N° 5. (SECONDO ANNO) Si vis pacem, para libertatem PRIMAVERA 2004 GLI STATI UNITI D’EUROPA LES ÉTATS-UNIS D’EUROPE - DIE VEREINIGTEN STAATEN VON EUROPA THE Fondato nel 1868 V entoteneÐBruxellesÐCosmopolis Direzione: Giulio Ercolessi - Francesco Gui - Beatrice Rangoni Machiavelli l’identità dell’europa

bettinelli - ercolessi - majocchi - martinelli - osculati - redi - veca

SUPPLEMENTO AL N. 103-104 DI CRITICA LIBERALE L’IDENTITÀ DELL’EUROPA

chiarire e chiarirsi in quale direzione si in- costruire tende far procedere il processo di integra- zione: ecco il modo per consentire e promuo- vere il successo della demagogia antieuropea l’europa e dei movimenti populisti e di frustrare la buona predisposizione dell’opinione pubblica europea che pur continua ad essere registrata l 1¡ giugno scorso l’Aula Magna del dall’Eurobarometro. ICollegio Ghislieri di Pavia ha ospi- La posta in gioco è altissima per il tato un colloquio sul tema L’identità dell’Eu- nostro continente, che solo parlando con una ropa. Il Presidente della Commissione europea voce unitaria può sperare di continuare o di Romano Prodi ne ha discusso con cinque do- tornare ad avere una voce nel mondo globa- centi dell’Università di Pavia – il costituzio- lizzato. Ma è, se possibile, ancor più alta per nalista Ernesto Bettinelli che ha organizzato l’Italia – la cui azione non a caso nei decenni e coordinato l’iniziativa, gli economisti Al- passati era sempre stata determinante nello berto Majocchi e Franco Osculati, il biologo spingere verso una maggiore integrazione Ð Carlo Alberto Redi, il filosofo della politica che ancor meno degli altri “grandi” paesi Salvatore Veca – nonché con il politologo mi- membri potrebbe sperare di sfuggire altrimenti lanese Alberto Martinelli della rivista “Reset” a un destino di irrilevanza e di sudditanza. Ep- e con il codirettore di questa rivista Giulio Er- pure, negli ultimi tre anni, non solo è venuta colessi. Dedichiamo questo numero alla pub- meno la spinta federalista dell’Italia, ma pro- blicazione degli atti del colloquio, svoltosi alla prio il governo italiano si è posto alla testa vigilia delle elezioni europee. del fronte degli euroscettici e degli antieu- Proprio i risultati di quelle elezioni ropei, senza che una tale svolta sia mai stata hanno dimostrato la grande attualità del tema seriamente ed esplicitamente sottoposta al va- della discussione di Pavia, che qualcuno po- glio degli elettori italiani. trebbe invece considerare astratto o lontano Il colloquio di Pavia si è svolto in dalla concretezza delle scelte politiche. Come occasione del quinto centenario della nascita questa rivista ha insistito a sottolineare fin del fondatore del Collegio, Papa Ghislieri dalla sua nascita (e come indicava il mani- (Pio V), la cui figura è stata rievocata nel suo festo sulla base del quale è nata un anno fa, saluto introduttivo dal Presidente del Collegio e di cui ripubblichiamo una sintesi nelle ul- Carlo Bernasconi, che ha anche conferito al time pagine di questo stesso numero), la co- Presidente Prodi la storica Medaglia Ghisle- struzione europea ha bisogno, per poter pro- riana. La visita di Prodi al Collegio Ghislieri cedere, di essere compresa e condivisa dalla e alla città di Pavia si inseriva nel quadro di generalità dei cittadini europei. Ma, perché una serie di visite del Presidente della Com- questo possa accadere, è anche necessario che missione alle città sedi di istituzioni universi- le classi politiche e le classi dirigenti impe- tarie europee di eccellenza, che lo avevano già gnate in questo progetto si sforzino di spie- portato al Collegio di Bruges e alla Normale garne e difenderne le ragioni e la necessità di di Pisa. fronte ai nostri concittadini, sia a quelli con ❏ cui abbiamo condiviso fin qui l’impresa eu- ropea, sia a quelli che ci hanno raggiunto con il grande allargamento dei mesi scorsi. Con- L’ILLUSTRAZIONE DI PAG. 1 è il fronte- tinuare a presentare l’Europa solo come una spizio dell’Encyclopédie di Diderot e fonte di sgradevoli obblighi che non sarebbero D’Alembert, inciso nel 1772 da Benoit- accettati se non imposti da vincoli esterni, at- Louis Prévost per essere inserito in testa tribuire all’imperscrutabile volontà dell’U- al tomo I. Il disegno originario è una san- nione europea tutte le scelte concordate fra i guigna di Charles-Nicolas Cochin il gio- governi ma di cui gli stessi governi non desi- vane eseguita nel 1764 ed esposta nel derano assumersi la responsabilità, lamentare Salon del 1765. Diderot così la descrive: il “deficit democratico” delle istituzioni eu- ÇSi vede in alto la Verità tra la Ragione e ropee ma al tempo stesso impedire la nascita l’Immaginazione: la Ragione che cerca di di un governo democratico dell’Ue responsa- strapparle il velo, l’Immaginazione che si bile davanti al Parlamento nell’ambito delle accinge ad abbellirla. Al di sotto di questo competenze comunitarie, non rendere chiari e gruppo una folla di filosofi speculativi, comprensibili i meccanismi di funzionamento delle istituzioni, procedere a tentoni senza più in basso la truppa degli artisti».

2 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA interferenza e vigilanza ernesto bettinelli

ntroduco questo incontro con il Pre- volezza, sensibilità e determinazione. Ma fi- Isidente della Commissione Ue con nisco il ricordo: le mie note informali ebbero un ricordo personale. Nell’agosto del 1997 ho un seguito. Grazie al Sen. Besostri, allora avuto occasione di visitare sia pure in un rappresentante italiano nel Consiglio d’Eu- tempo limitato i Paesi baltici (Estonia, Let- ropa, il misconoscimento dei diritti di citta- tonia, Lituania). Rimasi fortemente impres- dinanza per le minoranze etniche in Lettonia sionato dalla grave situazione di assoluta fu portato all’attenzione di quell’Assemblea emarginazione (ma vorrei dire: abbandono) nel 1998 (mentre il Parlamento Europeo si in cui si trovavano, soprattutto in Lettonia, le stava occupando della idoneità-vocazione eu- minoranze russofone, immigrate in massa ropea dei paesi baltici, in quanto paesi can- negli anni della dominazione sovietica. Circa didati). il 30-40 per cento della popolazione era Il processo di unificazione (l’espres- esclusa dalla cittadinanza e conseguente- sione “allargamento”, invalsa per molto mente dai più elementari diritti ad essa con- tempo e che ancora resiste è assolutamente nessi. I bambini di origine russa, in partico- inadeguata) dell’Europa, della “grande Eu- lare, non erano ammessi nelle scuole pub- ropa”, è importante e vitale anche perché si- bliche. Condizione per uscire da questo stato gnifica riconoscimento di irrinunciabili va- disperato e disumano e per ottenere la citta- lori comuni di convivenza e, prima ancora, di dinanza era la dimostrazione della perfetta coesistenza. conoscenza della lingua e delle tradizioni let- L’Europa dei 25 paesi rappresenta, in- toni attraverso una serie di prove inaccessi- nanzitutto, una decisiva “messa in sicurezza” bili ai più. dell’Europa medesima. Non era affatto Vedere a Riga la tristezza di questi iscritto nel destino che, dopo la Seconda bambini, ancora ricchi di incredibile dignità, guerra mondiale, l’Europa (anche la “piccola che per poter sopravvivere invocavano la Europa”) dovesse – per grazia divina – be- pietà dei turisti, magari accompagnandosi neficiare di una pace perpetua e rimanere con violini o flauti, era davvero uno spetta- esente dai conflitti e dalle tragedie a caratte- colo straziante. In quegli anni i paesi baltici rizzazione etnica e locale che hanno afflitto stavano scoprendo i mercati occidentali. In e affliggono in modo endemico altre aeree Lettonia l’influenza della potenza economica del mondo. Ritornando ancora alla situazione tedesca era evidente. esemplare dei paesi baltici, non si devono di- Al ritorno del viaggio esposi in una menticare Ð come sono state dimenticate o lettera queste mie impressioni (condivise sottovalutate Ð le guerriglie e le faide interne anche dagli amici che mi avevano accompa- successive agli eventi del secondo dopo- gnato) a Romano Prodi, Presidente del Con- guerra: dalla lotta dei cosiddetti “fratelli del siglio, nel cui governo ero allora sottosegre- bosco” contro il potere comunista e contro le tario. Ricordo la sua risposta comprensiva e deportazioni nell’URSS delle popolazioni au- perentoria: ÇSituazioni come queste si pos- toctone, che è proseguita senza la ribalta del- sono risolvere solo agganciando al più presto l’opinione pubblica internazionale anche questi Paesi all’Europa non solo dal punto di negli anni ’60 del secolo scorso. Da qui l’o- vista economico, ma politicoÈ. Allora questo rigine delle successive discriminazioni di ri- commento poteva sembrare di semplice cir- valsa o “vendicative” cui ho accennato. costanza o, per così dire, fuori prospettiva L’Unione Europea ha sostenuto forte- (anche se già nel 1991 proprio la Lettonia mente, efficacemente e pregiudizialmente aveva presentato domanda di ammissione alla con il cosiddetto programma Phare l’integra- Comunità europea). zione di tutte le minoranze presenti nei Paesi La storia successiva e l’impegno di baltici nelle convivenze nazionali e dunque Romano Prodi come Presidente della Com- nella convivenza europea. missione avrebbero invece dimostrato come Insomma, si è sperimentato quel vir- nella sua risposta ci fosse profonda consape- tuoso “metodo dell’interferenza” per l’affer-

PRIMAVERA 2004 • 3 BETTINELLI mazione dei valori e delle regole comuni che heri dicebamus è – e deve continuare ad essere – alla base “MESSAGGIO AGLI EUROPEI” DEL dello sviluppo dell’unità e dell’identità della “CONGRESSO D’EUROPA” DELL’AJA, Grande Europa. L’interferenza e la vigilanza maggio 1948. L’Europa è minacciata, (quale compartecipazione a problemi co- l’Europa è divisa e il pericolo maggiore muni) sullo stato dei diritti fondamentali in deriva proprio dalle sue divisioni. qualsiasi Paese-membro non cessa e non può Impoverita, sovraccarica di barriere che cessare con gli atti di adesione. È un’esigenza impediscono la circolazione dei suoi permanente che deve essere soddisfatta so- beni, non potendo offrirle protezione, la prattutto e sempre di più dal Parlamento Eu- nostra Europa disunita marcia verso la ropeo, che sarà rinnovato e politicamente propria fine. Da solo, nessuno dei nostri rifondato il prossimo 13 giugno. paesi può seriamente sperare di difen- L’attuale Parlamento Europeo, pro- dere la propria indipendenza. Da solo, prio nell’imminenza della sua scadenza, ha nessuno dei nostri paesi può risolvere i dimostrato di essere affatto consapevole del- problemi economici odierni. l’importanza di questo ruolo interferente e Senza un’unione libera la nostra anar- del proprio potere di influenza contro gli ec- chia di oggi ci esporrà domani a un’u- cessi di regressive rivendicazioni di sovranità nificazione forzata, sia per intervento di nazionali tanto orgogliose quanto insuffi- un impero straniero che per usurpazione cienti e non di rado inconsistenti: quando, ad da parte di qualche partito politico. esempio, con la risoluzione del 22 aprile é tempo di intraprendere delle azioni 2004 ha espresso una vigorosa preoccupa- commisurate al pericolo. zione sullo stato Ð che ben conosciamo Ð del- Insieme ai popoli d’oltremare associati l’informazione nel nostro Paese (e in altri ai nostri destini, possiamo costruire do- Paesi), sulla concentrazione proprietaria dei mani la più grande formazione politica media a larga diffusione e, quindi, sulla con- e la più grande unità economica che la seguente diminuzione delle opportunità per nostra era abbia visto. La storia del una libera ed effettiva manifestazione del 1 mondo non ha mai visto un’unione così pensiero . forte di uomini liberi. La guerra, la paura Una tale presa di posizione, lungi dal- e la miseria non sono ancora mai state l’essere clamorosa, è una precisa indicazione sfidate da un nemico che incuta loro più di metodo anche per il prossimo Parlamento rispetto. della grande Europa, che proprio sulle que- Tra questo grande pericolo e questa stioni e sulla cultura dei diritti evidenti, dovrà grande speranza, la missione dell’Eu- acquistare spazio per rappresentare una co- ropa è chiara. Unire i suoi popoli in ac- mune opinione pubblica europea. ❑ cordo con il loro genio di diversità con le condizioni della moderna vita di co- munità per aprire così la via verso una libertà organizzata che il mondo sta cer- cando. Il compito è quello di rianimare i suoi poteri d’invenzione per una mag- giore protezione e rispetto dei diritti e dei doveri dell’individuo di cui, nono- NOTA 1 Più precisamente (con 237 voti favorevoli, 24 no stante tutti i suoi errori, l’Europa è il e 14 astenuti) il Parlamento europeo ha approvato maggior rappresentante. il rapporto sui “rischi di violazione, nell’Ue e in La dignità umana è la più eccellente con- particolare in Italia, della libertà di espressione e quista dell’Europa, la libertà è la sua informazione”, nel quale, tra l’altro, si denunciano vera forza. Entrambe sono in gioco in “i ripetuti atti di censura, ingerenze e pressioni del questa nostra lotta. governo italiano” e si invita il Parlamento italiano L’unione del nostro continente adesso è a “risolvere realmente il conflitto d’interesse del necessaria non soltanto per salvare le li- presidente del Consiglio”. Il documento segnala bertà che abbiamo conquistato, ma anche le “pressioni del governo spagnolo”, dell’ex premier Aznar, nei confronti della rete pubblica anche per estenderne i benefici su tutta TVE e deplora “le deformazioni e le clamorose ma- l’umanità. Il destino dell’Europa e la nipolazioni” da questa effettuate nel riferire sulle pace mondiale dipendono da questa responsabilità degli attentati di Madrid dell’11 unione. marzo 2004.

