CONTESTO SOCIO ECONOMICO CULTURALE

Le sedi del Liceo Artistico sono ubicate nei centri di e Tempio, co-capoluoghi della Provincia di Olbia-Tempio. Questa raggruppa complessivamente 26 comuni con una popolazione di 156.604 abitanti (il 9,36% della popolazione sarda) e si estende per 3.397 km² (il 14,1% del territorio sardo). l territorio provinciale comprende la regione storica della inclusa la costa nord-orientale della Sardegna (tra cui la Costa Smeralda), l'Arcipelago della Maddalena. Sono inoltre comprese nella Provincia la parte settentrionale della regione storica del Monteacuto, una piccola parte delle Baronie e il versante orientale del Lago del Coghinas. Del territorio provinciale fanno parte 9 Sistemi Locali del Lavoro, secondo la classificazione operata dall'ISTATsulla base del Censimento dell'anno 2001: 1. Olbia (63.000 ab., include Olbia, , Loiri-Porto San Paolo, , , Monti, Su Canale, , ); 2. (21.500 ab., include Tempio Pausania, e , nonché - nella Provincia di - , , e ); 3. (7.300 ab., include Calangianus e ); 4. (14.800 ab., include La Maddalena e Palau); 5. (5.400 ab., include Santa Teresa Gallura e ); 6. (16.000 ab., include Arzachena, e Sant'Antonio di Gallura); 7. (10.800 ab., include Trinità d'Agultu e Vignola e , nonché - nella Provincia di Sassari - Valledoria, e ); 8. San Teodoro (9.800 ab., include San Teodoro e , nonché - nella Provincia di Nuoro - Torpè); 9. Buddusò (6.400 ab., include Buddusò e Alà dei Sardi, nonché - nella Provincia di Nuoro - Osidda). 10. Nel territorio della provincia sono state inoltre delimitate una Unione di Comuni e una Comunità Montana: 11. Unione dei Comuni "Alta Gallura" (costituita dai comuni di Tempio Pausania, Aggius, Aglientu, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Luras, Luogosanto, Santa Teresa Gallura e Trinità d'Agultu e Vignola) 12. Comunità Montana del "Monte Acuto" (costituita dai comuni di Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri e Padru). Parte del territorio del di Monti ricade in Gallura (Su Canale).

Particolarità di questa provincia è la diffusione dell’uso del gallurese, dialetto essenzialmente corso che si avvicina al dialetto oltramontano parlato nella parte meridionale della (Sartene e Alta Rocca). Il gallurese è parlato a Tempio Pausania e in generale in quasi tutta la Gallura da Badesi a San Teodoro, fatta eccezione per Olbia, Luras, parte dell'agro di Golfo Aranci, Budoni, mentre a Su Canale viene parlato sia il Gallurese che il Sardo (quest'ultimo in minima parte). In queste ultime località e nel resto della provincia ovvero Berchidda, Monti, Padru, Alà dei Sardi,Buddusò e Oschiri) si parla la lingua sarda nella sua variante logudorese settentrionale. Da una parte quindi Tempio Pausania, capoluogo geografico e culturale della Gallura, a 560 metri sul livello del mare che sorge a nord-ovest della catena del Limbara, vi risiedono 13.800 abitanti. Il territorio di Tempio Pausania racconta una storia antichissima che trae le sue origini sin dall’età neolitica come testimoniano i circoli megalitici, i dolmen, i nuraghi ancora oggi ben conservati e visitabili in tutta l’area circostante. Grazie ad un territorio ricco di risorse e strategicamente votato al controllo del territorio circostante, Tempio Pausania assume sin dalla sua nascita il ruolo di città-giuda e di punto di riferimento principale per tutti i piccoli centri dell’entroterra gallurese. Nel 1300 la città di Tempio è indicata con il nome di Villa Templi in qualità di centro rurale del Giudicato di Gallura, ricoprendo il ruolo di sede del curatore del distretto territoriale di Gemini. Nel 1506 grazie all’accorpamento delle diocesi di Civita e Ampurias, Tempio diviene sede vescovile, sommando alla sua rilevanza politica anche un ruolo in