Piano di Emergenza Intercomunale di Protezione Civile

Approfondimento di

Dicembre 2015

Questo Approfondimento, in quanto parte integrante del Piano Intercomunale, deve mantenere un costante rapporto con la Relazione Generale senza la quale risulterebbe incompleto e limitato.

Piano di Emergenza Intercomunale di Protezione Civile

Responsabile Unico del Procedimento (RUP): Comunità Montana Valli del Verbano – Geom. Danilo Bevilacqua

Responsabile del Progetto e Referente Tecnico del Progetto: Comunità Montana Valli del Verbano – Geom. Fabio Bardelli

Coordinamento Amministrativo del Progetto: Comunità Montana Valli del Verbano – Sig.ra Antonella Brusamolin

Supervisione e Stesura del Piano: Dott. Pianificatore Angelo Campoleoni Iscritto all’Albo degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di , N°2479 (VA) Tel. 329.7458779 Email. [email protected] http://www.pianiemergenza.it

Piano redatto ai sensi della Legge 100/2012 e della D.G.R. n.VIII/4732 del 16 maggio 2007

Cassano Valcuvia (VA), dicembre 2015

Il trattamento dei dati personali contenuti nel presente Piano di Emergenza può essere effettuato solo ed esclusivamente per fini istituzionali, nel rigoroso rispetto di quanto stabilito dalla Legge 675/96 e successive modifiche ed integrazioni

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PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Aggiornamenti del Piano

Sequenza Aggiornamenti Data Atto di Approvazione

00 12/2012

01 12/2015

LE PARTI DEL PIANO CHE NECESSITANO DI AGGIORNAMENTO COSTANTE SONO CONTRADDISTINTE DA SOTTOLINEATURA NELL’INDICE

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Contenuto del Piano

- RELAZIONE GENERALE

- ALLEGATI GENERALI

- APPROFONDIMENTI COMUNALI:  AG - COMUNE DI AGRA  AZ - COMUNE DI  BE - COMUNE DI BRENTA  CA - COMUNE DI  CS - COMUNE DI  CT - COMUNE DI  CI - COMUNE DI  CO - COMUNE DI COQUIO TREVISAGO  CR – COMUNE DI  CU - COMUNE DI  CV - COMUNE DI CUVIO  DM - COMUNE DI  DN - DUNO  FE - COMUNE DI  GM - COMUNE DI  GR - COMUNE DI GRANTOLA  LU - COMUNE DI  MPV - COMUNE DI CON PINO E  MP - COMUNE DI  MV - COMUNE DI  OR - COMUNE DI ORINO  RV - COMUNE DI  TLM - COMUNE DI

- CARTOGRAFIA DI INQUADRAMENTO ALLA SCALA DI COMUNITA’ MONTANA: - Tavola 1: Inquadramento Territoriale, Risorse ed Infrastrutture - Tavola 2: Rischi Territoriali - Tavola 2.1: Scenari di Rischio Idraulico ed Idrogeologico - Tavola 2.3: Scenari di Incidente Chimico e da Trasporto di Sostanze Pericolose - Tavola 2.4: Scenari di Incendio Boschivo

- CARTOGRAFIA DI DETTAGLIO ALLA SCALA COMUNALE: - Tavole 1 AG – 1 TLM: Inquadramento Territoriale, Risorse ed Infrastrutture - Tavole 2.1 AG – 2.1 TLM: Scenari di Rischio Idraulico ed Idrogeologico - Tavole 2.3 AG – 2.3 TLM: Scenari di Rischio Chimico-Industriale e da Trasporto di Sostanze Pericolose - Tavole 2.4 AG – 2.4 TLM: Scenari di Incendio Boschivo

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Indice

INTRODUZIONE

1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE TAV 1 CV PAG 7

1.1 DATI GENERALI 1.2 LA POPOLAZIONE 1.3 INQUADRAMENTO URBANISTICO 1.4 LA RETE INFRASTRUTTURALE 1.5 LIFELINES- RETI DI SERVIZIO 1.6 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.7 IDROGRAFIA

2 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE PAG 24

2.1 - IL RISCHIO IDRAULICO TAV 2.1 CV PAG 25

2.1.1 ANALISI E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.1.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEI RISCHI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI 2.1.3 SCENARI DI RISCHIO IDRAULICO: ESONDAZIONE FLUVIALE 2.1.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA-PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.2 - IL RISCHIO IDROGEOLOGICO: FRANE E DISSESTI TAV 2.1 CV PAG 48

2.2.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.2.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEI RISCHI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI 2.2.3 SCENARI DI RISCHIO: FRANE E DISSESTI IDROGEOLOGICI 2.2.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.3 - IL RISCHIO CHIMICO: IMPIANTI A RISCHIO E TRASPORTO DI SOSTANZE PERICOLOSE TAV 2.3 CV PAG 60

2.3.1 IL RISCHIO CHIMICO-INDUSTRIALE 2.3.2 SCENARIO DI RISCHIO: TRASPORTO DI SOSTANZE PERICOLOSE VIA FERROVIA 2.3.3 SCENARI DI RISCHIO: TRASPORTO SOSTANZE PERICOLOSE VIA STRADA 2.3.4 LA GESTIONE DI EMERGENZE CHIMICHE: PROCEDURE OPERATIVE /MODELLO DI INTERVENTO

2.4 - IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI TAV 2.4 CV PAG 70

2.4.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO 2.5.2 ALLERTAMENTO E MONITORAGGIO DEGLI INCENDI BOSCHIVI 2.5.3 SCENARI DI RISCHIO: INCENDI BOSCHIVI 2.5.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.5 - IL RISCHIO EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI PAG 76

2.5.1 PREMESSA 2.5.2 ALLERTAMENTO DEGLI EVENTI METEO ESTREMI 2.5.3 SCENARI DI RISCHIO 2.5.4 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA – PROCEDURE OPERATIVE/MODELLO DI INTERVENTO

2.6 - IL RISCHIO SISMICO PAG 84

2.6.1 PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

2.7 - IL RISCHIO DIGHE PAG 87

2.7.1 ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ E MAPPATURA DEL RISCHIO

2.8 - EVENTI A RILEVANTE IMPATTO LOCALE E ALTRI SCENARI PAG 88

2.8.1 INQUADRAMENTO E LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO 2.8.2 EVENTI A RILEVANTE IMPATTO LOCALE 2.8.3 ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8.4 GESTIONE DELLE EMERGENZE: PROCEDURE DI INTERVENTO EMERGENZE GENERICHE

3 RISORSE COMUNALI TAV 1 CV PAG 94

3.1 LE AREE DI EMERGENZA: SPAZI E STRUTTURE 3.2 MEZZI ED ATTREZZATURE 3.3 VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE 3.4 ALTRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO 3.5 RISORSE PRIVATE E ALTRE RISORSE

4 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE: UCL/COC PAG 104

4.1 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE – UCL/COC

Le sezioni del piano relative agli Scenari sono contraddistinte dalla lettera S di colore rosso, le sezioni relative alle Procedure/Modelli di Intervento dalla lettera P di colore giallo.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA E INDICE

Introduzione Lo scopo principale del Piano di Emergenza Intercomunale è quello di offrire al territorio delle Valli del Verbano uno strumento utile ai fini di Protezione Civile, secondo una logica di compartecipazione tra i Comuni e la Comunità Montana rispetto ad obiettivi comuni quali la prevenzione del rischio e l’organizzazione efficace e tempestiva dei soccorsi in caso di emergenza.

I pregi che un piano di livello sovracomunale porta con sé sono plurimi: la possibilità di analizzare il territorio e le componenti del rischio secondo un’ottica più ampia e d’insieme che permette, in molti casi, di svelare criticità inattese o impercettibili se analizzate alla sola scala locale e di avanzare valutazioni più complete; la possibilità di definire strategie per fronteggiare l’emergenza più idonee ed efficaci, perchè condivise e adottate da più Comuni; la possibilità di condividere risorse ed esperienze che, se messe in comune, possono sortire effetti positivi in termini di risposta all’evento e prevenzione del rischio.

Un piano di Emergenza di Protezione Civile ha, come obiettivo primario, quello dell’efficacia, al fine di garantire opportune soluzioni, sia in termini di prevenzione del rischio, sia in termini di adeguata risposta in caso di emergenza; ogni analisi, ogni azione e ogni strategia effettuata e/o definita a priori può rivestire un’importanza determinante nel momento in cui si manifesta un evento calamitoso.

Il Sistema di Protezione Civile, sia esso nazionale, regionale o locale, per essere efficiente, efficace e costruttivo, deve puntare su strategie ben definite, programmate e strutturate nel tempo quali la realizzazione appunto di strumenti di programmazione e pianificazione, la formazione degli operatori, dei tecnici e dei volontari, l’educazione dell’intera comunità locale alle tematiche del rischio, della sua prevenzione e della risposta alle situazioni di emergenza. Solamente attraverso un progetto sinergico ed integrato, che prenda in considerazione tutti gli elementi costituenti il sistema si potranno ottenere effetti positivi, migliorabili e perfezionabili nel tempo. Questo strumento cercherà di trattare, nelle sue parti, questi aspetti, secondo una logica sistemica che fa di ogni componente un elemento importante, a volte essenziale al fine di perseguire gli obiettivi.

Il Piano è stato riproposto secondo determinate caratteristiche, funzionali al suo effettivo utilizzo: uno strumento che sia aggiornabile nel tempo, implementabile, che sia utile per la Comunità Montana e per i Comuni ad essa appartenenti. Per questo motivo si è cercato di renderlo efficace per i due livelli che tratta e riunisce: quello intercomunale e quello locale. Il documento è strutturato in due sezioni distinte ma assolutamente complementari: una parte generale di Comunità Montana che comprende la relazione, gli allegati e le cartografie di inquadramento e una parte comunale composta dagli approfondimenti, tanti quanti i comuni oggetto del piano e dalle rispettive cartografie di dettaglio.

Per quanto riguarda la veste grafica è stato fatto uno sforzo affinché il documento, in tutte le sue componenti, in particolare per le parti che necessitano di rapida consultazione, risulti leggibile, chiaro e schematico.

Il Piano Intercomunale, in questo suo aggiornamento, verrà affiancato da uno strumento innovativo, un’app appositamente studiata e dedicata al territorio in esame, che consentirà di rendere il Piano uno strumento interattivo di facile diffusione e che supporterà le Strutture comunali ed intercomunali nella gestione del Servizio di protezione civile.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DATI GENERALI 1.1

1 Inquadramento Territoriale TAV 1 CV

1.1 Dati Generali Comune di Cuvio Via Vittorio Veneto, 14

Numero di Reperibilità H24 339.7301291 Vedi numeri telefonici dei membri dell’UCL Tipologia del Territorio Comune di Fondovalle e Montano Superficie 6,04 Kmq Abitanti 1677* Min. 273 mslm (piana del Carreggio) Altitudine Max. 1164 mslm (Campo dei Fiori) Coordinate LAT 45°53’47.96‘’ N Municipio (WGS ’84) LON 8°43’52.55 ‘’ E Cuveglio N

Castello Cabiaglio E

Barasso SE

Comerio S Comuni confinanti SSE

Cocquio - Trevisago SO

Orino O

Azzio O

Casalzuigno NO Distanza (stradale) da Coord. WGS ‘84 Tipologia Nome *Abitanti nucleo principale X Y Nucleo Principale Cuvio - - - Comacchio 1,7 Km 45°53’29‘’ 8°42’54‘’ Di Sotto – Ca’ di Gnem 1,3 Km 45°53’32‘’ 8°43’07‘’ Vedi Paragr. Pora – Residenza la Prealpina 2,0 km 45°53’28‘’ 8°43’20‘’ Frazioni e Località Principali 1.2 Fornaci 4,6 km 45°53’11‘’ 8°44’41‘’ Stabilimento Mascioni 0,6 km 45°53’48‘’ 8°43’28‘’ Lago d’Oro 2,0 km 45°54’05‘’ 8°44’42‘’ Per la descrizione delle caratteristiche climatiche si rimanda alla Relazione Generale del Piano

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE LA POPOLAZIONE 1.2

1.2 La Popolazione Per quanto riguarda i dati relativi alla popolazione di Cuvio, la distribuzione per via risulta essere la seguente1: Indirizzo Residenti Non autosufficienti Localita' Fornaci 2 Localita' Ronco Broggini 2 Piazza Iv Novembre 61 Piazza Roma 45 Via Alighieri Dante 18 4 Via Alla Chiesa 3 Via Belvedere 30 Via Broletto 7 Via Ca' Di Gnem 22 Via Cabiaglio 19 Via Cantone 82 Via Carreggio 2 Via Cavona 6 Via Cavour 21 Via Della Chiesa 42 Via Enrico Fermi 78 Via Erminia Maggi 207 5 Via Gemonio 63 2 Via Giacomo Mascioni 6 Via Giacomo Puccini 59 1 Via Gino Maggi 33 Via Giuseppe Maggi 133 5 Via Giuseppe Verdi 126 2 Via Largo Cappia 22 Via Papa Giovanni Xxiii 32 2 Via Piave 40 1 Via Pora 58 2 Via Porta 32 Via Pretorio 87 1 Via Privata Conti Gerosa 4 Via Ronchetto 41 Via San Rocco 2 Via Tito Livio 7 1 Via Trieste 12 Via Valle Verde 5 Via Valleggio 17 Via Vico 52

1 Popolazione registrata all’anagrafe in data 24/11/2015

8 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE LA POPOLAZIONE 1.2

Via Vincenzo Mascioni 8 Via Vittorio Veneto 22 1 Via Xx Settembre 20 Via Xxv Aprile 114 Vicolo Parr. Don. E.Somaini 15 Villaggio Milano 20 TOT 1677 27

Ecco alcuni dati aggiuntivi sulla popolazione desunti dall’ISTAT (Demo Istat – gennaio 2015)

Popolazione straniera Popolazione <3 anni Popolazione >65 anni<80 Popolazione > 80 anni

168 41 266 125

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO URBANISTICO 1.3

1.3 Inquadramento Urbanistico2

Dal punto di vista urbanistico, il Comune si connota per la presenza di un nucleo principale, Cuvio e di un’unica frazione, Comacchio, sita al confine occidentale del territorio. L’abitato di Cuvio è collegato al territorio circostante dalla SP 45 del Campo dei Fiori e dalla SP 45 Dir. 1. Percorrendo la prima si raggiunge Gemonio, via Azzio; percorrendo invece la seconda si giunge a Cuveglio e al tracciato della SS 394 che rappresenta la direttrice di traffico principale della Valcuvia. “La struttura urbana di Cuvio, nella sua evoluzione può essere considerata pressoché invariata fino ai primi del novecento, dalla cartografia Teresiana e da quella del cessato catasto, si individuano distintamente i due nuclei di Cuvio e di Comacchio, che hanno mantenuto , anche nel tempo la stessa conformazione e struttura sia degli edifici a corte più o meno regolari attestati su strada sia nell’impianto viario. Dalla fine dell’ottocento, il paese inizia a svilupparsi verso le vie Verdi, Vittorio veneto e Tito Livio,con caratteristiche di edifici tipiche dell’epoca di ville signorili o edifici rurali. Nella seconda parte de secolo scorso, lo sviluppo è stato più intensivo dovuto anche alla presenza d’attività produttive come la Mascioni, che aveva attirato un consistente numero di mano d’opera e di indotti produttivi. Lo sviluppo dell’aggregato urgano avveniva a questo punto soprattutto lungo la Sp 45 dir1, che attraversa il paese con il nome di Vincenzo Mascioni prima e di Giuseppe Maggi alla fine, creando una maglia urbana che ha determinato una continuum dell’edificato dei due comuni contermini: Cuvio e Cuveglio.”

Il centro storico di Cuvio è ubicato a ridosso del versante e nelle vicinanze della forra del torrente Broveda, il cui alveo artificializzato lambisce per un ampio tratto un settore densamente abitato del paese di Cuvio. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, il progressivo processo di espansione del paese di Cuvio, avvenuto dal centro storico verso le aree più esterne, ha assunto due direttrici prevalenti, rappresentate dalla SP 45 Dir. 1 per Cuveglio e dalla SP 45 verso Azzio. L’insediamento urbanistico più recente sorge in parte sui detriti alluvionali del conoide del torrente Broveda, in parte lungo la piana del Carreggio caratterizzata da una bassa soggiacenza della falda fratica. Il tessuto più recente è di carattere “diffuso” e connotato da una densità edilizia più bassa rispetto a quella che connota l’area del centro storico. Tutte le strutture (edifici) destinate a servizio pubblico, incluse quelle strategiche ai fini della gestione delle emergenze, sono ubicate al di fuori del nucleo storico. Il Municipio, le Poste e la Farmacia sono ubicate lungo la strada provinciale per Azzio. La Stazione dei Carabinieri è ubicata presso la strada provinciale per Cuveglio. I servizi scolastici comprendono la scuola primaria e una scuola dell’infanzia privata , convenzionata ad uso pubblico, sita nelle vicinanze del campo sportivo comunale. La frazione di Comacchio si connota per la presenza di un nucleo storico ancora ben leggibile dal punto di vista della morfologia insediativa e da un settore abitato di epoca più recente ove l’espansione edilizia, seppur modesta rispetto a quella di Cuvio centro, ha in parte saturato edifici rurali preesistenti ed in parte occupato nuovo suolo. La tipologia edilizia più ricorrente è quella della casa isolata ad uso prevalentemente monofamiliare. In Loc. Pora, a breve distanza dalla frazione di Comacchio è presente una residenza per anziani, raggiungibile percorrendo la Sp 45 Dir per Orino.

2 Informazioni in parte tratte dal “Documento di Piano”, parte del “P.G.T. 2009” del Comune di Cuvio– Vedi Bibliografia

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO URBANISTICO 1.3

Sul territorio comunale, a ovest dell’abitato, nei pressi della “piana del Carreggio”, anch’essa di origine alluvionale, è presente lo stabilimento della Ditta Mascioni S.p.a, specializzata nella stampa dei tessuti.

In Loc. Fornaci è ubicata invece la ditta Salmoiraghi S.a.s., attiva nel settore trattamento oli.

Cuvio non presenta episodi architettonici particolarmente importanti dal punto di vista storico o della loro presenza nel paesaggio. Il Palazzo Litta Visconti Arese domina il panorama del paese. Altri edifici di interesse storico architettonico sono due edifici di culto: la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo e la Chiesa di San Rocco. E’ inoltre elemento di riferimento storico nell’abitato il lavatoio posto allo sbocco del torrente Broveda, a monte dell’abitato (loc. Madonnina), sito in un punto potenzialmente critico in caso di un evento alluvionale eccezionale.

PGT – Cuvio – Evoluzione storica degli insediamenti – Arch.Brusa Pasquè, Avv.Boscolo - 2009

Di seguito si riportano alcuni dati riferiti al censimento generale ISTAT 2011 sul territorio comunale sulle abitazioni.

Numero di edifici residenziali (valori assoluti) per epoca di costruzione 1918 e 1919- 1946- 1961- 1971- 1981- 1991- 2001- 2006 e TOT precedenti 1945 1960 1970 1980 1990 2000 2005 successivi 132 31 23 64 83 28 36 9 13 419

Tipologia costruttiva edifici residenziali muratura portante calcestruzzo armato diverso da muratura portante, calcestruzzo armato TOT 287 70 62 419

11 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETE INFRASTRUTTURALE 1.4

1.4 Rete Infrastrutturale

1.4.1 La Rete Stradale Lunghezz Zona Lunghezza a Tratto Nome Da A Denominazione manutenzion Totale km Comunale e Provinciale3 km Strade principali SP 45 Gemonio del Campo dei Fiori 11,6 km 2 km VI di collegamento SP 45 Dir Comacchio Orino di Pora 1,2 km 1 km VI

SP 45 Dir.1 Azzio Cuveglio degli Organari 3,2 km 2,3 km VI

La strada principale che attraversa il territorio di Cuvio è la Strada Provinciale 45 che si snoda, anche attraverso alcune sue varianti (Dir e Dir1) lungo i versanti meridionali della Valcuvia, consentendo il collegamento diretto con Cuveglio e la SS394, da un lato e Brinzio-Varese dall’altro. E’ una strada caratterizzata da presenza di tratti montani soggetti a dissesti idrogeologici e conseguenti potenziali interruzioni. 1.4.2 La Rete Ferroviaria

Cuvio non è attraversata da percorsi ferroviari, la distanza minima del proprio territorio dalla linea più vicina è di oltre 4Km (Comune di Cittiglio).

1.4.3 Trasporto pubblico su gomma

Il Consorzio Trasporti Pubblici Insubria gestisce il trasporto pubblico via bus, effettuato per conto delle società Castano Turismo e Autolinee Varesine. La linea che interessa il Comune di Cuvio è la seguente: - Varese – Brinzio – Orino - Cuveglio (Linea N13) – Castano Turismo A Cuveglio passa inoltre la seguente linea di fondovalle: - Luino – Cittiglio - Laveno (Linea N15) – Autolinee Varesine Gli orari delle linee gestite dal Consorzio Trasporti Pubblici Insubria sono consultabili al sito: www.civabus.it .

3 I numeri di reperibilità dei responsabili per zone della manutenzione delle strade provinciali sono inseriti all’interno degli Allegati del Piano

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETI DI SERVIZIO 1.5

1.5 Lifelines – Reti di Servizio4

1.5.1 Rete e Punti per l’Approvvigionamento Idrico: Acqua Potabile

La rete idropotabile del comune di Cuvio è alimentata da circa 12 sorgenti. Sono presenti inoltre sorgenti e pozzi privati.

Sorgenti e Pozzi Comunali5 Pubblico/Pr Quota/Prof N° Comune Località Denominazione Tipologia ivato ondità Sorgente captata potabile (A.C. 1 Cuvio Gasperini Pubblica n.d. Cuvio) Sorgente captata potabile (A.C. 2 Cuvio Calori Pubblica n.d. Cuvio) 3.1 Sorgenti captate potabili Cuvio Cava di Marmo Pubblica n.d. 3.2 (Consorzio Campo dei Fiori) 4 Cuvio Madonnina Non captata - Lavatoio Pubblica n.d. 5 Cuvio - Non captata - Lavatoio Pubblica n.d. Fontana Fontana 6 Cuvio Sorgente non captata Pubblica n.d. dell’Avvocato dell’Avvocato Sorgente captata potabile (A.C. 7 Cuvio Pianazze Pubblica n.d. Castello Cabiaglio) Strada per Strada per Castello Sorgente captata potabile (A.C. 8 Cuvio Pubblica n.d. Castello Cabiaglio Cabiaglio Castello Cabiaglio) 9.1 9.2 Sorgenti captate potabili Cuvio Fornaci Fornaci Pubblica n.d. 9.3 (Consorzio Campo dei Fiori) 9.4 Sorgente potabile (A.C. Cuvio) 10 Cuvio Nuova Pubblica n.d. non collegata alla rete Sorgente che alimenta i laghetti 21 Cuvio Molino Simone Molino Simone Privata n.d. di pesca sportiva 30 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 1 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 86,3 p. 25 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 2 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 66,5 p. 31 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 3 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 36,0 p. 21 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 4 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 30,0 p. 27 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 9 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 70,7 p. 24 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 5 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 31,5 p. 23 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 10 Pozzo ad uso industriale chiuso Privato 32,5 p. 22 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 6 Pozzo ad uso industriale chiuso Privato 43,5 p. 32 Cuvio Piana Carreggio Mascioni – Pozzo 7 Pozzo ad uso industriale attivo Privato 33,0 p.

1.5.2 Rete del Gas

L’ente gestore della rete Gas in Cuvio è Enel Gas. “La rete GAS del comune di Cuvio è costituita da tubazioni a media e a bassa pressione. La linea in media pressione proviene dal comune di Azzio. Tale linea, costeggia il lato sud del

4 Informazioni tratte dal P.U.G.S.S. del Comune di Cuvio – a cura di Idrogea Servizi Srl e dello Studio Tecnico Associato Brusa Pasquè – Anno 2010 .

5 Dati tratti dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. Uggeri e Dott. Geol.P. Fantoni – Idrogea Servizi Srl – febbraio 2010

13 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETI DI SERVIZIO 1.5 complesso industriale “Mascioni” fino a giungere su via Mascioni (percorsa per un brevissimo tratto). La tubazione segue poi il percorso definito da Largo Cappia, attraversando Piazza Peregrini e proseguendo lungo via Vittorio Veneto, al termine della quale devia verso sud in corrispondenza di via Giuseppe Maggi per giungere infine alla cabina di trasformazione media pressione-bassa pressione ubicata in via Erminia Maggi. Le linee a bassa pressione sono invece distribuite secondo diverse direttrici che percorrono le vie caratterizzate dalla presenza di un maggior carico insediativo/abitativo. (omissis).”

La località Comacchio è servita da una rete gas diversa da quella che serve il centro abitato di Cuvio. Si identifica una linea di media pressione proveniente dal comune di Azzio lungo via Gemonio che arriva ad allacciare le abitazioni poste in località Comacchio di sotto. Il settore di Comacchio di sopra è invece allacciato alla rete da una serie di tubazioni in bassa pressione, che nascono dalla cabina di trasformazione posta lungo via Gemonio.

