La Valle del Reno

52 PENSIERI: IL RENO, A CASALECCHIO PORRETTA E LA DIMENSIONE DEL TEMPO “Che bella idea che ha avuto il fiume Reno Il primo ricordo che ho di Porretta è il ponte di toccare con le sue fresche e dolci acque sul Reno da cui mi affacciavo per guardare le oltre a città meravigliose come Basilea, trote. Non so se si vedano ancora - temo di Mannheim, Coblenza, Bonn, Düsseldorf no - ma quando io avevo otto anni, nell’or- anche la non meno splendida Casalecchio. mai lontano 1963, quel gesto di osservare i Certo, al vecchio fiume non possiamo che pesci dall’alto mi garantiva un ’ di sollievo rimproverare la sua pigrizia che se vinta gli dopo le ore trascorse alle terme, tra orrendi avrebbe consentito di toccare pure Utrecht aerosol e soggiorni in acque non proprio e, per fare felice anche Erasmo, Rotterdam. profumate. Sul ponte mi ci portava mio Gli abitanti di Casalecchio, nei tempi remo- padre, e anche questo è un bel ricordo, visto ti e medievali, vollero invece averlo tutto che assieme a lui non ci potrei tornare più. per sé e costruirono una chiusa che permise Oggi, trote a parte, non mi sembra che loro di poter guardare dall’alto in basso gli Porretta sia molto cambiata, anche se io la abitanti di altri borghi meno fortunati, ba- frequento solo di sera, per militanza lettera- gnati dal piatto Po, dal poco blu Danubio, ria, e di giorno non so…. Di sicuro, non ha dalle acque un po’ stagnanti della Mosella. perso il fascino dei luoghi europei, da primi Casalecchio allora fu subito superba e amò del Novecento, con i suoi alberghi un po’ quel fiume in modo quasi insensato, gettan- demodé e i suoi caffè accoglienti, compre- dosi quasi scosciata sulle sue rive rumorose, so quello in cui sorseggiai per la prima volta ispiratrici non del melenso walzer ma della un goccio di birra. Per arrivarci, poi, ci si im- ben più energica filuzzi” piega ancora una vita, mentre tutt’intorno il mondo vola, ed è anche per questo suo ap- Alessandro Fullin partenere alla dimensione del tempo lento attore e autore di testi comici e commedie, artista di Zelig e sospeso che continua a piacermi, più di ogni altro posto della nostra provincia.

Il Fiume Reno Stefano Tassinari, scrittore, Il Reno, in celtico “acqua che scorre”, nasce in vicepresidente Associazione Scrittori Toscana sul Monte delle Piastre e dopo un bre- ve e impetuoso tratto fa il suo ingresso in . Siamo a Ponte della Venturina, nel territorio del Una storia millenaria scorre insieme a tutto il di Granaglione: di qui il corso del fiu- corso del Reno, straordinario museo all’aperto me disegna una verde vallata, che in 75 km scen- capace di raccontarci la sua storia geologica e de sinuosa fino a . quella dell’uso delle sue acque, che hanno in- fluenzato profondamente l’economia di que- Da Casalecchio, il fiume inizia il suo corso nel- ste terre, facendo di Bologna la prima città in- la pianura bolognese che attraversa fin quasi a dustriale d’Europa. Ferrara. I suoi argini, fra i più alti e imponenti della Val Padana, sono visibili da chilometri di Il Reno è anche una preziosa arteria ambienta- distanza e accompagnano il fiume fino a lam- le che offre scorci di straordinaria bellezza, che bire le Valli di e a giungere final- una volta scoperti è impossibile non amare. mente alla foce nel mare Adriatico. Nel suo ultimo tratto, il Reno occupa l’antico letto del Po di Primaro, al tempo dei Romani ramo prin- Il fiume Reno in pianura cipale del Grande Fiume. archivio Comune di

53 La Valle del Reno l’appennino

L’itinerario di visita Da non perdere: L’itinerario ruota intorno alla SS Il Corno alle Scale e il suo comprensorio sciistico 64 Porrettana. All’altezza di Ver- Il Museo Marconi a Pontecchio () gato si divide in due percorsi L’area archeologica e il Museo Nazionale Etrusco paralleli: il primo guida il viag- di giatore dalle colline morandia- La Pieve di Roffeno ne al Parco dedicato ai due La Pieve di Panico e gli altri capolavori dei Maestri comacini grandi laghi di Suviana e del La Chiesa di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto a Riola Brasimone, mentre il secondo e le colline morandiane sale fino in cima alla più alta La Rocchetta Mattei vetta del bolognese, il Corno Il borgo medievale di La Scola alle Scale, per arrivare a Por- Palazzo Comelli a Bargi retta Terme, capitale del benes- I borghi di Baigno, Stagno e Chiapporato sere termale e chiudersi a Gra- I Parchi Regionali e le riserve naturali naglione a ridosso del crinale Le Terme di Porretta tosco-emiliano. Il Porretta Soul Festival Gli zuccherini montanari - Casalecchio di Reno I funghi, i tartufi e le castagne della Valle del Reno - Sasso Marconi La birra di castagne di Granaglione - Marzabotto -

Dalle colline morandiane al Parco dei Laghi Casalecchio - Grizzana Morandi di Reno - -

Verso i più alti crinali - Castel d’Aiano Sasso Marconi - - - Porretta Terme - Granaglione Marzabotto

Castel d’Aiano Vergato

Grizzana Morandi

Gaggio Montano

Lizzano Camugnano Castel di Casio in Belvedere Porretta Terme

Granaglione

54 La storia e l’ambiente Tra queste si segnalano il miele di crinale e la La storia della Valle del Reno affonda le sue castagna di Granaglione, ultimo Comune pri- radici nella civiltà degli Etruschi, che qui ma della Toscana, che riserva una sorpresa: la hanno lasciato importanti tracce della loro birra di castagne Beltaine, ispirata alla pre- presenza: nella zona di Marzabotto affiorano senza dei Celti nella vallata. Originali sono le vestigia di una grande città del VI secolo anche i ciacci di castagne, la crescenta del- a.C., presso cui si trova il Museo Nazionale l’uva di Vergato e i borlenghi. Da provare gli Etrusco “Pompeo Aria”. Successivamente con- zuccherini montanari, protagonisti della quistata prima dai Celti e poi dai Romani, la Sagra di Riola. vallata, divisa tra possedimenti Bizantini e Longobardi, fu attraversata per secoli da con- Come arrivare flitti per il comando sui diversi borghi e - Autostrada A1 Bologna-Firenze: uscite a castelli. In questo contesto si giocò la vicen- Sasso Marconi, Rioveggio e Pian del Voglio. da dei Conti di Panico, fieri avversari del Co- - Strade: SS 64 Porrettana ( - Bologna) mune di Bologna, dopo aspre lotte ridotti - Linea ferroviaria Bologna-Pistoia: stazioni a all’obbedienza anche grazie all’istituzione dei Casalecchio di Reno, Borgonuovo, Sasso Capitani della Montagna, di cui resta memo- Marconi, Lama di Reno, Marzabotto, Pian ria nello splendido palazzo di Vergato. Al di Venola, Pioppe di Salvaro, Vergato, Riola, medioevo risalgono anche le meravigliose Silla, Porretta Terme, Ponte della Venturina, opere dei Maestri comacini e le tante case- Molino del Pallone, Biagioni. torri che ancora oggi costellano la vallata. - Linee ATC www.atc.bo.it. Erede della grande tradizione costruttiva comacina è Palazzo Comelli di Bargi (Camu- Informazioni Turistiche gnano). Ma non mancano testimonianze della Sasso Marconi storia più recente: dalla casa museo Gugliel- Via Porrettana, 312 - 40037 Sasso Marconi (BO) mo Marconi, ai luoghi del pittore Giorgio Tel. 051.6758409 - [email protected] Morandi, passando per la fiabesca Rocchetta Orari d’apertura: Mattei, fino alle atmosfere liberty delle Terme lunedì 15.00-20.00 Alte di Porretta. Capolavoro dell’architettura martedì-venerdì 9.30-14.00 / 15.00-20.00 contemporanea è la chiesa di Riola, unica sabato e domenica 10.00-12.30 / 15.30-20.00 opera in Italia del grande maestro finlandese Alvar Aalto. Porretta Terme L’ambiente, di rara bellezza, varia molto a se- P.zza della Libertà, 11 - 40046 Porretta Terme (BO conda dell’altitudine, che sale fino a sfiorare i Tel. 0534.22021 - [email protected] 2000 m del Corno alle Scale. Quasi intera- Orari d’apertura: mente ricoperto da boschi di castagno e di da lunedì a sabato (invernale) 8.30-14.30 faggio, il paesaggio è oggi tutelato da ben tre da lunedì a sabato (estivo) 9.00-12.00/16.00-19.00 Parchi regionali: il Parco del Corno alle Scale, domenica (estivo) 10.00-13.00 il Parco dei Laghi e il Parco Storico di Monte Sole, oltre che dal Parco Provinciale di Mon- Lizzano in Belvedere tovolo e dalla riserva del Contrafforte plioce- P.zza G. Marconi, 6 - 40042 Lizzano in Belvedere (BO) nico. Tel. 0534.51052 - [email protected] Orari d’apertura: A tavola tutti i giorni (estivo e Natale) 9.30-12.30/15.30-18.30 La cucina del territorio, così come il dialetto, martedì, giovedì e venerdì (invernale) 9.30-12.30 è caratterizzata dalla collocazione geografica sabato e domenica (invernale) 9.30-12.30/15.00-18.00 di confine tra l’Emilia e la Toscana. I piatti risentono delle blasonate tradizioni gastro- Vidiciatico (Lizzano in Belvedere) nomiche delle due regioni, fondendosi in P.zza XXVII Settembre, 8 - 40042 Vidiciatico (BO) gustose contaminazioni. Accanto alle tipiche Tel. 0534.53159 - [email protected] minestre emiliane (così nel Bolognese si chia- Orari d’apertura: mano tutti i primi piatti, non solo quelli in tutti i giorni (estivo e Natale) 9.30-12.30/15.30-18.30 brodo) troviamo le zuppe di cereali, le succu- lunedì, mercoledì e venerdì (invernale) 9.30-12.30 lente bistecche alla fiorentina, la cacciagione, sabato e domenica (invernale) 9.30-12.30/15.00-18.00 i piatti a base di tartufo, funghi e castagne, senza dimenticare le infinite altre delizie che Molino del Pallone (Granaglione) regalano il sottobosco e le alte brughiere, Via Roma, 56/1 - 40030 Molino del Pallone (BO) confezionate secondo antiche ricette. Tel. 0534.62468 - [email protected] Nuova apertura 2007

55 La Porrettana: una strada lunga oltre 2000 anni

Il Balzo dei Rossi a Sasso Marconi- archivio Ecosistema - Andrea Serra

Abitata da sempre, la Valle del Reno ricopre, “Porrettana”, costruita contemporaneamente fin dai tempi degli Etruschi, un ruolo decisivo al suo prolungamento sul versante toscano, la come via privilegiata delle comunicazioni tra Via Leopolda, così chiamata in onore del Gran- Emilia e Toscana. duca di Toscana Leopoldo II.

Nel Medioevo, la strada veniva chiamata Via Ancora oggi la Porrettana unisce città e pae- Francesca della Sambuca e rappresentava saggi estremamente diversi ma tutti altrettan- un’importante variante della Via Francigena, to affascinanti, in un percorso attraverso loca- usata dai pellegrini nei loro viaggi verso Roma. lità incastonate tra nevi e nebbie, boschi e Questi antichi percorsi oggi sono stati risco- grandi spazi, montagne e pianure che non la- perti e sono percorribili in parte a piedi, in sciano indifferente il viaggiatore. parte con mezzi pubblici o in automobile, ac- compagnati dalla pubblicazione, Sulle tracce Il 3 novembre 1864 partì il treno a vapore che dei pellegrini, curata da Renzo Renzi per la inaugurò la ferrovia parallela alla Porrettana, Provincia di Bologna. che collega Bologna a Pistoia, prima strada fer- rata transappenninica all’epoca considerata Pur se semplice mulattiera, la fondovalle del una delle più ardite d’Europa. Il viaggio per Reno fino al Settecento continuò ad essere percorrere l’intero cammino era di sei ore e una delle vie transappenniniche maggiormen- mezzo. Oggi questa bella tratta è riservata a te frequentate. Con l’industrializzazione le esi- una linea regionale che permette di risalire, in genze infrastrutturali cambiarono e si impose- circa un’ora e mezza, la Valle del Reno e di rag- ro nuovi interventi: nel 1847 sotto il Governo giungere, respirando un’atmosfera d’altri tem- Pontificio di Papa Gregorio XVI venne termina- pi, molte delle località toccate dal nostro iti- ta nel versante bolognese la Strada Statale 64 nerario.

Eventi Suoni dell’Appennino è una rassegna musi- Crinali, festival di teatro canzone della Valle cale estiva che permette di scoprire antichi del Reno offre al pubblico la possibilità di borghi, santuari, pievi medievali e bellezze assistere a pièce teatrali mix tra musica e naturali dell’Appennino, attraverso concerti di poesia, con spaccati di storia del territorio e musica di ogni genere. Il festival valorizza le di altre culture in luoghi d’incontro come promesse musicali del territorio e si avvale sono appunto i crinali di montagna. della presenza di artisti di fama internaziona- www.comune.porrettaterme.bo.it le. Nato nella Valle del Reno, l’evento coinvol- ge oggi anche le altre vallate dell’Appennino. www.associazionemusicae.com

56 Casalecchio di Reno

Iniziamo il nostro viaggio a Casalecchio di Re- verso il sentiero dei Brégoli, un’antica mulat- no appena 5 km da Bologna, lungo la Porret- tiera che, immersa nei boschi, conduce escur- tana SS 64. sionisti e pellegrini dalla chiesa di San Mar- tino fino ai piedi della venerata icona bizanti- Già meta di villeggiatura dell’aristocrazia bo- na della Madonna di San Luca. lognese, nel 1883 Casalecchio venne collegata Di fronte al Colle della Guardia, al di là del a Bologna con una tramvia a vapore e alcuni fiume, sorge l’Eremo di Tizzano (4 km dal cen- suoi locali, come il Caffè Pedretti, divennero tro di Casalecchio, in direzione ). luoghi di ritrovo dell’élite culturale raccolta Già eremo dei Camaldolesi, la grande chiesa intorno a Giosuè Carducci. barocca è composta da sei cappelle collegate Contemporaneamente Casalecchio ricevette tra loro. Al suo interno, si segnalano il coro un forte impulso industriale e le sue frequen- ligneo e le tele di Gandolfi e del . Sul tazioni si arricchirono di importanti presenze retro sono visibili due delle diciassette celle straniere come i tedeschi dell’Argenteria e del- dove vivevano i monaci. Notevole il panorama la birreria Ronzani (oggi centro commerciale), su Bologna e la pianura. e gli inglesi della filanda della Canonica. Oggi è un vivace centro culturale e commerciale, Allo scopo di deviare verso la città parte delle immerso nel verde alle porte di Bologna. acque del Reno, furono costruiti nel XII secolo una prima Chiusa e il Canale di Reno. A dominare il paese è il Colle della Guardia, La Chiusa è oggi ancora in funzione e lungo il sormontato dalla mole del celebre tempio Canale corre una bella pista ciclabile che con- mariano di San Luca, unito a Bologna dal por- sente un tranquillo collegamento nel verde tico più lungo del mondo. Anche Casalecchio fino a Bologna. è direttamente collegata al Santuario attra-

Storia e Cultura Vignola (Jacopo Barozzi), che ancora oggi re- La Chiusa e il Canale di Reno sta una meravigliosa testimonianza dell’inge- L’obiettivo era quello di fornire forza motrice gneria idraulica dell’epoca. ai mulini e agli opifici della città medievale in Procedendo verso Bologna lungo il canale, si piena espansione, oltre che di alimentare vie incontra un altro manufatto che testimonia navigabili che aprissero ai prodotti bolognesi della storia produttiva bolognese legata alle canali commerciali internazionali. Fu così che acque del Canale di Reno: la Filanda, storico a Casalecchio nel 1208 venne costruita, a spe- opificio per la lavorazione della canapa, se del Comune di Bologna, una prima chiusa danneggiato dalla seconda guerra mondiale stabile in legno. e oggi recuperato nella sua parte che affac- Risistemato il Canale di Reno che collega la cia sul canale e adibito a sede della “Casa Chiusa alla città, Bologna riuscì ad alimentare per la Pace”. un fitto reticolo di canali, chiaviche e chiavi- Da non perdere: Il 29 Agosto di ogni anno i cotti, che ne fece una città d’acque, nonché Consorzi dei Canali di Reno e aprono un grande centro europeo di produzione del gli impianti e organizzano visite alle struttu- velo di seta. Ricostruita più volte, la Chiusa re approfondendo la loro storia, le caratteri- non riusciva tuttavia a reggere le piene. Nel stiche e le funzioni operative di un tempo e 1567 papa Pio V ne ordinò pertanto la rico- di oggi. struzione e ne impose la manutenzione a co- Info: Consorzio della Chiusa di Casalecchio e loro che dall’acqua traevano utili. Sorse così del Canale di Reno - Tel. 051.6493527 la grande chiusa costruita su disegno del www.consorzireno-savena.it

57 Sulla riva destra del Reno, adagiato sulle colli- Sport e Vacanza attiva ne che si arrampicano fino al santuario di San Canoa Luca, il Parco Talon è uno dei polmoni verdi Il Reno, in prossimità della Chiusa, scorre che cingono scenograficamente Bologna. tranquillo e consente a tutti, adulti e ragaz- zi, di praticare il canottaggio in sicurezza, di Natura allenarsi e anche di divertirsi in una vera e Il Parco della Chiusa, noto come Parco propria palestra fluviale, dotata anche di un Talon, è costituito dagli ex possedimenti campo permanente di canoa slalom. dei marchesi Sampieri Talon, che dal ‘600 Questo tratto di fiume viene utilizzato qui costruirono diverse ville. Il parco ha tutto l’anno per gli allenamenti della squa- conosciuto momenti di grande splendore dra agonistica di canoa fluviale (Info: A.S.D. mondano, in particolare nel ‘700. Canoa Club Bologna Tel. 051.575354; Nell’Ottocento Stendhal, assiduo frequen- [email protected]). tatore di questi luoghi, lo paragonò al “Bois A Casalecchio notissimo è anche il Pala- de Boulogne”. Ancora oggi è possibile sport, tempio del basket tricolore e sede dei immaginarne gli antichi fasti nobiliari pas- più importanti concerti pop della regione. seggiando lungo i viali alberati, sostando nei grandi prati all’inglese e attraversando bo- schetti pensati apposta per perdervisi den- Da segnalare sono anche il polo culturale tro. Qua e là si riconoscono i ruderi delle della “Casa della Conoscenza” e il Teatro artificiose invenzioni architettoniche, per le “Alfredo Testoni”. Il teatro, che si trova in Piazza quali gli studiosi fanno anche il nome del del Popolo, venne costruito nel 1928, quale famoso architetto e scenografo Ferdinan- sede della locale Casa del Fascio. La costruzio- do Galli Bibiena. In primavera e in estate il ne è ingentilita da una loggia, all’epoca desti- parco diventa la suggestiva cornice di mani- nata alle esercitazioni di scherma. festazioni e rassegne culturali. Eventi Festa degli Aquiloni, Parco Talon: 1° maggio. Di fronte al Parco Talon, il Lido di Casalec- Reno Folk Festival, suoni e sapori della chio è raggiungibile dal centro della cittadina tradizione: musica folk, danza, stage e con una bella passeggiata ciclabile che offre spettacoli, stand gastronomici: giugno. uno splendido panorama sulla Chiusa e sul Trimi’s Festival, rassegna musicale inter- fiume. Qui in estate è possibile prendere il nazionale - www.trimisfestival.it: giugno. sole e rilassarsi sulle rive del Reno in una Festa di San Martino: 11 novembre. spiaggia attrezzata come un vero e proprio stabilimento balneare. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

La chiusa archivio Comune di Casalecchio di Reno 58 Sasso Marconi

Risalendo la Porrettana, si entra nel territorio Proseguendo verso Sasso, si incontra il borgo di Sasso Marconi, che deve il suo nome alla di Colle Ameno, interessante episodio archi- Rupe, nota nel Medioevo come Sasso di tettonico a fini abitativi e produttivi di conce- Glòsina, scenografico avamposto del Contraf- zione tipicamente settecentesca. forte pliocenico, e a Guglielmo Marconi, lo Costituito attorno alla villa della nobile fami- scienziato inventore del telegrafo senza fili. glia Ghisilieri, il borgo si presentava come un vero e proprio villaggio preindustriale con Prima di giungere a Sasso, provenendo da Ca- abitazioni e botteghe artigiane, un ospedale salecchio, si incontra la frazione di Pontecchio. per i poveri, una tipografia e una celebre fab- Ben visibile dalla SS 64 Porrettana, si staglia Villa brica di ceramiche. Durante la seconda guerra Griffone, costruita alla fine del Seicento e mo- mondiale divenne un centro nazista di prigio- dificata nel Settecento. Nel 1895 l’edificio passò nia e smistamento. Oggi della villa non resta- alla famiglia Marconi e proprio qui il giovane no che suggestive rovine, mentre il borgo e il Guglielmo compì il suo esperimento di trasmis- parco, aperti al pubblico, sono stati oggetto sione. Scavato nel colle su cui sorge la villa, il di recente recupero. Annesso al complesso è Mausoleo dello scienziato è opera del celebre l’oratorio di S. Antonio da Padova, vero gioiel- architetto del fascismo Marcello Piacentini, che lo di arte barocca per la cui visita bisogna per il progetto si è ispirato alle tombe etrusche. rivolgersi alla Fondazione Guglielmo Marconi. Musei - Personaggi e Cultura L’era del wireless, della comunicazione sen- za fili, nasce qui, nella seicentesca Villa Grif- fone di Pontecchio, residenza di famiglia e luogo dei primi esperimenti di telegrafia di Guglielmo Marconi (Bologna 1874 - Roma 1937). Oggi la villa è sede della Fondazione e del Museo dedicati al grande inventore. Emozionante è la visita alla celebre “stanza dei bachi”, primo laboratorio del giovane scienziato, destinato appena trentacin- quenne al Nobel per la Fisica. Nel parco è custodito il relitto del panfilo “Elettra”, laboratorio galleggiante di Marconi dal 1919. Le visite al Museo - particolarmente stimo- lante la sua offerta didattica - si effettuano Villa Griffone - Museo Marconi su prenotazione e con visita guidata. Sulle archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni tracce di Marconi, a Granaglione è possibile visitare l’antica casa (XV sec.) della famiglia Tra le numerose ville della zona, merita sicu- d’origine dello scienziato, mentre nella ramente una visita il Castello de’ Rossi, dal- piazza di Porretta è il bel palazzo apparte- l’elegante profilo merlato che si allunga sulle nuto al padre (nato alle vicine Croci di Ca- rive del Reno, raggiungibile con una devia- pugnano), dove Guglielmo trascorse le zione di 1,4 km dalla Porrettana. estati della sua infanzia. Costruito alla fine del Quattrocento dal ban- chiere Bartolomeo Rossi, ospitò i papi Giulio MUSEO MARCONI - Villa Griffone II, Paolo III, Leone X, il poeta Torquato Tasso Via Celestini, 1 - Pontecchio Marconi e Giovanni II Bentivoglio. 40044 Sasso Marconi (BO) Separata dal castello da un canale, la corte, Tel. 051.846121 - Fax 051.846951 animata da locande e negozi, è chiusa a set- [email protected] - www.fgm.it tentrione da una bella torre colombaia a due Apertura: su prenotazione e con visita gui- ordini di logge. In questo scenario si svolge data. Biglietto gratuito. da oltre trecento anni la “Fira di sdaz”, tradi- zionale fiera settembrina.

