18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 2

PRIMO PIANO

All’ombra della trattativa

anno delle stragi, del delitto Francesco Del Bene, che hanno firmato fosse fatta largo la convinzione che altri Lima (12 marzo), di Capaci (23 l’avviso di chiusura delle indagini, si di- uomini delle istituzioni potessero finire nel L’ maggio) e via D’Amelio (19 lu- spiega e va in scena la trattativa Stato- mirino della criminalità organizzata. Un glio). Anno di grande fermento politico: mafia al centro della loro inchiesta. aspetto affatto secondario, secondo la ri- dalle dimissioni (28 aprile) del «picco- costruzione della Procura di Palermo, natore» Francesco Cossiga, che lascia il IL DELITTO LIMA: L’INIZIO perché avrebbe contribuito a far matura- Quirinale prima della scadenza del suo set- Dai verbali d’interrogatorio dei dodici in- re, negli ambienti di certa politica, il tennato aprendo la strada all’ascesa al Col- dagati e delle persone sentite come testi- convincimento di scendere a patti con la le di , fino alle ele- moni, i magistrati di Palermo cercano di mafia proprio per salvare la pelle. Non su- zioni politiche. Sono passati vent’anni da fare luce sulla consecutio temporum che bendo dunque una trattativa figlia del ri- quel maledetto 1992: si cercano ancora ve- si instaura tra i fatti di sangue firmati dal- catto, ma cercandola attivamente. Il 12 rità e risposte. Sull’escalation di una san- la mafia e l’evoluzione del quadro politi- gennaio 2012, l’anno del ventennale del- guinaria stagione delle stragi che, dalla Si- co nazionale di quegli anni. In particola- le stragi di Capaci e di via d’Amelio e del- cilia, allungherà la sua scia di morte sul re, sulle ripercussioni del delitto Lima. lo stesso delitto Lima, Ciriaco De Mita de- “continente”. Dalle bombe in via dei Ge- «L’uccisione del parlamentare non è l’ini- pone come persona informata dei fatti da- orgofili a Firenze (nella notte tra il 26 e il zio della trattativa ma è un omicidio di rot- vanti ai magistrati di Palermo. L’allora pre- 27 maggio 1993) a quelle contro le chie- tura dei rapporti con la classe politica – sidente della Dc riferisce di un incontro se di San Giovanni in Laterano e San Gior- chiarisce il procuratore aggiunto Antonio con Giovanni Falcone successivo al delitto gio al Velabro a Roma e in via Palestro a Ingroia in una recente intervista a Libero Lima (12 marzo 1992) ma precedente alle Milano (27 luglio). E’ lo scenario nel qua- –. L’aggiustamento del maxiprocesso era elezioni politiche (5 aprile dello stesso le, secondo i magistrati della Procura di fallito e la mafia voleva dare una sanzio- anno). «Falcone… ecco, Falcone mi chie- Palermo, l’aggiunto Antonio Ingroia e i so- ne». L’obiettivo è capire se, dopo l’omi- se di incontrarlo… e siccome eravamo in stituti Antonino Di Matteo, Lia Sava e cidio dell’esponente siciliano della Dc, si campagna elettorale, gli dissi che non ero

