" 1956 - 1974 Contiene: - Donazione a): su richiesta di don Pietro Doff Sotta le pp.ff. 826, 826/2, 825/1, 823/1, 823/2, 823/3, 884 (tutte in località "Coletti") vengono donate alla chiesa di San Sebastiano per farne piazzale e orto per l'asilo di Tonadico dai possessori Turra A., fratelli Brunet, Zagonel, Debertolis, Turra G. (1961-1965). - Acquisto e donazione b): atto notarile per l'acquisto della p.f. 828 da parte di don Pietro Doff Sotta e intavolazione del diritto di proprietà (1956); Doff Sotta, Debertolis, Turra donano alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico le pp.ff. 822, 828, 830/2, 827/2 (tutte in località "Coletti") (1958), con relazioni di stima, permessi e atto di accettazione di immobili per la chiesa, estratti tavolari e fogli di possesso (1958-1959). - Richieste successive con trattative non concluse per l'acquisto delle particelle 828 e 830/2 (1972, 1974). Fascicolo; carta, cc. 55

B 4.13 {83} "Eredità Boni" 1963 - 1983 Lascito Boni: - Atto notarile (due copie) con pubblicazione del testamento olografo: lascito di stabili e relativo contenuto e terreni (in c.c. Tonadico e Transacqua) alla parrocchia di San Sebastiano in Tonadico e di San Marco in Transacqua per adibirlo ad uso colonia per enti e gruppi cattolici; lascito al seminario di Trento per l'istituzione di una borsa di studio per un chierico povero; disposizioni per un lascito alle associazioni pie parrocchiali per opere di bene; legato missario (1963). - Perizie di stima, liste dei beni mobili, estratti tavolari, piante degli stabili, autorizzazione dalla curia arcivescovile e dal Commissariato del Governo ad accettare l'eredità (1963-1964); compravendita di una parte dei beni non inclusi nel testamento (1964). - Nuove perizie, valutazione degli stabili, entrate degli affitti di casa Boni, autorizzazioni alla vendita rilasciate dalla curia e vendita dei beni all'asta da parte delle chiese di Tonadico e Transacqua, con ricevute di pagamento, appunti e note (1965-1973). Fascicolo; carta, cc. 148, progetti 1

B 4.14 {84} "1) Acquisto pp.ff. 862, 863/1 Falzeni. 2) Permuta di pp.ff. 862, 863/1 con pp.ff. 877/1, 877/3 Falzeni" 1969 - 1972 Lascito Gadenz (pp.ff. 862, 863/1 località "Falzeni") alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento olografo del 1 marzo 1960: - Pubblicazione del testamento da parte del notaio, perizie di stima, autorizzazioni della curia arcivescovile e del Commissariato del Governo ad accettare il lascito, intavolazione del possesso a nome della chiesa di Tonadico (1969-1970). - Permuta di terreni tra la chiesa di Tonadico (cede le pp.ff. 862, 863/1) e il comune di Tonadico (accetta le pp.ff. 862, 863/1 e cede le pp.ff. 877/1, 877/3) con estratti dei fogli di possesso e intavolazione del diritto di proprietà sui terreni acquisiti (1970-1972). Fascicolo; carta, cc. 35

B 4.15 {85} "Malga Fosse e convenzione" 1972 - 1979 (con documenti del 1985)

78 Donazione del beneficio priorale dei Santi Martino e Giuliano in San Martino di Castrozza a favore di tutte le chiese del decanato di Primiero; lascito del complesso malga Fosse per il finanziamento di attività sociali, formative e religiose (1970); estratti tavolari delle proprietà della chiesa di San Sebastiano in Tonadico, estratti dei fogli di possesso fondiario, intavolazione di diritti di proprietà (1970-1979). Fascicolo; carta, cc. 48

B 4.16 {86} "Pratiche relative ai due quartieri di Mori" 1975 - 1990 Donazione di due appartamenti a Mori (TN) fatta da don Erminio Vanzetta alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico, per il mantenimento di opere di culto e del ministero pastorale (1975-1976); contratti di affitto (1975); accertamenti comunali per il pagamento delle imposte (1989-1990). Fascicolo; carta, cc. 54, piante 1

B 4.17 {87} Occupazione della p.f. 828 da parte del comune 1978 Documenti inerenti la momentanea e parziale occupazione da parte del comune della p.f. 828 per lavori urgenti di alla fognatura. Fascicolo; carta, cc. 8, progetti 2

B 4.18 {88} "Accettazione e vendita eredità di don Carlo Depaoli + 8.3.1986" 1986 - 1991 Lascito di don Carlo Depaoli alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico della p.f. 1686/3 (1986), con successiva vendita della stessa per il finanziamento dei lavori necessari per l'altar maggiore della chiesa (1989). Fascicolo; carta, cc. 28

79 Ente Confraternita del Santissimo Sacramento {89}

[1943 - 1988]

Luoghi Tonadico

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 01/01/1972 - 31/12/1988

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento di Tonadico ha lasciato un'unica testimonianza diretta per il periodo molto tardo che va dal 1972 al 1988, costituita da un registro degli iscritti. Dal registro si evince che per i primi anni, dal 1972 al 1974, la quota di iscrizione era fissa ed ogni iscritto pagava 300 lire; negli anni successivi oltre ad alzare la quota, venivano richieste somme diverse in base all'età o allo stato di salute dell'aspirante confratello, una modalità di gestione piuttosto comune, che si trova anche in altre confraternite della medesima tipologia della zona del Primiero (1). Non è possibile definire come fosse organizzata la confraternita del Santissimo di Tonadico dalla documentazione conservata in archivio, anche se si può presumere che seguisse le regole generali delle confraternite simili presenti nelle altre cure del Primiero. È noto che, fino al momento in cui una curazia - o nel caso di Tonadico di una cappellania - non veniva eretta in parrocchia, non era possibile fondare una confraternita locale, quindi i fedeli della valle di Primiero che aspiravano a divenire confratelli e consorelle del Santissimo dovevano fare capo alla confraternita parrocchiale di Fiera. A Fiera la confraternita era stata fondata con decreto vescovile del 26 ottobre 1850 e il primo articolo dello Statuto stabiliva che essa "è una sola per tutta la parrocchia dipendente dal signor parroco" (2). Nel medesimo statuto veniva fissato in generale il fine della confraternita medesima, che era quello di "promuovere il culto del Santissimo Sacramento e la cristiana carità" (Statuto della confraternita del Santissimo di Primiero, Sez, I, par. II). Notizie sulla presenza della confraternita del Santissimo Sacramento a Tonadico si ricavano dalle relazioni sullo stato della parrocchia stilate in occasione della visita decanale del 1943, compiuta dal decano di Primiero don Camillo Orsi, e in occasione della visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari (1941-1962) del 1945 (3). Dalla relazione del 1943 risulta che a Tonadico esiste la confraternita del Santissimo Sacramento e che è eretta canonicamente; solo due anni dopo, nella relazione stilata in occasione della visita pastorale, il parroco dichiara che esiste la confraternita del Santissimo Sacramento, che ha 26 confratelli e 130 consorelle, ma che della confraternita non sono stati trovati né il decreto di erezione né gli statuti. Nella medesima relazione si compila un elenco di consistenza dell'archivio parrocchiale, dal quale risulta che vi si conservano tre registri con gli iscritti della confraternita; di questi registri in archivio se ne trova solo uno. Non si può quindi escludere che, come per le altre realtà del decanato di Primiero, vi sia stato un periodo in cui i fedeli di Tonadico erano iscritti alla confraternita di Fiera, e che poi abbiano continuato una propria attività nel momento in cui l'erezione a parrocchia permetteva la costituzione di una confraternita autonoma; va tuttavia sottolineato che non è possibile collegare la sezione della confraternita di Tonadico con quella di Fiera in maniera diretta, dal momento che della confraternita di Primiero si hanno notizie solo fino circa la metà degli anni venti del Novecento (4). 80 Dalla relazione compilata in occasione della visita pastorale del 1954, risulta che a questa data la confraternita del Santissimo Sacramento è ancora attiva e ha 165 iscritti fra confratelli e consorelle; quanto alla sua attività il parroco scrive che i confratelli "in generale danno discreto incremento alla pietà, sia individuale che parrocchiale contribuendo specialmente ad aumentare la frequenza alla chiesa e ai santi sacramenti" (5). Dopo questa data le uniche notizie relative alla confraternita vengono appunto dal registro degli iscritti, dal quale si può solo desumere che i confratelli continuarono a pagare l'iscrizione fino al 1988. Per la conclusione dell'attività è stata probabilmente determinante la normativa per la regolamentazione dello stato giuridico delle confraternite della chiesa cattolica promulgata dal Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e per la promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica, dipendente dalla Conferenza Episcopale Italiana. Con circolare n. 15, del 30 giugno 1987, le confraternite venivano ascritte a tre tipologie giuridiche: quelle con fine di culto civilmente riconosciuto, quelle aventi fine di assistenza e beneficenza e infine le confraternite aventi fine di culto non ancora riconosciuto formalmente; per la regolarizzazione di ciascuna di queste si dovevano seguire iter differenti. Le confraternite aventi fine di culto civilmente riconosciuto, essendo enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, dovevano necessariamente essere iscritte nel registro delle persone giuridiche tenuto dalla cancelleria del Tribunale civile del capoluogo della provincia in cui avevano sede. Le Confraternite aventi fine di assistenza e beneficenza erano equiparate alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) quindi, in quanto persone giuridiche pubbliche nell'ordinamento italiano, non potevano e non dovevano essere iscritte nel registro delle persone giuridiche private. Il caso di più controverso era quello delle confraternite aventi scopo esclusivo o prevalente di culto non ancora riconosciuto formalmente con regio decreto o con decreto ministeriale, che venivano a trovarsi in una situazione di difficile qualificazione. In questo caso veniva applicata la regola che le confraternite che non svolgevano attività, non avevano più sodali, e non riuscivano ad aggregarne di nuovi entro un ragionevole termine fissato dal vescovo, dovevano essere eliminate dall'ordinamento canonico. La materia veniva ulteriormente regolamentata con circolare n. 28, del 1 marzo 1999, secondo la quale in generale le confraternite definite "quiescenti", cioè prive di confratelli, venivano sciolte dall'ordinario vescovile.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite, fin dalle loro prima organizzazione, si configurarono come associazioni di fedeli che, attraverso una regolare organizzazione, si dedicavano alle opere di pietà e di carità oppure all'incremento del culto pubblico (6). Le confraternite iniziarono a diffondersi nel corso del Medioevo ed ebbero grande espansione nel corso del XVI secolo, invadendo in molti casi gli spazi d'azione riservati ai curatori d'anime. Per evitare che si creassero troppe compagnie in una medesima cura d'anime, spesso molto simili tra loro, la fondazione delle confraternite venne regolamentata da papa Clemente VIII con la bolla "Quaecumque" del 7 dicembre 1604, con la quale le confraternite venivano sottomesse definitivamente al controllo dell'autorità episcopale; la "Quaecumque" stabiliva infatti che una confraternita non poteva nascere senza il nulla osta dell'autorità ecclesiastica e senza sottomettersi alla disciplina prevista dalla chiesa. La vita delle confraternite (e quindi anche la documentazione da loro prodotta) subì diverse cesure tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del secolo successivo. Le disposizioni di Giuseppe II volte al controllo della chiesa e delle associazioni religiose ad essa legate avevano limitato di molto l'azione delle confraternite, che vennero definitivamente sciolte dalle disposizioni del governo bavarese e napoleonico. Con decreto del 18 settembre 1810, n. 218 vennero estesi al Dipartimento dell'Alto Adige i decreti del 15 aprile 1806, 26 maggio 1807 e 25 aprile 1810, che proibivano le

81 confraternite e le associazioni cattoliche e laicali, lasciando in vita solo le confraternite votate al Santissimo Sacramento (7). Le confraternite venivano regolamentate da statuti e regolamenti interni che, accettati dai confratelli, venivano sottoposti all'approvazione definitiva dell'autorità episcopale (8).