59 L’Oasi naturale di San Gherardo archivio S.A.P.A.B.A. Natura Il Contrafforte pliocenico Proseguendo lungo la strada che ci ha con- La catena di rocce arenacee del Contraf- dotto al castello, l’elegante architettura in forte, risalente al periodo geologico del legno e metallo del Ponte di Vizzano ci per- Pliocene (tra i 5 i 2 milioni di anni fa), si sta- mette di passare alla scoperta del territorio glia imponente fra le valli del Reno e dell'I- di Sasso sulla destra del fiume Reno. dice. Le sue spettacolari pareti rocciose Costeggiato il grande parco dei Prati di Mu- sono il risultato della sedimentazione di gnano (oltre 110 ettari di verde), si imbocca sabbie e ghiaie trasportate dai fiumi Setta, la strada panoramica delle Ganzole fino al Reno, Savena e , che sfociavano nella bivio che a sinistra porta a Pieve del Pino, pianura padana allora ricoperta dalle acque dove la vista si apre di fronte a uno splendi- del mare. Le successive fasi di sollevamento do anfiteatro naturale di calanchi dominati della catena appenninica hanno innalzato dallo sperone di arenaria del “dente”. Poco queste rocce fino ad oltre 600 m di quota. oltre, deviando a destra dopo 6 km si rag- Le erosioni eoliche hanno poi conferito alle giungono Bàdolo e Monte Adone, cuore del- pareti un aspetto quasi dolomitico: esempio l’area del Contrafforte pliocenico. fra i più belli è quello delle Torri di Monte Adone, nelle vicinanze dell’omonima cima. Natura Tutte queste rocce sono ricche di fossili L’Oasi naturale SAPABA di San Gherar- marini: il reperto più straordinario di questo do si estende tra il fiume Reno e la parete mare perduto è senz’altro la Balenottera rocciosa del “Balzo dei Rossi” e compren- pliocenica di Gorgognano, i cui resti sono de due zone umide create a seguito del ora presso il Museo di Geologia e Paleon- recupero di ex cave di sabbia e ghiaia. tologia dell’Università di Bologna. L’area è dotata di percorsi, cartelli e punti Di grande interesse non è solo l’aspetto di osservazione attrezzati per la fruizione geologico, ma anche quello faunistico- pubblica e didattica (si segnala l’innovati- ambientale con una serie di habitat molto vo capanno anfibio per l’osservazione diversi tra loro. Nell’area non mancano ori- acquatica), agevolata anche dall’ubicazio- ginali testimonianze storiche, come il “co- ne dell’oasi lungo il fiume Reno a metà lombario”, forse un antico sepolcro scavato strada tra il Parco della Chiusa di Casalec- in profondità nella nuda parete. chio di Reno e i Prati di Mugnano di Sasso Marconi. Gli elementi naturalistici salienti Nell’area del Contrafforte, a 10 km circa da dell’oasi sono il falco pellegrino che nidi- Sasso, il Giardino botanico Nova Arbora, fica nella vicina parete di arenaria e gli nato nel cortile di una vecchia casa coloni- uccelli acquatici che frequentano le due ca, ricrea ambienti naturali (stagno, rocce, zone umide. L’area è accessibile ai disabili torbiera) divenuti l’habitat naturale per di- ed è visitabile solo su prenotazione. versi tipi di piante e animali. Si organizzano Tel. 051.6758409. visite guidate e percorsi didattici alla sco- perta di mille specie diverse di piante tra cui alcune a rischio di estinzione in Italia. Info: www.novarbora.com

60 Alla confluenza del Setta nel Reno da segna- Il territorio di Sasso Marconi ha da sempre lare è l’acquedotto romano, straordinaria o- una spiccata vocazione agricola e in partico- pera di ingegneria idraulica che porta l’acqua lare è famoso per la produzione dei vini DOC potabile a Bologna attraverso un percorso nel Colli Bolognesi, microzona Colline Marconia- sottosuolo lungo 18 km. Progettato e realizza- ne. Dal 1999 il Comune aderisce all’Associa- to dai Romani negli ultimi anni del I sec. d.C., zione Nazionale “Città del Vino” e dal 2006 l’acquedotto è tuttora in piena efficienza. ospita l’Info point della Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”. Storia e Cultura L’acquedotto romano Natura Giudicate troppo limacciose le acque Leoni, tigri, scimmie e coccodrilli in Appen- dell’Aposa (l’unico corso d’acqua naturale nino insieme a caprioli e rapaci? Sì, sono gli che attraversa il centro di Bologna) e trop- animali che, sequestrati a chi li ha sottratti po calcaree quelle del Reno, gli ingegneri illegalmente al loro habitat naturale, a Mon- idraulici romani individuarono nel Setta il te Adone trovano il loro rifugio. Il centro fiume da cui trarre nel I sec d.C. l’acqua per non è quindi un parco faunistico, né tanto il fabbisogno idrico della colonia di Bono- meno uno zoo, ma un luogo in cui è possi- nia. Da allora, l’acquedotto rimase in fun- bile conoscere e avvicinare animali esotici e zione fino alla caduta dell’Impero, quando selvatici in maniera intelligente e consape- iniziò il suo lento declino, che lo portò ad vole. Per informazioni e visite guidate essere quasi completamente dimenticato. (anche per scuole): Tel. 051.847600 La sua riscoperta nel Settecento si deve CENTRO TUTELA E RICERCA all’abate Calindri, grande studioso della FAUNA ESOTICA E SELVATICA montagna bolognese. Per la sua completa Sede nazionale: Via Brento, 9 riattivazione, ad opera del Comune di Bo- 40037 Sasso Marconi (BO) logna, bisogna attendere il 1883, ma la cosa [email protected] forse più straordinaria è che oggi, dopo www.centrotutelafauna.org oltre 2.000 anni, l’acquedotto serve anco- ra perfettamente le case dei bolognesi. Numerose sono le possibilità di escursioni a piedi per le colline intorno al capoluogo, Sport e Vacanza attiva lungo sentieri che toccano luoghi densi di Free climbing storia e di suggestioni, come il borgo di Jano L’area del Contrafforte pliocenico è il con la sua torre medievale. La Guida turistica regno dell’arrampicata sportiva: dal “me- di Sasso Marconi, realizzata dal Comune, pro- raviglioso castello di sabbia” di Badolo, pone 41 percorsi escursionistici, referenziati in alla falesia di Fosso Raibano. Lunga è la una pratica cartina allegata al volume. storia sportiva di queste rocce e mille i segreti di ognuna delle sue vie. La parte Eventi arrampicabile della Rocca di Badolo è alta Giornata di Guglielmo Marconi: 25 aprile. circa 120 metri e si divide in quattro gran- Camminata “Sopra e sotto i ponti”: di settori: Badolo Basso, Medio, Alto e giugno. New. Nella parte alta ci sono moltissime Tartufesta: tra ottobre e novembre. vie di elevata difficoltà e di stile atletico. Fiera del tartufo e altri prodotti A Fosso Raibano lo stile di arrampicata si del bosco e del sottobosco: novembre. fa elegante e prevalentemente verticale. La bellezza del luogo e la cura particolare Pontecchio impiegata nell’attrezzatura delle vie ne Fira di sdaz (dei setacci), da oltre 300 anni, fanno forse la falesia più bella della pro- la Fiera dei setacci di Pontecchio mette in vincia. Nei giorni in cui il ven- mostra suoni e sapori della to di scirocco soffia forte sul- cultura contadina dell’Appen- l’alta parete della Rocca di nino nella scenografia intatta Bàdolo, qui si può arrampica- della corte di Palazzo de’ Rossi: re al sole e senza vento, anche settembre. Info: 051.843511 d’inverno. La parete è in una proprietà privata: i proprietari Mongardino declinano ogni responsabilità Sagra delle castagne: ottobre. su eventuali danni alla propria persona o a terzi. GIORNO DI MERCATO: Info: www.federclimb.bo.it martedì

61 Marzabotto

Eccoci dunque a Marzabotto, cuore dell’Ap- pennino etrusco.

A partire dal 1831 sono stati rinvenuti a monte dell’abitato i resti di un’importante città etru- sca, che arrivò a contare oltre 4000 abitanti. La visita agli scavi si articola in un emozionan- te percorso che attraverso i resti degli isolati della città sale all’acropoli e si chiude nel sug- gestivo sepolcreto orientale. All’interno del- l’area archeologica, la nuova sede del Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” custodisce i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni sopra Testa di Kouros, sotto Museo Nazionale Estrusco, di tetti delle case, le statuette votive in bron- nella pagina seguente Area archeologica zo e la celebre testa di Kouros. archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Musei sca sotto la spinta delle invasioni celtiche del Area archeologica e Museo Nazionale Etrusco IV secolo a.C. fu inesorabile: quando i Romani La città etrusca di Marzabotto, nota anche ne presero possesso, della città non restava- come Misa dal nome del di Misano no che labili tracce su cui decisero di edifica- su cui sorge, tra il VI e il V secolo a.C. era una re nulla più di una grande villa rustica. Della florida città carovaniera, posta al centro del villa sono visibili le fondamenta, il pozzo e i sistema commerciale che collegava il porto resti di una fornace per laterizi. di Spina, la capitale dell’Etruria padana Per informazioni su visite guidate e pacchetti (Felsina, oggi Bologna) e l’Etruria tirrenica. La didattici, anche integrati con il sito etrusco- pianta della città, costruita secondo la rigo- celtico di Monte Bibele e il Museo archeolo- rosa geometria ippodamea, testimonia i fre- gico di , Tel: 051.2097708/00 quenti scambi tra Etruschi e mondo greco. Il www3.unibo.it/archeologia/marzabot- reticolo delle strade (le principali larghe ben to/home.htm 15 m) disegna un impianto ancora oggi ben MUSEO NAZIONALE ETRUSCO leggibile, che costituisce un caso unico in POMPEO ARIA Italia di pianificazione urbana di età prero- Via Porrettana Sud, 13 mana. Ancora visibili sono i resti di una gran- 40043 Marzabotto (BO) de fonderia per la fusione del bronzo e di Tel. 051.932353 - Fax 051.932353 officine per la lavorazione della ceramica, [email protected] oltre a quelli di numerose abitazioni con cor- Apertura area archeologica: 8.00-19.00, tile interno e pozzo, spesso corredate di una museo: martedì. mercoledì e giovedì 9.00- bottega artigiana che si affacciava sulla stra- 13.00, venerdì, sabato e domenica 9.00-13.00 da. A est e a nord dell’abitato sono le due e 15.00-18.30. necropoli con tombe in travertino, mentre Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1, gratui- sulla piccola altura oltre la Porrettana si trova to ingresso all’area archeologica l’acropoli. Il declino dell’antica colonia etru-

62 Il borgo di Malfolle, a 6 km da Marzabotto Storia e Cultura dopo Pian di Vénola, conserva edifici medie- I Conti di Panico vali di pregio, come la Torre delle Lame del XV La famiglia feudale dei Conti di Panico secolo e l’oratorio di San Niccolò di Bezzano. viene fatta discendere dai Conti di Bologna, Oggi vi trova sede un centro culturale poliva- le cui radici affondano nel IX secolo e si lente. Di qui si può godere il più bel panorama riconducono ai Carolingi. Il primo docu- di questo versante della vallata, proprio di mento a parlarci di loro è del 1068 e per fronte al Parco Storico di Monte Sole. La zona oltre tre secoli i Panico furono i più potenti è un ottimo punto di partenza per escursioni feudatari dell’Appennino bolognese e nello a piedi e in mountain bike. Nei dintorni hanno stesso tempo i più fieri nemici di Bologna. resistito ai secoli diversi altri borghi, come la Nel Duecento la potenza della famiglia è cinquecentesca Ca’ Zanetti di Luminasio. tale che l’imperatore Federico II le ricono- sce il possesso di un vastissimo territorio L’arte romanica trova il suo migliore esempio che si estendeva dall’odierna Sasso Marconi della vallata a Panico (2 Km a nord del capo- fino al confine con la Toscana. Le ostilità luogo, dopo avere scavalcato il Reno sul pon- con Bologna si fecero cruente quando il te di Paganino). Si tratta della pieve di San libero Comune, cacciati i conti che reggeva- Lorenzo, fondata nel 1145 e realizzata in conci no la città, iniziò ad espandere il suo domi- di arenaria ad opera di maestranze comacine nio sulla montagna. Fu una conquista lenta provenienti dalla Toscana. Notevoli i capitelli che si concluse solo verso la fine del ‘300, zoomorfi e l’abside affrescata, nelle cui deco- quando già da tempo nel resto dell’Italia razioni esterne si riconosce l’emblema della settentrionale il sistema feudale era stato rosa, testimonianza del leggendario dominio superato. Per ridurre all’ordine i feudatari dei Conti di Panico. Il castello di Panico sorge- più riottosi, oltre che per difendere i confi- va in posizione strategica sulla collina di fron- ni con la Toscana, Bologna istituì la Magi- te alla pieve e fu definitivamente distrutto dai stratura del Capitano della Montagna, con bolognesi nel 1306. sede dapprima a Scaricalasino (l’odierna ) poi nel castello di Casio e Enogastronomia infine a Vergato, affidandola ai signori di La tigella, tipica dell’Appennino tra Bolo- volta in volta suoi alleati. Nel 1306, la lotta gna e Modena, è - in realtà - non la focac- sfociò in uno scontro sanguinoso fra Guelfi cia, ma la pietra refrattaria su cui viene ada- e Ghibellini. I Conti di Panico, a capo dei giato l’impasto. Col Ghibellini, ebbero la tempo il nome dello peggio: il loro castello strumento ha sosti- venne distrutto, il Conte tuito quello del pro- Maghinardo preso e suo dotto vero e proprio. figlio, il Conte Mostarda, Da notare è la tipica decapitato. Ma il colpo decorazione floreale decisivo i Panico lo rice- al centro di ogni ti- vettero alla fine del gella che richiama lo ‘300, in concomitanza stemma dei Conti di con i tentativi di conso- Panico. Interessante lidamento di un domi- è anche l’uso, an- nio signorile su Bologna. dato perduto, di por- Reo di avere fatto parte re delle foglie di ca- della congiura ordita da stagno tra l’impasto Gian Galeazzo Visconti e la pietra rovente, Tigella per impadronirsi della città, Ugolino da allo scopo di mante- archivio privato Panico fu decapitato in Piazza Maggiore a nere l’umidità. Bologna il 31 dicembre 1389.

63 Marzabotto è nota anche per l’eccidio di 955 Il Comune è stato decorato con la Medaglia civili consumato dai militari tedeschi tra il 29 d’Oro al Valor Militare. Questa la motivazione: settembre e il 5 ottobre 1944. Qui si fermava la Linea Gotica (pag. 160), che “... Incassata fra le scoscesi rupi e le verdi tra il 1944 e il 1945 divideva l’Italia dall’Adriatico boscaglie della antica terra etrusca, Marza- al Tirreno. Incalzati dall’avanzata delle truppe botto preferì ferro, fuoco e distruzioni piutto- alleate, i Tedeschi furono costretti ad arretrare sto che cedere all’oppressore. Per 14 mesi sop- la prima linea fino alle porte di Marzabotto. Fu portò la dura prepotenza delle orde teutoni- durante la ritirata che avvenne il feroce massa- che che non riuscirono a debellare la fierezza cro della popolazione civile, accusata di dei suoi figli arroccati sulle aspre vette di appoggiare la brigata partigiana Stella Rossa. Il Monte Venere e di Monte Sole sorretti dal- 29 settembre 1944 le truppe tedesche iniziaro- l’amore e dall’incitamento dei vecchi, delle no la salita verso la vetta di Monte Sole. Sei donne e dei fanciulli. Gli spietati massacri giorni dopo, dei borghi in cui si consumò la degli inermi giovanetti, delle fiorenti spose e strage non rimanevano che poche rovine. dei genitori cadenti non la domarono ed i suoi 1830 morti riposano sui monti e nelle valli a Natura perenne monito alle future generazioni di Parco Storico Regionale di Monte Sole quanto possa l’amore per la Patria ...” Nella media montagna, tra le valli del Reno (8 settembre 1943 - 1 novembre 1944) e del Setta, il Parco Storico - esempio unico in Italia - sorge sui luoghi della strage nazi- Nella chiesa di Marzabotto è visitabile, tutti i fascista di Marzabotto dell’autunno del 1944. giorni tranne il lunedì, la cripta-ossario costrui- Oggi vi trovano sede la Fondazione Scuola ta in memoria dei martiri. La memoria della di Pace di Monte Sole e la comunità di reli- Seconda Guerra Mondiale e della Strage di giosi fondata da don Giuseppe Dossetti Marzabotto è custodita nel Parco Storico Re- (pag. 25), che qui riposa. La piccola dorsale gionale di Monte Sole, immerso nella natura e dei monti Pezza, Sàlvaro, Termine e Sole, si oggi sede della Scuola di Pace. dispiega lungo uno spartiacque dove si attestò durante la seconda guerra mondia- le la linea del fronte. Le presenze naturali più significative sono i pini silvestri del monte Termine, qui al loro limite meridio- nale europeo, testimonianza di passati climi più freddi. Da segnalare la presenza del cervo e del lupo che, assieme ad alcune specie di uccelli rapaci che frequentano l’area, rappresentano la possibilità di un in- contro emozionante durante le escursioni all'interno del Parco: dalla visita al Cervi “Memoriale”, lungo i luoghi toccati dagli archivio Provincia di Bologna eccidi, agli itinerari “Montovolo”, “Etrusco” e “Naturalistico”, fino a quello “Moran- Eventi diano”, dedicato ai luoghi che ispirarono I sapori di Marzabotto, mercatino di pro- il pittore Giorgio Morandi. dotti agroalimentari della montagna: da maggio a dicembre. Sede del Parco Via Porrettana Nord, 4/d e f Pian di Vénola 40043 Marzabotto (BO) Antica fiera: maggio. Tel. 051.932525 - Fax 051.6780056 [email protected] Parco Regionale di Monte Sole [email protected] Notti di Luce a Monte Sole, rassegna www.regione.emilia-.it/parchi/ di musica, teatro, poesia e cinema: estate. montesole GIORNO DI MERCATO: giovedì Centro Accoglienza Il Poggiolo Via San Martino 40043 Marzabotto (BO) Tel. 051.6787100

64 Vergato

Lasciata Marzabotto, proseguendo lungo la SS Situata lungo la Linea Gotica (pag. 160), duran- 64, a Pioppe di Salvaro si entra nel territorio di te la seconda guerra mondiale Vergato subì Vergato. Dopo pochi chilometri si incontra ripetute incursioni aeree e venne praticamen- Calvenzano, antico possesso di Matilde di Ca- te rasa al suolo. Il Comune è stato insignito nossa. La chiesa di Sant’Apollinare, documen- della Medaglia d’Oro al Valore Civile. tata dal XII secolo e ricostruita in forme sette- centesche, conserva al suo interno vestigia ro- Nelle vicinanze del capoluogo si trova Liser- maniche. na, luogo da cui è nata Vergato e alle cui spal- le svettano i monti Aldara e Pero, sui quali si Superata Calvenzano la statale 64 passa tra il era attestata la Linea Gotica. Ora queste mon- Reno e i balzi di Calvenzano, contrafforte di tagne sono meta di belle passeggiate, soprat- rocce arenacee nei cui anfratti nidifica il falco tutto a primavera per vedere e fotografare pellegrino. Nel punto più stretto tra il monte splendide fioriture, come quella delle “peo- e il fiume, sulla destra, sorge il Santuario della nie”, fiore protetto di queste località. Un sen- Madonna del Bosco, che sembra vigilare sul tiero panoramico segnalato raggiunge la vetta piccolo ponte che scavalca il fiume Reno. di Monte Pero, incrociando manufatti bellici Giunti in località Tabina, si può fare una devia- difensivi, quali trincee, rifugi e camminamenti. zione sulla destra e addentrarsi in una valle stretta e boscosa che raggiunge l’abitato di Sulla strada che da Vergato sale a Zocca, supe- Prunarolo, dove è possibile ammirare antiche rata Susano, si incontra Cereglio, col suo anti- case in arenaria. co borgo di Suzzano dalle case in pietra are- naria tipiche dell’Appennino. Non lontano, fra Ritornati nel fondovalle, si raggiunge Vergato, boschi di castagni sgorga la sorgente Cerelia, posta al centro di una conca alluvionale alla le cui acque sulfuree erano già note agli anti- confluenza del torrente Vergatello nel Reno. La chi Romani per le loro proprietà salutifere. sua posizione strategica la rese luogo d’incontro e di scambio fra le popolazioni circostanti, de- Lasciata Cereglio, nell’alta Valle del fiume Ver- terminando una fioritura di attività economiche gatello sull’antica via Nonantolana, non si può e commerciali. Per trecento anni sede dei Ca- tralasciare una visita alla Pieve di Roffeno. La pitani della Montagna, ospita ora la Comunità pieve, dedicata a San Pietro, conserva l’impian- Montana dell’Alta e Media Valle del Reno. to di architettura romanica rurale del XII seco- Sulla piazza principale il Palazzo dei Capitani lo. In epoca barocca ha subito vari rifacimenti della Montagna presenta una bella facciata che ne hanno modificato in parte la struttura, decorata con gli stemmi dei Capitani, grazie ai ma dell’antica chiesa rimangono la splendida quali il Comune di Bologna si assicurò il do- abside decorata, pregevoli capitelli e una torre minio dei contesi territori appenninici. Il pa- di difesa trecentesca. All’interno si conservano lazzo, edificato attorno al ‘400, è stato accura- un importante fonte battesimale e affreschi tamente restaurato e recentemente arricchito seicenteschi. La pieve è visitabile su prenota- da quattro vetrate, opera dell’artista vergatese zione. Info: Tel. 051.915164. Luigi Ontani. Palazzo dei Capitani, vetrate di Luigi Ontani archivio Comune di Vergato

65 Pieve di Roffeno Ritornati a Cereglio, si raggiunge in pochi chi- archivio Comune di Vergato lometri Tolè, tranquilla meta turistica estiva. Siamo sullo spartiacque tra la Valle del Reno Salendo per la strada che porta a Monteca- e la Valle del Samoggia. La zona è rinomata valloro, si incontrano le case-torri di Monzo- per la produzione di una tipica patata di mon- ne e Costonzo, costruite in posizione domi- tagna, alla base di molte ricette della tradizio- nante sulla vallata. Proprio a Costonzo nacque ne, e per la bontà delle acque che sgorgano e si sviluppò nella seconda metà del XIV seco- da tre sorgenti e alimentano dodici fontane. lo l’unica scuola medica dell’appennino bolo- Per valorizzare le fontane e l’antico impianto gnese. Il grandioso complesso della casa- urbano, Tolè si è dotato di un museo all’aper- torre di Costonzo è composto da vari edifici to con varie opere di pittura e scultura, che il sviluppatisi attorno ad una possente torre. visitatore può scoprire passeggiando per le Monumento nazionale della provincia di Bo- vie del paese. Di grande impatto visivo è la logna, è visitabile previo accordo. Torre di Tolè, affascinante borgo da decenni in gran parte abbandonato. Notevoli, la base Per chiudere, una prelibatezza: la famosa cre- della torre e alcune finestre e portali; merita scenta dell’uva, prodotta dai forni locali so- una visita anche il secolare castagneto che prattutto nel periodo delle festività natalizie. incornicia il complesso del caseggiato.

