FRA ORIENTE E OCCIDENTE

RESTI IMPONENTI. Il castello di Shawbak come appare oggi dopo una lunghissima vicenda storica. Il Crac de Montréal, fatto costruire nel 1115 da Baldovino I, re di Gerusalemme, si trova all’interno di una delle regioni archeologico-monumentali più affascinanti del Mediterraneo orientale. EREDITÀ DI . Un altro scorcio panoramico di Shawbak sullo sfondo del predeserto arabico: il castello crociato dei re di Gerusalemme venne trasformato da Saladino in una raffinata capitale islamica. Localizzato a 25 km a nord di Petra, nel XII secolo Shawbak riprese il ruolo svolto dall’antica città nabatea come “capitale” della Transgiordania “medievale”. (Foto Pierre Drap)

A UNA VENTINA D’ANNI NELLA emblematico di tale approccio nel Vicino Oriente me- Giordania meridionale opera la mis- diterraneo. Il programma di indagini stratigrafiche si sione archeologica dell’Università di è proposto, in prima battuta, di analizzare connotati Abu Maktoub Firenze Petra “medievale”. Archeologia e forme dell’incastellamento latino nei territori corri- degli insediamenti di epoca crociato-ayyu- spondenti alla Signoria di Transgiordania* nel seco- bide in Transgiordania, nel quadro del lo XII; ma anche come “osservatorio” sulla frontiera DProgetto strategico di ateneo “La società feudale me- crociato-musulmana di Terrasanta, in rapporto con la diterranea: profili archeologici” (Cattedra di Archeo- stessa “tradizione lunga” di tale funzione di terra di logia medievale). La missione si è avvalsa dei gene- limite. Le condizioni stratigrafiche degli insediamen- rosi consigli e dei burberi, affettuosi rilievi di padre ti crociati in Transgiordania (in modo particolare nel- Michele Piccirillo (1944-2008), professore di Ar- la zona di Petra) consentono di indagare su quei “ca- cheologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum ratteri originari” che, a causa del successivo sviluppo, di Gerusalemme, dagli inizi delle ricerche (1986) fi- in Palestina non è più possibile cogliere. Ne è conse- no alla collaborazione dello stesso Piccirillo al con- guita la rilettura, con esiti storici sorprendenti, della vegno di Firenze del 2008 su “La Transgiordania nei vicenda “medievale” di una regione chiave, eppure secoli XII-XIII e le ‘frontiere’ del Mediterraneo me- poco studiata, da quell’osservatorio speciale di una del- dievale” (www.frontierarchaeology.eu). La missione uti- le più affascinanti aree archeologico-monumentali del lizza le metodologie più aggiornate dell’archeologia Mediterraneo orientale che è il castello di Shawbak. Il medievale europea per offrire un originale contribu- sito è oggetto di un recente accordo di cooperazione to alla storia della Transgiordania basato sulla cosid- tra l’Università di Firenze e il Dipartimento delle An- Strada dei Re detta “archeologia leggera”: le indagini condotte dal tichità della Giordania, che integra ricerca, restauro con- 2002 nel castello di Shawbak rappresentano un caso servativo e valorizzazione sostenibile.

Shawbak SITO STRATEGICO. La posizione del castello di Shawbak RESA CROCIATA. La resa di Guido di Lusignano, re di Al Jaya nell’ambito del sistema fortificato crociato a protezione Gerusalemme, davanti al Saladino al termine della giornata delle direttrici di traffico, sul crinale del Wadi Araba, fra di Hattin (1187) che segnò la fine della presenza crociata Siria ed Egitto e fra deserto arabico e Mediterraneo. in Palestina (dipinto anonimo, sec. XIX).

