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RACCONTANDO LARINO ARTICOLI MENSILI DI STORIA, ORIGINI, TRADIZIONI E CURIOSITA’

L’idea di pubblicare mensilmente degli articoli sulla storia, origini, tradizioni e curiosità di Larino, nasce all’interno del progetto “Larino: Arte e Cultura nel Museo Diffuso“ del Servizio Civile Nazionale svolto dalle volontarie Marina Bucci e Roberta Notarangelo

Itinerario guidato: il Centro Storico Medievale

Tour Centro Storico

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Introduzione alla città

La città di Larino è divisa in due parti ben distinte: il centro storico sorto in epoca medievale e la città moderna che si sviluppa sui resti della Larino romana. L'origine della città è molto controversa e ancora oggi oggetto di dibattito. Sicuramente Larino era una città del popolo italico dei , fondata in età preromana. Gli studiosi locali identificano la fondazione al- meno 500 anni prima a quella di Roma. Dopo la distruzione della città de- nominata Frenter, essa fu ricostruita con il nome di Ladinod nome impresso anche sulle sue monete locali e successivamente trasformato in Larinum, ossia luogo dove i Frentani ebbero i Lari. La città aveva un impianto urbano già molto solido ed evoluto nel IV secolo a.C. Dopo la vittoria dei Romani nel 319 a.C., Larinum divenne una res publica, mantenendo una propria autonomia rispetto alle altre città frentane. Topograficamente Lari- num era situata in una posizione strategica sia dal punto di vista culturale che politico tra le attuali Lanciano, , San Paolo di Civitate e . Le testimonianze più imponenti risalenti all‟epoca romana sono l‟anfiteatro romano, le vasche termali e le pavimentazioni musive. Probabilmente il nu- mero di abitanti che popolavano la città era superiore ai 100 mila abitanti.

L’itinerario

La presente guida propone un itinerario guidato all‟interno del Centro Stori- co di Larino, che sorge nella parte più bassa della città. La visita inizia da Piazza Vittorio Emanuele II partendo dal Monumento dei Caduti, Chiesa di Santo Stefano, si prosegue per l‟originario asse viario medievale della città (oggi Via G. Marconi, un tempo Via De Misseriis), incontrando qualche palazzo storico con stemmi araldici di famiglie importanti. Si arriva poi nel- la parte posteriore dell‟Episcopio e della Cattedrale, raggiungendo così il primo Seminario della Cristianità. Si prosegue verso il campanile della Cat- tedrale di San Pardo e dell‟Assunta, con la sua splendida facciata trecente- sca, segue la visita interna agli affreschi ed altari barocchi depositati in Sa- crestia insieme al busto argenteo di San Pardo, Protettore della città. Uscen- do dalla Cattedrale si procede alla volta del Palazzo Vescovile e del Museo Diocesano. Attraversando l‟arco della vecchia torre campanaria del com- plesso di San Francesco si passa al Palazzo Ducale, che fu in origine un ca- stello medievale. Infine una visita al museo civico, alle mostre permanenti del fiore di S. Pardo, del Carnevale Larinese e la mostra permanente della famiglia Pilone all‟interno di una sala con soffitto affrescato. Dalla terrazza del Palazzo Ducale è possibile ammirare dall‟alto Piazza Duomo.

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La nascita del Borgo Medievale

L’abbandono della città romana

Lo spostamento della popolazione larinate dalla città romana verso uno sperone roccioso più a valle, che secondo il Tria segnò la nascita del centro storico, avvenne intorno all‟anno 842 in seguito all‟attacco da parte dei saraceni che costrinse gli abitanti a cercare un rifugio in un‟area maggiormen- te difendibile. Il Magliano, invece, ritarda ai primi anni XIV secolo il trasferimento degli abitanti e della costruzione della Cattedrale nel nuovo nucleo urbano e spiega come rovistando tra gli Archivi sia venuto a conclusione dell‟errore del Tria nell‟assegnare la fine dell‟antica città nell‟anno 842; essa difatti fu abitata per ancora altri quattro secoli e mezzo. Per il Magliano, la nuova Larino, co- minciò a svilupparsi dopo i terremoti del 1117 e 1120 /1125 poiché molti abitanti dovettero rifugiarsi “in quel sito che poco aveva sofferto”.