Rientrati a Vergato, percorrendo per 12 km la Porrettana, si giunge a Riola, frazione il cui ter- Eventi ritorio è diviso fra il comune di Vergato e Fiera della Domenica in Albis: 1a domenica quello di Grizzana Morandi. dopo Pasqua. Fiera della Valle del Reno: giugno. Enogastronomia Tartufesta: tra ottobre e novembre. La patata di Tolè deve la sua ottima quali- tà e le sue caratteristiche alla natura sab- Tolè biosa del terreno e al particolare clima Sagra del cinghiale: fine luglio. della media montagna bolognese. Festa della patata: fra settembre e ottobre. Gnocchi, tortelloni e budino di patate so- no alcune delle specialità che si possono Cereglio gustare nei ristoranti del territorio e in oc- Fiera del Borgo: agosto. casione della Sagra della patata, che si svolge in settembre da quaranta anni. GIORNO DI MERCATO: lunedì

66 Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno si divide ora in due percorsi paralleli, con partenza entrambi da Vergato: il primo sale dalle colline di Giorgio Morandi fino al Parco Regionale dei Laghi, mentre il secondo punta dritto al Corno alle Scale per arrivare a Porretta Terme, capitale del benessere della vallata e chiudersi a Granaglione.

1. Dalle colline morandiane al Parco dei Laghi - Grizzana Morandi - Camugnano - Castel di Casio

2. Verso i più alti crinali - Castel d’Aiano - Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere - Porretta Terme - Granaglione

La Valle del Reno in autunno archivio Comune di Vergato 67 Grizzana Morandi

Sul crinale tra le valli del Reno e del Setta, Nella frazione di Riola, sulla SS 64 Porrettana, Grizzana con i suoi paesaggi e le sue case è da non perdere è un gioiello di architettura entrata nella storia dell’arte del Novecento contemporanea: la chiesa di Santa Maria grazie a Giorgio Morandi, che qui conobbe Assunta, opera dell’architetto finlandese Alvar una stagione particolarmente creativa della Aalto. sua vicenda artistica. Ispirato dai panorami della torre San Michele di Poggio Mezzano o Personaggi e Cultura dai fienili del Campiaro, qui il grande pittore Il nome di Alvar Aalto, grande architetto bolognese ha dipinto alcune delle opere più designer e urbanista, è legato all’Appennino significative della pittura moderna. Ai luoghi bolognese grazie alla chiesa di S. Maria As- morandiani è dedicato un itinerario del Parco sunta di Riola, da lui progettata nel 1966 e Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). destinata a rimanere l’unica sua opera in Italia. Nelle sue visite a Riola, il Maestro fin- Musei - Personaggi e Cultura landese colse il profilo delle montagne che Giorgio Morandi, uno dei maggiori pittori circondano il luogo e volle riproporlo nella italiani del Novecento, si reca per la prima facciata dell’edificio, che fece realizzare in volta a Grizzana nel 1913, per farne da allora pietra di Montòvolo. Lo stretto rapporto il suo luogo di villeggiatura abituale. Nella con il paesaggio della Valle del Reno si villetta, che ospitò Morandi nei suoi ultimi ripropone anche all’interno della chiesa, a soggiorni a Grizzana, si conservano ancora forma di scafo rovesciato, dove è il fiume gli arredi originali e lo studio con gli stru- stesso che attraverso la vetrata a fianco del menti di lavoro del pittore. A 1 km dal cen- fonte battesimale si fa apparato iconografi- tro del paese, si trova il Centro di documen- co naturale. Altre opere d’architettura con- tazione “Giorgio Morandi”, allestito all’in- temporanea da non perdere nel territorio terno del complesso dei Fienili del Cam- sono la palazzina Ésprit Nouveau di Le piaro, soggetto caro al pittore, immerso in Corbousier e il Fiera district del suo disce- un’area rimasta inalterata dai tempi della polo Kenzo Tange, entrambi a Bologna. presenza dell’artista. Giorgio Morandi e il paesaggio di Grizzana, come Corot e la campagna romana o Van Gogh e Arles, si fondono così in un continuo rimando tra arte e natura. Ma non fu solo Grizzana, altro luogo morandiano dell’Appennino è Rocca di Roffeno (Castel d’Aiano), sull’opposto versante della Valle del Reno: nell’antico maniero del Monzone (XIV sec.) l’artista tra- scorse le estati tra il 1933 e il 1938 e vi dipin- se una serie di paesaggi.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE GIORGIO MORANDI E CASA MUSEO MORANDI Località Campiaro, 112 a-b Chiesa di S. Maria Assunta di Alvar Aalto 40030 Grizzana Morandi (BO) archivio Provincia di Bologna Tel. 051.6730017 [email protected] Non lontano dalla chiesa di Aalto si trova Apertura: lunedì, giovedì, venerdì dalle ore invece l’edificio più singolare dell’intero 14.00 alle ore 18.00; martedì, mercoledì e Appennino: la Rocchetta Mattei, un vero e sabato: dalle ore 9.00 alle ore 16.00 proprio castello delle favole, che con il suo Aperto tutto l'anno. Biglietto gratuito. stile arabo-moresco non può non colpire la fantasia di chi attraversa la valle.

68 Personaggi e Cultura Natura Il Conte Cesare Mattei da studioso autodi- Parco Provinciale di Montovolo datta arrivò a metà Ottocento a definire Natura, arte e religiosità si incontrano lungo una “scienza nuova” che lo rese celebre in i sentieri del parco. Sulla cima di quella che tutta Europa: l’elettromeopatia. fin dai tempi degli Etruschi è chiamata Contemporaneamente ai suoi studi, il Con- “Montagna Sacra”, sorge il più antico san- te Mattei si dedicò con altrettanta passione tuario del bolognese, con annesso oratorio all’edificazione della sua residenza da favo- costruito per volere dei crociati. Tra la fau- la, la Rocchetta Mattei. L’eclettico edificio, na che vive nel Parco di particolare interes- realizzato tra il 1850 e il 1871, si staglia con le se sono gli uccelli: il sito ospita un elevato sue torrette sul colle dove sorgeva il castel- numero di specie molto rare: sono segnala- lo matildeo di Savignano. I pazienti che te almeno 7 specie nidificanti di interesse giungevano da mezzo mondo per accedere comunitario (Falco pecchiaiolo, Falco pelle- alle cure del Conte venivano in un primo grino, Lanario, Aquila reale, Succiacapre, tempo ospitati nella Rocchetta, ma ben Tottavilla, Averla piccola), mentre tra le spe- presto si rese necessaria la costruzione di cie rare e minacciate figurano l’Upupa, il una serie di villini climatici nel vicino borgo Torcicollo e il Gheppio. Per chi volesse al- dell’Archetta, che si trova sulla strada per La loggiare o semplicemente ristorarsi nel Par- Scola. co, accanto alla chiesa un edificio in pietra opera delle locali maestranze scalpelline ospita la Foresteria, che accoglie fino a 30 Tra i borghi che costellano il territorio di Griz- persone. Info: Comune di Grizzana Morandi zana, merita una visita Scola di Vimignano, Tel. 051.6730311 uno dei meglio conservati dell’Appennino. Facilmente raggiungibile in automobile da Rio- la seguendo le indicazioni per Campolo e Montòvolo, ci si può arrivare anche a piedi in un’ora di cammino attraverso i sentieri che tagliano per i boschi circostanti. Di origine mili- tare bizantina (VI sec.), il borgo assunse succes- sivamente l’aspetto che ancora oggi conoscia- mo. Da notare sono le caratteristiche case-torri costruite in funzione difensiva e le formelle d’arenaria incise con gli arcaici simboli dei Mae- stri comacini (pag. 71). Nella parte bassa del borgo sopravvive un bellissimo esemplare di cipresso considerato monumento arboreo, che insieme al vicino oratorio è un po’ il simbolo di La Scola. Durante l’estate il borgo accoglie div- erse iniziative culturali tra cui anche alcune importanti rassegne di musica antica e barocca, che trovano in questo abitato sospeso nel tem- po il loro luogo di rappresentazione per così dire naturale. Testimonianze delle architetture comacine si ritrovano anche a Tudiano, dove si segnala l’oratorio romanico (1100), che conserva Scola di Vimignano un affresco del XIV secolo. archivio Comune di Grizzana Morandi

Rocchetta Mattei archivio Provincia di Bologna

69 Per gli amanti della natura si consiglia un’e- Enogastronomia scursione al Monte Vigese (1126 m), facilmen- Gli zuccherini montanari sono fragranti te riconoscibile per le sue tre cime. Sulla cima biscotti, aromatizzati con semi di anice e di Montovolo (962 m), al centro dell’omoni- ricoperti da una glassa di zucchero e liquore mo Parco, si trova l’antichissimo santuario all’anice stellato. Da sempre preparati per i della Madonna della Consolazione, sorto pro- matrimoni e per le cresime, l’usanza preve- babilmente su un preesistente tempio paga- deva che venissero portati dai fidanzati nelle no. La chiesa attuale è opera dei Maestri co- case di amici e parenti per annunciare le macini e al suo interno custodisce una statua nozze, mentre in occasione della cresima della Madonna col Bambino e un crocifisso era compito della sántola (madrina) prepara- bizantino. La parte più antica della chiesa risa- re collane di zuccherini da mettere al collo le all’VIII secolo e si presenta molto simile a dei bambini. Riconosciuto come “Tradizio- una cripta. Nelle vicinanze sorge il duecente- nale” dal Ministero dell’Agricoltura, lo zuc- sco oratorio di Santa Caterina con affreschi cherino trova la sua area di produzione nei del XV secolo, in prossimità del quale si apre Comuni di Sasso Marconi, Marzabotto, uno splendido panorama. Vergato, Grizzana Morandi, Castel di Casio, Camugnano, Castel d’Aiano, Gaggio Monta- Storia e Cultura no, Porretta Terme, Lizzano in Belvedere, Montovolo, i Crociati e la Via Francigena Granaglione, Pianoro, Monterenzio, , L’oratorio di S. Caterina d’Alessandria, vero , Monghidoro, San Benedetto Val gioiello di romanico montano affonda le di Sambro, , Monte- sue origini all’epoca dei crociati. Molti veglio, , Savigno, Casalfiu- furono gli uomini dell’Appennino che par- manese, , , Ca- teciparono alle crociate, e in particolare a stel del Rio. Immancabile in occasione delle quella del 1217 alla conquista di Damietta, feste di paese, a Grizzana dal 1951 a Ferra- nei pressi del monte Sinai. Il Sinai ha due gosto è al centro della Sagra dello Zucche- cime, quella di Mosé e quella, appunto, di rino e Palio dei Somari. S. Caterina d’Alessandria. Una volta tornati in patria, ai crociati bolognesi non sfuggì la somiglianza del Monte Vigese col Monte di Mosé e di Montovolo con la cima di S. Caterina. Di qui la decisione di costruire a Montovolo una chiesa che ricordasse la conquista del Sinai. L’opera è dovuta all’ar- te dei Maestri comacini. La loro presenza nei nostri monti nel Duecento è fatto ancora piuttosto raro, mentre già dal seco- lo precedente essi operavano a Pisa e in altre città toscane ed è probabile che i crociati bolognesi abbiano visto lì le loro opere. Ipotesi assai plausibile, se si pensa che proprio a Pisa era il porto d’imbarco Zuccherini montanari per la Palestina. Il percorso per raggiunger- archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani lo attraversava la Via Francigena della Sambuca (di cui l’attuale Porrettana è l’ere- Eventi de) fino a Pistoia. E a Pistoia nel 1145 fu tra- Riola slata una reliquia di San Giacomo, lì noto Sagra della Sfrappola, sfilata in costumi come San Jacopo, facendo della città una medievali dalla Rocchetta Mattei: 1° maggio. delle tappe italiane più importanti del Sagra dello zuccherino e Palio dei Somari, Cammino per Santiago di Compostela. stand gastronomici, elezione di Re Zucche- Attraverso la Via Francigena sambucana rino: ferragosto. possiamo quindi immaginare i crociati e i pellegrini padani passare per Montovolo, Pian di Setta immagine della Terra Santa, e per Pistoia, Fiera della cipolla: maggio. immagine di Santiago. Il percorso della Via Francigena (o Francesca) della Sambuca era Campolo così una sorta di mini pellegrinaggio verso Tartufesta: tra ottobre e novembre. una vicina Santiago e una sorta di Terra Santa locale. GIORNO DI MERCATO: domenica

70 Camugnano

Camugnano sorge nel verde di una bella zona Curiosa sorte è quella toccata al bel ponte ai di montagna. Oltre al capoluogo, sono tutte le Cinghi di Bargi e Suviana: realizzato nel 1776 su frazioni a restituirci con i loro poderi e piccoli disegno dell’architetto Gian Giacomo Dotti, borghi, o anche solo con la toponomastica, la oggi si trova esattamente sotto la grande diga millenaria storia del territorio, che rimanda a di Suviana. stirpi, culture e religioni diverse: dagli Etruschi ai Celti, dai Romani ai Longobardi. Immerso negli antichi castagneti sulle pendici del Monte Calvi, al confine con la Toscana, Il territorio di Camugnano è incastonato tra i sorge il pittoresco borgo di Chiapporato. tre bacini artificiali di Suviana, del Brasimone e Intatto nel suo isolamento dal XVII secolo, è di Santa Maria, nati a inizio Novecento per oggi abitato da una sola famiglia. Da visitare è ricavarne energia idroelettrica e oggi splendidi l’oratorio di S. Maria della Neve con il suo pic- laghi, cuore di un’area protetta. All’interno del colo cimitero. Parco Regionale dei Laghi si possono visitare le località di Bargi, Chiapporato, Stagno e Storia e Cultura Baigno. I Maestri comacini La denominazione “Maestri Comacini”, già A 12 Km da Camugnano incontriamo Bargi, citata nell’editto di Rotari (643 d.C.) e in famosa per la lavorazione del ferro e la tradi- quello di Liutprando (713 d.C.), si riferisce zione di fabbricare armi. Di Bargi erano gli alle maestranze organizzate nelle corpora- Acquafresca, tra il Sei e il Settecento famosi zioni dei muratori, lapicidi e capomastri. Il costruttori di archibugi e pistole, i cui capola- termine “comacino” deriverebbe da Como, vori sono oggi esposti nei musei di Torino e di loro probabile zona di origine. In un’età in Birmingham. cui prevalevano le costruzioni in legno, i In località Ca’ Melati merita assolutamente Maestri comacini si fecero preziosi custodi una visita Palazzo Comelli, casa-castello forti- dei segreti dell’arte muraria. Il loro stile de- ficata rimasta intatta dalla metà del XVII seco- corativo evoca simboli arcaici, spesso tra- lo. Si tratta dell’edificio più importante della mandati dalle culture classiche e ispirati alle zona, nonché di uno degli episodi più signifi- grandi forze del mondo contadino: così la cativi della cultura architettonica della monta- semisferica “mamma”, che porta prosperità, gna bolognese. Nei suoi pressi un’area di sosta o i “faccioni”, che sostituiscono simbolica- attrezzata è punto di partenza di tre incante- mente l’antica usanza di seppellire i corpi di voli passeggiate, segnalate con cartelli dai di- vittime sacrificali sotto le fondamenta della versi colori. Tra queste si consiglia l’escursione casa. In questo modo le abitazioni si trasfor- alle cascatelle di Rio Malsacco, nate negli anni mano in “case-amuleto”, capaci di propizia- Cinquanta dallo sbarramento realizzato a sec- re la natura e allontanarne i pericoli. La tra- co in pietra locale dalla Forestale. dizione comacina si diffuse a partire dal Trecento in gran parte dell’Appennino to- sco-emiliano. Splendidi esempi ne sono la chiesa di Panico, forse il loro capolavoro nella montagna bolognese, e il borgo di La Scola. Nel camugnanese si stabilì la famiglia Elmi, che ha lasciato molte testimonianze dell’arte comacina ancora oggi visibili, come Casa Elmi a Carpineta o la Torre di Berto Elmi a Roda. Agli Elmi sono legati anche il santuario di Montovolo e le costruzioni del borgo di Affrico (Gaggio Montano).

Palazzo Comelli archivio Comune di Camugnano - Flavio Gardini

71 Stagno sorge in splendida posizione panora- Il borgo di Vigo si impone all’attenzione per la mica sul lago di Suviana e sulla vallata del particolare formazione geologica, detta Sasso Limentra. Già piccola capitale del feudo della di Vigo, alle cui pendici sorge la chiesa di S. casata longobarda degli Stagnesi, il borgo Stefano. A Predolo di Vigo spiccano le due passò a Matilde di Canossa e fu poi al centro case-torri del XV secolo, una delle quali fu di scontri dovuti alla sua importanza strategi- trasformata in convento alla metà del XVII ca. Per un periodo fu anche sotto il dominio secolo. Da notare alcuni particolari architet- dei Conti di Panico (pag. 63). tonici, come il portale e una finestra trecente- schi, unici per la loro fattura nella montagna A Baigno da visitare è la chiesa di S. Stefano, bolognese. Nel borgo, in una splendida corni- con opere di scuola reniana e guercinesca. Nel ce naturale all’aperto, è possibile visitare il borgo di Baigno Grosso si segnala la caratteri- museo che raccoglie le opere dello scultore stica Fontana del Doccione, vero fulcro della Luigi Faccioli, realizzate in pietra locale. vita economica e sociale d’un tempo. La Valle del Limentra è oggi una delle mete Meritano una segnalazione anche le frazioni più ambite del turismo sportivo dell’intero di Guzzano e di Vigo. Appennino, grazie all’acqua rilasciata dagli im- pianti di Suviana, che consente di praticare Guzzano, l’antico Fundus Acutinianus, è oggi canoa, rafting e hydrospeed. un piccolo borgo della valle del Limentra. La Pieve di San Pietro ha origini che affondano Sport e Vacanza attiva nel X secolo e forme attuali che risalgono alla Vela, Canoa e Rafting metà dell’Ottocento. A Guzzano sono anche Per gli amanti della canoa e del kayak sono alcuni murales a carattere politico, che ne molte le possibilità di cimentarsi in discese fanno una minuscola Orgosolo bolognese. impegnative e percorsi più tranquilli, a co- minciare dal lago di Suviana, dove da segna- Natura lare è il “Centro Velico Querceti”, grazie al La Valle del Limentra quale la pratica della vela è stata resa acces- Il Limentra di Treppio, nervoso affluente sibile a tutti. dell’Alto Reno, nasce nell’Appennino pisto- Info: Comune di Camugnano. iese e in località Suviana (Castel di Casio) Re della canoa in Appennino è il Limentra alimenta il bacino di Suviana, insieme alle che riserva acque impetuose dove potersi acque derivate dal Limentra della Sambuca divertire mettendo alla prova la propria e dal fiume Reno. Dopo lo sbarramento tecnica. Qui si svolge il raduno della Fede- della diga di Suviana, il Limentra percorre razione nazionale Canoa e Kayak, occasione una stretta valle incassata, la Gola di Ca- in cui i passaggi più insidiosi sono presidiati strola, che si allarga man mano che si avvici- da operatori per una discesa da brividi nella na alla confluenza col Reno. La Valle del massima sicurezza. Limentra è uno di quei luoghi dove è anco- Info: www.riverland.it ra possibile trovare una natura selvaggia e www.canoaclubbologna.it solitaria, accessibile solo a chi avrà la pa- zienza di indugiare in deviazioni, magari con l'aiuto di una guida. Compiuti i 31 Km del suo corso, il Limentra sfocia nel Reno di fronte a Riola, dopo avere lambito la fiabesca Rocchetta Mattei e ricevuto altri numerosi torrenti e ruscelli specialmente dal massic- cio del Monte Vigese. Il più bel panorama sulla sua valle si gode dalla Serra dello Zanchetto, da cui si possono raggiungere i resti del Castello di Mogone, ultima resi- denza dei Conti Alberti, già Signori di Prato, attorno al quale aleggia la leggenda di un vitello d’oro, che giacerebbe nascosto tra le macerie con un diavolo per custode.

