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LA “DEA” DELLA ROCCA DI GARDA

Alberto Solinas

Durante l’anno scolastico 1953-54, Giovanni pochi sono i gardesani che abbiano trovato manu- Solinas iniziò una serie di ricerche archeologiche fatti preistorici o sappiano di ritrovamenti bronzei attorno a Garda. La prima sua ricognizione fu nella zona, anche in tempi non lontani e cioè quan- appunto sulla Rocca Vecchia, e nel suo diario leg- do vi si scavarono – ad opera di truppe tedesche – giamo: “12 ottobre 1953 … salgo alla Rocca per un trinceroni di difesa. Testimonia don Giuseppe Cro- ripido sentiero che raggiunge direttamente la sati sul volume B a r d o l i n o, pubblicato nel 1902, sommità nel pianoro verso Garda, qualche selce, che sul medesimo colle della Rocca fu trovata cocci di età del ferro, embrici romani, pietra per un’accetta di bronzo munita di occhielli e rilievi, macina in porfido …”. ma ci appaiono soprattutto interessanti le testimo- Le ricerche in superficie sulla Rocca sono state nianze di Filippo Micheletti il quale ai primi del continuate da Giovanni Solinas per tutto l’anno secolo attuale scriveva: Ora non iscorgi che pochi scolastico, con la collaborazione attiva dei suoi ruderi su questa altissima rupe. Di tratto in tratto, alunni. Alla fine dell’anno, venne allestita una ivi scavando, trovi antiche memorie d’armi e parti mostra all’interno della stessa scuola con gli ogget- di esse. Mi trovai presente allo scavo di una fossa ti archeologici raccolti attorno a Garda1. che facevamo per piantarvi un pino, proprio là sul I risultati delle sue esplorazioni sulla Rocca di ciglione verso il lago; nello scavare si sentì come un Garda li scrisse sul giornale Il Gazzettino del 13 e vuoto; si tolse terreno pian piano ed eccoci una 28 marzo 1955. Ritengo opportuno riportare alcu- tomba. La scoperchiammo e vi trovammo due sche - ni brani di quegli articoli, per far conoscere ai let- letri messi bocconi ben conservati, e il teschio di tori com’era la Rocca Vecchia in quegli anni ormai uno pieno di terra … Dalla sommità se ti fai lasciar lontani: giù, oppure se ti arrischi di discendere, al di sotto di qualche metro si apre una apertura che ti mette “In numerosissimi sopralluoghi sulla sommità in una camera a volta, scolpita nel cuore della dell’acrocoro e precisamente sul vasto spiazzo in rupe, ampia, spaziosa e un tempo, a quanto pare dolce declivio verso l’abitato di Garda, ho rinvenu- tutta dipinta. … Se si pensa inoltre che i villaggi to innumerevoli cocci di ceramiche risalenti con primitivi erano composti di poche capanne, e si tutta probabilità all’età del Ferro, del Bronzo o considera l’ampiezza della zona evidentemente subito precedenti; molti manufatti silicei, varie abitata in tempi anteriori alla storia sul sommo ossa d’animale (alcune lavorate), qualche oggetto della Rocca e lungo tutte le sue pendici Nord e in bronzo, il tutto in terreno nerissimo e ricco di Nord-Est, devesi pur concludere che l’abitato di sostanze azotate. Nelle medesime località, innu- Garda doveva essere della massima importanza merevoli sono le reliquie di manufatti romani, almeno dal periodo neolitico. … Certamente altri come laterizi, embrici, frammenti di anfore, non tentativi che venissero fatti nella zona dove l’ara- escludendo qualche pezzo di intonaco dipinto. I tro del contadino inciampa spesso in ruderi anti- numerosi reperti affioranti un po’ ovunque, fanno chissimi e in rozze ceramiche, in manufatti silicei pensare all’esistenza, sul posto, di una necropoli o in oggetti di metallo o d’osso sugli spiazzi a viti e romana costruita sulle rovine di un primitivo vil- ad olivi lungo le pendici sopra specificate, potreb- laggio preistorico. … È strano tuttavia il fatto che bero portare a maggiori e più importanti risultati”. nessuno, fino ad oggi, abbia mai pensato a conclu- dere degli scavi sistematici nella zona, perché non Terminata la mostra archeologica nella scuola

