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Sabato 14 novembre 2009

Domenica 15 novembre a Officina delle Arti Reggio Emilia

Domani, a Reggio Emilia, nell’Officina delle arti, saranno di scena gli Early Day Miners, la band americana in Italia per presentare il loro sesto album “The treatment”, appena pubblicato.

Domenica 15 novembre appuntamento all’Officina delle arti (via Brigata Reggio 29) per una serata con gli Early Day Miners, il gruppo americano in Italia in questo periodo per presentare il sesto album, appena pubblicato, “The treatment”, che li vede in una veste più “pop” e immediata. La serata avra' inizio alle ore 19.30 con aperitivo + dj set, alle 21 suonerà il cantautore bolognese Bob Corn e, a seguire, gli Early Day Miners (Ingresso 7 euro).

Gli Early Day Miners sono una band americana, dello Stato dell', in attività da circa 10 anni: la loro musica unisce sonorità post-rock e melodia, la battuta bassa dello “slow-core” con i crescendo elettrici tipici delle grandi bands strumentali; nei loro brani si riconoscono echi antichi (Neil Young) e recenti (Spain, Low, Tortoise, Flying Saucer Attack, ). I tre anni che separano questo loro sesto album dal precedente "Offshore" sembrano aver tracciato nella storia artistica degli Early Day Miners un solco ben più profondo di quanto avrebbe potuto fare il solo trascorrere del tempo. Il modo di presentarsi del gruppo è fedele metafora delle trasformazioni intercorse nello stile e nella stessa struttura della band.

Accanto ai due componenti storici - il leader Dan Burton e il bassista Johnny Richardson - la formazione presenta qui le novità del secondo chitarrista John Dawson e del batterista Marty Sprowls, a completare un organico ridotto a quartetto e adesso impegnato in brani espliciti e diretti. Si direbbe, infatti, che dopo un'intera carriera passata a disegnare paesaggi sonori sfuggenti, agendo su cadenze rarefatte e trame chitarristiche avvolgenti, Burton abbia deciso di divertirsi un po', dandosi a un pop-rock solare e vivace, nel quale tuttavia continuano ad aleggiare alcuni dei tratti peculiari che hanno caratterizzato la produzione della band. "The Treatment" rappresenta un vero e proprio mutamento di registro, incarnato dal dissolvimento di lentezze e toccanti vortici elettrici attraverso chitarre languide e nervose e tastiere liquide, che sottolineano melodie dall'impatto immediato e un cantato reso etereo anche dai frequenti intrecci della voce di Burton con quella di Amber Webber.

Officina delle Arti a Reggio Emilia, via Brigata Reggio 29, domenica 15 novembre 2009 - Early day miners Organizzazione: Youthless fanzine e Strange Vertigo. Info: tel. 348/5309273 - email: [email protected]; [email protected]

BIOGRAFIA Gli Early Day Miners nascono alla fine degli anni ‘90 a Bloomington, Indiana, da una costola degli Ativin, band che già dalla metà di quel decennio aveva dato luogo a una singolare combinazione tra le febbrili strutture noise degli Shellac e le molteplici sfaccettature post-rock ereditate dall’esperienza di Lousville, dai Rodan ai Rachel’s. Sono il chitarrista Daniel Burton e il batterista Rory Leitch — che però abbandonerà in seguito entrambe le band — a dar vita a questo che fin dall’inizio è stato inteso come un progetto parallelo e non alternativo al gruppo d’origine; infatti, non solo gli Ativin hanno continuato la loro attività (“Night Mute”, al momento loro ultimo album, è del 2004), ma lo stesso Burton ha affermato come il suo contemporaneo impegno in due gruppi discenda dalla necessità di sviluppare, in differenti contesti artistici, diversi aspetti della sua fervida creatività musicale. Così, mentre gli Ativin hanno mantenuto un approccio in prevalenza dedicato a destrutturazioni rumoriste, ancora caratterizzato dalla centralità delle chitarre, gli Early Day Miners si sono fin dall’inizio contraddistinti per l’accurata ricerca di sonorità elaborate che, pur derivanti da un retroterra non dissimile, prediligono sfumature delicate e avvolgenti, dalle spiccate attitudini cinematografiche, ma non aliene da asperità di pronto impatto emotivo, più facilmente accostabili a trasognate costruzioni post-rock che non a cervellotici retaggi del passato noise.