20 21 FRONTIERA Regione strategica tra, un sistema nodale lungo le direttrici fra Siria, frastrutture di popolamento e nella stratificazione MEDIEVALE Egitto (la “Strada dei re”*) e le piste carovaniere fra dei paesaggi storici, il punto di svolta di questo pro- L’AMBIENTE COM’ERA La frontiera negli equilibri del Vicino Oriente deserto arabico e Mediterraneo. cesso di lunga durata. A partire dal XII secolo, il re- di Transgiordania ullo sfondo di uno scenario naturale prede- Il castello di Shawbak ricoprì un ruolo strategi- cupero di una funzione di cesura e cerniera, più vol- Epoca dell’occupazione crociata. A Shawbak sono stati recuperati numerosi resti nel XII secolo faunistici oggetto di analisi archeozoologiche. La maggior parte dei ritrovamenti (limiti delle sfere sertico di grande suggestione, il sito incastel- co determinante per la Signoria crociata di Tran- te interpretata in diverse stagioni del mondo anti- di influenza egiziane Slato di Shawbak interpreta con straordinaria sgiordania che dominò la regione durante quasi tut- co tra nord “siriano” e sud “egiziano” – e, con il bre- proviene dalla cosiddetta Area 6000 (a nord dell’abside della chiesa inferiore del fedeltà le fortune, to il XII secolo, fino alla giornata di Hattin* (4 lu- ve riemergere, dopo la gloriosa stagione nabateo- castello) e, sulla base delle datazioni al radiocarbonio, risalirebbe al periodo come le eclissi, di glio 1187), quando il Saladino, sconfiggendo re Gui- romano-bizantina, fra ed est “arabo” e ovest “me- dell’occupazione crociata (XII sec.). La determinazione faunistica è stata con- Tiro DAMASCO dotta sia sulle tavole degli atlanti editi, sia attraverso confronti con gli esempla- MEDITERRANEO una regione spesso do di Lusignano, pose fine alla presenza crociata nel- diterraneo” – restituì alla Transgiordania meridio- Acri sottovalutata – l’intera valle del Giordano. L’esito storico di questa nale, reinterpretandolo profondamente, un ruolo ri della ricchissima Collezione Borzatti dell’Università di Firenze. L’analisi dei re- avendo dei vicini vicenda è una radicale ridefinizione del ruolo del- che si eclissa ogni volta che la zona diventa inter- sti faunistici ha evidenziato la presenza di ossa di cavallo, asino, suino, bovini, TEL AVIV come Egitto e Siria l’intera regione e del sito di Shawbak – per la prima na di un più vasto dominio: un ruolo di baricentro capra e pecora, gazzella, cammello, volpe e volpe di Ruppel, gatto, roditori, sorex (piccolo insettivoro simile a un topo), gallo domestico, cicogna, struzzo, – e che invece è di volta reso evidente dalla stessa monumentalità dei di una regione tornata “frontiera”, rivestito nel se- chukar (piccola quaglia), nibbio reale, corvo, corvo imperiale, pesce pappa- GERUSALEMME grande rilevo negli ritrovamenti – che addirittura incrementa quella colo XII dalla valle di Petra e dal sistema territoria- equilibri di lungo funzione autonoma e rilevante inaugurata dalla sta- le transgiordano. gallo, Terebra maculata (gasteropode proveniente dal Mar Rosso), un bivalve periodo del Vicino gione crociata e raccolta, in stretta continuità, dagli Sorprendentemente, la documentazione ar- (Pectinidae) e pochi frammenti di ricci di mare. Shawbak Oriente. Il castello, Ayyubidi*, la nuova dinastia del Saladino. cheologica dimostra che, dopo Hattin, la regione Cosa mangiavano gli abitanti? La determinazione dell’età degli esemplari fau- in origine Crac de non tornò alla collocazione periferica in cui si tro- nistici ci dà informazioni sulle strategie alimentari degli abitanti del castello, che Montréal*, forse il vava all’arrivo degli europei, finendo per acquisire appaiono basate, nel XII secolo, sul consumo di animali domestici, principal- IL CAIRO Una “intermittente” più grandioso fon- funzione di frontiera – come concreto esito storico, oltre la stessa con- mente capre e pecore, ma anche suini e bovini. Le analisi mostrano che l’alle- dato in Oriente dai sapevolezza dei conquistatori crociati – una preci- vamento dei caprini era finalizzato quasi esclusivamente al consumo di carne, crociati, costruito l “secolo crociato”, insomma, riattivò un’antica sa identità, ben rappresentata dalla continuità di fun- mentre solo una piccola parte del gregge era tenuta in vita per produrre lana e nel 1115 da Baldo- vocazione di questa terra, la sua funzione di fron- zione autonoma sia amministrativa che militare, latte. I resti di pesce pappagallo (probabilmente essiccato o affumicato), i fram- vino I, re di Geru- Itiera: una struttura storica “intermittente” ben mantenuta dagli Ayyubidi e non più perduta, dei menti di guscio di ricci di mare e gusci di molluschi, in una zona distante oltre e siriane nel XIII sec.): salemme, si erge sul rilievo roccioso (Jebel esh Sha- percepibile nella Trangiordania meridionale, fra Mar due centri egemoni di Shawbak e della stessa anti- centoventi chilometri dal golfo di Aqaba, confermano una via commerciale tra una radice dell’attuale identità rah) che domina l’attuale villaggio di Shawbak e fa- Morto e Mar Rosso. Qui infatti, meglio che altrove, ca città di Kerak con il Crac de , il suo grande Shawbak e il Mar Rosso. Paul Mazza Chiara Corbino mediterranea. ceva parte della linea di copertura strategica di Pe- si può ancora cogliere, nei resti materiali delle in- castello “urbano”.

