Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme. Inventario dell'archivio storico (1245-1955)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i Beni librari e archivistici 2006

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2006. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Isabella Bolognesi nel corso del 2009, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

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Albero delle strutture

Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1245 - 1999 Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1560 - 1999 Registri dei nati, 1656 - 1983 Registri dei matrimoni, 1694 - 1995 Registri dei morti, 1679 - 1964 Indici dei nati e dei matrimoni, 1875 - 1878 Registri dei cresimati, 1738 - 1955 Stati delle anime, 1880 - 2000 Indici degli stati delle anime, 1951 - 2000 Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi, 1883 - 1907 Atti matrimoniali, 1838 - 1956 Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, 1856 - 1955 Diari delle messe avventizie, 1821 - 1963 Diari delle messe legatarie, 1829 - 1904 Diari personali delle messe, 1900 - 1960 Registri dei legati, 1702 - 1931 Registri degli adempimenti degli oneri legatari, 1706 - 1970 Registri delle elemosine, 1885 - 1968 Registri di amministrazione generale, 1908 - 1977 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1767 - 1943 Registri di cronache e memorie, 1902 - 1913 Protocolli degli esibiti, 1875 - 1955 Carteggio e atti ordinati, 1560 - 1970 Chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme, 1608 - 1962 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1608 - 1656 Resoconti, 1851 - 1956 Registri di cassa, 1913 - 1962 Registri delle riscossioni degli affitti, 1931 - 1950 Registri delle mappe dei fondi, 1855 - 1855 Beneficio primissariale di Castello di Fiemme, 1894 - 1956 Resoconti, 1894 - 1956 Confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Fiemme, 1777 - 1984 Registri degli iscritti, 1877 - 1968 Registri delle rese di conto dei cassieri, 1777 - 1944 Registri di amministrazione, 1777 - 1949 Registri di cassa, 1912 - 1984 Registri delle riscossioni delle tasse, 1942 - 1982

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Registri delle messe, 1875 - 1905 Registri dei confratelli defunti, 1901 - 1971 Carteggio e atti, 1777 - 1947 Confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Fiemme, 1639 - 1770 Urbari, 1639 - 1770 Asilo infantile di Castello di Fiemme, 1909 - 1921 Registri di cassa, 1909 - 1921 Pergamene della Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1245 - 1676

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), [1639 luglio 29] - 1919 giugno 10 Successori: Parrocchia di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1919 giugno 11 -

Parrocchia di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1919 giugno 11 - Predecessori: Curazia di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), [1639 luglio 29] - 1919 giugno 10 Assorbe : Chiesa di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), [1216] - 1987 gennaio 24 E' matrice di : Curazia dei Santi Angeli Custodi, Stramentizzo (Castello - Molina di Fiemme), 1739-1983

Chiesa di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), [1216] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Giorgio, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1919 giugno 11 -

Beneficio primissariale don Alessandro Giovannelli di Castello, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1735 aprile 24 - 1987 gennaio 24

Confraternita del Santissimo Sacramento, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1777 febbraio 3 - [1954]

Confraternita del Santissimo Rosario, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), 1653 giugno 14 - secolo XIX

Asilo infantile di Castello di Fiemme, Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme), [1890] -

5 superfondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1245 - 1999

regg. 56, quadd. 3, bb. 15

Storia archivistica I registri e gli atti appartenente all'archivio storico della parrocchia di Castello di Fiemme erano disposti, al momento del presente riordino, in un armadio di legno situato in canonica nell'ufficio del parroco. Tutta la documentazione cartacea era raccolta in faldoni moderni, frutto di un recente ricondizionamento del materiale. Questo intervento non sembra però aver alterato l'originale formazione dei fascicoli in essi contenuti o perlomeno non sembra vi sia stata una palese manomissione dei documenti. Si rileva purtroppo la totale assenza di contenitori originali sostituiti da cartelline moderne la cui titolazione è riportata dattiloscritta. Il lavoro di riordino e la ricerca hanno però permesso di risalire, con le dovute riserve e ipotesi, al nucleo originale di questo carteggio e agli autori dell'impianto dell'archivio, che risale probabilmente ai primi anni del Novecento (1). Per quanto riguarda i registri dei nati e battezzati, le cui registrazioni partono dal 1656, sembrerebbe che vi fosse stato un precedente volume andato distrutto durante un incendio (2). Stessa sorte pare naturalmente capitata al primo registro dei matrimoni e a quello dei morti, come ipotizza anche il curato don G. B. Bonelli nelle sue "notizie storiche" (3). Nell'archivio sono custodite anche 57 pergamene che si trovavano conservate in una scatola di cartone insieme al resto della documentazione.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 15 dicembre 1993 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. 6

Il presente inventario si chiude al 1955, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 15 dicembre 1993. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1955.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Castello di Fiemme ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento si è ritenuto opportuno rispettare, per la parte relativa alla documentazione cartacea, l'impronta che fu data al materiale tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX (4). Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa

7 all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista Fonti archivistiche: Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. nel presente inventario l'introduzione alla serie "Carteggio e atti ordinati" dell'archivio dell'ufficio parrocchiale. (2) Sugli atti relativi alla visita pastorale del 1864 in occasione della presentazione dei registri anagrafici, i visitatori notarono che a seguito di un incendio (forse quello del 1860?) si erano salvati, tra gli altri, quattro registri dei nati dal 1569. Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 90 (1864), p. 25.

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(3) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 1. (4) Vedi nota (1).

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Ente Curazia di San Giorgio [1639 luglio 29] - 1919 giugno 10

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 01/01/1560 - 31/12/1999

Storia Il paese di Castello, il cui toponimo deriva dal castello che lo dominava, occupa un'ampia conca delimitata da tre alture: a est lo Zelor, a nord il dosso verso e a sud il dosso della chiesa. Il territorio si allarga poi verso un piano terrazzato sul fondo del quale scorre il torrente Avisio. La sommità su cui sorge la chiesa parrocchiale era un tempo occupata dall'antico castello degli Eppan, tenuto dalla famiglia Enn-Caldiff ministeriali dei conti di Appiano. Verso la fine del XIII secolo fu occupato e dato alle fiamme dai valligiani che ottennero da Enrico, conte del Tirolo, la promessa che la rocca non sarebbe stata ricostruita. Risale al 1216 la prima notizia relativa ad una cappella eretta nei pressi del castello titolata a S. Giorgio e sembra che, dalla metà del XIV secolo, fosse presente in paese un cappellano per il quale nel 1360 furono estesi i capitoli (1). Per il suo servizio egli percepiva la metà della decima che l'arciprete di ricavava da quel territorio. L'ufficio del cappellano di S. Giorgio sembra però non essere durato a lungo; il pievano vantò allora il suo diritto sulla decima di Castello ma la decisione vescovile del 1592 (2) gli impose l'obbligo di celebrare o far celebrare a Castello una messa settimanale e continuare a versare 12 staia di segale al sacrestano di quella chiesa (3). I documenti di questo periodo scarseggiano e non è dato sapere come si provvedesse agli altri bisogni spirituali di quella popolazione e delle frazioni dipendenti dalla sua chiesa. La vera istituzione di una cura d'anime in Castello avvenne nell'anno 1639 in seguito ad una istanza degli uomini di Castello: il 29 luglio 1639 venne infatti stipulata una convenzione tra l'arciprete di Fiemme e la Regola di Castello per stabilire le mansioni di cura d'anime per il futuro curato e la retribuzione per le sue prestazioni (4). I capitoli stabiliti per l'erezione della curazia di Castello sancivano come primo punto il diritto della Regola di Castello di eleggere il proprio curato, in accordo però con l'arciprete. Il sacerdote era obbligato a tenere la cura d'anime e amministrare i sacramenti nella villa di Castello per quella gente e per la popolazione delle frazioni comprese: Masi di Stramentizzo, Solaiolo e S. Lugano. La messa doveva essere celebrata nella chiesa di S. Giorgio tutte le domeniche e feste di precetto e devozionali, oltre alle altre messe imposte dall'arciprete o dalla Regola. Altri obblighi prevedevano di insegnare alla domenica la dottrina cristiana, di tenere scuola ai fanciulli e di andare nelle processioni alla pieve. La Regola di Castello era di contro obbligata a corrispondere al curato per i suoi servizi un salario annuo di 150 ragnesi. Per la formazione del salario il si serviva della decima proveniente dalle campagne di Stramentizzo, ceduta a questo scopo dall'arciprete di Cavalese, dalla quota proveniente dalla chiesa di S. Lugano e il resto dalle casse comunali. Il curato percepiva il suo salario parte in denaro e parte in grano con mezzo carro di vino. La Regola si impegnava inoltre a dare ogni anno "a giusto prezzo passi n. 6" di legna e a concedere gratuitamente l'abitazione che doveva avere annesso un orto. Questa congrua, integrata da alcuni incerti ed elemosine, rimase invariata fino alla metà del XVIII secolo. Già dal 1739 era stato eretto in Stramentizzo un beneficio curato e quella comunità accampò delle 10 pretese contro il curato di Castello che, trovandosi disimpegnato da alcune mansioni di cura d'anime nei riguardi di quella gente, doveva rinunciare alla quota di congrua corrisposta dai Masi di Stramentizzo e cederla al beneficiato (5). La sentenza vescovile del 17 maggio 1756, che accordava alcune attribuzioni di cura d'anime al beneficiato di Stramentizzo (6), confermava però il diritto del curato di Castello di percepire quella decima con l'obbligo di corrispondere la quota di 25 troni l'anno al beneficiato di Stramentizzo. La decisione fu approvata dall'arciprete di Cavalese. La congrua di Castello fu incrementata agli inizi dell'Ottocento dall'assegnazione di 500 fiorini provenienti da un legato lasciato dall'arciprete di Cavalese Giovanni Francesco Riccabona de Reichenfels (7). Il comune di Castello che ricevette il capitale si obbligò ad adoperare gli interessi annui per l'aumento della congrua del curato che veniva quindi ad essere formata dal contributo comunale, dal legato Riccabona e da incerti di stola ed elemosine (8). Il patrimonio del beneficio curaziale non subì altre rilevanti variazioni e il Comune provvide sempre al mantenimento del proprio curato. La curazia di Castello comprendeva come detto anche le stazioni di Stramentizzo e S. Lugano, filiali che già dalla metà del XIX secolo avevano ottenuto una relativa autonomia dalla matrice. L'attestazione della dipendenza dell'espositura di S. Lugano non fu mai attestata prima del 1850 e talvolta essa venne addirittura negata dai sacerdoti esposti. Il 22 ottobre 1850 infatti l'Ordinariato di Trento con suo decreto sancì che il curato di Castello era il vero e immediato curatore d'anime di S. Lugano (9). L'espositura dipendeva però solo in poche cose dalla chiesa matrice, poiché l'usanza la portava ad esercitare la sua funzione come una curazia. Nel 1964, con la nuova determinazione dei territori delle chiese di Trento e di Bressanone S. Lugano entrò a far parte della diocesi di Bolzano-Bressanone. Dal 7 luglio 1739 Stramentizzo divenne beneficio curato di Castello. Il curato di Castello, in accordo con la Regola, il 17 maggio 1756 concesse al beneficiato alcune mansioni di cura d'anime come il permesso di battezzare, predicare, assistere gli infermi, seppellire i morti e con delegazione anche celebrare matrimoni. I nomi dei battezzati e dei morti dovevano però essere trasmessi tempestivamente all'ufficio di Castello per le debite registrazioni. In Stramentizzo si tenevano anche le sacre funzioni nei giorni festivi, ma non quelle della Settimana Santa, poichè il beneficiato era tenuto ad intervenire alle solennità in Castello. Dal 22 novembre 1943 Stramentizzo fu smembrato dalla parrocchia di Castello e aggregato a quella di Molina. Queste due stazioni avevano assunto man mano una loro indipendenza motivata soprattutto dalla loro distanza dalla chiesa curaziale (S. Lugano 60-75 min.; Stramentizzo 45-60 min.). Anche Molina dal 15 maggio 1855 fu soggetta alla curazia di Castello. La primissaria curata distava pochi minuti da Castello (20-30 min.) e questa sua relativa vicinanza non permetteva le richieste di indipendenza che invece agli altri due paesi erano state riconosciute. Nel 1865 (10) Molina manifestò il bisogno di più larghe concessioni, ma fu ribadito al primissario che egli non solo doveva considerarsi cooperatore di Castello, e quindi dipendente da quel curato, ma che inoltre, ottenendo la congrua come terzo sacerdote da quel Comune, avrebbe rischiato di perderla. Il 17 novembre 1920 Molina fu elevata a parrocchia. Nel 1900 Castello ottenne dall'autorità politica il riconoscimento di cura d'anime indipendente, riconoscimento che permetteva la concorrenza del Fondo di religione al mantenimento del curato. L'obbligo di completare la congrua fissata per legge pesava comunque sempre sul comune di Castello che deteneva il diritto di patronato. Con istanza del 22 maggio 1904 i capifamiglia inoltrarono all'Ordinariato la richiesta di erigere la cura di Castello in parrocchia, che al tempo contava 1069 anime. In quell'occasione i capifamiglia espressero la rinuncia del diritto di nomina del proprio curato trasferendolo al vescovo. L'Ordinariato e l'arciprete espressero parere favorevole alla richiesta, ma il comune di Castello (11) e Stramentizzo protestarono formalmente contro la progettata erezione, mentre la frazione di S. Lugano dichiarò il suo disinteresse poiché non si riteneva dipendente da Castello. Il Comune per parte sua era contrario alla

11 cessione al vescovo del diritto di nomina del curato e nel contempo rifiutava l'obbligo di sostenere gli oneri di patronato che gli imponeva l'Ordinariato a fronte dell'erezione. Le pratiche furono quindi bloccate. L'arciprete Luigi Bolner nel 1907 reinterpellò l'Ordinariato invitandolo a riprendere e considerare la pratica di Castello in ragione anche del fatto che era ormai prassi che le curazie indipendenti venissero elevate a parrocchia (12). La risposta però ribadì il fatto che, viste le immutate circostanze, non si intendeva riaprire la pratica di Castello. Nel febbraio del 1919 l'arciprete di Cavalese don Camillo Corradini scrivendo alla rappresentanza comunale invitava a prendere la deliberazione di rinunciare al diritto di nomina del proprio sacerdote a favore dell'Ordinariato, mantenendo però invariati gli oneri di patronato. In questo modo si sarebbero attuate le disposizioni del nuovo Codice di diritto canonico in base alle quali un curato indipendente è un vero parroco (13). Finalmente l'11 giugno 1919 la curazia di S. Giorgio in Castello di Fiemme fu eretta in parrocchia.

Elenco dei curati e dei parroci di Castello di Fiemme:

1616- Giovanni Battista Guglielmi 1639- Marino Marinelli 1656-1659 Rubino de Rubini 1659-1669 Giorgio Guadagnini 1669-1706 Giovanni Martino Solai (?) 1706-1719 Giacinto Zorzi da Ziano 1719-1720 Giacomo Lazzeri da 1720-1757 Giovanni Leonardo Bonelli 1757-1763 - vacanza - 1763-1770 Giacomo Villotti 1770-1771 Antonio Eusebio de Romediis 1771-1791 Giorgio Callegari 1792-1799 Simone Santuari 1799-1803 Giuseppe Scopoli 1803-1838 Giovanni Battista Monsorno 1838-1846 Giuseppe Degiampietro 1847-1874 Domenico Iellici 1875-1884 Andrea Giacomelli da 1884-1904 Giovanni Battista Bonelli da Carano 1904 lug.-set. Giovanni Gilmozzi 1905-1913 Pietro Chiocchetti 1914-1944 Carlo Giuseppe Fidelangelo da Ziano 1944-1968 Simone Vadagnini 1968-1977 Silvio Dellandrea 1977-1995 Carlo Gilmozzi da 1995- Valentino Chiocchetti da

Funzioni, occupazioni e attività

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Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini di una parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato indipendente era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte (14). Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Contesto generale Decanato di Cavalese Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GIACOMUZZI G., (a cura di) Guide del Trentino. Val di Fiemme, Trento, 2005 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970

Note (1) Cfr. "Cenni storici sulla fondazione e sviluppo del beneficio curaziale di Castello compilati dall'arciprete-decano di Cavalese Bolner don Luigi" in: "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese", a cura della Coop. Koiné, 2006, "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 10. Copia dei "Cenni storici" si trova anche nel presente archivio in: "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.8. (2) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.5.

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(3) Ibidem, cfr. anche la sentenza del 1560 relativa al riconoscimento del diritto di esigere dall'arciprete 12 staia di segale per il sacrestano. (4) Ibidem, 1.8. (5) Ibidem, 1.2. (6) Si accordava al beneficiato il permesso di battezzare, predicare, assistere gli infermi, seppellire morti, ecc. (7) Pievano di Cavalese dal 1770 al 1801. (8) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.8. (9) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 21B, n. 2a. (10) Ibidem. (11) Il comune di Castello era ed è attualmente composto dalle due frazioni di Castello e Molina (comune di Castello Molina di Fiemme). (12) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 21B, n. 2b. (13) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.1. (14) BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio per il clero curato", Trento, 1888 (2.a ed.), pp. 501-503.

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Ente Parrocchia di San Giorgio 1919 giugno 11 -

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 01/01/1560 - 31/12/1999

Storia Con decreto n. 2625 Ben. dell'11 giugno 1919 la curazia di S. Giorgio in Castello di Fiemme fu eretta in parrocchia. Primo parroco di Castello fu don Carlo Giuseppe Fidelangelo, già curato dal 1914. Con decreto ministeriale del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Trib. di Trento, Reg. Persone Giuridiche n. 253).

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". (1) 15

Contesto generale Decanato di Cavalese Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali" - "Parrocchie e curazie" - "Benefici" Archivio della parrocchia di Cavalese Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GIACOMUZZI G., (a cura di) Guide del Trentino. Val di Fiemme, Trento, 2005 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995

16 fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1560 - 1999

Soggetti produttori Curazia di San Giorgio, [1639 luglio 29] - 1919 giugno 10 Parrocchia di San Giorgio, 1919 giugno 11 -

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Strutture aggregate Fondo Beneficio primissariale di Castello di Fiemme Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Fiemme Fondo Asilo infantile di Castello di Fiemme Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Fiemme Fondo Chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme

17 serie 1 Registri dei nati, 1656 - 1983

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da sei registri. Le registrazioni partono dal 1656, ma è probabile che vi fosse un precedente volume forse distrutto da un incendio (1). Sui registri sono annotati i nomi dei nati e battezzati della curazia di Castello nella quale rientravano, per tempi diversi, anche le stazioni di S. Lugano, Stramentizzo e Molina. Stramentizzo fu beneficio curato di Castello dal 7 luglio 1739. Il curato di Castello, in accordo con la Regola, il 17 maggio 1756 concesse al beneficiato di Stramentizzo alcune mansioni di cura d'anime come il permesso di battezzare, predicare, assistere gli infermi, seppellire i morti. I nomi dei battezzati e dei morti dovevano però essere trasmessi tempestivamente all'ufficio di Castello per le debite registrazioni (2). Dal 22 novembre 1943 Stramentizzo fu smembrato dalla parrocchia di Castello e aggregato a quella di Molina. Molina dal 15 maggio 1855 fu primissaria curata di Castello e il 17 novembre 1920 fu elevata a parrocchia. Era dipendente da Castello anche l'espositura di S. Lugano che nel 1964, con la nuova determinazione dei territori delle chiese di Trento e di Bressanone, entrò a far parte della diocesi di Bolzano- Bressanone. I registri più antichi (regg. 1, 2) sono redatti in lingua latina e in forma discorsiva, con registrazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. E' interessante notare che sul secondo registro, dalla fine di febbraio 1806, i nati illegittimi sono stati annotati capovolgendo il registro. Gli altri registri, strutturati a tabella prestampata, contengono secondo le disposizioni governative le registrazioni delle generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Dal 19 giugno 1825 viene inoltre riportato il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto.