I tratti terminali di tutte le linee precedentemente descritte (sia aeree che interrate) sono caratterizzati dalla presenza di una serie capillare di allacciamenti minori, che consentono l’allacciamento alla rete da parte di tutte le utenze distribuite nel territorio comunale.” 1.5.3 Rete Fognaria e Depurazione

“La Rete fognaria di Cuvio è gestita dal Comune stesso ed è connessa al depuratore di Casalzuigno, gestito dalla Società Prealpi Servizi Arl. Al depuratore di Casalzuigno complessivamente sono connessi 5 comuni (Azzio, Casalzuigno, Cuveglio, Cuvio e Orino); l’insieme della rete fognaria di detti comuni è definito dall’ATO di Varese come agglomerato AG16. Dal punto di vista funzionale la rete fognaria comunale è costituita da una rete di collettori che convogliano separatamente le acque miste, le acque bianche e le acque nere. Il recapito finale è costituito dal collettore intercomunale esistente che scarica le acque al depuratore consortile di Casalzuigno”. 1.5.4 Rete Elettrica

“Il territorio di Cuvio è interessato dalla presenza di una linea dell’alta tensione aerea (linea AT) che attraversa il centro abitato con direzione ENE-WSW all’altezza di via Enrico Fermi. Non si individuano cabine di trasformazione lungo tale linea. Il territorio di Cuvio è interessato dalla presenza di una linea di media tensione interrata, che si sviluppa percorrendo interamente via Gino Maggi fino all’incrocio con via Giuseppe Maggi, la quale viene percorsa verso nord per circa 250m. All’altezza di via Fermi (nella omonima cabina di trasformazione), la linea si divide in due tronchi: - un tratto percorre nuovamente via Giuseppe Maggi verso nord fino a raggiungere il comune di Cuveglio; - l’altro tratto prosegue in direzione ovest percorrendo la restante parte di via Fermi per poi proseguire in direzione sud percorrendo per circa 100m via Erminia Maggi. In corrispondenza dell’incrocio con via Tito Livio, la linea devia per un breve tratto verso ovest, fino a giungere all’incrocio con via Trieste. Tale via viene percorsa in direzione sud (per circa 100m), per poi deviare verso nord su via Dante e via Cantone. Al termine di via Cantone la linea principale prosegue verso ovest per raggiungere ed allacciare i complessi industriali della ditta “Mascioni”. Si identifica, oltre alle due linee principali sopra descritte: - un breve tratto interrato, proveniente dal comune di Azzio, che garantisce alle utenze della località Comacchio l’allacciamento alla linea MT posta in corrispondenza di via Gemonio e via Pora;

14 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE RETI DI SERVIZIO 1.5

- una linea interrata posata in corrispondenza della sede stradale della S.P. 45 che garantisce l’allacciamento alla rete elettrica per le utenze poste in località Fornaci. Lungo il percorso della linee interrate sono distribuite n. 6 cabine di trasformazione MT-BT posizionate in corrispondenza delle seguenti vie di comunicazione: - via Gino Maggi (angolo nord-est del campo sportivo); - metà via Fermi; - via Dante (a nord-ovest del municipio); - in prossimità di via Cantone; - ditta “Mascioni”; - via Gemonio. Linee bassa tensione (BT) - Le linee elettriche BT nascono dalle diverse cabine di trasformazione MT-BT distribuite nel territorio comunale. (omissis – vedesi PUGSS). Per quanto riguarda la località Comacchio, essa è servita da una serie di tratti aerei con sviluppo prevalentemente rettilineo e aventi direzione nord-sud, che allacciano alla rete elettrica il settore di Comacchio di sopra. Un allacciamento secondario (aereo) si estende per allacciare le utenze ubicate in via Ca’ di Gnem in località Comacchio di sotto. I tratti terminali di tutte le linee precedentemente descritte (sia aeree che interrate) sono caratterizzati dalla presenza di una serie capillare di allacciamenti minori, che consentono l’allacciamento alla rete da parte di tutte le utenze distribuite nel territorio comunale.”

La rete dell’illuminazione pubblica è gestita da Enel - Sole.

I numeri telefonici dei Gestori delle Reti Comunali di Servizio sono inseriti nella Scheda UCL al Capitolo 4

15 PIANO DI EMERGENZA I N TERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.6

1.6 Inquadramento Geomorfologico6

“Sotto il profilo geomorfologico il territorio di Cuvio si colloca tra la linea di cresta del monte Campo dei Fiori (a sud) e il fondovalle della Valcuvia (a nord). In base alla morfologia, il territorio comunale può essere suddiviso nei seguenti settori:

Settore montano superiore: Morfologia rilevata, con pendii da molto acclivi a sub-verticali, a substrato affiorante o sub affiorante sotto copertura detritica stabilizzata. Il settore si estende tra la cresta del Campo dei Fiori e la base della falda detritica (800 m circa). Sono presenti fenomeni carsici, sia superficiali che profondi, con ingressi presso le aree di cresta.

Settore montano intermedio: Pendii mediamente acclivi, ad eccezione degli impluvi, fortemente incisi. Copertura continua e di significativo spessore di depositi glaciali dell'Alloformazione di , che raggiungono una quota massima in affioramento di circa 820 m. Nella fascia altimetrica attorno a 750-700 m circa corre una superficie a bassa acclività, presumibilmente legata alla presenza, sotto la copertura glaciale, delle Marne del Pizzella, sempre associate ad addolcimenti della morfologia. Il settore è limitato inferiormente dalla piana (valle) sospesa di Castello Cabiaglio, elemento con orientazione trasversale al pendio (ENE-WSW) che separa il versante nord del Campo dei Fiori dal M. Martinello, coincidente con il lineamento principale della faglia di . Sul fianco sinistro della piana, all’altezza di Fornaci, si succedono gli arrivi di due rami (orientale e centrale) del T. Broveda. In corrispondenza del ramo orientale, è presente un conoide relitto, conservato solo in sponda destra, profondamente rimodellato dall’incisione. Il conoide è terrazzato e sospeso di circa 6 m sull’alveo attuale del Broveda, le cui sponde sono fortemente asimmetriche perché in riva sinistra si sviluppa una superficie più bassa (altezza 3 m circa) e più recente, originata da trasporto in massa lungo modeste incisioni e da processi colluviali di versante, attualmente prive di circolazione idrica di rilievo. La suddivisione in settore montano superiore e intermedio non è valida per la porzione occidentale dell’alto e medio versante del Campo dei Fiori. All’altezza del Forte di Orino si diparte in direzione nord una stretta dorsale (con una possibile componente di controllo tettonico) limitata verso est da un versante acclive, caratterizzato da ridotti spessori della copertura glaciale e da valli (ramo occidentale del T. Broveda) meno incise e più regolari rispetto a quelle limitrofe.

Settore montano inferiore: Comprende il Monte Martinello e il basso versante nord del massiccio del Campo dei Fiori, che a ovest della forra del T. Broveda giunge fino al fondovalle (piana del Carreggio), a cui si raccorda attraverso un’estesa superficie colluviale a bassa pendenza. Il settore è caratterizzato da versanti mediamente acclivi con diffusa copertura glaciale (M. Martinello, area di Comacchio). La parte bassa evidenzia un forte controllo strutturale (omissis). Anche la piana sospesa su cui sorge il centro storico di Cuvio, spesso interpretata come conoide relitto, è in realtà una superficie strutturale riconducibile allo stesso sistema tettonico.

6 Tratto dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. A. Uggeri e Dott. Geol.P. Davide Fantoni – Idrogea Servizi Srl – febbraio 2010

16 PIANO DI EMERGENZA I N TERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO 1.6

Settore di raccordo al fondovalle: E’ rappresentato dal conoide di Cuvio e dai terrazzi fluvioglaciali/fluviali a est dello stesso, compresi tra quota 290 e 280 m circa. Nel conoide di Cuvio è riconoscibile un apparato più antico, di scarsa evidenza morfologica. L’apparato più recente si sviluppa per una lunghezza di circa 600 m. tra quota 290 e 283 m, con una superficie a bassissima inclinazione, a sezione trasversale quasi piatta. Le sue porzioni distali si saldano con quelle del conoide del T. Gottardo, dividendo il fondovalle in due distinti settori, tributari l’uno del bacino del Boesio (Piana del Carreggio), l’altro del bacino del ; esso funge, pertanto, da spartiacque idrografico in valle. Il raccordo con la piana del Carreggio avviene in assoluta continuità morfologica, mentre il limite con la piana orientale è una discontinuità morfologica, con un dislivello massimo di 4-5 m.

Settore di fondovalle: E’ caratterizzato da due aree sub-pianeggianti, internamente prive di discontinuità morfologiche, separate dal conoide di Cuvio. La successione litologica e le relazioni morfologiche con le unità limitrofe indicano una loro diversa evoluzione recente, che presumibilmente si è protratta fino dalle fasi iniziali della deglaciazione. La piana del Carreggio (bacino del Boesio) è stata fino ai primi decenni del 1800 un’area palustre, in cui sono andati accumulandosi torbe per uno spessore di 10-15 m. Dal punto di vista della dinamica morfologica è un’area critica, perché soggetta ad esondazioni sistematiche da parte del Torrente Boesio e dei suoi affluenti. La piana del Torrente Cantevrina (il rio Boesio, n.d.r.), oltre a svilupparsi ad una quota più bassa (273 m in corrispondenza della testata, contro i 279 m della piana del Carreggio) è una piana sabbiosa o sabbioso-limosa, impaludata solo localmente, in corrispondenza delle aree di spaglio di alcuni affluenti.”

il territorio di Cuvio presenta diverse situazioni di dissesto, riconducibili alle seguenti due categorie, a seconda dei processi che li determinano: a) i processi legati alla dinamica di versante:

- aree di crollo individuate presso le pareti rocciose del versante nord del Campo dei Fiori; - versanti potenzialmente instabili su pendii caratterizzati da valori di elevata acclività, che “coincidono con quei tratti dell’impluvio del Torrente Broveda che assumono carattere di forra, presenti sul versante Nord del Monte Martinello e sul versante Nord del Monte Campo dei Fiori”; - un’area di frana attiva presente sul fianco destro del canalone della Sorgente nuova; - versanti fortemente acclivi, con pendenze superiori a 20° (in presenza di coperture quaternarie con spessore significativo) e a 35° (in roccia). b) i processi legati alle acque superficiali: - esondazioni fluviali del torrente Boesio, del torrente Broveda (meno probabili) e del Rio Boesio (noto anche in loco sotto la denominazione di Torrente Cantevrina); - dissesti di carattere torrentizio: fenomeni di trasporto in massa (debris flow) nel settore montano del torrente Broveda, presso la forra a valle di Castello Cabiaglio e presso l’area di conoide del torrente (fenomeni a bassa probabilità di accadimento).

Una descrizione puntuale delle aree caratterizzate da fenomeni franosi e di dissesto idrogeologico è compresa all’interno del Capitolo 2 – Analisi e Valutazione del Rischio - parte 2 – Il Rischio Frane e Dissesti Idrogeologici.

17 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

1.7 Idrografia

1.7.1 Corsi d’Acqua

Reticolo Idrico Principale

COD Denominazione

VA031 Torrente Boesio

VA013 Rio Boesio7

VA027 Torrente Broveda

Il Reticolo idrico principale di Cuvio è connotata dalla presenza di due corsi d’acqua di fondovalle, il torrente Boesio ed il Rio Boesio e di un corso d’acqua d’ambito montano, il torrente Broveda, sul cui conoide alluvionale è ubicato il centro abitato di Cuvio.

Il torrente Boesio e il Rio Boesio, affluente del torrente Rancina (a sua volta tributario del Margorabbia), scorrono lungo la piana alluvionale in direzione opposta, il primo verso ovest (sfocia a Laveno), il secondo verso est in direzione di Rancio V.

Lo spartiacque tra i bacini idrografici del torrente Boesio e del Rio Boesio è sostanzialmente rappresentato dal tracciato della SP 45 nel tratto tra la Loc. Canonica in comune di Cuveglio e l’abitato di Cuvio ed è stato determinato dalla convergenza e saldatura fra il conoide del torrente Broveda e il conoide del torrente Gottardo (che scorre in comune di Cuveglio, fino alla confluenza attuale nel Canale Boesio Nuovo).

Il torrente Broveda nel settore montano, caratterizzato da versanti acclivi, riceve le acque di numerosi ruscelli prevalentemente in sponda idrografica sinistra. In prossimità della casa colonica di Ronco Broggini si inforra in un solco profondo 50 m. Si tratta di un torrente che dispone di una notevole capacità erosiva e potenzialmente in grado di generare fenomeni pericolosi di trasporto in massa, più probabili però nel settore più a monte del suo percorso.

Lo sbocco del torrente ai piedi della forra, presso il centro storico di Cuvio, necessita di attento monitoraggio, in quanto rappresenta un punto potenzialmente critico in caso di eventi di piena connotati da elevato tempo di ritorno.

I tempi di corrivazione del torrente Broveda, considerate le caratteristiche del bacino idrografico e dei versanti, sono brevi. A causa di eventuali dissesti nei pressi dell’alveo il torrente in piena potrebbe trasportare a valle anche materiale solido.

Il torrente prosegue poi il suo percorso su un alveo artificiale entro un’area densamente edificata del centro abitato di Cuvio in direzione della piana del Carreggio fino al punto di immissione nel torrente Boesio.

Per i dettagli sugli scenari di Rischio Idraulico si rimanda al Capitolo 2.1.

7 Appartiene al reticolo idrico principale il tratto del Rio Boesio dalla strada Cuveglio-Valle Cavona allo sbocco nel T. Rancina.

18 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

Nel settore ove è ubicato lo stabilimento della società Mascioni è presente un canale, detto Canale Carreggio, che convoglia le acque nel torrente Boesio in un’area storicamente soggetta ad alluvione.

Il settore ad est dell’abitato si connota invece per la presenza di modeste rogge tributarie del Rio Boesio, che segna con il suo tracciato il confine comunale con il comune di Cuveglio. Poco più a est, in Loc. Lago d’Oro sono presenti alcuni laghetti artificiali.

Ai sensi dell’attività di polizia idraulica i corsi d’acqua presenti sul comune sono distinti a seconda della loro appartenenza al reticolo idrico principale o secondario8. Appartengono al reticolo idrico principale il Torrente Boesio, il Rio Boesio, ed il torrente Broveda, la cui manutenzione è di competenza dello STER – Regione Lombardia.

Il Torrente Boesio

RETICOLO IDRICO PRINCIPALE9 TORRENTE BOESIO COD VA031

Descrizione Generale Affluente del Lago Maggiore, scorre a partire dalla strada Cuvio-Canonica nella zona pianeggiante della bonifica del Carreggio, raccoglie le acque del Monte del Campo dei Fiori, dei Monti della Colonna, Ganna, Nudo, di Vararo e del Sasso del Ferro ed ha carattere prevalentemente pianeggiante e torrentizio. Estensione Pendenza Bacino di Lunghezza Comuni Quota Foce lineare Media appartenenza complessiva attraversati Max in tratti abitati 11,8 km di 0,7% Lago 3,1 km (fra Cuvio 277 Lago cui circa 1 Maggiore Cittiglio e Cuveglio mslm Maggi Km in Laveno Casalzuigno ore Comune di Mombello) Azzio Cuveglio Brenta Gemonio Cittiglio Laveno M. Eventi alluvionali passati Data evento Località Tipologia Descrizione evento danni

2002 (Ultimo evento significativo). Area prossima Esondazione Nessuno Precedenti in Valcuvia: 1976-1977- all’immissione rilevante a 1983-1986-1992-1994-1995-2000 del t. Gottardo – Cuveglio. Seri Piana del in altri Carreggio Comuni Criticità riscontrate lungo il percorso L’area è soggetta ad alluvioni frequenti (T.R. pari a circa 10 anni) Opere di difesa Canale Boesio Nuovo Tratti tombinati No

8 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro) 9 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro) e dallo “Studio Geologico, Idrogeologico e Idraulico del Territorio a Supporto del Piano di Sviluppo Socioeconomico “ – Comunità Montana della Valcuvia, 2000 , (Studio Tecnico Associato Geologia)

19 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO PRINCIPALE10 RIO BOESIO COD VA013

Descrizione Generale Affluente principale del Torrente Rancina nel quale si immette in Località Molino Andreoni, in Comune di Cassano V., si origina in comune di Cuveglio, loc. Canonica. Scorre nel fondovalle della Valcuvia in aree pressochè pianeggianti. Ad esso vengono recapitate le acque che gli affluenti raccolgono lungo i versanti della Valcuvia e quella delle rogge che drenano le aree prative del fondovalle. Estension Pendenza Bacino di Lunghezza Comuni Quota Sboc e lineare Media appartenen complessiva attraversati Max co Bacino za in tratti abitati 5009 m n.d. Torrente 0 m Cuveglio 279 254 Rancina Cuvio mslm msl m Rancio (torr Valcuvia ente Cassano V. Ranc ina) Eventi alluvionali passati Data evento Località Tipologia evento Descrizione danni Sezione del Rio Boesio nei pressi del ponte di via Molino Galli 2002 Esondazione Criticità riscontrate lungo il percorso Sezioni del ponte di via per Cavona e del Ponte di via Molino Galli. Critiche in caso di piene eccezionali (TR = 200 anni). Aree golenali soggette ad esondazioni (TR10 e 200) e non circoscritte. Opere di difesa Opere di difesa spondale Tratti tombinati Il corso d'acqua non presenta tratti tombinati. Portate del torrente T=10 anni T=200 anni Portata di magra 31 mc/sec 61 mc/sec 40 l/sec (flusso minimo vitale)

10 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro) e dallo “Studio Geologico, Idrogeologico e Idraulico del Territorio a Supporto del Piano di Sviluppo Socioeconomico “ – Comunità Montana della Valcuvia, 2000 , (Studio Tecnico Associato Geologia)

20 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO PRINCIPALE11 TORRENTE BROVEDA COD VA027

Descrizione Generale Affluente del Torrente Boesio, dove confluisce nella piana del Carreggio, raccoglie le acque del versante Nord del Monte del Campo dei Fiori ed ha carattere montano per la parte a monte di Cuvio e pianeggiante per la parte a valle del centro abitato. Al di fuori dei centri abitati raccoglie le acque di scolo delle rogge delle aree prative. Il corso d'acqua attraversa il centro abitato di Cuvio, in tale tratto l'alveo presenta opere di regimazione. Estension Pendenza Bacino di Lunghezza Comuni Quota Sboc e lineare Media del appartenen complessiva attraversati Max co Bacino za in tratti abitati 4374 m % Torrente 758 m Castello C. 1070 277 Boesio (Cuvio) CuvIO mslm msl m (t. Boes io) Eventi alluvionali passati Data evento Località Tipologia Descrizione evento danni 1783 Centro urbano Tracimazione n.d. Criticità riscontrate lungo il percorso a) Attraversamento S.P. n° 45: criticità per insufficienza idraulica (TR200), fenomeni di trasporto solido. b) Tratto a monte del centro abitato di Cuvio:

criticità legate ad esondazioni (TR200) , danneggiamento/erosione di strutture in alveo, fenomeni di trasporto solido c) Tratto a valle del centro abitato di Cuvio: criticità legate a dissesto dell’alveo e/o delle sponde, materiale di deposito presente in alveo d) Attraversamento Sp 45 Dir. 1 – via Vittorio Veneto e) Innesto nel Torrente Boesio: aree golenali soggette ad esondazioni e non circoscritte, con presenza di materiale solido in deposito e rimobilizzabile Opere di difesa Regimazione dell’alveo (artificiale) Tratti tombinati No

Portate del torrente

T=10 anni T=200 anni Portata di magra 30 mc/sec 50 mc/sec 23l/sec (flusso minimo vitale)

11 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro) e dallo “Studio Geologico, Idrogeologico e Idraulico del Territorio a Supporto del Piano di Sviluppo Socioeconomico “ – Comunità Montana della Valcuvia, 2000 , (Studio Tecnico Associato Geologia)

21 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

Reticolo Idrico Minore12

In territorio di Cuvio sono presenti alcuni corsi d’acqua, appartenenti al reticolo idrico minore, corrispondenti a piccoli torrenti o a rogge che attraversano la piana alluvionale. I torrenti montani attraversano ambiti perlopiù boschivi, caratterizzati da pendenze elevate, territori impervi e aree soggette a dissesto, per tali ragioni il rischio idrogeologico connesso ad una loro azione deve essere attentamente valutato anche nell’ottica di prevenire il rischio e presidiare gli ambiti montani.

Denominazione Canale del Carreggio Torrente Loc. Cavone Torrente Loc. Cavona

RETICOLO IDRICO MINORE CANALE DEL CARREGGIO Descrizione Generale

Torrente di fondovalle che raccoglie principalmente le acque di scolo e di drenaggio della Piana del Carreggio. Estensione Bacino di Lunghezza Comuni attraversati Quota Massima Quota Sbocco lineare appartenenza complessiva in Minima tratti abitati 1620 m Torrente Boesio 0 m. Cuvio 286 mslm 273 mslm Torrente Azzio Boesio Eventi alluvionali passati

Criticità riscontrate lungo il percorso

Tratti tombinati No

RETICOLO IDRICO MINORE TORRENTE LOC. CAVONA Descrizione Generale Affluente del Torrente Boesio, si origina in loc. Valcanasca (Rancio Valcuvia) e raccoglie le acque di una valle parallela alla Valcuvia posta ai piedi del versante nord del Campo dei Fiori. Estensione Bacino di Lunghezza Comuni attraversati Quota Quota Sbocco lineare appartenenza complessiva in Massima Minima tratti abitati 2805 m Rio Boesio 0 m. Cuveglio 325 mslm 276 mslm Rio Boesio Cuvio Rancio Valcuvia Eventi alluvionali passati

Criticità riscontrate lungo il percorso Criticità idraulica dei tratti tombinati Tratti tombinati Presenta un lungo tratto tombinato in corrispondenza dell'abitato di Cavona ma non lo attraversa.

12 Informazioni tratte dallo Studio di Determinazione del Reticolo Idrico Minore – Comunità Montana Valli del Verbano, Novembre 2010 (Ing. A.Bai, Geol. R.Carimati, Geol. G.Zaro)

22 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IDROGRAFIA 1.7

RETICOLO IDRICO MINORE TORRENTE LOC. CUVIO Descrizione Generale Breve corso d'acqua temporaneo che drena la porzione terminale del versante nord del Monte Martinello limitrofa al centro abitato di Cuvio. Non presenta ramificazioni. Estensione lineare Bacino di Lunghezza Comuni Quota Quota Sbocco appartenenza complessiva in tratti attraversati Massima Minima abitati 169 m Torrente Boesio 84 m. Cuvio 326 mslm 282,5 Torrente Boesio mslm Eventi alluvionali passati

Criticità riscontrate lungo il percorso Sezioni tombinate Tratti tombinati Termina con tombinatura.

1.7.2 Bacini idrici e Dighe

Sul territorio comunale, il località Lago d’Oro è presente un Laghetto artificiale destinato alla pesca sportiva, non utilizzabile ai fini Antincendio.

23 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE PREMESSE 2

2 Rischi, Scenari, Allertamento e Procedure

Struttura del Capitolo

Il capitolo 2, rappresenta il cuore del Piano di Emergenza, raccoglie al proprio interno, per favorire una lettura schematica ed operativa del piano, suddivise per tipologia di Rischio, le seguenti sezioni:

a. Analisi e Mappatura dei Rischi, b. Allertamento (per i rischi prevedibili) e Monitoraggio, c. Scenari di Rischio, d. Procedure Operative/Modelli di Intervento.

Per quanto riguarda l’introduzione ai concetti di Rischio, Esposizione e Vulnerabilità, si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.

Per quanto riguarda l’introduzione all’organizzazione e alla denominazione delle Strutture Operative, al ruolo dei componenti si rimanda al Capitolo 4 del presente Approfondimento e della Relazione Generale.

Le parti descrittive generali, riferite alle varie tipologie di rischio, sono state inserite all’interno della Relazione Generale del Piano, essendo parti di tipo perlopiù nozionistico che riguardano tutti i Comuni oggetto del piano. Nella Relazione Generale inoltre, si è cercato di offrire il quadro analitico e sintetico dei rischi alla scala intercomunale, non tralasciando l’intento primario di questo Piano che è appunto quello di offrire uno strumento di protezione civile di livello sovracomunale. All’interno degli Approfondimenti si è cercato di dare risalto, in modo schematico, soprattutto agli aspetti locali e maggiormente operativi. Tale schematizzazione limita la dispersione testuale e aiuta a ricercare l’informazione in modo più rapido e mirato.

24 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

2.1 Il Rischio Idraulico TAV 2.1 CV

2.1.1 Analisi e Mappatura del Rischio

Il comune di Cuvio, nel proprio ambito di fondovalle, è soggetto a rischi di natura idraulica in seguito a fenomeni di esondazione del torrente Boesio, del Rio Boesio (con l’apporto di alcune rogge che vi affluiscono) in ambito di fondovalle e del torrente Broveda in ambito urbanizzato.

Per la descrizione sulle caratteristiche e la natura del Rischio Idraulico si rimanda alla Relazione Generale del Piano, Capitolo 2.1.

Per quanto riguarda la descrizione del reticolo idrico si rimanda al Capitolo 1.7 del presente Approfondimento.

L’abitato di Cuvio è interessato dall’attraversamento del torrente Broveda che può dar luogo ad eventi di esondazione potenzialmente accompagnati da fenomeni di dissesto idrogeologico (colate detritiche) in occasione di eventi rari-eccezionali (connotati da un tempo di ritorno molto lungo, pari a 200 anni o superiori).

Gli studi di riferimento per la definizione delle aree vulnerabili alle esondazioni che sono stati presi in esame sono: - Le carte del Rischio del PTCP della Provincia di Varese, redatte anche sulla base di studi idraulici quali lo Studio dell’Università dell’Insubria del 2003, poi integrato nel 2004, che individua secondo una modellazione idraulica le aree soggette al rischio esondazione del torrente Boesio. - Lo Studio geologico del territorio comunale più recente; - Lo Studio geologico, idrogeologico e idraulico, parte del P.S.S.E. della ex Comunità Montana della Valcuvia del 2000;

ESONDAZIONE DEL TORRENTE BOESIO NEL SETTORE OVEST DEL COMUNE

La “Carta del Rischio” RIS 1 del PTCP individua come aree di esondazione a pericolosità elevata un vasto settore della piana alluvionale del torrente Boesio ubicato a nord e ad ovest dello stabilimento Mascioni. L’area prossima alla confluenza del torrente Broveda nel torrente Boesio è addirittura valutata come area di esondazione a pericolosità molto elevata.

