a. XXIII, n. 4 [139] - agosto 2017 periodico di culturaPagina e informazione 1

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che attraversa i sentimenti di uno spazio globale che Berchidda con Paolo Fresu CON PAOLO FRESU hanno saputo raggiungere e conquistare. Ed in in 30 anni di Time in Jazz questi due aspetti c’è un non so che di Andrea Nieddu d’imprecisabile e quasi d’irrazionale che rende ancor più indomita la sin- incedere inesorabile del tem- re, un Sindaco possa ascrivere con golarità del Jazz e del suo rapporto po è forza universale che si il pesante orgoglio del caso questo con Berchidda e il mondo. L’ compie e si rigenera in una fenomeno musicale e culturale, so- C’è un fatto che può esserne, in molteplicità infinita di feno- ciale ed economico tra quelli a cui è parte, ragione preziosa del succes- meni naturali e nella finitudine delle stato donato solo un inizio. so: un identificarsi ontologico tra manifestazioni umane. Se non mi Ero bambino quando si svolse la Berchidda e Time in Jazz. Non può avessero insegnato ciò che si com- prima edizione. Oggi ho il compito darsi, a partire dalla generazione prende man mano, ossia che l’incer- istituzionale di partecipare, e di farlo degli anni ’80, un berchiddese che tezza è una variabile condizionante con empatia, alla gioia di una festa non si riconosca tale se non avverte l’agire degli uomini, non avrei esita- come pro- to a collocare le trenta candeline di pria l’espe- Time in Jazz nella prima delle cate- rienza di vita gorie. Ma se, al contrario, mi la- del Jazz, sciassi trasportare e ingannare almeno nella dall’altrettanto valida regola per cui stessa misu- le umane vicende iniziano per con- cludersi, non esiterei neppure a pre- Continua diligere la seconda delle categorie. a p. 3 Se accadesse per davvero il verifi- carsi dell’una o dell’altra condizione, verrebbe meno persino il senso di assegnare una riflessione come questa alla straordinarietà del mo- ESTATE DI SOLITUDINE mento per il nostro Festival. Ma poi- di P. Bustieddu Serra ché Paolo è umano e le vicende, che al suo personaggio si legano, La vecchiaia non arriva mai sola sono impregnate di un qualcosa Continua a p. 12 d’indefinibile che si astrae dall’ordi- scrisse Platone secoli fa. narietà della vita degli uomini, ho il Con la vecchiaia spesso arrivano le malattie, si indebolisce la speranza, sincero convincimento che Egli e il mancano gli orizzonti. Con la vecchiaia può arrivare il peggiore dei dolori: la suo festival, non più - in questa par- solitudine. Non è facile arrivare ad essere anziani e felici allo stesso tempo. te della considerazione - il nostro Esistono per fortuna comunità e paesi che considerano come dovere più festival, siano posizionati nel mezzo sacro fare felici gli anziani. Credono nell’antico proverbio che dice: “beata la tra le due categorie. Allora assume casa nelle cui braccia si scalda l’anziano”. Disgraziatamente non tutte le un significato proseguire su un ra- comunità sono così. A volte gli anziani si sentono parcheggiati e passano le gionamento che contiene da un lato giornate elemosinando un po’ di attenzione, di ascolto, di tempo e di com- il ringraziamento a Paolo e al Time pagnia. in Jazz per il lustro e il benessere Una comunità nella quale gli anziani non sono trattati bene e con attenzio- che hanno donato alla comunità di ne è una comunità selvaggia, E l’anzianità, che nella Bibbia è Berchidda e dall’altro l’auspicio che, descritta come benedizione di Dio, diventa disturbo, peso, solitu- continua in un futuro ancora lontano da veni- dine e abbandono. Continuaa p. a 11 p. 3

La sfida di Paolina p. 2 Berchidda e Nulvara nel 600 p. 6 interno... Lettera al carissimo Raimondo p. 2 Trent’anni di lucida follia p. 7 Sos 100 annos de Paulina Vargiu p. 2 L’opera di Jaime Camilla p. 8 Su battisciamu p. 3 Una piccola carezza per i nostri ragazzi p. 10 Deledda est. Il caso Pietro Casu p. 4 A Babbai p. 12 Pietro Casu e Grazia Deledda, 1 p. 4 Caru frade p. 12

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LA SFIDA DI PAOLINA sé attraversando il Sogna paolina, sogna ancora di mare in quel lonta- tornare, di rivedere i luoghi della di Maddalena Corrias no 1938, a soli 21 sua infanzia, della sua giovinezza, anni, in compagnia di giovane sposa, per condividere Ricordate Paolina Vargiu? di Pietro, suo sposo e compagno di ancora con chi è rimasto momenti Di lei abbiamo parlato nel numero di vita fino al 1972. mai dimenticati. ottobre del 2016 quando, ad Amatri- In continente (come siamo soliti ce, nonostante i suoi 99 anni, ha definire la penisola) Paolina ha tro- sfidato il terremoto, non ultima di- vato un mondo completamente di- savventura della sua lunga vita. verso da quello d’origine e ha dovu- Ora Paolina ha raggiunto il secolo; to affrontare non poche difficoltà. porta con orgoglio i suoi anni e ri- Il duro lavoro dei campi, il servizio corda. come cuoca nella mensa dei carabi- Ricorda tutto della sua terra di origi- nieri di Amatrice non hanno però ne, Berchidda. Ricorda le fresche logorato la sua forte tempra di don- acque di Funtana Inzas, le sere na sarda. La sardità l’ha custodita d’estate trascorse a friscurare sedu- con orgoglio soprattutto nella sua ti su sgabelli di sughero o di ferula lingua d’origine, il berchiddese, e ha bruciati dal sole e dal tempo, che i conservato per tanti anni termini, vecchi artigiani preparavano nelle proverbi, canzoni, ninne-nanne or- lunghe sere d’inverno accanto al mai in disuso e che potrebbero es- focolare. Ricorda nomi, persone, sere fonte di ricchezza lessicale per cose; bagaglio che ha portato con tutti noi.

Lettera soffrire ancora di più e portarci via la casa costruita la lei e da papà, Sos 100 annos al carissimo Raimondo con tanti sacrifici, e con essa tutte le cose care che, nel nostro cuore ci de Paulina Vargiu saranno sempre. naschida in Berchidda Carissimo Raimondo Vi abbracciamo e salutiamo cara- su trinta ‘e triulas su 1917 mente Ho tardato a rispondere perché in questi giorni sono stata molto occu- Cummentan sos iscrittos e faeddos Paolina Vargiu e Chiara Magnifici, De Fatima sa bella occasione pata e mi scuso. Anche se scrivo compreso mio marito all’una di notte, provo a fare un bre- Naschides s’annu ‘e s’apparizione De sa Madonna a duos pastoreddos. ve riassunto perché gli anni so- no tanti. A 21 annu chi sezis partida Mamma non ha mai dimenticato Giumpades mare pro sa prima ‘olta, Berchidda e i suoi abitanti. Nei Dai familiares bene accolta suoi anni in Continente ha trova- De su cumpanzu ostru de sa vida. to un ambiente diverso dal suo, Virtuosa, istimada e bene ida ma ha sempre coltivato il suo Fizis de totta sa comunidade, dialetto. Poveri là e poveri qua. Amore, gentilesa e umiltade La vita l’ha arricchita di molti figli De cussos donos bos sezis vestida. (6) cresciuti con amore, figli che sono stati sempre felici. Essende dai meda in continente Poi, nel 1972 la perdita del mio In 80 annos chi sezis mancada caro papà, Pietro; nel 1974 quel- ma no bos sezis mai ismentigada A Berchidda tenides sempre in mente. la della mia bimba Valeria, di sei anni; poi, nel 1985, 1992 e M’han cunfirmadu ch’ancora pensades 1997, rispettivamente quella dei Fin’a cun fizas vostras cuntrestende miei carissimi fratelli Giovanni, Cando in Funtana Inzas passizende Bernardino, Giulio, Celestino. Buffende s’abba frisca l’ammentades. Mamma ha lavorato tanto nei campi e ha fatto anche la cuoca Funtana Inzas pensades donz’ora Essende dae meda tantu attesu, nella caserma dei carabinieri di Puru su dialetto ‘erchiddesu Amatrice. Bos piaghet de faeddare ancora. Il suo sogno ricorrente era quel- lo di tornare. Chissà se riuscirà a Ancora gia boll’azis ammentare realizzarlo: così potrete incon- Sa voluntade bos fit aggiuende, trarvi e raccontarvi tante cose di Addedie in sos campos tribagliende, addenotte aggiuende a fraigare. quelle che ricorda (se Dio vuo- le). Ricorda e rammenta spes- Funtana Inzas sotto la nevicata del 1943 A nos contare sos tempos de eris sissimo Funtana Inzas. Da sinistra i giovani Caterina Carta, Marian- De nollos ammentare a bois tocca’, Ultimamente ci mancava questo gela Zanzu, Paolina Crasta, Paola Zizza De cando faghiazis sa cuoca maledetto terremoto per farci In sa caserma de sos carabineris. Carta, Giovanni Crasta