La città medievale

La città medievale era circondata da mura che in parte erano utilizzate anche come abitazioni fortificate; le mura erano dotate di diverse torri e due porte principa- li: Porta di Basso e Porta di Piano. Oggi di tutte le torri solo due conservano la loro integrità: la Torre Ricci e Torre Palma, mentre le altre sono state trasformate o inserite all‟interno di nuovi edifici. Oltre alle cinque chiese parrocchiali, ve ne erano numerose d‟origine medievale: Cattedrale, S.Basilio, S.Stefano, S.Giovanni Evangelista e S.Bartolomeo Apostolo. Molte altre chie- se e cappelle erano situate in via Seminario: S.Tommaso, SS.Pietro e Paolo e S.Giacomo, in piazza Duomo, proprio di fronte alla Cattedrale, vi era la Chiesa di S.Caterina, inserita in un porticato inglo- bato nel secolo scorso all‟interno del Seminario. In quella che oggi consi- deriamo piazza Duomo erano presenti gli edifici più importanti della città trecentesca: la Cattedrale, il Convento dei Conventuali di S. Francesco con la torre campanaria e il castello feu- dale. Ad essi nel XVI secolo si ag- giunse il Palazzo Vescovile, costruito nel 1573 su costruzioni preesistenti. La prima fase edilizia del nuovo cen- tro comprendeva il rione occidentale, tra l‟attuale chiesa Cattedrale e via Leone.

La città nel XIII secolo La città nel XIV secolo

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Il Monumento dei Caduti

L‟artefice del Monumento ai Caduti è lo scultore Vincen- zo Puchetti ( 1894 - Napoli 1947). La sua produzione di monumenti ai caduti abbraccia un periodo che va al 1921 al 1931. A Larino il 20 dicembre del 1923 venne costituito il Comitato Civico Ufficiale per la realiz- zazione del monumento. Il bozzetto originale in gesso prevedeva la figura di un fanta nudo con daga nella mano destra, elmetto, tricolore stretto sul petto, inginocchiato, veniva sorretto o meglio tentato di essere risollevato dalla Vittoria alata, una figura femminile peplata con ali raccol- te dietro le spalle. Nella realizzazione pratica il gruppo bronzeo, pur restando simile all‟impostazione generale, subì qualche modifica. Infatti al posto del fante con elmet- to plasmò un antico milite romano anch‟esso nudo con espressione eroica e con una benda intorno al capo. Anche qui la vittoria alata, che rappresenta la città di Larino, è data da un‟immagine classica di una donna matura quasi fidiaca, con un bell‟aspetto e treccia intorno al capo. Il basamento è stato realizzato dalla ditta Domenico Del Monaco e Figli di Campobasso, la ringhiera originale, so- stituita poi con un‟altra fu opera dei F.lli Battista.

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La Chiesa di Santo Stefano

Nell‟originario assetto planimetrico duecente- sco, la Chiesa di Santo Stefano era disposta verso Est, con l‟accesso nell‟attuale via G. Marconi. Di questa facciata si conserva un ro- sone in pietra a 12 raggi, ancora oggi visibile sul retro dell‟edificio. L‟asse principale venne spostato nei primi decenni del XIV secolo, ciò determinò la realizzazione di una nuova faccia- ta su Piazza Vittorio Emanuele II. Questa si presenta molto semplice, tripartita da semplici lesene. Si articola in due livelli conclusi da un coronamento mistilineo. Nella parte inferiore, al centro, si trova il portale decorato da una cornice in pietra. Al piano superiore, nella parte centrale si apre una finestra rettangolare, affian- cata, su entrambi i lati, da nicchie. La Chiesa, costituita da un'unica navata, inizialmente ave- va un soffitto ligneo, che venne sostituito, in- torno alla metà del XVIII secolo, da strutture voltate. La campata centrale presenta una co- pertura con calotta poggiante su pennacchi, mentre le altre campate sono a botte con lunet- te. L‟interno, tutto in stile barocco, contiene tre altari di marmo e il coro dietro l‟altare maggio- re. Il campanile, che copre in parte la prima facciata, fu costruito agli inizi XIX secolo.

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Palazzi e Portali

Palazzo Castelli (via G. Marconi, XV-XIX)

Il palazzo anticamente era di proprietà della famiglia De Misseriis, da cui prendeva il nome la strada (oggi via G. Marconi). Successivamente il palazzo, per ere- dità ed estinzioni, fu proprietà di altre famiglie, come i de Visso, i Moro, i Piccirilli ed i Castelli. Il palazzo è costituito da due piani; il piano terra presenta una zoccolatura in pietra e tre portali, di cui quello centra- le più ampio. Il portale centrale ha un sopraluce in ferro battuto ed al di sopra di esso, dopo la parte in pietra, vi è lo stemma della famiglia Castelli. Una fascia marcapiano divide il piano inferiore dal primo piano, che presenta due finestre ed un balcone centrale. Il palazzo al suo interno ospitava una preziosa biblioteca dove era custodito un antico evangelario.

