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LA CULTURA l’Unità 15 Lunedì 2 giugno 1997 Roma ritrova due importanti Intellettuali luoghi culturali antifascisti Torna il museo e bugie che ricorda del «Giornale» il viaggio in Italia La notizia è di ieri. In un del più grande articolo di Paolo Granzotto sulla prima pagina del poeta tedesco «Giornale». Scrive il Granzotto con enfasi E a fine giugno professorale: «Si stabilisca, una volta per tutte, che di riapre la galleria intellettuali antifascisti, non quelli dell’ultima ora, ce ne 02CUL01AF01 furono solo 12. I 12 che di Villa Borghese rifiutarono di giurare, 5.0 nell’autunno del 1931, ROMA. La sera del 29 ottobre 1786 24.0 fedeltà al Duce». Il lettore è un giovane viaggiatore straniero so- avvertito: Amendola, sta a Roma nella Locanda dell’Orso, Gobetti, Gramsci, i fratelli lastessaincuisidiceabbiasoggiorna- Rosselli, Leone Ginzburg e i to Dante. Non è accompagnato da tanti altri gratificati dalle servitori, ha con sé solo un porta- purghe o dal piombo mantellieunasaccadipelleditasso. fascista non hanno alcun Il giorno seguente il forestiero si diritto a una qualche trasferisce nell’abitazione del suo patente di antifascismo. coetaneo e connazionale Johann Il discorso potrebbe finire Wilhelm Tischbein, pittore, che da qui: segnalando come, di tempo alloggia con altri giovani arti- revisione in revisione, si sti nella casa di un vetturino romano possa cadere presto nel alnumero20diviadelCorso. grottesco, arrivando magari «Giovanni Filippo Miller, pittore a sostenere, in una prossima tedesco, 32 (anni)», registra lo Stato puntata, non solo che delle anime di Santa Maria del Popo- l’antifascismo non è mai lo: il forestiero, che in verità di anni esistito, ma anche che la ne ha 37, altri non è che il già celeber- dittatura sia stata una triste rimo poeta Johann Wolfgang Goe- favola inventata dai falsi the, alias Johann Philip Möller, alias Benvenuti antifascisti. Eppure, anche a l’anonimo «barone dirimpetto a voler seguire Granzotto - Rondanini», in incognito e «in fuga» che angustamente sembra da Weimar. Le incombenze e le diffi- identificare gli intellettuali coltà del suo ormai decennale ufficio so (che oggi reca il numero civico con gli accademici - di consigliere e ministro del Duca 18-20) ha riaperto le porte in nuo- qualcosa bisognerà Carl August, in un ambiente provin- va veste: non ostello settecentesco, aggiungere, magari ciale e ristretto; illegame tormentoso Abitò al Corso non museo, ma «Casa di Goethe», opponendo pedanteria a («mi consuma e mi logora») con una «biglietto da visita della politica pedanteria: soprattutto raffinata e colta signora, la baronessa nel 1786 culturale tedesca all’estero», come quando il «Giornale», con Charlotte von Stein; e, non da ulti- l’ha definita il cancelliere Kohl. In zelo encomiabile e ansia di ma, la stasi nella produzione artistica in casa un ambiente di circa 250 metri verità storica, sbandiera la che si andava concretizzando in Un po‘ di informazioni sulla Casa di quadri, ristrutturato sotto la so- «doverosa precisazione». quattro opere incompiute, tra cui il Goethe, riaperta al numero 18 di via del printendenza del dottor Scheuer- E allora: furono veramente Faust, lo avevano indotto, previ Corso, a Roma. È chiusa il martedì, negli mann ad opera degli architetti ro- 12 gli universitari che non accordi epistolari con Tischbein, altri giorni osserva un orario estivo (fino mani Fabiana Zeli e Roberto Ei- giurarono fedeltà al regime ad intraprendere, improvvisamen- al 