ILPUNTO 18 12/7/2012 18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 3

L’INCHIESTA/ I VERBALI Dopo il delitto Lima, nel ’92, l’allora presidente della Dc, Ciriaco De Mita, incontra a Roma, Giovanni Falcone: «Mi disse che dovevamo prepararci, perché la mafia avrebbe elevato il livello di scontro con lo Stato». Il magistrato morirà pochi giorni dopo, il 23 maggio, nella strage di Capaci. Il retroscena della nomina di Conso dopo le dimissioni di Martelli. Gifuni: «Eravamo a Ciampino, alle 9 di sera. Scalfaro fece il suo nome, lo chiamammo e in quel momento divenne ministro della Giustizia» ANTONIO PITONI All’ombra FABRIZIO COLARIETI rispetto al rischio che cresce lo dice a me del Consiglio allora in carica, (Giulio) An- perché? No, no, nessun elemento parti- dreotti, e i ministri (Calogero) Mannino colare, ma glielo dico. Io poi gli aggiun- e (Carlo) Vizzini…». Progetti di attenta- go: ma io non sono più né Mini… Presi- ti dei quali, secondo Scotti, lui stesso si sa- dente del Consiglio e non sono Ministro rebbe fatto carico di informare Vizzini e di Grazia e Giustizia, perché racconta a me Mannino (oggi indagato dalla procura di queste cose? Perché è una persona che sti- Palermo per «violenza o minaccia ad un mo. E poi gli dico: ma allora perché non corpo politico, amministrativo o giudi- della trattativa le scrive? Perché in questo momento ziario» nell’ambito dell’inchiesta sulla trat- non passano. La sostanza della conver- tativa, ndr) tramite l’allora capo della Po- sazione era: preparatevi perché la mafia lizia, Parisi. Una denuncia che, secondo a Roma… onestamente non pensavo che organizzerà uno scontro elevando il livello l’ex ministro degli Interni – come ricor- fosse una cosa urgente; mi fece sapere in- dello scontro. Questa cosa rimane nella dano i pm di Palermo a De Mita – solle- vece che mi avrebbe raggiunto. Lo vedo mia memoria, io la dico ad alcuni, a (Eu- vò non poche polemiche: «Si scatenò nei durante la campagna elettorale e allora mi genio, ndr) Scalfari che era il direttore di miei confronti un vero e proprio putiferio», sembrò indelicato insomma e organiz- Repubblica, io son rimasto molto sorpre- riferisce ai magistrati Scotti. Dalla cui zammo un incontro a Roma in un inter- so da questo tipo di giudizio che mi è sta- esposizione si evince, in sostanza, che vallo tra le manifestazioni che c’erano, tra to trasmesso. Poi purtroppo Falcone vie- dopo il delitto Lima vi erano concrete ra- l’Hilton e l’Eur. E allora lui mi ha spiegato ne ammazzato e io vengo chiamato a te- gioni di ritenere che altri esponenti poli- la sua opinione sulla uccisione di Lima – stimoniare…(a Caltanissetta, ndr)». I pm tici potessero finire nel mirino della ma- racconta De Mita ai magistrati –. Mi dice: vogliono approfondire le «reazioni» nel fia. De Mita, d’altra parte, ammette che «le preparatevi perché la mafia eleverà il li- partito (la Dc) al delitto Lima. E richia- cose che accadevano non è che poi fossero vello di scontro con lo Stato, perché mano l’attenzione di De Mita su un pas- insignificanti», confermando di aver «rac- dopo la decisione della Cassazione che saggio della deposizione (di cui gli dan- contato la conversazione con Falcone a di- confermava la procedura adottata a Pa- no lettura) di , all’epoca verse persone», sebbene ribadendo di lermo e loro hanno bisogno di riorganiz- dei fatti ministro degli Interni del gover- non aver avuto particolari manifestazio- zarsi e per riorganizzarsi debbono eleva- no Andreotti: «Subito dopo l’omicidio ni di preoccupazione da alcun esponente re… E lui disse… Eh, ma Lima che Lima, giunse al ministro dell’Interno politico. c’entra, non mi sembra un uomo simbo- quando ancora era ministro degli Interni, lo. E lui disse: no, Lima non è mafioso…». delle, alcune note dei Servizi di Sicurez- VIA ARENULA E IL DAP De Mita è sorpreso e incuriosito dalle ri- za del Dipartimento di Polizia che face- Insomma, la politica era stata avvertita. velazioni di Falcone e gli rivolge, come vano riferimento al pericolo di altri at- Due volte. La prima (dalla mafia) con il risulta dal verbale, altre domande: «Poi gli tentati organizzati dalla mafia nei confronti delitto Lima. La seconda (dalle istituzio- chiedo: ma perché mi fa questo discorso, di esponenti politici fra i quali il presidente ni) con l’allarme lanciato dal ministro

