ANDY (Pittsburgh 1928 – New York 1987)

È stato grafico pubblicitario, pittore, scultore, sceneggiatore, produttore, regista, direttore della fotografia, montatore e attore statunitense, figura fondamentale e predominante del movimento artistico della Pop Art ed uno degli artisti più influenti del XX secolo. , pseudonimo di Andrew

«Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti» Andy Warhol

Autoritratto (self-portrait), materia plastica e serigrafia su tela, 1986, Andy Warhol Foundation, New York - nasce a Pittsburg in Pennsylvania in una povera famiglia di immigrati slovacchi con il nome di Andrew Warhola. - vive un’infanzia difficile in un quartiere malfamato. È un bambino timido, pallido e spesso ammalato, per cui rimaneva molto a giocare in casa. Le sue passioni sono il cinema, i divi cinematografici (es. Shirley Temple) e i fumetti che inizia a riprodurre fedelmente, sviluppando la sua passione per il disegno. • Nel 1937 inizia a frequentare i corsi di disegno al Carnagie Museum di Pittsburgh

Shirley Temple • Dopo la morte del padre (1943) e la fine del liceo, nel 1945 inizia a frequentare il prestigioso Carnagie Istitute of Tecnology di Pittsburgh per studiare disegno e decorazione, dove supera le sue difficoltà di comunicazione e si diploma nel 1949. • Nel 1949, dopo il diploma, si trasferisce a New York e trova lavoro come grafico pubblicitario e illustratore di importanti riviste (es. Glamour, Vogue, New York Times, etc.), avendo un grande successo. • Nella grafica pubblicitaria sperimenta l’importanza della progettazione, l’equivalenza tra arte pura e arte applicata, l’idea di un arte per tutti, accessibile al gusto della gente comune, poi utilizza la tecnica blotted-line che sarà fondamentale nel suo stile anche nella sua attività di pittore. • La tecnica blotted-line consiste nel tracciare un disegno a matita su un foglio di carta non assorbente (es. carta velina), a volte copiando o ricalcando una fotografia. In seguito questo tracciato viene ricalcato a inchiostro di china con una penna stilografica e impresso su un foglio di carta più assorbente. Il disegno finale risulta dai contorni delineati da più operazioni del genere ed ha un tratto esitante, discontinuo e raffinato, in seguito colorato con gli acquerelli. Questa tecnica consentiva a Warhol di eliminare l’intervento manuale dell'artista e soprattutto di ottenere numerose copie da uno stesso originale. Tecnica blotted-line

Video: https://www.y outube.com/w atch?v=laOLC 2eYZRM • Alla fine degli anni ‘50 Warohl fonda la sua impresa personale (Andy Warhol Enterprises, Inc., 1957). La sua carriera di pubblicitario va a gonfie vele, diventando un personaggio pubblico eccentrico, molto in vista ed influente, sempre presente sui mass-media, ossia i mezzi di comunicazione di massa (radio, fotografia, rotocalchi, quotidiani e televisione). Ma questo non gli basta. • Nello stesso periodo, Warhol si avvicina all’arte contemporanea ed inizia a collezionare le opere New- Dada di Jasper Johns e Robert Rauschenberg che ammira nella Galleria Leo Castelli di New York. • Il New-Dada, ossia Nuovo-Dadaismo, è una corrente artistica statunitense degli anni ‘50 che riprende il Dadaismo degli anni ‘20 del Novecento sviluppato da Marcel Duchamp, Hans Arp e Man Ray in Francia con i ready-made (prefabbricati o pronti all’uso), ossia oggetti di uso quotidiano che cambiano la loro funzione diventando opere d’arte.

Duchamp, Fontana, orinatoio in porcellana, 1917, Tate Gallery, Londra

Man Ray, Cadeau, ferro da stiro con 14 chiodi saldati sulla piastra, 1921, Israel Museum, Gerusalemme • Nel New-Dada viene accentuato ancora di più l’uso di oggetti di consumo quotidiano, privi di valore estetico, ma esaltati dai mass-media, che diventano opere d’arte. Rauschenberg, Letto (Bed), olio e matita su cuscino, trapunta e lenzuolo su supporti di legno, 1955, Museum of Modern Art, New York