31 ottobre) dalle 11 alle 18, mentre dal naudi, i visitatori avranno accesso nel ‘31? La verità è che quelli te e segretamente, come «attratto prossimo 1 novembre la chiusra verrà a un percorso museale in otto spa- citati da Granzotto sono da un’esigenza irresistibile», il anticipata alle 17. Il telefono è 32650412, zi espositivi, e a una biblioteca di solo coloro che la stampa viaggio verso la «Capitale del il fax è 32650449. Il progetto è potuto 10.000 volumi. Il ritratto di Goe- fascista additò al pubblico mondo» che gli avrebbe consenti- partire nel ‘90, quando il ministero degli the realizzato da Andy Warhol nel ludibrio. Il numero effettivo to, in due anni, di «ricominciare in Goethe Interni dell’allora Rft acquisì 1982 viene proposto all’ingresso, è in realtà controverso. ogni cosa, per così dire, dall’ini- l’appartamento che era divenuto, nel quasi come un manifesto emble- Renzo De Felice, per fare un zio», per perseguire e vivere la pro- tempo, proprietà della diocesi di Civita matico della ricezione del poeta nome al di sopra di ogni pria Wiedergeburt, la propria «rina- lentezza e precisione, la copia e la maschera di Medusa, che in forma Castellana. Da allora l’AsKi, l’istituzione nel tempo. Tra i materiali esposti, sospetto, nella sua biografia scita» di artista, per «placare l’in- redazione. Un vecchio ed allegro di un bel volto maestoso, più gran- L’interno della casa autonoma (con sede in Bonn) che diversi disegni di Goethe stesso, mussoliniana ne cita 19, tensa brama di arte vera» in uno insegnante d’italiano, di nome de del vero, esprime con indicibile di Goethe a Roma, coordina gli istituti di cultura tedeschi che del viaggio in Italia ha lasciato congedati con le più diverse scenario a lui familiare dall’infan- Giovinazzi, lo aiutava in questo la- efficacia la paurosa rigidità della con la copia del quadro nel mondo, ha curato il progetto. più impressioni visive (oltre 1.500 motivazioni: di Piero Sraffa zia. voro». morte. Ne posseggo già un buon «Goethe in campagna» disegni) che verbali (pagine di dia- ed Edoardo Ruffini Avondo Della casa paterna a Francoforte, Dopo qualche giorno di perma- calco dove però nulla è rimasto di Tischbein rio, corrispondenza). furono «accettate le Goethe ricorda: «...Una serie di ve- nenza, Goethe scriverà alla von dell’incanto del marmo». Grazie ai Enrica Scalfari Roma custodiva già, nel cimitero dimissioni»; Ernesto dute di Roma con cui il padre ave- Stein: «Dura e costante fatica quel- disegni di Tischbein non è difficile alla Piramide Cestia, le spoglie di Buonaiuti, Giorgio Levi va adornato l’atrio... Vedevo così, la di scovare pezzetto per pezzetto, ricostruire il sobrio arredamento ogni sera di carnevale... La strada tali. Restano però le memorie scrit- August («Goethe filius, patri ante- Della Vida, Gaetano De ogni giorno, , il nella nuova Roma, l’antica». La della stanza di Goethe: un sempli- corre rettilinea da piazza del Popo- te o rappresentate figurativamente vertens»); ha ospitato più volte Sanctis, Vito Volterra, Mario Colosseo, Piazza San Pietro, la Ba- «nuova» Roma era una città di ce tavolo, come quello intorno al lo fino a Palazzo Venezia... È lunga dalla mano dell’artista. Restano le prestigiose mostre su Goethe; con- Carrara, Lionello Venturi, silica di San Pietro dall’esterno e 160.000 abitanti, racchiusa nella quale sono raccolti i giovani artisti circa 3.500 passi... Una delle poche «stanze della memoria». Una pri- serva nel Museo Barracco il prezio- Bartolo Nigrisoli, Fabio