ambito religioso di primissimo piano. La leadership di Tempio continua nel XVII secolo con l’Istituzione delle Scuole Superiori dei Padri Scolopi. Nel 1837 il re Carlo Alberto di Savoia concede a Tempio, capoluogo di una vastissima provincia e sede di Prefettura, gli onori di Municipio e la dignità amministrativa di città. Agli inizi del Novecento si registra un forte aumento della popolazione dovuto all’abbandono progressivo degli stazzi verso la città con una crescita edilizia senza precedenti. Al giorno d’oggi le principali attività produttive riguardano l’estrazione e la lavorazione del granito, la raccolta e la lavorazione del sughero, la lavorazione del legno e la viticoltura. Le principali entità industriali e commerciali sono insediate nella zona industriale. È’ rinomata l’attività della Cantina Sociale Gallura. Per quanto concerne l’aspetto religioso, continua ad essere sede di Diocesi, ha un Episcopio ed un Seminario. I fedeli si distribuiscono in tre Parrocchie. Diverse sono le chiese in uso, alcune di valore storico; una più recente è annessa all’Istituto di Padre Vico, che ospita religiose, ammalati ed anziani. Porta avanti il suo ruolo di centro culturale attraverso la presenza di: Asili nido pubblico e privati;Scuole dell’infanzia statali e religiose; Scuole Primaria e Secondaria; Licei, Istituti Tecnici ed Industriali. È dotata di una ricca biblioteca, di un cinema e del Teatro del Carmine. Nel palazzo Villamarina è allestito il Centro dei Beni Culturali e Arte Religiosa. Numerose sono le Associazioni ed i cori. Tra gli eventi tradizionali si segnala il carnevale, che richiama ogni anno in città migliaia di spettatori. Fra gli impianti sportivi sono in uso: lo stadio Manconi, il campo B. Demuro, campi da tennis, palazzetto, piscina e palestre private. Sono presenti: Ospedale, Serd, Consultorio, Tribunale, Stazione Sperimentale del Sughero, Carcere, Uffici Laore, Argea, Uffici Regionali di Controllo e del Demanio, Agenzia delle Entrate e Catasto. Comando dei Carabinieri, Questura.

Olbia. Territorio abitato presumibilmente a partire dal 4000 - 3500 a.C. (Neolitico Medio), come testimonia una statuetta femminile che rappresenta la Dea della vita, rinvenuta in località S.Mariedda. Nel territorio olbiese si contano circa 50 siti risalenti all’epoca nuragica, ciò è dovuto all'abbondanza di terreni coltivabili e a buoni pascoli, che hanno dato la possibilità all'uomo di insidiarsi in questa zona. Nella seconda meta del IV sec. a.C. fu fondata la vera e propria città di Olbia dai Cartaginesi, che avevano occupato tutta la Sardegna già da tempo. L'intera città ebbe un orientamento secondo i punti cardinali, con un impianto ortogonale, venne anche costruita una possente cinta muraria, dotata di torri, i resti sono tuttora visibili tra via Torino e via Acquedotto. Il Golfo di Olbia, riparato e difendibile, fu quindi il luogo ideale dove edificare una città, visto anche l'entroterra fertile e ricco di corsi d'acqua, adatto alla coltivazione del grano. L'intera economia della città girava intorno al porto che accoglieva merci provenienti da tutto il Mediterraneo, Africa, Grecia e Italia; da qui partivano anche i prodotti agricoli e pastorali dell'entroterra. Gli studiosi ipotizzano che Olbia in questo periodo contasse già tra i 5.000 e i 10.000 abitanti. Importanti sono i ritrovamenti di questa epoca rinvenuti in città e sono ora visibili nel Museo Archeologico Nazionale di Olbia. Anche in epoca romana il porto rivestiva un ruolo importante, grazie alla sua posizione strategica, era infatti il porto più vicino della Sardegna alla capitale, Roma. In epoca medievale la prima notizia della presenza del giudicato di Gallura si trova in una lettera di papa Gregorio VII del 1073, dove è citato