a. XXIII, n. 4 [139] - agosto 2017 Pagina 3 BERCHIDDA Paolo Fresu, il vero genius loci. Par- come risultato tito 30 anni fa, immaginava di rap- culturalmente CON PAOLO FRESU presentare sul palcoscenico un pen- più importante. Continua da p. 1 tagramma magicamente imprevedi- Oggi sappia- bile senza sapere che quel palco- mo tutti che ra in cui non potrebbe ammettersi scenico sarebbe diventato una fonte ciascuno ha il dovere di rafforzare la l’esistenza del Jazz senza Berchid- di produzione musicale e di aggre- coscienza che viviamo in un luogo da e i berchiddesi. Questo attiene gazione sociale. Non poteva sapere di eccellenza, autentico prodotto alla longevità di un evento che ha che tanti sarebbero stati i compagni della genialità di alcuni e dell’intelli- costruito una complessa ed intima di viaggio e che quel viaggio lo genza di un’intera collettività in pe- relazione sociale con la propria co- avrebbe condotto fino a noi; che renne e sano movimento. munità d’origine, la quale esprime Berchidda sarebbe stato un labora- Che tale interazione possa superare tutto il suo affetto nella cooperazio- torio di esperienze ed un luogo di le geometrie spazio-temporali del ne e nel volontariato di centinaia di comunicazione e diffusione della presente e del nostro impegno pub- persone ed intere famiglie che si cultura. Ieri non potevano sapere blico per consegnare al domani che richiamano ad un impegno appas- che il Time in Jazz sarebbe stato un verrà un centro autonomo di elabo- sionato e comune. A questa disposi- fenomeno antropologico ed econo- razione della cultura, patria della zione d’animo che appartiene a tutte mico di così vasta portata, capace musica, veicolo di emozioni ed im- le età, il cui valore dell’ospitalità e d’incidere sull’identità del paese e magini, ma più arditamente ancora dell’accoglienza è la chiave per apri- dei suoi abitanti, di riaffermarne una una societas capace di superare re le porte del paese al mondo, nel- funzione guida nel territorio isolano con il genio i limiti del proprio inge- le giovani generazioni si fa precede- e a livello nazionale e internazionale gno. re un’idea innata della valenza so- ciale ed economica di una rassegna musicale divenuta pregio di Berchid- da e della Sardegna. Al Sindaco e agli amministratori di questi tempi è FESTAS E USANZIAS il compito gravoso di mantenere di Tonino Fresu quanto di buono ci è arrivato dal Da “Burulende Burulende”, pp. 319 sgg. passato, nella consapevolezza che tale processo, già di per sé più com- plicato, sarà reso maggiormente SU BATTISCIAMU difficoltoso da una modernità matri- gna. Penso ancora che un’altra prepon- Tando sa coppia no istaiat meda derante ragione di un successo in- a aere unu fizu. Guasi sempre confutabile sia nel suo creatore, s’aiat in su prim’annu. E posca si sighian fin a cando sa fami- glia fit numerosa. riccos Creiazis fit sonnu c’azis vidu fin totu a unu, massimu duos, ma fit sa domo chi nde fit ruende; chei sas columbas, pro restare Cun sa grinta ‘e sarda reagende sempre riccos fizos puru. Su terremoto l’azis isfuidu. poveros, palte chi fin poveros, aian familias mannas. In Amatrice bene fraigada Meno male chi oe b’an pensa- Chi cantos sacrifizios faghiazis du, nde faghen unu fura De cussa domo bella c’azis posca nudda. S’ide solu sa pedra ammuntonada. A torrare a su battisciamu, fit Dai sos paesanos de Berchidda fazile daghi naschiat sa criadura chi no bos ana mai ismentigadu a li ponner su lumine. Si pe- S’ammentu ostru in coro es restadu saian mannos pro no mor- De Paulina Vargiu in custa idda. rer lumines. Oe si pesan attores, o cantantes, Cust’annu de eventos coloridu puru giogadores de calcio. Bos dezis ammentare, so segujru, Puru estero, tipu Maradona, unu Berchiddesa ois puru campione de calcio, ma unu drogadu e chena chelveddos. Ma abboltas b’essin 100 annos azis cumpridu. cosas istonadas tra lumines sambenados. Comente Alèn Pirastru, Gion Malu- trottu. Augurios, tia Paulina, Postu su lumine si chilcaiat su padrinu, chi tando si naraiat su "nonnu". Si chil- Dae tia Vittoria e tia Rosa caian sempre riccos proprietarios, pro aere tribagliu dai custos. Atteretantu orgogliosa Su battisciamu, finida sa funzione de cheja, si faghiat in domo, parentes Cumprimentos bos faghe’ tia Gina. istrintos. Sos augurios de coro bos damus Si ogaian biscottos ei su rosoliu, abboltas restadu arribbadu dai s’isposu. Tott’unidos tocchendebos sa manu, Finiat gasi su battisciamu. Sia su enidore bellu e sanu Ma una cosa b’aiat simpatica. Sa piseddina nos ponian in s’iscala de linna ’e su “A medas annos” ancora bos namus. sostre, totu settidos, attaccados a pare e nos vogaian mendula ischizzada, ma buc- cia e totu. A cando a buscare unu chiu bi cheriat pascenscia. Fit unu gustu totu Remundu Dente calculadu Ma tando fit gasi.