dall’interno, Castel Sant’Angelo e cerchia delle mura Aureliane. Fuo- nel disegno di Tischbein Il collo- vie di Roma tenute pulite tutto ma lapide fu posta nel 1872, per so lascito (ben 34 autografi goe- Luzzatto furono «dispensati tante altre cose. Queste vedute si ri porta, campi di grano: «Odi l’ila- quio serale, delle comuni seggiole l’anno» (Il Carnevale romano). Me- opera di Domenico Gnoli, illustre thiani) di Ludovico Pollack, ebreo dal servizio»; Agostino impressero profondamente in me, ri grida, o mia cara, in via Flami- impagliate, come quella sulla qua- dusa Rondanini e Carnevale a par- erudito e poeta romano. Un secolo romano originario di Praga sparito Rossi, Giuseppe Vicentini, e mio padre, di solito molto laco- nia? Son mietitori e tornan dopo il le il pittore ritrae il suo illustre te, il Corso offriva all’osservatore dopo, nel 1973, in un apparta- da Roma il 16 ottobre 1943, ar- Giorgio Errera, Francesco nico, aveva talvolta la compiacen- lavoro a casa» (Elegie Romane, XII, ospite assorto nella lettura. Le altri pregevoli mirabilia: a pochi mento del secondo piano, per ini- cheologo, grandissimo conoscitore Ruffini, Francesco Atzeri za di farci una descrizione del sog- 1). gambe anteriori della sedia sono passi dal palazzo contrassegnato ziativa del Freier Deutscher Ho- e collezionista di memorie goe- Vacca furono «collocati a getto. La predilezione per la lingua Goethe si compiace del suo al- sollevate, lo schienale puntato dal numero civico 20 abitava «una chstift (una fondazione legata al thiane. Ora, con la «Casa di Goe- riposo per avanzata età e italiana e per tutto quello che ri- loggio romano: «È una fortuna per contro la parete; il lettore in bilico graziosissima romana» e poco di- Goethe-Museum di Francoforte) si the», la città si arricchisce di una anzianità di servizio», guarda questo paese era in lui mol- me che Tischbein abbia una così poggia i piedi calzati di babbucce stante, a Ripetta, Maddalena Riggi, aprì un piccolo museo che, in soli nuova opportunità di approfondi- mentre Vittorio Emanuele to spiccata. Talvolta ci mostrava bella dimora, dove abita con altri sulla traversa, con il libro tra le gi- la «bella milanese» frequentatrice tre ambienti, espose al pubblico te- mento e di riflessione sulla valenza Orlando e Antonio De Viti anche una piccola collezione di pittori... la casa si trova sul Corso, nocchia divaricate. del salotto di Angelika Kaufmann. stimonianze del viaggio in Italia di formativa che, nella ricerca d’iden- De Marco lo furono marmi e reperti naturali da lui por- neanche a trecento metri dalla Il Corso verrà minuziosamente Tanto su 20, anno Goethe. Nel 1982 però il museo tità dell’artista e di ogni umanista, «d’ufficio»; il solo Piero tata di laggiù, e gran parte del tem- ». Il giorno di Na- descritto da Goethe nei giorni del- 1786. Ma cosa è rimasto della «ca- sparì, probabilmente per mancan- ha l’incontro con culture diverse e Martinetti fu «collocato a po suo lo spendeva nel compilare tale dello stesso anno Goethe an- la sua massima animazione: «Il sa di Tischbein»? Il tempo ha spaz- za di adeguati finanziamenti. l’apertura verso di esse. riposo per provati motivi di in italiano il suo diario di viaggio, nota: «Dirimpetto alla nostra casa suo nome deriva... dalle corse di zato gli effimeri oggetti e alquanto E ora, dal 30 maggio, l’edificio di salute»; Giuseppe Antonio di cui eseguiva di sua mano, con nel palazzo Rondanini si vede una cavalli con cui a Roma si conclude modificato le strutture