COMPOSITORI Periodicamente riaffiora, come un fiume carsico, la questione relativa ad Andrea Luchesi, ai presunti plagi compiuti da Mozart e « bufale » simili: ma chi era ve- ramente il musicista veneto? Come scri- veva?

Cattivi maestri, pessimi allievi di Carlo Vitali

Da mesi Carlo Vitali porta avanti una battaglia, con altri illustri colleghi, volta solo alla difesa della verita` storica, contro il pernicioso virus diffuso da due autoproclamatisi « musicologi » valtellinesi che, con due poderosi volumi dedicati a Mozart, hanno riesu- mato vecchie tesi legate ad Andrea Luchesi. Ecco dunque che lo stesso Vitali risponde con dovizia di dettagli ad alcune domande che fanno chiarezza sulla situazione, recensendo altresı`una pubblicazione discografica del Requiem del Luchesi.

Quando nasce il « caso Luchesi » nella musi- cologia italiana? Chi lo porta avanti? Di co- sa si tratta, in breve? Ancora nel 1978 una vasta compilazione enci- clopedica come La musica italiana nel Set- tecento di Roberto Zanetti classificava An- drea Luchesi nella categoria dei « minimi ». Fino a quella data e oltre, la letteratura sul compositore veneto constava di contributi in lingua tedesca, per nulla riduttivi nei suoi confronti. L’anno della svolta e` il 1994, quan- do Giorgio Taboga, professore di matematica ignaro di musica per sua stessa ammissione, pubblicava una monografia che, ricorrendo a catene di illazioni non supportate, citazioni travisate e stile tribunizio, disegnava una fi- gura grottescamente ingigantita sul piano biografico e artistico: Andrea Luchesi. L’ora della verita`, Ponzano Veneto, 1994. Quasi una piramide rovesciata che poggia sul vertice: il classicismo viennese sarebbe una scuola musicale costruita a tavolino per divulgare il mito della Grande Austria, faro di arte e civilta`. Citando per brevita` da uno dei tanti articoli, libelli e conferenze coi Preteso ritratto di Luchesi secondo Taboga e seguaci quali l’autore si fece sino alla morte instan- (piu`probabilmente raffigura Christian Neefe)