4•GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA giusti e competitivi, perché no? franco osculati

er quanto attiene più direttamente Questo schema è particolarmente evi- Palle questioni economiche e so- dente in materia di “servizi di interesse gene- ciali, l’identità europea si fonda su due pila- rale” (acqua, gas, trasporti, ecc.), ai quali l’Ue stri concettuali: efficienza e equità. Sul piano dedica da tempo particolare attenzione, come pratico, la diade di riferimento è: mercati (li- è dimostrato dai libri verde del 2003 e bianco beri e competitivi) e coesione sociale. del 2004, nonché da alcune direttive, tra le Il punto interessante è che non c’è ne- quali spicca quella sul gas del 1998. La poli- cessariamente trade off. In alcuni campi di tica seguita in questi settori è di smantellare grande rilevanza economica e sociale si può i monopoli legali e di imporre stimoli con- non rinunciare a un po’ di efficienza per es- correnziali nei monopoli “naturali” residui, sere più equi. Per esempio, il sistema sanitario ineliminabili, imponendo però obbligazioni di nazionale, che si basa sul finanziamento ob- servizio pubblico per garantire l’accesso ge- bligatorio e sulla programmazione dell’offerta neralizzato alla fruizione e lasciando aperta la oltre che sull’universalità delle prestazioni, è possibilità di sostenere il consumo dei meno preferibile a quello privato, che si fonda sulle abbienti. assicurazioni volontarie e sulle motivazioni al Anche al di fuori del comparto dei ser- profitto. Il primo, un’istituzione tipicamente vizi pubblici, l’impulso a mercati liberi e con- europea, costa di meno e funziona meglio del correnziali è una questione di regole, vale a secondo, che negli Stati Uniti trova la sua più dire di nuove regole comuni, dato che diffi- esplicita attuazione. Ue e Stati Uniti mostrano cilmente senza il superamento delle legisla- quote sul prodotto interno lordo della spesa sa- zioni nazionali si può creare un condiviso nitaria totale (pubblica e privata) molto diverse campo di gioco nel quale far competere, e cre- (sebbene generalmente in crescita negli ultimi scere, i migliori operatori. Questa attività di anni): per esempio, 10.9% in Germania, 9.7% nuova regolamentazione si aggiunge a quella in Francia, 9.2% in Svezia, 9.1% in Austria, dettata in ambito Ue da alcune politiche tra- Belgio e Olanda, 8,5% in Italia, ma 14,6% in sversali e pervasive, quale, per esempio, la si- America. Anche i risultati sono migliori sulla curezza alimentare. Ne consegue una produ- nostra sponda dell’Atlantico. La speranza di zione legislativa, imponente non meno che vita è vicina agli 80 anni in molti paesi eu- necessaria, sulla quale in Italia, e in qualche ropei e sotto i 77 negli Stati Uniti; la morta- altro paese, si imbastisce una stanca polemica. lità infantile è al 6.9 per 1.000 negli Stati Uniti A tacer d’altro, le ragioni di questa critica, ed è inferiore nella Ue, dove raggiunge il mi- nello stesso tempo apodittica e aneddotica, nimo di 4 per mille nascite in Finlandia e sono sempre meno condivisibili, perché la Svezia. Commissione Prodi ha avviato, con le altre La logica europea è più facilmente istituzioni, una specifica iniziativa per la sem- riassumibile in un’espressione tipo “mercati plificazione della regolamentazione europea. liberi”, piuttosto che “libertà di mercato”. La In Italia si è recentemente innovato in differenza può essere rintracciata per esempio materia di falso in bilancio. I conti devono es- nello slogan del leader socialista francese sere veritieri, ma con una tolleranza del più o Lionel Jospin: “un’economia di mercato, non meno 5%. Questa novità è stata presentata una società di mercato”. Del mercato ci si come una facilitazione per le imprese. È però deve avvalere, sfruttando le sue capacità di vero il contrario. Una norma di questo tipo selezionare l’uso delle risorse e di procedere ostacola il finanziamento. Se in condizioni di verso la riduzione dei prezzi. Rimangono però normale trasparenza un finanziatore si accon- aree di esclusione, anche dai benefici del mer- tenta del 5% di rendimento, quando nasce il cato stesso, che una società coesa non accetta. sospetto che i conti possano impunemente es- In questi casi interviene l’operatore pubblico, sere aggiustati del 5%, il rendimento richiesto accollandosi costi che il contesto di mercato salirà al di sopra di questo tasso, e così libero e funzionante rende inferiori ai costi avremo meno risorse offerte all’attività pro- che si dovrebbero sostenere in condizioni gra- duttiva realizzata dalle imprese. Gli standard vate da monopoli e oligopoli. contabili sono ancora più importanti nel mer- PRIMAVERA 2004 • 5 OSCULATI cato internazionale. Perché i finanziatori do- La produttività per ora lavorata in al- vrebbero preferire i paesi con norme più tol- cuni paesi europei è superiore a quella ame- leranti? Tra l’altro, c’era e c’è in atto una ten- ricana, in altri non è lontana. I record recenti denza spontanea ad allineare le legislazioni dell’economia americana sono dovuti non nazionali lungo criteri di rigore. Il nuovo falso solo ad una esasperazione keynesiana, ma in bilancio ha per il momento sottratto il no- anche al fatto che laggiù lavorano, in modo stro paese a tale processo. poco o meno produttivo, più anziani e so- La veridicità dei bilanci ha spesso a prattutto donne che non in Europa e in Italia. che fare con l’evasione, piaga nazionale sulla Insomma: organizzare buoni asili nido fa quale ha richiamato l’attenzione il Governa- bene non solo alla parità di genere, ma anche tore della Banca d’Italia anche nelle sue re- alla produzione industriale. centi “Considerazioni finali”. A parte gli C’è in questo caso una coincidenza tra aspetti di civismo negato e civiltà calpestata buon funzionamento del welfare state e obiet- che l’evasione denota, va sottolineata l’impli- tivi di crescita. Lo stesso dicasi, tenuto conto cazione economica più pertinente al tema del- anche delle indicazioni provenienti dalla l’efficienza dei mercati. Assumendo, come teoria della crescita endogena, per il poten- sembra probabile, che la propensione a sor- ziamento del capitale umano e per il miglio- volare sugli obblighi tributari non si distri- ramento tecnologico, che entrambi richie- buisca uniformemente tra operatori e settori, dono l’intervento pubblico e che possono, en- si è portati a ritenere che anche la presenza trambi, essere decisivi per il pil e l’occupa- di un alto livello di evasione ostacoli il fun- zione. zionamento dei mercati, impedendo che Per l’Italia, però, non si può non ag- questi collochino le risorse dove esse possono giungere che l’attuale ristagno dell’eco- essere più produttive. nomia, secondo diversi economisti, è dovuto I singoli paesi membri interpretano va- anche, o forse soprattutto, al venir meno degli riamente il duplice paradigma europeo di ef- stimoli competitivi inseriti nell’economia. Da ficienza e equità. Se esiste un modello co- questo punto di vista, tra l’altro, non si do- mune, non c’è paese che lo rispecchi appieno. vrebbe giudicare in modo del tutto favorevole Tuttavia, è importante la direzione di marcia. l’interesse manifestato da alcuni gruppi in- Per quanto riguarda l’Italia, l’impressione è dustriali, anche tra i più affermati sui mercati che ci si stia allontanando. Di falso in bilancio internazionali, per il settore delle utilities, più e di evasione s’è detto, ma esistono, in questo o meno privatizzate, ma più o meno protette senso, indizi più complessivi. da monopoli e oligopoli. Le liberalizzazioni Con riferimento all’equità, il Rapporto secondo la traccia europea sono dunque un 2003 dell’Ocse sul nostro paese calcola indici inevitabile appuntamento, se si vuole cre- di sperequazione distributiva peggiori non scere più in fretta. solo di quelli europei, ma anche di quelli pre- Per quanto riguarda il declino italiano senti negli Stati Uniti, che tra l’altro è un e altri aspetti di debolezza dell’economia eu- paese che non ha una mobilità sociale mi- ropea, rimane in fondo un dubbio. Le poli- gliore di quella europea. tiche di promozione della R&S, migliora- Relativamente all’efficienza, per quel mento del capitale umano, tutela della con- tanto che questa è misurabile in termini di pil correnza sono irrinunciabili e urgenti. Sa- e di occupazione, da un paio d’anni in Italia ranno però anche sufficienti? Esse costitui- cresciamo dello 0,4-0,3%. Forse nel 2004 ar- scono la cornice necessaria entro la quale si riveremo all’1%. Anche Francia e Germania può manifestare un’accelerazione dello svi- crescono poco, ma questi paesi aumentano le luppo. Ma la cornice va riempita per così dire esportazioni e ampliano la presenza sui mer- in positivo di iniziative imprenditoriali: in cati internazionali. Il nostro export invece è Italia e in Europa siamo sufficientemente at- in difficoltà. trezzati in questo senso? Non sarà che noi ita- In tutta Europa c’è un ritardo nella rea- liani dobbiamo rimpiangere l’aspetto del mi- lizzazione degli obiettivi occupazionali pre- racolo economico costituito dalla capacità di visti a Lisbona. Certo la quota di 75 occupati supplenza e preveggenza imprenditoriale che su 100 in età lavorativa che si raggiunge in negli anni ’50 e ancora nei ’60 seppero ma- Danimarca può essere per noi un miraggio, nifestare le partecipazioni statali? Non do- ma il nostro valore attorno a 55 Ð lontano 10 vremmo essere alla vigilia di qualcosa defi- punti dalla media europea – è troppo basso e nibile come nuova politica industriale, questa rappresentativo di una società in parte arre- volta necessariamente europea? trata, non solo di un’economia in sospeso. ❑

6 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA un solo obiettivo: la federazione alberto majocchi

ono diventato federalista nel 1957 tra il reddito pro capite europeo ed il reddito Sgrazie a Mario Albertini e ad Altiero pro capite americano, oggi siamo bloccati. Spinelli ed è stata una scelta che ha segnato la L’Europa è di nuovo ferma al 70% del reddito mia vita. Essere federalista è una grossa di- pro capite americano. Ora, i lavori recenti di sgrazia; se uno fa politica può vincere o per- Blanchard e di Faini in Italia dimostrano una dere, ma può anche raggiungere qualche obiet- cosa molto semplice: la produttività in Europa tivo intermedio; se uno è federalista, ha un solo è praticamente al livello della produttività ame- obiettivo da raggiungere, cioè fare la Federa- ricana. Qual è la differenza? Che le ore lavo- zione Europea, e questo obiettivo è molto dif- rate in Europa sono il 30% in meno delle ore ficile da conseguire. A parte questo, io non lavorate negli Stati Uniti. Questo può essere sono affatto pessimista, anzi. Oggi è tornato di visto come il segno che noi, come dice Rum- moda l’europessimismo, che ha un andamento sfeld, siamo vecchi, siamo incapaci di lavorare ciclico nell’opinione pubblica; io che seguo oppure può essere visto come un segnale po- queste cose da tanti anni posso dire che ci sono sitivo, perché in Europa, quando si diventa più periodi in cui si pensa che l’Europa sia all’o- ricchi, uno dei beni a cui si mira è anche il rigine di tutto il bene del mondo e ci sono pe- tempo libero, la possibilità di dedicarsi alla cul- riodi in cui si dice che va tutto male. tura, alle buone letture, sentire un po’ di mu- Vorrei fare qualche prima riflessione su sica. Credo che sia una cosa importante e che questo tema: siamo in una situazione mondiale tutte queste cose noi le possiamo fare perché in cui c’è una grande potenza, una potenza ege- fanno parte del modello di vita europeo. Al- mone che pensa di imporre un nuovo ordine lora, quando si parla del declino dell’Europa mondiale attraverso la guerra e lo hard power, nei confronti degli Stati Uniti bisogna stare at- il dominio militare. Contrapposta a questa tenti. In Europa bisogna fare molte cose, ma si grande potenza c’è una potenza alternativa che fanno anche delle scelte alternative. Parlando è l’Europa, che sta portando a compimento di declino dell’Europa, io penso, qualche volta un’operazione di politica estera di enorme ri- bisognerebbe avere in mente anche l’ultimo lievo. Se trent’anni fa qualcuno avesse detto libro di quel grande sociologo che è Immanuel che l’Europa nel 2004 avrebbe unificato un in- Wallerstein, che parla del decline of the Ame- tero continente, probabilmente sarebbe stato rican power. Forse, sarebbe più realistico, se sottoposto d’urgenza a una visita psichiatrica. abbiamo una visione della Storia come lunga Oggi questa è una realtà ed è la politica estera durata, pensare al declino della potenza ame- dell’Europa: unire il mondo, checché ne pensi ricana piuttosto che al declino dell’Europa. Ma Kagan, è un grande obiettivo politico di cui questo non vuol dire nascondersi i problemi l’Europa dovrebbe farsi carico. dell’Europa. I problemi dell’Europa, quelli che L’Europa ha la capacità di imporre una tutti noi conosciamo, sono quelli della ricerca visione del governo del mondo attraverso il soft e dello sviluppo, sono i problemi dell’innova- power, non lo hard power, eppure c’è da parte zione tecnologica, sono i problemi di far pas- degli europei un senso di rassegnazione, lo sare i risultati dell’attività di ricerca nell’atti- stesso che ritroviamo per quanto riguarda l’e- vità produttiva. conomia europea. Normalmente si fa riferi- Il punto di fondo, lo vorrei sottolineare, mento al fatto che tutto quello che di buono è è comunque che quello dell’Europa non è un avvenuto in questi anni è avvenuto negli Stati problema economico, ma è un problema poli- Uniti. Le grandi università americane, la ricerca tico. Non è un problema economico perché americana, si sono ulteriormente rafforzate e quello che si deve fare in Europa lo sappiamo l’Europa nel campo della scienza e dell’inno- tutti. é scritto dal 1993 nel Rapporto Delors, vazione sembra rimanere sempre più indietro. c’è nelle conclusioni del Consiglio europeo di Tutto quello che avviene negli Stati Lisbona, c’è nel Rapporto Sapir: per realizzare Uniti va bene e, in più, si dice che l’Europa questi obiettivi bisogna passare dal 2 al 3 % stia perdendo di nuovo la gara con gli Stati nelle spese per la ricerca scientifica e tecno- Uniti perché, mentre prima durante i trente glo- logica. Ma quello che manca è la capacità di rieuses si aveva un riavvicinamento costante decidere; quello che manca è la capacità di

PRIMAVERA 2004 • 7 MAJOCCHI portare a compimento queste decisioni. all’elettorato tedesco, quindi va nel Consiglio Vorrei fare qui anche un semplice pa- dei Ministri per trovare delle soluzioni che va- ragone per quanto riguarda in generale la po- dano bene alla Germania, non per fare una po- litica economica. La politica economica, si litica economica europea. Tenete presente che dice, non conta più nulla; questo è un periodo questo art. 99 è ripreso tale e quale nel trattato in cui trovare un keynesiano è più difficile che di costituzione, non c’è una variazione su trovare un panda, eppure negli Stati Uniti i questo terreno: allora qual è l’alternativa? Se keynesiani ci sono, perché quando l’ammini- si vuole avere una politica europea bisogna strazione Clinton ha finito il suo mandato il cambiare il governo della politica economica. surplus di bilancio era l’1,1% del Pil, ed era E cambiare il governo della politica economica stato superiore al 2% del Pil negli anni prece- significa che la Commissione deve avere la re- denti; oggi il disavanzo di bilancio è il 5% del sponsabilità di gestire la politica economica. Pil. Se gli Stati Uniti facessero domanda di am- Hic Rhodus, hic salta. missione all’Unione monetaria non sarebbero Se vogliamo avere una politica unica ammessi perché non rispettano i vincoli di economica Ð il che non significa che tutto Maastricht! Ebbene, in Europa questo non si debba passare attraverso il bilancio della può fare, il che è un vantaggio perché si ga- Unione Europea, che è piccolo e deve rima- rantisce la stabilità monetaria, la stabilità fi- nere piccolo – le decisioni, l’orientamento, la nanziaria, ma da questo non dovrebbe derivare politica devono essere adottati a livello eu- che non si possano fare scelte di politica eco- ropeo, ma la Commissione deve essere eletta, nomica. Credo che sia sbagliato prendere il deve avere un rapporto diretto con i cittadini; Patto di stabilità come obiettivo. Il Patto di sta- la Commissione, se è il governo dell’Europa, bilità è una regola, ed è una regola accettata in deve nascere dalle elezioni europee. Noi siamo sostanza come lo sono i vincoli di Maastricht; in una situazione paradossale, perché fra è ragionevole che ci sia un vincolo al disa- qualche giorno andremo a votare per il Parla- vanzo; pensiamo che cosa sarebbe l’Italia se mento Europeo, ma quando andiamo a votare non ci fosse stato il vincolo del 3% di Maa- per le elezioni comunali, provinciali e regio- stricht e non ci fosse stato il Patto di stabilità. nali, o nazionali, scegliamo il governo: chi Il Patto dunque è una cosa molto importante: vince e chi perde. Chi vince governa, chi perde il problema qual è? Che il patto di Maastricht fa l’opposizione. In Europa non è così. Non supplisce alla mancanza di una politica econo- scegliamo il governo dell’Europa quando an- mica europea, perché le politiche di sviluppo, diamo a votare, perché manca un collegamento le politiche di innovazione, le riforme struttu- diretto tra scelte dei cittadini e governo del- rali vanno decise a livello europeo, non pos- l’Europa, cioè, in questo caso, chi fa la poli- sono essere più fatte a livello nazionale; ma a tica economica europea. livello europeo non si possono fare perché l’u- Vorrei finire con una analogia con la nica possibilità che il trattato di Maastricht politica estera. Io credo che il progetto di Co- consente per quanto riguarda la politica eco- stituzione sia un buon progetto; se non ci sa- nomica è l’articolo 99, che dice esplicitamente ranno degli ulteriori peggioramenti in questa che gli Stati membri considerano le rispettive fase finale, cosa che temo molto, trova delle politiche economiche una questione di inte- buone soluzioni per un’Europa a venticinque, resse comune e le coordinano nell’ambito del ne migliora da molti punti di vista il funzio- Consiglio. “Le rispettive politiche econo- namento. Dove sono i punti deboli? I due punti miche”: il che vuol dire che le politiche eco- di debolezza sono proprio le due grandi sfide nomiche sono nazionali. L’unica cosa che si cui deve rispondere l’Europa, cioè la politica può fare a livello europeo è il coordinamento. economica e la politica estera, dove non ci E noi sappiamo come funziona il coordina- sono sostanziali avanzamenti perché si rimane mento nell’ambito del Consiglio dei Ministri: sul terreno intergovernativo. Sulla politica lo abbiamo visto, perché quando c’è stata la estera vorrei fare questa semplice osserva- crisi del Patto di stabilità è apparso chiaro che zione: si dice che in Europa non ci può essere se è il Portogallo a violare le regole del Patto politica estera perché c’è eterogeneità delle di stabilità si può fare una piccola reprimenda, preferenze e, si dice, basta vedere, quando si se lo fanno la Francia e la Germania comincia tratta il problema dell’Iraq, che la Francia e la a diventare un po’ più difficile. Perché? Ma Germania hanno una posizione, l’Italia, la perché il Consiglio dei Ministri è composto dai Spagna, la Polonia, l’Inghilterra hanno una po- ministri nazionali e i ministri nazionali che sizione diversa. Quindi non c’è politica estera vanno all’Ecofin hanno una constituency poli- europea. Ma se avessimo negli Stati Uniti lo tica nazionale. Se il ministro è tedesco risponde stesso governo che c’è in Europa, se cioè le