ROCCAFORTI. Scorcio di Kerak, capitale storica della Transgiordania, e il suo castello crociato (Crac de Moab), costruito come Shawbak e molti altri sull’antica linea di fortificazione del limes arabicus. Vediamo (qui sopra) anche il castello di Wu’ayra, la ‘chiave’ di Petra, che assolveva alle stesse funzioni. (Foto Missione Un. Fi)

PETRA NABATEA Petra, porta del deserto e del Mediterraneo: il “Tesoro” (Khazneth), tomba nabatea (II sec. d.C.) scavata nella roccia, allo sbocco del Siq, lo stretto wadi che dava accesso alla città. 22 23 SOMMA DI SECOLI Appartenenza alla comune tà di Berlino) che esterni (Beidha, scavato dall’ACOR) Scorcio all’interno cultura mediterranea –, rispetto ad altri castelli della Transgiordania cro- ARCHEOMETRIA del castello di Shawbak: ciata (Kerak, Tafileh, Shawbak, Ile de Gray). Si è qui una straordinaria area Costruzione di una fonte. Da numerosi anni un team di specialisti (geo- volto i materiali impiegati durante la sua edificazione con lo scopo di archeologico-monumentale l ruolo di tali aree di frontiera sta progressivamente potuto documentare come i crociati abbiano ricor- logi, geomorfologi, petrografi ed esperti nel settore della conserva- classificare i materiali utilizzati, fornire indicazioni sulle cause di degra- pluristratificata, rivelandosi, almeno per i secoli XII-XIV, ben mag- rentemente rioccupato siti fortificati bizantini ab- zione dei materiali) dell’Università di Urbino “Carlo Bo” e del Centro do e identificare le aree di approvvigionamento. Particolare attenzione dall’epoca romana giore di quanto ritenuto solo pochi anni fa, come bandonati da secoli, certo in un contesto demogra- (II sec. d.C.) fino a tutta I Studi Archeometrici della stessa Università svolge ricerche nella re- è stata rivolta alla grande vasca di forma tronco conica dell’opificio ma- l’età ottomana (XX sec.). ad esempio è emerso dalla stessa consistenza mate- fico ed economico assai più fragile di quello tardo- gione di Petra e nell’area di Shawbak. Le indagini hanno interessato melucco, sotto la quale veniva acceso il fuoco, e a una serie di altre va- riale, oltre che da precise logiche insediative – come antico, ma ugualmente funzionali al controllo delle i materiali lapidei riportati in luce dagli scavi archeologici e le rocce schette rettangolari parzialmente comunicanti. L’ipotesi è che si tratti di l’“incastellamento” di Petra (Wu’ayra e al-Habis), la risorse agricole e della viabilità: una sorta di condi- presenti negli affioramenti e nelle cave storiche prossime all’area di un’area destinata alla tintura delle fibre naturali (animali o vegetali). cui logica è stata confermata dai ritrovamenti sia in- zionamento “archeologico” subito dai crociati che si studio. Nel castello di Shawbak gli studi archeometrici hanno coin- Roberto Franchi Giuliana Raffaelli Luigi Gobbi terni alla valle (Wadi Farasa, indagato dall’Universi- manifestò sia nella dimensione “tattica”, con la scel- ta di soluzioni funzionali, militari e strutturali, adat- tate alla natura fisica e ambientale dei siti, sia “stra- tegica” sul piano dell’insediamento territoriale. PROGETTO INTERNAZIONALE PER SHAWBAK Il punto focale sta proprio nell’avere riconosciu- to, nelle vicende e nei conseguenti nuovi assetti ter- ritoriali fra i decenni centrali dei secoli XII e XIII, una “età crociato-ayyubide” che dette luogo, pure nel sol- co di un’antichissima tradizione (si potrebbero cita- re gli Egizi, gli Hittiti e la battaglia di Qadesh...), a una nuova stagione storica nell’intera regione, in cui si può legittimamente riconoscere una specifica e ri- levante radice degli stessi assetti culturali di oggi. Le forme assunte da tale funzione di frontiera, quale forgiatrice di elementi identitari regionali (com’è av- venuto, in altra forma, in numerose regioni riviera- sche: dalla Romagna bizantina, alle Marche carolin- RESTAURO. Vista panoramica del parapetto da realizzare sul prospetto ovest del sito di Shawbak. L’intervento, in falsi colori nell’immagine, ge, alla stessa Spagna della Reconquista), vengono quin- avrà lo scopo di creare un dispositivo di sicurezza per i visitatori, ricostruendo contestualmente uno skyline che evidenzi lo stato di a costituire un punto di visibilità dell’appartenen- di rudere delle strutture (di cui non è possibile conoscere le volumetrie originali). (Foto Missione Un. Fi) za anche di quest’area a una comune cultura del Me- diterraneo medievale, che ci dà conto di quale rap- Accordo innovativo. Il sito di Shawbak è oggetto di un accordo ita- Rendere il castello ben