Struttura amministrativa In generale nella confraternite era necessario che vi fosse un sacerdote che si occupasse dell'assistenza spirituale dei confratelli e celebrasse gli atti di culto; la guida amministrativa era demandata invece al priore o, quando questi fosse stato impedito, da un vice-priore con la collaborazione di un numero variabile di consiglieri. Oltre a un segretario e un cassiere venivano inoltre scelti tra i confratelli dei responsabili per i diversi servizi per la liturgia: portatori della croce, dei ceri, del baldacchino, responsabili delle processioni, sacrestani e custodi responsabili dei beni della confraternita (9).

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio parrocchiale di Tonadico Archivio parrocchiale di Imer Archivio parrocchiale di Mezzano Bibliografia BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011

Note (1) Questo accadeva per esempio anche a Imer e Transacqua, per le quali si rimanda agli specifici fondi conservati nei rispettivi archivi parrocchiali. (2) Vista la dipendenza delle varie curazie da Fiera, nei fondi archivistici delle confraternite conservati nei diversi archivi parrocchiali di Primiero si trova una copia dello Statuto della confraternita madre di Fiera, si vedano ad esempio Parrocchia di San Giorgio in Mezzano. Inventario dell'archivio storico (1335-2006), a cura dello Studio Associato Virginia, P.A.T., 2015, fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Mezzano, Carteggio e atti, Atto di fondazione (E 3.3); Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Imer. Inventario dell'archivio storico (1651-2008), a cura dello Studio Associato Virginia, P.A.T., 2015, fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Imer, Carteggio e atti, "Confraternita del Santissimo" (F 5.1). (3) Entrambe in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Visite pastorali" (A 14.5). (4) Si rimanda alla scheda della confraternita di Fiera di Primiero compilata per la redazione dell'inventario dell'archivio parrocchiale. (5) Si veda la relazione per la visita del 1954 in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Visite pastorali" (A 14.5). (6) In generale sulle confraternite e il peso della documentazione da esse prodotta e conservata negli archivi parrocchiali trentini si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 107-119. (7) Bollettino delle leggi del Regno, 1810, parte II, pp. 898-899. (8) Nel Principato vescovile di Trento questo era stato previsto dalle costituzioni Madruzziane del 1593, cap. 60.

82 fondo C Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 1972 - 1988 {90}

Registri 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, [1943 - 1988]

Contenuto Il fondo della confraternita del Santissimo Sacramento, oltre ad essere esiguo e conservare un unico registro dei confratelli iscritti, è anche piuttosto recente; non conserva alcun documento di fondazione, attività, statuto o regole.

83 serie C 1 Registri degli iscritti, 1972 - 1988 {91}

Registri 1

Contenuto La serie è costituita da un unico registro.

C 1.1 {92} "Elenco degli iscritti confraternita del Santissimo Sacramento" 1972 - 1988 (con note del 1969) (1) Registro a rubrica; carta, cc. 100 n.n. Note (1) Si tratta probabilmente di nomi riportati da un registro precedente.

84 Ente Consiglio scolastico locale di Tonadico {93}

1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30

Luoghi Tonadico

Archivi prodotti Fondo Consiglio scolastico locale di Tonadico, 01/01/1897 - 31/12/1922

Storia Prima della legge n. 7/1892 era in vigore il "Regolamento politico per le scuole elementari" pubblicato l'11 agosto 1805: la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la sorveglianza scolastica, l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina degli assistenti e dei supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. In seguito, la legge 25 maggio 1868 n. 48, recante le disposizioni di massima sui rapporti della scuola con la chiesa, demandava la suprema direzione e sorveglianza su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio scolastico locale (1). Con la legge 30 aprile 1892 n. 7, entrata in vigore il 1 gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in ogni comunità scolastica. Negli anni del primo conflitto mondiale, tra il 1915 e il 1918, il Trentino era diviso in territori occupati dal Regio Esercito austriaco e territori non occupati. In questi ultimi in data 20 maggio 1915 giunse l'ordine telegrafico di chiudere immediatamente le scuole nelle città e nei paesi dichiarati zona di guerra e lo stesso giorno molti maestri irredentisti furono imprigionati dalle autorità austriache. Invece nel periodo di massima occupazione del Trentino da parte del Regio Esercito, alla fine dell'anno scolastico 1916, il Segretario Generale per gli affari civili aveva organizzato la scuola elementare in 72 località appartenenti al distretto di Borgo, Primiero, Rovereto e Tione (2). I restanti distretti erano , , Trento città, Trento distretto e Riva (3). Con la riforma scolastica promossa tramite numerosi decreti da Giovanni Gentile nel corso del 1923 ed entrata in vigore il 1 ottobre 1924, si sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale e si riformava lo stato giuridico della scuola (4): l'organizzazione gestionale prevedeva dunque una struttura amministrativa verticalizzata in vista del rafforzamento del potere centrale (5). La rappresentanza comunale di Tonadico nominò nella sessione del 22 ottobre 1893, secondo il decreto capitanale n. 377 del 13 ottobre 1892, due rappresentanti del Consiglio scolastico, due sostituti e un sorvegliante scolastico. Il Consiglio scolastico locale di Tonadico rimase in attività fino alla riforma Gentile del 1923, che per l'appunto soppresse ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale. Con il R.D. 20 dicembre 1923 n. 3113, concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione scolastica per tutti i comuni, eccettuati i capoluoghi di provincia, venne affidata al Regio Provveditorato.

Condizione giuridica

85 In seguito alla riforma attuata da Maria Teresa d'Austria con l'emanazione dell'"Allgemeine Schulordnung" del 6 dicembre 1774 e da Francesco I con il "Regolamento politico per le scuole elementari" dell'11 agosto 1805 (che riprendeva l'Ordinanza aulica del febbraio 1787), entrata in vigore nei circoli di Bolzano, Trento e Rovereto dopo la pace di Vienna del 1818, si delinea la legislazione scolastica trentina che restò in vigore fino al 1869. Con la legge 30 aprile 1892 n. 8 per la Contea principesca del Tirolo, concernente le scuole popolari pubbliche, e con la legge 30 aprile 1892 n. 7, in vigore dal 1 gennaio 1894, concernente la sorveglianza sulle scuole, con la quale era istituito il Consiglio scolastico locale (artt. 1-20), si attuava una riforma scolastica che sarebbe durata fino agli anni Trenta del Novecento. La riforma Gentile del 1923, che comprendeva un vasto numero di decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni livello, entrata in vigore dal 1 luglio 1924, sopprimeva il Consiglio scolastico locale. In particolare la soppressione del Consiglio scolastico locale rientrava fra le norme dettate dal R.D. 20 dicembre 1923 n. 3113 (anche questo in vigore dal 1 febbraio 1924) concernente le scuole popolari nei territori annessi al Regno italiano. Fra gli atti ufficiali degli anni 1923-1924 si trova una circolare del Regio Provveditorato che in data 6 marzo 1924 dettava le norme per la liquidazione del Consiglio scolastico locale; vi si legge che in seguito alla profonda riforma apportata alla legislazione scolastica preesistente con i R.D. dal 1° ottobre 1923 in poi, quasi tutte le mansioni, affidate dalla legge 30 aprile 1892 n. 7 ai consigli scolastici locali, furono assegnate ad altri organi (patronati, sindaci, direttori didattici, ispettori).

Funzioni, occupazioni e attività Il Consiglio scolastico locale, nominato dal 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari pubbliche ed infine sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico. Il Consiglio scolastico controllava l'ordinamento scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle disposizioni delle autorità superiori. In particolare controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con fondi locali, ai maestri; amministrava il fondo scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche (o ne sorvegliava l'amministrazione); vigilava sull'edificio, sui fondi e sulle suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario; custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto sull'andamento della scuola; decideva l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai sei anni; promuoveva la frequentazione della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la mancata frequenza; ripartiva sui singoli giorni della settimana le ore d'insegnamento previste dal piano d'istruzione e stabiliva in quali ore del giorno si dovesse impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito; vigilava sulla disciplina scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento di maestri; accordava ai maestri i permessi (fino a tre giorni) per incombenze personali; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri e comune o autorità; informava, dava pareri e faceva proposte alle rappresentanze comunali e alle varie autorità; determinava in base alla legge il numero di maestri necessario. Secondo il R.D. n. 3113/1923 (art. 4), fino al 30 giugno 1924 la gestione dei servizi scolastici doveva continuare a funzionare con il concorso finanziario degli enti scolastici locali, territoriali e istituzionali esistenti. Detti enti dovevano contribuire alle spese per le scuole pubbliche popolari nella misura risultante dai relativi bilanci dell'anno 1923. Invece, secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i consigli scolastici locali, come dettato dal R.D. n. 3113/1923, dovevano funzionare dal 1 febbraio al 1 luglio 1924 quali "uffici di stralcio", cioè l'opera dei suddetti consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole

86 economico-amministrativa. Dunque vi rientravano i consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni quali speciali fondazioni scolastiche, stabili intavolati a nome del Consiglio scolastico locale, patrimoni speciali ecc., e i consigli che si occupavano della gestione amministrativa dei fondi necessari a coprire le spese richieste dal regolare funzionamento di scuole il cui mantenimento spettava a più comuni insieme (riparto della spesa fra comuni, riscossione quote relative, provvista di mezzi didattici, di arredi scolastici, di materiale per il riscaldamento ecc.). La circolare aggiunge che i consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano le incombenze sopra citate, dovevano già considerarsi sciolti, con l'incarico di passare, entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di gestione ordinaria al rispettivo comune.

