PRESSToday Rassegna stampa

12/07/2011 : Notizie del mese Anche la buonuscita ora è cedibile Pensioni, enti locali e tassa sui Bot La maggioranza in corsa con il calendario

Finanza e Mercati I fondi pensione dipendono dalla moral suasion di Obama

Guardian, The BA 'too weak' to support pension plan top-up

Italia Oggi Ccnl giornalisti, intesa alla firma Ecco serviti i tagli alle pensioni Enasarco, rinnovo cda alla luce del sole Lampedusa, l'ok Ue per la zona franca

Provincia di La crisi emergenze e polemiche la stangata Pensioni, Lega con le Sondrio, La donne L'opposizione: no barricate

Sole 24 Ore, Il Il Senato prova lo sprint: sì in 7 giorni Umberto Bossi Leader Lega Nord Maurizio Gasparri Capogruppo Pdl al Senato Osvaldo Napoli Deputato Pdl

13/07/2011 : Notizie del mese Adige, L' ROMA - La stretta sulla rivalutazione delle pensioni ci sarà ma solo per quelle più alte, tra 5 e 8 volte il minimo Inps

Alto Adige pensioni e titoli, si cambia - mauro pertile

Giorno, Il (Milano) La manovra calma-mercati Le formichine' italiane in crisi «Il 52,8%non risparmia più»

Italia Oggi Un taglio alle agevolazioni fiscali

Messaggero fondo pensioni associazioni a confronto Veneto, Il pensioni e bollo sui titoli tremonti: cambiamo

Milano Finanza Gli italiani non riescono a risparmiare (MF) Obama, senza accordo sul debito ad agosto salteranno le pensioni

Sole 24 Ore, Il Pari in pensione ma i risparmi accorcino il gap Pensioni sino a 3.800 euro senza il blocco dell'Istat

Stampaweb, La Già dal 2012 si andrà in pensione un mese dopo

Virgilio Notizie Usa/ Obama: dopo 3 agosto non avremo soldi per previdenza

14/07/2011 : Notizie del mese Adige, L' ROMA - Dopo una giornata di trattative, ecco il pacchetto di modifiche che contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto, rafforzandone l'impianto

Affari Italiani Manovra, tagli alle pensioni d'oro">Stangata sanità: ticket al via da (Online) subito Manovra, tagli alle pensioni d'oro

Alto Adige sanità, subito il ticket. stretta sulle pensioni - mauro pertile

Arena, L' Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure

Avvenire I ticket da subito, tagli alle pensioni d'oro La manovra nelle tasche del «don»

Blog Amici di Il bluff delle pensioni CorriereAL

City Inasprita la manovra I ticket si pagano subito

Corriere Adriatico Pensioni, la stretta ci sarà solo per quelle più alte

Corriere della Sera Adesso dobbiamo giocare d'anticipo Con 40 anni di contributi un mese più tardi Rendite, bloccati gli adeguamenti oltre i 2.300 euro Stretta su sanità e pensioni

Eco di Bergamo, L' Ticket e pensioni d'oro nel mirino

Gazzetta del Sud Scattano da lunedì i ticket sanitari

Gazzetta di subito il ticket, stretta sulle pensioni Mantova, La

Giornale di Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure Vicenza, Il

Giorno, Il (Milano) Nuccio Natoli ROMA NESSUNA stretta sulle pensioni più basse. Contributo di solid...

Italia Oggi Pensioni, il sistema non va Pensioni, la finestra si allunga Voce ai contributi silenti l'Unità.it Pensioni, vi spiego come questo governo le saccheggia marketpress.info PREVIDENZA FVG: FONDO PENSIONI REGIONALE, PROBABILE AVVIO ENTRO L´ANNO

Messaggero, Il Cambia il sistema di adeguamento delle pensioni all'inflazione, per gli anni 2012-2013.... Dal 2013 tutti requisiti pensionistici, relativi ad età e quote, saranno incrementati di 3 mesi... ROMA Una manovra rafforzata per tutto il quadriennio . Così Giulio Tremonti... Milano Finanza Più tasse e in pensione sei mesi dopo (MF)

Morningstar Italia Pensioni, cantiere sempre aperto

Provincia di Como, Pensioni, rivalutate al 70% le medie La

Quotidiano del Pensioni, in Ue si pensa a introdurre l'indice di dipendenza economica Nord.com

Repubblica, La tornano i ticket già da lunedì pensioni, prelievo ai benestanti - roberto petrini

Secolo d'Italia Sulle pensioni si poteva osare di più

Sentinella, La pensioni e bollo sui titoli tremonti: cambiamo

Sole 24 Ore, Il MONTE PENSIONI INPS NEL 2011 LE MODIFICHE ALLA RIVALUTAZIONE IL GETTITO ATTESO

Tempo Online, Il Manovra approvata entro il weekend Subito l'innalzamento dell'età delle donne a 65 anni Torna il ticket sanitario e tagli alle pensioni d'oro

15/07/2011 : Notizie del mese Alto Adige si andrà a riposo più tardi contributo da quelle d'oro

Avvenire Pensioni tartassate: età innalzata e aumenti bloccati

Centro, Il previdenza: meno tagli su indicizzazioni fino a 1.428 euro ridotte del 30%

Cittadino, Il Tra ticket, pensioni e imposte: una mannaia sulle agevolazioni

Corriere della Sera Pensioni, dal 2014 41 anni e tre mesi per lasciare il lavoro

Europa La manovra peserà di più su famiglie e pensionati

Gazzetta del Sud Arrivano i ticket sanitari e il "super-forfettone"

Gazzetta dello Sport (Ed. Miracolo: manovra già pronta Ma chi ne verrà più colpito? Campania)

Gazzetta di una buona notizia sulle indicizzazioni Mantova, La

Italia Oggi Il tfr di giugno a quota 2,08% Non c'è pace per gli over 65 Ticket mensile sulle pensioni d'oro

Libertà Ecco capitolo per capitolo tutte le modifiche al decreto Tagliate tutte le agevolazioni Pensione sempre più lontana

Messaggero, Il Regole vecchie e nuove così cambia la previdenza ROMA Adeguamento all'inflazione, pensioni d'oro, ma soprattutto nuove regole per poter la... ROMA Alla fine, l'allarme per il taglio della rivalutazione è rientrato, almeno per q... ROMA Quarant'anni non bastano. Per chi iniziava a lavorare magari molto giovane, un tempo era ...

Milano Finanza La stangata si abbatte sulle famiglie (MF) Pomicino, ma questa manovra servirà a nulla

Notiziario Tra le misure contenute nella manovra, ticket ricette e tassa su Italiano.it pensioni d'oro

Repubblica, La assegni "d'oro" chi ha 160 mila euro ne pagherà 4 mila

Sole 24 Ore, Il Alle casse comuni 10% La solidarietà fa appello a 50mila persone Poco coraggio sull'aumento dell'età per le donne c Senza titolo Trattamento di fine rapporto. Il valore è 2,088403 Definito il coefficiente per rivalutare il Tfr di giugno

18/07/2011 : Notizie del mese Articolo21.info Inpgi, approvata la riforma all'unanimità

Conquiste del Agevolazione che applichi, famiglia che trovi Lavoro

Corriere Economia E il paracadute resta troppo piccolo Pensioni I fondi cedono il passo al Tfr

Gazzetta Legge regionale n. 22/2010, articolo 9, comma 26. Regolamento Ufficiale.it(Regioni) riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani resid

Giorno, Il (Milano) Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più e... In pensione più vecchi. Giro di

HelpConsumatori SOCIETA'. Manovra verso approvazione. Stime Cgil: famiglie perderanno fino a 1800 euro annui

Il Nuovo Molise Recupero crediti, i pensionati insorgono

Independent, The Sean O'Grady: The NHS is a religion and we'll all have to pay 'church tithes' to support its existence

ItaliaOggi7 La lunga marcia verso le pensioni Pensione di inabilità Pensione reddito da lavoro Trattamenti pensionistici Lavoce.info PENSIONI E CRESCITA

Nazione, La Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato (Firenze) hanno reso più e... In pensione più vecchi. Giro di

Secolo d'Italia Atlete mamme, ora arriva la maternità

Sole 24 Ore, Il (Del c Lunedi) Nuova tappa di una riforma senza fine

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Avvenire Data: "Anche la buonuscita ora è cedibile" 12/07/2011

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ECONOMIA 12-07-2011 Pensioni & previdenza Anche la buonuscita ora è cedibile di Vittorio Spinelli I n tempi di crisi e di ristrettezze, i lavoratori del pubblico impiego possono disporre di un nuovo sostegno economico. Per far fronte alle esigenze personali o familiari che comportano impegni finanziari di un certo rilievo, come il mutuo per la casa o una ristrutturazione, i dipendenti pubblici possono ricorrere alla cessione del trattamento di fine servizio. È la novità, da pochi giorni messa in campo dall’Inpdap, per chi al termine della carriera riceve l’indennità di buonuscita o di anzianità oppure l’indennità premio di servizio. Il decreto milleproroghe di quest’anno ha stabilito che, oltre ai salari, agli stipendi e alle pensioni, anche i diversi trattamenti di fine servizio non possono essere oggetto di sequestro, pignoramento o cessione «fino alla data di cessazione del rapporto di lavoro e del relativo rapporto previdenziale». Da questa disposizione – argomenta l’Istituto delle pensioni pubbliche – si evince, al contrario, che i trattamenti di fine servizio possono essere ceduti, in tutto o in parte, durante il lasso di tempo che intercorre tra la cessazione del rapporto di lavoro e l’effettiva e completa liquidazione dell’assegno finale all’ormai ex dipendente. L’importo cedibile corrisponde al netto del trattamento maturato, detratti eventuali debiti in corso con lo stesso Inpdap prima della notifica della cessione. I cessionari ai quali il dipendente può cedere il suo credito con l’Inpdap sono solo le banche e gli altri intermediari finanziari autorizzati e accreditati presso l’Inpdap. La cessione del trattamento di fine servizio ha l’effetto di trasferire il diritto di credito dell’iscritto Inpdap ad un soggetto diverso. Nulla cambia, ai fini del pagamento della buonuscita, sul rispetto delle scadenze stabilite per il settore, compreso i pagamenti rateali introdotti da ultimo per gli importi superiori a 90 mila euro. La procedura per la formazione del contratto di cessione (il modulo è reperibile sul sito dell’Inpdap) è tuttavia rallentata da una preventiva verifica presso Equitalia, la società di riscossione dei tributi, di eventuali debiti del dipendente verso altre pubbliche amministrazioni. La verifica è obbligatoria quando la somma da cedere supera i diecimila euro. L’accertamento di segno negativo serve solo come liberatoria utile per l’Inpdap per autorizzare la cessione del credito. Invece l’eventuale presenza di altri debiti di pubblica rilevanza obbliga l’ente ad accantonare le somme necessarie alla loro estinzione, riducendo così l’importo disponibile per la cessione. Al lavoratore deve essere consegnata una copia delle stampe della verifica presso Equitalia, una certificazione valida solo per 15 giorni lavorativi, trascorsi i quali occorre richiedere il rilascio di una nuova attestazione. Qualora dovesse essere rilevato, successivamente alla cessione, che siano state indebitamente liquidate somme maggiori del dovuto, il recupero avviene nei confronti dell’iscritto e non della banca. PRESSToday Rassegna stampa

Avvenire Data: "Pensioni, enti locali e tassa sui Bot La maggioranza in corsa con il calendario" 12/07/2011

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CRONACA 12-07-2011 modifiche Pensioni, enti locali e tassa sui Bot La maggioranza in corsa con il calendario

DA ROMA MARCO IASEVOLI T ra i pochi autorizzati ad avere un filo diretto con il premier rifugiato ad Arcore c’è Gianni Letta, che in questa fase funge da intermediario con Giulio Tremonti. Seppure a distanza, si concorda sulla necessità di «accelerare i tempi», di «non perdere nemmeno un secondo ». E nella maggioranza, che accorre a Roma in fretta e furia, si procede sulla linea: si inizia con Cicchitto, capogruppo alla Camera, che apre alle opposizioni - ma polemizzerà con D’A- lema che in cambio chiede le dimissioni dell’e- secutivo - e chiede «responsabilità» anche alla maggioranza; si conclude con i presidenti al Senato Gasparri e Quagliariello, che scrivono al presidente di palazzo Madama Schifani per anticipare la capigruppo. In serata arriva la nota congiunta dei due gruppi parlamentari: «Faremo pochi e qualificanti emendamenti a tutela dei piccoli risparmiatori - il bollo sui depositi titoli - e quelle riguardanti le pensioni per tutelare le più basse». Poi interventi sul patto di stabilità, uso dei fondi europei, sul tetto dell’un per cento all’ammortamento fiscale sui beni in concessione - contestato dagli imprenditori - . In precedenza, Gasparri aveva anche anticipato possibili integrazioni al capitolo 'costi della politica' «in riferimento alle rappresentanze politiche - i partiti - , alle burocrazie, a editoria e sindacati per le attività finanziate con soldi dei cittadini». Pochi però i dettagli, perché si attendono le stime della Ragioneria dello Stato. Più avanti, ma pressoché sulla stessa agenda, si è portato il Carroccio. Ieri Calderoli ha incontrato i sindaci 'padani', e Bossi ha spiegato il perché: «Porteremo gli emendamenti degli enti locali». In particolare, le deroghe al patto di stabilità che permettano ai comuni e alle province virtuose di spendere con meno lacci. Il Senatur blinda inoltre il ministro dell’Economia, facendo intendere che si farà garante dell’iter parlamentare e della 'protezione' dai mercati («Siamo coesi, alla fine troviamo sempre la quadra, e se non abbiamo lasciato il governo è proprio per senso di responsabilità...»), e si prende il merito di aver «sventato la porcata » sulle pensioni alle donne. Sulle pensioni di tutti, invece, Calderoli arriverà con una proposta che sostituisce quella attuale, che dispone tagli alle rivalutazioni anche per gli assegni di 3/5 volte superiori al minimo: «Meglio un contributo del 5 per cento sulle pensioni superiori a 90mila euro e del 10 per cento su quelle oltre i 150mila». Una 'patrimoniale' sulle pensioni d’oro. Tremonti, che da Bruxelles non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, seguirà in prima persona il cammino della manovra a palazzo Madama. Da un lato indebolito per l’affaire Milanese, dall’altro fortificato dai dati di Piazza Affari e dall’asse con il Colle. Gli uomini a lui vicini assicurano che sarà ricettivo verso gli emendamenti «sostenibili », senza però derogare su tempi e saldo totale. Tra questi Giorgio Iannone, che dice: «Il Paese è sotto assedio, non c’è tempo per speculazioni politiche. Siamo a un passo dalla Grecia». Probabile che simili parole riporterà il ministro ai capigruppo. In realtà c’è già un piccolo giallo: per oggi è stato annunciato un vertice di maggioranza, che però nessuno ha confermato ufficialmente. Da Arcore, dove si trova il premier, si è vociferato inoltre di un incontro allargato anche alle opposizioni - auspicato anche dal Colle - sul quale nemmeno si è trovato riscontro. L’'agenda della responsabilità', insomma, è tutta da scrivere, e nessuno ieri sembrava avere certezze. Berlusconi, ancora freddo con il Tesoro per le polemiche sulla 'salva Fininvest', non sembra voler vivere la partita in prima linea. Resta trincerato nel silenzio e nelle carte della sentenza Mondadori, ma nei fatti è consapevole di non potersi sottrarre né alla moral suasion del Colle né al nascente clima di collaborazione politica, né alla richiesta della presidenza del Senato di «presentare quanto prima le correzioni del governo». Per questi motivi si ragiona in ambienti parlamentari anche sulla possibilità di rinunciare alla fiducia. «Convochi Bersani, Di Pietro e Casini», lo sprona il deputato Pdl Osvaldo Napoli, presidente pro tempore dell’Anci, che tra l’altro attende un incontro con il Mef per presentare le richieste dei Comuni. l’agenda Forse oggi Tremonti al Senato. La Lega: deroghe al patto di stabilità, assegni d’oro nel mirino Gianni Letta PRESSToday Rassegna stampa

Finanza e Mercati Data: "I fondi pensione dipendono dalla moral suasion di Obama" 12/07/2011

Indietro Stampa MONDO Sezione aggiornata alle 00:00 del 12/07/2011

I fondi pensione dipendono dalla moral suasion di Obama da Finanza&Mercati del 12-07-2011

Nel suo ennesimo messaggio alla nazione ieri Barack Obama è stato chiaro: «Mi rifiuto di firmare qualsiasi accordo di breve termine sul deficit». La ragione è evidente, ovvero porre sempre maggiore pressione sui Repubblicani affinché scendano a patti su un innalzamento del tetto di indebitamento entro il 2 agosto, data che potrebbe sancire il default degli Usa per incapacità di pagare cedole e interessi. Una scelta obbligata visto che per restare sotto la soglia di debito di 14.294 miliardi di euro, il buon Tim Geithner ha disinvestito altri 20 miliardi dai fondi pensione, un dato che porta il livello di disinvestimento per i vari fondi finiti sotto questo ombrello emergenziale a oltre 120 miliardi di dollari. Senza default, questi fondi saranno i primi a essere reintegrati nelle casse ma con un default, il marketable debt avrà la priorità. E allora, bye bye intragovernmental holdings... PRESSToday Rassegna stampa

Guardian, The Data: 12/07/2011 "BA 'too weak' to support pension plan top-up" Indietro Stampa BA 'too weak' to support pension plan top-up Pension scheme's chairman tells members group's poor financial position mean no reverse in way increases are calculated Ian Griffiths guardian.co.uk, Monday 11 July 2011 18.48 BST

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British Airways pension scheme members have been told that changes to the way increases are calculated are unlikley. Photograph: Toby Melville/Reuters

British Airways' financial position is too weak to support a top-up to the company's pension plan, the chairman of the scheme's trustees told staff on Monday. "BA is not the strongest of companies to rely on," Paul Spencer told a meeting of 1,000 members of the scheme, who are angry that their pension pots have been hit by changes to the way increases are calculated. At the meeting in Ascot on Monday, Spencer told members: "Our prime duty is to secure the benefits you are entitled to. We are a long way off securing your pensions. If BA was to become insolvent you would not receive 100% of what you are due." The government changed the rules on calculating public sector pension increases last year by linking them to the consumer prices index (CPI) which is lower than the retail price index (RPI), the benchmark used historically to calculate uplifts. The airline is now part of the International Airline Group (IAG) following its merger with Iberia but it is a legacy of BA's time in public ownership that its pension increases are calculated on the same basis as other public sector workers. The decision means that BA has only been obliged to bump pensions up by the CPI rate of 3.1% compared with the RPI of 4.6%. Airways Pension Scheme (APS) trustees took advantage of the scheme's rules to award a discretionary increase of 1.5% in pensions to bring the increase into line with RPI. But in March the six BA appointed trustees voted against using that power, blocking a proposal to retain RPI as the increase benchmark, which needed the approval of eight of the 12 trustees. The six independently appointed trustees all supported RPI and three resigned over the issue. After the meeting Mr Spencer explained that BA's covenant to provide funding for the scheme was crucial to its sustainability. "BA is doing a bit better these days but this is not the strongest of covenants," he said. "It is by far the weakest in the FTSE 100. It is patently obvious that it is not the strongest of companies and we do not have the strength of the enlarged IAG behind us – it all has to be done through BA." But pensioners leading the campaign to reinstate RPI linked increases dismissed the claims that BA might be in financial trouble as scaremongering. "BA is much stronger these days and security of funding is not an issue," Cliff Pocock, a trustee who resigned over the RPI issue, said. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Ccnl giornalisti, intesa alla firma" 12/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Media data: 12/07/2011 - pag: 16 autore: di Claudio Plazzotta L'accordo biennale raggiunto tra Fnsi e Fieg riguarda la parte economica e il welfare

Ccnl giornalisti, intesa alla firma

Da fine mese 50 euro in più. Siddi: riscoperta la concertazione si formalizzerà ufficialmente la firma della nuova intesa biennale tra Fnsi (sindacato giornalisti) e Fieg (editori) su parte economica e welfare del contratto collettivo nazionale dei giornalisti. Da fine luglio in ciascuna busta paga entreranno 50 euro, cui, poi, andranno a sommarsi altri 55 euro dal giugno 2012. Quanto al welfare, l'aliquota contributiva aumenterà di tre punti in cinque anni: il primo 1% nel 2012, il secondo nel 2014, il terzo nel 2016, così da mettere in sicurezza i conti dell'Inpgi (l'ente previdenziale dei giornalisti) che nel 2010, per la prima volta aveva avuto uno sbilancio tra entrate per pensioni e uscite per pensioni. Si è lavorato, poi, sull'innalzamento (a partire dal luglio 2012) dell'età pensionistica per le donne, che, dopo il 2022, salirà obbligatoriamente a 65 anni. Nonostante i lunghi mesi di trattativa tra la Fnsi guidata dal segretario Franco Siddi e la delegazione Fieg, rappresentata da Alberto Donati, tutto poteva saltare per una improvvisa presa di posizione di Antonello Perricone, amministratore delegato di Rcs Media Group. Il manager, infatti, dopo che Siddi e Donati il 13 giugno scorso avevano già, di fatto, trovato un accordo, si era impuntato durante un consiglio di presidenza Fieg. Chiedeva che l'aumento in busta paga non dovesse essere applicato a quei giornalisti che già avevano avuto integrativi ad personam superiori a una certa soglia (ovvero, molti giornalisti di Rcs). La posizione di Perricone, tra l'altro, aveva trovato una sponda in Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo Espresso. E quindi la trattativa si era fermata, col rischio di dover ripartire da zero. La mediazione di Siddi, Donati, di Carlo Malinconico (presidente Fieg) e Giancarlo Tartaglia (direttore generale Fieg) ha invece evitato ulteriori slittamenti. Convincendo le parti ad attribuire un aumento uguale per tutti, ed evitando, invece, di dare aumenti più bassi ai semplici redattori ordinari, e più alti ai capiredattori. Una soluzione che è piaciuta molto a Rcs ed Espresso, che miravano, soprattutto, a raffreddare gli stipendi più pesanti. Da un punto di vista retributivo, i 50 euro in più in busta non sono certo un granché. Però va ricordato che tra il 2009 e il 2013, in due bienni, un redattore ordinario percepirà in busta 370 euro in più (i 265 euro dello scorso contratto, e i 105 del nuovo): «In sostanza abbiamo impedito che in un momento delicato come questo si fermasse la dinamica salariale», commenta Siddi, segretario della Fnsi, «rilanciando sul fatto che giornalisti ed editori credono, invece, che questo settore abbia un futuro. Dall'intesa emerge la volontà di una moderazione salariale, che però non significa che i giornalisti debbano essere condannati alla povertà e alla indigenza. Anzi, devono essere liberi da queste paure, per non cadere in tentazione». Previste, inoltre, misure a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato: sconti contributivi del 70% per le aziende che assumono a tempo indeterminato, e altri sgravi per quelle che trasformano i contratti a tempo determinato o i co-co-co in contratti a tempo indeterminato. In prospettiva, tra l'altro, c'è la volontà di creare un istituto bilaterale Fieg-Fnsi che, con la partecipazione dell'Inpgi, si occupi della formazione e dell'aggiornamento professionale. «In sostanza», ribadisce Siddi, «le parti hanno riscoperto il valore della concertazione. Il contratto non può non tenere conto della realtà in cui viviamo, del mercato del lavoro asfittico, dove c'è una offerta di giornalisti tripla o quadrupla rispetto alle reali e corrette necessità. E in cui molti datori di lavoro, approfittandosi di questo eccesso di offerta, trattano i giornalisti come schiavi. Abbiamo introdotto nuove regole sull'età pensionistica femminile», prosegue Siddi, «perché al 31 dicembre 2010 c'erano 7.040 donne contrattualizzate su un totale di oltre 18 mila giornalisti. Tra poco le donne supereranno gli uomini, e i conti dell'Ingpi devono reggere. Nella discussione della parte economica del contratto, quindi, abbiamo cercato di affrontare anche altri aspetti, tenendo in equilibrio stipendi, pensioni, Casagit e Inpgi». Salvo diverse intese, infine, potrebbero arrivare nuove regole per i rinnovi di contratto: ora la durata è quadriennale per la parte normativa e biennale per quella economica. Fieg e Fnsi potrebbero decidere di accorpare il tutto e di rinnovare ogni tre anni. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Ecco serviti i tagli alle pensioni" 12/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 12/07/2011 - pag: 34 autore: di Mario D'Adamo Nella manovra riduzioni e blocco delle rivalutazioni dei trattamenti per i prossimi due anni

Ecco serviti i tagli alle pensioni

Docenti e dirigenti perderanno da 9 a 64 euro al mese La riduzione e il blocco delle prossime due rivalutazioni delle pensioni interessano tutto il personale della scuola a riposo: dal 1° gennaio 2012 e dal 1° gennaio 2013 l'indicizzazione annuale del loro assegno mensile lordo, compreso fra tre e cinque volte il trattamento minimo Inps (467 euro), verrà applicata per intero solo sugli importi fino a 1.400 euro, per essere ridotta al 45 per cento per la parte eccedente e fino a 2.340 euro (prima era corrisposta al 90 per cento). Tutti i dirigenti scolastici, poi, non avranno alcuna indicizzazione sulla quota di pensione superiore a 2.340 euro, mentre, se non fosse intervenuta la manovra, l'avrebbero percepita ridotta al 75 per cento. Il tutto, ovviamente, salvo non intervengano modifiche in sede di conversione parlamentare del dl, che è stato assegnato in prima lettura al senato. Intenzioni in tal senso erano state espresse dalla Lega Nord ma anche dallo stesso ministro del lavoro, Maurizio Sacconi. Dopo i dipendenti pubblici, il blocco dei cui contratti, già operativo dal 2009, è stato prorogato fino al 2013, anche i pensionati sono chiamati a dare il loro contributo al risanamento del bilancio dello stato dalla manovra finanziaria (art. 11, terzo comma, del d.l. n. 98/2011). Il sistema di indicizzazione delle pensioni, che rimane in vigore sia pure con le riduzioni appena descritte, prevede che entro il mese di novembre di ciascun il ministro del tesoro, oggi Giulio Tremonti, determini la percentuale di adeguamento delle pensioni all'andamento del costo della vita da applicare dal 1° gennaio successivo. È prevedibile che la percentuale di indicizzazione decorrente dal prossimo 1° gennaio 2012, che sarà determinata entro novembre, sarà di circa il 2 per cento. La perdita media mensile per le pensioni superiori a 1400 euro sarà al massimo di 9 euro, non esagerata, ma aumenterà progressivamente per le pensioni più alte, facendosi maggiormente sentire in termini di diminuzione del potere d'acquisto. Rispetto al precedente del 2008, governo Prodi, che aveva escluso le pensioni superiori a 3.420 euro (otto volte il trattamento minimo Inps) da qualsiasi percentuale di indicizzazione anche relativamente alle parti inferiori a tale importo, l'attuale meccanismo permette di conseguire un aumento mensile di 36 euro, uguale per tutti gli assegni superiori a 2.340 euro.Sulla decisione del governo di non escludere del tutto da miglioramenti anche le pensioni cosiddette d'oro, ha sicuramente pesato la posizione della Consulta che aveva riconosciuto la legittimità costituzionale del precedente blocco del 2008, ancorché totale, solo perché collegata a un intervento perequativo di carattere solidaristico, che questa volta non c'è, all'epoca era l'eliminazione dello scalone (sentenza n. 316/2010). Secondo la Corte, poi, la mancata indicizzazione sarebbe stata irragionevole, e quindi da dichiarare illegittima perché il diritto alla rivalutazione è costituzionalmente protetto, solo se riproposta di frequente. Poiché il blocco precedente ancora risaliva a dieci anni prima, l'intervallo di tempo per riproporla è di dieci anni, poco più o poco meno, non solo quattro anni. Nel frattempo, il legislatore, come anche gli avevano riconosciuto i giudici costituzionali, è di modulare i miglioramenti bilanciando i vari interessi in gioco. Come ha fatto ora il ministro dell'economia. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Enasarco, rinnovo cda alla luce del sole" 12/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Agenti di Commercio data: 12/07/2011 - pag: 30 autore: Enasarco, rinnovo cda alla luce del sole

«È necessario che le procedure per il rinnovo del cda Enasarco (l'ente di previdenza degli agenti e rappresentanti di commercio) attualmente in corso, si svolgano in un'ottica di assoluta trasparenza e regolarità sotto la vigilanza dei ministeri competenti».Questo il parere di Ugo Cassone, presidente della commissione commercio del comune di Roma, territorio in cui il progetto Mercurio (la vendita dell'intero patrimonio immobiliare dell'Enasarco) sta interessando decine di migliaia di cittadini tra inquilini dell'ente e operatori del settore.«Ciò è tanto più valido in un momento come l'attuale, in cui l'effetto combinato dell'alienazione del patrimonio immobiliare (circa 18 mila appartamenti a Roma) e della volatilità dei prodotti finanziari rischia di provocare un danno irreparabile al futuro previdenziale della categoria dei rappresentanti, come chiaramente sottolineato dalla commissione parlamentare di controllo degli enti di gestione delle forme di previdenza e assistenza obbligatorie che ha fatto proprie le forti preoccupazioni espresse nelle relazioni dell'ex commissario Giovanni Pollastrini e di diversi sindacati di categoria sulla gestione della Fondazione Enasarco e sull'assetto verticistico e autoreferenziale della stessa. È ora che le parti sociali presenti nel cda facciano fede all'impegno assunto col ministero del lavoro quando siglarono nel 2007, al termine del commissariamento dell'ente, un accordo programmatico che assumeva come prioritario il riassetto della governance della Fondazione, con particolare riferimento agli aspetti connessi alla rappresentanza delle parti sociali e ai meccanismi di nomina del cda».Sul punto è opportuno rammentare come Federagenti Cisal, primo sindacato di categoria a essere convocato dalla commissione parlamentare di controllo degli enti di previdenza sulla gestione finanziaria dell'ente, abbia manifestato ai ministeri competenti la più sentita preoccupazione per il futuro dei circa 400 mila iscritti alla fondazione tra agenti in attività e pensionati. Il processo di risanamento dei conti dell'ente, avente l'obiettivo di raggiungere la sostenibilità finanziaria trentennale, in mancanza della quale la legge prevede un nuovo commissariamento, secondo il segretario generale Federagenti Luca Gaburro «non garantisce assolutamente la tenuta a lungo termine dell'ente, essendo a oggi basato su ipotesi più che ottimistiche e legato in realtà agli andamenti, molte volte schizofrenici, della finanza internazionale». PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Lampedusa, l'ok Ue per la zona franca" 12/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 12/07/2011 - pag: 21 autore: di Antonio G. Paladino Versamenti fiscali e previdenziali, stop di un anno

Lampedusa, l'ok Ue per la zona franca

A Lampedusa i versamenti tributari e previdenziali sono sospesi fino al 30 giugno del 2012. Inoltre, l'isola pelagica sarà, sempre che dall'Unione europea arrivi il benestare, zona franca urbana. Queste le disposizioni che il governo ha messo nero su bianco nel testo della manovra correttiva a favore dell'isola di Lampedusa, ancora oggi teatro di continui sbarchi di immigrati provenienti dalle martoriate zone del Nord Africa. All'articolo 23, i commi 44 e 45 sono dedicati all'isola pelagica. La disposizione di cui al comma 44 proroga la sospensione dei versamenti tributari e contributivi per i soggetti aventi il domicilio fiscale (ovvero una sede operativa) nel comune di Lampedusa, fino al 30.6.2012. Già l'ordinanza del presidente del consiglio dei ministri 16.6.2011 (su ItaliaOggi dell'1.7.2011) aveva fissato una «moratoria» sino al 16.12.2011, nulla disponendo in merito alla restituzione delle somme versate e che, pertanto, dovevano essere restituite al termine della sospensione. La relazione tecnica alla manovra ha quantificato in 5,2 milioni di euro l'ammontare dei soli versamenti tributari che, nel corso del corrente esercizio finanziario, verranno a mancare al bilancio dello Stato. Anche i versamenti relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali, nonché i premi Inail, beneficeranno dello slittamento al 30.6.2012. Secondo la RT, dalla disposizione ne conseguono minori entrate per 2,8 mln di euro per il corrente esercizio finanziario. Il comma 45 invece, stabilisce che il territorio del comune di Lampedusa costituirà zona franca urbana (Zfu), ai sensi dell'articolo 1, commi 340- 343 della legge finanziaria 2007. Al fine di assicurare l'effettiva compatibilità comunitaria di questa disposizione, l'efficacia della stessa è comunque subordinata alla preventiva autorizzazione comunitaria. La norma sulle Zfu prevede che le piccole e medio imprese, che iniziano una nuova attività economica nelle predette Zfu, godono di diverse agevolazioni, tra cui l'esenzione, per i primi cinque anni, dalle imposte sui redditi e dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro. Su questo versante, la relazione tecnica, tenendo conto del gettito annuo complessivo del territorio dell'isola pelagica, pari a 2 milioni di euro, stima prudenzialmente un'incidenza della norma nella misura del 10%, quindi una perdita di gettito su base annua pari a 200 mila euro. PRESSToday Rassegna stampa

Provincia di Sondrio, La Data: 12/07/2011 "La crisi emergenze e polemiche la stangata Pensioni, Lega con le donne L'opposizione: no barricate"

Indietro Stampa La crisi emergenze e polemiche la stangata Pensioni, Lega con le donne L'opposizione: no barricate Ultimi ritocchi alla manovra: Bossi stoppa i 65 anni per le lavoratrici Pd, Udc e IdV non faranno ostruzionismo visto il rischio bancarotta

Martedì 12 Luglio 2011 ATTUALITA, pagina 4

ROMA L'appello di Giorgio Napolitano alla coesione nazionale non è caduto nel vuoto. Pd, Udc e IdV garantiranno alla manovra tempi certi per l'approvazione rinunciando all'ostruzionismo ma non più di questo, se, come sembra, il governo dovesse insistere a porre la questione di fiducia le opposizioni non potranno che votare contro. Intanto sul fronte delle modifiche finali alla manovra ieri è tornata in campo pesantemente al Lega. Il leader Umberto Bossi rivendica infatti di aver bloccato «una porcata» che la maggioranza era pronta ad approvate sull'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne. «Sulle pensioni - ha detto il Senatùr - siamo già intervenuti. Sulle pensioni delle donne abbiamo detto stop, si toccheranno nell'anno del mai. Ricordatevi che l'altra volta il governo Berlusconi è caduto sulle pensioni», ha aggiunto rivolto ai cronisti che gli chiedevano gli emendamenti che la Lega proporrà alla manovra correttiva. Il presidente della Repubblica in serata ha fatto sapere di aver accolto «con viva soddisfazione» gli annunci venuti dall'opposizione nel senso di un impegno a concorrere - con "pochi qualificati emendamenti" - a una "rapidissima approvazione" della necessaria manovra finanziaria. Ma Napolitano ha anche chiesto «che a ciò corrisponda la immediata disponibilità di governo e maggioranza - recita una nota del Quirinale - a condurre le consultazioni indispensabili e a ricercare le convergenze opportune». E a quanto si apprende da alcuni parlamentari del Pd, potrebbe essere questa la chiave per garantire un iter rapido alla manovra: il governo accoglie alcune proposte delle opposizioni in sede di esame in commissione e poi porta il testo in Aula dove potrebbe comunque chiedere la fiducia. All'intesa con Udc e IdV su «pochi e qualificati emendamenti alla manovra» ha lavorato ieri Enrico Letta, che ha consultato prima Pier Ferdinando Casini e poi Antonio Di Pietro. La linea del Pd è ridurre le richieste a 50-100 emendamenti mirati sulla manovra, che saranno illustrati domani in una conferenza stampa sotto forma di dieci proposte chiave: costi della politica, con un intervento sulle province che prevede la cancellazione di organi politici e stipendi, nuovo regime di acquisto dei beni per le pubbliche amministrazioni, cancellazione di tutti i Cda di aziende al 100% pubbliche, e la proposta Bersani per eliminare i vitalizi a tutti i livelli. Il Pd punta anche sulla abolizione della tassa iniqua sui Bot e, visto che la delega fiscale non ha tempi certi, insiste sull'aumento delle tasse al 20% per le rendite finanziarie. Infine sulle pensioni i Democratici chiedono di intervenire su quelle d'oro ma, sulla linea adottata dai sindacati, chiedono il blocco delle indicizzazioni delle pensioni per quelle superiori di otto o dieci volte la minima. Oltre ai partiti politici dell'opposizione, anche le parti sociali condividono l'appello del Capo dello Stato e, nonostante alcune posizioni diverse e alcuni "distinguo" chiedono in coro al parlamento di accelerare l'esame della manovra. Ma intanto si apprende che per raggiungere il pareggio di Bilancio nel 2014 la manovra da sola non basta: lo sottolineano i tecnici del Senato nella loro analisi del decreto di aggiustamento dei Conti pubblici, lamentando il fatto che non si conosce ancora il testo della delega da cui dovrebbero arrivare gli altri fondi necessari per raggiungere l'obiettivo.

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Sole 24 Ore, Il Data: "Il Senato prova lo sprint: sì in 7 giorni Umberto Bossi Leader Lega Nord Maurizio 12/07/2011 Gasparri Capogruppo Pdl al Senato Osvaldo Napoli Deputato Pdl"

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-12 - pag: 5 autore: Barbara Fiammeri Il Senato prova lo sprint: sì in 7 giorni Umberto Bossi Leader Lega Nord Maurizio Gasparri Capogruppo Pdl al Senato Osvaldo Napoli Deputato Pdl

BOSSI Il Senatur difende Tremonti e sulle pensioni delle donne rivendica: «Abbiamo bloccato una porcata». E ora punta sul patto di stabilità «La maggioranza è coesa, troveremo la quadra» «Presenteremo pochi e qualificati emendamenti» «Il premier convochi Bersani, Casini e Di Pietro» ROMA L'obiettivo adesso è fare presto. Renato Schifani ha convocato per oggi alla 13 la conferenza dei capigruppo per determinare anzitutto i tempi dell'approvazione della manovra, che potrebbe addirittura arrivare nel giro di una settimana. Una corsa contro sollecitata anzitutto dal Capo dello Stato ma anche dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti per reagire all'attacco speculativo contro l'Italia. Le opposizioni hanno risposto compatte: Pd, Udc e Idv hanno dichiarato che presenteranno appena una manciata di emendamenti a saldi invariati, rinunciando a qualunque forma di ostruzionismo che possa rallentrare i tempi di approvazione del provvedimento. Una linea accolta anche dalla maggioranza. Silvio Berlusconi tace. Il premier, rimasto ieri ad Arcore, «non vuole prestarsi a strumentalizzazioni in un momento così delicato», sostengono ai piani alti del Pdl. Ma l'appello di Giorgio Napolitano alla «coesione nazionale» insieme all'invito della cancelliera tedesca Angela Merkel a dare in tempi rapidissimi il via libera alla manovra, non sono affatto sottovalutati. I propositi bellicosi dei giorni scorsi, quel sottolineare la necessità di «profondi miglioramenti», il sostenere che non contano solo «i mercati come dice Tremonti» ma anche «i voti e il consenso» sono stati travolti dall'uno-due che ha colpito l'Italia venerdì e ieri in cui si è toccato il nuovo record sugli spread tra i bund tedeschi e i titoli del debito italiano. Anche le voci su un blitz per far rientrare nella manovra la norma salva-Fininvest sono ormai isolatissime (unica ieri a riproporlo il sottosegretario Daniela Santanché). Rimuovere gli ostacoli e fare presto è ora l'imperativo categorico. Anche perché il rischio, altrimenti, potrebbe essere quello di un ulteriore irrobustimento della manovra. Uno scenario che per ora nessuno vuole prendere in considerazione, ma che resta comunque sullo sfondo. «Pochi e qualificanti emendamenti» annunciano i capigruppo del Pdl Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. «Il nostro obiettivo - spiegano - è quello di garantire il rispetto assoluto delle indicazioni della Ue, ai fini dell'abbattimento del debito pubblico e dell'azzeramento del deficit, e di offrire ulteriori strumenti di rigore, ma anche di equità, per favorire questo risultato». Le richieste di modifica puntano soprattutto a tutelare «i piccoli risparmiatori» e i pensionati. Temi cari anche all'opposizione del resto. Anche la Lega si muove su questa linea. Umberto Bossi ha ribadito che il Carroccio resta al Governo per evitare all'Italia di «fare la fine della Grecia». Il Senatur torna a difendere il ministro dell'Economia, ma non rinuncia a rivendicare lo stralcio sull'allungamento dell'età pensionabile per le donne, definita «una porcata». Maroni e Calderoli hanno ieri fatto il punto al Senato con il capogruppo Bricolo, per concordare le richieste di modifica che più stanno a cuore al Carroccio (in primis il patto di stabilità interno). Ma anche sul fronte dei Padani si avverte un cambiamento di strategia, rispetto alla scorsa settimana. Qualcuno nella maggioranza comincia a chiedersi se quell'appello alla «coesione» del Quirinale non debba tradursi in una solidale assunzione di responsabilità con l'opposizione. E non è un caso se anche un berlusconiano integerrimo come Osvaldo Napoli invita proprio il premier «ad attivarsi nelle prossime ore e a convocare Bersani, Di Pietro e Casini per concordare con loro un confronto veloce e puntuale, ma con la priorità sulla velocità. Il confronto deve restare sui fatti. Né la filosofia né l'impianto della manovra possono essere messi in discussione: sarebbe fatale per il nostro debito e per l'Italia». Berlusconi oggi rientrerà a Roma (come anche Tremonti) e non è da escludere che il premier si presenti a Palazzo Madama per concordare anche con l'opposizione tempi e modifiche della manovra. Uno scatto che potrebbe consentire di convertire il decreto in tempi record: mercoledì al Senato e venerdì alla Camera, senza neppure la necessità di ricorrere alla fiducia. Mai successo. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Adige, L' Data: "ROMA - La stretta sulla rivalutazione delle pensioni ci sarà ma solo per quelle più 13/07/2011 alte, tra 5 e 8 volte il minimo Inps"

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ROMA - La stretta sulla rivalutazione delle pensioni ci sarà ma solo per quelle più alte, tra 5 e 8 volte il minimo Inps

ROMA - La stretta sulla rivalutazione delle pensioni ci sarà ma solo per quelle più alte, tra 5 e 8 volte il minimo Inps. Sono dunque «salve» le pensioni medio basse. Si attenua la stretta sul bollo per i dossier titoli la cui introduzione sarà più graduale, avrà un tetto sotto il quale non ci sarà nessun intervento e escluderà interventi sui titoli di Stato: i Bot saranno quindi salvi. Arriva poi l'anticipo della clausola di salvaguardia prevista dalla delega fiscale che «colpirà» i 150 miliardi di agevolazioni affastellate da anni sul fronte sia fiscale che assistenziale. Nel caso in cui la delega non venga esercitata, scatterebbe un taglio orizzontale con l'obiettivo di recuperare circa 15 miliardi. Una novità questa che, come indicato dal premier, Silvio Berlusconi, «rafforzerebbe» l'impianto della manovra rendendola più credibile ai mercati. Sono alcune delle novità sulle quali ci sarebbe condivisione da parte della maggioranza e dell'opposizione e che potrebbero dunque essere le prime e le ultime modifiche alla manovra che, come da programma, dovrebbe essere varata dalla Camera venerdì prossimo, o al massimo sabato mattina.

13/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Alto Adige Data: "pensioni e titoli, si cambia - mauro pertile" 13/07/2011

Indietro Stampa Tremonti accoglie alcuni emendamenti. Ma taglierà del 15% le agevolazioni fiscali Pensioni e titoli, si cambia La Finocchiaro: «Modificate le ingiustizie più vistose» MAURO PERTILE

ROMA. Pensioni, bollo sui depositi titoli, patto di stabilità dei Comuni, ammortamenti e ticket sulla sanità, sono le aree attorno alle quali maggioranza e opposizione hanno lavorato ieri per trovare un accordo sugli emendamenti alla manovra finanziaria. L’opposizione al termine dell’incontro con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha espresso moderata soddisfazione. «Ha accolto alcune nostre proposte - ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd - in particolare quelle sulle indicizzazioni delle pensioni e sull’introduzione di una progressività del bollo sui depositi titoli. Sono emendamenti che modificano le iniquità più vistose» ha detto la Finocchiaro. Aperture dal ministro anche su liberalizzazioni e costi della politica sui quali, in particolare, insiste molto l’Idv. La mancata indicizzazione delle pensioni, pare ormai assodato, si applicherà solo a quelle superiori otto volte il minimo. Mentre il bollo sui depositi non si applicherà ai titoli di Stato e dovrebbe essere escluso sotto i 50 mila euro di capitale complessivo gestito. Ma ieri il relatore della manovra in Senato, Gilberto Pichetto Frattin (Pdl), ha anche detto che per rafforzare l’intera operazione finanziaria e per rassicurare i mercati, potrebbe venire anticipata nel decreto legge la cosiddetta “clausola di salvaguardia” voluta da Tremonti per blindare la finanziaria qualora il governo non ottenga la delega fiscale dal Parlamento. Verrebbe assicurato così il gettito di quei 15-17 miliardi che ancora mancano per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. La clausola di salvaguardia consiste nel taglio del 15% di alcune delle attuali 476 agevolazioni fiscali e assistenziali che vanno a beneficio di famiglie, imprese e lavoratori e che allo Stato costano tra i 150 e i 190 miliardi di euro. «La clausola di salvaguardia viene approvata subito, ma scatta nel 2013 se non c’è la delega fiscale», ha detto il relatore di maggioranza. Su quali agevolazioni il governo intenda colpire, tuttavia, ancora nulla si sa. Gli emendamenti non dovrebbero essere più di quindici. La Lega fa le barricate per non toccare le pensioni delle donne del settore privato e per modificare, invece, quel patto di stabilità a favore dei comuni virtuosi. L’opposizione, con l’Idv in particolare, ha presentato un dettagliato rapporto sui benefici della “casta” di cui chiede ampie riduzioni: dall’abolizione del vitalizio dei parlamentari e dei consiglieri regionali, al blocco delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni, dall’unione obbligatoria per i Comuni con meno di 15 mila abitanti. Secondo il relatore Pichetto Frattin, infine, «l’armonizzazione delle rendite fiscali non avverrà subito».

