NOME Campitelli è probabilmente una corruzione di Capitolium (Campidoglio), il più importante fra i sette colli romani, dove venne fondato il più antico nucleo della città dal mitico Romolo, primo re di Roma. Tuttavia altri sostengono che tale nome deriverebbe da un vicino campus telluris (più o meno "campo sterrato"). Nel Medioevo questo era il dodicesimo rione, chiamato Regio Campitelli in Sancti Adriani, in riferimento all'antica chiesa di Sant'Adriano, costruita sulla Curia (l'edificio dove

si riunivano i senatori) nel Foro Romano. Agli inizi del XX secolo la chiesa venne demolita, e

alla Curia furono restituite l'antico basolato di una via nel Foro Romano le forme originali.

STEMMA Una testa di drago. Secondo una leggenda medioevale, il Tempio di Castore e Polluce nel Foro Romano si diceva fosse stato infestato dal demonio nelle sembianze di un drago; quest'ultimo era stato scacciato da papa Silvestro I (IV secolo), del quale era anche nota l'attività di esorcista.

CONFINI Piazza di San Marco; via di San Marco; vicolo degli Astalli; via dell'Aracoeli; via Margana; piazza Margana; via dei Delfini; via Cavalletti; piazza di Campitelli; via Montanara; via del Teatro di Marcello; via di Monte Caprino; vico Jugario; piazza della Consolazione; via dei Fienili; via di San Teodoro; piazza di Santa Anastasia; via dei Cerchi; piazza del il Tempio di Saturno, uno dei Circo Massimo; via di San Gregorio; più antichi del Foro Romano . ELEMENTI DI INTERESSE (i numeri neri fra parentesi quadre nel testo si riferiscono alla pianta sottostante)

Campitelli è forse il più "turistico" fra i rioni, e quello meno abitato, perché comprende il Foro Romano [1] e il colle Palatino [2], siti archeologici che, messi insieme, coprono circa il 65-70% della veduta del Foro Romano verso oriente superficie del rione. Originariamente questa era solo una valle paludosa. Poi, quando le tribù che vivevano in cima ai colli circostanti, attorno al IX secolo aC, nell'età del ferro, cominciarono ad incontrarsi qui ed a tenervi un mercato, quest'area un po' alla volta divenne il cuore della vita pubblica dell'antica città. Anche il nome Foro, probabilmente deriva dal latino arcaico foras ("fuori, lontano da casa"), com'era appunto questo terreno neutrale per le primitive popolazioni che frequentavano il mercato. Nel corso del Medioevo e del Rinascimento la maggior parte delle statue e dei templi, caduti, rimasero sepolti sotto i detriti, per cui fino al XIX secolo quest'area fu usata come mercato del bestiame, col nome di Campo Vaccino. Nel 1921 Campitelli perse una parte del suo territorio originale, che divenne un rione indipendente, (R.XIX).

Il punto topico di Campitelli è il Campidoglio [3], il più piccolo dei sette colli di Roma, ma il più importante per la vita politica e religiosa della città antica. Ha due picchi, uno di poco più alto, detto propriamente Campidoglio, dove in epoca romana antica sorgeva il principale tempio della città dedicato a Giove, Giunone e Atena, e un picco appena più basso chiamato Arce. I due sono raccordati da una sella, che oggi corrisponde a piazza del Campidoglio. Come il Foro Romano prima che fosse scavato, in una stampa di già 2000 anni fa, questo è a G.B.Piranesi tutt'oggi considerato il centro geografico della città: tutte le distanze stradali da e verso Roma vengono calcolate in riferimento a questo punto. Su un fianco del Campidoglio, ciò che cattura maggiromente l'attenzione dei turisti è il Vittoriano [4], (eretto fra il 1885 e il 1911), un'enorme monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, re d'Italia, sotto il cui regno venne conseguita l'unità del paese (1870). Dopo la Prima Guerra Mondiale venne anche scelto come sede della Tomba del Milite Ignoto, sacrario di guerra. Il monumento, però, venne ben presto criticato in quanto ostruisce vedute su siti importanti, quali lo stesso Campidoglio e l'adiacente il Vittoriano Foro Romano; la sua massa, di un bianco candido, è anche in aspro contrasto coi colori caldi degli edifici di Roma. Gli vennero quindi subito affibbiati diversi soprannomi, quali "la torta nuziale", "la macchina da scrivere", "il calamaio", e altri ancora. In passato era stata anche ventilata la prospettiva di rimuoverlo, ma alla fine Roma ha deciso di accettare l'ingombrante monumento così com'è. Le dimensioni del monumento sono incredibilmente imponenti; ad esempio, la statua a cavallo del re è così grande che prima del termine dei lavori per la sua realizzazione venne organizzato all'interno del corpo del cavallo un banchetto per 21 personalità e per lo stesso sovrano allora in carica, Vittorio Emanuele III (nipote di Vittorio Emanuele II). All'interno del monumento è ospitato un museo storico, mentre dalle terrazze più alte e dalla galleria, chiusa da altissime colonne e decorata con interessanti mosaici in stile Art Nouveau, si godono magnifiche vedute su Roma.