Note 18

(1) Sugli atti relativi alla visita pastorale del 1864 in occasione della presentazione dei registri anagrafici, i visitatori notarono che a seguito di un incendio (forse quello del 1860?) si erano salvati, tra gli altri, quattro registri dei nati dal 1569. Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 90 (1864), p. 25. (2) Cfr. Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese, a cura della Coop. Koiné, 2006, "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 12.

A. 1. 1 "I. dei nati dal 1656 al 1775" 1656 aprile 26 - 1775 febbraio 18 Registrazioni dei nati e battezzati di Castello, Stramentizzo e S. Lugano. Latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 622

A. 1. 2 "II. Registro dei nati di Castello dal 1775 al 1807" 1775 marzo 15 - 1807 luglio 4 Registrazioni dei nati e battezzati di Castello e S. Lugano. All'inizio, n.n.: memorie relative alla data di consacrazione di alcune chiese della parrocchia, s.d.; alle pp. 188-211: indice alfabetico parziale (A-C) relativo al primo registro dei nati, seconda metà sec. XIX (1); alle pp. 322-350: "Libro de Battezzati nella venerabile chiesa beneficiale di Stramentizzo, de quali si era omesso il registrarli tra quelli battezati nella cura di Castello. Questo registro fu dessonto dal libro che si conserva in Stramentizzo l'anno 1795 da me p. Simone Santuari curato", 1766 feb. 23-1807 gen. 14; alla fine, n.n.: memorie relative agli incendi scoppiati a Castello negli anni 1805, 1815, 1853, 1860, 1926 (2) Latino Registro, legatura in pelle, pp. 1-223, cc. 304-305, pp. 306-329, 340-350 (bianche le pp. 197, 199, 212-221, 306-321), con indice alfabetico alle pp. 161-187, 222-223, cc. 304-305 (2) Note (1) All'inizio si legge: "Il seguente indice non corrisponde a questo II registro dei nati, ma al registro I. Fu scritto in questo libro dal chierico Giorgio Corradini essendo curato il sig. d. Domenico Iellici, ma restò incompletto". (2) Alla fine della carta si legge: "Alla meglio possibile compito oggidì 25 ottobre 1876 dal vicario curaziale pr. Andrea Giacomelli di Predazzo. Si nota che la paginatura fu lasciata inalterata abbenché non corrisponda, solo fu ricalcata dove era bisogno".

A. 1. 3 "III. Registro dei nati. Castello 1805-1843" 1805 aprile 22 - 1843 marzo 13 cc. sd 1-140: registrazioni dei nati e battezzati di Castello e S. Lugano, 1805 apr. 22 (1)-1843 feb. 23; cc. sd 156-168: registrazioni dei nati e battezzati di Stramentizzo, 1805 set. 26 (2)-1843 mar. 13. Alla c. sd 169: atto relativo ad una legittimazione, 1851 mag. 23; atto relativo ad una delegittimazione, [1856]; alla c. sd 170: registrazione di una nascita desunta dai registri di Cavalese, 1823 di. 6. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 170, con indice alfabetico a rubrica alle cc. sd 141-155 e alla fine n.n. Note (1) Le registrazioni fino al 4 luglio 1807 sono riprese dal registro precedente. 19

(2) Le registrazioni del 4 giugno 1806 e 14 gennaio 1807 si trovano annotate anche sul registro precedente, dove però non è riportata la registrazione del 26 settembre 1805.

A. 1. 4 "IV. Registro dei nati in Castello dal 1843 al 1878" 1843 febbraio 25 - 1880 novembre 5 cc. 1-204: registrazioni dei nati e battezzati di Castello e Molina (1), 1843 feb. 25-1878 lug. 28; cc. 1-23: registrazioni dei nati e battezzati di Stramentizzo, 1843 mar. 13 (2)-1880 nov. 5; cc. 1-18: registrazioni dei nati e battezzati di S. Lugano, 1843 mar. 6-1878 set. 19. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 204, 23, 18, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) Dal 15 maggio 1855 Molina è primissaria curata di Castello. (2) Registrazione ripresa dal registro precedente.

A. 1. 5 "V. Nati e battezzati nella parrocchia di Castello di Fiemme dall'agosto 1878 al 1954 inclusivo" 1878 agosto 9 - 1954 dicembre 5 cc. sd 1-231: registrazioni dei nati e battezzati di Castello e Molina (1), 1878 ago. 9-1954 dic. 5; cc. sd 1-4 (partendo dalla fine): registrazioni dei nati e battezzati di Stramentizzo (2), 1881 apr. 21-1889 dic. 20; registrazioni dei nati e battezzati di S. Lugano (3), 1878 dic. 29-1889 dic. 28. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 231, 4, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Note (1) Parrocchia dal 17 novembre 1920. (2) Anche annotazioni di morti (1883 gen. 8-1889 dic. 26) e di matrimoni (1889 feb. 19-apr. 30). (3) Anche annotazione di una morte (1889 set. 30).

A. 1. 6 "Battezzati. 1955-1983" 1955 febbraio 1 - 1983 settembre 24 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 80, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

20 serie 2 Registri dei matrimoni, 1694 - 1995

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da cinque registri relativi a matrimoni celebrati nella chiesa di S. Giorgio dal 1694. La presenza di un registro anteriore è testimoniata da quanto riportato sugli atti visitali del 1670: i visitatori rilevarono infatti di aver visionato un registro dei matrimoni iniziato il giorno 12 settembre 1669 (1). E' probabile che il registro sia stato distrutto da un incendio, ipotesi formulata anche dal curato don G. B. Bonelli nelle sue "notizie storiche" (2). Il primo registro è compilato in lingua latina e in forma discorsiva; esso riporta la data e il luogo della celebrazione del matrimonio, i nomi degli sposi, dei genitori, del ministro celebrante e dei testimoni. Gli altri registri, compilati in lingua italiana e strutturati a tabella prestampata, riportano secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Gli ultimi due registri sono compilati secondo le norme concordatarie.

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 12, c. 85. 21

(2) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 1.

A. 2. 1 "I. dei matrimoni dal 1694 al 1807" 1694 novembre 24 - 1807 giugno 30 All'inizio e alla fine, n.n.: bozze di alberi genealogici, s.d. Italiano legatura in mezza pelle, pp. 252 (1) Note (1) Si tratta di due registri legati insieme: il primo, di piccole dimensioni, raccoglie le registrazioni dal 24 novembre 1694 al 26 gennaio 1717 (pp. 1-98); il secondo, di medie dimensioni, raccoglie registrazioni dal 12 aprile 1717 (pp. 99-252).

A. 2. 2 "II. dei matrimoni dal 1807 al 1859" 1805 aprile 22 (1) - 1858 novembre 23 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 160, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) Le registrazioni dal 22 aprile al 30 giugno 1805 sono riprese dal registro precedente.

A. 2. 3 "III. Matrimoniorum liber tertius incoeptus anno MDCCCLIX. 1859-1930" 1859 gennaio 11 - 1930 novembre 6 Italiano Registro, legatura in pelle, cc. sd 131, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 2. 4 "Volume IV. 1930-1951. Matrimoni benedetti nella parrocchia di Castello di Fiemme" 1930 novembre 29 - 1951 dicembre 29 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 96, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 2. 5 "Volume V. Matrimoni 1952-***" 1952 aprile 17 - 1995 settembre 16 Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 191, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

22 serie 3 Registri dei morti, 1679 - 1964

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da quattro registri a partire dal 1679. E' probabile che il primo registro sia stato distrutto da un incendio, ipotesi formulata anche dal curato don G. B. Bonelli nelle sue "notizie storiche" (1). Sui registri sono annotati i nomi dei morti della curazia di Castello nella quale rientravano, per tempi diversi, anche le stazioni di S. Lugano, Stramentizzo e Molina (2). I primi due registri sono compilati in lingua latina e in forma discorsiva e riportano la data di morte, il nome del defunto, la sua età, il luogo di sepoltura e il nome del sacerdote che officiò il funerale. Gli altri registri, redatti in lingua italiana e su tabella prestampata riportano, secondo le disposizioni governative, le generalità del defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura. Dal maggio 1915 si trova inoltre la firma del medico che attesta la causa di morte.

Note (1) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 1. (2) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", introduzione alla serie "Registri dei nati e battezzati"

A. 3. 1 "I. dei morti dal 1679 al 1784" 1679 giugno 17 - 1784 marzo 27 Registrazioni di morti della cura di Castello sepolti nel cimitero di S. Giorgio. Latino 23 legatura in mezza pelle, cc. 170 (1) Note 1) Si tratta di due registri legati insieme: il primo, di piccole dimensioni, raccoglie le registrazioni dal 17 giugno 1679 al 17 aprile 1713 (cc. 1-62); il secondo, di medie dimensioni, raccoglie registrazioni dal 18 aprile 1713 (cc. 62-170).

A. 3. 2 "II. dei morti dal 1784 al 1807" 1784 aprile 15 - 1807 giugno 7 Registrazioni dei morti della cura di Castello sepolti nel cimitero di S. Giorgio. Alle pp. 95-96: bozze per alberi genealogici, s.d.; alle pp. 109-124: "Nomina defunctorum in coemeterio SS. Angelorum Stramentizzi requiescentium, qua desiderantur in praecedenti libro desumpta ex uno libro mortuorum qui asservatum poenes ecclesiam Sancti Angelorum Stramentizzi", 1765 mag. 17-1806 set. 29. Latino Registro, legatura in mezza pelle, pp. 124, (bianche le pp. 72-73, 97-108)

A. 3. 3 "III. Morti" 1805 aprile 17 - 1880 aprile 3 pp. 1-218: registrazioni dei morti di Castello, 1805 apr. 17 (1)-1877 dic. 30; pp. 240-262: registrazioni dei morti di Stramentizzo, 1805 ago. 20-1880 apr. 3; pp. 271-282: registrazioni dei morti di S. Lugano, 1843 ago. 19-1879 nov. 8. A p. 15: annotazione del curato relativa al registro di stato civile: "In questo giorno 20 ottobre 1815 cessa per decreto di Sua Maestà Francesco Imperatore d'Austria il registro civile introdotto da cessato Regno d'Italia". Segue l'annotazione del sindaco che certifica che il presente registro concorda con quelli della stato civile. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 282 (bianche le pp. 219, 263-270), con indice alfabetico a rubrica relativo ai morti di Castello alle pp. 219-239 Note (1) Le registrazioni dal 17 aprile 1805 al 7 giugno 1807 sono riprese dal registro precedente.

A. 3. 4 "IV. Registro dei morti in Castello" 1878 gennaio 17 - 1964 ottobre 1 pp. 1-345: registrazioni dei morti di Castello, 1878 gen. 17-1964 ott. 1; pp. 1-2 (partendo dalla fine): registrazioni dei morti di Stramentizzo, 1880 apr. 3-1883 gen. 14; registrazioni dei morti di S. Lugano, 1880 feb. 26-1881 ott. 8. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 345, 2, con indice alfabetico a rubrica relativo ai morti di Castello all'inizio n.n.

24 serie 4 Indici dei nati e dei matrimoni, [1875 - 1878]

Contenuto La serie è formata da un registro contenente gli indici relativi ai matrimoni celebrati a Castello fino al 1878 e ai nati e battezzati nella curazia fino al 1775. Fu probabilmente compilato dal vicario curaziale don Andrea Giacomelli (1875- 1884) che aveva curato l'indice del secondo registro dei nati (1). L'indice alfabetico parziale relativo al primo registro dei nati e battezzati si trova sul reg. 2 dei nati alle pp. 188-211.

Note (1) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2, nota 2. Il confronto della grafia supporta questa probabilità.

A. 4. 1 "Indice di tutti i matrimoni, dei nati nel primo registro dal 1656 al 1776. Alberi" [1875 - 1878] Prima parte: indice alfabetico a rubrica dei matrimoni celebrati fino al 1878 (1); seconda parte: indice alfabetico a rubrica dei nati fino al 1775 (2); capovolgendo il registro: bozze per alberi genealogici. Italiano Registro a rubrica, legatura in mezza pelle, cc. 74 n.n. Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri dei nati e battezzati", regg. nn. 1, 2, 3 (parziale). (2) Ibidem, "Registri dei matrimoni", reg. n. 1.

25 serie 5 Registri dei cresimati, 1738 - 1955

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

La serie è formata da un registro.

A. 5. 1 "Registro dei cresimati 1738-***" 1738 luglio - 1955 maggio 18 Contiene: memoria della visita pastorale compiuta nella parrocchia di Cavalese nel luglio 1864, nella cui occasione il vescovo consacrò la nuova chiesa di Castello (1864 ago. 4). Italiano, latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 188 n.n.

26 serie 6 Stati delle anime, [1880] - sec. XX seconda metà

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati (1). Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili (2). Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440).

La serie è formata da tre registri. Sul primo registro si trovano annotati i consensi matrimoniali per i figli minorenni dal 1819 al 1841 (3).

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888 (2.a ediz), p. 52. (2) Cfr. SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze" a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319. (3) Consensi matrimoniali per i figli minorenni dal 1885 al 1905 si trovano in "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri delle pubblicazioni matrimoniali e avvisi", reg. 1.

A. 6. 1 "Anagrafe curaziale I. 1880-***" [1880] - 1905 gennaio 3 Anagrafe degli abitanti di Castello, Molina e . Alle cc. 110v-111r: prospetto relativo al "Movimento della popolazione di Castello, Molina e Predaia", 1879 dic. 16-1883 set. 11. Capovolgendo il registro: alle pp. 1-19: consensi matrimoniali per i minorenni, 1819 feb. 23-1841 set. 18. Italiano Registro, legatura in pelle, cc. I-111, pp. 19, con indice alfabetico a rubrica alle cc. I-7

A. 6. 2

27

"Anagrafe parrocchiale II di Castello di Fiemme" sec. XX prima metà Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 171 (bianche alcune pp.), con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A. 6. 3 "Anagrafe III per la parrocchia di Castello di Fiemme" sec. XX seconda metà Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 309

28 serie 7 Indici degli stati delle anime, sec. XX seconda metà

Contenuto La serie è formata da un quaderno.

A. 7. 1 "Indice delll'anagrafe parrocchiale III" sec. XX seconda metà Italiano legatura in mezza tela, cc. 23 n.n., a rubrica

29 serie 8 Registri delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi, 1883 - 1907

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono stati annotati gli avvisi da leggere ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche e le pubblicazioni dei matrimoni. Gli avvisi riguardavano prevalentemente l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni. La pubblicazione delle date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni erano stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi". Sul registro si trovano inoltre annotati i consensi matrimoniali per i figli minorenni dal 1885 al 1905 (1).

Note (1) Consensi matrimoniali per i figli minorenni dal 1819 al 1841 si trovano in "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Stati delle anime", reg. 1.

A. 8. 1 "Pubblicazioni di matrimonii ed altre cose ecclesiale e civile dall'ottobre 1883-29.9.07" 1883 ottobre 30 - 1907 settembre 22 Registrazioni delle pubblicazioni matrimoniali e degli avvisi di tenore ecclesiastico e civile. Capovolgendo il registro: - consensi matrimoniali per i minorenni, 1885 aprile 26-1905 gennaio 14 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 152 n.n.

30 serie 9 Atti matrimoniali, 1838 - 1956

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato (1). In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da 6 buste.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.

A. 9. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1838 - 1858 Busta, cc. 471 n.n.

A. 9. 2. b. 2 Atti matrimoniali 1859 - 1880 Busta, cc. 628 n.n.

A. 9. 3. b. 3 Atti matrimoniali 1881 - 1889 Busta, cc. 518 n.n.

A. 9. 4. b. 4 Atti matrimoniali 1900 - 1929 Busta, cc. 446 n.n.

31

A. 9. 5. b. 5 Atti matrimoniali 1930 - 1938 Busta, cc. 329 n.n.

A. 9. 6. b. 6 Atti matrimoniali 1939 - 1956 Busta, cc. 784 n.n.

32 serie 10 Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, 1856 - 1955

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 10. 1 "Registro dei morti, matrimoni, nati fuori della curazia di Castello" 1856 settembre 4 - 1955 ottobre 23 pp. 1-44: registrazioni di morti fuori parrocchia, 1877 gen. 18-1948 lug. 3; cc. sd 74-132: registrazioni di matrimoni celebrati fuori parrocchia, 1876 nov. 21-1955 lug. 7; cc. sd 140-157: registrazioni di nati fuori parrocchia, 1856 set. 4-1955 ott. 23. Italiano Registro, legatura in mezza pelle con appigli, pp. 44, cc. sd 74-157, (bianche le cc. sd 133-139), con indice alfabetico generale a rubrica all'inizio n.n.

33 serie 11 Diari delle messe avventizie, 1821 - 1963

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione (1). I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

La serie è formata da 11 registri.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 11. 1 Diario delle messe avventizie 1821 gennaio 1 - 1848 settembre 30 Alla fine: "Legata", diario delle messe legatarie, 1821 gen. 1-1829 feb. 8. Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 158 n.n.

A. 11. 2 "II. S. missae quae celebrantur in ecclesia S. Georgii Castelli. Incipit a kalendis octobris anni 1848 usque ad annum 1876 kalendis septembris" 1848 ottobre 1 - 1876 agosto 31 All'inizio, sulla c. di guardia: memorie scritte dal curato don Domenico Iellici relative alle campane della chiesa, s.d. Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 200 n.n.

A. 11. 3 "III. Diarium missarum quae celebrantur in ecclesia S. Georgii Castelli. Incipit a kalendis septembris 1876-1889" 1876 settembre 1 - 1888 dicembre 31 Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 146 n.n.

A. 11. 4

34

"Diarium missarum celebratarum in ecclesia S. Georgii Castelli Flemmarum a 1° ianuari 1889 alla metà del mese di settembre del 1897" (tit. int.) 1889 gennaio 1 - 1897 settembre 14 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 100 n.n.

A. 11. 5 "Diarium missarum in ecclesia S. Georgii ab 15 septembris 1897-1904" ( 1897 settembre 15 - 1904 maggio 31 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 38 n.n.

A. 11. 6 "Diarium missarum" 1904 giugno 1 - 1916 aprile 25 Latino Registro, legatura in tela, cc. 97 n.n.

A. 11. 7 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Castelli apud Flamonenses a die 25 mensis aprilis anni 1916 ad diem 30 mensis septembris anni 1926" (tit. int.) 1916 aprile 25 - 1926 settembre 30 Latino Registro, legatura in tela, cc. 120 n.n.

A. 11. 8 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia parrochialis S. Georgii Castelli (apud Cavalesium) ab prima die octobris 1926 ad 11 februarii 1939" (tit. int.) 1926 ottobre 1 - 1939 febbraio 11 Latino Registro, legatura in tela, cc. 103 n.n.

A. 11. 9 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia S. Georgii Castelli ab 12/II/1939 ad ***" (tit. int.) 1939 febbraio 12 - 1945 febbraio 28 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 101 n.n.

A. 11. 10 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia S. Georgii M. - Castello F. ab 1/III/1945 ad 11/VII/52" (tit. int.) 1945 marzo 1 - 1952 luglio 11 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 79 n.n. 35

A. 11. 11 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia S. Georgii - Castelli Flammarum a die XIII iulii 1952 ad ***" (tit. int.) 1952 luglio 13 - 1963 maggio 29 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n.

36 serie 12 Diari delle messe legatarie, 1829 - 1904

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e stilò le norme per la loro compilazione (1). I diari delle messe legatarie, assieme a quelli delle messe avventizie, dovevano essere conservati in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe legatarie dovevano essere annotati la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero progressivo delle messe celebrate, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione.

