I GAGINI NEL TERRITORIO DEI NEBRODI

La zona dei Nebrodi, ed in particolare la Diocesi di Patti, è ricca di una vasta produzione scultorea ad opera, tra il Cinquecento ed il Seicento, della famiglia dei Gagini: statue di Madonne di quattordici tipologie diverse disseminate in quasi tutti i paesi ne sono uno dei frutti più prestigiosi.

I due personaggi più noti dei Gagini furono DOMENICO, il capostipite, e il figlio ANTONELLO. Il padre, Mastru Duminucu marmuraru – così era chiamato a – nasce a Bissone, sul lago di Lugano, intorno al 1420-1425. La sua formazione è toscana (fu allievo del Brunelleschi a Firenze). Lavorò molto a Palermo, rivaleggiando con Francesco Laurana (1430-1502). Suo è il sarcofago dei Filangeri, a San Marco d’Alunzio.

ANTONELLO fu grande quanto il padre. Di lui si conoscono solo alcune commissioni, fra le quali quella della Tribuna maggiore della Cattedrale di Palermo. È proprio a che, nel 1498, Antonello inizia la sua vasta produzione scultorea. A lui è attribuita, anche se con riserve, una Annunciazione, realizzata forse nel 1532 e conservata a nella Chiesa del Convento di Santa Chiara. Certamente sue sono invece una Madonna della Neve a , realizzata nel 1534 e custodita nella Chiesa del Rosario, di pregevole fattura e proporzioni, e ancora una Madonna con Bambino o della Neve a , realizzata nel 1521 e conservata nell’omonima Chiesa. Di Antonello Gagini è pure l’Annunziata (1506), custodita nella Chiesa Madre di , scultura di esili proporzioni, ma di elegante definizione del panneggio. Sempre a Ficarra sono presenti altre due opere, un Tabernacolo in marmo bianco, realizzato nel 1536, proba­ bilmente opera di un artista della bottega gaginesca e una Madonna con Bambino o di Loreto, datata 1544 e realizzata dal figlio Antonio per la Chiesa di Santa Maria di Gesù, oggi nella Chiesa Madre. Allo stesso Antonello appartiene un’altra pregevole statua di Santa Maria di Gesù a . A Caprileone, originariamente nella Chiesa dell’Annunziata, oggi nella Chiesa di San Costantino, è conservata un’Annunziata, attribuita con riserva ad Antonello e datata presumibilmente 1535, di graziose forme e proporzioni. Antonello Gagini si sposò due volte: dalla prima moglie, Caterina, ebbe due figli: GIANDOMENICO e ANTONIO; dalla seconda moglie, Antonina, ne ebbe altri quattro. I primi due, avuti da Caterina Blasco, collaborarono spesso con il padre, soprattutto nel messinese, dove realizzarono molte sculture di Madonne: furono attivi a Caprileone, , Patti, San Salvatore di Fitalia, Ficarra, Galati Mamertino, San Piero Patti e . Degli altri figli, BONIFACIO o “Fazio” lavora con il padre a Palermo (Cattedrale) e Monreale (Cappella del Crocifisso), mentre GIACOMO è attivo soprattutto a Palermo, Alcamo, Naso, , Longi e Sinagra. Ma la “gens” gaginiana non si estingue con i figli, infatti ancora molti nipoti e parenti di Antonello continuano a lavorare nelle botteghe ed è proprio Messina a diventare, con le opere di Antonello e della sua bottega, il centro propulsore della nuova maniera della rinascenza continentale. Don Basilio Scalisi