Parte lunedì 23 la 71a edizione della corsa a tappe da Urbino a Vittorio Veneto Con l'Unità al Giro d'Italia

Roberto Visentin!, qui ripreso nella disfatta di Sappada (Gira '87), e animato d> Aeri propositi di rivincita „ Che bel sogno! Un campione muto altruista, MICHELI SERRA •• Se non ricordo male il qualche con da dire; lo sport migliore degli italiani, l'anno è diventato, giornalisticamen­ scorso, fu Giupponi, quinto te parlando, il luogo del bana­ classificato. Sicuramente otti­ le per eccellenza, vedi il pove­ mo ragazzo e serissimo pro­ ro Tomba, prodigo di meravi­ fessionista, Giupponi: ma mi glie tra I paletti e di temerle da Il Giro e una grande carovana dove le sperante sono più numerose dei traguardi. Beppe Saronnl (foto qui sotto) pena alle arte da (locate t Moreno Argentiti (In basso) sarà cacciatore di tappe riesce difficile concepire nel bowling quando gli Decano un suol confronti quel piccolo microfono davanti alla taccia. brivido di passione che si Non dico che mi piacerebbe un ciclista muto, o uno di quel Dicono, adesso, quelli che se .rigassi, preindustriali che ne intendono, che potrebbe nemmeno sapevano sillabare essere Fondriest. con quel no­ in Italiano, tanta èra la fame e me da foresto, l'uomo adatto l'ignoranza che ti portavano Stranieri ancora all'attacco in canna, per carila. Diciamo a rinvigorire il mio (e l'altrui, suppongo) sbiadito interesse uno misterioso, uno che da per lo sport della bicicletta. E •empie l'impressione di avere sbagliato, ma è umano; senza cose da dire ma non vuote dir­ italiani in testa alla corsa, un le, eoa) uno può almeno Im­ Tornerà a galla Visentini? poco ci si annoia, e non per­ maginarsi che nel tempo Ube­ ché non siano rispettabili an­ ro legga .Linea d'ombra» an­ passo Gavia, il passo dello Stelvio, il passo Rombo, mermann, lo statunitense Hampsten, il danese So- che le secchiate di sudore che se legge eiacula». ia cronoscalata di Letico e le arrampicate del Du- rensen e Io spagnolo Fernandez, perciò tutto som­ spese dagli stranieri, ma per­ Poi lo vorrei eclettico, sca­ anca giusto una settimana all'inizio del ran, del Cibiana e del Mauria, quindi un percorso mato non me la sento di pronosticare un italiano, ché un. minimo di identifi­ latore, fondista e velocista In­ settantunesimo Giro d'Italia che partirà il difficile, cime che ricordano i valori di un tempo, non vedo rose e fiorì per t nostri campioni. cazione viscerale, di bandieri­ sieme senza magari eccellere 23 maggio da Urbino per terminare il 12 quei voli d'aquila non più ripetibili nella misura dei na da sventolare, aiuta a diver­ in nessuna delle tre specialità, ^^Mmm^ giugno in quel di Vittorio Veneto dopo Coppi e dei Banali, dei Gaul e dei Koblet, ma che hiaro che mi auguro di sbagliare. Mi au­ tirsi. (Personalmente, anzi, di­ perché siamo nell'epoca dello una cavalcata di 3628 chilometri. Un Gi­ inducono a serie riflessioni. Non voglio essere pas­ guro di notare alta te­ rei che il nazionalismo sporti­ specialismo esasperato, della ro meno lungo del solito per rispettare le nuove satista ad ogni costo, voglio dire che il Giro merita la sta del plotone, svelto di gambe e saldo vo è uno dei meno intollerabi­ divisione •professionale» del­ regolamentazioni, ma complessivamente severo, massima concentrazione e il massimo impegno, che wmmmmC di nervi nei momenti cruciali: al brescia­ li: bisognerebbe che riuscisse le competenze, tutte cose che paragonabile quasi ad un . lo sono i corridori non possono tradire i loro sostenitori, a surrogare tutti gli altri nazio­ tolgono l'Imprevisto, tolgono per un ciclismo con un po' di bava alla bocca che è quella folla semplice e tanto umana che farà da no non difetta l'esperienza, non difetta­ no i mezzi per distinguersi nelle gare a cronometro nalismi, sempre stupidi e qua­ la possibilità di sorprendere II sintomo di lotta e che fortifica il movimento, perciò cornice allo spettacolo col colore, la passione, l'en­ si sempre violenti, così come pubblico, gli avversarti quan­ approvo 11 tracciato di Vincenzo