La serie è formata da un registro. Le messe che qui si trovano registrate dal 1829 all'aprile 1838 erano state annotate in origine su un registro di messe della confraternita del SS. Sacramento (2). Registrazioni di messe legatarie dal 1821 gen.1 al 1829 feb. 8 si trovano in: "Diari delle messe avventizie", reg. 1.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386. (2) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Registri delle messe", reg. 1.

A. 12. 1 "Missae legatariae ab anno 1829" 1829 gennaio 17 - 1904 dicembre 26 Latino Registro, legatura in mezza pelle, cc. 104 n.n.

37 serie 13 Diari personali delle messe, 1900 - 1960

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione (1). Mentre i primi due diari dovevano essere conservati in sacrestia, il diario personale doveva essere costudito da ogni sacerdote il quale vi annotava tutte le messe che doveva celebrare e quelle celebrate. Tali disposizioni vennero confermate nel 1825 dal decreto diocesano del vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin (Cost. dioc. del 1 maggio 1825). In seguito altre circolari aggiornarono le disposizioni del decreto e stabilirono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario una dichiarazione firmata con la quale si obbligava a celebrare le messe di cui si fosse preso carico e a incaricare i suoi eredi, in caso di morte, della soddisfazione delle rimanenti. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede.

La serie è formata da cinque registri: i primi tre appartennero a don Carlo Giuseppe Fidelangelo da Ziano, gli altri due a don Simone Vadagnini. Entrambi furono parroci di Castello.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 13. 1 "Volume I. Adversaria sacrorum presbiteri Caroli Josephi Fidelangelo (1)" (tit. int.) 1900 luglio 16 - 1905 dicembre 12 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 65 n.n. Note (1) Nato a Ziano il 3 novembre 1873, ordinato sacerdote l'8 luglio 1900, fu curato di Caoria (1903-11) e di (1911-13) e primo parroco di Castello (1914-44).

A. 13. 2 "Volume III. Diarium missarum sacerdotis C. Jos. Fidelangelo a Ciano (1)" (tit. int.) 1910 - 1920 Latino Registro, legatura in tela, cc. 77 n.n. Note (1) Ziano.

A. 13. 3 "Volume IV. Diarium missarum sacerdotis Josephi Fidelangelo a Ciano" (tit. int.) 1913 maggio 2 - 1924 dicembre 31 Latino 38

Registro, legatura in tela, cc. 77 n.n.

A. 13. 4 "Diarium missarum presbiteri Simone Vadagnini (1). Castello Fiemme" (tit. int.) 1945 gennaio 1 - 1954 dicembre 31 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 86 n.n. Note (1) Parroco di Castello dal luglio 1944 al 1968.

A. 13. 5 Diario personale delle messe di don Simone Vadagnini 1951 gennaio 1 - 1960 gennaio 12 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 100 n.n.

39 serie 14 Registri dei legati, 1702 - 1931

Contenuto La serie è formata da un quaderno e un registro.

A. 14. 1 "Urbarietto legati" 1702 - 1832 novembre 23 Registrazioni dei legati perpetui della cura di Castello. Italiano Quaderno, legatura in cartoncino, pp. 48, (mancano le pp. 18-19, bianche le pp. 20-32)

A. 14. 2 "Legato Vanzo minore (de' parenti) fondato sull'obbligazione di Stato di cor. 2000" (1) 1904 gennaio 28 - 1931 settembre 1 Quietanze per l'assegnazione dello stipendio. All'inizio: trascrizione del documento di fondazione. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 28 n.n. Note (1) Quirino fu Antonio Vanzo da Cavalese nel 1895 dispose una donazione al comune di Castello finalizzata a procurare uno stipendio per due studenti poveri. Il 3 giugno 1903 fu steso il documento di fondazione dello stipendio. Cfr. anche "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", 1.6.

40 serie 15 Registri degli adempimenti degli oneri legatari, [1706] - 1970

Contenuto La serie è formata da tre registri sui quali sono annotati gli adempimenti degli oneri dei legati.

A. 15. 1 "Libro de legati pii della cura di Castello. 1720" [1706 - 1747] Registrazioni degli adempimenti. Italiano Registro, legatura in cartone rustico, cc. 189 n.n.

A. 15. 2 "Legati pii. Libro III. 1747-1872" 1747 febbraio - 1873 luglio 15 Registro dei legati e degli adempimenti delle disposizioni testamentarie Italiano Registro, senza coperta, cc. 133 n.n.

A. 15. 3 "Adempimento delle messe legatarie nella curazia di Castello" 1913 gennaio 3 - 1 1970 maggio 18 Adempimenti degli oneri missari gravanti sulla chiesa parrocchiale, sul beneficio primissariale, sui legati Domenico Betta, Bartolomeo Casagrande, Rosalia Bonelli, Domenico Corradini e sul Comune. Italiano Registro, legatura in mezza tela con appigli, pp. 43 (bianche alcune pp.)

41 serie 16 Registri delle elemosine, 1885 - 1968

Contenuto La serie è formata da due registri e due quaderni sui quali sono annotate offerte e elemosine a favore di opere diocesane, circoli cattolici, poveri e devozioni varie. Annotazioni di elemosine raccolte in chiesa dal 1876 al 1904 si trovano in "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Registri delle messe", reg.1.

A. 16. 1 "Registro delle pie elargizioni raccolte per 1) denaro S. Pietro 2) Obolo S. Vigilio 3) Propagazione della Fede 4) S. Infanzia 5) Luoghi Santi. 1887" (tit. int.) 1885 - 1905 Capovolgendo il registro: - "Iscritti ed associati alla Propaganda", 1887-1904; - rinnovi di locazione di un prato di proprietà della chiesa, 1827, 1833. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 10 n.n.

A. 16. 2 "Raccolta di elemosina per la celebrazione di s. messe per le anime. Celebrazione di s. messe pro animabus. Denaro per i poveri provenienti dal legato Battisti" 1912 febbraio 19 - 1926 marzo 18 All'inizio: elemosine raccolte e messe celebrate "pro animabus", 1912 mar. 1-1926 mar. 18; a metà: "Legato Battisti per i poveri di Castello", 1912 feb. 19-1913 dic. 30. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 6 n.n.

A. 16. 3 Elemosine per scopi diversi 1932 marzo 16 - 1968 marzo 6 Registrazioni di offerte raccolte per: fusione delle campane, missioni, Opera S. Vigilio, Obolo di S. Pietro, giornate cattoliche, ecc. Italiano Quaderno, legatura in cartoncino con appigli, cc. 19 n.n.

A. 16. 4 "Spedizioni di denaro dalla parrocchia di Castello per diversi scopi" 1944 marzo 13 - 1944 agosto 10 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 5 n.n.

42 serie 17 Registri di amministrazione generale, 1908 - 1977

Contenuto La serie è formata da quattro registri in uso al parroco che riportano annotazioni relative alla gestione di varie amministrazioni presenti in parrocchia.

A. 17. 1 "Entrata-uscita. Cappella Lourdes di Castello" 1908 settembre - 1977 maggio 25 All'inizio: "Cenni storici" sui lavori di restauro e abbellimento eseguiti nella cappella tra il 1908-1912, 1913 set. 10. Capovolgendo il registro: annotazioni di cassa del legato Betta-Casagrande (1944 nov. 28-1947 ago. 22) e del Fondo Missioni (1944 nov. 10-1948 mag. 4). Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n.

A. 17. 2 "Quinternetto per le rascossioni affittanze fondi: 1) beneficio primissarile 2) fondo Missioni 3) legato Casagrande 4) legato Betta 5) legato cappella di Lourdes. 11.11.1930-11.11.1939" [1930 novembre 11] - 1950 dicembre 2 Alle pp. 57-58: "Introiti vendita prodotti", registrazioni delle entrate derivanti dalla vendita di patate, orzo, frumento e segale, 1946 nov. 21-1947 feb. 20. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 49, 57, (bianche le pp. 50-56), con indice dei nomi contenuti nelle pp. 1-49 all'inizio n.n.

A. 17. 3 "Libro cassa. Chiesa parrochiale, beneficio primissariale, cappella di Lourdes" 1948 gennaio 7 - 1968 agosto 21 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 86

A. 17. 4 "Urbario dei fondi 1) chiesa parrochiale 2) beneficio Giovanelli Tomasini 3) fondo Missioni 4) fondazione missaria Casagrande 5) fondazione missaria Betta 6) cappella di Lourdes" sec. XX seconda metà Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 193 (bianche molte cc.), con indice generale degli enti a c. 1 e indice delle particelle alle cc. 190-193

43 serie 18 Registri di amministrazione di associazioni e opere pie, 1767 - [1943]

Contenuto La serie è formata da tre registri relativi a confraternite, associazioni e opere pie attive in Castello. Iscritti e associati alla Propaganda per la Fede dal 1887 al 1904 si trovano in "Registri delle elemosine", reg. 1.

A. 18. 1 Registro degli iscritti 1767 marzo 1 - 1897 - "Confr(atelli) e co(nsorelle) della dottrina Cristiana" (tit. dorso), 1767 mar. 1-mag. 24; - "Sacro Scapulare di M. Vergine del Carmine. 1803" (tit. int.) (1), 1803-1874; - "Sacro Cuor di Gesù" (2), 1863 lug. 19-1884 mag. 11. Capovolgendo il registro: - "Congregazione del Sacratissimo cuor di Gesù" (3), 1884 set. 8-1897. Italiano Registro, legatura in cartone rustico con appigli, cc. 51 n.n., parzialmente a rubrica Note (1) All'interno del piatto anteriore si legge: "Non essendo più tal uso di ascrivere alla Dottrina Cristiana perché pocco zelanti di quella, si ascrivono in questo al Sacro Scapulare di M. Vergine del Carmine. 1803". (2) All'interno del piatto anteriore, sotto la nota relativa agli iscritti del Carmine, viene indicato che il registro sarà usato per annotare gli iscritti alla congregazione del S. Cuore di Gesù, evidenziati da un segno convenzionale (O barrato). (3) Sulla c. di guardia: memoria relativa all'istituzione della congregazione e "Direttorio della congregazione " per il periodo 1884- 1886.

A. 18. 2 "Registro congregazione SS. Cuor di Gesù" 1894 - 1913 dicembre 2 Registrazioni di entrate (1) e di uscite ( 2). Dopo le registrazioni di cassa: "Elenco delle aggregate" dopo la prima guerra mondiale (3), [1920]; "Offerte pro nuova pisside" e "Offerte pro tabernacolo", s.d. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 30 n.n. Note (1) Quote annue versate dalle iscritte. (2) Messe celebrate per le aggregate e piccole uscite di gestione. (3) Prima dell'elenco si legge: "Dopo la guerra 1914-1919 si credette opportuno rimettere a nuovo la pia congregazione del S. Cuore; furono quindi cancellate le antiche aggregate ed invitate ad iscriversi quelle giovani che avessero creduto di rientrare nella pia unione".

A. 18. 3 "Registro dell'associazione di A. C. "Pier Giorgio Frassati" di Castello di Fiemme. Incominciato il 9 dicembre 1934

44 giorno dell'inaugurazione" (tit. int.) 1934 dicembre 9 - [1943 maggio 31] Cronaca delle attività dell'associazione con memoria della sua inaugurazione. Alla fine: "Inventario degli oggetti appartenenti all'Associazione", s.d. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 9 n.n.

45 serie 19 Registri di cronache e memorie, [1902] - 1913

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 19. 1 "Urbario curaziale. Notizie storiche ecclesiastiche di Castello (1902)" [1902] - 1913 Brevi memorie e notizie raccolte dal curato Giovanni Battista Bonelli (1) e continuate dal suo successore don Pietro Chiocchetti (2) suddivise in capitoletti relativi a: - notizie ecclesiastiche vecchie dal 1216 al 1777; - lasciti per la formazione del Fondo Poveri dal 1639 al 1706; - notizie più recenti e legati pii dal 1805 al 1902; - legati e fondazioni missarie dal 1639 al 1909; - lasciti e beneficenze dal 1804 al 1905; - acquisti di arredi e apparati sacri dal 1864 al 1907; - costruzione del nuovo campanile dal 1906 al 1913; - restauro della cappella della Madonna di Lourdes dal 1908 al 1912. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n. Note (1) Curato di Castello dal luglio 1884 fino alla morte avvenuta l'11 aprile 1904. (2) Curato di Castello dal 1905 al 1913.

46 serie 20 Protocolli degli esibiti, 1875 - 1955

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica (Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887) (1).

La serie è formata da due registri.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121.

A. 20. 1 "Protocollo degli esibiti per la canonica di Castello. 1875-1908" 1875 giugno 1 - 1907 dicembre 26 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 62 n.n.

A. 20. 2 "Protocollo degli esibiti 1908-***" 1908 gennaio 1 - 1955 gennaio 24 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 75 n.n.

47 serie 21 Carteggio e atti ordinati, 1560 - 1970

Contenuto La serie è formata da 9 buste formate da fascicoli contenenti il carteggio di tutte le amministrazioni della parrocchia, ad esclusione di quello della confraternita del SS. Sacramento (1). L'impianto originario di questa organizzazione risale probabilmente ai primi anni del Novecento, periodo in cui furono curati di Castello don Giovanni Battista Bonelli (1884-1904) e don Pietro Chiocchetti (1905-1913) (2). Quando nel 1875 don Andrea Giacomelli ricevette in consegna gli atti e i beni ecclesiastici della curazia, relativamente all'archivio non si faceva menzione nè di "teche" nè di qualsiasi altra raccolta (3); la riconsegna del 1884 non è purtroppo presente in archivio per permettere di confermare la situazione (4). Il suo successore, don Giovanni Battista Bonelli, aveva sicuramente visionato l'archivio curaziale ed era a conoscenza del suo contenuto poichè aveva raccolto notizie e brevi memorie relative alla vita ecclesiastica di Castello (5). Forse durante la sua ricerca riunì in "teche" tutto il carteggio trovato nell'archivio e lo suddivise in modo più o meno omogeneo a seconda del contenuto. Sull'atto di consegna del 17 aprile 1904 che il decano don Luigi Bolner assunse in seguito alla morte del sacerdote, veniva precisato che nell'archivio curaziale erano presenti "alcuni fassicoli di atti correnti tanto matrimoniali che di amministrazione ecclesiastica e politico e civili" (6). Don Pietro Chiocchetti, che assunse la cura d'anime, completò le notizie storiche iniziate dal suo predecessore aggiornandole fino al termine del suo mandato. Tale lavoro lo impegnò probabilmente anche nell'organizzazione del materiale d'archivio, continuando quanto già impostato da don Bonelli. Il compito di mettere in ordine gli atti d'ufficio don Chiocchetti lo aveva ricevuto anche al momento della consegna, l'8 giugno 1905, quando gli furono assegnati tutti i registri e "alcuni fascicoli di atti d'ufficio correnti coll'incarico di metterli in ordine migliore" (7). Il sacerdote adempì all'incarico e sulla riconsegna presentata nel 1913 (8) troviamo, in un elenco relativo agli atti che costituiscono l'archivio, la descrizione del contenuto di diciotto "teche" (9). Da queste informazioni sembrerebbe che l'artefice principale di questa organizzazione sia stato don Pietro Chiocchetti, ma un'altra ipotesi riguardo la formazione e l'organizzazione delle "teche" potrebbe essere quella di un intervento da parte dell'arciprete di Cavalese don Luigi Bolner che resse la pieve tra il 1892 e il 1912 (10). L'attribuzione di tale lavoro al parroco di Cavalese è comunque più suggestiva se solo si pensa al grande lavoro di ricerca che egli compì sull'archivio parrocchiale al fine di poterne ricevere la consegna (11). Don Bolner raccolse infatti tutte le informazioni necessarie per conoscere più a fondo la sua parrocchia e alla fine fu in grado di raccogliere "diverse teche contenenti gli atti d'ufficio distribuiti per materie e paesi" (12). Don Luigi Bolner è inoltre l'autore dei "cenni storici" sulla curazia di Castello (13). E' in fine anche suggestivo il fatto che il lavoro intrapreso sull'archivio di Cavalese desse come risultato finale l'organizzazione del carteggio in "teche", stesso risultato per il carteggio dell'archivio curaziale di Castello. Come detto in precedenza, questa è solo un'altra ipotesi, che porta comunque motivi sui quali è possibile discutere. Attualmente le "teche" sono diciassette, ma il numero era già tale nel 1944, come ci è testimoniato dall'atto di riconsegna del beneficio reso per la morte del parroco don Carlo Giuseppe Fidelangelo: "Esistono n. 17 teche contenenti diversi carteggi e documenti vecchi" (14). In questa occasione non venne dato l'elenco, ma il fascicolo mancante è quello relativo all'asilo infantile (Teca XI). La numerazione si è perciò spostata di una unità rispetto all'elenco del 1913. Questi diciassette fascicoli costituiscono quindi il nucleo originario secondo il quale si è andato di seguito organizzando il carteggio dell'archivio parrocchiale di Castello. I parroci che si sono succeduti hanno continuato a raccogliere la documentazione secondo questo sistema, creando altre "teche" entro le quali è stato raccolto il carteggio.

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La serie si apre quindi con il 'nucleo storico' rappresentato dalle 17 teche cui seguono, in ordine cronologico, i fascicoli che sono stati formati successivamente. Recentemente vi è stato un intervento relativo al ricondizionamento dei fascicoli, ma l'ignoto autore non ha lasciato alcuna traccia dei contenitori originali. La titolazione dei primi fascicoli ("teche") è comunque la stessa che si ritrova sulla consegna del 1913 e possiamo quindi ben pensare che oltre alla titolazione, che purtroppo oggi ritroviamo dattiloscritta, sia stata rispettata anche l'integrità dei fascicoli.

Note (1) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti". (2) Alla morte di don G. B. Bonelli (11 aprile 1904) successe per pochi mesi il curato don Giovanni Gilmozzi (1904 giugno 12-settembre 22) che lasciò l'incarico per motivi di salute. (3) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 2.6. (4) Già nel 1904, in occasione della consegna per la morte di don G. B. Bonelli, il decano don Luigi Bolner fece includere l'annotazione che "nell'archivio decanale non si rinvenne l'atto di consegna fatto al defunto don G. Batta Bonelli", cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 21B, n. 2b. (5) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri di cronache e memorie", reg. 1. (6) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 21B, n. 2b. (7) Ibidem. (8) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 2.6. (9) "Teca I. Consacrazione chiesa vecchia-nuova. Erezione Via Crucis, ecc.; Teca II. Atti ecclesiastici e civili risguardanti Stramentizzo; Teca III. Atti ecclesiastici e civili risguardanti S. Lugano; Teca IV: Atti ecclesiastici risguardanti Molina; Teca V. Atti risguardanti Cavalese; Teca VI. Legato Vanzo Quirino per studenti Castello; Teca VII. Legato Trentini per spose; Teca VIII. Sviluppo beneficio curaziale, contratti, fassioni del curato, ecc.; Teca IX. Cantori, sacristano e fabbricieri; Teca X. Diritti del curato sui locali canonicali, cimitero, ecc.; Teca XI. Asilo infantile; Teca XII. Fondo missioni; Teca XIII. XIV e XV. Nuovo campanile; Teca XVI. Cappella Lourdes; Teca XVII. Atti di consegna, organo, ecc., Teca XVIII. Ancora nuovo campanile". (10) La presenza a Castello dei curati Bonelli e Chiocchetti si colloca proprio a cavallo del periodo di reggenza della pieve da parte di don Bolner. (11) Cfr. "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese", a cura della Coop. Koiné, 2006, introduzioni all'"Archivio storico della parrocchia di Cavalese" e al "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese". (12) Ibidem. (13) Cfr. "Cenni storici sulla fondazione e sviluppo del beneficio curaziale di Castello compilati dall'arciprete-decano di Cavalese Bolner don Luigi" in: "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese", a cura della Coop. Koiné, 2006, "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 10. Copia dei "Cenni storici" si trova anche nel presente archivio in: "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.8. (14) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 2.6.