Lo studio geologico comunale (febbraio 2010) in merito alle esondazioni del torrente Boesio riporta informazioni sulle esondazioni passate tratte da varie fonti; nella relazione è inclusa una tabella, riportata di seguito, che elenca i principali eventi di piena e ne descrive le conseguenze più serie. Dalla tabella si coglie che l’area della piana del Carreggio, pur essendo stata più volte coinvolta da eventi alluvionali di una certa entità, non è l’area ove le conseguenze delle esondazioni del Boesio sono più serie.

25 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Studio geologico del territorio comunale - Eventi di esondazione del torrente e loro effetti, secondo quanto ricostruito dalla Stampa

Lo studio geologico a supporto del PGT ha individuato tre differenti aree di esondazione, in parziale sovrapposizione, derivate da distinte fonti:

1) aree potenzialmente esondabili per Tr=100 anni, riprese dallo studio idraulico del Torrente Boesio effettuato dall'Università degli Studi dell'Insubria e di Pavia, per la Provincia di Varese (2004): sono limitate ad una fascia di fondovalle che si prolunga in direzione SE, fino a giungere agli argini posti a protezione dell’impianto di depurazione della ditta Mascioni. La modellizzazione idraulica evidenzia l’insufficienza dell’alveo e delle arginature a contenere le piene secolari in tutto il tratto tra la sezione idraulica prossima alla confluenza del Rio del Camposanto e la sezione idraulica corrispondente al ponte del depuratore di Casalzuigno. 2a) aree ripetutamente allagate in occasione di precedenti eventi meteorici e soggette ad alto rischio di esondazione 2b) aree ripetutamente allagate in occasione di precedenti eventi meteorici e soggette a potenziale rischio di esondazione. Si tratta di aree presumibilmente perimetrate in base a criteri morfologici, recepite dal recente aggiornamento della componente geologica del PGT (Maffei e Prati, 2008) e derivanti a loro volta dallo studio geologico per il precedente PRG (Maffei, 1997), per la quali non è possibile definire né tempi di ritorno, né velocità e altezza dell’acqua.” Nella relazione viene indicato che le aree soggette ad esondazione richiederebbero una nuova delimitazione sulla base di studi idraulici accurati.

26 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Dalla carta emerge che le aree a più elevato rischio di esondazione sarebbero relative principalmente a due settori: - Le aree ubicate in diretta prossimità del Canale Boesio Nuovo; - Le aree ubicate presso la confluenza del Canale Carreggio con un canale secondario che raccoglie le acque provenienti da rogge del settore posto a sud dello stabilimento Mascioni.

Immagine Tav. 5 dello Studio geologico del territorio comunale – In rosso le aree con elevata probabilità di esondazione delimitate su base morfologica; perimetrale in azzurro quelle con bassa probabilità di esondazione; indicate con tratteggio marrone orizzontale le aree potenzialmente esondabili per Tr=100 anni, riprese dallo studio idraulico del Torrente Boesio (Università degli Studi dell'Insubria e di Pavia, per la Provincia di Varese (2004)).

Lo Studio geologico, idrogeologico e idraulico, parte del P.S.S.E. della ex Comunità Montana della Valcuvia del 2000, sulla base di una modellazione che tiene conto della adeguatezza o dell’insufficienza idraulica di alcune sezioni d’alveo, individua le aree soggette a rischio di esondazione in base ad eventi di piena di tipo ordinario (Tempo di Ritorno T.R. = 10 anni) e di tipo eccezionale / straordinario (T.R. = 200 anni).

Lo studio rileva come molte sezioni del Canale Boesio Nuovo siano idraulicamente insufficienti anche nel caso di eventi di piena di tipo ordinario. Punto particolarmente critico sarebbe la confluenza del Torrente Gottardo (Canale Nuovo) proveniente da Cuveglio, nel Canale Boesio Nuovo, che determinerebbe l’allagamento di un vasto settore della piana anche in caso di eventi con tempo di ritorno relativamente breve.

Fra le aree soggette al rischio alluvionale per eventi di piena di tipo eccezionale (T.R. = 200 anni) ricadrebbe, secondo la perimetrazione dello studio geologico della ex Comunità Montana della Valcuvia, anche il settore ovest dello stabilimento Mascioni, diversamente da quanto indicato dalla Tav. 5 dello Studio geologico del territorio comunale.

Con buona probabilità dunque, salvo eventi alluvionali di tipo veramente straordinario, gli effetti di una piena del torrente Boesio non interesserebbero aree con presenza di elementi antropici significativi, bensì aree naturalizzate ubicate nelle dirette vicinanze dello stabilimento Mascioni. Occorre considerare potenziali allagamenti nei piani interrati delle abitazioni per effetto di risalita della falda acquifera.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

ESONDAZIONE DEL RIO BOESIO NEL SETTORE EST DEL COMUNE Per quanto concerne le aree a rischio di esondazione del Rio Boesio la “Carta del Rischio” RIS 1 del PTCP individua come aree di esondazione a pericolosità elevata una fascia di territorio ubicata a est della carreggiata della Sp 45 Dir. 1 (via Giuseppe Maggi), che si estende seguendo il corso del Rio Boesio sino al confine con Cuveglio. Secondo lo Studio geologico del territorio comunale del 2010 “Il torrente è verosimilmente alimentato da acque di provenienza urbana, raccolte da diversi dreni artificiali ad andamento rettilineo, confluenti nel ramo principale che percorre la piana orientale del fondovalle in posizione prossima al versante meridionale. La cartografia PAI (quadro originario) segnala nei settori prospicienti l’alveo del Rio Boesio (principalmente in sinistra idrografica - Cuveglio) la presenza di una area esondabile a rischio elevato (Eb). In occasione di fenomeni meteorologici particolarmente intensi è infatti possibile che la portata delle acque drenate nelle aree urbane impermeabilizzate sia superiore alla capacità di smaltimento della sezione del torrente (assai modesta nel tratto iniziale) e, quindi, in grado di generare fenomeni di esondazione della piana.” Il rilievo effettuato dai redattori dello studio geologico “non ha segnalato particolari evidenze morfologiche della esondabilità del corso d’acqua”. In assenza di dati idraulici precisi relativi al Rio Boesio i redattori dello studio geologico del territorio comunale hanno mantenuto nella Tav. 5 “Carta della rete idrografica e della dinamica morfologica” l’area indicata sulle cartografie PAI “limitandosi a una sua riperimetrazione con criterio meramente morfologico (escludendo pertanto i settori decisamente rilevati rispetto alla piana).”

Immagine stralciata dalla Tav. 5 dello Studio geologico del territorio comunale – Tracciate in azzurro sulla base di un criterio morfologico le aree potenzialmente a rischio di esondazione del Rio Boesio; sono indicate nella Tav. 5 come aree a bassa probabilità di esondazione. Nel settore connotato da una bassa probabilità di esondazione ricadono principalmente aree agricole non urbanizzate e alcune strutture di servizio appartenenti ad un’azienda zootecnica.

Foto – Azienda zootecnica ubicata nella piana del Rio Boesio

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ESONDAZIONE DEL TORRENTE BROVEDA

Il torrente Broveda costituisce l’elemento idraulico più pericoloso per il territorio di Cuvio; è un torrente a spiccato regime torrentizio che attraversa il nucleo storico del Comune e ambiti densamente urbanizzati. La presenza, a monte del torrente, di un esteso versante forestale montano, soggetto a dissesti comporta un ulteriore aggravio della pericolosità (possibili effetti diga, colate detritiche ed intasamento dell’alveo a causa di legname) e rischi di natura idrogeologica.

Il torrente, secondo lo studio geologico comunale, sino all’evento alluvionale del 1783 “spagliava le acque nella piana del Carreggio, analogamente al Gottardo e al Marianna. Successivamente, nel contesto dei lavori per la bonifica della piana, il tratto terminale del corso d’acqua veniva inalveato artificialmente e fatto confluire nel prolungamento, anch’esso artificiale, del T. Boesio (canale Boesio Nuovo)”. La relazione geologica riporta gli esiti di uno studio idraulico (Maffei, 2002) che avrebbe verificato la risposta, delle sezioni idrauliche ritenute più critiche presenti presso il centro urbano, ad eventi di piena connotati da differenti tempi di ritorno (10, 20, 50 e 100 anni).

I risultati della modellazione idraulica sarebbero i seguenti: - La sezione corrispondente all’attraversamento della Sp 45 Dir. 1 (il ponte di Via Vittorio Veneto) da parte del Torrente Broveda sarebbe compatibile con portate connotate da un tempo di ritorno di 50 anni, ma incompatibile in caso di eventi con tempo di ritorno pari a 100 anni13.

A seguito di sopralluoghi in loco sono state evidenziate le seguenti criticità: • la luce del ponte è piuttosto insufficiente, pertanto, in caso di piene di rilievo è possibile che si manifestino effetti diga e rigurgiti con conseguente allagamento della Sp45 e delle aree adiacenti al ponte; • sotto il ponte passano diverse condotte di servizio (perlopiù condotte idriche) che rischiano seri danneggiamenti;

Dx. Foto del ponte da monte da monte e da valle

13 Portata critica della sezione stimata pari a 79, 3 mc/sec, a fronte di una portata massima stimata di piena per evento con T.R. = 100 anni pari a 83,96 mc/sec.

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Immagine - sezione del ponte di via Vittorio Veneto tratta dall’Allegato 5 dello Studio geologico del territorio comunale. La riga verde corrisponde al livello raggiungibile secondo la modellazione idraulica condotta da Maffei nel 2002 in caso di un evento alluvionale avente un tempo di ritorno pari a 10 anni. La riga rossa al livello atteso in caso di un evento centennale (T.R. = 100 anni).

• nel tratto poco a monte del ponte è presente una strozzatura della sezione d’alveo causata da una muratura che occlude parzialmente l’alveo.

Foto – Sezione del Broveda nei pressi della via San Rocco, poco a monte del ponte di Via Vittorio Veneto (SP 45 Dir. 1)

- La sezione ubicata all’altezza di via Broletto sembrerebbe, secondo la modellazione idraulica, in grado di smaltire le piene con T.R. = 100 anni; appena a monte del Ponte ad arco di via Piave, è presente una deviazione secondaria del corso d’acqua che convoglia le acque in una canalina a ridosso delle abitazioni per un breve tratto (vecchio mulino), per poi riportarle nell’alveo principale del torrente. La diramazione del torrente passa sotto la carreggiata stradale e presenta una sezione ristretta che, se ostruita, comporterebbe uno spaglio e il deflusso incontrollato delle acque sull’asfalto della via Piave sino alla via Vittorio Veneto.

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Foto –A sx.: Sezione del Broveda a monte del ponte ad arco di via Piave (sullo sfondo). Visibile sulla sinistra la paratoia in legno ubicata nei pressi dell’imbocco della deviazione del corso d’acqua in un ramo minore in sinistra idrografica. A dx.: sezione di sottopasso della diramazione minore del torrente Broveda nelle vicinanze del ponte di via Piave.

- La sezione ubicata più a monte, corrispondente allo sbocco del torrente Broveda nell’ambito urbano di Cuvio, è compatibile con portate connotate da un tempo di ritorno di 50 anni, ma incompatibile in caso di eventi con tempo di ritorno pari a 100 anni14; l’esondazione del torrente in sponda idrografica destra, ove è presente il sentiero che fiancheggia il torrente, avverrebbe secondo lo studio geologico “con una lama d’acqua minima”. L’acqua però, sfruttando la pendenza naturale del sentiero e della via defluirebbe lungo la carreggiata della via Pretorio in un ambito densamente abitato del paese di Cuvio.

Foto - dx. corrispondente sezione nei pressi dell’imbocco del sentiero a monte della via Pretorio. Immagine tratta dall’Allegato 5 dello Studio geologico del territorio comunale. La riga verde corrisponde al livello raggiungibile secondo la modellazione idraulica condotta da Maffei nel 2002 in caso di un evento alluvionale avente un tempo di ritorno pari a 10 anni. La riga rossa al livello atteso in caso di un evento centennale (T.R. = 100 anni), che determinerebbe lo spaglio delle acque sul sentiero e successivamente in via Pretorio.

Data l’elevato trasporto torrentizio, sono stati individuati alcuni fenomeni di erosione lungo le sponde in ambito urbanizzato che potrebbero compromettere, se non adeguatamente monitorati e sistemati, la staticità di alcune strutture.

14 Portata critica della sezione stimata pari a 65,2 mc/sec, a fronte di una portata massima stimata di piena per evento con T.R. = 100 anni pari a 83,96 mc/sec.

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ALTRE SITUAZIONI DI CRITICITA’ DI NATURA IDRAULICA, AMBIENTALE O IDRICA.

A seguito di incontri tecnici con le Strutture Comunali ed i Volontari di Protezione Civile sono emerse altre situazioni di criticità che hanno interessato in passato il Comune di Cuvio:

- Un corso d’acqua minore che si immette in ambito urbano ad est del nucleo storico di Cuvio, a causa dell’ostruzione della sua via di deflusso, avrebbe spagliato le sue acque in via Ronchetto), provocando alcuni allagamenti localizzati. Da verificare periodicamente le griglie d’ingresso del tratto intubato.

- Allagamenti localizzati si sono verificati in via Papa Giovanni (allagamenti scantinati abitazione), nei pressi del cimitero, a causa di insufficienze idrauliche nei reticoli posti a monte (zona campo sportivo).

Foto – Sx. ingresso tratto intubato via Ronchetto. Dx. Via Papa Giovanni – allagata a seguito di ruscellamenti ed insufficienze idrauliche a monte

- Ulteriori allagamenti hanno coinvolto, per effetto della risalita di acqua di falda, alcune villette localizzate nella piana, in particolare in via Fermi.

- Allagamenti localizzati si manifestano lungo via Maggi, in ambito agricolo per insufficienze idrauliche di condotti sotterranei e ruscellamento verso valle di una roggia intubata;

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Foto – Stada agricola interessata da ruscellamenti verso via Maggi per inadegutezza dei condotti e intasamento delle griglie di raccolta (foto centrale). Sbocco della condotta principale a monte del tratto critico.

- Sono state realizzare alcune opere di regimazione, in particolare vasche di contenimento e rifacimento dell’alveo torrentizio a monte di Cuvio, per regimare le acque di alcuni torrenti minori montani ad elevato trasporto posti lungo i versanti a sud est del centro abitato (vasche che richiedono una manutenzione periodica). Sono diversi i punti di ingresso, in questo ambito montano, dei tratti intubati che occorre monitorare periodicamente.

Foto – Sx Reticolo idrico montano regimato. Centro e Dx. Ingressi tratti intubati a monte dell’abitato di Cuvio, settore di sud Est.

- Ulteriori fenomeni di ruscellamento si verificano lungo via XX settembre, nei pressi del lavatoio a causa di inadeguatezza della rete di raccolta delle acque piovane e lungo la Strada Provinale, a monte della Casa di Riposo, per ruscellamenti e ristagni idrici provocati dagli impluvi provenienti dal versante montano.

- Il torrente Broveda è stato interessato, nel 2009, da un’emergenza di inquinamento ambientale, causata da un rilascio di schiume, provenienti da una ditta ubicata a monte; l’evento ha richiesto l’attivazione dell’ARPA.

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2.1.2 Allertamento e Monitoraggio dei Rischi Idraulici e Idrogeologici

Sistema Regionale di Allerta

La Regione Lombardia, ha approvato, con D.G.R. 22 dicembre 2008 n.8/8753 e riformato con la D.G.R. n. X/4599 del 17-12-2015, la Direttiva Regionale sull’Allertamento ai fini di protezione civile.

La gestione dell’allerta a livello regionale avviene essenzialmente secondo 2 fasi:

a) Una fase previsionale che è finalizzata alla previsione degli effetti al suolo, determinati da fenomeni meteorologici potenzialmente critici, che possono dar luogo a eventi calamitosi di interesse di protezione civile. Per consentire alle componenti di protezione civile di mettere in campo azioni di contrasto efficaci in tempo utile, la previsione si attua con tempi di preavviso di 12/36 ore. Si articola in un’analisi dei dati meteorologici e in una previsione dei fenomeni atmosferici, mediante modellistica numerica, riassunta nei parametri fisici più indicativi. Questa attività, che produce un Bollettino di vigilanza meteorologica (previsione del pericolo), è assicurata dal Servizio meteorologico di ARPA Lombardia, di seguito ARPA-SMR, e può portare all’emissione di un Avviso di Condizioni Meteo Avverse indirizzato all’U.O. Protezione civile della Giunta regionale. A seguito dei suddetti documenti, il personale della Struttura Gestione delle emergenze assegnato alle attività del Centro funzionale di monitoraggio dei rischi e sistema di allertamento, unitamente al personale tecnico che presidia le attività in sala operativa di protezione civile, di seguito “gruppo tecnico del Centro funzionale attivo nella sala operativa regionale di protezione civile (UO PC)” elabora, con l’ausilio di modellistica (anche speditiva) idrologica-idraulica e specifica per le diverse tipologie di rischio, la previsione degli effetti al suolo che sono riepilogati in un AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE, che contiene: periodo di riferimento, sintesi meteo, zone omogenee interessate, livello di criticità atteso, indicazioni operative e indicazione del livello di operatività in cui si deve porre il sistema regionale di protezione civile interessato dall’emissione AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE.

b) Una Fase di Monitoraggio che è finalizzata a verificare l’evoluzione dei fenomeni meteorologici e ad aggiornare la previsione degli effetti al suolo; in tale attività sono sviluppate anche previsioni a breve e brevissimo termine (nowcasting) allo scopo di mettere a disposizione, con la massima tempestività possibile, aggiornati scenari di rischio. Queste attività sono assicurate dal predetto gruppo tecnico del Centro funzionale attivo nella sala operativa regionale di protezione civile (UO PC), mediante l’osservazione dei dati strumentali e l’utilizzo di modellistica numerica idrologica e idraulica, anche speditiva. Tali attività danno luogo all’emissione di BOLLETTINI DI MONITORAGGIO e, per le situazioni più gravi e frequenti, danno luogo anche all’emissione di AVVISI DI CRITICITA’ LOCALIZZATI che, in analogia alla precedente tipologia di AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE, contengono, per lo specifico scenario di rischio considerato: periodo di riferimento, sintesi meteo, zone omogenee interessate, valutazione del livello di criticità atteso e indicazione dello stato di operatività in cui si deve porre il sistema di protezione civile interessato dallo scenario. A tale attività concorrono altresì i Presìdi territoriali, secondo le specifiche descritte nei piani d’emergenza o atti equivalenti, anche mediante l’osservazione diretta dei fenomeni precursori. Nell’attività di sorveglianza ci si può avvalere dei dati forniti dalla rete regionale di monitoraggio visibili sul sito web istituzionale di Protezione civile di Regione Lombardia

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PRESIDI TERRITORIALI

Si tratta di tutti quei soggetti che svolgono attività di sorveglianza e presidio del territorio e attuano, se del caso, le prime azioni mirate alla difesa e conservazione del suolo e delle strutture antropiche presenti, e concorrono quindi a contrastare, o quantomeno circoscrivere e ridurre danni a persone, beni e ambiente, causate da eventi naturali avversi. Nell’ambito dei propri compiti, è richiesto che i Presìdi territoriali si informino autonomamente sullo stato di allerta in corso, verificando almeno quotidianamente su uno dei canali informativi messi a disposizione da Regione l’avvenuta pubblicazione degli AVVISI DI CRITICITA’ e relativi aggiornamenti emessi.

I Comuni (compiti)

• Le Strutture tecnico-operative comunali sono Presidio territoriale idraulico sul reticolo minore individuato con D.G.R. n. 8127/2008, D.G.R. n. 1001/2010, D.G.R. n. 2591/2014, D.G.R. n. 3792/2015.

• Sono altresì Presidio territoriale idrogeologico, in quanto sono tenuti ad ottemperare alle vigenti disposizioni regionali in materia di pronto intervento ai sensi del comma 110 articolo 3 della legge regionale 1/2000.

• Ai sensi dell’articolo 15 della legge 225/1992, integrata dalla legge di conversione 12 luglio 2012, n. 100, dell’articolo 2 della legge regionale 16/2004 e dell’articolo 108 del decreto legislativo 112/1998, nonché ai sensi degli articoli 3, 4, 6 e 8 della legge 21 novembre 2000, n. 353, costituiscono Presidio territoriale in materia di lotta contro gli incendi boschivi.

• Sono infine tenuti ad adottare tutte le misure previste nelle pianificazioni locali di emergenza/protezione civile

ZONE OMOGENEE DI ALLERTA

Ai fini dell’allertamento il territorio regionale è suddiviso in zone omogenee di allerta, che sono ambiti territoriali sostanzialmente uniformi riguardo gli effetti al suolo, cioè i rischi, che si considerano. La distinzione in zone deriva dall’esigenza di attivare risposte omogenee e adeguate a fronteggiare i rischi per la popolazione, per il contesto sociale e per l’ambiente naturale.

Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano appartiene, per il Rischio Idrogeologico ed Idraulico alla Zona Omogenea “dei laghi e Prealpi Varesine” - CODICE IM-04.

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Per alcuni casi specifici, come esondazioni di laghi e fiumi, o per eventi locali ben circoscritti, come frane e dissesti, risulta inopportuno estendere l’allerta a tutta l’area omogenea, in cui si colloca la specifica situazione. Per cui, a seconda dei casi, possono essere definite delle zone a rischio localizzato, individuabili in base alle previsioni di estensione del fenomeno.

LIVELLI DI CRITICITA’ E SOGLIE

Il sistema di allertamento regionale prevede quattro livelli di criticità: assente, ordinario, moderato ed elevato), che sono identificati attraverso l’impiego di un codice colore.

Le criticità assumono crescente priorità ed importanza, in relazione al grado di coinvolgimento dei seguenti ambiti: ambiente; attività antropiche; insediamenti e beni mobili ed immobili; infrastrutture ed impianti per i trasporti, per i servizi pubblici e per i servizi sanitari; salute e preservazione delle specie viventi in generale e degli esseri umani in particolare.

LIVELLO CODICE DESCRIZIONE LIVELLO assente 0 non sono previsti scenari di evento determinati dai fenomeni naturali (forzanti esterne) responsabili del manifestarsi del rischio considerato o le criticità che possono riscontrarsi sono da considerare trascurabili; ordinaria 1 sono previsti scenari di evento che possono dare luogo a criticità che si considerano comunemente ed usualmente accettabili dalla popolazione o quantomeno governabili dalle strutture locali competenti mediante l’adozione di misure previste nei piani di emergenza; moderata 2 sono previsti scenari di evento che non raggiungono valori estremi, ma che si ritiene possano dare luogo a danni ed a rischi estesi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una importante porzione di almeno una zona omogenea di allertamento e richiedere l’attivazione di misure di contrasto; elevata 3 sono previsti scenari naturali suscettibili di raggiungere valori estremi e che si ritiene possano dare luogo a danni e rischi anche gravi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una consistente porzione della zona omogenea di riferimento Nella tabella riportata di seguito, è presente una descrizione dei principali fenomeni ed effetti per i diversi livelli di criticità. Nel caso di criticità elevata si dovranno prestare le attenzioni maggiori possibili perché si attende una più marcata intensità ed estensione dei fenomeni.

