Lettera al termine della Visita Pastorale

alle Unità Pastorali del Vicariato di Sud

Ai Presbiteri, ai Religiosi, alle Religiose e ai Fedeli Laici delle Unità Pastorali delle Parrocchie di

Riglione – Oratoio, Putignano – Sant’ Ermete – ;

S. Martino – San Sepolcro, Santa Maria del Carmine, San Marco alle Cappelle;

S. Antonio Abate, San Giovanni al Gatano – San Paolo a Ripa d’Arno – Santa Lucia, Santa Cristina – Santa Maria Maddalena

Ss. Cosimo e Damiano – San Giusto in Cannicci.

Carissimi,

dopo aver visitato l’ Unità Pastorale di - San Piero a Grado nei mesi di gennaio-marzo 2018, domenica 16 dicembre 2018 si è conclusa la Visita all’intero Vicariato di Pisa sud con l’incontro con le vostre quattro Unità Pastorali, visita che era iniziata domenica 14 ottobre con la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa di S. Antonio Abate in Pisa.

Come sempre, desidero ripercorre con voi il cammino percorso in questi due mesi, che se pur rapidamente, e senza aver avuto la pretesa di esaurire ogni possibilità di incontro, mi ha permesso di prendere contatto, con diverse realtà del nostro territorio che fin’ora non avevo mai incontrato.

Come è stato messo in evidenza sia nel suo intervento iniziale, sia in quello conclusivo di don Roberto Canale, Vicario Foraneo, il Vicariato di Pisa Sud, ha una configurazione non omogenea e assai diversificata. Alla realtà del centro Città si aggiungono infatti due altre realtà del tutto diverse: quella della zona del mare e quella della propaggine del Comune di Pisa che si allarga verso il Comune di Cascina, le quali hanno configurazioni umane e religiose ben diverse da quelle della città propriamente detta. Il centro città infatti è segnato da un sempre più evidente spopolamento da parte di “pisani” e un progressivo riempimento da parte di studenti fuori sede e di stranieri; da un forte calo di famiglie giovani e soprattutto di bambini e ragazzi; una situazione che chiede un deciso ripensamento della nostra prassi pastorale che sappia prendere atto di bisogni e di urgenze ben diverse rispetto a quelli del passato anche recente.

Un segno vistoso ci viene offerto dal progressivo rimescolamento delle stesse comunità parrocchiali che vedono un forte avvicendamento nei residenti con un fenomeno crescente di pendolarismo umano che proietta famiglie e persone dai luoghi di residenza anagrafica ai luoghi reali della vita quotidiana, per cui la casa, più che essere il “segno” della propria appartenenza diventa in molti casi solo il luogo del pernottamento. Da qui la difficoltà crescente a mettere in atto proposte pastorali che riescano ad accompagnare le persone e le famiglie sulla strada di una

1 formazione umana e cristiana integrale e nella acquisizione di una appartenenza senza la quale si è cittadini del mondo senza sentirsi di casa da nessuna parte.

1. Incontri comuni alle quattro Unità Pastorali

Come sempre, la Visita ha avuto momenti condivisi con tutte le Unità Pastorali, a partire dalla celebrazione eucaristica inaugurale alla quale hanno partecipato tutti i sacerdoti, tranne due ammalati. C’è stata una certa rappresentanza di fedeli provenienti dalle singole parrocchie e una massiccia presenza di Religiose che hanno egregiamente animato la liturgia. L’assemblea presente è stata in qualche modo specchio di una vita pastorale assai complessa e spia della necessità non più rimandabile di mutare il nostro stile pastorale, tenendo conto delle sfide dell’attuale contesto socio culturale.

Mercoledì 17 ottobre, alle ore 17, a S. Antonio, ho incontrato i Ministri straordinari della Comunione. Non sono molti e la metà sono Religiose che in genere esercitano il loro servizio all’interno delle proprie comunità religiose. L’occasione è stata preziosa per invitare questi ministri a farsi promotori di altre adesioni al servizio verso gli anziani e i sofferenti, negli ospedali e nelle famiglie, anche tenendo conto del contenuto delle Indicazioni pastorali di quest’anno che puntano a promuovere una maggiore attenzione alla cura degli infermi e dei morenti. Lo scambio di esperienze e di idee è stato molto interessante, con la speranza che nelle parrocchie possa essere incrementato questo servizio tanto prezioso quanto nascosto.

Sempre il 17, in S. Antonio, alle ore 18, dopo il canto dei Vespri con i Religiosi e le Religiose e con alcuni parroci, si è tenuto un incontro sul tema della vita consacrata quale segno e anticipo del Regno di Dio. Erano presenti tutte le comunità religiose del territorio in un clima di familiarità e di gioiosa disponibilità.