l'imponente monumento di Vittorio Emanuele II domina la città →

La cima del colle, dove la città venne fondata oltre 2500 anni fa, è occupata da piazza del Campidoglio [3], circondata da un complesso di importanti edifici raggiungibili per mezzo di una scalinata disegnata alla metà del XVI secolo da Michelangelo, che fu anche il progettista della piazza stessa nonché autore del celebre motivo geometrico della sua pavimentazione (per maggiori dettagli cfr. piazza del Campidoglio).

Gli edifici ai due lati opposti della piazza sono la sede dei Musei Capitolini, la prima collezione di antichità mai aperta al pubblico (dal 1734), e il cui nucleo era stato fondato da papa Sisto IV nel tardo '400. Il museo ospita una delle più importanti raccolte di opere d'arte dell'antica Roma, in particolare statue; alcune delle sale, decorate da famosi artisti del '500, offrono alle opere esposte uno sfondo spettacolare. Nel cortile dell'edificio di sinistra si trova la figura distesa popolarmente nota come Marforio, una delle cosiddette statue parlanti, Marco Aurelio (una fedele copia); l'originale, cfr, Curiosità Romane,pagina 2. minacciato dall'inquinamento, è nel museo Il grande palazzo con la torre in fondo alla piazza, invece, è Palazzo dei Senatori, la sede del Municipio.

Al centro della piazza si erge la lucente statua bronzea dell'imperatore Marco Aurelio a cavallo, sostituita con una copia dopo che l'inquinamento e il maltempo avevano danneggiato quella originale romana, recentemente restaurata. Anticamente era dorata, ma assai presto gran parte dell'oro andò perduto, rimanendone soltanto qualche chiazza qua e là. Nel Medioevo il popolo cominciò a credere che la statua stesse nuovamente dorandosi. Ciò diede origine ad una leggenda molto nota, secondo la quale quando la statua fosse tornata completamente rivestita d'oro, la "civetta" (in effetti solo un ciuffo di crini sulla testa del cavallo) avrebbe cantato, annunciando la fine della città di Roma.

Dietro il Municipio una piccola terrazza sovrasta l'intero Foro Romano e un fianco del Palatino; sul versante opposto del colle, non visto da questo punto, si trovano molti resti di notevole interesse, quali il palazzo dell'imperatore Augusto. Infatti nell'antica Roma i governanti risiedevano in cima al colle, il cui nome latino Palatium aveva anche il significato di "palazzo".

Adiacente alla piazza del Campidoglio, ma raggiungibile anche a mezzo di una scalinata di 124 gradini dalla base del colle, è la trecentesca chiesa di Santa Maria in Aracoeli [5]. Il suo nome significa "Altare del Cielo", dalla leggenda secondo cui all'imperatore Augusto fu predetto che un giorno lì sarebbe sorto l'altare del figlio di Dio. Più verosimilmente il nome derivò da una corruzione di arx (o arce, in italiano arcaico, cioè roccaforte), che è poi il nome del picco minore del colle su cui poggia l'edificio. Il soffitto a cassettoni della chiesa, ricoperto da pregevoli pannelli lignei a colori finemente intagliati, fu realizzato per celebrare la vittoria dell'ammiraglio Marcantonio nella Battaglia di

Lepanto, combattuta contro la flotta turca nel 1571. Tra le altre pregevoli testimonianze artistiche, una cappella affrescata da Pinturicchio (1486) e le tombe di Luca Savelli (in parte ricavata da un sarcofago romano antico) e di suo figlio Iacopo, divenuto papa Onorio IV