1 G. Solinas, salendo il sentiero per raggiungere la Rocca, rac- intatto e coltivato a olivi e vigneto. Le due località vennero stu- colse nei campi a vigneto alle spalle del capitello della Madon- diate dal prof. Mario Pasotti e pubblicate nel 1970. G. Solinas na di Capre, materiale preistorico simile a quello rinvenuto non riuscì a trovare traccia delle palafitte sotto la Rocca e di sulla Rocca. Un castelliere dell’età del Bronzo lo individuò quella segnalata a Punta San Vigilio. pochissimo a sud di casa Sabbionare, il piccolo colle era ancora 48 PROGETTO ARCHEOLOGICO GARDA - I - 1998

dell’anno 1954, il materiale neolitico, dell’età del frammento di pintadera con motivi a chevron con- Rame, del Bronzo e del Ferro, tra cui fibule e spil- fermerebbe i dati Neolitici, si raccolsero quindi loni, ceramiche romane, compresa una moneta di materiali della fase iniziale dell’età del Ferro (IX- Cesare Augusto, ed oggetti medievali - in tre gros- VII sec. a.C.) e del periodo più avanzato della stes- se valige – venne poi donato al generale Alberto sa età (V sec. a.C.), una moneta di Leone I (457- Pariani, sindaco di , per quell’erigendo 474) e per finire oggetti Longobardi; non si raccol- Museo del lago di Garda nel Castello Scaligero2. Il se nessun elemento ceramico dell’età del Rame, museo gardesano non venne costruito, perché il che era presente nello scavo precedente. generale Alberto Pariani nel 1955 passò a miglior vita. Quindi - per volere del prof. Francesco Zorzi – Veniamo ora alla nostra statuetta. Il 20 agosto, il tutto passò al Museo Civico di Storia Naturale di dal terreno rimaneggiato dello scavo precedente e . La Rocca di Garda venne ben definita dal ricco di rifiuti lasciati dai visitatori sulla Rocca8 prof. Francesco Zorzi, come insediamento umano venne alla luce un oggettino creduto un soldatino risalente all’età del Bronzo e del Ferro3. cinese di plastica, di quelli che si trovano nei sac- Nel 1957 si progettò la costruzione di un Museo chetti di patatine, sarebbe stato buttato via. Chie- a Caprino4, perciò Giovanni Solinas raccolse nuo- si di vederlo e mi accorsi subito che era in osso e vamente oggetti sulla Rocca di Garda e li depositò che era simile alla nota Dea rinvenuta nella tomba presso il municipio della cittadina5. n°1 (1952) del sepolcreto di San Bernardo di Orna- Solo nel mese di dicembre del 1967, la Soprin- vasso (Novara), con quasi 200 tombe appartenenti tendenza Archeologica effettuò una campagna di al II-I sec. a.C.9 scavi sulla sommità della Rocca Vecchia6, sul mar- Ero a conoscenza di altri esemplari simili rinve- gine occidentale furono messi in luce tratti di nuti a Pizzol di Marano1 0, a Montorio Veronese murature di epoca medievale, quasi al centro di un (forse raccolto all’interno del castello)11 , a Melara locale di m 9,5x7 venne in luce una tomba a cista di (R o v i g o ) 12 , e a Ledro (Trento)13 . I rinvenimenti così un bambino, costruita con tegole ed embrici. numerosi della De a mi incuriosirono e sul momen- I materiali ceramici più antichi raccolti nello to sottoposi la statuina ad una prima datazione, la scavo vennero attribuiti all’ultima fase del Neoliti- avvicinai seppur sporca di terra alle labbra: l’osso co, cioè tra la seconda metà del quarto millennio con cui era stata costruita era “recente”14 . a.C. e inizi del terzo. Seguono poi ceramiche del- Dopo questo “esperimento”, logicamente con- l’età del Rame, compreso un frammento di vaso sultai nella biblioteca di famiglia i vecchi libri campaniforme. Infine, sono presenti materiali sugli amuleti e talismani. Infatti nel classico caratteristici dell’età del Bronzo finale e della manuale Hoepli “Amuleti Talismani”, scritto piena età del Ferro. La raccolta del materiale attorno al 1920 dall’austriaca Elizabeth Villiers, a archeologico si conclude con quello di epoca dell’al- pp. 176-177 nella Tavola XI appare, segnata con il to e basso medioevo. numero 5, la nostra Dea. La didascalia dice: “Tali- Sulla Rocca Vecchia, ventitré anni dopo, dal 13 smano della Vergine Maria di Enzersdorf presso agosto al 3 settembre 1990, nel medesimo posto Vienna. La figurina è intagliata in osso e darebbe del precedente scavo se ne eseguì un secondo, con a prima vista l’impressione di qualcosa di cinese … lo scopo di verificare i risultati precedenti 7. Un Tutti gli oggetti sono della Raccolta Pachinger di