un Costantino, Giudice di Gallura, in questo periodo Olbia viene chiamata Civita. In seguito , in un momento di ritrovata floridezza venne eretta la Basilica di San Simplicio, (fine XI - inizio XII). Il giudicato di Gallura e quindi anche Olbia, perde progressivamente autonomia divenendo sempre più incorporato tra i possedimenti di Pisa, la quale aumentò le fortificazioni della città, come il Castello di Pedres, in queste fasi la città cambiò ancora nome passando a Terranova; successivamente passò in mano degli Aragonesi, che lasciarono la città al suo destino che iniziò a declinare, visto l'interesse da parte dei catalani solo alla parte occidentale della Sardegna. Continua il periodo buio della città che deve lottare contro un porto che sta diventando inagibile e contro le continue invasioni piratesche. La malaria e il diffondersi di malattie devastarono ancora di più la popolazione, a questo si aggiunse la carestia che colpì l'intera Sardegna nel Seicento. La sorte della città è sempre ruotata intorno al porto, ed è grazie a questo che la città riparte, il commercio continua, infatti e pur sempre il porto di Terranova la via per commerciare tutti i prodotti della Gallura, e non solo, con l'Italia; nel '700 questo continuo e costante commercio migliora grazie al passaggio della Sardegna ai Savoia, che fanno rientrare Terranova nei traffici tra Genova, Corsica e la Francia del sud. Più tardi con l'unificazione dell'Italia la città continuò il suo sviluppo e vennero costruite alcune importanti infrastrutture. Numerosi sono gli interventi nei primi due decenni del '900 per eliminare le paludi e per costruire dei canali per convogliare il flusso delle acque. Venne costruito un nuovo molo, più accessibile alle navi e il vecchio molo venne sistemato e adeguato alle nuove esigenze. Nel 1939, sotto il fascismo, venne ripristinato l'antico nome di Olbia; superate le due guerre mondiali con difficoltà, la città e stata bombardata più volte. Gli anni '60 sono caratterizzati dall'esplosione demografica dovuta all'aumento del turismo e dell'edilizia, nasce infatti proprio in questi anni La Costa Smeralda. Attualmente la città di Olbia è il polo economico del nord Sardegna e si appresta a diventare una città tutta da vivere, parchi, musei, università, riqualificazione del centro storico e tanti altri progetti; Olbia con il suo porto e aeroporto costituisce il più importante scalo passeggeri della Sardegna, e uno dei più importanti d'Italia. Il repentino aumento della popolazione, registrato negli ultimi dieci anni, dovuto alla massiccia immigrazione sia da altre zone della Sardegna e dell’Italia, che da paesi extra-comunitari, ha configurato una realtà variegata e complessa. Da alcuni anni è in funzione un nuovo ed efficiente Ospedale. Una moderna struttura privata è in via di realizzazione. L’offerta formativa è presente attraverso quattro Autonomie Scolastiche di I grado, Licei, Istituti Tecnici , Professionale e Agrario. Accanto ad ambiti produttivi oramai consolidati, come, ad esempio, quello turistico, si registra la necessità di ampliare e arricchire professionalità relative a nuovi settori . La situazione che emerge dall’analisi dell’attuale mercato del lavoro, evidenzia il bisogno di ricercare ed affermare nuove professionalità, da innestare soprattutto nelle attività caratterizzate da maggiore crescita e innovazione, che serviranno per qualificare e riqualificare molti settori dell’economia regionale e locale nel processo di modernizzazione e sviluppo che la caratterizzerà nei prossimi anni. Le nuove professioni saranno caratterizzate da conoscenze evolute e tecnologicamente orientate, dalla capacità di lavorare in team e per progetti, dalla flessibilità, disponibilità al cambiamento e all’apprendimento continuo. Sarà sempre meno richiesta una professionalità basata sul lavoro fisico e ripetitivo, privilegiando apporti intellettuali, fondati sulla creatività e sulla progettualità, che saranno connessi, soprattutto, alle problematiche riguardanti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Breve storia del liceo artistico