Venerdì 9 novembre, alle ore 21, nella chiesa del Carmine si è svolto un incontro con le Associazioni, Gruppi e Movimenti afferenti alla Consulta diocesana per le Aggregazioni Laicali. Insieme ai presbiteri erano presenti circa 100 persone. Dopo la preghiera iniziale e l’ascolto della Parola di Dio, alla quale è seguito un mio saluto, ogni Gruppo o Associazione ha presentato il proprio impegno apostolico e la propria identità ecclesiale. Si sono succeduti il rappresentante di Comunione e Liberazione, della Fraternità del Terz’Ordine Carmelitano, dell’Azione Cattolica di San Giusto- Ss Cosimo e Damiano, del Rinnovamento nello Spirito Santo, del Movimento dei Focolari, dell’Azione Cattolica di Riglione-Oratoio, del Terz’Ordine Secolare Francescano di San Giusto.

Nel mio intervento ho esortato alla crescita nella comunione tra tutte queste realtà e di queste stesse realtà con le comunità parrocchiali nelle quali ogni gruppo è inserito; soprattutto ho esortato a crescere nel senso di appartenenza alla chiesa diocesana, al coraggio della testimonianza contro la tiepidezza che porta a chiudersi nel proprio guscio, perché solo l’esperienza di una vera comunione ecclesiale permette di assumere autentico significato in un mondo che diventa sempre più indifferente al messaggio cristiano.

Giovedì 15 novembre, alle ore 21 a S. Ermete, si è svolto l’incontro con i Catechisti, al quale hanno partecipato circa 70 persone insieme ai Parroci. Dopo il mio intervento che ha richiamato 2 sia i contenuti che lo stile di fare catechesi si è sviluppato uno scambio di idee e di esperienze a partire dal fatto che non c’erano catechisti per gli adulti, salvo una coppia di sposi che si occupano della preparazione dei genitori al battesimo dei figli, pochi catechisti-animatori del dopo Cresima e insieme ad un più piccolo nucleo di catechisti per la Cresima, tutti gli altri erano catechisti per la prima Comunione. C’è da ricordare che qualche parrocchia più piccola non ha più itinerari propri per il completamento della Iniziazione Cristiana e i pochi ragazzi che ci sono vengono indirizzati a parrocchie vicine. La tipologia di catechisti presenti è indice molto chiaro delle problematiche che stiamo vivendo: se non manca, in genere la catechesi per l’iniziazione cristiana, difficilmente si trova catechesi rivolta agli adulti se non in specifici percorsi associativi o di movimenti ecclesiali.

Il problema più grosso che è stato evidenziato è la mancanza di coinvolgimento delle famiglie nel cammino di formazione cristiana dei figli. L’assenza dei genitori nei percorsi catechistici è l’ostacolo più difficile da superare e spesso è causa di rinuncia a proporre anche qualcosa di nuovo che possa far comprendere ai genitori la gioia e la bellezza di una formazione integrale dei propri figlioli. Altro problema è quello legato ad una proposta catechistica che non sia esclusivamente orientata alla celebrazione dei sacramenti, ma ad una seria iniziazione alla vita di fede che non è mai una vita vissuta in solitudine, bensì che deve esprimersi in famiglia e nella famiglia di famiglie che è la comunità cristiana. Infatti solo una vera esperienza di vita comunitaria può dare risposta alla ricerca di relazioni umane significative che viene richiesta sempre di più dai ragazzi, come base per relazioni di fede significative, e può offrire agli stessi genitori quel contesto di sostegno e di aiuto di cui si avverte sempre di più il bisogno.

L’incontro è stato oltremodo positivo sia per il clima di condivisione che si è creato, sia per lo scambio di esperienze sempre più necessario tra catechisti, sia per comprendere che non è più possibile andare avanti in ordine sparso, bensì che è sempre più necessaria una condivisione di metodi, contenuti e soprattutto di formazione e di sostegno per chi si mette a disposizione della Chiesa nel servizio all’annuncio del Vangelo. La richiesta è che questi incontri si ripetano nel tempo e si creino spazi di formazione e di ascolto reciproco soprattutto nella prospettiva di un progetto catechistico condiviso a livello diocesano grazie al lavoro che attualmente sta crescendo nel Centro diocesano per l’Evangelizzazione e la Catechesi.

Lunedì 19 novembre, alle ore 21, a Oratoio era stato programmato un incontro con i giovanissimi del dopo Cresima. Insieme ai parroci di Oratoio-Riglione, San Giovanni al Gatano e ai Sacerdoti del Carmine, sono presenti circa 30 giovanissimi e giovani quasi tutti di Oratoio e Riglione, eccetto alcuni giovani di San Giovanni al Gatano insieme ad una Suora. Dopo il saluto che mi è stato rivolto da un giovane, al quale rispondo, mi vengono poste diverse domande in un clima di grande attenzione e interesse circa il rapporto con la politica vista dal mio versante di vescovo; sulla morale cristiana che spesso viene colta come ostacolo per un rapporto vero tra giovani e Chiesa; circa l’oltre rispetto alla morte, l’inerranza della S. Scrittura ecc. Emerge il desiderio di sapere e nello stesso tempo il forte condizionamento esercitato dal sistema mas mediatico odierno che oscura in gran parte una seria conoscenza dei contenuti della fede e della natura della Chiesa. Il clima che si è creato è stato estremamente positivo e umanamente caldo. Invito i giovani presenti ad intensificare il loro rapporto con la diocesi attraverso un maggiore inserimento nelle 3 proposte di Pastorale Giovanile, apprezzate da alcuni dei presenti, per aprirsi ad orizzonti più vasti ed essere in grado di esprimere una migliore e maggiore progettualità a servizio dei giovani delle singole parrocchie.