Tornarli; questo tusiasmo di sempre. e nelle prove di montagna e stavolta sarà capitano unico, sarà il «leader* di una squadra (la Carrara) il gioco dovrebbe poter sfrat­ do meno se lo aspettano. Mi ritorno alle tradizioni già in atto lo scorso anno tare, ovunque, la guerra). Mancherà , l'irlandese che sareb­ che lo vuole forte e tranquillo. Mi auguro un Giuppo­ risulta, del resto, che tutti i dopo alcune edizioni così leggere da procurare gua­ be stato al vertice delle previsioni, però vedremo grandissimi campioni fossero sti nelle nostre Rie, Per guasti intendo la disabitudi­ ni pimpante, capace di osare, di correre più all'at­ Dicevo, insomma, che ci proprio cosi, bravi a fare un sulla linea di partenza un quartetto di forestieri assai tacco che in difesa. Chiedo a Bugno di lottare senza ne alla fatica, la perdita di fondo, la vulnerabilità sui temibili, composto dallo spagnolo Delgado, dal vorrebbe un campione nuovo po' di tutto, come la corse a percorsi Impegnativi, come dimostra la classifica francese Bernard, dall'americano Lemond e dall'o­ quelle paure e quelle tristezze che finora lo hanno di conio per ridare un po' di tappe chiedono. Agli speciali­ 87, quel foglio dove troviamo quattro nomi stranieri landese Breukink, quattro tipi che prenotano i quar­ condizionato. Aspetto Fondriest con fiducia, credo sapore al Giro. Visentini fu sti la gloria a spicchi, a loro II prima di arrivare al quinto posto di Giupponi. Il Giro, tieri alti, che minacciano di mettere in riga, anzi in nelle possibilità di Giovannea e sappiamo che più l'uomo di una sola stagione, frutto tutto Intero: scusate se insomma, dev'essere una scuota, un'avventura che castigo un italiano dopo l'altro. Pedro Delgado è il soffierà il vento delta giovinezza, più sani un Giro Saronnl a ventisei anni ne di­ parlo nuovamente di sci, ma fa crescere. Naturalmente, pensando al prossimo secondo classificato del Tour '87, è l'uomo che ha interessante. mostrava, di testa, già ottan- non è forse giusto, a conti fat­ viaggio mi auguro che non ci siano intoppi, che la combattuto per la maglia gialla fino all'ultimo metro trè, Moser per fortuna non ha ti, che il più completo Zurbrig- vigilanza della commissione tecnica dia sicurezza ai di corsa, che ha ceduto a Roche per soli 40", è il In lizza 20 formazioni con 9 elementi ciascuna e voluto protrarre più di tanto la gen abbia battuto l'ancora concorrenti, che non si debba pedalare sotto galle­ •grimpeur» che sulle numerose salite del Giro può una fila che potrebbe fornirci qualche bella scoper­ sua senescente e doviziosa acerbo e limitato Tomba? rie al buio o su strade impossibili. Di Torrioni mi fido spiccare voli decìsivi. Sono ben presenti anche le ta. Penso che Moreno Argentin, constatando la pe­ camera, Argentin va e viene, Silenzioso ed eclettico, e non mi fido, Occhio, quindi, al suo barometro. qualità di Jean Francois Bernard, ma resta da vedere santezza del terreno, si limiterà al ruolo di cacciato­ come la luce elettrica durante dunque. Poi, ultima cosa, lo se il pupillo di Hinault non avrà altre mire, altri re di tappe. Penso anche che il più seguito della i temporali, gli altri non so, vorrei anche attento, anzi at­ Tracciato severo, dicevo, tracciato pieno di ri­ pensieri. Greg Lemond ha ripreso alla chetichella vecchia guardia sarà Beppe Saronni, vuoi per il suo non sono un esperto, magari tentissimo agli interessi dei chiami e di insidie, venturi giornate di competizione dopo una lunga convalescenza per il brutale inci­ passato, vuoi per capire se nel motore del lombardo ne dimentico qualcuno di im­ suoi gregari, dei colleghi, dei senza riposo, quattro gare a cronometro, tante mon­ dente di caccia e spera nel rilancio, spera di ritrova­ c'è ancora un po' di benzina. E avanti a tutta, amici portante, ma non mi sembra meno vincenti. Lo stesso mo­ tagne e cinque conclusioni in altura che promettono re il gusto e le sensazioni della vittoria nella compe­ corridori. Avanti con la consapevolezza che il no­ che si sentano grandi squilli di tivo per il