8 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA decisioni di politica estera negli Stati Uniti fos- se quattro quinti dei paesi avranno ratificato la sero prese in un Consiglio dei Ministri dove Costituzione e gli altri paesi non l’avranno an- fossero rappresentati cinquanta Stati membri, cora ratificata (sappiamo quali sono i paesi che probabilmente avremmo la stessa eterogeneità probabilmente non la ratificheranno), a questo delle preferenze. Il Nord Est, il Massachusetts punto il problema ritorna al Consiglio Europeo: e gli Stati limitrofi, sarebbero probabilmente e qui è la responsabilità delle classi politiche contrari all’intervento in Iraq e altri Stati avreb- nazionali. E in particolare della classe politica bero una posizione favorevole. Ma perché c’è italiana, che potrebbe fare quello che fece De una politica estera negli Stati Uniti che non c’è Gasperi con l’articolo 38, e cioè rilanciare il in Europa? Perché la politica estera la fa il Pre- progetto di un’Unione politica capace di af- sidente degli Stati Uniti che è eletto diretta- frontare le sfide del mondo di oggi con una mente dai cittadini americani. Il problema è struttura federale avec ceux qui voudront. che il Presidente della Commissione europea ❑ non è eletto, non ha la possibilità di prendere decisioni perché non c’è un collegamento di- heri dicebamus retto fra i cittadini e il Presidente. PAESI ASSORBITI. Guardandoci attorno Chiudo allora con una considerazione che cosa scorgiamo nel mondo? finale che è abbastanza ovvia date le premesse Vediamo due grandi potenze, immense, di queste mie brevi considerazioni. Credo che che sviluppano le loro produzioni e la loro siamo arrivati al punto in cui è necessario fare produttività seguendo differenti sistemi, una scelta. Spinelli diceva che è possibile avan- che dispongono di grandi spazi, di vasti zare con il metodo gradualista fino a quando mercati e di numerosi consumatori. Ve- si arriva al punto in cui bisogna fare il trasfe- diamo altresì dei paesi “assorbiti” che non rimento di sovranità. A quel punto non c’è più sono più padroni dei loro destini, e dei gradualità possibile, lì bisogna fare un salto e paesi ai quali, pur essendo vicini a noi, non bisogna avere il coraggio di dire una cosa ba- pensiamo più: sono stati “dimenticati”. nale. L’Europa, se vuole avere capacità di de- Vediamo infine i nostri paesi europei che, cisione, se vuole contare nel mondo, se vuole dopo aver guidato il mondo attraverso i se- esportare il suo modello di civiltà, la sua iden- coli, da qualche generazione si sono in- tità, che è questa idea che si governa il mondo vece levati l’uno contro l’altro, in nome con la pace, con gli strumenti del soft power, della loro sovranità nazionale, per poi di- non con gli strumenti dello hard power, non struggersi con le loro mani. perché l’Europa voglia imporre il suo modello Ritornando un po’ indietro nel tempo e al mondo, ma perché vuole vivere in un mondo considerando la enorme rovina che gli Eu- diverso rispetto a quello in cui viviamo, in cui ropei si sono arrecati vicendevolmente c’è una sola potenza che domina il mondo e negli ultimi cinquanta, sessanta o cento impone il suo volere a tutti gli altri: se vuole anni, si rimane addirittura spaventati. La far questo, l’Europa deve diventare uno Stato. ragione tuttavia è molto semplice ed è che é questo il punto discriminante. E se vuole es- ciascun paese ha, nel corso di questo se- sere uno Stato non può essere altro che uno colo, perseguito il suo esclusivo destino o Stato federale. quello che credeva essere il suo destino, Allora, in questa prospettiva, che cosa applicando regole sue proprie. è successo sempre storicamente, ogniqualvolta Ciascuno ha fatto di testa sua, secondo l’Europa è avanzata? L’Europa è avanzata quello che pensava richiedesse il suo pre- dopo una crisi, in seguito ad un’iniziativa stigio nazionale. Così i diversi paesi, cer- franco-tedesca: e dopo l’iniziativa franco-te- cando di risolvere in tal modo i loro pro- desca c’erano gli italiani che mettevano dentro blemi, finivano per essere spinti ad uscire l’iniziativa franco-tedesca l’elemento federale: dalle loro frontiere per tentare di dominare Monnet, Schuman, e poi De Gasperi che im- sugli altri. pone il passaggio dalla Ced all’unione politica Ove si consideri l’attuale progresso del europea. Noi oggi abbiamo la crisi, perché la mondo e si rifletta sul posto che in esso crisi del mondo è un elemento che ha fatto hanno occupato ed occupano l’Europa e riapparire i fantasmi del passato, ma manca l’i- gli Europei, non si può non concludere che niziativa. Quello che manca oggi nell’Europa l’Europa non è più al ritmo del mondo. e nel mondo è la capacità di decisione. [Jean Monnet, Discorso ai membri della C’è un punto della Costituzione che mi Società di politica economica del sembra rilevante, nelle disposizioni transitorie Belgio,1953] finali, nella parte quarta, all’articolo 7, si dice:

PRIMAVERA 2004 • 9 PRODI minoranze, lingue, bilancio romano prodi

ella mia replica cercherò di con- pevoli che un’integrazione completa di tutte le Nfrontare la mia esperienza pratica minoranze sulla base dei princìpi comuni eu- con le vostre impostazioni “intellettuali” che, ropei non è facile: esige tranquillità psicolo- in ogni caso, condivido completamente. gica, un’amministrazione nuova, un cambia- La prima riflessione è sul problema mento di coscienza. I progressi sono inevita- delle minoranze, sollevato da Bettinelli. La bilmente lenti, ma bisogna perseverare, pur di- questione è un po’ trascurata in Italia: sembra nanzi a difficoltà grandissime. ormai lontana, superata. Infatti, il nostro Paese Basti pensare ai rom, agli zingari (un è stato capace di risolvere i problemi etnici, so- popolo che conta parecchi milioni di persone), prattutto in Alto Adige, che l’hanno afflitto al tema (complicatissimo per la storia e la par- negli anni ’60, con saggezza, attraverso buoni ticolarità di questa comunità) della parità dei compromessi. L’ingresso dell’Austria nell’U- diritti rispetto agli altri cittadini europei. La nione Europea ha definitivamente consolidato questione delle minoranze attraversa, dunque, e messo in equilibrio la situazione in una pro- la coscienza di tanti paesi. é assai arduo im- spettiva di lungo periodo, in quanto si è affer- maginare di risolverla in una dimensione solo mata la consapevolezza di appartenere ad un’u- statale. nica comunità. Le stesse considerazioni val- Il problema linguistico è strettamente gono ora anche per i rapporti con la Slovenia. collegato con quello della tutela delle mino- Il problema delle minoranze in Europa ranze, in quanto concerne la loro piena libertà rimane comunque gravissimo, specialmente di espressione. nei nuovi paesi dell’allargamento, nei quali il In Europa ciascun nuovo paese- confine politico non coincide con quello et- membro, anche se piccolo, entra con pari di- nico. Cosicché emergono attriti che toccano il gnità e con la sua lingua. Malta, ad esempio, cuore dell’Europa. è entrata con il maltese. I problemi sono note- In proposito vi racconto un episodio, voli: non è facile reperire interpreti qualificati, secondo me emblematico. Nel corso delle anche se i nuovi paesi si sono impegnati a lunghe e appassionate discussioni, alle quali ho provvedere. Ciononostante, essi sono già in ri- avuto occasione di assistere, nel Parlamento tardo con le traduzioni dei documenti. Né è della Romania sull’adesione (non ancora av- possibile per la Commissione intervenire in venuta) all’Unione, è intervenuto un parla- loro aiuto, in quanto – come è noto – ogni as- mentare che si definisce “rappresentante della sunzione di personale è bloccata. Osservo, in- minoranza non ungherese”. Ha svolto un bel- cidentalmente, che le polemiche contro la lissimo discorso a favore dell’Europa. Positi- “grande burocrazia europea” sono un po’ fuori vamente stupito, gli ho chiesto da quali ragioni misura: il personale dell’Unione ammonta solo fosse motivato. Mi ha risposto con una splen- a 23.000 unità: un quarto dei dipendenti del dida e significative definizione di Europa: Comune di Madrid. L’incremento dovuto al- «Mio nonno è morto perché era perseguitato l’allargamento è soltanto di 3500 funzionari, come minoranza, mio padre è stato deportato provenienti dai dieci nuovi paesi, compresi gli nei campi di concentramento perché era mino- interpreti, che complessivamente sono ben ranza; io voglio entrare in Europa perché è una 5000. unione di minoranze». Questo è proprio il A chi mi domanda «qual è la lingua del- punto centrale: in Europa nessuna nazione do- l’Unione, è forse l’inglese?», rispondo che la mina, ciò rappresenta la prima condizione per lingua europea è la traduzione: è “l’impasto” poter risolvere i problemi delle minoranze. sempre più ricco delle diverse lingue nazionali. Ritorno al caso delle minoranze russe Nel Parlamento europeo ogni eletto si esprime in Estonia e Lettonia, che è stato, ancora re- con la propria lingua (io stesso in quella sede centemente, affrontato con i ministri dei due ho sempre parlato in italiano). Nella Commis- Paesi. Prima della loro indipendenza tale mi- sione come lingue di lavoro si utilizzano l’in- noranza aveva una posizione dispotica; ora glese, il francese e il tedesco, con gli adatta- soffre i problemi di cui ha parlato Bettinelli. menti che di volta in volta possono risultare Occorre essere realisticamente consa- necessari.

10 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA

Si tratta di un grande e importante “regola”; essa, come tutte le regole che si fon- sforzo, che richiederà tempo e pazienza, di fon- dano su parametri fissi e numerici, è imper- dere culture diverse, di far coesistere venti fetta. Proprio per questo, in un’intervista che lingue differenti. spesso mi viene contestata, definii il Patto di Nella pratica quotidiana in Commis- stabilità “stupido”. Questa mia affermazione sione inevitabilmente tende a prevalere l’in- non era solo una provocazione, ma la sottoli- glese: su dieci commissari nove hanno optato neatura di un problema effettivo per l’Europa per questa lingua e uno solo per il francese. che può esprimere una politica monetaria, ma L’inglese sta dunque diventando “lingua stru- non una politica economica… Tutti debbono mentale”, in quanto conosciuta dalla gran rispettare rigorosamente il Patto, in quanto le parte. Sembrano, questi, dettagli, ma in verità regole quando vengono decise devono essere l’Europa cresce anche attraverso la fatica quo- poi osservate. Ma, certamente, stiamo vivendo tidiana di superarli. una contraddizione che un giorno o l’altro La seconda riflessione, sollecitata dagli scoppierà. Insisto: disponiamo di una moneta interventi che mi hanno preceduto, è di ordine unica, ma non di un coordinamento di poli- più generale ed economico. Non si può negare tiche economiche. Quando Ð come ha detto che l’opinione pubblica, mediata dai governi giustamente Majocchi Ð questa incongruenza nazionali, tende a scaricare sull’Europa la re- diverrà chiara a tutti, allora maturerà la forza sponsabilità di qualsiasi misura o vincolo che per un salto in avanti, nella direzione auspicata grava sui cittadini. Ma si dimentica che in un di una politica economica europea. Per sotto- mercato unico ci sono esigenze imprescindibili lineare i limiti dell’attuale situazione mi av- da salvaguardare, che per il suo corretto ed ef- valgo di un esempio scolastico: se si verifica ficace funzionamento molte regole devono es- un terremoto in Lussemburgo (che non è zona sere puntualizzate. Non è manifestazione di pe- sismica ed è uno dei paesi più ricchi) l’Europa danteria decidere sulle dimensioni degli im- è priva di strumenti per poter intervenire, né ballaggi! Né è eccesso di burocrazia: si tratta la nuova Costituzione Europea sotto questo dell’adozione di provvedimenti del tutto nor- aspetto ha fatto passi avanti. mali e necessari per il mercato e per i consu- In effetti, ci troviamo in un momento matori. Negli Stati Uniti questo tipo di disci- di impasse. Se abbiamo registrato notevolis- plina risale a due secoli fa e anche l’Europa simi progressi nei campi della cooperazione di non può prescinderne, se si crede nel mercato polizia, della giustizia e degli affari interni, al- unico. trettanto non è avvenuto per i poteri di poli- Un altro punto che merita di essere tica economica e per una comune politica fi- chiarito riguarda la “grandezza” del bilancio scale. Affrontare tali temi con la Gran Bre- dell’Unione. Anche in questo caso esiste un tagna, l’Irlanda o il Lussemburgo è per ora im- diffuso deficit di informazione. Talora mi ca- possibile. Ciononostante, con pazienza, si pita di domandare ad auditori poco avvezzi ai stanno affrontando problemi specifici di coor- dati: quant’è il bilancio dell’Unione Europea dinamento economico e finanziario che inte- in rapporto al Pil? Nessuno mi risponde: meno ressano il breve periodo. Così si sta lavorando del 5%. La maggioranza ritiene che i valori del molto sul problema del risparmio e della tas- bilancio si collochino tra il 10 e il 20 per sazione sul risparmio, coinvolgendo anche la cento… Ebbene l’Europa ha sempre speso Svizzera… Insomma si sta procedendo per pic- meno dell’1 per cento; il dato dello scorso anno coli (forse troppo piccoli) passi. Lo stesso di- è pari allo 0,99; e ciò ha consentito di resti- scorso vale per una politica estera comune. tuire ai paesi membri somme cospicue. é stato evocato anche il concetto di soft Dopo l’allargamento, considerando i power, con riguardo alle prospettive dell’allar- nuovi evidenti impegni che esso comporta, ho gamento. Alla sua origine c’è però un progetto proposto di arrivare al limite del 1,24%, cioè politico serio, impostato in modo assai pre- al tetto massimo attualmente previsto. Ma vi è veggente. L’allargamento rappresenta finora la stata l’opposizione di sei paesi. Vi posso assi- più grande “esportazione” di democrazia mai curare che non è possibile gestire l’allarga- avvenuta nel mondo ed ha richiesto tre anni di mento e perseguire gli obiettivi prefissati con faticose trattative quotidiane con i nuovi dieci una somma inferiore. Eppure l’opinione pub- paesi membri sulle riforme legislative e am- blica si è manifestata tendenzialmente ostile… ministrative necessarie all’adesione all’Eu- Negli interventi che ho appena ascol- ropa: un lavoro impressionante. La parte più tato si è richiamato anche il “Patto di stabi- consistente e soddisfacente è quella meno ap- lità”, molto discusso in questo periodo. È bene, pariscente: la trasformazione di questi paesi ancora una volta, chiarire che si tratta di una provocata proprio dall’allargamento, la quale