ILPUNTO 12/7/2012 19 18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 4

PRIMO PIANO

Scotti sul rischio di nuovi attentati. E’ in questo contesto che, il 25 maggio, due giorni dopo la strage di Capaci, Oscar Lui- gi Scalfaro succede al dimissionario Fran- cesco Cossiga alla presidenza della Re- pubblica. E il 10 febbraio 1993 il capo del- lo Stato si trova a gestire la prima “emer- genza” politico-istituzionale: il Guarda- sigilli, , si dimette da mi- nistro e dal Psi in seguito ad un avviso di garanzia notificatogli dalla Procura di Mi- lano. Sulle circostanze e le modalità del- la sua sostituzione con Giovanni Conso al ministero di Via Arenula, il 20 gennaio 2011, i pm di Palermo raccolgono la de- erano le nove di sera? Allora lui fece un timana sì e una no cadevano come biril- posizione dell’allora segretario generale paio di telefonate e poi dice: no a me mi li, cioè abbiamo cambiato la bellezza di della presidenza della Repubblica, Gaetano pare che la persona migliore assolutamente dieci ministri…». Dunque, stando ai fat- Gifuni. «Sì Martelli che cade il giorno che sia Giovanni Conso. E così telefonò a Con- ti riferiti da Gifuni, è Scalfaro ad indica- noi stavamo a Trieste in visita ufficiale alla so il quale divenne in quel momento Mi- re Conso al presidente del Consiglio città, arriva una telefonata: guardi che… nistro di Grazia e Giustizia…». Una cir- Amato, ottenendone il benestare. I pm rei- avviso di garanzia. E devo dire che Scal- costanza che i pm vogliono approfondi- terano la domanda: «Quindi fu un’idea del faro mi disse: stasera stessa, vai via… le re: « No perché il Ministro ad interim vie- presidente Scalfaro quella di Conso?». E dimissioni e stavamo al ritorno da Trieste ne scelto direttamente dal Capo dello Sta- Gifuni ribadisce: «Sì, sì, sì e fu confermato già quando stavamo a Trieste, fece arrivare to, il Presidente del Consiglio che ruolo proprio a pieni voti da (Carlo Azeglio) l’aereo per firmare il decreto di accetta- ebbe in questo…?». Gifuni: «Ah be’, s’è Ciampi…», subentrato il 28 aprile 1993 zione delle dimissione in sostituzione fatta prima la telefonata a Giuliano Ama- allo stesso Amato. L’interesse dei magi- con l’interim. Poi arrivati a Ciampino con to e ha detto: per carità, strati di Palermo sul nome di Giovanni l’aereo, si fermò, dice: aspetta un mo- eccetera eccetera… Cioè Giuliano Ama- Conso non è casuale: nel novembre 1993, mentino che dobbiamo cercare di guardare to purtroppo il suo Governo fu una rovi- durante il suo dicastero, sarà revocato (me- in giro. E dove lo trovamo a questo, che na, non per colpa sua, ma perché una set- glio, non prorogato) ad oltre 300 mafio-

L’intervista/ Giuseppe Di Lello gnatari di processi contro la «Lo Stato tiri fuori l’agenda rossa di Borsellino mafia, per costruire un uni- co grande processo. Nacque Solo così potrà tornare ad essere credibile» così il pool che era compo- sto da Falcone, Borsellino e «Lo Stato tiri fuori l’agenda rossa di Paolo Borsellino, fenomeno abbastanza perseguibile, cioè non era quel me, poi arrivò Guarnotta, e solo così potrà recuperare credibilità». A parlare è Giu- mostro sconosciuto e impenetrabile cui si faceva spes- noi quattro istruimmo i pri- seppe Di Lello Finuoli, ex giudice istruttore e parla- so riferimento. Ma le grandi intuizioni, quelle che cam- mi grandi processi contro mentare, nel ’83 chiamato da Antonino Caponnetto a biarono l’approccio, furono quelle di Giovanni Falcone. Cosa nostra». far parte del pool di Palermo dopo l’uccisione di Roc- Mi riferisco al fatto di andare a guardare dentro le ban- Che clima c’era a Palermo in co Chinnici. Insieme a Leonardo Guarnotta, attuale pre- che, di utilizzare le intercettazioni, di avviare rapporti quegli anni? sidente del tribunale di Palermo, Di Lello è l’unico te- con gli altri organi inquirenti. Era un innovatore, e il suo «Il clima era di grandissima collaborazione, a capo del- stimone ancora in vita della stagione che li vide in pri- modo di indagare fu dirompente. Fino a quel momento la Procura c’era Vincenzo Pajno, e a capo dell’ufficio ma fila nella lotta a Cosa nostra, gomito a gomito con a Palermo non c’era stata una magistratura credibile, istruzione c’era Caponnetto, e loro due andavano ab- Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. ma Falcone aveva la fama di essere un giudice bravo, bastanza d’accordo. Tra di noi c’era una grande col- Cosa ricorda di quegli anni, quando nacque il pool e la- uno di cui ci si poteva fidare. Sono entrato nell’ufficio laborazione, basata su stima e fiducia reciproca, e con vorò al fianco di Falcone e Borsellino? istruzione nell’82, c’erano già Falcone e Borsellino, il pool la Procura non ci furono mai grandi tensioni». «Quando Gaetano Costa e Rocco Chinnici (entrambi vit- nacque con la morte di Chinnici, strutturalmente ven- E con la politica? time di mafia, ndr) cominciarono seriamente a indaga- ne messo in piedi da Caponnetto. E anche la sua fu una «Fino a quel momento la politica, in Sicilia, non era sta- re su Cosa nostra, ci si rese conto che in realtà era un grande intuizione: far lavorare insieme i giudici asse- ta mai disturbata, dunque i primi segnali vengono con