Johns, Bandiera (Flag), encausto, olio, collage su tessuto e compensato, 1954-55, Museum of Modern Art, New York • All’inizio degli anni ‘60 Warhol, influenzato dal New-Dada, inizia a dipingere la realtà con gli oggetti più banali e quotidiani, ma diversamente dal New-Dada, crea una pittura più fredda, ripensata sull’immagine trasmessa dai mass-media e dalla pubblicità, interpretando perfettamente la società americana del consumismo. • Fa di se stesso un artista-macchina, che non inventa ma produce, che non interpreta ma ripete all’infinito (uso e perfezionamento della tecnica blotted-line) . • Il suo stile diventa più affine ad una nuova corrente artistica chiamata Pop-Art, ossia Popular-Art, cioè arte di massa, prodotta in serie.. È una nuova forma di arte popolare che ha origine in Inghilterra, ma matura negli Stati Uniti e rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi. Quindi, ai soggetti quotidiani che sono per tutti noti e riconoscibili, per i quali l’intervento artistico avviene mediante la manipolazione dei soggetti stessi, che possono essere dilatati, ripetuti e alterati in vario modo, agendo sia sulle forme sia sui colori. • La Pop-Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità ed è dunque arte di consumo, e in quanto tale deve essere consumata come un qualsiasi altro prodotto di massa. • L’artista non ha più alcuna esperienza soggettiva e ciò lo rende un puro manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico. Non è un ribelle e le sue opere ci appaiono spesso più curiose che provocatorie e il suo impatto con la realtà è senz’altro più ironico che sarcastico. Warhol, a partire dal 1960, inizia a realizzare i primi dipinti aventi come soggetto i fumetti e i prodotti di largo consumo Caratteri: • È rappresentato Dick Tracy, personaggio capostipite dei fumetti a strisce polizieschi americani a partire dal 1931, icona della cultura popolare statunitense. • Il personaggio è raffigurato a mezzo busto, di profilo con una sobria giacca nera e un raffinato borsalino giallo (cappello) in testa, su uno sfondo verde. • Espressione attenta che suggerisce la concentrazione del detective durante un’indagine. • Figura bidimensionale, appiattita sullo sfondo, resa con poche linee forti e decise, contorni neri netti • Uso di colori puri (nero, giallo, rosa e verde), senza sfumature • L’artista riproduce il personaggio di questo fumetto perché gli ricorda la sua infanzia ed è molto noto nella cultura popolare, ottimo per iniziare a produrre opere Pop

Dick Tracy, caseina e pastello su tela, 1960, La caseina è una sostanza proteica presente nel latte che in pittura viene The Brant Fountation, Greenwich (New York) utilizzata per addensare i colori Caratteri: • È rappresentato un grande barattolo di zuppa della marca Campbell’s molto nota ed utilizzata, (ancora oggi) dalla società americana • L’opera fa parte di una serie di 32 tele rappresentanti i barattoli di tutti i tipi di zuppa Campbell’s • Il barattolo è al centro della tela bianca, posto di tre quarti, aperto a mostrare il prezzo sul coperchio (19 cents) e il contenuto del barattolo che è reso con una spalmata di grasso lubrificante • La figura è resa in prospettiva con poche linee essenziali, contorni neri netti • Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, nero, giallo,), senza sfumature e pennellate visibili. • L’artista riproduce il barattolo in modo freddo e meccanico (proiettando sulla tela una diapositiva in bianco e nero del barattolo), eliminando ogni valore estetico ed espressivo del proprio lavoro, dando la dignità di icona, ossia di simbolo, ad un prodotto di largo consumo Big Campbell’s Soup Can, 19 cents, caseina e pastello su tela, 1962, The Menil Collection, Houston Caratteri: • Sono rappresentati 100 barattoli di zuppa della marca Campbell’s l’uno accanto all’altro in file ordinate come se fossero sullo scaffale di un supermercato • Le figure sono rese in prospettiva con poche linee essenziali, contorni neri netti • Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, nero, giallo,), senza sfumature e pennellate visibili • L’artista per il soggetto rappresentato sembra prendere spunto dal suo vissuto personale perché mangiava spesso le zuppe Campbell’s, ma soprattutto prende spunto dalla quotidianità di tutti gli americani consumatori seriali di questo prodotto, dando una nuova visibilità a qualcosa di già noto e pubblicizzato • L’artista rappresenta il vero volto dell’America, paese del consumo, della produzione in serie e dell’omologazione, elementi virtuosi che vengono esaltati come essenziali per la democrazia e per l’American Way of life 100 Cans, caseina, pittura a spay e pastello su tela, 1962, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo Caratteri: • È rappresentata la parte retrostante di una confezione di fiammiferi che pubblicizza la Pepsi-Cola, bevanda molto popolare nella società americana degli anni ‘60 (ancora oggi). • Sulla scatola di fiammiferi è presente la striscia abrasiva nera usata per accendere i fiammiferi e la scritta «close cover before striking» ossia «chiudere la linguetta prima dell’accensione». • Sopra la striscia abrasiva è raffigurato il tappo di una bottiglia di Pepsi-Cola, con sotto scritto «say: Pepsi please» ossia «Di Pepsi per favore». • La figura è resa in prospettiva con poche linee precise e contorni netti. • Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, blu, giallo,), senza sfumature e pennellate visibili. • Per le iscrizioni sono utilizzati caratteri grafici standard (latraset). • L’artista rappresenta il tappo in modo freddo e impersonale, senza partecipare emotivamente, mettendo in evidenza un oggetto noto a tutti perché appartenente alla cultura di massa. • Il dipinto ricorda la grafica semplificata e di immediata comunicazione, dai toni ottimisti dei grandi manifesti pubblicitari che popolavano le strade di New York.