PRIMAVERA 2004 • 11 PRODI non è stata loro imposta dall’esterno, bensì vo- mostrano recenti editoriali, apparsi su “Herald luta dai paesi stessi. Tribune” e “Boston Globe” che si domandano: Bulgaria e Romania potranno presto ag- «Perché noi americani non ci siamo emozio- giungersi a questi paesi, speriamo nel 2007. nati per l’allargamento europeo, che pur rap- Anche la Croazia ha fatto un grande passo presenta l’obiettivo comune dell’Europa e avanti nel suo cammino verso l’Europa; e la degli Usa: il grande ponte di avvicinamento. porta è aperta anche ai paesi balcanici, Albania Adesso l’allargamento c’è: perché dobbiamo compresa. Non si può prevedere il tempo ne- considerarlo solo un fatto burocratico?È. cessario per il compimento di questo tragitto… ❑ Ma è chiaro che l’approdo in Europa potrà es- sere risolutivo per la pace nei Balcani, così heri dicebamus come sarà risolutivo per i problemi dei paesi COSTRUIRE UNA SPECIE DI STATI UNITI D’EU- baltici, su cui si è soffermato Bettinelli. ROPA. Esiste un rimedio che, se fosse general- mente e spontaneamente adottato dalla grande I Balcani sono parte e storia dell’Eu- maggioranza dei popoli in molti Paesi, come ropa. Se non si afferma la necessità di un co- per miracolo potrebbe trasformare l’intera mune destino politico, i drammatici problemi scena e rendere in pochi anni tutta l’Europa, o di convivenza riaffiorano, come sta accadendo almeno la maggior parte di essa, libera e felice in Kosovo o in Bosnia. com’è oggi la Svizzera. Qual è questo rimedio sovrano? Esso consiste nella ricostruzione della È aperto anche il problema dell’ade- famiglia dei popoli europei, o in quanto più di sione della Turchia. A fine d’anno l’Unione Eu- essa possiamo ricostituire, e nel dotarla di una ropea dovrà definire e approvare il rapporto struttura che le permetta di vivere in pace, in sulla compatibilità della situazione della Tur- sicurezza e in libertà. Dobbiamo costruire una chia con i princìpi fissati a Copenaghen. specie di Stati Uniti d’Europa. (…) La Ger- mania dev’essere privata della capacità di riar- In ogni caso, quel che importa è la stra- marsi e di scatenare un’altra guerra d’aggres- tegia di fondo dell’Europa, quale fattore di sta- sione. Ma quando tutto questo sarà stato fatto, bilizzazione, di pace e di progresso economico come verrà fatto, come si sta già facendo, bi- e sociale anche per i paesi che sono ad essa sogna finirla con la legge del taglione. Bisogna prossimi. In tal senso è stata approvata la mia che vi sia quello che Gladstone diversi anni fa chiamava “un atto salutare di dimenticanza”. proposta denominata “The Other Europe” o Dobbiamo tutti voltare le spalle agli orrori del “l’anello degli amici”, che contempla che passato. Dobbiamo guardare al futuro. Non pos- paesi, dalla Russia fino al Marocco, possano siamo permetterci di trascinare per gli anni a condividere con l’Unione Europea tutti gli ele- venire gli odi e le vendette nate dalle ferite del menti di integrazione, escluse le istituzioni; passato. Se l’Europa dev’essere salvata da una miseria senza fine e, in definitiva, dalla rovina cioè: zona commerciale, investimenti, norma- finale, bisogna che vi sia questo atto di fede tive sanitarie, cooperazione giudiziaria… nella famiglia europea e questo atto di oblio Per i paesi del Mediterraneo si tratte- verso tutti i crimini e le follie del passato. rebbe di un soft power fantastico, che si po- Possono i popoli liberi d’Europa elevarsi a li- trebbe estendere progressivamente anche ad vello di questa disposizione dell’animo e del- l’istinto dello spirito umano? Se lo possono, i altri paesi come: Israele, Palestina, Libia… Un torti e le ferite che sono stati inflitti verranno tale percorso comporta la risoluzione di pro- cancellati da tutte le parti con le privazioni sop- blemi assai rilevanti, la determinazione di con- portate. Vi è ancora bisogno di altri fiumi di testi e di regole concordate. Proprio per questo sofferenze? L’incorreggibilità umana è la sola si tratta di un progetto di soft power “forte”, lezione della Storia? (…) Vi dirò ora qualcosa che vi sorprenderà. Il che si ispira a un disegno di Europa ben pre- primo passo verso la ricostruzione della fami- ciso e prevedibile. glia europea dev’essere un’alleanza fra la La scorsa settimana il Primo Ministro Francia e la Germania. Solo così la Francia ucraino mi ha chiesto perché si discute tanto potrà recuperare il suo ruolo di guida morale e dell’allargamento alla Turchia e non all’U- culturale dell’Europa. Non vi può essere rina- scita dell’Europa senza una Francia spiritual- craina. Ha posto un problema serio e gli ho mente grande e senza una Germania spiritual- spiegato che c’è uno sviluppo storico da asse- mente grande. condare e che per aumentare la “capacità di- La struttura degli Stati Uniti d’Europa, se co- gestiva” dell’Unione è necessario un lungo la- struita bene e con lealtà, sarà tale da rendere voro politico. meno importante la forza materiale di un sin- golo Stato. Le Nazioni piccole conteranno Dunque, dietro e dopo l’allargamento come le grandi e verranno considerate per il c’è una proposta straordinariamente forte. Ed loro contributo alla causa comune. è per me motivo di profonda soddisfazione ve- [Winston Churchill, Discorso di Zurigo, 20 set- rificare che alla fine anche l’opinione pubblica tembre 1946] americana più avvertita se ne è accorta. Lo di- 12 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA un crogiolo per l’innovazione carlo alberto redi

razie all’avanzamento del sapere sofiche legate allo sviluppo delle scienze della Gscientifico e filosofico dalle ca- vita appare dunque uno dei punti centrali di ri- verne siamo andati sulla luna ed abbiamo se- ferimento in un’analisi delle trasformazioni quenziato interi genomi: la conoscenza ed il sa- della società europea. In particolare modo del pere ci permettono di vivere come oggi ci è ruolo della politica, con la possibilità stessa di dato di vivere. La ricerca e le applicazioni tec- riconoscere valide alternative politiche in una nologiche dei saperi che da essa derivano, oltre società democratica, se questa è tesa a svilup- a nuove conoscenze, portano alla società bene- pare progetti capaci di promuovere valori con- fici culturali, economici e medici e si pongono divisi. In una società multiculturale la presenza oggi come motore dell’evoluzione sociale ed di valori condivisi è un bene incommensura- economica dei paesi avanzati. é questo un dato bile. L’allargamento della comunità ci pone din- fattuale incontestabile, consolidatosi attraverso nanzi ad una realtà molto variegata di norme secoli di storia, direi in particolare di storia eu- giuridiche preposte a regolare la pratica della ropea. Nelle varie epoche, l’Europa ha rappre- ricerca scientifica, la trasposizione tecnologica sentato un crogiolo per l’innovazione scienti- degli avanzamenti del sapere biologico e l’ac- fica, lo sviluppo sociale e la creazione artistica cesso alle nuove opportunità terapeutiche in grazie ad una dinamica sinergia tra vicinanza biomedicina. Ne deriva la necessità di svilup- geografica ed unione di varie culture. pare efficaci politiche che garantiscano a tutti i La unificazione europea a venticinque cittadini europei l’accesso ai benefici delle paesi, con l’intento di creare un anello di paesi nuove tecnologie delle bioscienze; politiche che amici alcuni dei quali candidati prima o poi al- auspicabilmente siano basate su princìpi etici l’ingresso nella comunità, cade nel momento in rispettosi della pluralità di valori espressi dalle cui viviamo la “rivoluzione biologica”. Come culture dei venticinque paesi così da permettere è accaduto per tutte le rivoluzioni anche questa lo sviluppo di una normativa omogenea e so- non poteva non destare accanto ad entusiasmi cialmente orientata al dialogo ed al confronto anche timori. L’enorme quantità di conoscenze di posizioni. L’etica della proibizione e della che in modo rapidissimo la ricerca biologica va imposizione di apriori ideologici o religiosi pro- accumulando sta cambiando profondamente la durrebbe solo la negazione di diritti, che atten- nostra concezione della salute e della malattia gono alla sfera delle decisioni personali, per co- e persino di cosa sia l’essere umano con accesi loro che in base al censo non possono permet- dibattiti in merito a se, come e quanto utiliz- tersi alcun turismo etico in un vicino paese, ali- zare questo patrimonio di conoscenze per mo- mentando fratture e disuguaglianze sociali. dificare aspetti della vita umana che potrebbero Di fronte a questa realtà, l’Università di contribuire ad un miglioramento della qualità Pavia, grazie alla secolare tradizione di eccel- della vita stessa, in particolare dei senescenti lenza scientifica (con l’Istituto Universitario di (stante l’attuale tasso demografico europeo) e Studi Superiori e la Scuola Avanzata di For- delle nuove generazioni (grazie alle tecniche di mazione Integrata, l’aiuto del Collegio Ghi- diagnosi prenatale). Le bioscienze acquistano slieri e dei collegi storici e dell’Isu, la sensibi- un ruolo di primo piano nella costruzione at- lità del corpo docente e del Magnifico) da al- tuale del significato, e della evoluzione, del cuni anni sta alimentando a livello europeo lo concetto di cittadinanza: la piena cittadinanza scambio interpretativo-concettuale e la diretta non può che essere espressione del pieno ac- interlocuzione tra il mondo delle scienze della cesso, indipendente dal censo e da ogni datità vita ed almeno due testimoni speciali della so- naturale o culturale, alle opportunità terapeu- cietà civile, i magistrati ed i giornalisti scien- tiche offerte in medicina dalle bioscienze. tifici. I magistrati poiché sarebbe bene tentare Queste ultime vengono così a giocare un ruolo di far viaggiare la elaborazione della proposi- di primo piano a favore della coesione sociale, zione giuridica di pari passo con il rapido evol- fatto di non trascurabile rilevanza nella dimen- vere delle acquisizioni della Biologia ed i di- sione europea. vulgatori per il grande pubblico al fine di con- L’ampia gamma delle questioni sociali, tribuire a formare cittadini culturalmente pre- legali, politiche, economiche, religiose e filo- parati che possano meglio agire e meglio vi- PRIMAVERA 2004 • 13 REDI vere in un mondo che si fa sempre più com- situazione nel nostro paese, la visione ideale plesso, più inquinato e meno ricco di risorse nella quale vorremmo muoverci si appiattisce naturali. L’ambizioso intento è quello di disse- ad una realtà ove questioni etiche, ragionamenti minare un modello di grande dibattito pubblico politico-sociali e argomentazioni di tipo reli- sul ruolo della moderna Biologia nelle trasfor- gioso appaiono all’ordine del giorno senza pe- mazioni sociali delle civiltà occidentali al fine raltro contribuire in modo efficace e concreto di incrementare la partecipazione dei cittadini allo sviluppo di posizioni equilibrate e ponde- alle decisioni cruciali riguardanti il ruolo delle rate all’interno della società civile. Anzi, al ro- scienze della vita nella realizzazione di una so- vescio, nel nome di princìpi etici presunti di va- cietà più giusta. lidità generale e comunemente accettati ven- La costruzione di questi nuovi strumenti gono elaborate norme che sono il riflesso di di comunicazione e di divulgazione ha avuto apriori ideologici e religiosi di coloro che tali una grande eco a livello internazionale e ci si norme vanno elaborando e che pertanto si con- augura che possano essere adottati come mo- figurano come norme restrittive della libertà di dello più generale così da poter essere vera- decidere di sé e più in generale della libertà di mente efficaci su larga scala. Ci si augura ben ricerca. L’affermazione progressiva di questa presto di poter svolgere gli stessi corsi di tipo attitudine sta producendo nel nostro paese si- open-lab anche per i decisori politici, non tanto gnificative modificazioni all’apparato concet- per farne dei piccoli biologi, quanto piuttosto tuale di analisi della realtà, modifiche il cui im- per dare anche a loro quel minimo strumentario patto sui sistemi di significati e sugli schemi di concettuale che oggi tutti i cittadini debbono lettura delle questioni sociali, degli scambi po- avere per districarsi nelle difficili scelte che la litici, delle dinamiche produttivo-economiche e rivoluzione biologica ci pone, per permettere a più in generale e banalmente sulla vita di tutti tutti i cittadini, inclusi i decisori politici, di i giorni di tutti noi ed in sfere tanto personali uscire dalla oscillazione tra accettazione incon- è ancora da verificare ma che non potrà che ri- dizionata e rifiuto aprioristico di tutto ciò che velarsi nefasto. Un solo esempio può bastare: si può etichettare come scientifico. la legge sulla riproduzione assistita di recente Nella grande Europa finalmente unifi- approvata dove decisori politici si sono arrogati cata, avanzamento del sapere ed alfabetizza- il diritto di imporre a tutti i cittadini scelte che zione scientifica dei cittadini sono mete da per- al massimo possono essere accettate da una sola seguire unitamente al fine di sviluppare una so- parte della società civile. Comportando una cietà democratica basata su giustizia ed equità: confusione di ruoli inaccettabile: politici, filo- solo cittadini dotati degli strumenti concettuali sofi, teologi e pensatori di varia estrazione si per valutare criticamente le nuove frontiere del sono occupati di natura umana (cosa che do- sapere scientifico possono garantire un sistema vrebbe competere al solo biologo, al solo me- democratico, perché capaci di incidere effica- dico) e non, come dovrebbero, della sola con- cemente e direttamente sul corpo sociale con le dizione umana; con la grave conseguenza che proprie autonome opinioni. Prerequisiti neces- i cittadini tutti finiscono con il recepire come sari per raggiungere questi scopi sono lo svi- fatto naturale, cosa normale, la produzione di luppo di strumenti di analisi della rivoluzione significanti alieni alla Biologia (es. il concepito, operata dalle bioscienze e lo sviluppo di stru- la persona) da parte di costoro. menti capaci di esplicitare al grande pubblico Tutto ciò ritarda l’affermarsi di una ri- le opportunità offerte dalle biotecnologie: citta- flessione politico-culturale criticamente ade- dini ben informati sono garanzia di un forte so- guata e capace di rielaborare il rapporto tra de- stegno all’investimento di risorse nella ricerca mocrazia e diritti, tra welfare e democrazia e di scientifica e di autonomo formarsi di opinioni individuare i punti di contatto tra ricerca scien- che si riflettono in democratiche decisioni di tifica, politiche per la scienza e più in generale ciò che si ritiene lecito e di ciò che non si de- di ridefinire il rapporto stato-cittadini-welfare, sidera venga applicato. Un esempio di corretta in una prospettiva che abbia il suo cardine nel- procedura è certamente quello di recente adot- l’autonomia dei singoli sulle scelte bio-esisten- tato dal governo inglese con “il libro bianco ziali così da contribuire a ri-orientare e ri-posi- della genetica nel sistema sanitario nazionale” zionare soggetti politici, economici e sociali nel divulgato e spiegato a tutti i cittadini così da dibattito in corso. E così è sempre più frustrata realizzare un controllo democratico dell’elabo- l’attesa della società civile, ed in particolare razione di principi e norme etiche rispettose della comunità scientifica, di un genuino sforzo della pluralità di valori. da parte del mondo dei decisori politici verso Se dalla Weltanschauung più ideale ed lo sviluppo di alcune direttrici di lavoro capaci europea ora delineata passiamo ad analizzare la di facilitare l’adozione di politiche in grado di