leggibile. Il progetto di restauro, affidato a uno staff porto speciale – certo anche dialettico o conflittuale, lo-giordano di cooperazione tra Dipartimento di Antichità della Gior- di specialisti provenienti anche da atenei diversi (Università di Pisa), ha nel duplice ruolo di frontiera/cerniera che tuttora ci dania e Università di Firenze, che integra ricerca e restauro al fine un duplice obiettivo: da un lato il consolidamento delle strutture esistenti appartiene – unisse l’Europa della societas christiana e di un accurato recupero del castello e che impegnerà la missione per o rimesse in luce dallo scavo, la loro messa in sicurezza e valorizzazio- questo Oriente domestico: certamente un’altra faccia, i prossimi anni in una delle più celebri aree archeologico-monumen- ne, anche tramite mirate integrazioni da eseguire ex-novo; dall’altro la ma della stessa medaglia.... E culturalmente con im- tali del Vicino Oriente “medievale”. Shawbak sta acquistando im- conservazione integrale di materiali e superfici. Farà parte del progetto plicazioni attuali suggestive: una frontiera che – a dif- portanza crescente come meta turistica, sia per l’imponenza delle sue anche la realizzazione di percorsi interni al castello per consentire un’ade- ferenza di quelle dell’antichità, come il limes roma- architetture, sia per la straordinaria posizione su cui sorgono i resti guata fruizione del complesso. Il “Progetto Shawbak” è sostenuto da Mi- nus: una barriera che difende dai “barbari” il territo- della fortezza: per tale motivo, l’incarico affidato all’Università di Fi- nistero dell’Università e della Ricerca, Ministero degli Affari Esteri, Am- rio, governato da un potere centrale – ci si presenta renze mira anche a sviluppare un piano per la valorizzazione turi- basciata d’Italia ad Amman e conta su un ampio apporto di partecipa- più come “ponte” che come “muro”. ➝ a p. 27 stica e a formare lo staff tecnico-scientifico giordano. zioni e collaborazioni internazionali, europee e giordane. Pietro Ruschi

LA VALLE DI PETRA Petra vista dal castello crociato di al-Habis: porta del deserto e del Mediterraneo. La città fu capitale dal IV sec. a.C. del regno dei Nabatei, primo impero arabo fra Siria, Sinai e Arabia, conquistata dai Romani nel 109. Praticamente abbandonata dopo le invasioni persiane del 628 e il crollo dell’antico IMPEGNO A TUTTO CAMPO. Momenti di lavoro della missione archeologica dell’Università di Firenze sulle strutture del castello di Shawbak. limes arabicus, la valle Considerata l’entità dei monumenti coinvolti, si tratta di un progetto molto ambizioso che va dalla ricerca scientifica al restauro fu di nuovo insediata fino alla predisposizione di percorsi per i visitatori. (Foto Missione Un. Fi) solo in epoca crociata.

24 * ➝ p. 29 25 CONTINUITÀ E INNOVAZIONE Punto di svolta nella storia Rifondazione urbanistica del popolamento del sito (XII-XIII sec.) sotto gli Ayyubidi del vecchio una storia che il sito fortificato di Shawbak castello crociato riassume in modo esemplare: “archeologia di Shawbak, che diventa di una frontiera”, dal mondo antico al sor- la nuova capitale È della Giordania del sud. gere della contemporaneità, come chiave di lettura Vediamo anche la sala storica dell’identità di una regione mediterranea. La delle udienze del palazzo stessa, veramente straordinaria, sequenza di strut- ayyubide in un’efficace illuminazione notturna. ture monumentali conservata ne attesta al massi- Infine, strutture mo grado il ruolo di riferimento politico, militare, militari mamelucche amministrativo ed economico nella regione. Se re- con epigrafi monumentali centissima è la scoperta di edifici di eccellente fat- (XIII-XIV sec.). tura relativi a un importante e non altrimenti do- cumentato sito fortificato relativo al limes arabicus* romano-bizantino facente capo ad Udruh/Augu- stopoli*, la fondazione del Crac de Montréal da par-