Vela sul Lago di Suviana archivio Comune di Camugnano

72 Natura Nei boschi sulle pendici più dolci si aprono Esteso lungo il crinale tra i torrenti Limentra e vaste radure un tempo lasciate al pascolo. Brasimone, il Parco Regionale dei Laghi è Folti castagneti si incontrano intorno a Mo- caratterizzato dai due grandi bacini di Suvia- gne e a Poranceto, dove il parco ha allestito il na e del Brasimone. I laghi, con le numerose Museo del bosco. Di grande interesse è il aree di sosta attrezzate lungo le sponde e la complesso sistema tecnologico che regola gli possibilità di fare canoa e windsurf, oltre impianti idroelettrici di Suviana, dove si trova all’estesa rete di sentieri, fanno del Parco una il Laboratorio delle acque, e del Brasimone, piacevole meta turistica estiva. Simbolo del che ospita una struttura informativa dell’Enea. Parco è il cervo, nobile frequentatore del- l’area: intorno a settembre, durante il periodo Centro Parco degli amori, serate dedicate e escursioni gui- P.zza Kennedy - 40032 Camugnano (BO) date permettono di assistere agli emozionan- Tel. 0534.46712 - Fax 0534.46504 ti duelli vocali tra maschi. Di particolare sug- [email protected] gestione è il borgo di Chiapporato, mentre a www.regione.emilia-romagna.it/parchi/ Bargi, Baigno, Badi e Stagno sono conservate suviana testimonianze medievali. Dal crinale la dorsa- le formata dal monte Calvi (1.283 m) e dal Museo del Bosco monte di Stagno si prolunga separando le località Poranceto, frazione Barceda. valli dei torrenti Brasimone e Limentra di Tel. 0534.46712 Apertura: aprile-maggio-set- Treppio, principali immissari dei due laghi. tembre-ottobre: domenica 14.00-18.30; giu- Boschi di querce, faggi e conifere rivestono gno-luglio: sabato 9.00-13.00 domenica 14.00- quasi per intero i versanti e le arenarie dei 18.30; agosto: tutti i giorni tranne il lunedì principali rilievi nella parete 9.30-13.00/14.00-18.30 occidentale della dorsale e a Valle del bacino del Bra- Centro Ricerche Brasimone simone, formando lo spet- Apertura: giorni feriali 9.00-17.00 Per prenota- tacolare fronte dei Cinghi re una visita guidata (gruppi e scuole di ogni delle Mogne. ordine e grado) Tel: 0534.801390/801252 [email protected] www.brasimone.enea.it

Enogastronomia Eventi Mentre vi addentrate alla scoperta del ter- Fieragricola, esposizione merci e attrezzi a- ritorio di Camugnano, lungo le belle strade gricoli; mercatino artigianato e dimostrazio- panoramiche tra Grizzana Morandi e Castel ne di antichi mestieri; mercatino di prodot- di Casio, ricordatevi che state attraversan- ti locali: settembre. do uno dei territori più ricchi di funghi Sagra di San Martino, si festeggia con pro- porcini e di tartufi dell’Appennino. Il Tar- dotti tipici e artigianato locale: novembre. tufo Bianco Pregiato di Camugnano in par- ticolare è un prodotto di assoluta eccel- Baigno e Burzanella lenza e straordinaria qualità e si trova in Sagra della castagna: ottobre. abbondanza in tutto il territorio comunale. Si può gustare tutto l’anno nelle trattorie Fiume Limentra specializzate della zona, o in autunno in Wild Water Women’s Day, raduno turistico occasione della Tartufesta. nazionale di canoa: maggio.

Lago di Suviana Camugnano aderisce all’Associazione Nazio- Triathlon Olimpico “Parco dei Laghi”: giugno nale “Città del Tartufo”. Motoraduno: luglio.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

73 Castel di Casio

Da Camugnano raggiungiamo Castel di Casio, Di origine cinquecentesca, La Gaggiola è uno piccolo centro di origine medievale caratteriz- dei più bei complessi architettonici della zona. zato dall’antica torre spezzata a metà in verti- Notevoli sono la torre, il loggiato e il rosone in cale. Costruita in arenaria intorno al 1220 da mattoni, tipico delle torri più tarde della me- Gislimerio da Casio, signore di queste terre, dia montagna bolognese. Attualmente è una faceva parte delle mura di un castello fortifi- residenza privata, visitabile solo dall’esterno e cato. Sede della Podesteria e poi del Capita- nel periodo estivo in occasione di manifesta- nato della Montagna, Casio era un importante zioni culturali. Annesso al complesso è l’orato- centro di scambio in cui si negoziavano le rio della Madonna del Carmine. esportazioni della montagna, consistenti in Nella frazione di Casola merita una visita la frumento e castagne, contro le importazioni di chiesa di Santa Maria, anch’essa del XV secolo, vino, olio, droghe, spezie, cuoio introdotte da dove è conservato un quadro attribuito alla Pistoia. scuola di Guido Reni. Personaggi e Cultura Sport e Vacanza attiva A Castel di Casio nacque nel Rinascimento Golf - Scuola di Golf “La Prossima” il poeta Girolamo Pandolfi, noto come Trascorrere una settimana tra i boschi Girolamo da Casio, autore tra l’altro del- dell’Appennino Tosco-Emiliano, può diven- l’epitaffio del Bramante. Il suo amico Gio- tare l’occasione ideale per apprendere i primi vanni Antonio Boltraffio, allievo di Leonar- rudimenti del golf e del pitch&putt, grazie do, gli fece un’interessante serie di ritratti ai campi scuola in località La Prossima. idealizzati, in cui Girolamo assume tratti Dati tecnici: 6 buche P&P, par 18, 400 metri, femminili proprio come il Giovanni dell’Ul- 600 m s.l.m. tima Cena di Leonardo. Definito un “dandy Via Prostima, 2 - 40030 Castel di Casio (BO) rinascimentale”, la sua fama è da collegare ai Tel. 0534.42572 - Fax 0534.772014 quadri del Boltraffio, di cui fu commitente www.scuoladigolflaprossima.it e soggetto: la Pala Casio (oggi al Louvre) e i ritratti della Pinacoteca di Brera e della Galleria degli Uffizi. A Pian di Casale trovia- La frazione di Suviana introduce all’area pro- mo l’interessante Casa dei Nanni di origine tetta del Parco Regionale dei Laghi (pag. 73) e medievale, appartenuta al poeta. al complesso sistema idroelettrico di Suviana- Brasimone.

Scienza e Tecnica: l’energia dell’acqua da cui si ricollegano nuovamente al torrente Il comprensorio Suviana-Brasimone costitui- Brasimone. sce nel suo insieme la principale centrale idroelettrica dell’Appennino settentrionale e Il lago di Suviana è un bacino artificiale, rea- la seconda di tutto l’Appennino, collocandosi lizzato nel 1932, immerso in un ambiente ricco a livelli di potenza e produzione comparabili di boschi e sorgenti e alimentato dalle acque con le grandi centrali idroelettriche alpine. dei due Limentra (di Treppio e della Sambuca) e del Reno. Al bacino sono collegate due cen- Il lago del Brasimone è il più antico e nasce trali idroelettriche, quella di Suviana, posta nel 1911 con la costruzione della diga in pietra sotto la diga, e quella di Bargi, realizzata lungo arenaria alta 32 metri, che sbarra il corso del le rive del lago. La centrale di Bargi presiede al torrente Brasimone in località Scalere. Il baci- ciclo giornaliero di generazione-pompaggio no non ha una centrale direttamente connes- tra il bacino di Suviana e quello del Brasimo- sa, ma dalla diga parte una condotta idraulica ne, attraverso due imponenti gallerie in pres- sospesa, che deriva le acque fino alla centra- sione: di giorno le condotte scaricano le ac- le di Santa Maria. Il lago di Santa Maria sorge que a Suviana producendo energia (fase di a valle dell’omonima centrale, attivata nel 1911. generazione), di notte risollevano l’acqua fino Le acque che riceve dal bacino del Brasimone al Brasimone (fase di pompaggio), per averla vengono rilasciate nella centrale di Le Piane, l’indomani disponibile per la ricaduta.

74 Affacciato sul lago di Suviana, il borgo di Badi Personaggi e Cultura è un tipico paese di montagna formato da Il regista Pupi Avati nel film Una gita scola- diverse borgate sparse. La chiesa di San Pro- stica (1983) racconta una storia, avvolta dal spero custodisce il quadro della Madonna sogno, in cui una donna ormai ottantenne della Misericordia, detta dei Maremmani, la rievoca una gita scolastica vissuta con i cui festa viene celebrata la seconda domenica compagni del liceo nella primavera del 1914. di luglio con processione solenne per le vie Meta della gita è Firenze, da raggiungere a del paese. Molto importante per Badi è la piedi attraverso l’Appennino bolognese. fonte del Perio, già citata fin dal 1200 come L’itinerario prende le mosse dal centro di febbrifuga. Meritano senz’altro una visita an- Bologna per spostarsi lungo la Valle del che il castagno monumentale e l’oratorio di Reno, toccando Vergato, Riola e Porretta Sant’Ilario a Monte di Badi. Il castagno ha una Terme. Da Porretta, le vicende del film pro- circonferenza alla base di ben 11 metri e forse seguono tra escursioni nei boschi di casta- 1000 anni d’età, ma cosa ancora più sorpren- gni fino a raggiungere i ruderi del castello di dente una porta intagliata che si apre nel pos- Casio. Altri film di Avati ambientati in sente tronco. La piccola chiesa di Sant’Ilario, Appennino sono Noi tre (1984) e Il testimo- già possedimento di Matilde di Canossa, pre- ne dello sposo (1998). Nelle atmosfere sfu- senta una sola navata e abside romanica semi- mate della pianura e in particolare a Miner- circolare, unica parte originaria dell’edificio bio si svolgono invece parte de La casa rimasta intatta. All’interno si trovano tracce di dalle finestre che ridono (1976) e Le strelle affreschi forse cinquecenteschi. nel fosso (1978).

Castagno a Monte di Badi archivio Comune di Camugnano - Alfredo Verardi Castel di Casio aderisce all’Associazione Na- zionale “Città del Tartufo”.

Eventi stronomici dove poter gustare i piatti tipi- Festa medievale, nelle strade del borgo si ci dell’Appennino: 1° week end dopo ferra- svolge la grande rievocazione storica che gosto. ricorda i fasti di un antico passato legato al dominio dei Signori di Stagno. I personaggi Tartufesta: tra ottobre e novembre. in costume medievale passeggiano per le vie di sasso del paese e assistono alla rievo- Badi cazione degli antichi mestieri. Sempre nelle Festa dell’ospitalità: agosto vie del paese sono allestiti banchetti ga- www.prolocobadi.it

75 Sullo sfondo il Corno alle Scale archivio Rugletto Belvederiani

Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno riprende ora da dove l’avevamo lasciato. Ripartiamo dunque da Vergato per spingerci in sinistra Reno fino ai più alti crinali appenninici, guidati dall’elegante profilo del Corno alle Scale.

Verso fino ai più alti crinali - Castel d’Aiano - Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere - Porretta Terme - Granaglione

76 Castel d’Aiano

A Castel d’Aiano a imporsi è un paesaggio Natura ormai montano. Posto a un’altitudine di 805 La Grotta di Labante, classificata come SIC metri s.l.m., Castel d’Aiano è il capoluogo più (sito di importanza comunitaria), è dal pun- alto della provincia bolognese e si estende to di vista geologico una formazione prima- sullo spartiacque dei fiumi Reno e Panaro. ria di travertini, particolare fenomeno carsi- co di cui rappresenta uno dei più grandi L’insediamento fortificato di Aiano sorse tra il VII esempi d’Europa. Formazioni di questo tipo, e l’VIII secolo in posizione dominante sul territo- infatti, raggiungono di norma lunghezze rio. Situato su una terra di confine, fu a lungo non superiori ai 4-5 metri, mentre a Labante conteso tra Modena e Bologna, sino al passaggio questa misura viene abbondantemente definitivo sotto il controllo bolognese. superata. Ma è tutto il territorio della me- dia Valle del Reno ad essere caratterizzato A 1 km dal centro del paese, merita una vista il da morfologie riconducibili a fenomeni car- Santuario di Brasa, costruito interamente con sici e non è raro trovare cavità, pozzi o doli- il tufo ricavato dalle Grotte di Labante. ne, come la grotta delle Spugne a Cereglio e le grotte di Soprasasso a Riola. Nella frazione Rocca di Roffeno, la chiesa di San Martino custodisce una Deposizione at- tribuita al Calvaert, mentre l’abside romanica alla base del campanile testimonia l’origine trecentesca dell’edificio. Non lontano, la chie- sa e il Monastero di Santa Lucia (Info: Tel. 051.912742), nel Medioevo erano il centro ordinatore di tutto il territorio. Costruiti come una rocca difensiva, il loro aspetto attuale si deve a un rifacimento del XV secolo. Sempre a Rocca di Roffeno, si segnala l’antico maniero del Monzone, dove negli anni ‘30 il pittore Giorgio Morandi (pag. 68), conobbe una felice stagione creativa.

Cascatella e Grotta di Labante archivio Comune di Castel d’Aiano

Marzabotto. L’interesse paesaggistico e natu- ralistico del luogo non sfuggì ai viaggiatori dei secoli passati, tanto che le grotte di Labante sono le prime cavità naturali del bolognese di cui si conservi memoria scritta. Le grotte (sem- pre aperte) sono inserite in un bel parco, Monastero di Santa Lucia punto di partenza per escursioni a piedi e in archivio Provincia di Bologna mountain bike.

A Labante, nella vallata del torrente Aneva, in Nella zona si consiglia una visita al Mulino del località San Cristoforo si trovano le famose Povolo, con le sue antiche macine ancora fun- Grotte di Labante. Facilmente visibili dalla zionanti. strada, le grotte sono segnalate dalla suggesti- va cascata che le sovrasta. Sono state proprio La frazione di Villa d’Aiano è ricca di corsi le acque della sorgente che alimenta la casca- d’acqua costeggiati da suggestivi percorsi tella a costituire l’incantevole deposizione di nella natura come “Il Sentiero degli Ontani” roccia calcarea, chiamata “sponga” (spugna), e “L’Orrido di Gea”. già impiegata dagli Etruschi per la necropoli di 77 Mentre andiamo alla scoperta del territorio, Storia e Cultura non dobbiamo dimenticare che questi monti Castel d’Aiano, terra di presepi dal ‘44 al ‘45 furono attraversati dalla Linea Nel paese esiste una radicata tradizione: le Gotica (pag. 160): per chi ama la storia, di gran- natività sono realizzate ogni anno in modo de interesse è il Plastico multimediale della nuovo, nel capoluogo come nelle sue frazio- Linea Gotica ospitato nella sala polivalente ni. A Castel D’Aiano il presepe si caratterizza del comune, che permette di ricostruire i mo- per la sua fedeltà nel ricostruire il paesaggio menti salienti dell’ultimo grande fronte della della Palestina, mentre a Villa d’Aiano preva- Seconda Guerra Mondiale. le l’aspetto della meccanizzazione. Ma il più Info: Tel. 051.6735718 suggestivo è probabilmente il presepe viven- te organizzato presso le Grotte di Labante. Oltre al Plastico sono visitabili anche trincee Nel periodo natalizio è possibile anche e luoghi teatro dei combattimenti, a comin- ammirare una raccolta di presepi nella vicina ciare dal complesso di Torre Jussi. chiesa parrocchiale di Santa Maria di Labante. Info: Tel. 051.6735718 I grandi castagneti che dominano il paesag- gio regalano al sottobosco ottimi funghi in quantità. La gastronomia del territorio, oltre Eventi alle eccellenze tipiche di tutta la vallata, ri- Sagra del fungo, da più di vent’anni con ric- serva una gustosa sorpresa nell’antica ricetta ca mostra micologica e stand gastronomici: dei borlenghi. luglio. Ferragosto casteldaianese, serata di musica Enogastronomia e spettacolo con fuochi pirotecnici. Il borlengo è una sottile sfoglia croccante Motofest, motoraduno per tutti i tipi di mo- molto grande preparata a partire da un to: 3° week end di agosto. impasto liquido estremamente semplice, a base di acqua, farina, uova e sale, che viene Rocca di Roffeno cotto nella rola o sole. Viene condito con Grande Spettacolo di Fuochi Artificiali a la cunza - un battuto di pancetta, lardo, tempo di musica: 2° o 3° sabato di luglio. aglio e rosmarino - e cosparso di parmigia- Festa del Borlengo: 1a domenica di giugno. no reggiano. Ripiegato in quattro parti viene servito molto caldo. Si può mangiare Villa D’Aiano solo in una fascia ristrettissima di Appen- Festa della Madonna delle Grazie, mostra nino, che comprende i Comuni a cavallo mercato, spettacoli e fantastico spettacolo tra la provincia di Bologna (Castello di pirotecnico: 3a domenica di agosto. Serravalle, Savigno e Castel d’Aiano) e quel- la di Modena. Per alcuni il borlengo sareb- Santa Maria di Labante be il frutto di una “burla” ai danni di una Festa delle grotte: luglio. massaia che, con acqua e farina, stava pre- Festa della Trebbiatura - Come una volta … parando il tradizionale impasto per le tigel- con trebbiatura nell’aia nel rispetto delle le. La donna, trovandosi l’impasto eccessi- tradizioni di un tempo: ultima domenica di vamente allungato da qualche burlone, luglio. non si perse d’animo e provò con successo a ricavarne ugualmente qualcosa da man- GIORNO DI MERCATO: domenica giare. Altri pensano che fosse tipico di car- nevale: di qui il nome borlengo, “cibo per burla”. Tutt’altro che facile da preparare, per gustare questa specialità bisogna recar- si nei ristoranti specializzati della zona o alla sagra che ogni anno gli viene dedicata a Castel d’Aiano. Variante del borlengo è la Zampanella, diffusa nei Comuni di Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere e Porretta Terme, che si distingue per la maggiore densità dell’impasto.

Zampanelle archivio Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

78 Gaggio Montano

Gaggio Montano è una tranquilla località in bella posizione strategica sulle più alte cime dell’Appennino. Verso Lizzano svetta Monte Belvedere, caposaldo della Linea Gotica te- desca (pag. 160).

Di origine longobarda, il suo antico nome è “Gaium Reginae” in onore di Geltrude moglie di re Astolfo. Nel Medioevo Gaggio era al cen- tro di un’importante via di comunicazione, la Via Cassìola: nota anche come piccola Cassia, la strada collegava l’Abbazia di Nonantola con la Toscana, passando per la Valle del Samoggia e arrivando a varcare il crinale nei pressi di Capugnano (Porretta Terme). Ca’ del Ponte e Arco Tanari Il paese è dominato dal Sasso di Rocca, su cui archivio Comune di Gaggio Montano sorgeva uno dei due castelli di Gaggio. Oggi, in cima al Sasso svetta il Faro della Vittoria co- Affrico (17 km da Gaggio) è forse la più bella struito nel 1952 a ricordo dei Caduti della mon- di tutte le frazioni. La sua Pieve è documen- tagna: il suo belvedere offre uno dei migliori pun- tata già nel 969 d.C., mentre la chiesa di San ti panoramici della zona. Degne di nota sono an- Giovanni Battista conserva sull’altare mag- che la chiesa dei Santi Michele e Nazario, del XIX giore un Battesimo di Cristo attribuito al bo- secolo con opere dal ‘500 al ‘700, e i palazzi rina- lognese Francesco Albani. Notevole è an- scimentali del centro, a partire da quello dei che il Palazzo d’Affrico, opera dei Maestri Tanari, signori di queste terre. Notevole è la tra- comacini (pag. 71), costituito da diverse case- dizione gastronomica, legata in particolare all’at- torri di età medievale. Sempre nella valle del tività di celebri caseifici di Parmigiano Reggiano. Marano, si segnala il Castellaccio, edificio fortificato del XV sec. Enogastronomia Il Parmigiano - Reggiano DOP è uno dei A Rocca Pitigliana colpisce la chiesa di San prodotti dell’artigianato gastronomico Michele Arcangelo col suo campanile, sceno- italiano più conosciuti e imitati nel mon- graficamente addossati a uno sperone roccio- do. La zona di produzione comprende il so. Sul lato destro del complesso si apre nella territorio delle province di Parma, Reggio- roccia un suggestivo passaggio che dà accesso Emilia, Modena, Bologna (sinistra Reno) e alla chiesa. Mantova (destra Po). Il Parmigiano Reg- giano, nel bolognese chiamato semplice- A Silla è ancora funzionante un mulino ad mente “forma”, si produce con il latte pro- acqua per la macina di cereali e castagne. veniente solo dagli allevamenti della zo- na. Il Parmigiano ha origini antichissime, Eventi che risalgono all’età romana, ma la testi- Gaggio in fiore: giugno. monianza più nota è quella di Boccaccio, Raduno dei Cavalieri di Ronchidoso: giugno. che nel suo Decamerone ne descrive l’im- Gaggio è un miraggio - Festa del gallo - Festa piego ancora oggi più classico: grattugiato del cacciatore - Festa dell’Agricoltura: luglio. sulla pasta. I caseifici bolognesi, alcuni con Gran Galà d’estate: agosto. vendita diretta, si trovano nelle Valli del Festa di Santa Lucia: 13 dicembre. Reno e del Samoggia. Info e visite guidate ai caseifici: Pietracolora Consorzio Parmigiano Reggiano Presepe vivente: la vigilia di Natale. Tel. 059.315915 [email protected] GIORNO DI MERCATO: domenica

79 Lizzano in Belvedere

Lizzano in Belvedere è una delle principali de parco naturale, nonché a un comprensorio mete turistiche dell’Appennino tosco-emilia- sciistico di altissimo livello, dove è cresciuto no, incastonata tra le più alte vette del Bo- il talento del grande campione di sci alpino lognese. Su tutte domina il Corno alle Scale Alberto Tomba. che sfiora i 2000 metri e dà il nome a un gran- Vetta del Corno alle Scale archivio Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi

Natura na altra montagna appenninica, tranne forse Il Corno alle Scale (1945 m s.l.m.) è la più alta in Abruzzo. Sulla cima, nelle vicinanze del montagna della provincia di Bologna, facil- burrone che precipita verso i Balzi dell’Ora, mente raggiungibile anche dal versante svetta una grande croce metallica visibile da modenese e da quello pistoiese. La strada decine di chilometri di distanza. Il panorama d’accesso principale sale da Vidiciatico lungo che si gode è uno dei più vasti d'Italia: in gior- la Valle del Torrente Dardagna e termina nate particolarmente limpide, oltre ai mari poco oltre il Rifugio del Lago del Cavone a Adriatico e Tirreno e a quasi tutta la cerchia circa 1500 m s.l.m. Dal punto di vista orogra- delle Alpi, si possono scorgere addirittura il fico, la montagna si presenta nettamente dif- Monte Cinto, in Corsica, e la sommità del ferenziata nei suoi versanti: mentre il versan- Terminillo, nel Lazio. In una conca poco sotto te meridionale e quello nord-occidentale so- la cima, a 1775 m s.l.m., si apre il caratteristico no ricoperti da praterie, il versante nord-est Lago Scaffaiolo, uno dei più elevati laghi si presenta assai impervio e caratterizzato da appenninici di crinale, dove si incrociano una spettacolare parete a balze rocciose molti sentieri. Presso le sue rive sorge il Ri- pressoché verticale: sono i Balzi dell'Ora, fugio del CAI di Bologna “Duca degli Abruzzi”, circa 1000 metri a picco sul fondovalle del il primo costruito nell’Appennino Settentrio- Silla, parete che non trova riscontro in nessu- nale.

80 Santuario di Madonna dell’Acero archivio Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi Ma nel territorio di Lizzano non è solo la na- tura a regalare episodi di grande suggestione. Storia e Cultura Per rendersene conto basta visitare l’antico Il Santuario di Madonna dell’Acero fu co- edificio proto-romanico del Delubro bizanti- struito nel 1500 sul luogo dov’era l’acero no (detta anche “Rotonda”) e, soprattutto, il presso cui la Madonna apparve a due pasto- santuario di Madonna dell’Acero, nei pressi relli salvandoli da una bufera di neve. A di Vidiciatico. un’immagine posta sull’acero fu subito dedi- cato un culto, continuato fino a oggi nel santuario. All’interno della chiesa, restaura- ta nel Novecento, tra i tantissimi ex-voto si segnalano “I Brunori”, gruppo ligneo scolpi- to per la scampata morte di un membro della famiglia Brunori nella battaglia di Gavinana del 1530 contro le truppe di Carlo V. Il luogo, immerso nel verde, è un buon punto di partenza per escursioni alle Ca- scate del Dardagna, al Corno alle Scale e al Lago Scaffaiolo.