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Codici Allertamento Scenari di evento Effetti e danni Verde Assente Idro/geo Assenza di fenomeni significativi prevedibili, anche se non è possibile Eventuali danni puntuali e localizzati. escludere a livello locale eventuali danni dovuti a: ₋ fenomeni imprevedibili come temporali localizzati; ₋ difficoltà ai sistemi di smaltimento delle acque meteoriche; ₋ cadute massi e piccoli smottamenti Gialla Ordinaria geo Si possono verificare fenomeni localizzati di: ₋ erosione, frane Occasionale pericolo per la sicurezza delle superficiali e colate rapide di detriti o di fango in bacini di dimensioni persone con possibile perdita di vite umane per limitate; ₋ ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto cause incidentali. Effetti localizzati: ₋ allagamenti di materiale; ₋ caduta massi. Anche in assenza di precipitazioni, si di locali interrati e di quelli posti a pian terreno possono verificare occasionali fenomeni franosi, anche rapidi, legati a lungo vie potenzialmente interessate da deflussi condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della idrici; ₋ danni a infrastrutture, edifici e attività saturazione dei suoli per precipitazioni avvenute nei giorni precedenti. agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali Idro Si possono verificare fenomeni localizzati di: ₋ innalzamento dei livelli interessati da frane, colate rapide o dallo idrometrici dei corsi d’acqua minori, con inondazioni delle aree scorrimento superficiale delle acque; ₋ limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombinature, temporanee interruzioni della rete stradale e/o restringimenti, occlusioni delle luci dei ponti, ecc); ₋ scorrimento ferroviaria in prossimità di impluvi, canali, zone superficiale delle acque nelle strade e possibili fenomeni di rigurgito dei depresse (sottopassi, tunnel, avvallamenti sistemi di smaltimento delle acque piovane con tracimazione e stradali, ecc.) e a valle di porzioni di versante coinvolgimento delle aree urbane depresse. Si possono verificare interessate da fenomeni franosi; ₋ limitati danni fenomeni localizzati di: ₋ incremento dei livelli dei corsi d’acqua alle opere idrauliche e di difesa delle sponde, alle maggiori, generalmente contenuti all’interno dell’alveo. Anche in attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti civili assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua e industriali in alveo. maggiori può determinare criticità. Arancio Moderata geo Si possono verificare fenomeni diffusi di: ₋ instabilità di versante, Pericolo per la sicurezza delle persone con localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente possibili perdite di vite umane. Effetti diffusi: - critici; ₋ frane superficiali e colate rapide di detriti o di fango; ₋ interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di materiale, prossimità di impluvi e a valle di frane e colate di possibili voragini per fenomeni di erosione; ₋ caduta massi in più punti detriti o in zone depresse in prossimità del del territorio. Anche in assenza di precipitazioni, si possono verificare reticolo idrico; - danni e allagamenti a singoli significativi fenomeni franosi, anche rapidi, legati a condizioni edifici o centri abitati, infrastrutture, edifici e idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della saturazione dei attività agricole, cantieri, insediamenti civili e suoli a causa di precipitazioni avvenute nei giorni precedenti. industriali interessati da frane o da colate rapide; Idro Si possono verificare fenomeni diffusi di: ₋ significativi innalzamenti dei - allagamenti di locali interrati e di quelli posti a livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori e maggiori, con inondazioni pian terreno lungo vie potenzialmente delle aree limitrofe e golenali (per i corsi d’acqua maggiori) nonché interessate da deflussi idrici; - danni alle opere di interessamento degli argini, anche per effetto di criticità locali contenimento e regimazione dei corsi d’acqua; - (tombinature, restringimenti, elementi che introducono discontinuità danni a infrastrutture, edifici e attività agricole, nella morfologia longitudinale e trasversale dell’alveo, ecc); ₋ fenomeni cantieri, insediamenti civili e industriali situati in di erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; ₋ aree inondabili; - danni agli attraversamenti criticità agli attraversamenti fluviali in genere con occlusioni, parziali o fluviali in genere con occlusioni, parziali o totali, totali, delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e maggiori. Anche in delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori; - danni a beni e servizi; maggiori può determinare criticità. Rosso Elevata Geo Si possono verificare fenomeni numerosi e/o estesi di: ₋ instabilità di Grave pericolo per la sicurezza delle persone con versante, anche profonda, anche di grandi dimensioni; ₋ frane possibili perdite di vite umane. Effetti ingenti ed superficiali e colate rapide di detriti o di fango; ₋ ingenti ruscellamenti estesi: - danni a edifici e centri abitati, alle attività superficiali con diffusi fenomeni di trasporto di materiale, possibili e colture agricole, ai cantieri e agli insediamenti voragini per fenomeni di erosione; ₋ occlusioni parziali o totali delle luci civili e industriali, sia vicini sia distanti dai corsi dei ponti dei corsi d’acqua montani minori; d’acqua, per allagamenti o coinvolti da frane o da Idro Si possono verificare numerosi e/o estesi fenomeni, quali: ₋ piene colate rapide; - danni o distruzione di fluviali dei corsi d’acqua minori e maggiori con estesi fenomeni di infrastrutture ferroviarie e stradali, di argini, e inondazione anche di aree distanti dal fiume, diffusi fenomeni di altre opere idrauliche; - danni anche ingenti e erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; ₋ diffusi agli attraversamenti fluviali in genere con fenomeni di tracimazione, sifonamento o rottura degli argini, sormonto occlusioni, parziali o totali delle luci dei ponti dei dei ponti e altre opere di attraversamento, nonché salti di meandro; ₋ corsi d’acqua minori e maggiori. - danni diffusi a criticità agli attraversamenti fluviali in genere con occlusioni, parziali o beni e servizi; totali delle luci dei ponti dei corsi d’acqua minori e maggiori. Anche in assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori può determinare diffuse e/o gravi criticità.

Nota: Ai temporali possono essere associati fenomeni non esclusivamente legati alla precipitazione (raffiche di vento, fulmini, grandine, ecc.) i cui effetti e danni vengono spiegati nel paragrafo "scenari per rischio temporali forti”.

Per la descrizione nel dettaglio del Sistema Regionale di Allerta dei Rischi Idraulici e Idrogeologici e la lettura delle procedure di allerta si rimanda alla Relazione Generale del Piano, Paragrafo 2.1.2

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Monitoraggio il loco: soglie di riferimento per i fenomeni di esondazione

Non si ritiene necessario definire delle soglie di riferimento in loco per il torrente e Rio Boesio in Comune di Cuvio in quanto l’esondazione interesserebbe perlopiù ambiti non urbanizzati.

Si è scelto invece di definire delle soglie idrometriche di riferimento in loco per il torrente Broveda. Non essendo presenti stazioni automatiche per la registrazione dei livelli idrometrici e aste graduate installate lungo il torrente è stato preso come riferimento per la definizione delle soglie di allertamento indicative in loco, il ponte sulla sp45 dir (via Vittorio Veneto).

Come Preallarme è stato scelto il livello di guardia (primi segnali di una possibile emergenza), l’Allarme rappresenta quella soglia immediatamente precedente le prime situazioni di emergenza. L’Emergenza scatta nel momento in cui l’acqua inizia a tracimare dagli argini.

Torrente Broveda – SOGLIE CUVIO

SOGLIA RIFERIMENTO SPAZIALE DI QUOTA – Ponte Sp45 dir-via Vittorio Veneto

Preallarme

Allarme

Emergenza

Strumenti automatici di supporto per il monitoraggio dei fenomeni di esondazione

All’interno del territorio della Comunità Montana Valli del Verbano e all’interno del bacino del Lago Maggiore, in territorio piemontese e svizzero, sono presenti diverse stazioni per la registrazione di dati meteorologici e idrometrici. La presenza di tali centraline consente la lettura dei dati in tempo quasi reale (scarto intorno ai 30 min) consentendo la previsione e il controllo costante dell’andamento dei livelli idrometrici e delle precipitazioni.

Le previsioni e le stime rilasciate dagli Enti deputati, i dati ricavabili dalla strumentazione automatica, rappresentano un’importante risorsa ma devono rimanere in qualsiasi caso informazioni indicative, l’osservazione diretta ed il monitoraggio costante dei fenomeni sul territorio deve essere sempre ed in qualsiasi caso garantita.

Di seguito si riporta l’elenco delle stazioni idro-meteorologiche di interesse oltre al corrispondente link internet per accedere ai dati. Non sono al momento installate centraline per il rilevamento dei livelli idrometrici o delle portate, lungo l’asta del torrente Boesio.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1

Le stazioni automatiche di rilevamento Ubicate nel territorio della Comunità Montana Valli del Verbano COMUNE e Località Quota zero Strumentazione Detentore Sito Internet idrometrico LUINO - Porto 193.17 m slm Meteo+idrometro Arpa Lombardia http://sinergie.protezionecivile.regio ne.lombardia.it/sinergie_wsp5/html/ LAVENO M. - Porto 193.25 m slm Meteo+idrometro public LAVENO M. – Poggio - Meteo S.Elsa CUVEGLIO - Meteo ORINO - Meteo LUINO – Meteo+idrometro Consorzio http://www.laghi.net MPV - Meteo+idrometro regolazione Roncovalgrande laghi MPV - Pino SLM Meteo+idrometro Centro Geofisico http://www.astrogeo.va.it/cartina/ca LUINO LAGO - Meteo Prealpino rtina_retemeteo.php BRINZIO - CUVIO - Altre Stazioni di Interesse COMUNE e Località Quota zero Strumentazione Detentore Sito Internet idrometrico (CH) Meteo+idrometro Ufficio Federale http://www.hydrodaten.admin.ch/it Acque et (CH) Geologia - CH RANCO Meteo+Idrometro Centro http://www.astrogeo.va.it/idro/idro. Geofisico php Prealpino BODIO -41 cm rispetto http://www.astrogeo.va.it/idro/vares Lago di Varese a zero e.php idrometrico di 238.207 m slm Leggiuno http://www.astrogeo.va.it/rete_mete o/stazione.php?code=legg

GANNA - VARESE - - PALLANZA Meteo+idrometro Arpa Lombardia http://sinergie.protezionecivile.regio - 193.18 m slm Meteo+idrometro ne.lombardia.it/sinergie_wsp5/html/ Miorina public/report/mapHPMNetwork.jsf Meteo LOCARNO - Stazione Meteo, MeteoSvizzera http://www.meteosvizzera.admin.ch/ Locarno-Monti Radar web/it/meteo/tempo_attuale/immag ine_radar.html - 190,00 m slm Meteo+Idrometro Regione http://www.regione.piemonte.it/met CNR Pallanza Piemonte – eo/idrometri/641.htm ARPA - ISE-CNR REGIONE PIEMONTE - Meteo ARPA Piemonte http://webgis.arpa.piemonte.it/mete oidro_webapp/ LOMBARDIA - Meteo Centro Meteo http://www.centrometeolombardo.c Lombardo om/temporeale.php

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 S

TAV 2.1 CV 2.1.3 Scenario di Rischio Idraulico DESCRIZIONE GENERALE EVENTO Esondazione del torrente e del Rio Boesio nella piana alluvionale in seguito a piene con Tempo di ritorno Medio-Elevato. Allagamenti in ambito urbano per eventuale esondazione del torrente Broveda in seguito a piene eccezionali. PERIODO DI PROBABILE ACCADIMENTO Autunno, in particolare durante il mese di ottobre e novembre – primavera, in particolare nel mese di maggio. La tracimazione dei torrenti minori può avvenire anche durante i mesi estivi in occasione di temporali di forte intensità.

SOGLIE DI RIFERIMENTO SOGLIA RIFERIMENTI ALLERTAMENTO REGIONALE SOGLIE IN LOCO – Torrente Broveda – Ponte Sp45dir

Preallarme

Allarme

PUNTI CRITICI DA MONITORARE • Sezione di confluenza del Canale Nuovo (Torrente Gottardo) nel Canale Boesio Nuovo • Sezione di confluenza dei canali prossimi allo stabilimento Mascioni • Aree prossime allo stabilimento Mascioni per verificare la tenuta degli argini di difesa in caso di evento alluvionale del tutto eccezionale • Rio Boesio: punti di scolo delle acque nel Rio • Attraversamenti urbani torrente Broveda • Ingresso tratti intubati reticolo minore LOCALITA’ PRINCIPALMENTE INTERESSATE DA EVENTI IDRAULICI (Per i dettagli si rimanda alla Tavola 2.1 CV) Eventi ricorrenti TR=10 anni o di poco superiore Eventi rari e/o eccezionali

- Allagamenti consistenti della Piana del Carreggio, con estensione - Allagamento della Piana del Carreggio dell’area alluvionata sino alle immediate vicinanze dell’area - Allagamenti localizzati per rigurgito, Mascioni tracimazione torrenti minori e per - Allagamento della piana del Rio Boesio (settore est del territorio) innalzamento livello della falda. - Allagamenti e trasporti torrentizi in centro di Cuvio per esondazione del torrente Broveda

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 S

DESCRIZIONE GENERICA DEI DANNI ATTESI Sistema territoriale Danni attesi Azioni di Risposta15 Responsabile Popolazione Danni e Disagi per i residenti / Eventuali Evacuazioni e Supporto Struttura Comunale di lavoratori a seguito di alla popolazione in difficoltà con PC su ordinanza del allagamenti. Rischio elevato a particolare attenzione alle persone Sindaco con supporto seguito di esondazione del non-autosufficienti del Volontariato di PC torrente Broveda Urbanizzato Torrente Boesio > Allagamento Eventuale supporto in loco. Struttura Comunale di aree prossime allo stabilimento Individuazione di elisuperficie PC con supporto del Mascioni / elisuperficie ENAC alternativa (es. il campo sportivo, se Volontariato di PC (solo in caso di eventi di piena non già adibito a tendopoli). con notevole tempo di ritorno); Rio Boesio > Possibile Eventuale supporto in loco Struttura Comunale di allagamento spazi e strutture di PC con supporto del un’azienda zootecnica (bassa Volontariato di PC probabilità di accadimento, solo in caso di eventi di piena con elevato tempo di ritorno) Torrente Broveda: danni ad Assistenza e supporto con mezzi e Struttura Comunale di abitazioni poste a ridosso materiali, ripristino condizioni di PC con supporto del dell’alveo, in particolare lungo sicurezza Volontariato di PC via Piave Viabilità Sp45: Eventuale allagamento Gestione viabilità (eventuali Polizia Locale - carreggiata chiusure e deviazioni) Carabinieri Viabilità locale in caso di esondazione del Broveda Reti di Servizio Danni alle reti e impossibilità di Ripristino servizi Ufficio Tecnico d’intesa offrire servizi con i Gestori delle reti Punti Critici Danni Presidio e monitoraggio costante Struttura Comunale di PC con supporto del Volontariato di PC Altre Criticità attese Possibile concomitante scenario alluvionale e / o di dissesto (evento a probabilità molto bassa di accadimento) da parte del Torrente Broveda Presenza di reti sottoservizi nei pressi del ponte critico – Via Vittorio Veneto Presenza di criticità idrauliche localizzate da tenere monitorate (ingresso tratti intubati, reticolo minore, ruscellamenti vari) Possibili inquinamenti delle acque per perdite gasoli o altre sostanze Presenza si aree diffuse caratterizzate da bassa soggiacenza della falda freatica che possono causare ulteriori episodi di allagamento E’ possibile la manifestazione di Fenomeni di Dissesto Idrogeologico presso i punti indicati negli appositi Scenari (vedi paragrafo 2.2).

15 Per le Procedure/Modello di Intervento per componenti UCL si rimanda al paragrafo successivo 2.1.4 e relativo schema riassuntivo

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

2.1.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Una descrizione generale riguardo le Procedure relative all’Emergenze Idrauliche-Idrogeologiche è presente all’interno della Relazione Generale – Paragrafo 2.1.4

La parte che segue ha come obiettivo quello di offrire il quadro generale delle azioni, intese sia in senso operativo sia in senso organizzativo-decisionale, per ente-attore appartenente all’UCL (vedi capitolo 4), da compiere in sequenza temporale secondo le tre fasi di preallarme-allarme-emergenza in caso di evento Idraulico-Idrogeologico.

Lo schema di seguito riportato, pur basandosi su modelli proposti all’interno degli allegati della Direttiva Regionale per la pianificazione di emergenza, è stato adattato, nel caso specifico, ad un’emergenza idraulica-idrogeologica e alla realtà del singolo comune secondo gli attori e le risorse a disposizione. In particolare lo schema riporta i ruoli e le azioni riguardanti il singolo attore-funzione operante alla scala comunale.

Le fasi di Preallarme ed Allarme non sempre sono identificabili con chiarezza in particolare laddove un’emergenza idraulica ed idrogeologica si presenta in seguito ad un evento improvviso: rottura di arginature, frane e dissesti non monitorati. Occorre però sottolineare come il sistema regionale di allertamento consenta di definire livelli di criticità differenziati a seconda delle condizioni meteorologiche previste. Il tutto, evidentemente deve essere verificato e calibrato in relazione alla situazione locale ma ciò non toglie che la previsione di precipitazioni intense e/o durature e l’emanazione di livelli di allerta via via crescenti è sintomo che anche localmente potrebbero verificarsi emergenze di natura idraulica-idrogeologica.

Una tabella di primo livello che contiene le procedure per Ente è stata inserita all’interno della Relazione Generale – Paragrafo 2.1.4

Le procedure riportate sono simili ma non uguali a quelle relative agli altri comuni oggetto del piano in quanto le figure inserite e le azioni proposte si adattano alla singola realtà comunale, alle risorse umane e strumentali disponibili e allo scenario atteso. In ragione di ciò l’attuazione degli interventi riportati in tabella variano da Comune a Comune a seconda delle necessità.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

TAV 2.1 CV Scenario di Rischio Idraulico ed Idrogeologico Procedure Operative/Modello di intervento per Componenti UCL (Unità di Crisi Locale) Numeri di Reperibilità, Responsabili ed Referenti: vedi capitolo 4

FASI Azioni Quando-Successione temporale Chi le attua

Verifica la ricezione di AVVISI DI CRITICITA’ da parte della Regione 24H, 365 giorni all’anno SINDACO/ROC

Svolge Attività di monitoraggio e vigilanza sul proprio territorio 365 giorni all’anno POLIZIA LOCALE / UT/ VOLONTARIATO

Criticità

Ordinaria atte ad individuare eventuali situazioni di rischio-criticità PC (sotto la direzione del NORMALITA’ COORDINATORE)/ ADDETTI COMUNALI Avviso di Criticità Moderata-Codice Allerta 2 per Rischio Idrogeologico-idraulico o Temporali Forti - Area Omogenea Lomb C Regione Lombardia Il Torrente raggiunge la soglia di Preallarme** Avvisa l’UCL e Attiva le strutture locali di PC per monitoraggio e Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni SINDACO vigilanza in particolare nelle zone a rischio (vedi SCENARI) locali di criticità moderata Informa della situazione gli Enti Sovraordinati* rispetto alle In caso di presenza di situazioni locali di criticità che comportano rischi per situazioni locali di criticità e alle azioni intraprese la popolazione, ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione Supporta il Sindaco nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase ROC

Coordina le attività sul territorio in contatto diretto con i membri Durante tutta la fase dell’UCL ed eventuali responsabili delle funzioni Verifica in sito la situazione e se necessario programma un Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco POLIZIA LOCALE / COORDINATORE monitoraggio ad intervalli regolari in particolare nelle zone a VOLONTARI PC rischio (vedi SCENARI) Informa il Sindaco degli esiti delle verifiche in sito Una volta conclusa la verifica in sito e al variare delle condizioni per i POLIZIA LOCALE / COORDINATORE monitoraggi successivi VOLONTARI PC Partecipano, se necessario, alle operazioni di vigilanza e verifica sul Una volta ricevuta richiesta di intervento da parte del Comune CARABINIERI – VVF territorio Verifica la disponibilità di personale, mezzi ed attrezzature Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni TECNICO COMUNALE /ADDETTO MEZZI necessarie per affrontare un’eventuale emergenza locali di criticità moderata MATERIALI

PREALLARME

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Allerta le aziende municipalizzate erogatrici dei servizi essenziali Tiene pronti i volontari e le risorse a disposizione Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 2 e/o avuta notizia di situazioni COORDINATORE VOLONTARIATO PC locali di criticità moderata Revoca Avviso di Criticità Moderata-Codice Allerta 2 per Rischio Idrogeologico-idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia Il Torrente scende sotto la soglia di Preallarme** Informa UCL e le strutture operative locali della revoca del Una volta ricevuto la revoca dell’avviso di Allerta 2 o avuta notizia del SINDACO Preallarme e del ritorno alla normalità termine delle criticità sul territorio Avviso di Criticità Elevata-Codice Allerta 3 per Rischio Idrogeologico-idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia Il Torrente sale sopra la soglia di Allarme** Attiva l’ UCL Una volta ricevuto il comunicato di Allerta 3 e/o avuta notizia di situazioni SINDACO locali di criticità elevata Informa della situazione gli Enti sovraordinati* rispetto alle In caso di presenza di situazioni locali di criticità che comportano rischi per situazioni locali di criticità e alle azioni intraprese la popolazione, ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione Dispone eventuali ordinanze: Qualora la situazione in atto lo richieda – valutata la necessità - allertamento della popolazione nelle zone a rischio (vedi SCENARI) - evacuazione preventiva di popolazione in zone a rischio Gestisce i contatti con mass-media I caso di afflusso di giornalisti di radio, giornali, tv Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase ROC Coordina le attività sul territorio in contatto diretto con i membri Durante tutta la fase dell’UCL Dispone mezzi e materiali sul territorio, attiva o allerta le risorse A seconda delle necessità e delle priorità TECNICO COMUNALE/ADDETTO MEZZI E comunali, ditte di pronto intervento ed eventuali imprese ATTREZZATURE convenzionate Provvede alla fornitura di materiale per eventuale assistenza alla In caso di prevista o effettiva evacuazione popolazione Provvede all’eventuale messa in sicurezza di strutture comunali In caso di effettivo rischio, qualora le condizioni lo richiedano

(vedi SCENARI) Gestisce la Viabilità: In caso di allagamenti-rischi o di impercorribilità delle strade POLIZIA LOCALE -Richiede la chiusura di strade al’ANAS e alla Provincia; -Dispone Blocchi o deviazioni del traffico

ALLARME

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Collabora nel controllo delle operazioni sul territorio e mantiene Durante tutta la fase, valutata la necessità CARABINIERI / POLIZIA LOCALE l’ordine pubblico nelle aree critiche Eventuale allertamento della popolazione a rischio tramite Ricevuta disposizione dal Sindaco VOLONTARIATO PC (sotto la direzione campane, megafoni, sirene, porta a porta del COORDINATORE) / POLIZIA LOCALE/CARABINIERI Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle operazioni Su richiesta del Comune, in caso di necessità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione di emergenza: del COORDINATORE) -Monitoraggio dei punti critici, -Gestione della viabilità; -Posa sacchi di sabbia; -Altre operazioni a seconda delle necessità Eventuale assistenza alla popolazione Su richiesta del Comune, in caso di necessità Revoca Avviso di Criticità Elevata-Codice Allerta 3 per Rischio Idrogeologico-Idraulico area omogenea Lomb C Regione Lombardia Il Torrente scende sotto la soglia di Allarme** Informa l’UCL e le Strutture operative locali della revoca Una volta ricevuto la revoca dell’avviso di Allerta 3 o avuta notizia del SINDACO dell’allarme termine delle criticità elevata Dispone l’eventuale rientro di popolazione evacuata Ripristinate le condizioni di sicurezza Richiama gli uomini dislocati sul territorio Una volta ricevuto messaggio di revoca dell’allarme e ripristinate le ROC condizioni di normalità Coordina il rientro della popolazione evacuata Una volta avuta disposizione dal Sindaco Coordina il controllo della viabilità, mantenimento ordine pubblico Durante la fase di ritorno alla normalità POLIZIA LOCALE / CARABINIERI

Revoca allerta o operatività delle risorse comunali e ditte pronto Durante la fase di ritorno alla normalità TECNICO COMUNALE intervento, controlla le strutture comunali Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle operazioni Durante la fase di ritorno alla normalità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del di ripristino e di ritorno alla normalità: COORDINATORE) Eventuale assistenza al rientro della popolazione evacuata Su richiesta del Comune, in caso di necessità

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Allagamenti in corso in seguito a fenomeni di Esondazione e/o Dissesti Idrogeologici Dispone lo svolgimento delle operazioni di soccorso e di risposta Durante tutta la fase SINDACO all’evento nelle aree colpite Tiene Informati della situazione e delle decisioni intraprese gli Enti Ad intervalli regolari e in caso di significativa variazione della situazione sovraordinati* Rilascia eventuali Ordinanze: Qualora la situazione in atto lo richieda – valutata la necessità - chiusura strade; - evacuazione di popolazione; - sospensione erogazione servizi: attività scolastiche, divieto utilizzo acqua potabile; - occupazione temporanea di aree private; - altre eventuali Dispone, se necessario, l’attivazione delle aree di emergenza (vedi Nel caso la situazione lo richieda, valutata la necessità. Sezione 3) per accogliere la popolazione

Gestisce i contatti con mass-media I caso di afflusso di giornalisti di radio, giornali, tv Affianca il Sindaco nel coordinamento delle operazioni di soccorso Durante tutta la fase ROC

Raccoglie informazioni sullo stato di emergenza e sulle situazioni a Durante tutta la fase

EMERGENZA maggior rischio informandone il Sindaco Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase Coordina l’attività nelle aree di emergenza Nel caso siano attivate le aree di emergenza Attiva, dove necessario, le imprese convenzionate, le ditte di Qualora la situazione lo richieda a seconda delle necessità TECNICO COMUNALE pronto intervento e le risorse comunali (operai, addetti) e dispone gli interventi di emergenza Verifica danni ad edifici ed infrastrutture, alle reti dei servizi in Qualora la situazione lo richieda: sia necessario valutare le condizioni di collaborazione con gli enti gestori e tecnici abilitati elementi-oggetti-reti a rischio o già danneggiati Provvede all’eventuale messa in sicurezza di strutture In caso di effettivo rischio, qualora le condizioni lo richiedano comunali(vedi SCENARI) Provvede alla fornitura del materiale necessario per la gestione Nel caso siano attivate le aree di emergenza delle aree di emergenza Coordina la Gestione della viabilità, richiede la chiusura di strade In caso di allagamenti o di impercorribilità delle strade POLIZIA LOCALE all’ANAS e alla Provincia e dispone Blocchi o deviazioni del traffico

46 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDRAULICO 2.1 P

Mantiene l’ordine pubblico nelle aree di emergenza e dove Durante tutta la fase, valutata la necessità fino al ritorno alla normalità POLIZIA LOCALE/CARABINIERI necessario Supportano il ROC, la Polizia Locale il Tecnico e gli addetti comunali Durante tutta la fase, su richiesta del Comune, in caso di necessità VOLONTARIATO PC (sotto la direzione nelle operazioni di soccorso, in particolare: del COORDINATORE) - gestione viabilità - posa di sacchi di sabbia - assistenza alla popolazione da evacuare, evacuata o isolata in aree allagate - assistenza e supporto nella gestione delle aree di emergenza, censimento persone evacuate - altre operazioni a seconda delle necessità. Emergenza non gestibile con le sole forze comunali – evento di tipo (b): istituzione del COM Richiede l’attivazione della Prefettura/Provincia e della Regione Valutata la necessità, qualora l’emergenza non sia affrontabile con le sole SINDACO forze comunali Coordina l’UCL, le strutture comunali e gli interventi, con la sala Durante il periodo di insediamento del COM SINDACO operativa del COM Emergenza conclusa Dispone la Revoca dell’Emergenza Al ripristino delle condizioni di normalità SINDACO *Enti sovraordinati: Regione U.O. Protezione civile, Prefettura-Provincia, Comunità Montana

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

2.2 Il Rischio Idrogeologico: Frane e Dissesti TAV 2.1 CV

La parte introduttiva e descrittiva generale dei fenomeni di dissesto, gli aspetti riguardanti la previsione e la prevenzione e la gestione dell’emergenza sono trattati all’interno della Relazione Generale, Capitolo 2 - paragrafo 2 mentre l’inquadramento Geomorfologico e Idrografico del territorio è inserito all’interno del Paragrafo 1.6 del presente Approfondimento.