Struttura amministrativa Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la comunità scolastica, dal sorvegliante della scuola locale ed infine, se c'era, dal patrono della scuola. Il patrono della scuola, membro del Consiglio scolastico locale, aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo sostituto. Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità ecclesiastica superiore un sacerdote. Se nella comunità scolastica vi erano varie scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale. Il dirigente della scuola rappresentava il suo istituto scolastico nel Consiglio. Se al Consiglio scolastico locale sottostavano più scuole, entrava nel Consiglio il dirigente della scuola di categoria più alta; nel caso in cui ci fossero più scuole della stessa categoria, spettava al Consiglio scolastico distrettuale scegliere il dirigente; tuttavia i dirigenti esclusi avevano diritto di partecipare e votare alle riunioni in cui si fosse trattato del loro istituto. Inoltre se una scuola pubblica era condotta da docenti appartenenti ad un ordine di religiose, la dirigente poteva nominare un sostituto per partecipare alle riunioni del Consiglio; questi aveva soltanto diritto di voto consultivo. I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel caso in cui alla stessa comunità scolastica appartenessero diversi comuni, il rappresentante era eletto da tutte le rappresentanze comunali, con l'interessamento del preside del Consiglio scolastico distrettuale. Nel Consiglio entrava anche il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti. Tutti gli eleggibili nella rappresentanza comunale erano anche eleggibili nel Consiglio scolastico locale. Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di membri fra 2 e 5 e ripartito sui rispettivi comuni in base al censo e al numero della popolazione. Le elezioni erano fissate ogni sei anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio scolastico; tutti i membri erano rieleggibili. Nel caso di dimissioni di un membro, si effettuava un'elezione per sostituirlo fino alla scadenza del mandato dell'intero Consiglio. L'ingiustificato rifiuto ad entrare nel Consiglio o ad assumere la carica di presidente era punito dal Consiglio scolastico distrettuale con una multa in denaro e si dovevano indire nuove elezioni. Le multe inflitte erano versate nel fondo scolastico locale. I membri del Consiglio scolastico locale eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside) ed il suo sostituto. Il rappresentante della chiesa potava rifiutare l'elezione; i maestri delle scuole popolari non potevano ricoprire la carica di presidente o sostituto. Nel caso in cui il presidente e il sostituto fossero impediti ad assumere la direzione del Consiglio, la presidenza era assegnata al più anziano fra i membri del Consiglio. Il presidente

87 rappresentava il Consiglio scolastico locale all'esterno e doveva aver cura del corretto adempimento delle attribuzioni del Consiglio; distribuiva gli affari da trattare agli altri membri, metteva in esecuzione le deliberazioni e si occupava degli affari correnti; aveva il diritto di sospendere le esecuzioni delle deliberazioni in contrasto con la legge purché entro otto giorni rimettesse al Consiglio scolastico distrettuale l'oggetto sospeso. In caso di vertenze urgentissime di affari non correnti, il presidente poteva prendere da solo le disposizioni senza convocare il Consiglio in seduta straordinaria, ma era tenuto a farle approvare nella seduta di Consiglio successiva. Secondo le norme dettate dalla legge n. 7/1892 (artt. 1-20), la costituzione del Consiglio scolastico locale doveva essere notificata alle rappresentanze comunali della comunità scolastica e al Consiglio scolastico distrettuale. Nelle scuole popolari con lingua d'insegnamento tedesca ed italiana o ladina, si dovevano scegliere i rappresentanti comunali appartenenti ad entrambe le componenti ed il loro numero era fissato dal Consiglio scolastico distrettuale. Diverso era nei comuni in cui c'erano scolari non appartenenti alla religione cattolica: il Consiglio scolastico locale era tenuto ad eleggere ed invitare un consultore della rispettiva religione per trattare degli interessi religiosi. Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio scolastico distrettuale, dopo la consultazione dei comuni formanti la comunità scolastica. Il sorvegliante doveva abitare nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del Consiglio. Se il Consiglio scolastico sorvegliava più scuole, potevano essere eletti due sorveglianti. Inoltre se nelle scuole si avevano più lingue di insegnamento (italiano, tedesco e ladino) veniva nominato anche uno speciale sorvegliante per la rispettiva nazionalità. Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non poteva rappresentare due persone nel Consiglio, quindi le cariche di presidente del Consiglio e di sorvegliante non potevano essere riunite in una sola persona. Il sorvegliante aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente della scuola e portare in Consiglio le osservazioni fatte. Tutti i membri del Consiglio scolastico locale potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio scolastico locale prendere disposizioni, all'interno della sfera di sua competenza. Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevano essere invitati ad ogni assemblea; perché questa fosse valida dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo. I membri del Consiglio scolastico locale non potevano essere presenti a discussioni e votazioni riguardanti i loro propri interessi personali; questi inoltre non avevano diritto a nessuna retribuzione per il disbrigo degli affari, ma la comunità scolastica li risarciva per eventuali spese sostenute. Nel periodo di transizione dall'Austria all'Italia, il Trentino conservò l'organizzazione scolastica austriaca, compresi gli organismi di sorveglianza. Nacque un acceso dibattito fra cattolici e laici per le questioni organizzative, fra le quali anche il Consiglio scolastico locale. Secondo la relazione del maestro Miorelli del 1919 "... la scuola appartiene giuridicamente al comune, il quale nomina i propri maestri, quantunque i contributi comunali per il mantenimento della scuola siano minimi e gravino sul distretto e sulla provincia... Della propria scuola il comune è sommamente geloso" (6). Datato 15 dicembre 1920 è l'intervento sulla rivista "La scuola redenta", in cui i maestri laici chiedevano una scuola laica e sollecitavano l'abolizione dei consigli scolastici locali che rappresentavano un'ingerenza della gerarchia

88 ecclesiastica nel governo della scuola. La "Riforma Gentile" sopprimeva infine ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale sostituendoli con i Consigli scolastici regionali e i Consigli di disciplina di nomina ministeriale. Con il R.D. n. 3113/1923 concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione scolastica per tutti i comuni, eccettuati i capoluoghi di provincia, era affidata al Regio Provveditorato (art. 3). Secondo l'art. 5 del succitato R.D. i prefetti interessati per territorio erano incaricati di provvedere, inteso il provveditore competente, alla nomina di commissari straordinari con l'incarico di liquidare e ripartire fra i comuni, che facevano parte della medesima circoscrizione scolastica amministrativa, il patrimonio mobiliare e immobiliare, e la quota dei crediti e dei debiti in dipendenza dei rapporti preesistenti, così di diritto pubblico come di diritto privato. A commissari per la predetta liquidazione e ripartizione dovevano essere preferibilmente nominati i sottoprefetti nel cui territorio era compreso il maggior numero di comuni.

Il Consiglio scolastico locale di Tonadico rendeva conto del suo operato al Consiglio scolastico distrettuale di Primiero.

Fonti normative Legge 30 aprile 1892, n. 7, "valevole per la Contea principesca del Tirolo concernente la sorveglianza sulle scuole" Legge del 30 aprile 1892, n. 8, "valevole per la contea principesca del Tirolo concernente le scuole popolari pubbliche" Regio Decreto 8 febbraio 1923, n. 374, "Soppressione dei consigli scolastici provinciali e delle deputazioni scolastiche" Regio decreto 20 dicembre 1923, n. 3113, "Disposizioni concernenti le scuole elementari nei territori annessi, in vigore dal 1 febbraio 1924" Circolare 6 marzo 1924 del regio Provveditore agli studi di Trento "per la liquidazione dei consigli scolastici locali"

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACTnd, A2 "Consiglio scolastico locale di Tonadico"

Fonti bibliografiche inedite GUASTALLA A.NNA (a cura di), "Consiglio scolastico locale", [profilo storico-istituzionale del Consiglio scolastico locale, redatto secondo le norme internazionali ISAAR(CPF) per incarico della Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici], 1999 (dattiloscritto)

Bibliografia A.R.COOP. (a cura di), Scuola elementare F. Crispi di Trento ed aggregati. Inventario dell'archivio storico 1872-1975, Trento 2009 ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Roberta G. Arcaini, Trento, 2003 ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione

89 dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento, 1998. DE FORT E., La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, 1996 Le condizioni della scuola e dei maestri nelle terre redente. La relazione del maestro Miorelli al Congresso di Modena, IN: Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Nicolò Tommaseo, Trento, 1919 LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento, 1959. SEMERARO A., Il sistema scolastico italiano. Profilo storico, Roma, 1996

Note (1) Confrontare LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento 1959, p. 234. (2) Confrontare E. LEONARDI, op. cit., pp. 41-42. (3) Confrontare. E. LEONARDI, op. cit., p. 191. (4) ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento 1998, pp. 217-218. (5) Confrontare Q. ANTONELLI, op. cit., pp. 247-248. (6) Confrontare "Le condizioni della scuola e dei maestri nelle terre redente. La relazione del maestro Miorelli al Congresso di Modena", IN: Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Nicolò Tommaseo, Trento 1919.

90 fondo D Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1897 - 1922 {94}

Registri 2, fascicoli 2

Soggetti produttori Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30

Contenuto La documentazione del fondo del Consiglio scolastico di Tonadico è stata riportata ad un'unità a seguito della prima schedatura del materiale; i registri erano stati collocati tra i registri anagrafici e il carteggio era conservato in teche con elastici che costituivano una sorta di miscellanea nella quale c'erano una parte del carteggio della scuola, una parte dei lavori di ristrutturazione di "Casa ACLI" e altri fascicoli e carte inerenti l'asilo parrocchiale, resoconti e ricevute.

91 serie D 1 Verbali delle sedute del Consiglio scolastico locale {95}

Registri 1

Contenuto La serie è costituita da un unico registro con i verbali delle sedute della direzione del Consiglio scolastico dal 1897 al 1922. La prima riunione del Consiglio registrata nel "Libro dei verbali" è del 26 settembre 1897, convocata con decreto del Consiglio scolastico distrettuale, al quale spettava appunto fissare le date delle assemblee locali per l'elezione della direzione; quale preside veniva eletto il curato don Domenico Morandini, era prassi infatti che nei Consigli locali la presidenza fosse assunta dal curatore d'anime del luogo. Sebbene la legge avesse previsto che il Consiglio si riunisse almeno una volta all'anno, dai verbali delle riunioni sembrerebbe che le assemblee convocate a Tonadico fossero piuttosto incostanti: alle convocazioni del 1897, 1898, 1899 segue la convocazione del 1902, poi le successive registrate sono del 1905, 1908, 1912. Non è chiaro se effettivamente le convocazioni non siano state fatte o se semplicemente il registro sia stato compilato in maniera discontinua; si osserva tuttavia che il Consiglio scolastico si riunisce solo nelle date stabilite dal Consiglio distrettuale per le elezioni dei membri e in caso di affari e problematiche importanti.

D 1.1 {96} "Libro dei verbali del Consiglio scolastico locale" 1897 settembre 26 - 1922 luglio 9 Sessioni del Comitato scolastico locale: 26 settembre 1897, 24 aprile 1898, 3 luglio 1898, 5 maggio 1899, 24 novembre 1902, 9 febbraio 1905, 5 marzo 1905, 19 marzo 1905, 28 gennaio 1908, 12 aprile 1909, 26 gennaio 1912, 18 aprile 1920, 10 ottobre 1920, 13 ottobre 1920, 6 marzo 1921, 29 giugno 1921, 14 agosto 1921, 9 luglio 1922. Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 12 n.n., seguono molte cc. bianche n.n.