Il Liceo Statale Artistico di Tempio Pausania nasce nell'anno scolastico 1990/91. Ubicato nella zona alta della città in località Rinaggiu, è ospitato nei locali dell'ex Preventorio Antitubercolare, in parte ristrutturati, in parte in via di ristrutturazione. L'edificio è dotato di differenti spazi, alcuni dei quali adibiti ad aule, altri, i più ampi, ai diversi laboratori di pittura, scultura, disegno industriale, grafica, tutti dotati di moderne attrezzature informatiche. La palestra, dotata di buone attrezzature, pur necessitando di ulteriori interventi soprattutto per quel che concerne la pavimentazione, consente un lavoro regolare ed adeguato. Scuola nuova in un territorio ancorato all'identificazione della cultura con quella classica, scuola nuova per un vasto bacino d'utenza che da sempre soffre per l'inadeguatezza dei trasporti e dei collegamenti. Sono state queste le difficoltà che l'hanno spinta ad impegnarsi in maniera qualificata per fornire al territorio un servizio tale da consentire nuove figure professionali capaci non solo di attingere la multiforme ricchezza della tradizione gallurese e della natura incontaminata, ma soprattutto di inserirsi in questo contesto culturale - ambientale in modo operativo, creativo e professionale. A tale scopo la scuola, che inizialmente ha attivato i corsi di Architettura e Accademia, li ha integrati con i corsi di Disegno Industriale, Grafica, Liceo Musicale. Dall’anno 2000-2001 è stata aperta la sezione staccata di Olbia a Poltu Quadu, nella quale è stato attivato il corso di grafica. Si tratta di una scuola in forte espansione che richiama l’interesse di allievi provenienti da gran parte della Gallura ed anche da territori circonvicini (Budoni, San Teodoro, La Maddalena ecc..) Il nuovo istituto nasce per colmare un vuoto nell’ambito dell’offerta formativa di questa particolare zona della Gallura. Il territorio di Olbia, infatti, si mostra, più di ogni altro in Sardegna, in rapida espansione, tanto da richiedere un costante adeguamento del panorama formativo ad esigenze professionali, economiche e sociali in continua evoluzione. La vocazione turistica e commerciale del territorio richiede lo sviluppo di nuove professionalità, legate all’ambito della pubblicità e della grafica, esigenza che, negli anni passati, non veniva soddisfatta dalla seppure ampia offerta formativa degli Istituti già presenti nel Comune di Olbia. La tipologia dei corsi attivati e la loro peculiare specificità rende l’Istituto l’unica risorsa formativa, nel Comune di Olbia, in grado di fornire specifiche competenze nell’ambito della grafica pubblicitaria. L’offerta si è ulteriormente allargata con la Riforma Gelmini, solo per le classi prime, grazie a tre indirizzi formativi (Arti figurative, Architettura e ambiente e Grafica) che amplieranno in modo significativo l’offerta già esistente. A seguito della riforma, nel corrente a.s. è attivo il biennio comune ed il triennio sperimentale di arti grafiche. Dall’anno scolastico 2009/2010 l’Istituto (sede Tempio e Olbia) è intitolato al grande cantautore genovese Fabrizio De Andrè, che ha dedicato alla Gallura una parte fondamentale della sua produzione poetica. L’avvenimento è stato coronato dalla presenza di Dori Ghezzi, moglie di De Andrè ,che ha accolto con emozione la nostra richiesta. Le due sedi hanno partecipato all’avvenimento con attività grafiche e pittoriche di significativa importanza.