2.2.1 Analisi della Pericolosità e Mappatura del Rischio

Il territorio di Cuvio risulta esposto a fenomeni di dissesto idrogeologico, in particolare dissesti torrentizi e alcuni fenomeni franosi (frane di crollo e scivolamenti); la situazione è di seguito descritta nel dettaglio.

PAI Nell’ “Allegato 1 all’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici” del PAl16 è presente l’ “Elenco dei comuni per classi di rischio”; Al comune di Cuvio è stata attribuita la classe di rischio totale R3 in relazione ai dissesti censiti e alla presenza del conoide alluvionale del torrente Broveda. La classe di rischio R3 è definita come a RISCHIO ELEVATO per la quale sono “possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio-economiche”.

Nell’Allegato 2 all’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici” è invece descritto con dati sintetici e numerici il “Quadro di sintesi dei fenomeni di dissesto a livello comunale”, che risultano di rilievo nell’ambito di riferimento rappresentato dal bacino idrografico del fiume . Nell’allegato è segnalato un conoide di superficie pari a 0,7 kmq (si tratta del Conoide del Torrente Broveda); viene inoltre indicata una superficie complessiva di “aree in dissesto” <0,1 kmq e una superficie di “frana potenziale” pari a 0,2 kmq.

Il Comune di Cuvio risulta inoltre presente nell’ “Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo” - Allegato 3 all’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici”, sempre per i rischi associati alla presenza del conoide del torrente Broveda.

Nell’allegato 4 è presente una delimitazione delle aree in dissesto, ove il conoide del Torrente Broveda è indicato come “area di conoide attivo non protetta”.

In seguito alle osservazioni al PAI prodotte dal comune (1999 e 2002) il conoide è stato riclassificato come Cn (conoide non recentemente attivatosi o completamente protetto).

16 Piano di Assetto Idrogeologico – Autorità di Bacino

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

PTCP Provincia di Varese

I riferimenti presenti nel PTCP vigente, relativi al comune di Cuvio, per quanto riguarda la componente del rischio, sono elencati di seguito:

• la Tavola RIS1 (Carta del rischio), riporta integralmente i dissesti individuati dalla cartografia del PAI con l’aggiunta delle aree esondabili per piene con Tr = 100 anni, definite dallo studio idraulico del Torrente Boesio (Università degli Studi dell'Insubria e di Pavia, 2004).

• la Tavola RIS2 (Carta censimento dissesti) riporta tutti gli eventi noti (aggiornamento marzo 2005) in base all’inventario delle frane e dei dissesti idrogeologici della Regione Lombardia (luglio 2002), aggiornato in base ai dati provenienti dagli archivi di Comunità Montane, Comuni, etc., oltre che da foto interpretazione e attività di controllo sul terreno; sul territorio comunale di Cuvio la tavola individua e perimetra:

- le “alluvioni attuali”, che comprendono tutti i depositi di fondovalle compresi nell’ambito del territorio comunale. L'elemento secondo lo studio geologico comunale “è, presumibilmente, riportato in relazione alle esondazioni del Torrente Boesio, ma ne viene esagerata l'estensione, includendo anche le aree distali di conoide del Cuvio, più rilevate rispetto alle circostanti.”;

- il “conoide alluvionale”, corrispondente all’apparato edificato dal T. Broveda. Si distingue un settore con grado di attività quiescente (area principale del conoide) e un settore relitto, individuato nella piana su cui sorge il centro storico di Cuvio;

- “aree di transito di debris flow”, coincidenti con i vari rami del Torrente Broveda. L’attività di rilievo da parte dei geologi che hanno redatto lo studio geologico del territorio comunale ha confermato l’attività recente di colate lungo diverse incisioni torrentizie. (In occasione di un sopralluogo effettuato in data 27/10/2012 sono risultate evidenze di attività di trasporto solido da parte di un affluente del Broveda presso un settore di impluvio ubicato nelle vicinanze della carreggiata della Sp 45 per Castello Cabiaglio, n.d.r.).

- “aree origine di crolli”, individuate nelle pareti rocciose dell’alto versante del campo dei Fiori.

• nella Tavola RIS3 (Carta della pericolosità frane, con l’esclusione di quelle di crollo) sono riportate le seguenti classi di pericolosità, per i seguenti settori del territorio comunale: - “aree a pericolosità elevata”: è indicata una sola area, corrispondente al sottobacino dei rami centrali del Torrente Broveda, che si arresta alla confluenza con il ramo principale nella piana di Castello Cabiaglio.; - “aree a pericolosità media”: oltre a interessare la restante parte dei versanti del Campo dei Fiori, si prolunga in una digitazione che comprende tutti i terreni in sponda sinistra della forra e del conoide del T. Broveda; - “aree a pericolosità bassa”: comprende tutte le aree pianeggianti di fondovalle, comprese quelle in sponda destra del conoide di Cuvio ed il versante nord del Monte Martinello.

• La Tavola RIS4 (Carta della pericolosità frane di crollo) indica le aree sommitali del monte Campo dei Fiori come origine di potenziali crolli, in particolare quelle del settore centro occidentale del versante.

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APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2

DISSESTI E SITUAZIONI DI PERICOLOSITA’ DESCRITTE ALL’INTERNO DELLO STUDIO GEOLOGICO COMUNALE

Lo studio geologico comunale17, redatto nel 2010, ha, in sintesi, individuato sul territorio di Cuvio i seguenti dissesti e le seguenti criticità, che dipendono da processi legati alla dinamica di versante e da processi legati alla dinamica delle acque:

PROCESSI LEGATI ALLA DINAMICA DI VERSANTE: - aree di crollo: “Il settore montano del territorio comunale, a partire dalle aree di cresta del Monte Campo dei Fiori fino a una quota media di circa 900 m, è strutturato in rocce carbonatiche a stratificazione da media a massiccia, che formano pareti subverticali. Questa situazione ha determinato l’innesco di fenomeni di crollo, sia isolati che diffusi, testimoniati dalla presenza di una falda detritica, che si estende tra la base delle pareti ed una quota mediamente compresa tra 850-800 m. (omissis). L’attività attuale è limitata all’aggradazione di coni detritici di spessore pellicolare, in corrispondenza di canaloni o vallecole che risalgono fino alla base delle pareti, o alla caduta di singoli massi, dispersi sul versante boscato, il cui limite inferiore coincide con quello della falde detritica stabilizzata.” Lo studio geologico individua per i processi di crollo due zone : a) le pareti rocciose del versante nord del Campo dei Fiori, come area potenziale soggetta a crolli di massi (area di distacco); b) la falda detritica stabilizzata, assunta come massima area di influenza dei fenomeni di crollo (area di accumulo). L’intensità dei fenomeni di crollo attuali viene valutata”modesta”. La morfologia del versante a bassa inclinazione posta tra quota 750 m e 700/670, a valle delle pareti di crollo, risulta favorevole ad una prima intercettazione di eventuali crolli rocciosi, anche in massa, tra quota 750 m e 700/670 m. Inoltre una fascia boscata sviluppata su un dislivello di oltre 350-400 m, tra la base delle pareti potenzialmente origine dei crolli e le prime strutture antropiche (caselli di captazione di alcune sorgenti lungo la S.P. 45 per Castello Cabiaglio) dovrebbe secondo lo studio geologico proteggere gli elementi antropici dagli effetti dell’attività di crollo;

-Versanti potenzialmente instabili su pendii caratterizzati da valori di acclività elevata: “coincidono con quei tratti dell’impluvio del Torrente Broveda che assumono carattere di forra, con versanti ad elevata acclività, discontinuamente coperti da depositi colluviali di ridotto spessore e dal diffuso affioramento del substrato roccioso in corrispondenza di pareti subverticali. Per le accentuate pendenze e la scarsa potenza dei depositi quaternari, questi versanti mostrano segni di una diffusa, anche se superficiale, instabilità, evidenziata dal loro denudamento, dalla presenza di vegetazione d’alto fusto abbattuta o con inclinazioni anomale e da modesti fenomeni di crollo o di soil slip, in presenza di depositi quaternari di sufficiente spessore. I tratti inforrati sono così distribuiti: a) sul versante nord del Monte Martinello, tra lo sbocco nell’abitato di Cuvio e quota 475 m s.l.m.; b) sul versante nord del Monte campo dei Fiori, in corrispondenza dei rami orientali del T. Broveda, tra quota 530 e 630 m s.l.m.”.

-area di frana attiva: sul fianco destro del canalone della Sorgente nuova (q. 520 m circa) i geologi che hanno redatto lo studio geologico hanno individuato un piccolo dissesto, il cui coronamento intacca il lato esterno del sentiero

17 Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. A. Uggeri e Dott. Geol.P. Davide Fantoni – Idrogea Servizi Srl – febbraio 2010

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Fornaci-Orino. Si tratta di uno scivolamento superficiale (soil slip) sviluppato sul fianco destro di un Canalone (omissis). Il dissesto ha dimensioni molto limitate (omissis) e secondo la relazione geologica “per i volumi in gioco e il loro confinamento naturale, il dissesto non costituisce un pericolo per le strutture antropiche a valle. Tuttavia in caso di evoluzione, l’arretramento del coronamento porterebbe al franamento e all’interruzione del sentiero.”

Foto tratta dallo studio geologico: area di frana attiva in loc. Sorgente Nuova, che ha parzialmente lesionato il sentiero Fornaci – Orino.

Lo studio geologico ha inoltre cartografato nella “Carta di sintesi”, come richiesto dalla Regione Lombardia, le “aree di versante con pendenze superiori a 20° (in presenza di coperture quaternarie con spessore significativo) e a 35° (in roccia), ricavate per via automatica a partire dal DEM regionale. In aree con pendenze così definite, si ritiene che la sola acclività sia in grado di costituire un elemento a sfavore della stabilità dei versanti.” Queste aree risultano ubicate principalmente nel settore montano ad eccezione di un settore, non molto esteso, posto a ovest dell’abitato di Cuvio, a monte e a valle della carreggiata della strada provinciale che collega Cuvio alla frazione di Comacchio (Sp 45 Dir. 1). Si tratta di un settore con pendenze lievemente superiori ai 20° dove la pericolosità di dissesto risulta nel suo complesso bassa.

PROCESSI LEGATI ALLA DINAMICA DELLA ACQUE:

- ESONDAZIONE E TRASPORTI TORRENTIZI DEL TORRENTE BROVEDA Il Torrente Broveda è il principale elemento di pericolosità del territorio Comunale, gli eventi idraulici connessi ad una sua eventuale esondazione potrebbero essere accompagnati da fenomeni idrogeologici, come ad esempio colate detritiche e trasporti torrentizi a causa della presenza, lungo l’esteso versante montano, posto a monte, di aree soggette a dissesto. Ciò comporta evidentemente un aggravio dello scenario di rischio. Per i dettagli si rimanda al Capitolo 2.1.

-DISSESTI DI CARATTERE TORRENTIZIO: - Trasporti in massa – “Debris flow in area montana”: “Il settore montano del territorio comunale è caratterizzato a quote inferiori a 800 m circa, da una spessa copertura di depositi glaciali e da una rete di drenaggio organizzata in impluvi a controllo strutturale profondamente incisi, che spesso raggiungono e tagliano, anche per svariate decine di metri, il substrato roccioso. L’elevata disponibilità di materiale, in un ambiente torrentizio ad alta energia

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 e alto grado di confinamento, favorisce, in occasione di eventi meteorici di intensità opportuna, la movimentazione in massa del materiale presente nelle incisioni vallive. In relazione alle modalità, intensità e frequenza del trasporto in massa, si possono distinguere due aree soggette a questi processi: • Versante nord del Campo dei Fiori fino alla valle sospesa di Castello Cabiaglio: E’ il settore più attivo, sia per i numerosi incisi in cui possono transitare le colate, sia per l’elevata quantità di materiale glaciale rilasciato dai versanti delle incisioni. L’alto grado di attività è testimoniato dalla diffusione degli accumuli grossolani che coprono il fondovalle di aree a bassa pendenza distribuite lungo i corsi d’acqua. (omissis). Queste aree svolgono, in modo evidente, funzione di cassa di espansione naturale dei debris flow e costituiscono un notevole elemento di mitigazione del rischio per trasporto in massa. La loro distribuzione può essere così sintetizzata: • valle principale del ramo orientale del Torrente Broveda: distribuzione pressoché continua tra quota 660 m circa e la piana di Castello Cabiaglio; • ramo centrale del Broveda: presenta un’unica grande area di laminazione, posta allo sbocco nella valle di Cabiaglio, attorno a quota 500. Quest’area è in continuità morfologica con la superficie del conoide relitto di Fornaci, edificato dal ramo orientale del torrente. Per cui, sebbene l’apparato sia terrazzato ed escluso dalla morfogenesi attiva del corso d’acqua che lo ha generato, si configura ugualmente come un’area di potenziale espansione dei debris flow provenienti dal ramo centrale del Broveda e, di conseguenza, come area di elevata pericolosità.

Figura tratta dallo studio geologico – comunale: Area di possibile espansione di un debris flow nei pressi del conoide relitto ubicato in Loc. Fornaci.

• rami occidentali del T. Broveda: “sono meno incisi e articolati dei precedenti e formano valli subrettilinee a grado di incisione variabile. (omissis)” Secondo lo studio geologico rappresentano “un elemento di maggiore pericolosità per trasporto in massa rispetto ai rami orientali e centrali, in cui le colate, seppure di magnitudo superiore, sono anche laminate più efficacemente e su tratti più estesi.”. I fenomeni di debris flow in questo settore possono oltretutto interferire con il tracciato della Sp 45 che collega Comacchio a Castello Cabiaglio e Brinzio. Secondo lo studio geologico “Gli apporti detritici all’alveo (del Torrente Broveda) derivano da fenomeni isolati di crollo, nella parte montana dove affiorano le pareti rocciose, e da scivolamenti superficiali (debris flow e processi colluviali) dai versanti degli impluvi, in quella sottostante.” • Forra del Torrente Broveda a valle della piana di Castello Cabiaglio: “A nord della S.P. 45, il torrente Broveda dopo un breve tratto su un fondovalle alluvionale, si inforra rapidamente, scorrendo in un alveo limitato da alte pareti, entrambe prevalentemente rocciose. La non elevata propensione al dissesto dei versanti, unita alla presenza di estese aree di laminazione a monte, determina una relativa scarsità di materiale in alveo, ridotto a plaghe di ghiaie e massi in appoggio al substrato roccioso, che limita, nel regime climatico attuale, le possibilità di innesco di debris

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 flow. Ciò si riflette anche sul grado di attività del conoide del Torrente Broveda, posto allo sbocco della forra, la cui analisi storica evidenzia una situazione di complessiva stabilità e scarsa propensione al trasporto in massa”. Conoide del torrente Broveda: lo studio geologico comunale riporta in sintesi gli esiti dell’analisi idrologica e idraulica condotta da Maffei nel 2002 per redigere le “Osservazioni del comune di Cuvio al PAI e aggiornamento dello studio geologico di supporto al PRG”: - “il conoide di Cuvio è costituito in prevalenza da ghiaie, sabbie e sabbie limose contenenti ciottoli arrotondati di varia natura, di dimensioni variabili, con matrice sabbioso siltosa; la giacitura mostra accenni di clinostratificazione. - esso si apre a ventaglio sulla Valcuvia, in prossimità dell’abitato di Cuvio, con l’apice posto all’altezza del centro storico del comune. A partire dall’apice la superficie del conoide declina rapidamente verso l’unghia con modesta inclinazione, che si riduce progressivamente nella parte più distale fino a raccordarsi con la piana di fondovalle, ad una quota di circa 283 m. - le condizioni che ne hanno permesso la formazione sono l’improvviso cambio di pendenza dell’alveo del Torrente Broveda al suo sbocco in pianura e la presenza di un bacino di alimentazione in grado di fornire i materiali necessari alla sua aggradazione. - Il conoide si è formato in condizioni climatiche e pluviometriche non compatibili con quelle attuali. - attualmente si presenta come un conoide stabilizzato, con assenza di accrescimento, su cui il corso d’acqua non divaga più e presenta solamente locali erosioni in alveo e occasionale trasporto di detriti nella parte montana, in concomitanza con intense precipitazioni. L’alveo presenta un’idonea e continua arginatura nel tratto urbano che consente di fare defluire le piene. La superficie del conoide è ricoperta da verde agricolo e urbano e da intensa urbanizzazione coincidente con l’abitato di Cuvio.” (omissis). - da dati storici si evince che in concomitanza di eccezionali precipitazioni, le aree di maggior criticità sono legate alla piana del Carreggio (omissis). - Non sono segnalati eventi storici che testimonino fenomeni di esondazione o trasporto in massa sul conoide. Esso non è stato valutato particolarmente pericoloso, in quanto l’intensità dei fenomeni attesi a vari tempi di ritorno è compatibile con i sistemi attuali di protezione e arginatura. Infatti, oltre alla mancanza di dati storici che testimonino il verificarsi di eventi di questo tipo, si è verificato che per le portate di progetto calcolate con tempo di ritorno fino a 50 anni, gli attuali argini all’interno del conoide dovrebbero essere in grado di fare defluire le piene. Per tempi di ritorno superiori ai 100 anni ci si può attendere una tracimazione” del torrente. Lo Studio geologico del 2010 ritiene credibile quanto sostenuto da Maffei nel 2002 e aggiunge che la connotazione di non elevata pericolosità del trasporto in massa nell’area di conoide “potrebbe risiedere nell’assetto morfologico del tratto montano articolato in due sistemi sostanzialmente indipendenti”, per cui la laminazione dei debris flow nelle casse di espansione naturale costituite dalle “piane intravallive” riduce il rischio di propagazione dei debris flow nel sistema inferiore rappresentato dalla forra del T. Broveda, ubicata, lo ricordiamo, immediatamente a monte del centro storico di Cuvio. Tuttavia “in relazione alla pericolosità del conoide del T. Broveda”, lo studio geologico vigente “propone, rispetto allo studio precedente (Maffei, 2002), le seguenti modifiche:

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1) è stato modificato lo status della fascia centrale del conoide, che passa da Cp (“conoide parzialmente protetto”) a Ca (”conoide attivo”). Poiché tale fascia coincide quasi totalmente con l’incisione assiale del conoide, le aree in essa comprese appaiono soggette alla situazione di massima pericolosità; 2) è stato modificato, su base morfologica, il precedente limite in zona apicale, in quanto irrealistico. Le aree a valle della sezione 3, infatti, sono ancora interne alla forra del torrente e confinate entro pareti di altezza plurimetrica (roccia in sponda sinistra, deposti colluviali terrazzati in sponda destra); 3) è stato aumentata verso valle (quindi verso nord) e verso ovest la conoide classificata come Cn (“conoide non recentemente attivatasi e completamente protetta”).”. Nell’ipotesi, fortunatamente remota, ma non del tutto escludibile, di un fenomeno ingente di trasporto solido a valle lungo la forra del Broveda (evento già verificatosi in un passato non recente che ha segnato la storia e la morfologia del contesto - il conoide di origine alluvionale - in cui è ubicato l’abitato di Cuvio), le conseguenze alluvionali sarebbero molto serie, soprattutto nei pressi dello sbocco del torrente nel tratto abitato, e nelle aree ubicate nei pressi delle sponde dell’attuale alveo del Broveda.

Per quanto riguarda le classi di fattibilità geologica per le azioni di PGT definite all’interno dello Studio Geologico a supporto del PGT, rientrano nelle classi di fattibilità geologica, classe 3 e classe 4, per motivi dipendenti dall’instabilità dei versanti e/o vulnerabili dal punto di vista idraulico le seguenti zone:

CLASSE 3 – FATTIBILITA’ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI

Sottoclasse 3d – Aree con valori di acclività compresi tra 20° e 35° su depositi glaciali: interessano diversi settori del territorio, tra cui uno, di modesta estensione, posto a monte e a valle della strada provinciale che collega Comacchio a Cuvio;

Sottoclasse 3e – Pareti in roccia sub verticale o versanti in roccia con valori di acclività superiori a 35°; elevata vulnerabilità della falda acquifera: sono localizzate lungo il corso del Torrente Broveda a nord della Cima del Forte di Orino;

CLASSE R4 – FATTIBILITA’ CON GRAVI LIMITAZIONI

Sottoclasse 4a – Area di frana attiva: fianco destro del canalone della Sorgente nuova (q. 520 m circa), nei pressi del sentiero Fornaci – Orino;

Sottoclasse 4b – Aree interessate da trasporto in massa e flusso di detrito su conoide: coincidono con l’alveo attivo del Torrente Broveda e con due modeste aree di potenziale esondazione;

Sottoclasse 4c – Aree di laminazione di debris-flow e relativa area di potenziale influenza: si tratta di 3 aree poste sul versante sud del Monte Campo dei Fiori; due sono ubicate in prossimità dell’alveo del Torrente Broveda ed una in corrispondenza di un torrente privo di idronimo.

Sottoclasse 4d – Versanti potenzialmente instabili su pendii caratterizzati da valori di acclività superiori a 35°; elevata vulnerabilità degli acquiferi captati ad uso idropotabile: si tratta di aree interessate da fenomeni areali di modesta ma diffusa instabilità superficiale, in genere corrispondenti ai tratti di maggiore acclività dei versanti torrentizi, ubicate nel settore montano del territorio comunale;

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Sottoclasse 4e – Aree a pericolosità potenziale per crolli per la presenza di pareti in roccia e relativa area di influenza; aree di versante in roccia con valori di acclività superiori a 35°; elevata vulnerabilità degli acquiferi captati ad uso idropotabile: si tratta di un’ampia fascia posta in prossimità della parte sommitale del Monte Campo dei Fiori;

Sottoclasse 4f – Aree ripetutamente allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali o frequentemente inondabili (indicativamente con T.R. 100 anni) con significativi valori di velocità e/o altezze d'acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido; bassa soggiacenza della falda e terreni con pessime caratteristiche geotecniche (torbe): si tratta di un’area già interessata da esondazione posta in fregio al Torrente Boesio;

Sottoclasse 4g – Aree potenzialmente esondabili perimetrate secondo criterio morfologico per le quali non è stato stabilito un tempo di ritorno (con bassa probabilità di esondazione); caratteristiche geotecniche pessime (torbe); falda acquifera a bassa soggiacenza/subaffiorante: si tratta di ampie zone di esondazione che interessano gran parte della piana del Carreggio ad esclusione dell’area sulla quale sorge il complesso industriale Mascioni. In funzione della classificazione PAI (Piano aggiornato) tali aree sono considerate a pericolosità elevata.

Sottoclasse 4h – Aree potenzialmente esondabili perimetrate secondo criterio morfologico per le quali non è stato stabilito un tempo di ritorno (con elevata probabilità di esondazione); caratteristiche geotecniche pessime (torbe); falda acquifera a bassa soggiacenza/sub affiorante: si tratta di una stretta fascia estesa su gran parte della sponda idrografica sinistra del Torrente Boesio ed una in prossimità del confine comunale con Orino in corrispondenza del Canale Carreggio; In funzione della classificazione PAI (Piano aggiornato) tali aree sono considerate a pericolosità molto elevata;

Sottoclasse 4i – Aree potenzialmente esondabili perimetrate secondo criterio morfologico per le quali non è stato stabilito un tempo di ritorno con bassa probabilità di esondazione: falda idrica a bassa soggiacenza: singola area ubicata nel settore pianeggiante posto al confine con il comune di Cuveglio.

2.2.2 Previsione e Monitoraggio dei Rischi Idraulici-Idrogeologici

Sistema Regionale di Allerta

Per la descrizione del Sistema Regionale di Allerta per i Rischi Idraulici ed Idrogeologici, si rimanda al Paragrafo 2.1.2.

Monitoraggio il loco

Non sono presenti, in Comune di Cuvio stazioni per il monitoraggio di fenomeni di dissesto idrogeologico.

55 P I A N O D I EMERGENZA INTERCOMUN ALE

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2.2.3 Scenari di Rischio: Frane e Dissesti Idrogeologici

La presenza di torrenti ad elevato trasporto solido localizzati lungo i versanti del territorio comunale sommata alla presenza di pendenze talvolta elevate ed instabilità cronica di alcuni versanti fa sì che si possano manifestare, soprattutto in condizioni di eventi pluviometrici particolarmente intensi, fenomeni di dissesto locale.

Le zone più critiche risultano essere le aree in corrispondenza dei conoidi torrentizi e i versanti a ridosso degli alvei, dove è possibile prevedere locali dissesti ed eventuali allagamenti a valle (fenomeni di sovralluvionamento con trasporto a valle di materiale solido). Laddove i corsi d’acqua hanno subito regimazioni consistenti (in particolare nelle zone in prossimità della foce) gli alvei dei torrenti potrebbero rivelarsi insufficienti ad accogliere portate elevate, in ragione di ciò potrebbero verificarsi locali esondazioni. La presenza lungo gli alvei torrentizi di fenomeni franosi lascia prevedere la potenziale manifestazione di smottamenti con accumuli di materiale solido che potrebbero modificare in parte (aumentando in certi casi gli effetti) gli scenari di rischio.

Per quanto riguarda i fenomeni franosi, particolarmente critici risultano essere i versanti del Monte Nudo a ridosso e a monte dell’abitato di Vergobbio sia per la presenza di abitazioni esposte a rischio crolli sia per la rpeenza di versanti scoscesi e instabili a ridosso del torrente Gottardo. Nel recente passato si sono già manifestati fenomeni franosi (crolli) in questa parte di territorio. Gli altri elementi territoriali che risultano maggiormente a rischio sono le infrastrutture di collegamento montane, in particolare i tratti più impervi che, spesso, in più punti sono a ridosso di versanti acclivi e talvolta instabili e in altri punti intersecano corsi d’acqua.