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Giorno, Il (Milano) Data: "La manovra calma-mercati" 13/07/2011

Indietro Stampa PRIMO PIANO pag. 6 La manovra calma-mercati

Titoli di Stato esclusi dal superbollo. Previdenza: colpite solo le rendite Nuccio Natoli ROMA MODIFICHE e approvazione sprint. Ieri Tremonti ha discusso con maggioranza e opposizione su come correggere la manovra. Oggi il ministro incontrerà gli enti locali per parlare soprattutto del patto di stabilità. Tirate le somme, il governo presenterà in Senato una manovra molto rivista e corretta sotto forma di maxiemendamento. Quindi, approvazione (domani mattina) al Senato. Poi "testo blindato" alla Camera per il via libera già venerdì per presentarsi in gran spolvero all'apertura di lunedì dei mercati. La nuova manovra terrà fermo l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 ma proporrà cambiamenti rispetto al testo originario soprattutto per rafforzarla. O, come dice l'opposizione per "renderla più equa". Vediamo che cosa è orientato a fare Tremonti. FISCO. È il capitolo con cui si cercherà di rafforzare la manovra. Il mezzo è l'anticipo della clausola di salvaguardia che taglia automaticamente del 15% tutte le agevolazioni fiscali per un ammontare di 15 miliardi. La norma diventerà operativa se, entro il 2012, non va in porto la delega di riforma fiscale e assistenziale. PREVIDENZA. Il taglio alle rivalutazioni sarà alleggerito per gli assegni più bassi, ma dovrebbe rimanere totale per gli assegni più corposi. Tremonti punta a 2.500 euro lordi al mese. L'opposizione preferirebbe 3.800 euro. La Lega ha suggerito (all'opposizione non dispiace) una decurtazione (tra il 5% e 10%) delle pensioni d'oro. Un'altra mossa (ma la Lega storce la bocca) dovrebbe essere l'anticipo al 2012 del meccanismo, legato alle speranze di vita, per alzare a 65 anni l'età di pensionamento delle donne del settore privato. SUPERBOLLO. È il nodo più complicato da risolvere perché, nella sua formulazione originaria, l'aumento dell'imposta di bollo sul deposito titoli valeva 8,8 miliardi. Si studia la possibilità di imporre un'imposta più progressiva (lo suggerisce l'opposizione), con un tetto al di sotto del quale non si applica e con l'esclusione dei titoli di Stato . COSTI DELLA POLITICA. L'opposizione propone che almeno una parte del taglio ai costi alla politica previsto «a partire dalla prossima legislatura» sia anticipate a gennaio 2012. Tremonti ha concordato: «Qualche cosa si può fare». PRIVATIZZAZIONI. L'opposizione vorrebbe un rilancio delle liberalizzazioni. Inoltre suggerisce di scorporare dall'Eni la rete del gas gestita da Snam e di fonderla con Terna (rete elettrica). Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, ha detto che Tremonti sta lavorando a un emendamento sullem privatizzazioni: «Ci sarà qualcosa per dare un segnale ai mercati». AMMORTAMENTI. Si profila l'allentamento della stretta sugli ammortamenti delle società concessionarie. Probabile che l'1% messo in manovra, possa salire al 3-4%. ENTI LOCALI. Oggi Tremonti cercherà di tenere fermo il principio che non c'è alternativa al taglio, ma aprirà alla possibilità di alleggerire il patto di stabilità per i comuni virtuosi con i conti in ordine. PRESSToday Rassegna stampa

Giorno, Il (Milano) Data: "Le formichine' italiane in crisi «Il 52,8%non risparmia più»" 13/07/2011

Indietro Stampa PRIMO PIANO pag. 8 Le formichine' italiane in crisi «Il 52,8%non risparmia più»

L'indagine: solo il 12,5% ha investito in Borsa negli ultimi cinque anni MILANO L'EPOCA dell'entusiasmo per la finanza è decisamente tramontata. Dal 2000 in poi, crisi finanziarie e crisi economiche hanno convinto gli italiani che la speculazione da sola non può «svoltare» la vita, colmando i buchi del reddito sudato col lavoro. Anzi: hanno capito che la finanza è rischio e il rischio aumenta all'aumentare dei rendimenti. E anche quest'anno hanno accelerato la ritirata dalla Borsa. Hanno tagliato drasticamente gli orizzonti dei propri impieghi, cercato la sicurezza, ripiegato sulla liquidità, affidato il gruzzolo a gestori esperti. Insomma, hanno visto il risparmio prevalentemente come strumento per soddisfare alcune necessità future: acquisto della casa, previdenza, scuola dei figli, matrimonio per i più giovani. Tutto questo, ovviamente, in uno scenario che vede i bilanci familiari colpiti dalla crisi e un reddito sempre più insufficiente. Questo il quadro che emerge dall'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2011, condotta da Intesa Sanpaolo e dal Centro di documentazione Luigi Einaudi, con interviste a oltre mille capifamiglia, ai quali quest'anno si sono aggiunti 403 giovani sotto i trent'anni. SOLO il 12,5% del campione, dunque, ha comprato o venduto attivamente azioni negli ultimi 5 anni: poco più di un terzo di quanto accadeva nel 2003. Spariti i cassettisti, resta così un manipolo di «speculatori fai da te», che invece investono attivamente. Per le posizioni di lungo termine, pur limitate, i risparmiatori preferiscono il risparmio gestito (18% degli intervistati, in crescita dal 15,9% precedente). Resta intatta, invece, la passione per il mattone. Il 74% abita in una casa di proprietà, il 4,2% ha acquistato un immobile negli ultimi 12 mesi e il 22,3% ha in corso un mutuo. Per l'82% del campione la casa resta l'investimento più sicuro e per il 65% è il migliore. Il 60% degli intervistati, invece, tiene più del 10% delle proprie sostanze sul conto corrente. Il 30% ci lascia addirittura un terzo della propria ricchezza: un comportamento coerente con l'incertezza. QUALCOSA si è mosso però sul fronte dei redditi, visto che nel 2011 è cresciuto da 45,1 a 53,4 il saldo tra chi lo ritiene sufficiente e chi lo giudica insufficiente. Ma a causa della crisi, il 21% ha rinviato l'acquisto di una casa, il 38 quello di un'auto e il 44 ha intaccato i propri risparmi. I pensionati in difficoltà sono il 27% in più rispetto a chi gode di un reddito corrente. Al massimo storico la voglia di risparmiare (96,7%), ma anche l'impossibilità di farlo (52,8%). Chi ci riesce, ha soprattutto un obiettivo: proteggere il gruzzolo (58,3%), senza guardare troppo al rendimento. Tra i giovani, che tutto sommato hanno abitudini di risparmio simili ai senior, stupisce la scarsa informazione finanziaria e il disinteresse per la previdenza integrativa (solo l'8,2% è iscritto a un fondo pensione). Anche perché il 60% circa di loro non sa nulla sul proprio futuro previdenziale e quindi ignora i drastici effetti delle ultime riforme sull'assegno che percepiranno a fine carriera. Massimo Degli Esposti PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Un taglio alle agevolazioni fiscali" 13/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 13/07/2011 - pag: 25 autore: di Simona D'Alessio MANOVRA CORRETTIVA/Verso la fiducia le correzioni con l'anticipo della clausola di salvaguardia

Un taglio alle agevolazioni fiscali

Sforbiciata del 15% sulle 476 voci attualmente vigenti Taglio di tutte le agevolazioni fiscali del 15%, attraverso l'immediata introduzione della clausola di salvaguardia per compensare l'eventuale, mancata approvazione della delega fiscale (che è necessaria per la copertura della manovra economica) entro il 2013. E un incremento graduale dell'imposta sui conti titoli, con probabili esenzioni per la fascia più bassa (i pacchetti sotto i 50 mila euro), oltre a una soluzione analoga per l'annunciato stop alla rivalutazione delle pensioni, tutelando i più deboli, che sarebbero stati soggetti a una riduzione del 45%. Sotto esame della commissione Bilancio del senato, e oggetto di numerosi tavoli ieri fra il ministro dell'economia Giulio Tremonti, il presidente dell'Assemblea Renato Schifani e i vertici di maggioranza e opposizione, la manovra economica sta effettuando un viaggio verso un non facile, ma veloce varo in entrambi i rami del Parlamento entro la settimana, così come è stato stabilito dopo la sollecitazione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Tempi record, dunque, dettati dalle turbolenze sui mercati e dalla necessità di contrastare le speculazioni finanziarie ai danni dell'Italia. Il pacchetto di novità dell'ultim'ora, su cui sarà posta la fiducia, è stato illustrato dal relatore Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), prevede un aumento soft del bollo sul deposito titoli per il 2011 e il 2012 di 120 euro, pronto a salire l'anno successivo a 150 per i depositi fino a 50 mila euro, e a 380 euro per chi supera il tetto. Il presidente della V commissione di palazzo Madama, Antonio Azzollini (Pdl), ha invece specificato che l'anticipo dell'introduzione della clausola di salvaguardia (non era previsto che la norma venisse inserita adesso, ma in un successivo provvedimento del governo), servirà a tagliare ogni genere di facilitazione fiscale del 15% «nel caso in cui non venissero reperiti i 15 miliardi necessari per coprire la manovra» e, aggiunge a ItaliaOggi Pichetto Fratin in una pausa dei lavori, proseguiti fino a tarda sera, con il termine per la presentazione degli emendamenti fissato alle ore 21, «si tratta di un intervento necessario, anche per dare un segnale tranquillizzante ai mercati». E se sulla tassazione delle rendite finanziarie il dibattito non ha portato ancora a una decisione definitiva, Anna Finocchiaro (Pd) ha annunciato che Tremonti ha dato il suo benestare ad alcuni emendamenti proposti dalla minoranza, riguardanti tra l'altro le indicizzazioni delle pensioni, la progressività del bollo sui depositi titoli (sempre per non pesare sulle fasce più deboli) e la norma sull'ammortamento per le società concessionarie, tema sul quale è circolata una versione che vedrebbe un tetto all'1% della deducibilità delle spese. Il capitolo previdenziale finora non ha subito scossoni riguardo all'ipotesi, avanzata nelle ultime ore, di anticipare al 2015 (ora è previsto dal 2020) l'innalzamento graduale dell'età pensionabile delle donne nel settore privato: il Pdl aveva già predisposto una proposta di modifica in tal senso, ma il contrasto delle opposizioni e della Lega Nord è stato talmente forte da indurre la maggioranza a una pronta marcia indietro. E, infatti, il capogruppo dei senatori del Carroccio Federico Bricolo, ha detto che il movimento non avrebbe accettato una scelta simile e ha stilato quattro emendamenti: uno «sul patto di stabilità in favore dei comuni virtuosi, uno sulle pensioni, a tutela dei pensionati per colpire le pensioni d'oro e i costi della politica, uno sull'incremento dell'imposta di bollo sui conti titoli e uno per risolvere il problema delle infrastrutture», di cui non ha precisato i contenuti.Quanto al resto dei ritocchi al capitolo previdenziale contenuti nella manovra, si è saputo che non è stata accettata la stretta al 45% sulla rivalutazione agli assegni tra 3 e 5 volte il minimo Inps; attualmente la norma prevede nel biennio 2012-2013 una rivalutazione del 100% per gli assegni fino a 3 volte il trattamento minimo Inps (1.428 euro), da 3 a 5 volte il trattamento minimo un'indicizzazione del 45% (da 1.428 a 2.380), e per la parte eccedente nessuna rivalutazione.Pichetto Fratin, infine, ha sostenuto che non si è discusso dell'ipotesi di stralcio di una norma che aveva messo in subbuglio la magistratura tributaria: l'iniziale stesura, infatti, introduce come causa di incompatibilità l'iscrizione in albi professionali (si ravvisa l'incostituzionalità per violazione del parametro della ragionevolezza, ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione, non potendo farsi discendere dalla mera iscrizione all'albo una causa d'incompatibilità, senza che il professionista svolga alcuna attività di consulenza, rappresentanza o assistenza fiscale, con una evidente discriminazione in suo danno), nonché l'esistenza di rapporti di coniugali, di convivenza, parentela fino al terzo grado, o affinità in primo grado con coloro che sono iscritti in albi professionali nella regione dove ha sede la commissione tributaria provinciale e nelle province confinanti. 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Messaggero Veneto, Il Data: "fondo pensioni associazioni a confronto" 13/07/2011

Indietro Stampa Pagina 11 - Regione Fondo pensioni Associazioni a confronto

UDINE L’obiettivo è il coinvolgimento di almeno 33 mila lavoratori in Friuli Venezia Giulia su un bacino potenziale di 521 mila. Numeri che consentirebbero di avviare la procedura per un fondo pensioni regionale. Oggi, nell’auditorium della sede della Regione di Udine, in via Sabbadini 31, alle 10, l’assessore regionale alla Funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme, Andrea Garlatti, presenterà il progetto di costituzione del fondo regionale di previdenza complementare per il Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa ha lo scopo di garantire più elevati livelli di copertura previdenziale alle persone fisiche che risiedono nella Regione o che vi prestano la loro attività lavorativa e professionale in qualità di dipendenti, pubblici o privati e anche in forma autonoma. Dopo l’introduzione dell’Assessore Garlatti, Stefano Miani, direttore del Ciwe (Centro interdipartimentale di ricerca sul welfare dell’Università di Udine) che ha curato lo studio di fattibilità del Fondo pensione regionale, illustrerà le caratteristiche generali della domanda di previdenza potenzialmente presente nel Friuli Venezia Giulia, le ipotesi di sostenibilità del Fondo e l’iter per la sua costituzione. Seguirà, quindi, il dibattito al quale sono stati invitati i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, degli enti e degli istituti di credito nonché delle organizzazioni sindacali del Friuli Venezia Giulia. «È nostra volontà rispondere domani ad ogni possibile sollecitazione - spiega Garlatti - al fine di favorire la più ampia adesione al costituendo Comitato promotore che dovrà curare la progettazione operativa del Fondo, predisponendo tutta la documentazione necessaria alla sua costituzione, in modo da consentire al Consiglio regionale di approvare già entro l’anno un’apposita legge che avrà valore di “fonte istitutiva”». PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero Veneto, Il Data: "pensioni e bollo sui titoli tremonti: cambiamo" 13/07/2011

Indietro Stampa GLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA Pensioni e bollo sui titoli Tremonti: «Cambiamo» di Mauro Pertile wROMA Pensioni, bollo sui depositi titoli, patto di stabilità dei Comuni, ammortamenti e ticket sulla sanità, sono le aree attorno alle quali maggioranza e opposizione hanno lavorato ieri per trovare un accordo sugli emendamenti alla manovra finanziaria. L’opposizione al termine dell’incontro con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha espresso moderata soddisfazione. «Ha accolto alcune nostre proposte - ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd - in particolare quelle sulle indicizzazioni delle pensioni e sull’introduzione di una progressività del bollo sui depositi titoli. Sono emendamenti che modificano le iniquità più vistose» ha detto la Finocchiaro. Aperture dal ministro anche su liberalizzazioni e costi della politica sui quali, in particolare, insiste molto l’Idv. La mancata indicizzazione delle pensioni, pare ormai assodato, si applicherà solo a quelle superiori otto volte il minimo. Mentre il bollo sui depositi escluderà comunque i titoli di Stato e dovrebbe essere escluso sotto i 50 mila euro di deposito. Ma ieri il relatore della manovra in Senato, Gilberto Pichetto Frattin (Pdl), ha anche detto che per rafforzare l’intera operazione finanziaria e per rassicurare i mercati, potrebbe venire anticipata nel decreto legge la cosiddetta “clausola di salvaguardia” voluta da Tremonti per blindare la finanziaria qualora il governo non ottenga la delega fiscale dal Parlamento. Verrebbe assicurato così il gettito di quei 15-17 miliardi che ancora mancano per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. La clausola di salvaguardia consiste nel taglio del 15% di alcune delle attuali 476 agevolazioni fiscali e assistenziali che vanno a beneficio di famiglie, imprese e lavoratori e che allo Stato costano tra i 150 e i 190 miliardi di euro. «La clausola di salvaguardia viene approvata subito, ma scatta nel 2013 se non c’è la delega fiscale», ha detto il relatore di maggioranza. Su quali agevolazioni il governo intenda colpire, tuttavia, ancora nulla si sa. Gli emendamenti non dovrebbero essere più di quindici. La Lega fa le barricate per non toccare le pensioni delle donne del settore privato e per modificare, invece, quel patto di stabilità a favore dei comuni virtuosi. L’opposizione, con l’Idv in particolare, ha presentato un dettagliato rapporto sui benefici della “casta” di cui chiede ampie riduzioni: dall’abolizione del vitalizio dei parlamentari e dei consiglieri regionali, al blocco delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni, dall’unione obbligatoria per i Comuni con meno di 15 mila abitanti. Secondo il relatore Pichetto Frattin «l’armonizzazione delle rendite fiscali non avverrà subito». ©RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Milano Finanza (MF) Data: "Gli italiani non riescono a risparmiare" 13/07/2011

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MF sezione: Mercati Globali data: 13/07/2011 - pag: 12 autore: di Raffaele Ricciardi Ma Beltratti rassicura sul caos-mercati: l'italia è meglio di altri paesi

Gli italiani non riescono a risparmiare

La crisi economica si fa ancora ben sentire sui bilanci delle famiglie italiane. L'andamento schizofrenico dei mercati di questi giorni ha già contribuito a rispolverare i fantasmi di qualche anno fa. E il rapporto stilato da Intesa Sanpaolo e dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi (in collaborazione con Doxa) sul risparmio degli italiani non lancia segnali confortanti. Tra i dati più significativi, infatti, c'è il picco storico di dichiarazioni di impossibilità a risparmiare da parte degli intervistati: il 52,8% su un campione di 1.057 capifamiglia. Il dato cresce oltre il 67% nel Mezzogiorno. Nonostante anche l'indicazione di utilità del risparmio segni il massimo storico (96,7%), meno di un italiano su due riesce quindi a mettere da parte una porzione di reddito. Il tasso medio di risparmio, inoltre, scende al 9 dal 9,8% indicato nel 2009. La ricerca, realizzata tra febbraio e marzo scorsi, mette in luce anche un aspetto positivo: aumentano dal 45,1 al 53,4% gli italiani che ritengono sufficiente il proprio reddito. Detto questo, il sentimento comune circa gli effetti della crisi è ancora negativo. Per il 45% del campione i bilanci familiari dell'intero anno risentiranno ancora delle debolezze dovute al rallentamento dell'economia: solo il 13% è convinto che il peggio sia alle spalle. Sui risultati della ricerca e sull'andamento generale dei mercati si è espresso anche il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Andrea Beltratti. «L'allargamento della crisi rappresenta un elemento molto rilevante per privati e istituzioni», ha sottolineato il manager. In effetti, negli ultimi cinque anni solo il 12,5% degli intervistati è stato attivo sul mercato azionario, poco più di un terzo di quanti investivano nel 2003. In crescita, invece, le forme di risparmio gestito, per il quale si registra un diverso approccio culturale: è concepito soprattutto come una forma di protezione dal rischio. L'asset class più diffusa è ancora quella delle obbligazioni (24,6% degli investitori), anche se ormai sfiora il 40% la fetta di chi le considera uno strumento potenzialmente rischioso. Nonostante il pericolo di smarrimento dell'opinione pubblica di fronte alla volatilità dei mercati, Beltratti ha lanciato dei segnali incoraggianti per quanto riguarda «i fondamentali macroeconomici dell'economia italiana, a volte migliori di quelli di altri Paesi». Il manager di Ca' de Sass ha aggiunto che negli ultimi dieci anni «l'Italia si è piazzata al secondo posto per aumento del rapporto tra debito e prodotto, con una crescita del 9% totale, contro un valore del 47% della Francia e del 34% della Germania». Una situazione «ben diversa da quella di Grecia e Portogallo». Beltratti ha poi ricordato che il patrimonio finanziario netto delle famiglie italiane è di 2.570 miliardi (contro i 2.010 per la Francia e i 1.980 per la Germania), «il 180% del pil, ben al di sopra del valore del debito pubblico».Tornando al Rapporto, è significativo anche l'approccio degli italiani alla previdenza integrativa: solo il 12,6% dichiara di avere accesso a un fondo pensione o a una forma previdenziale equivalente (un'attenzione concentrata soprattutto nella fascia d'età compresa tra 40 e 50 anni). Una sezione monografica separata è poi dedicata alla situazione dei giovani (tra i 18 e i 29 anni). Meno di uno su due (47,4%) si dichiara indipendente dal punto di vista finanziario, ma di questi ben il 47% continua comunque ad avere bisogno di un sostegno economico parallelo da parte dei genitori. Tra gli investitori junior si conferma una scarsa attenzione all'informazione economica, la predilezione per la casa come investimento più sicuro e un interesse limitato per la vecchiaia: l'8,2% ha un fondo pensione, ma quasi in nessun caso ha investito contributi propri. PRESSToday Rassegna stampa

Milano Finanza (MF) Data: "Obama, senza accordo sul debito ad agosto salteranno le pensioni" 13/07/2011

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MF sezione: Primo Piano data: 13/07/2011 - pag: 7 autore: Obama, senza accordo sul debito ad agosto salteranno le pensioni

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato ieri che il pagamento delle pensioni di milioni di americani è a rischio, se il Congresso non approverà entro il 2 agosto l'aumento del tetto sul debito statunitense. «E questo», ha spiegato, «per il semplice fatto che non avremo abbastanza denaro in cassa per pagarle. Non si tratta solo di una questione di assegni delle previdenza sociale, ma anche degli assegni dei veterani e dei disabili. Sto parlando di circa 70 milioni di assegni a rischio». L'allarme di Obama arriva mentre la trattativa tra repubblicani, democratici e Casa Bianca sull'aumento del tetto del debito Usa resta bloccato. E, mentre Washington si avvita sulla questione del debito pubblico, emerge che la Federal Reserve è divisa sulla ricetta da adottare per ridare fiato all'economia. È quanto trapelato dalla minute della Federal Reserve, il resoconto della riunione del 21-22 giugno. Alcuni membri del Fomc, il comitato di politica monetaria, si sono detti pronti a fornire nuovi stimoli, mentre altri si sono opposti e hanno invece sostenuto che, se l'inflazione continuerà a salire, la Fed dovrà procedere ad una stretta monetaria più in fretta di quanto previsto. Tutti i membri del Fomc hanno concordato sul fatto che la ripresa Usa ha rallentato rispetto alle previsioni di aprile e si sono detti preoccupati per la crisi del debito europeo e per le incertezze sui rimborsi del debito Usa. Gli esponenti del Fomc hanno messo l'accento sul fatto che «un breve rinvio dei pagamenti sugli interessi delle obbligazioni sul debito del Tesoro Usa probabilmente causerebbe un severo scompiglio sui mercati e potrebbe avere effetti di lungo periodo sui costi dell'indebitamento». PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Pari in pensione ma i risparmi accorcino il gap" 13/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2011-07-13 - pag: 26 Pari in pensione ma i risparmi accorcino il gap

Quattro miliardi. Questi i risparmi stimati derivanti dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego destinati a confluire nel «Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale», con l'intenzione scritta nero su bianco d'investire la somma in misure di welfare e conciliazione. Questa la cifra di cui si riduce, gradualmente, ma complessivamente, il Fondo stesso, secondo gli ultimi documenti sulla manovra in corso. Insomma, i 4 miliardi risparmiati dalle donne più anziane che dovevano tornare alle donne più giovani sotto forma di aiuti alla conciliazione della vita lavorativa e familiare saranno in realtà destinati ad altro. Il promettente patto intergenerazionale sta saltando. Eppure il patto era ben fondato. Lavoro e pensioni sono infatti strettamente legati: nei trattamenti pensionistici si riflettono le condizioni del mercato del lavoro. I tassi di sostituzione pensionistici delle donne, tipicamente inferiori a quelli degli uomini, perpetuano i divari di genere esistenti nel mondo del lavoro. I periodi d'inattività non sempre coperti da contributi previdenziali e le discontinuità che caratterizzano molte carriere femminili rendono la posizione pensionistica delle donne in media più sfavorevole di quella degli uomini in termini di generosità della pensione. È dal mercato del lavoro che occorre partire per eliminare i divari di genere nel pensionamento, ancora di più in un Paese che ha adottato un sistema pensionistico contributivo. Come sono andate le cose? La vicenda è nota: una sentenza della Corte di giustizia europea richiedeva all'Italia di equiparare l'età di pensionamento di uomini e donne nella Pa, portando anche per le donne, gradualmente, l'età di pensionamento dai 60 anni previsti ai 65 anni degli uomini. La Corte Ue riteneva che l'uscita anticipata dal mondo del lavoro delle donne rispetto agli uomini discriminasse le donne. A seguito di questa sentenza si è sviluppato un acceso dibattito nel nostro Paese, che ha diviso i favorevoli all'aumento dell'età pensionabile delle donne, che condividevano l'argomentazione europea, e i contrari, convinti che fosse se non altro singolare cominciare dal sanare le differenze di genere nell'ultima fase, quella delle pensioni, e non dall'inizio dell'attività lavorativa. Su un punto tutti d'accordo: la parità nelle pensioni doveva essere almeno un'occasione per promuovere la parità nel lavoro con misure concrete. Certo il momento è critico: un debito pubblico elevatissimo, le eredità di una profonda crisi economica, la disoccupazione giovanile a livelli preoccupanti possono far ritenere che la parità di genere e la promozione di misure di conciliazione siano questioni di secondo piano. Ma non dovrebbe essere così. Le misure a favore della conciliazione rappresentano un'opportunità di sviluppo del lavoro delle donne: un motore essenziale e prioritario per la crescita del Paese. In un Paese come il nostro dove il tasso di occupazione femminile è fermo al 46,1%, con il Sud bloccato al 30,5%, l'occupazione femminile rappresenta una risorsa non sfruttata, uno spreco di talenti. Ma come fare per aumentarla e utilizzare a pieno il lavoro delle donne come risorsa produttiva per il Paese? Le misure di conciliazione e condivisione sono una risposta. L'Italia soffre di una profonda carenza di servizi alla prima infanzia, come gli asili nido, particolarmente accentuata nelle regioni del Sud, e di servizi alla cura degli anziani. L'Italia ha la spesa per trasferimenti alle famiglie più bassa d'Europa, pari a circa 1,36% del Pil, contro il 3% della Francia. Numerosi studi mostrano che, dove le misure per la conciliazione sono maggiori e la spesa di welfare a favore delle famiglie è più rilevante, l'occupazione femminile è maggiore. Senza considerare che anche la fecondità aumenta. Un altro risultato importante per il nostro Paese, dove il tasso di fecondità fermo a 1,41 figli per donna è un ulteriore freno alla crescita economica. Quattro miliardi da investire in questa direzione rappresentavano davvero un'occasione unica. Un'opportunità (a quanto pare) mancata. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Pensioni sino a 3.800 euro senza il blocco dell'Istat" 13/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-13 - pag: 10 autore: Eugenio Bruno Pensioni sino a 3.800 euro senza il blocco dell'Istat

ROMA L'allentamento della stretta sulle pensioni ci sarà. Gli assegni fino a 2.300 euro saranno dispensati dal blocco dell'indicizzazione per il 2012 e il 2013. E probabilmente anche quelli compresi tra i 2.300 e i 3.800 euro. Lo stop dell'adeguamento al costo della vita dovrebbe scattare infatti solo dopo tale soglia. Sotto forma di azzeramento del meccanismo di rivalutazione. A questa decisione si è arrivati ieri sera dopo l'incontro al Senato tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e i rappresentanti dell'opposizione. L'annuncio è stato dato dalla capogruppo del Pd Anna Finocchiaro: «Il divieto di applicare l'indicizzazione sarà applicato esclusivamente alle pensioni che superino di 8 volte il minimo» Inps. Ripetendo di fatto l'esperienza del protocollo Damiano del 2007 che aveva intimato l'alt (ma per un solo anno) alla rivalutazione di tutti i trattamenti superiori a 8 volte il minimo per finanziare le pensioni basse. Alla luce delle modifiche che si profilano potranno tirare un sospiro di sollievo sia i pensionati che percepiscono un assegno mensile compreso tra i 1.400 e i 2.300 euro, nei cui confronti il decreto approvato a Palazzo Chigi riduceva al 45% il recupero dell'inflazione, sia quelli inclusi nella fascia 2.300-3.800 euro, che subivano una sforbiciata totale. A questi ultimi la manovra azzerava l'indicizzazione sulla quota di assegno superiore a 5 volte il minimo. Proprio da qui aveva deciso di ripartire la maggioranza. Nell'incontro pomeridiano al Tesoro si era deciso di "congelare" per il biennio 2012-2013 la rivalutazione degli interi assegni previdenziali superiori a 5 volte il minimo (e non solo della quota eccedente gli importi in precedenza individuati). Una misura che avrebbe prodotto un gettito superiore di una ventina di milioni rispetto a quella contenuta nel Dl 98: 440 milioni il primo anno che poi sarebbero saliti a 710. Portare la soglia a 8 volte come chiesto dalle forze di minoranza di fatto abbassa la quota dei risparmi attesi. Ed è anche per questo che si sta pensando di intervenire anche sull'aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita media. Anziché dal 2014 l'aumento di un mese per l'uscita dal lavoro potrebbe scattare già dal 2012 e altrettanto accadrebbe nel biennio successivo, con un mese in più nel 2013 e un altro nel 2014. Così facendo si arriverebbe al 2014, anno in cui dovrebbe partire l'agganciamento vero e proprio, scontando già il primo trimestre di aumento. Fermo restando che dal 2016 gli ulteriori posticipi sarebbero legati all'aumento della speranza di vita certificato dall'Istat. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Stampaweb, La Data: 13/07/2011 "Già dal 2012 si andrà in pensione un mese dopo" Indietro Stampa

POLITICA 13/07/2011 - IL CASO Già dal 2012 si andrà in pensione un mese dopo

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Una decina di emendamenti per cambiare la manovra e dare un «segnale ai mercati». Previdenza, risparmio, professioni: ecco le novità

PAOLO BARONI ROMA C’ è il rafforzamento delle misure antideficit, con l’introduzione per decreto della clausola di salvaguardia da 17 miliardi prevista dalla delega fiscale, c’è una nuova norma per allungare l’età della «Vado e chiudo il bilancio». Con questa frase a fine mattinata il pensione di un mese già nel 2012, e rispunta la liberalizzazione. Si è ministro Tremonti ha rasserenato il clima sui mercati ipotizzato di addolcire le soglie, di delle professioni (su richiesta del Pd), esentare i Bot e di introdurre una tetto Poi c’è un colpo a sorpresa, un inter- per favorire i piccoli risparmiatori. vento sulle privatizzazioni «per dare Molto più probabile, invece, che resti un ulteriore segnale», che Tremonti invariata l’imposta relativa agli estratsta mettendo a punto. In tutto, gover- ti conto e aumenti progressivamente il no, maggioranza ed opposizioni, oggi tributo che grava sulle comunicazioni in commissione Bilancio al Senato presenteranno qualche decina di emendamenti alla manovra triennale 2012-2014. Cambieranno innanzitutto il prelievo sul deposito titoli, le misure per rallentare l’indicizzazione delle pensioni al costo della vita ed il patto di stabilità sui comuni.

12,2 nel 2014: nel caso la delega sulla ri- ad accelerare il meccanismo per ade- che riguardano i dossier dei titoli inviaforma fiscale non venisse approvata guare l’età della pensione alle aspettati- ti dagli intermediari finanziari.

scatterebbe un taglio del 15% su tutte le ve di vita. Si partirà già nel 2012 interve- Altri ritocchi dovrebbero infine rivarie forme di agevolazione fiscale: 476 nendo sulle finestre d’uscita, aggiun- guardare il patto di stabilità interno, voci che vanno dai bonus per i figli a ca- gendo un mese all’anno sino al 2014. In per favorire come chiede la Lega i corico alle detrazioni per la ristrutturazio- maniera tale da arrivare alla data già muni più virtuosi, i ticket sanitari (che ne della casa, dalle tasse a forfait per le prevista per avviare la nuova procedu- in un primo tempo doveva scattare tra imprese start-up alla tassa sostitutiva ra avendo già recuperato tre mesi. La il 2012 ed il 2014) e le misure sull’am- Più rigore sugli straordinari e che in totale valgo- norma contenuta in manovra prevede- mortamento dei beni in concessione. Il Uno dei problemi più grossi della mano- no oltre 160 miliardi. Rispetto alla for- va poi di aggiungere altri tre mesi pro- limite all'1% della deducibilità degli amvra era il pareggio dei conti nel 2014. mulazione iniziale, però, la clausola di prio nel 2014 e poi dal 2016 di calcolare i mortamenti dei beni devolvibili per i Spiega il presidente della Commissione salvaguardia non farebbe scattare tagli nuovi gradini in base all’aspettativa di concessionari, tanto contestata dai cobilancio Mario Baldassarri (Fli): «Non lineari uguali su tutte le voci, ma con- vita media dei due anni precedenti sti- struttori salta e verrà sostituito con la ci si può presentare ai mercati, dopo sentirebbe una selezione più ragionata mato dall’Istat. riduzione della possibilità di deduzione aver detto che il deficit sarebbe di 46 degli interventi. fiscale per le concessionarie di autostramiliardi di euro, con una manovra di 25 Salvi i Bot-people de e trafori. E ancora, potrebbero spunmiliardi tutta concentrata sul Il balletto delle pensioni Novità in vista anche per i risparmiato- tare altre misure sui costi della politica, 2013-2014, assicurando che altri 17 arri- Quindi si passa ai capitoli più delicati. ri: l’imposta di bollo sui dossier titoli rientrare alcuni provvedimenti sugli orveranno dalla delega sulla riforma fisca- Innanzitutto le pensioni: l’idea del Pdl è liardi in tre anni) si dovrebbe interveni- sarà profondamente rivista. Al mo- dini professionali. Infine ci potrebbe esle, che ancora non c’è». Detto fatto, ieri quella di risparmiare dal taglio dell’indi- re sulle pensioni d’oro. Esclusa (innanzi- mento la manovra prevede infatti di sere anche un dietrofront sulle quote si è deciso di introdurre per decreto la cizzazione tutte le pensioni si ad un im- tutto per il veto della Lega) la possibili- aumentare l’imposta a 120 euro per il latte: la Lega difende a spada tratta la clausola di salvaguardia, un vero e pro- porto lordo pari a 5 volte il minimo, ov- tà, suggerita dal Pdl di anticipare di cin- 2011 ed il 2012, e portarla l’anno se- norma che blocca l’immediato incasso prio meccanismo tagliola. Dalla rifor- vero dai 2380 euro in su (il Pd insiste que anni, al 2015, l’aumento graduale guente a 150 o addirittura a 380 euro a delle sanzioni, il Pd invece non ne vuole ma dell’assistenza dovranno arrivare per salire a 3800). Per recuperare risor- dell’età pensionabile delle donne nel set- secondo che il valore dell’investimento sapere e chiede di togliere tutto ciò che 2,5 miliardi di risparmi nel 2015 ed altri se (nell’insieme il taglio vale oltre 3,7 mi- tore privato, Tremonti è intenzionato sia superiore o meno ai 50 mila euro. non è nell’interesse del Paese». PRESSToday Rassegna stampa

Virgilio Notizie Data: 13/07/2011 "Usa/ Obama: dopo 3 agosto non avremo soldi per previdenza"

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ESTERI Usa/ Obama: dopo 3 agosto non avremo soldi per previdenza sociale Lo ha detto in un'intervista a Cbs News

postato 5 giorni fa da TMNews

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ARTICOLI A TEMA New York, 12 lug. (TMNews) - In stati uniti, emergenza debito: ancora… un'intervista a Cbs News, il presidente usa: obama ricevera' dalai lama usa/ debito, sondaggio: americani sono… degli Stati Uniti Barack Obama ha CERCA IN NOTIZIE Altri detto che non può garantire che i

pensionati riceveranno gli assegni della pensione dopo il 3 agosto se democratici e repubblicani non trovano un accordo CLASS LIFE per alzare il tetto del debito nelle prossime settimane. "Non posso garantirlo - ha detto CHANNEL Obama al giornalista Scott Pelley - perché, forse, non avremo soldi sufficienti". Luxury and Style Gli Stati Uniti rischiano di raggiungere il limite della loro capacità di contrarre debito il prossimo 2 agosto.Ambedue gli schieramenti vorrebbero trovare un accordo di lungo termine per ridurre la spesa pubblica. I repubblicani vorrebbero tagli di alcune migliaia di miliardi di dollari, mentre i democratici vorrebbero un approccio più equilibrato, dove i tagli alla spesa pubblica sono bilanciati da un aumento delle entrate grazie alle tasse. GALLERY GALLERY GALLERY Nell'intervista che andrà in onda alle 18.30 (le 00.30 in Italia), Obama ha detto che Arrestato il Beni Le foto più "questa situazione non riguarda solo gli assegni di previdenza sociale". boss dei confiscati alle curiose di I commenti del presidente seguono quelli del capogruppo dei senatori repubblicani Mitch Casalesi, mafie, la novembre Antonio lunga via del McConnell che poche ore prima aveva "escluso qualsiasi accordo di lungo termine Iovine ritorno alla fintantoché c'è Obama alla Casa Bianca". legalità In passato, il presidente ha più volte detto che si auspica un accordo sul tetto del debito fino a oltre le elezioni del 2012 e lunedì ha promesso che "non firmerà alcun accordo di 30, 60 o 90 giorni".

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Adige, L' Data: "ROMA - Dopo una giornata di trattative, ecco il pacchetto di modifiche che contiene 14/07/2011 molte novità e riscrive alcune parti del decreto, rafforzandone l'impianto"

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ROMA - Dopo una giornata di trattative, ecco il pacchetto di modifiche che contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto, rafforzandone l'impianto

ROMA - Dopo una giornata di trattative, ecco il pacchetto di modifiche che contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto, rafforzandone l'impianto. Così, dopo una giornata travagliatissima, sembra risolto anche lo scontro sugli ordini professionali scatenatosi in seno al Pdl: la soluzione tecnica sarebbe quella di «salvare» gli ordini cui si accede solo con l'esame di Stato. E il Governo mette nero su bianco: dal 2013 privatizzazioni e liberalizzazioni.E novità sono in arrivo anche su pensioni, ticket sanitari e patto di stabilità. Ticket da subito Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì. Scatta taglio agevolazioni È il «rinforzo» della manovra: sarà tra il 5 e 20%. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Indicizzazione pensioni Sale dal 45 al 70% l'indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (circa 1.428 euro mensili). Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a questa soglia e l'azzeramento per quelle oltre i 2.380 euro lordi. Pensioni, aggancio al 2013 Si anticipa al 1° gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi, fino ad arrivare 3 anni e 3 mesi nel 2050. Pensioni anzianità I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. Prelievo dalle pensioni ricche Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Da 2013 privatizziamo Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Cambia imposta dossier titoli : Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000 euro, gradualmente superiore dopo. Comuni virtuosi, si cambia: Per l'applicazione del patto di stabilità interno. Ci sarà la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». E i piccoli Comuni dovranno associarsi.

14/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Affari Italiani (Online) Data: 14/07/2011 "Manovra, tagli alle pensioni d'oro">Stangata sanità: ticket al via da subito Manovra, tagli alle pensioni d'oro"

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ECONOMIA

Mi piace Registrazione per vedere cosa piace ai tuoi amici. Manovra al rush finale/ Novita' su ticket e pensioni Giovedí 14.07.2011 08:00 Manovra al rush finale: l'approvazione definitiva del decreto da parte di Montecitorio e' prevista per venerdi' mattina, mentre in nottata verra' licenziato dalla Commissione Bilancio del Senato in tempo utile per passare al vaglio dell'Aula. Un provvedimento approvato a tempi di record (negli anni scorsi, la finanziaria impegnava il Parlamento per tre mesi), che nelle battute finali - mentre si limano gli emendamenti - porta alcune novita'.

Tra le piu' rilevanti, quella sulla sanita': scattera' da subito il ticket e la norma prevede l'anticipo del ritorno del pagamento del ticket a partire dall'entrata in vigore della manovra. La copertura finanziaria che doveva garantire la sospensione del ticket fino al 31 dicembre 2011 viene quindi ridotta da 486,5 milioni di euro a 105 milioni. Altri emendamenti, a firma del relatore di maggioranza, prevedono anche l'arrivo del contributo di solidarieta' del 5-10% sulle pensioni d'oro. In particolare il testo stabilisce che dal 1 agosto 2011 al 31 dicembre 2014 i trattamenti pensionistici superiori ai 90mila euro lordi annui siano assoggettati a un contributo di solidarieta' pari al 5% della parte eccedente il suddetto importo fino a 150mila euro e al 10% per la parte eccedente l'importo di 150 mila euro.

Le novita' sul fronte previdenziale non finiscono qui: dal 2013, i requisiti verranno aumentati di 3 mesi in quanto assorbe l'incremento della speranza di vita registrato nel triennio precedente risultante superiore (4 mesi) per i successivi adeguamenti triennali dal 2016 la stima di tali adeguamenti incrementativi triennali e' pari a 4 mesi per gli adeguamenti fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori e attorno ai 3 mesi fino al 2050 circa. Cio' comporta un adeguamento cumulato, ad esempio al 2050, pari a circa 3 anni e 10 mesi.

Infine, la manovra prevede anche il via libera entro il 2013 ad uno o piu' piano di privatizzazioni e una rimodulazione dell'imposta di bollo sui depositi titoli: l'imposta con periodicita' annuale sara' di 34,20 euro per gli importi inferiori ai 50mila euro, di 70 euro per quelli pari o superiori ai 50mila euro e inferiori ai 150mila euro; di 240 euro per importi pari o superiori ai 150mila euro e inferiori ai 500mila euro; di 680 euro per importi pari o superiori a 500mila euro.

TREMONTI: MANOVRA RAFFORZATA. DRAGHI: NUOVI TAGLI O AUMENTO TASSE - Il decreto per il pareggio di bilancio "sara' rafforzato su tutto il quadriennio e approvato entro venerdi'". Parola di Giulio Tremonti che dal palco dell'assemblea dell'Abi respinge anche Il commento/ Caro Direttore, l'unica ogni ipotesi di dimissioni da ministro dell'Economia. cosa buona e giusta inserita nella Il provvedimento "sara' accompagnato da chi si e' preso la schifezza di manovra che si responsabilita' di averlo presentato", scandisce l'inquilino di via apprestano a varare tutti insieme, uniti XX settembre, che cita Tito Livio: "Hic manebimus optime". Non c'e' nel migliore accrocchio di tutti i tempi, tempo da perdere, rileva di fronte alla stessa assise il governatore della cioè la supertassa sui SUV, che fa? La Banca d'Italia, Mario Draghi. Il suo appello alla coesione e' accorato: tolgono? Bene bene, pare che quelli solo con uno sforzo comune e condiviso l'Italia puo' dei SUV siano intoccabili. Bè questo mi farcela."Disponiamo", dice il numero uno di Palazzo Koch, "di risorse convince sempre più che l'Italia non è fondamentali che caratterizzano da sempre gli italiani: l'iniziativa più il mio paese. individuale, la capacita' di innovare, l'energia nel lavoro. Pasquale Della Torca Dobbiamo avere fiducia nelle possibilita' di crescita della nostra economia. Dobbiamo trovare un intento comune, al di la' degli interessi Manovra/ Il voto finale sulla manovra particolari e di fazione. Dobbiamo riscoprire un agire per il bene di economica si svolgera' nell'aula della tutti". L'idea di una manovra rafforzata certo non dispiace al Camera venerdi' 15 luglio alle 19. E' governatore, secondo cui senza una veloce definizione delle misure aggiuntive necessarie per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel quanto ha deciso la conferenza dei 2014 l'aumento delle tasse sara' inevitabile. Il decreto approvato dal capigruppo di Governo e' "un passo importante", osserva Draghi, ma rischia di non Montecitorio. Venerdi' dalle 10 bastare. "Avendo anticipato le usuali scadenze", spiega, "occorre definire alle 13 ci sara' la discussione in tempi rapidissimi il contenuto delle misure volte a conseguire il generale in Aula. Dalle 13 alle pareggio di bilancio nel 2014. A questo", avverte l'inquilino di via 14.30 la richiesta di fiducia e le Nazionale, "soprattutto guardano oggi i mercati. dichiarazioni di voto. Dalle 14.30 alle

Esistono rischi che questi provvedimenti distorcano l'impianto della 16 si svolgera' il voto sulla fiducia con correzione, opportunamente basato sostanzialmente su tagli delle uscite. la decisione, dunque, di derogare dalle Se non si incide anche su altre voci di spesa, il ricorso alla delega fiscale 24 ore di norma necessarie da far e assistenziale per completare la manovra 2013-2014 non potra' pero' intercorrere tra la richiesta di fiducia e il evitare un aumento delle imposte". Anche l'Europa deve fare di piu', voto stesso sulla fiducia. Infine, dalle perche' le tensioni di questi giorni, cui secondo Draghi ha contribuito in 16 alle 17.30 si svolgera' l'esame degli Italia anche ordini del giorno, a seguire fino alle 19 "l'incertezza sulle prospettive di finanza pubblica", sono un problema di tutti. le dichiarazioni di voto sul provvedimento e alle 19 il voto finale "Il caso dell'Italia", afferma Tremonti, "e' un caso comune: non per liberarsi da responsabilita' ma quando il 40% dell'Eurozona ------sta su queste dinamiche il problema non e' di un singolo Stato ma della struttura complessiva dell'architettura europea". Per Fmi: ok Italia su deficit ma no questo Draghi chiede di "dare certezza al processo con cui si gestiscono crescita le crisi sovrane: definire con chiarezza gli obiettivi politici, il disegno Manovra/ Gli avvocati del Pdl degli strumenti, l'ammontare delle risorse". La solvibilita' degli Stati minacciano di votare no. Poi si sovrani, conclude, "non e' piu' un fatto acquisito ma va guadagnata sul trova l'accorod campo con una crescita alta e sostenibile, possibile solo con i conti in ordine".

ECCO TUTTE LE MISURE NEI DETTAGLI:

Il testo della manovra come sta uscendo dal primo passaggio a Palazzo Madama prevede diversi cambiamenti rispetto al decreto originario , volte a raggiungere un significativo risparmio per le casse dello Stato fin dal 2012.

PENSIONI - Si anticipa al primo gennaio 2013 (anzichè dal 2014) l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Lo prevede l'emendamento definitivo del relatore alla manovra. Dal 2013 dunque - si legge nel testo - l'incremento sarà di 3 mesi perchè verrà assorbito l'incremento della speranza di vita già registrato nel triennio precedente risultante superiore (4 mesi). Per gli anni successivi (dal 2016) la stima degli adeguamenti triennali è pari a 4 mesi fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori (3 mesi) fino al 2050 circa. L'adeguamento cumulato al 2050 è pari a circa 3 anni e 10 mesi. Previsto anche un contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Sale poi dal 45 al 70% rispetto al testo originario della manovra l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese). Confermato la piena indicizzazione inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, ciò di circa 2.380 euro mensili.

AGEVOLAZIONI FISCALI - Scatta subito il taglio delle agevolazioni fiscali che non verrà applicato soltanto se entro il 30 settembre 2013 sarà esercitata la delega con la riforma fiscale. Il taglio sarà del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014 e il gettito previsto da destinare alla correzione del deficit sarà pari a regime a 20 miliardi (4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014).

IMPOSTA DI BOLLO - Cambia l'imposta di bollo sui conti depositi titoli. Un emendamento del relatore alla manovra economica depositato in commissione Bilancio al Senato stabilisce che l'imposta con periodicità annuale sarà di 34,2 euro per importi inferiori ai 50mila euro; 70 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro; 240 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro; 680 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Inoltre, a partire dal 2013 l'imposta con periodicità annuale sarà di 230 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro, di 780 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro e di 1.100 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Nella relazione tecnica dell'emendamento si precisa che secondo dati Bankitalia risulta un numero complessivo di circa 22 milioni di conti titoli e la norma porterà un recupero di gettito di circa 897 milioni di euro annui per i primi due anni e di circa 2.525 milioni di euro per gli anni a partire dal 2013.

TICKET - Scatta da subito anche il ticket sanitario da 10 euro sulla diagnostica e la specialistica e da 25 euro sui codici bianchi del pronto soccorso.

ACCISE BENZINA - Vanno a regime gli aumenti provvisori delle accise sui carburanti.

PATTO DI STABILITA' INTERNO - Cambiano i criteri di virtuosità dei comuni per l'applicazione del patto di stabilità interno. Un emendamento prevede che il primo di tali criteri vi sia la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». Un altro criterio sarà «l'aver operato dismissioni di partecipazioni societarie». Previsti tagli dei trasferimenti alle regioni.

ENTRO 2013 PIANO PRIVATIZZAZIONI - Ripartono le privatizzazioni. E' quanto previsto da un emendamento del relatore alla manovra, all'esame della commissione Bilancio del SenatoL'emendamento, a firma Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), stabilisce che entro il 31 dicembre 2013 il ministero dell'Economia presenti ''uno o piu' programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di Enti pubblici non territoriali''. La norma proposta aggiunge che le modalita' di alienazione siano fissate ''con uno o piu' decreti'' del Tesoro, il tutto nel rispetto della ''trasparenza'' e della ''non discriminazione''. Il ministro dell'Economia ''entro il 30 giugno di ogni anno'' riferira' in Parlamento sullo stato di attuazione del programma di dismissione.