L’acrilico è un colore industriale Close Cover Before Striking (Pepsi-Cola), Il latraset è un carattere grafico standard acrilico, pastello, latraset e carta abrasiva su tela, 1962, Museum Ludwig, Colonia Caratteri: • È un dipinto «non finito». • È rappresentato un pattern, ossia un modello prefabbricato di paesaggio (strada di campagna con case, staccionata, cespugli ed alberi), diviso in aree da colorare in base ad una corrispondenza numero-colore. L’artista colora alcune aree ed altre le lascia bianche, invitando ironicamente lo spettatore a colorarle: «do it yourself» ossia «fallo tu stesso». • Fa parte di una serie di 5 dipinti che invitano lo spettatore a concludere l’opera d’arte. • Le figure sono rese in prospettiva con poche linee essenziali, contorni netti. • Uso di colori puri e piatti (rosso, ocra, arancione, grigio e blu), senza sfumature e pennellate visibili. • L’artista con questo dipinto vuole esprimere che l’arte non è inaccessibile, non ha nulla di speciale, ma può aiutare tutti a riempire uno spazio vuoto.

Do It Yourself (Landscape), acrilico, pastello e letraset su tela, 1962, Museum Ludwig, Colonia Warhol, a partire dal 1962, smette di dipingere a mano e adotta quasi esclusivamente la tecnica della Serigrafia o Stampa Serigrafica. • La Serigrafia o Stampa Serigrafica è una tecnica meccanica di stampa a uno o più colori, che usa un tessuto di seta steso su un telaio come matrice, ossia il disegno originale, ricavato fotograficamente. Il tessuto viene preparato con vari tipi di colle, per differenziarne le parti permeabili agli inchiostri, da quelle impermeabili. Si versa l’inchiostro lungo il margine superiore della matrice, distribuendolo su tutta la superficie, e si procede quindi alla stampa, abbassando completamente il telaio in modo che l’inchiostro penetri attraverso le maglie della seta sul supporto sottostante che può essere di carta, tela, plastica, vetro e metallo. Questa tecnica permette di ottenere un elevato numero di copie di uno stesso soggetto e la massima impersonalità nell’esecuzione. Video: https://www.youtube.com/watch?v=naF9PKFtVHI • Warhol con la Serigrafia o Stampa Serigrafica immortala soggetti presi indifferentemente dal mondo dello spettacolo (come i volti delle stars Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Elvis Presley, ect.), dagli scaffali di un supermercato (come le bottiglie di Coca-Cola o le scatole di zuppa precotta Campbell’s) o dalle pagine di cronaca nera dei quotidiani (come le immagini della sedia elettrica, dei ricercati dalla polizia o degli incidenti stradali). • Nello stesso periodo affitta una grande mansarda al 1324 Lexington Avenue di New York dove riunisce una serie eterogenea di giovani collaboratori, cui viene delegata in misura sempre crescente l’esecuzione delle opere: nasce così quella che egli chiamerà la sua Factory, che in inglese significa «fabbrica», dunque il suo personale laboratorio di sperimentazione artistica d’avanguardia.