ILPUNTO 20 12/7/2012 18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 5

LA SOSTITUZIONE DI AMATO Dopo 11 anni alla guida del Dipartimen- to di via Arenula, il 4 giugno 1993, Nicolò Amato viene sostituito con il procurato- re di Trento, Adalberto Capriotti. Come per la scelta di Conso, anche in questo caso, la testimonianza di Gaetano Gifuni è si- gnificativa. «Lei ha ricordo delle ragioni I VERBALI di questo avvicendamento?», gli chiedo- A sinistra Ciriaco De Mita. no i pm. Risposta: «No e insomma, tene- In alto il procuratore aggiunto di Palermo, va un brutto, lo posso dire, un brutto ca- Antonio Ingroia. A destra l’ex segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni. rattere Nicolò Amato insomma, forse Nelle pagine precedenti non sembrava molto collaborativo, che, la strage di via D’Amelio. però non vorrei spingermi oltre, però ri- cordo che fu insomma una decisione si il regime del 41-bis. Una decisione che za, la durata che è stata fissata mi pare nel presa, come al solito, da Scalfaro, Ciam- Conso ha dichiarato di aver preso in luglio-agosto.. no?.. l’iscrizione al 41 bis pi e… perché lui fu sostituito durante il go- completa autonomia. Versione che non dei 420 che io firmo siamo intorno ai pri- verno Ciampi, Nicolò Amato…». Quin- convince i magistrati che lo indagano per mi di agosto credo... Non è che nel mar- di Scalfaro partecipa alla nomina di Ca- «false informazioni a pubblico ministero». zo successivo fossero in scadenza, non priotti. «Sì, sì, sì, erano perfettamente d’ac- Non convince, per altro, anche altri testi- c’era niente in scadenza, gli sono stati sem- cordo sia Scalfaro e sia Ciampi», confer- moni dell’inchiesta. Come il suo prede- plicemente tolti». In realtà, alcuni sono sta- ma Gifuni. «Ma scusi, era normale che per cessore Claudio Martelli che il 15 febbraio ti revocati, altri non sono stati rinnovati alla la sostituzione di un direttore, seppure di 2011 mette a verbale: «La dichiarazione scadenza, cioè a novembre. Parallela- un dipartimento così importante, si inte- di Conso insomma… ma poi che si sia lui mente, i magistrati di Palermo puntano ad ressasse il presidente della Repubbli- assunto la totale responsabilità è la cosa approfondire un’altra vicenda. Riguarda ca?», gli chiedono i pm. Gifuni risponde: che più mi colpisce, non… che cosa può la composizione del Dap, in particolare dei «Be’ sì, sì era importante…», citando il averlo indotto a una decisione di questa na- vertici dell’amministrazione penitenzia- precedente del «povero» Michele Coiro, tura, perché se io non ricordo male il di- ria, che, dopo l’avvicendamento tra Mar- e «certamente era informato il capo del- spositivo del 41 bis non è che fossimo di telli e Conso, subiscono una rivoluzione lo Stato, non poteva non esserlo…». Che fronte a qualche cosa che era in scaden- tutt’altro che indolore. sulle motivazioni dell’avvicendamento, a