AMMORTAMENTI - La quota di ammortamento finanziario deducibile non sarà superiore al 2% del valore dei beni in concessione. Per le imprese concessionarie di costruzione e gestione autostrade e trafori la percentuale è pari invece all'1%. Il limite massimo dell'accantonamento passa così dal 5% all'1% del costo del bene e gli accantonamenti sono deducibili in quote costanti nell'esercizio stesso e nei 5 anni successivi. la disposizione si applica da subito.

LE REGIONI - Non mancano le reazioni al nuovo volto della manovra. «Questa manovra non mette le Regioni in condizione di svolgere le proprie funzioni». Rimane assolutamente negativo il giudizio del presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell'incontro tra enti locali e una delegazione del Governo composta dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dal ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli e dal responsabile per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. «Questa manovra - ha sottolineato Errani - pesa per il 47% sulle Regioni ma le Regioni pesano per il 16% sulla spesa pubblica: perciò una manovra senza equilibrio e lo abbiamo detto con chiarezza». Errani aveva premesso che le Regioni hanno detto al Governo «che condividiamo per senso di responsabilità che la manovra venga approvata in tempi rapidi perchè occorre bloccare l'attacco al debito sovrano e all'euro. Però abbiamo chiesto di vederci subito dopo la manovra per fare il punto, fermo restando alcune questioni: per quanto riguarda le gravi conseguenze che la manovra determinerà sui servizi per i cittadini e le imprese deve essere chiaro di chi è la responsabilità. Non ci stiamo al gioco del cerino, che scarica la colpa sugli enti locali. Inoltre il federalismo fiscale non è attuabile, chiediamo quindi che si faccia una verifica complessiva rispetto ai decreti attuativi. Poi va rifatto il Patto per la salute. Non è possibile che ci siano interventi unilaterali da parte del Governo».

IL CNEL - A proposito della manovra è intervenuto anche il presidente del Cnel, Antonio Marzano, sentito in un'audizione al Senato. Ecco alcuni passaggi chiave: «L'Italia sta compiendo numerose missioni all'estero, ma quali che siano gli obiettivi perseguiti, che sono certamente di pace, occorrerebbe fare una riflessione sulle risorse disponibili». Spese che pesano sul bilancio e perciò «si potrebbe chiedere all'Europa di togliere i costi di queste missioni dai parametri di Maastricht».

LA CORTE DEI CONTI - Anche la suprema magistratura contabile si è espressa sul decreto correttivo contenente la manovra per mettere in sicurezza i conti pubblici. Dalla Corte dei Conti arriva «un giudizio largamente positivo sulla manovra, che, anche a seguito dell'espressa intenzione di riportare nel decreto- legge la clausola di salvaguardia intesa a garantire i risparmi nel settore fiscale e assistenziale, risulta ulteriormente rafforzata». Lo ha affermato il Presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino che è stato sentito dalle Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera.

L'ISTAT - È ricca di allegati la relazione presentata dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini al Parlamento in relazione alla manovra che nei desiderata di Tremonti dovrebbe fare un primo passaggio venerdì al Senato. Imprenditoria giovanile, economia pubblica, costi dello Stato, import, export, consumi e occupazione sono solo alcune delle analisi dettagliate che accompagnano il giudizio dell'istituto nazionale di statistica. Molte delle misure proposte - si legge nel documento portato in Senato da Giovannini - conducono a un aggiustamento di natura certa. È questo il caso dei tagli alla sanità, agli enti locali, all'indicizzazione delle pensioni o della prosecuzione del blocco delle remunerazioni nella pubblica amministrazione. «D'altro canto - ha spiegato il presidente dell'Istat - la riduzione nell'incertezza sulla realizzazione degli obiettivi di bilancio, oltre ai possibili effetti sull'erogazione di servizi, potrebbe avere un impatto di natura fiscale su prezzi e tariffe». Il giudizio sul taglio dei costi della politica si concentra invece sulla possibilità che nascano «contenziosi nei confronti della commissione» presieduta dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini.

LE REAZIONI DELLA SOCIETA' CIVILE- Duecentotrentatre euro a testa: è questa la nuova «tassa» che - secondo NIdiL CGIL - i precari, ma non solo, si vedranno costretti a pagare se promuoveranno una causa di lavoro per il riconoscimento di propri diritti. Nella manovra finanziaria attualmente al vaglio del Parlamento - ricorda il sindacato in una nota - vi è, infatti, una norma che introduce pagamenti per le cause di lavoro. Finora il lavoratore che ricorreva al giudice per far valere un proprio diritto era esentato dal pagamento del cosiddetto «contributo unificato»; esenzione che il governo ha ora l'intenzione di rimuovere. tags: abi PRESSToday Rassegna stampa

Alto Adige Data: "sanità, subito il ticket. stretta sulle pensioni - mauro pertile" 14/07/2011

Indietro Stampa Pagina 4 - altre Sanità, subito il ticket. Stretta sulle pensioni Da lunedì 10 euro per ogni prescrizione medica e 25 per i ricoveri al pronto soccorso MAURO PERTILE

ROMA. Al Senato arrivano gli emendamenti del governo alla manovra economica che prevedono pesanti interventi sulle pensioni, sulla sanità e sulle agevolazioni fiscali. La mannaia sui contribuenti è arrivata prima del previsto: per quanto riguarda i ticket sulle visite specialistiche, sulle analisi e sul pronto soccorso scatteranno già da lunedì prossimo. Sui Comuni si scaricherà una significativa parte della Finanziaria, tanto che per garantire l’erogazione dei servizi dovranno fare cassa o vendendo società controllate o introducendo nuove tasse. E’ il rischio paventato ieri dall’Istat e dalla Banca d’Italia. Sanità. E’ stata rispolverata la vecchia norma del 2007 che prevedeva l’introduzione di un ticket di 10 euro sulla diagnostica e sulle visite specialistiche. Ma su questa materia è una giungla in quanto ogni Regione finora è intervenuta autonomamente. Recarsi poi al pronto soccorso in codice bianco costerà altri 25 euro. Pensioni. E’ il capitolo più spinoso della manovra. Viene anticipato all’1 gennaio 2013, anzichè al 2014 come ipotizzato in un primo momento, l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita. L’incremento sarà di 3 mesi. Dal 2016 la stima degli adeguamenti triennali è pari a 3 mesi fino al 2030 con successivi adeguamenti di 3 mesi fino al 2050, quando l’adeguamento cumulato sarà pari a 3 anni e 10 mesi. Contributo di solidarietà. Viene introdotto dal prossimo 1 agosto per le cosiddette “pensioni d’oro”. Fino al 31 dicembre 2014 oltre i 90 mila euro lordi all’anno si verserà all’Erario il 5%, un contributo che raddoppia al 10% per la parte oltre i 150 mila euro. A formare il trattamento pensionistico concorreranno anche le eventuali pensioni integrative. Indicizzazioni pensioni medie. Azzerate le indicizzazioni per le pensioni oltre i 2.380 euro al mese lordi. Mentre sale dal 45% al 70% rispetto al testo iniziale, l’indicizzazione delle pensioni medie, quelle che ammontano al triplo degli assegni minimi, tra i 1.400 e i 2.380 euro. Pensioni di anzianità. Slittano le pensioni con 40 anni di contributi a partire dal 2012. Il prossimo anno è previsto un posticipo di un mese, che diventa di due mesi nel 2013 e di tre mesi a partire dal 2014. Deposito titoli. Verrà rimodulato in base al patrimonio. Per il 2011 resterà di 34,20 euro l’imposta di bollo sui dossier sotto i 50 mila euro; 70 euro fino a 150 mila, 240 euro da 150 mila a 500 mila euro; 680 euro per depositi oltre i 500 mila. Poi dal 2013 si pagheranno 230 euro tra i 50 mila e i 150 mila euro di patrimonio, 780 euro fino a 500 mila e 1.100 euro per depositi superiori. Agevolazioni fiscali. Scatta il taglio tra il 5 e il 20% solo se entro settembre 2013 il governo non eserciterà la delega per la riforma fiscale. Regioni ed Enti locali. Il concorso alla manovra per le autonomie locali ammonta a 21,692 miliardi, di cui 7,2 nella sanità tra il 2011 e il 2014. Di questi ben 16,372 miliardi sono a carico delle Regioni che si accollano così il 48,7% del riequilibrio dei conti pubblici pur rappresentando solo il 16,8% della spesa pubblica. Privatizzazioni. I Comuni saranno “spinti”, come ha annunciato ieri il ministro Giulio Tremonti, a vendere l’argenteria di famiglia. Si comincerà con le società pubbliche controllate dai comuni, dalle municipalizzate, esclusa l’acqua come deciso dal recente referendum, per arrivare nel 2013 a mettere sul mercato quote di grandi società in capo al ministero dell’Economia. Ordini professionali. Il governo formulerà alle categorie interessate proposte di liberalizzazione dei servizi e delle attività secondo il principio che ciò che non sarà regolamentato per legge, sarà libero.

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Arena, L' Data: 14/07/2011 "Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure"

Indietro Stampa leftmargin="5" bottommargin="0" topmargin="0" marginheight="0" marginwidth="5" rightmargin="5"> MANOVRA IN CANTIERE. In vista tassa da 25 euro sui codici bianchi al pronto soccorso e da 10 sulle ricette mediche Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure Privatizzazioni: dalle aziende municipalizzate ai colossi di Stato. Professioni: rivolta di notai e avvocati del Pdl. Enti: scontro sul Patto di stabilità

Giovedì 14 Luglio 2011 NAZIONALE, pagina 2

ROMA Ticket sanitari in vigore da lunedì e taglio alle pensioni d'oro da agosto.Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. Privatizzazioni e liberalizzazioni. È l'obiettivo di «fare cassa» subito la vera novità delle modifiche alla manovra messe a punto da Tremonti, imposte alla maggioranza e fatte digerire dalle opposizioni dopo l'intesa bipartisan che porterà all'approvazione lampo invocata dal presidente Napolitano per rassicurare i mercati. Dopo un lungo braccio di ferro, dalla commissione Bilancio sono uscite le modifiche al testo che Un ospedale: ticket da 25 arriveranno oggi nell'aula di Palazzo Madama dove verranno votate in serata con la fiducia. Domani poi toccherà alla Camera euro sui codici bianchi al per l'approvazione definitiva. Ecco le novità. pronto soccorso SANITÀ. Scatteranno lunedì i ticket di 10 euro sulle ricette mediche e 25 per gli interventi di pronto soccorso in codice bianco. La Cgil è insorta: «Siamo di fronte a un fatto gravissimo. Ancora una volta il governo scarica sui più deboli in modo spudorato i maggiori costi dei sacrifici». Il ticket è una misura iniqua che colpisce il diritto alla salute dei cittadini», aggiunge Anna Finocchiaro (Pd): «è una scelta grave, iniqua e inefficace». PREVIDENZA. Contributo di solidarietà per le pensioni superiori al 90 mila euro l'anno dal mese prossimo fino al 2014: sarà del 5% per la parte eccedente i 90 mila euro e del 10% sopra i 150 mila. Si anticipa poi dal primo gennaio 2014 al 2013 l'adeguamento dell'età pensionistica alle aspettative di vita. Per le pensioni d'anzianità, invece, uscita posticipata di un mese dal 2012, due mesi dal 2013 e quattro mesi nel 2014. Cambiano anche i tagli all'indicizzazione degli importi. Sarà piena per le pensioni fino a 1.428 euro, sale dal 45% iniziale al 70% per quelle fino 2.380 euro lordi e viene azzerata per quelle superiori. PRIVATIZZAZIONI. Dal 2013 verranno messe in vendita nuove quote di colossi di stato come Eni, Enel e Finmeccanica e altri enti pubblici non territoriali. Incentivi saranno concessi poi ai Comuni che riescono a vendere le aziende municipalizzate. «Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni, passata la crisi», ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti parlando dal palco dell'assemblea dell'Abi: «I Comuni saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi e disincentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilità».Il ministro ha quindi assicurato che non sarà toccato il settore dell'acqua. LIBERALIZZAZIONI. Bufera sulla norma che prevede il libero accesso alle professioni abolendo gli ordini. Una pattuglia di parlamentari del Pdl tra avvocati, medici e notai (in tutto 44 tra Camera e Senato) hanno puntato i piedi minacciando di non votare la manovra. Gli attacchi speculativi ai titoli di Stato non hanno infatto intimorito i potentissimi avvocati e notai del Pdl che, di fronte ad un emendamento del governo che avrebbe liberalizzato le loro professioni, hanno minacciato di non votare il decreto. FISCO. Drastico taglio lineare tra il 5% e il 20% di tutte le agevolazioni fiscali in vigore a partire dal 2013. Verrà però congelato se nel frattempo il governo eserciterà la delega per la riforma fiscale e dell'assistenza recuperando i 17 miliardi previsti dalla manovra. RISPARMIO. Viene rimodulato il prelievo sui conti titoli in maniera più graduale e progressiva. Subito 34,20 euro per i depositi fino a 50mila; 70 euro tra 50mila e 150mila; 240 euro tra 150mila e 500mila; 680 sopra 500mila. Poi ulteriore rincaro nel 2013. ENTI LOCALI. Alleggerito il patto di stabilità dei Comuni e delle Province «virtuose». Ci sarà la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». I Comuni piccoli dovranno associarsi. Restano invece i tagli alle Regioni. Ma ieri sera è stato impasse in commissione Bilancio del Senato: la norma che premia gli enti locali virtuosi ha creato malumore tra i senatori meridionali Pdl. È stato convocato un vertice di maggioranza. Il nodo: un emendamento del relatore introduce tra i criteri di virtuosità degli enti locali la convergenza negli ultimi anni della spesa storica verso i fabbisogni standard. Un criterio rispetto al quale le regioni meridionali sono distanti. Il Pd ha riferito che la Lega hanno chiesto un «sostegno» per portare avanti la sua battaglia, senza ricevere risposta positiva. IMPOSTA SUI TITOLI. Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi.

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Avvenire Data: "I ticket da subito, tagli alle pensioni d'oro" 14/07/2011

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CRONACA 14-07-2011

I ticket da subito, tagli alle pensioni d’oro

Cambia il bollo sul conto titoli. Previdenza: rivalutazioni al 70% per gli assegni medi DA ROMA EUGENIO FATIGANTE H a preso forma solo ieri a tarda sera la manovra riscritta dal governo, per garantirne l’approvazione- lampo (entro oggi in Senato, con 'maxi-emendamento' del governo e voto di fiducia). Le ulteriori novità sono grosse: partono già lunedì prossimo i ticket sanitari, arriva il 'contributo di solidarietà' triennale del 5 o 10% per le pensioni più ricche (sopra 90mila euro lordi l’anno) mentre le rivalutazioni restano limitate ma al 70% (non più il 45%) per gli assegni che superano di 3 volte (cioè 1.428 euro lordi al mese) il minimo Inps, è confermato l’anticipo al 2013 del taglio alle agevolazioni fiscali se non sarà chiusa entro settembre la legge delega di riforma, è riscritta la stangata sul bollo per chi ha Bot e azioni in banca, comincerà già quest’anno l’azione per far associare sul piano amministrativo i piccoli Comuni e ripartono, infine, le privatizzazioni (ma con un avvio al ralenty , entro fine 2013). Resta invece 'non pervenuto', al momento, il rafforzamento del capitolo sui tagli ai costi della politica. È stata una giornata a dir poco febbrile quella che ha partorito il nuovo volto della manovra. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è giunto di persona a Palazzo Madama poco dopo le 18 per sciogliere gli ultimi nodi, assieme al presidente Schifani. Alla fine si sono materializzati 8 emendamenti del relatore Pichetto Fratin. Dei quali, però, solo la metà (su pensioni, depositi titoli, enti locali 'virtuosi' e ammortamenti) sono concordati fra maggioranza e opposizioni. Ticket subito. Il loro ritorno era atteso dal 2012. Non sarà più così. I 486,5 milioni che dovevano garantirne ancora la soppressione fino a fine 2011 sono ridotti a 105 (risparmiandone così 380) e, quindi, già dalla prossima settimana saranno applicati il contributo di 10 euro sull’assistenza specialistica negli ambulatori e quello di 25 euro sui 'codici bianchi' (i casi più lievi) nei pronto soccorsi. Bollo titoli, stangata ammorbidita, Innanzitutto resterà di 34,20 euro (l’attuale importo) per i depositi fino a 50mila euro; salirà poi da subito a 70 euro per chi ha tra 50 e 150mila euro; a 240 da 150mila a 500mila euro, e arriverà a 680 euro per chi detiene titoli pubblici o azioni per più di mezzo milione. Poi, dal 2013 ci saranno nuovi aumenti: tra 50mila e 150mila si pagheranno 230 euro; tra 150mila e 500mila 780 euro, e ben 1.100 euro per i maxi-depositi oltre i 500mila euro. La relazione spiega che la norma farà recuperare un gettito di 897 milioni per i primi 2 anni e 2,52 miliardi dal 2013. Agevolazioni. Via al loro taglio: sarà tra il 5 e 20%, ma non partirà se entro settembre 2013 il governo farà la riforma fiscale. Nel 2013 attesi circa 4 miliardi. Pensioni. Prima le rivalutazioni: sale dal 45% al 70% rispetto al testo originario (ma sempre meno dell’attuale 90%) l’indice di aumento per le pensioni medie, quelle che superano di 3 volte il minimo; ed è confermato l’azzeramento degli aumenti per quelle pari a 5 volte (2.340 euro) il minimo. Poi i nuovi tagli: la modifica dispone che dal 1° agosto al 31 dicembre 2014 gli assegni saranno tagliati del 5% nella sola parte che eccede i 90mila euro annui (all’importo concorrono però anche eventuali pensioni integrative) e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. La norma dovrebbe colpire in tutto un importo di 800 milioni. L’aggancio dell’età pensionabile alle aspettative di vita scatterà dal 2013 e sarà di 3 mesi. Infine, una novità anche per i lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012: dovranno posticipare di un mese la loro uscita. Ammortamenti. La quota deducibile non può superare il 2% del valore dei beni in concessione. Ma per i concessionari di autostrade e trafori la percentuale scende dal 5 all’1%. Stock option. L’aliquota del 10% si applica solo al loro importo che eccede la parte fissa dello stipendio. PRESSToday Rassegna stampa

Avvenire Data: "La manovra nelle tasche del «don»" 14/07/2011

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ECONOMIA 14-07-2011 Previdenza & clero di Vittorio Spinelli

La manovra nelle tasche del «don»

I l recente decreto sulla manovra di bilancio, confezionata dal governo con numerose novità previdenziali per il 2012, non esenta gli ambiti ecclesiastici e sfiora, in particolare, i sacerdoti assicurati e pensionati del Fondo Inps per il clero. Il blocco annunciato dell’adeguamento annuale sulle pensioni che superano un importo di 1.428 euro mensili (ma è stato proposto di elevarlo a 2.380 euro) è motivo di comprensibili timori anche per i 15mila sacerdoti pensionati del Fondo. Tuttavia l’effettiva portata di questa disposizione si conoscerà solo con la legge di conversione del decreto, prevista fra poche settimane. Una simulazione del blocco sugli assegni sacerdotali porta però ad interessanti risultati. È il caso di un sacerdote in servizio che, avendo raggiunto i 40 anni di versamenti e un’età di 65 anni, matura la pensione di vecchiaia. La rendita viene così liquidata dall’Inps secondo le norme di categoria: una quota, pari al trattamento minimo delle pensioni degli altri lavoratori, più un 'supplemento', pari all’importo fisso di 5,39 euro per ogni anno versato oltre il minimo di contribuzione, minimo che dal prossimo gennaio sarà di 19 anni. Si possono ipotizzare, per difetto, rispettivamente un trattamento minimo di 478 euro ed un supplemento di 113 euro (pari al prodotto di un importo fisso di 5,40 euro per 21 anni versati oltre il minimo contributivo). La pensione massima di un sacerdote non supererà quindi i 581 euro lordi, ben al di sotto degli importi sui quali inciderà il blocco degli adeguamenti. Bititolari. Ma cosa accade per chi ha due pensioni? È una situazione che interessa due terzi dei pensionati nel Fondo, avendo potuto maturare anche una pensione dell’Inpdap (come docenti di religione, cappellani militari ecc.) oppure un’altra pensione Inps (come cappellani delle carceri, lavoratori dipendenti o del commercio ecc.). Per legge, la normale rivalutazione annuale delle pensioni si applica sui singoli assegni e non sull’importo cumulato. Anche il blocco degli adeguamenti sarà applicato pensione per pensione. Accadrà quindi che la seconda pensione potrà essere soggetta al blocco, mentre sarà intera la rivalutazione della pensione ministeriale. Tuttavia per i sacerdoti con due pensioni le norme del Fondo prevedono (solo per principio) la riduzione secca di un terzo della pensione sacerdotale. Di conseguenza i pensionati di importo medioalto potranno subire il doppio svantaggio del blocco della rivalutazione e della riduzione secca della pensione del Fondo. Questa eventualità è sconosciuta ai pensionati di qualsiasi altra gestione previdenziale. Fuori del Fondo, qualsiasi riduzione degli assegni pensionistici (oltre ad essere ipotesi ad esaurimento) è strettamente proporzionata alle condizioni economiche del titolare. Il blocco della rivalutazione del 2012 accentua pertanto la disparità di trattamento patita dai sacerdoti in una condizione che, a parere di diversi esperti, è palesemente incostituzionale. PRESSToday Rassegna stampa

Blog Amici di CorriereAL Data: 14/07/2011 "Il bluff delle pensioni"

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Il bluff delle pensioni

14 luglio 2011 Passa ai commenti Lascia un commento

Quanta ipocrisia c’è attorno al nodo delle pensioni? Tanta, troppa. Per fortuna gli italiani sono più avanti, e hanno capito benissimo la sostanza della situazione. E la sua tragicità.

In questi giorni si raccontano un sacco di frottole, approfittando del clima da “solidarietà nazionale”: ossia pessimi amministratori della cosa pubblica hanno portato il Paese sull’orlo del baratro, e ora noi tutti dobbiamo apprestarci, se non contenti appunto almeno “solidali e responsabili” a pagare il conto.

Una delle frottole migliori riguarda il sistema previdenziale. La sostanza vera è che il meccanismo si è rotto, e nessuno sa come ripararlo, se non scaricandone i costi sulle generazioni a venire. Per cui chi oggi versa i contributi previdenziali lo fa per pagare le pensioni ai propri genitori, ben sapendo che però non riceverà in cambio per sè che la minima parte di quanto sta investendo. Qualsiasi quarantenne abbia ancora la fortuna di avere un posto da dipendente a tempo indeterminato può mettersi lì in santa pace, fare due conti e moltiplicazioni, verificare l’età anagrafica (68/70 anni) in cui riceverà l’obolo, e per quanti anni in media. E capirà come stanno le cose.

Non parliamo, naturalmente, della maggioranza degli under 40, ridotta a sopravvivere tra partite ive, cocopro e via dicendo. Questi prenderanno, ben che vada, l’attuale pensione sociale, o dei poveri. E via andare.

Ma è un altro ancora l’aspetto che mi colpisce del finto dibattito di questi giorni (finto, perchè in realtà le voci del dissenso restano marginali, come se tutti fossimo d’accordo). Ed è la sicumera con cui opinionisti, docenti universitari, sedicenti esperti sottolineano come ineluttabile l’innalzamento dell’età pensionistica. Evitando, tutti quanti, di evidenziare un dato essenziale: affermare che si andrà in pensione a 68, o 70 anni, non equivale mica, infatti, ad avere un lavoro e un reddito fino a quell’età.

In primo luogo, considerato il livello di disoccupazione giovanile (soprattutto per chi si specializza, paradossalmente), il problema qui ormai non è andare in pensione, quanto cominciare a lavorare davvero. Ma rimaniamo sulle pensioni: impiego pubblico a parte (destinato ad un drastico ridimensionamento), già oggi gli over cinquantacinque sono ritenuti “zavorra” da qualsiasi azienda privata. E in qualche misura, diciamocelo, lo sono pure: pensiamo solo all’evoluzione tecnologica, e a quanto oggi sia indispensabile, per qualsiasi “travet” effciente, avere una forte dimestichezza con stumenti di lavoro nuovi, che non c’erano fino a pochi anni fa. E quanti over 55 ce l’hanno? Quanti sanno andare oltre un livello di pura sopravvivenza? Quindi le aziende, quando possono, tendono ad accompagnare i dipendenti più anziani alla porta, con o senza incentivi all’esodo. E sarà sempre più così.

Ergo: i 55-70 enni di domani e dopodomani dovranno procurarsi redditi quasi esclusivamente da lavoro autonomo e consulenza (la parolina magica che, in Italia, maschera quasi sempre la sotto occupazione). In attesa di una pensione da fame.

E. G. Condividi su: Facebook 0 Stampa PRESSToday Rassegna stampa

City Data: "Inasprita la manovra I ticket si pagano subito" 14/07/2011 Indietro Stampa Inasprita la manovra I ticket si pagano subito

Le limature al testo I tecnici ancora al lavoro. Cambiano alcune delle misure sulle pensioni. Rivolta degli avvocati del Pdl contro l’abolizione dell’Ordine. Manovra economica più dura. La maggioranza, dopo aver incassato la tregua delle opposizioni (che non presenteranno modifiche al provvedimento per non ritardarne l’approvazione), ha presentato gli ultimi emendamenti al decreto per raggiungere il pari di bilancio. Molte riguardano le misure più discusse e portano a un’accelerazione dei tagli. Sanità, ticket subito Il ticket di 10 euro sulle visite specialistiche e di 25 euro i codici bianchi al pronto soccorso saranno in vigore già da lunedì prossimo e non dal 2012 come previsto. In pensione 3 mesi dopo Viene anticipato di un anno, l’agganciamento dell’età pensionabile alla speranza di vita. Dal 2013,i requisiti verranno aumentati di 3 mesi. Tra il 2016 e il 2030, l’età pensionabile verrà alzata di 4 mesi ogni 3 anni. Poi di 3 mesi ogni 3 anni fino al 2050 circa. Alla fine, l’età della pensione aumenterà in tutto di circa 3 anni e 10 mesi. Meno tagli sulle rivalutazioni Sale dal 45 al 70% rispetto al testo originario della manovra l’indice di indicizzazione delle pensioni medie (attorno ai 1.428 euro al mese). In pratica i tagli alla rivalutazione saranno minori, ma restano. Prelievi dalle pensioni d’oro Scatta subito il taglio delle agevolazioni fiscali (non verrà applicato soltanto se entro il 30 settembre 2013 verrà fatta la riforma fiscale.) Il taglio sarà del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014, con un risparmio di 20 miliardi. Arriva invece il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro: dal 1 agosto 2011 al 31 dicembre 2014 i trattamenti pensionistici che superano i 90mila euro saranno assoggettati a un prelievo pari al 5% della parte superiore a quest’importo fino a 150mila euro, e al 10% la parte oltre i 150mila. Privatizzazioni Via libera entro fine 2013 a uno o più piani di privatizzazioni per la “dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici”. In bilico l’abolizione degli Ordini Verrà riscritta la norma che prevedeva l’abolizione degli Ordini professionali: i molti avvocati eletti con il Pdl avevano minacciato di non votare la fiducia se la norma fosse rimasta. PRESSToday Rassegna stampa

Corriere Adriatico Data: "Pensioni, la stretta ci sarà solo per quelle più alte" 14/07/2011

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Pensioni, la stretta ci sarà solo per quelle più alte

Roma La stretta sulla rivalutazione delle pensioni ci sarà ma solo per quelle più alte, tra 5 e 8 volte il minimo Inps. Sono dunque salve le pensioni medio basse. Si attenua la stretta sul bollo per i dossier titoli la cui introduzione sarà più graduale, avrà un tetto sotto il quale non ci sarà nessun intervento e escluderà interventi sui titoli di Stato: i Bot saranno quindi salvi. Arriva poi l'atteso anticipo della clausola di salvaguardia prevista dalla delega fiscale che colpirà i 150 miliardi di agevolazioni affastellate da anni da norme sul fronte sia fiscale che assistenziale. PRESSToday Rassegna stampa

Corriere della Sera Data: "Adesso dobbiamo giocare d'anticipo" 14/07/2011

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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Idee e Opinioni data: 14/07/2011 - pag: 40 Adesso dobbiamo giocare d'anticipo

di FABIO PAMMOLLI S ettembre 1992. Sotto le pressioni speculative, la lira esce dallo Sme. La risposta a quell'evento così drammatico fu l'avvio del processo di consolidamento della finanza pubblica che ci avrebbe portato nell'Euro: dai 50 miliardi di euro della manovra Amato, alle riforme delle pensioni, alle privatizzazioni d'imprese e asset di Stato. Misure impegnative, per riassorbire il debito pubblico, riconquistare avanzi primari capaci di sostenere la crescita, riacquistare credibilità. Molte sono le differenze con la situazione attuale, e oggi l'Italia è saldamente inserita all'interno dell'Unione Monetaria. Eppure, le difficoltà del contesto internazionale sono ben maggiori rispetto a quelle di allora. Oggi, mercati finanziari più integrati e reattivi rendono i sistemi economici e le finanze pubbliche intimamente interconnessi, con meccanismi di propagazione e di amplificazione delle tensioni e delle crisi tanto intensi quanto improvvisi e inaspettati. Uno scenario pieno d'insidie per un Paese che deve affrontarlo con una crescita relativamente bassa e con uno stock di debito al 119%del Pil. Perturbazioni esterne o scostamenti anche minimi dal sentiero del risanamento aumentano l'incertezza e rendono ancor più salato il conto della spesa per interessi. Bene ha fatto Giulio Tremonti, in questi anni, a tenere saldamente le redini del bilancio e a resistere alle sirene che, evocando lo spettro della deflazione, chiedevano l'aumento della spesa. Una fermezza oggi lo si comprende ancor meglio che ha consentito al Paese di evitare il peggio. La manovra predisposta dal governo ha incassato i commenti positivi delle istituzioni finanziarie internazionali e, fatto decisivo, la sua approvazione avverrà in tempi serrati. È ora importante sfruttare questo momento per adottare misure capaci di sorprendere in positivo i mercati, scacciare ogni futura incertezza di contesto, ridar fiato alla politica economica. Misure che sappiano «gridare» a noi stessi, alle istituzioni finanziarie, all'Europa, che il Paese anticipa e governa gli eventi. Certamente, sarà importante realizzare il contenimento della spesa pubblica, abbattere i costi della politica, razionalizzare la selva di agevolazioni fiscali stratificatesi nel corso del tempo. Ma questo è anche il momento di chiedere ai cittadini piena consapevolezza della complessità dello scenario internazionale, proponendo sacrifici e rinunce. Sacrifici e rinunce che, se rinviati, si ripresenterebbero ben più pesanti in futuro. Gli italiani sono più longevi rispetto alla media europea, ma smettono di lavorare prima. In media, stiamo in pensione quattro anni in più degli altri. Questi anni gravano sui conti pubblici anche perché, per un po', le pensioni di nuova erogazione saranno quelle di tipo retributivo, calcolate secondo le regole generose in vigore prima delle riforme degli anni Novanta. Per allinearci all'Europa dovremmo prevedere, da subito, che non si possa andare in pensione prima dei 65 anni, rinunciando definitivamente alle uscite per anzianità. Si tratta di una misura che non toccherebbe le pensioni già in erogazione, innalzerebbe l'importo di quelle ottenibili con i nuovi requisiti di età e varrebbe, da sola, circa 60 miliardi in cinque anni: 4 punti di Pil che andrebbero a consolidare il bilancio senza produrre effetti recessivi. Nel 2008 fu deciso di sopprimere l'Ici sulla prima casa, che garantiva un gettito annuo di circa 3 miliardi di Euro. Oggi, dopo la crisi, il Paese, appesantito dallo stock del debito centrale e impegnato nel contenimento della spesa degli enti locali, dovrebbe valutare seriamente il ripristino di quella che, tra l'altro, è un'imposta tipicamente federalista, raccolta direttamente dai Comuni e capace di sollecitare il controllo dei cittadini sul governo delle città. La prova del 1992 ci ha insegnato che alle crisi si risponde con responsabilità e coraggio. Le difficoltà di quel momento resero possibili scelte impopolari ma lungimiranti. Ne siamo stati capaci allora, possiamo esserne capaci adesso, questa volta giocando d'anticipo. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Corriere della Sera Data: "Con 40 anni di contributi un mese più tardi" 14/07/2011

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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Primo Piano data: 14/07/2011 - pag: 5 Con 40 anni di contributi un mese più tardi

Si andrà in pensione più tardi e le pensioni d'oro saranno gravate da un contributo straordinario. L'emendamento del relatore di maggioranza contiene diverse cattive notizie per chi deve andare in pensione o per chi lo è già. Per la prima volta vengono toccati anche i lavoratori con 40 anni di contributi che, finora, potevano lasciare immediatamente il lavoro, indipendentemente dall'età anagrafica, al raggiungimento del requisito contributivo. Dal 2012 dovranno invece aspettare un mese. Coloro che matureranno i 40 anni nel 2013 due mesi e infine tre mesi quelli che raggiungeranno la soglia nel 2014. Non cambia nulla per chi matura i 40 anni di contributi entro il 31 dicembre 2011. Questa norma, stima la relazione tecnica all'emendamento, riguarderà 68 mila lavoratori privati e 11 mila dipendenti pubblici e 34.500 lavoratori autonomi. Dal ritardo del pensionamento per chi raggiunge 40 anni di contributi i tecnici stimano risparmi pari a 201 milioni di euro nel 2013, 433 milioni nel 2014 710 milioni nel 2015 e 790 milioni nel 2016. Arriva inoltre un contributo di solidarietà del 5-10%sulle pensioni d'oro. Da agosto 2011 e fino a tutto il 2014 sugli importi delle pensioni eccedenti i 90 mila euro lordi e fino a 150 mila euro si applicherà un prelievo del 5%, che salirà al 10%per la parte eccedente i 150 mila euro l'anno. È importante sottolineare che, secondo l'emendamento, a formare il trattamento pensionistico complessivo sul quale scatta il contributo di solidarietà concorrono anche i trattamenti erogati da forme pensionistiche integrative. Secondo le stime contenute nella relazione tecnica che accompagna l'emendamento del relatore di maggioranza il maggior gettito derivante dal contributo non è ingente. Si tratta di 18 milioni di euro quest'anno, che si riducono a 12 milioni al netto delle ritenute fiscali. Le maggiori entrate salgono rispettivamente a 44 milioni di euro al lordo del fisco (24 al netto) nel 2012 e negli anni successivi. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Corriere della Sera Data: "Rendite, bloccati gli adeguamenti oltre i 2.300 euro" 14/07/2011

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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Primo Piano data: 14/07/2011 - pag: 5 Rendite, bloccati gli adeguamenti oltre i 2.300 euro

Sulle pensioni c'è però anche una piccola buona notizia, dovuta alle pressioni che nei giorni scorsi sono state fatte sul governo sia dall'opposizione e dai sindacati sia da settori della stessa maggioranza. Un emendamento del relatore prevede infatti una correzione del congelamento dell'indicizzazione delle pensioni al costo della vita che era contenuto nel testo originario del decreto legge per i prossimi due anni. Sempre per il biennio 2012-2013, sale infatti dal 45%al 70%l'adeguamento all'inflazione delle pensioni medie, quelle fino al triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese). Resta confermata la piena indicizzazione per le pensioni inferiori e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, pari a circa 2.380 euro mensili, per due anni. La stretta, sia pure attenuata rispetto all'impianto iniziale della manovra, comporterà ugualmente risparmi consistenti: 420 milioni di euro nel 2012, 680 nel 2013 e altrettanti nell'anno successivo. La relazione tecnica stima infatti nel 22,3%la quota percentuale del monte pensioni relativo a trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo. La sorpresa finale sul capitolo previdenziale dell'emendamento del relatore è pero ancora di segno negativo. Ci sarà infatti un ulteriore anticipo della norma che fa aumentare automaticamente per tutti l'età pensionabile in rapporto all'allungamento della speranza di vita. Il meccanismo scatterà infatti dal primo gennaio 2013 e non più dal 2014. In base alla norma, precisa la relazione tecnica, si stima che si andrà in pensione più tardi di 3 mesi dal 2013, mentre per i successivi adeguamenti triennali la previsione è di altri 4 mesi in più dal 2016 e così (4 mesi ogni tre anni) fino a circa il 2030 e intorno a tre mesi in più ogni tre anni fino al 2050. Tirando le somme, significa che, rispetto a oggi, nel 2050 si andrà in pensione 3 anni e 10 mesi più tardi. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Corriere della Sera Data: "Stretta su sanità e pensioni" 14/07/2011

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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Prima data: 14/07/2011 - pag: 1 Stretta su sanità e pensioni

Subito il ticket su pronto soccorso e ricette per le visite specialistiche Previdenza, tagli agli assegni sopra i 2.300 euro. Cambia l'età del ritiro Inasprita la manovra, che sale a 79 miliardi. Già da lunedì potrebbero tornare i ticket su pronto soccorso e ricette per visite specialistiche. Novità anche sulla previdenza: cambia l'età per la pensione. Ed è previsto un contributo di solidarietà su quelle d'oro. DA PAGINA 2 A PAGINA 9 PRESSToday Rassegna stampa

Eco di Bergamo, L' Data: 14/07/2011 "Ticket e pensioni d'oro nel mirino"

Indietro Stampa Ticket e pensioni d'oro nel mirino Manovra più onerosa. Draghi: «Altri tagli o inevitabili nuove tasse». Bersani: ma dopo a casa

Giovedì 14 Luglio 2011 PRIMA, pagina 1

La manovra accelera. Tremonti stringe i tempi per arrivare al via libera già domani mentre il relatore presenta il pacchetto di emendamenti. Novità importanti. Si va dai ticket di 10 euro per le ricette e di 25 per le visite in Pronto soccorso (in vigore da lunedì) al prelievo dal 5 al 10% sulle pensioni d'oro. Sempre sulla previdenza dal 2013 si andrà in pensione tre mesi dopo. Il «rinforzo» alla manovra, annunciato da Tremonti, consisterà in un taglio pesante alle agevolazioni, tra il 5 e il 20%, che frutterà 4 miliardi nel 2013 e 20 a decorrere dal 2014. Draghi avverte: «Senza una drastica potatura alle spesa sarà giocoforza un aumento delle tasse». Una rivolta nel Pdl ha fatto saltare le annunciate liberalizzazioni delle professioni costringendo il governo a fare retromarcia. Le opposizioni sono pronte a non ostacolare la manovra per evitare nuovi attacchi speculativi sui mercati. «Ma dopo l'approvazione – avverte il segretario del Pd Bersani – Berlusconi e il suo esecutivo dovranno andare a casa». Anche ieri tregua sui mercati. E l'agenzia di rating Fitch promuove la manovra. Intanto, arriva l'intesa sui precari della scuola: 67 mila assunzioni per settembre. A. Ferrari e Vaninettialle pagine 2, 3, 4 e 7 PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta del Sud Data: 14/07/2011 "Scattano da lunedì i ticket sanitari"

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Scattano da lunedì i ticket sanitari Dieci euro sulle ricette e 25 per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco

Francesco Carbone ROMA Arriva il pacchetto di modifiche del relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin, che contiene molte novità e riscrive alcune parti del decreto rafforzandone l'impianto. In particolare con la previsione del taglio alle agevolazioni fiscali da subito. Così dopo una giornata travagliatissima sembra sciogliersi anche il problema nato all'interno dello stesso Pdl sulle professioni. La soluzione tecnica sarebbe distinguere quelli che sostengono l'esame di Stato da chi non lo fa. E il Governo mette nero su bianco: dal 2013 privatizzazioni e liberalizzazioni. Viceversa «tutto quello che non è vietato è libero». E novità sono in arrivo anche su pensioni, ticket sanitari, patto di stabilità e stock option. Ecco in sintesi alcune delle novità introdotte nella manovra. Ticket da subito – Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì. Scatta taglio agevolazioni – È il «rinforzo» della manovra: sarà tra il 5 e 20 per cento. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Indicizzazione pensioni – Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermato la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo. Pensioni, aggancio al 2013 – Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. Pensioni anzianità – I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. Per coloro che accedono al pensionamento anticipato indipendentemente dall'età anagrafica (a condizione di aver maturato 40 anni di anzianità contributiva) è previsto un posticipo di 1 mese per chi matura i requisiti nel 2012, di 2 mesi per chi li matura nel 2013 e di 3 mesi per chi li matura nel 2014 Prelievo 5-10% su pensioni d'oro – Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Dal 2013 liberalizzazioni – Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attività economiche. Ma se così non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero» Modificata imposta dossier titoli – Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi. Comuni virtuosi, si cambia – Cambiano i criteri di virtuosità dei comuni per l'applicazione del patto di stabilità interno. Ci sarà la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». I Comuni dovranno associarsi. Stock option – L'aliquota del 10% si applicherà a tutta la perte eccedente la parte fissa della retribuzione. Ammortamento a 2% – La quota di ammortamento finanziario deducibile non può essere superiore al 2% del valore dei beni in concessione. Questo norme non si applicano ai concessionari di autostrade e trafori, per quest'ultimi l'intervento cambia e la percentuale di deducibilità delle quote del fondo di ripristino scende dal 5 all'1%. Accise benzina – Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012». Protesta della Cgil: mancano misure per la crescita mentre si riducono i diritti dei lavoratori La Cgil è scesa in piazza, davanti al Senato, dove si lavora sulla manovra, per protestare proprio contro il provvedimento per portare l'Italia al pareggio di bilancio. Dal palco allestito a Piazza Navona, in occasione del presidio del sindacato di Corso d'Italia, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato: «Non siamo ostili all'approvazione immediata della manovra, ma in fretta si può fare anche una manovra di segno diverso, che sia più equa». La leader della Cgil è anche tornata a ribadire che dopo l'approvazione della manovra «il governo deve passare la mano». E ha annunciato che il sindacato è pronto a mobilitarsi anche dopo l'approvazione della manovra affinchè questa venga modificata. Per il segretario generale della Cgil potrebbe essere inserita in manovra «una cosa semplice» ovvero «la tassazione delle grandi ricchezze e patrimoni». Questo potrebbe essere uno dei cambiamenti da apportare con immediatezza, «basterebbe un decreto legge» ha spiegato Camusso. Inoltre, secondo il sindacato, nella manovra mancano misure per la crescita mentre c'è «una riduzione dei diritti dei lavoratori» come dimostra «l'imposizione sulle cause di lavoro». PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta di Mantova, La Data: "subito il ticket, stretta sulle pensioni" 14/07/2011

Indietro Stampa Pagina 3 - Attualità Subito il ticket, stretta sulle pensioni Negli emendamenti del governo anche un contributo di solidarietà dalle più ricche. Mannaia sulle Regioni MANOVRA»LE MISURE ANTICRISI di Mauro Pertile wROMA Al Senato arrivano gli emendamenti del governo alla manovra economica che prevedono pesanti interventi sulle pensioni, sulla sanità e sulle agevolazioni fiscali. La mannaia sui contribuenti arriva prima del previsto: per quanto riguarda i ticket sulle visite specialistiche e sul pronto soccorso scattano già da lunedì prossimo. Sanità. E’ stata rispolverata la vecchia norma del 2007 che prevedeva l’introduzione di un ticket di 10 euro sulla diagnostica e sulle visite specialistiche. Ma su questa materia è una giungla in quanto ogni Regione finora è intervenuta autonomamente. Recarsi poi al pronto soccorso in codice bianco costerà altri 25 euro. Pensioni. E’ il capitolo più spinoso della manovra. Viene anticipato all’1 gennaio 2013, anzichè al 2014 come ipotizzato in un primo momento, l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita. L’incremento sarà di 3 mesi. Dal 2016 la stima degli adeguamenti triennali è pari a 3 mesi fino al 2030 con successivi adeguamenti di 3 mesi fino al 2050, quando l’adeguamento cumulato sarà pari a 3 anni e 10 mesi. Contributo di solidarietà. Viene introdotto dal prossimo 1 agosto per le cosiddette “pensioni d’oro”. Fino al 31 dicembre 2014 oltre i 90 mila euro lordi all’anno si verserà all’Erario il 5%, un contributo che raddoppia al 10% per la parte oltre i 150 mila euro. A formare il trattamento pensionistico concorreranno anche le eventuali pensioni integrative. Indicizzazioni pensioni medie. Azzerate le indicizzazioni per le pensioni oltre i 2.380 euro al mese lordi. Mentre sale dal 45% al 70%, rispetto al testo originario, l’indicizzazione delle pensioni medie, quelle che ammontano al triplo degli assegni minimi, tra i 1.400 e i 2.380 euro. Pensioni di anzianità. Slittano le pensioni con 40 anni di contributi a partire dal 2012. Il prossimo anno è previsto un posticipo di un mese, che diventa di due mesi nel 2013 e di tre mesi a partire dal 2014. Deposito titoli. Verrà rimodulato in base al patrimonio. Per il 2011 resterà di 34,20 euro l’imposta di bollo sui dossier sotto i 50 mila euro; 70 euro fino a 150 mila, 240 euro da 150 mila a 500 mila euro; 680 euro per depositi oltre i 500 mila. Poi dal 2013 si pagheranno 230 euro tra i 50 mila e i 150 mila euro di patrimonio, 780 euro fino a 500 mila e 1.100 euro per depositi superiori. Agevolazioni fiscali. Scatta il taglio tra il 5 e il 20% solo se entro settembre 2013 il governo non eserciterà la delega per la riforma fiscale. Regioni ed Enti locali. Il concorso alla manovra per le autonomie locali ammonta a 21,692 miliardi, di cui 7,2 nella sanità tra il 2011 e il 2014. Di questi ben 16,372 miliardi sono a carico delle Regioni che si accollano così il 48,7% del riequilibrio dei conti pubblici pur rappresentando solo il 16,8% della spesa pubblica. Cambiano poi i parametri per i “comuni virtuosi” per l’applicazione del patto di stabilità interno. Primo criterio: convergenza tra spesa storica e costi standard. Secondo: aver operato dismissioni di partecipazioni societarie. I Comuni inoltre dovranno associarsi già dal 2011 per espletare almeno due funzioni fondamentali loro spettanti dall’attuale legge. Privatizzazioni. I Comuni saranno “spinti”, come ha annunciato ieri il ministro Giulio Tremonti, a vendere l’argenteria di famiglia. Si comincerà con le società pubbliche controllate dai comuni, dalle municipalizzate, esclusa l’acqua come deciso dal recente referendum, per arrivare nel 2013 a mettere sul mercato quote di grandi società in capo al ministero dell’Economia. Ordini professionali. Il governo formulerà alle categorie interessate proposte di liberalizzazione dei servizi e delle attività secondo il principio che ciò che non sarà regolamentato per legge, sarà libero. Benzina. Restano in vigore gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno scorso. ©RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Giornale di Vicenza, Il Data: 14/07/2011 "Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure"

Indietro Stampa MANOVRA IN CANTIERE. In vista tassa da 25 euro sui codici bianchi al pronto soccorso e da 10 sulle ricette mediche Decreto, il ticket scatta subito Pensioni d'oro: arriva la scure Privatizzazioni: dalle aziende municipalizzate ai colossi di Stato. Professioni: rivolta di notai e avvocati del Pdl. Enti: scontro sul Patto di stabilità

Giovedì 14 Luglio 2011 NAZIONALE, pagina 2

ROMA Ticket sanitari in vigore da lunedì e taglio alle pensioni d'oro da agosto.Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. Privatizzazioni e liberalizzazioni. È l'obiettivo di «fare cassa» subito la vera novità delle modifiche alla manovra messe a punto da Tremonti, imposte alla maggioranza e fatte digerire dalle opposizioni dopo l'intesa bipartisan che porterà all'approvazione lampo invocata dal presidente Napolitano per rassicurare i mercati. Dopo un lungo braccio di ferro, dalla commissione Bilancio sono uscite le modifiche al testo che Un ospedale: ticket da 25 arriveranno oggi nell'aula di Palazzo Madama dove verranno votate in serata con la fiducia. Domani poi toccherà alla Camera euro sui codici bianchi al per l'approvazione definitiva. Ecco le novità. pronto soccorso SANITÀ. Scatteranno lunedì i ticket di 10 euro sulle ricette mediche e 25 per gli interventi di pronto soccorso in codice bianco. La Cgil è insorta: «Siamo di fronte a un fatto gravissimo. Ancora una volta il governo scarica sui più deboli in modo spudorato i maggiori costi dei sacrifici». Il ticket è una misura iniqua che colpisce il diritto alla salute dei cittadini», aggiunge Anna Finocchiaro (Pd): «è una scelta grave, iniqua e inefficace». PREVIDENZA. Contributo di solidarietà per le pensioni superiori al 90 mila euro l'anno dal mese prossimo fino al 2014: sarà del 5% per la parte eccedente i 90 mila euro e del 10% sopra i 150 mila. Si anticipa poi dal primo gennaio 2014 al 2013 l'adeguamento dell'età pensionistica alle aspettative di vita. Per le pensioni d'anzianità, invece, uscita posticipata di un mese dal 2012, due mesi dal 2013 e quattro mesi nel 2014. Cambiano anche i tagli all'indicizzazione degli importi. Sarà piena per le pensioni fino a 1.428 euro, sale dal 45% iniziale al 70% per quelle fino 2.380 euro lordi e viene azzerata per quelle superiori. PRIVATIZZAZIONI. Dal 2013 verranno messe in vendita nuove quote di colossi di stato come Eni, Enel e Finmeccanica e altri enti pubblici non territoriali. Incentivi saranno concessi poi ai Comuni che riescono a vendere le aziende municipalizzate. «Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni, passata la crisi», ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti parlando dal palco dell'assemblea dell'Abi: «I Comuni saranno spinti a vendere i loro asset da un meccanismo di incentivi e disincentivi che sarà introdotto nel loro patto di stabilità».Il ministro ha quindi assicurato che non sarà toccato il settore dell'acqua. LIBERALIZZAZIONI. Bufera sulla norma che prevede il libero accesso alle professioni abolendo gli ordini. Una pattuglia di parlamentari del Pdl tra avvocati, medici e notai (in tutto 44 tra Camera e Senato) hanno puntato i piedi minacciando di non votare la manovra. Gli attacchi speculativi ai titoli di Stato non hanno infatto intimorito i potentissimi avvocati e notai del Pdl che, di fronte ad un emendamento del governo che avrebbe liberalizzato le loro professioni, hanno minacciato di non votare il decreto. FISCO. Drastico taglio lineare tra il 5% e il 20% di tutte le agevolazioni fiscali in vigore a partire dal 2013. Verrà però congelato se nel frattempo il governo eserciterà la delega per la riforma fiscale e dell'assistenza recuperando i 17 miliardi previsti dalla manovra. RISPARMIO. Viene rimodulato il prelievo sui conti titoli in maniera più graduale e progressiva. Subito 34,20 euro per i depositi fino a 50mila; 70 euro tra 50mila e 150mila; 240 euro tra 150mila e 500mila; 680 sopra 500mila. Poi ulteriore rincaro nel 2013. ENTI LOCALI. Alleggerito il patto di stabilità dei Comuni e delle Province «virtuose». Ci sarà la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». I Comuni piccoli dovranno associarsi. Restano invece i tagli alle Regioni. Ma ieri sera è stato impasse in commissione Bilancio del Senato: la norma che premia gli enti locali virtuosi ha creato malumore tra i senatori meridionali Pdl. È stato convocato un vertice di maggioranza. Il nodo: un emendamento del relatore introduce tra i criteri di virtuosità degli enti locali la convergenza negli ultimi anni della spesa storica verso i fabbisogni standard. Un criterio rispetto al quale le regioni meridionali sono distanti. Il Pd ha riferito che la Lega hanno chiesto un «sostegno» per portare avanti la sua battaglia, senza ricevere risposta positiva. IMPOSTA SUI TITOLI. Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi.