92 serie D 2 Protocollo degli esibiti, 1899 - 1909 {97}

Registri 1

Contenuto La serie è costituita da un unico registro la cui compilazione segue modalità diverse nel corso degli anni. Le registrazioni vengono fatte su due pagine affiancate, sulla carta sinistra viene registrato il "protocollo degli esibiti", quindi le registrazioni in entrata, sulla destra il "protocollo di evasione", ossia le registrazioni in uscita. La numerazione della corrispondenza segue prevalentemente un numero unico progressivo sia per gli esibiti che per le evasioni, che parte da 1 all'inizio di ogni nuovo anno; vi sono tuttavia casi in cui alla lettera in uscita viene assegnato il medesimo numero di protocollo della corrispettiva lettera in entrata.

D 2.1 {98} "Protocollo esibiti" 1899 gennaio 4 - 1909 marzo 10 Registro; carta, legatura in cart., cc. 10sd n.n., seguono molte cc. bianche n.n.

93 serie D 3 Carteggio e atti, 1897 - 1922 {99}

Fascicoli 2

D 3.1 {100} Emolumenti per gli insegnanti 1897 - 1911 Stipendi versati agli insegnanti della scuola elementare di Tonadico con la documentazione necessaria ai fini del computo della pensione; quietanze di pagamento. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 30

D 3.2 {101} Carteggio con il Consiglio scolastico distrettuale 1920 - 1922 Carteggio tra il Consiglio scolastico locale di Tonadico e il Consiglio scolastico distrettuale di Primiero inerente le assunzioni degli insegnanti, la revisione dei regolamenti, le autorizzazioni a non frequentare le sessioni estive e i pareri negativi sulle classi miste. Fascicolo; carta, cc. 18

94 fondo E Pergamene della parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 1639 {102}

Pergamene 18

Contenuto Il fondo è costituito da 18 pergamene conservate nell'archivio della parrocchia di Tonadico, la cui datazione è compresa tra il 1269 e il 1639. Si tratta di documentazione antica prodotta e pertinente la comunità di Tonadico; anche le diverse segnature che si individuano nel verso di molte delle pergamene dimostrano la loro provenienza da un fondo d'archivio con modalità di archiviazione e di riordino diverse rispetto a quelle dell'archivio parrocchiale. La tipologia documentaria è costituita nella quasi totalità da sentenze arbitrali, nelle quali i capitani di Primiero, o dei collegi di arbitri appositamente costituiti, intervengono a dirimere le questioni sorte tra le regole e le comunità in merito ai confini, ai diritti sui territori, alle pertinenze, ai pagamenti delle colte e simili; solo l'ultimo documento si discosta dai precedenti, in quanto è un atto testamentario nel quale si trova un lascito a favore della chiesa di Santa Maria Assunta di Fiera. Tra le pergamene non vi è invece alcun documento di pertinenza della chiesa di Tonadico, né dell'antica cappella dedicata ai Santi Vittore e Corona, né della nuova dedicata a San Sebastiano. Nel 2008 le pergamene vennero portate a Trento presso la Soprintendenza per i beni librari e archivistici per farne copia fotografica; in questa occasione ne venne stilato un elenco e, ai fini della pubblicazione on-line, ne venne fatta la schedatura. In fase di schedatura vennero ordinate cronologicamente e numerate da 1 a 18. Nella ricognizione dell'archivio parrocchiale di Tonadico fatta da Albino Casetti negli anni Sessanta del Novecento veniva segnalata la presenza di una pergamena datata 17 luglio 1316, che doveva essere unita alla pergamena datata 9 marzo 1320 (con segnatura E 4); ad oggi la pergamena del 1316 non si trova in archivio, rimangono tuttavia sulla pergamena superstite del 1320 i fori di una cucitura, che probabilmente la univa a quella perduta (1). Nella pubblicazione on-line delle immagini delle pergamene viene schedata anche la pergamena del 1316 (alla quale viene assegnata la segnatura 4.1), riprendendo probabilmente i dati del Casetti e associando l'immagine della pergamena del 1320. Come accennato, una parte delle pergamene è stata regestata da Albino Casetti (2), tre sono state pubblicate nel lavoro di Pistoia sugli statuti di Primiero (3), una decina è stata trascritta in appendice ad una tesi di laurea a cura di Giuseppina Bernardin, sulla base della quale venne pubblicato un articolo nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche (4).

Il supporto pergamenaceo è in generale piuttosto ben conservato, se si esclude qualche pergamena che presenta segni di rosicature lungo i bordi e una pergamena che presenta un evidente strappo che ne compromette la lettura (con segnatura E 13).

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, ad integrazione di quanto già predisposto dalla circolare del 95 Ministero dell'Interno n. 39/1966 recante le "Norme per la pubblicazione degli inventari". Si è fatto inoltre riferimento alle norme generali per la descrizione e la regestazione dei documenti previsti dalla paleografia e dalla diplomatica, soprattutto alle norme dettate nei "Folia cesaraugustana" (5).

Le pergamene sono state inserite rispettando l'ordine cronologico e per la segnatura si è mantenuto il numero assegnato nella schedatura effettuata dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici nel 2008.

La scheda compilata per ogni pergamena comprende: - la segnatura, costituita da una stringa alfanumerica, dove la lettera corrisponde al fondo; - l'intitolazione dell'unità, che corrisponde alla natura giuridica dell'atto; - le date cronica e topica, indicate seguendo le consuete norme generali per la descrizione paleografica in caso di integrazioni o date assegnate; il toponimo viene indicato utilizzando, dove possibile, la forma moderna del nome; - il regesto, redatto in terza persona, che riporta sempre i nomi degli attori e l'atto giuridico; in caso nel testo vi siano nomi di persone o luoghi che non possono essere resi in forma italiana, questi vengono inseriti tra virgolette; se il regesto è stato pubblicato viene indicata anche la bibliografia corrispondente; - il nome, il patronimico e il luogo di provenienza (se presenti) del notaio rogante; - la tradizione dell'atto, quindi se si tratta di "originale", "originale da imbreviatura" o "copia autentica"; "originale" è detto dei documenti tratti dalle imbreviature proprie e sottoscritti dal notaio rogante, di solito presente all'atto; "originale da imbreviatura" è considerato il documento stilato da un notaio, ma che è tratto dal registro delle imbreviature di un altro notaio, su autorizzazione del medesimo e dell'autorità pubblica; quanto alla copia può esser "semplice", ossia priva di convalida notarile o "autentica", con convalida del notaio che la redige e data della redazione; - le segnature antiche presenti nel verso; vengono indicati anche gli attergati (note, regesti, prove di penna), ma se non risultano di particolare rilievo sono descritti in maniera generica; - le misure del supporto, date in millimetri, indicando nell'ordine prima l'altezza poi la base; nel caso di pergamene non perfettamente rettangolari, con lati irregolari, la misura minore registrata viene indicata tra parentesi tonda; si specifica che la pergamena è "irregolare" quando la sua forma non è definibile come rettangolo o quadrato, caso che si verifica in prevalenza per le pergamene caudate o ricavate dalla parte del ventre dell'animale (spesso ondulate); - la presenza di eventuali sigilli o di sigilli perduti; - i danni più evidenti quali rosicature, scoloritura dell'inchiostro, macchie.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SN Signum notarii (Segno del notaio)

Esistenza e localizzazione delle copie La riproduzione fotografica delle pergamene è disponibile on-line, consultabile sul sito di Trentinocultura.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BERNARDIN G., Montagne e pascoli di Primiero (Trento) nei secoli XIV-XV. Introduzione storica e documenti, tesi di laurea (rel. Flavia Maria de Vitt), Università di Udine, a. a. 2003-2004

96 BERNARDIN GAIO G., Primiero nel XV secolo: comunità alpine e beni collettivi, IN: "Studi Trentini di Scienze Storiche", 84 (2005), pp. 597-623 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994²

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)

Note (1) CASETTI A., Guida storico archivistica del Trentino, Trento 1961, pp. 802-803. (2) Ivi (si tratta delle pergamene qui indicate con segnatura da E 1 a E 5). (3) PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia 1994 (si tratta delle pergamene qui indicate con segnatura E 1, E 4, E 5). (4) BERNARDIN G., Montagne e pascoli di Primiero (Trento) nei secoli XIV-XV. Introduzione storica e documenti, tesi di laurea (rel. Flavia Maria de Vitt), Università di Udine, a. a. 2003-2004 (in appendice sono state trascritte le pergamene qui indicate con le segnature da E 6 a E 16); BERNARDIN GAIO G., Primiero nel XV secolo: comunità alpine e beni collettivi, IN: "Studi Trentini di Scienze Storiche", 84 (2005), pp. 597-623. (5) Commissione Internazionale di Diplomatica edite in "Folia Cesaraugustana", n. 1, (Saragozza 1984).

E 1 {103} Sentenza 1269 ottobre 20, Pieve di Primiero Giovanni di Graziano da Mezzano e Giovanni Olivieri da Imer, costituiti arbitri nella contesa che vede opposte la regola di Tonadico, rappresentata dal marzolo Filippo Bettega, e quella di Transacqua, rappresentata dal marzolo Giovanni della domina Palma, in merito ai territori di pertinenza delle due comunità, stabiliscono i confini tra le regole di Tonadico e Transacqua. Notaio: Valpertino; Giacomo Copia autentica del 1363 del notaio Simone da Transacqua di Primiero (SN), da copia autentica del 1327 di Ugolino da Mezzano (SN), quest'ultima da originale dei notai Valpertino e Giacomo, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 663 (659) x 172 (159), nel verso anno di redazione, nota archivistica e note di contenuto Segnature precedenti: "C, N. 21"; "N. 25"; "Fas. IV, N. 10" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto) PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 7, pp. 170-175 (pubblicazione)

E 2 {104}

97 Compromesso - Lodo arbitrale 1288 luglio 5, San Martino di Castrozza Copia autentica (sec. XV ex.-XVI in.) del notaio Ugolino Scopoli (SN), da originale del notaio Bonaccorso "Cumstellus" (SN) e del notaio Giovanni (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 381 x 332 (290) irregolare, con strappo perpendicolare al verso di scrittura lungo il bordo superiore, inchiostro sbiadito, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino (alcune molto sbiadite) Segnature precedenti: "D, N. 33" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)

E 2.1 {105} Compromesso 1288 luglio 5, San Martino di Castrozza Il frate Giovanni, priore dell'ospedale di San Martino di Castrozza, i frati e due delle monache del medesimo monastero, con l'appoggio del vescovo di Feltre Adalgerio da Villalta, si riuniscono con il marzolo delle regole di Transacqua e Siror e il marzolo della regola di Tonadico, agenti ognuno a nome delle comunità che rappresentano, al fine di risolvere una lite legata ai confini e ai terreni di pertinenza delle rispettive parti, dichiarando di voler affidare la soluzione della vertenza a degli arbitri e impegnandosi a rispettare le decisione da questi deliberate. Notaio: Bonaccorso "Cumstellus" (SN) Copia, atto notarile, latino

E 2.2 {106} Lodo arbitrale (1) 1288 luglio 5, San Martino di Castrozza Un collegio arbitrale appositamente costituito è chiamato a dirimere la lite sorta tra l'ospedale di San Martino di Castrozza, rappresentato dal priore Giovanni, da una parte, e le regole di Transacqua, Siror e Tonadico, rappresentate dai rispettivi marzoli, dall'altra, in merito ai diritti vantati dall'una e dall'altra delle parti sui monti Col e Rolle; il collegio arbitrale stabilisce i confini delle zone di pertinenza delle due parti. Notaio: Bonaccorso "Cumstellus" (SN); Giovanni (SN) Copia, atto notarile, latino Note (1) Il fondo conserva anche una copia del medesimo documento con segnatura E 3.