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Si è tentato di fare luce sui rapporti SARDINIA DELEDDA EST tra Pietro Casu e Grazia Deledda: rimettendo in ordine la corrispon- Il caso Pietro Casu denza tra i due, perché Giuseppe di Maurizio Brianda Ruju, nei suoi studi precedenti, trac- ciò una linea poco esaustiva (e in alcuni punti lacunosa), non curando- Di recente, presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche e So- si inoltre di alcune carte. Si è cerca- ciali dell’Università di , è stata discussa con i prof. Onofri to di dimostrare l’utilità di dividere una tesi di laurea che aveva per titolo “Sardinia Deledda est. Il l’opera di Pietro Casu in un prima e caso di Pietro Casu”. un dopo, per ribadire – supportato L’autore, che è stato valutato con un’ottima votazione (110 e lo- dalle tesi di Giuseppe Marci e quelle de) ripropone ai nostri lettori le analisi e i risultati dello studio, di Egidio Pilia – il forte legame dei primi romanzi del sacerdote con nel quale viene approfondito soprattutto il rapporto che, ai pri- quelli deleddiani. mi del ‘900 legò due studiosi e scrittori sardi: il premio Nobel Infine ho riportato in luce un articolo Grazia Deledda e il nostro Pietro Casu. Anche la formazione del- del critico Mario Barbera che, il 2 lo scrittore di Berchidda e la realizzazione della sua vengono novembre 1912 su «Civiltà Cattoli- analizzate nell’elaborato di laurea che qui presentiamo. ca», mostrò la stretta dipendenza che intercorreva tra la Notte sarda lavoro ha tentato l’elaborazio- sarda; a quest’ultimo ho voluto ac- di Pietro Casu e il deleddiano Co- ne di una critica, più corretta costare anche il secondo, Ghermita lombi e sparvieri. Il possibile, nei confronti della al core che, benché, pubblicato nel Data la delicatezza e l’interesse del figura di un grande scrittore 1920, venne scritto subito dopo il tema, ho riportato per intero le paro- del Novecento sardo: Pietro Casu, primo, ed appartiene perciò alla pri- le del critico. Idem per altri articoli figura imponente che ancora attende ma produzione. datati che ho preferito riproporre i giusti riconoscimenti. Segue un resoconto critico dei mo- integralmente. L’argomento della Lo studio parte da un piccolo reso- menti cruciali della carriera dell’au- mia tesi di laurea è stato suddiviso conto della vita e dell’opera dell’au- tore: i problemi con le autorità eccle- per capitoli che, in maniera riassun- tore (per le quali mi sono attenuto siastiche; i rapporti con gli editori; e tiva, ripropongono le argomentazio- quasi interamente agli studi di Giu- soprattutto la critica, divisa in «La ni contenute nello studio. seppe Soddu), per introdurre poi critica del suo tempo» e in «La criti- Verranno riproposti a puntate, a par- l’ottimo battesimo letterario dello ca successiva» che arriva sino ai tire da questo numero di Piazza del scrittore con il primo romanzo, Notte giorni nostri. Popolo.

lavori agricoli. PIETRO CASU E GRAZIA DELEDDA Dopo aver ottenuto la licenza ginnasiale il gio- nuove considerazioni (1) vane proseguì i suoi stu- di Maurizio Brianda di. Venne ordinato sacer- dote nel 1900 e conseguì ietro Casu nasce - secondo la seminario vescovile di , dove il il Dottorato in teologia morale nel tradizione orale - in località giovane Pietro avvierà il suo brillan- 1901. Del suo brillante cursus stu- P Littusiccu (Berchidda) il 13 te corso di studi. Nel limitato pano- diorum vi sono due aneddoti degni aprile 1878, da Salvatore e rama culturale del tempo, prosegui- di nota: il primo riguarda una Maria Apeddu, famiglia appartenen- re gli studi voleva dire infatti entrare “profezia” che in quinta ginnasio te al ceto dei medi proprietari terrie- in seminario, e ciò avrebbe permes- fece il suo docente di lettere dopo ri. so al ragazzo di vivere in condizioni aver letto in classe un suo tema: Fu il settimo figlio e, come gli altri agiate senza doversi occupare dei «lei un giorno scriverà per le stam- fratelli, sarebbe stato pe»; il secondo, che servirà sola- indirizzato ai lavori mente a ribadire le grandi capacità agricoli. Il suo futuro del giovane, fu il conseguimento però era già scritto: il della licenza ginnasiale d'onore, ragazzo debole e con ottenuta senza esami in tutte le ma- un fisico poco adatto terie. ai lavori agricoli, mo- Le qualità letterarie del futuro scrit- strò sin da subito tore diedero ben presto i frutti spe- un’incredibile propen- rati, frutti che si manifestarono già sione allo studio. Sa- nell’ambito della sua attività pasto- ranno proprio queste rale che, ben presto, lo rese noto in sue grandi capacità a tutta la Sardegna. Le sue Preigas in condurlo, grazie lingua sarda (alcune delle quali rac- all’incoraggiamento colte in volume grazie all’accurato del canonico e amico lavoro di Giuseppe Soddu) venivano di famiglia Giuliano ascoltate con fervore da parte dei Fresu, alle porte del fedeli. Grazie ad esse – scriveva a. XXIII, n. 4 [139] - agosto 2017 Pagina 5

Nicola Tanda – il Casu diede, per la donare l’attività didattica per svolge- dopo una lunga e sofferta malattia, prima volta, dignità letteraria alla re a tempo pieno i suoi compiti pa- alle ore 23.30 del 20 gennaio 1954, prosa in lingua sarda. Tra le opere storali in paese. A fu vice- proprio nel giorno dei festeggiamen- in lingua sarda più importanti si ri- parroco per alcuni mesi e infine dal ti per il patrono San Sebastiano. cordino le celebri Cantones de Na- 1906 al 1908 ricoprì la carica di par- Racconta Giuseppe Ruju che, po- dale, scritte di getto durante la no- roco; mentre nel 1912 venne nomi- che ore prima del trapasso, egli vena di Natale del 1927 su proposta nato alla guida del suo paese, ove – avesse detto ai presenti “com’è la del viceparroco Agostino Sanna di salvo brevi trasferte nella penisola vita dell’uomo! Chi nel letto del dolo- Ozieri che si occupò dell’arrangia- (o all’estero) – trascorrerà il resto re aspetta la morte, chi in piazza e mento musicale. Nel 1929 tradusse della sua vita. Grazie al suo operato per le strade canta, gioisce e si di- la Divina Commedia di Dante Ali- nacque a Berchidda la Banda Ber- verte”. Sono parole che rimandano ghieri in logudorese con l’incredibile nardo Demuro (1913) e, nel 1924, ad una bellissima poesia dello scrit- media di un canto e mezzo al gior- venne inaugurato il monumento ai tore “Sos cuntrastos” nella quale il no; infine, dal 1934 fino alla morte, caduti della Grande Guerra: sarà poeta tratta un tema caro a molti iniziò a trascrivere il Dizionario Sar- molto probabilmente tale avveni- scrittori, quello della morte. Qui l’au- do Logudorese-Italiano, le cui ricer- mento a ispirare la bellissima novel- tore tocca il lettore nel profondo, che lo impegnarono già dalla fine la L’ultimo bacio della Mamma, rac- come solo i grandi autori sanno fa- dell’Ottocento. Il dizionario venne colta poi nel volume La capanna re, e lo fa riflettendo sulla contrap- elogiato, tra i tanti, dal celebre lin- crollata (1937). Pietro Casu morì, posizione vita-morte. guista tedesco Max Leopold Wag- ner, che si servì di esso per la ste- sura del suo DES (Dizionario Etimo- logico Sardo): le ricerche del ber- chiddese compaiono infatti in tantis- sime voci del dizionario del filologo tedesco. Scrisse inoltre innumere- voli poesie, molte delle quali ancora inedite. La sua consacrazione letteraria arri- verà invece nel 1910, quando pres- so l’umile casa editrice Dessì di Sassari verrà dato alle stampe il suo primo romanzo, Notte sarda. Sulla scia delle cantiche dantesche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) il romanzo avrebbe dovuto far parte di un trittico comprendente Aurora sar- da (1922) e Meriggio sardo: que- st’ultimo però non venne mai scritto. La Vecchia storia di Gallura ottenne ben presto recensioni di prestigio da parte di alcuni autorevoli critici del tempo, tra questi si ricordano Giu- Candho des essere tue in agunia Forsi dai su propriu giardinu seppe Lipparini, che dedicò al Casu cun su suore frittu ‘e sa morte, chi fiores det dare a su mortoriu, un ampio articolo nella celebre rivi- det tempestare, fora, pius forte fiores den coglire a s’isposoriu cun sos insultos suos s’allegria. chi det fagher su propriu caminu. sta letteraria fiorentina “Il Marzoc- co” (1911), inserendo inoltre un In s’istanzia trista, muda e buja Mentres des marzidare in sepultura estratto del romanzo in un’antologia sos coros totu han a esser in martiriu: pastu de pagos vermes abbramidos, per gli studenti delle scuole superio- intro s’accoru e fora su dilliriu, solu, luna, sos astros pius lughidos ri. Non da meno fu la recensione del Intro su dolu e fora s’alleluja. den dare ispantu a tota sa natura. critico Stanis Manca (1911), celebre In sa tana, fiama tremulante Tottu sighire det sa via sua recensore della Deledda, che augu- t’infeit sa figura cadaverica: terra, abba, aera, fogu, omines feras: ra al berchiddese di incamminarsi in milli salas de vida chimerica nuddha lassat sas proprias carreras nel glorioso cammino già intrapreso b’aundhat chelu de lughe brigliante. nuddha s’abbizzat de sa morte tua! dalla sua conterranea. Sempre nel 1911, grazia alla traduttrice Franzi- Tue moris... S’appunzan attittendhe E narrer chi vivias alteradu ska Steinitz, Notte sarda venne pub- mama, babbu, muzere, sorres, fizos. comente chi su mundhu esserat tou! blicato in tedesco: in quest’occasio- A breve trettu in festas e sonizos Como in unu fossittu has accostou, si rezzid una vida ch’es manchende. cras des essere piuer ventuladu! ne la scrittrice nuorese pubblicherà una bellissima e significativa recen- In sa buttega de su mastruascia E det bolare in milli roscas vanas sione sulla “Suddeutsche Mo- s’intendhen pagos colpos de marteddhu: cuddhu cherveddu nobile, su coro: natshefte”, rivista letteraria con sede unu brazzolu pro su nignigheddu, sa carre, chi fremiat sutt’a s’oro, a Monaco di Baviera. pro te, truncu immobile, una cascia. che det finire fangu in sas luzanas! Fu docente al seminario di Ozieri dal 1906 al 1908, e in quello di Sas- Cras si den fagher duas profisciones, Fortuna chi non moris totu intreu una a su Fonte, s’atera a sas losas. ma propriu cuddh'anima ch’olvidas sari dal 1919 al 1924 ma – ricorda Sas mattessi campanas amorosas che det bolare, subr’a milli vidas, Giuseppe Soddu – dovette abban- han a cantate sas duas cantones. a s’eternare, ia, in sinu a Deu!