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Giorno, Il (Milano) Data: "Nuccio Natoli ROMA NESSUNA stretta sulle pensioni più basse. Contributo di solid..." 14/07/2011

Indietro Stampa PRIMO PIANO pag. 7 Nuccio Natoli ROMA NESSUNA stretta sulle pensioni più basse. Contributo di solid...

Nuccio Natoli ROMA NESSUNA stretta sulle pensioni più basse. Contributo di solidarietà dalle pensioni d'oro. Ma, soprattutto, ticket sanitari già da lunedì. Ieri è diventato quasi ufficiale che il taglio alla rivalutazione degli assegni pensionistici sarà alleggerito. A meno di sorprese dell'ultima ora, il Tesoro ha dato il via libera al salvataggio di tutti gli assegni fino a 1.428 euro al mese. Oltre questa soglia la rivalutazione sarà pari al 70% dell'inflazione media dell'anno precedente. Il blocco rimarrà totale solo sugli assegni superiori a 2.380 euro mensili. L'opposizione avrebbe voluto fissare il limite a 3.800 euro, ma ha dovuto accontentarsi. In compenso, è stato chiarito che il blocco alla rivalutazione resterà in vigore per il biennio 2012-2013. Alla fine del 2013 si vedrà. LA MANOVRA originaria, con il taglio più pesante alle rivalutazioni, prevedeva un risparmio di 420 milioni nel 2012 e di 600 milioni per ciascuno dei due anni successivi. Come sarà coperto il buco? Un emendamento che il Tesoro ha lasciato fosse presentato, impone per tre anni e mezzo (da agosto a tutto il 2014), un contributo di solidarietà del 5% sulle pensioni d'oro, quelle oltre i 90mila euro lordi l'anno, che scatta oltre tale soglia. Dopo i 150mila euro il contributo sale al 10%. L'ALTRO capitolo su cui si sono rincorse le voci nei giorni scorsi, è l'anticipo del meccanismo che lega l'innalzamento dell'età pensionabile alle aspettative di vita. Al momento, la convergenza sarebbe sull'anticipo al 2013, con tre mesi in più da subito che recuperano la speranza di vita calcolata sul triennio precedente. Poi, dal 2016, l'aumento triennale sarebbe di 4 mesi. Per chi matura i 40 anni di contributi, l'aumento in termini di mesi è diluito. IN COMMISSIONE Bilancio al Senato è stato presentato un emendamento (su cui ci sarebbe il placet del Tesoro) che reintroduce immediatamente i ticket sanitari di 10 euro sulle visite specialistiche e di 25 euro sul pronto soccorso in codice bianco' (ogni anno in Italia ci sono 22 milioni di accessi). I ticket saranno di dieci euro per le ricette mediche per la diagnostica e di 25 per il pronto soccorso. Il ticket scatterà dal momento in cui la manovra sarà approvata, quindi da lunedì. L'accelerazione comporterà un risparmio per le casse dello Stato valutato in 105 milioni di euro per quest'anno. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Pensioni, il sistema non va" 14/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Gruppo associazioni Cnai data: 14/07/2011 - pag: 32 autore: di Manola Di Renzo Le proposte del Cnai: politiche del lavoro e sociali devono andare all'unisono

Pensioni, il sistema non va

Basta alle discriminazioni tra pubblico e privato I pensionati del futuro si lamentano. Il decreto legge 98/2010 contiene, tra le altre, una misura che è meno condivisa dai lavoratori che dai pensionati. Se i pensionati di oggi vivono in ristrettezza, il lavoratore, futuro pensionato, vivrà di stenti.Circa i due terzi dei pensionati percepiscono un trattamento più che modesto, sicuramente non adeguato al costo della vita, ma non è stato questo l'argomento trattato in sede di riforme. L'opposizione più che limitarsi a contrastare la riforma avrebbe dovuto proporre una misura alternativa, per esempio una rivisitazione del sistema contributivo sia nel privato che nel pubblico. Su temi così importanti servirebbe un lavoro comune. Se andiamo ad analizzare il costo medio dei contributi previdenziali obbligatori gravante sulla retribuzione lorda di un operaio, osserviamo che la percentuale versata è pari circa al 43%, divisa dalla quota a carico del dipendente e quella dell'azienda che si aggira intorno al 33%, quindi ipotizzando un imponibile contributivo mensile di 1.500,00 euro, al fondo pensionistico arrivano ogni mese 645,00 euro. Se poi moltiplichiamo questo numero per il periodo medio di lavoro dello stesso operaio, è difficile capire come da un capitale versato tanto elevato emerga, in realtà, solo una rendita che si potrebbe definire ridicola.L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa, se non l'unico, dove la contribuzione sui salari è tanto alta, ma le pensioni non sono collegate e proporzionate agli stessi. Siamo in presenza di un sistema che ha del paradossale. Se il costo dei lavoratori sale, aumentano in proporzione anche i contributi previdenziali. Eppure l'adeguamento sulle pensioni viene calcolato con il sistema della perequazione automatica, sistema sicuramente errato, ma senza alternative. Invece nella manovra si è provveduto a intervenirvi per ridurre ulteriormente gli effetti della rivalutazione, unica strada presente. Il ruolo dell'opposizione non è quello della critica sterile. Sarebbe stato molto meglio, per tutti, ascoltare la presentazione di un progetto o di modiche costruttive. Avrebbero dovuto (e potuto) presentare una manovra di ristrutturazione completa dell'intero sistema pensionistico, per evitare che, tra qualche anno, la riforma delle pensioni torni in ballo nuovamente. Non si capisce perché nessuno esordisca chiedendo come mai i costi di gestione degli apparati delegati all'erogazione delle pensioni sia così elevato. Perché se la maggior fetta delle cifre accantonate per pagare le pensioni viene utilizzata per i costi fissi delle strutture degli enti previdenziali e per altre voci di costo non inerenti, è facilmente intuibile il motivo per cui i conti non tornino. Invece le uniche contestazioni emerse riguardano le cifre del debito pubblico e non la causa. Ma senza intervenire sui motivi a monte non si avranno ripercussioni decisive alla base. Nel nostro sistema sono presenti diverse casse di previdenza, si potrebbe azzardare inutili: basterebbe riunirle in unica organizzazione, andando così ad abbattere non solo le spese in eccesso, ma semplificando anche le procedure, nell'ottica di una reale politica di semplificazione.Il Cnai torna sempre su un concetto fondamentale: devono cessare le discriminazioni tra lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato, la contribuzione obbligatoria deve garantire pari trattamento a tutti gli aventi diritto. Ed ecco perché le politiche del lavoro e quelle sociali devono muoversi all'unisono. Non si può prescindere dalla corrispondenza in essere tra salari e pensioni. I primi alimentano i secondi, quindi sono sempre più indispensabili le manovre tese a favorire l'occupazione e ancora di più a favorire lo sviluppo della produttività nelle aziende. E se vogliamo riconoscere pari dignità a tutti i lavoratori, dobbiamo necessariamente, da subito, intervenire sulle disuguaglianze dei diritti e dei doveri presenti tra le due categorie di lavoratori. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Pensioni, la finestra si allunga" 14/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 14/07/2011 - pag: 23 autore: di Daniele Cirioli MANOVRA CORRETTIVA Contributo di solidarietà tra il 5 e il 10% dai pensionati d'oro

Pensioni, la finestra si allunga

Chi matura il diritto con il massimo lavora un mese in più Finestra di pensionamento più lunga a chi raggiunge i 40 anni di lavoro. Dal prossimo anno, infatti, chi matura il diritto alla pensione con il massimo dei contributi (appunto i 40 anni di servizio) dovrà lavorare un mese in più per poter incassare il primo assegno di pensione, ossia 13 mesi se è un lavoratore dipendente, 19 mesi se è lavoratore autonomo. Dal 2013 dovrà lavorare due mesi in più (ossia, rispettivamente, 14 e 20 mesi) e a partire dal 2014 tre mesi in più (ossia 15 e 21 mesi). Lo prevede, tra l'altro, il maxiemendamento alla manovra presentato ieri dal relatore con una novità destinata a interessare, sul triennio 2012/2014, circa 115 mila lavoratori vicini alla pensione (80 mila dipendenti e 35 mila autonomi). Tra le altre novità, l'anticipo dell'adeguamento dei requisiti per la pensione alla «speranza di vita», il contributo straordinario dai pensionati d'oro (5/10% oltre i 90 e i 150 mila euro annui) e lo stop biennale 2012/2013 alla rivalutazione delle pensioni d'oro.Addio ai 40 anni. Cade anche l'ultimo tabù sul pensionamento: i 40 anni di contribuzione. Dal prossimo anno, infatti, chi raggiunge il fatidico massimo contributivo (appunto i 40 anni di servizio) dovrà lavorare ancora un mese prima di poter incassare il primo assegno di pensione; dal 2013 dovrà lavorare due mesi e a partire dal 2014 tre mesi in più. La norma, in pratica, ha l'effetto di «elevare» indirettamente il requisito per la pensione e, nel caso specifico, il solo requisito contributivo (40 anni) che permette di andare in pensione a prescindere dall'età. Si tratta di un'estensione dell'attuale finestra «mobile» di pensionamento di cui, tuttavia, non resteranno colpiti chi accederà alla pensione con il doppio requisito: età e contributi (si veda tabella). La novità si applica a coloro che maturano il requisito dei 40 anni dal prossimo anno, con esclusione dei soggetti che i 40 anni riescono a raggiungerli entro la fine di quest'anno. Inoltre, è prevista un'esenzione nel limite di 5.000 unità a categorie speciali di lavoratori.Anticipo speranza di vita. Il maxiemendamento prevede l'anticipo al 1° gennaio 2013 del processo di adeguamento triennale dei requisiti d'età per l'accesso alle pensioni. Rispetto a quanto previsto oggi, dunque, si registra un incremento di tre mesi dell'età di pensionamento dal 2013 e di ulteriori 4 mesi dal 2016, per poi riprendere il percorso ordinario (dal 2019).Contributo dai pensionati d'oro. I pensionati d'oro, che accedono alla quiescenza nel periodo dal 1° agosto 2011 al 31 dicembre 2014 con assegni complessivamente (cioè anche se più di uno) superiori a 90 mila euro lordi, pagheranno un contributo di solidarietà del 5% sulla parte eccedente tale importo e fino a 150 mila euro, nonché del 10% sulla parte eccedente l'importo di 150 mila euro annui. Per il calcolo dei predetti limiti (90 e 150 mila euro) si tiene conto di ogni pensione, anche se in aggiunta o ad integrazione a quella di base (la obbligatoria). Stop alla rivalutazione delle pensioni d'oro. Le pensioni d'oro, cioè di ammontare superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps (circa 30.440 euro annui nel 2011, ossia poco più di 2.340 euro mensili), non fruiranno per gli anni 2012 e 2013 della rivalutazione automatica. Alle pensioni appartenenti alla fascia d'importo inferiore a tre volte il predetto trattamento minimo di pensione, invece, la rivalutazione sarà applicata in misura del 70 per cento. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Voce ai contributi silenti" 14/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Tributaristi - Ancot data: 14/07/2011 - pag: 30 autore: di Vittorio Bellagamba È stata presentata a Roma la Seconda giornata nazionale di protesta

Voce ai contributi silenti

L'Ancot sposa la battaglia dei Radicali italiani Nei giorni scorsi presso la Camera dei deputati si è svolta la Conferenza stampa per il lancio della Seconda giornata nazionale dei contributi silenti. L'iniziativa dei Radicali Italiani trova l'adesione anche dell'Ancot Associazione nazionale consulenti tributari e della Co.La.P. Coordinamento libere associazione professionali. Tra gli intervenuti alla conferenza stampa il presidente nazionale dell'Ancot Arvedo Marinelli, il presidente del Colap Giuseppe Lupoi, il presidente del Senato del Partito Radicale Marco Pannella il deputato radicale Maurizio Turco, Marco Staderini segretario dei Radicali italiani e Michele De Lucia dei Radicali Italiani. «Gran parte dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione separata dell'Inps dai parasubordinati, dai precari o da coloro che esercitano professioni non regolate da ordini professionali», ha spiegato Michele De Lucia dei Radicali italiani, «viene versata a fondo perduto: se non si raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare la pensione (il che accade sempre più spesso, dati i lunghi periodi di disoccupazione o lavoro nero), quei contributi vengono usati per pagare le pensioni di altri, ma non danno diritto ad averne una propria. E anche quando si matura il minimo di contribuzione richiesto, la pensione ottenuta non supera le poche centinaia di euro dell'assegno sociale. Intanto la Gestione separata dell'Inps ogni anno incassa 8 miliardi di euro di contributi, ma eroga solo 300 milioni di euro di prestazioni! Per rimediare a questa situazione drammatica, e in attesa di una riforma complessiva e finalmente equa delle pensioni, chiediamo che sia riconosciuto ai lavoratori il diritto alla restituzione dei contributi «silenti», ovvero dei contributi previdenziali versati che non abbiano dato luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico». Per cercare di dirimere la vicenda è stata presentata la proposta di legge «Delega al governo per l'introduzione di una disciplina in materia di restituzione dei contributi previdenziali che non danno luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico» (Atto Camera n. 1611) per la quale è stata chiesta la calendarizzazione e la successiva discussione entro la fine del 2011 anche attraverso un appello promosso da Radicali italiani e Ancot «L'Ancot chiede», ha spiegato nel corso del suo intervento il presidente Nazionale Arvedo Marinelli, «la separazione nella Gestione Separata dell'Inps dei lavoratori autonomi dai parasubordinati; la riduzione dell'aliquota contributiva al 20%, la totalizzazione gratuita dei contributi versati nelle diverse gestioni; aumento della rivalsa dal 4% al 7%; estensione delle agevolazioni contributive, la restituzione dei contributi silenti». Nel corso della stessa conferenza stampa è stata decisa anche per 6 Ottobre lo svolgimento della Seconda giornata nazionale dei Silenti davanti alle sedi Inps di tutta Italia. «In quella circostanza cercheremo di coinvolgere il maggior numero di iscritti all'Ancot», ha detto il presidente Arvedo Marinelli, «tenendo conto di quanti colleghi sono interessati dal problema dei contributi silenti e in particolar modo i giovani». PRESSToday Rassegna stampa

l'Unità.it Data: 14/07/2011 "Pensioni, vi spiego come questo governo le saccheggia"

Stampa Indietro Pensioni, vi spiego come questo governo le saccheggia di Cesare Damiano* | tutti gli articoli dell'autore

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C’è modo e modo di risanare i conti. E c’è modo e modo di intervenire sulla previdenza. Le scelte operate dal centrodestra, e culminate con i provvedimenti adottati nell’ambito della manovra sono ingiuste e sbagliate. Non si possono saccheggiare le pensioni per far quadrare il bilancio. Non si può ridurre il potere d’acquisto di rendite spesso già al limite della sopravvivenza e sperare di rilanciare i consumi. Non si possono colpire i più deboli per rimediare alle conseguenze di una gestione inadeguata della crisi che ha come unici responsabili Berlusconi e i suoi ministri.

Nonostante le promesse di Sacconi, che a più riprese ha giurato che non si sarebbe toccata la spesa pensionistica e che adesso si dice disponibile a considerare alcune richieste dei sindacati, in questi anni l’esecutivo ha usato la mano pesante sulla previdenza. Dobbiamo costringere Tremonti a fare marcia indietro sulla misura più iniqua della manovra: il taglio del 45 per cento della rivalutazione delle pensioni da tre a cinque volte il minimo, che non colpisce quelle più ricche, ma operai e impiegati che percepiscono assegni mensili oscillanti tra i 1050 e i 1800 euro netti e che già da anni sono penalizzati da un adeguamento solo parziale rispetto all’andamento del costo reale della vita. Alle pensioni nel complesso le casse dello Stato sottrarranno, nel prossimo biennio, circa un miliardo di euro. Un provvedimento non proprio all’insegna dell’equità, che ha il sapore di una vendetta sociale nei confronti di chi ha trascorso, in fabbrica o in ufficio, una dura vita di lavoro ed è arrivato al traguardo dopo aver pagato 35- 40 anni di contributi.

Il ritiro di questa norma, come richiesto dal PD, non basta se rimarrà l’obbrobrio della totale cancellazione per due anni della rivalutazione delle pensioni comprese tra cinque e otto volte il minimo che va, anch’esso, eliminato. Questa di Tremonti non è però che l’ultima mossa. Sulle pensioni il governo Berlusconi, in precedenza, ha fatto di tutto e di più. Ha introdotto, attraverso la finestra unica, l’allungamento automatico di un anno della vita lavorativa. Anche per chi ha già maturato i 40 anni di contributi e anche per chi finisce il periodo di mobilità, che così resterà per un anno senza alcun reddito: né indennità né pensione. Ha anche agganciato l’età del pensionamento alla speranza di vita. Tradotto in pratica, significa che ogni tre anni l’età di uscita si alza di tre mesi. Ciliegina sulla torta ha pure anticipato di un anno, dal 2015 al 2014, l’operatività del provvedimento.

Nel frattempo, dopo aver portato a 65 anni l’età pensionabile per le donne dipendenti dalla pubblica amministrazione, ha introdotto un’analoga misura per il settore privato. Per ora l’approccio è soft - si comincerà nel 2020 per arrivare a regime fra una ventina d’anni – ma questo governo ci ha abituato prima a negare, poi a prendere provvedimenti, poi ad anticipare l’attuazione delle decisioni prese. Intanto la strada è stata imboccata.

Le misure adottate dal governo Prodi

Di tutt’altro tenore era stato, nel 2007, l’approccio al tema pensioni da parte del governo Prodi. Eppure anche allora, dopo i risultati disastrosi di Berlusconi, che aveva governato dal 2001 al 2006, bisognava far quadrare i conti. Niente tagli indiscriminati. Si era intervenuti congelando per un anno la rivalutazione delle rendite più alte, quelle superiori a otto volte il minimo. Con un risparmio che la Ragioneria aveva valutato in circa 140 milioni di euro all’anno. Al tempo stesso, però, era stato stanziato oltre un miliardo e 150 milioni di euro all’anno a favore dei pensionati più poveri, quelli con un assegno mensile fino a 700 euro. In quel modo tre milioni e mezzo di persone si sono viste assegnare la “quattordicesima”, che ancora oggi viene erogata nel mese di luglio.

Il centrosinistra non si era fermato qui. Era intervenuto per ridurre gli effetti dello “scalone Maroni”, attenuando il salto previsto per quanti stavano per maturare la pensione di anzianità e aveva introdotto – con tanto di finanziamento – il pensionamento anticipato per chi è sottoposto a lavori usuranti. Un provvedimento che, per responsabilità del centrodestra, è entrato in vigore solo l’inverno scorso, con tre anni di ritardo sui tempi previsti. E un “risparmio” per Tremonti, a danno dei lavoratori, di 283 milioni. Ma, soprattutto, il centrosinistra aveva migliorato il meccanismo della totalizzazione dei contributi a vantaggio dei più giovani, portando la franchigia – cioè il periodo contributivo che di fatto si perde – dai precedenti sei agli attuali tre anni. Tutti interventi, come confermano le cifre, all’insegna del principio dell’equità sociale e della redistribuzione delle risorse a vantaggio dei più deboli. Il punto è qui. In una situazione di crisi economica e sociale come quella che stiamo vivendo sono importanti segnali di redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso e non viceversa. Anche sulle pensioni si può intervenire. Purché la logica sia quella. Una cosa è il blocco per un periodo dell’indicizzazione delle pensioni più alte, un’altra è colpire le rendite medio - basse.

La logica redistributiva deve valere anche per l’aumento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato, che noi avremmo preferito evitare. Perché non affrontare la questione con un’ottica diversa, puntando sulla flessibilità? Si afferma di voler aiutare la famiglia e, insieme, di voler valorizzare il lavoro al femminile. Perché allora non si prevede per le lavoratrici madri lo sconto di un anno per ogni figlio? Perché non si prevede un altro sconto se in casa c’è un portatore di handicap? I risparmi che possono derivare dal progressivo innalzamento dell’età pensionabile delle donne possono essere utilizzati in questa direzione: a favore delle donne, specie di quelle più svantaggiate. Cosa che finora il governo ha evitato di fare, a partire dalle risorse risparmiate con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego. Occorre inoltre considerare la differenza tra l’operaia di un’azienda tessile o metalmeccanica e una lavoratrice del settore pubblico. Non solo per quel che riguarda le mansioni. Nel settore privato le carriere sono spesso discontinue e se si viene espulsi a causa di una ristrutturazione dopo i 50 anni, difficilmente si trova una nuova occupazione. Aspettare fino ai 65 anni per avere la pensione diventa un’ingiustizia.

Sono possibili proposte alternative

Le proposte del Pd vanno in direzione di una maggiore giustizia e di una maggiore flessibilità, come indicato dall’ordine del giorno votato all’unanimità alla Conferenza sul Lavoro di Genova. Io penso che, nell’attuale situazione, si possa proporre che nessuno debba andare in pensione di anzianità o di vecchiaia prima dei 62 anni (escluso naturalmente chi ha maturato i 40 anni di contributi), con la possibilità di restare al lavoro fino ai 68-70 anni. Ma con un incentivo per chi resta oltre i 65 anni e con la possibilità di decidere in piena libertà, dopo i 62, il momento in cui ritirarsi. Considerando, naturalmente, le eccezioni più vantaggiose previste da norme specifiche come quelle relative al riconoscimento dei lavori usuranti o di cura.

Quella dell’età non è però la sola questione in campo. A differenza di quanto previsto dal governo, va anzitutto garantito, a chi ha 40 anni di contributi, a chi ha perso il lavoro, a chi è in mobilità, a chi ha l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria, il mantenimento dei requisiti previsti nel 2007 in materia di accesso alla pensione. La rivalutazione delle rendite attuali va calcolata in base alla perdita reale del potere d’acquisto. E la “quattordicesima” va estesa, con gradualità, anche a chi percepisce assegni compresi in una fascia immediatamente superiore a quella fino a 700 euro prevista nel protocollo del 2007.

Ma soprattutto, guardando al futuro e alla totale entrata in vigore del sistema contributivo, andrebbe garantita una pensione di base uguale per tutti costituita da una quota a carico della fiscalità generale sulla quale “poggiare” i contributi versati nel corso della vita lavorativa, in modo da garantire - a chi si affaccia oggi al mondo del lavoro - una copertura pari almeno al 60 per cento delle ultime retribuzioni. E va portata a compimento la reale totalizzazione dei contributi, considerando valido ogni versamento indipendentemente dall’ente, cassa o fondo a favore del quale sia stato effettuato. I contributi previdenziali corrisposti per ogni giorno di lavoro devono valere per la pensione futura.

Sulle pensioni – e sul resto dello stato sociale – non si può fare cassa. Se si intende intervenire lo si faccia nell’ottica di una vera riforma che sia oggetto di concertazione con le parti sociali e si ritirino i provvedimenti previsti nella manovra. Il Pd farà la sua parte. Se la situazione si è modificata rispetto al passato, le regole devono tener conto della sostenibilità del sistema, ma anche dell’adeguatezza degli importi pensionistici. Che devono garantire a tutti la possibilità di una vita dignitosa.

* ex ministro del Lavoro, esponente del Pd www.cesaredamiano.org

13 luglio 2011 PRESSToday Rassegna stampa

marketpress.info Data: "PREVIDENZA FVG: FONDO PENSIONI REGIONALE, PROBABILE AVVIO ENTRO L 14/07/2011 ´ANNO"

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Giovedì 14 Luglio 2011 PREVIDENZA FVG: FONDO PENSIONI REGIONALE, PROBABILE AVVIO ENTRO L´ANNO

Udine, 14 luglio 2011 - Nasce il Fondo regionale di previdenza complementare territoriale. Il primo fondo di previdenza integrativa territoriale nel Friuli Venezia Giulia. Ieri a Udine, nell´auditorium del Palazzo dell´Amministrazione, l´assessore regionale alla Funzione Pubblica, Andrea Garlatti, ha illustrato l´avvio del percorso che dovrebbe portare, entro l´anno, all´avvio della operatività di tale strumento. Il quale si potrà rivelare utile, oltre che come elemento integrativo dei fondi pensionistici dei dipendenti pubblici, del settore privato e lavoratori autonomi (il Fondo è infatti aperto a tutti), per ottimizzare gli interventi della Regione sul territorio. La riunione odierna aveva lo scopo di porre le basi per la costituzione di un comitato promotore del Fondo il quale dovrà curarne la progettazione operativa, predisponendo altresì la documentazione necessaria all´avvio dell´iter costitutivo. Le entrate dalla contribuzione volontaria di coloro che vorranno aderire, come ha spiegato Garlatti, potranno infatti essere investite sul territorio, attivando così un´azione virtuosa che si affianca ai benefici diretti a vantaggio degli iscritti a questo innovativo strumento previdenziale. Infatti, come ha rilevato l ´assessore Garlatti, che è l´ideatore del provvedimento, per diverse categorie di lavoratori il trattamento pensionistico mensile sarà in futuro molto inferiore all´ammontare della somma corrisposta al dipendente nell´ultima busta paga. Ciò origina l´esigenza, da parte del neo pensionato, di cercare forme integrative per poter mantenere un tenore di vita analogo, o simile, a quello del periodo lavorativo. Inoltre, anche la fiscalità ne trarrà vantaggio. Perché le trattenute di legge sui versamenti saranno corrisposte a favore del Friuli Venezia Giulia. Nel commentare l´evento odierno, l´assessore Garlatti si è detto compiaciuto dell´interesse manifestato dalle diverse decine di associazioni del mondo economico, di categoria, professionali, che oggi hanno partecipato alla presentazione del progetto del Fondo. Mentre anche i rappresentanti dei lavoratori hanno accolto con favore l´iniziativa della Regione. Uno dei motivi dell´adesione delle categorie al progetto della Regione era stato illustrato nel corso dei lavori dal professor Stefano Miani, direttore del Ciwe (Centro interdipartimentale di ricerca sul welfare dell´Università di Udine): nel Friuli Venezia Giulia l´accesso alla previdenza complementare è molto basso. L´azione della Regione, come ha aggiunto Garlatti -"vuole incidere sugli effetti delle riforme pensionistiche che si sono succedute nel tempo, a partire dal 1992, prevedendo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, e l´allungamento dell´età pensionabile". "Per attenuare gli effetti di tali riforme - ha proseguito - e consentire ai lavoratori di poter mantenere il più possibile il trattamento pensionistico vicino a quello lavorativo, la Regione intende valorizzare il ruolo previdenziale delle pensioni complementari". "Il Fondo servirà dunque - ha concluso Garlatti - a integrare il differenziale tra il vecchio e il nuovo sistema pensionistico, aprendo anche la possibilità di promuovere investimenti su scala locale, a favore del territorio, nel rispetto della tutela degli interessi degli aderenti; e, in sostanza, a favorire un futuro più sereno per tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia". L´assessore Garlatti ha inteso accelerare l´avvio del Fondo territoriale con il coinvolgimento, la collaborazione, il supporto delle parti sociali e degli operatori del settore che siano orientati alla divulgazione della previdenza complementare. Nella consapevolezza che al momento attuale è ancor più significativo fornire ai lavoratori, specialmente a quelli giovani, ulteriori garanzie per il futuro. Nel mese di settembre sarà indetta da Garlatti un´ulteriore riunione divulgativa rivolta agli enti pubblici che vorranno aderire all´iniziativa dell´Amministrazione. E sarà l´occasione per la stipula dell´atto costitutivo. Successivamente, sarà redatta e sottoposta ad approvazione la relativa legge istitutiva del Fondo. E a seguire lo strumento di previdenza integrativa affronterà l´iter autorizzativo previsto dalle leggi dello Stato. Secondo Garlatti, il Fondo dovrebbe essere operativo entro l´anno in corso. La Regione ha già stanziato per la sua costituzione un milione e 500 mila euro, somma suddivisa in tre annualità, dal 2011 al 2013.

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PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "Cambia il sistema di adeguamento delle pensioni all'inflazione, per gli anni 2012- 14/07/2011 2013...."

Indietro Stampa Giovedì 14 Luglio 2011 Chiudi

Cambia il sistema di adeguamento delle pensioni all’inflazione, per gli anni 2012- 2013. Il nuovo testo stabilisce che la rivalutazione sia drasticamente ridotta per i trattamenti previdenziali superiori a 5 volte il minimo Inps (circa 2.380 euro lordi mensili). Questi soggetti riceveranno l’adeguamento solo per la quota di pensione inferiore a 1.430 euro al mese circa, nella misura del 70 per cento. Sono così sostanzialmente salvi coloro che sono al di sotto dei 2.380 mensili, i quali però solo per la quota oltre i 1.430 euro al mese, in forza di una norma già in vigore prima del decreto, si vedranno riconoscere la rivalutazione al 90 per cento. Viene anche introdotto un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. In questo caso non si tratta di una minore rivalutazione ma di una decurtazione secca: sarà tagliato il 5 per cento della quota di pensione tra 90.000 e 150.000 euro annui, e il 10 di quella oltre i 150.000. Non sarà toccata la parte di pensione fino a 90.000 euro. Grazie a questo prelievo, che scatta dal primo agosto e vale fino a dicembre 2014, lo Stato risparmierà 24 milioni l’anno. PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "Dal 2013 tutti requisiti pensionistici, relativi ad età e quote, saranno incrementati di 14/07/2011 3 mesi..."

Indietro Stampa Giovedì 14 Luglio 2011 Chiudi

Dal 2013 tutti requisiti pensionistici, relativi ad età e quote, saranno incrementati di 3 mesi: dunque ad esempio per conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia serviranno per gli uomini 65 anni e 3 mesi (cui si aggiungono 12 o 18 mesi di ulteriore attesa). Scatta così con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto dalla versione originaria del decreto (e due rispetto alla legge del 2010) il meccanismo che lega i requisiti per la pensione alla crescita dell’aspettativa di vita. I successivi incrementi saranno decisi ex post in base alle rilevazioni demografiche dell’Istat: secondo le stime attuali è previsto per il 2050 un innalzamento cumulato di 3 anni e 10 mesi. Un’altra novità riguarda coloro che vanno in pensione di anzianità con 40 anni di contributi. Per loro si allungherà di un mese dal 2012, di due nel 2013 e di tre nel 2014 il periodo di attesa per la pensione una volta conseguito il diritto che non viene messo in discussione. Attualmente questo periodo di attesa, la cosiddetta «finestra mobile» è pari a dodici mesi per i lavoratori dipendenti e diciotto per gli autonomi. PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "ROMA Una manovra rafforzata per tutto il quadriennio . Così Giulio Tremonti..." 14/07/2011

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di LUCA CIFONI

ROMA Una manovra «rafforzata per tutto il quadriennio». Così Giulio Tremonti, intervenendo all’assemblea dell’Abi, aveva illustrato le modifiche al decreto legge che sarà approvato definitivamente entro venerdì. Gli emendamenti che portano la firma del relatore Gilberto Pichetto Fratin, diffusi nel tardo pomeriggio al Senato, confermano in pieno questa impostazione: migliorano i saldi di bilancio già negli anni 2011 e 2012, mentre sul piano qualitativo il provvedimento si arricchisce di nuove norme su privatizzazioni e liberalizzazioni (queste ultime in verità rese assai più blande dopo la protesta dei numerosi parlamentari iscritti ad ordini professionali). Il ministro dell’Economia ha anche ribadito il proprio impegno a seguire il percorso di risanamento che inizia con il decreto, escludendo quindi qualsiasi ipotesi di dimissioni: «Hic manebimus optime» ha detto facendo proprio il latino di Tito Livio. Così - di fronte alle turbolenze sui mercati ed allo spettro di una fuga dai titoli di Stato italiani - entrano nel testo misure anche più dure di quelle originariamente concepite, sia sul versante fiscale che su quello dei risparmi di spesa. Misure che ora diventeranno legge nel giro di poche ore e che solo futuri imprevedibili cambiamenti di scenario permetteranno eventualmente di rimettere in discussione. Come indicato nei giorni scorsi dalla maggioranza, vengono certo ammorbidite la stretta sul bollo del deposito titoli e quella sulla rivalutazione delle pensioni, limitatamente ai redditi medio-bassi. Ma proprio in materia previdenziale, ad esempio, sono previste novità di un certo impatto. Come l’aumento fino a 3 mesi del periodo di attesa, tra maturazione del diritto e decorrenza effettiva, per coloro che vanno in pensione con 40 anni di anzianità. Un aggiustamento doppiamente efficace per il bilancio dello Stato; perché nell’immediato ritarda l’accesso alla pensione per alcune decine di migliaia di lavoratori, incassando contemporaneamente contributi che non si trasformeranno in maggiori pensioni future, visto che nel sistema retributivo gli interessati hanno già raggiunto il massimo. Viene poi introdotto un contributo di solidarietà del 5-10 per cento per le pensioni superiori a 90 mila euro l’anno, sul modello del prelievo già operato ai dirigenti pubblici. Mentre l’agganciamento dell’età di uscita alla speranza di vita scatterà nel 2013, con un anno di anticipo. Risulteranno indigeste anche le novità in materia di ticket sanitari. Saranno operativi già dalla prossima settimana quelli sulle visite specialistiche ambulatoriali (10 euro) e sui codici bianchi al pronto soccorso (25 euro). Il governo ha infatti deciso di dare copertura finanziaria solo fino all’entrata in vigore della legge alla norma che anno per anno evitava l’applicazione di questo prelievo. La nuova stretta si aggiunge all’elenco delle questioni già aperte con le Regioni: ieri dopo l’incontro con il governo il presidente dell’Emilia-Romagna Errani ha fatto sapere che con questi tagli il federalismo non è attuabile, e saranno inevitabili riduzioni dei servizi alle famiglie. Mentre Romano Colozzi, assessore al Bilancio della Lombardia e coordinatore dei suoi colleghi, ha fatto notare numeri alla mano come la manovra colpisca in proporzione molto più Regioni ed autonomie locali che lo Stato centrale. Poi c’è la norma che mette in sicurezza il pareggio di bilancio, specificando fin d’ora che in caso di mancata attuazione della delega fiscale saranno tagliate agevolazioni per 4 miliardi nel 2013 e 20 nel 2014 (più di quanto teoricamente necessario). Infine privatizzazioni e liberalizzazioni: messaggi simbolici agli osservatori internazionali che però hanno al momento una formulazione un po’ vaga. Nel primo caso si rinvia all’avvio di un nuovo programma di cessioni dopo il 2013, nel secondo - dopo la protesta degli Ordini - è stato stabilito che il governo formulerà proposte alle categorie interessate, per arrivare entro otto mesi ad una situazione in cui «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero». RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Milano Finanza (MF) Data: "Più tasse e in pensione sei mesi dopo" 14/07/2011

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MF sezione: Primo Piano data: 14/07/2011 - pag: 2 autore: di Andrea Bassi Sotto attacco/1 la manovra sale di altri 22 mld. in arrivo nuove misure su fisco e previdenza

Più tasse e in pensione sei mesi dopo

Subito l'età legata alla speranza di vita e finestra mobile spostata di tre mesi. Dai pensionati d'oro contributo di solidarietà tra il 5 e il 10%. Taglio delle agevolazioni fiscali per 24 miliardi. Tassa progressiva sui conti-titoli Adesso la manovra si può definire davvero «di lacrime e sangue». La correzione dei conti pubblici sale e sale drasticamente. A partire già da quest'anno, con 2,4 miliardi di nuove entrate e nuovi tagli, che aumenteranno di altri 4,8 miliardi nel 2012. Nel 2013 ai circa 18 miliardi del decreto se ne aggiungeranno altri 5,7. Nel 2014, per raggiungere il pareggio di bilancio, ai 25 miliardi già messi in conto se ne sommeranno altri 22 circa. La manovra totale al 2014, insomma, lievita fino a 47 miliardi. È l'effetto del pacchetto di emendamenti presentato da governo e relatore sul quale fino alla tarda serata di ieri si lavorava ancora. Le ultime correzioni comunque arriveranno oggi con un maxi-emendamento sul quale il governo porrà la fiducia. Da dove arriveranno i 22 miliardi in più? Da tasse e pensioni. Il capitolo più corposo è quello della previdenza. La riforma che lega l'età pensionabile alla speranza di vita non scatterà più il 1° gennaio 2014, ma 12 mesi prima, il 1° gennaio 2013. Il primo scalino sarà di tre mesi, nel 2016 ce ne sarà un altro di quattro mesi. A questo tuttavia si aggiunge un'altra norma che spinge ancora più in avanti il momento dell'uscita dal lavoro. La finestra mobile introdotta lo scorso anno, che prevede che un lavoratore dipendente possa andare in pensione solo 12 mesi dopo (18 mesi per gli autonomi) aver maturato i requisiti anagrafici e contributivi, viene modificata. La finestra viene allungata di un mese nel 2012, due mesi nel 2013 e ben tre mesi nel 2014 per coloro che, indipendentemente dall'età, hanno maturato 40 anni di contributi. Questo significa che nel 2013, per l'effetto combinato dello scalino della riforma e della nuova finestra mobile, bisognerà lavorare fino a cinque mesi in più. Nel 2014 il periodo ulteriore da attendere per il pensionamento salirà fino a sei mesi. Rimane una via d'uscita, ma limitata a un contingente di soli 5 mila lavoratori, con priorità per quelli in mobilità. Novità anche per il blocco della rivalutazione delle pensioni. Salta la limitazione al 45% per quelle superiori a tre volte il minimo (ossia circa 1.500 euro mensili), mentre per quelle superiori a cinque volte il minimo (30.440 euro lordi nel 2011) il blocco della rivalutazione ci sarà fino al 2014. Ma non finisce qui. Per le pensioni d'oro, quelle superiori a 90 mila euro l'anno (anche quando questa cifra è la somma di più trattamenti previdenziali), arriva un contributo di solidarietà. Sarà del 5% per gli assegni tra 90 e 150 mila euro, del 10% per quelli superiori. C'è poi il capitolo tasse. Per il 2013 è previsto un taglio del 5% delle agevolazioni fiscali che erodono la base imponibile. Taglio che salirà al 20% nel 2014. La riduzione degli sgravi non scatterà se entro settembre nel 2013 il governo riuscirà a portare a casa la riforma fiscale facendo risparmiare alle casse dello Stato almeno 24 miliardi. Se ciò non dovesse avvenire, ci penserà la clausola di salvaguardia. Ancora non è chiaro su quali agevolazioni opererà. Ma se dovesse trattarsi di un taglio lineare e dunque colpire tutte le 470 voci di agevolazioni che cumulano un valore complessivo di sgravi di 160 miliardi, allora la sforbiciata arriverebbe a 32 miliardi. Una manovra che si farebbe sentire immediatamente nelle buste paga dei lavoratori e sui conti delle imprese, considerando che tra le agevolazioni sono comprese anche quelle sul lavoro dipendente, il cuneo fiscale, l'Iva ridotta e persino la cedolare secca sugli affitti. Al capitolo «più tasse per tutti» va aggiunta la voce ticket sanitari. Scatteranno immediatamente: si pagheranno 10 euro per le visite specialistiche e 25 euro per i codici bianchi in ospedale. E più tasse arrivano anche per i manager delle banche. L'addizionale del 10% sulle stock option e sui bonus scatterà per tutti gli importi percepiti oltre la retribuzione e non più, come oggi, solo per quelli che eccedono il triplo della busta paga. Una buona notizia, invece, arriva per quanto riguarda la patrimoniale sui conti titoli. Diventerà progressiva. Fino a 50 mila euro di giacenza il prelievo rimarrà a 34,20 euro come oggi. Tra 50 e 150 mila salirà a 70 euro, per passare a 240 euro per i conti titoli tra 150 e 500 mila euro e a 680 euro per quelli superiori. Dal 2013 il bollo di 70 euro passerà a 230, quello di 240 a 780 e quello di 680 a 1.100 euro. Spunta poi una norma su privatizzazioni e liberalizzazioni. Entro il 31 dicembre 2013 il governo approverà uno o più programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato o di enti pubblici non territoriali. Entro otto mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, poi, il governo formulerà proposte di liberalizzazione alle categorie interessate. Fino a tarda sera di ieri, infine, si lavorava ancora al testo sull'ammortamento per le concessioni autostradali. La soluzione più probabile per sostituire la norma è l'aumento di un punto percentuale dell'Irap per le concessionarie. PRESSToday Rassegna stampa

Morningstar Italia Data: 14/07/2011 "Pensioni, cantiere sempre aperto"

Indietro Stampa Pensioni, cantiere sempre aperto Si allenta il blocco sulla rivalutazione Inps contenuto nella finanziaria. Ma gli assegni sono comunque destinati a ridursi.

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Valerio Baselli | 13-07-11 | Invia Articolo via E-mail Il cantiere delle pensioni non va in vacanza. La proposta iniziale del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti (che prevedeva una rivalutazione dell’assegno mensile Inps del 100% fino a 1.428 euro, del 45% nella fascia tra 1.428 e 2.380 euro, e senza rivalutazione per l’importo eccedente tale somma) è stata molto osteggiata da sindacati e opposizione.

Perciò, al fine di favorire la rapida approvazione dell’intera manovra, le parti si sono accordate su una soluzione più morbida: la bozza finale (che dovrebbe essere approvata entro la settimana) prevede che gli assegni entro i 3.800 euro mensili saranno dispensati dal blocco della rivalutazione per il 2012 1 il 2013. Lo stop totale dell’adeguamento annuale al costo della vita dovrebbe quindi partire da questa soglia, pari a 8 volte il minimo previsto dalla legge.

Il problema è che questa modifica abbassa anche i risparmi previsti. Perciò si pensa di anticipare l’aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita media nel 2012, anzichè nel 2014. Inoltre, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato, per arrivare a 65 anni, non partirà dal 2012 ma gradualmente dal 2020, così da arrivare alla parità nel 2032.

Giovani, assegni più leggeri A prescindere dalle manovre per sistemare i conti dell’Inps, l’unica certezza è che la pensione pubblica non potrà più garantire i trattamenti passati. Secondo un recento studio pubblicato dall’ente di ricerca Censis in collaborazione con Unipol, il dipendente privato che è andato in pensione nel 2008 ha incassato una pensione che vale il 68,7% dell’ultima retribuzione. Suo figlio, invece, quando lascerà il lavoro nel 2040 prenderà solo il 52,4% dell’ultimo stipendio. Per non parlare dei lavoratori autonomi, già penalizzati da una “finestra mobile” che li costringe ad aspettare sei mesi in più rispetto ai dipendenti prima di incassare il primo assegno previdenziale.

Intanto, l’Italia resta, tra i grandi Paesi europei, quello che ha di gran lunga la più consistente quota di spesa pensionistica sul totale delle prestazioni sociali: nel 2008 era al 60,7%, contro il 43% della Germania, il 45,8% della Francia, il 39,7% del Regno Unito e il 39,6% della Spagna.