musica 294, marzo 2018 61 ANDREA LUCHESI cabile apostolo della propria « verita` », tro- canto gregoriano e alla musica barocca. viamo perle di questo genere: « La Wiener Questo movimento alla moda verso una Klassik e` [...] da considerare un fenomeno nuova musica si potrebbe forse definire al tutto italiano. L’illustre idiota Haydn non ha meglio « pastoralismo » o « neo-classicismo » composto una sola sinfonia e quelle ancora [...] Alcuni di questi Arcadi italiani risiedeva- a lui intestate sono di Sammartini e Luchesi; no a Bologna e si dedicavano al Petrarca ». anche le grandi messe e gli oratori non sono Mi spiego? suoi. I settanta lavori gia` scoperti non suoi Chi era veramente Luchesi? dimostrano che Mozart e` ancora un nome L’utile fantasma della scuola cospirazionista comune. Le sue migliori sinfonie sono da ac- per due motivi: la scarsita` della sua produ- creditare a Luchesi; Beethoven e` potuto di- zione accertata e la poverta` di dati biografi- venire un genio della musica grazie al lungo ci. A partire da questi vuoti e` stato possibile ed accurato insegnamento che ebbe a attribuirgli di tutto e di piu` , costruendo (sta- dal Andrea Luchesi » (2000). volta sı` a tavolino!) un genio misconosciuto. Oppure: « la musicologia austro-tedesca ha Un po’ com’era accaduto in URSS col mitico perpetrato un cosciente ed imperdonabile inventore Aleksandr Stepanovicˇ Popov... delitto contro l’arte musicale e la verita` , e deve essere chiamata a renderne conto da- Quali dati certi abbiamo a livello biografico? vanti al tribunale della storia » (2004). Pochissimi, a cominciare dalla sua formazio- Sulle prime la comunita` scientifica trovo` ne veneziana attestata solo da un articolo che non valesse la pena di confutare simili (1783) del suo dipendente Christian Gottlob tesi, buone solo ad impressionare un pubbli- Neefe, forse basata su dichiarazioni orali co di sprovveduti. L’unica recensione quali- dell’interessato. Secondo Neefe, Luchesi ficata delle « rivelazioni » taboghiane, a fir- aveva studiato lo stile teatrale col napoleta- ma di Maria Girardi sulla « Nuova rivista no Gioacchino Cocchi e quello ecclesiastico musicale italiana » del 1997, parlava di fanta- prima con padre Giuseppe Paolucci e poi sie prive di fondamento, eppure intorno al con Giuseppe Saratelli, maestro di cappella 2004-5 Taboga ebbe un breve momento di a San Marco. Punto. Per altri maestri e attenzione dalla musicologia ufficiale italia- « contatti » evocati da Taboga e seguaci na. Si tennero alcuni convegni e tavole ro- (Bertoni, Galuppi, Vallotti, Anfossi, Jommel- tonde (una a Milano organizzata dagli Amici li, Sacchini, Sarti e altri) il criterio sotteso al del Loggione), ma il consensus accademico prolisso catalogo e` « non poteva non cono- non cambio` : fantasie di un dilettante mosso scerli » perche´ passarono tutti da Venezia in dall’amor di campanile. quel periodo. Di fatto, per una parte del Defunto nell’ottobre del 2010 il padre di tutti 1768 Luchesi presto` servizio agli Incurabili i revisionisti, la sua eredita` e` passata a una come sostituto di un sostituto di Galuppi, mezza dozzina di seguaci: pessimi allievi di assente per tourne´e a Pietroburgo. E col ce- un cattivo maestro assai variegati per com- lebre padre Vallotti ebbe una conversazione petenze e stile comunicativo. Chi segue il di- « amabile e proficua » nel corso di una visita battito sul blog di Giovanni Tribuzio e altri a Padova. Contatti e conversazioni non equi- siti collegati, fra cui quello di MUSICA (parola valgono ai millantati « lunghi studi teorici e chiave: « L’Accademia della Bufala ») ne co- pratici », se no io potrei vantarmi allievo di nosce i nomi e le gesta, finora contenute en- Sartre. Sulla fortuna veneziana di Luchesi i te- tro l’italico recinto con l’eccezione dello stimoni discordano: padre Paolucci scriveva scozzese Robert Newman, inquisitore di un di lui a padre Martini nel febbraio 1768: « fu complotto gesuitico-asburgo-massonico per mio scolare, fece altre opere con pessimo in- governare il mondo. Un saggio della sua contro »; e nei Notatori Gradenigo si parla di dottrina: « Prima del 1773 [...] entro la Chie- sue composizioni sacre, Messa e Vespri, ese- sa cattolica ci si era mossi per sfuggire al guite al convento di San Lorenzo « per la pri-

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L’esecuzione del Requiem di Luchesi (foto Classics)