SCENARI

Cuvio – Torrente Broveda 1 - Dissesti torrentizi – Sovralluvionamenti – Esondazione Settore Montano - Torrente Broveda e suoi affluenti 2 - Dissesti torrentizi – Sovralluvionamenti – Frane di crollo / Scivolamento

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

TAV 2.2 CV Scenario 1 DISSESTI TORRENTIZI – SOVRALLUVIONAMENTI - ESONDAZIONE Torrente Broveda Per Legenda e Dettagli vedi TAV 2.1 CV Elementi di Pericolosità: Torrente potenzialmente soggetto a fenomeni di debris flow (colate detritiche e trasporti torrentizi) Elementi Vulnerabili: Aree urbane ubicate immediatamente a valle della forra del Broveda e aree ubicate a ridosso delle sponde del torrente. Ponti di attraversamento del torrente (in particolare ponte Sp 45 Dir ) Criticità particolari: Nucleo storico abitato ubicato proprio a valle della Forra. Tratto montano e impluvi del torrente soggetti a dissesto (frane, sovralluvionamenti). Presenza di sezioni idrauliche non adeguate a scolmare piene eccezionali. Danni attesi: Azioni di risposta: Chi : Residenti ed abitazioni in Eventuali interventi sanitari 118 sponda al torrente Evacuazioni VVF e Struttura locale di PC Assistenza residenti Volontari P.C. Censimento danni Tecnico comunale / VVF Sp 45 Dir 1. e Viabilità Locale Blocchi traffico Polizia Locale Manufatti Verifica danni Comune / STER Opere di Difesa realizzate o in progetto: Argini di sponda, sistemazione alveo Azioni di Prevenzione ordinaria: Manutenzione versanti in sponda al torrente. Pulizia alveo e sponde, specie in prossimità di ponti

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 S

TAV 2.1 CV Scenario 2 DISSESTI TORRENTIZI – SOVRALLUVIONAMENTI – FRANE DI CROLLO / SCIVOLAMENTO Settore Montano Per Legenda e Dettagli vedi TAV 2.1 CV Elementi di Pericolosità: Torrenti minori soggetti a sovralluvionamenti e dissesti torrentizi. Versante settentrionale del Campo dei Fiori soggetto ad attività di crollo. Impluvi soggetti a colate detritiche e frane di scivolamento. Ruscellamenti superficiali Elementi Vulnerabili: Sp 45, sentieri, punti localizzati a ridosso degli impluvi Criticità particolari: Impluvi dei torrenti minori ubicati nelle immediate vicinanze della carreggiata della Sp 45. Sezioni di sottopasso della carreggiata della Sp 45 a rischio occlusione. Stabilimento Salmoiraghi non distante da aree a pericolosità idrogeologica elevata. Acclività versanti marcata Danni attesi: Azioni di risposta: Chi : Danni localizzati ad abitazioni Assistenza e ripristino Struttura comunale di condizioni sicurezza PC, Volontariato PC Sp 45 e strade locali Blocchi traffico, Gestione Polizia Locale Interruzione viabilità di livello viabilità alternativa provinciale

Sp 45 – Danni carreggiata Verifica danni Provincia / Comune Messa in sicurezza Provincia / Comune carreggiate Opere di Difesa realizzate o in progetto: Nessuna significativa Azioni di Prevenzione ordinaria: Pulizia sezioni di sottopasso della carreggiata della Sp 45 dal materiale ostruente. Rimozione piante morte o pericolanti che potrebbero ostacolare il deflusso delle acque. Monitoraggi punti critici

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO IDROGEOLOGICO 2.2 P

2.2.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Per le Procedure relative all’Emergenza Frane e Dissesti Idrogeologici si richiama la Relazione Generale – Capitolo 2 paragrafo 2 e nello specifico le Procedure relative al Rischio Idraulico Capitolo 2 paragrafo 1 del presente Approfondimento.

Occorre in tal senso specificare che non sempre gli eventi di natura idrogeologica consentono di strutturare le azioni di risposta per le fasi di preallarme, allarme ed emergenza come nel caso degli eventi di esondazione lacustre o fluviale in quanto avvengono con tempistiche più rapide, talvolta improvvise e senza preavviso.

Il sistema regionale di allertamento (vedi paragrafo 2.1.2) consente di definire livelli di criticità differenziati a seconda delle condizioni meteorologiche previste. Il tutto, evidentemente deve essere verificato e calibrato in relazione alla situazione locale ma ciò non toglie che la previsione di precipitazioni intense e/o durature e l’emanazione di livelli di allerta via via crescenti è sintomo che anche localmente potrebbero verificarsi emergenze di natura idraulica-idrogeologica.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3

Il Rischio Chimico: 2.3 TAV 2.3 CV Impianti a Rischio e Trasporto di Sostanze Pericolose

Gli aspetti generali riguardanti il Rischio Chimico Industriale e da Trasporto di Sostanze Pericolose via strada e ferrovia sono trattati all’interno della Relazione Generale – capitolo 2 paragrafo 3.

Le Schede di Sicurezza delle sostanze pericolose sono presenti all’interno degli Allegati del Piano.

Le Emergenze di natura Chimico-Industriale e coinvolgenti Sostanze Pericolose, per la complessità e la professionalità degli interventi richiesti, oltre che per la variabilità degli scenari, vengono coordinate ad una scala sovracomunale. La prima risposta all’emergenza compete a forze operative altamente specializzate. Non a caso i Piani di Emergenza Esterni degli Impianti a Rischio sono di competenza della Prefettura. Detto ciò occorre sottolineare che le responsabilità del Sindaco non vengono a decadere, tantomeno il coinvolgimento della Struttura Operativa Comunale e delle risorse locali (compreso il Volontariato di Protezione Civile) cui spetteranno, in caso di emergenze di questa natura, perlopiù compiti logistici e di supporto (es. assistenza ed accoglienza di popolazione evacuata, fornitura di risorse, etc.). Ruoli e competenze sono. riassunti nel paragrafo 2.3.4 – Gestione dell’Emergenza e Procedure Operative.

2.3.1 Il Rischio Chimico Industriale

In comune di Cuvio e nei territori limitrofi non sono insediati Impianti Industriali classificati a Rischio di Incidente Rilevante ai sensi del D.Lgs 105/2015. Sono presenti alcuni impianti, non classificati a Rischio ma che stoccano o potrebbero stoccare quantitativi minimi di sostanze pericolose/infiammabili (sotto la soglie richieste dal D.Lgs.). Si segnala in particolare la presenza delle ditte MASCIONI S.p.a. e SALMOIRAGHI.

DENOMINAZIONE INDIRIZZO TIPO PRODUZIONE TEL

MASCIONI SPA Via Mascioni, 4 Tessile 0332.650600

SALMOIRAGHI Sp45 - Loc. Fornaci Trattamento Olii esausti – ADR 3082 0332 650588

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

2.3.2 Scenari di Rischio: Trasporto di Sostanze Pericolose via ferrovia

Il territorio di Cuvio non è attraversato da linee ferroviarie e non è esposto a rischi da trasporto di sostanze pericolose via ferrovia.

Riguardo le specifiche di tale rischio, in particolare nell’ambito della Comunità Montana Valli del Verbano (Comuni esposti, sostanze maggiormente movimentate, tipologia del trasporto, rischi maggiori) si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.3.

2.3.3 Scenari di Rischio: Trasporto di Sostanze Pericolose via strada

La probabilità che si verifichino all’interno del territorio della Comunità Montana, lungo la rete stradale, incidenti coinvolgenti carichi di sostanze pericolose è piuttosto bassa, in ragione di una ridotta quantità di merce pericolosa movimentata. Ciò è dovuto essenzialmente alla presenza limitata di aziende locali che stoccano e/o lavorano sostanze chimiche. I ridotti quantitativi movimentati sono riconducibili perlopiù a poche categorie di sostanze, in particolare agli idrocarburi-classe ADR 3 e al GPL classe ADR 2. In territorio di Cuvio sono stati individuati carichi passanti di merce pericolosa appartenenti alla classe ADR 9 (Materia pericolosa per l’ambiente), in particolare numero ONU 3082. Si tratta di olii esausti diretti alla ditta Salmoiraghi Sas.

Il territorio di Cuvio è attraversato dalle seguenti infrastrutture lungo le quali si verifica la movimentazione di merce pericolosa:

- SP 45; - SP 45 Dir. da Comacchio a Orino; - SP 45 Dir. 1 in direzione di Cuveglio e di Azzio; il tratto urbano rappresentato dalle vie Vincenzo Mascioni, Vittorio Veneto e Giuseppe Maggi è dunque interessato da transiti ADR. - Via Giacomo Mascioni per l’accesso allo stabilimento Mascioni S.p.a.

Il Comune di Cuvio non ha insediato, all’interno del proprio territorio, aziende classificate a rischio ai sensi del D.lgs 105/2015 e che stoccano quindi importanti quantitativi di sostanze pericolose tali da richiedere un ingente movimentazione su strada; non sono presenti neppure distributori di carburante, è però presente la ditta Salmoiraghi che lavora olii esausti, appartenenti alla Classe ADR 9 e lo stabilimento Mascioni Spa. Tali stabilimenti ricevono periodicamente merci, alcune delle quali pericolose che percorrono perlopiù la SP 45 e la Sp45dir. La tipologia (numeri ONU) delle sostanze in ingresso presso lo stabilimento Mascioni può variare a seconda dei processi e delle fasi produttive.

Alla luce di queste considerazioni sono stati ipotizzati gli scenari incidentali di accadimento più probabile, coinvolgenti il Gasolio (e gli olii esausti ONU 3082) ed il GPL, sostanze che vengono movimentate o al fine di rifornire la Salmoiraghi, i serbatoi locali di GPL e le caldaie alimentate a Gasolio.

61 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

Le tabelle seguenti descrivono sinteticamente quelli che si ritiene possano essere gli scenari incidentali dalla maggiore probabilità di accadimento sulla maglia della viabilità del territorio di Cuvio.

SCENARI IPOTIZZATI

SCENARIO SOSTANZA COINVOLTA FENOMENO ATTESO

1 GASOLIO – OLII ESAUSTI Rilascio al suolo conseguente al ribaltamento di una autocisterna

2 GPL Ribaltamento di un’autocisterna: incendio dell’autocisterna

62 PIANO DI EMERGENZA INTERCO MUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

TAV. 2.3 CV Scenario 1 Gasolio e Olii Esausti RIBALTAMENTO DI UN’AUTOBOTTE CON RILASCIO DI GASOLIO AL SUOLO CUVIO - Sp 45 – Sp 45 Dir. - Sp 45 Dir. 1 Effetto Immediato Atteso Consistente sversamento di gasolio o olii esausti, conseguente al ribaltamento e alla lesione della cisterna, al suolo o in un corso d’acqua Effetto differito/prolungato atteso: 1) Percolazione del gasolio nel terreno> Possibile contaminazione della falda 2) Dispersione del gasolio in acqua> danno ambientale all’ecosistema acquatico Zone a Rischio (Fascia Impatto) Estensione dell’impatto dipendente dal tempo di intervento per contenere lo sversamento Vie – Strade interessate Elementi vulnerabili posti a ridosso della strada Sp 45 Torrente Broveda, punti di captazione delle acque, ruscelli che intersecano la carreggiata Via Pora - Sp 45 Dir. Area Casa di riposo

Via Mascioni – Via G. Maggi Tombinature – Attraversamento del centro urbano di Cuvio Fattori di amplificazione Breve distanza dal corpo idrico - Elevata portata (fiumi) dei corpi idrici interessati Presenza di imbocco reti fognarie nelle vicinanze Permeabilità del terreno - Bassa profondità della falda Influenza della condizioni Meteo Significativa (effetti peggiori in condizioni di stabilità e vento poco Intenso) Tempi di percolazione in falda Alcune ore se la percolazione avviene attraverso terreni sabbiosi/ghiaiosi Molti giorni se la percolazione avviene attraverso terreni argillosi Prime Azioni da attuare Chiamata immediata al 115 e per conoscenza alla Prefettura di Varese. Operare d’intesa con il Comandante dei VVF Per le procedure generiche riguardo le emergenze chimiche (industriali o da trasporti pericolosi) si rimanda al paragrafo successivo 2.3.4

63 PIANO DI EMERGENZA INTERCO MUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 S

RIBALTAMENTO DI UN’AUTOCISTERNA CONTENENTE GPL (BUTANO) CON INCENDIO GPL TAV. 2.3 CV Scenario 2 ED ESPLOSIONE IMMEDIATA (BLEVE) CUVIO - Sp 45 – Sp 45 Dir. - Sp 45 Dir. 1 Effetto Immediato Atteso Rilascio rapido al quale segue BLEVE- (15 t contenute: PICCOLA AUTOCISTERNA) Effetto differito/prolungato atteso: Effetti domino quali incendi ed esplosioni a seconda degli elementi via interessati Strade interessate – fonte di pericolosità (transito piccole cisterne per rifornimenti GPL ad utilizzo domestico)

Zone a Rischio ed Elementi Territoriali Esposti Fasce Aree Edifici pubblici Spazi ad elevata Viabilità Residenziali concentrazione Fascia Impatto Centro urbano di Municipio, Poste, Carabinieri, Casa Bofalora Center, Parco, Via Mascioni Cuvio Indicativa: 70m. di Riposo Centro sportivo ,Via G. Maggi, via Pora, SP 45 Zona di Danno Centro urbano di Municipio, Poste, Carabinieri, Casa Bofalora Center, Parco, Indicativa: 160m. Cuvio di Riposo, Scuole, Chiese, sede P.C. Centro sportivo Zona di Centro urbano di Municipio, Poste, Carabinieri, Casa Bofalora Center, Parco, Attenzione Cuvio di Riposo, Scuole, Chiese, sede P.C. Centro sportivo Indicativa: 200m. Prime Azioni da attuare Chiamata Chiamata immediata al 115 e per conoscenza alla Prefettura di Varese. Operare d’intesa con il Comandante dei VVF Allertamento Avviso alla popolazione interessata tramite autoparlanti. Viabilità Chiusura immediata a distanza di sicurezza delle vie di accesso Riparo al Chiuso Misura di salvaguardia preventiva ed immediata Evacuazione – Da definire tramite ordinanza solamente in condizioni estreme, nella zona di impatto ed eventualmente di danno, d’intesa con Prefetto e Comandante VVF. Ricovero in aree idonee (Vedi Strutture individuate all’interno del Capitolo 3) Per le procedure generiche riguardo le emergenze chimiche (industriali o da trasporti pericolosi) si rimanda al paragrafo successivo 2.3.4

64 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

2.3.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Premesse

Le Emergenze che coinvolgono sostanze chimiche pericolose, siano esse dovute ad incidenti da impianto fisso o da mezzo di trasporto, presentano un elevato grado di pericolosità e di incertezza, pertanto richiedono la presenza e l’intervento di personale altamente qualificato. I Vigili del Fuoco possiedono, al loro interno, nuclei speciali addestrati appositamente per affrontare questo genere di emergenze.

Il coordinamento di un’eventuale emergenza per la gravità, l’estensione dell’evento, è di competenza del Prefetto. Non a caso I Piani di Emergenza Esterni per gli Impianti a Rischio vengono, a norma di legge, redatti dalle Prefetture. Il primo intervento viene gestito attraverso il Posto di Comando Avanzato, struttura tecnica operativa di primo intervento composta da VV.F., cui spetta il coordinamento, AREU 118, Forze dell’Ordine, Polizia Locale, ARPA ed ASL. I Comuni interessati mantengono ugualmente un ruolo cruciale di supporto e il Sindaco rimane, in prima persona, il Responsabile di Protezione Civile.

Le Procedure Operative di scala Sovracomunale, redatte sulla base dei Piani Prefettizi e Provinciali oltre che i ruoli dei Responsabili e delle Strutture Tecniche impiegate, sono inseriti all’interno della Relazione Generale – Capitolo 2, paragrafo 3, di seguito, invece sono inseriti i compiti e le procedure a scala locale, per l’UCL (Unità di Crisi Locale).

All’interno della Relazione Generale – Capitolo 2, paragrafo 3, sono inoltre trattati in modo specifico, alcuni aspetti, particolarmente delicati, relativi alla gestione dell’emergenza chimica, in particolare quelli riguardanti la salvaguardia della popolazione (Allertamento, Evacuazione-Riparo al chiuso).

Il Volontariato di protezione civile, in caso di Emergenza Chimica, può svolgere un’ importante azione di supporto purchè non divenga esso stesso soggetto esposto al rischio. Le azioni potranno riguardare in particolare l’assistenza alla popolazione e l’allestimento delle aree di emergenza. Tendenzialmente potrà operare solo entro la zona di attenzione, solamente se autorizzato dal Prefetto e/o dal Sindaco sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco responsabile del Posto di Comando Avanzato. Se autorizzati potranno collaborare con la polizia locale nelle attività di allertamento e nelle azioni di evacuazione.

I numeri di reperibilità degli Enti di Scala Sovracomunale sono inseriti negli Allegati Generali del Piano.

65 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

TAV 2.3 CV Scenario di Rischio: Incidente Chimico - Trasporti Pericolosi Procedure Operative/Modello di intervento per Componenti UCL (Unità di Crisi Locale) Il coordinamento delle Emergenze nel caso di Incidenti Chimici Rilevanti spetta al Prefetto – L’UCL svolge funzioni di supporto – Lo schema di massima che segue può variare in relazione alla situazione contingente Tutte le azioni previste entro le fasce di rischio possono essere svolte solamente su disposizione del Comandante dei Vigili del Fuoco (Responsabile Operativo del Posto di Comando Avanzato) Numeri di Reperibilità, Responsabili e Attori: vedi Capitolo 4 e Allegati del Piano FASI Azioni In quali Condizioni – Quando Chi le attua Il Responsabile dell’impianto/trasportatore comunica che si sono verificate o si stanno verificando situazioni anomale di esercizio o incidenti che potrebbero evolvere

alla negativamente minacciando la sicurezza del personale e del territorio circostante e avvisa pertanto i Vigili del Fuoco e/o il Prefetto della situazione. Si informa sulla natura e tipologia dell’incidente, sulle sostanze Una volta ricevuto il messaggio dalla Prefettura/vigili del Fuoco o avuta notizia SINDACO coinvolte e sulla possibile evoluzione dello scenario incidentale della situazione di preallarme Avvisa l’UCL e Attiva la polizia locale * Adotta eventuali primi provvedimenti di salvaguardia della D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni popolazione del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA Informa della situazione gli enti sovraordinati Una volta ricevute le informazioni dalla verifica in sito Supporta il Sindaco nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase, ove necessario REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. * Partecipano alle operazioni definite dal PCA: Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco o dal Roc, sulla base delle POLIZIA LOCALE - operazioni di controllo e presidio nelle aree contermini all’impianto indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA (vigilanza effettuata da una debita distanza, da punti sicuri) -Adottano prime misure per la gestione della viabilità e la delimitazione delle aree a Rischio: presidio, posizionamento cancelli e

(spesso (spesso tale fase non esiste, si passa direttamente deviazioni del traffico – mantengono vie preferenziali di accesso per i mezzi di soccorso Tiene pronti i volontari e le risorse a disposizione Una volta ricevuta notizia del Preallarme COORDINATORE VOLONTARIATO P.C. Cessano le condizioni che hanno determinato il Preallarme: Informa l’UCL e le strutture operative locali della revoca del Preallarme Una volta ricevuto il messaggio di revoca dalla Prefettura

PREALLARME PREALLARME SINDACO

difase emergenza)

66 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Il Responsabile dell’impianto/trasportatore comunica agli Organi preposti al soccorso (NUE112, VVF, 118, Forze dell’Ordine) ed al Prefetto dell’incidente avvenuto o in corso

Il Prefetto assume il Coordinamento nel più breve tempo possibile: istituzione del COM in caso di incidente rilevante/ Il Comune svolge le seguenti funzioni di supporto

Attiva l’ UCL Una volta ricevuto il messaggio dalla Prefettura/Vigili del Fuoco o avuta SINDACO notizia dal Responsabile del trasporto ferroviario Dispone lo svolgimento delle operazioni di soccorso nelle aree colpite D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA Tiene Informati della situazione e delle decisioni intraprese gli enti D’intesa con il Prefetto, ad intervalli regolari e in caso di significativa sovraordinati variazione della situazione Attiva gli organi dell’ARPA e dell’ASL Non appena ricevuta notizia dell’avvenuto incidente, qualora non siano già stati attivati dal PCA o dal Prefetto Informa la Popolazione sui comportamenti da seguire Non appena ricevuta notizia dell’avvenuto incidente, d’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA Dispone eventuali ordinanze (VEDI MODELLI ALLEGATI): D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di - allertamento della popolazione in aree a rischio ** Comando Avanzato) - riparo al chiuso;

EMERGENZA - evacuazione preventiva di popolazione in aree a rischio (per l’individuazione delle aree vedi tavole scenari); -occupazione temporanea di aree private; -sospensione erogazione servizi essenziali; -altre eventuali Dispone, se necessario, l’attivazione delle aree di emergenza per I caso di ordinanza di evacuazione accogliere la popolazione Gestisce i contatti con i mass-media In attesa dell’arrivo del Prefetto-Qualora giornalisti di radio, giornali, tv siano già informati della situazione Affianca il Sindaco e lo supporta nella gestione delle comunicazioni Durante tutta la fase

67 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Si mette in contatto con i componenti del P.C.A. per comprendere la In attesa dell’arrivo del Prefetto REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. dinamica e la possibile evoluzione dello scenario incidentale in modo da coordinare l’attività dell’U.C.L. e tenere informato il Sindaco

Coordina l’attività nelle aree di emergenza Nel caso siano attivate le aree di emergenza

Coordina le attività sul territorio dell’UCL e degli eventuali D’intesa con il Prefetto o In attesa del suo arrivo, sulla base delle responsabili delle funzioni di supporto indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando Avanzato)

Dispone mezzi, attrezzature e risorse sul territorio D’intesa con il Prefetto a seconda delle necessità e delle priorità TECNICO COMUNALE

Provvede all’allestimento delle aree di accoglienza e alla fornitura di In caso di prevista o effettiva evacuazione materiale per assistenza alla popolazione

Partecipa alla Verifica danni ad edifici ed infrastrutture, alle reti dei Su richiesta del Prefetto/Sindaco – PCA, valutata la necessità, sulla base servizi in collaborazione con gli enti gestori e tecnici abilitati-qualora delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di sussistano le condizioni di sicurezza Comando Avanzato)

Partecipa all’eventuale messa in sicurezza di strutture comunali Su richiesta del Prefetto/Sindaco – PCA, valutata la necessità, sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco / P.C.A. (Posto di Comando Avanzato)

Partecipano alle operazioni definite dal PCA: Una volta ricevuta disposizione dal Sindaco sulla base delle indicazioni POLIZIA LOCALE del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA - Gestione della Viabilità e delimitazione delle aree a Rischio: presidio, posizionamento cancelli e deviazioni del traffico – mantengono vie preferenziali di accesso per i mezzi di soccorso (per l’individuazione delle aree vedi tavole scenari) - Collabora nel controllo delle operazioni sul territorio e mantiene l’ordine pubblico nelle aree critiche

**Eventuale allertamento della popolazione a rischio tramite Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco in POLIZIA LOCALE/VOLONTARIATO PC (sotto megafoni, sirene, porta a porta o evacuazione preventiva (per collaborazione con le Forze dell’Ordine sulla base delle indicazioni del la direzione del COORDINATORE) l’individuazione delle aree vedi tavole scenari) Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA

68 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO CHIMICO 2.3 P

Supporto alle Forze dell’Ordine, alla polizia locale e al P.C.A. nelle Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco, o dal VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del operazioni di emergenza espressamente richieste dalle Autorità Responsabile del P.C.A. sulla base delle indicazioni del Comandante dei COORDINATORE) (Prefetto o Sindaco) : Vigili del Fuoco - PCA -assistenza alla popolazione da evacuare, evacuata (se sussistono condizioni di sicurezza) -assistenza e supporto nella gestione delle aree di emergenza, censimento persone evacuate, etc. -altre operazioni a seconda delle necessità. Eventuale assistenza nelle operazioni di evacuazione preventiva della Ricevuta disposizione dal Prefetto o, in sua assenza, dal Sindaco sulla popolazione e accoglienza nelle aree di emergenza base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA I V.d.F. pongono rimedio alle condizioni che avevano reso necessaria l’attivazione della Fase di Allarme/Emergenza. L’emergenza rientra e il Prefetto revoca l’allarme

Informa l’UCL e le Strutture operative locali della revoca dell’allarme Dopo aver ricevuto il messaggio di revoca dalla Prefettura SINDACO Dispone l’eventuale rientro della popolazione evacuata D’ intesa con il Prefetto - Ripristinate le condizioni di sicurezza sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA

Richiama gli uomini dislocati sul territorio Una volta ricevuto messaggio di revoca dell’allarme e ripristinate le REFERENTE COMUNALE ALLA P.C. condizioni di normalità Coordina il rientro della popolazione evacuata Una volta avuta disposizione dal Sindaco d’intesa con il Prefetto sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA

Coordina il controllo della viabilità, mantenimento ordine pubblico Durante la fase di ritorno alla normalità d’intesa con il Prefetto e in POLIZIA LOCALE collaborazione con le Forze dell’Ordine sulla base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco - PCA

Supporto agli addetti comunali e alla polizia locale nelle operazioni di Una volta avuta disposizione dal Sindaco d’intesa con il Prefetto sulla VOLONTARIATO PC (sotto la direzione del ripristino e di ritorno alla normalità: base delle indicazioni del Comandante dei Vigili del Fuoco – PCA COORDINATORE)

Eventuale assistenza al rientro della popolazione evacuata nelle proprie case

69 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

2.4 Il Rischio Incendi Boschivi TAV 2.4 CV

La parte descrittiva generale sul rischio Incendi Boschivi, gli aspetti riguardanti la Previsione e la Prevenzione degli Incendi nonché la Gestione dell’Emergenza e le Procedure Operative, essendo esse di competenza della Comunità Montana, sono trattati all’interno della Relazione Generale – capitolo 2 paragrafo 4.