Il ruolo della previdenza complementare Il contributo della previdenza complementare, afferma l’analisi, integrato nella stima sulla base di una aliquota del 6,91%, limita lo svantaggio delle generazioni più giovani soprattutto per i lavoratori dipendenti, per i quali il tasso di sostituzione si ferma nel 2040 al 63% circa, mentre per gli autonomi è del 42% circa. Naturalmente gli assegni integrativi dipenderanno dall’entità dei contributi che saranno prima stati versati. Ma, almeno nello scenario preso in considerazione nel rapporto, non basteranno a colmare il gap col 2008 e coi suoi tassi di sostituzione comunque più generosi. PRESSToday Rassegna stampa

Provincia di Como, La Data: 14/07/2011 "Pensioni, rivalutate al 70% le medie"

Indietro Stampa Pensioni, rivalutate al 70% le medie Salvi i trattamenti minimi. L'imposta di bollo sui titoli è proporzionata agli importi

Giovedì 14 Luglio 2011 Primo piano, pagina 2

ROMA Sono numerose le modifiche dell'ultimo minuto al testo della manovra. Si inizia dalle pensioni: sale dal 45 al 70% rispetto al testo originario l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese). Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, ciò di circa 2.380 euro mensili. Previsto poi un "contributo di solidarietà" fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Intanto si anticipa al primo gennaio 2013 (anziché dal 2014) l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque - si legge nel testo - l'incremento sarà di 3 mesi perché verrà assorbito l'incremento della speranza di vita già registrato nel triennio precedente risultante superiore (4 mesi). Per gli anni successivi (dal 2016) la stima degli adeguamenti triennali è pari a 4 mesi fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori (3 mesi) i fino al 2050 circa. L'adeguamento cumulato al 2050 è pari a circa 3 anni e 10 mesi. Sul fronte delle tassazioni finanziarie, cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: secondo l'ultima versione del relatore alla manovra sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000 euro; 70 euro tra 50.000 a 150.000; 240 euro da 150.000 a 500.000 euro; 680 euro per depositi superiori ai 500.000 euro. Poi dal 2013 tra 50.000 e 150.000 si pagheranno 230 euro; tra 150.000 e 500.000 780 euro e 1.100 euro per depositi oltre i 500.000 euro. La relazione spiega che la norma riguarderà circa 22 milioni di titoli con un recupero di gettito su base annua di circa 897 milioni per i primi due anni e circa 2.525 milioni per gli anni a partire dal 2013. Inoltre scatta il taglio alle agevolazioni fiscali tra il 5 e 20 per cento. Gli effetti positivi ai fini dell'indebitamento netto sono attesi in 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Novità anche per quanto riguarda gli Enti locali. Cambiano i criteri di virtuosità dei Comuni per l'applicazione del patto di stabilità interno. Un emendamento del relatore alla manovra, depositato in commissione Bilancio del Senato, prevede che il primo di tali criteri vi sia la «convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard». Un altro criterio sarà «l'aver operato dismissioni di partecipazioni societarie». Ma non solo: i Comuni dovranno associarsi già dal 2011 per l'espletamento di almeno due funzioni fondamentali loro spettanti dall'attuale legge. Entro il 2012 dovranno esercitare in forma associata quattro funzioni fondamentali ed entro il 2013 tutte e sei le funzioni fondamentali loro spettanti. Mentre le Province "virtuose" saranno escluse dal Patto di stabilità interno a decorrere dal 2012. L'emendamento sulle amministrazioni provinciali inoltre prevede non più facoltativamente il bonus di 200 milioni a valere sul patto di stabilità interno per gli enti virtuosi per il 2012. Infine rimarrà il rincaro della tassazione sui carburanti. Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011, spiega un emendamento ad hoc, «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012». L'effetto sul 2012 è di 1,8 miliardi, in parte compensato dal credito di imposta per l'autotrasporto (306 milioni). PRESSToday Rassegna stampa

Quotidiano del Nord.com Data: 14/07/2011 "Pensioni, in Ue si pensa a introdurre l'indice di dipendenza economica"

Indietro Stampa Pensioni, in Ue si pensa a introdurre l'indice di dipendenza economica MERCOLEDÌ 13 LUGLIO 2011 09:57 Notizie - Economia

(Sesto Potere) - Bruxelles, 13 luglio 2011 – Sarà l'indice di dipendenza economica, e non l'età pensionabile, a determinare il futuro fabbisogno finanziario dei sistemi pensionistici "Per far fronte all'invecchiamento della popolazione in Europa, lo strumento di gran lunga più efficace consiste nello sfruttare al massimo il potenziale di forza lavoro esistente" ha affermato Leila Kurki, presidente della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza del Comitato economico e sociale europeo, nel corso di una riunione informale dei ministri del Lavoro e degli affari sociali. Per Leila Kruki, aumentare il tasso di occupazione degli anziani intervenendo sui sistemi pensionistici, rendendo più restrittive le condizioni, indebolendo i diritti o innalzando l'età pensionabile non rappresenta una risposta adeguata. "Va tenuto presente che non sarà il rapporto demografico tra anziani e persone in età lavorativa a determinare il futuro fabbisogno finanziario dei sistemi pensionistici: sarà invece essenziale l'andamento dell'indice di dipendenza economica, ovvero il rapporto fra beneficiari di prestazioni e popolazione attiva". "Se nei prossimi decenni si riuscirà effettivamente nell'UE a migliorare l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone in età lavorativa, sarà possibile mantenere sotto controllo l'aumento del tasso di dipendenza economica", ha affermato Leila Kurki. Il potenziale di forza lavoro è dato, oltre che dai neodiplomati e neolaureati, specialmente dai disoccupati, dalle persone anziane, dai disabili, dalle persone con problemi di salute, dagli immigrati e dai sottoccupati. "Pertanto il problema del mercato del lavoro non consiste nell'offerta di mano d'opera, ma piuttosto nella qualificazione inadeguata o insufficiente della forza lavoro, negli atteggiamenti negativi verso determinati gruppi di persone in cerca di lavoro oltre che, come è ovvio, nella mancanza di posti disponibili", che ne rappresenta l'aspetto più grave", ha proseguito Leila Kurki. In vari Stati membri dell'UE un grande serbatoio potenziale di forza lavoro è costituito dalle donne. Leila Kurki ha ricordato che "degli orari di lavoro flessibili e adeguati alle esigenze individuali consentirebbero tanto alle donne quanto agli uomini di conciliare meglio il lavoro e la vita familiare". Se l'obiettivo è ritardare il pensionamento, occorre anche fare in modo che i lavoratori possano e vogliano lavorare più a lungo. "Bisognerà dunque progettare i posti di lavoro in modo tale che sia possibile rimanerci almeno fino all'età pensionabile stabilita", ma, come Leila Kurki ha fatto notare, ciò comporterà cambiamenti radicali della vita lavorativa. Bisognerà organizzare il lavoro e l'attività gestionale in modo da tenere conto del processo di invecchiamento in tutte le fasi della carriera, adeguando le condizioni e l'ambiente di lavoro alle esigenze dei lavoratori di varie età ed evitando la discriminazione dei lavoratori anziani e gli stereotipi negativi sul loro conto. Rivestono inoltre particolare importanza l'aggiornamento delle competenze professionali e l'assistenza sanitaria preventiva. PRESSToday Rassegna stampa

Repubblica, La Data: "tornano i ticket già da lunedì pensioni, prelievo ai benestanti - roberto petrini" 14/07/2011

Indietro Stampa Pagina 6 - Economia Tornano i ticket già da lunedì Pensioni, prelievo ai benestanti Le misure Manovra anticipata. Tasse, 1.100 euro sui super-risparmi Contributo di 10 euro sulle visite e di 25 sui codici bianchi del pronto soccorso Scatta nel 2013 il legame età d´uscita - speranza di vita Il 5-10% tolto agli assegni più alti ROBERTO PETRINI

ROMA - La manovra si rafforza e colpisce duro. Sotto l´ombrello della tregua che sembra essersi instaurata sui mercati ieri la Commissione Bilancio ha intrapreso l´iter lampo con l´obiettivo di portare oggi nell´aula del Senato il provvedimento e per approvarlo alla Camera - come ha annunciato lo stesso ministro Tremonti ieri mattina all ´Abi - nella giornata di domani. Da lunedì si comincerà a pagare il prezzo a cominciare dalle novità introdotte dagli emendamenti del relatore Gilberto Pichetto Fratin, commercialista piemontese specializzato in ragioneria. La prima è il ritorno, dalla prossima settimana, dei ticket da 10 euro sulla specialistica e sulla diagnostica e da 25 euro sui «codici bianchi» per il pronto soccorso. L´esenzione era stata finanziata per la seconda metà dell´anno per 480 milioni e i ticket sarebbero dovuti tornare il 1° gennaio del 2012: mancano le risorse e dunque il balzello anticipa di cinque mesi. Dura la reazione del Pd: «E´ uno strumento iniquo e inefficace». Cambia la «patrimoniale» sui titoli di Stato, introdotta attraverso il rincaro del bollo sui dossier che appare più progressiva e diventa salata per le somme più alte: viene salvato chi ha meno di 50 mila euro di titoli che continuerà a pagare 34 euro; fino a 150 mila euro si pagheranno 70 euro; 240 fino a 500 mila euro e 680 euro sopra i 500 mila euro. Dal 2013 chi ha più di 500 mila euro di titoli dovrà pagare fino a 1.100 euro l´anno di bolli. Terzo terreno d´azione delle modifiche è quello delle pensioni. Si salvano parzialmente, per il biennio 2012-2013, quelle tra tre e cinque volte il minimo, cioè tra 1.428 e 2.341 euro lordi mensili: la rivalutazione non sarà dimezzata al 45 per cento ma scenderà dal 90 al 70 per cento. Pagano le pensioni sopra i 2.341 euro che non avranno più rivalutazione (avevano il 75 per cento). Vengono inoltre colpite, fin dal prossimo mese d´agosto, le pensioni d´oro: un contributo di solidarietà si applicherà fino al 31 dicembre 2014. Sui trattamenti che superano i 90 mila euro il contributo di solidarietà è del 5 per cento per la parte eccedente tale importo e fino a 150 mila euro. Sopra i 150 mila euro scatta il contributo del 10 per cento. Si anticipa inoltre al primo gennaio 2013 (anziché dal 2014) l´aggancio delle pensioni all´aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l´incremento sarà di tre mesi. Per gli anni successivi (dal 2016) la stima degli adeguamenti triennali è pari a quattro mesi fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori (tre mesi) fino al 2050 circa. L ´adeguamento cumulato al 2050 è pari a circa 3 anni e 10 mesi. Modifiche parziali anche alla norma che imponeva il tetto dell´1 per cento per la deducibilità degli ammortamenti delle concessionarie di beni pubblici. Si salvano solo le concessioni autostradali e la Confindustria protesta. Aumenta l´imponibile delle stock option, i benefit in azioni che vengono concessi ai dirigenti e ai dipendenti di società quotate, su cui viene applicata un´aliquota addizionale del 10 per cento. Novità, infine, sul patto di stabilità interno: cambiano i parametri di vituosità per i comuni. Ma Comuni e Regioni sono sul piede di guerra: il presidente del "parlamentino" delle Regioni Vasco Errani ha parlato di «gravi conseguenze», mentre Delrio (Anci) ha detto che la manovra «mette in ginocchio» i Municipi. PRESSToday Rassegna stampa

Secolo d'Italia Data: "Sulle pensioni si poteva osare di più" 14/07/2011

Indietro Stampa La proposta di indicizzare al 100% gli assegni di meno di 2.380 euro è stata accolta solo in parte Sulle pensioni si poteva osare di più

Dalle pensioni alle privatizzazioni. Il Secolo d'Italia ha espresso fin dal primo momento le proprie perplessità ad alcuni capitoli della manovra proponendo modifiche, alcune delle quali già recepite, mentre altre hanno costituito oggetto di discussione fino a ieri pomeriggio. Maggioranza, governo e organizzazioni sindacali hanno fatto proprio il suggerimento di non penalizzare con il blocco parziale della rivalutazione le pensioni comprese tra 1.428 e 2.380 euro lordi al mese. Per questi assegni l'indicizzazione passerà dal 45 al 70 per cento, mentre il taglio è totale oltre i 2.380 euro mensili (le cosiddette pensioni d'oro, pari a cinque volte il minimo). Il Secolo d'Italia, prendendo spunto dalle sollecitazioni della Commissione Ue al nostro Paese, ha anche proposto che la parificazione dell'età pensionabile per le donne che lavorano nel privato avvenga prima di quanto delineato nella bozza di manovra varata dal Consiglio dei ministri, con cui si prevede un percorso graduale che inizia nel 2020 e va a regime nel 2032. Meccanismo troppo lento per avere ripercussioni posirtive sui mercati che, invece, sono molto attenti alle riforme virtuose in materia di pensioni. Ancora ieri pomeriggio sul tavolo c'era un percorso più accelerato con penalizzazioni sul fronte dell'assegno mensile per le donne che decidevano di andare in pensione prima. Terza ipotesi quella delle privatizzazioni. La manovra originaria non ne prevedeva. Il Secolo d'Italia, invece, con un'intervista al sottosegretario Guido Crosetto, ha invitato alla riflessione facendo presente che il settore pubblico dispone di molti asset che è possibile privatizzare. Si va dalle grandi aziende nazionali (Eni, Enel Poste ecc.), agli immobili pubblici, alle caserme, alla municipalizzate. Il percorso iniziato qualche anno fa si è praticamente interrotto. Adesso riprenderà nel 2013. In questo modo lo Stato rinuncerebbe alle cedole annuali, ma allo stesso tempo pagherebbe meno interessi e sottrarrebbe il Paese a un cappio che minaccia di strangolarlo e che sottrae risorse che potrebbero essere destinate agli investimenti e allo sviluppo.

14/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Sentinella, La Data: "pensioni e bollo sui titoli tremonti: cambiamo" 14/07/2011

Indietro Stampa GLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA Pensioni e bollo sui titoli Tremonti: «Cambiamo» di Mauro Pertile wROMA Pensioni, bollo sui depositi titoli, patto di stabilità dei Comuni, ammortamenti e ticket sulla sanità, sono le aree attorno alle quali maggioranza e opposizione hanno lavorato ieri per trovare un accordo sugli emendamenti alla manovra finanziaria. L’opposizione al termine dell’incontro con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha espresso moderata soddisfazione. «Ha accolto alcune nostre proposte - ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd - in particolare quelle sulle indicizzazioni delle pensioni e sull’introduzione di una progressività del bollo sui depositi titoli. Sono emendamenti che modificano le iniquità più vistose» ha detto la Finocchiaro. Aperture dal ministro anche su liberalizzazioni e costi della politica sui quali, in particolare, insiste molto l’Idv. La mancata indicizzazione delle pensioni, pare ormai assodato, si applicherà solo a quelle superiori otto volte il minimo. Mentre il bollo sui depositi escluderà comunque i titoli di Stato e dovrebbe essere escluso sotto i 50 mila euro di deposito. Ma ieri il relatore della manovra in Senato, Gilberto Pichetto Frattin (Pdl), ha anche detto che per rafforzare l’intera operazione finanziaria e per rassicurare i mercati, potrebbe venire anticipata nel decreto legge la cosiddetta “clausola di salvaguardia” voluta da Tremonti per blindare la finanziaria qualora il governo non ottenga la delega fiscale dal Parlamento. Verrebbe assicurato così il gettito di quei 15-17 miliardi che ancora mancano per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. La clausola di salvaguardia consiste nel taglio del 15% di alcune delle attuali 476 agevolazioni fiscali e assistenziali che vanno a beneficio di famiglie, imprese e lavoratori e che allo Stato costano tra i 150 e i 190 miliardi di euro. «La clausola di salvaguardia viene approvata subito, ma scatta nel 2013 se non c’è la delega fiscale», ha detto il relatore di maggioranza. Su quali agevolazioni il governo intenda colpire, tuttavia, ancora nulla si sa. Gli emendamenti non dovrebbero essere più di quindici. La Lega fa le barricate per non toccare le pensioni delle donne del settore privato e per modificare, invece, quel patto di stabilità a favore dei comuni virtuosi. L’opposizione, con l’Idv in particolare, ha presentato un dettagliato rapporto sui benefici della “casta” di cui chiede ampie riduzioni: dall’abolizione del vitalizio dei parlamentari e dei consiglieri regionali, al blocco delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni, dall’unione obbligatoria per i Comuni con meno di 15 mila abitanti. Secondo il relatore Pichetto Frattin «l’armonizzazione delle rendite fiscali non avverrà subito». ©RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "MONTE PENSIONI INPS NEL 2011 LE MODIFICHE ALLA RIVALUTAZIONE IL GETTITO 14/07/2011 ATTESO"

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-14 - pag: 2 autore: Eugenio Bruno MONTE PENSIONI INPS NEL 2011 LE MODIFICHE ALLA RIVALUTAZIONE IL GETTITO ATTESO

Pensioni, contributo da quelle alte Penalizzate sopra i 90mila euro - Rivalutazioni azzerate oltre i 2.300 euro ANZIANITÀ Nel 2012, 2013 e 2014 slitta di 1, 2 e 3 mesi il pensionamento anticipato per chi ha 40 anni di contributi ROMA Sul tavolo delle pensioni il Governo cala il poker. Sono quattro infatti gli interventi in campo previdenziale contenuti nel pacchetto di emendamenti alla manovra presentati dal relatore Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) ieri pomeriggio in commissione Bilancio del Senato: rivalutazione aumentata al 70% per gli assegni tra 1.400 e 2.300 euro e azzerata oltre tale soglia; contributo di solidarietà del 5% sui trattamenti da 90mila euro in su e del 10% oltre i 150mila; anticipo al 2013 dell'aggancio all'aspettativa di vita; posticipo nel 2012 di un mese e poi di due e di tre dell'uscita dal lavoro per chi ha 40 anni di contributi. La prima misura è anche la più annunciata. Da più di una settimana l'Esecutivo si era detto pronto ad allentare la stretta al meccanismo che adegua l'importo al costo della vita. E così è stato anche se in misura minore rispetto alle previsioni della vigilia e, soprattutto delle richieste delle opposizioni. Anziché bloccare nel biennio 2012-2013 l'indicizzazione sulle pensioni superiori a 8 volte il minimo Inps (cioè da 3.800 euro in avanti), come invocato martedì dalla minoranza, il testo presentato da Fratin si è limitato ad aumentare dal 45 al 70% il coefficiente di rivalutazione introdotto dalla manovra per i trattamenti tra 3 e 5 volte (inclusi nel range 1.400-2.300 euro). Azzerandolo poi oltre tale soglia. Critiche per la decisione dell'ultimora sono giunte dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano (Pd) che ha accusato la maggioranza di voler mantenere una «grave iniquità» poiché «vengono colpite le indicizzazioni delle pensioni medio-basse». Ma alla base dell'allentamento "light" c'è stata la necessità di conservare invariati i saldi della correzione come imposto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Tant'è che da questa disposizione, stando alla relazione tecnica allegata all'emendamento, continueranno ad arrivare 420 milioni l'anno prossimo e 680 nel 2013 e 2014. Risorse a cui si sommeranno quelle, per la verità modeste, provenienti dal contributo di solidarietà sulle "pensioni d'oro" invocato dalla Lega e recepito dal relatore. Dal 1 agosto di quest'anno al 31 dicembre 2014 coloro che ricevono un assegno previdenziale superiore ai 90mila annui dovranno rinunciare al 5%; dai 150 mila euro in su il sacrificio sarà del 10 per cento. Per un totale di 12 milioni recuperati dall'erario quest'anno. Che diventeranno 44 nel prossimo triennio. La terza linea d'azione riguarda un tema già battuto dal decreto legge 98: l'adeguamento triennale dell'età di uscita dal pensionamento all'aspettativa di vita. Il testo approvato a Palazzo Chigi anticipava dal 2015 al 2014 l'avvio dell'aggiornamento delle finestre di uscita. Con la modifica apportata ieri questo effetto viene retrodatato di altri 12 mesi. Ciò significa che a partire dal 1 gennaio 2013 ci vorranno tre mesi in più per ottenere il pensionamento di vecchiaia laddove dal 2016 al 2030 ne serviranno quattro. Dal 2030 al 2050 l'adeguamento necessario scenderà di nuovo a tre mesi. Nel complesso, tra una quarantina d'anni, si lavorerà tre anni e dieci mesi in più di adesso. Con un risparmio per lo Stato di 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015 e così via. Allungamento in vista ed è forse la novità più rilevante in campo previdenziale visto che finora un'ipotesi del genere non era stata prospettata - anche per chi punta ad andare in pensione con 40 anni di contributi versati a prescindere dall'età anagrafica. Uno degli emendamenti firmati Fratin posticipa la finestra di uscita di un mese per chi avrebbe maturato il quarantennio di lavoro nel 2012; di due mesi per chi arriverà nel 2013 e di tre mesi dal 2014 in poi. Ma è la stessa norma a prevedere due eccezioni. Innanzitutto, non saranno colpiti dal prolungamento ex lege i lavoratori che raggiungeranno quota "40" già quest'anno. In secondo luogo, viene introdotta l'esenzione per 5mila unità dei circa 34.500 interessati annualmente. Al netto delle deroghe questa disposizione produrrà 201 milioni di euro di risparmi aggiuntivi nel 2013. Destinati a crescere di anno anno in anno fino alla vetta di 790 milioni nel 2015. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Tempo Online, Il Data: 14/07/2011 "Manovra approvata entro il weekend"

Indietro Stampa Manovra approvata entro il weekend Salva la rivalutazione per pensioni basse. Accolte 13/07/2011, 05:30 alcune richieste della Sinistra.

HOME POLITICA Dopo due giornate di panico ieri la PREC SUCC Borsa ha tirato il fiato, ma il pericolo della speculazione è tutt'altro che CONTENUTI CORRELATI Lodo Mondadori, Cir avvia sventato. Ora l'attenzione del mercato è la procedura per la richiesta rivolta alla manovra economica. Da di pagamento Porta Maggiore Accoltella Bruxelles è arrivata la sollecitazione a brasiliano per viabilità Trans fare presto e a mantenere accoltellato l'altro ieri in tarda serata dopo una lite per motivi l'impostazione del rigore. È una corsa contro il tempo. Il di viabilità. ministro dell'Economia Giulio Tremonti dopo aver partecipato American Jewish Committee Il direttore Harris ricevuto da all'Ecofin è rientrato in tutta fretta a Roma per definire in un Frattini ROMA Il ministro degli vertice con il presidente del Senato Schifani e i capigruppo di Esteri, Franco Frattini, ha ricevuto ieri alla Farnesina maggioranza e opposizione, la tempistica. La manovra David Harris, Direttore dovrebbe essere liquidata dall'Aula del Senato domani alle 14 e Esecutivo dell'American Jewish Committee. passare subito alla Camera. Nel caso in cui il Governo Ripartono Alitalia e Air One decidesse di porre il voto di fiducia si rinuncerà alla discussione L'Etna si calma Ripresi i voli su Catania generale e si passerà direttamente alle dichiarazioni di voto. Il CATANIA «Con la riapertura sì definitivo del Parlamento dovrebbe arrivare venerdì. Schifani dell'aeroporto di Catania, dopo la sospensione delle e Tremonti hanno ringraziato l'opposzione per la collaborazione operazioni per la presenza di e il presidente della Repubblica Napolitano ha espresso cenere vulcanica, Alitalia ed Air One hanno ripreso ieri apprezzamento per la decisione di stringere i tempi. matt Franceschini del Pd, dopo una riunione con la maggioranza ha Da attivisti pro-Assad Ambasciate Usa e Francia precisato che «fermo restando il giudizio negativo sulla attaccate manovra, il Pd ha raccolto la sollecitazione di Napolitano ed è DAMASCO Manifestanti pro- Assad hanno attaccato ieri le disponibile a concludere l'approvazione del testo per venerdì». ambasciate di Stati Uniti e A saldare l'intesa con l'opposizione, anche un incontro al Francia a Damasco. Stefano Accardi, Paolo Senato con Giulio Tremonti. Pochi gli emendamenti presentati. Agostini, Giuseppe Arcieri, Dal Pdl solo 5 proposte di modifica. C'è la modifica della norma Salvatore… sull'aumento dell'imposta di bollo sui depositi titoli che realizza un aumento del tributo progressivo e articolato nel tempo esclusivamente per le comunicazioni relative ai dossier titoli inviati dagli intermediari finanziari. La norma punta anche a ridurre il rischio di esodo dai titoli di stato. I Bot quindi saranno salvi. Un altro emendamento riguarda la perequazione automatica delle pensioni, ossia la modifica temporanea del meccanismo di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, mantenendo l'attuale sistema di indicizzazione per le pensioni medio-basse e azzerando la perequazione per quelle superiori di cinque volte le pensioni minime Inps. La terza proposta di modifica consiste nella sterilizzazione ai fini del patto di stabilità interno della quota di cofinanziamento relativa all'utilizzo dei fondi strutturali europei di competenza di regioni ed enti locali. C'è poi la proposta di una cabina di regia nazionale dei fondi strutturali europei. Arriva infine l'anticipo della clausola di salvaguardia prevista dalla delega fiscale che colpirà i 150 miliardi di agevolazioni affastellate da anni norme sul fronte sia fiscale che assistenziale. Nel caso in cui la delega non venga esercitata scatterebbe un taglio orizzontale con l'obiettivo di recuperare circa 15 miliardi. Tremonti sta lavorando a un emendamento sulle privatizzazioni per dare un segnale forte ai mercati. Il ministro ha accolto alcune proposte di modifica avanzate dalle opposizioni riguardanti tra l'altro le indicizzazioni delle pensioni, la progressività del bollo sui depositi titoli e la norma sull'ammortamento per le società concessionarie. Ovvero la mancata indicizzazione delle pensione si applicherà solo a quelle superiori otto volte il minimo; il bollo sul deposito titoli sarà progressivo ed escluderà i titoli di Stato; sul versante delle regole i grandi eventi non saranno più gestiti dalla Protezione Civile e sarà tolto il tetto di un milione per gli appalti che non hanno rilevanza pubblica; sarà modificata la norma che pone il tetto dell'1% agli ammortamenti per le società concessionarie. Il capogruppo Pd Finocchiaro ha poi riferito che Tremonti ha fatto «un'apertura anche su altri punti, e cioè liberalizzazioni, spending review e costi della politica». Oggi Tremonti vedrà le autonomie locali per affrontare il tema del patto di stabilità interno. PRESSToday Rassegna stampa

Tempo Online, Il Data: 14/07/2011 "Subito l'innalzamento dell'età delle donne a 65 anni"

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Subito l'innalzamento dell'età delle donne a 65 anni 14/07/2011, 05:30 Accanto alle tante pensioni vicino al minimo, vi sono circa un milione 600mila pensioni oltre i duemila euro al mese, per un importo di oltre 60 miliardi.

HOME POLITICA Alcune di queste sono totalmente sproporzionate ai contributi PREC SUCC versati in passato, e non c'è nessuna ragione né morale né di equità per mantenerle al livello attuale. Da un taglio medio del CONTENUTI CORRELATI I membri storici dei Doors 5%, secondo Zingales e Perotti, si possono ricavare 3 miliardi. sulla tomba di Jim Morrison a Insieme con un innalzamento immediato dell'età pensionabile 40 anni dalla morte L’origine del debito in troppi delle donne a 65 anni e con l'indicizzazione al Pil come avviene sussidi e tagli d’imposte in Svezia e come proposto da Tito Boeri e Agar Brugiavini su Parmalat, il pm chiede 7 anni per Geronzi www.lavoce.info, si potrebbe produrre un risparmio da Le novità: ticket e tagli alle quantificare esattamente, ma diciamo almeno 6 miliardi (le pensioni d'oro Per i 100 anni del Viminale pensioni totali sono 250 miliardi, oltre il 15% del Pil; se non si debutta il nuovo logo può ridurre questa voce del 2%, che rigore è?). Secondo Iraq Trovata fossa comune Alberto Bisin e Sandro Busco di NoiseFromAmerika, «il Strage di Saddam provvedimento di eliminazione della indicizzazione delle BAGHDAD I cadaveri di 222 persone, probabilmente curdi pensioni oltre i 2300 euro rende più tenue il legame, sia uccisi dall'ex regime di effettivo sia atteso per il futuro, tra contributi versati e la Saddam Hussein negli anni 80, sono stati ritrovati in una pensione percepita. Per decenni gli italiani sono stati educati fossa comune a sud di all'idea che il livello della loro pensione non dipendesse in modo Baghdad. sostanziale dal valore capitalizzato dei contributi versati ma da altre variabili. Quando i cittadini osservano che i contributi versati non generano obbligazioni inviolabili da parte della controparte (lo Stato, in questo caso), ma semplicemente generano promesse che possono essere disattese a ogni consiglio dei ministri, allora è più probabile che i contributi sociali vengano considerati come una forma pura di tassazione, con i conseguenti effetti negativi sull'offerta di lavoro». PRESSToday Rassegna stampa

Tempo Online, Il Data: 14/07/2011 "Torna il ticket sanitario e tagli alle pensioni d'oro"

Indietro Stampa Torna il ticket sanitario e tagli alle pensioni d'oro Le novità della manovra. Bagarre sulle modifiche sugli 14/07/2011, 05:30 ordini professionali: si tratta. Schifani media.

HOME POLITICA I ticket sulla sanità potrebbero tornare PREC SUCC già da quest'anno. Scatta subito anche il taglio delle agevolazioni. E arriva il CONTENUTI CORRELATI Torna il terrore a contributo per le pensioni d'oro. Sono Mumbai: tre bombe in centro, queste le novità principali che decine di morti L’origine del debito in troppi potrebbero essere introdotte nella sussidi e tagli d’imposte Manovra economica, ora in discussione La giornata di Mr Gekko all'attacco dell'Euro al Senato. Mentre rimane aperta la discussione sull'abolizione Torna il terrore a Mumbai: degli ordini professionali. Ticket. È una delle modifiche alla tre bombe in centro Le novità: ticket e tagli alle Manovra, che potrebbe essere accolta, come riferiscono fonti pensioni d'oro parlamentari di maggioranza. Rientrerebbero così i ticket di 25 Arriva il superpomodoro elisir di giovinezza euro sui codici bianchi di pronto soccorso e quelli di 10 euro sulla diagnostica così come previsto da una norma del 2007. La reintroduzione immediata dei ticket permetterebbe di rimediare circa 480 milioni che venivano invece stanziati per consentire l'esenzione per tutto il 2011. Liberalizzazioni. La regola è semplice: ciò che non è regolato è libero. Per «incrementare il tasso di crescita dell'economia nazionale» il governo formulerà «alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche». In uno degli emendamenti del relatore alla Manovra si legge che «trascorso il termine di 8 mesi dalla data di entrata in vigore» della legge «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero». Inoltre, entro il 31 dicembre 2013, il ministero dell'Economia approva «uno o più programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello stato e di enti pubblici non territoriali». Sforbiciata alle agevolazioni. Scatta il taglio di quelle fiscali tra il 5 e 20 per cento. Gli effetti positivi ai fini dell'indebitamento netto sono attesi in 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Pensioni d'oro. Arriva il contributo di solidarietà del 5-10% sulle pensioni d'oro. In particolare il testo dell'emendamento stabilisce che dal 1° agosto 2011 al 31 dicembre 2014 i trattamenti pensionistici superiori ai 90 mila euro lordi annui, siano assoggettati a un contributo di solidarietà pari al 5% della parte eccedente il suddetto importo fino a 150 mila euro e al 10% per la parte eccedente l'importo di 150 mila euro. A formare il trattamento pensionistico concorreranno anche i trattamenti erogati da forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definitive, in aggiunta o ad integrazione del trattamento pensionistico obbligatorio. Anticipato aggancio pensioni fine vita. Si anticipa al primo gennaio 2013 (anziché dal 2014) l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. No rivalutazione automatica sopra i 30 mila euro. Resta la stretta sulla rivalutazione delle pensioni per il biennio 2012-2013 ma ammorbidita. In un altro emendamento, è previsto che negli anni 2012-2013 alle pensioni «complessivamente superiori a 5 volte il trattamento minimo Inps» non sia concessa «la rivalutazione automatica». Slittano le pensioni con 40 anni. Slittano le pensioni con 40 anni di contributi, a partire dal 2012. Il prossimo anno è previsto un posticipo di un mese, che diventa di due mesi nel 2013 e di 3 mesi a partire dal 2014. Indicizzazioni pensioni medie. Sale dal 45 al 70% rispetto al testo originario della manovra l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi (attorno ai 1.428 euro al mese). Confermata la piena indicizzazione inferiore a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo, ciò di circa 2.380 euro mensili. Ordini professionali. Si è scatenata la bagarre. Il primo testo presentato prevedeva l'abolizione. Ma si è scatenata la rivolta dei parlamentari Pdl con tanto di raccolta di firme al punto da costringere Schifani a convocare un vertice con maggioranza e governo. Alla fine il sottosegretario all'Economia Luigi Casero annuncia: ci dovrebbe essere una distinzione tra gli ordini professionali che sostengono l'esame di Stato e quelli che non lo sostengono. PRESSToday Rassegna stampa

Alto Adige Data: "si andrà a riposo più tardi contributo da quelle d'oro" 15/07/2011

Indietro Stampa Pagina 4 - altre Si andrà a riposo più tardi Contributo da quelle d’oro

ROMA. Si andrà in pensione più tardi, anche con 40 anni di contributi. E’ la novità più importante della manovra sul trattamento pensionistico. Dal 2012 si dovrà aspettare un mese in più, due nel 2013 e tre dal 2014. Non cambia niente per chi matura i 40 anni entro il 31 dicembre di quest’anno. La norma dovrebbe riguardare circa 68mila lavoratori privati, 11mila pubblici e circa 34.500 autonomi. I tecnici hanno anche calcolato l’ammontare dei risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 milioni nel 2014, 710 milioni nel 2015 e 790 nel 2016. C’è poi una tassa aggiuntiva una tantum sulle cosiddette pensioni d’oro, chiamata “contributo di solidarietà”. Riguarda le pensioni sopra i 90mila euro annui. Il contributo è del 5 per cento per la parte eccedente i 90 fino a 150mila euro. Diventa del 10 per cento per la parte che supera i 150mila euro annui. Nel testo della manovra si precisa che il calcolo del reddito percepito viene considerato anche un eventuale contributo di forme pensionistiche integrative. Insomma chi si è creato una pensioncina aggiuntiva, magari pagando per anni ratei da far fruttare in vecchiaia, avrà la sgradita sorpresa di vedersi prelevare il “contributo”. La relazione tecnica non fornisce grandi cifre sulla spremitura delle pensioni d’oro. Dovrebbe fruttare 18 milioni di euro quest’anno, 44 milioni nel 2012 e negli anni successivi. Inoltre si anticipa al primo gennaio 2013 l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita. Dal 2013 incremento di tre mesi. PRESSToday Rassegna stampa

Avvenire Data: "Pensioni tartassate: età innalzata e aumenti bloccati" 15/07/2011

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ECONOMIA 15-07-2011

Pensioni tartassate: età innalzata e aumenti bloccati

Rivalutazioni azzerate oltre i 2.380 euro al mese Con 40 anni di contributi, via un mese più tardi DA ROMA EUGENIO FATIGANTE È il settore più rivoluzionato dalla manovra: a conferma che, quando serve, la previdenza rimane uno dei serbatoi più 'gettonati' a cui attingere. Con il decreto si ottengono, in un colpo solo, i seguenti effetti: viene frenata o azzerata la rivalutazione annua delle pensioni medio-alte, si introduce un taglio almeno del 5% per quelle sopra i 90mila euro annui, si anticipa l’innalzamento dell’età di ritiro che farà lasciare a tutti il lavoro più tardi, si obbligano i pensionandi con 40 anni di contributi ad andarsene un mese dopo e si stabilisce dal 2020 l’aumento dell’età di pensione anche per le donne che lavorano nel privato. Un ricco carnet , dunque. La misura che ha provocato più polemiche (oggi protesterà lo Spi-Cgil) è quella sulle indicizzazioni che ogni anno, il 1° gennaio, fanno salire un po’ l’importo degli assegni (per il 2012, a esempio, a oggi è prevedibile che la percentuale di adeguamento sarà di circa il 2%). Questa percentuale nel biennio 2012/13 resterà ora applicata al 100% per le pensioni più basse, fino a 1.428 euro mensili lordi; nell’ultima versione calerà invece dal 90 al 70% (in un primo tempo si era ipotizzato il 45%) per quelle fino a 5 volte gli assegni minimi, ovvero dai 1.428 fino a 2.380 euro. Ma attenzione, l’aumento ridotto varrà solo per la fascia di pensione sopra i 1.428 euro: in pratica, la perdita sarà al massimo di 6 euro. Resta confermato l’azzeramento degli aumenti annui per quelle sopra i 2.340 euro lordi al mese, sempre nella parte eccedente tale soglia. Ben più netto è invece il taglio per chi percepisce lauti assegni previdenziali: da agosto e fino a tutto il 2014, i livelli sopra i 90mila euro lordi l’anno saranno tagliati del 5%, quelli sopra i 150mila del 10%. Un’altra sorpresa finale in negativo riguarda l’anticipo della norma approvata nel 2010 (e presentata allora da Tremonti come «la vera riforma delle pensioni») che fa salire in automatico per tutti l’età di pensione in rapporto all’allungamento delle aspettative di vita. Per i trattamenti di vecchiaia e per l’assegno sociale l’età dovrebbe salire di 3 mesi dal 1° gennaio 2013 (doveva scattare dal 2015). Per i successivi interventi triennali, dal 2016 al 2030, la stima è di successivi innalzamenti di 4 mesi, che si ridurranno a 3 mesi dal 2030. A conti fatti nel 2050, rispetto a oggi, si dovrebbe andare in pensione 3 anni e 10 mesi più tardi. Un’altra novità introdotta nelle battute finali si rivela spiacevole per i lavoratori con 40 anni di contributi, che vengono 'toccati' per la prima volta: per il 2011 in corso non cambia nulla, ma da gennaio 2012 dovranno comunque aspettare un mese in più per lasciare il lavoro; poi quest’attesa si prolungherà a 2 mesi dal 2013 e a 3 per chi matura i 40 anni nel 2014. Le donne, infine: è confermata la partenza nel 2020 dell’aumento, dagli attuali 60 anni, dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne nel settore privato (il processo è già in corso nel pubblico impiego). Il meccanismo è graduale e si arriva a 65 anni nel 2032. Anticipato di due anni l’aggancio alle attese di vita Lavoratrici private verso i 65 anni, ma solo dal 2020 PRESSToday Rassegna stampa

Centro, Il Data: "previdenza: meno tagli su indicizzazioni fino a 1.428 euro ridotte del 30%" 15/07/2011

Indietro Stampa Pagina 4 - Attualità Previdenza: meno tagli su indicizzazioni Fino a 1.428 euro ridotte del 30%

ROMA. C’è una buona notizia sul fronte congelamento delle indicizzazioni delle pensioni medio-alte. Il taglio del 55 per cento per quelle da 1.428 euro in su è stato ridotto al 30 per cento, dopo le pressioni di sindacati e opposizioni. Lo stop alla rivalutazione vale per la quota che eccede cinque volte il minimo (cioè 2.348 euro) mentre viene applicata un’indicizzazione parziale al 70% per la quota fino a tre volte il minimo (appunto i 1.428) euro. I risparmi sono consistenti dovrebbero essere costistenti: 420 milioni di euro nel 2012, 680 nel 2013 e altrettanti l’anno seguente. Secondo la relazione tecnica, è del 22,3 per cento la quota percentuale del monte pensioni relativo a trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo. Resta però la misura che adegua l’ingresso in pensione alle aspettative di vita. Ed è un adeguamento stringente. Intanto scatta dal primo gennaio 2013 e non 2014. In sostanza si dovrebbe andare in pensione tre mesi più tardi a partire dal 2013, mentre per gli adeguamenti che verranno si prevedono altri quattro mesi in più dal 2016 e così via (la misura è di 4 mesi ogni tre anni) fino all’anno 2030. Da lì al 2050 tre mesi in più ogni tre anni. Arrivando alla sostanza questo meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita significa che nel 2050 si andrà in pensione tre anni e dieci mesi più tardi rispetto ad ora. PRESSToday Rassegna stampa

Cittadino, Il Data: "Tra ticket, pensioni e imposte: una mannaia sulle agevolazioni" 15/07/2011

Indietro Stampa Tra ticket, pensioni e imposte: una mannaia sulle agevolazioni ROMA Il Senato rimpolpa la manovra. E per dissipare ogni dubbio di solidità dell’intervento anticipa il colpo di scure sulle agevolazioni. Gli oltre 100 miliardi di valore subiranno un taglio del 5% nel 2013 e del 10% a partire dal 2014. E sarà un taglio indistinto che potrebbe colpire, ad esempio, anche le agevolazioni per le famiglie. Per un lavoratore e un pensionato - ha calcolato la Cgil - il costo medio potrebbe essere di 1.200-1.800 euro. A meno che il Governo, in momenti migliori, decida altrimenti. La correzione arriva così a sfiorare i 50 miliardi (oltre 80 se si considera l’effetto cumulato sugli ultimi 2 anni). Rispetto al testo iniziale non sono quindi moltissime le modifiche del Senato, ma decisamente di “peso” (economico).TICKET DA SUBITO: Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall’entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì.MANNAIA SU AGEVOLAZIONI...: Il taglio sarà indistinto dal 2013, cioè colpirà tutte le 480 voci individuate (famiglie, asili, agevolazioni per le ristrutturazioni incluse). Sarà il 5% nel 2013 e il 20% nel 2014. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale.IL “SUPER-FORFETTONE”: Agevolazione che va, agevolazione che viene: arriva il super-forfettone. La misura viene osteggiata dall’opposizione perché potrebbe non essere coperta. Prevede un forfait del 5% per chi, sotto i 35 anni, apre un’attività (anche cassintegrati più anziani). Salta il limite dei 4 anni nei quali si può utilizzare l’agevolazione. CORREZIONE SFIORA 50 MILIARDI: Alla fine nel 2014 la correzione sfiorerà i 50 miliardi (25,3 iniziali e 22,6 in più inseriti in Senato). L’effetto cumulato su tutti gli anni arriva a oltre 80 miliardi.INDICIZZAZIONE PENSIONI: Sale dal 45 al 70% l’indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l’azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo. PENSIONI, AGGANCIO AL 2013: Si anticipa al primo gennaio 2013 l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l’incremento sarà di 3 mesi.PENSIONI ANZIANITÀ: I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il collocamento a riposo.PRELIEVO 5-10% SU PENSIONI D’ORO: Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d’oro, cioè superiori ai 90mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90mila euro, e al 10% per la parte eccedente i 150mila euro.DA 2013 PRIVATIZZIAMO: Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attività economiche. Ma se così non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero».CAMBIA IMPOSTA DOSSIER TITOLI: Cambia l’imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi. STOCK OPTION: L’aliquota del 10% si applicherà a tutta la parte eccedente la parte fissa della retribuzione.AMMORTAMENTI SI CAMBIA: Per quanto riguarda gli ammortamenti è stato tolto quello al 2% per le società diverse da quelle autostradali e trafori. Arriva invece un aumento dello 0,30% dell’Irap (dal 3,90 al 4,20) per i concessionari non autostradali, mentre per i concessionari autostradali e trafori scende dal 5 all’1% la deducibilità del fondo spese di ripristino. BENZINA PIÙ CARA ANCHE NEL 2012: Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012».Francesco Carbone PRESSToday Rassegna stampa

Corriere della Sera Data: "Pensioni, dal 2014 41 anni e tre mesi per lasciare il lavoro" 15/07/2011

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CORRIERE DELLA SERA - CORRIERE DELLA SERA sezione: Primo Piano data: 15/07/2011 - pag: 9 Pensioni, dal 2014 41 anni e tre mesi per lasciare il lavoro

Tutti lasceranno il lavoro piu tardi; le pensioni, tranne quelle fino a tre volte il minimo, subiranno un taglio dell'adeguamento al costo della vita; e sui trattamenti superiori a 90 mila euro l'anno scatterà un prelievo straordinario. Queste le novità sulla previdenza. Età. Resteranno più a lungo al lavoro anche coloro che, dal prossimo gennaio, raggiungeranno 40 anni di contributi. Il tabù dell'intoccabilità dei 40 anni di lavoro, per cui si andava in pensione immediatamente dopo il raggiungimento del requisito contributivo indipendentemente dall'età anagrafica, era già stato intaccato l'anno scorso con la legge 122 che aveva introdotto la «finestra mobile» per tutti i lavoratori: 12 mesi di attesa tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Nonostante le polemiche e le promesse fatte, la norma non esentò quelli con 40 anni di contributi, che quindi ora vanno in pensione a 41 o a 41 anni e mezzo, rimettendoci tra l'altro l'ultimo anno o anno e mezzo di contributi perché il massimo di anzianità utilizzabile per il calcolo della pensione è rimasto a 40 anni. Adesso l'emendamento al decreto stabilisce che chi va in pensione con 40 anni di contributi dovrà aspettare un altro mese in più rispetto alla finestra mobile nel 2012, due mesi nel 2013 e tre mesi nel 2014. Questo significa che un lavoratore dipendente nel 2014 potrà lasciare il lavoro senza il requisito dell'età solo dopo 41 anni e tre mesi. Vanno con la vecchia finestra mobile solo coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre di quest'anno e i primi 5 mila lavoratori in mobilità che li matureranno nel 2012. Anche tutti gli altri lavoratori, quelli che hanno bisogno del requisito d'età, dovranno però aspettare di più. Il decreto emendato prevede infatti che l'aggancio triennale dell'età pensionabile alla speranza di vita scatti già dal 2013 anziché dal 2014 come prevedeva il testo iniziale del decreto. Di scatto triennale in scatto triennale (3-4 mesi in più ogni volta), nel 2050, per andare in pensione di vecchiaia ci vorranno circa 70 anni. Importi. Sulle pensioni più ricche scatta, dal primo agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014, un prelievo straordinario: del 5%sugli importi superiori a 90 mila euro lordi l'anno e fino a 150 mila euro, del 10%per la parte eventualmente eccedente. A formare l'importo concorrono anche i trattamenti di pensione integrativa. Infine viene limitato per gli anni 2012 e 2013 l'adeguamento degli assegni al costo della vita, sia pure in maniera più lieve rispetto al testo iniziale. Si salvano solo le pensioni fino a tre volte il minimo, cioè non superiori a 1.402,29 euro al mese, per le quali resta l'indicizzazione al 100%, che invece scende al 70%sulle pensioni fra tre e cinque volte il minimo (cioè non superiori a 2.337,15 euro). Nessun adeguamento invece per gli importi maggiori. Enrico Marro emarro@rcs. it RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Europa Data: 15/07/2011 "La manovra peserà di più su famiglie e pensionati"

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La manovra peserà di più su famiglie e pensionati

Le misure più inique: i tagli alle agevolazioni fi scali e i superticket

Immaginate di preparare, magari per risparmiare, una maionese con dell’olio scadente e di accorgervi solo dopo che l’emulsione stia per impazzire. Ecco allora che aggiungete, presi dal panico e magari alla rinfusa, un tuorlo d’uovo, un filo d’olio di qualità, un cucchiaio di limone, mezza tazzina d’acqua calda (o era fredda?) e una goccia d’aceto con l’intento di “riprenderla”. Il risultato sarà modesto e simile al calcestruzzo semmai color zafferano, difficile da digerire ma necessario per legare l’insalata di riso. Ecco, solo allora avrete una minima idea di quella che è la manovra economica finalizzata al pareggio di bilancio entro il 2014, approvata ieri dal senato e che oggi la camera convertirà in legge. Una manovra che è nata con un vizio di forma: avere come obiettivo il raggiungimento del pareggio di bilancio senza contenere tutte le risorse per conseguire il risultato. Al punto che l’entità stessa della correzione era incerta e oscillava paurosamente dai 48 miliardi annunciati dieci giorni fa da Tremonti, di cui 15 inesistenti perché affidati a una delega fisco-assistenziale di dubbia gestazione, ai 25,3 inseriti nel testo uscito dal consiglio dei ministri. Il tutto con la bollinatura della Ragioneria dello stato. Stavolta la politica della matrioska, ovvero di provvedimenti che rimandano ad altri, a cui il ministro dell’economia ha abituato il paese da tre anni a questa parte non ha incantato i mercati, con le conseguenze che tutti oggi conosciamo. La manovra, licenziata ieri dal senato, avrà ora un impatto di 70 miliardi sul quadriennio, ma vale a regime 47,9 miliardi di euro nel 2014. Dunque, rispetto a una settimana fa, si è fatta giustizia dei numeri, ma l’iniquità delle misure è rimasta tale e quale. Anzi, se possibile, è stata anche peggiorata. Ne consegue che il maggior onere della manovra peserà su donne, meno abbienti e pensionati.