Palazzo Caprice (via Olmo, XV—XVIII)

La famiglia Caprice era presente nella città di Larino già nel 500. Tra i discendenti di questa famiglia ci furono figu- re impegnate in campo politico ed ecclesiastico. Il Palazzo fu inglobato nell‟antica torre Caprice, mensionata dagli storici locali Tria e Magliano. L‟edificio è composto da tre piani; al piano terra troviamo il portale e delle piccole fine- stre con grate. L‟ampio portale in pietra presenta nella chiave di volta (al centro dell‟arco) lo stemma della fami- glia. Lo stemma mostra delle volute laterali, mentre al cen- tro troviamo la figura di un capriolo rampante con una stella accanto. Una fascia di- vide a metà la figura, mentre in alto vi è una figura vegeta- le e in basso una maschera. Al primi piano vi sono quat- tro finestre ed un balcone al centro. Il secondo piano pre- senta cinque finestre ed un sottogronda ad archetti.

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Il Seminario

Il Seminario di Larino rappresenta una delle istituzioni più prestigiose, in quanto fu il primo della cristianità. Papa Giovanni XXIII lo annunciò ufficial- mente: “Ecco il Seminario di Larino. È aperto il 26 Gennaio dello stesso anno di quello di Rieti, 1564, dal Vescovo Belisario Balduino, un reduce del Conci- lio di Trento. Vivrà come potrà in poche stanze tenuissime, ma intanto è arri- vato buon primo …”. Il Seminario ebbe la prima sede in vico Morsellino, at- tuale via Olmo, in una modesta casa denominata Torre di Balestriera, posta sul lato meridionale della Cattedrale di Larino. In questo edificio iniziò a fun- zionare con 12 seminaristi. Qui restò fino al 1619 quando mons. Pomodoro decise di acquistare a sue spese una sede più idonea. Nel 1642 mons. Caraccia inaugurò la nuova sede situata in P.zza del Duomo. Mons. Catalani incremen- tò i fondi patrimoniali e costruì una sede estiva in località Torre Sant‟Anna. L‟ampliamento con- tinuò anche grazie al voler del vescovo Pianetti e da mons. Tria più avanti. Il Seminario di Larino fu una delle poche istituzioni ecclesiastiche sopravvissute al decennio Francese. Tra il 1936 ed il 1939 il Vescovo Bernacchia fece costruire un nuovo grande edificio lungo la strada statale n. 87. Nel 1961 la sede venne ampliata dal Vescovo Costanzo Micci. Negli anni, questo edificio divenne la sede dell‟Istituto Tecnico per Geometri. Per anni, dal 2002 al 2013, l‟edificio fu dichiarato inagibile, fino a quando nel Settembre 2013 venne inaugurata la riapertura di una parte dello stesso stabile.

Palazzi e Portali

Palazzo Vietri della “Pozzica” (via Raone, XVI—XVIII)

La famiglia Vietri dimoranti nella zona chiamata “Pozzica” (per la presenza di numerose cisterne e pozzi negli edifici di questa contrada), provenivano dalla Lucania. Si stabilirono a Larino alla fine del 600. Oltre a questo palazzo appar- tenevano alla famiglia due villini di campagna, ed un altro edificio in via Se- minario, passato poi per successione ereditaria alla famiglia Ricci. Tra i com- ponenti di questa famiglia ci furono figure rilevanti, come canonici, giurecon- sulto, amministratori civici, musicisti e sindaci. La famiglia si estinse nel 1952 con la morte del‟avvocato Nicola Vietri, che non aveva discendenti. L‟ampio edificio si dispone su due livelli e presenta due ingressi, uno in via Raone, e l‟altro in via Tria. L‟elegante portale in pietra in via Raone non presenta stemmi e si trova tra due finestrelle con inferriate in ferro battuto. Al piano superiore vi sono due finestre ed un balcone centrale. All‟interno del palazzo, nel 1755 fu costruita una cappella pri- vata concessa alla famiglia dal Papa Benedetto XIV.