Il coordinamento AIB all’interno del territorio di Cuvio spetta: - alla Comunità Montana Valli del Verbano nelle aree del territorio comunale esterne ai confini del Parco Regionale Campo dei Fiori; - all’Ente Parco nelle aree del territorio comunale che fanno parte del Parco Regionale Campo dei Fiori.

2.4.1 Analisi della Pericolosità e Mappatura del Rischio

Dall’analisi dei dati (sotto riportati) contenuti all’interno del Piano di Previsione e Prevenzione e lotta agli incendi della Regione Lombardia – Anno 2014-2016 risulta che, in una scala da 1 a 5, il territorio di Cuvio appartiene alla classe di rischio più elevata: classe 5

CUVIO

Superficie Superficie Numero incendi Superficie percorsa Comune Classe di rischio territoriale [ha] Bruciabile ha / anno media annua [ha]

CUVIO 605,41 468,41 0,2 0,088 5

70 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

Analisi del Rischio Incendio Boschivo - PIF

Dalla Tavola del Rischio Incendio Boschivo elaborata all’interno del PIF (Piano di Indirizzo Forestale della CMVDV), emergono le porzioni forestali suddivise per livello di rischio incendio boschivo (l’analisi speditiva è stata effettuata utilizzando alcuni parametri quali: esposizione, pendenze, vicinanza alle infrastrutture, specie forestali, incendi passati, etc.). Di seguito si riporta uno stralcio delle tavole, rielaborate sulla base del Database Topografico. Parte del territorio di Cuvio, ricadendo all’interno del Parco Regionale Campo dei Fiori è stata esclusa dall’analisi.

71 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

Le porzioni di territorio esposte a questa tipologia di rischio corrispondono alle zone montane interne, in particolare: - ai versanti a monte dell’abitato di Cuvio; - ai versanti a monte del tracciato della Sp 45 e della Loc. Fornaci sino alle sommità del Monte Campo dei Fiori. Alcuni tratti montani sono caratterizzati da dislivelli notevoli, da asperità del terreno e dalla presenza di fenomeni di dissesto, in particolare i versanti settentrionali del Monte Campo dei Fiori e i versanti di sponda del Torrente Broveda e dei suoi affluenti nel settore montano del Comune.

Il territorio comunale è parzialmente interessato dal SIC IT2010003 “Versante nord del Campo dei Fiori” e dalla ZPS IT2010401 “Campo dei Fiori”. La superficie comunale interessata dal SIC è di 248 ha circa, mentre la ZPS occupa circa 40 ha, interamente compresi nel SIC stesso.18 L’area SIC è caratterizzata essenzialmente da formazioni forestali che comprendono principalmente: • castagneti e boschi misti di latifoglie alle quote più basse (mediamente al di sotto dei 550 m); • faggete acidofile, che caratterizzano la fascia dai 550 m ai 750 m circa, su substrati limoso-sabbiosi con ciottoli e massi; • faggete mesofile alle quote superiori (da 750 m a 1.000 m circa), in corrispondenza dell'affiorare di substrati di tipo dolomitico; Risultano presenti altre vegetazioni forestali, ma a distribuzione più circoscritta come: • boschi a Fraxinus excetsior e Acer pseudoplatanus, legati alle incisioni torrentizie non molto marcate, su substrati acidi o neutri; • boschi a dominanza di tigli (Tilia cordata e T. platyphyllos], in situazioni di forra o su versanti acclivi, su substrati di tipo carbonatico dove rappresentano la vegetazione sommitale (a quote m genere superiori agli 800 m); • boschi a dominanza di Quercus pubescens su substrati cartonatici, ascrivibili ai Quercetalia pubescentis.

18 Informazioni tratte dal Rapporto Ambientale, parte della V.A.S. del Comune di Cuvio.

72 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4

Immagine tratta dal Rapporto Ambientale del Comune di Cuvio – Localizzazione del SIC “Versante nord del Campo dei Fiori” e della ZPS “Campo dei Fiori”.

Immagine tratta dal Rapporto Ambientale del Comune di Cuvio – Aree di interesse naturale e vegetazione protetta del SIC “Versante nord del Campo dei Fiori”. 2.4.2 Allertamento e Monitoraggio degli Incendi Boschivi

Per i dettagli si rimanda al Capitolo 2.4.2 della Relazione Generale.

73 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4 S

Aree boscate e Aree protette (Parco Campo INCENDIO BOSCHIVO TAV 2.4 CV 2.4.3 Scenario di Rischio dei Fiori - SIC – ZPS) Periodo di Massima Pericolosità: Fine inverno – inizio primavera in particolare in condizioni di scarsa piovosità, secchezza della vegetazione e aridità del suolo, vento forte Cause principali di Innesco: Innesco di origine antropica Punti Critici di Innesco: Strade più critiche: Zone antropizzate ai margini dei boschi SP 45 Loc. Fornaci Strade sterrate a monte dell’abitato di Cuvio Comacchio Punti/Elementi Esposti: Edifici isolati dal centro abitato principale SIC IT2010003 “Versante nord del Campo dei Fiori” ZPS IT2010401 “Campo dei Fiori” Zone caratterizzate da elevata asperità del terreno: Pendici Campo dei Fiori Versanti di sponda del Broveda e dei suoi affluenti

Specie Forestali prevalenti Specie Forestali secondarie Faggio Castagno, Querce, Robinia, Aceri-Frassineti, Tigli Possibili azioni/attività di prevenzione Presidio del territorio, pulizia e manutenzione dei sentieri. Esercitazioni AIB Azioni primarie da attuare in caso di incendio: Attivare il numero AIB del Parco Campo dei Fiori: 800-035195 o della Comunità Montana: 335.8714195, il 112 (VVF) e il 1515 (Forestale) Evacuazione abitazioni a rischio ed eventuale assistenza popolazione evacuata Risorse idriche Lago Maggiore

74 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO INCENDI BOSCHIVI 2.4 P

2.4.4 La Gestione dell’Emergenza – Procedure Operative/Modello di Intervento

Le Procedure Operative per il rischio Incendi Boschivi, tratte direttamente dal Piano Regionale di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, sono state inserite all’interno della Relazione Generale – paragrafo 2.4.5 essendo procedure univoche per tutti i comuni e riguardanti, a livello gestionale, più l’Ente di scala sovracomunale deputato per Legge all’intervento e coordinamento AIB ,che non le Amministrazioni Locali; tale Ente che potrà essere, a seconda del territorio interessato, la Comunità Montana (Valli del Verbano) o l’Ente Parco (Campo dei Fiori) in quanto enti deputati all’intervento e al coordinamento.

Il Comune potrà ricoprire, in qualunque caso e a seconda delle necessità, un’importante funzione di Supporto (logistico, viabilistico, etc.) attraverso le proprie Strutture (assistenza ad evacuati, chiusura viabilità, etc.).

Il coordinamento AIB all’interno del territorio di Cuvio spetta al Parco del Campo dei Fiori per il versante montano a monte della Sp45 e alla Comunità Montana Valli del Verbano per il settore montano a ridosso di Cuvio e l’ambito di fondovalle.

Di seguito i numeri telefonici da contattare in caso di incendio:

PARCO REGIONALE DEL CAMPO DEI FIORI: NUMERO UNICO ALLERTAMENTO: 800.035.195

COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL VERBANO: NUMERO H24 AIB: 335.8714195

CORPO FORESTALE DELLO STATO: NUMERO UNICO EMERGENZE: 1515 COMANDO VARESE: TEL: 0332.282587 STAZIONE DI LUINO: TEL: 0332.536536 CENTRO OPERATIVO CON SEDE A CURNO (BG): TEL: 035.611009 FAX: 035.617722

SALA OPERATIVA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE NUMERO VERDE: 800.061.160

VIGILI DEL FUOCO (Incendi interfaccia) NUMERO UNICO EMERGENZE: 112

75 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

2.5 Il Rischio Eventi Meteorologici Estremi

2.5.1 Premessa

Il territorio del medio-alto Verbano è potenzialmente esposto ad eventi meteorologici particolarmente violenti (temporali e venti forti) che potrebbero verificarsi in particolare durante i mesi estivi ed in lassi temporali ristretti.

Dal punto di vista della pianificazione dell’emergenza comunale gli eventi meteorologici estremi destano particolari preoccupazioni in particolare laddove si è in presenza di trombe d’aria, forti grandinate e piogge intense accompagnate da fenomeni di allagamento e di dissesto idrogeologico. Eventi di tale natura si sono già manifestati sul territorio comunitario anche in anni recenti. Le preoccupazioni sono giustificate sia dai possibili effetti attesi al suolo sia dal fatto che si tratta di fenomeni atmosferici generalmente non prevedibili ed improvvisi. Data questa premessa risulta evidente come i Rischi Idrogeologici e le aree soggette a fenomeni di dissesto, individuati nel capitolo 2.2, possono essere una diretta conseguenza di fenomeni meteorologici estremi.

La descrizione generale degli eventi meteorologici estremi (natura del fenomeno, cause e conseguenze) è presente all’interno della Relazione Generale – capitolo 2.5.

Foto – sx: Tromba d’aria che ha investito molte località del luinese (2012) (fonte: http://www.nadirpress.net/) – dx – tromba d’aria che ha colpito Luino nel 2006 – (fonte:varesenews)

76 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

2.5.2 Allertamento degli Eventi Meteo Estremi

A) Previsione e monitoraggio di forti temporali

La Regione Lombardia, ha approvato, con D.G.R. 22 dicembre 2008 n.8/8753 e riformato con la D.G.R. n. X/4599 del 17-12-2015, la Direttiva Regionale sull’Allertamento ai fini di protezione civile.

La precisa localizzazione dei temporali, la loro esatta tempistica di evoluzione (momento di innesco, di massimo sviluppo, di dissipazione), l’intensità, non possono essere previsti con largo anticipo. Con i tempi di preavviso tipici del sistema di allertamento regionale (12 ore o più) ciò che è possibile prevedere con sufficiente approssimazione è il verificarsi, su ampie porzioni di territorio (le Aree di Allertamento), di condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali più o meno intensi distinguendo le principali fasce orarie della giornata (notte, mattino, pomeriggio, sera). Sulla base dei criteri sopra definiti, si sono identificate le zone omogenee, partendo dalla iniziale zonazione di tipo meteoclimatico. Le aree omogenee ai fini dell’allertamento sono le medesime previste per il rischio Idrogeologico ed Idraulico:

Il territorio della Comunità Montana Valli del Verbano appartiene, per il Rischio Idrogeologico ed Idraulico, Temporali Forti, alla Zona Omogenea “dei laghi e Prealpi Varesine” - CODICE IM-04.

Per quanto riguarda le soglie ed i codici di allerta, la Regione, all'interno della Direttiva, ha ritenuto opportuno riferirsi unicamente al fenomeno dei temporali forti definiti come: - temporali di lunga durata (più di un’ora) caratterizzati da intensi rovesci di pioggia o neve, ovvero intensità orarie superiori a 40 mm/h, spesso grandine anche di grande dimensioni (superiore ai 2 cm), raffiche di vento anche di forte intensità, occasionalmente trombe d’aria, elevata densità di fulmini;

I temporali forti dunque, nell’ambito della presente direttiva, si distinguono dai temporali (senza ulteriori specificazioni) e dai rovesci definiti come segue:

- temporali di breve durata e di bassa intensità, ovvero con limitate intensità orarie di precipitazione (valori orari di pioggia inferiori ai 40 mm/h), possibile grandine di piccole dimensioni, raffiche di vento generalmente di limitata intensità.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

Si distinguono, in fase di previsione 3 livelli di criticità correlati perlopiù alla probabilità di accadimento dei temporali forti relativamente a ciascuna area omogenea:

CODICE PROBABILITA’ LIVELLO CRITICITA’ EFFETTI E DANNI ALLERTA ACCADIMENTO % - Bassa <30 assente Assenza di fenomeni significativi Eventuali danni puntuali. prevedibili, anche se non è possibile escludere fenomeni/scenari di evento localizzati: - isolate fulminazioni, grandinate, raffiche di vento. A media 30-70 ordinaria Lo scenario è caratterizzato da Occasionale pericolo per la sicurezza delle persone elevata incertezza previsionale. Si con possibile perdita di vite umane per cause possono verificare incidentali. Effetti generalmente localizzati: fenomeni/scenari di evento - danni alle coperture e alle strutture provvisorie con generalmente localizzati dovuti a: trasporto di materiali a causa di forti raffiche di - forti fulminazioni, grandinate, vento; raffiche di vento. - rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi (in particolare telefonia, elettricità); - danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; - innesco di incendi e lesioni da fulminazione B alta >70 moderata Lo scenario è caratterizzato da Pericolo per la sicurezza delle persone con possibili elevata incertezza previsionale. Si perdite di vite umane. Effetti generalmente diffusi: possono verificare - danni alle coperture e alle strutture provvisorie con fenomeni/scenari di evento trasporto di materiali a causa di forti raffiche di generalmente diffusi o persistenti vento; dovuti a: - forti fulminazioni, - rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di grandinate, raffiche di vento. pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi; - danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; - innesco di incendi e lesioni da fulminazione.

Se il livello di criticità per il rischio temporali forti, indicato nell’Avviso di Criticità comunicato da Regione Lombardia, è pari a 1 o 2, le Amministrazioni Comunali dovranno attivare le procedure previste nel piano di emergenza comunale per i rischi idraulici/idrogeologici (Cap. 2.1 – 2.2) e provvedere, con il contributo della polizia locale, al controllo delle aree potenzialmente esposte e vulnerabili agli effetti di forti raffiche di vento, grandine etc., nonché alla sorveglianza dei punti critici presenti sul territorio comunale (torrenti e corsi d’acqua minori, ponti, zone soggette ad allagamenti), in modo da poter intraprendere provvedimenti e azioni cautelative (l’eventuale interdizione alla circolazione sulle strade interessate da allagamenti, l’allertamento della popolazione, residente e non, la verifica dell’eventuale coinvolgimento della stessa in situazioni di pericolo, etc.).

Nel periodo di maggiore frequenza dei fenomeni temporaleschi, il Sindaco dovrà notificare ai gestori dei campeggi l’emissione dell’avviso di criticità e concordare / comunicare le eventuali procedure di evacuazione rapida delle aree di camping.; la popolazione e le Autorità di Pubblica Sicurezza dell’obbligo di segnalare tempestivamente al Comune la presenza di campeggiatori anche isolati, gite scolastiche, campi scout e simili, in zone potenzialmente a rischio, come sopra indicate.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

B) Previsione e monitoraggio delle nevicate I criteri considerati per definire le aree omogenee per il rischio neve sono di natura meteorologica, orografica, territoriale ed amministrativa. Altri parametri importanti per la definizione delle aree, sono il grado di urbanizzazione del territorio e la presenza di infrastrutture strategiche: Importanti vie di comunicazione, rete ferroviaria, aeroporti e grossi centri urbani, sistemi di fornitura e distribuzione di corrente elettrica, etc. Il Territorio della Comunità Montana Valli del Verbano, ricade nell’Area Omogenea NV-04 delle Prealpi Varesine.

Codici e soglie di allerta per rischio neve Sulla base delle valutazioni delle criticità attivabili territorialmente, come descritto negli scenari di rischio definiti di seguito, si ritiene che abbia senso fare riferimento solo alle porzioni di territorio poste al di sotto dei 1200 m s.l.m., soglia ritenuta idonea a rappresentare la parte di territorio regionale maggiormente abitata e con presenza di infrastrutture. Inoltre alcune aree del territorio lombardo risultano più sensibili al rischio neve, in particolare la fascia di pianura e pedemontana dove è concentrata la maggior parte di infrastrutture critiche e di popolazione. In fase di previsione si distinguono i seguenti codici di pericolo per neve accumulabile al suolo, anche in funzione della quota del territorio:

Le situazioni di criticità per rischio neve sono determinate da precipitazioni solide in grado di generare i seguenti scenari: a) Difficoltà, rallentamenti e possibili blocchi del traffico stradale, ferroviario e aereo. b) Interruzioni della fornitura di energia elettrica e/o delle linee telefoniche. c) Danni agli alberi con ripercussioni alle aree sottostanti. d) Danni e crolli delle coperture di edifici e capannoni. Alle Autorità locali di protezione civile resta l’onere di valutare i rischi generati anche su alpeggi, su strade secondarie di alta montagna a servizio di attività agro-silvo-pastorali. Non sono considerate in questa sede le situazioni di criticità generate su piste da sci e su impianti di risalita. Sulla base delle previsioni meteorologiche, integrate con le informazioni provenienti dal territorio relative alla permanenza della neve al suolo e alle eventuali criticità che interessino il sistema delle infrastrutture critiche (rete viabilità autostradale, statale/provinciale, locale; rete ferroviaria e aeroporti; reti distribuzione servizi essenziali), il Centro Funzionale emette i seguenti codici di allerta colore e livelli di criticità assente, ordinaria, moderata ed elevata.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5

C) Previsione e monitoraggio per Vento Forte

Sul territorio Lombardo le condizioni di vento forte si determinano quasi esclusivamente in occasione di importanti episodi di foehn o tramontana (venti dai quadranti settentrionali), intensi e persistenti e con raffiche di elevata intensità. Tali situazioni risentono della interazione orografica delle correnti con l’arco alpino il cui “effetto barriera” limita notevolmente la possibilità che questo fenomeno possa assumere caratteristiche catastrofiche. In questa categoria di rischio si considerano solo le situazioni alla scala regionale e sinottica in cui il vento interessa ampie porzioni di territorio, non comprende le raffiche di vento associate ai temporali in quanto fenomeni tipici di aree relativamente più ristrette e perché incluse nel rischio temporali.

Le aree omogenee d’allerta per il rischio vento forte, considerati i criteri richiamati al paragrafo precedente, sono le medesime del rischio Temporali e del rischio idrogeologico ed idraulico.

Codici e soglie di allerta per rischio vento forte Sulla base delle valutazioni delle criticità attivabili territorialmente, come descritto negli scenari di rischio definiti di seguito, si ritiene più congruo riferire le soglie alle aree situate a quote inferiori ai 1500 metri, in quanto ritenute più vulnerabili a questo tipo di rischio. Per tutte le motivazioni citate in premessa, per questo tipo di rischio vengono definiti soltanto due livelli di criticità: ordinaria, moderata.

Le situazioni di criticità per rischio di vento forte possono generare: a) pericoli diretti sulle aree interessate dall’eventuale crollo d’impalcature, cartelloni, alberi (particolare attenzione dovrà essere rivolta a quelle situazioni in cui i crolli possono coinvolgere strade pubbliche e private, parcheggi, luoghi di transito, servizi pubblici, ecc…); b) pericoli sulla viabilità, soprattutto nei casi in cui sono in circolazione mezzi pesanti; c) pericoli diretti legati alla instabilità dei versanti più acclivi, quando sollecitati dell’effetto leva prodotto dalla presenza di alberi; d) pericoli nello svolgimento delle attività esercitate in alta quota; e) problemi per la sicurezza dei voli amatoriali e delle attività svolte sugli specchi lacuali. Sulla base delle previsioni meteorologiche, del monitoraggio e delle segnalazioni di criticità in atto e in evoluzione sul territorio, il Centro Funzionale (CFMR) emette i codici di allerta colore e i livelli di criticità assente, ordinaria, moderata ed elevata.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 S

2.5.3 Scenario di Rischio a - Evento Meteorologico Violento: Temporale Forte – Vento Forte Caratteristiche Evento: Forte Raffiche di Vento e/o Tromba d’aria e/o Pioggia molto intensa (rovesci) e/o Grandine e/o Fulmini Periodo di Probabile di accadimento: Estate, in particolare periodi caratterizzati da temperature elevate Evoluzione dell’Evento: Rapida, durata breve (fase intensa massimo mezz’ora) Estensione Spaziale: Le zone colpite solitamente sono ristrette (raggi inferiori a 1 Kmq) Danni Attesi Ipotetici: Vittime/feriti nelle aree esposte, in particolare negli spazi aperti affollati (possibili danni procurati da oggetti scagliati dalla forza del vento o da fulmini); Scoperchiamento di tetti, sollevamento di tegole e cornicioni; Danni rilevanti a strutture aperte temporanee: capannoni e tensostrutture per fiere, manifestazioni, concerti; Possibili incidenti sul lavoro (specie nei cantieri con impalcature sospese); Sollevamento/spostamento di oggetti, arredi urbani, cartellonistica, autovetture; Abbattimento e sradicamento di alberi e Danni all’agricoltura; Lesioni al sistema dell’illuminazione pubblica, possibile caduta delle linee elettriche e potenziali Blackout; Incidenti stradali e interruzioni alla viabilità; Allagamenti localizzati per rigurgiti da fognatura o per esondazione di torrenti minori (vedi aree a rischio Capitolo 2.1) in caso di precipitazioni intense Disseti Idrogeologici (Vedi Scenari Capitolo 2.2) Elementi peggiorativi: Rischi elevati si possono avere in presenza di eventi-manifestazioni con elevata concentrazione di persone (Fiere, Sagre, Feste, Concerti, Spettacoli, etc.) In caso di evento meteorologico estremo caratterizzato da forti precipitazioni (pioggia o grandine) occorrerà tenere in considerazione la possibilità che si manifestino episodi di allagamento e fenomeni di dissesto idrogeologico (Vedi Scenari Capitolo 2.2) Possibili azioni/attività di prevenzione Monitoraggio/Manutenzione dei punti critici (conoidi torrentizi e aree di dissesto, ponti critici, torrenti, sottopassi stradali, tratti tombinati, etc.); Azioni primarie da attuare in caso si manifesti l’evento: Sorveglianza dei punti critici (torrenti, sottopassi stradali, tratti tombinati, etc.); Eventuale chiusura della circolazione viabilistica (in seguito ad abbattimento alberi, allagamenti localizzati; Allertamento di eventuale popolazione a rischio Evacuazione di Attendamenti, Tensostrutture (Fiere, Concerti, Manifestazioni Sportive, Mercato, etc.) localizzati in particolare in aree aperte. Segnalazione preventiva al Sindaco della presenza sul territorio di campeggiatori, campi estivi, campi scout, presenza di scolaresche potenzialmente a rischio.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 S

2.5.3 Scenario di Rischio b - Evento Meteorologico Violento: Nevicata Forte-Eccezionale Caratteristiche dell’Evento: Periodo di Probabile di accadimento: Forte Nevicate con coltre di neve superiore ai 20 cm Inverno, con condizioni ideali di temperatura e precipitazione Evoluzione dell’Evento: Estensione Spaziale: Più Giorni Intero territorio comunale Danni Attesi Ipotetici: Interruzioni di servizi essenziali (possibile chiusura delle scuole, asili, etc.) Problemi alla viabilità Danni a reti idriche ed elettriche ed interruzioni localizzate dei servizi Elementi peggiorativi: Perdurare della perturbazione intensa per più giorni Possibili azioni/attività di prevenzione Mantenere aggiornato il piano neve comunale e in essere le convenzioni con le ditte per spalatura, fornitura sale, etc. Azioni primarie da attuare in caso si manifesti l’evento Prestare particolare attenzione alle persone non autosufficienti ed anziane (fornire eventuale numero telefonico dedicato per emergenze) – monitoraggio ed assistenza di supporto (Volontariato di PC) Verifica dei punti viabilistici più critici (vedi strade montane maggiormente trafficate). Eventuale chiusura della circolazione viabilistica in seguito ad incidenti o situazioni di rischio Eventuale assistenza a popolazione in difficoltà (problemi di fornitura di beni prima necessità, riscaldamento, etc.) – ipotesi estrema (allestimento strutture di accoglienza con supporto dei volontari di PC) Evacuazione precauzionale di abitazioni in seguito a problemi strutturali delle coperture (ipotesi remota) ed assistenza

Particolarmente utili, ai fini della riduzione delle tipologie di rischio più imprevedibili, tra cui rientra quella degli eventi meteorologici estremi, sono le indicazioni riguardo il comportamento da tenere nel caso si manifesti l’evento calamitoso. Tali indicazioni dovrebbero però essere recepite dalla cittadinanza in fase preventiva attraverso appositi strumenti divulgativi (vedi capitolo 6 Relazione Generale e Opuscolo Informativo – Allegati Generali)

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE RISCHIO EVENTI METEO ESTREMI 2.5 P

2.5.4 La Gestione dell’Emergenza: Procedure Operative

La tipologia di Emergenza e conseguentemente le azioni e le misure di risposta da adottare in seguito ad eventi meteorologici estremi dipendono dalla tipologia e dall’intensità dell’evento che si manifesta e dai danni procurati. Per le Procedure relative all’Emergenza Eventi Meteorologici Estremi si richiamano nello specifico le Procedure relative al Rischio Idraulico e Idrogeologico al Capitolo 2.1.4 del Presente Approfondimento

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

2.6 Il Rischio Sismico

Il rischio sismico atteso sul territorio in esame può essere classificato da molto basso a basso, per cui non si reputa necessario definire appositi scenari per tale tipologia di Rischio.

Per quanto riguarda l’inquadramento normativo e l’analisi speditiva del grado di rischio sismico si rimanda alla Relazione Generale – Capitolo 2.6. 2.6.1 Pericolosità Sismica Locale

In caso di terremoto gli scuotimenti sismici in loco possono essere più forti in dipendenza di particolari connotati geomorfologici e litologici dei suoli. Secondo quanto riportato nel recente testo della dgr n. 2616/2011 del 30 novembre 2011 di “Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della L.R. 11 marzo 2005, n. 12”gli effetti di amplificazione sismica possono distinguersi in due macro-categorie:

- gli effetti di sito o di amplificazione sismica locale distinguibili a loro volta in due sotto-categorie: a) gli effetti di amplificazione topografica che si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie superficiali più o meno articolate e da irregolarità topografiche in generale b) gli effetti di amplificazione litologica, che si verificano quando le condizioni locali sono rappresentate da morfologie sepolte (bacini sedimentari, chiusure laterali, corpi lenticolari, eteropie ed interdigitazioni, gradini di faglia ecc.) e da particolari profili stratigrafici costituiti da litologie con determinate proprietà meccaniche;

- gli effetti di instabilità, che interessano tutti i terreni che mostrano un comportamento instabile o potenzialmente instabile nei confronti delle sollecitazioni sismiche attese.