E 3 {107} Lodo arbitrale (1) 1288 luglio 5, San Martino di Castrozza Un collegio arbitrale appositamente costituito è chiamato a dirimere la lite sorta tra l'ospedale di San Martino di Castrozza, rappresentato dal priore Giovanni, da una parte, e le regole di Transacqua, Siror e Tonadico, rappresentate dai rispettivi marzoli, dall'altra, in merito ai diritti vantati dall'una e dall'altra delle parti sui monti Col e Rolle; il collegio arbitrale stabilisce i confini delle zone di pertinenza delle due parti. Notaio: Bonaccorso "Cumstellus"; Giovanni

98 Copia autentica del notaio Paolo di Antonio dalla Costa da Valdobbiadene (Treviso) (SN), redatta il 14 giugno 1627 da copia autentica del notaio Ugolino Scopoli (SN), quest'ultima da originale dei notai Bonaccorso "Cumstellus" e Giovanni, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 585 (580) x 177 (170), nel verso anno di redazione e note archivistiche Segnature precedenti: "D, N. 34"; "Fas. II, N. 17" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto) Note (1) Si tratta di una copia del documento conservato in questo fondo con segnatura E 2.2.

E 4 {108} Concessione di diritto di pascolo 1320 marzo 9, Feltre (BL) Guecellone da Camino, capitano di Feltre, tenuto consiglio, riconosce alla comunità di Primiero i diritti che vantava dai tempi antichi e la autorizza a raccogliere i prodotti dell'incolto e a pascolare con pecore, capre e altro bestiame nei pascoli, in monte e in piano, posti nel distretto di Feltre, annualmente nel periodo che vada dalla festa di San Michele (29 settembre) a San Giorgio (23 aprile). Notaio: Vecellio de "Cassollo" (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 296 x 134 (130), inchiostro sbiadito; la pergamena era cucita con un'altra, vi sono i fori di cucitura lungo il bordo inferiore, nel verso anno di redazione e regesto in italiano Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto) PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 13, pp. 186-187 (pubblicazione)

E 5 {109} Relazione - Ratifica di terminazione 1330 giugno 24, Tonadico Originale, atto notarile Documento singolo; pergamena, mm 685 (678) x 205 (200), con qualche rosicatura lungo i bordi, macchie di umidità, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano molto sbiadite Segnature precedenti: "F, N. 57" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto) PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 14, pp. 187-190 (pubblicazione)

E 5.1 {110} Relazione 1330 giugno 24, Tonadico Alla presenza di Vittore de Mugnaio, vicario di Primiero, agente a nome di Endrighetto di Bongaio potestà di Primiero, Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico, Tomeo da Siror, marzolo delle regole di Transacqua e Siror e i rappresentanti delle medesime regole dichiarano di aver individuato sei strade pubbliche, per le quali si definiscono e si

99 approvano i tracciati e i confini, sulle quali tutti gli abitanti delle regole di Tonadico, Transacqua e Siror hanno e avranno in perpetuo il diritto di passaggio a piedi e con i carri. Notaio: Ugolino da Mezzano (SN) Originale, atto notarile, latino

E 5.2 {111} Ratifica di terminazione 1330 giugno 24, Tonadico Vittore de Mugnaio, vicario di Primiero, agente a nome di Endrighetto di Bongaio, potestà di Primiero, approva, conferma e ratifica le decisioni prese in merito alle strade pubbliche a beneficio delle regole di Tonadico, Transacqua e Siror che gli vengono presentate da Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico, Tomeo da Siror, marzolo delle regole di Transacqua e Siror e dai rappresentanti delle medesime regole. Notaio: Ugolino da Mezzano (SN) Originale, atto notarile, latino

E 6 {112} Lodo arbitrale 1368 agosto 21, Campo Sant'Andrea (Primiero) (1) Andrea Codagnelli da Parma, capitano di Castel Pietra, su delega di Francesco da Carrara, signore del distretto di Primiero, e di Bonifacio Lupi, marchese di Soragna, fissa il confine tra il territorio pertinente al distretto di Agordo e quello pertinente al distretto del Primiero lungo il corso del rio Sandriassa, dalla "Rocchetta" dove nasce fino al luogo detto Vallalta dove si unisce al torrente Mis; a memoria del confine così stabilito fa scolpire due croci una su una pietra dove il rio nasce ed inizia il confine, l'altra su una delle pietre dove il confine termina. Notaio: Simone da Transacqua Copia autentica (sec. XIV ex.-XV in.) dei notai Giovanni di Valentino detto "Hasler" da Bressanone (SN), Angelino detto "Schidman" da Bolzano (SN) e Giovanni di Ulrico da Bolzano (SN), da originale del notaio Simone di Transacqua, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 685 x 277, con rosicature lungo il bordo destro, macchie di umidità e inchiostro sbiadito in alcuni punti, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino Segnature precedenti: "E, N. 48" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto) Note (1) La località si dice posta in "districtus Primey penes ipsum fluvium Sandriasse".

E 7 {113} Sentenza 1420 agosto 31, Tonadico Gaspare Welsperg, capitano di Castel Pietra e della valle del Primiero, è chiamato a dirimere la questione sorta tra le comunità di Imer, Tonadico e Transacqua da una parte, e Mezzano e Siror dall'altra, in merito alla gestione di quei beni che appartengono agli abitanti di una regola, ma che sono posti nel territorio di una regola diversa da quella di residenza; tenuto consiglio, Gaspare Welsperg, confermando alle regole i diritti, le libertà, i privilegi e le esenzioni concesse dagli antichi statuti e dalle consuetudini, dichiara che la valle del Primiero, così come era stato per il passato, debba anche per il futuro essere divisa in quattro circoscrizioni; stabilisce inoltre che coloro che hanno, o acquistano, dei beni in una regola nella quale non risiedono siano obbligati a pagare a quest'ultima la colta, che deve essere imposta in maniera giusta e onesta in proporzione al valore dei beni posseduti; stabilisce inoltre 100 che nessuno abbia il diritto di portare a pascolare le proprie bestie nel territorio appartenente ad un'altra regola e che se qualcuno, per fruire dei beni che ha in un'altra regola, vada ad abitarvi, sia anche obbligato a pagare le colte e le tasse spettanti ai residenti; da ultimo stabilisce che si scelgano otto persone di comprovata onestà, due per ogni regola, alle quali affidare il compito di stilare un inventario dei beni posseduti da ciascuna regola. Notaio: Ulrico "Panter" della diocesi di Würzburg (Germania) Copia autentica (sec. XV ex.-XVI in.) dei notai Agostino di Bonomo "de Semzonio" da Treviso (SN) insieme ai notai Ugolino di Giovanni Scopoli (SN) e Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN), da originale del notaio Ulrico "Panter" della diocesi di Würzburg (Germania), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 400 x 270 (263), con inchiostro leggermente sbiadito in corrispondenza del bordo superiore e inferiore, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano Segnature precedenti: "C, N. 27"; "N. 46"; "Fas. VIII, N. 19" Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)

E 8 {114} Sentenza 1467 agosto 5, [Tonadico] (1) Giacomo Cariolo capitano e vicario agente a nome di Baldassarre conte Welsperg, signore del castello e della valle di Primiero, è chiamato a dirimere la contesa sorta tra Antonio figlio di Giorgio artigiano di Tonadico, sindaco e procuratore della villa di Tonadico, e Giacomo del fu Franceschinello, sindaco e procuratore delle ville di Transacqua, Pieve e Ormanico, da una parte, e Giacomo da Banco e Paolo Portella, agenti a nome della comunità di Siror, dall'altra, in merito alla giurisdizione del monte Col, in particolare per la località detta "Soto Ronz", che secondo antica consuetudine è indivisa tra le ville di Tonadico, Transacqua, Ormanico e Siror, che hanno diritto di sfruttarne i pascoli a rotazione annuale; rivendicando la villa di Siror il diritto esclusivo dei pascoli di "Soto Ronz", Giacomo Cariolo stabilisce che il monte Col e i pascoli di "Soto Ronz" fanno entrambi parte dell'indiviso e che quindi devono essere sfruttati a rotazione dalle diverse comunità aventi diritto. Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 270 x 237, con fori dovuti a tarli, nel verso anno di redazione e note archivistiche Segnature precedenti: "D, N. 32"; "Fas. VIII, N. 35" Note (1) La data topica riporta in realtà solo "in domo habitata per magistrum Franciscum cyroycum Milanensem".

E 9 {115} Sentenza 1468 settembre 24, Tonadico Giacomo Cariolo conte palatino, Donato del fu Enrico da Canal San Bovo, Antonio Conte da Mezzano, Bartolomeo "Scuffonus", nominati arbitri e compositori, sono chiamati a pronunciare sentenza nella contesa che vede opposti Gasparino Agazio, sindaco agente a nome della regola di Tonadico, e Giacomo Franceschinelli da Ormanico, sindaco agente a nome delle ville di Pieve, Transacqua e Ormanico, da una parte, e Francesco da Ponte, marzolo della regola di Siror, agente a nome della medesima dall'altra, in merito alla giurisdizione e ai diritti delle diverse comunità sul monte Col; i giudici stabiliscono per il monte Col i confini e le pertinenze precise spettanti a ciascuna regola. Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 250 x 240, con fori dovuti a tarli ed inchiostro eraso in alcuni punti, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino 101 Segnature precedenti: "G, N. 67"; "Fas. VIII, N. 19"

E 10 {116} Transazione 1470 novembre 6, Tonadico Silvestro da Venezia, banditore e ufficiale del comune di Tonadico, ottiene dal marzolo Pietro Todesco, a saldo dei pagamenti a lui spettanti per diversi servizi resi alla regola, in particolare per il compenso dovuto per una causa contro 22 boscaioli che avevano bruciato la casa del fu Giacomo Pistoia e per altri bandi e servizi resi alla comunità, la somma di 15 lire di denari piccoli e l'ulteriore somma di 7 denari che riceve da Giovanni Melaia, dichiarandosi così risarcito da ogni credito che vantava nei confronti della comunità. Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 260 x 192 (175) irregolare, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano

E 11 {117} Sentenza 1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico) Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a dirimere la contesa sorta tra gli abitanti del Primiero che possiedono pecore e coloro che invece non ne possiedono; questi ultimi chiedono che siano stabiliti dei pascoli riservati agli armenti, dal momento che le greggi gravano molto sui pascoli e tuttavia non sono soggette al pagamento di tasse più alte. Baldassarre e Osvaldo Welsperg, sentite le parti, stabiliscono che tutti gli uomini padri di famiglia abitanti nel distretto di Primiero possano avere un massimo di 200 pecore a testa e abbiano diritto a farle pascolare in pascoli, selve e monti appartenenti alle regole dove abitano o abiteranno, senza alcun aggravio economico; se tuttavia ne tengono un numero maggiore allora siano costretti a pagare un affitto maggiore sui pascoli e una tassa di erbatico proporzionata al numero di capi; stabiliscono inoltre che ogni anno i marzoli di ogni regola nominino due o tre uomini che contino le pecore di ciascuna regola, destinando al pascolo delle medesime una parte dei terreni disponibili congruente col numero dei capi e che, allo stesso modo si proceda per assegnare una parte della montagna al pascolo degli armenti. Secondo le antiche consuetudini si stabilisce quindi che chi possiede pecore salga verso i pascoli non prima della festa di San Barnaba a giugno e che non ne discenda prima della festa di Santa Maria o San Bartolomeo in agosto e che, nel periodo della "montegatione", non si facciano pascolare le greggi nei prati destinati alle vacche; in caso di contravvenzione sarà applicata una multa di 50 denari piccoli. Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN) Originale (1), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 574 x 185 (169) irregolare, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano Segnature precedenti: "C, N. 23"; "Fas. VIII, N. 18" Note (1) Nel fondo è conservato anche un originale parallelo con segnatura E 13.