INDAGINI DI “ARCHEOLOGIA LEGGERA” Produttività di un metodo “economico”. Sotto la definizione di “archeologie leggere” so- no classificate le metodologie d’indagine che non prevedono necessariamente lo scavo. Sono considerate “leggere” sia pratiche con una lunga tradizione, come la ricognizione di superficie e le prospezioni geofisiche, sia tipi d’indagine di più recente sviluppo, come le archeologie del paesaggio e degli elevati (o archeologia dell’edilizia storica). In parti- colare la comparsa dell’archeologia degli elevati (dagli anni Settanta) e la sua definitiva affermazione in seno all’archeologia medievale italiana (dalla fine degli anni Ottanta) han- no contribuito all’affermazione delle “archeologie leggere” come strumento di analisi e in- terpretazione di siti e complessi territoriali, nei casi in cui la conservazione di strutture an- tiche fuori terra permette un’analisi delle pratiche e delle tecnologie edilizie. Stratigrafia dell’edilizia storica. L’approccio “leggero” è centrale nello studio del popo- lamento medievale della regione di Petra e Shawbak intrapreso dalla missione italiana Petra “medievale”, al punto che, sia su scala territoriale sia all’interno dei siti incastella- ti, le interpretazioni storico-archeologiche si basano su un ampio sistema di analisi in cui lo studio stratigrafico dell’edilizia storica ha un ruolo di rilievo. L’archeologia dell’edili- zia storica consente, infatti, in tempi ridotti rispetto allo scavo, di acquisire informazioni di carattere stratigrafico sulle strutture e sui siti. Pos- sono pertanto essere studiate e riconosciute, analizzando la storia materiale degli edifici, le tecniche di muratura e di lavorazione dei ma- teriali da costruzione utilizzate in un determinato sito e in un dato periodo. In seguito, mappando le attestazioni dei tipi murari e di lavora- zione, si realizzano le cartografie periodizzate necessarie per le interpretazioni storico-archeologiche. Michele Nucciotti

in alto e qui sopra ROMANI. Fra le strutture te di Baldovino, primo re del Regno Latino di Ge- rusalemme*, dopo un abbandono dell’area di ol- STRATIGRAFIA del castello di Shawbak Porta fortificata della cinta resti di un edificio tre mezzo millennio, si rivelò – ad esempio con le interna di Shawbak. produttivo romano, due chiese conservate: una dedicata alla Vergine, La stratigrafia degli elevati probabilmente di età severiana (III sec. a.C.). di grande rilievo architettonico, e una cappella tem- è stata disegnata plare fortificata – non un semplice episodio di ot- sul fotopiano in modo da mettere in evidenza to decenni scarsi, ma un punto di svolta nella sto- la sequenza delle azioni ria del sistema insediativo della regione. Seguì, in- che si sono succedute fatti, una florida fase ayyubide, profondamente in- nel tempo, dall’epoca novativa rispetto alla stagione crociata, verso la crociata a quella ottomana. quale pure è in evidente continuità, ad esempio con Nell’altra foto: dettaglio della tipica lavorazione l’erezione di un palazzo pubblico – innestato sui e finitura superficiale resti monumentali, recentemente individuati, del dei conci utilizzati più antico palazzo crociato – che costituisce certa- per le ricostruzioni mente il maggiore monumento del periodo in tut- del castello di Shawbak in età ayyubide dopo to il Vicino Oriente: una presenza che è parte di il terremoto del 1212. una straordinaria pianificazione urbanistica araba L’individuazione (con i due quartieri, residenziale e commerciale) delle pratiche e degli impostata entro il 1212 (datazione archeosismica*). strumenti di lavorazione Strutture complesse di pari livello caratterizzaro- in possesso degli scalpellini medievali no la fase mamelucca*: torri, cortine e un edificio consente, insieme palaziale (1297-1298) con epigrafi monumentali all’analisi stratigrafica, di evidente significato politico e uno straordinario di datare con grande impianto produttivo tessile rinvenuto negli scavi precisione le realizzazioni architettoniche. del 2006. ➝ a p. 31

26 * ➝ p. 29 27 DALLA GIORDANIA UNCASODI“ARCHEOLOGIA PUB- Alcuni dei reperti esposti Da Petra a Shawbak: BLICA”. L’esposizione a Palazzo *NON TUTTI SANNO CHE... a Firenze nell’ambito Pitti si propone come un interven- della mostra Archeosismica (datazione). Permette lo studio dei terremoti del passato mediante l’analisi degli indi- to di “archeologia pubblica”, ovve- “Da Petra a Shawbak”: mostra a Firenze catori archeologici, fornendo un inquadramento cronologico dei sismi di cui non si posseggono 1. Vaso da cucina ro come un insieme di percorsi e at- altre fonti documentarie. di epoca crociata tività capaci di coinvolgere anche (Petra-Al Wu’ayra, Il tragico destino del sistema fortificato crociato Augustopoli. Città in Palestina, sede titolare vescovile, suffraganea dell’arcidiocesi di Petra. XII sec.): i crociati, segmenti di pubblico non speciali- insediatisi con i propri in Transgiordania e la sua continuità in mano musulmana stico. Il visitatore può esplorare la Ayyubidi. Dinastia islamica che dominò su Egitto, Siria, Mesopotamia e Arabia meridionale dal castelli all’interno delle mostra sulla base della motivazio- 1174 alla prima metà del XIII secolo. Il fondatore fu Yusuf, che