14 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA governare l’ampia gamma di implicazioni so- di alcune tecniche (la clonazione umana), tutti ciali e culturali derivanti dalla rivoluzione delle questi fatti certamente concorrono a far preva- biotecnologie. A questo riguardo, di estrema ri- lere nel dibattito pubblico delle problematizza- levanza ed urgenza sono quelli della gover- zioni di tipo etico, sociale e legali delle impli- nance della ricerca biotecnologica, della inge- cazioni delle ricerche biologiche. E così, un gneria genetica, della sperimentazione biome- poco per ignoranza ed un poco per rassicurare dica, della procreatica e della fine vita. I deci- (a volte per non dispiacere al Vaticano) i deci- sori politici paiono non cogliere la differenza sori politici tendono ad assumere posizioni di tra cosa sia la ricerca e lo sviluppo di nuove chiusura danneggiando la ricerca e le sue posi- tecniche e cosa sia il prodotto delle nuove tec- tive applicazioni biotecnologiche. Un’Europa niche (es, trasferimento di nuclei somatici Ð cel- aperta sul mondo e dedita ad una cooperazione lule staminali Ð clonazione). Se sono sordi alla senza frontiere per poter affrontare sia le grandi voce degli scienziati, si mostrano però sensibi- emergenze dell’umanità (cibo, malattie vecchie lissimi ai richiami di vari pensatori e di filosofi, e nuove, acqua, desertificazione) sia i danni anche rispettabilissimi come Jürgen Habermas, ecologici presenti sul suo territorio (basta pen- che purtroppo contribuiscono solo a falsare il sare al triangolo nero delle emanazioni di zolfo dibattito ed arrivano a formulare proposte irri- tra Repubblica ceca, Polonia e Germania) non cevibili dalla comunità scientifica e ci si augura può essere che promotrice dello sviluppo delle dalla società civile. Scrive infatti Habermas che biotecnologie. Ciò che va chiarito è l’uso che ciò che costituisce un problema non sono le bio- si può utilmente fare di queste tecniche e la tecnologie e l’ingegneria genetica, ma la mo- governance delle stesse (vanno rifiutati i mo- dalità e lo spettro delle loro applicazioni, come nopoli, non le tecniche che oggi sono control- critica alla genetica liberale (del tutto scono- late da quei monopoli). sciuta al mondo della biologia: si conoscono Lo sforzo di tutti noi deve essere quello genetiche mendeliane, molecolari, quantitative, di far sì che le opportunità offerte dalle biotec- etc etc, ma liberali no!) incapace di fare distin- nologie siano aperte a tutti i cittadini del mondo zioni. Il fatto è che gli argomenti che egli mette ed a questo riguardo l’Europa ha una grande in campo contro i pericoli della genetica libe- responsabilità nel divenire portatrice di istanze rale sono argomenti contro le biotecnologie e di giustizia ed equità sociale (che deve saper l’ingegneria genetica tout court; argomenti che esportare con gli strumenti che meglio sa im- non consentono, a suo dire, di fare distinzioni piegare e la caratterizzano: la cultura) basate tra questa o quella applicazione; ed alla fine Ha- sulle bioscienze. Per far ciò non è più possibile bermas suggerisce di smetterla di pasticciare attardarsi in visioni nelle quali la ricerca scien- con il genoma umano, anzi col genoma di tutti tifica deve fare i conti, assai più che in passato, gli esseri viventi, ed invita in termini perentorii con l’economia e la politica: un’economia che (come già Hans Jonas) a chiudere i laboratori vede la ricerca con gli occhiali dell’azienda- di biologia molecolare! Secondo Habermas bi- lismo (vedi la pessima riforma del Cnr italiano sogna rendere giuridicamente indisponibile la ed il tentativo, fallito, di riforma del Cnrs fran- base stessa dell’etica di genere, che Habermas cese) ed una politica che ha smarrito ogni individua nella datità naturale della riprodu- slancio progettuale e si è appiattita a copertura zione sessuale (naturale). Noi possiamo conti- ideologica della mera logica del profitto (con nuare a pensarci come persone libere ed uguali la poco etica decisione del Miur italiano di la- solo se viene assicurata l’intangibilità della ca- sciare libertà di brevetto a favore dei ricerca- sualità della nascita che trova il suo suggello tori che quei risultati coperti da brevetto hanno nel casuale mescolarsi dei geni al momento sviluppato con i danari pubblici). della fecondazione. Personalmente non trovo La unificazione europea ci offre la pos- nulla di pregevole nella datità casuale della na- sibilità di ristabilire, a livello nazionale di al- scita (tanto da farne il valore fondante della no- cuni paesi tra i quali il nostro, e di consolidare, stra forma di vita) quando penso a coloro che, a livello comunitario, la procedura di consulta- meno fortunati alla roulette genetica, nascono zione della comunità scientifica quale prere- con difetti genetici che procurano sofferenza e quisito necessario alla elaborazione di qualsi- morte precoce. Il fatto grave è che tali posizioni voglia norma deputata a regolare i rapporti tra trovano ascoltatori attenti tra i decisori politici cittadini e scienze della vita. Una tale proce- del tutto digiuni delle benché minime basi di dura è garanzia della considerazione del dato biologia. Il ritardo dell’azione educativa ed fattuale come base della elaborazione di prin- informativa, l’analfabetismo scientifico, le tra- cipi e valori etici che in tal modo possono es- gedie ambientali e sanitarie causate dalla inef- sere massimamente condivisibili. ficienza, le dichiarazioni sul disinvolto impiego ❑

PRIMAVERA 2004 • 15 ERCOLESSI confini e valori civili giulio ercolessi

bbiamo deciso di abbinare alla presenza sulla scena politica internazionale. Anostra rivista “Critica liberale” Per l’Italia, ma anche per la Ger- un trimestrale di politica europea per tentare mania, per la Spagna, per i paesi dell’Eu- di contrastare un’evoluzione in atto nel di- ropa centrale, non si tratta però “solo” di battito politico e culturale del nostro e anche questo. é vero che noi siamo stati facilmente di altri paesi. Sembra quasi che la sola virtù europeisti per l’insoddisfazione che molti di che viene da molti riconosciuta all’Ue sia di noi provano per lo stato delle nostre istitu- aver fatto convivere in questi anni fra loro zioni: ma il fatto è che l’Europa definisce delle entità incommensurabilmente fra loro l’identità dell’Italia come nazione moderna. diverse. Sembra quasi che nulla, oltre al le- Nella riflessione degli uomini moderati del game istituzionale e ai trattati, possa legare nostro Risorgimento come Cavour, come in i paesi dell’Europa fra loro, nulla conferire quella dei radicali alla Cattaneo, il riferi- loro una qualche identità comune. Per mento all’Europa liberale era decisivo. E questo hanno così ampio corso le opinioni l’Europa cui si riferivano era l’Europa oc- di coloro Ð fra cui un ilare statista italiano cidentale anglo-francese, alla faccia di chi che lo va promettendo a mezzo mondo Ð che ci ingiunge oggi di scegliere fra Parigi e Fi- ritengono che, dopo l’unificazione avvenuta ladelfia, tra un presunto modello etico-poli- con il ritorno nel loro alveo naturale dei tico europeo continentale, da sempre dotato paesi dell’Europa centrale, gli allargamenti di una sua fisionomia unitaria e distinta da dovrebbero proseguire quasi senza sosta, si una parte, e un presunto mondo anglosas- suppone forse arrestandosi solo davanti al- sone totalmente contrapposto a questo dal- l’oceano Pacifico, una volta raggiunta l’In- l’altra. L’Europa cui si riferivano moderati donesia. Certo, se l’unica qualità che si ri- e radicali del nostro Risorgimento, era, pur conosce all’Unione europea è quella di far attraverso le contraddittorie vicende che vivere insieme fra loro, come in una grande quei paesi attraversavano in quegli anni, e Svizzera o in una piccola Onu, dei paesi e decenni prima dell’entente cordiale, l’Eu- dei popoli che fra loro in comune non hanno ropa anglo-francese: il parlamentarismo bri- assolutamente nulla, allora non si capisce tannico, la Francia dei diritti dell’uomo, ma- per quale motivo non si dovrebbe proseguire gari la tradizione di tolleranza dell’Olanda. all’infinito. Accanto a questa idea ne è rie- Aveva ragione, dal suo punto di vista, il fu- mersa un’altra, secondo cui la nazione, le turo guardasigilli di Mussolini Alfredo nazioni europee storicamente date, sareb- Rocco, quando, nel 1913 (il revisionismo bero il solo luogo possibile e “naturale” antirisorgimentale che si sta assommando a della democrazia, quasi che la democrazia quello antiresistenziale non è nulla di fosse un dono della natura anziché una pre- nuovo), sosteneva, criticando la genesi dello caria e faticosa conquista della nostra storia. Stato unitario, che l’indipendenza nazionale Se per tutti i paesi membri dell’Ue era stata per gli uomini del Risorgimento l’Unione è una questione di sopravvivenza, soltanto uno strumento, il mezzo per avere una condizione di effettiva esistenza nel libertà, laicità, modernità e democrazia. mondo globalizzato, se per avere qualche Questa interpretazione coglieva e coglie cer- minima chance di incidere sull’agenda glo- tamente un aspetto importante della nostra bale politica ed economica del pianeta oggi storia, i cui sviluppi liberali e democratici la dimensione europea è una dimensione mi- sono stati, nel nostro paese come in Ger- nima necessaria, per l’Italia, e per alcuni mania, in Spagna, nei paesi dell’Europa cen- degli altri paesi che ne fanno parte, questo trale, frutto, anche e forse soprattutto, più è ancora più vero. Un paese come il nostro, che di fedeltà alle radici, di virtuose omo- che dal 1861 non sa se poter essere consi- logazioni. derato l’ultimo dei grandi paesi europei o il Certo, abbiamo anche costruito primo dei piccoli, non potrebbe, se non at- questa identità etico-politica che oggi ci ca- traverso l’Europa, far valere alcuna reale ratterizza non semplicemente limitandoci a

16 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA sviluppare irenicamente virtù innate di una trapposte nella storia d’Europa: una basata presunta identità occidentale inalterata nei sull’idea naturalistica della nazione come secoli o nei millenni, ma in lotta contro l’in- grande famiglia fondata sulla discendenza di tolleranza religiosa, e contro le strettoie e sangue, propria del mondo tedesco (e del gli autoritarismi dell’Antico Regime, l’au- mondo nato culturalmente alla politica sotto toritarismo burocratico degli Imperi centrali l’influenza tedesca, e cioè quello prevalen- e soprattutto le sfide totalitarie del XX se- temente slavo dell’Europa centrorientale); e colo. Resta che, prima di essere il modello una culturale e volontaristica, italo-francese, di un capitalismo diverso rispetto a quello la nazione fondata su un patrimonio cultu- presunto angloamericano (ma questo non lo rale condiviso, che motiva la volontà di ri- si sarebbe detto per esempio negli anni conoscersi in una comunità di destino, at- trenta e quaranta, quando il modello an- traverso un “plebiscito di tutti i giorni”, se- gloamericano erano semmai il New Deal e condo la formula di Renan. Oggi nessuno John Dewey negli Stati Uniti o Keynes e Be- più, neanche la “destra profonda”, dopo quel veridge in Inghilterra), l’Europa è la patria che è accaduto nel corso del XX secolo, so- della libertà e della democrazia: non a caso stiene l’idea della nazione fondata sulla di- così ci vedono gli altri, così ci vedono, ma- scendenza di sangue: oggi semmai la “de- gari per criticare quelle che molti fra loro stra profonda” si richiama a un’identità ba- considerano le nostre eccessive e disgrega- sata sull’atavica appartenenza a una comu- trici libertà individuali, nel mondo islamico, nità che è essa stessa un destino obbligato in quello confuciano, in buona parte della cui non ci si può sottrarre; mentre l’idea ci- stessa Europa orientale di tradizione bizan- vica della nazione, più che sul patrimonio tina. culturale comune ereditato dal passato, si Si dirà che questa identità non ci ca- basa sulla concezione, elaborata come è ratterizza, perché la condividiamo con noto da Jürgen Habermas, del “patriottismo quelle “Europe extraeuropee d’Oltremare”, della Costituzione”. Del resto, proprio l’a- come le chiamava Braudel, che compren- more per le libertà tipiche del proprio paese dono anche gli Stati Uniti e le altre demo- fu il primo significato dell’idea stessa di crazie extraeuropee di radice e ispirazione “patriottismo” nella storia dell’Europa mo- occidentale. Ed è vero. Però, se è tipica della derna. Però, se a “fare la nazione” è il pa- forza espansiva della democrazia liberale la triottismo della Costituzione e dei valori e capacità di estendere il godimento delle li- delle libertà che la caratterizzano, se sono la bertà e dei diritti di cittadinanza e dei diritti qualità delle istituzioni, i valori etico-poli- umani a sempre più ampie categorie di sog- tici che ne stanno alla base e le libertà che getti che prima ne erano esclusi, io credo esse garantiscono a farne un unicum rispetto che già ora quel patriottismo costituzionale alle altre nazioni, o che per lo meno confe- europeo che ci manca, o che almeno non è riscono una qualche individualità a questo radicato e diffuso come potrebbe e dovrebbe soggetto, che cosa di così essenziale di- essere, potrebbe autorizzarci a vantare la stingue oggi, sotto questo profilo, la libertà, pervasività delle garanzie e la mitezza dei gli ordinamenti e la democrazia dell’Olanda nostri ordinamenti come un risultato fino ad rispetto a quelli della Gran Bretagna, della oggi insuperato nella storia dell’umanità. Germania o della Spagna? Anche se non dobbiamo mai dimenticare Oggi tener fede a una concezione ci- che questo risultato è stato raggiunto perché vica anziché etnica della democrazia è im- è in Europa che sono nate e abbiamo dovuto perativo, perché non vi è altra via, nelle no- fronteggiare le sfide estreme degli autorita- stre società sempre più pluralistiche, per non rismi e dei totalitarismi, soprattutto nell’ul- ridurci a un assemblaggio di microcomunità timo secolo. integraliste e settarie, ostili fra loro o mera- Questa presa di coscienza rende mente conviventi nell’attesa d’essere abba- però necessaria un’idea forte dell’Europa. stanza forti per sopraffarsi a vicenda. Ma, Presuppone addirittura di rimettere in di- per poter mantener salda una concezione ci- scussione che cosa dia oggi a una colletti- vica della soggettività politica e rafforzare vità umana un senso di soggettività politica, lo stesso valore universalistico della demo- che cosa conferisca oggi, per dirla con le pa- crazia liberale, noi non possiamo non attri- role che aveva usato più di mezzo secolo fa buire oggi all’Europa almeno una parte della Federico Chabod, un “senso di individualità rilevanza e anche dell’affezione che nel storica” a una collettività umana. Com’è corso degli ultimi due secoli veniva attri- noto, egli identificava due concezioni con- buita alla nazione storicamente data.