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vi più volte segnalati. Berchidda e San Salvatore di Su un ulteriore elemento di riflessio- ne negativo il Boer metteva l’accen- Nulvara nel Seicento to nella sua lettera. Non conveniva programmare il ripopolamento di di Giuseppe Meloni Nulvara, bensì quello di Offode, do- ve le spese di ristrutturazione delle importante documento 800 scudi a carico dei vassalli per la abitazioni diroccate sarebbero state descrive la situazione di realizzazione programmata del nuo- più contenute (“costarra menos ga- Un San Salvatore di Nulvara vo villaggio di Saltos de Josso. stos” poiché “toddas las obras cai- nella prima metà del ‘600. Le prospettive di sviluppo demogra- das y piedras picadas serviran a la Si tratta di una carta di Martin del fico erano allettanti e forse esagera- fabrica”. Frasso, un vassallo (si definisce “fiel tamente ottimistiche: si calcolava Per avvalorare la sua tesi Martin del y criado de vuestra excelencia”) del che nel giro di tre anni la popolazio- Frasso ricorda il grande affare che feudo del quale faceva parte Ber- ne di questo nuovo paese avrebbe fece don Francisco de Larcha quan- chidda; personaggio che abbiamo dovuto uguagliare quella di Berchid- do comprò la villa di Monti, “un llu- già incontrato del documento n. 1 da; questo calcolando i tanti fore- garsillo de pocas casas y tierras che illustrato in queste pagine, nel nu- stieri che per ben nove mesi all’an- todo es rodeado de los saltos de mero di giugno. no abitavano il territorio con le loro vuestra excelencia”. Fu pagato Il 24 luglio del 1635 Martin scriveva famiglie e con il bestiame, facendo 6.400 scudi e oggi ne vale almeno da Sassari al duca di Gandia in me- ottimi affari nello sviluppo delle atti- 25.000. Il ripopolamento di una lo- rito al futuro sviluppo dei Saltos de vità pastorali e agricole. calità dove sorgevano i resti di sette Josso, facendo riferimento alle lette- Nel territorio in questione erano sta- ville doveva assicurare margini di re del rettore di Berchidda, Franci- te individuate almeno sette villaggi guadagno certamente superiori. sco Boer e di Francisco Juan Na- distrutti; uno di questi (Ofodde) si In conclusione, da questo carteggio, distingueva datato tra il 1633 e il 1635, emerge per avere nel la consapevolezza che territori di suo territorio tale bellezza e produttività quali ben sette ca- quelli che collegavano Nulvara alla stelli (qui si marina di Terranova, i cosiddetti intendono Saltos de Josso, meritavano tutte le fortificazioni attenzioni per individuare il luogo generiche ideale per la ricostruzione e il ripo- come poteva- polamento di un villaggio. no essere Nulvara ebbe alcune attenzioni si- anche nura- gnificative, ma anche altri siti, come ghi); tre di quello di Offode, più vicino al litorale questi si tro- di Terranova, furono presi in consi- vavano attor- derazione in concorrenza con la no ai ruderi scelta di Nulvara. del villaggio; Di questi progetti non si fece nulla e uno sorgeva i problemi del ripopolamento di San proprio nel Salvatore di Nulvara si ripresentaro- mezzo; le sue no anche nei periodi successivi e fondamenta lasciarono traccia nella documenta- varro, reggente della contea. erano tanto grandi da presentarsi zione dei secoli seguenti. Non per L’argomento riguardava due oggetti: come “cosa grandiosa”. Altri due niente la Relazione di Vincenzo Ma- la villa di e quella di sorgevano al di sopra dell’abitato, in meli (successiva di almeno un seco- Berchidda. In merito a quest’ultima montagna, costituendo un ottima lo agli avvenimenti che qui illustria- si ricordava il problema relativo difesa per la popolazione e per il mo) della quale ci siamo già occu- all’eventuale istituzione di una se- villaggio (“a una necesidad podria y pati in queste pagine, dedica a que- zione di tribunale nel caso che la puede defender el llugar de enemi- sto tema diversi accenni e approfon- sua giurisdizione fosse stata estesa gos”). dimenti. alla vasta estensione dei Saltos de Un altro fattore positivo per questo Anche nell’800 il sito di S. Salvatore Josso (“de soto”). Si faceva accen- villaggio era la vicinanza al mare e di Nulvara sarebbe stato al centro no alla vastità dei territori da annet- ad un porto, presso Terranova, si- delle attenzioni degli osservatori del tere alla nuova realtà (Nulvara) e tuato a sola mezza lega, dove la territorio di Berchidda e del Montea- alla bontà dei territori (“tantos largos pesca poteva essere praticata con cuto. territorios, llugares tantos buenos, grande profitto. La ricostruzione e lo amenos…”). Per evitare il problema sviluppo di questo centro si sarebbe Personaggi: della giurisdizione, dopo aver tratta- potuta realizzare senza spese. Francisco Boer, Rector de Berquid- to il tema con “muchos principales” Le difficoltà segnalate dal rettore da si era concordato di offrire al duca Francisco Boer nella sua lettera in Francisco Juan Navarro, Reggente quattro anni di rendite raddoppiate, merito al ripopolamento della regio- degli Stati di Oliva ossia 1.650 lire sarde, corrispon- ne di Nulvara, potevano essere con- Martin del Frasso, vassallo denti a 650 scudi di dieci reali. La siderate tutte superabili, soprattutto Gáspar Gerónimo Olomar, marqués cifra poteva essere arrotondata a se raffrontate con gli elementi positi- y conde de Oliua (1632).