assunse il nome onorifico di Sa- rovine dell’antica Petra, influenzarono ne che lo ha spinto (un interesse lah al-Din (Saladino), figlio di ‘Ayyub ibn Shadi, un curdo d’Armenia, al servizio dei signori di con i propri gusti a mostra “Da Petra a Shawbak. reinterpreta la presenza crociata del- – e meno frequentati – musei fio- generico verso l’archeologia? Uno Mosul e di Aleppo, da cui la dinastia prese nome. e con le proprie esigenze Archeologia di una frontiera” la Signoria di Transgiordania e avvia rentini, per alludere al legame tra specialistico per l’archeologia del- Crac de Montréal. Definizione che, nelle fonti franche, individua il castello di Shawbak, traslit- culinarie la produzione (Firenze, Limonaia di Palazzo una vicenda che, attraverso la dina- l’evento espositivo, l’identità della l’architettura medievale? Curiosità locale di ceramiche L terazione del latino Mons Regalis, ‘Monte Reale’. di uso comune; Pitti, dal 19 giugno al 30 settembre), stia di Saladino, giunge fino a noi; la città e quella mediterranea. Una se- verso quello splendido reperto in 2. Capitello con promossa da Polo Museale di Fi- documentazione del diverso ruolo lezione di reperti sarà restaurata nei locandina?), delle aspettative, del Fotogrammetria. Procedura che utilizza immagini fotografiche di un oggetto per ricavarne po- raffigurazione di Pan renze, Università degli Studi di Fi- esercitato dalla frontiera, come chia- laboratori dell’Opificio delle Pietre background culturale, dell’età e del- sizione, forma e dimensioni, in pratica per effettuarne il rilievo. Mediante la fotogrammetria que- renze (Missione archeologica Petra ve di lettura storica: dall’età antica Dure e della Soprintendenza per i lo stile d’apprendimento preferito. sta operazione viene fatta, in gran parte, non direttamente sull’oggetto, ma utilizzando imma- “medievale”), Department of An- (nabatea, romana, bizantina) e ara- Beni archeologici della Toscana, an- Il percorso, quindi, consente un’in- gini fotografiche appositamente realizzate, orientate e, infine, misurate. Ha avuto un grande svi- tiquities of , Firenze bo-islamica (ommayade, abbaside, che come segno di accoglienza per terazione intesa come “scelta”, ma luppo con la disponibilità della tecnologia digitale e l’uso dei computer, che hanno permesso Musei, Ente Cassa di Ri- fatimida) fino a quelle crociato-ayyu- gli “ospiti” orientali. anche come processo attivo, a par- l’elaborazione rapida di un grande numero di dati. sparmio di Firenze, tire dall’interpretazione dell’ar- Gis. Acronimo di Geographic(al) Information System. Sistema informativo computerizzato che Royal Jordanian Air- cheologo e grazie alla predisposi- permette di acquisire e analizzare tutta una serie di dati georiferiti, cioè esattamente collocati lines, presenta i ri- zione di testi appositamente stu- nello spazio, permettendo di mettere in relazione tra loro dati di natura diversa, su base carto- sultati delle più re- diati, esperienze di gioco e media grafica. centi indagini in che incoraggiano la manipolazio- Hattin. Località presso Tiberiade teatro della battaglia che il 4 luglio 1187oppose l’esercito del un’area che negli ul- ne, l’osservazione e l’ascolto. So- Regno Latino di Gerusalemme, guidato da Guido di Lusignano e le forze ayyubidi comandate timi tre lustri è stata no previste iniziative collaterali, da da Saladino. La sconfitta riportata dai crociati ne decretò la quasi totale disfatta. Saladino pre- teatro di scoperte una rassegna di film che spaziano se il controllo di tutta la Palestina, compresa Gerusalemme, e della Transgiordania, compresi i straordinarie da parte da Indiana Jones ad Aleksandr Nev- castelli di Kerak e Shawbak. Quest’ultimo fu assediato per oltre un anno e mezzo prima della delle più importanti scuo- skij e, su altro piano, un workshop resa avvenuta nel 1189. le archeologiche del mon- dedicato alla “Comunicazione in ar- do. Il percorso espositivo ruo- cheologia”. Chiara Bonacchi Limes arabicus. La frontiera del deserto dell’impero romano nella provincia . La ta attorno a due poli principali: la Info: 055.2757930 genesi di questa infrastruttura difensiva e insediativa è lunga (dal I al III sec. d.C.). Nella sua 1 2 scoperta di un’autentica capitale che [email protected] massima espansione correva per 1500 km tra Damasco e il Mar Rosso. Nella Giordania meri- dionale il suo percorso si sovrappone alla viabilità promossa da Traiano e Diocleziano (via No- proveniente dal portale 3 bide e mamelucca, esplorate attra- va Traiana e via Militaris). della sala (oecus) 4 del