A. 21. 1. b. 1 "I. Progetto chiesa nuova, consacrazione chiesa vecchia (1212), erezione Via Crucis, altare privilegiato, fonte battesimale, erezione a parrocchia. II. Stramentizzo: atti civili e ecclesiastici. III. S. Lugano: atti civili ed ecclesiastici,

49 capitolata, onorario al curato di Castello. IV. Molina: atti ecclesiastici. V. Questioni per le decime all'arciprete di Cavalese dalla Regola di Castello dal 1360. VI. Legato Vanzo Quirino per studenti. VII. Legato Trentini per le spose. VIII. Fondazione e sviluppo del beneficio curaziale, conchiusi col Comune per il salario al curato, congrua. IX. Cantori, sacristano, fabbricieri. X. Diritti sui locali della canonica, chiesa e cimitero, pagamento campana maggiore, riparazione coperto della chiesa" 1560 - 1970 Busta

A. 21. 1.1. b. 1 "I. Progetto chiesa nuova, consacrazione chiesa vecchia (1212), erezione Via Crucis, altare privilegiato, fonte battesimale, erezione a parrocchia" 1733 - 1920 Voto della Regola per l'erezione della Via Crucis e richiesta della licenza (1733-34), facoltà di benedire la Via Crucis (1862), attestazione relativa all'avvenuta benedizione (1879); concessione dell'altare privilegiato (1) per le confraternite del Rosario e del Santissimo (1782); concessioni di privilegio per l'altare maggiore (1791, 1798, 1864) e sua consacrazione (1864); memoria della consacrazione della vecchia chiesa (sec. XIX); atti relativi all'erezione della nuova chiesa: preventivo dei lavori (1848), capitolati e disegni (1850), ricordo della posa della prima pietra (1850), protocollo di collaudo (2) (1860), conto relativo alle spese sostenute tra il 1855 e 1860 per la dotazione della chiesa ([1872]); facoltà di benedire il fonte battesimale (1857) e la statuetta collocata sul coperchio (1860); decreto di erezione a parrocchia e atto di installazione del parroco (1919-20). Fascicolo, cc. 133 Note (1) Documento pergamenaceo. (2) In lingua tedesca.

A. 21. 1.2. b. 2 "II. Stramentizzo: atti civili e ecclesiastici" 1724 - 1970 Atti relativi alla lite sorta tra i vicini di Stramentizzo e i vicini di Castello in merito alla partecipazione dei primi al mantenimento del curato, accordo tra le Regole di Castello e Stramentizzo, decreti dell'autorità ecclesiastica per regolamentare i reciproci diritti e doveri, lamentele del curato di Castello; copie degli atti con cui il Capitanato distrettuale di Cavalese respinge la domanda di riconoscere il diritto di indipendenza della curazia di Stramentizzo da quella di Castello (1909), chiarimenti relativi alla delegazione per i matrimoni di Stramentizzo (1911), decreto vescovile relativo allo smembramento della curazia di Stramentizzo dalla parrocchia di Castello e sua aggregazione alla parrocchia di Molina (1943), rinnovo del decreto (1970). Fascicolo, cc. 61

A. 21. 1.3. b. 1 "III. S. Lugano: atti civili ed ecclesiastici, capitolata, onorario al curato di Castello" 1867 - 1954 (con all. dal 1652 al 1850) Supplica (1) della Regola di Castello all'autorità vescovile affinché conceda parte delle rendite della cappella di S. Lugano per il mantenimento del curato, con rescritto che ne stabilisce la quota (1652-53, in all.), decreto vescovile che obbliga la chiesa di S. Lugano al pagamento (1654, in all.), atti relativi alla concorrenza alle spese per il mantenimento del curato (1829-50, in all.), capitoli dell'espositura di S. Lugano (1867), vertenza tra i due Comuni in merito alla concorrenza alle spese (1889), don Pietro Chiocchetti riferisce del ritrovamento in archivio di importanti documenti (1905, con all.), il curato di S. Lugano chiede 50 disposizioni per la festività del patrono (1913), chiarimenti in merito alla giurisdizione di Castello sulla curazia di S. Lugano (1950), decreto vescovile relativo allo smembramento di S. Lugano dalla parrocchia di Cavalese e sua aggregazione a quella di Castello (1952), decreto di erezione della chiesa di S. Lugano a parrocchia (1954). Fascicolo, cc. 45 Note (1) Documento pergamenaceo.

A. 21. 1.4. b.1 "IV. Molina: atti ecclesiastici" 1854 - 1920 Memoria relativa alle condizioni per la custodia del SS. Sacramento nella chiesa di S. Antonio in Molina (1854), capitoli per il curatore d'anime di Molina e Predaia (1855), nuovi capitoli (1865), concessione per la messa del Giovedì Santo in Molina (1877), licenza per il sacrestano di toccare i vasi sacri (1878), capitoli fra la curazia di Castello e l'espositura di Molina (1888), concessione del contributo comunale per il mantenimento della chiesa (1893), delegazioni per i matrimoni (1898-1908), decisione dell'autorità politica relativa alla congrua del cappellano esposto di Molina (1903), richiesta di elevare Molina a curazia indipendente (1909-10), concessione "ad personam" di alcune facoltà (1912), richiesta da parte dell'Ordinariato del parere del parroco di Castello in merito alla domanda di erezione di Molina a parrocchia (1920). Fascicolo, cc. 68

A. 21. 1.5. b. 1 "V. Questioni per le decime all'arciprete di Cavalese dalla Regola di Castello dal 1360" 1560 - 1826 Sentenza (1) relativa al riconoscimento del diritto di esigere dall'arciprete di Cavalese 12 staia di segale per il sacrestano di Castello (1560), sentenza relativa alle decime di novali e rape (1578), capitoli per il pievano (1592), facoltà per il curato di Castello di celebrare messe solenni in deroga ai capitoli (1707), atti relativi alla causa intentata dalla Regola di Castello contro il parroco di Cavalese per il diritto della decima, transazione tra le parti (1779), copie di atti. Fascicolo, cc. 78 Note (1) Documento pergamenaceo.

A. 21. 1.6. b. 1 "VI. Legato Vanzo Quirino per studenti" 1895 - 1914 Atti relativi alla donazione fatta da Quirino Vanzo al comune di Castello finalizzata a procurare uno stipendio per due studenti poveri (1895), varianti aggiunte all'atto (1900), documento di fondazione (1903), istanze di studenti (1903-05), atti relativi agli oneri missari (1904, 1906) e alla gestione del capitale (1908, 1912), assegnazione dello stipendio (1913-14). Fascicolo, cc. 33

A. 21. 1.7. b. 1 "VII. Legato Trentini per le spose" (1) [1862] - 1913 Elenchi di spose dal 1861 al 1870, circolare decanale relativa alle modalità di distribuzione del legato (1878), avvisi di apertura del concorso, lettere di raccomandazione, nuove norme per la distribuzione delle rendite del legato nella parrocchia di Cavalese (1894-95), assegnazioni di dote. 51

Fascicolo, cc. 33 Note (1) Fondato da Bartolomeo Trentini, pievano di Cavalese dal 1738 al 1770, con testamento del 23 ottobre 1769. L'arciprete fondò il legato, amministrato dal decano pro tempore, a favore di otto nubende povere della parrocchia di Fiemme. Nel 1912 la fondazione venne dichiarata laica e quindi il patrimonio e gli atti relativi vennero consegnati dall'allora decano Luigi Bolner al Capitanato distrettuale di Cavalese. Cfr. anche "Fondo cartaceo della parrocchia di Cavalese", "Carteggio e atti", b. 24 in: "Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Cavalese", a cura della Coop. Koiné, 2006.

A. 21. 1.8. b. 1 "VIII. Fondazione e sviluppo del beneficio curaziale. Conchiusi col Comune per il salario al curato. Congrua" 1639 - 1948 Concessione data alla Regola di Castello della licenza di avere un proprio sacerdote e relative condizioni (1639), presentazione del nuovo curato don Giorgio Guadagnini e proteste circa il giuramento dovuto all'arciprete (1) (1658-60), nomina del curato don Leonardo Bonelli (1720), assegnazione del legato Riccabona (2) alla Regola di Castello per l'aumento del salario del curato (1804), disposizioni relative al salario per il curato (1822), convenzione tra il curato don Giuseppe Degiampietro e il comune di Castello (1839), contratto con il curato don Domenico Iellici (1847), ordine di convocazione della rappresentanza comunale per deliberare sulla ricerca di un nuovo curato e sulla sua congrua (1875), copia dei cenni storici sul beneficio curaziale di Castello compilati dall'arciprete Luigi Bolner (3) (1899), conteggi per il completamento della congrua, atti relativi alla vertenza nata tra il comune di Castello e il proprio curato in merito alle contribuzioni e alla concorrenza del Comune alla congrua, cenni storici di don Bolner ampliati ed estesi dal curato don Pietro Chiocchetti (1910), decisione dell'autorità politica relativa all'obbligo del comune di Castello di formare la congrua curaziale (1911) e procurare al curato un'abitazione (1915), richieste di documentazione per accordare il supplemento di congrua, stato patrimoniale del beneficio (1932), ecc. Fascicolo, cc. 150 Note (1) Il nuovo curato dovette prestare giuramento davanti all'arciprete, ma provò con testimonianze di altri curati che ciò non fu mai applicato in precedenza. (2) Fondato da Giovanni Francesco Riccabona de Reichenfels, pievano di Cavalese dal 1770 al 1801. (3) Pievano di Cavalese dal 1892 al 1912.

A. 21. 1.9. b. 1 "IX. Cantori, sacristano, fabbricieri" 1682 - 1913 Atti relativi al sacrestano: capitoli, richieste per aumento di salario, avvisi di concorso, suppliche di ricorrenti e lettere di raccomandazione, 1682; 1858-1906; - atti relativi ai cantori e all'organista: richiesta di assumere un maestro cantore, attestato di idoneità per l'ufficio di organista e maestro di canto, richieste di aumento per le prestazioni dell'organista e dei cantori, statuto della Società corale di Castello, 1886-1913; - atti relativi ai fabbricieri: decisione della fabbriceria di interrompere le contribuzioni al sacrestano e all'organista che dovranno essere pagati dal Comune, nomine di fabbricieri, 1893-1913. Fascicolo, cc. 57

A. 21. 1.10. b. 1 "X. Diritti sui locali della canonica. Chiesa e cimitero. Pagamento campana maggiore. Riparazione coperto della chiesa"

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1668 - 1954 Licenze di porre sedili privati nella chiesa (1668-1750), legato per provvista di sacri arredi (1870), offerte e contributi per la decorazione della chiesa (1925), carteggio con il laboratorio Angelo Tita di Verona per la costruzione della porticina di sicurezza del tabernacolo (1947-48), carteggio per il rinnovo della porta della chiesa (1954); copia della convenzione stipulata nel 1815 relativa al mantenimento della campana maggiore della chiesa di Castello, atti relativi al pagamento della spesa per la rifusione della campana (1905-32); carteggio e atti relativi al pagamento del lattoniere incaricato della riparazione del tetto della chiesa (1902-03). Fascicolo, cc. 69

A. 21. 2. b. 2 "XI. Fondo Missioni. XII. Campanile: progetti, fabbisogno. Vaso fortuna. XIII. Questioni, decreti, contratti nuovo campanile. Notizie storiche del vecchio e del nuovo campanile. XIV. Quietanze, importi nuovo campanile. XV. Cappella di Lourdes. Uso teatro locale I° piano canonica. XVI. Nuovo organo. Riconsegne beneficio. Missa pro populo: binazioni. Ospitale Tesero. Scuole. Visite pastorali. Processioni. Emigranti. Questionari visite pastorali 1911, 26, 46, 55. XVII. Campanile: entrate-uscite, legname del Comune, sussidi, relazioni alla popolazione, lavori festivi, prima pietra, quietanze" 1830 - 1955 Busta

A. 21. 2.1. b. 2 "XI. Fondo Missioni" 1907 - 1922 Nomine del direttore degli esercizi spirituali (1907, 1922), atti relativi alle compravendite e alla locazione dei fondi (1910-11), annotazioni di cassa (1910-21), documento di fondazione per le Sante Missioni in Castello (1911), cartelle per il pagamento delle imposte (1911-13), notifica di un legato a favore del Fondo missioni (1921). Fascicolo, cc. 58

A. 21. 2.2. b. 2 "XII. Campanile: progetti, fabbisogno. Vaso fortuna" 1906 - 1908 (con allegati del 1899) Restituzione da parte del Capitanato distrettuale dei progetti stesi nel 1899 per la costruzione del nuovo campanile (1906), fabbisogno per la demolizione del vecchio campanile e per la costruzione del nuovo (1906), sottoscrizioni da parte della popolazione di prestazioni in denaro, giornate di lavoro, condotta di materiali (1906), nota del legname occorrente, preventivo per i lavori di muratura, avvisi di concorso per l'appalto dei lavori (1907), fabbisogno, disegni, preventivi e contratti per la costruzione dei muri, per lavori in ferro, per la costruzione delle scale e per lavori di carpenteria (1907-08); carteggio e atti relativi all'attuazione di un vaso della fortuna a favore dell'erigendo campanile, con quietanze delle spese sostenute (1908). Fascicolo, cc. 190

A. 21. 2.3. b. 2 "XIII. Questioni, decreti, contratti nuovo campanile. Notizie storiche del vecchio e del nuovo campanile" 1895 - 1922 Istanze dei rappresentanti di Molina rivolte alla Giunta provinciale di Innsbruck contro la deliberazione comunale di Castello favorevole alla costruzione di un nuovo campanile (1) (1895, 1897), atti relativi ad ottenere un taglio di legname straordinario

53 per la nuova fabbrica (1899), ordinanza comunale relativa al divieto di suonare le campane per motivi di pubblica sicurezza (1902), decisione della Luogotenenza che dichiara essere sufficiente il restauro del vecchio campanile (1902), attività del comitato promotore del nuovo campanile (2) (1906), perizia dell'ing. Carlo Linhart che determina la necessità della costruzione (1906), condizioni per la condotta dei sassi e concessione di legname da costruzione (1907), contratti con le maestranze, atti relativi al reperimento dei fondi necessari e accensione di mutui (1907-08), collaudo del campanile e nulla osta all'uso delle campane (1908), decisione della Luogotenenza di ripartire le spese tra la comunità ecclesiastica di Castello (3) (1911), contributo economico del Ministero del culto e dell'istruzione (1913), obbligazione bancaria relativa al prestito per la costruzione del campanile (1922). Fascicolo, cc. 194 Note (1) Le autorità ritennero che la spesa per il nuovo campanile dovesse essere sopportata dai soli abitanti di Castello senza alcuna partecipazione di Molina. (2) Il comitato, presieduto dal curato locale, nacque per desiderio della popolazione nel marzo 1906. Esso si occupò di intraprendere i contatti con le diverse autorità competenti al fine di ottenere concessioni, autorizzazioni, sussidi. (3) Oltre la frazione di Castello anche gli abitanti di Molina, Predaia, Stramentizzo e S. Lugano.

A. 21. 2.4. b. 2 "XIV. Quietanze, importi nuovo campanile" 1906 - 1910 Quietanze per la costruzione del nuovo campanile (nn. 1-110), misurazioni e conti per i lavori in pietra. Fascicolo, cc. 73

A. 21. 2.5. b. 2 "XV. Cappella di Lourdes. Uso teatro locale I° piano canonica" 1906 - 1945 Osservazioni rese nella visita decanale (1906), quietanze relative ai lavori di parziale restauro effettuati nella chiesetta (1) e contratto per la pavimentazione della cappella (1908-13), carteggio e atti relativi alla questione sorta fra il curato di Castello e il Comune in merito al ripristino della vecchia chiesa al culto divino (2) (1912), obbligazioni bancarie relative al prestito per le spese di restauro (1913); carteggio e atti relativi ad ottenere il permesso di usare dei locali al primo piano della casa comunale per dare rappresentazioni teatrali, decreto di concessione, elenco delle spese e quietanze per la rappresentazione teatrale "Lourdes" (1913); lascito testamentario in favore della cappella (1925), cartelle esattoriali (1942-45). Fascicolo, cc. 195 Note (1) Due terzi dell'edificio furono abbelliti e decorati in modo da formare una cappella dedicata alla B. V. di Lourdes; il rimanente terzo, tenuto separato da una parete, fu mantenuto come ripostiglio per gli arredi sacri. (2) I precedenti lavori di restauro avevano restituito al culto solo parte della chiesa, mentre il locale ripostiglio veniva occupato dal Comune come camera mortuaria e all'occasione per le sezioni cadaveriche.

A. 21. 2.6. b. 2 "XVI. Nuovo organo. Riconsegne beneficio. Missa pro populo: binazioni. Ospitale Tesero. Scuole. Visite pastorali. Processioni. Emigranti. Questionari visite pastorali 1911, 26, 46, 55" 1830 - 1955

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Nuovo organo: progetti per la costruzione del nuovo organo presso la fabbrica austriaca F.lli Rieger, elenchi di offerte, carteggio con la ditta costruttrice, collaudo del nuovo organo, richiesta di effettuare piccole riparazioni e offerte e preventivi per il restauro, 1897-1921; - riconsegne beneficio, 1875, 1913, 1944; - messe: concessioni e modalità per la celebrazione di messe e facoltà di binare, 1830-1933, - Ospitale Tesero: circolari, 1895, 1905; - scuole: circolari, preventivo di spesa della comunità scolastica di Castello per l'anno 1919, questionario per l'a.s. 1919-20 sullo stato delle scuole popolari , 1895-1920; - visite pastorali (1): copie ed estratti di decreti visitali, norme da osservare in occasione delle visite, decreti visitali, 1865-1955; - processioni: rinnovi per la processione votiva nel giorno dell'Addolorata e devozioni per ottenere protezione, 1888-1916; - emigranti: questionario, 1911; - questionari per le visite pastorali, 1911-1955. Fascicolo, cc. 229 Note (1) Cfr. "Registri dei cresimati", reg. 1: qui si trova memoria della visita pastorale compiuta nella parrocchia di Cavalese nel luglio 1864.

A. 21. 2.7. b. 2 "XVII. Campanile: entrate-uscite, legname del Comune, sussidi, relazioni alla popolazione, lavori festivi, prima pietra, quietanze" 1907 - 1909 Memoria della solenne benedizione della prima pietra (1907), richieste di offerte e sussidi, atto relativo all'impegno preso dai capifamiglia di Castello per coprire l'importo occorrente al termine del lavoro, relazione presentata ai capifamiglia sullo stato economico della fabbrica, licenza di lavorare per il campanile anche nei giorni festivi, supplica inviata dal comitato promotore alla famiglia imperiale per ottenere una sovvenzione, quietanze, prospetto delle spese e prospetto degli incassi, offerta di legname dalla Comunità generale di Fiemme, specifica del comune di Castello per il legname adoperato nella costruzione. Fascicolo, cc. 38

A. 21. 3. b. 3 Legati missari 1672 - 1956 Testamenti, documenti di fondazione, riduzioni di messe legatarie, affrancazioni di oneri missari, notificazioni di disposizioni testamentarie trasmesse dal Giudizio distrettuale di Cavalese, attestazioni relative agli adempimenti, prospetti di messe legatarie. Busta, cc. 334

A. 21. 4. b. 4 "Anagrafe: varie. Anagrafe 1801. Carte genealogiche (16..). Matricole per decanato (1881). Atti civili: 1914/17. Croce Rossa austriaca. Prestiti di guerra. Varie Austria (antiche)" sec. XVII - 1952 Busta

A. 21. 4.1. b. 4 "Anagrafe: varie" 1821 - 1952 55

Partecipazioni di nascite (1859-1939), matrimoni (1857-1932) e morti (1871-1948) avvenuti fuori parrocchia; carteggio e atti attinenti all'anagrafe (1821-1952). Fascicolo, cc. 202

A. 21. 4.2. b. 4 "Anagrafe 1801" sec. XIX prima metà Rilevazione per il conto delle anime. Quaderno, cc. 54

A. 21. 4.3. b. 4 "Carte genealogiche (16..)" sec. XVII - sec. XIX Bozze per alberi genealogici. Fascicolo, cc. 30

A. 21. 4.4. b. 4 "Matricole per decanato (1881)" 1887 - 1893 Matricole dei nati e battezzati di Molina e Predaia. Fascicolo, cc. 36

A. 21. 4.5. b. 4 "Atti civili: 1914/17" 1914 - 1917 Ordinanze, circolari e avvisi provenienti dalle autorità politiche e civili. Fascicolo, cc. 175

A. 21. 4.6. b. 4 "Croce Rossa austriaca" 1915 - 1916 Ricevute e prospetti relativi ad una lotteria (a stampa). Fascicolo, cc. 9

A. 21. 4.7. b. 4 "Prestiti di guerra" 1915 - 1923 Cartelle di sottoscrizione al prestito di guerra austriaco. Fascicolo, cc. 49

A. 21. 4.8. b. 4 "Varie Austria (antiche)" 1815 - 1874 56

Circolari, provvedimenti, regole, istruzioni e proclami relativi alla sanità, all'igiene e all'ordine pubblico nei territori sottoposti al governo tirolese. Fascicolo, cc. 153

A. 21. 5. b. 5 "Informazioni e varie fondi chiesa (1). Fassioni. Cartelle Fondo missioni. Urbari. Beneficio primissariale. Mappe vecchie (2)" 1735 - 1955 Busta Note (1) Manca. (2) Cfr. "Archivio della chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme", "Registri delle mappe dei fondi", reg. 1.

