Tali deroghe sono state concesse con decreti del Presidente della Giunta Regionale n. T0607/2006, n. T0318/2007 e n. T0414 del 10/07/2008.

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Il confronto su quanto riportato nelle precedenti Figure permette di evidenziare che: - gli acquiferi principali dell’ATO1 sono di natura vulcanica (Monti Vulsini, Cimini e Sabatini); - la sola fascia costiera ha una struttura geologica di natura non vulcanica ma è caratterizzata da una scarsissima permeabilità che la rende, sotto il profilo dell’emungimento idropotabile, praticamente inutilizzabile.

Il Decreto del Presidente della Regione 14 novembre 2007, n. 715 «Piano degli interventi urgenti per fronteggiare la crisi idrica». O.P.C.M. 3598/2007. «Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni d’Italia centro- settentrionale, interessati dalla crisi idrica» aveva approvato una serie di interventi-richieste, ex OPCM 3598/07, presentati dall'ATO 1 per il settore idropotabile: - Potenziamento approvvigionamento idrico nel di Civitella d'Agliano € 300.000,00 approvvigionamento idropotabile con conseguente attuazione di un progetto che prevede l'integrazione delle risorse mediante la realizzazione di un campo pozzi e condotta di adduzione e di una adeguata struttura di accumulo. - Potenziamento approvvigionamento idrico nel comune di (Ioc. Trevinano) € 345.000,00 insufficiente alimentazione idropotabile della frazione di Trevinano per la progressiva diminuzione della disponibilità idrica, necessario un intervento per interconnessione dell'acquedotto con la rete adduttrice SIIT che già alimenta il Comune di Acquapendente. 135

- Interventi ricadenti nei comuni di , e € 2.120.000,00

Uno studio sulle acque del lago di Vico, elaborato congiuntamente dal Dipartimento di Scienze Geologiche Università degli Studi "Roma Tre" e dal Dipartimento di Chimica "Sapienza" Università di Roma ha rivelato, oltre ad un valore di arsenico di circa 25 µg/l (superiore a quanto precedentemente riscontrato), la presenza nelle acque del lago di Vico di una popolazione di Planktothrix rubescens saldamente attestata nella comunità fitoplanctonica, con dinamica stagionale a sviluppo invernale, propria della specie, e fioriture di entità variabile con capacità di schiume superficiali (inverno 2006-2007). I cianobatteri, conosciuti come alghe blu-verdi, sono batteri fotosintetici la cui proliferazione è favorita dalla presenza di luce, elevata temperatura, bassa turbolenza, presenza di nutrienti. La loro rilevanza igienico sanitaria è legata alla capacità di produrre tossine, che possono rimanere nelle cellule algali o essere rilasciate nell'acqua, con effetti tossici per l'organismo umano. Le tossine, la cui concentrazione totale nel lago ha spesso superato il valore limite italiano per la balneazione (0,84 µg/l), viaggiando attraverso gli strati geologici confinanti con le acque del lago, hanno raggiunto le falde utilizzate per captazioni ad uso idropotabile. I valori misurati sui campioni prelevati dal lago di Vico sono risultati nel complesso variabili, superando in alcuni periodi dell'anno i valori limite sopra indicati, ciò non consente l’accettabilità delle sostanze ai fini della potabilità (Dir. CE 178/2002, D.L. 31/2001 e 27/2002). Per l'approvvigionamento idropotabile dei comuni di Ronciglione e Caprarola, data la periodica elevata intensità delle fioriture di Planktothrix rubescens, si rende necessario procedere ad un adeguato trattamento delle acque prima della loro immissione in rete. Gli interventi riguardano l’abbandono dei pozzi esistenti e il controllo e riduzione delle immissioni di nutrienti (da fonti puntuali e diffuse) per la prevenzione delle fioriture (prevenzione dell'eutrofizzazione) e la previsione di potenziamento del sistema di approvvigionamento idropotabile per l'abitato di Ronciglione, con uno schema tecnologico di trattamento modificato per permettere l'abbattimento dei cianobatteri e delle relative tossine liberate. Si intende mantenere un unico punto di presa per l'approvvigionamento idrico dei comuni di Ronciglione e Caprarola, realizzando un'unica stazione di sollevamento e filtrazione. Per il soddisfacimento dei propri fabbisogni idropotabili, Ronciglione preleva acque dal lago di Vico (circa 25 l/sec.) e da cinque pozzi artesiani (in totale circa 19 l/sec.). Complessivamente l'acqua prelevata è di circa 380.000 mc/anno mentre Caprarola per il suo approvvigionamento idropotabile sfrutta, oltre a tre pozzi, le acque del lago di Vico. La portata prelevata dal lago è di circa 16 l/sec. mentre quella dai pozzi è di circa 15 l/sec. con un volume annuo complessivo prelevato è di circa 525.000 mc. Il progetto permetterebbe di abbandonare anche tutti i pozzi a servizio del Comune di Carbognano (300.000 mc/anno con alte concentrazioni di Arsenico) e di alimentare a gravità il paese dal Comune di Caprarola (700 m. s.l.m.), tramite la realizzazione di una nuova condotta di collegamento di circa 3,5 Km.