Martedì 20 novembre, alle ore 21, a Riglione si è svolto l’incontro con i Consigli Pastorali Parrocchiali e con i Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici. Sono presenti circa 55 persone, compresi i sacerdoti. Il numero non è molto alto perché alcune parrocchie sono prive di Consiglio Pastorale e di CPAE, così come è quasi del tutto inesistente il Consiglio Pastorale di Vicariato. Emerge chiaramente il bisogno di rilanciare il senso della partecipazione ecclesiale perché si possa avere un serio contributo laicale alla vita delle parrocchie e insieme possa essere alleggerito il carico gravante sui parroci.

Ho chiesto esplicitamente che ci si dia da fare per costituire di nuovo il Consiglio di Vicariato e che non ci sia alcuna Unità Pastorale che non abbia il proprio Consiglio. Per una rivalorizzazione dei CPAE presento l’iniziativa di formazione per i membri dei CPAE a cura della SFTP a partire proprio dal giovedì 22 novembre. Una proposta che trova ascolto e corrispondenza nei presenti.

Ciò che è importante è che si diano motivazioni teologiche più corpose ad una partecipazione laicale alla vita delle nostre comunità: non si tratta di qualcosa di facoltativo, ma di un diritto-dovere legato al Battesimo ricevuto che non esime nessuno dal prendersi delle responsabilità, insieme con i ministri ordinati, nella gestione della vita della comunità cristiana. Senza motivazioni profonde, sarà ben difficile contrastare l’andazzo comune che rinchiude ogni cosa nell’individualismo e scoraggia una vita di partecipazione e di corresponsabilità a tutti i livelli. In fondo, ciò di cui c’è bisogno, è che si dia respiro ad una spiritualità battesimale in cui non ci si chiuda nell’intimismo religioso, ma si dia spazio alla assunzione di responsabilità vere nell’annuncio del Vangelo e nella animazione della vita comunitaria delle nostre parrocchie.

Mercoledì 21 novembre, alle ore 19, nella sala parrocchiale di San Marco alle Cappelle, ho incontrato le associazioni e le realtà ecclesiali che si occupano di attività socio caritative. In tutto sono presenti circa 35 persone, compresi cinque parroci, in rappresentanza della Caritas parrocchiale di Riglione-Oratoio e di San Giusto in Cannicci, della San Vincenzo di San Martino e di San Marco alle Cappelle; del Centro di Ascolto dell’ex asilo Gianfaldoni; del CIF Comunale di Pisa e del CIF Provinciale di Pisa; del Gruppo Missionario di San Paolo a Ripa d’Arno.

Ogni gruppo illustra le proprie attività e il servizio che svolge: dalla confezione alla distribuzione di pacchi spesa, dal doposcuola all’insegnamento dell’italiano a profughi e stranieri, dall’aiuto ad un Villaggio in Brasile alla attenzione alle nuove povertà: sono molti gli spazi di bisogno che vengono accolti e serviti. Esorto tutti a mettersi in rete e a scambiarsi informazioni e sostegno reciproco – è la prima volta che queste realtà si ritrovano insieme pur appartenendo allo stesso vicariato – a scambiarsi indirizzi e riferimenti, a collaborare per condividere insieme possibili nuove soluzioni e risposte più complete alle esigenze di povertà che si incontrano, a relazionarsi sempre più e sempre meglio con la Caritas diocesana e comunque con il Centro diocesi che può essere sempre di sostegno e di aiuto. L’incontro si chiude con soddisfazione di tutti i presenti per 4 questa opportunità che può inaugurare uno stile nuovo di relazioni ecclesiali per un migliore servizio agli ultimi.

Mercoledì 12 dicembre, alle ore 21, nella sede delle ACLI nell’ex Convento dei Cappuccini a San Giusto incontro le ACLI nelle sue diverse articolazioni. All’incontro erano state invitate altre associazioni che si occupano di realtà sociali e cooperativistiche. Sono presenti i responsabili dei vari settori aclisti e i sacerdoti delle U.P. Vengono presentate le varie attività svolte e, in filigrana varie problematiche legate alla esperienza aclista, su cui anch’io poi intervengo. In particolare si pone l’urgenza di avvicinare le persone della strada alla vita sociale, ai problemi del lavoro e delle relazioni vere; occorre promuovere una vera cultura del lavoro e della sua promozione, con una attenzione particolare al servizio per le badanti e all’accompagnamento degli immigrati. Per i Circoli occorre continuare sulla strada della eliminazione delle Slot, offrendo possibilità di formazione educativa e promuovendo solidarietà intergenerazionale. Occorre attenzione rinnovata verso il sistema cooperativistico per l’immissione di giovani nel circuito lavorativo, facendo crescere sinergia tra le varie agenzie e favorendo una nuova comprensione del valore associativo che è in calo tra i giovani e le donne. L’incontro è stato assai valido anche perché ha permesso ai sacerdoti presenti di conoscere una realtà che ha delle potenzialità enormi verso quel mondo di umanità che spesso sfugge alla attenzione delle comunità ecclesiali.