palazzo estivo verso l’osservatorio archeologico Mamelucchi. In arabo “mamelucco” significa ‘colui che è posseduto’. Tecnicamente sono solda- dei re nabatei a Beidha della regione e dei siti di Petra e ti di condizione servile, spesso di origine turca, convertiti all’. Contingenti di Mamelucchi (Petra-Beidha, Shawbak. servirono i califfi Abbasidi e i sultani Ayyubidi tra IX e XIII secolo. Si trasformarono in una po- 50-30 a.C.), ritrovato negli scavi tente casta militare che, sconfiggendo gli ultimi Ayyubidi, prese il potere in Egitto e in parte del- del Centro Americano FRONTIERE DELLA STORIA E STO- la Siria dando luogo a una dinastia che regnò dal 1250 al 1517. di Ricerche Orientali RIA DELLE FRONTIERE. Viene pro- Regno Latino di Gerusalemme. Fondato nel Levante in seguito alla prima Crociata, quando Gof- di Amman (ACOR); posto un aggiornato e sorprenden- 3. Stele raffigurante fredo di Buglione conquistò Gerusalemme (1099). Nei primi anni era più che altro una struttura te quadro storico della Giordania me- la divinità nabatea di coordinamento politico e militare delle città conquistate. Nel XII secolo si espanse a include- ridionale, autentico crocevia delle Al-Uzzah re i moderni territori palestinesi e israeliani, la Giordania, parte del Libano e della Siria e la pe- (Petra, I sec. a.C.); grandi culture euro-mediterranee, nisola dei Sinai. L’esistenza istituzionale del Regno di Gerusalemme, che assurse a un ruolo di 4. Iscrizione di epoca presentato attraverso un percorso ayyubide commemorativa preminenza nell’ambito dei cosiddetti Stati crociati, va dal 1099 al 1291, sebbene all’indoma- in cui scenografie e ricostruzioni in- dei restauri di Shawbak ni della caduta di Gerusalemme (1187) e della Transgiordania (1187-1189) il suo territorio fos- (Shawbak, XIII sec.): terattive interagiscono con i reperti. se ridotto a una sottile e discontinua fascia costiera dominata dalla città di Acri. gli Ayyubidi governarono Un affascinante dialogo in cui si in- la Transgiordania Signoria di Transgiordania. In francese antico Oultrejordain o Oultrejourdain, ovvero ‘al di là dalla conquista seriscono anche preziosi testimoni di Shawbak (1189) della storia “orientale” di Firenze, del Giordano’. Così veniva indicato, a partire dalle Crociate, l’ampio territorio dai margini orien- all’avvento dei sultani conservati in alcuni dei più prestigiosi tali indefiniti che anticamente comprendeva le regioni bibliche di e Moab, nell’attuale Gior- Mamelucchi dania meridionale. Edom, la regione di Petra e Shawbak, fu il primo territorio in cui la corona (circa 1260), trasformando di Gerusalemme intervenne per ampliare a oriente il Regno Latino, già nel 1101 e, con la fon- 5 il castello di XII secolo dazione dei castra di Petra, Shawbak e di quelli compresi tra Aqaba e Tafile, tra il 1106 e il in una fiorente 1118. La Transgiordania rimase un principato collegato al Regno Latino fino all’incastellamen- città mercantile; to della regione di Moab e della città di Kerak, nel 1142, da quando è attestata come Signoria 5. Architrave scolpita dal palazzo ayyubbide indipendente. Cessò formalmente di esistere nel 1189, con la caduta di Shawbak; la sua ere- di Shawbak, attribuibile dità fu comunque raccolta da un principato ayyubide che, seppure con alterne vicende, si inse- a una produzione diò sulle stesse terre tra il 1193 e il 1261. musulmana di un contesto culturale Strada dei Re. Antica via commerciale del Medio Oriente che, partendo da Eliopoli, in Egitto, “di frontiera” sincretico: raggiungeva l’Eufrate a Resafa, toccando il Sinai e Damasco e attraversando i regni di Edom, alberi ‘foliati’ di repertorio cristiano, Moab e . La Strada dei Re è citata nella Bibbia (Numeri 20: 17-21) e ha costituito un fasce di elementi punto di riferimento imprescindibile per la viabilità internazionale del Levante meridionale fino poligonali intrecciati alla seconda metà del XX secolo. di epoca ayyubide. 