La normativa regionale affida ai comuni il compito di individuare sul territorio di ciascun comune le zone soggette ad effetti locali di amplificazione sismica sulla base dei seguenti scenari.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

“19Gli scenari riconosciuti nell’ambito del territorio comunale di Cuvio sono i seguenti:

La distribuzione di questi scenari è evidenziata in Tavola 3 (Carta della Pericolosità Sismica Locale). PSL Z1a: Coincide con una piccola area ubicata lungo il sentiero che collega Orino a Castello Cabiaglio. Si tratta di un soil slip che interessa i depositi glaciali.

PSL Z1c: Lo scenario comprende gli affioramenti rocciosi sull’alto versante nord del Campo dei Fiori, potenziali aree sorgenti di crollo, come dimostra la falda detritica, attualmente stabilizzata, presente alla loro base.

PSL Z2: Questo scenario si riscontra nella piana del Carreggio, caratterizzate da terreni palustri formati da torbe di spessore decametrico, con falda a livello del piano campagna o prossima ad esso.

PSL Z3a: Individua orli di scarpata con pendenza 10° e altezza > 10 m. Gli elementi individuati corrispondono ai tratti in forra del torrente Broveda e al settore orientale del ripiano roccioso su cui sorge il centro storico di Cuvio.

PSL Z3b: Per questo scenario sono stati individuati i seguenti elementi: cresta sommitale del monte Campo dei Fiori; cresta del dosso a est di Comacchio; creste/cocuzzoli del ripiano litostrutturale del centro storico di Cuvio.

Lo scenario coincide con i depositi terrazzati fluvioglaciali e fluviali, prossimi al fondovalle e al fondovalle stesso a est del conoide di Cuvio (bacino del Torrente Margorabbia). Sono stati esclusi da questo scenario i depositi di fondovalle del Carreggio, attribuiti allo scenario Z2.

PSL Z4b: Questa zona comprende: il conoide del torrente Broveda, i coni/conoidi della piana sospesa di Castello Cabiaglio; i depositi di versante del monte Campoo dei Fiori e delle aree di raccordo al fondovalle.

PSL Z4c: Lo scenario è legato alla presenza di depositi glaciali che ricoprono con spessori significativi il substrato roccioso nel settore montano del territorio comunale, fino a quota 750 m circa.

19 Tratto dallo Studio geologico a supporto del PGT – Dott. Geol. A. Uggeri e Dott. Geol.P. Davide Fantoni – Idrogea Servizi Srl – 2010

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO SISMICO 2.6

PSL Z5: Lo scenario, definito da un elemento lineare, corrisponde al contatto tra litotipi a diverso comportamento fisico-meccanico, rappresentato dal limite tra il substrato roccioso e i depositi quaternari. Tale elemento incorpora un certo grado di incertezza, relativa all’effettiva posizione del limite, spesso tracciabile solo in modo indicativo.

Immagine – Pericolosità Sismica Locale – Classificazione di Cuvio – estratto SIT Regione Lombardia sovrapposto a Database Topografico

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AGGIORNAMENTO 2 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE IL RISCHIO DIGHE 2.7

2.7 Il Rischio Dighe 2.7.1 Analisi e Mappatura del Rischio

Cuvio non è esposto a rischi dovuti alla presenza di dighe o sbarramenti artificiali sul proprio territorio o in comuni limitrofi.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8

2.8 Eventi a Rilevante Impatto Locale e Altri Scenari

2.8.1 Inquadramento Generale e Legislazione di riferimento

In ottemperanza alle indicazioni contenute all’interno della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012 “Indirizzi operativi volti ad assicurare l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile” (pubblicata sulla G.U. del 1° febbraio 2013) si rende necessario, all’interno dei Piano di Emergenza, specificare gli scenari e gli eventi locali caratterizzati da un rilevante impatto locale, per i quali si potrebbe rendere necessaria l’attivazione e l’impiego del volontariato locale di Protezione Civile. “La realizzazione di Eventi che, seppur circoscritti al territorio di un solo comune, o di sue parti, possono comportare rischio per la pubblica e privata incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga possono richiedere l’attivazione, a livello comunale, del Piano di protezione civile, con l’attivazione di tutte o parti delle funzioni di supporto in esso previste e l’istituzione temporanea del COC. In tale caso è possibile ricorrere all’impiego delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, che potranno essere chiamate a svolgere i compiti ad esse affidati nella summenzionata pianificazione comunale, ovvero altre attività specifiche a supporto dell’ordinaria gestione dell’evento, su richiesta dell’Amministrazione Comunale.”

“L’attivazione del Piano Comunale di protezione civile e del COC costituiscono il presupposto essenziale in base al quale l’Amministrazione Comunale può disporre l’attivazione delle organizzazioni iscritte nell’elenco territoriale ed afferenti il proprio Comune nonché, ove è necessario, avanzare richiesta alla Regione territorialmente competente per l’attivazione di altre organizzazioni provenienti dall’ambito regionale…… In considerazione della particolarità dell’attività di cui trattasi, si raccomanda di contenere il numero delle autorizzazioni all’applicazione dell’art.9 ai soli casi strettamente necessari per l’attivazione del piano di protezione civile comunale….

Qualora l’evento sia promosso da soggetti diversi dall’Amministrazione Comunale e aventi scopo di lucro, permanendo le condizioni oggettive di rischio sopra richiamate, l’attivazione della pianificazione comunale ed il coinvolgimento delle organizzazioni dell’area interessata è consentito, avendo tuttavia cura che i soggetti promotori concorrano alla copertura degli oneri derivanti dall’eventuale applicazione dei benefici previsti dagli articoli 9 e 10 del Regolamento.” 2.8.2 - Eventi a Rilevante Impatto Locale

All’interno del territorio comunitario si tengono, durante l’anno, alcuni eventi di particolare rilevanza; tali ricorrenze richiamano un elevato numero di partecipanti e ciò costringe a porre l’attenzione su adeguate misure di sicurezza e salvaguardia nonché a dispiegare un considerevole numero di risorse, umane e strumentali, necessarie allo scopo. Tali Eventi sono quindi riconducibili alla casistica di quelli a rilevante impatto locale, come specificato nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012, in quanto “possono comportare rischio per la pubblica e privata incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga”. Occorre inoltre considerare l’ipotesi che possano essere organizzati eventi di rilevante impatto locale al

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8 momento non prevedibili dal presente Piano per i quali però potrebbe essere richiesta l’attivazione del Piano di Protezione Civile, del COC e il coinvolgimento delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione civile.

I principali Eventi a Rilevante Impatto Locale, attualmente rilevabili in Comune di Cuvio sono:

EVENTO DATA-PERIODO TIPOLOGIA

EVENTI PRINCIPALI

Tris d’estate Fine luglio-inizio agosto Festa tradizionale

ALTRI EVENTI

Altri eventi a rilevante impatto locale Durante l’anno Eventi di rilevanza locale, sovralocale o regionale

Per gli eventi principali è stata inserita, di seguito, una scheda di inquadramento contenente caratteristiche, attività richieste, localizzazione dell’evento (se definibile), attività per cui può essere eventualmente impiegato il volontariato locale di Protezione Civile. Per gli altri eventi a rilevante impatto locale non definiti dal presente Piano si raccomanda di considerare attentamente i seguenti aspetti:

1. Dovrà essere adeguatamente valutata l’ipotesi di inserire l’evento tra quelli a rilevante impatto locale raccomandandosi di contenere il numero delle autorizzazioni (solo nei casi strettamente necessari) – la decisione di attivare il COC in relazione all’evento spetta al Sindaco in quanto primo responsabile a livello locale della Protezione Civile;

2. L’evento dovrà comportare rischi per la pubblica incolumità in ragione dell’eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsità ed insufficienza delle vie di fuga;

3. Dovrà essere prevista l’attivazione del COC;

4. Dovranno essere pianificati in via preventiva i compiti ed i ruoli delle singole componenti del Sistema Locale di Protezione Civile in particolare delle Organizzazioni locali di Volontariato di Protezione Civile.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE EVENTI RILEVANTI E ALTRI SCENARI 2.8 S

EVENTO A RILEVANTO IMPATTO LOCALE – Comune di Cuvio

Tris d’estate

Tipologia Evento Festa tradizionale Cartografia indicativa delle aree interessate dall’evento

Livello Territoriale Evento di Livello Sovralocale

Periodo di svolgimento Fine luglio, inizio agosto

Durata evento Venerdì, Sabato e Domenica

Gestione dell’evento Pro Loco

Località-vie Interessate Parco di Cuvio dall’Evento

Attivazione COC IL COC DEVE ESSERE ATTIVATO

Afflusso persone stimato Circa 10000 persone stimate

Eventuale attività in cui Servizio AIB a seguito dei fuochi di artificio impiegare il Eventuale presidio di cancelli ed accessi (no attività di Volontariato di PC gestione del traffico).

Eventuale Servizio di supporto logistico

Eventuale impiego di No altre organizzazioni regionali di PC

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 S

2.8.3 - Altri Scenari di Rischio

Oltre agli eventi classificati a Rilevante Impatto Locale, appena descritti, è possibile che si manifestino, in territorio comunale, altre emergenze assimilabili ad eventi straordinari, che potrebbero richiedere l’attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile.

L’attivazione generica dell’UCL-COC nonché le procedure di intervento, per tali tipologie di emergenza, devono sempre attenersi ai ruoli e alle funzioni assegnate alle componenti della Struttura Comunale di Protezione Civile e devono sempre considerare, in relazione alla gravità ed all’estensione dell’evento calamitoso:

1. la gestione da parte del Comune degli eventi di tipo A (Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria);

2. la gestione da parte della Prefettura - Provincia - Regione per Eventi di tipo B (Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria);

3. la gestione da parte del Dipartimento della Protezione Civile di Eventi di tipo C (Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari).

4. La possibilità di richiedere il Supporto della Struttura Intercomunale di Comunità Montana, per i Comuni aderenti al Servizio Associato di Protezione Civile.

L’attivazione della Struttura Comunale di Protezione Civile è sempre competenza del Sindaco.

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AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 P

2.8.4 Gestione Operativa: Procedure/Modello di Intervento Emergenze Generiche

Attivazione generica delle emergenze La procedura generica semplificata di attivazione e gestione dell’emergenza è rappresentata dal diagramma seguente: 1. L’operatore che riceve la chiamata (in funzione della reperibilità), accertata la veridicità della fonte, informa immediatamente il Sindaco/Roc ed il reperibile di turno, qualora non sia lui stesso, per la verifica sul posto della situazione;

2. Il reperibile di turno effettua la verifica sul posto e informa il Sindaco/ROC della situazione;

3. Il Sindaco, in base all’esito della verifica, constatata la necessità, attiva la procedura di emergenza: attiva l’UCL-COC, informa gli enti Sovraordinati ed attiva immediatamente i primi soccorsi avvalendosi delle forze di pronto intervento (Vvf, 118, etc.).

Capita spesso che le strutture di primo intervento siano già operative prima della convocazione dell’UCL-COC (verificare in qualsiasi caso).

92 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISCHI, SCENARI, ALLERTAMENTO E PROCEDURE ALTRI SCENARI DI RISCHIO 2.8 P

Procedura generica per emergenze Nel caso si manifestino emergenze, in territorio comunitario - comunale, difficilmente prevedibili in fase di pianificazione (blackout, incidenti rilevanti, nevicate eccezionali, etc.) è assolutamente strategico che la Struttura Comunale-UCL sia in grado di adattarsi alla situazione attenendosi ai ruoli e alle funzioni assegnate alle componenti della Struttura Comunale di Protezione Civile e sia perciò in grado di offrire innanzitutto adeguato supporto alla popolazione, richiedendo eventualmente, nel caso di eventi di livello B e D supporto anche agli Enti di livello superiore (Prefettura, Regione e Dipartimento PC).

93 P I A N O D I EMERGENZA INTERCOMUN ALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3 Risorse Comunali TAV 1 CV

3.1 Le Aree di Emergenza: Spazi e Strutture

Le Aree di Emergenza, all’interno di un Piano di Emergenza di Protezione Civile, si possono distinguere nelle seguenti categorie:

- Le aree di attesa sono quegli spazi, all’interno del territorio comunale, presso i quali raccogliere la popolazione in caso di evacuazione. Gli spazi sotto elencati rimangono indicativi, la scelta dell’area dipende infatti in larga parte dal tipo di emergenza che è in atto.

Ci sono aree di attesa che non sono idonee per tutti i tipi di emergenza.

Il Sindaco/Roc confermerà o definirà di volta in volta, in base alla realtà contingente, tali aree.

- Le aree di accoglienza-ricovero sono quelle destinate ad ospitare per periodi più o meno lunghi coloro che necessitano di spazi abitativi, si distinguono in:

. Strutture di Accoglienza, cioè spazi coperti quali scuole, palestre, centri attrezzati, etc. dove ospitare nell’immediato la popolazione bisognosa.

. Tendopoli, cioè campi tenda che possono servire per l’accoglienza di alcuni giorni-qualche settimana.

. Insediamenti abitativi di emergenza, cioè spazi per l’installazione di container o moduli abitativi di emergenza che devono servire alla popolazione che rimane senza casa per periodi lunghi.

- Le Aree per l’atterraggio di elicotteri possono corrispondere a piazzole attrezzate ed appositamente realizzate o ad aree idonee rispetto ad alcuni requisiti richiesti (vedi Relazione Generale Capitolo 2.4.6).

Rappresentano una risorsa importante per un territorio come quello in esame, caratterizzato da zone montuose anche impervie che in alcuni casi sono difficilmente raggiungibili con l’ausilio di automezzi stradali e dalla presenza di vaste porzioni di suolo occupate da boschi e quindi spesso soggette ad incendi.

I criteri definiti dal Dipartimento e dalla Regione, per la scelta delle Aree di Emergenza, sono presenti all’interno della Relazione Generale – Capitolo 3.

94 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Aree di Attesa

ID Denominazione Località Indirizzo Immagine

A1 Anfiteatro -Parco Comunale Cuvio Via Vittorio Veneto

A2 Parcheggio Shopping Center La Bofalora Cuvio Via Giuseppe Maggi, 40

A3 Parcheggio Comacchio Sp45

95 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Aree di Ricovero -Accoglienza

ID Denominazione Località Indirizzo Dotazione reti/servizi Immagine

S1 Scuola primaria Cuvio Via Tito Livio, 2 wc, docce, mensa

Scuola dell’Infanzia “Erminia Maggi” S2 Cuvio Via Erminia Maggi, 4 wc, docce, mensa, cucina Strutture (Privato)

Palestra, Spogliatoi, Bar, S3 Centro Sportivo Valcuviano Cuvio Via Giuseppe Maggi, 9 Illuminazione pubblica

96 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Centro Calcistico U.S. Valcuviana Spogliatoi, docce, attacchi T1 Cuvio Via Erminia Maggi, 2 (Privato) elettrici

Abitativi di EmergenzaAbitativi

Aree per Tendopoli e/o Insediamenti Aree per Atterraggio Elicotteri

ID Denominazione Località Indirizzo Altitudine Coordinate N Coordinate E Elisuperficie Mascioni (Riconosciuta dall’ENAC) E1 Stabilimento Mascioni Via Giacomo Mascioni, 4 280 m.s.l.m. 45°53’52.59’’ 8°43’23.20’’ Inidonea in caso di alluvione con T.R. > 200 anni

E2 Prato Cuvio Via Pora – Sp45 344 m.s.l.m. 45°53’29.67’’ 8°43’34.48’’

E3

97 P I A N O DI EMERGENZA INTERCO MUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVEGLIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.2 Mezzi e Materiali Comunali

Ogni Comune è dotato direttamente o per mezzo dei propri Gruppi Comunali/Intercomunali di Protezione Civile di un comparto di Mezzi ed attrezzature che spesso risultano cruciali nel momento dell’emergenza. Essi possono corrispondere o ad automezzi, attrezzature o materiali necessari per fronteggiare l’emergenza ma anche per svolgere attività di prevenzione dei rischi. La Regione Lombardia, negli ultimi anni, ha approvato alcuni Bandi, proprio finalizzati ad ampliare la dotazione di mezzi e attrezzature dei Gruppi/Associazioni di Volontariato di Protezione Civile.

Di seguito è inserito un elenco di mezzi ed attrezzature disponibili ed utilizzabili in caso di emergenza di proprietà comunale e/o in dotazione ai gruppi-associazioni locali di protezione civile.

98 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Mezzi e Materiali in dotazione per fronteggiare le emergenze

Comune di Cuvio INDIRIZZO MAGAZZINI c/o Sede Protezione Civile – via Tito Livio, 2 COD Dip. Tipologia Risorsa Nome Descrizione/Caratteristiche Quantità PC

Mezzi trasporto persone/ D 1.8 Autobus-pulmini

Land Rover Defender 110 7 posti, con verricello, gancio traino e varie attrezzature di bordo 1 Crew D 1.9 Fuoristrada Appendice Gruppo generatore 4KW + Gruppo generatore 1.5KW 1 Carrello tenda rimorchio Completo di tenda 6 posti con annessa veranda anteriore 1

/2015 Bremach Dotazione indicata più sotto (D2.6) 1 D 1.5 Autocarri, Furgoni

l l 10 D 2.1 Mezzi movimento terra 5 posti, con modulo AIB autotrasportato da 1000 litri – NASPO HP: 350 Bremach 1 D 2.6 Mezzi Antincendio m.

MEZZID.1.3 Natanti, Imbarcazioni

Elenco a aggiornato Idrovora Tanaka Da svuotamento, 300 l/min. ; MAX/BAR: 3; Manichette 25: 200 m.; 1 Manichette 45: 400 m.; Manichette 70: 20 m.

Idrovora Tanaka Da svuotamento, 350 l/min. ; MAX/BAR: 3 1 Wildfire BB4 Da AIB; 397 l/min. ; MAX/BAR: 30; Manichette 25: 80 m.; Manichette 45: 1 D 2.11.7/12 Idrovore, Motopompe 160 m.; con deviatori di flusso – riduttori di flusso - 2 lance pompi eristiche a ugello variabile e varie lance a saracinesca Wildfire Mark 3 Da AIB; 371 l/min. ; MAX/BAR: 27 1 Componente Wildfire B2 Da AIB / Svuotamento; 600 l/min. ; MAX/BAR: 15 1 Materiali Vasca AIB Ecosystem 6000 l., con paleria portante 1 D 2.11 antincendio:soffiatori, Soffiatori 3

ATTREZZATURE Manichette,etc. Motoseghe 4

99 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Pompe Indian Di tipo rigido 4 Lance sottosuolo 1 Generatore Airmax 4 KW 1 D 2.12 Gruppi elettrogeni Generatore Valex 1,5 KW 1 D 2.13 Fari, Corpi illuminanti Torre Faro 1500 KW, 3 fari da 500 VATT 1 Autonoma, dotata di collegamento telefonico /FAX/Internet/ Attrezzature Radio e Sala Operativa 1 D 4.1 Stampante/Fotocopiatore/Base radio multifrequenza/Apparati radio portatili Telecom.

D 2.14.7 Sacchi di Iuta Tagliasiepi 1 Decespugliatori 2 Attrezzi lavoro:Motoseghe, D 2.14 Idropulitrice 1 Badili, etc. Compressori 1 Attrezzature manuali varie 1 Transenne Tende Tenda Ferrino Mo. Montana Posti 10, attrezzata con 10 brande Ferrino pieghevoli, 1 tavolo e 2 panche 1 Buster caricabatteria 1 Altro

Convenzioni con ditte private per la fornitura di mezzi o servizi durante l’emergenza

Nome Ditta Risorsa fornita Descrizione risorsa Indirizzo risorsa TEL reperib.

100 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.3 Volontariato di Protezione Civile

Denominazione Associazione/Gruppo Comunale/Gruppo Intercomunale Volontari Indirizzo della sede Numero reperibilità H24

Via Milano, Cuveglio 14 (Sede Direzionale) Gruppo Intercomunale Valcuvia Gruppo Intercomunale 50 339.7301291 Via Tito Livio, 2 - Cuvio (Sede operativa)

3.4 Altre Associazioni di Volontariato

Denominazione Settore (culturale, sportiva, educativa, sociale, etc.) Indirizzo Sede Numero Reperibilità

Bocciofila Cuviese 0332.650383

Gruppo Alpini Protezione Civile Via Tito Livio 0332.650240

Centro Anziani Sociale Via Porta n. 4 - Cuvio

Combattenti e reduci di guerra Civica 0332.650383

Circolo apolitico familiare Civica-Culturale 0332.650383

Filarmonica Cuviese Musicale 345.1565271

Pro Loco Cuvio Culturale Via Dante, 2 0332.650143 U.S. Valcuviana Calcio Sportiva Via Maggi 0332.651693

101 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

3.5 Risorse Private

Denominazione Tipo Indirizzo Caratteristiche Numero di reperibilità Strutture ricettive: Corona Hotel Ristorante Largo Cappia, 6 3 stelle 0332.624150 Alberghi – Lago D’Oro Agriturismo Via 6 camere, ristorazione, bar 0332.650572 Campeggi Bussoladue Albergo Via Provinciale, 3 - Cuveglio 3 stelle, sala ricevimento 350 posti 0332.651661 Bar Nuovo Affittacamere Via Battaglia San Martino - Cuveglio Locanda 0332.651575 Residenza Prealpina Residenza Anziani Via Pora 3/5 95 posti letto 0332.283282 Residenze Anziani Residenza Anziani Residenza Anziani Via Provinciale - Cuveglio Denominazione Indirizzo Numero di reperibilità Aziende trasporto 0332.830000 Autolinee Castano Srl Varese, via Merano 15 pubblico 348.3680132 (emergenze) Autolinee Varesine Luino – Via XXV Aprile 0332.510682 Farmacie Farmacia di Cuvio - D.ssa Maria Pia Cantù Via Vittorio Veneto 12/a 0332.624208 Uffici postali Ufficio Postale Via Vittorio Veneto 14 0332.650188 Esso Via Battaglia San Martino, 8 - Cuveglio 0332.650553 Benzinai Q8 Via Provinciale - Cuveglio Shopping Center La Bofalora Via G. Maggi, 40 0332.651881 Supermercati – Grandi Magazzini – Carrefour Via Battaglia San Martino, 112 - Cuveglio 0332.624322 Negozi alimentari - Tigros Via Verdi - Cuveglio 0332.650837 Ristoranti

348.2314091 Autotrasportatori Leonardi Via Stazione n. 10 - Cuveglio 0332.650288 La Casa Battaglia S. Martino 69 - Cuveglio 0332.650241 Scavi/movimenti di 0332.650525 terra/materiali edili Marchesi Srl Battaglia San Martino ,110 - Cuveglio 0332.651841

102 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 RISORSE COMUNALI 3

Borghi Dario Via Marianne 7 - Cuveglio 0332.650994 SIS Cuveglio - Viale delle acquette 0332.282312 Alberto Sozzoni Cassano Valcuvia - Via IV Novembre 11 0332.995593 Vedani Cittiglio – Via Statale 1 0332.604672 Edil Vedani – via Trieste 106 0332.770828 Autofficine Fabbro Vistalli Paolo Via Prati Comuni, 4 - Cuveglio Idraulici Elettricisti

Altro

103 PIANO DI EMERGENZA I NTERCOMUNALE

APPROFONDIMENTO COMU N E D I CUVEGLIO

AGGIORNAMENTO 1 A N N O 2 0 1 5 STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE 4 UCL

4 Struttura Operativa Comunale UCL/COC

Comune di Cuvio Via Vittorio Veneto, 14 Tel. 0332.650143 Fax. 0332.624210 E.mail- [email protected] E.mail certificata - [email protected] N U ME R O H24 339.7301291 Sala Operativa Comunale Via Vittorio Veneto UCL Nominativo Numeri di Contatto Tel. Sindaco Luciano Maggi Cell. 335.7102418 Tel. 0332.650656 Vicesindaco Bruno Furigo Cell. ROC (Referente Operativo Tel. Giuseppe La Micela Comunale) Cell. 338.6111398

5 Tel.

201 Polizia Locale Polizia Locale del Medio Verbano - Cell. 0332.601189

11 Tel. Tecnico Comunale Giuseppe La Micela Cell. 338.6111398 Cell. 393.3371938 Coordinatore Volontari PC Paolo Vistalli H24 339.7301291 Carabinieri Comando Stazione di Cuvio Tel. 0332.650105 Funzioni di Supporto Nominativo Numeri di Contatto Elenco aggiornato al Elenco al aggiornato Sanitaria Cell. Materiali e Mezzi Giacomazzi Mauro Cell. 346.8565381 Comunicazioni Radio Cell. 346.8565381 Censimento Danni Giuseppe La Micela Tel. 338.6111398 Servizi sociali ISPe - NIL (Virginia Bilato) Tel. 0332.650508 Amministrativa Cell. Anagrafe Caterina Pizzol Tel. 0332.650143 Reti Servizio Ente Gestore Numeri di Contatto Tel. 800.900.806 Gestore rete gas 2i Rete Gas Tel. 0331.1868204 Gestore acqua potabile Ufficio tecnico Tel. 338.6111398 Gestore rete elettricità ENEL Tel. 8 0 3 . 5 0 0 Gestore Illuminazione Enel Sole Gestore fognatura Ufficio tecnico Tel. 338.6111398 All’interno della Relazione Generale – Paragrafo 4.4, sono sintetizzati i compiti imprescindibili della Struttura Operativa Comunale, i ruoli dei responsabili delle funzioni di supporto e i possibili referenti.

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