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La Cattedrale di San Pardo e dell’Assunta

La Cattedrale di San Pardo e dell‟Assunta è una delle più importanti opere d‟arte dello stile romanico dell‟Italia meridionale. È stata elevata a titolo di Basi- lica minore nel 1928. L‟edificio risale al XII secolo e la data di consacrazione, 1319, è riportata nell‟architrave del portale centrale. Gli studiosi riten- gono che sia stata realizzata sulle strutture di una chiesa esistente, questo dimostrerebbe il perché le navate interne dell‟edificio presentano un‟ampiezza differente e la posizione della facciata fortemente in- clinata rispetto all‟asse longitudinale della chiesa. L‟ingresso originale doveva situarsi proprio in corri- spondenza dell‟attuale zona absidale, su quello che doveva essere l‟asse principale della città; costituito dalle attuali Via Marconi, Via Olmo e Via Paradiso. La facciata trecentesca con terminazione orizzontale, è divisa in due piani da una cornice: la parte superiore è caratterizzata dalla presenza di un particolare rosone a tredici raggi e da due bifore. Nella parte inferiore si apre il portale strombato con timpano, decorato con colonnine tortili e ricchi capitelli. Un altro elemento di particolare rilevanza architettonica è la lunetta cen- trale del portale, costituita dalla scena della Crocifis- sione. Il Cristo pende da una croce a Y, mentre un angelo precipita dal sommo della lunetta e gli pone sul capo, con il braccio destro, la corona, e con il braccio sinistro nasconde la corona di spine. Ai lati ci sono le massive figure di Maria e di Giovanni, nei cui occhi spalancati si raccolgono lo stupore e la tragedia.

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La Cattedrale subì molte trasformazioni secondo il gusto di ogni Vescovo e dell‟epoca. Oggi l‟interno è diviso in tre navate di larghezza e lunghezza disuguale: tale caratte- ristica è determinata dalla presenza di un edificio preesi- stente. Dalla pianta generale si nota che le prime tre cop- pie di pilastri sono perfettamente simmetriche a differenza dei rimanenti. La navata centrale presenta un soffitto li- gneo a capriate, quelle laterali sono coperte con volte a crociera costolonate. L‟abside è quadrata con volta a cro- ciera. Si conservano tracce di affreschi sulle pareti databili al XIV secolo: l‟affresco di Sant‟Orsola e il rapimento delle Vergini, S.Michele Arcangelo e S.Benedetto. All‟interno sono custoditi l‟altare maggiore e il trono di stile barocco, opere del Vaccaro e Troccoli, ordinate dal Vescovo Tria.

Il campanile, posto sul lato sinistro della facciata è alto ben 33 metri, ed è stato realizzato in due epoche; la prima corrispondente al basamento impostato su due archi a se- sto acuto, denominato “Arco di San Pardo”, venne co- struito sotto il Vescovo F. G. Leone nel 1451 da Giovanni Casalbore, come risulta da una lapide posta nel primo pia- no del campanile. Ai lati di questa sono visibili lo stemma del Vescovo suddetto, della città di Larino e del signore di Larino che in quei tempi era Ettore Pappacoda. Sul lato occidentale, nella parte alta è inserita una lapide che raffi- gura il Vescovo Raone, il quale inaugurò la Cattedrale. Nel primo piano del campanile era posto anticamente l‟archivio capitolare, nel secondo piano fu posto nel 1785 l‟orologio, opera del Grassi di , nel terzo pia- no si trova la cella delle campane, infine le due campane dell‟orologio (1691-1735) e un‟altra campana del 1860. Il campanile oltre alle varie iscrizioni si arricchisce anche di bassorilievi dell‟antica Larinum.

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Il Palazzo Vescovile, Archivio e Museo Diocesano

Palazzo Vescovile

Il primo Episcopio era ubicato in via Seminario. Fu fatto costruire e amplia- re, nella metà del XIV secolo, da Raone de Connestabulo. Nel 1573 mons. Bal- duino fece costruire il Palazzo Vescovi- le, sulla chiesa di S. Maria della Pietà. Successivamente mons. Pomodoro vi aggiunse l‟appartamento detto “la Gre- goriana”. Mons. Pianetti ampliò la sa- crestia aggiungendo all‟Episcopio le camere superiori. Mons. Collia nel 1725 fece ristrutturare il portone princi- pale. In seguito il palazzo venne arric- chito, nell‟angolo sud-est, da due vani da mons. Tria. La struttura presentava una torre a sua difesa, che fu abbattuta dopo l‟uccisione del Duca Carafa nel 1680. Nel 1925 mons. Bernacchia fece appor- tare delle modifiche nell‟Episcopio, ricavando la grande sala prospicente il vico Morsellino.