PRIMAVERA 2004 • 17 ERCOLESSI

Non è solo questione di norme. È heri dicebamus questione di valori radicati nel costume. Se UN’EUROPA FEDERATA é INDISPENSABILE. abbiamo potuto fare assieme alla Germania È interesse di tutto il mondo che l’Europa non solo un mercato comune, ma anche possa vivere nella sicurezza e con i propri un’unione europea, è perché abbiamo fi- mezzi; ch’essa sia pacifica ed in grado di ducia che la Germania non tornerà ad ali- continuare a recare il proprio contributo alla mentare al suo interno i demoni che ha sca- civiltà. La strada per raggiungere questi tenato nella storia del XX secolo. Se così obiettivi è quella dell’unità. stanno le cose, allora è necessario che dopo Un’Europa federata è indispensabile alla si- questa unificazione con i paesi da cui era- curezza ed alla pace del mondo libero. vamo stati artificiosamente tenuti separati Finché l’Europa rimarrà divisa, essa sarà da un’occupazione militare durata mezzo se- debole e costituirà una fonte perenne di con- colo, per quel che riguarda gli allargamenti flitti. E nell’epoca moderna, i conflitti si futuri, i cittadini europei possano avere al- estendono inevitabilmente a tutto il mondo. trettanta fiducia nei confronti non solo delle L’unificazione dell’Europa ha, per la civiltà, una portata che va al di là della sicurezza e strutture istituzionali e delle leggi vigenti della pace. L’Europa ha permesso i progressi nei futuri paesi membri, ma anche nel fatto di cui tutti noi beneficiamo e gli Europei che esse possano radicarsi nella mentalità e sono oggi in grado di recare allo sviluppo nei costumi. della civiltà, con il loro spirito creativo, un Sull’ultimo numero di “Foreign Af- contributo pari a quello del passato. fairs”, da questo punto di vista – utile let- Ma, affinché questo spirito creativo possa tura per il Presidente del Consiglio in carica espandersi di nuovo, è necessario mettere in – c’è una silloge (curata da un disfattista fi- armonia le nostre istituzioni e la nostra eco- locomunista come l’ex consigliere di nomia con l’era moderna. Solo unendo l’Eu- Reagan Richard Pipes) di sondaggi effettuati ropa potremo realizzare questo. negli ultimi tempi in Russia, su quale sia Mentre condurremo in comune l’azione per l’atteggiamento dei cittadini russi, dopo un unire l’Europa, persevereremo nello sforzo decennio di vita formalmente democratica, per unire pacificamente i tedeschi della Re- nei confronti della democrazia e delle libertà pubblica Federale e quelli dell’Est. (…) I sei paesi che si sono impegnati ad abbattere le individuali. frontiere che li dividono non l’hanno fatto L’unificazione è stata fin qui un suc- per innalzare barriere ancora più alte verso cesso. Tappe ulteriori, per non tradursi in il mondo esterno. La nostra èra esige che noi una pura e semplice definitiva paralisi isti- uniamo gli Europei e non che li manteniamo tuzionale dell’Ue, e per essere convincenti, separati. Noi non coalizziamo gli Stati, ma devono poter risultare altrettanto capaci di uniamo gli uomini. produrre fiducia reciproca fra i popoli eu- Non si può aspettare che si siano chiarite ropei, quanta ne è stata possibile perché la tutte le circostanze per decidersi all’azione Francia, l’Olanda, la Gran Bretagna potes- che le necessità del presente richiedono. sero in questi decenni guardare anche agli Nella condotta dei nostri affari personali noi italiani e ai tedeschi come partner anziché non aspettiamo mai, per agire, che l’avve- come potenziali nemici o al più come a degli nire si sia completamente rivelato. Niente è alieni. L’alternativa è distruggere in par- più sterile che l’anticipare, nella situazione tenza la possibilità di consolidare fra gli eu- presente, problemi che si porranno nell’av- venire, mentre la meta della nostra azione è ropei il senso di un’appartenenza condivisa, quella di trasformare la situazione presente. impedendo la nascita dell’Ue come soggetto Se per agire noi aspettiamo che tutti i pro- della politica internazionale e condannando blemi siano stati risolti, non agiremo mai, così i nostri paesi al rango di nanerottoli in- non raggiungeremo mai la certezza attesa e consapevolmente avviati a una inevitabile saremo travolti dagli eventi che avremo ri- eutanasia collettiva, in un mondo dominato nunciato ad orientare. da altri soggetti e da altrui priorità, interessi Siamo decisi ad agire. Siamo risoluti a rea- e valori. lizzare l’unità dell’Europa ed a giungervi ra- Anche in questo campo è ora di non pidamente. Con il piano Schuman, abbiamo vergognarsi di dire di no, quando va detto poste le fondamenta sulle quali costruire gli di no, alla ciarlataneria e al governo dell’a- Stati Uniti d’Europa, liberi, vigorosi, paci- nalfabetismo civile. fici e prosperi. ❏ [Jean Monnet, Discorso all’Assemblea con- sultiva del Consiglio d’Europa, 1953]

18 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA passato e futuro di un progetto alberto martinelli

siste un’opinione diffusa, secondo Veniamo agli altri due fattori fonda- Ecui l’Unione Europea registre- mentali di Jaspers: libertà e scienza, che pre- rebbe un deficit di appartenenza in qualche ferisco ridefinire e qualificare come libertà in- modo analogo al deficit di democrazia che dividuale e razionalità scientifica e istituzio- pure viene stigmatizzato; e molti ritengono nale. Nel codice genetico europeo c’è la co- che questo doppio deficit sia inevitabile nel- stante tensione tra la libertà dell’individuo, l’Europa delle nazioni, in cui le identità na- del soggetto, e la razionalità della conoscenza zionali rimangono molto più forti del senti- e delle istituzioni sociali unita alla capacità di mento di appartenenza europeo e un’identità costruzione delle istituzioni. Questa costante europea è pressoché inesistente (tesi questa tensione ha anche dato luogo a tragedie o a che è almeno parzialmente smentita dalle guasti tutte le volte che uno di questi due ele- varie indagini dell’Eurobarometro che mo- menti ha prevalso nettamente sull’altro. strano come il sentimento di appartenenza al- Quando la razionalità istituzionale è utilizzata l’Europa sia in crescita nella maggior parte per conculcare la libertà individuale si verifi- dei paesi membri dell’Unione). Io confuterò cano tragedie, ma anche quando la libertà queste opinioni diffuse e sosterrò che un’i- viene intesa esclusivamente come persegui- dentità europea esiste, che si fonda su radici mento di ciò che ci è utile o ci fa comodo, culturali comuni chiaramente identificabili e senza il senso delle istituzioni, si producono che può tuttavia consolidarsi e svilupparsi danni alla convivenza e la società non pro- solo come progetto, identificandosi nel pro- gredisce. Il cammino dell’Europa Unita, la getto di costruzione europea. sua costruzione di istituzioni che siano fedeli Un’identità europea comune esiste. a questi principi, mostra invece che è possi- Alla fine della Seconda guerra mondiale, nel bile trovare forme di complementarità tra dibattito appassionato circa la ricostruzione questi due aspetti fondamentali della cultura dell’Europa dopo la tragedia della guerra, europea, una complementarità che trova Karl Jaspers identificava tre fattori fonda- espressione ad esempio nell’impegno sotto- mentali costitutivi dell’identità europea: la li- scritto dai vertici delle istituzioni dell’Unione bertà, la storia, la scienza. a Lisbona a perseguire congiuntamente svi- Partiamo dalla storia: la storia europea luppo economico sostenibile e coesione so- è una storia straordinaria, di grandi conquiste ciale come obiettivi fondamentali della poli- dell’umanità e di grandi tragedie, una lunga tica europea. sequela di guerre civili, che però negli ultimi L’identità europea comprende anche quasi sessant’anni, nel maturare del progetto l’altro aspetto che è presente nel concetto di europeo, si è trasformata nella capacità di ap- razionalità, cioè il desiderio perenne di cono- prendere la lezione della storia. Il famoso scenza, che è anche costante capacità di inno- motto ciceroniano historia magistra vitae è vazione, desiderio di superare continuamente tra i meno applicati e attuati dagli esseri il limite, atteggiamento che ha nell’Ulisse dan- umani, ma credo che l’Unione Europea abbia tesco la sua espressione più piena e nobile. È mostrato per una volta come dalla storia si l’aspetto che appare oggi più debole oggi e che possa apprendere, come si possa cercare di es- va assolutamente rilanciato anche attraverso le sere i discepoli della storia anziché pretendere politiche di sviluppo della ricerca. Gli europei di esserne i maestri (ovvero come si possa so- desiderano uno stile di vita sereno, tranquillo, stituire alla pretesa di fare la storia la dispo- garantito; si tratta di aspirazione legittime, ma nibilità a apprenderne le lezioni). La storia che non devono assolutamente mortificare la dell’Unione Europea testimonia come una creatività, propensione al rischio, la disponi- lunga sequenza di guerre civili si sia final- bilità all’avventura, il desiderio di andare con- mente trasformata in una sincera, genuina, tinuamente oltre il limite nella ricerca scienti- diffusa convinzione che solo attraverso la fica, nella attività economica, nella capacità di pace è possibile lo sviluppo, che solo attra- innovazione istituzionale. verso metodi pacifici si risolvono le contro- Questi valori dell’identità europea si versie internazionali. sono cristallizzati nella modernità: l’età mo- PRIMAVERA 2004 • 19 MARTINELLI derna nasce in Europa e l’Europa è la mo- La capacità di unire è tratto essenziale del pro- dernità. La novità è che oggi la modernità sta getto europeo. interessando l’intero mondo, la modernità è Si tratta di un disegno ambizioso, di diventata globale e quindi, in qualche modo, una sfida impegnativa, per certi aspetti di un la migliore identità europea diventa parte in- sogno, e al tempo stesso di progetto molto rea- tegrante di quella che dovrebbe essere la cul- listico. A volte si sente dire che l’Europa non tura di tutti gli esseri umani. è in grado di dare un messaggio forte ai gio- Questo mi permette di passare alla se- vani capace di dare un senso alle loro spe- conda del mio intervento: l’identità europea si ranze, per dare senso alla vita di tutti. Ma costruisce nel progetto, e si costruisce gra- quello delineato da Prodi è un messaggio dualmente come processo. L’aspetto proces- forte, è un progetto in cui vale la pena di im- suale è stato ed è fondamentale nella costru- pegnarsi totalmente e a fondo. Anche perché, zione europea. Certo, come in ogni processo se avrà successo, potrà costituire un modello ci sono battute di arresto, momenti in cui bi- per altre regioni del mondo in cui è auspica- sogna fare dei salti, procedere più in fretta, bile si sviluppi una analoga capacità di co- però bisogna avere anche pazienza. Ricordia- struire istituzioni comuni e valori comuni par- moci che la più potente unione politica oggi tendo dall’interdipendenza economica e dal li- esistente nel mondo, gli Stati Uniti d’America, bero mercato, e contribuendo in tal modo al sono una unione che ha richiesto novant’anni governo della globalizzazione e alla costru- per raggiungere un assetto consolidato e, so- zione di un mondo più pacifico. L’Europa è prattutto (e questo non ce lo auguriamo certo, dunque un grande progetto, non ha solo un ma dovremmo essere ormai vaccinati) ha ri- grande passato alle spalle, ma anche un grande chiesto una guerra civile. Ma che cosa vuol futuro. Che ciò si realizzi dipende tuttavia da dire la costruzione di un’identità nel progetto? tutti noi. Innanzi tutto, come è già stato detto, vuol dire ❑ una identità costruita sul demos e non sul- l’ethnos, un’identità che non deve essere heri dicebamus escludente, costruita contro qualcuno, come è UNA DICHIARAZIONE D’INDIPENDENZA. Le avvenuto per le varie identità nazionali che nazioni dell’Europa occidentale, a lungo divise hanno costruito gli stati nazionali del passato. da lotte intestine ben più aspre di quelle che L’appartenenza comune all’Europa non deve mai si produssero fra le 13 Colonie, si stanno fondarsi sul “noi contro gli altri”, ma deve ora unendo insieme e cercano, come cercarono comportare identità e cittadinanze multiple e i nostri padri, di trovare la libertà nella diver- un forte rispetto delle minoranze, da acquisire sità e la forza nell’unità. A questa vasta im- presa gli Stati Uniti guardano con speranza ed tenacemente e gradualmente mediante un me- ammirazione. Noi non consideriamo un’Eu- todo, una forma processuale. L’Unione eu- ropa forte ed unita come un rivale, bensì come ropea deve essere un’Europa delle minoranze. un socio ed amico. Aiutarne il progresso è stato Per quanto riguarda gli obiettivi del uno degli obiettivi fondamentali della nostra progetto, posso essere breve perché sono già politica estera da diciassette anni a questa emersi chiaramente da tutti gli interventi. Le parte. Riteniamo che un’Europa unita sarà in finalità essenziali del modello europeo sono la grado di svolgere una più grande funzione nella pace, la libertà individuale, il pluralismo cul- difesa comune, di rispondere più generosa- turale (qui la questione linguistica è fonda- mente ai bisogni delle nazioni più povere, di mentale), la giustizia sociale e lo sviluppo so- unirsi agli Stati Uniti e ad altri paesi nel ridurre le barriere commerciali, risolvere i problemi di stenibile nella particolare varietà europea di carattere monetario e merceologico, ed elabo- capitalismo. Come ha detto Prodi, il progetto rare direttive coordinate in tutti gli altri settori è duplice: contribuire alla pace nel mondo, economici, diplomatici e politici. Noi vediamo contribuire a rafforzare la democrazia non im- in un’Europa del genere un socio col quale ponendola, ma cercando di inglobare tutto ciò poter trattare su una base di piena eguaglianza che ha elementi comuni sufficientemente forti in tutti i grandi ed onerosi compiti concernenti per consentirci di continuare il processo di co- l’edificazione e la difesa di una comunità di struzione comune; e qui il metodo dei pro- nazioni libere. Sarebbe prematuro, in questo gressivi allargamenti è stato estremamente im- momento, far qualcosa di più che manifestare l’alto valore che attribuiamo e la soddisfazione portante. E costruire d’altro canto il “circolo con la quale vedremo il sorgere di questa as- degli amici” con tutti coloro che possono con- sociazione. dividere molti dei nostri obiettivi e metodi, ma [Jhon Kennedy, Discorso sull’Equal Partner- non le nostre istituzioni (magari solo tempo- ship, 4 luglio 1962] raneamente perché hanno bisogno di tempo).

20 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA l’europa che vogliamo essere salvatore veca

i propongo di suggerire alcune fuori e da qualche parte, noi siamo solo gli eredi Midee intorno a tre punti e di farlo di una varietà distinta e divergente di narrazioni, in una prospettiva filosofica, l’unica prospettiva piccole e grandi. La prima considerazione ci fa di lavoro intellettuale in cui ho una qualche vedere semplicemente che un’identità europea competenza. Mario Albertini, il grande maestro si costruisce come possibilità, non in virtù di di federalismo sulla cui cattedra di Filosofia po- esercizi di ricerca di minimi comuni denomi- litica ho avuto l’onore di succedere in questa natori o di assemblaggio negoziale di res ge- antica Università, mi ricordava sempre che un stae o di modus vivendi fra distinte, gelose, scio- buon filosofo politico, oltre alla passione per la viniste e orgogliose narrazioni. polis o la cosmopolis, deve prendere sul serio Questa prima considerazione non parti- le regole e la disciplina dell’argomentazione fi- colarmente originale ci suggerisce inoltre che losofica. un’identità, nel nostro caso l’identità europea, Primo punto: quando al centro della di- non è già data, non c’è da nessuna parte, indi- scussione c’è un argomento come l’identità eu- pendentemente dalle nostre costruzioni e dai no- ropea, può essere utile ricordare alcune caratte- stri ricorrenti tentativi di comprensione retro- ristiche di qualsiasi domanda a proposito del- spettiva della nostra storia, considerata come un l’identità di qualcuno o di qualcosa. In primo repertorio plurale di possibilità: possibilità po- luogo, porre domande quanto all’identità vuol litiche, economiche, istituzionali, culturali, dire chiedersi quali siano i criteri per il ricono- etiche, religiose, sociali. Ma questo vuol anche scimento di qualcuno o di qualcosa come la dire che un’identità si definisce nel tempo. stessa cosa nel tempo. Questioni d’identità sono Un’identità, diremo, è il promemoria di un pro- in senso elementare questioni di riconosci- cesso che affonda le sue radici in un passato mento. E un modo per catturare i criteri di ri- che viene in essere in certi modi, in risposta al conoscimento di qualcosa come la stessa cosa, nostro progetto di identità europea. Senza pro- Ð nel nostro caso Ð come un qualcosa che ac- getto, nessun processo. E senza processo, nes- comuna stabilmente nel tempo milioni di per- suna identità che generi i modi del riconoscersi sone (che possano riconoscersi come europei ed entro più ampie cerchie sociali di un’Europa fi- europee), è quello che consiste nel raccontare nalmente più ampia. una storia. Noi, in parole povere, siamo chi Si consideri ora il secondo punto. A siamo, in quanto siamo divenuti chi siamo, nel prima vista, un punto più bizzarro del prece- tempo, cammin facendo, per prove ed errori, fra dente. Quando noi ci chiediamo chi siamo, contingenza e necessità. Fin qui, nulla di parti- come ho detto, formuliamo una domanda a pro- colarmente originale. Anche se sappiamo bene posito della nostra identità. Fin qui, tutto bene. quanto sia difficile e arduo condividere modi di Ora, però, dobbiamo distinguere con cura fra raccontare una storia che sia riconoscibile come due domande che a prima vista sono terribil- la stessa storia per persone che hanno memorie mente apparentate. Noi possiamo anche chie- divise o solo differenti. derci che cosa siamo. Ma questa è questione di- Il fatto è che non si dà identità europea stinta da quella che riguarda chi siamo. L’in- senza questa competenza nel maneggiare i cri- sieme plurale delle storie e delle narrazioni è teri del nostro riconoscerci in quanto europei e una buona risposta alla domanda su che cosa nell’avvalerci di un certo modo condiviso di siamo. Descrive i modi in cui le nostre contro- narrare una storia che è fatta di tante storie dif- parti passate hanno pensato e vissuto progetti ferenti e divergenti, storie di conflitti e divi- individuali e collettivi, hanno conosciuto destini sioni, di lacerazioni e di guerra, storie di poteri personali e sociali, entro una varietà distinta di e di libertà. In ogni caso, una storia che non è circostanze. Questo insieme di storie e di carte già lì fuori che ci aspetta che l’andiamo a stu- geografiche ci basta e avanza per dire che cosa diare nelle biblioteche o navigando in Internet. siamo. Ma quando la faccenda investe il nostro Non è già scritta da qualche parte, indipenden- chiederci chi siamo, in quanto europee ed eu- temente dai nostri ricorrenti tentativi di riscri- ropei, allora le carte geografiche e i dossier degli verla nel corso del tempo e di condividerla. Là Annali non ci bastano. Perché chiedendoci chi