quale Bernard Hi­ una grossa selezione. Un Giro per uomini completi, tizione per la maglia rosa. Eric Breukink, buon terzo stro sport è bello quando è ricco di fantasia e di tromba­ nault, a mio modesto avviso, gagliardi, brillanti. Bisognerà stare all'erta nei primi lo scorso anno, è l'asso nella manica di Peter Post, coraggio. Vinca il migliore, come sì dice in queste li campione che sogno: si elevava di due o tre spanne tratti, cioè nella cronosquadre di Vieste e dalle parti vecchia volpe della carovana che ha impostato l'atti­ circostanze, ma soprattutto vinca il ciclismo, quello adesso vi dico come lo vorrei, sopra i campioni a lui contem­ di Campitalo Malese, saranno importanti i verdetti vità del suo ragazzo in funzione del Giro. Altri stra­ vero, quello fatto di tanta sincerità e tanta pulizia, di Silenzioso prima dì tutto. Che poranei. Ma questo è un desi­ di Selvino e Chiesa Valmalenco, faranno storia il nieri da non sottovalutare saranno lo svizzero Zini- tanto cuore e tanti messaggi non rilasci dichiarazioni, che derio, mi rendo conto, vera­ parli pochissimo e solo se ha mente .rétro». Ah, quel tubolare strappato coi denti Vecchio Giro, su di te an­ poli cadde, arrivò solo, slac­ umana* che nel 1931 conqui­ aveva visto la luce Girarden- che l'ombra delle guerre, di champagne, grande amatore; Così cambiò la ruota cato in cima alla salita di Rio- stò la prima maglia rosa, da go, ex ragazzo di salumiere, le vittorie di Nencinì, di Ko­ anni di lacrime e di sangue. La nero Sannitìco, vide davanti a quell'anno simbolo del prima­ che, osservato avvolto nel ma­ blet .pettine d'oro*, del nasu­ Binda, l'asso pigliatutto quinta edizione la vinse, nel sé il Piano delle Cinque Mi­ to in classifica. Binda vinse glione verde-oliva della Le­ to Kubler, quella a sorpresa di 1913, , un mura­ glia; era avvilito, stanco. Scese anche il Giro del '33, l'anno in gnano, con quel volto tirato un certo Clerici, il trionfo e il Giro e storia italiana tore come Ganna. Vinse il Gi­ dalla bicicletta e tracciò una cui si corse la prima tappa a da uccello, pareva nessuno. Giro perso causa pipì dell'agi­ ro in una parentesi tra la guer­ croce sulla strada: basta (e in­ cronometro, la Bologna-Fer­ Intanto c'era una nuova e più le ; le imprese di un intreccio continuo ra di Libia, dalla quale torna­ vece, due anni dopo passò su rara di sessantadue chilome­ terribile guerra, dal 1941 non Baldini, Adomi, Gimondì; va, e quella mondiale nella quella croce, e vinse il suo ul­ tri. Nel frattempo era apparso più Giri ma fame, lutti, lacri­ vecchio Giro che hai segnato sul filode i ricordi quale sarebbe morto combat­ timo Giro). Felice Piemontesi, il .ciclone di passione, di fatica, di entu­ di Borgomanero* ed era com­ me, distruzioni, le uniche cor­ tendo da bersagliere. Ombra Nel 1924, quando già il Giro se verso i rifugi antiaerei siasmo gli anni della ricostru­ della grande e .inutile strage» parso sulla scena, come una zione, della restaurazione, la correva nella cupa atmosfera meteora, Ottavio Bottecchia, (quando c'erano). ENNIO ELENA sul Giro del 1914, che segnò del fascismo che assassinava rovente battaglia elettorale la vittoria di . reduce dalle vittorie francesi e Poi, dopo la Liberazione, il del 18 aprile del '48 con l'at­ •• Vecchio (ìlm del Giro, ratore a Varese, aveva una Giacomo Matteotti, una gran­ che verrà trovato cadavere ai ruggente periodo della rivalità A Milano tagliarono l'ultimo de novità nella carovana: una tentato a Togliatti e la grande, storia d'Italia vista su due ruo­ gran muscolatura, portava i traguardo in otto. Mancava un margini di una strada, vittima, Cappi-Banali, gli anni di Ma­ enorme balla che una vittoria te. Non solo trionfi, epici dì- balletti alla Menjou. 