2. Incontri con il mondo della scuola

Se la Visita del Vescovo nelle scuole paritarie cattoliche è un atto dovuto, è pure importante che si possano visitare anche le scuole statali anche perché, proprio nella scuola abbiamo la opportunità di trovare tutta la realtà giovanile di un territorio.

Per quanto riguarda le U.P. di Pisa Sud è stato possibile incontrare tutte le scuole paritarie e, almeno per ora, fare soltanto un “assaggio” delle scuole statali. Lunedì 22 ottobre, alle ore 10, ho visitato la Scuola dell’Infanzia Paritaria “Beltrami” delle Suore Immacolatine a Porta a Mare, frequentata da circa 80 bambini ai quali, nel pomeriggio, si aggiungono un centinaio di bambini della scuola elementare per il doposcuola. Ho incontrato i bambini nelle singole classi che si sono esibite in canti preparati per l’occasione. Il 23 novembre, alle ore 16,45 ho visitato la Scuola dell’Infanzia Paritaria Sant’Antonio delle Suore Antoniane in via Corridoni. I bambini si sono esibiti in canti applauditi da genitori e nonni dimostrandosi una “piccola scuola, ma una grande famiglia” per la continuità dei rapporti che vengono intrattenuti con le famiglie degli ex alunni. In tutte e due le scuole c’è una buona intesa con i genitori che vengono coinvolti anche in percorsi di accompagnamento pedagogico.

Il 28 novembre, nella mattinata incontro prima gli alunni della Scuola dell’Infanzia Paritaria “San Bartolomeo” di Putignano e poi quelli della Scuola dell’Infanzia Paritaria di “San Pietro” di Oratoio. Si tratta di scuole un tempo gestite da Congregazioni Religiose femminili ed oggi affidate alla gestione di Cooperative sociali. Un tentativo di continuare un servizio prezioso alle famiglie del territorio e nello stesso tempo il desiderio di continuare a svolgere un’opera educativa che sia segnata da un’offerta formativa integrale. Infatti, anche se la gestione è affidata a Cooperative, queste garantiscono una proposta educativa ispirata al pensiero cristiano, continuando una 5 tradizione lunga ormai parecchi decenni. Lunedì 3 dicembre alle ore 9,45 ho visitato la Scuola dell’Infanzia Paritaria “San Francesco” delle Suore Figlie di Nazareth in San Giusto. Anche qui sono stati eseguiti dei canti con la presenza di genitori e nonni che sono intervenuti per esprimere il loro apprezzamento circa l’opera educativa della Scuola Cattolica. Una appendice a queste visite ci sarà il 9 gennaio con l’incontro con la Scuola dell’Infanzia Paritaria “Padre Agostino” nella Casa Madre delle Suore Figlie di Nazareth in Pisa.

Per quanto riguarda le scuole statali, fino ad ora ho potuto visitare solo due scuole, con la speranza che questi incontri possano proseguire anche nel futuro. Il 22 ottobre alle ore 10,30, ho visitato la Scuola Media “Toniolo” dove, sul tema della “Laudato Si’” ascolto e rispondo alle domande delle classi prime e seconde e poi della classe terza in due incontri distinti. Avendo letto diversi numeri della “Laudato Si’” i ragazzi hanno posto domande molto precise e articolate suscitando attenzione e partecipazione da parte di tutti, compresi i professori, in un clima di gioiosa accoglienza e di familiarità per circa due ore. Il 7 dicembre alle ore 9,30, ho incontrato tutti i ragazzi della scuola elementare “Biagi” in via Conte Fazio, riuniti in palestra. Vengono eseguiti alcuni canti, poi i ragazzi intervengono con numerosissime domande preparate in precedenza insieme agli insegnanti. Sono presenti anche alcuni genitori in un clima gioioso ed attento.

In tutte queste scuole ho invitato insegnanti e genitori a stringersi in alleanza per un cammino formativo davvero pieno e integrale, cercando di superare le innumerevoli difficoltà che sembrano diventare sempre più pesanti, con spirito di generosa partecipazione e di responsabilità. L’importante è seminare bene, perché un giorno, i ragazzi, diventati adulti, possano raccoglierne i frutti.

3. Incontri con realtà sociali significative per il territorio

Il primo incontro si è svolto significativamente con gli ospiti, il personale laico e religioso della Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo in via Mazzini lunedì 15 ottobre alle ore 9,30. E’ stato un momento di festa favorito anche dal bel tempo che ha permesso un ascolto reciproco sul tema della fraternità da offrire a chi si trova in difficoltà per l’età o le condizioni sfavorevoli di salute. Anche se non c’è stata l’opportunità di incontrare i frequentatori della Mensa dei Poveri, la visita è stata l’occasione per dire un grande grazie al Cottolengo e ai tanti volontari che rendono possibile la vita di questa struttura di accoglienza per anziani e disabili e la quotidiana apertura della mensa per i poveri della città.

