COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE Provincia di Pavia ______

PGT - Piano di Governo del Territorio VARIANTE 2018 (LR 12/2005 e s.m.i.)

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Documento di Piano

______DOCUMENTO DI SCOPING ______LUGLIO 2018

A cura di

COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

INDICE

PREMESSA 4

1. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO 7 1.1 NORMATIVA EUROPEA 7 1.2 NORMATIVA NAZIONALE 8 1.3 NORMATIVA REGIONALE 9

2. DEFINIZIONE SCHEMA OPERATIVO PER IL PROCESSO DI VAS 12 2.1 FASI DEL PERCORSO METODOLOGICO PROCEDURALE 12 2.2 MAPPATURA DEI SOGGETTI COMPETENTI E DEGLI ENTI INTERESSATI 15 2.3 DEFINIZIONE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE E INFORMAZIONE DEL PUBBLICO 16 2.4 STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE 18 2.5 FORMULAZIONE PARERE MOTIVATO 21 2.6 DICHIARAZIONE DI SINTESI 21

3. DEFINIZIONE AMBITO DI INFLUENZA E PORTATA DELLE INFORMAZIONI DA 22 INCLUDERE NEL RAPPORTO AMBIENTALE 3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE - PTR 22 3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE - PTCP 37 3.3 PIANI REGIONALI DI SETTORE 47 3.4 PIANI PROVINCIALI DI SETTORE 53

4. DEFINIZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE 54 4.1 GLI OBIETTIVI DEL DOCUMENTO PRELIMINARE 54 4.2 OBIETTIVI DI VARIANTE 58

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5. TERRITORIO COMUNALE DI FERRERA ERBOGNONE 62 5.1 L’AGGIORNAMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO SOCIO-ECONOMICO 62 5.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO 64 5.3 QUALITA’ DELL’ARIA 68 5.4 GESTIONE ACQUE – SISTEMA FOGNARIO - IMPIANTI 79 5.5 AGENTI FISICI 90 5.6 PUNTI DI ATTENZIONE – EMERGENZE PAESISTO-AMBIENTALI 92 5.7 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA 101

6. PIANO DI MONITORAGGIO PROPOSTO 104

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PREMESSA

Nel marzo 2005 la Regione Lombardia ha approvato la legge n. 12 “per il governo del territorio” che ha forma di testo unico per l’urbanistica e l’edilizia e porta a compimento quel processo di progressiva trasformazione del sistema di pianificazione territoriale e urbanistica, preparato e già parzialmente attuato dal governo regionale nel corso della precedente legislatura mediante la successiva emanazione di provvedimenti frammentari e settoriali (le L.R. 23/97, 9/99, 1/01, le discipline settoriali sul commercio, sugli accordi di programma, sui parchi, ecc.). La nuova legge ridefinisce contenuti e natura dei vari strumenti urbanistici e introduce significative modificazioni del ruolo e delle funzioni dei diversi livelli di governo territoriale. Per quanto riguarda il Piano di Governo del Territorio (PGT) la nuova legge propone una struttura tripartita: - il Documento di Piano (atto strategico), - il Piano delle Regole (territorio costruito); - il Piano dei Servizi; La LR 12/2005 introduce inoltre l’obbligo di sottoporre il Documento di Piano alla Procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di cui alla Direttiva 2001/42/CE, come recepita dal D.Lgs. 152/06, entrato in vigore dopo un iter piuttosto complesso, nel luglio 2007. Il suddetto decreto legislativo 152/06 è stato recentemente corretto ed integrato dal D.Lgs n.4 del 18 gennaio 2008 relativo a VIA, VAS e IPPC.

In base allo schema procedurale della VAS definito negli “Indirizzi Generali per la VAS” approvati con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351, e successivamente aggiornato con la D.G.R. del 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 è prevista una prima fase di scoping che consiste nello svolgimento delle considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano. Il D.Lgs 4/08 definisce questa fase come “Analisi Preliminare dei Potenziali Effetti del Piano” e prevede la redazione di un apposito documento per la consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale.

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La Direttiva 42/2001/CE, all’art. 5, stabilisce infatti che le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3, che per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi, devono essere consultate al momento della decisione sulla natura e sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale nonché sul loro livello di dettaglio. Queste stesse autorità dovranno poi essere consultate, nella fase conclusiva, sulla bozza di Piano e sul Rapporto Ambientale che dovranno esplicitare in quale modo le loro indicazioni sono state tenute in conto. Il D.Lgs 4/08 riprende queste indicazioni e denomina tali autorità “Soggetti Competenti in Materia Ambientale”. Il ruolo dei soggetti competenti in materia ambientale nel processo di VAS è estremamente importante. Il rapporto dialettico tra l’Amministrazione che pianifica e questi soggetti, la competenza e l’autorevolezza dei loro pareri costituisce uno dei più rilevanti strumenti di trasparenza e di garanzia per la collettività circa la correttezza delle stime di impatto e la completezza del processo di VAS.

Il vigente Piano di Governo del Territorio (PGT) di Ferrera Erbognone, predisposto ai sensi della Legge Regionale n.12 del 2005 e delle sue ormai numerose modifiche e integrazioni (LR12/05 e ss.mm.ii.), è stato approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale (DCC) n.13 del 24 aprile 2010, e risulta vigente a far data dalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL) n.18 del 30 aprile 2010, Serie Inserzioni. Alla luce della necessità di aggiornare e rivedere il vigente PGT e della nuova situazione economica e sociale, il Comune di Ferrera Erbognone ha deciso di effettuare una revisione del Piano di Governo del Territorio. L’avvio del procedimento di Variante di PGT, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, della LR12/05 e ss.mm.ii., è stato dato con Delibera di Giunta comunale n.56 del 14 aprile 2018 (“Variante al PGT ex LR n.12/2005 e s.m.i. – Avvio del procedimento”). L’avvio del procedimento della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativo alla Variante di PGT, di cui all’articolo 4 della LR12/05 e ss.mm.ii., è stato dato con Delibera di Giunta comunale n.57 del 14 aprile 2018 (“Avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica VAS per la

5 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______formazione Documento di Piano Variante al PGT”), ai sensi della legislazione vigente in materia. Con tale deliberazione, oltre alla definizione dell’Autorità proponente (Amministrazione comunale rappresentata dal Sindaco pro-tempore del Comune di Ferrera Erbognone) e dell’Autorità procedente (Amministrazione comunale rappresentata dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ferrera Erbognone), è stata nominata l’Autorità competente (il Dottor Mariano Cingolani Segretario Comunale e Responsabile del Servizio Territorio e Ambiente).

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1. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO

Nel presente capitolo vengono individuati e descritti i principali documenti normativi in materia di VAS, di riferimento per il presente lavoro.

1.1 NORMATIVA EUROPEA La normativa sulla Valutazione Ambientale Strategica ha come riferimento principale la Direttiva 01/42/CEE. Tale Direttiva, del Parlamento Europeo del Consiglio, concerne la Valutazione Ambientale di piani e programmi, il cui momento fondamentale è la verifica della corrispondenza degli obiettivi del piano o del programma con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Tale Direttiva si configura come un’iniziativa legislativa ad alto potenziale di prevenzione ambientale, posto che regola decisioni che ricadono in ambiti territoriali e settoriali molto più ampi di quelli dei progetti regolati dalla Direttiva VIA.

APPLICAZIONE L’ambito di applicazione della Direttiva VAS riguarda l’elaborazione o la modifica dei piani o programmi suscettibili di avere effetti significativi sull’ambiente. Essa stabilisce che debbono essere obbligatoriamente assoggettati a Valutazione Ambientale tutti i piani o programmi: - elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'applicazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE; - per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli art. 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE" (art. 3.2).

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OBIETTIVI La Direttiva 01/42/CEE ha l'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente.

PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE I passi del procedimento esplicitati nella Direttiva VAS prevedono che in fase di elaborazione di un piano o programma e prima dell’adozione, l’autorità competente debba realizzare una Valutazione Ambientale e redigere un Rapporto Ambientale. Il Rapporto Ambientale contiene le informazioni necessarie a individuare, descrivere e valutare i potenziali effetti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione della proposta di piano o programma. La Direttiva stabilisce che “per Valutazione Ambientale s’intende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione…”. Per Rapporto Ambientale si intende la parte della documentazione del piano o programma “… in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o programma”. I contenuti di tale Rapporto Ambientale sono definiti dall’Allegato I della Direttiva.

1.2 NORMATIVA NAZIONALE A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Europea solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del D.lgs 3 aprile 2006 n.152 “Norme in materia ambientale”. I contenuti della parte seconda del decreto, riguardante la “Procedure per la

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Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC)” sono stati integrati e modificati con il successivo D.lgs 16 gennaio 2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006 n.152, recante norme in materia ambientale”. Nel D.lgs 4/2008 si chiarisce che nel caso di piani soggetti a percorso di adozione e approvazione, la VAS deve accompagnare l’intero percorso, sia di adozione sia di approvazione. Secondo il comma 1 dell’art.7, i piani e i programmi, la cui approvazione compete alle regioni o agli enti locali, sono sottoposti al percorso di valutazione ambientale secondo le disposizioni delle leggi regionali. La VAS, secondo il suddetto decreto, deve essere avviata contestualmente al processo di formazione del piano o programma (art.11, comma 1) e deve comprendere lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l’elaborazione del Rapporto Ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del Rapporto Ambientale e gli esiti delle consultazioni, la decisione, l’informazione sulle decisioni, il monitoraggio. Anteriormente all’adozione o all’approvazione del piano o del programma, decorsi i termini previsti dalla consultazione ai sensi dell’art.14, l’Autorità competente esprime il proprio parere motivato sulla base della documentazione presentata e delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati. Il decreto prevede, inoltre, che al termine del processo di VAS siano resi pubblici il piano o il programma adottato, la documentazione oggetto dell’istruttoria, il PARERE MOTIVATO espresso dall’Autorità competente ed una DICHIARAZIONE DI SINTESI in cui si illustrino le modalità di integrazione delle considerazioni ambientali e degli esiti delle consultazioni nell’elaborazione del Piano o Programma, nonché le ragioni delle scelte effettuate alla luce delle possibili alternative e le misure adottate in merito al monitoraggio.

1.3 NORMATIVA REGIONALE LEGGE REGIONE della LOMBARDIA n.12/2005 La Regione Lombardia ha introdotto nel proprio ordinamento legislativo lo strumento della Valutazione Ambientale VAS con l'articolo 4 della Legge Regionale per il Governo del Territorio n.

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12 del 11 marzo 2005, le cui ulteriori modifiche sono state approvate con Legge Regionale 14 marzo 2008, n.4. In particolare al comma 2 del suddetto articolo è previsto che il Piano Territoriale Regionale, i Piani Territoriali d'Area, i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale e il Documento di Piano dei Piani di Governo del Territorio siano obbligatoriamente da assoggettare a VAS. Al comma 3 si afferma che “… la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione”.

D.C.R. 13 marzo 2007, n.VIII/351 I criteri attuativi relativi al processo di VAS sono contenuti nel documento “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”, approvato dal Consiglio Regionale in data 13 marzo 2007, il quale presenta una dettagliata serie di indicazioni, in attuazione a quanto previsto dall’art. 4 della legge regionale sul governo del territorio.

D.G.R. 27 dicembre 2007, n.VIII/6420 Con D.G.R. del 27 dicembre 2007, n. 6420 "Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art.4 della Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12, “Legge per il Governo del Territorio" e degli “Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale dei Piani e Programmi” approvati con deliberazione del Consiglio Regionale il 13 marzo 2007 atti n. VIII/035”, si approvano gli indirizzi regionali per la VAS dei piani e programmi e si specifica ulteriormente la procedura per la VAS del Documento di Piano del PGT.

D.G.R. 30 dicembre 2009, n.8/10971 Con la D.G.R. 30 dicembre 2009, n.8/10971 “Determinazione della procedura di Valutazione Ambientale di piani e programmi – VAS (art.4 LR n.12/2005; d.c.r. n.351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs 16 gennaio 2008, n.4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli”, la Lombardia adegua le disposizioni regionali con la normativa nazionale, e nel contempo, approva i nuovi allegati contenenti i modelli metodologici procedurali ed organizzativi

10 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______della Valutazione Ambientale di piani e programmi (Allegati 1, 1a – 1s) ed aggiorna anche lo schema del modello metodologico procedurale proposto nel Documento di Scoping.

D.G.R. 10 novembre 2010, n.9/761 Con la D.G.R. 10 novembre 2010, n.9/761 “Determinazione della procedura di Valutazione Ambientale di Piani e Programmi – VAS (art. 4, LR 12/2005, d.c.r. n.351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs 29 giugno 2010, n.128, con modifica e integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.8/6420 e 30 dicembre 2009, n.8/10971”, la Regione Lombardia recepisce le disposizioni di cui al d.lgs 29 giugno 2010, n.128, con modifica e integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.8/6420 e 30 dicembre 2009, n.8/10971.

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2. DEFINIZIONE SCHEMA OPERATIVO PER IL PROCESSO DI VAS

Il presente Documento di Scoping, che viene presentato nell’ambito della prima Conferenza di Valutazione, contiene lo schema del percorso metodologico procedurale definito, una proposta di definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, nonché la verifica delle interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS). Il Documento di Scoping, ai fini della consultazione viene inviato ai soggetti competenti in materia ambientale, tra cui gli enti territorialmente interessati, e presentato in occasione della prima seduta della conferenza di valutazione, durante la quale si raccolgono osservazioni, pareri e proposte di modifica e integrazione.

2.1 FASI DEL PERCORSO METODOLOGICO PROCEDURALE La VAS del DdP del Piano di Governo del Territorio del Comune di Ferrera Erbognone verrà effettuata seguendo le indicazioni specificate nei punti seguenti e meglio esplicitati nella tabella riportata di seguito: 1. Avviso di avvio del procedimento; 2. Individuazione soggetti interessati e definizione modalità di informazione e comunicazione; 3. Definizione del quadro di orientamento della VAS per il DdP; 4. Definizione dello schema operativo per la VAS; 5. Verifica della presenza di Siti Rete Natura 2000; 6. Apertura della Conferenza di Valutazione; 7. Elaborazione e redazione del Rapporto Ambientale di VAS; 8. Messa a disposizione; 9. Chiusura della Conferenza di Valutazione; 10. Formulazione Parere Ambientale Motivato; 11. Elaborazione dello Studio per la Valutazione di Incidenza; 12. Adozione del DdP;

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13. Pubblicazione e raccolta osservazioni; 14. Formulazione delle controdeduzioni alle eventuali osservazioni pervenute; 15. Formulazione Parere Ambientale Motivato finale e approvazione finale; 16. Gestione e monitoraggio.

Lo schema del percorso metodologico-procedurale del processo di VAS ricalca, quanto riportato nella tabella seguente, tratta dalla DGR 6420 Allegato 1b – “Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - DOCUMENTO DI PIANO – PGT piccoli comuni”, che individua le azioni specifiche del processo di VAS affianco a quelle del processo di pianificazione.

Fase del DdP Processo di DdP Valutazione Ambientale Incarico per la redazione del rapporto Pubblicazione avviso di avvio procedimento; Fase 0 ambientale; Preparazione Individuazione autorità competente per la Incarico per la stesura del DdP VAS. Integrazione della dimensione ambientale Orientamenti iniziali del DdP nel DdP; Definizione dello schema operativo per la Fase 1 VAS e mappatura dei soggetti competenti Definizione schema operativo DdP Orientamento in materia ambientale e del pubblico coinvolto; Identificazione dei dati e delle informazioni a Verifica della presenza di siti rete natura disposizione dell’ente su territorio e ambiente 2000. Conferenza di Avvio del confronto valutazione Definizione dell’ambito di influenza (scoping), definizione della portata delle Determinazione obiettivi generali informazioni da includere nel rapporto ambientale. Costruzione scenario di riferimento e di DdP Analisi di coerenza esterna Fase 2 Stima degli effetti ambientali attesi; Elaborazione Valutazione delle alternative di Piano; Definizione di obiettivi specifici, costruzione di e redazione Analisi di coerenza interna; alternative/scenari di sviluppo e definizione delle azioni da mettere in campo per attuarli Progettazione del sistema di monitoraggio; Proposta di Rapporto Ambientale e Sintesi Proposta di DdP non Tecnica.

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deposito della proposta di DdP, del Rapporto Ambientale e dello Studio di Incidenza; Conferenza di Valutazione della proposta di DdP e del Rapporto Ambientale valutazione PARERE MOTIVATO Decisione Predisposto dall’autorità competente della VAS d’intesa con l’autorità procedente ADOZIONE Il Consiglio Comunale adotta: - PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole); - Rapporto Ambientale; - Dichiarazione di Sintesi. Fase 3 DEPOSITO/PUBBLICAZIONE/INVIO ALLA PROVINCIA Adozione - Deposito degli atti del PGT (DdP, Rapporto Ambientale, Dichiarazione di Sintesi, Piano Approvazione dei Servizi, Piano delle Regole) nella Segreteria comunale – ai sensi del comma 4 – art.13 l.r. 12/2005; - Trasmissione in Provincia – ai sensi del comma 5 – art. 13 l.r.12/2005; - Trasmissione ad ASL ed ARPA – ai sensi del comma 6 – art. 13 l.r. 12/2005. RACCOLTA OSSERVAZIONI – ai sensi comma 4 – art. 13 l.r. 12/2005 Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità La provincia, garantendo il confronto con il comune interessato, valuta esclusivamente la Verifica di compatibilità del DdP con il proprio Piano Territoriale di Coordinamento entro centoventi compatibilità giorni dal ricevimento della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la della valutazione si intende espressa favorevolmente – ai sensi del comma 5 – art.13 l.r. Provincia 12/2005. PARERE MOTIVATO FINALE APPROVAZIONE (ai sensi del comma 7 – art.13 l.r.12/2005) Il Consiglio Comunale: - decide sulle osservazioni apportando agli atti del PGT le modifiche conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando la dichiarazione di sintesi finale; - provvede all’adeguamento del DdP adottato nel caso in cui la Provincia abbia

ravvisato elementi di incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio PTC, o con i limiti di cui all’art.15, comma 5, ovvero ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere orientativo. - Deposito nella segreteria comunale ed invio alla provincia e alla Regione; - Pubblicazione su web; - Pubblicazione dell’avviso dell’approvazione definitiva all’Albo pretorio e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Monitoraggio dell’attuazione del DdP; Fase 4 Monitoraggio dell’andamento degli indicatori Rapporti di monitoraggio e valutazione Attuazione e previsti; periodica gestione Attuazione di eventuali interventi correttivi.

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2.2 MAPPATURA DEI SOGGETTI COMPETENTI E DEGLI ENTI INTERESSATI I Soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati sono stati individuati dall’Autorità Procedente: SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE ED ENTI TERRITORIALMENTE INTERESSATI: -A.S.L.; -A.R.P.A.; -ENI s.p.a.; -ENIPOWER s.p.a.; -CBL s.p.a. di Mede; - ENEL SOLE; - Telecom Italia; - Comando Provinciale dei VV.F. di Pavia; - Consorzio ATO; - Regione Lombardia -Provincia di Pavia Settore Trasporti e Territorio; -Provincia di Pavia Settore LL.PP. e Viabilità; -Provincia di Pavia Settore Tutela e Valorizzazione Ambientale; -Provincia di Pavia Settore Politiche Agricole e Naturalistiche; - Comuni contermini di Sannazzaro de’ Burgundi, Scaldasole, Valeggio, Ottobiano, Lomello, Mezzana Bigli, Galliavola e Pieve del Cairo

15 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

2.3 DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE E DI INFORMAZIONE DEL PUBBLICO PARTECIPAZIONE E CONSULTAZIONE Consultazione, comunicazione e informazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. Durante il processo di Valutazione Ambientale del DdP verrà garantita informazione, partecipazione, diffusione e pubblicizzazione delle informazioni; a tale scopo verranno utilizzati gli strumenti più idonei, quali il sito internet regionale SIVAS e l’Albo pretorio. Gli elaborati riguardanti la Variante al Piano di Governo del Territorio e la VAS verranno messi a disposizione di tutti; il Comune di Ferrera Erbognone provvederà a depositare presso i propri uffici la documentazione, affinché chiunque ne possa prendere visione ed inviare specifiche proposte e/o osservazioni in merito.

Pertanto con Delibera di Giunta comunale n.56 del 14 aprile 2018 è stato dato l’avvio del procedimento di Variante di PGT del Comune di Ferrera Erbognone, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, della LR12/05 e ss.mm.ii. L’avvio del procedimento della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativo alla Variante di PGT, di cui all’articolo 4 della LR12/05 e ss.mm.ii., è stato dato con Delibera di Giunta comunale n.57 del 14 aprile 2018 (“Avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica VAS per la formazione Documento di Piano Variante al PGT”), ai sensi della legislazione vigente in materia.

CONFERENZA DI VALUTAZIONE L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, convoca la Conferenza di Valutazione alla quale devono essere invitati i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, al fine di acquisirne, eventuali osservazioni, proposte di integrazione e suggerimenti, sia sul Piano che sulla VAS. Per la VAS alla Variante del PGT del Comune di Ferrera Erbognone saranno previsti due incontri all’interno del processo di consultazione. La documentazione relativa sarà messa a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente interessati, prima di ogni conferenza.

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Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. L’Autorità Procedente e l’Autorità Competente per la VAS mettono a disposizione presso gli uffici comunali, e sul sito web regionale SIVAS, la proposta di DdP, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica, per 60 giorni, dandone notizia anche mediante pubblicazione all’Albo Pretorio. L’Autorità Competente, in collaborazione con l’Autorità Procedente, comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, la messa a disposizione e la pubblicazione sul web del DdP e del Rapporto Ambientale, al fine dell’espressione del parere; quest’ultimo dovrà essere inviato entro 60 giorni dalla messa a disposizione, all’Autorità Competente per la VAS ed all’Autorità Procedente. Inoltre, entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, chiunque può prendere visione della proposta di Piano e del relativo Rapporto Ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.

PARTECIPAZIONE L’Amministrazione comunale di Ferrera Erbognone intraprenderà un percorso specifico di informazione e partecipazione del pubblico interessato all’iter procedurale di Valutazione Ambientale Strategica. A tale scopo saranno organizzate assemblee pubbliche dall’amministrazione comunale e verrà data informazione degli incontri attraverso l’Albo Pretorio.