l’incriminazione di Vito Ciancimino, in primis, e poi dei cu- sato che poi ci sarebbe stato un processo che addirittu- cizia personale, familiare, molto forte. Falcone era un per- gini Ignazio e Antonino Salvo, che erano i terminali degli ra arrivava in Cassazione e incastrava definitivamente mol- sonaggio che non veniva scalfito da nessuna accusa, si ri- andreottiani, mentre Ciancimino lo era della mafia. Era la ti boss mafiosi. Forse avevano dato all’esterno rassicurazioni teneva un vincente e non c’è dubbio che lo fosse, perché Dc che contava veramente a Palermo e in Sicilia e il fat- inesistenti, sulla sorte di questo processo e quando le sen- era l’unico in Italia che poteva alzare il telefono e parla- to che il pool mirasse a loro spaventò molto, perché non tenze vennero confermate in Cassazione la mafia si sca- re con l’Fbi, con gli investigatori più importanti del mon- erano abituati a essere disturbati a quel livello. Ci fu una tenò contro di loro, contro i suoi referenti politici che ave- do e avere una risposta. Borsellino era un po’ il comple- reazione molto ben orchestrata, anche a livello di gover- va sottomano, quindi ammazzò Lima e uno dei cugini Sal- mento di Falcone, era un uomo dello Stato fino in fondo. no, imperversava il Caf, e diventammo il loro bersaglio prin- vo». Non si sarebbero mai tirati indietro, per nessun motivo, cipale, perché mettevamo in crisi l’economia, insieme alla E della trattativa Stato-Mafia? tant’è che sono stati ammazzati». primavera di Leoluca Orlando che in quel periodo si sta- «Non c’è dubbio che alcuni pezzi dello Stato avranno ten- La morte di Borsellino è legata alla trattativa? va sviluppando. Un’azione politica condotta anche sui i gior- tato di trattare, adesso non so in quale misura, però non «Questo è difficile dirlo. Dico solo una cosa: se lo Stato vuo- nali, quello di Montanelli, un po’ anche il Corriere della Sera c’è neanche dubbio che tutto sommato lo Stato ha retto, le fare lo Stato ed essere credibile, cominci a tirare fuo- e Il Giornale di Sicilia. Erano tutti molto critici nei nostri perché alla fine di questa trattativa, che mirava a indebolire ri l’agenda rossa di Borsellino, per esempio. Non l’ha pre- confronti, “questi giudici che mettono in pericolo anche il regime sanzionatorio, di fatto si sono ritrovati con il 41- sa il primo che passava, se la sono presa, come si sono i loro coinquilini e la pace della città”. Un livello un po’ me- bis addirittura stabilizzato per legge, quindi questa trat- presi i documenti dalla cassaforte di Carlo Alberto Dalla schino». tativa non c’è mai stata, almeno in termini ufficiali». Chiesa, come quelli trafugati dal covo di Totò Riina, come Che idea si è fatto sul delitto di Salvo Lima? Qual è la sua opinione su Massimo Ciancimino? le agende di Falcone. Tutta una serie di acquisizione di dati. «Lima era riconosciuto come il referente andreottiano, il «Un pentito deve essere attendibile sempre, non part time, Non sono un complottista però credo che una parte dei principale referente di in Sicilia, e anche a volte sì e altre no. Non si può fare antimafia dando cre- Servizi in questo Stato non sono mai stati fedeli ad esso, il referente di ambienti mafiosi. Credo che lui avesse lu- dito a uno come Ciancimino». ma fedeli solo a se stessi, al loro potere interno, tant’è che crato sui voti mafiosi e anche un po’ millantato questo suo Che ricordi ha di Falcone e Borsellino? la politica è stata sempre succube di questi personaggi». potere, suo e degli andreottiani, perché mai avrebbero pen- «Lavoravamo tutto il giorno insieme, c’era un legame di ami- Fabrizio Colarieti