Santa Maria in Aracoeli (1285-87), entrambe recanti lo stemma di famiglia in stile cosmatesco. In fondo al transetto sinistro della chiesa, in un'altra cappella, veniva conservata una piccola statua lignea, databile al XV secolo: raffigurava il Bambino Gesù, ma era popolarmente chiamata "il Bambino dell'Aracoeli", riccamente vestito ed adorno di gioielli; alla scultura venivano attribuite proprietà taumaturgiche che guarivano da qualunque male, al punto che un ordine di frati era solito recarla in solenne processione alle case di coloro che soffrivano di gravi malattie. Tuttavia l'enorme popolarità dell'immagine non ha impedito che fosse trafugata, qualche anno addietro. In attesa che la doppia scalinata che raggiunge la sede del Municipio (a destra) l'originale possa un giorno essere e la chiesa dell'Aracoeli (a sin.), stampa di G.B.Piranesi ritrovato, ne è stata realizzata una fedele copia che, come quella autentica, continua a ricevere offerte e lettere provenienti da molte località, e alcune di esse sono esposte nella stessa cappella.

Ai piedi della scalinata si può vedere ciò che rimane di un'antica casa romana a quattro piani (insula), risalente al II secolo dC, poggiante ad un livello assai più basso del piano stradale attuale. I resti si fondono con tracce ancora più scarse, cioè un piccolo affresco mal conservato e quanto rimane di un campanile, di una chiesa databile al XIV secolo che nel tardo medioevo fu edificata sui resti dell'insula.

il Bambino dell'Aracoeli affresco della chiesa medievale edificata la tomba di Bibulo sull'insula romana

Invece dall'altro lato dell'enorme Vittoriano sono situati i resti della tomba di Gaio Publicio Bibulo, un aedile (responsabile addetto alla cura degli edifici pubblici), vissuto nel I secolo aC. Il nome del titolare si legge sul retro del monumento, lungo la parte superiore della base, che si trova ancora interrata per buona parte della sua altezza.

la Rupe Tarpea

Tarpea (al centro) uccisa dai soldati sabini, parte di un rilievo nel Foro Romano

Sul versante opposto del Campidoglio si trova una parete particolarmente scoscesa e aspra, chiamata Rupe Tarpea [6], dalla quale anticamente venivano precipitati i condannati a morte per tradimento. Il suo nome deriva da Tarpea, la mitica figlia del guardiano del Campidoglio, che nell'VIII secolo aC tradì il suo popolo, rivelando ai Sabini, in guerra con Roma, come arrivare alla sommità del colle fortificato, ma venendo poi uccisa dagli stessi nemici una volta rivelata l'informazione.

Due chiese che sorgono lungo il confine nord-orientale del rione Campitelli sono quelle dei [7] e Santa Francesca Romana [8]. La prima ha uno splendido mosaico del VI secolo; il suo sfondo, di un intenso colore blu cobalto, trasmette un senso di maestosità, anche perché nel '600 la chiesa fu largamente rimaneggiata e il piano su cui poggia venne notevolmente rialzato, cosicché adesso il mosaico viene visto da una distanza molto più ravvicinata rispetto a quanto avveniva nell'edificio originale.

All'altra estremità della chiesa, cioè dove ci si aspetterebbe di trovare la facciata, un ampio pannello di vetro chiude la navata, rivelando l'interno del Tempio del Divo Romolo (IV secolo), circa 5-6 metri al di sotto del piano del pavimento; infatti il tempio, la cui porzione anteriore fa parte dell'area del Foro Romano, fu annesso a quest'antica chiesa e usato a mo' di vestibolo.

Un mosaico ed altre interessanti opere d'arte si trovano anche in Santa Francesca Romana, un'altra chiesa costruita nel X secolo all'estremità meridionale del Foro Romano, originariamente chiamata Santa Maria Nova. Il nome cambiò attorno alla metà del '400, quando vi fu sepolta una delle sante più popolari di Roma (altri particolari su Francesca Romana de' Ponziani si possono trovare in Gli antenati del dialetto di Roma, III parte). È attualmente considerata santa patrona di Roma assieme ai Santi Pietro e Paolo, nonché protettrice di tutti i guidatori di autoveicoli, ragione per cui il 9 marzo, data della sua morte, una folla di vetture si raduna presso la chiesa per ricevere una speciale benedizione.

a destra → il corpo della santa, esposto nella cripta

All'estremità opposta del rione, dirimpetto al Campidoglio, sorge il monastero di Tor de' Specchi [9], dove la suddetta santa trascorse come badessa i suoi ultimi anni di vita; è un lungo complesso del XV secolo, a cui la visita è consentita solo pochissime volte all'anno, il giorno della santa (9 marzo) e le due domeniche successive. Comprende tra l'altro due aule ricoperte da meravigliosi affreschi del tardo '400, attribuiti al pittore Antoniazzo Romano, il monastero di Tor de' Specchi raffiguranti molti episodi della vita della santa.