Pastore dell’Appennino - archivio Rugletto Belvederiani 81 Sport e Vacanza attiva di raggiungere una preparazione ottimale per la Neve conquista degli ori mondiali. In quota è diffusa A metà strada fra Bologna e Firenze, la stazio- la pratica dello snowboard e non manca la ne sciistica del Corno alle Scale offre un com- possibilità di divertirsi con emozionanti fuori- prensorio di alto livello per gli standard appen- pista, come di immergersi nel cuore del Parco ninici. Dislocato tra i 1358 e i 1945 m, con 36 km lungo gli anelli di fondo. Un servizio di navetta di piste (tra cui la più lunga dell’Appennino) qui collega le piste con la stazione ferroviaria di è possibile sciare 150 giorni l’anno. Le caratteri- Porretta Terme e con i paesi del comprensorio. stiche delle piste hanno consentito al com- Grazie a recenti interventi di abbattimento prensorio di ospitare manifestazioni agonisti- delle barriere architettoniche, le piste sono che a livello internazionale e ad Alberto Tomba state rese accessibili a tutti.

82 Skirama archivio Corno alle Scale Iniziative Turistiche

Skirama Posta tra i torrenti Silla e Dardagna ai piedi del archivio Corno alle Scale Iniziative Turistiche Monte Grande, immersa in meravigliosi bo- schi di castagni, pini, abeti e faggi, Vidicia- toni ribassati, zampilla una piccola fontana tico è una località ricca di risorse turistiche, con alle spalle un’edicola votiva del XIX sec. con Lizzano punto di partenza ideale per le Tra le numerose sorgenti d’acqua e gli antichi piste da sci e per escursioni verso l’Alto Ap- mulini del lizzanese, nei pressi di Poggiolfora- pennino. Del sistema difensivo che nel Me- to (pag. 86) si segnala per la suggestione delle dioevo presidiava questi crinali, nella frazione sue forme il Mulino del Capo, dal tetto in resta una torre, diventata in seguito la base di lastre di arenaria e gli originali comignoli ton- un campanile. Nella suggestiva piazzetta del di sormontati da ancestrali figure scolpite, Borgo Antico, a cui si accede da quattro vol- chiamate “mummie”.

83 Sulla statale 324 del Passo delle Radici, lungo la Valle del Dardagna, troviamo Rocca Corne- ta. Già possesso del monastero di S. Pietro di Modena, benché i suoi abitanti nel 1197 giura- rono fedeltà al Comune di Bologna, nel 1226 Federico II restituì temporaneamente il paese a Modena. Su un aguzzo colle di arenaria, svetta l’antica torre (XIV sec.) della rocca, che ai primi del ‘300 risultò inespugnabile persino ai Conti di Panico. Poco distante, la chiesa di San Martino accoglie un’antica immagine in Rocca Corneta carta pesta della Madonna con Bambino, che archivio Provincia di Bologna - Manuela Malaguti richiama un gran numero di pellegrini.

Enogastronomia rende questi frutti ideali per la preparazione di I sapori del Corno alle Scale marmellate, confetture, frutta sottospirito, di- Il gruppo del Corno alle Scale segna il limite stillati, liquori, grappe e altri prodotti tipici ge- meridionale di varie specie vegetali tipiche nuini derivati da antiche ricette tradizionali. Le delle praterie alpine: qui il pascolo può avva- pendici erbose del Corno sono ricche anche lersi di essenze che non esistono nell’Appen- di piante terapeutiche utilizzate per la prepa- nino centro-meridionale e che si riflettono nei razione di infusi e medicamenti, ma anche di prodotti di questi monti. Il formaggio di pe- saporiti condimenti e profumi naturali. cora, ad esempio, presenta particolarità del tutto originali, esaltate anche dall’uso tuttora Le Castagne del Corno alle Scale abituale del latte crudo. In tema di formaggi Fin dall’antichità i castagni sono stati fonte di non bisogna dimenticare che Lizzano si trova sostentamento per le popolazioni del territo- nell’estremo lembo sud-orientale della zona rio, sia come legna da ardere, sia soprattutto, di produzione del Parmigiano Reggiano: le come fonte alimentare. La castagna del Corno tecniche di allevamento e la composizione alle Scale è conosciuta per le sue innumerevo- dei pascoli danno al latte profumi e sapori li varietà: dalla castagna selvatica detta Sal- particolari, rintracciabili anche nel più celebre vano alla Mascarino, alla Lòiola (utilizzata per formaggio italiano. E poi c’è il pesce: la qualità le caldarroste), alla Pastanesa (caratterizzata da delle carni del Salmerino di torrente, alleva- una leggera peluria e usata per la preparazione to nello Stabilimento ittiogenico della Provin- della farina), fino alla Sborgà. Tanti sono i modi cia (presidio Slow Food), ne fa uno dei pesci per gustare le castagne: bollite (ballotti), arro- d’acqua dolce più apprezzati a tavola. E anco- stite sul fuoco (frugiate), oppure essiccate per ra i frutti di bosco: nel territorio del Parco cre- ottenere la farina con cui cucinare polenta, scono spontaneamente fragoline, mirtilli, mo- frittelle, torte, ciacci e patolle (impasti di ac- re, ribes, ginepro, lamponi e sambuco. La loro qua e farina cotti in stampi di terracotta o bontà associata alla purezza dell’ambiente, ferro).

Cascate del Dardagna archivio Parco del Corno alle Scale - Enrico Pasini 84 Natura Parco Regionale del Corno alle Scale Un Parco di crinale dagli spettacolari tratti alpini cinge il massiccio del Corno alle Scale. Coperto per gran parte da boschi, il Parco ospita numerose specie botaniche protette, come l’astro alpino e la primula orecchia d’orso. Numerosi e facilmente av- vistabili sono anche gli animali, dai mufloni e le marmotte fino all’aquila reale. Nel Par- co è anche possibile partecipare al moni- toraggio della presenza del lupo tramite la tecnica del wolf howling. Numerosi sono Veduta dalla cima del Corno alle Scale poi gli sport che si possono praticare in archivio Comune Lizzano in Belvedere - Ares Cremonini tutte le stagioni, dai più classici fino ai più insoliti come il parapendio o il tiro con l’ar- Sport e Vacanza attiva co di campagna. Tutta l’area è dotata di una Pedalare al Corno alle Scale rete di sentieri segnalati, rifugi e bivacchi: Chi ama la montagna ed é alla ricerca di da non perdere l’escursione alle Cascate ambienti incontaminati dove potere tra- del Dardagna. Affascinanti per la loro col- scorrere serenamente il proprio tempo locazione nel Parco e per la loro storia libero dedicandosi alla mountain bike non sono i Santuari di Madonna dell’Acero e di può che scegliere il Corno alle Scale. Peda- Madonna del Faggio, mentre esempi di lare nel comprensorio del Corno alle Scale architettura della montagna che meritano significa percorrere numerosi itinerari, di certamente una visita sono i borghi di Pia- tutte le difficoltà, che si snodano all’interno naccio (paese natale di Enzo Biagi), Pog- di boschi, lungo gli alti crinali tosco-emilia- giolforato e Monteacuto delle Alpi, dalle ni o fra antichi borghi, addentrandosi nella cui mura si gode una splendida vista sul parte più bella e meno battuta del Parco Corno. Regionale. Gli itinerari sono tutti segnalati Consorzio gestione del Parco con cartelli di differenti colori e indicati in Via Roma, 1 - Pianaccio di Lizzano in B. (BO) una cartina dettagliata disponibile gratuita- Tel. 0534.51761 - Fax 0534.51763 mente presso gli Uffici di informazioni turi- [email protected] stiche di Lizzano e di Vidiciatico. [email protected] www.parcocornoallescale.it www.parks.it/parco.corno.scale In Mountain Bike nel Parco del Corno alle Scale archivio Corno alle Scale Bike

85 Tra il XIII e il XIV secolo, il Senato bolognese pietra con tetti in lastre di arenaria e curiosi progettò e fece scavare un canale per convo- comignoli tondi caratteristici della Valle del gliare le acque del Dardagna nel Silla, allo Dardagna. Qui ha sede il Museo etnografico scopo di facilitare il trasporto del legname “G. Carpani”, dove spicca la ricostruzione di diretto a Bologna. Da quest’opera, di cui resta- una tipica cucina della montagna, con il co- no solo vaghe tracce, ha preso il nome il paese siddetto “re dei camini”, uno dei più grandi di Poggiolforato, un bel borgo dalle case in dell’Appennino emiliano.

Musei MUSEO ETNOGRAFICO Nato dalla raccolta di testimonianze della GIOVANNI CARPANI cultura montanara avviata nel 1965 dal mae- Località Poggiolforato stro Giovanni Carpani, il Museo G. Carpani 40042 Lizzano in Belvedere (BO) è uno dei centri visita del Parco Regionale Tel. 0534.54366 - Fax 0534.51763 del Corno alle Scale. Il percorso illustra le [email protected] diverse attività produttive della zona (il Apertura: orario estivo (15/6-15/9): tutti i castagno, la pastorizia, la tessitura, l’artigia- giorni 10.30-13.00 e 14.30-18.00, escluso il nato), le tradizioni religiose e i riti legati ad mercoledì; orario invernale (15/9-15/6): sa- antiche credenze. In un edificio adiacente bato e domenica 10.00-16.00, periodo natali- sono ricostruiti gli ambienti di una casa tra- zio tutti i giorni escluso Natale; altri periodi dizionale. su richiesta. Biglietto gratuito.

Museo G. Carpani archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni Eventi Tartufesta: tra ottobre e novembre. Nella Valle del Silla, davvero notevole è il bor- go di Monteacuto delle Alpi, arroccato su un Vidiciatico minuscolo cucuzzolo di fronte al massiccio Giughence la campana: 14 agosto. del Corno alle Scale. Stupendamente conser- vato, nel Medioevo godette di un’importanza Madonna dell’Acero strategica tale che, al momento della stipula Sagra della Madonna dell’Acero: 5 agosto. di una pace tra Bologna e Pistoia, si pretese in calce anche la firma di un suo rappresentante. Querciola Fiera di Querciola: 1a domenica di settembre.

GIORNI DI MERCATO: giovedì nel capoluo- go, venerdì a Vidiciatico

86 Porretta Terme

Lasciata Lizzano in Belvedere, ritorniamo sulla Storia e Cultura Porrettana e facciamo il nostro ingresso nel Le Terme di Porretta, già frequentate da paese che dà il nome alla strada e al passo Etruschi e Romani, hanno sulle spalle duemi- che valica il crinale tosco-emiliano: Porretta la anni densi di storia e di leggende. Come Terme. Circondata da boschi secolari, Porretta quella che narra di un bue ammalato, torna- deve la sua fama alle straordinarie proprietà to rinvigorito dal suo padrone dopo essersi delle sue acque termali che ancora oggi ne abbeverato alla fonte della Puzzola, scopren- fanno un’importante capitale del benessere e done così le proprietà curative e diventan- della salute. done il simbolo. Altro emblema delle terme è quello del leone, dal mascherone del II sec. Gli stabilimenti sorgono ciascuno sulla rispet- d.C. qui ritrovato e conservato attualmente tiva sorgente, da cui traggono nomi suggesti- presso il B.A.M. A conferma dell’antica fre- vi. Ecco quindi le storiche Terme Alte, sceno- quentazione del sito a scopi di benessere, grafico complesso di edifici sette-ottocente- nello stabilimento Leone è stata ritrovata schi incastonati nella stretta Valle del Rio Mag- una scala in pietra serena delle terme roma- giore a ridosso del centro del paese, con le ne. E ancora nel Rinascimento a Porretta sog- fonti salsobromoiodiche Bovi, Leone, Marte e giorna Machiavelli ai tempi della Mandragola Donzelle. Sulla sinistra del Reno sgorgano inve- e nel 1475 Giovanni Sabadino degli Arienti vi ce le Acque Basse, sulfuree e a debole minera- ambienta le sue storie Porrettane, in cui im- lizzazione, delle sorgenti Porretta Vecchia, magina gentiluomini e gentildonne, raccolti Porretta Nuova, Galleria della Madonna e Puz- per le Terme, raccontarsi a turno 62 novelle, zola, i cui stabilimenti sono del 1948-49. sul modello del Decamerone di Boccaccio. Le novelle sono dedicate a Ginevra Sforza, sposa di Giovanni II Bentivoglio, Signore di Bologna, che qui è solito villeggiare con la sua corte. Ricordate anche da Rabelais nel Gargantua et Pantagruel, le terme nei secoli sono frequentate da personaggi come Lo- renzo il Magnifico, il Cardinale Francesco Gonzaga con al seguito il pittore Andrea Mantegna, Giovanni Sforza Visconti, la Gran- duchessa di Toscana Bianca Cappello e il fra- tello di Napoleone, Luigi Bonaparte. Qui, per arrivare alle soglie dei nostri giorni, si davano sopra: Maschera romana appuntamento nobili e intellettuali prove- sotto: Terme Alte nienti da tutta l’Italia della Belle Époque. archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani

87 Oggi centro della vita termale sono gli stabi- Al suo interno opere di scuola bolognese; la limenti della Puzzola-Castanea, il cui parco pala d’altare è attribuita al Calvaert. A fianco durante il periodo estivo è sede di manifesta- della chiesa è il settecentesco oratorio di zioni culturali e di caffè concerto. Poco oltre San Rocco, opera di Giovan Paolo Dotti, fi- gli stabilimenti termali, si trova la chiesa della glio dell’architetto progettista della basilica Madonna del Ponte, dalla pianta ottagona in di San Luca a Bologna. blocchi di arenaria scalpellata. La Madonna del Ponte è stata eletta protettrice dei cesti- Terme & Benessere sti italiani, a legare idealmente l’Appennino a Tra i più avanzati d’Italia, gli stabilimenti ter- Bologna, basket city italiana. mali sono specializzati nella cura di malattie dell’apparato digerente, del fegato, re-spira- Oltre agli stabilimenti delle Terme, eleganti e torie, genito-urinarie e della pelle. Le struttu- attrezzate strutture ricettive contraddistin- re del “Centro Termale di Prevenzione, Cura e guono la loro offerta con centri benessere do- Riabilitazione” sono composte da 6 stabili- tati di hamman, piscine con idromassaggi e menti e 8 centri di cura. Attivi tutto l’anno, i percorsi benessere personalizzati. centri specializzati delle Terme offrono cure termali fatte di bagni, fanghi, rieducazione Il paese vanta una lunga tradizione di ospita- neuromotoria, cura della pelle, pressotera- lità: oltre al termalismo, molte sono le ragio- pia, trattamenti ginecologici, oltre a servizi di ni di una visita, monumenti e musei, sport, dietologia e a un Centro Benessere con trat- eventi prestigiosi, ottima cucina e bellissimi tamenti mirati per il viso e il corpo. Da pro- dintorni. vare è la linea di prodotti di bellezza prepa- rati con i fanghi e le acque termali. Da segnalare è la suggestiva chiesa di Santa Le Terme e i Centri benessere di Porretta Maria Maddalena, costruita in sassi di fiume tra Terme di Porretta S.p.a. Via Roma, 5 il 1690 e il 1696. Il sagrato in bella posizione pa- 40046 Porretta Terme (BO) - Tel. 800514626 noramica servì per secoli da cimitero, come te- www.termediporretta.it stimonia qualche cornice di lapide superstite.

Parco Termale - archivio Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

Spa center - archivio privato 88 A Porretta Terme ha sede il Sistema Museale dell’Alto Reno che comprende: - il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto Reno - il Museo delle moto e dei ciclomotori DEMM - il Museo etnografico LabOrantes di Castelluccio - la Biblioteca - La Ferriera Calvi Musei - Scienza e tecnica Il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto Reno Via Borgolungo, 10 - 40046 Porretta Terme (BO) Tel. 0534.24084 [email protected]

Il B.A.M. rappresenta il punto di raccordo del Castello Manservisi Sistema Museale dell’Alto Reno. All’interno archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni delle sale del B.A.M., ricavate dall’antico palazzo delle Carceri Mandamentali, possono Musei essere consultati gli importanti volumi della MUSEO LABORANTES biblioteca di storia locale dell’Associazione Un’ala del Castello Manservisi di Castelluc- Nuèter - Gruppi Studi Alta Valle del Reno cio raccoglie le testimonianze della religio- (www.nueter.com), così come è possibile sità popolare locale (provenienti dai san- visitare la ricca emeroteca, che permette di tuari della Madonna del Faggio e della Ma- approfondire le conoscenze legate alla storia donna del Ponte), accanto ad oggetti legati locale, all’ambiente, agli usi e costumi della alla vita e al lavoro in Appennino. montagna bolognese e pistoiese. Il B.A.M., Via Manservisi, 5 - Località Castelluccio grazie alla collaborazione con la Fondazione 40033 Porretta Terme (BO) Veronica Martini, mette a disposizione an- Tel. 0534.29351/29450 che testi, riviste e video dedicati al cinema, Apertura: luglio e agosto ore 9.00-12.00/ al Porretta Cinema Film Festival e alla storia 16.00-19.00, su prenotazione il resto dell’anno. della Mostra del Cinema Libero e Ritrovato. I percorsi documentari continuano con la possibilità di visionare il materiale dell’Archi- Nei dintorni meritano una visita gli antichi vio Storico delle Terme di Porretta e una sala borghi di Castelluccio e di Capugnano. è interamente dedicata al Porretta Soul Festival. Il B.A.M. è anche la sede dell’Archi- A Castelluccio merita una visita il Castello vio Storico, degli archivi della Pretura e Manservisi, che ospita il Museo LabOrantes. dell’A.S.L. Infine due sale espositive ospitano Immerso tra i boschi a 6 km da Castelluccio, il per tutto l’anno mostre di arti visive. santuario della Madonna del Faggio uno dei luoghi più suggestivi dell’Appennino, è visita- Terra di motori: Mudeo Demm bile la domenica d’estate. Di recente apertura, MUSEO DELLE MOTO il rifugio escursionistico “Le Casette del Doc- E DEI CICLOMOTORI DEMM cione - ex Vivaio Monti”, gestito dal Comune, Il Museo espone più di 100 modelli e proto- rappresenta un punto di eccellenza per l’ac- tipi di moto e ciclomotori prodotti dalla coglienza, l’organizzazione, la rimessa attrezzi, DEMM fra il 1952 e il 1982. Su tutte spicca il il riposo (con 10 posti letto) e il ristoro per gli così detto “Siluro”, che negli anni cinquanta amanti delle escursioni, della mountain bike e realizzò ben 24 record mondiali di velocità. dell’orienteering (dalla primavera all’autunno) Il museo è dotato di un ricco archivio foto- e delle ciaspole e dello sci di fondo (durante grafico con immagini delle moto e delle l’inverno). Il rifugio è aperto tutti i giorni da campagne pubblicitarie realizzate in passa- giugno a settembre e tutti i venerdì, sabato e to dallo stabilimento porrettano. domenica da ottobre a maggio. Chiuso in apri- Via Mazzini, 230/a le. Possibilità di noleggio di mountain bike, 40046 Porretta Terme (BO) ciaspole e sci da fondo. In presenza di neve, Tel. 0534.24084/0534.22012 Fax 0534.24072 viene garantita la costante battitura lungo un Apertura: sabato 10.00-12.00/16.00-19.00, do- anello da fondo di circa 10 Km. Gli amanti del- menica 16.00-19.00 e feriali su prenotazione. l’orienteering possono usufruire gratuitamen- te di una cartina di 2 Km di bosco mappato. 89 Rufus Thomas - Porretta Soul Festival archivio Comune Porretta Terme - Stefano Capitani Eventi Porretta Soul Festival, storico appuntamen- Il rifugio escursionistico è inoltre un ideale to a carattere internazionale che riunisce a punto di partenza per attività didattiche le- Porretta i migliori interpreti di musica Soul e gate alla flora ed alla fauna dell’Appennino. Rhythm & Blues: luglio. Per tutte le attività sono disponibili guide www.porrettasoul.com specializzate per accompagnare gruppi. Nei Da Bach a Bartok, rassegna internazionale di periodi di alta stagione è consigliabile la pre- musica classica: luglio e agosto. notazione. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Crinali, stagione teatrale dedicata al teatro Le Casette del Doccione canzone: da ottobre a marzo. via Monte Cavallo, 100 - località Castelluccio Porretta Cinema, rassegna internazionale 40046 Porretta Terme (BO) del cinema d’autore realizzata in collabora- Tel. 0534.29198 - [email protected] zione con la Cineteca di Bologna: dicembre. www.porrettacinema.com Capugnano è un antichissimo centro, fino al ‘500 più importante della stessa Porretta. Nel Castelluccio borgo merita una visita la chiesa di San Mi- Castelluccio in fiore: 14 e 15 agosto. chele, nota fin dal Duecento e rimaneggiata fino alla fine del Seicento. La pala dell’altare Capugnano maggiore è stata ricondotta alla scuola di Gui- Festa della Beata Vergine della neve: i primi do Reni. Alle Croci di Capugnano si segnala la di agosto. casa del padre di Guglielmo Marconi (pag. 59). A spasso per i MERCATI: Da provare è poi la cucina del territorio. - tutti i sabati dell’anno (da oltre tre secoli) Funghi, tartufi, frutti del sottobosco, cre- dalle ore 7 alle 13 il mercato tradizionale; scentine fritte, crescentine nei testi (tigelle), - Fiera paesana, primo mercoledì di ogni polenta di castagne, castagnacci, ciacci, mese (esclusi luglio, agosto e settembre); patolle, minestra di “stianconi” e il celebre - Mercatini d’estate: le domeniche “Tortino di Porretta” (una ciambellina al gu- dal 15 giugno al 15 settembre; sto di limone), costituiscono il ricco paniere - Fiera di Ferragosto: primo mercoledì di specialità della zona. dopo il 15/8 per tutto il giorno.