Tornano i superticket sanitari Da lunedì, ovvero dal giorno dopo l’entrata in vigore della legge di conversione della manovra, torna il superticket sanitario di 10 euro sulla diagnostica ovverso sulle visite specialistiche e sulle analisi mediche e di 25 euro sui codici bianchi del pronto soccorso. Alle Regioni arrivano già quest’anno 105 milioni rispetto ai 486,5 di trasferimenti attesi dallo stato. Spetterà ai governatori decidere se far pagare i ticket ai cittadini o finanziare direttamente con risorse proprie i 381 milioni che servono. È certo che i superticket proseguiranno anche il prossimo anno visto che è già certo che nel 2012 lo stato non integrerà gli 836 milioni necessari.

Pensioni d’oro, ma non solo Si anticipa al 2013 l’aggancio delle pensioni alle aspettative di vita, mentre è previsto un contributo di solidarietà del 5% per le pensioni d’oro, cioè quelle risultanti anche da un eventuale cumulo superiori ai 90mila euro annui, che sale a 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Infine l’indicizzazione sarà piena per i trattamenti pensionistici fino a 2.380 euro lordi mensili. Oltre tale soglia è previsto il blocco delle rivalutazioni.

Meno agevolazioni, cioè più tasse Per assicurare 4 miliardi dal 2013 e 20 dal 2014, il governo ha predisposto il taglio indistinto e lineare di tutte le 483 voci di agevolazioni fiscali previste che sarà del 5% nel 2013 e del 20% dal 2014. Ad essere colpiti ovviamente i meno abbienti che usufruiscono delle detrazioni e le famiglie con i figli a carico ma anche le start up, e i lavoratori dipendenti che beneficiano delle agevolazioni per le spese sanitarie.

Conto titoli, c’è la progressività Rispetto all’iniziale aumento tout court del bollo sul conto titoli, nella versione definitiva è prevista un’esenzione dal rincaro dell’imposizione (oggi pari a 34,20 euro annui) per coloro che hanno in giacenza attività per un valore inferiore ai 50mila euro. Oltre questa soglia sono state rimodulate tre fasce che dal 2011 prevederanno il versamento di un bollo di 70 euro annui fra i 50 e 150 mila euro; di 240 euro per 2011-2012 e 780 dal 2013 per i conti in giacenza con titoli del valore fra i 150 mila e i 500 mila euro: di 680 euro fino al 2012 e 1.100 successivamente oltre i 500mila euro. Questo consentirà un recupero di gettito pari a 897 milioni di euro per i primi due anni che saliranno a 2,5 miliardi a regime.

Raffaella Cascioli PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta del Sud Data: 15/07/2011 "Arrivano i ticket sanitari e il "super-forfettone""

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Arrivano i ticket sanitari e il "super-forfettone"

Francesco Carbone ROMA Il Senato rimpolpa la manovra. E per dissipare ogni dubbio di solidità dell'intervento anticipa il colpo di scure sulle agevolazioni. Gli oltre 100 miliardi di valore subiranno un taglio del 5% nel 2013 e del 10% a partire dal 2014. E sarà un taglio indistinto che potrebbe colpire, ad esempio, anche le agevolazioni per le famiglie. Per un lavoratore e un pensionato – ha calcolato la Cgil – il costo medio potrebbe essere di 1.200-1800 euro. A meno che il Governo, in momenti migliori, decida altrimenti. La correzione arriva così a sfiorare i 50 miliardi (oltre 80 se si considera l'effetto cumulato sugli ultimi 2 anni). Rispetto al testo iniziale non sono quindi moltissime le modifiche del Senato, ma decisamente di «peso» (economico). Ticket da subito – Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì. Restano esenti i cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro. Esenti anche i disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. Mannaia su agevolazioni – Il taglio sarà indistinto dal 2013, cioè colpirà tutte le 480 voci individuate (famiglie, asili, agevolazioni per le ristrutturazioni incluse). Sarà il 5% nel 2013 e il 20% nel 2014. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Arriva «super-forfettone» – Agevolazione che va, agevolazione che viene. La misura viene osteggiata dall'opposizione perché potrebbe non essere coperta. Prevede un forfait del 5% per chi, sotto i 35 anni, apre un'attività (anche cassintegrati più anziani). Salta il limite dei 4 anni nei quali si può utilizzare l'agevolazione. Indicizzazione pensioni – Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo. Pensioni, aggancio al 2013 – Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. Pensioni anzianità – I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. Prelievo 5-10% su pensioni d'oro – Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e al 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Dal 2013 privatizzazioni – Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attività economiche. Ma se così non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero». Imposta dossier titoli – Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi. Comuni virtuosi – L'ultima correzione del Senato prevede che si tenga presente il «coefficiente di correzione connesso alla dinamica nel miglioramento conseguito dalle singole amministrazioni rispetto alle precedenti con riguardo ai parametri» di virtuosità dei Comuni. Stock option – L'aliquota del 10% si applicherà a tutta la parte eccedente la parte fissa della retribuzione. Ammortamenti – Per quanto riguarda gli ammortamenti è stato tolto quello al 2% per le società diverse da quelle autostradali e trafori. Arriva invece un aumento dello 0,30% dell'Irap (dal 3,90 al 4,20) per i concessionari non autostradali, mentre per i concessionari autostradali e trafori scende dal 5 all'1% la deducibilità del fondo spese di ripristino. Incompatibilità giudici tributari – Esclusa l'operatività delle limitazioni territoriali nel caso in cui il coniuge i conviventi, i parenti o gli affini del giudice siano iscritti ad albi professionali nell'ambito regionale ovvero nelle regioni o province confinanti con la regione con cui ha sede la Commissione tributaria provinciale o regionale. Benzina più cara anche nel 2012 – Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012». PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta dello Sport (Ed. Campania) Data: "Miracolo: manovra già pronta Ma chi ne verrà più colpito?" 15/07/2011

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GAZZETTA DELLO SPORT - GAZZETTA CAMPANIA sezione: data: 15/07/2011 - pag: 21 Miracolo: manovra già pronta Ma chi ne verrà più colpito?

Tutti andranno in pensione tre mesi più tardi e pagheranno i ticket sanitari già da lunedì. Bollo sui conti-titoli ammorbidito per le fasce più basse. Tagliate le agevolazioni fiscali Anche se il Senato ha approvato la manovra a tempo di record, la giornata non è stata buona. Il differenziale tra Btp e Bund è tornato a quota 300 e questo ha spinto giù di un punto Piazza Affari. La velocità di approvazione (stasera dovrebbe esserci il via libera della Camera) e l'entità della revisione operata dal ministro Tremonti sul testo dovrebbero servire a fermare i mercati, a persuaderli che non ha senso fare la guerra all'Italia, e di conseguenza all'euro. Il presidente Napolitano si è congratulato per il rispetto degli strettissimi tempi previsti («È un miracolo» , ha detto da Zagabria) e ha giudicato " irresponsabili" tutte le illazioni sul toto-ministri, specie i pettegolezzi che dànno Tremonti in uscita, magari per andare agli Esteri, e in arrivo al suo posto Mario Monti o Lorenzo Bini Smaghi. Mentre l'opposizione continua a sostenere che lunedì il governo dovrebbe dimettersi e Berlusconi continua a restare tappato in casa, a favore dei conti italiani ha parlato ieri persino Bernanke, il capo della Federal Reserve, di fronte al Senato americano. I mercati, però, non dànno retta né a Bernanke né a Tremonti. Il quale giustamente ieri, parlando al Senato, ha sostenuto che il pareggio di bilancio va inserito, come un obbligo, nella Costituzione. E ha ricordato che sul Titanic non si salvò nessuno, neanche i passeggeri di prima classe (in realtà si salvarono in parecchi, ma non perché stavano in prima classe). questo punto come è fatta la manovra? Possiamo dirlo perché tanto la Camera oggi non modificherà una virgola. Il punto più importante riguarda la riforma fiscale. O sarà varata entro il 30 settembre 2013, garantendo 14,7 miliardi in più alle casse dello Stato, oppure si interverrà linearmente sulle agevolazioni fiscali. 2 che significa " linearmente"? Significa che saranno tagliate tutte allo stesso modo: figli a carico, spese mediche eccetera. Cinque per cento nel 2013 e 20 per cento a partire dal 2014. Totale: 20 miliardi a regime (4 miliardi nel 2013). 3 Questo rappresenta un aumento della pressione fiscale, no? Tutto il contrario di quanto Silvio Berlusconi aveva promesso anche di recente. Se si farà la riforma che si propone di risparmiare denaro soprattutto sulle pensioni d'invalidità fasulle questi tagli non ci saranno. 4 che altro prevede il decreto legge all'approvazione delle Camere? Si anticipa al primo gennaio 2013 (doveva scattare dal 2014) l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Si andrà in pensione tre mesi più tardi a partire dal 1 gennaio 2013, poi dal 2016 vi saranno adeguamenti di quattro mesi ogni tre anni fino al 2030 e ogni tre mesi fra il 2030 e il 2050. Confermato il contributo di solidarietà per chi ha pensioni superiori ai 90 mila euro lordi l'anno: bisognerà versare il 5 per cento della parte eccedente i 90 mila euro e il 10 per cento della parte eccedente i 150 mila. Per quello che riguarda lo stop all'indicizzazione, la norma è stata ammorbidita per i livelli più bassi: sotto i 1.428 euro al mese indicizzazione piena, tra 1.428 e 2.380 indicizzazione al 70%, al di sopra nessuna indicizzazione. È stata ammorbidito per le fasce bassa anche il bollo sui conti-titoli. Chi ha meno di 50 mila euro continuerà a pagare 34,2 euro. Tra 50 e 150 mila 70 euro. Tra 150 e 500 mila 780 euro. Sopra il mezzo milione 1.100 euro. I conti titoli in Italia sono 22 milioni, nei primi due anni lo Stato incasserà 897 milioni di euro, dopo il 2013 due miliardi e mezzo di euro all'anno. Vanno a regime gli aumenti delle accise sui carburanti, quei sei centesimi di una decina di giorni fa che dovevano essere provvisori. Una riforma importante riguarda i piccoli comuni: dovranno associarsi già dal 2011 per l'espletamento di almeno due delle funzioni fondamentali loro spettanti. Entro il 2012 dovranno esercitare in forma associata quattro funzioni fondamentali ed entro il 2013 tutte e sei le funzioni fondamentali loro spettanti. Questa norma potrebbe preludere a un accorpamento degli ottomila comuni. Il loro dimezzamento come auspicato da molti consentirebbe risparmi notevoli. È uno dei punti relativi ai cosiddetti costi della politica, i cui tagli continuano a essere rimandati alla prossima legislatura. Infine c'è il ticket sulla Sanità, una misura che ancora nel 2006 (essendo Prodi al governo) Tremonti aveva criticato con parole accorate. Dieci euro sulla diagnostica e sulla specialistica, 25 euro sui codici bianchi del pronto soccorso. 5 Quando scatta? Lunedì prossimo. Il ministro della Salute Fazio giura che le fasce deboli saranno protette. PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta di Mantova, La Data: "una buona notizia sulle indicizzazioni" 15/07/2011

Indietro Stampa PREVIDENZA Una buona notizia sulle indicizzazioni Fino a 1.428 euro adeguamento ridotto solo del 30 per cento

C’è una buona notizia sul fronte congelamento delle indicizzazioni delle pensioni medio-alte. Nel testo originario c’era un taglio del 55 per cento per quelle da 1.428 euro in su. Adesso è stato mitigato al 30 per cento, dopo le enormi pressioni di sindacati, opposizioni e parti della maggioranza. Lo stop alla rivalutazione vale per la quota che eccede cinque volte il minimo (cioè 2.348 euro) mentre viene applicata un’indicizzazione parziale al 70% per la quota fino a tre volte il minimo (appunto i 1.428) euro. Ma la platea delle pensioni è particolarmente vasta per cui i risparmi risultano consistenti. Ed esattamente 420 milioni di euro nel 2012, 680 nel 2013 e altrettanti l’anno seguente. Secondo la relazione tecnica, è del 22,3 per cento la quota percentuale del monte pensioni relativo a trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo. Resta però la misura che adegua l’ingresso in pensione alle aspettative di vita. Ed è un adeguamento stringente. Intanto scatta dal primo gennaio 2013 e non 2014. In sostanza si dovrebbe andare in pensione tre mesi più tardi a partire dal 2013, mentre per gli adeguamenti che verranno si prevedono altri quattro mesi in più dal 2016 e così via (la misura è di 4 mesi ogni tre anni) fino all’anno 2030. Da lì al 2050 tre mesi in più ogni tre anni. Arrivando alla sostanza questo meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita significa che nel 2050 si andrà in pensione tre anni e dieci mesi più tardi rispetto ad ora. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Il tfr di giugno a quota 2,08%" 15/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Lavoro e Previdenza data: 15/07/2011 - pag: 27 autore: La rivalutazione in base ai dati Istat

Il tfr di giugno a quota 2,08%

A giugno il coefficiente di rivalutazione del trattamento di fine rapporto è 2,088403. L'indice dei prezzi al consumo calcolato dall'Istituto nazionale di statistica, con esclusione del prezzo dei tabacchi lavorati, è al valore di 102,6. Nel mese di maggio, lo ricordiamo, lo stesso indice era stato calcolato al valore di 102,5. Abbiamo pertanto un +0,1 rispetto al mese precedente.Tramite i dati resi noti ieri dall'Istituto di statistica è possibile calcolare il dato del trattamento di fine rapporto, introdotto dalla legge n. 297/82.Il calcolo viene fornito mensilmente per permettere di rivalutare le somme accantonate al 31 dicembre dell'anno precedente, nel caso di cessazione di rapporti di lavoro e/o conteggi in sede di bilanci infrannuali. Secondo quanto stabilito dal codice civile (art. 2120) il trattamento di fine rapporto accantonato al termine di ogni anno deve essere rivalutato mensilmente sommando due elementi:Esempio di calcolo tfr.Un dipendente ha cessato il rapporto di lavoro il 31 maggio 2011. La sua situazione è: tfr maturato al 31/12/10 25.000,00 imponibile previdenziale anno 2011 10.000,00 tfr maturato nell'anno 2011 740,74Pertanto la sua liquidazione, al lordo delle imposte sarà: tfr al 31/12/10 25.000,00+ rivalutazione (2,088403% di 25000) 522,10+ tfr maturato nell'anno 2011 740,74+ ritenuta previdenziale (0,50% su 10.000) 50,00– totale 26212,84a cura di Bruno Toniolatti, Studio Associato Paoli PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Non c'è pace per gli over 65" 15/07/2011

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ItaliaOggi sezione: Periti Industriali data: 15/07/2011 - pag: 28 autore: Troppe ambiguità nella norma della manovra correttiva

Non c'è pace per gli over 65

Un passo avanti e mezzo indietro, forse involontario. Così potremmo intendere il testo della manovra finanziaria, in probabile approvazione tra oggi e domani, nella parte dedicata a sistemare la vicenda dei pensionati lavoratori liberi professionisti. Il punto dibattuto, ricordiamolo, era stato il tentativo dell'Inps di imporre l'iscrizione d'ufficio nei propri elenchi e il pagamento di multe salate a tutti coloro che continuavano la libera attività, dopo aver raggiunto il diritto della pensione, se sceglievano legittimamente di interrompere la contribuzione previdenziale. L'illecito paradossale di cui i liberi professionisti venivano accusati dall'Inps era proprio quello di aver esercitato un diritto, come hanno ben riconosciuto i Tribunali di Aosta, di Padova e di Parma dal 2010 a oggi.L'articolo della Finanziaria che avrebbe avuto il compito di fare ordine (il 18 ai commi 11 e 12) va detto che è stato il frutto di un tavolo aperto a tre, tra Inps, ministero del Welfare e Casse dei professionisti. Tutti si sono trovati d'accordo su tre principi, che occorre ricordare e spiegare con parole semplici. Primo punto: nessuna iscrizione d'ufficio all'Inps di nessun libero professionista che produca reddito frutto delle sue competenze professionali specifiche; secondo punto: completo annullamento di tutte le cartelle di riscossione per il mancato versamento dei contributi fino al 2011 per tutti i professionisti iscritti agli enti di previdenza, come l'Eppi, che prevedevano la sospensione del pagamento dopo 65 anni. Infine, terzo punto, cambiamento delle regole dal 2011 in poi: i liberi professionisti pensionati e lavoratori continueranno ad essere iscritti alle loro Casse di previdenza, ma d'ora in avanti tutti dovranno versare anche il contributo a fini pensionistici seppur in forma agevolata. Quanto? Almeno la metà del livello obbligatorio.La nuova norma, dunque, da una parte legittima i liberi professionisti che fino a oggi hanno optato per non versare una parte della contribuzione obbligatoria dopo 65 anni, riconoscendo la forza dei regolamenti delle Casse. Dall'altra parte, si apre una questione adeguatezza, che coincide, anche se solo marginalmente, con l'atteggiamento dell'Inps. In sostanza la norma sollecita gli Enti di previdenza privati a intervenire subito per tentare di attenuare le conseguenze di una pensione il cui valore è a oggi distante rispetto al reddito che si riesce a conseguire in età da lavoro. L'accordo con Inps e ministero del Welfare si inscrive, allora, nel perimetro delle azioni da mettere in atto a tutela della congruità della futura pensione del libero professionista e lavorare tutti insieme a un percorso che permetta di accantonare quante più risorse possibili. Anche dopo 65 anni, se si continua a lavorare. Sottolineare che i tre punti siano frutto di un accordo significa chiarire che la soluzione della questione over 65 è stata formulata in modo condiviso, senza ledere l'autonomia di nessuno. Però il testo che sta per essere approvato, purtroppo, è ambiguo. I tre punti dell'accordo vengono esplicitati, ma sembra che venga fatta una sottile distinzione fra gli ultra 65enni: sono annullate le eventuali multe dei professionisti che hanno raggiunto 65 anni e hanno almeno cinque anni di contribuzione (i già pensionati), ma sarebbero obbligati al versamento presso l'Inps gli iscritti Eppi che hanno compiuto 65 anni, non hanno maturato il diritto a una pensione (perché hanno versato per meno di cinque anni) e, in più, hanno scelto di non versare il contributo previdenziale avvalendosi delle vigenti disposizioni regolamentari. «Ovviamente», commenta Florio Bendinelli, presidente Eppi, «c'è da essere soddisfatti che la Finanziaria stia per regolamentare la questione dei professionisti pensionati, secondo una linea di dialogo che abbiamo con caparbietà sostenuto. Però devo rilevare che la montagna ha partorito il topolino: il testo in Finanziaria è formulato in modo poco chiaro e, laddove non c'è trasparenza, si aprono margini di ambiguità, forse al di là dell'intenzione stessa del legislatore». Insomma, ancora non c'è pace per gli over 65. PRESSToday Rassegna stampa

Italia Oggi Data: "Ticket mensile sulle pensioni d'oro" 15/07/2011

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ItaliaOggi sezione: diritto e fisco data: 15/07/2011 - pag: 20 autore: di Daniele Cirioli MANOVRA CORRETTIVA Le disposizioni in materia di previdenza votate ieri al senato

Ticket mensile sulle pensioni d'oro

Da agosto il prelievo sulle rendite oltre 90 mila euro annui Un ticket mensile per i pensionati d'oro. Chi annualmente incassa rendite per oltre 90 mila euro, tra pensioni pubbliche e private (comprese quelle dei fondi pensione), deve pagare il dazio mensile del 5% calcolato sulla quota parte di pensioni superiore a 90 mila euro e fino a 150 mila euro, più il 10% sulla quota parte di pensioni superiore a 150 mila euro. Il ticket va pagato subito, dal prossimo mese di agosto e fino al 31 dicembre 2014. Per esempio, il pensionato che vive con 10 mila euro mensili di pensione (130 mila euro lordi all'anno) subirà mensilmente la trattenuta di 154 euro (per 13 mesi in un anno).Ticket pensionati d'oro. La novità colpisce tutti i pensionati d'oro, quelli che già sono in quiescenza e quelli che in pensione ci andranno prossimamente. Durante il periodo che va dal 1° agosto 2011 al 31 dicembre 2014 sono obbligati a pagare mensilmente un ticket sulla propria pensione, qualora mettendo insieme tutte le rendite costruite per la vecchiaia (pensioni obbligatorie e integrative e ogni altra sorta di rendita) raggiungano un introito superiore a 90 mila euro lordi l'anno. Il ticket, che si chiama contributo di solidarietà, è pari al 5% della quota parte di pensioni che eccede i 90 mila euro fino a 150 mila euro, e del 10% della quota parte di pensioni che eccede l'importo di 150 mila euro all'anno. Il ticket va pagato mensilmente a partire dal prossimo mese di agosto fino al 31 dicembre 2014. Tre anni e mezzo (quasi) durante i quali la manovra prevede di recuperare entrate per 150 milioni di euro. Per il calcolo dei limiti (90 e 150 mila euro) si tiene conto di ogni tipo di pensione. Infatti, la norma stabilisce che concorrono i trattamenti erogati da forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definite in aggiunta o a integrazione del trattamento pensionistico obbligatorio, ivi comprese le pensioni integrative (erogate da qualunque tipo di fondo pensione: aperto, chiuso e pip), nonché i trattamenti che assicurano prestazioni definite dei dipendenti delle regioni a statuto speciale, i trattamenti delle gestioni di previdenza obbligatorie presso l'Inps per il personale addetto alle imposte di consumo, per il personale dipendente dalle aziende private del gas e per il personale già addetto alle esattorie e ricevitorie delle imposte dirette. La trattenuta è applicata in via preventiva, salvo conguaglio a fine anno, all'atto della corresponsione di ciascun rateo mensile. C'è una clausola di salvaguardia (di dubbia reale operatività): a seguito dell'applicazione del prelievo, il trattamento pensionistico complessivo non può comunque risultare inferiore a 90 mila euro lordi annui. Niente rivalutazione delle pensioni d'oro. Altra novità che pure consiste in un ticket (sebbene in via indiretta) è prevista per le pensioni d'oro, quelle cioè di ammontare superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps. Per un biennio (anni 2012 e 2013) non fruiranno della consueta rivalutazione Istat (cosiddetta perequazione automatica), con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il predetto minimo Inps con riferimento alla quale, tuttavia, l'indice di rivalutazione sarà applicato per lo stesso periodo (biennio 2012/2013) in misura ridotta al 70%. Anche in questo caso vale una clausola di salvaguardia: alla pensione che è superiore a cinque volte il minimo Inps ma inferiore a questo limite (cinque volte il minimo Inps) più la rivalutazione che sarebbe spettata, l'aumento della rivalutazione (per il biennio 2012/2013) è attribuito fino ad arrivare all'importo della pensione pari a cinque volte il minimo Inps maggiorato della rivalutazione. Il meccanismo cosiddetto di perequazione automatica delle pensioni funziona così: è una sorta di aggiornamento, annuale, del trattamento di pensione in base all'indice Istat di rivalutazione (per il 2011 questo indice è dell'1,6% anche se è stato applicato in via provvisoria nella misura dell'1,4%). L'indice si applica:- in misura del 100% sull'importo mensile di pensione sino a tre volte il trattamento minimo Inps; - in misura del 90% sulla quota mensile di pensione compresa fra tre e cinque volte il minimo Inps; - in misura del 75% sulla quota mensile di pensione eccedente cinque volte l'importo del minimo Inps. In virtù della manovra, per il biennio 2012/2013 l'indice di perequazione automatica si applicherà:- in misura del 100% sull'importo mensile di pensione sino a tre volte il trattamento minimo Inps; - in misura del 70% (anziché del 90%) sulla quota mensile di pensione compresa fra tre e cinque volte il minimo Inps; - nessuna rivalutazione avrà la quota mensile di pensione eccedente cinque volte l'importo del minimo Inps.Ad esempio, per il prossimo anno (2012) l'indice di perequazione automatica si applicherà:- in misura del 100% sull'importo mensile di pensione sino a 1.405 euro (tre volte il minimo Inps di quest'anno); - in misura del 70% (anziché del 90%) sulla quota mensile di pensione compresa tra 1.406 e 2.342 euro (rispettivamente tre volte e cinque volte il minimo Inps 2011); - nessuna rivalutazione avrà la quota mensile di pensione eccedente 2.342 euro (pari a cinque volte l'importo del minimo Inps 2011). PRESSToday Rassegna stampa

Libertà Data: "Ecco capitolo per capitolo tutte le modifiche al decreto" 15/07/2011

Indietro Stampa Ecco capitolo per capitolo tutte le modifiche al decreto Un forfait del 5% per chi ha meno di 35 anni e apre un'attività

ROMA - Il Senato rimpolpa la manovra. E per dissipare ogni dubbio di solidità dell'intervento anticipa il colpo di scure sulle agevolazioni. Gli oltre 100 miliardi di valore subiranno un taglio del 5% nel 2013 e del 10% a partire dal 2014. Per un lavoratore e un pensionato - ha calcolato la Cgil - il costo medio potrebbe essere di 1.200-1800 euro. A meno che il Governo, in momenti migliori, decida altrimenti. La correzione arriva così a sfiorare i 50 miliardi (oltre 80 se si considera l'effetto cumulato sugli ultimi 2 anni). Rispetto al testo iniziale non sono quindi moltissime le modifiche del Senato, ma decisamente di ‘pesò (economico). Eccone alcune: 50 MiLiarDi - Alla fine nel 2014 la correzione sfiorerà i 50 miliardi (25,3 iniziali e 22,6 in più inseriti in Senato). L'effetto cumulato su tutti gli anni, ma il calcolo non è tecnicamente "legittimo", arriva a oltre 80 miliardi. TICKET DA SUBITO - Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi già da lunedì. MANNAIA SU AGEVOLAZIONI - Il taglio sarà indistinto dal 2013, cioè colpirà tutte le 480 voci individuate (famiglie, asili, agevolazioni per le ristrutturazioni incluse). Sarà il 5% nel 2013 e il 20% nel 2014. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sarà attuato solo se entro settembre 2013 il Governo eserciterà la delega per la riforma fiscale. Il SUPER-FORFETTONE - Agevolazione che va, agevolazione che viene. Arriva il super-forfettone. La misura viene osteggiata dall'opposizione perché potrebbe non essere coperta. Prevede un forfait del 5% per chi, sotto i 35 anni, apre un'attività (anche cassintegrati più anziani). Salta il limite dei 4 anni nei quali si può utilizzare l'agevolazione. INDICIZZAZIONE PENSIONI - Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo. PENSIONI, AGGANCIO AL 2013 - Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. PENSIONI ANZIANITÀ - I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. PRELIEVO 5-10% SU PENSIONI D'ORO - Contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90mila euro, e al 10% per la parte eccedente i 150mila euro. PRIVATIZZazioni - Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attività economiche. Ma se così non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, «ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero». DOSSIER TITOLI - Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sarà di 34,20 euro per i depositi sotto i 50mila. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi. COMUNI VIRTUOSi - L'ultima correzione del Senato prevede che si tenga presente il «coefficiente di correzione connesso alla dinamica nel miglioramento conseguito dalle singole amministrazioni rispetto alle precedenti con riguardo ai parametri» di virtuosità dei Comuni. STOCK OPTION - L'aliquota del 10% si applicherà a tutta la parte eccedente la parte fissa della retribuzione. AMMORTAMENTi - Per quanto riguarda gli ammortamenti è stato tolto quello al 2% per le società diverse da quelle autostradali e trafori. Arriva invece un aumento dello 0,30% dell'Irap (dal 3,90 al 4,20) per i concessionari non autostradali, mentre per i concessionari autostradali e trafori scende dal 5 all'1% la deducibilità del fondo spese di ripristino. BENZINA PIÙ CARA - Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28 giugno 2011 «restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012». Francesco Carbone 15/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Libertà Data: "Tagliate tutte le agevolazioni Pensione sempre più lontana" 15/07/2011

Indietro Stampa Tagliate tutte le agevolazioni Pensione sempre più lontana Calcolato un aumento della pressione fiscale dell'1 per cento

ROMA - Tagli alle agevolazioni fiscali, ritorno dei ticket sanitari con conseguente aumento della pressione fiscale dell'1%. Il Senato ha approvato col voto di fiducia la manovra economica che oggi approda alla Camera per il via libera definitivo. Con le ultime modifiche, il provvedimento rafforza la correzione dei conti pubblici a 47,9 miliardi nel 2014. Nei contenuti, la manovra è caratterizzata dai tagli lineari a tutte le agevolazioni fiscali (a partire da quelle per la famiglia), dall'adozione immediata del superticket da 10 euro, dall'obbligo di andare in pensione un mese più tardi nel 2013 per chi ha 40 anni di contributi, dalla stretta agli assegni previdenziali più alti. La misura più dolorosa riguarda il taglio delle agevolazioni fiscali (483 voci), che valgono oltre 150 miliardi. La scure si abbatte indistintamente sulle agevolazioni per la casa, la famiglia, il lavoro e le pensioni. Vale a dire: detrazioni per i figli a carico, spese sanitarie e di istruzione, redditi da lavoro dipendente, asili nido, studenti universitari, ristrutturazioni edilizie, terzo settore, Onlus, Iva, accise e crediti d'imposta. Il taglio scatterà subito ma non si applicherà nel caso in cui, entro il 30 settembre 2013, sarà esercitata una delega fiscale. Sono attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 mel 2014. Questo intervento comporterà un aumento della pressione fiscale dell'1%. Ritorna anche il superticket da 10 euro su visite e analisi e di 25 euro sui codici bianchi di pronto soccorso. La copertura finanziaria che doveva garantire la sospensione del ticket fino al 31 dicembre 2011 viene ridotta da 486,5 milioni a 105. Sul fronte delle pensioni sono diverse le novità. Quella più significativa riguarda i cittadini che raggiungeranno i 40 anni di contributi nel 2012: andranno in quiescenza un mese dopo. Rispettivamente 2 e 3 mesi per chi matuterà i requisiti nel 2013 e nel 2014. Per quanto riguarda ol patto di stabilità viene istituito il meccanismo di correzione per i Comuni virtuosi con particolare riferimento verso i fabbisogni standard indicati nelle norme sul federalismo. La manovra prevede dal 2013 l'avvio del programma di dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo si è impegnato a proporre alle categorie proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche, ma trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra economiva ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero. Brutte sorprese per gli automobilisti: restano confermati dal 1 gennaio 2012 gli aumenti delle aliquote delle accise decise il 28 giugno scorso. Tra le varie misure spunta un forfait del 5% che dovranno pagare i giovani sotto i 35 anni che avvieranno una nuova impresa. Rimodulato anche l'aumento dell'imposta di bollo sui conti deposito titoli. L'imposta con periodicità annuale sotto i 50mila euro resterà di 34,2 euro. Per quelli superiori a 50mila e inferiori a 150 mila sarà di 70 subito e 230 dal 2013. Infine aumenta la base imponbile su bonus e stock option sottoposte ad aliquota addizionale del 10%. Vindice Lecis

15/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "Regole vecchie e nuove così cambia la previdenza" 15/07/2011

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L’aumento dell’età per le lavoratrici si intreccia con l’aspettativa di vita Regole vecchie e nuove così cambia la previdenza Nel 2050 pensione di vecchiaia a 70 anni per uomini e donne PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "ROMA Adeguamento all'inflazione, pensioni d'oro, ma soprattutto nuove regole per 15/07/2011 poter la..."

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ROMA Adeguamento all’inflazione, pensioni d’oro, ma soprattutto nuove regole per poter lasciare il lavoro. La manovra che oggi sarà definitivamente approvata dalla Camera contiene molte novità in materia previdenziale; novità che, aggiungendosi a quelle già decise nel corso degli anni precedenti, rendono difficile il compito di un normale lavoratore che voglia avere un’idea di quando davvero potrà andare in pensione. Il lentissimo percorso di adeguamento dell’età di vecchiaia per le dipendenti private si intreccia con gli aumenti di età provocati dal meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita, valido invece per tutti i lavoratori. E ulteriori cambiamenti scatteranno per chi è riuscito a mettere insieme quaranta anni di versamenti contributivi. PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "ROMA Alla fine, l'allarme per il taglio della rivalutazione è rientrato, almeno per q..." 15/07/2011

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di LUCA CIFONI ROMA Alla fine, l’allarme per il taglio della rivalutazione è rientrato, almeno per quanto riguarda le pensioni di importo medio-basso. Ma il decreto legge che oggi sarà definitivamente approvato dalla Camera contiene molte novità in materia previdenziale; novità che aggiungendosi a quelle decise negli anni scorsi rendono difficile per un normale lavoratore avere un’idea, quanto meno intuitiva, dell’età in cui potrà effettivamente accedere alla pensione. Vediamo quindi come orientarsi nello scenario futuro alla luce dei vari cambiamenti. La vecchiaia delle donne. È stato uno dei temi più discussi: dato l’obiettivo di uniformare l’età della pensione di vecchiaia delle dipendenti private a quella dei colleghi uomini si è scelto un percorso di avvicinamento decisamente lento, con avvio nel 2020 e conclusione nel 2032. Gli attuali cinque anni di differenza vengono colmati con gradini crescenti prima di un mese l’anno, poi di due mesi e così via, e di sei dal 2025 in poi. Questi incrementi si aggiungono però a quelli legati all’aumento dell’aspettativa di vita, che valgono per uomini e donne. Diverso il discorso per le dipendenti pubbliche, che già dal 2012 raggiungono l’età di vecchiaia prevista per gli uomini. Da oggi al 2050. Proprio il meccanismo che fa dipendere l’età per la pensione dall’allungamento della vita media è stato anticipato in sede di manovra. Sarebbe dovuto scattare nel 2015, partirà invece due anni prima. Il principio di fondo è che l’età della vecchiaia, ma anche quella minima per la pensione di anzianità, aumentano ogni anno di alcuni mesi sulla base delle tendenze demografiche misurate dall’Istat. Per il 2013 l’incremento è già fissato in 3 mesi, per gli anni successivi sarà determinato precisamente solo ex post, ma viene comunque orientativamente stimato in 3-4 mesi a triennio. Per valutare l’impatto di questa progressione occorre ricordare che - in base alle nuove norme in materia di «finestre» introdotte nel 2010 - una volta maturati i requisiti per la pensione occorre attendere ancora prima di poterla effettivamente ricevere: un anno per i lavoratori dipendenti, un anno e mezzo per gli autonomi. Ecco quindi che di triennio in triennio l’età reale della pensione cresce fino a sfiorare nel 2050 i 70 anni, per quanto riguarda la vecchiaia. Da notare che l’incontro tra uomini e donne ci sarà nel 2032 non a 65 anni ma ad un’età effettiva di oltre 68. Il ritmo di incremento sarà lo stesso per le soglie di età minime della pensione di anzianità, nell’ambito del cosiddetto sistema delle quote: attualmente sono fissate a 60 anni con 36 di contributi e a 61 con 35 (quota 96), nel 2013 cresceranno di un altro anno ed anche dei 3 mesi legati all’aspettativa di vita. La rivalutazione. Dai requisiti per la pensione di chi oggi lavora agli assegni di chi è già a riposo: il meccanismo per l’adeguamento all’inflazione messo a punto nel decreto salva i trattamenti fino a cinque volte il minimo Inps (circa 2.380 euro al mese). Per loro la rivalutazione sarà piena fino ai 1.430 euro e al 90 per cento oltre questa soglia (come già previsto nella legislazione precedente alla manovra). Invece coloro che sono sopra i 2.380, anche di poco, avranno solo una piccola quota fissa di rivalutazione, ossia il 70 per cento di quella che spetterebbe per la parte di pensione fino a 1.430 euro mensili: ipotizzando un tasso di inflazione del 2,2 per cento sarebbe un importo, per tutti, di 22 euro al mese. Le pensioni d’oro. Ai trattamenti pensionistici più alti quelli superiori a 90.000 euro lordi l’anno viene chiesto - da agosto di quest’anno alla fine del 2014 - un «contributo di perequazione» che ricalca l’analogo prelievo applicato ai dirigenti pubblici: 5 per cento della parte di retribuzione che supera i 90.000 euro, 10 per cento di quella che è al di sopra dei 150.000. Per un pensionato che percepisce 200.000 euro l’anno la decurtazione lorda sarà di 8.000 euro; quella netta effettiva risulterà più bassa per effetto del prelievo fiscale (circa 4.500 euro). RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Messaggero, Il Data: "ROMA Quarant'anni non bastano. Per chi iniziava a lavorare magari molto giovane, 15/07/2011 un tempo era ..."

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ROMA Quarant’anni non bastano. Per chi iniziava a lavorare magari molto giovane, un tempo era questo l’arco massimo della carriera professionale. Da un po’ di tempo non è più così, e la manovra ha ulteriormente spostato in avanti la soglia, che nel 2014 arriverà di fatto a 41 anni e 3 mesi o anche di più per i lavoratori autonomi. Non si tratta - è bene precisarlo - del diritto alla pensione: quello con quattro decenni di contributi versati matura in modo certo, indipendentemente dall’età anagrafica. Il conseguimento del requisito non è messo in discussione nemmeno dal meccanismo che lega le pensioni all’aspettativa di vita: di triennio in triennio verranno incrementati i vari limiti di età ma non il tetto dei 40 anni. Per cui chi ha raggiunto questo traguardo può anche lasciare il lavoro tranquillo. Non potrà però contare sulla decorrenza immediata della pensione. Infatti già dal 2011 si applica anche a questo tipo di uscita il periodo di attesa di un anno per i dipendenti o un anno e mezzo per gli autonomi (in precedenza c’era una «finestra» che provocava un ritardo di tre-sei mesi). Durante questo periodo si può quindi restare a casa in attesa della pensione, se si è disposti a fare a meno sia dello stipendio sia dell’assegno previdenziale. Per la maggior parte degli interessati naturalmente le cose non stanno così. E il nuovo decreto ora stabilisce una ulteriore attesa di un mese nel 2012, due nel 2013 e tre a partire dall’anno successivo. Dal punto di vista del bilancio dello Stato, la mossa è doppiamente efficace: si ottiene infatti un ritardo del pensionamento per i soggetti interessati, ed allo stesso tempo si incassano dagli stessi - se continuano a lavorare - contributi che non si tradurranno in future maggiori pensioni. Infatti nel sistema retributivo con 40 anni di lavoro si raggiunge il massimo della pensione, ed i contributi successivi sono per così dire regalati al sistema. L. Ci. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Milano Finanza (MF) Data: "La stangata si abbatte sulle famiglie" 15/07/2011

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MF sezione: Primo Piano data: 15/07/2011 - pag: 2 autore: di Andrea Bassi Sotto attacco/1 il taglio sulle agevolazioni fiscali colpirà 471 sgravi che valgono 161 mld

La stangata si abbatte sulle famiglie

La sforbiciata non risparmierà i redditi da lavoro e le pensioni. Rischio aumento Iva per alimenti, spese sanitarie e giornali. Tasse in più per 32 mld nel 2014. Ecco i veri numeri della manovra lacrime e sangue del governo Nella manovra approvata ieri in Senato con il voto di fiducia si nasconde una amara sorpresa. Il taglio delle agevolazioni fiscali che scatterà nel 2013 e nel 2014 rischia di far aumentare le tasse per ben 32 miliardi di euro. Il governo, infatti, ha deciso di non salvare nessuno degli sgravi fiscali attualmente previsti, ma di far scattare il taglio lineare del 20% nel 2014 su tutte e 471 le voci di agevolazione fiscale che nel loro complesso valgono 161 miliardi di euro. La novità emerge dall'allegato C-bis alla Finanziaria (una sintesi è riportata nella tabella in pagina), su cui sarà applicata la clausola di salvaguardia. L'elenco comprende tutte le agevolazioni per la casa (valgono circa 9,2 miliardi di euro), quelle per la famiglia (21,5 miliardi), gli sgravi concessi sui redditi da lavoro e sulle pensioni, come le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, la detassazione dei premi di produttività, la deduzione dei contributi versati alla previdenza integrativa. Voci che da sole valgono oltre 56 miliardi e che con un taglio lineare del 20% rischiano di essere ridotte di oltre 10 miliardi, riducendo immediatamente assegni da lavoro e pensioni. Dalla tagliola rischiano di non sfuggire nemmeno le agevolazioni alla fiscalità finanziaria e quelle alle imprese, come il cuneo fiscale (ossia la riduzione di cinque punti dell'aliquota Ires concessa dal governo Prodi). Si tratta di voci che complessivamente valgono altri 26 miliardi di euro. La stangata, poi, riguarderà l'Iva agevolata, l'aliquota del 4% applicata alla vendita dei prodotti alimentari, delle mense, di libri e giornali, all'assistenza per i disabili. L'unico modo per il governo di evitare la stangata fiscale nel 2014, sarà riuscire entro quello stesso anno a riformare l'assistenza pubblica implementando la delega fiscale (che ancora non è stata presentata in Parlamento). Dai tagli alle pensioni d'invalidità e agli altri assegni assistenziali, il governo dovrebbe riuscire a risparmiare almeno 24 miliardi di euro per non far scattare la tagliola sulle agevolazioni. Ma il compito sembra tutt'altro che semplice. A spiegarne i motivi è stato due giorni fa il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco. «Qualora non si decida di incidere anche su altre voci di spesa, ma si ricorra alla sola delega per la riforma fiscale e assistenziale», ha fatto notare durante la sua audizione in Parlamento sulla manovra, «per reperire le risorse necessarie all'ulteriore correzione per il 2013-2014, sarà inevitabile accrescere le entrate, data la limitata dimensione della spesa per assistenza». L'aumento delle tasse, insomma, è dato quasi per scontato. Ieri, infine, è stato depositato anche il prospetto riepilogativo degli effetti finanziari della manovra, che chiarisce, una volta per tutte, i numeri. Al 2014 è prevista una correzione di 47,9 miliardi di euro rispetto al 2011 e di 23,6 miliardi di euro rispetto al 2013. Gli importi dei vari anni, come ha già chiarito il ministero dell'Economia, non possono essere sommati perché altrimenti non si terrebbe conto dell'effetto trascinamento. Dopo il via libera di ieri al Senato, poi, l'iter alla Camera sarà davvero sprint. Il disco verde in Commissione bilancio è arrivato ieri in serata senza correzioni e il voto definitivo dell'aula ci sarà oggi nel primo pomeriggio. PRESSToday Rassegna stampa

Milano Finanza (MF) Data: "Pomicino, ma questa manovra servirà a nulla" 15/07/2011

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MF sezione: Primo Piano data: 15/07/2011 - pag: 2 autore: di Roberto Sommella L'ex ministro attacca: non mi interessa di quant'è, è recessiva e taglia i redditi

Pomicino, ma questa manovra servirà a nulla

«Le cifre della manovra non si capiscono ancora? È che non si informa bene, ma certo questo decreto è sbagliato», attacca Paolo Cirino Pomicino alla domanda sul balletto di cifre della correzione dei conti pubblici. MF-Milano Finanza lo ha intercettato in una pausa tra le riunioni che il democristiano doc, ora in quota Udc, tiene ogni giorno come se fosse ancora lì, a Via XX Settembre.Domanda. Onorevole, che ne pensa della manovra, si salverà il Titanic Italia?Risposta. Ho in linea l'ambasciata e poi ho una riunione, ma una cosa voglio dirla.D. Non che si stava meglio con lei, Craxi e Andreotti.R. Altri tempi. La manovra è inadeguata perché non basterà e mancano almeno 15 miliardi. È inadeguata dal punto di vista del contenimento della spesa ma anche per il rilancio dello sviluppo.D. È quello che dice il Pd. R. È quello che dico io. Non si può solo tagliare le pensioni e lo stipendio dei dipendenti pubblici, in questo modo si riducono i consumi di milioni di persone. Mi sembra che oggi il governo abbia scoperto una categoria di nuovi ricchi.D. E chi sono?R. I pensionati e non è una battuta.D. Che farebbe lei al posto di Tremonti?R. È semplice: basterebbe bloccare per intero le pensioni d'anzianità e dire, ragazzi da domani si va tutti in pensione a 65 anni. In questo modo si consentirebbe a tutti di rimanere al lavoro, continuare a guadagnare e non vedersi ridotto il reddito. Senza avere un calo dei consumi e senza aumentare la spesa pensionistica.D. E sullo sviluppo?R. Non c'è, anzi la manovra lo riduce perché taglia gli investimenti pubblici e riduce gli ammortamenti: è un'operazione davvero insipiente. Taglia e basta.D. Ma lei ha capito di quant'è la manovra? C'è un balletto di cifre, 50-60-80 miliardi...R. Guardi che la colpa è dell'informazione: è ignara oggi come lo era allora. La verità è che qualsiasi sia la cifra non basterà perché il 50% delle misure non ha effetti sulla finanza pubblica e l'altra metà ha effetti depressivi. In questo modo non basteranno mai i soldi. PRESSToday Rassegna stampa

Notiziario Italiano.it Data: "Tra le misure contenute nella manovra, ticket ricette e tassa su pensioni d'oro" 15/07/2011

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POLITICA Tagli ad agevolazioni fiscali: interessate famiglie, asili, sanita' Tra le misure contenute nella manovra, ticket ricette e tassa su pensioni d'oro

Questo il pacchetto di modifiche del relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin, che contiene molte novita' e riscrive alcune parti del decreto: TAGLIO A TUTTE AGEVOLAZIONI, ANCHE FAMIGLIE - Il taglio alle agevolazioni fiscali sara' indistinto. Cioe' riguardera' tutte le 483 voci di agevolazione attualmente previste. Il taglio sara' lineare e sara' del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Riguardera', tra l'altro, i figli a carico, le spese per la sanita', i redditi da lavoro dipendente, gli asili, gli studenti universitari. Questo anche se - spiega il relatore Gilberto Pichetto Fratin - ''il governo con successivi decreti potra' decidere di escludere alcune categorie''. TICKET DA SUBITO : Ticket di 10 euro sulle ricette mediche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco arriveranno dall'entrata in vigore della manovra, quindi gia' da lunedi'. SCATTA TAGLIO AGEVOLAZIONI : E' il ''rinforzo'' della manovra: sara' tra il 5 e 20 per cento. Attesi 4 miliardi per il 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014. Il taglio non sara' attuato solo se entro settembre 2013 il Governo esercitera' la delega per la riforma fiscale. INDICIZZAZIONE PENSIONI: Sale dal 45 al 70% l'indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi. Confermato la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l'azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo. PENSIONI, AGGANCIO AL 2013: Si anticipa al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sara' di 3 mesi. PENSIONI ANZIANITA': I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianita' nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. PRELIEVO 5 - 10% SU PENSIONI D'ORO: Contributo di solidarieta' fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioe' superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. DA 2013 PRIVATIZZIAMO : Scatta dal 2013 il programma per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Il governo inoltre formulera' alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazioni delle attivita' economiche. Ma se cosi' non fosse, trascorsi 8 mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, ''cio' che non sara' espressamente regolamentato sara' libero'' CAMBIA IMPOSTA DOSSIER TITOLI: Cambia l'imposta di bollo sul dossier titoli: sara' di 34,20 euro per i depositi sotto i 50.000. Poi viene dettagliata in modo diverso negli anni successivi. COMUNI VIRTUOSI, SI CAMBIA : Cambiano i criteri di virtuosita' dei comuni per l'applicazione del patto di stabilita' interno. Ci sara' la ''convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard''. I Comuni dovranno associarsi. STOCK OPTION: L'aliquota del 10% si applichera' a tutta la perte eccedente la parte fissa della retribuzione. AMMORTAMENTO A 2%: La quota di ammortamento finanziario deducibile non puo' essere superiore al 2% del valore dei beni in concessione. Questo norme non si applicano ai concessionari di autostrate e trafori, per quest'ultimi l'intervento cambia e la percentuale di deducibilita' delle quote del fondo di ripristino scende dal 5 all'1%. ACCISE BENZINA: Gli aumenti delle aliquote delle accise disposte il 28giugno 2011 ''restano confermate a decorrere dal primo gennaio 2012''. (Foto dalla rete) 15/07/11 08:49 Redazione PRESSToday Rassegna stampa

Repubblica, La Data: "assegni "d'oro" chi ha 160 mila euro ne pagherà 4 mila" 15/07/2011

Indietro Stampa Pagina 7 - Economia Anticipato il legame età d´uscita-speranza di vita Assegni "d´oro" chi ha 160 mila euro ne pagherà 4 mila