Factory: 1342 Lexington Avenue, New York Caratteri: • Sono rappresentate 192 banconote da un 1 dollaro disposte in file sovrapposte precise ed ordinate • L’inchiostro nero usato non è disteso in modo uniforme lasciando alcune parti scure, altre più sfumate. Questo avviene perché la serigrafia, pure essendo una tecnica che permette una produzione ampia e meccanica, ha dei limiti che spesso impediscono la perfetta riproduzione dell’originale, come la qualità e la quantità di inchiostro usato o la pulizia del telaio serigrafico • L’artista con questo dipinto vuole rappresentare «la sua americanità», ossia l’amore per il denaro, dicendo: «comprare è molto più americano di pensare, e io sono molto americano. In Europa e in Oriente la gente ama commerciare […] Gli americani non sono così interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via che vendere. Quello che amano veramente è comprare: gente, denaro, paesi»

192 One Dollar Bills, serigrafia, pastello e acrilico su tela, 1962, Hamburger Bahnhof-Museum fur Gegenwart, Stiftung Sammlung Marx, Berlino Caratteri: • Sono rappresentate 5 bottiglie in vetro di Coca-Cola sopra all’iscrizione del marchio Coca-Cola. • Le bottiglie sono riprodotte bidimensionali, in fila in modo rigido e frontale come sospese nello spazio con poche linee e contorni incerti. • Queste figure frontali fanno pensare alla tradizione pittorica religiosa bizantina, con figure fisse, frontali, con gli stessi gesti, riprodotte in sequenza infinita, sospese in uno spazio divino (vedi immagine: Teoria delle Vergini, VI sec. Chiesa di S. Apollinare Five Coke Bottles, vernice plastica e inchiostro serigrafico su nuovo, Ravenna), di cui Warhol, di origine tela, 1962, Andy Warhol Foundation, New York slovacca, era a conoscenza. • I modelli bizantini vengono qui semplificati e resi con un linguaggio più attuale ed immediato per celebrare il mondo superficiale del consumismo Caratteri: • È rappresentato il viso di Marilyn Monroe, attrice americana molto nota tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento. • il viso raffigurato al centro della tela su di uno sfondo dorato contribuisce ha consacrare ancora di più Marilyn come un’icona, un mito del cinema americano, non tanto per la sua bravura o bellezza, ma per l’incessante riproposizione della sua immagine da parte dei mezzi di comunicazione di massa. • Espressione immobile, sorriso eterno, trucco accentuato e colori innaturali (capelli gialli, incarnato rosa confetto) fanno di questo viso una maschera che Warhol riproduce di continuo cambiando i colori, facendo scomparire il personaggio e apparire un’immagine di consumo sempre diversa

Gold Marilyn Monroe, acrilico, inchiostro serigrafico, vernice spray d’oro su tela, 1962, Museum of Modern Art, New York Marilyn, serie di serigrafie di diversi colori, 1967 Caratteri: • È rappresentato Elvis Presley cantante e attore americano molto noto negli anni ’60. É riprodotto in tre figure soprapposte in posa da pistolero: sguardo fisso, gambe divaricate, braccio alzato, punta la pistola verso lo spettatore. • L’immagine è tratta da una foto promozionale di un film western interpretato da Elvis che evidenzia il suo celebre movimento di gambe, il suo fascino e la sua irruenza che lo rendono un mito per l’immaginario collettivo. • Le figure sovrapposte suggeriscono un movimento improvviso che, oltre a ricordare le immagini simultanee futuriste (vedi immagine: Balla, dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912), sembra accerchiare lo spettatore, suscitando in lui un senso di inquietudine. • In questo caso la ripetizione non addormenta le emozioni, ma le stimola.