Nella stessa mattinata ho potuto incontrare anche la Comunità delle Suore dell’Addolorata Serve di Maria e di scambiare qualche parola con i professionisti che operano negli ambulatori medici della ex Casa di Cura di via Manzoni, offrendo le coordinate evangeliche per un servizio che sia sempre rispettoso di ogni persona che si reca in questi ambulatori.

Il 16 ottobre , alle ore 16, ho fatto visita al comando della Polizia Municipale di Pisa negli ambienti della Sesta Porta, ricevendo una ottima accoglienza con la possibilità di uno scambio di opinioni sui temi legati alla vita sociale e alla sicurezza della realtà cittadina, ringraziando i Vigili per la loro disponibilità e il loro servizio alla nostra città.

6

Sempre il 16, alle ore 18, presente l’Assessora alle Politiche sociali e il Presidente del Consiglio Comunale, ho incontrato gli operatori del Dormitorio per i Senza fissa Dimora che opera ormai da dieci anni nella struttura di via Conte Fazio, accanto alla chiesa di Porta a Mare. Sono presenti anche alcuni membri del CISOM che, nella struttura, gestiscono un ambulatorio medico. Dopo la presentazione di un video che mostra le attività che vengono svolte in favore dei Senza fissa Dimora, si apre un dialogo che evidenzia lo spirito di grande umanità e di profondo rispetto che anima questo servizio preziosissimo per quanti non hanno un tetto e che si troverebbero esposti a problemi ancora più grandi se non ci fosse questo punto di riferimento. Il servizio che attualmente è in carico ad alcune Cooperative ha le sue radici nelle iniziative prese dalla Caritas diocesana molti anni addietro che fu promotrice di una attenzione specifica a questa parte di umanità e che poi, insieme al Comune di Pisa, detta vita a questa esperienza benemerita.

Un momento assai significativo si è avuto il 26 ottobre alle ore 18,30, con la Visita alla Camera di Commercio di Pisa e con l’incontro con il Consiglio direttivo. Dopo l’intervento del Presidente Valter Tamburini che ha esposto a grandi linee la situazione economico produttiva della Provincia di Pisa, mettendo in evidenza le non poche criticità esistenti, ho condiviso con i presenti le esperienze circa il mondo del lavoro da me fatte grazie alla Visita pastorale, indicando alcuni problemi percepiti nei numerosi incontri da me svolti nei luoghi di lavoro. Si sviluppa un interessante dialogo da parte dei presenti con la richiesta di mettere in azione un collegamento stabile con la realtà ecclesiale per mantenere alta una attenzione specifica ai valori che oggi sono messi a rischio e che è necessario custodire per salvaguardare la dignità del lavoro. All’incontro erano presenti anche i parroci della zona.

Venerdì 16 novembre alle ore 19, a S.Ermete ho incontrato i Capi dei Gruppi AGESCI del Pisa 1 e del Pisa 3. Erano circa una trentina insieme agli Assistenti don Andrea e don Gianluca. Un buon numero di questi capi provengono da altre parti d’Italia in quanto studenti fuori sede o laureati rimasti a Pisa. Si stabilisce subito un buon clima in cui posso mettere in evidenza quelle che ritengo essere alcune emergenze educative frutto soprattutto della cultura individualista odierna che può essere contrastata solo da relazioni ed esperienze comunitarie che vadano oltre le singole appartenenze identitarie, nel riconoscimento di quella comune appartenenza ecclesiale per cui nella Chiesa nessuno è straniero.

Anche se più volte sono stato a celebrare in prossimità della Pasqua o del Natale nella RSA “Villa Isabella” sul Lungarno, martedì 20 novembre alle ore 16,30, ho fatto visita agli ospiti intrattenendomi in conversazione con loro, pregando insieme e benedicendoli. Nella struttura opera un Sacerdote per l’assistenza spirituale, ma è stata richiesta una maggiore presenza del mondo ecclesiale della zona perché ci sia una più ampia integrazione con la comunità che vive su quel territorio e gli ospiti possano sentirsi di più parte viva della città. Si tratta di una richiesta che è necessario prendere in debita considerazione.

Il mondo del lavoro è stato solo sfiorato grazie alla visita ad una azienda ad Ospedaletto e alla struttura lavorativa dell’Aeroporto Galilei. Venerdì 28 novembre, alle ore 11, ho visitato la ALco di Ospedaletto incontrando gli Amministratori e gli Impiegati dopo aver visitato i vari

7 ambienti di lavoro, in cui ho salutato quanti erano in servizio. Con il personale amministrativo ho potuto intrattenermi più a lungo attivando un dialogo che ha toccato alcuni temi legati al lavoro che hanno interessato gli intervenuti, i quali hanno gradito questa visita come segno della Chiesa che si interessa alla vita e ai problemi della gente.