ILPUNTO 12/7/2012 21 18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 6

precisa domanda dei magistrati, chiarisce: GLI INTERROGATIVI «Se questo 41 bis fosse entrato nei moventi della sostituzione, onestamente le dico Il giallo della sostituzione che… non mi risulta proprio». E’ un punto cruciale, perché la revoca del 41-bis di Amato al Dap. Il segretario ad oltre 300 mafiosi nel novembre del 1993 potrebbe essere parte del risultato generale del Colle: «Decisa della trattativa Stato-mafia. Un punto sul quale la posizione di Nicolò Amato era sempre da Scalfaro, Ciampi chiara: «Gli scrissi (a Conso, ndr) che il 41-bis, essendo un decreto ministeriale, era e Conso». Il controverso il prodotto di un’emergenza. Perciò pro- ponevo di sostituirlo con una legge, che cambio della guardia avrebbe reso permanente, più efficace e più dura la risposta dello Stato alla mafia al Viminale tra Scotti – spiega l’ex direttore del Dap in un’in- tervista a Panorama –. La sicurezza sa- e Nicola Mancino, oggi rebbe stata tanto più garantita quanto più forte fosse stato il controllo sulle co- indagato a Palermo municazioni tra il carcere e fuori, che pas- savano attraverso la corrispondenza e i col- te, parlava di Scalfaro, Scalfaro ha detto gno Scotti viene rimpiazzato da Nicola loqui. Chiedevo un rafforzamento della che entro una settimana te ne devi anda- Mancino. «Sono andato a letto credendo censura sulle lettere e la possibilità di re dal Dap…». Gifuni risponde: «Ma in di essere nominato il giorno dopo ministro ascoltare e registrare i colloqui. E inoltre queste formule io non… non parlo in que- dell’Interno e invece mi sono svegliato mi- che i mafiosi chiamati a deporre nei pro- sto modo, ma può darsi, mo’ adesso con- nistro degli Esteri», dirà ai giornalisti l’or- cessi potessero farlo solo attraverso un col- trollo pure le agende, sto Teatro del- mai ex titolare del Viminale. Ma esiste an- legamento audiovisivo senza essere por- l’Opera mi, mi lascia un po’ perplesso, ma che un’altra lettura. Quella di De Mita: la tati in udienza». Poi accadde un fatto sin- può darsi che lui già al corrente delle cose Dc aveva deciso che chi entrava nel go- golare: Cosa Nostra inviò una lettera in movimento, mi dice: Gaetano che suc- verno doveva dimettersi da parlamentare, anonima. Destinatari il Presidente della cede eccetera, eccetera, dico, guarda che e questo voleva dire rinunciare all’im- Repubblica (Scalfaro), il Papa, il vesco- oramai…». Il pm lo interrompe: «E’ de- munità parlamentare. Oggi Scotti non vo di Firenze, il cardinale di Palermo, il ciso». Gifuni riprende: «…hanno deciso vuole parlare delle indagini che coinvol- presidente del Consiglio, i ministri della e però tu hai la via di uscita più che ono- gono Mancino (indagato per falsa testi- Giustizia e degli Interni, il Csm, il Gior- revole perché diventi Grado IV, Consi- monianza dai pm di Palermo, ndr), ma nale di Sicilia, il giornalista Maurizio Co- gliere di