Tra gli interventi che la Provincia sta portando avanti sul Lago di Vico si devono citare 3 convenzioni sottoscritte con l’Università della Tuscia, l’ARPALazio e Istituto Superiore di Sanità: La Provincia collabora con ARPALazio per la tutela e salvaguardia delle risorse idriche del bacino del lago di Vico attraverso l’approfondimento delle conoscenze in merito alle caratteristiche delle acque del bacino lacustre. Entrambi gli enti si impegnano ad avviare sia un piano di monitoraggio delle acque del lago di Vico (ad integrazione delle analoghe attività già svolte dall’Agenzia regionale nell’ambito del supporto tecnico-scientifico alla Regione Lazio relativamente al monitoraggio e classificazione dei corpi idrici significativi in funzione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione funzionale art. 76, 77 e 79 del D. Lgs 3 aprile 2006, n. 152), sia una collaborazione nella valutazione delle risultanze dei monitoraggi svolti attraverso la 136 partecipazione a specifici tavoli tecnici. La collaborazione tra il Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile dell’Università degli Studi della Tuscia di e Provincia è finalizzata allo svolgimento di attività di monitoraggio delle acque del Lago di Vico per quanto concerne i parametri stabiliti dalla legge vigente e l’uso di indici ed indicatori ambientali di tipo sperimentale, oltre all’attività di supporto al campionamento di tutte le matrici ambientali. La collaborazione tra Provincia e ISS, invece, riguarda lo svolgimento di un’indagine per approfondire gli aspetti sanitari ed ecologici associati alle fioriture di P. rubescens nel Lago di Vico anche allo scopo di contribuire alla definizione delle politiche di intervento, nell'ambito della sostenibilità e del risanamento, necessarie per ridurre i fenomeni di eutrofizzazione del Lago. Tale collaborazione è finalizzata alla ricerca per approfondire le conoscenze necessarie alla valutazione del rischio per la popolazione residente associato alla presenza di cianobatteri tossici nelle acque del Lago e per fornire un quadro di riferimento generale al fine di proporre gli interventi di prevenzione necessari. - Realizzazione di un pozzo e condotta di adduzione nel comune di Villa S. Giovanni in Tuscia € 60.000,00 approvvigionamento idropotabile con conseguente necessità di procedere con urgenza alla realizzazione di un pozzo e condotta adduttrice di collegamento all'acquedotto comunale esistente - Allaccio di un nuovo serbatoio al sistema idrico comunale di € 10.000,00 Lavori urgenti ed indifferibili per l'allaccio del nuovo serbatoio al sistema idrico comunale conseguenti all'evento calamitoso del febbraio 2005. - Interventi prioritari finalizzati alla risoluzione delle problematiche circa la qualità delle acque destinate al consumo umano dovute al superamento dei valori di parametro stabiliti dal d.lgs. 31/2001 (arsenico, vanadio, fluoro e selenio) € 20.000.000,00 Il progetto prevede soluzioni tecniche, impiantistiche o di gestione utili alla riduzione della quota dell'Arsenico presente nell'acqua tenendo conto anche del costo di erogazione del servizio che deve essere sostenibile per l'utenza in relazione alle problematiche connesse al possibile supera mento dei valori di concentrazione ammissibili per Fluoro, Vanadio e Selenio.

4.7 - Acque distribuite

Definizione dell’indicatore e metodologia di calcolo L’indicatore misura la quantità d’acqua distribuita.

Evidenze riscontrate La dotazione idrica media per la Provincia di Viterbo è di 253,6 l/ab, più bassa tra quelle delle province del Lazio e inferiore sia alla media del centro Italia, pari a 275 l/ab, che a quella media dell’intero territorio nazionale, pari a 267 l/ab.

Tab. 4.7.1 Consumo di acqua per Provincia per uso domestico (mc per abitante) - Anni 2004 - 2006 2004 2005 2006 Viterbo 87,29 87,43 87,87 Rieti 60,36 59,86 59,52 Roma 83,56 83,02 83,43 Latina 62,08 56,4 56,66 Frosinone 62,7 61,37 61,65 Fonte: Annuario 2006 Regione Lazio su dati ISTAT In tabella viene riportato il numero di impianti che costituiscono la rete idrica comunale ed il relativo stato di gestione per ciascun comune della Provincia.