E´ sulla previdenza che la manovra appena varata dal Senato esplica il mix d´interventi più complesso. Fermo restando il fatto che per scaglioni di pensioni fino ai 1.400 euro nulla cambia, per quelli che vanno dai 1.400 ai 2.300 euro la rivalutazione in base al peso dell´inflazione passa dall´attuale 90 al 70 per cento e oltre i 2.300 euro scompare del tutto. Per le pensioni "d´oro" arriva il contributo di solidarietà: dal primo agosto di quest´anno al 31 dicembre 2014, gli assegni che vanno dai 90 mila ai 150 mila euro verseranno il 5% oltre quota 90 mila, il contributo salirà al 10% oltre quota 150 mila. Chi prende una pensione di 160 mila euro ne pagherà 4 mila. Con questa misura il governo conta di recuperare già da quest´anno 12 milioni, che diventeranno 44 nel prossimo triennio. Tutti gli aggravi sono comunque da considerarsi progressivi: i primi 1.400 euro di ogni assegno ne saranno esentati. Fra le ultime novità introdotte negli interventi sulle pensioni (i cui iter sono stati molto complessi, visto che le misure sono state ritoccate più volte) c´è poi il posticipo dell´uscita dal lavoro per chi ha maturato 40 anni di contributi: nel 2012 sarà di un mese, nel 2013 di due e nel 2014 di tre mesi. Non solo: l´adeguamento triennale dell´età di uscita dal pensionamento alle aspettative di vita, è stato anticipato - rispetto alle versioni iniziali - al primo gennaio 2013. Ciò vuol dire che, già da quella data, ci vorranno tre mesi in più per ottenere il pensionamento di vecchiaia. Niente di fatto invece per l´aumento dell´età pensionabile delle donne che lavorano nel settore privato: l´innalzamento partirà nel 2020. PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Alle casse comuni 10%" 15/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-15 - pag: 5 autore: Giampiero Falasc Alle casse comuni 10%

Taglio più soft alle rivalutazioni La stretta è parziale e colpisce solo chi ha assegni superiori a 2.337 euro al mese LO SLITTAMENTO Dal prossimo anno un mini rinvio delle finestre di uscita colpirà anche chi matura il diritto con 40 anni di anzianità Gli emendamenti in materia previdenziale approvati dal Senato si concentrano su poche ma importanti modifiche. Viene ammorbidito il blocco della perequazione automatica, si anticipa al 2013 il meccanismo che lega i requisiti anagrafici ai fini previdenziali alla speranza di vita, viene introdotto un contributo di solidarietà per le pensioni più alte e, infine, si introduce una mini finestra per i soggetti che vanno in pensione con 40 anni di contribuzione. Perequazione automatica Vengono smentite le ipotesi, circolate nei giorni scorsi, di innalzamento delle soglie di pensione colpite dal blocco della perequazione, e resta confermato l'impianto che ruota sugli scaglioni di pensione fino a 1.428, fino a 2.300 e oltre 2.300 euro. Per ciascuna quota di pensione rientrante in questi scaglioni, viene confermato il meccanismo di limitazione crescente della perequazione. La limitazione non tocca le pensioni che arrivano fino a 1.402 euro, mentre viene riconosciuto solo il 70% della rivalutazione alle pensioni della fascia intermedia; rispetto al Dl 98 si registra quindi un aumento della quota di rivalutazione (nella precedente disciplina era fissata al 45%). Oltre i 2.337 euro, viene confermato il blocco totale della perequazione. Dal 1 gennaio 2014, salvo ulteriori interventi futuri, riprenderà la disciplina ordinaria, senza alcun diritto di recuperare gli importi bloccati nel biennio 2012-2013. La speranza di vita Il sistema introdotto dalla manovra d'estate dello scorso anno (legge 122/2010) garantisce un adeguamento permanente dei requisiti pensionistici: ogni tre anni l'Istat certifica le speranze di vita e, se queste crescono, automaticamente crescono i requisiti anagrafici per le pensioni di vecchiaia e di anzianità. Questo sistema doveva entrare in vigore nel 2015, il Dl 98 lo ha anticipato al 2014 e in sede di conversione si profila un'altra anticipazione, al 1 gennaio 2013. Da tale data, quindi, si verificherà una crescita secca di 3 mesi dei requisiti anagrafici di tutte le pensioni, di vecchiaia e di anzianità, e con cadenza triennale tali requisiti potranno ancora crescere. Contributo di solidarietà La legge di conversione riporta in vita uno degli istituti più controversi del sistema previdenziale, il contributo di solidarietà. Si tratta di una trattenuta secca che si applica sulle pensioni più alte, che trova l'unica (ed esplicita) giustificazione nelle esigenze di finanza pubblica. La nuova disciplina prevede tre scaglioni di pensione. Fino a 90 mila euro lordi, non si applica alcuna trattenuta. Per lo scaglione di pensione compreso tra 90 mila e 150 mila euro lordi, si applica una trattenuta del 5%; per lo scaglione successivo, la trattenuta cresce al 10%. I 40 anni di contributi Ultima novità di rilievo riguarda i soggetti che vanno in pensione con 40 anni di contributi, e quindi non sono soggetti ad alcun requisito anagrafico. Per queste persone si introducono delle mini finestre che avranno l'effetto di ritardare il godimento della pensione (che oggi non era soggetto a limiti). Per chi matura i requisiti nel 2012, la pensione slitta di un mese; i mesi salgono a due per chi matura il diritto nel 2013, e arrivano a tre per le pensioni maturate a partire dal 1 gennaio 2014. Sono esclusi dalle regole tutto coloro i quali maturano la pensione entro il 31 dicembre 2011, oltre a un gruppo predefinito di 5mila persone, da selezionare tra quelle che matureranno il diritto dopo tale data e che abbiano determinate caratteristiche (lavoratori in mobilità, titolari di prestazioni a carico dei fondi di solidarietà). RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "La solidarietà fa appello a 50mila persone" 15/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-15 - pag: 5 autore: Andrea Carl La solidarietà fa appello a 50mila persone

IL CALCOLO A fare la differenza saranno i trattamenti sostitutivi integrativi finora equiparati ai redditi da lavoro dipendente MILANO Le pensioni d'oro che saranno sottoposte al contributo di solidarietà saranno tra 50mila e 60mila. Non di più. La manovra che sarà approvata oggi mette infatti nel mirino chi percepisce una pensione che supera i 90mila euro lordi all'anno. Il contributo di perequazione - che si applicherà per un periodo transitorio, dal prossimo agosto al 31 dicembre 2014 - sarà pari al 5% per quanto riguarda la parte che eccede i 90mila euro lordi annui fino a 150mila euro; del 10% per la parte che supera i 150mila euro. Alla fine a fare la differenza saranno i trattamenti pensionistici integrativi, che nelle precedenti finanziarie non sono stati "conteggiati", in quanto fiscalmente equiparati ai redditi di lavoro dipendente. Ora contribuiranno anche loro alla determinazione dell'importo complessivo del trattamento: saranno proprio queste entrate a far scattare il contributo del 5-10% sulla pensione. Queste somme, che si aggiungono alla pensione obbligatoria dell'Ago (Assicurazione generale obbligatoria) Inps o a all'assegno dell'Inpdap, adesso andranno a "contare" e a individuare i pensionati d'oro, sulle cui spalle graverà l'onere dell'intervento. Qualche esempio: l'applicazione di questa misura farà sì che un pensionato del parastato che percepisce 130mila euro di pensione Inps e 25mila dal fondo integrativo si troverà 5.600 euro lorde all'anno in meno. Un pensionato ex Fondo esattoriale, con 80mila euro di pensioni dell'istituto di previdenza e 40mila euro di integrativo, si vedrà tagliata la pensione di 1.500 euro all'anno lordi. Un ex bancario, con 180mila euro di pensione obbligatoria, e 80mila di trattamento integrativo, pagherà 14mila euro. La trattenuta sarà applicata, in via preventiva e salvo conguaglio, a conclusione dell'anno di riferimento. In base alle indicazioni contenute nella relazione tecnica al provvedimento, l'applicazione di questa misura porterà maggiori entrate "lorde" per 150 milioni (18 per il 2011, 44 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014). La stima si fonda su un dato: la quota di spesa relativa alla fascia di trattamenti pensionistici interessati da questa disposizione (fascia superiore a 90mila euro) sarà pari, per il 2012, a circa 800 milioni. Il contributo di solidarietà non è una novità. La Finanziaria del 2000, ad esempio, lo ha posto a carico delle pensioni superiori ai 145 milioni di lire. La legge 350/03 (Finanziaria 2004) lo ha previsto, nella misura del 3%, sulle pensioni superiori ai 174.183,75 euro. Poi è stata la volta della legge 243/04 (riforma Maroni): 4% sui trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi risultassero complessivamente superiori a 25 volte il minimo. La riforma Prodi-Damiano (legge 247/07) è andata a toccare gli iscritti e i pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) dell'Inps e del Fondo volo. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Poco coraggio sull'aumento dell'età per le donne c" 15/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-15 - pag: 5 Poco coraggio sull'aumento dell'età per le donne c

L'ALTRO LIMITE La classe politica ha perso l'occasione per dare il buon esempio tagliando anche i propri vitalizi In termini di risanamento della finanza pubblica, gli interventi sulla previdenza rappresentano uno dei capitoli più corposi della manovra predisposta dal governo, e si articolano su due diverse direttrici. La prima direttrice consiste di fatto in una tassazione delle pensioni di importo relativamente elevato. Essa comprende, da un lato, il taglio dell'indicizzazione al costo della vita delle pensioni per la parte che supera un determinato importo; dall'altro, un contributo di solidarietà (forzoso e proporzionale) su tutte le cosiddette "pensioni d'oro", ossia superiori ai 90mila euro lordi annui. L'adeguamento al costo della vita è pieno per importi pensionistici fino a tre volte il minimo; è ridotto al 70 per cento del tasso di inflazione per la parte fra tre e cinque volte il minimo (inizialmente si era previsto un abbassamento al 45, giustamente giudicato troppo punitivo per pensioni che non possono certo essere definite ricche). Per chi riceve importi superiori a cinque volte il minimo, ossia a 2.380 euro mensili, l'adeguamento spetta solo sulla quota fino a 1.402 euro (tre volte il minimo). Queste misure si configurano come una forma di tassazione implicita, di ammontare incerto perché dipenderà dal futuro tasso di inflazione e di carattere progressivo, perché andranno a colpire pensionati attuali e futuri con retribuzioni relativamente elevate e carriere lavorative dinamiche. La seconda direttrice su cui si articolano gli interventi della manovra sulla previdenza consiste nel perseguire ulteriormente l'aumento dell'età media di pensionamento, con tre distinti provvedimenti, tra loro poco coerenti. Da un lato, infatti, si aggiungono, in maniera del tutto estemporanea, mesi di lavoro ai requisiti di età/anzianità dei prossimi tre anni; dall'altro, si anticipa dal 2015 al 2013 l'adeguamento degli stessi requisiti all'aspettativa di vita, che aggiunge a sua volta altri mesi (circa quattro nel triennio); infine, si stabilisce che, a far data dal 2020, l'età di pensionamento delle lavoratrici del settore privato aumenterà, in modo lento e graduale, per eguagliare quella degli uomini nel 2032 (sic!). Quest'ultimo provvedimento risponde a un principio di equità, ma arriva con molto ritardo rispetto a quanto già stabilito per le dipendenti pubbliche, parificate agli uomini in base a una disposizione europea che ha giudicato discriminante, nei confronti degli uomini, la più bassa età di pensionamento delle lavoratrici. A questo punto l'interrogativo centrale, dal punto di vista del funzionamento del sistema pensionistico, è se sia difendibile l'"imposta" derivante dalla riduzione o dall'annullamento dell'indicizzazione. In quanto applicata a pensioni retributive, calcolate in base a criteri generosi, e considerata la necessità del Paese di procedere a tagli di spesa consistenti, la risposta deve essere positiva. Basti pensare che i contributi versati dai pensionati e dai lavoratori prossimi al pensionamento hanno "fruttato", proprio in base a norme generose, più di qualsiasi impiego finanziario. In una certa misura, queste pensioni contengono un "regalo" (in realtà, una sottrazione di risorse alle generazioni future) di cui lo Stato chiede oggi una parziale restituzione. La stessa logica si applica al contributo di solidarietà. Analogamente difendibile è l'adeguamento dell'età di uscita all'aspettativa di vita: parte integrante del metodo contributivo, esso viene di fatto anticipato alle pensioni retributive. Si tratta di un principio corretto, che per di più, essendo affidato a un meccanismo automatico, eviterà futuri contrasti sociali sul tema dell'allungamento della vita lavorativa. A dispetto di questi elementi complessivamente positivi, pesano sulla manovra pensionistica due fattori negativi, che rischiano di minarne la credibilità. La prima è il mancato il coraggio politico di far partire da subito l'aumento dell'età di pensionamento delle lavoratrici. Tale aumento, in linea con quanto avviene nel resto d'Europa, avrebbe consentito di recuperare risorse utilizzabili per la crescita, in particolare nel capitolo importante e critico dell'occupazione femminile e dei fattori che la possono favorire. A quanto è dato di intendere, lo slittamento al 2020 è stato dovuto al veto di una delle forze politiche della maggioranza, ed è certamente una dimostrazione di scarsa lungimiranza. È come se le forze politiche non avessero veramente interiorizzato quanto cruciale sarà la crescita anche per il buon funzionamento del sistema pensionistico. Le seconda osservazione è relativa alla mancanza di un "buon esempio" da parte della classe politica. Non risulta infatti che siano previsti gli stessi tagli allo scudo antinflazione e gli stessi contributi di solidarietà sui vitalizi pensionistici di cui gode la "classe politica". Oltre al valore simbolico del "buon esempio", si deve osservare che la numerosità della stessa è tale da avere rilevanza sul totale: l'applicazione delle misure anche alla classe politica, in altre parole, farebbe risparmiare ai normali cittadini una parte non irrilevante dei sacrifici richiesti. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Senza titolo" 15/07/2011

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-15 - pag: 5

Chi maturerà i requisiti per il pensionamento nel 2013, in realtà vedrà posticipato di tre mesi il momento dell'effettivo raggiungimento dei parametri. Il ritardo è la conseguenza dell'adeguamento "dettato" dall'aspettativa di vita. L'adeguamento scatterà per la prima volta nel 2013, e non come previsto lo scorso anno nel 2015. Il primo adeguamento sarà di tre mesi. Ad esempio, un pensionando di vecchiaia (lavoratore dipendente), nato ad aprile, dovrà aspettare fino a giugno 2014 per andare in pensione. L'adeguamento all'aspettativa di vita si somma infatti alla finestra di 12 mesi per l'effettivo pensionamento. Per chi maturerà i requisiti nel 2013 con 40 anni di contributi, l'età anagrafica non conta (quindi non subisce l'allungamento collegato all'aspettativa di vita) ma la pensione avrà la decorrenza in ritardo di due mesi (al netto della finestra) PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il Data: "Trattamento di fine rapporto. Il valore è 2,088403 Definito il coefficiente per 15/07/2011 rivalutare il Tfr di giugno"

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Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: NORME E TRIBUTI data: 2011-07-15 - pag: 31 Trattamento di fine rapporto. Il valore è 2,088403 Definito il coefficiente per rivalutare il Tfr di giugno

A CURA DI Nevio Bianchi Pierpaolo Perrone A giugno il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (Tfr) accantonate al 31 dicembre 2010 è pari a 2,088403. L'articolo 2120 del Codice civile stabilisce che alla fine di ogni anno la quota di Tfr accantonata deve essere rivalutata. Per determinare il coefficiente di rivalutazione del Tfr, o delle anticipazioni, si parte dall'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati diffuso ogni mese dall'Istat, nel caso specifico quello «senza tabacchi lavorati». In particolare, si calcola la differenza in percentuale tra il mese di dicembre dell'anno precedente, e il mese in cui si effettua la rivalutazione. Poi si calcola il 75% della differenza a cui si aggiunge, mensilmente, un tasso fisso di 0,125 (che su base annua è di 1,500). La somma tra il 75% e il tasso fisso è il coefficiente di rivalutazione per il calcolo del Tfr. L'indice Istat per giugno è pari a 102,6. A partire dai dati di gennaio 2011 la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati è il 2010 (la base precedente era 1995 = 100). La differenza in percentuale rispetto a dicembre 2010, su cui si calcola il 75%, è 1,784538. Pertanto il 75% è 1,338403. A giugno il tasso fisso è pari a 0,750. Sommando quindi il 75% (1,338403) e il tasso fisso (0,750), si ottiene il coefficiente di rivalutazione 2,088403. In caso di corresponsione di un'anticipazione del Tfr, il tasso di rivalutazione si applica sull'intero importo accantonato fino al periodo di paga in cui l'erogazione viene effettuata. Per il resto dell'anno l'aumento si applica, invece, solo sulla quota al netto dell'anticipazione, quella che rimane a disposizione del datore di lavoro. Non è soggetta a rivalutazione la quota di trattamento di fine rapporto versata dai lavoratori ai Fondi di previdenza complementare. Deve invece essere rivalutata a cura del datore di lavoro la quota di Tfr maturata dal lavoratore dipendente di una azienda con più di 50 dipendenti, che non ha aderito alla previdenza complementare. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Articolo21.info Data: 18/07/2011 "Inpgi, approvata la riforma all'unanimità"

Indietro Stampa Inpgi, approvata la riforma all’unanimità

di redazione

Il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato oggi all’unanimità la riforma previdenziale che assicura solidità ai conti dell’Istituto anche nel lungo periodo. L’aumento contributivo a carico delle aziende sarà di tre punti percentuali nell’arco di cinque anni, tra il 2012 e il 2016. L’età pensionabile delle donne sarà aumentata progressivamente a 65 anni nell’arco di dieci anni, tra il 2012 e il 2021. Gli sgravi contributivi, solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, saranno del 60% per tre anni, con una riduzione del 12% del costo del lavoro. Si tratta di una riforma che incide positivamente sul bilancio attuariale: “La profonda ‘gobba’ previdenziale che era prevista tra il 2020 e il 2040 tende quasi a scomparire, il patrimonio dell’Istituto sarà sempre crescente e nei prossimi 50 anni non intaccheremo le riserve accantonate” annuncia soddisfatto Andrea Camporese, Presidente dell’Inpgi.

Tutte le delibere saranno operative dopo l’approvazione dei ministeri vigilanti, che si prevede possa arrivare nel prossimo autunno. “Oggi è un giorno importante per l’Inpgi e per la categoria dei giornalisti” - dichiara Camporese. - “Sul piano politico-previdenziale, si tratta di una riforma inevitabile. Se avessimo scelto qualsiasi altro strumento gli iscritti all’Istituto sarebbero stati ben più penalizzati invece l’Inpgi riuscirà a mantenere prestazioni di gran lunga superiori all’Inps. A questo risultato si è arrivati dopo un lungo processo decisionale, coinvolgendo il Consiglio d’amministrazione e le Parti sociali, di cui l’Inpgi è stato protagonista. E si tratta di un risultato straordinario che va oltre ogni più rosea aspettativa. Va ringraziata anche la Fieg, che ha fatto la sua parte con grande responsabilità, e la Fnsi, con cui abbiamo lavorato in modo proficuo e unitario”.

Nel dettaglio, l’aliquota contributiva IVS a carico delle aziende, attualmente pari al 20,28%, salirà di un punto dal 1/1/2012 arrivando al 21,28%. Un secondo punto percentuale di aumento decorrerà dal 1/1/2014 quando l’aliquota salirà al 22,28%. Il terzo punto, a partire dal 1/1/2016, porterà l’aliquota al 23,28%, mentre resterà inalterata l’aliquota a carico dei dipendenti, pari all’8,69%. A regime, comunque, le aliquote IVS saranno per l’Inpgi ancora inferiori di oltre l’1% a quelle previste per l’Inps (lo 0,53% in meno a carico delle aziende e lo 0,5% in meno a carico dei dipendenti). “Ogni punto di aumento vale oltre 14 milioni di euro di entrate nelle casse dell’Istituto”, fa notare Camporese, “e in particolare il primo punto d’aumento ci ristorerà dalle perdite subite a causa dei prepensionamenti”.

E sui pensionamenti, saranno le donne a registrare l’inevitabile “novità”. Per loro, infatti, l’aumento dell’età pensionabile sarà graduale: 61 anni dal 1/7/2012 e fino al 2014, 62 anni dal 1/1/2015, 63 anni dal 1/1/2017, 64 anni dal 1/1/2019 e 65 anni dal 1/1/2021, quando la riforma andrà a regime. Le giornaliste che vorranno andare in pensione comunque a 60 anni potranno farlo e, nel periodo transitorio fino al 2020, avranno penalizzazioni ridotte: per esempio, una penalizzazione del 2,3% nel caso in cui il pensionamento avvenga con un anno d’anticipo. “Siamo consapevoli – sottolinea Camporese – che le nostre iscritte dovranno percorrere un cammino diverso, tracciato da fattori estranei alla nostra volontà, così come lo faranno le altre donne lavoratrici, ma loro non saranno sole. Le norme che abbiamo approvato sono solo tese ad attenuare l’impatto con una congiuntura economica che chiede responsabilità e sacrifici a tutti. Speriamo così di renderli più accettabili”.

Gli sgravi contributivi del 60% per tre anni saranno a favore delle aziende, non in stato di crisi, per le assunzioni a tempo indeterminato, da praticante a caposervizio: l’aliquota IVS scenderà così da oltre il 20% a poco più dell’8%. “Significa una riduzione di 12 punti percentuali del costo del lavoro” - rileva il presidente Camporese che aggiunge: “Non è stato facile convincere gli editori a fare un ragionamento sui contratti a tempo indeterminato, nonostante alcuni tra i più grandi gruppi editoriali italiani siano pronti ad assumere. Spero che questa misura, fortemente condivisa con la Fnsi, dia la spinta giusta”. Dagli sgravi saranno comunque esclusi i pensionati e le aziende che hanno effettuato licenziamenti, mentre saranno inclusi tutti i contratti giornalistici, compresi quelli adottati dalla Fieg e dall’Aeranti Corallo.

Il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato anche un ordine del giorno che “rileva la necessità di avviare un ampio confronto nella categoria, in primis con le donne, rispetto ai temi collegati in particolare al welfare femminile e di categoria e più in generale ai sistemi di ammortizzazione sociale del lavoro dipendente e autonomo”. L’ordine del giorno afferma quindi che “il Cda assume l’impegno ad analizzare nei prossimi mesi, in stretta collaborazione con la Fnsi per le competenze contrattuali e con la Casagit per quelle assistenziali, ogni opportuna iniziativa, nella compatibilità della tenuta del sistema”. PRESSToday Rassegna stampa

Conquiste del Lavoro Data: "Agevolazione che applichi, famiglia che trovi" 18/07/2011

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Agevolazione che applichi, famiglia che trovi

FISCO

Che sia una stangata non c'è dubbio. Ma di che entità? A fare i calcoli del costo del taglio delle agevolazioni fiscali per tipologia di contribuente ci ha pensato il Caf Cisl nazionale. Ecco cosa emerge.

Tuta blu con figlio, +556 euro di tasse da 2014

Ha un reddito di 18.000 euro, che gli da diritto a detrazioni per lavoro pari a 1.238 euro. A questo aggiunge le detrazioni per coniuge e un figlio a carico con meno di 3 anni: sono altri 1.419 euro in meno di tasse. Tra le detrazioni, poi, aggiunge 300 euro per l'asilo e 500 per le spese mediche: in questo caso lo sconto fiscale reale, applicando franchigie e tetti, è rispettivamente di 70 e 57 euro. In totale l'operaio ha quindi oggi uno sconto di 2.784 euro. Di fatto pagherà 140 euro in più nel 2013 e 556 euro nel 2014.

Giovane coppia con mutuo, +904 euro di tasse da 2014

L'esempio è di una giovane coppia bireddito (18.000 e 10.000 euro rispettivamente) con figlio sotto i 3 anni. Le loro detrazioni ammontano ora a 4.523 euro (2.423 e 2.100 euro). Lo sconto maggiore è quello sul reddito da lavoro (rispettivamente 1.238 e 1.697 euro), ma spettano anche per il figlio minore (365 e 403). Possono portare in sconto anche l'interesse sul mutuo (intestato solo al marito) per un massimo di 4.000 euro di interessi: vale altri 760 euro di sconto, ai quali aggiungono 60 euro a testa ottenuti con una spesa per l'asilo nido superiore ai 632 euro di tetto previsto. Totale detrazioni: 4.523. Che verranno ridotte di 226 euro nel 2013 e di 904 euro nel 2010.

Impiegato con moglie e 2 figli: +676 euro di tasse da 2014

Una coppia monoreddito, di ceto medio (25.000 euro) e con due figli, ha diritto a consistenti detrazioni per familiari a carico: 1.999 euro (690 euro per la moglie e 1.309 per il figlio). A questo aggiungono spese per istruzione (1.000 euro) e per sport (120 euro) che danno diritto rispettivamente a uno sconto d'imposta di 190 e 23 euro. Se si aggiunge la detrazione da lavoro dipendente di 1.171 euro si arriva al totale di 3.383 euro di sconti fiscali. Il taglio sarebbe di 169 euro nel 2013 e di 676 euro nel 2014.

Vedovo 80 anni: +400 euro di tasse da 2014

È un pensionato con un reddito superiore alla pensione sociale (15.000 euro) e, oltre alle detrazioni per la pensione (1.297 euro), aggiunge un pò di spese mediche (2.500 euro) che gli danno diritto ad ulteriori 450 euro di sconto Irpef. A questo aggiunge la detrazione riconosciuta per le spese funebri di un congiunto: essendo superiori a 1.549 euro, ottiene lo sconto massimo di 294 euro. In totale ha agevolazioni fiscali per 2.041 euro: con queste voci nel 2013 subirebbe una riduzione degli sconti di 102 euro, mentre l'anno successivo pagherebbe circa 400 euro in più di tasse.

Poliziotto monoreddito: +906 euro di tasse da 2014

È una famiglia monoreddito con 2 figli maggiori di 3 anni e un reddito da 25.000 euro l'anno (pressappoco quello di un poliziotto). Sconta dal reddito 1.500 euro di previdenza complementare. Ci sono poi gli sconti d'imposta come lavoro dipendente (1.064) e per moglie e figli a carico (1.945 euro). Una famiglia un pò più adulta mette in conto anche spese per il risparmio energetico e per ristrutturazioni (rispettivamente 5.000 e 10.000, con abbattimento Irpef di 275 e 360 euro), per gli interessi sul mutuo (760 euro) per le spese di istruzioni (1.000 euro danno diritto a 76 euro) e per lo sport di un solo figlio (limite 210 euro, con beneficio Irpef di 48 euro). Alla fine lo "sconto fiscale" attuale di 4.531 euro si ridurrà di 226,5 euro nel 2013 e di 906 euro nel 2014.

Coppia benestante: +543 euro di tasse da 2014

Una coppia benestante, monoreddito e senza figli, ha un reddito di 45.000 euro che abbatte di 3.500 euro grazie all'utilizzo degli oneri deducibili per la previdenza complementare (l'abbattimento scenderebbe a 2.800 euro). A questo aggiunge altri sconti. La detrazione per lavoro dipendente (435 euro), quella per il coniuge a carico (656 euro). Per ridurre l'Irpef nella dichiarazione vengono indicate anche spese mediche per 3.000 euro (sconto pari a 545 euro) e la detrazione al 36% riconosciuta per le spese di costruzione relative all'acquisto di un box auto (30.000 euro) che vengono spalmate in 10 anni dando diritto a 1.080 euro di sconto l'anno. In totale - senza considerare l'abbattimento della previdenza complementare che rappresenta un ulteriore beneficio - le agevolazioni godute ammontano a 2.716 euro. Il taglio peserebbe per 136 euro nel 2013 e per 543 euro nel 2014.

(15 luglio 2011) stampa pagina invia inizio pagina PRESSToday Rassegna stampa

Corriere Economia Data: "E il paracadute resta troppo piccolo" 18/07/2011

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CORRIERE ECONOMIA - ECONOMIA sezione: data: 18/07/2011 - pag: 22 E il paracadute resta troppo piccolo

Oltre la metà dei prodotti sul mercato non consente di sottoscrive coperture accessorie U n'ampia gamma di linee d'investimento, ma l'ombrello previdenziale resta ancora ridotto: l'offerta, inoltre, è abbastanza uniforme. E' lo scenario dei fondi pensione aperti delineato nella seconda ricerca sul settore realizzata da Reale Mutua. In base ai dati della Covip (la Commissione di vigilanza sul settore), al 31 marzo scorso gli aperti (promossi da compagnie d'assicurazione, banche, sim e sgr) contavano oltre 857mila aderenti (di cui 414mila lavoratori dipendenti), L 1 per cento in più rispetto alla fine del 2010, su un totale di 5,3 milioni di aderenti alla previdenza complementare. La maggior parte è iscritta ai fondi pensione chiusi, poco più di 2 milioni. Gli aperti hanno raccolto 857 mila adesioni. Il testo è diviso tra Pip vecchi (610.00), nuovi (1.221.000) e fondi preesistenti (667.000). I dipendenti che hanno aderito alla previdenza complementare sono 3.872.000) Le tendenze L'indagine della compagnia torinese comprende i 46 fondi (su un totale di 71) con un attivo superiore a venti milioni di euro, cui fa capo il 92 per cento del patrimonio c o m p L e s s i v o . «L'obiettivo è di analizzare le tendenze in atto in un settore piuttosto standardizzato, in modo da differenziare il nostro prodotto Teseo sostiene Anna Deambrosis, responsabile direzione tutela della persona e del risparmio presso Reale Mutua . La tendenza più evidente è quella verso la concentrazione, auspicata in più occasioni dalla Covip per il settore. Mentre è aumentato il numero degli altri prodotti previdenziali, nel giro di dieci anni il numero dei fondi aperti si è ridotto, invece, di tredici unità» . E' piuttosto ampia la gamma di comparti d'investimento con diverso profilo di rischio e rendimento. «Circa L 87 per cento dei fondi ne offre almeno quattro spiega Deambrosis , mentre 62, su un totale di 215, presentano qualche forma di garanzia: 37 con un rendimento minimo e 25 con la salvaguardia del capitale. Nell' 11 per cento dei casi, inoltre, esistono meccanismi di tipo Life cycle o data target, che riducono automaticamente il profilo di rischio con l'aumentare degli anni oppure in funzione di determinate scadenze, come l'età prevista per il pensionamento» . La stragrande maggioranza dei prodotti consente di ripartire i contributi su più linee d'investimento, offre gratuitamente lo switch (il passaggio della posizione maturata da una all'altra) e permette di effettuare versamenti aggiuntivi. Le coperture Oltre la metà dei fondi, invece, non prevede la possibilità di sottoscrivere coperture assicurative accessorie. «Teseo offre quattro comparti a indirizzo etico spiega Deambrosis e due profili Life cycle, che presentano tutti la stessa commissione di gestione, in modo da lasciare all'aderente piena libertà di scelta: sono disponibili coperture accessorie contro i rischi di morte, oppure morte e invalidità permanente. Nei primi sei mesi del 2011 i rendimenti sono oscillati dall'azionario Sviluppo allo 0,3%dell'obbligazionario Prudenziale» . Gli iscritti sono oltre 8mila mentre l'attivo è pari a 77,5 milioni di euro. R. E. B. PRESSToday Rassegna stampa

Corriere Economia Data: "Pensioni I fondi cedono il passo al Tfr" 18/07/2011

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CORRIERE ECONOMIA - ECONOMIA sezione: data: 18/07/2011 - pag: 22 Pensioni I fondi cedono il passo al Tfr

Da gennaio le casse di categoria hanno reso lo 0,7%, finendo più che doppiate dalla liquidazione tenuta in azienda (+1,9%) DI ROBERTO E. BAGNOLI L a previdenza integrativa arranca dietro al Tfr: che, spinto dall'inflazione, arriva a sfiorare il 2%. Nei primi sei mesi del 2011 si è attestato allo 0,7%il rendimento medio offerto dai fondi pensione chiusi, aziendali o di categoria. La liquidazione (il 6,91%della retribuzione lorda) nello stesso periodo ha reso invece L 1,9%, al netto dell'aliquota dell' 11%: in azienda si rivaluta con un tasso dell' 1,5%, più il 75%della stessa inflazione. I fondi rimangono indietro anche nel medio periodo. Fra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno scorso, infatti, i tre maggiori esistenti all'inizio del periodo considerato sono stati battuti dal 37,4%del Tfr: si va dal 34,3%di Fonchim (chimica e farmaceutica) al 34,3%di Fondenergia e al 34,2%di Cometa (metalmeccanica). Nel confronto, peraltro, bisogna tener conto del diverso funzionamento dei due sistemi. Mentre i contributi ai fondi pensione cominciano a maturare rendimenti sin dal momento del versamento, la rivalutazione del Tfr mantenuto in azienda riguarda solo l'importo maturato al 31 dicembre dell'anno precedente. Questo meccanismo comporta una differenza di circa lo 0,2%l'anno a sfavore della liquidazione. A favore dei fondi pensione bisogna considerare pure il contributo aziendale, pari in media all' 1,2-1,5%della retribuzione lorda. Il vantaggio Questa voce fa la differenza, come mostra il montante accumulato da un lavoratore con una retribuzione lorda di 30mila euro che il 14 marzo 1997 si è iscritto alla linea bilanciata di Fonchim, a confronto con quello di un suo collega con lo stesso stipendio che, invece, ha mantenuto il Tfr in azienda. Al 30 giugno scorso il primo aveva maturato un accantonamento di 60.349 euro, il secondo di 46.369. «La previdenza complementare ha dimostrato solidità anche in momenti molto difficili per i mercati finanziari sottolinea Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza . E questo anche grazie alle regole sugli impieghi, che vietano operazioni di natura speculativa. L'investimento periodico delle risorse affluite con il prelievo sulla busta paga del lavoratore, inoltre, permette di attenuare la volatilità dei mercati. I fondi, però, devono spingere ancora di più sulla diversificazione: per esempio introducendo fondi comuni immobiliari, un'opzione possibile ma non sfruttata» . In fila Nei primi sei mesi dell'anno il risultato migliore è il 2,2%del comparto bilanciato obbligazionario di Fondav (personale di cabina volo), seguito con il 2,1%dal bilanciato-azionario di Telemaco (telecomunicazioni). Finiscono in rosso una decina di linee caratterizzate da una maggiore componente azionaria. Risultati positivi, anche se inferiori al Tfr, caratterizzano i tre fondi maggiori, cui complessivamente fa capo oltre un terzo degli iscritti: Cometa, Fonte (commercio, turismo e servizi) e Fonchim. Per quanto riguarda il primo, i rendimenti vanno dall' 1,9%della linea garantita all' 1,1%della monetaria. «Nonostante il periodo di tensione sui mercati finanziari, i rendimenti del semestre sono in linea con le aspettative sostiene Maurizio Agazzi, direttore generale di Cometa e, pur all'interno di scelte prudenziali, in netto recupero per i comparti più esposti sui titoli di Stato. Il fondo verifica costantemente la qualità e il rating delle obbligazioni presenti in portafoglio e interviene in caso di downgrade, cioè di abbassamento dello stesso rating» . Sotto questo profilo la situazione è tranquillizzante. «E' molto bassa la quota di titoli di due dei paesi più esposti spiega Agazzi con lo 0,2%del patrimonio complessivo per l'Irlanda e lo 0,1%per il Portogallo. I fondi pensione sono investitori di lungo periodo e non attuano scelte speculative: non è consentita, per esempio, la vendita allo scoperto, vietata nei giorni scorsi in via temporanea dalla Consob» . L'orizzonte Risultati nettamente superiori ai benchmark, anche se in leggero calo per due linee, caratterizzano pure il bilancio semestrale di Fonte. «I risultati vanno valutati in un orizzonte più lungo, senza l'ansia del breve termine sottolinea il presidente Gianfranco Bianchi . Fra il 2009 e il 2010, ad esempio, i due bilanciati Crescita e Dinamico, con una quota azionaria massima del 40%per il primo e del 60%per il secondo, hanno ottenuto rendimenti pari rispettivamente al 16%e 24%» . Quali sono le prospettive? «Gli iscritti possono stare tranquilli sottolinea Bianchi . L'importante è che la linea d'investimento sia adatta rispetto al loro orizzonte temporale, e che la scelta sia rivista nel corso del tempo, man mano che ci si avvicina al pensionamento. Entro ottobre dovrebbe partire un comparto di tipo life cycle, che riduce automaticamente il profilo di rischio con il passare degli anni» . www. iomiassicuro. it RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Gazzetta Ufficiale.it(Regioni) Data: "Legge regionale n. 22/2010, articolo 9, comma 26. Regolamento riguardante le 18/07/2011 modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani resid"

Indietro Stampa DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 3 ma Legge regionale n. 22/2010, articolo 9, comma 26. Regolamento riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani residenti in Regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni sociali o assegni sociali. Pag. 19

(Pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione Friuli-Venezia Giulia n. 19 dell'11 maggio 2011)

IL PRESIDENTE

Vista la legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione (Legge finanziaria 2011), ed in particolare l'art. 9, comma 26, in base al quale l'amministrazione regionale e' autorizzata a concedere un sussidio economico una tantum per l'anno 2011, pari a 100 euro, ai cittadini italiani che al 31 dicembre 2010 siano residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni o assegni sociali; Visto l'art. 9, comma 27, della sopra citata legge regionale n. 22/2010, in base al quale con regolamento regionale sono stabilite le modalita' di attuazione della misura di cui al comma 26; Ritenuto pertanto di dare attuazione alla previsione dell'art. 9, comma 27, della legge regionale n. 22/2010; Vista la deliberazione della giunta regionale 31 marzo 2011, n. 568, con la quale e' stato approvato in via preliminare il «Regolamento riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni o assegni sociali» di cui all'art. 9, comma 26, della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione (legge finanziaria 2011), di seguito denominato regolamento; Sentito il consiglio delle autonomie locali, il quale nella seduta di data 14 aprile 2011 ha esaminato il testo del regolamento ai sensi degli articoli 34, comma 2, lettera b), e 36, comma 5, della legge regionale 9 gennaio 2006, n. 1 (principi e norme fondamentali del sistema Regione - autonomie locali nel Friuli-Venezia Giulia), esprimendo sul medesimo parere favorevole; Vista la deliberazione della giunta regionale 29 aprile 2011, n. 750, con la quale e' stato approvato il «Regolamento riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani residenti in regione e titolari di pensioni Inps totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni o assegni sociali» di cui all'art. 9, comma 26, della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione (legge finanziaria 2011); Visto l'art. 42 dello statuto speciale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia; Vista la legge regionale 18 giugno 2007, n. 17 (Determinazione della forma di governo della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e del sistema elettorale, ai sensi dell'art. 12 dello statuto di autonomia), con particolare riferimento all'art. 14, comma 1, lettera r);

Decreta:

1. E' emanato, per le motivazioni esposte in premessa, il «Regolamento riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni o assegni sociali» di cui all'art. 9, comma 26, della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione (legge finanziaria 2011), nel testo allegato al presente provvedimento di cui costituisce parte integrante e sostanziale. 2. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare come regolamento della Regione. 3. Il presente decreto sara' pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione.

TONDO

Allegato

Regolamento riguardante le modalita' di riconoscimento ed erogazione del sussidio economico una tantum ai cittadini italiani residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni sociali o assegni sociali.

Art. 1.

Oggetto e finalita'

1. Ai sensi dell'art. 9, comma 26, della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 22 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione (legge finanziaria 2011), l'amministrazione regionale e' autorizzata a concedere un sussidio economico una tantum, pari a 100 euro, ai cittadini italiani residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni sociali o assegni sociali. 2. Il presente regolamento definisce le modalita' di attuazione della misura di cui al comma 1.

Art. 2.

Destinatari e natura del sussidio

1. Sono destinatari del sussidio di cui all'articolo i i cittadini italiani che, alla data del 31 dicembre 2010, siano residenti in regione e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni o assegni sociali. 2. Il sussidio di cui all'articolo i e' corrisposto a titolo assistenziale.

Art. 3.

Riconoscimento ed erogazione del sussidio

1. Ai fini del riconoscimento e dell'erogazione del sussidio l'amministrazione regionale e l'Istituto nazionale di previdenza sociale, di seguito INPS, stipulano apposita convenzione. 2. L'individuazione dei soggetti aventi i requisiti di cui all'art. 2, comma 1, avviene secondo le seguenti modalita': a) l'INPS trasmette alle singole amministrazioni comunali della regione un elenco dei soggetti che alla data del 31 dicembre 2010 risultino essere residenti nel comune e titolari di pensioni INPS totalmente integrate al trattamento minimo o di pensioni sociali o assegni sociali; b) le amministrazioni comunali individuano all'interno dell'elenco di cui alla lettera a) i soggetti che siano cittadini italiani; c) le amministrazioni comunali trasmettono all'INPS l'elenco dei soggetti di cui alla lettera b). 3. I soggetti individuati ai sensi del comma 2 si intendono ammessi al sussidio. 4. L'INPS eroga il sussidio ai soggetti di cui al comma 3.

Art. 4.

Entrata in vigore

1. Il presente regolamento entra in vigore successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Visto, il Presidente: Tondo

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Giorno, Il (Milano) Data: "Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso 18/07/2011 più e..."