Archivio Diocesano

L‟Archivio Diocesano è stato dichiarato, dalla Sovrintendenza Archivistica, di notevole interesse storico, perché costituito da materiale documentario utilissimo per la ricostruzione della sto- ria religiosa e politica di un‟ampia zona compresa tra il Basso e la Capitanata, e per la ricostruzione dello sviluppo civi- le, sociale e culturale delle stesse popolazioni. Nell‟Archivio no- tevole è il fondo pergamenaceo costituito da bolle, brevi e lettere che interessano tutto il secondo millennio. Il docu- mento più antico risale al 1181 e riguarda i confini della Diocesi stabiliti da Papa Lucio III. Il materia- le diviene più corposo dalla seconda metà del „500, in contemporanea con i dettami sanciti dal Concilio di Trento. Dopo la fusione delle diocesi di e Larino anche i rispettivi archivi sono stati unificati e nel 1986, per volere del vescovo mons. D. D‟Ambrosio, la sede principale è stata posta a Larino.

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Museo Diocesano

Il Museo Diocesano, intitolato a mons. Giovanni An- drea Tria, vescovo di Larino del XVIII secolo, è allesti- to all‟interno del Palazzo Vescovile. È stato inaugurato il 21 dicembre 2012 per volere del vescovo Gianfranco De Luca, con lo scopo di conservare, valorizzare e pro- muovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalle chiese di Larino e dai paesi limitrofi. Nel museo, disposto su due livelli, sono esposte opere di arte sacra, quali statue, sculture, paramenti, tele, sva- riati oggetti utilizzati nelle funzioni religiose. Nella prima sala sono esposte statue di Madonne e Santi tra cui la Madonna del Carmelo, Sant‟Anna con Maria bambina, l‟antica statua di Sant‟Antonio, San Nicola e San Rocco che vengono prelevati il 26 Maggio per la sfilata di San Pardo. Nel- la seconda sala al centro è possibile am- mirare il quadro della Cacciata dei Mercanti dal Tempio di Gesù, l‟antica statua lignea di San Pardo e il mezzo busto di Santo Stefano. Al piano supe- riore si possono ammirare diverse opere del noto pittore molisano originario di .

CURIOSITA’

La torre balestriera: la torre dell‟Episcopio cinquecentesco è stata teatro di alcuni episodi legati alla congiura contro il feudatario del luogo, Francesco Carafa, avvenuta nel 1679 e raccontata da A. Dumas in un suo famosissimo romanzo: Luisa Sanfelice o Regno Insanguinato.

TOUR CENTRO STORICO 11 La Chiesa di San Francesco

La Chiesa di San Francesco dal 1929 è considerata edi- ficio monumentale. Il 7 Luglio 1312 il Pontefice Papa Clemente V emise una Bolla Sacrae Religionis vestrae merita, con cui autorrizzò la costruzione del convento a Larino. I lavori terminarono nello stesso anno. Il Con- vento dei Minori Conventuali fu soppresso durante il Decennio Francese, e non fu mai riaperto. Nel 1806 le campane della torre furono prese dai Francesi per fab- bricare dei cannoni. Il fabbricato fu ceduto al Comune che lo destinò ad alloggio della Gendarmeria e dei Regi Carabinieri. Successivamente fu venduto ai privati. Del Convento resta solo una torre campanaria di forma qua- drata, oggi adibita ad abitazione (Torre Galuppi). La Chiesa, di modeste dimensioni, presenta una sola nava- ta. Fu arricchita dopo il 1635 dal Ministro generale dell‟Ordine dei Conventuali Giovanni Battista Berardi- celli. La Chiesa durante in XVIII secolo subì delle mo- difiche. Nel 1747 la cupola della chiesa fu affrescata dall‟artista molisano Paolo Gamba, che rappresentò la “Gloria del Paradiso”, e nei pennacchi sottostanti ven- nero raffigurati i quattro Evangelisti. Venne restaurato il coro e l‟organo, decorato nel 1752 da Modesto Pal- lante di , venne sistemato nell‟abside. Gli altari di S. Antonio e dell‟Immacolata furono ornati con de- corazioni di stucco ed oro zecchino. In questi anni fu rinnovata anche la facciata con un portale in pietra sor- montato dallo stemma francescano.