A. 21. 5.1. b. 5 "Fassioni" 1821 - 1922 Fassioni del beneficio curaziale per il completamento della congrua (1821-1915), fassioni della chiesa di S. Giorgio per l'equivalente d'imposta (1871-1922), fassioni sulle rendite del beneficio primissariale (1857-1903). Fascicolo, cc. 100

A. 21. 5.2. b. 5 "Cartelle Fondo missioni" 1914 - 1955 Cartelle esattoriali e fogli per il pagamento delle imposte sui fondi appartenenti al Fondo missioni di Castello. Fascicolo, cc. 67

A. 21. 5.3. b. 5 "Beneficio primissariale" 1735 - 1952 Atto di erezione del beneficio primissariale fondato da don Alessandro Giovanelli e ratifica da parte della Regola di Castello (1735), estratti dell'ultima dichiarazione del fondatore (1738, 1742), atti relativi alla causa promossa dalla Regola di Castello contro il beneficiato don Alessandro Guadagnini con intimazione della sentenza (1769), atti di locazione dei beni del beneficio (1782-1844), atto relativo all'assunzione dell'amministrazione dei beni da parte della rappresentanza comunale di Castello (1844), prospetti del capitale, conti e quietanze, lettere di conferimento del beneficio, atto di consegna del beneficio alla fabbriceria della chiesa (1894), denuncie delle rendite, ecc.

Contiene, in rotolo: albero genealogico della famiglia Giovanelli da Carano fino al 1811. Fascicolo, cc. 183

A. 21. 6. b. 6 "Varie" 1812 - 1942

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Miscellanea (1812-1955), corrispondenza, avvisi, circolari provenienti da uffici ecclesiastici, politici e civili (1836-[1929]), atti relativi all'erezione del Terz'Ordine di S. Francesco nella curazia di Castello (1905-1942). Busta, cc. 261

A. 21. 7. b. 7 "Contratti. Aste. Affrancazioni. Fondi chiesa. Atti amministrativi vecchi. Inventari. Conti (1). Fogli di possesso. Contratti recenti (2)" 1681 - 1955 Busta Note (1) Cfr. "Archivio della chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme", "Resoconti", b. 1. (2) Mancano.

A. 21. 7.1. b. 7 "Contratti - aste di locazione fondi chiesa, primissaria e altri enti" 1873 - 1955 Atti d'asta, condizioni per gli affitti e atti di locazione di fondi appartenenti alla chiesa, al beneficio primissariale e altri enti ecclesiastici della parrocchia. Fascicolo, cc. 283

A. 21. 7.2. b. 7 "Atti amministrativi vecchi" 1681 - 1955 Atti relativi all'amministrazione del patrimonio della chiesa e del beneficio primissariale di Castello: rese di conto dei massari della chiesa (1681, 1692, 1739), documenti di permuta, atti di compravendita, stime, mutui ipotecari, insinuazioni del diritto di pegno per i crediti ipotecari, fogli di possesso fondiario, estratti tavolari, autorizzazioni alla permuta di terreni, decreti tavolari, espropriazioni per passaggio di linea ferroviaria, libretto bancario. Fascicolo, cc. 292

A. 21. 7.3. b. 7 "Inventari" [1840] - 1929 Inventari del patrimonio della chiesa di Castello (1846, 1866, 1883, 1892, 1894, 1929) e del beneficio primissariale ([1840], 1844, 1854, 1892, 1898, 1900), copie dei prospetti statistici sul patrimonio della chiesa e del beneficio alla fine degli anni 1900 e 1905. Fascicolo, cc. 134

A. 21. 8. b. 8 "Carte civili/militari 1850-1942. Scuola (1848-1910). Esposti (1848-1875). Carte don Fidelangelo. Campane 1916-43. Rapporto con Banca Commerciale. Progetto porta maggiore. Incendi paese - soccorsi. Prospetto famiglie antiche (1). Protocollo compagnia Santissimo (2). Protocollo ufficio lavoro 1914. Carte asilo 1873" 1815 - 1954 Busta

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Note (1) Manca. (2) Cfr. "Archivio della confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Registri delle riscossioni delle tasse", reg. 1.

A. 21. 8.1. b. 8 "Carte civili/militari 1850-1942" 1850 - 1942 Decreti e circolari relativi alle norme per lo stato civile e per i militari. Fascicolo, cc. 93

A. 21. 8.2. b. 8 "Scuola (1848-1910)" 1848 - 1910 Disposizioni relative alle scuole e corrispondenza con le autorità scolastiche e l'ispettore locale. Fascicolo, cc. 107

A. 21. 8.3. b. 8 "Esposti (1848-1875)" 1848 - 1875 Atti relativi all'affidamento e al mantenimento degli esposti. Fascicolo, cc. 42

A. 21. 8.4. b. 8 "Carte don Fidelangelo" 1900 - 1922 Attestati del sacerdote don Carlo Giuseppe Fidelangelo: nomina a cooperatore di Valfloriana e di Mattarello, a curato di Caoria, di Valfloriana e di Castello, facoltà di confessare, di rilasciare attestati di stato libero e dispense matrimoniali e di benedire arredi sacri nella sua chiesa, certificato di nascita e battesimo (1). Fascicolo, cc. 17 Note (1) Il certificato, che attesta la nascita del sacerdote avvenuta il 3 novembre 1873 a Ziano, fu rilasciato in data 27 dicembre 1921.

A. 21. 8.5. b. 8 "Campane 1916-43" 1915 - 1943 Carteggio e atti relativi alle requisizioni di guerra e alla fusione di nuove campane, corrispondenza con la fonderia Colbacchini di Trento e Bianchi di Varese, atto steso in occasione della solenne benedizione delle campane della parrocchiale (1932 set. 8), atti relativi alla liquidazione delle spese di fusione. Fascicolo, cc. 121

A. 21. 8.6. b. 8 "Rapporto con Banca Commerciale"

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1934 - 1946 Estratti conto semestrali relativi al conto corrente intestato alla parrocchia di Castello di Fiemme. Fascicolo, cc. 34

A. 21. 8.7. b. 8 "Progetto porta maggiore" 1905 N. 3 disegni. Fascicolo, cc. 3

A. 21. 8.8. b. 8 "Incendi paese, soccorsi" 1815 - 1926 Carteggio e atti relativi ad indennizzi e sovvenzioni rese alla popolazione di Castello per i danni subiti in seguito agli incendi scoppiati nel 1815, 1853, 1860, 1926. Fascicolo, cc. 137

A. 21. 8.9. b. 8 "Protocollo ufficio lavoro 1914" 1914 Protocollo della seduta della Commissione direttiva dell' Ufficio per la mediazione del lavoro in tenuta il 16 maggio 1914 (a stampa). pp. 82

A. 21. 8.10. b. 8 "Carte asilo 1873" 1873 - 1954 Memoria del lascito di Domenico Corradini (1) finalizzato all'acquisto di un fondo per l'erezione di una scuola infantile in Castello (1873), bozza del documento di fondazione dell'asilo, documento di fondazione (1890), carteggio e atti relativi all'amministrazione. Fascicolo, cc. 60 Note (1) Domenico Corradini, morto il 14 maggio 1864, lasciò 300 fiorini per la causa pia.

A. 21. 9. b. 9 Certificati di ispezione cadaverica 1885 - 1920 Busta, cc. 703 n.n.

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Ente Chiesa di San Giorgio [1216] - 1987 gennaio 24

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme, 01/01/1608 - 31/12/1962

Storia Risale al 1216 circa la prima notizia riguardante una cappella sul dosso roccioso a sud dell'abitato di Castello, quando il principe vescovo Federico Vanga la consacrò il 2 ottobre con l'intitolazione a S. Giorgio (1). La cappella sorgeva accanto al castello che dominava il colle e che verso la fine del XIII secolo fu distrutto. Nella visita compiuta alla pieve di Cavalese nel 1538 (2) si rileva la presenza a Castello di una cappella dipendente direttamente dalla matrice. La visita che si compì nel 1580 (3) a Castello descrive già una "ecclesia" nella quale "sunt sacramenta" e che custodisce l'altare maggiore, dedicato al titolare "bene ornatum et consacratum". Nella chiesa vi erano anche altri due altari dedicati a S. Giovanni Battista e a S. Lucia (4). Nella stessa occasione i visitatori rilevarono in sacrestia una fortissima umidità e per quanto riguardava il cimitero invitavano a sistemare in un unico luogo le ossa dei morti che "erant dispersa" e di porre un cancello onde evitare l'entrata degli animali. La chiesa, che serviva anche per altre frazioni, divenne col tempo insufficiente tanto che nella visita del 1670 rilevando che essa "notoriamente non è capace del numero del popolo sottoposto a questa cura" (5) si invitava a non aggiungere più banchi privati. La chiesetta subì diverse ristrutturazioni che ne snaturarono lo stile originario (6). Passarono ancora quasi due secoli prima di poter pensare all'erezione di una nuova chiesa e negli atti relativi alla visita del 1840 si sottolineava infatti che "si desidera la fabbrica d'una nuova chiesa, per cui si ha già raccolto un capitale di 3000 fiorini, ma vi sono delle differenze intorno al sito della fabbrica. La presente per altro è ben provvista di paramenta, che vengono diligentemente custodite" (7). La fabbrica della nuova chiesa cominciò nel 1850; sui capitolati veniva dichiarato che "la nuova chiesa di Castello viene eretta a senso della superiore approvazione sull'amenissimo colle di Santa Lucia su di cui esiste pure al presente la chiesa vecchia. ... Il disegno alla bizzantina è opera dell'ingegnoso e benemerito architetto ingegnere Leopoldo Claricini" (8). Il 9 ottobre 1850 venne posata la prima pietra e il 21 settembre1856 l'arciprete di Cavalese, don Casimiro Bertagnolli, la benedì; fu consacrata il 4 agosto 1864 dal vescovo Benedetto Riccabona. La facciata si presenta compatta, secondo una struttura tipicamente classica; l'interno, a tre navate sostenute da quattro pilastri, è meno severo dell'esterno, arricchito da tele, affreschi e da pregevoli arredi; oltre all'altare maggiore dedicato al titolare, la chiesa conserva altri due altari laterali del XIX secolo titolati a S. Lucia e alla Madonna del Rosario. In una pala del XVIII secolo, proveniente probabilmente dall'antica chiesa di S. Giorgio e raffigurante S. Lucia in gloria, è possibile vedere una fedele riproduzione della chiesa di Castello nel Settecento, al tempo dotata del campanile, che fra il 1907 e il 1909 fu rieretto a fianco della chiesa. Il nuovo edificio tolse alla chiesa precedente oltre il ruolo di chiesa principale anche la titolazione originaria a S. Giorgio martire. L'antica chiesetta, ormai declassata, fu adibita a ripostiglio per arredi sacri e qualche volta venne occupata dal Comune come camera mortuaria e all'occasione anche per sezioni cadaveriche (9). Già in occasione della visita decanale compiuta nel 1906 l'arciprete Luigi Bolner ne ordinava lo sgombero e il ripristino della funzione di 61 culto. Verso la fine del 1908 il curato don Pietro Chiocchetti si adoperò per il restauro della vecchia chiesa: due terzi dell'edificio furono abbelliti in modo da formare una cappella che fu dedicata alla Madonna Immacolata di Lourdes; il rimanente terzo, separato da una parete, fu mantenuto come ripostiglio per gli arredi sacri. I lavori di restauro si protrassero, tra alterne vicende, fino al 1912 quando finalmente tutto l'edificio fu restituito al culto. La cappella divenne un piccolo santuario meta di tanti fedeli della valle. Il titolare della chiesa parrocchiale, S. Giorgio martire, si festeggia il 23 aprile.

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa parrocchiale di Castello di Fiemme è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione" (10). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie.

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L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Decanato di Cavalese Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 GIACOMUZZI G., (a cura di) Guide del Trentino. Val di Fiemme, Trento, 2005

Note (1) "Guide del Trentino. Val di Fiemme", a cura di G. Giacomuzzi, Trento, 2005. Cfr. anche "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.1, c. 20: in una minuta si riporta la data del 20 ottobre 1216; c. 126: in una memoria risalente al XIX sec. viene riferita la data del primo ottobre 1212, "dominica prima mensis octobris". (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 1. (3) Ibidem, n. 4, c. 414. (4) La chiesa di S. Giorgio è a volte nominata anche con doppia titolazione: chiesa dei Ss. Giorgio e Lucia. (5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 12, c. 77. (6) Cfr. nota (1), p. 83: "La chiesa, in virtù di tale complessa storia architettonica, è classificabile ora come un edificio sacro minore in stile gotico-rinascimentale". (7) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 89, c. 4. (8) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 1.1, c. 35. (9) Ibidem, 2.5. (10) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

63 fondo Chiesa di S. Giorgio in Castello di Fiemme, 1608 - 1962

regg. 5, b. 1

Soggetti produttori Chiesa di San Giorgio, [1216] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme".

È aggregato di: Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme

64 serie 1 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1608 - 1656

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale i sindaci della chiesa di Castello annotarono le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali dal 1608 al 1656. Rese di conto dei massari della chiesa relativi al 1681, 1692, 1739 si trovano in "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", 7.2.

B. 1. 1 Rese di conto 1608 marzo 6 - 1656 novembre 21 Alla fine: annotazione relativa all'affitto di un prato, 1671 nov. 21. Italiano Registro, legatura in cartone rustico, cc. 51 n.n.

65 serie 2 Resoconti, 1851 - 1956

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

La serie è formata da una busta.

B. 2. 1. b. 1 Resoconti 1851 - 1956 Nn. 1-72. Per gli anni 1851-1860, 1867-1868 sono presenti solo le lettere di evasione al conto. Busta, cc. 659 n.n.

66 serie 3 Registri di cassa, 1913 - 1962

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali si trova la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio dal 1913 al 1962.

B. 3. 1 "Protocollo di rendi conto sottospeccificatte entratte e uscite della realità patrimoniale della venerabile chiesa di Castello" (tit. int.) 1913 luglio 24 - 1944 giugno 17 (con annotazione posteriore del 13 novembre) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 37 n.n.

B. 3. 2 "Libro cassa chiesa parrochiale Castello. 1944-***" 1944 luglio 23 - 1962 giugno 25 Capovolgendo il registro: - registrazioni di cassa del beneficio parrocchiale, 1944 lug. 26-1962 giu. 25. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 68 n.n.

67 serie 4 Registri delle riscossioni degli affitti, 1931 - 1950

Contenuto La serie è formata da un registro. Rinnovi di locazione di un fondo di proprietà della chiesa (1827-1833) si trovano in "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Registri delle elemosine", reg. 1.

B. 4. 1 Registro degli affitti 1931 dicembre 1 - 1950 dicembre 16 Locazioni dei fondi degli enti ecclesiastici di Castello. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. sd 32, con indice alfabetico dei fondi alla fine

68 serie 5 Registri delle mappe dei fondi, 1855

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono riportate le mappe dei fondi appartenenti alla chiesa di Castello. I rilievi e i disegni furono eseguiti nel 1855 da Leonardo Deflorian da Cavalese.

B. 5. 1 "Mappe perimetrali contenenti il rilievo dei rispettivi termini di confine di 46 squarci di terreno colto di spettanza della venerabile chiesa di Castello rilevate dietro la pendenza naturale del terreno ..." (tit. int.) 1855 settembre 20 (con annotazioni fino al 28 ottobre 1931) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 25 n.n., con indice alfabetico dei fondi alla fine

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Ente Beneficio primissariale don Alessandro Giovannelli di Castello 1735 aprile 24 - 1987 gennaio 24

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale di Castello di Fiemme, 01/01/1894 - 31/12/1956

Storia Il pievano di Montagn (1) don Alessandro Giovanelli da Caran (2) con atto datato 24 aprile 1735 fondò un beneficio primissariale presso la chiesa curata di Castello in seguito all'annullamento di un identico beneficio eretto invece a Carano. Nell'atto di scioglimento di quel beneficio, che portava la data del 9 settembre 1730, egli aveva infatti disposto una nuova erezione con la riserva e la libertà "di appoggiare tal beneficio a qual chiesa e luogo gli parerà e piacerà, come pure di disponere circa il jus patronatus et altri oblighi (3). La scelta di don Giovanelli ricadde su Castello che probabilmente ancora non disponeva dei mezzi necessari per tale fondazione, malgrado il lascito di due fondi disposto nel 1715 da Gianmaria Tomasini per l'erigenda primissari (4). La proposta di don Alessandro Giovanelli fu presentata alla Regola di Castello che, riunita "in publico congresso", il 19 marzo 1735 accettò il beneficio. Si passò quindi alla stesura dell'atto di fondazione redatto dal notaio Giuseppe Domenico Bozzetta da Castello il 24 aprile. Nell'atto si dichiara che il fondatore "nomina e destina per luogo d'errettione perpetua del prefato suo beneficio ecclesiastico la venerabile chiesa curata de Ss. Giorgio e Lucia qui in Castello di Fiemme" ponendo come condizione "che questa honoranda Regola di Castello proveda esso reverendo beneficiato di casa decente per congrua abitatione et orto". La comunità doveva inoltre provvedere la legna necessaria e occuparsi della manutenzione della casa beneficiale. Nell'atto il fondatore si riservava di dichiarare a chi spettasse il diritto di patronato. La dotazione del beneficio era cospicua e tale da garantire un dignitoso mantenimento del beneficiato che, per disposizioni del fondatore, avrebbe gestito e usufruito in maniera autonoma e indipendente del patrimonio, lasciando come unico compito alla Regola di Castello quello di "haverne l'inspettione e coadiuvare col buon consiglio in qualità di buona tutrice". Al sacerdote beneficiato era richiesta la celebrazione della messa nelle prime ore del mattino secondo le necessità della popolazione, l'applicazione di due messe settimanali secondo l'intenzione del fondatore, di confessare, di insegnare la dottrina cristiana e tenere scuola ai fanciulli del paese. Il documento di fondazione si riteneva valido solo dopo la ratifica della Regola riunita in congresso generale (5), ciò che avvenne il giorno seguente, lunedì 25 aprile. L'atto, redatto dal medesimo notaio, riprendeva i punti salienti della fondazione ribadendo il diritto del fondatore di riservarsi lo jus patronatus e di non caricare la Regola di alcun obbligo di mantenimento del beneficiato salvo il dovere di provvedere all'alloggio e al combustibile. Tutti i regolani intervenuti "ratificano e approvano". Pochi anni dopo, il 17 giugno 1738, don Alessandro Giovanelli espresse in forma privata le sue ultime intenzioni riguardo la fondazione: aggiunse altri 500 fiorini ai 2000 già destinati al beneficio e obbligò il beneficiato alla celebrazione di 25 messe all'anno oltre le due settimanali già disposte. Nella scrittura il fondatore precisò che il diritto di patronato spettava alla sua famiglia e che il beneficio doveva essere "conferito ad uno della famiglia agnato e in mancanza di questo ad uno della cognazione più prossimo a me" (6), salva sempre l'approvazione dell'arciprete. I doveri del beneficiato erano precisi e delimitati e non comprendevano la 70 collaborazione nella cura d'anime; verso la prima metà dell'Ottocento le autorità politiche avanzarono però la proposta di convertire il beneficio primissariale in una cappellania, attribuendo quindi al cappellano-cooperatore la dipendenza dal curato locale. L'Ordinariato, naturalmente interpellato al riguardo, trovò la proposta interessante e a sua volta propose di affidare l'amministrazione del patrimonio beneficiale al Comune che però doveva versare tutta la rendita beneficiale al curato di Castello (7). La linea Giovanelli, cui spettava il diritto di patronato attivo, era estinta e non vi era quindi nessuno che a tale titolo potesse opporsi alla proposta. A vantare però il diritto di patronato passivo si presentò don Nicolò Bonelli che, rifiutando la conversione, oppose il diritto di conferimento del beneficio. Alla fine si giunse ad un accordo e il 23 febbraio 1844 fu firmato il contratto tra don Bonelli e il comune di Castello (8). Il sacerdote prometteva "di servire in questa curazia di Castello in qualità di beneficiato cooperatore curaziale" e di contro il Comune, quale patrono della curazia, si obbligava a corrispondergli una adeguata congrua. Con la convenzione seguita il 4 marzo il comune di Castello assunse l'amministrazione dei beni del beneficio primissariale (9). Nel 1892 giunse però dall'Ordinariato l'invito di stendere un regolare inventario del beneficio poiché si riscontrava una non regolare condotta di quella amministrazione, probabilmente amalgamata a quella comunale. Con l'atto di consegna del 28 febbraio 1894 l'amministrazione del vacante beneficio fu affidata alla fabbriceria della chiesa curaziale di Castello. Sul questionario compilato per la visita pastorale del 1946 si trova precisato che "ora l'jus patronatus, essendo vacante da quasi mezzo secolo il beneficio, non si sa a chi sia spettante. ... Le rendite vanno metà alla chiesa parrocchiale, metà ad aumento del patrimonio" (10).