E 12 {118} Sentenza 1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico) Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a pronunciare sentenza sui problemi sorti all'interno della comunità del Primiero in merito alla questione dei saltari, responsabili del controllo dei danni che le bestie arrecano ai beni comuni; Baldassarre e Osvaldo Welsperg sentenziano che ogni anno debbano esser scelti in ogni regola, con il favore del marzolo, uno o due saltari con il compito di sequestrare il bestiame che viene trovato ad arrecare danno e consegnarlo al 102 marzolo; quest'ultimo entro tre giorni eleggerà tre uomini fidati per quantificare il danno, che dovrà essere risarcito entro tre giorni, passato questo tempo senza che il danno sia pagato il bestiame pignorato sarà trasferito a Castel Pietra. I marzoli e i giurati dovranno inoltre verificare che tutti coloro che possiedono terreni li abbiano sufficientemente recintati con siepi e muri, sotto pena di venti soldi piccoli; per dette incombenze i marzoli e i giurati hanno diritto di trattenere per sé la quarta parte delle multe raccolte, una parte delle quali dovrà essere devoluta ai saltari della regola. Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 560 (554) x 205 (200), nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano Segnature precedenti: "C, N. 25"; "Fas. VIII, N. 30"

E 13 {119} Sentenza 1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico) Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a dirimere la contesa sorta tra gli abitanti del Primiero che possiedono pecore e coloro che invece non ne possiedono; questi ultimi chiedono che siano stabiliti dei pascoli riservati agli armenti, dal momento che le greggi gravano molto sui pascoli e tuttavia non sono soggette al pagamento di tasse più alte. Baldassarre e Osvaldo Welsperg, sentite le parti, stabiliscono che tutti gli uomini padri di famiglia abitanti nel distretto di Primiero possano avere un massimo di 200 pecore a testa e abbiano diritto a farle pascolare in pascoli, selve e monti appartenenti alle regole dove abitano o abiteranno, senza alcun aggravio economico; se tuttavia ne tengono un numero maggiore allora siano costretti a pagare un affitto maggiore sui pascoli e una tassa di erbatico proporzionata al numero di capi; stabiliscono inoltre che ogni anno i marzoli di ogni regola nominino due o tre uomini che contino le pecore di ciascuna regola, destinando al pascolo delle medesime una parte dei terreni disponibili congruente col numero dei capi e che, allo stesso modo si proceda per assegnare una parte della montagna al pascolo degli armenti. Secondo le antiche consuetudini si stabilisce quindi che chi possiede pecore salga verso i pascoli non prima della festa di San Barnaba a giugno e che non ne discenda prima della festa di Santa Maria o San Bartolomeo in agosto e che, nel periodo della "montegatione", non si facciano pascolare le greggi nei prati destinati alle vacche; in caso di contravvenzione sarà applicata una multa di 50 denari piccoli. Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN) Originale (1), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 537 x 205 (195) irregolare, con uno strappo con perdita di una parte del supporto in corrispondenza del bordo superiore che compromette la lettura del testo e rosicature di topi in corrispondenza dell'angolo superiore destro, con inchiostri sbiadito, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano e latino Note (1) Nel fondo è conservato anche un originale parallelo con segnatura E 11.

E 14 {120} Sentenza 1479 luglio 6, Pieve (Primiero) Bonadio detto Grasso, Francesco "calderarius" da Feltre, Giacomo notaio delle valli Giudicarie e Ambrogio Cazari, entrambi abitanti a Cavalese in val di Fiemme, vengono eletti arbitri per dirimere la lite sorta tra Vittore del fu Pietro Piazza da Transacqua, sindaco e procuratore di tutta la comunità di Primiero e Canal San Bovo, da un parte, e Gregorio del fu Nicolò e Andrea del fu Pietro da Someda della val di Fiemme, possessori del monte Bocche, dall'altra, in merito al pagamento della colta da parte di Gregorio e Andrea alla comunità di Primiero; Vittore Piazza, sostenendo che il monte Bocche si trova nelle pertinenze di Primiero, chiede a Gregorio e Andrea il pagamento di 10 lire, 14 soldi, 6 denari piccoli in ragione della colta degli ultimi 25 anni, oltre al pagamento della medesima per gli anni a venire. Gli arbitri stabiliscono che Gregorio e Andrea paghino a partire da questo momento la colta alla

103 comunità di Primiero secondo il giusto prezzo, ma li esonera dal pagamento degli arretrati richiesti dal medesimo Vittore Piazza, in quanti fino a quel momento non risulta che fosse mai stato richiesto alcun pagamento. Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 472 (460) x 160 (150) irregolare, con rosicature di topi lungo il margine destro e fori, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano

E 15 {121} Procura 1489 ottobre 9, Tonadico Salvatore Luciani, marzolo della regola di Tonadico, Marco Zanetello, marzolo della regola di Transacqua, Siror e Ormanico, Giovanni Domenico, marzolo della regola di Mezzano, e Guberto Loss, marzolo delle regole di Imer e Canal San Bovo, costituiscono Bartolomeo Luciani da Tonadico, Michele Bettega da Mezzano e Antonio Scalet da Ormanico procuratori con autorità di agire nella causa che le comunità di Primiero vogliono sollevare contro Baldassarre Welsperg e i suoi nipoti, signori di Primiero, al fine di far valere gli antichi diritti e vedere riconosciuti i privilegi, le concessioni, le consuetudini delle quali le comunità avevano goduto fin dai tempi più antichi. Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli da Tonadico (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 360 x 233 (226), con rosicature di topi lungo il bordo sinistro e diverse macchie, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano

E 16 {122} Sentenza 1492 ottobre 8, Tonadico Antonio Bertelli, capitano di Castel Pietra e del Primiero, è chiamato a dirimere la causa tra Giacomo Luciani, marzolo della regola di Tonadico, Giovanni Gilli, marzolo della regola di Siror, e Bartolomeo Franceschinelli, rappresentante delle ville di Pieve, Transacqua e Ormanico agenti a nome delle rispettive regole, da una parte, e Martino Sox, procuratore agente a nome degli eredi del fu Bertoldo "Fayron", dall'altra, sorta in merito ad un campo detto di Sant'Andrea, verso il monte Cereda, posto al di qua del rio Sandriassa, spettante alla regola di Sopra Pieve, che gli eredi del fu Bertoldo tenevano in affitto dalla comunità; Antonio Bertelli dichiara che il campo di Sant'Andrea appartiene ai regolani di Sopra Pieve e condanna Martino Sox a restituirlo ai legittimi proprietari con le rispettive pertinenze e a pagare l'affitto che non era stato versato per gli anni precedenti. Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli da Tonadico (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 307 x 250, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino Segnature precedenti: "G, N. 62"; "Fas. VIII, N. 8"

E 17 {123} Sentenza 1506 agosto 5, Fiera di Primiero Diversi arbitri eletti dalle comunità del Primiero sono chiamati a dirimere la questione sorta tra le comunità di Siror e Ormanico relativamente al pagamento delle colte nei rispettivi territori di pertinenza. Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli della valle di Primiero (SN) Originale, atto notarile; latino

104 Documento singolo; pergamena, mm 107 (73) x 164 (93) irregolare, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano Segnature precedenti: "Fas. VIII, N. 9"

E 18 {124} Testamento 1639 aprile 10, Tonadico Antonio del fu Leonardo Feldkircher di Tonadico, giacendo a letto ammalato, detta le sue ultime volontà e dichiara di voler esser sepolto nel cimitero della chiesa di Santa Maria Assunta di Primiero con gli uffici soliti e con le messe del trigesimo, dell'anniversario e le messe Gregoriane; lascia all'altare della Beata Vergine delle "Sette Spade", eretto nella chiesa parrocchiale, un credito di 100 ragnesi e 40 denari, in cambio di tre messe annuali da celebrare per la sua anima; lascia inoltre una somma di denaro al nipote Michele. Notaio: Giovanni Battista di Andrea Scopoli (SN) Originale del notaio Giovanni Battista Scopoli da imbreviatura del padre Andrea, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 359 x 161, con rosicature di topi lungo il bordo sinistro e destro che compromettono in alcuni casi la lettura, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano

105 INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Altare dei Santi Gottardo e Leonardo nella chiesa di San 60 Sebastiano di Tonadico

Altare della Beata Vergine delle "Sette Spade" della chiesa 124 della Madonna Assunta di Fiera

Altare di Sant'Anna nella chiesa di San Sebastiano di 60 Tonadico

Altare di Sant'Antonio nella chiesa di San Sebastiano di 2, 49 Tonadico

Altare maggiore della chiesa di San Sebastiano di Tonadico 2, 60

Altare parietale di San Sebastiano di Tonadico 60

Anna, santa (giorno di) 2

Archivio della cappellania di Tonadico Vedi Archivio parrocchiale di Tonadico

Archivio della comunità di Tonadico 48

Archivio parrocchiale di Tonadico 49, 53, 60, 89, 102

Armadio per l'archivio 1

Artigianelli 42

Barnaba, santo (giorno di) 117, 119

Bartolomeo, santo (giorno di) 117

Biblioteca 65

Boschi del Primiero 49

Boschi del Tesino 49

Campane 51, 60, 72

Canonica di Tonadico 1, 50, 80

Capifamiglia di Siror 56

Capifamiglia di Tonadico 56

Capifamiglia di Transacqua 56

Capitali fruttanti 62, 71

Capitello della Madonna del Rosario di Tonadico Vedi Capitello della Madonna della Luce ai Boaletti di Tonadico