90 Granaglione

Eccoci alla conclusione del nostro itinerario. Dalla seconda metà del XIV secolo e soprat- Siamo nella parte più meridionale della pro- tutto tra il XV e il XVII secolo passarono nella vincia di Bologna, al confine con la Toscana. Valle del Randaragna i Maestri comacini Qui si estende il territorio di Granaglione, ag- (pag. 71), costruendo molte case a Le Noci, grappato per la sua gran parte alle scoscese Casa Boni, Casa Nasci. A Lùstrola, degna di pendici delle montagne che coronano verso nota è l’antica chiesa di San Lorenzo. occidente la Valle del Reno. A dominare il paesaggio sono i boschi di castagni, faggi e Scorci di particolari suggestione si possono conifere, con un’estensione fra le più ampie cogliere nei numerosi borghi dell’alta Valle della provincia. del Randaragna, a Case Boni, Case Calistri, al Poggio dei Boschi, oltre che nei diversi quar- A Granaglione merita una visita la chiesa di tieri in cui si articola l’abitato di Granaglione. San Niccolò, le prime notizie della quale risal- gono al 1220, e l’antica casa dei Marconi, Da ricordare sono anche gli antichi oratori famiglia d’origine del celebre inventore (pag. 59). dislocati nelle varie frazioni: a Casa Boni l’ora- torio della SS. Annunziata (1703), a Poggio dei L’origine longobarda del nome Granaglione, Boschi l’oratorio di San Michele (1702), a Casa che significa “luogo ben difeso e luogo di os- Nasci l’oratorio Sant’Antonio (1703), a Olivacci servazione”, ben si adatta alla collocazione l’oratorio di San Matteo (1754), a Madognana geografica del paese, che dall’alto dei suoi l’oratorio dedicata alla B.V. della Vita, infine 800 metri domina una vasta parte della Valle l’oratorio di San Michele in località Vizzero. del Reno. Questi insediamenti di confine fino al 1219 dipesero civilmente da Pistoia, forte Da non mancare è una visita al santuario della centro longobardo, e religiosamente dal Ve- Madonna di Calvigi, in magnifica posizione scovo di Bologna, che aveva nella Pieve di sulla valle sottostante, a 2 km da Granaglione. Sùccida (oggi Capanne) il suo riferimento più importante del territorio. Sùccida e Grana- Storia e Cultura glione furono poi fusi dai Bolognesi in un uni- Poco lontano dal paese di Granaglione, sor- co comune, al quale si aggiunsero le “ville” di ge il piccolo Santuario di Calvigi, dedicato Boschi e Lùstrola, il cui Governo era concen- al culto della Madonna. L’origine di tale trato nelle mani di poche famiglie, i cosiddet- devozione è legata alla fede popolare nelle ti “antichi originari”. La chiesa di Borgo Ca- capacità miracolose di un dipinto su pietra panne dedicata a San Giovanni Battista pre- raffigurante la Vergine - risalente nella pri- senta alcuni resti dell’abside romanica che, ma metà del ‘500 - fatto eseguire dal parro- con il ritrovamento di numerose monete co di San Niccolò di Granaglione. Un seco- imperiali romane e bizantine, fanno risalire lo più tardi (attorno al 1634), quale ringrazia- almeno al 1000 la costruzione dell’edificio mento per essere scampata dal pericolo sacro e a un periodo ancora precedente la della peste, la comunità fece voto solenne frequentazione del luogo. di erigere un santuario. La chiesa, ampliata nel 1635, secondo un’iscrizione presente sulla facciata, fu dotata di campanile nel 1833. All’Ottocento risale anche una tradi- zione che dura ancora oggi: ogni 5 anni nei giorni precedenti Ferragosto l’immagine viene trasportata in processione alla chiesa di San Niccolò di Granaglione, per poi tor- nare al santuario il giorno dell’Assunta. L’immagine originaria dipinta sulla roccia, ormai compromessa, fu riportata su tela nel XIX secolo, mentre nel 1954, deterioratasi anche la tela, al suo posto venne realizzata Mulino Randaragna una bella ceramica faentina policroma. archivio Provincia di Bologna 91 La coltivazione del castagno e la trasforma- de bellezza e particolare pregio ambientale. zione del suo prodotto hanno costituito per Gli escursionisti possono trovare riparo e secoli l’attività agricola principale della zona e ristoro nel rifugio di Monte Cavallo. di ciò resta vasta traccia nella cultura popola- re. Il Consorzio di castanicoltori, in collabora- Natura zione con la Pro Loco, la Provincia e il Comu- Itinerario turistico-didattico del Castagno ne, ha negli ultimi anni portato anche a nuovi metodi di utilizzo della castagna. 1. Parco Sperimentale Didattico del Castagno Enogastronomia Nel Parco è possibile visitare le diverse aree Birra di castagne di Granaglione di carattere dimostrativo sulle forme di Dalle “Castagne di Granaglione”, derivate recupero del castagno e percorrere il sen- da produzione biologica, nasce la birra arti- tiero didattico sulla storia della castanicol- gianale alle castagne Beltaine. Il nome deri- tura negli ultimi 100 anni. va da quello della grande Festa di Prima- 2. Microbirrificio Beltaine vera dei Celti: Granaglione era infatti terra All’interno è possibile prendere visione del di confine degli insediamenti celtici dell’Ap- processo produttivo della Birra di castagne pennino bolognese. Bevanda tipica dei Beltaine Celti era la birra, in gaelico Cervogia. Il 3. Xiloteca Nodo dell’Amante, riportato sull’etichetta, Si tratta di una raccolta di 30 campioni di rappresenta il simbolo della rinascita della differenti specie di legno: ogni campione è natura. Tre sono le tipologie di birra Bel- costituito da una sezione del fusto accom- taine: Birra Speciale alle Castagne, Birra pagnato da un testo descrittivo (anche in doppio Malto alle Castagne affumicate e Braille) sulle caratteristiche dell’essenza Ginepro, Birra Bianca alle Castagne e Fru- esposta e sul significato che ricopriva nel- mento. Caratterizzate da una schiuma l’antichità. abbondante e strutturata, le diverse tipo- 4. Caniccio logie di birra presentano un sapore che Qui è possibile visionare il processo di spazia dallo speziato, al fruttato, al citrico. essiccazione delle castagne che avviene I lieviti, visibili in sospensione, testimonia- ancora con il metodo tradizionale “a fuoco”. no la rifermentazione naturale 5. Molino Randaragna della birra in bottiglia e le Nel mulino è possibile osservare il processo conferiscono una nota di lavorazione attraverso cui le castagne di genuinità. “secche” vengono ridotte in farina. 6. Rifugio Monte Cavallo Presso il rifugio, accessibile a tutti, si posso- Numerose sono le possibilità d’escursione. no trascorrere momenti di relax immersi Da Granaglione, Case Forlai e Poggio dei Bo- nella natura. Il rifugio rappresenta il punto schi diverse piste forestali conducono al pas- di partenza di itinerari all’interno di casta- so Tre Croci, al crinale fra le valli di Reno, Ran- gneti matildici e di secolari foreste di faggi e daragna e Rio Maggiore, o fin sul Monte di di conifere. Granaglione e a Monte Cavallo (m. 1280). I percorsi attraversano castagneti, pascoli, fag- Info: Tel. 333.3157666 - [email protected] gete e boschi di conifere alcune delle quali di dimensioni monumentali, che conferiscono a Nella frazione Capanne nacque il commedio- questa zona, popolata da daini e caprioli, gran- grafo Gherardo Ghepardi (1891-1949).

Eventi Biagioni Sagra del rivoltone: Sagra del tortellone: 1° week end di agosto. ultimo week end di luglio. Casabuoni Sagra della castagna: Sagra del cinghiale: 1a domenica di agosto. ultimo week end di ottobre. Casa Calistri Feste di paese: Sagra della polenta: 2° week end di agosto. Lustrola, Festa di San Lorenzo: 10 agosto Ponte della Venturina Molino del Pallone: 13 agosto Festa della birra: 1a settimana di luglio. Borgo Capanne: 14 e 15 agosto Boschi, Festa di Sant’Agostino: 28 agosto Vizzero Festa delle tre farine: aprile.

92 Castagneto archivio Parco del Corno alle Scale - Tiziana Bertuzzi

Siamo ormai in Toscana, o meglio in un territorio di crinale da un’identità, anche linguistica, tutta sua, da sempre terra di sintesi e contaminazione di tradizioni diverse, in primis gastrono- miche. Le terre del crinale tosco-emiliano sono anche i luoghi dell’infanzia del cantautore Francesco Guccini, che a queste montagne deve la poetica che ritroviamo in molti suoi testi. Per questo motivo il Comune di Porretta Terme, “capitale” di questa terra di confine, gli ha con- ferito la cittadinanza onoraria.

93 La Valle del Reno la pianura

Galliera

Pieve di

Castello d’Argile

San Giorgio di Piano

Bentivoglio

Castel Maggiore

L’itinerario di visita La seconda parte dell’itinerario nella Valle del Reno si snoda al- la scoperta dei tesori della pia- nura. Lasciata Bologna alle pro- prie spalle, l’itinerario riper- corre idealmente le antiche vie d’acqua che per secoli hanno rappresentato una straordinaria modalità di collegamento della città con Venezia e l’Europa. Da non perdere: Tra Reno e : nelle terre Villa Smeraldi e il Museo della Civiltà contadina del Ducato di Le Cicogne bianche dell’Oasi La Rizza - La Ciclovia del Navile - Bentivoglio Il Navile a Bentivoglio - I Vini DOC del Reno - San Pietro in Casale Il centro storico di - Galliera La Bisana e il Bosco della Panfilia - Pieve di Cento Gli argini del fiume Reno - Castello d'Argile Il Casone del Partigiano a San Pietro in Casale - Argelato Cento e il Guercino

94 La storia e l’ambiente A tavola Il territorio della Bassa renana si presenta al Gli aspetti più caratteristici della cucina di pia- visitatore scandito dalla geometria di strade, nura sono quelli della tipica tradizione emilia- campi e canali, in cui ancora oggi si riconosco- na, pasta all’uovo in testa. E dalla sfoglia, grazie no i segni della centuriazione romana, primo a mani sapienti, nascono i grandi primi prota- episodio della millenaria lotta tra l’uomo e le gonisti della gastronomia bolognese: lasagne disordinate acque della pianura. Il risultato è verdi al forno, tortelloni di ricotta e spinaci, una campagna ricca e ordinata, altra faccia tortellini in brodo. Senza dimenticare le taglia- della florida economia urbana bolognese. La telle, che una leggenda fa nascere proprio in migliore testimonianza dello stretto rapporto queste terre, e i gustosi tortelli di zucca, segno tra la città e questa terra è senz'altro il Canale dell’influenza della vicina Ferrara. Tra i primi Navile. Antica via di comunicazione tra piatti, che non vi dovrete stupire se li sentire- Bologna e Venezia, il Navile è oggi meta di te chiamare “minestre” anche se asciutti, da passeggiate in bicicletta lungo la Via della provare sono i “maccheroni alla bolognese”, Seta. Questi sono anche i luoghi d’origine dei conditi secondo tradizione con carne di Bentivoglio, Signori rinascimentali di Bologna, manzo, pancetta di maiale, fegatini di pollo, che qui avevano terre e palazzi. Personaggi burro. come Lucrezia Borgia e Napoleone, che elesse Onnipresente è anche il suino, la cui macella- questo territorio a Ducato, hanno lasciato la zione è qui elevata ad arte. Ma anche i più loro impronta nel corso dei secoli. Da visitare semplici prodotti della campagna diventano sono i centri storici porticati di San Giorgio di gustosi elementi che aggiungono a condimen- Piano, San Pietro in Casale e Pieve di Cento, ti e pietanze sapore e vivacità. Formaggi e frut- dove sopravvive una secolare tradizione liuta- ta tipica concludono il pasto nelle trattorie e ria. Non mancano poi aspetti ambientali di nei ristoranti della zona, sempre accompagna- grande interesse, laddove il rigido ordine pro- ti dai vini della Doc del Reno e dei vicini Colli duttivo della pianura lascia spazio a verdi oasi, bolognesi. rifugio per la fauna selvatica e la flora sponta- nea. L’osservatore attento che attraversa a Come arrivare piedi o in bicicletta la pianura del Reno potrà - Autostrada A13: cogliere vari aspetti di interesse naturalistico e uscite Bologna-Interporto e Altedo. incrociare diverse presenze significative, tal- - Strade: SS 64 “Porrettana” (direzione Ferrara), volta del tutto inaspettate, come quella della SP 4 “Galliera” e SP 5 “San Donato”. cicogna bianca. Salici e olmi ombreggiano gli - Linea ferroviaria Bologna-Ferrara-Venezia: antichi maceri per la lavorazione della canapa, stazioni a Castel Maggiore, Funo Center- macchie di pioppi si stagliano verticali sugli gross, San Giorgio di Piano, San Pietro in sconfinati orizzonti della bassa, mentre grandi Casale, Galliera. esemplari di farnie, le querce simbolo della - Linee ATC www.atc.bo.it. pianura, resistono isolati vicino alle case colo- niche o in filare lungo antiche strade. Sul Reno tra Galliera e il ferrarese da non mancare è una visita alla riserva della Bisana - Bosco della Pan- filia, straordinario esempio di bosco di pianura.

Eventi Tracce di teatro d’autore propone un per- Borghi e frazioni in musica è una rassegna corso unico nell’universo del teatro contem- musicale che ogni estate (giugno e luglio) poraneo d’autore, che attraversa sale, cinema, coniuga la buona musica con la scoperta di teatri e piazze dei Comuni della pianura del angoli inediti della campagna bolognese. Le Reno. La stagione di Tracce rappresenta una frazioni e i borghi della Bassa si trasformano straordinaria opportunità di incontro e di per una serata in suggestivi palcoscenici: il confronto con le tendenze e gli aspetti più pubblico è condotto in un girovagare curio- originali della scena nazionale e allo stesso so da una villa nobiliare a una casa colonica, tempo permette agli spettatori di essere per assistere a un concerto, provare gustosi coinvolti in un progetto che da oltre dieci assaggi gastronomici, ma anche per scoprire anni dialoga con le migliori realtà culturali e un giardino o un edificio che si aprono per sociali del territorio. l’occasione. www.traccediteatrodautore.it www.san_pietro_in_casale.comune.it

95 Oasi La Rizza al tramonto archivio Comune di Bentivoglio - Stefano Gottardi

Informazioni Turistiche Argelato - URP mercoledì 8.30-13.45 Via Argelati, 4 - 40050 Argelato (BO) giovedì 12.00-18.45 Tel. 051.6634611 - [email protected] sabato 8.30-12.45 Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 8.30-13.00 Galliera giovedì 8.30-18.30 P.zza Eroi della Libertà, 1 - 40015 Galliera (BO) sabato 8.30-12.00 Tel 051.6672911 [email protected] Bentivoglio - URP P.zza della Pace, 1 - 40010 Bentivoglio (BO) Pieve di Cento (BO) - URP Tel. 051.6643502/051.6643537 P.zza Andrea Costa, 17 - 40066 Pieve di Cento (BO) [email protected] Tel. 051.6862611 - [email protected] Orari d’apertura: Orari d’apertura: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato 8.30-12.30 lunedì, martedì, mercoledì, giovedì martedì 8.30-12.30 / 14.45-18.00 e venerdì 8.00-18.30 giovedì 14.45-18.00 sabato 8.00-13.00

Castello d’Argile San Giorgio di Piano - URP Piazza Gadani, 2 - 40050 Castello d’Argile (BO) Via della Libertà, 35 - 40016 San Giorgio di Piano (BO) Tel. 051.977012 Tel. 051.6638507 [email protected] [email protected] Orari d’apertura: Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì lunedì, mercoledì, venerdì 8.30-13.00 e sabato 8.30-12.30 martedì 7.30-18.00 giovedì 8.30-12.30 / 14.30-18.30 giovedì 8.30-19.00 sabato 8.30-12.30 Castel Maggiore - URP Via Matteotti, 10 - 40013 Castel Maggiore (BO) San Pietro in Casale - URP Tel. 051/6386781 Via G. Matteotti, 154 - 40018 S. Pietro in Casale (BO) [email protected] Tel 051.6669511 Orari d’apertura: [email protected] lunedì, martedì, giovedì, venerdì 8.30-18.45 Orari d’apertura: mercoledì 8.30-13.45 lunedì, martedì, mercoledì, sabato 8.30-12.45 venerdì e sabato 8.30-12.30 Orario estivo (luglio e agosto): giovedì 8.30-18.00 lunedì, martedì, venerdì 8.30-14.15 Orario estivo (luglio e agosto) 8.30-12.30

96 Castel Maggiore

Castel Maggiore, prima tappa del nostro itine- Storia e Cultura rario, anticamente era detta Castagnolo, no- Il Canale Navile me che deriverebbe dal tronco di un castagno Il Canale Navile ha rappresentato dalla fine trasportato in pianura dal Canale Navile. Al del XII secolo fino all'inizio del Novecento la Navile, ai mulini e agli opifici che sorsero lun- principale via d’acqua del Bolognese. go il suo corso, si devono anche le origini dello Alimentato dalle acque dei Canali di Reno e sviluppo industriale del territorio. di Sàvena e da quelle del Torrente Áposa, il Navile con i suoi 40 km di lunghezza connet- Il Navile passa per Castel Maggiore in località teva Bologna alla “grande autostrada” delle Castello, dove si possono ammirare i resti del- valli del Po (oggi in gran parte bonificate), l’antico Sostegno di Castagnolo Maggiore, attraverso cui era possibile raggiungere il costruito da Ercole Bentivoglio nel 1497 e a mare e Venezia. Lungo tutto il tracciato il partire dall’800 centro di attività manifatturie- canale fungeva da straordinaria via di comu- re sviluppatesi grazie all’iniziativa della famiglia nicazione, che veniva utilizzata in modo par- Pizzardi. ticolare per il trasporto delle merci, prima fra tutte la seta. Oggi come allora il Navile Il territorio di Castel Maggiore si allarga in una esce dalla città nei pressi dell’antico porto fertile campagna, che offre al visitatore la pos- (oggi Manifattura delle Arti) e termina il suo sibilità di dimenticare la realtà urbana di Bo- corso nel Reno a Passo Segni, presso Malal- logna, pure così vicina. Passeggiando per il ter- bergo. Qui aveva fine la “navigazione supe- ritorio (l’ideale sarebbe in bicicletta), sono da riore” e il viaggio poteva proseguire per valle vedere alcune ville storiche, antichi luoghi di solo una volta cambiato tipo di imbarcazio- villeggiatura della nobiltà, noché centri dire- ne. Il canale è largo una decina metri e ai zionali dell'economia rurale. La più nota è suoi lati corrono le “restare”, sentieri che ser- forse Villa Zarri, dall’elegante stile settecente- vivano a buoi e cavalli per il traino delle bar- sco, oggi sede di eventi e congressi. che. Ai numerosi “sostegni” (chiuse) che nel primo tratto del canale permettevano di Villa Salina risale invece al XVI secolo: appar- superare il dislivello tra l’alta e la bassa pia- tenuta allo scienziato Marcello Malpighi, nel nura, si aggiunse nel 1775 quello di Malal- giardino sul retro ospita una monumentale bergo grazie a cui si poté evitare il cambio di farnia il cui tronco supera i 5 metri di circonfe- imbarcazione. All’inizio del Novecento, tra- renza. La villa è oggi di proprietà della Regione montata la sua funzione economica, il Na- Emilia Romagna. vile divenne meta di gite in barca organizza- te dal neonato Touring Club. Ripercorrere Anche Villa Stagni e gli edifici colonici annes- oggi il suo corso significa attraversare nella si si presentano circondati da un ampio parco, natura otto secoli di storia e di grandi tra- all’interno del quale l’edificio ristrutturato del sformazioni. mulino Borgognino testimonia di uno storico manufatto per la regolazione delle acque sul Cartina storica del canale Navile canale Ghisiliera che qui confluisce nel Reno. archivio Provincia di Bologna

97 Degni di nota sono anche alcuni edifici religiosi. cato originario fu spazzato via da un’alluvione. La struttura attuale è frutto dei numerosi rifa- L’ottocentesca chiesa di Sant’Andrea è situata cimenti che si sono susseguiti dal ‘500. Nel dove, nel X secolo, era sorto il primitivo nu- 1887 fu traslato di ben quattro metri il campa- cleo di Castagnolo Maggiore. Da sempre prin- nile poiché risultava fortemente inclinato e cipale centro religioso della zona, conserva pericolante. La pala d’altare, di ottima fattura, all’interno un bel crocifisso del XVII secolo. è opera di Francesco Gessi, della scuola di Guido Reni. La chiesa di San Biagio di Saliceto costituisce il più antico edificio del territorio comunale: Sempre al Trebbo, di grande interesse sono di forme romaniche, appartenne ai monaci anche le aree golenali del fiume Reno: qui si benedettini pomposiani fin dal 1154. La porta trovano le vestigia dell’antica attività di estra- originaria sul retro conserva ancora l’architrave zione della ghiaia e il primo tratto realizzato e la soglia in selenite. È affiancata da un orato- del parco fluviale (accesso da Via Byron). rio e da un massiccio campanile pendente. Seguendo la strada Lungo Reno (Via Lame) si possono trovare altri accessi alle aree di gole- Vita tormentata ha avuto la chiesa di San Gio- na, mete ideali per passeggiate a piedi o a ca- vanni Battista di Trebbo di Reno, il cui fabbri- vallo.

Villa Zarri archivio Comune di Castel Maggiore

Eventi Festa di Sant’Andrea: 30 novembre. Antica quercia di San Pierino, festa tradi- zionale con maccheronata in piazza: ultimo Trebbo di Reno sabato di maggio. Festa della Raviola: 3a domenica di marzo. Giugno sotto le stelle: giugno. Fiera di Luglio: 1° week end di luglio. GIORNO DI MERCATO: giovedì

98 Bentivoglio

Cavalieri d’Italia all’Oasi La Rizza Bentivoglio è una bella località che riserva più archivio Ecosistema - Roberto Tinarelli di una ragione per una visita. Nel Medioevo era Ponte Poledrano, luogo di passaggio di Storia e Cultura puledri sul ponte del Canale Navile, che attra- L’Æmilia Ars, “società protettrice di arti e versa scenograficamente il centro del paese. industrie decorative nella regione emiliana”, Al suo corso sono strettamente legate la sto- venne fondata nel 1898 a Bologna da un ria e l’evoluzione del territorio: ancora nel 1930 gruppo di nobili e artisti raccolti intorno il riso delle risaie di Bentivoglio arrivava a all’architetto-restauratore Alfonso Rubbiani Bologna sui barconi che percorrevano il cana- e al Conte Francesco Cavazza. Attiva fino al le. 1903, il suo sforzo fu quello di riqualificare e promuovere le arti applicate e la produzio- Bentivoglio è il nome della nobile famiglia ne e commercializzazione degli oggetti di bolognese che qui fece costruire il suo Ca- uso quotidiano. stello, una “Domus Jocunditatis” destinata a Versione italiana dell’Arts&Crafts inglese, luogo di divertimento e di caccia con i cani e costituì un originale apporto nell'ambito i falconi. Le mura del castello custodiscono delle discussioni estetiche nate intorno al ancora oggi un’autentica perla dell’arte del movimento Liberty. Quattrocento. Sono le “Storie del pane”, stra- ordinario ciclo di dieci affreschi di scuola fer- rarese che ripercorre le diverse fasi della pani- ficazione, dalla semina al banchetto cortese. Ospiti di Giovanni II Bentivoglio e della mo- glie Ginevra Sforza furono Ercole I d’Este, Lu- crezia Borgia, Alfonso I d’Este e altri Signori ri- nascimentali, che spesso giungevano al ca- stello in barca.