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio primissariale don Alessandro Giovannelli di Castello ha perso la personalità giuridica civile.

Contesto generale Decanato di Cavalese Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia GIACOMUZZI G., (a cura di) Guide del Trentino. Val di Fiemme, Trento, 2005

Note (1) Paese della Bassa Atesina, vicino ad Egna, a ridosso dell'antico Castello di Enn. (2) Giovanelli Alessandro fu Giorgio da Carano (1669 ca.-1743 ago. 2). (3) Le informazioni sono contenute nella "narratio" dell'atto di fondazione della primissaria di Castello: cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 5.3. (4) Sugli atti e resoconti più recenti il beneficio si trova nominato anche come "Beneficio Giovanelli-Tomasini". (5) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 5.3: "Regolani e vicini di questo publico e Regola di Castello avisati hieridì de more de casa in casa per mezo de soliti saltari ivi refferrenti e comparsi personalmente al numero de cinquantanove, che sono più che due delle tre parti solite a congregarsi". Le delibere della Regola erano valide se approvate almeno dai due terzi dei presenti. (6) Ibidem.

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(7) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", 413 (1842), n. 1143. (8) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 5.3. (9) Ibidem. (10) Ibidem, 2.6.

72 fondo Beneficio primissariale di Castello di Fiemme, 1894 - 1956

b. 1

Soggetti produttori Beneficio primissariale don Alessandro Giovannelli di Castello, 1735 aprile 24 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme".

Documentazione relativa al beneficio primissariale di Castello di Fiemme si trova in: "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", 5.3.

È aggregato di: Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme

73 serie 1 Resoconti, 1894 - 1956

Contenuto La serie è formata da una busta contenente i resoconti del beneficio primissariale dal 1894, anno in cui la sua amministrazione fu affidata alla fabbriceria della chiesa curaziale di Castello.

C. 1. 1. b. 1 Resoconti 1894 - 1956 Nn. 1-27. Per l'anno 1897 è presente solo la lettera di evasione al conto. Busta, cc. 178 n.n.

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1777 febbraio 3 - [1954]

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Fiemme, 01/01/1777 - 31/12/1984

Storia La confraternita del SS. Sacramento di Castello fu eretta il 3 febbraio 1777 con decreto emanato dal vicario generale di Trento Simone Albano Zambaiti (1). Essa andò a sostituire una preesistente confraternita denominata della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo che si era formata nel 1706 dall'unione di alcune persone, senza avere però ottenuto consenso e approvazione superiori (2). Per accrescere il culto divino e il decoro della chiesa fu deciso di fondare la nuova confraternita i cui capitoli, approvati dalla superiore autorità, prevedevano un numero massimo di 222 confratelli, equamente suddivisi tra maschi e femmine. La direzione della confraternita veniva affidata per statuto al curato locale che eleggeva tra i confratelli un "ministro" ed una "ministra" (3) che avevano il compito di vigilare sull'esatta osservanza dei capitoli da parte di tutti i congregati; il loro ufficio aveva durata triennale. Fra una rosa di tre uomini ritenuti "capaci e sufficienti", il direttore nominava l'amministratore (4) della confraternita; prestato il giuramento, egli era tenuto ad amministrare "fedelmente tutte l'entratte d'ogni sorta cadute sotto il suo anno ed alla fine di quello, cioé nel giorno di S. Silvestro, renderà al successore e a tutti i confratelli congregati conto minuto di quanto averà amministrato" (5). La confraternita di Castello era organizzata in modo molto particolare: le consorelle e i confratelli, riuniti in gruppi di dieci, facevano capo ad una o ad un capodecina detto "pater noster" (6); il capodecina veniva nominato dal cassiere il giorno di S. Silvestro con il compito, per tre anni, di "scoder"; il suo dovere era infatti quello di riscuotere dagli altri confratelli del gruppo "i traeri", cioé le quote dovute per ogni confratello defunto (7). I "traeri" venivano poi consegnati al cassiere che doveva far celebrare le messe d'obbligo. Queste quote, delle vere e proprie tasse annuali, vennero in seguito riscosse con cadenza semestrale, e non avevano nulla a che vedere con la tassa di ingresso il cui ammontare variava a seconda dell'età dell'aspirante confratello. Solo il capo della confraternita e il cassiere, per la durata del loro ufficio, erano esentati dal pagare "il traer, accioché ogn'uno con zelo adempia al proprio dovere". Era inoltre dovere di ogni congregato procurarsi la toga di colore rosso con la quale era tenuto ad intervenire alle processioni munito di una candela accesa. La stessa divisa era richiesta per accompagnare alla sepoltura i confratelli defunti e per questa occasione le sole donne erano esentate dall'obbligo della candela. Nell'atto di erezione del 3 febbraio fu omesso un capitolo relativo alle modalità per condurre la processione col SS. Sacramento, omissione dettata dal fatto che a quel tempo la confraternita non aveva modo di provvedere le cere necessarie per l'illuminazione. Per devozione i confratelli contribuirono personalmente alla spesa e pochi mesi dopo, il 10 agosto, i capitoli vennero integrati con uno nuovo che prescriveva che ogni terza domenica del mese si sarebbe fatta la processione con l'esposizione del SS. Sacramento alla quale tutti sarebbero intervenuti, togati e con la candela accesa.

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Nel 1897 il curato Giovanni Battista Bonelli riordinò la confraternita e stese nuovi statuti che di fondo ricalcavano quelli settecenteschi con alcune piccole modifiche: il numero dei confratelli accolti venne aumentato con la precisazione che alla confraternita di Castello potevano essere iscritti tutti i curaziani, anche quelli residenti fuori dal paese, intendendo con questo anche quelli delle espositure di Stramentizzo e di S. Lugano che come filiali spettavano alla chiesa di Castello. L'accoglienza di confratelli esterni aveva infatti dato corso ad una lunga discussione alla quale nel 1861 era intervenuto in via definitiva l'Ordinariato ricordando che "lo scopo salutare di questa istituzione è quello di promuovere la maggior gloria di Gesù Sacramentato, la frequenza ai s. sacramenti e la santificazione dei fedeli. Questi fini sublimi non dovrebbero ammettere limiti fra quelli che appartengono ad una medesima chiesa" (8). L'Ordinariato stabiliva quindi d'autorità che si potessero e si dovessero accettare ed iscrivere alla confraternita anche gli aspiranti delle due stazioni. La direzione prevista dal nuovo statuto era costituita da un consiglio (direzione priorale), composto dal curato locale (presidente), da un priore e quattro consiglieri; il consiglio eleggeva il cassiere e tutte le cariche avevano durata triennale. L'esenzione dal pagamento dei "traeri" dei morti veniva riconfermata per il curato e il cassiere. I doveri dei membri della direzione venivano meglio definiti: il preside convocava due volte l'anno il direttivo per rivedere i conti presentati dal cassiere, accettava o escludeva confratelli e si preoccupava dell'andamento della compagnia; il priore, su ordine del preside, convocava il consiglio e ogni tre anni la sessione generale, dirigeva le processioni e teneva un registro dei confratelli "per controlleria"; i consiglieri sovrintendevano a tutto ciò che riguardava il buon andamento della confraternita e aiutavano nella scelta degli inservienti (9); il cassiere teneva il registro dei confratelli, sceglieva i "paternoster" per riscuotere i "traeri", incassava le tasse e i contributi e presentava al consiglio la resa di conto semestrale. Non risultano modifiche sostanziali negli anni successivi e le deliberazioni delle adunanze riguardarono quasi esclusivamente l'accettazione di nuovi confratelli e l'adeguamento delle tasse e dei contributi. Dalla risposta al questionario per la visita pastorale del 1946 (10) la confraternita risultava "in piena efficienza" con un numero di 122 confratelli e 168 consorelle. In occasione della visita compiuta nella parrocchia nel 1955 la confraternita veniva indicata come "efficiente contributo alla vita parrocchiale" (11).

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite

76 sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Contesto generale Decanato di Cavalese Diocesi di Trento

Note (1) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Libro D", p. 5. (3) Chiamati anche "priori". (4) Chiamato anche "massaro" o "cassiere". (5) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", fasc. 1. (6) Si chiama "pater noster" il grano più grosso della corona del Rosario inserito ogni dieci grani più piccoli. (7) I capitoli del 1777 stabilivano la quota in 3 carantani. (8) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", fasc. 1. (9) Crociferi, torcieri, lanternieri, baldacchinieri, gonfalonieri. (10) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 2.6. (11) Ibidem.

77 fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Castello di Fiemme, 1777 - 1984

regg. 8, b. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1777 febbraio 3 - [1954]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme".

È aggregato di: Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme

78 serie 1 Registri degli iscritti, [1877] - 1968

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono stati annotati i confratelli iscritti alla compagnia del SS. Sacramento di Castello dal 1877. I capitoli del 1777 prevedevano come numero massimo di confratelli "togati" il limite di 222, divisi equamente tra maschi e femmine. Elenchi di iscritti ed iscritte dall'epoca dell'erezione al 1842 si trovano nel presente archivio nella serie "Registri di amministrazione", reg. 1.

D. 1. 1 "Registro dei confratelli e consorelle della compagnia del Santissimo. Castello" [1877] - [1913] Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 154, con indice alfabetico degli iscritti fino alla c. 116 all'inizio n.n.

D. 1. 2 "Registro dei confratelli della venerabile confraternita del Santissimo in Castello" 1886 - 1968 febbraio 16 All'inizio: modalità per l'elezione del cassiere e suoi obblighi. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 40 n.n.

79 serie 2 Registri delle rese di conto dei cassieri, 1777 - 1944

Contenuto La serie è formata da un registro che riporta le rese di conto dell'amministrazione della confraternita tenuta dai cassieri dal 1777. Secondo i capitoli della congregazione il cassiere veniva scelto dal direttore della confraternita fra tre uomini ritenuti "capaci e sufficienti"; prestato il giuramento, egli era tenuto ad amministrare "fedelmente tutte l'entratte d'ogni sorta cadute sotto il suo anno ed alla fine di quello, cioé nel giorno di S. Silvestro, renderà al successore e a tutti i confratelli congregati conto minuto di quanto averà amministrato"(1). La prima resa di conto fu data dal cassiere Giovanni Battista Nichela che il 31 dicembre 1777 la presentò in pubblica congregazione al suo successore Giorgio del Marco.

Note (1) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Sacramento di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", fasc. 1.

D. 2. 1 "Rese de conti delli cassieri della venerabile confraternita del Santissimo Sacramento di Castello" (tit. int.) 1777 dicembre 31 - 1944 maggio 14 Italiano Registro, legatura in cartone rustico, cc. 116 n.n.

80 serie 3 Registri di amministrazione, 1777 - 1949

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 3. 1 "Regole e cattalogo de confratelli e consorelle della confraternita del Santissimo sacramento eretta nella chiesa di S. Giorgio di Castello l'anno 1777" (tit. int.) 1777 febbraio 3 (copia) - 1949 febbraio 8 - Copia del decreto di erezione e capitoli, 1777 feb. 3; - disposizioni e modifiche dei capitoli, 1783 mag. 4-1819 giu. 26; - verbali delle riunioni, 1875 lug. 18-1912 giu. 23; 1942 gen.-1949 feb. 8; - iscritti e iscritte, [1777]-1842; - capitali della confraternita, 1864 feb. 8 (con annotaz. post. del 1867 e 1869 mag.). Italiano Registro, legatura in mezza pergamena, cc. 64 n.n.

81 serie 4 Registri di cassa, 1912 - 1984

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 4. 1 "Libro cassa della confraternita del Santissimo in Castello 1912-***" 1912 - 1984 ottobre 2 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 62 n.n.

82 serie 5 Registri delle riscossioni delle tasse, 1942 - 1982

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati gli incassi derivanti dal pagamento delle tasse annuali.

D. 5. 1 "Registro incassi traeri (1) Compagnia Santissimo" 1942 - 1982 (con annotazioni fino al 29 settembre 1984) Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 47 n.n. Note (1) Termine mutuato dalle antiche consuetudini della confraternita che indicava l'importo derivante dai contributi annuali degli iscitti per ogni confratello defunto.

83 serie 6 Registri delle messe, 1875 - 1905

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 6. 1 "Diario ed elenco delle messe della compagnia del Santissimo e delle Anime" (1) 1875 gennaio 3 - 1905 maggio 26 Diario delle messe celebrate per la confraternita e per i confratelli defunti.

Capovolgendo il registro: - "Diario de le messe legatarie appartenenti alla canonica di Castello, le quali se non si troveranno registrate in questo libro come celebrate saranno obbligati all'adempimento i miei eredi. Monsorno curato" (2), 1829 gen. 17-1838 apr.; - "Elemosina raccolta in chiesa per le Anime del Purgatorio", 1876 mar. 20-1904 mar. 12. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 66 n.n. Note (1) Il titolo interno riporta: "Diario per le s. messe avventizie o dei confratelli del SS. Sacramento che vennero elemosinate al sottoscritto perché da se o per altri sacerdoti vengano celebrate; se perciò non appariranno celebrate o ad altri sacerdoti consegnate saranno tenuti gli eredi dello scrivente. Castello 7 febbraio 1875. Pr. Andrea Giacomelli". (2) Le messe sono state trascritte su un nuovo registro adibito esclusivamente alla registrazione delle messe legatarie: cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Diari delle messe legatarie", reg. 1.

84 serie 7 Registri dei confratelli defunti, 1901 - 1971

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 7. 1 "Registro confratelli defunti" 1901 febbraio 4 - 1971 maggio 24 (1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 30 n.n. Note (1) Estremi relativi alle date di morte.

85 serie 8 Carteggio e atti, 1777 - 1947

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

D. 8. 1. b. 1 Confraternita del SS. Sacramento 1777 - 1947 Atto di erezione della confraternita e capitoli (1777), lettera di credito (1792), verbali di riunioni (1801, 1845-61), capitoli e "usanze" della confraternita ([1815]), invito dell'arciprete ad accogliere nuovi confratelli anche dalle stazioni di cura d'anime di S. Lugano e Stramentizzo e deliberazione favorevole della confraternita di Castello (1860), decisioni dell'Ordinariato in merito alle nuove iscrizioni (1861), e all'adeguamento delle contribuzioni dei confratelli (1874), nuovo statuto (1897), minuta di deliberazioni (1914), tasse di entrata (1945), domande di ammissione (1946-47). Fascicolo, cc. 60

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Ente Confraternita del Santissimo Rosario 1653 giugno 14 - sec. XIX seconda metà

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Fiemme, 01/01/1639 - 31/12/1770

Storia Secondo le copie degli atti relativi alla fondazione della confraternita (1), già nell'ottobre del 1639 venne richiesta la facoltà di erigere nella chiesa di Castello il sodalizio del S. Rosario. La preghiera fu inoltrata dal priore di S. Lorenzo di Trento, Giovanni Battista de Braida, al maestro generale dell'Ordine dei Predicatori in Roma, Giovanni Battista de Marinis. L'atto di erezione canonica giunse da Roma con la data del 14 giugno 1653 e risulta approvato dal vicario generale di Trento il 2 luglio dello stesso anno. Essa disponeva di un discreto patrimonio la cui gestione era affidata ad un "massaro". Fu attiva per tutto il XVIII secolo e per buona parte del XIX, come risulta dagli atti visitali sui quali si legge che i sindaci della confraternita rendevano conto ai visitatori della propria amministrazione presentando registri e documenti (2). Con la soppressione delle confraternite i suoi beni furono uniti al patrimonio della chiesa di Castello (3). Dalle risposte al questionario per la visita pastorale del 1946 relativamente a questa confraternita si dice infatti essere esistita nei secoli precedenti insieme ad altre congregazioni, ma morta "già prima del 1900" (4).

Note (1) Cfr. "Archivio della Confraternita del SS. Rosario di Castello di Fiemme", "Urbari", reg. 1. (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 36 (1722), p. 61; 41 (1738), p. 186; 45 (1749), p. 323; 69 (1767), p. 247; 90 (1864), p. 25. (3) Ibidem, "Libro B", 719 (1887), n. 2869. (4) Cfr. "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 2.6.

87 fondo Confraternita del Santissimo Rosario di Castello di Fiemme, 1639 (copia) - 1770

reg. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, 1653 giugno 14 - sec. XIX seconda metà

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme".