1 tubolari donna, Alfonsina Strada, che mentre si allenava, di un mi­ gni (fischiato perché era stato concorrente, Azzini: lo trova­ suscitò grandi simpatìe e con­ al Tour di Banali avrebbe stacchi, uomini soli al coman­ si portavano a tracolla, non sterioso incidente (si è parlato repubblichino, allora le pas­ scongiurato la rivoluzione. do, fughe da leggenda, volate c'erano, come oggi, meccani­ rono l'indomani sfinito in un cluse la corsa, sia pure fuori di un delitto fascista). granaio. sioni e i ricordi erano ancora Vecchio film del Giro con da brivido, pipi fatali, monta­ ci prolesi sull'auto con in ma­ tempo massimo. Vecchio Giro che hai visto forti, ferite aperte sui corpi e gne che mettono paura, di­ no la ruota di ricambio. Nel le immagini più recenti dei Fino al 1919 furono ben al­ Anni di , che sorgere (ma starci poco) l'Im­ nella memoria), Magni gran protagonisti: Hinault, Saronni, scese vertiginose. Vecchio Gi­ bel libro di Gian Maria Dosse- tre le battaglie e le fatiche so­ gli avversari definirono .peda­ pero .sui fatali colli di Roma* passista e combattente stoico; ro, sei una parte della nostra na // romanzo del Ciro d'Ita­ Battaalin, Moscr, Visentini fi­ stenute. E in quell'anno vinse le proibito, e che vinse tanto e le prime imprese di Gino gli anni in cui vince il triestino no a Stephen Roche. Vecchio storia patria, li hanno accom­ lia c'è una foto del '28 che Costante Girardcngo detto, al­ Banali, di pagnato dal 13 maggio 1909 ritrae il grande Alfredo Binda finché nel 1930, dopo che Cottur, gli anni in cui per Trie­ Giro, ti hanno accompagnato ternativamente, |.omino di aveva vinto nel '25, nel '27, detto .Singapore*, di «Gepin* ste italiana la tappa da Rovigo lotte, successi, sconfitte no­ non solo gli applausi della che cambia la gomma strap­ Olmo, mentre le donne aspet­ pandola con i denti. Novi, e il .Campionissimo.. nel '28 e nel '29 e dopo che al capoluogo giuliano viene stre; sei passato dai tubolari {ente schierata ai margini del- Anni duri, di duri scontri so­ aveva conquistato il campio­ tavano in fila di donare alla messa a soqquadro da tumul­ strappati con i denti alle ruote fe strade, I clacson delle auto Avanti verso Bologna, pri­ ciali e politici. E sulla scena nato del mondo, gli dissero: Patria (ma proprio alla Pa­ ti, blocchi stradali e persino lenticolari, dalla pasta e laoìo- al seguito, i giornalisti: ti ha ma lappa del primo Giro, in del Giro apparvero, oltre a Gì staitene a casa, ti paghiamo tria?) le fedi d'oro per fronteg­ da una sparatoria. li mangiata da un Fausto Cop­ accompagnato, nella prima un'Italia da .Albero degli zoc­ giare le «inique sanzioni* blan­ rardengo, Tano Belloni, deli- come se tu avessi vinto. E gli Vecchio Giro che in questo pi intristito alle diete scientifi­ edizione, la pellagra che mie- coli*. Allora la classifica era a nilo, non sempre a ragione. diedero ventiduemìlacinque- damente imposte al regime fa­ che del dottor Conconl, Vec­ Stephen Roche, dominatore della stagione ciclistica '87, con la leva vittime a migliaia tra i po­ punti e I tifosi tanti se, secon­ scista dalle «giudodemopluto- dopoguerra hai visto il predo­ conquista della maglia rosa, della maglia gialla e della maglia l'.etemo secondo*, Gerbi det­ cenlo lire. minio di Eddy Merci» (cinque chio Giro, Vinca il migliore veri della valle padana attra­ do le cronache dell'epoca, to «il diavolo rosso*. E fu Gi- Anni del dualismo Binda- crazie*. questa dura edizione da «Un Iridata, sarà il grande assente del prossimo Ciro d'Italia. L'irlande­ verso la quale si lanciò la ca­ centomila entusiasti salutaro­ Anni, quelli, anche dell'ele­ Giri e altrettanti Tour); la pe. se, alle prese con altri guai al ginocchio sinistro, rischia di diserta­ rardengo nel '21 a compiere Guerra. , di datata risparmiosa e classica uomo solo al comando». Ma, rovana. E vinse un povero, no all'Arena di Milano i qua- un gesto passato alla storia gante Vafetti e, poi, di Fausto npensandoti, l'augurio è che re anche il Tour de France , che faceva il mu­ Mantova, immaginificamente Coppi, il nuovo «Campionissi­ di Anquetil, re delle cronome­ rantanove superstiti. del ciclismo: nella Chieti-Na- battezzato la .locomotiva vincano i migliori anche nella mo*. nato dalle parti dove tro, divoratore di ostriche, di vita. Ne abbiamo bisogno.

l'Unità Lunedì 16 maggio 1988 23