Capitello della Madonna della Luce ai Boaletti di Tonadico 42

Capitello presso la centrale elettrica di Castel Pietra di 55 106 Tonadico

Capitolato 2, 49, 74

Cappellano 2

Cappelle/Cappellanie esposte 3

Carestia in Russia 16

Casa ACLI a Tonadico 69, 79, 80, 94

Censimento delle campane 51

Centrale idroelettrica di Tonadico 42

Chiesa battesimale 2

Cimitero 60, 75

Circonvallazione di Tonadico 76

Columelli (organizzazioni territoriali del Primiero) 2

Concessione d'indulgenza 2

Concilio di Trento 3, 5, 9, 18

Concilio Laterano IV 15

Concordato tra la Santa Sede e il Regno d'Italia 3, 9, 20, 60

Confini parrocchiali 3

Congrua 2, 52, 57

Consacrazione di chiesa 60

Consiglio pastorale diocesano 51

Consulta frazionale 56

Cronache e memorie 44

Custode del cimitero 75

Diritti antichi della comunità 121

Diritti di stola 2, 3, 51

Diritto di passaggio 110

Esercito 50

Fabbriceria 60, 68

Fabbricieri 60, 74

Fiera di San Michele 2

Fondo Sante Anime di Tonadico 42, 43, 64 107 Fonte battesimale 2

Fosse, malga appartenente al priorato di San Martino 85

Giorgio, santo (giorno di) 108

Immobile ex casa Egger di Tonadico Vedi Casa ACLI a Tonadico

Indulgenza della Porziuncola 51

Insegnanti 101

Inventari del patrimonio 50

Inventario dei beni delle regole di Primiero 113

Inventario dei beni mobili e/o immobili della chiesa 50, 69

Lascito di don Carlo Depaoli per la chiesa di Tonadico 88

Lascito testamentario Bonat Margherita per la chiesa di 81 Tonadico

Lascito testamentario dalla Piazza per la chiesa di Tonadico 81

Lascito testamentario Debertolis per la chiesa di Tonadico 82

Lascito testamentario Feldkircher per la chiesa Tonadico 73

Lascito testamentario Gadenz per la chiesa di Tonadico 73, 81, 84

Lascito testamentario Maria Bernardin per la chiesa di 76 Tonadico

Lascito testamentario Turra per la chiesa Tonadico 73, 82

Lascito testamentario Zagonel Caterina per la chiesa 73, 82 Tonadico

Lavori altare chiesa di San Sebastiano 88

Lavori chiesa 45, 60, 70, 72

Lavori cimitero 75

Libri di archiviazione 71

Maestri (custodi dei boschi del Primiero) 49

Manutenzione e riparazione della chiesa 49

Marzoli (rappresentanti deputati al governo) 2, 105, 106, 107, 117, 118, 119

Massari 2, 60, 68

Messe legatarie 27, 39, 52, 53

Messe "pro populo" 27, 39

108 Michele, santo (giorno di) 108

Offerte pro costituenda parrocchia 51

Organista 70, 74

Patrimonio agrario 51

Pellegrini 18

Pergamena 49

Pergamene della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico 1, 60, 102

Persone giuridiche private 89

Persone giuridiche pubbliche 89

Polizze assicurative 80

Processioni 2, 49, 51

Pubblicazioni di matrimonio 18

Reliquia della Santa Croce 49

Reliquie 2, 53

Sacrestano 70, 74

Saltari (custodi dei beni comunali di Primiero) 118

Santa Maria, festa 117, 119

Scuole elementari frazionali 56

Sebastiano, santo (giorno di) 2

Sindaci 60, 68

Sistema parrocchiale 3

Sistema pievano 2, 3

Statuti della comunità di Primiero (1367) 2, 60, 102

Stipendi degli insegnanti 100

Taglie per la cattura di animali nocivi 49

Timbro ufficiale della parrocchia 2

Tribunale di Tonadico 2, 60

Urbario della chiesa di San Sebastiano 63

Via Crucis 51

Vicario espositurale 2

Vicario temporaneo 50 109 Visita decanale 89

Visite pastorali 53, 89

110 INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Amministrazione casa ACLI di Tonadico 79

Archivio Diocesano Tridentino di Trento 1, 5, 9, 11

Asilo infantile di Tonadico Vedi Scuola materna di Tonadico

Associazione Famiglie di Tonadico 59

Azienda elettrica municipalizzata di Tonadico 55

Basilica pontificia di Sant'Antonio (PD) 42

Beneficio don Domenico Fontana di Tonadico 52

Beneficio priorale dei Santi Martino e Giuliano in San 85 Martino di Castrozza

Borsa di studio Pierina Boni 83

Cappella di San Sebastiano di Tonadico Vedi Chiesa di San Sebastiano di Tonadico

Cappellania di San Sebastiano di Tonadico 2, 3, 89

Centrale elettrica di Castel Pietra di Tonadico 55

Chiesa campestre di San Giovanni di Tonadico 55

Chiesa dei Santi Vittore e Corona di Tonadico 2, 50, 60, 102

Chiesa di San Marco di Transacqua 52

Chiesa di San Sebastiano di Tonadico 1, 2, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 45, 47, 49, 50, 52, 53, 56, 60, 63, 64, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 77, 78, 82, 84, 85, 86, 102

Chiesa di Santa Maria Assunta di Fiera di Primiero 2, 49, 102, 124

Chiesa di Sant'Andrea di Siror 2

Circolo ai Confini d'Italia 2

Commissariato del Governo per la Regione Trentino-Alto 81, 83, 84 Adige, Trento

Comune di Fiera di Primiero 2, 75

Comune di Moena 2

Comune di Predazzo 2

Comune di Sagron Mis 2

Comune di Siror 2

Comune di Tonadico 2, 50, 51, 52, 55, 56, 76, 84

111 Comune di Transacqua 2

Comunità di Canal San Bovo 2

Comunità di Imer 113

Comunità di Mezzano 2, 113

Comunità di Primiero 108, 118, 120, 123

Comunità di Siror 113

Comunità di Tonadico 1, 49, 60, 102, 113

Comunità di Transacqua 113

Conferenza Episcopale Italiana, Comitato per gli enti e i beni 89 ecclesiastici e per la promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica

Confraternita del Santissimo Sacramento di Fiera di 89 Primiero

Confraternita del Santissimo Sacramento di Tonadico 1, 43, 64, 89, 91

Congregazione del Terz'ordine di San Francesco di Tonadico 54

Consiglio scolastico distrettuale di Primiero 95, 101

Consiglio scolastico locale di Tonadico 1, 93, 94, 95, 96, 101

Coro curaziale di Tonadico 54, 70

Curazia di San Sebastiano di Tonadico 51, 53, 60

Curazia di Sant'Andrea di Siror 2

Curia arcivescovile di Trento 51, 55, 56, 57, 58, 73, 81, 83, 84

Decanato di Primiero 85, 89

Diocesi di Bressanone 13

Diocesi di Feltre 2, 13

Diocesi di Padova 13

Diocesi di Trento 13, 27, 39, 60

Dipartimento dell'Alto Adige 89

Famiglia cooperativa di Tonadico 47

Federazione provinciale scuole materne 58

Giunta provinciale di Trento 1, 102

Governo austriaco 5, 9, 11, 68

Governo bavarese 5, 9, 11

112 Governo di Innsbruck 49

Governo per il Tirolo e Vorarlberg 68

Impero romano-germanico 2

Legato Pierina Boni di Tonadico 52

Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di 102 Stato

Opera del pane dei poveri di Tonadico Vedi Pane di Sant'Antonio di Tonadico

Ordinariato vescovile di Trento 1, 2, 3, 48, 51, 52, 58, 60, 68, 97

Ospedale dei Santi Martino e Giuliano (ospizio) di San Martino di Castrozza Vedi Priorato dei Santi Martino e Giuliano di San Martino Castrozza

Pane di Sant'Antonio di Tonadico 42, 43, 64

Parrocchia dei Santi Martino e Giuliano di San Martino di 1, 3 Castrozza

Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Imer 1

Parrocchia della Madonna di Loreto di Sagron Mis 1

Parrocchia di San Giorgio di Mezzano 1, 3

Parrocchia di San Marco di Transacqua 1, 3, 79, 83

Parrocchia di San Sebastiano di Tonadico 51, 53, 59, 79, 83

Parrocchia di Santa Maria Assunta di Fiera di Primiero 3, 79

Parrocchia di Sant'Andrea di Siror 3, 79

Parrocchia di Tonadico 15

Patronato ACLI 79

Pia Società di San Paolo in Roma 79

Pieve di Primiero Vedi Parrocchia di Santa Maria Assunta di Fiera di Primiero

Prefettura di Trento 51, 56

Premio della bontà Clauser 55

Principato vescovile di Trento 2

Priorato dei Santi Martino e Giuliano di San Martino 105, 106, 107 Castrozza

Provincia autonoma di Trento, Commissione Beni Culturali 1

113 Provincia autonoma di Trento (PAT) 1, 76

Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza ai beni 1, 102 storico-artistici, librari e archivistici

Provveditorato agli studi di Trento 56

Regione Trentino - Alto Adige 58, 79

Regno d'Italia 9, 25

Regno d'Italia, Ministero per il culto 68

Regola di Imer 2

Regola di Mezzano 2

Regola di Siror 105, 106, 107, 110, 111

Regola di Tonadico 2, 49, 60, 103, 105, 106, 107, 110, 111

Regola di Transacqua 2, 49, 103, 105, 106, 107, 110, 111

Sacra Congregazione del Concilio di Roma 27, 39, 51, 52, 68

Santa Sede 20, 50

Scuola elementare di Tonadico 100

Scuola materna di Tonadico 58, 78

Seminario di Trento 83

Tonadico, comune catastale 83

Transacqua, comune catastale 83

Trento, comitato (territorio soggetto al vescovo) 2

Ufficio amministrativo diocesano di Trento 60

Ufficio dello stato civile 5, 9, 11, 20, 26

Ufficio vicariale di Primiero 60, 72

114 INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Adalgerio da Villalta, vescovo di Feltre 105

Agazio Gasparino, sindaco della regola di Tonadico 115

Agostino di Bonomo "de Semzonio" da Treviso 113

Alboino, re dei Longobardi 2

Andrea del fu Pietro da Someda della val di Fiemme 120

Andrea, santo 60

Angelino detto "Schidman" da Bolzano, notaio 112

Antonio Conte da Mezzano, arbitro compositore 115

Antonio del fu Leonardo Feldkircher di Tonadico 124

Antonio figlio di Giorgio, artigiano di Tonadico, sindaco e 114 procuratore della villa di Tonadico