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2.4 DEFINIZIONE STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE

La struttura del Rapporto Ambientale proposta è la seguente:

1. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO E PROGRAMMATICO 2. CONTENUTI E OBIETTIVI DEL DdP 2.1 Il Documento di Piano 2.1.1 Il quadro conoscitivo generale 2.1.2 Obiettivi, sviluppo complessivo e quantificazione 2.1.3 Le azioni di Piano 3. CONTENUTI E OBIETTIVI CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI 3.1 Piano Territoriale Regionale 3.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 3.3 Programma di Tutela e Uso delle Acque 3.4 Piano d’Ambito 3.5 Piano Faunistico Venatorio e di Miglioramento Ambientale 3.6 Piano Provinciale Cave 4. ANALISI DELLA COERENZA DEL PIANO 5. CARATTERISTICHE DEL SISTEMA TERRITORIALE E AMBIENTALE INTERESSATO DAL PGT 5.1 Inquadramento territoriale 5.2 Caratteri Territoriali generali 5.3 Scenario geologico e geomorfologico 5.4 Presenza antropica 5.5 Produzione di rifiuti 5.6 Qualità dell’aria 5.7 Acque superficiali e di falda 5.8 Zonizzazione acustica 5.9 Campi elettromagnetici 5.10 Attività impattanti 5.11 Rete Ecologica – Biodiversità – Rete Natura 2000 5.12 Paesaggio 6. POSSIBILI RICADUTE AMBIENTALI DEL PIANO 7 VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI DEL DOCUMENTO DI PIANO 7.1 Definizione degli obiettivi generali di piano 7.2 Obiettivi specifici di Piano 7.3 Definizione della matrice di valutazione 8. SELEZIONE DEGLI INDICATORI E PIANO DI MONITORAGGIO

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IDENTIFICAZIONE DATI/INFORMAZIONI DISPONIBILI DI INTERESSE PER LA VAS Durante la stesura della Valutazione Ambientale Strategica del PGT di Ferrera Erbognone si utilizzeranno i seguenti dati ambientali e le relative fonti.

TEMA ENTE/AUTORE DOCUMENTO/BANCA DATI Stato dell'ambiente Rapporto sullo Stato dell'Ambiente in ARPA in sintesi Lombardia 2016 Regione Lombardia Sistema Informativo Territoriale Territorio Provincia di Pavia Sistema Informativo Territoriale Istituto Tagliacarne - Atlante della competitività delle Province e Contesto socio- Unioncamere delle Regioni economico in sintesi Regione Lombardia Pavia: scheda della Provincia Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Provincia di Pavia 2009 Popolazione Regione Lombardia Pavia: scheda della Provincia Annuario statistico regionale aggiornamento al ISTAT 2018 Economia del Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Provincia di Pavia territorio 2009 Rapporto sullo Stato dell'Ambiente in ARPA Lombardia 2016 INEMAR Inventario Emissioni in Aria, dati al 2016 Aria Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Provincia di Pavia 2009 Regione Lombardia Qualità dell'aria e salute, 2016 Regione Lombardia Piano Regionale per la qualità dell'aria, 2017 Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Provincia di Pavia Acqua 2009 Regione Lombardia Programma di Tutela e Uso delle Acque 2017 Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Suolo e Sottosuolo Provincia di Pavia 2009

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Commissione Europea - Istituto per l'ambiente e la Il suolo della Provincia di Pavia Sostenibilità - Provincia di Pavia Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Energia Provincia di Pavia 2009 Parchi, Riserve e altre aree naturali protette in Aree Protette Lombardia Rete Natura 2000 Regione Lombardia Stato dell'ambiente della Provincia di Pavia, Provincia di Pavia 2009 Regione Lombardia, Relazione di sintesi "Rete ecologica della Fondazione Lombardia per Pianura Padana lombarda" Natura e Biodiversità l'ambiente DGR 3 aprile 2007 n.3376 e Bogliani et al. Regione Lombardia, 2007. Aree prioritarie per la biodiversità nella Fondazione Lombardia per Pianura padana lombarda. FLA e Regione l'ambiente Lomabrdia. Direzione Regionale per i beni IDRA - Information Database on Regional Paesaggio e beni culturali e paesaggistici della Archaeological - Artistic - Architectural culturali Lombardia heritage Monitoraggio della circolazione stradale Mobilità e trasporti Regione Lombardia extraurbana, 2007 Classificazione dei Comuni lombardi in base al Regione Lombardia rischio sismico: DGR n.7/14964 del 7/11/2003 Inventario Nazionale degli stabilimenti Rischio Ministero dell'Ambiente APAT suscettibili di causare incidenti rilevanti, 2013 Autorità del bacino del fiume Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico, 2016

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2.5 FORMULAZIONE PARERE MOTIVATO L’Autorità Competente per la VAS, d’intesa con l’Autorità Procedente, prima dell’adozione, acquisito il verbale della Conferenza di Valutazione, esaminati i contributi, nonché le osservazioni e gli apporti inviati da parte dei soggetti con competenze ambientali e del pubblico, esprime un PARERE MOTIVATO sulla proposta del Documento di Piano e sul Rapporto Ambientale. Il parere deve di massima contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito: a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili individuate e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del Rapporto Ambientale; b) alla coerenza interna ed esterna del Piano; c) alla efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati.

2.6 DICHIARAZIONE DI SINTESI L’Autorità Procedente adotta il DdP comprensivo della DICHIARAZIONE DI SINTESI, volta a: a) illustrare il processo decisionale seguito; b) esplicitare il modo in cui le considerazioni ambientali sono state integrate nel DdP e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale e delle risultanze di tutte le consultazioni; in particolare illustrare quali sono gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, le ragioni della scelta dell’alternativa di DdP e il sistema di monitoraggio; c) descrivere le modalità di integrazione del PARERE AMBIENTALE nel DdP.

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3. DEFINIZIONE DELL’AMBITO DI INFLUENZA E DELLA PORTATA DELLE INFORMAZIONI DA INCLUDERE NEL RAPPORTO AMBIENTALE

La definizione dell’ambito di influenza del Piano ha l’obiettivo di porre in evidenza il contesto del Piano, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità. Una componente essenziale della fase di scoping è l’analisi di contesto, ovvero una prima analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali, socioeconomiche e territoriali che formano il contesto del Piano.

3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE - LOMBARDIA Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è lo strumento di pianificazione di livello regionale (l.r.12/05 art.19), che costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione regionale di settore, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province in Regione Lombardia. Quest’ultima ha avviato nel 2005 il processo di piano e della relativa Valutazione Ambientale (VAS), anche attraverso la costituzione del Forum per il PTR; la Giunta Regionale ha approvato la proposta di piano nella seduta del 16 gennaio 2008 al fine della trasmissione al Consiglio Regionale; nella seduta del 19 gennaio 2010 il Consiglio Regionale ha approvato il Piano Territoriale Regionale. Le sezioni di cui si compone il Piano sono le seguenti: - Presentazione; - Documento di Piano; - Piano Paesaggistico Regionale; - Strumenti operativi; - Sezioni Tematiche; - La Valutazione Ambientale del PTR.

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Il PTR lombardo riafferma, nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità della Comunità Europea, tre macro-obiettivi come basi generali delle politiche territoriali per il perseguimento dello sviluppo sostenibile. Essi constano nel: - rafforzare la competitività, l’efficienza e l’attrattività, dei territori della Lombardia; - riequilibrare il sistema policentrico del territorio lombardo; - proteggere e valorizzare le risorse naturali e culturali che costituiscono l’identità della regione.

Sulla base di questi tre macro-obiettivi con carattere generale, il Piano Territoriale Regionale individua e articola i ventiquattro obiettivi territoriali, che qui si riportano integralmente come elementi fondativi anche del PGT del Comune di Ferrera Erbognone. Essi consistono nel: “1. favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l'innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l'impatto della produzione sull'ambiente; nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi); nell'uso delle risorse e nella produzione di energia; e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio; 2. favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l'esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all'integrazione paesaggistica; 3. assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l'accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi; 4 perseguire l'efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio; 5. migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell'abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: la

23 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______promozione della qualità architettonica degli interventi; la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici; il recupero delle aree degradate; la riqualificazione dei quartieri di ERP l'integrazione funzionale; il riequilibrio tra aree marginali e centrali la promozione di processi partecipativi; 6. porre le condizioni per un'offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all'utilizzo di suolo libero; 7. tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell'ambiente, la prevenzione e il contenimento dell'inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico; 8. perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull'utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque; 9. assicurare l'equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali e ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10. promuovere l'offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse, ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo; 11. promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile; il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale; lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12. valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale; 13. realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla

24 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio dei territorio, al miglioramento dei sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l'utilizzo estensivo di suolo; 14. riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat; 15. supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo; 16. tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti; 17. garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti e inquinanti, il contenimento dell'inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata; 18. favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l'attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica; 19. valorizzare in forma integrata il territorio e le su risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia; 20. promuovere l'integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati;

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21. realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l'agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e valorizzazione del territorio; 22. responsabilizzare la collettività e promuovere l'innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale e commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo); 23. gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione; 24. rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti.”

Secondo quanto previsto dal Piano Territoriale, la declinazione territoriale regionale è effettuata sulla base dell'individuazione di sistemi territoriali: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura. In aggiunta agli obiettivi generali sopra riportati, il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia definisce anche gli obiettivi peculiari relativi a sei Sistemi Territoriali lombardi. Il territorio comunale di Ferrera Erbognone ricade all’interno del SISTEMA TERRITORIALE DELLA PIANURA IRRIGUA e, parzialmente nel SISTEMA TERRITORIALE DEL PO E DEI GRANDI FIUMI.

Per il sistema territoriale della Pianura Irrigua, a cui appartiene il Comune di Ferrera Erbognone, il Piano Territoriale Regionale della Lombardia precisa i seguenti sei obiettivi: 1. garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promovendo la produzione agricola e le tecniche di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale; 2. garantire la tutela delle acque e il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l’agricoltura con le determinazioni assunte nell’ambito del Patto per l’Acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico;

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Figura 1 - Sistemi Territoriali di Lombardia

3. tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo; 4. promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l’imprenditoria turistica locale; 5. migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti; 6. evitare lo spopolamento delle aree rurali, migliorando le condizioni di lavoro e differenziando le opportunità lavorative.

Per il sistema territoriale del Po e dei Grandi Fiumi, a cui appartiene parzialmente il Comune di Ferrera Erbognone, il Piano Territoriale Regionale della Lombardia precisa i seguenti sette obiettivi:

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1. tutelare il territorio degli ambiti fluviali; 2. prevenire il rischio idraulico attraverso un’attenta pianificazione del territorio; 3. tutelare l’ambiente degli ambiti fluviali; 4. garantire la tutela delle acque, migliorandone la qualità e incentivando il risparmio idrico; 5. garantire uno sviluppo del territorio compatibile con tutela e salvaguardia ambientale; 6. promuovere la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico-culturale del sistema Po attorno alla presenza del fiume come elemento unificante per le comunità locali e come opportunità per lo sviluppo del turismo fluviale; 7. perseguire una pianificazione integrata e di sistema sugli ambiti fluviali, agendo con strumenti di carattere sovralocale e intersettoriale.

LA RETE ECOLOGICA REGIONALE In base agli obiettivi territoriali sopra elencati il Documento di Piano del PTR lombardo specifica gli orientamenti per l’assetto del territorio regionale. In particolare esso definisce anzitutto le zone di preservazione e salvaguardia ambientale, in relazione con il macro-obiettivo di proteggere e valorizzare le risorse della Regione. Queste sono individuate nella Tavola 2 allegata al Documento di piano del PTR. Sono specificamente identificate come ZONE DI PRESERVAZIONE E SALVAGUARDIA AMBIENTALE: le Fasce fluviali del Piano per l’Assetto Idrogeologico, le Aree a rischio idrogeologico molto elevato; le Aree in classe di fattibilità geologica 3 e 4 (in base agli studi geologici a supporto della pianificazione comunale); i siti della Rete Natura 2000; il Sistema delle Aree Protette nazionali e regionali; le Zone Umide della Convenzione di Ramsar; e i Siti UNESCO. Di fatto quindi il PTR mette in rilievo alcuni elementi considerati strategici e necessari al raggiungimento degli obiettivi di piano. Altro elemento molto importante è la previsione nel Documento di Piano del PTR lombardo di realizzare una Rete Ecologica Regionale (RER), considerando la stessa come infrastruttura prioritaria per il territorio regionale nell’ambito della Rete Verde Regionale (RVE) evidenziata dal Piano Paesaggistico.

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La suddetta Rete Ecologica Regionale (RER) è approvata definitivamente con Delibera Regionale della fine del 2009, nella quale sono precisati i contenuti della RER e vengono forniti alle Province e ai Comuni i riferimenti necessari per l’approfondimento e l’attuazione delle reti ecologiche in Lombardia. Tale documento ha pertanto funzione di indirizzo per gli enti provinciali e comunali elaborando un quadro di riferimento unitario per il futuro adeguamento e per l’attuazione coerente e sinergica delle reti ecologiche in Lombardia. Per il territorio del Comune di Ferrera Erbognone la RER è composta essenzialmente da (DGR10962/2009, tav.36, pagg.185-188): - il Corridoio regionale primario, a bassa o moderata antropizzazione, corrispondente a una fascia con sezione di 1000 metri, che segue il corso del torrente , per il quale si indica come criterio ordinario quello di evitare le nuove trasformazioni e, nel caso di trasformazioni ritenute strategiche per il territorio, di mantenere comunque una sezione minima di 500 metri (DGR10962/2009, pagg.26, 99-102); - un Elemento di primo livello, individuato principalmente sulla base delle Aree prioritarie per la biodiversità del Fiume Po (codice 25) e della Lomellina (codice 32), che occupa il territorio comunale nella parte a Nord del centro abitato e segue il corso dell’Erbognone e dell’Agogna nella parte Sud-Ovest (DGR10962/2009, pagg.94-97); mentre non compare nessun Elemento di secondo livello afferente al territorio comunale, che svolge funzione di connessione ecologica tra gli elementi primari della RER (DGR10962/2009, pag.107).

E’ bene segnalare che in particolare per gli elementi della Rete Ecologica Regionale (RER) primaria, ovvero per i Corridoi ecologici primari, la Regione Lombardia indica come criterio ordinario di evitare le nuove trasformazioni e come opportunità di allocare preferibilmente progetti regionali, contributi, misure agro-ambientali, compensazioni derivanti da trasformazioni allocate altrove. Considerata tale conformazione della RER lombarda, la Regione Lombardia specifica che il compito del Comune, nell’ambito del proprio PGT, è il recepimento delle indicazioni a livello regionale e di quelle a livello provinciale, nonché il loro adattamento a livello comunale; si deve perciò studiare una Rete Ecologica Comunale (REC), predisponendo due elaborati tecnici specifici, ovvero:

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- uno schema di Rete Ecologica Comunale (REC) che consenta il raffronto con l’ecosistema e le reti ecologiche di area vasta (scala 1:25000), da produrre a supporto del Documento di Piano; - una carta della Rete Ecologica Comunale (REC) ad un sufficiente livello di dettaglio (scala 1:10000), da produrre a supporto del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi. In aggiunta alle suddette regole, resta comunque fondamentale, proprio per la elaborazione di qualunque Piano di Governo del Territorio dei Comuni lombardi, il riferimento alla normativa del Piano Paesaggistico che risulta allegato al Piano Territoriale Regionale della Lombardia come Elaborato numero 3.

PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art.19 della LR 12/2005, ha natura ed effetti di Piano Territoriale Paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (Dlgs n.42/2004). Il PTR in tal senso recepisce consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde. Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla

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Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti.

DEFINIZIONE AMBITO GEOGRAFICO E UNITA’ - TIPOLOGICA DI PAESAGGIO “La varietà dei contesti regionali induce a riconoscere ambiti spazialmente differenziati dove si riscontrano situazioni paesistiche peculiari. Tale operazione è utile a determinare indirizzi di tutela corrispondenti con le diverse realtà territoriali, tenuto anche conto delle competenze in materia paesistica attribuite alle Province, agli Enti Parco e ai Comuni. Durante la fase preliminare di impostazione del piano si suddivise il territorio regionale in grandi fasce longitudinali corrispondenti alle grandi articolazioni dei rilievi, secondo una classica formula di lettura utilizzata dai geografi”.

GLI AMBITI GEOGRAFICI “… all’interno delle fasce sopradescritte, è anche possibile identificare ambiti di più circoscritta definizione, territori più organici, di riconosciuta identità geografica. Essi si distinguono sia per le componenti morfologiche, sia per le nozioni storico-culturali che li qualificano: si delineano, da un lato, attraverso un esame più minuto del territorio, delle sue forme, della sua struttura, delle sue relazioni, dall’altro attraverso la percezione che ne hanno i suoi abitanti o attraverso la costruzione figurativa e letteraria che è servita a introdurli nel linguaggio d’uso corrente”.

LE UNITÀ TIPOLOGICHE DI PAESAGGIO “Talvolta nella pianificazione paesistica si è usata l’espressione “unità di paesaggio”, con la quale si vorrebbe far corrispondere a una omogeneità percettiva, fondata sulla ripetitività dei motivi, un’organicità e un’unità di contenuti. Queste condizioni si verificano solo in parte negli ambiti geografici sopra definiti. In essi si trovano piuttosto modulazioni di paesaggio, cioè variazioni dovute al mutare, brusco o progressivo, delle situazioni naturali e antropiche. Si tratta di variazioni di stile, intendendo con ciò il prodotto visibile della combinazione di fattori naturali e di elementi storico-culturali. Tali variazioni stilistiche si manifestano secondo regole definite, in quanto quello stile, quella combinazione di elementi, quelle peculiarità territoriali

31 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______possono ricorrere anche in ambiti geografici diversi. Ma esse entrano in modo organico e integrato a definirli uno per uno. Alla loro identificazione concorrono elementi diversi, alcuni dei quali però assumono significato basilare nella combinazione di fatti naturali e di fatti antropici. La struttura del paesaggio ha le sue modulazioni estreme passando dalle alte quote alpine, dove l’azione antropica è limitata o assente, alle aree di pianura in cui il segno umano è invece forte e dominante… Entro questi ambiti tipologicamente delineati si possono anche trovare ulteriori modulazioni di paesaggio la cui attenzione, a questo punto, dipende solo dal livello di scala con cui si conducono le analisi paesistiche”.

Un’analisi dettagliata dell’inquadramento territoriale e degli indirizzi pianificatori del territorio regionale evidenzia che il Piano Territoriale Paesistico Regionale colloca il territorio del Comune di Ferrera Erbognone nella seguente casistica: Ambiti Geografici LOMELLINA Unità Tipologiche di Paesaggio Pianura risicola Fasce fluviali

AMBITO GEOGRAFICO: LOMELLINA “Tradizionale regione agraria incuneata fra e Po, definita a occidente dal Sesia e a settentrione dal confine con il Novarese. Identificata nel basso Medioevo dal Comitato di Lomello, facente parte della Marca di Ivrea, la Lomellina entra nella sfera d’influenza pavese a partire dal XIII secolo per restarvi fino al 1703, anno in cui passa sotto il dominio dei Savoia, quindi restituita alla Lombardia dopo la seconda guerra d’Indipendenza. Vicende storiche, come la costituzione del Contado di Vigevano nel 1532, vi porterebbero a riconoscere, come sub-ambito, il vigevanasco. Nessun altro paesaggio rileva caratteri così mutevoli di quello lomellino considerando il trascorrere delle stagioni. La monocoltura del riso comporta fasi di coltivazione sempre diverse e fortemente caratterizzanti il paesaggio. Dallo scenario trasparente delle acque inondanti le risaie in primavera, al verde tenero delle pianticelle germogliate in estate, al biondo autunnale del riso maturo, al grigiore delle steppie durante il riposo invernale.

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L’elemento naturale si accentua, come d’altra parte in tutte le sub-aree di pianura, lungo le valli fluviali (Ticino, Sesia, Po) con la presenza di garzaie, zone umide, lanche ecc. Il sistema insediativo della Lomellina si struttura sull’impianto di una rete stradale geometrica e definita fin dall’epoca romana. Qui si radunano in forma compatta i maggiori centri abitati, altri minori si distendono lungo le stesse vie, altri ancora prediligono la quasi naturale collocazione di ciglio dei terrazzi fluviali (specie lungo la sponda del Po)”.