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Fig.4. 7.1 – Stato della rete degli acquedotti per la Provincia di VT al 31/12/2008 Comuni N. impianti Gestione Acquapendente 6 Talete 1 Talete 4 Comunale 1 Comunale 3 Comunale 1 Comunale 1 Talete 3 Comunale 3 Talete 2 Talete 1 Comunale 2 Talete Capodimonte 1 Comunale Capranica 2 Comunale-FF.SS Caprarola 4 Comunale Carbognano 2 Comunale Castel S. Elia 1 Talete 2 Comunale 1 Talete 2 SIIT 3 Talete Civitella d’Agliano 2 Comunale 1 Comunale Fabbrica di Roma 6 Comunale 2 Talete Farnese 2 Comunale 3 Comunale 1 Comunale 4 Comunale 1 Comunale 2 Comunale 1 Comunale 1 Comunale Marta 1 Talete 6 Comunale- 6 Talete Monteromano 1 Comunale 1 Talete 1 Talete 2 Comunale 2 Comunale 3 Comunale 2 Talete Proceno 2 Comunale Ronciglione 5 Comunale S.Lorenzo Nuovo 2 Comunale 7 Talete 3 Comunale 3 Comunale 2 Talete 1 Comunale 1 Comunale-SIIT Valleranno 1 Comunale 3 Comunale 2 Comunale 3 Comunale 2 Comunale V. S.Giovanni in T. 1 Comunale 2 Comunale Viterbo Talete Fonte: Elaborazione dati Assessorato Ambiente

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Nel «Rapporto semestrale sulla gestione del Servizio Idrico Integrato nella Regione Lazio 1° semestre 2007» a cura del Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato emerge per l’ATO1 che in tutti i Comuni l’acqua veniva distribuita ma non contabilizzata e tra i Comuni presi in carico ci sono circa tre anni (2005) di mancata riscossione da parte dei Comuni, pertanto soltanto alla fine del periodo di acquisizione si potrà conoscere la tariffa ATO. La Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti del luglio 2006 aveva stabilito un regime transitorio fino al termine della fase di acquisizione dei servizi idrici, mantenendo invariate le tariffe applicate da ogni soggetto gestore con l’applicazione di una quota addizionale di tariffa sulla depurazione di 0,06 €/mc dal 1° gennaio 2007 e di 0,05 €/mc dal 1° gennaio 2008. Nel luglio 2007 i servizi comunali assunti da Talete Spa, operativa dal luglio 2006, erano solamente: Canino 20.10.2006, Soriano nel Cimino 27.1.11.2006, Castel S. Elia 30.11.2006, Montefiascone 4.12.2006, Bomarzo 20.12.2006, Celleno 21.12.2006, Nepi 2.02.2007, Civita Castellana 29.03.2007 Acquapendente 2.04.2007, Viterbo 7.07.2007 con circa 80.000 utenze Gli interventi presso gli impianti dei singoli Comuni sono rivolti a rendere ottimale il funzionamento attraverso l’installazione di nuove apparecchiature e/o riattivazione di alcuni impianti idrici fognari e depurativi. I volumi idropotabili captati nel sistema idrico integrato della Regione Lazio come desunti dai Piani d’Ambito sono per l’ATO 1 annualità 2006 pari a 33,5 Mmc/anno su un totale regionale di 941,7 Mmc/anno

4.8 - Depurazione delle acque reflue

Definizione dell’indicatore e metodologia di calcolo Compete alla Provincia il rilascio delle autorizzazioni agli scarichi civili, urbani ed industriali nelle acque superficiali, come regolamentato, in accordo alla normativa nazionale (legge 142/90), dalle leggi regionali, susseguitesi nel tempo, e gli atti autorizzativi inerenti a: tutti gli scarichi di acque reflue (domestiche e assimilabili, urbane e industriali) su corpo d’acqua superficiale, a prescindere dal numero di abitanti equivalenti e dall’esistenza o meno di impianti di depurazione; gli scarichi sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo di acque reflue domestiche provenienti da insediamenti con numero di abitanti equivalenti superiore a 50; gli scarichi di acque reflue diverse dalle domestiche, sia recapitanti in fognatura urbana che sul suolo e nel sottosuolo; gli scarichi di acque reflue industriali in fognatura;

Nel PTAR del Lazio approvato con DCR 42/2007 sono stati regolamentati gli scarichi degli insediamenti inferiori a 2000 abitanti equivalenti (case sparse , edifici isolati) e sono stati definiti i criteri per l’assimilabilità delle acque reflue industriali alle acque reflue domestiche.

Nel 2007 la competenza per il rilascio delle autorizzazioni allo spargimento dei reflui zootecnici, sulla base della L.R. 17/2006, “Disciplina regionale relativa al programma d'azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e all'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e di talune acque reflue” è esercitata dai comuni. La Provincia ha trasferito ai Comuni il volume delle autorizzazioni già assentite. Sulla materia è stato pubblicato nel BRL 34 del 10/12/07 SO n. 6 il Regolamento Regionale n. 14 del 23/11/07 “Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”.

Inoltre ai Comuni compete: • l’allaccio e lo scarico in pubblica fognatura di tutte le acque reflue domestiche e/o assimilabili.

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