Asburgo (d') Alberto III, duca d'Austria 2

Asburgo (d') Giuseppe II, imperatore 2, 89

Asburgo (d') Leopoldo III, duca d'Austria 2

Asburgo (d') Maria Teresa, imperatrice 2

Bartolomeo Luciani da Tonadico, procuratore della comunità 121 del Primiero

Bartolomeo, santo 60, 119

Bartolomeo "Scuffonus", arbitro compositore 115

Bernardin Maria da Tonadico, moglie del conte Turra 76

Bertamini Luigi, decano di Fiera di Primiero 2, 50

Bertelli Antonio, capitano di Castel Pietra e del Primiero 122

Bettega Filippo, marzolo della regola di Tonadico 103

Bettega Michele da Mezzano, procuratore delle comunità del 121 Primiero

Bonaccorso "Cumstellus", notaio 104, 105, 106, 107

Bonadio detto Grasso, arbitro 120

Bonat Margherita 81

Boni Pierina, fondatrice del legato Boni di Tonadico 52, 69, 83

Brunet fratelli da Tonadico 82

Cariolo Giacomo, capitano e vicario della giurisdizione di 114, 115 115 Primiero

Carlo IV di Lussemburgo, imperatore 2

Casetti Albino 2, 102

Cazari Ambrogio, abitante a Cavalese, arbitro 120

Clauser Fiorenzo, fondatore del Premio della bontà Clauser 55

Clauser Sofia, fondatrice del Premio della bontà Clauser 55

Clemente VIII, papa 89

Clesio Bernardo, vescovo di Trento 60, 68

Codagnelli Andrea da Parma, capitano di Castel Pietra 112

Corradini Michele da Rallo, cappellano di Tonadico 2

Corrado II il Salico, imperatore 2 da Ponte Francesco, marzolo della regola di Siror 115 de Ferrari Carlo, vescovo di Trento 3, 51, 53, 60, 89

Della Bona Giovanni Giacomo, vescovo di Trento 53

Depaoli Carlo, sacerdote 88

Doff Sotta Pietro da Imer, parroco di Tonadico 3, 31, 50, 59, 73, 82

Donato del fu Enrico da Canal San Bovo, arbitro 115 compositore

Endrici Celestino, vescovo di Trento 53

Endrighetto da Bongaio, potestà di Primiero 110, 111

Fayron Bertoldo 122

Ferdinando I, imperatore d'Austria 49

Fontana Domenico da Siror, cappellano di Tonadico, 52 fondatore del beneficio Fontana

Franceschinelli Bartolomeo, rappresentante delle ville di 122 Pieve, Transacqua e Ormanico

Franceschinelli Giacomo da Ormanico, sindaco delle ville di 114, 115 Pieve, Transacqua e Ormanico

Francesco Bernardin, sacerdote 50

Francesco "calderarius" da Feltre, arbitro 120

Francesco, chirurgo milanese 114

Francesco da Carrara, signore del distretto di Primiero 112

Fuganti Pietro da Taio, cappellano di Tonadico 2 116 Giacomo da Banco, rappresentante della comunità di Siror 114

Giacomo notaio delle valli Giudicarie abitante a Cavalese, 120 arbitro

Gilli Domenico Antonio, cancelliere di Primiero 71

Gilli Giovanni, marzolo della regola di Siror 122

Giorgio, santo 60

Giovanni della domina Palma, marzolo della regola di 103 Transacqua

Giovanni di Graziano da Mezzano 103

Giovanni di Ulrico da Bolzano, notaio 112

Giovanni di Valentino detto "Hasler" da Bressanone, notaio 112

Giovanni Domenico, marzolo della regola di Mezzano 121

Giovanni, frate priore dell'ospedale di San Martino di 105, 106, 107 Castrozza

Giovanni, notaio 103, 104, 106

Giovanni Olivieri da Imer 103

Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo, notaio 113, 114, 115, 116

Giustiniani Francesco, pittore 60

Gorcia de Lusa, vescovo di Feltre 2

Gottardi Alessandro Maria, vescovo di Trento 53

Grandi Angelo da Mezzano, curato di Tonadico 49

Gregorio del fu Nicolò della val di Fiemme 120

Guecellone da Camino, capitano di Feltre 108

Innocenzo XII, papa 27, 39

Loss Guberto, marzolo delle regole di Imer e Canal San Bovo 121

Lucian Maurizio, sacerdote 50

Luciani Giacomo, marzolo della regola di Tonadico 122

Luciani Salvatore, marzolo della regola di Tonadico 121

Lupi Bonifacio, marchese di Soragna, capitano di Primiero 112

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento 27, 39

Madruzzo Ludovico, vescovo di Trento 13, 60, 68

Marco, santo 60 117 Margherita Alacoque, santa 60

Martino di Tours, santo 2

Melaia Giovanni 116

Merlin Giovanni da Campodoro (PD), parroco di Tonadico 3, 50

Merovingi, dinastia 2

Michele, nipote di Antonio del fu Leonardo Feldkircher 124

Moarstetter Baldassarre da Primiero, cancelliere di Primiero 71

Molinari Angelo, padre OFM, vicario curaziale di Tonadico 2

Morandini Domenico da Predazzo, curato di Tonadico 2, 50, 95

Motter Enrico da Tenna, curato di Tonadico 2, 50

Nami Giacomo di Nicolò da Primiero, cancelliere di 71 Primiero

Orsi Camillo, decano di Primiero 53, 89

Osti Pietro da Scurelle, cappellano di Tonadico 2

Ottone I, imperatore 2

Paolo di Antonio dalla Costa da Valdobbiadene (TV), notaio 107

Paolo V, papa 5, 9, 11, 13

Parisi Giuseppe da Trento, vetraio 60

Pastorini Bartolomeo da Macerata, cappellano di Tonadico 2, 49

Pastorini Bortolo, cappellano di Tonadico 60

Pastorini Lorenzo da Cividale (UD), cappellano di Tonadico 2, 49

Piazza Giorgio Francesco Armando di Francesco, 71 cancelliere di Primiero

Pietro, santo 16

Pio X, papa 18

Pistoia Giacomo 116

Polo Guido da Ziano, curato di Tonadico 2, 44, 45, 50, 54, 60, 77

Portella Paolo, rappresentante della comunità di Siror 114

Riccabona Benedetto, vescovo di Trento 2, 51

Salvadori Antonio da Bollone (BS), vicario espositurale di 2 Tonadico

Scalet Antonio da Ormanico, procuratore delle comunità del 121 118 Primiero

Scopoli Andrea, notaio 124

Scopoli Francesco Antonio di Giovanni Francesco, 71 cancelliere di Primiero

Scopoli Giovanni Battista fu Andrea, notaio 121, 124

Scopoli Ugolino fu Giovanni da Tonadico, notaio 104, 107, 122, 123

Silvestro da Venezia, banditore del comune di Tonadico 116

Simion Giovanni da Tonadico 73

Simone da Transacqua, notaio 103, 112

Simonetti Antonio fu Giorgio da Tonadico, notaio 117, 118, 119, 120

Sox Martino 122

Stocchetti Giorgio da Vigo Meano (TN), vicario espositurale 2 di Tonadico

Suarez Pietro Maria da Treviso, vescovo di Feltre 2

Todesco Pietro, marzolo della regola di Tonadico 116

Tomaselli Ignazio da Strigno, cappellano di Tonadico 2

Tomeo da Siror, marzolo delle regole di Transacqua e Siror 110, 111

Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico 110, 111

Trotter Celso, notaio 71

Trotter Pietro 42

Udalrico II, vescovo di Trento 2

Ugolino da Mezzano, notaio 103, 110, 111

Ugolino di Giovanni Scopoli, notaio 113

Ulrico "Panter" della diocesi di Würzburg, notaio 113

Valpertino, notaio 103

Vanzetta Erminio da Ziano, parroco di Tonadico 3, 39, 40, 50, 81, 86

Vecellio da "Cassollo", notaio 108

Vittore de Mugnaio, vicario generale della giurisdizione di 110, 111 Primiero

Vittore del fu Pietro Piazza da Transacqua, sindaco e 120 procuratore della comunità di Primiero e Canal San Bovo

Vittore, santo 60

Welsperg Baldassarre, capitano e signore del Primiero 114, 117, 118, 119, 121 119 Welsperg Enrico, conte 49

Welsperg Gaspare, signore di Castel Pietra e della valle di 113 Primiero

Welsperg Giorgio, conte 2

Welsperg Giuseppe, conte 49

Welsperg Marquardo, conte 49

Welsperg Osvaldo, nipote di Baldassarre, signore di Castel 117, 118, 119 Pietra e della valle del Primiero

Zagonel Caterina 81

Zanetello Marco, marzolo della regola di Transacqua, Siror 121 e Ormanico

Zeni Duccio, parroco di Transacqua, Fiera di Primiero, 3 Sagron, Tonadico, Transacqua e Siror

120 INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Alpi, catena montuosa 2

Austria 2

Belluno 2

Boaletti, località di Tonadico 42

Bocche, monte della catena del Lagorai 120

Bolzano/Bozen 2

Brocon, passo 2

Campo Sant'Andrea, località del Primiero 112

Canal San Bovo 2

Canali, torrente 3

Castel Pietra (Primiero) 2, 60, 117, 118, 119

Cavalese 120

Cereda, monte 122

Cereda, passo (comune di Transacqua) 2

Chiusa/Klausen (BZ) 2

Chiusura, località di Tonadico 73

Cismon, torrente 2

Cismon, valle 1, 2

Claudia Augusta Padana, via 2

Col, monte del Primiero 106, 107, 114, 115

Coletti, località di Tonadico 82

Distretto di Agordo (BL) 112

Distretto di Primiero 112, 117, 119

Dreocase (Driocase), località di San Martino 73

Falzen, località di Tonadico 52, 81, 84

Feltre (Belluno) 2

Fiera di Primiero 123

Fiorosna (a), località di Tonadico 77

Lazer, rio 3

121 Maso Gubert, località del Primiero 3

Merano/Meran (Bolzano) 2

Mori 86

Ormanico, frazione di Transacqua 2, 114, 115, 123

Paolina, via 2

Passerella (sul torrente Cismon) 3

Passo Rolle, località 2

Pieve di Primiero 103, 115

Pieve (Transacqua) 2, 60

Portela, località di Tonadico 73

Primiero 1, 2, 89

Rocchetta, località del Primiero dove nasce il rio Sandriassa 112

Rolle, monte 106, 107

Rovereto 2

San Martino di Castrozza 2, 104, 105, 106, 107

Sandriassa, rio 112, 122

Sant'Andrea (di), campo in località del monte Cereda 122

Schener, valle 2

Seghe, località di Tonadico 73

Siror 2, 49, 114, 123

Someda (Moena) 120

Sopra Pieve 122

Soto Ronz, località sul monte Col di Primiero 114

SS n. 50 del Grappa e del Rolle 3

Strada passo Cereda - San Martino 3

Tegnago, località di Tonadico 73

Tesino 2

Tirolo 2

Tonadico 89, 95, 109, 110, 111, 113, 114, 115, 116, 122, 124

Transacqua 114, 115

122 Trentino Alto Adige 2, 9

Vallalta, località del Primiero alla confluenza dei torrenti 112 Sandriassa e Mis

Valle del Primiero 2, 113

Valle dell'Adige 2

Valle di Fiemme 2, 120

Valle Isarco 2

Valsugana 2

Veneto 2

Via Principe Umberto (Fiera di Primiero) 3

Vignalongo, località di Tonadico 73

123