monumen- goethianamemoriainviadelCor- Daniela Alecu Borgese, invece, che dall’estate del ‘31 insegnava negli Stati Uniti, fu Il 28 giugno riapre a Roma la famosa, bellissima Galleria. Ma potrà accogliere pochi visitatori alla volta dichiarato «dimissionario» solo nel novemnbe del ‘34. È stata Qualora Granzotto volesse documentarsi un po‘ chiusa per Torna la Borghese. Andiamoci in punta di piedi meglio, potrebbe leggersi Ospita capolavori di Raffaello, Caravaggio, Tiziano. E una mirabolante scultura di Bernini padre, che sarà un ‘autentica scoperta. un bel saggio di Sandro 14 anni Gerbi, che ritorna sulla vicenda, pubblicato su Era stato uno dei primi ROMA. È molto attesa, la riapertura gine della grande villa romana. In Santen) per il cardinale nipote di pa- èoperadiunartistaellenicooperante dente che questo restauro, «oltre ad «Belfagor» (fascicolo 307, impegni del ministro dei del museo di Villa Borghese in pro- realtà, però, è lui il pezzo forte del na- paPaoloVBorghese.CipensòpoiCa- aRoma:«Mapotrebbeanchetrattarsi essere un’importante “scoperta” dal 31 gennaio 1997) e Beni culturali, Veltroni, dopo gramma per il 28 giugno: c’è un’inte- scituro Parco dei Musei di Villa Bor- millo Borghese, cognato di Napoleo- di una scultura realizzata diretta- punto di vista archeologico, lo è an- intitolato «Giuseppe la vittoria dell’Ulivo. E ora, ra generazione di giovani che non ha ghese. Insomma, il museo che fu dei ne, a depauperare la straordinaria mente in Grecia, e poi trasportata a cheperlastoriadell’artedelSeicento, Antonio Borgese politico». quasi, ci siamo: il 28 giugno mai visto la straordinaria collezione Borghese è al centro dell’attenzione raccolta vendendo alla Francia circa Roma dove fu trovata nel corso di vistocheBerninipadreattuagiàdelle Una buona occasione per riaprono a Roma il Museo e di quadri della galleria nella sua sede ma, per il suo bene, è meglio che esca 200 pezzi. Unica consolazione, ma uno scavo. Fu quindi affidata a Pietro soluzioni formali che saranno poi di ricordare la vicenda di un la , chiusi naturale. E che i capolavori dei vari presto dall’occhio del ciclone. Biso- non da poco, il «Ritratto di Paolina Bernini, che la reintegrò delle parti Berninifiglio». intellettuale tra i più da 14 anni. È il celebre Raffaello, Tiziano e Caravaggio - tan- gna accoglierlo, e fruirlo, con discre- Borghese»scolpitonelmarmodaAn- mancanti e vi aggiunse il cavaliere. Importante è anche il restauro ese- anomali e irregolari delle edificio, detto Casino, fatto to per citare qualche nome - se li è do- zione. Lasciandogli i suoi spazi e i tonioCanova,nel1805. L’opera fu quindi collocata sulla fac- guito dalle restauratrici della Cbc sul- nostre lettere, su cui pesò un costruire, negli anni ‘10 del vuti andare ad ammirare nel com- suoi tempi, come si fa con una perso- Ma alla Borghese c’è un altro capo- ciata esterna del palazzo, quella che le pitture che decorano le pareti del ostracismo generalizzato, Seicento, dal cardinale plessodiSanMichele,doveeranosta- na amata che torna a casa dopo una lavoro: una scultura poco nota che guarda verso via Pinciana. Nel Sette- Salone.Il lavoro è iniziato il 26marzo anche quello della cultura Scipione Borghese, che poi ti trasportati. Ora, dopo 14 anni, i lungaesoffertalatitanza. possiamo raccontare grazie ai pon- cento fu trasportata all’interno, so- e sta per essere portato a termine: «Le antifascista: e non è un caso vi raccolse la sua quadritornanoacasa:soprintenden- Il Museo è al piano terra, e annove- teggi