È aggregato di: Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme

88 serie 1 Urbari, 1639 (copia) - 1770

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 1. 1 "Urbario della confraternità del Santissimo Rosario erretta nella chiesa curata di Santo Georgio di Castello nel qual si contengono i documenti in copia della fondatione e li beni d'essa compagnia e in fine sono inserte le locationi temporali de medemi" (tit. int.) 1639 ottobre 5 (copia) - 1770 maggio 26 (con seguito fino al 1772) cc. 1-7: copie degli atti relativi alla fondazione della confraternita, 1639 ott. 5-1655 lug. 9; cc. 8-15: descrizione dei beni, 1699 ott. 18, con seguito fino al 1772; cc. 16-25: locazioni, 1704 apr. 14-1770 mag. 26. Italiano, latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 25

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Ente Asilo infantile di Castello di Fiemme [1890] -

Luoghi Castello di Fiemme (Castello - Molina di Fiemme, TN)

Archivi prodotti Fondo Asilo infantile di Castello di Fiemme, 01/01/1909 - 31/12/1921

Storia Domenico Corradini, morto il 14 maggio 1864, con suo testamento aveva disposto il lascito di 300 fiorini allo scopo di procurare un fondo per erigere una scuola infantile in Castello. L'importo era stato assicurato su un'obbligazione di stato, ma ancora nel 1873 gli eredi non erano stati in grado di rilevarne il corrispondente importo per adempiere alle disposizioni del loro parente. Sul finire del secolo il fondo per l'asilo si era incrementato grazie a donazioni e lasciti di altri benefattori e fu possibile passare alla fondazione dell'ente nel 1890 (1), che al tempo disponeva di un patrimonio di circa 1861 fiorini. L'amministrazione della fondazione competeva ad un direttivo composto dal curato pro tempore di Castello quale presidente, da quattro capifamiglia del paese quali consiglieri e da due sostituti. La Luogotenenza e il Capitanato di Cavalese quali autorità provinciali sovrintendevano sul corretto andamento della fondazione. Il presidente aveva il compito di tenere l'amministrazione, presentare il conto annuale, convocare il consiglio, tenere il carteggio d'ufficio e rappresentare l'ente in tutti gli affari. I consiglieri erano tenuti al controllo amministrativo mediante l'ispezione dei registri e dei documenti. Spettava inoltre a tutto il direttivo la scelta del personale e dell'ammontare del corrispondente onorario. Fino al 1926 la direzione dell'asilo infantile fu mantenuta dal curato di Castello per cessare col passaggio dell'istituzione allo Stato e la sua trasformazione in "scuola materna".

Note (1) La bozza del documento di fondazione dell'asilo si trova in: "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti ordinati", 8.10.

90 fondo Asilo infantile di Castello di Fiemme, 1909 - 1921

reg. 1

Soggetti produttori Asilo infantile di Castello di Fiemme, [1890] -

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme".

Documentazione relativa all'Asilo infantile di Castello di Fiemme si trova in: "Archivio dell'Ufficio parrocchiale di Castello di Fiemme", "Carteggio e atti", b. 7, f. 10.

È aggregato di: Fondo Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme

91 serie 1 Registri di cassa, 1909 - 1921

Contenuto La serie è formata da un registro.

F. 1. 1 "Entrata ed uscita. Asilo infantile di Castello" 1909 dicembre 17 - 1921 gennaio 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 7 n.n.

92 fondo 1 Pergamene della Parrocchia di San Giorgio in Castello di Fiemme, 1245 - 1676

Contenuto La serie è composta da 57 pergamene. Al momento del riordino i pezzi si trovavano conservati in una scatola di cartone tra la documentazione dell'archivio della parrocchia di Castello. Gli atti spaziano dal 1245 al 1676 e nella maggior parte dei casi sono riconducibili ad affari della Regola di Castello. Si trovano anche degli atti convenuti tra privati e qualche atto effettuato dai rappresentanti della chiesa di Castello. Quasi tutte le pergamene riportano sul verso un breve regesto di mano novecentesca e alcune di esse anche delle segnature antiche.

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa(1) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da rogiti' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da rogiti di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella

93 minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SP Sigillum pendens Sigillo pendente SPC Sigillum pendens cereum Sigillo pendente di cera ST Signum tabellionis Segno del notaio

Note (1) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

G. 1. 1. b. 1 "Laudum" (1) 1245 giugno 5 , Castello I regolani di Castello ordinano ai possessori dei mulini situati uno a monte e l'altro a valle del ponte detto "de Val de Molina" di provvedere a mantenere in buono stato il suddetto ponte. Notaio: Nicolò (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 240 x 140, sul verso nota di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 167 (regesto) Note (1) Deliberazione

G. 1. 2. b. 1 "Laudum" (1) 1285 maggio 28 , Cavalese Davanti al capitano di Fiemme, lo scario e i rappresentanti della Comunità di Fiemme si pronunciano per la definizione della vertenza intercorsa tra la Regola di Castello, da una parte, e la Regola di Trodena, dall'altra, in merito ad un precetto emanato da Mainardo conte del Tirolo sul pagamento di dazi e di altri balzelli. Notaio: Nicolò (ST) e Bonomo figlio di Corrado (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 580 x 145, sul verso note di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 167 (regesto) Note (1) Deliberazione

G. 1. 3. b. 1 "Laudum" (1) 94

1293 maggio 13 , Cavalese Lo scario e i giurati della Comunità di Fiemme stabiliscono la quota di "banno"(2) che la Regola di Castello deve pagare al conte del Tirolo. Notaio: Bonomo figlio di Corrado (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 420 x 135, sul verso note di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 167 (regesto) Note (1) Deliberazione. (2) Diritto di regalia.

G. 1. 4. b. 1 Richiesta di applicazione di "laudum" e conferma di "laudum" (1) 1305 febbraio 9 - 1305 febbraio 20 , Cavalese I vicini di Castello richiedono a Odorico di Ragonia, capitano di Fiemme, che venga applicato il "laudum" emesso il 20 ottobre 1303 dalla Comunità di Fiemme nel quale si stabilivano i diritti di pascolo sul monte Campolongo; alcuni giorni dopo Giovanni, vicario del suddetto Odorico, intima Ventura fu Bonfigliolo da Cavalese, in qualità di rappresentante della Regola di Trodena, la restituzione delle capre pignorate agli uomini di Castello e conferma il "laudum". Notaio: Mercadanto "Concii" da Lomello (ST) Originale, atto notarile Documento singolo; pergamena, mm 295 x 140(135), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. 12 Note (1) Deliberazione.

G. 1. 5. b. 1 Mandato 1309 ottobre 14 , Cavalese Almerico, vicario di Gozalgo gastaldo d'Egna e della giurisdizione della contea di Castello ordina al notaio Michele figlio di Giacomo di redigere copia di un "istrumentum"; il notaio esegue e sottoscrive.

Inserto (1): 1293 maggio 13, Cavalese. Lo scario e i giurati della Comunità di Fiemme stabiliscono la quota di "banno" (2) che la Regola di Castello deve pagare al conte del Tirolo. Notaio: Bonomo figlio di Corrado Notaio: Michele figlio di Giacomo (ST)

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 280 x 120, sul verso note di contenuto Note (1) Cfr. perg. 3. (2) Diritto di regalia.

95

G. 1. 6. b. 1 Investitura 1325 settembre 11 , Bolzano Volchsino fu Arnoldo "Velserius", a nome anche di suo cognato Enrico fu Reimberto "Velserius" da Steinegg (1), investe di alcuni feudi Nicolò fu Alberto "de Soler" da Gummer (2), a nome anche dei suoi fratelli Pietro e Chuenclino, dietro giuramento di fedeltà. Notaio: Corrado da Renon (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 300 x 140(130), sul verso nota di contenuto Note (1) Collepietra. (2) S. Valentino in Campo (frazione di Cornedo all'Isarco)

G. 1. 7. b. 1 Liberazione da obbligo 1329 marzo 12 , Gries Enrico conte del Tirolo libera e assolve la Regola di Castello dal pagamento di 100 lire veronesi dovute come contributo alle 75 marche veronesi che la Comunità di Fiemme versava al Castello di Fiemme andato distrutto. Originale; latino Documento singolo; pergamena, mm 190 x 295, sul verso note di contenuto in parte sbiadite e archivistiche, SPC Segnature precedenti: n. 2 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 167 (regesto)

G. 1. 8. b. 1 Compravendita 1330 marzo 18 , Bolzano Chiperlino da Gummer (1), con il consenso dei suoi figli Cristiano, Alberto e Chuenclino, vende a Nicolò fu Alberto "de Soler" da Gummer un prato situato "super Alpe" in località "Travassai", per il prezzo di 40 lire di denaro piccolo di Verona. Notaio: Guglielmo fu Ottolino da Bolzano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 255(225) x 195, sul verso nota di contenuto Note (1) S. Valentino in Campo (frazione di Cornedo all'Isarco).

G. 1. 9. b. 1 Compravendite 1337 febbraio 19 - 1338 novembre 29 , Carano - Cavalese latino Documento singolo; pergamena, mm 765 x 200, sul verso nota di contenuto

G. 1. 9.1. b. 1 Compravendita 1337 febbraio 19 , Carano

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Flora fu Giovanni del fu Enrico da Pradello abitante a Carano, con il consenso del marito Bartolomeo figlio di Tommaso e dello zio Tommaso, vende a suo fratello Vinenzio, abitante a Carano in località Radoi, la dodicesima parte di tre fondi arativi e con orti situati nel territorio di Carano in località Radoi, per il prezzo di sette lire e mezzo. Notaio: Federico fu Gregorio da Carano (ST) Originale, atto notarile, latino

G. 1. 9.2. b. 1 Compravendita 1337 giugno 9 , Cavalese Tommaso fu "Paessus" del fu "Magnabonus"(?) fabbro da Cavalese vende a Vinenzio fu Giovanni del fu Enrico da Pradello, abitante a Carano in località Radoi, un prato situato a Radoi in località "a le Lamasse", per il prezzo di 17 grossi. Notaio: Federico fu Gregorio da Carano (ST) Originale, atto notarile, latino

G. 1. 9.3. b. 1 Compravendita 1337 ottobre 28 , Carano I fratelli Enrico e Bonzeno fu Nicolò da Carano vendono a Vinenzio fu Giovanni del fu Enrico da Pradello abitante a Carano in località Radoi due prati situati nel territorio di Carano nelle località Solaiolo e "a Buregedo", per il prezzo di cinque lire e mezzo. Notaio: Federico fu Gregorio da Carano (ST) Originale, atto notarile, latino

G. 1. 9.4. b. 1 Compravendita 1338 novembre 29 , Cavalese Giuliano fu Zilio, Giovanni fu Federico detto "Albuzius" e Otto fu Giuliano detto "Ricius", tutti abitanti a Castello, vendono a Vinenzio fu Giovanni del fu Enrico da Pradello, abitante a Carano in località Radoi, la loro parte di un fondo arativo situato nel territorio di Carano in località "soto Crosse", per il prezzo di 13 lire. Notaio: Federico fu Gregorio da Carano (ST) Originale, atto notarile, latino

G. 1. 10. b. 1 Compravendita 1347 dicembre 21 , [...] Pietro detto "Pinchstaler" da Nova Ponente vende a Corrado "aus dem Garten" da Nova Levante un prato in parte con alberi da frutto e in parte con bosco situato in località "Wal de Freigen", per il prezzo di 18 lire di denaro piccolo. Notaio: Nicolò Stampach (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 225(215) x 225(220), sul verso nota di contenuto

G. 1. 11. b. 1 Compravendita 1358 giugno 6 , Bolzano 97

Gotzlino fu Zenone detto "in dem Graben" da Nova Levante vende ad Ulrico fu Nicolò detto "extra Widem" da Nova Levante due parti di un maso situato a Nova Levante in località "in dem Graben", per il prezzo di nove marche di denaro piccolo di Verona. Notaio: Pietro Erlacher da Bolzano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 425 x 165, sul verso nota di contenuto

G. 1. 12. b. 1 Consegna di dote e controdote 1359 giugno 2 , Valle (1) Gozalgo fu Bertollo da Costa di Nova Levante e suo figlio Giovanni dichiarano di aver ricevuto in dote da Ventura fu Gozalgo da Valle per sua figlia Giuliana 100 lire e dei beni mobili e, a titolo di donazione "propter nuptias", assicurano a favore di Giuliana la metà di un maso situato nel territorio di Nova Levante in località Costa. Notaio: Pellegrino figlio di Benassuto detto "Sprachi" Daprà (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 270(225) x 165(20), sul verso nota di contenuto Note (1) Località di Vigo di Fassa.

G. 1. 13. b. 1 Rinuncia di eredità 1365 marzo 23 , Bolzano Domenica e Agnese figlie del fu Nicolò "ecclesiasticus" (1) della chiesa di S. Ingenuino di Nova Levante e la loro nonna Caterina riunciano a favore del fratello e nipote Enrico ad ogni pretesa di eredità su due masi in località "in dem Widem" e "in dem Graben", in cambio Domenica riceve otto marche di Verona e Caterina due campi e due vacche. Notaio: Guglielmo fu Ottolino da Bolzano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 455 x 200(180), sul verso nota di contenuto Note (1) Fabbriciere.

G. 1. 14. b. 1 Compromesso con convalida e sentenza arbitrale 1366 maggio 28 - 1366 giugno 7 , Cavalese, "Pragandello" I regolani di Cavalese, da una parte, e Otto fu Giuliano detto "Ricius", Francesco fu Bellomo e Giovanni detto "Smitus" fabbro, in qualità di regolani di Castello, dall'altra, si rimettono al giudizio di quattro arbitri eletti dalle parti per la soluzione della controversia tra loro insorta per diritti di pascolo e confini nella località Pragandello; alcuni giorni dopo Galiano Sommariva, vicario di Fiemme, e Guido da Cavalese, vicario della contea di Castello e Capriana per Bertoldo da Cavedano gastaldione di Egna, convalidano il compromesso e gli arbitri eletti emettono sentenza. Notaio: Giovanni "de Hugolino" da di Primiero (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 815 x 200, sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: II

G. 1. 15. b. 1

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Consegna di dote 1373 maggio 16 , Nova Levante Concio fu Reginaldo da "Pe" di Nova Levante, con il consenso della moglie Alahaite figlia di Fritz "de Trauzon", consegna in dote a Giovanni detto "Offmayster" marito di Diemela loro figlia, metà di un maso situato a "Pe" di Nova Levante e tutti i prati e beni situati sulla montagna di Carezza. Notaio: Pellegrino da Fassa (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 385 x 140, sul verso nota di contenuto

G. 1. 16. b. 1 Ratifica di privilegi 1376 febbraio 27 , Egna, Castel Caldiff Enrico "de Maisa", governatore e gastaldione del castello di Egna e della contea di Castello e Capriana, a nome anche dei suoi nipoti Giorgio e Bartolomeo figli del fu Gaspare da Cavedano vecchio gastaldione di Egna, su richiesta dei rappresentanti della comunità della contea di Castello e Capriana, conferma gli antichi privilegi. Notaio: Pietro figlio di Giovanni fu "Fanzelus" da Tesero (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 460 x 245(240), sul verso note di contenuto in parte sbiadite e nota archivistica Segnature precedenti: n. 5

G. 1. 17. b. 1 Decreto 1377 maggio 31 , Cavalese Nicolò fu Benvenuto da Cavalese, notaio e in qualità di scario di Fiemme, autorizza il degano della contea di Castello e Capriana e i regolani di Castello a pignorare gli abitanti di Tesero nel caso si rifiutassero di aggiustare un ponte in muratura situato nei pressi di Tesero "super Rivo molendinorum". Notaio: Pietro figlio di Giovanni fu "Fanzelus" da Tesero (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 210 x 160(140), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

G. 1. 18. b. 1 Compravendita 1387 dicembre 9 , Castello Pietro, sarto, detto Brunello fu Giuliano detto "Zusolino" da "Grava" in val di Fassa vende a Benardo da Castello fu "Huollino" da Roncegno, presente anche a nome di sua moglie Caterina, alcuni fondi arativi e grezzivi situati nel territorio di Castello, per il prezzo di 45 lire di denaro piccolo. Notaio: Giacomo fu Giovanni da Agai (1) abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 485 x 130(105), sul verso nota di contenuto Note (1) Frazione di Livinallongo (Veneto).

G. 1. 19. b. 1 Sentenza 99

1388 marzo 12 , Castello Francesco figlio di Giovanni da Quinto di Verona, luogotenente del capitano di Castello Enrico di Rottenburg, emette sentenza nella causa insorta tra gli uomini di Capriana, da una parte, e gli "Arimanni" (1), dall'altra, in merito alle parti di contributi da versare alla corte tirolese che spettano in diverse proporzioni a Castello, a Capriana e agli "Arimanni". Notaio: Donato figlio di Bartolomeo fu Cambio da Trento (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 590(515) x 405(370), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Coloro che possedevano le antiche arimannie (porzioni di territorio) o masi.

G. 1. 20. b. 2 Sentenza [1388] marzo 12 (1) , Castello Francesco figlio di Giovanni da Quinto di Verona, luogotenente del capitano di Castello Enrico di Rotenburg, emette sentenza nella causa insorta tra gli uomini di Capriana, da una parte, e gli "Arimanni" (2), dall'altra, in merito alle parti di contributi da versare alla corte tirolese che spettano in diverse proporzioni a Castello, a Capriana e agli "Arimanni". Notaio: Donato figlio di Bartolomeo fu Cambio da Trento Copia autentica redatta dal notaio Pietro fu Giovanni Betta (3) da Cavalese (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 640 x 310, sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Il documento riporta la data 1383 marzo 12, probabilmente un errore di lettura del notaio. (2) Coloro che possedevano le antiche arimannie (porzioni di territorio) o masi. (3) Sec. XVIII in.

G. 1. 21. b. 2 Sentenza [1388] marzo 12 (1) , Castello Francesco figlio di Giovanni da Quinto di Verona, luogotenente del capitano di Castello Enrico di Rotenburg, emette sentenza nella causa insorta tra gli uomini di Capriana, da una parte, e gli "Arimanni" (2), dall'altra, in merito alle parti di contributi da versare alla corte tirolese che spettano in diverse proporzioni a Castello, a Capriana e agli "Arimanni". Notaio: Donato figlio di Bartolomeo fu Cambio da Trento Copia, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, 960(900) x 335(300), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) La data riportata sul documento è 1383 marzo 12, probabilmente un errore di lettura del notaio. (2) Coloro che possedevano le antiche arimannie (porzioni di territorio) o masi.

G. 1. 22. b. 2 Locazione 1396 settembre 30 , Termeno Irmela figlia di Ulrico detto "Kaiser" da "Kunch", per volontà del marito Corrado detto "Mayrle" da Sella (1), dà in locazione perpetua a Leonardo detto "Zichel" da "Lasienz" e abitante a Sella, una casa con orto situata a Sella in località "an der Egerden", dietro pagamento annuo di sei "pazede" di vino e di un pollo. Notaio: Giacomo da Termeno (ST)

100

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 380(360) x 220 (210), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Frazione di Termeno.

G. 1. 23. b. 2 Locazione 1400 aprile 1 , Bolzano Nicolò Wincler da Runkelstein (1), "preposito" della cappella di Termeno per i duchi d'Austria, dà in locazione perpetua a Corrado detto "Mayrle" da Sella (2), a nome della moglie Irmela, un vigneto situato in località Sella, dietro pagamento annuo di un'orna e mezzo di vino. Notaio: Giovanni fu Valentino Hasler da Bressanone (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 330 x 170, sul verso nota di contenuto Note (1) Castel Roncolo. (2) Frazione di Termeno.

G. 1. 24. b. 2 Locazione 1406 febbraio 27 , Cavalese Giulio Balzani da Trento, in qualità di assessore e luogotenente di Odorico Schratimperger vicario di Fiemme, dà in locazione perpetua a Nicolò fu Bartolomeo Malfer da Cavalese un prato situato nel territorio di Cavalese in località Tresselume, dietro pagamento ai giurati di Cavalese di 35 denari di Merano. Notaio: Donato fu Bartolomeo del fu Cambio (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 630(560) x 200(60), sul verso nota di contenuto

G. 1. 25. b. 2 Compravendita 1410 marzo 2 , Bolzano Cristoforo fu Giovanni Wincler da Bolzano vende a Nicolò detto "Zotte" da "Munschiskle" nella giurisdizione di Collepietra un censo annuo perpetuo di quattro lire assicurato su un maso situato in località Streitmoos, per il prezzo di 10 marche. Notaio: Angelo Schidman da Bolzano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 380(375) x 190(170), sul verso nota di contenuto

G. 1. 26. b. 2 Compravendita (1) 1414 marzo 28 , Cavalese Gugliemo fu Tommaso notaio "de Ballitaga"(?) da Cavalese vende a Tommaso fu Trentino Montagna da Castello un fondo arativo situato nel territorio di Cavalese in località "en Val de Cadran", per il prezzo di 47 lire e nove grossi. Notaio: Donato fu Bartolomeo del fu Cambio da Trento (ST) Originale, atto notarile; latino 101

Documento singolo; pergamena, mm 290 x 235, sul verso nota archivistica Segnature precedenti: XLI Note (1) L'inchiostro del documento è quasi completamente sbiadito, la lettura ne è seriamente compromessa.