28 29 Da vecchio castello do, mediterranea). Per un verso, quindi, il castello Chi sono gli autori: C. Bonac- IL RILIEVO: TRA FOTOGRAMMETRIA E GPS di Shawbak, tradizionalmente, rientra nella serie di chi, dottoranda in Public Archa- crociato a città araba eology, Un. College, Londra; C. Produzione grafica completa. Gli strumenti di rilievo utilizzati nel progetto Petra “medievale” permettono una produzione grafica com- impianti fortificati crociati, il più antico conservato Corbino, dottoranda in Archeo- pleta, dalla nuvola di punti alla rappresentazione bidimensionale, in un software Gis, delle unità stratigrafiche. In particolare il lavoro su i profila, quindi, il rapido evolvere del “clas- lungo l’intera frontiera di Terrasanta, dall’Oronte logia medievale, Un. di Siena; P. Drap, CNRS-Lab. LSiS, Marsiglia; Shawbak impiega un insieme di tools di rilievo fotogrammetrico* (messi a punto dal laboratorio Lsis del Cnrs di Marsiglia), caratterizzati sico”, vecchio castello crociato verso una nuo- (alta Siria) al Mar Rosso e anche il più straordina- va “città”, concettualmente intesa come tale, rio per conservazione e collocazione topografica, R. Franchi, direttore Lab. ar- da un alto livello di integrazione tra i dati di tipo grafico e quelli non grafici (informazioni stratigrafiche e qualitative, elementi multime- S cheometrico CE.S.AR., Un. di diali, annotazioni di diverso genere). Il nesso tra le informazioni geometriche prodotte tramite la fotogrammetria e le conoscenze ar- ponendosi quale erede de facto delle giurisdizioni una gemma paesaggistica al limitare del deserto ara- Urbino; R. Gabrielli, CNR-ITABC; L. Gobbi, tecnico di laboratorio, cheologiche, inserite in un database XML, è definito dall’archeologo durante il processo fotogrammetrico. La matita e il quaderno, fede- tardoantiche e bizantine di Augustopoli e, soprat- bico; per un altro – e questa è un’acquisizione re- tutto, di Petra: una lettura, su stretta base archeolo- cente – è un impianto che conserva leggibile in mo- Un. Politecnica delle Marche;P. li compagni della ricerca, sono stati affiancati da un software capace di gestire la parte fotogrammetrica e i dati non grafici. La foto- Mazza, docente di Paleontolo- grammetria offre, infatti, alcuni vantaggi essenziali per il rilievo dei contesti archeologici in quanto veicola informazioni non solo dimen- gica, in grado di reinterpretare anche quanto su do straordinario nelle proprie pietre la testimo- gia, Un. di Firenze; M. Nucciot- sionali ma anche qualitative (ad esempio sui materiali) e consente di lavorare in due tappe distinte (campionamento sul campo ed ela- Shawbak ci raccontano le fonti scritte arabe. I rife- nianza di una radice della stessa origine “medieva- ti, docente di Metodi informati- rimenti ai giardini di Damasco, le cifre riportate di le”, in continuità funzionale, di tutta la parabola sto- ci della ricerca archeologica, Un. borazione dei dati in laboratorio). I da- di Firenze; G. Raffaelli, contrat- ti prodotti dalla fotogrammetria sono di migliaia di abitanti fra tardo XIII e primo XIV seco- rica successiva, oltre la lunga fase ottomana, fino agli tista di Petrografia applicata, Un. grande versatilità e possono essere im- lo, ci appaiono ora meno retoricamente iperboliche: stessi nostri giorni, quando ancora, negli anni Tren- di Urbino; P. Ruschi, ordinario di Restauro, Un. di Pisa; G. Vanni- piegati per ottenere punti per il rilievo, non più un “castello” (secondo la cultura feudale ta, Shawbak era sede della Polizia del deserto. europea continentale), ma appunto una vera “città” ni, ordinario di Archeologia me- ortofotografie, files per i software Gis e dievale, Un. di Firenze. nuvole di punti ad alta risoluzione simi- (riprendendo una cultura locale e, nel lungo perio- Guido Vannini li a quelle sviluppate dalle (ben più co- qui a lato stose) apparecchiature a scansione la- NUOVA CITTÀ ser. Per una rappresentazione di mag- L’evoluzione di Shawbak gior dettaglio dell’area monumentale di da castello crociato a città ayyubide si legge bene nelle Shawbak è stata realizzata una stru- strutture abitative superstiti mentazione sperimentale in collabora- esterne alle fortificazioni. zione tra l’Itabc (Istituto per le Tecnolo- gie Applicate ai Beni Culturali) del Cnr p. a fronte CHIESA CROCIATA di Roma e la Menci Software di Arez- Una suggestiva visione zo, che ha permesso di acquisire nuvo- notturna della chiesa di S. le di punti ad alta densità da un pallo- Maria a Shawbak (XII sec.). Risulta evidente il grande ne aerostatico frenato. pregio architettonico Pierre Drap Roberto Gabrielli Michele Nucciotti di questo edificio di culto.

QUESTA FOTO... NON È UNA FOTO! al centro e qui sotto Si tratta di una nuvola di punti PRODUZIONE tridimensionale ad alta densità elaborata Impianto “industriale” dal Cnr Itabc in collaborazione con Menci tessile di età mamelucca software. Su questa ‘foto aerea’ ogni punto (XIII-XIV sec.) e studio è, infatti, misurato e colorato per ricostruzione grafica automaticamente per rappresentare del “laboratorio” con estrema precisione l’oggetto reale. su base archeologica. (Disegno Ink Link)

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