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autonomia ed ope- TRENT’ANNI DI LUCIDA FOLLIA ratività gestionali. Il di Giuseppe Sini gruppo che doveva aprire il concerto di gni ricorrenza felice merita di senza alcuna esitazione. Prudente- metà settembre chiese di essere essere celebrata; tanto più se mente decidemmo di dislocare l’esi- pagato anticipatamente. Conciliabo- O essa, attraversando la vita di bizione presso lo spiazzo dell’asilo li, discussioni, trattative: tutto si rive- diverse generazioni di una parrocchiale. Una cinquantina di lò inutile. Paolo Fresu appariva mol- comunità, ha il merito di ingentilirne presenti avrebbe costituito un suc- to contrariato da questo contrattem- gli animi e di educarne le sensibilità. cesso per le nostre più ottimistiche po. Il pubblico, ignaro del ritardo La trentesima edizione della manife- aspettative. La risposta del pubblico dell’inizio della serata, manifestava stazione Time in jazz ha costituito ci sorprese per la sua provenienza e segni di nervosismo. Gli uffici finan- un anniversario di grande spessore per la sua consistenza. Dalle diver- ziari del comune mi avevano prean- culturale per il valore dei musicisti, se province convennero diverse nunciato l’obbligatorietà della de- per la partecipazione del pubblico e centinaia di persone che riuscimmo nuncia nei miei confronti qualora per la bellezza delle località sede a malapena a stipare nell’angusto avessi deciso di utilizzare le risorse dei concerti. parco dell’asilo. Comprendemmo, disponibili della vendita dei biglietti Tra i numerosi appuntamenti si è allora, la grandezza e la considera- della serata e degli abbonamenti rivelata degna di nota la conferenza zione godute dal nostro compaesa- per saldare i compensi degli artisti. dei sindaci che si sono alternati alla no in Sardegna. Il resto venne da Questa procedura era irrispettosa guida del paese in questo trenten- sé. La volontà di Paolo di realizzare dei regolamenti comunali di contabi- nio; i relatori hanno ripercorso l’itine- qualcosa di significativo per la no- lità. Decisi comunque di farmi carico rario temporale dell’evento descri- stra comunità si sposò felicemente di questa responsabilità: autorizzai vendo quanto esso ha rappresenta- con l’entusiasmo contagioso dell’al- l’utilizzo delle risorse disponibili per to nella propria esperienza alla gui- lora sindaco Angelo Crasta e lo pagare gli artisti e il concerto si ten- da della collettività. Io e l’ex collega slancio del nostro gruppo di maggio- ne regolarmente. Nei giorni succes- sindaco Antonio Demartis non sia- ranza che ne recepì la portata. Oc- sivi attesi, non senza timore, le con- mo stati invitati. Queste brevi note correva riproporre questa felice seguenze della mia iniziativa che non intendono innestare alcuna for- esperienza incardinandola in una fortunatamente non ebbero luogo; si ma di polemica. Probabilmente si è manifestazione stabile e strutturata ritenne l’infrazione dovuta a cause trattato di una dimenticanza dovuta nel tempo. Decidemmo di investire di forza maggiore. alla brevità temporale dei nostri un contributo pari mandati di primi cittadini. Oppure si a 70 milioni di lire è pensato che un numero eccessivo che rappresentava di contributi avrebbe potuto tediare i per il bilancio delle presenti. Utilizzo questo strumento attività culturale la comunicativo per rievocare alcuni quasi totalità delle particolari che ritengo significativi e risorse. Non vorrei meritevoli di riflessione. soffermarmi più di Time in jazz si incarna in Paolo Fre- tanto sulle diffi- su; ma non sarebbe potuto essere denze e sulle per- quello straordinario evento che è plessità insorte su diventato senza il fattivo contributo un progetto che, di un’amministrazione che nella fase soprattutto nei iniziale ha creduto fortemente e fer- primi anni, appari- mamente in un progetto che negli va lontano dagli anni ha caratterizzato la sfera musi- orientamenti e dai cale, culturale, economica e sociale gusti di gran parte della nostra comunità. Pochi ricor- del paese. Fummo accusati di pen- dano che fu un evento episodico sare solo a questo appuntamento e Se oggi Time in jazz è diventato che fece maturare un’intuizione ed di privilegiarlo sugli altri. Eppure quell’evento che tutti ammirano ed un percorso di progressiva crescita procedemmo compatti nel tutelare apprezzano è dovuto anche al favo- civile della nostra comunità. Fu sin- un’intuizione di cui oggi andiamo re, alla disponibilità ed alla sensibili- golare proprio per la sua casualità. giustamente orgogliosi. A tal punto tà dei tanti amministratori che si so- Nel 1987 Paolo e Maria Abis propo- da rischiare qualche volta in prima no succeduti nel tempo. Paolo non sero al nostro gruppo di maggioran- persona. Durante il mio mandato di è mai stato lasciato solo nel suo za alla guida del comune l’effettua- sindaco stava per saltare il concerto progetto di lucida follia. Il libro della zione di un concerto a Berchidda. inaugurale. L’immagine della mani- Genesi ricorda che Dio soffiò sulle Paolo aggiunse di volersi avvalere festazione sarebbe stata gravemen- narici dell’uomo un alito di vita e della collaborazione del mimo ed te compromessa. A quei tempi gli l’uomo divenne un essere vivente. attore spagnolo Joan Minguell. Era- artisti venivano pagati dall’ammini- Paolo, con il suo Time in Jazz, ha vamo, nel frattempo, venuti a cono- strazione comunale, che gestiva soffiato nella sua tromba un alito di scenza del crescente successo che tutta la parte economica, alcuni gior- creatività che ha trasformato la no- Paolo incontrava nei suoi concerti ni dopo l’esibizione. L’associazione stra realtà in un polo vivente che è jazzistici preso il locale Buendia di Time in jazz, sarebbe nata cinque cresciuto negli anni alimentandosi di Sassari. Accogliemmo la proposta anni dopo proprio per salvaguardare cultura e nutrendosi di arte.