Proteso sul Canale Navile è il Palazzo Rosso oggi sede della Biblioteca. Fatto edificare da Carlo Alberto Pizzardi nel 1897, l’edificio pre- senta splendide decorazioni di Achille Casa- nova raffiguranti ambientazioni tipiche della locale zona palustre; capolavoro di decora- zione, la Sala dello Zodiaco risulta una delle Sala dello Zodiaco - Palazzo Rosso migliori espressioni dell’Ars Æmilia. archivio Comune di Bentivoglio - Gianni Gosdan

99 Nella vicina località di San Marino di Ben- Sport e Vacanza attiva tivoglio è da visitare il Museo della civiltà La Ciclovia del Navile è un percorso cicla- contadina, davvero unico nel suo genere. Qui bile a tappe che si dispiega lungo l’antica sono ricostruite le vicende della pianura bo- via d’acqua dal Porto di Bologna a Malal- lognese raccontate attraverso le sue colture, bergo e al Passo Segni. Le vestigia degli dal mais alla canapa, dal grano al riso. imponenti manufatti idraulici che si incon- Ospitato nell’affascinate cornice di Villa Sme- trano lungo l’itinerario restituiscono il raldi, il museo è circondato da un ampio par- fascino di una Bologna città d’acque, capi- co dalla spiccata valenza ambientale e ricrea- tale europea della seta e crocevia di com- tiva. merci internazionali, per lo più nascosta dalle trasformazioni degli ultimi due seco- li. La Ciclovia del Navile si appresta a dive- nire un classico del cicloturismo e costitui- sce la parte centrale del lungo itinerario in bicicletta della “Via della Seta”, che unisce Lucca a Venezia, passando per Bologna e la pianura del Reno. www.montesolebikegroup.it

Per gli amanti della natura da non perdere è l'Oasi La Rizza, con le sue cicogne bianche. Natura L’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “La Rizza” Parco di Villa Smeraldi - Museo della civiltà contadina A nord del capoluogo si estende l’ex risaia archivio Provincia di Bologna di Bentivoglio e San Pietro in Casale, un’area che nel corso dei secoli ha subito Musei radicali trasformazioni: dalle paludi, alle L’ottocentesca Villa Smeraldi ospita un risaie e da queste ultime alle coltivazioni museo etnografico di importanza nazionale, intensive fino al progressivo ritorno dell’ac- con una ricca collezione di macchine agri- qua, a partire dagli anni Novanta. cole, strumenti e oggetti legati alla vita ed Oggi l’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “La al lavoro contadino nel Bolognese. Alcune Rizza” ospita una ricca e diversificata fauna, sezioni presentano i diversi cicli produttivi in particolare uccelli, e permette di cono- (la canapa, il frumento, il latte) o ricostruzio- scere e cogliere il fascino di paesaggi un ni di ambienti della casa rurale. Un fitto tempo caratteristici di gran parte della pia- calendario di esposizioni temporanee con- nura bolognese. Nell’Oasi è tornata, dopo sente di approfondire le diverse tematiche secoli, a nidificare la Cicogna bianca. Per legate all’archeologia contadina e alle tradi- una visita, parte dell’area è attrezzata con zioni locali. percorsi pedonali e ciclabili e osservatori ISTITUZIONE VILLA SMERALDI che fanno capo al Centro multifunzionale MUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINA La Rizza. - Info: Comune di Bentivoglio Villa Smeraldi - Via Sammarina, 35 Tel. 0516643540 località San Marino 40010 Bentivoglio (BO) www.orizzontidipianura.it Tel. 051.891050 - Fax 051.898377 [email protected] Apertura: martedì, giovedì e sabato 9.30- 12.30 e 14.30-18.00; mercoledì e venerdì 9.30- 12.30; domenica e giorni festivi 14.30-18.00 (da ottobre ad aprile) o 18.00-20.00 (da mag- gio a settembre); a gennaio aperto solo il mattino dei giorni feriali. Biglietto: intero euro 3; ridotto euro 1.50 per i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni e gli ultrasessan- tenni; gratuito per i ragazzi sotto i 14 anni; visite guidate, euro 1.50 a visitatore.

Cicogne bianche archivio Provincia di Bologna

100 Storia e Cultura Musei I maceri e la canapa MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA L’economia agraria della pianura del Reno è E DELLA CANAPA G. ROMAGNOLI prosperata per secoli grazie alla canapa, Vicolo Santa Lucia, 2 località Castagnolino pianta industriale apprezzata principalmen- 40010 Bentivoglio (BO) - Tel. 051.862426 te per le sue applicazioni in campo navale, Nato negli anni ’50 dalla passione del colle- poiché forniva ottimo cordame e un forte zionista Giuseppe Romagnoli, è tra i più tessuto per le vele. L’introduzione delle navi antichi musei etnografici dell’Emilia-Roma- a vapore e la diffusione del cotone segnaro- gna ed espone gli strumenti per la produ- no tra Otto e Nove- zione e la lavorazione della canapa. cento l’inarrestabile declino della canapi- coltura. ca per Cinquanta. Sulle sue sponde si posso- Tuttavia, la campagne no ancora vedere i sassi di fiume che serviva- bolognesi conservano no per affondare i postoni, zattere formate da ancora memoria di più mannelli di canapa legati insieme. questa antica coltura nei maceri disseminati nella media pianura. Nella storia della gastronomia del territorio il I maceri sono piccoli bacini artificiali simili nome di Bentivoglio rimanda a una leggenda, a vasche rettangolari, dalla profondità di anzi a due leggende, nate intorno all'invenzio- circa 2 metri. L’ampiezza dipendeva dalla ne delle tagliatelle, che altro non sarebbero quantità di canapa da macerare, che in al- che i biondi capelli di Lucrezia Borgia. cuni casi era quella prodotta da un solo podere, mentre più spesso era quella pro- dotta da più mezzadri di una tenuta. La Enogastronomia macerazione serviva a neutralizzare l’azione Tagliatelle delle sostanze collanti che impedivano alla Tradizione vuole che le tagliatelle siano fibra tessile di staccarsi dallo stelo legnoso. nate dall’estro di Mastro Zafirano, cuoco Fasci di canapa raccolti insieme formavano personale di Giovanni II Bentivoglio, in oc- delle zattere (postoni), che venivano affon- casione delle nozze tra Annibale Bentivo- date nel macero caricandole di pietre e glio e Lucrezia d’Este, che nel 1487 si con- dopo circa otto giorni i fasci venivano sca- giunsero a Ponte Poledrano, provenienti, ricati e lavati. Alla metà del secolo scorso entrambi in barca sul Navile, l’uno da Bo- oltre i due terzi del prodotto di canapa ve- logna l’altra da Ferrara. Un’altra leggenda nivano esportati in Italia e all’estero, men- vuole invece che a ispirare Mastro Zafirano tre il resto era oggetto, a Bologna o nei siano state le bionde chiome di Lucrezia centri minori del contado, delle successive Borgia, che nel 1502 passò da Bentivoglio fasi di lavorazione, alimentando in questo diretta Ferrara per andare in sposa ad modo il lavoro di migliaia tra artigiani, lavo- Alfonso d’Este. In dote il padre di Lucrezia, ratori a domicilio, operai di manifatture. Papa Alessandro VI, aveva promesso al Duca Recentemente la canapa tessile è stata og- di Ferrara i territori di Cento e di Pieve di getto di un rinnovato interesse e si sta assi- Cento. Oggi come allora, il segreto delle stendo a una sua, seppur limitata, reintro- buone tagliatelle sta tutto nella sfoglia, che duzione. deve essere tirata al matterello perché mantenga la giusta ruvidezza per sposarsi al meglio col ragù, tipico condimento di carne Testimonianza dell’antica coltivazione della bolognese famoso nel mondo, la cui ricetta canapa, molti maceri restano ancora sul terri- originale è stata depositata presso la Ca- torio, il più interessante dei quali si trova in mera di Commercio il 17 ottobre 1982. via Santa Maria in Duno, dopo la strada bian-

Eventi Festival Internazionale di Musica Festa dei sapori: fine maggio. da Camera: settembre. Castello in festa, presso il castello dei Ben- Festa del volontariato: ottobre. tivoglio: inizio giugno. Museo della Civiltà Contadina: Festa della mietitura e della trebbiatura, pres- visite guidate tematiche domenicali. so il Museo della Civiltà Contadina: fine giugno. Evocamondi, festival di narrazione orale, GIORNO DI MERCATO: venerdì parco di Villa Smeraldi: luglio.

101 San Giorgio di Piano

San Giorgio di Piano è un tipico paese del contado bolognese. Il suo centro storico, assai ben con- servato, si caratterizza per un torre- sotto del 1321, oggi sede della Biblioteca. Da vedere sono il Pa- lazzo Comunale, edificato alla fine del Settecento, e l’ottocentesca chiesa di San Giorgio, di origine ro- manica.

Dell’antico castello costruito nel 1403 rimane solo Porta Ferrara, dalle caratteristiche feritoie per il ponte levatoio. Nei pressi della demolita Porta Bologna, l’oratorio di San Giuseppe e della Natività della Madonna (XVIII secolo) custo- disce una Sacra Famiglia della scuola del Guercino.

Meta di pellegrinaggio per cinefili è la casa natale di Giulietta Masi- na, compagna d’arte e di vita di Fe- derico Fellini.

Personaggi e Cultura Giulietta Masina: un paese e la sua stella Fisico minuto, “palpebre di nebbia” e “pelle archivio Comune di San Giorgio di Piano di anima”, Giulietta Masina ha impersona- to magistralmente un archetipo di femmi- Il territorio tra San Giorgio di Piano e San nilità malinconica e remissiva, attraverso Pietro in Casale fu teatro di una storica batta- una serie di interpretazioni che hanno fatto glia: in località Gherghenzano, Annibale I la storia del cinema del Novecento. Nata a Bentivoglio sconfisse l’esercito visconteo nel San Giorgio di Piano nel 1921 da un violini- 1433. Qui, testimone dei secoli passati, rimane sta e una maestra, Giulietta si trasferisce un platano monumentale, alto ben 33 metri. presto a Roma e nel 1942 partecipa a una trasmissione radiofonica in cui conosce Eventi Federico Fellini. L’anno dopo è sua moglie. Corso dei Fiori, sfilata notturna di carri alle- Presente come attrice fin dai primi film del gorici: inizio giugno. marito, nel 1954 è Gelsomina ne La strada, Not(t)e in piazza: fine giugno, inizio luglio. ruolo che la consacra a livello internazio- Sagra di San Luigi Gonzaga: 4a settimana di nale. Seguono altri grandi ruoli felliniani (Le settembre (dal venerdì alla domenica). notti di Cabiria, Giulietta degli spiriti, Gin- Presepe vivente: Avvento. ger e Fred) e non (Europa ’51 di Rossellini, Fortunella di Eduardo De Filippo con GIORNO DI MERCATO: lunedì Alberto Sordi, Nella città d'inferno di Ca- stellani con Anna Magnani). Vincitrice di numerosi premi, Giulietta si spegne a Roma il 23 Marzo del 1994, a pochi mesi dalla morte del suo Federico.

102 San Pietro in Casale

Chiesa SS. Pietro e Paolo archivio Provincia di Bologna Quattro percorsi ciclabili con partenza dal capoluogo conducono tra strade asfaltate e Ciò che subito colpisce entrando a San Pietro sterrate alla scoperta di un mondo ricco di in Casale è il bell’impianto urbanistico del suggestioni riservate a un viaggiatore atten- centro storico, con i suoi portici alla bologne- to. se e gli eleganti edifici storici. Quando si pensa alla pianura si immagina un Da segnalare è l’ottocentesca parrocchiale paesaggio monotono e sempre uguale a se dei SS. Pietro e Paolo, fiancheggiata da un stesso. In realtà non è così. Solo nel territo- campanile romanico che ricorda le origini rio di San Pietro in Casale, spostandosi in di- medievali dell’edificio. Al suo interno si tro- rezioni opposte, si possono notare non po- vano interessanti dipinti di scuola ferrarese che differenze. Il territorio a est del capo- della prima metà del Cinquecento. Poco di- luogo si caratterizza per la sua origine valli- stante si apre il Parco comunale, annesso va, che oggi si riconosce dagli immensi spazi alla seicentesca Villa Padoa, dal 1896 sede dei campi coltivati e dalle oasi recuperate del Municipio. alle acque. La campagna verso ovest, invece, è punteggiata da case padronali e antichi Musei edifici rurali inseriti in poderi dalle dimen- La casa dell’artista Guido Frabboni (1926- sioni più modeste. Qui è possibile scorgere 1994) è parte di un’ex barchessa, in cui ha qualche ultimo tratto del più caratteristico abitato e lavorato per lungo tempo il pitto- dei sistemi di coltivazione della pianura co- re, che ha donato al Comune la sua dimo- nosciuto come “piantata padana” (pag. 150). ra, le sue opere, circa duecento, le sue col- Le frazioni sampierine sono spesso segnala- lezioni di maioliche ed icone. Oggi è uno te a chilometri di distanza dai loro campani- spazio espositivo aperto in occasione di li svettanti sulla pianura. Tra queste vale la mostre. Le sale destinate alle esposizioni pena visitarne almeno alcune. temporanee si trovano al piano terra e al primo piano dell’edificio, mentre il secon- A Tombe si segnala il grande palazzo costrui- do piano ospita le collezioni delle opere di to nel 1490 da Giovanni II Bentivoglio sui Frabboni e del pittore e scultore casalese resti di un edificio degli imperatori Antonini, Raimondo Rimondi. al margine di una estesa palude vicina al CASA FRABBONI confine con lo Stato estense. Sorto come Via Matteotti, 137 dimora per battute di caccia in valle, anche 40018 San Pietro in Casale (BO) se in parte demolito il palazzo conserva an- Tel 051.6669511 Fax 051.817984 cora all'esterno le sue caratteristiche origi- www.comune.san-pietro-in-casale.bo.it narie fondamentali, mentre all’interno so- Apertura: martedì 10.00-13.00; sabato pravvivono tracce di decorazioni pittoriche. 10.00-13.00 e 15.00-18.00; domenica 10.00- Ben visibile lo stemma dei Bentivoglio - 13.00. Biglietto gratuito. Sforza. Il palazzo fece poi parte del Ducato di Galliera (pag. 105).

103 La strada comunale Setti tra Maccaretolo e Tombe è forse il più chiaro esempio di centu- riazione romana tra quelli risparmiati dalle rovinose piene del Reno. Storia e Cultura La centuriazione I Romani, conquistata Bologna ai Galli Boi, si impegnarono in imponenti opere di bonifi- ca per mettere a coltura ampi settori delle paludi tipiche del primitivo paesaggio pada- no. La pianura fu così suddivisa secondo una rigida geometria costituita da un reticolo di La piazza del paese strade e canali, che gli agrimensori romani archivio Provincia di Bologna realizzarono in pochi anni. Grandi quadrati di 710 m di lato (circa 50 ettari), a loro volta gio rurale. Seminascosta dalla vegetazione è la frazionati in 100 appezzamenti uguali, cinquecentesca Ca’ Gioiosa, edificio per il per- segnavano, e in parte segnano ancora, la sonale addetto alla rete idrografica che nel campagna. Ogni centuria era fiancheggiata ‘700 ospitava un mulino. da strade (limites), che si incrociavano orto- gonalmente. Agli incroci erano posti cippi Dal punto di vista ambientale, si segnalano le con immagini pagane, proprio dove oggi in Aree di riequilibrio ecologico istituite nei pres- molti casi si trovano edicole votive cristia- si del Casone Partigiano e le Aree rifugio realiz- ne. La centuriazione aveva molteplici fun- zate nelle zone prossime a Poggetto e Massu- zioni, dal governo delle acque a scopi irrigui matico. alla divisione dei campi in poderi. Da allora l’appoderamento è rimasto una caratteristi- Natura ca tipica della campagna bolognese e in età Storia e Cultura moderna ha trovato nella conduzione a Il Casone del Partigiano è un edificio rive- mezzadria il modo di produzione ad esso stito di canne che ricorda l’antico casone del più congeniale, nonché assolutamente pre- guardiano della valle, crollato in seguito ai dominante. cedimenti dovuti alle bonifiche. Costruito nel ‘700 nel mezzo di una vasta palude, a margine delle risaie, e raggiungibile solo in A Rubizzano da vedere è la chiesa dei SS. Si- barca, il casone servì nell’ultima guerra come mone e Giuda che contiene quadri del Guar- base della 2a Brigata Partigiana “Paolo”, che dassoni e del Trebbi. Qui si ritirò a 70 anni Pier organizzò l’insurrezione del 22 Aprile 1945. de’ Crescenzi, nel secolo XIII fondatore del- Oggi è circondato da un fossato (scavalcato l’agronomia. Da segnalare inoltre Palazzo Bo- da una passerella), che ricorda l’antico am- nora, tipica casa della bassa pianura. biente vallivo, qui rimasto inalterato fino al 1948. Al suo interno conserva cimeli del pe- L’antica località di Poggio Massumatico è riodo bellico e lapidi alla memoria dei Mar- detta Poggetto per distinguerla dal vicino tiri per la Liberazione. Al centro di un recen- Poggio Lambertini (oggi ), te intervento di rinaturalizzazione, le aree paese natale del Cardinale Prospero Lamber- adiacenti ospitano una grande zona umida tini, asceso al soglio pontificio col nome di circondata da pioppi e salici. Benedetto XIV. Sotto il suo regno fu scavato il Cavo benedettino, primo passo verso la siste- mazione definitiva del tormentato corso del In età napoleonica, una nuova campagna di boni- Reno. Per secoli infatti la zona fu soggetta alle fiche avviò la definitiva trasformazione di queste gravi rotte del fiume. A Poggetto da vedere è la terre. A quell’epoca risale l’introduzione della chiesa di San Giacomo Maggiore, la cui pala coltura del riso, destinata a caratterizzare tutta la d’altare è opera della scuola di Guido Reni, bassa bolognese orientata verso il Delta del Po. mentre l’abside è di probabile origine romanica. Eventi Nel tratto di Canale Navile (pag. 97) che attra- Carnevale di San Pietro in Casale: marzo. versa il territorio di San Pietro in Casale, la Emiliana: giugno. sponda destra è fiancheggiata da un argine che conserva le “restare” (alzaie) ancora percorribili. GIORNO DI MERCATO: martedì Di qui si gode un ampio panorama sul paesag-

104 Galliera

Galliera, nodo d’acque tra il fiume Reno, il A San Venanzio, di fronte alla chiesa, sorge Canale Emiliano Romagnolo e il Cavo Napo- Palazzo Bonora. I telamoni che sorreggono il leonico, è immersa in un dolce paesaggio di balcone (nella foto) ricalcano modelli urbani campagna chiuso dalle linee sinuose degli e in particolare il portone di Palazzo Davia argini. Nel suo nome sono tutta la storia e la Bargellini a Bologna. bellezza di questa terra: Gal in celtico signifi- ca confine e Lyr acqua. Oggi sede del municipio, l’edificio in origine Il suo territorio è costituito da tre paesi che era residenza dei Bonora, imprenditori agrari insieme formano un unico comune: Galliera che per decenni gestirono con successo il Vecchia, San Venanzio e San Vincenzo. patrimonio terriero del “Ducato di Galliera”.

Storia e Cultura Per l’erede, Napoleone aveva già comprato Napoleone e il Ducato di Galliera a Bologna la grandiosa residenza della fa- La calata delle truppe napoleoniche nel miglia senatoria dei Caprara, oggi sede 1796 aprì per la pianura del Reno una nuova della Prefettura. Palazzo Caprara fu annesso fase, segnata dalle vicende di uno sviluppo al patrimonio del Ducato di Galliera, diven- agricolo di tipo capitalistico. Principale tandone la sede di governo. Nel 1823, fautore del processo di modernizzazione Giuseppina Eugenia, col titolo di principes- dell’economia agraria bolognese fu Anto- sa di Bologna e duchessa di Galliera, sposa nio Aldini. Rampollo di una famiglia dell'al- il principe Oscar di Svezia. I reali di Svezia ta borghesia, nipote dello scienziato Luigi non dimostrarono nessuna inclinazione per Galvani e lui stesso docente di diritto, fu l'amministrazione delle terre e si preoccu- ministro di Napoleone e tra i fondatori parono solo di trasferire in Svezia il patri- della Repubblica Cisalpina. Tra Galliera e monio artistico del ducato: ancora oggi la San Pietro in Casale l’Aldini riuscì ad acqui- “collezione Galliera” costituisce un'impor- stare negli anni a cavallo tra tante sezione della quadreria di Sette e Ottocento ben 52 corte di Stoccolma. Caduto Na- fondi di terra, che accorpò se- poleone, nel 1837 sia Palazzo Ca- condo i criteri di una gestione prara sia la tenuta di Galliera produttiva unitaria. Venne così furono vendute al marchese De a formarsi un’azienda di note- Ferrari di Genova, che ottenne da voli dimensioni, comprenden- Papa Gregorio XVI il ristabilimen- te novanta edifici rurali, vie di to del Ducato di Galliera col rela- comunicazione interne e un tivo titolo, diventandone il legit- moderno sistema irriguo che timo portatore. Nella metà dell’Ot- permetteva la coltivazione del tocento lo sviluppo tecnico-pro- riso su vasta scala. Il riso veniva duttivo dell’azienda toccò l’api- condotto tramite il Canale Riolo al porto ce, ma il nome di Galliera ebbe risonanza a di e di lì inviato a Bologna sul livello internazionale soprattutto grazie al- Navile. Le risaie erano condotte “in econo- la filantropia della moglie del De Ferrari, mia” (cioè attraverso lavoro salariato), ultima discendente dei Brignole Sale. segnando le premesse del definitivo supe- Maria, Duchessa di Galliera, morì a Parigi ramento della mezzadria nelle campagne nel 1888, dove lasciò a perpetuare Oltralpe bolognesi e la trasformazione delle fami- il nome di Galliera un elegante edificio del glie contadine nel nuovo proletariato rura- XIX secolo, Palazzo Galliera appunto, oggi le. Nel 1812 la tenuta venne acquistata da sede del Museo della Moda. All’inizio del Napoleone che l’anno dopo la investì del Novecento il Ducato venne frazionato e titolo di “Ducato di Galliera”, solida dote messo in vendita dai suoi ultimi proprieta- patrimoniale per la nipote Giuseppina ri, Eulalia di Borbone e Antonio d’Orléans, Eugenia Beauharnais, figlia del Viceré Infante di Spagna, ultimo figlio di Luigi d’Italia. Filippo Re dei Francesi.