TOUR CENTRO STORICO 12 Dal Castello al Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale si trova nel cuore del centro N N storico di Larino, precisamente circondato da Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza Duomo, Piazza Roma e Viale Elena. Il Palazzo nasce co- O E O E me castello medievale, costruito intorno al 1100- 1200 dai Conti Normanni, presumibilmente, secondo i Fratelli Magliano, costruito da Rug- giero de Dragone o Roberto de Causencia. Si S S trovava in una posizione strategica tra “Porta di Piano” e “Porta di Basso” che un tempo erano gli unici due ingressi alla città. Lo storico Ma- gliano sostiene che all‟entrata della città si trova- va il castello edificato in un posto alquanto alto ed attaccato alla muraglia. L‟ edificio quindi svolgeva la precisa funzione di sentinella e di difesa a vantaggio del territorio circostante. Do- cumenti dell‟archivio di Napoli informano che nel 1663 il castello apparteneva alla famiglia dei marchesi Brancia e al palazzo si accedeva me- diante due portoni che conducevano al cortile interno dotato di pozzi e di una cantina per la conservazione del vino. L‟edificio dal 1580 fu di proprietà di diverse famiglie Larinesi; per prima la famiglia Francia, poi gli Orsini, i Carafa ed infine i De Sangro. Proprio quest‟ultima fami- glia nel 1638 trasformò il castello in palazzo re- sidenziale. Costruì la loggia sull‟atrio e aprì un'altra entrata sul lato meridionale alla quale si accedeva da un ponte levatoio preceduto da una immensa rampa che arrivava fino alla Piazza antistante. Nel 1846 viene definitivamente ac- quistato dal Comune della città.

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Il palazzo ha una forma rettangolare, realizzato in muratura di pietra arenaria; presenta tre torri agli angoli alcune ancora nettamente visibili (a destra Pianta del Castello, disegno del Magliano, 1895). Una, oggi non più visibile, era distaccata dal corpo del palazzo. Inizialmente i lati non erano lineari ma si presentavano con i due torrioni più sporgenti e il corpo centrale più interno, cosa che è ancora visibile solo sul lato nord mentre gli altri lati che sono stati ricostruiti presentano linearità. La fac- ciata principale, che affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II, è stata realizzata nel 1818 su progetto dell‟ing. Vetta. Nel 1871 vennero abolite la seicen- tesca rampa e la facciata turrita. Il palazzo ristrut- turato in ultima data nel 2006-2007 esternamente riportato ai colori originari ovvero in pietra sui tre lati e a righe orizzontali grigie e bianche al lato ovest. Intorno al 1900 un‟ala fu destinata ad alber- go e altri locali furono adibiti ad uso commerciale. L‟edificio oggi è costituito da più piani, presenta un atrio porticato che sorregge un loggiato con ar- Progetto facciata dell‟ing. Vetta, 1888 chi a tutto sesto. Al terzo piano sono ubicati la Bi- blioteca Comunale e il Museo Civico che custodi- sce oggetti antichissimi e tre mosaici di età impe- riale rinvenuti nell‟anfiteatro romano. In una stan- za, oggi adibita ad ufficio del sindaco, è presente un affresco del 1907 raffigurante l‟ala in campo azzurro,simbolo della città, opera del pittore Luigi Benevento.

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Il Museo Civico

Il Museo Civico nasce nell'immediato dopo- guerra, in seguito ai ritrovamenti delle pavi- mentazioni musive d'epoca romana. Secondo la pratica dell'epoca, i mosaici furono distac- cati dal sito originario e furono ricollocati nel centro storico nelle sale del museo. Negli anni successivi furono rinvenuti ulteriori re- perti archeologici che andarono ad arricchire la collezione. La maggior parte dei reperti è stata rinvenuta nell'area del larinate ed è da- tabile tra il X sec. a.C. e il IV sec. d.C. Il materiale rinvenuto si riferisce alle diverse attività abituali delle popolazioni locali e re- perti litici dell'epoca preistorica. E‟ possibile, inoltre, ammirare ulteriore materiale archeo- logico proveniente da Larino presso il Museo Sannitico Provinciale di Campobasso.

Prima Sala Espositiva

Nella prima sala espositiva è custodita la raccolta epigrafica, oltre alle iscrizioni murate alle pareti del Palazzo Ducale. Si tratta di epigrafi di carattere fu- nerario, ovvero delle dediche ai propri cari defunti o a personaggi importanti, rinvenute soprattutto duran- te i lavori agricoli nelle campagne larinesi. All‟interno di questa sala sono esposti vari reperti tra cui delle anfore di terracotta utilizzate per il traspor- to delle merci all‟interno delle navi. Vi è un “dolio” (dolia plurale) ovvero un contenitore dal ti- pico aspetto rotondo e panciuto in terracotta, utilizzato dai romani per il trasporto di generi alimentari come legumi, farina, frutta ma soprattutto per la conservazione dell‟olio e del vino. Sull'orlo della bocca spesso ve- niva riportata in cifre la capacità del vaso. I dolia erano raccolti nei granai o magazzini dei palazzi o delle case private, e spesso, per la migliore con- serva-zione degli alimenti, erano af- fondati nel terreno. È presente anche un “bacino pestatorio” ovvero un gros- so contenitore nel quale si procedeva con la follatura della lana all‟interno delle fulloniche. Inoltre vi sono conservati capitelli, blocchi di pietra calcarea fra i quali vi è la copertura di una tomba, frammenti di festoni con decorazioni vegetali e “bucrani”.