Un incontro altrettanto positivo è stato quello con i dipendenti dell’Aeroporto Galilei il 3 dicembre alle ore 11. Un gruppo l’ho incontrato, insieme al Parroco e a don Giovacchini, nella Cappella dello Scalo aereo dedicata a Santa Bona, in cui si conserva anche l’Eucaristia; gli altri dipendenti li ho incontrati passando di ufficio in ufficio, sempre accolto con grande disponibilità e cortesia. Non di rado sono stato richiesto di pregare per chi stavo incontrando. Ciò significa che non dobbiamo avere paura di entrare in contatto con chiunque perché le sorprese della grazia sono infinite.

Il 6 dicembre alle ore 18,20, a Ospedaletto, nella sede della Croce Rossa Provinciale di Pisa, accompagnato dal Vicario Foraneo, ho incontrato personale e volontari della stessa Croce Rossa e volontari e aderenti alla Pubblica Assistenza di Riglione-Oratoio. Nel suo intervento il Presidente provinciale della Croce Rossa ha illustrato la vita e le attività della Associazione, mettendo in evidenza l’ottimo rapporto con Pubblica Assistenza e Misericordia di Pisa, nonché con la Caritas diocesana. Il valore di riferimento comune per tutti è la salvaguardia e la tutela della dignità di ogni persona e del senso di gratuità e del dono di sé al prossimo, senza il quale tutto rischia di appiattirsi al minimo.

Anche il Presidente della P.A. di Pisa è intervenuto mettendo in evidenza che il lavoro di queste associazioni è indispensabile perché lo spirito della condivisione solidale non si perda nel sempre più diffuso individualismo che immancabilmente sfocia in atteggiamenti egoistici. Nel mio intervento ho ringraziato tutti coloro che si mettono al servizio del prossimo sia che siano animati da una visione cristiana che laica, e che cercano di andare contro corrente. In fondo, tutti non fanno altro che mettere in atto ciò che il Vangelo presenta come modello nella figura del buon Samaritano che va oltre i legami del sangue o della condivisione culturale o sociale, ma si apre all’accoglienza gratuita e amorevole di chi si trova nel bisogno. L’incontro è stato molto intenso e partecipato e sicuramente permetterà ulteriori convergenze e collaborazioni tra realtà che hanno avuto radici differenti, ma che stanno crescendo sempre più in una visione della dignità della persona in difficoltà che, anche senza etichette, di fatto si radica nella gratuità dell’amore proposta dal Vangelo.

4. Incontri con i ragazzi del catechismo e i loro genitori e celebrazioni liturgiche

Lunedì 19 novembre alle ore 17, nella sala parrocchiale del Carmine, ho incontrato i bambini della U.P. che si stanno preparando alla prima Comunione con i loro genitori. Parlo soprattutto ai genitori sul tema del significato della catechesi per l’Iniziazione cristiana come cammino per la educazione alla fede in cui i genitori hanno responsabilità specifiche e insostituibili. Ho colto in alcuni interventi dei genitori la richiesta di aiuto sul piano educativo: spesso non si sa da che parte iniziare e ci si sente impari di fronte alle difficoltà sempre crescenti.

8

Non sono mancate domande da parte dei bambini che hanno manifestato il loro interesse rispetto alla figura del vescovo, ma anche rispetto al percorso catechistico che stanno facendo.

Il 5 dicembre, alle ore 18,30, nella sala parrocchiale di Riglione, si è svolto un incontro con i genitori dei ragazzi della Cresima e con i loro educatori. Sono presenti circa 30 genitori. Il tema è quello della educazione integrale dei giovani nonché della responsabilità dei genitori, in particolare nella prospettiva di una seria e piena educazione alla fede. Viene affrontato il tema della preghiera in famiglia. In molti ringraziano per questo momento di ascolto reciproco. Per me, in più, la gioia di vedere diventati genitori, bambini che avevo preparato alla prima Comunione e alla Cresima.

Venerdì 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, alle ore 17,30 si sono svolte le Cresime nella chiesa di Oratoio. E’ stata una celebrazione ben curata, partecipata nei canti e nello svolgimento, con la chiesa stracolma di gente che ha manifestato che il cammino di unificazione tra le due parrocchie di Oratoio e Riglione sta procedendo con equilibrio, ma anche con decisione, anche se è necessaria ancora molta pazienza per riuscire ad amalgamare al meglio tradizioni e storie diverse, che però possono fondersi in unità con vantaggio per tutti. Uguale sensazione l’ho avuta celebrando la S. Messa domenica 16 dicembre a Riglione, alle ore 11, preceduta dalla inaugurazione del restauro dell’antica croce dipinta con il santo volto del Redentore. Anche in questa celebrazione erano presenti molti fedeli di Oratoio, così come ad Oratoio, per le Cresime, erano presenti molti fedeli di Riglione. Se da una parte è bene procedere verso una unità sempre più compiuta, dall’altra parte è saggezza salvaguardare anche quelle esperienze legate al singolo campanile che si auto-sostengono soprattutto quando riguardano attività per le persone più anziane e quindi maggiormente legate al passato come nel caso dei due gruppi di “diversamente giovani” che si ritrovano a Riglione e a Oratoio ogni settimana, sia per un intrattenimento reciproco, sia per un cammino di preghiera e di catechesi.