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Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più eque le misure di carattere straordinario e limitate nel tempo, contenute nell'articolo 18 e, nello stesso tempo, hanno rafforzato le modifiche strutturali (inizialmente parecchio deboli) del sistema. ADEGUAMENTO automatico delle pensioni al costo della vita: le regole previgenti (che torneranno a valere dal 2014) prevedevano una copertura pari al 100% dell'indice Istat fino all'importo corrispondente a tre volte il minimo Inps (nel 2011, fino a 18.270 euro lordi annui). Nella quota compresa fra tre e cinque volte (30.440 euro lordi annui) la copertura era pari al 90% mentre per le fasce superiori operava un'indicizzazione del 75%. Ora, limitatamente agli anni 2012 e 2013, la rivalutazione automatica è stata così ridisegnata: fino a cinque volte il minimo restano in vigore le regole precedenti; per i trattamenti superiori a cinque volte non è concessa la perequazione automatica, fatta salva e in misura del 70% del costo della vita, la quota fino a tre volte il minimo. In sostanza, per le pensioni di importo medio e medio-basso (fino a 30.440 euro lordi annui) non sono previste variazioni, mentre anche per i trattamenti più elevati, che non percepiranno la perequazione nei prossimi due anni, sarà comunque adottata fino a tre volte il minimo una copertura al 70%. Queste modifiche assicurano il medesimo risparmio inizialmente previsto prima degli emendamenti correttivi: 420 milioni nel 2012, 680 rispettivamente nel 2013 e nel 2014. CONTRIBUTO di solidarietà: dal prossimo 1° agosto fino a tutto il 2014, sulla quota di pensione eccedente i 90mila euro lordi l'anno e fino a 150mila euro sarà applicato un contributo di solidarietà del 5% che salirà al 10% sulla quota eccedente i 150mila euro. La misura determinerà, al netto degli effetti fiscali, risparmi per 12 milioni nel 2011 e 24 per ciascuno degli anni fino al 2014. Si tenga conto che, su queste pensioni, opererà anche la riduzione della perequazione automatica. INTERVENTI per il posticipo del pensionamento. Si tratta di norme che hanno carattere strutturale, e cioè: l'aggancio automatico all'attesa di vita, rilevata dall'Istat, dell'età pensionabile prevista per le diverse tipologie di pensione, già in vigore dal 2015, viene anticipato al 2013, determinando un incremento del requisito anagrafico di 3-4 mesi ad ogni cadenza triennale. Nel testo iniziale del decreto l'anticipo era fissato al 2014. Di conseguenza si realizza, rispetto ai notevoli risparmi già contabilizzati prima dell'emendamento, un effetto differenziale importante pari a 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015, 29 nel 2016, 349 nel 2017, 400 nel 2018, 430 nel 2019, 436 nel 2020 e 439 nel 2021. I REQUISITI derivanti dall'aggancio automatico all'aspettativa di vita saranno ulteriormente incrementati quando, dal 2020 al 2032, andrà a regime l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, ora di 60 anni. Il requisito anagrafico sarà aumentato di 1 mese nel 2020, 2 mesi dal 2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal 2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi per ogni anno dal 2025 al 2031 e di ulteriori 3 mesi dal 2032. Tale misura, non modificata in sede di conversione del decreto legge, determinerà, a regime, una riduzione della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà lo 0,4% nel decennio 2031-2040. LE DECORRENZE dei trattamenti pensionistici di anzianità (le cosiddette finestre: 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi) conseguiti in ragione dell'anzianità contributiva (40 anni) a prescindere dall'età anagrafica, sono posticipate di un mese per i soggetti che maturano il requisito nel 2012, due mesi e tre mesi per quelli che lo maturano rispettivamente nel 2013 e nel 2014. È una misura introdotta con emendamento al Senato che assicura parecchi risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 nel 2014, 710 nel 2015, 790 nel 2016. Le decorrenze previgenti continuano ad applicarsi ad un contingente pari a 5mila soggetti che versino in particolari condizioni (ad esempio, mobilità). Come si vede, ancorchè connotati da una gradualità molto accentuata, gli interventi strutturali sull'età pensionabile assicurano significativi risparmi al sistema. DA ULTIMO non ha subito modifiche la cosiddetta norma antibadanti, che poi finisce per colpire anche i cittadini italiani. Se un settantenne convola a giuste nozze con una signora (il discorso può essere invertito) di età inferiore di venti o più anni, se dovesse morire prima che siano trascorsi dieci anni di matrimonio l'assegno di reversibilità si ridurrebbe del dieci per cento per ogni anni in meno. La norma è cifrata per 9 milioni nel 2012, 27 nel 2013 e 45 nel 2014. *deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro PRESSToday Rassegna stampa

Giorno, Il (Milano) Data: "In pensione più vecchi. Giro di" 18/07/2011

Indietro Stampa SPECIALE pag. 2 In pensione più vecchi. Giro di

L'aspettativa di vita alza l'età minima di tre mesi già dal 2013. Nel DUE FRONTI: STRUTTURALE L'INNALZAMENTO DEI REQUISITI, UNA TANTUM LO STOP AGLI Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più eque le misure di carattere straordinario e limitate nel tempo, contenute nell'articolo 18 e, nello stesso tempo, hanno rafforzato le modifiche strutturali (inizialmente parecchio deboli) del sistema. ADEGUAMENTO automatico delle pensioni al costo della vita: le regole previgenti (che torneranno a valere dal 2014) prevedevano una copertura pari al 100% dell'indice Istat fino all'importo corrispondente a tre volte il minimo Inps (nel 2011, fino a 18.270 euro lordi annui). Nella quota compresa fra tre e cinque volte (30.440 euro lordi annui) la copertura era pari al 90% mentre per le fasce superiori operava un'indicizzazione del 75%. Ora, limitatamente agli anni 2012 e 2013, la rivalutazione automatica è stata così ridisegnata: fino a cinque volte il minimo restano in vigore le regole precedenti; per i trattamenti superiori a cinque volte non è concessa la perequazione automatica, fatta salva e in misura del 70% del costo della vita, la quota fino a tre volte il minimo. In sostanza, per le pensioni di importo medio e medio-basso (fino a 30.440 euro lordi annui) non sono previste variazioni, mentre anche per i trattamenti più elevati, che non percepiranno la perequazione nei prossimi due anni, sarà comunque adottata fino a tre volte il minimo una copertura al 70%. Queste modifiche assicurano il medesimo risparmio inizialmente previsto prima degli emendamenti correttivi: 420 milioni nel 2012, 680 rispettivamente nel 2013 e nel 2014. CONTRIBUTO di solidarietà: dal prossimo 1° agosto fino a tutto il 2014, sulla quota di pensione eccedente i 90mila euro lordi l'anno e fino a 150mila euro sarà applicato un contributo di solidarietà del 5% che salirà al 10% sulla quota eccedente i 150mila euro. La misura determinerà, al netto degli effetti fiscali, risparmi per 12 milioni nel 2011 e 24 per ciascuno degli anni fino al 2014. Si tenga conto che, su queste pensioni, opererà anche la riduzione della perequazione automatica. INTERVENTI per il posticipo del pensionamento. Si tratta di norme che hanno carattere strutturale, e cioè: l'aggancio automatico all'attesa di vita, rilevata dall'Istat, dell'età pensionabile prevista per le diverse tipologie di pensione, già in vigore dal 2015, viene anticipato al 2013, determinando un incremento del requisito anagrafico di 3-4 mesi ad ogni cadenza triennale. Nel testo iniziale del decreto l'anticipo era fissato al 2014. Di conseguenza si realizza, rispetto ai notevoli risparmi già contabilizzati prima dell'emendamento, un effetto differenziale importante pari a 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015, 29 nel 2016, 349 nel 2017, 400 nel 2018, 430 nel 2019, 436 nel 2020 e 439 nel 2021. I REQUISITI derivanti dall'aggancio automatico all'aspettativa di vita saranno ulteriormente incrementati quando, dal 2020 al 2032, andrà a regime l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, ora di 60 anni. Il requisito anagrafico sarà aumentato di 1 mese nel 2020, 2 mesi dal 2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal 2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi per ogni anno dal 2025 al 2031 e di ulteriori 3 mesi dal 2032. Tale misura, non modificata in sede di conversione del decreto legge, determinerà, a regime, una riduzione della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà lo 0,4% nel decennio 2031-2040. LE DECORRENZE dei trattamenti pensionistici di anzianità (le cosiddette finestre: 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi) conseguiti in ragione dell'anzianità contributiva (40 anni) a prescindere dall'età anagrafica, sono posticipate di un mese per i soggetti che maturano il requisito nel 2012, due mesi e tre mesi per quelli che lo maturano rispettivamente nel 2013 e nel 2014. È una misura introdotta con emendamento al Senato che assicura parecchi risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 nel 2014, 710 nel 2015, 790 nel 2016. Le decorrenze previgenti continuano ad applicarsi ad un contingente pari a 5mila soggetti che versino in particolari condizioni (ad esempio, mobilità). Come si vede, ancorchè connotati da una gradualità molto accentuata, gli interventi strutturali sull'età pensionabile assicurano significativi risparmi al sistema. DA ULTIMO non ha subito modifiche la cosiddetta norma antibadanti, che poi finisce per colpire anche i cittadini italiani. Se un settantenne convola a giuste nozze con una signora (il discorso può essere invertito) di età inferiore di venti o più anni, se dovesse morire prima che siano trascorsi dieci anni di matrimonio l'assegno di reversibilità si ridurrebbe del dieci per cento per ogni anni in meno. La norma è cifrata per 9 milioni nel 2012, 27 nel 2013 e 45 nel 2014. *deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro PRESSToday Rassegna stampa

HelpConsumatori Data: "SOCIETA'. Manovra verso approvazione. Stime Cgil: famiglie perderanno fino a 1800 18/07/2011 euro annui"

Indietro Stampa News SOCIETA'. Manovra verso approvazione. Stime Cgil: famiglie perderanno fino a 1800 euro annui 15/07/2011 - 12:00 È attesa per questa sera alla Camera l'approvazione della manovra finanziaria. Che fa discutere e non poco, visto che si prospettano molti tagli e nuove tasse: è infatti previsto un taglio lineare - quindi indistinto, su tutti - delle agevolazioni fiscali che non sarà applicato solo se entro il 30 settembre 2013 sarà esercitata la delega con la riforma fiscale. Il taglio sarà del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014 e il gettito previsto da destinare alla correzione del deficit sarà pari a regime a 20 miliardi (4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014). In assenza di delega, significa che verranno colpiti bonus e detrazioni in favore delle famiglie, asili nido, spese sanitarie, assegni al coniuge, mutui casa, assicurazioni, risparmio energetico e ristrutturazioni edilizie. Torna da subito il ticket sulla sanità, di 10 euro sulle visite specialistiche e le analisi e di 25 euro sui codici bianchi al pronto soccorso. Andranno a regime gli aumenti provvisori delle accise sui carburanti. Nel capitolo pensioni, è anticipato al primo gennaio 2013 l'aggancio delle pensioni all'aspettativa di vita. Dal 2013 dunque l'incremento sarà di 3 mesi. I lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo. Ci sarà un contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d'oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e del 10% per la parte eccedente i 150.000 euro. Cambia l'imposta di bollo sui conti depositi titoli: l'imposta con periodicità annuale sarà di 34,2 euro per importi inferiori ai 50mila euro; 70 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro; 240 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro; 680 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. A partire dal 2013 l'imposta con periodicità annuale sarà di 230 euro per importi pari o superiori a 50mila euro e inferiori a 150mila euro, di 780 euro per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori a 500mila euro e di 1.100 euro per importi pari o superiori a 500mila euro. Sono provvedimenti che colpiranno le famiglie. Secondo uno studio economico fatto dalla Cgil, la manovra si tradurrà in una perdita secca di reddito fra 1200 e 1800 euro l'anno per le famiglie. L'analisi sottolinea che lavoratori dipendenti e pensionati "considerando solo le agevolazioni direttamente riconducibili a loro (quali quelle per la casa, la famiglia e quelle da lavoro dipendente o pensione) vedrebbero una perdita secca per famiglia, di lavoratore dipendente o pensionato, mediamente superiore ai 1.200 euro annui. Se a queste aggiungiamo tutte le altre forme di agevolazione di cui indirettamente beneficiano i lavoratori dipendenti e pensionati quali, le agevolazioni in materia di IVA o sulle accise, il taglio lineare proposto dal governo comporterebbe mediamente un danno di circa 1.800 euro". Ripercussioni pesanti. E anche le associazioni dei Consumatori protestano. Affermano Cittadinanzattiva: "Siamo coscienti del momento delicato per il nostro Paese, ma la qualità della manovra proposta è pessima: i costi gravano quasi integralmente sui soggetti deboli e su una classe media già messa a dura prova dalla crisi, le misure più rilevanti sono sfacciatamente rinviate alla prossima legislatura e, soprattutto, dietro l'affastellamento di sforbiciate e nuovi balzelli, non si intravede nessuna strategia". Se ci si sofferma sul capitolo sanità, ad esempio, il risultato sarà questo: "Fin da subito i cittadini si troveranno a versare 10 euro di quota fissa su ricetta per ogni prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, eccezion fatta per gli esenti. Inoltre dal 2014 lo Stato potrà introdurre ulteriori ticket aggiuntivi su farmaci, prestazioni di diagnostica e di specialistica, ricoveri ospedalieri e medicina di base (art. 17 comma 1 lettera d). La manovra fa riferimento a ticket aggiuntivi rispetto ai ticket già introdotti dalle Regioni. E' consentito alle Regioni di ridurre i ticket ed indicare misure alternative da concordare preventivamente ai tavoli di Governo - spiega Cittadinanzattiva - Se l'importo massimo di ticket per ogni prestazione è fissato a 36,15 euro, ma in alcune regioni come per esempio la Sardegna il ticket raggiunge i 46 euro (o, ancora, in Calabria si paga 45 euro più un euro di quota fissa) l'aggiunta dei 10 euro di ticket e, dal 2014 possibili ticket aggiuntivi, quanto andranno a gravare sulle tasche degli italiani?". Il risultato sarà dunque uno: a pagare saranno i cittadini. 2011 - redattore: BS

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Il Nuovo Molise Data: "Recupero crediti, i pensionati insorgono" 18/07/2011 Indietro Stampa Recupero crediti, i pensionati insorgono

15 luglio 2011 CAMPOBASSO – “La Ragioneria Generale Regionale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in questi giorni, invia ai lavoratori pubblici, collocati in pensione dall’1 settembre 2010, una lettera di recupero dei contributi previdenziali a suo tempo sospesi a causa del terremoto che investì il Molise nel 2002”. Lo comunica il Comitato pensionati pubblici Molise che, in una nota stampa, evidenzia la disparità di trattamento. “Nella missiva – si legge nel comunicato – sono indicati il valore del debito personale del singolo pensionato e le modalità di reintegro per il tramite dell’Inpdap (ente amministratore dei pensionati pubblici). La Ragioneria Generale indica due diversi modi di estinzione del debito: in un’unica soluzione dell’intero importo indicato mediante versamento postale in favore del Ministero dell’Economia oppure con una forma rateale brevissima che estingua il debito entro il mese di maggio 2015. Al ricevimento della lettera, i pensionati attuali , si sono attivati per le vie brevi, contestando, sotto forma di ricorso sostanziale, la scelta autonoma dell’amministrazione, sostenendo che le disposizioni emanate precedentemente attraverso la C.M. 9/11/2002 n. 3253 del 29/11/2002, prevedeva che ogni mensilità di contributi sospesi dovesse essere restituita in otto mensilità e che pertanto la rateizzazione sarebbe stata pari ad un totale di 208 rate. A ciò, i ricorrenti aggiungono nel loro ricorso, che la suddetta rateizzazione, è stata regolarmente applicata al personale dipendente del Miur in attività di servizio a decorrere dal 1 marzo 2010 seguendo l’ ordine alfabetico e con indicazione sulla busta paga della data di estinzione del debito. Appare del tutto evidente – segnala il Comitato – che una rateizzazione diversa da quella applicata al personale in servizio, creerebbe una vera e propria ingiustizia e disparità di trattamento che i sottoscrittori intendono contrastare nelle opportune sedi, anche costituendosi in Comitato dei pensionati pubblici e richiedendo l’intervento dei sindacati dei pensionati regionali nonché l’intervento delle rappresentanze categoriali di competenza. I ricorrenti, a sostegno della loro causa ricordano che l’azione di tutela resta tesa alla restituzione intera del debito pregresso e che questo modo di procedere, se pur giustificato dallo stato di deficit delle risorse economiche del paese, rappresenta l’ennesima azione di depauperamento, con una rata alta e compressa nel tempo, della già scarsa propensione al consumo dei pensionati e una incostituzionale disparità di recupero di somme autonomamente attribuite con atto unilaterale dall’amministrazione”.

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Independent, The Data: 18/07/2011 "Sean O'Grady: The NHS is a religion and we'll all have to pay 'church tithes' to support its existence"

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As has frequently been observed, the National Health Service is the nearest thing the British have to a religion. I can't recall which Tory politician said that, but it was one of Ken Clarke, Nigel Lawson or Norman Lamont. All served in the Thatcher governments of the 1980s that were widely perceived as being hell bent on slashing the NHS, but where the figures show that real-terms spending increased. That makes the point: even the most hostile of governments is usually forced by sheer political force to hand the cash over to the doctors and nurses.

But, like any religious organisation, the NHS needs its funds.In medieval times the Church imposed a "tithe" – a tenth of the production from a given peasant's land would have to be delivered to the church.

By the middle of the next century the NHS will also demand a tithe in relation to the UK economy. The Office for Budget Responsibility tells us that by 2060 it will consume fully 9.8 per cent of GDP – one pound in every 10 generated by the economy. That's against an expected low point of 7.4 per cent in 2015. The state retirement pension – rather than the public sector pensions for teachers, nurses and so on – is also due to eat up a much bigger proportion of the national cake – from 5.5 per cent in 2015 up to 7.9 per cent 50 years hence.

There's a couple of interesting points here that show how the Government is going about its cuts in a very curious way.

First, public sector pensions, though expensive by any standards, are not, properly speaking "unsustainable" as ministers have sometimes claimed. In fact, they are due to fall as a proportion of national income long term, from2 per cent to 1.4 per cent, the OBR confirming the findings of the Hutton report.

The gross cost may be £1.33 trillion at today's prices, but that is not so large on a half-century view, and is in any case highly sensitive to marginal movements in long- term interest rates (anyone's guess). Thus, the OBR admitted that £260bn of the "increase" in the notional bill for public service pensions since 2010 was purely due to the fall in interest rates. Suffice to say that pubic sector pensions, unfair and unjust as they arguably may be, are a bit irrelevant to fiscal sustainability. They will fall anyway, because of past reforms to them, the current pay freeze on state employees and planned redundancies by 2015.

So why is the Government making such a big fuss about them? And, moreover, why has it decided to ignore the real threats to fiscal sustainability – by ring fencing NHS spending and guaranteeing that the state pension will rise by inflation, earnings or 2.5 per cent, whichever is the greater?

That "triple lock" is extremely welcome to pensioners and future pensioners (ie everyone) but it is expensive. There is a fair case to be made for the fact that, nasty though it was, the Thatcher government's early decision to break the earnings link to the retirement pension in 1980 was one of the major forces in driving down the size of the state by 1997.

Ring fencing the NHS is one thing, but much of the Government's strategy depends on the Health Service finding implausibly large efficiency savings and the rest from its reforms, whatever they may be. As to the importance of this, we have the word of Stephen Nickell, one of the three wise men running the OBR and a distinguished Oxford economist.

"Health service productivity is the biggest single factor on the sustainability of the public finances," he declared last week.

According to the OBR's most pessimistic projections, if the demands on the NHS grow as fast as they have recently, and productivity fails to keep up, as it usually has done, NHS spending will rise so fast that it will push the national debt to over 200 per cent of GDP by 2060 – not just unsustainable, but ruinous.

The policy implications of all this are unpalatable. The next government, most likely a truly Tory-led affair, but applicable to any party, will have to look again at these commitments. The NHS fence will have to be dismantled, if we are not to sacrifice virtually every other public spending programme to its insatiable appetite for resources. It is a cuckoo in the public spending nest. It was Vince Cable, as I have pointed out before, who wisely made this very point before the last election, and he was right (and, as he found to his cost, it meant the painful recreation of the system of student finance). The NHS is so big that ring fencing it creates huge distortions elsewhere, as the Institute for Fiscal Studies has also reported.

After the ring fence is removed, and the NHS has to shrink in real terms, we may then find some really nasty battles breaking out all over the NHS, where the unions are still strong, and where public opinion will still be with them on vicious Tory cuts, as in the 1980s. As I say, unpalatable.

Second, the triple lock around the state pension will need to be unpicked with Houdini-like skill. What the Coalition parties will say about this at the next election, one cannot predict; but if they do not, again, want to be accused of betrayal, they might choose to come clean about what all this is actually costing the nation.

There are only two ways out of all this, both equally difficult: tax rises or lifting the lid on immigration. Tax rises of some kind will be necessary because some of the existing sources of revenues to the Treasury will just dry up. North Sea oil duties are an obvious one; they will disappear by 2023. Tobacco duties will also decline with the trend to less smoking. Greener cars also take the edge of fuel duty increases. Something on the tax side will have to give. Again, I wonder how candid the political parties will be with us about this.

Immigration, the OBR points out, can also help.

I make no apology for returning to this theme in these pages. The sober economists at the OBR agree with me: immigrants tend to be younger than the indigenous populations and that helps the demographics, which are crucial for long-term fiscal health.

Of course, if they come here and stay then eventually they too will become part of an ageing population, requiring yet more immigration to support them, a sort of demographic Ponzi scheme, though that really is a long way away.

Besides, Poles and other eastern Europeans will probably retire home, taking their health and social care needs to eastern Europe. There are few economic problems where immigration isn't part of the answer. Unfashionable, but true.

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ItaliaOggi7 Data: "La lunga marcia verso le pensioni" 18/07/2011

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ItaliaOggi7 sezione: Primo piano data: 18/07/2011 - pag: 4 autore: Pagina a cura di Daniele Cirioli MANOVRA CORRETTIVA Uomini, donne, pubblico e privato: per tutti c'è da aspettare

La lunga marcia verso le pensioni

La pensione di fa sempre più lontana. Vecchiaia: dal 2032 tutti, uomini e donne, pubblici e privati, matureranno il diritto alla pensione dopo i 65 anni e 3 mesi (c'è da aggiungere la speranza di vita), anche se per l'effettiva decorrenza della pensione dovranno poi aspettare ancora un altro anno, o un anno e mezzo se lavoratori autonomi. A quell'epoca, che è la stessa situazione del 2014, i lavoratori dipendenti matureranno la pensione di anzianità a 61 anni e 3 mesi (più la speranza di vita) e i lavoratori autonomi un anno più tardi. Ma entrambe le categorie di lavoratori dovranno attendere dell'altro tempo per vedersi liquidare il primo assegno di pensione: un anno i dipendenti, 18 mesi gli autonomi. Va peggio (per modo di dire) chi ha iniziato a lavorare prima e raggiunge i fatidici 40 anni di contribuzione, cioè il massimo di lavoro che consente di maturare il diritto alla pensione a prescindere dall'età. Per loro, infatti, la finestra di decorrenza della pensione si sarà intanto allungata a 15 mesi se dipendenti e a 21 mesi se automi, il che significa andare in pensione dopo aver lavorato 41 anni e 3 mesi (dipendenti) ovvero 41 anni 9 mesi (autonomi). Le novità in pillole. Ad allungare tempi di pensionamento ci pensano tre diversi interventi. Il primo riguarda l'età per la pensione di vecchiaia delle donne del settore privato. Una novità che, tuttavia, farà sentire gli effetti solo a partire dall'anno 2020 da quando, cioè, è prevista la tabella di marcia che, di mese in mese, porterà dal 2032 il requisito di età a 65 anni, come gli uomini e le donne del pubblico impiego (sarà sicuramente più alto, almeno 65 anni e 3 mesi, per effetto della speranza di vita). La seconda novità riguarda la speranza di vita, ossia il meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti di età per la pensione all'incremento della speranza di vita. La novità è l'anticipo al 2013 dell'operatività di tale automatismo. Infine, ultima novità colpisce il tabù dei 40 anni: chi li maturerà dovrà aspettare (e lavorare) qualche mese in più prima di andare in pensione, dal 2013 due mesi e a partire dal 2014 tre mesi in più. Anche in tal caso dunque l'effetto è «elevare» indirettamente il momento di accesso e decorrenza della pensione. E con cura certosina si evita di raccontare la realtà, eludendo il diretto ritocco dei requisiti per il diritto alla pensione. © Riproduzione riservata PRESSToday Rassegna stampa

ItaliaOggi7 Data: "Pensione di inabilità" 18/07/2011

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ItaliaOggi7 sezione: Quesitario - Previdenza data: 18/07/2011 - pag: 47 autore: Risponde Sandra Mauro Pensione di inabilità

Un lavoratore agricolo che riceve la pensione di inabilità è obbligato a cancellarsi dagli elenchi di appartenenza?I.T. 3.1Pensione di inabilitàUn lavoratore agricolo che riceve la pensione di inabilità è obbligato a cancellarsi dagli elenchi di appartenenza?I.T.Risponde Sandra MauroSì. Ai fini dell'ottenimento della pensione di inabilità la legge richiede la cessazione di ogni attività lavorativa e la cancellazione da elenchi o albi. Ciò viene richiesto sia ai lavoratori dipendenti che ai lavoratori autonomi. Se la cancellazione avviene durante il procedimento per il riconoscimento della pensione, il diritto alla pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui la cancellazione ha effetto. Gli assicurati che all'atto della presentazione della domanda di pensione di inabilità percepiscono una retribuzione o una prestazione sostitutiva possono evitare il disconoscimento del diritto alla pensione sempreché dichiarino di rinunciare alla retribuzione o alla prestazione. Appare inoltre il caso di sottolineare che qualora il riconoscimento avvenga durante la percezione della pensione, il soggetto interessato deve informare immediatamente l'ente previdenziale. PRESSToday Rassegna stampa

ItaliaOggi7 Data: "Pensione reddito da lavoro" 18/07/2011

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ItaliaOggi7 sezione: Quesitario - Previdenza data: 18/07/2011 - pag: 47 autore: Risponde Sandra Mauro Pensione reddito da lavoro

Sono in pensione. A partire dal gennaio 2010 mi è stata offerta la possibilità di lavorare come consulente di azienda, con apertura di partita Iva. Ho un reddito molto alto e gradirei sapere se un eventuale ulteriore reddito sarebbe sottoposto a decurtazione.M.M. 3.1Pensione reddito da lavoroSono in pensione. A partire dal gennaio 2010 mi è stata offerta la possibilità di lavorare come consulente di azienda, con apertura di partita Iva. Ho un reddito molto alto e gradirei sapere se un eventuale ulteriore reddito sarebbe sottoposto a decurtazione.M.M.Risponde Sandra MauroLa normativa sul cumulo delle pensioni con i redditi da lavoro ha subito negli anni modifiche di grande rilievo soprattutto con riferimento alle pensioni di anzianità. Per quanto riguarda, infatti, la pensione di vecchiaia a partire dal 1° gennaio 2001 la stessa è interamente cumulabile sia con la retribuzione da lavoro dipendente sia con il reddito da lavoro autonomo. A partire dal 1° gennaio 2009, tutte le pensioni di anzianità in regime retributivo beneficiano della piena cumulabilità così come per le pensioni di vecchiaia. Per le pensioni contributive la totale cumulabilità si ha in presenza di determinati requisiti: 1) pensioni di vecchiaia acquisite con 40 anni di contributi; 2) pensioni di vecchiaia al compimento dell'età pensionabile ossia 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne; 3) pensioni dirette di anzianità conseguite con i nuovi requisiti di età e di contribuzione previsti dalla legge 247/2007. Fino alla data del 31/12/2008 si considera in vigore la vecchia normativa che stabiliva la cumulabilità parziale: cioè in base alle dichiarazioni dell'interessato l'ente provvedeva a effettuare le trattenute provvisorie delle quote di pensione non cumulabili. PRESSToday Rassegna stampa

ItaliaOggi7 Data: "Trattamenti pensionistici" 18/07/2011

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ItaliaOggi7 sezione: Quesitario - Previdenza data: 18/07/2011 - pag: 47 autore: Risponde Sandra Mauro Trattamenti pensionistici

Chi ha maturato i requisiti per la pensione di anzianità nel 2010 a quale finestra deve far riferimento? L.L.G. 3.1Trattamenti pensionisticiChi ha maturato i requisiti per la pensione di anzianità nel 2010 a quale finestra deve far riferimento? L.L.G.Risponde Sandra MauroI trattamenti pensionistici di anzianità e vecchiaia hanno subito importanti novità. Resta fermo comunque che i soggetti che hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia entro il 31/12/2010 usufruiranno delle vecchie finestre. La nuova normativa prevede, infatti, una sola finestra a scorrimento: finestra che sarà valida sia per i trattamenti di anzianità sia per quelli di vecchiaia. Le vecchie finestre rimarranno ancora valide in particolari casi: 1) nel caso di maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o di anzianità entro il 31/12/2010; 2) nel caso di soggetti dipendenti della scuola; 3) nel caso di lavoratori dipendenti con periodo di preavviso in corso al 30/6/2010 con raggiungimento dei requisiti entro la data di cessazione del rapporto di lavoro; 4) nel caso di soggetti per i quali viene meno il titolo allo svolgimento dell'attività lavorativa. Per il 2011 i requisiti richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia o di anzianità sono il raggiungimento di 65 anni di età per gli uomini e 60 anni per le donne. Per la pensione di anzianità i requisiti sono il raggiungimento di quota 96, con età di almeno 60 anni per i lavoratori dipendenti, e quota di 97, con età di 61 anni per i lavoratori autonomi con cessazione dell'attività lavorativa dipendente in Italia ed all'estero. Con 40 anni di anzianità contributiva si prescinde dal requisito dell'età anagrafica. PRESSToday Rassegna stampa

Lavoce.info Data: 18/07/2011 "PENSIONI E CRESCITA"

Indietro Stampa >PENSIONI E CRESCITA di Tito Boeri e Agar Brugiavini 15.07.2011

La tabella qui sopra riproduce le stime degli effetti del cambiamento delle regole di indicizzazione delle pensioni previsto dalla manovra del governo, così come stimati a partire dalla distribuzione delle pensioni per importo nel 2009 (Inps, Rapporto sulla coesione sociale, 2010) e dai tassi di inflazione effettivi e previsionali (fonte Ocse) per il 2011, 2012 e 2013. La distribuzione per classi fornita dall’Inps non permette di calcolare con esattezza i valori medi delle prestazioni per le fasce in cui cambierà la percentuale di indicizzazione (i valori soglia 1.428,00 e 2.380,00 cadono dentro intervalli predeterminati). Quindi si tratta di approssimazioni. Come si evince dalla tabella, sarebbero circa 700.000 le prestazioni che subirebbero riduzioni rispetto al quadro vigente. I risparmi lordi (senza tenere conto delle minori tasse incassate dall'erario) sarebbero di poco più di 370 milioni nel 2012 e leggermente inferiori a un miliardo nel 2014. Nella tabella forniamo anche le stime dell'indicizzazione alla crescita dell'economia da noi proposta come riforma strutturale volta ad assicurare sostenibilità al sistema previdenziale, pur in presenza di bassa crescita. Le stime prendono per buone le previsioni dell'Ocse sulla crescita del Pil italiano nel 2011, 2012 e 2013. Come si vede, i risparmi sarebbero superiori a quelli previsti nella manovra. Non ci sarebbe alcun taglio, invece, se l'economia crescesse al tasso dell'1,5 per cento (nella media dei cinque anni precedenti). Le quiescenze addirittura aumenterebbero rispetto alla legislazione vigente con tassi di crescita più sostenuti. La manovra del governo comporta invece comunque riduzioni delle pensioni che saranno persistenti indipendentemente dall'andamento dell'economia. Addirittura, i tagli alle pensioni potrebbero essere più forti, nella manovra del governo, in caso di crescita più sostenuta dato che quest'ultima tipicamente si accompagna a tassi di inflazione più elevati. In altre parole, la scelta del Governo incoraggia una costituency contro la crescita, mentre nel nostro caso avviene esattamente il contrario. Inps, Rapporto sulla coesione sociale, 2010, Tabelle III.3.5.6; III.3.6.9; III.3.6.12; III.3.6.15; III.3.6.18 » PENSIONI ALLA SVEDESE , Tito Boeri e Agar Brugiavini 01.07.2011 » LA RISPOSTA AI COMMENTI , Tito Boeri e Agar Brugiavini 12.07.2011 PRESSToday Rassegna stampa

Nazione, La (Firenze) Data: "Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso 18/07/2011 più e..."

Indietro Stampa SPECIALE pag. 3 Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più e...

Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più eque le misure di carattere straordinario e limitate nel tempo, contenute nell'articolo 18 e, nello stesso tempo, hanno rafforzato le modifiche strutturali (inizialmente parecchio deboli) del sistema. ADEGUAMENTO automatico delle pensioni al costo della vita: le regole previgenti (che torneranno a valere dal 2014) prevedevano una copertura pari al 100% dell'indice Istat fino all'importo corrispondente a tre volte il minimo Inps (nel 2011, fino a 18.270 euro lordi annui). Nella quota compresa fra tre e cinque volte (30.440 euro lordi annui) la copertura era pari al 90% mentre per le fasce superiori operava un'indicizzazione del 75%. Ora, limitatamente agli anni 2012 e 2013, la rivalutazione automatica è stata così ridisegnata: fino a cinque volte il minimo restano in vigore le regole precedenti; per i trattamenti superiori a cinque volte non è concessa la perequazione automatica, fatta salva e in misura del 70% del costo della vita, la quota fino a tre volte il minimo. In sostanza, per le pensioni di importo medio e medio-basso (fino a 30.440 euro lordi annui) non sono previste variazioni, mentre anche per i trattamenti più elevati, che non percepiranno la perequazione nei prossimi due anni, sarà comunque adottata fino a tre volte il minimo una copertura al 70%. Queste modifiche assicurano il medesimo risparmio inizialmente previsto prima degli emendamenti correttivi: 420 milioni nel 2012, 680 rispettivamente nel 2013 e nel 2014. CONTRIBUTO di solidarietà: dal prossimo 1° agosto fino a tutto il 2014, sulla quota di pensione eccedente i 90mila euro lordi l'anno e fino a 150mila euro sarà applicato un contributo di solidarietà del 5% che salirà al 10% sulla quota eccedente i 150mila euro. La misura determinerà, al netto degli effetti fiscali, risparmi per 12 milioni nel 2011 e 24 per ciascuno degli anni fino al 2014. Si tenga conto che, su queste pensioni, opererà anche la riduzione della perequazione automatica. INTERVENTI per il posticipo del pensionamento. Si tratta di norme che hanno carattere strutturale, e cioè: l'aggancio automatico all'attesa di vita, rilevata dall'Istat, dell'età pensionabile prevista per le diverse tipologie di pensione, già in vigore dal 2015, viene anticipato al 2013, determinando un incremento del requisito anagrafico di 3-4 mesi ad ogni cadenza triennale. Nel testo iniziale del decreto l'anticipo era fissato al 2014. Di conseguenza si realizza, rispetto ai notevoli risparmi già contabilizzati prima dell'emendamento, un effetto differenziale importante pari a 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015, 29 nel 2016, 349 nel 2017, 400 nel 2018, 430 nel 2019, 436 nel 2020 e 439 nel 2021. I REQUISITI derivanti dall'aggancio automatico all'aspettativa di vita saranno ulteriormente incrementati quando, dal 2020 al 2032, andrà a regime l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, ora di 60 anni. Il requisito anagrafico sarà aumentato di 1 mese nel 2020, 2 mesi dal 2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal 2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi per ogni anno dal 2025 al 2031 e di ulteriori 3 mesi dal 2032. Tale misura, non modificata in sede di conversione del decreto legge, determinerà, a regime, una riduzione della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà lo 0,4% nel decennio 2031-2040. LE DECORRENZE dei trattamenti pensionistici di anzianità (le cosiddette finestre: 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi) conseguiti in ragione dell'anzianità contributiva (40 anni) a prescindere dall'età anagrafica, sono posticipate di un mese per i soggetti che maturano il requisito nel 2012, due mesi e tre mesi per quelli che lo maturano rispettivamente nel 2013 e nel 2014. È una misura introdotta con emendamento al Senato che assicura parecchi risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 nel 2014, 710 nel 2015, 790 nel 2016. Le decorrenze previgenti continuano ad applicarsi ad un contingente pari a 5mila soggetti che versino in particolari condizioni (ad esempio, mobilità). Come si vede, ancorchè connotati da una gradualità molto accentuata, gli interventi strutturali sull'età pensionabile assicurano significativi risparmi al sistema. DA ULTIMO non ha subito modifiche la cosiddetta norma antibadanti, che poi finisce per colpire anche i cittadini italiani. Se un settantenne convola a giuste nozze con una signora (il discorso può essere invertito) di età inferiore di venti o più anni, se dovesse morire prima che siano trascorsi dieci anni di matrimonio l'assegno di reversibilità si ridurrebbe del dieci per cento per ogni anni in meno. La norma è cifrata per 9 milioni nel 2012, 27 nel 2013 e 45 nel 2014. *deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro PRESSToday Rassegna stampa

Nazione, La (Firenze) Data: "In pensione più vecchi. Giro di" 18/07/2011

Indietro Stampa SPECIALE pag. 2 In pensione più vecchi. Giro di

L'aspettativa di vita alza l'età minima di tre mesi già dal 2013. Nel DUE FRONTI: STRUTTURALE L'INNALZAMENTO DEI REQUISITI, UNA TANTUM LO STOP AGLI Giuliano Cazzola* IN MATERIA di pensioni gli emendamenti del Senato hanno reso più eque le misure di carattere straordinario e limitate nel tempo, contenute nell'articolo 18 e, nello stesso tempo, hanno rafforzato le modifiche strutturali (inizialmente parecchio deboli) del sistema. ADEGUAMENTO automatico delle pensioni al costo della vita: le regole previgenti (che torneranno a valere dal 2014) prevedevano una copertura pari al 100% dell'indice Istat fino all'importo corrispondente a tre volte il minimo Inps (nel 2011, fino a 18.270 euro lordi annui). Nella quota compresa fra tre e cinque volte (30.440 euro lordi annui) la copertura era pari al 90% mentre per le fasce superiori operava un'indicizzazione del 75%. Ora, limitatamente agli anni 2012 e 2013, la rivalutazione automatica è stata così ridisegnata: fino a cinque volte il minimo restano in vigore le regole precedenti; per i trattamenti superiori a cinque volte non è concessa la perequazione automatica, fatta salva e in misura del 70% del costo della vita, la quota fino a tre volte il minimo. In sostanza, per le pensioni di importo medio e medio-basso (fino a 30.440 euro lordi annui) non sono previste variazioni, mentre anche per i trattamenti più elevati, che non percepiranno la perequazione nei prossimi due anni, sarà comunque adottata fino a tre volte il minimo una copertura al 70%. Queste modifiche assicurano il medesimo risparmio inizialmente previsto prima degli emendamenti correttivi: 420 milioni nel 2012, 680 rispettivamente nel 2013 e nel 2014. CONTRIBUTO di solidarietà: dal prossimo 1° agosto fino a tutto il 2014, sulla quota di pensione eccedente i 90mila euro lordi l'anno e fino a 150mila euro sarà applicato un contributo di solidarietà del 5% che salirà al 10% sulla quota eccedente i 150mila euro. La misura determinerà, al netto degli effetti fiscali, risparmi per 12 milioni nel 2011 e 24 per ciascuno degli anni fino al 2014. Si tenga conto che, su queste pensioni, opererà anche la riduzione della perequazione automatica. INTERVENTI per il posticipo del pensionamento. Si tratta di norme che hanno carattere strutturale, e cioè: l'aggancio automatico all'attesa di vita, rilevata dall'Istat, dell'età pensionabile prevista per le diverse tipologie di pensione, già in vigore dal 2015, viene anticipato al 2013, determinando un incremento del requisito anagrafico di 3-4 mesi ad ogni cadenza triennale. Nel testo iniziale del decreto l'anticipo era fissato al 2014. Di conseguenza si realizza, rispetto ai notevoli risparmi già contabilizzati prima dell'emendamento, un effetto differenziale importante pari a 38 milioni nel 2013, 262 nel 2014, 290 nel 2015, 29 nel 2016, 349 nel 2017, 400 nel 2018, 430 nel 2019, 436 nel 2020 e 439 nel 2021. I REQUISITI derivanti dall'aggancio automatico all'aspettativa di vita saranno ulteriormente incrementati quando, dal 2020 al 2032, andrà a regime l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, ora di 60 anni. Il requisito anagrafico sarà aumentato di 1 mese nel 2020, 2 mesi dal 2021, di 3 mesi dal 2022, di 4 mesi dal 2023, di 5 mesi dal 2024, di 6 mesi per ogni anno dal 2025 al 2031 e di ulteriori 3 mesi dal 2032. Tale misura, non modificata in sede di conversione del decreto legge, determinerà, a regime, una riduzione della spesa pensionistica sul Pil che raggiungerà lo 0,4% nel decennio 2031-2040. LE DECORRENZE dei trattamenti pensionistici di anzianità (le cosiddette finestre: 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi) conseguiti in ragione dell'anzianità contributiva (40 anni) a prescindere dall'età anagrafica, sono posticipate di un mese per i soggetti che maturano il requisito nel 2012, due mesi e tre mesi per quelli che lo maturano rispettivamente nel 2013 e nel 2014. È una misura introdotta con emendamento al Senato che assicura parecchi risparmi: 201 milioni nel 2013, 433 nel 2014, 710 nel 2015, 790 nel 2016. Le decorrenze previgenti continuano ad applicarsi ad un contingente pari a 5mila soggetti che versino in particolari condizioni (ad esempio, mobilità). Come si vede, ancorchè connotati da una gradualità molto accentuata, gli interventi strutturali sull'età pensionabile assicurano significativi risparmi al sistema. DA ULTIMO non ha subito modifiche la cosiddetta norma antibadanti, che poi finisce per colpire anche i cittadini italiani. Se un settantenne convola a giuste nozze con una signora (il discorso può essere invertito) di età inferiore di venti o più anni, se dovesse morire prima che siano trascorsi dieci anni di matrimonio l'assegno di reversibilità si ridurrebbe del dieci per cento per ogni anni in meno. La norma è cifrata per 9 milioni nel 2012, 27 nel 2013 e 45 nel 2014. *deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro PRESSToday Rassegna stampa

Secolo d'Italia Data: "Atlete mamme, ora arriva la maternità" 18/07/2011

Indietro Stampa Atlete mamme, ora arriva la maternità Passa alla Camera il disegno di legge "Di Centa": garanzie previdenziali e nuovi diritti anche nel settore dilettanti

Antonella Ambrosioni Gli atleti non professionisti possono tirare un sospiro di sollievo: da oggi, il sogno di avere una pensione e godersi le gioie della maternità è una realtà per gli ateleti e le atlete che tengono alti i colori azzurri ma che finora non avevano garanzie e tutele sociali degne di questo nome. Dopo quasi due anni di discussione il disegno di legge sulla tutela previdenziale e della maternità degli atleti non professionisti ha completato il suo iter alla Camera. Ieri infatti è stata approvata in sede legislativa dalle commissioni congiunte Cultura e Lavoro della Camera e con un voto bipartisan la proposta di legge promossa dalla ex campionessa olimpionica Manuela Di Centa del Pdl sulla previdenza alle atlete e agli atleti.

Pensione Ci voleva la sensibilità politica di una delle atlete italiane più rappresentative per colmare una lacuna così vistosa. Entrando nei contenuti del testo, le norme si articolano su due punti fondamentali. Il primo riguarda la tutela previdenziale degli atleti non professionisti che praticano da almeno un anno una disciplina di interesse nazionale, anche se fuori dalle categorie professionistiche definite dal Coni. Per loro - sempre che non percepiscano altri compensi oltre alle indennità di trasferta, ai rimborsi forfettari di spesa, ai premi e compensi ricevuti per attività sportive dilettantistiche dal Coni, dalle Federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva - c'è la possibilità di riscattare fino a cinque anni della carriera sportiva a fini pensionistici. Dal beneficio sono esclui gli atleti più "ricchi", quelli che per esempio abbiano beneficiato di sponsor e quelli che gareggiano pr le forze armate, essendo già in qualche modo dipendenti garantiti.

Maternità Il secondo punto interessa la tutela della maternità delle atlete impegnate esclusivamente in un'attività sportiva di livello nazionale o internazionale da almeno un anno. A loro andrebbe un indennizzo di maternità pari all'80% del salario minimo percepito durante i cinque mesi di congedo previsti dalla legge e al 30 per cento nei sei mesi di astensione facoltativa. «Qusta legge pone l'Italia sul podio. È il primo Paese che ha adottato norme per tutelare la maternità e la previdenza degli atleti», dice raggiante la Di Centa. «Nonostante tutti i problemi che abbiamo, ciò fa di noi un Paese moderno, all'avanguardia sulle questioni sociali». Il testo passa ora al Senato. «Finalmente si è voluta colmare una lacuna normativa nell'ordinamento giuridico italiano. Si tratta di un risultato importante in ambito non solo sportivo ma soprattutto civile e sociale che dà prova della grande attenzione di questo governo e della maggioranza per un settore che da sempre rappresenta una delle eccellenze di questo Paese e per donne e uomini che attraverso i loro meriti tengono alta la bandiera italiana nel mondo». Le commissioni Cultura e Lavoro della Camera hanno detto sì alla legge all'unanimità, senza bisogno di passare dall'Aula. «Nella mia vita di atleta, di vincitrice di ori olimpici e di dirigente ho toccato con mano le carenze di questo settore e le esigenze di questi atleti. Sono quindi particolarmente felici perché si tratta di una conquista importantissima che riconosce piena dignità lavorativa a chi ha speso la propria giovinezza cimentandosi in competizioni che non godono di sponsorizzazioni milionarie ma che pure incidono nella memoria e nel sentimento nazionale, onorando la nostra bandiera». C'è un importante elemento di civiltà che la norma introduce: le atlete in maternità avranno l'identica tutela di qualunque altra lavoratrice. Avranno, una volta che la legge passerà il vaglio del Senato, quelle tutele riguardo a indennità e permessi, compresi quelli del coniuge.

Mamme-atlete Ci sono tantissime mamme-atlete di livello mondiale che hanno avuto risultati eccellenti anche dopo la gravidanza. La prima che viene in mente, perché forse è la più recente, è Kim Clijsters, ma restando tra i nostri confini ci sono tanti esempi di mamme rampanti (ancora in attività o ritirate), a partire da Maria Canins, passando per Valentina Vezzali, Josefa Idem, Elisa Togut, Barbara Fusar Poli, Simona Gioli, Fiona May. Plaude a questo risultato legislativo Gabriella Dorio, primatista italiana negli 800 e i 1500 metri, 20 anni in Nazionale con 112 gare ufficiali e ritiratasi ufficialment nel 1992, proprio quando era in attesa del secondo figlio. «A me è andata bene perché ho saputo reinventarmi occupandomi di atletica con giovani e bambini, accettando incarichi dalla Federazione o da enti locali, spesso a tempo determinato. Ma ho visto tanti colleghi e colleghe rimanere in difficoltà. Pur avendo dato tanto ai colori azzurri e avendo dedicato la loro vita allo sport, a 33-35 anni molti si sono ritrovati senza alcuna forma di assistenza. Ai miei tempi era ancora troppo presto, forse, poter arrivare ai risultati legislativi di oggi, ma le esigenze le sentivamo eccome, anche perché l'atletica già di per sé è un ambito in cui i guadagni non erano e non sono esaltanti. Io avevo qualche pubblicità ma poi ho smesso: la maggior parte dei soldi andava alla Federazione...».

16/07/2011 PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi) Data: "c" 18/07/2011

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Il Sole-24 Ore del lunedi edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-18 - pag: 5 c

La pensione tocca il tetto dei 70 anni Nel 2052 per l'assegno di vecchiaia serviranno 48 mesi di lavoro in più rispetto a oggi Sempre più là. Un primo gradino di tre mesi nel 2013. Altri quattro nel 2016, altrettanti nel 2019 e poi avanti a "colpetti" regolari ogni triennio. Tabelle alla mano, nell'arco di dieci anni, l'età necessaria per andare in pensione crescerà di quasi dodici mesi. Che diventeranno 36 nel 2040 e addirittura 48 intorno al 2050, quando il requisito per la pensione di vecchiaia sarà arrivato a 69 anni. Non male, se si pensa che per cominciare a incassare la pensione si dovranno attendere altri 12 mesi (18 per gli autonomi), in base alle attuali regole che disciplinano la decorrenza dei trattamenti. In pratica, chi è nato nel 1983 raggiungerà il requisito per la vecchiaia nel 2052 a 69 anni ma potrà cominciare a incassare l'assegno dall'anno successivo, a 70 anni. La manovra economica, approvata definitivamente dal Parlamento venerdì scorso, prevede l'ulteriore anticipo di un anno dell'adeguamento dei requisiti pensionistici in base all'aumento della speranza di vita. Il nuovo meccanismo scatterà per la prima volta il 1 gennaio 2013, e non nel 2014, come inizialmente previsto dal decreto legge n.98 (che ne aveva anticipato l'applicazione rispetto alla precedente data del 2015). Dal 1 gennaio 2013, quindi, i requisiti per la pensione non saranno più fissi. Ogni tre anni - sulla base del calcolo che sarà effettuato dall'Istat - saranno infatti adeguati all'incremento della speranza di vita sia i parametri per la pensione di anzianità (si tratta di: età minima richiesta e "quote", vale dire somma di età anagrafica e anni di contribuzione) sia quelli per la pensione di vecchiaia. Tra l'altro, per le pensioni di anzianità, il primo aumento coincide anche con l'ultimo scatto delle quote, previsto il 1 gennaio 2013. Per andare in pensionamento anticipato, i dipendenti dovranno avere almeno 61 anni e 3 mesi e raggiungere quota 97 e 3 mesi (un anno in più per gli autonomi). La previsione del Governo - contenuta nella relazione tecnica alla manovra - è di un aumento di tre mesi dal 2013 e poi di altri quattro ogni triennio fino al 2030 circa. Poi l'incremento dovrebbe rallentare a tre mesi ogni tre anni. In questo modo - ma naturalmente il riferimento sarà solo il dato "certificato" dall'Istat - il governo stima un aumento dei requisiti di oltre 4 anni da qui al 2052, con risparmi cumulati di quasi 300 milioni di euro nel biennio 2013-2014, in rapida crescita negli anni successivi. Naturalmente, questa novità deve essere combinata anche con la previsione di elevare a 65 anni l'età di pensionamento di vecchiaia per le donne del settore privato - oggi ferme a 60 anni - anche con l'obiettivo di uniformarla a quella prevista per le donne della pubblica amministrazione. Dal 1 gennaio 2012 queste ultime potranno accedere alla pensione di anzianità solo al compimento dei 65 anni di età (attualmente ne servono 61). Per le donne del settore privato, comunque, il percorso di adeguamento comincerà solo nel 2020 e taglierà il traguardo 12 anni dopo, nel 2032, con un aumento di 5 anni del requisito. Come accennato, però, questa misura si intreccia con quella generale per l'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. Insomma, nel 2032 una donna occupata nel settore privato o lavoratrice autonoma, andrà in pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni e 3 mesi, con un incremento di 87 mesi rispetto alla situazione attuale. Una cattiva notizia anche per quanti possono accedere alla pensione con 40 anni di contributi a prescindere dall'età. Il decreto legge, nella versione modificata dal parlamento, prevede il posticipo della decorrenza della pensione. Non cambierà il requisito dei 40 anni: tuttavia aumenterà il periodo di "attesa" della pensione. Ai 12 mesi oggi previsti (18 per gli autonomi) se ne aggiungeranno: uno nel 2012, due nel 2013; tre nel 2014. Ogni anno un po' più in là, appunto. S. Pa. RIPRODUZIONE RISERVATA PRESSToday Rassegna stampa

Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi) Data: "Nuova tappa di una riforma senza fine" 18/07/2011

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Il Sole-24 Ore del lunedi edizione: NAZIONALE sezione: PRIMO PIANO data: 2011-07-18 - pag: 5 Nuova tappa di una riforma senza fine

Sarebbe imprudente sostenere che l'ultimo intervento sulle pensioni - quello arrivato con il decreto legge 98 - rappresenti l'anello finale degli aggiustamenti al sistema previdenziale. A dire il vero, se si guarda al recente passato, c'è piuttosto da scommettere che non sarà affatto così. Senza tornare ai tempi delle riforme del '92 e del '95 - quelle che hanno ridisegnato i vecchi scenari catastrofici della previdenza con l'introduzione del metodo di calcolo contributivo, dei nuovi requisiti e la nascita delle casse private - dal 2004 in poi si ricordano solo rari momenti di intervallo a modifiche, ritocchi, riforme, controriforme, spesso di grande rilievo. Prima lo "scalone" Maroni, poi ammorbidito dalla riforma Damiano-Prodi; poi le nuove decorrenze delle pensioni, fissate 12 (o 18) mesi dopo il raggiungimento dei requisiti (il che - non scordiamolo - si traduce in un allungamento della permanenza al lavoro); poi l'aumento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne del pubblico impiego; poi ancora l'aggancio dei requisiti di pensionamento all'aumento della speranza di vita, la cui applicazione è stata ora anticipata di due anni al 2013. Che dire: facciamocene una ragione, perché così potrebbe essere anche per i prossimi anni. D'altra parte, c'è qualcuno disposto a credere che l'aumento a 65 anni dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne del settore privato sia davvero destinato a raggiungere l'equiparazione con il settore pubblico solo tra 22 anni, cioè nel 2032? C'è qualcuno disposto a sostenere che non ci siano ulteriori spazi per limare e limitare molti privilegi del passato, oggi non più sostenibili? C'è qualcuno disposto a credere che, più in generale, un comparto come quello della previdenza - che pesa per oltre il 15% sul Pil e vale 230-240 miliardi di euro all'anno - non sarà nuovamente chiamato a contribuire al risanamento dei conti pubblici, qualora se ne dovesse presentare la necessità? Si accettano scommesse sulla prossima mossa. RIPRODUZIONE RISERVATA