UNITA’ TIPOLOGICHE DEL PAESAGGIO: FASCIA DELLA BASSA PIANURA “La bassa pianura si fa iniziare dalla linea delle risorgive che da Magenta-Corbetta, passando per Milano, Lanzate, Melzo, Caravaggio, Chiari, Montichiari, Goito attraversa longitudinalmente l’intera Lombardia. Il paesaggio lungo tale linea dall’alta alla bassa pianura non è percepibile a prima vista: la presenza delle risorgive, con cui inizia naturalmente la pianura umida, che l’uomo ha attrezzato con un esteso sistema irriguo, introduce però una maggior presenza di verde, oltre agli elementi che si legano a un’agricoltura più ricca e diversamente organizzata. Gli elementi che tradizionalmente stavano ad indicare la specificità del paesaggio bassolombardo erano diversi un tempo: in primo luogo va posta l’organizzazione agricola basata sulla grande cascina, la minor densità umana, il senso pieno della campagna, la presenza delle piantate che animano gli scenari, il carattere geometrico del disegno dei campi, la rettilineità delle strade, dei filari, dei canali irrigatori, ecc., la regolare distribuzione dei centri abitati, che si annunciano nel paesaggio con le cuspidi dei campanili. Oggi vi si sono aggiunti i serbatoi idrici sopraelevati e, in qualche senso, i silos e gli edifici multipiani intorno ai centri maggiori. Le riconversioni del paesaggio basso-lombardo degli ultimi decenni riguardano la diversa organizzazione agricola. … Qui è ancora agricoltura piana, è attività produttiva specializzata, spesso avanzatissima nelle sue tecniche, nelle sue forme di meccanizzazione. Può sorprendere tuttavia come questa trasformazione dei modi di produzione, legata alla riduzione estrema della manodopera, abbia ancora le sue basi nelle vecchie cascine di un tempo, le grandi corti che in passato accoglievano decine e decine di famiglie impegnate in aziende di diverse centinaia di ettari. Oggi quelle infrastrutture, spesso di notevole impegno architettonico, che associavano casa padronale, chiesa, case dei lavoratori, sono state in parte riconvertite, utilizzate come magazzini,

33 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______come depositi per le macchine o in parte abbandonate. Ma i perni dei territori rurali sono ancora oggi questi grossi insediamenti agricoli… divenuti strettamente centri di produzione, come indicano le nuove infrastrutture di cui spesso si sono attrezzate (stalle, porcilaie, silos, magazzini, ecc.). Il paesaggio intorno alle cascine, … si dispiega con una presenza di alberi che varia da zona a zona e, si può dire, da azienda ad azienda. Ciò anche perché oggi si tende ad ampliare, in funzione della meccanizzazione, le superfici coltivate, e quindi ad eliminare le piantate che nei secoli passati cingevano fittamente ogni parcella coltivata, ponendosi ai bordi delle cavedagne o lungo i canali di irrigazione, associando alberi diversi, dal pioppo, al salice, al frassino, alla farnia, ecc. Oggi l’albero dominante quasi ovunque è il pioppo d’impianto, talora disposto in macchie geometriche, il cui legno è destinato all’industria dei compensati… Tranne che nelle aree a risaia, il mais è la coltura più importante e ciò costituisce una perdita per il paesaggio, che ha perduto le variegature multicolori che un tempo introduceva la policoltura. Complessivamente molto minori sono comunque le superfici destinate a nuove colture come il girasole o la soia. … L’industrializzazione è stata flebile in tutta la bassa pianura e consiste nella miniproliferazione intorno ai centri principali di piccole industrie manifatturiere o di industrie legate all’agricoltura. Anche la crescita edilizia degli ultimi decenni è stata relativamente contenuta intorno ai centri maggiori e le sue dimensioni esprimono direttamente la vitalità o meno del polo urbano. Anche qui sono gli assi stradali (soprattutto quelli diretti verso Milano) che fungono da direttrici di attrazione industriale e residenziale. Essi corrono in senso longitudinale o trasversalmente lungo le aree interfluviali, cosicché le fasce attraversate dai fiumi hanno potuto conservare una loro dimensione naturale che ne fa, anche qui, delle presenze fondamentali del paesaggio. Formazioni boschive o pioppeti d’impianto rivestono gli spazi golenali sin dove iniziano le arginature, ormai quasi tutte artificiali. Ciò vale anche per il corso del Po, che fa da confine meridionale della Lombardia, svolgendo il suo corso tra alti argini che gli conferiscono un certo grado di pensilità, caratteristica anche degli affluenti lombardi nel tratto terminale del loro corso. L’argine, importante elemento funzionale, diventa così un tipico elemento-iconema nel paesaggio basso-lombardo. Il regime dei fiumi lombardi è regolato naturalmente dalla presenza dei laghi prealpini; ma oggi su di esso incidono gli usi delle acque per l’irrigazione, gli sbarramenti, le derivazioni, ecc. Il sistema

34 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______irrigatorio ha come principali fonti di emulazione il Ticino, l’Adda, l’Oglio e anche il Mincio. I grandi canali di derivazione sono allacciati con i canali di scarico e di drenaggio, e alimentano tutta una minore rete irrigatoria che capillarmente bagna una superficie di 700 mila ettari; ad essa danno contributo notevole anche le risorgive. Complessivamente la rete irrigatoria si estende su 40 mila chilometri e contribuisce oggi in misura notevole a mantenere alta la produzione…

PAESAGGI DELLE FASCE FLUVIALI “Nel punto dove le valli fluviali escavate guadagnano lentamente il piano fondamentale della pianura il paesaggio muta d’aspetto. Inizialmente i fiumi vi scorrono solo lievissimamente incavati, poi possono addirittura portare il loro letto a un livello pensile con il corredo antropico di continue e sinuose opere di arginatura e di contenimento. Scendono verso il fiume maggiore, il Po, con andamento sud-sudest; ... La rete di acque che essi formano ha intessuto largamente la pianura, costituendone il fondamento ordinatore sia in senso naturale che antropico, delimitando ambiti geografici e insediamenti. Nonostante le loro evoluzioni nel tempo e nello spazio, con alvei abbandonati e grandi piani di divagazione, nonostante i successivi interventi antropici di controllo e regimazione, tutte le valli fluviali di pianura conservano forti e unici caratteri di naturalità (lanche, mortizze, isole fluviali, boschi ripariali, greti, zone umide ... ). I limiti di queste fasce sono netti se si seguono gli andamenti geomorfologici (la successione delle scarpate, il disporsi delle arginature) ma sono, al tempo stesso, variamente articolati considerando le sezioni dei vari tratti fluviali, minime in alcuni, massime in altre. In questi ambiti sono compresi, ovviamente, i fiumi, con scorrimento più o meno meandrato, i loro greti ghiaiosi o sabbiosi, le fasce golenali e le zone agricole intercluse, lievemente terrazzate. Gli insediamenti nella golena sono evidentemente rarefatti per i rischi che tale localizzazione comporterebbe. …” INDIRIZZI DI TUTELA “Gli elementi geomorfologici: La tutela degli elementi geomorfologici, sono importanti per diversificare una dominante paesaggistica di vasta, altrimenti uniforme pianura. Tale tutela deve essere riferita all’intero spazio dove il corso d’acqua ha agito, con terrazzi e meandri, con

35 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______ramificazioni attive o fossili; oppure fin dove l’uomo è intervenuto costruendo argini a difesa della pensilità. Delle fasce fluviali vanno protetti innanzitutto i caratteri di naturalità dei corsi d’acqua, i meandri dei piani golenali, gli argini e i terrazzi di scorrimento. Particolare attenzione va assegnata al tema del rafforzamento e della costruzione di nuovi sistemi di arginatura o convogliamento delle acque, … Va potenziata la diffusione della vegetazione riparia, dei boschi e della flora dei greti. Si tratta di opere che tendono all’incremento della continuità “verde” lungo le fasce fluviali, indispensabili per il mantenimento di “corridoi ecologici” attraverso l’intera pianura padana. Le attività agricole devono rispettare le morfologie evitando la proliferazione di bonifiche agrarie tendenti all’alienazione delle discontinuità altimetriche. Gli insediamenti e le percorrenze: Va rispettata la tendenza a limitare gli insediamenti nelle zone golenali. Vanno controllate e limitate le strutture turistiche prive di una loro dignità formale o inserite in ambienti di prevalente naturalità. Al contrario si deve tendere, nel recupero dei centri storici rivieraschi, al rapporto visivo con il fiume e con gli elementi storici che ne fanno contrappunto (castelli, ville e parchi). Non si devono obliterare le ragioni morfologiche della loro localizzazione – l’altura, il ripiano terrazzato, l’ansa rilevata - dirigendo le nuove espansioni edilizie nella retrostante pianura terrazzata. Va salvaguardata la disposizione lineare dei nuclei a piè d’argine o di terrazzo, sia nell’orientamento sia nell’altezza delle costruzioni… Vanno ripresi e conservati i manufatti relativi ad antichi guadi, riproposti traghetti e ricostruiti a uso didattico i celebri mulini fluviali. Va ridefinito l’impatto delle attrezzature ricettive collocate in vicinanza dei luoghi di maggior fruizione delle aste fluviali attraverso piani paesistici di dettaglio”.

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3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il PTCP costituisce, ai sensi di legge, il quadro di riferimento e lo strumento di coordinamento di scelte e politiche territoriali di livello sovracomunale operate dai vari enti ed attori sul territorio. La Provincia di Pavia è dotata di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale predisposto secondo le direttive contenute nella Legge Regionale 12/2005 ed approvato con DCP n. 30/26209 del 23 aprile 2015 e pubblicato sul BURL – serie avvisi e concorsi n.37 del 9 settembre 2015. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è lo strumento di pianificazione che definisce gli obiettivi generali relativi all'assetto e alla tutela del territorio provinciale, indirizza la programmazione socio-economica della Provincia, coordina le politiche settoriali di competenza provinciale, e la pianificazione urbanistica comunale. Il PTCP sulla base della condivisione degli obiettivi e della partecipazione nella gestione delle scelte, si rifà al principio di sussidarietà nel rapporto con gli enti locali.

Per quanto attiene alle disposizioni generali sul paesaggio, vi è da notare che il nuovo PTCP recupera la classificazione del Piano Paesaggistico Regionale PPR. Il territorio comunale di Ferrera Erbognone rientra nell’“Unita tipologica di paesaggio – Pianura Risicola Fluviale”

Tale Unità comprende le seguenti caratteristiche principali: UdP 2. Lomellina: Pianura risicola caratterizzata dal Sesia, Agogna e Terdoppio (aree della conservazione paesaggistica) SINTESI DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE Ambito territoriale che comprende i comuni interessati dalla presenza del Fiume Sesia e delle aste fluviali dei Torrenti Agogna e Terdoppio. L’ambito è caratterizzato: - da una antropizzazione contenuta, ad eccezione della zona nord-est lungo la ex SS494; - da una significativa presenza di elementi di valore naturalistico: zone umide e golenali del Sesia e del Po, garzaie e altre aree protette, la Zona di protezione speciale Risaie della Lomellina; - da un sviluppo esteso dell’idrografia superficiale;

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- dai dossi residuali, dai geositi, dai fontanili. L’utilizzo agricolo richiede il consumo di rilevanti quantità di risorse idriche e determina effetti diffusi di inquinamento della rete irrigua e dei corsi d’acqua. Le fasce fluviali del Fiume Sesia e Torrente Agogna sono a rischio di degrado ed erosione. OBIETTIVI E FINALITÀ DEGLI INDIRIZZI A. Valorizzazione in coerenza con l'articolo 20 del PPR, incentivazione al mantenimento e alla valorizzazione della struttura agraria esistente. B. La tutela del paesaggio della risicoltura significa anche tutela di immagine e va dunque preservata: la tessitura territoriale fondata su piccoli o grossi centri di impianto rurale, sulle cascine, sui sistemi viari rettilinei, sulla rete dei percorsi minori legati ai poderi; il sistema irriguo, dalle prese fluviali ai canali di raccolta, ai cavi distributori; l’eredità fossile dei fiumi, sui dossi sabbiosi, sui lembi boschivi ripariali, sulle aree faunistiche (garzaie). C. Sostegno alla pioppicoltura come elemento caratteristico di diversificazione del paesaggio tipico della pianura padana. Nei casi in cui la pioppicoltura interessi aree di golena fluviali si deve prevedere la parallela realizzazione di unità ecosistemiche di interesse ecologico- naturalistico finalizzare a integrare funzionalmente le aree di golena all’interno delle reti ecologiche provinciale e locale. D. Raccordo del sistema di tutela del Parco Fluviale del Po previsto sulla riva destra, in Piemonte, con analoga iniziativa sulla riva Lombarda. INDIRIZZI - Incentivazione al recupero e al ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale. - Progettazione di interventi per il ridisegno e la riqualificazione urbanistica ed ambientale degli ambiti urbanizzati ed edificati di interfaccia con gli spazi aperti dell’ambito fluviale con particolare riferimento ai nuclei urbanizzati-edificati di Sannazzaro, Ferrera Erbognone, Lomello, Castello d’Agogna. - Localizzazione lungo le aste fluviali di assi verdi attrezzati e spazi funzionali legati alle attività turistico-ricreative e sportive.

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- Previsione di interventi di rinaturalizzazione e ripristino ambientale dei tratti relativi ai sistemi spondali caratterizzati da fenomeni di artificializzazione e degrado nella fascia del Po e degli affluenti Sesia, Agogna, Erbognone. - Interventi di recupero e ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale. - Valorizzazione e tutela degli spazi e delle attività agricole. Inserimento urbanistico e paesistico-ambientale, secondo criteri di sostenibilità, dei nuovi interventi sulla viabilità, con particolare riferimento ai corridoi stradali e agli attraversamenti del Terdoppio. - Attuazione della proposta di PLIS lungo la riva sinistra del corso del Po (progetto Po-net) con promotori i Comuni di Pieve del Cairo, Mezzana Bigli, Sannazzaro de’ Burgondi, Pieve Albignola. - Ricostituire stazioni di sosta e percorsi ecologici per la fauna di pianura e l’avifauna stanziale e di passo. - Il sostegno alla pioppicoltura va effettuato anche attraverso la sensibilizzazione degli agricoltori all’adesione a schemi internazionali di certificazione per una pioppicoltura sostenibile, che regolano la pratica gestionale delle coltivazioni, come il PEFC (Programme for Endorsment Certification Schemes) approvato nel 2007 indicato nelle pubblicazioni disponibili sul sito internet della Regione Lombardia.

Per quanto attiene agli ambiti, sistemi ed elementi di rilevanza paesaggistica provinciale a prevalente valore naturale, il nuovo PTCP ribadisce nelle proprie Norme d’Attuazione l’importanza della tutela e valorizzazione degli “Ambiti di elevata naturalità”, già definiti nell’ambito del Piano Paesistico Regionale PPR. Il nuovo PTCP dispone anche la tutela di boschi e foreste, per i quali è già nota la definizione di legge. Esso individua le foreste e i boschi, tutelati come beni paesistici e ambientali ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera g, del Decreto Legislativo n.42 del 2004 e s.m.i. Con riguardo ai boschi, la Normativa d’Attuazione del nuovo PTCP recepisce quanto disposto dallo specifico Piano di settore provinciale, costituito dal Piano di Indirizzo Forestale (PIF) della Provincia di Pavia, adottato alla fine del 2011. Tale piano contiene previsioni immediatamente vincolanti per i PGT comunali, con particolare riguardo all’identificazione e alla cartografazione dei boschi.

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Il nuovo PTCP tutela anche gli elementi della vegetazione diffusa, di consistenza e dimensioni minori rispetto a quelle dei popolamenti forestali, che però rappresentano un’elevata rilevanza nella strutturazione del paesaggio, comprensiva “Siepi e filari”, degli “Alberi di interesse monumentale”; tutti elementi che assumono un'importanza non marginale nel paesaggio agrario dal punto di vista ecologico - funzionale e sotto il profilo paesaggistico, e che devono essere Figura 2 - Estratto Tavola 3b PTCP Pavia evidenziati nella Carta condivisa del Paesaggio all’interno del PGT. Un insieme di elementi innovativi del nuovo PTCP è costituito dalla definizione della Rete ecologica Provinciale per la quale vengono individuati nella Normativa d’Attuazione e nella specifica Tav. 3a: 1) i “Capisaldi sorgenti in ambito planiziale”, costituiti dall’insieme dei siti “Rete Natura 2000”; 2) gli “Elementi di connessione ecologica”, che hanno “specifica valenza strutturale ed ecologica da tutelare e consolidare attraverso il mantenimento e il ripristino dei caratteri ecologici e paesistici esistenti”; 3) gli ambiti di riqualificazione ecosistemica “a completamento degli ambiti di connessione ecologica” e “da considerarsi prioritari ai fini degli interventi compensatici”; e altresì gli elementi o “Ambiti di elevata vulnerabilità”, ovvero i “Varchi di permeabilità residuale da salvaguardare”; 4) a questi si aggiungono gli “Elementi lineari e puntuali di elevato valore”, costituiti da: - le “Zone umide e aree palustri”, unitamente ai “Fontanili attivi”; - i vari corpi idrici superficiali, i corsi d’acqua naturali e i corsi d’acqua naturalizzati, che presentano una forte connotazione ecologica, ovvero la “Rete idrografica naturale”, che presenta numerosi corpi idrici nel territorio comunale; e in particolare i Torrenti Agogna ed

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Erbognone, annoverati tra i “Corsi d'acqua di rilievo idrobiologico”, per i quali sono date le relative “Norme di tutela e valorizzazione dei corsi d’acqua di rilievo idrobiologico”; - i “Geositi”, unitamente ai “Sistemi ed elementi di particolare rilevanza geomorfologica”; - gli “Ambiti ecosistemici di indirizzo per le reti locali”, ovvero gli elementi di connessione a ulteriore supporto per le reti locali, esterni alla rete ecologica regionale, ma di supporto per la definizione delle reti ecologiche locali da individuare nella pianificazione comunale.

Il Titolo III delle norme del nuovo PTCP è dedicato ai Sistemi rurali e ambiti agricoli e definisce gli ambiti agricoli strategici, di cui alla legge regionale n.12 del 2005 e s.m.i., suddividendoli in “Ambiti agricoli strategici a prevalente interesse produttivo”, “Ambiti agricoli strategici con valenza paesaggistica”, e “Ambiti agricoli strategici di interazione con il sistema ecologico e naturalistico”, che costituiscono a tutti gli effetti prescrizioni dirette immediatamente prevalenti sugli strumenti di pianificazione comunale “fino all’approvazione del PGT di adeguamento al PTCP”.

Per quanto attiene il territorio comunale di Ferrera Erbognone, il PTCP approvato individua nelle norme e perimetra negli elaborati due fattispecie di Ambiti Agricoli Strategici: - Ambiti Agricoli strategici di prevalente interesse produttivo, che sono individuati nelle parti del territorio rurale dove si verifichino una o più delle seguenti condizioni: presenza di suoli di valore agronomico elevato, idoneità alla produzione alimentare per tradizione o specializzazione, presenza di coltivazioni di prodotti tipici o ad origine controllata o protetta. Per gli ambiti strategici a prevalente interesse produttivo si applicano i seguenti specifici criteri di tutela e valorizzazione: - Mantenimento delle aziende agricole insediate sul territorio, e della continuità con le zone agricole esistenti nei comuni confinanti, anche ai fini della valorizzazione del comparto produttivo agricolo come opportunità occupazionale. - Priorità alla produzione agricola per uso alimentare, che utilizzi le migliori tecniche e metodi per limitare l’impatto sull’ambiente, con particolare riferimento alla qualità delle acque ed al risparmio della risorsa idrica potabile.

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- Adozione di misure per favorire le aziende multifunzionali, orientate all’offerta di servizi agroambientali, ecosistemici, ricreativi e turistici, e alla realizzazione di infrastrutture verdi. - Valorizzazione delle produzioni tipiche, di pregio, e di nicchia, promuovendo la qualità dei prodotti e la filiera corta. - Sono ammesse le attività di fruizione pubblica del territorio agricolo, attraverso la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili ed equestri e percorsi turistici culturali ed enogastronomici. - Limitazione delle attività diverse da quelle necessarie per l’attività agricola ai casi in cui siano di interesse pubblico e non siano fattibili soluzioni alternative, in particolare se possano compromettere la qualità dei suoli, delle acque, e la continuità funzionale dei fondi. Tali attività devono comunque essere sviluppate in modo da garantire coerenza con i caratteri rurali del territorio. - Adozione delle migliori tecniche e modalità possibili ai fini di limitare la frammentazione poderale dovuta alla realizzazione di infrastrutture, anche attraverso la promozione di piani ed iniziative volte a favorire la ricomposizione fondiaria. - Adozione delle migliori tecniche e modalità possibili ai fini di limitare gli impatti delle coltivazioni agricole su ecosistemi naturali e altre componenti dell’ambiente, declinando alla scala locale le indicazioni in materia della regione, come delineate al capitolo 4.4 della relazione generale, nonché al capitolo 4.2.2 del Rapporto Ambientale e al paragrafo 6.2.3 dello Studio di Incidenza allegati al PTCP. - Per gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto i comuni fissano una maggiorazione del contributo di costruzione di cui al comma 2bis dell’art 43 della LR 12/2005 e ss.mm.ii., in una percentuale variabile tra 1,5 e 5 per cento, in funzione del valore produttivo, paesaggistico ed ambientale delle superfici sottratte. - Le attività di spandimento di fanghi per uso agricolo dovranno seguire le indicazioni contenute nelle apposite linee guida provinciali (Delibera di Consiglio Provinciale n.42 dell’ 11 giugno 2012).

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- Ai sensi dell’articolo 96 del RD 523/1904 le attività agricole non sono ammesse all’interno della fascia di 10 m di distanza dai corsi d’acqua, come definiti nell’elenco regionale delle acque pubbliche, allegato D della DGR 7/7868 del 25 gennaio 2002.

Per gli ambiti strategici di interazione con il sistema ecologico e naturalistico di cui al comma 1 lettera c) si applicano i seguenti specifici criteri di tutela e valorizzazione, in aggiunta a quelli generali per la rete ecologica dettagliati all’articolo II-23 del PTCP, e a quelli già elencati al precedente punto: - Priorità alle colture biologiche, o che comunque adottino le migliori tecniche disponibili ai fini della sostenibilità ambientale delle coltivazioni. - L’attività agricola dovrà essere attuata nel rispetto delle normative vigenti con particolare riferimento agli aspetti relativi al mantenimento e alla riqualificazione dell’assetto eco sistemico compatibile con la pratica colturale in ragione della particolare valenza attribuita (standard 4.4 della DGR IX/4613 del 28 dicembre 2012. - Introduzione, sulla base delle condizionalità e delle incentivazioni rese disponibile con il PSR, di fasce filtro, para-naturali di protezione, tra corridoi e aree naturalistiche e le zone interessate dalle produzioni agricole, definendo percentuali adeguate di suolo da destinare alla realizzazione di tali fasce in funzione degli impatti potenziali e dei valori ambientali interessati. - Adozione di tecniche e metodi per valorizzare gli elementi della rete ecologica regionale e provinciale, secondo quanto individuato al capitolo 4.4 della relazione generale e al capitolo 4.2.2 del Rapporto Ambientale. - Introduzione, sulla base delle condizionalità e delle incentivazioni rese disponibili con il PSR, di fasce verdi di transizione, con siepi e alberi di alto fusto, ai margini urbani per favorire il collegamento ecologico tra le aree verdi interne all’abitato e il territorio rurale. - Gli impianti per lo smaltimento e gestione dei rifiuti sono consentiti solo se funzionali soddisfacimento del fabbisogno aziendale. - La viabilità sovracomunale è consentita solo se non sono fattibili diverse soluzioni di localizzazione dei tracciati e dei manufatti. Dovrà comunque essere dotata di idonee

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soluzioni di deframmentazione ecologica per assicurare la continuità negli spostamenti della fauna. - Gli interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità collegati con l’incremento del contributo di costruzione di cui al comma 2bis dell’articolo 43 della LR 12/2005 e ss.mm.ii., dovranno essere realizzati in via prioritaria nelle zone interessate dai progetti di valorizzazione del territorio rurale ai fini fruitivi e turistici individuati nel Piano di Sviluppo Turistico del Po di Lombardia. - Gli interventi di nuova costruzione (esclusi gli interventi infrastrutturali per cui si rimanda alla specifica disciplina) che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto, oltre alla maggiorazione percentuale del contributo di costruzione di cui al comma 2bis dell’articolo 43 della LR 12/2005 e ss.mm.ii., devono prevedere modalità di compensazione da realizzarsi con interventi di qualificazione naturalistica ecologica su una superficie almeno pari a quattro volte la superficie agricola sottratta. Le superfici devono essere messe a disposizione dal proponente e trasferite al demanio pubblico del comune. Gli interventi possono essere realizzati anche su territorio già di proprietà pubblica, ed in tale caso si svilupperà apposito accordo con il comune per interventi di qualificazione del paesaggio più estesi per un impegno economico equivalente a quello che sarebbe stata necessario per l’acquisto delle aree.