ma volta con lode » (1764) ma nella seconda 1787 Luchesi, prima elencato con un sempli- « non troppo applaudite » (1768). ce Herr (signore), acquistera` il titolo di « con- sigliere elettorale titolare », del resto pura- Dunque l’emigrazione in Germania pote´ de- rivare da uno scarso successo in patria? mente onorifico. Chiedo scusa per questi ba- Non mi pare inverosimile, anche se per Ta- rocchi dettagli di cerimoniale; resterebbe boga e seguaci Luchesi doveva essere il molto da aggiungere, ma quanto detto basta deus ex machina chiamato a risollevare le per intuire che la stella del complesso di sorti della cappella elettorale di Bonn degra- Bonn era Mattioli, e non Luchesi. Che anzi nel data da il vecchio, 1785, con l’avvento di Max Franz d’Asburgo, nonno del Titano. Qui le millanterie piovono: fratello del Kaiser Giuseppe II, si vide decur- quella di Bonn non era affatto « la terza in gra- tare lo stipendio a 600 fiorini, meno del nuovo duatoria » fra le migliori cappelle tedesche; Konzertmeister Josef Reicha. Tuttavia resto` per sostenerlo ci si appiglia al Musikalischer a Bonn. Il suo posto era garantito a vita, ave- Almanach di Forkel (1782-83), che non e` una va fatto un ricco matrimonio con una signori- classifica ma un itinerario per raggruppamen- na del luogo e poteva vivere di rendita nella ti territoriali. Del risanamento tecnico e disci- sua nuova patria. plinare si occupo` – coi titoli di Musique-Di- Luchesi come autore di alcune Sinfonie di Mo- rector e « consigliere titolare della camera di zart: perche´nasce questa vexata quaestio? corte elettorale » (funzionario con poteri ge- Tanto vexata non direi. E` proprio sull’eclissi stionali), piu` uno stipendio pari a quello di Lu- volontaria di Luchesi all’eta` di 44 anni che chesi, cioe` mille fiorini l’anno – il primo violi- fioriscono le spericolate elucubrazioni di Ta- no Gaetano Mattioli, che nei calendari di cor- boga e seguaci. Accampando una diffusa te figura sempre davanti a lui. Mattioli, coin- « prassi dell’anonimo » non provata da alcun volto in uno scandaletto sessuale della con- documento dell’epoca (ne esiste anzi la pro- sorte, lascio` Bonn nel 1784, ma solo nel va contraria nella cosiddetta Regulatio Cho-

musica 294, marzo 2018 63 ANDREA LUCHESI ri Kissmartonensis del 1765, nota agli stu- degli idiomi di questi autori [Haydn e Mo- diosi di Haydn) essi fantasticano che Luche- zart, ndr] puo` immaginare che un mediocre si fosse tenuto per contratto a fornire parti- come Luchesi potesse muoversi con mae- ture non firmate e pagate in nero, che il suo stria dal nulla in due mondi sonori cosı` ben principesco padrone faceva intestare ad li- identificabili ». E` la voce della ragione con- bitum ai propri beniamini: anzitutto Haydn tro la musicologia fai-da-te. e Mozart. Di tale gherminella essi hanno cer- cato prove nel Fondo Luchesi della Bibliote- Quanto c’e` di vero nelle tesi di della Croce, che lo vuole maestro di Beethoven? ca Estense di Modena e nei suoi inventari, Luigi della Croce di Dojola, classe 1927, di senz’altro frutto che di svelare la propria in- professione giornalista e funzionario CEE, si competenza nelle scienze ausiliarie della fi- puo` definire un revisionista moderato. Auto- lologia musicale: paleografia, diplomatica, re di fortunate guide per discofili dedicate a stemmatica, codicologia. una parziale ricatalogazione di tre Grandi del Le fonti modenesi sono state vagliate da tut- sinfonismo classico (Le 107 sinfonie di te le pubblicazioni scientifiche su Haydn e Haydn, Torino 1975, Le 75 sinfonie di Mo- Mozart, incluse le edizioni critiche dei ri- zart, 1977, Le 33 sinfonie di Boccherini, spettivi omnia (Haydn-Werke e Neue 1979), si e` cautamente distanziato dalle intem- Mozart-Ausgabe). Sulla base del Fondo estense nessuno studioso serio ha mai indi- peranze del Taboga, ma ne ha sdoganato in un viduato la possibilita` di attribuire a Luchesi congresso berlinese del 1999 questo particola- opere catalogate a nome di Haydn o di Mo- re teorema, basato sull’ovvia contiguita` fun- zart: non lo fa il riscopritore di Luchesi, cioe` zionale tra Luchesi e il giovane Beethoven. Anton Henseler (1937), e neppure la princi- Siamo sempre al « non poteva non », ma nel pale studiosa attuale, Claudia Valder- silenzio del Titano circa questo discepolato, Knechtges, che a Luchesi ha dedicato tre li- ovviamente attribuito a moventi ignobili, ci bri e molti saggi. Mi limito a notare che del- soccorre soltanto un aneddoto riferito dal bio- le Sinfonie KV 504 (« Praga ») e KV 551 grafo Alexander W. Thayer. Riguarda una (« Jupiter ») abbiamo le partiture autografe cantata funebre in onore di George Cressner, recanti traccia del lavoro compositivo (note diplomatico britannico morto a Bonn nel gen- cambiate, battute cancellate prima di essere naio 1781. Il decenne Ludwig ne avrebbe com- orchestrate, la coda dell’Andante della 551 posto la musica (purtroppo perduta) pregan- rifatta in toto); per la « Praga » anche schizzi do poi Luchesi di correggerla. Al che il Kapell- nei quali Mozart sperimento` certi passaggi meister gliel’avrebbe restituita dicendo di non problematici prima di metterli in partitura. poterlo accontentare perche´ non ci capiva Lo stesso vale per Nozze di Figaro, oggetto nulla, ma che comunque l’avrebbe fatta mette- di un buffo tentativo di disattribuzione da re in prova. Lodevole tratto di tolleranza da parte dei nostri revisionisti. parte di Luchesi, ma non indice di un suo fer- Se le sinfonie non sono di Mozart, quelle vido impegno nella didattica. L’episodio e` rife- fonti le avra` scritte un abile falsario al fine rito sulla fede di un certo Bernhard Ma¨urer, a di alimentarne il mito; oppure le cucino` lo quell’epoca non piu` al servizio della cappella stesso Mozart per mistificare i musicologi di Bonn. Gossip malevolo oppure storia vera del futuro. La problematica e` forse troppo riferitagli dagli ex colleghi? Ne´ Hugo Rie- tecnica per interessare i nostri lettori; ad es- mann, primo editore della biografia di Thayer, si credo bastera` la reazione di un musicista- ne´ Taboga e seguaci sembrano inclini a scar- umanista di altissima caratura quale Alexan- tarla del tutto. Certo che come prova di un der Lonquich, che in una recente intervista « lungo ed accurato insegnamento » vale po- rilasciata a Mirko Schipilliti per un pool di co. E se a Bonn era disponibile un tanto peda- quotidiani veneti ha affermato: « solo chi e` gogo, perche´ nel 1792 il conte Waldstein completamente sprovvisto della conoscenza avrebbe speso soldi per mandare Beethoven