Domenica 9 dicembre ho celebrato la S. Messa in Ss. Cosimo e Damiano con una straordinaria partecipazione di bambini e ragazzi del catechismo e con moltissimi genitori. Durante questa celebrazione sono stati presentati alla comunità gli adolescenti che riceveranno prossimamente il sacramento della Confermazione. La celebrazione, solenne e ben partecipata ha creato un bel clima di ascolto che ha coinvolto tutta l’assemblea e anche i numerosissimi bambini biancovestiti che attorniavano l’altare.

Mercoledì 12 dicembre, alle ore 18,30, ho incontrato i bambini e ragazzi della catechesi con i catechisti e con i genitori della U.P. nella chiesa di Putignano, la quale era stracolma di gente. Commento il testo degli Atti 2,42-48 in un clima di grande attenzione da parte di tutti, su che cosa significa essere Chiesa. Esorto alla preghiera in famiglia, alla partecipazione come famiglie alla Messa domenicale e al servizio in parrocchia secondo i carismi di ciascuno. I ragazzi poi fanno molte domande, che si indovina facilmente, interessano i genitori stessi. Si è trattato di un incontro semplice e familiare che però, anche per la numerosa presenza di partecipanti, ha destato molto interesse ed un certo entusiasmo che sarà bene utilizzare anche per il futuro.

Durante il periodo della Visita ho celebrato la S. Messa con l’Unzione degli Infermi dell’U.P. in San Martino martedì 20 novembre (circa 30 persone hanno ricevuto il sacramento) 9 concelebrando con i parroci dell’U.P.; il mercoledì 21, alle ore 18, ho concelebrato con i parroci dell’U.P. nella Cappella prefabbricata della parrocchia di San Marco a.C.; il martedì 27 novembre alle ore 18, nella chiesa di San Giusto in Cannicci a cui ha fatto seguito un incontro con gli animatori dell’Oratorio della Parrocchia di Ss Cosimo e Damiano, che ho esortato a crescere sempre più nella dimensione della comunione diocesana proprio perché le grandi potenzialità della comunità di Ss Cosimo e Damiano possano ulteriormente svilupparsi e crescere in una comunione aperta non solo all’U.P., ma al Vicariato e alla Diocesi.

Venerdì 30 novembre, alle ore 15, ho concelebrato nella chiesa dei Cappuccini insieme al parroco e a P. Luigi Cappuccino, amministrando il sacramento dell’Unzione degli Infermi a circa 40 persone. E’ stata una celebrazione molto sentita e partecipata con la presenza dei membri del terz’Ordine francescano che ha sede nella chiesa del Convento, ormai privo di residenza stabile da parte dei Padri Cappuccini, i quali per ora, celebrano una Messa il sabato pomeriggio e una la domenica, facendo i pendolari dal convento di Livorno. Dopo la Messa mi intrattengo a parlare con la gente, contenta di questa bella celebrazione.

Non posso tralasciare di ricordare che la Visita nella Casa Madre delle Suore Figlie di Nazareth si è svolta in occasione della festa della Sacra Famiglia, la domenica 30 dicembre, come tradizionalmente avviene ogni anno con la S. Messa per le Suore della Congregazione, provenienti anche dalle altre Case per la festa patronale. Occasione preziosa per parlare direttamente alle Suore che da sempre sono inserite nel contesto vitale della Chiesa pisana.

5. Conclusione

La celebrazione conclusiva della Visita si è svolta con una solenne concelebrazione nella chiesa del Carmine domenica 16 dicembre alle ore 17 insieme con tutti i parroci delle U.P. visitate. Il vangelo domenicale offriva l’opportunità di cogliere nelle risposte date dal Battista a varie categorie di persone che gli domandavano: “Che cosa dobbiamo fare?”, la possibilità di articolare varie indicazioni come indirizzo che provenisse da quanto emerso nel corso della Visita pastorale.

Una prima indicazione è quella della condivisione. C’è bisogno sempre di più di superare una visione individualistica della azione pastorale per assumere, pur con tutte le fatiche del caso, una prospettiva di maggiore condivisione pratica, al di là degli ottimi rapporti interpersonali che ci sono tra i sacerdoti del presbiterio vicariale. Ciò può avvenire soprattutto assumendo come proprie in ogni U.P. le indicazioni pastorali che provengono dalla diocesi e che a volte sembrano essere lasciate alla iniziativa benevola dei singoli parroci. Deve essere chiaro che una pastorale che non si coordina e non condivide gli stessi obiettivi e linee comuni di azione, rimane una pastorale inconcludente perché resa sterile dal clima di individualismo esasperato che ci avvolge tutti e che ci condanna alla solitudine e all’inefficacia.