Va anche evidenziato che il PTCP individua gli Stabilimenti a rischio di incidente rilevante, di cui agli articoli 6 e 8 del Decreto Legislativo n.334 del 1999 e ss.mm.ii., tra i quali rientra il grande impianto ENI che si estende tra i territori di Sannazzaro de’ Burgondi e di Ferrera Erbognone (art.IV-19 NdA, Tav.1a, PTCP). L’articolo IV-19 della NdA di PTCP vigente precisa che: “La provincia individua nell’elenco che segue gli elementi ambientali e territoriali vulnerabili ai fini della valutazione degli effetti indotti dagli stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui agli articoli 6 e 8 del D.lgs 334/1999: a) Aree residenziali, anche ad uso misto, e centri o nuclei storici; b) Scuole, asili, ospedali, case di cura, luoghi di culto, cinema, teatri, attrezzature sportive, e altri servizi di interesse generale con afflusso di pubblico;

44 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______c) Parchi, riserve, SIC, ZPS, boschi, altre aree naturali protette o di pregio, elementi della rete ecologica regionale e provinciale; d) Zone agricole di pregio: produzioni biologiche, produzioni Dop, Igp, Stg, Doc, Docg, Igt, Produzioni tradizionali; e) Beni soggetti a tutela ai sensi del D.lgs 42/2004 e ss.mm.ii. “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e altre aree di pregio paesaggistico individuate nel PTCP alla tavola 4; f) Aree a rischio sismico medio ed elevato, a rischio idrogeologico o da incendi; g) Aree di ricarica della falda profonda, aree di risorgiva, e zone di rispetto dei pozzi ad uso idropotabile; h) Risorse idriche superficiali, e di falda profonda in situazioni di elevata permeabilità dei terreni; i) Medie strutture di vendita, centri commerciali naturali, mercati stabili o periodici; j) Infrastrutture per la mobilità sovracomunale su gomma e su ferro, con particolare riferimento ai luoghi di stazione, di fermata e le connesse funzioni di interscambio, ai caselli autostradali, alle stazioni di servizio e a tutti i luoghi di sosta di persone; k) Reti tecnologiche di rilievo sovracomunale (articolo IV-19, comma 1, NdA PTCP). I comuni che sono sede di stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui agli articoli 6 e 8 del D.lgs 334/1999, come da elenco aggiornato pubblicato sul sito internet della Regione Lombardia, provvedono alla redazione e approvazione dell’elaborato tecnico sul rischio di incidenti rilevanti (di seguito denominato ERIR) sulla base del DM 9 maggio 2001 e delle indicazioni contenute nelle apposite linee guida regionali di cui alla DGR 3753 dell’11 luglio 2012. I comuni definiscono e riportano nelle cartografie del PGT le aree di danno riferite agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, e trasmettono l’elaborato ERIR approvato alla provincia, come previsto al punto 3.3 della DGR sopra richiamata (articolo IV-19, comma 2, NdA PTCP). I comuni verificano, aggiornano ed integrano alla scala di maggiore dettaglio del PGT gli elementi ambientali e territoriali vulnerabili elencati al comma 1 e individuati nelle tavole del PTCP, e ne trasmettono informazione agli uffici della provincia che provvede ad aggiornare le proprie banche dati territoriali (articolo IV-19, comma 3, NdA PTCP). I comuni individuano nel Documento di Piano le situazioni di interazione con gli usi esistenti e programmati, anche sulla base dell’elenco degli elementi vulnerabili, e definiscono specifiche

45 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______regolazioni e limitazioni d’uso ai sensi del DM 9 maggio 2001 e successivo regolamento attuativo. In ogni caso il comune dovrà dare priorità alla ricerca con il gestore dell’impianto di soluzioni che prevedano la delocalizzazione dello stabilimento in area idonea o la realizzazione di barriere fisiche o altre misure volte a minimizzare il rischio (articolo IV-19, comma 4, NdA PTCP).

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3.3 PIANI REGIONALI DI SETTORE Oltre a quanto sopra esposto, si devono evidenziare i contenuti fondamentali dei Piani Regionali di Settore, per la Regione Lombardia, con particolare riferimento al territorio che include il Comune di Ferrera Erbognone.

Programma Regionale di Tutela ed Uso delle Acque - PTUA La Regione Lombardia, con l'approvazione della Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 (modificata dalla Legge regionale 18/2006) – come previsto dalla Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE - ha indicato il "Piano di gestione del bacino idrografico" come strumento per la pianificazione della tutela e dell'uso delle acque. Ha inoltre stabilito che, nella sua prima elaborazione, tale Piano costituisce il "Piano di tutela delle acque" previsto dal Decreto legislativo n.152 dell'11 maggio 1999, all'articolo 44. Il Piano di gestione del bacino idrografico - stralcio di settore del Piano di bacino previsto all'art. 17 della Legge 183 del 18 maggio 1989 sulla difesa del suolo è costituito da: - ATTO DI INDIRIZZO, approvato dal Consiglio regionale il 27 luglio 2004; - Programma di tutela e uso delle acque - PTUA. La Proposta di PTUA è stata approvata dalla Giunta con Deliberazione n. VII/19359 del 12 novembre 2004 e sottoposta ad osservazioni. Sulla base dell'istruttoria delle osservazioni pervenute è stato quindi adottato il Programma di Tutela e Uso delle Acque con Deliberazione n. 1083 del 16 novembre 2005. A seguito dell'adozione, il PTUA è stato inviato al parere di conformità delle due Autorità di Bacino insistenti sul territorio lombardo: l'Autorità di Bacino nazionale del Fiume Po e l'Autorità interregionale del Fissero-Tartaro-Canal Bianco. L'Autorità di bacino del Fiume Po ha espresso il parere di conformità rispetto agli indirizzi espressi con le Deliberazioni 6/02 , 7/02 e 7/03 del Comitato Istituzionale, nel Comitato Tecnico del 21 dicembre 2005. Il PTUA è stato definitivamente approvato con Deliberazione n. 2244 del 29 marzo 2006. Il Programma di Tutela e Uso delle Acque costituisce con l’Atto di indirizzi, approvato con Delibera Consigliare n.VII/1048 del 28 luglio 2004, il Piano di Gestione del bacino idrografico previsto dalla

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LR 26/2003 e avente luogo, in prima stesura, del Piano di Tutela delle Acque previsto dal D.lgs.152/99. Il Piano costituisce lo strumento di programmazione a disposizione della Regione e delle altre amministrazioni per il raggiungimento degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici fissati dalle Direttive Europee, attraverso un approccio che deve necessariamente integrare gli aspetti qualitativi e quantitativi, ma anche ambientali e socio-economici.

Piano d’Ambito Territoriale Ottimale Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 22/12/2008, il Piano d’Ambito è uno strumento di programmazione e di pianificazione, che si pone come primo obiettivo la tutela della risorsa idrica, con particolare riguardo agli usi idropotabili, per renderla fruibile a tutti, sia oggi, sia per le generazioni future. Sulla base deIl’art. 149 del D.Lgs. 152/2006, e s.m.i., il Piano d’Ambito deve essere costituito dai seguenti atti: a) ricognizione delle infrastrutture, che individua lo stato di consistenza delle infrastrutture e ne precisa lo stato di funzionamento; b) programma degli interventi, che indica le opere di manutenzione straordinaria e le nuove opere da realizzare, necessarie al raggiungimento almeno dei livelli minimi di servizio e al soddisfacimento della domanda prevista; c) modello gestionale e organizzativo, che definisce la struttura operativa mediante la quale il Gestore dovrà assicurare il servizio all’utenza, secondo i livelli minimi definiti, e la realizzazione del programma degli interventi; d) Piano Economico Finanziario. Le finalità del Piano sono quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 ed in particolare (art. 73): - prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; - conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; - perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

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- garantire una fornitura sufficiente di acque superficiali e sotterranee di buona qualità per un utilizzo idrico sostenibile, equilibrato ed equo; - ridurre in modo significativo l’inquinamento delle acque sotterranee; - impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico. Particolare rilievo hanno tutte le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi e ad incrementare il riciclo e il riutilizzo. Il raggiungimento degli obiettivi indicati si realizza attraverso una serie di strumenti, tra i quali, in particolare: - il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dalle normative vigenti, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obbiettivi di qualità del corpo recettore; - l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, per quanto di pertinenza del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.); - l’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili; - l’individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche.

Piano Regionale per la Qualità dell’Aria - PRQA Nato nel 1998 in collaborazione con la Fondazione Lombardia per l'Ambiente, il Piano Regionale per la Qualità dell'Aria (P.R.Q.A.) ha offerto una sintesi delle conoscenze sulle differenti tipologie di inquinanti atmosferici e sulle caratteristiche meteo-climatiche che ne condizionano la diffusione, necessari a supportare la futura politica di regolamentazione delle emissioni. Il 4 agosto 2005 la Giunta Regionale della Lombardia, con DGR n. 580, ha approvato il documento "Misure Strutturali per la Qualità dell'Aria in Regione Lombardia - 2005-2010", con i seguenti obiettivi: 1. agire in forma integrata sulle diverse sorgenti dell'inquinamento atmosferico;

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2. individuare obiettivi di riduzione ed azioni da compiere, suddividendoli in efficaci nel breve, medio e lungo termine; 3. ordinare in una sequenza di priorità, in base al rapporto costo/efficacia, le azioni da compiere. Le misure proposte per il breve e medio periodo riguardavano:  emissioni da traffico veicolare;  emissioni da sorgenti stazionarie ed "off road";  risparmio energetico e uso razionale dell'energia (edilizia civile ed industriale, attività e cicli produttivi);  settori dell'agricoltura e dell'allevamento. Le misure di lungo periodo erano invece rivolte a:  ricerca e sviluppo del "vettore energetico" idrogeno e delle infrastrutture per la produzione, il trasporto, lo stoccaggi;  sviluppo e diffusione delle "celle a combustibile", comunque alimentate L'11 dicembre 2006 è stata approvata la Legge n. 24/2006 "Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente". A proseguimento di quanto individuato nel 2005 con le "Misure strutturali per la qualità dell'aria in Lombardia 2005-2010" la nuova legge regionale 24/06 si è inserita nel percorso di attuazione della normativa comunitaria e nazionale in materia di qualità dell'aria, intendendo rafforzare l'impegno regionale nell'attivazione di un quadro di programmazione - coordinamento negli indirizzi e nelle linee di intervento per il raggiungimento dei livelli di qualità dell'aria fissati dalla CE a tutela della salute e dell'ambiente, tramite la riduzione dell'inquinamento con azioni integrate su tutte le sorgenti in rapporto alle condizioni meteo-climatiche di bacino. Con la DGR n.VII/5547 del 10 ottobre 2007 è stato approvato l'aggiornamento del P.R.Q.A., configurandosi come lo strumento di programmazione, coordinamento e controllo delle politiche di gestione del territorio riguardanti le azioni di miglioramento dei livelli di inquinamento atmosferico. Il Piano permetterà un'azione complessiva di miglioramento della qualità dell'aria, che si orienta essenzialmente in due direzioni:

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 la prima riguarda azioni di risanamento da attuare in quelle parti del territorio in cui vi sono situazioni di criticità, dove si intende mettere in atto misure volte ad ottenere il rispetto degli standard di qualità dell'aria;  la seconda si configura come prevenzione e mantenimento dei livelli di qualità dell'aria laddove non si hanno condizioni di criticità con attuazione di misure volte ad evitare un deterioramento delle condizioni esistenti. Dal Piano discende l'attuazione di un insieme di misure che coinvolgono tutti i settori direttamente impattanti sulla qualità dell'aria.

Programma Energetico Regionale - PER Il Programma Regionale di Sviluppo della VII Legislatura ed il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria Regionale hanno stabilito la predisposizione e l'approvazione del Programma Energetico Regionale (21 marzo 2003 con D.G.R. n. 12467), precisando come debbano venire perseguiti gli obiettivi dell’incremento nell’uso delle fonti rinnovabili, della diffusione degli impianti di cogenerazione, specie se alimentati a biomasse, e del teleriscaldamento. Il Programma Energetico Regionale delinea il quadro della situazione energetica in Lombardia, ne descrive l’evoluzione considerata più probabile nel prossimo decennio ed espone le "linee programmatiche" della Regione Lombardia in relazione agli obiettivi di riferimento, descrivendo gli strumenti d’attuazione prescelti. Il Programma Energetico Regionale nasce con determinati contenuti e con l’intesa che esso dovrà venire aggiornato, su base annuale, in relazione all’evolversi della situazione di riferimento esterna, soggetta a costante monitoraggio e sulla base dei contributi derivanti dal confronto "permanente" con gli operatori del settore energetico. Il Programma Energetico Regionale, concepito come strumento flessibile ed aggiornabile dinamicamente, rappresenta un supporto a disposizione dell’Ente di governo locale per meglio dirigere la sua azione nei seguenti campi:  la definizione di nuove norme e regolamenti a sostegno del mondo dell’energia e dei suoi attori ed utenti;

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 la destinazione e l’impiego delle risorse finanziare disponibili;  i contenuti dell’informazione rivolta agli operatori economici ed alle famiglie;  la promozione di iniziative innovative a sostegno di nuove tecnologie e modelli gestionali;  il sostegno alla ricerca scientifica. Gli obiettivi strategici dell’azione regionale, così come individuati dal Programma Regionale di Sviluppo della VII Legislatura, sono infatti i seguenti:  ridurre i costi dell’energia per le imprese e le famiglie;  ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti;  promuovere la crescita competitiva dell’industria delle nuove tecnologie energetiche;  incrementare l’occupazione a livello locale, quale diretta conseguenza della politica energetica;  tutelare i consumatori più deboli e vulnerabili.

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3.4 PIANI PROVINCIALI DI SETTORE Oltre a quanto sopra esposto, si devono evidenziare i contenuti fondamentali dei Piani Provinciali di Settore, per la provincia di Pavia, dei quali il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP individua gli indirizzi. Essi riguardano, con attenzione alla Lomellina e al territorio comunale di Ferrera Erbognone, principalmente i seguenti strumenti pianificatori:

1. il Piano del Traffico per la Viabilità Extraurbana (o PTVE), ai sensi dell’articolo 36 del Decreto Legislativo n. 285 del 1992, ovvero del nuovo Codice della Strada; il PTVE della Provincia di Pavia è in corso di completamento e ha fissato come obiettivi prioritari: il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale; la riduzione degli inquinamenti acustico e atmosferico e il risparmio energetico;

2. il Piano Cave Provinciale di Pavia (abbreviato con la sigla PCP) attualmente vigente, è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. X/1491 del 11 aprile 2017. Tale piano individua all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone due Ambiti Territoriali Estrattivi: - l’ATE g20 (con settore merceologico: sabbia e ghiaia), in località Cascina Corradina, con una superficie di 795.000 mq e una superficie estrattiva di 515.000 mq; - e l’ATE g21 (con settore merceologico: sabbia e ghiaia), in località Molino Nuovo, con una superficie di 497.000 mq e una superficie estrattiva di 260.000 mq. Tali due Ambiti Territoriali Estrattivi fanno parte del Giacimento G/L12 (con settore merceologico: sabbia e ghiaia) con una superficie di giacimento di 1.100.000 mq e un volume stimato della risorsa di 3.500.000 mc.

3. il Piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilabili, ovvero il Piano di Gestione dei Rifiuti provinciale (abbreviato con la sigla PGR), ai sensi della Legge Regionale n. 26 del 2003, il PGR della Provincia di Pavia, che risulta approvato nel 2008, non individua all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone nessun impianto per il trattamento, recupero, smaltimento dei rifiuti urbani e speciali;

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4. DEFINIZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE

4.1 GLI OBIETTIVI DEL DOCUMENTO PRELIMINARE Gli obiettivi a valenza strategica del presente Documento Preliminare, configurati sulla base di quanto evidenziato nel quadro conoscitivo e delle scelte dell’Amministrazione comunale, costituiscono gli elementi dello scenario strategico. Ai sensi dell’articolo 10bis, comma 4, lettera a, 8 della Legge Regionale n. 12 del 2005, il Documento Preliminare ha il compito primario di individuare gli obiettivi generali di sviluppo, miglioramento e conservazione per la politica territoriale del comune, verificandone la sostenibilità. E’ bene precisare che gli atti di Pianificazioni sovraordinata, oggi vigenti e con valenza per il Comune di Ferrera Erbognone, individuano già una serie di indirizzi con specifiche indicazioni per gli ambiti della bassa Lomellina.

Il primo atto costituente riferimento sovraccomunale per la pianificazione comunale, è rappresentato dal Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia, approvato definitivamente nel gennaio 2010, il quale stabilisce, nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità della Comunità Europea, tre macro-obiettivi come basi generali delle politiche territoriali per il perseguimento dello sviluppo sostenibile. Essi constano nel: rafforzare la competitività, l’efficienza e l’attrattività, dei territori della Lombardia; riequilibrare il sistema policentrico del territorio lombardo; proteggere e valorizzare le risorse naturali e culturali che costituiscono l’identità della regione. E’ anche necessario evidenziare che, in aggiunta agli obiettivi generali sopra riportati, il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia definisce anche gli obiettivi peculiari relativi a sei Sistemi Territoriali lombardi. Il PTR inserisce specificamente il Comune di Zeccone nel sistema territoriale della Pianura Irrigua. Per il sistema territoriale della Pianura Irrigua il Piano Territoriale della Lombardia precisa i seguenti sei obiettivi: 1. garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promovendo la produzione agricola e le tecniche

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di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale; 2. garantire la tutela delle acque e il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l’agricoltura con le determinazioni assunte nell’ambito del Patto per l’Acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico); 3. tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo; 4. promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l’imprenditoria turistica locale; 5. migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti; 6. evitare lo spopolamento delle aree rurali, migliorando le condizioni di lavoro e differenziando le opportunità lavorative.

Per il sistema territoriale del Po e dei Grandi Fiumi, a cui appartiene parzialmente il Comune di Ferrera Erbognone, il Piano Territoriale Regionale della Lombardia precisa i seguenti sette obiettivi: 1. tutelare il territorio degli ambiti fluviali; 2. prevenire il rischio idraulico attraverso un’attenta pianificazione del territorio; 3. tutelare l’ambiente degli ambiti fluviali; 4. garantire la tutela delle acque, migliorandone la qualità e incentivando il risparmio idrico; 5. garantire uno sviluppo del territorio compatibile con tutela e salvaguardia ambientale; 6. promuovere la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico- culturale del sistema Po attorno alla presenza del fiume come elemento unificante per le comunità locali e come opportunità per lo sviluppo del turismo fluviale; 7. perseguire una pianificazione integrata e di sistema sugli ambiti fluviali, agendo con strumenti di carattere sovralocale e intersettoriale. Il principale atto di programmazione sovracomunale a cui si deve riferire la pianificazione del

55 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______territorio comunale di Ferrera Erbognone è però costituito, dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Pavia (elaborato in adeguamento alla Legge Regionale n.12 del 2005 e ss.mm.ii. e al PTR della Lombardia, di cui alla DCR n.VIII/951 del 2010 e ss.mm.ii., che è stato approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale DCP n.30 del 23 aprile 2015, pubblicata sul BURL n.37 del 9 settembre 2015, Serie Avvisi e Concorsi). Il PTCP di Pavia precisa gli indirizzi generali e quelli specifici per i vari ambiti territoriali tematici, ovvero per le sub-aree con caratteri omogenei individuate dal Piano provinciale stesso. Per quanto attiene alle Norme per la Tutela e la Valorizzazione delle risorse paesistico – ambientali, esso articola gli indirizzi normativi per ambiti unitari (indirizzi generali). Gli ambiti unitari sono le macro-aree aventi caratteri omogenei dal punto di vista paesistico – ambientale. Gli indirizzi di tutela individuati per ciascun ambito costituiscono il primo inquadramento paesistico da adottare negli atti di pianificazione territoriale e settoriale. Ai piani regolatori comunali (oggi PGT) è demandata l’articolazione degli indirizzi generali specificati dal PTCP. Il territorio comunale di Ferrera Erbognone rientra nell’“Unità tipologica di paesaggio” “UdP2” della “UdP 2. Lomellina: Pianura risicola caratterizzata dal Sesia, Agogna e Terdoppio (aree della conservazione paesaggistica)” (art.II-11, c.3., NdA, Tav.2a PTCP) che è connotata dalle seguenti caratteristiche principali: “Ambito territoriale che comprende i comuni interessati dalla presenza del Fiume Sesia e delle aste fluviali dei Torrenti Agogna e Terdoppio. L’ambito è caratterizzato: a) da una antropizzazione contenuta, ad eccezione della zona nord-est lungo la ex SS494; b) da una significativa presenza di elementi di valore naturalistico: zone umide e golenali del Sesia e del Po, garzaie e altre aree protette, la Zona di protezione speciale Risaie della Lomellina; c) da uno sviluppo esteso dell’idrografia superficiale; d) dai dossi residuali, dai geositi, dai fontanili. L’utilizzo agricolo richiede il consumo di rilevanti quantità di risorse idriche e determina effetti diffusi di inquinamento della rete irrigua e dei corsi d’acqua. Le fasce fluviali del Fiume Sesia e Torrente Agogna sono a rischio di degrado ed erosione.” (all.3.3.UdP2 NdA PTCP)

Per l’UdP2 il nuovo PTCP fornisce i seguenti obiettivi:

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A. Valorizzazione in coerenza con l'articolo 20 del PPR, incentivazione al mantenimento e alla valorizzazione della struttura agraria esistente; B. La tutela del paesaggio della risicoltura significa anche tutela di immagine e va dunque preservata: a) la tessitura territoriale fondata su piccoli o grossi centri di impianto rurale, sulle cascine, sui sistemi viari rettilinei, sulla rete dei percorsi minori legati ai poderi; b) il sistema irriguo, dalle prese fluviali ai canali di raccolta, ai cavi distributori; c) l’eredità fossile dei fiumi, sui dossi sabbiosi, sui lembi boschivi ripariali, sulle aree faunistiche (garzaie); C. Sostegno alla pioppicoltura come elemento caratteristico di diversificazione del paesaggio di golena fluviale; nei casi in cui la pioppicultura interessi aree di golena fluviali si deve prevedere la parallela realizzazione di unità ecosistemiche di interesse ecologico naturalistico finalizzate a integrare funzionalmente le aree di golena all’interno delle reti ecologiche provinciale e locale; D. Raccordo del sistema di tutela del Parco Fluviale del Po previsto sulla riva destra, in Piemonte, con analoga iniziativa sulla riva Lombarda. ed i seguenti indirizzi per la pianificazione: a) Incentivazione al recupero e al ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale; b) Progettazione di interventi per il ridisegno e la riqualificazione urbanistica ed ambientale degli ambiti urbanizzati ed edificati di interfaccia con gli spazi aperti dell’ambito fluviale con particolare riferimento ai nuclei urbanizzati-edificati di Sannazzaro, Ferrera Erbognone, Lomello, Castello d’Agogna; c) Localizzazione lungo le aste fluviali di assi verdi attrezzati e spazi funzionali legati alle attività turistico-ricreative e sportive; d) Previsione di interventi di rinaturalizzazione e ripristino ambientale dei tratti relativi ai sistemi spondali caratterizzati da fenomeni di artificializzazione e degrado nella fascia del Po e degli affluenti Sesia, Agogna, Erbognone; e) Interventi di recupero e ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale;

57 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______f) Valorizzazione e tutela degli spazi e delle attività agricole. Inserimento urbanistico e paesistico- ambientale, secondo criteri di sostenibilità, dei nuovi interventi sulla viabilità, con particolare riferimento ai corridoi stradali e agli attraversamenti del Terdoppio; g) Attuazione della proposta di PLIS lungo la riva sinistra del corso del Po (progetto Ponet) con promotori i Comuni di Pieve del Cairo, Mezzana Bigli, Sannazzaro de’ Burgondi, Pieve Albignola; h) Ricostituire stazioni di sosta e percorsi ecologici per la fauna di pianura e l’avifauna stanziale e di passo; i) Il sostegno alla pioppicultura va effettuato anche attraverso la sensibilizzazione degli agricoltori all’adesione a schemi internazionali di certificazione per una pioppicultura sostenibile, che regolano la pratica gestionale delle coltivazioni, come il PEFC (Programme for Endorsment Certification Schemes) approvato nel 2007 indicato nelle pubblicazioni disponibili sul sito internet della Regione Lombardia.