2 SOLINAS G. 1968. 9 PI A N A AG O S T I N E T T I 1972, p. 167. La scheda dice: “Tomba a 3 ZORZI 1960, pp. 76-145. inumazione. Fossa rettangolare. Orientamento O-E. Delimita- 4 ta da lastre di scisto conficcate nel terreno. Misure interne m Nell’agosto del 1954, G. Solinas iniziava una serie di ricerche 1,90x0,60x0,60. Profondità m 1,80. Corredo: Scure di ferro a archeologiche attorno a Caprino e sul Monte Baldo. I risultati lama lunata, Olletta con collo troncoconico, Anello a spirale di vennero comunicati in una conferenza pubblica a Caprino il 1° filo d’argento con capi decorati, Pendaglio d’osso a idolo raffigu- agosto 1955 dal titolo “Caprino e il Baldo nella preistoria”. Poi rante un figura femminile mitrata. “Resti di cuoio” probabil- il materiale archeologico venne esposto a Caprino durante la mente dei calzari. Non reperiti”. 202a Fiera Montebaldina – il giornale “Il Gazzettino” 6 agosto 10 1955 -. Seguirono altri due articoli, sempre su “Il Gazzettino”, il SALZANI 1981, pp. 107-108. primo il 12 agosto 1955 dal titolo: “Una vasta officina paleoliti- 11 Giornale “Il Nuovo Veronese”, 27 febbraio 1982. ca in valle Grotte a est di Vezzane”; e il secondo il 14 agosto 12 SALZANI 1982. 1955 con il titolo “Il valico della Corona era frequentato e vigi- 13 lato dagli uomini dell’epoca della pietra”. Francesco Zorzi con- MARZATICO 1988, fig. 46. fermò le scoperte archeologiche nell’opera citata (ZORZI 1960) a 14 Per poter distinguere sul posto le ossa più antiche da quelle p. 145, nel 1960. più recenti, mio padre insegnava un sistema empirico, sempli- 5 Gli oggetti vennero esposti nella villa Carlotti nel 1962 duran- ce e sicuro: basta portare alla bocca l’osso da analizzare, se si ha te una rassegna sulla flora e sui marmi del Monte Baldo dal la sensazione che questo si attacchi alle labbra umide si può titolo “Dalla preistoria ad oggi la vita del Monte Baldo”, in “L’A- concludere che l’animale è morto di recente, altrimenti no. Le rena”, 11 ottobre 1962. ossa, infatti, restando nel terreno, perdono nel tempo tutte le sostanze organiche e tra queste il tessuto cartilagineo, respon- 6 SALZANI 1993a, pp. 546-553. sabile di quella particolare sensazione al contatto labiale: le 7 SALZANI 1993b, pp. 86-88. ossa più recenti hanno maggiore contenuto di tessuto cartilagi- 8 Giornale “L’Arena”, 30 agosto 1990. neo, dunque si attaccano di più alle labbra. Alberto Solinas 49

Fig. 1) La “Madonnina” della Rocca. Fig. 2) La “Madonnina” del Museo di S.Martino della Battaglia.

Linz”. Il Santuario della Vergine Maria di Enzer- re Ala; il villaggio sulla Rocca di Garda faceva la sdorf si iniziò a costruire nel 1451, e per i viennesi guardia sia al lago che alla via preistorica che univa fu sempre un luogo importante di culto; oggi tutta- Garda con la valle dell’Adige – forse il nome di via si è perso completamente ogni ricordo della Garda deriva appunto da Guardia, cioè dalla statuina. Rocca–, e certamente vi era una guarnigione Con gli amici l’argomento del talismano di Austriaca su di essa. Mentre il talismano di Ledro Maria di Enzersdorf divenne comune, finché nella potrebbe essere stato perso da qualche soldato primavera del 1991 Andrea Giannantonio mi riferì durante le varie scaramucce tra le truppe Austria- di aver visto alcuni di questi talismani al Museo di che e quelle Garibaldine, che si conclusero con la San Martino della Battaglia, tra gli oggetti perso- battaglia di Bezzecca, porta d’ingresso alla Valle di nali dei caduti Austriaci durante il combattimento Le d r o . del 24 giugno 1859 nella seconda guerra per l’indi- Resta sempre il problema del talismano trova- pendenza dell’Italia. to nella necropoli sul monte San Bernardo di All’inizio, aver attribuito la Dea alla tarda età Ornavasso, il modo più semplice sarebbe quello di del Ferro non era certo sbagliato, perché tali ogget- datare l’osso – se è ancora possibile – con metodi ti si rinvennero in abitati protostorici. Questi ultimi scientifici. Ricordiamo che la tomba n°1 nella avevano un particolare: erano nati in punti partico- quale fu trovato il pendaglio d’osso a idolo, si tro- larmente strategici; quindi usati anche dai militari vava a m 1,80 di profondità dal piano di campagna. Austriaci quando fu creato il Regno del Lombardo Come le altre fu scavata nel 1952, quando gli scavi . Difatti, Pizzol di Marano è vicino al Monte di quel tipo erano eseguiti con pala e piccone senza C a s t e l o n1 5 che controlla l’accesso alla Valle di criterio scientifico. Cioè si raccoglieva tutto quello e della Valpolicella; a Corrubbio di Negari- che si trovava nel terreno, perciò si può pensare ne, nei pressi dell’abitato di Archi di Castelrotto16 , che il p e n d a g l i o fosse stato mischiato alla terra che sorvegliava l’antichissima via di accesso alla dello scavo e non nella tomba stessa. Valle dell’Adige – come dimostrava il forte italiano Ma come arrivò ad Ornavasso il talismano? Preara –; sul Castello di Montorio1 7, fu costruita Così lontano dall’area veneta? La risposta potreb- una cannoniera Austriaca per vigilare sulla valle be essere questa: fu perso sul Monte San Bernardo Squaranto e sulla Valpantena da dove passava la da un soldato Austriaco come gli altri. La risposta via alternativa alla Valle dell’Adige, per raggiunge- sembra troppo semplice, ma non è vero.