105 Verso nord, la torre medievale di Galliera rap- mune di Bologna alla fine del XII secolo co- presenta, con le vicine torri di Cocenno e struì in quello che era il punto più avanzato dell’Uccellino, quanto ancora oggi si può am- dei suoi confini verso il territorio estense. mirare del sistema di fortificazioni che il Co- Torre di Galliera - archivio Comune di Galliera

Scienza e Tecnica per motivi politici. L’idea comincia a concre- Il Canale Emiliano - Romagnolo tizzarsi solo molto tempo più tardi, anche Il Canale Emiliano Romagnolo (CER), realiz- grazie all’impegno dell’ing. Mario Giandotti, zato nella seconda metà del Novecento, è commissario del Consorzio di bonifica per il l’ultima grande opera idraulica nella millena- canale, istituito nel 1939. Lo scoppio della ria storia del governo delle acque della pia- seconda guerra mondiale blocca di nuovo il nura. Il canale serve a condurre a scopo irri- progetto, che nel 1947 trova la sua veste guo le acque del Po fino alla Romagna e si definitiva coniugando le esigenze della dife- riconosce subito dagli altri canali sia per il sa dalle piene del Reno a quelle dell’irriga- verso contrario della corrente delle sue zione della pianura bolognese e romagnola, acque, sia per gli argini cementati. La prima e spostando definitivamente il punto di intuizione dell’opera risale al 1620, quando derivazione dal Po a Bondeno, sul confine l’abate Tirelli da Reggio Emilia propone al fra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. duca Cesare d’Este un “progetto d’estrarre L’avvio effettivo dei lavori scatta nel 1955. acqua dal Po sopra Piacenza per irrigarne la Oggi il CER è un sistema idrico complesso, provincia e quelle di Parma, Reggio, Modena che, mantenendo l’irrigazione come missio- e Bologna”. Si deve all’ingegnere bolognese ne primaria, serve anche a usi civili, ambien- Annibale Certani il primo progetto organico, tali e turistici. presentato nel 1863 e presto accantonato

106 Natura Il Bosco Panfilia - Area di riequilibrio eco- logico “La Bisana” è il più significativo e- sempio di foresta planiziale della regione. Mappa del bosco golenale Gli uccelli rappresentano la fauna principa- archivio Comune di Sant’Agostino (FE) le del bosco sia per le specie presenti tutto l’anno, sia per quelle di passaggio. Tra i mammiferi più importanti ricordiamo il ric- Tra Galliera, Pieve di Cento e S. Agostino (FE) cio, il ghiro, la talpa, la volpe e, nei canali si estende un grande monumento naturalisti- adiacenti, numerosi esemplari di nutrie. Il co, di estremo interesse ambientale: il bosco Bosco Panfilia è visitabile in ogni stagione golenale della Bisana e della Panfilia, esem- dell’anno, preferibilmente nei mesi prima- pio di foresta umido-ripariale di pianura, un verili ed autunnali. All’ingresso principale (in tempo diffusa in tutta la bassa padana. via del Cavo, Comune di S. Agostino) esiste un piazzale per il parcheggio e una fontana con acqua potabile. È possibile parcheggia- re anche in vicinanza di una seconda entra- Eventi ta, in fondo a via del Bosco. È bene munirsi A San Venanzio di equipaggiamento adeguato, oltre che di Fiera d’agosto: inizio agosto. un buon binocolo. All’interno sono attrez- zati sentieri percorribili a piedi e in biciclet- GIORNO DI MERCATO: mercoledì a San ta. Info: WWF sezione Alto Ferrarese Venanzio e giovedì pomeriggio a San Tel. 0532.846470 Vincenzo

107 Pieve di Cento

Pieve di Cento, conosciuta come “piccola Oltre che dal Reno, le due città sono unite Bologna” per i suoi lunghi portici, ha mantenu- dall’arte nel nome di Guercino. to ben leggibile l’impianto urbanistico del “castrum” romano, con l’aggiunta della pieve Personaggi e Cultura del IX sec., poi della città medievale e quindi Il Guercino rinascimentale e barocca. La sua posizione Nato a Cento nel 1591, Giovanni Francesco strategica ne ha fatto fin dalle origini un punto Barbieri, detto il Guercino a causa di un di riferimento avanzato del Vescovado e del occhio guercio, è uno dei massimi esponen- Comune di Bologna, che non mancò di entra- ti della grande stagione del Seicento emilia- re nelle mire degli Estensi di Ferrara. Di qui la no. Fondamentale per la sua formazione costruzione di edifici difensivi come la Rocca artistica è l’incontro con Ludovico Carracci, del 1387 progettata da Antonio di Vincenzo, che lo inserisce nell’ambiente culturale bo- l’architetto di San Petronio a Bologna, e le lognese. Guercino sviluppa poi uno stile quattro porte di accesso al paese, nel Tre- personale, coerente coi dettami dell’esteti- cento ricostruite in muratura. ca barocca senza mai rinunciare a quelle istanze di verità proprie della lezione carrac- La storia di Pieve è indissolubilmente legata a cesca. La sua arte richiama presto le atten- quella della gemella città di Cento, appena un zioni delle più importanti committenze: nel salto oltre il Reno. 1621 è a Roma, dove per il Cardinal Ludovisi, asceso al soglio pontificio col nome di È il 1185 quando il Vescovo di Bologna allarga Gregorio XV, realizza gli affreschi del Casino la sua giurisdizione su queste terre, ancora Ludovisi. Nel 1642, morto Guido Reni, dominate dalle acque. Sono gli anni delle pri- Guercino trova posto in patria, dove eredita me bonifiche e dell’introduzione dell’enfiteusi, il ruolo di caposcuola. Muore nel 1666 a istituto che prevedeva l’assegnazione di terre Bologna, dove viene seppellito nella chiesa in cambio della loro colonizzazione. Si arriva del SS. Salvatore. I suoi dipinti sono oggi così nel 1253 alla nascita delle Partecipanze custoditi nei maggiori musei del mondo, ma agrarie, ancora oggi esistenti e attive (pag. è nella sua terra natale che si trova la mag- 190). Col venir meno dell'autorità vescovile le gior concentrazione delle sue opere. terre sono passate ai Centopievesi, uniti in un’unica comunità, che aveva il compito di ridistribuirle tra le famiglie partecipanti, con rotazioni ventennali. Del 1460 è la ristruttura- zione della Partecipanza di Pieve, così come funziona tuttora.

A suggellare materialmente la separazione tra le due cittadine fu la disastrosa rotta del Reno del 1459, che modificò il corso del fiume spo- standolo da ovest a est di Cento. Nel 1502, intanto, il centopievese entrò nell'orbita ferra- rese, portato in dote da Lucrezia Borgia al Duca d’Este. Il territorio, tuttavia, ha continua- to a mantenere una sua identità autonoma, storicamente legata a Bologna. A questo si deve la decisione di Pieve di tornare nel 1929 sotto Bologna.

La Rocca di Antonio di Vincenzo archivio Comune di Pieve di Cento

108 Il Palazzo Comunale (secc. XVI-XVII) ospita Personaggi e Cultura l’antico Archivio Notarile e il Teatro Zeppilli, Alice Zeppilli modificato nel 1856 e oggetto di recente Amata e osannata dal pubblico americano restauro. L’ultimo intervento ha restituito alla degli anni Dieci del Novecento, Alice Zep- loro funzione originale la platea e il foyer. pilli fu un soprano dal grande fascino che si Anche gli arredi originali sono stati restaurati, esibì nei maggiori Teatri degli Stati Uniti al così come le parti dipinte e gli stucchi. Il tea- fianco di giganti del melodramma come En- tro, omologato per 149 posti, accoglie attività rico Caruso e Titta Ruffo. Donna dalla bel- teatrali e musicali, convegni, conferenze e lezza non comune e artista dalle qualità spettacoli. I ridotti ospitano un piccolo sceniche universalmente apprezzate, pare Museo della Musica, con testimonianze della che avesse anche buona tecnica vocale e vita di Alice Zeppilli, nonché documenti e buon gusto nell’interpretazione, doti non strumenti musicali provenienti dal laboratorio scontate per l’epoca. La sua voce sempre di Liuteria. Informazioni e biglietteria presso fresca e la sua generosità sul palcoscenico la l’Urp. portarono il 13 dicembre del 1913 a esibirsi nel pomeriggio come Gilda del Rigoletto e Teatro Comunale Alice Zeppilli alla sera come Margherita del Faust, in quel- L’uso della Sala del Palazzo Pubblico per lo che dalla stampa di Chicago fu ribattez- rappresentazioni teatrali e musicali inizia nel zato il “Zeppilli Day”. La figura e l’arte della 1785. Da allora, anche se come sede provvi- Zeppilli non affascinarono solo i melomani soria, il teatro viene utilizzato in modo dell’epoca, ma colpirono anche il poeta regolare fino al 1852, quando vi si rappresen- Gabriele D’Annunzio, che nelle sue molte ta l’Ernani di Giuseppe Verdi. Nel frattempo lettere la definiva “il mio Cherubino”. Pie- la Comunità vese era il marito, Giuseppe Alberghini, pri- di Pieve con- mo violoncello al Metropolitan di New sidera l’idea di York e a Chicago: nella bella villa di Pieve edificare un Alice passò numerose estati durante la sua nuovo teatro, carriera, nonché gli ultimi anni della sua vita. inteso come edificio auto- nomo. Gli e- levati costi del progetto fanno optare per una risistemazio- ne dell’esistente, affidata all’ingegnere cen- tese Antonio Giordani, che successivamen- te progetterà anche i teatri di Cento e di , oltre a quello di Maracaibo in Venezuela. Giordani adotta per questo tea- tro la consolidata tipologia del “teatro all'italiana”. La decorazione è semplice ma elegante. Il sipario, che si conserva ancora, raffigura Esopo che parla ai pastori. Il teatro è inaugurato nell'agosto del 1856 con Il Tro- vatore e Il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Chiuso nel 1929 e rimasto pressoché inuti- lizzato per molti anni, il teatro, completa- mente recuperato, è stato nuovamente ina- ugurato il 6 dicembre 2003 con un concer- to. Le sale del Teatro, che raccolgono una documentata collezione di strumenti di liu- teria, custodiscono anche testimonianze fotografiche ed oggetti personali apparte- nuti al soprano Alice Zeppilli.

Palazzo Comunale - Teatro Alice Zeppilli archivio Comune di Pieve di Cento

109 Tre sono i Musei pievesi, che offrono la possibi- lità di compiere un viaggio nell’arte e nella sto- ria del territorio e non solo, dal Medioevo alle ultime generazioni dell’arte contemporanea. Musei La trecentesca Rocca ospita documenti e testimonianze sulla storia e i personaggi che hanno onorato Pieve e il ricco archivio foto- grafico di Melloni e Monti. Si segnalano la raccolta di antiche mappe, le memorie della presenza dei Padri Scolopi e di una comuni- tà ebraica. MUSEO CIVICO Via della Rocca, 1 - 40066 Pieve di Cento (BO) Tel. 051.6861488 [email protected] Apertura sabato 15.30-18.30; domenica 9.00- 12.00 e 15.30-18.30. Biglietto gratuito Museo Civico archivio Provincia di Bologna Musei Nato dalla passione del collezionista Giulio Musei Bargellini, il Museo d'Arte delle Genera- Il settecentesco palazzo del vecchio ospe- zioni Italiane del ‘900 “Giulio Bargellini” dale ospita una sezione d’arte antica con è ospitato in un vecchio silos ristrutturato opere di scuola bolognese e ferrarese (XVI- su progetto dell’architetto Davanzo. Espone XVIII secolo) e una ricca collezione di tele una raccolta di arte italiana del Novecento, settecentesche. Capolavoro del Museo è con sale dedicate ai “maestri storici” una Madonna lignea policroma del XIV (Modigliani, de Chirico, Depero) e alle suc- secolo. Importante la raccolta di tele e scul- cessive generazioni dei protagonisti dell’ul- ture dal ‘500 al ‘700 di ambito bolognese e timo secolo, dal primo decennio agli anni ferrarese. Una sezione di arte del Nove- Trenta. Il museo è circondato dal Giardino cento, con la Collezione Mascellani, ospita della Scultura con opere plastiche di grandi opere di Martini, donazioni di Cuniberti, Se- dimensioni e diversi materiali e linguaggi. po, Ponti e le numerose opere donate da Oltre alla collezione permanente, il museo Tavoni. realizza importanti mostre temporanee. PINACOTECA CIVICA M.A.G.I. ’900 P.zza Andrea Costa, 17 Via Rusticana, 1/a - 40066 Pieve di Cento 40066 Pieve di Cento (BO) (BO) Tel. 051.6861545 - Fax 051.6860364 Tel. 051.6861488 - Fax 051.974308 [email protected] [email protected] Apertura: martedì-domenica 10.00-18.00. Apertura: sabato 15.30-18.30; domenica 9.00- Biglietto: intero euro 5, ridotto euro 4. 12.00 e 15.30-18.30. Biglietto gratuito

Storia e Cultura Scuola di liuteria Presso la trecentesca Porta Ferrara, di cui sono stati messi recentemente in luce i merli bentivoglieschi, e nei locali del conti- guo ex-macello trova oggi sede la Scuola di Liuteria del Centopievese, frequentata da studenti italiani e stranieri. La Scuola, assie- me al Museo della Musica, testimonia la radicata tradizione musicale e artigiana di Pieve di Cento, dove botteghe di liutai sono documentate fin dal ‘700. Scuola di liuteria archivio Comune di Pieve di Cento 110 Prima di proseguire l’itinerario inoltrandoci cifisso ligneo del XIV secolo venerato come nella verde campagna circostante, meritano miracoloso. Il campanile è stato riedificato in una visita almeno due delle chiese del centro forme tardo romaniche nel 1487. storico di Pieve. La Chiesa e Oratorio della SS. Trinità (secc. La Collegiata di Santa Maria Maggiore, edi- XVI-XVII) è considerato uno dei capolavori ficata tra il 1702 e il 1710, contiene dipinti del d’arte della provincia bolognese. Contiene gotha della pittura bolognese dalla celebra- una pala d’altare di Lucio Massari e uno stra- tissima Pala dell’Assunta di Guido Reni a ordinario ciclo di affreschi di Lionello Spada e un’Annunciazione del Guercino, oltre a tele Francesco Brizio, dipinti tra il 1612 e il 1615. Di dello Scarsellino, di Passerotti e di Lavinia grande pregio anche il coro ligneo intarsiato Fontana. Da segnalare è anche il notevole cro- ed intagliato, sempre seicentesco. Sport e Vacanza attiva Il pianeggiante territorio emiliano si presta per natura a rilassanti escursioni in bicicletta. La bici qui è ancora il mezzo più utilizzato per i piccoli spostamenti quotidiani e per chi visi- ta questa terra è bello confondersi tra i Centopievesi e partire per la visita delle bellezze sto- rico-artistiche e naturalistiche del luogo. Ecco alcuni itinerari consigliati:

1. In Bici nella Terra del Guercino Info: Ufficio Informaturismo Via Guercino, 41 - 44042 Cento (FE) Percorso alla scoperta dei tanti capolavori Tel. 051.6743334 del Guercino disseminati per il territorio. [email protected]

Pieve: Collegiata di Santa Maria Maggiore, 2. In Mountain Bike e a cavallo lungo Pinacoteca Civica il Reno Cento: Porta Pieve, Piazza Guercino, Pinacoteca Per gli amanti della natura, il Parco del Reno Civica, Basilica di San Biagio, Chiesa dei con gli alti argini del fiume ben si presta a Servi, Chiesa del Rosario belle passeggiate a piedi, in bici o a cavallo. Corporeno: Risalendo il Ponte Vecchio e costeggiando Chiesa di San Giorgio gli argini verso nord, si arriva dopo 15 km Renazzo: circa all’Area di riequilibrio ecologico della Chiesa di San Sebastiano Bisana e al Bosco della Panfilia, ampia area golenale rifugio per molte specie di uccelli, Tot. 14 km nonché prezioso giacimento di funghi e tar- Timing 1h 45’ + visite interni tufi.

Nota bene Info: “Associazione Reno Fiume Ambiente” L’apertura delle chiese dei Servi e del c/o Museo Bargellini (Pieve di Cento) Rosario di Cento avviene solo su richiesta.

Eventi Carnevel a La Piv: tra febbraio e marzo. Maratonina delle Quattro Porte: marzo Venerdì di Marzo SS. Crocifisso: tutti i ve- nerdì di marzo. Mercatino di Primavera: fine aprile, inizio maggio. Sagra dei Maccheroni al Pettine: 1° week end di luglio. Festa dei Giovani: 1° week end di settembre. Staffetta Settembrina: settembre

GIORNO DI MERCATO: venerdì

I portici della “Piccola Bologna” archivio Comune di Pieve di Cento

111 Castello d’Argile

Castello d’Argile è una località nata e vissuta Passeggiando, magari in bicicletta, tra i campi in simbiosi con il fiume Reno, tanto che dai coltivati della pianura circostante, non si può suoi argini, o forse dalle argille di cui rendeva fare a meno di notare la maestosa, e per certi ricco il terreno, ha tratto anche il nome. versi sorprendente, mole neogotica della chiesa di Santa Maria di Venazzano. Sulla piazza del paese si affaccia la chiesa di Non lontano, in località Ronchi, la Torre San Pietro di Argile, al cui interno si conserva- Marsigli rappresenta un bell’esempio di torre no frammenti di un pregevole e raro affresco colombaia, dalle probabili origini difensive. attribuito a Simone dei Crocifissi. Dietro l’al- Sempre a Ronchi si trova l’Osteria della Stella, tare maggiore trova posto l’antico organo, già nel Seicento luogo di accoglienza per opera di Giuseppe Guermandi, oggetto di viandanti e pellegrini. recente restauro. Teatro Comunale L’edificio, in cui ha sede la sala teatrale, nasce nel 1907 come Casa del Popolo per volontà di una delle prime organizzazioni cooperati- ve di ispirazione socialista. Il teatro risulta costituito da una sala a pianta rettangolare con una balconata dalle sottili colonne in legno, che corre lungo i tre lati. L’inaugura- zione avviene il 22 settembre 1907 alla pre- senza dei deputati socialisti Ferri e Bentini. Sia negli anni che precedono il primo conflitto mondiale che successivamente ospita spet- tacoli, riunioni politiche e sindacali. Con l’av- vento del fascismo diventa Casa del Fascio e nel dopoguerra torna ad essere sede della locale Casa del Popolo. Nel 1981 il Comune, proprietario del teatro, lo ristruttura e in quell’occasione viene posta all’ingresso della sala una lapide che ricorda il tenore Fran- cesco Grassilli, padre dell'attore Raoul, nativo di Castello d’Argile. Reinaugurato il 25 aprile 2004 il teatro può essere utilizzato anche come sede espositiva. Chiesa Santa Maria in Venazzano archivio Provincia di Bologna Enogastronomia Sughi d’uva Tra le specialità che si possono gustare nel ter- L’autunno, tempo di vendemmia, è il mo- ritorio ricordiamo i tradizionali sughi d’uva, pro- mento ideale per preparare i Sughi d’uva, tagonisti di una sagra nel mese di settembre. piccolo dessert che si ricava dal mosto cot- to. Tradizionalmente questa sorta di budino Eventi d'uva si prepara con il mosto dell’uva nera, Festa dei Santi Pietro e Paolo: giugno. ma si può anche trovare di uva bianca. Oltre Fiera: luglio. al mosto, gli altri semplici ingredienti di que- Festa della Beata Vergine del Rosario: ottobre. sta antica ricetta sono zucchero e farina. I sughi si possono gustare da soli o in abbina- Mascarino mento ai formaggi più ricercati. Festa dei Sughi: settembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

112 Argelato

Immerso nella tranquillità e nei vasti orizzon- Agli amanti del vino si segnala la Cantina di ti della pianura, il territorio di Argelato è im- Argelato, forziere dei vini Doc del Reno. preziosito da una collana di residenze stori- che che si inanellano nel raggio di pochi chi- Enogastronomia lometri: Villa Beatrice nel capoluogo, Villa VINI DOC RENO Zambonelli e Palazzo Orsi (dall’imponente La zona di produzione dei vini a denomina- facciata porticata del ‘500) a Funo, Palazzo zione di origine controllata “Reno” com- della Morte sulla strada per la frazione di Ca- prende in provincia di Bologna il territorio sadio, Palazzo Sampieri a Volta Reno. dei comuni di: , , , Castelguelfo, , Oz- Dell’anno Mille è la chiesa di San Michele Ar- zano dell’Emilia, , , Grana- cangelo, poi appartenuta alla Contessa Ma- rolo dell’Emilia, Bologna, San Lazzaro di tilde di Canossa. Savena, Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Pieve di Cento, Castel In alternativa alle strade provinciali - preferite Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Casa- dagli amanti delle moto - il territorio offre un lecchio di Reno, , Sala fitto reticolo di strade di campagna, ideali per Bolognese, Zola Predosa, Crespellano, An- lunghe passeggiate in bicicletta, tra antichi zola dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto, maceri per la lavorazione della canapa, pila- Sant’Agata Bolognese, Crevalcore e Bazza- strini devozionali e filari di pioppi. no. Il più tipico tra i suoi prodotti è il Mon- tuni, il vino di colore giallo paglierino, dal- l’aroma delicato, gradevole e persistente. Il sapore è fresco, asciutto, piacevolmente amarognolo.

Da oltre 30 anni la Cantina di Argelato è sinonimo di valorizzazione della cultura e- nologica emiliana e punto di riferimento per tutti coloro che amano i vini e i sapori della tradizione contadina della pianura bo- Pilastrino lognese. Nata nel 1972 con l’obiettivo di sal- archivio Circolo fotografico Funo - Ivano Bergami vaguardare la sapienza delle antiche prati- che enologiche locali, la Cantina di Argelato In giro per le frazioni incontriamo Malacappa, ha voluto recuperare e saputo valorizzare i minuscola località stretta in maniera davvero vini Doc del Reno come il Montuni, il Pi- suggestiva tra il Reno e il suo alto argine. A Funo gnoletto, il Rosso dei Bentivoglio (vino dal trovano sede importanti infrastrutture come sapore deciso che prende il nome dalla terra l’Interporto e il CentergGross, una delle più di origine degli antichi Signori della Bologna grandi cittadelle di vendita all’ingrosso d’Europa. rinascimentale), l’immancabile frizzante Lambrusco. Vini piacevoli in sintonia con il Eventi carattere di chi li produce e li beve, a cui si Fiera di San Michele: a fine settembre. aggiunge anche l’ottimo spumante Argelato Brut, di un delicato perlage e dal gusto ar- Funo monico e vellutato. Funo in Festa, festa di paese con stand di La Cantina di Argelato antiquariato: a ottobre. Via Centese, 17 - 40050 Argelato (BO) Tel. 051.897466 GIORNO DI MERCATO: mercoledì nel [email protected] capoluogo e sabato a Funo www.cantinabentivoglio.it

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