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Più volte, in queste pagine, ab- L’OPERA DI JAYME CAMILLA biamo pubblicato notizie L’altare ligneo della Chiesa di S. Sebastiano sull’altare ligneo (il Retablo) di Piero Modde che fa mostra di se alle spalle dell’altare della parrocchiale di scarne notizie che abbiamo luglio 1758, alla presenza del cele- S. Sebastiano a Berchidda. sul ‘Retablo’ della chiesa brante Juan Maria Maxu Mossa e Abbiamo seguito le vicende del Le parrocchiale sono quelle dei testi Venerable Miguel Lacu e attinte alla ‘Cronaca manoscritta’: Juan Maria Aquenza Ortu; la data di lungo restauro dell’altare, “In sos mazzores che vivian duas ‘fine lavori’ si deve però anticipare di quelle della collocazione nella damas ambas bajanas de s’erenzia alcuni mesi, rispetto alla data del chiesa di San Giacomo a Sassa- de Monsignor Pes… De sas duas matrimonio, in base al documento ri che - grazie soprattutto all’a- damas (no s’ischini sos lumines trascritto più sotto. zione dell’allora parroco don comente si giamaiana) sinde ilma- b) – Le due ‘Damas’ della famiglia Gianfranco Pala - rientrò nella laidesit una e in cussa maladia si Pes ricordate nel racconto del croni- che molzesit; la preghesin chi hae- sta sono Rosolia (o Rosalia) (nel sua sede naturale dove oggi ret lassadu calchi summa pro faghe- 1735 vive con due nipoti - Pedro troneggia. re su Retaulu de S. Sabustianu; sa Pintus e Candia Pilo - e una dome- Abbiamo proposto i primi ele- malaida rispondesit chi li lassaiat stica nella casa attigua all’abitazione menti di genesi e datazione chimbichentos iscudos; sa sana li del sacerdote Don Bernardino Pes, dell’opera d’arte, che si basa- ripitesit ite faghiat cun sa nada sum- suo nipote) e la nipote Graçia Ange- vano soprattutto sulle preziose ma, haeret lassadu milli iscudos pro la (figlia di Don Baingio Pes e so- notizie tramandateci nel mano- rella di Don Ber- nardino e di Don scritto noto come “Cronaca di Juan Maria); Berchidda”, pubblicato in tra- Doña Rosolia scrizione e commento ormai Pes, ‘nativa’ di oltre un decennio fa, col titolo Tempio e Vita quotidiana a Berchidda ‘comorante’ in tra ‘700 e ‘800”, Sassari, 2004. Berchidda, sorel- la di Don Bain- Oggi, grazie ad approfondite gio, muore all’età indagini d’archivio, siamo in di 63 anni il 25 grado di proporre nuovi docu- dicembre 1755 menti e nuovi particolari che ci dopo aver fatto fanno conoscere meglio quanto “donacion inter ruota intorno alla realizzazione vivos de todos del manufatto: chi erano gli sus bienes a fa- vor de la Paro- artisti, quali artigiani li coadiu- quial Iglesia”; e varono, quale fu il loro impatto come effetto im- e la loro collocazione anche so- mediato dei suoi ciali nel tessuto di vita quoti- ‘legati’ vengono diana del paese. consegnati 10 Guardando e ammirando l’o- lu faghere a cumplimentu; sa malai- scudi al Priore di Santa Croce (Juan pera del XVIII secolo saremo da rispondesit chi li lassaiat milli Antonio de Sini) e altrettanti al Priore iscudos. Tando fatesin bennere unu del SS. Rosario (Don Juan Maria così in grado di apprezzarne mastru ascia bonu, e s’intendiat de Pes); Doña Graxiangela Pes muore maggiormente il valore storico iscultura, ma no s’ischit su lumine il 24 novembre 1763. à Il ‘Retablo’ è e artistico e di sentirci coinvolti comente si giamaiat, ei custu si at- senz’altro commissionato dopo il 25 in tutto ciò che riguarda la sua tesit unu cumpanzu giamadu Peppe dic 1755 e finito prima del 05 feb realizzazione. Usai de Tatari, pro lu aggiuare in su 1758: in un documento stilato in trabagliu de su Retaulu, e cumpridu questa data leggiamo: su Retaulu su mastru siche torresit “Se ha sacado de la arca de tres firmados... Joseph Alavaña + Juan a Tatari, ei s’ateru nadu Peppe Usai llaves del dinero del Oratorio de la Maria Sanna Prior + Miguel Pileri si cojuesit in Belchidda e lesit a Isi- Virgen Santissima del Rosario, la Lacu Cura + Joseph Feliz Usay test bella Pinna…”. partida, y quantidad de ochenta, y [igo] + Fran[cis]co Usay t[estigo] + Per quanto riguarda la cronologia dos escudos para pagar a cumplim Juan M[ari]a Maxiu Mossa testigo. possiamo già stabilire un ‘terminus [ien]to a los Maestros, q[ue] han Il finanziamento dell’opera deriva, ante quem’ e un ‘terminus post que- trabajado el retablo de la Paroq[ui]a quindi, dalla donazione della nobil- m’, rispettivamente il matrimonio di por haver faltado dinero del legado donna Rosalia Pes e, poiché sono Peppe Usai [a)] e la morte della de la q[uonda]m Doña Rosalia Pes ‘mancati’ dei soldi per portarla a ‘dama’ [b)]. segun carta del Señor Obispo y d[ic] compimento, si attingono 82 scudi a) – Joseph Usay Pinna (Señor ha carta reposa en d[ic]ha arca, y d (= 205 lire sarde) dai fondi dell’Ora- Joseph Felix Usay, escultor y dora- [ic]ho dinero se ha bistrahido en torio del SS. Rosario per il paga- dor de la ciudad de Saçer) sposa presencia y adsist[enci]a del Paroco, mento a saldo ‘a los Maestros’; Isabel Pinna Grixoni il giorno 01 Prior, y testigos, segun han bajo ‘Priore’ dell’Oratorio del Rosario, dal a. XXIII, n. 4 [139] - agosto 2017 Pagina 9

10 ottobre 1757, è Juan Maria San- madrina di Maria Francisca, figlia di dipendenze del padre. na, ‘Juez ordinario’ della villa, appe- Juan Sannitu e Maria Maddalena Dalla documentazione esistente si na subentrato a Don Juan Maria Campus; probabilmente Maria ha rileva che Maria e Jayme Camilla Pes, amministratore dell’Oratorio già sposato Jeronimo Escano, rima- sono in ottimi rapporti con personag- dall’ottobre del 1755. sto vedovo il 25 nov 1734 alla morte gi appartenenti alle famiglie più rap- Rimane ora da individuare il capo- della moglie venticinquenne Clara presentative e facoltose del paese, mastro scultore con il quale ha Aquenza Siny; da Maria e Jeronimo non esclusi i nobili Pes. Candia Pilo, lavorato Peppe Usai. Fra i testimoni nascono 3 figli, deceduti in tenera madrina nel 1738 assieme a Jayme firmatari del documento sopra ripor- età, e la stessa Maria muore prema- Camilla, è nipote di Doña Rosolea tato, c’è anche Francisco Usay, pa- turamente nel mese di gennaio del Pes e moglie di Pedro de Muru; Don dre del giovane Peppe; se alla gui- 1748, all’età di 30 anni. Juan Maria Pes e la sorella Doña da della ‘bottega’ fosse Francisco, Il 07 marzo 1738 Jayme Camilla, fu Violante sono padrini, il 28 ott 1740, la tradizione popolare, in mancanza Maestre Juan Baptista Camilla di di Juan Baptista figlio di Jeronimo di testimonianza scritta, lo avrebbe Sassari, in coppia con Candia Pilo fu Escano e Maria Bonaira Camilla; il naturalmente affiancato alla memo- Señor Agustin Pilo di Tempio, è pa- curato Don Bernardino Pes il 15 set ria del figlio Peppe, mentre invece drino di Juana Francisca, figlia di 1743 impartisce il battesimo a Sal- nei vari documenti è citato solo indi- Juan Maria de Sini e Miquela Pinna vador, figlio di Jeronimo Escano e rettamente; pertanto dobbiamo se- Ortu. Allo stesso Jayme Camilla, nel Maria Camilla; Pedro Pintus, nipote guire altre vie. 1744, da Juan Maria Aquenza Ortu, di Doña Rosolia Pes, è padrino con Dal Prof. Luigi Agus sappiamo che Priore dell’Oratorio di Santa Croce, Maria Camilla in data 03 dic 1737 e nel periodo che ci interessa operava è conferito l’incarico per: “… haser la 11 feb 1738… in provincia di Sassari un certo Gia- como Camilla, ‘capimastro escul- tor… de Oçier’, al quale furono sicu- ramente commissionati alcuni lavori (altari lignei) a Osidda (1751), a S. Pietro di Silki in Sassari (1753/54), nella chiesa di S. Francesco di Ozieri [1755/56). Il Cognome Camil- la, e lo stesso Giacomo, non sono certo sconosciuti nel villaggio di Berchidda. Fin dal 1720 ‘Mastru Juan Bautista Camilla de sa citade de Tatari domi- ciliadu in sa de Osquiri et a su pre- sente acatadu in sa de Berchidda’ ha realizzato tutti i lavori più impor- tanti di falegnameria, scultura e ‘doratura’ per conto dei Priori degli oratori di Santa Croce (1720, 1725, 1730) e del SS. Rosario (1726, 1728, 1730); per la chiesa parroc- Incarnattura del Santo Cristo grande In assenza di altre notizie specifiche chiale mancano i relativi ‘Libri di por los q. llevamos a las processio- e certe, sulla scorta delle osserva- Amministrazione’ fino al 1787. Nel nes (10 lire)… + dado a dicho zioni fatte o che si potrebbero ipotiz- 1730 Giovanni Battista compare per Camilla otros seis escudos por el zare, nulla vieta di supporre che l’ultima volta come elemento attivo: cumplimiento de dicha faena (15 destinatario della commissione del “los escultores que son Maestre lire)… + para sustento del Maestro ‘Retablo’ sia proprio Jayme Camilla, Juan Baup[tis]ta [Camilla] con am- (2 lire e 10 soldi)… + para traer y uno dei pochi ‘capimastri scultori’ in bos sus hijos y Maestre Anguel” si bolver a dicho Camilla entre cavallo quegli anni in attività nella Sardegna fermano a Berchidda per 84 giorni y hombre tres reales (15 soldi)…”. settentrionale. E’ anche vero che nel per portare a termine i lavori com- Tra il 1744 e il 1745 probabilmente ‘retablo’ di Berchidda non si ha la missionati dal sacerdote Juan Maria Giacomo Camilla è contattato dal grandiosità delle proporzioni delle Aquenza Priore dell’oratorio di San- Priore del Rosario, il sacerdote altre opere analoghe di Sassari e ta Croce, tra i quali “… el pulpitto, la Antonio Stefano Campus, per Ozieri; ma questo è spiegabilissimo parador de la Sacrestia, la puerta realizzare una ‘puerta’: “A Maestre col fatto che qui i volumi dovevano grande, y un banco con otros re- Jayme Camilla por caparro de per forza essere contenuti e ristretti miendos necessarios en d[ic]ho ora- dicha puerta medio escudo... 01£- nel limitato spazio disponibile torio…”. 05s”; l’annotazione è poi depennata nell’abside della chiesa parrocchia- Non conosciamo con esattezza la e pare che la porta sia messa in le. città di provenienza della famiglia opera da un certo Mastro Domingo Un parere autorevole e un chiari- Camilla, pare di origine piemontese: Fadda di Tempio. Evidentemente mento definitivo, in base a possibili la documentazione riporta ora Sas- Jayme ha preso la guida della analogie stilistiche e ad altri elemen- sari ora Ozieri. Mastro Juan Baupti- bottega artigiana prima in capo al ti artistici, potrebbe fornire lo studio- sta è certamente defunto prima del genitore: adesso le opere sono so Luigi Agus, esperto di storia 24 ottobre 1737: in tale data Maria commissionate direttamente a lui, dell’arte, che è stato anche il primo Camilla, figlia del defunto Maestre mentre nel 1730, assieme al fratello a parlare dell’attività di Giacomo Juan Baptista Camilla di Ozieri, è e a Mastro Anguel, è alle Camilla.