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I Mosaici conservati nel Museo Civico

Il Mosaico degli Uccelli Il mosaico risale alla fine del II sec. e gli inizi del III sec. d.C. È stato rinvenuto nel 1937 nei pressi dell‟Anfiteatro Romano, apparteneva probabilmente ad una domus. Viene portato nel museo nel 1949, e nel 1973 è stato cementato. Il mosaico riporta delle lacune nella parte centrale e nelle parti laterali. La scena centrale raffigura dei rami di vite che si dira- mano nello spazio su poi poggiano cinque uccelli po- licromi. Intorno vi sono quattro cornici, la più esterna è costituita da dei rami d‟edera che terminano con foglie cuoriformi.

Il Mosaico del Leone Il mosaico risale alla fine del II sec. e gli inizi del III sec. d.C. È stato rinvenuto nel 1937 vicino al mosaico degli Uccelli, probabilmente appartenevano alla stes- sa domus. Viene portato nel museo nel 1949, e nel 1973 è stato cementato. La pavimentazione musiva presenta due cornici: una treccia e, la più esterna, una voluta d‟edera con foglie cuoriformi con le punte che si alternano verso l‟interno e verso l‟esterno. La parte interna presenta motivi geometrici. Al centro è visibi- le il tema del mosaico, probabilmente non previsto nel progetto iniziale. Viene raffigurato un leone rug- gente che procede da sinistra verso destra con una zampa sollevata, la coda in alto e lo sguardo rivolto all‟indietro. Dietro l‟animale vi sono tre palme.

Il Mosaico della Lupa Il mosaico risale alla seconda metà del III sec. d.C. È stato rinvenuto nel 1941 vicino Villa Petteruti - Ro- mano, nei pressi della stazione ferroviaria. Apparte- neva ad un edificio privato, probabilmente di caratte- re funerario. Venne cementato definitivamente all‟interno del museo nel 1956. La scena rappresenta- ta si sviluppa in verticale. In basso vi è una lupa dal manto tigrato mentre allatta i gemelli. La scena si svolge sotto gli occhi di due pastori: l‟adulto sembra indicare al più giovane ciò che si svolge sotto i loro occhi. Nella parte inferiore è disegnata una soglia con un motivo decorativo. La fascia esterna è occupata da un motivo vegetale a spirali d‟acanto con racemi po- sti ai quattro vertici. Tra le spirali si intravedono sei cacciatori amorini con altrettanti animali selvaggi vi- sti di profilo.

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Seconda Sala Espositiva

La seconda sala contiene quattro teche nelle quali sono conservati reperti eterogenei sia per tipologia che per materiale. Una prima vetrina contiene materiale laterizio con bolli e frammenti di va- sellame in ceramica rossa e nera. In una seconda teca vi è vasella- me vario: “distanziatori”, ovvero dei cerchi di terra- cotta utilizzati nelle fornaci per una cottura uniforme, e dei pesi, i più grandi da telaio ed i più piccoli uti- lizzati per la pesca. Un‟altra vetrina contiene resti di pavimentazioni, frammenti di statue votive, lucere utiliz- zate per l‟illuminazione, ed una serie di oggetti legati al mondo femminile, come gemme, fibule ed aghi in avorio utilizzati come fermagli per capelli. L‟ultima teca conserva vasellame e piccoli balsamari ed unguentari, ovvero contenitori di maschere ed oli adibiti alla cura del corpo.

Sala delle Monete

Una sala del Museo è dedicata alle monete, alla Zecca di Larinum. Larino raggiunge il massimo svilup- po tra il III e II secolo a.C. come mostra l‟esistenza di una zecca che evidenzia la sua importanza da un punto di vista amministrativo, commerciale ed economico. Alle pareti della sala sono esposte delle ri- produzioni di alcune monete realizzate dalla Fonderia Marinelli di Agnone nel 2013. Ogni moneta è inserita in uno specifico pannello che riporta le maggiori informazioni circa la moneta esposta: peso, valore e diametro.