G. 1. 27. b. 2 Locazione 1421 febbraio 8 , Castello Franceschino fu Matteo da Predazzo e Bartolomeo figlio di Avancio da Daiano, entrambi abitanti a Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione perpetua ai fratelli Pietro, detto "Poterle", e Giacomo figli del fu Pietro sarto da Trodena due vigneti situati nel territorio di Trodena in località "zo al planto ala Golbia", dietro pagamento annuo di un'orna di vino. Notaio: Guglielmo fu Paolo da Trento (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 405(365) x 155(150), sul verso note di contenuto in parte sbiadite e nota archivistica Segnature precedenti: n. 6

G. 1. 28. b. 2 Locazione 1431 aprile 29 , Cavalese Giovanni figlio di Cristoforo da Daiano abitante a Cavalese, in qualità di canevaro e massaro della chiesa di S. Maria di Cavalese, con il consenso di Avancio Muratori da Daiano, scario di Fiemme e dei regolani della Comunità di Fiemme, dà in locazione per 29 anni a Bartolomeo fu "Masinus" da Cavalese, a nome anche di Nicolò Malfer dallo stesso luogo, un mulino situato nella parte inferiore della villa di Cavalese in località "Cernadoi", dietro pagamento annuo di sei lire. Notaio: Giovanni Tullio fu Guglielmo Saracini da Trento abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 350(285) x 140(80), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

G. 1. 29. b. 2 Locazione 1443 novembre 17 , Castello Giovanni Girardi e Giorgio fu Tommaso Montanari, entrambi da Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione perpetua da rinnovarsi ogni 29 anni a Giuliano fu "Plasolinus" del fu "Botolinus" da Castello due fondi arativi situati nel territorio di Castello nelle località Campolongo e Pontaia, dietro pagamento annuo di un'orna di vino o di mosto. Notaio: Antonio fu Enrico del fu Guidone Sommariva (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 530(490) x 170(145), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

G. 1. 30. b. 2 Locazione 1447 marzo 20 (1) , Egna Marino "de Nicolao" da Castello e Giorgio Demartin, rispettivamente in qualità di regolano di Castello e rappresentante della contea di Castello, danno in locazione da rinnovarsi ogni 29 anni ad Enrico Koler un vigneto situato nel territorio di Egna in località "in Stubla", dietro pagamento annuo di un'orna e mezzo di vino. Notaio: Giovanni Impolt da "Schard" abitante a Egna (ST) 102

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 460 x 160, sul verso nota di contenuto Note (1) Il 20 marzo 1447 era lunedì e non domenica come indicato nel documento.

G. 1. 31. b. 2 Compravendita 1461 giugno 28 , Anterivo Michele fu Giovanni Goldener da Anterivo vende a Tommasino fu Giovanni Tomasi da Castello un prato situato nel territorio di Carano in località "Bragole", per il prezzo di 10 ducati d'oro. Notaio: Giacomo fu Guadagnino del fu "Marcherius" Bertelli dalle Giudicarie abitante in Val di Fiemme (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 520 x 170(155), sul verso nota di contenuto

G. 1. 32. b. 2 Conferma di testamento verbale 1470 dicembre 13 , Castello Sigismondo fu Cesco del fu Leurino da abitante a Cavalese, vicario della contea di Castello per Osvaldo Welsperg capitano della giurisdizione di Egna, conferma il testamento orale del fu Giovanni fu "Catarinella" da Castello redatto precedentemente davanti a testimoni con il quale il testatore affida i figli minorenni e tutti i suoi beni al fratello Biagio. Notaio: Nicolò fu Simone Ballestreri da Tres abitante in Val di Fiemme (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 375 x 185(175), sul verso nota di contenuto

G. 1. 33. b. 2 Nomina di arbitri e sentenza arbitrale 1475 novembre 26 - 1476 dicembre 28 , Cavalese Nicolò fu Giovanni "Clesuri" da Carano e Martino figlio di Giovanni Pietro Odorizzi dallo stesso luogo, in qualità di regolani di Carano, da una parte, e Giovanni fu Biagio Pizzini da Castello e Biagio fu Giuliano "Vinentii" dallo stesso luogo, in qualità di regolani di Castello, dall'altra, nominano cinque arbitri affinchè pongano fine ad una controversia tra loro intercorsa in merito ai diritti di pascolo in Val di Fiemme nella località "Pradaia". L'anno seguente gli arbitri emettono sentenza. Notaio: Giovanni fu Bertolino Rodelle da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 1215(1130) x 195(120), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

G. 1. 34. b. 2 Procura 1490 gennaio 15 , Castello Pietro Varesco e Stefano fu Antonio Avanzi da Castello, in qualità di regolani e sacramentari della Regola di Castello, nominano Pietro Corradini, Biagio Nichela, Matteo Dellasega e Bartolomeo Casetti loro procuratori generali. Notaio: Antonio figlio di Bertello Bertelli da Vigo (1) abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 560 x 175, sul verso note di contenuto in parte sbiadite e nota archivistica 103

Segnature precedenti: IV Note (1) Nelle Giudicarie vicino a Tione.

G. 1. 35. b. 2 Procura 1500 luglio 22 , Cavalese Giovanni fu Iorio Delvai, Bono Fachini e Giovanni "de la Mel", tutti da Carano e in qualità di regolani di Carano, e Antonio Cavada e Nicolò Corradini, entrambi da Castello e in qualità di regolani di Castello, nominano loro procuratori speciali Nicolò fu Leonardo Bonelli da Carano e Bartolomeo Casetti da Castello nella causa intercorsa contro i vicini di Trodena in merito alla divisione di alcune parti di montagna in val di Fiemme. Notaio: Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 760 x 165(145), sul verso note di contenuto

G. 1. 36. b. 2 Locazione 1503 maggio 29 (1) , S. Lugano Matteo fu Franceschino Dellasega e Biagio fu Antonio Pizzini, entrambi da Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione per 29 anni a Cristello fu Paolo "Groboi" da Pinzano (2) un vigneto situato nel territorio di Trodena in contrada detta "ad Golbiam", dietro pagamento annuo di una forma di formaggio del peso di due libbre e mezzo e di un'orna e mezzo di vino. Notaio: Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 625 x 160, sul verso note di contenuto Note (1) Il 29 maggio 1503 era giovedì e non lunedì come indicato nel testo. (2) Località di Montagna (Egna).

G. 1. 37. b. 2 Locazione 1503 maggio 29 (1) , S. Lugano Matteo fu Franceschino Dellasega e Biagio fu Antonio Pizzini, entrambi da Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione per 29 anni a Cristello fu Paolo "Groboi" da Pinzano (2) un vigneto situato nel territorio di Trodena in contrada detta "ad Golbiam", dietro pagamento annuo di una forma di formaggio del peso di due libbre e mezzo e di un'orna e mezzo di vino. Notaio: Alessandro fu Andrea Cirambelli da Gandino abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 575 x 145, sul verso note di contenuto Note (1) Il 29 maggio 1503 era giovedì e non lunedì come indicato nel testo. (2) Località di Montagna (Egna).

G. 1. 38. b. 2 Compravendita 1507 dicembre 10 , Castello 104

I rappresentanti della Regola di Castello vendono a Cipriano fu Ventura "Leme" (?) da Castello, a nome anche dei suoi fratelli, e a Biagio Pizzini dallo stesso luogo un prato situato a Bellamonte in località "Zaluna", per il prezzo di 152 lire e mezzo. Notaio: Paolo fu Bartolomeo Avanzi da Daiano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 340 x 260, sul verso note di contenuto

G. 1. 39. b. 3 Procura; sostituzione di procuratore 1508 luglio 1 - 1511 ottobre 15 , Castello - Cavalese latino Documento singolo; pergamena, mm 440 x 200, sul verso nota archivistica Segnature precedenti: V

G.1.39.1 b. 3 Procura 1508 luglio 1 , Castello I rappresentanti della Regola di Castello, con l'autorizzazione dei vicini convocati in piena regola, nominano loro procuratore generale e speciale Francesco fu Giovanni Marini da Castello. Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Braito da Daiano (ST) Originale, atto notarile

G.1.39.2 b. 3 Sostituzione di procuratore 1511 ottobre 15 , Cavalese Alcuni anni dopo il suddetto procuratore nomina al suo posto Baldassarre fu Biagio Nichela da Castello. Notaio: Silvestro Leitner da Schliersee (ST) Originale, atto notarile

G. 1. 40. b. 3 Procura 1512 aprile 17 , Castello I vicini della villa di Castello congregati in piena regola nominano loro procuratori generali Cipriano figlio di Ventura "del Eme" e Gaspare "de Engedina", entrambi abitanti a Castello, nella causa contro Giorgio signore di Firmian. Notaio: Silvestro figlio di Giovanni Leitner da Schliersee (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 435 x 270, sul verso note di contenuto

G. 1. 41. b. 3 Locazione 1513 ottobre 10 , Castello Giovanni Daldoss, Giovanni Deiorio e Baldassarre Nichela, tutti da Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione rinnovabile dopo 29 anni ad Antonio fu Nicolò da Rovereto abitante a Pinzano (1) un vigneto situato nel territorio di Pinzano in località "in der Vulme", dietro pagamento annuo di un'orna e mezzo di mosto. Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Braito da Daiano (ST) 105

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 755 x 170(150), sul verso note di contenuto Note (1) Località di Montagna (Egna).

G. 1. 42. b. 3 Locazione 1513 ottobre 10 , Castello Giovanni Daldoss, Giovanni Deiorio e Baldassarre Nichela, tutti da Castello e in qualità di regolani di Castello, danno in locazione rinnovabile dopo 29 anni ad Antonio fu Nicolò da Rovereto abitante a Pinzano (1) un vigneto situato nel territorio di Pinzano in località "in der Vulme", dietro pagamento annuo di un'orna e mezzo di mosto. Notaio: Bartolomeo fu Giovanni Braito da Daiano (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 650 x 165 Note (1) Località di Montagna (Egna).

G. 1. 43. b. 3 Terminazione 1525 maggio 8 , Cavalese Gli arbitri eletti dai rappresentanti della Regola di Carano, da una parte, e i rappresentanti della Regola di Castello, dall'altra, pongono i termini nei territori confinanti le due Regole per definire i luoghi del pascolo, in esecuzione di una loro precedente sentenza emessa il 27 aprile 1525. Notaio: Silvestro Leitner (ST) Originale, atto notarile; italiano, latino Documento singolo; pergamena, mm 345 x 260, sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. 5

G. 1. 44. b. 3 Sentenza 1551 settembre 24 , Trento contrada Borgo nuovo Gaspare Brugnolo, giudice commissario, emette sentenza nell'appello promosso dai rappresentanti della Regola di Castello contro la sentenza dello scario e dei giurati di Fiemme nella causa con la Regola di Carano per i diritti sul Monte Orfana. Notaio: Giovanni fu Bernardino notaio Zanoni cittadino e abitante a Trento (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 550 x 135, sul verso note di contenuto

G. 1. 45. b. 3 Sentenza 1563 ottobre 16 , Trento Francesco Alessandrini, giudice commissario, conferma la sentenza emessa dal giudice [Gaspare] Brugnolo nella causa tra Pietro Girardi da Castello, in qualità di sindaco della villa di Castello, da una parte, e Antonio Depoppo, in qualità di sindaco della villa di Carano, dall'altra, in merito ai diritti sul Monte Orfana. La parte di Carano ricorre in appello. Notaio: Giovanni Guglielmo fu Francesco Calavini da Trento (ST) 106

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 460 x 150, sul recto annotazione posteriore; sul verso nota di contenuto e note archivistiche Segnature precedenti: 4; IX

G. 1. 46. b. 3 Sentenza 1564 luglio 20 , Trento Francesco Particella, commissario, rigetta l'appello presentato da Giovanni Bonelli, in qualità di regolano di Carano, contro la sentenza del giudice [Gaspare] Brugnolo nella causa con Pietro Girardi, in qualità di sindaco della villa di Castello, in merito ai diritti sul Monte Orfana. Notaio: Giovanni Guglielmo fu Francesco Calavini da Trento (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 400 x 135, sul verso note di contenuto quasi completamente sbiadite, nota archivistica Segnature precedenti: 3; X

G. 1. 47. b. 3 Compromesso e sentenza arbitrale; terminazione 1570 settembre 17 - 1570 ottobre 30 , Cavalese I regolani di Cavalese, da una parte, e i regolani di Castello, dall'altra, si rimettono al giudizio di cinque arbitri eletti per dirimere la controversia tra loro intercorsa in merito alla divisione dei beni e dei pascoli nelle località Dos Gos e Pragandello e in merito alla via costruita su quei territori dagli abitanti di Castello per la conduzione del legname da Moena; gli arbitri eletti emettono sentenza. Alcuni giorni dopo vengono posti i termini per i confini assegnati. Notaio: Nicolò figlio di Lazzaro Bozzetta da Moena (ST) Originale, atto notarile; italiano, latino Documento singolo; pergamena, mm 630 x 170, sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: N. 2

G. 1. 48. b. 3 Compromesso e sentenza arbitrale 1579 marzo 14 , Trento, contrada S. Maria Maggiore Don Pietro Rossi da Piano, rettore della chiesa di S. Maria di Cavalese, da una parte, e Antonio Girardi da Castello, in qualità di sindaco della villa di Castello, dall'altra, si rimettono al giudizio degli arbitri eletti Antonio Melchiorri da Moena e Nicolò Bozzetta notaio da Moena abitante a Daiano per dirimere la lunga lite tra loro intercorsa in merito al pagamento delle decime novali; gli arbitri emettono sentenza. Notaio: Andreas Calvetti Copia autentica del notaio Tommaso fu Matteo Benassuti da Trento (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 580 x 160, sul verso note di contenuto e note archivistiche Segnature precedenti: litt. ad III; 4; XI

G. 1. 49. b. 3 Permuta 1603 maggio 2 , Castello Girardo fu Pietro Girardi, vicario della giurisdizione di Castello, permuta con Michele Depaoli, in qualità di massaro della chiesa di S. Giorgio di Castello, in presenza e con il consenso di don Tommaso Brathia pievano di Fiemme e ottenuta licenza da Silvio a Prato 107 vicario generale del vescovo di Trento, un fondo arativo situato nel territorio di Castello in località Pontaia con un altro fondo situato nel medesimo territorio in località Ross con l'aggiunta di un ragnese e 20 denari di Merano. Notaio: Andreas fu Simone Rossi da Piano abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 525 x 150, sul verso note di contenuto e note archivistiche Segnature precedenti: lettera AL; XXIII

G. 1. 50. b. 3 Donazione inter vivos 1606 dicembre 7 (1) , Castello Achille Giovanelli dona alla chiesa di S. Giorgio in Castello un campo situato nel territorio di Daiano in località "Col Mollai" con l'onere di far celebrare una messa annua in memoria della madre. Notaio: Filippo Callegari Originale da rogiti del notatio Filippo Callegari redatto dal notaio Simone fu Valentino Callegari da Moena (ST), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 200 x 185(95), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: Lettera M Note (1) Il 7 dicembre 1606 era giovedì e non domenica come indicato nel testo.

G. 1. 51. b. 3 Compromesso e sentenza arbitrale 1626 luglio 8 , Cavalese Davanti a Giovanni Giorgio Seeman von Mongern, capitano della giurisdizione di Enn e Caldiff e deputato di Leopoldo arciduca d'Austria conte del Tirolo, i rappresentanti della Regola di Castello, da una parte, e i rappresentanti della Regola di Moena, dall'altra, si rimettono al giudizio degli arbitri eletti per dirimere la controversia tra loro intercorsa in merito al pagamento di prestazioni fiscali derivanti da antiche consuetudini; gli arbitri eletti emettono sentenza. Notaio: Pietro fu Giovanni Betta da Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 250 x 250, sul verso note di contenuto

G. 1. 52. b. 3 Permuta 1644 maggio 27 , Castello Pietro Picetti da Castello, in qualità di regolano di Castello, a nome anche di Baldassarre Nichela, permuta con Maddalena fu Cipriano Ventura vedova di Cristiano Beber da Anterivo abitante a Castello due porzioni comunali situate nel territorio di Castello in località Celor e Pragandello con un orto e un campo situati nel medesimo territorio in località I Laghi e Orti. Notaio: Giovanni Antonio figlio di Bartolomeo Braito da Varena abitante a Cavalese (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 400 x 85, sul verso nota di contenuto quasi completamente sbiadita

G. 1. 53. b. 3 Dazione in pagamento 1647 aprile 25 , Castello 108

Matteo Nichela da Castello, ex massaro della chiesa di S. Giorgio di Castello, dà in pagamento a Domenico Nones da Castello un campo situato nel territorio di Castello in località "in Val", per un valore di 36 ragnesi. Notaio: Giovanni Battista fu Andrea Fontaniva (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 310 x 155, sul verso note archivistiche Segnature precedenti: Lettera V; XXXIII

G. 1. 54. b. 3 Cessione 1655 marzo 29 , Castello Bartolomeo Guadagnini da Carano, a nome della moglie Caterina fu Giorgio Picetti e della cognata Margherita vedova di Bartolomeo Kraisel, in esecuzione di un legato pio disposto dal suocero, cede a Giovanni Cavada e a Francesco Mattordes, in qualità di regolani di Castello, un prato situato nel territorio di Castello in località Comedal, i regolani si impegnano all'esecuzione del legato. Notaio: Martino Solai da Castello (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 320 x 175(150), sul verso note di contenuto e note archivistiche Segnature precedenti: 4; XXXVII

G. 1. 55. b. 3 Consegna di bene 1655 giugno 15 , Castello Giorgio Betta da Castello, in esecuzione di un legato pio disposto dalla sorella Margherita nel suo testamento, consegna a Giovanni Battista Condino, in qualità di massaro della chiesa di S. Giorgio di Castello, e a Giacomo Corradini, in qualità di massaro della confraternita del SS. Rosario di Castello, in presenza e con il consenso di Rubino Rubini curato di Castello, un prato situato nel territorio di Castello in località Ruaia del valore di 44 ragnesi. Notaio: Martino Solai da Castello (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 255 x 135, sul verso note di contenuto e note archivistiche Segnature precedenti: Lettera R; XXXVIII

G. 1. 56. b. 3 Compravendita 1674 novembre 15 , Castello Clara fu Valentino Chelodi vedova di Valentino Delvai da Carano, in presenza e con il consenso di Cipriano Varesco curatore dei suoi figli, vende ad Alessandro Bozzetta notaio e vicario di Castello un prato situato nel territorio di Castello in località Cornal, per il prezzo di 35 ragnesi. Notaio: Giovanni Battista fu Filippo Callegari da Castello (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 250 x 145, sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. 21

G. 1. 57. b. 3 Rinnovazione di locazione

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1676 settembre 13 , Castello I rappresentanti della Regola di Castello rinnovano la locazione perpetua, da rinnovarsi ogni 29 anni, a Cristoforo fu Giovanni Battista Cemi da Cavalese di un prato in parte arativo situato nel territorio di Castello in località Sorte, dietro pagamento annuo di 21 lire. Notaio: Alessandro Bozzetta vicario di Castello (ST) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 680 x 280, sul verso note di contenuto

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