4.2 GLI OBIETTIVI DI VARIANTE Per quanto riguarda, nello specifico, agli obiettivi della Variante al PGT di Ferrera Erbognone, vale la pena ribadire qui quanto evidenziato dalla Legge Regionale n.12 del 2005 e ss.mm.ii. (Legge per il Governo del Territorio) per l’individuazione degli obiettivi di piano, sia di natura qualitativa che quantitativa, nonché delle politiche da attuare coerentemente sull’intero territorio comunale. L’articolo 8, comma 2, della LR 12/05 stabilisce espressamente che il Piano di Governo del Territorio, nel proprio Documento di Piano, ha tre compiti principali, ovvero: a) individuare gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovraccomunale; b) determinare gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse

58 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______territoriali, ambientali ed energetiche, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovra comunale; c) determinare, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovraccomunale. Tali questioni devono essere pertanto affrontate e declinate specificamente nella presente Variante del Piano di Governo del Territorio, anche alla luce delle criticità emerse dall’analisi del vigente strumento di pianificazione urbanistica generale, l’attuale PGT, nonché dall’aggiornamento del quadro conoscitivo del territorio comunale, come esplicitato in questa relazione e nelle tavole ad essa allegate. Di fatto, la revisione e l’ampliamento dell’intero quadro ricognitivo e programmatorio di PGT, costituiscono quindi il primo volontario intento del nuovo piano territoriale comunale, e nel contempo rappresentano il presupposto indispensabile per la definizione degli obiettivi previsionali di pianificazione all’interno del Comune. Tali obiettivi principali possono essere sintetizzati in tre temi fondamentali, che sono sviluppati e approfonditi nei successivi punti: - la riduzione del consumo di suolo agricolo; - la rigenerazione urbana e il riuso dell’edificato; - il rafforzamento della rete ecologica. A questi obiettivi se ne aggiungono un quarto e un quinto, anch’essi molto importanti: - il primo consiste nella rivisitazione dei criteri di attuazione degli interventi, agevolando gli interventi e argomentando meglio i contenuti di carattere qualitativo, interni ed esterni; - il secondo riguarda la semplificazione della normativa del PGT, nonché l’aumento del grado di flessibilità del piano, per rendere la pianificazione di previsione adeguata alla creazione di nuove opportunità, ampie e diversificate, e funzionale alla semplicità di cambiamento o variazione in relazione alle istanze future.

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Di seguito si cerca di strutturare i principali obiettivi qualitativi (e quantitativi) e ipotizzare le maggiori politiche positive (e realizzabili), da sostenere per il prossimo periodo nel nuovo governo del territorio comunale di Ferrera Erbognone.

Obiettivo generale Obiettivo specifico

Aggiornamento complessivo, Rivedere gli elaborati vigenti; elaborare nuovi elaborati, 1 controllo e completamento, del specifici e utili per le previsioni di piano, relativi ai seguenti quadro conoscitivo di riferimento per temi: pianificazione e programmazione sovraccomunale; il territorio comunale vincoli territoriali in atto; valutazione delle istanze e del PGT vigente; sistema insediativo e infrastrutturale; sistema agricolo ed ecologico Diminuzione del consumo di suolo e Contenere le dimensioni di superfici territoriali complessive 2 compattazione della forma urbana delle aree di nuova previsione del vigente PGT, in particolare quelle relative all’individuazione degli ambiti di trasformazione esterni al centro edificato, finalizzandole al reale completamento dei tessuti urbanizzati esistenti, piuttosto che alle espansioni eccessive verso il territorio agricolo, ferme restando le necessità di ampliamento logistico e funzionale delle attività esistenti Rigenerazione urbana: riutilizzazione Agevolare il recupero delle aree e dei fabbricati del nucleo di 3 e riqualificazione dei tessuti antica formazione, eliminando le prescrizioni eccessive e urbanistici e del patrimonio edilizio inserendo direttive per gli interventi da effettuarsi in coerenza e preesistenti compatibilità con il contesto, eventualmente da assoggettare a parere della Commissione Paesaggio del Comune Riqualificare le aree degradate, residenziali e non, ivi comprese le aree libere intercluse e non utilizzate, localizzate internamente al centro edificato o nella zona di frangia dell’abitato, attraverso un coerente inserimento nel contesto delle preesistenze ambientali e della rete verde Riutilizzare e recuperare i nuclei cascinali non più usati ai fini agricoli, anche al fine di evitare la perdita definitiva di complessi di particolare rilevanza dal punto di vista storico e insediativo Revisione puntale e miglioramento Rivedere il Piano dei Servizi, eliminando le aree non necessarie 4 delle attrezzature pubbliche comunali ai fini della pubblica utilità per la cittadinanza, agevolando il e al servizio della cittadinanza miglioramento delle aree per attrezzature esistenti, prevedendo le nuove zone per servizi e impianti necessarie per i residenti, anche in rapporto alla rete verde comunale

Tutela, valorizzazione e sviluppo della Salvaguardare e consolidare la rete ecologica esistente, in modo 5 rete ecologica a livello comunale, che le previsioni di piano siano il più possibile compatibili con le quale sistema integrato di boschi sensibilità ambientali presenti, e che sia evitata la localizzazione alberate e spazi verdi degli ambiti di trasformazione in aree impattanti con gli ecosistemi deputati agli equilibri ambientali

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Valorizzare e sviluppare la rete ecologica comunale individuando le parti che necessitano di completamento, lineare o diffuso, e anche in particolare modo le aree su cui realizzare eventuali compensazioni di valenza ambientale, conseguenti alle ipotesi di intervento previste dalla pianificazione che producono consumo di suolo agricolo Adeguare il livello di fruibilità e percezione delle aree di valore paesaggistico e ambientale, anche in relazione alla rete ecologica locale, riconsiderandole come risorse dell’ambito comunale, non solo come elementi di trasformazione positiva della qualità ambientale, ma anche ai fini di un miglioramento della qualità della vita e delle attività del tempo libero Revisione delle quantità, delle Rivedere i parametri in relazione all’effettiva fattibilità degli 6 localizzazioni, delle conformazioni, interventi, valutando la possibilità di riequilibrare gli indici dei parametri e dei criteri di territoriali e le cessioni di aree obbligatorie, ampliare la gamma intervento per gli Ambiti di di destinazioni d’uso, definire i sub comparti attuativi, adeguare Trasformazione da attuare con il le opere urbanizzative interne ed esterne ai comparti, alle reali nuovo PGT esigenze pubbliche complessive del territorio comunale Rimodulare i criteri di intervento negli ambiti di trasformazione, precisando gli aspetti di sostenibilità, di ambientazione e di inserimento paesaggistico, nonché l’importanza delle relazioni tra il progetto su tali aree e il contesto di riferimento, avendo come obiettivo costante quello del miglioramento o della riqualificazione, indotti o prodotti, sulle parti di città e di campagna al contorno dagli interventi previsti nell’attuazione delle aree di trasformazione Riorganizzazione e riformulazione Chiarire e semplificare le norme, in particolare modo 7 della normativa di piano con precisando i punti della normativa, che possono essere soggetti chiarezza (tenendo presente che essa a diverse interpretazioni, rendendo gli enunciati più semplici e diventa maggiormente efficace se precisi garantisce semplicità e opportunità Limitare la quantità di norme, stabilendo le regole in quantità delle regole) non superiore a quello verosimilmente utile per l’attuazione e la realizzazione del piano e dei suoi obiettivi Variare le norme, aumentando il grado di opportunità offerto, al fine di avere una normativa non eccessivamente rigida e vincolante, mantenendo solo i divieti che servono realmente

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5. TERRITORIO COMUNALE DI FERRERA ERBOGNONE

Il Comune di Ferrera Erbognone fa parte della Provincia di Pavia e più precisamente appartiene a quella porzione del territorio provinciale detta Lomellina, una regione storico-geografica sita nella zona sud-occidentale della Lombardia compresa tra: il Sesia a ovest, il Po a sud, il Ticino a est e il Basso Novarese a nord.

5.1 L’AGGIORNAMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO – SISTEMA SOCIO-ECONOMICO A tale proposito si riporta di seguito quanto esposto, in modo dettagliato, nella RELAZIONE PRELIMINARE, redatta dal dott. Arch. Gianluca Perinotto del GRUPPO ARGO. Tra gli elementi da considerare nella costruzione del quadro conoscitivo di riferimento per il PGT, e da verificare nelle sue Varianti, vi è lo studio del sistema socio-economico, ovvero dello sviluppo economico e sociale del Comune, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera a), della LR12/05 e ss.mm.ii. Il Comune di Ferrera Erbognone confina con i Comuni di Galliavola, Lomello, Mezzana Bigli, Ottobiano, Pieve del Cairo, Sannazzaro de’ Burgondi, Scaldasole, Valeggio. Sulla base dei dati statistici disponibili, desunti dell’Annuario Statistico regionale della Lombardia, si può notare un trend positivo dell’andamento della popolazione insediata a Ferrera Erbognone e nei Comuni dell’intorno, come del resto accade anche mediamente nella Provincia di Pavia e nella Regione lombarda nell’ultimo quindicennio. La popolazione residente nel Comune di Ferrera Erbognone è oggi (dato del 2016) di 1.196 abitanti, aumentata di cento unità rispetto a quella di inizio secolo (dato del 2001) che ammontava a 1.096 abitanti. Il Comune di Ferrera Erbognone è stato il Comune, tra quelli del contesto considerato (Galliavola, Lomello, Mezzana Bigli, Ottobiano, Pieve del Cairo, Sannazzaro de’ Burgondi, Scaldasole, Valeggio) che è cresciuto maggiormente nell’arco di tempo considerato dell’ultimo quindicennio (2001-2016), seguito da Scaldasole, mentre gli altri comuni considerati sono tutti decresciuti dal punto di vista demografico.

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Un altro dato interessante è quello che riguarda le abitazioni, come risultanti dall’ultimo Censimento ISTAT. Nonostante il dato consistente delle abitazioni non occupate costituisca un elemento fisiologico nei Comuni lombardi (oltre l’11% del totale delle abitazioni) e della Provincia di Pavia (poco meno dell’11% del totale delle abitazioni), e nei Comuni considerati si verifichi una situazione analoga, a dimostrare la diffusione del fenomeno, il dato delle abitazioni non occupate a Ferrera Erbognone è di meno circa il 7% del totale, tra i più bassi dei comuni dell’intorno con un valore inferiore anche a quello di Sannazaro de’ Burgondi. Non si riscontra quindi nel Comune di Ferrera Erbognone quella eccedenza di abitazioni vuote o non occupate che rappresenta invece una problematica diffusa in molte altre parti del restante territorio provinciale e regionale. Per quanto riguarda la quantità di imprese e di addetti, secondo i dati disponibili in base agli ultimi Censimenti ISTAT dell’Industria e Servizi, nel periodo tra il 2001 e il 2011 nel Comune di Ferrera Erbognone si constata un aumento sia del numero di imprese (+24%) sia del numero di addetti (+68%), con valori superiori a quanto avviene in media sia nei Comuni dell’intorno sia in Provincia di Pavia. L’aumento del numero di addetti nel decennio 2001-2011 a Ferrera Erbognone è sostanzialmente in linea con quanto è avvenuto anche a Sannazzaro de’ Burgondi (+80% di addetti nello stesso periodo). Tale incremento è probabilmente dovuto proprio alla situazione in cui si trova il Comune di Ferrera Erbognone rispetto alle opportunità di lavoro date dalla presente del grande impianto della raffineria e delle altre attività produttive presenti nel territorio comunale e nel suo immediato intorno. Per quanto riguarda le attività agricole si consideri che il territorio agricolo costituisce ancora una gran parte del territorio comunale di Ferrera Erbognone e che, in base ai dati disponibili degli ultimi Censimenti ISTAT dell’Agricoltura, all’interno del Comune di Ferrera Erbognone pur essendo diminuito, anche se di poco, il numero di Aziende agricole, che passa da 12 (dato del 2000) a 11 (dato del 2010), la Superficie Agricola Totale (SAT) e la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) aumentano entrambe, rispettivamente dell’8,6% e dell’4,6% circa.

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5.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGRAFICI Si riporta di seguito quanto esposto, in modo dettagliato, nello STUDIO GEOLOGICO DEL TERRITORIO COMUNALE ALLEGATO AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Legge Regionale 12 del 11/03/05 DGR 8/1566 e 8/7374 – SETTEMBRE 2013 redatta dal Dott. Geol. Maurizio Fasani.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE E LOCALE L’area oggetto di studio ricade in quel vasto comprensorio che va sotto il nome di Lomellina e che, con l’Alto Novarese, è parte integrante della piana alluvionale (Pianura Padana) che dai margini alpini ed appenninici, si estende fino al mare Adriatico. Quest’area è delimitata ad Ovest dal Fiume Sesia, ad Est dal Fiume Ticino ed a Sud dal PO; il confine settentrionale è di natura amministrativa (Provincia di Novara), mentre dal punto di vista fisiografico e geologico dovrebbe intendersi esteso fino alle colline moreniche ed alle estreme propaggini meridionali del Sud-Alpino piemontese e lombardo. Il territorio in esame, oggi pressoché pianeggiante a causa della forte antropizzazione dovuta soprattutto alle intense pratiche agricole, ha debole pendenza verso sud-est e risulta costituito dai sedimenti, prevalentemente terrigeni, del Pliocene Quaternario che hanno colmato, per effetto dell’erosione della catena alpina ed appenninica, il Paleobacino Padano. La successione stratigrafica del sottosuolo è rappresentata dai sedimenti appartenenti al sistema deposizionale plio-pleistocenico padano i cui termini basali (Pliocene-Pleistocene inf.), di origine marina, sono complessivamente costituiti da marne argillo-siltose e da argille siltose; su di esse riposa la sequenza continentale (Pleistocene medio sup. - Olocene) formata dalla successione “Villafranchiana” e dal “materasso alluvionale”. Secondo Braga e Cerro e G.Pilla (“Le risorse idriche della città di Pavia” / Atti Ticinensi di Scienze della Terra - Università di Pavia, 1998) al “Villafranchiano” corrispondono depositi di ambiente palustre-lacustre a bassa energia, litologicamente caratterizzati da un complesso limoso argilloso intercalato da ricorrenti livelli sabbiosi. A questo si sovrappongono depositi francamente fluviali (Pleistocene medio-superiore) per lo più costituiti da ghiaie e sabbie, a cui si intercalano orizzonti limosi e argillosi.

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La copertura alluvionale rappresenta dunque l’ultima fase della sedimentazione che ha colmato il Paleobacino Padano e su di essa è, per l’appunto, impostato il Piano Generale della Pianura. Su tale piano (noto anche in letteratura come Piano Generale Terrazzato o Livello Fondamentale della Pianura) hanno poi agito i corsi d’acqua incidendone i depositi e modellandone la superficie. L’azione erosiva di Po Sesia e Ticino (e, in subordine, dei corsi d’acqua minori come Terdoppio ed Agogna) ha prodotto profonde incisioni e le grandi scarpate di raccordo fra tardoglaciale würmiano ed Olocene. All’interno delle medesime incisioni vallive si riconoscono ripiani minori riferibili all‘Olocene antico, medio e recente, testimoni di livelli diversi di stazionamento dei corsi d’acqua e dei processi erosivi e deposizionali degli stessi in epoca postglaciale. In tale contesto geologico regionale è inserito il territorio di Ferrera Erbognone, dove è possibile riconoscere, in varia forma e misura, gli elementi costitutivi del comprensorio lomellino precedentemente descritti. In particolare per quanto riguarda la geologia superficiale, all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone, possiamo riscontrare la presenza di depositi (Flw) del Pleistocene più recente, attribuibili al tardoglaciale würmiano che rappresenta il Livello principale della Pianura (L.F.P.) degradante con debole pendenza verso S-SE. Questi sedimenti würmiani sono a loro volta stati incisi dal Torrente Agogna e dal Torrente Erbognone che hanno depositato, dopo una prima fase erosiva, le alluvioni dell’olocene antico (a1). In conclusione si può affermare che al territorio comunale competono terreni alluvionali di età diversa (deposti dai corsi d’acqua in relazione alle vicende climatiche del Pleistocene - Olocene), secondo l’ordine cronologico di seguito descritto: (a1) alluvioni terrazzate sabbiose, ghiaiose dell’alluvium antico (Olocene antico) separate dal L.F.P. da terrazzi morfologici in parte antropizzati; (Flw) alluvioni riferibili al fluviale Würm (Pleistocene recente) di natura sabbiosa e limoso-sabbiosa sensibilmente sospese sui corsi d’acqua principali.

CARATTERI GEOMORFOLOGICI LOCALI Dal punto di vista geomorfologico, il territorio in esame è inserito a Nord nel settore meridionale del ripiano alluvionale terrazzato della Pianura Padana, definito come “Superficie Fondamentale della Pianura” o “Piano Generale Terrazzato” ed a Sud e Sud-Ovest nella valle fluviale del Torrente

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Agogna. Entrambe queste due zone si presentano pianeggianti e sono separata da una scarpata morfologica, in parte completamente antropizzata. L’altezza di tale scarpata in alcuni casi supera di poco i 10 m e divide il territorio in due: la parte Nord topograficamente la più elevata, si presenta con quote comprese tra i 92 e gli 81 metri s.l.m. (procedendo da Nord verso Sud), la parte ribassata (posta ai piedi della scarpata) ha quote comprese tra gli 81 ed i 72 metri s.l.m. (procedendo lungo la valle del Torrente Agona, da Nord-Ovest verso Sud). Alla base di questi terrazzi, specialmente nella parte occidentale del comune, vi si possono individuare zone in cui l’acqua si trova, in alcuni periodi dell’anno, a meno di un metro dal piano campagna. L’uniformità del paesaggio è interrotta da zone debolmente più depresse, comunque pianeggianti, legate ad antiche linee di drenaggio del tardo glaciale würmiano, e dall’incisione valliva de Torrente Agogna e del Torrente Erbognone. Per quanto riguarda il tratto del T. Erbognone che scorre all’interno del centro abitato di Ferrera, si precisa che questo è stato oggetto di rettifica, risulta infatti evidente che mentre qui il corso è pressoché rettilineo, a monte e a valle riprende il suo andamento naturale meandriforme. Il corso del Torrente Agogna invece appare invece libero da ogni forma di rettificazione antropica. Esso si presenta meandriforme all’interno del territorio comunale prima di immettersi nel Fiume Po che scorre a due chilometri più a Sud. Lungo il corso dei due torrenti è possibile individuare alcune opere antropiche realizzate a difesa delle sponde o a regimazione del corso d’acqua. Le secolari attività agricole, gli spianamenti e la regimazione ad uso irriguo delle acque, infine, hanno profondamente modificato l’originario assetto del territorio, le cui forme erano strettamente legate alla morfologia fluviale. Tra le modificazioni antropiche sono da segnale i due ambiti di cava ATE G20 e ATE G21, e parte della Raffineria di Sannazzaro, che occupa circa 1.4 kmq dell’area centro orientale del comune. Le modificazioni indotte dalle cave hanno portato, in due diversi punti, ad un arretramento della scarpata originaria del Torrente Agogna, che ha portato i terreni pleistocenici del P.G.T. allo stesso livello dei terreni olocenici sottostanti. Oltre a piccole lanche e specchi d’acqua creati naturalmente lungo il corso del Torrente Agogna ed Erbognone, si ha la presenza di una serie di laghetti artificiali (ex aree di cave ormai dimesse) a Nord-Est del centro abitato di Ferrera.

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IDROGRAFIA SUPERFICIALE Nel territorio comunale di Ferrera Erbognone è presente una rete idrografica complessa dove sono riconoscibili 3 sistemi: 1) il sistema costituito dal Torrente Agogna e dal Torrente Erbognone; 2) il sistema costituito dai corsi d’acqua secondari (Colatore Rizzato, Roggia Erbognetta); 3) il sistema costituito da canalizzazioni artificiali di minore entità dei precedenti. Sul territorio comunale sono presenti anche specchi d’acqua oggi adibiti a lanche sportive. 1) Il T. Agogna nel territorio comunale di Ferrera Erbognone tende a mantenere la sua morfologia meandriforme. Esso nasce sulle Prealpi Novaresi ed attraversa la Lomellina da NNO a SSE, sfociando nel Fiume Po presso Balossa Bigli (Comune di Mezzana Bigli). Le sue portate variano da 100 a 1,8 mc/s, con picchi di 300 mc/s. Le sue acque sono in parte canalizzate ed utilizzate per usi irrigui. 2) Il Torrente Arbogna, che ha origini da sorgenti naturali entro l’abitato di Novara, si biforca nei pressi di Cernano immettendo parte delle sue acque in un cavo di antichissima costruzione, il Cavone, per poi ricongiungersi dopo 4 km ed avere attraversato i Comuni di San Grigio Lomellina ed Ottobiano. Successivamente assume il nome di Torrente Erbognone. Esso attraversa il territorio di Ferrera con un andamento a quasi a semicerchio confluendo nel Torrente Agogna, ad Ovest del territorio comunale, probabilmente a seguito di un episodio olocenico di cattura fluviale causato da un possibile movimento neotettonico. 3) I corsi d’acqua secondari inseriti in questo sistema, Colatore Rizzolo e la Roggia Erbognetta sono in realtà tra i principali colatori artificiali presenti sul territorio comunale di Ferrera Erbognone. Il Colatore Rizzolo si trova nella parte ribassata del comune al di sotto della scarpata morfologica a Sud del comune e seguendo il paleomenadro nato dall’azione erosiva presumibilmente del Fiume Po prosegue verso il comune di Sannazzaro de’ Burgundi; la Roggia Erbognetta si trova a Nord del territorio comunale quasi al confine con il comune di Scaldasole: anch’essa prosegue poi verso il comune di Sannazzaro de’ Burgundi. Entrambi questi corsi d’acqua hanno un andamento che va da Ovest verso Est. 4) Questo sistema di corsi d’acqua è costituito da un notevole numero di canali artificiali utilizzati nell’attività agricola, di non facile inquadramento in quanto sono stati, nel corso degli anni,

67 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______soggetti a mutazioni nel loro tracciato. Tra questi merita menzione il Cavo Malaspina (ad Est dell’abitato di Ferrera) e la Roggia Cassinasca prende acqua dall’Agogna e costeggia nella sua parte inferiore il piede della scarpata meridionale del P.G.T., prima con direzione Nord-Sud e poi con direzione Ovest-Est, finendo nel comune di Sannazzaro de’ Burgundi. Tutta la rete idrografica è di fatto costituita da una serie di canali naturali con funzione di colatori o canali artificiali, per lo più sotto il controllo e la gestione del Consorzio Irriguo Est-Sesia. Essi si diramano da Nord a Sud portando acqua alle colture agricole e trovando un recapito naturale nel sottostante Torrente Agogna o nel Fiume Po che funge da dreno naturale e da ricettore di tutte le acque di colo provenienti dalla pianura soprastante. Lo scorrimento e le portate di questi canali sono generalmente regolate dai rilasci consortili e dai vari moduli di prelievo stagionali che vengono effettuati dalla fitta rete di canalizzazione che si presenta leggermente incassata rispetto all’attuale piano campagna e che risulta per lo più impostata sui terreni del Piano Generale Terrazzato.