Stato, e puoi fare tranquillamente qualcosa su quella stagione lo ha detto in stanzo e il critico d’arte Vittorio Sgarbi. la tua carriera». Amato rifiuterà l’incari- un’audizione alla Commissione antimafia Alcuni dei quali si riveleranno gli obiet- co e si dedicherà, invece, alla professio- il 28 ottobre 2010. La domanda del pre- tivi delle bombe che si susseguiranno di ne forense. E già nello stesso mese di giu- sidente, Beppe Pisanu, è diretta: «A cavallo lì a poco. I mittenti chiedevano che «gli gno, il nuovo capo del Dap, Capriotti (in- delle stragi di Falcone e di Borsellino ci squadristi al servizio del direttore Amato» dagato per false dichiarazioni ai pm), chie- fu un cambio di Governo con la sua so- fossero rimossi dalle carceri («Di quella derà di non prorogare i decreti per il 41 bis stituzione al ministero dell’Interno. Lei ha lettera non venni mai messo al corrente», ad una serie di detenuti in scadenza. mai collegato questa vicenda con i collo- assicura l’ex capo del Dap). Di quella let- qui in corso tra Mori e Ciancimino? Qua- tera, come sostiene in un’intercettazione DA SCOTTI A MANCINO li motivazioni le vennero date, oltre a quel- Loris D’Ambrosio, l’attuale consigliere Tra la nomina di Scalfaro e l’arrivo di Giu- le ufficiali della incompatibilità con la ca- giuridico del capo dello Stato, Giorgio Na- liano Amato a Palazzo Chigi, al ministe- rica di deputato?». La risposta: «So con politano, si sono perse le tracce negli ar- ro dell’Interno siede il democristiano molta sicurezza che il mio partito commise chivi del Quirinale. E dopo le bombe di Vincenzo Scotti. E’ il padre della Dia, l’ha un grave errore nel decidere, in quel mo- via Fauro a Roma (14 maggio 1993) e la istituita nel ’91, e nei venti mesi che tra- mento, di porre il Ministro dell’interno sen- strage dei Georgofili a Firenze (27 mag- scorrerà al Viminale (dal 16 ottobre 1990 za una rappresentatività parlamentare e po- gio), il 4 giugno Amato viene rimosso dal- al 28 giugno 1992) si occuperà di lotta alla litica. In un momento di lotta così delica- l’incarico. I pm citano un incontro che, se- criminalità praticamente ogni giorno. E’ ta e così dura, il ministro dell’interno non condo Amato, qualche giorno prima del- frutto del suo lavoro e di Claudio Martelli poteva essere privato della sua presenza e la sua sostituzione, l’ex segretario gene- anche il decreto-legge 306, quello che nel della sua rappresentatività parlamentare rale della presidenza della Repubblica giugno del ’92 apporta in fretta molte mo- prima di tutto, perché si poneva il problema avrebbe avuto con lui a Teatro dell’Ope- difiche al codice penale, compreso il 41- di porlo a ricatto. Credo che feci bene – e ra di Roma. «E’ vero», conferma Gifuni. bis. Ma proprio nelle ore in cui il tritolo ne sono convinto – nel non accettare». E’ «E lei avrebbe detto: guarda, il presiden- ferisce il Paese, qualcosa cambia: il 28 giu- ancora Pisanu a incalzare l’ex ministro:

ILPUNTO 22 12/7/2012 18-23 trattative:Layout 1 2-07-2012 13:12 Pagina 7

Delitto Lima La figlia Susanna e Ciancimino jr, versioni concordi

«Io quel giorno c’ero, ricordo tutto, vidi negli occhi di mio padre la paura, il terrore e il dolore per quan- to era accaduto. Ma ricordo anche un’altra cosa: le sue parole. Mi disse: “Ho visto Salvo di recente e non EX MINISTRI era preoccupato”…». Queste le parole affidate a Da sinistra: Nicola Mancino, Il Punto da Massimo Ciancimino nel corso del lun- Vincenzo Scotti e Giovanni Conso go colloquio, pubblicato sul numero della scorsa settima- «Corrisponde al vero che è dopo l’8 giu- vazione di un ruolo ma sulla collocazio- na, nel quale il figlio dell’ex sin- gno, e dunque dopo il decreto Scotti-Mar- ne dei ruoli. Lui (Scotti, ndr) accettò di fare daco di Palermo ha accenna- telli (il 306, ndr), che nel suo partito emer- il ministro degli Esteri. Però lui non si di- to anche all’omicidio di Salvo se la decisione di chiedere l’incompatibi- mise subito a differenza degli altri, quan- Lima. Parole che combaciano lità tra la carica di parlamentare e di mem- do gli si chiese di optare, o meglio di ri- con quanto ha riferito ai ma- bro del governo?». La risposta di Scotti: nunciare al ruolo di parlamentare, non si gistrati di Palermo, lo scorso «Le dico con molta franchezza che ho pensava neppure che optasse, lui preferì 24 aprile, la figlia del parlamentare della Dc ucciso l’impressione che fu una decisione presa di conservare l’immunità parlamentare». a Palermo il 12 marzo 1992. Alla domanda dei pm, per sistemare vicende interne di partito, più A questo punto i pm ricordano a De Mita se Lima avesse motivi per essere preoccupato nei che per rispondere a una logica. Per me le parole di Scotti: «Si percepiva un cli- giorni antecedenti la sua morte, sua figlia ha esclu- quella fu una scelta politicamente inop- ma politico di progressivo mio isolamen- so categoricamente che ne avesse. «Nemmeno portuna e del tutto sprovveduta, per usa- to tanto che un gruppo di 59 Deputati del mezzo e lo so per certo perché mio padre spesso ve- re un linguaggio diplomatico». Il 12 gen- mio Partito, raccolsero le loro firme per far- niva a casa mia – ha detto Susanna Lima nel corso naio 2012, davanti ai pubblici ministeri In- mi pervenire la loro personale solidarie- della sua deposizione – si prendeva mia figlia che groia, Sava e Guido, c’è Ciriaco De Mita, tà...». De Mita: «Escludo in maniera as- aveva a quell’epoca un anno e mezzo e se ne anda- nel ’92 presidente della Democrazia cri- soluta, con piena coscienza, che la scelta va a passeggio a Mondello, lui con la bambina, mio stiana. Dice di avere la memoria di ferro dei ministri sia stata motivata da linee po- padre non ha mai avuto scorta, non ha mai avuto pro- e i magistrati ne approfittano: «E’ in gra- litiche». Ingroia, Sava e Guido riportano tezioni di nessun tipo, nulla del genere… non l’avreb- do di ricostruire i passaggi nell’avvicen- a De Mita altri passi delle dichiarazioni di be mai fatto, mai, non si può andare a prendere una damento fra i due governi con particola- Scotti: «Io feci sapere che mi sarei posto nipote di un anno e mezzo andandosene a passeg- re riferimento a quello che accadde rispetto il problema della incompatibilità solo gio a Mondello, di inverno, magari diciamo, senza alla guida del ministero dell’Interno?». De dopo l’eventuale designazione come mi- grosso traffico e grosso movimento, quando si pen- Mita risponde: «L’avvicendamento, come nistro e davo per scontata la mia confer- sa a qualcosa di brutto, no, non lo posso credere». dire, formalmente è vero, perché al go- ma al Viminale. Di tanto parlai anche con f.col. verno Andreotti subentra quello Amato, ma Martelli che dopo averne parlato con quel passaggio fu accompagnato, come Amato mi rassicurò sul fatto che non vi sa- dire, da eventi straordinari che poi hanno rebbe stato alcun problema per la mia con- segnato… non fu una cosa semplice… e ferma se io fossi stato disposto ad anda- scamente la telefonata. Ancora De Mita: l’elezione del capo dello Stato avvenne in re contro la decisione del mio Partito. Pre- «Non ricordo che Scotti nei miei confronti un contesto molto singolare, in coincidenza ciso che durante la notte antecedente alla avesse mai assunto atteggiamenti (del in quella vigilia ci fu l’uccisione di Falcone mia nomina a ministro degli Esteri, mi te- genere, ndr). Faceva parte di una corren- e anche su questo molti ritengono che l’ac- lefonò De Mita...». De Mita nega: «Io in te (la Corrente del Golfo, ndr) variabile!». celerazione fosse dovuta alla notizia del- vita mia non telefono mai a nessuno…». Già, variabile, come le tante, troppe con- la morte di Falcone. L’indicazione di I pm vanno avanti con le parole di Scot- traddizioni di una vicenda sulla quale la Mancino ministro dell’Interno veniva ac- ti: «Mi telefonò De Mita per chiedermi se Procura di Palermo ha cercato di accen- compagnata dalla spiegazione che era un volevo accettare il dicastero degli Esteri dere la luce della verità. orientamento di Scalfaro. C’è stata un po’ ma io rifiutai categoricamente...». Dopo di [email protected] di discussione, non a difesa della conser- che Scotti avrebbe addirittura chiusi bru- [email protected]

ILPUNTO 12/7/2012 23