PRIMAVERA 2004 • 21 VECA siamo, noi ci chiediamo chi vogliamo essere. Ci futuro europeo, un sogno e un progetto, di cui chiediamo come aspiriamo ad essere ricono- siamo ora direttamente eredi. Forse, come è sciuti, da noi stessi e da altri. In parole povere, stato suggerito, una caratteristica della recente dire chi siamo è dire qual è il nostro progetto storia europea è stata quella di avere elaborato di noi nel tempo. In questo senso reinterpreto i criteri per il biasimo e la condanna morale l’espressione usuale del presidente Prodi a pro- della barbarie e del massacro europei, a partire posito di Europa come sogno e come progetto. dalla Shoa. Del resto, i diritti umani, come ho Si consideri almeno un esempio che a sostenuto più volte, non sono altro che una ri- me sta molto a cuore, un esempio che chiama sposta reattiva alla memoria e alla priorità del in causa, almeno in parte, la controversia sulle male. Non sono, né dovrebbero essere le armi radici cristiane dell’Europa. Sono convinto che del Bene. un tratto distintivo della storia europea coincida Il mio terzo punto è solo una modesta con l’esperienza delle guerre di religione, le proposta. Mi viene suggerito dalle ultime bat- guerre dei nostri bisnonni fondamentalisti, e con tute a proposito della genesi, dei progetti e dei i trattati di pace per sfinimento che inaugura- processi che hanno portato, in mezzo secolo rono la possibilità della tolleranza e l’arte della circa, all’unificazione di un continente diviso e separazione fra le arene della verità e della giu- attraversato da una varietà di confini e abitato stizia. Naturalmente, questa storia è tante storie, da milioni di persone che hanno una pluralità tante storie fatte di battaglie, di stermini, di mas- di lingue e religioni, credenze, forme di vita in sacri, di esiti contingenti, di profitti e di perdite comune, e memorie e aspettative. Se l’identità fra i partecipanti. Non ci vedo nessuna filosofia europea è l’esito di un progetto e di un pro- della storia con happy end incorporato, quando cesso, se la ricorrente domanda su chi noi siamo resto alle vicende e alle narrazioni delle res ge- è una domanda su chi vogliamo essere, su che stae: ci vedo una grande varietà di fatti e pro- cosa vogliamo fare di noi, europei ed europee, spettive, spesso incompatibili fra loro. Per co- questo vuol dire semplicemente che noi siamo gliere la salienza del tratto distintivo di una impegnati in e per un’Europa a venire. Ma a storia europea, devo mettere a fuoco piuttosto, sua volta quest’espressione un po’ pomposa, alla luce del progetto europeo all’esordio in- cara a un filosofo europeo tanto importante certo e crudele del ventunesimo secolo, lo quanto spesso troppo pomposo, Jacques Der- spazio delle possibilità che quelle vicende con- rida, richiama la nostra responsabilità verso i tingenti hanno consegnato allora agli eredi, bambini. hanno messo allora a disposizione dei modi del Sono fra coloro che hanno considerato convivere futuri. E vi leggo una massima esem- il traguardo dell’euro come una conquista plare di politica e moralità. straordinaria. Una conquista politica straordi- La massima ci induce a ritenere degno naria. Mia nipote ha tre anni e non le viene di lode quell’assetto delle istituzioni e delle pra- neanche in mente di dire che non ha una lira, tiche sociali che massimizza la possibilità della quando chiede paghette varie ai nonni. Lei convivenza civile e durevole nel tempo per per- pensa in euro. Quando andranno a scuola i ra- sone che in una essenziale e persistente varietà gazzini che come Camilla pensano in euro, di storie e di credenze affondano le loro radici credo sarebbe importante, per l’Europa a ve- e definiscono il significato ultimo delle loro nire, che i ragazzini e le ragazzine imparassero vite. Il disaccordo etico o religioso durevole è a leggere la “nostra” storia europea. Quella compatibile con una comune e stabile lealtà ci- storia prima non condivisa. La storia del meglio vile. Questo esito non è impossibile, lo sap- che, in un mondo difficile e in un globo con- piamo. Certo, è difficile e, come sempre, revo- teso e diviso fra potenze imperiali, siamo riu- cabile. La dilatazione dello spazio delle possi- sciti a combinare. Forse, allora, non ci saranno bilità di valore politico non comporta di per sé molti problemi, per i futuri cittadini, a rispon- che le scelte e le condotte siano coerenti. Noi dere alla domanda esigente a proposito di che sappiamo bene come la storia europea della cosa voglia dire e che cosa si provi a essere eu- prima metà del secolo appena concluso abbia ropei ed europee. E questo sarà bene, in un mostrato quale perdita secca, severa e intolle- mondo difficile, in cui il fatto dell’oppressione rabile, in termini di valore, abbia costituito il e della guerra è sempre di moda. Sarà bene per tradimento europeo della massima esemplare di i coinquilini del pianeta. Per i cittadini del politica e moralità. E sappiamo bene come entre mondo, quelli che, come diceva il vecchio Kant deux guerres, negli anni tragici del massacro di Per la pace perpetua, in un angolo della vec- europeo della Seconda guerra mondiale, e poi chia Europa del soft power, essendo la terra ro- nei primi anni del dopoguerra di macerie, al- tonda, sono destinati prima o poi ad incontrarsi. cune persone abbiano pensato in altro modo un ❑ 22 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA un’unione di popoli e di nazioni romano prodi

n quest’ultimo giro di interventisono cettato l’importanza di ciò che è avvenuto. Istati affrontati grandi problemi di La sovranità poggia essenzialmente su strategia, di lungo periodo che mettono ancora due pilastri: la moneta e l’esercito: il primo più in evidenza come l’azione dei governi na- l’abbiamo messo in comune. Non può essere zionali sia lenta, mediata, a volte contraddit- inteso come “affare dei banchieri” e i cinesi toria… Ma occorre tenere presente anche la non hanno dubbi in proposito e dichiarano forza delle cose, che è più cogente di quanto apertamente: «Ci interessa l’Europa perché sta appaia a prima vista. contribuendo a riassettare il mondo in una di- L’esempio della nipotina di Veca, che rezione che possiamo anche non condividere a tre anni fa i conti in euro, è molto indica- ma che rappresenta un grande cambiamento tivo di questa doppia velocità. Proprio ieri, di- da cui non si può prescindere e che prefigura strattamente, ascoltavo una discussione alla Tv un grande ruolo politico per l’Europa stessa». e ho sentito che si parlava di economia fa- Mi soffermo ora su una considera- cendo riferimento ancora alle lire. Ho provato zione, che mi ha molto impressionato, del pro- fastidio, perché le lire ormai rappresentano il fessor Redi, che non ha insistito solo sull’im- passato: non si vedono nemmeno più in cir- portanza strategica della ricerca, ma anche sul- colazione… Ma mi conforta che una bambina l’enorme difficoltà “pedagogica” di sensibiliz- dà la certezza che il cambiamento c’è effetti- zare l’opinione pubblica ed altri ambienti so- vamente stato, anche se in taluni ambienti ciali e professionali. viene digerito con ritardo. Io stesso in questi anni mi sono trovato In verità, non è solo la nipotina di Veca davanti a tale difficoltà. Redi ha organizzato che è capace di ragionare in euro. Fortunata- incontri con magistrati, giornalisti… Io ho co- mente anche il Presidente e il Primo Ministro stituito commissioni di scienziati, filosofi, mo- cinese, che sono un po’ più anziani e che nel ralisti, impegnati innanzitutto nella costru- corso degli ultimi dieci anni ho avuto modo zione di un linguaggio comune; ma, final- di incontrare assiduamente, sono riusciti a rap- mente, ora si comincia a discutere sui pro- presentarmi con grande efficacia il senso del- blemi così bene esposti da Redi. Si tratta di l’Europa in costruzione. A parte le questioni un grande sforzo che richiederà pazienza e dei rapporti bilaterali italo-cinesi, nei nostri tempo: è difficile conciliare la riflessione etica colloqui assai approfonditi e non di circo- con quella scientifica, non tanto perché siano stanza, i temi fondamentali sono sempre stati originariamente in contrapposizione, ma l’Europa e, ancora di più, l’euro valutato esat- perché i contesti dell’una e dell’altra sono tamente anche come simbolo di un grandis- assai specifici e differenti; ci sono poi interessi simo disegno politico in atto. particolari e nazionali che occorre tener pre- I leader cinesi, quasi increduli, mi do- senti. In ogni caso, sta nascendo un dibattito mandavano: «Davvero avete l’intenzione di multi-disciplinare: una contaminazione che introdurre l’euro come moneta unica che so- viene presa sul serio, sia dal punto di vista stituirà il marco tedesco, il franco francese, le etico che scientifico. banconote nazionali?È. é assolutamente necessario accelerare Quando l’euro diventa realtà, gli stessi questo dialogo e questo processo se non vo- leaders commentano: Çé un fatto straordi- gliamo che le imprese che si occupano di nario. E nel lungo periodo nelle nostre riserve scienza della vita trasferiscano i loro labora- valutarie noi deterremo la stessa quantità di tori in altri paesi. Ho convocato in più di una euro e di dollari, perché noi amiamo il mondo occasione a Bruxelles i rappresentanti di multipolare e non unipolareÈ. grandi imprese farmaceutiche. Mi ha colpito Ecco in tutta la sua forza emergere la totale assenza di rappresentanti italiani il significato politico della moneta europea! (c’era Bertarelli, ma è titolare di una impresa L’affermazione trita e ritrita che è stata in Svizzera…). E, ancora di più, mi ha colpito l’Europa dei banchieri a volere l’euro di- il discorso che questi imprenditori mi hanno mostra solo che non tutti hanno capito o ac- fatto: ÇLa conseguenza della frammentazione

PRIMAVERA 2004 • 23 PRODI fra i paesi europei è che il 40% dei nostri la- La gente capisce benissimo questa pro- boratori è situato negli Stati Uniti». spettiva e questa necessità: nei popoli c’è una é evidente che, se noi europei vogliamo capacità di intuizione che supera i disegni della diventare leader in campo scientifico, non è politica. Percepisce immediatamente che la sufficiente destinare più risorse alla scienza e Germania da sola non può competere con la alla ricerca, ma occorre anche creare contesti Cina… culturali e politici più favorevoli per evitare Occorre certamente favorire lo svi- che le nostre imprese siano indotte a trasferire luppo economico e democratico di paesi come e organizzare la propria attività di ricerca fuori la Cina e l’India. Ma occorre, nel contempo, Europa. In questo settore così importante per essere consapevoli che il riequilibrio a cui pun- la crescita dell’Europa l’obiettivo di una situa- tiamo fra Nord e Sud del mondo, che coin- zione di equilibrio con gli Stati Uniti (non dico volge due miliardi e mezzo di persone, è de- quello di far ritornare tutti i ricercatori in Eu- stinato a cambiare profondamente l’assetto del ropa…) rischia di diventare veramente irrag- mondo stesso. Proprio per questo si deve co- giungibile se l’azione di governo non è coe- struire un’Europa come soggetto capace di es- rente con le analisi e le buone intenzioni. Le sere presente in questa nuova scena globale, stesse considerazioni valgono anche per lo svi- nella quale le risposte alle grandi sfide non po- luppo delle Università: anche in questo caso trebbero essere semplicemente italiane, unghe- condivido le preoccupazioni emerse in questo resi, tedesche. nostro bellissimo incontro. Ripeto che la prospettiva dell’Europa è Riprendo ora il grande tema della di diventare un’unione di popoli e di nazioni, “Identità dell’Europa”, osservando come siamo perché le nazioni esistono, hanno radici forti, continuamente e ossessivamente indotti a pa- una loro identità, una loro storia… E allora si ragonare l’Europa con gli Stati Uniti, che pure, comprende come i singoli stati possano cedere per diventare una Nazione hanno impiegato quote delle loro sovranità solo in modo pro- novant’anni ed hanno sopportato una guerra ci- gressivo e non in unica soluzione, come im- vile… maginava Altiero Spinelli. Il percorso dell’Europa è diverso: noi Nell’Europa dei popoli e delle nazioni non stiamo perseguendo un’unione di popoli, i cittadini europei, a differenza di quel che av- ma un’unione di popoli e di nazioni. viene negli Stati Uniti, saranno vincolati (ma- In un dibattito presso l’Università di gari fra cent’anni…) da un doppio giuramento Nuova Delhi esponenti della cultura e della po- nei confronti delle rispettive nazioni di appar- litica americana ci hanno obiettato che assenza tenenza e nei confronti dell’Europa. Il grande di un demos europeo avrebbe reso estrema- problema costituzionale che siamo chiamati a mente arduo e rischioso l’allargamento. Ab- risolvere è l’equilibrio di questa doppia lealtà, biamo ammesso l’esistenza delle difficoltà, ma in modo tale da evitare in futuro le tragedie abbiamo anche sottolineato che gli stessi ame- che Veca ha ricordato: i campi di concentra- ricani hanno conosciuto e praticato l’espe- mento, la Shoà... rienza dell’allargamento. Come dimenticare Il doppio giuramento significa che non l’entusiasmo del “go West young man”? Nella può esistere uno stato assoluto che può domi- loro corsa verso l’Ovest gli americani allora nare i cittadini, in quanto essi sono salvaguar- trovavano i bufali e le Montagne Rocciose. Gli dati anche dall’altro giuramento di pari valore europei allargandosi ad Est trovano invece na- all’Unione Europea. zioni come l’Ungheria (che ha ottocento anni Si tratta dunque di un progetto che ci più dell’Italia) con Budapest, trovano Praga… rende protagonisti nel mondo che sta cam- Intendo sottolineare come il processo di biando e non dobbiamo perdere il senso della aggregazione europea non avrà come esito la direzione verso cui ci muoviamo, anche se la costituzione di un melting pot: una sorta di pen- marcia è lunga, anche se può durare cent’anni. tola nella quale tutto bolle e che alla fine pro- Nell’azione politica quotidiana dobbiamo con- duce una nuova ed uniforme cultura. Il grande servare ben salda la nostra bussola, l’anima che capolavoro del percorso che abbiamo intra- ci guida a una meta che ad alcuni può sem- preso è la conservazione di tutte le identità na- brare troppo lontana. zionali e, al tempo stesso, il proposito di ge- Nel mio primo intervento ho accennato stire insieme una quota delle sovranità degli alla mia proposta dell’“anello degli amici”, che stati che si associano all’Europa, per affrontare magari potrà realizzarsi compiutamente tra con maggiore efficacia i problemi e le sfide molti anni, ma che già è avviata con il Ma- della globalizzazione, altrimenti non risolvibili. rocco. La proposta – come dicevo – è stata ispi-