5.3 QUALITA’ DELL’ARIA I dati riportati nel seguente paragrafo sono emersi dall’analisi del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia (ARPA), dalle informazioni contenute nel data base dell’INEMAR e dal Rapporto sulla Qualità dell’aria di Pavia e Provincia. L’alterazione della composizione dell’atmosfera rappresenta un elemento di grande attenzione per i decisori e per la cittadinanza a causa degli effetti che può produrre sul benessere della popolazione e degli ecosistemi nonché sull’integrità dei beni materiali. Le principali fonti emissive che influiscono sulla qualità dell’aria sono in generale il trasporto su strada, la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento, le attività industriali e quelle agricole con contributi differenziati a seconda dell’inquinante considerato. La quantificazione delle emissioni in atmosfera in Lombardia relativamente ai principali macroinquinanti (SO2, NOx, COVNM, CO, NH3, PM2,5, PM10, PTS) e dei gas climalteranti si basa sui risultati dell’inventario regionale. Per la stima e l’aggiornamento di tale inventario è da anni

68 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______utilizzato in Lombardia il sistema IN.EM.AR. (INventario EMissioni ARia), sviluppato nell’ambito del Piano Regionale Qualità dell’Aria (P.R.Q.A.) e gestito, a partire dal 2002, da ARPA Lombardia. La stima delle emissioni avviene attraverso metodologie indicate dal Progetto CORINAIR dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, raccolte ed aggiornate in successive versioni dell'EMEP/EEA Emission Inventory Guidebook. Per la realizzazione dell’inventario sono processate informazioni provenienti da numerose e varie fonti, quali: indicatori di attività (consumo di combustibili, consumo di vernici, quantità incenerita, quantità di metalli processati in fonderia ed in generale qualsiasi parametro che tracci l'attività dell'emissione), fattori di emissione e dati statistici necessari per la disaggregazione spaziale e temporale delle emissioni.

La valutazione della qualità dell’aria in Lombardia è attualmente effettuata da ARPA sulla base di una rete di rilevamento costituita da più di 150 stazioni fisse che, per mezzo di analizzatori automatici, forniscono dati in continuo ad intervalli temporali regolari. Le specie di inquinanti monitorate in continuo sono NOX, SO2, CO, O3, PM10, PM2.5 e benzene. A seconda del contesto ambientale (urbano, industriale, da traffico, rurale, etc.) nel quale è attivo il monitoraggio, diversa è la tipologia di inquinanti che è necessario rilevare. Pertanto, non tutte le stazioni sono dotate della medesima strumentazione analitica. Le postazioni regionali sono distribuite su tutto il territorio regionale in funzione della densità abitativa e della tipologia di territorio rispettando i criteri di definiti dal D.Lgs. 155/2010. I dati forniti dalle stazioni fisse vengono integrati con quelli rilevati durante campagne temporanee di misura mediante laboratori mobili e campionatori utilizzati per il rilevamento del particolato fine, oltre che altra strumentazione avanzata quale ad esempio Contatori Ottici di Particelle e analizzatori di Black Carbon.

Si ricorda la presenza, all’interno del territorio comunale di Ferrera Erbognone, dello stabilimento di Enipower, centrale termoelettrica, inaugurata nel maggio del 2004, composta da tre gruppi cogenerativi a ciclo combinato: due gruppi gemelli alimentati a gas naturale, l’altro gruppo alimentabile sia a combustione mista con gas di sintesi che soltanto a gas naturale. La potenza elettrica massima complessiva generabile dall’impianto ed esportabile sulla rete di trasmissione nazionale è pari a circa 1000 MWe.

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Per tale motivo i parametri sulla qualità dell’aria vengono monitorati con particolare attenzione; tanto che una stazione di rilevamento ARPA per la qualità dell’aria, in particolare per il rilevamento di SO2, è collocata sul territorio comunale di Ferrera Erbognone.

Figura 3 – Stazione di Rilevamento Ferrera Erbognone – qualità dell’aria

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE LOMBARDIA 2016 Se da un lato il miglioramento tecnologico e le politiche regionali adottate hanno consentito una riduzione delle emissioni nei diversi comparti con una conseguente diminuzione della concentrazione di molti inquinanti di origine primaria (CO, SO2 e benzene), non risultano in generale ancora raggiunti i limiti e gli obbiettivi previsti dalla normativa per PM10, PM2.5, NO2 e O3, inquinanti per i quali il contributo del secondario è considerevole. In particolare, per quanto riguarda il PM10, le fonti emissive sono riconducibili principalmente sia al diesel nei trasporti che all’utilizzo di legna da ardere; studi recenti hanno infatti dimostrato la rilevanza delle emissioni in atmosfera di polveri fini derivanti dall’uso di legna in piccoli impianti domestici. Se da un lato si tratta di un combustibile utile al fine della riduzione delle emissioni di Gas serra, dall’altro occorre

70 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______valutare anche il suo contributo all’emissione di polveri e la sua componente tossica determinata dalla presenza di IPA (in particolare benzo(a)pirene, classificato dallo I.A.R.C. - International Agency for Research on Cancer) come cancerogeno per l’uomo. L’analisi della qualità del particolato conferma che le principali sostanze di cui è composto sono comuni nelle diverse zone, in particolare per quanto riguarda la parte secondaria che si forma in atmosfera a partire, per la parte inorganica, da ossidi di azoto, di zolfo e ammoniaca e, per la parte organica, dai composti organici volatili. Si assiste poi ad un aumento del materiale terrigeno risollevato avvicinandosi alle strade, mentre si riscontra un aumento del benzo(a)pirene in particolare nelle vallate ove è diffuso l’utilizzo della legna per riscaldamento. Le analisi di composizione del particolato hanno rilevato che durante il periodo invernale il contributo della componente secondaria sul totale della massa di PM10 è mediamente non inferiore al 50%; per il

PM2,5 tale contributo sale, arrivando anche al 75%.

Le concentrazioni di PM10 nell’aria dipendono tuttavia, oltre che dalle emissioni, anche dalle condizioni meteorologiche che si verificano nel corso dell’anno, in particolare dalla piovosità, dalle situazioni di stabilità atmosferica e di ventosità. I livelli di PM10 seguono generalmente un andamento stagionale: i periodi più critici si concentrano di norma nei mesi autunnali e invernali, caratterizzati da condizioni di tempo stabile, calme di vento e assenza di precipitazioni.

Dal punto di vista meteorologico, l’anno 2016 è stato caratterizzato da precipitazioni nel primo semestre significativamente superiori alle medie climatologiche recenti (in particolare a febbraio, maggio e giugno), mentre dal mese di luglio si evidenzia una anomalia negativa delle precipitazioni. Ciò ha influito sulle concentrazioni degli inquinanti atmosferici più critici, che risultano complessivamente inferiori all’anno precedente, sebbene siano da segnalare due episodi prolungati di superamento del limite giornaliero di PM10, avvenuti a gennaio e a fine anno, durante i quali la presenza di condizioni di forte stabilità atmosferica, hanno determinato il perdurare di una situazione favorevole alla formazione e l’accumulo degli inquinanti.

In dettaglio, attualmente non vengono registrati superamenti dei limiti di legge per SO2, CO e C6H6.

Per l’O3, il superamento dei valori obiettivo è diffuso su tutto il territorio regionale, sebbene i picchi più alti si registrino sottovento alle aree a maggiore emissione dei precursori. Anche per il

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3 PM10 il valore limite giornaliero (numero di giorni in cui la media giornaliera supera i 50 µg/m ) è stato superato in modo diffuso, sebbene il numero di giorni di superamento sia complessivamente calato negli anni. La progressiva diminuzione delle concentrazioni di particolato ha portato ad un rispetto dei limiti della media annua di PM10 in tutta la regione nell’anno 2016. Il superamento del limite sulla media annua del PM2.5, da rispettarsi dal 2015, è invece diffuso su tutte le zone del territorio regionale, ad eccezione della zona di montagna e di fondovalle. Per quanto riguarda l’NO2, i superamenti del limite sulla media annua si sono verificati nelle zone maggiormente urbanizzate ed in particolare nelle stazioni da traffico. Il valore limite orario è stato d’altra parte rispettato ovunque nel territorio regionale. Per quanto riguarda i metalli normati, si osservano complessivamente per l’anno 2016 concentrazioni ben al di sotto dei limiti fissati. Per il B(a)P, come negli anni precedenti, i valori più alti si raggiungono nelle aree in cui più consistente è il ricorso alla legna per riscaldare gli ambienti. In particolare il valore obiettivo è stato superato nell’Agglomerato di Milano e nella zona D di fondovalle.

In particolare, la valutazione e la gestione della qualità dell’aria sul territorio regionale viene effettuata sulla base di quanto previsto dal Dlgs n°155 del 13/08/2010, che ha recepito la Direttiva Quadro sulla qualità dell’aria 2008/50/CE. Il decreto stabilisce come e dove misurare la qualità dell’aria, i valori limite e obiettivo dei diversi inquinanti e disciplina le attività che necessariamente devono essere sviluppate per consentire il raggiungimento dei valori limite e il perseguimento dei valori obiettivo di qualità dell’aria. Il Decreto 155/2010 ha previsto alcune fasi fondamentali nel processo di valutazione della qualità dell’aria: - la zonizzazione del territorio in base a densità emissiva, caratteristiche orografiche e meteo- climatiche, grado di urbanizzazione; - l’individuazione di un set di stazioni tra quelle presenti sul territorio regionale per la valutazione della qualità dell’aria; - la rilevazione e il monitoraggio del livello di inquinamento atmosferico; - l’adozione, in caso di superamento dei valori limite, di misure di intervento sulle sorgenti di emissione.

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Per rispondere alla prima fase, Regione Lombardia, con il supporto tecnico di ARPA, ha predisposto una nuova zonizzazione del territorio regionale definita attraverso la D.G.R. 2605 del 30 novembre 2011. Il territorio lombardo viene suddiviso in: - Agglomerati urbani (Agglomerato di Milano, Agglomerato di Bergamo e Agglomerato di Brescia); - ZONA A: pianura ad elevata urbanizzazione - ZONA B: zona di pianura - ZONA C: Prealpi, Appennino e Montagna - ZONA D: Fondovalle

Figura 4 – Suddivisione territorio lombardo

In riferimento alla suddivisione in zone sopra riportata, Regione Lombardia, con il supporto tecnico di ARPA, ha previsto l’adeguamento della rete di misura della qualità dell’aria alle nuove disposizioni, selezionando un sottoinsieme di stazioni della rete di rilevamento da utilizzarsi in sede di rendicontazione, tenendo conto che il decreto prevede esplicitamente l’uso congiunto di misure in siti fissi, di misure indicative e di tecniche di modellizzazione e stima obiettiva. Tuttavia, oltre al set del programma di valutazione previsto dal decreto, sono rimaste attive sul territorio regionale numerose stazioni di interesse locale.

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INVENTARIO DELLE EMISSIONI IN LOMBARDIA La quantificazione delle emissioni in atmosfera in Lombardia relativamente ai principali macroinquinanti (SO2, NOX, COVNM, CO, NH3, PM2,5, PM10, PTS e dei gas climalteranti) si basa sui risultati dell’inventario regionale. Per la stima e l’aggiornamento di tale inventario è da anni utilizzato in Lombardia il sistema IN.EM.AR. (INventario EMissioni ARia), sviluppato nell’ambito del Piano Regionale Qualità dell’Aria (PRQA) e gestito, da ARPA Lombardia.

Emissioni di particolato (PM10) Sono utilizzate come indicatore le emissioni in tonnellate anno di materiale particolato con dimensioni inferiori ai 10 μm. Il presente indicatore si basa sulle stime delle emissioni di PM10 emesso come tale direttamente in atmosfera (PM10 primario), provenienti dai risultati dell’inventario regionale di emissioni in atmosfera INEMAR in riferimento all’anno 2014. Secondo la mappa, le maggiori emissioni di PM10 in atmosfera interessano le principali aree urbane della regione, i territori comunali limitrofi ai principali archi autostradali ed alcune zone alpine e prealpine caratterizzate dall’utilizzo di biomasse legnose come combustibile domestico. Dall’analisi della ripartizione delle emissioni per settore e tipo di combustibile, è possibile identificare le principali tipologie di sorgenti emissive in Lombardia; per il 2014 sono l’impiego di legna come combustibile in piccoli apparecchi domestici, la combustione di carburante diesel nel settore dei trasporti ed anche i fenomeni di usura di freni, ruote e strade nell’impiego di differenti tipologie di veicoli.

Il territorio comunale di Ferrera Erbognone risulta situato in un’area con valori di particolato compresi tra 0,6 – 1,6 t/kmq, valore medio.

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Figura 5 - Distribuzione delle emissioni comunali annue di PM10 per unità di superficie in Lombardia dati finali 2014

Emissione di sostanze acidificanti Ossidi di azoto (NOX), ossidi di zolfo (SOX) ed ammoniaca (NH3) sono i principali responsabili dei processi di acidificazione delle precipitazioni. Per esprimere in modo aggregato il potenziale acidificante delle emissioni atmosferiche è possibile applicare alle emissioni dei singoli gas opportuni fattori moltiplicativi ricavati dal loro potere acidificante in equivalenti acidi (H+). I fattori utilizzati sono pari a: 31,25 per ossidi di zolfo, 21,74 per ossidi di azoto e 58,82 per ammoniaca. Come mostra la mappa, le maggiori emissioni interessano le zone di pianura che inglobano le principali aree urbane ed i maggiori assi autostradali. Dall’analisi della ripartizione delle emissioni per settore e tipo di combustibile, risultano rilevanti i contributi delle attività in agricoltura, in particolare per le emissioni di ammoniaca e della combustione in motori diesel, rilevante per le emissioni di NOX. Le emissioni di SOX in atmosfera, sono principalmente determinate dall’utilizzo di olio combustibile nell’industria e nel settore della produzione di energia elettrica oltre che da attività nei processi produttivi

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Figura 6 - Distribuzione emissioni comunali annue di sostanze acidificanti per unità di superficie in Lombardia 2014

Il territorio comunale di Ferrera Erbognone risulta situato in un’area con valori di sostanze acidificanti compresi tra 0,49 – 1 kt/kmq di ioni H+, valore medio.

Emissione precursori O3 Sono utilizzate come indicatore le emissioni di precursori dell’ozono troposferico espresse in tonnellate per anno. Come mostra la mappa, che rappresenta la distribuzione spaziale delle emissioni comunali annue di precursori dell’ozono troposferico specifiche per unità di superficie, le maggiori emissioni interessano le principali aree urbane e gli archi autostradali. Dalla analisi della ripartizione delle emissioni per settore e tipo di combustibile, le principali sorgenti di emissione sono: l’utilizzo dei solventi, fonte significativa per le emissioni di COV, la combustione del gasolio e benzina nel settore dei trasporti, rilevante per le emissioni di NOX e CO, le emissioni biogeniche e da attività agricole, rilevanti per le emissioni di CH4 e COV e l’utilizzo di legna nel riscaldamento domestico per le emissioni di CO

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Figura 7 - Distribuzione emissioni comunali annue di precursori dell’ozono troposferico per unità di superficie in Lombardia dati finali 2014

Il territorio comunale di Ferrera Erbognone risulta situato in un’area con valori di precursori dell’ozono compresi tra 34 - 125 t/kmq, valore medio-alto.

RAPPORTO ARIA PROVINCIA DI PAVIA – 2016 Fonti che contribuiscono maggiormente alle emissioni delle seguenti sostanze inquinanti: - SO2:la sorgente principale è la produzione di energia e trasformazione combustibile (84%), a cui segue il trattamento e smaltimento rifiuti con un contributo pari al 8%. - NOX: la principale fonte di emissione è il trasporto su strada (42%), a cui segue la produzione di energia e trasformazione di combustibili (24%). - COV: l’agricoltura contribuisce per il 51% alle emissioni, seguita dall’uso di solventi (15%). - CH4: la maggior parte delle emissioni (77%) è dovuta all’agricoltura, seguita per il 13% dall’estrazione e distribuzione combustibili. - CO: i maggiori apporti sono dati dalla combustione non industriale (34%) e dal trasporto su strada (31%).

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- CO2: il contributo principale è dato dalla produzione di energia e trasformazione di combustibili (64%) seguito dal trasporto su strada (16%).

Figura 8 - Inventario delle Emissioni in Atmosfera della Provincia di Pavia (percentuali)

- N2O: più della metà delle emissioni è legata all’agricoltura (61%), a cui segue la produzione di energia e trasformazione combustibili con un contributo del 22%. - NH3: il 93% delle emissioni è dato dall’agricoltura. - PM2.5, PM10 e PTS: le polveri, sia grossolane che fini, sono emesse principalmente dalle combustioni non industriali (dal 28 al 39%) e dal trasporto su strada (dal 20 al 24%). - CO2 eq (totale emissioni di gas serra in termine di CO2 equivalente): come per la CO2 i contributi principali sono la produzione di energia e trasformazione di combustibili (55%) e il trasporto su strada (14%). - Precursori O3: le principali fonti di emissione sono l’agricoltura (29%) e il trasporto su strada (21%). - Tot. Acidificanti (emissioni totali di sostanze in grado di contribuire all'acidificazione delle precipitazioni): quasi la metà delle emissioni è dovuta all’agricoltura (45%), a cui segue con un contributo del 21% la produzione di energia e distribuzione combustibili.

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5.4 GESTIONE DELLE ACQUE - RETE FOGNARIA ED IMPIANTI TECNOLOGICI

ACQUE SUPERFICIALI In Lombardia è presente un gran numero di laghi e fiumi: ad oggi si contano 679 corpi idrici fluviali e 54 lacustri/invasi, considerando sia quelli naturali che quelli di origine artificiale. Ognuno di questi corpi idrici deve raggiungere uno stato ecologico e uno stato chimico “buoni” e per questo è necessario che vengano controllati periodicamente attraverso l’analisi dei parametri chimico-fisici di base, la presenza di eventuali inquinanti chimici e gli elementi di qualità biologica che riguardano le forme di vita presenti al loro interno, oltre alla portata che non deve scendere sotto i livelli stabiliti. Attraverso una rete di monitoraggio capillarmente diffusa sul territorio, ARPA Lombardia monitora oltre 250 fiumi e 40 laghi e invasi. ARPA Lombardia effettua il monitoraggio delle acque superficiali in maniera sistematica sull’intero territorio regionale dal 2001, secondo la normativa vigente. A partire dal 2009 il monitoraggio è stato gradualmente adeguato ai criteri stabiliti a seguito del recepimento della Direttiva 2000/60/CE. ARPA, in particolare, svolge le seguenti azioni:  programmazione e gestione del monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici;  effettuazione di sopralluoghi, campionamenti, misure di portata dei corsi d’acqua;  esecuzione di analisi degli elementi chimico-fisici e chimici e degli elementi biologici;  elaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio e relativa classificazione;  supporto tecnico-scientifico a Regione Lombardia per le attività di pianificazione e programmazione;;  partecipazione a tavoli tecnico-scientifici su tematiche di settore istituiti dalla Commissione Europea, dal Ministero dell’Ambiente, dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dalla Regione Lombardia e dagli Enti Locali;  gestione e realizzazione di monitoraggi e progetti relativi a problematiche o specificità territoriali;  verifiche ed espressione di pareri nei seguenti ambiti:

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o Grandi Opere (osservazioni ai Progetti di Monitoraggio Ambientale, verifiche del monitoraggio, pareri sulle relazioni) o VIA e VAS (pareri) - Criteri per la predisposizione e la valutazione dei Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA) – Acque superficiali e sotterranee o Sperimentazioni relative al Deflusso Minimo Vitale (partecipazione ai tavoli tecnici, verifiche del monitoraggio, pareri sulle relazioni) o Svasi Dighe (verifiche del monitoraggio, pareri sulle relazioni);  gestione delle emergenze e degli esposti relativi a eventi di contaminazione delle acque. Rete di Monitoraggio Per le Acque Superficiali (corsi d'acqua e laghi/invasi), sulla base di quanto previsto dalla normativa di settore (D. Lgs.152/99, sostituito dal 2009 dal D. Lgs.152/2006 e relativi Decreti Attuativi) al fine del calcolo dello Stato Ecologico e dello Stato Chimico, vengono monitorati, secondo le frequenze di legge:  Una serie di parametri chimico-fisici, tra cui i cosiddetti “parametri di base” (pH, solidi sospesi, temperatura, trasparenza, conducibilità, durezza, azoto ammoniacale, azoto nitrico, ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto totale, orto fosfato, cloruri, solfati, fosforo totale, Escherichia Coli); parte di questi concorrono alla determinazione degli indici LIMeco (per i corsi d'acqua) e LTLeco (per i laghi).  Una serie di altri inquinanti chimici costituiti in prevalenza da metalli, pesticidi, solventi e IPA, che concorrono al calcolo dello Stato Chimico e in parte nell’indicatore Elementi chimici a sostegno.  Gli elementi di qualità biologica che riguardano: Macroinvertebrati, Macrofite, Diatomee, Fitoplancton e Fauna ittica. Allo stato attuale, in Regione Lombardia sono stati identificati 679 corpi idrici fluviali di cui 578 di origine naturale e 101 artificiali e 54 corpi idrici lacustri di cui 29 naturali, 24 fortemente modificati e 1 artificiale. La rete di monitoraggio dei corpi idrici fluviali consta di 367 siti di monitoraggio ubicati su 357 corpi idrici, di cui 257 in monitoraggio operativo e 110 in monitoraggio di sorveglianza. Corsi d’acqua

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A seguito di approfondimenti dell’analisi delle pressioni e di integrazioni alle informazioni sullo stato dei corpi idrici superficiali, sono state individuate le categorie di rischio per tutti i corpi idrici regionali individuati e assegnati agli stessi gli obiettivi di pianificazione, rendendo possibile attribuire ai vari corpi idrici la tipologia di monitoraggio adeguata (monitoraggio operativo o monitoraggio di sorveglianza) Per la definizione del primo programma di monitoraggio di sorveglianza, la selezione dei corpi idrici rappresentativi dello stato ambientale delle acque del bacino o sottobacino idrografico è stato il risultato di una valutazione integrata e multifattoriale effettuata in base ai seguenti criteri:  prossimità alla chiusura di bacino e dei principali sottobacini;  mantenimento della rappresentatività dei vari tipi fluviali individuati per ogni sottobacino;  significatività dal punto di vista del flusso idrico;  significatività nella definizione delle condizioni di riferimento e/o inseribili nella rete nucleo di cui al punto A.3.2.4 del D.M 56/2009;  utilizzo ai fini dell’approvvigionamento idropotabile con particolare riferimento a quelli con prelievi giornalieri superiori a 100 m3/d;  presenza di interesse locale e/o inclusi in aree protette SIC/ZPS;  identificati nel quadro della decisione 77/795/CEE sullo scambio di informazioni;  presenza di volume d'acqua significativo nell'ambito del bacino idrografico, compresi i grandi laghi e laghi artificiali;  valutazione della quantità d'inquinanti trasferiti attraverso le frontiere italiane con altri Stati e nell'ambiente marino Per la definizione del programma di monitoraggio operativo sono stati considerati i corpi idrici a rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali e/o nei quali vengono scaricate e/o immesse e/o rilasciate e/o presenti sostanze riportate nell’elenco di priorità di cui al punto A.2.6 del DM 260/2010. Per questi corpi idrici si è inoltre operato il raggruppamento, secondo le indicazioni fornite dal DM 260/2010, individuando e sottoponendo a monitoraggio solo i corpi idrici rappresentativi del raggruppamento. I criteri seguiti per effettuare tale operazione, hanno preso in considerazione:  appartenenza allo stesso sottobacino idrografico;

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 appartenenza alla stessa categoria ed allo stesso tipo fluviale;  presenza di pressioni analoghe per tipo, estensione ed incidenza  attribuzione del medesimo obiettivo di qualità da raggiungere. Sulla base dei criteri generali fissati dal DM 260/2010, la selezione delle stazioni è il risultato di una valutazione multifattoriale effettuata in base ai seguenti principi:  almeno una stazione ubicata in chiusura di corpo idrico;  valutazione della rappresentatività della stazione di monitoraggio;  per esempio, per alcuni corpi idrici tributari dei grandi laghi, per ovviare all’eventuale scarsa rappresentatività di una stazione posizionata in chiusura di bacino che potrebbe portare a una sottostima dello stato ecologico, essendo il tratto di fondovalle spesso interessato da zone urbane, sono state identificate due stazioni di monitoraggio: o una in chiusura di bacino con monitoraggio dei soli elementi fisico-chimici e chimici; o l’altra in un sito ubicato più a monte con monitoraggio degli elementi biologici e degli elementi fisico-chimici e chimici;  adeguata distanza da immissioni e/o prelievi;  mantenimento della serie storica per il monitoraggio chimico utilizzando stazioni di monitoraggio ex D.Lgs. 152/1999, qualora adeguate al monitoraggio delle componenti biologiche: l’ubicazione del punto per il monitoraggio biologico può trovarsi nell’intorno di 1 km a monte e a valle del punto di campionamento chimico; in caso contrario la stazione di monitoraggio chimico viene collocata in un tratto idoneo anche al monitoraggio biologico;  possibilità di esecuzione dei campionamenti degli elementi di qualità biologica in condizioni ambientali adeguate;  considerazioni logistiche e di sicurezza degli operatori.