15 SALZANI 1981, p. 106; SOLINAS G.1965, inedito. 17 SALZANI 1991-1993,pp. 83-91; SOLINAS G. 1981, p. 113. 16 SALZANI 1981, p. 90; SOLINAS G.1981, p. 121. 50 PROGETTO ARCHEOLOGICO GARDA - I - 1998

Teniamo presente che il confine del Regno Maria di Enzersdorf abbia avuto origini nella Lombardo Veneto era sul lato est del Lago Mag- tarda età del Ferro e sia giunto come tradizione giore, mentre quello del Regno di Sardegna stava fino a noi. Ciò, secondo la mia idea, non è possibile sulla sponda Ovest – il confine attuale tra le regio- perché si sarebbe potuto trovare, come altri, in ni Piemonte e Lombardia-, il Monte San Bernardo tutte le epoche sia preistoriche che storiche. Clas- si trova al limite fra queste due regioni poco a Nord sica è la punta di freccia in selce18, e la notissima Ovest di Ornavasso e la sua posizione è fortemen- manina che fa la “ficha” contro il malocchio già te strategica: protetto dal fiume Toce, domina l’en- nota dagli antichi greci e romani. trata della Val d’Ossola. Nel 1859 scoppia la Riguardo ai pendagli venduti verso la fine del Seconda Guerra d’Indipendenza, Garibaldi al secolo scorso ai pellegrini che visitavano la Basili- comando dei Cacciatori delle Alpi conquistava ca del Santo a Padova19, c’è da dire che erano ven- Sesto Calende e Varese, ma pochissimi giorni dopo duti un po’ dovunque nei santuari2 0, nelle nostre il feldmaresciallo Urban riconquistava le posizioni zone se ne trovano tuttora sulle bancarelle dei perse e, inoltre, occupò anche parte della bassa Val mercatini d’antiquariato e sono come tecnica di d’Ossola compreso il Monte San Bernardo; toglien- lavorazione simili a quelli del talismano di Santa do così Garibaldi dal Piemonte e ponendolo in con- Maria, perciò confondibili con esso, ma rappresen- dizioni difficili chiuso tra il Lago Maggiore e il con- tano Maria Addolorata con il Cristo morto sulle fine svizzero. La battaglia decisiva si svolse il 31 ginocchia – uno di questi è anche nella vetrina del maggio a Laveno – di fronte alla Val d’Ossola – con Museo di San Martino assieme ai talismani in la ritirata dell’Urban. Perciò durante queste questione –. vicende belliche è logico che gli austriaci occuparo- Come si è visto, in conclusione, possiamo ben no la posizione strategica di Monte San Bernardo, affermare che la Rocca Vecchia di Garda può sve- quindi un soldato smarrì il talismano che finì tra lare ancora tantissimi segreti, ed è senz’altro il la terra della necropoli. luogo più importante del Lago di Garda per lo stu- Si può anche pensare che il talismano di Santa dio della preistoria e della storia.

BIBLIOGRAFIA

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18 SOLINAS G. 1969. 20 Ne ho visto uno in vetrina nell’abbazia di Cassino. 19 SALZANI 1993b, p. 88.