Triple Elvis, inchiostro serigrafico, vernice su tela, 1963, Virginia Museum of Fine Arts, Richmond Caratteri: • È rappresentato il ritratto di Frank B. uno dei 13 tredici uomini più ricercati d’America (erano quasi tutti di origine italiana). Il volto è frontale, lo sguardo serio e fisso verso lo spettatore. • Fa parte di una serie di 13 serigrafie dei volti degli uomini più ricercati d’America che sono doppie a formare un dittico con un ritratto frontale e un ritratto di profilo. Queste serigrafie sono state utilizzate come decorazione della facciata del padiglione dello Stato di New York durante l’Esposizione Internazionale, ma per volere politico sono state censurate e lo stesso Warhol le ha coperte con una vernice brillante all’alluminio, dando così un aspetto spettacolare anche alla censura. • L’immagine è tratta dalla foto segnaletica in bianco e nero scattata dalla polizia dopo un arresto. Infatti, in basso è visibile la targhetta con la data della cattura e il monogramma della polizia di New York (NYC Police). Questa foto segnaletica veniva appesa e diffusa in tutti i luoghi pubblici della città come richiesta d’aiuto ai cittadini per agevolare la nuova cattura del criminale. • La foto segnaletica è perfetta per essere un’opera Pop, perchè: la foto diffusa in ogni luogo pubblico rende il criminale molto noto a tutti, quasi una star; l’immagine è di largo consumo; il formato è da foto-tessera; il ritratto è frontale. Per cui, l’artista ingrandisce semplicemente la foto nella sua opera, per questo la stampa è sgranata e sono visibili una . N.12 (Frank B.), serie di puntini. inchiostro serigrafico su tela, 1964, Andy Warhol Foundation, New York Caratteri: • Sono rappresentate una serie di scatole cubiche che ricordano i fustini di detersivo Brillo, molto noto ed utilizzato dalla società americana degli anni ’60 • Le scatole sono sistemate l’una sopra all’altra a formare una piramide che ricorda proprio la disposizione dei fustini all’interno di un supermercato • Le scatole sono di legno coperto dalla vernice acrilica bianca, su cui, tramite la tecnica serigrafica, è stato creato il marchio Brillo su tre delle quattro facciate dei cubi • Le iscrizioni sono bidimensionali, non in prospettiva e sono rese con poche linee essenziali, contorni netti • Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, blu), senza sfumature e pennellate visibili • L’artista per il soggetto prende spunto dalla Brillo boxes, inchiostro serigrafico, acrilico su quotidianità di tutti gli americani consumatori seriali di questo prodotto, dando una nuova legno, 1964, Museum of Modern Art, New York visibilità a qualcosa di già noto e pubblicizzato • Sottolinea l’occupazione totale dello spazio artistico da parte dei prodotti di consumo Caratteri: • È rappresentata una grande sedia elettrica, simbolo dell’America tanto quanto la statua della Libertà perché evidenzia la pena di morte presente in molti stati americani negli anni ‘60 (ancora oggi in vigore). • Fa parte di una serie di serigrafie rappresentanti lo stesso soggetto sempre più ingrandito • Per l’immagine usa una foto tratta da un quotidiano che viene ingrandita, per questo la sedia non è al centro della scena, ma è leggermente spostata a sinistra • Il soggetto è drammatico, ma l’ingrandimento dell’immagine solo sulla sedia lo rende paradossalmente meno drammatico • Anche i colori dai toni vivaci utilizzati: una larga fascia di rosa e una fascia più piccola di verde, rendono il soggetto meno drammatico • È come se Warhol volesse rendere la morte come uno spettacolo privo di emozioni, Big electric chair, inchiostro serigrafico su tela, rappresentando l’America anche nelle sue 1967, The Andy Warhol Foundation, New York debolezze e contraddizioni. Nel corso degli anni ‘60 Andy Warhol sperimenta la sua vena artistica e creativa anche in altri settori come il cinema e la musica. • A partire dal 1963, Warhol inizia a frequentare Jonas Mekas (1922-2019) e il circuito da lui fondato il New American Cinema. (Mekas era un regista, poeta e artista di origine lituana molto noto per essere uno dei pionieri del cinema sperimentale. I suoi film sono sperimentali perché il loro risultato non è prevedibile, in quanto mancano di una sceneggiatura e sono a metà fra le arti visive e il cinema) Questo circuito raggruppa una serie di registi uniti dal rifiuto del classico linguaggio cinematografico holliwoodiano. • Tra il 1963 e il 1965, Warhol realizza con la cinepresa Bolex 16mm una serie di film-documentari minimali, muti e in bianco e nero tra cui: Sleep, Kiss, Eat ed Empire, che mostrano azioni ripetute e dilatate nel tempo, riprese con una camera fissa. A Warhol interessa la composizione dell'immagine che si viene a creare partendo da un unico punto di vista. Quindi, questi film sono come quadri che, invece di essere appesi, sono proiettati su una parete bianca. • In Sleep del 1963 Warhol riprende John Giorno, poeta sperimentale statunitense (ancora vivente), che dorme su un letto per 5 ore e 20 minuti. • In Kiss del 1963 Warhol riprende una serie di coppie eterosessuali e omosessuali che si baciano per 3 minuti e mezzo ciascuna. • In Eat del 1964 Warhol riprende Robert Indiana (1928-2018), altro esponente della Pop-Art, che mangia per 45 minuti. L'alimento consumato è apparentemente un fungo, anche se si è ipotizzato che possa trattarsi di un panino o di una mela oppure di una pesca. Inoltre, durante il film passa per due volte un gatto (m15.40; m17.18). https://www.youtube.com/watch?v=XoQcGAczNTE • In Empire del 1965 Warhol e Jonas Mekas riprendono l’Empire State Building di New York in notturno per 8 ore e 5 minuti, dalle ore 20.06 alle ore 02.42, in un unico metraggio rallentato.