In Provincia di Pavia, la rete di monitoraggio dei corsi d’acqua in provincia di Pavia è costituita da 30 stazioni di campionamento su altrettanti corpi idrici, di cui 20 sono sottoposti a monitoraggio operativo e 10 a monitoraggio di sorveglianza.

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Quattro delle stazioni di monitoraggio sono posizionate su altrettanti corpi idrici artificiali: Colatore Reale a Chignolo Po; Canale Deviatore Acque alte a Miradolo Terme; Roggia Padulenta a Carbonara Ticino e Roggia Nuova di Borgo san Siro in comune di Gambolò. Un corpo idrico sul torrente Staffora (Santa Margherita Staffora) è stato individuato come possibile riferimento tipo‐specifico. Le pressioni di origine industriale sono prevalentemente di tipo puntiforme e legate più ad insediamenti particolari che distretti produttivi vasti. Al contrario, la presenza di colture irrigue di tipo intensivo potrebbe essere fonte di pressioni legate al prelievo idrico ed all’impiego di fitofarmaci e nutrienti di origine minerale. La campagna pavese risulta inoltre particolarmente vocata per l’utilizzo di ammendanti e fertilizzanti di origine biologica (Fanghi biologici; Compost). Da ultimo le colture intensive si prestano allo spandimento di liquami di origine zootecnica, in particolare provenienti da allevamenti suinicoli. Criticità significative possono derivare dalla presenza di numerosi impianti di trattamento acque di piccole e piccolissime dimensioni: degli oltre 100 impianti di depurazione presenti, solo 20 superano i 5.000 abitanti equivalenti e numerosi sono gli impianti a servizio di piccoli agglomerati dotati del solo trattamento primario. Particolarmente vulnerabili sono i corsi d’acqua appenninici che, con un corso breve e alimentato quasi esclusivamente dalle precipitazioni, hanno portate ridotte, e a volte nulle, per gran parte dell’anno. Per questo motivo sono spesso in sofferenza quando utilizzati come recettore di scarichi.

CLASSIFICAZIONE CORSI D’ACQUA NATURALI E ARTIFICIALI Il Programma di Tutela e Uso delle Acque della Lombardia classifica i corsi d’acqua della regione, definendone lo Stato Ecologico con l’utilizzo sia di parametri chimico - fisici di base relativi al bilancio dell’ossigeno ed allo stato trofico (indice Livello di Inquinamento da Macrodescrittori - L.I.M.), sia la composizione della comunità macrobentonica delle acque correnti (Indice Biotico Esteso - I.B.E.).

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Corpi idrici significativi ai sensi del D.lgs 11 maggio 1999, n.152 e succ. modif e intergr.

Stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) classe 1 – ottimo classe 2 – buono classe 3 – sufficiente classe 4 – scadente classe 5 – pessimo

Stato ecologico dei laghi secondo la nuova metodologia IRSA-CNR classe 1 – ottimo classe 2 – buono classe 3 – sufficiente classe 4 – scadente classe 5 – pessimo

Misura dello stato ecologico dei corsi d’acqua (SECA) alle stazioni di monitoraggio ARPA Stazioni dei corsi d’acqua naturali Stazioni dei canali artificiali classe 1 – ottimo classe 1 – ottimo classe 2 - buono classe 2 - buono classe 3 - sufficiente classe 3 - sufficiente classe 4 - scadente classe 4 - scadente classe 5 – pessimo classe 5 – pessimo

Figura 9 - Stato Ecologico dei corsi d’acqua e dei laghi lombardi.

Il territorio comunale di Ferrera Erbognone è interessato dal passaggio del Torrente Agogna, classificato con uno Stato Ecologico (SECA) sufficiente.

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ACQUE SOTTERRANEE In Lombardia sono presenti 27 corpi idrici sotterreanei di diversa profondità e 21 falde acquifere locali, che sono tenuti sotto controllo da una rete di monitoraggio di ARPA Lombardia che consiste in 421 punti di monitoraggio di carattere quantitativo e 500 punti di monitoraggio di carattere qualitativo. Alle acque sotterranee di pianura e fondovalle si aggiungono inoltre le sorgenti tipiche della fascia alpina e prealpina, la cui valutazione è indispensabile per valutare la disponibilità di acqua nelle zone montane. ARPA Lombardia effettua il monitoraggio delle acque sotterranee in maniera sistematica sull’intero territorio regionale dal 2001, secondo la normativa vigente. A partire dal 2009 il monitoraggio è stato gradualmente adeguato ai criteri stabiliti a seguito del recepimento della Direttiva 2000/60/CE. ARPA, in particolare, svolge le seguenti azioni inerenti le acque sotterranee:  programmazione e gestione del monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici;  effettuazione di sopralluoghi, campionamenti e misure di livello della falda;  esecuzione di analisi degli elementi chimico-fisici e chimici;  elaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio e relativa classificazione;  supporto tecnico-scientifico a Regione Lombardia per le attività di pianificazione e programmazione;  partecipazione a tavoli tecnico-scientifici su tematiche di settore istituiti dalla Commissione Europea, dal Ministero dell’Ambiente, dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dalla Regione Lombardia e dagli Enti Locali;<  gestione e realizzazione di monitoraggi e progetti relativi a problematiche o specificità territoriali;  verifiche ed espressione di pareri nei seguenti ambiti: o Grandi Opere (osservazioni ai Progetti di Monitoraggio Ambientale, verifiche del monitoraggio, pareri sulle relazioni) o VIA e VAS (pareri) - Criteri per la predisposizione e la valutazione dei Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA) – Acque superficiali e sotterranee  gestione delle emergenze e degli esposti relativi a eventi di contaminazione delle acque.

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Le attività sono svolte dal Centro Regionale Qualità delle Acque (CRQA), istituito con Decreto del Direttore Generale ARPA n. 558 dell’11/11/2014. Il CRQA è costituito da sei Strutture: 1. UO Risorse Idriche: programmazione e coordinamento (UO RIPeC); 2. UO Centro Regionale Laghi e Monitoraggio Biologico Acque Superficiali (UO CRLMBAS); 3. UO Monitoraggio Acque Macro Area 1 – Como, Lecco, Sondrio, Varese (UO Monitoraggio Acque MA1); 4. UO Monitoraggio Acque Macro Area 2 – Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia (UO Monitoraggio Acque MA2); 5. UO Monitoraggio Acque Macro Area 3 – Bergamo, Cremona (UO Monitoraggio Acque MA3); 6. UO Monitoraggio Acque Macro Area 4 – Brescia, Mantova (UO Monitoraggio Acque MA4).

STATO DELLE ACQUE SOTTERRANEE AREA IDROGEOLOGICA DELLA LOMELLINA - 2014 Le caratteristiche idrogeologiche del territorio della Lomellina (idrologicamente delimitato ad est dal fiume Ticino, ad ovest dal fiume Sesia e a sud dal fiume Po) rispecchiano in gran parte quelle dell’adiacente Pianura Pavese e si differenziano per il maggior spessore del materasso alluvionale e per la presenza dei fontanili. Il primo complesso idrogeologico, il cui spessore può arrivare fino a 80-90 m, ospita un unico acquifero indifferenziato sede di orizzonti freatici sospesi e di una potente falda freatica assai vulnerabile agli effetti delle attività antropiche in quanto prossima al piano campagna. La sequenza alluvionale sottostante l’acquifero freatico, separata da un setto di 10-15 m di natura limoso-argillosa, è interessata da un sistema multifalde di cui quelle a maggiore potenzialità si collocano a profondità comprese tra 90-150 m; tale acquifero risulta ben protetto da eventuali fenomeni di inquinamento.

La rete di monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee relativa all’area idrogeologica della Lomellina (anno 2014) è costituita da 28 punti di monitoraggio qualitativo appartenenti ai seguenti corpi idrici: - GWB - ISS MPP: Bacino Pavese di Media Pianura – Corpo Idrico Sotterraneo Superficiale;

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- GWB - ISI BPPO: Bacino Po di Bassa Pianura – Corpo Idrico Sotterraneo Intermedio; - GWB - ISI MPTA: Bacino Ticino – Adda di Media Pianura – Corpo Idrico Intermedio; - GWB - ISI MPP: Bacino Pavese di Media Pianura – Corpo Idrico Intermedio; - GWB - ISP AMPLO: Bacino di Alta e Media Pianura Lombarda – Corpo Idrico Profondo.

Il monitoraggio condotto nel sessennio 2009-2014 fornisce un quadro completo dello stato qualitativo e quantitativo dell’area idrogeologica della Lomellina. La qualità dello stato chimico delle acque sotterranee della Lomellina è condizionata, per l’acquifero superficiale e, in misura ridotta, nell’ acquifero più profondo, dall’impiego di fitofarmaci in agricoltura, in particolare bentazone, composto utilizzato per il diserbo nella coltivazione del riso.

Per quel che riguarda lo stato quantitativo, si è ritenuto significativo esaminare gli andamenti piezometrici di pozzi superficiali in quanto più suscettibili a variazioni determinate da fattori esterni quali apporti per infiltrazioni provenienti da piogge e da irrigazioni. Da tale analisi è emerso che per tutti i punti di monitoraggio facenti parte della rete non si rilevano valori anomali e che gli andamenti delle piezometrie rilevate nel corso del 2014 risultano in linea con i valori misurati negli anni precedenti. Si evidenzia inoltre che il fattore che incide maggiormente sulle oscillazioni piezometriche è rappresentato dalle infiltrazioni derivanti dalle pratiche irrigue. Con l’anno 2015 la rete di monitoraggio è stata modificata in modo da renderla coerente con la nuova classificazione dei corpi idrici sotterranei. Tale riorganizzazione ha comportato l’eliminazione di alcuni punti e l’inserimento di nuovi punti.

PIANO D’AMBITO Il Piano d’Ambito della Provincia di Pavia è uno strumento di programmazione e pianificazione che si pone come primo obiettivo la tutela della risorsa idrica, con particolare attenzione agli usi idropotabili. Uno degli atti di cui si compone il Piano è la ricognizione delle infrastrutture; da quest’ultima sono stati reperiti i seguenti dati per il Comune di Ferrera Erbognone.

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STATO DI CONSISTENZA DELLE INFRASTRUTTURE Come disciplinato dall’art. 149 del D.Lgs. 152/2006, la ricognizione delle infrastrutture costituisce uno degli “atti” fondamentali di cui si compone il Piano d’Ambito della Provincia di Pavia e individua lo stato di consistenza delle infrastrutture da affidare al Gestore del S.I.I., precisandone lo stato di funzionamento. STRUTTURE PRESENTI IN PROVINCIA DI PAVIA POZZI n. 341 SORGENTI n. 122 POTABILIZZATORI n. 193 POTENZIALITÀ POTABILIZZATORI l/sec 2.100 ACQUEDOTTO SERBATOI n. 362 VOLUME SERBATOI mc 43.397 SOLLEVAMENTI n. 198 RETI ADDUZIONE E DISTRIBUZIONE m. 3.913.414 RETI FOGNARIE m. 2.325.046 FOGNATURA E DEPURAZIONE n. 593 DEPURATORI AE 830.000 ca.

RETE FOGNARIA ED IMPIANTI TECNOLOGICI - ACQUEDOTTO Nel territorio dell’ATO della Provincia di Pavia l’approvvigionamento idropotabile è garantito prevalentemente dallo sfruttamento delle acque sotterranee, mediante 341 pozzi di profondità variabile da 20 m a 200 m. Per quanto riguarda il Comune di Ferrera Erbognone, i dati vengono riportati nella seguente tabella.

SERVIZIO DI ACQUEDOTTO: DETTAGLIO DELLA CONSISTENZA DELLE INFRASTRUTTURE Impianti di Lunghezza Pozzi Sorgenti Sollevamenti Serbatoi potabilizzazione reti Potenza Potenza media Volume (n) (n) (n) (n) (n) (m) (l/sec) (kw) (mc) FERRERA 1 1 5,5 1 4 1 120 5.708,9 ERBOGNONE TOTALE Provincia di 341 122 193 2.100,10 198 362 43.397 3.913.414,30 PAVIA

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- FOGNATURA, COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE Nel territorio dell’ATO la lunghezza delle reti fognarie esistenti è di circa 2.325 km, corrispondente ad una lunghezza unitaria ad abitante residente di circa 4,7 m/ab res. Per quanto riguarda il Comune di Ferrera Erbognone, i dati vengono riportati nella seguente tabella.

SERVIZIO DI FOGNATURA: DETTAGLIO DELLA CONSISTENZA DELLE INFRASTRUTTURE

Popolazione residente Reti fognarie Lunghezza/ abitante residente

(ISTAT 2001) (m) (m/ab) FERRERA ERBOGNONE 1.103 4.661 4,2 TOTALE 493.753 2.325.046 4,7 Provincia di PAVIA

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5.5 AGENTI FISICI Per definizione l’agente fisico è quel fattore, governato da leggi fisiche, che determina l’immissione di energia nell’ambiente in cui si manifesta.

LE RADIAZIONI Le radiazioni si distinguono in ionizzanti e non ionizzanti in funzione dell’energia associata. Caratteristica comune a questo genere di emissione è il trasporto di energia nello spazio, che viene ceduta quando la radiazione è assorbita dalla materia. Le radiazioni ionizzanti hanno un’energia sufficiente ad indurre nella materia il fenomeno della ionizzazione, ossia riescono a rendere elettricamente carichi gli atomi del materiale che incontrano sul loro percorso. Le radiazioni non ionizzanti sono invece onde elettromagnetiche di energia inferiore, non in grado di dare luogo a ionizzazione. In entrambi i casi nell’ambiente è presente sia una componente naturale, che costituisce il fondo ambientale, sia una componente antropica. Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti, la radioattività naturale – componente ineliminabile dell’ambiente – ha origine sia extraterrestre (raggi cosmici) sia terrestre (rocce, minerali). Vi è poi il contributo della radioattività ambientale proveniente dall’attività antropica, che è costituito dallo scarico, regolamentato dalla normativa, di sostanze radioattive utilizzate presso i laboratori e da rilasci involontari e fuori controllo derivanti da eventi incidentali. La componente naturale terrestre della radioattività è fortemente variabile da luogo a luogo in relazione alla conformazione geologica delle diverse aree e rappresenta, in condizioni normali, il contributo prevalente alla radioattività ambientale, in particolare con il radon, gas radioattivo naturale prodotto dal decadimento dell’uranio e del torio e identificato come inquinante indoor. Nel 2003-2004 è stata effettuata una campagna regionale di misura del radon indoor, presente quindi in ambienti confinati di vita e di lavoro, finalizzata a identificare le aree con maggiore probabilità di presenza di elevate concentrazioni sul territorio lombardo.

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Gli esiti della campagna hanno evidenziato una maggiore concentrazione media di radon indoor in corrispondenza di edifici costruiti su rocce granitiche e gneiss granitici. Alte concentrazioni sono state anche rilevate nelle classi “argille e argilliti”, “calcari prevalenti” e “micascisti”. Le classi “depositi fluviali, detriti di falde e frane, marne” e “arenarie e conglomerati” presentano, invece, concentrazioni di radon indoor inferiori.

Figura 10 - Localizzazione dei punti di misura della campagna regionale di misura del radon indoor del 2003- 2004 sovrapposti alla cartageologica regionale

Secondo quanto riportato nella figura precedente, il territorio comunale di Ferrera Erbognone si trova in un’area caratterizzata dalla presenza di depositi fluviali, detriti di falde e frane, marne; pertanto dai risultati ottenuti dall’indagine regionale si può supporre un livello di radon piuttosto basso per il territorio in esame.

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5.6 PUNTI DI ATTENZIONE PRIORITARI: EMERGENZE PAESISTICO – AMBIENTALI

BIODIVERSITA’ La pubblicazione “Aree Prioritarie per la Biodiversità nella Pianura Padana”, edita nell’aprile 2007, riporta i risultati di un progetto biennale, attivato dalla Regione Lombardia in collaborazione con la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, che ha come scopo quello di identificare le aree a maggior naturalità e biodiversità ed evidenziare le principali criticità/opportunità per la realizzazione delle relative connessioni biologiche.

Secondo quanto riportato nella suddetta pubblicazione il territorio comunale di Ferrera Erbognone risulta direttamente interessato dalla presenza dell’Area Prioritaria 32 – Lomellina. AREA PRIORITARIA 32 – LOMELLINA Vasta area planiziale, in buona parte coltivata a risaia, delimitata a ovest dal fiume Sesia, a nord dal confine dell’ecoregione, a sud dal confine dell’ecoregione e dal fiume Po, a est dal corso del Torrente Terdoppio nei Comuni di Tromello, Garlasco e Dorno, e dall’area urbana di Mortara. Comprende la ZPS “Risaie della Lomellina” e numerosi SIC. Gli ambienti presenti includono risaie, il fiume Sesia, torrenti regimati (Agogna, Terdoppio, Erbognone), vegetazione ripariale, risorgive, fontanili, rogge, boschi relitti planiziali (in particolare in corrispondenza dei cosiddetti “sabbioni” di Remondò e dei dossi di San Giorgio e Cergnago), zone umide perifluviali (Agogna morta), zone umide e ontaneti situati nelle bassure determinate dalle incisioni dell’Olocene medio nel piano generale pleistocenico della pianura. La valle del Terdoppio a valle della chiusa di Batterra, Garlasco, è uno dei migliori esempi nella Pianura Padana di corso d’acqua meandreggiante nel quale i processi geomorfologici sono attivi. La Lomellina riveste un valore naturalistico sovranazionale grazie alla presenza di elementi faunistici, vegetazionali e agronomici di assoluta originalità e rilievo. Le ricerche svolte nell’ultimo decennio, soprattutto nell’ambito di monitoraggi delle Aree protette e dei siti Natura 2000 hanno confermato che in Lomellina sono presenti biotopi di grande rilevanza per la conservazione di specie rare e minacciate a livello europeo, fra le quali diverse incluse nella Direttiva Habitat. L’area è importante in particolare per l’avifauna nidificante, migratoria e svernante, soprattutto per le

92 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______colonie di Ardeidi nidificanti, oltrechè per Anfibi e Rettili (inclusi Emys orbicularis e Pelobates fuscus insubricus) e per numerose specie ittiche, inclusi Lethenteron zanandreai e Sabanejewia larvata. Degne di nota sono le notevoli popolazioni della Licena delle paludi (Lycaena dispar) e delle libellule Gomphus flavipes e Ophiogomphus cecilia, cui si aggiungono popolazioni relitte di due specie considerate minacciate, come Sympetrum depressiusculum e Boyeria irene. È questa una delle poche zone, forse l’unica, in cui si incontrano tutte e nove le specie europee di Ardeidi, sette delle quali coloniali (Airone cenerino Ardea cinerea, Airone rosso Ardea purpurea, Nitticora Nycticorax nycticorax, Airone bianco maggiore Casmerodius albus, Garzetta Egretta garzetta, Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides e Airone quardabuoi Bubulcus ibis) e due specie, Tarabuso (Botaurus stellaris) e Tarabusino (Ixobrychs minutus), che nidificano in modo solitario. Accanto ad esse nidificano altre specie di grande interesse conservazionistico: Spatola (Platalea leucorodia), Mignattaio (Plegadis falcinellus) e Falco di palude (Circus aeruginosus). Grazie all’interesse ornitologico, le zone umide più importanti furono protette nel corso degli anni ‘80 in seguito all’applicazione delle nuove Leggi regionali. Gli aspetti botanici di rilievo si caratterizzano per la presenza di buoni esempi di boschi idrofili e per la presenza di specie vegetali minacciate, fra le quali il Quadrifoglio d’acqua (Marsilea quadrifolia) e l’unico vegetale endemico della Pianura Padana, la rarissima Pteridofita acquatica Isoëtes malinverniana, tutt’ora presente in alcuni fontanili e nei cavi che ne prendono origine. Il sistema di aree protette in Lomellina comprende alcuni fra i migliori esempi di formazioni boschive di Ontano nero della Pianura Padana. L’area ospita, oltre a numerosi elementi focali: • 10 specie o sottospecie endemiche; • 8 specie inserite nella Lista Rossa IUCN; • 15 specie dell’Allegato I della Direttiva Uccelli; • 36 specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat; • 1 habitat prioritario secondo la Direttiva Habitat.