24 • GLI STATI UNITI D’EUROPA L’IDENTITÀ DELL’EUROPA rata dalle giuste preoccupazioni di paesi come sono trovare in Europa una protezione che non l’Ucraina e la Moldavia che ci obiettano e do- è solo militare. Per la prima volta nella loro mandano: «Lo scopo dell’allargamento, alla storia esse si sentiranno inserite e protette in fine, è solo quello di spostare di 500 chilometri un contesto in cui hanno una voce: non sud- la “cortina di ferro”? È davvero questo l’in- diti, ma codecisori. tento: innalzare un altro muro?È. Ecco perché quest’Europa che vo- L’ “anello degli amici” è una prima ri- gliamo costruire assume un significato che è, sposta a queste rimostranze, in quanto si pro- nello stesso tempo, economico, politico ed pone di offrire sicurezza e cooperazione al etico. maggior numero possibile di paesi che attor- ❏ niano l’Europa e che considerano come punto di riferimento. heri dicebamus Huntington nel suo ultimo libro mette UN’AUTORITË SUPERIORE. Quello che in luce un altro serio problema che nel futuro noi stiamo facendo e che costituirà la mi- sarà comune a Stati Uniti e Europa: la convi- sura del nostro successo, è l’esperimento venza tra diversi. Il modello americano, basato di un’autorità superiore, liberamente sull’unità linguistica e culturale, sta entrando creata da sei nazioni già storicamente di- in crisi. Si profila un fatto nuovo: i messicani vise dalle loro sovranità nazionali, che e gli ispanici non possono e non vogliono es- prende le sue decisioni nell’interesse di sere assimilati; e la società tendenzialmente tutte e le vede poi eseguite dalle imprese reagisce riconoscendo loro spazi di libertà e dalle nazioni. perché si mantengano diversi. È la prima volta, da secoli, che l’Europa La concezione troppo semplice della sta facendo un simile esperimento. “pentola che bolle”, di cui ho parlato prima, La Comunità del Carbone e dell’Acciaio non si può applicare in tutte le epoche ed a è stata oggetto di una proposta del go- tutte le situazioni, nemmeno negli Stati Uniti. verno francese e Ð per usare gli stessi suoi Il problema della convivenza tra diversi termini Ð rappresenta il primo passo verso riguarda l’umanità intera. E l’Europa nel suo una federazione europea. Il suo scopo ul- disegno e nel suo cammino dovrà tenerne timo è essenzialmente di creare gli Stati conto. Uniti d’Europa, mentre quello immediato Questi ragionamenti conclusivi po- è di creare un mercato libero e comune tranno sembrare troppo di lungo periodo; ma fra questi sei paesi. La scelta del carbone sono ragionamenti che danno un’anima al- e dell’acciaio è stata determinata dal fatto l’Europa, che danno sapore a un grande pro- che questi due prodotti costituiscono gli getto, a un esperimento nuovo che va oltre l’e- elementi base della moderna economia. sperienza storica degli stati-nazione: un’espe- Si è scelto il metodo di delegare a delle rienza che ha anche prodotto conflitti e tragedie istituzioni comuni i poteri sovrani di ogni impressionanti. singola nazione. A questo scopo è stato Concludo con un’ultima osservazione. negoziato un Trattato fra le sei nazioni, La crescita dell’Unione Europea va di pari firmato dai sei Governi e sottoposto alla passo con un fortissimo aumento dell’impor- ratifica dei rispettivi parlamenti. tanza del ruolo delle autonomie locali. Non se é qui che si tocca col dito il principio fon- ne rendono conto solo i meno colti fra i poli- damentale della creazione dell’Europa: il tici “regionalisti” che se la prendono con l’U- trasferimento cioè, totalmente libero, dei nione Europea e che faticano a comprendere poteri sovrani da parte di nazioni finora che le identità locali possono svilupparsi ed esistite in completa sovranità nazionale, esprimersi senza rischi e pericoli solo nell’U- le quali delegano una parte di questa so- nione Europea. Soltanto dalla tranquillità e vranità a istituti comuni che l’esercitano dalla sicurezza che derivano dal fatto di tro- in loro nome. varsi sotto un tetto comune i singoli popoli pos- Sottolineo in modo particolare questo sono vivere in modo originale le loro radici. In punto perché siamo certi che da questa at- tal modo ritorniamo al discorso di apertura, alle tuale rivoluzione democratica e pacifica sollecitazioni di Bettinelli: è solo con l’Unione iniziata sul nostro continente, nasceranno Europea e nell’Unione Europea che l’osses- gli Stati Uniti d’Europa. sione lituana, lettone nei confronti della Russia [Jean Monnet, Discorso per l’insedia- può stemperarsi. Ci vorrà tempo, perché la mento dell’Alta Autorità della Ceca, storia pesa, ma, a poco a poco, si affermerà la 1952] consapevolezza che le differenti comunità pos-

PRIMAVERA 2004 • 25 GLI STATI UNITI D’EUROPA

una costituzione federale per l’unione

dieci punti prioritari base dei suoi fondamenti ideali. 5. Solo questa Europa, chiamata a farsi PER UN’ALTERNATIVA ALL’EUROPA promotrice dei diritti umani univer- DEGLI EGOISMI NAZIONALI sali, può bilanciare ogni tentazione unilaterale ed egemonica, rispon- 1. La costruzione dell’Europa federale dendo alle aspirazioni di sviluppo deve essere il programma politico diffuso e di libertà che sono proprie prioritario di tutti i liberali e i de- di tutti gli uomini. mocratici. 6. Solo questa Europa, forte dell’U- 2. La riscossa dell’Italia civile passa nione economica e monetaria felice- oggi, come in tutte le tappe decisive mente raggiunta, può salvaguardare della storia del nostro paese Ð dal Ri- e proporre il valore di un sistema so- sorgimento alla fondazione della Re- ciale che coniuga libertà, ugua- pubblica – attraverso l’integrazione glianza, equità e innovazione. dell’Italia nell’Europa occidentale e 7. Compito dei cittadini responsabili è nei suoi valori di libertà, sulla linea battersi perché la Convenzione pre- di Luigi Einaudi, , disponga una Costituzione che attri- Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. buisca all’Unione un vero governo fe- 3. La difesa di questo patrimonio, derale. contro la deriva antieuropea dell’at- 8. La Costituzione deve riaffermare i tuale governo, è dovere di tutte le valori laici delle istituzioni europee, espressioni politiche italiane, sia mo- sulla linea della Carta dei diritti fon- derate che progressiste. L’interesse damentali dell’Unione. nazionale si identifica con il contri- 9. Il processo di allargamento deve va- buto attivo alla costruzione degli lorizzare l’identità dell’Europa e le Stati Uniti d’Europa. sue specificità politiche e civili. 4. Solo un’Europa dotata di proprie 10. Spetta ai paesi fondatori promuovere istituzioni democratiche, diretta- fin d’ora un nucleo federale avanzato mente legittimate, e di una forza ade- di democrazia europea, elemento es- guata alle sue responsabilità, può senziale per garantire unità ed effi- realizzare quel compito storico di cienza di direzione politica all’U- consolidamento della pace che è alla nione nella fase di ampliamento.

roprio mentre si predispone e si teva apparire utopistico, seppur corroborato Pcelebra l’allargamento delle istitu- da realistiche motivazioni e convinzioni. zioni comunitarie a gran parte dell’Europa ex Anche mezzo secolo fa, la costru- comunista, e proprio mentre è in corso la di- zione europea non avrebbe potuto essere av- scussione sul futuro costituzionale di tali isti- viata senza una forte spinta volontaristica e tuzioni, l’Unione europea – le sue opinioni senza un lungimirante esercizio di leadership pubbliche e le sue classi dirigenti Ð sembra da parte delle classi dirigenti dei vecchi Stati avere smarrito la consapevolezza e il signifi- nazionali. Il processo di costruzione dell’Eu- cato storico dell’intero processo di integra- ropa federale non sarebbe mai stato neppure zione. L’Europa non avverte più l’urgenza avviato, se abbandonato alla spontaneità delle delle spinte che ne avevano determinato quel dinamiche sociali. percorso di pace e di integrazione che ancora La consuetudine e le quotidiane ra- alla fine della seconda guerra mondiale po- gioni di contatto fra europei hanno attenuato

26 • GLI STATI UNITI D’EUROPA GLI STATI UNITI D’EUROPA

di molto le diffidenze reciproche e forse anche processo di unificazione federale. L’Europa è il peso di secolari pregiudizi e stereotipi. Tut- all’origine della libertà garantita dalle leggi, tavia nell’opinione pubblica persistono pre- dei diritti umani, della democrazia, del libe- concetti, diffidenze, incomprensioni verso le ralismo, dello sviluppo economico capitali- istituzioni comuni, per decenni descritte come stico, della rivoluzione scientifica, della li- lontane dalla concretezza e della quotidianità bertà di sperimentare nuovi modi di vivere, della vita sociale ed economica dei cittadini e dell’emancipazione dai vincoli di tradizioni intente alla produzione di regolamentazioni costrittive e autoritarie. Ed è il luogo in cui, burocratiche spesso incomprensibili. All’inca- nell’ultimo mezzo secolo, lo sviluppo econo- pacità delle classi politiche nazionali, per lo mico si è associato più che altrove a un dif- più di livello assai modesto, di promuovere fuso sviluppo umano e a migliori opportunità una reale democratizzazione delle istituzioni di vita per la generalità dei suoi cittadini; è il europee, attribuendo ai suoi organi, a comin- luogo in cui più che in ogni altra parte del ciare dal Parlamento, poteri adeguati alle forti mondo si sono affermati non solo il governo ragioni geopolitiche, economiche e ideali del- delle leggi e la certezza del diritto, ma anche l’integrazione, si è aggiunta da molti anni l’a- la mitezza e l’umanità delle leggi. La Fede- bitudine delle stesse classi politiche di scari- razione europea deve costituire quindi una care sull’Europa la responsabilità di ogni tappa decisiva, e in qualche modo un compi- scelta che apparisse impopolare. mento e lo strumento per l’espansione ulte- Il costante discredito che ne deriva riore di questi valori e di questi principi. per le istituzioni europee è ulteriormente ag- L’Italia, da paese maggiormente im- gravato dall’instabilità sociale e dai muta- pegnato a favore dell’integrazione federale, menti generati dai più generali processi di quale era stato per decenni, si è ritrovata dopo mondializzazione dell’economia. Molti citta- le ultime elezioni politiche a capofila degli an- dini hanno l’impressione che le loro vite siano tieuropei, senza neppure avere a disposizione, governate da poteri incontrollati e lontani. De- come i conservatori britannici, una strategia magoghi populisti hanno difuso la convin- alternativa. L’ostilità nei confronti dell’U- zione che la sola via d’uscita sia costituita dal- nione europea è in realtà ostilità contro la sola l’impossibile rifugio nel calore di comunità istituzione che, ponendo un limite al sac- locali idealizzate e premoderne, fondate sulla cheggio delle risorse pubbliche e imponendo condivisione di identità statiche e di valori tra- la disciplina finanziaria propria dell’Unione dizionali, negatrici in realtà di libertà indivi- economica e monetaria, è stata e resta in duali e scelte di vita non conformate a quelle grado di impedire all’Italia di scivolare del passato: in una parola, nel rifiuto della mo- verso esiti di tipo latino-americano. dernità politica e di ogni istituzione e valore Di tutte le ottime ragioni che sug- peculiare e tipico dell’Occidente liberale. geriscono di contrastare con ogni mezzo de- Ma le classi politiche nazionali sem- mocratico l’attuale maggioranza parlamen- brano incapaci di far comprendere ai cittadini tare, la sua politica antieuropea Ð che pur- che è proprio e soltanto la dimensione europea troppo esprime umori condivisi alle origini che può consentire di influire in qualche mi- del processo di integrazione anche da buona sura sugli stessi processi e mutamenti globali. parte della sinistra italiana e tuttora riemer- E che solo istituzioni europee dotate di un’i- genti nella sinistra autarchica e populista Ð dentità politica forte e di una legittimazione ci appare come una delle più rilevanti e delle propria possono forse essere all’altezza di un più urgenti. Ma anche una delle meno fre- tale ruolo e di un tale compito. é indispensa- quentate. bile richiamare i ceti dirigenti europei alle loro responsabilità. E lo stesso vale per una larga parte della cultura europea, che vede il solo merito del processo di integrazione dell’Eu- ropa nell’aver spinto alla cooperazione paci- fica popoli che poco e nulla avrebbero in co- * Riproponiamo stralci del Manifesto pro- mune. grammatico da cui è nato un anno fa il pro- A questo smarrimento delle motiva- getto di questa rivista. Il testo integrale è zioni politiche e ideali vanno contrapposte stato pubblicato nel numero 87 di “Critica nuovamente le ragioni dell’Europa e del suo liberale”, del gennaio 2003.

PRIMAVERA 2004 • 27 INDICI & COLOPHON

INDICE INDICE GLI STATI UNITI D’EUROPA VOLUME 1 L’IDENTITÀ DELL’EUROPA 2003 n. 1 primavera 2003 2. editoriale, costruire l’europa -1. una europa federale 3. ernesto bettinelli, interferenze e vigilanza -2. pat cox, alcune risposte a giscard -4. ugo ferruta, scontro tra tesi opposte 5. franco osculati, giusti, e competitivi, -5. francesco gui, unfit to lead europe -8. pier virgilio dastoli, l’italia deve scegliere perché no? -10. felice mill colorni, i confini delle identità politiche 7. alberto majocchi, un solo obiettivo, - 13. francesco gui, ginevra 1867 la federazione n. 2 estate 2003 - 17. graham watson, l’avidità di berlusconi 10. romano prodi, minoranze, lingue, bilancio - 18. beatrice rangoni machiavelli, la politica dei piccoli passi 13. carlo alberto redi, un crogiolo per - 19. euroscettici e antioccidentali l’innovazione - 20. crocodile, quale multilateralità - 21. capire il trattato-costituzione 16. giulio ercolessi, confini e valori civili - 22. francesco gui, il preambolo tormentone - 23. ugo ferruta, I. un vero ibrido 19. alberto martinelli, passato e futuro - 24. pier luigi petrillo, II. i diritti ridimensionati - 26. cristiano zagari, III. alcune innovazioni di un progetto - 27. f.g., IV. in cauda venenum? 21. salvatore veca, l’europa che vogliamo - 29. felice mill colorni, allargamenti senza fine? essere n. 3 autunno 2003 - 33. francesco gui, attacco alla commissione 23. romano prodi, un’unione di popoli - 34. beatrice rangoni machiavelli, le tre europe - 35. felice mill colorni, un’intesa con la turchia, e di nazioni ma fuori 26. una costituzione federale per l’unione - 42. alberto majocchi, un nuovo piano delors - 40. david herbert lawrence, gli americani e gli europei - 46. b.r.m., l’italia di berlusconi sotto inchiesta heri dicebamus - 47. crocodile, il toro e la giovenca 4-9-12-18-20-25. monnet - churchill -kennedy n. 4 inverno 2003 - 49. editoriale, un semestre disastroso - 51. editoriale, l’ulivo di spinelli Direzione: Giulio Ercolessi, Francesco Gui, - 52. crocodile, il destino della costituzione - 53. graham watson, il fallimento di berlusconi Beatrice Rangoni Machiavelli. - 54. beatrice rangoni machiavelli, l’ambizioso Direttore responsabile: Enzo Marzo obiettivo di lisbona Redazione di Bruxelles: Ugo Ferruta (coordina- - 55. francesco gui, prospettive dopo lo scasso - 59. pier luigi petrillo, eurodeputati ma non tore), Michele Ciavarini Azzi, Costanza Ciminelli. eurotestimoni Direzione e redazione: via delle Carrozze, 19 - 60. francesco gui - alfonso ìozzo, 00187 Roma - tel. 06.679.60.11 quale movimento federalista? e-mail: [email protected] sito internet: www.criticaliberale.it HANNO COLLABORATO: Amministrazione e abbonamenti: edizioni Dedalo Ernesto Bettinelli, Professore di Diritto costitu- srl Ð V.le Luigi Jacobini, 5 Ð 70123 Bari zionale, Università di Pavia; Giulio Ercolessi, Co- tel. 080.531.14.13 Ð fax 080.531.14.14 direttore de “Gli Stati Uniti d’Europa” e membro c.c.p. n. 11639705 dell’Esecutivo della Fondazione Critica liberale; e-mail: [email protected] Franco Osculati, Professore di Scienze delle fi- nanze, Università di Pavia; Alberto Majocchi, Pro- sito internet: www.edizionidedalo.it fessore di Scienze delle finanze e Finanza pub- Critica liberale esce undici volte l’anno. blica europea, Università di Pavia; Carlo Alberto Un fascicolo costa m 3,00. Fascicoli arretrati m 4,50. Redi, Professore e Direttore del Dipartimento di Periodico mensile Biologia animale, Università di Pavia; Alberto Martinelli, Professore di Scienza politica, Univer- Spedizione in abbonamento postale, 45%, art. 2, comma sità di Milano cofondatore di “Reset”; Salvatore 20/b, Legge 662/96 Ð Filiale di Bari Veca, Professore di Filosofia politica, Università Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 555 del 20.12.1993 di Pavia. Stampa: Dedalo litostampa srl, Bari Questo numero è stato chiuso in redazione il 20 luglio 2004.

28 • GLI STATI UNITI D’EUROPA taccuino

marzo 2003 ¥ 29