Kiss, 1963 Empire, 1965

Sleep, 1963 Eat, 1964 Un posto importante nella produzione cinematografica di Warhol riguarda i 500 rulli di Screen Test (provini), ossia filmati di personaggi famosi in visita alla Factory (es. Bob Dylan, Lou Reed, Nico, Edie Sedgweck, ect.), ripresi con un camera fissa per tre minuti su un fondo nero. L'idea è quella di riprendere un personaggio che compie un'azione banale, ma che per Warhol ha un significato importante. L'obiettivo non è solo quello di entrare nell'intimità del personaggio, ma anche quello di colpire lo stesso spettatore e farlo riflettere. Lou Reed, Screen Test, 1966 https://www.youtube.com/watch?v=Avme- hIBncI Reed (1942-2013) era una cantautore americano, voce dei Velvet Underground

Bob Dylan, Screen Test, Nico, Screen Test, 1966 https://www.youtube.com/watch?v=TD9dZJFcr 1965 MI https://www.youtube.com/watch?v=M-- Nico (1938-1988) era una oHOn4a0U Dylan (1941) è un cantautore e cantante, attrice e modella tedesca poeta americano e premio Nobel per la letteratura Grandi frequentatori della Factory sono i Velvet Underground, un gruppo musicale emergente del Greenwich Village (quartiere universitario con locali che propongono musica live) di New York, in particolare il cantante Lou Reed. Il gruppo e Warhol istaurano un proficuo rapporto di amicizia e di lavoro. Nel settore musicale Warhol si cimenta come produttore, promotore e manager dei Velvet Underground. Alla voce del loro cantante Lou Reed associa la voce gotica di Nico, cantante e modella tedesca molto amica di Warhol. Da questa unione nel 1966 nasce il primo album & Nico, noto come «l’album Banana» perché la copertina è decorata dalla serigrafia di una banana appositamente realizzata da Warhol. I Velvet Underground continueranno la loro carriera senza Warhol e senza Nico, ma questo rimane l’album di maggiore successo della band con le canzoni più note, tra cui Sunday Morning (https://www.youtube.com/watch?v=n3TW49VCd3I) Negli anni ’80, tra i frequentatori della Factory di Warhol c’è anche una cantante italiana Loredana Bertè, soprannominata «Pasta Queen» dallo stesso Warhol per le sue grandi doti culinarie. Tra i due, oltre ad una grande amicizia, si crea anche una collaborazione artistica che porta nel 1981 all’album Made in Italy, per il quale Warhol cura il concept (idea, foto, grafica e impaginazione della cover esterna e interna del disco) del disco e il videoclip della canzone Movi, in parte girato nella Factory. (https://www.youtube.com/watch?v=tlK3rSiDlYo)

Cover interna ed esterna, album Made in Italy di Loredana Bertè, 1981 La cover comprende foto di Loredana Bertè (recto), cartina del centro di Milano (interno) e tricolore italiano con firma di Andy Warhol (verso) Andy Warhol muore nel 1987 al New York Hospital dopo un intervento alla cistifellea. L’America si rende improvvisamente conto di essere rimasta priva – nel bene e nel male – di uno dei maggiori interpreti della propria cultura. «Tu sei il Voltaire dell’America», scrisse infatti un giornale dell’epoca, «Tu offri all’America ciò che si merita: una minestra in scatola attaccata alla parete». Nello stesso anno viene creata la Andy Warhol Foundation che porta avanti le idee della Pop-Art e della Visual Art (arte visiva) e conserva molte sue opere d’arte e diversi suoi oggetti personali