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Figura 11 - Estratto Carta Aree Prioritarie per la Biodiversità in Lombardia

RETE ECOLOGICA REGIONALE Con DGR n.8/8515 del 26 novembre 2008, la Regione Lombardia determina le modalità di attuazione della Rete Ecologica Regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli Enti locali. La RER si compone di elementi raggruppabili in due livelli: Elementi primari ed Elementi di secondo livello.

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Gli ELEMENTI PRIMARI rientrano in buona parte in aree sottoposte a tutela quali Parchi Regionali, Riserve Naturali Regionali e Statali, Monumenti Naturali Regionali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, Zone di Protezione Speciale e Siti di Importanza Comunitaria. I GANGLI PRIMARI rappresentano i nodi prioritari sui quali ‘appoggiare’ i sistemi di relazione spaziale all’interno del disegno di rete ecologica. I CORRIDOI PRIMARI sono gli elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra aree inserite nella rete ed in particolare per consentire la diffusione spaziale di specie animali e vegetali, sovente incapaci di scambiare individui tra le proprie popolazioni locali in contesti altamente frammentati. E’ da rimarcare che anche aree non necessariamente di grande pregio per la biodiversità possono svolgere il ruolo di corridoio di collegamento ecologico. I VARCHI rappresentano situazioni particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne ad elementi della Rete Ecologica Regionale (o ad essi contigue) viene minacciata o compromessa da interventi antropici, quali urbanizzazione, realizzazione di importanti infrastrutture, creazione di ostacoli allo spostamento delle specie biologiche. Gli ELEMENTI DI SECONDO LIVELLO svolgono una funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli Elementi primari.

Secondo quanto riportato nella relazione “Rete Ecologica Regionale – pianura padana e oltrepo pavese” il territorio comunale di Ferrera Erbognone si trova nel SETTORE 36 LOMELLINA MERIDIONALE: Area della bassa pianura lomellina, intersecata dal fiume Po e includente una piccola porzione pianeggiante di Oltrepo pavese. La metà settentrionale dell’unità considerata ricade nel piano fondamentale della pianura di età pleistocenica, pur intersecato da interessanti valli fluviali di torrenti a corso meandreggiante, quali l’Agogna, l’Erbognone e, soprattutto, il Terdoppio, che rappresenta una dei maggiori elementi di interesse geomorfologico della Pianura padana, grazie all’andamento tortuoso e ai processi di erosione/deposizione ancora attivi. Le golene del fiume Po, in quest’area, mantengono in gran parte valori elevati di naturalità e localmente conserva una struttura pluricursale, che perderà pochi chilometri più a valle per

95 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______assumerne una a meandri. Di interesse naturalistico molto rilevante sono anche le testimonianze molto evidenti, e in qualche caso molto ben conservate, di paleomeandri della valle fluviale olocenica del Po, soprattutto alla base del terrazzo. In diversi di questi si è mantenuta una vegetazione palustre, comprese le formazioni di Ontano nero, che sopravvivono in biotopi di rilevante interesse. L’area include tre SIC che interessano biotopi boschivi e una parte della ZPS Risaie della Lomellina. Anche all’esterno dei siti Natura 2000 persistono testimonianze di grande pregio. Fra le maggiori si segnalano i boschi di ontano nero di Cascina San Marzano, comune di Pieve del Cairo; del Colatore Agognetta, ai piedi del terrazzo che ospita l’abitato di Sannazzaro de Burgondi; di Cascina Mare, in comune di Pieve Albignola, che ospità altresì una garzaia con Airone cenerino, Garzetta, Nitticora, Sgarza ciuffetto e Airone guardabuoi. È notevole anche il sistema di paleomeandri ancora occupato da corsi d’acqua, in parte originati da sorgenti di piede di terrazzo e bordati da vegetazione igrofila, che si sviluppa nei pressi delle cascine Scarampi e Isolone, circa 1,5 km a Sud-Est dell’abitato di Sannazzaro de’ Burgondi. Un’interessante area palustre è presente in comune di Gambarana, nei pressi della Cascina Mosche, attraversata dalla strada provinciale fra Gambarana e Mede. Inoltre, in comune di Villa Biscossi, è presente l’omonima riserva naturale che tutela un bosco igrofilo, in passato sede di una garzaia. L’elemento di maggior interesse naturalistico dell’area è la golena del fiume Po, ancora ricco di ambienti naturali caratteristici. Dalle formazioni pioniere fino ai saliceti e alle zone umide laterali, che ospitano una fauna ricca e diversificata. Sono presenti uccelli acquatici coloniali nidificanti, quali Sterne comuni e Fraticelli; inoltre nei ghiareti nidificano l’Occhione e il Corriere piccolo. I terreni sono coltivati prevalentemente a risaia, mentre nella fascia golenale sono abbondanti i pioppeti. Nella piccola porzione a Sud del Po prevalgono i seminativi asciutti.

ELEMENTI DI TUTELA SIC - Siti di Importanza Comunitaria: IT 2080008 Boschetto di Scaldatole; IT 2080012 Garzaia di Gallia; IT 2080009 Garzaia della Cascina Notizia ZPS – Zone di Protezione Speciale: IT 2080501 Risaie della Lomellina Parchi Regionali: PR della Valle del Ticino (piccola porzione nell’angolo estremo a NE)

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Riserve Naturali Regionali/Statali: RNR Garzaia di Villa Biscossi; RNR Boschetto di Scaldasole; Monumenti Naturali Regionali: MNR Garzaia della Cascina Notizia; MNR Garzaia della Cascina Notizia Aree di Rilevanza Ambientale: ARA “Agogna”; ARA “Po”; ARA “Terdoppio Arbogna” Altro: IBA – Important Bird Area “Lomellina e garzaie del Pavese”

ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA Elementi primari Gangli primari: Lomellina centrale; Confluenza Staffora - Po Corridoi primari: Torrente Agogna; Fiume Po Elementi di primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità: 25 Fiume Po; 32 Lomellina (vi sono comprese le aste fluviali e le golene dei torrenti Terdoppio e Agogna e alcune fasce di interconnessione). Elementi di secondo livello Aree importanti per la biodiversità esterne alle Aree prioritarie: - Altri elementi di secondo livello: aree di interconnessione localizzate in prevalenza nella matrice agricola.

INDICAZIONI PER L’ATTUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALE 1) Elementi primari Conservazione della continuità territoriale; mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue. Evitare l’inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione. 32 Lomellina: conservazione della continuità territoriale; mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione

97 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue. 25 Po: la presenza in questo territorio di elementi di elevato valore naturalistico e di una matrice agricola di rilevante valore paesaggistico, costituiscono un valore assoluto a livello regionale. In questo quadro, occorrerà evitare l’inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione. 2) Elementi di secondo livello Conservazione della continuità territoriale; mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue. 3) Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione in particolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente.

CRITICITÀ a) Infrastrutture lineari L’area è intersecata, nell’estrema porzione orientale, dal percorso dell’Autostrada A7 Milano- Genova, caratterizzata da un basso tasso di permeabilità biologica, e da un reticolodi strade asfaltate relativamente permeabili. È in progetto la realizzazione di una nuova autostrada fra Broni e Mortara, che interesserà questa unità territoriale in tutta la porzione settentrionale e potrebbe compromettere in modo grave la connettività Nord-Sud. b) Urbanizzato

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Lo sprowl nelle aree circostanti i piccoli e medi centri abitati non sta ancora bloccando le linee di connettività ecologica longitudinale. Tuttavia occorrerà valorizzare questo aspetto positivo nella pianificazione. c) Cave, discariche e altre aree degradate L’escavazione in alveo del fiume Po compromette localmente il mantenimento di un assetto naturale. Anche la presenza di cave asciutte sulle scarpate di terrazzo rischia di compromettere la morfologia storica. Nell’area è presente il complesso della Raffineria del Po, nei comuni di Sannazzaro e di Ferrera Erbognone.

RETE NATURA 2000 La Rete Natura 2000 è la rete europea di siti tutelati in virtù della Direttiva “Uccelli” e della Direttiva “Habitat”, la cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità del continente europeo. La DIRETTIVA UCCELLI 79/409/EEC, recepita in Italia con la L.157/92, prevede la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi allo stato selvatico nel territorio europeo degli stati membri. In particolare, le specie contenute nell'Allegato I della Direttiva, considerate di importanza primaria, devono essere soggette ad una tutela rigorosa ed i siti più importanti per queste specie vanno tutelati designandoli Zone di Protezione Speciale (ZPS), introdotte nella Rete Natura 2000. La DIRETTIVA HABITAT 92/43/EEC, recepita in Italia con il DPR 357/97 e il successivo DPR 120/2003, prevede la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli stati membri. Gli Stati sono tenuti ad identificare i pSIC, raccogliere i dati dei siti tramite la compilazione di formulari standard, sottoporli a valutazione della Commissione Tecnica Europea che li approva come SIC. In seguito alla pubblicazione dei SIC, gli Stati sono obbligati a designarli come Zona Speciale di Conservazione entro 6 anni.

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La Regione Lombardia con la D.G.R. 8 agosto 2003 n.7/14106 individua i soggetti gestori, definisce le modalità procedurali per l’applicazione della valutazione di incidenza e fornisce i contenuti minimi dello studio per la valutazione d’incidenza sui SIC e pSIC. All’interno del Comune di Ferrera Erbognone non sono presenti siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete ecologica europea Natura 2000, ossia Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS); ma si può verificare la presenza di Siti Rete Natura 2000 nel territori dei comuni confinanti: nella parte sud occidentale, lungo il confine con il Comune di Galliavola, si trova il SIC IT2080012 “Garzaia di Gallia”, mentre nella parte nord orientale si trova a breve distanza dal SIC IT2080008 “Boschetto di Scaldasole”, in Comune di Scaldasole.

Figura 12 – Estratto carta dei Vincoli del PGT in vigore – Comune di Ferrera Erbognone

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5.7 ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE Il Comune di Ferrera Erbognone è dotato di un Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale, secondo quanto disposto dall’art. 2 del D.P.C.M. 1 marzo 1991 e dall’art. 6 della Legge 26 ottobre 1995 n. 447 (“Legge quadro in materia di inquinamento acustico”), redatto dallo Studio Tecnico Ing. Riccardo SCANDELLARI ANALISI DEL SISTEMA VIARIO, STRADALE E FERROVIARIO, E SUA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA La definizione del reticolo stradale e ferroviario presente sul territorio comunale e il suo contributo alla caratterizzazione acustica del territorio costituisce una delle fasi più importanti del processo di analisi del territorio al fine di addivenire alla sua classificazione acustica. Per il comune di Ferrera Erbognone questa fase, come si può facilmente immaginare, si è rivelata quella più importante e determinate, dal momento che il sistema viario (con l’attraversamento del centro abitato della S.P. 193 bis) in relazione al volume di traffico transitante, costituisce l’elemento preponderante nel generare il clima acustico presente sulla quasi totalità del territorio cittadino. Con riferimento alle fasi di analisi del sistema viario e ferroviario, si è proceduto come segue: 1) Individuazione della rete stradale e ferroviaria principale presente sul territorio: si ricordano le direttrici principali di flusso veicolare e ferroviario: - La S.P. 193 bis, asse viario principale che collega il centro abitato di Ferrera Erbognone con i confinanti comuni di Sannazzaro de’ Burgondi e di Lomello. Tale infrastruttura stradale attraversa il centro abitato sulla direttrice Est-Ovest. - La S.P. 28 asse viario principale che attraversa il territorio comunale di Ferrera Erbognone, lungo i suoi confini Sud secondo la direttrice NordEst-SudOvest, collega i centri abitati di Sannazaro de’ Borgundi a Pieve del Cairo. - Strada comunale extraurbana della Corradina (SCOA) che sviluppandosi a Sud del centro abitato di Ferrera Erbognone lo pone in collegamento con l’asse viario principale S.P. 28. - La strada Provinciale S.P. 19 Gropello – Ferrera che sviluppandosi a Nord del centro abitato di Ferrera Erbognone lo pone in collegamento con il centro abitato di Valeggio – Dorno.

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- La strada provinciale S.P. 68 Scaldasole - Ferrera che attraversando il territorio comunale di Ferrera Erbognone lungo i suoi confini Est secondo la direttrice Nord – Sud, collega il centro abitato di Scaldasole con l’asse viario principale S.P. 193 bis. - La linea ferroviaria Pavia-Alessandria, costituita da un unico binario, decorre in direzione Est- Ovest parallelamente all’asse viario principale S.P. 193 bis; essa è interessata dal transito di treni per il trasporto sia di passeggeri (in orari esclusivamente diurni) sia di merci (in orari quasi esclusivamente diurni). 2) Valutazione dei flussi di traffico stradale e ferroviario: i dati di traffico stradale sono stati stimati durante le operazioni di rilievo strumentali dei livelli sonori esistenti sul territorio comunale. 3) Classificazione del reticolo stradale

CLASSIFICAZIONE ACUSTICA PRINCIPALI VIE DI TRAFFICO VIA DI TRAFFICO PRINCIPALI CLASSIFICAZIONE S.P. 193 bis IV S.P. 28 IV VIA DI TRAFFICO SECONDARIE CLASSIFICAZIONE Strada comunale extraurbana della Corradina (SCOA) III S.P. 19 III S.P. 68 III

INDIVIDUAZIONE DELLE ZONE DI CLASSE I, V, VI Successivamente alle fasi di analisi del territorio e della rete infrastrutturale, si è proceduto ad una prima fase di classificazione ha riguardato le zone a cui inequivocabilmente si è potuto assegnare la classe Ia, Va, VIa, in virtù delle loro destinazioni d’uso. CLASSE I e II La classe Ia viene destinata a comparti per i quali la quiete risulta essere un elemento indispensabile: in particolare ci si riferisce ad aree ospedaliere e scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi urbani. Il territorio comunale di Ferrera Erbognone presenta un limitato numero di siti sensibili la cui fruizione richiede un particolare rispetto acustico; tra questi ricordiamo il complesso scolastico di

102 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______via dei Mille, la struttura protetta per anziani AMF di corso della repubblica nonché gli alvei dei torrenti Arbogna-Erbognone e il torrente Agogna costituenti il parco fluviale della bassa Lomellina. Poiché alcuni di questi ricettori sensibili ricadono all’interno delle fasce di rispetto di infrastrutture stradali e ferroviarie, vista l’oggettiva impossibilità ad una loro classificazione in classe Ia (art. 2 comma 3 punto d, L.R. 13/2001), conformemente alle disposizioni indicate all’art.4.1 della d.g.r. 5- 37724 si è proceduto alla loro classificazione in classe IIa. CLASSE V Vengono classificate in classe Va le aree interessate da insediamenti industriali, con scarsità di abitazioni. Nel territorio comunale del comune di Ferrera Erbognone è prevista l’assegnazione della classe Va solo per un’area in ambito di trasformazione produttiva a servizio della raffineria ENI S.p.A. CLASSE VI Vengono classificate in classe VI le aree esclusivamente industriali; nel territorio comunale di Ferrera Erbognone è individuabile una sola area con tale caratteristiche: la Raffineria R&M – ENI S.p.A. E’ opportuno evidenziare che tale insediamento industriale a ciclo continuo pur se inserito in classe VIa alla luce dell’esame di rilevazioni fonometriche prodotte dalla proprietà attesta il rispetto dei limiti previsti della classe Va, soprattutto nel periodo notturno.

103 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

6. PIANO DI MONITORAGGIO PROPOSTO

Il monitoraggio rappresenta un aspetto sostanziale del carattere strategico della valutazione: si tratta di un monitoraggio pro-attivo, da cui trarre indicazioni per il progressivo riallineamento dei contenuti del piano agli obiettivi di sostenibilità stabiliti (azioni correttive di feedback).

L’affermarsi e il diffondersi della capacità di monitorare il processo di piano e di dare conto al largo pubblico dell’efficacia del medesimo, si presenta come uno dei tratti più innovativi rispetto alla prassi amministrativa consolidata. Il monitoraggio ha un duplice compito: - fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in campo dal Piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto; - permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie.

Lo sviluppo del programma di monitoraggio avviene attraverso la messa a punto di una serie di indicatori di stato e di prestazione che possono essere aggiornabili in modo semplice con le risorse e le informazioni disponibili.

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Definizione degli indicatori che si intendono utilizzare per svolgere l’analisi di contesto e il relativo monitoraggio Al fine di procedere alla valutazione degli effetti del Piano sull’ambiente e per consentire un successivo monitoraggio si sono individuati i seguenti indicatori ambientali:

INDICATORI PRIORITARI STATO PREVISIONI DI PIANO FONTI OBIETTIVI PGT

TERRITORIO

Incidenza superficie urbanizzata Comune (% - Sup.Urbanizzato/Sup.Territorio comunale)

Superficie Urbanizzata (somma del "Tessuto urbano consolidato" e "Nuclei Comune di antica formazione")

Indice di frammentazione perimetrale dell’urbanizzato Comune (Rapporto tra il perimetro dell’urbanizzato e la circonferenza del cerchio di superficie equivalente)

Superficie non drenante (kmq - La superficie non drenante, complementare Comune della superficie drenante) Incidenza superficie non drenante (% - Rapporto tra la superficie non drenante e la Comune superficie territoriale)

Superficie aree dimesse Comune (kmq - Superficie delle aree dismesse)

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AMBIENTE URBANO

Ripartizione degli usi del suolo nell’urbanizzato (% - Rapporto tra superficie delle aree afferenti a Comune ciascuna tipologia e superficie urbanizzata totale)

Ripartizione dei servizi nell’urbanizzato (% - Rapporto tra superficie delle aree afferenti a Comune ciascuna tipologia e superficie urbanizzata totale)

Aree verdi pro-capite e per tipologia (mq/ab e mq - Rapporto tra superficie della Comune dotazione a verde e il numero di abitanti residenti)

AGRICOLTURA Incidenza SAU su SAT (% - Rapporto tra superficie agricola utilizzata (SAU) e Regione superficie agricola totale (SAT) Superficie agricola utilizzata (SAU) soggetta a spandimenti Regione-

(kmq - Superficie agricola utilizzata autorizzata per lo Provincia spandimento dei reflui zootecnici e dei fanghi) Incidenza superficie agricola utilizzata (SAU) biologica (% - Rapporto tra superficie agricola utilizzata (SAU) Regione biologica e la superficie agricola utilizzata totale (SAU) DEMOGRAFIA

Popolazione residente Comune (ab - Popolazione residente al 31 dicembre)

106 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

Trend demografico Comune (ab - Annuale da anagrafe comunale)

Densità abitativa (ab/kmq - Rapporto tra la popolazione residente e la Comune superficie territoriale)

Densità abitativa su superficie urbanizzata (ab/kmq - Rapporto tra la popolazione residente e la superficie Comune urbanizzata) RIFIUTI Produzione rifiuti urbani

(t - Quantitativo annuo di rifiuti urbani prodotti)

Produzione rifiuti urbani pro-capite (kg/ab - Rapporto tra la produzione di rifiuti urbani e Provincia - gli abitanti residenti) Regione _ ARPA

Raccolta differenziata (t - Quantitativo di rifiuti raccolti in modo differenziato) ARIA Concentrazione media annuale principali inquinanti (μg/mc - Concentrazione media mensile di PM10,

NO2, CO, SO2, O3, come rilevata dalle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria, ove presenti) Superamento dei livelli di attenzione e allarme per i ARPA Provincia principali inquinanti Regione INEMAR (n. - Numero di superamenti dei livelli di attenzione e

allarme per PM10, NO2, CO, SO2, O3, in relazione alle concentrazioni rilevate dalle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria, ove presenti)

107 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

MOBILITA' Traffico giornaliero medio - TGM Gestore (veicoli/giorno - Numero medio di veicoli transitanti dell'infrastruttura lungo la rete stradale)

Incidenza della rete di Trasporto Pubblico Locale Gestore del (km/kmq - Rapporto tra la lunghezza della rete di TPL servizio e la superficie territoriale) Utilizzo del trasporto pubblico locale Gestore del

(passeggeri*km/anno) servizio Lunghezza piste ciclabili (km) Comune ACQUA Indice Biotico Esteso - IBE ARPA

Livello di Inquinamento da Macrodescrittori - LIM ARPA

Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua – SECA ARPA

Stato Chimico delle Acque Sotterranee – SCAS ARPA

Consumo idrico pro-capite (mc/ab*anno) Gestore

Consumo idrico per tipo di utenza (mc/anno e %) Gestore

Capacità impianti di depurazione pubblici AE Gestore

Capacità residua impianto depurazione AE Gestore Abitanti residenti e unità locali allacciati alla rete Gestore acquedottistica (%)

Abitanti residenti e unità locali allacciati alla rete Gestore fognaria (%)

108 COMUNE DI FERRERA ERBOGNONE – PV VARIANTE DI PGT VAS - Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping ______

Abitanti e unità locali allacciati alla rete fognaria e Gestore depurati (%)

Scarichi autorizzati in corpi idrici superficiali e su Provincia suolo per tipologia (n.) ATTIVITA' ECONOMICHE Camera di Unità locali (n.) Commercio Unità locali per settore di attività economica Camera di (% - Ripartizione nei settori primario, secondario, Commercio terziario)

Aziende agricole Regione (n. - secondo tipologia di cultura prevalente (%)

Aziende zootecniche Regione (n - per tipologia e numero di capi (%)

ASPETTI SOCIALI n° dei momenti di aggregazione Comune n° di iniziative a sostegno di anziani e bambini Comune AMBIENTE NATURALE BIODIVERSITA' Superficie delle aree a bosco (kmq) DUSAF

Superficie aree naturali (kmq - Superficie delle aree Comune naturali non soggette a specifici regimi di tutela)

n° spazi verdi riqualificati/spazi verdi Comune

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ENERGIA

Consumo di energia per vettore (% - Ripartizione del Erogatore consumo di energia per i diversi vettori impiegati)

Consumo di energia per settore (% - Ripartizione del Erogatore consumo di energia nei principali settori) Produzione di energia da fonti rinnovabili (KWh) Comune

Edifici con certificazione energetica (% - Numero di edifici pubblici o a uso pubblico con certificazione Comune energetica)

RUMORE

Incidenza superficie classificata in zone 4 – 5 – 6 (% - Rapporto tra la superficie ricadente nelle classi 4, 5 e Comune 6 della zonizzazione acustica prevista dalla L. 447/199515 e la superficie Territoriale)

RADIAZIONI Sviluppo delle linee elettriche distinte per tensione Comune (Km)

Impianti per la telecomunicazione e la ARPA radiotelevisione (n.) RISCHI

Aziende a rischio di incidente rilevante (n.) ARPA

Superficie aree contaminate (Kmq) ARPA

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