presenti nel Salone che la ospi- praunadelleported’ingresso». condizioni delle pitture erano com- che nemmeno il straordinaria collezione di ti,restauratorieoperaistannolottan- ra la collezione di marmi antichi e le ta. Lo strano, è che questa grande e A Pietro Bernini, il padre di Gian plessivamente buone», spiega Lucia «Giornale»lo menzioni. Qui, quadri e di sculture. Agli inizi do contro il tempo, dentro e fuori il celebri sculture realizzate negli anni pesante scultura composita - per me- Lorenzo, si devono quindi non solo Tito, il capo cantiere. Che racconta forse, sta il vero scandalo: del Novecento, la collezione Casino Borghese, per rispettare la fa- ’20 del Seicento dal giovane Gian Lo- tà greco-romana e per metà seicente- buona parte del muso e delle zampe anche«comeun consistente strato di che a Borgese, ancora oggi, divenne proprietà dello tidicascadenza. renzo Bernini (il David, Apollo e Da- sca-èappesa alla parete, a circa 6 me- delcavallo,maancheilbellissimoca- pittura gialla stesa nell’Ottocento non sia riconosciuto il posto Stato. Ma è stata chiusa, La direttrice del museo, Alba Co- fne, Enea e Anchise). La Galleria, in- tri da terra. Si tratta di un«Cavalierea valiere pencolante. Che sta aggrap- sulle pareti avesse offuscato gli origi- che, nella storia della nostra prima parzialmente poi del stamagna, fa bene però a gettare ac- vece, si snoda al piano superiore, do- cavallo» che precipita col suo anima- pato - tramite un gancio in ferro - alla nari sfondi “pastello”, gli azzurri, i cultura, veramente gli tutto, quando ci si accorse qua sul fuoco. Quello appartenuto ai ve è disposta la quadreria dei Borghe- le (la cui grande figura è appoggiata bestia che precipita. Herrmann Fiore gialli dei cammei. Ma anche il grigio spetta, mentre in Francia lo che l’edificio aveva seri Borghese è unodeimuseipiùbellidel se che annovera pezzi celeberrimi co- su un fianco, ad una vasta lastra mar- fa notare la perizia dell’artista nella delle modanature in stucco. Lo stac- si celebra ormai da un paio problemi di statica, e aveva mondo. È un gioiello, per l’edificio e me l’«Amor sacro e l’amor profano» moreamuratanellaparete):sonotut- realizzazione dell’occhio del cavalie- co netto, innaturale, tra volta - dipin- d’anni. Ma son cose, queste, bisogno di restauri. Dopo 14 per la collezione. Ma è piccolo e non di Tiziano, la «Deposizione» di Raf- tiedueatestaingiùesembrachestia- re.Ètuttoungiocodiincavipiùome- ta nel 1780 da Mariano Rossi - e le pa- troppo serie per turbare i anni di lavori (e di ritardi), può sopportare troppi visitatori. Ita- faello, la «Danae» di Correggio, la no per schiantarsi al suolo. Secondo no profondi, con la pupilla che viene reti è stato eliminato. Ed ètornatal’o- sonni del nostro Granzotto. ora arriva la tanto sospirata liani e stranieri dovranno fare la fila «Madonna dei palafrenieri» di Cara- Kristina Herrmann Fiore - la studiosa fuori dal buio del fondo e diventa un riginaria idea di un accordo cromati- riapertura. per entrare. Pochi alla volta, magari vaggio. Il Casino fu costruito, tra il della soprintendenza che ha diretto i punto intenso di luce per chi, smon- cotralepitturepresentinellasala». Massimo Onofri prenotando. Il Casino Borghese, che 1613 e il 1615, dall’olandese Giovan- lavori di restauro dell’intero salone, tati i ponteggi, tornerà a vedere la si affaccia su via Pinciana, sta al mar- niVasanzio(ilsuoveronomeeraVan eseguiti dalla Cbc di Roma - il cavallo scultura dal basso. Dice la soprinten- Carlo Alberto Bucci