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Grande successo per la ma- Una piccola “carezza” per i nostri nifestazione intitolata “Mi ragazzi diversamente abili basta una carezza”, dedica- di Giulia Zanzu ta al tema della disabilità, svoltasi a Berchidda il 30 evento ha avuto il sostegno tato in anteprima il brano da lei scrit- giugno, organizzata dall’As- del Comune di Berchidda. Il to “Eccomi (Visibile) ”, musiche di sociazione Orchestra Spen- L’ teatro Santa Croce, occupa- Fabio Sanna e arrangiamenti di Feli- sierata, formata da volonta- to in ogni ordine di posto, ha ospita- ce Carta. Il pubblico ha seguito la ri, operatori sociali e genito- to l’importante avvenimento che ha sua intima esibizione in religioso si- visto l’alternarsi di momenti di musi- lenzio e alla fine ha riservato un ri di alcuni ragazzi in condi- ca, recitazione e proiezioni di filmati, grande applauso alla magistrale in- zioni di difficoltà, che pro- arricchiti dagli efficaci interventi di terpretazione. muove diverse attività a fa- alcuni ospiti che hanno valorizzato E’ stata poi la volta del mio interven- vore degli stessi. la serata e indotto sicuramente il to, con il quale ho voluto evidenziare pubblico a una profonda riflessione il sostegno dato a Roxana, nella rea- sul tema in questione. lizzazione del libro. Ho parlato anche sazioni. Una piccola della mia attività di A seguire l’intervento di Maria Abis, “carezza” quindi, pedagoga e della madrina dell’autrice del libro, che ha un modesto sfor- gran mole di lavo- parlato della sua esperienza come zo umanitario da ro necessaria per insegnante in alcune classi compo- donare a questi raggiungere l’im- ste, fra gli altri, da ragazzi in difficol- ragazzi: è stata portante traguardo tà e ha poi elogiato le capacità di questa l’umile della pubblicazio- Roxana, le sue risorse nascoste e richiesta avanza- ne. soprattutto la sua ottima formazione ta nel corso della Le letture di alcuni culturale, conquistata respirando in manifestazione. significativi brani, famiglia l’arte in tutte le sue forme. L’obiettivo era di tratti dal volume, I ragazzi dell’Orchestra Spensierata richiamare le sono state a cura si sono esibiti in una scatenata persone in gene- di Stefania Demu- “performance” musicale, dove l’han- rale a una pro- ru e Francesca no fatta da padrone le percussioni e fonda riflessione Fresu, che con uno strumento di legno ribattezzato sul tema della voce sicura e toc- “arparuota”, costruito artigianalmen- disabilità, un’oc- cante hanno riper- te dallo stesso maestro Sanna. casione per sta- corso le tappe di E’ stata poi la volta della presidente re insieme e ac- questo singolare dell’Associazione Orchestra Spen- quisire consape- “diario”, provocan- sierata, Rossana Canu che ha rie- volezza della do commozione vocato tutta la storia dell’Associazio- persona che ap- fra i presenti. Il ne, dalla fondazione ai nostri giorni. pare “diversa” e maestro Pietro La stessa ha voluto poi ricordare i con la quale Sanna, direttore maestri di musicoterapia Mariano dobbiamo ogni del gruppo musi- Meloni e Raffaele Apeddu e Marco giorno confron- cale dell’Orche- Calvia, scomparso di recente, così tarci nella vita quotidiana. La società stra Spensierata, con alcune sue come altre importanti figure che so- è chiamata a valorizzare la persona raffinate e delicate composizioni, ha no state determinanti agli albori e nella sua interezza espressiva e a accompagnato la recita dei brani e nel cammino della fondazione, co- riconoscerne i suoi più ampi diritti. altri importanti momenti della serata. me Filomena Menicucci, Tiziana La manifestazione è stata condotta Di grande impatto emotivo è stata Nieddu e Gianfranco Craba. con tatto ed eleganza da Pierangela poi la testimonianza di Irene Baule, In seguito Graziella Sannitu, mem- Abis che, interagendo con gli ospiti “madre coraggio” di un ragazzo con bro del direttivo dell’Associazione, e con i protagonisti dell’evento, ha difficoltà di nome Oliver. La stessa, ha esposto tutte le attività effettuate stimolato con pertinenti suggerimen- come scritto da Roxana sul suo dai ragazzi, fra le quali preponde- ti il dibattito sull’argomento propo- “diario”, ha affermato che la disabilità rante è il laboratorio di ceramica, sto. è solo un’apparenza e ha invitato a seguito negli anni dai maestri Marco Durante la serata è stato presentato riflettere sui risultati che queste per- Pasqui, Maria Biancu e Antonello il libro di Roxana Rossi, dal titolo sone, svantaggiate in partenza, rie- Bazzu. “Vieni tra le mie braccia vita” Diario scono a ottenere inaspettatamente Il Sindaco Andrea Nieddu ha portato di una ragazza diversamente ugua- nel tempo. Ha poi sostenuto che il il suo saluto e ha elogiato la comu- le, che racconta dell’esperienza vis- disabile va accolto in modo netto o nità berchiddese per la sua capacità suta quale figlia adottiva e delle sue altrimenti si costruisce un muro. Per di sviluppare la massima accoglien- difficoltà riscontrate all’interno della finire ha ribadito che un paese o una za, sia per le persone portatrici di società che la circonda. L’evento è grande città di qualsiasi parte del handicap sia per gli ospiti in genera- stato aperto dalla cantautrice alghe- mondo, non devono essere solo le. Ha poi focalizzato l’attenzione sul rese Claudia Crabuzza vincitrice, fra un’aggregazione di case, ma una libro di Roxana, che ha paragonato i tanti riconoscimenti, della prestigio- comunità che abbia appunto “in co- a un manuale sulla pedagogia sa Targa Tenco. L’artista ha presen- mune” emozioni, esperienze e sen- dell’eguaglianza, dove alcune