Ciò significa che occorre rilanciare una visione ecclesiologica che non può fare a meno di una interazione convinta e sempre più integrata fra presbiteri e laici: i presbiteri non possono fare a meno dei laici e i laici dei presbiteri, così come i ministeri ordinati non possono fare a meno dei carismi laicali e dei ministeri istituiti e di fatto e viceversa. Questa interazione comporta il rilancio

10 serio del Consiglio Pastorale di Vicariato, così come dei Consigli Pastorali parrocchiali o di Unità Pastorale che in qualche caso non esistono, così come del Consiglio Parrocchiale degli Affari Economici, che pur essendo obbligatorio, in qualche parrocchia non esiste affatto. Queste articolazioni si manifestano sempre più indispensabili e necessarie non solo per una efficace azione pastorale, ma anche per un serio impegno da parte delle singole comunità per la salvaguardia delle strutture materiali – chiese, canoniche, locali per il ministero pastorale – che rischiano di diventare sempre più pesi insostenibili proprio per l’autoreferenzialità con cui a volte vengono gestiti questi beni.

Una seconda indicazione riguarda la valorizzazione dei doni e dei talenti umani e carismatici che ogni persona possiede per grazia di Dio sia sul piano umano, sia sul piano soprannaturale. Una valorizzazione che non deve essere cercata solo all’interno del mondo ecclesiale, bensì che deve cercare spazi di espressione nella società civile in quanto tale. La visita ha messo in evidenza, se pure ce ne fosse stato bisogno, la disponibilità che c’è negli ambienti più diversi, ad un serio lavoro di aiuto e di sostegno perché ogni persona possa essere pienamente se stessa e possa mettere in atto tutte le potenzialità che il Signore gli ha donato.

Come comunità cristiana dobbiamo essere più attenti a cogliere tutto il bene che c’è da qualsiasi parte per farlo crescere. Ciò esige che non ce ne stiamo rinchiusi nelle nostre comunità parrocchiali, qualche volta ridotte all’osso ad esempio per lo spopolamento del centro storico, per fenomeni di pendolarismo lavorativo, o per disaffezione verso il senso di appartenenza, ma entriamo in contatto con la vita delle persone là dove si svolge, nel rispetto delle regole della convivenza civile, ma anche con il coraggio della proposta evangelica che deve essere annunciata a tutti, nessuno escluso. Forse qualche volta questo coraggio ci manca e rischiamo di rimanere ad aspettare chi ormai ha preso il largo rispetto alle nostre realtà ecclesiali. E sono mondi che spesso rimangono distanti dalla vita ecclesiale, come il mondo del lavoro e della scuola, verso i quali dovremmo essere molto più attenti e partecipi.

Questa nuova situazione comporta pure il ripensamento della struttura parrocchiale che riguarda il nostro territorio. Sicuramente dovremo fare delle scelte che ri-definiscano in maniera più adeguata alla realtà presente confini e presenze parrocchiali, ovviamente senza distruggere niente, ma anche pensando a come dovremo articolare la nostra rete ecclesiale nell’immediato futuro. Al termine dell’intera Visita pastorale sarà questo uno dei temi che dovremo mettere a fuoco, per essere noi a tenere in mano la situazione senza rischiare di esserne travolti.

Tutto questo dovrà necessariamente rispondere ad un riferimento dal quale non potremo mai prescindere e cioè: la sequela fedele di Cristo, lasciandoci illuminare dal suo Vangelo. Sembra questa una annotazione scontata. In realtà non lo è, perché uno dei pericoli che tutti corriamo è di abbassare i nostri punti di riferimento da ciò che Gesù ci indica nel suo Vangelo a ciò che invece ci parrebbe più “corretto” vista la realtà che ci circonda, quasi che Gesù dovesse adattarsi al mondo d’oggi piuttosto che il mondo d’oggi dovesse tendere alla meta alta della vita cristiana - la santità - alla quale il Signore ci chiama.

11

Carissimi, non posso terminare questa carrellata sugli eventi che hanno punteggiato il tempo della Visita pastorale, senza esprimere a tutti indistintamente e a ciascuno in particolare il mio grazie fraterno e riconoscente. Certamente avremmo potuto fare di più e meglio; l’importante è che ciò che abbiamo vissuto insieme lo abbiamo percepito come occasione di grazia e come tesoro prezioso da mettere a frutto. Sono convinto che nelle singole realtà parrocchiali e di Unità pastorale, come di Vicariato, scorrendo insieme questa mia lettera si prenderà coscienza non tanto dei limiti e delle inadempienze che ci segnano e ci creano inquietudine, bensì delle ricchezze che ci sono e che chiedono a tutti noi, insieme, una rinnovata riflessione pastorale perché possiamo dare risposta alle richieste di questo nostro tempo, che in mezzo a tanti problemi e difficoltà è pur sempre tempo di grazia nel quale il Signore ci offre la sua salvezza.

Il mio grazie, va in particolare ai sacerdoti e a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento di questa Visita; insieme alla riconoscenza, per tutti, nessuno escluso, invoco dal Signore l’abbondanza delle sue benedizioni.

Pisa, Solennità dell’Epifania, 6 gennaio 2019

+ Giovanni Paolo Benotto

Arcivescovo

12