64 musica 293, febbraio 2018 ANDREA LUCHESI a onde « raccogliere lo spirito di Mo- mira (Venezia 1784). Temi formati da pro- zart dalle mani di Haydn »? gressioni e ribattimenti piuttosto pedissequi; forma scontata con prima sezione alla toni- Che tipo di compositore era Luchesi, sia nel repertorio sacro sia in quello profano? Qua- ca e alla dominante, timido sviluppo ancora li le pagine migliori? Come descriverle? alla dominante e ripresa quasi invariata. Le In base a quanto ho finora ascoltato, non ve- pagine migliori mi paiono quelle per tastie- do ragioni per discostarmi dal giudizio coe- ra; penso a quelle incise da Roberto Loreg- vo del gia` citato Neefe: « Preso in generale, gian all’organo e da Roberto Plano al piano- e` un compositore leggero, piacevole e alle- forte. Plano ha scoperto una cadenza di Mo- gro, e piu` pulito nel contrappunto rispetto zart per un Concerto in fa maggiore di Lu- alla maggior parte dei suoi connazionali. Nei chesi, lavoro che Wolfgang proponeva vo- suoi lavori da chiesa non si attiene sempre lentieri ai propri allievi. Del veneto « Mae- alla scrittura rigorosa, scelta cui molti com- stro di Cembalo » – come senza particolari positori sono talora indotti per rendersi gra- riverenze lo definı` Leopold nei suoi appunti diti ai dilettanti ». Senz’altro un buon artigia- di viaggio del 1771 – quella e` una pagina pia- no non incline a grandi audacie creative. cevole e ben costruita, vagamente affine ad Prendiamo la sinfonia dell’ Ade- analoghi lavori di Paisiello. &