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più sordo, e con pazienza mi ripete le cose perché io comprenda. Estate di solitudine Beato chi, durante la Messa, si rivol- Continua da p. 1 ge prima a me che sono anziana e ammalata, per darmi il segno di pa- Solitudine estiva la solitudine non conosce stagioni. ce. L’estate è tempo per riposare, rilas- Gli anziani e gli ammalati lo sanno Beato chi si ricorda che non rimarre- sarsi, respirare aria di mare e di bene. mo sempre giovani e che la anziani- montagna. E’ tempo di musica, balli Le Beatitudini degli anziani tà è una meta che ci sta aspettando. e concerti. E’ tempo per stare insie- Beati quelli che sanno farmi rivivere, me spensieratamente. Ed è giusto. ascoltando i ricordi del mio Il paese, specialmente il fine setti- passato, senza dirmi: “lo mana, si svuota. Rimangono gli an- sappiamo già”. ziani e gli ammalati, più soli che Beati coloro che non si af- mai. Attenzione: potrebbero rimane- fannano a correggere subito re troppo soli, troppo tristi, troppo quello che faccio, quasi per isolati. dirmi che non so più far nul- L’anzianità non è una malattia. La la. malattia è la solitudine. E di solitudi- Beati coloro che sanno con- ne si muore. Ci sono anziani, e am- sacrarmi un po’ del loro tem- malati, che tengono la televisione po prezioso e, incontrando- accesa tutto il giorno per sentire mi, si fermano a parlare con quella voce che fa loro compagnia. me. Non sono pochi gli anziani che si Beato chi mi guarda con siedono vicino al telefono, sperando affetto e mi saluta con since- che qualche figlio o figlia, che qual- rità di cuore. che parente o una buona persona li Beato chi rispetta il mio pas- chiami. Spesso l’attesa dura giorni. so stanco e non mi obbliga Così la solitudine può diventare un ad andare più in fretta. inferno per i nostri anziani e anzia- Beato chi non mi rimprovera ne. Beh, l’estate si avvia alla fine, col dirmi che sto diventando ma la solitudine rimane. Purtroppo espressioni riportano a un mondo Brianda, Elisabetta Casu, Paolo zi. Le riprese sono state effettuate vario e fatto delle tante differenze Fenu, Antonio Perinu, Antonio Pi- da Giandomenico Careddu. Colla- delle persone, ciascuna delle quali ras, Roxana Rossi, Sabina Sanna, borano alle attività dell’Associazio- apporta bellezza all’interno della Mario Sannitu, Massimiliano Serra, ne le assistenti (fra le quali qualche società. Hanno chiuso la manifesta- Michele Taras e Salvatore Taras. Il volontaria) Paola Carta, Grazia Det- zione, con un brano frizzante, i ra- mixaggio audio e la regia sono stati tori, Lorella Fresu, Raimonda Pin- gazzi dell’Orchestra Spensierata, curati da Grazia Dettori e Maria na, Cristina Rizzi, Giuseppina Sini, diretti ancora dal maestro Sanna e Abis. Le immagini sono state proiet- Donatella Soddu, Teresa Spolitu, i coadiuvati da Lorella Fresu. Della tate da Giovanni Campus e la foto- familiari dei ragazzi dell’Orchestra formazione fanno parte Daniela grafia è stata diretta da Cristina Riz- Spensierata e altri volontari.

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ascultendhe, cummòvida e riverente, A Babbai sa Paraula Sapiente de Babbai.

Babbai Pedru, Padrone assolutu de sa pinna logudoresa, iscujademi s’hapo s’ardire de bos disturbare, plasmada cun maestria e abbilesa, ma, si no hapo inciampu, in donzi campu. incominzo, de ois, a faeddhare. Dignas de mazore consideru sunu: sa tradussione in sardu de sa “Divina Cumedia” No pro presunzione de dirittu, e, tantu attesa, ma pro istima e riverente amore, s’imponente composizione de su vocabbulariu, custodiadu, in coro, da minore. dai sa limba sarda logudoresa a s’italianu.

Pro me, comente unu frade. Da no ismentigare sas famosas Cantones Fizos de sa mattessi Mama de Natale, chi nos hat palturidu, melodiosas, armoniosas, a mie tantu caras, fizos de s’amada Terra, ancorar cantadas. chi nos hat accoglidu. Babbai meu, Fruttu de fecundha zolla, hapo cumpridu “su votu” semenada de virtude e sapienzia. e bos lasso a Deu cun coro in recreu. Sazzerdote digni e santu, generosu in su antu Bois c’hazzis connottu, de sa fide paesana, des’umanu, virtude e diffettu, ispantu de sa zente forana. azzettade cust’umile presenzia, cun attu de clemenzia. Preigadore, in limba, dottu e cuntendhidu tantu chi, A nos bidere in Chelu! sos pulpitos, pomposos che tronos reales, faghian a gara pro ospitare e onorare s’illustre oratore; Gabriella Nieddu Riconoscimento speciale della Giuria “Alla me- in cheja, sa zente de fide o in diffettu, moria” (la poetessa, di origini berchiddesi, è istaiat estasiada, cun rispettu, scomparsa nel 2016)

Caru frade XIII Concorso Passados sun sos annos Direttore: Composizione: Ma sa tua bona fama “Pietro Casu” Giuseppe Sini Giuseppe Meloni Perenn’in mes’e nois es presente 2017 Ca tue ses de sos mannos Segreteria di redazione: Chi azzes’ad sa fiama Riconoscimenti Maddalena Corrias Cun cussa preziosa illustre mente Ca su tou operadu Contributi di: De med’ad superadu Anticipande su tempus modernu Maurizio Brianda, Tore Chirigoni, Ateros an tentadu Laccanas de Sardign’e continente Raimondo Dente, Tonino Fresu, De sos tuos iscrittos Cun temas efìmeros Finzas Deledda ti dad sos merìttos. De cussus chi no duran in eternu Chiara Magnifici, Demetrio Marras, Dae sa zovan’edade Ma cosas bene fattas Piero Modde, Andrea Nieddu, Bonu e istudiosu No an de fissas datas Gabriella Nieddu, Giuseppe Ortu, Fizzu de sa divina providenzia Impostas dae caligunu guvernu Bustieddu Serra, Paolina Vargiu, Pienu de umiltade Cantu nos as donadu Giulia Zanzu. Docil’e generosu Es pro s’eternidad’immortaladu. Bene dotadu de santa passenzia In finis ti dimando Stampato in proprio Suttile de carena Iscusa umiliadu Berchidda, agosto 2017 Ma cun sa mente prena Si cust’iscrittu meu no ad sustanzia De util’e prezios’inteligenzia Tantu no isco cando Registrazione Tribunale di Tempio Ca similes che a tie App’esser’appagadu n. 85 del 7-6-96 In terra no nde naschene ogni die. De superare sa mia ignoranza. piazza del popolo non ha scopo di lucro Fizzu de bonu coro Senza mai t’istraccare Demetrio Marras In su longu sacrificadu biazu riconoscimento speciale della Giuria Sa limb’e logudoro “Memoria 'ia” [email protected] As fattu imparare (in ricordo della figura Che carru giughindedil’a trazu di Pietro Casu) [email protected] In su vocabolariu Tottu su nezessariu As cuncentrad’e su sardu limbazu Indirizzo Internet Finzas sos d’oltre mare La terza poesia che ha meritato un An veru piaghere a l’istudiare. riconoscimento, Bon assortada, di Rai- www.quiberchidda.it De cant’asa lassadu mondo Dente, sarà pubblicata nel pros- Nois nde semus fieros simo numero giornale stampabile a colori