Perché iscriversi al Liceo Artistico? La cultura visiva e l’educazione all’arte, sia come processo di conoscenza, che come esperienza creativa, accompagnano da sempre la storia della società italiana. Costituisco certamente il nostro passato, perché il patrimonio artistico del nostro paese contribuisce a delineare i tratti di una identità culturale ricca e poliforma. Ma rappresentano anche il nostro presente e il nostro futuro, perché è diritto e dovere di ogni cittadino imparare a capire il linguaggio dell’arte come fonte di conoscenza della propria storia ed esperienza imprescindibile per la formazione del singolo individuo. Se guardiamo alla scuola come istituzione volta alla formazione non solo di professionisti ma anche e soprattutto di individui maturi ed autonomi, ci rendiamo conto che l’educazione al linguaggio visivo ha in questo un ruolo fondamentale. La nostra società è contrassegnata da un iconismo diffuso, dal ricorso sempre più frequente all’immagine come veicolo rapido e sintetico di conoscenza, adatto a generazioni sempre più orientate verso forme di intelligenza simultanea, come capacità di trattare simultaneamente una grande massa di informazioni, senza tuttavia essere in grado di decodificarne pienamente i codici, procedendo in un lavoro di analisi. Impostato sull’esperienza stessa del fare arte ma anche sulla formazione delle categorie storiche e concettuali per comprendere i codici della comunicazione visiva, il liceo artistico si impegna quindi nel fornire strumenti adeguati per utilizzare consapevolmente e criticamente l’immagine, passo necessario per vivere e comprendere la realtà contemporanea.

Il rapporto con il mondo del lavoro Anche dal punto di vista dello sbocco professionale, occorre ricordare che l’economia del nostro paese richiede con sempre maggior frequenza lavoratori competenti per la tutela, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Una professionalità che si nutre di tecniche e di conoscenze, e che va costruita nel tempo attraverso la maturazione di una sensibilità estetica e artistica. La dimensione dell’arte costituisce un esperienza formativa proprie per le sue specifiche caratteristiche: lo stretto rapporto tra teoria e prassi manuale, tra ideazione ed espressione contribuisce alla creazione di personalità critiche e creative. Facendo leva sui meccanismi dell’immaginazione e della percezione visiva, favorisce la maturazione di processi cognitivi che si accompagnano a processi della sfera emotivo- affettiva, così che risulta particolarmente evidente come l’educazione estetica rappresenti un’occasione di sviluppo simultaneo dell’apprendimento e dell’affettività. Inoltre la capacità di coinvolgimento emotivo delle immagini e la loro forza simbolica costituiscono uno dei veicoli più efficaci per sviluppare la coscienza storica e civica, per prendere coscienza della realtà sociale, storica, culturale che ci circonda, per acquisire consapevolezza della propria identità culturale e per abituarsi al contempo al riconoscimento della diversità.

La scelta dei valori come fondamento della prassi didattica ed educativa. I valori portanti dell’azione educativa del nostro istituto sono lo sviluppo della creatività e della facoltà immaginativa, del senso critico e dell’abitudine alla riflessione e alla problematizzazione. Autonomia della produzione, grado della rielaborazione personale, originalità: questi sono gli obiettivi sui quali si concentra l’azione educativa e didattica del liceo artistico. L’orientamento è quello di formare personalità creative e flessibili, capaci di utilizzare i propri strumenti pratici e concettuali per affrontare una realtà (sociale e professionale) che richiede sempre più capacità di adattamento e di intelligenze pronte nel comprendere realtà in continuo cambiamento. Il metodo di insegnamento fa leva sulla capacità dell’educazione artistica di imprimere concretezza al proprio fare: da qui l’importanza dell’esperienza diretta, da qui la scelta di un metodo interattivo e cooperativo nell’insegnamento e nell’apprendimento, perché lo studente non riceva semplicemente dall’esterno (dai docenti, dalla scuola), delle informazioni, ma ne faccia una società educante di cui studenti e insegnanti sono parte:solo in tale contesto l’apprendimento si configura come un trasformarsi in un contesto (ora la scuola, poi sarà la società) dove si impara a coesistere, ad accettarsi reciprocamente , a cercare il confronto con l’altro.