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Le Sale Espositive

Museo del Fiore di San Pardo Al quarto piano del Palazzo Ducale è situata la sala dedicata al Fiore di San Pardo curata ed allestita dalla Pro Lo- co Città di Larino. Qui è possibile am- mirare gli elementi essenziali della festa patronale in onore del Santo pa- trono della città, San Pardo. I fiori so- no realizzati dalle sapienti mani fem- minili che ogni anno si dedicano con devozione alla realizzazione degli stessi.

Mostra del Carnevale Larinese In occasione della 40° edizione del Carne- vale Larinese è stata allestita una mostra espositiva dedicata a questa particolare tradizione. La mostra espone fotografie relative ai carri allegorici partecipanti alle sfilate. Al centro della sala vi è la mascot- te del carnevale larinese realizzata dall‟Associazione Culturale Larinella ed in particolare dal cartapestaio Nicola Di Bello. Rappresenta un giullare in calzama- glia a rombi rossi e blu con cerchio che rappresenta l‟anfiteatro romano di Larino.

Archivio Storico Fotografico fa- miglia Pilone

La famiglia Pilone è nota per aver cat- turato negli anni la storia di Larino e in alcuni casi dello stesso Molise. Le foto- grafie, donate dalla medesima famiglia, sono esposte in due sale situate al quar- to piano del Palazzo Ducale. Le foto- grafie ritraggono scene di vita quotidia- na, panorami e monumenti importanti della città di Larino.

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Fonti

Manoscritto Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino, Giovanni Andrea Tria, 1744; Manoscritti di Giandomenico ed Alberto Magliano, Considerazioni storiche sulla città di Larino, edi- trice Associazione culturale Larino 2000, Campobasso, 1895; Il Molise dalle origini ai nostri giorni Volume IV, Dott. G. Masciotta, Il Circondario Larino, Cava dei tirreni, 1952; Due Cattedrali del Molise: Termoli e Larino, C. Mariani e M. Stella, Associazione fra le casse di rispar- mio italiane, Roma 1979; Stradario della Città di Larino. Onomastica,curiosità cenni storici, G. Mammarella, Campobasso 1986; Fogli abbandonati di storia larinese raccolti in continuazione del Tria dal parroco della Cattedrale di Larino, P. Ricci, Lions Club di Larino, 1987; Mosaici di Larino, N. Stelluti, con il patrocinio della Provincia di Campobasso il contributo della banca di Larino e sotto gli auspici della Regione Molise, Pescara 1988; La Cattedrale di Larino, L. Bellotti, editrice Multigrafica, Roma 1990; Momenti di vita ecclesiastica e civile nel Basso Molise dal settecento ad oggi, Estratti dall‟Almanacco del Molise 1988-1989-1991, G. Mammarella, edizione Enne 1991, a cura del Lions Club di Larino; Cronotassi iconografica ed araldica dell’episcopato larinese, G. Mammarella, Lions Club Larino, edi- trice Lampo, 1993; Guida d’Italia, a cura di M. Drago e A. Boroli, editore DeAgostini, 1994; Chiesa e castello nella struttura urbanistica di alcuni centri delle diocesi di Larino e di Termoli, M. Fadda, Venafro 1995; Da vicino e da lontano, Sacro e profano nella ricostruzione di fatti emblematici della storia di Larino e del circondario, G. Mammarella, Lions Club di Larino, 1996; La diocesi ,la genesi della Cattedrale i SS. Martiri Larinesi, G. Mammarella, Lions Club Larino, 2000; Pilone Cento anni di fotografie a Larino, a cura di N. Stelluti, Editore Lampo, 2002; Città di Larino, Guida realizzata nell’ambito del progetto La.St.Ori.A Larino Storia Origini Arte, 2008; Un regno insanguinato, Alessandro Dumas; I Portali e i Palazzi di Larino, Amministrazione Comunale di Larino, testi di E. Malorni, G. Salvatore, M. Santilli, Palladino Editore, Campobasso 2013; www.comune.larino.cb.it www.francovalente.it www.viaggiomolise.it www.ilmolise.net www.areafrentana.com Foto M.Bucci-R.Notarangelo;

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Informazioni

Centro Servizi Museali Larino

Piazza Duomo 44, Larino tel 0874 828232

366 4988383 [email protected]

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Le volontarie Marina Bucci e Roberta Notarangelo

OLP Elvira Notarangelo

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