rum » presentano fanfare di ottoni l’orchestra di strumenti moderni. CD forse piu` adeguate a una mondana Nelle note di copertina, Bruno Bel- LUCHESI Requiem R. Canzian, E. Biscuo- Festmusik ovvero sinfonia di cac- li (non parente del direttore) ac- la, R. Botta, A. Badia; Nuova Orchestra cia, il fugato di « Liber scriptus » si cenna piu` volte a « sapori » mozar- Busoni, Coro della Cappella Civica di Trie- basa su un ilare temino da opera tiani che sfuggono al nostro rozzo ste, direttore Massimo Belli buffa, nello « Judex ergo » il primo palato; i passi da lui segnalati ci CONCERTO CLASSICS 2103 violino concerta col tenore in spe- fanno semmai pensare a degnissi- DDD 58:27 ricolate agilita` belcantistiche, « In- mi esponenti della scuola venezia- HHH gemisco » e` un soave andantino na coeva quali Bertoni e Galuppi. amoroso su basso arpeggiato. In Viceversa e` lodevole la sobrieta` Sarebbe ingenero- generale il gioco armonico si aggi- del musicologo nel ridimensionare so addebitare al ra sui gradi fondamentali, con pre- le iperboli di Giorgio Taboga, qui compositore di vedibili sequenze di I-IV-V-I, uso citato solo per smentire l’identita` Motta di Livenza della sesta napoletana e del cro- del presente Requiem con quello la gloria posticcia matismo discendente come emble- destinato alle esequie (1771) del di cui l’ha insigni- ma di dolore, poche idee temati- duca Joaquı´n de Montealegre, am- to una certa scuola revisionista. che memorabili. Arrotonda il pro- basciatore di Spagna alla Serenis- Esaminate senza prevenzioni, le gramma una festosa Ave Maria sima. Si tratta invece di una com- sue pagine qui registrate non si « alla breve », pagina ricca di colo- pilazione di brani preesistenti, uni- scostano da una decorosa media ` di quello « stile misto » che intorno re orchestrale su un testo tropato ficati dalla tonalita di Fa maggiore alla meta` del Settecento dominava che rimanda all’uso liturgico come e forse arricchiti durante il perio- la prassi delle cappelle ecclesiasti- offertorio. do bonnense sı` da formare una che italiane, e che la musicologia Benche´ segni un progresso rispet- sorta di centone. Scarso pregio ha tedesca tuttora si compiace di to alla precedente incisione Tactus peraltro la sua menzione, altra fari- chiamare « napoletano ». Il Re- diretta da Giovanni Battista Co- na del sacco taboghiano, di un quiem di Luchesi (ma sarebbe piu` lumbro (2005), la qualita` interpre- « fondo personale » di lavori del esatto parlare di Introitus piu` tativa lascia ancora a desiderare, Luchesi venduto dalla vedova e di- « Dies Irae », mancando tutte le al- specie per quanto riguarda l’omo- sperso fra piu` proprietari. Dell’esi- tre sezioni di una Missa defuncto- geneita` di un quartetto solistico stenza di tale fondo non v’e` prova. rum) e` databile verso il 1770, dun- dove il tenore rappresenta l’anello L’asta ebbe luogo nel marzo del que prima della sua emigrazione in tecnicamente piu` debole; meglio 1826, qualche tempo dopo la mor- Germania. Non si distingue ne´ per l’esperto mezzosoprano Elena Bi- te della vedova e della figlia Cate- un intenso tono luttuoso ne´ per scuola, e non male gli altri due so- rina; lo attestano le fonti archivisti- gravitas di contrappunto, rimpiaz- listi. Il coro e` formato da volonte- che studiate da Anton Henseler e zata da massicci cori omofonici. rosi semi-amatori e dopotutto non Claudia Valder-Knechtges. « Quantus tremor » e « Tuba mi- se la cava male. Lo stesso vale per Carlo Vitali

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